1
Anno 117 - N. 10
6 marzo 1981 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
1* Gruppo bis/70
BÍBUCTKCA V‘Lr''-¿:v
lOOíG FI£ILÌCi
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL MODERATORE BOUCHARD
0 punti
iti vista
« Le istituzioni democratiche
della Spagna e l’intero apparato
dello Stato sono tuttora contaminati dal virus franchista. Non
c’è stata, qui, una rottura radicale come in Portogallo o come
nell’Italia post-fascista». Queste
parole del leader socialista Pelipe Gonzales, in un’intervista rilasciata a « La Repubblica » all’indomani del fallito colpo di
stato, danno la misura dell’estrema fragilità della giovane democrazia spagnola.
"Settimana della libertà": un'azione
riuscita per il contributo di tutti
Abbiamo realizzato con fierezza « un'idea venuta dal basso » - Il governo ha rimesso in moto
gli incontri bilaterali; ma ciò che chiediamo è che l’Intesa sia presentata al Parlamento
Il passaggio dal franchismo alla democrazia senza soluzione di
continuità, senza la necessaria
« rottura democratica », è una
strada che ha mostrato in questi
giorni la sua drammatica debolezza. Negli ultimi quattro anni,
si è parlato molto — e con meraviglia — del miracolo politico
spagnolo e dei suoi due artefici:
il re Juan Carlos e l’ex-primo ministro Adolfo Suarez. Ma nel momento in cui quest’ultimo è stato
messo in crisi nella sua pronria
coalizione l’altro ha dovuto salvare la patria. Ora, la vera democrazia mal si concilia coi salvatori della patria, specie quando
sono monarchi e militari. Il fatto
che più ha colpito i democratici
europei è stato l’assenza di una
mobilitazione immediata e spontanea delle masse. La piazza è rimasta muta mentre tutto si giocava in un braccio di ferro segreto tra il re e i generali. Sia
Carino che Gonzales hanno riconosciuto questa grave debolezza
della democrazia spagnola e tutt’e due l’hanno spiegato con la
paura ereditata da 40 anni di fascismo. Anche la grandiosa manifestazione unitaria di Madrid,
avvenuta soltanto dopo quattro
giorni dal colpo di mano, si è
svolta secondo precise indicazioni e raccomandazioni del re. Insomma, la giovane democrazia
spagnola ha dimostrato di essere
ancora una democrazia sotto tutela. il che dovrebbe imporre
un’accelerazione decisa del processo democratico prima che un
Pinochet spagnolo riesca davvero
a soffocarlo. E quest’eventualità,
purtroppo, pende come una spada di Damocle sulla Spagna
post-franchista.
Un’altra considerazione sulla
lunga crisi politica che ha portato al tentato golpe riguarda le
forze che l’hanno provocato e
alimentato, e qui ritroviamo _i
due pilastri su cui si è retto il
franchismo: l’Esercito e la Chiesa; un esercito non depurato, con
una vocazione prevalentemente
golpista, che per ora ha fallito
nel suo disegno antidemocratico
solo per l’accortezza e il senso
politico di un re che ha saputo
evitare di cadere nella trappola
che gli veniva tesa; una Chiesa
reazionaria che, con l’appoggio
esplicito del Vaticano, è rientrata
con sulla scena politica
prendendo nettamente posizione
contro la legge sul divorzio e
provocando così la spaccatura
della coalizione al governo, l’U_.
C.D., attraverso le sue pressioni
sulla componente democristiana.
Il nuovo governo di Calvo Sotelo
è l’espressione di questa netta
sterzata a destra.
In una tale situazione, le forze
sinceramente democratiche e decisamente anti-franchiste hanno
l’enorme responsabilità di rimettere la democrazia nelle uniche
mani legittime: quelle del popolo
spagnolo.
Jean-Jacques Peyronel
Dal 15 al 22 febbraio in molti
nostri ambienti si sono svolti dibattiti, manifestazioni, per far
uscire dal dimenticatoio l’Intesa
con la Repubblica italiana. Dai
risultati che abbiamo sotto gli
occhi l’esperimento della « settimana della libertà » — collegata
al 133° anniversario dell’acquisizione dei diritti civili concessi ai
valdesi dal monarca Carlo Alberto — sembra essere riuscito.
Ne parliamo con Giorgio Bouchard, moderatore della Tavola
Valdese che è stata promotrice
deH’iniziativa.
— Intanto vorremmo sapere
come è nata l’idea della « settimana della libertà » e poi, a tuo
avviso, come è andata.
— Vorrei ricordare che airinizio la Tavola Valdese aveva un
suo progetto specifico. Lo portammo aH’incontro tra Circuiti e
Distretti e qui fu bocciato. Ma
dal dibattito che seguì, nacque
l’idea di rilanciare l’Intesa con
un manifesto e molte manifestazioni. Quindi l’iniziativa è nata
proprio come un frutto tipico del
nostro ordinamento riformato e
democratico. In altre parole si
è trattato di « un’idea venuta dal
basso ». Abbiamo avuto un mese e mezzo di lavoro intenso e
direi con risultati positivi. Il manifesto « Protestanti e libertà »,
stampato in quasi 10.000 copie,
è stato affisso in tutt’Italia. Il
volantino, 60.000 copie, ha avuto
larga diffusione.
— Le nostre chiese come hanno accolto l’iniziativa?
— Direi che le chiese valdesi
e metodiste hanno riconosciuto
come propria quest’iniziativa e
l’hanno pienamente appoggiata.
La Tavola ha svolto un minimo
di funzione organizzatrice, ma il
grosso del lavoro è stato condotto dalle comunità locali e oserei
dire che si è trattato di un lavoro eccellente. Personalmente ho
partecipato alle manifestazioni
di Torino, Roma e CoUeferro dove ho visto i membri attivi delle
nostre chiese; c’erano conservatori e innovatori, giovani e vecchi con voglia di partecipare ed
esprimere qualcosa.
Mi è parso di cogliere nei vaidesi e metodisti presenti alle manifestazioni una certa fierezza.
Quasi a voler dire; possiamo organizzarci, possiamo andare in
pubblico non solo per difendere
ìa nostra storia, le nostre tradizioni ma per partecipare attivamente alla vita del Paese restando noi stessi. Attraverso i numerosi dibattiti svoltisi in diverse
località abbiamo fatto sentire la
nostra presenza come un contributo positivo alla vita democratica.
— A tuo giudizio quali sono
state le più importanti manifestazioni della « settimana della
libertà »?
Durante la manifestazione del 17 febbraio a Roma interviene il sen.
Branca. Al tavolo il moderatore Bouchard, il dr. Fulvio Rocco, il
prof. Giorgio Peyrot.
— Tutte sono state importanti.
Le chiese valdesi e rnetodiste
hanno organizzato manifestazioni in modo capillare in tutt’Italia. Siamo arrivati anche in posti dove non s’era mai fatto nulla, come per esempio, Serravalle
Sesia. Però le manifestazioni che
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Libertà nella verità
E così, anche la « settimana
valdese » è passata. E' passata
con i suoi riti tradizionali, con le
sue rievocazioni storiche, con le
sue rivendicazioni e con la sua
protesta sul piano locale e su
quello nazionale: una protesta
giusta, legittima, dignitosa per il
pesante ritardo con cui il documento sulle «Intese» non è ancora stato trasmesso al Parlamento per l’approvazione definitiva, conformemente all’art. 8 della Costituz.ione della Repubblica
italiana. In quella protesta, molti non valdesi né metodisti si sono uniti a noi, condividendo la
nostra attesa, richiamando il governo al mantenimento delle promesse pii volte fatte per bocca
dei primi ministri che si sono
succeduti in questi ultimi decenni.
In molte occasioni si è fatto
ricorso a due grandi parole del
linguaggio biblico ed umano: verità e libertà, più a questa che a
quella perché la celebrazione del
17 febbraio si è sempre richiamata al tema della libertà: una
libertà, tuttavia, che non è piena
liberazione se non affonda le sue
radici nel terreno dell’Evangelo,
secondo le parole di Gesù Cristo:
« Se perseverate nella naia parola, siete veramente miei^ discepoli; e conoscerete la verità, verità vi farà liberi 0 (Gv. 8: il-S¿).
Che cos’è, infatti, la verità?
Sappiamo che ci sono delle veri
tà nel campo della filosofia, della
scienza e delle leggi umane. In
questo campo, anche la sola ricerca della verità è degna di stima e di rispetto. Quanto a noi,
cristiani, la verità, profonda ed
autentica, che sta alla base della
nostra fede e della nostra condotta, è quella che procede da
Gesù Cristo, il Rivelatore ed il
Salvatore. Fu lui che, alle sprezzanti domande del governatore
Pilato, rispose con fermezza:
« Tu lo dici; io sono re; io sono
nato per questo, e per questo
sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque
è per la verità ascolta la mia
voce» (Gv. 18: 37).
Gesù Cristo ha detto la verità
su Dio e sull'uomo, sulla vita e
sulla morte, sul peccato e sul ravvedimento, sulle speranze umane
e sulla speranza cristiana. Nella
prefazione alla edizione del Nuovo Testamento, opera di Robert
Olivétan, Giovanni Calvino scriveva queste parole: « Senza l’Evangelo siamo tutti inutili e vani. Senza l’Evangelo ogni ricchezza è povertà, ogni saggezza è follia davanti a Dio. Ma
con la conoscenza dell’Evangelo
diventiamo figliuoli di Dio, fratelli di Gesù Cristo... eredi di Dio
con Gesù Cristo, per mezzo del
quale i poveri diventano ricchi, i
deboli diventano forti, i sernplici diventano savi, i peccatori sono giustificati, gli sconsolati so
no consolati, i dubbiosi diventano sicuri e gli schiavi sono fatti
liberi ».
E che cos’è allora la libertà?
Questa grande parola umana per
la quale si vive e si lotta, presente in ogni epoca della storia, che
cosa significa per i credenti in
Gesù Cristo? La libertà può essere definita come il contrario
dell'oppressione e della servitù,
Ma per quanto cara possa essere la libertà sotto il profilo civile,
politico e religioso, dobbiamo
renderci conto che la libertà di
cui parla Gesù Cristo è qualcosa
di sostanzialmente diverso.
Ciò appare evidente nella discussione fortemente polemica
fra Gesù e i Giudei del suo tempo. I Giudei erano un popolo
soggetto alla dominazione romana; perciò, parlando di liberta
essi intendevano riferirsi prima
di tutto alla loro indipendenza e
pretesa sovranità. Gesù mette il
dito sulla piaga e mostra loro
che esistono ben altre schiavitù
oltre a quella di un giogo straniero. La libertà di cui essi hanno soprattutto bisogno è una
vera e propria liberazione dall orgoglio per la loro discendenza da
Abramo, dalla loro incredulità di
fronte al Cristo, figlio di Dio e
dal loro peccato. Il richiamo alla
Ermanno Rostan
(continua a pag. 3)
hanno avuto più eco, anche nei
mass-media, sono state quelle di
Torino e di Roma. A Torino era
chiaro che erano presenti, in modo cospicuo, le Valli Valdesi. E
vorrei esprimere qui tutta la mia
riconoscenza alle centinaia di
persone che hanno fatto 60-70
km. per venire alla manifestazione. In quel teatro, cosi gremito,
mi sono sentito portavoce di
quel popolo protestante che con
le sue bandiere, i suoi ideali e la
sua fede fu già presente 133 anni
fa sulla piazza di Torino per un
problema di libertà. A Roma v’è
pure stato un notevole concorso
di pubblico. Accanto agli evangelici non sono mancati rappresentanti di partiti e giornalisti.
Il dibattito è stato adeguato.
Non escludo che la Regione Lazio s’esprimerà positivamente
sull’Intesa cosi come ha fatto la
Regione Piemonte.
— A Milano e Torino alcuni interventi, sottolineando il fatto
che i principi dell’Intesa travalicano gli interessi del popolo^ protestante per andare ad incidere
sul tessuto morale del Paese,
hanno sostenuto che il ritardo
governativo sarebbe imputabile
al fatto che una eventuale approvazione dell’Intesa metterebbe
definitivamente in crisi il lavoro
di revisione del Concordato. Cosa ne pensi?
— Conosco questa ipotesi che
molti politici fanno. Certo che
Intesa e Concordato fanno a pugni. Non è un mistero per nessuno che si tratta di due logiche
diverse, opposte. Le chiese evangeliche hanno una loro specificità che si rispecchia nell’Intesa
e in tante altre cose. L’Intesa è
diversa dal Concordato come il
culto è diverso dalla messa, come la visita di un pastore ad un
moribondo è diversa dall’estrema unzione. In realtà noi non
si chiede null’altro che l’essenziale; la libertà. Oggi molte chiese
nel mondo s’illudono ancora di
avere la libertà e i privilegi. Ma
a cura di G. Platone
(continua a pag. 2)
2
6 marzo 1981
A VENEZIA E LA SPEZIA
DALLE CHIESE
Mozioni contro
la pena di morte
In queste settimane in molte chiese evangeliche è stata dibattuta la questione della pena di morte sollecitata dalla petizione promossa dal MSI. Riportiamo qui di seguito due prese di posizione;
la prima è una delibera dell’Assemblea della Chiesa valdese-metodista di Venezia e Mestre; la seconda è espressione del Centro Evangelico della Spezia.
Manifestazioni per l’intesa
« La comunità valdese-metodista dì Venezia e Mestre, preoccupata che una parte deU’opinione
pubblica si sta esprimendo favorevolmente a una possibile reintroduzione della pena di morte
nel nostro paese, esprime il convincimento che l’attuale clima di
violenza e imbarbarimento della
nostra società non può essere
vinto con l’annientamento di chi
pure semina morte e terrore. La
comunità è convinta che alla vita
umana possa essere restituita
una dignità solo attraverso un
radicale cambiamento di mentalità e di vita di tutti; è questa
la riforma morale di cui il paese
in questo momento ha bisogno:
degli uomini nuovi che allontanato dal loro animo la vendetta e il
tornaconto personale, operino in
favore della giustìzia e della fraternità.
La comunità fa appello a tutti
quanti hanno a cuore la civiltà e
la democrazia, affinché, in testimonianza all’Evangelo di Cristo,
venga contrastata con fermezza
l’attuale campagna per la raccolta di firme favorevoli alla pena
capitale »
« In questi giorni nel nostro
paese, a cura del MSI, strumentalizzando la tragica realtà del
terrorismo, si raccolgono le firme per una petizione popolare a
favore della pena di morte e si
propagandano idee che reclamano un ordine pubblico, ferreo e
militare.
Richiamandoci al comandamento dell’amore ohe ci spinge a
"non compiacerci della morte
dell’empio ma della sua conversione", riaffermiamo la necessità
di salvaguardare e favorire in
ogni circostanza la vita umana
esistente e ribadiamo la convinzione che il problema della violenza si supera non nella logica
della "vendetta”, ma creando
nella società rapporti profondi di
uguaglianza e di giustizia.
Ricollegandoci al patrimonio
culturale protestante, giudichiamo negativamente tale iniziativa,
perché essa mette in discussione
il progresso della civiltà e vuole
ricacciare indietro l’ordine democratico ristabilito dalla Resistenza ».
PER LE ZONE TERREMOTATE
Un appello FGEI
Il Consiglio della Federazione
Giovanile Evangelica Italiana, informa in una lettera ai segretari
regionali di aver avuto un incontro con rappresentanti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia da cui è emerso
chiaramente come i vari progetti
portati avanti dalla FCEI nelle
zone terremotate si reggano sull’essenziale contributo dei volontari, delle loro idee, della loro capacità di contatto con la popolazione.
« Rivolgiamo quindi — scrive il
Consiglio FGEI — un vero e proprio appello perché sosteníate
questi programmi rendendovi disponibili a recarvi nelle zone terremotate per periodi di una settimana/10 giorni almeno ». La
lettera precisa ancora che servono volontari almeno fino all’estate e che questo lavoro ha da essere svolto con modestia e
umiltà.
Le iscrizioni vanno indirizzate
alla FCEI, via Firenze, 38 - 00184
Roma - Tel. 06/4755120 - 483768.
Settimana della libertà
(segue da pag. 1)
verrà presto il tempo in cui le
chiese dovranno scegliere: o libertà senza privilegi o privilegi
senza libertà. La nostra proposta d’Intesa che dà grande importanza all’indipendenza del nostro ordinamento in realtà guarda lontano. Quando in Italia la
massa dei cittadini saranno atei
o indifferenti in che situazione
si verranno a trovare le chiese?
Noi vorremmo che l’Intesa, una
volta approvata, fosse vista, anche da chi non è cristiano, come un esperimento. Tra le diverse ipotesi nei rapporti StatoChiese presenti sul tappeto c’è
anche quella che vuole una chiesa potente, forte. Molti ritengono che la chiesa per essere rispettata deve avere dei rapporti
privilegiati insieme ad una posizione speciale nei confronti dello
Stato. Noi invece riteniamo che
la chiesa dev’essere molto libera.
Ci si permetta quindi di proporre quest’esperimento e di confrontare poi la nostra soluzione
con le altre. Siamo pronti a dialogare anche su questo.
— Positiva sul piano della coesione ecclesiastica la ’settimana
di libertà’ sembra aver .smosso
anche il governo visto che il presidente del Consiglio Forlani ha
fissato un nuovo incontro tra
le parti. Ci sono buone possibilità che l'Intesa inizi finalmente
il suo iter parlamentare?
— Le due delegazioni si sono
già incontrate. Quella governativa ha dato all’incontro un taglio
prevalentemente tecnico. Cioè ha
presentato alla nostra delegazione rilievi invero opinabili espressi dai vari Ministeri interpellati
a questo proposito dalla Presidenza del Consiglio. Con tutta
chiarezza vorrei dire che per una
seduta può andar bene parlare
di rilievi tecnici; però allo stesso tempo credo che valdesi, metodisti, e tutti gli altri evangelici
non sono disposti ad accettare
che ci si fermi a questo stadio.
Riteniamo infatti che il Governo
Forlani debba attuare presto e
bene il suo programma su questo punto senza adottare eventuali tattiche dilatorie. Oggi come oggi una rapida conclusione
dell’Intesa è possibile. E’ facile.
Non costa nulla. Essa rispetta sia
le nostre chiese che la Repubblica italiana. Sicché riterremmo
ingiustificabili eventuali dila
— In che senso parli di « rilievi opinabili » dei Ministeri?
— Nel senso che pesa ancora
sui Ministeri l’impronta della
legge sui culti ammessi che è stata applicata per tanti anni e, diciamolo pure, con particolare zelo dai governi democristiani degli anni ’50. Per noi è chiaro che
l’unico punto di riferimento possibile deve essere la Carta costituzionale. Se invece il punto
di riferimento per valutare l’Intesa permane più una legislazione fascista o la sua applicazione
passata che non la Costituzione
della Repubblica italiana, le valutazioni espresse diventano per
lo meno opinabili.
a cura di
Giuseppe Platone
Segnale sfuggito
VERCELLI — Un sommesso
segnale di ecumenismo « sfuggito anche a persone avvertite e di
solito disponibili ». Così è stato
definito da « L’Eusebiano », il
giornale della Curia di Vercelli,
rincontro sull’Intesa organizzato
dalla Chiesa metodista che si è
svolto venerdì! 13 nella bella sala « Pietro Maggi » di recente
inaugurata. In effetti con rammarico si è constatata la quasi
totale assenza del pubblico non
evangelico, anche se per i metodisti locali è stato rallegrante
l’incontro con un buon nucleo di
pentecostali di Vercelli. A moderare l’incontro era stato chiamato Enrico Villa, giornalista
della Gazzetta del Popolo, mentre il tema è stato esposto dal
pastore Franco Giampiccoli e
dal senatore DC Ermenegildo
Bertola. Il primo ha illustrato il
lungo cammino percorso, e non
ancora concluso, per l’attuazione
dell’art. 8 della Costituzione e il
contenuto dell’Intesa valdesemetodista. Il secondo, dopo aver
espresso piena solidarietà per il
ritardo nell’attuazione delle Intese, ha ripercorso le tappe del
rapporto tra la Chiesa cattolica
e lo Stato italiano fornendo un
esempio della « secondarizzazione » del Concordato che non ha
mancato di suscitare vivaci reazioni e contestazioni nella discussione seguita alle due esposizioni. Alla manifestazione hanno inviato un saluto il sindaco
e il prefetto di Vercelli.
