1
Ili
ECO
DELLE miXI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCV - Num. 42 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 2.000 per l’interno [ Spedizione in abbonamento postale • II Gruppo I TORRE i KLLICE — 22 ottobre 1965
ina copia Lire 4 0 / L. 2.800 per l’estero Cambio di indirizzo 50 I Ammiri. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
LA CLAUDIANA
A SERVIZIO DELLA
VOSTRA FEDE
IMPKESSIOIUI DELLA SIERRA LEONE
Un nuovo commento biblico [g grande periferia
Per nutrirsi occorre assimilare : anche il messaggio evangelico
Non basta possedere o comprare
del cibo, per riceverne sostentamento
e vigore : occorre alimentarsi con esso,
occorre assimilarlo. Se la Parola di
Uio è il cibo dello spirito e l’alimento
della vita e della testimonianza delle
chiese, non basta che la Bibbia sia
posseduta in ogni casa, o acquistata
da ogni famiglia, o collocata al poste,
d’onore nei locali di culto: è inoisperisabile che essa .sia il nutrimento
del pensiero e della vita spirituale,
che il suo messaggio, così ricco, sia
assimilato quotidianamente dalla fede dei credenti che da esso deve trarre rinnovato vigore. Una lettura non
meditata, non accompagnata da un
momeiito di rifles.siorie sui brano letto-, non è sufficiente: infatti finisce
irievitabi ¡.mente per limitarsi alle parti di prò- facile comprensione escludendo le altre, oppure si limita alla
lettura meccanica senza afferrar.re il
signiheato.
Per aiutare t credenti e i gruppi
evangelici a fare sempre della Bibbia
il loro luiuimento spirituale e a dare
per mezza della Bibbia un contenuto
di pensiero alla loro fede, esistono
in ogni lingua delle opere di cultura
biblicat ira le quali primeggiano i
commentari. Sono quasi cent’anni
che la iK/Stra casa editrice pubblicava il Coaiinentario del pastore R- G.
Stewart ai Vangeli di Matteo e Marco
(1870), presto seguito da quelli a Luca
e Gioviiimi, mentre in seguito Giovanni Luzzi e Enrico Bosio commenlazanno, nella stessa serie, gli Atti, le
Epistole e rApocalisse. Generazioni di
pastori, di predicatori laici, di monitori si sono preparati su quei volumi,
e moltissime famiglie li avevano nelle
loro biblioteche evangeliche. Essendo
ormai introvabili, la Claudiana deliberò una diecina d’anni fa di produrre una nuova collana di commentari
al Nuovo Testamento ed il prof. Giovanni Miegge riunì per questo un
gruppo di pastori della Chiesa Valdese per assegnare i compiti di ciascuno e indicare i criteri comnui di
questo lavoro.
Dieci anni sembrano molti per
varare un progetto, ma dobbiamo ricordare, oltre alla morte del prof.
Miegge, anche la imponenza del progettato lavoro, a confronto con le modeste forze del Protestantesimo italiano, della nostra casa editrice, e del
gruppo dei collaboratori! Si trattava
di commentare per le famiglie evangeliche e per i collaboratori delle attività ecclesiastiche ben 27 libri dei
Nuovo Testamento — e di farlo non
come a suo tempo Stewart, Luzzi e Bosio, in un periodo di 50 anni; bens:,
tutto d’un nato, per provvedere irhmediatamente il nostro pubblico d’un
aiuto indispensabile. E’ merito di Giovanni Miegge di non aver tremato
dinanzi a un così ambizioso progetto,
e di aver animato i collaboratori au
un lavoro mai fatto prima, cercando
Il giusto mezzo ira la ricchezza di
pensieri suggeriti dal testo, e le possibilità economiche della casa editrice
e dei futuri compratori.
Ed ora rcpera- appare! Nel mese di
luglio ha visto la luce il primo volume
(Vangeli di Matteo, Marco e Luca) e
gli altri tre sono annunciati a intervalli di nove mesi l’uno dall’altro.
L’opera reca il titolo, forse troppo modesto, di « Nuovo Testamento Annotato », come per mettere in chiaro che
l’essenziale è il testo biblico, e i commenti non sono che degli aiuti per intenderne meglio il pensiero o appia
narne le difficoltà. Ogni pagina del
bel volume (di 274 pagine di grande
formato) porta in alto una porzione
del testo evangelico, e in basso due
colonne di commento con titoli in (caratteri diversi, che dividono il c(>ntenuto in grandi sezioni e in piccoli paragrafi. Racconti e insegnamenti che
si trovane in due o tre dei Vangeli
^'Ono commentati, com’è naturale, una
sola volta, e sempre è indicato nelle
note dove si può trovare il commento
relativo. Precede il commento una
introduzione sul problema sinottico e
l’origine degli Evangeli, e lo seguono
ben 7 appendici (in 24 pagine) con
una tavola sinottica di tutto il contenuto degli Evangeli, l’elenco dei nùrauoli, delle parabole, delle citazioni
dell’Antico Testamento, dei personaggi e luoghi menzionati nei sinottici,
dei termini e concetti principali acioPerati nei sinottici, e una breve bibliografia per ohi può ampliare le sue letture.
E’ possibile caratterizzare in poche
parole il commento? Soprattutto colpisce la sua sobrietà: estremamente
conciso, quasi asciutto, esso si limita
a spiegare le allusioni a usi, costumi,
riti, credenze, oppure a parafrasare in
termini più chiari certi sviluppi di
pensiero particolarmente complicati, a
dare il senso di immagini o figure di
linguaggio che venivano usate co.a
grande ricchezza in Oriente, a indicare dove si trova la « punta » del messaggio di una parabola o di un episodio particolare, e così via. Si cerche
rebbero invano dei voli lirici che esaltino il contenuto o lo stile dell'Evangelo, o delle divagazioni moraleggian
ti con svariate applicazioni alla vita
del credente: quando queste si impellevano in modo particolare, sono state sobriamente accennate, ma per lo
Il Nuovo Testamento Annotato.
Voi. I: I Vangeli sinottici. A cura di Giovanni Miegge, Aldo
Comba, Bruno Corsani, Alberto
Ricciardi e Giorgio Tourn. In
troduzione, commento, numero
se appendici, Editrice Claudiana, Torino 1965, p. 274 in 8",
L. 2.4(K) bross., L. 2.9(X) rileg.
più il lettore è condotto fino al punto
in cui egli stesso deve proseguire la
meditazione e trarre dal testo letto e
meditato le sue proprie conclusioni.
Il linguaggio è consono ai nostri tempi nella sua sobrietà, perciò è anche
semplice e, speriamo, alla portata di
tutti. Sono bandite Is parole straniere; quando una parola greca era assolutamente necessaria è stata riprodotta in lettere nostre s con la relativa traduzione. Ma la semplicità del
linguaggio non vuol dire povertà di
contenuto : il commento, nella sua
brevità è denso di pen.siero, e riflette
lo sts,to più aagiornato degli studi
esegetici germanici ed anglosassoni
(anche se ciò non appare al profano,
perchè la dispcsizione di G. Miegge di
non citare mai il nome di altri commentatori è Stata drasticamente rispettata).
Questa rigorosa disciplina verbale
dei collaboratori ha permesso di limit.-vre il I vrliime a! numero di pagine
che si è detto, e il prezzo a limiti ragionevolissimi. Va reso merito a Giorgio Tourn, che non ha esitato a raccogliere l’eredità di Giovanni Miegge
e a portare a termine il difficile compito di direttore di quest’impresa ;
nonché alla Claudiana e alla tipografia, che ci hanno presiìntato un lavoro
di beH’aspeito, in caratteri chiari e
non troppo piccoli, formato moderno,
rilegatura solida, sepracoperta plasticata a due colori.
Ed ora la parola è alle comunità, ai
loro singoli membri, giovani e meno
giovani: sta a loro di mostrare se gli
Evangelici italiani hanno ancora « fame e sete d’udire le parole dell’Eterno » (Amos 8: 11), e di fortificare in
esse la loro fede, meditando su di esse giorno e notte (Salmo 1: 2). Chiunque acquista o già possiede questo volume sì i-mpegni per farlo acquistare a
un’altra persona: dalla diffusione del
«Nuovo Testamento Annotato» la
Claudiana notrà giudicare so e il caso
di pensare, un giorno o l’altrc, a un
«Antico Testamento Anno-taro»!
Bruno Cor.sanì
Su invito delle Conferenza Cristiana della Pace di Praga ho potuto partecipare ad una breve consultazione
teologica a Freetown, capitale dalla
Sierra Leone, nell’Africa Occidentale.
Non parlerò della consultazione che
ha trattato i problemi deU’incaniazions e della libertà e si proponeva di
avviare una comune ricerca teologica
fra uomini responsabili delle chiese
africane, e mi limito a riferire alcune
impressioni. Anche se esse sono state
brevi e ferzatamente superficiali e si
riferiscono ad un paese che è molto
diverso da altri paesi africani, ritengci che questa visita apra prospettive
sc-pra aspetti della vita del terzo mondo che generalmente ignoriamo in
Europa.
Potrei dire che mi sono rapidamenie affacciato sulla grande periferia
della nostra grande civiltà occidentale. Questo può essere inteso alla lettera: penso alla periferia delle nostre grandi città europea, là dove
le case popolari cedono alle varie
« bidonvilles ». Anche se l’ambiente è
diverso e la storia coloniale ha lasciato tracce profondissime, qui come in
tutte le periferie si trovano le medesime cose che al centro ma in forma
ridotta ed impoverita. Freetown è la
capitale di uno stato più grande della Svizzera e si presenta come una
cittadina di provincia. Si comprende
che i modelli culturali, le aspirazioni
i divertimenti sono analoghi a quelli
della s(x:ietà occidentale. Le automobili sono numerose, e soprattutto le
grandi società petrolifere sono solennemente rappresentate dalle loro stazioni di servizio, identiche in tutto il
mondo: che l’unità del nostro mondo sia proprio data dal petrolio? Come in tutte le periferie, anche qui
non si vive di vita propria, ma si riceve, attenuato ed impoverito quello
che è prodotto altrove. E si deve certamente alla dignità e alla compostezza dello stile di vita africano se
a Freetown non si vedono scene di
grande miseria spirituale o materiale.
Ma si comprende che c’è.
Eppure queste città africane che ho
potuto intravedere (oltre a Freetown
Monrovia e Dadcar) non sono che iso
Un'opera unica nel suo genere
fra gli italiani nella Svizzera
Inaugurato il nuovo anno scolastico^ della
scuola media oP. M- Vermigli» di Zurigo
Zurigo, 2 ottobre.
Alla presenza del Console Generale d’ilaIla a Zurigo, Dr. Giuseppe Mescliinelli, del
Presidenle del Concisloro centrale di Zurigo, Prof. Paul Wellstein, di rappresenlanli
di aUivilà culturali ed ecclesiastiche ¡a
Scuola Media «Pier Martire Vermigli o ha
inaugurato in modo più solenne ed ufficiale delle volte precedenti il terzo anno
della propria atìivilà.
,4perta nell’aulunno del 1963 per venire
incontro ad una sentita esigenza degli im
migrati italiani a Zurigo, la Scuola Media
(come viene semplicemente e affetluosamente chiamala qui in Isvizzera: ;■ vipula per due anni di un’esistenza quasi c;andcsliina per farsi un po’ le ossa prima di
aftronlare il pubblico più vasto. iJnica nel
suo genere in tutta 'a Conferediizione, ■.(
■
Scuola rappresenta lo sUmnenlo di servizio
più noto ed elogiate, sìa negli ambienti
elvetici che in quelli italiani, e.spresso dal1-1 nostre comunità evangeliche di lingua
italiana di Zurigo città e Cantone.
