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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
ItlRBS FBUXCS
Ctmtíaa^'
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Anno xeni - Num. 16 ABBONAMENTI / Eco: L. 1.500 per Tinlemo « Eco » e « Presenza Evangelica » Spediz. abb. postale - I Cmi^ 1 TORRE PELUCE — 19 Aprile 1963
1 Una copia Lire 4(ì i L. 2.200 pw l’estero interno L. 2.500 - estero L. 3.700 Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellìce - C.CJf. 2-17557
La Parola di Dio
e il "buon volere
Mi
degli uomini
Larga eco deWenciclica della pace promulgata
da Giovanni XXIII il giorno del Giovedì Santo
Grande è stata l’eco suscitata nel
mondo dairenoiclica Pacem in terris
di Giovanni XXIII, a cui del resto
la S. Sede, rompendo una tradizione
secolare (era L’Osservatore Romano
a sottcìlinearlo), ha dato un particolare rilievo, sia permettendo alla radio e alla televisione la ripresa diretta
della firma e della promulgazione del
documento pontifìcio, sia diffondendone largamente il testo, integrale o in
ampi estratti, attraverso tutti i canali d’informazione. Era cosa logica,
trattandosi di un documento che trat
ta essenzialmente temi sociali di interesse universale e che volutamente
Bi rivolge, oltre che ai cattolici, « a
tutti gli uomini di buon volere ».
Al sentire e leggere le calde e talvolta entusiastiche parole di apprezzameli, o per l’enciclica della pace,
provenienti dai più diversi orizzonti
spiritxjali e politici, ci sarebbe da piangere di consolazione al notare quanti
uomini di buon volere » si possano
trovare nel nostro monto, specie in
alto loco. L’unica espressione di riserva ohe abbiamo letta sulla stampa italiana è stata pubblicata da « Italia liberale i), la quale si doleva che la buona fede di papa Giovanni XXIII fosse stal a carpita da quelli di sinistra,
poiché indubbiamente, e pur con tutte le cautele d’uso, una generica apertura a sinistra si può notare in questa enciclica, come già nella precedente Mater et Magìstra.
Non so esattamente quale scopo abbia mosso il pontefice a promiulgare,
e proprio in questo memento, la sua
ultima enciclica ; penso comunque ohe
egli — come ogni cattolico ossequente non .si dorrà dell’eco suscitata
dalla Pacem in terris, e sarà anzi compiaciuLo dei consensi che da quasi ogn:
parte ne hanno salutato rapparire e
continuano a iniìorame i commenti.
So ccinunque che io, cristiano riformato qualunque, sarei piuttosto preoccupato per quest’universale favore.
Una parola cristiana netta, autentica,
caratr eristica, diffìcilmente suscita
l’entusiasmo fra gli uomini. La predicazione dell’Evangeloi, di tutto l’EV angelo, e quindi della pace che Cristo dà e della riconciliazione in Cristo di ogni creatura, può suscitare
uno slancio di ravvedimento, anche
collettivo : ma si è allora su di un altro piano che quello dell’entusiasmo
giornalistico e dei compiacimenti diplomatici.
D’altra parte, è sempre possibile
pensare che tale entusiasmo sia in
realtà ima deformazione politicameirte interessata dell’intenzione autentica, originaria, perseguita da Giovan
ni XXIII, ed è quindi doveroso cercare di analizzare — brevemente, per
ragioni di spazio — l’enciclica.
Dopo ima introduzione in cui si pone il principio che una vera pace
« può venire instaurata e consolidata
solo nel pieno rispetto dell’ordme stabilito da Dio», sia nell’universo sia
fra gli esseri lunani, l’enciclica si articola in cinque parti.
La prima tratta dell’ordine fra gli
esseri umani, per cui viene rivendicata la dignità della persona, della quale si esprimono poi i diritti e i doveri. A proposito dei diritti, dobbiamo
notare soltanto due accenni : « Ognuno ha il diritto di onorare Iddio secondo il dettame della retta coscienza; e quindi il diritto al culto privato
e pubblico», affermazione che siamo
lieti di leggere e che riproporremo ai
cattolici stessi parlando della Colombia, della Spagna, di non pochi oasi
d’intolleranza cattolica nel nostro
stesso paese, sia nei confronti di credenti di altra fede, sia nei confronti
di atei; anche se dal contesto è chiaro ohe di tale diritto si parla solo in
riferimento ai cattolici di retta osservanza, nè esso si fonda teologicamente nell’incarnazione del Cristo-, il Figlio di Eho apparso fra gli uomini
nella discutibilità di un’esistenza umana. Il secondo accenno che vorrei rilevare è l’affermazione recisa del diritto di proprietà privata; e per quanto si aggiunga ohe « toma opportuno
ricordare che (ad esso) è intrinsecamente inerente una funzione sociale », il presentare questo diritto senza
sfumature come un elemento essenziale dell’« ordine voluto da Dio » pa^
re per lo meno strano nella prospetti
va di chiare affermazioni deirAntico
Testamento («Mia è la terra, dice l’Eterno») e dello spirito — quando non
della lettera — della predicazione apostolica nella sua testimonianza al
Cristo Signore.
Nella seconda parte l’enciclica tratta dei rapporti tra gli esseri umani e
i Poteri pubblici all’interno delle singole comunità politiche. Posto il fondamento apostolico ohe « non vi è autorità se non da Dio», si rimane però in un’aura teocratica, quando si
prosegue : « L’autorità umana pertanto può obbligare moralmente soltanto se è in rapporto intrinseco con la
autorità di Dio, ed è una partecipazione ad essa», affermazione in cui
balena, fra le righe, il pensiero che solo un governo cristiano e cattolico è
un vero govemo : U ohe non è solo
storicamente errato ma teologicamente insostenibile; s’intende, l’enciclica
non nega la validità di governi e co
« Reconquista »
cattolica
L’eco dell’enciclica « Pacem in t«ms »
Im dimostrato una volta di più il prestigio
ài cui gode oggi, nel mondo, la Cliiesa di
Boma, e in particolare il Po-ntefice Giovan
ni XXIII.
Dopo il 'ungo periodo trascorso sulla difensiva, sul piano do-gmatico ed ecclesiastifo dai lempi della Riforma, sul piano politico-sociale dal so-rgere del pensiero laico
®odemo, la Chiesa di Roma nella nostra
Benerazione ha raccolto tutte le sue forze
® si è lanciata in una reconquista della società umana, riconquista nella quale ha già
segnalo indubbi punti al suo attivo; sulla
scena del mondo essa è ora una forza di
cui anche i « grandi » non possono non tener con-to ; ed essa cerca di fondare le sue
«Unquiste pratiche con un grandioso processo di adatlamenito dottrinale ai tempi
nuovi.
In questa prospettiva non è fuori luogo
citare questi giudizi di Paolo Ricca, nello
studio critico su « Il problema del Cattolicesimo », di Vittorio Subilia, pubblicato
sul n. 1 - 1963 della rivista « Protestantesimo » (p. 25):
<( Se la sintesi tpntista è la stella polare
del cattolicesimo ecumenico odierno, l’idea
•Uedioevale dell’unità teocratica della ci
viltà è la slellaipolare del cattolicesimo politico odierno. Superata la crisi provocata
dall’Illuminismo, il cattolicesimo si appres'.d a svolgere di nuovo una funzione di
primo piano nella storia del mondo: La
pclitica cattolica di questo dopoguerra ne
è una prova lampante. Dopo le convulsio
ni belliche e gli sconvolgimenti sociali di
<-u! il nostro secolo è stato teatro, a un’umanità angustiata dal fenomeno del frazior.araento delle culture, da profonde lacerazioni politiche e psicologiche, da enormi
squilibri economici e demografici, da sem
pre risorgenti contrasti religiosi, il cattolicesimo offre sè stesso come il ’simbolico
punto d’appoggio’ (p. 180) per ricostituire
attraverso ’iwi programma di dirigismo clericale della civiltà’ (p. 218) attuato su scala mondiale, Tuinità tanto agognata del genere umano e di tutto il reale, in modo
da avere un’edizione moderna, aggiornata
del corpus christianum e una versione cristianizzata della pax romana. 'La Chiesa
afferra il mondo per consacrarlo e offrirlo
a Dio, dice il Padre Daniélou’ (p. 119). E’
facile vedere quali ombre una simile concezione del rapporto fra Chiesa e mondo
getti su problemi vitali come quello della
laicità dello Stato, della scuola, della cultura, e sul problema stesso della libertà ».
stituzioni in cui principi ’cristiani’ siano riconosciuti — quali i diritti insopprimibili della persona e della coscienza morale — ma è sottinteso che
valgono solo nella misura in cui si
accordano con Tinterpretazione del
Magistero, che è tutt'uno con Tordinc valuto da Dio.
La terza parte affronta ,i rapporti
fra le comunità politiche, e dice chiare parole contro le soinoffazioni colo
nialiste, contro i nazioraallsmi di ogni
tipo, per un equilibrio, fra popolazione terra e capitali, per un disarmo ar
tcmico e per un disanno integrale,
per l’appoggio pieno e disinteressato
alle comunità politiche in fase di sviluppo economico. Queste linee si allargano ancora, nella quarta parte,
applicandosi ai rapporti dei singoli e
delle comunità politiche con la comunità mondiale : affermata l’evidente
interdipendenza che regola e sempre
più regolerà la vita associata, si constata l’insufficienza dell’attuale organizzazione deU’autorità pubblica nei
confronti del bene comune imiversale, pur rallegrandosi per quanto TONU
c le organizzazioni affiliate hanno
compiuto in questi ultimi anni.
Infine la quinta parte lormula « richiami pastorali » : sul dovere di partecipare alla vita pubblica, e di farlo
— come esigono i tempi — con competenza scientifica, c«®)acità tecnica
ed esperienza professionale; sulla necessità' ohe si sani «#à frattura... fra
la credenza religiosa è l’operare a contenuto temporale», poiché «nelle Comunità Nazionali di tradizione cristia
na, le istituzioni deirordme temporale, neU’epcca moderna, mentre rivelano spesso un alto grado di perfezione
scientifìco-tecnioa e di efficienza... nello stesso tempo si caratterizzano non
di rado per la povertà di fermenti e
di accenti cristiani » — richiamo, que
sto, che ci trova pienamente consenzienti, in linea di principio, ma che
sappiamo esser mosso da una concezione integrista della vita sociale che
non possiamo, invece, accettare. Si insiste quindi sulla necessità di una so
lida formazione cristiana, di un impegno costante per tener dietro all’accentuato dinamismo che caratterizza
la no.stra epoca. Infine, trattando dei
rapporti fra cattolici e non-cattolici
in campo economico, sociale e politico, si dichiara : « Le linee dottrinali
tracciate nel presente dociimento scaturiscono o sono suggerite da esigenze insite nella stessa natura umana,
e rientrano, per lo più, nella sfera del
diritto naturale. Offrono quindi ai cattolici un vasto campo di incontri e di
intese tanto con i cristiani separati da
questa Sede Apostolica, quanto con esseri un^i non illuminati, dalla Fede
in Gesù Cristo, nei quali però è presente la luce della ragione qd è pure
presente e operante Tonestà naturale» ;
« a tutti gli uomini di buona volontà
spetta un compito immenso : il compito di ricomporre i rapporti della
convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà ». 1 rap
porti con i non cattolici pedono variare, nel tempo : « Può verificarsi che
un avvicinamento o un incontro di
ordine pratico, ieri ritenuto non opportuno o non fecondo, oggi invece
sia o lo possa divenire doma.nl », ma
tale tatticismo rimane sempre sottoposto al Magistero: «Non si deve inlatti dimenticare che compete alla
Chiesa il diritto e il dovere non solo
di tutelare i principi delLcrdine etico
e religioso, ma anche di interverire
autoritativamente presso i suoi figli
nella sfera dall’ordine temporale, quan
do ,si tratta di giudicare dell’applicazione di quei prmeipi ai casi concreti ».
