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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Setlimanale
della: Chiesa Valdese
Anno XCVI - Nuni. 29
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TORRE PELLICE — 22 Luglio 1966
Ammin, Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
A GINEVRA, DAL 12 AL 26 LUGLIO
La Conferenza ecumenica
“Chiesa e Società,,
Si sta svolgendo, a Ginevra, la Conferenza ecumenica
« Chiesa e Società ». Preparata da molti anni, essa è organizzata dal Consiglio ecumenico delle Chiese. La stcria
non conosce veri ritorni, ma è tuttavia interessante notare
il riaffiorare in qualche modo autonomo del filone del
cristianesimo pratico (« Vita e Azione»), che subito prima
del secondo conflitto mondiale confluì con l’altro, « Fede e
Costituzione », sfociando, dopo la guerra, nel Consiglio
ecumenico delle Chiese, costituito ufficialmente nella Assemblea di Amsterdam (1948). Nelle successive assemblee
ecumeniche tale filone non è stato certo mai assente, e ne
fanno fede molti dei temi e dei rapporti di Amsterdam,
Evanston, Nuova Delhi, ma questa volta si è voluto centrare tutta mia conferenza sulla realtà sociale in cui la
Chiesa è chiamata a vivere e a rendere testimonianza a
Cristo e al suo Regno. Confidiamo ohe si tratti di un
autentico, pieno intento « missionario », non del deviare
sul binario « sociale » una meditazione ecumenica che, sul
piano teologico, sembra essere attualmente un poco,
in secca
Varie centinaia di delegati provenienti da decine di
paesi di tutti i continenti, insieme a un certo numero di
esperti, parteciperanno ai lavori della Conferenza, suddivisi in quattro sezioni, che esamineranno i seguenti
sotto-temi ; 1 ) lo sviluppo ecoonmico in una situazione
mondiale; 2) il compito dello Stato in un’epoca rivoluzionaria; 3) pluralismo e collaborazione internazionale;
4) effetti degli sconvolgimenti sociali sull’individuo e sui
grappo. Su questi quattro temi saranno udite delle relazioni generali : « Potenzialità delle rivoluzioni scientifiche
e teologiche» (E. Mestrene, Harward; J. Ellul, Bordeaux).
« Dinamismo politico e economico delle nuove nazioni »
(R. Presisch, Ginevra; Boia Ige, Ibadan). «Alla ricerca di
un ethos nuovo per società nuove» (A. Dumas, Parigi;
M. M. Thomas, Bangalore). « Compito della teologia nelle
rivoluzioni sociali del nostro tempo » (H. D. Wendland.
Münster; V. Borovoj, Mosca; R. Schaull, Princeton).
Sono pure in programma alcune « tavole rotonde », in
particolare quella su « Come può la Chiesa contribuire alla
trasformazione della società? », E. Castro (Uruguay),
E. Carson Blake (U.S.A.), E. Mondlane (Tanzania), J. M,
Lochmann (Cecoslovacchia).
Particolare interesse destano le due sessioni plenarie:
l’una su « Il cristianesimo e le trasformazioni rivoluzionarie neil’America latina» (presieduta da C. Mendes de
Almeda, Brasile; H. Conteris, Uruguay; G. Castillo, Colombia) ; Taltra su « Sviluppo recente della riflessione cattolicoromana in campo sociale » ( si tratterà di un commento
allo schema XIII da parte del teologo di Lovanio, Ch. Moeller, che sarà quindi commentato a sua volta da R. Mehl,
Francia; metr. Nikodim, U.R.S.S.; J. Bennet, U.S.A.;
R. Rios, Argentina). La Chiesa romana ha delegato otto
osservatori ufficiali alla Conferenza.
La domenica 17 luglio nella cattedrale St-Pierre è stato
celebrato un «culto solenne» (?) e la predicazione è stata
tenuta da Martin Luther King. Vi è poi tutta una serie di
relazioni e conferenze collaterali di grande interesse ; oltre
alla conferenza inaugurale del Past. W. A. Visser ’-t Hooft
su « La dinamica del pensiero sociale ecumenico », relazioni
concernenti i quattro temi principali ; 1 ) « La pace nell’ èra
nucleare», H. Gollwitzer (Germania), M. Kohnstamm
(Olanda e Y. Isaka (Giappone); 2) « Relazioni economiche
fra nazioni evolute e nazioni in via di sviluppo », J. Tinbergen (Olanda) e G. Kiano (Kenia); 3) «Importanza
crescente dello Stato e partecipazione responsabile », J. Rey
(Belgio), Gen. Simatupang (Indonesia), Mario Mlegge
(Italia), Niilus (Argentina), Andrjamaniato (Madagascar);
4) «Nuove forme di comunità in una società pluralista»,
M. Meiad (U.S.A.), O. Fals Borda (Colombia), A. Adegbola
(Nigeria).
Siamo lieti che vi siano delegati italiani, e che uno di
essi, il Prof. M. Miegge, sia pure incaricato di una relazione; attendiamo da loro un buon panorama dei lavori,
che speriamo siano una riuscita, proporzionalmente alla
serietà con cui sono stati preparati. A chi volesse approfondire maggiormente i temi sul tappeto, segnaliamo che
sono stati pubblicati (in francese dalle ediz. Labcr et Fides
di Ginevra: purtroppo non v’è naturalmente un’edizione
italiana) gli ampi testi preparatori, in quattro volumi:
« L’etica sociale cristiana in un mondo in trasformazione »
(J. C. Bennet); «La responsabilità dei governi in un’epoca
rivoluzionaria» (Z. K. Matthews); «Lo sviluppo economico su scala mondiale» (D. Munby),)» «L’individuo e il
gruppo» (E. de Vries).
SOPPRIMERE
la fame e la guerra
La ‘^proposta Biéler,, approfondita dalla Federazione protestante svìzzera, è presentata alla Conferenza ecumenica ^‘Chiesa e Società,,
di scelte responsabili
La Chiesa ha sempre riflettuto sulla
società, in cui i cristiani vivono con
tutti gli altri uomini. Tale riflessione
poteva essere abbastanza limitata nel
Nuovo Testamento, perchè i cristiani
erano allora una minoranza, missionaria da persona a persona, in attesa
della fine prossima della storia; perchè la Società era staticamente organizzata nella « pax romana », malgrado tutte le rivolte sociali e nazionali
che covavano; infine, diciamolo, perchè la sociologia, come scienza delle
strutture e delle evoluzioni sociali, non
era la regina delle scienze : le si preferivano probabimente l’astrologia e
l’angelologia, la filosofia e la teologia !
Oggi la società ha di sè stessa una
data concezione globale, e la Chiesa,
rivolgendosi ad essa, ha l’impressione
di parlare a una persona collettiva,
che insieme impregna, condiz ona e
cerca interrogando. Perciò ia società
ambientale è diventata una destinataria essenziale del messaggio cristiana.
Dall’ Assemblea ecumenica di Evanstcn si è presa l’abitudine di qualificarla in modo morale e dinamico. Non
la si descrive più soltanto nelle sue
caratteristiche, parlando di società
socialista o liberale, industriale o tradizionale; non si ragiona più sui suoi
attributi ideali, fondandola sul diritto
naturale (come nel cattolicesimo) o
sugli ordini di creazione e conservazione (come fanno i Riformatori). Si interpella questa società che diventa il
soggetto attivo del suo destino. La si
chiama « società responsabile ».
E qui cominciano le difficoltà. Chi
è questa società cos’i personalizzata?
Si tratta dello Stato, incarnazione
temporale di un ordine provvidenziale
voluto da Dio? Si tratta delle autorità
governative, legislative, giudiziarie?
A lungo nella tradizione cristiana ci
si è attenuti a questa interpretazione
del Nuovo Testamento. Lo Stato è
l’organo che una società pluralistica
si dà per procedere nei suoi conflitti,
umanizzare i suoi rapporti, ripartire
le sue ricchezze, migliorare la giustizia, naturalmente usare della forza,
ma se possibile a servizio degli uomini
e non dello Stato in sè. Lo Stato, sempre e integralmente, siamo _ noi. La
Chiesa, rivolgendosi alla società, non
formula dunque delle richieste, conformiste o profetiche, moralistiche o
spiritualistiche, a un corpo di autorità
prese a parte. Al limite, la Chiesa parla a sè stessa, e se la sua parola è
giusta, potente, competente e soprattutto vissuta dalla comunità dei cristiani, questa parola e quest’azione
divengono per la comunità di tutti gli
uomini, per la società quel sale e quel
lievito che abbiamo avuto torto di pensare che fossero unicamente individuali. Come già si è notato a pronosito dello schema XIII del Concilio, destinatario di tali testi è indifferentemente la assemblea dei credenti e
l’universalità di tutti gli uomini. Sarà
la qualità della parola a determinare
in fondo la sua portata. La Chiesa non
ne sa più del mondo, per fargli da
maestra, nè il mondo ne sa più della
Chiesa, sì da trascurarla. Sa soltanto
colui che ha qualcosa di vero e di utile da dire : e i credenti allora lo considerano un dono di Dio, i non credenti
un beneficio per l’uomo.
A Ginevra, dal 12 al 26 luglio, stiamo per vivere un’avventura audsice.
Si metteranno insieme 400 specialisti
mondiali deireconomla, della politica,
della cultura e, per la prima volta nella storia delle conferenze ecumeniche,
vi sarà una forte maggioranza di laici,
oltre i due terzi ; e si chiederà loro non
soltanto di analizzare in modo competente e realistico il mondo attuale,
ma di dire dove devono farsi le scelte
degli uomini e delle società affinchè la
nostra epoca, così prodigiosa per i
mezzi a sua disposizione e così incerta circa i fini da perseguire, airopposto della maggior narte delle civiltà
ohe ci hanno preceduti, riceva una
parola illuminante. Gli esperti verranno sia da società opulente, in cui le
necessità sono sempre meglio soddisfatte e in cui le culture sono minacciate dal puro consumo, sia dalle società sprovvedute, in cui le necessità
sono sempre più angosciose e in cui
le ideologie rivoluzionarie e messianiche si esacerbano. Sono già apoarsi
quattro grossi volumi oreparatori alla conferenza.
Ed ora a voi, a Ginevra : si tratta di
costituire 1’« intercontinente » ecumenico di una Chiesa che vive nella società, fra la creazione e il Regno.
André Dumas
(Il Prof. André Dumas è docente di
etica alla Facoltà di teologia prò estante
di Parigi, ed è vice-presidente di una
delle 4 sezioni di studio della Conferenza ginevrina. Questo suo scritto è
comparso su « Réforme » del 2-7-’66).
Mentre a Ginevra si tiene la Conferenza
ecumenica ’’Chiesa e Società”, riprendiamo
a parlare della ’’proposta Biéler”. Essa è
stata studiata da una commissione nominata
dalla Federazione protestante elvetica, che ha
elaborato le quattordici tesi seguenti; esse
sono state trasmesse come documento di lavoro al Consiglio ecumenico delle Chiese,
che le ha sottoposte alla Conferenza ’’Chiesa
e società”; tuttavia, riunita a Basilea dal 19
al 21 giugno, l’Assemblea della Federazione
protestante svizzera a forte maggioranza non
aveva ritenuto di poter far proprie le tesi
12 e 13. Riportiamo queste notizie, come il
testo del documento, da ”La Vie protestante”
(8.7.’66). Abbiamo già ripetutamente parlato
di questa proposta, e pubblicato scritti di André Biéler, il teologo economista.