Il senso della libertà
CERIGNOLA — Con una buona partecipazione della comunità locale è stata tenuta nella chiesa il 14 Febbraio una manifestazione di protesta per la non attuazione delle Intese già concordate con l’apposita commissione
governativa tre anni fa.
Il pastore Lupi ha illustrato,
articolo per articolo, il testo delle Intese. Sono seguite due ore
di libero dibattito accentratosi in
particolare sul senso della libertà.
La manifestazione era stata
preceduta da 3 tavole rotonde di
tre quarti d’ora ciascuna sulle
due stazioni radio locali, e seguita da una quarta trasmissione illustrativa sui contenuti della
manifestazione.
Nella sala comunale
FORANO — Sul tema « Cristiani senza privilegi » il pastore Giovanni Scuderi ha presieduta la manifestazione di protesta tenutasi per la non attuazione delle Intese con la partecipazione delle due comunità di Forano e Terni al completo riunite
nella sala del consiglio municipale domenica 15 febbraio.
Citando la storia degli art. 7 e
8 della Costituzione attraverso
i resoconti stenografici delle sedute della Assemblea Costituente e gli interventi nel marzo del
1947 degli On.li P. Rossi, Nenni,
Basso, Pajetta sul pluralismo
confessionale riconosciuto dalla
Repubblica, il past. Scuderi ha
illustrata la attuale situazione di
stallo dopo l’avvenuta firma degli accordi sulle intese raggiunti
dalla commissione governativa e
i rappresentanti della Tavola Valdese nel 1978.
La manifestazione era stata
preceduta dal culto con la predicazione centrata sull’annuncio
paolinico « Cristo ci ha affrancati » (Gal. 5), un’àgape fraterna,
proiezioni su contenuti di evangelizzazione, un bel falò nel giardino della Chiesa di Forano con
canti eseguiti da tutti i partecipanti.
Invito al culto
ALESSANDRIA ■ BASSIGNA
NA — Le comunità metodiste di
Alessandria e Bassignana hanno
aderito prontamente alla « settimana della libertà » attorno la
data del « 17 Febbraio » ; hanno
diffuso i manifesti ed i volantini
nelle loro città e, non potendo
usufruire di un oratore durante
la settimana, hanno proposto ai
loro concittadini di venire al culto domenicale, durante il quale
è stata esposta la nostra protesta per il ritardo della ratifica
delle « intese » con lo Stato.
A Bassignana l’invito è stato
colto dall’amministrazione locale ed erano presenti il sindaco,
il vice-sindaco ed un assessore
che hanno molto apprezzato la
nostra proposta di un nuovo rapporto tra Stato e chiese, illustrato attraverso il riferimento biblico (Isaia 30). Il testo, che invita Israele a non scendere in
Egitto, è stato attualizzato come
un invito a non chiedere protezione e concordati per la chiesa
e a proporre invece alla nazione
la parola di Dio offrendole cioè
una visione di vita nuova, in pace, valida per tutti gli uomini.
Il mostrare ai nostri concittadini come applichiamo la nostra
fede nel Signore nelle cose pratiche della vita collettiva, è una
forma di evangelizzazione molto
efficace perché comprensibile a
tutti, anche da chi di religione
non vuol sentir parlare.
Interventi ufficiali
IVREA — Con una buona partecipazione di un centinaio di
persone si è svolta martedì 17 la
manifestazione organizzata dalla Chiesa valdese che era stata
annunciata da un articolo del
settimanale locale « La sentinella ». Alla manifestazione, che si
teneva nella centrale e modernissima sala di conferenze « La Serra » erano presenti Valdesi di
Ivrea con una rappresentanza di
Aosta e un gruppetto di Fratelli.
Dopo una breve introduzione di
Angelo Arca, che presiedendo la
Offerta del
paginone
centrale
Del paginone centrale di
questo numero viene tirato un numero limitato di
copie su carta patinata in
vista di affissione in bacheche, nei locali ecclesiastici,
in istituti e opere, vetrine,
ecc. La confezione comprendente 3 copie del foglio e spedita come lettera è offerta a L. 1.500 da
versare sul c.c.p. n. 327106
lire 300 per ogni copia
supplementare. Per invio
immediato anziché scrivere telefonare di sera dettando chiaramente l’indirizzo alla segreteria telefonica della Luce, tei. 011/
655.278.
riunione ha riferito alcune adesioni tra cui quella del sindaco
di Cascinette, il pastore Franco
Giampiccoli ha dato un’ampia
panoramica informativa sulla
storia dei rapporti tra gli evangelici e lo stato italiano negli ultimi 50 anni e in particolare sulle vicende e i contenuti dell’Intesa. All’esposizione sono seguiti
alcuni interventi ufficiali : l’assessore Grijuela ha portato l’adesione della Giunta comunale
esprimendo l’apprezzamento per
una battaglia ideale di grande
importanza in un tempo in cui
è così, necessaria una nuova idealità. Il rappresentante della DC
Buat ha sottolineato l’esigenza
ineliminabile della libertà religiosa, mettendo in luce un inadempimento che va al di là dell’art. 8 e pronunciandosi a favore
di una maggiore laicità dello
stato. Il rappresentante del FRI
Benedetti esprimendo solidarietà per la lotta per le Intese ha
auspicato che la religione non sia
nel nostro paese né « instrumentum regni » né oppio dei popoli.
Con un breve dibattito, nel quale è intervenuto anche il pastore
di Ivrea Ennio Del Priore, si è
conclusa una serata che ha riproposto la presenza evangelica
ad Ivrea.
Alla radio
ROVERETO — Una prima trasmissione autogestita dagli evangelici e ospitata dalla più importante emittente locale è an
tata in onda il 18 febbraio, centrata, oltre che sulla storia dei
Valdesi, l’ecumenismo locale e
nazionale (con riferimenti anche
al S.A.E.), sulla settimana di mobilitazione organizzata intorno
al problema dell’Intesa e della
libertà religiosa in Italia. Questa « apertura », alimentata anche daH’aflìssione dei manifesti
sui muri di Rovereto, è conseguenza dell’attività ecumenica
che, lungi dall’essere confinata
ad una settimana all’anno, continua con una serie continua di
attività, richieste di intervento,
opportunità. Questa attività ecumenica ha avuto quest’anno il
suo punto focale nella domenica
18 gennaio che ha visto la mattina la celebrazione cattolica con
partecipazione evangelica e ortodossa della liturgia della Parola,
il pomeriggio il culto valdese in
cui il pastore Aldo Sbaffi ha predicato TEvangelo a una foltissima assemblea in gran maggioranza cattolica e con la partecipazione di fratelli evangelici di
Verona e Trento.
Le trasmissioni radio evangeliche continueranno con frequenza mensile e intanto altre aperture si prospettano ; intervista
sul giornale locale, invito a parlare in un liceo sui Valdesi.
Prima volta
SERRAVALLE SESIA — Martedì 17 nella sala dell’Accademia
Arte e Cultura « Renato Colombo » ha avuto luogo un incontro
su « Intese, un nuovo rapporto
tra stato e chiese » organizzato
dalla Chiesa metodista di Vintebbio. Era la prima volta che
veniva organizzata a Serravalle
Sesia una manifestazione evangelica ed il risultato è stato lusinghiero non solo per la partecipazione di un pubblico attento, ma anche perché per il prossimo marzo, in conseguenza di
questa prima « uscita », è stato
indetto un nuovo incontro sul tema delTecumenìsmo.
Malgrado la neve
CAMPOBASSO — Per la « settimana della libertà » era stata
indetta una manifestazione all’aperto per domenica 22. A causa
di un’abbondante nevicata la manifestazione ha avuto luogo sotto l’ampio porticato antistante il
palazzo comunale. Sono stati
esposti una ventina di cartelloni
con riproduzione di articoli di
quotidiani, di interrogazioni parlamentari, di giudizi di uornini
politici e di giornalisti sulle Intese. La Chiesa valdese aveva
fatto stampare il testo dell’Intesa distribuendone un buon numero insieme a volantini, a copie
dell’opuscolo « Chi sono gli evangelici » preparato a cura del Circuito abruzzo-molisano e a porzioni del Nuovo Testamento. La
stampa evangelica era inoltre a
disposizione mediante un bancolibri con tutte le pubblicazioni
Claudiana del locale deposito.
Alla manifestazione hanno aderito le chiese battiate e pentecostali. Particolarmente attivo nel
volantinaggio è stato il gruppo
FGEI. Malgrado il rigore del clima la manifestazione ha suscitato un discreto interesse nella
cittadinanza. La RAI TV ha dedicato tre servizi con riprese dirette della manifestazione. Nel
corso di due dibattiti trasmessi
da una radio locale, il pastore
Davide Cielo ha esposto ampiamente il contenuto dell’Intesa
mettendo soprattutto in risalto
la differenza rispetto al Concordato.
Due iniziative
VERONA — Il 17 febbraio sul
tema della « libertà religiosa » si
sono confrontati in un pubblico
dibattito don Serio Guidi, il rabbino della Comunità israelitica,
e il past. Sbaffi. Per don Guidi
la Chiesa cattolica è passata dalla tolleranza alla libertà religiosa che « è un diritto civile, non
religioso, che difende dall’essere
violentati, o dal fare violenza in
materia religiosa ».
Per il rabbino libertà e legge
divina si identificano. L’ebraismo
infatti non è religione ma un
modo di vivere, una civiltà. Gli
3
6 marzo 1981
ebrei non chiedono la possibilità di celebrare il loro culto, ma
di vivere ebraicamente.
Per il past. Sbaffì il fondamento della libertà è nella Parola.
La libertà è un dono di Dio e la
chiesa che vuole adempiere al
mandato a lei affidato dal Signore, quello di predicare la liberazione in Cristo, non domanda
questa libertà a nessuno. Otto
secoli di persecuzioni inflitte ai
valdesi ne sono la testimonianza.
Con l’Intesa non vogliamo nulla
per noi, ma chiediamo alla Repubblica italiana l’attuazione della sua legge fondamentale, la Costituzione.
Venerdì 20 febbraio, il dott. Tedesco del PSI, Fon. Ramella indipendente nelle liste del PCI,
Fon. Fontana della DC, hanno
affrontato il tema del rapporto
tra Stato e Chiese ». Dopo un
breve intervento storico del pastore Sbaffì che ha illustrato le
vicende della Chiesa valdese su
questo problema, il rappresentante del PSI ha sostenuto che
il problema in Italia è falsato dal
fatto che ci si ostina a considerare la chiesa cattolica come l’unica chiesa. Di qui la difficoltà
ad uscire dalla mentalità concordataria.
Per il comunista, le Intese e il
Concordato devono essere sollecitamente approvate perché è solo in un quadro di rapporti chiari che possono inserirsi le nuove proposte per la società. Revisione del Concordato e Intese
sono la verifica della autonomia
della funzione civile da quella
religiosa.
Per l’esponente democristiano,
in questi 33 anni sul problema
dei diritti civili si è camminato
molto poco. E’ infatti necessario
un clima politico di dialogo tra
le parti per poter portare a soluzione i problemi della libertà religiosa. Questo clima era presente nel ’78 con la partecipazione
del PCI alla maggioranza parlamentare. Occorre quindi ripristinare quel clima politico. Il concordato è necessario per evitare
l’inasprirsi delle tensioni clericali e anticlericali in Italia.
Informazioni dalla CEvAA
A cura di Franco Davite
René Tiercy, segretario amministrativo della CEvAA, ha visitato Io scorso
autunno la regione di Kaputa nello Zambia dove dal 1977 si sta sviluppando un
progetto di aiuto e di azione apostolica della chiesa Unita dello Zambia e de a
CEvAA per il quale anche alcune delle nostre comunità hanno contribuito. Sulla
rivista « Echos d'outre-mer » del Département Missionaire di Losanna troviamo
il resoconto di questa visita.
I lettori ricorderanno certamente che all’origine del Progetto di sviluppo integrato nel distretto di Kaputa si trovava un
rapporto allarmante del ministero della sanità del 23 ottobre ’75.
Nei mesi seguenti la Chiesa Unita dello Zambia, come pure la
chiesa cattolica, erano state sollecitate a collaborare per il progetto Kaputa. Quindi, verso la
metà del 1977, la Chiesa Unita e
la CEvAA avevano annunciato la
loro decisione di partecipare al
salvataggio delle popolazioni ammassate intorno al lago di Kaputa.
A metà ottobre, per la prima
volta, abbiamo effettuato il viaggio Lusaka-Kaputa per strada,
assieme a 2 rappresentanti della
chiesa, fra i quali il past. Joël
Chisanga, da poco nominato segretario generale. In due giorni
abbiamo percorso 1.300 km., i
due terzi su strada asfaltata il
resto su ghiaia.
Una colossale società canadese
lavora a costruire queste strade.
Le avventure che avevo avuto
due anni prima con il segretario
generale della CEvAA — pista fra
le rocce, parecchie forature, arrivo alle 2 di notte — appartengono al passato.
Permangono però le condizioni fisiche e climatiche di Kaputa;
calore soffocante della fine della
stagione asciutta, voracità delle
zanzare, mosca tzé-tzé che rende
impossibile l’allevamento del bestiame a parte qualche pecora
(di cui si è rifornito il Progetto),
l’irregolarità del rifornimento
dell’acqua potabile e i pericoli
della navigazione su questo lago
fra i più popolati di coccodrilli;
in media una ventina di morti
ogni anno.
Abbiamo rivisto con gioia il
past. Kanyimbo, sistemato da
pochi mesi assieme alla moglie
ed ai quattro figli in una modesta casa costruita con materiali
locali sotto la sua guida e con
un aiuto della CEvAA e la collaborazione dei cristiani della regione.
Tenendo conto della preziosa
collaborazione che il past. Kanyimbo dà al Progetto, si era
deciso di completare la sua preparazione con un corso sullo
svilupno rurale. Quest’anno non
si è ancora potuto fare nulla in
questo senso in Zambia; ci si è
perciò orientati verso l’Istituto
Panafricano di Sviluppo che si
trova nel Cameroun a Buéa, dove
sarà possibile inviare il nostro
amico per uno stage di 9 mesi
in ottobre 1981.
Per quanto riguarda l’aspetto
evangelizzazione, la partecipazione della Chiesa Unita e della
CEvAA ha già avuto dei risultati
interessanti. Parecchi villaggi
hanno costruito delle umili cappelle fatte con terra ed erba, dove piccoli gruppi di cristiani si
riuniscono sotto la guida di uno
di loro. La Santa Cena è celebrata in otto centri diversi. Kaputa
stessa riunisce da sola circa 400
membri, che con i loro propri
mezzi hanno costruito un tempio
di mattoni cotti limitandosi ad
acquistare soltanto le lamiere
zincate per il tetto. La domenica
che ero là il tempio era pieno
zeppo, metà dell’uditorio all’ombra e metà al sole.
Ma è soprattutto nelle zone di
pesca e nei villaggi che il Progetto deve concretizzarsi. L’intenzione non è assolutamente
quella di costruire una specie di
« stazione modello » dove sorgerebbero delle installazioni costose e dove si concentrerebbero
tutte quelle attività tradizionali
dei campi di missione quali gli
ambulatori le scuole eoe.
L’obiettivo da raggiungere è
quello di migliorare le condizioni di vita in tutti i villaggi per
mezzo degli stessi abitanti, con
i mezzi presenti nel villaggio,
senza importare tecniche macchinari o materiali che in definitiva
metterebbero gli abitanti in stato
di dipendenza nei confronti dei
paesi di origine di queste attrezzature. I servizi sanitari intervengono soltanto con la fornitura di qualche medicina di base.
Sono i villaggi stessi che scelgo
Film e dibattito
MILANO — Presenza delle occasioni significative, domenica
22 nella chiesa metodista di via
Porro Lambertenghi. Da parecchi giorni le comunità metodista
e valdese avevano concentrato
gli sforzi nell’impegno di coinvolgere la cittadinanza nella loro
manifestazione indetta nel quadro della « Settimana della libertà ». La diffusione di manifesti
e volantini si è irradiata ovunque si sia ritenuto utile e necessario ribadire i concetti che informano la nostra azione. Attenzione particolare è stata rivolta
al quartiere Isola e al centro
storico, due ambienti diversi della Milano odierna, ma entrambi
sedi di un preciso punto di aggregazione evangelico.
Dopo i culti presieduti al mattino dai pastori G, Platone (riaccolto con gioia col ricordo ancor vivo del suo anno di servizio
a Milano) e G. Colucci, l’àgape
del XVII febbraio ha avuto luogo per la prima volta nella sede
metodista. L’incontro pomeridiano si è aperto con la proiezione
del film «Quand’anche fossimo
ridotti a tre o quattro » realizzato per la TV tedesca dal regista
Jungratmeyer, una via interrnedia tra documentario e servizioinchiesta che prende le mosse da
un inquadramento storico per
rendere efficacemente la realtà
odierna delle Valli valdesi e l’impegno sociale delle chiese attraverso la fotografia di una delle
esperienze maggiormente caratterizzanti (e più vicine alla realtà di Milano), Fattività del Centro « J. Lombardini ».
L’argomento dell’Intesa è quindi stato presentato dal pastore
Benecchi e da Niso De Michelis
che, sul filo di una rievocazione
delle tappe del cammino percorso dagli evangelici italiani, hanno messo in questione la scarsa
attenzione rivolta all’attuazione
della Costituzione in materia di
libertà religiosa, spiraglio attraverso cui si può sviluppare il
gioco di quanti intendono soffocare la libertà di tutti, e messo in luce la necessità di una
svolta di libertà che è a vantaggio dell’intera collettività. La
giornata si è conclusa con un
vivace dibattito che ha tracciato
un paragone ideale tra il 17 febbraio 1848, data dei diritti civili
concessi al popolo valdese, e il
4 febbraio 1978, data dell’accordo raggiunto dalle due delegazioni sull’Intesa che tuttavia attende ancora la sua applicazione.
Libertà nella verità
(segue da pag. 1)
discendenza dai tanto celebrati
patriarchi deve cedere il passo
alla conversione ed alla fede in
Gesù, il Cristo. « Quale che sia
per il resto, la libertà di cui godano i Giudei (e l’uomo in generale) la vera libertà è presente
soltanto quando è interrotto questo rapporto di dipendenza dall’orgoglio e dalla incredulità ».
Non per nulla Gesù dirà ancora
ai Giudei: «Chi commette peccato è schiavo del peccato ». Nel
migliore dei regimi politici _ ci
sono degli uomini che vivono da schiavi, sotto le catene
dell’ odio, dell’ intemperanza e
della brutalità. Il messaggio
dell' Evangelo non è soltanto
fonte di verità; è altresì una
potenza liberatrice che ci libera dall'ignoranza, dalla paura,
dalle potenze e dalle ideologie
di questo mondo. Perciò, nel peggiore dei regimi politici c'è una
libertà interiore che nulla può
annientare, perché nessuna forza
umana o disumana può impedirci di credere in Dio, di amare i
fratelli di lottare per la giustizia
e per la verità . .
A commento di questi pensieri,
Calvino scriveva queste parole:
« La conoscenza della verità è un
bene inestimabile; perciò mente è più eccellente e più desiderabile quanto la conoscenza dell’Evangelo. Tutti sentono che_ la
schiavitù è una cosa miserabile;
pertanto occorre anche comprendere che la libertà di cui parla
Gesù Cristo è una liberazione dalla tirannia di Satana, del peccato
e della morte ».