Anche il colpo d’ala spirituale con
cui l’enciclica si chiude, con l’additare la pace di Cristo, non basta a mutare l’indirizzo di questo documento
in cui di nuovo la Chiesa, Mater et
Magistra, chiama il mondo ad integrarsi nel suo insegnamento e nella
sua struttura, affinchè — com’essa già
è — anche «l’umana società sia uno
specchio il più fedele possibile del Regno di Dio».
L’enciclica ha avuto molte lodi; a
noi interessava studiarla criticamente
— come cerchiamo di fare per ogni
pronunciamento di qualsiasi chiesa —
anche se non vogliamo contestare un
Breviario per l’Unità
Tutti i cristiani di tutta le concessioni sono d’accordo nel dire che Gesù
Cristo è il centro della loro vita e della loro fede, è il centro del Cristianesimo, il centro della Chiesa e quindi
anche il fulcro dell’unità della Chiesa.
Anche la Riforma non è stata altro
che un atto di fedeltà esclusiva a Gesù
Cristo e in questo consiste il suo valore ecumenico permanente. L’impegno ecumenico odierno non consiste
dunque nel predicare hi Riforma, ma
nel predicare e attuare nella Chiesa
quella fedeltà esclusiva a Gesù Cristo
che la Riforma è suaa. Fedeltà esclu
siva come esclusivo è il Nuovo Testa
mento, come esclusivo è il primo dei
dieci comandamenti. Dio esclude gli
dèi. l’Evangelo esclude i mezzi-evan
geli. Calvino, nel testo pubblicato qui
appresso, insiste su questa esclusività
affermando che non basta avere il pen
siero principale rivolto a Gesù Cristo
bisogna che tutti i pensieri siano ri
volti a lui, e non solo una parte. Que
sto non è pignoleria teologica, ma ra
dicale obbedienza evangelica, del tipo
di quella di cui parla l’apostolo Paolo
in 2 Corinzi 10, 5 : « Noi distruggiamo
I ragionamenti e ogni altezza che si
eleva contro la conoscenza di Dio e
a cura di*(Paolo Ricca
facciam prigioniero ogni pensiero
traendolo all’ubbidienza di Cristo ».
A taluno pare che in questo modo
si limita la pienezza delTEvangelo.
Invece questo è l’unico modo per giungere alla pienezza delTEvangelo, se
pure è vero che in Cristo ”il Padre si
compiacque di far abitare tutta la pienezza della divinità” (Colossesi 1, 19).
Il 80-lus ChrisMis della Riforma, anzi
del Nuovo Testamento, non è dunque
umi diminuzione per la Chiesa ma un
inestimabile guadagno. E la strada maestra dell’ecumenismo è appunto quella di una progressiva convergenza dì
tutte le Chiese verso Cristo, lasciando
cadere tutto il resto, come rami secchi
che non hanno e non danño vita. Questa esclusività in Gesù Cristo non significa livellare e appiattire tutte le
confessioni cristiane della fede. Il
Nuovo Testamento stesso non è livellato, non è uniforme. Ma come il solo
nome di Gesù lega il Nuovo Tegmento e gli conferisce la sua unità
granitica, coà il nome di Gesù e quello solo deve legare hi Chiesa Universale e conferirle l’unità che sta cercando.
Il testo odierno è tratto dalThltitnzione -Cristiania di Calvino, libro II, capitolo 16, paragrafo 19.
Gesù Cristo
Ora iioicliè vediamo che la nostra salvezza, nel suo insieme e
nelle sue singole parti, è racchiusa e contenuta in Gesù Cristo, dobbiamo guardarci dal trasferirne altrove anche solo una minima parte.
Se cerchiamo salvezza, già il nome di Gesù ci indica che essa è in
lui. Se desideriamo i doni dello Spirito Santo, li troveremo nella sua
unzione. Se cerchiamo forza, essa si trova nella sua signoria. Se vogliamo trovare dolcezza e benignità, le vediamo nella sua nascita,
con la quale egli è stato fatto simile a noi, per insegnarci a essere
pietosi. Se chiediamo redenzione, la sua passione ce la dà. Nella sua
condanna abbiamo la nostra' assoluzione. Se desideriamo che la maledizione che pesa su noi sia eliminata, otteniamo questo bene nella
sua croce. La soddisfazione per i nostri peccati Fabbiamo nel suo sacrificio; il lavacro dei nostri peccati Fabbiamo nel suo sangue; la nostra riconciliazione è avvenuta con la sua discesa agli inferi. La mortificazione della nostra carne la troviamo nel suo sepolcro; la vita
nuova nella sua risurrezione; nella quale abbiamo anche la speranza
dell’immortalità. Se cerchiamo l’eredità celeste, essa ci è assicurata
dalla sua ascensione. Se cerchiamo aiuto e conforto e abbondanza di
ogni bene, li abbiamo nel suo regno. Se desideriamo attendere il giudizio finale con animo tranquillo, abbiamo anche questo bene per il
fatto che il nostro giudice è Lui.
Insomma, poiché i tesori di tutti i beni sono in lui, dobbiamo
attingerli li, per esserne saziati, e non altrove. Poiché coloro i quali
non si accontentano di lui, vacillano qua e là in varie speranze se,
pur guardando principalmente a lui, non si tengono sulla retta via
in quanto rivolgono altrove una parte dei loro pensieri. Ma un simile
cedimento non può aver luogo in noi, se pure una volta abbiamo davvero conosciuto le sue ricchezze. _ , .
Calvino
indubbio calore lunano, quella preoccupazione intensamente pastorale che
caratterizza il pontificato di Giovanni XXIII, accenni profondamente
commossi come quello all’angoscioso
problema dei profughi (ma qui sarebbe stato desiderabile far sentire più
chiaramente che il moto dei profughi
non è da ascriversi a responsabilità a
senso unico, e che accanto ai profughi
orientali, vi sono stati e vi sono profughi dall’Algeria, dal Congo, dall'Angoia la responsabilità dei quali non
e da asorivere a governi comunisti).
Nonostante questi lati positivi, nonostante lo sforzo lodevole di appli
care l’Evangelo alla vita umana, in
un documento di vasto respiro, rivol
ti a tutti gli uomini, mi pare che
ciuesfEvangelo sia in realtà ridotto a
una « dottrina cristiana », ben articolata, ma in cui, in fondo, non risuona
un’altra voce, una voce e un anelito
e un insegnamento diversi da quelli
di un qualunque uomo di btion volere : una volta ancora, la volontà di integrare in sè il mondo intero, finisce
per danneggiare la Chiesa romana, j^r
privarla,, in larga misura, del lievito
insostituibile e irripetibile dell’Evangelo.
La sintesi che si tenta è ima sintesi che può andhe suscitare l’entusiasmo, più o meno superficiale o durevole, degli uomini di buona volontà,
ma alla fin fine quest’inse^amento,
pur paternalistico e autoritario nel
suo fondo, non porta nel mondo l’autorità di Cristo Signore, e noi leggiamo o ascoltiamo cose abbastanza generiche che — a stretto rigor di logi
ca — anche im non cristiano « di buona volontà» avrebbe potuto dire. Per
questo dicevo ohe il favore con cui la
enciclica è stata accolta non è, a mio
avviso, rallegrante ma piuttosto preoccupante, e c’è da chiedersi se anche
in essa non si faccia sentire, paradossalmente, quella « ixivertà di fermenti e di accenti cristiani» che essa lamenta.
Diciamo questo con umiltà, sapendo quali difficoltà si frappongono ai
cristiani che tentano di proclamare
nel mondo im Evangelo che possa essere compreso dagli uomini eppure restare veramente l’Evangelo di Cristo
e del suo Regno; ricordando ohe a
volte siamo rimasti confusi nel sentire quella medesima povertà in dichiarazioni di organi confessionali protestanti o ecumenici a proposito di problemi attuali, talvolta angosciosi; con
fusi nell’awertire Timpotenza, la non
autoritatività di quelle dichiaraziani,
Ma è proprio a questa umiltà e a
questa « confusione della faccia » che
noi invitiamo Roma; è proprio dalla
sua sicurezza che la richiamiamo, j>erchè è una falsa sicurezza, e i migliori dei suoi lo sanno. Sì, la nota cristianamente più negativa di questo,
come di tanti altri testi ufficiali cattolici, mi pare proprio la costituzionale assenza di umiltà, e non parlo soltanto di umiltà morale — per l’inadeguatezzà della pratica alla dottrina
- ma di umiltà tout cotut, perchè
proprio l’annuncio della chiesa, oggi,
è debole nel mondo, e pare che anche
ai nostri tempi «la parola di Dio, si
sia fatta rara». Gino Conte
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19 aprüe 1963 — N. lg
La paraiii
della gioia deirEvangelo
”li regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per Vallegrezza che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e com
pra quel campo”
D pensiero centrale di questa parabola è la gioia che nasce dell’annunzio delFEvangelo e conduce al dono
di sè per TEvangelo.
L’uomo della parabola è probabilmente un contadino a cui il possesso
di un campicello permette appena di
sfamarsi, sempre minacciato dalla possibilità di una carestia. La scoperta
del tesoro cambia la sua vita: gli dà
sicurezza per il futuro, lo libera da
preoccupazioni, gli dà pace serenità c
riposo. Egli è tutto allegro per questa
inattesa liberazione e nella sua igioia,
pur di conservare il nuovo tesoro, dà
via tutto quello che possedeva, tutto
quello su cui fino a quel momento si
fondavano la sua vita e le sue speranze. Comincia per lui una vita nuova :
le cose vecchie sono passate.
Si comprende la gioia di quel contadino, e si comprende l’allegrezza di
un nuovo convertito che ha appena
scoperto l’Evangelo e che, anche lui,
comincia una vita nuova, anzi, è « passato dalla morte alla vita »; quello che
non si comprende è perchè questa gioia debba attutirsi con il tempo, perchè
la vita delle nostre chiese debba essere ^ratterizzata dall’ordine, dalla serietà, dal rigore, dalla sobrietà, dalla
modestia, da ogni sorta di pregevoli
virtù, ma non dalla gioia. Nessuno infatti vorrà pretendere che le ordinarie
manifestazioni della nostra vita ecclesiastica siano espressioni di allegrezza! E invece la gioia è importante nella chiesa: è uno dei segni della presenza del Signore. La sua mancanza
è un sintomo grave: non era forse triste il giovane ricco nel momento in
cui si allontanava dal Salvatore? e
non è forse la mancanza di gioia una
delle caratteristiche più astanti della
religiosità dei farisei che Gesù respingeva come ipocrita? E se nella nostra
vita di chiesa scarseggiano le manife
(Malt. 13: 441
stazioni di gioia non dovremmo forse
preoccuparcene?
Come due sposi che si vogliono bene continuano sempre a rallegrarsi
per la compagnia l’uno dell’altro, anche dopo anni e decenni, e solo cessa
la gioia reciproca quando cessano di
amarsi, così anche il credente continua a rallegrarsi alla presenza del suo
Signore, continua a gioire all’annunzio sia pure mille volte ripetuto del
suo amore e del suo perdono : ne gioisce... finché ama il Signore. L’affievolirsi della gioia indica affievolirsi del
Un convegno deN'A.I.C.E.
Il problema delUstruzione religiosa
interessa e preoccupa
L’amniualc coiwe*iio primaverile dei
maestri evangeilici si è tenuto a San Germano Chisone, il 19 marzo, in un clima
di oailda e simpatica familiarità. Tema del
Convegno era : « L’insegnamento religioso attivo nelle scuole elementari delle
Valli ».