RISPONDERE AL TERZO MONDO
4 _ AU’inizio del 1966 i popoli sono a metà
' strada del « Decennio per lo sviluppo »
(1961-1970) deciso dall’ONU alla fine del
1960. Malgrado gli sforzi già tentati da numerosi paesi, i risultati del piano previsto
sono più sfavorevoli di tutto ciò che si era
immaginato. La povertà assoluta delle masse del Terzo mondo cresce (anche se il reddito nazionale globale dei paesi sottosviluppati accusa un leggero aumento, spesso a
favore di una piccolissima minoranza di privUegiati) e lo scarto nei confronti dei paesi
evoluti diviene sempre più stridente.
n _ Questi squilibri crescenti fra popola^ zioni e mezzi di sussistenza da un lato,
e fra ricchi e poveri dall’altro, non sono che
gli aspetti particolari di un problema mondiale, complesso e comune a tutti i popoli :
quello .delle fasi di crescita disordinate della
nuova civiltà industriale universale e del
suo svilupparsi su strati di civiltà umane
diverse e tutte variamente disadattate.
In questo processo, l’antica opposizione di
natura ideologica fra il socialismo e il liberalismo cede sempre più il posto, in pratica,
a una situazione caratterizzata da una combinazione delle concezioni liberale e socialista.
Il vero problema comune a tutti i popoli
dell’Est e dell’Ovest è quello della ricerca
di un umanesimo universale dell’èra tecnica.
CIO' CHE GIÀ' SI FA
E CIO' CHE RESTA DA FARE
3 Attualmente tutti gli sforzi delle Chiese (« Pain pour le prochain » ecc.), come tutti quelli della carità privata e pubblica,
devono essere proseguiti, coordinati e potenziati, affinchè si possano portare i rimedi più
urgenti ai mali più gravi che risultano da
questi squilibri.
Ma occorre al tempo stesso prendere coscienza del fatto che tutti questi sforzi riuniti non costituiscono assolutamente un rimedio sufficiente, adatto alle proporzioni del
male.
Di fatto, si tratta di un problema politico,
di politica economica mondiale, che dev’essere trattato senza dilazioni, tanto la sua
soluzione preme. Soltanto misure massiccie
sono capaci, attualmente, di raddrizzare una
situazione il cui deteriorarsi potrebbe assumere rapidamente proporzioni brucianti per
l’insieme del globo. Milioni di giovani disoccupati sono pronti ad abbandonarsi a mistiche violente e fanatiche. Esperti qualificati prevedono che una gran parte del Terzo mondo conoscerà la fame, fra una quindicina di anni.
E’ nell’interesse di tutti i popoli, ricchi o
poveri, che si organizzi rapidamente una politica mondiale di sviluppo. Questa presuppone trasformazioni di mentalità e dì struttura politica e economica sia negli uni che
negli altri.
Essa implica che si costituiscano senza
dilazione organismi sopranazionali che detengano i necessari poteri di pianificazione e
d’arbitrato. Dobbiamo renderci conto che i
problemi del Terzo mondo stanno divenendo
con grande rapidità i nostri propri problemi. Si tratta quindi di organizzare le solidarietà locali, regionali e universali, in modo che possiamo rilevare a tempo una triplice sfida : quella che ci lancia lo sviluppo
del Terzo mondo, quella delle nostre stesse
zone sottosviluppate e quello deUlavvenire
dei nostri figli.
A ^ Teoricamente, i problemi mondiali di
“ produzione e di distribuzione non presentano alcuna difficoltà insolubile, dati i
mezzi straordinari di cui attualmente disponiamo (ad es., la pianificazione elettronica).
Gli ostacoli più giganteschi sono di ordine
spirituale (ideologia o religione), intellettuale (ignoranza, insufficienza d’informazione) e
morale (indifferenza, incoscienza, egoismo individuale, corporativo e nazionale). In particolare i governi sono, in tutti i paesi, oggetto di pressioni da parte di gruppi sociali
privi di maturità e della paura o della sfiducia reciproche delle popolazioni dette evolute e in via di sviluppo.
La crescente rivolta dei poveri è eccitata
dalla certezza oggettiva, confermata dalla
storia, illustrata dalla pubblicità sfrenata dei
paesi ricchi, che la loro miseria non è dovuta a fatalità (che un’educazione religiosa
menzognera pretende provvidenziale, o una
filosofia economica fallace pretende naturale).
Essa proviene in realtà dagli squilibri e dal
sotto-impiego delle ricchezze umane e naturali, mantenuti dall’uomo stesso. La società
odierna detiene i mezzi per padroneggiare i
problemi della miseria. Si tratta di organizzare questi mezzi.
niiiiiiiimimiiiiiiimimiiimmimiiimiMiiiiiiiKiimiiimiiiiiiiiiiiimiiimimimmiMiiiiimiiiiiini
LA RESPONSABILITÀ'
DEI CRISTIANI
C _ In questo disordine la Chiesa di Gesù
è direttamente implicata. Spetta a lei
come a ogni cristiano, proclamare, con la
propria parola e i propri atti, sia sul piano
locale che su quello internazionale :
a) che Gesù Cristo ha trionfato di tutte
le forze del male (disordine, ingiustizia, violenza) e ha affrancato dalla loro servitù gli
uomini, i popoli, la società e il mondo. Non
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
iiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiii
VERSO UUNIONE DI TUTTE LE RELIGIONI?
La fede cristiana dinanzi al sincretismo
Nel mondo moderno, che sembra
farsi ogni giorno più ristretto, il cristianesimo non può evitare l’incontro con le Religioni mondiali. Le
più diverse correnti d’opinione lo
invitano apertamente ad abbandonare 1’« irragionevole pretesa » di
possesso esclusivo della Verità; forze interne premono per la costituzione di un « fronte unico » religioso contro la marea montante dell’ateismo.
Di fronte a queste sollecitazioni,
quale sarà l’atteggiamento del cristianesimo nei prossimi anni? Avvenimenti di portata storica, quale la
costituzione — da parte della Chiesa romana — del « Segretariato per
le Religioni non cristiane », o semplici fatti di cronaca, quali le celebrazioni di riti mussulmani in Cat
tedrali cattoliche, lasciano forse prevedere che un largo settore della
Cristianità sia avviato verso forme
più o meno radicali di sincretismo,
cioè di fusione con altre Religioni?
Ma il cristianesimo è una « Religione »? O non è forse il buon annuncio della vanità e del superamento di tutte le Religioni umane?
Avrebbe forse perduto ogni valore
l’affermazione dell’Apostolo Pietro;
« ...Gesù Cristo è Vunico nome dato agli uomini per la loro salvezza; non ve n’è alcun altro »?
Mettendo a profitto la sua eccezionale competenza e la sua vastissima cultura, il Pastore W. A. Visser’t Hooft, Segretario uscente del
Consiglio Ecumenico delle Chiese,
traccia innanzitutto un ampio quadro storico, illustrando le varie for
me assunte dalla tendenza sincretistica attraverso i secoli, dal campo
filosofico a quello letterario, da
Rousseau a Goethe, a D. H. Lawrence.
Esamina poi come la Chiesa primitiva abbia resistito alla tentazione del sincretismo, pur rimanendo
Chiesa aperta al mondo. « L’affermazione centrale della fede cristiana
è che Dio si è rivelato una volta per
tutte in Gesù Cristo ». Perciò la
Chiesa non può, senza rinnegare se
stessa, partecipare alla ricerca di una
sintesi delle Religioni, nè a moderne Crociate, perchè di fronte a Cristo la distinzione tra « religiosi » e
« atei » si rivela priva di senso. Il
posto della Chiesa è accanto agli uni
e agli altri, quale testimone dell’Amore di Dio rivelato in Cristo.
Ma una forma maggiore o minore
di sincretismo non è l’imman-sabile
tributo che ogni teologia deve pagare alle categorie di pensiero in cui
vuole esprimere il fatto centrale della fede cristiana? Può esistere una
teologia cristiana non sincretistica?
E come potrà rispondere la Chiesa
cristiana alla grande sfida del sincretismo?
A ognuno di questi interrogativi
l’Autore dà risposta con parola chiara, precisa e documentata. Si tratta
di un’opera fondamentale per la
comprensione dei termini reali del
problema ecumenico, uno dei più
vivi del nostro tempo. C. P.
W. A. Visser ’t Hooft: La fede cristiana
dinanzi al sincretismo. Verso l’unione di
tutte le religioni? « Nostro tempo » 3, Claudiana, Torino 1966, pag. 144, L. 1.300.
2
rag. 2
N. 29 — 22 luglio 1966
Conferenza Distrettuale a San Fedele d’Intelvi
La vita del nostro Terzo Distretto
Malgrado i primi acquazzoni estivi
abbiano inserito una parentesi di
tresco e di umido tanto da richiedere
una gimcana di automobili per il trasporto dei partecipanti dalla chiesetta
di S. Fedele airattrezzatisslmo ed apprezzato Ristorante per i pasti in comune, la Conferenza si è svolta in una
atmosfera di calda, attenta e vigile
partecipazione, nei locali della Chiesa
di S. Fedele di Intel vi, e del quasi terminato centro evangelico « Pietro An
dreetti». , . ,
Le discussioni, alquanto vivaci, hanno portato alla votazione di alcuni
importanti ordini del giorno, sug^i argomenti principali posti all’attenzione
della Conferenza .
Fra i primi documenti votati, vi è
quello relativo alla richiesta al Sinodo
di deliberare una modifica all’art. 48,
punto 2», comma c) dei Regolamenti
Organici relativo alla composizione
delle Conferenze Distrettuali, per farvi inserire la partecipazione di diritto,
con voce consultiva, della rappresentante distrettuale della Federazione
Femminile Valdese, presente quest’anno per la prima volta quale invitata
dalla Commissione distrettuale. La
stessa richiesta viene fatta relativamente alla rappresentala della Chiesa metodista, anche invitata dalla
Commissione distrettuale •
Atti un po’ aridi nella forma, se sì
vuole, ma dietro ai quali sta la ferma
volontà di lavorare insieme, in piena
parità, riconoscendo con gioia le opportunità che ci sono offerte di una
comune testimonianza.
Nella serata di sabato, discussione
del progetto di Federazione delle Chiese Evangeliche, e votazione di un altro ordine del giorno, che riportiamo
integralmente qui di seguito:
« La Conferenza distrettuale deUe
Chiese del terzo distretto, presa visione del progetto di Statuto della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia, esprime la propria riconoscenza alla Commissione per il lavoro
bile progresso sulla via della comune
testimonianza delle Chiese Evangeliche in Italia, approva rorientamento
del documento con particolare riguarsvolto e la propria gioia per il tangido al preambolo; fa voti affinchè, in
Nel riferire i lavori della conferenza del
3" distretto il cronista, nel suo articolo pubblicato qui sopra, riporta in parte il testo
di un ordine del giamo che costituisce una
chiara e piuttosto pesante mozione di sfiducia nei confronti del nostro lavoro redazionale e in particolare della responsabilità del
direttore. Analoga posizione abbiamo trovata espressa qualche settimana fa sul bollettino della Chiesa Valdese di Roma (Piazza Cavour), ov’era riportato questo deliberato del Consiglio di Chiesa: « 11 Concistoro
ritiene suo dovere esprimere alla Tavola
Valdese le sue preoccupaiioni concernenli
rorientamento e soprattutto il tono assolutistico assunto dalla « Luce », ohe quale
« settimanale della Chiesa valdese » presenta un carattere di ufficialità reppresen.ativa,
ohe va ridimensionata sulla base delle reali
responsabilità di ciascuno: redattore, comitato di redazione, lettori ».
