1
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
biblioteca valdese
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - Nutn. 2
Una copia Lire 4C
ABBONAME-MI i
Eco: L. 2.000 per I’inlerno
L. 2.800 per I’eslero
"ledi/O le in abbonamento postale . I Gruppo
Cambio di indirizzo Lire 50
TOKRE PELLTC e, io Gennaio 1964
Ammin. dandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
N
^ ARGINE A UN VIAGGIO
Non c'era posto per loro...
Non si può ceito ascrivere alla responsabilità del pontefice romano se il mondo giornalistico, che
conoisce e sfrutta senza scrupoli il debole delle folle per ie parate, si avvia
a fare di lui, con crescente successo,
un cover-boy che contesta il primato
ad altri ’grandi’ d’ambo i sessi che fu
roreggiano e si bruciano rapidamente
sul chiassoso scenario mondiale. Il
pcniefìce romano è, e vuole essere, un
grande’ — anzi il grande fra i grande — e dei grandi subisce, con gli onori, gli oneri e le miserie. Gli fanno ala
ossequente i più alti dignitari dei paesi che tocca, gli elevano archi di trionfo, e viaggia in limousine a prova di
pallottola; re e piresddenti si mobilitano per lui, ma sembra impensabile
che nelle giornate palestinesi egli possa avere un’ora di raccoglimento.
Nemmeno faremo dell’ironia su qussi.n pellegrinaggio ultrafunzionale, anche Se potevano senz’altro. essere ri-spa rimate tante modifiche al DC 8
Clini Alitalia e soprattutto a noi le dec oni del salotto volante, strana
pn parazione alla «via dolorosa».
latti questi sono tuttavia elementi
e non e ci interessano soltanto coni- indizi rdveiatori della situazione e
cfi prcblemi di fondo. Dobbiamo pensare che il mondO' si sia così, trasformato se, mentre nessuno o quasi si è
scomodato alla venuta di Cristo, si accorre invece alla venuta del suo « vicario »?
Quale lo scopo di questo pellegrinag
gio nella terra « donde Pietro partì
e dove non ritornò più un suo suc< cssore »? « Noi — ha dichiarato Paolo
VI — umilissimiamente e brevissima10 ente vi ritorneremo in segno di preghiera, di penitenza e di rinnovamento ». Ma di quale penitenza e di quale
rinnovameinto si tratti non comprendiamo bene, atscoltando ancora il pon' elice ; « Per offrire a Cristo la sua
Chiesa, per chiamare ad essa, unica
e santa, i Fratelli separati, per implolare la divina misericordia in favoire
cella pace degli uomini, la quale in
oiiesti giorni mostra ancora quanto sia
.Indie loro ne discutono: ’’grande evento
0 ’’fatto di cronaca”?
debole e tremante ; per supplicare Cristo Gesù per la salvezza di tutta lumanità». La ’consecratio mundi per
mezzo del ministero magistexiale e sacramentale della Chiesa di Roma
attualizzazicne e concretizzazione de.
l’autorità stessa di Cristo è perseguita con s':, apostolico slancio che io
stesso pontefice romano non esita a
superare i mari — sia pure con un
certo confort — per renderla più accetta ai fratelli separati e agli stessi
non-oristiani i quali non possono rimanere insensibili airappello di pace
della augusta Madre e Maestra: con
mano materna ma vigorosa la Chiesa
« afferra il mondo e lo consacra a
Dio ».
Questo pare dunque il primo swpo
dell’« evento »: l’affermazàone universale, al cospetto delle nazioni, della
Chiesa unica e santa, quella di Roma,
sia pure in veste di umile pellegrino
— ma che significa più ’umiltà’, in un
simile quadro? — il romano pontefice
si reca a ricevere l’omaggio delle nazioni, che gii mandano i loro duemila
aiornalisti, i quali inonderanno i>
mondo dei loro articoli e dei loro di,spacci radiotrasmessi, a gloria del
« messaggero della pace ». Movente
più concreto e più immediato, poi, è
il tentativo di stringere più intense ed
effettive relazioni con l’ortodossia orientale. Negli ultimi anni l’osservatore del quadro interconfessionale cristiano ha veduto muoversi fila talvolta misteriose, che tuttavia hanno via
via rivelato il procedere, a tratti improvviso nelle sue manifestazioni, di
una sapiente diplomazia ecclesiastica
che avviava, non senza qualche impennata, più stretti contatti fra Roma
e l’Ortodossia orientale, posta così, a
nove secali dal grande Scisma e a pochi decenni dal suo inserimento nel
movimento ecumenico e nel dialogo
con le Chiese delia Riforma, di fronte
a una scelta capitale; ecumenismo, o
’ecumenismo’ romano? Non si può dire che da parte cattolica non sia stato
detto in tutta chiarezza come tale ’ecumenismo’ fosse da intendere. E’ evidente che l’appello all’incontro di Gerusalemme, se è teoricamente rivolto
a tutti (e non è del tutto escluso che
qualche rappresentante ’protestante’
accorra, obnubilato come gli osservatori che al Vaticano II hanno partecipato alla commemorazione trionfale del Concilio di Trento; ma come
giudicheremo un uomo della Resistenza che accettasse di partecipare a una
celebrazione del 28 ottobre organizza
’.'a dal M.S.I.?), concerne in primo
luogo gii ortodossi; e le avances sono
state cos’, fraterne che persino l’Osservatore Romano ha designato il patriarca ecumenico di Costantinopoli,
Atenagora, con l’appellativo di ’Sua
Santità’, finora da parte romana rigolesamente riservato al pontefice. Difficile prevedere il futuro, tanto più
che non c’è diplomazia più tortuosa
di quella ecclesiastica.
Ma c’è un altro aspetto che vorrei soprattutto sottalineare, nel
fatto di cronaca che in questi
giorni accaparra, almeno apparentemente, l’attenzione mondiale. Questo
viaiggio è stato universalmente definito un pellegrinaggio, e certo accanto
agli elementi sopra esposti c’è anche
questo, inteso secondo la tipica pietà
cattolica. Tuttavia i duri pellegrinaggi medioevali, e tanto più i comodi
peUegrinaggi in superjet e limousine,
sc'no estranei alla sniritualità biblica.
Vero è che nell’Antico Testamento il
pellegrinaggio alla « Casa dell’Eterno »
era frequente e abbiamo tutta una
serie di «salmi dei pellegrinaggi»;
tuttavia la cosa era legata al valore
piartcoiare del Tempio, concretizzar
zione unica della presenza di Dio ;
ma il Tempio fu abbattuto, materialmente e spiritualmente, dopo la vita,
la morte e la risurrezione di Gesù,
non aveva più senso ora che l’adempimento era venuto. E si sviluppò un
altro significato del pellegrinaggio,
che dei resto e-ra già oscuramente affiorato nella coscienza che Israele aveva di essere un popolo diverso dagli
altri, « tratto fuori » da Ur e dah’E
gitto, possessore di una terra solo per
la promessa e per la grazia di Dio :
« Mio padre era un Arameo errante...» — così, il pio israelita ricordava
ai suoi figli (Deut. 26); e cosi cantava
il salmista : « Sono un pellegrino come tutti i miei padri» (Sai. 39). Ed
ecco che questa vena segreta affiora
vigorosa. L’epistola agli Ebrei interpreta tutta la storia ebraica in questa chiave; tutti i veri israeliti furono, realmente e non solo spirituaUsti
oamente, « forestieri e pellegrini »
(cap. 11); e lo stesso Pietro, del quale Paolo VI vorrebbe seguire a ritroso
le tracce, scrive ripetutamente nella
sua prima lettera che la vita de' credente è « ii tempo del nostro pellegrinaggio» (1; 17), che qui e ora noi siamo «stranieri e pellegrini» (2; 11).
Il cristiano non è dunque pellegrino
in momenti e condizioni particolari,
magari unendo l’utile al dilettevole
del turismo ecclesiastico ; lo è nel pieno della sua vita quotidiana, radicato
in una determinata società eppure
’cittadino del Regno’. La vita come
pellegrinaggio: non fuga spiritualistica — e spesso ipocrita — nel futuro o
nell’al di là, ma coscienza della precarietà di quest’esistenza, in tutti i suoi
aspetti i più nobili ed elevati come i
più bassi, quelli più ’spirituali’ come
quelli :<nar,eriaìi; eppure in essa si gioca la Eorìe eterna del mondo e di
oo-nuno di noi, come in essa si è marifestato l’amore creatore di Dio e si
è attuata l’opera redentrice di Cri.sto.
Abbiamo appena riletto, tutti, l'Evangelo dei Natale; quest’anno
un elemento mi ha colpito in modo speciale e ha continuato a martellanni, con la cadenza degli splen
didi, espressivi canti delia « Black Nativity » ; « Non c’era posto per loro.. »,
e detto di Giuseppe e di Maria nel
lacccnto di Luca. Giuseppe e Maria,
còlerò che per primi e più intimamente ebbero la loro vita totalmente unita a quella di Cristo; sono gente inerme, coinvolta in un evento che non
sembra a staturi-. d’uomo, im evento
che ha duramente sconvolto la loro
esi.stfc.nza; una ragazza che non può
veramente dire altro che « Ecco la serva del Signore », un uomo che ha veramente bisogne che Die parli, per
rìacquistaro fidu'iia nella prepria hdanzata. Mossi oai decreti governativi — ma, dietro, iin’altra mano opera
e adempie — se ne arrivano a Bethleem, ma «non cera posto per loro»;
non solo nei palazzi, ma neanche nel
caravanserraglio, non solo fra i grandi ma neppure .fra la piccola gente;
non resiava che una stalla, e la compagnia degli .anirrali. Si può fare molta retorica e falsa « poesia natalizia »
su questi elementi. Ma un fatto resta; non c’era posto per loro; già li
legava al proprio destino, al proprio
« servizio » colui che non avrebbe avuto « dove posare il capo ». E i suoi discepoli sarebbero stati stranieri in patria, nella chiesa stessa, poi nel mondo deii’epoca; pe: decenni, per quasi
tre secoli il « Toglilo di mezzo » lanciato' contro il Cristo sarebbe riecheggiato ironico o furente contro questa
gente che autorità e piopolo sentivano oscuramente inassimifabile. Per
quasi tre secoli, pod la tensione cadde. Il cristiane.«’no divenne religione
dello Stato.
La Chiesa di Qrisito, in ogni direzione geografica e confessionaie, non
si è ancora veramente riavuta da quel
colpo e da que'lla debolezza. Per i cristiani e’è posto, ifei mondo, oggi. Un
posto onorevole ; i dignitari ecclesiastici nelle cerimo'nie civili, il crocifisso nelle scuole, nei tribunali, nei pubblici uffici, il prete o il piastore accanto al sindaco e al maresciallo dei carabinieri fra le « autorità locali », la
croce sulle cdittà e sulle, montagne,, la
pensione della previdenza ai preti ed
ai pastori, esentati dal servizio mili
tare, un intero corpo diplomatico acci editato in Vaticano, i «princìpi cristiani » a esplicito ma ambiguo fondamento di varie costituzioni nazionali; la delegazione governativa italiana che rende omaggio a Paolo VI
a Fiumicino, re Hussein e il presidents Shazar ohe accolgono l’augusto
ospite, capo di una si, gran potenza.
E per ognuno di noi c’è « posto »,
nel nostro mondo, un posto modesto
e oscuro, ma in genere discretamente
comodo; .siamo di casa, troppo di casa nel mondo che troviamo aprendo
il giornale, ascoltando la radio, appena scendiamo le scale, nei negozi e
sul posto di lavoro. L’Evangelo non ci
fa ’la morale’; constata, semplicemente, che chi si sforza di vivere in modo
autentico la propria vocazione cristia
na, non può che sentirsi costantemente stra,niero e pellegrino; non ha un
pesto suo armonicamente inserito nella patria, nel parentado, nell’ufficio,
riella scuola, nella fabbrica, nel partito, neU’associazioiie culturale, nella
società, insomma. Non c’è posto, per
lui, se non come un estraneo che viene considerato sempre un po’ incomodo. Non sempre lo si perseguita,
s’intende ; magari lo si osserva con un
senso di stupore che a volte sfiora il
rispetto, o la nostalgia, ma la presenza di Cristo in lui, la comunione con
! suo Signore lo trascina, anche con{.rovoglia, in questa situazione di intima estraneità.
