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Anno Vili - numero 13-31 marzo 2000
Lire 2000- Euro 1,03
UOVEINTESEI
Con ibuddistì e i Testimoni di Geova
di GIANNI LONG
)IBAniTOI
Una buona «parità scolastica»
di ELIO CANALE
;CO .PJEjLLE.
di DAVIDE ROSSO
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
IL PERDONO
tuoi peccati sono perdonati;
(...) alzati, prendi il tuo lettuccio e
cammina»
Marco 2,1-12
IL centro del testo sono certamente
le parole di Gesù: «1 tuoi peccati
sono perdonati»; prima ancora della
guargione dalla paralisi, il perdono.
La paralisi viene guarita dal perdono.
«Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina»; la guarigione dalla paralisi si
manifesta obbedendo a un ordine.
Sembra quasi un collaudo, ma più
-che dell’awenuta guarigione, dell’avvenuto perdono. Alzarsi e camminare è un collaudo spirituale più che fisico. Come è stato detto, la guarigione dalla malattia può venire anche
dalla medicina. La guarigione dal
male può venire solo da Dio.
Tuttavia anche il contorno è
importante. Le persone che si
accalcano intorno a Gesù sono la
chiesa piena di zelo per il suo Signore, ma che non vede la paralisi che
■ c’è intorno a lei, o magari al suo interno. Sono la chiesa della liturgia,
iono raggiungere Gesù per senparlare. Quelli che bucano il
tetto sono la chiesa che ricorre al Signore per soccorrere i paralitici: chiesa della diaconia. Sanno che non sono in grado di farlo da soli. Per la
guarigione ci va qualcun altro. Anche oggi la diaconia della chiesa non
può fare più di questo: bucare, modestamente, il tetto per portare il paralitico a (iesù. Ma guai se non bucasse il tetto. Il paralitico non giungerebbe inai da Gesù, perché non ha
a forza di farlo da solo. Purtroppo
non hanno sentito, però, la predicazione di Gesù. Vogliono raggiungere
Gesù per largii guarire il paralitico.
Vogliono raggiungere' Gesù non per
sé, ma per gli altri. Poi c’è la chiesa
ortodossa, custode della retta dottrina,
a cui, perù, fuori dell’ortodossìa,
non ne va mai bene una. Quella che
non vuole il perdono del peccato degli altri: gli scribi, la chiesa che sa solo fare l’esegesi verbale della parola
di Dio. Non sa che l’esegesi è essere
facitori della Parola, perché l’Evangelo è potenza di Dio, non solo discorso. Questa chiesa della teologia
0 dell’ortodossia vuole raggiungere
Gesù per s'orvegliaiio.
CONCLUSIONE: «Una cosa così
non si è mai vista» {v. 12), una
espressione che spesso viene usata
per condannare. Le cose inaudite sono perciò stesso condannabili. Invece qui la cosa inaudita è motivo di
glorificazione di Dio. La gloria di
Dio è accolta dalla chiesa che sa essere aperta alle cose inaudite. «Tutti» (v. 12) glorificano. E lo fanno
non salmodiando con formule consolidate, ma con questa espressione
niolto laica: «Una cosa così non si è
niai vista». Le divisioni tra la chiesa
della liturgia, quella della diaconia e
tjuella dell’ortodo.ssia, sono composte nel riconoscimento finale della
liturgia, della diaconia e dcH’orto■dpssia di Gesù. Egli ha usato una liturugia di assoluzione, una diaconia
di
guarigione e un or
todossia di
nuova teologia, in cui la parola e il
sabato sono per la persona umana.
Desù non distrugge ne la liturgia, né
la diaconia, né l’ortodossia. Sempliceihente ne crea di nuove e queste
danno vita a una chiesa glorificante,
^ai niente di simile in passato: è
tniziata una vita nuova.
Claudio Tron
Il difficile viaggio di Giovanni Paolo 11 in Israele e nei Territori palestinesi
Pellegrinaggio deli'incontro
Valorizzate la radice ebraica di Gesù, l'ecumenismo, il legame tra le tre fedi di
Abramo e l'urgenza della pace. Ma la Chiesa di Roma è più lenta del suo papa
PAOLO NASO
Quello in Israele e nei Territori
palestinesi resterà l’ultimo,
grande viaggio apostolico di Giovanni Paolo IL Papa Wojtyla continuerà
certamente a viaggiare per il mondo
e a raggiungere terre lontane ma difficilmente un altro viaggio potrà avere l’intensità e i significati di quello
svoltosi nella terra delle radici della
fede ebraica, cristiana e islamica.
Il pellegrinaggio ha seguito di pochi giorni la cerimonia liturgip di
confessione dei peccati «dei figli della Chiesa» e la richiesta di perdono
per le colpe commesse anche nel
nome della testimonianza evangelica. E in Terrasanta Giovanni Paolo II
ha incontrato proprio quelle chiese
orientali e ortodosse che alla logica
Mù Guerriglia in Angola
Sei battisti
uccisi dairunita
politica della chiesa di Roma hanno
pagato altissimi prezzi; così come ha
abbracciato rabbini che non hanno
mancato di ricordargli le responsabilità della chiesa nella costrizione
degli ebrei nei ghetti e nell’insegnamento del disprezzo verso il «popolo
deicida»; così come ha guardato negli occhi i sopravvissuti alla Shoà che
non hanno potuto dimenticare il silenzio della chiesa negli anni delle
leggi razziali, della deportazione e
dello sterminio. Ad attendere Giovanni Paolo II, infine, vi erano anche
muftì e imam che ancora oggi ricordano le crociate benedette dai papi
come una eccezionale violenza politica, culturale e spirituale compiuta
contro l’Islam. In un certo senso,
quindi, il viaggio apostolico offriva
l’occasione per una «replica» al «mea
Debito Mozambico
Chiese bmv per
la cancellazione
culpa» papale del 12 marzo. E infatti
questa missione di Giovanni Paolo li
si è presentata sin dalla sua origine
difficile e complessa: pastorale nei
confronti dell’esigua minoranza cattolica dell’area; ecumenica nei confronti degli ortodossi; interreligiosa
nel rapporto con ebrei e musulmani;
politica nel richiamo a una giusta soluzione del conflitto mediorientale.
Il pellegrinaggio, che pure ha avuto momenti intensi come l’incontro
con i palestinesi a Betlemme o la
cerimonia a Yad Vashem, il museo
della Shoà, non ha fatto registrare
posizioni sostanzialmente nuove: in
un certo senso, emozioni a parte,
tutto era già stato scritto prima. Così
non ha sorpreso la mano tesa ad
Segue a pag. 7
Sei membri della Chiesa battista in
Angola sono stati lapidati e crocifissi
dai guerriglieri antigovernativi dell’Unita. La notizia è stata data la settimana scorsa dal Consiglio delle
chiese cristiane dell’Angola e confermata dairuganda dalla stessa Chiesa
battista. Il fatto è accaduto nel nord
del paese: i sei membri della Chiesa
battista sarebbero stati accusati di
complicità con il governo di Luanda.
Secondo le stesse fonti, dall’inizio
dell’anno i cristiani uccisi per motivi
politici in Angola dall’Unita sarebbero un centinaio. Fallito il processo di
pace avviato dall’accordo di Lusaka
(1994), nel 1998 sono ripresi i combattimenti trà le truppe governative
e i ribelli dell’Unita in una guerra
che dura dal 1975, anno dell'indipendenza dell’Angola dal Portogallo.
«Il giogo del debito è una forma
moderna di schiavitù»; per questo, di
fronte alla situazione eccezionale del
Mozambico, c’è bisogno di uno sforzo di solidarietà che vada al di là della
«carità» e offra «giustizia», facendo
del «giubileo» una realtà. Così il Consiglio ecumenico delle chiese ha invitato le chiese membro dei paesi industrializzati a chiedere ai rispettivi governi la cancellazione totale del debito del Mozambico. L’appello è stato
accolto dagli organi esecutivi delle
chiese battista e metodista e valdese
che, come già aveva fatto il presidente della Fcei, il 22 marzo hanno scritto all’on. D’Alema chiedendogli la
cancellazione totale del debito del
Mozambico con l’Italia. fnei'j
.... ì Valli valdesi
Uno sviluppo
sostenibile
A pag. 16
Agricoltura in alcuni casi può voler
dire accoglienza turistica, utilizzo
della cultura e delle tradizioni a fini
di accoglienza. Le aziende agrituristiche sono da una parte una ri.sposta all’abbandono della montagna e
dall’altro una realtà di produzione e
offerta di prodotti tipici locali. In
questi ultimi anni ci si è resi conto
dell’importanza dell’attività dell’uomo nella gestione del territorio; in
molte valli si sta cercando di dare
una struttura turistica all’economia
per un suo rilancio nel rispetto
dell’ambiente. Sicuramente in quest’ottica si pone l’attività di molte
aziende agrituristiebe che affiancano
all’attività agricola un’attività di ristorazione e di accoglienza.
Apag. 11
COPPIE DI FATTO
La raccomandazione che il Consiglio
deirUnione europea ha rivolto agli stati membri perché adeguino la loro legislazione alla tutela dei diritti delle coppie di fatto e delle coppie omosessuali
ha suscitato in Italia un polverone accecante di reazioni emotive e di difese
ideologiche. Si è così perduta ancora
una volta un’occasione importante di
interrogarsi sulle implicazioni del
«patto di cittadinanza» in uno stato
laico e sul significato, reale e simbolico, da attribuirsi alle leggi che lo governano. Di nuovo abbiamo visto riemergere i vecchi stereotipi della «naturalità» e i vecchi fantasmi della dissoluzione della famiglia. Ma al di là di
questi relitti, ci impressiona maggiormente la persistenza di un concetto di
cittadinanza, che non riguarda tutti
ma solamente alcuni, che tende a buttare ai margini tutti quegli individui e
gruppi i quali ritengono che la loro
«normalità» non possa coincidere obbligatoriamente con una serie di forme
di vita istituzionalmente predisposte.
Per quanto riguarda le coppie di fatto, non ci si può meravigliare della situazione attuale di disinformazione e
pregiudizio se si pensa al ritardo con
cui si è affrontata la questione dei figli
cosiddetti naturali. La volontà di porre
i bastoni fra le ruote è evidente: mentre
da un lato si tende a rilevare come le
coppie di fatto non siano vere coppie
(in mancanza di un «contratto» che le
vincoli e le cataloghi!), dall’altro si negano loro quei provvedimenti di tutela
che deriverebbero proprio da un riconoscimento del loro impegno di condivisione. Con ciò si è anche persa l’occasione di riflettere su un discorso di fondo che ci riguarda tutti, quello del rapporto tra contratto e impegno, tra un
contratto che può anche venire spezzato e un impegno che chiede di essere
rinnovato giorno dopo giorno nella reciprocità e nella libertà.
Ancora più difficile è riuscire ad
aprire un confronto sulle unioni omosessuali. Qui la situazione è ancora più
paradossale, in quanto proprio il contratto matrimoniale, su cui si basa il riconoscimento di una serie di diritti, è
proibito agli omosessuali. Quindi ufficialmente e sul piano legislativo le coppie omosessuali nel nostro paese non
esistono: non esiste il problema. Eppure c’è chi afferma che queste coppie costituiscono una vera minaccia per la
stabilità delli- famiglia. Come mai? È
presto detto: con un meccanismo di difesa tipico delle personalità fragili e
delle istituzioni rigide, il persecutore si
fa perseguitato. A leggere certi commenti ci si fa l’idea che la condizione
omosessuali, così fortemente deprecata, sia in realtà così profondamente desiderabile da costituire una tentazione
per quella parte preponderante dell’umanità che ancora forma coppie eterosessuali regolarmente sposate!
Ironie e paradossi a parte, anche
questa è una via per evitare che il problema sia discusso in modo onesto e
sereno. Ma, ripeto, al di là del problema delle coppie di fatto e delle coppie
omosessuali, quello che va messo in discussione è la nostra idea di cittadinanza. Inutile che ci facciamo belli con discorsi contro l’emarginazione, in favore deH’accoglienza del «diverso», quando non sappiamo neppure fare spazio
alle diversità che ci vivono accanto, che
ci assomigliano tanto, che forse sono il
nostro specchio segreto. Ma il problema è comunque ineludibile: declinare
al singolare il termine famiglia, tra poco, non sarà più possibile.
Rita Gay
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PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 51 MARZOjom , ^0^^211
Insegnerò
le tue vie
ai colpevoli,
e i peccatori si
convertiranno a
te. Liberami
dal sangue
versato, o Dio,
Dio della mia
salvezza, e la mia
lingua celebrerà
la tua giustizia.
Signore, apri
tu le mie labbra,
e la mia bocca
proclamerà
la tua lode»
(Salmo 51,15-17)
«'^Dopo che
Giovanni fu messo
in prigione, Gesù
si recò in Galilea,
predicando il
vangelo di Dio
e dicendo:
“Il tempo è
compiuto e il
regno di Dio è
vicino; ravvedetevi
e credete al
vangelo”.
'^Mentre passava
lungo il mare di
Galilea, egli vide
Simone e Andrea,
fratello di Simone,
che gettavano la
rete in mare,
perché erano
pescatori. ^^Gesù
disse loro:
“Seguitemi, e io
farò di voi dei
pescatori di
uomini”. '^Essi,
lasciate subito le
reti, lo seguirono.
'^Poi, andando
un po’più oltre,
vide Giacomo,
figlio di Zebedeo,
e Giovanni, suo
fratello, che
anch’essi in barca
rassettavano le
reti; ^°e subito li
chiamò; ed essi,
lasciato Zebedeo
loro padre nella
barca con gli
operai, se ne
andarono
dietro a lui»
Titolo della
prossima
meditazione
(Marco 1,14-20)
Altre letture;
Filippesi 1,12-21
5) Una società ricostruita (Sai. 51, w. 18-21)
PEDAGOGIA DEL PERDONO
La testimonianza non è un atto di colonizzazione spirituale: è un discorso fatto
nella fiducia che ciò che è stato vero per noi può diventare vero anche per gli altri
BRUNO ROSTACNO
Dal perdono, dall’esistenza
ricostruita, nasce sempre il
bisogno di far conoscere agli altri la realtà della grazia di Dio. I
testimoni dell’Evangelo non sono dei modelli perfetti, ma dei
peccatori perdonati. Il perdono
non è una semplice riabilitazione che permette alla persona di
accettarsi nuovamente; non è
neanche un ritorno a una purezza originaria: è una nuova
creazione che dischiude un
compito, una vocazione; la persona perdonata sa che il perdono non la lascia neanche per un
attimo inattiva: sentirsi perdonati significa immediatamente
sentirsi inviati. Per i primi discepoli incontrare Gesù ha
coinciso con il fqtto di diventare
«pescatori di uomini»; per Paolo
conoscere la giustizia rivelata
da Gesù Cristo ha voluto dire
diventare suo apostolo.
Ma prima di essere un’azione
verso gli altri, la testimonianza è
innanzitutto un impegno verso
Dio: fa parte della preghiera o,
se si vuole, è un cambiamento
personale, un nuovo orientamento della vita che prende
corpo nella preghiera. Nel salmo la richiesta di rinnovamento
conduce a proiettare lo sguardo
su! futuro: prima il credente si è
aggrappato alla misericordia di
Dio e ha così potuto guardare a
se stesso senza illusioni; poi ha
guardato a Dio e all’opera che
lui solo può compiere: ora può
guardare avanti e capisce di potersi impegnare con Dio; dalla
preghiera nasce il progetto. È
vero soprattutto a proposito
della testimonianza: un progetto che non nasca dalla preghiera è una cosa ben fragile. Vediamo allora come si prospetta
questa trasformazione da peccatore a testimone e in che modo, a partire dalla ricostruzione
della persona, si sviluppa quella
che potremmo chiamare una
pedagogia del perdono.
verso di noi e ci accoglie nel suo
patto; è la via che è diventata un
fatto storico preciso nell’esistenza di Gesù; ed è la via che egli ci
dischiude, permettendoci di ricominciare su basi nuove la nostra esistenza. Perciò la testimonianza non è né un atto di colonizzazione spirituale, né un’imposizione terroristica, né un atto
di indottrinamento: è un discorso fatto nella fiducia che quello
che è stato vero per noi può diventare vero anche per gli altri: i
peccatori torneranno a te.
L'unica risorsa
Fiducia per gli altri
N ON bisogna confondere
u
NA delle conseguenze del
peccato è l’indifferenza
verso il prossimo. Al massimo
Serviti di noi
Tu ci hai chiamati, Signore.
Lo testimonia
l'inquietudine che ci afferra
quando ascoltiamo la tua parola.
Tu conosci la nostra debolezza.
Sai quanto presto siamo scoraggiati.
Sai che ci muoviamo ansiosi e incerti.
Eppure ci hai chiamati
e noi fidiamo in te.
Se è tuo volere, agisci in noi.
Fa’ di noi degli strumenti utili.
Non conosciamo l’efficacia
di ciò che facciamo nel tuo nome.
Lo strumento non deve aver timori
sullo scopo finale del lavoro.
Siamo tuoi strumenti.
Tu ci hai presi in mano.
Serviti di noi. Signore.
(da J. Zink, Come pregare, Claudiana, 1988, p. 161)
gli altri sono visti come pedine
da sfruttare per il proprio progetto, o come concorrenti da
battere. Il perdono porta con sé
anche un’attenzione verso gli
altri esseri umani, piena di rispetto e di aspettativa. Il o la
credente non si affretta a metterli sotto accusa, non si presenta come modello, come la
persona che ha imparato a non
sbagliare e che pretende dagli
altri un comportamento irreprensibile. L’attuale organizzazione del lavoro, tesa all’ottimizzazione delle mansioni, che
ammette sempre meno la possibilità di errore, soprattutto nei
capi, è un preoccupante esempio di disumanizzazione. Finora, ma credo anche in futuro, la
persona che suscita fiducia non
è quella che non fa mai errori,
ma quella che sa correggersi e
che, all’occorrenza, sa ammettere di avere sbagliato.
Gli altri, dunque, diventano
meritevoli di attenzione, non
per essere oggetto di giudizio e
di condanna, bensì per la possibilità che è offerta anche a loro
di uscire dalla condizione di
peccatori. «Insegnerò le tue vie»:
per questo insegnamento non è
necessaria una cattedra, e neanche un pulpito: è un discorso da
persona a persona; si tratta semplicemente di raccontare ciò
che Dio ha fatto per noi, di puntare l’attenzione sulla via che
egli ha scelto per venire fino a
noi e riscattarci. Dio si curva
questa pedagogia con la
tendenza a perdonare in ogni
caso e a scusare ogni comportamento. Non dimentichiamo che
il perdono risana in profondità
il rapporto con Dio e i rapporti
umani; il perdono è un’azione
di Dio che libera dal bisogno di
consumare vanamente la vita,
libera anche dall’illusione che
distruggendo gli altri possiamo
costruire un sistema durevole.
«Liberami dal sangue»: in quante situazioni di oggi questa invocazione possiede una sua tragica verità: liberami dal sangue
delle faide, liberami dal sangue
delle etnie in lotta; non solo
perché questo sangue porta sofferenze atroci, ma anche perché
possiede un suo terribile fascino. Esiste anche una pedagogia
del crimine: molti ragazzi ne
vengono attratti e finiscono nel
giro della delinquenza. Esiste
una pedagogia dell’odio: molti
ragazzi ne vengono plasmati
per la vita (e per la morte); non
sanno cosa sia il gioco, ma sanno molto bene cosa sia l’uso del
fucile. Liberami dal sangue significa per noi: liberami dalla
tentazione di pensare che tutto
questo sia inevitabile, che non
ci si possa contrapporre in alcun modo alla logica della violenza, che il crimine e l’odio
possiedano una forza incontenibile e invincibile. Non esiste
nulla che mi liberi dal male se
non il tuo amore, se non tu stesso, o Dio, Dio della mia salvezza. Di fronte alla forza dell’odio,
tu sei l’unica risorsa.
Al cuore dell’odio c’è il vuoto;
ma anche nel benessere eretto a
scopo centrale della vita c’è il
vuoto; la vita si riempie di oggetti esteriori, ma è interiormente svuotata, dissanguata. Se
Dio ci libera, la sua giustizia illumina il vuoto e si fa progetto
che riempie l’esistenza. La sua
giustizia è il suo favore costruttivo: consiste nell’awicinarsi a
noi che siamo lontani per accoglierci nella sua comunione; «Il
regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’Evangelo».
Non cediamo al fascino dell’odio; crediamo invece al fascino della grazia, abbandoniamoci alla forza di Dio che vuole la
nostra salvezza; avviciniamoci a
chi ci è lontano, e cerchiamo di
stabilire con lui o con lei o con
loro un rapporto di fiducia.
Vittoria sul silenzio
A testimonianza è così una
(Vittoria sul conformismo e
sul silenzio. Perché ci apriamo
alla testimonianza occorre che
un blocco sia superato. Il blocco è costituito dalla diffidenza,
nostra verso gli altri e degli altri
verso di noi; ma non solo: il
blocco è anche il senso di sconfitta, di vergogna che attanaglia
il peccatore; sente il peso del
fallimento e tace, si rinchiude
in se stesso, si mette da parte:
che cosa posso insegnare? come posso parlare della giustizia
se la mia vita contraddice quello che dico? Ma Dio non permette questa fuga e il perdono
non lascia spazio per le riflessioni introverse; apri tu le mie
labbra; il perdono è un atto con
cui Dio ci sblocca, ci apre. La
lode della sua opera è più forte
della sfiducia che possiamo nutrire verso noi stessi; se l’amore
ha vinto il peccato, sconfiggerà
anche lo scetticismo: l’ironia
verso il peccatore pentito non
resiste a lungo all’autenticità
della sua conversione.
Già, ma chi ci garantisce che
sia autentica? Proprio il bisogno
della grazia, la libertà dal bisogno di autogiustificarsi, di ricrearsi un’innocenza fittizia;
proprio la disincantata accettazione della propria realtà di
peccatore, che sa di poter essere
innalzato solo dall’incomprensibile e meravigliosa fiducia che
Dio gli accorda.
(Quarta di una serie
di cinque meditazioni)
Note
omiletiche
■ 'W
Nel salmo di lamento], i
seconda parte è sempr, |
una risposta che espr],,,'
fiducia e riconoscenza pj '
la liberazione concessa^, ‘
Dio. Nel salmo 51 si direi,, '
be che al v. 14 (12) si co,,. i
eluda la richiesta di pj^
dono e rinnovamento,
che i vv. 15-17 conterig,. *
no la risposta della log, ^
In realtà il procedimento I
è più sfumato: richiesta, i
impegno si alternano ¡o
modo che la lode conti,
nua a essere basata sullj
Più volte
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Pascal Lis!
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rifugiati ne
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te uccise. I
fuggiti nell
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trovando
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di Dio. La situazioneiì 1
peccato è così pesante
che non ammette un pa,., 7,; Hue mil
saggio puro e semplicealla lode. Abbiamo così una '
risposta che si articolai, I
tre momenti. ¡
1) Il V. 15 (13) si può
ancora considerare una
risposta alla richiestati'
perdono e rinnovamento
dei vv. 9-14. La rispostasi
una testimonianza cheèl
innanzitutto un insegna '
mento dato agli altri peccatori e che poi prenderà ‘
forma di lode; la lìbera-'
zione, quando avviene, è I:
radicale, e il segno del ^
rinnovamento che produce è che il peccatore per- '
donato non può starsene
in silenzio, in disparte, I
coperto di vergogna; se il i
peccato lo ha screditato, |
il perdono lo accredita,
non c'è via di mezzo. Perché al centro non sta la ¡
sua persona, stanno le vie I ,,
di Dio, la dimostrazione I
della sua bontà e della, souba e i
sua grazia; come tacere
l'opera meravigliosa che '
Dio ha compiuto? E come '
mettere in dubbio chela '
testimonianza della sua i
grazia convincerà anche
gli altri peccatori a ritornare a lui? I
2) Tuttavia il credei ,
continua ad aver bisogni
della grazia, non può far-1
ne a meno, perciò rivol^ !
a Dio (v. 16) l'ultima e pii i
diretta implorazione, che i
in realtà contiene due
parti: la prima è una richiesta eli liberazione, i
perché l'offesa procurata, ]
il sangue versato conti-1
nua a perseguitarlo e potrebbe richiamare altro ^
sangue, questa voltai! I
suo (in ebraico la parolai |
al plurale, sangui; ii p«;|
cato innesca una serie hi
reazioni a catena, che
può distruggere chi l'hai
compiuto, se Dio nonii'i
terviene a interromperla); | ia seconda parte dell'in''
plorazione è un gridol
pieno di disperazione e» 1
fiducia a un tempo: «0|
Dio, Dio della mia salveZ |
za». La richiesta di perdj'
no non è un atto superi'' I
ciale, ma un incontro alo |
per tu con Dio, da cu' ' |
credente può uscire vivo
solo perché la volontà '
Dio è la salvezza. A qoM
sto punto può nascere IL
risposta, la celebraziOA
della giustizia di i
qui ha il significato di a
to liberatore. '
3) L'idea della celebra_
zione dà ancora l'^ogo
una richiesta, questa v
ta piena di fiducia (v- '
il senso del peccato ha i
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Arrivano anche in Italia i sopravvissuti al conflitto che sta dilaniando il paese
Il Congo-Brazzaville a casa nostra
P/Ü volte il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese ha protestato presso l'Onu
e li presidente francese Chirac, chiedendo un impegno attivo a favore dello pacificazione
un
grido I
GIUSEPPE PIATONE
Quando esplocieva, mesi
fa, la guerra in Kosovo,
nel silenzio dei media si conjuHiava la tragedia della piccola repubblica del CongoBrazzaville, contiguo all’ex
2aire, oggi Repubblica demo(jatica del Congo. Il rapporto
¿ai'due stati è sproporzionato; due milioni di abitanti la
prima, trenta la seconda. La
pace siglata nel lontano 1997,
con la caduta del presidente
Pascal Lissouba e il ritorno
del dittatore Nguesso, è presto saltata e da allora si sono
susseguiti interminabili massacri tra forze governative e
guerriglieri. Alle migliaia di
^ti si sono apiunte oltre
200.000 profughi che si sono
rifugiati nelle foreste.
Nel novembre scorso i miliziani hanno attaccato un
équipe di mediatori inviata
dal Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) di Ginevra. Sei
membri dell’équipe composta da nove persone sono state uccise. Molti profughi sono
fuggiti nella regione acquitrinosa del Pool a sud del paese,
trovandosi in pieno nello
scontro tra i miliziani («cocoyes») dell’ex presidente Lissouba e i partigiani «Niwjas»
.dell’ex primo ministro Bernard Kolelas. Tutta la zona è
stata bombardata, devastata.
. Dall’Europa più volte il segretario generale del Cec. Konrad
Kaiser, ha protestato presso le
Nazioni Unite e presso Jacques, Chirac, presidente della
Repubblica francese, invitando quest’ultimo, proprio come paese ex colonizzatore, a
impegnarsi attivamente in un
processo di pacificazione e riconciliazione.
Pressante appello del Cec
Un appello forte e pressante è stato rivolto dal Cec anche a tutte le chiese cristiane
dell’Africa per fermare in
qualche modo cpiesto massacro pianificato. Gli ultimi segnali in ordine di tempo sono
moderatamente positivi. A fine febbraio Act, rete mondiale di chiese cristiane che rispondono a situazioni di
drammatica urgenza, ha compiuto attraverso una delega
La casa distrutta di Vincent Nkodia a Brazzaviile
zinne di cinque persone una
visita nei luoghi coinvolti in
questa guerra intestina. L’équipe ha visitato la cittadina
di Kinkala, a sud di Brazzaville, dove 1 soldati governativi si
sono ammutinati in massa,
non ricevendo nessun salario.
A Dolisie, terza città della
Repubblica del Congo, hanno
incontrato una popolazione
recentemente rientrata dalla
foresta ancora in stato di
shock. Nella sola zona più di
1.500 case sono state bruciate.
Le forze armate governative
(un accozzaglia di soldati angolani, ruandesi, zairesi) spadroneggiano. I beni saccheggiati hanno preso la strada
dell’Angola dove vengono
venduti al mercato nero. Nella cittadina di Nkayi, la popolazione vive nel continuo terrore di subire nuove violenze.
All’orizzonte alcuni piccoli segni di normalizzazione. Circa
700.000 persone sono rientrate dalle foreste nei loro villaggi. Oltre 300.000 continuano a
vagabondare nelle vaste foreste ai confini del Gabon e del
Congo-Kinshasha.
il pastore Alfonso Mbama,
della Chiesa evangelica congolese, sottolinea che la popolazione è stata spogliata
dei propri attrezzi agricoli,
non ci sono sementi, i dispensari sanitari sono stati
distrutti insieme a scuole, case. Per evitare che il paese ricada presta in una situazione
catastrofica, peggiore dell’at
tuale, il pastore Luca Norbert
Kenne della chiesa evangelica del Camerún, che ha visitato per conto del Cec la città
di Brazzaville e i suoi dintorni
ha chiesto alle chiese congolesi di «lavorare sul lungo periodo», soprattutto nel campo dell’accompagnamento
psico-pastorale delle persone
traumatizzate, delle donne
violentate ma soprattutto per
sostenere quelle migliaia di
giovani che, spesso drogati,
hanno perso le armi e hanno
compiuto delitti.