Di fronte a queste mozioni di sfiducia il
Sinodo dovrà, penso, pronunciarsi, e attendo serenamente tale pronunciamento. Deve
tuttavia essere ben chiaro — ad evitare impressioni del tuUo errate di vittimismo, che
nella nostra psiche italiana trova sempre
terreno ferace e larghezza di simpatie —
che nessuna voce è stata mai soffocata, ma
che alcuni si sono chiusi in un dignitoso
silenzio e hanno evitato un dialogo, al quale abbiamo sempre inteso tenere bene aperte le nostre e vostre colonne, anche se i mod^
di intendere il dialogo stesso divergono forse abbastanza. Il silenzio si è talvolta esteso al punto di trascurare la collaborazione
nel fornire informazioni sulla vita delle
chiese. Speriamo che di questa « unilateralità », almeno, non ci sarà tenuto rigore.
Gino Con e
uno spirito di reciproca comprensione
e carità tutte le chiese che faranno
parte della Federazione superino le
difficoltà tecniche ohe ancora rimangono al fine di rendere efficace la Federazione come comune strumento di
servizio e di testimonianza; invita le
comunità a studiare e discutere il progetto durante il prossimo anno ecclesiastico e a riferirne alla conferenza
distrettuale del prossimo anno ».
Altri ordini del giorno sono stati discussi e votati nella giornata di domenica, prima e dopo il culto che ha riunito i rappresentanti delle varie comunità con i membri della comunità
di S. Fedele e di Cümo. Fra questi vogliamo solo ricordare quello relativo
al lavoro svolto nel campo dei rapporti col cattolicesimo (« —ne approva
Timpostazione e l’impegno missionario, e ne riconosce la validità come
particolare vocazione della chiesa del
nostro tempo ») e quello relativo alla
Stampa evangelica, la cui posizione
viene giudicata dalla Conferenza troppo unilaterale per quello che riguarda
la informazione ecumenica, specialmente in relazione alle diverse posizioni ohe si manifestano nei confronti
dei rapporti con il cattolicesimo («...rileva ima persistente mancanza di informazione del pensiero e delle posizioni del Consiglio ecumenico », « ... chiede che, nel pieno rispetto delle diversità di pensiero e di ricerca, la nostra
stampa sia strumento di informazione
non unilaterale e di dibattito e di
confronto di tutte le posizioni »).
Alla fine le votazioni hanno riconfermato ancora per un anno la Commissione distrettuale, per quanto da
parte dei membri della commissione
distrettuale stessa sia stata rilevata la
necessità di un cambio della guardia.
Il caldo applauso alla riconferma della Commissione è stato il segno di un
riconoscente apprezzamento per il notevole lavoro svelto in questi anni,
malgrado il carico non indifferente
deH’opera da svolgere. S- r
III imi iMiiMiNiiinii II umilili itiimiiiiiii'iii
iiiiiiiiiiimiimiiiiitiiiiiiiiiKi
libri
“Tutti i figli di
hanno le ali,,
Dio
« Come la cerva anela ai rivi d acqua, / così Tanima mia a Te ane a, o mio
Dio. / L’anima mia ha se'.e di Dio, / del
Dio viven'.e... »: il Salmo 42, col titolo
« Nostalgia di Dio », apre la nuova raccol.a
di preghiere per la gioventù cattolica, che
r Editore Gribaudi ha pubblicato di recente (li. .
Questa raccolta è stata curata dal Movimento Studen'i.i di Pinerolo: espressione di
una nuova esigenza di pregh erà, scaturita
da un’esperienza comunitaria di questi giovani.
Sono una novantina di pregh ere, di cui
venti Sa mi ( i più belli, l'ome il 42, l’34, l’8,
il 104, il 51, il 130, il 127, il 27) nella traduzione curata dal Pontificio Istituto Biblico; alcune preghiere li urgiche (come il
« Veni creator Spiritus », il magnifico « Te
Deum laudamus»); altre tratte da da raccolte di Michel Quoist, T. Suavet, F. Lelotte,
CeboMa Lopez, Jacques Lebret, L. Jerpha
(1) Autori vari: Tutti i figli di Dio hanno
le ali. Gribaudi, Torino 1966, L. 450.
gnon, ma anche di S. Agostino, P. De Feucau-d e negro spiriluals.
A pare due (solo due, ma per noi ancora troppe!! preghiere alla Madonna, certi accenni qua e là a posizioni cattoliche che
non possiamo condividere, queste preghiere, nell’adorazione, nel ringraziamento, nella domanda di perdono e di grazia, nella disponibilità al servizio, sono inni di lode a
Dio, di ricerca di Dio, nell’essenza cristocentriche, lontane dull’antica m.stica e dal
culto dell’uimano. Vi è un giusto desiderio
di attuazione, di « incarnazione » della propria fede: l’elemento «lode a Dio » e l’elemento « attuazione umana » della propria
fede non sono mai staccati. Perciò nella
parte dedicata all’adorazione, possiamo leggere delle preghiere come questa di J. Lebret: «Gesù, mio Signore e mo Dio, ecco
ihe ho imparato a conoscerti. Tu hai riempito il mio cuore del tuo amore per 1 umanità. In Te io vivo la mia vita cosciente, in
Te io evado affinchè Tu mi riconduca presso i miei frateir, in Te io incontro tutta
l’unità che Tu rinserravi nel tuo amore e
La Deuxième Session ¿'Histoire Religieuse du Midi
Les \/audois languedociens
La Deuxième Session dHistoire Religieuse
du Midi, qui aura lieu du 26 au 30 juillet
1966 à Fanjeaux (département de l’Aude,
France), sera consacrée aux Vaudois Languedociens.
Le programme comprend les communications suivantes;
Mardi 26 juillet; Le problème de la pauvreté au XII siècle, par M. Mollat (Sorbonne)
et E. Delaruelle (Institut Catholique de
Toulouse).
Le milieu social et économique languedocien vers 1200, par Ch. Higounet (Univer.
sité de Bordeaux et Ecole des Hautes-Etudes).
Mercredi 27 juillet: La figure et l'oeuvre de
Vaudès dans la tradition historique et selon les dernières recherches, par J. Gönnet (Université d'Oslo et Faculté Vaudoise de Théologie de Rome).
Caractéristiques du premeir mouvement
vaudois ei crises au cours de son e.xpansion. par K. V. Selge (Universilé d‘Hei
delherg). _ i r ‘ i
Carcassonne. Centenaire de J. Cuiraud.
historien du MIT siècle religieux du Languedoc. par Y. Dossal (de la Recherche
Scicntiiique).
Jeudi 28 juillet: Les Vaudois méridionaux,
d'après les docunients de I Inquisition.
par Y. Dossat.
Saint Dominique et les Vaudois à Pamiers en 1207, jior M. H. Vicaire (Albertinum, Fribourg, Suisse).
Vendredi 29 juillet : Discussions sur Vapostolicité entre Vaudois. Cathares et Catholiques. par K. V. Selge.
Vaudois contre Cathares en Languedoc,
par M. H. Vicaire.
Samedi 30 juillet: Les Vaudois en Europe
centrale au XIII siècle, par A. Molnar
(Université de Prague et Faculté Vaudoise
de Théologie de Rome).
L'aile droite des Vaudois et naissance des
Pauvres Catholiques et Pauvres Réconciliés, par K. V. Selge.
Sont prévues des visites de Carcassonne,
Prouille, Montréal, Laurac-le-Grand et environs.
Cette Session, organisée par le Centre
d’Etudes Historiques de Fanjeaux sous la
direction de Monseigneur Grille de ITnstitut Catholique de Toulouse, fait suite à celle de l'année dernière qui avait été consacrée à Saint Dominique eji Languedoc (12061217).
PER ANNA
Per la giovane etiopica segnalataci
dalla missionaria Paola Tron abbiamo ancora ricevuto: P. A. (Roma)
L. 1.000; N. N. (id.) 1.500; Gruppo
«Missioni» (Torino) 25.0(X). Siamo lieti di comunicare che il totale delle offerte pervenuteci a questo scopo assomma a L. 145,250, che trasmettiamo
all’Asmara, ringraziando i donatori e
con i migliori auguri per Anna nonché per il ministero degli amici Tron.
ATTENZIONE
Il prossimo numero del settimanale uscirà con la data di
venerdì 5 agosto.
per la quale, uomo, ti offrivi in olocausto,
in Te incontro la pienezza di D o... ».
Molte ipreghiere, se non riprendono direttamente le parole evange.iche, come il
« Cantico di Maria », compreso fra le preghiere di adorazione, ne ridanno tutto il significato, come ad esempio questa, 'bellissima, di Cebolla Lopez: «Che gioia, Sigrore; / sei venuto per noi, / perchè siamo infermi; / sei venuto per noi, / perchè siamo
peccatori »; e l’altra delio s:esso au ore;
« Essere come un uccello del c e!o / che
Dio guida / o come un giglio del campo / che Dio ves e, / senza mietitura e senza granai, / crescere e fiorire, / senza angoscia per il mangiare / il bere e il vestire, / cercando solo il regno / e la g.ustizia ».
Belli, nel loro genere, i negro spirituals,
uno dei quali dà il nome a tutta la raccolta:
« lo ho le ali, tu hai le ali, / Tutti i figli
di Dio hanno le ali. / Quando arr'verò in
cielo mi metterò le mie ali, / Me ne andrò
volando per lutto il cielo di D o, / C elo,
cielo, / Non tutti quelli che parlano del
cielo vi andranno ;/Cielo, cielo, / Me ne
andrò volando per tutto il èielo di Dio... ».
E l’altro bellissimo: «Un cieco slava sul
lato della strada;/Era cieco e non poteva
vedere. / Udì che Ge.sù stava passeggiando. / Senti che aveva bisogno di Te. / Implorò uno dei discepoli, / Ti prego, dimmi
quando Egli è vicino. / Egli gridò: Redentore, non passar oltre! / E io grido: Redentore,mio amato Redentore, / Reden ore, non
passar oltre! ».
Preghiere antiebe, come quella di S- Ambrogio : « Noi ti seguiamo, o Signore Gesù,
ma per poterti seguire cliiamaci, perebè senza di Te nessuno procede innanzi, c'hè Tu
solo sei Via, Verità, Vita... » e moderne,
come quella di .1. Lebret: « Mandaci o Dio,
dei fol'.i: quelli che s’impegnano a fondo,
che sanno obliarsi, èbe amano s'nceramente
e non solo a parole, e che veramente sanno
sacrificarsi fino alla fine. Abb amo b'sogno
di folli, di illogici, di entusiaslii, di creature
capaci di salti neH’incerlo, neH’ignoto sempre più vasto della povertà; die accettino,
gli uni di perdersi nei!» mass.q anon'ma
senza alcun desiderio di farsene un lra:npolino di lancio, gli altri di servirsi della superiorità acquista'a un camen'e al servizio
di essa. Non sempre questo salto, però, consiste nel rompere i poti i col proprio ambiente e col proprio vsistema di vita, ma è
piuttosto una rottura fors’anco più profonda con queirin:imo egocentrismo del proprio io che fino a questo momento ha dominato inconlraslalo. Abbiamo bisogno di folli del nostro tempo, amanti di una vila
semplice, difensori delle classi più umili,
alieni da ogni compromesso, decisi a non
mai Iradire, sprezzanti della loro stessa vila.
pronli ad una abnegazione totale, capaci di
accettare qualsiasi coinpilr,, di par;ire per
obbedienza, verso qualsiasi destinazione, liberi e sollomessi al tempo sles:-o, spontanei e tenaci, dolci e for i ».
