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ECO
DELLE YALLT VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PBLLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 34 I ABBONAMENTI l E**' E. 1.3W per rímeme | Eco c La Luce: L. S.OtìO per l’intemo | Spedir, abb. parlale ■ I Groppe I TORRE PELLICE 26 Agosto i960
UnacopiaLire3o| f L. 1.800 per l’estero | L. 2.800 per l’estero | Cambio d’indirizso lire 50 | Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Preludio sinodale
Anche quest essate che estate non pare, sta passando, e si avvicina il periodo
sinodale. Per alcuni, anzi, è già iniziato, e cioè i membri della Commissione
desame (pastori Bruno Corsani ed Elie Eynard, Dott, Osvaldo Coisson s
oigirido Crodino) che dal principio di agosto scanno esaminando l’operato
della Tavola nello scorso anno, per riferirne al nrossimo Sinodo e guidare
così i lavori.
Intanto, ha pure avuto liiogo^ l’esame di fede dei Candidato al ministero
Dott. Giulio Vicentini (uno scio è il candidato presentatosi quest’anno), di
fronte ad una parte del Corpo Pastorale, riunito nella Sala sinodale venerdì
12 u.s. Il Moderatore ha presieduto il
culto iniziale; poi, come di consueto',
mentre il candidato raccoglieva le
sue idee sui punti che avrebbe dovuto esporre e il pubblico, poco numeroso-, iniziava le conversazioni di corridoio caratteristiche del tempo e luogo sinodale, il Corpo Pastorale udiva
i giudizi dei professori della FaiColtà
di Teologia, dei membri della Tavola
e in particolare del Capodistretto
sotto la cui giurisdizione il candidato aveva svolto il suo anno di prò
va, e di alcuni pastori che megJic
ravevano conosciuto. Ne è risultato
un quadro di serietà e (ii impegno
ricco di speranze per il futuro ministero.
Quindi il Dandidaito Vicentini è
rientrato ed ha esposto con chiarezza. esaurienteruente quanto aveva da
dire sui temi propostigli: l’autorità
della Parola di Dio. la giustificazione,
la Chiesa e il Rügno di Dio'. Infine è
venuto ad esporre com’è sorta la sua
vocazione pastorale. Il Dott. Vicentini, originario del vicentino, educato
in un seminario cattolico, ha preso i
voti monastici nell’ordine domenicano (Ordo Praedicatorum) e durante
alcuni anni, nelTesperienza del confessionale, e nell’osservazione di certi aspetti deteriori della pratica parrocchiale cattolico-romana, si è fatto
strada in lui il dubbio nei confronti
deirinfallibilità papale in materia di
vita e disciplina ecclesiastica. Onestamente il Vicentini ha riconosciuto che la sua crisi religiosa ha avuto
questa origine «pratica» e non dogmatica. Fu in seguito, dopo essersi
messo in contatto con il Fast. Liborio Naso, di Venezia, e dopo un periodo vissuto in una comunità evangelica, che la «crisi» ebbe il suo sviluppo dottrinale: nel corso degli studi teologici presso la nostra Facoltà
di Teologia di Roma, seguiti per l’intero quadriennio, egli si è avviato- decisamente sulla via di una completa
revisic-ne di tutta la propria dogmatica (egli è laureato presso la Pontificia Università Gregoriana) perseguita con perseverante impegno e con
successo. Dopo gli studi, conclusi con
una tesi di licenza su «La storia deile interpretazioni del racconto evangelico del giovane ricco », che ha ottenuto il massimo dei voti, egli ha
vissuto il suo anno di prova nella
diaspora abruzzese con entusiasmo e
vivo impegno pastorale. E’ stato- fatto notare e ha notato egli stesso che,
per lui, non c’è stata rottura fra la
vocazione ricevuta pulma (già nel
suo ministero cattolico, la scelta
deirOrdine dei predicatori era sintomatica) e quella per cui, ora, chiede
di entrare a far pienamente parte
dei ministero- evangelico della Parola
di Dio: totalmente diversi naturalmente. ora, i presupposti e le condi
zioni di tale ministero. Il Candidato
Vicentini ha poi presieduto, giovedì
18, nel tempio dei Co-ppieri, il «culto
di prova» (abbiamo coscienza di
quanto quest’espressione sia infeli
ce ! ), colla partecipazione di un’assem
blea numerosa, che ha apprezzato la
sua predicazione sul testo « Noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor. 1: 24). Avendo
sostenuto positivamente le ultime
prove, egli sarà ora presentato al Sinodo per la co-nsacrazio-ne al Santo
ministero. Il nostro augurio fraterno
lo segue in questo tempo grave e
gioicso per lui, in vista del servizio
che egli svolgerà fra noi, in questa
Chiesa nella quale Dio gli ha ora rivolto una particolare vocazione.
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale della Chiesa Valdese si aprirà, Dio
volendo.
DOMENICA 28 AGOSTO ALLE ORE 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal Past.
Achille Deodato e la consacrazione al Santo Ministero del Candidato
Giulio Vicentini.
I membri del Sinodo, ministri di culto e delegati, sono convocati
per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare
all'apposizione della firma del Candidato all'atto di accettazione della
Confessione di fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i membri del Sinodo si recheranno
nell'Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza
del più anziano di età tra i Ministri di culto in attività di servizio presenti, e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Ermanno Rostan
Moderatore
della Tavola Valdese
Carattere del ministero cristiano
Come l’anno scorso, il Pastore Carlo Lupo, impedito dalla
sua infermità a partecipare fisicamente alla riunione del Corpo
Pastorale, ha rivolto un me.^saggio di cui riportiamo dna parte, rivolto com’è a tutta la Chiesa, Possa egli sentire ricambiato l’affetto
fraterno vigile e la comunione di fede con cui ci segue.
Ho pensato innanzi tutto alla necessità della riconoscenza.
Un incontro di credenti per attività e deliberazioni responsabili, non
trova la sua ragione nella volontà
degli uomini, ma nel miracolo della
presenza eterna. E’ quindi necessario, essenzialmente e sostanzialmente, riconoscere questa Presenza liberatrice, restauratrice, unificatrice di
membra disgiunte, avverse e solitarie, in un Corpo unico in cui lo Spirito vivificatore è presente, muove e
illumina. Il Corpo Pastorale è il punto nevralgico di questa realtà nel seno della Chiesa.
Ho pensato in secondo luogo allo
esame dì fede del Candidato al ministero.
Ho sempre avvertito la estrema
delicatezza e la problematicità di codesto esame. Esso può trovare una
qualche via di libero respiro solo se
l’esame non è un giudizio, ma un
ascolto riconoscente, da parte degli
esaminandi, dèiropera dello Spirito
di Cristo, in un cuore, in una mente,
in una volontà. Non è improbabile
che la difficoltà ad esprimere la propria posizione religiosa da parte del
Candidato non sia affatto segno di
confusione o d’incertezza, ma anzi
Cinquant’anni Fa nasceva
il movimento ecnmenico moderno
Edimburgh, Scozia. — Per commemorare la prima Conferenza missionaria mondiale che nel 1910, a Edimburgo, fu all’origine del movimento ecumenico moderno, oltre 1.700 persone hanno partecipato il 14 agosto ad un culto solenne nella
caitedrale St.-Giles (presenti le maggiori
personalità ecumeniche di ogni cliiesa e
paese, e la regina-madre Elisa'betta) sotto
il tema della vite e dei tralci — quello
di .So anni fa — e cantando gli stessi inni
di allora.
Il past. W. A. Vi-sser ’t Hooft, segretario generale del C.E.C., si rivolse all’assemblea in sostituzione del prof. John
Baillie, già moderatore della Chiesa di
Scozia e uno dei sei presidenti del C.E.C.,
impedito da malattia. Visser ’t Hoo-ft ricordò come a partire dalla conferenza del
1910 le Chiese hanno cominciato a vivere
e a lavorare insieme, prima timidamente,
poi con crescente convinzione. E’ la preoccupazione missionaria che ha condotto alla
testimonianza comune e totale, ed ,è notevole che la proclamazione della Signoria di Dio su tutti i campi della vita abbia risuonato proprio nel momento in
cui ideologie non cristiane pretendevano
fare dello Stato o della Società dei fini
ultimi. Tuttavia, non basta: eiò che è cominciato a Edimburgo non può ridursi a
un’organizzazione, è « qualcosa di molto
più profondo, ricco, generoso... E’ la riscoperta delle verità fondamentali della
Chiesa di Cristo, un popolo raccolto, riconciliato, per amore del mondo intero ».
I pionieri del 1910 — fra cui J. Baillie —
non consideravano Fecumenismo uno svago per le vacanze, « gli volarono invece
i migliori anni della loro vita, in un impegno totale e nella convinzione che ’Dio
lo vuole’ ».
La predicazione fu data dal vescovo anglicano di Labore (Pakistan), Chandu
Bay, che tenne a rendere testimonianza a
« un missionario di questo paese », la cui
amicizia lo aveva condotto alla conversione a Cristo: « Dobbiamo essere uniti in
un’autentica unità cristiana visibile... Tale ubbidienza comune libererebbe forze
spirituali suiperiori ai nostri sogni più
folli ». La lettura del Nuovo Testamento
(Giov. 15) fu fatto dal Dr. J. H. Oldham,
di 84 anni, che era stato segretario d’organizzazione della Conferenza del 1910.
Le preghiere d’intercessione furono pronunciate nelle lingue materne da dirigenti
di Chiese d’Asia, Australasia, America del
Nord e del Sud, Europa e Africa.
Un indire del cammino percorso in campo ecumenico e missionario è il numero
delle Chiese rappresentate, e quello sempre crescente delle personalità di rilievo
emerse dalle giovani Chiese.
segno di un più profondo rispetto
per il mistero ineffabile della fede
effe.determina menci parole e più
silenzio.
Ho riffettuto in terzo luogo al carattere del ministero cristiano.
