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ANNO LXXIV
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Luglio 1943'XXl
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Nulla sia più forte della vostra fede !
‘ (Glanavello)
SETTIMANALE OELLA
ABBONAMENTO
Italia e Impero . . Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero . . . » »30— » »15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira — La copia Cent. 40
CHIESA VALDESE
Riguardate ^lla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI: 1)
DlraUora 1 Prof. QIN0 COSTAHL
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE ;
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
O
Tuender grazie
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■ , « i..Poi prese i sette pani ed i
,^Ì V "S' pesci, *^6 dopo aùer reso grazie, ''
li spezzò e li diede ai discepoli
e i discepoli alle folle ». ' i/" ”
(Matt. 15: 23):
Il Signore vuol manifestare una volta
ancora la Sua Gloria dimnanzi agli occhi attoniti dei discepoli e della immensa folla che lo ha seguito spinta
dall’amimirazione e dalla curiosità; Egli sazierà largamente ogni bocca moltiplicando il pane, al quale Egli stesso
si è paragonato, magnificandone il valore‘vitale.
Stà scritto che Gesù, dopo aver preso il pane ed il pesce rese grazie e cominciò a spezzarli ed il cibo pas^va
dalle Mani Divine (nelle mani dei discepoli che lo distribuivano alla folla.
In questo particolare vediamo delinearsi l’ufficio sacerdotale dei discepoli
i quali non erano discendenti nè di Levi
nè di Aaronne, tribù preposte esclusivamente al sacerdozio, ma per il riscatto
del Figliuol di Dio, essi, come i discepoli di Cristo di tutte le età, erano consacrati airelezione, al reai sacerdozio,
alla santità.
Bd il Signore rese grazie. Grazie per
il cibo creato e mandato da Dio; grazie
per l’opera potente che Egli stava per
compiere. Quali preziosi, * profondi in
tutto lungo il Vangelo.
Qui Egli ci insegna a render grazie !
Quanto siamo propensi a dimenticare
tutti i 'benefici accordatici dal Signore;
ccpie siamo tardi a discernere la Sua
Mano in ogni bene che ci circonda e ci
avviene; come siamo pigri a render
grazie!!!
’ Dieci lebbrosi furono nettati, ma uno
solo tornò indietro per ringraziare e adorare Gesù, ed era uno straniero. 1 fi- ’
gli del popolo di Dio avevano continuato
il loro cammino senza curarsi nifi di
Colui che aveva lor ridata la vitai
Fratelli e sorelle in Cristo, rendiamo
•grazie a Dio! Sappiamo render grazie
e nel nostro cuore e colle nostre labbra
in segreto ed in pubblico. Sia data la
nostra testimonianza.
Sappiamo render grazie per le mille
benedizioni ‘che il Signore semina lungo
la nostra vila; benedizioni che sovente
purtroppo, omettiamo di considerare,
ovvero svalutiamo fino a quando le
abbiamo perdute!
Fioriscano le nostre labbra di lode
airiddio d’Amorè e di Misericordia e
adorinLo i nostri cuori traboccanti di
riconoscenza.
Egli ci ha dato il Figliuolo, Egli si è
dato sè stesso per l’espiazione delle no, stre colpe, affinchè avessimo ^ ita e adozione.
Sia ogni giorno della nostra vita e
Natale e Pasqua e Pentecoste. Ogni
gioimo il nostro cuore adori il Divino
Fanciullo, pianga ai piedi della Croce,
esulti aUa radiosa visione del Risorto,
tana, dai vestiti che indossano o dalle
^ ricchezze che accumulano gli uomini sapranno giudicati e noi con loro, ma pnuPtosto dal servizio che avremo' in qualche modo reso all’umaniià di cui faccia^
parte e dalla attività. benefica .che
^avremo svolta nel nome di una causa
‘buona, giusta, nobile, vera.
: ,Il concetto che della vita si fanno gli
Ma è altresiitanto naturale che da voi,
come uomini e specialmente come credenti in Dio, si debba attendere rum wna
parola soltanto ma la preziosa, testimo-nianza di un’opera e di un esempio di
vita, testimonianza ed eseunpio che non
andranno persi, ma sì dimostreranno
utili nell’interesse della collettività.
Sembreranno assurde queste parole a
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Á.-.:
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. Alpini Valdesi a guardia di un campo d’aviazione in zona orcupata .
(Fot. Capp. Rostan)
tente effusione dello Spirito S.anto!
Il Signore ci dia cuori riconoscenti
onde sappiamo render grazie per ogni
cosa ed in ogni tempo. A. Ch.
PER VOI,
MILITARI ' VALDESI !
’'egoisti, t pigri, % comodi, gli orgogliosi
i vili, per non parlare di quanti cer-^cano di campare senza l’aiuto d’urta fe, '^de personale in Dio, non è e non deve
! Messere il nostro concetto, giovani mili
ÌLa vita, nella sua totalità, è un servizio; e poiché, come dice anche, l’apostolo Paolo, nessuno vive per sè stesso,
tanto più il vostro servizio sarà utile
quanto più esso' sarà diretto al bene della collettività ed alla gloria di Dio.
Nella vita militare è logico che dalla
vostra attività si debba attendere un effettivo rendimento, senza di che invano
occupereste il vostro posto, specialmente nelle ore più gravi per la sorte dèlia
Patria.
Dall’opuseolo « In memoriam del Generale Giulio Martinat », redcttto in forma sobria ed elevata dal ■ Ten. Colonnello Cesare Gay e puhblicatQ dalla Società di Studi Valdesi, desidero stralciare per voi qualche pensiero e presen' tarlo alla vostra riflessione; non per celebrare al di là dei suoi giusti meriti la
figura del compiahto ufficiale Valdese,
. ma per farvi udire la voce d’uno che vi #
ùjui amati e la cui parola, io penso, ppr
essendo soltanto parola d’Uomo, può esservi oggi d’incoraggiamento e di ispirazione nell’assolvere il compito che vi ■
è affidato.
In una sua corrispondenza egli ebbe a
scrivere un giorno queste semplici eppur significative parole: « Gli uomini
valgono per quel che rendono alla collettività, non per quel che sanno ».
Espresso in forma energica e scultorea, questo pensiero racchiude una veri• tà che non ci deve lasciare indifferenti.
Per quanto nella vita militare s’insegni a valvjitare e ad apprezzare Jsmmzi
SfiuMo il rend&mento del singolo individuo in funzione della collettività e degli scopi che si vogliono raggiungere,
sarebbe assurdo voler scorgere nel pensiero che ora vi ho presentato una esplicita condannai del sapere e cibila conoscenza, nel vtmo significato di queste
parole, e credere che Punica attività che
abbia un vero valore àia Vattività materiale, il lavoro nelle sue forme concrete e visibili a tutti. Ognwno, in vero.
sa quanto sia utile e lodevole lo studio
e come sia dover nostro accrescere le
nostre cogniziovi intellettuali, in vista
precisamente dà quella determinata attività pratica che siamo chiamati a svolgere nel mondo.