ICnfrancata dall’esperienza del pa».sato,
con un corno insegnante più nuiiier<iso, con
una base ananziaria meno precaria, la Scuoia Media si è presentata .al pubblico maggiore deirimmigrazioiia italiana olfrendo i
propri corsi a quanti volessero studiare per
il conseguimento della ììcenzu di scuola media: un ccmunicato c stato diramato per
mezzo dei giornali italiani locali, del Consolalo mentre inviti personali venivano falli dai membri delle nostre comunità e daa i alunni della Scuola a quanti sì saijcva
intere.ssatì all’iniziativa. La risposta è siala
.nona: circa 50 alunni sono ora iscritti
nelle tre classi (1, II, III media); il numero sarebbe stato senza dubbio superiore
so la Scuola avesse rinuncialo alla ormai
caralleristica linea di serietà esigenza ed
Impegno come si manifesta nella volontà di
non avere classi troppo numerose (il che
porla al rifiuto di alcune domande d’iscrizione), nel richiedere una quota mensile
( Fr. 10 mensili), nelFinsislere sulla frequenza alle iezicni e neiresecuzione dei
(ompiti per casa, nel tendere -td un livello superiore di preparazione: UU o e.o
potrebbe sembrare normale a quanti ma;ì.
dono i propri Hgli a scuola; ma si pensi
un po’ al fallo che i nostri alunni non sono dei ragazzini. Ijens'i degli ucmini maturi che lavorano io loro otto o dieci ore al
giorno e poi la sera devono venire a lezione o piegarsi .suj libri a fare i ccmp'.li
c iti più devono dedicare metà del loro
giorno libero a cinque ore di lezione consecutive: ed alcuni dì questi uomini vena,mo da 20 e più chilometri di Icnlananza!
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
4 destro: il Direttore dello Scuoio, il Post. Elio Eynnrd, opre la cerimonia inaugurale e soluto ospiti e convenuti, olle sog'ie del
terzo anno di quest'attività — A sinistra: da destra: Sig. Madri Pres. delle Colonie Libere; Past. Corda; Sig.ro Frir'-c; Past.
Eynard; il Console d’Italia, Dr. Meschinelli; Prof. Wettstein, Pres. della Zentralkirchenpflege di Zurigo; Prof. Ogniben, Vice
’ • pres, del Centro Studi di Zurigo,
le relativamente europeizzate (ii una
altra vastissima periferia forse spiritualmente e culturalmente più ricca
ed autonoma, ma profondamente Impoverita ed affamata dal contatto
con la civiltà occidentale.
Attorno alle città vi è un proletariato agricolo o piccoli contadini che
dopo aver mangiato il loro raccolto si
riversano nelle città e si trasformano
in mercanti ambulanti improvvisati.
Si vedono donne che per un’intera
giornata possono stare sedute sul
marciapiede, circondate da bambini,
esponendo, in un vassoio, alcuna povere mercanzie, forse soltanto cipolle o
peperoni, attendendo un avventore
che forse non verrà mai.
(Questi piccoli mercanti di niente
sono la caratteristica del terzo mondo, mi avverte il Past. Richard Andriamanjato che è sindaco di Tananarive e leader politico del Madagascar. Eppure la Sierra Leone dovrebbe essere uno dei paesi più evoluti
dell’Africa, il suo nucleo dirigente è
formato da antichi schiavi liberati,
che da un secolo e mezzo conducono
una vita più o meno occidentale, qui
si trova la più antica università africana e una classe dirigente «educata» abbastanza numerosa.
Qui la chiesa è presente, come in
Inghilterra, con una molteplicità di
chiese e denominazioni. Chiese, chiesette e cappelle di ogni tipo e denominazione popolano la cittadina di
Freetown; spesso sono piccole e povere, ma sempre pulite e ordiriate. E
un mondo molto molto frazionato.
(esistono ben quattro organizzazioni
ecclesiastiche metodiste indipendenti !>. ed-è eonàderato già uiì successo
che, senza parlare di unione, si collabora strettamente.
Certamente è facile criticare questa
situazione di divisione del protestantesimo. Non dobbiamo però dimenticare la caratteristica della missione
cristiana nel secolo scorso, specialmente nei paesi di lingua inglese. Essa
è stata un fatto di massa, non l’opera di alcune organizzazioni ecclesiastiche. E’ stato tutto un popolo, il
quale ha contribuito direttamente a
raccogliere i fondi, a delegare i missionari, ad interessarsi personalmente dell’opera che essi svolgevano nel
paese di missione.
Ogni chiesa locale, ogni gruppo di
credenti si creava e manteneva la sua
chiesa in Africa. Il frazionamento
confessionale è rimasto oggi come testimonianza di questa volontà di agire direttameme, senza l’intermediario di organizzazioni impersonali. Oggi si parla molto del dovere dì sostenere i paesi sottosviluppati e si pensa ad una presenza impersonale.
Possiamo domandarci se il rapporto
personale del passato non fosse migliore, dopo tutto. Comunque è inuubbio che in questo modo diretto
lurono riversati sui paesi sottosviluppati quantità mgenti üt aenaro u ut
aomim, spesso per scopi euucativi e
assistenziali. E noi, cosa facciamo ogper quelle sistuazioni analoghe cne
esistono, e non soltanto in Airica?
Qm SI può parlare di un popolo
cristiano. Questa comunque e la consapevolezza degli abitanti di P'reetuwn e quello cne essi considerano
instintivo rispetto agli altri paesi airicani. Da presenza della Chiesa come parte integrante della civiltà occiaentale e sensibile dovimque, ancne
nell' univeiSna Oi Fourah Bay, che
ormai appartiene allo stato ed e lorinaimente laica.
inaubbiamente questa cristianità
airicana rappresenta un elemento cu
lorza, come mediatrice di valori culturali moderni ed occidentali, non
certo disprezzabili, nei riguardi di popolazioni che stanno ora iniziando il
loro sviluppo e che sono (»stretti ad
uscire dal loro isolamento culturale.
Qui è difficile porre il problema della
cristianità costantiniana, negli stessi
termini che in Europa, perchè l’Africa non è l’Europa ed anche se gli abitanti di Freetown si conàderano un
popolo cristiano, questo ha per loro
un significato molto più dinamico e
diretto che per i nostri popoli cristiani ed europei. Non dimentichiamo
che questo popolo cristiano è circondato e mescolato con uomini che seguono ancora la religione degli antenati o che da*tempo antico o recente
sono passati all’Islam. E tuttavia è
probabile che elementi di critica e di
protesta analoghi a quelli presenti in
CONTINUA
IN TERZA PAGIN'A
2
pag. 2
N. 42 — 22 ottobre 1965
22
Quinta colonna
iìélla rivoluzione
Una liturgia
per il culto pubblico
del Regno
Non dobbiamo forse, di fronte a questo manipolo di fratelli sconosciuti,
liberi ed impegnati, più viventi nella nudità del loro solo nome di milioni di
cristiani moderni, porre la domanda se la morte della comunità cristiana non
nasca dalla incapacità di rinnovare il mistero di questo spirito fraterno, di riconoscere la testimonianza del fratello e farla propria assumendone il carico
e la gioia con la meravigliosa solidarietà di Tertius legato ai suoi fratelli oltre
il mare? Vivere da fratelli significa però pazienza, affetto, sensibilità, libertà;
cose che non fruttano mentre la chiesa, come il mondo, vuole frutti, efficienza, risultato; vivere da fratelli significa essere liberi dai miti della razza e del
popolo, della tribù e della classe mentre la chiesa, come il mondo, sembra
tuttora incapace di concepire sè stessa fuori di questi miti.
Proprio per queste nostre contraddizioni e debolezze il gruppo di fratelli
di Romani 16 ci pare carico di una potenza e di una consolazione sconfinate,
ricco di una formidabile speranza e di una indistruttibile libertà: la comunione con Cristo.
Alla civiltà romana organizzata nella ferrea struttura delle sue istituzioni,
alle invincibili legioni in marcia dalla Siria al vallo germanico, alle mitologie
nazionali officiate dai pontefici della pax romana e della dea Roma, alla filosofia di Seneca e ai « monumenti imperituri » delle lettere questi credenti non
contrappongono che la nuda umanità della loro esistenza di fratelli, come i
valdesi del Medio Evo « nudi, nudum Christum sequentes ».
Abbiamo detto : contrappongono; esiste veramente questa opposizione,
questa tensione polemica tra la comunità di Romani 16 e l’Impero, tra il messaggio del crocifisso e la cultura imperiale all’apogeo della sua gloria? Sapevano e volevano Andrónicos e luniàs, Epainetos e Persis contrapporsi alla realtà di Claudio, Virgilio, Germanico?
A noi piace vederli così, dispersi nella folla dei fori imperiali, quinta
colonna della rivoluzione del Regno; sono forse i rimorsi e le delusioni, le
paure e le inquietudini della nostra esistenza di credenti che ci fanno operare
questa proiezione all’indietro di una vocazione che siamo incapaci di vivere.
Andrónicos e Tryfósa. Apeilcs e Tertius non si contrappongono a nessuno: nè al foro, nè al Campidoglio, nè alle sentenze dei pretori, nè al culto di
Giove; tutto questo non rappresenta ormai più nulla per loro, sono le ombre
di uh mondo finito. Non si curano di ergersi contro nessuno, perchè vivono carichi dell’esistenza, dell’« esse » della chiesa : lo Spirito. Sono le cattedrali,
le liturgie, le potenze ecclesiastiche, i benefici, le speculazioni che si innalzano contro gli altri, che hanno bisogno di costituire dei baluardi. Una comunità di credenti impegnati non ha da cercare libertà e speranze, forza e
« senso » in una polemica contro alcuno, perchè tutto questo nasce dal suo
cuore, dal senso delle cose di Dio. Giorgio Tourn
E’ finalmente uscita una liturgia
del culto pubblico ad opera della Commissione Liturgica Valdese. Libro di
255 pagine, contiene i formulari delle
cinque domeniche mensili e per i vari
cicli ecclesiastici fino alla 13» Domenica dopo la Pentecoste, nonché la liturgia della Santa Cena, e numerose
preghiere di confessione, adorazione
ed intercessione.
Essa può servire, o.'tre che ai pastori, ai predicatori laici, ai responsabili
dei gruppi, agli isolati, per dare continuità più regolare al proprio culto sia
come semplice materiale di libera scelta.
Un’opera unica
fra gli italiani
nel suo^genere
nella Svizzera
RICHIEDETE
IL SUDDETTO SAGGIO :
alla Libreria Claudiana - Torre Penice
(Torino).
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alla Libreria di Cultura Religiosa Roma ■ Piazza Cavour, 32 - c. c. postale 1/26922.
A destra: il Console generale d’Italia a Zurigo, Dr. G. Meschinelli, porge il suo saluto
augurale; a sinistra: l’uditorio durante il discorso d’apertura del Fasi. S. Corda, sulla
figura di Pier Martire Vermig’i.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Prezzo Lire 1.800.
Contro l’atoniiea fraileóse
nel Pacilico
Siota, Salomone. — La Commissione esecutiva del sinodj diocesano anglicano della
Melanesia ha protestato airunanimità contro
il progetto francese di sperimentare bombe
atomiche nel Pacifico e ha chiesto alla Commissione delie Chiese per gli Affari Internazionali del Consiglio ecumenico di prendere le misure necessarie per impedire questi esperimenti. I dirigenti della CCAI hanno trasmesso questa petizione alla Commissione degli Affari Internazionali della Federazione protestante di Francia.
Il Sinodo anglicano della Melanesia comprende le. isole Salomone, le Nuove Ebridi
(condominio franco-inglese) e la Nuova Caledonia. {soepi)
naturalmente auspicabile che altre chiese anglicane protestino contro altri esperi
menti atomic
colare..
inglesi e americani
i partired.
All’inaugurazione del 2 ottobre u. s., alla
presenza di HO persone circa e delle Autorità summenzionale, il Pastore Dr. Elio
Eynard ha quindi affermato nel messaggi.»
d’apertm-a la decisa volontà della Scuola
di prcseguire per il cammino intrapreso e
degli alunni di restare fermi nel propossil )
di elevazione culturale e pìrituale espresso
con l’iscrizione a( co.'-si. Riassunta brevemente la storia dell’iniziativa, il Past. Eynard inquadrava il problema dolt’educazione nella prospettiva evangelica tracciando un parallelo con quel mirare « a tutte
e ricchezze della piena certezza delPintelligenza, per giungere alla completa conoscenza del mistero di Dio: cioè di Cristo,
nel quale tutti j le.sori della sapienza e della conoscenza sono nascosti »> di cui parlo l’Apostolo Paolo (Col. 2; 2-3j e riportando tutti gli sforzi fatti per la Scuola
da comunità, enti ecoesiastici, insegnami e
scolari nella dimensione della testimonianza evangelica.