« Molla Bibbia, molla rcal:à terrena: ceco
i due peli intorno a cui ruotano queste pagine. Paro’a di Dio ed impegno nel mondo.
È ciò di cui oggi c’è bisogno; ed i giovani
che hanno curalo queste pagine l’hanno collo perfettamente »: queslo è il giudizio de!l’editore nel presenlare questa raecolla, e
noi lo condividiamo.
GiuUnnn Pascci
Le età della vita
IL VECCfflO
¡Sei vecchi si trova la sapienza
e lunghezza di giorni dà intelligenza
(Giobbe 12: 12).
La vecehi.aia è l’ultiina età della vita, ma non a tutti è dato di
diventar vecchi. Dobbiamo parlare della vecchiaia con un senso di
rispetto umano e di riconoscenza verso Dio. Già l’antica legge del
Levitico prescriveva il rispetto per i vecchi: « Alzati dinanzi al capo
canuto, onora la per.sona del vecchio, e temi il tuo Dio »; mentre il
libro dei Proverbi, con delicata sensibilità, dichiara che: « / capelli
bianchi sono una corona d’onore-, la si trova sulla via della giustizia ».
Diventar vecchi è il desiderio di quasi tutte le creature umane;
ma chi può dire come invecchierà, se con un’adeguata misura di energie fisiche e mentali tali da rendere piacevole la vecchiaia oppure in
mezzo .alle tribolazioni ed alle pene, in un’atmosfera di totale dipendenza da altri o di più o meno benigna sopportazione? Ci sono dei
vecchi arzilli a più di novant’anni, dotati di una bella chiarezza di
spirito; ma ci sono tante altre persone anziane, deboli e bisognose,
verso le quali non avremo mai abbastanza simpatia ed amor cristiano,
anche e soprattutto nella comunità dei credenti.
Una cosa dobbiamo ad ogni costo evitare di pensare e di dire,
cioè questa: che la vecchiaia sia soltanto più un tempo di attesa e di
inattività e che i vecchi, poveretti, siano ormai incapaci di riflettere
nella profondità del loro spirito in vista di chiare tlecisioni nel campo della fede. Abbiamo incontrato, talvolta, dei vecchi rimasti agganciati ad una visione scettica della vit.a, ma si è trattato di incontri
rari e nessuno di noi è in grado di pronunziare un giudizio definitivo
sulla vita interiore del proprio fratello. Ma non sarebbe savio pensare che la vecchiaia non è più il tempo in cui l’Eterno parla ed in
cui il credente ascolta. Tutte le età della vita sono favorevoli ad una
chiamata da parte di Cristo. L’uomo e la donna ormai avanti negli
anni non sono al di fuori delle possibilità di cui il Signore dispone
per renderli attenti al significato della Sua parola di vita eterna. Sta
scritto che Abramo « aveva settantacinque anni quando partì da Charan » ubbidendo alla vocazione di Dio. E fu proprio queU’ubbidienza
che significò per lui e per il suo popolo una rottura con l’idolatria,
fu la vocazione ricevuta che fece di lui il padre dei credenti, « talché
coloro che hanno la fede, sono benedetti col credente Àbramo ».
No, la vecchiaia non è un tempo vuoto e vano; non è un’età libera da impegni e da decisioni di fronte al messaggio di Cristo. C’è
un « oggi » di Dio anche per i vecchi, per i credenti anziani di età.
E’ inevitabile che il vecchio riguardi al passato, talvolta con nostalgia, tal’altra volta con lucido senso critico; tuttavia l’appello che Dio
gli rivolge in Cristo rimane urgente anche per lui, tanto più urgente
in quanto che il suo cammino si abbrevia. Potrebbe esser soddisfatto
di ciò che ha acquisito nel campo della fede cristiana ; ma la fede
non è mai un possesso definitivo, bisogna riviverla ogni giorno, liberarla da ciò che ne oscura la chiarezza, rimeditarla confrontandola
con l’Evangelo della grazia di Dìo, per poter dire con l’aiuto del Signore ; « Io so in chi ho creduto » e per servirci del tempo che ancora
ci rimane in vista di una ubbidienza operosa, libera da inutili lamenti
sulla vita e sulla caducità delle cose umane.
Una esistenza lunga può essere un vero e proprio privilegio, ma
non è l’unica cosa che si debba desiderare. La vera saviezza consiste
nel lasciare che l’Evangelo illumini la vita, e ciò vale per ogni età;
perchè chi può sapere quando verrà la sua fine? I giovani e l’adulto
possono ancora farsi delle illusioni al riguardo; ma il vecchio sa che
il passato è passato, mentre si avvicina l’ora in cui ogni speranza ed
ogni promessa da parte di Dio avranno il loro pieno significato. Si
sono scritte molte cose, anche belle e nobili, sulla vecchiaia; una delle
cose belle e vere le scrisse il salmista in questi termini ; « O Dio, tu
m’hai ammaestrato dalla mia fanciullezza, ed io, fino ad ora, ho annunziato le tue meraviglie. Ed anche quando sia giunto alla vecchiaia
ed alla canizie, o Dio, non abbandonarmi, finché non abbia fatto co-^
noscere il tuo braccio a questa generazione, e la tua potenza a quelli
che verranno ».
Onesta è la vera sajtienza ed è anche la testimonianza dei vecchi
credenti, di cui i giovani hanno bisogno oggi. L’esperienza può essere
utile ai vecchi, ma non è prima di tutto l’esperienza che li rende savi.
Diventano savi, come del resto i giovani e gli adulti, quando invece
di rinchiudersi in se stessi, riconoscono che hanno vissuto e vivono
ancora per la grazia di Dio, giustificati per fede in Cristo, sicuri di
aver potuto prendere delle decisioni e di aver potuto perseverare nella fiducia cristiana, soltanto perchè Dio è fedele e, nelle loro tenebre
come nei loro smarrimenti, ha fatto risplendere la Sua luce sul loro
cammino.
La vita dei vecchi è spesse volte dura ed amara; dobbiamo umiliarcene, noi più giovani, perchè talvolta ciò dipende anche da noi.
Ma, indipendentemente dalle alterne vicende della vita, c’è una promessa divina rivolta al popolo dei credenti; i vecchi non dovrebbero
dimenticarla: « Fino alla vostra vecchiaia io sarò lo stesso, fino alla
vostra canizie io vi porterà; io vi ho fatti, ed io vi sosterrò; sì, vi
porterò e vi salverò ». Ermanno Rostan
Per le letture delle vacanie
de! ve stri rege zìi
J KRUMGOLD - I pascoli dell’altipiano - Bemporad-Marzocco «I premiati del mondo ». L. 1.500.
(oltre 11 anni)
GUSTAV URBAN - La scuola di bambù - Bemporad-Marzocco « I premia
ti del mondo». L. 1.500.
(oltre 11 anni)
« È difficile essere Miguel ». Egli è il
quinto dei 7 figli di un grande allevalore
di pecore del Nuovo Messico. Interessanti
davvero questi grandissimi allevamenti in
cui tutta la famiglia è impegnata. Ma, povero Miglici, a lui pare che per Pelilo, il
fratello piccolo, tutto sia facile perchè si
accontenta di tulio, per Gabriel, il fratello
maggiore lulto sia facile perchè sa fare
bene lutto, per lui invece, che problema
essere MigueÌ! I nostri 12-14enni ci si ritroveranno con le loro aspirazioni a diventare grandi, a lavorare come i grandi. Dove
restiamo perplessi è nella parie del libro
che riguarda una preghiera di Miguel (di
poter andare sull’altipiano con i grandii
falla a Sanl’Ysidro, il sanilo contadino che
lo esaudisce, ma con un miracolo che crea
per lui un problema ancora più grosso; può
andare sull’altipiano, ma al pesto del fratello che deve partire per il servizio mi
La scuola di bambù è la scuola di un
villaggio deirindia, dove l’Autore ha insegnato negli anni iniorno al 1947, quando
l’india ha raggiunto la sua indipendenza.
Egli ha conoseiulo i ragazzi di itti parla,
quindi la storia di Namila, Asok Anjelee c
viva e palpitarne. In mezzo alle loro v'cende che Icngono sostenula l’aUenzicne, i
temi della fame, della mendicilà, unica
prospettiva per lulta una ciilegoria di indiani, l’ineonlro lon ladri e santi, lo sfondo grandioso e muli ¡cole re di Bombay e
Calculla con le loro luci e i 'oro bazar,
e l’ansio del protagonista di avere una vila
vera, di ipoler studiare e sapere, fanno si
che il libro abbia veramente un messaggio da dare ai nostri ragazzi, apremio loro
una visuale aggiornala e moderna sulla
realtà del mondo contemporaneo.
Berta Subilla
3
^2 luglio 1966 — N. 29
pag. 3
CORRISPONDENZA DAGLI ANTIPODI
____________. TRIBUNA
Un raid: Tahiti - Huahine LIBERA
Raiatea - Tahaa - Tahiti
In questa rubrica pubblichiamo
interventi dai quali la redazione
dissocia la sua responsabilità
La colletta del Maggio, il profumo della
A chi basta
vaniglia e altre cose -j Maestro...
Papeete. 29 giugno 1966
Cari amici,
per evitare che questo articolo sia ditiuovo
un articolo-fiume come il primo, eccovi alcune notizie di questi primi due mesi di
attività.
Quasi subito dopo avervi scritto sono partito, come preannunciato, per le Isole Sotto
Vento, dove dovevo prende parte al giro per
la colletta del Maggio. S¡ tratta della sola
colletta fissa e annuale con la quale ogni comunità è chiamata a provvedere alle spese
di culto dell’insieme della Chiesa Evangelica. Un bel giorno siamo dunque partiti, il
Presidente Raapoto ed io, per Huahine: la
più selvaggia delle isole dell’arcipelago. Anzi veramente si tratta di due isole, una delle
quali assai piccola, collegate da un ponte
di barche gettato sul breve braccio di « logon » che le separa. L'idrovolantc delle linee
locali ci ha permesso di raggiungere la meta
in tre quarti d’ora, dopo aver sorvolato un
po’ di lontano l’isola di Moorea e lasciando
a sinistra le due isole di Raiatea e Tahaa,
racchiuse in uno stesso « logon », e — più
lontano — la sagoma assai tormentata di
Bora Bora. Il mare sotto di noi sembrava
come immolùlizzato nell’atto di incresparsi
lievemente, dopo il fragore delle onde che si
rompevano contro la chiglia al momento del
decollo e che si sono poi sollevate in altissimi spruzzi al momento dell’ammaraggio
nelle chiare e azzurrine acque dell’isola.
Credevo di essere arrivato ed invece no, c’è
voluto ancora un'ara di barca per raggiungere YOhire. il capoluogo di Huabine. In
fatti, per una questione di direzione e di for.
za del vento, l’aereo deve ammarare in una
zona abbastanza eccentrica dell’isola. Si ripete cosi qui, sia pure per altre ragioni, il
fatto curioso di un viaggio in aereo relativamente breve seguito da un viaggio acquatico
persin più lungo, prima di arrivare effettivamente alla meta, come avviene spesso per
i viaggiatori europei.