Formulare richieste di diritti
umani, limitarci a chiedere il varo delle «Intese» per quanto legittime esse siano, e dimenticare che la libertà civile e religiosa
ci è data in vista della testimonianza cristiana in ogni tempo ed
in ogni luogo, significherebbe intpoverire il concetto di liberta,^
nella illusione di trarne vantaggi
materiali o personali, come individui e come chiesa. Queste cose,
la celebrazione della « festa valdese » deve metterle in evidenza;
perché la libertà di coscienza non
è il diritto di credere o di agire
come si vuole (codesta è libertà
di orgogliosi) ma come Dio ordina nell’intimo della coscienza mediante la sua Parola in Cristo rivelata. E perciò la libertà di fede
e di coscienza trae seco un inderogabile dovere di ubbidienza
all’autorità assoluta di Dio, il Signore. E’ inutile che cerchiamo
di confinare la presenza dell’Iddio vivente nella storia dei nostri
padri o nelle manifestazioni per
V approvazione delle « Intese ».
Egli non si lascia imprigionare
nel passato o dalle giuste rivendicazioni del presente, perché la
Sua signoria ci raggiunge in ogni
tempo e ci fa comprendere che
tanto la verità quanto la libertà
ci pongono ancora oggi di fronte
alla responsabilità d’essere suoi
figli e suoi testimoni.
Ermanno Rostan
Eco-Luce
inchiesta
E’ scaduto il termine
della consegna dei questionari « Eco-Luce Inchiesta ». Se tuttavia qualcuno non avesse ancora inviato la sua risposta e volesse farlo, la sua copia,
se spedita immediatamente arriverà ancora nel corso della stesura dei dati e
potrà essere ricevuta.
Mentre ringraziamo tutti i lettori e le chiese per
le risposte che in questi
ultimi giorni arrivano a
pioggia (ne abbiamo già
ricevute alcune centinaia),
preghiamo le chiese che
hanno raccolte le risposte
di volerle gentilmente inoltrare al più presto.
no e poi pagano, il più regolarmente possibile, una o due persone del posto che seguono poi
i problemi di igiene e di medicina preventiva, dopo alcune settimane di preparazione e di formazione ad opera dei collaboratori del Progetto.
L’essenziale dell’attività di questi collaboratori consiste dunque
nel visitare i villaggi, soggiornarvi, intrattenersi a lungo con gli
abitanti e guidare con i loro consigli coloro che sono stati scelti
per portare avanti i miglioramenti riconosciuti necessari. Qui
si incontrano le maggiori difficoltà. Riconoscere i pregiudizi o
i pericoli di certe abitudini o di
certe mancanze, è una cosa; avere la volontà di risolverle e soprattutto mettersi insieme per
realizzare un cambiamento, è
qualcosa di molto diverso. Uno
dei collaboratori del Progetto si
chiedeva come fare a far sorgere spontanee le motivazioni base
per i cambiamenti. Infatti non
si può costruire nulla di duraturo se gli interessati non l’hanno
concepito loro stessi, non l’hanno voluto, non hanno loro stessi
inventato i metodi ed i mezzi per
realizzarlo ed infine non si sono
loro stessi messi all’opera.
È qui tutto il segreto di uno
sviluppo detto « partecipato »;
non un regalo che arriva non si
sa bene da dove, ma qualche cosa che il villaggio ha fatto suo
al prezzo di uno sforzo reale e
comune e perciò qualcosa a cui
gli abitanti del villaggio tengono
veramente.
René Tiercy
ESPERIENZE DI EVANGELIZZAZIONE
La bancarella
del colportore
Significativi incontri alla Fiera del libro
In occasione della « fiera del
libro », a palazzo ducale in Genova ha trovato spazio, seppure
modesto, la bancherella del colportore evangelico. Su iniziativa
infatti di Sergio Rastello ex responsabile della « Casa della
Bibbia » e Giuseppe Barbanotti
noto per la direzione della rivistina « per l’ora che passa » per
tutta la durata del mese di dicembre ha funzionato il banco
di vendita del libro evangelico;
le comunità dei Fratelli, unitamente al « Centro Vita » di vico
del Fieno in particolare, si sono
alternati nel servizio di colportaggio con un gruppo di Battisti
di Genova e di Valdo-raetodisti
di Sampierdarena-Sestri P. Un incontro, nel clima della preghiera,
ha preparato il programma e la
linea da seguire. Il risultato è
stato lusinghiera; un centinaio
di Bibbie, varie pubblicazioni di
natura biblica, specie commentari, Nuovi Testamenti in lingue
diverse sono stati venduti; inoltre si sono dati in omaggio Nuovi Testamenti e copie della pubblicazione « per l’ora che passa »
quale strumento per la comprensione di tutta la Bibbia per lo
spazio di tre anni.
Studenti in una
scuola media
La bancarella è esposta al pubblico ma anche al freddo pungente di giornate insolitamente rigide, nell’ampio atrio fiancheggiato da due cortili felicemente
esposti al vento genovese...; il
colportore di turno osserva la
gente che passa; c’è chi guarda
da lontano la bancarella e legge
la grande scritta sulla Bibbia e
passa rapidamente » dal lato opposto » come il levita ed il sacerdote della parabola; infatti alcuni sacerdoti osservano a distanza
il tavolo del mereiaio e accorgendosi che è « roba eretica »
sgusciano via rapidamente... Si
ferma a conversare un frate francescano, studioso di problemi biblici e si rallegra per i libri esposti.
Passano numerosi gli studenti
delle scuole; un ragazzino di prima media scopre la scritta; Nuovi testamenti gratis; guarda ancora la scritta e poi il colportore
e con fare incredulo domanda;
« ma sono veramente gratis? »
all’assenso dell’ambulante afferra il Nuovo Testamento e fugge...;
dopo un po’ ne arriva im secondo, poi un terzo e via via tutta
una prima media; l’ultimo dopo
aver preso la sua copia ne vorrebbe anche una per l’insegnante; « dille che venga anche lei, così la posso conoscere precisa il
mereiaio » e dopo un po’ timida e
raccolta arriva la prof.ssa; prende la sua copia e poi congedandosi ringrazia a nome della classe e aggiunge « questo libro sarà
una buona fonte di ricerca... ».
Altri incontri
L’attrazione maggiore per tutti
sono i Nuovi Testamenti o le Bibbie tradotte in lingue diverse e
più ancora il testo in ebraico e
greco; oltre la curiosità c’è anche
l’interesse e parecchie copie sono smerciate; ad un tratto tra
la piccola folla assiepata nell'ora
di punta si fanno largo due signore distinte; non dicono nulla
ma puntano il dito sulla Bibbia
scritta in russo per significare
che vogliono quella; in silenzio
regolano il conto, poi il mereiaio
intuendo che le due donne sono
russe e che non conoscono probabilmente altra lingua le saluta
con un « dasvidania » cioè arrivederci, l’unica parola rimasta
tra quelle imparate negli incontri col gruppo russo di Villa
Olanda... Le due signore sorridono a mo’ di ringraziamento e vorrebbero dire qualcosa nella loro
lingua ma intanto altri clienti
s’avvicinano e se ne vanno... Chi
erano? battiste? comunque probabilmente evangeliche.
Si incontrano tanti giovani di
provenienze diverse; iraniani alla
ricerca del Corano, appassionati
di religioni orientali che cercano
testi sui « guru », sulla magia, sul
futuro ecc. .Si rivedono piovani
conosciuti in gruppi biblici ed
ora passati ai movimenti carismatici; passano giovani sbandati che confessano di non aver ricevuto niente in casa perché appartenenti a famiglie atee o senza precise idee sulla fede; si legge nei loro volti tanta tristezza
perché mancano d’una Speranza.
Le occasioni di parlarne a scuola,
dovunque, nel corso della giornata, non mancano per noi Evangelici ai quali il Signore ha affidato oggi più che mai la missione di far conoscere Gesù Cristo,
Speranza, ancora sicura per il
futuro inquieto.
Gustavo Bouchard
4
ALCUNI ASPETTI DELLA « SETTIMANA DELLA LIBERTA’ » PRq^)
Mozione
La Camera,
riaffermato che l'attuazione delia
Costituzione è un preciso dovere
delle istituzioni democratiche;
considerato che l’articolo 8 della
Costituzione, al terzo comma stabilisce che I rapporti delle confessioni religiose diverse dalla cattolica
con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze;
constatato che tale disposizione
non ha ancora trovato attuazione, e
che detti rapporti sono tuttora regolati dalla legislazione del 1929-30
sui « culti ammessi »;
rilevato che il 4 febbraio 1978 è
stato convenuto e firmato da commissioni rappresentanti rispettivamente lo Stato italiano e la Chiesa
Valdese e Metodista il testo di una
intesa per la regolamentazione dei
rispettivi retpporti; (...)
invita il Governo
a pronunciarsi sulle modifiche
proposte, a definire conclusivamente il testo dell'Intesa, a procedere
alla firma e alla sua presentazione
al Parlamento.
Spini, Labriola, Casalinuovo,
Seppia, Raffaelli Mario, Sacconi, Amodeo, Accame, Rabbini,
Bassanini, Canepa, Carpino,
Cresco, Ferrari, Marte, La
Ganga, Susi.
Roma
Alla manifestazione nazionale per
l’Intesa, il 17 febbraio a Roma han
rio partecipato in massa gli evangelici romani e un pubblico attento
ai problemi della democratizzazione
della società. Erano presenti i sen.
Giuseppe Branca, Raniero La Valle e Tullio Vinay della sinistra indipendente e l’on. Valdo Spini del PSI.
Il PRI è stato rappresentato da Ludovico Gatto. Hanno fatto pervenire la loro adesione il sindaco di Roma Petroselli e l’Unione delle Comunità israelitiche italiane. Un messaggio di saluto è pervenuto dal
presidente della PCEI Piero Bensi,
assente da Roma, e dal pastore
lorwerth Howells presidente della
Chiesa apostolica in Italia.
Dopo un intervento del sen. Branca, che ha espresso la sua solidarietà e il suo augurio che le norme
dell intesa, « che danno fastidio »,
possano essere approvate al più
presto, il moderatore Giorgio Bouchard ha spiegato le ragioni delle
manifestazioni osservando tra l’altro che il progetto di Intesa avanza
una proposta che Valdesi e Metodisti ritengono valida per tutte le chiese che, se vorranno essere veramente libere, dovranno essere libere dal
denaro pubblico.
Il prof. Giorgio Peyrot ha richiamato l’attenzione sui contenuti dell’Intesa che esprimono la volontà
di stabilire nel concreto un nuovo
tipo di rapporti tra stato e chiesa.
Firenze
Organizzata congiuntamente dalle
due chiese cittadine, metodista e
valdese, la manifestazione di protesta per la mancata presentazione
dell’Intesa al Parlamento ha avuto
anzitutto la solidarietà delle altre
chiese evangeliche cittadine; Apostolica, Assemblee di Dio, Avventista,
Battista, Esercito della Salvezza,
dei Fratelli, del Nazzareno. Successivamente sono stati interessati gli
ambienti politici, culturali, cattolici
della città. Circa 500 inviti personali sono stati inviati ai responsabili delle Amministrazioni degli Enti
Locali, ai partiti democratici, a personalità del mondo della cultura e
dell’informazione.
La cittadinanza è stata informata
mediante la stampa cittadina e il
Gazzettino Toscano, con informazione abbastanza ampia e ripetuta.
L’adesione della Giunta comunale
ci è stata comunicata con una lettera del Vice Sindaco Giorgio Móntales; il PLI ha espresso la sua solidarietà con una lettera del Consigliere com. Adalberto Scarlino.
La conferenza dell’on. Valdo Spini, tenuta sabato 21 alle ore 18 presso il Centro comunitario valdese di
via Manzoni, ha avuto un pubblico
di oltre 120 persone di vari ambienti comprese anche organizzazioni
laiche e cattoliche.
Il discorso dell’on. Spini ha mira
Catanzaro
Le foto a fianco del titolo rappresentano la manifestazione al teatro
Carignano di Torino e quella all’aperto di Torre Pellice.
Le intese: nuova forma dii
contributo aila crescit:
Il progetto che abbiamo presentato alTopinione pubblica sollecitando
e organizzazioni. Esso prevede per le nostre chiese la garanzia di una
L’intesa, ha detto, è anche un test
sul come regolare questi rapporti
attraverso uno strumento bilaterale
adeguato e costituisce una medicina
saria per uno stato che, quanto a
tali rapporti, è malato.
Tra gli interventi, dopo un saluto
di Giuseppe Serrare per l’Esercito
della Salvezza, l’on. Spini, ha ricordato che, dopo varie iniziative, ora
il PSI ha presentato il 3 febbraio
una mozione (di cui riportiamo
qui a fianco l’essenziale) che, ha detto, «in carenza detrazione del governo, porterà ad un voto parlamentare su questo tema ». D’altra parte, ha continuato, tutto è pronto e
non si vede nessun motivo valido
per un ulteriore ritardo. Molto però
dipenderà dalla nostra capacità di
ulteriore mobilitazione.
Dopo interventi del rappresentante repubblicano e del vicepresidente
dell’Unione battista L. Campenni,
il prof. S. La Riccia ha espresso il
suo dissenso sul concetto di Intesa
come strumento più idoneo a regolare i rapporti stato-chiesa e G.
Franzoni ha sottolineato che le Intese sono cosa ben diversa dal Concordato e che le comunità di base,
dopo alcune incertezze iniziali, se
ne sono rese ben conto.
Nella foto; il pubblico gremisce
l’Aula magna della Facoltà valdese
di teologia.
to a rilevare soprattutto l’importanza generale della protesta valdesemetodista, diretta non a soddisfare
una esigenza di parte, ma a rivendicare il rispetto di un diritto che
interessa tutti i cittadini. Nel successivo dibattito è stato chiesto quale è l’orientamento delle altre chiese evangeliche ed è stato risposto
— in particolare dal past. Monetti
delle Assemblee di Dio — che le altre chiese condividono la linea delle Chiese valdesi e metodiste e non
hanno finora preso iniziative in attesa dell’approvazione dell’Intesa
Nella foto: l’intervento del prof.
Giorgio Spini : accanto a lui l’on.
Valdo Spini, il prof. S. Caponetto
e il pastore A. Sonelli.
Alla manifestazione tenutasi sabato 21 nel Salone della Provincia,
con la partecipazione di un centinaio di persone, dopo la relazione
del pastore Salvatore Ricciardi, sono intevenuti a titolo ufficiale Ton.
Mario Casalinuovi, vice presidente
del gruppo PSI alla Camera e secondo firmatario della Mozione Spini, venuto appositamente da Roma,
che ha impegnato se stesso e il suo
partito per sostenere la lotta dell’Intesa, e il prof. Francesco Mercurio, della Segreteria prov. PSI.
Taranto
già siglata.
È stato anche interessante rilevare dal dibattito come non soltanto
i protestanti italiani, ma anche i
laici siano del parere che il boicottaggio governativo sia dovuto al
fatto che l’Intesa voluta dai protestanti mira alla libertà senza privilegi, alla difesa della laicità dello
stato e della libertà delle coscienze,
in troppo netto contrasto non solo
col Concordato, ma anche con tutti
i progetti di revisione.
Da ultimo si è avuta una concorde insistenza sulla necessità di portare avanti la protesta coinvolgendo
sempre più l’opinione pubblica e i
partiti democratici proprio perché
la libertà è indivisibile come indivisibile è la difesa della Costituzione.
In conclusione, da un lato si è potuta constatare una diffusa disinformazione dovuta ad un disinteresse
generale nei confronti del pluralismo religioso anche da parte di chi
pure è sensibile al pluralismo culturale; dall’altra il fatto che se i
protestanti presentano apertamente
il problema negli ambienti in cui
vivono trovano un notevole riscontro e una convergenza di indirizzi e
intenti. Segno che la funzione dei
protestanti in Italia è tutt’altro che
limitata ad essere stimolo per i cattolici; è una funzione propria che
richiede più che mai la consapevolezza della propria identità e la coraggiosa coerenza.
Alfredo Sonelli
Nel Salone di Rappresentanza delTAmministrazione provinciale si è
tenuta venerdì 20 la manifestazione
con cui la Chiesa valdese di Taranto si è inserita nella « settimana della libertà » indetta su tutto il territorio nazionale. La manifestazione
era stata preparata dalla pubblicizzazione attuata mediante manifesti,
affissi in città e volantini distribuiti
in vari ambienti tra cui partiti politici, organizzazioni sindacali e
scuole. Per ciò che riguarda la stampa locale, ha dato notizia della manifestazione la « Gazzetta del Mezzogiorno » nei due giorni precedenti
(pur senza pubblicare, come promesso, un resoconto il giorno dopo); non ha dato il minimo spazio
all’iniziativa il « Corriere del Giorno », quotidiano cattolico.
Il pastore Sergio Aquilante, presidente dell’Opera delle Chiese Ev.
Metodiste in Italia, ha illustrato agli
intervenuti — quasi un centinaio di
cui solo la metà evangelici — il significato e i contenuti deH’Intesa. È
seguito un dibattito di cui ricordiamo i contributi più significativi.
L’Avv. Mario Calzolaro, Assessore
comunale DC a Taranto si è dichiarato perfettamente concorde con la
linea dell’Intesa e si è impegnato
personalmente ad esserci di aiuto in
tutto ciò che sia applicabile a livello
locale dell’Intesa anche prima della
sua approvazione. Si è impegnato
altresì a sollecitare i parlamentari
DC della circoscrizione a non tirarsi indietro in questa lotta per la
libertà.
be sono conquiste che sono ifispensabili per la democrazia; I
entrambe queste conquiste noni
ottengono senza lotta. Per qua
— ha affermato il rappresenta»
sindacale — potete contare si»
solidarietà degli operai.
Emanuele Solito, del PR, hai
stenuto la necessità di abrogare 8
to il Concordato quanto ogni alt
norma pattizia, sostenendo la nee
sità della regolamentazione della»
ta di tutte le chiese sulla sola tf
del diritto comune.
Assenti i partiti in forma ufflc
le, chi è stato presente ed è itti
venuto lo ha fatto a titolo pet
naie.
La manifestazione di Taranto (
stata preceduta nella provincia!
uguale iniziativa a Grottaglie, tei
tasi martedì 17 nel Salone Fasai
normalmente adibito a mostre di
te e manifestazioni culturali. Dii
la relazione tenuta da chi scrive,
dibattito è stato ampio ed inteii
sante per i numerosi contributi
richieste di chiarimento. RicoriÌ
mo in particolare un militante I
che associandosi alla nostra li»
ha sottolineato il peso negativo d
la Chiesa cattolica esercita a vi
livelli in quanto centro di pot»
Un sacerdote gesuita ha dal cM
suo sostenuto la validità del Con»
dato dal punto di vista storico,!
spicandone nel contempo l’abroi
zione oggi per il bene della chi»
Salvatore Ricciai
Cosimo Spagnolo, della CGIL, ha
sottolineato l’analogia tra le Intese
e lo Statuto dei lavoratori. Entram
Nella foto ; l’intervento di Cosil
Spagnolo; al tavolo della presidi
za i pastori S, Ricciardi e S. Ad
lante.
Nella foto: parla l’on. Casalinuovi accanto al pastore Salvatore Ricciardi.
5
\ dalle chiese valdesi e metodiste tra il 14 e il 22 FEBBRAIO
pporto tra stato e chiesa,
iemocratica del paese
gio perché sia portato in Parlamento ha riscosso consensi da varie forze
a libertà e il rifiuto di qualsiasi forma di privilegio da parte dello stato
Napoli
Sabato 21 alle ore 17 nella sala
Santa Chiara, il prof. Giorgio Peytot ha tenuto una conferenza sulle
Intese, centro della manifestazione
pubblica che è stata organizzata
dalle Chiese valdesi e metodiste di
Napoli e Campania. In vari punti
della città sono stati affìssi manifesti e distribuiti volantini. Sono
stati distribuiti inviti personali e
informati gli organi di informazione. Il Gazzettino del Mezzogiorno
ha dato ripetutamente notizia della
manifestazione; il TG3 Campania
ha intervistato il prof. Peyrot e ha
ripreso fasi della manifestazione.