Al mattino i coovenuiti hanno ascoltato
il messaggio di fede rivolto loro dal collega Claudio Troni, il quale, tenendo presente il tema del convegno e rifacendosi
alla parabola del figli'Uol prodigo, ha fatto notare ohe la fede non può essere insognata nè appresa, ma può essere solo
una conquista doll’individno maturata sovente ned teniipo e nell’awersiità come per
il figliuol prodigo. Così, da questa parahola ohe è passata tante volte sotto i no
tare nel bambino la fede in Dio, in un
Dio <be è soprattutto Amore, che non se
ne sta lontano e indifferente, ma scende
al livello umano per salvarci, per soccorrerci, per rallegrarci con i suoi doni e le
sue ^omesse. Compito del maestro è di
favorire l’incontro dei fancitillo icon Dio
e in quel momento egli non deve essere
tanto insegnante quanto discente egli stesso, umilmente sottomesso all’insegnamen
to dea’Evangelo che è Tunlco vero mae
Biro. E come Eli lasciò ohe il suo alun
no Samuele affrontasse da solo il collo
quio con l’Eterno, così il maestro deve
trarsi in disparte con oignì suo umano
insegnamento per lasciare al fanciullo la
responsaihilità del isuo incontro con Dio.
Soprattutto non facciamo della religione
ramore e perciò appunto le scarse ma- _ _ _ _ _ autorità, ma fac
ciamoine il an-ezzo per la coinquìtsta
della libertà e della pienezza umana.
Il collega Roberto Eynard ha invece
svolto il tema dal punto di vista psicologico con Una esposizione dettagliata e
scientifica. Partendo dall’affermazioue del
Freud ohe la personalità dell’uomo è mossa dall’amore e che l’inidividuo indirizza
questo sentimento verso un essere dapprima concreto, poi ideale, egli ci ha indicato l’evoluzione del sentimento religioso del fanciullo dalla prima infanzia
alla giovinezza. Se nella prima infanzia
l’idolo del bambino è l’uomo ohe egli
sente superiore e tenta di imitare, nella
seconda iefauzia, dai 3 ai 6 anni, egli
scopre l’imperfezione dei suo idolo e sposta il iproprio interesse verso un essere
ideale che couserva le caratteristiche migliori deli’uomo. Sia nella prima, sia nella seconda infanzia influisce molto sulla
formazione religiosa del fanciullo la religiosità dei familiari. Dai 7 ai 12 anni la
religiosità del fancinMo diviene attiva nella partecipazione aiUa Scuola Domenicale,
nifestazioni di allegrezza nella vita ecclesiastica e personale dei credenti diventano preoccupanti!, I nostri rapporti con il Signore non stanno per
caso entrando nella fàse delie cose
ordinarie, scontate, magari persino
noiose? Poca gioia significa poco amore e significa anche incapacità di darsi totalmente: l’uomo della parabola
per l’allegrezza ha lasciato ogni altra
cosa pur di avere il tesoro del Regno,
mentre i farisei nel loro triste legalismo contano minuziosamente « la decima della menta, del cumino e d’ogni
erba ». Quanto è affliggente l’atmosfera là dove il « rallegratevi nel Signore » è stato sostituito da compassate cerimonie e precise regolamentazioni.
Ma là dove ancora rimane qualche
Un ordine del giorno
rivolto alla Tavola Valdese
Gli insegnanti" evangelici Valdesi
partecipanti al Cnnvegno A.I.C.E. tenutosi a San Germano Chisone .il 19
Marzo 1963, udite le relazioni suU’in'
segnamento religioso neUe Scuole Elementari delle Valli Valdesi, preso
atto deiristituzione della nuova Scuola Media Unificato a partire dall’Ottobre 1963, chiedano alla Ven. Tavola
Valdese di fare i passi necessari presso le Autorità competenti affinché
nelle suddette Scuole ohe verranno
istituite nel territorio delle Valli possa essere impartito l’insegnamento religioso evangelico ai ragazzi di tale
confessione come già avviene per le
Scuole Elementari della zona.
comune dei giochi che esso contieoe.
L’insegmmeuto religioso richiede dunque
un serio impegno da parte deU’insegnante
La disonssione è prosegiuita ancora nel
pomeriggio doi]M> l’ottimo pranzo in comune consumailo all’Albergo dell’Orso. Si
è deplorata la frammenitarietà deli’inseguamento religioso dovuta ai diversi prògrammi che ì fanciulli devono contemporaneamente seguire al corso di religione
al corso di cateohiismo e alla Scuola Domenicale. Si è auspicato che la Tavola
rediga uu programma al quale possano
collaborare Pastori ed insegnanti.
Al conveguo è intervenuto nel pomeriggio il Dotit. Bianchi del Sindacalo Autonomo il quale ci ha piacevolmeute dntrattenuti su questioni finanziarie. H Convegno si è coniduso con la tradizionale
tazza di tè elle è stala veramente molto
gradita. Vanda Petrone
cosa dell’inaudita e sconvolgente gio- d,i religione, alle funzioni reli.
ia di cui parla la parabola, non si abbia timore o vergogna di darle libera
ecl ampia espressione nel culto e nella vita: essa è il segno della grazia
ed è l’unica forza capace di condurci
al completo dono di noi stessi.
E senza dono di noi stessi d sarà
tdtalmente impossibile, come individui e come chiesa, di dare una testimonianza credibile di Colui che ha
dato se stesso. Aldo Còmba
stri occhi senza die probaibUmente ne
scoprissimo il significato pedagogico, è
scaturita l’essenza delle nostre successive
argomenitazioni.
Il Pastore S. RoStagno ha affrontato il
tema dal punito di' vista religioso. Che
cosa inlenidiamo per inisegnamenito della
religione? Nozioni su tutte quelle parti
dell’Antieo e del Nuovo Testamento ohe
sono, o comnnquQl^i considerano, accossibili alla comq^^SDsiqne dici.., fanciulli ?
Certàmenite no. EsSo deve tendere a snscl
La banca degli occhi
E’ tempo che anche in Italia l’iniziativa di Don Gnocchi porti alla
costituzione di una banca degli occhi, parallela a quella del sangue
Quando Don Gnocchi lasciò per testamento la cornea dei suoi occhi ai
suoi mutilatinà e l’operazions del trapianto era ben riuscita, il fatto destò
un’ondata di entusiasmo ohe apri il
cuore alla speranza di molti ciechi di
poter ricuperare almeno in parte il
bene della vista perduta. Eppure la
storia della cheratoplastica non è di
ieri, nel Convegno « I ciechi nel mondo del lavoro» dei Luglio del 1961, ci
disse i! Dr. Ricci della Clinica Univeràtaria di Oftalmottica di Ginevra,
che già nel 1824 Reinsinger riuscì ad
operare un innesto corneale in un coniglio e nel 1835 Wutzer tentò il trapianto di una cornea di montone sull’uomo, ma il trapianto s’intorbidì rapidamente ; di poi, in seguito a numerosi tentativi infruttuosi e ricerche di
laboratorio si potè dimostrare che il
solo trapianto di cornea umana poteva riuscire. I primi successi risalgono
al 1887 quando Hippel riuscì a costruire un trapano che permetteva di ottenere il trapianto di cornea della stessa grandezza del lembo da togliere. Si
era già provato a sostituire la cornea
opaca con impianti artificiali trasparenti, il primo tentativo tu fatto nel
1856 con impianto artificiale di vetro,
ma per l’esito negativo gli impianti
artificiali furono eliminati. Il trapianto di cornea fu praticamente abbandonato e ripreso solo più tardi a Praga dove Elschigg ottenne tra il 1914
e 1930 un successo del 20% dei casi
operati. Nella Svizzera i primi trapianti datano dal 1933 fatti dal prof. Pranceschetti; piano plano altri paesi seguirono e malgrado le difficoltà per
ottenere le cornee, diversi autori italiani figurano tra i pionieri della chirurgia del trapianto. Tra i progressi
iiiiiiiii'iiiiiiiiniii'iliiiMiitiimmiii
PERSONAUA
Il 1" aprile il piccolo Andrea è venuto ad accrescere la famiglia del
Past. Giorgio Bouchard, Biella; al
piccolo e ai genitori il nostro augurio
affettuoso.
Si è brillantemente laureato in giurisprudenza, presso l’Università di Torino, il Dr. Giovanni BoUey, della nostra comunità di Susa. Al neo-dottore
i più vìvi rallegramenti e auguri.
della tecnica non va dimenticato il
nuovo trapano ideato dal Prof. Pranceschetti grazie al quale l’operazione
è alla portata di ogni buon chirurgo.
E’ noto che l’intervento del trapianto riguarda i casi di lesione corneale,
tuttavia il campo di applicazione è
sempre notevole e in un angolo remoto, in fondo al cuore di ogni cieco, anche se totale, è sempre accesa una piccola, debole fiammella di speranza...
chissà poter un giorno riacquistare almeno in parte il bene perduto... e si
sottopone più volte alia dolorosa operazione, del trapianto, come quel cieco di Bologna ohe si prepara per il
decimo intervento dopo l’esito negati
vu dei nove primi, e chi ha il coraggio di dire al privo di vista ohe
per il suo caso il trapianto è sofferen
za inutile? Piuttosto cerchiamo di aiutarlo offrendo il materiale più adatto
che è la cornea umana, è un dono che
costa nulla perchè diamo solo una
piccola pa.rte del nostro corpo quando
non ci .serve più.
Se la tecnica si è perfezionata, fa
difetto il materiale umano necessario :
il trapianto di cornea animale sull’uomo, ci dice ancora il Dr. Ricci, è possibile sole con delle cornee disidratate con una tecnica speciale ed è per
ora utilizzata sole in alcimi casi particolari. Quindi il miglior materiale
per operare con successo è la cornea
umana prelevata sul cadavere, è qui
ohe si presenta il dramma per avere
le cornee adatte cioè fresche. Questo
dramma gli oculisti francesi l’hanno
vissuto fino al 1948 quando la legislazione al riguardo fu cambiata e si
creò la Banca degli occhi: noi lo viviamo ancora! Sempre il Dr, Ricci ci
fa notare ohe vi sono due categorie
di nazioni, a) dove non vi è alcun ostacolo aH’impiego del materiale umano
per il traipianto della cornea, non esìstono banche degli occhi, i trapianti
si fanno senza complicazioni per ottenere le carnee per detta operazione,
b) paesi in cui la legislazione non permette di usare cornea umano, o non
esiste legislazione speciale». Oltre al
problema legale vi era anche quello
religioso sulla legittimità del prelievo
della cornea sul cadavere, ma poi il
14 maggio 1956 Pio XII approvò il trapianto di cornea prelevato da perso
ne decedute. Al Parlamento da tempo vi eia un progetto di legge che fu
poi approvato il 3 Aprile 1957. Se la
notizia dell’approvazione da parte del
Pontefice fu accolta con grande sollievo da oculisti e dai ciechi, altrettanto fu l’approvazione da parte del governo. Questa legge nei suoi nove articoli acconsente il prelievo di parte
del cadavere a scopo terapeutico su
soggetto che ne abbia data autorizzazione, regola questo atto, ne tutela
raspetto morale. Però la legge non
può essere applicata perchè si aspetta
un apposito regolamento di esecuzione da emanarsi con decreto del Presidente della Repubblica su proposta
dei Ministri e sentito il Presidente
del Consiglio Superiore di Sanità. Siamo al 1963 e per ora nessuna notizia
di questo regolamento. « Nel frattempo — scrive la Rivista Minerva Medica 1959 n. 101 — l’associazione donatori della cornea che intende istituire non appena sarà legale, un Banca
degli occhi, come quelle che già ftmzionano in numerosi Paesi ohe hanno
adeguato da tempo le loro leggi alla
necessità deila scienza, ha compiuto
un lavoro di organizzazione veramente notevole, tutto è pronto e non si
attende che il regolamento ». Intanto
i ciechi aspettano! I ciechi aspettano, ma noi non tardiamo a da^
re la nostra adesione per che tin giorno sla messo a disposizione della stdenza, che ha pure fatto notevoli pro
grossi, il materiale umano indispensabile ai nostri fratelli che non hanno come noi il gran dono della vista.
