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in caso di mancato recapito
si piega restituire a:
^ PioV, 15-10125 Tonno
l’Editore si impegna a
^rispondere il diritto di resa.
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
r,/pNF.RDÌ 22 APRILE 1994
ANNO 2 - NUMERO 16
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DOPO ELEZIONI
LA SCELTA
SERGIO ROSTAGNO
LJ Italia ha votato e ci siamo trovati un Parlamento diverso dal solito. Che
faccia il suo lavoro. Ma non
per questo noi possiamo adesso disinteressarci del futuro
che ci aspetta: è bene continuare a riflettere sugli scopi
per i quali vogliamo continuare ad impegnarci (noi e i nostri figliò Ci sono davanti a
noi due strade possibili.
Per capire quali sono basta
guardare un momento fuori
di casa e in casa. In genere
noi italiani preferiamo avere
una casa bella e strade sporche; curiamo tutto quello che
è privato e lasciamo andare
quello che è pubblico, cioè di
tutti; ci piace l’auto e non
stiamo a sentire se ci dicono
che troppe auto fanno au
iiai'attie e rendoièspirabile. A casa
Ij^sifa tutto splende, dall’in^.jlfesso alla sala da bagno: in
j'jcmpenso i marciapiedi sono
spesso pieni di sterco dei cani casalinghi. Fate un giro in
paese, nel quartiere, nelle
ferroviarie: avrete
iiiSi^essione che lì devono
abitare persone abituate a viw vere neU’immondizia, ma se
pentrate in una casa avrete invece l’impressione opposta:
tutto ok, tutto luccica. Siamo
così: ci piace il bello nel privato e non c’importa niente
di quello che è un bene di
tutti: l’aria, il suolo, la spiaggia, il mare.
npavato è bello, il pubblico: chi se ne importa. Persoualmente preferisco avere
unacasa un po’ più modesta,
majpotermi servire quando
^^rre delle cose pubbliche,
■il^^risco un piccolo sacrificio privato, se questo serve
^T;:fendere più efficiente un
pubblico, che è di tutti e
Uìuisposizione di tutti. Mi fa
«piacere, anzi molto piacere,
landò queste cose di tutti
iSsono veramente e liberamente servire a tutti i cittadini; sono anche contento
Quando posso dire a uno straniero: ecco questo è per tutti
fi Quindi ovviamente anche
Pfir te, perché qui ci siamo
organizzati così.
Sono contento che ci sia
nna scuola pubblica per tutti,
dove tutti - anche gli extracomunitari, gli zingari o semplicemente le persone come
nio - possono liberamente
®andare i propri figli, perché
ricevano l’istruzione pubblicu. Sono forse un po’ deamici^slano, ma sono contento
ne il più povero e il più ric0 stiano a scuola insieme e
n signora maestra spieghi lofi le stesse cose e insegni lofi la perfetta uguaglianza di
. rii gli esseri umani. Sono
taa- ‘^''nndo un semplice citdu '''fine accolto come un
L,. “'no in un ospedale pub1CO e si sente accolto procosì. Sono lieto quando
p ® ®nfc) io, ma chiunque può
^trare in un servizio pubbliu testa alta e uscire anche
'Treno soddisfatto, ma
sempre a testa alta.
Sono lieto tjuando tira un
aria di rispetto per chiunque.
Ora sento dire che molti non
la pensano così, anzi che risolveremo i nostri problemi
al rovescio, faremo cioè scuole per i ricchi e bravi e scuole
per i meno ricchi e bravi: università per la massa e istituti
per i dirigenti. Mutue povere
per la gente qualsiasi e supermutue private per chi se le
può pagare; ospedali e medicina di massa e cliniche dove
spendere i soldi delle supermutue. E cosi via in ogni
campo, dalla scuola alla pensione, inesorabilmente: questa è l’altra direzione.
Ci sono davanti a noi due
strade: gli italiani sembrano
preferire, per loro carattere,
unicamente i consumi privati,
gli ambienti privati, tutte le
cose private; sono convinti
che migliorerà cosi la situazione. Continuo a pensare,
per quanto sta a me (e spero
con tanti altri), che si possa
invece progredire sulla strada
di migliorare il servizio pubblico, quello che serve a tutti
quando ce n’è bisogno nel
momento del bisogno. Questa è la strada più lunga: è cominciata più di un secolo fa
con le mutue delle campagne
e delle fabbriche contro gli
incendi e le malattie; pensate
quanto tempo c’è voluto per
fare partire tutto questo. Come si stava male allora!
Quanta strada percorsa!
«Avanti!» si diceva: era una
sola parola che riassumeva
tutto, in quel momento, e voleva dire impegno, costanza,
perseveranza. A me sembra
che ancora valga la pena non
tornare indietro.
L'Evangelo è un messaggio di grande speranza per il futuro di tutti noi
Cercate l'Eterno, le sue vìe e i suoi pensieri
NUNZIATINA FORMICA
«Cercate l’Eterno, mentre lo si può
trovare; invocatelo, mentre è vicino. Lasci l’empio la sua via e l’uomo iniquo i
suoi pensieri; e si converta all’Eterno
che avrà pietà di lui e al nostro Dio che
è largo nel perdonare. Poiché i miei
pensieri non sono i vostri pensieri, né le
vostre vie sono le mie vie, dice l’Eterno.
Come i cieli sono alti al di sopra della
terra, così sono le mie vie più alte delle
vostre vie, e i miei pensieri più alti dei
vostri pensieri»
(Isaia 55, 6-9)
Non era la via Appia o via della Conciliazione, strade famose conosciute da tutti nella città eterna, ma un misero vicolo cieco che appariva a malapena
sulla piantina dell’immensa città. Era lì
che abitava la nostra amica, in una casa
senza numero, al fondo di una via senza
uscita. Fu difficile trovarla, ma non impossibile. Così come difficile, ma non
impossibile, in mezzo alle tante vie che
percorriamo nella nostra vita, è cercare
l’Eterno, le sue vie, i suoi pensieri.
Cercate...! Perché cercare? Non è stato
Dio che ha cercato noi? È lui che ha pre
so l’iniziativa di cercarci e sapeva bene
dove trovarci: nella nostra umanità. È
per questo che la Parola si è fatta carne:
ci ha cercati e ci ha trovati persi in mezzo a tante vie, in un mondo molto più
grande della città di Roma; ci ha cercati
persino nell’esperienza più ignota e più
personale, l’esperienza della morte; ci
ha trovati nella nostra tomba, nel nostro
non essere, nel nostro nulla, nel nostro
vicolo cieco.
È lui che ci ha cercati e ci ha trovati:
perché dunque Isaia ci invita a cercare
l’Eterno? Perché egli ci ha raggiunti. In
questo tempo Dio non è più né introvabile, né irraggiungibile, perché è vicino
a noi: il nostro, più che un cercare, deve
essere un riconoscere la sua presenza
nella storia del mondo, nel percorso della nostra vita. Tutto questo è racchiuso
in quel «mentre» che rappresenta il tempo della grazia, il tempo in cui Dio mette in discussione le nostre vie e i nostri
pensieri. Quanto distanti sono le nostre
vie dalle sue vie, i nostri dai suoi pensieri! Altezze e profondità incolmabili li
separano. È impossibile un punto d’incontro fra questi: le vie e i pensieri di
Dio sorprendono le nostre aspettative,
sorpassano la nostra immaginazione.
Sorprendono e sconvolgono i nostri
equilibri, le nostre regole, le nostre logiche. Le nostre vie e i nostri pensieri si
perdono nel tempo: ideologie che il
tempo smentisce, etiche e morali che si
frantumano nel bisogno di libertà che
cresce dentro di noi, false sicurezze che
la guerra e la disoccupazione denudano,
le nostre vie terminano nei vicoli ciechi
della incertezza, della paura, spesso della disperazione.
È qui che Dio ci ha trovati, qui dove
si esauriscono le nostre risorse, qui dove
l’esperienza umana non ha più cognizioni. Dalla nostra tomba, dal nostro
nulla Dio ci ha rivelato le sue vie, i suoi
pensieri. Vie e pensieri di misericordia,
di pace, di giustizia. Vie e pensieri che
lasciano intravedere orizzonti nuovi,
speranze nuove, vita nuova. Gesù risorto è la sintesi dei suoi pensieri, delle sue
vie. È un messaggio di grande speranza
in un tempo di incertezze per il futuro
dei nostri figli e per il futuro dei più indifesi, dei più deboli
Un tempo in cui nel nostro paese si
intraprendono vie «nuove», si elaborano
«nuovi» pensieri. Ma noi non temiamo:
sappiamo che oltre il vicolo cieco c’è
ancora la via: Gesù risorto.
Domenica 24 aprile
Preghiera per
il Sud Africa
Domenica 24 aprile, le 324
chiese membro del Consiglio
ecumenico delle chiese reciteranno questa preghiera,
preparata da credenti del
Sud Africa, affinché le elezioni si svolgano nella pace e
nell ’equità:
«Dio dell’eternità, Dio di
bontà e di compassione, Dio
di speranza e di liberazione,
Dio di pace, di amore e di
gioia! Siamo riuniti oggi per
rendere grazie, nella meraviglia, per il fatto che il Sud
Africa, dopo tanti anni di lotta, si trova alla soglia di una
nuova tappa della sua storia.
Ti lodiamo per i doni della fede e della perseveranza che
hanno aiutato il popolo sudafricano ad attraversare tutti
questi anni di sofferenza, di
tenebre e di morte senza mai
smettere di credere alla guarigione, alla luce e alla vita.
Dinanzi a te ci ricordiamo
con tristezza, ma anche con
riconoscenza, di tutti coloro
che hanno dato la loro vita
per la liberazione del loro popolo senza poterla conoscere
essi stessi. Essi hanno dato
gratuitamente; hanno combàttuto senza preoccuparsi
delle proprie ferite; si sono
esauriti nell’impegno senza
mai chiedere tregua; hanno
lavorato con fatica senza
chiedere compenso, se non
quello di sapere che altri, un
giorno, potrebbero vivere
una vita nuova. Malgrado le
sofferenze della povertà, la
loro visione non è mai venuta
meno. Malgrado la mancanza
di mezzi e di possibilità, malgrado la prigione, l’assillo, il
disprezzo degli altri, malgrado le loro sconfitte, essi sono
stati la tua luce presso il Sud
Africa.
Guida i sudafricani affinché
scelgano ciò che c’è di meglio
per il tuo popolo. Dà loro il
coraggio di resistere all’intimidazione. Che essi si mostrino tolleranti nei confronti di
coloro che difendono opinioni
differenti dalle loro, e pronti
ad accettare che ognuno possa
esprimersi in modo democratico; accorda loro la grazia di
riconoscere che gli oppositori
politici non sono i loro nemici
ma delle sorelle e dei fratelli,
e che la tua volontà può essere fatta attraverso il dialogo.
Manda la tua luce per illuminarli nelle loro tempestose
discussioni, affinché il popolo
del Sud Africa possa rallegrarsi di essere guidato da un
governo di unità nazionale in
cui tutte le voci vengono
ascoltate. Accorda la saggezza a coloro che devono mettere in pratica le disposizioni
del Parlamento in programmi
al servizio di tutte le comunità
sudafricane. Ispira loro la visione della tua unità. Accorda
ai sudafricani la forza spirituale di bandire la povertà, la
malattia, l’ignoranza e l’odio.
Rendili capaci di vivere insieme nella pace per mezzo della
grazia, del sacrificio di sé,
della tolleranza e dell’amore.
Per Cristo nostro Signore,
te lo chiediamo».
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PAG. 2
RIFORMA
venerdì 22
■■Il
aprile
Federazione internazionale dell'azione dei cristiani per l'abolizione della tortura
La Fìacat rivolge un appello al Sinodo dei
vescovi africani riunito in Vaticano
In quanto cristiani, nutriamo l’immensa speranza
che questo Sinodo sia effettivamente l’occasione di un
«profondo rinnovamento della Chiesa in Africa», secondo
gli auguri del papa Giovanni
Paolo n. Per noi in particolare, membri del movimento
ecumenico «Azione dei cristiani per l’abolizione della
tortura», si tratta di un evento
di grande importanza. Una
delle sedute del Sinodo infatti
verrà dedicata alla questione
«giustizia e pace». È in nome
deH’Evangelo che noi siamo
impegnati, in collegamento
fraterno con altri cristiani attraverso il mondo, per il rispetto della dignità umana;
siamo diventati militanti per
l’abolizione della tortura perché riteniamo, in quanto discepoli di Cristo, che i trattamenti disumani e avvilenti
siano inaccettabili.
La riflessione, l’informazione, la preghiera e l’azione
costituiscono le diverse modalità del nostro impegno;
rendere attente le nostre chiese ai problemi dei diritti umani e in particolare al fenomeno della tortura ha per noi
un’importanza capitale: tale
preoccupazione ha portato la
Fiacat a organizzare un incontro intemazionale a Cotonou (Benin) nel settembre del
1992. Il prossimo incontro a
Ouagadougou (Burkina Faso), dal 9 al 16 agosto 1994,
affronterà il tema: «Come
contribuire a fare indietreggiare la violenza e a costruire
la democrazia?». Quale posto
devono occupare le chiese in
questo processo?
In Africa esistono gruppi
Acat, affiliati alla Fiacat o in
corso di affiliazione, nei seguenti paesi: Benin, Burkina
Faso, Camerún, Congo, Repubblica Centrafricana, Costa d’Avorio, Senegai, Togo,
Zaire. Coinvolti in situazioni
quotidiane in cui la tortura è
diventata un fatto banale, abbiamo voluto cogliere quest’
occasione particolare nella vita della Chiesa cattolica per
condividere con i suoi responsabili alcune preoccupazioni relative alla situazione
degli uomini e delle donne
del nostro continente. In una
volontà di dialogo e di responsabilità reciproci, proponiamo alcune riflessioni sull’importanza del ruolo della
chiesa nelle nostre società.
Come può la chiesa contribuire a fare rispettare effettivamente la dignità umana
nella società?
Informazioni allarmanti
Nessuna statistica, nessun
quadro comparativo riuscirà
a tradurre correttamente la
drammatica situazione in cui
si trovano gli uomini e le
donne del nostro continente.
In varie occasioni, diversi testi delle chiese d’Africa e in
particolare lettere, messaggi,
appelli delle conferenze episcopali africane hanno presentato un quadro vigoroso e
allarmante della situazione; i
nostri paesi stanno vivendo
una crisi senza precedenti
nella storia dell’Africa: il deterioramento inesorabile delle condizioni di vita e di lavoro ne è l’espressione più
drammatica. Da notare che
E abbonarsi
a
RIFORMA?
Una chiesa all'aperto a Guili, nel Camerún settentrionale
questo declino si è avviato
indipendentemente dalle potenzialità umane e naturali
dei singoli paesi e indipendentemente dai riferimenti
ideologici dei vari poteri politici esistenti. Su questo
sfondo sono apparse molteplici tensioni di ordine politico e sociale che hanno duramente segnato la storia recente del nostro paese: conflitti armati, colpi di stato militari sempre più cruenti,
scioperi di lavoratori sistematicamente seguiti da repressione, spostamenti forzati di
popolazioni, ecc. Al cuore di
questi drammatici avvenimenti, la pratica sistematica
della tortura, le sparizioni, le
esecuzioni legali e extragiudiziali occupano un posto di
primo piano.
L'impegno delle
comunità cristiane
Questioni
e rivendicazioni
Dopo tre decenni di indipendenza, alcune domande si
impongono: che ne è delle
speranze della fine degli anni
cinquanta? F dove stiamo andando? Questa situazione
non può non portarci a ricercare alternative. Beneficiando dei favori della situazione
internazionale, una di queste
si è espressa in una rivendicazione politica; democrazia
e stato di diritto per le nostre
società. Avendo ben presente
il carattere fragile e perituro
di ogni città, gli uomini e le
donne all’origine di questa
esigenza rivendicano il diritto
fondamentale e il dovere di
essere e di sentirsi corresponsabili delle regole e del funzionamento delle istituzioni
delle loro città. Fssi manifestano così il loro rifiuto di rimanere ostaggi di alcuni
esponenti politici della loro
società. Fssi rifiutano ormai
di lasciarsi sottomettere da
coloro che, dopo avere svuotato le casse dello stato, vanno a chiedere l’elemosina alle
porte delle altre nazioni e delle istituzioni internazionali
nel loro nome.
Contestazione del principio
dell’organizzazione delle
conferenze nazionali, bloccaggio dell’ordinario funzionamento dello stato, minacce
di secessione, arresti arbitrari,
attentati, assassini, massacri,
brogli elettorali, rigetto del
verdetto delle urne: tali sono
state le diverse risposte di alcune équipe al potere che così
hanno manifestato il loro atteggiamento ostile ad ogni
idea di democratizzazione
delle nostre società.
È in un simile contesto che
la Buona Novella deve essere
annunciata. Le tensioni sono
vive; le poste in gioco sono
così gravide di conseguenze
che l’annuncio di Cristo deve
comprendere «da un lato,
l’esigenza della trasformazione degli esseri umani dal didentro (la vera e completa
conversione) e dall’altro l’esigenza della promozione
umana, il cambiamento delle
culture e delle strutture ingiuste della società». In questa
battaglia per la dignità umana, la voce della chiesa-popolo di Dio si è fatta sentire.
Uomini di chiesa hanno accettato, spesso in condizioni
estremamente difficili, di assumere responsabilità pubbliche in nome dell’Evangelo;
grazie a loro, il dialogo ha
potuto riprendere là dove non
esisteva più, il tessuto sociale
ha potuto mantenersi là dove
stava per strapparsi. Il coraggio e la lucidità di alcuni responsabili di chiesa non può
però giustificare i silenzi e gli
errori di giudizio.
Dal punto di vista delle libertà pubbliche, progressi sono stati registrati qua e là; ma
la situazione è ancora ben
lungi dall’essere soddisfacente: in quale direzione potrebbe lavorare la chiesa in questo contesto? Noi riteniamo, e
questo è essenziale nella presente situazione come per il
futuro, che la chiesa debba
continuare ad affermarsi come autorità morale e ad agire
al servizio del bene di tutti.
La Fiacat e le associazioni affiliate sono pronte a condividere questo compito e ad assumere la loro parte di responsabilità, in comunione
con gli sforzi di tutti gli uomini e di tutte le donne di
buona volontà. La Fiacat sa
bene che i problemi non potranno essere risolti che molto lentamente.
Domande al Sinodo
La Fiacat e ognuna delle
associazioni affiliate o in corso di affiliazione presentano
ai membri del Sinodo le seguenti domande:
- Chiediamo alla Chiesa
cattolica, per il tramite dei
suoi vari responsabili, di appoggiare le iniziative volte a
fermare le torture, i trattamenti disumani, crudeli e avvilenti, le esecuzioni capitali
legali o extragiudiziali.
- Chiediamo ai responsabili
della Chiesa di introdurre
un’educazione ai diritti umani
nelle istituzioni di formazione
dipendenti dalla loro autorità
(seminari, istituti religiosi,
ecc.).
- Chiediamo che i pastori
sottolineino l’importanza
dell’impegno dei fedeli nella
costruzione della città, come
una forma dell’amore fraterno, ivi compreso nella vita
politica.
- Chiediamo alla Chiesa
cattolica, in collegamento con
le altre chiese e con le organizzazioni dei diritti umani, di
sostenere le iniziative miranti
alla creazione in ogni paese di
comitati nazionali, indipendenti dai poteri esistenti.
Tali comitati sarebbero incaricati di verificare l’applicazione delle convenzioni e
dei trattati intemazionali relativi ai diritti umani. Potrebbero essere interpellati dalle organizzazioni dei diritti umani
quando tali diritti vengono
violati. Sarebbero inoltre incaricati di presentare alle autorità politiche e alle amministrazioni proposte in vista di
migliorare la situazione dei
diritti umani.
- La Chiesa cattolica, nel
quadro di iniziative ecumeniche, dovrebbe impegnarsi al
livello regionale e continentale, là dove sono in atto delle
guerre (Angola, Liberia, Sudan...), invitando a creare forme di mediazione in conflitti
che provocano massacri, torture e disprezzo della vita
umana.
Certo, la situazione del continente africano è grave, ma in
nessun caso si tratta di una fatalità: il fatto che veniate oggi
interpellati da quest’appello
ne rappresenta un’ulteriore
conferma; numerosi uomini e
donne d’Africa stanno già
reagendo. Per quanto riguarda
le prospettive e le domande
espresse in questo appello siamo disponibili, attraverso le
nostre associazioni, ad avere
uno scambio di vedute con
tutti i responsabili della Chiesa cattolica. Che in «questo
tempo propizio al cambiamento», lo Spirito rinnovi la
nostra speranza.
(Questo testo, pubblicato sul
settimanale protestante francese Le Christianisme au XX°
siècle del 10 aprile, è stato redatto da Jean-Martin Ouedraogo, relatore del gruppo di lavoro Fiacat-Africa, dopo aver
consultato le Acat africane e
studiato il documento di lavoro
del Sinodo: «La Chiesa in Africa e la sua missione evangelizzatrice verso l’anno 2000»).
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Bulgaria: approvata una nuova
legge sui culti ammessi
VARNA — Il Parlamento bulgaro ha approvato
legge sui culti ammessi nel paese. Da essa risulta che
una nuoti
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gruppi religiosi come i mormoni, i Testimoni di Geovae^’
guaci di Sun Myung Moon, devono presentare una nuov
chiesta di registrazione entro tre mesi dall’entrata in vigore^^
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la legge. Le nuove misure non riguardano gli evangelici
confi m T5 ni fToi*i <1 o mrvò i V>otfiof« i • i--*-« l’^ll_ r
senti in Bulgaria e cioè i battisti, i metodisti, l’alleanza evan
fica pentecostale, i congregazionalisti e la chiesa di Dio ^
nuova legge colpirà invece alcuni gruppi e organizzazioni
raecclesiastiche, come una scuola biblica evangelica soru
Varna. 1 battisti bulgari, anche se non toccati dalle
nuove n»
me, hanno dichiarato pubblicamente che la nuova legge violi,
diritti umani. Secondo Boshidar Igoff, segretario generi
dell’Unione battista bulgara, alcune organizzazioni evangelici
indipendenti e diversi missionari stranieri vorrebbero affilia!
battisti bulgari sperando così di non dover lasciare il paese
Prima visita ufficiale alle chiesi
battiste del Nepal
KATMANDU — Nel gennaio scorso il segretario geneii
dell’Alleanza mondiale battista (Amb), Denton Lotz, e i raf
presentanti della Federazione battista asiatica, Fdwin Lopen
Bonny Resu, hanno fatto la prima visita ufficiale in Nepal, pi
tecipando all’inaugurazione degli uffici del Consiglio dell
Chiesa battista del Nepal. «Siamo rimasti sorpresi - ha dell
Denton Lotz - quando nel 1992 abbiamo ricevuto unaletteii
del segretario Rari Gurung che ci chiedeva che cosa si dove«
fare per diventare membri dell’Alleanza mondiale battista. Sé
in quel momento abbiamo appreso che in Nepal esiste una»
munione di chiese battiste». Del Consiglio fanno parte 15clit
se e 35 gmppi con 1.500 credenti. I leader del Consiglio ave»
no ricevuto l’Evangelo tramite alcuni battisti del Nagalaii
(uno stato dell’India) e intorno a loro si erano creati gruppi!
simpatizzanti. Dopo la svolta democratica in Nepal i battisi
hanno potuto venire allo scoperto e organizzarsi. Essi speim
di arrivare a 300 chiese entro il 2000.
Metodisti coreani in aiuto
all'Estonia
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TALLIN — La Chiesa metodista Kwanglim di Seoul lii
stanziato un milione di dollari Usa per il Centro missiouarioc
l’Istituto biblico che dovrebbe sorgere in Estonia. Il governo
estone ha messo a disposizione per il progetto un terreno nelii
capitale, Tallin. Il Centro servirà per la formazione di leadei
ecclesiastici, insegnanti e operatori sociali estoni. L’Istitutobi;
blico sarà invece a disposizioni di studenti provenienti datoti
gli stati dell’ex Unione Sovietica.
piu im]
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Tagikistan: assassinio
di massa di cristiani
A
DUSANBE — Alla fine dell’anno scorso si è verificato*
assassinio di massa in Tagikistan, ex Repubblica deH’Uniont
Sovietica. Boris Perchatkin, presidente dell’Istituto russo-americano per l’adozione che segue i cristiani perseguitati nella et
Unione Sovietica e che ha un ufficio a Mosca e uno a Pordauii
neU’Oregon (Usa), ha dichiarato a una commissione parlamentare americana che ciò è il frutto di una violenta persecuzione
religiosa. Vladimir Limorev, di etnia russa, trucidato a Dusanbe insieme ad altre otto persone, tra cui i suoi quattro figli,®
battista. Nel 1992-1993, 16 evangelici sono stati uccisi nell®
Unione Sovietica per odio religioso. Limorev e gli altri so*
stati picchiati brutalmente e quindi uccisi o abbandonatili"®
edificio dato alle fiamme.
Battisti americani e massonerh
USA — Il comitato esecutivo della «Southern Baptist Ho®'
Mission Board» ha deciso di non riaprire il dibattito sulla Qi*®
c»fi /-I 1 ’ ---A.______ _l_’i Il 1 ___ni2
stione dell’appartenenza dei battisti alle logge massoniche,
di ribadire la posizione della Convenzione nazionale della
nominazione, vale a dire che mentre alcuni insegnamenti m
sonici sono incompatibili con il cristianesimo, il fatto di esse
membri di una loggia massonica è «una questione di coscica
personale». Contrario alla decisione, uno dei membri deU
mitato ha dichiarato che questa implicava che ad
battisti sarebbe la coscienza individuale e non la Bibbia
che il presidente del comitato ha replicato che era «st
spendere ore e ore a discutere di massoneria». Si stima
di un terzo dei 3,5 milioni di massoni americani siano me
della «Southern Baptist Convention», la più grande denoifi
zione protestante in America.
Gli evangelici tedeschi
questione dell'aborto
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STOCCARDA — Il Consiglio della Chiesa evangelie^
sca (Ekd) ha chiesto ai partiti politici che la questione dm
to non diventi oggetto di controversia elettorale. Dopo ficazione infatti, la questione è rimasta sospesa in fi®®” ¡jedRdt aveva una legislazione più liberale della Germania ^
tale. L’Ekd ricorda che ogni legislazione sull’aborto deve
conto «della tutela della vita umana non ancora nata» ®
«della decisione della donna in gravidanza». L’Ekd :|jtàd*
«spetta alla donna di assumere essa stessa la responsa ^
questa decisione» e che «in nessun caso, la decisione di P
avanti la gravidanza può venirle imposta».
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Pufondato il 12 marzo del 744 dal monaco benedettino Bonifacio, nell'odierna Assia
Germania: il famoso monastero benedettino
di Fulda ha compiuto 1.250 anni
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II12 marzo del 744 il monaco benedettino Bonifacio fondava il monastero di
Fulda, nell’odierna Assia.
Wacio (il cui nome originario era Wynfried) era dr
Orione anglosassone e proveniva dall’Irlanda; era venuto
nel cuore della Germania una
auindicina di anni prima per
evangelizzare le popolazioni
ancora pagane, «straniero in
terra straniera» come diceva
lui stesso.
Dopo aver costituito diversi monasteri del suo ordine in
Assia, Baviera e Turingia, si
era trasferito in una regione
non cristianizzata per continuare la sua missione. Qualche anno dopo il 744 scriveva al papa Zaccaria: «In un
vasto territorio poco abitato,
ai margini del mondo ma in
mezzo ai popoli della mia zona di missione, c’è una foresta. Lì ho fondato un monastero e vi ho trapiantato dei
monaci, secondo la regola del
santo padre Benedetto...».
Qui nel 754 Bonifacio, che
viene considerato ¡’«apostolo
dei tedeschi», morì martire e
qui è sepolto.
Fulda divenne il più famoso dei monasteri in terra tedesca, centro spirituale e missionario insostituibile per diversi secoli. Sotto l’abate Rábano Mauro, uno del teologi
più importanti del secolo IX,
fu il centro culturale del re
L’attuale monastero di Fulda, nell’Assia
gno di Franconia; fra i manoscritti conservati nel monastero il più prezioso è il frammento contenente l’antica
Canzone di Hildebrando. L’
abbazia di Fulda influenzò
notevolmente anche lo sviluppo economico delle zone
circostanti.
A Fulda ogni anno si raduna la Conferenza dei vescovi
cattolici tedeschi, che quest’
anno ha voluto ricordare in
modo particolare questo giubileo con una celebrazione
solenne in duomo dell’arcivescovo Johannes Dyba. Ma
anche gli evangelici non hanno dimenticato l’evangelizzatore della Germania. Le radici dei cattolici e degli evangelici tedeschi sono comuni,
ci sono quasi ottocento anni
di storia (dall’Vili al XVI secolo) in cui è esistita una sola
chiesa cristiana nel paese:
dunque a buon diritto anche i
protestanti possono guardare
a questa figura con gratitudine. Per questo il vescovo ter
ritoriale evangelico Christian
Zippert ha invitato i protestanti ad un culto solenne per
celebrare l’evento.
La vita e l’azione di Bonifacio offrono anche agli
evangelici l’esempio di una
spiritualità intessuta di amore
e di preghiera. E certamente
la rivisitazione delle grandi
figure di credenti, del nostro
lontano ma comune passato,
può avere effetti benefici sul
dialogo fra i cristiani delle diverse confessioni.
L'incontro si svolgerà nella sede delle scorse olimpiadi invernali alla fine di luglio
A Lillehammer il raduno dei battisti europei
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Lillehammer, la sede dei
giochi olimpici invernali
1994, sarà presto il punto di
incontro dei battisti dell’Europa e del Medio Oriente. Da
tempo è partito rinvilo alle
Unioni battiste di oltre 45
paesi a venire a condividere
la gioia deU’incontro che si
ripete nei nostri congressi,
ögni 5 anni, e ogni giorno arriva nel nostro ufficio di Oslo
0(1 numero crescente di iscrizioni. Due pullman sono previsti dalla Bulgaria e un coro
polacco da Bialystock: sono
attesi oltre 400 battisti tedechi e circa un migliaio sa^no i battisti norvegesi
^onti all’accoglienza. C’è la
?*Ì^Uilità di ospitare oltre
■hW persone in alberghi, nel
"•aggio olimpico, in campeggi e scuole.
Per favorire la partecipazione dai paesi dell’Est europeo è stato istituito un fondo
borse che speriamo possa
fornire aiuto a 1.000 persone.
È stato calcolato che un dono
di 250 marchi può essere sufficiente per coprire i costi base di iscrizione, pernottamento e vitto per una persona, e
molte chiese in Europa si sono poste l’obbiettivo di offrire almeno una borsa per una
persona.
Cinquanta giovani degli
Stati Uniti sono stati invitati
per servire volontariamente
come staff insieme a molti
giovani europei. Saranno necessari circa 500 volontari (i
più saranno norvegesi), per
far fronte a tutte le esigenze
di servizio. Per avere informazioni in merito potete ri
volgervi al nostro ufficio di
Oslo. I punti di forza del congresso saranno le adunanze
serali e il culto di domenica
mattina nella Kristins Hall.
Ci sarà molta musica, guidata
da un grande coro e da un’orchestra. Il programma è molto vario e comprende interviste, musica particolare, mimi
e videocassette. Parleranno
alcuni pastori: Peter Barber,
Theo Angelov, Birgit Karlsson, Denton Lotz, lan Coffey
e Gerd Rudzio: ognuno tratterà un aspetto particolare del
tema: «Insieme serviremo il
Signore». Il momento culminante sarà il culto con Santa
Cena della domenica mattina
in cui canterà un coro internazionale di bambini.
Il programma del congresso si articolerà attraverso al
tre iniziative interessanti: seminari e consulenze, discussioni in gruppi, momenti di
comunione e di preghiera e
anche incontri speciali per
uomini, donne, pastori e famiglie. Ci sarà un programma particolare per bambini,
si avranno concerti serali e
una manifestazione speciale
per i giovani. Sarà un’esperienza meravigliosa di comunione battista a livello internazionale... un’occasione da
non perdere!
Affrettatevi a iscrivervi, fatevi mandare i moduli dalla
sede della vostra Unione battista e spediteli a:
EBE Congress Office Micheletsvei 62 - N-1320
Stabekk - Norvegia. Telefono 4767-590633; fax 4767539286.
'Esultati di uno studio realizzato dall'Ufficio di pianificazione sociale e culturale
Olanda, un paese sempre più secolarizzato
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tra 15 paesi osservati, solo
nella ex Germania dell’Est si
registra una percentuale di
membri di chiesa inferiore a
quella dell’Olanda.
L’indagine realizzata dai
citati ricercatori olandesi evidenzia una rapida crescita
dell’islamismo e del nuovo
movimento religioso «New
Age»; entro la fine del secolo, dicono, vi saranno altrettanti musulmani che membri
delle diverse chiese riformate
esistenti in Olanda.
Tuttavia tale crescita non
sarà sufficiente per contrastare la netta tendenza verso la
secolarizzazione. Lo studio
aggiunge che i giovani che
rimangono nella chiesa sono
socialmente e politicamente
più conservatori di coloro
che abbandonano la chiesa o
che sono cresciuti fuori della
chiesa.
Malgrado questa tendenza,
la maggior parte degli olandesi afferma di credere in
Dio (il 75%): anche fra chi
non appartiene ad alcuna
chiesa molti credono nella
vita dopo la morte e accettano i racconti biblici dei miracoli. Per gli autori del rapporto la percentuale di coloro
La Chiesa evangelica (Jei Fratelli cechi
Una nuova speranza
la diaconia
KLAUS RIETH
Andreji sogna ad occhi
aperti. Il trentenne medico mi spiega che presto la
maggior parte degli edifici
ecclesiastici dovrà essere
venduta; sono ormai un peso
insopportabile per una comunità che voglia vivere sul serio secondo le basi cristiane.
