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Wituir® al mittente presso
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5i impegna a
lare il diritto di resa.
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVOVNGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
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4 NOVEMBRE 1994 ANNO 2 - NUMERO 42
PROPOSITO DEL LIBRO DEL PONTEFICE
IL PAPA
PRIGIONIERO
LUCIANO DEODATO
m
bei"
\
LTe vendete molti?».
^ «Eh sì, va forte», mi
il libraio accennando
ultima fatica di papa
tyla, «Varcare le soglie
speranza». Nessuna imeditoriale ha avuto un
ilo simile ma si capisce,
¡hé si tratta di una vera
, una delle tante di queràtificato e di questo paibilmente conservatore
un certo senso straordilente innovatore, almeir quanto riguarda l’uso
lass media, e non certo
rina.
logna anche riconoscere
coraggio di uscire dalira rassicurante del Vaper esporsi ai riflettori
gente, raccontando di
iella sua infanzia, dei
rjroblemi. Detto questo,
ivia, a me non pare che il
irò contenga chissà quali
die nuove rivelazioni,
potrebbe essere altrimenTché il papa non può eselemento dirompente
demo della Chiesa catto; altrimenti finirebbe di
ire papa, il suo compito
quello di guidare la
lUa della chiesa evitante tempeste.
libro è costruito su una
li domande poste da
0 Messori, noto giore scrittore che si defilaico. E meno male che
ha detto, perché io aveito esattamente il conLa prima di queste doidemiha colpito; «Santità
^di fronte a Lei bisogna
“lettere; o Lei è l’enigtestimonianza vivente
eatore dell’universo,
'2 è il maggiore respondí una millenaria illu*• E il papa nella sua ri'talccetta di essere «mibanche «segno di condizione», e addirittura
^^azione» assumendo
iza incertezze attribupe nel Nuovo Testado troviamo riferite al
*'^ome a dire cioè che
. ;a la saprebbe più lunga
¿Ignore Gesù Cristo stessi quale gli studiosi dilio se avesse consapevoh messianica, oppure no.
^ano gli Evangeli che
K. jf'otò come una tentadiabolica quella di es
feirV^T®’ e «sgridava» gli
I l'i immondi» quando
L. proclamavano la
iiiità, sottraendosi così
mtivo eli incapsularlo in
, *0 particolare e rivendi
per sé il titolo poco
^ di «figlio dell’uow:- ® probabilmente e
Ornente «uomo».
uW ,\’’vece sta al gioco.
è il gioco? Quello di
'"arsi come il vice del
’ anche se sa molto be
slate scorsa, e anche se sa che,
in assenza di Cristo, è un «altro Consolatore» (Giovanni
14), lo Spirito Santo, che guida e governa la chiesa.
Perché sta al gioco? Perché
la gente ha bisogno di un
simbolo, di vedere, di toccare il punto di raccordo tra
l’umano e il divino. Il papa
lo sa che espressioni come
«Santità», «Vicario di Cristo», «Santo Padre» sono invenzioni della fede popolare
ma le accetta senza timore,
diventando vittima e autore
al tempo stesso di un gioco
perverso perché allontana dal
Cristo il credente che vuole
«vedere». Il Cristo degli
Evangeli, il «Signore della
gloria», come dice Matteo
25, se proprio lo vogliamo
trovare, va cercato non nei
palazzi vaticani, ma nei tuguri della povera gente, tra i
malati, le schiere degli affamati, dei disperati, dei carcerati; in una parola, delle vittime con le quali Gesù si è
identificato.
Perché la scoperta che faremo nell’«ultimo giorno»
sarà che il «Signore della gloria» escatologico era stato,
nella storia, presente nei «minimi» e negli «ultimi»; «In
quanto l’avete fatto a uno di
questi miei minimi fratelli,
l’avete fatto a me» (Matteo
25, 40). Qui sta il «mistero»,
la «contraddizione» e lo
«scandalo» dell’incarnazione.
.........
ebbe a dire l’c
Riflettendo su un pensiero paradossale e sconvolgente dell'apostolo Paolo
Una speranza per la creazione di Dio
BRUNO ROSTAGNO
,èssere un uomo come
“lo» povero dia
«La creazione è stata sottoposta alla
vanità» , ^
(Romani 8, 20)
Vanità è ciò che è inconsistente, che
non ha durata, ciò che non ha senso,
quindi l’assurdo. Vuota, negativa, la vanità possiede però una sua terribile forza
di attrazione; è come un vortice che risucchia tutto ciò che capita nel suo raggio. Questo vuoto che tutto consuma non
è però da confondere con quanto cade
sotto i nostri occhi in certi fenomeni naturali. Sugli alberi le foglie ingialliscono,
ma questo non è segno di morte, come
lamentano certe poesie tristi sull’autunno
che perciò mi sono sempre state profondamente antipatiche. I colori autunnali
sono un caldo e quieto auspicio di vita;
sono un arrivederci, non un addio. Dopo
il riposo invernale, rispunteranno le
gemme e gli alberi torneranno a fionre e
a portare frutto.
La vanità non si identifica neppure
con le catastrofi naturali. Già il termine
di catastrofi naturali è inesatto; non esistono catastrofi naturali; esistono eventi
naturali che diventano catastrofi in seguito all’evoluzione storica. Il terremoU). per il nomade che ha la sua tenda co
me unico riparo, non è una catastrofe. I
salmi antichi di fronte al terremoto non
esprimono timore, ma meraviglia; «Fa
saltellare i monti come vitelli» (Sai. 29,
6). Solo con la sedentarizzazione e con
la costruzione di abitazioni in muratura
il terremoto diventa una catastrofe. Si
può dire la stessa cosa di tutte le minacce che travagliano la nostra esistenza di
umanità sviluppata. L’evoluzione tecnica ha risolto un sacco di problemi, ma ci
ha anche resi più vulnerabili. Tutto questo ha degli aspetti fortemente negativi,
ed è giusto cercare di contenere i guasti
della civiltà, una volta che ne siamo diventati coscienti. Tuttavia è bene distinguere le responsabilità e non attribuire
alla natura come tale ciò che è semplicemente frutto di trasformazioni operate
dall’uomo.
La vanità ci diventa percepibile in certe situazioni enigmatiche e atroci, che
non è possibile attribuire allo sviluppo
della civiltà; la giovane madre che muore in un incidente, mentre nello stesso incidente resta illeso il vecchio che è stanco di vivere; la disgrazia che si accanisce
a ripetizione contro una famiglia, che
non è peggiore e forse è migliore di tante
altre. Davanti a queste situazioni proviamo il vuoto; non riusciamo a parlare,
a dare una spiegazione. Ci sembra solo
Santa Severa
Evangelici in
Assemblea
Si è aperta sabato 29 ottobre a Santa Severa (Roma) la
decima Assemblea triennale
della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei),
con una predicazione del presidente dell’Opera per le
chiese metodiste, pastore
Claudio H. Martelli, sul versetto che costituisce il motto
dell’incontro («Forestieri e
pellegrini sulla terra», Ebrei
li, 13). Circa 200 i partecipanti previsti; delegati delle
chiese membro della Federazione (valdesi, luterani, battisti, metodisti. Esercito della
Salvezza, Chiese libere. Chiesa apostolica italiana, Comunità di Ispra); osservatori di
altre chiese evangeliche fra
cui l’Unione delle chiese avventiste (Uicca) e le 4 chiese
che hanno chiesto di entrare a
far parte della Fcei (una di tipo riformato, la Comunità elvetica di Trieste, e tre pentecostali; la Missione cristiana,
la comunità «Fiumi di vita»
di Napoli, le chiese pentecostali libere di Cinisello e Garbagnate); rappresentanti di altre comunità religiose e di organismi ecumenici. Fra questi, la presidente dell’Unione
delle comunità ebraiche in
Italia, Tullia Zevi; mons. Sergio Goretti, vescovo di Assisi
e presidente del Segretariato
pér l’ecumenismo e il dialogo
della Conferenza episcopale
italiana; il Segretario generale
della Conferenza delle chiese
europee, Jean Fischer; la presidente del Segretariato attività ecumeniche. Maria Vingiani; il direttore del Centro
anglicano di Roma, Douglas
Brown e inoltre rappresentanti del Consiglio ecumenico
delle chiese, della Conferenza
delle chiese protestanti dei
paesi latini, di comunità estere in Italia (Chiesa di Scozia,
Chiesa evangelica cinese) e
italiane all’estero (Associazione delle chiese evangeliche italiane in Svizzera), della Federazione protestante di
Francia.
di poter dire che non esiste più un ordine
nella vita ma osiamo appena formulare
un giudizio del genere, perché sentiamo
che, se non c’è ordine, la vita può esaurirsi, per tutto e per tutti.
Certo la vita può esaurirsi; l’universo
intero può andare incontro al collasso.
Può essere un esito già contenuto nella
struttura stessa dell’universo, fin dalla
sua origine, ma non è questo quel che
conta. Quel che conta è che Dio ha esteso all’universo il giudizio con cui ha
condannato il peccato umano; ha sottoposto la creazione alla vanità. Ma questo
che cosa vuole dire?
Vuole dire che il peccato umano non è
una conseguenza ineluttabile dell’imperfezione dell’universo; è esattamente il
contrario; l’universo è assoggettato
all’ingiustizia e all’assurdità perché associato al peccato umano; ma proprio
qui sta la speranza; perché il peccato
umano è sfociato nelle sofferenze di Cristo e così è stato superato e i suoi effetti
sono stati annullati. La prospettiva non è
più di essere inghiottiti nel vuoto, ma di
essere liberati per partecipare-alla pienezza della vita. E la creazione, associata alla nostra vicenda e oggetto quindi
anch’essa dell’opera di Cristo, parteciperà alla stessa liberazione e alla stessa
pienezza.
Luterani
e cattolici
pagina 2
All’Ascolto
Della Parola
L’identità
pagina 4
Fede cristiana
e economia
fascicolo interno
2
PAG. 2 RIFORMA
?14
Pubblicato l'ultimo rapporto della Commissione internazionale luterano-cattolica
«La comprensione della chiesa alla luce
della dottrina della giustificazione»
È uscita in questi giorni la
traduzione francese dell’ultimo
rapporto della Commissione
intemazionale cattolico-luterana intitolato «Chiesa e giustificazione». Il documento è articolato in cinque capitoli: I )
Giustificazione e chiesa; 2)
L’origine permanente della
chiesa; 3) La chiesa del Dio
uno e trino; 4) La chiesa come
ricevente e mediatrice della
salvezza; 5) Missione e compimento della chiesa. Pubblichiamo la prefazione del documento, apparsa sull’agenzia
Bss del 12 ottobre (Bollettino
ecumenico di informazione).
LJ unità visibile era e rimane l’obiettivo finale
del dialogo tra la Chiesa cattolica e la Commissione luterana. Questo dialogo viene
portato avanti dalla Federazione luterana mondiale e dal
Consiglio pontificio per la
promozione dell’unità dei cristiani che ha avviato i suoi lavori a Zurigo nel ’67, subito
do- po il concilio Vaticano II;
nel 1992 ha festeggiato il suo
25° anniversario.
Il presente documento conclude la terza fase del dialogo: durante questa tappa è
stata affrontata una questione
essenziale per le relazioni tra
luterani e cattolici: il ruolo
della Chiesa nel piano della
salvezza. Questo tema è
emerso organicamente dai risultati delle due prime fasi
del dialogo. Il rapporto di
Malta, «L’Evangelo e la
Chiesa» (1972), ha segnato la
fine della prima tappa del
dialogo: è stato rilevato un
«ampio consenso» sulla dottrina della giustificazione ed
è emersa una convergenza di
vedute sul tema della Scrittura e della tradizione. Il rapporto di Malta ha costituito la
base del dialogo successivo,
ne ha determinato l’orientamento e ha dimostrato che
poteva essere portato avanti.
La possibilità di sviluppare
ampiamente questa base ha
portato, durante la seconda
fase, a una serie di documenti
riguardanti problemi dottrinali specifici cbe sembrano
dividere le nostre chiese dal
tempo della Riforma del XVI
secolo.
Sulla base degli scritti confessionali del tempo della
Riforma e dei documenti del
Vaticano II, e tenendo conto
dei risultati della ricerca
scientifica in campo biblico,
liturgico, dogmatico e storico,
la commissione mista luterano-cattolica di dialogo fu in
grado, durante la seconda fase, di offrire alle chiese i suoi
documenti comuni: «Il pranzo
del Signore» (1978) e «Il ministero nella Chiesa» (1981).
Inoltre, in occasione di due
giubilei della Riforma, la
commissione preparò due dichiarazioni comuni: «Tutti
sotto un solo Cristo», per il
450° anniversario della Confessione augustana del 1530,
e «Martin Lutero, testimone
di Gesù Cristo», pubblicato
nel 1983, in occasione del
500° anniversario della nascita del riformatore. Questi due
documenti, con i numerosi articoli e discorsi che accompagnarono questi giubilei, rappresentano importanti contributi sul cammino dell’unità
tra luterani e cattolici. In due
documenti successivi alla seconda fase del dialogo, ci si
chiede come potrebbe realizzarsi concretamente l’unità:
«Vie verso la comunione»
(1980) e «L’Unità che ci sta
dinanzi: modelli, forme e tappe della comunione ecclesiale
é -t ‘ ;
Coro di bambini in una chiesa evangelica luterana in Germania
luterano-cattolica» (1984).
Nel 1985, quando siamo stati
confrontati al problema di sapere come mandare avanti il
dialogo durante la terza fase,
un memorandum comune iniziò con la seguente constatazione: «Il dialogo ci ha portati a un punto di non ritorno.
Pertanto, la questione della
realizzazione della comunione luterano-cattolica deve costituire il quadro del nostro
dialogo futuro». Venne aggiunta, dopo approvazione,
una citazione della Dichiarazione della VII Assemblea
plenaria della Federazione luterana mondiale (1984): «Itemi della terza tappa del dialogo teologico in corso devono essere stabiliti in modo tale da interrogarci sulle conseguenze per la comunione
del consenso ottenuto o delle
convergenze acquisite».
Dopo un rilievo sulle condanne dottrinali del tempo
della Riforma, il memorandum si concludeva così: «Gli
incontri tra cattolici e luterani dimostrano sempre di più,
nella pratica, che la questione della chiesa si rivela centrale, e più precisamente la
questione della chiesa e la
natura della sua strumentalità nel piano divino di salvezza (la chiesa come segno
e strumento: la “sacramentalità” della chiesa)... Questa
questione solleva nuovamente, in particolare per la parte
luterana, la questione della
dottrina della giustificazione
in quanto tale,, ma ancora di
più dei rapporti reciproci tra
la comprensione della giustificazione e la comprensione
della chiesa, e delle loro implicazioni».
La discussione tornò quindi
su un tema già presente nel
corso della prima tappa del
dialogo. Quasi vent’anni dopo, la nuova Commissione
mista poteva tuttavia tenere
conto anche del modo- in cui
il tema della giustificazione
era nuovamente emerso nei
documenti «Il pranzo del Signore» e «Il ministero nella
chiesa»; inoltre doveva tener
conto dei dibattiti iniziati,
con un’intensità crescente,
circa resistenza o meno di
una «differenza fondamentale» tra il protestantesimo e il
cattolicesimo.
La terza fase del dialogo
aveva per compito di discutere sulla Chiesa alla luce della
sacramentalità e della giustificazione. Il lavoro iniziò nella primavera del 1986 e si
concluse nel 1993. La commissione di dialogo si è riunita ogni anno: tra le sessioni
plenarie annue vi sono state
spesso sessioni di redazione.
All’inizio delle consultazioni la Commissione mista
ha avuto la responsabilità di
determinare la linea, di chiarire e di dare forma allo sviluppo dei suoi lavori. Anche
se il presente documento corrisponde chiaramente al mandato iniziale del memorandum comune del 1985, occorre attirare l’attenzione su
due sviluppi che possono aiutare i lettori e le lettrici a
comprendere meglio il nostro
lavoro. Prima di tutto, dati gli
sviluppi avvenuti tra il 1972
(Rapporto di Malta) e il
1986, la Commissione è stata
portata a verificare l’affermazione secondo la quale un
«ampio consenso» circa la
giustificazione era stato raggiunto. Con ciò, ha preso in
conto il voluminoso documento di dialogo proveniente
dagli Stati Uniti sulla «Giustificazione per fede» (1985)
nonché il capitolo riguardante la giustificazione nello studio tedesco intitolato «Sono
ancoro attuali gli anatemi
del XVIsecolo?» (1986).
In seguito, pur lavorando al
documento «Chiesa e giustificazione», è apparso altresì
necessario prestare attenzione a temi ecclesiologici che
non apparivano nel piano iniziale. E stato pertanto necessario allargare le dimensioni
del progetto perché il risultato finale diventasse convincente; questo spiega il fatto
che questo documento sia il
più lungo fra quelli che finora sono stati proposti dalla
Commissione intemazionale.
Rendendo pubblico il suo
studio la Commissione mista
chiede di considerarlo in relazione con i documenti della
seconda tappa, «Il pranzo del
Signore» e «Il ministero nella chiesa», nonché «Vie verso la comunione» e «L’unità
che ci sta dinanzi»; per sapere se questi documenti, presi
nel loro insieme, costituiscano un consenso sufficiente e
consentano alle nostre chiese
di avviare i primi passi concreti, resi sempre più urgenti,
verso l’unità visibile.
Un'iniziativa del Consiglio delle chiese degli Stati Uniti
Campagna antirazzista negli Usa
Nel quadro di una campagna di dodici mesi organizzata da due grandi organizzazioni di chiese, il Consiglio
nazionale delle chiese degli
Stati Uniti (Cnc) e il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), per denunciare il razzismo negli Usa, vari incontri
di informazione-dibattito sulla violazione dei diritti umani
hanno avuto luogo in diverse
città degli Usa dall’8 al 15 ottobre scorso.
I risultati di queste riunioni
saranno raccolti in un rapporto che verrà inviato alla Commissione dei diritti umani
deirOnu. Con questa campagna, gli organizzatori sperano
di influenzare la politica del
governo Usa e di sensibilizzare le chiese e l’opinione pubblica sulla necessità di sradi
«molti problemi sussistono»,
tra cui la brutalità della polizia, la pena di morte, gli attacchi contro militanti a favore del diritto all’aborto, il
care il razzismo in un paese
che, secondo un responsabile
di chiesa, è più abituato a promuovere i diritti della persona
nel mondo che non a far fronte al problema del razzismo al
proprio interno.
Il mese scorso l’amministrazione Usa ha pubblicato
un rapporto sui diritti umani
negli Usa che riconosce che
sessismo.
Joan Brown Campbell, segretaria generale del Cnc, e
Konrad Raiser, segretario generale del Cec, hanno affermato: «Negli Usa, la gente è
informata delle violazioni dei
diritti civili, ma ha tendenza a
pensare che i diritti umani
vengono violati solo in altri
paesi».
Le riunioni di informazione-dibattito si sono svolte in
sette città americane particolarmente colpite dal problemà del razzismo: New York,
Chicago, E1 Paso (Texas),
Oakland (California), Birmingham (Alabama), Okmulgee (Oklahoma) e Washington D.C. Vi hanno partecipato personalità ecclesiastiche,
politici, giuristi e militanti
per il rispetto dei diritti umani. A Okmulgee gli organizzatori sono stati accolti dagli
autoctoni del popolo Muscogee (Creek): il loro capo. Bill
Fife, ha dichiarato che il dibattito doveva servire «a fare
sapere, a livello mondiale e
locale, che siamo sempre vittime del razzismo e delle violazioni dei diritti della persona. Fin dal primo trattato che
abbiamo sottoscritto, i nostri
diritti sono stati continuamente violati».
Il progetto di questa campagna era nato nel settembre del
1991: il Cnc aveva invitato il
Cec ad associarsi a un’iniziativa che, mobilitando l’attenzione intemazionale sulle violazioni dei diritti umani, doveva incitare gli Stati Uniti a
prendere coscienza della loro
responsabilità nei confronti
della comunità mondiale. Secondo la lettera del Cnc inviata allora a Cec, nel momento
in cui gli Usa si proclamano
capofila della democrazia nel
mondo, la presa di contatto
con la realtà avrebbe dovuto
avere un impatto sui suoi dirigenti. Per Deborah Robinson,
del Programma di lotta contro
il razzismo del Cec, «questa
campagna interpella le chiese
locali e gli organismi ecumenici e li invita a diventare
strumenti più efficaci nella
lotta contro le violazioni dei
diritti della persona».