Hanno dato adesione e collaboraàone le Chiese battiste di via Feria e di Pozzuoli, l’Esercito della
Salvezza, la Chiesa Apostolica distretto di Napoli. A nome di questa
il pastore Silvio Ronca Vasaglia ha
scritto una lettera di adesione esprimendo « al prof. Peyrot e ai convenuti il saluto fraterno degli Apostolici napoletani e la riconfermata e
incondizionata adesione alla vostra
lotta per una giusta causa ». Ha dato la sua adesione anche il prof.
Boris Ulianich, titolare della cattedra di Storia del Cristianesimo dell’Università di Napoli.
La manifestazione è caduta in una
settimana tra le peggiori del dopoterremoto. Tutti i giornali hanno
parlato dei fatti accaduti. Il 14 febbraio il « terremoto-bis », come qui è
stato chiamato, ha riportato il panico in città. Il 16 risultano occupati
di nuovo edifìci pubblici e scuole. Il
17 cresce la tensione nei quartieri;
crolli, sgomberi, blocchi stradali. Il
18 giornata violenta, vetrine infrante, bus in fiamme, blocchi stradali
e traffico paralizzato. Il 19 giornata
di caos, disoccupati danno vita a
forme di guerriglia urbana sconosciuta finora al loro movimento. Il
20 manifestazione dei disoccupati,
tre cortei, tensione crescente. Il 21
spaccatura della Giunta Valenzi durante una votazione sulle Unità Sanitarie Locali; solo il PCI vota contro il rinvio. È evidente — da questi
titoli di cronaca locale dei quotidiani — che ce n’è abbastanza per
svigorire l’interesse del pubblico
napoletano sul problema dell’Intesa
e del rapporto tra chiesa e stato,
tanto più che la Curia di Napoli da
novembre a oggi ha contribuito a
far aumentare la rabbia della gente
nei confronti della religione.
Nella sua conferenza Giorgio Peyrot ha riassunto i dati della trattativa e ha esposto i contenuti dell’Intesa stessa. Ha terminato dicendo:
« A Napoli in questo momento voi
siete i primi a conoscere i recentissimi sviluppi della situazione. Il
presidente del Consiglio Forlani ha
inviato una lettera assicurando che
la questione dell’Intesa è all’attenzione del governo e fissando rincontro delle due delegazioni per il 20
febbraio. Questo incontro è avvenuto ieri ed è durato un’ora e mezza.
La controparte ha presentato un
riassunto delle obiezioni formulate
dai vari Ministeri (solo i ministeri
delle Finanze e del Tesoro non hanno espresso alcunché) da cui risulta chiara — ha continuato Peyrot —
la pesantezza della nostra burocrazia. Le obiezioni dei vari Ministeri
non sono tuttavia ostacoli reali. Si
tratta di opinioni legittime per
quanto infondate e il tutto non è
vincolante per il Presidente del
Consiglio. Un successo — conclude
Peyrot — è stato comunque conseguito: il 24 febbraio ci sarà un’altra
riunione delle due delegazioni e in
quella sede sarà data tempestiva risposta da parte nostra alle richieste dei Ministeri ».
Il 24 febbraio è dunque un’altra
tappa sul cammino della speranza.
Ai presenti — che hanno accolto
con soddisfazione queste parole che
manifestavano chiaramente la tempestività con cui la delegazione valdese metodista intende incalzare la
controparte governativa per togliere ogni motivo di ulteriore dilazione — è parso di capire che dall’altra
parte invece le cose ancora ristagnano, dal momento che le osservazioni dei Ministeri erano già note
nella riunione dell’aprile 1980, quando le due commissioni misero a
punto i ritocchi formali da noi sollecitati per talune consequenzialità
relative al patto di integrazione valdese-metodista. Il 24 febbraio è comunque un’altra tappa sul cammino della speranza.
Giulio Vicentini
Nella foto: il prof. G. Peyrot.
Torre Pellice
: Sabato 21 si è tenuta una manifestazione nella piazza del Municipio
; nel pomeriggio in cui il past. Ernesto Ayassot ha illustrato il significato
: 8 i contenuti dell’Intesa. La sera, nella Sala comunale ha avuto luogo una
; tavola rotonda con i rappresentanti di tre giornali locali: Eco delle Valli
I Gardiol), Eco del Chisone (V. Morero), Cronache (A. Barbero). Ris Portiamo stralci dell’intervento di Don Morero.
Dopo aver rilevato che le intese
, ^nppresentano, come contenuti e cof metodo, un modo diverso di porsi di fronte allo stato, « un modo
nuovo, per noi italiani, di concepire
ta libertà religiosa, e per noi cattoliuno stimolo vivace, determinana superare i concordati, le prote^oni e i compromessi », don Moreta ha proseguito con una osservatone storica.
Le Intese, come scelta di metodo
ta trattativa con lo stato e come
'^ntenuti, non sono sorte improvvisamente ma a mio parere hanno
J^iJici profonde nel Valdismo prima
Jj'la Sua confluenza nella Riforma.
*7sntre la Riforma ha accettato la
Protezione dei principi, o stretto
patto con la borghesia nascente,
,Ui certi momenti e in certi luoghi
Astata regime di città, il Valdismo
( U ha mai conosciuto questa tenysione. E stata sempre una chiesa
^1 Poveri, una chiesa povera, una
^osa libera, anche quando avrebbe
™tuto inserirsi nell’alveo della « riJoiuzione » comunale ai tempi del*®hiancipazione feudale. Non c’è
mai un perìodo in cui la ChieValdese abbia avuto un modo
di vivere diverso da quello che emerge dalle intese con la richiesta
di vivere nella libertà e senza privilegi ».
L'oratore ha quindi sottolineato
il significato politico delle intese come valorizzazione delle minoranze
che hanno come qualificazione non
il numero ma la diversità che diventa fermento e costringe a riflettere. Ed ha concluso con una valutazione teologica.
« È vero che le Intese risolvono
il problema della libertà dal privilegio e dallo stato controllore, ma noi
dobbiamo anche considerare le chiese dal punto di vista della loro libertà interna, la vera libertà dello
spirito che occorre salvaguardare
da ogni tentazione di conformarci
a questo mondo.
Stare nello stato, stare in un partito, stare perfino in una chiesa dovrebbe sempre essere scomodante.
Perché? Perché la forza della fede
è la sua debolezza, la sua povertà,
la sua nudità. Bisogna quindi essere
poveri di strumenti, direi perfino
di certezze culturali umane, per ubbidire allo Spirito, perché non succeda poi che a una fase di emanci
Torino
Della manifestazione che si è tenuta al teatro Carignano sabato 14,
di cui abbiamo riferito in precedenza, riportiamo stralci del discorso del
sindaco di Torino Diego Novelli e del saluto dell’Aw. Guido Fubini memtro della delegazione che sta trattando con lo Stato per l’intesa con
l’Ebraismo italiano.
La città di Torino attraverso il
suo organo rappresentativo democraticamente eletto dal popolo, il
Consiglio comunale, tramite mio
vuole confermare il suo sostegno
alla vostra azione tendente a far attuare le Intese che in base all’art.
8 della Costituzione avrebbero dovuto concretizzare il principio dell’uguaglianza di libertà delle confessioni religiose. Torino non poteva
essere insensibile, indifferente, alla
azione intrapresa dai Valdesi e dai
Metodisti per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo ritardo
che conta ormai 33 anni dalla emanazione della Costituzione repubblicana. Non potevamo restare insensibili noi rappresentanti della città
perché questa è la città in cui nel
lontano 1848 furono riconosciuti i
diritti civili ai Valdesi ponendoli
sullo stesso piano degli altri cittadini.
Torino è una città singolare che
ancora oggi come ieri è anticipatrice di tanti eventi, avendo quasi una
vocazione ad anticipare la storia.
Una città che ha avuto ed ha uomini e forze capaci di collocarsi alla
testa del movimento emancipatore,
alla guida delle forze del cambiamento. (...)
Torino è la città con maggiore
concentrazione valdese, con una tradizione di presenza attiva, soprattutto, ed è il capoluogo della provincia che comprende le Valli vaidesi, valli le cui genti hanno dato
un grande contributo chiaro netto
pazione delle chiese allo stato o da
condizionamenti legali e giuridici,
si arrivi poi ad una fase di compromesso con le ideologie dominanti, con le mode che possono rovinare il senso della chiesa. Non basta
rompere il compromesso con lo stato o con le forze economiche, bisogna anche rompere con lo spìrito
che promana dal potere, dalla mentalità del possesso dell’egoismo, dall’individualismo, dalla manipolazione, dal consumismo. Tutte queste
cose potrebbero oggi indurre una
qualsiasi chiesa anche libera da concordati a fare dei patteggiamenti
quanto alla coscienza della chiesa.
Le catene che possono soffocare la
libertà religiosa possono venire oggi da culture egemoniche che condizionano e impoveriscono la vita,
da ideologie che diventano ideolatrie, da confluenze di schieramenti
emergenti che sono il potere di domani.
E per questo che io ritengo le intese una valida testimonianza di
una libertà religiosa vissuta dal popolo valdese proprio a partire da
questo tipo di libertà interiore, da
questo modo di porsi nella debolezza, nella povertà. Oggi, dopo secoli
e secoli, siete in Italia un fermento
molto valido a cui molti guardano
con interesse poiché l’Italia non ha
conosciuto la Riforma ed è forse
per questo che Roma si dimentica
di firmare le Intese.
Nella foto: un momento della tavola rotonda. Al tavolo da sinistra:
A. Barbero, V. Morero, G. Tourn,
G. Gardiol.
nella lotta antifascista e nella guerra di liberazione. (...)
Ecco le ragioni che hanno indotto il Consiglio comunale della nostra città martedì scorso a votare
alla unanimità un ordine del giorno
di cui mi permetto di darvi lettura;
Il Consiglio Comunale di Torino,
Rilevato che l'art. 8 della Costituzione,
il quale sancisce l'uguale libertà delle confessioni religiose, è tutt’ora inattuato per
ciò che concerne le previste Intese tra lo
Stato e le confessioni diverse dalla cattolica, malgrado un progetto relativo alla trattativa con le Chiese Valdesi e Metodiste
attenda da tre anni la presentazione in
Parlamento;
Considerando che, conseguentemente,
tali Chiese permangono soggette alla legislazione fascista del 1929/30 sui « culti
ammessi », limitativa delle libertà religiose;
Memore che nella Città di Torino, il
17 febbraio del lontano 1848, furono riconosciuti ai Valdesi i diritti civili;
AUSPICA che il Governo porti a sollecito compimento, secondo gli impegni dichiarati, la trattativa di intesa tra la Repubblica e le Chiese Valdesi e Metodiste,
dando cosi attuazione al dettato costitu
zionale.
Io mi auguro che questa iniziativa
assunta dal Comune di Torino, senza presunzione e senza retorica,
possa rappresentare ancora una
volta il segno che da questa città
parte un segnale a tutte le altre
città italiane. Dicevo prima con
l’amico Spini; magari noi potessimo far piovere sul tavolo del Capo
del Governo centinaia di ordini del
giorno votati da tutti i comuni italiani che rivendicano questi vostri
diritti. Io credo che Torino ancora
una volta avrebbe assolto alla sua
funzione di anticipatrice nelle battaglie della libertà e della democrazia. E con questo spirito che vi
porto il saluto della nostra città e
vi riconfermo non solo la nostra
solidarietà ma anche il nostro impegno perché la vostra battaglia
sia portata a compimento con successo.
Diego Novelli
Nella foto: il sindaco Novelli con
il pastore F. Giampiccoli che ha
presieduto la manifestazione.
Mentre Vi porto il saluto dell’Ebraismo italiano^ intendo esprimervi la mia personale solidarietà in questa Vostra manifestazione.
E’ atta solidarietà che non poteva mancare in chi sa come — specie in Piemonte. — sono sempre stati stretti i legami fra Ebrei e Valdesi, nel comune impegno
risorgimentale, nella lotta antifascista, nelle Resistenza. E’ una solidarietà che si è
sentita in particolare all’epoca della legislazione cosiddetta razziale, non solo per
l’ospitalità e l'amicizia che molti di noi hanno trovato presso di voi, ma per il vostro
rifiuto costiluzionale dell'intolleranza religiosa e del razzismo.
Anche in questo momento i nostri cammini sono paralleli. La vostra intesa è
stata siglata da tre anni; la nostra non lo è ancora (malgrado quanto e stato detto da
alcuni nei giorni scorsi) ma è prevedibile che lo sia prossimamente. (...).
La filosofia che sta alla base del nostro progetto d’intesa è diversa dalla vostra.
Come giustamente scrive Giorgio Peyrot, « nel quadro di una società che vuol essere
pluralista anche sotto il profilo religioso, occorre abituarsi ad una realtà differenziata »(...).
Se lo spirito che sta alla base della vostra intesa può riassumersi nell’espressione
« rispetto della varietà » /...), quello che vuole stare alla base della nostra è che la
tutela delle diversità, ed in particolare la .salvaguardia dell’identità, del patrimonio religioso, culturale e storico del « diversi », non è .solo un diritto dei <t diversi » a
fronte dell’intera società, ma è anche uno strumento per l arricchimento (oggi si usa
dire la « crescita ») dell’intera società.
E’ con questo spirito che credo poter affermare che sia il vostro contributo che
il nostro, sia la vostra intesa che la nostra, insieme concorrono —- nella loro diversità ■—
al miglioramento, airarricchimento, alla crescita dell’intera società italiana.
Guido Fubini
6
6 marzo 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Musei
e cultura
I Musei sono dei depositi in
cui si ammucchiano cose vecchie, sono « polverosi » e « noiosi v, servono per i giorni di pioggia a far passare il tempo ai
vecchi nostalgici del passato! Ecco quello che si dice in giro, nell’Italia delle autostrade e delle
immobiliari, un paese che è sempre andato avanti distruggendo
il suo passato che raderebbe ni
suolo i suoi vecchi borghi per
sostituirli con condomini (mentre i polacchi hanno ricostruito
Varsavia raccogliendo i suoi
mattoni quasi uno ad uno perché fosse come prima). Ma è proprio vero che un museo deve essere roba vecchia e noiosa? Che
deve essere solo un deposito di
rottami? Non potrebbe essere
altro, un centro di cultura attivo, un luogo di incontro, una
struttura (come si dice oggi)
aperta a tutti con programmi vari, iniziative, dibattiti che toccano anche questioni dell’oggi? Non
potrebbe essere una specie di
« casa di tutta la comunità »?
Per iniziare una riflessione su
questo tema si sono radunati a
S. Secondo, domenica 22 febbraio
un gruppo di persone interessate al problema insieme ai responsabili dei musei attualmente esistenti nella nostra zona. Si trattava della prima iniziativa presa
dalla Società di Studi Valdesi per
commemorare il suo centenario
di vita (1881-1981 ) e con sorpresa
degli organizzatori ha ottenuto
eccezionale successo.
Non accade infatti tutti i giorni di avere più persone di quelle
che si invitano, di dover prolungare il dibattito oltre il termine
previsto e di dover faticare a
mantenere ordine e linea in un
dibattito accalorato a cui tutti
vogliono partecipare con interventi personali! Erano presenti
una cinquantina di persone tutte
impegnate in qualche modo nella
vita culturale delle nostre valli,
come consiglieri comunali, insegnanti, ricercatori e tutti consapevoli di poter e dover fare
qualcosa insieme.
La Società aveva diramato degli inviti personali con molta parsimonia, senza pubblicizzare l’incontro, per evitare di avere curiosi e gente casuale, forse gli
inviti sono stati insufficienti, limitati, non volevano comunque
aver un carattere esclusivo, erano rivolti alle persone che a nostra conoscenza erano dentro il
problema della cultura sotto il
profilo specifico della salvaguardia del patrimonia passato. L’affluenza di domenica ci dice che
sono molte più del previsto.
Più che di discorsi generali, di
impostazioni di metodo, i presenti volevano direttive, indicazioni, suggerimenti, volevano passare subito al piano operativo e
vi è stata vivace discussione fra
quelli che volevano avere prima
un panorama generale e quelli
che volevano partire subito con
una azione concreta. Stupisce
questa volontà di fare subito, stupisce ed incoraggia davvero. Di
concreto si è fatto solo una cosa,
fondamentale, anche se sembra
da poco: tutti i presenti si sono
suddivisi in 6 commissioni di lavoro: musei, musica, archeologia,
ricerche storiche, artigianato, fotografìa impegnandosi ad una
serie di incontri per settori con
esperti per fare un programma
di ricerche nei prossimi mesi.
Si sono anche costituite due
commissioni di coordinamento
per valle, Germanasca-Chisone e
Pellice che ci auguriamo inizieranno presto un lavoro proficuo.
Molto c’è da fare ma l’impressione è che siano in molti a voler
fare, diamo perciò tempo e spazio.
Giorgio Tourn
■ Hanno collaborato per questo numero: Agenzia nev,
Thierry Benotmane, Marco
Borno, Davide Cielo, Claudia
Claudi, Renato Coisson, Franco Davite, Renato Di Lorenzo,
Dino Gardiol, Ermanno Genre, Raimondo Genre, Sauro
Gottardi, Antonio Kovacs,
Adriano Longo, Odoardo Lupi, Teofìlo Pons, Renato Ribet. Marco Rossi, Maria Rosa Serafino, Franco Taglierò.
PJNEROLO
PEROSA ARGENTINA
Contro la pena di morte Cassa Integrazione
I sottoscritti Gruppi di quartiere della città di Pinerolo,
sapendo che anche a Pinerolo,
sia pure timidamente, sta svolgendosi la raccolta di Arme a
a favore di una legge che introduca in Italia la pena di morte,
consapevoli che molti in buona
fede si dichiarano disponibili a
firmare tale richiesta, per fermare una « delinquenza » che la legge e il sistema di pena ordinario
non riescono a scoraggiare, e
per vendicare tante vittime innocenti,
1) ritengono doveroso prendere posizione contro questa iniziativa, portata avanti dal MSIDN, che mira a favorire una
svolta autoritaria e reazionaria
nel nostro paese, riducendo
sempre di più i legittimi spazi
di libertà e di partecipazione faticosamente conquistati dal movimento operaio e di base;
2) si impegnano a tener vivo
il dibattito su questi problemi
con la gente dei quartieri e specialmente con gli utenti dei centri sociali, per chiarirci le idee
sul valore delle norme costituzionali e ordinarie vigenti e per
organizzare diversamente — cioè
con la mobilitazione democratica — la difesa dei diritti fondamentali, soprattutto contro i primi responsabili di tante cose che
non vanno e contro i mandanti
del terrorismo e della delinquenza;
_3) si dichiarano disponibili a
dibattiti cittadini promossi insieme da tutte le forze sinceramente democratiche della città,
che potrebbero essere accompagnati da strumenti di riflessione
particolarmente convincenti, come quelli diffusi dalle forze democratiche della città di Bologna (vedere « L’Espresso » n. 8,
pag. 19).
i Gruppi di quatiere Tahona, S. Lazzaro, Fornaci
alla Filseta
Dal 1° marzo 164 operai e 22
impiegati della Filseta sono in
cassa integrazione a zero ore.
Sono colpiti dal provvedimento i
reparti di pettinatura, seta e macerazione.
La cassa integrazione verrà applicata a rotazione tra il personale.
Secondo la direzione dell’azienda l’adozione di questo provvedimento si è reso necessario per la
perdurante crisi aziendale. Per
superare questa crisi l'azienda ha
presentato in luglio un piano di
ristrutturazione che dovrebbe
permettere il reperimento dei finanziamenti necessari.
Non è però ancora chiaro verso quali settori produttivi questa ristrutturazione sarà indirizzata.
A. L.
AL CONSIGLIO COMUNALE DI FRALI
Le caserme di Villa
PINEROLO
Aiuti ai terremotati
Manca il coorciinamento con la Regione: dimissionari i rappresentanti dei quartieri
I rappresentanti dei consigli
di quartiere si sono dimessi dal
comitato comunale per il soccorso ai terremotati del Sud.