L’ideale della povertà si riaffaccia oggi con forza nella
Chiesa dei Fratelli cechi. Accanto alla sua attività in ospedale Andreji è impegnato
ogni domenica nella scuola
domenicale: le ferie le impiega per lavorare fra i giovani
della chiesa, per tenere campi
estivi di formazione.
Andreji è un’eccezione,
perché chi si impegna nella
chiesa è considerato un eccentrico, uno che non ha colto i segni dei tempi; anche
sua sorella Petra viene spesso
presa in giro, perché frequenta una scuola di formazione
di insegnanti ed è l’unica che
pensa davvero di dedicarsi
all’insegnamento. Gli altri
puntano ad entrare nell’industria, dove si guadagna di più.
Ma Andreji e Petra, l’uno
monitore e l’altra aiuto monitrice nella scuola domenicale di una chiesa della periferia di Brno, non hanno esitazioni nel loro impegno: il
loro lavoro in e per la chiesa
è una cosa seria. Lo facevano
già, loro e i loro genitori,
quando era rischioso confessarsi cristiani e vogliono farlo anche ora che non è più
pericoloso ma è fuori moda
vivere da credenti. Il pastore
della loro comunità, una delle due chiese evangeliche di
Brno, è contento: la chiesa è
ben frequentata la domenica
e sua moglie ci dice che c’è
un interesse crescente per il
lavoro della scuola domenicale. Ogni domenica c’è un
bambino nuovo e spesso i
bambini portano con sé i genitori: dunque non solo la
chiesa dei bambini, ma anche
la comunità degli adulti cresce. Il mercoledì pomeriggio
poi c’è un culto particolare
per i bambini e in queU’occasione sono i nonni ad accompagnare i nipoti: è una buona
occasione per dedicare un’
ora ad una specie di scuola
per gli adulti.
Il pastore Pavel tiene molto
a questa comunità frequentata
da parecchi ex comunisti. Dei
circa 800 membri, più del
50% sono presenti al culto
domenicale; non sono molto
coinvolti nella discussione attuale sulla questione della separazione fra la chiesa e lo
stato che certamente sarà un’
operazione costosa, perché
gli onorari dei pastori sono
ancora, come nell’epoca del
regime comunista, garantiti
dallo stato. Fino a cinque an
che abbandonano la chiesa è
più elevata in Olanda rispetto
agli altri paesi perché «l’atleggiamento di principio»
degli olandesi fa sì che se
non hanno più nulla a che fare con la chiesa devono lasciarla; ma, secondo loro,
potrebbe anche trattarsi di
una reazione contro il cosiddetto «verzuiling», una forma tradizionale e tipicamente
olandese di segregazione religiosa, che fa sì che varie
confessioni hanno mantenuto
una forte distinzione tra vita
sociale e vita culturale.
(One World)
DIAKONIE
OF THF KV.ANCBJJCaL CHt’RCH
OF CZECH BRETHREN
ni fa questo era un mezzo che
10 stato usava per controllare
11 personale ecclesiastico ed
eventualmente esercitare
pressioni: oggi rappresenta
solo più un grave peso finanziario. Ci sono già pastore e
pastori che si stanno guardando intorno per cercare una
qualifica che permetta loro,
quando non riceveranno più
lo stipendio dallo stato, di
mantenersi continuando il loro ministero pastorale.
Le buone relazioni che esistevano fra cattolici e protestanti, quando entrambe le
confessioni si trovavano oppresse dal regime, si sono allentate, si va verso una situazione di concorrenza. Oggi ci
si domanda: quanti protestanti ci sono al governo? Abbiamo qualcuno che rappresenti
i nostri interessi? Prima occorreva far fronte comune
contro lo stesso nemico ma
oggi la Chiesa cattolica vuole
sfruttare il momento favorevole, ricuperare tutti i beni
ecclesiastici, penetrare nella
scuola, piazzare persone nel
governo e questo atteggiamento è una tentazione anche
per molti protestanti.
Ma, soprattutto fra questi
ultimi, c’è anche il desiderio
di battere nuove vie, rappresentate principalmente dalla
diaconia. Ora che la chiesa
può nuovamente intraprendere un’opera diaconale si cerca di creare centri e istituti
per disabili e per anziani,
scuole e asili per bambini e il
poco che sinora si è riuscito a
mettere in piedi funziona.
Ciò dipende, fra l’altro, dal
fatto che la Chiesa evangelica dei Fratelli cechi in passato si è sempre occupata con
grande impegno dei bambini
e dei giovani e ora raccoglie i
frutti perché molti giovani
sono pronti a dedicarsi alla
diaconia rinunciando, come
Petra e Andreji, a una carriera più remunerativa nella
nuova società. E questo a favore di donne, uomini e bambini che senza il loro aiuto rischiano di essere travolti dalla «nuova società».
(da Reformiertes Forum)
La casa per anziani di Mysiiborice, nel distretto di Trebic, è una delle
opere diaconali della Chiesa dei Fratelli cechi
4
PAG. 4
RIFORMA
M*iiï
Vita
venerdì 22
Tre anni di ricerca teologica della Federazione giovanile evangelica italiana
Chi è Dio? Non è possibile parlarne in modo
oggettivo perché tocca la nostra spiritualità
MANFREDO PAVONI
Fare il punto del dibattito
teologico sulle immagini
di Dio, sulla teologia femminista e sulla cristologia che la
Fgei ha prodotto (non da sola) in questi anni, dal convegno di Botticino al campo
studi su Dio (Ecumene, 1992)
per giungere al campo teologico che Agape ha organizzato lo scorso novembre insieme alla Fgei stessa, non è facile. Quest’ultimo campo
aveva come titolo appunto
«Fare teologia a Agape oggi», e ha rappresentato un
momento di analisi e di riflessione profonda sulle attuali linee teologiche in ambito protestante, ma è stato anche un
momento di sintesi di comprensione dell’itinerario finora compiuto.
In passato la critica che veniva rivolta alla Fgei era di
non fare abbastanza teologia,
di occuparsi troppo di temi
sociali e di politica; in questi
anni la riflessione teologica è
stata centrale nell’itinerario
della Federazione. Dopo il
campo di Ecumene in cui abbiamo parlato a lungo delle
«immagini di Dio» e della
teologia femminista, si è costituito un gruppo di lavoro
teologico (Gru.la.teo.) che oltre a organizzare convegni regionali con i gruppi Fgei ha
curato una rubrica fissa sul
«Notizicuio» relativa al «pensare e dire Dio»; ha incontrato teologi come Gino Conte e
Giorgio Tourn (e incontrerà
in futuro Sergio Quinzio e altri) per discutere dell’importanza di pensare e immaginare Dio in un modo diverso,
forse nuovo rispetto alle immagini a cui siamo abituati.
Nella sua relazione al campo di Agape, Daniele Bouchard ha sottolineato come «il
protestantesimo seguendo le
orme dell’ebraismo ha cercato di mettersi al riparo dalla
trasgressione al secondo comandamento evitando l’uso
religioso di immagini dipinte
o scolpite». Per parlare comunque di Dio ci si è affidati
allora al rito o alle parole e il
punto è proprio questo: la
Fgei ha iniziato una riflessione a partire dal disagio che il
Dio tmmandato dalla nostra
tradizione ci ha procurato.
Molti si chiederanno quali
sono le caratteristiche attribuite a Dio che hanno creato
maggior disagio. Sono caratteristiche certamente antropologiche, che rispecchiano
una cultura legata a rapporti
di forza e a stereotipi sociali
che ben poco hanno a che fare con la scrittura biblica e
con le teologie europee e
americane. La nostra riflessione ha cercato di mettere in
discussione l’onnipotenza e
la maschilità attribuita in genere a Dio. Come Bouchard
sottolineava, ci siamo resi
conto che quel modo di «dire
Dio» non era in realtà Dio,
bensì «un certo modo di vedere Dio». Dunque crediamo
di essere consapevoli che le
immagini o i tentativi di parlare di Dio in un modo nuovo
e per certi versi dirompente
non rappresentano il vero
Dio ma il nostro modo soggettivo di pensare e rapportarci con lui, perché, dice
sempre Bouchard, «non è
possibile parlare di Dio in
modo oggettivo».
Libri come quello di Hans
Jonas (Il concetto di Dio dopo Auschwitz) e di Quinzio
(La sconfitta di Dio) sono stati letti con attenzione nei
Primo seminario delle donne battiste
La traccia di Miriam
ALESSANDRA FELICIONI
«s
ulle tracce di Miriam»
Il centro di Agape è una struttura al servizio dei giovani neila loro ricerca di fede
gruppi e a Agape. Se abbiamo parlato di un Dio debole è
perehé siamo convinti che la
storia di Dio è fin dalle prime
pagine della Bibbia una storia
di sconfitte e di contraddizioni. Una storia in cui ci è sembrato che Dio più che concentrare la sua potenza in un luogo si ritiri, non si faccia facilmente identificare. Una storia, dice Quinzio, fatta anche
di promesse non mantenute,
come quella di salvezza e di
prosperità: se pensiamo al
racconto di Esodo 33, la questione della giustizia di Dio
che non può essere esercitata
tra gli uomini e le donne è
espressa chiaramente: «Se vi
accompagnassi non fosse per
un momento vi sterminerei».
Dio dunque non può esercitare la sua giustizia nel mondo
poiché essa è incompatibile
con resistenza del mondo e
degli esseri umani.
Allora che fa Dio? Si ritira.
Non abbandona il mondo ma,
come dice la tradizione ebraica, lo segue da lontano. Per
Jonas se Dio è buono e comprensibile allora non può essere onnipotente, almeno nel
senso in cui ne parla la Bibbia; e se è onnipotente e buono allora non può essere
comprensibile (soprattutto
non è comprensibile dopo
Auschwitz); i tre attributi non
possono stare insieme. Dio è
buono solo se non è onnipotente, solo a questa condizione possiamo affermare che,
nonostante il male nel mondo, Dio sia comprensibile e
buono. Deve sparire l’attribuzione dell’onnipotenza. Jonas
pensa dunque che Dio ha
scelto liberamente di autoHmitarsi, di affidarsi all’avventura dello spazio e del
tempo rinunciando alla propria divinità.
L’altro aspetto della ricerca
è rappresentata dal percorso
che molte donne hanno fatto
a Agape e nella Fgei, in cui
hanno affrontato le questioni
poste dalla teologia femminista del pensiero della differenza e dalla discussione sul
linguaggio inclusivo. «La
Bibbia è stata scritta da uomini - aveva detto Letizia
Tomassone nella sua relazione a Agape - e questo mette a
disagio: non solo perché offre un’immagine di Dio al
maschile, ma anche perché ci
propone una visione antropologica maschile che ha
un ’idea ben fissa e dogmatica
delle relazioni uomo-donna,
umanità-creato, ecc.».
La ricerca delle donne ha
individuato alcuni nodi teologici: il peccato maschile e
femminile di incarnazione,
l’alterità di Dio, la libertà
femminile nel senso di cerca
re la trascendenza negata anche nella tradizione teologica
protestante, il concetto di «nascita da madre»... Le donne
hanno riflettuto profondamente sul senso dell’incarnazione,
e nel campo di Agape erano
emerse due visioni che dovrebbero diventare patrimonio
comune delle chiese e degli
ambiti di ricerca teologica.
Da una parte l’incarnazione
di Dio è avvenuta in Gesù di
Nazareth, un uomo con il suo
carico di specificità e parzialità. Dall’altra parte però è
giusto e legittimo chiedersi
se questo aspetto fondamentale dell’incarnazione, metafora del tentativo di Dio di
cercare un rapporto con l’umanità, non possa passare attraverso momenti di incarnazione che, come ha ancora
detto Letizia Tomassone, siano momenti di incarnazione
al femminile, attraverso cui
le donne possano riconoscersi e inventare una relazione
con Lui/Lei (e il campo teologico previsto a Agape per
questa estate sarà dedicato
proprio a questo tema).
Questi, riassunti velocemente e parzialmente, sono
gli interrogativi e le domande
che ci siamo posti in questi
ultimi tre anni. Dovranno essere spiegati meglio ed elaborati nelle nostre chiese, perché ci pare importante discuterne e vivere insieme le domande sulla nostra fede, sulle
differenti sensibilità e sulla
ricchezza di possibilità e modalità con cui Dio ci interpella, ci invita a metterci in gioco nella relazione con lui e
anche, se l’espressione è consentita, a raccontare di lui in
un modo più critico e più
nuovo.
nario per la formazione di
donne leader organizzato dal
Movimento femminile battista, che si è tenuto a Rocca di
Papa dal 18 al 20 marzo presso il Centro evangelico. Lo
studio, condotto dalle pastore
Adriana Gavina, della Chiesa
battista di Roma Garbatella, e
Elizabeth Green, della Chiesa
battista di Gravina, ha coinvolto attivamente ognuna
delle partecipanti.
Il seminario ci ha stimolato
a riflettere costruttivamente
sulla partecipazione attiva
delle donne battiste alla vita e
all’organizzazione del movimento femminile, delle chiese e dei vari organismi dell’Ucebi, per rintracciare le
cause interne ed esterne che
spesso rendono questa partecipazione difficile, per riconoscere le potenzialità di ciascuna e infine trovare insieme strumenti personali e collettivi affinché ogni sorella
sia messa in grado di dare il
suo pieno e libero contributo
all'attività delle chiese locali.
La pastora Elizabeth Green
ha curato l’aspetto teologico
e ha guidato il gruppo su vari
temi, uno dei quali centrato
sulla figura di Miriam il cui
ministero, secondo una possibile lettura, privilegiava le
donne; abbiamo evidenziato
che la visione delle donne è
diversa perché riflette una diversa esperienza di vita. Solo
acquistando una consapevole
immagine di se stesse si può
glorificare Dio ed evitare di
addurre delle scuse per non
impegnarsi, scuse come l’inadeguatezza, la mancanza di
tempo, il lavoro, ecc. e divenire come quel servitore che
nascose per paura il talento
che gli era stato affidato,
SI cresce nel rapporto daesa vai'
ninf» . L-/i+«a
potneni
Dio, dunque, più7i‘crjcelebrata_
con se stesse. "dialedi p:
La pastora Adriana Ca. ae».
ha affrontato invece il? della coir
del potere come mutuo ? guppi fe”
zio attraverso l’analisi,« ^ista, v
gnificato della parola J luterano,
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gnore: più se ne ha più J dalle donr
condividere con gli altri ita segni*®
traverso il riconoscimento
questa forza si riesce a di* ao®®
tare «assertive», cioè si k valdese,
ra a comunicare le prò? La pasi
idee con la necessaria da pisdicand
minazione evitando nell 23,49-5'
tempo di cadere sia nelb l’idea che
gressività sia nella dipemij ^
za. Cercando sempre di S sofferenz'
con la guida del Signore,.
impara a affrontare la vi della gio
le situazione dando il giu «Va’, gn
peso alle eventuali osseu sdoppiare
zioni e alle critiche raditi
degli altri. nate le d
Al seminario hanno p« ogtng'np
cipato circa 50 sorelle pron
nienti da 15 comunità trosono
Nord e Sud d’Italia, traj smpilo
un nutrito gruppo delle isd
rincontro è stato moltoi® colletta,
raggiante soprattutto peri
presenza di molte gio«
che sentono la responsai
di portare avanti un lava
avviato molti anni fa da è
sorelle.
milione d
pia parte
Trascorrendo insieme f
sto periodo, con momentii
comunione, ci siamo«
frontate alla luce della pÉ
di Dio e abbiamo sentitol
necessità di continuateti«
sto tipo di incontri affindiii
tutte le donne cresca ai:
maggiore consapevolezza è
ruolo che hanno dasvolgeii
davanti a Dio e nella chiesi
Nelle parole di unapatteo
pante, questo seminariok
arricchito noi tutte e ha api
to nuovi orizzonti.
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L'attività della Chiesa battista di Casorate Primo in Lombardia
La Bibbia al centro della vita comunitaria
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La Domenica delle Palme
(domenica mondiale della
gioventù) ha avuto luogo un
culto in cui (con al centro Gesù Cristo e la sua Parola), protagonisti sono stati i giovani
della comunità. La riunione è
stata caratterizzata da molte
letture bibliche, preghiere e
tanti canti («I miei anni più
belli», «Fa di me uno strumento della tua pace», accompagnati all’organo dal fratello
Romeo). Anche il gruppo dei
piccoli ha partecipato attivamente con letture di salmi e di
altri passi e con canti gioiosi
di ritmo moderno.
La predicazione è stata tenuta dalla sorella Grazia
Rondinone che, ispirandosi al
1 ° capitolo del libro di Giosuè, ha rivolto un messaggio
a tutta la comunità mettendo
in risalto l’importanza della
lettura, della meditazione e
soprattutto dell’attualizzazione della Parola nella vita
quotidiana, che dà valore a
tutto e senza la quale tutto si
riduce a un «flatus vocis», a
sole parole che non incidono
nella realtà della vita e della
testimonianza. La monitrice
dei piccoli. Franca Rondinone, ha rivolto a tutti un appello poetico: «Ho bisogno di
te». E stata un’adunanza festosa per tutti: giovani, bambini e adulti.
In questi mesi nel corso di
istruzione biblica i giovani,
sotto la guida della loro mo
hanno intrapreso il corsof*
predicatori laici: ha presi«*
il culto e ha predicato suD»
teronomio 6, 4 («AscoW
Israele...»). È seguito un*
ichei
Un momento di una riunione nella nuova chiesa di Casorate
nitrice Rossinger, stanno studiando il cap. XI della lettera
agli Ebrei, mentre i piccoli
studiano episodi dei Vangeli
servendosi anche dei libretti
per bambini editi dalla Società biblica; i piccolissimi
sono seguiti da Lidia Pepe.
Nei mesi invernali, la festa
dell’albero (un albero gigante) si è svolta alla pre.senza di
molte persone, con un programma ricco e impegnativo.
Tutti hanno avuto regali e
sacchetti, grazie ai generosi
donatori. In gennaio, nella
settimana per l’unità dei cristiani, ha avuto luogo nel nostro tempio una riunione ecumenica. Vi hanno partecipato
più di un centinaio di cattolici con il loro parroco. Cattolici ed evangelici hanno pregato insieme, e brevi meditazioni sono state tenute sul tema: «chiamati a essere un so
lo cuore e un’anima sola»
(Atti 2).
Dopo aver contratto matrimonio civile, Nicola lacobellis e Elisabetta Aho sono venuti nel tempio e su di loro è
stata invocata la benedizione.
Per la felice circostanza erano
presenti i parenti della sposa,
che sono di fede evangelica e
provengono dal Benin: ora gli
sposi risiedono a Casorate.
Ringraziamo i fratelli Arturo Abbiati e Giuseppe Pepe
per la loro collaborazione alla
predicazione, rispettivamente
sulla vocazione di Geremia e
sull’ordine di Dio a Mosè
«Di’ ai figlioli d’Israele che
si mettano in marcia».
A marzo abbiamo avuto la
visita del past. Salvatore Rapisarda, segretario del Dipartimento teologico deirUcebi,
che ha voluto conoscere il
gruppo di sette persone che
contro con il gruppo
studiando la storia del c#
nesimo, la storia di Isra* j
volume di E. YanteuLi'l
mondo dei primi crisW|
Durante l’incontro
ha messo in risalto i
lienti della storia di
ha fatto una lezione
Il venerdì santo ha a
luogo il culto solenne,®
il fratello Romeo ha ca«*
«Sulla croce ei morì per j
A Pasqua è stata celeb«j
Cena del Signore,
avuto con noi Maria la
suoi figli, che vivo .
Scorni
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Croazia, venuti dai f- ^
la famiglia della sore j
namaria Stella e del suo
membri della nostra
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ospiti la nostra simpa*®
nostra solidarietà, c
tutte le popolazioni
Jugoslavia, che da du
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Sfdòime palestinesi, è sta^guita con interesse e ravvivatagli inni e da un catone eseguito dalla corale
vddese.
Là Lidia. Maggi,
otedicando sul testo di Luca
23 49-56, ha sottolineato
l'idea che non siamo chiamati
ad attardarci a piangere sulla
sofferenza e agonia di Gesù
ma, in sintonia con il tema
della giornata di preghiera
«Va’, guarda e agisci», ad
adoperarci ad alleviare le pene di questo mondo ed eliminare le discriminazioni che
ogni giorno molti subiscono.
Alcuni momenti dell’incontro sono stati ripresi e trasmessi lo stesso giorno dalla
Rai nel Tg3 regionale. La
colletta, che ha superato il
iiùlione di lire, è stata un segno del consenso e dell’ampia partecipazione che riniziativa ha riscosso. (s.b.)
iella chiesi
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INCONTRO A SAN
MARZANO
La Federazione delle
chiese evangeliche della
Liguria e del basso Piemonte organizza per lunedì
25 aprile un incontro di popolo a San Marzano. Alle
ore 11 si tiene il culto a cura della Chiesa battista di
La Spezia con le corali delI le cMese valdesi di Genova
e Sampierdarena. A seguire
i’aga^; nel pomeriggio discussione sulla Santa Cena
e recita biblica a cura della
Chiesa battista di Genova.
Prenotazioni per chi arriva
con pullman da Genova
presso Adriano Bertolini
(tei. 010-505239). Gli altri
partecipanti devono rivolgersi a Bruno Giaccone
^141-294184) o Davide
QuagUa (0141-834747).
Vercelli
Evangelici
ai politici
Alcuni membri della Chiesa
metodista di Vercelli hanno
rivolto, come verificatosi in
altre realtà cittadine, una lettera ai candidati presentatisi nei
loro collegi alle elezioni politiche del 27-28 marzo. Della
lettera stessa è stata data
informazione presso la stampa
(scritta e radiotelevisiva) locale. La lettera chiedeva ai candidati di chiarire «che cosa, in
qual modo ed entro quanto
tempo» si proponessero su alcuni punti (e anche a «che cosa si opporrebbero in ogni caso») ritenuti fondamentali. La
lettera elencava la garanzia di
una buona qualità della vita,
la possibilità di un lavoro dignitoso, di una pensione sufficiente, come cura e assistenza; si richiedeva inoltre un fisco rapido e efficiente, la tutela dei giovani (che devono essere «messi nelle condizioni di
crescere sani e istruiti, educati al senso dello stato»), una
giustizia reale e eguale per
tutti {«a cominciare dalla prevenzione del crimine»).
Particolarmente importante
appariva il paragrafo dedicato
alla libertà secondo la Costituzione: «Assicurare che la libertà sia garantita realmente
a tutti coloro che vivono sul
territorio nazionale, ivi nati e
cresciuti oppure giunti da altri paesi, sostenuti da ampi
mezzi economici oppure poveri, seguaci di idee di maggioranza più o meno massiccia
(...) oppure coraggiosi paladini di ideali abbracciati da pochi». Lo stesso paragrafo richiedeva che sia realizzato
senza eccezioni lo stato laico,
«specie nei confronti della
scuola e nei confronti delle
religioni».
Vita Delle Chiese ^
PAG. 5 RIFORMA
Risorgimento e protestanti aii’isoia d’Eiba
è il titolo di un convegno organizzato alla Casa valdese di Rio Marina, sabato 7
e domenica 8 maggio
1994, sulla storia del protestantesimo elbano. Interverrà Alberto M. Arpiño,
dell’istituto per la Storia del
Risorgimento italiano.
Info tei. 0565-962770
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JilANNA SCICLOME
A Corato si è spento, all’
di 74 anni, Vitantono Abbattista, marito di Li^"®Jarricone, per lunghi
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„„®^®huosamente zio Toni> ra che faceva parte degli
si diceva ancora ateo,
Un «l^co religioso», co** definiva da sé in una
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gPava a quasi tutte le artigli della chiesa per nostaluiuntenersi in una
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Cristo^^to, fra i quali Gesù
Ma tin posto d’onola resurrezione?... Il
Taranto
Messia e fede
al femminile
Nell’ambito degli studi biblici del venerdì, incentrati
sul tema della cristologia, venerdì 25 marzo la pastora battista Elizabeth Green ha parlato sul tema: «La raffigurazione del Messia nella riflessione
della fede al femminile».
L’argomento ha suscitato l’interesse della comunità intervenuta numerosa all’appuntamento. La pastora Green, dopo aver illustrato i diversi filoni della teologia femminista, è passata ad analizzare il
fenomeno del patriarcato, la
struttura che consapevolmente
ha subordinato e oppresso la
donna sia dal punto di vista
religioso che sociale.
Gli stessi testi biblici hanno
subito il condizionamento
dell’ordine patriarcale nel
corso dei secoli. A partire dal
concilio di Calcedonia (ma i
presupposti c’erano già prima
di quella data) la maschilità
di Gesù è stata intesa dalle
chiese come normativa, quasi
che il divino si esprimesse
con la maschilità. Si spiega
così, ha affermato la Green, il
rifiuto della Chiesa cattolica a
concedere l’ordinazione sacerdotale alle donne. L’oratrice ha messo in evidenza come la predicazione di Gesù
abbia infranto le regole patriarcali e come sul binomio
Cristo-sophia si potrebbe trovare l’espressione della fede
al femminile. Molte sono state le domande posta alla pastora Green su un tema che in
questo momento viene dibattuto sulla nostra stampa.(v.v.)
suo sorriso era bonario e al
tempo stesso scettico; troppo
razionale per essere vero poeta, troppo religioso per esser
veramente laico, troppo laico
per lasciarsi ingabbiare da
etichette denominazionali.
Militante antifascista, poi organizzatore sindacale, aveva
partecipato alle lotte del dopoguerra a favore dei braccianti pugliesi.
Ha lasciato un’eredità di
versi e poemetti (alcuni,
ahimè, in rima baciata) su
ogni avvenimento che lo
avesse colpito personalmente
o che riguardasse altri, vicini
o lontani. Il libro, «L’armonium», dedicato al ricordo di
sua moglie, è una raccolta di
pensieri e sonetti delicati e
struggenti che scandiscono,
insieme alla loro storia personale, la storia delle nostre
chiese.
Grazie, Tonino, per averci
accompagnati con fedeltà assidua e per averci ogni volta
ricordato la necessità dell’impegno personale e resistenza
di un mondo esterno alla
chiesa che ha bisogno della
risurrezione.
Rapallo
Amerai
lo straniero
Organizzata dal Coordinamento delle chiese battiste
della Liguria e dalla Chiesa
evangelica di Rapallo si è tenuto il 9 aprile scorso un incontro pubblico sulla violazione dei diritti umani degli
immigrati e sull’atteggiamento dei credenti di fronte allo
straniero.
Sul tema «Amerai lo straniero» hanno parlato Sergio
Rizzo, di Amnesty International, e Maurizio Girolami,
della redazione di Riforma e
insegnante di storia e filosofia a Torino. Sergio Rizzo ha
dato numerose informazioni
su episodi di razzismo contro
gli stranieri, spesso tollerate
anche dalla polizia, documentate nei rapporti internazionali di Amnesty. Maurizio
Girolami invece ha analizzato l’atteggiamento suggerito
dalla Bibbia nei confronti
dello straniero.
Prendendo poi lo spunto
dal documento ecumenico
«Ero forestiero e mi avete
ospitato» (vedi Riforma n. 8
pag. 3) ha fatto alcune proposte concrete di impegno per
le comunità cristiane locali.
Nella discussione che ne è
seguita alcune persone si sono dimostrate interessate a
proseguire la riflessione. Un
consigliere comunale si è impegnato a far discutere il documento in Consiglio comunale. Altri hanno affermato
che il documento può essere
un utile base di partenza per
l’impegno educativo nella
scuola, (e.r.)
UNITE PER UNA REALTA
CHE CAMBIA
Il 7°congresso della Federazione femminile evangelica
valdese e metodista si terrà nei giorni 29-30 aprile - 1°
maggio a Ecumene (Velletri). Si ricorda che sono membri
del congresso una delegata ogni 10 o frazioni di 10 iscritte
alle unioni o gruppi.
PROGRAMMA
arrivo nel pomeriggio
inizio congresso
lavori del congresso
elezione del nuovo Consiglio
Santa Cena
chiusura
Portare la Bibbia, la delega del proprio gruppo, la relazione e un documento di riconoscimento. La partecipazione
e il contributo di tutte le delegate è importante per la
buona riuscita del congresso.
Per il consiglio: Lidia Ribet
venerdì 29 aprile:
ore 21:
sabato 30 aprile:
domenica 1° maggio:
Unione cristiana evangelica
battista cHtalia
In occasione dell’Assemblea ordinaria dell’Ucebi
di Santa Severa, dal 15 al 19 giugno 1994, la commissione per le elezioni provvede a raccogliere le
candidature per le seguenti elezioni;
a) Seggio assembleare: presidente, vicepresidente
e segretario agli atti;
b) Presidente;
c) Vicepresidente;
d) Comitato esecutivo;
e) Collegio dei revisori;
f) Collegio degli anziani;
g) Responsabili delle istituzioni e organismi
operativi;
h) Commissione per le elezioni.
Potete far pervenire i nominativi e gli indirizzi (con numero telefonico) e un breve curriculum delle persone proposte a: Erica
Naselli - via Franceschi, 6114 - 16043 Chiavari
Giovanni Castellano-vicolo Vicenza, I -20021 Bollate
Edoardo Arcidiacono - IV traversa via Lanave, 14-70123 Bari
Per la Commissione
Erica Naselli
PRAMOLLO — La Domenica delle Palme ha confermato il
proprio battesimo il catecumeno Renzo Costantin, che è
COSÌ entrato a far parte attiva della chiesa. La comunità gli e
vicina con l’augurio di poter mantenere fede alla promessa
fatta. . .
• Siamo riconoscenti a Franco Siciliano per il vivo messaggio rivoltoci nel corso del culto di domenica 10 aprile
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunziato in occasione del funerale di Enrichetta Long ved. Plavan, deceduta all’età di 85 anni. Ai familiari l’espressione della fraterna
solidarietà cristiana di tutta la comunità. Sabato 16 aprile ci
siamo riuniti ancora una volta per ascoltare un messaggio di
speranza in occasione del funerale del fratello Olinto Peyronel, deceduto all’età di 81 anni presso l’Ospedale rnauriziano. Tutta la comunità si stringe attorno alla famiglia,
esprimendo la propria simpatia e solidarietà cristiana.!/.c.)
PADOVA — Due lutti hanno colpito nell’arco di poche settimane la comunità di Padova: sono mancate la prof. Lydia
Manfredini e la signora Elena Spandri. Ricordiamo tutti
Lydia Manfredini, la sua vivacità e il suo allegro anticonformismo e soprattutto la sua formidabile cultura storica. Il Gruppo di attività femminile si è avvalso di lei per
molti anni come consulente nella programmazione delle attività culturali e come relatrice e conferenziera, apprezzaridone la profondità del pensiero e l’acutezza dei giudizi.
Colpita da una severa malattia, negli ultimi tempi si era purtroppo come ritirata in se stessa: la morte l’ha colpita
all’improvviso, quasi esaudendo il suo desiderio, più volte
espresso, di voler evitare umilianti soste in ospedale. Elena
Spandri aveva 90 anni e era ormai stanca: originaria di Venezia, dove era stata membro della Chiesa valdese, frequentava la nostra comunità da qualche anno, trasferitasi qui per
essere più vicina ai figli. Tutti le avevamo voluto bene per
la sua dolcezza e la sua serenità, che facevano trasparire
una grande forza d’animo. Impossibilitata a muoversi da
qualche settimana, un gruppo di noi aveva progettato di farle visita, ma in quello stesso giorno la signora Spandri ci ha
lasciato, e il rimpianto per la sua perdita si fa più acuto per
queir ultima visita mancata, (o.b.a.)
SAN GERMANO — Il culto del giovedì santo è stato condotto dal gruppo giovanile che ha presentato le proprie riflessioni sul problema della resistenza nonviolenta, scaturite
dalla lettura del libro di P. Naso su Martin Luther King. I
numerosi canti accompagnati dalla chitarra ed egregiamente
eseguiti sotto la direzione del past. Josi, hanno intercalato la
lettura delle riflessioni e hanno dato un tono particolarmente gioioso alla riunione. Il culto del venerdì, preparato in
gran parte dalla corale, è stato efficace e coinvolgente; a Pasqua c’è stata molta partecipazione alla Santa Cena, a cui si
sono avvicinati per la prima volta i nuovi membri di chiesa.
• Dopo la settimana santa abbiamo perso alcuni fratelli e sorelle. Si è spenta a Torino, dopo un delicato intervento al
cuore. Alma Menusan Peyrot, originaria di Prali: ne avevamo apprezzato la sua operosità e la sua delicatezza d’animo
nel periodo in cui aveva lavorato al nostro Asilo. Il fratello
Edilio Balmas ci ha lasciati all’età di 61 anni dopo un periodo di ospedale. Infine la sorella Silvia Costabel ved.
Maurin, da anni residente in una casa di riposo del Cuneese,
si è spenta all’età di 85 anni. Il servizio funebre ha avuto
luogo nel nostro tempio l’il aprile. Alle famiglie va
l’espressione della sincera e fraterna simpatia cristiana di
tutta la comunità.
ANGROGNA — Domenica 10 aprile è stato presentato al battesimo, nel tempio del Capoluogo il piccolo Stefano Paschetto, di Renzo (della Chiesa valdese di Prarostino) e di
Eliana Ricca, della nostra comunità. Ringraziamo il Signore
per questo nuovo segno di speranza di cui ha voluto farci
dono e gli chiediamo che ci dia la forza del suo Spirito per
poter adempiere alla vocazione che ci ha rivolto di essere
veri testimoni della fede per questo piccolo.