Mondo CristiaJ
Sud Africa: Desmond Tutu
critica Nelson Mandela
CITTA DEL CAPO — L’arcivescovo anglicano ivJ
Tutu ha criticato duramente per la prima volta il gow™
presidente del Sud Africa, Nelson Mandela. Davanti alt
glio della diocesi di Città del Capo il premio Nobel perii
ha condannato la produzione di armamenti del Sud Afiic
alti emolumenti dei parlamentari. «È vergognoso che arf
dafricane vengano usate in Ruanda e in Sudan», ha d»
smond Tutu, divenuto famoso in tutto il mondo per i suof
venti contro l’apartheid. L’arcivescovo ha chiesto chel’ll
sa sudafricana Armscor, al decimo posto nel mondo fraijl
strie che fabbricano ordigni bellici, venga chiusa. Tutul
che detto che l’aumento che i parlamentari si sono votato!
tando le loro entrate annue a oltre 100 milioni di lire, è«
gnale che desta grande preoccupazione» e che in ogni (
trattato di un pessimo esempio.
No
I socialisti europei candidanj
John Hume al Premio Nobel
pasto:
li di pf
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STRASBURGO — Il gruppo socialista del Parlamenta
ropeo ha deciso all’unanimità di presentare la candidata
John Hume al Premio Nobel per la pace per il ruolo daini
to nella decisione del cessate il fuoco dell’Ira in Irlani
Nord. Lo scorso anno John Hume, deputato al Parlament
ropeo e leader del partito socialdemocratico e laburisti
conta molti cattolici, aveva avviato un dialogo con.
Adams, presidente del Sinn Fein, braccio politico del)
«Poiché cinque governi e 20.000 soldati non sono riusciti
mare i massacri, ho pensato che se una sola vita potesse
salvata tramite il dialogo diretto, era compito mio agire t
ho fatto» ha detto John Hume al Parlamento europeo, ini
sione del dibattito sull’Irlanda del Nord. Nell’annunciare li
cisione del gruppo socialista, la responsabile socialista Pa ^
Green ha chiesto a tutti gli altri partiti politici di appoggi} ^ ^
decisione e ha reso omaggio al «coraggio, alla visione e ¡I Comi
forza d’animo» manifestati da Hume da molti anni.
sato ha dichiarato di sentirsi «molto onorato» dalla
isti. Prei
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le notizi
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ma ha precisato che «l’unico premio che mi interessa è ima
ce durevole».
Russia: ricostruzione delle
chiese ortodosse
MOSCA — Il governo russo ha approvato il progetto iti
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struzione della più grande chiesa di Mosca, la chiesa delti
salvatore (150 milioni di dollari), nel quadro del suo progni
di rinnovamento dei luoghi di culto ortodossi e in vista del
lebrazioni dell’850° anniversario, nel 1997: il presidente
è stato uno di coloro che hanno approvato il progetto. La
turazione delle chiese, ha detto, permetterà di creare un
«in cui ci sarà meno spazio per il peccato». La chiesa del
salvatore, aperta nel 1883 per commemorare la disfatta di
leone nel 1812 da parte dell’esercito russo, era stata distnil
1931 su ordine di Stalin per consentire la costruzione
del Consiglio comunale. La decisione finale di ricusi
chiesa è stata presa nel settembre scorso da una commi!
copresieduta dal sindaco di Mosca, Yuri Luzkov, e dal pi
ortodosso Alessio II. La chiesa del Cristo salvatore è Filli
e il tipo I
irnati
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ANA A
dei 130 edifici religiosi ortodossi della capitale russai
stati restituiti ai fedeli. Viene stimato a 600 il numero die!
ortodosse ricostruite in tutta la Federazione russa.
Ungheria: università cattolk
na gio:
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¡orso, l
Bo tipie
a vocazione ecumenica
BUDAPEST — Un’università cattolica romana a soa
ecumenica è stata ufficialmente inaugurata sul luogo di «
base militare sovietica. Nel suo discorso di inaugurazionei
tore, Ferenc Gal, ha precisato che l’università accoglierà*
membri delle comunità riforniate e luterane che insieniéj
presentano il 22% della popolazione deU’Ungheria (lOj'
ni di abitanti). Secondo Andras Szesztay, sociologo dellad
sa riformata, il progetto è stato accolto con «speranza e s*"
tia» dalle chiese non cattoliche del paese, in quanto pe®
di sviluppare le relazioni ecumeniche intemazionaliversità calvinista, fondata con il sostegno della Chiesa riw
ta neerlandese due anni orsono, nella città di Keeskem»
sud del paese, è anch’essa in attesa di, riconoscimento d
del governo. L’università, retta da un critico letterario,
Szilagyi, comprende una facoltà di teologia, una di
di giurisprudenza. Complessivamente, sono 171 gli
istruzione gestiti dalle chiese cattoliche romane, calvinismi
terane, vale a dire il 3% del numero totale a livello na®
(erano il 60% prima della seconda guerra mondiale).
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Grecia: riapertura della reti'
televisiva evangelica
AT'ÜMt? T . .
ATENE — Le autorità greche hanno dato una nuova 1
di trasmissione alla rete televisiva «Hellas 62», unica rete
autoi
, -Tlllivu 'XAAV'I tuo \Jjm" y k.» » —
gelica del paese: all’inizio della primavera scorsa - ,
zione era stata ritirata. L’Alleanza evangelica greca ave''.
ra deciso di lanciare una vasta campagna per attirare I e,
ne della comunità intemazionale sulle cattive condizioni
..... suiie caiiive .
aalle minoranze religiose in Grecia. Secondo la Costituì
• • - tUtt'
libertà religiosa viene garantita, ma in pratica vige tu
legge degli anni ’30 secondo cui è proibita ogni forrou“’!^
lirismo mirante a convertire persone di confessione m
------ tt vuiivciiuc persone ui coniessiun^
dossa. Documenti provenienti dai servizi segreti greci
chiaramente che «Hellas 62» è ritenuta ostile allo stato
stinco (
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Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
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essa è mi
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Novità nell'Unione
Novità concernenti i pastori
!j] intere Herbert Anders, conclusi i due
i ¿j prova presso le chiese di Cuneo e di
-dovi, che hanno espresso un parere largente positivo, e dopo la prevista valutaune del Collegio pastorale, è stato iscritto
ei ruoli e destinato alla cura delle suddette
Sese. Il pastore locale Adriano Dorma, dot^ver completato tutte le fasi di preparajone e di valutazione previste, è stato iscritinell’apposita rubrica e cura la chiesa di
afAntonino.
Espletate le varie procedure previste dal
jolamento, il pastore Dario Saccomani si
sferito dalla chiesa di Lodi, con cura di
;se, alla chiesa di Campobasso e diaspolià%ove si sta lavorando a una ipotesi di colorazione territoriale con valdesi e metoPreso atto dell’elezione da parte del;mblea e del gradimento dell’interessaCe ha destinato il pastore Franco Scaluccia alla chiesa di Chiavari.
toppo, il capitolo pastori registra ante notizie non liete: Umberto Delle Donne
[èieoverato in ospedale per problemi cardiale Gioele Fuligno per problemi alle vie bii: a loro va il nostro affettuoso pensiero e
mostra intercessione nella preghiera.
Le istituzioni
iiSu invito del sindaco di quella città, il prepnte e il segretario amministrativo si sono
jati a Avigliana per valutare la proposta
il Comune di affidare all’Ucebi la progetrione e la gestione di una nuova casa di ri|so. H progetto è ancora tutto da definire e
|n è sicuro che alla fine si possa veramente
ilizzare, ma il Ce si è rallegrato di questa
[teriore dimostrazione del credito e della
[tona fama che la nostra casa di riposo di
|vigiiana ha saputo conquistarsi negli anni,
Mo da spingere il Comune a rivolgersi a
biper l’affidamento di un suo progetto.
fUcebi ha risposto con una disponibilità di
jiicipio, in attesa naturalmente di verifica[reil tipo di progetto e il tipo di impegno che
lórnata di festa per la Chiesa valdese di via Spezio a Palermo
isediato il pastore Giampiccoli
ANA ACANFORA PANASCIA
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us,saade! Ha comunità valdese di
nero dici fflno il 16 ottobre appena
corso. Una giornata d’au■¡0 tipicamente siciliano,
g I* linosa e calda grazie a un
[iQlIC l^nhe non riesce a dimenJtn l’estate. I banchi della
iesa di via Spezio, così
“lima» e. piena di sugge'ne, accolgono tanti frateli^irelle venuti ad assistere
b cerimonia di insedia¡oglieris ^lo del nuovo pastore. C’è
insieme premozione: non si trat3(10,7® Priariiente, di un semplijo della f- formale ma di un mo
anzaesie grande fraternità,
“‘■"’e ci si stringe attorno
‘ovo «compagno di viagI testimoni di una scelta
: ’ nn impegno indubbia|le non facili in una città
'lessa, spesso aspra ma
iPre vitale e ricca di sti
ci saranno concretamente richièsti. Con il .
coinvolgimento di Alice (Betsy) Moore quale missionaria in Albania insieme al marito,
pastore Guama, l’Ucebi si è trovata a dover
ricercare un nuovo direttore o direttora per il
Taylor. Per una volta la ricerca ha dato subito frutti ed è stata accolta la disponibilità del
fratello Ennio Mariani, di Roma, pensionato
giovanile con vasta esperienza amministrativa e gestionale. Il fratello Mariani è stato
nominato direttore a partire dal 1° novembre, per un anno di prova.
Nuovi locali di culto
Il tempio non è la chiesa, ma ogni chiesa
generalmente aspira a avere un tempio e con
gli sforzi della comunità, dell’Ucebi, a cui
talvolta si aggiungono enti locali e persino
la locale gerarchia cattolica, prima o poi viene il momento dell’inaugurazione. È successo il 16 ottobre a Livorno, via Battisti, accadrà il 30 ottobre nuovamente a Livorno, via
del Vecchio Lazzaretto, e il 13 novembre a
Genova Sampierdarena. Infine, una buona
notizia attesa da tanti anni: dal 1° gennaio
prossimo l’Unione avrà un nuovo segretario
amministrativo: il fratello Aldo Casonato, di
Pordenone, ha accettato di lasciare il suo impiego e di trasferirsi a Roma con la moglie
Lidia a lavorare per l’Ucebi con un inquadramento diaconale. La lunga militanza
presso la chiesa locale e in incarichi
nell’Unione, lo spirito di servizio e la lunga
esperienza amministrativa accumulata rendono questa disponibilità del fratello Casonato un dono prezioso per l’Unione e consentiranno finalmente al fratello Franco Clemente, che per anni si è sobbarcato con incredibile capacità di resistenza e di cumulo
due incarichi entrambi assai gravosi, di dedicarsi interamente alla cura del patrimonio
immobiliare, che ha già moltiplicato e ancora può accrescere i suoi frutti.
Il Ce si è riunito dal 1° al 3 luglio, dal 7 al
9 ottobre e piacendo a Dio la prossima riunione avrà luogo dall’8 all’ 11 dicembre.
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Po liberazione che
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®*'are insieme
e ricono
scersi nella comune fede in
Cristo, in modo particolare in
una terra come la nostra in
cui bisogna scommettere tutto nella speranza. Speranza
che ha radici in questo presente, in questa realtà e in
cui, forti dell’alpe, bisogna
trovare i germi del cambiamento e della trasformazione.
Il pastore Giampiccoli, dopo aver ribadito il suo impegno con la formula di rito
dell’insediamento, sale sul
pulpito per dare il suo messaggio incentrato su I Corinzi
3, 1-15. Un testo significativo e stimolante che, attraverso l’immagine della comunità
come «il campo... l’edificio
di Dio», e l’analisi dei suoi
elementi costitutivi, fa capire
lo stretto rapporto fra ciascun
membro di questa e il suo
conduttore. Le fondamenta,
innanzitutto, costituite dalla
certezza del messaggio di
Cristo, un dato stabile, sicuro
e rassicurante; i materiali, là
scelta dei quali determinerà
la forza e la stabilità della costruzione stessa; il «savio architetto», che da Dio ha ricevuto la vocazione per porre le
fondamenta. Le tante avversità della vita metteranno a
dura prova la solidità di questa costruzione, ma tutti noi
possiamo essere confortati
dalla certezza che, qualunque
sia la quantità e la qualità del
lavoro fatto. Cristo salva,
gratuitamente. Dalla voce del
pastore traspare un gioioso
entusiasmo, una fede ancora
intatta ne^lla centralità del
messaggio di Cristo, un equilibrio e una serenità interiore
che riesce bene a comunicare
Pozzuoli
Due battesimi
coinvolgenti
ANNA MAFFEI
a chi gli sta vicino. Al termine del culto Giafnpiccoli presenta alla comunità la moglie
Danielle, pediatra a Torino
ma già un po’ «siciliana» per
la comunicativa e la simpatia
che ha dimostrato a tutti.
La giornata di festa continua nel salone dove tutto è
pronto per condividere il momento del pranzo, un’agape
fraterna organizzata mirabilmente da tante mani laboriose. È un susseguirsi di piatti
straordinariamente gustosi, e
un intrecciarsi di specialità
regionali: sapori tipicamente
palermitani e siciliani, pugliesi e persino piemontesi
con un piatto preparato da
Danielle e Franco. I giovani
della comunità hanno poi, al
suono di una chitarra, coinvolto nel canto buona parte
dei presenti.
Grazie, infine, ad instancabili animatori, ci si è ritrovati
tutti, senza limiti di età, a
giocare insieme, in un clima
di «agapina» memoria, chiudendo in bellezza una giornata iniziata e trascorsa nella
gioia. Che cosa dire ai fratelli
e alle sorelle di Palermo, che
tanto affetto hanno dimostrato al loro nuovo pastore?
Mantenete intatta negli anni
questa «simpatia», anzi praticatela nel senso etimologico
del termine: «sun patos», siate pronti in ogni momento a
soffrire e a gioire con lui, a
lavorare condividendo un’
esperienza che solo in questa
forma può lasciare una traccia non solo nei vostri cuori
ma anche, con l’aiuto del Signore, in questa vostra straordinaria città.
Facoltà valdese di teologia di Roma
Inaugurato l'anno
Erano gremiti fino all’inverosimile i piccoli locali della chiesa battista di Pozzuoli-Monte Ruscello il pomeriggio di domenica 23 ottobre, durante il culto nel
corso del quale Sandra Pascolo e Giovanni Volpe hanno reso col battesimo testimonianza pubblica della loro
fede in Cristo. Una festa memorabile preparata con amore dal lavoro congiunto di
tutti i membri della comunità
a partire dalla ripulitura delle
pareti fino alla cura dei più
piccoli dettagli organizzativi.
La corale, formata da credenti delle due chiese, di
Pozzuoli appunto e di Napoli-via Foria, ha dato un tono
di grande gioia all’evento e
tanti sono stati coloro che
hanno in questa occasione
per la prima volta varcato la
soglia di una sala di culto
evangelica. A loro e a tutti è
stato rivolto un messaggio da
parte del pastore Massimo
Aprile a partire dalla parabola biblica delle due case: nel
mondo dell’apparire e della
superficialità l’appello a costruire la propria casa sulla
roccia é la certezza e la gioia
della fede che comprende che
c’è una roccia stabile su cui
fondare la propria esistenza,
e che questa roccia è Cristo,
non è parola scontata. Ancora
una volta è stata fatta una semina che speriamo non rimanga infruttuosa ma porti
frutti alla gloria di Dio.
Le testimonianze rese da
Sandra e Giovanni saranno
difficilmente dimenticate da
coloro che le hanno ascoltate.
Sandra ha condiviso come sia
stato importante nella sua vita sin dai primi ricordi dell’
infanzia il simbolismo dell’
acqua, e come Cristo, fonte
di acqua viva, sia stato per lei
riscoperta di vita nuova e di
sorprendente speranza. Giovanni, che aveva per anni frequentato la comunità senza
mai lasciarsi completamente
coinvolgere dal messaggio
evangelico, ha voluto offrire
al Signore questa preghiera:
«Mio Signore, la tua immensa potenza ha rotto gli
argini del mio dubbio dilagando nel mio essere come
un mare di amore. La mia
conversione a te in termini di
tempo è quella dell’ultima
stagione, perciò è ponderata,
meditata. O mio Dio, aiutami
a farti conoscere sempre di
più, amare sempre di più,
perché è l’amore la misura
della fede in te. Mio Gesù, ti
chiedo, distruggi in me l’arroganza, fammi cadere dal
volto la maschera che per
lungo tempo è servita a farmi
apparire ciò che non ero. Ti
chiedo non un miracolo, perché tu sei imparziale, ma
aiutami a farmi trascorrere
l’ultimo tratto della mia vita
in tua compagnia, perché è il
più tortuoso, il più scompensato, è un tratto in salita,
quello della sofferenza. Mio
Dio, portami con mano, fammi diventare saggio. Fa’ che
quest’ultimo tratto non mi
porti nel baratro, nella fine
ma a te, mio Dio, nella vita
eterna».
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Per la prima volta in 140
anni di lavoro la Facoltà valdese di teologia ha aperto
l’anno accademico in una
chiesa luterana, la Chiesa di
Cristo di Roma. Alla presenza di professori e studenti
della Facoltà e membri della
comunità luterana di Roma,
l’apertura è stata celebrata
con un culto di Santa Cena
seguendo la liturgia luterana.
La predicazione è stata tenuta
da Sergio Rostagno, professore di teologia sistematica.
«In 175 anni di storia di
questa comunità e 140 di lavoro della Facoltà questo culto comune all’apertura dell’
anno accademico è significativo, perché dal 1973 siamo
diventati una chiesa, noi vaidesi, metodisti e luterani, in
quanto firmatari degli accordi
di Leuenberg», ha sottolineato il decano della Facoltà valdese, Paolo Ricca, nel suo saluto, mettendo in evidenza
che 175 anni anni fa questa
comunità fu la prima a promulgare la fede evangelica a
Roma. Nel suo discorso Ricca affermava di sentirsi accolto bene anche attraverso la
lingua: il culto era interamente in italiano, nonostante la
comunità luterana di solito
usi il tedesco nei suoi culti.
CARUNCHIO — Domenica di gioia quella del 9 ottobre a
Carunchio: Sabina Loreto, figlia e nipote di evangelici, dava pubblica testimonianza della propria fede in Cristo, mediante il battesimo. Un culto veramente particolare, sia per
la presenza di una quarantina di persone, molte delle quali
giovani, amici di Sabina, che forse per la prima volta assistevano a una testimonianza di questo tipo, sia per quanto il
battesimo di Sabina veniva a rappresentare per noi, un segno cioè da parte di Dio che non abbandona i gruppi di disseminati, i dispersi della diaspora, ma li radica nella sua Parola. Di un tale segno avevamo bisogno come del pane! Altri due giovani, provenienti dalla stessa famiglia, chiedeva- ,
no di prepararsi al battesimo. Questa bella e consolante
- realtà non è sorta come un fungo ma è il risultato del lavoro
intelligente e costante svolto dal pastore che ha servito su
queste montagne fino a... ieri.
SAN SALVO-VASTO — Domenica 9 ottobre la chiesa di S.
Salvo-Vasto dava un gioioso benvenuto a Enos Mannelli, quale proprio pastore. Presiedeva il culto di insediamento .
Giovanni Caruso, membro del consiglio del XII circuito,
che nella bella e significativa liturgia di circostanza evidenziava i reciproci diritti e doveri della chiesa e del pastore
per consacrarsi interamente al Signore, ricercarne la volontà
e adempierla. Al pastore venivano ricordati gli impegni assunti all’inizio del ministero pastorale e che ora è chiamato
a rinnovare. In questo compito il pastore non sarà solo: conterà sull’aiuto dello Spirito Santo e anche sulla vicinanza e
solidarietà della chiesa tutta. A queste parole di Caruso il
pastore rispondeva come se si trattasse di una prima volta,
di volersi consacrare all’edificazione della chiesa e
all’adempimento del servizio che il Signore gli aveva affidato, contando sull’aiuto dell’unico pastore! Significativa la
presenza di un rappresentante della chiesa evangelica Adi
di Vasto-Gissi, con la quale vogliamo avere nell’immediato
futuro rapporti di collaborazione, che ha recato parole di
cordialità e di saluto. Enos Mannelli sarà anche il pastore di
San Giovanni Lipioni e di Carunchio e manterrà la cura di
San Giacomo degli Schiavoni e di Pescolanciano.
