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"ANNO LXXV
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Torre Pèllice, 17 ‘Luglio
t
Nulla sia più forte della vostra fede!
(Oianavallo)
SiTTIMANALE DELLA
' ' ABBONAMENTO
■ ' r' ■ *
Italia e Impero *. . Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero • * » 80— » »-16
Ogni t'nmhinmento d’indirizzo costa una lira — La copia Cent. 40
“ ]1 SiDorc ni tibtmì
»»
2 Timoteo 4: 18.
Così scrive S. Paolo nella coiicliusio“
ne della sua ultima lettera ed aggiunge
imm'ediaitamente dopo: A lui to lo glena nei secoli dei secoli.
Questa stessa parola di fede e di ràco^
noscenza la ritroviamo in tante e tante
altre pagine delle S. Scritture e apeciialm,ante nei Salmi. Fondandosi sulla loro
esperienza e su quella di tutti gli altri
credenti, gli scrittori sacri possono affermare che, come il Signore li ha liberati
fino ad ora, così Egli li libererà anche
in avvenire, in tutte le loro 'distrette ed
in risposta alle loro preghiere ed invocazioni. Egdi liibererà il bisognoS{0 che
grida^ esclama il re poeta (Salmo 72;
12); nessuna incertezza, nessun dubbio; al credente che lo invoca, che grida a Lui, Iddio risponde colle sue liberazioni.
Ma allora, perchè tante nostre preghiere sembrano rimanere inesaudite,
perchè tante nostre invocazioni non ottengono in apparenza nessuna'risposta?
La S. Scrittura ci spiega in vari modi
questi apparenti silenzi di Dio: essa ci
ricorda che per il Signore un giorno è
come mille anni e mille armi come un
giorno (2 Pietro 3: 8). Ci ricorda la debolezza della nostrà fede iper la quale,
come dice S. Giacomo, voi domandate
mole (Giac. 4: 3), cioè con imo scopo
cattivo ed egoistico e perciò non rice- ,
vete, !
V’è però un pensiero sul quale particolarmiente insiste la S. Sorittura,
quando ci ricorda che le vie di Dio son
per -«eli mcompreiisibilii (Rom. 11: 33)._
E questo pensiero ci spiega molte cose
che altriménti ci rimarrebbero inoomprensibili. ,
Noi domandiamo nelle nostre preghile^
re quelle « liberazioni » che ci sembrano desiderabili e buone, ma non è detto che il Signore, che conosoe ogni cosa.,
le stimi ugualmente utili al nostro vero
bene. Ed il Signore, il quale ci' ama
profondamente e vuole in ogni cosa il
nostro bene, ci esaudisce allora conoedendoci quelle « Liberazioni » ohe non
abbiamo neppure pensato, ma che rappresentano p>er noi, in quel momento,
•il bene supremo.
Forse, nell’ora della distretta, noi
chiediamo di esaerè liberarti dalla prova
e il Signore, anziché allontanarla da noi,
ci esaudisce, dandoci le forze morali e
fisiche per sopportarla serenamente;
forse, nell’ora della sofferenza, dornandiamo la guarigione della carnè © il Signore ci 'esaudisce dando conforto pace
e tranquillità allo spirito; forse, nell’ora dèi pericolo, domandiamo che
esso venga allontanato da noi e il Signore ci concedè la sua prote'rione, non
allontanando i pericoli, ma dandoci al
. contrario di vivere in mezzo ad essi
come figli suoi che ogni sera possono
addormentarsi col nome suo sulle lab, brà ed ogni 'mattina, svegliandosi, si
. sentono vicini a Lui e sottomessi ai suoi
Voleri.
Nella preghiera che il Signor Gesù ci
ha insegata egli non ha domianidato a
Dio eh©''le traviersie ©d i. pericoli fossero allontanati da noi, ma ci ha insegnato a domandare: Liherotci dal male,
da tutto quello che è contrario alla vo.. loriltà divina. Il ma^i^mo nemico per
noi ed il massimo pericolo non sono le
cose che turbano le nostre comodità è
la nostra tranquillità, ma è il male che
^ corrode la nostra natura morale, ci togll* l’eqiuilibrio necessario e scava 'im
solco isempre più profondo fra Ì>io e
noi; quello è il grande nemico , dell©
anime nostre e la liberazione dalle sue
catene rappresenta per noi il bene supremo, la cosa maggiormiente necessaria.