POMARETTO — Domenica 17 aprile è stata presentata al
battesimo durante il culto Alice Coucourde, di Luciano e
di Annamaria Villois. Auguri alla piccola e ai genitori.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Sono stati eletti quali deputati alla Conferenza distrettuale Artnro Caffarel, Marcella
Benecchìo e Ferdinando Girardon; al Sinodo Paolo Gay
e Franca Recchia.
SAN SECONDO — Domenica 10 aprile, durante il culto, si
sono uniti in matrimonio Roberta Carignano e Franco
Avondetto a cui vanno gli auguri della comunità. Il matrimonio è stato celebrato del pastore Vinti.
• Domenica 17 aprile il culto è stato presieduto da Rino
Cardon, che ringraziamo per il messaggio.
• Il 14 aprile si sono svolti i funerali di Olimpia Rossetto,
ospite della Casa Turina.
VILLAR PELLICE — Sabato 16 aprile il coro «La draia» di
Angrogna ha offerto un apprezzato concerto di canti popolari. Sentita gratitudine a questi amici, alle gentili signore
per il gradito apporto allo svolgimento del programma e al
gruppo giovanile di Inverso, che ha organizzato la serata il
cui ricavato sarà devoluto ai lavori di restauro della casa pastorale.
• Si sono uniti in matrimonio Riccardo Barolin e Sonia
Giovo, ai quali rinnoviamo l’augurio di ogni benedizione
del Signore nella loro vita in comune.
• Esprimiamo viva gratitudine all’insegnante Ethel Bonnet
che ha animato con interessanti notizie storiche sul centenario della chiese di Valdese (North Carolina) e una bella serie di diapositive il pomeriggio di domenica 10 aprile, che
l’Unione femminile ha dedicato ai neoconfermati e ai loro
genitori. L’Unione femminile ringrazia di cuore le sorelle di
Bobbio Penice per il simpatico e fraterno pomeriggio che le
hanno fatto trascorrere domenica 17 aprile.
• Ultimamente ci hanno lasciato Valdo Gönnet, all’età di
60 anni, e all’età di 86 anni Maria Barolin, spentasi presso
la casa di riposo Pro Senectute di cui era ospite. Ai familiari
giunga ancora la fraterna solidarietà nostra e della chiesa.
PRALI — La comunità è vicina alla famiglia di Evelina Per
I rou ved. Rostan, scomparsa il 14 aprile all’età di 94 anni.
6
PAG. 6 RIFORMA
^Hg—iil
All’A;
VENERDÌ 22 APR^ ^
LO SPIRITO
DELL'ETERNO
TEODORA TOSATTI
SPIRITO CREATORE
La scena sarebbe da meditare nel cuore di una foresta: alberi enormi abbattuti
da Dio in persona, possiamo
quasi sentire il fracasso dello
schianto dei tronchi, i tonfi
sordi sul suolo... chi avrebbe
il coraggio di fermarsi a vedere se qualcosa si salva, o
saprebbe ascoltare il silenzioso crescere di un germoglio
da uno dei tronchi schiantati?
E chi darebbe un soldo per la
sua salvezza, nella catastrofe
generale?
Eppure, il germoglio cresce. Senza rumore: rumore lo
fanno gli alberi, morendo; lui
che è vitale si sviluppa nel silenzio, e a lui è affidato il destino del bosco; anzi, del
monte intero; anzi, di tutti i
popoli.
Opera di un vento divino,
di vita e conoscenza... Uno
spirito che rivela, ma parla di
un Altro e tace di se stesso;
che si vede dai suoi effetti ma
resta inafferrabile, indefinibile; nell’Antico Testamento,
spirito e vento scivolano uno
nell’altro, come realtà dinamica, come impulso...
getto di quel mondo «molto
buono» rimasto un sogno di
Dio, ma al quale egli non rinuncia e che, anzi, vuole rilanciare su un altro piano.
SPIRITO DI MEMORIA
Inavvertitamente, leggendo,
ci troviamo immersi nello
scenario dei primi capitoli
della Genesi (1-11), il teatro
su cui dovrà svolgersi il
dramma della storia: il pro
Una guerra santa
Era un sogno bello, mentre
qui Dio comincia col distruggere. Ma proprio questo
era stato il primo soccorso da
lui promesso all’uomo: «Io
porrò inimicizia» fra la storia
nostra e quella del male. Promessa di contendere terreno
al serpente, di suscitare la resistenza contro le forze della
distruzione, che spesso deve
diventare la promessa di costituire un inciampo per noi,
nella nostra corsa alla rovina.
Nel mondo così come lo abbiamo costruito, Dio e uomo
non possono che affrontarsi;
certo, abbiamo dei buoni motivi per vergognarcene, eppure... ci si rivela un Dio che ci
ama fino a lottare per noi
contro noi stessi; possiamo
sperare di essere non soltanto
perdonati ma anche rinnovati:
è l’unica guerra santa della
storia!
Spunterà...
un rametto!
E un rametto dalla storia
lunga. Isai era un pastore, il padre del re Davide;
stiamo dunque parlando del
re messianico, inserito però in
quella vera e propria «economia dei piccoli» che disegna
fin dagli inizi la strategia di
«Ecco, il Signore, VEterno degli eserciti,
stronca i rami in modo tremendo; i più alti
sono tagliati, i più superbi sono atterrati.
Egli abbatte col ferro il folto della foresta,,e
il Libano cade sotto i colpi del Potente.
Poi un ramo uscirà dal tronco d’Isai; e
un rampollo spunterà dalle sue radici. Lo
spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di
sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio
e di forza, spirito di conoscenza e di timor
dell’Eterno. Respirerà come profumo il timor dell’Eterno, non giudicherà dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito
dire, ma giudicherà i poveri con giustizia,
farà ragione con equità agli umili del paese.
Colpirà il paese con la verga della sua bocca, e col soffio delle sue labbra farà morir
l’empio. La giustizia sarà la cintura delle
sue reni, e la fedeltà la cintura dei suoi
fianchi.
Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo
giacerà col capretto; il vitello, il giovin leone e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccini giaceranno
assieme, e il leone mangerà lo strame come
il bue. Il lattante si trastullerà sul buco
dell’aspide, e il divezzato stenderà la mano
sul covo del basilisco. Non si farà né male
né guasto su tutto il mio monte santo, poiché la terra sarà ripiena della conoscenza
dell’Eterno, come il fondo del mare dall’acque che lo coprono.
In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come vessillo dei popoli, si volgeranno
premurose le nazioni, e il luogo del suo riposo sarà glorioso»
(Isaia 10, 33-11, 10)
Dio. Una promessa, contro il
successo della morte nella
prima umanità; poi il favore
del potente accordato al secondogenito, che Caino non
potè sopportare; poi Abramo,
qualche clan di mezzi zingari
stanchi di angherie; e le donne: Anna, Elisabetta, Maria,
vecchie, sterili, vergini. Con
questi «mattoni» Dio costruisce, fino alla croce, dove
muore il sogno dei primi discepoli ma dove egli sa creare
la Risurrezione: in modo
sempre inatteso, deludente
per le nostre aspettative di
corta speranza; perdere per
meglio trovare, è l’economia
dell’Evangelo.
SPIRITO DI
CONOSCENZA
Se il germoglio sarà il futuro del bosco distrutto, è
perché i «quattro venti» che
si posano su di lui riconciliano le lacerazioni dell’esperienza umana, congiungendo
la sapienza intellettuale con
l’abilità delTingegno, la prudenza nel governo con il valore militare, ma soprattutto
«la conoscenza con iì rispetto
di Dio». Fin dall’antichità
continua a risuonare una voce
estranea, menzognera: «Dio è
un rivale dell’uomo, della sua
crescita, della sua scienza e
del suo dominio sul mondo».
E l’uomo continua ad abboccare, vedendo in Dio un limite arbitrario, anziché la sorgente di ogni sua libertà e capacità; si muove come se vedesse le cose dall’alto di una
piena comprensione e ne fa
un’esperienza irresponsabile,
costruendo non un mondo più
umano, ma la propria rovina.
Perché lo spirito non si
contrappone alla conoscenza:
dona piuttosto quella «dell’Eterno», unita a un «timore» che non è paura ma rispetto profondo, pieno di
amore filiale, di chi non
scherza con Dio non per
scansarne la severità ma perché sente di ricevere continuamente dalle sue mani il
dono di se stesso.
Vesti nuove
Dai suoi primi passi come
rivale e scimmiottatore
di Dio l’uomo aveva ricavato
il bel risultato di correre a coprirsi i fianchi e la coscienza,
temendo se stesso davanti
agli altri, soprattutto ai più vicini (e all’altro, il più vicino
di tutti!). Fedeltà e diritto sono la base di qualunque convivenza, tanto che senza un
briciolo di essi non è pensabile neppure una banda di tagliagole; eppure sono conquiste difficili e sempre minacciate dalla violenza o mistificate dalla seduzione. La cintura indica e facilita al tempo
stesso la prontezza nella lotta:
lo spirito fa di questo sogno
precario l’insegna stessa del
potere divino, la conquista e
l'arma della guerra santa.
Giocare
con la vipera
Su questo monte trasfigurato dalla presenza dello
spirito sul Messia, un bambino (la «progenie della donna»!) può giocare persino con
il serpente, il simbolo della
«maledizione». Ma allora
dov’è finita la spaccatura fra
Dio e uomo, con il suo strascico di oppressione sociale.
razziale, sessuale, economica,
ecologica, politica... e con la
«morte», che non è più affidamento al Dio della vita, ma
violenza o rassegnazione, ora
che Dio non è più trasparente
e che ci è così difficile fidarci
di lui? E solo un ricordo che
genera gratitudine e non può
più fare né male né guasto.
SPIRITO RIVELATORE
Notizia di un bosco
che crolla
Parole per un domani; ma
solo per un domani? A
far notizia nei giornali (ma
forse anche nelle nostre giornate) sono più le storie di foreste che crollano che quelle
di rametti che crescono;
l’azione di Dio non è oggetto
di cronaca, certo... ma certo
tendiamo anche a fermarci alla superficie delle cose.
Molti tentativi di impiantare
una società più conforme alla
giustizia sono crollati, e i vecchi schemi di vita, lavoro e famiglia si fanno sentire con
tutto il peso della loro sicurezza. Forse vedremo davvero
una società più facile e più
ricca (per chi, è tutto da verificare) e magari ne pagheremo
volentieri il prezzo: la liquidazione di quei sogni per cui, in
molti e molte, ci battevamo fino a pochi anni fa. Diamo al
futuro il volto del presente;
anzi, della sua «crosta» esterna, come se nessuno potesse
mai rivendicare il diritto di
trasformare questo mondo. È
una forma sottile di disperazione, che sottrae all’Evangelo il mondo redento e confina
la speranza in paradiso, o nella fine del mondo.
zione di Cristo, un futuro che
è trasfigurazione del mondo,
accesso a una nuova dimensione; possiamo discemere la
crescita silenziosa del germoglio dietro le «apparenze» e i
tronchi abbattuti sotto il «sentito dire».
Partecipare
allo scontro
Certo, nella storia umana
Evangelo e poteri del
mondo si scontrano, e lo Spirito ci dona di comprendere
ma anche di partecipare, ci
coinvolge nella crisi e nella
mischia; i modi sono tanti
quante le vocazioni personali,
ma hanno qualcosa in comune; gli occhi e le orecchie
aperte per discernere, il coraggio di non disertare... molte grandi realizzazioni che si
pensavano inamovibili, come
Futuro e presente
Qui è il domani a rendere
comprensibile l’oggi, a
leggere un periodo di guerra e
difficoltà alla luce di una promessa di salvezza. E se il nostro profeta sogna un ritorno
un po’ nostalgico al passato,
noi alla luce della Pasqua
possiamo intravedere il domani rivelato nella Risurre
Preghiera
Tu sei come roccia di fedeltà,
se noi vacilliamo ci sosterrai,
perché tu saldezza sarai per noi;
certo non cadrà questa tenace rupe.
Tu sei come lampo di verità,
se noi non vediamo ci guarirai,
perché tu visione sarai per noi;
certo non cadrà questa tenace rupe.
Tu sei come vampa di carità,
se noi siamo freddi c’infiammerai,
perché tu fervore sarai per noi;
la tua città splende sull’alto monte.
Senza la tua forza
nulla è nell’uomo
nulla senza colpa.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai credenti i tuoi doni,
dona sapienza e coraggio,
dona la gioia in eterno.
Amen
ncaso*
Cisellai
L'gditwe
I (dritto
i cedri del Libano e come li
Babilonia di Genesi 11 so»
ormai un ricordo, e quanlt
volte vediamo di nonawiaputo comprendere quello clvt
stava maturando!
Naturalmente, conlaston
dei «piccoli» e della Croceo
si sente impotenti... eccoli
rendere vegetariane perfinolt
belve (proprio come nel «so
gno» di Gen. 1, 29-30, e ce®
non solo quelle a quatw
zampe!), sotto una sovranii
umana riconciliata, non sa»
un grand’uomo, ma unb*
bino, con un gioco infantile."
«Sentinella, a chep0[
la no»!
Vien la mattina, e vieti®'
che lo tilt®*'
Se volete interrogare, itile*'
rogate
tornate un ’altra voi®'
(Isaia 21, IT®
N:
razion
suto, (
seien
che vi
me il
za» e
tame
massi
nheìl
Pii
SUSSI
paioi
nidi
tabiln
cavie
paesa,
mano
vilupf
giore
dalla
fini di
avver
giudiz
nire d
nelle i
flitto,
entrai
dell’ui
50 an:
iniquo
ziazio
sità, (
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stifica
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Inverno '44-45. Un gruppo di partigiani sui monti sopra Perosa
XXV APRILE
RESISTENZA
E RIBELLIONE
ETTORE SERAFINO
Non è facile, riconosciamolo, parlare alle generazioni che non l’hanno vissuto, e sono ormai i più a essere nati dopo, di quel tempo
che viene ancora definito come il «tempo della resistenza» e che vorrei, per completarne il significato, si chiamasse anche il «tempo della
nhehione».
Più gli anni, i decenni si
susseguono e via via scompaiono protagonisti e testimoni di quell’epoca e più, inevitabitaente, la memoria storica viene ad essere simile a un
paesaggio i cui contorni sfun^o nella nebbia che lo avviluppa. Rischio ancora maggiore è quello rappresentato
dalla tendenza, alimentata a
fini di politica di parte, che si
avverte, di indulgere a un
giudizio che si potrebbe definire di «equità distributiva»;
nelle due parti allora in conflitto, era il bene e il male in
entrambe; le vittime sono
nell una e dell’altra parte e, a
:. nnni dalla loro morte, è
njiquo persistere in differenzjazioni; esempi di generocome di egoismo, di
eroismo, come di viltà sono
riconoscibili in uomini che
®rlitoono in campi opposti, è
ra che sorga il sole del giorn della pacificazione definiva, senza vinti né vincitori,
nza uornini portatori di giuizia 0 di ingiustizia, senza
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¡'Pirosi a principi di carità,
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dei «“8« oppressori e
unni. No, nessuna vel
leità persecutoria nei confronti di questi ultimi, tantomeno
oggi, quando l’inesorabile
legge biologica ha quasi del
tutto falcidiato i così diversi
antagonisti protagonisti di
quelle drammatiche vicende.
Ma l’esigenza permane
(siccome questione di vita o
di morte) di distinguere, al di
là di ogni possibile umano errore in cui magari sono talora
incorsi quanti si erano posti al
servizio della prima idealità,
tra il giusto e l’ingiusto, tra la
verità e la menzogna, tra la libertà e la sua negazione.
Domenica 10 aprile ero a
Cumiana, di fronte alla lapide
che ricorda l’inumano eccidio
di 51 abitanti di quel Comune
(il più giovane un sedicenne,
il più anziano un settantenne)
che la ferocia nazista abbatté
l’uno dopo l’altro, vittime innocenti di una rappresaglia
per un’azione di guerra partigiana; e pensavo a quell’orrendo crimine, e vi accostavo
i 2.000 trucidati di Marzabotto, i 350 assassinati delle Fosse Ardeatine in Roma, i 60
morti di Grugl lasco, a guerra
ormai finita, le migliaia di
soldati sterminati a Cefalonia
dopo l’8 settembre; e rivede-vo i volti giovinetti di tanti
impiccati, fucilati, torturati; e
mio fratello con cinque compagni abbattuti senza pietà al
termine di un combattimento
a San Martino di Cantalupa; e
risentivo le voci che tante
volte avevo, leggendo, ascoltato scorrendo le pagine del
volume sulle ultime lettere
dei condannati a morte della
Resistenza europea e italiana.
Tutto ciò non può andare
disperso, sepolto dall’oblio
degli anni, non può non significar più nulla, non può giustificare il carnefice accomunandolo alla vittima.
L’urlo della ribellione deve
risuonare e ripercuotersi come monito, come indicazione
di quel che è giusto, doveroso
credere; la tenacia, allora disperata ma infine vittoriosa,
della resistenza all’oppressore, non può non continuare a
essere il motivo ispiratore
della nostra vita, trasmesso,
come eredità non rinunciabile, a quanti ci seguono e ci
seguiranno.
Ne va della dignità di ognuno, della salvezza di tutti.
venerdì 22 APRILE 1994
ANNO 130 - N. 16
LIRE 1300
San Germano Chisone, 15 marzo 1945: un'impiccagione
«Ma anche Valdo deve morire»
SALVATORE MASTROGIOVANNI
Siamo alla metà di marzo e
la liberazione si approssima sempre più. Il giovane
Valdo falla, non ancora ventenne, era stato catturato fin
dal 7 agosto ’44, mentre era
di sentinella alla Sea. Da oltre sette mesi perciò era stato
messo nell’assoluta impossibilità di nuocere in qualsiasi
modo alle orde nemiche.
Ma Valdo deve morire.
Il 15 marzo ’45 il pastore
di San Germano, Gustavo
Bertin, è chiamato dal Comando tedesco per assistere
il condannato. L’incontro e il
breve colloquio hanno luogo
dentro la cella, sotto la minaccia di un fucile mitragliatore puntato attraverso una
feritoia. Il giovane è calmo,
coraggioso, pieno di fede.
Recita con fervore il «Padre
nostro». Il pastore non sa dove e quando avrà luogo l’esecuzione, né in qual modo.
Esce dal carcere col cuore
stretto dall’angoscia, e poco
dopo sente dietro di sé un rumore crescente di zoccoli e di
passi cadenzati; si volge indietro e scorge Valdo incatenato in mezzo a una pattuglia
di militi. Si accompagna e,
arrivato sulla piazza, scorge
una grossa fune pendente dal
balcone del Municipio.
L’impiccagione dei partigiano Vaido Jaiia a San Germano
Riprendiamo la tragica scena dal «Semeur vaudois»
[non un giornale valdese, che
sarebbe stato sospetto, ma un
periodico svizzero del Cantone di Vaud, ndr];
«Guardate questa fotografia. E impressionante. Cotesto patriota ha vent’anni. Si
chiama Valdo dalla e sta per
essere impiccato al bancone
del Municipio. Bertin ha supplicato invano il comandante
di fare un ’inchiesta, di soprassedere all’esecuzione. Si
porta il giovane: il pastore è
con lui, gli parla, gli dice le
parole dell’Evangelo. Guardate l’ombra a sinistra: è
quella del soldato tedesco
che imbraccia la mitragliatrice in direzione del pastore.
Nel momento in cui è data
una pedata al tavolino per
far oscillare l’impiccato, il
pastore singhiozzando cade
in ginocchio e prega. Un
tonfo. Ea corda si è spezzata.
Il comandante tedesco è furibondo e sospetta un sabotaggio. Malgrado le nuove suppliche del pastore, si ricomincia l’azione raccapricciante.
La sera un soldato tedesco
suona alla porta del presbiterio; porge una busta: “Prendete, ecco un ricordino...".
Era la fotografia che riproduciamo. Il soldato aveva
trovato interessante di prendere una serie di fotografìe,
quale ricordo dell’impiccagione del giovane patriota».
(da «Un protestante nella
Resistenza», ed. Claudiana)
I partigiani entrano nella città abbandonata il 29 aprile 1945
La liberazione di Pinerolo
/ partigiani della vai Chisone a Pinerolo nel
giorno della Liberazione. Ettore Serafino incontra alcuni membri del Comitato di liberazione nazionale. La liberazione della città avvenne all’alba del 29 aprile. Ipartigiani scesero verso Pinerolo, e a Ponte San Martino avvenne l'incontro tra la brigata «Jervis» della V
Gl e la brigata «Juvenal» della vai Chisone,
poi le formazioni si mossero assumendo una
disposizione a raggiera attorno alla città.
Mentre si esguiva questo movimento giunse la
notizia che Pinerolo era stata abbandonata
all'alba dalle truppe tedesche in ritirata verso
Orbassano. Le bande «Fratelli Caffer» e «Costanzia» furono le prime a entrare in città; in
mattinata giunsero i reparti provenienti dalla
vai Chisone. Serafino e Marcellin si incontrano con i membri del Gin: l’avvocato Mario
Risso, primo sindaco di Pinerolo libera, Giacomo Bertola, Tommaso Giustetto, Aldo Perino, Pietro Tajo, Giovanni Del Ponte, il col.
Vaudagna e Mario Balcet.
Il XXV Aprile
alle Valli
L’anniversario della Liberazione sarà ricordato la
sera del 24 aprile, per le
vie di Torre Pellice con
una fiaccolata che partirà
da Santa Margherita alle
21 per confluire al capannone deH’ex Capetti in via
D’Azeglio dove si svolgerà un concerto rock e
sarà esposta una mostra su
«Antifascismo, Resistenza
e deportazione».
Lunedì 25 aprile, alle
8,45, si svolgerà la cerimonia a Bobbio Pellice,
alle 9,45 a Villar Pellice e
alle 11 ci sarà il raduno in
piazza del’municipio a
Torre Pellice e gli interventi dei rappresentanti
le istituzioni e UAnpi.
L’orazione sarà tenuta dal
prof. Enrico Fumerò.
■ 11 significato del 25 aprile verrà ricordato a Luserna San Giovanni domenica
24 alle 20 con una staffetta
podistica fino a Castelluzzo. Alle 21,30 fiaccolata
con partenza da piazza
Partigiani. Lunedì 25, alle
9,45 ritrovo in piazza Partigiani da dove partirà il
corteo; alle 10,30 momento pubblico in piazza, con
orazione del prof. Lorenzo
Tibaldo. Le manifestazioni
di Torre e Lusema termineranno con un pranzo alla
Foresteria di Torre.
A Pinerolo le manifestazioni si svolgeranno domenica 24. Alle 10,15,
partendo dal municipio,
inizierà la cerimonia con
deposizione di corone ai
monumenti e messaggi
commemorativi. Alle ore
11,30 presso palazzo Vittone, inaugurazione della mostra «Momenti di vita partigiana», disegni e
schizzi di Franco Obert.
Le celebrazioni di Inverso Pinasca e Pinasca prevedono il corteo al cippo
di Castelnuovo alle 9,30.
Alle 10,15, a Pinasca, orazione commemorativa da
parte del sindaco Richiardone; a Inverso alle 11,15
orazione commemorativa
del sindaco Ribet. A Prarostino si inizierà alle 10 a
Roccapiatta e al Bric con
la commemorazione dei
Caduti; alle 11, presso il
parco della Rimembranza
orazione tenuta dall’assessore Patrizia Giachero.
A Perosa Argentina sabato 23 aprile verrà inaugurata presso la palazzina
mostre della Comunità
montana, una mostra sulla
Resistenza.
A Pomaretto alle 21 di
domenica 24, presso la sala del convitto valdese, si
svolgerà un concerto del
coro «La baita» di Piossasco. Lunedì 25, alle 8,45
raduno in piazza della Libertà, con saluti e corteo
verso le lapidi e i monumenti ai caduti.
8
PAG. Il
Il municipio di San Secondo
SAN SECONDO: SI DIMETTE IL VICESINDACO — Un
Consiglio comunale convocato per il 20 aprile è deputato ad
affrontare la sostituzione del vicesindaco Luciano Martinat
che ha rassegnato, con una lunga lettera, le proprie dimissioni. Alla base della decisione sarebbero forti perplessità
sulle modalità di gestione della parte amministrativa del
Comune da parte del segretario comunale nonché le spese
sostenute dairamministrazione per il trasloco della dirigente comunale dalle Puglie a San Secondo e problemi inerenti
l’abitazione che il Comune deve fornire al segretario. La vicenda arriva comunque ad indebolire un’amministrazione
locale che nei primi quattro anni di attività ha già dovuto fare i conti con le dimissioni degli assessori Massimo Rivoiro. Libano Coduri e Giorgio Nuvoli. Al posto di Martinat
dovrebbe subentrare il giovane Rossano Fomeron.
FRALI CHIEDE UN MUTUO PER IL METANO — Si è
svolto martedì 12 aprile un Consiglio straordinario a Frali;
l’argomento più importante ha riguardato una richiesta di
mutuo per la metanizzazione. «Abbiamo chiesto un mutuo a
totale carico dello stato - spiega il sindaco. Franco Grill per il progetto di metanizzazione dei Comuni montani.
L’importo è di due miliardi e 270 milioni». È stato inoltre
approvato il progetto per la costruzione di un ponte per la
pista di fondo a Ghigo: «Un ponte in legno e pietra che sarà
in completa armonia con l’ambiente» afferma il sindaco. Infine è stato nominato quale rappresentante del Comune nella Pro Loco il signor Giovanni Breuza.
AL VIA LE 150 ORE — Anche per il prossimo anno scolastico la scuola media di Lusema San Giovanni intende istituire i corsi sperimentali per lavoratori. L’iniziativa, già assunta nel passato anno, non ha avuto esito positivo in quanto
non sono state raggiunte le 25 iscrizioni necessarie. Com’è
noto i corsi per lavoratori consentono in un anno scolastico
di ottenere il diploma di licenza media tramite il superamento del relativo esame. Vengono impartiti quattro insegnamenti (italiano, storia e geografia, lingua straniera e matematica). I corsi si tengono tutti i giorni per tre ore dal lunedì al venerdì in orari mattutini, pomeridiani e preserali a
seconda delle necessità e disponibilità dei frequentanti. Il
materiale didattico viene fornito gratuitamente dalla scuola.
Per iscrizioni o infonnazioni, telefonare alla scuola media
«Edmondo De Amicis» di Lusema San Giovanni, via Volta
6, n. 909030.
A PINEROLO ARRIVA IL KARAOKE — La popolare trasmissione di Italia 1 «Karaoke» approderà a Pinerolo giovedì 28 aprile dalle 17,30 in piazza Vittorio Veneto grazie
all’impegno dell’Apt pinerolese e di alcuni sponsor locali.
La registrazione del programma dovrebbe andare in onda
nei giorni 21, 22 e 23 maggio. La selezione di quanti vorranno esibirsi verrà effettuata nei giorni 21 e 22 aprile; per
le prenotazioni occorre telefonare allo 02-25147415, segnalando alla segreteria telefonica i propri dati e il numero telefonico per poter essere richiamati; sono richiesti la maggiore età e un minimo di esperienza nel canto.
CONVEGNO SULLA CONTINUITÀ EDUCATIVA — Si
svolgerà il prossimo 28 aprile a Torre Pellice, presso l’Hôtel du Parc, un convegno sulla continuità educativa tra la
scuola media e il biennio della secondaria organizzato dal
distretto scolastico 43. L’iniziativa vuole essere il momento
conlcusivo di un progetto globale sulla continuità iniziato lo
scorso anno con una ricerca sul rapporto fra scuola elementare e scuola media. Al convegno parteciperanno oltre 100
operatori scolastici.
INCENDIO ALLA SKF DI VILLAR — Un incendio si è venfiicato sabato scorso verso mezzogiorno all’intemo degli
stabilimenti della Skf di Villar Perosa; causato probabilmente da un fenomeno di surriscaldamento, il fuoco è stato
comunque rapidamente domato grazie all’intervento dei vigni del fuoco di Pinerolo.
NUOVA SEDE PER L’APT — È stata inaugurata venerdì
scorso a Pinerolo, alla presenza dell’assessore regionale al
turismo. Cantore, e di altre personalità del mondo del turismo, della politica e deH’imprenditoria locale la nuova sede dell azienda di promozione turistica del Pinerolese; sito
nella centrale via Giolitti 9, l’ufficio sarà aperto dal lunedì a
venerdì fra le 9 e le 12 e fra le 14 e le 17, il sabato dalle
9,30 alle 12.
VENERDÌ IL NUOVO SINDACO? - È venerdì 23 aprile il
primo giorno utile per la convocazione del Consiglio comunale di Prarostino che dovrà provvedere all’elezione del
nuovo sindaco in sostituzione del dimissionario Mario
Mauro, che nella sua qualità di consigliere anziano presiederà comunque l’assemblea; scontata pare l’elezione
dell’attuale vicesindaco, Enzo Costantino.
E Eco Delle ^lli Aàldesi
Un incontro della redazione con un gruppo di giovani di Torre Pellice
Dopo le elezioni: ritrovare la voglia di fare
e soprattutto la comunicazione fra le persoi
MARCO ROSTAN
Una gran voglia di fare
qualcosa di concreto, di
uscire dal proprio guscio,
personale o di gruppo, insieme alla preoccupazione per il
proprio futuro e con la difficoltà a stabilire un rapporto
positivo con i politici e gli
amministratori; queste le impressioni ricavate in un incontro che alcuni membri
della nostra redazione hanno
avuto con un gruppo di giovani della Federazione giovanile evangelica (e non) a
Torre Pellice.
Il clima è quello delle valutazioni postelettorali, ma i discorsi sono più generali. «Ci
vediamo sempre tra di noi osserva Marcello - e non siamo rappresentativi dei giovani del paese, dei nostri coetanei. Dobbiamo riuscire a parlare con tutti, se rimaniamo
all’intemo c’è il forte rischio
che anche nelle amministrazioni locali si riproduca, con
il contributo del voto giovanile, la tendenza a destra».
Parlare, discutere, fare delle
cose insieme, perché i mezzi
di informazione non servono,
la gente non legge.
Chiediamo se il voto di
molti giovani non sia per
l’appunto il rifiuto di ciò che
è stato percepito come «di sinistra»; dal pacifismo alla solidarietà con gli immigrati,
ecc. «Non è vero che rifiutano consapevolmente qualcosa; non sanno, sono ignoranti, sono cresciuti con i film
“fighi” e basta; pensa - dice
Roberto - che uno a cui parlavo del servizio civile mi ha
detto: “Ma lo sai che se fai
l’obiezione di coscienza vai
in galera?”. E un altro era
convinto che se andavano su
i progressisti gli toglievano la
bella moto, appena comprata». Mi sembra di trasecolare,
ma in effetti non è molto diverso da ciò che abbiamo
sentito in campagna elettorale sui «comunisti»... A proposito di ignoranza: il discorso si sposta sul prossimo 25
aprile, su fascismo e antifascismo. «A scuola di fatto
non studiamo la storia - confermano in molti - e quando
la studiamo ci fermiamo prima». Qui la colpa è indubbiamente degli insegnanti, perché ho presente vari testi, anche nella scuola media, che
arrivano al ’68 e agli anni di
piombo.
Stanno organizzando un
Polemiche alTlstituto agrario di Osasco
Politica: anzitutto
iniziamo il dialogo
Nei giorni immediatamente
successivi alle elezioni politiche, alcuni professori
dell’istituto agrario Ubertini
di Osasco hanno manifestato,
con un volantino, il loro disappunto in seguito ai risultati, un «senso di vergogna di
essere italiani quando la
stampa di tutto il mondo titolava “L’Italia sceglie la destra” “Vittoria dei neofascisti”». Dopo un attacco politico alla formazione elettoralmente vincitrice, si ribadiva
la volontà di proseguire l’impegno «per difendere e riproporre i valori della pace,
tolleranza, libertà, uguaglianza, solidarietà e di lottare per
una scuola migliore, pubblica, laica e democratica (...) di
tutti quelli che credono
nell’istruzione e nella cultura
come elementi di progresso e
di libertà».
I toni accesi di questa lettera erano anche volti a suscitare uno scambio di opinioni
che si è palesemente verificato con l’affissione di un secondo volantino da parte di
alcuni studenti in cui tra l’altro si diceva che «è indubbio
che chi perde abbia il diritto
di lamentarsi e di criticare gli
avversari, ma nelle sedi opportune e non abusando della
posizione di direttore e di insegnanti. Il sistema educativo
comporta che gli insegnanti
inculchino ai loro allievi un
senso della democrazia che è
basato sul voto popolare e
quindi non esiste alcun senso
di vergogna per l’espressione
della maggioranza degli italiani».
Uno studente concorde con
il secondo volantino li ha entrambi inoltrati a due organi
di stampa che hanno trasformato lo scambio di opinioni in «insurrezione degli
studenti», quando erano solo
alcuni. Gli studenti dell’istituto agrario hanno allora deciso di riunirsi in assemblea
con la partecipazione degli
insegnanti e, dopo aver proseguito la discussione, hanno
ritenuto di far sentire la loro
voce con un documento inviato a tutti gli organi di
stampa, al Provveditore agli
studi.
Con la mozione approvata
all’unanimità dai presenti
all’assemblea gli studenti si
«dissociano dai contenuti apparsi sull’Eco del Chisone e
sulla Stampa inerenti uno
scambio di vedute, avvenuto
tramite volantini affissi nella
scuola, tra un gruppo di insegnanti ed alcuni allievi in merito ai risultati delle recenti
elezioni. Non è vero che gli
studenti sono insorti: si è trattato invece di un normale
scambio di opinioni personali, da tutti ritenuto legittimo».
«Pur deplorando i toni accesi dei due comunicati, più
che non i contenuti, ritiene
comunque importante continuare a discutere sia tra studenti, ma anche con gli insegnanti, dei problemi che riguardano la scuola, soprattutto in un momento di cambiamento politico come questo.