Nulla è più semplice che l’iscrizione
aU’associazione dei donatori della cornea : basta rivolgersi alla Croce Rossa,
unico Ente autorizzato a raccogliere
le adesioni e dà informazioni e moduli per le disposizioni testamentarie.
Ci auguriamo che presto anche in Italia possa sorgere la Banca degli occhi ohe permette agli oculisti di ottenere le necessarie cornee umane fresche nel modo più semplice e rapido
possibile senza intralci delle pratiche
burocratiche. Il nostro dono porterà
i suoi frutti, la cecità diminuirà e la
piccola fiammella di speranza che è
in fondo ai cuore di questi fratelli,
diventerà luminosa realtà.
Carlo Davite
giose. Una crisi del .seotiimeintn religioso
ai noia dai 12 ai 14 anni, quando il preadoleisceinle' si ribella ad oigni aiutoriià e
quindi anche a quella diviina. In seguito,
dai 14 ai 18 anni, con raocrescersi dele
laipacilà logico-omtiulie, egli conquista la
giusta idea di Dio.
Infine il collega Franco Calvetti ha inta.volato la discnissione sull’aispeitito melo*
dologico deU’insegniaimento religioso, rilevaindo come sia imiportante siuscitare li’inleresse del fanciullo e come questo presupponga l’interesse reale dello stesso
maestro. E’ un fatto die sei si parla di
attivismo e lo si pratica per tutte le materie, 1 inisegnamenito religioiso è rimasto
quasi sempre fuori di questo processo
evolutivo, ancorato ai veochi testi e ai
vecchi metodi. D coMiega Calvetti, la sig.na
Sommani ed altri collegfai hanno esposto
le loro esperienze personali die sono risultate 'Utilissime perdiè tendenti appunto a rinnovare in senso attivo l’insegnaraenlo della religiione. Naturalmente è
sorto il problema deH’adegiuata preparazione dei maestri, si è auspicata l’attuazione di corsi di religione all’Istituto Magistrale.
Altro proiblema affrontato è stato quello dei testi die non si prestano per un
inisegnamento attivo, ci auguriamo' ohe i
nuovi testi in preparazione rispondano
alile esigenze e siano pubblicati al più
presto. Intanto 1 maestri possono usare
per la loro formazione altri testi di cui
si dà in calce un elenco. Per i bambini
sono ollimi i testi aitlualmente in dotazione alla Scuola Domenicale. Inoltre gli insegnanili possono interessare i fanciullii
con ricerche storico-geoigrafiche sui luoghi in cui vissero i personaggi biblici
trattati, con ricerdie bibliche eseguite dai
fanciulli intorno ad un p'ersonaigigio, con
disegni, sempre eseguiti dai fanciulli, riproducenitd personagigi e scene bibliche,
magari sonmonlati da un versetto adaitto.
E’ utile anche l’abbonamento a : « L’Àniico dei faniciullii » e la risoluzione in
Frédéric Delforge: « Pour une éducation
chrétienne active » (Ed. Delaehaux et
Niestlé - Neuchâtel).
Karl Schenkel: «Memento biblique» (Ed.
Dela’diaux et Niestlé - Neuchâtel).
« J’ai trouvé ». Ed. La Maison de la
Bible. 11 Rue de Rive - Genève,
« Aillmanadi d’été ». Sodété des écoles
du Dimanche - 140 B.rd S. Germain Paris Vie.
« Primo incontro » (4^ serie). Ed. Claudiana - Torre Pellice.
«La Scuola Domenicale» ri vi si a. Ed.
Claudiana - Torre Pdlice.
Ctaire-lÀse de Benoit: «Primi x'assi con
la Bibbia ».
Tulle quesle opere possono essere richiesle alla Claudiana.
F ita del Collegio Valdese
Molto ben riuscito la recita
del ((Piccolo Teatro lo Bue))
La questione razziale è ancora viva c
riaffiora di quando in quando eoo polemiche e casi dolorosi. I giovani sono particolarmente sensibili a tali problemi e ciò
spiega la scelta fatta dai giovani allori del
Piccolo Teatro Lo Bue, tutti studeiili del
Collegio Valdese, ohe liaimo rappresentato
il 6 e 7 u. s. nell’Aula Magna, la ( ommedia in tre atti « Profonde sono le radici »
scritta nel 1945 da A. D’Usseau e I. Gow.
E’ molto, molto difficile estirpare le radici del pregiudizio, anche presso chi in
un certo senso tratta bene, se pure con
paternalismo, i negri. Il temente negro decorato al valore che toma a casa; nella
cittadina del Sud, dopo la campagna d’Italia, dopo aver respirato l’aria sana e pulita della fraternità e deli’ugualiKnza coi
commilitoni d’altri paesi, mentre i>osa gli
occhi con purità d’intenti su una giovane
bianca, mentre cerca di operare per il progresso dei suoi fratelli, urta comtro la diffidenza, il disprezzo, il pregiudizio e dalla
crisi che è trama alla commedia, esce fiaccato ma indòmo.
La vicenda, attuale, avvincente seppure
Un po’ complessa e non da ascoltarsi con
leggerezza, è stata resa dai giovani attori
l’on grande fusione, estrema cura nella dizione e nella scena, e, ciò che più conta,
con profonda aderenza allo spirito dei personaggi, come il pubblico,numeroso e cordiale, ha dimostrato di avvertire. I^a loro
équipe ha mostrato di saper unire le forze
e lavorare con serietà coadiuvando così la
regìa molto minuziosa ed attenta ad ogni
persomaggio, anche secondario, coJne ad
ogni tocco della elegante e funzionale scena. Gli studenti vanno elogiati e ringraziali, con la regista, .Signora Elena Corsani,
per questo lavoro impegnativo e significativo, buon Gontribulo culturale per la noslra cittadina.
Feste dì Canto delle Corali
e delle Scuole DomenÌGalì
Poiché la domenica 28 aprile si efFettueranno in tutti i comuni le
elezioni politiche e ciò rappresenta sotto vari aspetti un grave intralcio
al normale svolgimento della festa di canto a suo tempo fissata per la
domenica 28 aprile nel tempio di Luserna San Giovanni, le feste di
canto avranno luogo alle date seguenti :
Domenica 5 maggio: Festa di canto delle Corali della Val Chisone e
della Val Germanasca nel tempio di San Secondo.
Domenica 12 maggio: Festa di canto delle Corali della Val Pellice nel
tempio di Luserna San Giovanni.
Domenica 19 maggio: Feste di canto delle Scuole Domenicali rispettivamente nei templi di Torre Pellice e di San Germano Chisone.
Per l'alta Val Germanasca, ambedue le feste di canto avranno luogo in data e località da fissare, previo accordo tra i Pastori locali ed il
Pastore Franco Davite, membro della Commissione del Canto Sacro.
Avviso tempestivo ne sarà dato a suo tempo.
La Commissione del Canto Sacro
3
16
IP aprile 1963 — N. 16
P«g- Í
I lettori
ci scrivono
« Morosi »
o scontenti ?
Una lettricci da Milano:
Signor DdreUtore,
La prego di scusare ee mi permielito di riivodgerle alenoe parole,
relative al giornale da Lei diretto.
Ho visto nell’ultimo numero il ricliiamo ai tanti abbonati che non
sono amcoTa in r^oia col patga*
mento e che, a rigore di termini,
si dovrebbero canioellare dagli elenchi. yomei cbiederLe: «Sarebbe
possibile, alla Direzione, mandare
agli inadempienti ima cortese lettera circolare, chiedendo la ragione per cui Tabbonamento non è
stato rinnovato? So ohe alonne amministrazioni, non solo scrivono,
mai inviano addirittura i loro incaricai per rendersi .co.nto di tale
ragione.
Non tutti i cinquecento « morosi » avranno dimeniticato il versamento. Vi saranno quelli Che trovano il giornale diverso da come
era prima .cbe si fondesse con « L’Eco de#e Valli » « non lo sentono
piu rispondente al suo compito di
guida spirituale, com’era esol'Usivamente ran tempo. Le varie notìzie
dai paesi, gli spunti polemici, i riferimenti politici, occupano parecchio spazio, che una vofca era tutto dedicato a letture, commenti,
discussioni, riferimenti sul Nuovo
c sul VeciCfhio Testamento. Può darsi che parecchi rispondano alla Sua
lettera e cosi Ella potrà rendersi
conto se l’attuale indirizzo soddisfa i lettori o se potrebbe anche
essere un poco modificato.
Con vivo piacere ho visto, sul
numero 13, ripresa' 'la rubrica : « I
h itori ci scrivono » che da tanto
ti lupo non appariva, mentre è una
pailestra aperta a tutti e sempre feconda di bene per le domande che
pone e le risposte che la Direzione
dà o le discussioni che si aprono.
Perdoni, egregio direttore, questo mio intervento, ispirato dal desiderio di vedere il giornale auluentaire scmipre di più il numero
dei lettori e portare allo spirito
(fOiclla «Luce» che irradia dalla
IKirola divina. Maria Dami
4hbiamo inviato ai ’’morosi” una
Circolare in cui spiegavamo le ragioni della sospensione e chiederiamoi appunto^ che, qualora U mancalo rinnovo del loro abbonamento rappresenti una voluta protesta
nn confronti della linea del giornale, quegli amici ci spiegassero
Irancamente, come Lei fa, le loro
ragioni, di cui cercheremo di tenere il massimo' conto, sebbene sia
i hiaro che un periodico come il
nostro deve rispondere a esigenze
p interessi assai disparati.
Il rovescio
della medaglia
Torino, 13 aprile 1963
(iaro signor Direttore,
Ilo letto con vivo interesse il suo
ui'ticolo « Non eludere il Venerdì
Santo » comparso nel n. 15 di questo
lieriodico.
Non ho alcuna competenza per
analizzare le sue considerazioni dal
lato teologico, ma vorrei soltanto,
Sf me lo permette, esporLe alcune
mie brevi note personali.
Giustamente Lei sottolinea il fatto
elle la ricorrenza del Venerdì Santo
è tenuta in Italia in assai poca considerazione specialmente nel calendario civile pur così ricco dì altre
festività. Evidentemente tale ricorrenza, che ci ricorda il punto culminante delle sofferenze del nostro
Redentore per l’umanità, è ritenuta,
anche nel campo religioso, di importanza minore di quelle per la Vergine Maria o per i Santi, i quali
poi sono tanto più benemeriti quando hanno l’accortezza di far cadere
la loro data festiva prossima alla
Domenica per allacciare con questa
i! « ponte » che permette un più
sfruttato prolungamento dei periodo
di svago e di diivertim-enlo. Certo
se tale festività venisse, come Lei au
«pica, accolta nel nostro calendario
civile in aggiunta alle altre se ne
lagnerebbero soltanto coloro a cui
toccherebbe l’onere del risarcimento in pecunia. E Lei da buon Ministro di culto, non più triste ma pervaso di santa letizia, si sognerebbe
già di far la sua predica con celebrazione della Santa Cena davanti
ad un più numeroso gruppo di fedeli raccolti nella preghiera e nel
canto del « Hi, lamma sabactam »,
n>a io i>enso invece e temo — e qui
mi sjMace proprio disilluderLa con
la mia pessimistica conclusione —
che il suo uditorio diventerdibe anco-ra più sparuto (almeno nei grandi
centri) e Lei ritornerebbe triste anche se le fabbriche ed i negozi fossero chiusi, perchè, a parer mio, la
nuova festività ad altro non servirebbe ohe a creare un comodo pilastro per allungare quel « ponte » che
acconsente maggiori possibilità di
evasione alla « routine » lavorativa
ed allo liete scampagnate.
Con la massima cordialità mi creda suo G. Pagliano
DUE CONFERENZE A TORINO
Prospettive per la libertà religiosa
Ha avuto luogo mercoledì 3 aprile al
Teatro Gobettj di Torino la manifestazione prtunossa dal Centro Studi e Inchieste
su tema « Libertà ed eguaglianza dei culti
- Libertà ed eguaglianza dei cittadini ».