Poiché l’essenziale nella vita non è
di star bene, dì prosperare e di esser
tranquilli; l’essienziale è ohe il volto
dell’Eterno lisplenda sui dk noi (Num.
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Riguardate
Oirallera i Prol.
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE;
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PKTiI.iTCE
6; 25) e che noi camminiamo ogni giorno su quella via che il libro degli Atti
chiama la via defila salvazione. L’essenziale pel credente è 'di lessier certo che
in, ogni cosa e nel modo che Egli stimerà migliore, Iddio provvederà a lui
ed ai 'Suoi e che perciò non v’è 'ragione
per lui di essere in ansia e sollecitudine
penosa. . ■
E quando la notte sembra più oscura
e quando per un tempo non vediamo la
risposta di Dio ai nostri sospiri e alle
nostre invocazioni, faiccia'mod. forza con
questo ¡pensiero: Io non vedo nulla: attorno a me è notte, ma non voglio dimenticarle ch’egli è appunto durante la
notte 'che le forze della natura compio
il loro maggior lavoro rianimando
t■ le energie delLuomo ed alimentando coi
r succhi vitali le piante e gli afom, jtalt^chè la mattina si trovano fiori aperti
f dove la sera non v’erano che bocci e
" nuovi getti, dove la sera non v’eran che
foglioline; cosi, nella mia notte, Iddio
M opera patentemente e prepara le libera2¿oni¡, che lo sguardo mio attonito' e ri.^'conoseente contemplerà ipiù tardi in
* tutta la loro bellezza e per le q^ali il
i'v hìio cuore lo celebrerà. In ogni cosa e
\tper sempre benedetto sia l’Eterna peri chè ha udita la voce della mia suppliI cazione (Salmo 28: 6).
I". ' Davide Bosio.
Aderendo al cortese invito idei Direttore diel ¡giornale, prendo la penna per
ragionare oggi con voi, lettori, sul probìema delle vocazioni pastordli.
GM avvenimenti bellici ai quali ,assistiamo da alcuni anni e le loro formidabili ripercussioni in tutto il mondo
hanno certamenite contribuito a porre
nell’ombra il 'problema, pur isiempre attuale, delle vocazioni al ministero pastorale; mia una Chiesa, sia pur piccola
come la nostra, deve avere il 'Coraggio
di pensare, anche e sopra tutto nell’ora
della 'distretta, a quei'li che sono e rimangono nell-’obbligo di una costante testimonianza resa a Gesù Cristo mediante la fedele proclamazione del Vangelo.
Nessuno di noi sa quale sarà, in im
prossimo o lontano avvenire, il diestino
d'ella nostra Chiesa; nessuno di noi conosce quali vie il Signore le aprirà davanti ovvero a quali dure lotte Egli la
chiamerà. C’è, anche fra noi, chi guarda al domani con la visione ■di un vasto campo di lavoro^ ricco di possibilità,
per l’opera che la nostra 'Chiesa sarà
chiamata a compiere; c’è invece chi
aspetta il domani 'Con un senso di perplessità e di timore.
Comunque, il destino della nostra
Chiesa è prima idi tutto nelle mani di
Dio e non degli uomini. Ciò non toglie,
però, che questa steissa Chiesa abbia bisogno di testimoni e di operai fedeli per
i compiti di domani, siano essi più facili o più gravosi di quelli di oggi, e
che, pur giovandosi della attiva collaborazione di molti suoi membri laici,
essa debba fare speciale affidamento
suH’opera buona, zelante e fervida di
pieità cristiana di molti Pastori ad essa
particolarmente consacrati.
I
il
■*'
I
escono in maggior numero e con vero
spirito di consacrazione dei giovani i
quali si pongano al servizio del Signore, senza più guardaiie indietro, ciò è
anche dovuto al fatto che in tropee famiglie è ormai penetrato unO' spirito
di materialità, di interesse puramente
terreno e di gloria umana; spirito, questo, che è fatale al sorgere ed allo' svilupparlsi di saii'e vocazioni pastorali, fatte dà amore, di dedizione, di sacrifìcio
e di servizio reso a Dio ed al prossimo.