Si procedeva poi alla presentazione del
Corpo insegnante, formato dalla Sig.ra Erira Frick; moglie del docente di medicina
interna e patologia all’Università di Zurigo Dr. Paul Frick; dai Sigg. Umberto
Ariello, Loris Tomasini, Saverio Guarna;
dai Pastori Salvatore Corda e Franco Rotichi. Il Pastore Eynard funge da Direttore
della Scuola e si occupa di eventuali supplenze; il Pastore Jean-Roland Maltbey di
Il cristiano e il denaro
^ Dal 23 agosto al 2 settembre 1965, presso
l’Istituto Ecumenico di Bossey (Svizzera) si
è svolta una « Consultazione » (o Conferenza
che dir si voglia) indetta e organizzata dal
Consiglio Ecumenico delle Chiese (C.O.E.) Dipartimento dei Laici. Ad essa ha partecipato, su designazione della Tavola, il sottoscritto, in rappresentanza della Chiesa Valdese, insieme con una sessantina di delegati
di tutte le principali Chiese cristiane (protestanti, anglicani, cattolico-romani^ ortodossi) provenienti da ogni parte del mondo.
Per l’attualità del tema trattato, per l’alto
livello degli studi preparatori, per il fervore
delle discussioni, per la perfetta organizzazione, e infine per il peculiare interesse che
i argomento riveste — specie nell’ora che
volge — per la Cristianità in generale e per
la nostra Chiesa in particolare, ritengo che
sia cosa estremamente utile presentare ai
Lettori di « Eco-Luce » una sia pure sommaria relazione della Conferenza stessa, nella
speranza che ognuno ne tragga incitamento
a ncoiuuierare seriamente le proprie responsabilità — di fronte al Signore e di fronte
11 problema discusso in uno Consultazione indetta dal Consiglio ecumenico delle Chiese all Istituto di Bossey
la « messa a fiioco » dei singoli problemi, per la loro giusta comprensione e
per un avvìo a soluzioni « cristiane »
di essi.
A creare questa «atmosfera» hanno contribuito, in misura notevole e
forse determinante, i culti in comune
(mattina e sera) e gli «studi biblici»
centrati su testi scelti con grande acume 9 magistralmente svolti dal dott.
H. R. Weber, condirettore dell’Istituto
e massimo organizzatore della conferenza.
PREPARAZIO.NE
(studi introduttivi)
I PARTECIPANTI
In Tempo debito il « Department of
Laity » ci aveva fatto pervernre alcuni « studi introduttivi» ialtri ci furono forniti Conferenza durante i mediante i quali è poi stato dato l’avvio
allo studio delle varie questioni — comunque connesse con il tema centrale propostoci— ed alle discussioni che
ne sono seguite (prima in assemblea
plenaria e poi fra i « gruppi di studio » attraverso cui la Conferenza si
è suddivisa).
al mondo —
in questo campo.
Per poter trattare esaurientemente il tema, dovrà necessariamente suddividere questa relazione in successive « puntate » che
varranno pubblicate a mano a mano che il
Direttore troverà lo
spazio necessario per
ospitarle sul giornale.
In questo numero, pertanto, mi limiterò
ad alcune note introduttive. In seguito saranno pubblicate le « relazioni finali » dei
gruppi di studio (quattro), debitamente postillate nonché, infine, un commento generate al Convegno, con osservazioni, considerazioni e proposte di ordine pratico che suggerirei di adottare nelle nostre Comunità
per attuare « in concreto » (almeno parzialmente) alcuni dei postulati fondamentali ai
quali La Conferenza è pervenuta.
L’AMBIENTE
La Conferenza si è tenuta a « Château ae Bossey», sede delPIsiituto
Ecumenico omonimo, in un clima ve
ramente fraterno, cordiale, ricco di
spiritualità, nel senso migliore del termine. Nulla di fredde, di « cerebrale »
di convenzionale, ma vita comunitaria e ricerca costante, appassionata e
sincera della « verità nella carità » alla luce della Parola di Dio, suunto e
nierimento di ogni indagine e di ogni studio, confidando sempre che « da
Alto» ci potesse giungere l’aiuto per
novità CLAUDIANA
GIORGIO TOURN
La voce dei profeti
Guida alla lettura dell’Antico Testamento.
72 p., con numerose illustrazioni
e 5 cartine, quadro cronologico,
appendice di domande e ricerche,
L. 700.
Ordinazioni alla Claudiana, Via
Principe Tommaso 1, Torino, o a Torre Penice, 0 alla Libreria di Cultura
Religiosa, Piazza Cavour 32, Rema.
Hanno partecipato al Convegno 59
persone — uomini e donne — ivi compresi i cinque componenti del comitato organizzatore (Staff) del C. O. E.,
cosi, suddivisi; Europa 23, Nord America 16, Sud America 3, Africa 6,
Asia 11.
Avevano dato la loro adesione, accettando di inviare loro rappresentanti, anche alcime Chiese dei Paesi del
« mondo coihmiista » (URSS, Cecoslovacchia, Germania Orientale, Cuba)
ma, per motivi che si possono intuire
ma che non sono stati resi noti, nessuno di essi potè essere presente.
Benché la Conferenza fosse stata
indetta dal « Departement of Laity »
del C. O. E. e l’argomento fosse fra
quelli che —erroneamente — vengono
indicati come « profani », oltre un terzo dei delegati era costituito da ecclesiastici (molti pastori, alcuni professosori di teologia, due preti ortodossi,
uno cattolico-romano). Gran parte dei
laici, poi, sono personaggi di rilievo
nell’organizzazione della « stewardship » ( amministrazione e servizio nelle Chiese e per le Chiese) sul piano
nazionale e intemazionale.
Quest.q mescolanza di uomini appartenenti a razze, nazionalità, lingua,
età confessione religiosa, mentalità,
livello sociale e cui tuia diversissimi,
non ha impedito che i lavori si svolgessero, come ho detto prima, in un
clima di fraterna comunione e di reciproca comprensione, nonché di assoluta parità. (Fra l’altro ci siamo
tutti volentieri assoggettati alla regola di Bossey secondo la quale, a turno, si deve collaborare in cucina per
« essuyer la vaisselle ». E se ce n’erano
di posate ! !).
La grandissima maggioranza dei
partecipanti parlava inglese. Vi era
poi, il gruppo dei « franco-foni » fra
1 quali il sottoscritto, e dei germano
foni, entrambi composti da appena
7-8 persone
Il servizio di traduzione è stato assicurato — in maniera degna del più
alto elogio — da un gmppo di signorine interpreti con assoluta padro.nanza di tali lingue.
Questi studi sono stati presentati:
— dal prof. S. L. Pannar (India) sul
tema: «L’influenza della strutture
economiche-sociali sul nostro atteggiamento verso il denaro»;
— dal prof. W. Schweitzer (Germania) sul tema: «¡degni di un’etica
cristiana » ;
dallo scritkre Lesile Paul (Gran
Bretagna) sul tema- «La Chiesa
come istituzione» (necessità e pericoli) ;
— dal padre Bm. Boyer (Francia) sul
tema ; « Atteggiamento nei riguardi del denaro e della ricchezza »,
per la Chiesa cattolico-romana;
— dal pastore A. Biéler (Svizzera)
sul tema : « Significalo del denaro
dal punto di vista del cristianesimo riformato»;
— dal padre Pishoy Kamel (Egitto)
sul teana : « I.’attegglamento degli
ortodossi verso il denaro » ;
-- dal sig. C. I. Itty (India) sul tema:
« Dilemmi e problemi dei laici cristiani nei confronti del denaro ».
Non è qui il caso di riassumere, neppure sommariamente, il contenuto di
questi «studi» (per ra^oni di spazio)
tanto più che almeno i punti salienti
di esso sono stati ripresi e « condensati » nelle relazioni finali dei quattro
gruppi di studio, ohe verranno integralmente pubblicato in altro nume
ro.
Le discussioni alle quali questi « studi » hanno dato origine, sono state
ampie, vivaci, interessanti, anche se
spesso si sono manifestati contrasti e
divergenze notevoli fra le opposte correnti. Devo segnalare in particolare,
come i rappresentanti provenienti da
Nazioni povere (un po’... eufemisticamente chiamate « in via di sviluppo »)
battevano volentieri sul loro «chiodo » preferito, consistente nel chiedere a gran voce il cambiamento (anche
violento!) delle «strutture» economico-sociali (e politiche s’intende) dei
loro Paesi, lasciando altresì chiarar
mente intendere che identici cambiamenti sono augurabili anche per i
Paesi «occidentali» (industrializzati
e... capitalisti).
Questo discorso, tuttavia, ci porterebbe lontano e comunque fuori del
seminato... di Bossey. Sarà bene,
quindi, fare punto (anche perchè
— immagino — il Direttore mi sta
facendo gli occhiacci...!).
1 1
1
I
1
I
Simili conclusioni non garbano molto — è ovvio — ai delegati tedeschi,
inglesi, statunitensi, canadesi, ecc. i
quali, pur accettando la tesi che auspica contìnui « miglioramenti » ed
anche « le modifiche necessarie » ai
propri ordinamenti politico-sociali ed
alle proprie strutture economiche, respingevano decisamente ogni « distruzione del sistema » ventilata dai primi come necessaria premessa per la
« ricostruzione della società » su nuove basi ecc.
Confesso che l’eccessiva insistenza
(con punte polemiche talora un po’
asprigne) su queste tesi, ha destato
anche in me qualche perplessità: non
tanto per la « sostanza » di esse, giacché lo stato di arretratezza economico-sociale di taluni Paesi giustifica
ampiamente le più drastiche critiche,
quanto perchè nessuno dei delegati
di tali Paesi ha saputo o voluto spiegare quali nuove strutture dovrebbero sorgere al Posto di quelle « delendae »!
Non solo, ma m’è parso di cogliere
qua e là — anche se non in forma
esplicita — venature di chiara origine politica di una ben determinata
ideologia (non cristiana), nel frasario
di qualcuno fra i più accesi e sistematici « debellatori » di strutture, e ciò
non è valso certo a creare molti simpatizzanti per la sua corrente.
Inoltre, questa pesante « carica critica » contro il mondo occidentale e
capitalista nonché, dt riflesso, contro
le chiese cristiane inserite in tale
« mondo » — accusate, tra l’altro, di
non saper « dare » cristianamente, e
di non dare abbastanza delle loro rie
chezze ai Paesi sotto,sviluppati — mi
è parsa poco « evangelica » anche se
si può condividerne la sostanziale fondatezza in molti casi.
Bisogna saper dare, certo,. ma bi.sogna anche saper ricevere! E l’ingratitudine non è meno contraria all’Evangelo dell’egoismo !
Ed a questo punto viene .spontaneo
raffrontare tale insistenza polemica
con l’analogo atteggiamento di molti
nostri (specie giovani) «intellettuali»
(uso le virgolette non per recondito
fine dispregiativo ma per semplice esigenza lessicale; infatti, qual più qual
meno, siamo tutti intellettuali — in
quanto provvisti di intelletto, anche
gli analfabeti, no?). Anche, i nostri
giovani sofl d'ayanguardia propongono e ripropongono continuamente la
l'eoessità di un radicale mutamento
delle «strutture» (comprese quelle
ecclesiastiche, ,si capisce) ma non vogliono, o non sanno, o non possono
ancora dirci qi.iali altre strutture gradirebbero instaurare a meno che...
non vagheggino quelle di un « mondo » marxistizzato...
Wintertlmr cura j lapponi con le aulorità
ecclesiastiche riformate, particolarmente por
quanto riguarda le iinaiize.