Oli oratori sono stali presentati dall’aw.
Guido Eohini, il quale, dopo avere indicato come principale o-biettivo della politica
di centrosinistra l’applicazione delle norme costituzionali, che hanno già una volta
rappresentato il terreno di incontro delle
ferze demoeratiihe laiche, socialiste e cattoliche anche nel campo della tutela della
liberà religiosa, ha presentato gli oratori
successivi, candidati alla Camera dei Deputati per il -Partito Socialista Italiano.
Ha poi preso la parola la prof. Frida Malan, illustira-ndo »1 significato deli’a-rt. 3
della Costituzione, -che assicura l’eguaglianza e la pari dignità sociale di tutti j cittadini, e presentando poi al pubbMco il
progetto di legge socialista per T« integrazione della tutela penale delle confessioni
religiose ».
Il tema della libertà per ogni cittadino
di professare liberamente la propria feile
religiosa e di fame propaganda, libertà che
è assiourata dail’art. 19 della Costituzione
è stato svolto dalla prof. Luisa Levi, ohe ha
pure colto Toccasione per deplorare vivamente le persecuzioni che hanno colpito in
passato numerose sette protestanti ed in
particolare le associazioni pentecostali, e
per affemiare l’impegno socialista di lo'ttare per una più completa tutela della libertà religiosa in Italia.
La signorina Vera Pagella ha poi preso
la parola sull’art. 7 della Costituzione c
snl Concordato lateranense. Essa ha rileva
to come non sia possibile oggi, con gli at
tuali rapporti di forza, pone il problema
dell’abrogazione del Concordato del 1929
E’ però possibile fin d’ora, neH’ambito del
la politica del centro-sinietra, un impegno
politico inteso a fare prevalere la norma
costituzionale ogni qualvolta ci sia un con
Irasto fr.! la Costituzione e ¡1 Concordato.
Ha chiuso le relazioni jl prof. Carlo Mussa Ivaldi, parlando deU’art. 8 della Costituzione, che a^icura la « egimle libertà dei
culti », la autonomia delle confessioni re
ligiose diverse da quella cattolica in quanto espressioni di sovranità popolare, ed il
regolamento sulla base di intese dei loro
rapporti con lo Stato. Il iH'of. Mussa Ivaldi Ila sottolineato la funzione delle comunità intermedie nella società moderna e
pii particolarmente la funzione delle minoranze religiose nella società democratica, ed ha rilevato il contrasto esistente fra
il principio di autonomia affermato nella
Costituzione e la condizione d«Ua comunità ebraica in Italia, il cui statuto è stato
imposto dallo Stato nel periodo fascista
senza rispetto alcuno per le esigenze democratiche interne.
Le quattro relazioni sono state seguite
I on int-“resse dal pùbblico intervenuto, e
sr.no poi state seguite da un dibattito,
(da ’’L’Avvenire delle Valli”)
La vita valdese
a Genova
Venerdì 12 aprile, per iniziativa del Centro Studi e Inchieste il Prof. Giorgio Peyroii Ila tenuto, presso sede dell’ARCI di
di Torino, una conferenza sul tema: « Pro( esegue in 3“ pagina]
/ Culli. La Domenica 3 Marzo sì è
effettuato uno scambio di pulpito con il
Pastore Pier Luigi Jalla della Chiesa di
Torino. La Domenica 31 Marzo lo scambio di pulpito è avvenuto con il pastore
della Chiesa di Aosta Paolo Marauda. La
Comunità è stata lieta di ascoltarli.
Celebrazione del 17 Febbraio. L’Agape
fraterna è stata preparata dalle Sorelle del.
la Comunità e le ringraziamo vivamente.
Il Prof. Emanuele Tron ha tracciato la
storia della solidarietà verso la Chiesa
Valdese di molti amici evangelici nella
seconda metà del secolo scorso. Abbiamo
ascoltato alcuni messaggi di Pastori. E’
stato presentato il programma del « gruppo di servizio ».
Unione Giovanile. Nei mesi di Febbraio
e Marzo l’Unione giovanile ha svolto -un
programma di ^udi arti-colato su tre argomenti: aspetti attuali del Cattolicesimo
(due studi su: «la Tradizione», «il Magistero della Chiesa » ed un incontro sul
medesimo argomento con il gruppo del
Gallo). E’ continuato lo studio del Sermone sui monte. Una serata è stata dedicala ad un dibattito su : « La torre sul
poHaio » di V. Calvino ed un’altra alla
discussione sul problema dei « Matrimoni misti ».
Il « gruppo di servizio » ha inizialo la
sua attività di assistenza a persone particolarmente bisognose grazie all’aiuto ricevuto da alcuni membri della Comunità.
Unione femminile. Durante le riunioni
del imercoledi le Sorelle della Comunità
hanno iniziato la preparazione dei lavori per il prosrimo Bazar, ed hanno anche
avuto la possihilità di ascoltare degli interessanti studi. La Signora Susaima Morosi ha presentato una relazione su; « la
situazione della donna in una civiltà in
rapida evolt^ione »; la Signiora Jessy
Hahn ha presentato uno studio bibiRco:
«Preparare la via»; la Ptof.sa Anita Simeoni ha i-ntrattenuto le nostre SoreRe
sull’int cremante ed attuale problema della scuola. Con particolare gioia è stata
a-ccolta in seno all'’-unione la missionaria
Graziella Jalla, ¡la quale ha presentato l’opera delle missioni nello Zambesi.
Giovedì 7 Marzo vi è stata l’annuaie
riunione di preghiera in comunione di
spirilo con le donne nel mondo intero.
La riunione ha avuto luogo neUa Chiesa
Battista.
Riunione dei Consigli di Chiesa. I Consigli di Chiesa di Genova, Sampierdarena
e Sestri hanno avuto dne incontri. La
discussione è stata vivace ed interessante.
-Abbiamo così potuto prendere maggiore
coscienza dei problenii della predicazione nel nostro -tempo e nella situazione
partìeolare deR’ambiiente in cui viviamo.
Ne>R’-ultimo incontro è staita- proposta una
riunione di tutti i Consigli di Chiesa della Grande Genova -in vista dell’organizzazione di una campagna di evangelizzazione
nella nostra città. Il Gonsiiglio dei Pastori
ha condiviso pienamente l’esigenza di un
maggiore impegno evangelistico in ۓeno
iiiliiliiimiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii
iiiaiiiiiiiiiiimlmiiliilmiiimiiiii
lliilliiMiliiiiiitiniiimmiiiiiii
iiiimiiiiliiiimiim
iitiiiiMiiiiHiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiimiiiiiMiiiiiiimiiiii >i
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
— Domenica 31 marzo abbiamo celebralo il nostro culto nel tempio con 1 numerosi giovani partecipanti ai convegno indetto dal Comitato di Gruppo FTJV al Castagneto di Villar Pellice. Ringraziamo il
Pastore A .Taccia il quale ci ha rivolto in
quella occasione il messaggio della Parola
di Dio.
— Mercoledì 3 aprile ha avuto luogo il
servizio funebre del nostro fratello Catalin
Davide fu Giovanni Pietro deceduto alla
sua abitazione in frazione Pidone alla età
di anni 79 dopo breve malattia. Ai fami
4iari ed ai parenti tutti ridiciamo la nostra viva, fraterna simpatia cristiana.
— Sabato 6 aprile abbiamo invocato la
benedizione di Dio sul matrimonio di Ponlei Paolo (Via Beisilia) e Garnier Letizia
(Lausarot). Invochiamo su questo nuovo
iocolare la grazia e la benedizione costante
del Signore.
— Domenica 7 aprile, nel corso del nostro culto, molto ben frequentato dalla frateRanza malgrado il pessimo stato delle
strade a causa della neve caduta ininterterrottamente per più di 24 ore consecutive sono stati confermati i seguenti catecumeni: Baridon Genoveffa (Raymonds) Baridon Marina (Payanl) - Buttigliero
Graziella (Carboneri) - Catalin Alma (Pidone) - Cliarbonnier Franca (Giomà) - Favatier Onorina (Aghit) - Geymonat Bruna
(Via Maestra) - Mi'ohelin-Salomon Silvia
(Abses) - Mondon Paolo (Via Janavel)
- Mondon Silvano (Alloeri) - Negrin Ferruccio (Podio superiore) . Pontet Carlo
(Podio inferiore) - Roslagnol Davide
( Campi).
11 nostro a-ugurio e la nostra preghiera
per questi cari giovani è che essi siano
membri viventi, responsabili, impegnati
nella loro Chiesa e che servano sempre con
ricono-sce-nza e con gioia il loro personale
Salvatore e Signore che per primo li ha
conosciuti, amati, -oondotti alla conoscenza del suo Evangelo.
Nel pomeriggio del 7 aprile, l’Unione
delle Mamme di Bobbio ha invitato tutti
i catecumeni ad un simpatica iraltenimenlo
nel corso del quale il Pastore ha ancora rivolto loro il messaggio della Parola di Dio;
le mamme hanno offerto ai catecumeni un
ricordo in occasione della loro conferma
zione, mentre ogni neo-confermato offriva alla sua famiglia due garofani bianchi.
Ringraziamo le mamme per questo così
simpatico trattenimento familiare.
— Martedì 9 aprile è stato benedetto nel
nostro tempio il matrimonio di Rostagnol
Giuseppe (Roslagnols) e Rostan Melania
(Rostagni).
I nostri auguri affettuosi accompagnano
questi sposi che si stabiliscono a Torre
Pellice, mentre domandiamo al Signore di
essere l’ospite costante del loro focolare.
— Il nostro affettuoso benvenuto al piccolo Granero IValter nato il 6 aprile presso
la Maternità deH’Ospedale Civile di Pinerolo e che viene ad allietare la famiglia di
Granero Roberto e Flora abitanti in Via
Molino.
— Una numerosa assemblea ha partecipato al nostro culto liturgico serale del
Venerdì santo, ascoltando con raccoglimento il racconto della Passione; molto
numerosi pure i partecipanti alla Santa
Cena. La Corale ha eseguito lodevolmente un inno di circostanza.
Tempio gremitissimo per il culto di Pasqua, nel corso del quale i catecumeni neoconfermati si sono avvicinati insieme alla
mensa del Signore. Compatta pure la partecipazione dell’assemblea alla Santa Cena. La Corale ha eseguito un inno di circostanza con vivo impegno. Peccato che
la colletta, preannunziata varie volte e
destinata ai poveri della Chiesa, non abbia dato il risultato sperato.
— Sabato ¡sera 13 aprile i nostri catecùimeni sono stati invitati dalla nostra Unione Giovanile la quale ha espresso loro la
sua gioia ed il suo augurio. Un distintivo
valdese è stato dato ad ognuno di essi;
li auguriamo che ognuno di essi possa
riflettere intorno a sè la luce di una testiinonìanza cristiana fedele e perseverante.
— Ringraziamo vivamente la Corale per
iu sua così apprezzata parteoipazione ai
culti della Coufcrniazione, del Venerdì
santo, di Pasqua, malgrado le difficoltà
in cui per varie ragioni essa è venuta a
irovarsi ultimamente. e. a.
— Domenica 31 marzo abbiamo celebralo i battesimi di Pastre Milena di Filiberlo e Long Caterina di Ernesto alla
presenza dei parentij delle famiglie. Che
Dio sparga la grazia^ sua nel cuore delle
care creature che sofio state battezzate di
acqua e di Spirito in vista della loro salvezza. Ai genitori l’augurio fraterno dì
guidare i loro bimbi neRe vie del Signore.
— Recentemente abbiamo celebralo il
servizio funebre di Alina Pons n. Genre
deceduta dopo lunga malattìa; aRa famiglia nella prova inviamo il nostro pensiero di fraterna solidarietà e simpatia
cristiana.