Mi è parso impossibile prepararsi ad esaminare la fede di un futuro
Ministro di Cristo, senza il rinnovamento in noi del chiaro carattere di
questo ministero. Nella vasta complessità di questo compito vi sono
alcuni elementi che, a mio giudizio,
ài presentano con un carattere di
priorità determinante. A mio giudizio un Ministro non porta Cristo
agli uomini, ma onora Cristo presente negli uomini. Non si tratta di
propaganda ma di rispetto della Verità divina die vuole essere onorata
e liberata dall’ignoranza e dalla malignità, per risplendere nella sua naturale dimora : l’anima degli uomini. E’ tempo di passare dalla teologia degli schemi ideologici alla teologia della presenza, servendo, credendo, onorando.
Se il carattere base è quello su
esposto, un secondo aspetto della validità di un Ministero sta nella pietà
misericordiosa. Gli uomini non sono
dei demoni o dei malvagi, ma delle
vittime, se pur responsabili, del mistero del Maligno. E’ necessaria una
incondizionata misericordia per la
miseria e per il dolore umano. Anche qui, onorare, con la pietà, il
Cristo, solidale con il peccato, con
il dolore e con la speranza degli uomini.
Un terzo carattere del Ministero,
determinato dal presupposto iniziale, è la capacità e il dovere del riconoscimento della vocazione al Ministero cristiano in ogni credente, in
rapporto ai doni ricevuti. Nella Chiesa di Cristo non vi è dignità superiore a quella della fede. Ed ogni
credente è costituito da Cristo suo
ministro, nella infinita varietà delle
funzioni dei rispettivi organi dell’unico Corpo. Si sta combattendo la
battaglia per il riconoscimento dei
ministeri laici. Essere pastore non
significa avocare a sè particolari dignità o diritti religiosi, ma adoprarsi, anima e corpo, affinchè tutti « diventino profeti in Israele », cioè
affinchè cessi questa triste e assonnata separazione tra pastori e laici
e tutti diventino, in Cristo, dei « chierici » del Suo Spirito, dimorante e
agente negli uomini e fra gli uomini.
In quarto luogo ho pensato all’e
sortazione e al consiglio che talora i
colleghi più anziani usano rivolgere
al nuovo collega.
Per quanto mi riguarda ho pensato
che il compito tradizionale del Ministro di Cristo, come testimone dell’opera salvatrice del Padre manifesta nell’Evangelo del Signore, si possa e si debba articolare oggi in alcuni
aspetti ohe il processo storico esige.
Mi sembra necessario, oggi, avvertire la solitudine disperata di ogni
uomo. Esiste la comunità, esiste l’aggregato, esiste la società, ma non esiste la comunione. Ogni uomo è un
abisso doloroso di solitudine. Questo
deve richiamarci a due fatti: anzitutto alla divina nobiltà e natura dell’anima che essendo unica e predestinata eterna, non può trovare altra
reale compagnia se non in Dio. La
solitudine invalicabile è il segno dell’essenza religiosa dell’anima umana.
In secondo luogo al fatto che la solitudine dell’uomo è una vocazione alla
incondizionata pietà verso l’altro uomo. Solo i disperati solitari sanno il
valore della benedizione di Dio e
della presenza degli uomini.
Il ministero cristiano si deve inoltre articolare oggi in una visione nuova della potenza. La vera potenza,
nello spirito cristiano, è la non-violenza. Tutti i pacifismi religiosi e
politici presuppongono per essere validi una educazione alla non-violenza.
Il ministero cristiano deve oggi rieducare in questo nuovo orientamento. La potenza degli uomini è prepotenza, presunzione e violenza. Essa
genera solitudine mortale. La potenza di Dio è non violenta, calma, amorevole. L’azione e lo spirito non violenti presuppongono una fede e una
visione nette nella presenza di Dio e
nel trionfo del suo Regno, già fondato nella croce e nella risurrezione
di Cristo. Non si può entrare nei compromessi : o si crede nella forza di
Dio o si crede nella forza violenta
del proprio diritto. Un ministro di
Dio non è un creatore della pace, ma
un testimone, in pensiero e in opere,
della pace costruita da Dio.
Queste riflessioni mi portano a considerare, in ultimo, che la funzione
del ministero cristiano sia quello di
reimpostare nelle sue fondamenta il
concetto stesso della vita. Vivere nell’ordine normale della storia è continuare ad esistere, facendo tutti gli
sforzi economici e religiosi per accaparrarsi una qualche sicurezza di sopravvivenza, qui ed oltre. Vivere nell’ordine dell’Evangelo non è sopravvivere. ma risorgere passando attraverso il mistero abissale della morte,
in cui la propria piccola e presuntuosa ed egoistica vita è gettata come un
seme di fede in Dio e di carità nel
servizio degli uomini.
Carlo Lupo.
Il passato e il futuro
della Oliiesa nel Oon^o
L’intervento energico ed equilibrato del
segretario Hammarskjoeld e il prestigio
deirONU, più forte che in passato, sembrano aver ridato al Congo non la pace,
che sarà lenta e difficile costruzione di
mesi e anni, ma un certo ordine esteriore, che potrà acquistare contenuto se ì
Congolesi sapranno e vorranno servirsene; aspre rivalità continuano tuttavia ad
affrontarsi. E, intanto, continua l’esame
delle responsabilità, che per i più avvertiti è pure un esame di coscienza. Nello
scorso numero abbiamo pubblicato notizie
sulla situazione congolese, anche dal punto di vista della presenza cristiana, e un
articolo del pastore belga A. Mascaux.
Neirultimo numCTo di Paix et Liberté (14
agosto) egli tenta di nuovo di puntualizzare la situazione e, dopo aver ancora riconosciuto i torti, scrive: «// crollo del
credito nazionale belga sul piano inter
nazionale è tale da superare, a mio avviso, Vequità: il Consiglio di Sicurezza non
ha detto una parola ne sulVopera importante compiuta nel Congo dal Belgio durante ottani*anni, ne sulle sofferenze causate dagli eventi attuali. Nè minore è il
discredito che sul piano interno colpisce
Vopera coloniale: è indicato dalla confusione dei partiti politici (anche di quelli,
complici, d*opposizione) e dalla reazione
crudele delle masse popolari davanti alla
reale sventura dei rimpatriati dal Congo.
(( Il Belgio non esce ingrandito da questa prova dolorosa. Nè, certo, la Chiesa
cattolica, e neppure molte missioni protestanti.
(( Il bilancio è negativo su tutti i punti?
Non lo crediamo. E* innegabile che dei
bianchi, anche se talvolta in modo maldestro, hanno amato e servito i loro fratelli di colore. Dei consiglieri belgi sono
stati leali nelVaiuto che hanno dato ai delegati congolesi delle due tavole rotonde.
Bisognerà d*altra parte che il popolo congolese, a sua volta, sappia discernere fra
i capi che si è dati o che si sono imposti
quelli che veramente lo servono: la distinzione sarà ancora meno facile che
quando si trattava d*Europei.
« Rimane una pHma iniziazione, che fu
necessaria e lo rimane, alla vita in seno
ad una civilizzazione sempre pià complessa e ai problemi molteplici, di ogni genere, che essa pone.
« Rimane infine il fatto che VEvangelo
di Gesù Cristo è stato portato agli uomini, alle donne, ai giovani del Congo. Là
come ovunque — anche nei nostri paesi
falsamente considerati cristiani — coloro
che credono o crederanno veramente in
Lui (e non in una civiltà o in una organizzazione ecclesiastica) non possono che
essere una minoranza. Sappiamo che malgrado la distanza, nulla può separarli da
noi nè separarci da loro. Sappiamo che
delle autentiche Chiese di Gesù Cristo
sono state edificate e che rimarranno solide ».
Nelle passioni opposte con cui la questione congolese è giudicata, queste parole umili e fiduciose suonano limpide.
Umili, diciamo, e non è pia retorica. Infatti, sullo stesso Paix et Liberté la settimana precedente era comparso un ampio
articolo di E. Meurice in cui si esaminano senza riserve « i gravi errori del passato ». Anzitutto della colonizzazione belga, e il primo, il più grave è l’aver trascurato di formare un’élite congolese:
malgrado richieste pressanti, soltanto nel
1952 fu creato il « Lovanium », sotto direzione cattolica, e nel 1955 l’Università
d’Elisabethville; fino allora a nessun congolese era stato concesso di fare studi superiori, nè in Belgio nè all’estero; nel
1959 si sono laureali i primi sette univer[coniinua in 4.a pag.)
COMUNICATO
Il Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta ordinaria per
MERCOLEDÌ' 31 AGOSTO
alle ore 21
nell'Aula Sinodale della Casa
Valdese di Torre Pellice.
Ordine del Giorno
1 ) Designazione di un Professore per la cattedra di Antico Testamento nella Facoltà Valdese di Teologia.
2) Relazione della Commissione della Liturgia.
3) Varie.
Ermanno Rostan
Moderatore
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 34 — 26 agosto I960
MISBITERIANO
Ho letto con molto interesse l’articolo del pastore Alberto Ribet su
« Distretti o Presbiteri? » che contiene elementi positivi per la soluzione
del problema che è davanti al no
stro Sinodo. Se intervengo è solo per
aggiungere alcune precisazioni sulla
struttura presbiteriana quale il mio
contatto semi-secolare colle Chiese
d’Inghilterra, d’Irlanda e soprattutto della Scozia, mi ha fatto conoscere intimamente e che possono essere
utili per prospettare il problema nella sua interezza.
Le COMUNITÀ’ o le CHIESE. La
chiesa è alla base di detto sistema
ecclesiastico; ogni comunità si governa da sè nell’ambito dei regolamenti generali della Chiesa. Il sistema di governo è chiamato « presbiteriano » appunto perchè si fonda sulla funzione dei presbiteri o anziani
nelia Chiesa apostolica. Il governo
spirituale e la direzione della Chiesa
è esercitato precipuamente dal collegio degli anziani (o kirk session) sotto la presidenza del pastore o moderatore. Gli anziani sono consacrati e
cono a vita. L’amministrazioine è
esercitata dai diaconi che nelle chiese, diciamo, più presbiteriane sono
separati dagli anziani, formando il
consiglio dei diaconi o managers
(amministratori) che si eleggono il
loro presidente. Tutte le chiese sono
autonome, anche le più piccole, ed
anche quelle che non arrivano a coprire lo stipendio minimo del pastore fissato dall’Assemblea Generale.