Da Brazzaville a Torino
Brazzaville un tempo era
prospera. Oggi, il lavoro salariato è praticamente inesistente. La maggior parte di
queste persone sopravvive
grazie ai limitati soccorsi distribuiti da alcune agenzie
umanitarie. I recenti appelli
dell’Onu per nuovi finanziamenti non hanno trovato eco
rimandando così a data da
destinarsi il miglioramento
anche minimo di questo piccolo paese che sta andando
alla rovina, dissanguando
nell’emigrazione forzata le
sue forze migliori. Avanguardie dei profughi congolesi sono giunte anche in Europa. A
Torino, per citare un solo
esempio, di congolesi fuggitivi ce ne sono almeno una
cinquantina. Abbiamo personalmente conosciuto un
giornalista del giornale «Le
Soleil» di Brazzaville fVincent
Nkodia, 37 anni) e un piccolo
imprenditore che aveva un
paio di camion per trasportare materiale edile (Mbilampassi Guy Parfait, 35 anni).
Frequentano, essendo evangelici, il nostro culto. Ci hanno mostrato le foto delle loro
case distrutte. A seguito della
guerra intestina sono entrambi fuggiti verso il CongoKinshasa dove, nelle foreste,
hanno vissuto come animali
braccati. Membri dell’opposizione rischiavano di essere
soppressi dai numerosi sicari
lanciati all’inseguimento dei
profughi per ragioni politiche. «Sappiamo che almeno
600 persone - racconta Vincent Nkodia - sono state eliminate dai sicari. Le nostre
famiglie al momento sono in
salvo da parenti a Kinshasha
ma è da molto che non le
sentiamo. Rientrare per noi
significa rischiare la vita. Nel
frattempo dobbiamo assolutamente trovare un lavoro
per vivere». In Francia, madre matrigna, non ci vanno.
Rimanere in Italia significa
imparare almeno un po’ la
lingua. Un documento delle
Nazioni Unite comprova il
loro stato di profughi in cerca
di asilo politico.
«Vagando per la città ci
rendiamo conto di come aggiunge Guy Parfait - la tentazione di rubare, compiere
piccole azioni criminali sia
molto forte, specialmente
quando si ha niente. Ma come evangelici lottiamo contro questa possibilità. Siamo
certi che il Signore, anche attraverso i nostri fratelli italiani, saprà offrirci una nuova
possibilità in cui dimostrare
la nostra capacità». Entrambi
forti, sereni, malgrado la loro
tragedia interrogano la nostra coscienza di credenti.
Dalle nostre comode case
guardiamo a quest’umanità
con un senso d’impotenza.
Qualcosa si può fare. Noi cerchiamo di aiutarli economicamente in attesa che qualcuno si faccia avanti con l’offerta di un piccolo lavoretto.
Ma anche passare una giornata con loro, invitandoli a
casa, li aiuterebbe a staccarsi
dal pensiero fisso che li tormenta ogni ora.
DAL MONDO CRISTIANO
Repubblica democratica del Congo
Sì della Fcei airembargo sulle armi
ROMA — Anche la Federazione delle chiese evangeliche
in Italia (Fcei) ha aderito alTappello internazionale per il
Congo, rivolto al Consiglio di Sicurezza e al Segretario generale dell’Onu da parte di varie organizzazioni, fra cui il Movimento internazionale per la riconciliazione (Mir) e Pax
Christi L’appello chiede «l’adozione di un embargo globale
sulle armi, in particolare sulle armi leggere, contro le parti
implicate nel conflitto nella Repubblica democratica del
Congo, come pure contro gli stati impegnati iieUa guerra».
Fra le personalità che hanno dato il proprio appoggio
all’appello, anche il pastore Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). (nev)
Bulgaria
Proteste delle chiese evangeliche
contro la legge sui rapporti con lo stato
SOFIA — Aumentano le proteste delle chiese evangeliche
in Bulgaria alla vigilia della presentazione in Parlamento di
una nuova legge per regolare i rapporti tra chiese e stato. La
nuova legislazione prevede un sistema a due livelli, con la
Chiesa ortodossa unica a godere di una piena libertà religiosa, mentre le altre confessioni sarebbero obbligate a una serie di registrazioni presso le autorità e a limitazioni nella loro
attività. «Molto peggio che sotto il vecchio regime comunista» è stato l’amaro commento di Theo Angelov, segretario
generale della Federazione battista europea (Ebf). (nev/apd)
I Brasile
Campagna di solidarietà sociale
RIO DE JANEIRO — «Dignità umana: un nuovo millennio
senza esclusi»: è lo slogan di una campagna di solidarietà
sociale lanciata in BrasUe l’8 marzo dal Consiglio nazionale
brasiliano delle chiese cristiane (Conic), che riunisce le
chiese cattolica, luterana, metodista, riformata, anglicana,
ortodossa e presbiteriana del paese. È stato creato con successo un «Fondo ecumenico di solidarietà» destinato in
particolare «a sconfiggere il lavoro minorile, la prostituzione e ad aiutare chi è senza casa e senza lavoro». (nev/alc)
■ Nigeria
I cristiani contro ia legge islamica
LAGOS — Non ha calmato la situazione in Nigeria la decisione del governo centrale di sospendere l’adozione della
legge islamica (sharia) adottata unilateralmente da alcuni
stati del nord del paese, dove la popolazione è prevalentemente musulmana. Numerosi incidenti con morti e feriti tra
i cristiani e alcune chiese bruciate a Sokoto hanno ulteriormente inasprito il clima di quella che con oltre 100 milioni
di abitanti, metà musulmani e metà cristiani, è la nazione
più popolata del continente africano. (nev/eni)
II primo cimitero evangelico
SANTIAGO DEL CILE — Posta la prima pietra, il 29 febbraio a Santiago del Cile, del «Parco evangelico»: primo cimitero evangelico del Cile e dell’America Latina. Alla manifestazione hanno partecipato oltre mille persone, pastori e
responsabili di tutte le denominazioni protestanti presenti
nel paese e le autorità cittadine che hanno concesso l’uso
del terreno a tempo indeterminato. ■ (nevlicp)
, Dichiarazione congiunta sulla giustificazione: un contributo del vescovo luterano tedesco Rolf Koppe (seconda parte)
Le chiese cristiane dell'Europa a duemila anni dalla nascita di Gesù Cristo
)ndire
3tti,
»scia.
Pubblichiamo la seconda parte
dell’intervento pronunciato dal vescovo luterano tedesco Rolf Koppe a
Milano, in occasione della Settimana di preghiera per runità dei cristiani.
____________ROLF KOPPE_____________
Desidero richiamare l’attenzione sul fatto che in Germania
esiste una situazione singolare in
tutto il mondo: 27 milioni di persole appartengono alla Chiesa cattoliromana e 27 milioni alla Chiesa
®7angelica, un terzo di loro vive in
confessionalmente miste. Si
tratta quindi di problemi del tutto
pratici che devono essere risolti teo'bRìcamente: dove si celebra il maWnionio? Verso quale chiesa vengono indirizzati i bambini? Possono le
»amiglie andare insieme al culto,
bioè il culto evangelico viene piena®*hte riconosciuto? E com’è il caso
bfijl’insegnamento della religione
u^le Scuole pubbliche? Chi svolge
pravità di consulenza in situazioni
al conflitto, come nel caso di una
^vidanza problematica? Attual®8nte ci sono forti tensioni tra il Va•patio e la Conferenza episcopale
attolica tedesca proprio riguardo
questione se la Chiesa cattolica,
j quadro della legislazione statale,
boba ancora prendere parte alla
consultazione sui conflitti di gravidanza. Questo comporta l’attestazione che una donna si è fatta consultare e che in base a una sua propria decisione di coscienza può
abortire impunemente, li Vaticano
dice «no», la stragrande maggioranza dei vescovi dice «sì» a questa norma. Noi evangelici, proprio come i
cattolici, siamo per la difesa della vita non ancora nata e pensiamo che
la consultazione offra grandi possibilità per la conservazione della vita.
Illustro questo esempio per porre
la domanda come in realtà si debba
determinare il rapporto tra decisioni
centrali e locali, quando si tratta della prassi della vita ecclesiale. Un caso simile è il problema della riammissione di divorziati alla celebrazione eucaristica. Di queste problematiche ci si occupa in Germania
attraverso tutte le confessioni, e io
desidero dire chiaramente che la
posizione negativa del Vaticano non
incontra proprio nessuna comprensione, tanto più che dopo il Concilio
Vaticano II dovrebbe proprio essere
possibile concedere maggiore libertà ai vescovi locali in questioni
pastorali. Se però già questo non è
possibile, come si potrà poi giungere
a un avvicinamento nelle altre questioni accennate? Ci sono non pochi
teologi evangelici che si pongono la
domanda se il consenso in questioni
fondamentali della dottrina della
giustificazione sia veramente un
consenso se nella Chiesa cattolica
romana la concezione dell’autorità
viene messa in pratica in modo così
giuridico-centralistico come avviene
attualmente. Io mi posso immaginare un avvicinamento da parte delle
chiese della Riforma e di quelle ortodosse soltanto se viene posto coinè
principio fondamentale la collegialità. E per questo scopo c’è bisogno
in misura assai notevole della costituzione di strutture sinodali che includano i laici nella direzione della
chiesa. Senza addentrarmi nei difficili particolari storici e teologici, desidero sottolineare con grande rispetto che lo stesso papa Giovanni
Paolo II nella sua enciclica «Ut
unum sint» ha posto la domanda se
il suo ministero, così com’è attualmente, non sia il più grosso ostacolo
per l'ecumenismo.
In qualità di uno dei due moderatori della commissione speciale di
protestanti e ortodossi, istituita lo
scorso anno dal Consiglio ecumenico delle chiese per riflettere sull’ulteriore collaborazione sul piano
rnondiale, io vedrei con molto favore che la Chiesa cattolica romana
partecipasse attivamente a questo
processo di ristrutturazione. Non
per premere verso l’uniformazione,
bensì per sondare in quali settori,
oltre a «Fede e Ordinamento della
Chiesa», di cui essa è membro a pieno titolo, siano possibili ulteriori
cooperazioni con le chiese protestanti e ortodosse. Io penso a questo proposito specialmente agli impegni delle missioni, dell’aiuto ai
paesi in via di sviluppo, della salvaguardia della creazione e del superamento della violenza. Si offre anche la possibilità del dialogo con le
religioni mondiali, della composizione di conflitti di concerto con la
diplomazia del Vaticano a livello
nazionale e delle Nazioni Unite.
L’intesa ecumenica include anche
la cooperazione economica. Di
quanti uffici avremo bisogno in futuro a Ginevra, a Roma, a Bruxelles,
a Strasburgo 0 a New York? A livello
laico si uniscono imprese per distribuire risorse; e perché no anche a livello ecclesiale?
lo prevedo un buono sviluppo
nell'area europea. Vi sono questioni
etiche, dalla tecnologia genetica alla
società delTinformazione, che ci toccano tutti da molto vicino. Su questioni sociali la Chiesa evangelica in
Germania, attraverso studi e prese di
posizione, si pronuncia il più possibile assieme alla Conferenza episcopale cattolica tedesca. Ci troviamo
sulla strada migliore per collaborare
più strettamente anche tra la Conferenza delle chiese europee e la Conferenza episcopale cattolica europea. La «Charta (Ecumenica», che
viene proposta a tutte le chiese
membro per essere discussa, deve
creare nel mese di settembre di quest’anno le basi teologiche per contribuire a dare un’anima all’Europa. Io
ritengo sicuramente possibile che la
voce delle chiese venga sempre più
ascoltata se essa si orienta secondo i
problemi degli uomini e dei popoli.
11 mondo attende il contributo delle
chiese, non in quanto norma da seguire, bensì come proposta allo scopo di discernere ciò die è importante da ciò che non lo è.
Viviamo in un tempo di tensioni.
Duemila anni dopo la nascita di Cristo esiste la possibilità di testimoniare la nostra fede non più gli uni
contro gli altri, ma insieme. La libertà dei figli di Dio da lui donataci
è la ragione della nostra speranza.
Chiudo con le parole tratte dalla
preghiera attribuita a Francesco
d’Assisi: «O Signore, fammi uno
strumento della tua pace;/ che io
pratichi l’amore dove ci si odia,/
che io perdoni dove ci si offende,/
che io concili dove c’è conflitto,/
che io faccia luce dove c’è tenebra».
(2 -fine)
4
PAG. 4 RIFORMA
CUILTURA
VENERDÌ 31 MARZO 2on„
Importante convegno a Firenze in occasione del decennale della morte
L'architetto Giovanni Klaus Koenig
Sono state ricordate l'alta professionalità, le soluzioni nuove e creative dello spazio, lo
spiccato senso di giustizia derivante anche dall'appartenenza a una chiesa di minoranza
FLORIANO D'AURIA
IN occasione del decennale
della scomparsa di Giovanni Klaus Koenig (dicembre
1989), la facoltà di Architettura di Firenze, il dipartimento
di Processi e metodi della
produzione edilizia e il Centro studi dedicato alla memoria dello studioso, in collaborazione con la Tavola valdese, hanno organizzato per
la giornata del 7 marzo una
giornata di studio tenutasi
nell’Aula magna del Rettorato, in piazza San Marco. Il
convegno si è aperto con il
saluto delle autorità: il rettore
Paolo Blasi, il preside della facoltà di Architettura, Francesco Corrieri, il direttore del
Dipartimento romano del
Nord, il direttore della Scuola
di specializzazione in disegno
industriale. Massimo Ruffilli.
Il direttore del Centro studi
«Giovanni Klaus Koenig», Lino Centi, moderatore del convegno, ha quindi dato la parola ai relatori, per la presentazione del libro Le schegge di
Vitruvio. L'architettura come
professionalità critica, curato
da Lino Centi e Giuseppe Lotti, che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato in onore di Koenig nel
1995. Il testo, incentrato sul
ruolo dell’architetto nell’attuale contesto storico e culturale, contiene saggi non solo
di architetti, professionisti di
fama mondiale, ma anche di
storici e critici dell’architettura, urbanisti, filosofi, registi
(tra gli altri: François Burkhardt. Franco Relia, Jean Nouvel, Oswald Mathias Ungers,
Peter Greenaway, J.-François
Lyotard, Nicola Pagliara...).
Lara-Vinca Masini. critico
d’arte, nel suo intervento dal
titolo «La memoria del futuro» ha evidenziato come, in
Uscita dal culto alla chiesa valdese di San Secondo di Pinerolo
un’epoca caratterizzata dal
«nomadismo culturale» (Lyotard) e da «architetti accecati
dalla storia», tante buone architetture contemporanee
affondino le radici nella memoria delle avanguardie artistiche (Duchamp, Fontana,
Burri) per porsi come «opere
d’arte assoluta». Giovanni
Mari, filosofo e direttore della
rivista Iride, è intervenuto invece su «Spazio e rappresentazione», citando e spiegando
il saggio di Koenig II concetto
di spazio architettonico del
1958. In quell’articolo Koenig
supera le idee di spazio come
premessa all’architettura e di
spazio come forma, per arrivare all’idea di spazio come
SCHEDA
Tra università e arte
della progettazione
Giovanni Klaus Koenig nacque a Torino nel 1924, e successivamente studiò a Firenze, laureandosi in architettura nel 1950.
Iniziò la carriera accademica dapprima come assistente poi dal
1959 come libero docente, insegnando Storia dell’arte. Storia e
stili dell’architettura. Dopo una parentesi universitaria a Venezia, tornò definitivamente a Firenze, dove per sette anni diresse
l’Istituto di Storia dell’architettura e restauro, e poi ancora
Estetica e critica delTIndustrial Design presso l’Istituto superiore delle Industrie artistiche: sempre a Firenze, nel 1977, fu per
due mesi anche preside della propria Facoltà. Dal 1978 si trasferì alla cattedra di Indirizzi dell’Architettura moderna, nel cui
ambito tenne corsi di Storia del disegno del prodotto industriale, estetica e critica del design.
L’attività scientifica, iniziata nel campo del disegno e del rilievo dei monumenti, si era spostata, intanto, alla fine degli
Anni Cinquanta, nel campo dei «caratteri distributivi degli
edifici» e àeWIndustriai design. I suoi lavori di semiotica
dell’architettura (Analisi del linguaggio architettonico. Architettura e comunicazione) furono universalmente citati come
innovatori. Si occupò quindi di storia e critica dell’architettura contemporanea e del design, con un totale di più di 500
pubblicazioni, fra libri, saggi, articoli e contributi vari (amava
ricordare L’invecchiamento dell'architettura moderna e L'architettura dell'espressionismo). Dal 1970 cessò l'attività professionale, iniziata in collaborazione con Leonardo Ricci, iniziando quella di designer di mezzi di trasporto pubblico (tra
cui si ricordano i «Jumbo tram» milanesi, convogli della metropolitana di Roma, elettrotreni per i pendolari). Fra le opere
di sua realizzazione amava ricordare solo la chiesa valdese di
San Secondo di Pinerolo. (f.d.a.)
risultato dell’architettura, intendendo con questo che un
oggetto architettonico, dal
momento che viene vissuto
dalle persone, ha la capacità
di attivare delle relazioni
umane che definiscono lo
spazio come struttura dell’esistenza umana. Marco Casamonti, docente di Progettazione e direttore della rivista Area, è intervenuto su
«L'evoluzione della forma»,
dissentendo dal concetto di
opera d’arte assoluta di LaraVinca Masini, e affermando
che l’architettura contemporanea si trova ancora in piena
età dell’eclettismo. La forma,
secondo Casamonti, non si
innova con la tecnologia, ma
al più coi materiali, i quali
oggi sono la vera diversità
dell’architettura.
Nel pomeriggio i lavori si
sono riaperti con la proiezione del video Giovanni Klaus
Koenig storico e critico elaborato dal Centro didattico televisivo, che comprende interviste a personaggi quali Umberto Eco, Roberto Gabetti,
Alessandro Mendini. Il moderatore Lino Centi, dopo
aver ricordato come il profondo senso di giustizia di
Koenig derivasse dalla sua
appartenenza a una chiesa di
minoranza, ha dato la parola
ai relatori della seconda sessione. François Burkhardt,
architetto e storico, direttore
della rivista Domus, ha parlato de «Il tempo del pensiero
di Giovanni Klaus Koenig»,
ricordando come, rispetto ai
tradizionali storici dell’architettura, egli arrivasse alle sue
conclusioni in maniera «trasversale», operando dei trasferimenti di campo che gli
permettevano di unire dei saperi apparentemente distanti
in maniere nuove e creative.
Burkhardt ha ricordato anche
l’importanza di Koenig nell’elaborazione della semiologia applicata all’architettura,
in cui fu pioniere.
Tarcisio Lancioni, docente
di Semiotica all’Università di
Siena, ha ripreso quest’ultimo argomento nel suo intervento su «Giovanni Klaus
Koenig semiologo», in cui ha
evidenziato come i testi e gli
esempi di Koenig siano stati
citati dai maggiori filosofi che
si sono occupati di semiotica,
come Umberto Eco. Da anni
però la semiotica non si occupa più di architettura; l’ultima frontiera è adesso Tanalisi degli oggetti di uso quotidiano. L’ultimo intervento.
«Segni sulla carta», è stato di
Adolfo Natalini, architetto e
docente all’Università di Firenze, il quale ha dipinto la
figura del Koenig narratore
dell’architettura.
La giornata si è conclusa
con l’inaugurazione della
mostra Firmato Koenig agli
Antichi lavatoi della Biblioteca nazionale centrale, in cui
sono presentati schizzi preliminari e disegni tecnici inediti elaborati per enti e
aziende (quali a esempio le
Ferrovie dello Stato, Breda,
Socimi, Atm di Milano) da
Koenig stesso e da Roberto
Segoni. Hanno introdotto
l’esposizione proprio Roberto Segoni, ordinario di Disegno industriale, e Maria Cristina Tonelli, docente di Storia del disegno industriale,
già allievi e amici di Koenig.
La professionalità delle persone intervenute al convegno, come ha giustamente
notato la signora Maja Golling Koenig, ha evitato a esso
il carattere di commemorazione, mentre l’affascinante
spazio coperto da volte in
mattoni in cui la mostra è stata allestita ha piacevolmente
e dignitosamente incorniciato i bellissimi disegni.
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Giovanni Klaus Koenig con la moglie Maja (1976)
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cazione rici
RIVISTE
L'uso dei corpi
Comunità cristiane di base, il notiziario bimestrale della
Comunità delTIsolotto (via Aceri 1, 50142 Firenze), reca nel
suo ultimo numero (1-2000) gli atti del X incontro nazionale
delle donne (Calambrone-Tirrenia, ottobre
1999) dedicato al tema «Il corpo della legge,
i corpi delle donne». Le motivazioni del
convegno stavano nella necessità di ragionare e confrontarsi sulle possibilità di
esprimere una ricerca teologica in grado di
illuminare una materia, quella della fisicità
appunto, oggi crocevia di discorsi giuridici,
morali, scientifici. Vengono riportate relazioni e risultati dei lavori in gruppo.
comunità
crhlìùne
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
niEVISIONE
Protestantesimo
Wm
li-
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Fcei,
trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 2 aprile, ore 24,30 circa, andrà in onda:
«350 anni di presenza e testimonianza cristiana in Giappone»; «Terza di copertina». La replica sarà trasmessa lunedì 3
aprile alle ore 24 e lunedì 10 aprile alle 9,30 circa.
I
Alberto Gle
1954, bronz
mm
Corso sulla Riforma a Genova
Melantone riformatore
misconosciuto
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Giov
che:
ERMINIO PODESTÀ
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CONTINUA con soddisfacente partecipazione di
pubblico il corso di aggiornamento sulla storia della Riforma protestante che si svolge
nel salone della Provincia di
Genova, organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche di Liguria e Piemonte
meridionale con la collaborazione del Liceo artistico statale Paul Klee. Il 17 marzo il
prof. Salvatore Caponetto con
una dotta, sintetica e accessibile conferenza ha presentato
la figura di Filippo Melantone
(1497-1560). Il relatore ha
detto che purtroppo Melantone ai giorni nostri non è ricordato alla pari degli altri
riformatori: basti pensare che
in occasione del V centenario
della sua nascita nessuno ne
ha parlato. Eppure Melantone con la sua immensa cultura letteraria e filosofica ha influito sulla storia letteraria
della Germania al punto di
essere definito il «Precettore
della Germania».
Nel 1518, a soli 21 anni, fu
nominato professore di greco
a Wittenberg, dove in cui si
rivelò grande umanista ricevendo una consacrazione da
parte di Erasmo da Rotterdam. Nel 1519 passa dalla
parte di Lutero. L’Umanesimo aveva portato un grosso
contributo anche in campo
biblico; infatti la scoperta
della lingua di origine può essere definita la «Nuova Pentecoste». Senza la scoperta
della lingua di origine noi oggi non avremmo il testo esatto di quello che ha detto Gesù. La traduzione in lingua
tedesca della Bibbia può essere considerata la «Divina
Commedia» della letteratura
tedesca, avvicinando Dio al
popolo. E Melantone, pur rimanendo umanista, avvicinandosi a Lutero si occupo
profondamente di teologiaNel 1521 scrisse i suoi Lod
Communes, la prima «sunf
ma» della Riforma. Nella pri;
ma pagina si legge: «Noi
quando parliamo di Dio dobbiamo adorare e inchinarci»Quest’opera non costituisce un chiuso sistema teologico, ma sviluppa i pensieri
fondamentali della teologia
luterana, sul peccato, sullo
legge sulla grazia. Conoscere
Cristo, diceva Melantone, significa conoscere i suoi benefici, cioè l’opera sua salutare. Il fondamento dello
teologia cristiana dev’essere
la Sacra Scrittura e chi lo cerca altrove non può che errare. Quest’opera, forse prO"
prio per la chiarezza àel’esposizione, è stata diffu*®
in Italia dal 1530 e senza lo
diffusione dei Loci, la dottrina stessa di Lutero non sarebbe arrivata in Italia.
Auguste
nel 1877
Stampa e
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Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Un'importante mostra dedicata agli artisti svizzeri: la «valligianità» catalizzatrice
I Giacometti, la valle, il mondo
Nativi della vai Bregaglio, nel Cantone del GrigionI, gli esponenti di questa famiglia
impegnarono «laicamente», e non religiosamente, le loro opere dell'etica riformata
PAOIO FABBRI
^orsani)
Nella mia memoria la vai
Bregaglia, nel cantone
dei Grigioni della Svizzera
italiana, è legata a una scintillante drogheria in una
piazzetta di Ferrara, che coinunemente veniva detta «I
Grisùn» e in effetti era gestita
da una famiglia bregagliotta.
Il capo famiglia frequentava
talvolta la locale chiesa battista, per quel legame indelebile che lo connetteva all’educazione ricevuta nella chiesa
riformata, che rappresenta la
confessione cristiana prevalente in quella valle. Un giorno, improvvisamente, la bottega fu chiusa. Si disse, ma
non ne sono sicuro, che «1
Grisùn» erano tornati nella
loro valle. In questa vicenda
io trovo l’archetipo della storia peculiare della vai Bregaglia, ma anche di altre località montane, dove sono fiorite scuole d’arte o gruppi di
artisti strettamente allacciati
con la ricerca artistica e la
cultura europea, ma altret
rpi
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Fcei,
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ì suconda:
ìppoledì 3
^ Alberto Giacometti: «Piccolo busto su zoccolo» (Amenophis),
I 1954, bronzo, altezza cm. 39
I
La famiglia Giacometti
Giovanni, il capostipite
che andò verso l'Europa
Giovanni Giacometti, il capostipite della famiglia, nasce
a Stampa nel 1868 da genitori
che erano stati pasticceri a
Varsavia e a Bergamo. Lo attraggono gli studi umanistici
e la Bibbia di cui diventa
profondo conoscitore, poi si
entusiasma per quanto gli
racconta un suo compagno di
studi, nipote dello scultore
Vincenzo Vela e decide di recarsi a Monaco per frequentare l’Accademia di belle arti.
Qui conosce Cuno Amiet.
Una mostra di impressionisti
e la conoscenza di Andrea
, Robbi, che aveva studiato
I all’accademia «Julien», lo
convincono a recarsi a Parigi
t^on l’amico Amiet. Mentre
studia all’accademia Giovanni viene folgorato dallo splen
dente divisionismo di Segantini, in cui riconosce lo splendore delle sue montagne ed è
fortemente influenzato dal
simbolismo di Hodler.
Dopo il ritorno in valle per
problemi finanziari, Giovanni cerca di conoscere Segantini e ci riesce, rimanendo
profondamente coinvolto
dalla sua pittura che lo influenzerà in seguito, pur in
uno stile personalissimo che
troverà fecondi sviluppi
dall’influsso dei quadri di
Van Gogh e dallo stretto rapporto con Hodler. Nel 1908
espone con i pittori espressionisti della Brücke e ottiene
riconoscimenti pubblici che
ne fanno uno dei pittori che
hanno portato l’arte svizzera
nel contesto europeo.
La famiglia Giacometti
Augusto, scoperta recente
Augusto Giacometti nasce
"el 1877. Dopo gli studi a
^tampa e a Coira va prima a
pfigo, poi a Parigi, poi a Fisviluppando il disegno
“mato e, in seguito, uno stile
ssolutamente originale che
salta la componente croma'*'a fino ad arrivare a vere e
Proprie forme di astrattismo,
^rappresentare microcojT* fi' armonie della natura,
arnergono le montagne
1 luci, i loro prati, le
I perse di vi
, dati i suoi ritorni estivi a
; '"Pa, dove torna stabil
tanto fortemente influenzati
dallo specifico delle loro località native. Il cardine di
questo modello è dato dalla
frequenza dei contatti con
l’esterno, procurati soprattutto tramite l’emigrazione,
che si associa quasi sempre a
un tenace attaccamento al
proprio paese d’origine.
Gli abitanti della valle Bregaglia erano pasticceri o rivenditori di specialità svizzere in varie città d’Europa,
qualche volta artisti e sempre, tornando in patria, riportavano elementi della cultura europea. Quando sul posto si trovava qualcuno dotato di talento, ne usciva un artista. Questo è il caso della
valle di Stampa e del Maloja
con i Giacometti e con lo
straordinario insieme di artisti e uomini di cultura che
gravitarono in questi luoghi
tra la fine dell’800 e i primi tre
quarti del ’900. Qualcosa di
simile accadde nel XVII secolo nella valle Sabbia (Bs), dove i fratelli Pialorsi, dopo essere stati a Venezia, a Firenze
ecc., tornavano nella loro valle e davano origine alla straordinaria scuola di scultura
lignea detta dei «Boscai», che
ancora oggi influenza artisti
del mobile «pezzo unico» come Giuseppe Rivadossi di
Nave. Sono convinto che fenomeni simili, anche se di
importanza e profondità molto minori, si siano verificati in
altre valli alpine.
La «valligianità», quindi,
come elemento catalizzatore,
unificante, promotore di cultura, è stata uno degli spunti
da cui è partita la Fondazione
Antonio Mazzotta per organizzare la mostra «I Giacometti, la valle, il mondo», che
presenta opere dei vari membri della famiglia Giacometti,
a partire dal più famoso, Alberto, ma anche di tutti gli
artisti che in vario modo,
vennero a contatto con loro e
con la valle. La saga artistica
dei Giacometti comincia con
mente quando scoppia la prima guerra mondiale. Nel
1917 aderisce al gruppo Dada
e firma poi il Manifesto degli
artisti radicali insieme a Arp,
Bauman, ecc., pur senza mai
rinnegare il suo adorato Rinascimento fiorentino. Nel 1937
la Kunsthaus di Zurigo gli dedica una grande mostra: per
la sua opera e per la sua salda
figura morale, che si basa sui
valori della tradizione riformata svizzera. Augusto Giacometti, quasi sconosciuto in
Italia, rappresenta la vera
«scoperta» di questa mostra.
Giovanni, il capostiplte della
famiglia, a cui si affianca Augusto, un cugino di secondo
grado. Entrambi vocati alla
pittura, si muovono subito su
un piano europeo, con Parigi
come punto di riferimento
iniziale, per poi svariare altrove, tornando periodicamente o definitivamente nella loro valle, portando i risultati delle loro scoperte. Dei
tre figli maschi di Giovanni
Giacometti, Bruno sarà architetto, Diego sarà disegnatore
di mobili pezzi unici ma soprattutto l’assistente del fratello Alberto nella sua attività
di scultore, l’unico che, con i
suoi quadri e con le sue sculture, conquisterà un apprezzamento di livello decisamente internazionale.