I
« Force de frappe »
realismo ecclesiastico
e solidarietà comunitaria
sentire la piacevole sensazione che ho provato per la prima volta a Fitii, quando, dal
deposito di uno dei commercianti cinesi del
luogo, il vento mi ha portato prepotente il
profumo di questo tipico prodotto delle isole. Più tardi ho anche visto le piante, specie
di rampicanti che si valgono dei sostegni più
vari : pali, alberelli o anche tronchi di palma da cocco. L’aspetto di quelle che diventano poi stecche di vaniglia è un po’ simile
a quello dei baccelli di piselli mangiatutto
assai allungati. Purtroppo il prezzo della vaniglia ha subito un forte ribasso e la malattia rovina parte del raccolto. Inoltre la coltivazione ne è piuttosto delicata e faticosa.
Per poco che i giovani vedano altre possibilità dì lavoro, rare diventeranno le piantagioni di vaniglia. Fatto curioso, quest’ultima non è affatto profumata in modo speciale, finché è sulla pianta. Solo dopo un lungo periodo di essiccazione assume l’aspetto
bruno e grinzoso e il profumo che le conosciamo.
I
Il « Me » :
colletta, incontro fraterno
e ispezione di chiesa
A Fare incontriamo alcuni pastori che sono venuti ad augurarci il benvenuto e che
.salut,'iiio con piacere tutto speciale il Pastore
Raapoto che giunge nell'isola per la prima
volta da quando è stato eletto alla presidenza della Chiesa, e molto fraternamente il
sottoscritto che è « nuovo » in tutti i sensi!
Portano tutti il caratteristico cappello di foglie di « pandanus » intrecciate, per lo più
rallegrato da un giro di conchiglie. In jeep
arriviamo in breve alla casa del pastore Terito, dal portamento di condottiero e dal fare di chi ha sempre molti progetti in testa,
e Sa come realizzarli. Forse per noi, abituati
a com!)atterc l'idea che il pastore ha tutto
in mano cil è un po’ il centro motore di
ogni cosa nella comunità, può parere un
tantino sconcertante quest’uomo che non esita a dare un determinato indirizzo non solo alla comunità, ma anche al villaggio e,
mi dicono, un po' a tutta l’isola. D altra
parte è indiscutibile che le realizzazioni sono
li a dimostrare che. almeno qui, il sistema
funziona bene. Nè va taciuto il fatto che il
mio collega sa veramente interessare tutti
all’azione della Chiesa. Specialmente significative mi sono parse due attività da lui promosse. Innanzitutto il sistema utilizzato per
la costruzione del nuovo tempio, già quasi
ultimato per quel che concerne gli esterni e
che sarà tra i più moderni in questi paraggi.
Come sapete, il Governo Francese ha fatto
uno sforzo notevolissimo per creare in due
degli atolli delle Tuamotu, Hao e soprattutto
Moruroa tutte le strutture necessarie per
realizzare le esplosioni nucleari di luglio-settembre prossimi e per studiarne accuratamente gli effetti. Il pastore Terito, ben sapendo che comunque i giovani dell’isola avrebbero risposto all’appello rivolto a tutti
gli abitanti dell’arcipelago in vista di ottenere della mano d’opera locale, ha pensato
di utilizzare questo fatto per far si che, almeno, la comunità disciplinasse i turni di
lavoro di tutti gli uomini validi. Oltre naturalmente a disciplinare Futilizzazione dell’improvvisa ed insperata fonte di danaro
costituita dai salari di quanti lavoravano regolarmente nei « sites », come si è preso
l’abitudine di chiamarli qui. Ognuno si è
impegnato a versare una percentuale mensile del suo salario per la costruzione della
chiesa, a fornire ore di lavoro per la costruzione della medesima e ad accettare che il
pastore stabilisse i turni sui « sites » e al villaggio. Dal canto suo il mio collega è andato
più volle a visitare i suoi membri di chiesa
durante i turni di lavoro alle Tuamotu ed
ha anzi passato con loro i primi tre mesi,
per incoraggiarli e per evitare che perdessero di vista lo scopo più importante della
loro fatica. A Fitii. il villaggio della comunità in parola, si organizzò inoltre una mensa comune alla quale prendevano parte i
membri (mogli e figli) delle famiglie di
quanti lavoravano lontano. Insomma si e saputo lavorare concordemente perchè la chiesa fosse veramente il risultato dello sforzo
di tutti.
Secondo fatto notevole: la comunità ha
lanciato una cooperativa che aiuta i singoli
produttori a vendere il loro prodotto di vanìglia ccc. e ad acquistare determinate derrate essenziali a prezzi più onesti. Tale cooperativa (che all’inizio è stata una creatura
del pastore) si regge ora da sola e contribuisce a rinsaldare i legami tra i vari membri
della comunità.
Parlando di vaniglia mi pare ancora di
Ma è tempo di parlare della colletta del
Maggio o del « Me », come lo si chiama qui.
Perchè ha luogo in maggio? Proprio perchè
un tempo il raccolto della vaniglia avveniva
in maggio e ogni famiglia, quella sola volta
in tutto l’anno, aveva un po’ di denaro liquido per fare la sua offerta alla Chiesa e...
per pagare i debiti dell’anno prima al commerciante cinese del luogo.
Anche se ormai le fonti di guadagno sono
più varie ed assumono spesso la forma di
un salario mensile, si è mantenuto l’uso del
« Me ».
Non si creda però che il Comitato^ del
Me, che varia per ogni isola e che è formato da pastori e diaconi provenienti da un’altra isola, si occupi soltanto di raccogliere i
soldi. Al contrario la « tournée » annuale
è l’occasione per incontrare tutta la comunità, saggiarne lo stato spirituale, esaminare i
ragazzi della Scuola Domenicale, parlare del
programma di lavoro dell’anno seguente, affrontare certi problemi non risolti o risalti
male, presentare i nuovi venuti, come nel
mio caso, esaminare lo stato degli edifici ecclesiastici e quello di altri in fase di costruzione. A questo proposito non tutti sorgono con la stessa celerità del già menzionato tempio di Fitii... Si pensi, poi, che in
ogni comunità vi sono dei gruppi, formati
per quartiere, ognuno dei quali ha la propria fare putuputura o sala di riunione.
Tutte le costruzioni, compresi i presbiteri,
sono interamente erette a spese della comunità locale. E, se questo non è sempre il
caso nelle Isole Sotto Vento, vi assicuro che
a Tahiti ci sono dei presbiteri veramente
moderni e più che confortevoli, naturalmente tenuto conto del clima locale ecc.l Miei
cari, non è che la Chiesa sia tanto ricca, che
abbia nascoste fonti di reddito: e che i mem.
bri dì Chiesa sono generosi. Pensate che,
per quel che concerne la colletta del « Me »,
un aumento annuale del 20% costituisce il
minimo contemplato, non per legge ma per
tacita decisione, mentre si raggiunge spesso
il ,30-40-50 e fino il 235% (duecentotrentacinque per cento!), sia pure in casi un po’
eccezionali. Questo vi fa capire anche perchè la Chiesa di Tahiti sia la sola « giovane
chiesa » ex-Missione di Parigi che a tutt’oggi contribuisca in modo sensibile, anche
finanziariamente, al lavoro missionario.
La colletta stessa si svolge in generale
nel corso di un culto serale. Ogni comunità
fissa in anticipo il giorno in cui essa avrà
luogo, in modo che il Comitato, con la borsa sempre più piena, possa fare tutto il giro
di un’isola nel più breve tempo possibile.
Ogni membro della comunità porta la sua
offerta al tavolo dove il Comitato... conta e
comunica man mano le cifre raggiunte.
Dire che nella generosità delle comunità
non entri mai una componente « sportiva »
— nel senso che i vari gruppi o le varie
persone cercano di superarsi a vicenda —
non sarebbe esatto. Tuttavia mi pare di poter dire che l’offerta è tutt’altro che priva
di significato spirituale ed inoltre è sempre
più facile spiegare ad un credente perchè
è generoso piuttosto che... indurlo ad esserlo!
Vi assicuro ad ogni modo che le giornate
del « Me » sono, oltre che assai simpatiche,
anche molto faticose. Spesso si parte alle
cinque del mattino e si finisce la giornata
alle due-tre del mattino dopo! Questo contando gli spostamenti, d numerosi pasti e il
lunghissimo culto-offerta della sera che comprende : predicazione, canti, recitazione del
Parau Tamau (una specie di lezione che la
comunità impara a memoria e che concerne
un articolo dell’ordinamento o della confessione di fede della Chiesa), discorso del presidente del Comitato che spiega il lavoro com.
piuto durante l’anno trascorso e quello che
attende le comunità nel prossimo futuro, discorso mio a proposito delle Chiese Valdese e
afrieana. Alla fine, su tanta stanchezza, un
ultimo pasto!
Naturalmente è stato anche magnifico
percorrere in lungo e in^largo l’isola di Hua.
bine ora per strade sSettissime, tagliate nei
fianchi della montagna, ora in barca sul
« lagon » dall’azzurro dai mille toni diversi.
Il tracciato della strada che permetterà di
fare il giro di Huahine è già ben visibile ma
alcuni tratti sono ancora impraticabili anche
per le jeep di qui.
I
Avventure
in piroga
e sul pulpito
iiiiiiiiiiiiiiimii'iiii’
NOTIZIARIO MISSIONARIO
Come contribuiscono
i membri delle Giovani Chiese
Il bollettino di informazioni della
Società delle Missioni di Parigi dà i
seguenti dati sulle contribuzioni dei
membri delle Chiese del Togo, Gabon
e Nuova Caledonia, per le spese delle
Icro comunità ( spese di esercizio, assegni degli operai della Chiesa, costruzione e manutenzione degù stabili, eoe.).
In un anno hanno contrmuito ;
quelle del Togo L. 42.500.000, quelle
del Gabon 42.000.00o, quelle della Nuova Caledonia 18.500.000. La media per
membro di chiesa è: per il Togo di
L. 3.125, per il Gabon di 2.500, per la
Nuova Caledonia 5.250.
Le differenze fra una chiesa e l’altra
sono dovute essenzialmente alle divergenze del livello economico dei vari
C'£l6Sl
Conviene pure tener conto del fatto
che nelle famiglie cristiane gli sposi
sono contati separatamente in quanto
membri di chiesa. Quindi l’offerta media di una famiglia ammonterebbe a
circa il doppio delle cifre qui indicate.
Volendo fare un paragone con le nostre chiese europee occorre pure tener
conto del fatto che il reddito medio
delle famiglie in quei paesi sottosviluppati equivale press’a poco a 1/5 di
quello delle nostre famiglie in Francia 0 in Italia.
« «
Abbiamo già parlato parecchie volte
dell’Azione Apostolica Comune proposta dalle Giovani Chiese e approvata
dalla Società delle Missioni di Parigi.
Dopo l’approvazione di principio siamo giunti ora allo studio di una prima azione missionaria in comune. Dal
15 al 22 giugno i dirigenti delle Giovani Chiese interessate ed alcuni rappresentanti della Società delle Missioni di Parigi e delle Chiese di lingua
francese che la sostengono, si sono riuniti a Lomé nel Dahomey, per studiare concretamente l’invio di una
Equipe Missionaria nel Nord Dahomey, nella regione abitata dai Fon. I
vari problemi da risolvere sono il metodo di evangelizzazione, la composi
La tappa seguente è stata Raiatea dove il
pastore Raapoto mi ha lasciato, dovendo rientrare a Papeete, e dove mi sono unito ad un
altro Comitato e ho avuto la gioia di ritrovare i miei tre cari che mi aspettavano -e coi
quali ho visitato alcuni villaggi dell’isola e
della vicina Tahaa, sempre col ritmo che vi
dicevo. Abbiamo cosi insieme affrontato tra
l’altro una piccola tempesta su di una piroga a bilanciere a motore, uscendone tutti inzuppati e riuscendo soltanto a salvare miracolosamente registratore e macchina fotografica! Ho registrato alcuni bei canti che un
giorno ascoltere, spero. Altra curiosità, la
visita alle vasche che un tavana (capo) di un
villaggio di Tahaa ha creato in riva al mare
e nelle quali alleva pesci di ogni specie e
pone anche dei pescecani. Ne abbiamo potuto vedere tre piccolini spostarsi velocissimi
ed un altro di taglia più che rispettabile che
era stato appena catturato. Il tavana in parola è famoso per aver catturato pescecani di
taglia spropositata ed ama farsi fotografare
con la testa comodamente passata entro le
mascelle del più grosso squalo da lui ucciso
che raggiungeva la lunghezza di 7 (sette!)
metri. I pescatori di bonito sono spesso seguiti da pescecani che... dimezzano i pesci
prima che siano atterrati in fondo alla barca.