L’autonomia viene riconosciuta daldairAssemblea Generale su parere
favorevole del competente presbiterio. (Nella Chiesa di Scozia dalla fine della guerra si sono^ formate circa
50 nuove congregazioni ed anche quest’anno' TAssemblea Generale ha riconosciuto l’autonomia di diverse di
esse. Inoltre su 2.000 chiese solo un
terzo sono finanziariamente autonome, essendo le altre aiutate, per il
completamento dello stipendio del
pastore, dalla Cassa Centrale o Central Fund.
I PRESBITERI. Tutte le chiese di
una città o di im gruppo di piccole
città viciniori formano il presbiterio.
Naturalmente vi sono dei presbiteri
molto numerosi, come ad esempio
Londra, Edimburgo, Glasgow e Belfast ; e presbiteri di pochissime e piccole chiese come negli Altipiani e
nelle Isole della Scozia. Ogni chiesa,
qualunque sia la sua entità, vi è rappresentata dal proprio pastore e da
un anziano. Il presbiterio nomina un
presidente o moderatore che dura in
carica. un anno ed un segretario' o
clerk che è a tempo indeterminato e
che, nei presbiteri maggiori, è a pieno impiego Oltre alla funzione di
controllo, di coordinamento e di potenziamento, rilevata da A. Ribet, il
presbiterio procede alla consacrazione dei candidati al ministero, aH’autorizzazione all’elezione del pastore
da parte di una chiesa vacants. al
trasferimento del pastore eletto a
provvedere interinalmente ad una
chiesa vacante; procede a casi disciplinari di sua competenza, a controllare che le deliberazioni deH’Assemblea Generale siano osservate dalle
singole comunità ; airesame delle
proposte che vengono dairAssemblea
Generale eco. Perciò le sue sedute
sono generalmente mensili o ad infervalii maggiori nei presbiteri minori. I presbiteri si riuniscono poi
generalmente due volte l’anno in Sinodi regionali.
L’ASSEMBLEA GENERALE. Essa
comprende i rap>presentanti di tutte
le chiese e cioè il pastore ed un unziano di ognuna di esse. Ha luogo
una volta all’anno in maggio o giu
gno (l’anno ecclesiastico corrisponde
aH’anno solare). Come il nostro Sinodo, essa è Tautorità suprema della
Chiesa. L’Assemblea è presieduta da
un Moderatore che dura in carica un
anno, che viene designato dai collegio degli ex-moderatori e confermato
daH’Assemblea. La funzione del Moderatore è essenzialmente rappresentat'va e spirituale mentre l’amministrazione della Chiesa è esercitata
dalle varie Commissioni deH’Assemblea con un compito ben definito come ad es. : affari generali, finanze,
missioni, evangeilizzazione, gioventù,
moralità pubblica ecc. Ogni commissione è presieduta da un convener
(lett. «colui che convoca») eletto dall’Assemblea per im periodo di 4 o 5
anni ed ogni presbiterio vi è rappresentato da due membri, il pastore ed
un anziano, e la Commissione elegge
nel suo seno un comitato ristretto
che compie il lavoi’o riferendone alla
Commissione 4 volte all’anno. Questa poi riferisce all’Assemblea Generale. Il coordinamento fra le varie
Commissioni è fatto da quella degli
affari generali che è presieduta dai
Moderatore. Nelle Chiese dTnghilteria e d’Irlanda vi è un segretario gel’erale esecutivo.
Queste in breve le linee gener'ih
del sistema presbiteriano : su di esse
potremo utilmente impostare le nostre discussioni e venire a deci.sioni
pratiche. Emilio Corsani
P.S. — Nel suggerimento avanzato
dal pastore Ribet sul numero e sulla
distribuzione dei distretti mi sem.,bra
che sia tralasciata Una parte deU’Italia Meridionale e cioè le Puglie a meno che egli intenda includerle nella
Campania. Ad ogni modo il distretto
sarebbe ancora più esteso di quello
che è ora. Suggerirei 8 distretti invece di sei e cioè: Valli; Piemonte-Liguria; Lombardo-Veneto; ToscanaMarche; Lazio-Abruzzi e Molise; Napoli e Puglie; Càlabria, Messina e
Catania; Sicilia occidentale
’ E. C.
ci scrivono
« Ben » crepuscolare ,
o futurista ? ^
Non sono nient’affatto contrario ad un
saggio di moderno stile lipograiico come
quello che, in una nota ed apprezzala rubrica deir« Eco », ha recentemente abolito le maiuscole!
Ritengo che sia piuttosto una battuta
di spirito che... un grido d*allarme quello
dello scolaro che chiede ai genitori, piuttosto perplesso: «ma perchè, a scuola, la
maestra mi segna Terrore se non adopero
le maiuscole per i nomi proprii? »
Vorrei far seguire, proprio in nome
dello stile tipografico, tre semplici osservazioni:
1«; perchè sono stali tuttavia mantenuti
i caratteri maiuscoli dopo il punto fermo
e ai capoversi, e perchè questi stessi capoversi non soro stali composti a margine?
2^) perchè si lasciano sfuggire dei grossolani errori di ortografia (trattandosi di
lingua francese, si vorrebbe incolparne
solo i compositori...). E’ facile comprendere che queste mezze innovazioni accompagnale da errori lasciano supporre che la
adozione indiscriminata delle minuscole
sìa un altro errore, su più vasta scala.
3=) e poi, perchè « Dio » con la maiuscola? — Perchè « Dio » fa eccezione, si
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BORA
— Domenica 21 agosto è stato battezzato nel nostro tempio il piccolo Marco
Paolo Durand. Ci rallegriamo per questo
fanciullo che entra a far parte del gregge
del Signore e auguriamo ogni bene a lui
ed ai suoi cari.
— Nel pomeriggio dello stesso giorno
ha avuto luogo una riunione all’aperto a
Pian Prà. Per la cronaca la prima che
sia stata tenuta senza pioggia o minaccia
di pioggia, da molto tempo!
— Il Bazar del Centro ha avuto un
esito lusinghiero e teniamo qui a ringraziare a nome di tutta la comunità quanti
se ne sono attivamente occupati. Cogliamo questa occasione per ricordare die anche il bazar delle Fucine ha dato buoni
risultati, e per esprimere la nostra gratitudine a chi ne ha portato la responsabilità più diretta.
— Il culto dì domenica 14 agosto è stato presieduto dal past. Alessio, di Brescia.
Gli siamo riconoscenti per la sua cordiale
collaborazione e gli augunamo di poter
avei^ ant’ora alcuni giorni di vero riposo
con la sua famiglia.
In queste ultime domeniche, i nostri
culli sono stali presieduti da alcuni ospiti
graditi di cui abbiamo seguito con gioia
e gratitudine la predicazione delTEvan
gelo: i Pastori R. Comba, E. Ayassot, Vougn (Morges) e il Moderatore E. Rostan.
Le riunioni pomeridiane all’aperto hanno
conos^iiìulo alterne vicende di partecipazione, piuttosto bassa, in complesso; la serie è terminata, domenica scorsa.
La nostra comunità ha ospitalo alcune
manifestazioni presinodali: la riunione
del Corpo Pastorale, <’on Pesame di fede
del Candidato Giulio Vicentini e il cullo
da luì presieduto ai Coppieri; la festa del
XV agosto, di cui si riferisce ampiamente
in altra parte del giornale: leniamo qui
a ringraziare mollo caldamente il comitato
che si è fattivamente occupato delTorganizzazione pratica della giornata, la fami
Amici dei Collegio
La giornata, favorita da un clima
estivo, ha visto un afflusso leggermente minore di quello degli anni
precedenti; in compenso il fervore,
l’entusiasmo e la gioia del ritrovarsi
insieme non sono stati inferiori. II
pranzo in comune alla Foresteria ottimamente come sempre organizzato dagli onnipresenti pastore A. Deodato e signora con un simpatico
gruppo di signorine, ne ha costituito
il primo atto.
La parte ufficiale si svolge nell’Aula Sinodale, sotto la presidenza del
dott. E. Gardiol, presidente del Comitato, il quale dà inizio alla seduta
con la lettura della relazione morale.
L’attività svolta è stata normale ; ma
nella sua normalità ha impostato
un’attività « straordinaria » : quella
del rinnovamento dell’ arredamento
scolastico, riprendendo l’iniziativa
del generale D. Jalla. Una sottoscrizione particolare è stata aperta per
comprare banchi « nuovi », fabbricati secondo le esigenze moderne dell’arte scolastica. I risultati sono stati
assai .soddisfacenti: dei cento posti
necessari per la S. Media. 86 sono già
assicurati. Dopo un cordiale saluto al
prof. T. Pons, assente quest’anno, il
presidente porta i saluti dei tre membri del Comitato assenti: l’avv. CoL
ta-Morandini, dott. Turbil, signorina
Yvonne Allio.
Il prof. G. Costabel, a nome del
prof. T. Pons, presenta il rendiconto
A TORRE PELLICE
(Collegio Valdese)
l\ Mostra d’Arte fonteniporanca
finanziario ed illustra l’importanza
didattica del rinnovamento dell’arredamento scolastico, commentando
alcune iscrizioni di una (fra le tante) tavola dei banchi.
Il prof. A. Jalla ricorda il periodo
storico in cui si Svolse l’attività del
prof. Giov. Jalla; raccomanda poi
maggior precisione nella spedizione
dei bollettini.
Il prc'f. L. Micol raccomanda agli
Annci di prendere in esame la eventualità di una tettoia per riparare le
biciclette degli studenti.
