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Roma, 13 Febbraio 1909
Si pabbliea ogni Sabato
ANNO II - N. 7
LA LUCE
Propugna grinteressi socialii morali e religiosi in Italia
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ABBONAMENTI
Italia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — • • 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non si restituiscono
INSERZIONI
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per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : E. Celli, Via Magenta 18, Roma
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Le Signore patronesse della fiera di heneficenzo, (hazzar)^ a favore delVOrfanotrofio « Gould », hanno deciso di rimandarne la data, in considerazione dèi luttuosi avvenimenti di Sicilia e dir Calabria,
che giustamente volsero le migliori energie della carità nazionale a prò dei superstiti. I
La nuora data vien fissata pei 18 e 19
Marzo p. y. ì
Che coscienze !
Qaando, tr«, te lug^b,r,i, no|;tóift^:^ella; catastro
calabrosicula, ci giunse anclie quella orribile dei
predoni che mettevano a ruba e^a sacco i poveri
avanzi del cataclisma, frugando^tia le macerie_ con
l’avidità dello .sciacallo, profanando cadaveri come
notturne iene randage, ferendo e uccidendo persone
0 già ferite o inermi, per averne te spoglie, non
potemmo frenare j^nn ìmpeto dlndjgnazione : « Che
coscienze !» ; < ’
Ma, nella nostra ingenuità, credemmo che un
poco di stato d’assedio, che un qdalcbe energico
provvedimento avrebbe posto fine aHo scandalo bestiale, e che di predoni non si sarebbe mai più dovuto parlare. Riconosciamo adesso d’esserci ingannati. I predoni, i saccheggiatori propriamenti detti
al snon delle fucilate sono spariti o almeno sono
scemati assai di numero e di ardimento ; ma' ecco,
qua e là, in tutta Italia, e fors’anche oltre le Alpi,
ecco altri saccheggiatori, altri predoni hon meno
vili di quei primi i allndiamo ai Clericali, che a
cosi poca distanza da la catastrofe fecondatrice dun
fraterno amore universale, non sono peritati di
scender tra le rovine a predare...
A predare che cosa ? L’onore^ la riputazione, che
valgono più assai dei tesori sepolti sotto i ruderi
delle città abbattute.
L’Avvenire d'lialia, ia LifeM, U Cittadino di
■Genova, il Cittudino di Brescia,l’Unità cattolica,
la Stampa, la , Corrispondensa h Romana, per citare solamente aleuni dei giornali calunniatori, hanno
propalato la notila del ratto d’orfani cattolici romani che i Cristìàhi evangelici Valdesi avrebbero
perpetrato. ,, , , ir ,
« Fuori le prove » fa loro gridato del Modera*
tore della nostra chiesa, dal presidente del nostro
Comitato, dal pastore Ernesto Giampiccoli, dal uo
stro giornale 'da conferen^te nostri m
varie città ÌtaÌiane; «.faorUe prove ....
,, Per tutta risposta nn silenzio assoluto o un abile cambiaménto'di calte in mano: Sei rapitori
_ ,,ì iS
non siete stati voi, Valdesi ; qualcuno sarà stato. »
Se i E. Prefetti di Torino e di Firenze non hanno
scoperto un solo degli orfani cattolici romani negli
orfanotrofi evangelici di Torrepellice e di Firenze,
poco inrporta : voi Valdesi, voi Evangelici, li avrete
trafugati.»
« Che coscienze ! * esclamiamo noi.
I clericali sanno benissimo che non ci fu un
solo ratto, nè un solo trafugamento ; sanno benissimo che nessun pastore valdese fa nè in Calabria nè
in Sicilia se non per rintracciare i superstiti evangelici ; sanno benissimo che la notizia propalata è
falsa; che è una calunnia, una diffamazione ; lo
sanno, lo devono sapere, poiché non vi fu nè ratto
nè trafugamento di sorta ; lo sanno, ep(iure con
p erfetta calma continuano a parlar di ratto, di
tr alugamento, di lazzia ecc. ccc. Oggi stesso ci è
pervenuto un altro giornale papistico '.Il Cittadino
di Mantova di domenica 7 febbraio, il quale comincia un articolo dal titolo : Ancora lo sfruttamento anticlexiccde deyhf,o^piR!, con queste parole
« Ogni giorno più vengono a cadere nel ridicolo
« e nel falso le smentite che da molti si volevano dare,
« dichiarando essere tutta una semplice montatura
t clericale intorno al vergognoso mercato degli orfani
. siciliani e calabresi. Lo sfruttamento massonico-pro« testante del tragicq momento viene ogni giorno
« smascherato più e posto alla luce con prove esau
€ rieuti.»
Che coscienze!
Ecco ! Se dovessimo scegliere tra i saccheggiatori veri e propri e questi altri predoni dell’onore
altrui ipocritamente avvolti nel manto cristiano,
sceglieremmo quelli. Per quelli scorgiamo attenuanti:
il bisogno, la mala educazione, l’ambiente malsano.
Per i clericali calunniatori le attenuanti non ci
sono : essi conoscono il Cristo santo e amorevole ;
si tengono per cristiani, per soli veri cristiani. Ah
s’ha nu bel dire, ma gli increduli hanno ragione :
Se il cristianesimo è il cristianesimo dei Clericali
da la coscienza iucartapecorita, abbasso il Cristianesimo! Sbagliano tuttavia gl’increduli, in quanto
che non s’avvedono che il Cristianesimo non è monopolio della razza più spregevole di ladroni che
esista. ‘
Noi vorremmo poter penetrare in queste anime
nere e studiarne i sentimenti e farne la psicologia
Sanno d’aver calunniato; h sanno... Con quale cor
raggio si professano ancora cristiani ! E che cosa
sperano ? Di convertirci ? Ma noi vi abbiamo scoperti bugiardi ! Di convertire chi dal Cattolicism’o
romano s’è alquanto allontanato ? Poveri illusii I
Ciò che ripugna, ciò che allontana maggiormente
da voi gl’italiani è la vostra ipocrisia, è la vostra
malvagia propensione alla calnnnia !
« Calunniate, calunniate, qualche cosa resterà »
Si, resterà in parte a nostro danno ; ma in parte
maggiore assai a danno vostro ; ormai gl’italiani
sono stanchi di voi e mormorano indignati : « Che
coscienze, che razze di coscienze! »
“ Il turpe mercato „
I fogli clericali non se ia danno per vinta, sebbene siano persuasi di avere presa una famosa cantonata ; essi fanno a fidanza coll’atavismo di supina
credulità che contraddistingue i loro devoti abbonati,
i quali, fra le amarezze dei doveri religiosi, han l’obhligo morale di un abbonamento all’organo della
curia, premiato, si sa, da un biglietto per l’accelerato attraverso il purgatorio.
Cou simili lettori, nou c’è da darsi pensiero per
essere esatti, scrupolosamente veraci, corretti, costoro non controllano e non esaminano ma subiscono
ad occhi chiusi la pappina che si ammannisce loro.
Ecco perchè certi ineifabili corrispondenti fan fortuna ; più mastodontiche le sballano e più inverosimili scodellano le loro zappette ! E come l’ha capito Cameade della gente Emilia, qaando diè di
calcio ad una certa Rivista Bnddistica per votarsi
cavaliere, meglio |S|oJd^^dell^^^^ vat|qana !_
Primo suo atto fu dr 'ScégUè^si un santo protettore e nou esitò a dar la prefèrenzk a Sant’Antonio
per assicurarsi lui pure l’ubieuità, Un reporter onnipresente, che invidiabile 1 acquisto per i Corrieri
l’Avvenire, i Momenti ecc. Poveri eretici, sventurati valdesi, non la farete più franca .questa volta,
c’è ornai chi vi sorprende a Messina, a Reggio, à
Palmi, a Catanzaro, a Napoli... egli è dovnnqùe ; e
non pensate a difendervi in pabhiièhe conferenze
perchè Carneade, lapis in mano, è già a sno posto
e guai alle sue staffilate.
Vuoisi che nascesse sul margine d’una palude e
appartenga alle zanzare velenose ossia anofeliche,
ma ebbe la disgrazia in un incontro memorabile di
perdere, il pnngigìione, se ne consolò ripromettendosi di raddoppiare il bnzzio delle alnzze e di fatti
il chiassoso ronzare è ormai la sua prerogativa.
Non poca emozione, s’è prodotta in Vaticano all’apparire di sì prezioso difensore della fede, ed a
degnamente ricompensarlo, gli unite volevano seu;
z’altro iscritto alla cappella di Mustafà, gli altri lo
volevano caporale della guardia svizzera, infine prevalse il concetto di promuoverlo minutante di bolle,
date le sue speciali attitudini a gonfiare i palloncini contro i protestanti.