— I nostri catecumeni sono stali confermati la domenica delle Palme e sono :
Leger Marisa, Pastre Iva, Pons Lelia, Martinai Elfrida, Revel Paola, Travers Marina, Baret Italo, Bernard Arturo, Ferrerò
Aldo, Coslantìno Claudio, Chiurato Giorgio, Massel Renato, Ribet Guido, Ribet
Dino, Ribet Attilio, Wilielm Roberto. A
tutti inviamo il nosUro augurio di essere
sempre una Luce, nn’lndicazioue per gli
altri, capaci di essere sempre pronti « a rispondere a loro difesa deiRa speranza die
è stallai riposta nei loro cuori ». Che il Signore li renda forti, sereni, fiduciosi in
ogni momento. La nostra corale ha cantato per le circoslapze della settimana
santa guidata dalla signorina Speranza
Grill.
— La sera della domenica delle Palme
abbiamo trascorso una serata molto simpatica: la missionaria Anita Gay ha preparato i catecumeni della Scuola Latina
con un programma a sfondo missionario
multo apprezzato dal pubblico aceorso
molto nuaneroso : la nostra fanfara di
chiesa ha coRaborato felicemente diretta
da Luciano Ribet e il gruppo di musica
della sezione cadetta ha cantato dei cori
e degli « a solo » con Paola Revel. Siamo
riconoscenti alla sig.iia Gay per la sua
collaborazione, ai catecumeni che hanno
recitato molto bene e ai nostri gruiipi di
canto e musica (per il prezioso contributo alla serata. La coRetla è andata a beneficio delle missioni,
— Il giorno 6 AprRe abbiamo celebralo il niaitrimonio di Refourn Olga e Sergio Rostagno: un bel manto dì neve che
s’armonizzava con il bianco vestito deRa
sposa; un gruppo di parenti ed amici ha
preso parte aUa cerimonia. Che il Signore benedica gli sposi e li arricchisca deRa
sua grazia.
— Attenzione: i conti stanno per chiudersi entro Aprile: ¡per raggiungere la
cifra da inviarsi aUa Tavola mancano ancora L. 900.000: saremo capaci di compiere
il miracolo? Abbiamo fiducia nella vostra
sensibilità per la vostra ohìesa affinchè
viva.
— Domenica 21 ore 14,30: unione delle
madri per tutta la parrocchia con un messaggio deRa sig.na Selma Longo che parlerà dei carcerati.
Ore 17: riunione di lutti i responsabili
della parrocchia con anziani e diaconi.
LUSERNA S. GIOVANNI
Cerimonie Pasquali —• Al culto deUa
Domenica di Pasqua, nel tempio gremito
al massiiino della sua capacità, hanno celebrato la loro prima comunione 23 catecumeni, due dei quali avevan fatto la loro
Confermazione la Domenica delle Palme
nella nostra Comunità di Torino, luogo
di residenza attuale delle famiglie. Ne
diamo ì nomi:
Elda Berlin (Giaime); Bruna Bricco
(Favoni); Nella Buffa (Bertot); Ada Caffarei (Giaime); Paola Coisson (Torino);
Angiolina Gamba (Brioberasio) ; Alice
Gaydou (Torino); Marisa Giordan (Bricherasio) ; Laura Malan (JaRa) ; Vanda
Peyrot (Braccio di S. G.); Vanda Pons
(Materia); Rachele Pons-Bouchard (Bello natii); Giovannino Baridon (Priorato);
Franco Bonnet ( Bellonatili) ; Valdo Chauvie (Danna); Franca Favout (Belionatti);
Umberto Gaydou (Belionatti); Diego Goss
(Vigne); Umberto Malan (Mourcious);
Valter Malan (Peyrot); Guido Monnet
(Malanas); Orazio Pons (Materia); Livio
Town (Mourcious).
Alla solennità della cerimonia ha contribuito, diretta da Gustavo Albairin, la
rediviva Corale, con l’ottima esecuzione
di un coro di Pasqua musicato dal nostro
M.o organista Ferruccio Rivoir.
Al termine del culto, a nome dd. Concistoro, abbiamo offerto ai coniugi pastorali Cipriano Tourn e Ruth Wacker (di
cui il maitrimonio religioso fu celebrato
a Heidelberg dal frateRo deRa sposa) una
Bibbia dì famiglia in edizione italiana.
E la .sera di lunedì di Pasqua, nel grande salone delia nostra Casa Valdese, una
ottantina di sorelle della comunità, ad
iniziativa deirUnione Femminile, hanno
offerto un ricevimento ufficiale di affettuoso ben venuto alla Sig.ra Tourn-Wacker, alla quale la presidente, a nome di
tutte le sorelle dell’Unione e della Comunità ha presentato un significativo dono a completarle il bel costume valdese.
Ai diversi poliiglotti messaggi augurali,
la Signora Tourn ha risposto leggendo nn
applaudito rinigraziamento in lingua italiana. J.
« Il profumo di mia moglie ». A tutti i
bravi attori diciamo ancora grazie.
— Il 26 marzo una numerosai folla ha
reso gli onori funebri alla spoglia mortale di Costantino- Susanfux ved. Car.don,
della clviesa di Plraroetino. Invochiamo
sui figli le consolazioni del Signore.
La nostra solidarietà nel dolore è i)ure
assicurata a tutte le famiglie deRa nostra
comunità che, in questi ultimi tempi,
hanno avuto il dolore di perdere rana
persona cara.
— La domenica delle Palme, hanno confermato l’alleanza del loro battesimo, con
la pubblica confessione della loro fede in
Cristo, nove catecumeni. Essi sono: Bouchard Giuliaiui, Codino Lawa, Mwtinat
Ester, Combe Elio, Forneron Valter, Gallian Albino, Monnet Franco, Ricca Claudio e Roslan Valter.
L’Unione Giovanile e l’Unione Femminile lianno ricevuto i nuovi membri di
Chiesa augurando loro di essere fedeli
servitori del divino maestro. « Ho posto
davanti a le la vita e la morte; scegli
dum/ue la vita onde tu viva ».
— I culti del tempo di Pasqua sono stati
molto ben frequentati: ne ringraziamo il
Signore. La nostra Corale ha conlribnito
aU’edificazione dei oulti deRa domenica
delle Palme, del Giovedì Santo e di Pasqua. Ringraziamo chi, non senza sacrificio, ha continuato a frequentare le lezioni
di canto.
Lo spirito di Dio incida profondamente
nel cuore di ogni membro deRa nostra
Comuniità il ricordo di quei bei culli e
non peirmella che l’impegno preso da
ognuno di noi venga dimenticato.
— Nel mese di marzo ci hanno offerto
una bella serata: la Filodrammatica di Pinerolo con la rappresentazione della commedia: «La signora è partita»; la Filodrammatica di Torre Pellice con R dramma di Cronin: «...E Giove ride» e la
nostra Filodrammatica con la commedia:
Il 24 marzo abbiamo avuto un pomeriggio comunitario nel locale dei Chiotti
nel corso del quale sono stati proiettati
alcuni inileressanti documentari a colori
provenienti da vari Continenti; la Corale dei [grandi e queRa della Scuola Domenicale hanno presentato dei canti e
dei canoni. Una lotteria in favore deRe
riparazioni del Tempio ha concluso rincontro. Ringraziamo senititamente quanti
hanno coi'laborato aRa buona riuscita di
questo (pomeriggio die ha fruttato la somima netta di oltre 26.000 lire versate a
favore dei restauri in allo.
Desideriamo anche ringraziare la Signora Silvia Leger Sguazzoni die ha presieduto l’Unione ddle Madri ai Ghiotti l’ultima domenica di Marzo.
Nonostante una eccezionale nevicata die
liai reso le strade quasi impraticabili, sabato pomeriggio è stato celebrato il matrimonio fra Attilio Giacomino deRa Rivoira e Marta Peyronel del Peyroneo. Agli
sposi, che ai ¡sono stabiliti al Giulberso,
giungano ancora i nostri auguri sinceri.
La stessa nevicata 'ha anche creato degli ostacoli olla confermazione dei Catecumeni, la Domenica delle Palme, bloccando a Bovile i due ragazzi provenienti
da quei quartiere e che hanno fatto pubblica confessione ddla loro fede in occasione dd culto del Venerdì Santo. Ecco
l’dcnieo dei nuovi Membri della nostra
Comunità: Remo dot di Rivoira, Irma
Ferrerò del Mouras, Marina Genre di
Grange di Bovile, Ida Giacomino deRa
Rivoira, Valdo Massel di Chiotti, dara
Peyronel di Combagarino, Eslella Peyronel deRa Rivoira, Ida Peyronel del Marrou, Silvano Peyronei di Tlrrassan, Valdo
Peyrot di Grange di Bovile, Valdo Tron
di ViRasecca. Il Signore benedica questi
nostri FratelU e .SoreRe e li fortifichi nella
fede e iieRa testimonianza cristiana.
Il giorno di Pasqua rana imponente assemblea si è riraniita nel tempio di Chiotti per celebrare la resurrezione Ri Gesù
Cristo. Abbiamo visto con piacere in mezzo a noi molli Fra>telli ed amici residenti
fuori, ritornati per la giornata nella zona.
In occasione del euko di Pasqua è stato
amministrato R Battesimo a Paola Gardiol
di AltRio e Maria Gaslaud dei Trossieri;
il 31 Marzo il Sacramento era stato amministrato a Valdo Tron di Emanuele e
Lidia Pascal di ViRaBecoa Superiore. Che
il Signore benedica questi agnelli del Suo
gregge su cui abbiaimo posto R segno delia Sua grazia e della sua appartenenza.
COIVVITTO MASCHILE VALDESE
TORRE PELLICE
Dal 1” luglio al 31 agosto si accetta
no ragazzi dagli otto ai quindici anni anche per il solo periodo estivo.
(Soggiorno minimo: 20 giorni). Nuovi impianti sportivi in funzione. Informazioni dettagliate subito scrivendo a: Convitto Valdese, TORRE PEIc
LICE (Torino).
4
pag. 4
19 aprUe 1963 — N. 16
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BER6AM0
TARANTO
MANTOVA
La comunità contìnua a «volgere regolarmente il suo lavoro, lungo le direttive di
marcia alabilite dal programma annuale.
Culto del giovedì e della domenica; culti di famiglia, riunioni di preghiera, catechismo, serate del Vangelo, e unione giovanile: questa, in sintesi, la vita della
Chiesa Valdese locale.
Da segnalare una bella novità, per Taranto. Per la prima volta, se non andiamo
errati, una donna è salita sul pulpito : la
sipiorina Carmen Trobia, di Cerignoìa.
L abbiamo « vista », e soprattutto ascoltata la domenica dell’Epifania. E’ doveroso
ricordare che Taranto a suo tempo ha di
scusso ¡1 problema del pastorato femminile, e i pareri erano assai discordi. Ebbene,
non sbagliamo dicendo ohe dopo questa
recente ed efficiente dimostrazione le opposizioni si sono, sia pure parzialmente,
tacitamente attenuate. Tutti i presenti hanno apprezzato il messaggio della sig.na Trobia, e nessuno si è scandalizzato della cosa. Nessuno della comunità; non sappiamo per gli estranei che talvolta varcano timorosi e curiosi la soglia della chiesa, e
che poi sgranano gli occhi tutt’initomo, alla ricerca di non so che. Quale il loro colpo d’occhio, quella mattina?
Il 17 febbraio i giovani dcirUnione, con
la collaborazione di qualche volenteroso
meno giovane, hanno presentato un dramma biblico di Edmond Pidoux, l’Arca di
giunco -^quella del piccolo Mosè), che ha
riscosso un buon successo.
11 24 dello stesso mese, sfidando lo straordinario e insolito inverno meridionale, la
troupe si è recata a Cerignoìa, per ripetere
la recita. Con quali risultati? Non spelta a
noi dirlo, nè si è andati a Cerignoìa, presso la simpaticissima e per più versi caiu
comunità, per fare mostra di bravura scenica, ma solo per un incontro di unioni.