Dopo che il Pastore Ronchi ehhe presentato i sing-ù studenti il Pastore Corda
presentò la hgura e l’opera di Pier Martire
Vermigli, alla memoria del quale la Scuola
fu dedicata (contrariamente ad una notizia
apparsa alcuni anni fa su questo giormile
elle dava alia Scuola il nome di Bernardino Ochinoj.
Dopo un intermezzo musicale durame il
quale si esibì al pianoforte lo studen e in
teologia presso il Seminario haltisla di
Riischldkoii Gabriel Amai, vincitore di lari
concorsi musicali, si ebbe il saiuto delle
Aulorità e degli ospiti invitati. 11 Consoie
Generale esiiresse la propria soddisfazione
per l’esistenza della Scuola, incoraggiò insegnanti e studenti, promise il proprio appoggio niora.e e, eventualmente, quello tiiianziario nel futuro: un lungo applauso
salutò le parole del Dr. Meschinelli che
seppe conquistarsi la simpatia deh'iuiiiorio con il suo fare franco e sponitanco. 11
Prof. Paul II'ettstein parlò a nome dcMe
autorità ecclesiastiche cittadine, as.sic laindoci del loro appoggio e della loro amici,
zia: «sappiale che, nonostaiue niaimcsiazioni contrarie di cui non possiamo issiimere la responsabilità, noi siaiiin iiiiii.imi'liii!», coni fuse il Presidente delta /.eii.
Iralkircheupflege di Zurigo. 11 .lu:. ,m
vanni Madri, Presidente della l ede
delle Colonie Libere, porto
questa organizzazione comp
noi fosse stalo possibile conti
lircsa che essi avevano tante volti
allieltante volle cesssata per vare
11 Pref. Giuseppe Ogniben. Vu
del Centro Studi di Zurigo rie
tinua tradizione di presenza c
liana in questa città (Foscolo. De
ecc.) dai tempi di Vermigli lino al i>.
le, in cui gentilmente menzioim la :•
Media come contributo concreto a c
tradizione. Il Sig. Leonardo Zuiunn
caricato culturale delle Colonie Libicompiacque jier il successo ouciiiiui
nostra iniziativa e per il servizio concreto
elle è reso mediante essa agli italiani dagli
evangelici svizzeri e italiani.
Agli ospiti rispose il Past. Eynard; poi
lutti furono invitati a visitare le ani, scolastiche ove venne servito il tè con ii\ .nancabili pasticcini. Il Console e gli altri
ospiti ebbero qui occasione di conoscere
più da vicino insegnanti e alunni della
Scuola ed anche i membri delle nos'.rc comunità. La giornata ebbe la propria felice
conclusione con una serie di canzoni italiane: quelle di montagna ebbero il Console stesso, data la sua origine vene i, ad
animatore; quelle napoletane il nostro canoro Cafarelli, alunno della li media.
Questa cronaca non può terminare .senza
ringraziare in primo luogo le Coiiiiiiiiià
evangeliche di Zurigo che hanno messo a
disposizione della Scuola i propri locali e,
talora, le proprie finanze; in secondo luogo le autorità ecclesiastiche di Zurigo che
col loro generoso aiuto finanziario hanno
permesso di arredare due aule e venire inlontro alle spese vive dell’istituzione; m
terzo luogo le Unioni feimixinili ballislc
svizzere che con un generoso dono lianno
dolalo la biblioteca della Scuola di un buon
nucleo iniziale di volumi e di vario materiale didattico; in quarto luogo, last but
not least, il Prof. Coslabel e tutti gli inscgnanli .della Scuola Media Valdese di lorrc
Pellice senza l’aiiilo dei quali il successo
della nostra Scucia sarebbe stato impossibile. Franco Ronchi
1
11
Cristiani e nazionalismo
ïita delle Chiese indonesiane
Aldo Long
Secondo 1‘uíricio missionario della Chiesa
riformata olandese, si contano attualmente
circa quattro milioni e mezzo di cristiani nelrindonesia^ cioè il loro numero è triplicato
rispetto a quello d'anteguerra; le conversioni sono numerose, anche a Giava, Bali e
Celebes, sinora quasi impenetrabili al cristia.
nesimo. L'Associazione cristiana studenti ha
30.000 membri. Le forze armate hanno chiesto S-'iO cappellani, assai più di quanti la
chiesa non possa fornirne. (( E' chiaro che la
società indonesiana è sotto molti aspetti aperta aU'Evangelo », ma (( c'è da domandarsi
se questa espansione non avviene a scapito
della vitalità interiore della testimonianza
della Chiesa, poiché certi cristiani sembrano
mancare totalmente di senso critico nei confronti degli slogans nazionali attuali ».
D'altra parte i rapporti della Chiesa riformata d'Olanda con l’Indonesia migliorano
continuamente sul piano missionario. Alla
fine del 1964 v’erano otto pastori, quattro
medici, un evangelista e due assistenti sociali
missionarie al lavoro in Indonesia sotto gli
auspici deirufiicio missionario neerlandese,
cioè dieci persone più di prima. Benché siano stale rotte le relazioni diplomatiche fra
I Olanda e l’Indonesia, *mai sono cessati i legami fra le due chiese. (soepi)
Si
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si .
vei
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Sol
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til
3
22 ottobre 1965 — N. 42
pag. 3
Spigolature di attualità
Non toccate
Bobby Solo !
f>ieVn rubrica « Specchio dei tempi » de
(( la Stampa » (10 ottobre), urui lettrice, che
si firma con tanto di nome e cognome, in‘
veisce contro l’autore di umi nota di eronaca, nella quale si dava il resoconto di
una delle tante estrosità del cantante Bobby
Solo. -4 detta del cronista, il cantante si
eri presentato alle prove con un ritardo
di molte ore, poi si era rifiutato di esibirsi,
perchè — a suo modo di l edere — il miCTofono ( che poco prima era stato moUo
apprezzato da un tenore che va per la
maggiore) non gli ¡xtreva adatto alla sua
importanza di divo.
Scrive, fra Valtro, la lettrice indignata:
yi Comunica a! tuo vile L. G. (che è Vautare della nota di cronoca cui si è fatto
cenno) che non lui il coraggio di firmare
per intero, di non prendersela più con Bobby, se non vuole prendere ben altro, invece
di una lettera di protesta. Prendetevela con
chi volete, ma non toccate Bobby Solo... ».
JJindignazione della lettrice, per se stessa non varrebbe gran che, se non fosse sicuro segno dell’evolversi dei tempi verso
una democrazia sempre più accentuata, nonosUmte i pareri contrari. Tempi addietro,
infatti, rinfatuazione per i cantanti, per
gli artìsH in genere, era riservata ai grossi
¡Hipaveri della politica, del pubblico potere. Granduchi, principesse, facevano pazzie per (fìutlche musicista o cantante lirico.
Si rimaneva nella « haute ». L’amore — anzi r« amour ». nel suo termine che non
aveva confini — travolgeva i potenti della
terra; coloro che trattavano di umili amori.
Oosstojei -ìu }. Toulnuse Loutrec —^ tanto
per citanie qualcuno venivano esiliati
in Siberi(: o derisi; io stesso evangelico
lolstoi fum riusciva a districarsi completamente di< conti, principi et similia. Poi,
dui proocionistl che chiamerò di « alto
bordo» : passò alle iichanieuses » , ai
(( chansotcììers », ma i patiti, gVinvasuti,
ore. persone di allo lignaggio, e
: gerarchi del ventennio, e così
erano scm
in segiiifr
ria.
Oggi. " ■
(è il rei.-:'
sono i d‘ •
gliesi: c
canto ». ..
luti, per
/ cani'
degli arili
rieri, de;
solo da ; : ’
idoli deilr
le ennzoi
cameni e •
scenici (!■■■
lium de!:
« Non
che è voi,
LA GRANDE
PERIFERIA
Donne protestanti
a Vaumarcus
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
morire di ¡Missione e di dolor »
ili una famosa romanza dell’SOI))
redoli, lutt'al più i piccoli burm più per gli artisti del « bel
' per gli urlatori, per i ricciobarbuti (e barbosi) cantautori.
I della lirica sono appannaggio
¡ori, dei grossi proprietari teripitani d’industria (la massa fa
■:parsa); ma i veri protagonisti,
lolle, sono coloro che strillano
le della «mala u e che istrioniulano e gesticolano sui palcotari « nights » e negli audito
n .
i cate Bobby Solo »: questa sì
democrazia!
Alberto Guadalaxaka
Europa si trovino nella gioventù, anche in Sierra Leone. La brevità della
nostrà visita e il fatto di frequentare
soltanto ambienti ecclesiastici non ci
ha permesso di approfondire questo
pxmto; lo abbiamo intinto durante la
conferenza stampa.
Del resto sono anche chiari i limiti
di questa società cristiana. Bisogna riconoscere ’che proprio i pastori che
abbiamo incontrato, che di fatto hanno ruolo di personalità dirigenti, non
sono sempre consapievoli dell’insieme
dei problemi che vengono posti dallo
sviluppo di questi stati. Personalmente sono di gran buona volontà e di
grande serietà personale, ma si ha la
impressioni che malgrado tutto la
chiesa rimane chiusa nei compartimenti denominazionali e se si preoccupa di problemi educativi, non è in
grado di assumere una funrione di
guida per il paese. Non che la chiesa
debba assumere posizioni di guida,
che anzi sappiamo per dura esperienza quanto questo sia pericoloso; ma
attualmente in un paese come la Sierra Leone la maggior parte della classe dirigente è stata formata nelle
scuole cristiane ed è, sul piano individuale, cristiana convinta e confessante. Questo darà a questi paesi un
certo numero di amministratori e dirigenti abbastanza ben preparati ed
onesti. Questo è certamente necessario, specialmente nella attuale situazione di molti paesi africani, ma non
basta. Nel campo delle decisioni politiche, il nostro cristianesimo individualista non può aiutarli.
Da questa breve visita si comprende
anche qual’è il compito della cristianità europea nei riguardi dei giovani
africani che vengono in Europa per
compiere i loro studi. Da diversi punti di vista si tratta di una gioventù
sacrificata, condannata a non essere
mai completamente a casa propria nè
in Europa nè in Africa. I loro figli
avranno probabilmente una vita molto più facile. Noi qui dovremmo facilitare la formazione di una nuova generazione di cristiani africani, che si
sia definitivamente liberata dai complessi del colonialismo ed anticolonialismo e che abbia stabilito con la restante cristianità legami di solidarietà reciproca e che infine prenda coscienza dei problemi non soltanto ecclesiastici, ma sopratutto politici ed
economici dei loro paesi in una pro
spettiva di responsabilità cristiana.
Si tratterà per loro, quando saranno
tornati nei loro paesi, di affrontare
coraggiosamente la strada difficile ed
ingrata della austerità e di sapersi
mantenere liberi in mezzo ai potenti
rappresentanti della Shell, della Fiat,
della Cina, dell’Unione Sovietica, per
assicurare ai loro paesi uno sviluppo
graduale e rapido.
Per questi nostri amici che vediamo spesso ai campi di Agape, potrà
essere preziosa una solidarietà reale
con i cristiani europei, fondata sulla
coscienza di una responsabilità comune. Questi incontri potranno essere l’inizio di un nuovo stile di rapporti fra cristiani europei ed africam.
Giorgio Girardet
Il XV Camp Romand delle donne protestanti si è tenuto a Vaumarcus dal 24 al
26 settembre scorso. Oltre 200 donne svizzere, cui si aggiungevano invitate da Uruguay, Argentina, Brasile, Italia, Francia^ e
un gruppo di sei giovani africane francofone,
con le loro lunghe tuniche e i turbanti.
E’ impossibile qui dare molti dettagli: le
sorelle li troveranno sul Notiziario F.F.V.