- Nel pensiero che ci sta dinanzi, l’accento è posto sul contrasto che indubbiamente esiste tra due forme di sapere:
quella cioè che ha uno scopo egoistico e
che rimane facihfrwnte confinata nel
campo delle teorie e delle astrazioni, e
quella invece che tende qd esteriorizzarsi e a rendersi in qualche modo utile
alla famiglia, alla società, bll’umanità.
Fatta questa distinzione, risulta evidente che il valore degli uomini è .quasi sempre calcolato non in base a ciò
che essi sanno per sè stessi, per il loro
gusto personale e tanto meno in base a
ciò che essi sanno per sè stessi per il loro gusto personale e tanto meno in base a ciò che essi dicono di saperé, ma in
virtù del loro effettivo ’ rendimento, troie a dire in virtù di ciò che essi compiono nel mondo; per il bene della collettività, mediante i loro dortà intelletttmlì, la loro attività pratica, il loro senso del dotrere e della dignità umana, il
loro spirito di sacrificio, il loro amor
patrio e la loro fedeltà ai soni principi
religiosi e morali del Vangelo.
- In verità, non ,principa]nient|B dai gradi che r^estono 0 dai moli accademici
(fi etti si oTwrano, dalle paróle che pronunzàfxno 0 dalle pregMere che' reci
chi vive nel mondo solo per sfruttare il
mondo ed il prossimo; il credente, però,
sa che il suo dovere sempre e dovunque
è di esser « saldo, inlcrollabile, abbondante jsempre nelFopera del Signore,^
sapendo che la sua fatica non è -vaina„,,
Pi*,T . W „li#...- ....rV vWk-- . “ •
nel Signore ».
Piti che mai oggi, giovani militari
Valdesi, nei tempi cruciali che attraversate, abbiate presenti quesU penseri; e,
di fronte a tutti i disfattismi come a tutti
i compromessi, siate di quelli i quali,
con l’aiuto di Dio si sforzano di essere
utili a sè stessi, alla famiglia, alla collettività, preparando così con la testimonianza di una fede e di una vita, dei
giorni veramente migliori.
E. ROSTAN
Cappellano Militare Valdese.
Note di vita femminile
QUESITI
Nelle nostre valli le riunioni giovanili
sono una’ simpaticissima prerogativa,
riescono sempre in modo soddisfacente.
Sia che abbiano come meta fresche alture verdeggianti ove la bellezza dei
luogo e il rilcordb di una pagina di storia valdese favoriscono l’elevarsi dello
spirito, sia che abbiano luogo in un’accogliente sala annessa alla chiesa, noi
assistiamo in queste adunanze allo spettacolo incoraggiante di una gioventù che
s’interessa ai problemi della vita spirituale e religiosa, che ama la discussione
animata e proficua; e* ci vien fatto di
ripensare a quella parola piena di santa
soddisfazione déll’ispirato salmista:
« Quanto è buonò e quanto è piacevole
che i fratelli dimorino insieme ».
Ritornai parecchie volte anch’io, un
tempK) non troppo lontano, da queste
riunioni, con raniimo lieto e con nuovo
ardore e nuove forze per vivere sotto lo
sguardo del Maestro; ritornai conscia
di aver ricevuto un grande bene, sia
dagli studi e dalle meditazioni che avevo udito, sia cLalia piacevolissima e
benefica compagiiia delle mie amiche e
dei mìei amici, chè simpatica e ben profittevole cosa è poter considerare anche
i nostri coetanei unicamcinte dallo
schietto punto di vista deH’amicizia e
della cameratesca cordialità.
Tutta la gioventù riunita che si eleva e si istruisce insieme, che discute in
uno spirito di fratellanza, che stringe
saldi e durevoli legami di cristiana amicizia e simpatia, che cosa veramente si
potrebbe desiderare di più? '
Se non chè, io sono persuasa che vi è
tutta una parte di questa gioventù, e
cioè l’elemento femminile che, se anche noin giunge a desiderare di più, ha
certamente bisogno di qualche cosa ancora, oltre a queste riimidhi miste. In
esse la giovane valdese ha l’opportunità
di fortificarsi nella fede, di dimostrare il
suo attaccamento alla Chiesa, di meditare problemi pieni di attrattiva per
ognuno; però, accanto a questi problemi
fondamentali, d’interesBe generale, ve
ne sono altri d’interesse particolare per
la giovane valdese, e che invece non
sono interessanti per il giovane; 0 per
lo meno, che non sono tali da poter essere trattati in suia presenza.
Per esempio: la giovane ha nece^ità
che la si paiii, in modo speciale, di quella che deve essere la sua vita, in quanto
donna.
Disse un giorno qualcuno: « grazie a
Dio» (riferisco testualmente) «la donna non è nè predicatore nè dottore in
teologia. La sua attività nella chiesa '
rimane velata come il suo capo; ma
questa attività si esercita tuttavìa con
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¡^. jvix incontestabile potenza». DiamòTdunque'
alla giovane una adeguata importanza,
occupandoci di sviluppare in lei, ip. par-,
ticolare, la donna cristiana.
E, inerenti alla vita della donna che
vuole essere tale, ed in più, ancora,
vuole esisere cristiana, vi sono molti
speciali problemi, che meriterebbero di
essere presi in considerazione ad uno" ad
uno, affinchè la giovane possa avere un^
ideale chiaro della propria esistenza e
della propria dignità. *
Molti dicoào: una volta che noi proponiamo ad esse l’ideale cristiano di
•onsacrazione al Maestro’ divino, esse
risolveranno benè anche ogni altra questione della loro vita, perchè tutto è subordinato allo. spirito di vocazione all’evangelo. J
Coloro che così dicono,! hanno certamente ragione: una donna pia è direttemente guidata e consigliata da Dio;
Egli crea in lei una inconfondibile personalità, ed essa può, quindi, compiere ogni cosa fedelmente. Ma dobbiamo
pure pensare che non sarebbe niente di
troppo, da parte nostra, venire in aiuto
alla manchevolezza di certi ambienti,
alla penuria di incoraggiamenti e di
buoni esempi che le nostre gio ani,- a
volte, ricevono; sarebbe un’ottima cosa
poterle circondare di piu, cercando di
avvicinarci molto ad esse, secondo il loro genere di vita, il loro lavoro, la loro
QUltUra.
Vi è grande e continuo bisogno dì
seguirle, queste giovani, di maturarle,
di istruirle, nel ben determinato e ben
preciso scopo di renderle più vere donne. r .