PRAMOLLO — È nato Matteo, di Nadia Jahier e Silvano
Gabutti: ci rallegriamo con i genitori e diamo un caloroso
benvenuto nella nostra comunità al piccolo bimbo.
• Anche quest’anno, nel corso dell’estate, diversi predicatori si sono alternati per annunciare il messaggio dell’Evangelo. Un grazie sincero a Umberto Rovara, Florence Vinti,
Franco Siciliano, Ugo Zeni, Aldo Garrone e al pastore Paolo Marauda.
• Il 1° ottobre si sono sposati nel tempio di Ruata Milena
Jahier e Massimiliano Liberatori; il 16 ottobre, sempre a
Ruata, il pastore Paolo Ribet ha celebrato il matrimonio di
Donatella Long e Fulvio Chiabrando. A entrambe queste
coppie, che si stabiliscono a Villar Perosa e a Pinerolo,
giungano gli auguri fraterni di tutta la comunità.
• Nel corso del culto di domenica 2 ottobre la nostra deputata al Sinodo, Claudia Travers, ha presentato una dettagliata relazione dei lavori e ha illustrato le principali decisioni
assunte; la ringraziamo per il suo impegno.
• Domenica 9 ottobre, nel corso del culto, è stato battezzato
il piccolo Fabio, di Paola e Fiso Beccati. È stato un momento di gioia per la comunità e chiediamo a Dio di benedire questo bimbo e i suoi genitori.
• Ci ha lasciati, all’età di 78 anni, il fratello Ercole Bounous di Pomeano. Alla famiglia in lutto esprimiamo la solidarietà cristiana e la fraterna simpatia di tutta la comunità.
ANGROGNA — Alla soglia dei 90 anni è mancato Amedeo
Arnoul, di Buonanotte. Alla moglie Nadine, con cui «Deo»
era custode della vicina scuola Beckwith, e alla nipote Nicoletta, che lo ha assistito durante i lunghi mesi di malattia,
la solidarietà e la simpatia di tutta la comunità.
• La comunità ringrazia i pastori Donato Mazzarella, Teofilo
Pons, Franco Davite e il predicatore locale Umberto Rovara
per i messaggi rivolti durante i culti del mese di ottobre.
MILANO — Sabato 5 novembre, a partire dalle ore 15, presso
la Chiesa metodista (via Porro Lambertenghi 28) si svolge
un convegno interdenominazionale della Fdei Lombardia
sul tema: «La famiglia tra mito e realtà». Introduce il tema
la psicoioga Rita Gay: a seguire lavoro in gruppi e sketch.
FIRENZE — Domenica 6 novembre si terrà l’inaugurazione
dell’anno accademico del centro di formazione diaconale
«Giuseppe Comandi». Alle 15,30 prolusione del pastore
Bernard Rodenstein su «Prospettive della diaconia in Europà», al Centro giovanile protestante «Gould» (via de’ Serragli 49).
4
PAG. 4 RIFORMA
All’Ascolto Della
L'IDENTITÀ
DOMENICO TOMASETTO
Fra questi due testi biblici c’è un legame molto
stretto, che si vede non appena si leggono insieme: si tratta di una stessa domanda, posta in termini diversi. Una domanda terribilmente attuale
che concerne l’identità. Nei
due testi la domanda suona:
«Sei tu colui che deve venire,
o ne aspetteremo un altro?» e
«Gesù lo conosco. Paolo so
chi è, ma voi chi siete?». In
queste parole trova espressione una ricerca che caratterizza l’intera vita dell’uomo, e
ancor più quella del credente.
Si tratta in fondo della domanda base ineludibile, che
ogni persona deve porsi per
dare un senso a quello che ha
fatto, che fa e che deve fare,
per rimettere insieme i tasselli dispersi e frammentati così
da rendere leggibile il mosaico della propria vita.
Chi siamo?
Chi siamo? Chi sono-? Chi
sei? Antiche domande
che vengono da lontano e ridiventano nuove, questioni
che indicano ricerche mai terminate e risposte sempre insoddisfacenti. Tutto questo
non dipende della nostra in
Conoscere
la propria identità
Si deve conoscere la propria identità per assumere
il proprio ruolo, con le conseguenti responsabilità che ne
derivano. La consapevolezza
di una propria identità ben
definita, o almeno definita in
quella fase storica o nella circostanza specifica nella quali
ci si trova a vivere, ci permette di non essere schiacciati dall’avversario prima
ancora di aver iniziato l’opera, o dopo aver mosso soltanto i primi passi (come appunto succede agli esorcisti di
Efeso in Atti 19).
«Ora alcuni esorcisti itineranti giudei
tentarono anch^essi di invocare il nome
del Signore Gesù su quelli che avevano
degli spiriti maligni, dicendo: Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo predica.
Quelli che facevano questo erano sette
figli di un certo Sceva, giudeo, capo sacerdote. Ma lo spirito maligno rispose loro: Gesù lo conosco, e Paolo so chi è; ma
voi chi siete? E Vuomo che aveva lo spirito maligno si scagliò su due di loro; e li
trattò con tale violenza, che fuggirono da
quella casa, nudi e feriti»
(Atti 19, 13-18)
«Giovanni, avendo nella prigione udito
parlare delle opere del Cristo, mandò a
dirgli per mezzo dei suoi discepoli: Sei tu
colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro? Gesù rispose loro: Andate
a riferire a Giovanni quello che udite e
vedete: / ciechi recuperano la vista e gli
zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti resuscitano e
VEvangelo è annunciato ai poveri»
(Matteo 11, 2-5)
capacità ma è scritto nell’ordine delle cose: la domanda
sull’identità non ha mai una
risposta definitiva; la propria
identità si ridefinisce di volta
in volta. Si tratta quindi di
una risposta sempre da rivedere o. meglio, di una domanda .sempre da riproporre.
La risposta che è stata data
ieri sembra non avere più alcuna rilevanza per l’oggi: non
per nostra incapacità, ma perché il contesto storico, politico, sociale e culturale nel
quale viviamo cambia in continuo e ci costringe a ridefinirci sempre daccapo. La
«crisi di identità» non dipende da insufficienze .soggettive, ma dal cambiamento delle
condizioni oggettive esterne.
Conoscere
l'identità altrui
E anche necessario conoscere l’identità altrui, di
coloro con i quali ci dobbiamo comunque rapportare in
un modo o in un altro. Se
fossimo delle monadi o vivessimo su di un’i.sola e da
soli, il problema non si porrebbe con questa forza. Questo perché dalla conoscenza
dell’identità altrui si definisce anche la nostra identità.
Non ci possiamo definire
guardandoci semplicemente
allo specchio, dove vediamo
riflessa soltanto la nostra immagine. Ci si definisce nel
confronto con gli altri (questo è il dilemma, per altro an
Va notato che la risposta si
deve porre a diversi livelli:
innanzitutto a livello di singoli (chi sono io?), poi a livello di comunità cristiana
(chi siamo noi?) e poi a livello di «fronte protestante» (chi
siamo?). È bene che le tre risposte e le tre chiarificazioni
procedano parallele. I due testi biblici indicati ci aiutano
nella ricerca, in quanto ci forniscono una serie di spunti e
di suggerimenti.
La funzione
determina l'identità
Non basta definire la propria identità in astratto,
con una bella formulazione
concettuale che sia culturalmente, socialmente e politicamente buona e accettabile.
L’identità non emerge dalle
parole che si dicono nel presentare se stessi ma nell’azione che si svolge, nel ruolo
che si ricopre, nella funzione
che si ha in un certo ambito.
Detto in altre parole: la propria identità deriva dalla funzione che si svolge e da cui
viene determinata; nello stesso tempo, rovesciando i termini, la funzione che si svolge determina l’identità del
singolo, o del gruppo a cui
appartiene, e ne consente
l’identificazione.
Questo aspetto è ben presente nei nostri due testi: nelle parole di Gesù in risposta
ai messaggeri di Giovanni il
Battista, quando elenca le cose che accadono quando lui
agisce (e dalle quali Giovanni
deve ricavare la sua risposta
sull’identità di Gesù); nel testo di Atti il nome di Gesù e
quello di Paolo sono noti per
la loro azione, ma questi nuovi «apprendisti stregoni», ultimi arrivati, chi li conosce?
chi sono? che cosa hanno fatto perché la loro identità si
affermi da sola?
Alla ricerca
della nostra identità
Poiché la nostra Identità si
determina in rapporto a
quella altrui e dalla funzione
che si svolge in un dato momento, la definizione di identità è costantemente variabile,
quindi mai definitiva, né permanente. Partecipa in tutto alla nostra provvisorietà, relatività, parzialità e contingenza.
Non possiamo elevare un dato relativo a livello di assoluto, né un dato provvisorio a
rango di definitivo e immutabile nel tempo.
Noi abbiamo il vezzo di
criticare i nostri padri della
fede più vicini o più lontani
da noi per le risposte che essi
hanno dato e che oggi non ci
convincono più del tutto. L’
errore non è dei nostri padri
ma nel voler riproporre oggi
quella stessa risposta quando
la domanda è ormai cambiata.
Così si viene a creare un
corto circuito nella comunicazione e nella comprensione
della propria identità, ricalcata su quella altrui. Siamo noi
che, per non metterci alla faticosa ricerca di una nostra
identità, preferiamo ricorrere
a quella dei nostri padri, sperando che vada ancora bene.
Alle nuove domande che la
situazione generale ci pone,
noi spesso preferiamo riprendere le risposte che i nostri
goscioso, nel quale si trova
Giovanni il Battista, il quale
cerca la sua identità in rapporto a quella di Gesù). Sa di
dover svolgere un ruolo e
quindi ricavare la sua identità
a partire dall’identità dell’altro, e allora cerca di cogliere
l’identità di Gesù ma l’identità altrui sfugge più della
propria: lo stesso Gesù non.
risponde alla domanda precisando in una definizione chi
egli è; preferisce «far parlare
i fatti» che avvengono quando si afferma la sua presenza.
In questo caso l’identità dell’altro deve essere definita da
noi stessi. Non solo dobbiamo definire la nostra identità
ma dobbiamo anche elaborare un possibile identikit
dell’altro.
Essere fedeli
al Signore
Il passato, chi erano i nostri
padri e quali sono le loro
risposte che hanno segnato la
loro identità, non va assolutamente dimenticato: guai a
quel popolo che dimentica il
suo passato, che non ha memoria, perché è destinato a
ripeterne gli errori. Il passato
va studiato, va conosciuto in
profondità. I padri della fede
vanno onorati ma la fedeltà
va riservata esclusivamente
al Signore che ci chiama a
rendere la nostra testimonianza oggi. I nostri padri nella
fede vanno onorati per le risposte che hanno saputo dare
per il loro tempo: ma oggi noi
dobbiamo fare lo sforzo di
metterci alla ricerca di nuove
risposte, di ridefinire la nostra
identità e quindi di precisare i
nuovi compiti che siamo
chiamati ad assolvere. Questa
specie di «furto ideologico»
non ci è consentito e non serve allo scopo. Il tempo che
passa e che tutto cambia ci
costringe a cercare la nostra
identità e quindi la nostra
funzione di testimoni
dell’Evangelo di Gesù Cristo
per il nostro presente.
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I ■' • A
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* 1
padri hanno dato, risparmiandoci la fatica della ricerca e
meravigliandoci poi che quelle risposte non funzionano
più come allora. Qui c’è qualcosa che non va.
Se la storia si fermasse, se
non avvenissero cambiamenti
di nessun genere allora, e solo
allora, anche la nostra identità
sarebbe assicurata una volta
per sempre ma le cose, che ci
piaccia o no, non stanno così:
la storia ci porta sempre nuove cose, ci cambia, le sfide di
oggi sono diverse da quelle di
ieri, le domande di oggi non
coincidono con quelle di ieri,
così come le risposte di oggi
non sempre coincidono con
quelle di ieri.
L'identità «ritrovata»
Un’ultima annotazione:
l’identità «ritrovata» va
subito spesa nella funzione
che da essa deriva. Si tratta di
fare un grande sforzo di ricerca per la definizione della
propria identità e poi la si deve spendere e al limite perdere. Non si tratta di un tesoro
da custodire gelosamente al
sicuro di casseforti a prova di
ladro.
L’identità è come la manna
Preghiera
Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me?
O sono soltanto quale io mi conosco?
Inquieto, pieno di nostalgia,
nudato come un uccello in gabbia,
bramoso di aria come mi strangolassero alla gola, il
affamato di colori, di fiori, di voli d’uccelli,
assetato di parole buone, di compagnia,
tremante di collera davanti all’arbitrio e all’offesa}
[meschini
agitato per l’attesa di graruli cose, ^
preoccupato e impotente per l’amico infinitamente
¡lont0
stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare,
spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa?
Chi sono? Sono questo o sono quello?
Oggi sono uno, domani un altro?
Sono tutt’e due insieme? Davanti agli uomini un
[simuldl^
e davanti a me uno spregevole, querulo vigliacco?
0 ciò che è ancora in me somiglia all’esercito sconP\
che si ritrae in disordine davanti alta vittoria già
[conquiste^^
Chi sono? Questo porre domande da soli è derisioni
Chiunque io sia, tu mi conosci, tuo son io, o Dio!
[ÿtnitte"’
h'dlrittodi
Pei
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Ément
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|;non !
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«che i nostri padri mang0|
no nel deserto»: va comi
ta subito; se la vuoi consei
re per averne di più nei^
successivi, allora si guasl|
non serve più a nulla. Posi
mo parafrasare, spero sei
alterarne il significato,!!
parola di Gesù: «chi vuol^
vaguardare la propria idei
la perderà, ma chi perdei
sua identità, la salverà^
l’eternità». Questa è,
oggi, la sfida e la promeij
dell’Evangelo.
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jzione in abb. postale/50 - Torino
ao di mancato recapito si prega restituire
f '"Mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
‘ nPditore si impegna a corrispondere
^ 5 di resa.
Fondato nel 1848
II
Per le festività di inizio novembre anche i cimiteri delle
si trasformano in immensi giardini; nel giro di pochi
giorni, tombe che erano state dimenticate per mesi vengono
nprovvisamente riadomate con megamazzi di fiori. Sorgo,„p addirittura problemi di parcheggio e di traffico; quello
i'(fci fiori è un vero e proprio business, un affare di decine di
mnilioni per ogni paese. «In certi casi i vasi verranno lasciati
llà, con i loro fiori rinsecchiti, per un intero anno», è il comImento degli addetti ai cimiteri. C’è pure chi si indigna penpando a quello che viene definito «culto dei morti»; forse
^non si tratta di questo ma questa tradizione, insieme al sorIgere di tombe sempre più grandi e adomate, suona stonata a
Itote persone.
Delle
venerdì 4 NOVEMBRE 1994
Anche per la diretta esperienza che ci capita di
fare nelle nostre famiglie, siamo ormai abituati a considerare gli anziani, specie quando non ce la fanno più ad andare avanti da soli, come un
problema. AU’interno stesso
delle nostre chiese, dove pure
abbiamo molto sottolineato la
dimensione personale, siamo
stati più pronti a offrire soluzioni sul piano delle stmtture,
le case per anziani appunto,
che in altri modi.
Nel convegno organizzato a
Torre Pellice per l’inaugurazione ufficiale della «Bottega
del possibile» si è molto insistito sulla domiciliarità, un
concetto che va oltre la casa,
comprende le abitudini, le relazioni, l’esperienza. In que
ANZIANI E GIOVANI
UNA RISORSA
MARCO ROSTAN
Sta dimensione gli anziani
noti sono soltanto un problema ma possono diventare una
risorsa, anche se nessuno si
nasconde la difficoltà di questo passaggio. Una risorsa, ha
detto don Mauro Negro, innanzitutto per l’esperienza di
vita accumulata, poi per il patrimonio di conoscenze e di
esperienza.
Una risorsa anche politica,
perché gli anziani sono sem
pre più determinanti sul voto
(il loro numero è in forte aumento) e possono, meglio di
altri, proporre politiche che
difendano i diritti dei non autosufficienti, che realizzino
una riforma delle pensioni rigorosa ma equa. E infine una
risorsa per la democrazia,
perché sono gli anziani che
direttamente hanno vissuto il
periodo buio della dittatura e
perciò la loro memoria è es
senziale dal punto di vista
culturale e etico.
A qualche centinaio di metri dal convegno sugli anziani, un gruppo di giovani aveva organizzato un incontro
pubblico con i cittadini e con
il sindaco per ottenere uno
spazio da potersi gestire, per
incontrarsi e fare delle cose
insieme, anziché ciondolare
per i bar: in pratica un Centro
sociale.
Ho pensato: non si potrebbe provare a considerare anche questi giovani non solo
un problema che occorre in
qualche modo tamponare rispondendo alle loro esigenze,
ma anche come una risorsa,
cioè dei cittadini non da assistere ma a cui chiedere delle
cose utili per tutti?
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fMiniere di Frali II punto sul settore sarà fatto in occasione dell'annuale edizione cavourese di «Tuttomele»
In geometra Per la fmttìcoltura c'è un futuro di qualità
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illa Gianna
Non accadeva da anni: le
'misure di sicurezza ormai
planno raggiunto livelli che
Ikmbravano mettere tutti gli
^.operatori al riparo da brutte
l'sorprese; invece mercoledì
Incorso un giovane geometra
i.di Pinerolo, Marco Brugiaj freddo, 23 anni, dal gennaio
1992 in servizio presso la so) cietà del talco Luzenac vai
t'Chisone come topografo, è
stato vittima di un incidente
mortale.
Poco dopo mezzogiorno,
alla miniera della Gianna a
I Prali, il giovane aveva finito,
secondo la ricostruzione dei
I fatti, il suo rilievo topografico alTinterno della miniera;
lasciato il cantiere attorno alle 11,45 doveva rientrare negli uffici. Alle 12,50 è stato
I ritrovato privo di sensi, riverso al posto di guida del loco1) motore di servizio, dagli operai del primo turno che usciyano per il pranzo. È stato
immediatamente avvertito
l’elisoccorso del Cto di ToriI no che è giunto verso le
13,30 ma il medico di servitilo non ha potuto far altro
che constatare la morte del
|, tecnico. Sono state avvisate
te autorità, i parenti della vitiima e il corpo dello sfortunate giovane è stato composto
^lla camera mortuaria di
l^li a disposizione dell’autotllà giudiziaria. All’incidente
non hanno assistito testimoni
per cui non è facile ricostruirite la dinamica; si sa che il
frenino viaggiava a velocità
teoito bassa per cui il fatto
che Brugiafreddo sia andato a
Sbattere contro una tramoggia
potrebbe essere legato a un
iv Ptecedente malore o a un colli P° di sonno; si tratterebbe
ternque di una tragica fatalità
praticamente inevitabile. La
^cssa Luzenac, come ha co^nicato in serata l’amminiteatore delegato Ting. GiamPtero Piazza, sta conducendo
r> indagine interna.
PIERVALDO ROSTAN
La quindicesima edizione di «Tuttomele » a Cavour darà ancora una volta la
possibilità di verificare la
consistenza e l’importanza del
ruolo che la frutticoltura riveste nel Pinerolese; certo il
frutto principe della manifestazione è la mela ma il discorso sarà ancora una volta
più ampio. La mostra, ormai
riconosciuta come appuntamento a carattere regionale,
si articolerà con una vasta
gamma di appuntamenti, convegni, spettacoli tesi a far apprezzare la produzione frutticola della zona. «Tuttomele»
si inserisce nel discorso portato avanti con risultati concreti
dal Cifop, Centro incremento
frutticoltura Ovest Piemonte,
un ente che ha puntato decisamente sul recupero del vecchio patrimonio frutticolo della zona, valorizzandone la
qualità e puntando anche sul
piano turistico.