A dir vero, ho l’impressdone che, sul
problema delle vocazioni pastorali,’ abbiano influito in senso negativo non
soltanto le circostanze esterne di un
mondo cosi profondamente turbato, ma
anche ratteggiamento e la condotta del
pubblico in genere e, nel caso nostro
specifico, del pubblico Valdese.
.. Dobbiamo prima di tutto ed umilmente riconoscere che noi stessi, Pastori^ non ci siamo sempre condotti « in
modo degno del Vangelo ' di Cristo »,
come dice S. Paolo, e non abbiamo sem-pre posto davanti agli occhi ¡ed alla co^
scienza dei nostri giovani l’esempio di
un ministero .pas'torale rivestito di
quella autorità morale e dì quella dignità che, volere o 'ho, s’im'pongono davanti al mondo.
Del resto, le nostre comunità si sono
esse veramente convinte del dovere di
favorire in tutti i modi e sotto lo sguardo di Dio, la formazione di vocazioni
pastorali e, quando nel loro seno alcuni
giovani si sono sentiti chiamati a ser> vire il Signore nella pubblica attività di
ministri e di conduttori dì chiese, li
hanno eisse sostenuti, incoraggiati ed
aiutati nelle loro difficoltà e nelle loro
lotte?
Infine, le famiglie Veddesi idevono
ammettere che se, dal loro seno, non
i Ogni vocazione, e specialmente ogni
vocazione pastorale, corrisponde ad Una
chiamata. Colui che chiama è Dio, nel
mondo e nel tempo che Egli crede opportuni; colui che risponde è una giovane creatura, consapevole delle proprie debolezze e .della propria indegnità, epp'Ure decisa a m'ettere la propria
vita direttamente al servizio di Colui
che è il vero Maestro led il solo Sógnore
della nostra vita.
Evidentemente l’opera deila grazia è
sempre misteriosa; essa sfugge al nostro preciso controllo e trascende le nostre umane possibilità. E, oome non
giungiamo tutti alla conoscenza del
Vangelo per la stessa via', così per
un’uguale via non giungono al minisLiiro pastorale tutti iquelli che vi sono
chiamati. Isaia, Geremia, Paolo, Timoteo, Lutero, Calvino, Felice Neff © altri ancora, il cui nome non possiamo
ricordare, sono tutti servitori 'di Dio, in
quahtà di prof'eti, di apostoli, di Pastori; tutti hanno ricevuto da Dio una
vocazione, sia pure in modi e tempi dir
versi, e tutti hanno risposto a quella
vocazione dopo aver conosciuto aspe
rtenze diverse.
D’altronde, ciò che importa non è
tanto il modo in cui isi giunge al ministero pastorale,’ riioco di benedizioni e
di sofferenze, quanto la prova, che tosto o tardi appare in tutta da sua evidenza, di una vera, inccmfondibil© ed
insostituibile vocazione ricevuta. La
pi’ova, voi lo saipete meglio di me, è il
nostro sincero amore per le anim'e che
Gesù Cristo vuol redimere, il nostro
zelo per l’opera del Signore, la fedeltà
con cui, purè attraverso alle nostre
umane debolezze ed al nostro peccato,
sorretti ed animati dalla grazia di' Dio,
ci sforziamo di rispondei'e alla divina
chiamata un giorno percepita neH’intimo della nostra coscienza di giovani cristiani.
Oggi, di fronte ad un avvenire che
vogliamo veramente affidare all’amore
di Dio, il’compito nostro © della nostra Chiesa non è tanto di discutere sul
l#odo in cui il Signore può suscitare in
mezzo a noi dei fedeli Pastori, quanto
di pregare e di aidoprarci affinchè, nell’ora della chiamata. Iddio trovi, in
mezzo a noi nel seno del niositro piccolo
popolo Valdese, dei cuori disposti a rispondere come già lui giorno Isaia:
«Eccomi, manda me!».
La causa di Dio e del Vangelo può
essere oggi e in avvenire degnamente
servita da molti cristiani i 'quali non
saliranno mai su di .un pulpito, ma vivranno in sè site^^i l’eterna Parola di
salvezza in cui avranno creduto. E’ però
certo che nel mondo dì domani, di-un
domani ohe seguirà immedìataniente le ^
dolorose e tragiche ©speriienze di. questa
guerra fratricida, Iddio avrà ancora bisogno di Pastori, anche nel seno della
Chiesa Valdese e nell’ambito di una
Patria che noi tutti amiamo.