Incontro, detto per inciso, raffireddato dai
larghi fiocchi di neve, accolti però co-n gioia e clamore dai tarenlini, per i quali la
neve esercita sempre un certo fascino (la
vedono così poco!).
Altro awenamento degno di cronaca è il
bazar del 9 marzo. Da tempo a Taranto si
è istituita l’Unione femminile, che ha subito trovato una prima direzione di marcia,
organizzazione di bazar, per accumulare
fondi da devolvere poi ai bisognosi.
Qualclie notizia spicciola. Un battesimo,
della famiglia Ruggeri, e una partenza
« obbligata » di Antonio Russo, avviato al
C.A.R. di Palermo, salvo ulteriori disvii.
D. P.
iiMiiiimmiiiiimiimmiimimiitMHmitiiiiiiiiKiiiiimmiimiiiiitimiiimmiiiiiiimiiiiiiiiiiimtiHiiiiiniiiiiiiniMiiiiiiMUni
""“"»'IO'..........................................
SCUOLA LATINA
DI POMARETTO
Elenco- offerte ricevute fino al 31 marzo
1963 dalla direzione che, riconoscente,
ringrazia.
Sa-pipè Diego (S. G-eimano Chisone) 2.500
— Bosco Elia (Poma-retto) 1.000 — Bronza Italo (Fontane) 4.000 ■— Peyrot Guido
(Perrero) 2.000 — Grilli Pierino (Pomaretto) in mem. del -caro noinno 2.000 —
Mimi Mathieu (Poniaretto), ricordando il
papà, 1.000.
Pro Campana: Pons Amalia (MasseUo)
1.000 —■ Bert Viola (Bovile) 3.000 — Ginlie-ttó Balma (Parma) 2.000 — Ilda Revel
(S. Germano Chisone) 5.000 — Roslagno
Arturo e Irma (Pomaretto) 5.000
— L'Unione Giovanile sta studiando il
« Sermone sul monte » sulla base del volumetto preparato dalla FUV sull’argomento.
Abbiamo ricevuto uim seconda visita del
Capo^ippo FUV signor Franco Ferretti,
il quale ha parlato dedl’a-rgomento che sarà trattato al prossimo Convegno Giovanile in programma per il 25 aprile a Venezia,
ed al quale si pensa di partecipare in buon
l'-umero anche da Mantova.
— Il 10 marzo, nel pomeriggio, oì siamo
riuniti in buona riunione fraterna, ben organizzata dai giovani, che vediamo bene
impegnati in tante iniziative tendenti ad
un servizio sempre più vero nella comunità.
—Ringraziamo il iwstore Seiffredo Cohu-ci, che Ila presieduto il culto domenica
17 marzo.
COSENZA
e Diaspora
COMO
TRIESTE
Nd quadro del « -cambiamento di clinte » inilerco-nfessionale è da vedersi la
riunione di preghiera che ha avuto lunga per nostra iniziativa nei locali del
Contro Germaniico di Cultura. Hanno
partecipato a questa affollata riunione signore di molte conf-essioni cristiane ra-ppresentate a Trieste. Fatto nuovo, anolie
signore cattol-iclie erano presenti.
Sono in corso riunioni quartieraii :
-gruppi ristretti ai ritrovano e d-iscntono
con il Pastore dei probleniii dellai nostra
fede, oggi. Molti le trovano interessanti
e alili.
-^ialino festeggiato il 17 febbraio con
un’agape Ira-tema a cui hanno partecipato pure alcuni rappresentanti della comunoità auguslana (luterana) e di quella
metodista. Il sig. Enzo Signore ha presentato la reioente bioigrafia dì Jacopo
Lombardiini : t< Un Protestante nella Resistenza ».
Siamo in tempo di elezioni. Chi n-e
discute, olii se ne occupa aitlivamente.
L’Unione Giovanile ha -studiato il tema:
« Oristianesimo e Marxismo » per cercare di chiarire le idee. Le simpatie dei
membri della comunità vanno in direzione differenti, -com’è naturale, dato
che non ammettiamo un’autorità e-ccleBiastica che imponga l’adesione alla linea di un partito politico. Ciascuno di
noi è di fronte -ailla sua responsabilità.
Ma cia-souin-o di noi, se crede neH’Evangello, non può non scegliere, anche in
politica, secondo gli imperativi che l’Evamgelo gli pone. Amare Dio e ama-re
il proissimo: il cristiano sceglierà il parli't-o che gli sembra più adatto a favorire
I attuazione pratica di queste direttive.
II nostro a-tteggiamiento non può essere
guidato da sentimenti di egoismo e di
sopraffazione.
Un bel gruppo di giovani è giunto
alla Confermazione. E’ un momento delicato e difficile ddUa loro vita, reso forse particolarmente difficile dalla atmosfera del mondo in cui viviamo, tutt’altro die propizia alla serietà. Abbiamo
tutti il dovere di -accompagnarli -con il
pensiero affettuoso e la preghiera.
Il 19 aprile il prof. Roberto Jouvenal
ha t-enoi-lo -un’ottima confere-nza su: « Lo
ateismo Contemporaneo », seguita cosi
sostenuto interesise. Gli siamo assai riconoscenti per il saio contributo. Annunciamo fin- d’ora che il 4 maggio il prof.
Giorgio Peyrot parlerà su: «Il Pro-t-estanlesimo di fronte al Concilio »; ci rallegriamo molto di udirlo.
— A Cosenza il 10 marzo scorso abbiamo iasaugura-to- il nuovo, provvisorio locale di cullo, che si trova in via Adige
31/A, dove ci riuniamo per le varie attività, finché non sarà lioostruiito quello di
corso Mazzini, dove speriamo di poter ritornare.
— Sdamo ancora in attesa di costituire
il Consiglio di Chiesa di Cosenza, che potremo eleggere opportunamente non appena ci sarà possibile.
— L’incontro intercomunitario a Falerna, già progellato per il 19 marzo scorso,
non ha potuto essere realizzato. Comunque ici proponiamo di farlo per l’Ascensione, e ne parliamo sin da ora nella speranza ohe molli vorranno disporsi a parteciparvi.
— Dallo scorso dicembre, a domeniche
alternate, visitiamo un nuovo gruppo di
simipatizzanili a Pedivigliano (pochi Km.
più innanzi di Scigliano). Non possiamo
ancora prevedere gli sviluppi di questo
piccolo nucleo die sta subendo atitacchi e
cri-tidie da parte cattolica, e diiediamo al
Signore di oiperare in chi annunzia e in
chi -ascolta la sua Parola. A Scigliano continuiamo a predicare ITEva-nigelo ai po-dii
rimasti tutte le domeniche, grazie -alla
collaborazione di alcuni fratelli cosentini
— (Jiomi fa ci siamo- recali a GrisoZio,
da dove -ci aveva chiamaili ili Sig. F. Presta, -die ha conosciuto la fede evangelica
nienitre studiava a Roana. Pare -che andic
là id sia un ©erto numero di persone desiderose di formare una comunità evangelica, -e che speriamo di visitare.
— Abbiamo da visitare aneera il gruppetto valdese di Firmo, die è costantemente -curato dal fratello D. Russo.
— Stiamo prendendo contatto con diverse f-amiiglie e persone evangeli-die sparse
in vari luegbi della nostra provincia, coane ad Apriglia-no, Settimo, S. Marco Argen-tano, Malv-ito, Al-t-o-montc, Caisole Bruzio, Fuscaildo, Cetraro, Belvedere Marittimo... E’ nostro desiderio tenere tutti costoro, per quanto sarà possibile, in eonoessio-ne con le comuniità del eo-senitino,
affinchè essi non si sentano isolati nell’ambiente in cui vivono e lavorano, ma
si -sentano parte viva ed attiva della fratellanza -evangelica a loro vicina atndie
geograficamente e possano rendere una
efficace teistimoni-anza a Gesù Cristo nei
vari po-sLi dove si trovano.
Ricordandoci seaiipre, lutti, nelle -nostre
preghiere di questi -fratelli isolati e dell’opera evangelica che, coin-e singoli e
come -comunità, -tut-ti siamo chiamati a
compiere là dove la provvidenza di Dio
ci ha messi, perchè abbiamo tanto bi-sogno di forza da parte Sua.
SAMPIERDARENA
La ncslra comunità -ha avuto il privilegio di essere visitata da vari amici. Il 31
Marzo il culto è stato presieduto dal Pastore della Chiesa Metodista di Milano, Alfredo ScorsoneUi. Quello -della do-m-enica
delle Palme dal Pastore Gino Conte. Ne
siamo loro molto grati, come siamo grati
al Vice Moderatore, Pastore Alberto Ribel, che, insieme al Sovrintendente, Pastore Aldo S-baffi, ha passato alcune ore a Sampie-rdarena per rendersi personalmente cont ) del problema del -nostro locale di cullo.
R. N.
Diverse nuove famiglie, gàunte dal nord
e dal sud, hanno airlcohito 1-a eomnoità,
e diamo lóro il più frat-erao benvenuto.
Il 31 marzo l’Aisaeimiblea di Chiesa ha
esaminato il bilancio dei laivori della
sala, deridendo di indire una seconda
sottoscrizione per pagare le spese anco
ra steoperte, dovute al fatto -che tali lavo
ri si sono via via rivelati assai superio
ri al -previsto. Si è pure nominiato un co
mi-tato per l’organizzazione delle cele
brazion-ì del centenario : sigg. Erwin K-el
ler, Giorgio Ma-laerida, Guglielmo Ta
gliarini. Natale Tummino, Foraneo Wyss
Proseguono con molto snocesso le ri-u
nioni quartiera-li per famiglie in alcune
zone della città.
A domeniche alterne si tiene prima
del culto il corso per responsabili, con
lezioni su: la chiesa, la cura d’anime;
le lezioni sono seguite e amri-cclhi-te dalla
di-9cu®sione. L’intero corso viene cielostilato. "
Il Co-nsiglio di Chiesa parteri-pa ogni
due mesi, a Bergamo, alla ri-nnione del
« preshiterio lombardo », che riunisce i
rapipresen-lantì dei Consigli dell© chiese
di Bergamo, Breeria, Como e Milano
per studiare insieme i problemi delle comunità in vista di un lavoro comune.
Il 17 febbraio ci siamo riuniti per la
co-nsu-e-ta agape serale, seguita da due
comve-rsazioini tenute dai sigg. Franco
Wy-as e Tho-mas Soggin e dalla distribuzione di un queslionario sulla vita della
Chiesa.
Il 28 febbraio abbiamo avuto la co-nfe-renza del prof. J. A. So-ggin su « Il
Con-cilio V-ailicano II - Impressioni di
un protestante italiano », con ottima parlecipazion-e di -pubblico attento e inter-essa-t-o.
Il 2:5 a-pri-le è -in programma una gita
della comunità e -della Scuola Domeni-cailc all’Ailp-c del Viceré.
VERONA
— Ringraziamo -il pastore Seiffredo Co
lucci, che ha presieduto il culto domenica
17 -marzo.
— Buona riuscita ha avuto la riunione di
p-reghiera con le Signore della comunità
americana, il 1° marzo. La colletta comune
;* stata destinata all’opera di -soccorso delle
famiglie degli operai di Hon-Kong.
— La nostra Unione Femminile è stata
rappresentata al Convegno dèUe Unioni
Femminili della zona, a Milano domenica
2 I marzo.
— .Abbiamo terminato la lettura dell’Evatigelo di Marco, nelle riunioni di « lettura comunitaria del Vangelo » il giovedì
■sera. Dopo Pasqua, continoian-do lo stesso
tipo di riunione, comin-ceremo la lettura
de] libro degli « Atti degli Apostoli », rinnovando l’invilo a tutti, perchè vengano ad
unirsi ai fratelli in questo arricchimento
elle viene neH’asco-lto -comune -della Parola
di Dio.