Oggi il Cifop può essere veramente definito un immenso
frutteto; sorto nel 1953, interessa 10 Comuni (Bibiana,
Bricherasio, Campiglione,
Cavour, Garzigliana, Lusema
San Giovanni, Lusernetta,
Osasco, Pinerolo, San Secondo). La superficie coltivata a
frutteto si aggira sui 1.600 ettari, di cui 800 a meleto con
una produzione aimua media
di 240.000 quintali, 350 a pescheto (90.000 q Tanno), 250
ettari a kiwi, con una produzione di circa 50.000 q, 200
ettari a pereto (40.000 q Tanno. Le superfici a meleto sono
copèrte all’80% da Golden
delicious, mentre solo il 2%
da varietà locali. Nel complesso operano nel Cifop circa
250 aziende
La produzione del 1994 non
è certo abbondante in quanto
le difficili condizioni climatiche primaverili con varie brinate tardive hanno causato
una perdita che nel melo si
aggira sul 30%, nel pero 40%,
nel pesco 20% e nelTactinidia
30%. In compenso la qualità
dei prodotti risulta essere ottima. Sarà una qualità che i
consumatori potranno apprezzare particolarmente pensando anche agli sforzi condotti
per evitare i trattamenti chimici: sono ormai moltissime
le aziende che seguono lè indicazioni dal piano fitopatolo
gico regionale che porta ad
esempio a reintrodurre uccelli
insettivori nei meleti. Un bel
passo in avanti rispetto a
quelle aziende giunte pochi
anni fa a trattare chimicamente anche 30 volte i meli in
pieno campo.
Di questi metodi di coltivazione si avranno riflessi anche negli incontri pubblici;
ben tre avranno come oggetto
la produzione agricola, altri la
gestione delle associazioni
culturali, Tartigianato locale,
lo sviluppo del turismo. Ci
sarà anche, sabato 12 novembre, un concerto del cantante
Roberto Vecchioni. L’area su
cui dal 5 novembre verranno
allestiti gli stand e si collocheranno gli espositori sarà di
12.000 metri quadri, di cui i
due terzi coperti; alla rassegna
parteciperanno circa 200 espositori di frutta. Per potenziare la ricerca e lo sviluppo
della frutticoltura, tenuto conto della vicinanza con due
istituti agrari a Osasco e Verzuolo, verrà anche istituita
una borsa di studio sul tema
che verrà rivolta agli studenti
del quarto e quinto anno degli
istituti agrari in Piemonte.
D
avide Michelin è il più antico autore
^ . popolare di canzoni, legate per lo
più ad avvenimenti militari concernenti
la storia piemontese della prima metà del
’700. Originario della Val Pellice (...),
nativo dei Gamier, borgata quasi a metà
strada fra Villar e Bobbio. Prese verosimilmente parte alle guerre per la successione di Polonia (1733-35) e d’Austria
(1740-48). (...)
Data la sua produzione poetica specitica, si può ritenere che egli abbia preso
parte, 0 con le truppe sabaude o con reparti valdesi, all’assedio di Cuneo
(1744), di Genova (1746) e alla battaglia
delTAssietta (1747) fatti d’arma che egli
celebrò nelle sue popolari canzoni che,
come gli antichi rapsodi, andava cantando di valle in valle, accompagnandosi
coT violino.
Le più note delle sue canzoni sono appunto; a) Le siège de Coni, arguto dialogo che il poeta soldato immagina di avere col de Conti, comandante delle truppe
IL FILO DEI GIORNI
IL BARDO
_____________TEOFILO 0. PON8_______■
francesi; b) Le siège de Gênes, in cui
l’autore dimostra quale errore abbiano
commesso i genovesi a parteggiare per i
franco-spagnoli, perché le truppe austropiemontesi riuscirono a far capitolare la
città; c) La chanson de l’Assiette, che dipinge con efficacia la boria francese e la
dura lezione inflitta agli invasori in quella battaglia (luglio 1747), che causò la
perdita di migliaia di soldati; d) La complainte de Michelin, (...) preziosa poesia
autobiografica, di 38 quartine, nella quale narra com’era stato arrestato a Pomaretto un sabato sera, condotto e trattenuto
in prigione a Perosa in una squallida
stanza e di lì trasferito a Pinerolo e gettato in un lurido carcere. Ove, senza aiuti,
senza denaro, non di rado senza cibo, fu
in preda alla disperazione, specie dopo
gli incontri con alcuni personaggi che gli
promettevano il rilascio se avesse abiurato. Un giorno, dal carcere, vide arrivare
sua moglie, suo fratello e suo genero, per
confortarlo e soccorrerlo in qualche modo. Ma il carceriere brutale non li lasciò
entrare, né consentì loro di vederlo e di
parlargli. Ciò lo gettò nella disperazione
più nera. Sfinito, cadde svenuto e fu creduto morto. Egli però si riprese, confidando nell’assistenza del Signore. Poi,
un bel mattino, venne rimesso in libertà.
Di lui non sappiamo più nulla, se non
che morì a Pomaretto, in casa di un Bartolomeo Coucourde, il. 14 maggio 1750; e
l’indomani fu sepolto nel cimitero del
luogo. (...) Sulla sua origine valdese, pensiamo che non esista più alcun dubbio.
(Da Vita montanara e tradizioni
popolari alpine, ed. Claudiana)
In Questo
Numero
Ecosviluppo
È stato presentato a Angrogna il «Piano di ecosvL
luppo» redatto dagli operatori della Coniunità montana montana vai Pellice e
da alcuni professionisti: si
tratta di un insieme di proposte, organicamente articolate in modo da favorire
il concorso dei diversi settori (storico-culturale,
agrìcolo, ambientale) alla
produzione di merci e servizi di qualità.
Pagina II
Domiciliarità
Un nuovo modo di affrontare la terza età (ma
non solo quella) è emersa
dalla presentazione, a Torre Pellice, della «Bottega
del possibile» e di un video sulla condizione degli
anziani nella valle: un utile
insegnamento su cui tutti
dovranno lavorare.
Pagina II
Risorse educative
Il territorio come... aula
scolastica; l’idea non è
nuova in assoluto, ma ora
il lavoro che alcuni insegnanti stanno preparando
attorno al progetto «aule
decentrate» è un’applica
zione sistematica di questo
tipo di approccio. Il progetto fa parte di una più
ampia iniziativa della Cee
Pagina III
Centro sociale
Si sono trovati sabato 22
ottobre in un angolo periferico di Torre Pellice; poi
hanno continuato a trovarsi per organizzae altre iniziative. I giovani che chiedono uno spazio per esprimersi parlano in una serie
di interviste e impressioni
delle loro aspettative e della necessità di creare aggregazione in luoghi che
non siano solo il bar.
Pagina III
6
PAG.
Il
E Eco Delle vali.i ^^àlo
venerdì 4 NOVEMBRF
Sorgeranno nuove case popolari nella zona Filatolo a Torre Pellice
AL VIA I LAVORI PER L’EDILIZIA POPOLARE — Dopo un lungo iter che ha visto impegnato il Comune di Torre
Pellice, lo lacp, la Regione Piemonte, sono iniziati la scorsa
settimMa i lavori di ristrutturazione del vecchio stabile del
filatoio adiacente il palazzo del ghiaccio; l’importo
dell operazione supera i due miliardi di lire e porterà alla
realizzazione di altri 15 alloggi di edilizia popolare.
APERTURA PARZIALE DEL PALAGHIACCIO? — Gli
impegni assunti dalla Comunità montana vai Pellice in estate palavano dell’apertura del palaghiaccio di Torre Pellice
per il mese di ottobre; così non è stato e tuttavia qualche
prospettiva si sta concretizzando. In attesa di dare il via in
primavera a lavori decisivi per l’apertura ufficiale al pubblico con agibilità tecnica della struttura, la pista potrà essere
utilizzata dalla sola società sportiva H.C. Valpellice per i
suoi tesserati nei quattro mesi invernali. In questo modo si
potrà praticare lo sport dell’hockey a Torre Pellice senza
dover emigrare altrove o, peggio, veder scomparire questa
attività dalla valle. L’accordo raggiunto in Comunità montana prevede che i Comuni assumano secondo diverse percentuali l’onere della gestione della pista per quest’anno,
non ipotizzandosi entrate per la società.
VILLAR PEROSA: NUOVO LOOK PER LA PIAZZA
DELL’ALPINO — L’amministrazione comunale ha deciso di intervenire per rilanciare l’immagine della piazza
dell’alpino caratteristica, oltre che per la statua in bronzo,
per la fontana e le ricche piante ornamentali. Oltre a una ripulitura generale verranno installati 20 nuovi punti luce per
illuminare adeguatamente la piazza.
PEROSA: LA «PIASTRA« TORNA IN CONSIGLIO —
Ancora una volta il Consiglio Comunale si è trovato a discutere della .cosiddetta piastra polivalente che, nell’intento
dell’amministrazione, dovrebbe essere utilizzata sia per praticare attività sportive che per incontri musicali o culturali. I
lavori, divisi per lotti, sono iniziati da oltre un mese e dovrebbero essere finiti per la fine del ’95; con il mutuo chiesto ora alla Cassa depositi e prestiti si dovrebbe chiudere la
stmttura e dotarla di servizi igienici.
AL VIA LA STAGIONE UNITRE DI TORRE PELLICE
— E stato diffuso il programma dell’anno accademico ’94’95 dell’Università della terza età di Torre Pellice; il periodo degli incontri è compreso tra i mesi di novembre e gennaio, direttore artistico sarà il maestro Giorgio Spriano, relatore il dott. Giorgio Mazza. Il primo incontro, giovedì 3
novembre alle 15,30, vedrà Pier Paolo Levi al pianoforte
con musiche di Liszt e Chopin, il secondo giovedì 10, alle
15,30 con «Storia dell’arte: l’epoca arcaica» e diapositive.
Tutte le riunioni si svolgeranno al salone della scuola Mauriziane in via al Forte 2.
4 NOVEMBRE A PINEROLO — Il programma proposto
dall’amministrazione prevede il ritrovo alle 10,45 davanti al
palazzo comunale, alle 11 in piazza III Alpini onori alla
bandiera e deposizione di una corona al monumento dei caduti; le associazioni combattentistiche si raduneranno alle
10,30 in viale Giolitti 1 per poi muoversi alla volta del municipio.
MAI PIÙ CONQUISTE — I corpi, le voci, i canti, le immagini, la lotta e la gioia delle donne africane saranno l’essenza
dell’iniziativa che il comitato «Mai più conquiste» e l’assessorato all’Istrazione e Cultura di Pinerolo proporrano per
i mesi di novembre e dicembre. L’idea è quella di continuare il percorso intrapreso lo scorso anno, nel tentativo di
creare una sorta di collegamento tra coloro che provengono
dall’Africa e noi come contributo al superamento dell’intolleranza e del razzismo. La minirassegna cinematografica
proporrà dei film normalmente fuori dai circuiti tradizionali; tre titoli verranno presentati in anteprima regionale e sono i vincitori del festival del cinema africano di Milano:
«Sankofa» (Etiopia), «A la recherche du mari de ma femme» (Marocco) e «L’homme sur les quais» (Haiti). Dal 10
al 24 novembre sarà allestita una mostra di tessuti «Kanga»
presso l’expo Fenulli; il 12 novembre, aH’auditorium di
corso Piave, danza teatro dell’Africa.
A SINGHIOZZO LA CIRCOLAZIONE SULLA PROVINCIALE 161 — La Provincia di Torino ha deciso tutta una
serie di interventi sulla strada della vai Pellice. La rotonda
di Lusema sta creando, nell’attuale fase di realizzazione,
non pochi problemi, anche se ora sta assumendo qualche
caratteristica più definitiva, con l’abbassamento e l’ampliamento seguito dal taglio di alcuni ippocastani «storici». Altro motivo di forte ingorgo è stato lo spostamento sul ponte
dell’Angrogna a Torre Pellice delle tubature del gas; i lavori, protrattisi per diversi giorni, hanno prodotto una vera e
propria strettoia all’ingresso del paese; il ponte verrà ampliato nelle prossime settimane. Non verrà invece realizzata
una rotonda, che a molti sarebbe parsa quanto mai opportuna, all’incrocio col ponte di Bibiana.
Si è svolta a Angrogna la prima presentazione ufficiale del progetto ambientale
■ I t I# •
Un piano di ecosviluppo per valorizzare
le risorse a disposizione della vai Pellice
MARCO ROSTAN
Piano di ecosviluppo per la
vai Pellice: fra gli addetti
ai lavori se ne parlava da
tempo, ma forse non ci si
aspettava così tanta gente nella prima presentazione pubblica organizzata il 26 ottobre
nel quadro degli incontri
dell’Autunno in vai d’Angrogna. Buon segno, vuol dire
che l’argomento interessa e
coinvolge, che anche la gente
vuol sapere e dire la sua.
Più di 60 persone si sono
stipate nell’auletta della scuola di Chiot dl’Aiga per ascoltare i responsabili della Comunità montana e i tecnici
che hanno collaborato al piano. Il vicepresidente. Marco
Bellion, ha ripercorso le tappe storiqjie e politiche, rivendicando all’attuale maggioranza l’idea iniziale (nel documento programmatico del
1990-91) e la convinzione
della necessità di riprendere,
da parte.dell’ente pubblico,
un discorso di programmazione flessibile e molto aperto
all’iniziativa dei privati, capace però di indicare le grandi linee di un piano che valorizzi tutte le risorse dii territorio (da quelle naturali a
quelle culturali) partendo dalla valle e dai suoi interessi,
anziché inseguire (come è
successo soprattutto negli anni ’80) vaghe promesse di finanziamenti legati a interventi e interessi esterni.
Enzo Negrin, che ha anche
coordinato il lavoro per la
«Guida della Valpellice», una
guida delle risorse che validamente accompagna la com
Regione Piemonte
Profilattico
con il caffè
Un caffè alla moda, accompagnato da un profilattico invece del solito cioccolatino,
sull’esempio dei^ «café branché» francesi. È quanto ha
stabilito il Consiglio regionale, che nella seduta del
18 ottobre ha approvato con
26 voti favorevoli, 4 astenuti
e 4 contrari un ordine del
giorno per «una campagna di
prevenzione dell’Aids attraverso la promozione dell’
uso dei profilattici sul modello delia campagna avviata
in Francia». L’iniziativa, proposta nel luglio 1993 dall’antiproibizionista Cucco, coinvolgerà anche le associazioni
di categoria, le ditte produttrici, le associazioni di volontariato che operano nel settore
della prevenzione dell’Aids.
Il documento, ha sottolineato
10 stesso Cucco, oggi assessore alla Sanità, si richiama alle
indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.
L’argomento ha suscitato
un dibattito vivace tra i consiglieri; in particolare Bodrato, della Lega Nord, ha motivato il suo voto negativo con
11 timore che il «caffè con
preservativo» possa incentivare «la pratica edonistica
del sesso», e il capogruppo
De Picchioni ha parlato di
«mancanza di stile e di buon
gusto». I consiglieri di area
progressista e di Forza Italia
hanno invece posto l’accento
sull’emergenza Aids, ribadendo che si tratta di un problema di salute pubblica e
non di etica personale.
Il progetto cerca di valorizzare le risorse ambientali del territorio
prensione del Piano, ha illustrato le grandi linee e le idee
portanti: tre settori chiave,
¡’agricoltura, il turismo, l’ambiente sui quali si è lavorato
sia per individuare le loro integrazioni sia per concretizzare proposte che non fossero
un libro dei sogni ma prevedessero già i soggetti interessati, le fonti di finanziamento,
i tempi di realizzazione; quindi integrazione fra settori sin
qui troppe volte considerati in
modo separato, scambio reciproco e positivo fra tecnici
interni alla Comunità montana e professionisti esterni.
Poi l’idea che occorre riequilibrare il sistema valle: per
esempio il massimo della ricettività è concentrato a Torre
e Lusema, manca in alta valle
dove occorre potenziare e diversificare l’offerta; occorre
riequilibrare il flusso turistico
per tutto l’anno e per tutta la
settimana rispetto al boom
della domenica e dell’estate;
ci vuole una visione d’insieme di tutti i Comuni e non
campanilistica (non a caso si
vuole realizzare un sentiero
che tocchi tutti i Comuni,
permetta agli escursionisti di
sostare negli alpeggi e di
spingersi più in alto, ma anche agli anziani di non esserne esclusi e di avere i servizi
opportuni).
. I vari tecnici sono poi entrati nel dettaglio dei singoli settori analizzati dal Piano; si è
così parlato di un futuro
«grossista» di valle, localizzato a Lusema, che raccolga vari prodotti agricoli e caseari e
ne promuova la vendita anche
con un marchio di qualità;
delle possibilità relative all’agricampeggio, della necessità di battersi sul piano legislativo regionale per superare
gli ostacoli oggi esistenti per
chi vuole adattare in modo intelligente e in sintonia la sua
baita per offrire a visitatori e
turisti un letto e la prima cola
zione, di come valorizzare kl
risorse del «sistema valdese»!
(musei, luoghi storici). J
Il pubblico ha partecipato^
ed è intervenuto, realizzando
così un terreno autentico di
verifica per gli amministrato-1
ri: bisogna augurarsi che lai
cosa continui visto che sono^
previsti incontri di questo ge-ì
nere in tutti i Comuni, pressoi
i quali saranno a disposizione j
dei cittadini due copie inte-t
grali del Piano da consultare, ]
Seguiranno altri incontri con Í
gli operatori e gli addetti dei 1
vari settori interessati. Tutto]
ciò è positivo, ma da parte del i
pubblico si è insistito perché]
ci sia da un lato un lancio an-;
cora più evidente di questa]
iniziativa, dall’altro perché si'
provveda a costituire una ve- j
ra e propria agenzia a cui il i
privato, che sia stato interes-1
sato, possa rivolgersi per sapere che fare, come coordina- ‘
re la sua iniziativa con quella
pubblica.
Inoltre sarà decisiva la for- "
mazione di guide, operatori, '
ma anche di amministratori di ;
cooperative, ecc. Per la prima i
volta, ha detto Bmna Peyrot
hanno lavorato insieme, eia- i
senno del suo punto di vista |
ma verso comuni obiettivi, sistemi che in valle sono stati
separati; il sistema valdese, ;
quello agricolo, quello dei]
servizi sociali; occorre che |
l’integrazione avvenuta ali-!
vello di operatori si espanda!
nella popolazione; così come]
l’anima verde e naturalistica]
può incontrarsi positivamente!
con l’anima storica valdese e)
con la forte coscienza religiosa e civile della valle.
Un video e un convegno organizzati dalla «Bottega del possibile»
Per «vedere» la domìcìliarità
SERGIO RIBET
A volte l’immagine parla
più della parola. Per
raccontare a chi non c’era che
cos’è stato l’incontro che la
«Bottega del possibile» ha
promosso, sabato 22 ottobre,
vorrei saper raccontare il filmato di circa mezz’ora realizzato da Enrico Venditti,
che ha aperto i lavori del pomeriggio. Le strade e le montagne della vai Pellice, i tetti
di lose, i canti della tradizione, il Foyer di Angrogna, la
«Miramonti» di Villar Pellice,
i vólti degli operatori, i volti
degli anziani...
Vari nodi che abbiamo affrontato negli interventi, nel
dibattito, negli incontri, erano
già tutti lì: la casa (non solo i
quattro muri ma gli affetti, i
ricordi, gli amici) l’anziano (i
problemi ma anche la ricchezza, la vita, la sapienza) il territorio (non solo un’area geografica ma una storia, una rete
di uomini e donne e terra e
cose e animali). Il filmato, attento alla storia senza pedanteria, informato, poetico senza
sentimentalismi, realizzato
con il contributo della Cee e
con l’interessamento della
Comunità montana e della
«Bottega del possibile», ha
per titolo: «Dopo i quattro
venti, anziani in vai Pellice».
merita di essere visto e dibattuto. Ritengo abbia spiegato
molto a chi interveniva venendo da lontano (da Catania,
dalle Marche, dal Veneto, dal
Milanese...); e ha spiegato che
la stessa «Bottega del possibi
le», l’associazione per la promozione della domiciliarità
che si è costituita neppure un
anno fa con sede in Torre Pellice, ha anch’essa una sua
«domiciliarità», è nata non a
caso in questa valle e in questo ambito.
Non mi dilungo sul lavoro
svolto nella prima metà della
mattinata: un grappolo di interventi per presentare l’associazione, già in parte nota ai
nostri lettori. Va dato conto,
invece, seppure sinteticamente, dell’intervento del prof.