Tutte le considerazàoni critiche che
crediamo di dover fare sui pellegrinaggi quale quello di cui siamo
forzati spettatori, hanno un valore
cristiano soltanto nella misura in cui
sentiamo risuonare con forza per tutte le chiese e per la nostra vita l’interrogativo' che esse pongono ; se cioè
il nostro posto nel mondo, il nostre
posto al sole, costituisce la presenza
caratteriistica di una fede vissuta in
Colui che è re « non di questo mondo », oppure è 1’opra.ca esistenza di un
corpo ecclesiastico o di un indivìduo
religiose che hanno rinnegato il proprio stato di « stranieri e pellegrini »
0, ritraendone magari fama e ricchez
II governo isrnelinno (come lineilo giordano) si fu in quattro ma forse questo patriarca dallo sguardo vivido non si lascerà abbagliare dalla pompa cristiana.
za, pompa c favore hanno accettato
di essere assimilati da questo mondo
che passa.
L’Epifania, la manifesitazione della
gloria di Cristo' — quanto dimessa e
raccolta e problematica! — ai credenti e ai ’pagani’, alla chiesa e alle nazteni avviene oggi ancora come quella prima volta non nello sfarzo coreografico e chiassoso delle grandi cerimonie, non neH’osanna di folle lascialie voluta-mente nell’equivoco, a gridare « Benedetto colui che viene nel nome del Signore » con identificazioni
biblicamente illeoitt ; bensì dove e
quando lo Spirito Santo rende viva e
pienamente autorevole la nuda parola di Colui che. infante, fu deposto
in una nuda ma'ngiatoia, la Parola di
Dio fatta carne. Celerò che ne sono
nutriti sanno che non sono da più
del loro Signore, strandeii e pellegrini. Ma sanno pure che, come il loro
Signore, hanno una patria, una mèta,
il Regno di Dio. Gino Conte
Le fotografie sono tratte da Land der Bibel Israel, di P. Riesterer, presentato a pag. 2.
Le battute finali del Vaticano II
■2
Uabbondante materiale pre-natalizio ci ha
finora impedito di pubblicare una valutazione coiicluswa della seconda sessione del ì alicano il: In desumiamo dal bollettino del
Servizio Stampa e informazione del Consiglio Federale. Cogliamo l'occasione di questa nuova tappa per ringraziare il past. Paolo
Ricca e i suoi collaboratori per la loro così
utile fatica.
La ' ' ’
della (uiilniritìiniia
Il 3 clicenibri, il giorno prima della chiusura della seccnda sc-ssione, in una sedula
pubblica del Concilio alla presenza del papa giunto in sedia gestatoria, Tassemblea
conciliare ha solennemente cominemorato il
(Concilio di Trento, di cui ricorre quest’anno il IV centenario della cc nclusione e che
IFOs.servaiore Romano de] 4-12-63 definisce
« il più grande Concaio riformatore della
( biesa ». Il fa’lo ' he questa commemorazione sia avvenuta nel quadro delTattività
di un Concilic j cui « lini ecumenici » sono
stati insistentemente e aulorevolnienle ribaditi, a destato non poca sorpresa.
11 discorso commemorativo è stato pronunciato dal card. Urbani, che è succeduto
al card. Roncalli nella direzione della archidiocesi di Venezia.
Una cemmemorazione da parte del Vaticano li del Concìlio «dio ha anatemizzalo le
pcsizioni della Riforma pro'.estante non può
certo essere presentato come un segno di
sensibilità ecumenica. Tanto più stonala e
fuori luogo è parsa quindi la frase del card.
Urbani, in cui egli dice che « la cara presenza di una rappresentanza dei fratelli cristiani, ancora separati da noi... cì jptiare
ionie Tavveiarsì del cocente desiderio dei
Padri Tridentini... ». Altri punti del discorso del card. Urbani sono sembrati ad alcuni Osservatori e giornalisti evangelici particolarmente deludenti. Così, ad esempio,
la soprascritta al paragrafo introduttivo del
discorso, che è la seguente; « Credo in
Ecclesiam »; e tutta la parte finale che, muo.
vendo dalla premessa che o dalle pagine
della storia... giunge a noi una indicazione di somma fiducia ». è così arlìcclata:
a) fiducia neiruoino; fiducia nella Chiesa. c» fiducia nel Concilio.
Non lutti gli Osservatori hanno parteci
palo alla seduta ccminemorativa del Concilio di Trento: una diecina di essi (su circa
50) era assente. Queste assenze non sono
passate inosservate: sono siale notate jn particolare, le assenze del Prof. Cullmann (luifrano), elei T)r. Vaila (luterano', del Prof,
'■rb'link (hiteranct, del Dr. L. Vischer (riformato), del Past. Roux iriformaloi, del
Prof. Subilia (riformalo), del Prof. Miguez
Bonino (melodi-'^ta', del Dr. Nissiolis (ortodosso).
La coiidusioiii^
della siToiida si'ssiiine
U 4 dicembre ^si è <‘biusa la seconda sessione del Concilio Valicano 11. A differenza di quanto accadde il 29 settembre per la
ctTÌmonia inaugurale della sessione, quand » il papa, in segno di omaggio all’assemblea e all’epvKopato, percorse a piedi la
navata centrale della basilica di S. Pietro,
per la cerimonia (R chiusura della sessione Paolo VI ha percorso l’aula conciliare
in sedia gestatoria, contrariamente a quanto
era stalo annunciato, anche per radio. Arrivato alTalle/za della Confessione, il non:efice ha fatto in sedia gestatoria il giro dietro l’altare papale, per benedire anche il
popolo dei fedeli che si accabavano nelle
navate. Compì »ito il giro deirallare, il pana è sceso dalla sedia gestatoria e, dopo una
breve so.^ia all’altare della Confessione, è
salito sul suo trono, da ‘ni ha seguilo la
messa, celebrata dal card. Tisserant.
Ha ,;^oi avuto luogo la votazione finale
sullo schema dì costituzione De Sacra Liturgia (2117 voti favorevoli su 2151) e sullo
schema di decreto De Instrumentis Communicntionici Socialis (1960 voli favorevoli su
2151). Subito dopo, Paclo VI ha promulgato questi due documenti conciliari.
11 pontefice ha poi pronunciato il discorso
di chiusura della sessione. Pur essendo mol.
lo meno significativo e meno impegnativo
di quello del 29 seltembie, il discorso di
«biusura contiene alcune indicazioni — ed
alcune sorprese — che conviene rilevare.
In primo luogo Paolo VI ha rilanciato
due temi già affiorali in Concilio, ma su
cui si pensava che Tassemblea dei ’padri’
ron sì sarebbe pronunciata in quanto sem
brava mollo difficile creare im con.sensus
et nciliare intorno ad essi: sì tratta del te
ma della rivelazione divina e di quello su
Maria.
A proposito della questione della rivelazione divina. »1 pontefice ha detto che il
oncilio la tratterà d in modo che da un
lato il sacro depcsilo delle verità tramandatt da Dio sia lu elato coutro gli errori, gli
abusi, i dubbi, che ne rompromellono l’intrin.seca validità e, dalPaltro lato, in un
modo cl{p orienti retlamenle gli studi dei
lesti sacri, delle opere palris'icbe e della
teologia, che il pensiero cattolico, nella fedele adesione al magistero della Chiesa ed
avvalendosi di ogni buon sussidio scienti
fico del nostro tempo, vorrà promuovere
< OT‘ zelo, con prudenza e con fiducia ».
bulla questione dì Maria» il papa ha
espresso la speranza che il Concilio « adotterà *a migliore soluzione possìbile: e cioù
il rìccnoscimenlo del pctsto del lu to privilegiato che la Madre di Dio occupa nella
Santa Chiesa: dopo CrivSio, il luogo più alto
e a noi più vicino, cosicché .uossiaiuo onolarla col titolo di ’Madre della Chiesa’, a
sua gloria e a nostro conforto ».
Si era diffusa, anche in certi ambienii
cmciliari. la speranza che la questione mariana sarebbe stata lasciala cadere e che ¡1
Concilio non s{ sarebbe pronunciato in merito: questo silenzio, pur nascendo da un
( omproniesso avrebbe eventualmente anche
potuto essere inteso come un tacito invito,
rivolto dal Concilio alla Chieda cattolica,
a non insistere ulteriormente sulla mariologia. nè sul piano dottrinale nè sul piano
devozionale. Questa speranza, dopo Timervento del pontefice, è svanita.
Il papa si è anche brevemente soffermalo sulla ‘grande e complessa questione delVEpiscopato' ed ha detto fra l’altro, che il
Concilio dovrà mettere in luce la natura e
la funzione dell’episcopato « in modo che
venga degnamente illustrala l’allissima posizione delTEpiscopato nella Chiesa di Dio.
non come istituzione indipendente o separala dal Semmo Pontificato di Pietro o.
tanto meno, ad esso antagonista, ma con lui
e sotto di luì, operando concordamente per
il bene comune e il fine supremo della Chiesa. Cosicché il tessuto gerarchico della Chic,
sa risulti rinvigorito, non indebolito; Tìnteriore collaborazione risulti accresciuta,
non rallentata: Tefficienza apostolica risulti
aumentala, non affievolita: la vicendevole
carità risulti infiammata, non intiepidita ».
(continua in 2^ pagi-)
08221017
2
pag. 2
N. 2 — 10 gennaio 1964
Festeggiata a Pomaeetto
Il 14 dicembre Giovanna Lageard ved.
Bleynat della Lausa ha fatto il suo ingresso
solenne nel centunesimo anno di vita : l’ho
incontrata la sera stessa del suo anniversario nella linda casetta dove convive con il
figlio e la nuora; le ho rivolto alcune domande alle quali ha risposto con pensiero
limpido ed ispirato. La centenaria m'ha subito confessato che non era « pas trop saventa » dato che ha frequentato per pochi
anni 1 Università delle capre degli Enfous.
Le ho domandato cosa ne pensava della Bibbia. dopo tanti anni di lettura assidua; la
nonnetta ha risposto; « Non ho capito tutto
ma mi sono sforzata di capire le cose essenziali e con l'aiuto del Signore ci sono riuscita ». Le ho rivolto inoltre questa domanda : « Cosa ne pensa di quella massa di Vaidesi che pur possedendo la Bibbia non frequenta la chiesa e non collabora alla vita
della comunità? » la sorella Giovanna ha
sorriso e con arguzia ha risposto; « Oh!
quanti Valdesi dicono di credere molto nel
’ Bonn Diou” ma poi preferiscono lasciare in
cielo ”lo Boun Diou” e fare i loro affari come se Lui non esistesse ». Magna Giovanna
mi r-.corda d’essere stata una delle fondatrici
dell’Unione delle Madri di Pomaretto ed è
felice di rievocare quel tempo lontano in cui
lavorava con gioia per l’opera del Signore.
Non dimentica tutti i Pastori che hanno
svolto la loro missione a Pomaretto ed è
contenta di pensare agli operai del Signore
e si rammarica che la « houna soucia vaudoise » delle vocazioni stia per morire... Accanto a lei la liturgia francese, l’Eco delle
Valli j la Bibbia non mancano mai.
La sera della mia visita v’erano in casa
i rappresentanti delle famiglie del villaggio: era commovente l’incontro e posso dirvi che la personalità di « dando Giovanna »
era sentita da tutti i presenti perchè la freschezza del suo pensiero è dovuta al vigore
della sua vita interiore, illuminata dalla potenza del Signore.
La giornata della domenica 1,5 dicembre
è stata luminosa per la nostra sorella e per
la comunità : il Moderatore dr. Ermanno Rostan ha presieduto il culto e al termine del
suo messaggio la centenaria ha fatto il suo
ingresso nel tempio, mentre l’assemblea s’alzava in piedi. Il Pastore le ha rivolto un
messaggio augurale da parte della Chiesa
mentre la piccola Lauretta Bleynat le offriva un mazzo di rose e recitato brani di salmi intonati alla circostanza. Il Sig. Mode
della Lausa
A'e/ corso della sua visita alle
Valli il Moderatore Ermanno
Rostan ha presieduto il culto a
Pomaretto; al termine egli si
rallegra con l’anziana ma viva
sorella.