« Scacco airindifferenza », questo il tema
generale, svolto il venerdì sera da Freddy
Klopfenstein. uno dei redattori de « La Vie
protestante a. Il sabato mattina il Past. Hubert di Ginevra ci dava tre ottimi studi
biblici, in un linguaggio chiarissimo e vivace, I Tofondi nel contenuto, attualizzando
in modo esemplare il messaggio biblico:
L’uomo al bivio, rischio e sicurezza (Luca 18;
18-30); Una Chiesa addormentata (Apoc. 3 ;
14-22); Le condizioni di un risveglio (Efes. 2 ;
1-10, 19-22). Il testo di quest’Epistola ci ri
Solidarietà con don Milani
TERZO ELENCO
(Jfi gruppo di lavoratori italiani in Svizzera, con il Pastore della loro comunità:
Pasquale Giannini, manovale, Gossau
(Zh); Adelina Rubino, casalinga, Gessau
(Zh); Francesco Leiudice, manovale Gossau (Zlii; Michele Loiudice, manovale, Gossau (Zh); Chiara Basile in Loiudice, casalinga, Gossau (Zh); Michelangelo Belperio,
saldatore, Gossau (Zh); Armando Rizzo,
verniriatore, Griil (Zh) ; Msria Rizzo, cucitrice, Griit (Zh); Sebastiano Cardo, manovale’ Gossau (Zh) ; Carlos Bellinvia, elettricista, Gossau (Zh); Elia Giovanni, operaio, Gossau (Zh); Alfiio Garrari, operaio,
Wetzikon (Zh); Giuseppina Rizzo, casalinga, Griit (Zh); Anna Mondanini, casalinga Wetzikon (Zh); Alfonsina Malchiodi,
casalinga, Wetzikon (Zh); Franco Ronchi,
pastore evangelico; Giuseppe Paltavino,
muratore Wetzikon (ZhJ; Simone Buil'olo,
inibianchino, Griit (Zh); Rosetta Buffolo,
rasalinga, Griit (Zh); Miehele Pilla, Gossau (Zh); Cardo Libera, easalinga Gos.«au (Zh) ; Salvatore Covello falegname,
Keinpleri; Angelo La fauci, meccanico
Welzikon (Zh); Santa Pallavina, casalinga, Wetzikon (Zh).
lift gruppo di partecipunti al 3® Campo studi del Consiglio della Gioventù Evangelica Italiana (Ecumene):
Giorgio Bouohard, pastore evangelico,
Banchette (Torino); Sergio Acquilante, pastore evangelico. Panna; Paolo Rieca, pastore evangelico, Forano (Rieti); Mario
Gerkvenik, operaio, Torino; Odoarrlo Lupi, pastore evangelico, Agrigento; Eugenia
Serafino, impiegata. Rivoli (Torino); Guas’.oni, impiegata, Milano; Enrico Vola, stu
dente, Milano; Sandra Marangoni, impie
gala, Ivrea( Torino); Sergio Gay, impiega
lo, Milano; Mariella Funebri, impiegala
Milano; Tullio Long, impiegalo, S. Germa
no elùsone, (Torino); Lidia Long, impie
gala, Ivrea (Torino); Virgilio Bedy, impie
gaio, Aosta; Pier Luigi Pagliaro, studente
Torino; Lidia Aquilanle, casalinga, Par
ma; Laura Zunino, impiegala, Savona; Mar
cella Troll, studentessa, Genova; Bruno
Mandato, assicuratore, Napoli; Pietro Maf
fione, studente, Taranto; Luigi Pope, stu
dente, Taranto; Ruggero Mica, studente,
Roma; Giuseppe Mollica, pastore evange
lico, Cuneo; Emanuella Campanelli, slu
dentessa, Cerignola (Foggia); Giovanni Mi
ca ingegnere, Roma; Clara Vola, iinpiegata,
Milano; Miriam Castiglione, studentessa,
Torino; Silvana Coucourde, impiegata, Torino; Franca Propaio, studentessa, Taranto;
Giovanni Magnifico, studente, Cerignola,
(Foggia); Bruno Broschi, impiegalo, sindaco di Lissa (Prilla).
Altri amici:
Claudio Canal, universitario delegato regionale GIAC, Pinerolo; Cornelio Gai,
tranviere, Torino; Paolo Landi, architetto, Roma; Mirella Bein, prefessoressa. Torre Pellice (Torino)* Elena Bein, studentessa.
Torre Pellice (Torino); Frida Malan, professoressa, Torino; Mario Turin, tecnico,
Milano; Maria Stella Palermo, impiegata,
l’rapani; Aldo Varese, impiegalo. Torre
Pellice; Primo Violo, impiegalo, Torino;
Ludovico Bounous, 'mpiegato. Torre Pellice, (Torino); Laura Arces, studentessa, Palermo; Sandra Rizzi, impiegata, Genova;
Jolanda Schenk, insegnante, Merano; Franco Perna, studente, Londra.
corda che il popolo di Dio è formato di
uomini e di donne che hanno rotto col peccato e adottato un modo nuovo di pensare
e di vivere nella società: questa è l’opéra
della Grazia.
Sono stati evocati alcuni pensieri: nQuando ci volgiamo indietro cercando di ricordare la nostra infanzia, quando ci sentiamo
stanchi non di vivere ma di aver vissuto, la
nostra infanzia ci risponde con un suggerimento: Uno solo è l’errore, una sola la disgrazia nel mondo: non aver saputo amare
abbastanza» (Bernanos), a Per ogni creatura^ Vesseìiziale è sapere a che cosa sarà
capace di sacrificare la sua vita » (Teilhard
de Chardin), all tuo spirito, se esiste, si accontenti di aprire alle tue ali la porta del
tuo cuore» (Giovanni della Croce).
Ai tempi di Cesare Augusto... il Cristo e
venuto. Ha sofferto, partecipe, nel mondo.
Si è incarnato, incorporato in quel mondo,
proprio quello di allora. Cerchiamo anche
noi di capire la ricerca del mondo in cui
viviamo; impariamo a incarnare la nostra
fede, a partecipare al nostro tempo nella sua
c( attualità »,
I metodi e gli strumenti moderni non
sono cattivi, siamo noi cattivi. Se crediamo
alla Parola di Dio, dobbiamo comprendere
il disegno di Dio nella storia del mondo e
prendervi parte, testimoniando del ritorno
di Cristo. Stacchiamoci dal passato, poiché
viviamo in un mondo che evolve. La Chiesa
si trova davanti a possibilità nuove, se saprà
testimoniare quello che essa è oggi, non
quello che era. Dio ci parla negli eventi che
ora si succedono, proprio nel nostro tempo,
impariamo a leggere i segni del tempo, che
scattano talvolta come dei flashes. La Svizzera, terra d’asilo per i capitali esteri, ha scoperto di poter venire in aiuto ai paesi sottosviluppati, e riacquistare in questa solidarietà la sua vera dimensione umana. Si svolgono eventi formidabili, oggi, nel mondo:
proclamiamo la venuta di Cristo, per guarire, per ridare la speranza. Mostriamo nella
realtà che questo mondo è stato amato in
Gesù di Nazareth.
Numerosissima l'assemblea adunata nella
cappella per il culto domenicale, presieduto
dal Past. Deluz di Neuchâtel, che ha presentato due visioni tratte dall’esperienza di un
suo viaggio in Palestina: il Giordano pittoresco, dalle acque vive, limpidissime, che
portano vita sulle rive ovunque straripano;
queste acque, deviate e canalizzate hanno
irrigato il deserto del Negheb, trasformandolo in un paese ricco e fertile. Il Mar Morto; stagnante, privo di vita, senza sbocco.
Giorni indimenticabili, unità spirituale;
gioia, nonostante il tempo imbronciato.
Tutte unite, nella testimonianza, nella medesima aspettativa; coscienti di camminare
numerose sul sentiero della fede; sempre
disponibili, impegnate nell’avventura umana, rinnovate continuamente in Cristo.
Graziella Jalla
I LETYORI CI SCRIVONO
Cercasi
dolcezza
Una ìuli,
(la Verona:
Signor bc.o Conte,
leggo con mallo ritardo alcuni articoli
sul peruKfCo « La Luce » da lei diretto e. se oermette, le faccio presente
al cu ne cì > ' iul e r a z i on ì.
« Io gl] rc.sistetli in faccia », scrive,
va S. Paolo ;i! (/alati. Pietro, più prudente di ini- non risponde perchè sa
di essere nc-1 torto. (Fratello con fratello litiga c ciò davanti agli infedali).
Ma se Paolo avesse potuto tacere sarebbe staio molto meglio, avrebbe messo m pratica il suo meraviglioso « Inno alla Carità ». Invece non poteva
perchè la dciiolczza di Pietro aveva at.
tirato l’alfcnzionc e i commenti sfavorevoli ad Antiochia.
II bolleilinn ilei Servizio Cristiano a
Rìesi contenente Tarticolo del pastore
lullio Viiiay si spedisce a poche persone. Invece « La Luce » è tetta da
un numero di evangelici o aderenti
considerevole. Lei, dunque, Signor Direttore, avrebbe benissimo potuto tacere evitando di « resistere in faccia »
perche La prudenza è stata consigliata
dal Signor Gesù, e Tavversario gongola Se ci vede litigare.
In poche parole penso che la Sua
reazione alla frase infelice « I dogmatici sono gli archeologi della religione » sia stata eccevssiva e che. Lei abbia considerala, quella frase, come una
offesa personale a cui non poteva fare a meno di difendersi.
Lei è giovane senza dubbio e forse
ha un carattere focoso come S. Paolo
il quale verso la fine della sua vita si
accontentava che altri predicassero
Cristo, in qualsiasi modo purché Cristo veni.sse fatto conoscere a un maggior numero di persone. Lei non sa
cosa voglia dire a farsi lutto a tutti ».
Invece, è venuto il tempo di considerare i dogmi delì'una e delle altre
Lhiese Cristiane come impalcature oruiai tarlate che permisero all’Evangelo di arrivare fino a noi, ma che non
^no ormai più necessarie, perché lo
Evangelo essendo a disposizione di tut.
ti può essere interpretato da ciascuno
secondo ¡] proprio buon senso non
c arabo — tulli possono leggere le
parole di Gesù e comprenderle come
Maria dì Belania.
E Gesù voleva che fossimo lutti
uno nel fraterno sentimento delTamoL^amore è il cemento che unisce
gli animi al di sopra di qualsiasi ideologia.
Questa è la mia opinione, discutibile forse, ma ne ho la prova nella
mia piccola famiglia; Mio marito è
3teo^ indifferente, una figliuola è cattolica, Taitra evangelica, io sono li
bera pensatrice ina non pigra, leggo
le opere dei critici, Loisy, Martinetti,
Guignebert, ecc. scegliendo fra quello
che mi appare rispondente a verità
e quello che non mi sembra giusto.
(iesù rimane vivente nei Sinottici.
Due soli sono i dogmi da Lui sostenuti 1) la Paternità di Dio e 2) la
Fratellanza Umana. Su questa base solida tutti gli uomini che vivono sulla
terra si potrebbero accordare (anche
restando ciascuno nella propria Ghiesa).
Ma finché ciascuno tirerà Tacqua
solo al proprio mulino non si avrà
rUiiità fra tutti i cristiani e nemmeno una Federazione che sarebbe cosT
utile come barriera contro le forze del
materialismo.
Si ricreda, egregio Signore, si addolcisca. Sua dev.ma
Ester Fasanari Celli
L'articolo « Resistere in faccia »,
non era mio, ma riproduceva il testo
di una predicazione tenuta in quei
giorni da min fratello Giovanni; capitò casualmente nello stesso numero
dell’((. Eco-Luce » in cui, riproducendo
un articolo di Tullio Vinay, lo discutevo. Le assicuro che la mia nota critica non intendeva in alcun modo accostare questo dissenso a quello antiocheno fra Paolo e Pietro! Le assicuro anche^ però, che se ho risposto
non è stato per « fatto personale ».
Non di rado mi è stato rimproverato
di aprire troppo le pagine del nostro
settimanale, e in particolare in questa
rubrica, ai « fatti » e talvolta alle « beghe personali ». Mi dispiace se e quando è avvenuto, ma credo di poter dire
serenamente che nella stragrande maggioranza dei casi ciò che veniva e viene così sul tappeto erano e sono problemi vivi e generali, di valore profondo e di largo interesse per tutti.