L’iniziativa molto intelligente della Fondazione Mazzotta può facilitare la ricerca
di elementi stilistici comuni
al folto gruppo di artisti rappresentati; noi possiamo sottolineare, oltre tdla sopra indicata «valligianità», l’educazione all’etica riformata, confusa spesso in Italia con la religiosità, che lascia una traccia indelebile nell’intimo delle persone e forse non è l’ultimo degli elementi che spinge
Alberto Giacometti alla sua
ricerca quasi ossessiva della
perfezione. Al di là degli stili,
quello che ci sembra evidente è che i Giacometti e i loro
amici hanno fatto della valle
Bregaglia una sorta di laboratorio della più avanzata cultura europea, che ancora oggi influenza artisti nella loro
ricerca. Proprio su queste pagine avevamo riferito un anno fa circa di una mostra dedicata allo scultore Harry Rosenthal che, pur con un messaggio artistico assai diverso,
presenta indubbi elementi
formali di contatto con Alberto Giacometti.
La mostra è a Milano,
Fondazione Mazzotta, fino al 14
maggio; poi a Mannheim dal 6
giugno al 17 settembre
Alberto Giacometti: «Donna di Venezia VI», 1956, bronzo, cm. 133
La famiglia Giacometti
Alberto, dal surrealismo
alle strutture filiformi
Alberto Giacometti nasce
nel 1901. Dopo aver frequentato il Liceo evangelico si reca
a Ginevra per studiare belle
arti. Un viaggio in Italia con il
padre gli fa scoprire Bellini,
Tintoretto poi Giotto, fino a
considerare «statica» l’arte
antica. Si reca allora a Parigi
alla scuola di un allievo di Rodio, per essere poi raggiunto
dal fratello Diego. Si aggrega
al movimento dei surrealisti e
produce le sue prime sculture
ottenendo un notevole successo. Conosce parecchi artisti come Arp, Mirò, Picasso e
frequenta letterati come Prévert, Aragon, Eluard. Si scrivono i primi saggi sulla sua
arte. Stabilisce un intenso
rapporto con André Breton,
padre del surrealismo, ma
nonostante il successo sente
il bisogno di tornare al problema della «rassomiglianza
assoluta» con il modello e riprende la sua ricerca rimettendo tutto in discussione. Le
sue figure diventano sempre
più piccole, come assorbite
da supporto che diventa smisuratamente più grande.
In questo periodo stabilisce un rapporto importante
con Jean-Paul Sartre. Trascorsa la guerra a Ginevra,
torna a Parigi con tutte le sue
sculture che stanno in una
piccola scatola e riprende la
frequentazione di Sartre, Simone de Beauvoir, Picasso,
Aragon. Peggy Guggenheim
compra le prime statue da
lui. Siamo alla fine degli Anni
40 e inizia l’ultimo periodo
con le statue che si allungano, mentre la superficie del
corpo si fa tormentata, pur
non rinunciando a una somiglianza che finisce con l’esprimere il senso tragico della vita inscindibilmente connesso all’amore per la vita. Le
numerose mostre in Usa e in
Europa lo consacrano uno
dei maggiori artisti del ’900.
Muore nel 1966.
Alberto Giacometti «Donna nuda in piedi», 1955, bronzo, cm. 27
La scuola
domenicale
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Abbonamento sostenitore per l’interno...........L. 50.000
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6 0 più abbonamenti
allo stesso indirizzo (l’uno)...................L. 30.000
da versare sul c.c.p. n. 18345223 intestato a «Comitato Scuole Domenicali»
via Porro Lambertenghi 28 - 20159 Milano
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 31
V0ÍERD13U
Il «tavolo interreligioso»
Decine di scuole
coinvolte dal progetto
«Chi sono i protestanti?»,
«Ma se non ho un sacerdote
come faccio a pregare?»,
«Mi sa che nel protestantesimo c’è più libertà». Abbiamo sentito queste frasi da
ragazzi delle scuole medie e
superiori durante gli incontri settimanali che si svolgono a Roma dal mese di novembre. Al progetto del tavolo interreligioso (v. Riforma n. 47 del 3 dicembre
1999) hanno aderito 67
scuole. Finora sono 2.600 i
ragazzi che hanno potuto
confrontarsi con buddismo,
islamismo, ebraismo, induismo e protestantesimo.
Il gruppo di laVoro formato da pastori delle chiese
valdesi, battiste e metodiste,
da studenti della Facoltà
valdese di teologia, da insegnanti e altri membri delle
comunità romane si è incontrato periodicamente
per preparare dei materiali
finalizzati alla presentazione essenziale del protestantesimo seguendo un filo
conduttore comune. Si ha
di fronte un impegno non
trascurabile sia dal punto di
vista dei numeri sia della
continuità nel tempo: tre
mattine a settimana per tutto l’anno scolastico. In alcune classi abbiamo incontrato docenti sensibili alla tematica, ragazzi incuriositi,
desiderosi di conoscere e
approfondire l’argomento,
in altre si trovano alunni silenziosi e disinformati.
La nostra posizione ri
spetto alle altre religioni è
più facile per quanto riguarda alcuni punti dell’operazione, e più complesso in altri aspetti. Le fedi non cristiane affascinano e suscitano maggiori curiosità per un
discorso di differenze più
evidenti. Però il video che
presenta un culto presieduto da una pastora, la Santa
Cena con pane e vino, la
partecipazione dei laici sono un ottimo punto di partenza per avviare il dialogo
sulle somiglianze e sulle differenze tra protestanti e cattolici. «Dove non c’è giustizia non ci sarà pace». Il «sogno» e le parole di Martin
Luther King mettono in discussione il coinvolgimento
dei cristiani nelle lotte per 1
diritti umani: con l’aiuto dai
gospel si riescono ad affrontare temi etici, sull’onda delle emozioni date dai canti e
dalla musica.
«Che cosa sapete del protestantesimo?». A una domanda del genere qualcuno
risponde citando Lutero, un
nome fra tanti letto sui libri
di storia. Con l’aiuto del filmato cerchiamo di far loro
comprendere che Martin
Lutero segna un confine fra
il Medioevo e l’età moderna. Usiamo anche un video
su Charlie Brown, in fondo
il monitore delle scuole domenicali continua a interrogarci sulla nostra identità
religiosa in una forma molto laica, parola così lontana
dalle nostre scuole...
W Una protesta da Livorno
L'insegnamento religioso
deve essere libero
Il seguente testo è stato inviato dalla chiesa battista di
Livorno-via Battisti alla stampa locale, (che non lo ha pubblicato) a commento della delibera del Tar Toscana sul voto
di religione nello scrutinio.
«Il Tirreno» del 18 gennaio
riportava la notizia della delibera del Tar della Toscana
che, in seguito a un ricorso di
due insegnanti di religione di
Grosseto, attribuisce al voto
di religione lo stesso peso in
sede di scrutinio dei voti delle
altre materie. Ci sembra incredibile che un organo dello
stato possa prendere una decisione in così netto contrasto con le leggi italiane, così
lesiva dei diritti dei cittadini,
e così diseducativa in quanto
incoraggia gli studenti ad essere complici dell’ingiustizia
anziché combatterla.
Lo stato italiano ha stabilito che la scelta di avvalersi o
meno dell’insegnamento della religione cattolica dev’essere totalmente libera, cioè,
svincolata da ogni forma di
discriminazione, coercizione
o favoritismo. Proprio per
questo motivo le opzioni spaziano dalla lezione di religione, alle materie alternative
offerte (qualche volta) dalla
scuola, allo studio individuale guidato, allo studio individuale libero, fino all’uscita
dalla scuola stessa. La scelta
fra queste opzioni rimane libera e non discriminatoria
solo se sia garantito che nessuna di esse possa né favorire
né danneggiare la posizione
dello studente nel suo percorso scolastico.
Dare uguale peso al voto di
religione viola chiaramente
questo principio perché in
sede di scrutinio gli studenti
che si avvalgono dell’insegnamento della religione a
vranno un voto in più rispetto a quegli studenti che non
se ne avvalgono. Quel voto
può andare a loro favore o
sfavore, e significa che in alcuni casi sarà più facile essere promosso (o anche, in teoria, bocciato) se si è optato
per la religione, il che è assolutamente inaccettabile in
quanto crea un privilegio (o
svantaggio) nei confronti degli altri studenti. Nel caso
specifico di Grosseto condividiamo la posizione del preside di non far votare gli insegnanti di religione in sede
di scrutinio finale allorché
questo voto risulti determinante, trattandosi di materia
extracurricolare e facoltativa
(stabilito dal nuovo Concordato del 1984).
Visto che il Tar stesso, con
questa sentenza e contrariamente a quanto dice, invalida la garanzia che la scelta
non dia luogo ad alcuna forma di discriminazione e lede
il principio della laicità della
scuola pubblica, e visto che
il Vaticano non ha smentito i
due insegnanti il cui ricorso
contraddice il messaggio che
la Chiesa predica, possiamo
solo sperare che gli studenti
che seguono le lezioni di religione capiscano, più dei loro maestri e pastori, il profondo spirito di ciò che studiano e rifiutino un privilegio che ingiustamente viene
loro offerto.
Chiesa evangelica battista
via Battisti, Livorno
I
■ L'esperienza romana è molto interessante sul piano del metodo e dei contenuti ' m inizi
L'informazione interreligiosa nelle scuole
La preparazione della «lezione», i materiali didattici (musica, filmati, «Riforma»), i rapporti
con i docenti, la visita alle chiese evangeliche, alla moschea e alla sinagoga della città
SIMONPIETRO MARCHESE
PAOLA ROSTAN
PER chi, come protestanti
ed ebrei, è abituato da
secoli a vedere l’insegnamento religioso come questione attinente alla famiglia
e alla propria comunità, non
è semplice entrare in una
scuola per discutere della
propria spiritualità. Innanzitutto è un problema di soggetti in gioco, soggettività del
protestante che entra in relazione con il mondo-scuola,
insegnante che prepara il
terreno adatto per l’incontro
con fedi diverse da quella
cattolica senza ipoteche confessionali, alunni che dispongano le conoscenze approfondite dell’eredità storico-culturale sulla quale modellare la propria e l’altrui
identità grazie alle informazioni ricevute.
Molte volte siamo aiutati
dalla presenza di stranieri di
altre confessioni religiose,
che dalle ultime statistiche
superano le centomila unità
nelle scuole italiane, oppure
da non credenti, tutti ponti
visibili di relazioni interculturali sempre più necessarie in
un tavolo di confronto religioso e civile. Le più recenti e
numerose immigrazioni,
quelle dell’Est, sono escluse
dal «Tavolo»: molte volte di
fronte a ragazzi albanesi o
russi forniamo noi, con i nostri limiti e la nostra volontà
di dialogo interreligioso,
informazioni sulla realtà ortodossa 0 sul Consiglio ecumenico delle chiese.
La crisi della trasmissione
dei contenuti di fede e dell’identità religiosa alle nuove
generazioni apre poi tutto un
ventaglio di ipotesi e teorie
che è bene non trascurare.
Esiste una discontinuità tra
generazioni, sempre più accentuata quanto più cambiano in breve tempo gli stessi
fondamenti dei patti sociali e
delle forme di comunicazione: rotture nella memoria
difficili da prevedere e che
interrogano alla base le istituzioni di socializzazione come la scuola. Se prima la
scuola aveva come obiettivo
un processo volto a rendere
gli individui «adatti» al sistema sociale, oggi diventa un
tentativo di «costruire legami, scambi esperienze» tra
soggetti e gruppi provenienti
dai più diversi ambiti sociali
e culturali. Un esempio è la
proposta, facilmente realizzabile a Roma, di proporre
dopo la lezione sul protestantesimo una gita in una
delle nostre chiese bmv con
un itinerario che comprenda
anche la sinagoga e la moschea oltre a un incontro con
gruppi giovanili delle nostre
chiese. Si tratta di forme didattiche di impegno nel voler ricostruire queste fratture
culturali, senza trascurare
per i nostri catechismi o
gruppi giovanili momenti di
confronto per una volta alla
pari rispetto a un mondo
scuola che anche solo per
una ragione numerica li relega sempre a comparse o a fenomeni storici, o comunque
lontani, quando si affronta la
Riforma, l’incompreso Max
Weber o argomenti etici.
La trasmissione o catena di
memoria è il movimento costitutivo della religione nel
tempo. Interrompere il processo o analizzarne solo una
parte porterebbe a fermare la
fondazione dell’istituzione
religiosa. Anche per questo in
ogni nostro intervento cerchiamo di dare un’informazione sul passato, il presente
e il futuro del protestantesimo, da Calvino a Mandela,
da Bach ai gospel, dalle più
antiche posizioni su fede e
scienza ai dibattiti odierni
sulla bioetica. L’uso di diverse tecniche dalla musica al
filmato dal Cd-Rom interattivo che abbiamo costruito, al
giornale Riforma, può aiutare
a ricombinare dimensioni ti
piche dell’identificazione re.
ligiosa che oggi si tendea
non articolare più, a esenipia ‘
la dimensione comunitaria
fondamentale nella distinzig! |
ne di appartenenza o queUj
etica, sempre di più relegata
a un pericoloso individualismo venendo a mancare gli
organismi assemblearioi
patti sociali.
L’insidiosa frammentazione della dimensione del bisogno culturale dato dai libri o
dai costumi (pensiamo all’ i
uso della Bibbia nelle nostre
comunità) codice della spiri. '
tualità e della cultura occi- '
dentale; la fondamentale dimensione emotiva, centro
del ciclo delle feste e di ogni
questione rituale: ognuna di
queste condizioni non deve
essere trascurata a rischio di j
pericolosi sincretismi odi
semplice disinformazione ti- *
spetto a un protestantesimo '
che in Italia sta percorrendo! I
primi passi nel mondo della l
scuola. Quest’ultima sta nel I
frattempo vivendo momenti |
di grande cambiamento a |
partire da un’accelerazione ^
del processo di privatizzazione che, in una democrazia '
giovane come la nostra, è '
sintomo di un’ulteriore mar- '
ginalizzazione delle diversità 1
culturali e religiose. 1
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L'ultima parte dello Statuto dell'Associazione per la scuola laica «31 ottobre»
Un organismo articolato per essere presente sul territorio
propria
zione di
(Fcei), c
ziativa
Completiamo qui di seguito
la pubblicazione dello Statuto
dell’Associazione 31 ottobre.
art. 7 - Le sezioni territoriali
Allorché il numero degli as
sociati residenti nell’ambito
di una regione o di più regioni contigue superi il numero
di 30 si procederà, su iniziativa del Comitato direttivo, alla
costituzione di Sezioni territoriali. Tali Sezioni avranno
autonomia organizzativa, si
doteranno di organi propri e
saranno regolate da apposito
regolamento tipo, approvato
dal Comitato direttivo. Il Comitato direttivo comunicherà
alle Sezioni territoriali il luogo e l’ordine del giorno dell’Assemblea nazionale con
almeno 90 giorni di anticipo.
Le Sezioni territoriali avranno fra l’altro il compito
di ammettere ed escludere i
soci, ed eleggere, in apposita
assemblea, i loro delegati
all’Assemblea nazionale in
ragione di uno ogni 10 soci o
frazione superiore a 5.
Norma transitoria
Fino a quando il numero
degli associati non sarà tale
da giustificare l'articolazione
territoriale, tutti gli associati
avranno diritto di partecipare
all’Assemblea nazionale. Le
convocazioni saranno inviate
a mezzo posta con almeno 30
giorni di anticipo.
Art. 8-11 presidente
11 presidente ha la rappresentanza politica e giuridica
della Associazione ed è a tal
fine munito dei più ampi poteri. Convoca e presiede il
Comitato direttivo e ne esegue le deliberazioni. È eletto
dall’Assemblea con votazione
a scrutinio segreto a maggioranza assoluta dei votanti.
Regala un abbonamento a
Nel caso in cui nella prima
votazione non fosse raggiunto il quorum, si procederà al
ballottaggio tra i due candidati che avranno conseguito
il maggior numero di voti.
Art. 9-11 Comitato diretdvo
Il Comitato direttivo è composto da 4 o 6 associati, secondo le decisioni dell’Assemblea, oltre il presidente.
Esso è eletto dai soci partecipanti all’Assemblea a scrutinio segreto e a maggioranza
relativa. Nel caso di parità di
voti si andrà al ballottaggio.
Il Comitato direttivo:
- elegge al proprio interno
un vicepresidente, che sostituisce il presidente nei casi
di assenza, impedimento o
delega;
- esegue le deliberazioni
dell’Assemblea;
- delibera su tutte le materie relative al perseguimento
degli scopi dell’Associazione
ebe non siano di competenza
dell’Assemblea;
- delibera in ordine all’ammissione di nuovi soci fino
alla costituzione delle Sezioni
territoriali;
- è munito di tutti i poteri
di ordinaria e straordinaria
amministrazione non riservati all’Assemblea;
- formula e sottopone alla
Assemblea i bilanci consuntivi e preventivi.
Il Comitato si considera validamente convocato quando
sia presente la maggioranza
dei suoi componenti, compreso il presidente, e delibera
a maggioranza assoluta dei
presenti.
Art. 10 - Collegio dei revisori
¡.’Assemblea nazionale procederà con cadenza triennale
alla elezione a scrutinio segreto e tra i soci di n. 3 revisori.
La presidenza sarà affidata al
soggetto che riceverà il maggior numero di voti. Il Collegio dei revisori prowederà:
a) all’esame della contabilità e dei bilanci predisposti
dal Comitato direttivo;
b) al controllo del rispetto
da parte del Comitato diretti
vo delle norme statutarie e
delle leggi.
I revisori saranno informati
delle sedute del Comitato direttivo alle quali avranno facoltà di assistere e riceveranno i relativi verbali. Presenteranno all’Assemblea una relazione sull’operato del Comitato direttivo. 11 Collegio dei
revisori funzionerà inoltre
quale collegio arbitrale. Lutte
le controversie che dovessero
insorgere tra Associazione e
associati saranno devolute a
tale collegio che deciderà,
senza obblighi di forma, secondo i principi che regolano
l’arbitraggio libero e irrituale.
Art. 11 - Mezzi
c) finanziamenti o corrispettivi in relazione' alle attività svolte.
1 mezzi finanziari dell’As
sociazione sono:
a) i contributi annuali degli
associati, nella misura deliberata dal Comitato direttivo;
b) contributi da persone fisiche o giuridiche, private o
pubbliche;
Art. 12 - Scioglimento
La durata dell’Associazione è fissata fino al 31 dicembre 2020 e potrà essere prorogata dall’Assemblea degli
associati. L’Assemblea de^i
associati potrà deliberare,
con la maggioranza dei due
terzi dei partecipanti, regolarmente convocati, lo scioglimento anticipato dell’Associazione, le procedure di
liquidazione e la destinazione dei beni residui,
I beni residui non potranno essere attribuiti agli associati. Per tutto quanto non
previsto l’Associazione sarà
regolata dalle norme del Codice civile e dalle leggi speciali in materia di associazioni senza fine di lucro.
(fine. La prima parte dello
Statuto è stata pubblicata sul
n. 8 del 25 febbraio 2000)
I scico
I con ]
Associazione «31 ottobre»
Il direttivo
Presidente: Rosanna Ciappa, via E. Baldacchini 11, 80133
Napoli (tei. 081-284393). Vicepresidente: Franco Calvetti, via
Chiapperò 29, 10064 Pinerolo (tei. 0121-76350). Membri: Luciana Campennì, via Apuania 14. 00162 Roma (tei. 0644247761), Graziella Gandolfo, via Dell’Orto 6, 21047 Saronno
(tei. 02-9624441), Francesco Grassi, viale Augusto 71,80125
Napoli (tei. 081-5932991), Giovanni Lombardo, c. Da Barbaro
494, 91025 Marsala (tei. 0923-960427), Nicola Pantaleo, via
Martiri D’Avola 1/a, 70124 Bari (tei. 080-5616520). Revisori:
Piero Trotta (presidente), via dei Cantieri 29, 90142 Palermo
(tei. casa 091-361205; ufficio 091-6258107), Gianpaolo Ricco,
viale 29 Maggio 2, 20025 Legnano (tei. 02-58302252), Anna
Trani, via Parini 27, 74023 Grottaglie (tei. 099-5635654).
hinsomare !
TeL 0766/5
Avvisi
I
La prossima riunione del direttivo dell’Associazione «3l
ottobre. Associazione per una scuola laica e pluralista promossa dagli evangelici italiani» è fissata a Roma domenica
16 aprile 2000 nei locali della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
L’Associazione sollecita eventuali collaboratori per la stesura di articoli o notizie per la pubblicazione in questa pag';
na. 1 contributi possono essere indirizzati a Franco Calvett*
o a Nicola Pantaleo.
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02000 yaffiRPl 31 MARZO 2000
Vita
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Iniziativa culturale a Catania
Un laboratorio per
studiare il cattolicesimo
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f L fenomeno religioso o
^1, irreligioso deve essere
anche guardato da un punto
divista sociale, se si vuole
cogliere l’unità della storia
dela civiltà», scriveva 75 anjji fa Giuseppe Gangale nel
suo libro «Rivoluzione protéjate (Ed. Piero Gobetti, Torino, 1925, p. 90), riferendosi
al cattolicesimo. Nel 2000 il
fenomeno cattolico deve essere collocato nel quadro in
cui pluralismo, inteso nel
senso più ampio della parola, è un dato di fatto incontestabile. Traendo spunto dal
pensiero di Gangale, dalla
particolare situazione creatasi in questi mesi in Italia, il
Centro protestante di cultura
«Bernardo La Rosa», in colla
borazione con la rivista «Sichern», ha organizzato un laboratorio storico-teologico
intitolato «Pensare il cattolicesimo in una società pluralista». Il laboratorio è articolato in quattro seminari e
una tavola rotonda conclusiva. Esso si propone come un
luogo di ricerca unitaria e organica.
Il laboratorio è aperto a
tutti coloro che vogliono riflettere su un argomento che
sta anche al centro dell’attenzione non solo dei credenti
ma anche della società civile.
L’invito si rivolge in modo
particolare agli studenti e alle
studentesse del corso di formazione teologica a distanza
della Facoltà vddese e di altri
corsi di formazione teologica
nonché ai predicatori locali.
Si Commissione ambiente Fcei
In autunno un seminario
su «Cibo e salute»
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Un «Tempo per il creato»
nel calendario liturgico delle
chiese, per celebrare Dio come creatore e prendere coscienza delle nostre responsabilità nei confronti del creato:
è una delle proposte emerse
dall'Assemblea ecumenica
europea di Graz (1997), fatta
propria in Italia dalla Federazione delle chiese evangeliche
(Fcei), che ha inaugurato l’iniziativa nel 1999. La Commissione ambiente della Fcei, nominata l’anno scorso proprio
per curare i materiali del
«Tempo per il creato», oltre
che per seguire le attività della «Rete cristiana europea per
l’ambiente» (Fxen, altra proposta emersa da Graz), si è
riunita a Bologna il 18 marzo
per mettere a punto il tema
dell’anno 2000.
Il «Tempo per il creato» si
svolgerà quest’anno nel periodo compreso fra il 1“ settembre e il 15 ottobre, e avrà
per argomento «Cibo e salute». Fra i materiali che saranno messi a disposizione delle
comunità evangeliclie, un fascicolo di «Rete di liturgia»
con proposte per un culto
dedicato al tema e un saggio
del teologo riformato svizzero Lukas Vischer, che spiega
il significato teologico dell’istituzione di un «Tempo
per il creato»; e inoltre materiali informativi suH’alimenteione naturale, l’agricoltura
biologica e i rischi derivanti
dagli organismi geneticamente modificati (Ogni).
E proprio agli Ogm, con
partecipazione di esperti
qualificati, sarà dedicato un
seminario della Commissione ambiente, che avrà luogo
*1 centro Casa Cares di Reggello (Firenze) dal 19 al 21
®®8gio. Il seminario, aperto
a tutti coloro che, nelle comunità cristiane, hanno a
cuore i problemi dell’ambiente, ha inoltre lo scopo di
verificare la possibilità di attivare e radicare anche nel
nostro paese la rete ambientale Ecen. Per informazioni
sul seminario scrivere alla
coordinatrice della Commissione ambiente, Antonella
Visintin, via Galliari 10 bis,
10125 Torino, e-mail: anto.
v@libero.it. (nev)
Il programma del laboratorio
La Chiesa di Roma
in una società pluralista
Programma del laboratorio
storico teologico «Pensare il
cattolicesimo in una società
pluralista».
1° aprile: alle ore 18,30 si
tiene la presentazione del
laboratorio «Pensare il cattolicesimo in una società
pluralista» a cura del past.
Italo Pons. Segue il seminario «Giustificazione per grazia mediante la fede: fattore
di divisione o di comunione?». Relatore: past. Fulvio
Ferrario; introduce: past.
Pawel Gajewski.
14 aprile: alle ore 18,30 si
tiene il seminario «L’Istituzionalizzazione della chiesa
antica e la codificazione
della dottrina cristiana».
Relatore; prof. Salvatore
Pricoco; introduce; past.
Pawel Gajewski.
5 maggio: alle ore 18,30 si
tiene il seminario «Concilio
di Trento e il cattolicesimo
di oggi». Relatore; past.
Winfrid Phannkuche; introduce: prof. Antonio Coco.
19 maggio: alle ore 18,30
si tiene il seminario «Aggiornamento 0 riforma della chiesa? (ministeri, sacramenti, struttura)». Relatore:
past. Pawel Gajewski: introduce: prof. Arturo Panasela.
9 giugno: alle ore 18 si
tiene la tavola rotonda dal
titolo «Cattolicesimo e protestantesimo: questioni
non risolte».
Gli incontri si svolgono al
Centro protestante di cultura in via Cantarella 6. Per
informazioni: 095-446885
oppure 095-7836273.
Il viaggio della nave «Logos»
Andare di porto in porto
per fare evangelizzazione
200 persone, in gran parte
giovani, sono l’equipaggio di
una nave per molti aspetti
diversa dalle altre. È la nave
«Logos II» che ha come unico scopo quello di andare da
porto a porto per evangelizzare il mondo. Nella nostra
epoca in cui sempre maggiore è la consapevolezza che
evangelizzazione è stata,
consapevolmente o inconsapevolmente, nella storia veicolo di ogni sorta di imperia
& Preghiera delle donne a Bologna
Un vivo ringraziamento
alle sorelle dell'Indonesia
GIOVANNA PARLAVECCHIA
A Bologna la Giornata di
preghiera delle donne è
stata ricordata domenica 19
marzo con un culto preparato
da un gruppo di donne di varie etnie: un’eritrea, una brasiliana, una statunitense e altre sorelle tra le quali una cattolica. La liturgia utilizzata è
stata quella inviata dalle donne dell’Indonesia centrata sul
tema delle parole dette da Gesù di fronte alla morte di una
ragazza: «Talitha kumi!» ovvero: «Ragazza, ti dico: alzati»
(Marco 5, 41). È stata questa
una liturgia realizzata con
semplicità e concretezza in
mezzo alla numerosa comunità raccolta per il culto.
La predicazione, tenuta
dalla sorella Lisa Gelhaus
(proveniente dagli Stati Uniti
e futura prédicatrice locale),
ha coinvolto tutti in un’atmosfera di forte partecipa
zione non solo per la sua dolce spontaneità, ma anche per
il modo in cui interpretato il
messaggio biblico portando
la propria esperienza di madre. Così il miracolo, che può
sembrare accentuarsi nel risveglio della ragazza, è invece
da individuare nelle parole di
Gesù: «Non temere, abbi fede!». La fede è così il grande
dono di Dio in Gesù Cristo, il
«miracolo» potente che guarisce e vince anche la morte.
La colletta è stata destinata
al progetto di aiuto per diffondere la Bibbia in quelle
regioni del mondo nelle quali
molti volontari copiano a
mano i testi biblici pur di
diffondere la parola di Dio. Al
termine di questa particolare
«Giornata di preghiera», siamo grate alle sorelle della
lontana Indonesia per il messaggio di grande fraternità e
di solidarietà che sono riuscite a diffondere in tutte noi.
lismo, la missione è sospetta.
E a giusta ragione. Eppure
un’impresa come quella della Logos II (e della Doulos,
un’altra imbarcazione dello
stesso tipo) lascia riflettere e,
per capacità organizzativa,
entusiasmo dei partecipanti
e concretezza nei metodi e
negli obiettivi, lascia anche
ammirati.
Uno degli scopi della missione è quello di diffondere la
letteratura cristiana. Nella
nave c’è un’attrezzata biblioteca a disposizione dei visitatori e questo, soprattutto in
posti lontani e periferici, è
un’occasione abbastanza rara. Poi a bordo si preparano
incontri di ogni tipo: per pastori, per le donne, per i giovani, per persone interessate
ad apprendere metodi di evangeiizzazione, per le famiglie, per bambini, per anziani,
e anche per soli uomini! Sono
rappresentate a bordo un po’
tutte le denominazioni protestanti, dagli anglicani ai pentecostali, anche se il taglio,
come si è già intuito, è di tipo
spiccatamente evangelicale.
La nave è recentemente arrivata in Italia dopo una lunga permanenza in Africa.
Giovedì 23 marzo ha attraccato a Genova e vi resterà fino alni aprile. Si tratterrà
poi a Napoli dal 13 aprile al 7
maggio per le attività e successivamente per manutenzione. Sarà a Manfredonia
dal 31 maggio al 20 giugno,
ad Ancona dal 21 giugno all’il luglio e dal 12 al 25 luglio
farà, infine, tappa a Trieste.