Il Moderatore E. Rostan porta una
parola fraterna quale ex-allievo e
Moderatore per l’attività degli Amici.
Il Comitato viene eletto per acolar
mazione nelle persone dei dott. E.
Gardiol, dott. Turbil, avv. Cotta Mo
randini. Signora Ade Theiler Varese.
In un’aula del Convitto si svolge la
terza parte: la tradizionale tazza di
thè : tradizionale trattenimento familiare in cui si rievocano ricerdi del
passato, che per parecchi rivive nel
presente dei figli (i nomi dei padri
acconciamente intagliati accanto a
quello dei figli sui banchi di scuola).
Alcuni giochi felicemente impostati
danno movimento all’incontro; si
ammira un duetto quasi simbolico
che accc-muna sud e nord nella fusione delle voci di un noto ragioniere
(D. Abate) e di un non meno noto
professore (Emilio Tron). Anche il
Moderatere dimentica per una breve
ora il peso della Moderatura e presta
la sua voce al presidente dott. Gardiol. Ma bando al sentimento! Il cassiere è contento : i banchi della S. Media sono assicurati : da 86 siamo arrivati a cento! rep.
glia Pascheuo per la cordiale ospitalità
sui pendii dell’Inverso Bruni, le signore
e signorine che si sono incaricate con successo del buffet e i membri della Corale,
diretti in assenza del M.o Corsani dalla
Sig.na Cesan, per i ' canti con cui hanno
allietato il programma del pomeriggio:
malgrado il tempo poco propizio, la giornata ha lasciato nn grato ricordo; infine,
domenica .scorsa, la giornata degli « Amici del Collegio », raccolta e riuscita. Si è
pure inaugurata, sabato scorso, l’annuale
Mostra d'Arte contemporanea, cui auguriamo suecesiso come, in passato e oltre.
I culti di queste ultime domeniche sono
stati allietati ed arriochiti (segni della fedele vocazione di Dio!) da numerosi battesimi : Marcello e ' Rosalba Costabel di
Pierino e di Ada Coisson, Antonella Serena
Comba di Augusto Ajdolfo e di Elena Deodalo, Gisella e Lionello Ebongué di Pierre e di Wanda Balntas, Iris Donini di Adriano e di Muriella Rivoir: il Signore
cite li chiama a lar pane del Suo gregge
li faccia crescere in siauira, sapienza e
grazia, e dia a noi p. in particolare ai genitori e ai 1 Ir S r r fare sempre le
nostre. res] sabhlitìfe'^rs,o di - loro. -i,
II dolore della sdparazione ha colpito le
famiglie di Mano Renato Jahier, Luigina
Bazzoni (Casa delle Diaconesse) e Giovati
Jjuigi Gilli (Villa II), un dolore che non
è cancellato ma trasformato dall’Evangelo :
« Chi crede in me, anclie se muoia, vivrà ».
— I coniugi Griglio Paolo ed Erneslina
della Caneuva hanno celebrato, domenica
scorsa, le loro nozze d’oro, attorniati dai
parenti che lianno voluto esprimere loro
la gioia di vederli insieme così vegeti e
l’augurio che possano ancora per tanti
anni continuare a vivere uniti nella gioia
serena di una cosi bella famiglia. 11 pastore Genre lia pronunciato felici parole di
circostanza e di augurio ai festeggiati.
— Do nenica scorsa la nostra comunità
l a acuto la grande gioia di avere quale
ospite il Candidato al Santo Mini,stero,
dott. Giulio Vicentini, che ha presieddto
il Culto del mattino e la riunione del poueriggio nel quartiere di Cavoretto.
11 messaggio che questo nostro fratello
(■': ha portato è stato molto edificante ed
efficace, per cui, mentre lo ringraziamo
•ord'a’nerile, diciamo la nostra riconosc’crza al Signore che ci ha concesso il
grande privilegio d’aver potuto ascoltare
la conviiTcentc e sincera parola di questo
suo fedele servitore da Lui chiamato ad
annunziare la salvezza ai iiecicatori attraverso la predicazione del Vangelo di Cristo. d. g.
— Una quarantina di membri della nostra comunità, guidati dal pastore Genre
Ila visitato ai primi di agosto i luoghi
svizzeri che furono rifugio dei nostri padri durante le persecuzioni e dai quali essi
partirono per il Glorioso Rimpatrio.
In torpedone, attraverso la valle d’Aosta, passato il valico del Gran San Bernardo, i gitanti, raggiunto il lago Lemano, hanno potuto ammirare le bellezze
della città di Losanna e la sua stupenda
cattedrale, proseguendo quindi per Prangins dove erano ad attenderli il signor
Pasquet col pastore Bert di San Germano
Chisone ed il signor Pieot.
Una commovente cerimonia rievocativa
attorno al famoso monumento eretto dai
fratelli svizzeri in ricordo della epica impresa dei Valdesi ha fatto rivivere nei
presenti una tra le più gloriose pagine
della storia dei nostri avi allorquando,
con l’eroica gesta del « Rimpatrio » animati da una profonda fede religiosa, seppero riconquistare in soli dieci giorni
quelle valli elle avevano sempre difeso a
prezzo dell’esistenza e nelle quali erano
decisi a lottare ancora per il trionfo della
libertà di coscienza e di culto.
Proseguendo sulla sponda del lago, la
comitiva si portava in seguito a Ginevra
ed il giorno dopo partecipava al Culto
nella cattedrale di Saint Pierre accolla con
fraterne ed affettuose parole di benvenuto
dal pastore Fuks.
Al pomeriggio, una cor.sa in battello
sul lago Lemano portava i gitanti ad ammirare le bellezze incantevoli di quelle
terre con i loro caratteristici paesi e suggestivi castelli. L’indomani visita del monumento della Rifonna, e quindi il viaggio di ritorno attraverso la Savoia ed il
Moncenisio.
La cronaca nuda non può che dare un
ionio mollo vago della gioia e delle sen.sazioni che i gitanti lianno tratto da questo
incontro eoi fratelli svizzeri e con i suggestivi luoghi elle hanno visitato, tier l'ui
vogliamo esprimere agli organizzatori il
grazie sentilo da parte di tulli i partecipanti con l’augurio che gite come queste
abbiano a ripetersi sovente.
— La chiesa è riconoscente ai pastori
Luigi Marauda e Teofilo Pons che lianno
presieduto i Culli nelle prime due domeniche di agosto portando la loro efficace
parola di fede cristiana con un mes.saggio
elle è stato mollo apprezzalo.
— Sono stati presentati al Santo Battesimo Ribet Wilma di .Arturo e di Giraud
Elsa, Gaudin Stella di Renzo e di Bleynal
Rosanna e Gaudin Silvana di Franco e di
Ribel Elena. Dio guidi questi agnelli del
■Suo gregge, li faccia crescere alFombra
della Sua protezione, li riceva nella Sua
santa alleanza e conceda ai loro parenti
di poter compiere fedelmente le promesse
l'he hanno fallo.
Domenica 14 il messaggio al tempio è
stato predicato dal Pastore Mordant di Digne: legato a Pomarelto da vincoli affettivi, egli torna volentieri alle Valli. La
predica ispirata e profonda è stata accolta
nel cuore con gioia e nel contempo con
la segreta promessa di essere più impegnali nella comune edificazione della
Chiesa. Lo ringraziamo di cuore e gli
auguriamo un minislerio benedetto nella
sua nuova comunità di Marsiglia.
In tale circostanza abbiamo battezzato
Ferrerò Ada di Bruno e Frà Susanna nonché Berlolo Laura di Giovanni e Giaiero
Iris. Che il Signore mandi ogni giorno la
potenza del suo Spirilo per arricchire la
mente ed il cuore delle tenere creature
che sono stale battezzate.
In o-ccasione del XV agosto la nostra comunità c stala mobilitala per la preparazione del buffet, nonché per la organizzazione della celebrazione tradizionale.
Non possiamo ricordare tntle le persone
che hanno lavorato lietamente e con impegno perché lo spazio non lo consentirebbe: desidero perciò ringraziare mollo
tutti coloro che hanno servilo il Signore
anche nelle cose più sempliei e modeste;
parrocchiani dell’Inverso e nn gruppo di
Pomaretto nonché sorelle in fede non più
residenti nella Parrocchia ma ancora affezionale alla loro comunità d’origine si sono prodigati per la buona riuscita del buffet: grazie di cuore!
Il culto del 28 Agosto sarà presieduto
dall’antico Pastore della nostra Chiesa il
signor Guido Comba al quale sin d’ora diamo un caldo benvenuto.
( Per mancanza di spazio una parte
della cronaca è rinviata al n. prossimo).
Le fgmi.elie Grifflio e Gardiol prò
’’ondamente C0'mm0'’:se p?r la molta
simpatia dimostrata in occasione della dipartenza del loro
Renzo
ringraziano in modo particolare i pastori Arnaldo Genre e Luigi Marau
da e quanti hanno preso parte al loro
dolore.
S. Secondo di Pinerolo, 1-8-1960.
La famiglia di
Mario Renato Jahier
ringrazia di cuore tutti coloro che si
sono prodigati con spirito di solidarietà e con abnegazione nei difficili
tentativi di salvataggio del suo Caro
Sccmtparso e profondamente commossa per le dimostrazioni di affetto
e per le prove di solidarietà ricevute,
esprime la sua sincera gratitudine a
tutti coloro che hanno preso parte al
suo grande dolore.
Torre Pellice, 21 agosto 1960.
dirà. — Ma non mi si venga a dire che
sotto questa innovazione di stile tipografico ci sia... della teologia!
Il fatto è questo. Esistono, in Francia,
e anche in Italia, dei saggi di stile tipografico come quello che, da qualche numero, 1’« Eco » ci presenta. Ma si tratta
di libri, di scritti di carattere crepuscolare, poetico od estetico (pensiamo, per
tulli, e in un altro ordine di idee, ai famosi « Calligrammes », di Apollinaire):
non si tratta però di periodici c tanto meno di giornali e fogli composti per il pubblico semplice, scarsamente informato sulle bizzarrie di un eerto futurismo tipografico, il quale, oltre tutto, non è neppur
più di moda. Apprezzando il tentativo
fatto su queste colonne, sarei però del parere di sospenderlo.