Mentre Cameade, proclamato membro onorario dei
circoli della gioventù ^ cattolica e benemerito delle
Unioni e società romane, s’ appresta a nuove rivelazioni sensazionali, torniamo al turpe mercato.
Da dodici giorni e.più, gonfiandosi le gote, i signori clericali, vociano: abbiamo le prove, daremo
je prove... e stiamo sempre ad aspettare ! Maestri
nell’arte di dare if cambio imbastiscono certi fantocci da, fare pietà, co?ae quel tale fra di essi che
saccheggia un numero della * Luce » per mettere
assieme le sue prove probantissime.
Sentitelo : esiste un telegramn)a del Direttore dell’Orfanotrofio di .Bnrdigiìera che chiede orfani\ v’è
nn voto deU’Associazione Cristiana dei Giovani che
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LA LUCE
decide d’adottare uà orfano', v’è la notizia che le
dame della Società di beneficenza lavorano per degli
orfani ! Oj'fani, orfani, orfani ! La Luce ammette che
i Valdesi osano !a parola: « orfani >,che pensano
con compassione ad « orfani », che son disposti ad
occuparsi « d’orfani », dunque cosa volete di più ?
E’ stringentemente logico : i Valdesi hanno incettato, rapinato e fatto mercato d’orfani !
Se poi non siete ancora convinti pigliatevela col
vostro povero cervello le cui molecole non sono fosforescenti abbastanza per vedere quel che il non
mai abbastanza lodato articolista e consorti vedono
cosi translúcidamente I
E’ ben vero che non è stato fatto ancora il nome
d’un solo pastore valdese rapinatore;
che non sono ancora stati identificati gli orfani
incettati;
che non si è ancora indicato nè il luogo ove
venne perpetrato il furto, nè quello ove è nascosta
la refurtiva;
che nessun testimone ha precisato chessisia ;
ma ognuno ha ripetuto voci indeterminate;
che tutti quei testimoni sono d’un colore (nero),
cioè tutti reverendi. Infatti il Direttore del Ginnasio
di Palmi, è bene lo si sappia, è un sacerdote.
Ma queste esigenze, sono roba da eretici, un buon
clericale non ha bisogno di queste evidenze per credere ed affermare.
Vi è chi non si persuade che tanto accanimento
sia a base di zelo religioso, ammesso pure di zelo
cieco; vuoisi dunque che vi sia li sotto una manovra
elettorale, e certe recenti rivelazioni clericali d’un
blocco Massonico - Israelitico - Valdese, lascierebbero
credere che fra l’altro i vaticanisti vorrebbero impressionare il corpo elettorale e condurre il Governo
a patti con loro per salvare le Istituzioni, compreso
il primo articolo dello Statuto.
Cozio
Cronaca del... ratto
Ci scrivono da Torino:
« Le informazioni di colui che nella Stampa fece
la piccola inchiesta sui sessanta bimbi consegnati al
Comitato Valdese e sui ministri mandati colà dalla
Grande Tavola Valdese collo scopo di rapinare
cattolici per barbettificarli sono il parto di una
immaginazione fanatizzata dai clericali, ai quali sarebbe ovvio il domandare se fra i bimbi da essi raccolti non vi sono fanciulli ebrei e protestanti che
essi si sforzeranno di cristianizzare a modo loro e
cioè papistico ed antievangelico.
La Grande (?) Tavola Valdese, che l’articolista
conosce quanto conosce il gran lama del Thibet, è
una venerabile e veneranda amministrazione ecclesiastica cristiana evangelica valdese, che non ha
mandato nessun ministro valdese sulle fumanti rovine di Reggio e di Messina per rapire fanciulli.
Se il signor Presidente del Comitato è stato a Palermo e se, affatto Indipendentente nelle sue mosse,
il pastore Giampiccoli lo ha raggiunto a Palermo,
dove lavorarono pel sollievo dei feriti e per rinvenire i nostri feriti ed i nostri bambini, essi nulla
hanno commesso contro la libertà di coscienza e di
culto dei cattolici. Il Pastore Jahier andò a Palmi
colla Squadra Valdese della Croce Rossa.
I clericali ricordino il ratto di numerosi bimbi
valdesi, compiuto da frati e monache nelle nostre
Valli, prima dell’equo editto di emancipazione! Nane
erudimini !
Un valdese liberale ».
* H;
II nostro Moderatore, comm. dott. G. P. Pons,
ha diretto lettere dì protesta ai giornali la Stampa
e il Momento,
• •
Anche il Pastore Enesto Giampiccoli di Torino
ha diretto una lettera alla Stampa.
• *
Il Sesto del Carlino ha pubblicato il telegramma
del Presidente del nostro Comitato, signor Arturo
Muston, ed ha messo in berlina i Clericali, ai quali
si applica benissimo l’adagio : « Chi ha il sospetto
ha il difetto » o viceversa.
• «
La Lanterna Pinerolese stimmatizza a sangue i
diffamatori in un articolo dal titolo : La rassìa..,
eretica. Chiediamo alla nobile consorella il permesso
di riprodurre qui l’articolo.
Sentitelo :
Da qualche settimana, come ad ubbidire ad una parola d’ordine, le gazzette clericali della penisola, con
grande clamore, vanno menando una attiva campagna
contro gli eretici, rei di essersi recati nelle terre visitate dalla sventura, a lenire coll’obolo e coll’azione
personale, le infelici vittime di un cataclisma tellurico.
Certi fogli descrivono a vivaci colori le scene pietose in cui. Valdesi, Massoni ed Ebrei, indicati quali
uccelli da preda, piombano fra le infelici popolazioni
smarrite, e strappano gli orfanelli piangenti, per condurli nei loro Istituti di educazione !
Il Momento, l’altro giorno annunziava la partenza
da Pinerolo di una Squadra di Pastori, con l’incarico
di razziare quanti orfanelli più potevano per condurli nelle Valli.
Non è bastato la smentita che il signor Giampiccoli di Torino ha dato alle fiabe messe in giro da
interessati, avvertendo che solo due Pastori si recarono in Sicilia per provvedere alla sorte dei correligionari, non è bastato pubblicare i nomi e cognomi
dei beneficati, degli orfani di Evangelici raccolti, i
quali si badi bene, hanno tutti qualche vicino parente,
che la loro sorte tutela.
La campagna denigratoria non è cessata per questo,
e si implorano dal Governo provvedimenti atti ad
arrestare l’insidia dell’eresia.
Che di più? Un delegato pontificio, il can. Cottafavi,
sollecita un’udienza dall’on. Giolitti, e subito dopo il
colloquio i giornali vaticaneschi stampano le seguenti
meravigliose parole : « Il Presidente del Consiglio
avrebbe dichiarato che d’ora innanzi l’orfanità cattolica di Calabria e di Sicilia sarà tutelata da ogni
insidia eretica, massonica, ebraica o sovversiva; egli
non avrebbe neppure nascosto al degno prelato il suo
rammarico per una certa tendenza anticattolica o per
10 meno acattolica predominante nel Comitato di Napoli, presieduto da una valdese, la signora Turin, che
tiene ai suoi fianchi la socialista professoressa Labriola
e l’ebrea signora Levi... ».
Non crediamo che nell esercizio della carità non debba
sollevarsi mai l’antipatico ed anticivile spirito di parte
religiosa. Noi abbiamo visto nella grande, solenne e
sublime manifestazione civile del mondo intero, l’imperatore del Giappone, quello della Cina, il Sultano,
gli Stati Uniti protestanti, la Francia atea, l’Austria
cattolica, la Russia scismatica concorrere tutte all’opera altamente umanitaria, e tutto il mondo cui
non accieca odio religioso, ha piaudito senza riserve
alla manifestazione non cristiana soltanto, ma alla solidarietà fraterna delle nazioni nella sventura.
I fatti isolati finora narrati dai fogli clericali, furono tutti smentiti, ed i giornali di Roma, come il
Giornale d’Italia, ebbero severe parole per il tentativo insano di destare nell'animo semplice dei profughi, dei derelitti e dei buoni, il vecchio ed infame
odio religioso.