Osservate, per esempio, come esse, le
nostrè giovani valdesi^ stanno facilmente diventando frivole; e come, spesso,
hanno un tono pieno di leggerezza, anche intorno ad argomenti che meriterebbero tutta la loro serietà, come: la
propria libertà d’azione, il matrimonio
la responsabilità della famiglia e dei figli, il rispetto di sè stessa. i
Vi sono molte giovani che nel loro
abbigliamento, per eseimpio, non sono
più come dovrebbero essere; neUe loro
relazioni con i giovani non hanno più
serietà, perdono quel riserbo pieno di
grazia, che rimarrà pur sempci^e una
delle più belle cose per una dònna, e
che era uno dei pregi maggiori della
giovane valdese di un tempo.
Donna valdese e frivola, sono due termini che stonano così profondamente Ì
Ebbene, sarà appunto solvente conversando, in separata sede, con le nostre giovani, che noi potremo mettere
il dito sulla piaga, cc«3, praticamente,
anche alla buona, serverete, e dire loro,
a queste frivole, che la mondanità e
la leggerezza producano aridità di cuore e nell’aridità di cuore della donna
vi è im principio deleterio, al quale nulla resìste.
E poiché le nostre giovani amano leggere ed anche apprrazano i buoni libri, •
sarebbe interessante avere la possibilità di intrattenersi, in amichevoli discussioni, sopra alcuni di questi libri,
òhe tutte abbiamo letto, ove siano messe in risalto belle figure di donne, tali
da ispirare e fortificare nella via della
virtù. A poco a poco, porgendo loro una
guida sicura, e preziosa in molti casi,
giungeremmo a sviluppare il loro senso
critico, di modo che esse impalerebbero
a fare una netta differenza fra il buon
libro e il romanzo della rivista di m,oda, con grande vantaggio per un sano
e retto giudizio intorno ad una quantità di questioni, interessanti la loro vita di donna.
Ecco, per non dilungarmi, alcuni argomenti che, mi pare, giustificherebbero già abbastanza il desiderio dì riimioni separate per le giovani, nelle quali
svolgere uirt prc^àmma adatto e ben
(meditato, indi seguito in tutte queste
piccole riunioni, nella varie chiese delle
valli.
Già vi sono loidevoli! iniziative, da
parte di mogli di pastore e altre perso
f ' ì A"'
vr,
5M >at jBaCM Tagliòla
La passeggiata al Bars della (Tagliola,
t l’antico rifugio dei "Valdesi perseguitati,
è tradizionale per ogni buon visitatore
della valle diel pellioe. Già' all’inizio
del secolo scorso, come narra U pastore
., Amedeo Bert, nelle sue interessanti
.« Gite e ricordi d’un bisnonno », si usnva salire, come per religioso pellegriimggio, vèrso quella grotta sacra al cuore dei Valdesi, per gli infiniti patimenti
soffertivi dai loro antetnati. E dà quando, il 13 maggio Í926, ü Bars è divenuto
proprietà della Chiesa ’Valdese ed è stato consacrato come monumento della
- incrollabile fedeltà dei padri, la visita è
divenuta per ogni Valdese quasi'un rito.
J7/ cas fognò secolare
La strada d’accesso parte dai Coppieri. Volgendo ' erso settentrione,
s’inoltra con moderata pendenza per il
vallone del Biglipne, che s’apre a largo
ventaglio, limitato ed inquadrato dalle
rupi eccelse del Vandalino e dai contrafforti che di qua e di là ne derivano.
Il vallone è colmo di vegetazione lus.sureggiante. Al centro, il rucleo dalle anti-'he. casupole del Taglia etto domina
dall’alto d’un poggio come un fcrtil zio.
Le miruscole ’corga'e, le casette isolate
s’afìigcciano ne’Tonda del castagni; fra
le une e le altre s’allarga il rettangolo
dorato di qualche oampicello di grano.
Null’altro. Paesaggio raccolto e tranquillo.
La strada sale fra due bassi muri a
secco. Ad un centinaio di metri dai Coppieffi, a destra, laddove il muro è rotto
ed una barriera di rami intrecciati impe< disce il passaggio si erge sul prato un
• castagno particolarmente maestoso. Qui
il visitatore vorrà fermarsi un momento
a guardare ed a meditare.
Secondo quel che si dice, è
castagni più vecchi della valle del Pel-.,?
lice. Neiir.opinione degli intenditori, su- pera i cinquecento anni. E’ un albero
magnifico. A mirarlo diall’imbocco del'
prato, è un vero monumento della natura: piantato solidamente nel terreno,
un poderoso tronco bnmo e rugoso che
alla base ha una circonferenza di sette
metri e mezzo. Intorno crescono fasci
dì virgulti. A cinque metri d’altezza ai
biforca; ed i due grossi tronchi minori^
si slanciano verso il cielo fino ad oltre
trenta metri dal suolo. D’inverno, quand’è nudo di fronde, è nodoso, contorto,
tormentato, come iirrigidito in una passione frenetica. Uno dei tronchi è lacerato in alto da imo squarcio, forse colpito chi sa quando da un fulmine. Ora
i rami s’allargano, verdi di foglie, s’intrecciano, s’aggrOvigliano, formano
ne zelanti, per radunare a parte le giovani; le quali iniziative dimostrano che
il bisognò è sentito ma ciò nondimeno
mj sembra che la questione non sia stata presa pienamente ancora in considerazione da parte della chiesa (come sarebbe desiderabile); e il fatto di trascurare in cèrto qual modo, l’elemento
femmimle, giudicando non sia il caso
di dedicargli una particolare attenzione,
ci pare costituire* una lacuna nel’attuale organizzazione giO'Vahile della chiesa
valdese.
Dal giorno della sua confermazione
la giovane entra dunque a far parte delPumone mista, chè( altre non ve ne
sonò, (almeno uffiòialmente, e quelle
che vi sono, finiscono per costituire come un organo a sè, quasi all’infuori
della chiesa) è qui rimane finché, per
esempio, non si aposa.
Una volta sposata, ecco la chiesa di
nuovo tende ima provvida e amorevole
mano' alla giovane con l’unione delle
nsadri.
E di questa desideriamo parlare prossimamente. (Voce) I
, quasi una piccola folta foresta -sospe#i; sa a mezz’aria.
Si rievoca col, pensiero lo svolg'mento
dei secoli, di cui esso è stato immobile
testimone. Fra il 1400 ed il 1700, ’1 pic¿^colo bacino'del Biglione era assai più
^ intensamenlte^ pojMoIlato, i villaggi più
estesi, più vivi; e su fin presso la Sea
' si vedevano d’inverno fumare i cammÍ dei focolari. Tra villaggio e villaggio i
campi coltivati erano numerosi, ad oltre
■' mille metri d’ialtezza. La popolazione
pei era tutta valdese. Questa regione
del Biglione era appunto il nucleo della
comunità valdese; il villaggio del Ta• gliarstto n’era il centro e da' a il nome
' stesso alla' parrocchia: si diceva ufficialmente la parrocchia del Tagliaretto.
iSous le nom de Taillaré, spiega il vecchio Gilles, on comprenoit alors tout ce
' qui est des dependances de la communauté de la Tour vers la riiontagne...
grande estervdue tonte peuplée de Réformés. I due rappresentanti delk' parrocchia per la conclusione del patto di
Cavour, del 1561, fra i Valdesi ed il
Duca di Savoia, si firmano: Claudio
Sergio ministro del Tagliare e Michaelle Reymondet mandato d l Comune del
TagUatrè. Il borgo della Torre, giù nel
piano della Valle, era considerato ostile; pochi Valdesi vi abitavano, e mal
volentieri.