Se politica ha ancora il suo
significato originario di impegno sociale rivolto ai problemi concreti della società, ben
venga un dialogo aperto anche all’interno della scuola,
ovviamente fuori dalle aule,
senza che questo venga confuso con la propaganda ai
partiti politici».
«La nostra è una scuola conclude la mozione - nella
quale vige ancora il pluralismo di opinioni tra gli insegnanti e studenti e il modo civile in cui si è svolta questa
assemblea Io ha ancora una
volta dimostrato».
concerto e così emerge il problema degli spazi per simili
iniziative: il capannone del
Capetti andrebbe benissimo
per un uso permanente ma
l’amministrazione di Torre ci
deve sistemare la galleria
d’arte moderna e la biblioteca... Si parla delle prospettive
di sviluppo in vai Pellice, turismo, Interreg, ecc.: i giovani vorrebbero proposte più
precise. «Non bisogna lasciare a Bonansea e compagni
l’iniziativa per poi criticare,
ma dobbiamo conquistare noi
il consenso sulle proposte
che ci stanno a cuore». Quali? chiediamo.
«Prima di tutto che le Pro
Loco funzionino bene come
in Francia i vari Syndicats
d’iniziativa: sempre aperti e
con un sacco di proposte,
mentre da noi capita che siano chiuse il sabato e la domenica»; «Fare corsi per operatori ambientali»; «Dare borse
di studio ai diplomati del
Collegio perché si impegnino
nello sviluppo della valle»;
«Non pensar solo agli stambecchi e alla salamandra nera
ma prima di tutto ai posti di
lavoro».
Osservo che molte di queste cose sono contenute nei
progetti allo studio del
munità montana: li q.
scono? «Il problema -1
spondono - è che questii
ministratori inventano 1^
con i tecnici e non le
scaturire da una discuss
con noi, con la gente»'
questo non abbiamo m
amici iscritti ai partiti et
gli amministratori di siniji
Bisogna che cambi ilij
modo di lavorare, ató
quando poi fanno delle»
giuste». Ci lasciamo
proposta che il discorso,'#
pena iniziato, continui^
una rubrica periodica si|
pagine dell’Eco nella qu#
giovani precisino i lorool*
tivi e le loro proposte. Qm
to alla storia, perché il Coll
gio, nell’ambito dei suoi»
si di cultura generale e coii
collaborazione del Cetti
culturale o della Società!
studi valdesi, non organia
al più presto una serie dii
zioni pubbliche sulla stoj
dal fascismo a oggi? Al«
dei giovani presentitali
detto che si iscriverebl»
subito... La speranza è ài
medesima curiosità siaav»
tita da un numero maggi»
di persone, facile predai
revisionismi.
Consiglio comunale urgente a Perrero
La metanizzazione
e i lavori pubblici
LILIANA VIGLIELMO
Una seduta convocata d’
urgenza ha permesso al
Consiglio comunale di Ferrerò di riprendere in mano il
progetto di metanizzazione
che interessa il capoluogo e le
borgate situate lungo la strada
provinciale Perosa-Prali. Nella seduta del 10 aprile del
1992 era stata data la delega
alla Comunità montana valli
Chisone e Germanasca, che
avrebbe dovuto accendere il
mutuo con la Cassa depositi e
prestiti per un’opera che
complessivamente (con Frali)
era stimata nell’ordine dei 4
miliardi.
Risulta ora che né le Comunità montane, né le aziende
consortili, quali ad esempio
l’Acea di Pinerolo, possono
prendere in carico l’opera,
perché gli impianti rimarrebbero inseriti nel patrimonio
immobiliare del Comune il
quale a sua volta potrebbe comunque appaltare il servizio
con relativa riscossione dei
canoni.
Illustrando il piano preliminare che comprende, come si
è detto, il capoluogo e poche
altre borgate, il sindaco Leger
ha sottolineato che la rete di
distribuzione interna non potrà tener conto delle case
sparse, perché il piano economico prevede di rientrare nelle spese facendo pagare il
metano agli utenti: se il costo
zienda consortile. A q**'
punto, il Comune non)
be interesse a lanciarsi
vestimenti dai quali nono
verebbe benefici.
Un’ultima comunicaci®
ha riguardato la sisteni^'.j,
degli undici cimiteri di® ,
Comune di Ferrerò è dot®,
che saranno unificati co
regolamento che nc
naie. Si sta procei
sentirà un utilizzo P’*^/ j
indo
cimiti®
in seguito verranno esA|,
perimetrazione dei
dei lavori indispensa
stioi*
l’affidamento dell® j
a un’impresa ti^^dera
spera, all’attuale situa
di incertezza e di iutP
sazione.
^MteìUe
AssìcurazicHii
Arnaldo Prochet
AGENTE GENERALE DI TORRE PELUC^
via Repubblica 14-tei. 0121/91820
L'
Ap
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te della
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mi 2,7
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tornò da
nel dese
ài diavi
nulla; e
lame. E
Dio, dì
Gesù gl
tanto vh
to,glim
do e gli
terna e
degli allacciamenti è ttop|i
elevato per ciò che senepi
ricavare, non si dia corsoi
lavori. Intanto l’interesse|f
la metanizzazione comincili
decrescere, perché si è col»
to il divario tra prezzo»
metano e quello degli>1®
combustibili e le spese»
adattamento degli impl®*
sono inoltre sempre rileva®
A Ferrerò si potrebbe a»
re una sistemazione®«
strade del concentrico df
lo scombussolamento deli'
vori di scavo, rimettende'
posto acquedotto e fog®*!!
re, ma a questo prop®'®
sindaco ha fatto riferirne»
alla legge Galli che
rebbe la gestione dei sen®
con l’affidamento ad un
io la do
guetu
sarà ti
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scritto:
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culto, i
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tati gii
scritto:
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no suiti
non urti
pietra.
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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
L'IDENTITÀ': PESO 0 LEGGEREZZA?
Appunti per una leggerezza necessaria
n° 3
aprile
V 1993 J
«£ l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere tHella terra, gli soffiò nelle narici un alito vits!e, e l’uomo divenne un’anima vivente» (Gemi 2, 7).
«Gesù, ripieno dello Spirito Santo, se ne ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito
nel deserto per quaranta giorni, ed era tentato
ài diavolo. E durante quei giorni non mangiò
nulla; e dopo che quelli furon trascorsi, ebbe
faine. E il diavolo gli disse: se tu sei figliuol di
Dio, dì a questa pietra che diventi pane. E
Gesù gli rispose: sta scritto: non di pane soltanto vivrà l’uomo. E il diavolo, menatolo in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: ti darò tutta quanta questa potenza e ia gloria di questi regni;
perché essa mi è stata data e
io la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi
sarà tutta tua. E Gesù rispondendo gli disse: sta
scritto: adora il Signore Iddio
tuo, e a lui solo rendi il tuo
culto. Poi lo menò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse:
se tu sei figliuolo di Dio, gettati giù di qui; perché sta
scritto: Egli ordinerà ai suoi
angeli intorno a te, che ti proteggano; ed essi ti porteranco sulle mani, che talora tu
non urti col piede contro una
ché desertico è lo scenario in cui la sua identità si costruisce, ma anche perché ad Àbramo era stata promessa una discendenza numerosa come la sabbia del mare (Gen. 22,
17). Il popolo di Dio come popolo desertico
quindi, storicamente in bilico tra esilio, dispersione, e riaggregazìone comunitaria.
Terra, terriccio, polvere, granelli di sabbia,
materia atomizzata soggetta alla dispersione,
ai capricci del vento. Qual’è allora la virtù della leggerezza? E quella di un’identità leggera?
È utile procedere per contrapposizioni.
Proviamo a ragionare sull’idea di pesantezza.
Pesare è il significato dell’origine etimologica
dell’aggettivo serio: «da un’antica radice baiti
£ Gesù, rispondendo, gli
^iase: è stato detto: non tentare ¡1 Signore Iddio tuo.
AIbra il diavolo, finita che
ebbe ogni sorta di tentazioca, si partì da lui fino ad altra
occasione» (Luca 4, 1-13).
25 APRILE IN PIAZZA!
La FGEI aderisce alla manifestazione del 25 aprile. I valori dell'antifascismo sono valori che hanno fondato la democrazia e l'impegno per l'eguaglianza del nostro paese. Oggi, come ieri e domani, è importante raccontare la storia, ai più giovani, ma anche anche agli adulti che non ricordano.
L'appuntamento per fgeini e fgeine è a Milano, tino ad un'ora prima
dell'inizio della manifestazione, davanti alla libreria Claudiana, in via
Francesco Sforza 12/A.
9
7‘t
Sulla soglia della vicenda biblica complese della vita pubblica di Gesù troviamo
6 racconti che, con forzatura voluta, propo8mo di rivisitare secondo l’idea di leggerez«3 0 pesantezza:
■ Il racconto della creazione sottolinea la
ira come materia prima deH’umanità: terra
rae immagine di provvisorietà, debolezza,
raraentarietà, leggerezza;
Il racconto delle tentazioni di Gesù si copi ''Giorno ad un iconografia del peso (la
il potere - la ricchezza - il possesso, il
l3rapio) ^ morto - dal pinnacolo del
lpj®«ra dunque, terriccio, polvere: materia
flornizzata. È l’elemento primo
Poh/' umana biblica: «tu sei polvere e
^«nerai» (Gen. 3, 19), la parabola di
(jp f® 'forno e della donna è racchiusa tra
03^0fragili, che si sgretolano e sfari'o «fifa chiuse a pugno di una mano.
Pl6ràf° ^'^®"'®f’''3iico adamà, terra) contemlogig oel suo nome questa sua onto
Ig alla precarietà e dell’origine polverulen
ta ^®''® ntorti più tremende viene riservarle d trasformata in statua di
l'esgg la fuga da Sodoma e Gomorra:
PUjore^i pollare tramutato in roccia salina
de/Br*,’ ^ identità annullata. Non ne ricor«®nio neppure il nome.
rappg® ® 1 identità di Israele condividerà un
di ontologico costitutivo con il granello
rnerosit'f.’ ’®9gero, visibile sì, ma solo per nu• Israele è un popolo desertico poi
ca e germanica swer... (da cui il tedesco contemporaneo schwer: pesante): tra la serietà e
la pesantezza c’è subito aria di famiglia, così
come finisce per esserci tra i loro opposti, il riso e la leggerezza»(1).
Dunque, pesantezza contro leggerezza,
serietà contro riso. Sterminata è la fenomenologia del riso: quando è dispensato dai forti e
dal potere umilia i deboli e gli indifesi; eppure
resta - per gli ultimi, gli oppressi, gli oppositori
di ogni regime - «un mezzo potente ed antico
per sospendere e ridurre il potere» medesimo; è «una raffica d’aria sonora (prodotta)...
dalla bocca» che quando esplode nega la situazione in cui ci si trova, «le toglie serietà, ne
riduce la statura e le pretese»: le toglie peso.
Il riso si propaga in modo contagioso e serpentino, lo si contiene con fatica fisica: con
una mano sulla bocca, inghiottendo aria, strizzando gli occhi. A volte «imparare a ridere di
qualcosa che ci aveva oppresso è una delle
più grandi conquiste di un’anima perché le
consente di ritrovare le proporzioni... Per un
breve attimo il riso può affiorare improvviso e
incontenibile anche di fronte alla morte, riuscire a sospendere il potere più ineludibile che si
conosca»(2).
La serietà invece non presuppone le smorfie del riso, il suo orizzonte è privo di qualsiasi
sospensione o capovolgimento di senso. Il
paradosso non abita nei confini del serio. Il
peso e il serio familiarizzano col vero, prediligono la misura e la regola, la linearità, il «tutto
d’un pezzo» contrapposto ad ogni frammentarietà. L’idea di terra ha una sua declinazio
ne seria; quando diventa sinonimo di «patria»
perde la leggerezza della materia polverulenta e acquista la consistenza e la durezza di
ogni suolo da conquistare, dividere, confinare, difendere. Il peso e il serio di una terra che
diventa suolo sta nel suo coniugarsi con il
puzzo di ogni sangue, sia quello fraterno, sia
quello nemico, che, come nella Marseillaise, è
facile che diventi «impuro» e irrigatore di solchi nazionali: aux arms citoyens, formez les
bataillons, marchons, marchons, qu’un sang
impur abreuve nos sillons!
Il nemico della serietà è lo stesso nemico
delle identità pietrificate e con l’elmetto, è un
nemico dal doppio volto: da un lato il riso,
dall’altro II dubbio.
Entrambi questi volti seminano scompiglio nel territorio della serietà e del
vero, nelle cittadelle fortificate del patriottismo e
tra le panche ordinate di
una chiesa. Sono volti
che emettono fumetti irritanti e irriverenti. Il riso e
il dubbio costruiscono distanze critiche rispetto alla verità. Distanze spesso
opportune, distanze che
creano spazi di libertà e
nuovo metodo. Ci piace
ricordare l’indicazione di
metodo suggerita ne II
nome della rosa da Guglielmo di Baskerville al
suo giovane allievo Adso,
al termine di una vicenda
terribile sviluppatasi intorno ad una disputa sul riso: «Temi, Adso, i profeti
e coloro disposti a morire
per la verità, ché di solito
^fan morire moltissimi per loro, spesso prima di loro, talvolta al posto loro... Forse II compito di chi ama gli uomini è
di far ridere della verità, fare ridere la verità,
perché l’unica verità è imparare a liberarci
dalla passione insana per la verità».
Eppure le distanze costruite dall’ironia possono diventare antipatiche perché annullano
ogni empatia: la serietà conosce delle passioni che restano sconosciute allo spirito ironico,
il cui ghigno è sovente sintomo di esorcismo,
paura e falsa sicurezza. Insomma: i pesi e i
fardelli di cui la serietà sa farsi carico diventano leggeri anche grazie alla dose di passione
investita.
Una promessa d’amore suscita passioni
forti, gioia e sorpresa, coinvolgimento e pianto: una promessa d’amore può far sognare
una nuova terra, produrre esodi dell’anima e
uscite reali. Le distanze del comico risultano
apatiche ed inopportune quando c’è da sussurrarsi delle tenerezze, sciogliersi in un abbraccio, cominciare un cammino comune: un
esodo, appunto. Come può la bocca stretta e
dentata di un ghigno dare credibilità ad un bacio e raccontare di una liberazione grande e
meravigliosa?
I pregi e i limiti del riso contro i limiti e i pregi del serio. Restano, ancora e nuovamente,
leggerezza e peso: una contraddizione aperta, proficuamente irrisolvibile.
II racconto delle tentazioni è anche una disputa sulla Scrittura. Ci piace pensare che la
capacità di dubitare, di capovolgere gli orizzonti di senso, di irrompere con il paradosso e
irridere gli avversari, espressa dal Gesù storico sia intimamente legata alla leggerezza della sua identità; leggera perché sradicata, leggera perché ultimo granello di sabbia di quella
genealogia desertica che lo precede (anche
testualmente: le tentazioni sono precedute
dalla genealogia), leggera perché soggetta,
non ai capricci del vento, ma al soffio della
ruah, al soffio dello Spirito.
Lo scenario delle tentazioni è ancora il deserto, luogo della prova ma anche luogo della
provvisorietà. In quaranta giorni di digiuno
Gesù perde peso. Nella disputa con satana rifiuta di acquisirne: sul piano materiale (il pane), politico (il potere), religioso (il soccorso
spettacolare delle schiere angeliche nella virtuale caduta dal tempio ma anche nella reale
morte in croce). Grazie alla sua leggerezza,
Gesù può polemizzare sulle Scritture e aprire
nuovi percorsi di senso.
Ma Gesù è anche pietra. La pietra dello
scandalo e la pietra angolare rifiutata. Gesù si
appesantisce di fardelli che non gli appartengono, alleggerrendo altri. Nella prospettiva
dell’amore e della passione di Cristo, dunque,
anche il peso appare come una luce altra,
quella del dono di sé: l’esatto opposto dei
profeti ricordati da Guglielmo di Baskerville.
Pasquale lacobino (Firenze)
1) Franco Cassano, Partita doppia,
no, Bologna 1993, p. 97.
2) Ibidem, p. 95.
Muli
E NATO!!!
Il Gruppo di Lavoro Teologico
della FGEI (il famigerato GRULATEO) è lieto di annunciare
l'avvenuta pubblicazione del
sospirato TEO-BLOC, frutto
delle fatiche cerebrali e passionali delle fgeine e fgeini
che hanno partecipato alla ricerca teologica della Fgei in
questi ultimi anni.
Per averne delle copie è necessario
rivolgersi alle segreterie regionali o
alla redazione del Notiziario.
10
mtiziûriofgei
SARANNO FAMOSI
fgruppí alla ribaltai
Prima di escludere vorrei darvi qualche dato uscito dal questionario i cui risultati
con gli spogli delle urne dai quali è evidente una tendenza leghista anche f
re fra i/le meno attivi/e e presenti). La base del campione era di 40 persone«
el8%lomini).
doi
Il gruppo fgei di
Torre Pellice è nato nel 1989 dopo
l’esperienza entusiasmante di alcuni/e giovani che parteciparono al Campo Studi nazionale ad Agape. Il
gruppo fondatore si rese infatti conto della necessità di un^aggiore collegam^to con altri
realtà'del^^^^^^^^i^^^tesse dare
un contributo a questa nuova esigenza. Esso
diventa così laboratorio per un nuovo esperimento che si poneva alla base di un tipo di
lavoro diverso dallo stile di quelle riunioni giovanili delle Valli (il cui lavoro rimane pur sempre apprezzabile), un modo diverso di affrontare tematiche che non fossero scollegate da
un contesto comune.
Dopo quattro anni caratterizzati da periodi
di assorbimento intenso ed altri di crisi e defe
zioni, il gruppo quest’anno è costituito da una
quindicina di persone la cui età varia dai diciassette ai ventotto anni. Oltre alla preparazione deLculto Fgei ^uest’arWo incentrato su
dubbi iCl^feiil^tth^^iisenza di Dio) i
due fit^ictnflifeyyfeglg 'gpini alle priorità
espresse dallo scorso congresso.
La prima parte dell’impegno annuale è stata dedicata ad uno studio sul fenomeno della
Lega Nord sviluppato col sussidio di articoli di
giornale, di un libro e di un questionarjg distribuito a due culti, Nella
seconda parte®cifflenferim^i
femministe. Alil#^matiÌ(WOTrorlffite toI passato: omosessualità e fede, più una serie di
studi biblici sulla sessualità nella Bibbia; colonizzazione e sterminio dei popoli nativi nelle«
Americhe, il Dio della MMMMi
campo studi sulle imrrjTOlpi [fclltTOl®ii|
politiche in Birmania. ^
TORRE PELÜCE
ETÀ’
15-17
19-29
30-45
46 -65
oltre 65
12.5%
15%
20%
32.5 %
20%
TITOLO DI STUDIO
licenza elementare
licenza media inferiore
licenza media superiore
dipioma parauniversitario
laurea
5%
37,5%
17,5%
10%
30%
Feper/,,
US««..*
la Lega ha posizioni vicine a quelle protestanti
Fede e politica sono distinte
La Lega ha posizioni inconciliabili con quelle protestanti
5%
12,5%
60%
Non so/ la domanda è senza senso
22,5%
Pl^oTESfANTi lEijHljTi
Politicamente impegnato/a
Al corrente della politica
Lascio la politica agli altri
La politica mi disgusta
17,5%
75%
5%
2,5%
In base ad una scala da 1 a 10,
come si collocherebbe?
1= estrema sinistra, 10= estrema destra
1-2-3 60%
4-5-6 27,5%
7-8-9-10 /
non so collocarmi 12,5%
[iduceast
vita, di eti'^
Le/i cittadine/! possono influenzare
le decisioni di chi governa 77.5%
La società è diretta da poche persone 20%
Non so 2.5%
Voterò sicuramente Lega /
Sicuramente non voterò Lega 82.5%
Potrebbe capitarmi di votare Lega 2.5%
Non so per chi votare 12.5%
Preferisco non rispondere 2.5%
MAFIA AD AGAPE, primi passi al di là degli stereotipi
Ad Agape, il 4-5-6 marzo si è svolto il convegno itinerante sulla mafia organizzato dalla giunta Fgei siciliana. Assieme al folto gruppo di fgeine/i sono arrivati alle valli dall'isola tre relatori militanti contro la
mafia da anni e grandi conositori dei fenomeno mafioso.
Antonio Pioletti, direttore della rivista catanese “Città d’utopia”, ha intitolato la sua relazione “Mezzogiorno e meridionalismi”. Ha sottolineato prima di tutto che, nonostante il divario
tra nord e sud sia ancora forte, è in atto un
processo di omoiogazione culturale per certi
aspetti positivo che ha ridotto le differenze di
costume: in ogni caso non è corretto presentare il mezzogiorno come una regione uniforme; accanto ad aree sottosviluppate esistono
aree propulsive dal punto di vista economico.
Antonio è passato poi ad esaminare la categoria del meridionalismo, osservando che si
tratta di una categoria
ambigua, utilizzata ancora prima deli’unità d’Italia
dalla Destra storica come operazione politica ^
della classe dirigente
che in nome della difesa
del mezzogiorno cercava privilegi per sè e controllo sulle tensioni sociali.
Da qualche anno si è sviluppato un antimeridionalismo particoiarmente virulento, speculare al meridionalismo, che si muove nella
stessa logica della rivendicazione di privilegi
per sè: in entrambe i casi il ceto politico diventa mediatore di interessi di area territoriale.
Accanto a questo meridionalismo piagnone
è cresciuto un meridionalismo alto, non localistico, di matrice gramsciana, che aveva individuato come soggetti della trasformazione non
etnie ma soggetti sociali: le masse operaie
del nord e i braccianti poveri del sud.
Secondo Antonio il cuore del nuòvo meridionalismo dovrebbe comprendere ia ricomposizione sociale degli interessi, ovvero l'individuazione di luoghi di pratica della solidarietà, di esercizio della partecipazione popolare e della democrazia diretta, e inoltre dovrebbe affrontare il nodo sviluppo/ sottosviluppo rispondendo alie domande su come, dove e
cosa produrre.
Ha parlato poi Umberto Santino, fondatore
del Centro di documentazione “Ferdinando
imposimato” di Palermo, su mafia ed economia, cercando soprattutto di smontare alcuni
stereotipi diffusi suiia mafia. Uno stereotipo
che trova sostenitori anche tra i giornalisti è
queilo deila mafia come antistato. Umberto ha mostrato che questa idea
non spiega la persistenza del fenomeno mafioso nè la sua espansione. La mafia si distingue per il ricorso alla violenza privata. Questa
violenza non è mai gratuita ma è
strutturata in un sistema penale
che fa parte di una struttura giudicante paraliela a quella dello stato
La mafia non riconosce il monopolio
dello stato sulla violenza, e in questo
senso è contro lo stato.
Questo aspetto però non è sufficiente a
comprendere i fenomeni di accumulazione
mafiosa del capitale che sono possibili solo
attraverso l’accettazione delle regole del mer
cato da parte della mafia. Quando si tratta di
assumere la gestione diretta dei processi
produttivi attraverso la gestione degli appalti,
la mafia riconosce lo stato e le sue regole. In
questo senso non è possibile di pariare di mafia come di antistato.
Anche lo stereotipo della mafia come associazione criminale è riduttivo. La violenza mafiosa è violenza programmata, che individua
un bersaglio sulla base di collegamenti molto
estesi con le istituzioni. Non si può isolare
l’elemento della violenza da quello del consenso sociale e deH’imprenditorialità. A questo proposito Umberto ha mostrato come l’incidenza deH’omicidio d’onore, tradizionalmen
Dio Padre non può essersi trasformato nel
Dio padrino? Una certa cristologia non può
avere alimentato questa visione?
Sono state individuate le caratteristiche
principali della cultura mafiosa suile quali si
basano i suoi modelli di comportamento e la
sua pedagogia: l’autoritarismo, il familismo, ii
maschilismo, l’omertà, il senso dell’onore,
l’ineducazione al lavoro, il dogmatismo e la
violenza metodica. Augusto conclude dicendo
che tra la cultura siciliana e la cultura mafiosa
esiste un rapporto di osmosi e condizionamento: la cultura siciliana, anche con i suoi
elementi cattolici, è la condizione di possibilità
di cultura mafiosa.
Patrizia Ottone (Torino)
Infine mi ha colpito una cosa (che ci ss
virà in futuro, visti i risultati elettorali...) :ì0
cuno ha detto “Bisogna avere il coraggici
usare un linguaggio di rottura rispetto aitai
della mafia”. Bene, io credo che il coraggi
avere un linguaggio, ed un atteggiamento,i
rottura siano più che mai necessari, soprsM
to ai fine di sensibilizzare la “maggioranti
lenziosa” dei giovani che paiono non am
nessun interesse non materiale.
Monique Jourdan (Torre Pellii^
per strada
H, chiusa
brachem
sei i, et) !
unodiqu'
una luce
Questo in
ni 12 e 1!
ad uno di
che ne s
te considerato come pratica della cultura mafiosa, sia sostanzialmente la stessa in Sicilia
come sul resto del territorio nazionaie.
Si è parlato dell’antimafia e del ruolo dei
pentiti. Umberto sostiene che le rivelazioni
dei pentiti sono importanti per la ricostruzione
di episodi e di organigrammi, ma non sono attendibili le interpretazioni dei pentiti del fenomeno mafioso. Buscetta, per esempio, ha sostenuto che esisteva una mafia tradizionale e
moderata, con un suo codice d’onore che è
stata corrotta dal mito del denaro facile, cresciuto dopo l'inserimento della mafia nel traffico della droga. Questa filosofia, che tende a
legittimare una mafia del passato ha influenzato giornalisti e studiosi del fenomeno.
Santino ha ricordato che sta crescendo
un'antimafia di delega, un’antimafia spettacolo che sopravvaluta l’esistente e si riduce a
movimento di commemorazione mentre dovrebbe promuovere un movimento di massa
che abbia un suo progetto.
Augusto Cavedi è animatore della scuola di
formazione etico-politica “G. Falcone “ e del
centro sociale “S.Francesco Saverio” di Palermo. Ha incominciato la sua relazione ricordando la dimensione esistenziale vissuta dai
siciliani che come lui intervengono sulla mafia
in assemblee in tutta Italia, e si trovano a
parlare di persone che hanno conosciuto, di loro amici che sono stati
assassinati.
Augusto ha parlato della responsabilità delia cultura cattolica
nell’espansione del consenso sociale attribuibile alla mafia. La cultura cattolica non ha saputo creare
situazioni di incompatibiiità tra l’universo culturale mafioso e queiio cristiano, anzi ha suggerito aila cultura
mafiosa un universo simboiico. Augusto si
domanda quale influenza ha avuto sull’Immaginario mafioso l’idea di Dio come supremo
vendicatore, che ha bisogno del sangue di
suo figlio per riparare le offese dell'uomo. Il
Il rischio di cadere
nella banalità, affrontando un tema così attuale
come la mafia, era notevole. Nonostante ciò
ho apprezzato molto il
profilo storico che, arricchito da concreti esempi di vita quotidiana, ha
evidenziato il pensiero mafioso.
In particolare mi ha colpito il ruolo storico
ed attuale della Chiesa Cattolica che, impotente, prima, sottomessa, poi, nei confronti
del fenomeno “mafia”, diventa, nei casi più
estremi, tacita complice di una realtà criminale.
Viceversa, credo che sarebbe stato interessante approfondire il problema coinvolgendo maggiormente tutte le altre realtà nazionali, in considerazione del fatto che c’erano partecipanti da ogni parte d’Italia, e posto che la
mafia è un’organizzazione, un pensiero criminale radicato a livello istituzionale, politico, affaristico e culturale, in tutto il mondo e non
nella sola realtà siciliana (per quanto fondamentale).
Giorgio Tagliasacchi (Cagliari)
Mi domando se il provare a proponi dì
dell! culturali alternativi a quelli mafiosi sii
qualcosa da cui possiamo prescindere nà
nostra vita di credenti. E mi domando se, n
me chiese, abbiamo il diritto di non sentii
coinvolti in questa riflessione, lasciandds,i
fatto, sulle spalle di pochi singoli.
E sono domande che si moltiplicano n
guardiamo a tutto ciò che ci succede intorni
Abbiamo o no la voglia e la capacità di fi
sentare un’alternativa a chi ci propone
cultura autoritaria, o a chi vuole una divei^
di trattamento tra cittadini ricchi e cittadini fi
veri, 0 ancora a chi vuole far prevalere unsit
gica di divisione ad una di condivisione.
Ho l’impressione che nelle nostre cW
abbiamo perso la capacità di parlare diifi
ste questioni, di prendere delle posizioni fi
tiche (o perlomeno discuterne), dimentiesK^
ci spesso di essere, oltre che persone^
professano una fede, anche dei soggetti r
tici. E’ come se ci fossimo costruiti nelle àfi
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rialzami,
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dall e politici che ci accadono intorno
la pretesa di lasciali fuori dalla porta.
Daniele Del Priore (Cinisel
, Nel co
'c primo
Mi sari
täte, trovi
Ricordo che immediatamente dopo la fine
del convegno di Agape mi è venuta una gran
voglia di andare in Sicilià, per vedere con i
miei occhi la realtà. Mi piacerebbe girare per
le diverse comunità valdesi dell’isola, di modo
da avere sempre una “guida" che mi facesse
vedere la realtà al di là delle apparenze. Credo che sarebbe importante ed arricchente,
anche perché dalla lettura dei giornali abbiamo una visione che è innanzitutto incompleta,
ed inoltre contribuisce a fra sorgere in noi
quei pregiudizi di cui tanto si è parlato durante
il convegno. Mi è piaciuta la scelta dei tre relatori perché ognuno aveva secondo me un
approccio diverso al tema, in questo modo ci
hanno dato una spiegazione assai completa
ed interessante.
Come è stato fatto giustamente osservare
il campo di Agape è stato un inizio, la nostra
riflessione ed il nostro desiderio di approfondire il problema non deve concludersi in un
convegno dì tre giorni, ma da lì deve cominciare.
1) Ho capito che la mafia è un — ^
parlato e condiviso dal Nord, ma
vissuto pienamente. Per tanto credo:
tscifi*
tanto da fare e in particolar modo di nm ^
sradicare questa opprimente cappfi ^
grande sforzo comune.
2) Mi ha colpito che si stia (
a coscienza popolare non indifr
che quindi da queste relazioni siano
•\j3.r\^^
nte
'e/iPi*
fuori delle spiegazioni fondamentali c
siamo chiamati a sostenere con fotz^‘
particolar modo con completa unione,
po è bellissimo, idem il posto!!)
3) Mi domando se ci sarà un alito
0'
simile ma con ospiti particolari poiché
loro vivono la mafia indirettamente, ^
perfetta lucidità che esiste e va
PS) Poi mi domando se riuscirò a
almeno spero, nel prossimo campo
C0'
gio recepito?
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pOMANDE CHE ARRIVANO DA LONTANO
Ri^essmin caM tìle^
Sfoglio la mia collezione di GE e mi soffermo sugli articoli che riguardano fede, teologia e Bibbia.
Da “Fiduciosi nella potenza di Dio” a “E tu come immagini il tuo Dio” o “Se Dio è Dio, non è molto simpatica”.
A giudicare dai titoli sembra che in vent’anni la ricerca
teologica della FGEI sia cambiata moltissimo.
Ma se non mi fermo al titolo, e lo faccio per lo studio di
Giovanni Miegge (tenuto durante un campo MCS ad Agape nel 1960 - io non ero ancora nata!) su “L’idea cristiana
di Dio”, vi ritrovo gli stessi interrogativi su cui ha lavorato il
Grulateo. Miegge dice:”... l’idea di Dio onnipotente ed onnisciente non è la soluzione, non spiega l’enigma del mondo anzi lo aggrava anziché risolverlo. E lo aggrava tanto di
più quanto più alta e pura l’idea che ci facciamo di Dio.” E
ancora, “Al centro della fede biblica.non vi è Dio nella
■0inarrivabile perfezione metafisica o razionale bensì di Dio - per- noi, Dio - con- noi, Dio che si
^ce a statura d’uomo, Dio che si abbassa alla misura dei nostri problemi, che sono problemi di
B di etica, di salvezza, di convivenza umana.”.
Biancamaria Becchino (Milano)
EROS E AGAPE
Comunione o conflitto?
I fiori sbocciano e le foglie cadono, ma tu ti
senti diverso. La gente continua a camminare
come se niente fosse, senza notarf, chiusa nella sua eterna indifferenza. Sembra che nessuno si accorga che tu esisti, che
sei 11, e ti senti piccolo come una formica. È in
uno di questi periodi che per me si è accesa
una luce nel buio: un convegno della Egei.
Questo incontro si è tenuto a Mortola nei giorni 12 e 13 marzo. Non avevo mai partecipato
ad uno di questi convegni e devo ammettere
che ne sono rimasta colpita (in positivo, è
chiaro!). Può sembrare strano, ma per me è
stato come se una mano amica mi aiutasse a
rialzarmi, risparmiandomi il cadere. Finalmente quatóuno disposto ad ascoltarmi! Qualcuno
che mi ritenga importante! Questo qualcuno
siete voi, fgeini e Igeine, che mi avete accolta
fra voi'òome una vecchia amica. Non immaginavo dì avere tanti amici oltre il punto dove
può arrivare il mio
sguardo!
Il convegno era
sul tema “Eros e
Agape: conflitto o
oomunione?”. È
molto nel mondo
tli oggi capire che
posto occupa la
sessualità nella
''ita umana. Nel
corso delle due
S'ornate ci ha
«ndotti alla riflessione il gruppo di Capernaum di Torino, formato da ragazzi e ragazze molto simpatici e,
Jeoialmente, pronti a rispondere alle mille
omande di un adolescente o di un uomo,
ehiante giochi divertenti e costruttivi questo
^PPo ci ha invitati a pensare con la nostra
®ata e a parlare liberamente, portandoci ad
^uare un istruttivo scambio di opinioni.