Ah lo giovinette sepolto nei monasteri, i giovani
volontariamente avviati al sacerdozio, o dati in educazione ai molteplici Don Riva, onde le cronache son
tuttodì ripiene, non contano per nulla 1 Al clero solo
è dato il privilegio di educare secondo umanità le
anime tenerelle dei poveri orfani calabresi, al clero
nostro che non ha voluto confondere il suo obolo
con quello del mondo civile, che ha raccolto per conto
suo, badando bene a che la destra sapesse ciò che faceva la sinistra, e avvisando che i sussidi non cadessero nelle mani di gente in poco odore di religiosità,
sovversiva od eretica 1
Eppure nessun foglio liberale ha protestato allorquando, in concorrenza ai Sindaci, i Parroci li precedevano nella raccolta guardandosi bene di far noto
che il denaro sarebbe stato mandato a Mery del Val,
11 quale penserà lui a riedificar le Chiese, i Santuari, a ristabilire le prebende, i canonicati, gli assegni...
Nessuno ha protestato poiché nella gara pel pubblico bene ripugnava spargere la critica ed il biasimo là ove non doveva esservi che l’incitamento al
dovere.
Non vogliamo credere assolutamente che la Tavola
Valdese abbia incaricato dei razziatori di orfani per
aumentare di qualche unità il gregge dei fedeli. Ciò
sarebbe una enormità ed una infamia. Il ricordo dei
Catecumeni dovrebbe bruciare ancora nel ricordo di
un tempo che fu, del tempo non lontano, in cui la
razzia degli orfani valdesi veniva organizzata ed eseguita per legge, dietro ordine del vescovo Charvaz o
dell’arcivescovo di Torino 1
La signora Turin, l’ottima presidente del Congresso
femminile in Roma, che ai circonda d’una socialista
e d’una ebrea, per propaganda valdese ! Cosa v’è di
più assurdo?
Ma la calunnia è sempre stata l’arte di Don Basilio.
E frattanto essa corre, ed a quanto pare è riuscita
a commuovere anche il Presidente del Consiglio, il
quale — e ciò non vogliamo supporre — si s arebbe
espresso come un ministro del Papa.
E’ d’uopo che la verità venga a galla, è necessario
che un atto pubblico, solenne dimostri che i Valdesi
non si macchiano delle infamie loro attribuite dal
clero romano.
Orbene, quale occasione più propizia per l’onorevole Soulier, di interpellare il Presidente del Consiglio sulla verità dei fatti, sulla necessità di smentirli,
di smentire il colloquio e le parole attribuitegli ?
Noi vogliamo sperare che per l’onore del nome valdese, egli lo farà; e le sue parole suoneranno viva
rampogna contro i clericali che di simili armi si servono per raggiungere i loro secondi fini !
A. P.
*
• •
Domenica, 7 corrente, come abbiamo annunziato nel
numero scorso, il Pastore Ernesto Comba teneva una
salata e al tempo stesso dignitosissima conferenza
nel Tempio .Valdese di Via Nazionale a Roma, ridneendo in polvere le armi dei diffamatori e mostrandone tutta la ipocrita abiezione.
La conferenza sarebbe stata a Inngo applaudita,
se l’oratore, per riguardo al luogo di culto, non
l’avesse impedito con un gesto gentile ed espressivo.
Erano presenti molti cattolici romani.
« tufi
Togliamo dal Momento di Torino questo grottesco resoconto della conferenza del pastore sig. Ernesto Comba. Qui si parrà ancora una volta la
scrupolosa esattezza e veridicità dei Papalini ! !
Le escandescenze di un Pastore Valdese
Roma, 7 notte
Oggi alle 17,30 la chiesa valdese di via Nazionale
illuminata come un modesto teatro di provincia, presentava — forse — l’aspetto delle grandi occasioni ;
250 0 270 valdesi fra i qnali due maggiori di artiglieria s’erano dati convegno al solito * culto pomeridiano » della domenica, chiamati dall’annunzio della
conferenza : « I valdesi o l’incetta degli orfani ».
In fondo alla sala c’erano tre o quattro buoni
romani de Roma, attratti certo più dall’annunzio
« entrata libera » che dalla volontà di ascoltare tutta
la lunga conferenza. Infatti poco dopo — capita là
musica — uscirono dal piccolo tempio dell’eresia. Mi
è impossibile fare il feroce e il settario : quando un
giovane pastore salì sul palchetto e dopo aver letto
alcuni versetti del Vangelo invitò la breve folla ad
intonare un cantico, io lessi negli occhi di molti di
quei valdesi, specialmente dei vecchi, un fervore di
pietà semplice ed onesto. Il cantico cessò. Consegnai
ad ano scaccino gentilissimo, il libro di preghiere
imprestatomi, e mi preparai ad udire la parola polemica di quello strano sacerdote in toga d’avvocato.
Il discorso di quel t mite servo di Cristo » (così
egli si qualificò) si iniziò con lo invettive più enfantiche e vuote contro il discorso del Padre Zecchi. Il
pastore disse che l’illustre gesuita non meritava una
risposta. « I valdesi — esclamò —- non rispondono a
coloro che non capiscono ! ». E uno. Passò poi ad attaccare i giornali cattolici come il t Momento » ed
il « Corriere d’Italia » ed il vostro inviato speciale,
che chiama * peggio di un ladrone sciacallo » sfruttatore della miseria e del pianto di Reggio e Messina'.
Non parlò — naturalmente 1 — dei soccorsi inviati dai
protestanti in quei paesi desolati e dell’opera degli
evangelici in favore di . fratelli » e di « non fratelli»
Si scagliò contro la Chiesa di Roma e contro i chiericuti Salesiani dicendo qualche calunnia stupidina,
ed infine fece l’apologià del Patronato c Regina Elena » con argomenti molto eloquenti e molto persuasivi.
L’oratore disse che non è giusto che gli orfani
« battezzati cattolicamente » ma nati da genitori non
osservanti vengano allevati dai preti in nome del
Papa, che ne farà dei sacerdoti. Affermò che essi deb
bono scegliersi una religione interiore, e che non
debbono finire nel dominio dei preti di Roma. Il
patronato « Regina Elena » li farà educare laicamente
3
LA LUCE
e farà bene. È questa la prima vittoria dello
Stato sull’opera « non caritatevole e interessata del
clero papale ». Chiuse ricordando le benemerenze
della Chiesa valdese, i suoi eroi e le sue vittorie. Parlò
molto e conchiuse poco. Alla fine invocò pel popolo
valdese la benedizione del Signore tra gli applausi
di pochi, come a teatro. Lo spettacolo non fu molto
interessante, ma istruttivo assai. Io non avrei mai
immaginato di andar in un tempio valdese a sentire
l’apologià di un Comitato di patronato che deve interessarsi e pensare all’avvenire di orfani cattolici !
L’apologia fu entusiastica, così come furono violente
le invettive ; ma prove, nessuna !
Emilio Zanzi
scac
libro
con
come avete sentito, il sig. Z. prova il bisogno
di dichiarare che egli non è nè feroce nè settario,
e quasi verrebbe la voglia di crederlo un amico
nostro quando egli ci dice che, dopo la lettura di
alcuni versetti del Vangelo e il canto di un inno,
egli ha potuto leggere negli occhi di molti ^ un
fervore di pietà semplice ed onesto. Genere di
fervore che, probabilmente, non è solido a riscontrare altrove !
Ma se, a dispetto di questa costatazione che non
è senza valore per noi, la mitezza del corrispondente rimane problematica, risulta però evidentissima la sua incapacità a raccogliere il sunto esatto
ed imparziale di un discorso. Egli dimentica spesso,
tt forse anche volentieri, di riferire i brani più importanti, sostituendoli, di quando in quando, con
fantasiose improvvisazioni.
Cosi egli è inesatto, quando dice che l’annunzio
della conferenza era : « I Valdesi e l’incetta degli
orfani ».
Inesatta pure è la sua affermazione che uno «
cino gentilissimo » gli abbia imprestato un
di preghiere, e ciò semplicemente perchè la
gregazione non adopera libri di preghiera.
Non è vero che il pastorp si sia qualificato mite
servo di Cristo. Questa espressione è un’invenzione
nè pura nè semplice del sig. Z. Mite servo di Dio
è un titolo, caso mai, da darsi ùVillastre gesuita
Z. (un’altra Z. ! vedete nn po’ le combinazioni !) in
quei momenti solenni quando dall’alto del palchetto
(cosi il corrispondente chiama il pulpito) egli riversa sui protestanti i tesori della sua carità e del
suo amor del prossimo.
Non è vero che l’inviato speciale del Momento
sia stato detto peggio di un tadrone sciacallo, perchè quel Vocabolario è già stato esaurito dai nostri
avversari, e poi perchè è risaputo che gli sciacalli
(povere bestie 1) non divorano che i morti !