Perciò questa stradá sassosa, che il
castagno secolare sta. da cinque secoli
vigilando, ara rarteria centrale della
comunità valdese. Siboccava sulla pisazzola del Tempio. Sfiorava la casa, del
pastore, collegava i nuclei dei principali
quartieri. La gente saliva e scendeva
pel' culto, per le occupazioni cotidiane,
per gli affari importanti. Ferveva la
vita. ... ; -, „
Di qui passarono spesso il capitano
Giosuè Gianavelìo, dmante^ la "guerra'
dei Banditi, il pastore Enrico Arnaud
nelle visite assidue ai parrocchiani. Di
qui le truppe dei persecutori, tutte le
volte che assalirono il Tagliaretto, la.
rustica fortezza in cui i Valdesi s’erano
asserragliati, passarono tumultuando,
sghignazzando, gridando le loro minacce, sparpagliandosi fra i castagni per
l’iassalto e per il saccheggio: così il 4
novembre 1560 il Conte della Trinità,
così il Marchese di Pianezza il 19 a,prile
1655, così il Conte di Bagnolo il 21 dicembre 1663; là sojto, il Tempio dei
Coppieri ardeva, avvolto dal fuoco e
dalle fiamme; *i_ soldati salivano quasi
già trionfaiiti per la facile conquista,
sparivano in alto, seguiva il frastuono
del combattimento; ed ecco tosto dopo
riapparivano in corsa, disperata, fuggendo allo sbaraglio, inseguiti dalla furia
del contrattacco valdese.
Salivano e scendevano, amici e neifiici,. nelle alterne vicende. Gli anni
passavano. Il castagno secolare, testimone tranquillo e benevolo, continuava
di anno in anno la sua provvidenziale
funzione; e fioriva a primavera, e d’autunno lasciava cadere i frutti saporiti
e le foglie utili per lo strame. ’Tuttora
fedelmente continua.
Pracasfel
Riprendiamo il cammino. Dopo qualche passo, sì stacca a ^estra una stradicciuola pianeggiante che conduce alla’casa di Pracastel. Dietro un folto di castagni e d’abeti, ne appare la caratteristica
torre cilindrica rossastra. Qui, nella
semplice casa che le recenti ricostruzioni hanno quasi interamente trasformata, vissero i due noti pastori GiUes: fra
il 1565 ed il 1588 il padre, GUle dei Gilles, l’ultimio barba, H primo pastore valdese; .fra il 1603 ed il 1649 il figlio,
Efietro Gilles, il primo storico delle Valli; i quali, nei loro lunghi e difficili ministeri, supCTairono vittoriosam^ate le
molte tempèste della loro età con un
senso straordinario di ccmsacrazione e di
'sacrifizio. In queista stessa lantioa natura
che essi conobj^ero, com’è fadle rievocarne le figure, mentre sboccano sulla
stradicciuola nianeggiante: il'padre, alto, vigoroso* vegliaixio, daU'atteggiamento risoluto, dal passo cadenzato e sicuro .
di chi, come barba,'ha molto lungaihente camminato; poi il figlio, più esile, un po’ curvo, miope, consunto dal
lavoro, dalle battaglie, dai dolOTi, sul
cui'volto sereno* e dolce traspariva Tardoi'e contenuto per la propria missione.
L’uno e l’altro s’awiano al loro compito... Dei secondo la tradizione ricorda
come tutte le 'sere si recasse nel castagneto, con la gerla sulle spalle, per raccogliere la legna secca pel focolare.
Serverà
Cento metri più su, ad unia svolta, si
scorge a sinistra, oltre il campo, la finca
continua delle casette basse e scure del
villaggio di Serverà (Cervières), Larghi
festoni di viti le decorano. Sono strette
le une alle altre, secondo l’uso antico,
tanto da apparire dall’esterno com,e un
blocco solo, quasi una piccola fortezza
pronta alla .difesa. E chi sa che, nei
momenti della persecuzione, non v’abbiano sostenuto i rudi assalti delle truppe nemiche. A sinistra della strada corre un unico muro irregolare: vi sono
aperte le entrate dei tre cortili, intorno
a cui le costruzioni si raccolgono. All’entrata del terzo cortile, due date rozzamente incise, di qua e di là, su grossi
sa'ssi ^del muro: 1722. e 1737, sono impressivi ricordi delle ricostruzioni dopo
il Rimpatrio. Proprio di fronte, a destra
della strada, sta l’antica umile scoletta,
un tèmpo piena di bambini ,ora indotta
a fienile.
Il villaggio di Serverà è storicamente
interessante, perchè nel secolo X’Vl vi
risiedevano i primi pastori, della parrocchia. Verosimilm,ente abitarono la casa del arimo cortile; col suo portone
che sostengono il largo terrazzo in muratura, coi due alti pilastri, pure in mura'ura, che reggono il tetto spiovente,
essa è la sola che, nella sua modesta dignità, ricordi le linee caratteristiche
dell’antica casa civile delle Valli.
Qui dunque’ verosimilmente abitarono i pastori del .tempo eroico della parroicchia del Tagliaretto quelli che la
costituirono e la formarono attraverso
le più dure tempeste: quel Geraldo Im. berti, che nel 1559, airrestato e duramente processato a Torino per eiresia,
fu condannato al ¡rogo, come' Varaglia;
poi, nùracolosamente salvato, potè ritornare alla sua casetta, alla sua parrocchia e riprendere il ministero; quel
Claudio Bergio, che tra il 1560 ed^iì
1561 sostenne tutte le bufere della persecuzione e della gueria. Grandi figure
e grandi fatti rievoca questo modesto
edificio.
® Il quale poi fu abbandonato. Il Gilles risiedette, come già abbiamo ricordato, nella sua proipria casa a Pracastel. I suocessoiri si stabilirono altrove,
più in basso. L’edificio passò in proprietà privata.
Ma tornò all’onore della piccola storia
locale quando, nel 1819, fu ricomprato
dalla parrocchia valdese, col denaro generosamente offerto dal conte 'Waldburg
Truchsess, ambasciatoíre prussiano a
Torino, in nome del suo Re Federico
Guglielmo III, con lo scopo di fame u» ,
ricovero pei parrocchiani più poveri.