Francesco Antonini, direttore
della scuola di Geriatria e gerontologia dell’Università di
Firenze, all’insegna della provocazione del buon senso, così spesso latitante quando si
parla dell’anziano; dell’intervento di mons. Giovanni Nervo, presidente della fondazione Zancan, una lucida analisi
politica sulla risorsa rappresentata dall’anziano anche per
ogni progetto che sappia far
uso della memoria; dell’intervento del dottor Carlo Trevisan, esperto di programmazione sociale, sulle dinamiche
contraddittorie che contrassegnano le politiche per l’an
ziano, il territorio, l’intreccio
di interventi pubblici e privati.
Tra i molti testimoni del lavoro svolto anche il pastore
Alberto Taccia, che ha saputo
collegare l’esperienza del recente passato con la riflessione sulle necessità che si profilano oggi. Una sola piccola
critica, anzi autocritica perché
faccio parte della «Bottega» e
sono convinto che questa
associazione abbia molto filo
da tessere; le oltre trecento
persone che sono intervenute,
molto attente in ogni fase
dell’incontro, forse avrebbero
potuto esprimersi di più, portare un contributo più diretto
e partecipato se avessimo sacrificato un po’ del tempOi
peraltro ben strutturato, dedicato a interventi preparati, in favore di un po’ di spazio pef
il lavoro in gruppi, più informale, che avrebbe potuto facilitare e moltiplicare gli iO'
terventi di base.
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23
PAG. Ill
forre Pellice: parlano i giovani in cerca di autorganizzazione
• iln Centro per fare aggregazione
Î
MANFREDO PAVONI
1 fermento che si è creato
■ in queste ultime settimane
Torre Pellice e dintorni a
[Oposito della realizzazione
3i M Centro sociale è nato
„chi sentiva l’esigenza di
^vegliare l’interesse e dar
jjta a un dibattito a proposito
giovani, emarginazione,
isagio- Abbiamo incontrato
Icuni dei giovani che si sono
lobilitati e sono uscite riflesioni, nuove idee, tentativi di
piegare a se stessi e agli altri
ìiello che sta succedendo.
Wnostro è un gruppo aperto
¿i recente formazione - dice
Ivo - che dopo alcune riunioni ha cominciato a pensare
f occupazione di uno stabil'idea è nata da una lette,a nella quale si parlava
'idl'esigenza di trovare uno
ipazio per i giovani, per rijùamare l’attenzione su una
certa emarginazione che c ’è
invai Pellice, che non è certo
cjuella della città anche se
Esistono dei grossi problemi
,(ome l’alcolismo e la tossico;^endenza».
Sembra tuttavia esclusa
>tin’azione traumatica. «Abpamo visto anche che almeno qui in vai Pellice - dice
[Daniele - non esistono i presupposti per un’occupazione
iforza; secondo me è meglio
partire con un dialogo, vale
almeno la pena provare per
garantirci qualcosa di più
duraturo». Fa eco a questa
opinione ancora Ivo affermando: «La nostra idea è
quella di creare un Centro
sociale aperto a tutti, non un
ghetto. In questo senso vogliamo partire col piede giusto e quindi anche secondo
me è meglio non agire di forza. Piuttosto credo che si arriverà a un accordo o almeno
a un’occupazione mediata e
tollerata».
Qual è l’idea di Centro sociale che circola tra i giovani
che hanno partecipato alla
manifestazione in via Appiotti? «Io credo - dice Monique
- che i modelli storici di Centro sociale come il Leoncavallo, l’Isabella o El Paso sono superati; in particolare
qui a Torre Pellice, dove già
esistono dei luoghi di aggregazione, non si può applicare
un modello cittadino. Secondo me l’ideale sarebbe creare
un Centro aperto a tutti, alla
musica rock e a quella classica, ai bambini e agli anziani,
dove nessuno si senta escluso
o colpevolizzato perché già
frequenta altri gruppi o perché è valdese o perché non lo
è». Di apertura e tolleranza
parla di nuovo Ivo che ritiene
comunque necessario da un
lato farsi conoscere, «anche
con la musica a tutto volume
durante una manifestazione
come quella di- sabato, auto
Un progetto per coordinare le risorse educative
Fare scuola nelle aule naturali
rizzata e forse provocatoria
per un paese abituato al silenzio come Torre Pellice» e
dall’altro, in linea con quanto
già espresso da Monique, crede in una mediazione con il
Comune allo scopo di ottenere comunque uno spazio.
Attualmente a Torre Pellice
i luoghi di aggregazione sono
rappresentati dai bar e dalle
varie forme associative laiche
e ecclesiastiche; come credono i giovani di poter proporre
uno spazio alternativo e non
in competizione con quanto
già storicamente èsistente?
Ivo risponde: «Crediamo e
speriamo di poter realizzare
un luogo di scambio, non settoriale, senza tessere, dove le
idee siano rispettate. Speriamo anche in un esito positivo
con la giunta comunale e ci
attendiamo anche una mediazione positiva. Sarebbe
bello non perdere tempo ora
che Tentusiasmo comincia a
farsi strada. Al tempo stesso
si guarda già verso una collaborazione costruttiva con i
servizi del territorio».
Un primo incontro fra giunta e rappresentanti dei giovani
si è svolto giovedì scorso:
nessuna chiusura e disponibilità al dialogo confermata da ambo le parti, ma uno
spazio pubblico non c’è e nel
privato luogo e modalità della
nascita di un Centro di incontro sono tutti da valutare.
presentì su tutto il territorio
CARMEUNA MAURIZIO
Nasce dall’esigenza di
coordinare le varie risorse educative presenti sul territorio il progetto «Aule decentrate» proposto per quest’anno scolastico dalla cooperativa culturale «La tarta
volante» su incarico della
Comunità montana vai Pellice. «Si tratta di un’operazione culturale capace di interessare le scuole — spiegano
Giovanni Borgarello e Claudia Gaietto, esperti in educazione ambientale e coordinatori del progetto - sia dal
punto di vista didattico sia
per quel che riguarda l’aggiornamento con l’obiettivo
di contribuire alla definizione di un sistema educativo
integrato in vai Pellice». Il
progetto invita le classi a utilizzare il territorio come ambito naturale in cui sviluppare le proprie attività didattiche, usarlo come una sorta di
libro di testo, come una bottega in cui sviluppare attività,
come biblioteca e archivio in
cui reperire fonti e dati, luogo di incontro e di scambio
con fatti di realtà, sistemi,
persone e organismi.
D’altro canto, come tengono a precisare gli ideatori del
progetto, il territorio va avvicinato, studiato e interpretato
non in modo occasionale ma
con una precisa metodologia.
Aprirsi al territorio significa
anche mettersi in relazione
con quello che c’è fuori dalle
mura scolastiche, rispettandone la complessità e la pluralità
dei punti di vista offerti, e significa soprattutto porsi degli
interrogativi sul modo di fare
scuola. «Si tratta di interrogativi che non riguardano solo gli insegnanti che vorranno
aderire al progetto - dicono
ancora Borgarello e Gaietto ma che appartengono a un
orizzonte di riflessione pedagogica assai più vasto, che
raccoglie la sfida a costruire
una scuola sempre più adeguata nel preparare cittadini
sempre più autonomi, responsabili, capaci di confrontarsi
con la complessità sociale,
culturale e ambientale».
Fuori dagli edifici scolastici c’è lo spazio di vita quotidiana da cui non si può prescindere per fare cultura e la
scuola allora dovrebbe consentire rincontro diretto,
operativo, emotivo e progettuale dei ragazzi in età evolutiva con quei luoghi collocati
sul territorio, appunto le «aule decentrate». Al progetto
sono stati ammessi 13 insegnanti, dalle scuole elementari e medie di Torre Pellice,
Luserna San Giovanni, Bricherasio e Rorà. 1 termini entro i quali il progetto deve essere ultimato sono quelli previsti dal piano di finanziamento Interregionale, ovvero
settembre 1995, arco di tempo entro il quale si concluderanno la formazione degli insegnanti (30 ore di corso), il
progetto didattico e lo scambio .con insegnanti e ragazzi
dèlia regione francese del
Queyras, che aderiscono ad
«aule decentrate». «I ragazzi
che partecipano - spiegano i
coordinatori - sono invitati
ad avere un ruolo attivo in
tutte le varie fasi. Realizzare
un’aula decentrata significa
uscire alla scoperta della
realtà che sta al di fuori e
realizzare dei programmi di
lettura del territorio per coetanei che possano in futuro
fruirne».
«Aule decentrate» fa parte
del progetto ben più ampio
della Cee «Sviluppo sostenibile» che nel futuro dovrebbe
consentire la ricerca di nuove
fonti di finanziamento e
quindi la prosecuzione delle
attività portate avanti per
questo anno scolastico.
Preoccupazioni per l'istituto di Luserna
All'Uliveto uno
sciopero particolare
Anche all’istituto per portatori di handicap gravi di
ÌLuserna San Giovanni «Uli; veto» si è scioperato lo scorso 14 ottobre; il fatto, di per
:Sé, potrebbe non costituire
una notizia di particolare rilevanza. Lo diventa invece
' per alcune ragioni: lo sciopero del 14 era di chiara natura
politica verso un governo che
pare voler ripareggiare i conti dello stato facendo pesare
la manovra sulle fasce di popolazioni più deboli; ecco
quindi che gli operatori, in
accordo con il comitato direttivo e le famiglie degli ospiti
hanno volu-to evidenziare
tutta la loro preoccupazione
circa il futuro del servizio.
.Poiché d’altra parte l’assistenza non poteva comunque
essere interrotta, i lavoratori
. hanno deciso di concretizzare
lo sciopero devolvendo quattro ore della retribuzione base per ogni singolo livello a
favore di un’associazione che
Torre Pellice; a colloquio con il gallerista lucci Russo
Il decentramento è occasione dì
promozione dell'attività artistica
si occupi di problematiche
legate a situazioni di handi
cap. Hanno sottoscritto questa decisione 26 persone, la
fietta maggioranza dei dipendenti, e comunque molto
fli più di quanti oggi siano
iscritti a un sindacato.
Le preoccupazioni di oggi
?on sono in assoluto nuove,
ih quanto già negli anni scorsi
i progetti di razionalizzazione
dei servizi, con il passaggio
di competenze fra enti pubblici aveva rischiato di mettere in difficoltà le casse della
casa. «Oggi — spiega Guido
Genre, che svolge i compiti
di direttore dell’Uliveto - riusciamo grosso modo a quadrare i conti anche se non
sempre i versamenti dalle Ossi con cui siamo convenzionati sono puntuali». Da dove
arrivano gli ospiti della casa?
«Sui 19 ragazzi 9 provengono
dalla vai Pellice, 6 dalTUssl
44 e uno dalla Ussl 42, gli altri tre da fuori; in sostanza
gli ospiti che provengono dal
territorio della futura Ussl
unificata sarebbero 16».
Queste incertezze sulle risorse per il servizio finiscono
per penalizzare anche i progetti di ampliamento che sono previsti per il futuro della
casa? «Stiamo lavorando
alacremente alla definizione
dei progetti, anche perché ci
sono arrivati dei doni che è
bene utilizzare in modo concreto; prevediamo un intervento su tre lotti: nuova cucina, un salone e l’adeguamento dei locali agli standard di legge. Crediamo di
poter iniziare con la cucina
in primavera, in ogni caso la
casa non verrà ampliata per
numero di possibili ospiti,
ma solo adeguata alle vigenti
norme di legge».
Da qualche settimana a
Torre Pellice, nei vecchi locali della stamperia Mazzonis,
fra botteghe artigiane di fabbri e falegnami, è sorto uno
studio per l’arte contemporanea; a proporlo è Tucci Russo, gallerista assai noto, che
ha deciso di aprire questo
spazio a Torre. La prima
esposizione è dell’artista inglese Richard Long; perché
proprio Torre Pellice quando
aveva probabilmente molte
maggiori opportunità in città?
«Non esiste più un centro;
l’arte si può realizzare ovunque. Noi viviamo qui e dunque qui operiamo; del resto il
posto ha un suo retroterra
importante; non sono valdese
ma ne condivido molte idee e
quasi in punta di piedi abbiamo realizzato questo studio in
un luogo dove la natura e il
pensiero hanno un certo tipo
di coincidenza. Il decentramento è poi un elemento molto importante: in questo dobbiamo imparare molto dai
francesi che hanno anche nei
piccoli paesi dei centri culturali molto importanti».
- Quale reazione c’è stata
nel paese, come T avete recepita?
«Devo dire che c’è stata
una reazione molto simpatica; c’è stato chi mi ha ringraziato di aver aperto questo spazio. Noi abbiamo sem
pre fatto questo mestiere;
crediamo che attraverso l’arte si possa anche in qualche
modo rifondare un pensiero
politico».
- Può parlarci del tipo di
arte che intendete proporre?
«È una scelta nata subito
dopo il ’68; iniziai a collaborare con la galleria Sperone
e in quel periodo conobbi numerosi di artisti. Poi venne il
discorso molto importante
dell’arte povera (nel 1975
aprimmo la prima galleria in
via Calandra, un grosso garage). Negli anni ’80, dopo
aver creato un terreno valido
al nostro interno, abbiamo
aperto le porte agli artisti
stranieri con Richard Long e
la nuova generazione degli
scultori inglesi; non dimenticherò mai la galleria di corso
Tassoni, uno spazio con gli
artigiani vicini in analogia
con lo stabile di Torre Pellice: del resto per me è importante che l’arte si collochi in
un luogo di lavoro».
E così è arrivata quella che
Tucci Russo definisce una
scelta di vita: la prima mostra, Richard Long, artista la
cui fonte di lavoro, come egli
stesso dice, è «la natura; uso
le pietre perché sono pratiche,
comuni, esistono dappertutto
nel mondo, sono semplici da
caricare, sono tutte diverse,
universali e naturali. Uso anche altri materiali come il
fango o l’acqua: la mia preferenza va sempre a materie
semplici, elementari e naturali. Nelle forme scelgo quasi
sempre un cerchio o una linea; sono senza tempo, universali, comprensibili e semplici da realizzare».
Nelle
Chiese
Valdesi
ANGROGNA — Domenica 6 novembre, alle
10, nel tempio del capoluogo avrà luogo un’assemblea di chiesa; all’ordine del giorno; relazione
del deputato al Sinodo
Franca Coisson e «ordine
del culto e toga».
• Lunedì 7 novembre a
Pradeltomo e martedì 8 al
capoluogo, alle 20,30, riprendono le riunioni quartierali; il primo ciclo di incontri sarà curato dal Concistoro che avvierà una serie di riflessioni sul tema;
«Ripensiamo al nostro mo
do personale e comunitario
di vivere la fede».
POMARETTO — Gio
vedi 10 novembre, alle ore
20,30, il coro «Fihavana
na» riprende i suoi incontri
nei locali della sala Lombardini di Perosa.
VILLAR PEROSA —
Le Unioni femminili orga
nizzano, per il 12 e 13 novembre, presso il convitto,
un incontro di animazione
biblica sul tema; «Chi è il
Cristo che cerchiamo».
L’inizio è per le 14,30 di
sabato; per eventuali prenotazioni tei. 0121-500407.
VILLAR PELLICE —
La Domenica della Riforma si terrà il 6 novembre.
Il culto prevederà la Santa
Cena. I culti in francese riprendono a dicembre.
•4
MOVIMENTO
TERRA
TECNOSCAVI »1
RIFACIMENTO
GIARDINI
TORINO via Garibaldi 22 tei 011/43677168
24
PAG. IV
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
E tempo di bietole, le
buone energetiche bietole che si trovano già cotte. La mia amica Ivy le usa
spesso per fare un piatto tipico della cucina country.
Lo ha fatto assaggiare anche a me, e quando lo faccio a casa mia rivedo la
grande fattoria con la bandiera americana che sventola davanti alla porta di casa,
affiancata dalla bandiera
italiana e da quella irlandese. A tavola Ron mi ha
chiesto di ricordare che negli Stati Uniti gli italiani
non sono tutti «mafia»:
molti, come lui, sono bravi
e utili cittadini che coltivano le rape che mangiano.
Così propongo anche a voi
un onesto piatto contadino,
le «uova carine in aceto».
verdure tenendo l’acqua di
cottura a cui si aggiunge
l’aceto, lo zucchero, il sale
e le spezie. Mettete sul fuoco il. liquido e, quando
giunge a bollore, mettete
ancora tutte le verdure, questa volta aggiungendo anche la bietola a cubi. Lasciate sul fuoco 1-2 minuti.
Disponete in una terrina le
uova e la verdura a strati. Si
può lasciar raffreddare fuori
dal frigo o nel frigorifero,
come si preferisce: in ogni
caso è bene lasciar «riposare» gli ingredienti almeno
12 ore prima di mangiare.
Patate e porri
in vinaigrette
Pretty pickles eggs
Ingredienti: 1 bietola cotta, pelata e tagliata a cubi;
1-2 carote ben lavate e pulite con uno spazzolino duro
e tagliate a rondelle diagonali piuttosto spesse; 1 peperone rosso tagliato a striscioline molto sottili; 1 di
scarso di aceto di vino o di
mele (a piacere); 2 cucchiai
di zucchero di canna scuro;
1/4 di cucchiaino di semi di
aneto, 1/4 di cucchiaino di
origano secco; 4 uova sgusciate e tagliate a fette.
Preparate la bietola. Disponete la carota tagliata in
una casseruola, copritela
d’acqua e fatela bollire per
6 minuti. Aggiungete il peperone tagliato a striscioline
per altri 4 minuti. Scolate le
Questo è un altro piatto
che può essere ottimo contorno sia a una buona toma
che a un robusto arrosto al
forno.
Ingredienti: 4 porri; 4 patate medie pelate; 1 peperone rosso. Per la vinaigrette:
1 di di olio d’oliva; 0,5 di di
aceto di vino bianco; 1 spicchio d’aglio schiacciato (o
1 punta di cucchiaino se in
polvere), 1/2 cucchiaino di
semi di aneto.
Tagliate la parte bianca
dei porri in pezzi da cm 2,
fateli bollire per 5 minuti.
Scolateli e nell’acqua dì
cottura fate cuocere le patate tagliate a grossi cubi per
10 minuti. Scolate anche le
patate e mettetele con i porri e il peperone tagliato a
striscioline sottili. Frullate
insieme gli ingredienti della
vinaigrette e versateli sulle
verdure: è buono freddo o
tiepido.
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E Eco Delle "Iàlli vai.ni
VENERDÌ 4 NOVEMBRf
L'ultimo velivolo precipitato nel Pinerolese
Un aereo militare
intorno al Granerò
ERICA BONANSEA
Si conclude con questo articolo la serie di rievocazioni di incidenti aerei nel
Pinerolese a cura di Ferruccio Malanot. Su questo incidente è stato possibile trovare
numerose notizie e testimonianze, data la relativa vicinanza nel tempo e la gravità
dell’episodio. Oltre ai tre settimanali del Pinerolese, Il
Pellice, L’Eco delle Valli vaidesi e L’Eco del Chisone, anche alcuni giornali, tra cui
Stampa sera e L’Unità, riportano il fatto.
Domenica 21 luglio 1957,
alle ore 13 circa, un aereo della marina americana si schianta a quota 2.050 sotto il lago,
Malconseil nei pressi del rifugio Granerò. All’incidente assistono dei gitanti domenicali
e quattro guide del Soccorso
alpino del Cai: Bruno e Ferruccio Paschetto, Aldo Vola e
Andrea Guglielinone. I soccorsi sono così immediati, ma
la situazione è abbastanza disperata: ci sono pezzi del velivolo sparsi per 200 metri, tra i
dieci membri dell’equipaggio
solo due sembrano ancora dare segni di vita.
Si tenta subito di salvare i
due aviatori ma uno muore
mentre si cerca di trasportarlo
a valle: il corpo è depositato
al rifugio Jervis. L’altro è un
ragazzo di 19 anni subito affidato alle mani del dottor Coucourde, poi portato all’ospedale di Torre Pellice e di lì alle Molinette di Torino, dove
verrà operato con successo
dal chirurgo Dogliotti. Nel
frattempo rappresentanti dell’
esercito e autorità giungono
sul posto: i resti dell’aereo e
le salme vengono portate alla
base Naty di Francoforte.