E anche se vi sono dissensi fra noi,
non per questo « litighiamo »; se poi
vi sono avversari che gongolano, ve
ne saranno anche portati a riflettere
sui modo esplicito e aperto, e pur fraterno con cui possiamo liberamente
discutere di ogni cosa.
Al Smodo ho incontrato Tullio Vi
nay, ci siamo stretti fraternamente la
mano e mi ha detto che, pur restando
convinto di ciò che aveva scritto, potete pure sottoscrivere pienamente
quel che gU avevo risposto: riconosceva cioè la necessaria complementarità di testimonianze diverse della medesima fede. Era la sola cosa che desideravo, ed era appunto quello che
avevo chiesto nella mia nota: non contestavo infatti la particolare testimonianza a Cristo di cui è esempio il
Servizio Cristiano a Riesi; protestavo
piuttosto che, nello scritto di Vinay,
venisse di fatto contestata una testi
monianza diversa, un servizio diverso,
che invece io consideravo assolutamen. I
te essenziale.
E proprio la Sua lettera, Signora,
me lo conferma. La Sua svalutazione
del dogma, il Suo appello al semplice
i< buon senso », il Suo ideale pancristiano e anzi panreligioso, in nome di
un amore che prende il posto di Dio
(VAmore è dio - - anziché Dio, il Signore. è amore per noi), la relativizzazione della fede cristiana dottrinalmente articolata, equiparata (con intento svalulativo) alle varie ideologie
passate e presenti; tutto questo è profondaniente discutibile da un punto di
vista biblico. I « due dogmi fondamentali » che Gesù avrebbe sostenuto,
secondo Lei, sono i dogmi della corrente teologica liberale imperante al
principio del secolo; non riflettono certo la figura di Gesù Cristo attestata
dai testimoni neo testamentari. Sarebbe
davvero stato necessario che Dio inarnasse la Sua parola, mandasse fra
noi il Suo Figlio a soffrire e morire
per noi, per ripeterci solo quelle idee
vaghe che centinaia di religiosi e. filosofi di tutù i tempi, quelle ideologie
che milioni di uomini di buon senso
e di buona volontà, fino ad oggi, condividono? Allora hanno ragione i cattolici di affermare che l'anima è « naturalmente cristiana »? hanno ragione
gli spiritualisti di ridurre al minimo
común denominatore religioso Virriducibile « diversità » del messaggio di
Cristo, della persona di Cristo?
Mi dispiace. Signora, ma non voglio. non posso, non devo rUredermi
nè addolcirmi.
Mollo cordialmente
Gino Conte
P. S. - Se ancora non la conoscesse,
mi permetto di raccomandarLe caldamente la lettura di una breve ma importante operetta di Giovanni Miegge: ((Protestantesimo e spiritualismo»
che la Claudiana ha ultimamente rista mpato.
Solidarietà
Abbiamo ricevuto altre offerte per
l'anziano isolato della diaspora; N. N.
(Torino) L. 2.000: Cesare e Clelia
Scarabello (Casorzo) 2.000; N. N.
(Roma) 2.000; « una pensionata riconoscente » (Pinasca) 5.000; N. N
« coi migliori auguri » 1.000; G. e R.
(Ivrea) 5.000; N. N. (Torre Pellice)
500; L. L. G. (Torino) 2.000. Ringraziamo assai e trasmettiamo.
Ci scusiamo inoltre per due errori
tipografici sfuggili nel num. scorso;
il Gruppo Culturale delTU.C.D.G. di
Torino ha offerto L. 15.000 (e non
1.500); Tofferla da Masselli è di P. B.
(e non P. G.).
L’Evangelo
e l’Utopia
Un lettore, da Torino:
Signor Direttore,
ho letto anch'io la lettera di Don
Milani ma non ho inviato la mia adesione. E questo non perchè non sono
un « vecchio » o un « aspirante pastore » ma più semplicemente perchè non
condivìdo in senso assoluto il concetto di obiezione. Odio la guerra e la
violenza, ma il concetto dì « guerra alla guerra » è troppo astratto e finisce
sempre con l’avere un carattere di par.
te; solo l'ingenuo disarma. Ho finito
di leggere in questi giorni « Notte sul.
l'Europa ». Se l'esercito nazista non sì
fosse trovata la strada sbarrata dal poderoso meccanismo bellico anglo-russo,
americano, credo che ben diificilmenpotremmo, oggi, dibattere: obiezione
sì, obiezione no. Vi sono situazioni
che richiedono il ricorso a certi mezzi
per il conseguimento di determinati
fini, quali la lotta ad un regime di
terrore e anche le « lotte civili » che,
per quanto incruente (quando lo sono) richiedono adesione totale; il brac,
ciante che occupa la terra e l’operaio
che occupa la fabbrica, evidentemente
non obiettano.
Ciò premesso, non ritengo don Milani un (c imbelle ». Ne comprendo lo
spìrito e. soprattutto, considero anche
il tono arrogante e quasi blasfemo del
l’ordine del giorno dei «cappellani mi
lìtarj della regione toscana » il quale
« considera un insulto alla patria e ai
suoi caduti la cosiddetta obiezione di
coscienza che... è espressione di viltà»
Francamente da degli « alter Chri
stus » ci si potrebbe aspettare qual
cosa di diverso. Semmai c’è da ralle
grarsi che un altro prete la pensi di
versainentc.
Ovviamente penso che nessuna chic
sa possa condannare un non obietto
re; si può benissimo indossare una divisa e imbracciare un fucile senza per
questo essere dei militaristi guerrafon.
dai; ma nello stesso tempo è intolle
rahile. specie per un credente, usare
aggettivi non certo benevoli nei confronti dì chi, rischiando la galera, ragiona ed agisce come se vivesse in
una società ideale. « Io non approvo
quello che tu dici, ma sono pronto a
morire perchè tu abbia il diritto di
1 dirlo »; anche sul contenuto di que
sta affermazione non si deve obiettare!
Tutto è lotta nella vita! Lotta un
organismo contro la malattia, lotta
l’individuo pe..* assicurasi il pane, lotta
una classe sociale per il suo affrancamento, lotta una collettività nazionale
per non trovarsi alla mercè di un’al
tra, lottano i continenti per sottrarsi
ad una qualsiasi egemonia. Non è tan.
to l'esistenza degli eserciti che va
combattuta, quanto piuttosto l’abuso
che degli eserciti si può fare. Anche
la Svizzera ha il suo bravo esercito,
eppure la Svizzera non ha mai invaso
il territorio di nessuno.
Al quindicenne lettore contesto,
molto fraternamente, talune conclusioni di carattere storico e per le quali
non occorre in laurea in storia. Che il
capo del fascismo abbia preteso di rap.
presentare « l’Italia di Vittorio Veneto » non significa affatto che quella
Italia fosse veramente al suo seguito.
Il medesimo pretese dì essere e di rap.
presentare tante di quelle e cose, che
alla fine si trovò « nudo » senza essere giunto alla « meta ». L'Italia di
Vittorio Veneto, quella vera, quella
che in trincea c'era stata sul serio,
non era con il fascismo (italiano e tedesco) tranne, naturalmente, una infima minoranza di disadattali. Il fascismo italiano e tedesco sorse proprio
in funzione contro-rivoluzionaria, onde sbarrare al proletariato la via dei
potere e ci riuscì con gli unici mezzi
di cui può disporre « un'idea priva
di valore»; la violenza.
Al nostro quindicenne che « risponderà prontamente » alla cartolina precetto, mi permetto dì dare un fraterno consìglio : consideri bene qual'è la
molla più o meno recondita che provoca tanto slancio. Vi potr3*>be essere
qualcosa che non ha nulla in comune
con il concetto di patria e di equilibrio delle forze. Il non essere obiettore
non significa sognare le stellette. Altri hanno risposto e altri ancora risponderanno; magari imprecando con.
tro il governo. Luigi Gninarra
(anni 54)
Un lettore, da Milano:
Signor Direttore,
non concordo col secondo capoverso dell’ordine del giorno volalo dai
cappellani militari toscani, ma ancor
meno concordo con quanto scritto da
don Lorenzo Milani.
E, anche come nipote di un « aggressore » — Amilcare Bonomì, uno
dei partecipanti dell’eroica spedizione
di Sapri e della leggendaria impresa
dei « Mille » — concordo con quanto
scrive il quindicenne Gianni Long al
quale vorrei giungesse tutta la mia
cristiana simpatia, prof. Ezio Ronomi
Politica
economica
Un lettore, da Lusema S. Giovanni:
Approvo quanto srritto sulla « politica economica » del 17 settembre ’65): « E’ assolutamente vergognoso che annualmente si debba ripe‘ lere questo discorso ».
Se veramente i membri di Chiesa
comprendessero che sono responsabili
della vita e della morte di ogni singola comunità cui appartengono; che
sono responsabili della testimonianza
che dobbiamo dare intorno a noi, in
mezzo a noi, colTesempio e colla parola, e colle contribuzioni; che tutto
abbiamo ricevuto da Dio, e che a Lui
tutto appartiene, allora comprenderemmo come Iddio abbia riguardato
all'offerta di Abele che consisteva nell'offrire a Dio dei primogeniti delle
sue pecore, e del grasso di esse. MenIre Caino offrì dei frutti della terra,
e non delle primizie dei frutti. Talché Iddìo riguardò ad Abele e alla
sua offerta, ma non riguardò a Caino
nè alla sua offerta (Gen. 4: 4 a 5).
(...) Questa è una profonda lezione
per noi : che Iddio ci dia di saperla
apprezzare e di comprendere che a
Dio dobbiamo dare le primizie d’ogni
nostra rendita, e di ogni nostra entrata. Ed in qual misura? Ce lo spiega il profeta Malachia (Gap. 3: 8-10).
« L'uomo deve egli rubare Iddio, che
voi mi rubate? E pur dite: In che ti
abbìam noi rubato? Nelle decime e
nelle offerte (•■.)• E fin da ora provatemi in questo, ha detto il Signore
degli eserciti ; se Io non vi apro le
cateratte del cielo, e non vi verso
tanta benedizione che non le basterete ». Quando noi avremo realizzato
questo, canteremo col salmista (Salmo 24): «Al Signore appartiene la
terra e tutto quello che in essa, il
mondo e i suoi abitanti » (Versione
Diodali).
Bisognerebbe ritornare sovente sopra questo argomento, colla stampa
c colla predicazione, per inculcare nei
membri dì Chiesa un maggior zelo e
senso di responsabilità, per tenere in
vita la testimonianza della verità.
Francesco Morello
Chiarimento
Un collaboratore, da Roma:
Caro Direttore,
ho letto la nota apposta al mio arti,
colo su la libertà religiosa e lo schema
n. 13 del Vaticano II e ne la ringrazio.
Vorrei aggiungere che condividendo ìa valutazione del Falconi sullo
spìrito informatore dello schema (notato e criticato da più di un vescovo),
non significa che accetto la posizione
del suo autore.
Riconosco che il mio pensiero sarebbe stato espresso più chiaramente
se avessi scritto : Però, proprio per
una ragione teologica e religiosa, non
possiamo non lamentare la cecità per
cui una chiesa... con quel che segue.
Grazie ancora delTospitalità concessami, cordialmente Manfredi Ronchi
4
pag. 4
N. '42
22 ottobre 1965
CONVEGNO DI CONSIGLI DI CHIESA
A TORINO
SAN REMO
Fra il vecchio e il nuovo Ricordo di Ugo Janni
In una delle sale della comunità torinese,
ir. via Pio V, sabato pomeriggio e sera
ìi è tenuto rarmunciato convegno regiona■ di Consigli di Cliiesa del II Distretto
(per la regione ligure se ne avrà uno
> gemello » il 4 novembre a Borgio Verezzi). Una trentina d’intervenuti rappresentavano le comunità dj Aosta, Biella, CoazIvrea, Susa e Torino, con le rispettive
diaspore.