Un augurio per il 1964
Vieni, Spiriio Creatore!
L’équipe che lavora alla segreteria
generale della Alleanza Riformata
Mondiale, a Ginevra, presieduta dai
past. Marcel Pradervand, ha inviato a
tutte le Chiese riformate, alla fine dell'anno, un messaggio di saluto, che
pubblichiamo in parte.
ratore ha rivolto un pensiero di gioia e di
saluto da parte della Tavola Valdese esortando i presenti a ricordare la testimonianza
della sorella in fede con un attaccamento
più vivo alla chiesa del Signore.
Dopo il culto v’è stato un’agape fraterna
alla quale hanno preso parte oltre al Moderatore le autorità civili : in tale circostanza
il Sindaco ha appuntato la medaglia d’oro
alla nostra sorella mentre la fanfara diretta
dal Sig. Bernard ha suonato in onore della
centenaria.
La nonnetta è rientrata alla Lausa commossa per aver potuto ancora varcare la soglia della sua chiesetta, rivedere la comunità raccolta per adorare il Signore. Domandiamo a Dio di benedire la nostra sorella in
fede nella fiducia che il suo attaccamento
alla Chiesa ed il suo interesse appassionato
per l’opera del Signore sia seguito dalla Co
munita pomarina. Speriamo che il suo amore per la Parola del Signore non rimanga
come un ricordo. Speriamo che « Magna
Giantoun ') non rimanga nella mente dei
nostri Valdesi un ricordo d’una persona
« ch’i lesia sa Bibia » come un fatto eccezionale, ma come un anello d'una catena di
credenti che amano la Parola di Dio e la
vivono ogni giorno nella vita quotidiana ed
in quella catena sono uniti lutti i credenti
della chiesa del Signore, in Pomaretto, Lausa, Masselli ecc. Diversamente in clima di
ecumenismo avremo presto qualche santa
anche noi che ci permetterà di goderci la
vita senza regola e senza ispirazioni, ritenendo che il vivere la propria fede ogni giorno,
ramare la propria chiesa, il dare la nostra
offerta di tempo e di denaro sia riservato
soltanto a qualcuno, ai santi Gianavello, Arnaud ed alle sante Maria Durand, Margherita Garnier ed a Giovanna Lageard della
T^ausa. Ed il XVII febbraio sarà certamente
la festa dei nostri santi in ricordo dei quali
è pur lecito goderci anche in quel giorno la
nostra comoda vita dove la gioia semplice,
la pace interiore, lo zelo per gli infelici
del mondo sembrano fugati per sempre.
Gustavo Bouchard
Eccoci una volta ancora alla fine di
un anno.... Insieme abbiamo lavorato
per una causa nella quale crediamo
con tutto il cuore. Non abbiamo cercato di glorificare la fede riformata nè
rordinamento presbiteriano. Abbiamo
.•semplicemente cercato di lavorare al
rinnovamento della Chiesa, in fedeltà
olla Scrittura e sotto la guida dello
Spirito Santo. Tale rinnovamento è infatti la condizione sine qua non della
unità per la quale lottiamo e preghiamo.
Noi non viviamo nell'isolamento.
Così, come vof abbiamo lietamente
salutato i segni di una diminuita tensione fra Est e Ov’<^t e di un diffondersi del desiderio che cessino gli esperimenti nucleari. Per la stessa ragione
abbiamo partecioato al dolore del popolo americano, quando abbiamo appreso la morte di un presidente nel
o’iale tanti napoli in ogni parte del
mondo avevano fiducia, un uomo chiaramnire deciso a lottare a fondo per
l'i riconciliazione fra le nazioni e fra
le mzze.
Sanniamo quanto resta ancora da
fare in molti campi. Una parte della
umanità è ancora affamata, mentre altri nonoli godono di un’abbondanza
mai conosciuta. In ogni nazione molti
nrobUmd attendono ancora di essere
rj.'.ohi. Tutto onesto non nuò lasciare
PALLE NOSTRE COMUNITÀ
PHAROSTiKO
ANGR06NA (Serra)
— Il mese di dicembre è stato caratterizzato, per la nostra Comunità, anzi tutto dalla gradita visita del Sig. Moderatore, Pastore Ermanno Rostan, avvenuta venerdì 6.
Una buona assemblea si è riunita nel tempio alle ore 20, ed ha ascoltato con attenzione il suo messaggio. Ringraziamo ancora
il Sig. Moderatore per la sua gradita visita.
— Anche quest’anno la celebrazione del
Natale e di Capodanno ha visto riunite nel
tempio delle buone assemblee di fedeli. A
Natale il tempio era letteralmente pieno. La
Corale, diretta dalla Sig.ra Anna Peyrot, ha
portato la sua preziosa collaborazione con la
esecuzione di un coro di circostanza in francese. E’ stata celebrata la Santa Cena, alla
quale ha preso parte un buon numero di
presenti. La colletta a favore del Rifugio di
Luserna S. Giovanni ha dato L. 26.000.
— La « festa dell’Albero di Natale » ha
avuto luogo giovedì 26 dicembre nel pomeriggio. Un denso programma di recito (poesie, dialoghi, cori) è stato svolto da parte dei
bambini, accuratamente preparati dagli Insegnanti di Religione (Sig.ra Rita Pons,
Sig.na Laurenzia Forneron, Sig.na Alba Godine, Sig. Claudio Tron. Li ringraziamo sentitamente). Ringraziamo anche il Comune,
e per esso il Sig. Sindaco, per averci dato
Talbero (un magnifico abete tolto sulle altu
re di Roccapiatta). Ringraziamo infine le famiglie e tutte le persone che hanno contribuito alla colletta per l’Albero.
— La nostra filodrammatica giovanile ha
offerto alla Comunità una serata l’ultimo
dell’anno, recitando una commedia che, sia
pure briosa, aveva un buon contenuto morale. La sala era gremita di gente.
— Il culto di Capodanno è stato, questa
volta, particolarmente ben frequentato da
una vasta assemblea. La Corale ha dato anche a questo culto la sua collaborazione con
un inno di circostanza (347 Italiano). E’ seguita la celebrazione della Santa Cena.
— Voglia ora il Signore aiutarci a vivere
alla luce dei messaggi che abbiamo ricevuto
a Natale e a Capodanno, cioè alla luce della
Sua Grazia che è Cristo Gesù.
— Purtroppo il mese di dicembre è stato
anche un periodo di lutto per alcune famiglie della nostra Comunità. E’ deceduto il
fratello Avondet G. Pietro (Búleoste) il 27
novembre alla età di 80 anni, dopo pochi
giorni di malattia; la sorella Gay Melania
ved. Godine (S. Bartolomeo) deceduta il 30
novembre alla età di 80 anni, dopo lunghe
sofferenze; il fratello Paschetto Luigi (Baissa) deceduto il 25 dicembre alla età di 66
anni, dopo vari mesi di malattia. Alle famiglie in lutto rinnoviamo la nostra simpatia.
POMARETTO
Nel mese di dicembre abbiamo avuto la
gradita visita del Moderatore dr. Ermanno
Rostan che ha presieduto una riunione al
Clot Inverso, il culto al Centro in occasione
della festa per la centenaria c rivolto messaggi alla scuola domenicale ed ai catecumeni. Lo ringraziamo di cuore per la ricchezza spirituale che ha recato alla nostra
chiesa, per le esortazioni preziose che ci ha
dato; gli siamo riconoscenti per il suo vivo
interessamento alle opere sociali di Pomaretto, segnatamente alla Scuola Latina ed
all’opera in Perosa. Da parte della chiesë
tutta inviamo al Moderatore un pensiero di
gratitudine per la sua missione nella nostra
parrocchia.
Recentemente abbiamo celebrato il battesimo di Ribet Daniele di Willy e Griglio Elvira. Siamo sempre lieti di accogliere nella
chiesa le creature del Signore e domandare
a Dio di illuminarle; siamo fiduciosi che le
promesse siano mantenute nell’esempio e
nell’attaccamento concreto per l’opera del
Signore, con una presenza sempre più viva
nella chiesa di cui si fa parte.
Pure nel mese di dicembre è stato celebrato il servizio di Ferrerò Giovanni Enrico
e di Paola Vinçon. Il fratello Ferrerò Giovanni era uno dei veterani della comunità,
proveniente dalla comunità dì Ferrerò. Lo
ricordiamo con gioia per il suo affetto per
la chiesa ch’egli frequentava nel tempo in
cui stava bene. Alla famiglia Ferrerò diciamo la nostra calda parola di simpatia. Vinçon Paola era appena sbocciata alla
vita ed il Signore l’ha richiamata a se; il
Pastore di Villar Perosa, Enrico Geymet, ha
celebrato il servizio funebre all’ospedale di
Pomaretto. Lo ringraziamo di cuore e inviamo alla famiglia la nostra viva simpatia.
Nel tempo del Natale sono state celebrate
le feste degli alberi, a Pomaretto, Perosa.
Clot Inverso, Cerisieri e Ospedale. Ringraziamo di cuore coloro che hanno preparato
con cura e passione le varie festicciole che
hanno permesso di incontrarci con molte
famiglie e dare un messaggio ed un’esortazione fraterna. Alla festa dell’ospedale è intervenuto il presidente avv. Cesare Gay che
ha rivolto un messaggio prezioso e parole
di incoraggiamento per la rinascita del nostro benemerito Istituto.
Le feste dell’albero a Perosa ed all’Inverso sono state dirette rispettivamente dalla
Sig.na Anita Gay e dalla Sig.ra Alma Coucourde.
La Corale, diretta dalla sig.na Speranza
Grill, ha cantato un coro di circostanza al
culto di Natale.
Nel tempo di Natale le sorelle di chiesa
hanno organizzato un bazar di beneficenza
a beneficio dei restauri della cappella; ringraziamo molto tutti i donatori e quanti
hanno contribuito per la buona riuscita del
bazar.
Ringraziamo di cuore il colportore Paolo
De Caro per il messaggio rivolto alla comunità il 23 dicembre, il Pastore Geymet per
il culto che ha presieduto al Clot la domenica 29 ed il maestro Franco Calvetti che
ha accettato dì presiedere il culto di fine
d'anno pur avendo pochi giorni di licenza
dal servizio militare. A questi nostri cari
collaboratori diciamo un grazie riconoscente.
Feste di Natale. — Gli anni passano e lo
spopolamento delle montagne continua. Nelle parrocchie di montagna come la nostra
ogni tanto qualche fatto preciso ci ricorda
che questa realtà esiste. Quest’autunno, all'apertura delle scuole (non l’avevamo ancora segnalato) un’altra aula non è stata
aperta che per qualche settimana. Il locale
comunemente denominato « scuola Bekwit »
è stato chiuso. Una sola aula rimane ancora
aperta a Pradeltorno, e non conta in tutto
che otto iscritti, fra cattolici e valdesi. Comunque quel che non muta nelle nostre comunità è la tradizione. Benché i bimbi siano pochi, sempre più pochi, esigenza vuole
che le feste di Natale per i bambini si svolgano nel modo tradizionale, con giganteschi
abeti nei templi, e con le tradizionali recite.
Tre volenterosi giovani dell’Unione giovanile del Serre hanno procurato l'abete sormontando non poche difficoltà di orario (diventa
sempre più difficile trovare dei giovani liberi da precisi impegni di orari di fabbrica
0 da improrogabili lavori in campagna) e.
diciamolo pure, di volontà (molti sono ancora coloro che desiderano assistere alla festa,
ma pochi quelli che son pronti a impegnarsi per la sua realizzazione). E i bambini dal
canto loro hanno fatto uno sforzo e cosi anche quest’anno tanto al Serre quanto a Pradeltorno non ci sono state delusioni.