Per ulteriori informazioni è
possibile contattare il seguente indirizzo; Om Italia,
via Torino 241, 10015 Ivrea
(To). Telefono 0125-230265;
email: info@i.om.org.
la stei pagi;
lalvetti
assio della Gioventù
rinsomare Pyrgi, 13 - 00050 Santa Severa (Roma)
TeL 0766/570055 - Fax: 0766/571527 - Email villa3gi@tin.it
Il «Villaggio della gioventù»
in occasione della «Festa dei 50 anni»
bandisce un
Concorso fotógrafico
Premiazione 6'maggio RODO
nei corso cM {NOgramma l^lla festa
Inviate le foto, porsibiimente fcoie. e: saranno incluse tutte
nell'album fótografico del villaggio.
Indicate per ogni foto: data, persone, situazione.
Le foto devono arrivare entro il
31 marzo 2000
Per informazioni rivoigersi aiia direzione
de
gioventù evangelica
ABBONAMENTI
normale....................L. 45.000
sostenitore................... 90.000
estero........................60.000
«3 copie al prezzo di 2»...... 90.000
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via Porro Lambertenghi, 28
20159 Milano
PAG. 7 RIFORMA
Pellegrinaggio dell'incontro
Arafat e all’autorità nazionale
palestinese che, a causa dei
ritardi del processo di pace
soffrono la pressione dei
gruppi politici più radicali e
del fondamentalismo islamico. Come erano prevedibili le
parole pronunciate nel silenzio e nell’oscurità del sacrario che ricorda i sei milioni di
ebrei sterminati; e persino la
preghiera affidata al Muro
occidentale del Tempio di
Gerusalemme in cui il papa
chiede perdono a Dio per il
comportamento di coloro
che hanno fatto soffrire il popolo delTAlleanza.
Il papa ha insomma confermato con le sue parole e i
suoi gesti una strategia definita da tempo; riconoscere e
illuminare la radice ebraica
di Gesù; valorizzare il legame
spirituale tra le fedi di Àbramo; promuovere la comunione con le altre chiese cristiane; richiamare l’urgenza della pace. Il copione è stato
pienamente rispettato. Ne
esce così rafforzata una linea
pastorale ispirata al pellegrinaggio dell’incontro piuttosto che a quello del possesso
devozionalistico di pietre e
luoghi della tradizione: come
già aveva fatto il cardinale
Martini nello scorso novembre, Giovanni Paolo II ha prediletto l’incontro con le «pietre viventi» della Terrasanta e
ha fatto della visita, ai luoghi
l’occasione per rileggere le
pagine evangeliche, spesso in
dialogo con i fratelli delle altre comunità di fede. Anche
questo è un risultato, sia pure
non definitivamente acquisito neanche alTinterno della
famiglia abramitica.
Che cosa resterà, infatti, di
quello che il papa ha ribadito, per esempio, nei confronti
degli ebrei? Proviamo infatti
più di qualche inquietudine a
leggere le dichiarazioni del
gran muftì di Gerusalemme
Said Sabri, secondo cui con il
Museo dell’Olocausto «il popolo ebraico ha trovato un
metodo formidabile per raccogliere la solidarietà del
mondo». O che dire della sortita di una personalità come
padre Piccirillo, il più noto
archeologo della Custodia di
Terrasanta, secondo cui «la
richiesta di un perdono da
parte della Chiesa sarebbe
davvero utile solo se spingesse Israele a chiedere a sua
volta perdono per le persecuzioni inflitte agli arabi... di
questo nessuno parla: anzi,
ormai non si può nemmeno
dire che furono gli ebrei a uccidere Gesù Cristo. Ma se
non furono loro, dico io, allora scusate tanto, chi è stato?».
L’interrogativo non è di uno
sprovveduto parroco di un
villaggio palestinese ma di
uno degli intellettuali di punta del cattolicesimo di Terrasanta; qual è allora la forza
delle parole di Giovanni Paolo II? Quanto incide il.suo
messaggio sul corpo della sua
stessa chiesa?
E ancora, nel suo incontro
con i rappresentanti di tutte
le chiese di Terrasanta (ortodossi, armeni, copti, luterani,
anglicani...) il papa ha ribadito la sua intenzione di
«conferire una dimensione
chiaramente ecumenica alla
celebrazione della Chiesa
cattolica dell’anno giubilare
2000». In massima parte questo è accaduto a Gerusalemme; come noto, risulta molto
più difficile a Roma. C’è insomma una contraddizione
tra l’intenzione generale del
papa e i gesti particolari in
cui dovrebbe esprimersi: il richiamo alle indulgenze ha inferro un duro colpo al dialogo
ecumenico di questi anni; così come l’annunciata beatificazione di Pio IX, il papa dei
ghetti e del «caso Mortara» (il
bambino ebreo rapito e educato al cattolicesimo) sembra
contraddire tante parole di
simpatia nei confronti del
popolo delTAlleanza e potrebbe gelare il dialogo che
pure si è avviato.
Insomma, a noi pare che in
questa occasione il papa abbia detto le cose giuste e sia
riuscito a mantenere un difficile equilibrio tra spinte molto diverse. Ma in questo cammino di incontro e dialogo
attorno all’universale paternità di Dio e alla fratellanza
dei suoi figli, potremmo scoprire che tanta parte della
Chiesa cattolica cammina
più lentamente del suo vecchio papa.
Il complesso delle moschee a Gerusalemme
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PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese----------------------------------------------------------------------venerdì31 ^
È una delle iniziative per i minori del Centro diaconale La Noce di Palermo
I ragazzi della Casa dei Mirti
Otto ragazzi dagli 8 ai 14 anni, affidati al Centro dal Tribunale dei minori, hanno l'obiettivo
di diventare autonomi e maturi e di conseguire il diploma scolastico della scuola dell'obbllgo
FRANCO CALVETTI
ALL’INTERNO del Centro
diaconale «La Noce» di
Palermo troviamo due case:
una per bimbi e l’altra per ragazzi dai nomi altamente
evocativi e carichi di progettualità; l’ultima in ordine di
tempo è la casa di Batja (dal
nome della figlia del faraone
che salvò Mosè dalle acque)
che è la casa di bimbi e bimbe
da 0 a 5 anni affidati al Centro
diaconale dal Tribunale dei
minori di Palermo in attesa
dei provvedimenti di adozione o di affidamento; l’altra è
la Casa dei Mirti che accoglie
ragazzi dagli 8 ai 14-15 anni.
Questa casa, più vecchia nel
tempo, prende origine da un
albero di mirto che fu un
tempo lussureggiante vicino
all’agrumeto, ridotto ora ai
minimi termini ma sempre
fascinoso, stretto come è fra
l’edificio delle scuole, della
foresteria ai piani alti e dai tuguri in via di ristrutturazione.
Una casa, o meglio un villone; quest’ultimo, che è stato da poco ristrutturato con
sicura grazia (vedi foto), è
provvisto di un ampio tetto
piano abitabile, con una bella
pergola, e da una facciata che
dà sul cortile dei giochi che è
stata ornata recentemente da
armoniose arcate mediterranee. Mentre il pianterreno
vede gli alloggi del custode e
di alcuni obiettori di coscienza, il primo piano si presenta
come un vasto e moderno
appartamento, a suo tempo
ristrutturato, per accogliere
la casa famiglia di ragazzi dagli 8 ai 14-15 anni.
Sono 8 i ragazzi che vi abitano, quasi tutti quattordicenni, provenienti da situazioni socio-familiari alquanto
disastrate e che nel migliore
dei casi possono sperare nella permanenza nei fine settimana presso qualche familiare affidabile o nel peggiore
dei casi vivono tutta la settimana, compresa la domenica, all’interno della casa con
una vaga, pressoché impossibile speranza di essere affidati a una famiglia che venga
giudicata idonea. Le storie di
vita sono alquanto varie e,
pur nelle numerose difficoltà,
ci sono tante sfumature di
vissuto e di speranze: chi vive
col fratellino, chi vive in casa
protetta dall’età di 5 anni, chi
ha zii e zie che si interessano
sommariamente a lui.
Qual è il progetto educativo
alla base di questa attività di
recupero? Renderli autonomi,
coscienti nel gestire rapporti e
affetti, raggiungere il traguardo scolastico della scuola dell’obbligo, anche se con tanti
problemi e non poche delusioni. Vale anche per loro il
fatto che lo studio può migliorare di poco la loro vita fino a
che la situazione affettiva relazionale non si risolva o sia
in via di risoluzione. Un’agenda di attività giornaliera delle
più laboriose: alle 7 sveglia,
poi colazione e riordino personale e delle camerette (veramente accoglienti), avvio alle singole scuole (anche assai
lontane), alle 13,30 ritorno
con pranzo gestito da cuoche
ed educatrici, fino alle 15,30
giochi in cortile (quante grida!), alle 15,30 compiti, alle 19
le docce e poi preparazione in
comune della cena (sono
molto bravi nella confezione
dei dolci), con apparecchiatura e sparecchiatura a turno.
Attorno a queste attività
tante discussioni, liti, risse,
parolacce tante volte a stento
contenibili. E, per badare a
tutte queste interrelazioni
tanto burrascose quanto problematiche, una équipe agguerrita di educatori collaudati e opportunamente formati (un educatore venuto
da poco, tre educatrici, una
responsabile coordinatrice,
la signora Anna per la tenuta
generale e impeccabile della
casa). Una volta la settimana
(il venerdì) un tavolo comune
di discussione, la paghetta di
2-3.000 lire al giorno, raffrontare i problemi della convivenza quali gelosie, furti,
problemi legati al sesso, danni al mobilio comune. Uno
psicologo, il dott. Gaspare
Cusimano, si mette a disposizione per fare il giro dei grossi problemi una volta la settimana e tutte le volte che
esplodono conflitti.
Per gli educatori non è
un’attività di tutto riposo, 36
ore la settimana con turni
anche di notte e di domenica.
Enza Cuffaro, al suo terzo anno di servizio alla Casa dei
Mirti, pur nella sua segnalazione di disponibilità piena,
non tace delle difficoltà, dello
stato di sconforto che ogni
tanto assale lo staff. Stanno
attendendo un obiettore di
coscienza, ritengono importante il ruolo maschile per
gestire parolacce e violenze.
E infatti la violenza orale e di
fatto, le emozioni che non si
sanno verbalizzare ma che
sono sempre agite in modo
imprevedibile che creano un
vero disagio per il gruppo.
Eppure in mezzo a tante difficoltà c’è sempre lo spiraglio
della speranza che fa capolino: chi pensa da grande di fare il pasticcere, chi l’elettrotecnico, chi nutre un grande
interesse per la cura degli
animali. In tutti, da buoni siciliani quali sono, danno importanza al vestire elegante,
ad apparire simpatici e belli
con le ragazze, ad apprezzare
le uscite in pulmino (della casa) per una gita o un soggiorno a Scoglitti o a Vita, verso
Trapani, in estate.
Casa dei Mirti, ragazzi della
Casa dei Mirti: come un tempo il mirto era considerato
simbolo di dignità e nobiltà
così pure noi, emblematicamente ma soprattutto evangelicamente, vorremmo (e
l’impegno è tanto) che i nostri ragazzi fossero incoronati
di mirto per la loro dignità di
uomini e (perché no?) di una
grandezza di impegno di vita
da spendere generosamente
in Palermo, fra quella gente
che diede loro impervi natali,
difficile infanzia e problematica adolescenza. Pensiamo a
loro e mandiamo più spesso
pensieri positivi, di affetto, di
solidarietà, di benedizione.
M Una classe di Sassetta (Massa Marittima) ha visitato anche la Chiesa valdese
Livorno, città delle molte nazioni e delle molte fedi
LEONARDO CASORIO
S ASSETTA, riporta l’«Annuario generale dei Comuni e delle frazioni d’Italia»
del Touring Club (1993), è un
Comune in provincia di Livorno, distante dal capoluogo 65 km; vi sono 413 abitanti
censiti nel 1981 chiamati
«sassettani», il paese dipende
dalla curia vescovile di Massa
Marittima, il 16 agosto festeggia San Rocco e in ottobre vi
sono manifestazioni con tordata e sagra della castagna. E
vi è anche, ovviamente, una
scuola pluriclasse elementare
comprendente 19 alunni,
quest’anno frequentanti le
classi I, II, III e V: nessuno
della IV.
La particolarità è che la
preside dell’Istituto comprensivo scuole materne, elementari e medie di San Vincenzo, prof.ssa Daniela loninelli, ha autorizzato il gruppo
insegnante della scuola elementare di Sassetta ad accompagnare la scolaresca in
un breve viaggio a Livorno, la
città delle molte nazioni e
delle molte fedi. E questo
viaggio era stato accuratamente preparato mediante la
realizzazione artigianale,
molto dignitosa, di un’interessante pubblicazione riportante ritagli ingranditi e particolari di cartine, fotografie,
succinte note storiche dei
principali luoghi in cui esistono tuttora insediamenti
Laura Casorio nella chiesa valdese di Livorno
ed edifici religiosi relativi alla
presenza in città di cattolici,
ebrei, protestanti e musulmani. La pubblicazione è
inoltre corredata di brevi note riportanti le principali caratteristiche forme di culto di
tali religioni, realizzate con il
metodo dei fumetti, in una
maniera schematica e di facile e scorrevole lettura.
Preannunciata durante gli
annunci in un recente culto
nella chiesa valdese di Livorno, martedì 21 marzo una
ventina di bambini di questa
scuola, ha visitato la chiesa
accompagnati dagli insegnanti Batistini, Rossi, Rizzacasa,
Cappai, Ureni, e sono stati accolti dalla sorella Laura Casorio. Tale incontro si inseriva
in una più ampia visita alla
città, con particolare riguardo
alle fedi diverse e alle storiche
libertà labroniche. Dopo un
rapido, ma intenso scambio
di idee e notizie, riguardo alla
chiesa e alla presenza protestante in città nel corso dei
secoli, c’è stata una bellissima
opportunità per rispondere a
interrogativi e chiarire dubbi.
I bambini, in particolare, si
sono mostrati interessati e in
curiositi e hanno posto numerose domande relative agli
scarni arredi, al versetto posto
sopra il pulpito, alla Bibbia
aperta rivolta alle panche e
all’edificio stesso ospitante la
chiesa che non rivela all’esterno l’esistenza di una chiesa:
inoltre hanno chiesto quale
lingua veniva usata durante il
culto e notizie sulle figure dei
predicatori.
È stato un breve e fugace
momento che ha offerto agli
insegnanti e agli scolari
un’ottima occasione per delle considerazioni sul concetto di fede che ha vincolato
nel tempo il modo di vivere
di intere popolazioni protagoniste di tante storie in cui
sono coinvolti ancora oggi
uomini e donne, nei loro
rapporti con l’unico Dio,
creatore e Signore del mondo. E se quei bimbi in futuro
leggeranno e sentiranno parlare dei valdesi, sapranno almeno di cosa si parla.
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Pubblicato il bilancio
dell'otto per mille 1999
L’Unione delle chiese cristiane awentiste del 7“ giorno (Uj( |
ca) ha reso noto in questi giorni il bilancio consuntivo delfa^^ |
no 1999 relativo alla gestione dei fondi provenienti dall’otij
per mille Irpef. La Chiesa awentista ha speso 6,5 miliardi, ^
otto disponibili per il ’99, investendoli in progetti sociali, u% '
nitari e culturali, sia in Italia che all’estero.
In Italia l’impegno è stato di 3 miliardi 295 milioni, investii
per progetti a favore di bambini e giovani (Centri giovanili, 5j.
prattutto al Sud), persone anziane (Case di riposo), stranieri
profughi, persone senza fissa dimora. Inoltre sono state orgj!
nizzate diverse attività di carattere culturale nelle scuole e neH
università. Una speciale attenzione è stata rivolta a progetti sa.
nitari, alla prevenzione e all’educazione alla salute. ‘
All’estero sono state portate avanti iniziative tese a fronte»,
giare situazioni di emergenza e per favorire lo sviluppo. Vi sono
stati interventi in occasione dell’uragano Mitch in America
centrale, dei terremoti in Colombia e Turchia, del ciclone ij
Pakistan, delle inondazioni che hanno colpito il Bangladeshej
Tadjikistan, della carestia in Jacuzia; sono state ricostruite ca»
distrutte in India e Ruanda. Progetti alimentari sono stati condotti per i bambini indigenti del Kosovo, in Brasile, in Guinea
Conakry, in Angola e Uganda. Notevole è stato anche l’inipe.
gno per favorire lo sviluppo, attraverso il sostegno a microini.
prese che aiutano direttamente famiglie e piccole realtà locai '
in Africa e in America Latina, oltre a corsi e scuole di formazione professionale per inserimento nel mondo del lavoro in Mozambico, Honduras e Messico. Progetti a carattere sanitario sono stati attuati in Bielorussia, Angola, Uganda, Etiopia (conia
costruzione di un ospedale), Mozambico, Filippine, Guinea I
Bissau, Vietnam, Cambogia. In tutto per i progetti all’estero I
l’Uicca ha investito 2 miliardi 835 milioni. |
Per informazioni dettagliate sull’utilizzo dei fondi si può |
consultare il sito web: www.ottopermille.awentisti.org. (nwj.
IA Santa Severa, 14-15 aprile
Immigrazione e asilo
Il Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia organizza per i giorni 14-15 aprile al Viaggio della gioventù di Santa Severa un convegno sul tema: «Immigrazione e asilo. La situazione legale e nuovi sviluppi». 11 seminario intende offrire un’occasione di approfondimento t
confronto sulle questioni che ogni giorno si trova ad affrontare
chi si occupa delle nuove norme in materia di immigrazione e
asilo. Gli argomenti verranno affrontati con l’aiuto di esperti dei
problemi giuridici e pratici che si incontrano a contatto conia
pubblica amministrazione. Fra i relatori Cristopher Hein («la
legislazioiie sull’asilo politico e la protezione umanitaria»), Walter Citti («Le politiche europee per l’immigrazione e l’asilo»),
Sergio Briguglio («La legislazione sull’immigrazione»), Lucilla
Tron («Tecniche di ascolto»), Annemarie Dupré («Fare rete»).
Il costo di partecipazione è di £ 76.000. Per Informazioni:
Servizio rifugiati e migranti Fcei, via Firenze 38, 00184 Roma;
telefono 06-48905101, fax 06-48916959; e-mail: sm. evangeliche@agora.stm.it.
Un lutto a Pramollo
Il fratello Ennio Zeni
Con il sole del pomeriggio, ormai primaverile, abbiamo lasciato Ennio Zeni nel suo ultimo percorso nel piccolo cimitero
di Pramollo, il 14 marzo. L’annuncio della resurrezione in Cristo, fatto dalla pastora, e poi la preghiera di ringraziamento del
papà Ugo, perché il Signore non ci abbandona, neppure in
momenti tanto difficili, hanno segnato questo passaggio.
La comunità di Pramollo, che ha visto crescere Ennio Linda
bambino, con grande affetto e amicizia si è raccolta numerosa
nel tempio, insieme ai familiari e agli amici; i primi versetti del
Salmo 103 hanno guidato la pastora che ha poi ricordato con
simpatia Ennio in questi suoi ultimi anni di vita spesso a Pramollo, fino al malore che lo ha colto improvvisamente il sabato precedente. Più tardi, nell’asilo di San Germano, l’anziana
zia Alice ricordava come spesso fosse stata difficile la vita de
nipote. Così nella mente sono tornate le parole ascoltate dal
pulpito; l’Eterno è quel che redime la tua vita (...) che ti corona
di benignità (...) che ti fa ringiovanire come l’aquila.
Carlo Moriero - Chiavati
CRONACHE DELLE CHIESE
CATANIA — La comunità battista si è congedatà da Enza Semerara ved. Lorusso, attiva e partecipe nella vita comunitaria in cui si era inserita provenendo da Mottola. Allo
figlie Angela, Addolorata e al figlio Nicola, e alle loro famiglie, giunga il nostro affetto fondato sulla certezza della resurrezione di Cristo.
• All’inizio del mese di febbraio il Consiglio del 16” circuito ha visitato la comunità valdese per un esame della vita
spirituale. Il sovrintendente past. 'ivinfrid Pfannkuche, m
assenza del past. Pons, ha presieduto il culto di insediamento del Consiglio di chiesa, recentemente rieletto,
composto da Loredana Acanfora, Antonella Aloisi, Silvia
Caflisch, Èva Albert, Antonio Di Grado.
• Il 26 febbraio abbiamo avuto il piacere di ascoltare la
predicazione del prof. Ermanno Cenre, tornato a Catania
per condurre un seminario alla Scuola di ministero cristiano. Cenre ha inoltre partecipato a una tavola rotonda
sul tema del Giubileo a cui hanno preso parte don Luig'
Chiovetta, responsabile per l’ecumenismo della locale arcidiocesi, e il prof. Antonio Coco dell’Università cittadina
• Ci rallegriamo con Antonio Licitra e Clara Panasela p®*
la nascita di Diana.
• Nel mese di febbraio ci hanno lasciato Giovanni Pia*®'
nia e Mario Caviezel.
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VENERDÌ 31 MARZO 2000
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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Cinisello
Progetti
per il futuro
del Centro
La ripresa delle attività al
Centro culturale «Jacopo
Lombardini» era in corso di
preparazione da parecchi
mesi; in particolare una bella
giornata nel parco di Cinisel
10 Balsamo con culto, agape,
lotteria, concertino, ecc. aveva fornito a tutti gli interessati a questa stimolante ma
delicata operazione una preziosa occasione di lavoro con
l’approvazione dello statuto
(che sarà depositato in Comune) e un’ampia discussione su come realizzare lo scopo del Centro, che è di esprimere una testimonianza evangelica operando nella
cultura e creando occasioni
per trasmettere il messaggio
evangelico.
La traccia lasciata dalla
precedente attività del Centro è molto forte, ma la situazione è radicalmente cambiata e bisognerà utilizzare
quanto resta del lavoro fatto
sviluppando nuove linee di
intervento. Gli orientamenti
emersi sono volti a costruire,
con diversi ambiti della città,
una rete di contatti che ci
faccia conoscere all’esterno e
ci dia l’occasione di conoscere a nostra volta nuove realtà, nella speranza di superare un certo settorialismo
che caratterizza la vita culturale di Cinisello. In questo
modo si potrà accrescere
l’incisività dell’azione di
quanti sostengono un progetto culturale che promuova la libertà in ogni sua espressione, una maggiore
equità sociale, una fruizione
«attiva» della cultura.
Su questa linea si muovono
due progetti presentati alla
Tavola valdese dal pastore
Eric Noffke, attualmente destinato per metà tempo al
Centro, dove risiede con la
moglie Erica. I progetti riguardano: 1) doposcuola per
11 quartiere Sant’EusebioBorgo misto, con richiesta di
finanziamento di 18 milioni e
l’impiego di due volontari
part-time; 2) organizzazione
di una squadra di baseball
(con la richiesta di un volontario part-time per le attività
di propaganda e 5,7 milioni
di finanziamento). Molto, per
il rilancio dei Lombardini, dipenderà da questi due progetti che potranno offrire una
prima struttura portante alla
nuova attività, che si appoggerà in larga misura sul gruppo residente, da completare
con due dei nuovi part-time
previsti se la Tavola valdese
approverà i progetti.
Un comitato degli Amici
del Centro, già eletto dall’assemblea, fisserà gli obiettivi e
traccerà le linee di intervento,
che saranno inevitabilmente
di sperimentazione, con gli
adattamenti e le correzioni
che si renderanno man mano
necessari. Il comitato degli
Amici, nella sua prima riunione, ha eletto in piccolo comitato per l'evangelizzazione. Per ora sono iniziati degli
studi biblici quindicinali, un
culto mensile e conferenze
pubbliche in collaborazione
con associazioni culturali locali. Per saperne di più l’indirizzo Internet del Centro è
''nvw.geocities.com/centroLombardini/. (p.f.)
FRATELLI
* ^•FIORINI
ARREDAMENTI
F.lli FIORINI
ARREDAMENTI snc
di David« « Piatro Fiorini
Via Camillo Berrteri, 15
54031 Avanza Carrara (MS)
Tal. 0585 856262
Pax 0585 50301
Giornata di formazione a Mestre per le chiese del Nord-Est
Il coraggio di Abigail
Una lettura «al femminile» dei testi biblici può consentire olle donne
di assumere maggiori responsabilità nelle chiese e nello società
CLARA COZZI
Domenica i9 marzo si è
tenuta a Mestre la II
Giornata di formazione organizzata dal 7° circuito con la
Federazione delle chiese
evangeliche del Nord-Est. Il
tema proposto era «Le donne
fanno teologia», relatrice la
past. Letizia Tomassone. Per
il culto la pastora aveva preso
in esame il passo di I Samuele 25, 23-35, dove si narra
dell’affronto che Davide ricevette da parte di Nabal e della
saggezza di Abigail nel fermare gli armati pronti a farsi
giustizia. Il coraggio di Abigail nella sua supplica verso
Davide è un esempio di come
molte volte le donne in situazioni di pericolo hanno dovuto umiliarsi e supplicare gli
uomini per salvare la vita
propria e quella delle persone di cui erano responsabili.
Abigail però nel placare l’ira
di Davide con i doni che gli
erano dovuti ha potuto altresì profetizzare le vittorie che
egli avrebbe ottenuto in seguito, il suo futuro di capo di
Israele e soprattutto che la
sua vita sarebbe stata custodita presso il Signore.
Nella relazione Tomassone
ci ha portato a riflettere sulla
teologia femminista, termine
più provocatorio che «teologia al femminile», sui modo
in cui l’educazione, l’ambiente, le chiese condizionano il nostro modo di leggere e
di capire la Bibbia. Ogni epoca ha il suo linguaggio nei
parlare di Dio e con Dio. Nella nostra, nel mondo occidentale dovremmo, come
donne, parlare anche per
quelle che sono in situazioni
a volte gravissime di sofferenza. Nella Bibbia ci sono, a
volerli vedere, molti esempi
di gesti di responsabilità e di
libertà fatti da donne che
hanno saputo superare i condizionamenti di un mondo
patriarcale che le relegava a
ruoli subalterni.
Tuttora l’immagine della
donna è appesantita dal patriarcato, bisogna creare un
linguaggio inclusivo rendendoci conto che i maschile è
diventato il «falso neutro»
universale mentre il femminile rende la parzialità, la differenza. Nella nostra epoca
di globalizzazione l’uomo
bianco occidentale viene preso come esempio per tutti. Le
donne comprendendo questo sono partite da una critica del linguaggio. Nel campo
della fede la pienezza di Dio
si rivela in una parzialità
umana: Gesù. La teologia
femminista invita la teologia
a considerare questa parzialità e a vederne i limiti per recuperare la pienezza del
messaggio divino.
Nel concetto di peccato
l’orgoglio umano che vuole
mettersi al posto di Dio è diventato il peccato per eccel
lenza, ma questo è un peccato maschile: «agire in nome
di Dio». Il peccato femminile
è il ritirarsi, il non volere, il
non assumersi le responsabilità delegando ad altri. Le
chiese nelle formule liturgiche per il matrimonio continuano ancora a sottolineare
la dovuta remissività delle
donne nei confronti dell’uomo, mentre a lui viene chiesto un atteggiamento di responsabilità, di decisione.
Non tutti i testi biblici sono
patriarcali, anche se scritti da
uomini; alcuni esempi: la
Sophia (sapienza) che era
con Dio al momento della
creazione (Proverbi 8, 22-36
ss.), immagine usata anche
per Cristo (Giovanni 1, 1-4);
Dio che viene descritto come
padre e madre (Osea 11, 1-4);
Gesù stesso che nelle parabole del Regno usa esempi femminili 0 che descrive se stesso come una chioccia quando raccoglie i pulcini, oppure
quando pratica con estrema
accoglienza la comunione di
mensa con pubblicani e prostitute. Anche nell’Apocalisse
l’autore non ha avuto problemi a prendere immagini positive femminili utilizzando
la mitologia pagana del proprio tempo (12, 1-8). Per scoprire il femminile nei testi bisogna approfondirli nello
studio, smontarli per ricollocarli nel loro contesto mediante una esegesi storicocritica; l’editrice Claudiana
con la pubblicazione di testi
di studio specificamente al
femminile ci aiuta in questa
ricerca che è essenziale per
tutti e che approfondisce la
nostra comprensione della
Bibbia. Grazie alla relatrice,
la giornata è stata veramente
proficua e stimolante per i
presenti, donne e uomini.
Un'iniziativa che ha coinvolto valdesi e battisti a Livorno
Un culto animato dai canti in spagnolo
LEONARDO CASORIO
NELL’EVANGELO di Giovanni (8, 12) Gesù dice:
«Io sono la luce del mondo:
chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà
la luce della vita». Così l’invocazione all’apertura del
culto che, domenica 19 marzo, è stato presieduto da
Laura Casorio nella chiesa
valdese di Livorno. E con le
stesse parole, ma in lingua
spagnola, il coretto misto dei
giovani evangelici battisti e
valdesi di Livorno ha cantato
il primo dei canti proposti
dal Grume (Gruppo musicale
evangelico), organismo che
vuole proporre per conto
della Fcei il rinnovamento
del canto liturgico nei culti.
Tale iniziativa, presenti oltre
70 fra sorelle e fratelli comprendenti anche la comunità
battista di via Battisti, fa seguito alla precedente avuta
nel gennaio scorso in quella
stessa comunità. E le comunità hanno mostrato di gradire l’iniziativa: di avere cioè
dei giovani che si preparano,
durante il loro tempo libero,
per cantare e per svolgere
così anche vita comunitaria.