Il corrispondente dice che l’oratore « non parlò,
naturalmente ! dei soccorsi inviati dai protestanti
in quei paesi desolati, e dell’opera degli evangelici
in favore di « fratelli » e di « non fratelli ».
E fece bene ! diciamo noi all’ironico sig. Z. Perchè mancar di delicatezza ricordando pubblicamente
e fuori di luogo ai nostri concittadini che i protestanti americani, inglesi, tedeschi, olandesi, svizzeri ecOi hanno mandato parecchi milioni in dollari e
sterline, senza preoccuparsi affatto se queste ingenti somme dovessero servire a cattolici o a correligionari ? I grandi soccorsi elargiti con mirabile
entusiasmo da tanti eretici, in nome della fratellanza umana, forse ehe dispiacciono al corrispon
dente? « Non olet! » dice egli con gesto vespa.
sianico. « Lo spettacolo fu istruttivo assai » soggiunge il resocontista. E chi ne dubita ? Soltanto
è peccato che la sua labile memoria gli abbia fatto
dimenticare parecchie affermazioni importanti.
Ricordiamogliele.
L’oratore ha affermato che il chiamare i Valdesi
rapitori di orfani k una calunnia voluta, e che essa
viene arciprovata dal fatto che, a tutt oggi, nessuno
dei numerosi giornali clericali è stato in grado di
citare il nome di un solo rapitore o quello di un
rapito 0 voluto rapire. Perchè lo Z. non ha colto
l’occasione per dar lui le prove del fattaccio ?
Egli è perchè, se fu facile l’accusare, riesce impossibile il provare un fatto che non esiste 1 !
Parlando del Patronato « Regina Elena » (amarissima pillola dovuta, trangugiare !) il pastore disse :
« Va da sè che non ci occupiamo affatto del Patronato, il quale non ha bisogno di essere da noi difeso ». Come dunque può il corrispondente dire che
fu fatta r apologia del Patronato ? Ma via ! un po’
più di memoria nei resoconti onesti !
E poi, perchè non riferire, per maggior istruzione
dei lettori, i seguenti faci cavati dalla storia e
riferiti dall’oratore? Lo sterminio dei Valdesi delle
Calabrie, avvenuto nel 1561 in seguito ad un’inchiesta del terribile inquisitore Michele Ghislieri,
nel quale tutti i fanciulli dai 15 anni in giù vennero rapiti dai frati e distribuiti alle famiglie di
quelle terre. Le persecuzioni dei Valdesi del Piemonte, che terminarono nel 1686 con l’esilio, e durante le quali vennero razziati dagli emissari dei
preti non meno di 2.000 fanciulli protestanti, e internati in gran parte nei conventi per farne dei
frati e delle monache.
E perchè non ricordare che nello scorso secolo
il vescovo Charvaz apriva in Pinerolo un ospizio
in cui si accoglievano i fanciulli valdesi, per ricondurli nel grembo della Chiesa? Santa Infanzia di Lione, così chiamata perchè con i suoi vari
milioni di capitale procede all’ acquisto sistematico
di fanciulli, a dieci, a venti lire l’uno, nell’ India,
nella Cina e in altri paesi ancora, ove le missioni
cattoliche vanno avanti con questa incetta di anime ?
Perchè non parlarne ? Ah ! certi tasti, meglio non
toccarli, non è vero ? !...
E per oggi basta!
Noi ci auguriamo che d’ora innanzi il signor Zanzi
possa guardare ai Valdesi con animo nè feroce nè
settario, ma semplicemente onesto. Allora c’intenderemo.
Pietro Roberti
«
4: «
L’infame notizia, diffusa dai clericali, ha varcate
le Alpi, ed è stata riportata perfino dalla Oazette de
Lausanne, in questi termini :
« Roma, 1- febbraio. — La stampa cattolica protesta contro l'atto del Governo, il quale consegnò
alla setta dei Valdesi del Piemonte un certo numero d’orfani siciliani e calabresi, i cui genitori defunti erano cattolici. Coire voce che Pio X intenda
protestare pubblicamente ».
Per... rifarci la bocca, ecco la notizia diffamatoria
vestita della prosa dell’organetto clericale senese,
Il Popolo di Siena :
< Un egregio anonimo, forse qualcuno della Chiesa
Valdese qui in Siena, ci invia il Giornale d'Italia
del 1- febbraio in cui si contiene una smentita scritta
al giornale stesso dal signor Arturo Muston, Presidente dell’Opera Valdese in Italia, contro la notizia
data da molti giornali cattolici e anche da noi sull’incettamento di sessanta orfanelli siciliani fatto dai
Valdesi sul luogo del disastro, a scopo di proselitismo
religioso.
Ringraziamo l’egregio anonimo, ma ci permettiamo
di fargli sapere che nonostante la smentita del signor Arturo Muston, tanto il giornalista Emilio
Zanzi, quanto il signor Francesco Zanetti confermano
di essere stati testimoni di questo incettamento; quest’ultimo anzi assicura che per opera di D. Primo e
di Zuntro, alcuni dei sessanta orfanelli affidati ai
Valdesi, furono potuti riotienere, ma quelli ottimi sacerdoti dovettero pagare al Comitato 15 lire al giorno
per ogni orfanello.
Certe smentite dunque vanno raccolte con benefizio
d’inventario, e siccome lo Zanzi ha promesso di dimostrare la sua asserzione, abbia la bontà l’egregio anonimo di aspettar a credere alla smentita ».
Che « il giornalista Emilio Zanzi » e il « signor Francesco Zanetti » confermino, sarà benissimo. Tutti i giornali clericali, compreso il Popolo
di Siena, confermano del pari. Ma che la loro conferma valga, è un altro paio di maniche. Quanto a
noi, attenderemo con pazienza la dimostrazione promessa dallo Zanzi; ma fin d’ora lo sfidiamo a svelare un solo nome di persona valdese che sia andata nelle terre desolate a far « incettamento » di
orfani cattolici romani. Se lo Zanzi non accetterà
la sfida, ci sarà facile cavarne una conclusione edificante.
* *
Al Direttore del'Ginnasio di Palmi, ch’era stato
indicato dai giornali clericali come un testimone che
avrebbe visto i pastori valdesi andare jattorno per
incettare orfani, il Presidente del nostro Comitato fece
consegnare in proprie mani, dal signor Biagio Panascia, la seguente lettera : j
€ Roma, 2 fehbràjio 1909.
Prof. De Marco, Dirett. del Ginnasio di Palmi.
i
Chiarissimo Signor Professore,
Un telegramma da Roma nìVAvven'ò'e d'Italia
di Bologna (30 gennaio — pubblicato il 31 domenica n. s.) afferma che Ella avrebbe ¡dichiarato al
padre Mistretto che « aveva visto già parecchi Vaidesi, aggirarsi in quella località allo Scopo di raccogliere orfani ». Orbene, vengo a pregarla di dichiarare a me il nome di uno almeno di quei pastori
valdesi, e a difetto del nome, di dirnjii come Ella
identificava per Valdesi le persone cui allude.
Rivolgendomi a persona colta non occorre che io
insista sulla necessità di non fare confusioni di persone e di designazioni. i
Intanto sono in grado di affermare juel modo più
assoluto che nessun pastore od agente valdese è stato
mandato in Calabria od in Sicilia peri fare incetta
di orfani, nè vi è andato per conto proprio. Può
darsi che a Palmi od altrove si sieno trovati rappresentanti di altre chiese evangeliche — con qual
missione e fine non tocca a me l’inqagare — ma
quel che a me preme si sappia chiarajmente e senza
equivoci, è che nessun Valdese ha in0ttato orfani
cattolici romani, trasportandoli in seguito in Istituti
della Chiesa.
Faccio pertanto appello alla lealtà d’un educatore,
con funzione governativa, perchè apparando più accuratamente i fatti, egli si ricreda e corregga un
apprezzamento lesivo per una comupità religiosa
quale è la nostra che all’estero ed all’interno gode
di meritata fama di correttezza e di Onestà.
I
Aspettando un suo cortese riscontro, mi pregio
di ossequiarla
Pev.mo
Aftat^o niuston »
« Messina (bordo Savoia), 7 febbraio 1909.
Egregio Signor Arturo Mastoni
Ricevo quest’oggi dal signor Biagio Panascia la
Sua del 2 corrente, ed in ordine alle spiegazioni
Ch’Ella mi richiede. Le dirò che in un giorno dello
scorso mese, che non ricordo, fu riferito a Mons.