Nel corso della serata di sabato abbiamo
Pfimo luogo esaminato punto per punto
^ I sarebbero le “cose” che vorremmo por0 costruire in una relazione, divila dM lavoro. È emersa tra noi
cosa di rispondere alla domanda “che
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^ e “felicità” ci sono sembrate troppo
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Il Consiglio della Fgei si è riunito a marzo a Firenze. La giunta Toscana ci ha raggiunti
per condividere il pranzo, e si è fermata un momento per scambiare due informazioni sulla situazione regionale. Un nuovo gruppo toscano ha aderito alla Fgei: si tratta di Siena.
Un gruppo misto, non nel senso di genere perché sembra ci sia solo un uomo, ma di provenienza geografica. Infatti fanno parte della comunità anche un gruppo di camerunesi.
Sarà presto disponibile un dépliant informativo sulla Fgei. Tale foglio è stato scritto a
varie mani ed è ora affidato ai bolognesi per la composizione grafica.
Continuo a raccomandare la partecipazione al convegno di G.E. Il 30 aprile e 1 maggio 1994. La nostra rivista sta cambiando e più persone e teste si mettono insieme per
valutare come dovrà essere, più possibilità ci sono di fare un buon lavoro e un’interessante rivista.
Tra il 16 e il 22 maggio saranno ospiti della Fgei gli amici e le amiche albanesi. Il giro
previsto per la visita toccherà la Puglia e Roma. Le persone della Fgei che sono state in
Albania, e anche chi non c’è stato, sono invitate a incontrare il gruppo in qualche momento del loro soggiorno.
La prossima riunione del Consiglio sarà in Sicilia il 13-14-15 maggio, con la partecipazione al convegno regionale a RIesi.
Il Consiglio Allargato sarà ad ottobre il 22-23, probabilmente a S. Severa.
Silvia Rostagno
astratte, mentre abbiamo trovato in “dialogo”
e “confronto” parole adatte per esprimere il
nostro desiderio di continuo sviluppo di una
relazione. Sempre divisi in gruppi abbiamo
poi riflettuto su quelli che possono essere gli
stereotipi più usati (ed abusati!) dalla società
di cui facciamo parte. I vari gruppi hanno infine realizzato un piccolo spot per illustrarci la
loro idea (e ci sono riusciti fin troppo bene!). È
stato molto divertente, ma è stato anche un
momento fondamentaie per capire come venga pubblicizzata la sessualità al giorno d’oggi.
Non mi esprimo raccontando ciò che è avvenuto nel resto della notte (la chiesa sembrava una stazione di arrivi e partenze!) in cui
ognuno ha fatto ciò che meglio credeva (più
esplicitamente abbiamo fatto un caos tremendo, per non dire un’altra parola!). Insamma,
povero popolo di Mortola!
Il giorno dopo (semiaddormentati) abbiamo
discusso su
quelli che dovrebbero essere gli atteggiamenti naturali ed innaturali della
sessualità,
confrontandoci col mondo
animale. Oltre
ad aver appreso molte
interessanti
notizie su tutti gli esseri che ci circondano (chi
sapeva per esempio che fra gli animali esistesse la prostituzione o la violenza carnale?)
siamo anche giunti ad una conclusione. Quale? Nessuno degli atteggiamenti è innaturale...
Abbiamo continuato con i giochi degli
schieramenti, che ci hanno portato ad un entusiasmante scambio di opinioni e, specialmente, a condannare la frase più stupida, che
poteva essere pubblicata solo su un libretto
della sanità: “Una relazione basata sulla fedeltà è l’unico vero modo per non essere infetti dall’Aids”.
Per concludere in bellezza il nostro breve
appuntamento con il paesino di collina e i ra
r
atti
Firenze 19-20 marzo 1994.
46. Si incarica Debora Spini di introdurre nella prossima riunione la discussione di
contenuto sull’etica protestante.
47. Si approva il Consuntivo 1993.
48. Si incarica il gruppo di Bologna di curare l’edizione del dépliant informativo sulla
Fgei.
49. Si incaricano Pasquale lacobino e Debora Spini di preparare l’intervento del Consiglio al convegno di G.E.
50. Si stanziano £ 500.000 di borse viaggio per la partecipazione al convegno di G.E.
52. Si stanziano £ 300.000 di borse viaggio per il convegno teologico di Monteforte.
53. Si incarica Debora Spini di scrivere l’editoriale per il numero di maggio del Notizia
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E
gazzi della Fgei, abbiamo preparato il culto
per la serata, basato sulle nostre riflessioni riguardo al mondo che ci circonda e che noi
con le nostre forze possiamo aiutare a cambiare.
Il tempo a nostra disposizione è passato
molto in fretta, ma ne abbiamo sfruttato ogni
minuto. Questo era solo un breve riassunto di
tutto ciò che abbiamo combinato, per sapere
tutto dovevate esserci!
Annie Urselli (Grortaglie - TA-)
Riportiamo la riflessione di uno dei gruppi di lavoro che hanno preparato il culto
Lettura di Marco 10:2-12
Gesù riprende la legge di Mosè, ma la stravolge, rendendola più severa in quanto costringe
l’uomo ad avere del doveri nei confronti della moglie. Fino ad allora infatti gli uomini potevano
cacciare le proprie mogli non appena ritenevano che queste fossero diventate troppo vecchie.
Gesù pone le basi per realizzare un nuovo rapporto di coppia basato sull’amore reciproco, un
amore che non si può comandare per legge.
Questo passo, estremamente liberatorio nel confronti delle donne che non vivevano più
nell’angoscia di essere abbandonate, è stato utilizzato dalla chiesa romana per legittimare l’istituzione del matrimonio come sacramento.
Così la fedeltà che nell’Antico Testamento è legata al concetto di proprietà ed è discriminante
nei confronti della donna, divento libertà, è svincolata da leggi civili o religiose.
Come affermato dal documento della commissione sinodale sulla sessualità nella Bibbia e nel
tempo presente “anche II discorso su separazione e divorzio deve essere affrontato nell’ottica di
una fedeltà intesa come libertà che comporta una pienezza di vita condivisa. Quando questa pienezza non sussiste più, o quando con l’inganno ne viene mantenuta l’apparenza, è assai più
conforme allo spiritoevangelico la scissione del legame che non il mantenimento di un rapporto
degradato alla sua pura veste legalistica e spesso vissuto nella dimensione della conflittualità o
della non comunicazione”.
Cristina Arcidiacono (Bari)
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poche righe in riferimenScura nella rubrica "Riflessioni
¡1^9^ Grulateo”, NotIziarioFgei numero
lo^i contributo fecondo per il dibattito teo^9^'^^cmporaneo, ci sembra vada fondan^^cra scrittura e sul riconoscimento di
La f oiuale definitiva rivelazione di Dio.
'dov h ^ Lode in Gesù Cristo: co
Sann' altrimenti?
tuttavia bene che grande è la
^dall’epoca moderna di considerare
^(f/'fe umano-Dio, in modo per co
®'°® prescindendo dalla mediarci Cristo.
esultato è di ridurre la rivelazione cristia
na a verità universalmente valida ed eterna
(coscienza religiosa, sommo bene, “orizzonte
di senso”).
Dall’altra parte però, dobbiamo riconoscere
che ci troviamo di fronte al problema di rendere presente" questa rivelazione.
Annunciare e attualizzare un evento compiutosi quasi duemila anni fa, non è certo facile.
Tuttavia, il “brutto fosso” della storia, non
può e non deve farci dubitare che questa distanza sia già stata colmata da Cristo. Con la
sua risurrezione Dio si è pronunciato definitivamente per noi, colmando la distanza e
"passando la mano” all'essere umano.
Gesù Cristo, nostro Dio e Signore, è morto
per il nostro peccato ed è risuscitato per la
nostra giustificazione (Rm. 4, 25).
“Perciò dobbiamo esserne assolutamente
certi e non dubitarne, altrimenti tutto è perduto” (Lutero).
Alla teologia spetta dunque solo il compito
di “tradurre" la testimonianza biblica della rivelazione dal passato al presente, tenendo
però conto che solo lo Spirito Santo può far
superare il “brutto fossato" e rendere Cristo
presente nella vita dei credenti e delle credenti.
Perciò ci auguriamo vivamente che ogni
tentativo di risollevare le sorti della teologia
trinitaria vadano in questa direzione.
Alla fede cristiana spetta il compito di con
TiotmcatbM,
c/o AmcL/a (^Wsòo
ma. Qenova^;64
¡012.6 *t¡mno
lessare Gesù Cristo quale nostro unico liberatore e salvatore.
Gli studenti e le studentesse della Facoltà
valdese di teologia: Stefano Mercuri, Marcello
Selvaggio, Elisabetta Ribet, Silvia Rapisarda,
Claudia Lupi, Francesco Sciotto, Emanuele
Casalino.
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PERIFERIE IN EUROPA
Un giorno a caso fra il 13 e il 20 marzo
1994, avreste potuto trovarmi a tavola, lontano da casa, con Silvia Zerbinati e Donatella
Rostagno. Mangiando amabilmente con altre
persone intrecciavamo discorsi in inglese o
francese e tutto intorno a noi si levavano nella
sala parole in tante lingue diverse. E’ una delle esperienze che, chi ha già partecipato ad
un incontro internazionale, certamente ricorda
meglio.
Questa volta è successo a Strasburgo dove, ospite del Centro Europeo della Gioventù,
il WSCF (federazione mondiale delle associazioni cristiane di studenti) ha organizzato
una conferenza di una settimana. Donatella,
consigliera dell’MCS, ha fatto parte della staff,
mentre Silvia ed io siamo stati invitati dalla
FGEI nella veste di partecipanti.
Il tema “Le periferie in Europa”, benché
non sempre approfondito, ha comunque fatto
si che alcuni concetti ci divenissero più familiari e comprensibili. Abbiamo avuto un discorso introduttivo sul concetto ambiguo e mutevole di “Europa” ed una visita ad alcune istituzioni che si trovano a Strasburgo (Consiglio
d’Europa, una delle due sedi del Parlamento
europeo ed il Centro europeo della stampa).
Ma l’esperienza più arricchente, e credo che
Silvia sia d’accordo con me, è stata il rendersi
conto di come per ciascuno di noi centro e
periferia abbiano valenze e significati molto
diversi. Gli amici e le amiche norvegesi, finlandesi e danesi (per la Svezia vale forse un
discorso a parte) ascoltavano con stupore i
discorsi di parte italiana o francese sui problemi delle periferie nelle grandi città, a loro quasi sconosciuti. I delegati serbi, greci e albanesi in alcune occasioni hanno dato la sensazione di sentirsi veramente confinati in una periferia balcanica (frammentaria al suo interno),
di non afferrare alcuni punti di vista o di non
condividere i presupposti di un discorso.
Lungi da me la tentazione di esprimere
giudizi 0 di fare d’ogni erba un fascio (brutta
parola...), ma credo sia utile ribadire ancora
una volta la relatività, la complessità e la varietà dei nostri punti di vista. Soprattutto se si
ha occasione di partecipare ad una cerimonia
ortodossa, di parlare di omosessualità con gli
amici serbi, di problemi politici con persone
danesi (che sembrano vivere in un paradiso
politico e solidaristico) o di ecumenismo.
8 maggio 94 Roma
14-15 maggio 94 S.SEVERA
Giornata di riflessione suH’omosessua- Convegno Fgei Lazio
jità organizzata da studenti e professori sulla Liturgia
della Facoltà di Teologia.______________
Partecipa il gruppo giovanile di NapoliVomero.
iscrizioni: luri Pellagrosi (0775-812055)~
13-15 maggio Riesi
_ Convegno Fgei Sicilia
con tema Maschio e femmina ii creò
28-29^maggio 94 Milano__________
Convegno dLCassiopea^ _
Riflessioni sulla Cristologia (sabalo)J[^
_ La carta d'identità dLCassiopeaXdor__
menica) ______^
_iacrizioni:__ _ „ _ _ "
Elisabetta Meloni (Q2-69007370) o ^^^
Susan na_Chiarenzi (02-55010109X_Hl
(lasciare messaggi sulla segreteria)
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Samuele Montalbano (Prarostino TO)
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Dal 16 al 24 luglio ‘94 si terrà ad Arnasgarden (Svezia) un campeggio orga. Rizzato dal Consiglio giovanile della Federazione battista europea. Sono
invitate/i a partedpare giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Il titolo
deirinGontro sarà: «Fai splendere la tua luce». Studi biblici, laboratori di
musica, recitazione, artigianato, attività sportive, nuotate, escursioni, serate
intorno al falò sono alcune delie cose che potrete condividere con giovani
battiste/i provenienti da tutta l’Europa.
Costo: 200 Marchi; termine per l’iscrizione: 15/5/94.
Per informazioni telefonare a Daniela Rapisarda 06/2305781 bppuré
095/504077.
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UN PONTE PER L’EUROPA
Dal 18 al 23 marzo si è tenuto in Italia, ad Ecumene, l’incontro biennale
dell’EDEN (European Development Education Network), una rete europea di
educazione allo sviluppo, legata al Consiglio Ecumenico delle Chiese.
AGAPE fa parte di questa rete a cui fanno capo chiese ed organizzazioni non
governative impegnate in questo settore. Per questo motivo Jem Newton, come
agapino, ed io, in quanto fgeina, abbiamo partecipato a questo incontro dal titolo
“Democrazia: pietra di inciampo o di sostegno per lo sviluppo?”.
Il tema dell’educazione allo sviluppo si è rivelato ricco di interessanti connessioni con alcuni dei temi che interessano la FGEI e i centri come AGAPE, per
esempio l’immigrazione o il dialogo internazionale, ma non solo questi. Siamo difronte forse ad u altro capitolo di quella complicità tra FGEI e centri di cui parlava
Renato Del Priore nell’editoriale di febbraio del Servizio Informazioni di AGAPE.
In che misura il lavoro di AGAPE e quello della FGEI si intrecciano? Fino a che
punto raccogliamo gli stimoli che da più parti ci vengono? In che modo possiamo
collaborare? L’EDEN con i suoi contatti costituisce uno dei ponti a doppio senso
con l’Europa e con il mondo: può essere ad un tempo un’occasione d’incontro, di
crescita, di collaborazione.
Se ci interessa saperne di più l’attuale coordinatore EDEN, Pat Gerrard, parla
italiano ed è una persona molto disponibile, vive al 41 di Derby Road, Melbourne,
Derbys DE73 1FE, GB.
Giovanna Ribet (Torino)
CAMPI ESTIVI - CAMPI ESTIH
na decise
larmonic
lo scopo
In attesa della pubblicazione su uno dei prossimi numeri di Riforma dei program
(completi) di tutti i centri estivi, eccovi alcune segnalazioni particolari:
ADELFIA 4-15 agosto 94
Campo Fgei
I NUOVI TERMINI
DELLA QUESTIONE MERIDIONALE
Si cercherà di studiare la questione meridionale partendo da visite guidate nella realtà siciliana. Con esperti verranno analizzati i nuovi termini del problema alla luce di numerose innovazioni socio politiche avvenute in Italia negli
ultimi anni.
Iscrizioni: Mauro Pons (095-417914)
S.SEVERA 1-15 agosto 94
Campo giovani
NOI E ...
noi e la fede: ssere evangelici in una realtà
cattolica / noi e lo stato: certezza dello studio«
del lavoro / noi e la politica: istanze e spe»
ze / noi donne*e uomini / chi siamo, comeo
rapportiamo, come ci definiamo.
Iscrizioni: (0766-741527)
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AGAPE 4-11 agosto 94
Campo teologico
I FONDAMENTI DELLA NOSTRA FEDE:
LA CRISTOLOGIA
Iscrizioni: Agape (0121-807514)
VtVenEPERLAPACE
Bi^ford (Gran Bretagna)
2Ò luglio-5 agosto 94
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. lingua: inglese
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CAMPI ESTIVI
AGAPE 4-11 agosto 94
Campo giovani (18-22 anni)
SKINS, NAZI E DINTORNI
Qual’è il quadro in Europa dei fenomeni violenti di razzismo, nazionalismo, intolleranza.
Quali condizioni portano dei giovani ad entrare in gruppi dall’ideologia e dalla pratica violenta?
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Iscrizioni: Agape (0121-807514)
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GIVE PEACE A CHANCHE
Maghemfell (Irlanda)
14-27 luglio 94
età:da18insu
lingua: inglese
ANDAR FUORI NEL MONDO
Anversa (Belgio)
4-14 luglio 94
età: da 18 in su
lingue; inglese, tedesco
AGAPE 27 giugno - 3 luglio 94
XV incontro su fede e omosessualità
DIO CREO' L'UOMO L'UOMO CREO' IL MASCHIO
Iscrizioni: Agape (0121-807514)
CORSO BIE
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CAMPI ESTIVI segnalati dal Consiglio
Ecumenico per la Gioventù in Europa
Per informazioni; Giorgio Bonnet tei: 02-2480037
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^ ''I® Genova 64,10126 Torino (Fax C/o Riforma 011/657542); a Napoli C/o Riforma, via Foria 93, 80137 Napoli (tei 081/291185 Fax 081/291175)
REDATTORI/TRICI: a Torino Max Cambellotti, Daniele Griot, Bettina König (coordinatrice - tei 0121/543819), Anna Lo Grasso (tei 011/6967671) Samuele Montalbano Fila Piovano
a Napoli Deborah D'Auria, Marta D'Auria, Nunzia D'Auria, Lula Nitti (tei 081/^29572), Emma Olivieri,
HANNO COLLABORATO A QUES^ NUMERO^a^camaria^^ino, Giorgi^onnet, Dan« Del Priòre^ftorgio Guelm.
Ottone, Giovanna Ribet, SilviaRMagno, Davida^^o, Marc^Ä^enbaim^GjÄio TagliaaMmL Annie U
CORRISPONDENTI REGIQto^Vto Cristina_todl5Îl^ono,Laij|(^<Borio, lurjJüJÇrosi, Sar^lfii^inelli, Mgii^azzarello
Pasquale l¿cobino, Monique Jourdan,Luciano Kovacs, Patrizia
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,ì 99 APRILE 1994
t Eco Delle aàlli Aàldesi
PAG. Ili
^>0 quattro i complessi strumentali attivi nelle valli Chisone e Germanasca
la banda cittadina è un'occasione per
Siffondere
D55T
Shakespeare ne «II mercanKrdi Venezia» scrisse
V’uomo che in sé non ha
di música, che non si
^'muovere da un’armo
,ia di dolci suoni
® tradimenti, insidie
HILENA MARTINA!
PAOLA REVEL
e sviluppare la cultura musicale
è nato per
Gli impulsi del suo
cuore sono foschi come la
«tte i suoi affetti tenebrosi
Le l’Èrebo. Non fidatevi di
Lale uomo. Ma, adesso,
aitate la musica».
E la musica nelle valli Chi
ione e Germanasca ha una
buona tradizione. Ben quattro
bande musicali sono atuve,
agno di una capacità di ag
Igazione
che ha indubbia
^nte un elevato valore sodale. Banda musicale non
¿1 dire soltanto suonare duine le festività civili o relite, ma una formazione infriduale e collettiva che si
sviluppa facendo lavorare 3040 persone verso un obiettivo
comune. Un lavoro che è in
srado di innalzare il livello
itativo della musica che
iducono ma che è, nel
itempo, un ottimo strumàito di maturazione sul pian^fflano, caratteriale e forra per ragazzi giovani,
;he molti dei compo(elle bande tali sono.
SÌÉida di Pomaretto è la
p^^nita; si era nel 1887
quiurao 15 contadini della zona decisero di dar vita alla Filarmonica di Pomaretto, con
lo scopo di solennizzare ma
La banda municipale di Inverso Rinasca
nifestazioni patriottiche e le
festività valdesi. La Filarmonica fu sciolta allo scoppio
della prima guerra mondiale
visto che molti dei giovani
che ne facevano parte vennero mandati al fronte. La banda venne ricostituita nel
1942; attualmente, diretta dal
maestro Luciano Micol, è
composta da 25 membri.
Nei primi del secolo si costituì un gruppo bandistico a
San Germano Chisone che si
sciolse però a causa del secondo conflitto mondiale.
Venne rifondato nel 1958 e
attualmente conta 23 membri
ed è diretta dal maestro Sergio Comba.
Diversa la storia del corpo
musicale di Villar Perosa che
nacque per volontà del senatore Giovanni Agnelli e fu legato per molti anni ai destini
della Riv; dal 1984 la banda è
autonoma, conta oggi 35 mu
irogiaroii
P/nerolo;seconda edizione delTiniziativa
lina settimana per
una re»
lo studioi
vivere la solidarietà
3, corneo
erica BONANSEA
meni violi
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■alica vio
Venerdì 22 aprile verrà
T inaugurata a Pinerolo la
Inonda edizione della «settidella solidarietà» che si
^pone, attraverso iniziative
versificate, di lanciare mesdi fratellanza.
La settimana scelta per
jaosta iniziativa non è casuafl.®f®P''^ndendo infatti due
¿'li significato
tin j 11 nprile, anniversalialla Liberazione, e il 1°
P ®o, festa dei lavoratori,
““ambe ricordano come
tato debba essere fonda
zia a democra
, ’ ella solidarietà nazionaintemazionale e del lavo: L^^che il sottotitolo «Non
ilen,, “Luturo» mette in eviria, * '"“portanza della sto' doman'^^ fondamento di un
migliore.
® corso della settimana si
n varie manifeHusirai- *P®"“ooli teatrali e
te,alfi/’ 0 conferen
te alt evolte in particola"Lguali mostra
Cavali ‘^l^orsi» (Salone di
^““Cornila’ ‘Jiolitti 7) sarà
tern convegni di
^1 ;?^°"'“'"ento rivolti sLral
^.^^J^nto rivolti soprat
alcolismo
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Aerosa; tei 51045-51379
.^lePomaretto
'^’‘'1-249-day ospitai
tutto agli insegnanti in cui si
parlerà del pregiudizio razziale e del mondo islamico, come esempio di cultura da conoscere e comprendere.
Il 24 aprile il Comune promuoverà una manifestazione
per l’anniversario della liberazione a cui prenderanno
parte il sindaco e l’avvocato
Serafino. Si inaugurerà anche una mostra intitolata
«Momenti di vita partigiana»
(sala mostre Pro Loco, piazza Vittorio Veneto 8). Lo
stesso giorno vedrà l’arrivo
di 47 bambini della ex Jugoslavia che rimarranno in città
per una settimana. Grazie al
gruppo Arcobaleno, che promuove iniziative di vario genere a favore dell’ex Jugoslavia, e con l’aiuto di numerose famiglie del Pinerolese
che ospiteranno i ragazzi, si
darà così la possibilità a questi bambini provenienti dalla
città di Fola di conoscere la
nostra zona e le nostre tradizioni, e ai pinerolesi di entrare a contatto con la realtà
croata.
La Settimana della solidarietà è patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune, dalla presidenza del Consiglio regionale del Piemonte
e dal Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, e vede l’adesione di numerose associazioni impegnate nel
campo del volontariato e della solidarietà, di gruppi cattolici e della Chiesa valdese.
sicisti ed è diretta da Danilo
Mancini.
La più giovane delle quattro è la banda di Inverso Rinasca, fondata nel 1947 per
volontà di alcuni giovani per
assecondare il desiderio degli
inversini a conferire maggior
solennità alle celebrazioni
centenarie dell’emancipazione valdese. Oggi vi sono 40
musicisti, con un’età media
di poco superiore ai 20 anni
ed è diretta da Alessandro
Coucourde.
Tutte le bande svolgono
gratuitamente corsi di formazione musicale: «Bisogna ancora lavorare molto - spiega
Sergio Comba - non c’è abbastanza sensibilità alla musica fra la gente. Molti sono
quelli che iniziano, ma troppi
quelli che non terminano il
corso». Secondo Luciano
Micol «sarebbe interessante
avviare il progetto di un con
servatorio musicale in zona.
Oggi la formazione musicale
è molto lasciata alla tradizione familiare o alla sensibilità
di singole persone mentre in
altri paesi la formazione musicale occupa un posto importante nelle materie scolastiche».
Imparare a fare musica è
certo più difficile che limitarsi ad ascoltarla. Oggi alle
nuove generazioni viene proposto un consumo massiccio
del prodotto musicale, con
l’uso delle tecnologie più sofisticate, ma assai poco si fa
per educarle all’ascolto critico o alla capacità di produrre
musica.
Anche i repertori delle nostre bande sono cambiati
molto; non più solo le tradizionali marce magari un po’
stonate (così venivano descritte in molti film le classiche bande di paese), ma nuove aperture. «Proponiamo colonne sonore di film, trasposizione di pezzi classici, musica leggera, un po’ di jazz spiega Alessandro Coucourde
in questo modo riusciamo
ad avere maggiore dinamicità, più stimolo e crediamo
che il pubblico ci apprezzi
anche per questo».
E anche a Pomaretto vengono eseguiti brani «nuovi»,
dal repertorio gospel alla
musica popolare e addirittura
rock. Allora, come disse
Shakespeare, «ascoltate la
musica» ma, si potrebbe aggiungere, impariamo a farlo
bene!
Strumenti per gli albergatori
Una «Carta etica»
dell'ospitalità
CARMELINA MAURIZIO
Nelle nostre valli ricche di
risorse naturali, di testimonianze storico-religiose e
di un patrimonio linguistico e
culturale molto rilevante, il
turismo e l’ospitalità hanno
avuto e oggi più che mai dovrebbero avere un ruolo fondamentale: proprio per questo vogliamo proporre alcune
riflessioni sulla qualità della
ricezione turistica del nostro
territorio, alla luce di un documento appena diffuso dal
Touring Club italiano, la
«Carta etica dell’ospitalità in
Italia».
Si tratta di un’operazione
mesa a punto l’estate scorsa
con lo scopo non teorico di
sviluppare una cultura dell’ospitalità. In particolare sono 9 i punti messi in rilievo
dalla Carta: vi si legge tra 1’
altro che il cliente è il vero
patrimonio di alberghi e ristoranti, che l’albergatore e il
ristoratore sono degli operatori che vendono un servizio
globale e composito e che la
buona accoglienza e la professionalità autentica si esprimono conciliando le tecniche
più moderne con le antiche
tradizioni. Sono poi enunciate alcune formule che danno
rilevanza al rapporto di fiducia e cortesia che c’è tra operatore e utente, soprattutto
per quel che riguarda il prezzo e la qualità dei servizi e
troviamo anche l’invito a evitare la casualità, avvalendosi
di collaboratori capaci.
Sotto i 30 anni, senza prospettive
Fin qui una sintesi del documento; non sappiamo per
ora la diffusione che esso
avrà tra gli operatori turistici
e alberghieri della vai Pellice,
ci domandiamo però se al di
là di una carta che enuncia
dei principi la qualità del turismo valligiano possa o meno
tranquillamente vantare quelle che secondo la Carta etica
sono le caratteristiche di un
buon servizio. In linea generale la risposta può considerarsi affermativa.
Mentre la stagione estiva si
avvicina e già arrivano le
prenotazioni e le richieste per
le prossime vacanze, sarebbe
interessante valutare insieme
agli addetti ai lavori i limiti e
i pregi dell’ospitalità della
vai Pellice, cercare di capire
se ciò che è stato fatto sia
sufficiente o se in generale ci
siano altre risorse, altre possibilità per migliorare la qualità del servizio.
Di recente l’Unione nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli) ha firmato un accordo
con il Touring per attivare
nuove forme di collaborazione che consentiranno di svolgere attività divulgative, promozionali, associative per
conto del Club, ricavandone
benefici e arricchendosi di
nuove fonti di interesse. L’invito a tutte le Pro Loco, specialmente quelle dei centri
più piccoli, a diventare «Punto Touring» può essere un’ulteriore occasione per ampliare e migliorare la qualità del
turismo locale.
Qualunque lavoro
è accettabile?
PIERVALDO ROSTAN
L9 altro giorno incontro
quasi per caso un giovane delle Valli che non vedevo da diversi mesi; qualche
convenevole: dove sei stato?
Come va? E poi lui, tornato al
paese dopo una stagione invernale passata a fare il cameriere all’estero mi chiede;
e allora questo traforo, si
farà? Ci sono novità? Non mi
era mai capitato di parlare
con lui di queste cose e la sua
domanda mi ha portato ad alcune riflessioni. Perché un
giovane come lui chiede per
prima cosa notizia del possibile traforo del Colle della
Croce? Non è così scontato:
di solito sono proprio i giovani che hanno maggiori riserve
su tale progetto. Ed allora?
Allora ci si può trovare, a
25-30 anni, senza un lavoro,
lo si può cercare un po’
ovunque e magari lo si trova
ma dovendo emigrare e comunque non è mai un lavoro
sicuro e durevole. Dunque
ben venga un traforo che porti «movimento», gente, lavoro... Già; se si deve lasciare il
proprio paese, affrontare un
paese ed una lingua anche
ostica per lavorare è preferi
bile una soluzione locale. Poco importa se il lavoro potrebbe essere in un motel di
una grande compagnia internazionale o in un supermercato, andare all’estero è anche peggio. La questione è se
siamo o meno disposti ad
accettare qualunque lavoro, a
qualunque condizione, comunque subalterni a qualcuno o se vogliamo provare a
costruire qualcosa, ad assumerci delle responsabilità,
sempre che ne abbiamo le
possibilità e la capacità.
Quando qualche anno fa
venne fuori il progetto dell’ovovia in vai Pellice una
delle critiche era che nessun
imprenditore locale sarebbe
stato capace di gestire direttamente un’attività di grossa
dimensione e si sarebbe stati
dipendenti e condizionati da
scelte esterne. In qualche modo il dibattito in corso a Frali
sulle prospettive del turismo
e dell’economia locale ha le
stesse radici: esistono le persone in grado di gestire qualche nuova iniziativa economica di una certa rilevanza?
Elanno queste persone un
radicamento col territorio? È
un problema con cui fare i
conti subito.
Incontri di aggiornamento per agricoltori
Tutte le potenzialità
della castagna
Nel mese di aprile sono ripresi gli incontri di aggiornamento per agricoltori e per
chi si dedica a vario titolo alla coltivazione o all’alleva
mento, sia per gusto personale che per ricavarne un piccolo guadagno.
Alla ricerca delle coltivazioni perdute, il prof. Giancarlo Bounous si è soffermato
sulla produzione delle castagne, un tempo considerata
fondamentale nelle zone
montane o collinari come la
nostra ed ora in grave crisi.
Con una ricca serie di diapositive scattate in tutto il mondo, Bounous ha voluto dimostrare che la coltivazione razionale del castagno è in ripresa in molti paesi e che la
convenienza economica è indiscutibile. Ma è questa la
vecchia castagna delle zuppe
familiari? Evidentemente no;
trattato commercialmente il
rustico frutto diventa marmellata, farina per torte e focacce, biscotti, pasticceria come
i costosi marrons glacés. Non
è nemmeno trascurabile l’uso
della castagna come base per
mangimi destinati all’alimentazione animale.
Per chi volesse dedicarsi a
questa coltivazione, il professore ha proposto tutta una
serie di consigli; recuperare
le vecchie piante, se si può
eliminare la parte compromessa dal cancro del castagno, oppure acquistare specie
selezionate o ancora impiantare un vivaio personale, innestando in seguito il selvatico. Produrre castagne per
vendere richiede inoltre alcuni accorgimenti che dovrebbero avere uno sviluppo maggiore sul territorio: contributi,
soprattutto, per l’acquisto di
macchine per la raccolta, per
la commercializzazione e la
lavorazione del prodotto.
Quello che conta è rendere
disponibile tutto l’anno un cibo legato al solo autunno.
L’attuale scarsità di posti di
lavoro nell’industria, ha sostenuto Bounous, fa riprendere in considerazione la funzione ecologica dell’agricoltura che passa così dal settore
di produzione di beni di consumo a quello di servizio di
mantenimento del territorio.
Vent’anni fa riflessioni di
questo tipo parevano fantascientifiche; ora il degrado
della montagna è davanti a
tutti e anche quattro castagni
su un pendio o in fondo a un
prato possono assumere la loro importanza nell’equilibrio
della natura.
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14
PAG. IV
E Eco Delle Yalu "^ldesi
VENERDÌ 22 APRII F
A colloquio con il presidente Gallo
Pinerolo calcio
raggiunto il 3- posto
Il Pinerolo calcio sale sempre più in alto nella classifica
del campionato dilettanti ed è
ora terzo. Domenica scorsa al
Barbieri la Sanremese ha
messo in difficoltà la squadra
biancoblù per tutto il primo
tempo e soltanto a dieci minuti dal termine gli uomini di
Cavallo hanno ottenuto il gol
della vittoria grazie al centrocampista Fabbrini. La contemporanea sconfitta del Rapallo ha per altro proiettato i
pinerolesi al terzo posto il
che, dopo la retrocessione
scampata solo nel finale
dell’anno scorso e il forte ringiovanimento della formazione è senz’altro da considerarsi come un segnale positivo.
È dunque un’annata buona
per lo sport a Pinerolo eppure
sul futuro della squadra di
calcio vi sono nubi abbastanza nere. Il presidente Chiaffredo Gallo ha lanciato recentemente un appello ai tifosi,
agli imprenditori, alla città: se
■non si troveranno dei finanziamenti il futuro di questa
squadra è quanto mai incerto.
«Abbiamo fatto un’assemblea
Nelle
Chiese
Valdesi
ANGROGNA — Domenica 1° maggio, con inizio
alle 9,30 avrà luogo, nella
sala unionista, la terza assemblea di chiesa dell’anno; all’ordine del giorno:
lettura e discussione relazione morale ’93-94; lettura e discussione relazioni
dei comitati delle strutture
ricettive; presentazione dei
lavori da eseguire entro
l’anno in corso.