Nella lettera indirizzata al comitato i rappresentanti dei quartieri fanno il punto sulla azione
finora svolta (alloggio fino alla
fine maggio per tre nuclei familiari, raccolta di fondi: 60 milioni di lire, contatti col comune di
Ivrea per un’azione concreta nel
comune di Ricigliano). Il comune di Pinerolo — secondo i membri dimissionari — non ha seguito le indicazioni del comitato
che più volte si era recato a Torino alla Regione per coordinare
gli aiuti con gli altri comuni.
Infatti il Sindaco di Pinerolo
non ha partecipato ad una importante riunione svoltasi a To
rino coi sindaci di tutti i comuni terremotati il 16 febbraio scorso, nonostante gli impegni presi
in comitato.
La proposta della Giunta di
utilizzare una parte dei soldi raccolti per acquistare uno scuolabus per il comune di Ricigliano,
appare dunque ai rappresentanti dei quartieri del tutto nuova
e non discussa in precedenza nel
comitato. Di qui la decisione di
due rappresentanti di dimettersi
dall’organismo comunale « mantenendo però l’impegno di trovarci con tutta la gente e con
i profughi nelle assemblee che il
comitato tiene il lunedì ogni 15
giorni alle ore 16 nell’aula consigliare » del comune di Pinerolo.
SS
Collettivo biblico ecumenico di Pinerolo
Prepararsi alla Pasqua
PINEROLO — Il Collettivo Biblico
Ecumenico di Pinerolo, dopo aver fatto
la lettura l'esegesi e la ricerca sui capitoli 21-28 del vangelo di Matteo invita tutti coloro che sono interessati
a 4 incontri in preparazione alla Pasqua
Giovedì 5 marzo: La morte e la risurrezione di Cristo nella liturgia valdese (triduo pasquale).
Giovedì 12 marzo: La morte e la risurrezione di Cristo nella liturgia cattolica (triduo pasquale).
Giovedì 19 marzo: Lettura collettiva del
messaggio di Fede e Costituzione:
« Rendere conto della speranza che è
in noi » (Bangalore ■ India, 1978).
Giovedì 9 aprile: Come annunciare Gesù morto e risorto oggi.
Gl'incontri si tengono presso la Comunità di San Domenico (P.za Marconi, Pinerolo) con inizio alle ore 20.45
(puntuali).
Diversi i punti all’ordine del
giorno, alcuni di ordinaria amministrazione (ratifiche deliberazioni della Giunta, autorizzazioni per straordinario ai dipendenti, ecc.) altri di maggiore importanza, votati all’unanimità.
Istituzione del servizio di linea
intercomunale col vicino comune di Salza (fraz. Fontane). Il
servizio, eseguito con un pulmino acquistato dal Comune col
contributo della Regione, è già
in funzione per quanto riguarda
il trasporto dei ragazzi della
scuola elementare e della scuola
materna di Ghigo e potrà essere esteso ad altri utenti.
Rinnovo della commissione
igienico-edilizia ormai scaduta.
Approvazione del conto consuntivo esercizio 1979.
Aumento del 30% delle quote
dovute dai costruttori per gli
oneri di urbanizzazione.
Ultimo punto all’o.d.g. quello
più discusso e certamente più
impegnativo, riguardante la futura destinazione e ristrutturazione delle ex caserme di 'Villa, di
recente acquistate dal comune
di Frali. Sono stati esaminati alcuni progetti di massima, scartando quelli che prevedevano di
destinare l’area ad un camping o
di costruirvi delle strutture sociali da destinare aH’agricoltura.
Il consenso si è raggiunto sulla
proposta che prevede di destinare una parte del casermone alla
costruzione di case popolari ed il
resto a servizi pubblici comunali e non. La parte centrale, già
adibita a cucine e servizi, verrebbe destinata alla costruzione di
una casa per vacanze che potrebbe ospitare scolaresche, sciatori,
escursionisti, ecc. ed a tal fine
il Consiglio ha deciso di prendere contatto con il Comitato
promotore della Grande Traversata delle Alpi (Gta).
La vecchia struttura del cinema-teatro (la meglio conservata
di tutto il complesso) tornerebbe
Nasce la lega pensionati
Protestantesimo
a Teiepinerolo
canale 56 : per tutto il comprensorio
canale 27 : per la città di
Pinerolo
canali 32 - 41 - 43 - 54: per
la Val Chisone
canali 24 - 49: per la Val
Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
Sabato 7 marzo: Meditazione biblica.
Non era ancora spenta l’eco
della manifestazione dei pensionati, nonché dei lavoratori attivi, svoltasi nelle principali città
per attirare l’attenzione pubblica e del Governo sul tema della
riforma del sistema pensionistico e previdenziale e della « trimestralizzazione » della scala
mobile e già i pensionati della
Val Pellice si riunivano il 25 febbraio, in consiglio di zone.
Sensibilizzati sul valore della
partecipazione in ogni sede per
fare rimuovere gli ostacoli che
si frappongono fra la realtà in
cui essi vivono e gli obiettivi da
raggiungere, i pensionati hanno
voluto costituirsi in Lega SPICGIL - Val Pellice con un ufficio
di segreteria. Di questo ufficio è
responsabile Carlo Battaglia ed
è costituito da pensionati di diverse categorie (statali, insegnanti, ospedalieri) per offrire una
utile colaborazione.
La presenza nelle Confederazioni sindacali dei lavoratori attivi e dei pensionati costituisce
ad essere un salone per proiezioni, conferenze, premiazioni e manifestazioni varie, mentre l’altro
salone (le ex scuderie) potrebbe diventare una capace palestra.
Queste proposte per un razionale utilizzo delle strutture della
ex caserma ci sembrano molto
interessanti e non mancheranno
di impegnare gli abitanti di Frali in una dialettica che ci auguriamo serena e responsabile e
l’Amministrazione nel reperimento dei fondi necessari e nella
preparazione dei vari progetti
esecutivi. Per parte nostra ci ripromettiamo di ritornare più ammano che la situazione si evolverà.
erregi
oggi e domani
VAL PELLICE
un’esperienza basilare del movimento sindacale italiano. Tale
esperienza dovrà essere trasferita anche nella nostra valle affinché i pensionati abbiano il loro
peso politico e non siano dei rami secchi.
In Val Pellice si contano 5.000
pensionati circa di diverse categorie e ora, che dispongono di
una struttura organizzativa, potranno meglio fare sentire la loro voce anche nella vita amministrativa dei Comuni di residenza.
Per la prossima denuncia dei
redditi, funzionerà un servizio
gratuito per la compilazione del
Mod. 740 riservato solo ai tesserati.
Si apprende nel frattempo che
la Camera dei deputati ha approvato la proposta del Governo di
variare la contingenza ogni quattro mesi dal 1" settembre. E’ stalo accolto un emendamento dell’opposizione che estende la norma anche a favore di invalidi civili, non vedenti e sordomuti.
A. K.
In questa rubrica pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedì (tei. 0121/91.334).
• COMITATO DI SOLIDARIETÀ' COL
POPOLO DI EL SALVADOR
PINEROLO — li comitato di solidarietà col popolo di Ei Salvador (della cui
costituzione abbiamo già dato notizia)
si ritroverà con scadenza quindicinaie
nella sede del Centro Sociale Protestante in vìa dei Mille 1. La prima riunione
è fissata per lunedi 9 marzo alle ore 21
ed è aperta a tutti gli interessati.
• TEATRO E TERRITORIO
PEROSA AGENTINA — Nell'ambito
dei programma di decentramento teatrale del Teatro Stabile di Torino, lunedì 16 marzo alle ore 21 al teatro Piemont verrà rappresentato lo lo spettacolo « Tango nero » a cura della Compagnia del Collettivo di Parma.
• GITA ALLA FIERA DELL’AGRICOLTURA DI VERONA
POMARETTO — La Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca comunica
che ha organizzato per domenica 8 marzo una gita alla Fiera di Verona in Autopullman. Costo del viaggio L. 11.000.
Ci si può prenotare presso i messi comunali.
• ABORTO E COSCIENZA CRISTIANA
PINEROLO — Il Centro Sociale Protestante organizza per sabato 7 marzo alle ore 14.30 un seminario sul tema. L incontro che si svolgerà nei locali di via dei Mille 1 avrà il seguente
programma:
ore 15: presentazione del dossier a cura del gruppo donne della Fgei-Valli:
ore 16: « L'esperienza dell'aborto volontario all ospedale civile di Pinerolo »
a cura di Livia Beux ostetrica presso l'ospedale;
ore 18.30: chiusura del convegno.
FGEI -Valli
Lunedì 9 marzo ore 21 presso
In Chiesa valdese di Pinerolo si
terni il eoordinamento allargato
ai rappresentanti di tutti i gruppi. All ordine del giorno le prosnrttive della Fgei Valli in vista
del Congresso.
7
6 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
PINEROLO
Per ricordare la
l’opera di Ernesto
Quest'anno corre il centenario della nascita di Buonaiuti, storico del cristianesimo e protagonista del
movimento modernista. Chi
sia stato Buonaiuti e che
cosa sia stato il movimento modernista, pochi lo
sanno oggi. Nonostante un
numero di saggi di notevole valore (e in particolare
il libro di Valdo Vinay pubblicato dalla Claudiana e i
libri di Lorenzo Bedeschi
•— ma confronta anche un
recentissimo libro pubblicato dalla Nuova Italia,
dal titolo « La vita allo sbaraglio », contenente le lettere di Buonaiuti a Remo
Missir dal 26 al 46) Ernesto Buonaiuti, e con lui il
movimento modernista, sono quasi completamente
sconosciuti. Se prendete
una qualsiasi enciclopedia
trovate, sotto la voce « Buonaiuti, Esnesto (1881-1946)»,
pochi cenni: vi si dice che
fu un sacerdote, che insegnò storia del cristianesimo all’università di Roma
dal 1915 e che, a causa dei
suoi scritti ispirati al modernismo del quale fu per
un certo tempo dopo la
prima guerra mondiale il
principale esponente, venne
scomunicato e le sue opere
poste all'indice; in seguito
perse la cattedra e fu escluso dai ruoli per non aver
voluto prestare il giuramento fascista; alla caduta
del fascismo fu reintegrato
nei ruoli senza tuttavia poter insegnare, per la sua
qualità di prete scomunicato; in generale l’opera del
Buonaiuti vuol dimostrare
la necessità che la chiesa
cattolica torni alle origini
per ritrovare la sua forza
di penetrazione sociale; a
volte si aggiunge che Buonaiuti fu uno scrittore fecondissimo e lasciò molte
opere di carattere erudito,
storico, polemico, autobiografico e apologetico-critico.
Ma, messe da parte le enciclopedie, ci si rende con
to che molti dei problemi
toccati dal nostro sono
problemi di grande attualità (lettura critica della
Scrittura, scienza e fede, fede e cultura, problemi ecumenici, la chiesa e il mondo, ecc.). Un gruppo di persone del pinerolese, riunitosi alcune volte nel corso
deH’inverno, ha deciso di
proporre un week-end di
studi su Ernesto Buonaiuti
per la prossima primavera.
A questo momento di ricerca e di riflessione, che
figura e
Bonaiuti
dovrebbe aver luogo a Torino, in luogo da precisare
meglio nelle prossime settimane, hanno dato l’adesione alcuni studiosi che si
sono occupati a più riprese
del modernismo. Molto
schematicamente rincontro
dovrebbe strutturarsi cosi:
un primo momento di introduzione generale; si tratta di avere una conoscenza storica del momento per
inquadrare quel che Buonaiuti ha fatto (molto probabilmente introdurrà il
tema Lorenzo Bedeschi);
un secondo momento dovrebbe occuparsi della vita e dell’opera di Ernesto
Buonaiuti (e l’introduzione
dovrebbe essere a cura di
Ambrogio Donini); un terzo momento riguarderebbe
alcune comunicazioni (gli
ascendenti spirituali, Buonaiuti e il fascismo, il problema ecumenico, fede e
cultura). Se la cosa è possibile, ci potrà essere ancora un momento dedicato,
in modo informale, a una
chiacchierata con persone
che hanno incontrato Buonaiuti e che potranno riferire su momenti particolari
della sua esistenza e del
suo contatto con altri. Il
nostro giornale riferirà, appena ci saranno dati più
precisi, più dettagliatamente suH’incontro di Torino.
Eugenio Rivoir
RECITA DEL « GRUPPO DEL SABATO »
“...Sta scritto...
SI
POMARETTO
Inchiesta sugli anziani
L’amministrazione comunale di Pomaretto ha avviato un’inchiesta tra gli anziani della popolazione.
Lo scopo di tale inchiesta è duplice: da una
parte, quello di raccogliere
dati utili a formulare proposte o incentivare iniziative in campo sanitario
ed assistenziale; dall’altra,
quello di avviare un primo
approccio alla discussione
ed alla presa di coscienza
dei problemi ohe si presentano in questa fase iniziale di applicazione della legge di riforma sanitaria.
Si è partiti dagli anziani
perché essi rappresentano
un gruppo omogeneo e consistente, con bisogni ed
aspettative che li accomunano più di ogni altro gruppo di persone. Il questionario che viene distribuito
comprende poco più di
trenta domande suddivise
in due gruppi. Nel primo si
cerca di fare il punto sulla
situazione familiare, sull’ambiente di vita, sulle
condizioni economiche e di
salute. Sono le solite do
mande di tutti i questionari; esse hanno lo scopo di
accumulare una serie di
informazioni da cui partire
per svolgere un’opera di carattere eminentemente assistenziale. Si tratta, in altre parole, di un censimento più o meno preciso che
servirà per fare una valutazione iniziale dei bisogni
di questa fascia di popolazione.
Nella seconda parte, invece, le domande sono rivolte a sondare opinioni,
desideri ed aspettative:
per ciò che concerne i servizi di assistenza domiciliare, di mensa e di lavanderia, l’istituzione di comunità alloggio in alternativa alle case di riposo. E
ancora sul desiderio degli
anziani di non essere emarginati, ma di avere la possibilità di rimanere inseriti
nel contesto sociale: infatti, il primo dei mali che affliggono la terza età è appunto il senso di emarginazione, di ormai raggiunta inutilità sociale, familiare, sino al vuoto interiore che porta tanti tra loro
a forme di vera e propria
depressione.
Si è cercato di seguire il
concetto che l’anziano non
è di per se stesso un bisognoso a cui non si debba
concedere altro che servizi
assistenziali, ma che invece
egli è tanto più auto-sufficiente quanto più le sue potenzialità vengono utilizzate e stimolate.
E’ necessario che la gente, e nel nostro caso gli anziani, diventi protagonista,
soggetto, di questa riforma
sanitaria, perché i servizi
sono rivolti alla gente e ad
essa devono servire; solo
così si elude il rischio di riformare per non cambiare,
e di attuare una riforma
che faccia dell’utente un
oggetto del servizio. _E’
questo un impegno non indifferente, perché si tratta
di avere il coraggio di percorrere strade nuove, di cimentarsi con le idee di tutti, di lasciare da parte
l’autoritarismo dei tecnici
e confrontarsi democraticamente con i bisogni reali
e con le aspettative da troppo tempo frustrate.
« Sta scritto » è il titolo
dello spettacolo recentemente proposto a Luserna
San Giovanni e a Torre
Penice dal Gruppo del Sabato (giovani. Evangelici
e non, di Torino). La rappresentazione, nata, come
lavoro conclusivo, da uno
studio biblico sul tema :
« Gesù e le donne », rievoca la storia di una tale Ruhama, costretta a vivere in
modo drammatico la sua
condizione di donna.
Respinta da chi, fino ad
allora, le era stato vicino
e abbandonata dal marito
perché sterile o, perlomeno, in sospetto di esserlo,
Ruhama rifiuta la sua posizione di persona ritenuta dagli altri inutile e, anzi, schivata in quanto pericolosa, impura : oramai
sola cerca di dare un nuovo senso alla sua esistenza
e di reinserirsi nella società; con la speranza, non si
sa poi se concretizzata o
meno, di trovare aiuto e
comprensione da parte di
quell’uomo (Gesù) che va
predicando la liberazione
di tutti dalle catene del
mondo. A questo punto
il personaggio femminile
esce di scena, senza che si
prospetti una qualsiasi soluzione del suo dramma,
sottolineato nei vari momenti dalla voce del coro.
In « Sta scritto », significativo spaccato della vita
ai tempi di Gesù e testimonianza della perenne reviviscenza di certi problemi socio-culturali, viene
messa in discussione la
condizione della donna vista attraverso l’interpretazione convenzionale del
suo ruolo. Sulle tracce del
mito della dea-madre che
simboleggia la fertilità e la
fonte della vita del mondo
antico, essa viene degradata a semplice strumento in
favore della gloria dell’uomo. Ma la netta separazione dei compiti tra donne
e uomini finisce con il limitare entrambi : il segno
della liberazione delle une
rappresenta, quindi, pure
una sorta di liberazione
per gli altri, e per l’intera
umanità da modelli di comportamento opprimenti.
Ruhama, insomma, ha
una funzione, per così dire, apostolica nel trasmettere il messaggio rivolto a
tutti quanti di una nuova
libertà. Ad essere evidenziato, nello spettacolo, è
dunque il bisogno di vivere, di credere in qualcosa
che permetta di vivere
emancipati da quei vincoli
e ruoli sociali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. In questo senso è, forse, da intendersi il contenuto della
recita.
Il testo di « Sta scritto »,
curato nelle espressioni
(anche se alcune immagini
— l’accostamento della
donna alla luna, al sole, all’amabile cerva, per esempio — sembrano lontane
sia dalla nostra sensibilità,
sia da quella del I secolo)
e recitato con impegno,
nella sua essenzialità è poi
l’evidente dimostrazione di
come, per esprimere idee
chiare, non occorra servirsi di discorsi prolissi; tanto più che, a teatro, i concetti tirati per le lunghe,
in quanto spesso risolutivi
delle questioni prese in
esame, sono idee morte, liquidate.
Ovviamente il linguaggio
dei gesti e degli atteggiamenti è meno adatto a illustrare un carattere, a
raccontare i pensieri di un
personaggio, ad esporre
con precisione gli stati d’animo di quanto non lo sia
il linguaggio verbale, ma
questo spettacolo non vuole illustrare caratteri per
risolvere conflitti ; presenta piuttosto con semplicità
i problemi, senza fornire
degli stessi interpretazioni
chiuse e incontrovertibili.
Al termine della serata,
a Torre come a Luserna,
è seguito alla rappresentazione il dibattito che, a detta di chi aveva recitato,
era, giustamente, un momento, tutt’altro che secondario, di crescita e confronto collettivo.
M. B.
TORRE RELUCE
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
Il comune sollecita l’intesa sJv'erLT""'
Con questo numero iniziamo la pubblicazione degli ordini del giorno e delle prese di posizione dei comuni delle valli vaidesi circa il problema dell'Intesa.
Cominciamo dalla presa di posizione della Giunta del Comune di Torre Pellice,
che ha assunto una deliberazione in data
10 febbraio.