Della somma di Lire 480,50 riserbata
(JaiU’ambasciatoire a Torre PelUce, 200
furono spese per l’acquisto della ca^
di Serverà. AUora con 200 Lire si facevano miracoli ! E l’antica casa parrocchiale divenne la Casa dei Poveri, o
meglio la Coiso. di Prussia, come la desi- »
gna la deliberazione del Con<»storo di ^
Torre Pellice, in data 25 maggio 1819;
la maison de Servières destìnée à,Ìoger
»OS pauvres et qui portera lef nom de
Maison de Prume.
Non sappiamo quanto durò la prov
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vida Istituzione ass’stenziale.’ Nel vii-'
leggio nessuno ne serisa più alcuna memoria. Come unico licondo resta il-nomignolo popolarmente attribuito airagiato agricoltore che divenne poi propr:etariot della casa: Charbonnier il.
povero;
^arma Pria
Sorpassata Serverà, la strada passa
sul ciglio fina due avallamenti: quello di
destra è il profondo fosso del Biglione;
q’uello di sinistra è -una dolce conca erbosa che, scendendo, termina nel burrone di Rio eros. E la leggenda narra
che in questo secondo avallamento pas• SBsse 'nei tranpi dei tempi il tonrente,
' ancora irùlominato; e fche un giorno di
bufera e di piena, esso trascinasse giù,
dalle pendici del Vandalino il tronco
d’un poderoso castagno, detto- in dialetto appunto biglioun, il quale, prec'ipitando di miapso in masso, proprio, qui sopra s’incastrasse saldamente di traverso
fra le rocce, e deviasse così le acque
vorticose, che ,aprendosi un nuovo varco fra i prati, sboccasse poco sotto nei
letto della Molara, ove d’allona in poi «è
passato. Da quel momento la gente lo
chiamò il Biglione.
Riprendiamo la salita. Il vallone a
grado a grado si restringe; di qua, di là
i costoni botscosi precipitano sul torrente il paesaggio diventa più austero.
Oltrepassato il crocicchio donde >si stac^
ca a destra la strada del Tagjiaretto,
subito, oltre il torrente, all’estremo bai- •
zo del contrafforte degli Armand, spicca
bruno fra il verde un enorme roccione,
spaccato da chi sa quale oataclisma,
che sull’alto sporge come una massiccia
tettoia, e forma nel basso un incavo irto
d’intagli e di punte. A quanto si narra,
l’incavo era un tempo assai' più vasto,
prima che il terremoto del Ì808 non vi
avesse determinato un parziale franamento. Intorno sì svolge una fantastica
corona di giovani arbusti fronzuti. Sot• •breve 'declivio eibostr ^ - perde *
nel sassoso greto del torrente.
L’incavo è detto Barma Prià,,la Barma della preghiera. Designazione straordinariamente suggestiva. Qui, secon,do la tradizione, nei tempi oscuri anteriori alla Riforma, si riunivano gli
alpigiani valdesi per il loro semplice
culto. Il Barba venerando esponeva la
Parola di.Dio. Si, pregava. Si cantavà.
I costoni precipitosi deh vallone nascondevano e proteggevano l’assemblea
dagli occhi profani o nemici.
A rendere più vivace la rievocazione,
il visitatore può leggere,, a pochi passi
di qua, oltre il ponte che conduce al
Tagliaretto, un versetto diell’Evangelo,
incavato nel sasso viCo, una' cinquantina
d’anni fa, da una mano amica: Jésus
dit: Céhii qui croit ere moi a la vie éter^
''nelle. St. Jean VI. 47. Non inai iscrizione ha espresso più efñoaoemente il I significato del luogo.
La Barma della preghiera. E’ singolare questa nomenclatura topogràfica
di carattere religioso che qua e là nelle
Valli si ritrova, formata non già volutamente* da cultori di storia o da gente
di chiesa, ma sorta spontaneamente,
ingenuamente dal popolo, irispondendo
ad un suo sentimento incosciente e
profondo. Si pensi alla Roccia della
Bibbia e alla Ghieisa d’ia Tana d’An- gregna, alla Roccia Ghiera di Roccapiatta. Tali designazioni, caratteristiche
soltanto delle Valli, giovano, meglio
che molti ragionamenti, ad esprimere
il significato ed il valore della popolajtione e del luogo. >
parnia Qiabrira
Poco sopra Barma Prià il Biglione si
biforca; e tosto dopo si biforca anche la
strada: lasciandà a destra quella meglio
battuta che risale il vaUone principale
verno la Sea, noi pieghiamo a sinistra,
per un sentiero ripido e sassoso, che
•Con due o tre ardue -svolte risale 11 pen•dio della coanba di Barma Ciabrira.
In questa regione hanno arigine le
sorgenti che forniscono Tottima acqua
potabile a Torre Pellice. Lungo la strada se ne possono- osservare tombini e
serbatoi. Da ,im Enrico Gardiol, che
verso il 1870 iniziò il lavoro, e dai suoi
soci Chambaud e Basso, il Consorzio,
formatosi nel 1894 fra proprietari d’immobili del Comung ‘(attualmente sono
149), ha rilevato il prim.o impianto, l’ha
ampliato e perfezionato fino a soddisfàre
interamente i bisogni della popolazione.
Il paesaggio prende un carattere prettamente aioino. Il valloncello s’inerpica
fra. costoni scoscesi coperti di boschi,
fino su all’aspra conca su cui si ergono
fieramente le vette ardite del Caistel_^.luzZo e delle propaggini del Vandalino.
Subito appare di fronte il roccione bruno di Barma Ciàbrira.
Barma Ciabrira, la Barma delle c^pre: la roccia staapiomba sul torrente;
nell’incavo un tempo si raccoglievano
al riparo le capre pel riposo notturno;
ora s’appoggiano, quasi incastrate, tre
misere casupole che si confondono nello
stesso colore bruno della pietra. Altre
sono state poi costruite di qua e di là.
jNelle linee delle rupi, nell’agpetto delle
rustiche costruzioni e dèi paesaggio che
le circonda v’è qualcosa di rude, di aspro, di severo, che vi ’impressiona e
che * spiega in parte quel carattere mal
famato che la voce popolare attribuisce
al luogo: di gente di fuori, venuta a
staibilinsi qui col subdolo scopo d’aggre‘ dire i Valdesi, la quale, sventata l’oscura trama, avrebbe infestato il vallone
,con la vita rozza ed incivile, e l’avrebbe
reso mal sicuro con l’atteggiamento
malizioso e provocatore, con minacce e
furti e rapine.. La leggenda, che forse
è da ricollegarsi con la nota congiura
antivaldese del 1794, ‘non dice come
quella gente s’è dileguata.
Ma il visitatore, appunto dal sentiero
della Barma, si volga ,ad ammirare il
mirabile panorama dei contrafforti boscosi che scendono f ondeggiando ad inquadrare nello sfondo la valle vasta e
luminosa e fiorente e più lontano la
pianura del Po, che sfuma all’infinito;
ed ogni impressione avversa si dissolve
seinz’altro.