I rapporti dell’aeronautica
militare specificano che il velivolo (un Lockeed P2 v.7 da
ricognizione detto «Neptune») era partito dalla base di
Aviano (Udine) in cerca di
un altro aereo disperso. Forse
volando basso ha toccato le
cime dei pini perdendo il
controllo o forse il forte vento gli ha impedito di mantenere la quota mandandolo a
schiantarsi sul pianoro sottostante il lago: nei rapporti la
valle è definita pericolosa a
causa delle forti correnti e dei
vuoti d’aria. Sul perché l’aereo volasse sulla nostra zona
però si sono fatte altre ipotesi: qualcuno ha insinuato che
fosse un aereo a caccia di comunisti o fascisti rifugiatisi
sui monti. Da voci molto
confuse sembra che un altro
aereo sia caduto negli anni
’60 intorno a Bricherasio, ma
non ci sono indizi certi e forse viene solo confuso con
uno caduto vicino a Macello.
Appuntamenti
i ^
teressa
3 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle
20,30, nel tempio, si svolgerà
un concerto del coro Turba
concinens a favore del Collegio valdese.
4 novembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Amnesty International e l’Associazione pace Valpellice, alle
20,45, presso la «Bottega del
possibile«, organizzano una
serata dal titolo «L’umanità
offesa», i diritti umani in
Ruanda e Burundi; interverrà
Carlo Villavecchia, responsabile del coordinamento Africa
di Amnesty International, e
verrà proiettato il video «Tarn
tam: il Burundi chiama».
5 novembre, sabato —
BOBBIO PELLICE: Alla
sala polivalente si ripresenta
il Tacabanda con una serata
di musica occitana del gruppo Kalenda Maja, quattro
giovani musicisti (ghironda,
organetto, chitarra, tastiere
voce femminile) che pur basandosi sulla tradizione si
propongono di introdurre
nuove sonorità e di rinnovare
il repertorio locale. Seguirà il
ballo con le «Ratauere bleu».
Inizio ore 21.
5 novembre, sabato —
VILLAR PELLICE: Alle
ore 21, presso il tempio valdese, si tiene un concerto corale del complesso «Bric
Boucle» di Pinerolo.
5 novembre, sabato —
CAVOUR: Si inaugura la
XV edizione di Tuttomele
con stand, mostre e concerti.
7 novembre, lunedì —
CAVOUR: Alle 21, al teatro
TENNIS TAVOLO —
Questo sport in vai Pellice comincia ad affermarsi, quanto
a qualità del gioco e numero
di atleti. Attualmente gli
iscritti alla federazione sono
23, comprese quattro ragazze
di cui due di Torre Pellice e
due di Bobbio. Gli altri sono
uno di Barge, uno di Lusema
S. Giovanni, due di Pinerolo,
quattro di Villar Pellice, tre di
Torino e sette di Torre Pellice. Le classifiche dopo la
quarta giornata sono le seguenti. Serie CI nazionale:
Pptt Torino 8; Possano, Crdc
Torino 7; Bordighera, Valpellice 6; Vallecrosia, Sanremo
5; Ciriè 4. Serie C2 regionale:
Pptt Torino 8; Cus Torino,
Moncalieri 7; Alpignano, Val
pellice 6; Cedas Fiat, Castenuovo Asti 5; Gs K2 Torino 4.
PALLAVOLO — Risultati della prima giornata del VI
torneo «Baudrino alimentari»: 3S Nova Siria - Pali Cavour 3-2; P. Neruda A - Tc
Bagnolo Volley 3-0; P. Neruda B - Itt Volley Barge 1-3;
Gs Porte Ford Sara - Piscinese Volley 3-2; Riccio Bricherasio - Volley Perosa 0-3.
PALLAMANO — Il 29 e
30 ottobre a Vallecrosia si è
svolto uno stage di allenamento per le formazioni maschile e femminile del 3S
Graphicart Lusema, ospitate
presso la Casa valdese: un
week-end per prepararsi alla
prossima stagione agonistica.
AUTORIPARAZIONI
Costantino Marco
Officina autorizzata
LA PRIMA IN PINEROLO
Via Montebello, 12 - Tel. 0121/321682
PINEROLO
che vedrà impegnati i ragazzi
in serie D e le ragazze in serie
C; proprio per queste ultime
l’esperienza è stata importante visto che la squadra si presenta profondamente rinnovata. La formazione femminile
è stata sconfitta dal Bordighera, mentre quella maschile ha
partecipato a un minitorneo
con i pari serie di Bordighera
e Imperia (una vittoria con i
primi e una sconfitta con i secondi). Hanno partecipato alla
trasferta (squadra maschile):
Pons, Comoglio A., Comoglio E., Re, Cossa, Bounous,
Giordan, Attardo, Gaydou,
Maurino, Chiarello, Patacchi,
Goss, all. Silvio Pellissero;
(squadra femminile) Consaga,
Rivoira, Rinaldi, Mazza, Bernardi, De Biasio, Corveglio,
Gaydou, Bellion, Bolognesi,
Saiu, all. Massimo Goss.
CORSA — Nella competizone Uisp su strada, svoltasi
a Bmino il 30 ottobre, i risultati più importanti degli atleti
del gruppo sportivo Pomaretto sono il 1° e 2° posto di Susy Pascal e Manuela Barus
(ragazze), il 3° di Cinzia Baret (cat. femm.), il 3° di Manuel Giot (allievi). La squadra giovanile si è classificata
al 2° posto a punteggio.
CALCIO — Nel girone C
della categoria Promozione il
Lusema ha p^eggiato per 0-0
con il Lascaris e in classifica
si trova in quarta posizione
con 8 punti, insieme al Busca,
dietro a Cavallermaggiore
(12), Albese e Alpignano (9).
Nel campionato nazionale dilettanti, girone A, il Pinerolo
ha pareggiato in casa (1-1)
con il Certaldo, e ora ha 10
punti (sesto posto insieme al
Savona) nella classifica guidata dal Camaiore (15) seguito da Grosseto e Biellese (13).
RADIO BECKWITH
EVANGELICA
-, FM 91.200 *v102.æ0
tenda, il gruppo Piccolo
netà di Pinerolo preseS
«Sensa testa, sensa eoa»
Luigi Oddoero. '
8 novembre, martedì
CAVOUR: Alle 10, pre^jl
salone dell’oratorio parroci
chiale, incontro dibatti
sull’ortofrutticoltura integra"^*
guidata nella provincia di T
rino. Alle 21, al teatro temi
incontro col ciclista
Chiappucci.
8 novembre, martedì
TORRE PELLICE: AHjl
16,30, presso la biblioteq
della Casa valdese, per ¡1 %
corso di storia e cultura locali
organizzato dal Centro cultul
rale valdese, Daniele Baridoi
parlerà dell’emigrazione.
10 novembre, giovedì ■
CAVOUR: Alle 9,30, ali
tro tenda, convegno su «P.
poste di riforma delle polipi
che comunitarie nel settofél
degli ortofrutticoli, evoluzb
ni e prospettive».
Ion
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jio, artico
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irof. Ca\
Jniversit
ïssani
rio: n
»libera.
USSL 42
CHISONE - GERM/
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:,
Ospedale valdese, Pomarettp,^
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 6 NOVEMBRE
Rinasca: Farmacia Bertorellnl
- Via Nazionale 22, tei|
800707
Ambulanze:
Croce verde, Perosa; tei. 81000
Croce verde, Porte : tei. 201454
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Guardia medica:
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telefono 932433
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DOMENICA 6 NOVEMBRE
Torre Pellice: Farmacia M114
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Ambulanze;
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in programma Bad Boy Buddy;| feto di fi
da sabato a lunedì II postino; sa-'» 1, di asco
bato 20, 22,10; domenica 16, l8i|¡ ffiso il raj
20, 22,10; I unedì 21,1.5. llámente
BARGE — Al Comunale gW" : Nel secón
vedi è in programmazione Tr#t| idal terzo '
Lies; venerdì Donne senza truc4 ^dizior
co; sabato II branco; da doni. ^ ia‘,igile v
giovedì 10 I Flintstones: ferial*! liti i lìjjjji
ore 21; dom. ore 15, 17, 19,21. ; ^ionari'
PINEROLO — All’Italia sono| '
in programma nella sala «2nn“'l idenze 1
to» Il mostro: feriali ore ?^^Ìvanii’o
sabato 20, 22,30; dora;l5,l5q top;., „
17,40, 20, 22,20. Nella sala| Cc
«Scento» Forrest Gump
19,45, 22,20; sab. 19,45, 22,30;) altr
dom. 14,30, 17,10, 19,45,22,20. ..^bra
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Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Re^. Franco Giampiccoii
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 1.300
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4 NOVEMBRE 1994
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eressante iniziativa della Chiesa valdese di Milano
on lasciamo soli i ragazzi
Ile ragazze del Duemila
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«ELLA GAY BOCHAT
' 5I corso della prima e
ierza settimana di otto,.pel locali della chiesa
'lese di Milano, si sono
là sei incontri di studio e
tiro sulla problematica
inile, organizzati dal paAntonio Adamo nell’
lite del lavoro di riflessio; di ricerca di linee di inito nei confronti dei gioche si sta portando avanun anno a questa parte,
lanostra comunità. Il semiio, articolato in due parti
¡scenti e giovani), è stato
ito con molta efficacia da
lele Rostan, sociologo,
iuvato nei due incontri filla prof. Rampazzi e
'. Cavalli, suoi colleghi
'Ùniversità di Pavia.
iteressante.il taglio dato al
lario; non si è discusso a
libera, basandosi esclulente sulle esperienze e
loscenze della quindicina
^cipanti (tra cui inselli, monitori, responsabili
ippi giovanili), ma si è
iti da due testi (preceden:nte letti). Nel primo citìono state esaminate e dile le pagine più signifi
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festiva:
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1996
)879
ertorello ; ve di un libro' in cui il
22, tei. I ido adolescenziale viene
agato soprattutto sotto il
filo psicologico e psicana;o e in cui si insegna agli
201454 I liti a comprendere a fondo
gazzi e a rispondere in
lo equilibrato e responsatalla loro sete di relazione
««grandi».
Da una parte quindi l’adoscaite con il suo disagio di
onte ai cambiamenti fisici,
itinua ricerca del senso
.sé, con la sua straordinaria
»tà di fare, di realizzare.
I ill’altra la nostra responsaitàdi «grandi» di fronte al
^0 che l’adolescente ha
adulto, come modello di
imento, come indicazione
n punto di vista sul mon•; responsabilità dinanzi al
® bisogno di incontrare il
«tessere e il saper fare deadulti e non sempre e sol
Ito il loro saper dare; re
21,15 éj labilità di fronte alla ri
Buddy;| festa di fiducia, di vicinanitino:sa-f Ui ascolto, richiesta che
a 16,18*r, feso il ragazzo esprime imSitamente.
lale giO' Nel secondo ciclo si è partine True terzo Rapporto lard sulizatrue: Indizione giovanile in Itat *’,®gile volumetto che, con
di un’inchiesta
’ '„1 bonaria, ci aiuta a foca* 'Vrtn- problematiche, le
^ 20 22;: „ le aspettative dei
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6tà adulta. Una delle reinfatti, che (anche dall’
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È il prolungamento
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. ; Wsto fenomeno è comune
uccj i paesi a economia
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' ““fs! scolastici sono più
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°Po i 30 anni; viene sposetnpre più in avanti la
decisione di sposarsi e, soprattutto, di mettere al mondo
il primo figlio che costituisce
un’assunzione di responsabilità tale da segnare il definitivo ingresso nella vita adulta.
Conosciamo tutti benissimo
gli errori e le carenze delle
politiche giovanili in Italia,
sul terreno della scuola,
dell’orientamento professionale, del lavoro, della casa
ma dobbiamo anche interrogarci sulle nostre responsabilità di genitori, di insegnanti,
di catechisti, di persone che
interagiscono con i giovani.
La nostra riflessione si è
poi spostata sull’impegno religioso, sociale e politico dei
giovani. Dai dati dell’inchiesta risulta in aumento la percentuale dei giovani per i
quali la religione ha una posizione di rilevo. Il 79,4 degli
intervistati (cattolici) si è dichiarato credente, pur distinguendosi tra praticanti e non,
osservanti e individualisti religiosi. A questo punto si dovrebbe aprire il grosso discorso su che cosa significhi
dichiararsi credente e sarebbe
indispensabile chiarire in chi
si asserisce di credere, ma
non è questa la sede.
A noi qui può interessare il
dato secondo il quale l’impegno religioso ha un brusco calo dopo i 18 anni (con un minimo registrato intorno ai 2223) per poi riprendere lentamente negli anni successivi.
Anche nelle nostre chiese
questo avviene e varrebbe
davvero la pena, come qualcuno ha suggerito, di riaprire
una seria discussione sull’opportunità di spostare in avanti
l’età della confermazione e
soprattutto di inventare dei
corsi regolari di studi biblici e
di riflessione per i nostri giovani oltre i 18 anni.
Quanto all’impegno sociale
e politico dei giovani, dall’inchiesta risultano un interesse
crescente per le diverse forme
di associazionismo è di volontariato (sia di carattere religioso che laico) e un rinnovato entusiasmo politico, rivolto essenzialmente (dopo il
crollo delle due grandi ideologie del nostro secolo, il
marxismo e il cattolicesimo)
verso i partiti laici di più recente formazione (la Lega, i
Verdi, la Rete). Nel corso dei
nostri incontri tuttavia non si
è avuto il tempo di approfondire questi temi, come non se
ne sono nemmeno sfiorati
tanti altri.
Tuttavia la riflessione deve
continuare; rimane aperta la
questione di fondo: che cosa
possiamo fare concretamente
come genitori, come comunità, come operatori per essere più vicini agli adolescenti
nella loro crescita, per aiutare
i giovani a essere giovani, ma
soprattutto a diventare adulti?
Dopo l’ottima riuscita di questo seminario, ci auguriamo
di saper inventare presto altre
occasioni di dibattito e di
confronto a cui possa partecipare un maggior numero di
persone.
(1) A. Fabbrini-A. Melucci,
L’età dell’oro. Adolescenti tra
sogno ed esperienza. Milano,
Feltrinelli, 1992.
(2) A. Cavalli-A. De Lillo,
Giovani anni ’90. Bologna, Il
Mulino, 1993.
Tribuna libera: un dibattito tra i lettori sulla politica
Quale futuro per la sinistra?
_______SERGIO PASETTO_____
Qualche settimana fa sembrava molto difficile districare la matassa della crisi
della sinistra in Italia (e non
solo in Italia); ora pare profilarsi uno sprazzo di luce che
indica una possibilità di recupero e di rimodernamento:
cercherò di procedere, come
al solito, per punti.
1) Un elemento che pareva
resistere tenacemente, anche
nelle aggregazioni più ridotte
della sinistra, era la matrice
ideologica, legata a una storia
lunga e importante per la democrazia italiana ma divenuta
inattuale e rigido schema per
interpretare la realtà degli anni ’90. Occorre chiarire che
ciò non tocca l’importanza
del patrimonio ideale della sinistra, che trascende le ideologie e continua a essere costruito su valori come la libertà, la giustizia, la solidarietà ora da riaffermare, consolidare e difendere, non certo da Considerare acquisiti
una volta per sempre.
Mi pare molto chiara l’affermazione di Massimo D’
Alema (pubblicata il 20 ottobre su tutti i quotidiani), di
considerare il Pds non un feticcio ma un’organizzazione
politica che potrà concorrere
alla formazione, «tra due o
tre anni», di una sinistra democratica più ampia e nuova.
Si ribadirà analoga disponibilità da parte della sinistra o si
continuerà a privilegiare la
difesa del proprio orto ottenendo confusione e immobilismo? Sarà raccolta quella
esortazione dinamica e costruttiva dalla base stratturale
del Pds, definitivamente acquisendo che la grande pagina del Pei si è conclusa e che
la svolta esiste non solo al
centro ma anche in periferia,
non solo nella sigla ma anche
nella realtà organizzativa del
partito?
2) Occorre ribadire e riscoprire tematiche note ma spesso trascurate o, peggio, abbandonate dalla sinistra nella
sua storia (con una devastante
caduta negli anni ’80, soprattutto con il «craxismo»): su
tutte il rispetto della persona,
della sua dignità, del suo vivere quotidianamente nella
società; da qui la redistribuzione delle risorse finalizzata
a un’economia che fissi regole compatibili con un’economia capitalistica moderna, essendo questo il sistema che
ormai da solo governa, nel
bene e nel male, la gran maggioranza degli uomini, ma
che condizioni queste regole
al rispetto di ogni uomo, della
sua vita, della sua felicità.
E allora mettere in chiaro
che per la sinistra un programma deve contenere alcuni punti essenziali, che continueranno a costituire la base
dell’esistere stesso della sinistra, il connotato che la differenzi nel programma economico dalla destra in un sistema capitalistico. Programma
concreto, realizzabile, divulgabile per i cittadini, per il
popolo, per l’uomo. La sinistra per l’uomo, per tutti gli
uomini, la destra per gli interessi e il potere di alcuni, di
pochi, il potere del denaro e
dell’opulenza.
3) Di conseguenza, mi pare, la sinistra dovrebbe allora
imparare ad ascoltare la voce
della gente, a osservare quanto la circonda, a individuare i
segnali del cambiamento, le
esigenze mutevoli nel tempo
che scorre, a stare nella realtà
che può essere spesso dura e
poco gratificante, perciò a co
struire un’organizzazione che
sia segno di uno stare insieme, lavorare insieme diverso,
alternativo, mutato.
Queste possono sembrare
parole che indichino un sogno: ma perché non provare
a metterle gradualmente in
atto, a cominciare dal costruire un partito, o un raggruppamento (o come lo si
voglia chiamare) o, per ora,
una coalizione, strutturata e
operante diversamente dalle
vecchie forme storiche della
sinistra con le loro inamovibili gerarchie, gruppi chiusi,
superbie intellettuali, intolleranze per i cambiamenti concreti? Ma non una fondazione di quello che già esiste,
già sperimentata e già sconfitta, che permetterebbe a
ognuno di conservare il proprio potere, la propria ideologia immutata e probabilmente chiusa all’esterno.
Ecco una strada possibile
per la sinistra, da tentare: ma
non è preferibile tentare anziché alzare lamenti e rimanere
immobili a difenderò la cittadella assediata?
Conferenza mondiale delle religioni
Risanare il mondo
La Conferenza mondiale
delle religioni per la pace
(Werp) tiene la sua sesta assemblea (la seconda in Europa dalla sua fondazione, avvenuta a New Delhi nel
1968) a Riva del Garda dal 4
al 10 novembre. Il motto
dell’Assemblea è «Risanare
il mondo: le religioni per la
pace». L’apertura dei lavori
avverrà a Roma il 3 novembre, con la partecipazione di
Giovanni Paolo II e di altre
personalità religiose di diverse confessioni: i lavori proseguiranno poi a Riva del Garda (Trento), articolandosi in
sei commissioni:
1) superare l’isolamento e
la frammentazione: alla ricerca di un’etica comune.
2) violenza e guerra: costruire pace e sicurezza.
3) ingiustizia e povertà:
lottare per uno sviluppo equo
e sostenibile.
4) la vita devastata: prendersi cura dei bambini.
5) la terra minacciata: ristabilire l’armonia dell’ambiente naturale.
Quando andiamo a Venezia? In inverno!
Per passeggiare senza essere spintonati, per
vedere piazza S. Marco affollata solo dai
colombi, per non fare code alle mostre.
Foresteria Valdese
Calle lunga S. Maria Formosa
Palazzo Cavagnis — Castello 5170
30122 Venezia
tei. e fax (041) 5286797
Agevolazioni per gruppi e famiglie.
6) oppressione e discriminazione: affermare i diritti e
le responsabilità.
Si prevede, tra gli altri, la
presenza di Zhao Puchu, presidente dell’associazione
buddista cinese, di. Konrad
Reiser, segretario generale
del Consiglio mondiale delle
chiese (Cec), dell’arcivescovo anglicano Desmond Tutu
del Sud Africa, del rabbi David Rosen, della Anti Defamation League di Israele e
del dott. Ahmed M. Alì, segretario generale della Lega
mondiale islamica. Fra gli invitati l’ex presidente degli
Usa Jimmy Carter e il presidente della Repubblica ceca,
Vaclav Havel.