Non mancheranno, in avvenire, le occasioni di pfoclamare al mondo la Parola della verità, della pace, d'ella fra'temità umana e della divina consolazione, come piue le occasioni di richiamare gli uomini al senso della dignità
umana, del rispetto dovuto àLle coscienze, deMa dirittura morale, della vita religiosa libera e sana ; infine, non mancheranno le occasioni di parlare agli
uomini nel nome e con l’aiuto di Dio,
in vista della loro ipersonaile ed eterna
salvezza^
: Perché, fin d’ora, non- prenderemmo
a cuore il problema delle vocazioni pa-,
storali e, facendo xm aiti» di fede in
Dio, non ci adopreremmo affinchè qu'el
campo di lavoro che la nostra Chiesa
ha dovuto forzatamente restrìnigere, in
temph di crisi, venga presto reintegrato nei suoi limiti e possibilmeut© ampliato, grazie airopera di nuoA«e braccia e di nuovi cuori, veramente consacrati?
Perchè le nostre fanniglie non terrebbero, più che nel passiate, in giusta considerazione il rnimstero/pastorale e non
incoraiggiierebbero in maggior numero i
loro figliuoli ad entrairvi, consiapeivoli del
valore morale che acquista agli occhi
di Dio un tale ministero fediélments
esercitato?
Perchè le nostre Unioni gioviandli non
pregherebbero affinchè, dai seno della
gioventù Valdese, forzatamente dedita
al lavoro ed agli affari della vita presente, sorgano in maggior numero dei
giovani i quali stimino il ministero par
sforale cosa più di ogni altra nobile e
degna di essere compiuta?
Ogni vocazione pastorale, ho detto,
viene da Dio; ma ogni vocazione può
anche pssere preparata e, per loosì dhe,
curata mediante la preghiera e Tamorevole testimonianza di tutti i veri
credenti.
Non ci possiamo sostituire a Dio,, ma
possiamo essere dei collaboratori di Dio
nella grande opera che EgH compie per
la salvezza deirumanità.
Infine, n^uno di voi, giovani fratelli Valdesi, nelFora in cui Dio può
farvi giimger© la Sua chiamata, dica:
« No, Signore; chiedi a cKi vuoi, purché
Tu non chieda a me! »,
Dite piuttosto; « Signore^ suscita nel
mondo degli operai adatti al servizio di
Cristo; e se Tu credi di chiamare me, io
mi inchino davanti alla Tua volontà' e
ripeto oo'ni l’antico profeta: Eccomi, manda me!». E. Rostan.
▼▼▼▼▼▼▼▼▼TVTvvTV'rrrvvvwTTww
Si loda, senza esitare, le persone
dabbene dei secoli passati, ma per il
più piccolo nostro interesse personale
noi ci schieriamo col mondo contro i
santi di oggi, X,
Non soffermiamoci, nella nostra prova, alle cause seconde, poiché spesso gli
uomini SCOIO di esse responsabili, e ciò
ci provoca deiramarezza; ma riguardiamo alla causa prima che è sempre la
volontà di Dio. G. Trudel. '
Non dite mai che il fardello è superiore alle vostre forze; il Signore che
ve l’ha imposto non è forse lì per portarlo con voi? Basilio.
Ogni volta che l’orizzonte diventa
più oscuro intorno a noi, diciamoci che
il Signore ha imo scopo: EgH vuole
che noi abbiamo fiducia. Lohstein.
La vita eterna comincia per noi in
questo tempo; è l’epoca della fede; essa
si continuerà neiretemità; sarà l’epoca
della contem,plazione personaje; ma nella sua essenza essa è identica: voler,
ciò che Dìo vuóle. E, Navillè.
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fine del nàa popok> d’Israele; io non gli
'tiserò più tolleranza. In quél giorno, dice
^r- . il Signore, VÉtemo, i cant& daA pg^tzzi
■"■ ' diventeranno degli urlìi; grande ■soifà il
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‘ / numero dei ortctoveri; saran gettati da
/ per tutto in silenzio.