VILLAR PELLICE —
Domenica 1° maggio, alle
10,15, durante il culto, si
svolgerà un’assemblea di
chiesa per la lettura della
relazione morale e finanziaria del Concistoro e la
nomina dei deputati alla
Conferenza distrettuale e al
Sinodo. Tutti i membri
elettori sono invitati a partecipare.
SAN SECONDO —
Domenica 1° maggio alle
10 è convocata l’assemblea
di chiesa per l’elezione dei
deputati alla Conferenza
distrettuale a al Sinodo, di
un cassiere ed eventuali an
ziani.
MASSELLO — Domenica 1° maggio, alle ore 11,
si tiene l’assemblea di
chiesa per la relazione finanziaria e la nomina dei
deputati al Sinodo e alla
Conferenza distrettuale.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 1“
maggio, con inizio alle ore
15, presso i locali della
chiesa di Perrero, si terrà il
bazar.
• Domenica 15 maggio,
alle ore 10, culto unico a
Perrero per l’assemblea di
chiesa; all’ordine del giorno la relazione morale del
Concistoro e le nomine al
Sinodo e alla Conferenza.
RADIO
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EVANGELICA
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la scorsa settimana - dice
Gallo - e ci siamo ritrovati
con oltre cento partecipanti,
soci e tifosi; purtroppo manca
la città e soprattutto gli sponsor. Fra le varie squadre,
compresa una femminile che
ha disputato brillantemente il
campionato di serie C, dobbiamo spendere all’anno almeno 600 milioni, in parte
coperti dalla pubblicità, dal
Comune e da piccole nostre
iniziative ma in gran parte i
costi ricadono sulla dirigenza». E il pubblico? «Malgrado i buoni risultati devo dire
che non riusciamo ad andare
al di là dei soliti fedelissimi il
che vuol dire un incasso annuale di 80 milioni circa».
Così il Pinerolo continua
nella sua ricerca di sponsor,
di aiuti concreti per poter
mantenere la squadra a un
certo livello o addirittura farla salire di graduatoria; altrimenti dovranno essere ceduti
i giocatori migliori e ridimensionata l’attività. Domenica
intanto quindicesima di ritorno con i biancoblù in trasferta
a Valenza.
IT
PALLAVOLO — Ancora tre successi per le formazioni pinerolesi
impegnate nei campionati di B1 e Cl.
Le ragazze continuano la loro marcia di avvicinamento alla serie A2
battendo per 3 a 1 un ostico Cantò ed hanno alle loro spalle ormai solo
il Castellanza che le segue a due punti. Sabato prossimo le pinerolesi
affronteranno in trasferta il Rapallo, mentre le rivali saranno in trasferta a Pistoia, in un turno che si preannuncia moto equilibrato.
La squadra maschile ha vinto per 3 a 0 a La Spezia con una formazione che ha saputo fin qui ottenere solo due punti.
Ancora un successo anche per l’Antares in Cl che ha vinto per 3 a 0
a Piossasco e si conferma al secondo posto in classifica.
Nel torneo memorial Ferrazza under 16 il S. Secondo ha battuto per
3 a 0 il Piossasco, il La Torre ha superato per 3 a 0 il Riccio Bricherasio e il 3S Nova Siria ha battuto il La Torre per 3 a 0; attualmente questa è la classifica: San Secondo e 3S 6, Piossasco 4, Vigone e La Torre
2, Barge e Bricherasio 0.
Nel campionato provinciale 1“ divisione femminile il 3S Luserna è
stato battuto in casa per 3 a 0 ad opera dell’Agos Torino.
TRIAL — Si svolgerà domenica 24 aprile al parco Flissia di Villar
Pellice, a partire dalle ore 11, la seconda prova del campionato italiano di trial organizzata dal motoclub di Orbassano e dalla Pro Loco di
Villar. Sono ammesse a partecipare le categorie amatori, esperti, agonisti, veterani, moto d’epoca, e minitrial.
PALLAMANO — Grande prestazione del 3S Graphicart nel campionato di serie D maschile con la forte Alessandria, prima in classifica. I lusernesi si sono aggiudicati una netta vittoria per 31 a 18, ottenuta dopo un primo tempo molto equilibrato con i locali comunque
sempre avanti. La prima sconfitta dell’Alessandria è stata propiziata
dal massimo impegno di tutti i giocatori che cominciano ad assimilare
gli insegnamenti del tecnico Polissero. Con questa partita si è conclusa
la prima fase del campionato: il prossimo appuntamento vedrà impegnati, il 23 aprile, il 3S, il Città giardino ed il Rivoli a Torino per contendersi l’accesso ai play off.
La squadra femminile intanto, concluso il campionato, è nella fase
preparatoria in vista della Coppa Piemonte che si disputerà il 15 maggio a Valdengo.
GINNASTICA ARTISTICA — Si è disputata a Biella la fase regionale del campionato settore propaganda di ginnastica artistica. La
giovane atleta del 3S Luserna Valeria Gontero ha conquistato il 1° posto della gara di trampolino con 9,5 punti, mentre nella gara alla trave
la compagna di squadra Elena Issoglio si è piazzata al 3° posto con 8,9
punti. Nella classifica di società il Luserna è giunto ottavo grazie anche alle prestazioni di Elisa Mago e Simona Zadro.
!TA
Quel «ma»
è di troppo
Leggendo quanto scrive
Piervaldo Rostan a commento
del voto alle Valli si potrebbe
pensare che il successo del
centro-destra sia dovuto al
modo di essere o non essere
valdesi.
Le ultime righe del testo
(«Di cosa parliamo nelle nostre riunioni e nelle nostre visite? A chi parliamo dai nostri pulpiti?») chiedono una
risposta e la mia è semplice:
parliamo di Dio e di amore;
dai nostri pulpiti si predica la
fede. La fede non è né in Berlusconi né in Occhetto o chi
per essi. Forse Rostan dimentica che siamo italiani. Abbiamo libertà di pensiero e abbiamo avuto ampia possibilità
di sostenere i nostri rappresentanti doc! Quel «ma» cbe
si intromette sempre quando
si è sconfitti è troppo comodo.
Che cosa siamo politicamente? Forse un insieme di
sinistre anche un po’ maldestre. I nostri Comuni si battono da anni a sinistra, con successi e fallimenti, però funzionano. Sono mancate alcune cose che possono aver influito negativamente sul voto
a sinistra come le strutture
sportive per i giovani.
Si parla molto e pare non si
sappia più che altro fare. Personalmente mi sento a volte
insufficiente e anche negativo, ma avendo avuto la possibilità di vedere il mondo fuori
dai nostri quieti luoghi, mi
chiedo se i giovani non siano
nel giusto esercitando il loro
diritto di cercare aiuto in altre
culture pur di non finire drogati.
Quale poteva essere l’alternativa al rampantismo più becero? Forse si sperava che
fosse il seguire le minoranze
politiche dello 0,001% anche
nate in valle?
Molto presto si riparlerà di
elezioni. Se ci ricorderemo
che il mondo non fini.sce al
Pra o a Guardia Piemontese e
se ci libereremo dal perbenismo conservatore dando giu
sto spazio a tutti, non penso
che la geografia politica delle
Valli ne uscirà sconvolta.
Quel che è stato costruito
va potenziato e qualificato;
molto altro resta da fare e
presto. Agendo in nome della
libertà e uniti saremo ancora
un popolo pronto a dare il
meglio di sé. Divisi non saremo neppure guelfi o ghibellini, ma .soltanto una babele cacofonica di slogan, che va da
destra a sinistra e viceversa.
Guido Rivoire
Torre Pellice
Agli elettori
Desideriamo ringraziare
molto vivamente tutte le elettrici e gli elettori che hanno
voluto esprimerci la loro fiducia e così hanno dimostrato
di condividere quei valori in
cui abbiamo creduto e continuiamo a credere con sempre
maggiore convinzione.
Le varie forze politiche che
compongono il polo progressista hanno infatti collaborato alla stesura del programma e ci hanno accompagnati nel corso della campagna elettorale: ora il polo progressista continua a lavorare
in vista del rinnovamento
morale e civile della nostra
società, e soprattutto per riaffermare la fiducia nei valori
della Resistenza, nella democrazia, nella giustizia, nella
solidarietà e nella centralità
della persona umana.
Perciò ringraziamo vivamente chi ha dimostrato fiducia e speranza in un mondo
più giusto, dando il voto ai
progressisti: il risultato è stato la maggioranza assoluta in
alcuni Comuni, la maggioranza relativa in altri, una minoranza combattiva e impegnata in tutti gli altri.
Sì, elettori ed elettrici, siamo in tanti a non pen.sarla come Berlusconi, Bossi e Fini:
perciò organizziamoci, impegniamoci per preparare proposte e programmi per il futuro e anche per difenderci dalle iniziative antidemocratiche
che la destra sta meditando.
Siamo certi che milioni di ita
liani sono pronti come noi a
resistere alìe forze conservatrici.
In questa fiducia vi salutiamo con molta cordialità
Franca Co'isson
Giorgio Bouchard
Val Pellice
Farmaci
a domicilio
Gli assistiti impossibilitati a
camminare potranno ricevere
quanto prima i farmaci a casa, in vai Pellice, grazie alla
collaborazione di Ussl 43 e
farmacisti convenzionati. È
questo quanto è emerso da
una riunione che ha visto la
partecipazione dei responsabili dell’Ussl 43, del presidente dell’Unione regionale
dei titolari di farmacia e di
tutti i farmacisti convenzionati attualmente con l’Ussl. Valutate le potenzialità di ruolo
delle farmacie e le linee di
sviluppo per nuovi servizi
presentate dalla Federfarma
nei confronti della pubblica
amministrazione e del cittadino è stato evidenziato come
spesso pazienti soli, non
deambulanti, abbiano necessità di terapie farmacologiche
la cui realizzazione è problematica proprio per l’approvvigionamento.
Anche da parte dei medici è
stato sottolineato questo problema con l'aggiunta delle
persone dimesse dall’ospedale spesso bisognosi di pro■seguire una cura farmaceutica
a domicilio. Co.sì è stata approvata la proposta avanzata
dalle farmacie di attivare un
servizio di consegna domiciliare dei farmaci prescritti dal
medico curante su ricetta trasmessa dal medico stesso direttamente alla farmacia. 11
servizio verrà effettuato in
forma non onerosa e dovrà
ora essere legittimato dall’assessorato regionale alla Sanità e successivamente regolato da apposita convenzione.
21 aprile, giovedì — TORINO: Alle 17,30, presso la
Mole Antonelliana, viene
inaugurata la mostra Architettura & natura: cose e luoghi per abitare il pianeta. Si
tratta della prima mostra internazionale sulle esperienze
che stanno dando impulso
all’ecologia nell’architettura e
nel design in rapporto al rispetto dell’ambiente e della
salute. La mostra resterà aperta dal martedì alla domeniea
fino al 3 luglio.
22 aprile, venerdì — SALUZZO: Alle 18, nella sala
Verdi della Scuola di alto
perfezionamento musicale in
via dell’Annunziata 1, si
svolgerà un incontro col giornalista Rai Gianfranco Bianco, autore del libro Soldati
blu sulla missione di pace
degli alpini in Mozambico.
23 aprile, sabato — TORRE PELLICE: Dalle 15,
nella sala dell’Esercito della
Salvezza in via Cavour, si
svolgerà il tradizionale bazar
con servizio buffet.
23 aprile, sabato — SAN
GERMANO: Alle 21,15, per
il Cantavalli, nel tempio valdese, si svolgerà una serata
musicale con la Famiglia
Buggeri e i Campaninari della vai Seriana che presenteranno alcuni aspetti tradizionali del repertorio espressivo
delle vallate bergamasche.
26 aprile, martedì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
nel cinema Trento, l’Associazione pace vai Pellice propone un incontro sul tema «Pace e solidarietà», educazione
ai rapporti per una società
nonviolenta; intervengono il
vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi, Emanuele Rebuffini
della scuola di pace «E. Balducci» di Torino, Giuseppe
Reburdo, del coordinamento
regionale dell’Associazione
per la pace.
28 aprile, giovedì — PINEROLO: Nell’ambito del
corso di formazione al volontariato ospedaliero proposto
dall’Avass, alle 20,30, al
Centro sociale di via Lequio,
don Rivoiro parlerà sul tema
Il problema del senso e delia relazione di fronte alla
malattia e alla morte.
29 aprile, venerdì —
TORRE PELLICE: L assemblea generale dei soci
della Cooperativa operaia di
consumo di Torre Pellice è
convocata per le ore 21; in
esame le relazioni del consiglio di amministrazione e del
collegio sindacale e il bilancio del 1993.
Giovedì 21 aprile —
TORRE PELLICE: Alle
21,15, nella sala polivalente Trento, Tamgram teatro
presenta II caso di Alessandro e Maria di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con
Bruno Maria Ferraro e Claudia Penoni.
Martedì 26 aprile — PINEROLO: Alle 21, nell’auditorium del Liceo scientifico, il gruppo L’opera gaia
propone lo spettacolo in due
tempi e quattro quadri di Lionello Gennero Come quando
fuori piove.
Per la pubblicità
su L’Eco delle valli valdesi:
Servizi Editoriaiis.a.s.
tei. 0121-32.36.38
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Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva.
notturna, prefestiva, festiva.-*Ili
Ss’iÌÌ 1111'
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 24 APRILA
Perosa Argentina: Farmacia
Bagliani - Piazza Marconi
tei. 81261
LUNEDÌ 25 aprile
Pinasca: Farmacia Bertorello
- Via Nazionale 22 toi
800707
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde, Porte : tei. 201454
USSL 43 - VALPELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 APRILE
Torre Pellice: Farmacia internazionale - Via Arnaud 8, tel
91374
LUNEDÌ 25 APRILE
Bricherasio: Farmacia Ferraris - via Viti. Emanuele 83/4,
tei. 59774
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei
598790
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Cinema
le deliaco
la Lega 1
cattolice:
Vaticano
messa in
TORRE PELLICE-11
cinema Trento propone, venerdì 22, ore 21,15, Un’anl
ma divisa in due; sabato, ore
20 e 22,10, domenica, ore 16,
18, 20, 22,10, Beethoven 2;
lunedì, ore 16,18, 20, 22,10e
mercoledì 27, ore 21,1S, Demolition man.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma:
venerdì, Benny e Jonn; sabato Amore con interessi, do
menica, ore 14,30, 16,45,15
e 21,15, Nel nome del padre,
lunedì, ore 15,15, 17,15,
19.15, 21,15, martedì, giovedì Il silenzio dei prosciutti; feriali ore 21,15.
PINEROLO — La multi
sala Italia ha in programma,
fino al 27 aprile, nella sala
«2cento», Schindler’s List
(La lista di Schindler); feriali
spettacolo unico alle 21,15.
festivi ore 14,30, 17,50.
21.15. Non è ammesso l’ingresso a spettacolo iniziateLa sala «5cento» propone, fino a mercoledì 27, Ph'*®'
delphia; sabato 20 , 22,30.
domenica 15, 17,30,20.
22,20; feriali 20, 22,20.
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non può essere venduto separatarn^
non può essere vbi iuu««/
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 1^5
Resp. Franco
stampa: La Ghisleriana MonUovi
Una copia L. 1 -300
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15
I caprile 1994
Attualità
PAG. 7 RIFORMA
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iiinoranze religiose
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’ e le altre non lo soie altre hanno una magirello Ire 0 dignità per
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■); feriali
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17,50,
sso l’Ù'
iniziato.
«Come cattolico non posso
fn affidare la mia opera in
Usto Parlamento e, nella
Lghiera, la vita del paese alUolontàdlDio.acui apparÈigono i destini di tutti gli
y e la storia».
Sono tre citazioni del penserò del neopresidente della
Camera dei deputati, on. Irene Pivetti. 31 anni, cattolica,
con la croce vandeana al collo, Irene Pivetti è stata, fino
alia sua elezione alla terza canea dello stato, la responsabile della consulta cattolica della Lega Nord. Professa un
cattolicesimo pre Concilio
Vaticano II che sovente l’ha
messa in contrasto con la gerarchia cattolica, col cardinale
Martini ad esempio.
Le sue prese di posizione
sugh ebrei, («sono responsabili di deicidio»), hanno fatto
sì che il gmppo «Martin Buber-ebrei per la pace» e un
gruppetto (Ü protestanti romani avesse organizzato un
«presidio» davanti a Montecitorio per chiedere al Parlamento di eleggere un altro
presidente. Un gruppo di deputati tra cui Manconi, Guerzoni, Bassanini e Spini hanno
chiesto alla candidata alla
presidenza della Camera «un
impegno solenne e inequivoco sulla condanna di ogni forma di antisemitismo e di intolleranza religioso-razziale»,
ma non ottengono nessuna risposta, solo la dichiarazione
«la Pivetti, appena eletta,
««sarò super partes».
Anche all’interno della Lelacè stato almeno un dis
«rniente sulla scelta della PiP ' come presidente della
Nel corso della riu00 congiunta dei gruppi
JJnientari della Lega
aiti ’ prima del voto
a presidenza della Came”9 LUCIO Malan, deputato le
I Chiesa
a Passael diplourgenteattorinft
Rivol;
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.DESI
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forma
vostri acquisti,
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^PeriotJici evangeiici
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cultura religiosa
^Cavour, 32;
^•*>S/3225493
ghista valdese eletto nel collegio di Pinerolo, aveva manifestato perplessità sulla
candidatura a causa delle dichiarazioni a suo tempo rilasciate riguardo alla libertà di
professare tutte le fedi religiose. Malan aveva chiesto
all’on. Pivetti di confermare
la sua adesione allo spirito e
alla lettera dell’articolo 18
della Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e agli articoli 3 e 8
della Costituzione italiana,
che tutelano tale libertà. Irene
Pivetti ha risposto positivamente riguardo a tali principi
affermando di non aver mai
negato che ci debba essere libertà di praticare e diffondere
ogni fede religiosa ma che,
personalmente e come credente, non può mettere tutte
le dottrine sullo stesso piano:
ciò comunque non ha nulla a
che fare con le sue scelte e
decisioni pubbliche. Pivetti
aveva inoltre ricordato di non
aver nulla contro la ratifica
delle Intese con l’Unione delle chiese battiste, di cui si dovrà occupare presto questa legislatura.
In una successiva dichiarazione rilasciata all’agenzia
Nev, Malan si è dichiarato
«soddisfatto di queste affermazioni» e ha auspicato che
«future prese di posizione
dell’onorevole Pivetti in materia siano formulate in modo
da non creare equivoci». Dopo l’elezione un drappello di
leghisti, guidato dal portabandiera sen. Speroni, si poi
scontrato con il «presidio»
degli ebrei e protestanti romani. Dallo scontro una persona anziana è uscita piuttosto malconcia tanto da dover
essere trasportata al pronto
soccorso in ambulanza.
Ha assisto alla scena un
piccolo gruppo di deputati
verdi che usciva da Montecittorio. L’onorevole Gianni
Mattioli ha così commentato
l’episodio: «Cominciamo bene. La Lega annuncia il suo
rispetto per le minoranze».
Convegno di Magistratura democratica a Torino: «Mafia e dintorni»
È finito il momento magico della lotta
alla mafia e alla criminalità organizzata?
FEDERICA TOURN
Un convegno per riparlare
della lotta alla mafia, dei
suoi risultati, dell’accresciuta
adesione della società civile
al lavoro dei magistrati, insomma di quella che sembrava una nuova volontà di fare
fronte comune all’istituzione
Cosa Nostra. Questo lo spirito che aveva animato l’idea
del convegno, quattro mesi
fa. È stato invece un incontro
più amaro, quello del 9 aprile,
organizzato a Palazzo Lascaris da Magistratura democratica sul tema «Mafie e dintorni: dai diritti negati alla società civile».
All’ordine del giorno, infatti, c’è la minaccia di una possibile riforma della Costituzione nei suoi principi fondamentali, la clamorosa sconfitta della Rete in Sicilia alle ultime elezioni (e soprattutto di
alcune figure emblematiche
dell’antimafia, come Fava e
Caponnetto), la pubblicazione
su un giornale di destra, 1’
«Italia settimanale», di una lista di persone da «epurare»
nella cosiddetta seconda Repubblica, tra cui Violante,
Caselli, Ayala, ma anche, in
altro ambito ma pur sempre
«di sinistra», il regista Ronconi, per esempio, o i bersagliati dell’ultima ora. Michele
Santoro e Lilli Gruber.
Un clima tutt’altro che
confortante e che ha finito per
essere il filo conduttore degli
interventi della giornata perché, come sono stati tutti concordi nel ribadire, non si può
affrontare la lotta alla mafia
soltanto con la repressione penale, pure indispensabile: è
necessaria una sinergia di tutte le forze sociali per annullare le condizioni che hanno reso possibile la crescita del fenomeno mafioso, in Sicilia e
altrove. «È finito il momento
magico della lotta alla mafia»,
ha avvertito Nicola Tranfaglia, docente di storia contemporanea all’Università di To
La mafia potrebbe essere il mandante degli attentati romani
rino, attaccando «l’indifferenza culturale dell’Italia intera
nei confronti del problema
della mafia» che si rispecchia,
per esempio, nella scarsa preparazione della scuola sulla
storia delle istituzioni e alimenta la mancanza di una tradizione democratica in Italia.
L’indifferenza unita a
un’ignoranza diffusa portano
anche a questo facile straparlare di riforma della Costituzione. «In certe riscritture in
senso federalistico della Costituzione - ha puntualizzato
Mario Dogliani, docente di
diritto costituzionale all’Università di Torino - c’è l’obiettivo di negare l’uguaglianza dei cittadini nella
fruizione di alcuni diritti. Se
la mafia usa i suoi diritti di libertà per assicurare ai suoi
mandatari il potere nelle istituzioni, e lo fa usando la violenza - ha detto ancora Dogliani - lede i diritti di partecipazione politica del cittadino. Non si può ammettere
di essere in minoranza se la
maggioranza lavora con i soldi della mafia».
Mafia come potere politico,
quindi. E, si sa, mafia come
esercito, organizzazione militare basata sull’arruolamento
e sulla gerarchia, che non disdegna di fatto la pena di
morte per chi viola le regole
interne. «È un sistema di potere e di vita ben noto in Sicilia - ha ricordato il giornalista
Enrico Deaglio, autore di
«Raccolto rosso», un libro
sulla sua esperienza di osservatore della realtà siciliana tanto che nei paesi, al contrario di quello che si può forse pensare, non esiste nessuna
forma di omertà, ma una trasparenza disarmante; tutti
sanno chi è il boss, chi il mediatore, o l’ufficiale corrotto».
Ma anche mafia come impresa, che entra nel mercato, produce lavoro e ricchezza: pare
che l’incasso annuo della mafia oscilli dai 70 ai 200.000
miliardi; per adesso, il sequestro di parte dei beni individuati dei mafiosi a Palermo
ha recuperato 9.000 miliardi.
«La mafia ha la capacità di
tenere insieme affari legali e
illegali» ha detto Luciano
Violante, deputato del Pds ed
ex presidente della commissione antimafia. Cosa Nostra si sviluppa anche tramite
soggetti che non lavorano a
tempo pieno per l’associazione (imprenditori, notai, avvocati) ma agevolano il passaggio dall’illegale al legale.
Mafia come azienda, anche,
che continua a funzionare anche quando il boss è in prigione, così come un’azienda continua la sua attività anche in
assenza del titolare. «Per questo è importante colpire l’organizzazione mafiosa in quanto tale e non soltanto i singoli
colpevoli - ha spiegato Violante - anche per quanto riguarda il riciclaggio del denaro». Su questa strada, un pas
so importante è stato fatto dalla convenzione di Strasburgo
che stabilisce l’impossibilità
di opporre il segreto bancario
sui conti supposti «sporchi».
Al convegno, fra gli altri,
sono intervenuti Augusto
Graziani, docente di economia politica all’Università di
Roma, che ha sottolineato
l’importanza della ripresa degli investimenti produttivi nel
Mezzogiorno; Paolo Mancuso, sostituto procuratore presso la direzione distrettuale
antimafia di Napoli, Marta
Cimino, del «comitato dei
lenzuoli» di Palermo, Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica di Palermo.
Don Cosimo Scordato, parroco dell’Albergheria, uno dei
quartieri popolari di Palermo,
ha portato alcuni esempi della
situazione sociale in Sicilia: il
70-75% dei giovani è disoccupato, la situazione abitativa
è drammatica, mentre il degrado culturale è così elevato
che circa il 42% dei ragazzi
non arriva alla terza media e
r 80-90% dei carcerati è analfabeta, a riprova di un legame
fra la mancanza di educazione scolastica e la piccola o
grande criminalità. Una risposta, a Palermo, viene data
dal proliferare di organizzazioni di volontariato, che non
offrono servizi paralleli a
quelli dello stato, ma al contrario promuovono nel territorio l’istituzione pubblica, come luogo dove si realizza il
bene comune.
Le risposte alla mafia, «non
tanto piovra, quanto idra dalle
molte teste», devono venire
dunque da tutti i settori della
società, e in tutta Italia per
evitare, tra l’altro, i rimpianti
e i mea culpa dell’antimafia
dei funerali, così sospetta ai
magistrati in prima fila. Come ha concluso Violante, è
necessario che tutti si impegnino in questo momento difficile e che anche gli intellettuali, pur bistrattati, facciano
la loro parte.
Secondo ['«osservatorio permanente sul fenomeno droga» in Italia diminuiscono le morti
L'obiettivo europeo è depenalizzare l'uso di stupefacenti
ROBERTO PEYROT
I giornali hanno recentemente reso noti i dati dell’«Osservatorio permanente sul fenomeno droga» istituito presso il ministero dell’Interno.
Apparentemente i risultati sono positivi: di fronte ai 1.257
decessi per droga del 1992, le
morti nel 1993 sono 875, il
28% in meno. Inoltre, sempre
nell’anno scorso, le forze di
polizia hanno compiuto dei
sequestri record di stupefacenti, con un aumento del
113%. Le persone rinviate a
giudizio per spaccio di droga
sono scese dalle 38.351 del
1992 alle 32.982 del 1993.
Questo anche per effetto del
referendum sulla «dose minima giornaliera» che ha lasciato al giudice la discrezionalità
sulla distinzione fra consumo
e spaccio. Per contro, se sono
in calo le persone che fanno
uso di eroina, si registra un
aumento di quelle che usano
stupefacenti in genere, quali
ecstasy, Lsd, psicofarmaci vari o «cocktail» di varie sostanze che stanno radicando la cosiddetta cultura dello sballo.
Parallelamente a questi dati
è uscito il Rapporto annuale
dell’agenzia dell’Onu sul
traffico e controllo degli stupefacenti, che in tono pessimistico afferma che «l’estensione della produzione, del
traffico e del consumo di droghe non potrà essere contenuta con le politiche sin qui seguite, e i cui effetti negativi
sulla salute e sulla ricchezza
pubbliche appaiono vieppiù
evidenti». Con tale dichiarazione si apre un circostanziato servizio su «Le monde diplomatique» di aprile, concernente questo grave fenomeno sociale. È ormai da oltre trent’anni che la lotta alla
droga (che conta su notevoli
mezzi repressivi) si è sernpre
più potenziata anche mediante convenzioni intemazionali,
leggi nazionali e regionali,
con forze armate, con dogane
rafforzate, con app^ati giudiziari e penitenziari ampliati,
con nuove equipe mediche e
servizi sanitari. Malgrado tutti questi sforzi lo sviluppo
della droga, sia come produzione sia come traffico sia come consumo, si è andato
sempre accrescendo.
Le coltivazioni, afferma il
rapporto, unitamente alla fabbricazione e ai circuiti di
transito delle principali droghe (cannabis, eroina, cocaina) si sono estese a livello
geografico e coprono ormai
quasi tutto il nostro pianeta.
Per esempio la cannabis, o
canapa indiana (dalla quale si
ricavano droghe leggere come hashish e marijuana) è
coltivata dappertutto: nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti è
diventata, come valore economico, una delle prime produzioni agricole. La coltivazione della coca si è estesa in
oltre quindici paesi dell’America Latina, contro i tre o quadro di dieci anni fa.
Anche la produzione e il
traffico di oppio e di morfina
base si sono ormai estesi
all’Asia centrale, alla Cina,
all’Europa dell’Est, alla Russia e perfino aU’Africa. Come
è noto, poi, tutte queste produzioni e relativi traffici sono
controllati dalle mafie sempre
meglio organizzate e dotate
di ogni mezzo di intervento a
tutti i livelli, economici, finanziari e politici, fino alla
costituzione di veri e propri
«narco-stati». La grande categoria delle «vittime della droga», oltre ai morti per overdose, per Aids ecc. si va così
estendendo a tutti coloro che
operano attorno ad essa, dagli
attentati ai vari «cartelli», dai
regolamenti di conti fra le
gang agli scontri armati.
Vi è poi l’aspetto economico: i narcodollari, e cioè gli
enormi profitti derivanti dal
traffico, «puliti» dai collegamenti bancari internazionali
prima di essere riciclati, sono
diventati uno dei principali
regolatori dell’economia
mondiale in cui, per fare un
esempio, il traffico di armi ha
un aspetto non secondario. Si
pensi ai gruppi terroristici, alle varie azioni di rivolta, ai
conflitti regionali sempre più
estesi. Di fronte a un simile
stato di cose vi sono state nello scorso febbraio le prese di
posizione della Conferenza
paneuropea sulla lotta agli
stupefacenti, riunitasi a Strasburgo, comprendente ben 40
paesi, nonché le dichiarazioni
del presidente statunitense
Clinton. L’obiettivo è quello
di ridurre la domanda dei
paesi consumatori potenziando ulteriormente le misure di
prevenzione e orientandosi
verso la depenalizzazione
dell’uso di droghe.
In realtà, come nota il già
citato servizio giornalistico, il
dibattito sulla legalizzazione
delle droghe è più che mai
all’ordine del giorno. I suoi
fautori si trovano non solo fra
gli economisti ultraliberisti o
gli animatori di leghe antiproibizioniste, ma anche fra
alte autorità mediche, di polizia e intellettuali. Il Premio
Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez si è
schierato per una legalizzazione che, per essere efficace,
dovrebbe avvenire a livello
mondiale.
Il problema è certamente di
una estrema complessità
stanti i prò e i contro insiti
nelle due soluzioni, ed è meritevole di approfonditi dibattiti. Da parte nostra, a livello
individuale, di famiglie e di
chiese, non possiamo che
cercare di mobilitarci con impegno. Se il recupero dei tossicodipendenti esige un percorso quanto mai lungo e faticoso, senza preconcetti e atti discriminatori, altrettanta
fatica e perseveranza debbono essere impiegate per prevenire il più possibile questo
male che incide in un modo
così sensibile e drammatico
nella società.
16
PAG. 8 RIFORMA
■ÄPWiÜiSI
VENERDÌ 22 APRiif,
Guardia Piemontese: la Porta del Sangue e il centro «Pascale»
L'ultimo libro del teologo Hans Kiing
Come crede l'uomo
del nostro tempo?
MAURIZIO ABBA
In questo suo ultimo saggio' il teologo svizzero si
cimenta in una presentazioneattualizzazione divulgativa
del Symbolum apostolorum.
Il ritmo del libro è cadenzato
in sei capitoli in cui sono vagliati i relativi 12 articoli della professione di fede del
Simbolo apostolico.
«Solo verso il 400 compaiono il nome Symbolum
apostolorum e l’affermazione
dell’origine apostolica. Solo
nel V secolo essa compare in
forma piena, e solo nel secolo X viene introdotta a Roma
dall’imperatore Ottone il
Grande come simbolo battesimale al posto del Simbolo
niceno-costantinopolitano.
Nella chiesa cattolica come
nelle chiese della Riforma
però essa è stata mantenuta
fino a oggi come semplice
sintesi narrativa della fede
cristiana sulla base della
predicazione apostolica. Ha
perciò anche un’importante
funzione ecumenica. Tuttavia
si impone per ogni uomo del
nostro tempo la domanda:
“Si può credere in tutto questo?’’» (p. 15).
Quest’ultima domanda percorre tutta la trama espositiva; Kiing non evita le domande scomode e difficili, invita
il lettore a ripercorrere il Simbolo apostolico come un primo approccio alla fede e invita chi già vive questo dono di
Dio a nutrirlo di una consapevolezza matura e sincera e di
onestà intellettuale. Una fede
che si misura con le problematiche contemporanee, che
affronta il disagio del vivere
in un cristianesimo che spesso è solo «cristianità» di facciata e anagrafica.
Il Kiing «teologo cattolico
ecumenico» confronta su
ogni punto le posizioni del
cristianesimo occidentale e
orientale, sorvolando peraltro
quelle della Riforma. Entra in
costante rapporto con le altre
religioni, le fedi viventi, e individua in Buddha un termine
di confronto serrato per il cristianesimo stesso.
La domanda centrale è
però: come si può credere,
nell’età tecnologica e scientifica, a un Dio creatore? Come
credere, nell’età delle scienze
biologiche, alla nascita virginale? Che cosa significa: Dio
ha un figlio? Che significa
Spirito Santo? Come possono
essere compatibili Dio e il
male sul pianeta? Personalmente ritengo che un credo
spiegato per i bambini sarebbe un ottimo esercizio teologico. «Papà, spiegami a che
.serve la storia»', così esordiva
l’introduzione al saggio Apologia della storia o mestiere
di storico di Marc Bloch (Einaudi), e così molte domande
rimaste senza risposta continuano ad accompagnarci, anche se il Melantone giovane
nei Loci communes scriveva:
«Noi veneriamo i misteri della divinità. E questo è più
giusto che esplorarli».