— Conferenza. Il doli. Giorgio Peyrot di
Rema, sarà a Verona venerdì 19 aprile, per
preseniarci una conferenza -su questo ar
gomento (alle ore 21): «Il Protesta-ntesiano
neiritalia di oggi ».
— 11 25 a-prile ri sarà a Venezia un Convegno Giovanile al quale anche Verona potrà essere rappresentala nei suoi elementi
più giovani.
■iiiiiiiimiiiiiiimiiiiiiiiii
iiniimiiimiinmiimiimiimi
UN CONVEGNO DELLA F. U. V.
Disarmo e obiezione
di coscienza
Prospettive per la libertà religiosa
Sabato 30 e domenica 31 marzo ha avuto
luogo al Castagneto di Villar PeRice il Convegno primaverile FUV, Gruppo Valli. Eccij in breve la cronaca dell’incontro: un
centinaio di giovani si -sono riuniti sin dal
tardo pomeriggio di sabato nella pittoresca
località sulla riva del Pellice, in ra-ppresenlanza deUe Unioni delle Valli.
Particola-rmenle gradita là presenza di alcuni giovani delle Comunità di Ivrea e Aosta, co-ndoUi dal loro Capogruppo Angelo
Arca.
Dopo la cena in comune ha avuto inizio
il programma dell’incontro -con una riuscita serata di canti e scenette queste ultime
presentate dai giovani di Pinerolo.
La mattina seguente, dopo che i ragazzi
avevano trascorso la notte alla Foresteria
Valdese di Torre Pellice cedendo cavallerescamente i comodi giacigli del Castagneto
alle loro simpatiche compagne, ha preso la
parola Giorgio Gardiol per dare l’avvio allo «Indio basato sa un tema di scottante atUialiilà: «il disarmo atomico».
Dopo averci intrattenuti sulla questione
con termini scientifiei più o meno comprensibili la oo-nversazione si è spostata su quelli che sono stati e sono tuttora gli effetti
degli scoppi nucleari snUa specie umana.
11 ricordo dei periti di Hirosliima e Nagasaki di ieri e il pensiero ai neonati foco
melici di oggi, forse non da imputarsi del
tutto al famigerato taUdoinide come si ten
ta di far credere, hanno preceduto l’aspetto morale del problema tratta-to da Claudio
Tron in una chiara esposizione, che ai disarmo nucleare -ha accostato ben presto
quella che i>er lui è una profonda convinzione: «l’obiezione di coscienza».
11 culto nel Tempio di Bobbio Pellice,
presieduto dal nostro Ca-pogruppo Pastore
.Alberto Taccia, ha chiuso il programma
della mattinata.
Alle 14 la discussione è ripresa col siste
nia ormai in voga della « tavola rotonda »
i-omposta -da Adriano Longo, Andrea Ban
fi, Angelo Arca, Attilio SibiUe, Claudio
Tron, Giorgio Gardiol e dal si-g. Lazier.
Appunto dal direttore del Castagneto, che
h.i scontato due a-nni di reclusione in Francia per aver rifiutato di prestare il -servizio
militare, sono venuti gli interventi più de
cisi e convincenti, -seguiti con maggior interesse.
-Al termine del dibattito si è giunti ad
una precisa -presa di posizione eon-tro l’armameiito nucleare, condannalo categoricamente come ei può rilevare nella mozione
che segue:
”// Convegno primaverile FUV, Gruppo
ì alti, riunito al Castagneto di Villar Pellice i giorni 30 e 31 marzo 1963, dopo aver
discusso sul disarmo e l’avvenire dell’umanità auspica all’umanità che le autorità politiche prendano in considerazione il problema con profondo setiso di responsabilità
r che la Chiesa tutta quanta assuma una
posizione netta e un impegno concreto nei
riguardi di qualsiasi forma di violenza ed
ir particolare contro gli armamenti e esperimenti nucleari.
Chiede al Sinodo Valdese di voler iscrivere all'ordine del giorno e di esaminare
bi questione.
Invita i giovani evangelici a porsi questo problema senza opportunismo e senza
rispetti a valori puramente umani”.
L’in-conlro à terminato con saluti e strette di mano e con un sincero ringraziamento al sig. Lazier ed alla sua gentile Signora
loer la squisita gentilezza con la quale lianno voluto .accoglierci. Piero Romano
(continua dalla 2“ pagina)
.spett-ive di attuazione dei pri-ne-i-pi costituzionali sulla libertà religiosa ».
Iniziando l’oratore poneva la questione
pregiudiziale: il problema della libertà religiosa è problema che debba entrare in
un programma legislativo, aUe soglie di
una nuova legislatura? e rispo-ndeva con
r affermativa, poiché, malgrado la larga insensibilità della grande maggioranza degli
italiani, che lo -considerano limitato problema d-i un’infima minoranza, la libertà
religiosa — o per meglio dire la libertà di
coscienza e di ©ulto — è problema che interessa la totalità di un popolo ; poiché la
fede non ha, a rigor di logica e come dimostra la storia, bisogno della -libertà per
vivere (si fa però assai più presto a fare
quest’affermazione, giustissima, che a viverne poi le ultime conseguenze in -regime
d’oppressione...) men-lre la libertà di coscienza e di culto è il termometro sensibilissimo della situazione delle libertà civili
e politiche vigenti o meno in un paese. E
l'oratore ha dato vari esempi, tratti anche
(laUa storia italiana recente e recentissinia,
a riprova di quesl’inlima connessione fra
la libertà religiosa e la libertà toni court.
11 Prof. Peyrot ha quindi traccialo la linea retrospettiva di come si è posto in Italia il problema della libertà relgio-sa, dal
1946 ad oggi, distinguendo cinque fasi: 1)
P‘46-48, periodo di fiducia e di speranze,
( he a-ccompagnavano relaborargi della Co
stluzionc; 2) 1948-53, fase deludente, contrassegnala da un riprendere delle manifest.azioni d’intolleranza; 3) 1953-56, fase iniziata con l’istituzione della Corte Costituzionale, che dà uu valido contributo alla
causa (Iella libertà religiosa, cominciando
a respingere la validità delle leggi di polizia fasciste; fase contTa-ssegna-la da numerosi ten'.alivi di aggiramento delle decisioni della C. C-, infittirsi di processi, condu
si tuttavia nella quasi totaRlà con assoluzioni; e in questo va reso omaggio alla
« costituzionalità » della Magistratura, spe
cie la giovane Magistratura dd-le Preture
di provincia; 4) 1956-59, cont-imiano i tentativi di aggiramento delle decisioni della
C. C-, ài moltiplicano i processi per vilipendio alla religione -dello Stalo ; 5) 19591963, fase il cui inizio è segnato daU’annuncio del Concilio Vaticano II, e contrassegnata dall’aitmoisfera di « disgelo » c
di (( dialogo ». Gli organi governativi, eseeulivi, ricevuto il beneplacito da oltre il
Tevere sembrano essere entrati in una fase
più liberale; ma noi vorremmo che la libertà religiosa fosse riconosciuta e difesa,
dallo Stalo italiano, non xierchè e fin quando il Vatica-no la a-ocetla e permette, ma
perdio essa è statuita dalla Costituzio-ne.
i-i! modo inequivocabile.
Questo sguardo al recente passato è essenz.iale per valutare le prospettive future;
l’o-sservazione di come i vari partiti in liz
za si sono atteggiati, di frante al problema
della -libertà di coscienza e di culto, è di
grande importanza nel valutare come essi
potranno o vorra-nno sostenere ipiesto problema che — lo ripetiamo — non è problema di un’infima minoranza ma dell’intera nazione.
Terminando il Prof. Peyrot accennava al
fatto che se le « intese » previste dalla Co
slituzione sono ancora problema aperto, so
n,i in via di realizzazione (anche qui, pa
re, grazie al dima del Vaticano li) le « pie
cole intese » su problemi particolari, qua
li la pensione al « clero » acattolico ecc
Resta aperto invece il problema della ri
farma degli istituti di pena, anche circa la
appartenenza reMgioisa dei detenuti; della
riforma del codice -penale per ciò che riguarda i casi di vilipendio, e altri ancora.
Di quali strumenti servirci per influire
suU’evoluzione del costume e del diritto nel
nostro -paese? cOe-tinuare a svolgere la propria vita religiosa in base alle libertà riconosciuteci della -Coistituzione.
Al termine deU’esitosizione si svolgeva
ancora una nutrita conversazione con il
pubblico.
— Abbiamo ricordato la ricorrenza del
17 febbraio, che ripropone ogni anno ella
nostra attenàone il tema della libertà della cosdenaa e deBa reeponsabilità vocazionale che ne deriva, con una cena in comn
nc e durante il culto domenicale. La serata
ha avuto un esito molto buo(no, soprattutto
grazie alla -buona organizzazione deUa ce.
na, come sempre molto ben curata da un
gruppo di signore, ed alla collaborazione
dei giovani, die ci hanno offerto una divertente recita, molto ben condotta. Esprimia-mo dunque molta gratitudine a quanti
si sono adoperati per il buon esito della
serata.
— Il gruppo corale conti-nna a riunirsi
ogni martedì sotto la direzione del doti.
Luciano Gay, preparando i nuovi inni da
introdurre nell’uso della nostra Gmiunità.
Ne sono stali «tiudiati già jrarecchi, che si
comincia a cantare regolarmente durante il
culto. Ciò costituisce un arricchimento non
indifferente per il nostro culto, non solo
perchè si amplia così la possibilità di scelta di -inni, ma anche perchè il gruppo corale guida e sostiene il canto.
— 11 gruppo del Vangelo prosegue la
lettura deU’Evangelo di Luca : la -partecipazione è modesta di numero ma viva e impegnata di qualità.
— Abbiamo avuto alcuni visitatori domen-h'ali, nel mese di marzo: il pastore Mario -Musacohio di Trieste, il pastore Sergio
Carile deUa Chiesa Metodista di Firenze,
direttore -del periodico « Ptesenza Evangelica ». Pro-S9Ìniamente -speriamo di avere
la visita del Prof. J. Alberto Soggin, della
Facoltà Vaildese di Teologia, e del pa.slore
Aldc Sbaffi di Genova.
— Si è -costituito di -recente un organo di
collegamento tra le nostre Chiese lombarde (Milano, Como, Bergamo, Brescia): tale organo ha il compito di mantenere il
ccllega-mento, di predisporre attività in coinune, di studiare tutti, i problemi che in!ere.ssa-no queste Chiese. Il nostro Consiglio
di Chiesa vi è rappresentato dal sig. Ro
berto Steiner e dal dott. Luciano Gay, nonché dal pastore.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
PROF. DOTT.
(JAMBETTA (JIESEPP!!
Docente in malattie
urinarie e genitali
PINEROLO
presso l’Ospedale Civile « E.
Agnelli » :
— martedì dalle 10 alle 12
— giovedì dalle 8,30 alle 10
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Adriatica, dove i prezzi di pen
sìone sono ancora contenuti. Il
sig. Egidio Revel Direttore della « Revelys » sarà felicissimo di
prenotarvi (singoli, famiglie e
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(prezzi L. 1.600 ba-ssa stagione e
in luglio-agosto L 2.050) oppure
aH’Ellte Hotel Miramare (1.650 2.100) o ancora, al di lusso Hotel delle Nazioni, dove la retta
è : 2.050 e 3.150.
Il sig. Revel, dal mese di aprile a tutto settembre, risiede all’Elite Hotel, e visita frequente
mente gli Ospiti, affinchè possa
rendersi conto ohe ognuno sia
soddisfatto.
Per informazioni e prospetti
rivolgersi a: Gustavo Albarin I(Userna San Giovanni - Torino,
eppure direttamente al Sig. Egidio Revel - Elite Hotel Miramare ■ Rimini, citando il giornale.