Al Serre hanno partecipato, come attori,
1 bambini della scuola del Serre, naturalmente, quelli della Scuola del Cacet ed alcuni giovani deU’Unìoiie giovanile. Gli alunni della scuola del Serre sono stati ancora
una volta preparati dalla Signora Armand
Bosc Emma ved. Bertalot, che pur essendo
ormai insegnante in pensione, ha gentilmente ancora accettato di occuparsi della festa
di Natale, sua prerogativa da più di 47 anni
oramai. Inutile dire che la signora Bertalot
ha raggiunto in questo campo un grado di
maestria e di capacità che sarebbe stato peccato se fosse rimasto non sfruttato! Siamo
ben lieti di potere quindi ancora una volta
aggiungere alla serie dei ringraziamenti fatti
alla signora Bertalot negli anni scorsi quello per il lavoro da lei svolto per il Natale
1963. Un grazie dì cuore rivolgiamo anche
al giovane maestro sig. Jean Louis Sappè,
nuovo insegnante al Cacet, per avere fatto
sì che gli alunni della sua scuola non fossero soltanto presenti come spettatori alla festa, bensì come attori, cosa che non si verificava più, per varie circostanze, da alcuni
anni. L’Unione giovanile del Serre ha presentato una drammatizzazione che ha chiuso
la festa rievocando episodi veri accaduti qua
e là in Europa in occasione dei Natali di
guerra o fatti comunque legati alla speranza di Pace che la venuta del Salvatore ha
portato nel mondo.
A Pradeltorno l’abete che già aveva servato al Serre è stato trasportato da due volenterosi ed adornato per la sera del 28 Dicembre. La festa si è svolta alla luce delle
candele che hanno non soltanto una funzione simbolica, ma veramente... funzionale in
quanto si è ancora in tale località privi dì
luce elettrica (ci siamo illusi per molto tempo che arrivasse, ma, ahimè! gli anni passano e sempre più temiamo di essere stati dimenticati se non giuocati da interessi politici di partiti). Un programmino era stato
preparato grazie alla buona volontà dei barnbini che veramente hanno dimostrato quest’anno di volersi impegnare, e dopo di esso
l’ospite di onore della serata, il Missionario
Sig. Roberto Coìsson venuto da Torre Pellice, ben conosciuto a Pradeltorno avendo
ivi trascorso alcuni mesi quale Pastore prima di recarsi in Africa, ha raccontato con
vivacità le vicende di un ragazzo africano
nel giorno di Natale nel suo villaggio. Lo
ringraziamo vivamente per la sua partecipazione attiva. Al termine della festicciola
ci si è radunati tutti nella sala delle attività
al primo piano dell’edificio del tempio per
cantare alcuni cantici attorno ad una tazza
di tè, preparata dalle gentili mani di giovinette dirette dalla Sig.ra Chiavia, pradeltornese di Torino o torinese di Pradeltorno a
seconda dei punti di vista! Ma la cronaca
non sarebbe ancora completa se non ricordassimo anche che, tanto al Serre quanto
a Pradeltorno i bambini non sono usciti a
mani vuote dai templi. Oltre al bel libro
illustrato che ogni anno la Chiesa regala ad
ogni famiglia che abbia dei bambini che
frequentino la Scuola domenicale, ed alla
tradizionale brioche, al Serre sono state distribuite a tutti delle caramelle, ogni anno
generosamente offerte dalla Sig.ra Maria
Bortolotti di Palazzolo sull’Oglio. A Pradeltorno pure sono state distribuite delle caramelle e del cioccolato, segno dell’annuale
interesse dimostrato verso le famiglie di
Pradeltorno dall’Avv. Ettore Serafino di Pinerolo che quest’anno non ha potuto però
purtroppo essere presente di persona alla festa. A questi amici che, sia detto a loro onore, non si ricordano di noi soltanto a Natale, inviamo l’espressione della nostra riconoscenza per l’affetto che li lega a noi assicurandoli che sono ricambiati dal nostro.
vi siete abbonati a
PRESEiuza
EVAKGELICA
— I culti di Natale hanno naturalmente
registrato, come ogni anno, una buona affluenza di uditori. E ben frequentato è stato
anche il culto di fine d’anno con S. Cena
tenuto al Serre in comune con i membri
dì Chiesa del Capoluogo. La predicazione è
stata tenuta quest’anno dal Pastore del Capoluogo Sig. Alberto Taccia. Molto meno
frequentato, anche in proporzione agli anni
scorsi, è invece stato il culto di Capodanno
a Pradeltorno.
— Nel tempio del Serre, il 15 Dicembre
u. s., si sono uniti in matrimonio Ricca AL
¡redo dei Ricca e Miegge Luigina di Ponte
Barfè. Benedica il Signore la loro unione.
indifferenti noi che ci proclamiamo discepoli di Colui che è venuto per salvare l’intera famiglia umana.
Certo, noi .sappiamo che soltanto
Cristo, ritornando nella Sua gloria, può
metter fine alle sofferenze dell’umanità. Ma i suoi discepoli devono operare adesso per moltiplicare i segni de!
Regno di Dio- segni modesti, inade
guati, indubbiamente, eppure segni.
E ri momento di entrare nel 1964
a rallegriamo per ¡1 privilegio di poter lavorare e prepararci insieme per
la 19" .Assemblea generale dell'Alleanza, il cui tema « Vieni, Snirito Creatore! » esprime così profondamente
quel che abbiamo in cuore. Pos.sa lo
Spirito essere davvero all'opera nelle
nostre vite, nelle nostre Chiese e ne!
mondo intero!
libri
Pariser Impressionen. Herausgegeben
von PETER P. RIESTERER. FlambereJ-Veirlag:, Zürich,/Stuttgart 1963,
pp. 55, s. p.
Land der Bibel — Israel. Herau.sgege
ben ven PETER P. RIESTERER.
Plamberg-Verla.g. Zürich/Stuttgart
1963, pp. 56, s. p.
Non capita sovente die un pastore evangelico sia anche un poeta della fotografia :
tale è senz’altro Peter P. Riesterer, in qiic
■Sii due eleganti volumetti cninparsl nei! i
collana «Vom Schönen in der Welt » dh"
lezza del mondo), la cui caratteristica e o
affiancare a una serie di fotografie di par:
colare bellezza e ,sig'iificanza una sit.,- ,ìi
lesti che le commentano jn modo % ,
mo, proprio nella loro sobrietà sdina ni
ogni retorica.
Presentare una Parigi inedita è per drmn
que, oirmai, un ’tour de forre' ijuasi Impossibile; ePìp-ure nel primo di qnesli volumetti iroviamo iiiiimigini — ìiiiMiev-ioel
fotografiche — die lianno .senz'ahn. d-'iri
nedito, e così la sapiente scelta di te.vh.
Naturalmente ¡1 secondo voliiiiieiio ha j,.-,noi, qui, un interesse anche iiiaugi ire
non legato per altro alle ell'oiii-'inlj di hiii
pellegrinaggi’. La migliore presenlazioiiiquesta ’nota’ dell’autcre: « L’iiiteTizione di
questo volumetto non c tanto quell,! -i; leo
strare alcune visioni di uno dei piu bei
P156S1 mediterranei, quanto di raffigurare gli
uomini e i tipi di popolazioni die oggi a'.coca vivono nella terra della Bihliia. 'Se'ia
scelta dei testi ho considerato dix eiì-f rili
deH’Anitiro e del Nuovo Testament!-- ile-!'!,
fede giudaica, brani dei Corano e d -i iesii
di Quraran, collegan-doli con testi evi.ie.'iiporanei che seno in qualche moiio hi rap
porto con la terra della Bibbia. \ ‘■■.'i-.'-a
lemme, iieirUniversità ebraica ned,a
seno esiposti i manoscrilti del Tviar Merlo,
ho discusso con vari studiosi su questi .!ocumienti del mevimeuto messianiin a! leii!po di Gesù; e questo mi ha spinto a in in
dere brani di questi testi di (.iniin.i ■. -p eie considerando il valore che essi iianiin
assunto nel campo della teologia i>. ^on
inaura l’eco di conversazioni ccii gli Israeliani di oggi, soinravvissu’t! alle persei-iizioni e de.;isi a far rifiorire il de.seilo.
Secoli e secoli di storia: al centro, i. quando giunse la pienezza dei tempi ». la vii a
di Gesù di Nazareth, solo Signete e Salvatore.
Le battute finali
del Vaticano II
-2
(segue da pag. 1)
Si ha rimpressione, leggendo queste righe, che Paolo VI sia stato in quahlie modo intimorito dalle prese di posizioni pinitosto audaei di eerlì ’padri’ che hanno fot temente sottolineato la collegialità cuin Petra e lasciato neli’ombra il sub Petro. cd
al-bi.i voluto ribadire con fermezza il primato del pontefice remano sul corpo episco
pale; nello stesso tempo ¡1 papa ha parlato
della ’collaborazione dell’episcopato’ per ìa
quale « Ci sarà ovvio e caro scegliere nell’Episcopato mondiale e negli Ordini religiosi, ottimi ed esperti Fratelli, che vengano, insieme ai membri competenti del Sacro Collegio, a prestarci consiglio ed aiuto,
per tradurre in norme particolareggiate le
deliberazioni generali del Concilio ì). Sembra dunque che, sulla questione deH’epis<*opa*o. Paolo VI intenda ^%volgere una funzione di mediazione fra le opposte tendenze manifestatesi in Concilio.
Inoltre vi è l’annuncio del prcssiiiio pellegrinaggio del papa in Palestina. Con questo annuncio sensazionale, il papa ha in
parte lisollevato le «orli di una sessione
conciliare — la seconda — che in realtà si
è chiusa in tono piuttosto dimesso e con dei
risultali piuttosto evanesce.nti.
il prossimo ’piissimo viaggio’ di Paolo
VL oltre ,il valore religioso che la pietra
cattolica attribuisce a un pellegrinaggio, assume molteplici significati, fra i quali pninegsìo, ovviamente, il slgnifiralo ’ecumenico’. Il papa stesso ha detto di recarsi in
Palestina anche « per chiamare all’unica e
santa Chieda di Cristo i Fratelli separati ».
L’unità della Chiesa, inso'inma, ha da realizzarsi intorno al papa, anche se questi
non si trova più a Roma sulla icniba di
Pietro, ma a Gerusalemme sul sepolcro dì
Cristo.
((
01222210
3
o gennaio 1964 — N. 2
pag
Storia vera di una chiesa dell’evangelizzazione
Dopo lungo silenzio, S. Giovanni Lipioni rilcrna f-ulle pagine del nostro giornale.
A suo tempo, i lettori sono stati informati
sull’origine di questa nuova comunità sboefiata fu uno dei camp; della nostra evangelizzazione, l’Abruzzo, dove la Chiesa
Valdese è presente da oltre settant’anni
Sin dai primi giorni di vita, nel 1956, la
comunità ha subito atti di intolleranza, co
me era inevitabile, e anche di questi fu
data ampia relazione su queste pagine.
Ora, riprendendo dalle origini, desidero
esporre i fatti che hanno portato alla costruzione quasi ultimata del nuovo tempio,
attraverso non poche difficoltà.
COMUNISTI E PROTESTANTI
Quando il pastore Aldo Rutigliano venne la prima volta a S. Giovanni Lipioni, '
invitato <on lettera del 30 marzo 1956 sottoscritta da 21 capi-famiglia, si trovò a dover ¡tarlare nel locale della sezione del
partito l'omunisla perché gli invitanti, in
quanto comunisti, non trovarono di meglio
che oll'rire la loro sezione. Non si poteva
certo, continuare a riunirsi in una sezione
di parlilo e ¡ sangiüvaimes! lo compresero.
Si cambiò subito, infatti, e si passò nei locali della Cooperativa Generi di Consumo,
ma furono lasciati ben presto anche questi
perchè la proporzione numerica degli aderenti al partito comunista era preponderante. Dove riunire allora tanta gente? Occorreva un locale che fosse privato e che
fosse capace di itoutenere parecchie decine di persone. Non era facile trovarlo, in
un pinole paese di montagna dove non
esistono locali per gr.andi riunioni.
Dopo vari spostamenii da una parte all'altra. finalmente furono prese in affitto
due stanze della vecchia casa di Ninni Silvino, il quale, nel frattempo, si era costruito una < asa colonica usufruendo dei contributi di'iia Cassa per il Mezzogiorno. Erano due stanze buie, misere e malsicure; fu
puntelia'.o il pavimento, si resero comunicanti le due stanze abbattendo un muro
divisoli I e si adattarono alla meglio. Per
il ino nciito poteva andare così.