Morabito che dei protestanti erano venuti in Palmi
a raccogliere orfanelli. In seguito a ijuesta notizia
Mons. Morabito, che fin dal giorno 8 j gennaio aveva
diramato una circolare ai Parroci relativa al ricovero degli orfanelli, avvertì, per mezzo di pubblico
banditore, le famiglie di Palmi che potevano affidare a lui gli orfanelli che sarebbero ricoverati
provvisoriamente in San Ferdinando di Rosarno in
case offerte dal Marchese Nunziante.
Poiché appunto tra il 10 e il 15 avevo visto in
Palmi due protestanti, uno dei quali j oriundo di Seminara, io credetti vera la notizia, e tale la riferii,
in una conversazione, a Padre Mistretta.
Io non so se quei due protestanti
0 Metodisti; so certo che uno di loro r
Calabria. Parimenti non mi consta,
tivo, se quei due fo.ssero venuti a Ij*almi per cercare orfanelli o per altro scopo, ovvéro se fossero
soltanto di passaggio. !
Niente altro ho da aggiungere in risposta alla
Sua lettera, e col massimo rispetto ¡La riverisco.
Dbv.mò^
Sac. Dott. FiLippjo De Marco
Direttore del R. Ginnasio dì Palmi ».
ussero Valdesi
¡siede a Reggio
n modo posi
E questo fia suggel
Il [rlstianesiino di [risto
di Giov. E. Melile. —
Cent jsimi 10 la copia.
Sconto del 20 per cento oltre le 100 copie. Spese postali in più. Per ordinazioni rivolgerai a Antonio Rostan, Via Nazionale 107, Roma. Affrettare le richieste.
Autorevole giudizio^ del prof. B. LaPanca: « Ho
letto nella Rivista Cristiana il vostro programma evangelico, cioè Il Cristianesimo di Cristo. Mene congratulo sinceramente. In esso sono pagine di mirabile
verità storica, di straordinaria efficacia morale e spirituale, di grandezza e bellezza religiosa indicibili»
4
LA LUCE
bopo la Catastrofe
Il Sig. Luigi Bostagno ci scrive da Palermo :
• Trovandomi alla vigilia della mia partenza per
l’estero mi corre l’obligo, prima di lasciare Palermo
di adempiere per mezzo di « Luce » ad un gradito
incarico.
I nostri superstiti di Messina e di Reggio qui
ricoverati che tra grandi e piccoli ammontano tuttora a 36 furono al loro arrivo a Palermo subito
accolti con affetto dai loro fratelli. Abbiamo steso
loro una mano amica e ci siamo adoperati per alleviare in qualche misura il loro dolore. Ma ciò non
avremmo se non in minima parte potuto fare senza
l’aiuto dei fratelli delle chiese d’Italia e d’oltre
Alpi. A quelle chiese, a quei fratelli che sono stati
loro larghi di simpatia e delle prove tangibili di
essa i cari superstiti mi hanno ripetutamente pregato di inviare un ringraziamento che parte dal fondo
del cuore e questo io fo oggi ben volentieri. Quante
volte li ho uditi dire :
« Ah come siamo stati più fortunati di quei tanti
nostri compagni di sventura che aspettano un po’
d’aiuto dalle autorità o dai comitati ! » I feriti che
sono in numero di otto vanno migliorando, anzi
alcuni sono quasi guariti ; ma per quali sofferenze
e acute e per quali ansie han dovuto passare !
La signora Leonilda Agnese per esemtdo, madre
di cinque figli che si sono tutti salvati, la quale
riportò una grave ferita al braccio e una fortissima
contusione al costato con commozione interna, stette
7 giorni tra la vita e la morte senza alcun soccorso medico e altri 7 -ne trascorse a Messina in
una misera baracca ove l’acqua s’infiltrava dapperpertutto, priva di ogni conforto. Fu dopo due settimane soltanto che potè venire trasportata in quest’ospedale della Croce Rossa. Nel medesimo ospedale visitai ieri la nostra sorella Musco nata Brescia
da Falerna assistita amorevolmente dal marito. Ha
riportato una frattura aperta del collo del piede
destro e sarà immobilizzafei a letto per altre due
settimane almeno. Sono profughi da Reggio ove il
signor Musco trovavasi come applicato di ferrovia.
I loro quattro bambini sono stati condotti a Nicastro presso la nonna materna. La signora Curasi
Fleres che a Messina lasciò morti sotto le macerie
il marito ed i figli stà molto meglio con la sua ferita al braccio destro. Però trattandosi di lacerazione di un grosso tendine si teme che il braccio
rimanga debilitato in modo permanente. In via di
guarigione trovansi la signora Trombetta-Grill e le
signorine Falkenburg e Oates. Avrò il piacere di
accompagnare quest’ultima a Roma ove verrà accolta in cotesta Casa internazionale unionista. Oltre
ai nostri abbiam potuto recare qualche aiuto ad
alcune famiglie cattoliche.
Ieri l’altro i signori Trombetta ci presentarono
una famiglia di 11 persone, padre madre e 9 bambini amici loro, cattolici ferventi ma degnissime
persone. Avevano avuto a Messina dal vescovo Mons.
D’arrigo una commendatizia per questo Arcivescovo
e naturalmeute non dimenticarono di valersene. Ebbene lo credereste ? Dopo essersi presentati e ripresentati all’arcivescovado, dopo aver aspettato già 20
giorni non hanno ancora ricevuto nulla di nulla.
Quello che non ha fatto sua Eminenza ebbero il
privilegio di farlo l’ottima signora Bertha Hirzel e
la moglie del pastore Valdese che li provvidero di
indumenti di cui avevano gran bisogno.
Ad esprimere la sua gratitudine la mamma di
quei 9 bambini non potè trattenersi dall'abbracciare
le due signore protestanti ».
li. l^ostagno.
Ì * *
Ci scrivono da Me. Donald (America) :
« Una lettera portava a tergo della busta le parole:
Chiesa di Messina distratta, famiglia Chauvie
perita. Cerco di allontanare quelle parole dalla mia
mente, cerco di pensare cose liete : invano. Sempre
mi ritornano allo spirito. Faccio il commento a queste
parole e dico : No, la chiesa di Messina non è di
strutta, il ruolo dei membri è semplicemente trasferito sul gran libro, lassù nei cieli : Spero che
l’espressione del magnifico cantico inglese : « Quando
la chiamata si farà lassù, io ci sarò », si applichi
a tutti i nostri tratelli in fede di Messina la di cui
vita fu troncata così subitamente. Inquanto ai cari
amici Chauvie non dico che sono periti ; ma che
riposan sicuri in man di Cristo. Caro Adolfo, compagno delle gioie passate, allorquando senza responsabilità sedevamo nelle panche del Collegio di Torrepellice, depongo un fiore ed una lacrima sulla tua
tomba e ti dico : « Arrivederci nella casa del Padre ».
Enrico Oarrou »
tiasaSiSB eMs ¡Sñgzasmas
Vii moimmciitojjatiko in pisa
Fu annunziato, tempo addietro, che l’Associazione
razionalista pisana, commossa dalla profanazione che
si voleva tentare sul grande nome di Galileo da pai-te
dei preti alleati per la circostanza con quanti dai
più magnanimi avvenimenti voglion trarre benefici
individuali, avrà a sè l’iniziativa di erigere un monumento a Galileo Galilei in Pisa, anche per testimoniare, che il culto dell’opera sua colossale è rimasta e rimarrà nelle coscienze dei liberi pisani.
Se i razionalisti pisani intendono con queste onoranze al sommo scienziato nostro prevenire i clericali nel tentativo di riabilitare la Chiesa, che osò
condannare l’ardito novatore, meritano ampia lode.
Ma se, come temiamo, i razionalisti pisani intendono,
invece, in questa circostanza, far opera di propaganda ateistica (e nel nostro paese razionalismo vuol
dire, per lo più, ateismo) ed esaltare la scienza come
nemica della fede, non possiamo più lodarli, perchè,
cosi facendo, si viene a profanare il nomedi Galileo,
il quale non fu ateo, ma credente.
Invero il nostro sommo ha descritte le regole del
vero metodo da seguirsi nello studio dei fenomeni
della natura, coll’indicare che noi scopriamo le leggi
mediante ipotesi che devono essere continuamente
subordinate al controllo dell’esperienza. E qual’è il
principio che deve dirigere il peneiero nella scelta
delle ipotesi ? Galileo risponde : « Le leggi della
natura sono le più semplici che si possano immaginare... Eleviamo dunque il nostro pensiero fino alla
regola più perfetta e più semplice, e formeremo la
più verosimile delle ipotesi ».