Qui la nostra gita deve interrompersi..per mancanza di spazio. La ripren- .
deremo prossimamente. '
Attilio Jalla.
Gita nel Vallone di Snbiasc
L’abbiamo fatta il 29 giugno. E’ stata
una gita molto bella e molto interesrante. A parecchi di noi il vallone era sconosciuto e siamo oltranodo soddisfatti
di averlo scoperto con le sue bellezze e i
suoi ricordi che non dimentichjeremo
cosi presto. Eravamo una quarantina di
giovani tra cui un buon nucleo di ciclisti pinerolesi. Il tempo non è stato specialmente favorevole, ma la nebbia ha
contribuito a dare al paesaggio iaspetto cupo e severo che ci era stato preannunziato dall’articolo del prof. Jalla sull’Eco- del 25 giugno. A questo.'articolo
rivolgetevi per la parte descrittiva e storica. Io dirò invece 'che è stata veramente fraterna raocoglienza degli abitanti di quel vallone. Vera buona ospitalità viaMese! Se essi leggono queste righe ci trovino il* nostro ringraziamento
cordiale.
A Barma d’Aut i Pastori sig. R. Jahier e A. Comba ci hanno rivolte varie
esortazioni basandosi sul trana di Gedeo:()e e delle sue battaglie: ed il prof., A.
Jalla hia rievocato con vivezza la storia di quei luoghi. Poi abbiamo invocato
l’Etemó pei nostri fratelli che combattono, ovunque essi siano.
Nel pomeriggio siamo ridiscesi su
Bobbio Pellice' con varie soste e relative
fotografie (prenotabili alla Bottega della
Carta). Un vivo ringraziamento esprimiamo al prof, Jalla che ci ha guidati
col consueto ferWre e una ^^^olta ancora
ci ha ricordato gli avvenimenti del passato che ci rendono cosi care queste
■Valli Valdesi! . , F. C.
VALDESI
>• -.yi- ;
■ Vi - >■
Y
F. W. V.
DEL CAPO-fiBUPPO
cronista ha dimenticato,di d’“re che
è ssfato-letto un pregevole studio scritto
da un giovane operaio autodidatta dell’Inverso Pinasca. Il cronista non ha altresì ben contato i presenti che si aggiravano sui trecento. t,,
\La giornata delTAscensione coi suoi
due Convegni frequentati complessivaittente da circa seicento giovani, coll’argomento dei lavori « Gli uomini e la
Chiesa » alcuni dei quali presentati da
Uùci, è stata dunque ima pomata urdonistica al cento per cento. Del che dobbiamo vivamente rallegrarci e trarne
buoni auspici per il futuro.
— La discussione sulla Rela'zione del
Comitato alla Conferenza DistrMuale'
è stata serena, ma non originale. Non si
è detto nulla di nuovo, tranne la proposta - attuabile in un campo, ma, difficilmente in un convegno di poche or^ dì finazionare l’assemblea dei giovani in
tanti gruppetti, per favorire l’iaffiatamento e la discussione.
■*> Vi
' La Co'nferenza si è compiaciuta, inon
tanto deirattività invero assai modesta
svolta dal Comitato, quanto deH’indirizzo e dello spirito delle Unioni che sono
riavanguardia di cui la Chiesa non potrebbe più fare a meno.' In seno alla
Conferenza non si è manif estato alcun
desiderio Idi cambiiamenti di intonazióne e di organizzazione,, poiché l’attuale
ondinamento corrisponde ai bisogni della gioventù e delia chiesa stessa. Tenga
presente il Sinodo l’opinione -pubblica
manifestatasi pel Distretto in cui vi è
la massa della gioventù valdese, allorquando dovrà trattare dell’inquadramexjto della F. U. V..nella Chiesa.»
Gustavo Bertin.
CRON/ICifl V/ILDCSE
/
lANGROGNA (Serre)
Culti della domenica 18 luglio: óre 10:
culto all’aperto al Sap (Pradeltomo). In
caso di pioggia il culto avrà luc^o alla
stessa ora mel Tempio di Pradeltomo.
Ove 14.30: Culto nel Tempio del Serre. ,
Culti della domenica 25 luglio: ore
10: culto nel Tempio del Serre.
Ore 15: Culto aH’aperto al Bagnau.
In caso di pioggia il culto avrà luògo
alla Vajccera.
e. a.
MASSELLO
In pièna giovinezza, è stata troncata
l’esistenza del nostro fratello Tron Ernesto, del Roberso, di anni 28.
I funerali, che ebbero luogo martedì
6 corrente sono stati una dimostrazione
del vivo cordoglio cui ha partecipato
tutta la popolazione. ^
Al padre ed alla madre, quest’ultima
nella lontana America, ed a tutti i numerosi congiunti, l’espt%ssione della
nostra sentita q profonda simpatia.
PEHREHO-M ANI GLIA
La domenica di Pentecoste è stato
/
ricevuto nella Chiesa di Maniglia Micol
Elio il quale per ragioni contingenti non
aveva potuto essere ricevuto con gli
altri catecumeni. Dio ne faccia un fedele testimone di Cristo tra i (suoi compagni di lavoro!
— La nostra vendita di beneficenza
ha avuto un risultato rallegrante malgrado la scarsezza dei mezzi a nostra
disposizione. Ringraziamo ^ cuore tutti
i donatori e quelli che hanno partecipato alla nostra vMidita. Una parte
della somma ricavata è stata inviata
alla Tavola per le Chiese sìnisi^'ate.
— Il 20 giugno nella Chiesa di Maniglia sono state battezzate le due gemelle Viola e Vera Beri di Giovanni e di
Pascal Akna. U 4 luglio il Battesimo è
stato impartito, a Rihet Luciano di Ernesto e di Tron Ida. Dio benedica que
\
sti teneri agnelli del suo gregge e faccia che possano' diventare fedeli disce»;
poli suoi! :
fi'
POMARETTO - ^ ' '
E’ stato presentato al S. Battesimo
Bertetto Elio di ' fu Adriano e di Bou' chard Lina del Reynaud di Inverso Pi
jt
nasca.
Formuliamo per lui i migliori voti di
prosperità nel Signore. .
— Domenica scorsa, 4 corrente, un
Ìungo corteo di parenti ed. amici accompagnava al Campo santò di Pomaretto
la salma della nostra sorella Rostom Mcpria vedova Grill decedute dopo breve
malattia in età di 72 anni. Essa era originaria di Frali. ma d)à alcuni anni si
era stabilita a Pomaretto presso la figlia.
La ricorderemo sempre come uh bella
figura di donna valdese, assidua frequentatrice del Culto domenicale, il
volto sereno incorniciato dalla bianca
cuffia. "
Alla figlia Maria sposata Jacumin, al
genero, al fratello come a tutti i parenti rinnoviamo l’espressione della no, stra cristiana simpatia.