Altro discorso si dovrebbe fare, per
r« Eco », sulla leggibilità dei caratteri più
minuti. Non si dimentichi che i nostri
vecchi non hanno sempre la vista della
lince; e che i... non vecchi non hanno
sempre fatto FLlniversilà!
Cordialmente, T. Raima
Mutua
comprensione
Prendo alto con vivo piacere della felice disposizione in cui si trova di desiderare una reciproca migliore comprensione. All’uopo mi pare sia doveroso evitare che la discussione sia un dialogo di
.sordi. Rispondiamo quindi con argomenti
pertinenti alla materia ed aH’argomeiitazione contestata.
Sono andato a rileggere la sua del 23/7
onde accertarmi se potevo avere esagerato neH’interpretare il suo pensiero. E
ci ritrovo, ancora ora, questo criterio: a 11
dpiderio di presentare il Comunismo Marxista non .solo come non Anticristo, ma
più evangelico del sistema borghese, nelle sue realizzazioni in Rus.sia ».
Debbo ricordarle che le idee di Marx
vc'nnero dogmatizzate e teorizzate nella
stesura di varie Internazionali Socialiste
successive. Dopo la prima e poi la seconda venne- anche la terza dalla quale nacque il Comunismo, ad opera specialmente
di Lenin. Ma questa nascita avvenne vari
decenni dopo la morte di Marx. Perciò
dopo del Marxismo si parlò di MarxismoLeninismo, cioè del Comunismo. Ora se
vogliamo dare una nazionalità al Comunismo, sempre teoricamente parlando, dovremmo chiamarlo Comunismo Elneo,
dalla nazionalità dei suoi creatori. Se invece vogliamo dargli una aggettivazione
che ne indichi la pratica attuazione dobbiamo necessariamente chiamarlo Russo;
anche e sebbene abbia avuto fra i suoi
primi organizzatori ancora due ebrei ! Lenin e Trozki).
Prendiamo atto della sua dichiarazione
che il Comunismo teorico non é attuato
dalla prassi dèi Governo Russo ; il quale,
evidentemente, fa quello che può elim’lìando gli avversari che non potrebbe convincere.
^ 11 (buon) politico è quello che attua
raltiiabile nel momento contingente.
L apostolo indica, invece, le mete più
lontane, anche se non subito raggiungibili. Il Governo Russo attua il Cnmun s'no (che esso chiama Socialismo -.questo si che è confusione) nella misura del
possibile, mentre spinge i teorici del Materialismo Dialettico, ad una attiva propaganda ed emette leggi e disposizioni in
assoluto contrasto con la libertà del pensiero, sia politico che filosofi'Co o religioso.
Se lei crede che sia compatibile una
comunanza ideale con chi attua, così, le
teorie Marxiste-Leniniste, consenta che noi
possiamo esprimere la nostra perplessità,
nel vedere anteporre il culto della materia alle concezioni .spirituali. Marx ha dello che la materia prevale sullo spirito ed
il Comunismo Internazionale lo sostiene
con la prassi e con la propaganda; noi
pensiamo invece, che lo Spirilo dirige,
plasma e trasforma la materia, come pensiamo che una so'cietà retta dalle leggi e
dalla prassi la più perfetta, sarà .sempre
composta e diretta da uomini imperfetti
(con suo permesso anche se socialisti o
comunisti) e perciò essa società sarà ancora e .sempre imperfetta, finché non si
lascerà im;uadrare nella legge di Chi è
padrone dello Spirito e della Materia, e
Unico Padrone della Vita.
Come credente (e mi piace di pensarLa
credente e Valdese) pennella che le confermi quanto ho a.sserito nell’ultimo periodo della mia precedente.
Il Sig. Eynard mi perdonerà se preciso
a lei come il fatto di attribuire al Comunismo la funzione delFAnlicrislo, equivale
ad esagerare la forza e l’entità; conio
pure iTeidere alla sua vitalità e potenza
lievitante, significa concedergli molto più
credilo di quanto non meriti.
Infatti, il rifiuto persistente di consentire alla verifica dei poteri (rifiutando sisiemalicamenie le consultazioni elettorali
libere e popolari) denota Tintima coscienza della propria debolezza polÌIÌ4'a.
Il Principe di questo mondo, come ci
avverte il Vangelo, ha la podestà di guidare le azioni dei Governi, suggestionando i ^vernanti (anche dei Governi che
lei chiama borghesi, e elle si la-sciano
troppo spesso guidare così, pur cercando
di reagire al malo ¡nfliisiso) verso uno
sbocco finale, che sarà la proclamazione
di un Tizio, quale Invialo del Signore e
donatore di una pace, indivisibile alla
l'inanità.
Quello sara TAnticristo! E non sarà un
E. A. Beux.
AVVISI ECONOMICI
CERCASI cuora per famiglia .signorile
(lai mese di settembre. Scrivere: Giacosa - Strada privala d’Agliè, 26 - Torino.
CERCA.SI islilulrire lingua francese capace seguire studi scuole medie per tulio pomeriggio. Scrivere: Giaeosa - Strada privala d’Agliè, 26- Torino.
3
26 agosto 1960 — N. 34
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag.
IL XV AGOSTO NELLE DUE VALLI
Lo responsabilità dei Valdesi
Il mattino del XV d’Agosto abbiamo avuto una sgradita sorpresa, pioggerella uggiosa, montagne coperte
dalla nebbia, prati bagnati. Il giorno
prima c’era il sole, i monti apparivano nitidi e tutto faceva prevedere il
bel tempo per la nostra festa. Invece
ancora una volta durante la notte,
questa strana estate si è imbronciata. ha preso in prestito le sembianza
deirautunno ed ha sparse- dapertutto grigiore ed umidità. Coloro che
erano pronti per andare alla festa
sono perciò rimasti dubbiosi sul da
fare: la festa avrebbe avuto luogo
ugualmente? e dove? Ben presto' si
formarono due gruppi: i più intraprendenti, muniti di ombrelli, impermeabili, teli di plastica si avviarono
al luogo del convegno, i prati della
famiglia Paschetto all’Inverso Bruni,
e quivi si radunarono in fiduciosa attesa di fronte al palco degli oratori
vuoto e lucido di pioggia, al banco
del buffet sguernito... I meno coraggiosi s’incontrarono incerti a Torre
Penice, nei pressi del monumento Arnaud, e vennero convogliati dagli organizzatori neH'aula sinodale, la quale risultò ben presto affollata. Intanto sulle alture dell’Inverso che
dominano per così largo e pittoresco
orizzonte il sottostante paesaggio,
il gruppo degli... ottimisti si raccoglieva per il culto sotto la guida del
maestro EdgardO' PasiChettO'.
Intanto, neH’aula sinodale il Pastore G. Tourn, presidente della festa dava la parola agli oratori del
mattino. E a questo punto dobbiamo
dire che il gruppo deirinverso Bruni,
pur avendo dimostrato un simpatico
spirito d iniziativa, ha perduto meito
nel non ascoltare i vigorosi, meditati
messaggi del mattino.
Il Past. Alberto Taccia ha presieduto il culto iniziale, predicando il
cap. 12 del prof et a Isaia: in un tempo' d’incertezza e di paura, di depressione, echeggia il mess'aggio della
consolazione di Dio e rappello «Manda dei gridi, dei gridi di gioia, o Sion!
perchè il Santo d’Israele è grande in
mezzo a te ».
Quindi il Past. R. Nisbet, ispirandosi alla parola che Giosuè, poco prima della sua morte, in un’assemblea
solenne, rivolse al popolo d’Israele :
« Scegliete O'ggi chi volete servire : o
l’Eterno Dio dei no'stri padri, o gli
dei stranieri che sono in mezzo a
voi », dichiarò che sarebbe una cosa ,
interessante e forse o-pportuna, in occasione della festa del XV d’AgoS'to,
indire un referendum popolare per
sapere chi effettivamente i Valdesi
del giorno d’oggi desiderino servire :
0 rEterno Dio dei loro padri, o gli dei
stranieri, dai molti nomi e dai vari
aspetti, della nostra vita moderna: il
dio della ricchezza, degli affari, del
commercio, del benessere mate-riale,
e via dicendo. A questo reiferendum
tutti dovrebbero piartecipare, compresi i fanciulli, i quali sono sempre numrrcsi alla fe-sta del XV. ma forsa
un po’ troppo dimenticati dagli adulti in questa circostanza; infatti c’è
da demandarsi: perchè non si è mai
pensato di fare qualche cosa di particolarmente adatto a lo>ro in una giornata simile? Il referendum dovrebbe
dunque rivolgersi a tutti, perchè ogni
Valdese ha bisogno di essere pvosto di
nuovo, in modo chiaro di frante alla
propria responsabilità di scelta del
suo Signore.
Qualunque sia la nostra sensibilità
alla storia, non possiamo negare che
in queste Valli vi è tutto un passato
che non si può cancellare, in virtù
del quale il popolo Valdese ha caratteristiche ben definite che lo- differenziano dalle altre popolazioni d!
vallate come la ncstra. L’oratore indica quattro caratteristiche fondamentali e indiscutibili: 1) il popolo
Valdese ha sempre avuto un ideale
morale e religioso diverso da quello
di altre popolazioni consimili. 2) Ha
una storia di otto secoli, i cui eventi
non si possono spiegare se non am
mettendo un fattore straordinario, lo
si chiami « destino- », « caso », o- come si vuole ; per il credente è provvidenza di Dio. 3) Il movimento Valdese ha sempre riconosciuto, al disopra
di ogni cosa, rautorità di un Libro, la
Bibbia; e, a differenza di altri movimenti simili nella storia, come per
esempic' quello iniziato da S. Francesco d’Assisi, ha sempre rifiutato durante otto secoli a prezzo di qualsiasi sacrificio, di lasciarsi assorbire c
comunque regolamentare da autorità
umane, sia religiose (chiesa romana)
sia politiche. 4) Il popolo Valdese infine, malgrado infedeltà e debolezze,
attraverso otto secoli ha sempre testimoniato della sua fede, ovunque.