Dopo il benvenuto del past. E. Ayassot,
a nome della Commissione distrettuale e
della Chiesa di Torino, ¡1 convegno si è
aperto con una vivace relazione del prof.
Koberlo Jouvenal sul tema proposto alla
discussione « Le nostre comunità fra il
vecchio e ¡1 nuovo ». Dopo uno scorcio
storico — nel quale si è esplicitamente
rilatto alle analisi che, con riferimento particolare alle Valli Valdessi, Giorgio Tour.n
ha dato su « Diakonia » circa la nostra
«crisi parrocchiale» — ha messo in evidenza, con vivacità pari alla spregiudicatezza, alcimi punti, che hanno poi fatto
oggetto di ampia discussione, estremamente interessante; si è discusso a lungo sulla
predicazione, su ciò che è, su ciò che dovrebbe essere, .«itila sua dimensione politica e sulle sue coloriture politiche; sulla
struttura stessa dei nostri culli — che dei
resto corrisponde esattamente airinsieme
della nostra attuale struttura ecclesiastica —
affetti da un certo ritualismo formale, in
mi l’ordine si confonde spesso con una
passiva staticità; sui vari conformismi, pastorali ed ecclesiastici, siano essi di conservazione o d’innovazione; sull’assenza
troppo marcata della comunità cultural“
dalla vita attiva della comunità (assemhlee,
ere.) e sulle regioni di tale essenza nonché sui modi per cercare di riguadagnare
questa indispensabile partecipazione. Non
li è qui possibile riferire dettagliatamente
sulle lunghe e intense ore di discussione;
citiamo solo una notaziotie molto interessante (oltre che critica!) di un laico: che
occorre che stiamo in guardia d-a una predicazione del tipo di quella degl! scribi,
nelle sinagoghe; Gesù predicava «non come gli scribi », e pur tenendo conto della
sua messsianità, è iiiù che probabile che
cosi fosse pure nel culto' delle comunità
primitive, ove, soprattutto, non si predicava tanto su Un testo — come oggi in
genere avviene — ma su un fatto. Airi hanno però risposto che lo sforzo di non predicare « come gli scribi » è pur fatto dai
predicatori, anche se non sempre con pieno
successo.
Dopo un intervallo, alle 18,30, durante il
quale è stato offerto uno spuntino, apprezzatissimo e « spolverato » in amichevoli
conversari, la seduta è ripresa, e si sono
affrontate altre due questioni: 1) il coordinamento (per intanto nel nostro distretto)
del .servizio e della preparazione dei predicatori laici, ecc.; questa componente fondamentale della vita delle nostre comunità
e diaspore era già stata discussa nella con
ferenza distrettuale di giugno, ad Ivrea, e
cccorrerà tenerla ben presente; 2) la situazione finanziaria, l’esame della ripartizione
delle contribuzioni ( con raumenlo richiesto dalle Tavola) nelle comunità del Distretto, nonché dei modi per rendere veramente presente e chiaro ai membri di chiesa il problema finanziario (e, una voha
ancora, il metodo essenziale è: larga infor
mazione, chiarezza di termini, bando ai
falsi pudori; in parole povere, cifre in
piazza, o meglio in assemblea).
La discussione è stata vivace, a tratti accalorata (il past. Giorgio Bouchard vi ha
latto la parte del leene, del resto con soddisfazione generale!); si sente pm’e che la
conoscenza reciproca, rincontrarsi ormai
molte volte rinnovato in conferenze dis rettuali, o in convegni come questo rende il
grup.po sempre più affiatato; il che è molto
simpatico, oltre che funzionale! Quindi di
pieno accordo si è deciso di tenere altro
I onvegno di Consigli di Chiesa a primavera,
m tema che sarà indicato dalla Commissione distrettuale, la quale per parte sua
riceverà volentieri suggerimenti al riguardo.
.Alla comunità ospitante, e in particolare
alle sorelle che hanno preparato il graditisssimo spuntino, grazie di cuore! E l’augurio di pari riuscita al convegno « gemel' / a di Borgio, il 4 novembre! *
La comunità di San Remo ha celebrato il centenario della nascita del
Pastore Ugo Janni con una riunione
che ha avuto luogo nel tempio, domenica 10 cc'rr., alle ore 17.
Dopo una introduzione del Pastore locale, abbiamo avuto il piacere
di udire vari messaggi e testimonianze. Hamio scritto delle gradite lettere; il membro della Tavola Pastore
Aldo Sbaffl e il Capo distretto Pastore
Ernesto Ayassot. E’ stato anche letto
un telegramma di adesione dei coniugi Pasqualetti, già residenti a S. Remo. Hanno quindi parlato Favv. Cesare Gay, il Pastore Emilio Corsani, il
Pastore Antonio Miscia e il diacono
Giacinto Renda, tutti ricordando con
accenni ccmmrssi la vita del Pastore
Ugo Janni.
L’Assemblea di chiesa avendo deci
0 di chiedere ai membri della comunità e agli amici una offerta speciale
1 memoria di questo Pastore, sono
già state raccolte circa centomila lire, che ci saranno necessarie per la
riparazione di quell’ armonium che
Ugo Janni aveva procurato alla
chiesa.
E’ stato anche apprezzato un busto
iti gesso che il giovane Paolo De Pao
i ha eseguito con senso artistico.
La nota che ha dominato in questa
rievocazione è stata quella della riconoscenza a Dio per avere concesso
alla comunità di San Remo il ministero di un Pastore di cosi ricchi talenti. Ma è stato anche detto, e i nunierosi presenti lo hanno certamente
accolto nei cuori, ohe una commemorazione come questa non è soltanto la
rievocazione di un passato, ma è un
impegno per la comunità a camminare più decisamente nella testimonianza deiravangelo N. K.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FRALI
Il Museo di Frali e della Val Germanasca che è stato aperto in occasione della Festa della Montagna e che, in quel giorno,
ha avuto numerosi visitatóri, ha continuato
a destare vivo interesse fra le persone che
Io hanno visto in questo periodo. Naturalmente una parte del materiale che ci era sta.
to prestato è già stato restituito e gli altri
documenti e materiale dovranno trovare la
loro sistemazione definitiva, segnatamente la
ricostitxizione della galleria di miniera e Finterno della casa. Contiamo di poter compiere
questo lavoro nel corso delFinverno e della
primavera in mwlo che con la buona stagione il museo possa entrare definitivamente in
funzione ed adempiere il suo compito di far
conoscere la storia ed il volto di questa interessante Valle. II. culto in occasione della
Festa della Montagna è stalo presieduto dal
Past. Giorgio Bouchard che ha rivolto un
efficace messaggio anche ai numerosi non
valdesi che hanno preso parte a quel culto.
Ci siamo rallegrati di avere, in quella occasione, la possibilità di incontrare membri
di varie Corali delle Valli e di Torino che,
sotto la guida del M'^ Ferruccio Corsani,
hanno offerto la testimonianza cristiana del
POMARETTO
Inaugurato l’anno scolastico
alla Scuola Latina
Domenica 3 ottobre il teatro di Pomaretto era gremito di alunni e genitori per la manifestazione tradizionale dell’inaugurazione delia Scuola Latina. Il sovrintendente dr. P. Jalla ha
dato un messaggio prezioso per gli
alunni esortandoli a camminare nelle
vie del Signore. La Preside Proi.ssa
Balme ha letto la relazione annuale
ricordando la particolare missione
della Scuola ed illustrando i risultati
lusinghieri delle singole classi. Anche
quest’anno alcuni alunni hanno vinto delle borse di studio. Il corpo insegnante si ripresenta come lo scorso
anno con le seguenti insegnanti per
le materie principali; Prof. Elsa Balme, Prof. Peyran Elsa, Marisa Griot,
Greco Maria.
Abbiamo udito il messaggio del direttore di Agape Dr. Giorgio Girardet
mentre il capodistretto Franco Davite
proiettava alcuni interessanti documentari per la seconda parte. Sotto
gli auspici della Commissione degli
Istituti secondari si ripresero alcune
scene dell’inaugurazione ad opera dei
signori Pisanchi di Pinerolo.
Anche quest’anno il numero degli
alunni non solo non ha subito flessioni ma è aumentato; questo fatto è di
buon auspicio per l’avvenire ed è un
elemento chiaro dell’interesse che suscita la nostra Scuola nonostante un
certo diffaso pessimismo. La presenza
di elementi di varie regioni d’Italia
Ci consente di comprendere la missione importante della Scuola e del
Convitto per la formazione dei nostri
adolescenti.
Nel pomeriggio dopo l’inaugurazio«
ne la Commissione per il Convitto
prendeva in esame il problema delle
borse di studio avviando un lavoro di
collaborazione coi responsabili della
Scuola Latina e Convitto secondo
l’ordine del giorno Sinodale, per la
soluzione di tutti i problemi di questi
due Istituti.
Lunedì 4 ottobre è stato celebrato il servizio funebre di Bleynat Guido; una folla
di popolo ha preso parte al servizio funebre
quale segno di viva simpatia alla signora
Martina, al figlio ed ai parenti tutti. Il messaggio della fede e della fiducia in Dio è
stato annunziato nel tempio. Da parte nostra
rinnoviamo il nostro pensiero di solidarietà
nella certezza che ogni dipartenza sia per
la comunità un richiamo ad ascoilare finché
è giorno la Parola che rinnova, che dà uno
scopo alla nostra esistenza diversamente limi,
tata e vana.
— Ricordiamo le prossime riunioni e culti
e attività varie: Venerdì 29, riunione a Pomaretlu. Domenica 31, cullo alla Cappella
del Clot.
— Ringraziamo caldamente il signor Claudio Tron per il suo vibrante messaggio rivolto alla nostra comunità domenica 17 ottobre; lo ringraziamo di cuore e lo rivediamo sempre con molta gioia.
— L’avvio delle attività cadetti e giovanile è stato dato domenica pomeriggio sotto
la guida del signor Bosco: un programma è
stalo stilato e le speranze per il futuro si
delineano '
laboratori.
--- Ricordiamo la riunione delle sorelle di
chiesa di tutte le età convocate per domenica 24 alle ore 14,30 per tutta la parrocchia; si discuterà tra l’altro il programma
deinnaugurazione della cappella fissata per
il 7 novembre.
Scuola Latina
Pomaretto
Doni (( Pro Campumi „ e » Fro Scuola
Lalina » ricevuti dalla Direzione clic gelili Imente ringrazia.
Evelina Turello ÌPerosa .Vrgciilina) lire
1.000; Jole Searano fCalania) S.OOO; Olga
Sina 20.000; Lina Miegge (Avezzano) .LOGO:
Marchetti Luigi (PoniareUoj 5.000; Prof.
Renalo Longo (Torre Pellice} 2.000; Guido
Malliieu (Roma) 5.000; Lucilla Mallilcii
Cesarò (Palermo) 5.000; Prof. Luigi Muol,
ricordando i genitori 5.000; DuU. E. Quatti ini (Perrerol 10.000; Godino MÌvella (PineroÌo) 2.000; Tzerwin.dii Malia'’ìi Koivauli
20 marchi; Schwit 7.0''()- iGirl Fei^i
Maria Martinat Bertalo:. 30.000; omesse
nella lista precedente; Enrica e Marilen.i
.Jahier (Pomaretto) 7.000; Sig.na Patliua
Ben (Massselli di Pomaretto) 1.000; Marina Richiardone ricordando nonno Lorenzo 1.000; Ida e Guido Barel (Pomaretto)
50.000 Peyrol Guido (Traverse) 1.300:
Peyran Nin letta (Perrero) 10.000; Tron
Ani;a (Pomarei lo) 5.000; Rivale Claudio
(Pomareltoj 10.000; Breuza Dario (Pomaretto) 2.500; Roslan Cesarina, ricordando
Paolo Rostan 5.000.
loro canto in quella occasione.
— Ci congratuliamo con Marilena Marcoz
per il conseguimento deirabilitazione magistrale e le auguriamo di poter svolgere la
sua attività di insegnante evangelica in xina
zona delle Valli.