OCCORRE UN LOCALE,
ED E’ UN PROBLEMA.
Ma ; fratelli ili S. Giovanni volevano
UN lenitilo miovo, e subito!, un po’ per
1 eniiiMasnic degli inizi e un po’ perchè
elici ivanieiiic c’era bisogno di un locale
deceiii, e adatto ai vari riti liturgici, come
mall i 111 n i. Minerali e S. Cena. Detto fatto.
1 erniinaia la irebhiatura, in agosto, fu allesn .a ima temare per ricavarne la calce.
A imor (Il po-poli), con prestazione gratuita da parte di tutti, si trasportarono pietre,
si dis|>osero a fornace e si cossero con la
pula della trebbiatura. Se ne ricavarono
circa 80 quintali di calce. Poi occorreva
pensare al luogo dove costruire e fu risolto subito anche questo. Si stipulò un comproniesso per l’acquisto, a scambio terreno, di un piccolo orto sulla piazza del paese, 1 urtroppo il compromesso non fu fatto
a re ti la, noi si lasciò passare del tempo
(da »arte nostra!) e quando, qualche anno d PO, si cercò di stipulare l’atto vero e
proprii), la comparte si ritirò, forse per la
iiregoìariià iniziale e non se ne potè far
nulla Quanto tempo e quante difficoltà
rispanniate per il futuro, se si fosse acquistato subito! n terreno sarebbe stato da
allora a nostra disposizione oppure si sarebbe sempre potuto vendere a condizioni favorevoli perebè in posizione invidia' bile. Questo è senno di poi, ormai, per
S. Giovanni, ma non bisognerebbe dimenticare l’esperienza per altrove.
Nella casa di Ninni si tennero per lungo
tempo le riunioni di culto. In quelle due
flanziiice ho trovato riunita la giovane comuniià, ncH’ottobrc 1959, quando la Tavola Valdese mi ha affidato l’incarico della
cura d’anime della diaspora abruzzese, compreso S. Giovanni Lipioni, dopo il pastore
Rutigliano. E qui continuammo a tenere
i culti e le riunioni fino al febbraio 1961.
Questa data segna una prima tappa sul
cammino verso il tempio nuovo, perchè,
costretti a traslocare anche dalla casa del
Ninni, e dovendoci adattare in una casa
ancora più disagevole e più piccola di quella, la necessità e l’urgenza di un locale tutto nostro si presentò anche all’attenzione
della Tavola. Ecco come avvenne.
In seguito .1 denuncia anonima (ma non
troppo!), rispeltore del Corpo Forestale di
Cliieli, dott. Fornasiero, minacciò di costringere il Ninni a restituire integralmente
il contributo riscosso per la casa colonica
dalla Cassa per il Mezzogiorno qualora egli
ptrsistesse a dare in affitto la vecchia casa.
La motivazicne fu la seguente: poiché egli
Ila beneficiato del suddetto contributo solo
in quanto il Corpo Forestale aveva emesso
dichiarazione di « inabitabilità « nei confronti della vecchia casa, ne derivava di
conseguenza che questa doveva essere « inabitabile » per chiunque e rimanere pertanto
alibandonala. Il pover’uomo rimase male c
ci pregò di uscire.
Alla ricerca, dunque, di un altro locale.
C’è poco da scegliere, a S. Giovanni, ma
per chi è costretto ad accontentarsi, un bugigattolo si trova. Un sabato pomeriggio di
quel febbraio ormai lontano radunai un
bel gruppetto di donne e ragazze della comunità e trasportammo, in corteo, panche
e suppellettili nella nuova dimora, più piccola e più disagiata, come ripeto. Sita al
primo piano, vi si accede per una scaletta
contorta, stretta, con gradini disuguali.
Scrivo al presente perchè ancora oggi, dopo
quasi tre anni, teniamo i culti in questa stanza. E’ impossibile celebrarvi un
rito nuziale o funebre; c’è troppo poco
spazio per sedersi, pochissimo per muoversi; manca ogni decoro. Umiliazione da parte nostra, soddisfazione da parte altrui. In
sordina, fu accentuato il solito sistema di
pressioni, di ricatti, di intimidazioni, spicciole e banali, con le famiglie, con i singoli, soprattutto con i bambini. « A San
San Giovanni Lipioni nell'Abruzzo
Fs..
■r 7
■ ''ll i ti • i l =
/' " is'fr > r ' Í
La nu
S. Giovan
cui costr
ova chiesa di
Lipioni, la
iizione, avviata
dopo anr i di trattative,
ha subite
resto: i\
tasia di
re "legali
le ruote.
un forzato arenila e la fan':hi vuol mettebastoni nel
Giovanni, dicevano, s’ha da fare come
s’è sempre fatto ». Il parroco tuonava e
stordiva con Taltoparlante sul campanile
trasmettendo infuocati discorsi, pronunciati davanti a uno sparute uditcrio nella sua
chiesa vuota, ma indirizzati agli assenti,
agli erranti. I past. Alberto Ribet e Gustavo
Bouchard vennero a visitare la comunità e
incoraggiarla nel diffìcile momento.
Intervenne subito anche la Tavola Valdese. Urgeva acquistare un terreno edificate rio per costruirvi il tempio. Cosi la reazione cattolica produsse Teffetto di accelerare [ tempi della temuta costruzione. Si
parlava da qualche anno della necessità di
un tempio a S. Giovanni, ma la Tavola era
finanziariamente impegnata con il tempio
di S. Secondo, di Frali e altri. Ma adesso
bisognava pensare seriamente anche a noi.
11 Moderatore attuale, pastore ErmaUviO
Rostan, che sì trovava in America, fu informato della situazione. Intanto -l ViceModeratore, pastore Neri Gìampìccoli, vennu a S. Gievanni, accompagnato dalFlnu.
Ravazzini, capo deirUfficio Tecnico della
Tavola. In un tardo e assolato mattino del
30 maggio 1961, [1 Vice-Moderatore firmò,
ii nome della Tavola, una carta di coniproiTiesso con Rossi Alfredo, carta con la quale le parti si vincolavano a vicenda di stipulare in futuro un regolare atto di compra vendita di un precisato terreno del Rossi, adatto alla costruzione del tempio. Allegrezza generale; finalmente un fratello del1-a comunità aveva messo per iscritto la sua
\olon à di vendere alla Tavola una parte
del suo terreno, in un magnifico sito, la
piazza del paese.
Devo ora fare un po’ di storia di questo
terreno divenuto in breve tempo tanto famoso per i sangiovannesi, come sì vedrà.
Oggi esso è solo una piccola fetta di 93 metri quadrati, cioè circa la terza parte di un
orto che è s ato via via frazionato. Il più
antico atto notarile di cui siamo a conoscenza e che riguarda l’intero orto nel suo
insieme risale al 1903. \ questa data, queste
erto ancora indiviso contava circa 300 metri quadrati di superficie ed era intestato a
un certo Rossi Giuseppe. Ecco i successivi
passaggi di proprietà e relativi frazionamenti. Ne] 1903 Rossi Giuseppi; donò l’intero
orlo al nipote Matteo Rossi
l'J 0 tobre 1903, notaio Tito Rossi). Nel
1906 Matteo Rossi lo vendette tutto ai fratelli Saverio, Nicola e Michele Rossi (atto
nciarile 15 ott. 1906, notaio lo stesso). Poi
c! fu il ormo frazionamento; Saverio
Nicola se lo riviseio metà
buoni fratelli, poiché Michele era caduto
nella guerra del ’18. Nel mezzo dell’orto
c’era, e c’è tuttora, una cisterna sempre
piena d’acqua, ottima per Li verdure; metà a ciascuno anche la i ¡sterna. Ripeto, dell’intero orto si fecero così due parti, di .cir
ca 150 metri quadrati ciascuna; una a Saverio, l’altra a Nicola. Da questo momento
la parte di Nicola non ci injteressa più; vediamo che (*osa è suciesso
Saverio. Saverio, dunque,
al figlio Alfredo questa sui
ii'czza cisterna (atto notarile
iKiaio Giulio Cianci). Poi
numento, a nostro favore,
(•rio che da Saverio era
Inlalli, in quel 30 niaj
(ìeratore impegnò racquisto
do di Jna porzione <li quésta parte, cioè
la suddetta piccola fetta di 93 metri quadrati.
DAL VECCHIO
AL NUOVO CATASTO
Nei primi anni di
guerra fu fatto in lini a
dei terreni e fu il prih >
sto geometrico in qii;
riportare le figure geo;
mentre il Vecchio Cai.
scrittivo. Amile a S.
i tecnici rilevatori eli
pesto tutti i terreni. Fino
que
il
) te
to
etri
ao
to i confini dei terreni erano delimitati da^
termini lapidei, da viottoli
cetera. Negli atti notarili si
di misurazioni « a corpo »
ficavano qualche misura offrivano cifre molto approssimative, preme.tendo sempre la
preposizione « circa ». Così
mantenendosi nel generico
rore e, nello stesso lempb.
Convegno
della Val
dì anziani e diaconi
Ghisone e GernianasGa
della parte di
ael 1949, donò
parte con la
10 marzo 1949,
ci fu il fraziodella parte di
passala ad Alfredo.
1961, il Vice-Mo
da Rossi Alfre
st’ultimo dopoNuovo Catasto
nlativo di Calasi ripruiuise 4i
che dei terreni,
era soltanto deGiovanni passarono
riesaminare no sul
a quel niomen
da fossati ecparlava sempre
e quando speci
l atlo notarile,
non faceva er, i proprietari
Domenica 15 Dicembre ha avuto luogo a
Pomaretto un convegno di Anziani e Diaconi della Val Gerraanasca e Chisone, presieduto dal Moderatore signor Ermanno Ro.
stan il quale ha cosi coneluso con quest j
importante raduno la sua visita a tutte le
comunità .-Iella Valle.
Erano presenti rappresentanti dei Concistori di Prarostino, Pramollo, San Germano
Chisone, Villar Perosa, Pomaretto e Villasecca.
Apre la riunione il Pastore di Pomaretto,
sig. G. Bouchard con la lettura del Salmo 1°
e la preghiera. Ha quindi la parola il Moderatore sig. E. Rcstan, il quale, con estre
ma chiarezza, espone ai responsabili della
vita delle Chiese, i vari problemi del momento dei quali la Chiesa deve prendere
coscienza e cercare con l’aiuto del Signore
una soluzione. Accenniamo soltanto ai più
inipcrtainti e ai più urgenti.
1) Il ridimensionamento delle Parrocchie.
Si prende innanzilulto allo che il trasferimento di molte famiglie dalle iparrocehi-i
di alta montagna verso il fondo valle, già
in corso negli anni precedenti, continua con
un ritmo impressionainle, e forse si accentuerà ancora negli anni che seguiranno. La
maggior parte di queste famiglie si stabilisce tra Perosa e Pinerolo. Il problema più
urgente è quello del loro inserimento nelle Parrocchie d' fondo Valle. Molli, infatti, non abbandonano soltanto il loro villaìggio e la loro paiToccliia di origine, ma
abbandonano la Chiesa. 3’impone un importante lavoro di visite, di cura d’anime,
di persuasione affinchè queste famiglie frequentino le attività della nuova chiesa di
adozione.