Ormai i loro nomi e i loro
volti cominciano a essere noti e familiari: Elena, Giorgio,
Sara, Giampaolo, Chiara,
Francesco, Mimma, Dario,
Scianti... Il presidente del
Consiglio della chiesa valdese di Livorno, Gabriele Lala,
si è detto piacevolmente sorpreso di ascoltare canti nuovi di altre culture e in lingue
diverse da quella italiana, in
frammezzati nel culto, e cantati da giovani di comunità
diverse, ma lieti e sotto lo
sguardo del comune Signore,
in preghiera. Ha fraternamente salutato e ringraziato
per la presenza i numerosi
membri della comunità battista che, per l’occasione,
aveva sospeso autonomamente il culto domenicale
nei propri locali di via Battisti. Anche i canti liturgici tradizionali, tratti dall’Innario
cristiano, hanno avuto un tono e un ritmo più marcato e
più partecipato del solito, accompagnati all’organo dal
giovane studente universitario in medicina Dario, primogenito dei coniugi Gambaccini, membri attivi della
comunità valdese locale.
Nel suo sermone, incentrato su Romani 5, 1-11, Casorio ha evidenziato che
Il coretto misto (battisti e valdesi) canta durante il culto
AGENDA
31 marzo
TORINO — Alle ore 20,45, nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, Elsa Bianco, presidente dell’Unione
buddista italiana, e lo scrittore e giornalista evangelico
Giampiero Comolli discutono su; «Il fascino del buddismo».
PALERMO — Alle ore 17, al Centro evangelico di cultura «G.
Bonelli» (via Spezio 43), per il corso «Riforma e riforme», il
past. Fulvio Ferrarlo parla su: «La Riforma parallela: Zwingli.
Dall’Umanismo alla Riforma nella città-stato di Zurigo».
PORDENONE — Alle ore 20,30, nella chiesa battista (viale
Grigoletti 5), il pastore Domenico Tomasetto parla sul tema:
«Quale ecumenismo nell’anno 2000?».
1** aprile
l’apostolo Paolo ha basato la
sua esortazione a uscire dalla
condizione di peccatori, indicando la «giustizia» di Dio.
È solo attraverso la costruzione di una nuova relazione
con Dio che possiamo essere
riabilitati e ristabilire una
giusta relazione con lui. Il
primo passo però, non è stato il nostro: qualcuno prima
di noi e per noi ha proposto
di stabilire una relazione
nuova e noi abbiamo risposto. L’Eterno, per stabilire
una nuova relazione con noi
ha fatto una cosa straordinaria, donandoci una nuova vita attraverso la morte di Cristo. E noi, uomini e donne,
abbiamo ricevuto una testimonianza da parte di chi ha
creduto, per fede, prima di
noi e ha voluto testimoniare
per noi affinché anche noi
potessimo, a nostra volta,
credere per fede.
È proprio un peccato che
lo scritto non possa far vedere il compiacimento e il gusto di essersi visti in tanti,
con letizia e con reciproca
simpatia. La sorella Iris,
compiaciuta, mi confidava:
mi faresti una foto qui, in
chiesa, seduta tra i banchi,
accanto a sorelle e fratelli?
oggi per me è stata una giornata particolare, non perché
è il mio compleanno ma perché, in preghiera, avevo
spesso chiesto al Signore di
concedermi momenti gioiosi
di comunione fraterna come
questa. Ho scattato la foto,
ma non credo che abbia ripreso lo spirito di fede presente nella sorella di chiesa.
FIRENZE — Alle ore 17, al Centro culturale protestante «P.
M. Vermigli» (via Manzoni 19/a-21), la past. Letizia Tomassone parla sul tema: «Gesù e le donne visto da una donna».
TORINO — Alle ore 16, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11), per il ciclo «Le chiese cristiane si incontrano», Aldo Moda, Bruno Rostagno e Traian Valdman discutono il tema:
«Liturgia: i segni della grazia di Dio».
MILANO — Alle 17, alla libreria Claudiana (v. Sforza 12/a), il
past. Paolo Ribet parla sul tema; «I negro spiritual».
CINISELLO BALSAMO (Mi) — Alle ore 16, al Centro Lombardini (via Montegrappa 62/b), Manfredo Pavoni parla su «La
morte», per il ciclo di incontri di introduzione alla Bibbia.
CATANIA —Alle 18,30, al Centro protestante di cultura (v.
Cantarella 6) si tiene la presentazione del laboratorio «Pensare il cattolicesimo in una società pluralista» a cura del past.
Italo Pons. Segue il seminario «Giustificazione per grazia mediante la fede; fattore di divisione o di comunione?», relatore
il past. Fulvio Ferrarlo, introduce il past. Pawel Gajewski.
1**-2 aprile
BERGAMO — Dalle 9 del sabato, al Centro culturale protestante (v. Tasso 55,1 p.), si svolge una laboratorio di formazione alla nonviolenza e intercultura con la partecipazione di J.
Romero del Servizio mennonita di mediazione (Bruxelles).
2 aprile
OMEGNA (No) — A partire dalle ore 9,30, alla Chiesa metodista (v. F. Ili Di Dio 64), si tiene una giornata comunitaria.
Dopo il culto presieduto dal past. Giorgio Bouchard, vi sarà
la presentazione, da parte di Piera Egidi, dei suoi libri «Incontri» e «Voci di donne». Alle 12,30 pranzò comunitario.
3 aprile
CINISELLO BALSAMO — Alle 21 a Villa Ghirlanda, si tiene
una serata sul debito del Terzo Mondo dal titolo; «Il libero
mercato da solo aiuterà tutti!»; partecipa Maurizio Meloni.
4 aprile
CARPI (Mo) — Alle 21, nella sala congressi (viale Peruzzi), per
il ciclo di incontri «Da Lutero a Luther King» organizzato dal
centro di cultura protestante «L. Vernon» di Modena, Francesco Maria Feltri parla su: «La riforma prima della Riforma.
Movimenti ereticali negli ultimi secoli del Medioevo».
5 aprile
IVREA — Alle 21, alla chiesa valdese (via Torino 217), per il ciclo di incontri «Il linguaggio e i linguaggi della fede», Alberto
Corsani parla su: «La Parola in movimento: fede e cinema».
ROMA — Alle 16,15, nella chiesa metodista (via Firenze 38),
Filippo Gentiioni parla su: «il potere della Chiesa: l’Opus Dei».
6 aprile
TORINO — Alle ore 16 e alle 20,45, nella sala valdese di via
Pio V 15 (I p.), per il corso su «Parola e azione: le due prospettive della predicazione dell’Evangelo», Jean-Jacques
Peyronel parla sul tema: «L’internazionale della diaconia
evangelica: la diaconia e l’Europa. Logica e motivazioni
dell’intervento diaconale delle chiese evangeliche europee».
VENEZIA — A partire dalle ore 9, all’Auditorium S. Margherita, si tiene il convegno «Fecondazione assistita: una questione aperta» organizzato dal Centro culturale Palazzo Cavagnis con la chiesa valdese-metodista e la Comunità ebraica. intervengono fra gli altri Roberto Della Rocca, Marco
Bouchard, Anna Rollier, Carlo Flamigni, Sergio Rostagno.
7 aprile
CATANIA — Nella chiesa valdese di via Naumachia 20 si tiene un concerto della corale valdese di Prali.
UDINE — Alle 18, alla chiesa metodista (piazzale D’Annunzio 9), il pastore Andreas Kòhn parla sul tema: «L’idea del
"Millennio” nel cristianesimo promitivo».
TORINO —Alle ore 18, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11/h), il teologo cattolico Oreste Aime parla sul tema: «Esperienza religiosa: esperienza di Dio? Il cristianesimo di fronte
alle nuove spiritualità».
8-9 aprile
PACHINO — Con inizio alle 19 del sabato, la chiesa valdese
festeggia il proprio centenario. Nella sala conferenze della
Banca di credito cooperativo (via Unità 7) il past. Emanuele
Fiume parla sul tema: «XX secolo: un secolo protestante». A
seguire concerto della corale valdese di Prali e presentazione
del libro «Storia di una famiglia valdese in Sicilia». La domenica in piazza Vittorio Emanuele, alle 10,15, concerto della
corale della Chiesa battista di Siracusa e culto alle 11.
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04- FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.it/~valdese/claudian.htm
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10
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 31 MARZO 2000
venerdì
DUE NUOVE INTESE
CON LO STATO
GIANNI LONG
La firma delle intese con l’Unione buddista italiana (Ubi) e
con la Congregazione cristiana
dei Testimoni di Geova rappresenta un momento significativo
per la storia della libertà religiosa in Italia, che in questi ultimi
anni si traduce soprattutto
nell’attuazione dell’art. 8 della
Costituzione. Questo articolo
prevede che i rapporti con lo
stato delle confessioni religiose
diverse dalla cattolica «sono regolati per legge sulla base di Intese con le relative rappresentanze». Ma ci sono voluti 36 anni
dall’entrata in vigore della Costituzione nel 1948 per giungere alla prima Intesa con le chiese
rappresentate
dalla Tavola valdese (1984). Da
allora si è andati
avanti con il metodo che gli anglosassoni chiamano stop and
go. Nel 1986-87
sono state firmate le Intese con
gli avventisti, le
Assemblee di Dio, l’Unione delle
comunità ebraiche. Dopo circa 7
anni, vi è stato un nuovo momento favorevole per le Intese,
con la firma nel 1993 di quelle
con i battisti e i luterani Poi una
nuova pausa di 7 anni, e ora sono ora arrivate le Intese con
buddisti e Testimoni di Geova.
Basterebbe questo «calendario» per apprezzare il fatto che
ci siano due nuove Intese. Le
pause hanno segnato il prevalere, per anni, della tesi che le Intese sono ormai troppe e che occorre trovare un altro sistema
per regolamentare le minoranze
religiose o, come talora sbrigativamente si dice, le sette. L’idea
di una legge generale, che evitasse allo stato di confrontarsi da
pari a pari con confessioni «scomode» è da molti considerata
una valida alternativa al sistema
delle Intese previsto dalla Costituzione. E in questo senso buddisti e Testimoni di Geova rappresentano confessioni «scomode» per eccellenza. I buddisti sono una religione senza una precisa definizione della divinità e
senza ministri di culto paragonabili a quelli della Chiesa cattolica e delle confessioni che già
hanno una intesa; dalla dottrina
giuridica e dalla giurisprudenza
italiana erano definiti, sino a
qualche anno addietro una tipica «non religione». 1 Testimoni
di Geova vengono da una storia
di discriminazioni, ma anche di
rifiuto dello stato e di talune sue
Firmate, dopo una
pausa disette anni,
le Intese «scomode»
con i buddisti e i
Testimoni di Ceova
zio militare, trattamenti sanitari
come le trasfusioni di sangue); i
giornali hanno riferito di una vivace opposizione, da parte di
forze politiche cattoliche, anche
alla presente Intesa.
Le Intese sono uno strumento
tipico dell’Italia, senza molti paralleli all’estero (salvo la Spagna). Ma un esplicito riconoscimento di queste due confessioni
rappresenta comunque una novità anche nel quadro internazionale. Va quindi riconosciuto
al governo Prodi, che ha avviato
la trattativa, e a quello D’Alema
che l’ha conclusa, di avere seguito una linea originale e coraggiosa. Ma anche le due confessioni hanno in
Italia un comportamento diverso
da quello tenuto
in altri paesi; si
può parlare di un
«riconoscimento» da parte loro
dello stato (italiano), non sempre
condiviso da tutti
i buddisti e i Testimoni di Geova del mondo.
Il sistema delie Intese sta
quindi portando in Italia a una
forte omologazione di confessioni molto diverse tra di loro. Ciò è
confermato dal contenuto delle
due nuove Intese, del tutto simili
a quelle stipulate in precedenza.
Le uniche novità di rilievo sono
l’assenza di una celebrazione
«buddista» del matrimonio, conformemente all’uso di tale confessione, e di una norma sul servizio militare nell’intesa con i
Testimoni di Geova. Non c’è assistenza spirituale ai militari, dato
il rifiuto dei Testimoni di Geova
in materia; ma ciò è desumibile
solo dal silenzio dell’Intesa, dato
che nulla è espressamente detto
sul servizio militare, così come
sui trattamenti sanitari. Questa
scelta della confessione può stupire, ma corrisponde a un’evoluzione in atto sin dal riconoscimento della personalità giuridica alla Congregazione: la volontà di stipulare un’Intesa con
lo stato ha prevalso su quella di
affermare posizioni che sono lasciate alla scelta dei singoli. Per
quanto concerne l’otto per mille, entrambe le confessioni entrano nel meccanismo. I buddisti hanno fatto una scelta che
combina in modo diverso possibilità già presenti nelle altre Intese: destinare la quota corrispondente alle scelte espresse al
sostegno del culto e ad attività
umanitarie; solo a queste ultime
la quota corrispondente alle
istituzioni (voto politico, servi- scelte non espresse.
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REDAZIONE CENTRALE TORINO;
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valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1 800 Economici: a parola £ 1.000.
La testala Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero t2 del 24 marzo 2000 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 22 marzo 2000.
2000
Auocisto alla
Unione stampa
periodica italiana
La legge approvata recentemente non merita tante critiche
Una buona «parità scolastica»
L'unico dovere istituzionale ed esclusivo dello stato sto nel dettare
le norme generali e i diritti e gli obblighi delle scuole non statali
ELIO CANALE
La legge sulla parità delle
scuole non statali sta suscitando reazioni contrarie
più veementi di quanto meriti. Se conveniamo che la difesa della democrazia passa attraverso la definizione di regole che garantiscano sulla
trasparenza delle azioni del
governo e dei singoli, allora
questa è la ragione che ci permette di accettare questa legge. Finora, in assenza di una
legge, le scuole non statali
erano regolate da ordinanze e
circolari del ministero con la
possibilità di essere cambiate
secondo la volontà dei ministri o dei direttori generali.
Ora i ministri dovranno regolarsi in conformità a una legge del Parlamento che attua
la Costituzione cominciando
dall’obbligo di dettare le norme generali dell’istruzione e
terminando con il controllare
che tali norme siano seguite
da tutti coloro che si muovono nell’ambito del sistema
nazionale di istruzione e formazione. Chi deciderà di restarne fuori potrà realizzare
una scuola svincolata da norme, e coloro che vi mandassero i figli saprebbero che
nessuno potrebbe garantire
alcuna coerenza con i principi della Costituzione. Il fatto,
poi, che quello dell’istruzione
sia un dovere istituzionale
dello stato, istituendo scuole
di ogni ordine e grado, non
ha mai escluso che altri soggetti potessero aprire e gestire scuole.
Esclusivo della Repubblica
è il compito di dettare le norme generali e di fissare, per
legge, i diritti e gli obblighi
delle scuole non statali. Questo, ora e finalmente, si sta
facendo. Coloro che sono
perplessi sulla capacità di
controllo del governo circa
l’operato di tutte le scuole,
possono cominciare a ben
sperare grazie al fatto che è
stato creato il Cede, un organismo che deve svolgere la
funzione di valutare la scuola
a livello nazionale: peccato
però che quell’istituzione dipenda dal ministero della
Pubblica istruzione e non sia
realmente indipendente. Infatti sulla questione della valutazione della scuola è preoccupante che la reazione
del corpo insegnante al cosiddetto «concorsone», criticabile per molti aspetti, si indirizzi verso una forma di autovalutazione assemblearistica che, se consentita, porterà
di nuovo a un’autoassoluzione generalizzata, con riconoscimenti uguali per tutti, con
un appiattimento verso il
basso frustrante per coloro
che svolgono compiti aggiuntivi o che migliorano continuamente la propria profes
sionalità. Dovremo accettare
che sia un organismo esterno
alla scuola a effettuare, sul
modello inglese, una valutazione regolare delle scuole.
In generale, quindi, il sistema educativo unico ci assicura che lo stato può controllarne sempre la coerenza
con i principi costituzionali.
La vera obiezione dovrebbe
essere che sia permesso ad
alcuni di aprire scuole, o di
mandare i propri figli in
scuole non inserite in un sistema controllato. Sarà assolto l’obbligo scolastico da
chi frequenterà scuole esterne al sistema pubblico? Pavento quelle scuole fuori
controllo per quel che potranno insegnare ai giovani!
Penso a scuole portatrici di
concezioni dei rapporti, tra
uomini e donne o tra fedeli
di religioni differenti, contrari alla libertà di scelta e alla
tolleranza reciproca.
In questo contesto è da sostenere la proposta di legge
che obblighi lo stato a istituire scuole materne statali su
tutto il territorio nazionale:
quello è un suo dovere che
non può disattendere. Il valore delle scuole non statali
non deve risiedere solo nella
funzione di surroga. Il senso
delle scuole, statali e non statali, deve risiedere nella specificità dell’offerta formativa
che ciascuna istituzione scolastica saprà elaborare per
incontrare i bisogni e gli interessi delle famiglie e degli
studenti. In questa direzione
si muove il processo di autonomia delle istituzioni scolastiche, che va visto come portatore non solo di mera concorrenza commerciale, ma
soprattutto di sana emulazione, che sconfigga la tendenza
all’assuefazione e all’acquisi
zione di un tranquillo tran
tran della docenza, come abbiamo visto spesso e volentieri nel passato perché rassicurata dalle garanzie di afflusso di studenti.
Il punto più controverso riguarda il finanziamento. Il
mio parere deriva dall’esperienza maturata in altri paesi
europei, alcuni di reale tradizione laica come la Francia,
dove veramente nelle scuole
statali non c’è l’insegnamento religioso e si rifiutano persino i segni distintivi delle religioni (crocifisso o chador).
Ovunque il sistema è unico e
tutti sono finanziati dallo stato, anche se in forme e dimensioni differenti. Alcune
preoccupazioni derivano dal
timore che i soldi dati alle
scuole non statali siano sottratti alle scuole statali. Ciò
non è vero, anzi con questo
governo i fondi destinati
all’istruzione e alla formazione sono aumentati, anche se
non hanno ancora raggiunto
la percentuale sul Pii degli altri stati europei. La pressione
sui nostri parlamentari è che
si accetti di destinare una
quota maggiore del bilancio
dello stato al settore istruzione e formazione, ma questo
potrà avvenire man mano
che si dimostrerà, in relazione ai risultati, che il sistema
scolastico saprà spendere in
modo efficace.
Circa, poi, il conflitto insanabile con il «senza oneri per
lo stato» (art. 33, terzo capoverso), dovremmo avere la
forza e la volontà di chiedere
una revisione della Costituzione che annulli l’art. 7 (che
inserisce il concordato con la
Chiesa cattolica nella Costituzione) insieme alle citate
ultime cinque parole del terzo capoverso dell’art. 33.
CAROLINA, una Signora
che ci scrive da Trieste,
vorrebbe capire meglio le
storie dei primi capitoli della
Genesi, i racconti della creazione. Ci sono molte cose che
le sfuggono e vorrebbe - dice
- una risposta concreta. Ha
già chiesto a tante persone e
nessuno le ha saputo dare
chiarimenti che possano essere accettati.
Le dico in poche parole come io ho capito queste pagine. 11 grande libro della Bibbia è la raccolta che descrive,
con l’aiuto di testimoni di
tempi molto diversi, come gli
uomini e le donne hanno
parlato di Dio. C’è, in tutte le
pagine della Bibbia, dai tempi più lontani fino al tempo
della venuta di Gesù Cristo, il
tentativo che degli uomini e
EUGENIO RIVOIR
delle donne fanno di capire
chi è Colui che ci ha incontrati e che ha fatto ogni cosa.
Ci sono pagine di storia ma ci
sono anche pagine di poesia,
di canti, di riflessione (e anche, ma sì, pagine di protesta). All’inizio della Bibbia, da
tempi molto lontani, viene a
noi la riflessione sulla situazione dell’umanità che vuole
sapere tutto (che crede di sa
SUI GIORNALI
COBRIERE DELLA SERA,
La lapide di Dolcino
Un corsivo di prima pagina a firma di Giuliano Zincone (7 marzo) affronta il
proliferare di notizie intorno alle lapidi celebrative di
personaggi perlopiù controversi del passato: dal caso di
quella a Giovanni Gentile
all’Università di Pisa a quelle dedicate, come strade e
piazze, a personaggi direttamente coinvolti nella politica e nella storia. Non fa
eccezione il caso che apre
l’articolo: «Fra Dolcino, chi
era costui? - scrive Zincone
-. Era un monaco, squartato
e bruciato per eresia nel
1307. AH’inizlo del Novecento la Casa del popolo di
Vercelli gli dedicò una lapide che fu,rimossa durante
il fascismo, riesumata nel
1984 ed esposta tra mille
polemiche nei giorni scorsi.
Ma lontano dal municipio,
“per non urtare alcuna sensibilità” (parole del sindaco). Risulta difficile - prosegue l’articolo - immaginare
quale potrebbe essere la
"sensibilità” offesa dal ricordo di quel povero frate.
Ma bisogna ammettere che
molte passioni politiche
contemporanee si rifugiano
(in mancanza d’altro) nei
labirinti bronzei e marmorei degli epitaffi, dei monumenti e delle targhe stradali». Anche perché, prosegue
più avanti, «...le passioni
politiche autentiche squartano e bruciano, dai tempi
di fra Dolcino a quelli del
terrorismo».
Awiire
Ecumenismo ed ecologia
Un’ampia intervista a firma di Diego Andreatta (7
marzo) a Karl Golser permette a quest’ultimo, direttore dell’Istituto «Giustizia,
pace e salvaguardia del creato» di Bressanone, di esprimere il proprio pensiero sul Giubileo in rapporto
alla sfida ecologica, anche
in chiave ecumenica. Dice
Golser: «La prima raccomandazione deU’assemlriea
ecumenica di Graz dice c he
“promuovere la salvaguardia del creato dovrebbe essere parte integrante della
vita della Chiesa a tutti i
suoi livelli’’». E a una domanda più precisa aggitmge: «Come da Bonhoeffer,
protestante, e Metzer, cattolico, venne la richiesta di
un concilio per la pace, così
constato che dopo il Vaticano II sono state le religioni a
proporre iniziative sui temi
ambientali. L’assemblea di
Graz richiamava l’importanza di un’azione economica e politica, la necessità
di dare il buon esempio (...)
e il raccordo degli impegni
dell’Agenda 21 - piattaforma operativa internazionale - con le iniziative dei vari
organismi ecclesiali».
pere tutto) e dell’incontro di
questa umanità con il Signore del mondo e della storia.
Questa riflessione, nel passato, veniva fatta attraverso
racconti. Tutti i temi che ci
toccano e che ci fanno riflettere (il problema del male ma
anche il problema della nascita del creato - perché uomini e donne si odiano, ma
anche perché esiste il perdo
no e l’amore - il mistero della
nascita e della morte), tutti
questi temi (e altri ancora)
sono rappresentati attraverso
racconti. Se leggessimo queste pagine nella lingua originale, l’ebraico, ci renderemmo conto per esempio che
Adamo significa uomo e Èva
colei che dà vita: è la storia
dell’uomo e della donna e dei
loro problemi, dei tentativi di
superarli, dei limiti delle loro
forze, e così via. Sono i problemi degli uomini e dello
donne, da sempre, sulla faccia della terra. Se vuoi vivere
da solo, non ce la fai.
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(Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione «Culto
evangelico» curata dalla Federazione delle chiese evangeliche
in Italia andata in onda domenica 26 marzo)
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PAG. 11 RIFORMA
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Comunità montana vai Pellice
In cerca di una nuova sede
La Comunità montana vai Pellice cerca casa. Ovvero unà :
nuova sede. Attualmente l’ente è «ospitato» in un edificio di
proprietà dell’Asl 10 (che ha lì la sede del suo distretto vai Pel- '
lice e numerosi servizi) a Torre Pellice ma gli spazi risultano
insufficienti per tutti gli uffici, tant’è che alcuni settori sono
collocati in altri siti, sempre a Torre Pellice. L’intento
dell’amministrazione (si stanno valutando alcune soluzioni
con possibili recuperi edilizi oppure mediante realizzazione
di un nuovo edificio, sempre a Torre Pellice) è quello di riunire in un unico complesso tutti i settori creando nel contempo
anche un centro a disposizione di tutti i Comuni della valle
per le gestione associata di numerosi servizi.
Comunità Pinerolese pedemontano
Giornalisti in visita
La scorsa settimana un gruppo di giornalisti provenieìiti da
diverse città d’Italia e da alcuni paesi europei ha visitato, tutti i
Comuni della Comunità Pedemontana, percorrendo i luoghi
più caratteristici di ogni paese. L’organizzazione è sfata curata
dall’Atl delle valli di Susa e del Pinerolese, neU’arntìitò dtì programmi per la promozione turistica del territQiio pinéfoliese.
Partendo dal centro storico di Pinerolo, lavisita è proseguita a
San Pietro, al Castello di Miradolo di San Secondo, al tempio e
al faro (nella foto) di Prarostino; il pranzo in trattoria proponeva piatti tipici della zona, come la supa barbetta e il fritto misto piemontese. Nel pomeriggio il tour è continuato nei Comuni di Cumiana, Roletto, Frossasco e Cantalupa.
Riforma
DE
A
1)
(Fondato nel 1848
Wt^'' Le valli alpine di fronte alle esigenze dell'agricoltura e all'evoluzione del mercato turistico
Alla ricerca di uno sviiuppo sostenibile
L'economia di montagna può ricevere nuovi impulsi dalla vocazione all'accoglienza dei forestieri
nel rispetto delle compatibilità ambientali. L'attività dell'agriturismo ha le maggiori prospettive
DAVIDE ROSSO
Agricoltura in alcuni casi può voler
dire anche accoglienza
turistica, utilizzo della
' cultura e delle tradizioni
a fini di accoglienza. Le
aziende agrituristiche sono, in alcune zone come
il Pinerolese, da una parte una risposta, che si è
andata sviluppando in
questi anni, all’abbandono della montagna e
dall’altro una realtà di
produzione e offerta di
prodotti tipici iocaii.
In generale se l’agricoltura nella Regione Piemonte copre ancora, come pare, circa il 70% del
territorio specialmente
in montagna in questi ultimi anni ci si è resi conto deH’iniportanza dell’attività dell’uomo, del
suo intervento di gestione del territorio venuto spesso meno a causa
del grave spopolamento.
D’altra parte in molte
valli alpine si sta cercaTido, per altro non sempre
agevolmente, di dare una
struttura turistica all'economia sviluppando attività che vengano incontro alle esigenze dei visitatori e puntando a un rilancio del territorio in
termini di rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. Sicuramente in
quest’ottica di sviluppo
sostenibile va posta l’attività di molte aziende
agrituristiche che riescono ad affiancare all’atti
Veduta aerea del Colle Barant, in alta vai Pellice, dove sorge l’orto botanico. Sullo sfondo a sinistra il Colle della Croce
vità propriamente agricola un’attività di ristorazione e di accoglienza. In
questi giorni la Confederazione italiana agricoltori (Cia) ha festeggiato i
vent’anni di «Turismo
verde», un’iniziativa che
raduna molte aziende
agrituristiche piemontesi. «L’associazione Turismo verde - dicono alla
Cia - in questi anni si è
data il compito di organizzare e far conoscere
quelle aziende agricole
che sceglievano di affiancare alle attività della
coltivazione e dell’allevamento quella dell’ospitalità ai turisti. Oggi questo
tipo di aziende, in un ottica di sviluppo sostenibile e di offerta di qualità
legata ai prodotti tipici,
svolge un ruolo certamente importante che
non va sottovalutato».
Ma quale è la situazione alle Valli, dove non
sono poche le aziende
agrituristiche? Proprio in
occasione del ventennale di «Turismo verde» è
uscita, preparata dalla
Cia unitamente a diverse
altre iniziative, alcune a
scopo umanitario a favore del Burkina Faso, una
guida agli agriturismi
della nostra regione che
al di là purtroppo di alcune imprecisioni linguistiche presenta una
mappa abbastanza completa delle attività presenti alle Valli, anche se
ovviamente mancano le
aziende non associate.
Ne emerge un offerta varia che va dalla possibilità di visitare la cascina
di fascia pedemontana a
quella più propriamente
di montagna con un tipo
di attività che si è sviluppata negli anni soprattutto in direzione dell’accoglienza e della formazione rivolta ai ragazzi
delle scuole ma dove sono molte le aziende dove
le famiglie possono consumare un buon menu
tipico e dove è possibile
soggiornare.
Nel territorio dell'AsI 10
Si riaffaccia
la tubercolosi?
La tubercolosi sembra
ricominciare a «far problema», anche nei paesi occidentali: e nel Pinerolese? Nel territorio dell’Asl 10 ogni anno vi sono
da 15 a 20 nuovi casi;
all’incirca 3-4 bambini
su 1.000 (dallo 0,2 allo
0,4%) vengono trovati
positivi a seguito del
controllo della tubercolina (tine test) nelle classi
prime elementari. Ogni
anno vengono effettuate
800 verifiche su categorie
■a rischio (ad esempio i
famigliari dei malati), lo
screening su tutti i bambini di 6 anni (1.500 prove tine-test/tubercolina),
un centinaio di vaccinazioni. «La situazione è in
linea con il resto d’Italia», spiegano all’Asl; è
tuttavia un dato che desta qualche preoccupazione perché tende ad
aumentare con il crescere dei fattori di rischio.
Per cercare di affrontare la situazione, da venerdì scorso è stato costituito un nuovo «centro
di riferimento pinerolese», composto da medici
ospedalieri e territoriali:
la cura in ospedale e la
prevenzione sul territorio saranno ora più strettamente correlate, rivedendo i percorsi terapeutici. Prima ciò non avveniva con regolarità e le figure che operavano in
tema di diagnosi e terapia lavoravano, secondo
la direzione dell’Asl 10,
in modo disgiunto.