«Ascoltate qaeéto, o voi ohe tran■ ghiottite il Wsogrióso e fate venir mßw>
i poveri del paese; dicendo: Quando sa. ranno passate le colendi, è noi vende^ remo la vittuaglia? e il sabato, e noi apriremo i granai del frumento? (Saenumdo
l’efa, e accrescendo- il siclo, e falspn^
le iklancie, per ingannare; comperando i potoeri per danari, e il bisognoso
per un paio di scarpe); e noi venderemo
la vagliatura del frumento.
« Il Signore ha giurato ver la gloria
di Giacobbe: Se mai in perpetuo io dimentico tutte le loro opere.
« La terrm non sarà ella commossa per
questo? ogni suo abitatore non ne farà
egli cordoglio? e non salirà ella -tutta
come un fiume? e non ne sarà élla portata via,'e sommersa, come per lo fiume d’Egitto?
« E avverrà in quel giorno, dlioe il Signore Iddio, che io'farò tramontare il
sole nèt mezzodì, e spanderò le tene~bre sopra Ut terra in gnomo chiaro; e
cangerò le vostre feste in duolo, c tutti i vostri canti in lamento; e farò che
si porrà U sacco sopra .tutti t lombi e
che ogni testa sarà rasa; e metterò il
paese m cordoglio quale è quel che si
fa per lo figliuolo unico; e la sua fine
sarà come un giorno amaro.
« Ecco i gfiomi vengono, dice il Signore Iddio, che io manderò la fame nel
paese; non la fame di pane, nè la sete
.. d’acquai; ma d’udire l^ parole del Signore.
« Ed essi muoveran.no da un mare all’aliro e dal Settentrione fino all’Oriente; andranno aitomo, cercando la parola dèi Signore, e non la troveranno ».
i u (Amos cap. 8).
Questo episodio della Sacra Scrittura
non è legli sominamente doloroso? Il popolo dì Dio, il popolo ammaestrato nella via della giustizi, della rettitudine,
della misericordia dell’ Eterno stesso
per bocca dei Suoi Profeti, rinnega
gli insegnamenti ricevuti e degenera in
un popolo d’empietà e d’egoismo.
Esso, approfittando di circostanze
particolari, manifesta la durezza e l’idolatria ded proprio cuore, e tralasciando i comandamenti del Signore, per
avidità di guadagno aumenta i prezzi, scema le nfisure, falsa le bilance,
falsifica la merce in misura tale che il
povero deve perire per necessità le l’ira
vendicatrice di Dio deve accendersi contro di esso.
Terribili sono le minacce che Amos
proferisce, ma la più tremenda è certamente quella citata nei versetti H-12
di tale capitolo: fame e sete della Parola di Dio, vale a dire della salvezza;
quella Parola che han sdegnata e respinta, invano ricercata nei giorni tetri
in cui tutti i beni e i tesori terreni non
possono più nulla per l’uomo.
La storia si ripete. Purtroppo !
Gli uomini sono sempre uguali, checché ne dicano gli evoluzionisti, anzi, la
loro malvagità si è raifinata e contornata d’ipocrisia.
« ...che mentre i figliuoli degli uotniiui
sono in vita, il cuor loro è pien di moie,
e hanno delle follie al cuore; e dopo ciò,.
vanno a morti » (1), affermava melanoonicamente l’Ecclesiasté, e ancora noi,
dopo tanti secoli confermiamiO la triste
sentenza.
Dove lo Spirito del Signore non opera non sono che tenebre, crudeltà, (empietà ed egoismo.
I giorni foschi che noi viviamo si prestano al vaglio della fede dei figliuoli
di Dio, e alla prova dèi cuore di tutti
gli uomini, e noi vediamo tragicamente riprodursi il quadro dipintoci dal
Sacro Scrittore. ^
Oggi più che mài i prezzi, specialmente dielle vittuiaglie, raggiungono cifre
iperboliche, sicché Ü povero, il bisognoso, deve perire di neorasità; oggi più
che mai si inganna e si froda ! E pure
ci si adorna del nome di cristiano e ip»critamentè si frequenta le Chiese per
sentire ammonimmti che dìventan lebtera morta.
Poi<fiié si verifica oggi ancora qufiilo
(1) Eccl, 9: 3.
»... ■
.51)6 ~ •.f"
che il i^gnore^ denunziava aP profeta
,\,Eze<diÌele:.«...e‘dicono; Venite dunque
' ad ascoltare quaVè 'la parafa che procede ^dfdl’Eterno — E vengiono da te "
come la folla, e il . mio popolo si "siede
fi davanti a te, e ascolta le tue parale, ma
-non,le mette in pratica; perchè con la
bocca fa mostra di malto amore, ma il
suo cìiore va dietro, allw sua oupidhigia.