Kiing è consapevole che
occorra un confronto sereno
con l’ebraismo, ed è positivo
che utilizzi finalmente il termine «primo giudaismo» invece dell’errato «tardo giudaismo» (come aveva fatto
ancora nel recente volume
dedicato proprio all’ebraismo
e pubblicato da Rizzoli). Altri
passaggi lasciano perplessi,
come quello in cui si dice
«nel movimento farisaico le
donne non svolgevano alcun
ruolo» (p. 78). Esso sarebbe
almeno da problematizzare
(al riguardo si veda il paragrafo dedicato da Jacob Neusner a «Le donne e il farisaismo» in II giudaismo nei primi secoli del cristianesimo,
Morcelliana, pp 93-96).
Kung affronta anche la
questione delle colpe dei tedeschi nei confronti degli
ebrei e auspica certo una riconciliazione: per questo occorre lottare, ma io direi che
riconciliare non significa dimenticare. Occorre prendere
le parole di Vladimir Jankélévitch come monito riguardo «all’agonia dei deportati senza sepoltura e dei
bambini che non sono tornati. Perché questa agonia durerà fino alla fine del mondo» (in Perdonare?, ed.
Giuntina, p. 50).
Condivisibile o meno,
Kiing cerca sempre di far fare
dei passi in avanti nel dialogo
soprattutto tra Chiesa cattolica e chiese della riforma: egli
vorrebbe una chiesa che sia
nel contempo «cattolica», ossia chiesa intera, universale, e
anche evangelica, cioè indirizzata «allo stesso Vangelo
di Cristo. Ciò non esclude la
tradizione ma la subordina
totalmente e nettamente al
Vangelo, che per tutte le autorità della chiesa resta l’autorità normatrice (norma normans)» (p. 137). Cattolico
sarà quindi colui che ha a
cuore le sorti di tutta la chiesa, nella sua interezza, nella
continuità del tempo e dello
spazio comunitario di fede. Il
traguardo terreno proiettato
verso il Regno resta e in parte
è già realtà vissuta da molte
donne e uomini: una «cattolicità evangelica», o se si preferisce una «evangelicità cattolica». Così come Liberazione
e solidarietà di Helmuth GolIwitzer (Claudiana), questo libro di Kiing si lascia leggere
con profitto e ridà il gusto di
assaporare la teologia.
(*) Hans Kung: Credo. La
fede, la chiesa e l’uomo contemporaneo. Milano, Rizzoli,
1994, pp 195, £26.000.
Fede e religiosità in una comunità che conobbe nel '500 la predicazione valdese
La tradizione orale di Guardia Piemontese
permette di scoprire le tracce della Rifornì
Inteivii
«Se
Sul numero scorso abbiamo pubblicato due articoli di Giovanni Gönnet e di Claudio Dina che da punti di vista diversi (il
primo legato all’attività della Società di studi evangelici, il secondo di impronta più musicologica) trattavano del libro curato da Silvana Primavera e Diego Verdegiglio «Taliant de la
pèire de Garroc. Canti, filastrocche, racconti, indovinelli e proverbi di Guardia Piemontese». Riprendiamo qui il discorso con
un terzo contributo che affronta più da vicino il persistere di
una concezione religiosa che fu permeata dei valori protestanti
prima della repressione.
CESARE MILANESCHI
La tradizione orale di
Guardia Piemontese rivela una complessa coscienza
storica da parte dell’esile minoranza occitana che vive da
secoli in questo paese. Tuttavia, tra i canti tradizionali
raccolti dal volume di recente
pubblicazione solo quello di
più recente composizione
menziona la storia antica di
quella minoranza. Per il resto
del libro non si hanno accenni all’antica presenza valdese, né alla repressione degli
anni 1560-61 che culminò
con il rogo di Giovan Luigi
Pascale e con le stragi di
Guardia Piemontese e di
Montalto Uffugo.
Eppure la popolazione di
Guardia ha coltivato una vasta serie di ricordi, che affiorano con espressioni diverse,
le quali rivelano una consapevolezza del proprio passato
molto più profonda di quanto possa sembrare al visitatore occasionale. Se ne ha un
esempio nella sintesi della
storia di Guardia Piemontese
offerta da un anziano del paese nel documentario Guardia
Piemontese tra cronaca e
storia di Pupa Pisani (Rai di
Cosenza, 1979) e nella Leggenda di San Giuseppe, da
cui trasse origine l’antica
usanza di una cena rituale
che sanciva l’avvenuta ricattolicizzazione della colonia
occitana di Calabria.
Tuttavia la mancanza di riferimenti alla storia più lontana nella parte più esplicita
della memoria collettiva dimostra drammaticamente di
che cosa questa comunità è
stata privata in forma violenta. Anzitutto è stata privata
dei testi che avevano favorito
la consapevolezza che fu alla
base della scelta protestante
degli anni 1559-1561: la Bibbia, i testi della Riforma protestante e della letteratura
valdese. Nonostante questa
privazione, le esperienze più
«forti» della storia di questa
minoranza furono fermate
nella sua coscienza collettiva
nella forma del «mito di fondazione»: il lungo viaggio
migratorio, l’azione spirituale
dei «barba», la vicenda di
Giovan Luigi Pascale, la rivolta e la strage, la vita sociale sotto il controllo degli inquisitori.
Il volume pubblicato risponde ai criteri della conservazione della lingua occitana.
Non a caso quando fu presentato a Guardia, nel dicembre
dell’anno scorso, fu colta
l’occasione per lanciare un
caloroso appello per l’introduzione del bilinguismo in
questo paese, con la lingua
occitana nelle scuole, nella
toponomastica e nei documenti civili.
E pensabile che si possa
ancora ricercare e scavare
nella memoria della popolazione occitana di Guardia
Piemontese per trarre alla luce una più complessa visione
del passato che è in gran parte allo stato latente, ma di cui
si avverte la presenza, anche
sulla base di una parte del
materiale pubblicato. Si pensi, per esempio, alla serie delle serenate-filastrocche (pp
45-59): sono testi riferiti soprattutto alla vita quotidiana.
Sul piano religioso riflettono
una cultura cattolica, ma non
superstiziosa; anzi, la lode a
Gesù che nasce povero (p.
52) richiama una radicalità
evangelica che i poveri spesso avvertono e che quasi mai
trova riscontro nelle chiese.
Per il resto si può rilevare
una mentalità conforme ai
modelli proposti dal cattolicesimo 0 ispirata comunque
alla mentalità religiosa diffusa nella regione: «La notte di
Natale» (p. 52) ha un corrispondente in altre regioni italiane, e anche nel canto spagnolo Maria lavaba pañales',
«Il miracolo di San Francesco», al contrario, appartiene
più alla favolistica che
all’agiografia. Altri testi tessono l’elogio della furbizia:
«Mastro Benigno» (pp 6268) sembra avallare un’ap
provazione di San Pietro, se
non di Dio, sull’astuzia del
protagonista; «L’eremita»
(pp 70-72) si conclude con
una fine ingloriosa del protagonista che ha mancato di avvedutezza.
La tematica religiosa e i
personaggi religiosamente
qualificati spesso non hanno
altro valore che quello di elementi della favola: «Mastro
Raffaele», «Il monaco e il
pescivendolo», «Il tesoro degli Orselli». Più interessanti
sono alcuni spunti sulla concezione di Dio e sul rapporto
uomo-Dio, reperibili nel settore «Proverbi e detti» (p.
114 ss.). Qui il concetto di
Dio è quello dell’essere unico e assoluto, al contrario del
credo religioso calabrese, che
è molto popolato di madonne
e santi. Il rapporto uomo-Dio
è immediato: a Dio ci si rivolge con confidenza; a Dio
e a Gesù Cristo si affida il
compito di fare giustizia con
Uno scorcio del paese
tro i soprusi dei parenti.
Nella religiosità calabrese
- che costituisce il contesto
geografico e culturale dal
quale la colonia occitana è
circondata - al contrario Dio
e Gesù Cristo appaiono come
i giudici irati nei confronti
dell’umanità, mentre alla madonna e ai santi è affidato il
compito della mediazione e
di suscitare in Dio la misericordia e la compassione (cfr.
M. Pretto, La pietà popolare
in Calabria, Cosenza, Editoriale 2.000, 1988).
Nella colonia occitana questi atteggiamenti sono attribuiti chiaramente a Dio:
«Dio non abbandona i suoi»
(p. 90), «Gli infelici li paga
Cristo» (p. 99), «Dio non paga il sabato» (p. 99), «Dio
paga tardi, ma paga L
(p. 101). ®
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Questi detti presuppo„.,
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Questo significa che
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Guardia Piemontese hac» ® ^
servato per secoli sialapi
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coscienza religiosa, peri
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Una conferenza del pastore Rapisarda organizzata dalla Chiesa battista di Fioridia
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Protestantesimo e «triangolo ermeneutico
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SILVESTRO CONSOLI
Una visione della Bibbia
in chiave teologica, una
delle origini del protestantesimo, una del rapporto del
protestantesimo con l’attuale
ambiente socio-economico
nazionale e mondiale, sono
state le sequenze attraverso le
quali, nella sala della biblioteca comunale di Fioridia davanti a un pubblico di credenti ma anche di simpatizzanti e amici, il pastore Rapisarda ha sviluppato ed esposto il tema «Bibbia e protestantesimo».
La conferenza, effettuata il
12 marzo, è stata organizzata
dalla Chiesa battista di Fioridia, di concerto con l’Associazione battista siciliana e
con il XVI circuito valdese e
metodista, nell’ambito di una
serie di iniziative (appena avviate) volte a far conoscere
all’esterno le origini, la specificità e l’attualità del nostro
patrimonio religioso e culturale. Per molti dei presenti,
già evangelici, la conferenza
è stata una buona occasione
per rivisitare, in modo sistematico e organizzato, i molti
punti nodali che distinguono
il protestantesimo dalle altre
confessioni cristiane.
Già nella prima sequenza,
quella sulla Bibbia, il relatore
è riuscito a far comprendere
in che modo, nel protestantesimo, la teologia non sovrasti
la Scrittura ma nasca, invece,
dal cosiddetto triangolo ermeneutico: la lettura della Bib
bia, esegesi (teologo predicatore), verifica della comunità.
Nella seconda sequenza,
quella della genesi del protestantesimo, il relatore ha spiegato i lati specifici di tale
«movimento» in riferimento
soprattutto alla Bibbia. È stato quindi sottolineato il fatto
che il movimento della Riforma nacque sulla base della fedeltà alla Scrittura. Dal punto
di vista storico è stato rimarcato poi come il protestantesimo non si presentò come un
blocco monolitico, possedendo fin dal suo sorgere una varietà che si può ricondurre,
come diciamo oggi, a quella
di una riforma magisteriale e
di una riforma radicale. In
quest’ala radicale vengono
collocati i battisti, che hanno
I .Questa
stanno
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rivendicato la separazio^J Wuzio
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Nella terza sequenza,^^lastr
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pace, giustizia, itscn^
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17
99. APRILE 1994
PAG. 9 RIFORMA
se
Intervista a Daniele Segre, regista, autore di film di documentazione sociale
«Schindler's List» è utile, ma tutti
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-È stato detto da alcuni
che il film, realizzato in studio come prodotto di finzione, avrebbe violato il tabù
«irrappresentabilità» dell’
Olocausto: è un giudizio che
si può condividere?
do credo che nel cinema
esista una categoria di “irrappresentabilità”, ma essa
appartiene all’oscenità. Invece credo che l’Olocausto
debba essere rappresentato
sempre di più; Spielberg ha
fatto bene ha realizzare questo film molto importante,
tanto più che esso non riguarda solo lo sterminio ma
anche il rapporto con il popolo tedesco, e questo è un
argomento molto delicato. Il
film ha certe caratteristiche
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Un’inquadratura dell’ultimo lavoro di Spielberg
spettacolari, ma è pur sempre
un prodotto industriale, di alto livello, che assolve pienamente il suo compito».
- Il film è stato accolto in
maniera diversa, anche negli
ambienti ebraici, i giornali
italiani hanno riferito che in
Israele c’è stata freddezza:
che cosa ne pensa?
«L’interpretazione personale è ovviamente libera per
chiunque; io ho avuto dei
contatti con alcuni ambienti
di Israele che invece hanno
bene accolto il film. Capisco
chi [come Claude Lanzmann,
autore del documentario
Shoah, ndr] teme che li film
ingeneri l’idea che degli ebrei possano essere stati salvati da un nazista; ma d’altra
parte Spielberg ha ben chiarito che personaggio fosse
Oskar Schindler: un nazista,
che cerca di far soldi, carico
di tutta la sua nefandezza...
che poi fa del bene. Va ricordato anche che molti tedeschi
subirono una sottomissione
tragica».
- Schindler’s List parte da
una storia vera: come si combina secondo lei con la «finzione»?
«Non basta un film per ricordare quella tragedia. Ci
sono documenti, libri, ci sono
ancora dei testimoni. Se poi
una storia vera viene messa
in scena ed entra sul mercato, essa deve interagire con
questa memoria e sostenerla.
Sarebbe una bestemmia pensare che “è solo unfdm”, ma
questo dipende dalla cultura
che sappiamo esprimere, da
come spieghiamo la storia».
- Infatti basta vedere quel
che sta succedendo intorno ai
filmati americani «Combat
film» e ai dibattiti condotti in
studio da Raiuno, nei quali è
emersa una pericolosa tendenza ad assimilare le vittime
della guerra (repubblichini e
antifascisti, chi lottò per la liberazione dell’Italia e chi la
oppresse fra dittatura e guerra) in un genere unico...
«C’è oggi una pericolosa
volontà di rimozione, e questo coincide con l’aumento di
intolleranza, specialmente in
Germania, ma con eventi che
si verificano anche in Italia.
La nostra situazione politica,
poi, è fragile: non sappiamo
che cosa possa capitare da
qui a un anno; per questo chi
conserva la memoria vive
una situazione di paura».
- In definitiva, le generazioni più giovani avranno
giovamento da un film come
Schindler’s Listi
«I ragazzi impareranno se
aggiungeranno questo film
alla loro memoria; esso è anche storia, ed è importante
che rimanga nel momento in
cui c’è chi sostiene che queste cose non avvengono più.
Le mie parole sono magari
belle ma sono destinate a restare vuote: se cinquant’anni
fa lo sterminio di un popolo
era “concentrato” in alcuni
luoghi, oggi in tanti pezzi del
mondo vengono annientate
delle popolazioni; e quegli
organismi intemazionali che
dovrebbero prenderne le difese in certi casi danno l’impressione di giocare sulla loro pelle e così aumentano la
tragedia».
Presenti all'ultima trasmissione quattro su sei dei neoeletti
Protestanti nel nuovo Parlamento
MIRELLA ARGENTIERI BEIN
Fra le novità delTultima
tornata elettorale (nuove
regole e schieramenti inediti)
c’è pure l’elezione di ben sei
parlamentari evangelici, di
cui cinque progressisti e uno
del polo delle libertà. «Protestantesimo» del 9 aprile ha
invitato i neoeletti per individuare se esistono questioni a
cui essi siano particolarmente
sensibili in quanto protestanti
in un paese che, come è stato
detto, «è cattolico e si sacralizza sempre di più».
Erano presenti in studio Lino De Benetti, Lucio Malan,
Domenico Maselli e Valdo
Spini. I giornalisti intervistatori, presentati da Paolo Naso, erano Lisa Limatainen,
finlandese, rappresentante
della stampa estera in Italia,
Filippo Gentiioni del «Manifesto» e di «Confronti», e
Claudia Terracina del «Messaggero». I temi principali
toccati sono stati essenzialmente tre: l’«invisibilità»
della cultura protestante in
Italia; le radici della corruzione; le prospettive del nuovo scenario politico.
Sul primo argomento Maselli ha sostenuto che il peso
della cultura protestante non
è indifferente, soprattutto nel
campo della ricerca storica.
Basti pensare alle opere di,
Spini, Vinay, Miegge che
hanno anche dato un contributo fondamentale alla comprensione dei principi su cui
si reggono le grandi democrazie (laicità, separazione
dei poteri, ecc.). Su quest’ultimo punto Gentiioni ritiene
più urgente un collegamento
con il Sud del mondo e i suoi
problemi.
Circa la profonda crisi di
valori e il machiavellismo
della doppia morale, tipico di
molti italiani. Spini e Maselli
ne rintracciano le cause nel
fatto che il nostro paese non
ha conosciuto l’esperienza
della Riforma protestante
(soffocata sul nascere), il che
ha impedito che la cultura
cattolica stessa conoscesse un
rinnovamento. Ci si sente assolti dalla chiesa o dal partito
anziché rispondere individualmente alla propria coscienza.
Spini si dichiara debitore
all’impostazione che l’etica
protestante gli ha dato se ha
potuto sopravvivere allo sfascio della formazione politica
a cui apparteneva. Il nostro
compito oggi può essere
quello di estendere il principio di responsabilità dall’ambito individuale a quello collettivo.
Sul terzo tema è stato interpellato il rappresentante della
formazione vincente, Lucio
Malan della Lega Nord. La
giornalista finlandese gli ha
fatto presente l’allarme suscitato all’estero dall’ipotesi di
una presenza al governo di
rappresentanti di Alleanza
nazionale, e Spini si è chiesto
come possa un valdese delle
Valli (che tanti martiri hanno
avuto nella Resistenza) votare all’unisono con Fini. Malan ha assicurato che i leghi
sti eserciteranno una stretta
sorveglianza sul comportamento dello scomodo alleato
in quanto federalismo e fascismo sono due concezioni agli
antipodi.
Anche a proposito dell’ingerenza cattolica nella scuola
Malan non si mostra preoccupato, nonostante le note dichiarazioni dell’on. Irene Pivetti che considera un caso
isolato nel suo partito. Ribadendo le sue opzioni politiche, ben diverse da quelle dei
suoi colleghi evangelici, Malan non ha escluso tuttavia di
potersi trovare al loro fianco
in eventuali scelte che derivino dall’adesione alla fede comune.
La situazione attuale preoccupa tuttavia Maselli (che ha
riscontrato qualche analogia
sia con gli anni ’22-24 che
con il ’48), Gentiioni (a causa
del qualunquismo della gente,
che facilmente accetta di avere un padrone) e infine De
Benetti (che non vede nella
triade di maggioranza una garanzia per la soluzione dei
gravi problemi). Sulla constatazione che i valori della memoria sono in pericolo, rincontro è terminato con una citazione del Foscolo: «Italiani
tornate alla storia!».
Dall’insolita trasmissione,
che si è potuta seguire con vivo interesse è risultato chiaramente, come ha ribadito De
Benetti, che non può esistere
una politica cristiana (nel caso specifico, una politica protestante) ma solo un modo
cristiano di fare politica.
Il premier inglese John Major
Libri
Politica e sistemi elettorali
Se, come molti dicono e dicevano fin da quando è stata approntata, la legge elettorale che ha regolato le elezioni politiche
del 27-28 marzo è destinata ad essere riscritta, è ancora utile un
libro come quello di Steven Warner e Diego Gambetta*, che
affronta da vicino il modello uninominale appena inaugurato in
Italia con il modello del Regno Unito attraverso i confronti con
altri sistemi in vigore nelle democrazie occidentali.
L’ipotesi del libro è molto precisa e provocatoria: non è e
non può essere il sistema elettorale a far cambiare gli esiti politici di una nazione. I sistemi elettorali, insomma, sono uno
sfondo su cui si stagliano operazioni e variabili molto più complesse e «politiche».
Il confronto con il sistema del Regno Unito è stato scelto, tra
l’altro, perché proprio mentre in Italia prendeva piede la tendenza a superare il vecchio modello proporzionale, laggiù sembrava avvenire esattamente il contrario. Le elezioni del 1992
hanno però confermato per la quarta volta il partito conservatore alla maggioranza, e della riforma non si è più parlato.
Il capitolo forse più interessante (anche perché legato al fatti
che stanno avvenendo in questi giorni) è quello legato a che cosa possa succedere «oltre la riforma elettorale» (ricorrono, e
vengono analizzati, concetti come affidabilità, stabilità, responsabilità, alternanza); l’interrogazione finale che il libro pone è
poi se, dopo la riforma elettorale e questa sua prima applicazione, sia doverosa, inevitabile, urgente una più ampia riforma
istituzionale. E qui il dibattito politico è aperto.
(*) Steven Warner-Diego Gambetta: La retorica della riforma.
Fine del sistema proporzionale in Italia. Torino, Einaudi, 1994, pp
176, £ 16.000.
Mostre
Pisa; presenza in città
I valdesi: otto secoli di protesta religiosa. Questo è stato il
tema della mostra che, nella ricorrenza del XVII Febbraio, è
stata allestita in un prestigioso palazzo cittadino concesso
dall’amministrazione comunale di Pisa. È stata un’iniziativa
proposta alla città dalla Chiesa valdese, che ha così riportato alla propria memoria e a quella dei tanti visitatori le varie tappe
dell’evangelismo in Italia, e soprattutto in Toscana e a Pisa. La
mostra era composta da materiale storico, documenti e costumi
della cultura valdese, ed è stata divisa in 4 sezioni: dal 1170
all’adesione alla Riforma; dalla Riforma al 1848; la diffusione
in Italia; l’evangelismo in Pisa.
II pastore Domenico Maselli ha aperto rincontro con la città
parlando il 18 sul tema «Il contributo dell’evangelismo toscano
nell’800». Il suo discorso brillante e vivace, seguito da un attento pubblico, nell’excursus storico da lui tracciato, ha ricordato fra le altre le figure più significative del nostro Risorgimento, quali Guicciardini, Montanelli, Vieusseux, Calandrini,
Tito Chiesa... che hanno lasciato ricordi di costruttivo evangelismo. Il prof. Daniele Garrone ha invece chiuso l’iniziativa la
sera del 25 con una conferenza sul tema «Essere protestanti oggi tra modernità e ecumenismo»: farsi testimoni, ha affermato,
significa richiamarsi alla scelta di Cristo che si è esposto in prima persona all’incontro e alla contestazione, e il compito della
chiesa è quello di non chiudersi nel ricordo di un passato difficile e glorioso, ma di uscire nella città e intraprendere un cammino di speranza verso l’unità in Cristo Signore, (m.s.)
In sottoscrizione presso la Editrice Claudiana, via Principe Tommaso 1 10125 Torino
fax n. 011 -657542 - Ccp n. 20780102
Il pluralismo nelle origini cristiane
Studi in onore di Vittorio Subilia (1911-1988)
Collana della Facoltà valdese di teologia
A cura di Gino Conte, con scritti di Gino Conte, Paolo Ricca, François
Vouga, Bruno Corsani, Francesco Erasmo Sciuto, Brunero Gherardini e
messaggi di Oscar Cullmann, Johannes Dantine e Geoffrey Wainwright.
Con la bibliografia completa di V. Subilia, curata da M. Berutti, libri, articoli, recensioni, sermoni, elenco delle opere recensite da V. Subilia;
elenco delle recensioni dei suoi libri, bibliografia su V. Subilia.
L’opera di 216 pagine + 8 fotografie può essere sottoscrìtta prima del 1°
giungo 1994 a lire 39.000. Dopo tale data costerà lire 49.000.
18
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 22
AP^.
L'autorità della Bibbia sta nel suo messaggio di grazia e liberazione, trasmesso da uomini segnati dalia cultura del loro tempo Iptinua
L'omosessualità è una condizione, non una scelta etica delle persoilBi
PAOLO RICCA
Caro pastore Piccolo, ho
ricevuto la Sua lettera
circolare del 29 marzo 1994,
a nome del Comitato di coordinamento delle Chiese evangeliche pentecostali, e La ringrazio.
Mi rincresce molto - glielo
dico con assoluta sincerità che la nostra dichiarazione
del 24 febbraio scorso a proposito della Risoluzione del
Parlamento europeo sulle
convivenze omosessuali abbia suscitato in voi non solo
«estrema perplessità» ma anche «turbamento e confusione». Mi rincresce perché nulla mi dispiace tanto quanto
ferire (senza volerlo, si capisce) la coscienza religiosa e
morale di altri tanto più quando, come in questo caso, non
si tratta di «altri» ma di fratelli e sorelle in Cristo e nella
fede evangelica e di colleghi
nel ministero pastorale.
Capisco che siate rimasti
scandalizzati dalla nostra presa di posizione. Lo capisco
perché è vero che la Bibbia
condanna senza mezzi termini l’omosessualità mentre
noi, in quella dichiarazione,
non l’abbiamo condannata.
In questo senso la vostra protesta è perfettamente giustificata e seriamente motivata. E
Lei ha anche ragione di chiederci, a nome del Comitato,
dove è andata a finire la nostra coerenza: noi diciamo di
riconoscere la Sacra Scrittura
come Parola di Dio e come
suprema autorità, ma la Bibbia condanna l’omosessualità, noi invece non lo facciamo. Se fossimo coerenti dovremmo o condannare noi
pure l’omosessualità oppure
disconoscere la Sacra Scrittu
ra come suprema autorità.
Cercherò di rispondere ai
seri interrogativi che la Sua
lettera solleva legittimamente. Le rispondo a titolo personale, così come a titolo personale avevo firmato la dichiarazione. La Facoltà in
quanto tale non si è pronunciata sull’argomento, anche
se la maggioranza dei professori ha sottoscritto la dichia
razione.
Cercherò dunque di dirLe
perché da un lato non condanno più l’omosessualità in
sé (l’ho fatto fino a cirea
vent’anni fa proprio sulla base dei passi biblici - inequivocabili - da voi citati; in seguito ho studiato più da vieino la questione e ho creduto
di dover abbandonare l’atteggiamento sommario di condanna) e dall’altro continuo a
considerare la Sacra Scrittura
autorità suprema in materia di
fede e di condotta.
La ragione è sostanzialmente una sola, ed è questa:
la Bibbia condanna l’omosessualità perché la considera
una scelta trasgressiva volontaria da parte di eterosessuali
i quali, essendosi traviati,
«hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura» (Romani 1, 26) e «infiammati nella loro libidine»
SI sono messi uomini con uomini e donne con donne, contraddicendo il Creatore il
quale, formando la coppia
umana, la costituì con un uomo e una donna, e non con
due uomini o con due donne.
La Bibbia condanna l’omosessualità come condanna il
furto, l’omicidio, l’idolatria e
via dicendo, cioè comportamenti immorali, contrari alla
Parola di Dio che una persona
consapevole e responsabile
sceglie di compiere trasgredendo deliberatamente e spavaldamente la legge divina.
Ora, è così che gli omosessuali - uomini e donne - vivono la loro omosessualità?
Credo di no. La mia esperienza, per quanto limitata e (s’intende) fallibile, mi induce a
così (e credo che realmente lo
sia, almeno nella stragrande
maggioranza dei casi), condannare l’omosessualità sarebbe come condannare una
persona perché è nata cieca
(cosa che Gesù rifiuta di fare:
Giovanni 9, 3) o perché ha un
certo colore dei capelli o della
pelle.
Insomma: o l’omosessualità è una scelta, e allora e
passibile di giudizio morale
UN DIBATTITO
Il pastore Giuseppe Piccolo, del Comitato di coordinamento delle Chiese evangeliche pentecostali, ha scritto una lettera circolare alle chiese evangeliche aderenti
alla Federazione (vedi Riforma n. 15, pag. IO). Il pastore Piccolo, esprimendo la propria «perplessità» circa la
«dichiarazione di 65 pastori e diaconi» in appoggio alla
raccomandazione del Parlamento europeo sui diritti degli omosessuali (vedi Riforma n. 9, pag. 2) ha chiesto di
«chiarire approfonditamente e senza equivoco quale sia
la posizione delle chiese a cui i sottoscrittori appartengono nei confronti dell’omosessualità e delle convivenze
degli omosessuali. Questo al fine di togliere il turbamento in molte coscienze ...». In attesta che gli organismi
ecclesiastici a ciò deputati si pronuncino sull’argomento, se lo riterranno opportuno, cominciamo un dibattito
sul nostro settimanale pubblicando la risposta di Paolo
Ricca, decano della Facoltà valdese di teologia.
ritenere che l’omosessualità
non è una scelta ma una condizione. Non si sa da che cosa
sia determinata né quanto pesino fattori biologici su quelli
psieologici e viceversa.
Fatto sta che l’omosessualità è vissuta come una eondizione, esattamente come un
uomo vive la sua condizione
maschile e una donna la sua
condizione femminile. Se è
(e quello della Bibbia, sono
d’accordo con Lei, è radicalmente negativo), o invece è
una condizione, e allora non
ha senso sottoporla a un giudizio morale positivo o negativo. Sono convinto che l’omosessualità sia una condizione. Questo significa che
per un omosessuale è altrettanto normale e naturale esse
re, vivere, pensare, amare co
UN'INIZIATIVA DI RIFORMA
PER CONOSCERE
LA RESISTENZA NELLE VALLI VALDESI
La Resistenza è stata un momento centrale nella
formazione della Repubblica. Alle valli valdesi la
resistenza ha assunto caratteri e peculiarità particolari anche per la presenza di una forte componente valdese. Nel momento in cui si ricordano i
50 anni di quella esperienza e in cui si annuncia la
seconda Repubblica la redazione di Riforma, in
accordo con le edizioni Claudiana, offre a quanti
vogliano conoscere quel pezzo di storia o semplicemente approfondire i loro ricordi la possibilità di
acquistare a prezzo fortemente scontato tre volumi
fondamentali:
Donatella Gay Rochat
La resistenza
nelle valli valdesi
Claudiana
Salvatore Masfrogiovamii
UN
PROTESTANTE
NELLA
RESISTENZA!
JACOPO
LOMBARDINI
Prefazione dB Gkwgio Boudwd
Collana Nostro tempo/Claudiana
Donatella Gay Rochat: La resistenza nelle valli valdesi: lire 20.000,
scontato lire 10.000.
Il Pioniere, giornale d’azione partigiano e progressista reprint del periodo clandestino 1943-1944: lire 36.000,
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Salvatore Mastrogiovanni: Un
protestante nella resistenza: Jacopo
Lombardini: lire 18.000, .scontato lire 9.000.
A chi acquista tutti i tre volumi verrà praticato un ulteriore sconto: lire 35.000 anziché 37.000. Tutti i
libri verranno recapitati a domicilio con contrassegno al prezzo scontato (senza aggravio di spese).
L’offerta è valida solo fino al 1" maggio 1994.
I volumi devono essere ordinati esclusivamente alla nostra redazione con lettera (via Pio V, 15 10125 Torino - Fax 011-657542) o per telefono 011-655278.
me omosessuale, quanto lo è
per un eterosessuale essere,
vivere, pensare, amare come
eterosessuale. Può essere
sconcertante e persino inimmaginabile per noi che siamo
eterosessuali ma è così, piaccia o dispiaccia. L’omosessualità è certo, per noi, un
enigma indecifrabile ma è anche un fatto innegabile, proprio come condizione che si
situa al di qua del campo delle scelte morali. Nella Bibbia
invece l’omosessualità è vista
esclusivamente come scelta
volontaria che sfida e trasgredisce l’ordine della creazione:
per questo è condannata.
Dobbiamo allora ritenere
che la Bibbia, a proposito di
omosessualità, si è sbagliata,
e quindi è un testo fallibile
privo di autorità? Direi piuttosto che la condanna biblica
dell’omosessualità ha senso a
partire dalla convinzione delia Bibbia che l’omosessualità
sia una scelta. Questa convinzione, normale nel quadro
della cultura di chi ha scritto
la Bibbia, non può essere
considerata come l’ultima parola sull’argomento. In tempi
recenti le scienze ci hanno rivelato aspetti della persona
umana e della sua sessualità
che gli antichi ignoravano e
che neppure la Bibbia conosce: essa è sì ispirata da Dio
per quanto concerne il messaggio di salvezza, ma questo
messaggio è trasmesso nei
«vasi di terra» (2 Corinzi 4,
7), cioè mediante uomini in
carne e ossa, inevitabilmente
segnati dalla cultura del loro
tempo.
Ritengo che si possa (e
debba) fare oggi a proposito
dell’omosessualità un discorso analogo a quello fatto nel
Seicento della teoria geocentrica (la Terra sta al centro
dell’Universo), che la Bibbia
ovviamente presuppone ma
che la scienza moderna ha
smentito. La Bibbia è tole
maica, noi siamo copernicani. Eppure affermiamo l’autorità suprema della Bibbia,
ovviamente non in materia
astronomica ma per quanto
concerne la nostra salvezza.
Analogamente, l’autorità suprema della Bibbia non di
pende dal suo discorso
omosessualità ma i ’
c e piu ne maschio né
na (Galati 3, 28). 5^ .iiritti
Quanto poi alla risola
del Parlamento
suo obiettivo è
Ucin. 13, P'
ilo Ricca
messaggio di grazia e «stoi
zione in Cristo, nel qua]^
frire un quadro di ordX
stabilità alle unioni om»
suali. Dato che ci sono«
vale regolamentarle J
che abbandonarle a U
se, con conseguenze i
sia per le persone sia l
società. Mentre sono favj
vole alla proposta di in, «jrofratel
drare legalmente le
r il tue
omosessuali (che peraltroi di Riforme
devono essere né confín* Kèuti’abii
identificate né equiparati dii praticati
matrimoni tra eterosessiii 1 ambienti,
sono contrario a concelio con dis
alle coppie omosessuali lilpo’sbrigai
........................... *^faoloRicci
¡definirei
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I) 1 primal
carofi:atell
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Perché? Perché la copi
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finizione, e non credo siasi
sto che essa possa adolt
ciò che non può produiKl
bambino adottato I
esserlo da una coppia anali
a quella che lo I
Non so, caro pastore Raiwi) che tutti,
lo, se quanto sono veniiiicoBoscono'
scrivendo basta ad attenii |jii «retto d
se non a dissipare, il «ti^d’accord
mento e la confusionenniiailare a qu
dalla nostra dichiarai Petsonalmenti
per parte mia sarò ben tal Sciittare un j
proseguire il dialogo colli indiscutibili
e il Coordinamento die li stesso ho un i
presiede, se ciò sarà guiil so alla loro 1
Come forse Lei sa, mii considero un i
molto a cuore la comimioi oliale di etica
con tutti gli evangeliciei
particolare con i Pentecosti mi
Penso anzi che il futuro à èlle diverse
testimonianza evangelica chcnàpnbai
Italia dipenda in larga misi la di Dio, fot
proprio da una intesa tra pa sente che lai
tecostali e valdesi. si riß anch’e
Spero comunque che, pi none, a delle
attraverso comprensibiliB èro bai coll
sioni e possibili dissensii io dimensione
questo o queli’aspettotìroijiiindiche
rivelazione biblica (cheinifelgenere]
lo ribadisco, consideri*tfodi «ann
normativa), la nostra ftnHiOb,
nità risulti confermataefn* 3)Ildiscors
persino consolidata. ^to con t
La saluto, insieme al WHavento sca
dinamento, con vivaconS»!^
Suo nelSif!