Dai dati in possesso
dell’AsI nel Pinerolese le
età a maggior rischio di
infezione sono comprese
fra i 15 e i 24 anni e dopo
i 50 anni; l’incidenza è
superiore fra i maschi e
territorialmente si nota
un maggiore incremento
in vai Chisone con un
tasso medio di 16 nuovi
casi ogni 100.000 abitanti
contro i 10 casi della vai
Pellice e i 14 del basso Pinerolese. Ma verrà presto
ampliato il livello delle sinergie: «Fra gli obiettivi a
breve termine - aggiunge
il direttore dell’AsI 10,
Ferruccio Massa - rientra
il potenziamento del rapporto con i medici di famiglia, i Sert, i servizi socio-assistenziali e le associazioni di volontariato».
CONTRAPPUNTO I
IMMIGRATI: OCCORRE
MAGGIORE SENSIBILITÀ
FEOIMCATOURN
Da più di cento giorni
non piove e in città non ci
sono le docce. Sempre di un
problema di acqua si tratta,
in un certo senso. Ma se
della mancanza di pioggia,
con i fiumi che languiscono
e i boschi in pericolo ci accorgiamo tutti, non ci sembra altrettanto evidente che
qualcuno abbia difficoltà
a lavarsi. Le »»am»»»«.
docce in questione sono di
conseguenza
quelle pubbliche, e mancano: mancano a
Torino, dove
hanno chiuso
quattro bagni
pubblici in poco tempo, e _____
mancano a Pinerolo, dove è vero sì che
qualche tempo fa il Comune ha provveduto ad attrezzare una doccia (l’unica)
all’interno dei servizi di
piazza Barbieri, ma è altrettanto vero che quella doccia
non ha mai funzionato, per
la mancanza di riscaldamento e, pare, a causa di alcuni difetti nella regolazione dell’acqua. Parola dell’unica persona che ha cercato di utilizzarla. Considerato che le richieste di docce pubbliche pressano 1’
amministrazione comunale
almeno dal 1996, il risultato
è davvero poca cosa.
Anche perché a non avere il bagno in casa sono soprattutto gli extracomunitari, e allora una doccia
può diventare molto facilmente una questione politica. Lo si è visto il 25 marzo a Torino, durante la manifestazione che ha coinvolto 4.000 persone, di cui
per una volta moltissimi
erano immigrati; fra le
principali richieste, oltre
all’indispensahile permesso di soggiorno e alla chiusura del «centro di accoglienza» di corso Brunelleschi, c’era proprio la doccia
pubblica, a prezzi popolari,
polemica resa particolarmente aspra dal bagno turco gestito da privati in accordo col Comune, in via di
costruzione al posto del bagno pubblico di via Fiocchetto. Questione politica,
tuttavia anche questione
religiosa, perché il lavarsi è
un fatto di igiene quotidiana, si sa, ma per i musulmani fa parte anche delle
indispensabili abluzioni rituali prima delia preghiera,
ed è quindi comprensibile
come sia per loro particolarmente grave l’insufficienza, l’inadeguatezza o
addirittura la mancanza di
un luogo dove compierle.
Se poi si continua a parlare di immigrati e si allarga lo sguardo, le mancanze
si moltiplicano, i provvedimenti presi a sanarle o almeno a rappezzarle sono
precari, provvisori, a volte
illogici e del tutto inapplicabili. Prendiamo ad esempio i nomadi. A Torino si
cerca di con
/ problemi di casa
e integrazione
interpellano
le chiese e le
istituzioni
tenere la loro
affluenza ai
campi stabilendo un tetto di presenze che non
solo è di molto inferiore
alle esigenze,
ma soprat______ tutto è fisso:
come a dire
che quella comunità non
può permettersi di avere figli se non a prezzo di andarsene altrove. E se Torino
piange, Pinerolo non ride; il
campo nomadi situato vicino al cimitero è provvisorio
da trent’anni. Chi ha visto il
campo nomadi attuale dice
che i bagni fatti si sono presto rotti, l’attacco dell’Enel
è arrivato dopo molto tempo, i rovi invadono lo spazio, e soltanto da poco è
stato piazzato il container
dove (grazie al volontariato) sì fa scuola ai bambini.
Le chiese valdese e cattolica
di Pinerolo, insieme, da
tempo chiedono un incontro con il Comune per fare
il punto della situazione.
Anche se è chiaro che è
difficile dare risposte e ancora più difficile tradurle
in pratica, questi sono segnali di una difficoltà di
ascolto dell’altro, in particolare se immigrato, e in
primo luogo dei suoi bisogni primari. £ banale, ma
forse non del tutto inutile
ripetere che prima di qualsiasi discorso di integrazione culturale e religiosa
vengono una qualità di vita
dignitosa, uguali diritti alla casa (di nuovo si vedono
i cartelli: «non si affitta agli
stranieri», eco dei «non si
affitta ai meridionali» di
appena trent’anni fa), alla
salute, all’istruzione, all’igiene. La carenza dì servizi
mette a disagio chiunque, e
chi vive in condizione di
disagio rischia di nutrire
del risentimento per una
società che lo emargina; e
chi vive ai margini è più facilmente preda di situazio
ni «a rischio», pericolose
per tutti. È inutile dire,
quindi, che anche una doc
cia, soprattutto se mancan
te, diventa una questione
di accoglienza.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle \àlli Aàldesi
VENERDÌ 31 MARZO 2000
venerdì 3
CAI: PIVIDORI CONFERMATO PRESIDENTE —
L’assemblea del Cai-Uget Val Pellice, venerdì
scorso, ha confermato presidente Bepi Pividori,
friulano da anni abitante a Villar Pellice. Confermato quasi tutto il Consiglio uscente: Valdo Bellion, che per tanti anni ha svolto un apprezzato
ruolo di «fac totum» aveva chiesto di non essere
più rieletto ed è dunque stato sostituito. Fra i
progetti più importanti per il Cai la realizzazione
di un sistema di elettrificazione del Rifugio Granerò (nella foto il bivacco) probabilmente misto,
con pannelli solari e una piccola centralina
idroelettrica. «Se riusciremo a trovare i finanziamenti l’opera potrebbe essere già realizzata quest’anno», annuncia il presidente del Cai-Uget.
PINEROLO: RESTYLING AL PALAZZO COMUNALE
— Sono cominciati recentemente i lavori di manutenzione sul municipio di Pinerolo. Gli interventi, che prevedono sostanzialmente il rifacimento dell’intonaco e la tinteggiatura delle facciate esterne dell’edificio e che costeranno circa
700 milioni, coinvolgono per ora la parte della
struttura che si affaccia su via Arsenale e la prima parte di via Trieste per continuare poi sul resto dell’edificio.
COMPUTER GRAFFITI: UNA MOSTRA — Dal 1° al
9 aprile al salone dei Cavalieri in via Giolitti 7 a
Pinerolo l’Istituto «Porro» propone una mostra
da titolo «Computer graffiti, anteprima di un
museo»: è la storia del personal computer dalle
origini ai primi Armi 90 proposta sotto forma di
esposizione di computer e altri componenti.
SDEBITIAMO...CI — È il significativo titolo di una
serie di incontri promossi dalla Chiesa valdese e
dalla parrocchia San Donato di Pinerolo: il primo appuntamento è per venerdì 31 marzo alle
20,45 quando la pastora Ursel Koenigsmann e
l’animatore biblico S Ivatore Ameduri guideranno una riflessione bi' fica da titolo «Rimetti a noi
i nostri debiti, com'" noi li rimettiamo ai nostri
debitori». Gli incor iri si svolgono presso il Seminario nell’aula deH’Uni/ersità della terza età, in
via Trieste 44 a Pinerol j.
VILLLAR PELLICE: NUOVI PARCHEGGI — Saranno solo sei o sette, ma con la carenza di parcheggi nella zona centrale del municipio e delle
poste, sarà comunque un piccolo aiuto in più.
Sono in corso proprio in questi giorni i lavori di
realizzazione di alcuni parcheggi nell’area in dotazione alla scuola: in realtà i bambini non utilizzavano quel tratto e così l’amministrazione
comunale ha ritenuto di realizzare qualche posto auto in più al servizio di una zona con diversi servizi di pubblico interesse.
INCENDIO AI RAGGIO — Non era la prima volta:
giovedì scorso un’abitazione in borgata Raggio
ad Angrogna è stata data alle fiamme, probabilmente da un suo ex abitante non nuovo a simili
gesti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoc( .
RORÀ —11 Comune di Rorà ha deciso, con una de beta del Consiglio comunale, di incentivare l’insediamento di nuove famiglie di giovani con residenza stabile sul proprio territorio. Vengono
aiutate persone che abbiano sostenuto spese di
acquisto o ristrutturazione di case, oppure per il
trasferimento a Rorà ovvero anc( ra per quei
proprietari che abbiano affrontato pese per migliorie ai loro immobili onde affittarle a famiglie
residenti stabilmente in Rorà. Le domande di
contributo vanno presentate sulla modulistica
predisposta dal Comune ed entro il 30 aprile.
NUOVI ORARI PER IL COMUNE DI PRAROSTINO
— Dal l" aprile, gli uffici del Comune avranno il
seguente orario: Ufficio servizi demografici: lunedì ore 10-12, martedì 9-12 e 14-18, giovedì 912 e 14-15,30, venerdì 10-12 e 14-15,30, mercoledì e sabato chiuso: Ufficio tecnico: martedì 912 e 14-18, giovedì 9-12 e 14-15,30, venerdì 1012 e 14-15,30, lunedì mercoledì e sabato chiuso.
RAPINA A LUSERNA SAN GIOVANNI — 46 milioni
sono un buon bottino per un colpo di pochi minuti. È successo intorno alle 10 di martedì 21
marzo a Luserna San Giovanni, quando due rapinatori a volto coperto sono entrati nella banca
Crt e hanno intimato a una dipendente di consegnare i soldi delle casse. Le armi non erano in
vista, ma i rapinatori con le mani in tasca simulavano la forma di una pistola. Ad attenderli
c’era un complice, che alla guida di una lancia
Thema fi ha condotti alla fuga.
MUORE PER UN INCIDENTE IN BICI — Pier Carlo
Molino, 25 anni, è morto mercoledì scorso in seguito a una banale caduta dalla bicicletta: stava
percorrendo in mountain bike una strada fra i
boschi nel territorio di Villar Pellice, quando è
caduto battendo la tempia contro un sasso. 11
suo corpo è stato ritrovato soltanto il giorno dopo da un boscaiolo. Pier Carlo Molino da poco
viveva a Bobbio Pellice: lavorava alla Caffarel di
Luserna San Giovanni ed era volontario Aib.
A colloquio con il sindaco, Bruna Brache
Il recupero della Crumière
nel futuro di Villar Pellice
MASSIMO CNONE
TI recupero della
CKx Crumière è stato un
atto politico molto forte». Così Bruna Frache,
sindaco di Villar Pellice,
commenta la decisione
presa dalla precedente
amministrazione anche
se, ammette, «si tratta
di una scommessa di cui
si conoscevano bene le
conseguenze». Compresa
la pesante difficoltà di far
passare l’idea alla popolazione. «Questo fu il primo pensiero della giunta
di allora, di cui facevo
parte come assessore alla
Cultura: un impegno pienamente sottoscritto da
tutto il Consiglio: eravamo particolarmente preoccupati per il futuro delle maestranze che continuavano a lavorare nell’ambito della Cooperativa Nuova Crumière».
D’altra parte, il finanziamento di 1 miliardo e
900 milioni di lire ricevuto con progetto europeo
Docup per la realizzazione del primo lotto «non
poteva essere impiegato
in altro modo e senza
quei soldi non avremmo
mai potuto recuperare
l’area del vecchio feltrificio il cui stato di degrado
era molto avanzato». Così
la decisione: dal 1994 inizia la collaborazione fra
Comune di Villar Pellice,
Comunità montana e
Cooperativa nuova Crumière: l’edificio viene acquisito dal Comune, anche grazie a un generoso
avanzo di amministrazione degli anni precedenti.
Il finanziamento europeo imponeva dei tempi
stretti: «La ditta Fantino spiega Bmna Frache - ha
fatto un ottimo lavoro
con il prezioso aiuto dello
studio Lev di Piscina. Al
momento, dopo il completamento del primo lotto alla fine del ’98, si sta
procedendo all’allestimento del museo». Ma i
lavori alla Crumière non
sono finiti. «Per il secondo lotto di recupero architettonico e funzionale
- continua il sindaco non era più pensabile che
l’ente capoffla fosse il Comune di Villar: ecco l’intervento della Comunità
montana, che si assunse
l’incarico di avviare i lavori iniziati nel giugno
dello scorso anno».
L’investimento necessario per il secondo lotto
è di circa 6 miliardi: «Ma
il problema di queste opere - commenta Bruna
Frache - sta nei costi di
gestione; per mantenere
la struttura restaurata e
ancora chiusa, il Comune
di Villar ha sborsato 30
milioni nel solo 1999». La
costruzione del museo ha
evitato che il vecchio fabbricato andasse in rovina, ma adesso la priorità
sembra essere nell’utilizzo mirato degli spazi offerti dalla Crumière, naturalmente con una promozione adeguata. «Un
bilancio del progetto conclude il sindaco di
Villar Pellice - si potrà fare soltanto al termine dei
lavori; affermazioni come
quelle dell’assessore regionale alla Montagna,
Vaglio, a proposito delle
presunte cattive amministrazioni di alcune giunte
di sinistra, mi sembrano
assolutamente pretestuose e degne del clima
preelettorale».
Il progetto Crumière
Il ruolo dell'Agess
Nel maggio dello scorso anno viene costituita
l’Agenzia per lo sviluppo
sostenibile (Agess): una
società per azioni a capitale misto pubblico e privato per la gestione del
progetto. La settimana
scorsa il Comune di Villar
Pellice ha firmato una
convenzione con l’Agess
che si farebbe carico delle spese di ordinaria e
straordinaria amministrazione del primo lotto
del fabbricato: 16 articoli
che definiscono il «comodato deH’ediflclo, delle
attrezzature e dei beni
mobili» e che liberano il
Comune dai costi sostenuti lo scorso anno. La
società diventa l’unico
soggetto istituzionale di
riferimento per il progetto della Crumière.
Dell’Agess fanno parte:
Comunità montana vai
Pellice, Comuni di Villar
Pellice, Angrogna, Bricherasio e Luserna San
Giovanni, Chambra d’
Oc, Nuova Barus, Cooperativa culmrale «La Tarta
volante». Cooperativa sociale «Nuova cooperativa», Cai-Uget vai Pellice,
Sandro Paschetto e Giovanni Peyrot. Alla presidenza c’è l’ex assessore
I Verso «Torino 2006»
Al via la Consulta
ambientale
Per la realizzazione degli impianti per le prossime
Olimpiadi del 2006 c’è bisogno di una grande attenzione anche in campo ambientale, senza arrivare agli
eccessi e muovendosi con la volontà di «risolvere i
problemi». È la sintesi di quanto ha recentemente affermato l’assessore all’Ambiente della Provincia di
Torino, Beppe Gamba, impegnato nella costituzione
della Consulta ambientale prevista dallo statuto del
comitato olimpico. Faranno parte di questa Consulta
gli assessori afi’Ambiente della città di Torino, della
Provincia, della Regione e delle tre Comunità montane interessate (Pellice, vai Chisone e Alta vai Susa),
oltre a rappresentanti di enti che si occupano di ambiente e delle associazioni ambientaliste presenti a livello torinese (almeno una decina).
Sul piano dell’impiantistica ci sono, è noto, diverse
riserve, in particolare sugli impianti per il bob in vai
Susa e sul trampolino a Pragelato. «Bisogna realizzare
un dossier tecnico che sia concreto e che diventi la
base per il confronto» aggiunge Gamba; un dossier
arricchito di elementi visto che quello presentato per
la candidatura, realizzato molto velocemente, conteneva evidenti inesattezze fra cui che le valli Chisone e
Susa sono stabili sul piano geologico, il che non è vero. Fra le proposte c’è quella di puntare su una unica
«valutazione ambientale strategica» che comprenda
l'operazione olimpica nel suo complesso; sarà probabilmente una équipe del Politecnico di Torino, guidata dal prof. Cambino, a «istruire» la pratica.
Nelle valli del Pinerolese
Niente cervi
almeno per ora
Non arriveranno né da Tarvisio né dalla Francia; per
ora i cervi che i cacciatori volevano immettere in vai
Pellice staranno «a casa loro». L’ampio confronto fra
le amministrazioni comunali della valle ha visto un
«no» pressoché unanime, soprattutto in quei Comuni
più direttamente coinvolti dal progetto. Del resto una
posizione negativa è stata espressa anche dal «tavolo
verde» agricolo e dalle associazioni ambientaliste: sia
Legambiente in un’articolata presa di posizione contro la pratica delle introduzioni di animali a scopo venatorio, sia il Wwf sostenendo che «la selvaggina riconquisterà da sola i propri territori» hanno detto
apertamente di no. A questo punto la Provincia di Torino, che dovrà comunque sentire prima di una eventuale decisione la Comunità montana, ha preferito rimandare ogni iniziativa. Non sarà certamente il 2000
l’anno delle immissioni di cervi; intanto il Comprensorio alpino Torino 1 sta proprio in questi giorni esaminando il piano per la gestione degli ungulati nel
prossimo triennio. Un piano che riguarda camosci,
cervi, caprioli, mufloni, cinghiali e stambecchi (quest’ultima specie non cacciabile). 1 censimenti effettuati l’anno scorso avrebbero evidenziato, sui 66.000 ettari venabili nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca,
la presenza di circa 300 mufloni, oltre 3.000 camosci,
oltre 100 stambecchi, quasi 300 cervi, quasi 800 caprioli; per i cinghiali non sono stati effettuati censimenti e il dato noto è quello dei capi abbattuti, 410
nell’annata ’99-2000, 525 l’anno prima, 408 nel ’97-98.
Ha raccolto un buon successo l'iniziativa della Pro Loco di Angrogna
Piace la rievocazione delle scuole
alla cultura della Comunità montana. Bruna
Peyrot.
Abbiamo chiesto a
Bruna Peyrot di illustrarci le iniziative previste.
«Il secondo lotto dovrà
essere completato nell’agosto 2001: per ora continueremo ad affittare la
sala e punteremo sulla visita del museo di archeologia industriale da parte di scuole o gruppi. Ci
sono già moltissime nuove proposte, fra cui il lavoro del gruppo impegnato sulla formazione:
con la collaborazione delle scuole del territorio e
di 5 agenzie di formazione, la Crumière sarà sede
di corsi per la microimprenditorialità giovanile:
è un progetto attivabile in
autunno. Dal 2001 funzioneranno anche una foresteria con 80 posti letto
e un servizio di ristorazione con 60 coperti». L’Agess disporrà presto di
una sede nel primo lotto
della Crumière: «Fra bre
ve - conferma Bruna Pey
rot - ci saranno due per
sone distaccate dalla Co
munità montana per i lavori socialmente utili: 20
ore ciascuna, per tenere
in funzione gli uffici.>.
ENRICO BERTONE
Hanno riscosso grande successo le serate sulla scuola
del territorio di Angrogna, organizzate dalla Pro Loco, che hanno
visto la partecipazione dell’insegnante Ethel Bonnet che, negli anni dal 1952 al 1978, ha svolto la sua
attività di maestra elementare in
alcune frazioni del comune.
Il primo incontro ha avuto luogo
il 21 novembre, al tempio del Serre, e c’è stata una simpatica ««replica» il 18 marzo nel capoluogo di
Angrogna. Interessante l’excursus
introduttivo fatto dal sindaco,
lean-Louis Sappé. Nel 1952, quando la signorina Bonnet insegnava
alla Novarea, la valle era classificata zona depressa, lo spopolamento
minacciava soprattutto le borgate
più alte e le attività agricole erano
rese difficili dalla siccità; gli abitanti erano 1.722 e qjueU’anno
emigrarono in 48; vi erano 197
alunni della scuola elementare divisi in otto sedi: Novarea, Roccia
glia, Cacet, Pradeltorno, San Lorenzo, Serre, Martel e Jourdan. A
quel tempo la viabilità risultava
ancora precaria e le insegnanti
avevano l’obbligo di risiedere in
loco. Col passare degli anni qualcosa migliorò, nel 1954 ebbe inizio
l’assistenza del patronato scolastico ai più bisognosi e venne istituita la mensa nel capoluogo; nel
1960 le scuole vennero fornite di
radio e sussidi didattici. 11 Comune
si occupò della sistemazione delle
strade e di alcuni edifici scolastici
ma lo spopolamento sembrava
inarrestabile e le scuole iniziarono
a chiudere: alla fine degli Anni 60
fu la volta della sede del Serre (gli
alunni del Comune erano scesi a
77 in tutto), nel 1978 fecero la stessa fine le scuole di Cacet e Martel.
Ethel Bonnet conosce bene queste vicende ed è visibilmente commossa di vedere tanti suoi ex alunni; per ricordare quegli anni ha
preparato una bella serie di diapositive da lei stessa scattate per
conservare un ricordo. Le immagi
ni scorrono e la maestra racconta;
nel ’52-53 si recava alla Novarea a
piedi o in bicicletta, non le piaceva
risiedere in sede nella piccola
stanza ricavata sopra l’aula dove
doveva leggere col lumino a olio o
a carburo; l’anno dopo è alla Rocciaglia, per lei sono periodi difficili
anche se è amata e aiutata dalla
popolazione. Nell’autunno del
1954 ottiene il trasferimento ai
Jourdan dove insegna fino al 1978.
Emerge così l’esperienza forte
vissuta in solitudine da una giovane donna, il suo grande impegno
di educatrice, l’importante legame
della scuola con la famiglia, ma
traspare anche una vena di nostalgia per quegli anni vissuti intensamente con i suoi alunni che, quando poteva, alla fine dell’anno scolastico portava in gita in Liguria
per far loro vedere il mare. Ethel
Bonnet ha voluto terminare la serata del 18 marzo facendo ascoltare agli intervenuti alcuni canti dei
suoi alunni che lei stessa aveva registrato più di trent’anni fa.
Porte
La variante
della ss 23
Il sindaco di Porte,
Laura Zoggia, e l'assessore alla viabilità del Comune, Rinaldo Bontempi, hanno incontrato la
scorsa settimana i funzionari dell’assessorato
alla Viabilità regionali
per vedere di fare il punto sulla situazione della
«variante» che dovrebbe
spostare il traffico ora in
transito sulla statale 23
sull’altro versante della
vai Chisone, alleggerendo il carico di veicoli per
le vie del paese. Le novità sono che in sr-ttimana i tecnici dell’Anas e
quelli dei Beni ambientali condurranno un sopralluogo per verificare
la fattibilità delFopera.
Da parte regionale il sindaco ha ottenuto anche
un impegno a valutare
con tutti gli uffici competenti i problemi che
ostacolano la realizzazione della variante.
Pinerolo; Sert
studiare le
dipendenze
L’associazione di volontariato Itaca e il Sert
(servizio per le tossicodrpendenze) dell’Asl 10 or
ganizzano a partire
dal
mese di màggio un corso
di formazione sulle tematiche relative alle dipendenze da sostanze,
corso è rivolto a tutti et)loro che possono e desiderano offrire una pari^
del loro tempo e dalla loro disponibilità personale per operare nell’ambito di gruppi di volontariato. Gli incontri si terranno presso l’ex seyo
infermieri in via Triest
42 a Pinerolo nei cinque
mercoledì di magg'U’
dalle 20,30 alle 23. L®
iscrizioni si raccolgon
entro il 14 aprile alle sem
Sert di Torre Pellice, F*
nerolo e Villar Perosa.
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venerdì 31 MARZO 2000
E Eco Delle "\^lli \âldesi------------------:
PAG. 13 RIFORMA
Comunità montana valli Chisone e Germanasca
Un piano socio-economico
UUANAVICUELMO
Astensioni già programmate e votazioni a sorpresa hanno dato,
lunedì 20 marzo, un’impronta di instabilità alla
seduta del Consiglio della
I Comunità montana ChiI sone e Germanasca. Si
I trattava di eleggere cinI que commissioni consiliari e i loro presidenti e
' sembrava ben definito un
' accordo di tutti i gruppi e
I invece, al momento di tiI rarfuorl i nomi, «Lavoro e
I progresso» e gli indipendenti di sinistra dichiaravano di non voler appoggiare la giunta nemmeno
in questo modo, rifiutandosi di votare e di essere
votati. Di parere contrarlo il portavoce del gruppo misto, Renzo RabelliI no, consigliere di minoranza a Massello eletto
nella lista «Piemonte nazione», in Consiglio con
Daniela Licata, uscita
nella lista analoga a Perrero; per Rabellino, entrate a far parte di una commissione non significa
concordare con la maggioranza ma esercitare un
diritto sancito da regole
democratiche.
In conclusione sono
state formate la commissioni e votati i presidenti
nel modo seguente: «Ecologia, assetto del territorio, ambiente, urbanistica, infrastrutture e serviri, protezione civile, lavori pubblici». Laura Zoggia. Porte; «Sport, turismo, mezzi», Luciano Artero, vaiar Perosa; «Servi
zi sociali, cultura, istruzione, sanità», Domenico
Zante, Roure; «Studio e
fattibilità di nuovi servizi
per conto dei Comuni»,
Renato Ribet, Pramollo;
«Agricoltura, foreste, lavoro, artigianato, commercio, industria», Gianfranco Aimo, Usseaux.
Il punto successivo
consisteva nella nomina
del rappresentante della
Comunità montana nel
Comitato di gestione del
comprensorio alpino di
caccia «Tol» per le valli
Pellice, Chisone e Germanasca. Il presidente
affidava la scelta alla minoranza, che proponeva
Nino Ghiado, assessore
esterno a Massello e sostenitore dell’azienda
faunistico-venato ria.
Nella prima votazione
non si è raggiunta la
maggioranza e così nella
seconda, per cui si è rimandata la decisione alla prossima seduta.
E stato quindi ripreso il
piano di sviluppo socioeconomico della Comunità comprendente tutti i
progetti presentati dalla
Comunità montana e dai
Comuni e da enti e associazioni varie, oltre che
da imprese private, per
approvare le integrazioni
più recenti. La Comunità
montana ha inserito anche il recupero dell’ex
Scuola Latina di Pomaretto per la realizzazione
di spazi espositivi e polivalenti, senza però avere
ancora i dati definitivi per
fissare l’ammontare del
finanziamento. Quando
si saprà esattamente il
costo dei lavori, ha spiegato il consigliere Gino
Long, si chiederà un contributo per integrare i doni dei sostenitori.
Dopo aver approvato,
con molte riserve ma
quasi all’unanimità, la
convenzione per la gestione associata dello
Sportello unico per le attività produttive, a cura
della Comunità montana
e per conto dei Comuni,
sono tornate alla discussione alcune opere pubbliche da eseguire nel
2000 con i finanziamenti
per le aree degradate e, in
ultimo, il ben più costoso
rifacimento della seggiovia Malzat-Pian dell’Alpet, nel comune di Prali.
Come si capisce facilmente, le sorti del turismo invernale in vai Germanasca dipendono essenzialmente dall’efficienza degli impianti di
risalita e dalla possibilità
di sopperire con neve artificiale alla mancanza di
precipitazioni naturali. Il
salvataggio della seggiovia, che è utile anche per
il turismo estivo, comporta un finanziamento
iniziale di circa 5 miliardi,
tra contributi regionali e
mutui del Comune di
Prali. Rispondendo alle
molte domande, l’assessore al turismo Bourlot
ha dichiarato che l’impianto, rimesso in sesto
con denaro pubblico, diventerà per ciò stesso
pubblico e che dovranno
essere ridefinite sia la
proprietà che la gestione.
IW Viaggio nell'Otto per mille alle valli valdesi
Collegio a vocazione europea
MASSIMO GNOME
UNA maturità porta1 ■
ta bene. Nel nostro
viaggio fra opere e istituti
delle valli che negli anni
passati hanno beneficiato dei contributi 8%o alla
Chiesa valdese, questa
settimana facciamo tappa in via Beckwith a Torte Pellice. Fondato nel
1831 e inaugurato 6 anni
più tardi, il Collegio valdese sembra vivere una
seconda giovinezza. Elio
Canale è preside dal
1990: «Un periodo - spiega-in cui la nostra scuola ha anticipato sperimentalmente il sistema
che scaturirà dalla riforma dei cicli». Il Collegio
come puntualizza il
preside, il «Liceo valdese»
«a attivato tre indirizzi
^ersi, con la possibilità
ricambiare strada nel
torso degli anni: classico,
scientifico ed europeo,
quest’ultimo comprendente il giuridico-economico e il linguistico.
"La principale novità continua Canale - è lo
®'mnppo della dimensiode europea: nel corso delanno tutti gii studenti
TOecipano a scambi di
e soggiorni indivinali all’estero». Il presie si sofferma sul legame
il mondo del lavoro:
Utilizzo di strumenti audiovisivi al Liceo valdese
«Si
organizzano interf*’ regolari di esperti
iorinazione per spiedo gli atteggiamenti da
sumere, ma il liceo ha
Prospettiva il proseI*.borito degli studi»,
n, il Collegio ha
jf **iato parte dei suoi
«P» ®r*lla promozione:
dal ~ denuncia Caabbiamo patito
p^'^era omissione da
* ‘lei sistema infor
mativo d’orientamento;
a Pinerolo eravamo completamente esclusi. Con
la campagna pubblicitaria abbiamo voluto far
sapere della nostra esistenza». E i risultati sembrano premiare l’iniziativa: «Il numero di richieste di informazione si è
elevato; è stato un buon
investimento».
Con il 2000 sono cambiati anche 4 dei 7 membri del comitato: Franco
Calvetti è il nuovo presidente dopo il proficuo
impegno di Lucetta Geymonat: il comitato ha un
indispensabile ruo- lo
gestionale, di indiriz-zo
strategico e delle condizioni economiche e strutturali, senza mai interferire sul piano didattico.
La chiacchierata con Elio
Canale la strappiamo a
una mattinata di scuola
vuota: gli studenti sono a
casa per una settimana di
vacanza in pieno marzo.