La Wrcp è un fonim interreligioso a livello mondiale
che si adopera per la risoluzione di situazioni e fattori
che mettono in pericolo la
pace mondiale e la dignità
umana. È presente in oltre 60
paesi e vi aderiscono buddismo, confucianesimo, cristianesimo, ebraismo, fede
Bahà’i, giainismo, induismo,
islamismo, religioni tradizionali delle culture indigene in
Africa, Americhe, Australia e
Oceania, scintoismo, sikkismo, taoismo, zoroastrismo,
ecc;. insieme collaborano per
sostenere un comune futuro
di unità e di pace.
Per questi scopi la Wrcp
tiene incontri periodici a livello locale, nazionale, continentale e mondiale, attraverso una struttura coordinata
dagli uffici internazionali con
sedi a Ginevra e New York.
Negli ultimi 15 anni di attività la Wrcp ha lavorato per
la promozione del disarmo,
dei diritti umani, dello sviluppo, dell’educazione alla
pace, dell’ecologia, dell’abolizlone di discriminazioni sociali e razziali. Ha lanciato
progetti multireligiosl per
aiutare le vittime di inondazioni e siccità, i rifugiati e
per sollecitare il disarmo nucleare.
La Conferenza mondiale
delle religioni per la pace è
indipendente da ogni potere
politico ed economico ed è
riconosciuta come Organizzazione non governativa delle Nazioni Unite.
26
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 4 NOVEMRRp I
)I'
UNA MOSTRA SULL'URBANISTICA DELLA CITTÀ
SOPRA I TEHI DI PARIGI
Parafrasiamo il titolo di un celebre fdm di René Clair («Sotto i tetti di Parigi») per segnalare una singolare mostra aperta
nella capitale francese. L’esposizione, che si concluderà alla fine di dicembre presso il Pavillon de l’Arsenal, affronta un
particolare aspetto dell’urbanistica parigina. Questi tetti, con i diversi colori e materiali (dall’ardesia allo zinco), con la
realizzazione di veri e propri «piani aggiunti», mantengono il loro fascino anche oggi. E in questa sinfonia di spazi, comignoli e profondità diverse, c’è modo di ammirare anche gli omini che lavorano alla copertura di un palazzo...
Sì riaffaccia periodicamente alla ribalta un pregiudizio radicato quanto insostenibile
Quoziente d'intelligenza e questione razziale
GIUSEPPE BARBIERO*
Recentemente è stato pubblicato negli Stati Uniti
(e ampiamente recensito anche in Italia) un ponderoso
studio dal titolo The Bell Curve (La curva a campana), di
Charles Murray e Richard
Herrnstein, che contiene argomentazioni a favore di differenze razziali nello sviluppo dell’intelligenza. La tesi
centrale del lavoro è che il
quoziente d’intelligenza (qi)
dei «bianchi» sia mediamente
più elevato di quello dei neri
e che sia quindi possibile stabilire un rapporto causale con
le caratteristiche genetiche
dei due gruppi. Sono tesi ricorrenti, la cui inconsistenza
scientifica è già stata dimostrata. Rimando il lettore al
testo collettivo S. Rose, R.
Lewontin, L. Kamin, Il gene
e la sua mente (Mondadori,
1983) per un’argomentata riflessione sul qi e più in generale sui problemi politici legati al determinismo in biologia, che in questa sede posso
solo riassumere.
L’intelligenza, comunque
definita, ha probabilmente
basi genetiche che tuttavia
non possono essere riconducibili a differenze di razza. I
ricercatori che sostengono le
tesi della superiorità genetica
dei «bianchi» devono dimostrare che la presenza e
l’espressione di geni che codificano, ad esempio per la
melanina (responsabile delle
varie tonalità di colore della
pelle, degli occhi e dei capelli), impediscano l’espressione di «geni dell’intelligenza», che però devono ancora
essere scoperti (sempre che
esistano).
II problema in realtà è squisitamente politico. «Tra tutti i
modi volgari di eludere l’importanza degli effetti delle influenze sociali e morali sulla
mente umana, il più volgare è
quello che attribuisce le diversità di condotta e di carattere a differenze ereditarie».
Così ebbe modo di esprimersi
John Stuart Mill e senz’altro
la sua os.servazione può essere applicata alla storia dei
tentativi di dimostrare la superiorità genetica di un gruppo etnico sugli altri. Le tesi
razziste del XIX secolo si basavano principalmente sulla
craniometria, la misura cioè
delle capacità craniche e delle
dimensioni del cervello. Furono elaborate molte teorie,
nessuna delle quali si rivelò
scientificamente fondata.
Con l’abbandono della cra
niometria si passò a «misurare l’intelligenza». Il primo
tentativo sisteiiiatico fu condotto a partire dal 1916 dall’esercito degli Stati Uniti che
adottò l’Army Mental Test
per il reclutamento durante la
prima guerra mondiale. Il pregiudizio razziale prese rapidamente la mano agli psicologi
coinvolti. Robert Yerkes, uno
dei principali autori dell’
Army Mental Test, arrivò ad
affermare che «l’educazione
non potrà mai porre la razza
negra sullo stesso piano dei
suoi antagonisti caucasici».
Ci si accorse che l’abilità a rispondere ai test per il qi permetteva di distinguere non solo tra «bianchi» e «neri», ma
anche fra i vari gruppi etnici
dell’immigrazione europea.
Così nel 1924 si giunse all’
Immigration Restriction Act,
una legge federale che limitava l’immigrazione di europei
meridionali, alpini e orientali,
ritenuti intellettualmente insufficienti.
Il pregiudizio razziale emergeva dalla stessa composizione delle «prove d’intelligenza». Per esempio in una
prova del test «alfa» (verbale)
il candidato doveva ricordare
il soprannome delle principali
squadre di baseball degli Stati
Uniti, oppure nel test «beta»
(non verbale) veniva proposto
un disegno con un campo di
tennis privo della rete e una
richiesta in inglese di indicare
l’oggetto mancante. L’immigrante italiano, ebreo o polacco che non era in grado di rispondere alle domande degli
psicologi appassionati di baseball e di tennis, veniva giudicato geneticamente inferiore. Quando infine si dimostrò
che queste «prove d’intelligenza» non erano in grado di
distinguere le componenti
ambientali da quelle genetiche vennero anche queste abbandonate.
Nel 1969 Arthur Jensen ripropose la questione del qi
nell’articolo How much can
we boost iq and scholastic
achievement? («Di quanto
possiamo migliorare il qi e il
rendimento scolastico?»)
pubblicato m\V Harvard Educational Review. Dalle ricerche effettuate sui gemelli
monovulari (persone il cui
corredo cromosomico è ritenuto identico) cresciuti in
ambienti diversi emergeva
che le differenze ambientali
influivano relativamente poco sui processi di apprendimento. Tuttavia Leon Kamin,
psicologo a Princeton, scoprì
numerosi errori in queste ricerche, errori che nei casi più
gravi si rivelavano essere vere e proprie frodi, come gli
«studi» di sir Cyril Burt, il
principale divulgatore dei test
per il qi in Inghilterra. Quando nel 1974 Kamin pubblicò
The science and politics of qi
(trad. it. Scienza e politica
del qi. Astrolabio, Roma
1976) la credibilità scientifica dei test per il qi crollò definitivamente.
Anche sorvolando sull’impossibilità della dimostrazione genetica e perdonando, gli
errori e le frodi dei sostenitori
dei test per il qi, questo genere di ricerche soffre di difficoltà intrinseche alla definizione stessa del problema. In
particolare tre sono le domande che non hanno ancora ricevuto risposta: 1 ) che cosa misura effettivamente il qi? 2)
che cosa significa che il qi è
ereditario? 3) è possibile distinguere i gruppi etnici umani in razze?
Sulla prima questione noi
possiamo rispondere senza
difficoltà a domande del tipo
«quanto sei alto?» dove è implicata una dimensione fisica
quantificabile: ma un comportamento? È difficile per
esempio misurare «quanto
siamo addolorati» o «quanto
siamo arrabbiati». Un comportamento è prevalentemente qualitativo: è stato detto
che con il qi si possono fare
previsioni circa il successo
scolastico ma il successo scolastico dipende da altri fattori
ancora meno ponderabili
dell’intelligenza, quali un
comportamento più o meno
conformista o la rapidità
nelTassimiliazione dei valori
dominanti nell’ambiente scolastico frequentato.
Che cosa significa che il qi
è ereditario ? L’ereditarietà
per un profano è sinonimo di
fisso, inesorabile. Per il genetista l’ereditarietà è una valutazione della somiglianza tra
individui imparentati basata
sui geni che hanno in comune. Un handicap può essere
ereditario, ma questo non significa che non sia rimediabile. La miopia può essere corretta con un paio d’occhiali e
il diabete curato con l’insulina. Con i supporti opportuni è
possibile correggere molte
delle disfunzioni di ordine
genetico. Infine, è scientificamente fondato distinguere la
specie umana in razze? Il paleontologo Stephen Gould sostiene che la sottospecie (la
razza) è l’unico concetto tassonomico del quale si può fare benissimo a meno, perché
inaffidabile. In particolare lo
sforzo di dividere l’umanità
in razze è quanto mai improbo. Oltre il 98% dei geni sono
comuni a tutta la specie umana. Il 75% delle proteine sono
monomorfe, ossia ne esiste
un’unica specie identica per
tutti i gruppi etnici. Solo il
25% delle proteine sono polimorfe: sono sufficienti queste
per consentire una distinzione
fra le razze? La risposta è no.
Nessuno si stupisce che la
frequenza dei biondi nel Nord
Europa sia alta ma se si considera un altro carattere, come la frequenza dei gruppi
sanguigni A, B, 0, si scopre
che le popolazioni del Nord
Europa hanno maggiori somiglianze con molte popolazioni «nere» o «gialle» rispetto
ad altre popolazioni «bianche». Si possono fare innumerevoli esempi di questa natura che portano tutti alla medesima conclusione: non esiste un gene in grado di discriminare perfettamente un
gruppo razziale.
Viene da meditare sul famoso aneddoto di Albprt Einstein. Richiestogli dall’ufficio
immigrazione degli Stati Uniti di specificare la razza di appartenenza, il grande scienziato, con l’ironia che gli era
propria, rispose correttamente: «razza umana».
Riviste
Cristologia femminista
(So
I due studi sulla cristologia femminista che compaion
questo numero di «Protestantesimo»*, a firma di Eliszabeth
Green e Erika Tomassone, sono stati presentati e discussi d
rante il corso di aggiornamento per pastori tenuto presso lap
coltà valdese di teologia lo scorso febbraio. Quei lettori che*
potrebbero scoprire ragioni di dissenso, saranno in grado di
servare in primo luogo quanto in essi sia profondamente giu<
eppure tutt’altro che scontato. Cassano espone, con una s ^
citazioni testuali, le posizioni etico-politiche delle prime coi
nità anabattiste, di cui si conosce in genere troppo pc
Nell’arco dell’anno la rivista ha presentato diverse tematic
aperte, anzitutto con i due numeri dedicati rispettivamei
all’etica e ai metodi di indagine sul Nuovo Testamento, qui]
in molti altri casi, con le rassegne e le recensioni. Anche c
numero reca, nelle sezioni «studi critici», «rassegne» e «i,
sioni», nuove indicazioni a proposito delle questioni dibattui
La prolusione per l’apertura del 140° anno accademico de]
Facoltà valdese di teologia, tenuta il 15 ottobre scorso dal
Yann Redalié, figurerà sul prossimo numero.
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(*) Protestantesimo. 4/94. Facoltà valdese di teologia. Via P Col
sa 42-00193 Roma. ' ’
L'umanità del nemico
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È una storia inquietante, quella narrata neH’ultimd>iii5|!^'Lj| egl
Nuto Revelli*. Non tanto perché costringe a prendere iUu|-pJ]^ ohe
pagine tristi dell’occupazione tedesca, segnate da azioni tfc43ir|lfAyapi
stenza che forse potevano essere evitate (anche per le rappS, Tipnazioi
glie a cui davano adito); quanto perché l’ansia, l’impazienza dèi
Revelli investigatore ci fanno vedere quanto profondo e compii- ^anza pt
cato sia l’animo umano; quanto l’adesione a una vicendad di sì
molti anni fa, marginale rispetto alla «Storia» (quella di un mili- pBOmenti
tare occupante, forse tedesco, forse ucraino, che nella primavera pone u
del ’44 faceva una passeggiata a cavallo tutti i giorni nel Cunee- b, ogni
se, offrendo sigari e salutando i bambini), porti l’individuo a ¡agonismi
mettersi in questione, a dubitare di sé (in senso buono), a vedere ¡one.scoi
le proprie ferme convinzioni incrinarsi allorché entrano in ratta Dio per
di collisione con l’emozione. Il libro è dunque la testimonianza Hareligio
di un’indagine, a cui si intreccia un’altra ricerca che ebbe più ri- ielle, del
sonanza nei suoi aspetti più sconcertanti, quella della commis- e, dell’e
sione ministeriale che indagò fra il 1987 e T88 sui 2.CKX)'solèti pina (G
italiani uccisi dai tedeschi a Leopoli. Fra incontri con i testimo- Ispetto
ni e confronti incrociati sui documenti degli archivi tedeschij ^vo, o c
Revelli e i suoi collaboratori giungono a stabilire l'identità de| ^rso di
sottoufficiale ucciso da un gruppo di partigiani. Lo fanno rivi- ¡ù|mzioni
vendo attimi e emozioni che forse si cercava di reprimere; ripH-i panini e
correndo le abitudini del tempo di guerra, le percezioni addmt- tea di un
tura, come quella dei giorni sempre uguali e sempre divetsa^o all’oi
mente esposti alla «novità» che avrebbe potuto far precipitan
gli eventi. Non c’è un esito «drammatico» né una scena mato
conclusiva: occorre capire il lavorio interiore, il «vizio» della
cerca e della puntigliosa investigazione, che in Revelli si sposi
a un alto senso della dignità umana.
(*) Nuto Revelli: Il disperso di Marburg. Torino, Einaui
1994, pp 174, £20.000.
aperti
libei
ìtazion
i hann
•li irasfon
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«re Tinti
aprimi ri
Appuntamenti
22 ottobre - 6 novembre — TRIESTE: Presso la B F ' '
del popolo (via del Teatro romano 17) è aperta la «Mostra«-;
Bibbia» curata dalle chiese evangeliche elvetica-valdese, lut®
rana e metodista.
Sabato 5 novembre — FIRENZE: Alle ore 16, presso villi
Arrivabene (piazza Alberti la), G. Barbanotti, F. Confort*
TORE
A. Mannucci parlano sul tema: «La prevenzione del disagi'
mentale e del disadattamento sociale durante l’età evolutiva*
nell’ambito del corso organizzato dal Centro sociale evangeW
Sabato 5 novembre — TORINO: Alle ore 15, presso ilj*
Ione valdese di corso 'Vittorio Emanuele 23, il prof. Em«*
Campi e lo storico dell’arte Timothy Verdon parlano sul "
ma: «L’ispirazione biblica di Michelangelo e la Cappella Su
na». Introduce il docente di filosofia Aldo Bodrato.
Sabato 5 novembre — TRIESTE: Alle ore 18,30, press^
ÌDATTOR
Busetto,
fato Gin
grò, Lui!
■laidi, Fi
cosche
'SANTI: F
rio Resti
^nistr
Jboname
basilica di San Silvestro, il past. Giorgio Glrardet parla -suH SlOcoMP
ma: «Bibbia antica e Bibbia nuova».
TAMPA:
TRIESTE: Alle ore 18,30, pres^,
a4 Stilli
Lunedì 7 novembre __________________ ...
basilica di San Silvestro, Maria Sbaffi Girardet parla sul
ma: «Ecumenismo fra luci e ombre».
Abonar
**1¡ s.r.l
biologo
Lunedì 7 novembre — MODENA: Alle ore 17, pre**®
Centro studi religiosi del Collegio San Carlo (via S. Carloji
prof. Aldo Bodrato, nell’ambito del ciclo di lezioni sul «vi*
gio di Giona», parla sul tema: «Parmenide e Giona».
Domenica 13 novembre — ROMA: Alle ore 16, presso;
suore missionarie di Maria (via Giusti 12), il gruppo Sae ap'*’
corso su «Donne e uomini, per una nuova cultura della 0°*?
nione senza frontiere», con un dibattito fra il prof. DaO*^
Garrone e il rev. Alberto Piattelli sul tema: «Chiamati
comunione nella diversità: il progetto di Dio».
Giovedì 17 - sabato 19 novembre — BRESCIA: A cura* ¡Jinsei
comitato «Bibbia, cultura, scuola» si svolge un corso di agg*'
namento per insegnanti sul tema: «Il Cantico dei canticU^
poesia d’amore». Relazioni di Piero Stefani, Paolo De B*
detti, Amos Luzzatto, Romeo Cavedo, Daniele Garr®
Paolo Carrara, Gianluigi Prato, Carlo Ossola, Brun*
Salvarani, Eugenio Costa. Per informazioni: «Biblia» 1
055-8825055).
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[rinunciabile
Gatteggiamento scettico
if^nfronti del valore deldeità del ruolo mediatore
sto tra Dio e gli esseri
ini, da parte dei parteciti al campo teologico di
ipe (Riforma 36, pag. 4),
limolato in me delle perisità foriere di alcune ridoni.
individendo la posizione
¡silenzio e di ascolto auata da Letizia Tomassomi sono chiesta come sia
¡sibile essere cristiani ceraio un’alternativa a Cristo,
superare la dimensione
lassale del problema ho
¡reato di scoprire, in
analisi della testualità billica, la possibilità di un’eienza di fede che prescin(Pla centralità della figudftCristo, ma al fondo di
percorso ho ritrovato
f 1.S Christus». Non il
egli uomini e delle
: che ha visto Auschs,Ayapucho e molte altre
■Jimazioni dell’uomo sulzienzadèWiuo- ima il Cristo di Dio,_
e compliJlàanza per un’umanità in-'
dcendadfcc di salvarsi da se stesli unnùlifiponiento più alto della diprimavera pisione umana, in cui ogni
lel Cunee- lo, ogni differenza, ogni
idividuo a agonismo, ogni contrappo), a vedere ione, scompare nell’amore
no in rotta Dio per l’uomo, al di là
imonianza lareligione, del colore delbbepiuri- ielle, della lingua, del po1 cornmis- e, dell’essere maschio o
)00'soldati imina (Gal. 3, 28).
i testmo- Rispetto a questo punto
i tedeschi, aivo, 0 di partenza, per un
ientità deflarso di fede appare forse
izionale al nostro esseni e donne, non la ridi un riferimento alter0 all’ostacolo Cristo, ma
loperta del «Solus Chri, liberandolo dalle inistazioni che gli esseri
li hanno prodotto nei sep trasformandolo in «osta. Si tratta di scoprire e
«re l’intuizione essenziale
iprimi riformatori sintetiz
anno nvi
lere; ripermi addirit
e diversanrecipitati
ena ma(
)» della rij
li si sposi
), Einaudi
Enrico M. Sironi lascia la vai di Non per andare a Roma
La pedagogia della trascrizione della Bibbia
FtOBESTANA SFBEPDA PICCOtI
I n terra di Anaunia, la verdissima valle di Non a cui
fanno ampia corona i monti,
dalle Dolomiti del Brenta alle Maddalene, al Roen, solcata dal torrente Noce e incisa dal lago di Santa Giustina
che, simile a un fiordo, sfocia in una poderosa diga, e
dove i meli esplodono in primavera con la loro splendida
fioritura caricandosi in autunno di frutti mentre tutta la
valle si anima al momento
del raccolto, sorge un piccolo
borgo, Sanzeno.
Sanzeno, zona archeologica ricca di reperti dell’era
del bronzo e del ferro, porta
d’accesso al suggestivo santuario di San Romedio, che si
raggiunge lungo le prode di
un ruscello «queto e ombroso», ospita una bellissima basilica del XII secolo, con pregevoli altari lignei, un organo settecentesco recentemente restaurato, un’austera facciata sobriamente adorna di
un luminoso rosone, che riflette la sua luce policroma
sulla navata centrale. La basilica è dedicata a tre martiri,
«amici di Dio e testimoni
della Chiesa indivisa» prove
nienti dalla Cappadocia: Sisinio, Martirio e Alessandro, a
cui era stata affidata l’evangelizzazione della valle di
Non nel 387 circa.