Ed ecco tu sesi per loro come una canzone d’amore d’uno che abbia una bella voce, e sappia suonar benlfl; eisrii ascoltano le tue parole, ma non le mettono
in prcelAca » (Ez., 33: 30, 33).
Ma il Signore é giusto vendicatore,
ed il pianto e le sc^erenze dei poveretti e dèi bisognosi sqno raccolti davanti alla Sua Faccia.
„ Certo l’ira dell’Eterno colpirà i disonesti di tutti i tempi, coloro che i>er la
durezza del loro cuareuccidono i lor
fraitelli; e in quel giorno per certo i loro
idoli d’oro e d’argento non li potranno
salvare ! ,
Rientriamo in noi .stessi; fermiamoci
sulla folle china; ascoltiamo la Voce
deU’Eterno che chiama a ravvedimento; apriamo il cuore alla misericordia
e cessiamo di provocare Iddio con le
nòstre ribellioini !
Oh se sapessimo volgere lo sguardo
verso le ricchezze imperiture ohe Iddio
ci offre, e tendere le nostre mani verso gli immensi tesori nascosti in Lui
solo bramando avidamente di possederli, perché quelli soli sono la vera ricchezza. la fonte di ogni bene, di*ogni
soccorso, di ogni gioia, della vita stessa, della vita eterna !
« E questa è ia vita eterna: che conoscano te, il sólo vero Dio e colui che
tu hai mandato, Gesù Cristo» (Gdov.
17: 4).
■ Oh; se diventassimo saggi prima che
ancora a. noi venga ad esser chiusa per
sempre la porta della salvezza !
A. Ch.
Cronaca Valdese
BOBBIO PELLICE
LUSEHNA SAN GIOVANNI
del marito Aldo Amotilet, dolfeduto in'ùiia
clinica a Cuneo, il 22 giugno. '
—^ Il 27 maggio, nel nostro tempio, è stato
celebrato il matrunonìo del sig. Luigi Peyrot,
di Torre Pellice^ con la sig.na WelW« Stale,
dei Bianchi Auguri di felicità nel Signore
ai giovani sposi.
PINEROLO
..fD nostro Pastore ha presieduto, il 1° corrente, i funerali di Luigia Bonin nata Pons,
oriunda dei Chiotti di Biclaretto, deceduta
a Miradolo di S. Secondo in età di anni 51,
sfollata da Vìllar Perosa. Alla famiglia vìsitata dal lutto è assicurata la nostra simpatia crisitiana.
— NEO LAUREATI. I nostri due giovani
fratelli- Benato Voto e Alberto Theiler han- no conseguito, coq voti lusinghieri, presso
l’Università di Torino, il primo la laurea in
Legge, il secondo quella in Filosofla e Storia.
»'Vive congratulazioni e auguri di brillante
carriera ai due giovani studiosi.
La cOTnunità esprime la sua viva simpatia alle famiglie di Stefano Baridon (Bosco
Berna), 39 anni; Eliseo MelU (Bidone), 36
anni; Paolo Mondon (Bidone), 42 anni, periti
tragicamente. R.
E' giunta comimicazione alla famiglia che
l’artigliere alpino Enrico Gaydou di Dante è
deceduto il 3 aprile 1944, nel campo di Oberlangen (Germanlai ¡v’era Internato. Egli era
nato a Luserna S n Giovanni il 3 giugno
1920; arruolato neii artiglieria da montagna
aveva seguito nei suoi vari movimenti la
Divisione Alpina Taurinense, ove si trovavano, oltre alcuni cugini di cui uno caduto, due fratelli attualmente internati in Germania. La sua giornata tsi annunziava luminosa: era dotato di una forte costituzione,
di grande attività e possedeva un carattere
mite ed affabile. Egli è caduto al servizio
della Patria, lasciando nei suoi numerosi
amici il ricordo della sua bontà e del suo
grande sacrifìcio.
Raccomandiamo al Signore delle consolazioni tutti i parenti afflitti da questa dipartita ed in modo particolare la giovane vedova ed il padre.