«In futuro - dice Canale anche i piani di studio
dovranno essere rivisti,
ma il Collegio ha sempre
esercitato l’autonomia e
le sperimentazioni sono
progettate ed elaborate
dagli insegnanti».
Ma quanto costa il Collegio? «Il bilancio del
1999 è stato di 1 miliardo
e 200 milioni, cifra che
comprende anche i corsi
di lingue e di formazione.
Per il solo Liceo si spendono circa 800 milioni,
380 dei quali coperti dalle
famiglie dei 92 ragazzi».
La retta è di 4 milioni e
700.000 lire l’anno: una
spesa impegnativa ma,
spiega il preside, «il 30%
degli studenti usufruisce
di borse di studio aperte e
cioè legate al reddito e
non al rendimento». Il
Collegio risponde a tutte
le condizioni richieste
dalla legge sulle scuole
paritarie e, in ogni modo,
«le quote che le famiglie
potranno chiedere allo
stato sono minime». L’otto per mille incide sulle
casse in maniera rilevante: 139 milioni nel 1999,
spesi per progetti relativi
a borse di studio e di
viaggio, pubblicità e libri
in prestito d’uso. Per il
2000, il Collegio ha invece
scelto di mettere da parte
la pubblicità e puntare su
programmi di aiuto alle
famiglie a basso reddito.
«Negli ultimi anni - conclude il preside - il contributo dalle chiese estere
è andato diminuendo:
T8%o ha in parte sostituito queste somme».
Gli impianti invernali di Prali
Ristrutturare per lo
sviluppo e il lavoro
NELLE CHIESE VALDESI
DAVIDE ROSSO
Ristrutturare la
seggiovia di Prali in
vai Germanasca, per
continuare a dare sviluppo e occupazione alla
valle. È questa l’intenzione della Comunità montana valli Chisone e Germanasca che ha già presentato in Regione un
piano integrato di intervento dopo aver ricevuto
dall’assessorato ai trasporti della Regione stessa l’assicurazione di una
copertura finanziaria pari al 50% delle opere. In
concreto l’intervento
prevede un investimento
di circa 5 miliardi per il
rifacimento della seggiovia Malzat-Pian dell’Alpet che diverrà biposto. I
fondi dovrebbero arrivare in parte dalla Regione,
in parte dal Comune di
Prali (800 milioni) e da
quello di Perrero (100
milioni) e dalla Comunità montana,-che dovrebbe attivare un mutuo per circa 400 milioni.
«La Comunità montana - dice Marco Bourlot,
assessore al Turismo della Comunità - è capofila
di questo progetto che
dovrebbe portare per almeno 10 anni un po’ di
tranquillità dal punto di
vista degli impianti alla
stazione sciistica della
vai Germanasca. L’intento primario però dell’intervento pubblico è sicuramente quello della sal
vaguardia dei posti di lavoro oltre a ridare slancio all’attività turistica
dell’intera valle che senza i suoi impianti, ormai
in scadenza, si vedrebbe
mutilata di una delle sue
principali attività. Per il
progetto integrato sarebbe positiva la partecipazione anche di soggetti
privati cosa che darebbe
più valenza all’intervento oltre a completare definitivamente il piano finanziario previsto».
In effetti l’impegno
della Comunità per il rilancio degli impianti pralini va oltre il rifacimento
della seggiovia e prevede
anche la presentazione
alla Provincia nei prossimi giorni di un progetto
preliminare di innevamento artificiale delle piste oltre a una valorizzazione del tracciato per lo
sci di fondo sperando in
un suo possibile utilizzo
come pista di allenamento per gli atleti che parteciperanno nel 2006 alle
olimpiadi. Ma chi gestirà
il nuovo impianto di risalita che verrà realizzato?
È presto per dirlo, anche
se pare probabile una gestione da parte della Seggiovia 13 Laghi; molto dipenderà comunque dal
suo interesse e dal suo
intervento nel progetto;
per il momento i rapporti che fino a poco tempo
fa non erano sempre positivi, sembrano essere
notevolmente migliorati.
INCONTRO PASTORI DEL I DISTRETTO — Martedì 4 aprile, dalle 9, alla Foresteria di Torre Pellice, incontro dei pastori del I distretto: tema
dell’incontro: «Piccoli/e pastori/e crescono», a
cura di Daniela Di Carlo e Gianni Genre.
ANGROGNA — Il culto del 2 aprile avrà luogo nel
tempio di Pradeltorno e vedrà la partecipazione
dei bambini della scuola domenicale che trascorreranno insieme la giornata alla Rocciaglia.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Lo studio biblico di
martedì 4 aprile, ore 20,45, avrà per tema: «Un
solo battesimo».
MASSELLO — Domenica 2 aprile,culto alle 11,15.
PERRERO-MANIGLIA — Riunioni quartierali lunedì 3 aprile, ore 14 a Grangette e mercoledì 5
aprile, ore 14,30, alla Baissa.
PINEROLO — Domenica 2 aprile, ore 10, assemblea
di chiesa; all’ordine del giorno l’elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo e
la nomina di un anziano nel Concistoro. Domenica 9 la corale andrà in gita a Intra a visitare la
comunità di Anne Zeli; chi desidera unirsi ai coralisti deve comunicarlo al pastore Ribet o a Nora Balmas Boccassini.
POMARETTO — Venerdì 31 marzo, ore 20,30, riunione a Perosa Argentina; lunedì 3 aprile, ore 20,
riuniqne ai Masselli, mercoledì 5, ore 20,30, incontro ai Pons, giovedì 6, ore 15, riunione a Inverso Paiola.
PRAMOLLO — Mercoledì 5 aprile, alle 14,30, incontro deU’Unione femminile al presbiterio. Domenica 8 aprile culto cor. lurtecipazlone della
scuola domenicale.
PRAROSTINO — Dal 31 ma io al 5 aprile si svolge
una gita comunitaria a Rii si. Martedì 11 aprile,
ore 16,30, al presbiterio inc.mtro dei catecumeni
con il Concistoro in visti del a confermazione.
TORRE PELLICE — Le riu lioni quartierali saranno
martedì 4 ai Simound e venerdì 7 àlla Ravadera.
VILLAR PELLICE — Le prossime riunioni quartierali saranno lunedì 3 aprile alla Piantà e venerdì 7
aprile al Serre; inizio ore 20,30.
VILLASECCA — Le prossime riunioni quartierali saranno martedì 4 aprile a Morasso, mercoledì 5 ai
Trussan, giovedì 6 a Serre Giors, tutte alle ore 20.
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM 91.2CXD-9B.550-tel. 0121-954194
Un'iniziativa per fornire aiuti tecnici ma anche stimoli all'impresa
A Perosa il Centro servizi per le aziende
Nascerà a Villar Perosa il nuovo
Centro di servizi all’imprenditoria
locale che la Comunità montana
valli Chisone e Germanasca ha deciso di attivare sul proprio territorio. L’iniziativa, che è stata approvata nell’ultimo Consiglio della
Comunità montana, si pone in linea con altre iniziative simili nate
recentemente anche a Pinerolo e a
Torino che hanno lo scopo di dare
servizi e assistenza tecnica a chi
opera nell’imprenditoria ma dovrebbe porsi, nelle intenzioni della
Comunità montana, anche in una
dimensione più propositiva diventando in qualche modo motore di
sviluppo del territorio.
In concreto l’attivazione del
Centro servizi prevede l’apertura a
Villar Perosa, in tempi relativamente brevi, di un ufficio tecnico
che dovrà dare informazioni e un
supporto a chi possiede già un impresa o ha intenzione di avviare
un’attività sul territorio della Comunità. «Si tratta però - dice l’assessore al Lavoro della Comunità
montana. Renato Ribet - di dare
non solo un sostegno tecnico ma
anche di porsi in una posizione di
promozione e stimolo nei confronti dell’imprenditorialità, e a questo
fine verrà individuata al più presto
una persona che avrà fra i propri
incarichi proprio quello di seguire
e promuovere l’imprenditoria delle valli. Compito dell’ufficio dovrà,
nelle nostre intenzioni, essere
quello di stimolare quanti hanno
intenzione di avviare un’attività
potendo anche dare degli strumenti in più che oltre tutto fino a
ora non era possibile fornire».
Materialmente la struttura che
accoglierà gli uffici del Centro ser
vizi per l’imprenditoria sarà parte
dell’edificio che ora a Villar Perosa
ospita il Centro per la formazione
e il «Museo del cuscinetto» andando in qualche modo a completare,
integrandola, l’offerta che offre il
sito in questo momento. «La previsione - dice ancora Ribet - è quella
di recuperare completamente l’attuale edificio dove ha sede il Consorzio per la formazione realizzando, oltre agli uffici che dovranno
ospitare il Centro servizi, anche
una sala convegni in grado di accogliere eventuali iniziative organizzate per la formazione e l’imprenditoria». Un progetto quindi
che si pone nelle intenzioni della
Comunità in una prospettiva di investimento sulla ripresa dell’imprenditorialità in valle in termini
non solo di sostegno ma anche di
stimolo e di proposizione fattiva.
Un passo preliminare per il futuro piano regionale dei trasporti
A Torre si misurano i flussi del traffico
Un alt e un questionario a cui rispondere. Non è un posto di blocco della polizia di qualche remota
frontiera, ma è successo giovedì 23
e venerdì 24 marzo, dalle 7 alle 9 e
dalle 17 alle 19, a Torre Pellice. Sono decine le automobili fermate e
gli automobilisti ai quali sono state chieste alcune informazioni, come la provenienza, la destinazione
e il motivo del viaggio; lungo le vie
principali sono stati allestiti dei
veri e propri contatori, con l’indicazione del tipo di veicolo. «Ci
scusiamo con i cittadini ma stiamo realizzando una mappatura
dei flussi in transito, - spiega l’assessore alla Viabilità del Comune
di Torre Pellice, Enzo Alessio un’indagine che fa parte del Piano
urbano del traffico».
Torre Pellice è uno dei Comuni
prescelti dalla Regione Piemonte
per un più generale piano dei trasporti; l’amministrazione ha ricevuto 30 milioni di finanziamento
per lo studio. «Da qui a prevedere
altri interventi siamo ben lontani commenta Alessio - e per il momento non ci sono altri finanziamenti né alcun tipo di altre risorse:
il Comune ha appaltato questo studio alla ditta Bardini e Morra che
ha già ragionato in passato sulla
riorganizzazione del centro e che
conosce bene la situazione di Torre. Sappiamo dove sono i problemi
maggiori: l’incrocio di via Roma e
la zona adiacente l’ospedale valdese, ma la mancanza di parcheggi
sarà in parte attenuata dalla costruzione di una nuova area di sosta in via Castelluzzo. Per quanto
riguarda piazza della Libertà si può
prevedere un flusso con una sola
direzione. Naturalmente, visto che
la provinciale taglia in due il paese,
in futuro ci potrà essere un coinvolgimento della Provincia».
Tutto questo, usando le parole
dell’assessore, in un contesto «armonico», evitando iniziative a ca
saccio. Il monitoraggio ha coinvolto il personale del municipio,
come i vigili urbani, ma anche alcuni volontari della protezione civile: «Dobbiamo ringraziare tutti
per l’impegno», dice l’assessore
Alessio. Una cosa è certa: i rilevamenti di giovedì e venerdì non si
ripeteranno. «Abbiamo già effet
tuato un precedente conti ggio de
parcheggi - dice l’architetto Flavio
Fantone, responsabile deH’ufficio
tecnico, che sta lavorando con
Bardini e Morra - : nel giro di due
mesi ci sarà la pubblic izione del
Piano urbano del traffico, che sarà
approvato dalla giunta e poi confrontato con le esigenz 3 dei cittadini. Torre Pellice è : tata scelta
per una serie di parametri; per
quanto riguarda i serizi, al nostro
Comune fanno cape anche i Comuni circostanti: la stazione ferroviaria, i trasporti in genere, la
sede della Comuni, à montana e
l’importanza del turi ;mo».
14
PAG. 14 RIFORWIA
E Eco Delle Aàlli ^ldesi
VENERDÌ 51 MARZO 2000
SPORT
HOCKEY GHIACCIO
Diversi giocatori del
Valpellice hanno partecipato sabato e domenica
a Milano al Trofeo «Giancarlo Agazzi» a livello di
rappresentative regionali
under 16. Il Piemonte è
giunto però ultimo riuscendo soltanto a pareggiare con la Lombardia.
Sempre nell’ambito giovanile, sabato e domenica prossimi a Torre Pellice si disputerà il torneo
«Gabriele», memorial
under 15 con la partecipazione del Valpellice,
del Torino, del Chiasso e
del Lugano.
La femminile Valpe-Pinerolo ha vinto al supplementare con il Fassa,
confermandosi al secondo posto in Coppa Italia.
Michel Favre, giovane
secondo portiere dell’Hc
Valpellice, è stato convocato per la nazionale under 18 per i campionati
del mondo di categoria.
PALLAMANO
Si sono disputate al
palazzetto dello sport di
Pinerolo le finali provinciali del progetto «Pallamano per tutti» dei Giochi sportivi studenteschi
riservato alle scuole medie di 1° grado. Erano
presenti alle gare quattro
formazioni femminili e
maschili dopo le selezioni effettuate nelle settimane precedenti. Nella
gare maschili ha vinto la
scuola media «Giovanni
XXIII» guidata dal prof.
Silvio Pellissero che ha
battuto la scuola media
«Don Milani» di Venaria
per 13-9; in campo femminile il successo è andato invece alla scuola
media ««Palazzeschi»
che ha vinto con la scuola «Don Milani» per 13-8.
VOLLEY
Ancora un successo
per il Body Magic Pinerolo in B2 maschile; i pineroìesi hanno superato al
tie-break in trasferta il
Fima Mondovì salendo a
36 punti in classifica. Ancora sconfitto il Cerutti
in B2 femminile: a Pinerolo il Cepi Rivoli si è imposto per 3-1. In terza divisione femminile, girone D, il 3S Luserna è stato superato al tie-break
sul suo campo dalla Polisportiva Piscinese.
CICLISMO
Si è svolto domenica
scorsa, 26 marzo, sulle
strade del Pinerolese il 2°
Trofeo «La casa di Carmen» riservato alla categoria allievi. La corsa ha
visto ben 97 partecipanti
ma già nel tratto in falsopiano che da Bricherasio
( da dove era avvenuta la
partenza) a Pinerolo, si
sono registrati i primi ritiri. Bassa l’andatura dei
corridori tutti in gruppo
fino a un brutto incidente nei pressi di Campigliene mentre si stava
concludendo il primo di
due giri fra Cavour e Bi
Incontri a Pinerolo
Il libro in cucina
DANIELA GRILL
1 libri di cucina scritti da Bianca Rosa Grommo Zumaglini, presentati sabato scorso alla libreria Volare di Pinerolo, non sono solo un elenco freddo e distaccato di ricette, di piatti accompagnati da fotografie perfette che li rendono più appetibili, ma sono
una raccolta di sensazioni, eh profumi, di ricordi e di
pensieri collegati a un determinato modo di cucinare, quello autentico e casereccio. Ogni ricetta contenuta in questi libri è il frutto di una paziente ricerca
tra le tradizioni della gente comune, ogni piatto proposto è il risultato di consigli tramandati per anni da
genitori e nonni.
La signora Bianca, meglio conosciuta come Bianca
delle conserve, è una simpatica signora che, come
dice lei stessa, «ha imparato a usare il computer a 70
anni, pur di poter mettere per iscritto le innumerevoli ricette raccolte dalla memoria e dalla fantasia
degli anziani, e che fino ad allora erano state conservate come appunti sparsi». Da oltre trent’anni collabora con il giornale La Stampa, pubblicando nella
mbrica «Saper spendere», consigli e ricette legate alla tradizionale cucina delle valli; è membro dell’Accademia italiana della cucina, e ha già ricevuto numerosi premi per il suo lavoro.
I libri che ha scritto si dividono per argomenti:
«Dalla madia al fuoco del camino» contiene numerose ricette povere, piatti antichi, tradizionali e non, accompagnati dalla loro storia; «Ricette con erbe e fiori» raccoglie diversi modi di cucinare con i fiori e con
le verdure che si possono trovare nei prati o in alta
montagna, con le spezie, con il fieno o con le radici;
«Bevande» è stato dedicato dalla signora Bianca ai
giovani, proponendo loro particolari abbinamenti
dall’acqua al vino, alcolici o meno, con birra o sciroppi, al posto di miscugli tanto piacevoli al palato quanto pericolosi per la salute. «Marmellate», come dice il
titolo, contiene le classiche casalinghe marmellate, e
ne propone di particolari, come quella con le patate o
con altre verdure; spiega inoltre come conservare la
fmtta al naturale e come ottenere i migliori accostamenti di gusto tra la frutta. È prevista la realizzazione
di un nuovo libro per maggio, che presenterà diversi
modi di fare le conserve. Sempre a maggio, ha ricordato la signora Zumaglini, ci sarà la Fiera del Libro a
Torino, e quest’anno uno spazio sarà dedicato agli
Editori piemontesi associati, che rappresenteranno,
con i loro libri, le nostre tradizioni.
ABBIGLIAMENTO A: STILE
Tel. 0121.909667
VIA I MAGGIO 64/62
LUSERNA S. GlOVANNl-TO
biana. Otto atleti rimasti
coinvolti nella caduta si
sono dovuti ritirare e fra
essi due ragazze; dall’incertezza seguita all’incidente il gruppo si è frazionato; al comando sono restati una decina di
corridori che sono giunti
al traguardo con un paio
di minuti di vantaggio su
una quindicina di inseguitori. Sulla salita dei
Torretti a Bricherasio si è
infine imposto il giovane
Marco Cerrato del Pedale
Acquese.
TENNIS TAVOLO
È stata una stagione fin
qui ampiamente positiva
quella delle quattro formazioni che la Polisportiva Valpellice ha schierato quest’anno al via dei
campionati di serie Gl,
C2 e DI. Conclusa la prima fase il Valpellice, dopo aver vinto il girone E
della C2 con una sola
sconfitta, accede ai play
off per salire in Gl, dove
si è ben distinta l’altra
formazione del Valpellice guidata da Davide Gay
che ha raggiunto la terza
posizione a quattro punti
dalla vetta. Molto bene
anche i valligiani in DI:
la squadra «A» nel girone
D, classificandosi seconda dietro il Ciriè, si è comunque guadagnata la
promozione in C2; la
squadra «B» è arrivata
nel girone E alla pari con
le due formazioni della
Telecom Torino, tutte a
25 punti: per la miglior
differenza set le due
squadre Telecom sono
promosse in C2 e la Valpellice resta in DI.
Altre buone notizie
giungono dal torneo giovanile provinciale (ex trofeo Topolino): nella categoria 4® e 5® elementare
femminile Cristina Ghiri
è risultata la migliore,
mentre per le classi 2® e
3“ elementare Paolo Geuna è si è classificato 1° e
Matteo Pontet 3°.
■ Chiesa valdese di Pinerolo
Gita in Germania
La Chiesa valdese di Pinerolo sta programmando
un secondo viaggio in Germania con sconfinamenti
in Austria, in Trancia e conclusione in Svizzera, a Ginevra. Il viaggio avrà la durata di 10 giorni, dalT8 al 17
settembre prossimi, con nove pernottamenti: Traunstein (con gite in Austria), Monaco, Stoccarda, Strasburgo, Fernay-Voltaire, aeroporto di Ginevra. La
quota comprende: viaggiò, pernottamenti, pasti, visite guidate, assicurazione: il costo per persona in camera doppia è di 1 milione 450.000 lire, in camera
singola 1 milione 650.000. Il comitato della gita comunica che le iscrizioni sono aperte ai membri delle
comunità del I distretto e delle altre comunità.
Per adesioni contattare Costante Costantino, tei.
0121-202152. È richiesto il versamento dell’anticipo di
450.000 lire (a persona, in camera doppia) e di 650.000
(a persona, in camera singola); è possibile utilizzare il
bonifico bancario a favore di Costantino Costante, cc
n. 9237 presso l’Istituto Bancario S. Paolo-Imi, sede di
Pinerolo. Le iscrizioni, se supereranno i 50 posti, saranno accettate senza obbligo di yersamento in «lista
d’attesa» per eventuali subentri. È previsto un primo
incontro dei partecipanti alla fine di maggio per un
primo contatto, la raccolta dei dati anagrafici e un programma di massima. Per ulteriori informazioni, rivolgersi ai pastori di Pinerolo e a Costante Costantino.
APPUNTAMENTI
30 marzo, giovedì
TORRE PELLICE; Alle 15,30, per l’Unitrè, nella biblioteca della Casa valdese, concerto per pianoforte
con Massimo Bianchi; musiche di Bach e Listz.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 20,45, nella saletta
d’arte del Comune, in via ex Deportati e Internati,
conferenza su «Diaporama, una tecnica per comunicare» con proiezione di diapositive in dissolvenza incrociata; intervengono Erica Malan e Marco Rovara,
membri della commissione audiovisivi della Flap.
TORRE PELLICE: Alle 20,45, su iniziativa del Movimento federalista europeo e del Comune di Torre
Pellice, nella sala consiliare, incontro-dibattito su
«Cattolici e protestanti di fronte all’Europa ieri e oggi»; intervengono Giorgio Bouchard, Vittorio Morero,
Alfredo Negro e Jean-Jacques Peyronel; modera Alberto Gabella.
31 marzo, venerdì
PINEROLO: Alle 17, nel salone dei Cavalieri di via
Giolitti, per il corso di formazione politico-istituzionale, Fon. Chiara Acciarini parlerà su «La scuola alla
prova della riforma».
PINEROLO: Alle 21, nella chiesa di San Giuseppe,
per «I venerdì del Gorelli», concerto del duo viola-pianoforte Enrico Massimino e Elisabetta Jorio che eseguiranno musiche di Flacton, Boccherini, Glinka,
Glazunov, Fauré, Vierne e Schumann.
1“ aprile, sabato
ANGROGNA: La Pro Loco organizza una gita a Torino per visitare il Museo della montagna; informazioni
aUo 0121-944816.
2 aprile, domenica
PINEROLO: Alle 14,30, alla parrocchia di San Lazzaro, incontro delle coppie interconfessionali; tema:
«La parola di Dio nella coppia e nella famiglia».
TORRE PELLICE: Alle 16, al teatro del Forte, la
Compagnia dialettale «La ribaltina» presenta «La sposa capricciosa»; prenotazioni telefoniche (il biglietto
costa 6.000 lire) allo 0121-323186.
3 aprile, lunedì
PINEROLO: Alle 20,45, al seminario vescovile di via
Trieste 44, per i «Lunedì della scienza», serata su
«Estrazione del talco nelle miniere delle valli Chisone
e Germanasca»; interviene l’ing. Daniele Trogolo Got
della Luzenac vai Chisone.
6 aprile, giovedì
PINEROLO: All’Accademia di musica, alle 21, concerto di pianoforte di Andrea Lucchesini che seguirà
alcune sonate di Beethoven.
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella Casa valdese,
l’Unitrè propone un incontro con la prof. Marita Maglione sul tema: «Rileggendo Madame Bovary».
8 aprile, sabato
VILLAR PELLICE: Alle 20,45, nel tempio valdese,
concerto a favore del Collegio valdese della corale di
Bobbio-Villar diretta da Marco Poèt e del coretto di
Villar Pellice diretto da Cristina Pretto.
CUMIANA: Alle 21,15, nella sala incontri «Carena»
si conclude la stagione teatrale di Cumiana: la compagnia Arteviva production presenta «La locandiera»
di Carlo Goldoni. Ingresso lire 12.000.
POSTA
La Giornata
di preghiera
Anche quest’anno la
Giornata mondiale di
preghiera ha visto una
buona partecipazione.
L’incontro era stato preparato da un comitato
formato da alcune appartenenti alla Chiesa
valdese (Wilma Gay, Lidia Gardiol), alla Chiesa
awentista (Angela Long),
all’Esercito della Salvezza (Miriam Vinti, Maddalena Bochicchio), alla
Chiesa cattolica (Donatella Coalova). Nei momenti preliminari, il comitato aveva deciso di
adottare integralmente il
sussidio preparato in Indonesia, per esprimere
anche così solidarietà a
queste donne e alla loro
ansia di liberazione e di
pace. Il comitato aveva
pure concordato, nello
spirito dell’accoglienza e
della reciprocità così caro al movimento ecumenico, di chiedere al vescovo di Pinerolo di rivolgere alla fine un saluto, come poi è avvenuto
il 5 marzo.
I^ Giornata mondiale
di preghiera è iniziata
con una comunicazione
sui diritti umani in Indonesia: a tal fine il comitato ha invitato Giulia
D’Ursi, una delle responsabili di Amnesty
International, che ha
tracciato un ricco profilo
della situazione in quelle
terre. C’è quindi stata
l’animazione liturgica
sull’episodio evangelico,
la guarigione della figlia
di Giairo, su cui si è incentrato l’intero incontro: «Talitha Kumi: fanciulla, alzati!».
Dopo alcune preghiere
e inni, la meditazione ha
attualizzato il testo di
Marco 5, 21-23, 35-43: le
signore evangeliche hanno proposto un’intensa
parabola scritta da Wilma Gay Taglierò sulla
necessità dell’impegno e
della perseveranza nell’amore. Da parte cattolica, Anna Maria Mancini
Miglione, una rappresentante del Movimento
dei Focolari, ha raccontato la sua esperienza
sugli incontri nel quotidiano con la potenza di
Gesù risorto. Il canto
«Talitha Kumi», dolcemente suonato da Gisela
Lazier e dal gruppo delle
musiciste, ha concluso
questo momento.
È seguita una comunicazione sulla Carta ecumenica che è stata distribuita a tutti i presenti insieme a un rametto di
mimose. Infine l’assemblea ha pregato insieme
il Padre Nostro, nella traduzione interconfessionale approvata l’anno
scorso al Convegno di
Perugia. La destinazione
della colletta è andata a
due progetti: la traduzione e diffusione della Bibbia nella lingua corrente sunda e la Missione
evangelica contro la lebbra.
Donatella Coalova
Pinerolo
Informazione
corretta
Più leggo interventi sul
problema dello sviluppo
possibile delle nostre
valli e in specifico sulla
proposta di istituzione di
aziende faunistiche nei
territori comunali di
Massello e Roure, più
aumentano le perplessità sulla metodologia
condotta dai proponenti
(amministrazioni comunali) e sull’impostazione
giornalistica locale.
Sinteticamente mi limito a proporre alcune
questioni: se ora il dibattito si è «infuocato» bisognerà umilmente prendere atto che prima non
lo era perché troppa
informazione era «segreta». Il fatto che sia difficile proporre alternative
non significa passività o
disinteresse: alternative
sono anche le piccole
realtà che già operano
con fatica quotidiana,
ma che vengono sistematicamente ignorate
perché non allineate con
la maggioranza. Se per
alternative si intendono
invece megaprogetti (vedi foresteria a Massello)
evidentemente gli obiettivi non collimano a meno che concretamente e
SERVIZI
VAU1
chbone-oermanasca
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivatelefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENiCA 2 APRILE
Fenestrelle: Grippo - via
Umberto I 1, tei. 83904
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivatelefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 2 APRILE
Bricherasio: Ferraris - via V.
Emanuele 83/4, tei. 59774
SERVIZIO EUAMBUUNZA
telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE-Il
• cinema Trento ha in programma, giovedì 30 e venerdì 31, alle 21,15, eXistenZ, di David Cronetnberg; sabato 1“ aprile, ore
20,10 e 22,20, domenica
2, ore 20,10 e 22,20, lunedì ore 21,15, Colpevole
di innocenza di Bruce
Berredfford con Tommy
Lee lones; domenica ore
16 e 18, Il gigante di ferro (cart. animati).
PINEROLO — Alla sala
«5cento» dell’Italia, prosegue Il miglio verde.
BARGE — 11 cinema
Comunale ha in programma, venerdì 31, ore
21, La storia di Agnes
Bro-wne; sabato, ore 21
Salza; domenica (ore 15,
17, 19, 21), lunedì, martedì, giovedì (ore 21)
American Bauty.
pubblicamente si chiariscano i piani di fattibilità
e di gestione economicamente sostenibile. Leggendo L’eco del Chisone
vi trovo da una parte articoli filo-comunali (vedi
n. 10) e altri con omissioni sostanziali (vedi n. 11).
Vaglio a Massello, dove
l’assessore alla Montagna della Regione Piemonte ha espresso valutazioni dubbiose su alcuni progetti; totale silenzio sulla presenza di un
gruppo di «contestatori».
Leggendo L’eco delle
valli valdesi (n. 11) recupero invece informazioni
equilibrate; sempre sullo
stesso numero, nell’intervento di Davide Rosso, viene posto il punto
cruciale così sintetizzato
nel sottotitolo: «Bisogna
saper stimare il rischio di
svalutare lo sviluppo delle zone montane». Sembra un gioco di parole
contrapposte, ma è un
appello a riprogettare insieme, amministratori e
amministrati, a livello di
valle per bu.ssare ai vertici istituzionali.
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l'ira critiche e autocritiche
I pregiudizi contro Calvino
sono duri a morire
CIORCIO TOURN_______
Nella sua relazione al X
congresso prossimo il
Consiglio nazionale della Federazione femminile valdese
e metodista introduce una
meditata riflessione sui 2.000
anni di cristianesimo che
stanno alle nostre spalle. Come è comprensibile il giudizio
che ne viene è fortemente critico. Una frase di quella relazione ha suscitato però qualche perplessità. «Le cose non
cambiano con la Riforma», vi
si dice in merito alla repressione compiuta dalla chiesa;
«Calvino ha fatto bruciare più
streghe di quanto non ne abbiano fatto ardere i cardinali
di Santa romana chiesa».