—- Mercoledì mattina, 7 corrente, un
lungo corteo riprendeva la via d^ cimitero per accompagnare all’estremo riposo la spoglia mortale di Zanella Luigi da Pomaretto, deceduto all’Ospedale
dopo lunga e penosa malattia in età di
soli 36 anni.
Egli non apparteneva alla nostra
■Chiesa, ma aveva sempre manifestato
per essa ima ceirta. simpatia. Da essa
aveva fatto benedire il suo matrimonio,
' da essa più tardi aveva pure, fatto, battez'zare i suoi figliuoli, e ultimamente
essendogli stati negati i conforti della
sua religione aveva manifestato il dei^ìderio che la sua sepoltura avvenisse
secondo il neutro rito. Essa fu una commovente testimonian^ di stima per l’Estinto e di simpatia per la. famiglia, e
una buona 9Ccasione 'i>er riaffermare la
nostra fede nel Cristo Salvatore.
Rinnoviamo Iji nostra viva simpatia
cristiana oltre a tutti i parenti ai figli
ed in particolare alla vedova cui vogliamo ripetere il’nostro compiacimento aer
la fermezza tipicamente valdese da lei
dimostrate in una situazione particolarmente delicata. *
« In Dio sìa la vostra fiducia. Egli è il
Padre degU orfani e il difensore delle
vedove ».
TORRE PELLICE
Il culto di domenica prossima nel tempio di villa alle 10.30 sarà presieduto
dal pastore Alberto Ricca. ,
— All’alba di venerdì scorso lo. spirito del signor Riccardo Gay (via Roma)
se ne tornò al Padre. Chiamato dal divino Maestro gli furo'no evitate sofferenze che spesso accompagnano il paziente fino al momento della partenza.
Egli si addormentò dolcemente nelle
braccia del Padre celeste. ‘Vivendo ahi«
tualmente all’estero per il suo lavoro il
suo cuore era pure semprq qui a Torre^ »
dove desiderava vivamente che riposasse la sua spoglia mortale, n Signore
esaudì quel suo desiderio chiamando il
suo spirito.aUa Casa celeste in una d^e '
visite che il nostro fratello faceva allá
.dilette mamma aUa quale come pure
alla moglie ed ai figli, al fratello e alle
sorelle rinhoviamo reteplr^sione della
nostra simpatia cristiana.
— Dopo poche ore di rhaiattia è stato chiamato da Pio, a mezzogiorno di
sabato scorso, a più alte dimore, il sdgnorDaji'Me Fonitania dell’Inveirso Rolandi. E’ una bella figura morale ohe è
scomparsa dalla scena del mondo visibile nel quale lascia un ricordo benedetto. Riconoscente per i talenti 'rice^
vuti dalla Prowidenaa non ne usò per
fini personali soltanto, lì mise al servisào
del prossimo, li consacrò a Dio. Durante
molti anni occupò posizioni di responr
sabilità nel Comune. Chi dirà i servizi
resi a tante famiglie che rieorrevano a
lui per aiuto,materiale e per consigli?.
'> "AW A.
&mM
4
siCc ‘•¡J- Ma quello che voglianno sòtt^ìneare qui ,
'? f jwi^àlità si formò alla
^ ^scuola di Gesù: di lì la sua autorità metrale. Lmizio della sua consacrarionè ài
-J?'“
ri?
‘d,iivin9 Mlaestre" ebbe luogo il g^no
delja -iiua, « ebiiferiniaBione », essendo^stato fortemente colpito dal.testo del
giorno .scelto dal pastore: '« Io sto alla
jporta é picchio, se alcimo apre entre-^
rò » E tutta la vita egli si sforzò di servire fedelmente Colui al quale egli
aveva aperto la porta del suo cuore. Sapeya,.p^ èsperienza che il peccato è
una tragica realtà, ma gapeva pisre per
esperienza che Cristo è il grande liberatore e l’autore di ogni benedizione. In
questa certezza egli visse e in questa fede egli morì alila vita terrena. Al Pastore che lo vide poche ore prima della
suprema chiamata, egli, sentendo immipente la sua partenza, dopo aver ricordato le benedizioni spirituali di cui era
stato l’oggetto ancora ultimlamente, volle che il tèsto della meditazione per ì
suoi funerali fosse quello che segnò il
punto di partenza della sua vita nuova:
« Io stò alla porta e picchio »; e che fosse una occajsione per im appello alla'
conversione e ad una sempre più completa consacrazione al Signore. Possa
quel suo vivo desiderio diventare realtà:
molte anime trasformate dallo Spirito.
Scenda la consolazione divina sulla
famìglia del caro trapassato.
VILLAR PÉLLICE
Nozze d’argento.
Al nostro anziano Giovanni Geymonat del Toupioim ed aUa sua afifezioinata compagna Giovanna nata anch’essa
Geymonat’, che hanno compiuto il 6 cor^
rente il loro 25° anniversario di vita coniugale ed ai loro due cari soldati lontani, rinnoviamo, a nome della comunità
tutta, fraterni auguri di ogni vero bene
nel Signore.
Dipartenze. .
La nostra comunità è stata nuovamente provata in queste ultime settimane, da doloróse ed improvvise separazioni. Il 2 corrente accompagnavamo
al loro ultimo riposo a Torre Pellice i
resti mortali di Maria Maddalena Michelìn-Salomon vedova GUli deceduta
il giorno precedente al nostro Ospedale,
in età di 58 anni.
— Sabato sera 10 luglio, dopo breve
violenta malattia,, ritornava al Signore
che l’aveva data in età di 17 mesi, la
cara piccola Anita Rambaud di Stefano
e Giovanna Barolin dei Garin.
— Il giorno seguente, all’Ospedale di
Torre Pellice, ov’era stato ricoverato
d’urgenza, decedeva in età di 33 anni il
nostro fratello Giovanni Pietro Vigna'di
Davide dei Garin, lasciando nel lutto la
giovane compagna e due teneri figliuoli.
Raccomandiamo le famiglie così dolorosamente provate nei loro affetti più
cari al Dio di , ogni consolazione. j.
VILLASEOCA
L’Alpino Viglielm Enrico del GMberso, reduce dalla Croazia ha celebrato
•sabato 10 corrente fi suo matrimonio
con Ferro Elsa di Villasecca Superiore.
Rinnoviamo agli sposi sentiti auguri
. per un felice focolare cristiano.
PER ECO Ài MILITARI
Bianciotto Federico 10 - Soldato Armellino Ide 15 - Fomeron Lydie, Ginevra 50 - Godino Elisa 10 - Art. Godine
Raimondo 20 - Ferrerò Elema 20 - Pietro Malan 5 - Jourdan Bartolomeo 4 Benech Ivonne 10 - Carab. Romàno Albino 15 - Rivoiro Alma 5 - Carab. Gardiol Erminio 10 - Godino Michele 5 Fomeron Luisa 5 - S<fid. Fontana Giovanni 25 - Mortiere Mourglia Gualtiero
25 - Long Alessandrina 25 - Ehna Bouchard 50 - Re^ el Samuele 5 - Mialan
Pierina 12 - Guido Pons 5 - Cullino Lidia 5 - Salvarani Maddalena 5 - Piascal,^
Giovanni Pietro 2 - Charbonnier Davide 5 - 3»rzaehi AHna. 5.