In questa basilica, dagli anni ’70 fino a oggi, è stato
parroco il barnabita Enrico
M. Sironi, che ben presto ne
fece un centro di fervente
ecumenismo. Fratelli ortodossi, luterani e valdesi vi affluirono frequentemente in
comunione di spirito e di
preghiera. La basilica venne
tappezzata da padre Enrico
con versetti biblici e scritte
che incoraggiano il dialogo
ecumenico. Nell’ambito delle attività parrocchiali la musica, amata e coltivata da padre Enrico, ha incentivato
non solo i legami fraterni tra
le diverse confessioni (con le
possenti trombe luterane, gli
splendidi concerti d’organo,
le corali) ma anche i numerosi e periodici incontri di riflessione comune e le celebrazioni ecumeniche.
In questo quadro, come
valdese, mi preme sottolineare rullima iniziativa di
padre Enrico, che più di ogni
altra ci accomuna e aflratella
spiritualmente. Nella sua
qualità di catechista ha spin
to quest’anno il gruppo dei
suoi cresimandi a ricopiare a
mano (con inchiostro e non
con la biro) i quattro Evangeli e il libro degli Atti. 1’
idea è nata, nell’ambito del
biennio pastorale della diocesi di Trento, dedicato alla
Parola di Dio, rievocando
quei paesi dell’Est europeo
in cui di nascosto si ricopiavano pagine intere delle
Scritture, per poterle trasmettere dall’uno all’altro,
laddove era proibita la pubblicazione e la diffusione
della Bibbia. L’idea .si è sviluppata al punto che, a Sanzeno, non solo i catecumeni
ma le loro intere famiglie si
passavano di mano in mano
la penna e i testi venivano
poi arricchiti da semplici,
spontanee illustrazioni.
L’approccio con la parola
di Dio è stato immediato,
l’amore per quella Parola
(«che è luce e fuoco per la
, vita», dice padre Enrico) ha
coinvolto tutta la piccola comunità anauniense. Ora Enrico M. Sironi lascia Sanzeno per. un importante incarico a Roma, dove il «governo» del suo ordine lo ha
chiamato a condividerne la
responsabilità. Mi ha confi
dato di sentire inusuale questa nuova veste e comunque
di lasciare con rammarico la
«sua» basilica; gli ho risposto
che non dubitavo di quanto
avrebbe potuto ancora fare
per il cammino ecumenico,
proprio all’interno dei nuovi
compiti che io aspettano. Padre Enrico ha allora posato la
mano, in un gesto emblematico, sui cinque volumi manoscritti, rilegati in rosso e
oro: a Sanzeno egli dona non
solo una strada tracciata con
passione e tenacia nel corso
di questi anni, ma altresì la
Parola trascritta e amata, segno vivo dell’unità di tutti i
credenti nel Signore.
«Cibo che dura in vita eterna, vero pane che viene dal
cielo, pane di Dio che scende
dal cielo e dà vita al mondo».
Cristo è la Parola fatta carne,
che «ha abitato per un tempo
fra noi, piena di grazia e di
verità» (Giovanni 6 e 1): in
quella Parola noi siamo certi
di poterci incontrare, riconoscere ed essere tutti uno, secondo la preghiera del Signore (Giovanni 17). Dio benedica padre Enrico Sironi,
questo testimone dell’Evangelo, nostro fratello nella fede e nella speranza.
zata nel «Reforma semper
reformanda», e sviluppata, in
seguito, con la formulazione
del «principio protestante» di
Tillich.
Cristo quindi come porta,
come ponte verso il prossimo,
l’altro, e soprattutto come
punto di riferimento unico,
grazie al quale possiamo sopportare e cercare di superare i
limiti della nostra umanità.
A questo punto si apre un
interrogativo problematico
per la mia coscienza di credente: come sentire, nella dimensione ecclesiale e comunitaria, una comunione di fede con altri esseri umani che
ricerchino un riferimento alternativo al Cristo?
Emy Cozzi - Trieste
BC »
astra u>- riblese, lutei
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el disiteli ^DIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanueie Paschetto
volutiva» ^ATTORI; Steiio Armand-Hugon, Claudio Bo, Aiberto Bragagiia, Daniele
^angelica Busetto, Luciano Cirica, Aiberto Corsani, Piera Egidi, Fuivio Ferrario, Maufeio Giroiami, Anna Maffei, Miiena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Neesso 11 j grò, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronei, Gian Paoio Ricco, Giancario Rif. Emi® . naidi, Fuivio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaido Rostan, Marmo sul II r co Scheiienbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaeie Voipe
)ella Sist wHANTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziaie, Fuivio Rocco, BrujOo Rostagne
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nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
ij5,J*nnaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
“"¡anza in data 5 marzo 1993.
''I f«' 28 ottobre 1994 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio CMP
' Fteiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 26 ottobre 1994.
La Bibbia è la
parola di Dio?
Qualche tempo fa, intervenendo su Riforma su un dibattito sull’omosessualità, ho
fatto delle affermazioni che
ritenevo avrebbero suscitato
qualche reazione. Avevo infatti scritto all’incirca: la parola di Dio non è la Bibbia, la
parola di Dio è Gesù e la Bibbia non è che la testimonianza umana, più o meno ispirata
dallo Spirito Santo, su Gesù e
su Dio; smettiamola dunque
di definire la Bibbia parola di
Dio, perché questo genera
confusione e ambiguità.
Non c’è stata nessuna reazione; forse queste affermazioni sono state accettate
tranquillamente da tutti o si
pensa che non è possibile
neppure discuterne? Non c’è
nessuno che pensi: ma come,
la Bibbia non è parola di
Dio? se è persino scritto sul
frontespizio della Tilc? e se
non lo fosse, quale sarebbe il
nostro punto di riferimento?
questa idea non contrasta con
il principio protestante della
«Sola Scriptura?». Invece,
nessuna obiezione.
Noi cristiani abbiamo sempre cercato di ingabbiare Dio
e di portarcelo dietro in qualche oggetto o simbolo o ideologia: i cattolici hanno il papa vicario di Cristo, le immaginine, i crocifissi, le acque
sante, le ostie, ecc; molti evangelici hanno un oggetto,
solo culturalmente più sofisticato: un libro o, se si vuole, il
contenuto di un libro. Spesso
dimentichiamo che l’idolatria
è un peccato condannato molto duramente da Dio.
È dunque un problema
troppo banale o non è invece
il caso di confrontarci apertamente senza fare muro di
gomma? Se la Bibbia è davvero parola di Dio, non è più
coerente una lettura fondamentalista? e se invece riteniamo che non lo sia, non dovremmo avere il coraggio in
spirito di verità di dirlo con
chiarezza? e in questo caso
che cosa è per noi la Bibbia?
io provo a dare qualche risposta.
La Bibbia è uno strumento
insostituibile per la conoscenza di Dio che si è rivelato nella storia e in modo completo
attraverso resistenza terrena
di suo Figlio; è anche uno
strumento di primaria importanza per edificare e conservare nel tempo e nello spazio la fede e la comunione dei
santi. Detto questo, e non è
poco, forse dobbiamo prendere più sul serio le parole di
Gesù: «Ed ecco, io sono con
voi tutti i giorni, sino alla fine
dell’età presente» (Mat. 28,
20); «E io pregherò il Padre,
ed egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi
in perpetuo» (Gio. 14, 16).
Lo Spirito Santo quindi
continua certamente e con la
stessa intensità a parlare ai
credenti di oggi, così come
ispirava i credenti che hanno
scritto la Bibbia, perché è Gesù stesso che ce lo dice; inoltre i cristiani di allora, come
quelli di oggi, sono stati anche dei poveri uomini imperfetti che, insieme alla parola
di Dio, ci hanno trasmesso
nella Bibbia anche le loro de
II diedi prima pagina
Le fonti del Giordano
Le fonti del Giordano sono ricche di
acque e possono rendere fertile il deserto. E quanto può succedere dopo la
pace tra Israele e la Giordania firmata
tra Rabin e re Hussein, sotto lo sguardo attento di Bill Clinton. Il Giordano
può dare prosperità alle due nazioni
che ora hanno tolto le mine e possono
cominciare ad usare l’aratro. La speranza è che altri accordi garantiscano
una pace globale in Medio Oriente.
bolezze, i loro errori, la loro
mentalità, la loro cultura; tutto questo però non indebolisce la loro testimonianza di
fede, semmai la rafforza, mostrando ancora una volta come la potenza di Dio si sia
manifestata attraverso la debolezza di questi uomini, vasi
di terra, in gran parte umili e
ignoranti anche rispetto alle
conoscenze del loro tempo.
Sappiamo che queste analisi sono state largamente condivise; ciò che non viene ancora accettato o espresso con
chiarezza è la logica conseguenza: la Bibbia non è tutta la parola di Dio, perché la
Bibbia non è Dio.
Aldo Cianci
Polizzi Generosa (Pa)
Vorrei
una maggiore
obiettività
Fin dalla sua nascita. Riforma ha per me costituito un
motivo di grande orgoglio:
esisteva finalmente un giornale per tutti i protestanti che
si identificano nella Riforma
e che possono, insieme, dare
vita a un coro dove prima
c’erano solo voci isolate. Nel
mio piccolo ho collaborato a
diffondere questo importante veicolo di informazione e
di confronto, tra protestanti e
non protestanti.
Nel frattempo qualcosa è
cambiato nel nostro paese: ci
siamo svegliati una mattina
scoprendo che siamo tutti
molto più poveri di quanto
pensassimo, e soprattutto
molto meno onesti. Un’intera
classe politica è stata spazzata
via da inchieste fino a pochi
anni fa impensabili, anche se
tanto si potrebbe dire su come
certe inchieste siano state
condotte e altre insabbiate.
Ora, grazie alle ultime elezioni politiche, esiste una
maggioranza che sta al governo e un’opposizione che dovrebbe controllarne l’operato.
Il fatto che esista un vero dualismo tra governo e opposizione è una novità assoluta
per il nostro paese: in quella
che tutti chiamano ormai
«prima Repubblica», l’oppo
sizione era di fatto complice,
per non dire connivente, del
■governo, in nome di quel
«consociativismo» che fa rima con intrallazzo. Per esempio, mi domando dove erano
D’Alema e compagni quando
i pazzi che ci governavano
aumentarono le rendite dei titoli di stato, come i Bot, sottraendo così denaro dal ciclo
produttivo per foraggiare
l’apparato statale e le sue aziende perennemente in perdita ma molto ben lottizzate
anche dai compagni dello
stesso D’Alema. Con grande
sfoggio di protervia e ricorrendo a vere e proprie falsità
storiche, la nostra opposizione
si è rifatta una verginità, si è
scrollata di dosso i calcinacci
della prima Repubblica, e si è
messa a fare politica nell’unico modo alternativo alla connivenza di cui è capace: dividere artificiosamente il paese
in classi e soffiare sul fuoco
dello scontro sociale, dimenticando purtroppo che chi semina vento prima o poi raccoglie tempesta.
Da qualche tempo purtroppo alla semina del vento si è
unita la redazione di Riforma,
e i motivi di orgoglio iniziali
stanno, pian piano, lasciando
spazio a sentimenti di vero e
proprio disagio, vedendo
Riforma trasformato in una
specie di foglio di partito, in
perfetta linea con l’opposizione sempre e comunque.
Non mi aspetto certamente
una linea politica filogovernativa da un direttore candidato progressista alle ultime
elezioni politiche, e neanche
la gradirei, tutto sommato:
ma mi aspetto, questo sì, un
minimo di obiettività, ispirata
a quel rigore morale che la
Riforma, quella vera, ci ha
lasciato in eredità.
Non credo di essere il solo,
purtroppo, a valutare la possibilità di non rinnovare l’abbonamento a quella che appare sempre più un’occasione
mancata.
Paolo Zebelloni - Torino
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
La moglie e i familiari tutti del
compianto
Amedeo Arnoul (Deo)
commossi per la dimostrazione
di stima e di affetto tributata al loro caro, nell'impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano quanti
con presenza, scritti e parole di
conforto hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al personale medico e paramedico degli ospedali valdesi di Torre
Penice e Pomaretto, al pastore
Teofilo Pons e a tutti coloro che si
sono prodigati durante la malattia.
Angrogna, 4 novembre 1994
RINGRAZIAMENTO
I nipoti di
Ida Piston
profondamente commossi per
la dimostrazione di affetto tributata alla loro cara ringraziano vivamente i parenti, gli amici, i vicini
di casa e tutte le persone che
con fiori, scritti e presenza sono
stati loro accanto in questa triste
circostanza.
Un ringraziamento particolare
al dott. Scarognina che l'ha seguita per tanti anni, alla cugina
Paola Monnel Besson, al direttore sig. Gobello e al personale tutto dell'Asilo valdese di San Giovanni per l'assistenza e le amorevoli cure prestate.
Luserna San Giovanni
4 novembre 1994
I necrologi
si accettano entro le
ore 9 del lunedì.
Telefonare al
numero 011-655278
-fax 011-657542.
28
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 4 NQVEMBRP
Secondo un rapporto dell'Onu pubblicato di recente a Ginevra
Entro cinquantanni dovrebbe
chiudersi il buco nelKozono
Le misure intraprese per
proteggere lo strato di ozono
cominciano a dare i primi risultati. Secondo un rapporto
delle Nazioni Unite pubblicato recentemente a Ginevra,
entro 50 anni circa il buco
nell’ozono scomparirà. Purtroppo per i prossimi anni lo
strato di ozono che protegge
la vita sulla terra subirà ulteriori squarci, ma a partire
dall’inizio del prossimo secolo la situazione migliorerà e il
manto gassoso pian piano si
rinsalderà. Così almeno è
scritto nel rapporto redatto
dall’Organizzazione mondiale
per la meteorologia (Wmo) e
dal Programma per l’ambiente dell’Onu (Unep) in seguito
a ricerche e calcoli effettuati
da 226 scienziati di 29 paesi
negli ultimi quattro anni.
Gli sforzi intemazionali per
proteggere lo strato di ozono
comincerebbero ad avere effetti positivi: resta comunque
il fatto che per l’immediato
futuro ci si deve attendere un
aggravamento della situazione
per quanto riguarda la protezione dai raggi ultravioletti. Il
Wmo insiste però sul fatto
che i governi devono intensificare i provvedimenti contro
i bromuri di metile, che sono i
maggiori distruttori dell’ozono; questi materiali si formano per la combustione di campi e boschi e per gli scarichi
della auto senza catalizzatore.
Solo verso la fine del secolo il
contenuto di bromuri e cloruri
nell’atmosfera comincerà a
diminuire: lo strato di ozono
potrebbe quindi, entro 50 an
Lo strato di ozono protegge la vita umana dai raggi ultravioletti
ni, riformarsi completamente.
Il Wmo però sottolinea che
ciò avverrà solo se gli stati
osserveranno scrupolosamente il protocollo di Montreal e
le sue norme relative alla protezione dell’ambiente; le misure seguite per diminuire
l’influenza dei maggiori «killer» dell’ozono, come gli
idrocarburi e altri gas nocivi,
avrebbero già avuto qualche
effetto. Attualniente il manto
di ozono negli strati medi
dell’atmosfera diminuisce del
4-5% ogni dieci anni. Secondo il rapporto, il record nega
tivo è stato raggiunto nel
1992 e 1993, quando il buco
antartico nell’ozono ha raggiùnto la massima estensione
e sull’emisfero nord sono stati misurati i minimi valori in
assoluto di ozono.
Gli scienziati attribuiscono
questa punta all’aumento delle emissioni di materiale nocivo dovuto all’inquinamento
artificiale, ma anche all’alta
concentrazione di solfati provocata dall’eruzione del vulcano Pinatubo, avvenuta nel
1991 nelle Filippine.
(Epd)
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Ogni settimana vi abbiamo informato sullo sviluppo
del dialogo ecumenico fra le diverse chiese del mondo.
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Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis - 10125 Torino.
In vista del Vertice che si terrà a Copenaghen nel marzo 199
Il Cec critica l'orientamento
dell'Onu sullo sviluppo sociale
Rainer Lingscheid, membro
del personale esecutivo del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), ha espresso la
propria preoccupazione al termine di una riunione preparatoria del Vertice mondiale
delle Nazioni Unite sullo sviluppo sociale, che avrà luogo
a Copenaghen, in Danimarca,
nel marzo 1995. Ha dichiarato che uno dei documenti preparatori decisivi per il Vertice
è troppo influenzato da problemi di natura economica, e
orienta i preparativi della
conferenza in una direzione
sbagliata.
Dopo le controversie sollevate durante la Conferenza
delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo, al
Cairo, poi attutite da un compromesso del Vaticano, il
Vertice di Copenaghen dovrebbe provocare obiezioni
morali da parte delle chiese e
delle organizzazioni religiose.
Rainer Lingscheid ha partecipato, in qualità di osservatore, ai lavori della seconda
riunione del Comitato preparatorio, svoltasi nella sede
delle Nazioni Unite a New
York, dal 22 agosto al 2 settembre scorso. Secondo Lingscheid le discussioni del Comitato hanno dimostrato che
l’idea dominante di sviluppo
seguiva «un ragionamento
economico astratto» e definiva la crescita economica come «il motore dello sviluppo». Il Cec ha proposto una
soluzione di ricambio, e ha
suggerito di porre al centro
delle strategie di sviluppo «le
donne e gli uomini, in particolare i poveri, i gruppi vulnerabili e gli emarginati».
Per Rainer Lingscheid, la
proposta di dichiarazione
contiene buoni principi ma il
progetto di piano d’azione affronta lo sviluppo da un punto di vista prettamente economico, senza preoccuparsi sufficientemente delle conseguenze sociali. 11 Cec sottolinea «la necessità di esprimere un’altra concezione dello
sviluppo, che tenga conto
della giustizia economica,
dell’ambiente e della partecipazione». Il Vertice, convocato dall’Assemblea generale
delle Nazioni Unite, riunirà
capi di stato e di governo a
Copenaghen per dibattere dei
«profondi problemi sociali
che colpiscono tutte le società», quali la povertà, la disoccupazione e i conflitti sociali. Rappresentanti di Organizzazioni non governative
(Ong) si riuniranno sullo
stesso tema a Copenaghen
nell’immediata vigilia del
Vertice Onu.
Il progetto di dichiarazione,
redatto dal presidente del Comitato preparatorio, Juan Somavia, ambasciatore del Cile
presso le Nazioni Unite, e da
altre quindici persone, afferma: «Noi. capi di stato e di
governo, ci impegniamo a sostenere una \isione intellettuale, spirituale ed etica dello
sviluppo sociale, fondata sulla dignità umana, l'uguaglianza, il rispetto, la responsabilità reciproca e la cooperazione».
La dichiarazione enuM
principi riconosciuti dal Co
siglio ecumenico delle citi
se, ma il progetto di pijj
d’azione si è orientato
un’altra direzione, sotto l’j
fluenza degli Stati Uniti
della Comunità europea, c
me rileva Rainer Lingsche
«Il dibattito su questo testi
stato molto difficile» ha p
cisato, e il Segretariatol
dovuto redigere una versio ;
riveduta, nella quale non '
sono più riferimenti allaj
cietà e ai problemi sociali.
Rainer Lingscheid spe
che alcuni principi enunci
nella dichiarazione venga
inclusi nel programma d'
zione nelle prossime riunioL..
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Torino
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l’Ufficio
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preparatone ma ritie;
probabile un'invei
tendenza nel senso :
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precisato che la delegaziiìl
del Vaticano era meno il
portante alla riunione pi:etì
ratoria del Vertice di CrJ
naghen che non a quella t
la Conferenza ilei Cairo j ■
ha aggiunto, le encicliche!
eiali del papa forniranno
rappresentanti del Vatici
una solida base per affror
re la questione dello svilu[
sociale.
Una dichiarazione seri
presentata al Comrtato pre •'
r'atorio da tre Oiganizzazii
non governatile cattoliche :
mane sottolinea che «la vis ;
ne di sviluppo che propoli
mo dà la priorità a unaeres „
ta sana delle comunità, de
famiglie e delle persor>