Consapevole di rappresentare un Comune che si configura storicamente ad un
tempo come «capitale» tradizionale del
mondo Valdese e come uno dei più significativi centri della Resistenza all’oppressione nazi-fascista;
Rilevato che Torre Pellice, sede del Sinodo delle Chiese Valdese e Metodista e
di importanti istituzioni sociali e culturali della Chiesa Valdese, non può che essere partecipe delle vicende fondamentali
di questa Chiesa, cosi come nel passato
la sua popolazione fu coinvolta nella tragedia delle persecuzioni e delle lotte sanguinose e nell’esultanza della riconosciuta parità civile di tutti i cittadini, senza
distinzione di religione;
Rilevato ancora che Torre Pellice, sede
di Uomini eroici, che lottarono e morirono per il secondo Risorgimento, non può
che essere particolarmente sensibile a tutto ciò che attiene alla effettiva attuazione della Costituzione repubblicana nata
dalla Resistenza ed oggi soggetta ad attacchi concentrici, tendenti a smantellarla ed a far retrocedere l’Italia nella sua
evoluzione civile e sociale;
Ritenuto che la mancata attuazione dell’art. 8 della Costituzione nei confronti
delle confessioni religiose non cattoliche
rientri nel quadro di una sottile politica
di disconoscimento dei sostanziali Valori
della Resistenza trasferiti nel dettato costituzionale e cioè di una volontà diretta
a conservare elementi e strutture retrivi
ed entidemocratici, mortificanti per le
spinte ideali verso una società più giusta
e più rispettosa della persona umana, no
nostante tutto ancora vivide nella coscienza del popolo italiano;
Constatato che tale volontà di non attuazione della Costituzione e, in particolare, di violazione dei diritti delle minoranze religiose sia', ulteriormente comprovata dalla mancata sottoscrizione della Intesa fra lo Stato e le Chiese evangeliche valdesi e metodiste (nonstante il
relativo testo sia già stato definito il 4
febbraio 1978) dovuta ad evidente indifferenza della Presidenza del Consiglio dei
Ministri per la persistente discriminazione nei confronti delle confessioni religiose non cattoliche;
Presa conoscenza della protesta espressa dalle Chiese evangeliche contro l’inadempienza dello Stato nei loro confronti
e dell’annuncio della manifestazione pubblica che si terrà sabato 14 febbraio a
Torino, presso il Teatro Carignano , con
la partecipazione del Sindaco di Torino e
del Moderatore della Chiesa Valdese;
Ritenuto che la protesta civile di queste
minoranze religiose, dalla quale è esclusa
ogni richiesta di sovvenzioni o di contributi o di qualsiasi privilegio, coinvolga
la coscienza civile di tutti, come ogni battaglia per la libertà e la giustizia, da
chiunque condotta ed ovunque svolta, e
rivesta particolare significato, per i motivi già espressi, per tutta la popolazione
di Torre Pellice, senza distinzione di confessione religiosa e di fede politica;
Con voto unanime, delibera:
1) di esprimere l’adesione di questa
Amministrazione Comunale all’azione di
protesta delle Chiese Evangeliche Valdesi
e Metodiste contro la mancata attuazione
del dettato costituzionale nei confronti
delle minoranze religiose, contro le persistenti inadempienze della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, contro la conseguente mancata sottoscrizione dell’Intesa
fra lo Stato e le Chiese Evangeliche, in
dispregio anche dell’accordo definito in
data 4 febbraio 1978;...
Domenica 8 febbraio durante
il culto abbiamo anche l'assemblea di chiesa e avvengono alcune cose che definirei per lo
meno strane: molto probabilmente l’animosità della discussione ci fa dimenticare che all'inizio del culto stesso era stata invocata (come sempre) la
presenza del Signore.
Alle ore 14 suona il campanello, guardo chi c’è. È l'amico
Mimmo che mi invita allo studio
biblico di Famolasco per le
ore 15.
Mi preparo e salgo in macchina e vado a prendere l'amico,
accompagnato dalla gentil consorte e mi dirigo verso Famolasco.
Arrivo e faccio appena in tempo a chiudere le porte della
vettura che già Mimmo con il
suo persuadente modo di fare
(quanto dobbiamo imparare da
lui neH'avvicinare il prossimo!),
ha già convinto 4 amici a comprare 4 copie del volume « Come vivevano... ».
Finito lo studio, mi invita in
pasticceria per una cioccolata.
Siamo seduti da 5 minuti al nostro tavolo quando arriva un
gruppo di persone che si accomoda vicino a noi. Tempo di ordinare 1e loro consumazioni e
già il Mimmo si è loro presentato ed ha illustrato alcuni libri della Claudiana che vengono
acquistati. Ma è una giornata
particolare perché Mimmo mi riserva ancora (o meglio mi insegna) una sorpresa. Mentre usciamo dal locale incontra l'ennesimo amico, una stretta di mano,
e nell’altra (mano) un volume
« La voce e la pietra » che non
è più di Mimmo, ma deH’amico.
Che bel pomeriggio!!
* • *
Sono anch'io tra quelli che
con un pullman raggiungo il teatro Carignano a Torino il 14 u.s.
per la manifestazione sulle « Intese ». Rimango sbalordito sul
mezzo di trasporto in quanto è
occupato più della metà da giovani. Sono gli stessi giovani a
cui siamo abituati a dire che non
sanno come occupare il tempo,
che dicono molte più parolacce
di una volta, che non imparano
gli inni a memoria, ecc. ecc. Mi
fa piacere nella relazione del
moderatore past. Bouchard sentire ad un certo punto che proprio i giovani sono stati tra i
primi a portare un aiuto ai fratelli del Sud colpiti dal terremoto.
Ma allora sanno vivere e testimoniare l’Evangelo questi nostri giovani! Non è stato tempo sprecato quello passato alla scuola domenicale! I nostri
pastori hanno lavorato bene! E
allora ascoltiamoli i nostri giovani e non critichiamoli solo
come spesso facciamo, perché
se la chiesa deve continuamente rinnovarsi è a loro che dobbiamo anche affidarci,
* * *
L'invito era stato, viste anche
le condizioni atmosferiche, di
cercare di contenere II numero
dei falò, ma che il falò più rappresentativo era la partecipazione massiccia alla manifestazione
sulle « Intese ». È successo che
non avevo mai visto negli ultimi
anni tanti falò come questo anno! Probabilmente se l'invito fosse stato rivolto al contrario,
ora, della Val Pellice, rimarrebbe
solo tanta cenere!!!
Luigi Vighetto, Torre Pellice
COME NEONATI
Non sono una teologa e non
conosco l'ebraico: eppure ho
spesso pensato che le varie traduzioni da me lette del salmo
131 siano opera di uomini che,
a differenza dell'antico salmista,
non badavano molto ai bambini
piccoli; così mi pare che abbiano frainteso il significato di
una bellissima immagine.
Nel secondo versetto si legge: ,« In verità ho calmata e
quietata l'anima mia, com'è quieto il bimbo divezzato sul seno
di sua madre. Quale è il bimbo
divezzato, tale è in me l’anima
mia ».
Lo svezzamento è sempre un
momento di distacco, più o meno penoso, ma sempre piuttosto agitato per il bambini e talvolta anche per la mamma. Perciò penso che la traduzione
corretta dovrebbe invece essere
più 0 meno questa: ■■ ...com'è
quieto il lattante dopo la poppata in braccio alla sua mamma ».
Il salmista doveva avere davanti agli occhi la visione del
piccolo che si addormenta sazio alla fine del pasto, nel tepore dell'abbraccio materno, con
l'ultima goccia di latte all’ango
lo della bocca, sicuro e fiducio
so nell’amore che lo circonda
Con questa lettura forse il pa
ragone del salmo si addice an
che alla « pienezza » di cui s
parla nel Nuovo Testamento, do
ve mi pare di cogliere il mede
simo senso di sicurezza fiducie
sa in una compiutezza che na
sce dall'amore infinito di Dio
insieme alla coscienza della nostra debolezza, pari all'indifesa
dipendenza dei neonati.
G. M,, Pinerolo
8
8
CRONACA DELLE VALLI
6 marzo 1981
IL « PINAROLIUM » A ETTORE SERAFINO
UNA PROPOSTA
Devo tutto agli altri Considerare l’Eco-Luce
come un libro di storia
Accanto ai codici, allineati ordinatamente sullo scaffale che gli sta alle spalle,
c'è una Bibbia usata. Forse
questa è l’immagine che
meglio può riassumere la
personalità di Ettore Serafino, avvocato a Pinerolo.
Di intervista non se ne
parla, ma riesco lo stesso
ad avviare una conversazione. Eccessivamente modesto, schivo di ogni forma
di pubblicità, mi dice chiaramente che « non ha voglia di apparire ». Il motivo della visita riguarda il
premio ’’Pinarolium” che,
recentemente, la Pro-Loco
gli ha conferito. « E’ stata
una situazione imbarazzante, al di là e al di sopra di
meriti che non ho ». Mi interessa sapere come ha reagito al pubblico riconoscimento quest’uomo che non
è stato solo personaggio
chiave della Resistenza nelle Valli Chisone e Germanasca ma — sia detto senza
retorica — è pittore apprezzato e stimato avvocato.
« Quando un uomo riceve segni di stima, di riconoscimento, se non è un vanaglorioso od un superficiale, non può che avvertire un senso di solitudine;
e si rende conto che può
disporsi, in tutta umiltà, ad
accettarlo, ad una sola condizione; quella di vincere
la solitudine in cui rischia
di sentirsi affondare chiamando attorno a sé tutti
coloro grazie ai quali egli
sa che ha potuto fare quel
sia pur poco di buono che
a titolo di merito suo personale gli viene attribuito.
Nessun uomo, per grande e dotato che sia ■— aggiunge Serafino — può illudersi d’essere lui solo
l'artefice delle sue opere, il
costruttore della sua esistenza.
Nel piccolo, piccolissimo
caso che mi riguarda, devo
riconoscere: non è difficile
essere considerati buoni comandanti alpini o partigiani; ma il merito, se merito
c’è, è di quegli alpini, di
quei partigiani, coi quali ti
sei trovato. Son loro che ti
hanno formato, e son stati
per te l’esempio che ti
sforzavi di seguire, il monito che l'addrizzava il tuo
cammino, l’incoraggiamento che rinvigoriva le tue
forze. Senza di loro nulla
sarei stato. E senza la solidarietà, così spesso data
a rischio della vita, di
tanta gente semplice del
nostro popolo, montanari.
contadini, operai, donne,
fanciulle, uomini d’ogni
paese e d’ogni ceto, come
avrei potuto, come avremmo potuto, durante la resistenza, sopravvivere, combattere, testimoniare?
E potrei dir che anche
dopo, nel corso della vita
civile, ben poco sento di
dovere a me stesso, tutto
agli altri ».
Membro della Tavola Valdese per cinque anni, durante la moderatura Rostan, attualmente Serafino
divide il suo tempo tra l’attività forense e la pittura.
« Nel periodo della guerra, sul fronte balcanico —
mi confida — quando non
c’era il nostro cappellano
facevo dei culti e ho fatto
anche dei funerali. Tutti sapevano che ero valdese ».
Il suo studio è tappezzato di quadri. Molti paesaggi della Val Germanasca e
alcune marine. Quanto ci
mette a farne uno? « Questo qui — e mi indica una
marina che potrebbe essere benissimo in Camargue
— Tho fatto in due ore ».
Di getto insomma. Con
quella passione creativa
che non Tha mai abbandonato.
G. Platone
Doni CIOV
Doni ricevuti nel mese di dicembre 1980.
ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
L. 56.898: Tavola Valdese, Roma.
L. 35.000; Chiesa Valdese di
Prarostino.
L. 20.000; Mendola Francesco,
Roma; Olga e Carlo Griglio, ricordando Marisa, Riclaretto.
L. 9.000: Giovanni Locatelli,
Ivrea.
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
L. 2.000.000: Meisenholder
Bianca. Milano.
L. 500.000: In memoria di Lina
Tamietti-Morè, i figli. Torre Pellice.
L. 250.000: Chiesa dei Fratelli di Calosso (Asti).
L. 100.000; Pons Mario, in memoria di Pietro Pons e della moglie Ulderica.
L. 84.927: Signorine Montaldo,
U.S.A.
L. 70.000: Unione Femminile
Valdese, Bordighera; Unione
Femminile Valdese, San Remo.
L. 68.475: Mrs. Judith Baltera,
in memoria di Judith Bertin,
U.S.A.
L. 50.000: Chiesa Valdese di
Bordighera; Nino Pastor, Bordighera: in memoria di Lina Tamietti-Morè, i condomini.
L. 30.000: Daimas Adelina, in
memoria dei suoi cari.
L. 25.000: Associazione ACLI
di Torre Pellice; Tina Costabello, in memoria del marito Dino
Costabello, Novara.
L. 20.000; Ida e Vera Durand.
in memoria dei cari Oscar e
Giovanni, San Germano Chisone: E. e F. GardioI, in ricordo
di Aimée Jalla, Torre Pellice.
L. 15.000: Genre Elvira, ricordando il marito Talmon Enrico,
Pinerolo.
L. 10.000: Bouissa Clementina,
in mem. di Nora Peyrot, Villar
Pellice; Lily ed Elsa Carstanien,
Como; Graziella Perrin-Pasquet,
in ricordo di Lina Tamietti-Morè,
Torre Pellice: Avondet Elena,
in ricordo del gen. Toscano. Torre Pellice: Coucourde Giulio, Pinerolo.
L. 5.000: Gerbi Elena e Vittorio. Torino: Bonino Sergio, S.
Secondo di Pinerolo; Roman-AIbarin Piero e Erica, in ricordo
dei genitori.
L. 3.000: Rina Bertocchio, in
memoria del padrino Giovanni
Ribet, Chiotti di Riclaretto.
Doni diversi in natura sono
pervenuti da: Chiesa Valdese di
San Secondo di Pinerolo: Associazione Amici di Luserna S. Giovanni; Ditta Helca: Amministrazione Comunale di Luserna San
Giovanni: da amici vari.
SAN GERMANO CHISONE
ASILO PER VECCHI
L. 2.000.000: Meisenholder
Bianca, Milano.
L. 520.000: Gli amici di Balmas
Samuele (Nini), Pinerolo.
L. 500.000: RIV-SKF, Villar Perosa; in ricordo di Lina Tamietti-Morè, i figli. Torre Pellice:
Ghigo Erminia, in memoria dei
suoi cari, Milano.
L. 300.000: Unione Femminile
delia Chiesa Valdese, Bergamo.
L. 254.783; Signorine Montaldo, U.S.A.
L. 200.000: Adda Rubatto Giuseppina, Torino.
L. 128.000: Chiesa Valdese di
San Secondo di Pinerolo.
L. 100.000; Istituto Bancario S.
Paolo, Villar Porosa; Balmas Susanna, San Germano Chisone.
L. 70.000: Mathieu Guido, pastore, Bordighera; Unione Femminile Valdese, San Remo,
L. 60.000: Chiesa Valdese di
Pramollo; Chiesa Valdese di
Prarostino,
L.59.500: I colleghi di lavoro
di Travers Esterina, in memoria
della mamma. Inverso Pinasca,
L. 50.000; Bouchard Edvico, in
memoria della cara Irma. S. Germano Chisone: Unione Femminile Valdese di S. Secondo di
Pinerolo, in memoria di ReveI
Fernando: Idem, in memoria di
Eugenia Rostagno-Paschetto; Elio
Giacomelli, San Giuliano Terme, Pisa: Attilio e Dora Bosio,
in memoria di Elisa Duò Jahier,
Pinerolo: Vay Maria, Torino:
Chiesa Valdese di Coazze.
L. 45.000: llda ReveI e Giorgina Giacone, S. Germano Chis.
L. 40.000; Giulio Gino Paschetto, S. Secondo di Pinerolo: Genre Alberto, Nizza: Sauro Gottardi. Albisola Superiore.
L. 30.000: Anna Reno, Joëlle
Long, in memoria di Elisa DuòJahier, Pinerolo,
L. 25.000: Tina Costabello, in
memoria del marito Dino Costabello, Novara; Breuza Irma, Pinerolo: Pascal Edmondo. Perrero; dot Giovanna, Chiotti di
Riclaretto,
L. 20.000: Massel Laura, Riclaretto: Peyronel Maria, Chiotti di
Riclaretto: Famiglia Manassero,
San Remo: Romano Alfredo, in
memoria della moglie. San Secondo di Pinerolo.
L. 15.000: Genre Elvira, ricordando il marito Talmon Enrico,
Pinerolo.
L. 10.000: Gay Evelina: in memoria del marito, S. Secondo di
Pinerolo: Lina e Davide Sibilia,
Villar Perosa; Rina Passarelli,
Torre Pellice; Coucourde Giulio, Pinerolo: Peyronel Eugenia,
Chiotti di RIclaretto; Menusan
Enrichetta, Chiotti di Riclaretto:
Bouchard Emma, in memoria dei
cari Pons Beniamino, Enrichetta
e Giulio, San Germano Chisone.
L. 5.000: Tron Enrico, Chiotti
di Riclaretto; dot Irma, Chiotti
di Riclaretto; Costantino Enrico,
Chiotti di Riclaretto; Poèt Emma,
Faetto di Perrero; Beux Eli, Lina, San Germano Chisone; Menusan Ernestina, Pramollo.
OSPEDALE DI TORRE PELLICE
L. 25.000: Tina Costabello, Novara.
L. 20.000: Romano Alfredo, in
memoria della moglie. San Secondo di Pinerolo.
OSPEDALE DI POMARETTO
L. 220.000: Chiesa Valdese di
Prarostino.
L. 102.500; In memoria di Pascal Maddalena Lidia: i figli.
L. 101.500: In memoria di Perrone Cesare: i compagni di lavoro turno C della Manifattura di
Perosa Argentina, Sig.ra Perrone
Evelina, Giuseppina, Giovanni.
L. 50.000: In memoria di Emilio Peyronel, la moglie Adolfina,
Villar Perosa; Peyran Alberto,
Traverse di Perrero; Fornerone
Attilia, Prarostino: Costantino Aldo, S. Secondo di Pinerolo; Peyronel Maria, Chiotti di RIclaretto.
L. 46.250; In memoria dello zio
Felix Canal, Oreste ed Ida Canal,
U.S.A.
L. 44.000; In memoria di Rol
Amalia, Centro SAPAV, Perosa
Argentina.
Se fossi uno storico, il
che non sono, e se avessi
buone capacità di sintesi e
coordinazione, che non ho,
raccogliendo tutti gli articoli di storia valdese pubblicati nei 117 anni di vita
di questo nostro giornale
(già Echo des Vallées e ora
Eco-Luce), sono convinto
che potrei ottenere un testo di storia valdese fra i
più completi e interessanti,
con dettagli ed episodi poco conosciuti, relativi non
solo alle nostre Valli ma
anche aU’emigrazione e alla
diaspora valdese in tutto il
mondo, scritto in modo
chiaro e accessibile a tutti,
senza pretese accademiche.
Un libro che sarebbe anche
la sintesi dell’evoluzione
del pensiero storiografico
di questi ultimi 150 anni.
Fin dal primo numero
del lontano 1848 la storia
valdese vi figura in prima
pagina con un articolo su
« la place du château de
Turin en 1558 et 1848 », un
paragone fra il martirio di
Gioffredo Varaglia bruciato in Piazza Castello nel
1558 e la grande manifestazione di gioia avvenuta nella stessa piazza il 27 febbraio 1848 per festeggiare
le « lettere patenti » del 17
dello stesso mese. Nello
stesso anno sono ricordati i Valdesi di Germania,
i Barba, le persecuzioni del
1655.
La seconda annata consacra tre puntate a un lungo
articolo su « La part prise
à la Glorieuse Rentrée par
Josuè Janavel » e altre tre
puntate su « Giov. Ludovico Pascale ».
Molti degli articoli, specie fra quelli pubblicati nel
periodo 1866-1900 sono stati giudicati dagli autori della Bibliografia Valdese (Armand Hugon-Gonnet) tanto interessanti da dover essere inclusi in quella raccolta.
Fra gli autori figurano i
più bei nomi della nostra
storiografia: Muston, Monastier, Jahier, Gay, Jalla,
Pascal, Armand Hugon, per
non citare che qualcuno
fra i più noti.
Fra il 1906 e i primi mesi del 1911, Teofilo Gay
scrive quasi ogni settimana una rubrica « Ephémérides Vaudoises », in cui,
prendendo una data di un
giorno della settimana in
cui esce il giornale, illustra
un episodio storico avvenuto secoli addietro. Così, per
esempio, sull’Echo del 20
gennaio 1911, il Gay ricorda
che il 17 gennaio 1663 si
è svolta a Torino la settima
conferenza fra i ministri
di Carlo Emanuele II e i
delegati valdesi. Su quello
del 3 febbraio 1911 ricorda
l’uccisione di due inquisitori da parte dei Valdesi
di Francia avvenuta FU
febbraio 1325, e così via,
con centinaia di articoli anche su episodi poco noti o
trascurati dai testi di storia.