Il 28 maggio sono state rese solenni onoranze alla spoglia mortale della nostra venerata sorella sig.na Caterina Bastie, addormentatasi serenamente nel. Signore nel suo 92°
anno, ai Malan. Rimane in quanti l’hanno
conosciuta il grato ricordo per l’opera fedele
da essa compiuta per lunghi anni quale insegnante nelle nostre scuole elementari e per
lo zelo col quale ha partecipato alle varie
attività della comunità, lieta sempre di poter lavorare per l’opera del Signore.
L’il giugno, con larga partecipazione di
parenti ed amici, hanno avuto luogo i funerali del sig. Diodati Albarin, deceduto
dopo lunga e penosa infermità, agli Albarin, nel suo 700 arino.
Il 25 giugno, presenti i congiunti e numerosi coonoisicentl, abbiamo accompagnato al
campo del riposo la spoglia mortale del signor Giovonni Giacomo Bonjour, deceduto
ai Bertot^ dopo breve malattia, in età di
76 anni.
Il 24 giugno si è spenta al Ponte la sig.fll
Repina Danna, di anni 80. .
Su tutti coloro che sono stati dolorosamente provati da questi lutti invochiamo le
consolazioni del Padre celeste.
Rinnoviamo l’espressione della, nostra profonda simpatia alla famiglia del sig. Paolo
Pons, di Pralafera, per la morte del Aglio
Silvio, ed alla sig.ra Fiorentina AmouletBenech ed ai congiunti tutti per la dipartita
RODORETTO
Il 27 giugni}, un lungo corteo funebre accompagnava la salma di Anita Genre, decedute a Campo Clot, nella giovane età di
ami 17. Ricevuta come sorella di Chiesa nel
giorno di Pasqua- di quest’anno essa, a pochi mesi di distanza, ha dovuto rinunciare
alla vita terrena dopo dure sofferenze causate da un incidente. Mentre simpatizziamo
“con la famiglia in lutto per la durissima
prova , che la colpisce, chiediamo all’Iddio
d’Amore di consolare tutti coloro che soffrono per il lutto. ‘
Ringraziamo vivamente lo studente in
teologia Giovanni Peyrot per i messaggi
ch’egli ha rivolto alla., comunità di Rodoretto e Prati nel giorno 25 giugno u. s.
SAN GERMANO CHISONE
A Miradolo, dov’era sfollata colla sua fa
miglia, si è addormentata nel Signore, giovedì 21 giugno, dopo breve malattia, Luigia
Bonin nata Pons, di anni 51.
Hanno presieduto il serviào funebre, a
Miradolo il pastore tsig. Luigi Marauda, e a
Villar Perosa il Pastore della parrocchia.
Al marito e alle tre figliuole duramente
colpite dalla repentina separazione, esprimiamo la nostra solidarietà cristiana nel
dolore.
— Domenica 2 luglio, TAsilo d’infanzia ha
chiuso il suo anno scolsistico con il Saggio.
Dopo un bel .programma di recite e di canti,
la sig.ra Ilda Beux, a norrie delle mamme
degli alunni e. la sig.ra Elena Bounous, a
nome delle signore del Patronato dell’Asilo,
hanno offerto all’ir^tancabile insegnante signorina Lisetta Rostan, un segno concreto
della gratitudine dei piccoli e dei grandi
TORINO
AirOspedale Valdese di Torre Pellìce, l’8
luglio, dopo alcuni mesi di malattia, si è
spenta, all’età di 73 anni, la signorina
Maria Forneron.
Nella sua lunga e benedetta esistenza, la
nostra sorella ha dedicato le isue energie e i
doni che il Signore le aveva concesso al
bene della famiglia e della Chiesa.
Fu per vari anni direttrice delle Casa
delle Diaconesse e dell’Orfanotrofio Femminile di Torre PellLce: in queste opere, come
pure nelle varie attività della nostra Comunità, lasciò il ricordo di ima credente zelante e profondamente dedita alla sua
missione.
Nella famiglia del fratello, che era divenuta la sua famiglia, ella profuse i suoi tesori di affetto e di vigile consacrazione.
Il funerali celebrati all’Ospedale di Torre
Penice il 9 luglio, furono una dimostrazione
di stima alla memoria dell’Elstinta e di viva
simpatia alla famiglia afflitta, alla quale rinnoviamo l’espressione della nostra solidarietà cristiana nella prova e nella speranza.