Ma oggi questo popolo attraversa
una crisi, dovuta a varie cause: passaggio dall’economia agraria all’economia mista, comunicazioni rapide,
progresso tecnico ecc., ed è disorientato e forse in pericolo per quanto riguarda la sua vita religiosa; di qui
la necessità urgente di riproporgli il
solenne interrogativo di Giosuè al popolo d’Israele : « Chi volete servire,
rEterno, il Dio dei vostri padri, o gli
dei stranieri? ». L’oratore afferma che
la sua esperienza di 23 anni di pastorato nelle Valli Valdesi lo rende sicuro che il popolo Valdese saprebbe
dare ancora oggi la risposta giusta.
^ Il secondo oratore della mattinata,
l’aw. Serafino, quasi a continuazione
dell’ assunto precedente, sottolinea
quale sia la responsabilità dei Valdesi nell’ora presente: essa è essenzialmente la responsabilità del cristiano ;
vale a dire di colui che avendo, per
ispirazione dall’alto, scelto di servire
l’Eterno, è realmente passato attra
verso la nuova nascita; ed ora, giorno depe giorno, con perseveranza,
rcn fedeltà, vive una vita veramente
rinnovata dallo Spirito di Dio, Vi soro molte persone che portano il peso
di vario responsabilità nel mondo :
responsabilità dei genitori, del maestro di scuola, del funzionario, dell’uomo di governo. Ma queste responsabilità si esplicano entro certi limiti
di ambiente e di tem,po; mentre la
responsabilità del cristiano è rivolta
verso ogni uomo che viene a contatto
con lui, e dura tutta la vita. In mezzo
airoscurità ed aU’an.goscia del tempo presente, soltanto uomini saldamente radicati in Cristo pKDtrarmo essere resi capaci di portare la responsabilità cristiana. Il Valdese di oggi
sappia ritrovare in stretta comunione con il suo Signore il senso profondo ed il valore attuale della sua testimonianza evangelica.
Dopo mezzogiorno la giornata incominciò pian piano a smettere il
broncio iniziale e andò rasserenandosi; finché il sole data una rapida
ccchiata fra due nuvole, vide la pìccola folla del XV Agosto finalmente
radunata tutta insieme sul prato in
pendio deU’Inverso Bruni. Il palco,
ormai tornato' in pieno nelle sue funzioni, accoglieva a turno quattro oratori.
Primo, il prof. Mannevai di Mühl
acker. il quale in un ottimo francese
accademico — egli è professore di
francese in quella città — ci parlò
dei Valdesi del Württemberg: del loro attaccamento alle Valli; delle loro
caratteristiche, le quali, sebbene attenuate ormai dopo 262 anni di per
manenza in Germania dal momento
del forzato esilio imposto dal re Luigi XIV ai Valdesi di origine francese
nel 1698, sono pur sempre notevoli;
del loro desiderio di avere legami più
forti con noi, per cui alcimi anni fa
venne fondata l’Unione Valdese del
Württemberg, del Baden e dell’Hessen, ed oggi si sta ampliando la vecchia casa di Arnaud a Schönenberg
— ora Museo storico — al fine di accogliere tutti i Valdesi delle Valli che
vorranno andare a conoscere da vicino quelle località tedesche dai nomi uguali a quelli dei nostri villaggi:
Luzerne, Pérouse. Gross Villar. kiein
Villar. Pinache, ecc.
Il secondo messaggio pomeridiano
viene dato dal Pastore Vouga, di Morg;s, altro gradito ospite straniero, il
quale è accolto dal pubblico con af
fettuosa simpatia, come sempre accade quando si tratta dei nostri fratelli
svizzeri, tanto vicini a noi e tanto
comprensivi dei nostri problemi. Il
Pastore Vouga inizia il suo dire con
una piacevole storiella, atta a farci
riflettere sulla nostra assoluta dipendenza da Dio, e sul conseguente significato del nostro servizio cristiano, che deve essere imicamente
espressione di gratitudine e di letizia
verso di Lui, e non vanto o pretesa
da parte nostra. E qual’è il servizio
più urgente da rendere oggi, con riccnoscenza e con gioia, al Signore?
E' vivere la Parola di Dio nella vita
quotidiana con intensità con estrema fedeltà. Al giorno d’oggi non
manca la predicazione della Parola:
essa è predicata ovunque si può dire; è predicata a Torre Pellice e in
tutte le Valli Valdesi, ad ogni modo;
quello che manca è l’attuazione fedele di questa Parola nella vita pratica.
Ascoltiamo quindi il presidente della benemerita istituzione Pro-Valli,
drtt. Carlo Pons, che ci paria della
Gianavella — casa di Giosuè Gianavello —, la quale è situata non lungi
dal luogo della riunione. Il dott. Pons
La Gianavella
(Foto Renalo Longo)
c’illu.stra i motivi e le difficoltà dell’acquisto di quell’antioa casa, e ringiazia i numerosi amici, nonché le
parrocchie delle Valli, le quali hanno
ccntribuito tutte, senza alcuna eccezione, alle spese: manca ora soltanto
più una piccola somma che si spierà
sia raggiunta dalla colletta del XV
Agosto. Questo unanime consenso dimostra che i Valdesi sono ancora profondamente attaccati ai ricordi della
loro Storia, e desiderano conservarne
i monumenti. Il dott. Pons invita
quindi tutti noi a concorrere alla difesa delle nostre Valli, unico centro
evangelico in Italia. Difendiamole in
tutti i modi possibili: avendo cura
della vita religiosa dei nostri valligiani; conservando il patrimonio storico ccsiì caratteristico: cercando di
migliorare la situazione economica
con quelle iniziative che sono alla
nostra portata. Per esempio, la ProValli progetta ora d’impiantare due
Un quadro del Protestantesimo nel mondo
La nebbia autunnale e la pioggls
della mattina del 15 agosto non hanno favorito l’affluenza del pubblico
verso i castagneti dell’Inverso Pinasca 0 ha costretto gli organizzatori a
ripiegare sul Tempio di Pomaretto
ma, anche se il diavolo ha voluto
:nC'':t:'Tci la coda, gli organizzatori ed
fl pubblico sono veramente riusciti,
P'CT dirla con le parole del pastore A.
Ribei, a taglia'rgliela ed a fare in modo che ognuno dei presenti sentisse
di essersi arricchito di qualche cosa
di nuovo e di vivo.
Tutto sommato, è stato un 15 agosto insolito, e non solo per il caratte
le più autunnale che estivo della
g'ernata: certamente il 15 agO'Sto
meno somigliante all’immagine tradizionale di questa festa troppo spes
so farcita di discorsi più o meno interessanti troppo « organizzata » e
tro'ppo preoccupata di intrattenere il
pubblico il più a lungo possibile, (soprattutto nel pomeriggio), e, strano a
dirsi, si è notato, p'roprio quest’anno
che questo sforzo di tener vivo Finteresse è stato meno evidente, che il
pubblico ha ascoltato e dimostrato
di apprezzare profondamente i messaggi che gli sono stati rivolti: un
pubblico raccolto, attento, pensoso,
ordinato, quale difficilmente capita
di vedere alle feste del 15 agosto.
Il merito di tutto ciò va in gran
parte al culto del mattino, presieduvo dal p,astore T. Vinay.
Il suo messaggio chiaro ,incisivo c.
ha richiamati alla nostra respcnsabilità di cristiani di fronte ai graridi
problemi che travagliano l’umanità
,;diema.
E’ la nostra generazione, dopo secoli di crisrianesimo, migliore della
generazicne che crocifisse Gesù?
Le. risposta è assai sconfortante.
Non solo noi lo crocifiggiamo ogni
giorno con la nostra falsità ed il nostro crgoglio, ma siamo diventati così conformi alla mentalità del nostro
secolo, che non sappiamo più udire
la voce di Dio. non sappiamo più vedere ccn occhio di credenti; siamo
così intossicati dal veleno che ci viene propinato attraverso la stampa,
la" televisione e la pubblicità, che non
sappiamo più discernere il il bene
dal male e anche in Chiesa noi veniamo per curare le nostre piccole
anime personali invece di venire a
fortificarci per poi uscire sulla piazzi
za e nel mondo a a testimoniare dell’Iddio che salva; ed anche come
Chiesa noi ci preoccupiamo più spesso di difendere la nostra dignità ed i
nostri interessi che di metterci in incondizionatamente al servizio del nostro prossimo e preferiamo il compromesso alle posizioni troppo nette,
preferiamo ignorare o non parlare
dei problemi più scottanti, anziché
cercare di risolverli. Le cifre, purtrop
po. parlano chiaro; il mondo ha fa
me, centinaia di migliaia dipersone,
ancora oggi, muoiono di inedia; due
terzi della popolazione mondiale soffre la fame; un terzo' è satollo e soddisfatto e questo terzo è cristiano.
La riunione all'Inverno Pinasca
(Foto Ginn Vinron
I
Ogni commento è superfluo.
Cerchiamo di aprire le nostre Chie
se di non fame dei ghetti chiusi ma
delle piste di lancio verso orizzonti
nucvi e ricordiamoci che l’uscire dalla Chiesa è più importante dell’entrarvi, perchè è appunto quello il mo
mento in cui noi siamo chiamati a
dimcs'trare la nostra fede operante
neH’amore.
Se soltanto una delle nostre piccole comunità valdesi fosse una comunità vivente, di uomini nuovi, come
tutto potrebbe essere diverso! Questa la conclusione del messaggio del
pastore Vinay al quale siamo pro
fondamente grati per averci riproposto, senza possibilità di equivocare e
di fraintendere, il tema della nostra
lesponsabìlità cristiana.