Una serie simile fu ripresa da Giovanni Jallà con le
sue « Ephémérides » fra il
1920 e il 1932 e con « Les
étapes séculaires de l’Histoire Vaudoise » dal 1924 al
1935, in cui ogni anno ricorda Un fatto avvenuto alcune centinaia di anni prima, alla stessa data.
Durante il ventermio fascista, in cui la censura
imperava, il ricordare il
passato è stato un modo
per fare una certa opposizione. Lo sottolinea Valdo
Vinay nel suo recente libro
Storia dei Valdesi/3 (18481978) a p. 360: « Nell’Echo
des VaUées gli articoli storici divennero sempre più
frequenti per rinforzare
nei Valdesi la coscienza
della loro diversità ed esortarli, più o meno velatamente, a rimanere se
stessi ».
Purtroppo un settimanale lo si legge quando lo si
riceve, forse lo si tiene per
qualche tempo, poi in genere sparisce, o viene buttato via, o utilizzato come
carta da imballo, o per accendere il fuoco. Anche
perché non tutti hanno posto in casa per custodire
un materiale che, con gli
anni, diventa piuttosto ingombrante. Così questi
brani storici vengono presto dimenticati. Si sono
salvati quelli di Giovanni
Jallà perché, dopo la sua
morte, sono stati raccolti
e ripubblicati nei due volumi di « Glanures d’Histoire Vaudoise » editi in sua
memoria.
Comunque la nostra Biblioteca Valdese ne ha la
collezione quasi completa e
a questa si rivolgono generalmente gli studiosi per le
loro ricerche. Anche la biblioteca della Società di
Studi Valdesi ne ha una
buona raccolta. Le Biblioteche Nazionali di Roma e
Firenze che ricevono le copie d’obbligo dovrebbero
averli. (Ma alla Nazionale
di Firenze tutte le sale in
cui erano custodite le raccolte dei giornali sono state sommerse dall’alluvione
del 1966 e buona parte sono andate perdute).
Forse varrebbe la pena
di raccogliere in un volumetto tutti i titoli di questi
articoli, classificandoli per
periodo storico (come è
stato fatto nella Bibliografia di Armand Hugon-Gonnet del 1953) onde facilitare le ricerche a chi si interessa di un dato argomento relativo alla storia o
alle vicende valdesi.
È però un lungo lavoro
di ricerca e di pazienza e
speriamo che qualcuno si
senta di affrontarlo.
Osvaldo Coisson
SEGNALAZIONI
I valdesi di Puglia
Sulla presenza del Valdesi In
Puglia e sulla controversia relativa all'origine dei Provenzali
emigrati nel Medio Evo nella
Daunia, di cui rimangono ora le
due isole di parlata franco-provenzale di Faeto e Celle già si
è scritto nell'Eco-Luce n. 18 del
7.12.’79 e n. 3 del 18.1.'80.
Sull'argomento ritorna ora
Giovanni Gönnet con un più approfondito studio: « Cerano Vaidesi in Puglia nel tardo Medio
Evo? », pubblicato su « Quaderni • n. 1, 1980, rivista dell’lsti
L’angolo di Magna Linota
Cara magna Linota,
sul giornale è scritto che
il suo angolo è aperto a chi
voglia sottoporle problemi
o pareri. Il mio parere si
riferisce alla Fede fredda
o morta. Perché? Questo
non avviene soltanto in una
chiesa, ma in tutte le chiese del mondo; questo è il
primo segno della decadenza; il secondo è che non
esiste più la carità né
l’amore, che ha la stessa
radice, Gesù diede l’avvertimento alle sette chiese
deH’Apocalisse, e oggi ci
vuole un forte risveglio,
perché i segni dei tempi
parlano. La corruzione e
la concupiscenza si trovano anche fra le donne che
si dicono cristiane, e manca la carità, quella Carità
che non conosce limiti ne
di spazio né di età né di
condizione sociale. Sono .segni dei tempi o no? Q è la
fine del mondo? Che ne dite
voi tutti? C’è la speranza
che tutto ciò che accade si
comprenda oppure prenderà il sopravvento Satana?
Scusi e grazie. Fraterni
saluti.
Ema.nuele Jurato
Via Rosolino Pilo, 24
Vittoria
Caro p-atello,
sono passati molti mesi
da quando mi ha scritto e
non ho trovato finora il coraggio di risponderle, perché la sua lettera affronta
argomenti molto gravi. Viviamo in tempi brutti e
tristi; uno crede di aver
toccalo il fondo e invece
sembra che si vada sempre
peggiorando, da un mese
all'altro. Eppure non posso
darle completamente ragione. Chi siamo noi per affermare che la fede è mofta,
in tutte le chiese del mondo? Accanto al male e alla
corruzione c’è anche la carità .silenziosa di tanti credenti, e io ho sempre visto
che la cattiveria si fa notare molto di più, mentre la
bontà passa quasi inosservata, e così si ha facilmente l’impressione che tutto
vada male. Molti oggi dico
no che siamo ormai alla fine del mondo. Io non lo so
proprio e devo confessare
che la cosa non mi preoccupa molto. Mi dispiace
un po’ pensare che un giorno questo mondo finirà,
perché, quando non lo roviniamo troppo, è hello e io
mi affeziono alle cose in
mezzo a cui vivo. Ma mi
consolo pensando che i
nuovi cieli e la nuova terra
saranno ancora più belli e
che non ci sarà più il male,
il dolore, la morte.
Di due cose .sono sicura
comunque: 1 ) E’ per salvare questi uomini e queste
donne che Gesù è venuto
sulla terra, e se Lui li ha
amati fino alla morte sulla
croce, posso amarli anch’io,
anche se alcune volte mi
costa un piccolo sforzo; 2)
non sarà Satana a prendere il sopravvento. Il Signore ha vinto il male e la
morte e nulla potrà separarci dal Suo amore.
Fraternamente
Magna Linota
tufo di Scienze Storico-Politiche,
Facoltà di Magistero di Bari.
In polemica con il recente libro di R. Castielli e M. Melillo,
che mettono in dubbio, perché
mancante di seria documentazione storica, l'immigrazione
valdese nella Daunia nel Medio
Evo, poiché riportata solo dagli
scrittori di parte valdese: Perrin
e Gilles, Gönnet ricorda che il
padre dello storico Pietro Gilles
era il - barba » Gille des Gilles
che conosceva personalmente le
colonie di Calabria e Puglia per
avervi soggiornato. Per cui,
quanto scritto dal figlio sono informazioni avute di prima mano
da un testimone oculare, che
non aveva nessuna ragione di
falsare la verità.
Ma, se la testimonianza del
Gilles può essere di parte, non
possono essere considerati tali
due importanti pubblicazioni, che
gli autori suddetti sembrano avere completamente ignorato,
del gesuita Mario Scaduto: « Tra
inquisitori e riformati. Le missioni dei Gesuiti fra I Valdesi
della Calabria e delle Puglie »
(1946) e: « Cristoforo Rodriguez
tra I Valdesi delle Capitanata e
deirirpinia » (1966), dove è illustrata una ampia documentazione
delle missioni dei suoi confratelli fra i Valdesi della Capitanata e deirirpinia nel biennio
1563-1564.
Per lo Scaduto non v’è dubbio che rirpinia, la Daunia e la
Capitanata videro arrivare 1 primi contingenti valdesi durante
il dominio angioino (e forse anche prima), provenienti dal Sud
delia Francia.
Gönnet conclude affermando
di poter sciogliere In senso affermativo l'interrogativo posto
nel titolo di questa sua relazione, poiché la risposta positiva
non poggia solo sulla testimonianza del Gilles, ma anche da
altre fonti, specie di origine Inquisitoriale.
O. C„
9
6 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
POMARETTO
ANGROGNA Assemblea TEV
Santa Cena in carcere Un film che fa discutere
La settimana del 17 febbraio è
stata una settimana molto intensa e ricca di spunti di riflessione
per tutta la comunità.
Tutte le attività tradizionali si
sono svolte con grande impegno
e larga partecipazione di tutti.
Numeroso il gruppo delle persone che si sono impegnate per la
buona riuscita di ogni cosa. In
modo particolare il folto gruppo
di servizio che ha preparato il
pranzo (per circa 300 persone)
ed ha lavorato con un buon
spirito di collaborazione.
Non essendo possibile fare una
cronaca completa vorremmo segnalare soltanto alcune cose. Innanzi tutto la partecipazione a
Torino al Teatro Carignano alla
manifestazione della Intesa. Due
pullman pieni hanno portato i
pomarini a Torino, segno della
nostra partecipazione a questa
«battaglia per la libertà» nel campo di un corretto rapporto fra
stato e chiese. Il Sindaco di Pomaretto ha portato personalmente l’adesione deH’Amministrazione Comunale.
Al centro della nostra riflessione del 17 febbraio abbiamo poi
avuto la situazione dei nostri fratelli dell’America del Sud. Il past.
Miguel Brun, oggi in esilio in
Francia, ma per lunghi anni pastore della chiesa metodista di
Montevideo, ha presentato con
chiarezza la diffìcile realtà in cui
vivono quelle chiese, illustrando
le cause ed invitando a vivere
una viva solidarietà verso quei
nostri fratelli. La sua testimonianza è diventata poi particolarmente impressiva quando ha toccato episodi della sua prigionia
(è rimasto in carcere 18 mesi subendo torture fìsiche e psicologiche). È stata una testimonianza
di fede nella presenza del Dio
vivente e nella forza di speranza
che da questa presenza deriva.
Soprattutto il racconto della
« santa cena delle mani vuote »
ha suscitato vivo interesse. Il
giorno del Venerdì Santo, in un
momento in cui tutto faceva prevedere una fucilazione imminente, alcuni compagni di detenzione (protestanti cattolici e altri)
gli hanno chiesto, in quanto pastore, di celebrare la santa cena.
Erano rinchiusi in un grosso
stanzone continuamente sorvegliati, da un’apertura dalle guardie, ed avevano avuto l’ordine
di muoversi continuamente senzza parlare con i compagni. Con
la protezione dei compagni atei
che hanno creato un maggior movimento, il gruppo si è così riunito in un angolo nascosto dello
stanzone e lì il past. Brun ha
pregato, recitatto i passi della
istituzione e poi, non avendo né
pane né bicchiere né niente, ha
fatto il gesto di distribuire il pane ed il vino ed i suoi compagni
hanno fatto il gesto di ricevere
il pane ed il vino. Ciascuno ha
poi aperto il suo cuore testimoniando quanto aveva significato
per lui quella « santa cena dalle
mani vuote ». E la testimonianza
più bella era stata quella di un
protestante non praticante che
aveva detto di aver Analmente
compreso l’amore di Dio e di
aver ricevuto quel giorno la speranza del regno.
Anche al pranzo, il pensiero
dell’Uruguay è stato vivo ascoltando il messaggio del past. Ruben Artus venuto assieme alla
signora ed a Ghigo Nancy dell’Uruguay e Boudiakou Ali del
Togo.
Alcune signore dell’Unione
Femminile avevano preparato dei
dolci messi in vendita a favore
di Amnesty International, rendendo possibile così anche un gesto concreto ner fare qualcosa
per la libertà dei prigionieri per
motivi di opinione.
Importante anche la presenza
costante della delegazione delle
chiese svizzere di Grand Lancy
e Onex.
Altra occasione di riflessione
ci è stata offerta dalla visita del
past. Gérard Cadier al Clot di
Inverso Pinasca. Le sue esperienze di un viaggio in Russia ci hanno aiutato a conoscere meglio
questo grande paese.
r DISTRETTO
incontro
pastorale
Il prossimo incontro pastorale del I Distretto avrà
luogo alla Foresteria di
Torre Pellice
lunedì 9 marzo
con inizio alle ore 9. Riflessione biblica di Cipriano Tourn. Tema della giornata: matrimoni interconfessionali.
Testi per la discussione;
1) Documento G. Peyrot
discusso al Corpo Pastorale del 2.8.80;
2) Ordine del giorno 47/
SI/1980:
3 ) Matrimoni interconfessionali : indicazioni pastorali, della Diocesi di Pinerolo.
Riunioni quartierali della prossima settimana: martedì 10 marzo ai Maselli, ore 20; mercoledì
11 marzo alla Paiola, ore 20.
VILLAR PEROSA
Durante il suo soggiorno alle
Valli, giovedì sera 12 febbraio,
il moderatore past. Giorgio Bouchard ha potuto incontrare il
Concistoro ed un certo numero
di membri di chiesa intervenuti
alla riunione nel salone del Convitto, nel corso della quale egli
ci ha rivolto un forte ed incisivo
messaggio con cui ci ha richiamato alla nostra responsabilità
nell’ora presente e ci ha dato
una diretta informazione sui problemi dei Valdesi in Sud America
e sull’impegno degli evangelici
nelle zone terremotate dell’Irpinia. Siamo vivamente grati al
moderatore per la sua visita gradita e per quanto ci ha dato
malgrado i suoi numerosi impegni.
• Domenica 15 febbraio nel
corso del culto è stato battezzato
Diego Pero di Gianfranco e di
Genre Graziella: il Signore accompagni questo bambino ed i
suoi genitori.
• A causa della persistente siccità e dell’accentuato pericolo di
incendi i falò della vigilia della
celebrazione del 17 febbraio sono stati meno numerosi del solito, ma non meno significativi.
Il mattino del 17 una bella asssemblea s’è raccolta per il culto, al quale hanno partecipato
il gruppo Trombettieri e la Scuola Domenicale. Al termine è stata
effettuata la colletta in favore dei
fratelli Valdesi dell’Uruguay e
dell’Argentina, inviata alla Tavola, ed i bambini hanno ricevuto
una « brioche », dono di membri
di chiesa che ringraziamo sentitamente.
Il pranzo, preparato con la solita cura e capacità nel salone del
Convitto da un gruppo di sorelle e di fratelli a cui va il più caldo ringraziamento, ha riunito
ununa ottantina di commensali
fra cui alcuni membri di altre
chiese ed amici. Erano presenti
il Sindaco di Pinasca e Signora, il
Sindaco di Inverso Pinasca, il
prof. A. Tobia e Signora, la quale rappresentava pure il Sindaco
di Villar Perosa, forzatamente
assente per la dipartenza dela
propria madre ed al quale rinnoviamo la nostra simpatia. L’atmosfera è stata molto fraterna e
cordiale ed il gruppo che si è
fermato per la cena ha sfruttato la giornata Ano all’ultimo momento.
Un numeroso pubblico è intervenuto nel salone sottostante il
tempio per partecipare alla serata, preparata ed organizzata
da alcuni giovani che hanno rappresentato con impegno la commedia « Scampolo » di D. Nicodemi, ed alla quale ha portato
un valido contributo la Banda
Musicale d’inverso Pinasca, che
ringraziamo ancora di cuore irisieme ai nostri giovani attori,
che hanno ripetuto la recita sabato sera 21 febbraio.
Al termine della serata ha avuto luogo l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria « prò
spese riscaldamento », che ha
avuto buon esito grazie soprattutto alla preziosa collaborazione
di tutti.
I due incontri-dibattito che si
sono svolti ad Angrogna sul film
« Quand’anche restassimo in tre
o quattro... » hanno permesso —
in occasione del 17 Febbraio —
di porre una serie di osservazioni direttamente al regista del
film. Alfred Jungrathmayr. Cito
le principali: alcuni notano che
nel film manca qualsiasi accenno alla Resistenza. « A mio avviso la storia valdese — dice Jungrathmayr — è complessivamente nei secoli storia di resistenza
all’oppressione e al conformismo; inquadrare il tema della
resistenza al nazifascismo o lo
si fa in modo completo oppure
un semplice accenno non è sufficiente ». Manca l’aspetto del
culto, della spiritualità evangelica, dicono altri. « La fede che
anima il popolo valdese è implicita nello svolgersi stesso del filmato; per esempio — afferma il
regista — ho cercato di spiegare
che l’azione sociale di Cinisello
non è semplice attivismo ma
un’azione di testimonianza nuova. 'nedita che ha un futuro ».
Altra domanda, questa forse è
stata la più frequente; che significato assume la figura del suonatore di gironda che, a tratti,
emerge nel film? «Rappresenta
— confessa Jungrathmayr — lo
antico “troubadour” provenzale
che racconta al popolo una storia che diventa allo stesso tempo critica serrata nei confronti
del sistema costituito ». In linea
generale è giusto ammettere che
non tutti i valdesi si riconoscono
"ipso facto” nel filmato (anche
se il folto pubblico angrognino
si è immediatamente ritrovato
nelle immagini del film: una verifica importante!). Del resto è
chiaro che una proiezione di tre
quarti d’ora, per un concentrato
di otto secoli di storia, risulta
forzatamente imparziale. E come
potrebbe essere altrimenti? Né
d’altro canto ci è possibile, oggi
come oggi, confrontare questa
opera cinematografica con altre
analoghe per la semplice ragione
che non esistono. Finora il filmato in questione ha dimostrato un
dato costante: dopo averlo visto
la gente ha voglia di discuterlo.
Questo ci sembra importante. E
sovente proprio a partire da
quelle immagini, incomplete,
parziali si tenta un discorso sulla nostra identità. « Magari — ha
notato uno spettatore — fossimo
tutti cosi impegnati ed attivi come ci ha visto questo regista protestante. La realtà è molto più
modesta ».
« L’illustrazione del filmato —
ha osservato un operaio Fiat —
è sostanzialmente obiettiva anche se quando sì parla delle Valli mancano i pendolari e appaiono solo i contadini ». Paradossalmente la forza del film sta
proprio in quel che manca e che
però s’intuisce esservi dietro le
immagini. In conclusione è un
invito quello che ci proviene da
queste immagini (già diffuse dalle principali TV europee) ad approfondire e a conoscere la realtà valdese. Una realtà — conclude l’amico Jungrathmayr — che
io stesso fino a qualche anno fa,
benché vivessi in un paese a
maggioranza protestante, ignoravo quasi del tutto. Conoscervi è
stata comunque una piacevole
sorpresa ».
G. Platone
Domenica 8 marzo; il culto sia
al Capoluogo che al Serre sarà
presieduto dal gruppo dei giovani del Prassuit-Vernè in sostituzione del pastore che, per una
settimana, si è recato nelle zone
colpite dal terremoto.
• Nello spazio di un pomeriggio, domenica 1° marzo, ci siamo
raccolti intorno al messaggio del
Cristo che risorge per Emma
Gaydou ved. Vidal, deceduta a
87 anni, all’Istituto « Pro-Senectute» (originaria dei Jouve) e
per Luigi Bertin, di 89 anm, mancato al Rifugio Carlo Alberto
(originario del Vernò). Ai parenti desideriamo esprimere la nostra solidarietà nel comune Signore.
SAN SECONDO
RORA’
• La giornata del XVII febbraio ha avuto due momenti di
riflessione; il primo durante il
culto sul problema della intesa
con lo stato ed il secondo sul
Sudamerica. Desideriamo ringraziare ancora Maria e Thomas
Soggin per essere saliti a Rorà
a parlarci della loro esperienza
tra le chiese del Rio de la Piata
(Argentina ed Uruguay) con una
bella documentazione di diapositive Invieremo in questi giorni alla Tavola 300.000 lire a favore dei fratelli sudamericani
come segno della nostra solidarietà. Ringraziamo le sorelle e
i fratelli che hanno preparato il
nranzo per i 92 commensali.
BOBBIO PELLICE
L’assemblea di Chiesa del 1°
marzo, che ha visto la partecipazione di 94 persone, ha approvato il preventivo di spese per il
1982 preparato dal concistoro: si
prevede di aumentare la nostra
contribuzione alla cassa culto dì
500.000 lire.
È stato inoltre deciso di lanciare un appello alla comunità per
riparare gli stabili. Una lettera
circolare fornirà tutti i dettagli
sulla decisione deH’assemblea.
• Giovedì scorso abbiamo celebrato il funerale di Maddalena
Davit che durante molti anni è
stata organista nella nostra chiesa. La comunità esprinie la simpatia cristiana alla famiglia.
• Giovedì 5 marzo alle ore 12,
agape fraterna; alle ore 21, veillée per preparare il bazar.