A proposito di pescecane si racconta che un
missionario ancora vivente e preso da santo
zelo per la lingua tahitiana abbia un giorno
pronunciato durante il culto le parole solenni <t Santo, Santo, Santo... », ottenendo un
piuttosto sconcertante diffuso sorridere deUa
assemblea. Gli è che santo e... pescecane si
scrivono nello stesso modo ma si pronunciano con un’intonazione diversa. Risultato:
« Pescecane, Pescecane, Pescecane... ». La
volta dopo la scena si ripete, anche se il mis.
sionario ha cambiato sensibilmente l’intonazione della parola mao, credendo di dir bene.
Non sapeva, poveraccio, di aver in realtà detto: «Pollo, Pollo, PoUo... » (che « mao »
può avere anche questo significato, purché
lo si pronunci in un terzo modo). AUa fine,
dopo tanto penare, deve almeno aver imparato una volta per tutte come si pronuncia
mao=santo. Come vedete qui la prudenza in
materia di linguaggio è quanto mai indicata. Intanto mi sto esercitando a fare alcuni
suoni gutturali basilari. Sembra, che in questo sia abbastanza dotato per un « popaa »
(europeo) ma, dato che non ho ancora un
cervello elettronico dotato di una memoria
infallibile e capace di decidere tempestivamente di quale suono gutturale si tratta in
una determinata frase, i risultati sono spesso
alquanto deludenti.
Tornati qui a Papeete col DC 4 che coUega tutte le isole dotate di un aerodromo, evitando cosi l’avventura di un viaggio in goletta, abbiamo ripreso con gioia il nostro posto, qui a Papeete. Il mio collega Adnet essendo partito per la Nuova Caledonia con
altri tre delegati della nostra Chiesa, onde
partecipare alla Conferenza delle Chiese del
Sud Pacifico, mi sono trovato di punto in
bianco solo, con tutta la responsabilità della
comunità e credo che sarà cosi da ora in
poi, visto che sembra che desiderino « svezzarmi » prima del convenuto.
zione e la formazione dellà « équipe »,
le strutture neoessarie alla sua azione,
ecc. Ci riserviamo di darvi ulteriori
notizie su questa importante consultazione.
Dal punto di vista finanziario, il bilancio preventivo per l’azione Apostolica Comune è stato fissato per l’anno
1966 in lire 18.750.(K)0, di cui 5 milioni
a carico della Società delle Missioni
di Parigi, e gli altri 13.250.000 a carico
delle Giovani Chiese. La Chiesa di
Tahiti si è già impegnata per 2 milioni
e mezzo e quella del Cameroun per
lire 937.500. Le altre chiese manderanno certamente anoh’esse un contributo secondo le loro possibilità finanziarie.
>|c
Nella Zambia esiste una Chiesa Unita Evangelica, nata dalla fusione delle
chiese indigene fondate da 4 Società
Missionarie : la Società Missionaria
della Chiesa Metodista di Gran Bretagna, la Società Missionaria di Londra, la Missione della Chiesa Scozzese e quella di Parigi. Tutte queste
società continuano ad avere relazioni
con la Chiesa Unita, seguendo metodi
e criteri spesso abbastanza diversi, il
che rischia di creare disagi e incomprensioni fra le comunità che compongono la Chiesa Unita. I dirigenti delle
Società Missionarie e della Chiesa
Unita si sono riuniti già due volte per
risolvere i vari problemi creati dalla
nuova situazione. Si tratta in particolare di coordinare e, per quanto è possibile, di rendere uniformi gli aiuti finanziari concessi alle giovani chiese.
Queste modificazioni, molto importanti, agli accordi esistenti fra le Società
Missionarie, i loro missionari e le giovani chiese che ora formano la Chiesa Unita, devono essere attuate con
prudenza e gradatamente, affinchè le
relazioni fra i vari enti e le persone
interessate possano continuare in un
clima di fiducia e comprensione reciproca, e senza compromettere l’avvenire della Chiesa Unita della Zambia.
R. C.
I
Qui Radio Tahiti,
trasmissioni protestanti
per una grande diaspora
Ho cominciato il mio lavoro per le trasmissioni protestanti da Radio Tahiti, lavoro
di cui sono responsabile e per il quale devo
assicurare personalmente almeno il 50% delle emissioni settimanali. Siccome per i fedeli delle isole più lontane è la sola possibilità o quasi di rimanere in contatto con
quanto avviene nel resto della Chiesa tahitiana e mondiale, si cerca di alternare ad una
meditazione una trasmissione d’informazione
ecumenica ed a questa delle informazioni su
avvenimenti di rilievo come la Conferenza
di cui vi parlavo prima. Grazie alla tempestività dei nostri inviati laggiù abbiamo potuto trasmettere, ancora prima che essa fosse
terminata, alcune impressioni registrate. Come vedete facciamo uno sforzo per utilizzare
del nostro meglio i pochi mezzi a nostra disposizione. Vorremmo anche poter utilizzare
la televisione ma, se le speranze ci sono, non
posso ancora dirvi nulla di preciso. Naturalmente alle trasmissioni in francese si affiancano quelle in tahitiano.
Il nostro Presidente è attualmente in Afri.
ca-Europa per delle riunioni concernenti l’Azione Apostolica Comune e il Consiglio Ecumenico delle Chiese e speriamo che ci porti
presto delle buone notizie, specie riguardo al.
la prima questione, dato che sembra ormai
possibile che uno dei nostri pastori tahitiani
prenda parte al lavoro deH'equipe che farebbe opera di evangelizzazione in Africa.
Ad un’altra volta una parte di quella folla
di cose che vorrei dirvi a proposito del lavoro, della situazione di qui, degli usi ecc.
Forse oggi stesso la bomba scoppierà alle
Tuamotu, la prima di tre, a quanto si dice.
Forse per l'ultima esplosione nucleare arriverà persino il Generale De Ganlle. Noi prepariamo le cerimonie por il centenario delle
scuole protestanti di Tahiti e, siccome le date setnbrano tendere a eoineidere, ci auguriamo che, malgrado tutto, non coincidano
completamente, affinchè il chiasso della bomba non sommerga il modesto brusio delle nosire celebrazioni...
Giovanni Conte
Una lettrice, da Verona:
A. Loisy termina il suo libro « Le orinigirti del cristianesimo » (Editore 11 Saggiatore) con queste parole :
« Il successo del cris ianesimo era stato
preparato dalla diffusione dell ebraismo t
ma esso attuò una conquista che il giudaismo si dimostrava impotente a proseguire perchè teneva prigioniera nelle forme
di un angusto nazionalismo un’idea di umanità universale. Tale idea il Cristianesimo
la propose, entro Vinvolucro di un simbolo religioso, a tutti diseredati del mondo
antico che non avevano patria e che accorsero ad esso ».
Belle parole, vere e commoventi.
A tutti i diseredati del mondo moderno
che non hanno patria e che non possono
accettare alcun simbolo religioso per ragioni diverse, noi proponiamo di accorrere ugualmente a Gesù. Si sta molto bene
ai piedi del Maestro (come Maria di Betania) ascoltando la Sua Parola cosi semplice
e comprensibile. Egli ci avv.cina al Padre
senza obbligarci ad accettare nessuna teologia o filosofia umana.
E. Fasanari
Difende Dio ?
Un lettore da S. Germano Chisone:
Quasi alla chiusura del tempo a disposizione per i lavori della Conferenza distrettuale a Pomaretto, su esplicita richiesta di
moki intervenuti, venne udita una breve
relazione del Direttore di Agape, che motivava le sue dimissioni dall’Ente, causa la
constala incomprensione sorta fra lui c la
Condirezione.
Incomprenisione molto obiettivamente
esposta, quanto, lo si capiva, dolorosamente constatata e subita dall’oratore.
Già precedentemente era affiorata in modi
diversi, la perplessità dèi convenuti circa
l’apprezzamento da darsi al rilievi fatti,
molto genericamente, dalla Commissione
distrettuale nella sua relazione sui problemi del lavoro e della politicizzazione.
Rilievi che avrebbero potuto, poi, tradursi in proposte cenerete, ove il tempo
non foisse mancato.
A riflessione fatta, si può constatare che
la detta relazione si occupava per circa la
metà della sua stesura, di questo scottante
problema, che ne costituiva quindi Pargomento più limporlanie, e poteva perciò essere collocato in primo piano, tanto più
che gli stessi estensori ebbero la persuasione della impossibilità di trattarlo nell’ultima fase della Conferenza, chiedendo
che l’arigomento venisse rimandato ad altra Conferenza appositamente convocata.
E sarebbe stato altrettanto saggio invertire Tordine dei lavori oppure senz’altro
rimandare l’argomento, dando alla Conferenza l’opportunità di esaminare quello
dei rapporti con la Chiesa Cattolica e quella Metodista, per i quali già Vi erano le
conclusioni della singole Chiese.
Giacché tutti convengono che il problema citato è impe'.lente per la sua importanza e per il constatato danno che già
ha prodotto e continua a produrre con il
perdurare dell’equìvoco in cui si diba.tono
i Cristiani della nostra Chiesa.
Incomprensione denunciata dai diversi
interventi anche sul «Pellice» e suH’bEco»
dai Sigg. j.y., Florentana Sfredda Piccoli,
Ferdinando Bounous, F. Giampiccoli, per
non citare tutti gli altri precedenti ; incomprensione che sempre si approfondirà fintanto che i nostri giovani (pastori e non
pastori) si decideranno a considerare se
sia veramente compatibile essere ad un
tempo iCristiani (seguaci, cioè del Cristo
che disse: Dio è Spirito) e Marxisti (seguaci cioè dei negatori di Dio e della spiritualità: La Matière prime l’Esprit).
Giacché pare a noi che a mantenersi cosi
aderenti a questo binomio, siamo troppo
esposti ad essere considerati: «a Dio
spiacenti ed ai nemici sui ».
E. A. Beux
iii:iiimiiiiiiiiiiiimmiiiiiiimiiii
Campo di lavoro
a Vallecrosia
L’Unione Giovanile Valdese di Pinerolo ha
diramato tempo fa una circolare a tutte le
UGV delle Valli con notizie riguardanti un
campo dì lavoro alla Casa Valde&e di Valle
crosia.
Poiché nessuno ha risposto, rendiamo note
le modalità dì questo campo a mezzo del
giornale, rivolgendo un appello a tulli coloro che sì trovassero in grado dì parteciparvi:
Età: dai 15 ai 60 anni.
Durata: 2 Agosto • 27 .Agosto: P gruppo di
20 persone; 10 Agosto - 27 Agosto (per
chi lavora e non può fruire delle ferie che
in questo periodo).
Orario di lavoro: 7-10: 10.15-12. Il pomeriggio è libero per la spiaggia, passeggiale
ecc.