Ma è evident« che bi&ognei*a pure cercare una soluzione più radicale: converrà abbandonare alcuni centri, oggi quasi desere creare nuovi centri di vita ecclesiastifra Pomaretto e Pinerolo. L’Anziano
ve ». Intanto la Chiesa deve continuare a
svolgere la sua oipera can
menti che ha.
mezzi e gli s>tru
2) Gli stabili. Quasi lutti gli stabilì delle
nostre comunità delle Valili sono ormai vecchi e creano dei grossi problemi di restauri
e di riadattamento alle esigenze della vita
moderna. Si parla innanzi tutto di alcuni
presbiteri irriscaldabili e privi di servizi
adeguati. Sì propone di procedere, anno
anno, al restauro di ([uesti presbiteri,
magari col concorso delle
Si parla poi delie vecchie
tìere che costituiscono un
nio ereditato dal passato e
hanno reso un grande servizio. Qra molte
sono chiuse, mentre alcuni poche servono
ancora per qualche riunion- serale nei mesi
invernali; .sono tutte centenarie e molte necessitano di urgenti e costosfi riparazioni e coslituiscotTo Un grave peso
concistori. Il problema è
tare queste scuole per altr
loggi per vMleggiatura esth^a e case di ferie
in medo da favorire lo sviUuppo di una vii
leggiatura evangelica. S;
una scuola che è già staisi rimodernata ed
adibita a questo scopo.
altre comunità,
scuole di quargrande patrìmoche nel passato
finanziario per ì
quello dì riadatusi; piccoli al
3) Le finanze. Il Moderai ore espone la situazione finanziaria «offerandosi in particolare sul bilancio ordinario che riguarda le
spese di cullo e che comprende stipendi e
pensioni, viaggi e fitti di
ra locali propri,
ano ancora a co
ti,
ca . . . ,
Beux in un vivace intervento, insiste so
pranutto su questa soluzione, prima che sla
troppo tardi. Certo, qualcosa deve essere
cambi.sto, e non dobbiamo essere conservatori irrigiditi. Ma vi sono tuttavia ancora
i-ella struttura della vita della Chiesa che
abbiamo ereditato delle attività che possono ancora rispondere alle necessità di oggi nelTattesa di trovare delle «vie nuo
di alloggio dei pastori nelle città dove la
Chiesa non possiede anco
Le contribuzioni non arriv
prire le spese di culto, e quest’anno si prevede un ulteriore aumentcì delle spese, sia
per il continuo aumento del costo della vita, sia per un ritocco agli onorari. E’ necessario compiere un’opera di persuasione
presso tutte le famiglie affinchè le contri
buzioni siano adeguate alle necessità della
Chiesa; considerando che !e condizioni ecom miche alle Valli sono iiensibilmente migliorate in questi ultimi unni, non dovrebbe essere difficile un ulter ore aumento del
le contribuzioni.
Al termine della riunione la comunità di
Pomaretto offre ai presenti un fraterno ri
cevimento. Alla comunità ospitante vada il
nostro sincero ringraziamento. C. Tourn
locali di cidto e
sapevano dalla realtà che cosa comperavano 0 vendevano, 11 Nuovo Catasto invece
tentò di misurare larghezze e lunghezze e
di riportare il tutto in svariate forme geometriche. Le pro-prietà terriere erano e sono frazionatissime, perciò fu praticamente
impossibile ai tecnici riportare tutti i termini eccessivamente numerosi; uno ogni
tanto, a scopo orientativo, bastava, poi bnec su linee. E i terreni sono rimasti li,
immobili come prima, circoscritti da pietre terminali, tozze, levigate dalla pioggia,
incrinale dal gelo, luccicanti al sole, pietre
che hanno visto generazioni di braccia robutte e doloranti tormentare quella terra
arida per spremere il pane. Si pone la que
si ione: il volto geometrico di questi terreni, come è riportato sul Nuovo Catasto, è
fedele, cioè corrisponde esattamente al volto vero come si trova sul suolo? Bisogna
dimostrarlo caso per caso. Là dove i termini lapidei esistono, questa dimostrazione è possibile, seppure sia superflua pe'-ihè gli interessali sanno che quello è il loro terreno e come risulti sul Catasto non
li interessa. Dove i termini non esistono,
la dimostrazione è molto più diflìcile, ma
questo non è il caso nostro, come dirò subito, quindi è superfluo soffermarci su questa seconda ipotesi.
Anche l’orto dei Rossi, dunque, considerato nel suo insieme, aveva mia precisa realtà, ancorata al suolo, tra quattro pietre terminali che slavan lì da sempre come sentinelle. Al contrario, il volto geometrico
che i tecnici catastali gli diedero è notevolmente diverso perchè le misure non corrispondono, i termini non sono riportati e la
superficie catastale è notevolmeulc inferiore alla superficie reale. Per tre confinanti
la cosa è pacifica, invece il quarto, accorl'isi solo alcuni mesi fa della divergenza,
drizzò le crecchie.
Dopo la firma del compromesso fu incaricato il geometra Sebastiano Longhi di rilevare i confini precisi del terreno da acquistare. La planimetria, datata 6 giugno 1961,
riportò due figure: il volto del terreno,
com’è riportalo sul Nuovo Catasto, di me
tri quadrati 130, e il volto reale del terre
no vstesso, com’è delimitato dai termini la
pidei e come è stato sempre coltivato da
proprietari, senza contestazione da paridei confinanti, di metri quadrati 153. Secon
do il parere unanime dei nostri tecnici,
attribuì valore alla consistenza reale del
terreno, perciò si poteva procedere all'acquiisto regolare.
LA PAURA
DI ESSERE SFRUTTATI
Ma per arrivare a questo, ci volle nientemeno che un anno. Troppo, certamente. Un
po’ di tempo fu preso dai tecnici della Tavola per esaminare le possibilità costruttorie, limitatissime, che il terrena offriva.
Uii altro po’ di tempo perduto a causa della pessima invernata che impedì l’accesso
al notaio che non c’è sul posto ; anche queste sono difficoltà reali in questo vecchio
Abruzzo. Infine, altro tempo aneora fu richiesto per vincere le riluttanze, i pentimenti e i timori del proprietario, Ross; Alfredo, che pure è evangelico. Mi brucia ancora il ricordo delle interminabili sedute in
casa sua per rassicurarlo! Basti dire che
ben tre volte siamo andati insieme dal notaio, con tutti i documenti in regola, pei
stipulare finalmente quest’atto di compr.tvendita; ebbene, altrettante volte siamo ritornati a casa senza aver concluso nulla pc"
sempre nuovi dubbi nella mente del pover’uomo; doveva ripensarci, doveva riconsigliarsi. Il pastore e la Tavola sostituivano, nella sua mente, i « potenti » che hanno sfrutt.ato e ingannato da sempre questi
montanari !
Finalmente, anche queU’interminabile anno passò e il 21 maggio 1962, con pubblico
isirumento del notaio Vittorio Colangelo,
di Vasto, la porzione del terreno di Rossi
Alfredo, come pattuito, fu nostra. L’estate
era .iHe porte, con le sue giornate cnlde
e interminabili, proprio adatte al lavora
febbrile di una grossa squadra di muratori.
Si poteva costruire; si sarebbe giunti in
tempo a finire prima deH’ivemata; ancora
pochi mesi e saremmo entrali nel tempio
nuovo. Il mio sogno correva! Il ¡irogetto
era pronto, ad opera dell’arch. Giovanni
König c deH’iiig. Glaudio Messina. Un impresario aspettava solo il « via ». Per fare
1; cose in regola, come è dovere, inoltrai
domanda .il Comune di S. Giovanni per
ottenere l’autorizzazione a costruire; era il
5 giugno 1962. La via sembrava aperta, invece non lo era ancora.
LE RESPONSABILITÀ
CHE PESANO
E L’ESTETICA DELLE PIAZZE
11 sindaco di .S. Giovanni, di fronte alla
assoluta novità della richiesta, non sapeva
da quale parte prenderla. Un sindaco che
non sapeva di avere anche questo tra i suol
compiti era chiamalo a concedere la prima
autorizzazione a costruire, e la costruzione
era un tempio protestante. Proprio lui, sindaco D.C.? « Meglio dividere le responsabilità », avrà stcuramenle pensato. Bisogna
riconoscere che la sua -posizione era imbarazzante. Agli elettori. neUe precedenti elezioni ammini.slralivt. aveva parlato forte
sul comuniSmo e sul prctestantesimo, facendo d’-'<gtii erba un fascio (e che fascio!),
proprio lui, intellettuale, direttore didattico delle scuole elementari. Nessuno avrebbe liberalo j suoi elettori dalla convinzione,
anche se grossolana, che il tempio protestante era in suo potere il costruirlo o non
costruirlo. Da parte sua, il sindaco sapeva
che l’autorizzazione non avrebbe potuto essere negata, alla fine; ma si sentì pure in
dovere di dar soddisfazione ai suoi, cercando di procrastinare il più possibile e portare
i consiglieri a una decisione collettiva.
Cominciò con il nominare una Coimnissioiie Edilizia, il 14 luglio successivo, quaranta giorni dopo la mia richiesta. Biso
gnava però attendere che la Prefettura sancisse questa delibera comunale, prima che
la Commissione potesse rispondere alla mia
richiesta, ufficialmente e legalmente. In attesa, la Commissione si preparava alla grande decisione da prendere, e si orientò verso un.a soluzione radicale: « bisogna allargare la piazza di S. Giovanni »!, così il
terreno dei protestanti sarebbe stato ricoperto per oltre la metà del suolo pubblico
e la chiesa non si sarebbe fatta per insufficienza di spazio, già ristretto per se stesso. Ma c’era una difficoltà: sarebbero stati
colpiti dal provvedimento anche altri proprietari della loro corrente. La Commissione si divise e si fece un gran chiacchierare, qui dove tutti sanno tutto. La Prefettura tirò per le lunghe, essendo in agosto,
mese di ferie. .Allo scadere dei 60 giorni
che la legge concede ai Comuni per rispondere alle richieste dei cittadini diffidai il
Ct'mnne stesso a rispondere entro giorni 30.
Finalmente, il 3 settembre, dopo tre mesi
dalla richiesta, il sindaco decise dì assumersi la responsabilità di rilasciare, a nome proprio, l’autorizzazione a costruire, alla condizione che la facciata del tempio si
allineasse su un dato tracciato, per salvaguardare l’estetica della piazza. Oh l’estetica! Ce la cavammo con una perdita irrilevante di terreno, ma quanto bastava per
perdere altro tempo a riadattare il progetto. Cosi il sindaco si salvò: non aveva negato il nostro buon diritto ma aveva fatto
ritardare la costruzione fino alle soglie dell'inverno, e forse più.
Per parte mia, mi precipitai daU’appallalore che attendeva il « via ». Purtroppo
eia trascorso molto tempo dai nostri ultimi
accordi ed egli aumentò del 40% i prezzi
già convenuti. Con un altro appaltatore di
Palmoli, Valentino Cìlli, fu la volta buona;
il 16 ottobre di queU’anno 1962, a Roma,
si firmò il contratto. Si sperava di gettare
le fondamenta, almeno, prima dell’invernata, ma il tempo non ci fu propizio. Pioggia, neve, gelo. Non si potè far nulla.
LA TESTARDAGGINE
DELLA MALAFEDE
Attesissima, ecco la primavera del 1963.
Aumento vertiginoso de; prezzi sui materiali da costruzione. La ditta Cilli dubita
(he le venga corrisposto dalla Tavola un
aumento adeguato sui prezzi pattuiti; è intenzionata a recedere dal contratto. La printavera avanza, tutti i cantieri riaprono.
Cilli no; ma un energico intervento del
nostro Ufficio Tecnico rimette le cose a posto. Il 26 aprile si dà inizio allo Scavo delle fondamenta e il lavoro procede subito
alacremente. Ritengo inopportuna la ceri •
monia per la posa della prima pietra per
non riscaldare troppo Pambiente, tuttavia
si arroventa lo ¡stesso; gioia da una parto,
stridor di denti daH’altra. Si alza qualche
nuvolone e il 6 maggio ecco la prima scrosciata. Sulla piazza si ammassa la gente a
capannelli ^mpre più folti; una dei confinanti con il nostro terreno. Grosso Venere,
tiene banco: «il pastore costruisce la chiesa sul terreno che è mio »! Infatti è stata
messa sull’avviso che le misure del Nuovo
Catasto differiscono, in suo favore, dalle
misure reali sul terreno. E’ inutile farle
notare che sul terreno ci stanno i termini,
che il possesso pacifico dura da oltre trenta
anni e che il Catasto non può prescindere
de una realtà riconosciuta tale a memoria
d uomo, da lei «tes-sa accettata da sempre.
Ogni trattativa di compromesso viene decisamente respinta. Per amor di pace, deci
diamo, previo accordo con la Tavola, di
non occupare con la costruzione tutto il terreno ma di accorciare la fabbrica di mezzi metro e intanti i lavori proseguono.