Uno degli interlocutori del dialogo sui sistemi
del mondo esprime il pensiero dell’autore facendo
notare che « la molteplicità e la confusione dei mezzi
con l’aiuto dei quali i risultati sarebbero prodotti
nel sistema di Tolomeo (astronomo vissuto nel 1®
secolo a. C., il sistema del quale fu da tutti accettato fino ai tempi di Copernico, 1473-1543), condurrebbero alia necessità di rigettare molti assiomi generalmente ammessi nella scienza filosofica : per esempio, che la natura non moltiplica le cose senza
necessità, e che essa si vale dei mezzi più facili e
più semplici per produrre i suoi effetti; che essa
non fa nulla di inutile, e altri simili. Egli considera
le spiegazioni cosi semplici e cosi facili del sistema
di Copernico come la più meravigliosa speculazione
dell’intelligenza umana ».
Il filosofo Ernesto Naville si domanda : « Che
vuol dire « la natura che si serve dei mezzi più semplici ? » E risponde : Nessun dubbio è possibile in
proposito. Per Galileo, questa natura, la cui intelliligenza è mararigliosa, è il Creatore savio e potente.
Nota ancora il Naville che Galileo aveva il sentimento che i suoi avversari che condannavano le
sue dottrine come empie, opponevano i decreti di
una teologia traviata alle conseguenze naturali di
una fede seria in Dio. E perciò, egli scriveva nella
sua difesa alla grande duchessa cristiana : « Interdire ogni scienza astronomica, che sarebbe se non
condannare cento passi della Sacra Scrittura, che
ci insegnano come la storia e la grandezza dell’Iddio
onnipotente si rivelano maravigliosamente in tutto
il creato e si leggono divinamente nel libro aperto
del cielo ? » Adunque Galileo fu un credente, e stima
va che i progressi dell’ astronomia contribuiscono ad
accrescere il sentimento dell’adorazione del Creatore
dei mondi. Ora è lecito domandarci : I razionalisti
pisani, nel commemorare il grande scienziato, in
tendono, a proposito della condanna pronunciata dalla
Chiesa di Roma, magnificare il libero pensiero ateo,
e, ancora una volta, affermare il dissidio irriducibile tra la fede e la scienza ? Se ciò avverrà, sarà
un grave errore, perchè Galileo non fu ateo, e il
conflitto suo con la Chiesa di Roma riposa tutto
sulla confusione tra le dottrine di una teologia arretrata e ignorante con le serietà fondamentali della
religione.
Himieo iVLeynie»
fli Lettori aroericani
I nostri Lettori americani potranno facilmente farci pervenire il pre25zo del loro abbonamento, versandolo
Al Signor
prof, pastore J^lberto Cìot
86 Romeyn Str.
Rochester N. Y.
Luterò e il mondo moderno
(Continuazione vedi N. 'precedente)
Non pretendiamo certamente che queste grandi
idee siano sempre state presenti, con sufficiente precisione, al pensiero di Lutero, nè ch’egli ne abbia
intravedute tutte le conseguenze, e neppure che egli ne abbia sempre compreso il senso esatto. Ma
esse non erano meno in germe nel suo spirito, ove
compievano segretamente la loro opera, alle volte
a sua propria insaputa, a egli ne rimane il creatore
autentico, il possesso legittimo. Non è in un attimo, ad esempio, che egli riformò la sua concezione della religione. Fu trattenuto, e qualche volta
completamente fermato, nel suo lavoro, e dalle idee
cattoliche conservate, e da un attaccamento troppo
stretto alla lettera delle Scritture ; egli non poteva,
sulla questione dell’ispirazione della Bibbia, che condividere le idee del suo tempo, più d’nna volta tuttavia egli seppe romperla definitivamente con i
pregiudizi inveterati e affermare arditamente la propria indipendenza.
Cosi egli non osò forse mai arrivare fino alle ultime conseguenze del suo individualismo religioso ;
in ogni caso, il protestantesimo impiegò dei secoli,
dopo di lui, a comprendere e ad applicare questo
grande principio, il quale già contenuto nell’opera
di Lutero, fini col trionfare.
Lo stesso deve dirsi riguardo alla questione del
carattere della morale. L’idea luterana di una morale fondata non sopra atti isolati, ma su una vita
spirituale interiore, rimase a lungo velata nel seno
del protestantesimo. Ma quando, tre secoli dopo, Kant
rinnovò in maniera cosi magistrale la scienza dei
costumi, si assodò che egli aveva semplicemente riprodotto il grande pensiero di Lutero, che diventò
allora il principio di tutta la morale moderna. Sul
carattere e il valore della vita terrena, il protestantesimo conservò, in sulle prime, le idee tradizionali, cioè che essa non meritasse che odio e disprezzo. Ma con il volgere del tempo, si comprese
che l’umanità non era mai stata maledetta da Colui
che ne è il Creatore e il Padre, che essa si svolge
continuamente dalle sue prime/ origini sotto l’azione
benefica di Dio, che essa si evolve a traverso il
peccato e l’errore alla conquista della verità, che
essa prosegue questa marcia ascensionale a dispetto
delle sue mancanze e delle sue cadute che le gioie
e i dolori della vita terrena, le arti, le scienze, gli
interessi nazionali o sociali, sono degli ausiliari in
questa nobile lotta del bene contro il male, che
Dio è immanente nel mondo e che il mondo è in
Dio. Questo hanno presentito e insegnato i grandi
pensatori moderni, da Leasing e Kant fino a Fichte,
5
LA LUCE
a, Schelling, a Hegel ; questo aveva intraveduto
Lutero.
Già dunque nel riformatore tedesco s’ era fatto
la conciliazione delle idee antiche e delle aspirazioni
moderne, due ordini di verità ugualmente legittimi.
Le idee antiche erano la fede cristiana tradizionale,
la rivelazione di Dio in Cristo, la dottrina degli apostoli Paolo e Giovanni.
Da questa dottrina tradizionale Lutero ha saputo
trarre e mettere in luce l’imperituro elemento religioso che essa conteneva. Tocca ora agli uomini
veramente religiosi, veramenti cristiani e veramente
moderni di continuare questa conciliazione.
H. m.
BANDIERA BIANCA
I Pastori, gli Evangelisti, i Direttori delle Scuole
domenicali sono caldamente pregati di voler dedicare
la domenica 21 corrente (vigilia del giorno prescelto
da le Società Pacifiste di tutto il mondo) alla « manifestazione universale » prò pace e fratellanza umana.
Saremo grati ai signori Pastori, Evangelisti e Direttori delle Scuole domenicali, se ¡si compiaceranno
poi di parteciparci in poche righe ciò ch’essi e i loro
fratelli e alunni avranno potuto fare in quel giorno,
che dovrà riescire solenne per tutti.
Salice piangente
OLTRE LE aiv\ E I nflRI _St
Il sig. B. Benech di Iglesias (Sardegna) ci annunzia la dolorosissima perdita del suo genero, ch’era
d’indole buona e gentile, e che un vent’anni or sono
•era stato condotto all’Evangelo. Non smenti mai la
sua fede, fu padre amorevole allevando 7 figliuoli con
un lavoro faticoso e talora ingrato.
Da ultimo egli aveva la « direzione materiale » di
una miniera, e godeva di fiducia illimitata per parte
dei superiori.
Una pleuro polmonite, procuratasi sul lavoro e male
curata per mancanza di medici, lo rapi in brev’ora all’affetto profondo dei suoi congiunti.
Molta gente alla mestissima cerimonia del seppellimento.
Il Signore, padre degli orfani e consolatore della vedova, riconforti tutti i cuori straziati !
)<elU ?cai?ola c «clic Jsolc
Sanremo
{Matmio) Dopo la conferenza speciale tenuta dal nostro Pastore a proposito del disastro siculo-calabrese,
in. connessione col dogma dell’onnipotenza di Dio, un
bel gruppo di estranei di diverse classi sociali e disparati gradi di cultura ha continuato a seguire le riunioni del venerdì sera, in cui — in quattro discorsi di
carattere tra la conferenza e lo studio biblico — il
pastore ha trattato delle supreme finalità della vita
umana completando gli studi biblici sulla vita intermedia fatti l’anno scorso. Sappiamo che gli uditori
nostri, estranei alla Chiesa, hanno goduto assai di queste conferenze. Venerdì prossimo ne avremo una su
« Le profondità di Satana ».
Torrepellioe
Con recente R. D., il cav. dottor C.' A. Tron, pastore
valdese di Torrepellice, venne creato Commendatore della
Corona d’Italia. All’egregio amico, che, non ostante le
cure del pastorato, trova pure il tempo e il modo di
spiegare il suo zelo nel campo vasto dell’ attività sociale e filantropica, vadano i nostri sinceri rallegramenti per il nuovo attestato di stima, il quale onora,
nel tempo stesso la Chiesa Valdese.