Molto apprezzata anche la collaborazione musicale di un gruppo di giovani del Badén i quali, con un
cere e con l’aecompagnamento di
trombe degli inni liturgici, hanno validamente contribuito alla solennità
del culto.
Al culto segue un brevissimo messaggio del prof. Mannevai della Chiesa Riformata del Badén e una vivace
renversazione del pastore Eynard di
Zurigo sulla situazione del protestan
tesimo in Europa, dove si vede che
nei paesi a maggioranza protestante
(per es. la Svizzera) la fede tende a
Ecnnecchiare, salvo ridestarsi nei momenti decisivi della vita, come accade
di solito nel caso dei matrimoni misti, Qui i protestanti generalmente
diventano intransigenti e capita talvolta di assistere al curioso fenomeno di tiepidi mariti protestanti sviz
zeri scossi a riportati in Chiesa da
ferventi mogli convertite, bergamasche 0 venete.
La situazione più delicata è quella della Chiesa Protestante di Polonia, oppressa contemporaneamente
da rossi e neri, e della Chiesa Proto
stante di Spagna dove l’essere prote
stanti richiede veramente, molta fe
de e coraggio perchè ciò comiporta la
p-rdita dei diritti civili.
Dj fronte ai fratelli spagnoli e po
lacchi noi. in Italia, siamo certamen
te dei privilegiati e questo può facilmente portarci a sonnecchiare. Riccrdiamoci che i privilegi comportano anche maggiori responsabilità e
che, proprio in Italia, alcuni gruppi
cattolici di avanguardia sono molto
attivi (è stato citato, a questo proposito, il giornale cattolico di Genova « Il Gallo ») ed operano in seno
alla Chiesa Cattolica stessa per ottenere delle riforme e, così facendo, si
espongono certam-ente ad un rischio
assai maggiore del nostro, avendo
continuamente l’occhio delFInquitùzicne fisso su di loro.
Il programma del pomeriggio-, svoltesi normalmente aH’aperto sotto i
castagni dell’Inverso illuminati da
un pallido solicello ha visto avvicendarsi sul palco il pastore Peyronel,
originario di Pramollo e da ventisette anni pastore di una grande comunità francese, e il prof. Pons del
Camerún, originario di Villasecca.
Il primo che rappresenta l’Eglise
Réformée de Prance, accenna alle
caratteristiche difficoltà e problemi
della Chiesa Riformata Francese tra
cui particolarmente sentito corno
una questione di coscienza, il problema algerino.
Il seccndo oratore offre al pubblico un interessantissimo panorama
della situazione del protestantesimo
in Africa. Questo paese, sfruttato per
quattrocento anni nelle sue risorse
umane e minerarie dai bianchi e da
gii aiabi, si va risvegliando e sta
nascendo la coscienza nazionale.
I primi missionari che sbarcarono
nel Camerún nel 1845 furono dei ve
Ti pionieri ed ebbero vita durissima.
Furono soprattutto i presbiteriani
americani che dal Gabon penetrarono nel Camerún a lasciare una pro(continua in 4n ¡mfí.)
giardini di piante alpestri sempre
molto ricercate dagli erboristi, uno
in Angrogna e l’altro a Frali. Nel
campo della difesa e della protezione
della nostra montagna, ogmmo di
noi può avere un’idea; meglio se è
una piccola idea non troppo difficile
da realizzare, con buona volontà.
Il quarto oratore del po'meriggio è
il professor Attilio Jalla, che ci racconta la storia della vita di Giosuè
Gianavello, Il prof. Jalla si è gentilmente prestato anche questa volta a
parlare della bella figura delFeroe
Valdese, per quanto l’avesse già fatto
vent’anni fa, in occasione dell’acquisto di una parte della Gianavella —
la cucina. Forse noi abusiamo un poco di questi nostri anziani amici sempre compiacenti, sempre pronti ad intrattenerci in un modo così interessante sulle vicende Valdesi dei secoli
passati... Il fatto è che non sappiamo
bene chi potrebbe sostituirli, chi
avrebbe, come loro, tanta competenza unita a così giovanile entusiasmo ;
per cui diciamo un grazie di cuore al
prof. Jalla per la sua vivida biografia
di G. Gianavello.
Un plauso particolare va dato alla
valente Corale di Torre Pellice, che
sotto la guida della brava sig.na Césan, ci offrì alcuni bei canti di montagna. E’ stata la sola nota ricreativa
della giornata! A questo proposito:
non si era deciso una volta di accentuare. invece, onesta nota alla festa
del XV Agosto? non si era stabilito,
cioè di avere una parte ricreativa be
ne organizzata, con quesiti biblici a
premio, recitazioni, quadri di Storia
Valdese, sciarade sceneggiate, canti,
sul tipo di quelli per esemnio che so
no stati presentati, in modo così piacevole ed edificante, sulle nostre piazze, poco tempo fa. da un gruppo di
giovani di Morges? E’ veramente impossibile trovare onattro o cinque gio
vani volonterosi de’ie TJntoni di Bob
bic, Villar. Torre Pellice, Angrogna
Rcrà, Luserna S Giovanni che ci
preparino qualche cosa del genere per
l’anno prossimo?
Per concludere la eiornata tutti i
nresenti sono invitati dal dott. C.
Pons a recarsi a visitare la Gianavella. Dal luogo della riunione vi è una
mezz’oretta di strada, in mezzo a folti boschi di oasta.eni. Un sentiero profumato di muschio e di felci, tra la
brughiera in fiore: visione di brevi
vigneti, di nere rocce fra il verde: in
lontananza la pianura di Luserna..
Ed eccoci d’un tratto davanti ad una
umilissima casa di pietra e di ardesia, con la traballante balconata di
legno', il forno del pane, le piantine
di geranio sugli scalini, appoggiata
alle rocce, nascosta dagli alberi. Casa
di una se-mpheità estrema, dove un
uomo, un montanaro senza istruzione, ma dalla spiccata personalità di
credente visse una vita travagliata,
fatta di lotte e di angoscie; di veglie
e di fughe nella notte; di sacrifici, di
decisioni gravi, di pesanti responsabilità: p dove non ebbe neppure la
consolazione di morire nella sua vecchiaia, dopo tante vicissitudini, perchè co-stretto a finire i suoi giorni in
un esilio pieno di nostalgia. E tutto
questo perchè aveva preso come motto una chiara e precisa parola: «Nulla sia più forte de'lla tua fede».
Com’è bene, ccm’è opportuno che
noi moderni, tanto preoccupati del
nostro benessere materiale, tanto frastornati dal riimore assorbente della
vita attuale, possiamo venire a riflettere nel silenzio dei boschi, davanti
alla disadorna dimora di uno che
aveva un alto ideale, che sapeva per
chi voleva vivere, che aveva saldamente scelto chi voleva servire.
Tutti C'sservano, visitano, penetrano nella casa, salgono sui balcone
mettono la loro firma su di un album
ricordo.,.
Tornando a casa meditavo intorno
alle cose udite durante la giornata e
mi veniva fatto di attribuire a tutte
quelle firme .sull’album della Gianavella un significato più profondo del
solito: mi pareva che esse fossero già
un po’ come una risposta al referendum di cui s’era parlato al mattino;
un'adesione agli ideali di un tempo,
una rinnovata consacrazione da parte di ognuno di noi. Edina Ribet
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 34 — 26 agosto I960
Il passato e il futuro
della Chiesa nel Congo
(segue dalla l.a pag.)
sitari (cinque sacerdoti, un ingegnere
agronomo e un professore di scienze),
quest’anno esce dall’Università il primo
avvocato, e solo nel 196il uscirà il primo
medico : questo per una popolazione di
oltre 13 milioni! H fatto che i capi attuali non rappresentano quindi un’élite
culturale ha reso più violenta che in altri
paesi la crisi del passaggio all’indipendenza : i capi sono senza prestigio sul
complesso della popolazione, il loro prestigio è quello del capo-clan razzista, e lo
mostrano le lotte intestine.
Ma anche le Missioni — sempre secondo il settimanale belga — hanno la loro
parte di responsabilità: sia quelle cattoliche, sia quelle protestanti. Lasciando alle prime il proprio esame di coscienza,
bisogna riconoscere che malgrado la testi
Un appello
ecumenico
S. Andrews, Scozia. •— Il Comitato amministrativo del Dipartimento di Aiuto
alle Chiese e Servizio dei Rifugiati del
C.E.C., riunito a S. Andrews come i comitati degli altri Dipartimenti per l’annua
sessione, ha deciso di rivolgere a tutte le
Chiese membri del C.E.C. un appello per
un duplice programma di aiuto al Congo:
assistenza medica e creazione di borse di
studio, immediate, e un programma a lunga scadenza di istruzione e formazione
professionale. Tale decisione è stata presa
in base al rapporto di una delegazione
del C.I.M. e del C.E.C. -— composta da
Sir Francis Ibiam (Nigeria), presidente
della Conferenza panafricana delle Chiese, dai Sigg. Pierre Benignus, della Société des Missions de Paris, e George Carpenter (New York), segretario del Consiglio internazionale delle Missioni — delegazione che si è trattenuta tre giorni a
Léopo^dville e Brazzaville per incontrare
dirigenti di Chiese e Missioni e rappresentanti del governo. In attesa della risposta delle Cliiese, il Comitato amministrativo ha stanziato 25.000 dollari per un
aiuto immediato al Consiglio protestante
congo'lese, e ha deciso di sostenere una
équipe medica già al lavoro.