Pian piano i muri affiorano e si innalzano sino ad arrivare a circa un metro dalla
copertura. Il 25 luglio 1963 viene la grandinata: un’ordinanza del pretore dispone
la sospensione immediata c integrale dei lavori per salvaguardare i diritti della ricorrente Grosso Venere. La ditta CiUi è chiamata a rispondere in giudizio per usurpazione di terreno nella misura di oltre 12
metri quadrali. La Tavola è citata successivamente, « post factum », quando cioè i
lavori sono soispesi da qualche settimana.
Sotto la guida dei nostri legali, cerco di
approntare subito la difesa. Occorre trovare un avvocalo della zona, perchè si tratta
di causa civile in pretura, ma non è facile
trovarne uno che sia disposto a difendere
DO; protestanti. Libertà del regime! Bisogna ricorrere purtroppo a uomini di partilo, fuorché di quello! Da queste parti gode
fama di eccellente avvocato Licio Marfisi
di Lanciano, militante nel P.S.I. Suggerisco di affidarci a lui e sta bene. Nel Ìireve
giro di tre giorni, l’avv. Marfisi ottiene dal
pretore la modifica della precedente ordinanza con una seconda ordinanza che autorizza la ripresa dei lavori nella parte non contestata lasciando fermo solo la zona contestata, cioè la piccola abside del tempio.
II 9 agosto riprendono i lavo.ri; si giunge
in breve alla copertura e si passa alle rifiniture. Intanto l’udienza in pretura avvenuta il 30 settembre, si esaurisce con un
nulla di fatto circa l’esito deUa causa.
Così il nuovo tempio che ora potrebbe
essere del tutto terminato si presenta con
un troncone di muro, sorretto da due pilastri, lasciato com’era il 25 luglio, nella parte contestata, c che la Grosso Venere è derisa a tare abbattere. In questa piccola
abside avrebbero dovuto trovare posto il
pulpito, il tavolo della S. Cena e una piccola sacrestia. In vista deU'invernata ho dovuto disporre la chiusura con un muro prov
visorio. Fino a quando? Fino a conclusione della vertenza, probabilmente fra molto
temipo.
Amici lettori, il seguito a quando potremo mettere punto e voltare pagina su questa vertenza giudiziaria.
Giulio Vicentini
4
pag. 4
X. 2
10 gennaio 19o4
Lutto fra i Valdesi
di Buenos Aires
Alla bella età di 81 anni si è spento in
questa città, dove era stabilito da quasi 60
anni, il Signor Alessandro Davide Parise, un
uomo dal carattere forte c integro, dalla volontà ferrea, e fedele al nome di valdese che
portava con certa fierezza e con piena coscienza di quello che questo nome significa,
specialmente nella « diaspora », da cui proveniva — era nato in Emilia — e nella quale visse tutta la sua vita.
Quest'isolamento, più ecclesiastico che
spirituale, non gli impedì di interessarsi alle
opere della nostra Chiesa, tanto in America
come in Italia, e, quando più di trenta anni
fa, si costituì in B. Aires il « Comité d’initiative de l’Eglise Evangélique de langue
française » sotto la spìnta del dinamico Pastore Emmanuel Galland, fece parte di
quel Comitato per qualche tempo, rappresentando così l’esiguo gruppo valdese bonaerense.
NeH’ambiente in cui svolse la sua attività
fu largamente apprezzato e quella stima, come pure la simpatia per la famiglia in lutto, furono espresse in modo eloquente ed
unanime in occasione dei funerali e del servizio religioso svoltisi nel Cimitero Britannico di B. Aires, nella mattinata del martedì 3 dicembre u. s. con la presenza ed i
messaggi del Pastore L. Villalpando, della
Chiesa Metodista, e del Pastore Silvio Long,
della Chiesa Valdese.
Vogliamo esprimere qui alla famiglia Parise cd in modo particolare alla figlia Signora Mery Jahier, al marito Dr. Mario Jahier ed ai loro figlioli, la nostra vivissima
simpatia.
« Beati i morti che muoiono nel Signore,
essendo che si riposano delle loro fatiche :
poiché le loro opere li seguono ».
Da Verona a Pomarptto
Fratellanza
e solidarietà
Una prova tangibile di sentimento cristiano è stata offerta in modo eommovento sabato 21 corr. da alcun; ufficiali ameri<ani della NATO, di stanza a Veirona, obe
si sono sobbarcati a un lungo viaggio in
auto per portare doni agli ospiti dei nostri
orfanotrofi, da parie de; 151) bainibini della Scuola domenicale americana di Verona.
Senza naturalmente rendersi conto del
valore di quell’atto gentile, del sacrificio
non piiMolo e del disagio affrontato dagli
amici americani — di cui uno era accompagnato dalla moglie e dai due figlicletti —
’ nostri faiicitdli, si -sentirono però avvolti in un’atmosfera d’amore, realizzando
quanto grand; siano le possibilità di dedizione per coloro che sanno mettere in pratica gji ir-segnament; del Cristo.
Cari amici Beebe, Helser e Cuenoet, jl
vostro gesto risponde alTinvito evangelico
« quello che avrete fatto a uno di questi
piccoli, l’avrete fatto a me ».
L'Amico dei Fanciulli
Mensile illustrato
Anno XCIl
LA RIVISTA PER I RAGAZZI DELLE SCUOLE DOMENICALI
Gennaio 1964
La vostra paEfina
Il biglietto del ptillmann
La bella storia della Croce Rossa
Le luce di Oslo
La pagina biblica
Nel mondo deila formiche (documentario)
Giuochi
L’idea di Adriana
La pa.gina dei piccoli
Problemi biblioi
ABBONAMENTO ANNUO; L. 6C0 — Estero L. 850.
Amminisitrazione : LIBRERIA CLAUDIANA - \fi-a Principe Tommaso 1 - Torino c.c.p. N. 2/21641 - Redazione: Berta Suoilia - Via Pietro
Cossa 42 - Roma.
Chiedete numeri di saggio
Abbonate o riabbonate i vostri figli
VENEZIA
COAZZE-SÜSA
— Le Comunità, ben riconoscenti, hanno
avuto la visita della Commissione Distrettuale: a Coazze il Delegato della Tavola Pastore A. Sbaffi 0 il Presidente della Commissione Pastore E. Ayassot, a Susa il Presidente e il Segretario della Commissione
Pastore G. Bouchard: evangelizzazione e
Contribuzioni sono i due argomenti principali che sono stati trattali e discussi.
— A metà novembre il Missionario Sig.
R. Coisson ha presieduto i Culti domenicali,
dandoci interessanti notizie deU’opera in
Africa, e il Culto di Natale a Coazze : lo
ringraziamo cordialmente.
— Al Culto di Natale a Susa la Corale,
diretta con maestria dalla Signora I. Allosio ha eseguito un coro ed è stata ammessa
in Chiesa la Catecumena Dolly Blanc della
diaspora segusina.
— La Festa dell’Albero di Natale ha avuto luogo per le due Comunità la domenica
29 dicembre con canti e recite dei piccoli e
di grandi. Papà Natale che aveva già telegrafato che gli sarebbe stato impossibile
giungere in Valle, passando, ci ha lasciato
un carico di libri, di giocattoli e di dolciumi.
— In occasione di Capodanno abbiamo
avuto il Culto la sera del 31 dicembre a Susa e la mattina del P gennaio a Coazze.
-— Sono di stanza a Siisa per il servizio
militare cinque artiglieri alpini: Avondetto,
Baret, Comba, Gardiol, Tourn: Valdesi anche di fatto, frequentano il Culto e amano
la Chiesa non solo a parole; rendono una
buona testimonianza e ne siamo grati al
Signore.
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 12 GENNAIO
Pasit. Sergio Aquilante
(Chiesa Metodista di Bologna)
DOMENICA 19 GÍENNAIO
Past. Guido Mathieu
(Chiesa Valdese di Roma)
La Chiesa ha ricevuto la visita periodica
della Commissione distrettuale, che ha avuto
una riunione con il Consiglio di chiesa e con
i responsabili delle varie attività.
Riuscita la riunione nella quale si è studiato e discusso il tema deU'autorìtà nella
Chiesa sotto Tautorità del Signore; è stato
riconosciuto rinfiusso negativo deirambienle
e come sia necessario reagirvi e favorire lo
sviluppo totale dei valori messi in luce dalia
Riforma.
L'Unione femminile tiene le sue riunioni
a turno in case di varie sorelle, per un’attività di studio su argomenti d’attualità, accanto alla preparazione del tradizionale bazar.
L'Unione giovanile ha ripreso con slancio
la sua attività; i giovani stessi hanno presentato tutta una serie di studi, seguiti da
vivaci discussioni: anche Tattività filodrammatica ha segnato una buona ripresa e parecchi giovani anche estranei al nostro ambiente si sono in tal modo accostati a noi.
I..a collaborazione con la Chiesa metodista
è assai intensa: il past. Bertalot e il past.
Cappella, accanto a attività in comune a Venezia, si alternano per i corsi di catechismo
a Mestre, ove le riunioni si svolgono in comune, sia la domenica, nella sala, sia su settimana, presso varie famiglie. Questa attività continua ad avere un successo incoraggiante; ad essa si deve il sempre crescente
consolidamento del gruppo.
La situazione del gruppo di Chioggia è
invece stazionaria, tanto più a causa del
problema dei locale di culto, non ancora risolto. La piccola diaspora trevisana è stata
visitata; si spera di poter organizzare qualche convegno locale, la prossima primavera.
La comunità sta facendo, sotto Timpulso
del Consiglio, un serio sforzo per adeguare
alle necessità., e alle effettive possibilità, le
proprie contribuzioni: si segnala già un aumento cospicuo nei confronti del livello dello scorso anno.
Il gruppo della Scuola domenicale è costituito quest’anno da undici ragazzi e da
tre monitrici che si alternano (le monitrìci!).
Novità dclFanno : per adeguarci ai moderni
criteri pedagogici deirautogoverno, su proposta delle monitrìci è .stata resa autonoma
Tamministrazione delle finanze della S. D.,
fermo restando che quest’ultima è un’attività della Chiesa e rimane quindi sotto la
giurisdizione del Consiglio. Monitrici e ragazzi saranno responsabili del bilancio che
sottoporranno regolarmentes alla fine dell’anno ecclesiastico, al Consiglio di chiesa.
Mentre quest’innovazione fa dei ragazzi attivi membri della S. D., ci fa sperare in
altrettanto operosi membri di chiesa per il
futuro. Altra novità: per la festa dell’albero
di Natale abbiamo abbandonato le tradizionali lecite; ha invece avuto luogo un trattenimento preceduto da un culto per i bambini e seguito dalla distribuzione dei doni.
Abbiamo avuto un sereno periodo natalizio, al quale ripensiamo con riconoscenza.
Il Natale
ad Ivrea
La Domenica 22 dicembre ha avuto luogo
Tannuale « Festa deU’Albero di Natale » in
cui la maggior parte dei membri della nostra Comunità si è stretta intorno ai bambini (invero, questi ultimi, in numero alquanto maggiore per Loccasiotie di quanto
non lo siano normalmente alla Scuola Domenicale... ma ciò non succede solo ad
Ivrea!!) ed ai giovani. Infatti, davanti ad
un bell’albero illuminato e su un regolare
(quanto traballante) palcoscenico, si sono esibiti prima i bambini, nella recita delle solite
poesiole con voce più o meno tremebonda per
i più piccoli e con disinvoltura non priva di
capacità e di effetto i più grandi.
Segui la parte artistica di più alto ed impegnativo livello, quella cioè in cui si produssero brillantemente i nostri giovani che
nella nostra Comunità formano un bel gruppo, assai affiatato e tenuti sotto pressione in
modo costante e per molteplici incarichi dal
nostro Pastore Dott. Giorgio Bouchard, lui
pure giovanilmente dinamico per età e per
entusiasmo, ottenendo in compenso da loro
piena ed affettuosa collaborazione.
I giovani dunque si dovevano esibire in
due lavori di genere completamente diverso:
il primo era quello il cui autore era uno di
loro e s’intitola « Un ragazzo orfano », brioso e commovente ad un tempo che nella
rappresentazione ha avuto poi una esecuzione del tutto particolare : infatti uno dei
principali autori per un lutto di famiglia
avvenuto in quello stesso giorno, non potè
logicamente partecipare alla recita e lo sostituì. brillantemente, lo stesso nostro Pastore che conosceva bene la parte avendo curato la regia del lavoro: la sua comparsa a
sorpresa e cosi camuffata suscitò molti e
compiaciuti «ipplausi!