TORRE PELLICE
Il 29 giugno u. s., con una gentile festa,
sì conchiudeva l’anno scolastico dell’Asilo
Infantile Valdese. Dinanzi ad un folto pubblico di genitori e di parenti, i minuscoli
allievi, circa una quarantina, svolsero un bel
programma-d’esame, recite, dialoghetti, canti, giuochi, dimostrando gli ottimi risultati di
queiristltuto. Il quale, per l’efficace opera
educativa che compie sotto l’illuminata direzione dell’Insegnante sig.na Dora Bevel, ha
ottenuto la lusinghiera approvazione delle
Autorità Scolastiche ed il plauso di tutto il
pubblico di Torre Pellice. Il favore di cui è
circondata quest’opera, che è veramente il
fiore più gentile della Parrocchia Valdese, è
dimostrato dal fatto che per la prima volta
il suo bilancio è j|iuscito In pareggio, mercè
doni ed oblazioni di generosi amici.
— Un’altra istituzione scolastica della Parrocchia Valdese, che merita i più ampli elogi, è la Scuola Elementare Inferiore Istituita per il quartiere dell’Inverso. Questo mancava di scuola;,e quindi i bambini, che non
potevano compiere 11 lungo percorso per rag-'
* giungere una delle scuole oltre il Pellice,
specialmente .d’inverno, rimanevano forzata- ■
meni e senza istruzione. E’ stata perciò provvidenziale.la‘‘decisione'” del Concistoro, d’istituire all’Inverso le tre prime classi elementari. Il generoso dono d’un anden ha resa
là cosa possibile. Per l’opera assidua, zelante, efficace della giovane insegnante sig.na
Fiorentina Arno'Ulet, la "scuola, raccogliendo
quasi una ventina d’alUevl, ha,dat6 risultati
veramente lodevoli, ottenendo il plauso riconoscente di tutta la popolazione del quartiere. : ■
La famiglia del caro
Silvio Bouïssa
profondamente commossa per la dimostrazione di tanto affetto nella dura prova, ringrazia di vero cuore putte le persone che con
fiori e scritti ed in qualsiasi altro modo presero parte al loro grape lutto.
«Oh! bèàtt su nel Cielo...».
ALBERTO TORNERON e famiglia ringraziano di cuore le persone che manifestarono
la loro simpatia nella dolorosa circostanza
della dipartenza per la Patria Celeste della
compianta
Maria Forneron
Luserna S. Giov. (Nazzarotti), 9 luglio 1944.
Tutta la vita di Cristo fu ctroce e
martirio; e tu vorresti per te riposò e
gaiudiri?
* Imiíazíone di Cristo.
La rispettabilità é la maledizione
della cristianità del nostro tempo.
. S.ra Booth.
Scruta con attenzione questo particolare che il modello è chiamato « agnello »: vi è già in questa parola stessa
un’occasione di scandalo per l’uomo
naturale; non si desidera di essere tm
agnello. Kierkegaard.
Colui che non vuole soffrire, non può
amare colui che ha sofferto. _
-L.. ... . TertulliànoT’
...Allora la Sua gioia e la Sua opera
saranno compiute quando di me, il più
miiserabile, l’ultimo dei peccatori Egli
avrà fatto un uomo compiuto nella
perfezione. Origene.
Accade troppo spesso che si porti lo
sguardo versi il futuro, in modo troppo esclusivo e troppo ansioso, verso un
futuro che forse non si vedrà mai.
Lecky.
Ringrazia Dio ogni mattino per le
nuove occasioni che tu avrai di fare del
ben© ed abbi in seguito, durante tutto
il giorno, gli occhi bene aperti per vederle. Hilty.
CEOIflE¥RA.
renato qardiol
PINEROLO:
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S. OEIMANO CHISONE :
Al mattino del Venerdl.
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LEZIONI, traduzioni francese, ripetizioni
scuole medie. — Rivolgersi al giornale.
OFFRESI: Das grosse Conversations-Lexikon,
herausgegeben von Meyer (Enciclopedia in
48 volumi). Edizione: 1851. — Rivolgersi alla
Direzione del giornale. *
.-li
Prof; Omo Co.stabei,, Direttore responsal'ile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1944-XXII
ARTI GRAFICHE “L’ALPINA,, - Torre Pellice
)