Secondo il rapporto della delegazione,
le Chiese non romane devono assumere la
jiesante responsabilità di « ristabilire prontamente il corpo inissionario maschile, anche se ridotto » e di « sostenere il giovane
stato formando e inviando dei quadri,
e collaborare con il governo congolese
per l’edificazione della nazione, specie nei
settori educativi e sociali ». Esse devono
pure « formare rapidamente uomini di
Chiesa africani e affidare loro la piena
responsabilità ». Il rapporto raccomanda
che quelli fra i missionari che riprenderanno il loro posto siano felici di aiutare
e consigliare gli Africani, in modo che
questi possano prendere da sè le decisioni e le iniziative che s’impongano. D’altra parte, i missionari i cui servizi fossero
richiesti dal Governo congolese o dalle
Nazioni Unite, dovrebbero esser liberi di
accettare a titolo volontario. Anche prima
deH’indipendenza, la penuria di tecnici
in tutti i campi era sensibile, e la brusca
partenza di migliaia di specialisti e funzionari belgi ha notevolmente aggravato
il problema.
Il rapporto conclude deplorando che la
stampa abbia posto l’accento sul « lato
spettacolare e violento della tragedia congolese », e che si sia troppo spesso posta
dal punto di vista dell’uomo bianco, « falsando così l’immagine della rivoluzione in
corso ».
monianza feconda deU’Evangelo, che ha
formato tanti credenti, le missioni protestanti hanno mancato : a) trascurando la
formazione civica dei cristiani indigeni:
la testimonianza della signoria di Cristo
sulla vita intera è stata carente, ed oggi
ben pochi sono i cristiani, pur credenti
convinti, in grado di assumere una responsabilità civile e politica; b) trascurando di dare un’istruzione superiore, a
differenza di quanto è avvenuto in tanti
altri campi missionari; c’è, al riguardo,
una circostanza attenuante : « in una nazione fortemente cattolica come il Belgio, si era costretti a seguire la politica
generale : nessuno studente congolese all’estero, salvo seminaristi e studenti in
teologia »; tuttavia avrebbe potuto prendere un’iniziativa il Consiglio Protestante
del Congo, creando scuole missionarie
protestanti, e questo porta alla terza carenza : c) mancanza di unità nell’opera
delle missioni evangeliche, fenomeno scandaloso e paralizzante; infine d) il grande
ritardo nell’afSdare responsabilità direttive a cristiani indigeni: si è dovuto attendere il 1958 per cliiamare alcuni africani
a far parte del Consiglio Protestante del
Congo e il 1960 per eleggere il primo presidente e il primo segretario generale congolesi. Tutti questi errori sono evidentemente collegati.
Nello scoppio di violenza antibianca,
molti cristiani congolesi hanno sofferto,
secondo la testimonianza di rimpatriati nel
Belgio; la moglie di un colono, al suo
sbarco a Zaventhem, ha dichiarato: «Sono dei soldati negri protestanti della Force publique che ci hanno aiutato ad uscire dall’inferno di Thysville ».
E ora? Secondo una corrispondenza del
S.OE.P.I. da (^ebec, nel corso del suo
recente passaggio nel Canada, Patrice Lumumba ha reso omaggio al contributo dato dai missionari all’« educazione morale
e intellettuale » del popolo congolese. Nel
corso di un’intervista egli ha precisato:
« Desideriamo che i missionari rimangano. Durante degli anni sono stati i soli a
preoccuparsi dei Congolesi. Chiediamo
loro di continuare il loro aiuto »; e terminava : « Possiamo assicurarvi in tutta
sincerità che l’ordine sarà ristabilito nel
Congo e che non ci sarà da temere per
nessuno ».
Si apprende ancora da New York che
sebbene numerosi missionari protestanti
abbiano dovuto essere evacuati (specie
dalla regione del Kasai), la maggior parte
dei 1.200 protestanti americani rimangono
al loro posto, e coloro che hanno ripiegato sulla Rhodesia o altre regioni limitrofe, ritorneranno nel Congo appena la
situazione si sarà stabilizzata. R vescovo
N. S. Booth, che dirige l’attività metodista nel Congo, vede un segno incoraggiante per l’avvenire del paese nel fatto
che i dirigenti cristiani sono sempre più
scelti fra gli indigeni.
Anche nel Congo — in modo più drammatico che altrove — si conclude l’èra
della Missione (aperta ottant’anni fa da
Livingstone) e inizia l’èra della Chiesa ;
ma appena sarà possibile tornare nel Congo, come scrive E. Meurice, « saranno più
che mai necessari operai di Dio — pastori,
professori, medici, infermiere, assistenti
sociali coscienziosamente preparati, che
parlino un francese quasi impeccabile per
l’insegnamento generale e spoglio di ogni
’’patois de Canaan” per la formazione
spirituale dei cristiani ». Intanto, il Fondo per l’istruzione teologica amministrato dal Consiglio internazionale delle Missioni accorderà 100.000 dollari per l’installazione di una Facoltà unita di teologia a Elisabethville, sotto gli auspici di
società missionarie britanniche, belghe e
americane.
G. C.
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di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
UNA PROPOSTA
I culti al Sinodo
Il collega Bertinatti ha toccato un
problema molto importante nel suo
articolo « La Santa Cena durante il
Sinodo ». Mi permetto di allargare
detto problema estendendolo a tutti
i culti con cui vengono aperti i lavori
ogni mattina.
Ognuno avrà senza dubbio constatato come essi siano in generale poco frequentati sia dai membri del Sinodo che dal pubblico, data l’ora in
cui si tengono. Perchè non si tengono
ad un’ora più propizia? diciamo :
prima della chiusura della sessione
mattutina. Ricordo una bella esperienza fatta all’Assemblea Generale
della Chiesa d’Irlanda. Il culto viene
celebrato alle ore undici: qualunque
fosse stato l’oggetto in discussione il
Moderatore sospendeva la discussione stessa e dava la parola a colui che
doveva presiedere il culto. Una mattina vi era stata una discussione più
animata del solito con grande eccitazione e gravi contrasti; ma appena
l’anziano (di cui ero ospite) si alzò
Scuola Latina
di Pomaretto
Gli esami di ammissione, promozione
alla 11« e alla III», licenza avranno inìzio
il giorno lo settembre alle ore 8,30 secondo il diario affisso all’albo deH’Islitulo.
Sono aperte a partire dal lo settembre
le iscrizioni alle classi La, Il.a, Ill.a legalmente riconosciute.
Per riscrizione alla La classe le domande devono essere redatte in carta da
bollo da L. 100, per riscrizione alla Il.a
e alla III.a in caria semplice. Tutte le domande devono essere controfirmate dal
padre o da chi ne fa le veci.
Tutti coloro che i desiderano iscriversi
sono pregati di farlo al più presto possibile.
Doni ricevuti dalla direzione durante il
mese di Luglio :
Paolasso Aldo e Gilberta (Inverso Pinasca) L. 2.500 —- Giordano Andreina
(S. Germano Chisone) L. 5.000.
La preside incaricata
Elsa Raima
Ai lettori
Ili rapporto della Claudiana al Sinodo presenta un deficit notevole nella gestione dell’ECO DELLE VALLI:
è giusto che i nostri lettori che non
hanno ancora rinnovato il loro abbonamento 1960 (e sono parecchi) sap
piano che il loro ritardo grava in
modo considerevole su tale deficit
Sappiamo che nella maggioranza dei
oasi l’omissione è dovuta a dimenticanza, perciò ci permettiamo di ricordare che l’impegno regolare di tutti i nostri lettori ci è d’incoraggia
mento, oltre che indispensabile : e
ringraziamo tutti coloro che con i loro doni mostrano di- aver a cuore il
lavoro che cerchiamo di svolgere attraverso la nostra stampa.
Dn quadro
del Protestantesimo
nel mondo
(segue dalla 3« pag.)
fenda impronta in questo paese, dove aprirono diverse scuole. Dei venti milioni di abitanti del Camerún,
cinquecentomila sono protestanti,
mentre la maggioranza è mussulmana.
Nel 1861 si apre una Facoltà di
Teologia e i missionari diventano a
poco a poco dei « travailleurs fraternels », ovvero coadiutori dei pastori
africani. Così si va lentamente trasformando la figura del missionario
e gli africani che prima egli considerava come i suoi fanciulli, sono cresciuti e sono diventati i suoi fratelli
Ora essi sanno leggere e scrivere in
corretto francese e le città pullulano
di questi giovani che aspettano del
personale specializzato che li accompagni e li guidi nella loro ascesa
La Chiesa invece' sembra essere rimasta nella foresta e sembra voler
continuare la sua opera missionaria
come im tempo, senza tener conto
delle nuove esigenze e delle nuove
necessità.
Più che illustrare la situazione
africana il pnof. Pons ci ha posto
di fronte ad un grande problema e
gli siamo molto grati per averci fatto nuovamente sentire tutto il peso
della nostra responsabilità di cristiani di fronte ad un paese ohe va rapidamente acquistando coscienza di
sè.
Un grazie di cuore anche alle gentili organizzatrici del buffet che no
nostante le difficoltà dovute aH'instabilità del tempo, sono riuscite a
organizzare un perfetto servizio con
ogni genere di conforto.
La colletta del mattina, particolarmente raccomandata, è stata devoluta all’erigendo Convitto di Pinerolo. T. A.
per il culto, vi fu una calma maravigliosa e gli animi si rasserenarono.
Perchè non si potrebbe fare il culto
alle ore 12? e la celebrazione della
S. Cena il venerdì alle ore undici?
(Del resto per un certo tempo si fece
appunto a quell’ora). Forse sarebbe
anche il mezzo di accelerare i lavori
del Sinodo e di finire le sedute di esso
con un’aula piena di membri ed un
fitto pubblico, e non, come avviene
da alcuni anni, davanti ad uno sparuto numero di persone. Credo che
la cosa vada meditata e che nella sua
prima seduta il Sinodo prenda una
buona decisione al riguardo.
Emilio Corsani.
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SONO RICHIESTI per dei carcerati che
ne hanno fatto domanda: una grammatica
inglese - due grammatiche tedesche - e
possibilmente anche un dizionario tedesco-italiano.
Chi ne avesse disponibili, è pregato di
inviarli a Selma Longo - Casa Valdese Torre Pellice (Torino).
Con ringraziamenti anticipati.
Selma Longo.
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Direttore resp. : Gino Conte
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Registr. al Tribunale di Torino
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