Paolo M
Nella collana «Piccola biblioteca teologica» è uscito il n
Pietro Adamo, Elena Bein Ricco, Giulio Giorei
Mario Miegge, Massimo Rubboli, Giorgio Tot
MODERNITÀ, POLITICA
E PROTESTANTESIMO
a cura di Elena Bein Ricco
pp 264, L. 29.000
Via Pio \
Via Fori!
'0RE;C
- REnoi
OJTTORI: !
i,Li
9to, Luisa
®.SiaiK¡a
ameni
«Siamo come naufraghi su una zattera ^“]P«compo<
delle onde» ha detto Norberto Bobbio riflettenuO J^AiLac
la nostra situazione politica. Non ha senso riproW *iORE;Edi2
:i_________________________I_ . ... ..xl/^iinl.
modernità va ripensata come un progetto
to, da correggere ricuperandone le idee-forza-^.^
scopo dei saggi di questo volume che njr™
imenti del percorso del Moderno cercan^. ,^>'ltore
cogliere le interconnessioni con la vicenda relig
politica del protestantesimo che ne sta
dalla libertà di coscienza alla separazione tra ^ T
re politico e quello ecclesiastico, alla
poteri iniqui, alla tolleranza, dall’Idea di
patto alla concezione di contratto sociale, alla .,
Le idee-guida da ricuperare urgentemente se voyii
mo salvare la nostra società democratica.
claudianB
r-zioni
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VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - C.C.P. 20780102
19
99. APPELE 1994
I—a—t«wi
LI
PAG. 1 1 RIFORMA
tpo Ljnua il dibattito in merito all'articolo di Marcello Cicchese sui rapporti ecumenici tra evangelici italiani
Oli Bibbia è motivo di unità delle chiese evangeliche?
*<^orsoJ 13 pag- nostro settimanale il fratello Marcello Cicchese, in risposta a un articolo
na dal^ioRicca (n.l 1, pag- 5) ha sollecitato un confronto tra gli evangelici italiani appartenenti ale 111! ^ «storiche» sui motivi di divisione tra le varie chiese evangeliche in Italia che hanno ri(0 impedito?) lo svolgimento del raduno evangelico previsto per Pentecoste.
5 néfeJ Slgomento, che si è intrecciato col dibattito circa la presa di posizione di 65 pastori e dia^ ■ diritti umani degli omosessuali, è poi intervenuto Paolo Spanu (n. 15, pag. 4). Proseguiarisoliui ^ìiLcussione pubblicando due interventi di Omelia Gaetano Stillitano e di Herbert Anders.
®nrop^ niossimo numero pubblicheremo gli interventi di Alfredo Sonelli e di Elisa Baglio Maisto.
SLSto prosegue con la solita raccomandazione a chi desidera intervenire: di essere breve,
ii.ordiir^
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ssualila:
licerchiamo insieme la Verità
tQAETANO STILLITANO
fratello, ti sono grata
il tuo intervento (n.
'iìifoma): dire pane al
i un’abitudine ormai da
praticata, anche nei nouibienti. Ho notato anìo con dispiacere il tono
sbrigativo dell’articolo
,IP0 - w ,
e bamkijifaolo Ricca e la sua scelta,
la copJ^ definirei diplomatica: ci
Olle perdjl^o aspettati qualcosa di
edo siaMjtemesso questo, vorrei
sa adoi&rre delle riflessioni su
produntlinii punti.
ha diriioiil) E primato della Scrittu>pia anali caro ftatello, pensi proprio
generalo,!poter affermare che non è
store Ranche tutti gli evangelici lo
•no veiiidcoioscono? Non sarebbe
d atteniB pi coietto dire che non tutti
2, il «tÉiaiod’sfficordo sul significato
ioneniflilidare a questo termine?
tiarazinpasonalmente riconosco alle
bentolSdittiire un primato unico e
)go eoa li indiscutibile ma al tempo
Ito cheli stesso ho un approccio diverarà gradii so dia loro lettura e non le
sa, mi# considanun codice o un macomumoi mèdi etica cristiana,
igeliciei 2)(^ando dici che «rn nolentecosli m Ma tradizione esegetica
fatato (k iimse scuole teologiangdica chcHipubsumullare la paroargamisila4Dio, 6ffie non tieni preesa tra pa sente che la latura letteralista
si rifì anch'essa a una tradiiie che, pi none, a delle scuole di pennsibiliB siero ben collocabili nella Iostorica. E chiaanche una lettua (che li rafei genere può correre il rinsiderii® tfo di «onnuf/are la parola
)Stra ft#«Db,
nata e f* 3) Il discorso serio e appas3- cui inizia il tuo
meal t ihvento scade, a mio avvi
va
nel SisiC
Paolo
so, quando si parla dell’atteggiamento del protestantesimo
sulla questione degli oiaosessuali: senza entrare nel merito
del discorso, mi chiedo perché polemizzare su un problema particolare invece di proseguire in questa sede a porre
dei presupposti di intesa e di
chiarificazione, necessari per
poter affrontare qualsiasi tema in un secondo tempo.
4) C’è un passaggio del tuo
intervento die ritengo pericoloso: quando viene criticato
l’atteggiamento disinvolto dei
pastori che «vogliono prendere atto dell’evoluzione dei costumi in corso»', e quando si
afferma che nel protestantesimo storico ogni dottrina ha
un «democratico diritto di
cittadinanza». Ma che cosa
significa questo, se non una
professione di fede concreta
nel Dio vivente, che fa sentire
la sua presenza qui e ora e
che non si lascia oggettivare e
ingabbiare in alcun senso? E
che altro vuol dire se non che
esiste, e non può esistere, in
un ambiente reso libero da
Cristo alcuna censura? O devo ricordarti quello che è avvenuto e continua ad avvenire
nella Chiesa cattolica, dove le
voci dissenzienti, riformatrici, profetiche vengono messe
a tacere puntualmente? Concedere «diritto di cittadinanza» a nuove idee sulla cristologia, sull’ecclesiologia e sulla teologia in genere non significa necessariamente sottoscriverle: né significa diventare qualunquisti, assecondando un atteggiamento
possibilista che può senz’al
¡toil n.l
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Riforma
Va Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
, 93 - 80137 Napoli - tei, 081/291185 - fax 081/291175
, 6 - 10066 Torre Pellice - tei. e fax 0121/932166
Giorgio GardioI
' 1-UCiano Deodato, Emmanuele Paschetto
*’*n'0R|: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
Luciano Cirica, Alberto Corsani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Mau®iiGirolami, Anna Mattel, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca NeLuisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Gian Paolo Ric?'^9carlo Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, PiervalJ'nostan, Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele
Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bru>stagno
ÌTRA2IONE: Mibi Menusan
ENTI: Daniela Actis
( IMPOSIZIONE: Aec s.r.l, - tei. 0174/551919
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iiifnnie 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all’Ufficio CMC
44/11 di Torino mercoledì 13 aprile 1994.
il n. 176
registrate
Nord,
tro deresponsabilizzare. Vuol
dire semplicemente rispettare
la dignità e la libertà dell’altro; scommettere sulla sua
buona fede; imparare per
esperienza, con timore e tremore, ad essere sereni in un
confronto continuo che ci fa
crescere, confidando non nella nostra fedeltà ma solo in
quella di colui che ci ha chiamati a essere chiese.
5) Porrei piuttosto delle riserve sull’utilità di portare
avanti a tutti i costi delle piste
teologiche di una speculazione che può risultare fine a se
stessa: penso al sangue femminile in rapporto a quello del
Cristo e mi chiedo se non si
potrebbero utilizzare tempo e
energie in modo più adeguato.
6) La Bibbia divide: questa
affermazione coraggiosa e
franca doveva essere fatta;
per questo ti ringrazio, poiché
sono sempre più convinta che
un vero ecumenismo si può
fondare solo sull’onestà e sulla lealtà, mai sull’ambiguità.
Tuttavia mi sembra inesatta
nei termini in cui è posta: sarebbe meglio confessare che
siamo noi che ci dividiamo
davanti alla Bibbia. La Bibbia
non opera delle divisioni, perché il suo non è un discorso
etico, ma kerygmatico: in
fondo è questa la pregiudiziale vera, è questa la sostanziale differenza fra le diverse
letture...
7) La scelta: sono perfettamente d’accordo che non bisogna annacquare l’Evangelo
per «compiacere agli uomini»', sono convinta che la
chiesa del Signore Gesù deve
essere nel suo insieme un faro
che faccia splendere la luce
sul cammino e non un fanalino di coda, al seguito di altri
veicoli trainanti. Ma attenzione: noi siamo il portalampada, non la luce stessa; la scelta tra il bene e il male non
può essere identificata con la
conoscenza del bene e del
male in assoluto; altrimenti è
l’arroganza a prendere il sopravvento e l’essere umano
perde il senso del limite e
della misura di se stesso.
«Conoscerete la Verità e la
Verità vi farà liberi» (Giovanni 8, 32); siamo stati posti
davanti alla Verità, ma non
siamo la Verità. È questa la
grande sfida di ogni giorno:
da quando c’è vita umana sulla terra la tentazione di appropriarsi dell’«albero della conoscenza del bene e del male» è grande.
Concludendo, caro fratello,
facciamo realmente parlare la
Scrittura; non cerchiamo in
alcun modo di darle autorità,
poiché essa si autoafferma;
non cerchiamo nella Scrittura
dei cataloghi di vizi e virtù,
che servono solo a segnare
sulla lavagna una linea per dividere i puri dagli impuri, i
buoni dai cattivi. In sintesi;
non anticipiamo il giudizio di
Dio. ma lasciamoci coinvolgere dall’unico annuncio di
grazia, che risuona in tutte le
pagine della Scrittura (comunque la si legga) e che è
talmente forte e autorevole da
superare gli innumerevoli
muri che il nostro «indurimento» continua a costruire.
Il linguaggio ci divide
_______HERBERT ANDERS_________
Nel dibattito sul rinvio di
Pentecoste ’94, Marcello
Cicchese ha lanciato un invito al confronto sui «pesanti
macigni» che interrompono la
strada dell’unità degli evangelici'. Rispondo come pastore battista che, identificandosi
nel campo dei protestanti storici, vuole evidenziare che
non sempre questi fanno finta
di non avere sentito. Come
afferma il fratello Cicchese,
anche a me sembra che la divisione esistente fra «chiese
storiche» e «chiese libere»^ si
basi sulla Bibbia. Ma mentre
egli sostiene che sia la Parola
divina a dividerci, io sono
della convinzione che la nostra diversità sia dovuta al
modo di usare i libri biblici.
Mentre il fratello Cicchese
suggerisce che sia Dio stesso
a pronunciare la parola di divisione fra evangelico storico
ed evangelico libero, io sono
del parere che la nostra distinzione si fonda su diverse
chiavi di lettura del testo biblico. In altri termini la parola di Dio ci divide solo in
quanto noi mettiamo il linguaggio separante nella sua
bocca.
Ovviamente tutti noi che
siamo chiamati a testimoniare
r Evangelo corriamo il rischio
di aggiungere parole nostre
alla Parola divina. Le persone
in posizione di guida sono
sempre esposte al pericolo di
essere «falsi dottori e falsi pastori». Ma, proprio in funzione della sua chiamata, la
chiesa non può evitare questo
rischio. La chiesa deve predicare: dobbiamo con le nostre
parole imperfette riparlare i
testi «perfetti» della Scrittura,
affinché nel cuore degli
ascoltatori (compresi i predicatori) possano diventare parola di Dio.
Smettiamola una buona
volta con la favola che i testi
biblici non vengono riparlati,
0 meglio, interpretati. Se non
ci fosse nessun passaggio fra
il testo biblico e la parola di
Dio perché predicare? Perché
oscurare con le nostre parole
ciò che la Bibbia dice? Dovremmo invece leggere esclusivamente il testo biblico e
quello soltanto e magari nella
sua forma originaria in ebraico e in greco. A questo punto
è facile riconoscere che, non
importa se «storico» o «libero», tutti cerchiamo e tutti
siamo chiamati ad esprimere
con le nostre parole la sua Parola. Credo che questo sia il
significato della sequela di
Gesù che per primo ha riparlato le antiche scritture per
chiamare il suo popolo alla
conversione. Anche lui ha
cercato di far divenire la
Scrittura (la legge) parola di
Dio.
Mi sembra di vedere che
questa testimonianza vuole
essere portata avanti da tutte
le chiese evangeliche in Italia, con volontà sincera e spirito onesto. Ciò che ci divide
non è quindi la parola di Dio
ma il nostro linguaggio nel
quale cerchiamo di riparlarla.
Mentre su questo campo i
protestanti liberi (come scrive
Cicchese affermando di non
avere «niente di nuovo e originale da esporre») sembrano
rifiutare la traduzione del
messaggio neotestamentario
nel linguaggio mutato del
1994, i protestanti storici cercano di concretizzarlo anche
nel campo delle scelte etiche.
Il nostro tentativo di concretizzare il messaggio di Gesù
si esprime, per esempio, nel
campo dell’unità dei cristiani.
Un’unità che, come sappiamo
tutti, non si basa tanto su un
nostro volere, quanto sul concetto biblico (Giovanni 17, I
Corinzi 12 ecc.) della unità
nella diversità.
Un concetto che ci permette, malgrado la loro diversa
chiave di lettura, di non rompere il dialogo con i nostri
fratelli e le nostre sorelle delle chiese libere. Su queste basi quindi la loro diversità può
essere concepita come sfida,
come elemento di controllo o
anche come arricchimento
nella gamma di colori del
protestantesimo. Sulla stessa
base biblica il credente può
anche esprimere la Buona
Novella in termini di accoglienza, che accetta gli omosessuali nel mezzo della chiesa. Leggendo attentamente la
lettera ai Romani si scopre,
così già in 1, 28, che non è
l’omosessualità la causa della
condanna di Dio, ma che è
rallontanamento da lui a generare il castigo. L’accento
quindi si sposta verso la domanda se la persona omosessuale stia vicino aU’Etemo e
se, per dirla come Matteo,
«cerca per primo il regno di
Dio». Questa domanda però
non è rivolta esclusivamente
alle persone omosessuali; interroga anche i credenti eterosessuali.
Il clic
di prima pagina
I prossimi 26-28 aprile il Sud Africa è alle urne. Nonostante gli atti di violenza e gli scontri delle ultime settimane, questa scadenza è storica e segna l’inizio di una fase
nuova per questo popolo. Le nostre chiese, i nostri giovani, i singoli si sono impegnati per fare opera di sensibilizzazione e quel po’ di solidarietà che era possibile da casa
nostra. Abbiamo cercato di fare pressioni su chi poteva decidere qualcosa, ma soprattutto da fratelli e sorelle del Sud
Africa abbiamo imparato molto: abbiamo conosciuto nuovi modi per esprimere la fede e pregare. Ora cerchiamo
nuove strade per non far mancare loro la nostra solidarietà.
Congratulazioni a padre
Oreste Fabrone della Fraternità dei Cappuccini di Pinerolo che ha sostenuto presso
l’Istituto di studi ecumenici
di Venezia una tesi di licenza
in teologia ecumenica sull’argomento «La liturgia di consacrazione al ministero pastorale nelle chiese valdesi e metodiste». Tra i correlatori il
prof. Renzo Bertalot.
Missione evangelica contro la lebbra — Il numero di
conto corrente della Missione
è 28262103, intestato a Missione evangelica contro la
lebbra - 10060 San Secondo
di Pinerolo (To).
(1) «La Bibbia è un elemento
di unità o è motivo di divisione
fra chiese storiche e libere?»
Riforma 1/4/94
(2) Mi avvalgo di queste definizioni per comodità, riferendomi a due tendenze nel protestantesimo la cui linea di separazione
non è comunque sempre quella
denorainazionale. Penso a chiese
battiste che, malgrado la loro appartenenza al protestantesimo
storico, hanno una teologia molto più vicina a quella delle chiese
libere e viceversa.
RINGRAZIAMENTO
«Dio stesso ti darà
la ricompensa alla fine,
quando i giusti risorgeranno»
Luca 14, 14
I familiari di
Alma Menusan Peyrot
ringraziano sentitamente tutti
coloro che con scritti, fiori e presenza hanno partecipato al loro
grande dolore.
Ringraziano in particolare il
personale medico e paramedico
dell'Ospedale valdese di Pomaretto e delle Molinette di Torino, Il
dott. Broue e il pastore Ribet.
San Germano, 6 aprile 1994
RINGRAZIAMENTO
«Il giusto muore
e nessuno vi pon mente;
gli uomini pii sono tolti via
e nessuno considera
che il giusto è tolto via
per sottrarlo
ai mali che vengono»
Isaia 57, 1
Il 5 aprile ci ha lasciati
Enrico Rostan
Lo annunciano i familiari, ringraziando tutte le persone che
con la presenza, le parole, gli atti
hanno manifestato il loro affetto
durante la lunga sofferenza del
loro caro.
Pistoia, 9 aprile 1994
RINGRAZIAMENTO
«lo rimetto il mio spirito
nelle tue mani»
Salmo 31,5
I familiari di
Olinto Peyronel
ringraziano tutti coloro che, con
scritti e presenza al funerale, hanno voluto essere loro vicino in
questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
a parenti e amici che sono stati
d’aiuto durante la malattia; al dott
Broue, al dott. Maina, ai medici e
infermieri dell’ospedale Mauriziano di Torino e al pastore Ruben
Vinti.
Pramollo, 14 aprile 1994
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti,
donde mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dall'Eterno,
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121, 1-2
I familiari di
Maria Barolin
ringraziano tutti coloro che, con
scritti e presenza, hanno partecipato al loro dolore.
In particolare si ringraziano
suor Egidia, suor Maddalena, tutto il personale della Casa di riposo «Pro senectute» e i pastori
Pons e Davite.
vaiar Pellice, 21 aprile 1994
I necrologi si accettano entro ie ore 9
del lunedì. Telefonare al numero 011655278 - fax Oit657542.
20
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
Va avanti la costruzione dell'osservatorio astronomico gigante con sette telescopi
Sconsacrato dal Vaticano il Monte Graham
montagna sacra degli Apache delPArizona
FRANCESCO PETROSILLO
Iji in fase di costruzione un
Tv osservatorio astronomico
formato da sette telescopi sul
Monte Graham, in Arizona,
Stati Uniti. Il Monte Graham
è una montagna che supera i
tremila metri di altezza, con
un ecosistema unico in tutta
la fascia centromeridionale
degli Usa, con almeno 18
specie vegetali e animali che
non si trovano in nessuna altra parte del mondo con una
foresta di abeti secolari e piste forestali agibili solo con
un fuoristrada. Questa foresta
non è mai stata tagliata ed è
quindi definita, ecologicamente parlando, foresta vergine, ed è proprio lì che vivono il famoso scoiattolo rosso
in via di estinzione, l’orso
bruno, il gufo chiazzato messicano, il falco pellegrino,
l’astore e altre specie rare.
Quindi con la realizzazione di
questo progetto si viene a distruggere la foresta alterando
così il paesaggio della montagna e attirando più di 10.000
turisti che visiteranno il centro astrofisico estinguendo
così definitivamente la popolazione di scoiattolo rosso.
Altro punto a sfavore sta
nel fatto che è stato scelto un
luogo definito sacro (Dzil
nchaa si an, la Grande montagna seduta) dalla tribù degli Apache, i San Carlos, che
vivono in una riserva non
lontano dalla montagna stessa e che, per questa causa,
sono stati appoggiati da ben
altre 15 nazioni pellirosse
rappresentanti 138 tribù. I
nativi americani hanno continuato a subire, dopo l’atroce
sterminio del secolo scorso,
una forma di colonialismo
«democratico», che li ha lasciati privi del diritto di voto
fino al 1948 e ancora oggi li
colpisce con un’emarginazione economica e sociale quanto più restano fedeli alle proprie tradizioni culturali; se
non si conosce almeno un
po’ della loro storia e della
loro cultura è impossibile per
i «bianchi» capire il loro
comportamento nella disputa
su Monte Graham.
La religione Apache si basa
sul rispetto di ogni cosa esistente, sia vivente che inanimata, per cui Dzil nchaa si
an, luogo sacro per eccellenza, merita il massimo rispetto, tanto da non permettere a
nessuno di parlarne al di fuori
dei riti religiosi. Per questo
motivo i capi spirituali dei
San Carlos hanno parlato in
pubblico solo a partire dal
1989, quando la minaccia alla
montagna è sembrata tanto
grossa e imminente da costringerli a tralasciare il loro
atteggiamento tradizionale.
Una decisione della Nona
Corte d’appello sui diritti culturali religiosi degli Apache è
imminente: sembra veramente strano, a questo punto, che
i progettisti di questo osservatorio non abbiano tenuto
conto di tutti questi fattori a
loro netto sfavore.
I piani per la costruizione
di quest’osservatorio furono
autorizzati da una legge speciale del Congresso Usa del
novembre ’88 che prevedeva
un rapporto biologico sull’
impatto ambientale. Nell’estate del 1990 questo rapporto fu giudicato incompleto, ed
errato in più parti, da un’inchiesta del General Accounting Office (istituzione che ha
il compito di controllare
l’operato di tutti gli organi federali ma che è priva di pote
Indiani Apache nelle loro alte terre dell’Arlzona
re deliberativo, per cui è grazie alla copertura diretta del
Congresso, avvenuta tramite
questo decreto, che gli astronomi hanno finora vinto tutti i
processi che si appellavano
alle leggi di tutela ambientale). A far parte di questo progetto erano inizialmente ben
22 istituzioni astrofisiche
americane (alcune anche prestigiose) che ben presto si sono ritirate, lasciando praticamente soli l’Università dell’Arizona (Usa), l’Osservatorio astrofisico di Arcetri (Italia), il Vaticano e Max Planck
Institut fur Radioastronomie
di Bonn (Germania).
Attualmente sono già installati un telescopio di nuova
concezione della Specola vaticana che ha un costo di 3,5
milioni di dollari e un radiotelescopio submillimetrico
costruito congiuntamente dagli astronomi dell’Arizona e
dall’Istituto Max Planck tedesco che è venuto a costare intorno agli 8 milioni di dollari.
Il più grosso dei telescopi, a
cui partecipa la comunità
scientifica italiana, è denominato Lbt, (Large Binocular
Telescope, il precedente nome Columbus è stato cambiato proprio su richiesta degli
indiani, che chiaramente vedono in Colombo non l’esploratore ma il conquistatore). Se ultimato, fra 4-5 anni.
il telescopio sarà costituito da
due specchi, ciascuno con un
diametro di 8,4 metri: il progetto strutturale è stato studiato in Italia e verrà realizzato dalle nostre industrie; le
parti ottiche, invece, verranno
realizzate in Arizona.
Il progetto dettagliato per la
collocazione del telescopio, a
poche centinaia di metri dagli
altri due strumenti, non può
che far pensare che il motivo
primo per cui si vuole quell’osservatorio possa essere il
fatto che esso è situato vicino
airUniversità dell’Arizona
che lo dovrà gestire. Anche il
gesuita padre George Coyne,
direttore della Specola vaticana, con una deposizione legale scritta (approvata dal Vaticano) sostiene che il Monte
Graham non è sacro ma è solo un’invenzione di alcuni
Apache «non autentici», nonostante che quasi tutti i capi
spirituali e l’intero Consiglio
tribale abbiano firmato petizioni e risoluzioni che si oppongono al progetto; inoltre
ha dichiarato ufficialmente e
per iscritto che le credenze
degli Apache sono «un tipo di
religiosità che non posso approvare, e che deve essere
soppressa con tutta la forza
che possiamo riunire».
L’aspetto clamoroso della
vicenda è che l’Università
dell’Arizona ha grossolana
Secondo l'équipe ecumenica di osservatori inviata nel Salvador
Gravi irregolarità nelle elezioni
Un’équipe di osservatori,
inviata dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e da
altri organismi ecumenici, ha
denunciato «gravi irregolarità» durante le elezioni svoltesi recentemente nel Salvador. Ha chiesto che le autorità
correggano tali irregolarità
prima del secondo turno fissato per il 24 aprile.
Numerosi elettori titolari di
carte valide non figuravano
sulle liste elettorali e altri
elettori iscritti non hanno potuto ottenere in tempo le loro
carte. Per via della «relativa
complessità» del processo
elettorale, hanno rilevato i
membri della delegazione
ecumenica, «le votazioni sono state particolarmente difficili per coloro che non sapevano né leggere né scrivere;
un gran parte di loro si è astenuta, il che ha provocato una
mancanza di credibilità nel
processo elettorale». L’équi
pe era composta di 40 membri: fra di loro vi era HeinzJoachim Held, della Chiesa
evangelica tedesca (Ekd), ex
presidente dell’Ufficio del
Comitato centrale del Cec.
Oltre che dal Cec, l’équipe
era stata inviata dalla Federazione luterana mondiale, dal
Consiglio delle chiese dell’America Latina, dal Consiglio nazionale delle chiese
degli Stati Uniti. «Chiunque
vincerà le elezioni avrà la responsabilità particolare di
promuovere e di rafforzare lo
spirito democratico» hanno
dichiarato Heinz-Joachim
Held e gli altri delegati dell’Ekd, fra cui la vescova di
Amburgo, Maria Jepsen. Il
Salvador deve «trovare un
modo pratico di conciliare
l’obiettivo della crescita economica con i principi generali
della giustizia sociale».
Un altro membro della delegazione, Peggy Heiner,
VENERDÌ 22 Aron p
mente sbagliato da un punto
di vista scientifico la scelta
del sito di Monte Graham.
Attenti studi scientifici svolti
da più di venti Università fra
le più importanti degli Usa
nella metà degli anni ’80 hanno dimostrato che il Monte
Graham era battuto da venti
che distorcevano le immagini
grazie alla sua fitta foresta di
abeti, inoltre la visibilità soffre di ulteriori distorsioni dovute alla sua posizione orografica molto piatta. Il consorzio concluse che c’erano
38 migliori luoghi negli Usa:
molti lasciarono perdere il
Monte Graham e optarono
per Manna Kea nelle Hawaii
e le Socorro Mountains del
New Mexico. Incredibilmente, gli esponenti dell’Università dell’Arizona si rifiutarono di credere agli avvertimenti dei loro colleghi scienziati. Ora ammettono che il
telescopio Lbt (ex Columbus)
non potrà mai «risolvere il
problema della turbolenza
dell’aria... e raggiungere alte
prestazioni». L’intero progetto è stato valutato in 200 milioni di dollari di spesa e lo
spostamento di località costerebbe «solo» 2 milioni di dollari. Ecco, quindi, che la scelta potrebbe essere stata condizionata da ragioni «politiche» ed economiche anziché
scientifiche.
missionaria della Chiesa metodista unita, ha detto di aver
saputo che militari e proprietari terrieri intimidivano gli
elettori per cercare di influenzare i risultati. Secondo gli
osservatori, «lo spirito pacifico e civico dimostrato dai salvadoregni durante queste elezioni conferma che essi sanno
assumere il loro ruolo di artigiani della pace e della democrazia, sulla via difficile che
porta alla riconciliazione e alia giustizia».
Nel periodo preelettorale
Medardo Gomez Soto, vescovo della Chiesa luterana
evangelica del Salvador, aveva indirettamente messo in
guardia i cittadini contro un
voto in favore di Arena: «Un
partito che non merita la vittoria potrebbe vincere manipolando gli elettori e esercitando la sua potenza economica», aveva affermato nel
corso di un sermone.
Interessante indagine della rivista «Life,
Come gli americani
parlano a Dio
FRANCO CAMPANELLI
Forse non è passato inosservato il numero della
rivista internazionale «Life»
dello scorso marzo; sulla copertina una bambina nell’atto
di pregare e a margine il titolo significativo: «La forza
della preghiera» ovvero come gli americani parlano a
Dio'. I risultati dell’indagine
(di tipo statistico), che l’editore vuole offrire al suo pubblico, hanno naturalmente a
che fare con l’aspetto sociologico del fenomeno religioso, con le sue implicazioni, i
suoi risvolti, i suoi effetti nel
sociale che, pare proprio, non
siano così irrilevanti.
La religiosità americana
impregnata, ad un tempo, di
fondamentalismo «evangelica!» ma anche di una certa
marchiatura «wasp»^ per certi versi così distante dalla tradizione spirituale delle chiese
evangeliche europee, ha sempre qualcosa di nuovo e diverso da dirci. È difficile sorvolare sul dato folcloristico,
colorito, appariscente, musicale, del modo di vivere la
propria fede; contribuisce a
questa «esteriorità» la massiccia presenza della gente di colore, un efficace contraltare a
un mai sopito senso di esclusività razziale dei bianchi. Ma
torniamo al servizio giornalistico proposto: si tratta di una
serie di interviste (in tutto undici) fatte qua e là per gli States, tra gente totalmente eterogenea per cultura, censo, attività e collocazione sociale.
C’è, per esempio, il giocatore di hockey su ghiaccio
che nei giorni delle partite
prega fino a cinque volte, prima e durante i games, compresi i momenti di intervallo,
sì da assicurarsi la dovuta
concentrazione... Vi è il commerciante, l’uomo d’affari
che prega «pragmáticamente»
e quando si accorge che un
problema è al di fuori delle
sue possibilità, chiede a Dio
di venirgli in aiuto; il risultato
è quasi sempre positivo. C’è
poi la prostituta che, non ravvisando alcun peccato nella
propria scelta di vita, rivendica il diritto di essere considerata, sul piano etico, al pari
degli altri; contro l’accusa che
le si muove di non avere né
morale né religione alcuna
oppone il fermo convincimento che Dio non giudica la
persona per come si conduce.
Si ritrova una madre di ben
sette figli, ebrea ortodossa,
che riesce a contrastare, con
l’instancabile ricorso alla preghiera, il verdetto di un male
inguaribile; è uscita quasi indenne dalla chemioterapia di
un tumore rigeneratosi per
due volte. Non manca un senatore, ex pilota aeronautico
in Vietnam, prigioniero di
guerra perché allora, come dice, andava a rendere a Cesare
quei che era di Cesare. In or
dine alla decisione di
presto o tardi dalla
USCift
Pngiojj
(una possibilità che gli veni!
fornita), si era affidatoÌ
stentemente alla preghici
onde ricevere, nell’intimo 1
giusta indicazione; per la c’ii
naca, preferì rimanere in c®
cere. Una fanciulla di dieci
anni prega per il Presidente t
per la gente che è nei guai ijj
sue preghiere ricevono se® I
pre risposta, ora affermativa,!
ora negativa, oppure con invi.,
to all’attesa. «Le miepreghk-\
re su problemi personali tra.,
vano risposte con idee chi
aiutano ad affrontarli» e aicora: «La voce di Dio è mi
voce a cui tu non puoi noi
obbedire».
Alla fine della lettura saRii
tentato di dare un giudizio onnicomprensivo, ancorché affrettato e superficiale, e una
definizione di preghiera come
attitudine funzionale al «quieto vivere», all’appagamento
spirituale delle proprie coscienze. C’è poi l’altra considerazione di ordine etico, potremmo dire: in America vii
un senso diffuso di pragmatismo; si sa che certi comportamenti hanno una chiave di lettura quasi sempre utilitaristica; non è forse coerente conia
sua concezione di «business»
quel commerciante intervistato quando parla di riconosceaza per la propria condizione,
il proprio ruolo sociale?
Val la pena ricordare che
anni addietro un’editrice fondamentalista italiana (con forte ascendente anticomimista),
«Edizioni uomini nuovi» se
non sbaglio, pubblicava, in
traduzione, libelli come; «Din
dirige i miei affari», episoi
significativi deH’establishment religioso americano.
Tuttavia, come ci si può ergere a giudici, più o meno critici, e sindacare suH’autenticitì
di sentimenti così singolarmente espressi? Non è forse il
caso di prendere atto che da
noi queste «sane abitudini»
vanno scomparendo?
Ci meravigliamo ancora®
fronte a certe ritualità del
tolicesimo romano, tipo'*
preghiera «standard» p»**'
confessionale, a cadenza controllata, che non tardereitin»’
dall’alto della nostra sicumo
ra teologica, a giudicare w
saica. Ma non dovremmo®'
che noi chiederci perché, ®
protestantesimo ^rirop^J'
nell’ambito delle cosiddei
chiese istituzionali, si sei>
venir meno questa tension
spirituale, constatare co®®,
si accosti vieppiù con dis,
canto «mondano» al fe®
vino? L’interrogativo
cOiG'®
la rivista titola il servizio®
ci concerne forse sing®^
mente e, sotto altra fot J
ineludibilmente ci m
vesti
sappiamo ancora pregare
Ho*
(1) The power of prayer
Americans talk to God
(2) White Anglo-Saxon n"
stant
L’incontro tra il presidente Usa Bill Clinton, protestante I
papa Giovanni Paolo II a Denver (Colorado) il 12 agosto 19®®
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