Questa affermazione, forse
nata nella foga autocritica del
discorso è a dir poco paradossale. Anzitutto i cardinali
non c’entrano, le streghe sono processate da inquisitori e
soprattutto da magistrati civili; né c’entra Calvino, che a
Ginevra è un ministro fra gli
altri la cui autorità culturale è
forse notevole ma il cui potere in sede politica è quasi nullo: i processi per stregoneria
competono esclusivamente al
Consiglio della città e al riguardo non si chiede il suo
parere. Quanto poi al loro numero, Ginevra si colloca fra le
città mediamente repressive;
ma nulla in comune con la
Germania e l’Inghilterra del
Seicento. Certo un rogo è già
di troppo e forse i teologi
riformati avrebbero dovuto
prendere posizioni più chiare
(e non solo loro). Il giudizio
appare dunque del tutto infondato: fa però riflettere perché si capirebbe in un articolo di giornalismo raffazzonato, non nella penna di credenti evangeliche.
Eccesso di retorica, paradosso autocritico? Forse, o
frutto di quella strana insofferenza di tanta parte dell’evangelismo nostrano per
tutto quello che in qualche
misura ha a che fare con il
protestantesimo calvinista?
Un evangelismo, il nostro,
che continua a sognare la libertà personale e comunitaria, la naturalezza, la spontaneità della fede, che prova
fastidio per tutto ciò che sa
di disciplina, regole, autorità
e che vede in Calvino il simbolo massimo della dittatura
ecclesiastica. Sono le battute
che rivelano il pensiero più
di molti discorsi e questo sulle streghe ginevrine merita
che ci si rifletta.
■ Il pontificato
di Pio IX
È apparsa la notizia che il
papa Pio IX sarà elevato alla
gloria degli altari durante
l’anno. Questo è il segno che
ia Chiesa si sente nuovamente forte per prendere tale decisione, «in sonno» da
quasi un secolo. Il conte Giovanni Maria Mastai Ferretti,
in arte Pio IX, sprovvisto di
vere capacità di governo, noI nostante le sue rettissime inI tenzioni, ha procurato alla
I sua chiesa, in un’epoca delle
più difficili della sua storia, il
pontificato più drammatico
e catastrofico fino a porla come un ostacolo sulla strada
del progresso dei popoli.
Con la pretesa di essere
nell’anno 1864 l’unica sorgente di ogni potere, il papa
ha emesso l’enciclica «Quan
A trentadue anni dall'assassinio di Martin Luther King
Il razzismo non è ancora stato sconfitto
SALVATORE RAPISARDA
ta cura» con un’appendice, il
«Sillabo degli errori del nostro tempo» in cui raccoglie
e condanna tutte le dottrine
politiche e filosofiche del
tempo. Solo il Concilio Vaticano II, un secolo dopo, avrebbe smentito le affermazioni del Sillabo dando alla
Chiesa cattolica la possibilità
di ricominciare il dialogo
con le altre religioni.
Il Concilio Vaticano I, nonostante la posizione della
maggior parte dei vescovi
che all’inizio era del tuttocontraria, stabilì il primato e
l’infallibilità del papa quando si esprime su questioni di
fede. Forse il suo più grande
errore fu quando impedì ai
cattolici la partecipazione al
voto e alla vita pubblica nel
nuovo stato italiano («Non
expedit», non conviene).
Non capì mai che con la fine
dello Stato pontificio (20 set
PATRICK Dorismond, Abner Louima, Malcolm Ferguson, chi sono
costoro? Si tratta di giovani neri americani, tutti uccisi a colpi di pistola dalla
polizia di New York. Ai loro nomi va
aggiunto quello di Amadon Diallo, il
giovane proveniente dalla Guinea, a
cui quattro agenti di polizia, nel febbraio dell’anno scorso, fecero omaggio
di 41 (quarantuno) colpi di pistola, diciannove dei quali mortali. Non si trattava di un pericoloso spacciatore, non
di un guidatore folle, nemmeno di un
uomo armato. Nonostante il suo essere inerme, Amadon venne crivellato di
colpi e il mese scorso un tribunale di
New York ha mandato tutti assolti i
quattro agenti che lo hanno assassinato. Grande è stata l’indignazione dei
neri a New York, come grande è stata
l’indignazione di vasti strati dell’opinione pubblica americana e mondiale
contro i metodi troppo sbrigativi della
polizia di Rudolph Giuliani. Dopo la
sentenza, parlando a una riunione di
leader religiosi di diverse etnie, U presidente degli Usa, Bill Clinton, ha detto
che «T^madon Diallo non sarebbe stato
assassinato, se fosse stato un bianco in
un quartiere per bianchi».
La sua colpa, dunque, consisteva nel
suo essere un nero che abitava nel
Bronx. Ma da Clinton, dall’uomo più
potente del mondo, ci aspetteremmo
molto di più che frasi scontate. Ci
aspetteremmo che metta mano a delle
leggi che rendano effettivo il superamento della discriminazioné e delle
impunità della polizia, di New York come di Los Angeles, Intanto la sentenza
di New York è stata commentata anche
da Salman Rushdie, che di preconcetti
se ne intende. Facendo un po’ eco alle
parole di Clinton, lo scrittore indiano
ha affermato che le gesta dei quattro
poliziotti «sono state rese possibili dai
loro pregiudizi generali sulle persone di
colore e sui quartieri neri» (La Repubblica 10 marzo 20Ú0).
Qui si è messo il dito nella piaga del
razzismo e della discriminazione razziale, la malapianta che è dura a morire,
che crea miseria morale ed economica
e che ci fa tornare alla mente le lotte di
Martin Luther King. A distanza di trentadue anni dal suo assassinio (Memphis
4 aprile 1968) e a oltre quaranta dall’inizio delle lotte per l’abbattimento della
discriminazione razziale, le parole di
King conservano fascino e valenza propositiva. Nel suo impegno di leader egli
denunciò la società americana, che definì una fabbrica di povertà, nonché
una società incapace di onorare gli impegni alti della sua stessa Costituzione.
Da predicatore cibato dal messaggio
dell’Evangelo gridava: «America, devi
nascere di nuovo». In questo c’era di
più che un invito a una conversione
culturale. Sulla scia del dialogo tra Gesù
e Nicodemo (Giovanni 3), l’invito era
quello di lasciarsi trasformare radicalmente da un incontro col Gesù che abbatte ogni barriera, etnica ed economica, e che con l’opera dello Spirito sa
creare una umanità nuova. King, è risaputo, aveva un sogno.
Il suo sogno non era annunciato come una aspirazione deU’animo ma còme un messaggio di Dio ricevuto in visione, alla maniera dei grandi profeti
dell’Antico Testamento, Il suo, dunque.
non è il messaggio di un nero stanco di
subire discriminazioni e umiliazioni:
non è un messaggio dettato da opportunismo politico o da calcoli diplomatici. La forza del suo agire e del suo parlare risiede nella coscienza di dover proclamare al suo paese e al mondo un
messaggio che gli veniva da Dio, che gli
giungeva dal profondo della sua storia
di popolo perdente ma, al pari del popolo di Israele in Egitto, chiamato alla
libertà e alla redenzione del proprio
prossimo, bianco o nero che sia.
Il messaggio di King è ancora e sempre il messaggio dell’Evangelo, della
salvezza, della liberazione, dell’emancipazione che le persone credenti e le
chiese sono chiamate ad annunciare
con sempre maggiore convinzione e
con sempre maggiore impegno. La miseria e la discriminazione non sono finite con la legge sui diritti civili ma, come
ben si vede, continuano ancora e ci
chiamano a un impegno e a una lotta
senza quartiere. Nessuno può evitare di
indignarsi per la sentenza assolutoria
nei confronti dei quattro poliziotti assassini di New York, nessuno può evitare di indignarsi nei confronti dei balordi
che a Roma, nei pressi della stazione
San Lorenzo, hanno dato a fuoco a un
ricovero per senzatetto, col preciso scopo di uccidere crudelmente. Razzismo e
xenofobia, come si è visto anche con gli
striscioni allo stadio, non possono passare inosservati in Italia e in Europa.
Nessuno può far finta di non vedere i
poveri chebmciano nei capannoni delle
fabbriche abbandonate. Alle chiese è affidato il messaggio, la visione, di una
umanità nuova. Si tratta di crederci. Si
tratta di aver fiducia nella parola di Dio.
tembre 1870) egli si era liberato di uno dei più gravi
ostacoli ai compiti universali
della Chiesa e del papato.
Un papa, in nome del quale
si eseguono condanne a morte, che mantiene truppe mercenarie, che riscuote tasse, e
il cui dominio è affidato alle
baionette di soldati stranieri
non corrisponde sicuramente
all’incarico di Gesù «Pascola
il mio gregge». Nel giugno
1870, poco prima che avesse
termine il Concilio Vaticano I,
un illustre storico tedesco,
Ferdinand Gregorovius, in
verità di sentimenti anticattolici, notava nel proprio diario:
«Il papa volle di recente saggiare la sua infallibilità (...).
Durante una passeggiata intimò a un paralitico: alzati e
cammina (...). Il poveretto ci
provò e crollò a terra».
Ermanno Aimone - T orino
Passatempo
(D. Mazzarella)
Orizzontali
Continente
Congiunzione latina
Era scritto sulle insegne
imperiali di Roma antica
Un parassita come la
zecca
JE Sigla di Cagliari
12. Casa... centro di incontri
e convegni a Reggello
14. L’apostolo Paolo scrisse
loro una lettera
15. Pastorello amato
da Cibele
17. Il fratello di Mosè
18. Mazza per il cricket
21. Isola greca
24. Sigla di Asti
25. Insidia nascosta
dall’esca
26. Voce verbale e nota musicale
27. Sdolcinate, melliflue
30. Pianta chiamata anche
gigaro
31. Talvolta il tempo è così
in inverno
Verticali
1. Arnese del taglialegna
2. Società per azioni
3. Inizio e fine di Iraq
4. La costruì Noè
5. Lo diedero da bere a Gesù crocifisso
6. Sigla di Arezzo
7. Bisogna tenerne conto
nell’interpretazione di
un passo biblico
9. Il monte dove si arenò
l’arca
10. Quella di Balaam... parlò
13. Simbolo del volo
14. Due dei 12 apostoli si
chiamano così
16. Radioamatore... da baracchino
19. Sigla di Terni
20. Gesù vi operò un miracolo
22. Il paradiso terrestre
23. Un mare interno dell’Europa orientale
24. Gli antichi lo ritenevano
il soggiorno dei morti
28. Articolo femminile
29. Sigla di Sondrio
Lv Magistratura
I simboli nei
seggi elettorali
In seguito alla sentenza
della Corte di Cassazione sul
caso di Marcello Montagnana
per la questione dei crocifissi nelle sedi elettorali, l’Associazione democratica «Giuditta Tavani Acquati» di Roma ha segnalato la necessità
di richiamare l’attenzione
delle Prefetture in tutta Italia
su questa sentenza affinché
sia applicata e non resti
ignorata. L’Associazione ha
già provveduto a inviare una
lettera in questo senso al
Prefetto di Roma. Qui di seguito ne pubblichiamo una
bozza da diffondere, soprattutto a cura di presidenti di
seggio e scrutatori.
Facsimile
Al prefetto - Ufficio gabinetto
Oggetto: rimozione dei simboli religiosi dalle sezioni
elettorali.
Facciamo riferimento alla
sentenza pronunciata il 1°
marzo u.s. dalla IVsezione penale della Corte di Cassazione,
con la quale è stato sancito che
è legittimo ottenere i rispetto
del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato nelle sezioni elettorali.
Poiché tale sentenza fa giurisprudenza, confidiamo che,
in occasione delle prossime
consultazioni, Lei vorrà disporre che nei seggi elettorali
non siano presenti simboli religiosi di alcun genere.
Da parte nostra ci impegniamo fin d’ora a vigilare affinché la forma laica dello
Stato non venga offesa in nessuna delle sezioni elettorali
della Provincia.
Rimaniamo a disposizione
per qualsiasi chiarimento ci
fosse richiesto e porgiamo distinti ossequi.
firma
11 cittadino elettore, in presenza di simboli religiosi nel
seggio, può comunque chiedere che venga verbalizzata
la sua protesta per tale presenza richiamandosi alla sentenza del 1° marzo 2000 della
IV Sezione della Corte di Cassazione sul caso sollevato da
Marcello Montagnana.
FONDO DI SOLIDARIETÀ
conto corrente postale n. 11234101
Intestato a La Luce, via San Pio 15,10125 Torino
Notizie dirette del lavoro della
cooperativa fornai di cui ci occupiamo non ci sono pervenute in
questo periodo. Contiamo di
averne di prima mano per la
prossima volta da parte di una
sorella della Chiesa valdese di
Torino che è andata in Eritrea
per conoscere la situazione di
persona; le abbiamo chiesto di
informarsi anche del nostro
gruppo. Attualmente gli scontri
armati massicci sono sospesi per
la mediazione di una organizzazione internazionale africana, e
anche gli incidenti di frontiera,
all'inizio frequenti e sanguinosi,
sono in diminuzione. Ma la situazione rimane molto tesa con
pesanti discriminazioni etniche,
soprattutto da parte etiopica,
che hanno obbligato Amnesty
International a intervenire. Il nostro interessamento diventa così
non soltanto un aiuto materiale,
che pure rimane necessario, ma
anche un segno di solidarietà e
di fraternità che sono ancora più
fondamentali, (f.d.)
OFFERTE PERVENUTE
IN GENNAIO-FEBBRAIO
£ 700.000: Enzo Robutti.
£ 300.000: Elda Coìsson.
£ 200.000: Mirella Argentieri
Bein; Renata Pampuro; NN Verbania.
£ 100.000: Elena Rosanda Inate;
Helga Bongardo.
£ 70.000: Sauro Gottardi.
£4.741: interessi 1999.
Totale £ 1.874.741
Totale precedente £1.189.514
Imposta bollo: £ 18.000
In cassa: £ 3.046.255
PARTECIPAZIONI
^■1
«Sii fedele fino alla morte... »
Apocalisse 2, 10
Dopo una lunga vita serenamente vissuta il 22 marzo si è
spenta
Alba Signorelli
ved. Volpini
Ne danno l’annunzio, addolorati ma fiduciosi nella divina speranza, la figlia Mirella col marito
Umberto Beltrami, i nipoti Pietro
con la moglie Francesca, Maurizio con la moglie Paola e il figlio
Luca.
I funerali sono stati celebrati
venerdì 24 marzo nella chiesa
evangelica metodista di Milano,
ih via Porro Lambertenghi 28. 1
familiari ringraziano il pastore
Giovanni Carrari, i, membri della
Comunità, gli amici che sono
stati presenti alla cerimonia e
tutti coloro che hanno espresso
la loro partecipazione al lutto.
Monza, 26 marzo 2000
RINGRAZIAMENTO
«Heureux ceux qui ont le coeur
pur, car ils verront Dieu»
Math 5, 8
I familiari di
Nini Pontet Sappé
ringraziano tutti coloro che con
affetto e partecipazione sono
stati loro vicini. Un ringraziamento particolare a tutto il personale
dell’Ospedale valdese di Torre
Pellice e al pastore Rostagno.
Torre Pellice, 21 marzo 2000
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi verso i monti,
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121, 1
La moglie, i figli e i familiari
tutti del caro
Aventino Giusiano (Vanni)
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro
che hanno preso parte al loro
dolore. Un grazie particolare al
dottor Enrico Genesi, alle infermiere dell’AsI, ai pastori Claudio
Pasquet e Bruno Tron.
Luserna San Giovanni
24 marzo 2000
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me voi tutti che
siete affaticati e oppressi
e io vi darò riposo»
Matt. 11,28
Fratelli, sorelle, nipoti e parenti tutti della cara
Elisa Peyronei
ved. Maiosso
di anni 92
sono particolarmente riconoscenti
alla direzione e al personale dell’Asilo valdese di San Germano
per l'amorevole assistenza e a
tutte le gentili persone che l’hanno visitata e confortata. Un grazie al past. Crucitti per il messaggio di speranza e a Loris
Bounous per la sua disponibilità.
San Germano, 31 marzo 2000
16
PAG. 16 RIFORMA
)ALE
VENERDÌ 31 MARZO 2000
L'appello del Consiglio ecumenico delle chiese alle chiese membro
Annullare subito il debito del Mozambico
Di fronte alla nuova tragedia che ha colpito il Mozambico, il Cec ritiene che l'unica soluzione
accettabile sia quella di una cancellazione immediata, totale e incondizionata del debito
Convinto che «il debito è
una forma moderna di schiavitù», il Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec) ha invitato
le sue chiese membro nei
paesi del G8 ad appellarsi ai
rispettivi governi affinché
annullino il debito bilaterale
del Mozambico, e intervengano presso i creditori multilaterali, in particolare la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, per
chiedere «l’annullamento
immediato, totale e incondizionato del debito del Mozambico». Per il Cec, l’unica
soluzione accettabile sarà
l’annullamento completo di
questo debito, e non un semplice rinvio come avvenne
per l’Honduras dopo il passaggio dell’uragano Mitch.
Questo appello fa seguito
alla situazione provocata
dalle inondazioni che hanno
travolto intere zone del Mozambico. È stato oggetto di
una lettera firmata da Georges Lemopoulos, segretario
generale ad interim del Cec,
e inviata alle chiese membro
del Consiglio il 13 marzo
scorso. «Insieme ad altre
chiese membro - scrive Lemopoulos -, siete state accanto alle chiese e alla popolazione del Mozambico durante la dura lotta che esse
hanno portato avanti per l’indipendenza prima del 1975.
Siamo rimasti a loro fianco
durante i sedici anni della
tremenda guerra civile che è
seguita, poi durante gli anni
di siccità e di carestia che sono costate la vita a un milione di persone. Abbiamo inoltre sostenuto i coraggiosi
sforzi di pace e di riconciliazione delle chiese che hanno
portato, nel 1992, all’accordo
di pace tra il governo e la Renamo e continuiamo ad appoggiarli, per cui conosciamo
bene i terribili danni che la
guerra e l’instabilità economica hanno inflitto al paese
prima delle inondazioni».
Dagli Anni 70 la crisi del
debito internazionale è una
priorità per il Cec che più
volte ha espresso la propria
solidarietà con le vittime
dell’indebitamento. Ricordiamo la dichiarazione che il
segretario generale del Cec,
Konrad Raiser, fece nel giugno 1999 alla vigilia dell’incontro dei paesi del G8 a Colonia, in Germania. Riferendosi alla Vili Assemblea del
Cec ad Harare nel dicembre
1998 e all’appoggio che questa ultima aveva deciso di
dare agli obiettivi di «Jubilee
2000», la dichiarazione chiedeva ai governi del G8 di:
- riconoscere la necessità
urgente di annullare il debito
dei paesi più poveri, e di ridurre considerevolmente il
debito dei paesi con reddito
intermedio;
- accettare il fatto che per
annullare il debito non sia
più necessario aspettare che
siano soddisfatte le condizioni stabilite dai creditori;
- avviare un processo di arbitraggio indipendente e trasparente in vista di negoziare
e di mettersi d’accordo sull’annullamento del debito internazionale:
- una volta rimessi i debiti,
avviare misure precise e controllate dalle organizzazioni
comunitarie locali per far sì
che l’annullamento del debito sfoci su una ripartizione
equa delle ricchezze.
Questi principi sono principi generali, ma lanciare un
appello a favore dell’annullamento del debito di un paese
specifico è una novità. «La
tragica situazione del Mozambico oggi giustifica un intervento urgente perché le
Operazione dì sminamento in Mozambico
inondazioni hanno colpito le
fondamenta di un’economia
già estremamente fragile», ha
dichiarato il Cec. Il Mozambico non è l’unico paese dell’Africa australe a patire duramente le inondazioni e a piegarsi sotto il giogo del debito.
L’Africa conta anche centi
naia di migliaia di mine antiuomo non esplose sepolte
nel suo terreno e 75,000 soldati smobilitati che essa deve
reinserire nella società. Lo
scorso anno, per la prima volta, il paese era riuscito a produrre abbastanza cibo per
nutrire la propria popolazio
(Foto Acnur)
ne. «Non si può ora sacrificare questi sforzi», ha dichiarato
il Cec. Per il Cec, la situazione
eccezionale del Mozambico
esige una forma di solidarietà
internazionale che, andando
oltre la carità, porti la giustizia e faccia del «giubileo» una
realtà. (Cec info)
: Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese
Due dichiarazioni su Indonesia e Cipro
Riunito a Bossey (Svizzera)
dal 29 febbraio al 3 marzo
scorsi, il Comitato esecutivo
del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), in una sua dichiarazione sull’Indonesia,
chiama le chiese membro a
offrire un aiuto generoso alle
vittime della violenza e a sostenere la ricostruzione delle
loro comunità e dei loro luoghi di culto. Chiede ai responsabili musulmani e cristiani in
Indonesia di «raddoppiare i
loro sforzi per assumere un
ruolo di mediatori nel conflitto e ristabilire relazioni armoniose tra le comunità».
Rivolgendosi sia ai cristiani
che ai musulmani, il Comitato ricorda il modello di tolleranza offerto in passato dall’Indonesia in materia di ri
spetto della diversità culturale e del pluralismo religioso
dei suoi abitanti. Il Comitato
ha espresso la sua «profonda
compassione» nei confronti
della Comunione delle chiese
dell’Indonesia e dei cristiani
delle Molucche, deplorando
insieme a loro «la morte di
tanti fratelli e sorelle cristiani». Ha espresso inoltre alla
comunità musulmana dell’Indonesia la propria «tristezza
di fronte alle sofferenze patite
e alle perdite subite». 11 pastore Konrad Raiser, segretario
generale del Cec, ha compiuto una visita in Indonesia dal
17 al 25 marzo.
CIPRO — Sulla base del
rapporto di una delegazione
ecumenica che si è recata
nell’ottobre scorso nella parte
nord dell’isola occupata dai
turchi, il Comitato esecutivo
ha invitato il personale e le
chiese membro del Cec a
«continuare a seguire da vicino l’evoluzione della situazione a Cipro e a incoraggiare la
chiesa di Cipro e tutti i membri della società civile cipriota, greca e turca nei loro sforzi
a favore della giustizia, della
pace e della riconciliazione».
11 Comitato ha espresso
inoltre il proprio sostegno
agli «sforzi intrapresi dal segretario generale dell’Onu
per rendere possibile una soluzione globale del problema
cipriota» ed ha accolto molto
calorosamente «la ripresa dei
negoziati indiretti su Cipro
portati avanti sotto l'egida
deirOnu». (Cec info)
I Mobilitazione delle donne avveniste
Porre fine al traffico
internazionale delle donne
Le donne awentiste del 7°
giorno si sono unite ad altre
nella protesta contro il lavoro forzato e lo sfruttamento
sessuale di donne e bambini
nel mondo: «La Chiesa avventista del 7° giorno è favorevole alle recenti indagini
congressuali su questo genere di abuso sistematico delle
donne», dice Ardis Stenbakken, portavoce della Chiesa
awentista per le problematiche riguardanti le donne.
«Come cristiani - afferma noi crediamo nella dignità e
nel valore conferiti da Dio ad
ogni individuo».
I commenti di Ardis Stenbakken vengono come risposta all’audizione del 22 febbraio scorso da parte del
Comitato del Senato Usa per
le relazioni estere del Medio
Oriente e della Sottocommissione per gli Affari dell’Asia
meridionale. Nella audizione
è stato dato risalto al fatto
che le donne di tutto il mondo vengono adescate in situazioni di lavoro di sfruttamento e da promesse di elevati guadagni per le loro famiglie o assicurazioni di una
vita migliore in un nuovo
paese. Secondo la testimonianza, i paesi che alimentano la tratta delle schiave
comprendono tra gli altri
l’Albania, l’Ucraina, le Filippine, la Tailandia, la Nigeria,
e il Messico.
«I metodi sono due: la costrizione 0 l’inganno, adoperati per reclutare le vittime»
ha detto il senatore Usa Sam
Brownback, presidente della
Sottocommissione. «Il metodo più comune, la frode, è
usato con gli abitanti dei villaggi in aree sottosviluppate.
Sembra esservi un basso livello di consapevolezza pubblica intorno a questo problema - ha affermato Stenbakken -. A livello mondiale
è stato valutato a circa un
milione il numero di donne e
bambini costretti ogni anno
al mestiere del sesso; questo
rappresenta un significativo
problema sociale che richiede urgentemente un’azione
concorde da parte dei governi, delle organizzazioni umanitarie e dei gruppi religiosi.
La presa di coscienza di questa tragedia in corso è un importante primo passo, noi
dobbiamo essere la voce di
quelle donne che sono state
messe a tacere per mezzo di
questa pratica degradante».
Come parte della sua campagna educativa internazionale, il dipartimento dei ministeri delle donne della
Chiesa awentista ha identificato un numero di sfide che
sono davanti alle donne del
mondo intero, comprendenti
l’analfabetismo, la povertà,
le minacce alla salute, le condizioni di lavoro e l’abuso.
Stenbakken ha indicato
che uno degli obiettivi del dipartimento è quello di promuovere la consapevolezza
di quelle condizioni che denigrano il valore delle donne
nella società. Ha fatto riferimento alla dichiarazione
sull’abuso contenuta nel manuale del dipartimento, che
condanna l’incesto, la pornografia infantile, la vendita
delle bambine e la loro induzione alla prostituzione e i
matrimoni combinati in età
precoce.
In una dichiarazione ufficiale della Chiesa a livello
mondiale, rilasciata nel giugno del 1995, i dirigenti avventisti affermarono che «le
donne hanno diritto ai privilegi e alle opportunità offerte
da Dio ad ogni essere umano: il diritto all’alfabetizzazione, all’istruzione, all’adeguata cura della salute, alla libertà di decidere e alla liberazione dall’abuso mentale, fisico, o sessuale», (arin)
4 Commissione Onu per i diritti umani
Il Cec sperimenta nuove
strategie di partecipazione
Nel corso della 56'' sessione della Commissione Onu
per i diritti umani, che si
svolge a Ginevra dal 20 marzo al 30 aprile, il Consiglio
ecumenico delle chiese ((3ec)
affronterà un certo numero
Dal dossier della Federazione luterana mondiale «La vita dopo... il debito?»
Vivere con il debito in Guyana
La Guyana si trova sulla
costa nord-est deH’America
Latina. Ha una popolazione
di meno di 900.000 persone
su una superficie simile a
quella della Gran Bretagna.
La maggioranza della popolazione vive nelle pianure
lungo le coste, mentre una
minoranza vive all’interno
del paese nelle montagne forestali. Il paludismo è un
grosso problema di salute
per gli abitanti deH’interno.
Per quanto riguarda lo sviluppo, la Guyana è stata posta in una posizione intermedia di 100 su 174, da parte
dello «Human Development
Index» (Indice di sviluppo
umano). 11 14% della popolazione non supera i 40 anni di
vita; il 39% non ha accesso
aH’acqua potabile. La mortalità infantile è del 6% alla
nascita e del 18% prima dei
5 anni. Il 43% vive sotto la
soglia di povertà. (Human
Development Report 1998).
Il debito della Guyana è
cresciuto in modo drammatico tra il 1980 e il 1996: è oggi di 1,944 dollari prò capite.
La Guyana paga 105 milioni
di dollari all’anno. Nel 1996,
per ogni dollaro di aiuti ricevuti, la Guyana ha sborsato
2,84 dollari per il rimborso
del debito. All’inizio, la Guyana non rispondeva ai criteri richiesti per usufruire
delle misure Hipc (paesi poveri altamente indebitati).
Nel 1997, il 56% dei suoi redditi da esportazioni è stato
speso per il rimborso del debito. Questo rappresenta un
intralcio evidente a futuri
sviluppi, mentre la povertà è
in aumento.
In aprile del 1997, i criteri
del Hipc,furono modificati.
Questo provvedimento è
stato esteso ai paesi aventi
un’apertura economica importante, con forte indebitamento nonostante sforzi importanti. l.a Guyana fu il pri
Guyana; una veduta di Linden, importante centro dell'interno
mo paese ad usutruire di
queste misure dopo la revisione dei criteri. Tuttavia,
nonostante l’approvazione,
nel dicembre 1997, di una
diminuzione del debito di
253 milioni di dollari, equivalente a un quarto del tota
le, che doveva diventare effettiva a partire dal dicembre 1998, l’applicazione di
questa decisione è stata rinviata.
(3 - continua)
(tratto da Firn Informaion,
gennaio-marzo 2000)
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di temi. Quest’anno, l’impegno del Cec sarà caratterizzato da un’accentuazione del
«lavoro al di fuori della sessione ufficiale della Commissione, con l’organizzazione
di riunioni parallele su questioni legate a temi e a paesi
specifici», ha detto Clement
John, segretario esecutivo
per i rapporti internazionali.
Dopo la sessione dello
scorso anno, il personale del
Consiglio ecumenico ha fatto
una valutazione critica sul
ruolo degli interventi orali e
ha deciso di ricercare nuove
strategie di partecipazione ai
lavori della Commissione.
Quest’anno il Cec ha sottoposto tre dichiarazioni scritte: una sulla situazione in Indonesia, un’altra sull'intolleranza e la violenza religiose e
la terza sulla discriminazione
dei Dalit in India.
In cooperazione con organizzazioni non governative
nazionali e internazionali. H
Cec prevede di avere, durante questa sessione, una riunione sulla sittiazione in Indonesia e a Timor Fst. «Almeno due rappresentanti
dell’Indonesia saranno invitati ad esprimersi a questa
riunione», ha detto Clement
John. Oltre ai rappresentanti
dell’Indonesia, il Cec accoglierà delegazioni dalla Nige'
ria, dalla Sierra Leone e dall’Etiopia, e una delegazione
di Dalit guidata dal vescovo
Azariah della Chiesa dell India del Sud. (Cec info)
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