Costo: Lire 500 giornaliere per vitto, alloggio. spiaggia, ecc.). (Chi non potesse affrontare la spesa farà un’oiferta secondo
le sue possibilità).
Chi intendesse partecipare a questo campo
di lavoro dovrebbe affrettarsi ad inviare le
proprie generalità complete entro il 26 lo
glio al Geom. Enrico Rostan. Agape. Frali,
il quale provvederà ad assicurare ogni lavoratore contro i rischi di infortunio.
Il delegato per Vallecrosia
Valentino Riccardo
4
pag. 4
N. 29 — 22 luglio 1966
Sopprimere
la fame e la guerra
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
esiste più alcuna fatalità ultima di nessun
genere, nè della miseria, nè della guerra;
Gesù Cristo è egli stesso all’opera nello sviluppo spirituale, morale, intellettuale e materiale della società locale e internazionale,
dovunque questo sviluppo si svolge nell’equità, nella giustizia e nella pace, segno del
Regno in cui « la giustizia abiterà », in cui
«il povero sarà rialzato dalla polvere » e in
cui « non si farà torto nè danno » ad alcuno.
b) che poiché i peccati degli uomini sono espiati e perdonati da Gesù Cristo, ognuno deve eonfessare le proprie colpe e non
soffermarsi su quelle degli altri. Se riconoscono onestamente la realtà dei fatti, i cristiani dei paesi ricchi devono confessare che
storicamente il loro sviluppo si è compiuto,
e continua a compiersi in parte a spese dei
paesi e delle società poveri .Tale confessione
è indispensabile per liberare i poveri daUa
loro amarezza e per permettere loro di prendere coscienza delle loro responsabilità in un
clima di verità e di libertà.
Spetta soltanto alle Chiese dei paesi poveri di discernere, con un’analisi realista, le
loro colpe, e di confessarle.
c) che la riconciliazione recata agli uomini di tutta la terra da Gesù Cristo, implica necessariamente la collaborazione nello
sviluppo mondiale. Il che esige, per non cadere nell’inefficacia dell’idealismo, che funzionino e siano attuati tutti gli organismi
nazionali, regionali e internazionali adeguati,
in particolare affinchè le giuste necessità dei
veri poveri siano soddisfatte con carattere di
urgenza.
d) che anche nel settore economico si
esercita il ministero della Chiesa di Gesù
Cristo, che deve rinnovare tutta la creazione. I problemi di produzione, di distribuzione e dì consumo non possono mai essere affrontati in modo neutrale, puramente ogget
Culto radio
ore 7,30
Domenica 24 Luglio
Pastore MICHELE FOLIGNO
Roma
Domenica 31 Luglio
Pastore MICHELE FOLIGNO
Roma
tivo; essi sono deformati dalla passione della
ricchezza, della potenza e del prestìgio, spesso divenuti umi forma profana di religione.
La loro sfera è, i>er eccellenza, il luogo in
cui la fede cristiana si esprime praticamente
e ingaggia la propria lotta.
e) che la Chiesa di Gesù Cristo è una
realtà universale, sia mondiale sia locale sia
regionale. Lo Spirito Santo affranca quindi
l’uomo da ogni egoismo nazionalista, razzista o religioso e lo libera per un’azione realista. Il cristiano autentico si riconosce dunque, ovunque, dal suo impegno fervido, sul
piano locale, regionale o internazionale, in
favore di una politica e di una politica economica uuiversale coordinate.
NECESSITA'
DI UN AIUTO MASSICCIO
6 1 problemi economici del Terzo mon
" do non possono essere risolti senza un
aiuto energico dato dai paesi industrializzati
ai paesi in via d’industrializzazione.
7 Quest'aiuto postula dei mutamenti pres" so tutti coloro che sono in causa, ricchi e poveri, come pure che essi prendano
decisioni in uno spirito comunitario. Esso
potrebbe, ad esempio, premere sul miglioramento dei termini di scambio dei paesi in
via di sviluppo, sia stabilizzando sìa rivalorizzando i prezzi delle materie prime dalle
quali dipende in larga misura ,l’economia dei
paesi poveri. Potrebbe pure consistere in un
intervento non in vista di distribuire beni
di consumo, ma di assicurare uno svUuppo
armonico dei paesi poveri, pur tenendo con•o delle caratteristiche sociologiche c della
personalità di questi paesi. Questo aiuto dovrebbe raggiungere progressivamente il 3%
del reddito nazionale dei paesi ricchi, raggiungendo nel più breve tempo possibile una
prima tappa deU’1%, costituito esclusivamente di doni. (Ordine di grandezza destinata a segnare, (L un lato, la vastità delle
necessità reali del Terzo mondo, e dall’altro
la natura dello sforzo enorme che devono
compiere i paesi ricchi). Postula la parità
dei partner e l’istituzionalizzazione delle loro
relazioni.
CONDIZIONI D'EFFICACIA
8 E’ inevitabile che vi siano stati e ancora vi siano, nella difficile ricerca di
un’utilizzazione ragionevole delle risorse disponibili, errori, malintesi e sprechi. Al riguardo bisogna dire;
a) le ricchezze in denaro e in intelligenza sprecate nei paesi ricchi dalla stupidità, la
vanità e il gusto di prestigio sono senza proporzione con gli sprechi dei paesi poveri;
b) molte esperienze infelici, fatte agli
inizi di una collaborazione difficile per gli
uni e per gli altri, hanno dato utili insegnamenti che sono spesso messi a profitto;
c) l’indispensabile controllo di una giusta utilizzazione locale, regionale e mondiale
delle risorse materiali e umane, non è efficace se non avviene in una collaborazione rispettosa di tutti coloro che sono interessati;
d) in questo campo le informazioni « sensazionali », anche quando poggiano su fatti
esatti, si riferiscono a casi particolari senza
tenere alcun conto delle situazioni generali,
¡1 cui bilancio è sempre più positivo.
PROBLEMI DEMOGRAFICI
Q _ Gli studi più seri degli specialisti mostrano che, se le popolazioni crescono
più rapidamente dei mezzi di sussistenza nei
paesi insufficientemente industrializzati, soltanto l’accrescersi di questi mezzi permette
di raggiungere Tarmonia dei due ritmi. La
storia dello sviluppo dei rapporti fra popolazione e mezzi dj sussistenza durante l’industrializzazione dell’Europa conferma esattamente le esperienze del Terzo mondo. Pretendere di poter rovesciare l’ordine dell’intervento è spesso illusorio. Il migliore rimedio è quello dello stimolo allo sviluppo (Statistica ONU 1962 : densità della popolazione
per kmq. : Europa 88; Asia 64; Paesi Bassi
351; Giappone 257; India 148).
LE CHIESE E GLI STATI
1 n . E’ conforme alla missione delle Chie
* se cristiane prendere le iniziative necessarie affinchè gli Stati assumano le loro responsabilità di fronte ai poveri, quando i mez.
zi necessari superano tutto ciò che può e deve fare l’iniziativa privata. Esse non possono
che approvare e incoraggiare la crescente integrazione degli sforzi privati e pubblici. Le
Chiese devono dunque raddoppiare in discernimento e in attività, sia a livello delle comunità e delle istituzioni ecclesiastiche, per
aiutare i cristiani a prendere coscienza delle
loro responsabilità di credenti, sia presso gli
organi politici nazionali, intemazionali e sopranazìonali.
« Quando si tratterà dì convincere l’opinione pubblica della necessità di un maggiore sforzo finanziario, nè la sinistra nè la destra introdurranno facilmente questo problema nel loro programma, tanto grandi sono
i rischi d’impopolarità. Di qui l’utìlità dell’intervento delle Chiese » (’’Domaine public”, 1.4.’66).
41 Le Chiese, coscienti dell’insufficienza
* * loro azioni ecclesiastiche, devono porvi rimedio senza attendere di avere raggiunto un’illusoria perfezione per adempiere la
loro missione nei confronti degli Stati, missione che costituisce un altro aspetto urgente della loro fedeltà.
(Le tesi 12 e 13^ che seguono, non
sono state accettate dall’Assemblea della
Federazione protestante svizzera. N.d.r.).
ARMAMENTI E SOTTOSVILUPPO
IO _ Due flageUi pesano sul mondo moderno e ne compromettono l’avvenire: la
corsa agli armamenti e il sottosviluppo. La
corsa agli armamenti ingenera la paura,
una delle cause dell’accecamento spirituale
che è allorigine della volontà di potenza e
provoca l’irrigidimento psicologico che si
oppone allo sviluppo coordinato dei popoli.
Distoglie, inoltre, dalla produzione civile
ricehezze considerevoli d’intelligenza, di
forza creatrice, di capitali e di manodopera,
che sarebbero indispensabili agli sforzi urgenti per lo sviluppo equilibrato dei popoli.
Il sottosviluppo così prolungato è, a sua
volta, una fonte continua di crisi politiche,
economiche e sociali che generano la disperazione, la rivolta e il caos, freni radicali
allo sviluppo, leve di manovra di tutte le
avventure di violenza e moventi della corsa
agli armamenti.
Padroneggiare la corsa agli armamenti è
una necessità assoluta per tutti. Permetterà
di liberare forze considerevoli che potranno
essere impiegate nello sviluppo dei paesi sottoprivilegiati.
Le Chiese devono dunque agire, sul piano locale e regionale come su quello internazionale, per liberare, in vista dello sviluppo, risorse umane mobilitate per la guerra, mediante accordi rapidi, progressivi e
coordinati fra tutti i popoli. Questi sforzi
saranno tanto più rapidi e efficaci, quanto
più saranno ecumenici, a tutti i livelli (cfr.
le dichiarazioni del papa Paolo VI, nel medesimo senso).
10 _ La dimensione universale dei proble
** mi dello sviluppo mondiale e del disarmo esigono un intervento comune delle
Chiese cristiane presso gli Stati e le organizzazioni intemazionali. A tutti i livelli della
politica mondiale (locali, regionali, internazionali) le Chiese devono esercitare simultaneamente la loro missione agendo sia sull’opinione pubblica, sia presso i membri dei vari
organismi politici. Quest’azione, se del caso,
deve perseguire parallelamente, seguendo vie
appr<q>riate, il duplice scopo di una progressiva partecipazione, fino al 3% del reddito
nazionale, dei paesi ricchi allo sviluppo dei
paesi poveri; e della conversione, a tal fine,
di una parte dei bilanci nazionali mediante
accordi internazionali.
AL CENTRO DEL
MINISTERO DELLA CHIESA
\A m Miss-ione della Chiesa nel mondo è
* ” quella di rendere testimonianza, con
tutti i mezzi che l’Evangelo le impone, a
Gesù Cristo, Signore di tutti i popoli e padrone della storia universale, venuto nel
mondo per -servire, soccorrere e salvare tutti
gli uomini, senza distinzione di razza, di nazionalità, di classe, di ideologia o di religione.
Tutte le riflessioni e tutte le proposte concrete contenute in queste tesi cercano di tradurre in termini odierai la nostra missione.
La Chiesa ha infatti l’obbligo di essere in
questo mondo la testimone dell’amore di Dio
e il sale della terra. La situazione presente,
in particolare la profonda evoluzione delle
strutture politiche e economiche, obbliga le
Chiese a svolgere il loro compito in un nuovo quadro. E’ dunque importante che esse
adattino la loro etica a queste nuove dimen
SANTA SEVERA - 3-17 agosto 1966
Campi e congressi giovanili
Nella prima metà di agosto avremo quest’anno a Santa
Severa, nel Villaggio della Gioventù Battista, tre incontri che
desideriamo segnalare all’attenzione di tutti i giovani :
3-13 agosto
nj Campo studi della G.E.l.
tema: UN POPOLO DI LAICI
(Il sacerdozio universale, oggi)
Direttore : Paolo Landi
Condirettori : Gian Paolo Ricco e Renzo Turinetto.