Domenica 26 settembre è stato amministrato il Battesimo a Willy Richard, figlio
di Alberto, anziano di Villa e Irene Pascal
cd il 2 ottobre si sono uniti in matrimonio
Claudio Bauil (Pomieri) e Odella Pascal
(Malzat). Chiediamo al Signore di benedire
il fanciullo che Gli abbiamo presentato e la
nuova famiglia che si è costituita.
- Ricordiamo che à iniziata la raccolta dei
doni in natura per i nostri Istituti.
- Domenica 24 ottobre avrà inizio la
Scuola Domenicale. Gli alunni con i loro genitori sono pregati di trovarsi alle ore 10,15
nella sala delle attività per recarsi nel Tempio alle 10,30 per il culto di apertura.
CATANIA
PERSONALIA
Presso l’Istituto Tecnico Industria
le Avogadro di 'Torino si è recentemente diplomato perito in costruzioni aeronautiche Rolando Tron della
Gianna (Rodoretto). Al neo perito vivissimi rallegramenti.
CERIGNOLA
il periodo estivo ha visto ralternarsi di
una predicazione varia che ha offerto alla nostra Chiesa Toccasione di udire la Parola del
Signore con ricchezza di accenti. Il 18 luglio
il culto è stato presieduto dal Pastore Enrico
Corsani, di Bari. E’ stato con gioia che la
chiesa dì Catania ha riudito il messaggio del
Pastore Corsani, che fu conduttore di questa
congregazione per ben diciassette anni. Lo ab.
biamo salutato con fraternità nella sia pur
breve visita a Catania.
I culti delle domeniche 1 e 8 agosto sono
stati presieduti rispettivamente dal Prof. Ettore Panasela e dal Doit. Stefano Acanfora
(membro del Consiglio). Anche a questi fratelli vada la riconoscenza della chiesa.
Per un periodo di un mese (dalla metà di
agosto alla metà di settembre) è stato fra noi
il giovane studente in teologia Sig. Emidio
Campi, inviato dalla Tavola come sostituto
estivo del Pastore titolare. II suo lavoro è
stato apprezzato; lo ringraziamo ancora, augurandogli buon proseguimento negli studi.
Al culto di domenica 3 ottobre, ha rivolto
un caldo messaggio alla assemblea dei fedeli
il Pastore Wolfgang Sherffig, di Essen (Germania). Il Pastore Scherffig era accompagnato
dalla sua gentile Signora, da un figlio studente universitario, e da una signorina evangelica di Pietrasanta. E’ nostro caro amico,
che presiede, in Germania, un comitato di
solidarietà per la nostra Chiesa Valdese.
Sabato 17 luglio è stato celebrato il matrimonio di Agatina Ventrice (Catania) con
Marcel Aeshbacher (Neuchâtel, Svizzera).
Hanno presieduto alla cerimonia il Pastore
Peyrol e Corsani (venuto appositamente da
Bari, essendo amico personale della famiglia
V^entricc). Mentre la comunità ha circondalo questi due cari sposi colla sua affettuosa
partecipazione alla loro gioia, non è senza
rincrescimento che abbiamo visto partire la
cara Agatina, fedele e zelante collalwratrice
nella chiesa di Catania. Le auguriamo felicità e gioia nel nuovo ambiente (svizzero),
nel quale certamente saprà portare le sue
belle doli di credente impegnala nella chiesa.
II 22 agosto scorso è stato celebrato il funerale della ïorella Angela Celi in Fichera,
spentasi aiTelà di 56 anni, dopo lunga iiiiermità. Rinnoviamo al marito i rentimcnti
della nostro simpatia cristiana.
Nel corso del culto di domenica 26 setlem.
bre è stata battezzala la piccola Lidia Messina, di Giuseppe e di Giuseppina Privitera.
il Signore benedica questa creatura e dia ai
genitori di poterla avviare con la parola c
con l’esempio ad una vita di fede nel Signore.
Le varie attività ecclesiastiche sono ormai
tutte in ripresa. In due assemblee di chiesa
(domenica 10 e 17 ottobre) si è discusso e
messo a punto un vasto programma di attività e di studio per i prossimi mesi invernali. E’ anche stato eletto quale delegato alla
prossima conferenza distrettuale il giovane
fratello Arturo Panasela.
La ripresa delle attività ha avuto il su)
momento iniziale col Culto di consacrazione di domenica 3 ottobre attorno al lavilo della Santa Cena e con Pinaugurazione del piccolo harmonium elettrico il quale
viene a completare Parredamenlo dell’Oraiiu’lo. Il vecchio harmonium ha li'ovalo il
sue posto nel salone del Ricrealcrio, adibito ad Asilo, dove si svolgono le attività
collaterali: Scuola Domenicale ed Unione
giovanile.
Ci foce piacere in quel Culto notare la
))iesenza ileU’Anziano fratello Michele Ghie,
li: elle fu a suo tempo xm caro pioniere
della le.-limonianza in Cerignola e ora
nionibro zelante della Comunità di Via IV
Novembre in Roma. V’era pure fra noi '1
Giudice Pietrantonio Loffredo della vicina
Foggia e una rappresentanza del gruppo di
Trani. All’harmoniixm il caro Filippo Lops
che rientra al Martuscelli per completare i
suoi promettenti studi.
Col 1<^ ottobre abbiamo riaperto FAsìlo
la cui attività si presenta sotto buoni auspici: quaranta i bambini iscritti che abbiamo affidalo alle cure di due insegnanti
maestre giardiniere diplomate, sig.ra Nella
Scivales in Russo e sig.na Arcangela Russo.
Della cucina continua ad occuparsene la
sorela Paolina Magnifico. Il fatto che tutto il personale è evangelico dà a quest’opera, nel suo insieme, come la noia giusta ed
armoniosa perchè essa vuol essere il riflesse di un servizio reso al Cristo nella
leslimonianza.
Anche il Labcralorio in Maglieria ha ripreso il lavoro dopo la pai'enlesì estiva.
Ora le macchine di confezione, dono della
Chiesa di Solingen, facilitano non poco
qxiesl’opera che oltre a dare aPe lavorarami un maggiore utile cosliluìsce una vera e propria scuola di completo apprendistalo. Ma quel che fa piacere è lo spirito
cf.niunitario che v¡ regna se sì pensa clic
insieme oltre tutto, consumano ì pasti preparati nella cucina delFAsilo e compatte
partecipano a tutte le attività di Chiesa della quale sono parte viva.
L’Unione Giovanile, eletto il Comitato
Direttivo, si è messa all’opera. Quel che
fa piacere in questa Comunità, che non
manca certo d’imperfezioni è lo sxjirilo dì
collaborazione sia sul piano ecclesiastico
per il quale disponiamo di ben tre giovani universitari che ci aiutano per la Scuola Domenicale e per una classe pre cale(hética, sia su quello pratico dalla sorella
pronta a qualsiasi lavoro manuale, al giovane elellricisla o muratore e al contadino
che generosamente cifre verdure o altro
jter la mensa consumala dai nicx'oli delr Asilo.
Agli amili, che da anni ci seguono in
quest’opera, farà certamente piacere dì sa;:ere da queste noie che si progredisce, con
¡ aiuto di Dio, e che il messaggio è predicalo non solo la domenica ma tulli i
giorni della seliimana.
g. e. c.
MASSEL
L'Union des Jeunes a eu sa première séance samedi 25 septembre (la première séance
(rauloinne. pendant Télé les activités ont été
un peu dopili clopan!). Le noxiveau bureaxi,
poxir employer l’expression de nos statuts de
fondation, est formé par Pons Marco, Tron
Graziella, Torn Lxicilla et Tron Edda. Les
séances auront lieu chaque 15 jours et nous
espérons (|ue les plxis jeunes, et quelques
moins jeunes aussi, s'uniront à nous prochainement.
L'assemblée d'église a nommé dimanche
10 octobre les membres du Consistoire: trois
d'entre eux leprennent une activité qui leur
est familière: Mrs. Breuza Enrico, Tron
Emile et Giraud Silvio; deux nouveaux s’ajoutent: Mrs. Tron Guido et Micol Edwin.
Nous formulons nos meillexirs voeux pour
leur activité dans la paroisse et adressons nos
remerciements sincères aux deux membres
qui ont demissioné: Mrs. Tron Vitale et
Pons Teofilo pour la précieuse collaboration
qu'ils ont accordée aux pasteurs dans le
passé.
L'école du dimanche a repris son activité
à l'hexire habituelle dans la salle du Reynaud.
BOBBIQ PELLICE
Domenica 17 otti^re abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale della nostra sorella Berton Maria fu Giovanni vedova Vigna deceduta improvvisamente alla frazione Bertins nella
Comba dei Carboueri sabato 16 ottobre alla
età di 79 anni.
La nostra sorella, stimata ed amata da
tutti coloro che l’hanno conosciuta, lascia a
noi tutti 1 esempio di una vita vissuta in una
fede umile e serena che tra l'altro si manifestava in un profondo attaccamento alla sua
Chiesa della quale seguiva le attività pur
abitando cosi lontano dal centro di Bobbio.
Ai suoi familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l'espressione della nostra fraterna
simpatia cristiana ricordando loro la parola
di Gesù : <i Chi crede in me, anche se muore
vivrà ». •
Domenica 17 ottobre ha avuto luogo il
culto solenne di inaugurazione della Scuola
Domenicale e dei corsi di Catechismo. Nonostante il maltempo numerosi alunni sono
intervenuti, accompagnati dai loro genitori,
anche dai quartieri più lontani. 11 Pastore,
ispirandosi a 1 Pietro 2: 2 ha rivolto un
messaggio a grandi e piccoli sottolineando
l'importanza di nutrirsi della vivente Parola
di Dio onde crescere per essa per la salvezza.
Nelle settimane che seguiranno sarà effettuata la raccolta di doni in natura per j nostri Istituti. Cipriano Tourn
COMUNICATO
della Pro Valli
La II Pro Valli», nella sua ultima seduta
del 16 corr.. ha verificato, approvandola, la
contabilità relativa alla sottoscrizione, a suo
tempo indetta, per l’acquisto del secondo
lotto della « Gianaveila », constatando con vi.
VO compiacimento, che, coi fondi ricevuti.
impegno a.ssiinto al riguardo è stato quasi
completamente coperto.
Nel mentre ringrazia ancora tulli ] genel'o-i oblatori — enti e privali — (i cui nominativi sono stati tulli pubblicati periodicamente .sull Eco-Luce), si pregia di im itare
quanti hanno a cuore la pronta realizzazione
della .suddetta iniziativa, a fare un ulteriore
slorzo per completare la relativa spesa.
Qualunque somma sarà ricevuta con riconoscenza.
Il Presidente: Don. Guido Rihet
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 173„ 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellico (To)
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Anita Pilotti Costabel e i Agli Evasio, Lena ved. Acquarone, Ida Randone e famiglie ringraziano sentitamente
quanti hanno preso parte al loro vivo
dolore per la perdita del caro
Alfonso Pilotti
Esprimono particolare riconoscenza ai Dottori Primo Tarditi e Enrico
Gardioi, all’amico Pastore Conte e al
Pastore Sommani; alla Direzione e
nersonale dell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice; alle famiglie Joseph ed
Enrico Sibille che con fraterno affetto tanto amorevo'lm.ente si prestarono
nel triste momento.
Confortati nel loro dolore dalla
grande dimostrazione di affetto e
stima resa al loro caro, la vedova, il
figlio e i familiari di
Guido Bleynat
ringraziano quanti sono stati loro
vicini in questi giorni di cos'i grave
lutto.
Un ringraziamento particolare al
dott. Peyrot, al Pastore e Signora, ai
Sigg. Pons, ai vicini di casa, alla Soc.
Talco e Grafite, alle rappresentanze,
d suoi coscritti e a tutti quanti hanno voluto onorare colla loro presenza
Ix memoria del ca*o scomparso.
Pomaretto, ottobre 1965
Malattie della pelle
Il Dott.
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specialista in dermatologia
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