Per chi non riceve regoiarmente
la LUCE
Purtroppo ci giungono da varie parti lagnanze
per la irregolarità con cui giunge il nostro
periodico. Desiderando di rimediare, per quanto
dipenda da noi, preghiamo gl interessati di volerci
subito avvertire, ogni volta che il fatto lamentato avvenga. Li preghiamo inoltre di tener debito conto del fatto che il servizio postale in
Italia non potrebbe essere peggiore.
Francia.
L’ottima rivista mensile di iingua francese « Le
Christianisme Social » è ormai maggiorenne, avendo
varcato il 21- anno di esistenza.
Principiando il suo 22* anno, essa annunzia che il
suo fondatore e direttore G. Chastand la affida a E.
Granelle, il quale ne assume la direzione con un Comitato di redazione che conta le migliori penne del
Protestantesimo francese ed è presieduto da Wilfred
Monod. — Ad multo c,nnos !
Svizzera.
(P. Calvino). Nella Stadthalle in presenza di ben due
mila persone gran torneo oratorio tra il pastore Pflüger
sfidato e l’Associazione dei liberi pensatori sfilante. La
discussione, mantenuta dal presidente libero pensatore
nei termini del rispetto reciproco, fini con una vittoria
del Pflüger.
— (X. Y. — Ritardata'). « Domenica, 17 gennaio,
predicò nella nostra adunanza italiana, a Berna, la
mattina, alle ore 9,30, il Sig. P. Calvino di Lugano.
La nostra sala era ben piena e i cuori degli uditori e
del predicatore battevano aH’unissonò neU’implorare dal
Signore le più preziose consolazioni e benedizioni a favore dei cari nostri connazionali e correligionari di
Sicilia e Calabria siffattamente immersi nelle sofferenze
fisiche e nel dolor morale. Iddio voglia esaudirci !
Alle 3 ! om. il P. Calvino parlò a un’adunanza della
Chiesa libera di lingua tedesca.
Alle 8 di sera per contro nella gran Chiesa Heilig.
Geist., della Chiesa nazionale bernese pure di lingua
tedesca. Sappiamo ch’egli ebbe una bella colletta a pro
dell’opera di Evagelizzazione. Altre due conferenze,
sempre in lingua tedesca, egli diede la sera del 19
nella Croce Federale e la sera del 20 nel Palmensaal
ambedue le volte con un beU’uditorio al quale, come
già aveva fatto nella grande assemblea di chiesa, egli
annunziò la vi,sita del signor Luigi Eostagno di Palermo, il quale momentaneamente ammalato in seguito
agli strapazzi sostenuti durante l’opera di salvataggio
a Messina, verrà più tardi a dare a Berna e in altre
città della Svizzera, alcune conferenze in lingua francese vuoi sull’epera di Evangelizzazione in genere, vuoi
specialmente sulla Sicilia e sulla sorte della Chiesa
Evangelica di Messina. Gli amici del signor Calvino
hanno promesso di fare al signor Eostagno fraterna
accogiienza ».
Cairo
Il sig. R. Malau ci scrive : « L’opera va molto bene.
Due stazioni missionarie sono state fondate al Cairo e
ad Alessandria. Esse non tarderanno a diventare chiese
fiorenti. In tutti gli aderenti è un sentimento religioso
profondo. La vendita delle S. Scritture procede bene ».
India
Il missionario L. C. Perfnmi ci scrive :
« Sono molto lieto di poterle dare buone notizie della
Missione cristiana evangelica in queste United Provinces. Il lavoro in favore della propagazione del santo
Evangelo à fatto con intellettò d’amore non solamente
dagli europei e dagli americani, ma anco dagli indigeni stessi.
Io ho come assistente missionario un indiano e la
assicuro che egli potrebbe soprintendere da solo al
mio distretto.
Nell’anno ora passato abbiamo aggiunto 30 indigeni
alla Chiesa del Cristo. Il cristianesimo ha qui (come
dovunque) dei forti nemici ; ma non c’è dubbio che la
vittoria finale sarà sua.
Preghi per me e per i miei collaboratori indigeni ».
Cina
G. G. di Milano ci favorisce questo brano d’una lettera della moglie del missionario Argento, che —■
come purtroppo sappiamo — è affetto da mal d’occhi s
da altre infermità e si trova in Europa per curarsi :
« Il 3 Aprile 1908, rincasando da una visita a due
cristiani indigeni malati, mio marito ebbe qualche malessere e fu obbligato a letto. Da quel giorno non potè
più abbandonare il letto 1 Egli soffre sopratutto di terribili dolori di testa, nausee, febbre alta eec. Il suo
occhio sinistro è paralizzato e la pupilla voltata verso
il naso; la mano destra, la gamba e il piede destro
sono pure paralizzati, i dolori del capo son localizzati
al cervello e specialmente nel punto ove nel 1900 ricevette quel colpo fatale (in occasione della rivoluzione
dei Boxers); dar medicine in quel caso era difficile.
Per un mese intero dovetti vegliarlo notte e giorno
ed occuparmi dei nostri 2 bambini.
Provai a farlo visitare ad Haukow da 2 medici della
Missione di Londra ed entrambi consigliarono di partire per l’Enropa per consultare degli specialisti ; non
era facile, avevamo lasciato la residenza senza la minima idea di un tal viaggio, cosi andammo a Shanghai,
ove tre dottori si dimostrarono della stessa opinione
e dissero essere il caso tanto speciale da non potersene
occupare. Partimmo su un vapore mercantile per evitare i passeggeri ed arrivammo a Londra il 10 Settembre dopo un viaggio felice, ma non senza atroci
sofferenze per mio marito.
A Londra consultammo i migliori dottori specialisti
del cervello e delle paralisi, i quali trovarono che eravi un osso che comprimeva il cervello ; occorreva
un’operazione per asportare queU’osso. Mio marito dopo
molte preghiere, era disposto di sottomettersi all’ operazione e rimase 25 giorni all’ospedale; il giorno e
l’ora di essa vennero fissate più volte, ma sempre venne
rimandata o per una ragione o per un’altra e un dottore
dopo dopo l’altro continuò ad esaminarlo. Lo specialista cui era affidato era un fervente cristiano, egli s’interessava multo. Si concluse che l’atto operatorio non
avrebbe portato grande beneficio ; cosi eccoci ora in
Norvegia : purtroppo mio marito non sta meglio e gli
è vietato di leggere, scrivere e parlare.
Lodiamo il Signore d’aver conservato l'occhio destro,
benché affievolito, e speriamo di poter ritornare ad
Kuang-cho per lavorare ancora qualche anno coi nostri
fedeli amici cinesi, pei quali i nostri cuori agognano ».
Corriere JSlordarnericano
Voglio accennare alla « great attraction » della città
di Pittsburg. Abbiamo fra noi il grande evangelista
inglese Gipsy Smith. Egli ha preso d’assalto la città
e riuflueuza che esercita sarà di certo grandemente
benedetta.
Presiede a due culti ogni giorno, uno alle due e
mezza, ed un’altro alle 8 pom. nella grande sala detta
dell’Esposizione. Alla prima adunanza assistevano più
di sette mila persone, ed altrettante dovettero andarsene, perchè non c’era più posto. Il servizio di organizzazione è perfetto. Vi sono 65 agenti di polizia che
mantengono l’ordine in modo inappuntabile. Attorno
al grande predicatore stanno molti pastori e laici tra
le persone più influenti n^*^ mondo religioso.. Chi
lesse la Bibbia il primo giorno fu nientemeno che il
signor Laug, Direttore della Pubblica Sicurezza a
Pittsburg. Che ne dicono i nostri intransigenti Italiani di un fatto simile? Se il questore di una delle
nostre grandi città d’Italia commettesse una simile
imprudenza — chè tale sarebbe considerata la condotta
di un funzionario nostro che osasse leggere la parola di
Dio in pubblico — sarebbe licenziato immediatamente.
Qui invece un’atto come queito è considerato di buon
augurio : con un’ufficiale pubblico che non si vergogna
del nome di Cristo a capo del dipartimento di Pubblica
Sicurezza, ci sentiamo meglio protetti contro i malviventi che disgraziatamente esistono anche in questi
luoghi. Gipsy Smith parla in modo cosi semplice che
anche le persone meno colte lo possono capire ; non
adopera frasi a effetti. Egli predica il vecchio e sempre
nuovo Evangelo in modo popolarissimo, illustrando Ogni
sua osservazione con fatti di cui può assicurare l’antenticità.