II secondo pezzo, più gravoso artisticamente parlando, per la rappresentazione del lavoro di Vittorio Calvino, autentico valdese
di vecchia razza « Così ce ne andremo! »,
molto favorevolmente conosciuto in quanto
già dato in consimili occasioni presso altre
nostre Comunità.
Ben preparati i giovani e particolarmente
abile il primo attore Adriano Longo che
ebbe un reale successo personale.
Assai applauditi lutti, piccoli e grandi attori della lunga e riuscita rappresentazione
che ebbe termine con la tradizionale distribuzione di doni : forse è proprio per questo
che erano così insolitamente numerosi i bambini presenti? D. J.
Investite vantaggiosamente il Vostro denaro, allevando a domicilio
il CHINCHILLA
Offriamo ai ns. Clienti le seguenti garanzie :
— Riproduttori selezionatissimi accompagnati da documenti internazionali.
— Sostituzione in caso di morte, sterilità e consanguineità.
— Ricompera di tutta la produzione di cuccioli e pelli al più alto prezzo
di mercato.
— Effettiva assistenza tecnica e veterinaria.
Forniamo inoltre tutto il materiale tecnico per allevamento, mangimi e
medicinali appositamente studiati.
Richiedete informazioni ed opuscoli a :
CO. CI.
COMPAGNIA INTERNAZIONALE CHINCHILLA
Sede Centrale ¡TORINO - Via Filadelfia, 227 - Tel. 32.75.40
Visitate il nostro allevamento di campionario presso la ns. Sede !
Elenco di doni ricevuti
prò deficit « Eco - Luce
COSENZA
Efisia Martini (Torino) 500; Renalo Painpuro (Genova) 1.000; Antonio Lanieri (Ceriana) 500: Nicolò Scuderi (Palermo) 1.000;
Samuele Vezzosi (Padova) 500; Feroldi (Torino) 900; Serafino (Torino) 2.000; William May (Torino) 1.000; Maddalena Berruti (Torino) 1.000; Jean Motel (Svizz.)
200; Rosa Haldiman (Berna) 200; M. B.
(Lusern.a S. Glov.) 500; Alberto Albarin
(Sanremo) .300; Alberto Rostan (Tonno)
700; Rii cardo Pellenc (Torre P.) 500; Enrichetta Tron (Massello) 200; Giosuè Leger
(Inverso Pinasca) 100; Mimi Mathieu (Pomaretto) 200; Alma Tron ved. Pascal (Pomaretlo) 1.000; Giovanni Laetsch (Pomaretto) 500: Mario Corsani (Torre P.) 500;
Beniamino Peyronel (Torino) 500; Cornelio
e Odille Bazzani (Ivrea) 2.000; Gina Bertalot (Pinerolo) 1.000; Assely Coisson ved.
Chantre (Inverso Pinasca) 1.000; Marino e
Léontine Soulier (Svizz.) 1.000; Francesco
Reynaud (Pomaretto) 1.000; Antonio Pasta
(Bagnoli) 1.000; Maurizia Cornaz (Aosta)
500; Umberto Agostinelli (Sarzana) 500; Desiderata Clot (Perrero) 200; Ada Gaydou
(Luserna S. Giov.) 500; Enrico Gcnre (Torre P.) 500; Ester Bonjour Grill (Luserna
S. Giov.) 500: Madeleine Gysel Peyronel
(Svizz.) 200; Arturo Peyrot (Genova) 500;
Emanuele Beux (Luserna S. Giov.) 550: Arnaldo Diirio (Ivrea) 1.000: Sorelle Lena
»
(La Maddalena) 1.000; Renato Breuza (Pinerolo) 500: Edmondo Bosio (Pinerolo) 250:
Maddalena Cairus (Villar Peli.) 400; Sorelle
Meister (Brescia) 500; Giulia Grosso (Vercelli) 1.000; Emilia Peyrot Gay (Luserna
S. Giov.) 1.000; Pia Mercandalli (Milano)
500; Samuele Sievc (Villar Per.) 300; Giovanni Semadeni (Poschiavo) 200; Jenny
Bounous (Washington) 3390; Margherita
Costabel (Torino) 500; Elena Viglielmo (Riclaretto) 2.400; Leopoldo Bertolò (Torino)
1.000; Lido Cayaglià (Torino) 1.000; Elsa
Ricca (Torino) 500; Bianca Pavone (Milano) 500; Laura Vigliano ved. Tron (Torino) 1.000; Giulio Jon Scotta (Torino) 500;
Mariuccia Jon Scotta (Torino) 500; Giovanni Mantelli (Alessandria) 500; Alessio
Rostan (Pinerolo) 200; Sorelle Sappè (Bobbio Peli.) 200; Alfredo Griot (Pinerolo) 200;
Seba Agostinelli (Sarzana) 200; Erica Giraud (Pinerolo) 500; Stefano Travers (Torino) 500; Elena Mosca Toba (Brindisi) 500;
Renato Liverani (Pisa) 1,000: Enrico Billour (Bordighera) 1.000; Giovanni Messina
(Roma) 1.000; Marina Hassìngana (Milano)
1.000; Alberto Beux (Villar Per.) 1.000: Mario Semeghìnì (Cecina) 1.000; E’erruccio Avondetto (Milano) 1.000; Carla Rostain Zavaritt (Bergamo) 3.000; Silvio Campanelli
(Cerignola) 300; Emilia Peyrot Albarin
(Torre Peli.) 1.000. Grazie! {continua)
Per Scuola Latina
Marlinat Elirida (Pomaretto) 5.000; Lucilla e Laura Mathieu Cesarò (Roma) 5.000
Chiesa di Bobbio Pellice 5.000: Rostan Ce
sarina (Pomaretto) in raem. marito 5.000
Clémence Gay in mem. sig.ra Rivoira Pel
legrini 2.000; Prof.sa Anna Ribet (S. Germa
no) 5.Ü00; Silvia Sguazzarli (Chiotti) 5.000
Sappè Diego (S. Germano Chis.) 1.000; Ro
mano Daniela (S. Secondo di Pinerolo) 2.000
Arturo Raima in mem. genitori 2.000; Paolo
Varese (Torino) 5.000: Tron Rolando (Po.
marette) 4.000; Caterina Gay Gardiol (San
Giovanni) in mem. Enrico e Adelina Bulina
1.000; Peyronel Odetta (Chiotti) 1.000: Costantino Ezio (Chiotti) 4.000; Pascal Adriana
con gratitudine (Maniglia) 2.000; Gay Arturo (Pinerolo) 1.000; Long Adelina, Alice
e Cesare (Pinerolo) 5.000.
Doni «Pro campana»
Scuola Latina
{!« ELENCO)
Alberto e Fiorella Bleynat (Pinerolo) Lire 3.000: Ribet Irma c E'ranco Calvelli (Pomarette) 3.000; Mimi Mathieu (Pomaretto)
2.000; Alba e Elena Garrou-Ribet (Perosa)
5.000; Prof. Frida Gardiol (Trieste) 5.000:
Geom. Emilio Rostagno e Sig.ra (Torino)
10.000; Emanue-'e. Giovanni e Elsina Tron
(Perosa) 5.000; Clotilde Gay (Perosa) 5.000:
Rcvel Ilda (S. Germano Chisone) 2.500;
Giorgina Giacone (S. Germano Chisone)
2.500; Dott. Aldo e Elena Ribet (Torino)
5.000; Adele Ribet Tron (Torino) 5.000;
Lucilla e Laura Mathieu (Roma) 5.000:
Past. Heidegger (Baden) 520; Schulze Reinhardt (Pforzheim) marchi tedeschi 20: Tron
Graziella e Claudio (Massello) 5.000; Bericou e Rita Bouchard (S. Germano Chisone)
2.500; Davide e Elena Bouchard (S. f-crm.
Chis.) 5.000; Eliana Bouchard per la sua
scuola, 5.000; Pons Marcello (Perosa) 10.000;
Giulietta Balma (Parma) 5.000. in imunoria genitori.
(TP ELENCO)
Persona riconoscente 5.000; Paolo Gay
(Chiavari) 10.000; Pranzo amici Scuola Latina P' settembre, 10.000; Lina So,;.mani
(Pomaretto) 5.000; Avv. Michele C' ricola
(Milano) 5.000; Bare! Guido e Ida ( Poru.'ia)
10.000; Ing. Dino Olivetti (Ivrea) 50.000:
Anna Marchetti Longo (Ivrea) 3.000; Fernando Pellegrini in memoria compianla sorella Cleanthe Rivoiro Pellegrini (Torino)
200.000; Viglielmo Amandina e Elena ( \ illasecca) 10.000; Ugo e Iolanda Rivoir-* Pellegrini, in mem. mamma (Torino) 000.000:
Botturi Guido e Delia in mem. sig.ra Pellegrini (Torino) 50.000; In mem, sig.ra Rivoira Pellegrini: Sanesi Amerigo e 10
mila; Tatti Matilde 2.000; Roasio P tanca
2.000; Tabbia Emma 2.000; Adele Kibet
3.000; Matilde e Ernesto Tron lO.OOf? .Matilde e Ernesto Tron in mem. Rinaida Travers 2.000; Bena Itala (Torino) 7.000: Comitato « Amici del Collegio » (Torre P. Ilice)
50.000; Ing. Giovanni Grill e Letizia (Pomaretto) 10.000.
L'Assemblea di chiesa dello scorso novembre ha eletto il nuovo Consiglio nelle persone di E. Pecora (Anziano) e di D. Palombo
c A. Fieramente (Diaconi), ai quali rivolgiamo il più fraterno augurio.
Piacendo a Dio, entro la prossima estate
la nostra comunità dovrebbe avere il suo
locale di culto in Corso Mazzini compietamente ricostruito. Ce ne rallegriamo profondamente, pensando fin d’ora aH’impegno
che ci assumeremo per arredarlo in modo
adeguato.
La comunità, c in particolare il gruppo
giovanile, guarda con particolare interesse al
« villaggio evangelico » (BETHEL) che sta
per sorgere sulla Sila, per iniziativa della
comunità sorella di Catanzaro, e che potrà
essere un centro prezioso per gli evangelici
del Sud-Italia.
L’opera evangelica nella diaspora continua
a svolgersi normalmente; la comunità dì Dipignano e il gruppo di Scigliano sono visitati
settimanalmente, quello di Firmo e quello
di Spezzano Piccolo (in formazione), periodicamente. Rimane il problema delle varie famiglie evangeliche disseminate in tutta la
provincia e che è difficile visitare con una
certa assiduità. __________________
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cin. Subalpina s.p.a. ■ Torre Pellice (To'
Il Sieinore ha richiamato a sé alla
età di anni 91 TAnima eletta di
Angiolina Zuccarini
ved. Bianconi
I figli Augusto, Nina, Maria e Mario
con la mciglie Irma e i figli Sergio s
Mirella, i parenti tutti, ne danno il
triste annunzio con animo addolorato ma fiducioso nelle promesse divine.
« E fattosi sera, Gesù disse,
passiamo all’altra riva ».
Roma, 24 Dicembre 1963
La famiglia del compianto
Paschetto Luigi
di anni 66
ringrazia tutti coloro' che le sono stati vicini e larghi di aiuto nella dolorosa circostanzia della dipartenza del
loro Caro.
« Beato l’uomo che sostiene
la prova, perchè riceverà la
corona della Vita »
(Giac. 1: 12)
Frarostìno (Baissa), 28 dicembre 19Gi1
E’ mancata airaffetto dei suoi can
Giuditta Martinat
nata Grill
di anni 60
che il Signore ha richiamato a Sè im
provvisamente il mattino del 29 dicembre.
Il marito Francesco coi figlio Raimondo, la figlia Susanna col marito
Renato Domar e parenti tutti nel darne l’annuncio ringraziano coloro che
hanno manifestato il loro affetto in
Questa dolorosa circostanza.
« Tu sei stato per me un rifugio nel giorno della mia
distretta» (Salmo 59; 16)
Orgere di Frali, 30 dicembre 1963