CON LA PARTECIPAZIONE DI GIORGIO SPINI
Il campo comincerà la sera del 3 agosto e presenterà il
seguente programma :
— una serie di studi di fondo :
Tutti i credenti sono uguali (S. Corda)
L’autorità del sacerdozio romano (/. Bellacchini)
Come la pensava Lutero? (seminario)
La Riforma è andata fino in fondo? (Giorgio Spini)
Il pastore; un prete o un laico? (Aurelio Sbaffi)
La libertà dei credenti, oggi
— Una serie di studi biblici a gruppi, come l’anno scorso
— Molte libere discussioni
— Una visita di due giorni a Roma: i problemi di una grande
città, il fascino delle pietre antiche, la dispersione protestante, le speranze del futuro.
---Una gita di un giorno in una località etrusca
— La possibilità di fare il bagno ogni giorno, in una bella
spiaggia assolata.
14 agosto
Congresso
Subito dopo il campo GEI avremo per un giorno il con*
gresso della FEV : tutte le unioni valdesi sono invitate a in*
vìare i loro delegati, e chiunque desideri assistere ai lavori del
congresso è benvenuto.
Programma:
ore 8,30 : culto d’apertura
ore 9,— : elezione del seggio
ore 9,15: lettura della controrelazione
ore 10,— : dibattito sui temi della relazione e della controrelazione
ore 15,— : continuazione del dibattito
ore 21,— : elezione del segretario nazionale, del CN e della
controrelazione
ore 23,— : chiusura del Congresso.
15-17 agosto
11/ Congresso della G.E.l.
tema: IL PROTESTANTESIMO ITALIANO DOPO
IL CONGRESSO EVANGELICO: LA RE
SPONSABILÌTA’ DEI GIOVANI
Il dibattito del Congresso si articolerà su due gruppi di relazioni : uno di carattere generale, e uno di carattere specificamente giovanile. Ecco le principali relazioni :
Luigi Santini: A che punto siamo con Funità del protestantesimo italiano?
Maurizio Girolami: La posizione politica dei protestanti
italiani.
Franco Becchino : I Protestanti di fronte allo stato italiano.
Sergio Aquilante: Quattro anni di lavoro del Consiglio della
gioventù.
Giorgio Bouchard: Relazione su Gioventù Evangelica.
I gruppi giovanili hanno diritto di essere rappresentati al
Congresso da un delegato ogni <^0 membri o fraziona dì 50, Chi
si prenota in tempo può, anche se non delegato, assistere ai
lavori del Congresso.
Costo :
per chi partecipa al Campo e ai
due congressi
per chi partecipa solo al campo L. 16.000 + 2.000
per chi partecipa solo al con
L. 20.000 + 2.000 d’iscrizione
L. 1.000 + 1.500
L. 3.000 + 1.500
L. 4.000 + 1.500
gresso FUV
per chi partecipa solo al congresso GEI
per chi partecipa solo ai due
congressi insieme
Facilitazioni finanziarie :
sono previste dai vari movimenti : a questo scopo è necessario che gli interessati si rivolgano al segretario del proprio
movimento giovanile.
Per le ISCRIZIONI rivolgersi :
Battisti: Michele Foligno - Via A. Cialdi 5/B - Roma.
Fugelis : Otto Rauch - Brusio (Grigioni).
Metodisti: Paolo SbaiFi - Via Mameli, 19
Valdesi: Giorgio Bouchard - Via Pavone,
Come si arriva a Santa Severa:
Il Villaggio deUa Gioventù Battista
mare a Santa Severa: 18 km. da Civitavecchia. Chi arriva dal
Nord può scendere dal treno a Civitavecchia, e di qui raggiungere Santa Severa con dei pullman o dei treni accelerati. Chi
arriva dal Sud può prendere un treno accelerato da Roma,
scendendo alla stazione di Santa Severa, oppure prendere un
diretto fino a Civitavecchia e di qui tornare a Santa Severa
mediante un pullman o un accelerato.
Intra (Novara).
2 - Banchetta (To).
trova sulla
del
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
TORRE FELLICE
Associaziooe Amici
del Oolle^io Aaldese
La sera del 14 luglio, nell’Aula Magna
de] Collegio Valdese, rAssociazione .Amici
del Col’egio, ha presentato al pubblico, die
si sarebbe desiderato più numeroso ad accorrere a questa manifestazione. 5 film a
passo ridotto a cura del -Cine Club di Pinerolo.
« Qui è cominciata la storia » e « Mille
uomini contro la montagna » sono sommamente istrutlm ed interessanti, il primo
ambientato in Egitto tra le Piram di e le
vestigia di questa antichissima ci-vi tà precristiana. Il secondo ritrae il colossale lavoro
compiuto per aprire il varco .ra Italia e
paesi più a Nord sotto il massiccio del
Monte Bianco e unire affratellandoli sempre maggiormente i popoli Europei.
« Incubo », presentato come primo film
della serie per evitare insonnie e ricordi
spaventosi, è nebuloso come vuole appunto
il soggetto.
« Alle 9 della sera » è quasi comico con
finale migliore della realtà odierna, -poidie la refurtiva è stata subito recuperala.
« Frale Foco » è un cartone animato a
colori suggestivo e divertitente.
L’ingresso era libero, ma all’uscita alcuni
volonterosi collettori raccoglievano quanto
generosamente (lo vogliamo almeno sperare) veniva offerto per il nostro Collegio.
L’Associazione « Amici del Collegio » annuncia, per il 30 e il 31 luglio (ore 21,15),
nell’Aula Magna del Collegio, la rappresentazione de « Il piccolo Eyolf » di E. Ibsen,
per la regia di Elena Corsanì Ravazzini.
Cordiale invito a tutti; i biglie li sono
in vendita alla Claudiana e presso le Cartolibrerie Mura e Roletti.
La Comunità di
LUSERNA S. GIOVANNI
ricorda a tutti gli amici vicini
e lontani
la sua annua vendita a benefìcio delle Opere deUa Chiesa
che avrà luogo D. v.
DOMENICA 7 AGOSTO
ore 15
nella Sala Albarin ai BeUonatti
(Caldo invito a tutti)
Badio-fV della Svizzera Italiana
Domenica 31 luglio ■ ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (Pastore Franco Scopacasa). « La Parola del Signore »,
alla fine delle trasmissioni televisive (Pastore Guido Rìvoir).
domenica 31 luglio
Convegno italo - francese
ai Colle della Croce
PROGRAMMA
ore 1139: Culto con celebrazione della Santa Cena,
ore 1430: Messaggi vari.
Tutti sono cordialmente invitati
Portare la raccolta « Psaumes
et Cantiques ».
1) Comunidiiamo che, a causa dei lavori
in corso per la nuova strada 'Villanova-Prà,
la viabilità sarà assicurala, sabato 31 luglio,
dalle ore 16 in poi e, naturalmente, per tutta la dcmeni-ca.
2) Siamo stati infoirmali che dal 1» lug'io
al 1“ settembre 1966 il Ministero degli In .er.
ni ha concesso che il Colle della Croce sia
consideralo alla stregua degli altri valichi
di confine, dove il transito viene concesso
nei due sensi. Così, i Francesi potranno
spingersi sino a Torino; gli Italiani sino a
Gap.
Basta, per ottenere il permesso di transito, farne domanda in carta libera a'ia Guardia di Finanza di Bobbio Pellice, un distaccamento della quale è di stanza, in tale periodo, a Villanova, ed essere forniti di nn
documento di identità personale non scaduto. Non è necessario ©spUcitare i motivi dell’espatrio; la validità del lasoiaipassare è di
giorni 5.
Ci rallegriamo ohe finalmen e ci si avvìi
verso la dichiarazione del Colle della Croce
quale valico aperto tutto l’anno, affinchè il
turismo francese e quello italiano siano facilitati. e. aime
PERRERO > MAHIGUA
I bambini delle scuole domenicali hanno
fatto la loro ormai tradizionale passeggiata
al Colle delle Fontane, ove hanno trascorso,
insieme a quelli delle Fontane, lietamente
la giornata de] 2 giugno.
Invitati dairUnione femm nile, numerosi
ospiti deU’Aisilo di S. Germano, hanno trascorso la Domenica 10 luglio in seno alla
nostra comunità. Dopo aver par ecipato al
culto nel tempio di Perrero, sono stati accolti nella sala delle attività per il pranzo,
per incontrarsi con cono'scenti ed amici, per
udire un gruppo di bambini e di giovani e
per il tè. E’ stata un’ottima giornata per
coloro che ci hanno visitati, ai quali rinnoviamo i nostri fraterni saluti e per coloro
che si sono tanto adoperati per accoglierli
così fraternamente; a queste persone il nostro vivo ringraziamento.
Ringraziamo il nostro fratello R. Genre,
insegnante che ha presieduto il culto nel
tempio di Maniglia il 3 luglio.
La riunione all’Allard ha avuto luogo la
prima domenica di luglio, quella di Paranl
avrà luogo il 24 luglio alle ore 15.
PERSONAL
E’ mancato, nel pieno della sua maturità, Giovanni Giacomo Geymonat,
dipendente della Tipografia Subalpina di Torre Pellice. Per parecchi ar':iì
la composizione di parte del nostio
settimanale è stato frutto del suo lavoro di linotipista. Serbando un graio
ricordo di lui, della sua serenità, esprimiamo ai familiari e in particolare alla sua compagna e alla sua mamma
la nostra calda simpatia.
Mila Mazzetti ha concluso i suoi
studi, laureandosi recentemente a
Roma in letteratura italiana con 110
e lode. Alla neo laureata i più fervidi
rallegramenti e aug'uri per una bella
e buona carriera.
Sentenza dichiarativa
di morte presunta
Il Tribunale di Pinerolo, a richiesi a
di Meynier Elvira in Malan ,con sentenza 17-20 giugno 1966 registrata il
25-6-1966 n. 285 voi. 69, ha dichiarato
la morte presunta di Meynier Alessandro Guido fu Giovanni Enrico nato a
Pinerolo il 26-4-1885, come avvenuta il
31 gennaio 1947 in Luserna San Giovanni. Doti. Proc. Marco Gay
Direttore resp. : Gino Conte
Keg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (To)
avvisi economici
VALCHISONE altitudine mt. 600 località
tranquilla affittasi camera, cucina, terrazzo, luglio-agosto-settembre. Rivolgersi alla
Claudiana, Torre Pellice.
^'^L PELLICE ra. 1100 Villa signorile
5 stanze più bagno acqua luce strada. Rivolgersi Claudiana, Torino, Via P. Tommaso 1.
CERCASI cuoca Istituto vaJdese di riposo.
S. Germano Chisone; rivolgersi alla Direzione per condizioni.
CERCASI Femmes de chambres e giardiniere per Istituto Femminile Svizzera, pressi
di Losanna. Per informazioni rivolgersi a
Koch, Via dei Mille, 43, Pinerolo. Telefono 29.94.
Il Consiglio di Amministrazione e
i dipendenti della Tipografia Subalpina prendono viva parte al lutto
della famiglia per la scomparsa del
loro indimenticabile compagno di lavoro
Giovanni Giacomo
Geymonat
Torre Pellice, 18 luglio 1966