Mìi ioEDiBria di! niapiaito IM 6ay
Lire 200 dalla mamma Carolina DuVànd ì ^ fmnàgUa GAY, nelVimpossïbüità di
ved. Gay per Ospedale Valdese.
lire 2p0 dalla stessa per. Orfanotrofio
PemÌminile. .v^' ' /' •
Lire 200 dai fratellisorelle Tda, Lisetta, Aldo e Mimi^Gay per Asilo dei'^''^ìl^/
Vecchi Luserna S. Gi^aòiDi.
Lire 200 dagli stessi per Orfanotrofi.o
Maschile Pomiaretto.
Lire 100 da Lionello e Duccio Gay in
memoria del loro caro padrino per
Casa Valdese delle Diaconesse.
Lire 200 da inquilini, amici e conoscenti
per Ospedale Valdese.
ijr, farlo »personalmente, ringrazia commostutti gli amici e conoscenti per la te■'^^étitnonianza d’affetto tributata al
taro
suo
DINO
.^r
Dui rinviti iiD Cusltn Mia lavili
. ^Esprime un partiodlare ringraziaimen. fio al pastore sigi. Gitilio Tmn, ai fratelli
Jouve, alle famiglie BtUion, Pennacini,
Chauvie, Fmoglio, BoccMardo, Bìan»
'1&- Colla- ed ai cari amici Federico
Marauda e Gustavo Bert, per la premurosa assistenza in questa dolorosa drcóstama. A tutte le persone che hanno
voluto onorarne la memoria con offerte
ad opere assistenziali la sua profonda riconoscenza.
Torre Pellice 12 luglio 1943.
Elisabetta Frat
Fiori in memoria di
schoel Andeer: ^
Per l’Asilo di Vittoria; Matilde Fratschoel in De Felice 50 - Giacomo Fratschoel 50 - Ritter Goffredo e Ellen'50 Waldkirch Guido e Martha 50 — Per
la Chiesa di Catania: Ritter Gofffedo e
Ellen 50 — Per, la-Beneficenza della ,
Chiesa di Catania: Matilde Fratschoel
in De Felice 50 - Giacomo Fratschoel
50 -.Ritter Giacomo e Marietti (prò sfol- lati Comunità di Catania) 100 - Waldkirch Eugenio e Trudi 50 — Per l’Orfanotrotfio Femminile di Torre Pellice:
Waldkirch Guido e Martha 50.
Il marito e i figli in memora di Luisa
Rinaldi: Per l’Istituto di Vallecrosia 25 Per Istituto GouM 25 - Per Istituto
Femminile di Firenze 25 - Per Asilo Italia 25. '
Per danni alle Chiese: Chiesa di Ro-ì
ma, Piazza Cavour 1500.
Per'cassa Culto: Sestini Alfonsina
100.
Per Collegio: Rivoiro Pellegrini
Cleanthe 100 - Pellegrini Fernando 250
- Benech Ernesto 100 - Monti Long E- •
milìa 100 - L. H., Torre Pellice 300 - i
Costabel Gino 150.
Per Orfanoitrofio di Torre Pellice: Fa- j
miglia Sparti, Catania 50.
Per Istituto di Vallecrosia: Chiesa di *
Firenze V. M. 100 - Chiesa di Felonica ,
Po 50. . ^ ^ u
Per Istituto Gould: Chiesa di Felonicaf
Po 50. - , J
Per Istituto di Firenze: Chièsa di Fe^
Ionica Po 50 - Levy Tron per Borsa inmemoriia’Generale Maftinat 100 - Per
Fondo Pirazzini prò Ospizi per Orfani e
Vecchi, quarto versamento 2000.
Notale Cottone, Napoli, in merrioria
della cara moglie Otìaina: Per Emeritazione 100 - Orfanotrofio di Torre Pellice 50 - Ospedale di Torre Pellice 50
Asilo di S. Germano 50.
Per danni alle Chiese:
Basilea, per Chiesa di
Chiesa di Torre Pellice,
Tpmasetti e fratelli, 100.
Per EmeritazUone: *
Matteo, 6: 3, 25. ^ »
Per Orfanotrofio di Torre Pellice:
Chiesa di Bobbio Pellice, 50.
Per Istituto di Vallecrosia:
Salvatore Impalà, 8 - Chiesa di Napoli, 200 - Chiesa di Bergamo, 150.
Per Istituto di Firenze: - .
Chiesa di Sanremo, 130 - Chiesa di
Napoli, 200. <1
Per Istituto Gould:
Salvatore Impalà, 8 - Chiesa di Torre Pòllice, 500 - Chiesa di Napoli, 200 Chiesa di Bergamo, 150 - Tomiaso e Maria Quercioli in occasione confermazione figlio Pierò, 100.
Anonimo per Asili e Orfanotrofi più bisognosi 300.
Per Asilo di Vittoria:
Salvatore Impalà, 6.
Per Dificonesse:
Salvatore Impalà, 8.
Per Asilo Italia:
Chiesa di Campobasso, 200.
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LA CROCE URONOTTR'^
• A Í
Volume di pp. 152 - L. 13,—
Un giovane che si- affaccia alla vita
e alla cultura. Come la vita lo smaghi e
la cultura lo deluda e come egli ritrovi
. le eterne verità, fopna l’argomento di
questo avvincente racconto, ''f;
Ordinazioni direttamente all’Autore: •
- Convitto Valdese - Torre PeUioe
Cappellani Valdesi
Capit. Ermanno Rostan - Cappellano Militare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino. ' .
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M, 200.
indirmi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo.
Aime. .
Bobbio Pellice -r- Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Éiassello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronél.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli,— Pastore: Arnaldo Genie.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rotò — Pastore ; Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Pellice — Pastpr^,.; Giulio Tcon.
'^oririia —■ CEmse: Górsd Vittóriò
nuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet,, 36.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer. Si
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto alzile 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo*
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore; M. Moreschìni,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa; Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa; Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze; Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese; PastoreVittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore'C. Gay,.
Salita F. Colombo, 8.
lòTeo; Chiesa Valdese: Corso Botta, 5- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica). «f*
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo ¡Alberto - Culto prima domemicsa del mese
(da Ivrea). *‘
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po). • ",
Susa: Chiesa:'Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (daVeribda).
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (d»
Ivrea) terza domenica. * ’> •
Verona: Chiesa: Via Duomo (de Brescia). t
Viering: Chiesa Vsfidese (da Aosta).
Venezia; Chiesa; -Palazzo Cavqgnis S. Maria Feoroosa - Pastore È. Ayassot (ivi), V , <
-TrL