• Sabato 7 marzo ore 20: Cinema a Bobbio. Verrà proiettato
il film « L’evangelo secondo Matteo » di P.P. Pasolini.
• Domenica 8 marzo ore 20.45
nella sala di Villar Pellice, l’Unione giovanile presenterà lo spettacolo di canti e proverbi: « Beichéma én reire per anà avanti ».
Venite numerosi.
Il conflitto nucleare comincia
a far vittime.
Si chiamava Amato Gardiol e
nei suoi 33 anni di vita ha conosciuto la triste spola fra Collegno, il Neuro di Pinerolo con discreti periodi di relativa tranquillità a casa sua alla Rivoira. Negli
ultimi anni era ossessionato dal
possibile scoppio di un conflitto
atomico e per questo motivo giovedì 26 febbraio di buon mattino,
eludendo la costante sorveglianza del padre, si è inzuppato gli
abiti di benzina ed ha acceso un
fiammifero. Accorso, con i vicini,
alle grida disperate, il padre ha
cercato di spegnere questa torcia
vivente, ma ormai le scottature
coprivano tutto il corpo. Si è
spento qualche ora dopo al Centro grandi ustionati a Torino.
Comunità ed amici, commossi,
hanno manifestato il loro affetto
al padre Emanuele Gardiol in occasione dei funerali, sabato 28
nel tempio di S. Secondo.
« Il poco di umidità caduta
nei giorni precendenti il 17 febbraio ha permesso l’accensione
dei falò, sia pure con molte precauzioni che hanno evitato ogni
rìschio di incidenti.
Un record di presenze sia al
culto che all’incontro fraterno
che ha visto ben 165 persone al
pranzo ed un bel gruppo ancora
alla sera. Abbiamo avuto fra noi
il fratello Enrico Sisto Scagliola
dell’Assemblea di Calosso d’Asti:
un viticultore come molti a S. Secondo che ha portato un assaggio della sua produzione. Il past.
A. Genre ha potuto essere fra
noi, peccato che la signora e la
figlia Adelisa non hanno potuto
partecipare all’incontro. Un sincero ringraziamento al gruppo
dell’Unione Femminile ed al Sig.
Attilio Codino che hanno preparato il pranzo e trovato il modo
di ospitare tutti i partecipanti.
TORRE PELLICE
• In conseguenza dell’indisposizione del pastore Tourn, a cui
va l’augurio di pronta guarigione
da parte di tutta la comunità, lo
studio biblico organizzato dal
Gruppo Giovanile ha subito uno
slittamento di una settimana.
L’inizio è fissato dunque per venerdì 6 marzo (ore 20,45), con il
programma già pubblicato sul
numero scorso del giornale.
• Domenica 8 marzo l’Assemblea di Chiesa, che negli ultimi
mesi ha fatto purtroppo registrare un calo nelle presenze, sarà
consacrata alla discussione sul
tema del Ruolo Diaconale.
Il Movimento di Testimoniaorza
Evangelica Valdese terrà la sua
prossima Assemblea a Villar Perosa domenica 8 marzo, partecipando con la comunità al culto
alle ore 10 nella sala del Convitto. L’Assemblea proseguirà alle
ore 14.30 con l’intervento di tutti
quelli che lo vorranno.
Giornata mondiale
di preghiera
ERRATA
La Federazione femminile evangelica
valdese e metodista comunica che II
previsto convegno dell'S marzo a Pinerolo avrà il seguente orario:
ore 9.45 appuntamento al Tempio valdese di Pinerolo;
ore 10; culto con la Comunità locale
(e non 10.30 come comunicato in precedenza).
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Sabato 14 c.m. alle ore 20,45,
nella Sala Albarin il Coretto di
San Giovanni ed il Coretto di
Torre Pellice presenteranno una
serata di canti.
L'ingresso è libero. Verrà raccolta una colletta a favore dei
restauri del tempio di San Giovanni.
RINGRAZIAMENTO
I figli con le famiglie, la sorella, la
cognata, i nipoti di
Luigi Bertin
ringraziano il pastore Platone e tutti
coloro che hanno manifestato la loro
simpatia in occasione delle dipartita
del loro caro. Esprimono vivissima nconoscenza al personale tutto del Rifugio C. Alberto per le amorevoli cure.
Angrogna- Verné, 1 marzo 1981_
RINGRAZIAMENTO
« Nella mia distretta ho invocato
l’Eterno ed Egli mi ha risposto »
(Salmo 120)
I familiari del compianto
Daniele Bonjour
(Barba Daniel)
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributata al loro
caro, neirimpossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di vivo cuore tutti
coloro che con presenza, scritti o parole di conforto hanno partecipato al
loro dolore.
Bobbio Pellice. 21 febbraio 1981
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 8 MARZO
Luserna San Giovanni: FARMACIA SAVELLONl - Via Inversegni
- Luserna Alta - Tel. 90223.
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
DOMENICA 8 MARZO
AGLI’ - Tel. 932332
0 tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della vigilia dei
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 8 MARZO
Perosa Argentina
FARMACIA BAGLIANI
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Peros? - Tel. 81000
10
10.
6 marzo 1981
8 MARZO, GIORNATA MONDIALE DELLA DONNA TERZO MONDO: PERCHE’SONO COSI’POVERI
Donna non è recipiente Materiali e tecniche
proprie del Terzo
Mondo spesso sono
superiori alle nostre
Vorremmo poter parlare d’altro ma se si parla di donne si parla di aborto e non per scelta nostra ma anzi con parole e logica non nostre
Oggi 8 marzo 1981 come donne
vorremmo parlare di tante cose:
lavoro e creatività, speranza e solidarietà, vorremmo poterci sorridere, sentirci fiduciose che questi anni di lotta porteranno i loro
frutti, ohe pian piano anche noi
saremo delle persone e non degli
oggetti, autonome e non sottomesse, con una parte attiva in una società nuova. Invece ci troviamo a
tornare indietro, a spendere
energie per difendere una legge
conquistata dopo anni di mobilitazione, compromessa sul nascere e oggi attaccata duramente
dal « Movimento per la \nta ».
Infatti, fra pochi mesi saremo
tutti chiamati a pronunciarci a
favore o contro il mantenimento
di questa legge, la 194 che garantisce a chi si trova a dover abortire di poterlo fare in strutture
pubbliche e non più nel rischio
della clandestinità. E’ una legge
che abbiamo anche criticato come donne, soprattutto per gli
articoli riguardanti l’obiezione di
coscienza e la non auto-determinazione per le minorenni. Ma è
una legge che ha sicuramente salvato la vita di molte donne, una
legge ohe si può migliorare, specialmente nell’applicazione. Non
incoraggia nessuna ad abortire
né tantomeno obbliga. L’aborto
va eliminato, prima di tutto quello clandestino. Da anni si chiedono seri programmi di educazione
sessuale nelle scuole e non ci sono. Si chiede che vengano spesi
dei soldi per una ricerca di anticoncezionali più sicuri e senza rischi: non viene fatto. Mancano
ancora i consultori in molte regioni. Finché le cose stanno così,
difficilmente gli aborti diminuiranno. Inoltre le statistiche dimostrano chiaramente che l’aborto tocca maggiormente chi ha
meno istruzione e versa in situazioni economiche e sociali precarie. A quando la risoluzione di
questi problemi?
Un’idea inaccettabile
della donna
Sono anni che diciamo queste
cose e vorremmo poter parlare
di altro ma se oggi si parla di
donne, si parla di aborto e non
per scelta nostra. Ci troviamo costrette a rispondere su un terreno non scelto da noi, con parole e logica non nostre. Ma costrette perché ci rendiamo conto
che non è « solo » la 194 ad essere in discussione ma l’immagine, il ruolo, l’identità stessa della
donna, come persona, come soggetto sociale.
Non possiamo accettare il concetto di « donna » insito nella
ideologia del « Mavimento per la
r----------------------------------^
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis. Giorgio GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-JacQues Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Luciano Rivoira,
Liliana Vigiielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p. 327106
Intestato a • L’Eco delle Valli La Luce •.
Redazione Valli: Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Abbonamenti: Italia annuo 10.000 semestrale 6.000 - estero annuo
18.000 - sostenitore annuo 25.000.
Decorrenza: 1° genn. e 1“ luglio.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
Cambio di indirizzo L. 200.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
41x40) L. 7.009 più I.V.A.
Inserzioni: prezzi per mm. di aitezza. larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce •: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
V__________________________________
vita » come non possiamo accettarne il concetto di « vita ».
Donna = madre = generatrice di
figli. Come donne abbiamo parlato di autodeterminazione, di coresponsabilità, di maternità responsabile; per noi, essere « madri » è qualcosa che va oltre « generare figli ». Implica una scelta, un progetto, una piena consapevolezza che quei figli che generiamo nascono, sì, ma poi crescono, vivono. Vivranno per anni
in nostra dipendenza, dovranno
mangiare, essere vestiti ma soprattutto dovranno essere amati,
curati, rassicurati. Cosa significa
maternità — essere madri al di
fuori di queste premesse?
L’amore materno
Uno degli attributi universalmente dati alla donna è l’istinto
materno, l’amor materno. Ma
quando l’amore è reso impossibile dalla violenza circostante,
quando l’istinto ci dice che non
ci sono affatto le premesse per
una nuova « vita », allora ci incitano ad una riproduzione biologica e basta. Gli altri valori vengono a cadere. « Ad amarlo ci penseranno altri — tu pensa a generare ». Attribuiscono la « vita » a
Dio come se anche gli stupratori
fossero agenti dello Spirito Santo. Si parla di « vita » perché c’è
concepimento, non si parla di
amore o responsabilità come elementi indispensabili perché ci sia
vita (o si dà per scontato che ci
siano?). Sembra che a Dio interessi la quantità di vite e non la
qualità della vita, il senso che
uno le dà.
Come donne non siamo più disposte ad offrirci come umili recipienti, come contenitori per nove mesi. Vogliamo che la nostra
maternità, come la nostra vita
tutta, sia una parte di un processo di creazione, quella creazione
iniziata da Dio e affidata all’uomo e alla donna, creati ad immagine sua. Uomini e donne chiamati non per essere passivi burattini in mano al destino, coinvolti in modo inconsapevole in un
processo di rigenerazione biologica, ma essere umani attivi, investiti dal dovere e dalla responsabilità di fare delle scelte, di distinguere tra il bene e il male.
E’ chiaro che per una chiesa
che ha per secoli identificato uomo/ragione/bene e donna/natura/male è difficile accettare quest’immagine di una donna non
più subordinata, soggetta agli
uomini e ai loro desideri ma
« persona » co-responsabile con
l’uomo davanti a Dio.
Cos’è « dar vita? »
_ Parallelamente vediamo un attimo il concetto di « vita »:
« la vita è sacra e va difesa », ci
dicono. Prima di tutto è difficile
credere nella buona fede di tanti
che lo affermano mentre fanno
capo a forze che oggi raccolgono
firme per la pena di morte, appoggiano la proposta delle centrali nucleari, tollerano industrie
che inquinano l’aria e l’acqua, coprono omicidi bianchi, speculano
nell’edilizia togliendo spazi vitali
e, come ci dimostra il recente terremoto nel sud, togliendo anche
tante vite « sacre ».
Allora quale vita è « sacra »?
Quella dei bambini forse? Le migliaia di bambini costretti ogm
(1981!) al lavoro minorile? Quelli
negli istituti che aspettano da
sempre una famiglia e intanto
spesso fanno scuola di delinquenza? Quelli rachitici da malnutrizione, quelli spastici e menomati per trauma da parto, o quelli
pigiati in 30 nelle aule scolastiche e il resto del tempo in appartamenti piccolissimi?
Guardando anche superficialmente la nostra società non si
può affermare né che la vita è
sacra, né che essa è difesa. Anzi,
sembra che solo prima di nascere sia tanto importante difenderla... ma gli aborti spontanei causati da lavori massacranti nei
primi m.esi della gravidanza, i
nati morti e malformati in seguito a maltrattamenti subiti dalla
donna incinta, gli handicappati
nati per somministrazione di medicinali che danneggiano il feto?
Possiamo dire che oggi la maternità viene tutelata? Da chi? Dagli
stessi ginecologi che fanno gli obbiettori per difendere « la vita »?
Il senso dato alla vita
Non solo è evidente che la vita
non è considerata sacra in questa società ma come donne evangeliche crediamo che il senso dato alla vita da Dio sia un altro.
Gesù ci dice di dare la nostra vita per gli altri (e non si indirizzava solo alle donnei). Dio non è
la vita e la vita non è Dio. Dio
è colui che dà un senso alla vita,
che la benedice, ma non è un Dio
di facili moralismi, di condanna,
di leggi rigide ed inappellabili. E’
un Dio di amore che ha pietà di
chi soffre e salva chi commette
peccato. Non c’è legge che ci salva dal peccato e non c’è uomo in
terra che può sostituire Dio come giudice.
Judith K. Elliott
Doni Eco - Luce
DONI DI L. 3.000
Coazze: Ruffino Linda — Genova:
Bounous Amelia — Luserna S. Giovanni: Benecchio Sergio, Robba Evelina —
None: Micol Micari Annalisa — Perosa Arg.: Micol Edwin — PInerolo: Rivoire Paolo — Termoli: Maurizio Americo — Torre Pellice: Antonietti Paolo
— Trieste: Lantieri Maria ved. Zennaro — San Germano Chisone: Bounous
Gustavo — San Secondo: Dardanelli
Anita.
DONI DI L. 5.000
Albino: Honegger Nellie — Caerano
S. Marco: Nascimben Maria — Beinasco: Genre Aldo — Angrogna: Malan
Rivoira Susanna — Cantalupa: Travers
Fiordalisa — Casorzo Monferrato: Cavaliere Carlo — Castellina in Chianti:
Pavone Achille — Colleferro: Potenza
Carmela — Dovadola: Guidi Giovanni
— Genova: Alessio Jole, Barone Ga
briellà, Biglione Eunice, Sinnone Nirva
na, Zagami Anna — Felonica Po: Tabel
lini Dante — Luserna S. Giovanni: Bon
net Franco, Bertalot Emma — La Spe
zia: Ro.sati Luigi — Mariglianella: Lee
ce Gennaro — Moncalieri: Fratini Enri
co — Ferrerò; Bert Giovanni, Pasca
Edmondo, Genre Giulio — Porosa Arg.
Peyronel Valdo, Rlbet Giosuè — Piverone: Lo Brano Baratto Anna Maria —
Parma: Bassi Ines — Pinerolo: Ribet
Un esempio:
In India, nel Bihar del nord il
governo vende ai contadini, per
3-4.(X)0 rupie, dei tubi in acciaio
destinati a rinforzare i pozzi. Ora
questi contadini, aiutati dai fabbri dei villaggi, arrivano allo
stesso risultato con bambù, fibre di cocco, chiodi, filo di ferro,
asfalto e juta: costo complessivo 250 rupie... I vantaggi di queste tecniche sono evidenti: economia di materie prime costose,
padronanza delle tecniche usate
da parte degli utilizzatori stessi,
materiale prodotto quasi esclusivamente sul posto, diminuzione
della dipendenza (interna ed
esterna), mantenimento delle conoscenze tecniche locali, utilizzo
della tradizione come leva.
Un secondo esempio:
Nelle Filippine, dove i sistemi
di tessitura tradizionali coesistono con le moderne macchine Sulzer, l’investimento necessario
per fabbricare un metro di tela
è 18 volte più elevato con le tecnologie moderne. In compenso i
vecchi telai giudicati superati occupano a produzione uguale, 4
volte più di personale. Con i capitali risparmiati conservando
queste tecniche tradizionali, si
potrebbero creare nelle Filippine 98.000 nuovi posti di lavoro.
Un terzo esempio :
In India e nel Bangla Desh
una moderna fabbrica di concime costa 140 milioni di dollari
(la metà dei quali è utilizzata
per l’acquisto di materiali all’estero). Una volta terminata, occupa 1.000 operai e consuma 100
milioni di Kwh sotto forma di
petrolio e di carbone. Eppure, la
stessa quantità di concime può
essere prodotta in 26.000 villaggi
indiani per mezzo di generatori
di biogas che utilizzano rifiuti
putrescibili locali (letame, escrementi, foglie secche ecc.). Questo gas può anche essere utilizzato per l’illuminazione e come
combustibile per la cucina ed i
residui costituiscono un concime
di alta qualità.
I vantaggi sono numerosi:
questo sistema crea 5 posti di lavoro duraturi in ognuno dei 26
mila villaggi, cioè 130.000 posti di
lavoro (contro i 1.000 della fabbrica). Invece di consumare lOO
milioni di Kwh all’anno, ne produce 6.000 milioni (illuminazione
e riscaldamento). Infine, gli investimenti per i 26.000 generatori di biogas ammontano a 125
milioni di dollari (contro i 140
milioni).
L’IDEA CHIAVE DA DIFFONDERE
Le tecnologie dei paesi industrializzati sono spesso nefaste per
i paesi del Terzo Mondo. Certamente delle tecnologie troppo rudimentali devono essere abbandonate. Fra le due, tuttavia, esistono
tecniche intermedie, che nella maggior parte dei casi, corrispondono bene ai bisogni dei paesi poveri. Di fronte alle tecnologie più
complesse, creano un maggior numero di posti di lavoro, costano
meno care come investimento iniziale, consumano meno energia o
utilizzano una energia a buon mercato.
COSA SI PUÒ’ FARE
— Intraprendere anche da noi
azioni in favore delle tecniche
semplici, meno rumorose, meno
inquinanti, meno costose, e che
conservino dei posti di lavoro.
Facendo però anche attenzione
a non reintrodurre metodi di lavoro sfibranti per l’uomo.
— Favorire le ricerche, possi
bilmente sul posto, nell’ambito
delle tecniche intermedie meno
care, che consumino meno energia, che utilizzino le conoscenze
ed i materiali del posto e che
creino posti di lavoro.
a cura di
Renato Coisson
Asia: due tecniche per
la produzione di concime
Paolo — Prarostino: Long Tullio —
Ponnaretto: Ribet Luciano, Genre Vera
— Pramollo; Long Oreste — Roma:
Mendola Francesco, Pennington de
Jongh Lilian — San Germano Chisone:
Soulier Virginia ved. Rostan, Bertalot
Giovanni. Jahier Davide, Sappè Enrichetta ved. Bouchard — Ruta: Cielo Geremia — Rorà: Paschetto Tourn Ada —
S. Lazzaro di Savena: Cane Alberto •—
San Remo: Fam. Mansuino — San Secondo: Bleynat Dino, Gay Vanni, Camera Alfredo — S, Giovanni di Bellagio: Giampiccoli Lina — Torino: Vay
Maria, Piovano Marco, Coisson Adriano, Tron Laura e Lucilla, Codino Costantino Ivonne, ReveI Clelia, Selti Alberto,
Rostagno Amedeo, BandizioI Germanet
Annita — Torre Pellice: Beux Tullio,
Giordano Giulio, Frache Bruno e Marina, Ribet Anna — Trieste: Rapisarda
Hanny — Venezia Terenzio Giuseppe
— Verona: Chadima Judith — Villar
Pellice: JanaveI Jacqueline — Udine:
Fam. Fabrizio-Zordan.
DONI DI L. 7.000
Svizzera; Meier Erich, Fischi! Elena
— Brasile: Fam. Boero — Gallarate:
Calvi Beniamino — Olanda: Operti Claudio — Pomaretto: Baret Guido — S.
Giovanni Lupatoto: Kesseiring Clara —
Torino: Gai Pio, Pons Evelina — S, Secondo: Paschetto Gino — N.N. — Pinerolo: Carro Edoardo.
Tecnica occidentale lei. Tecnica adattata
lÉb Fabbrica di concime Contenitori a metano per 26.000 villaggi
Costo totale
$ 140 milioini $ 125 milioni
Costo delle importazioni
$ 70 milioni nulla
Nuovi posti di lavoro
1.000 130.750
♦
Consumo di energia 100.000 MWh/anno Produzione di energia 6.000.000 MWh/anno
Le 2 tecniche producono la stessa quantità di concime
New Irrternationalist