Il primo giorno che predicò produsse sull’uditorio
un’enorme impressione raccontando la storia della conversione del proprio padre, il quale aveva raccolto intorno a sè tutti i figlinoli per aununziar loro solennemente che oramai egli era un uomo trasformato e per
raccomandarli a Dio dicendo : c Oh Signore, tu il padre
di questi bambini : » Nell’uditorio centinaia di persone
piangevano di commozione a calde lagrime. Anche il
direttore di Pubblica Sicurezza piangeva.
Le adunanze continuano affollate coma il primo giorno.
In una di esse, Gipsy Smith parlò ai Pastori di Pittsburg e dintorni sul modo migliore per condurre le
turbe dei peccatori a Cristo e tutti i presenti fecero
il comeuto del suo discorso con una parola sola
< magnifico » I
Si sta organizzando una processione monstre per le
vie di Pittsburg ad ora avanzata. Saranno percorse
specialmente le vie ove più regna la corruzione. Un
coro di migliaia di voci canterà inni di risveglio; e
di tanto in tanto, una preghiera s’innalzerà a Dio,
perch’Egli abbia pietà dei peccatori e tocchi il loro
cuore.
Di questa processione in una prossima corrispondenza.
Enrico Oarrou
6
6
LA luce:
La Chiesa Evangelica Italiana di Schenectadg N. Y.
— Chi crede l’italiauo refrattario aU’Evangelo ed insensibile alla serietà ed alla semplicità del culto Evangelico non avrebbe che da visitare alcune fra le
fiorenti Chiese Evangeliche Italiane negli Stati Uniti
per ricredersi. Invero, molte di esse per numero e prosperità possono competere colle nostre migliori d’Italia
benché sorte da pochi anni.
La Domenica, 24 gennaio u. s., ebbi occasione di
conoscere da vicino l’opera che da quattro anni dirige
a Schenectady N. Y. il mio caro amico, signor F. Di
Giacomo con la sua buona signora, figlia del fu Sebastiani Trapani Evangelista della Chiesa Valdese per
molti anni a Trabia (Palermo). Le difficoltà, agli inizi
della Missione, furono molte ma il nostro bravo fratello,
con fede, con spirito di preghiera e lavoro assiduo le
ha superate ed ora mi pare che la sua Chiesa abbia
una floridezza e compattezza invidiabili.
E’ stato suo Consigliere, ed amico provato dell’opera
il Dottore A. Russel Stevenson, pastore della prima
Chiesa presbiteriana della città, persona dotta, di una
gentilezza senza pari e di grande umiltà che ha preso
vivamente a cuore la condizione spirituale dei nostri
connazionali.
Il 24 gennaio alle tre pom., vi fu un servizio speciale per l’ammissione di 21 nuovi memtri, e l’amministiazione della Santa Cena. Il Dottor Stevenson ed
i membri del Consiglio della ^ prima Chiesa presbiteriana vi parteciparono e rimasero commossi per la
serietà e l’entnsiasmo dei nostri fratèlli. Pel cattivo
tempo parecchi non poterono essere presenti.
Mandiamo una parola di viva gratitudine al Dottor
Stevenson e di sincero compiacimento al collega Di
Giacomo.
Prof. Alberto Clot
Pastore Valdese
Il tramonto di Roma
Un illustre scrittore italiano, che firmerà con
due asterischi, ci ha favorito la prima parte d’una
trilogia romantica, da lui recentemente composta e
non ancora pubblicata. L’Autore conosce intimamente il mondo ecclesiastico moderno, per esserci
vissuto dentro durante un lungo periodo d’anni ;
onde è in grado di dipingere e, quasi diremmo, di
fotografare i profili più spiccati delle persone maggiormente in vista nell’ambiente clericale ; di svelare la corruzione che vi serpeggia, i pettegolezzi
che vi si moltiplicano, e di toccare e di risolvere
i grandi problemi teorici e pratici che s’agitano là
dentro e che di quando in quando trapelano alla
luce del giorno.
Le figure principali del romanzo, a tinte forti,
che presentiamo ai nostri Lettori, sono figure vere,
moderne, viventi. Basterebbe cambiare i nomi, e
dare a ciascun personaggio quello ch’egli veramente porta, per vedersi circondati da persone vive e
notissime di prelati posti in alto, influentissimi.
Leggendo questo romanzo si penetra con l’Autore nella vita clericale com’è vissuta oggi, e si
riconoscono molti personaggi già più o meno noti
per mezzo di quel molto o di quel poco che del
mondo clericale papistico noi già conosciamo.
Il romanzo comprenderà probabilmente da venti
a trenta puntate. In questo numero ci restringiamo a pubblicare l’indice dei capitoli e le poche parole d’introduzione che l’Autore ha voluto premettere al suo scritto.
Ecco anzitutto i titoli dei ventitré capitoli:
*
IN *
;::j
Il tramonto di Roma - j .
« Una rissa in Trastevere — Una partita di tarocchi
— La giornata di D. Ottavio — La ghigliottina delle
idee — La genesi di un fanatico — La visione del
dottor Lincoln — PettÈsgolezzi di beghine—1,e prime
avvisaglie — Onore di donna L’ostracismo di t),
Ottavio — Le battaglie di un’anima — L’éneiclioa
« Pasoendi » — Le armi dèi vili — L’esilio volontà,
rio — Le follie dell’amore — La tentazione — La
bella Nemesi —< Fides et Amor > — La via luminosa
— Amore ingegnoso — I fati del modernismo — La
morte a Via Giulia — Il tramonto di Roma >.
*
* *
Ed ecco ora le poche parole d’introduzione :
« Questo libro è sgorgato da un’anima in duolo.
Va’, pensiero della mia mente, figlio del mio cuore;
va’ e corri per l’ampio mondo ! Riceverai come colui
che ti ha dato alla luce, lodi e biasimi, benedizifni
e maledizioni, amore ed odio. Non importa ! Va’ e
combatti per la verità ! Non l’acqua che s’impaluda
serve agli usi umani, ma quella che scorre rumoreggiando per aspro greto o cade da roccia alpestre al piano. Questa sola è bevanda, è lavacro, è
forza, è moto, è luce, é civiltà. Va’ dunque e reca
teco il suono della battaglia ! Se varrai a togliere
un solo pregiudizio, a fugare una sola tenebra, a
dissipare un solo dubbio, a liberare una sola anima,
ti terrai per ben pagato, e accetterai volentieri le
maledizioni dei fanatici, gli scherni degli increduli
i rimproveri degli opportunisti e le suppliche degl’ingenui. Va’, non temere ! La vita è moto, azione,
battaglia, o non ha ragione di essere 1
L’Autore »
EROINE VALDESI
Nuova Serie
IX
jinna Weiler
compagna di martirio d’tm Ministro Valdese a
Strasburgo nel 1458
Strasburgo ! Quali e quante memorie di storia Valdese evoca questo nome, dal giorno in cui (alla fine
del secolo 12.mo) vi presero stanza dei seguaci di Valdo
scacciati dalla Francia, fino all’Ottobre 1530 quando vi
furono accolti due Barba Valdesi a fraterna conferenza
dal riformatore Bucero!
Son memorie di roghi e di eroiche testimonianze
alla fede evangelica che giova ricordare poiché fra
esse troveremo quella della nostra eroina.
Prima ci si affaccia la figura d’uno dei primissimi
Barba Valdesi, fuggiti da Lione con Valdo. Ei si chiama
Giovanni il Presbìtero e lo troviamo a Strasburgo nel
1212 alla testa d’unà comunità Valdese di ben 500 anìme. La maggior parte di questi sono proseliti ; si
vede che il piccolo nucleo dei profughi francesi fermatisi in quella città han fatto molto frutto in soli
25 anni. Sono in rapporto coi due sovraintendenti o
rettori dei Valdesi, quello di Boemia (Valdo) e quello
di Milano (Speroni) e mandan loro l’obolo annuo. Ma
viene il giorno che i Domenicani li scovano e mandano
al rogo le loro povere vittime, il Barba cioè e con lui
70 Valdesi fra cui 23 donne e 12 preti convertiti.
Passan 20 anni, ed ecco rivivon davanti a noi due
figure di spietati inquisitori, accaniti a ricercare i Vaidesi ognor crescenti di numero e di potenza ed a martoriarli ; sono dessi Echard e Courad. Ma se per un
tempo sembrano emuli nell’opera sanguinaria, e se ambedue fanno una morte violenta, quanto dissimile é la
loro fine ! Il primo, a un dato momento, vinto dalla
costanza dei martiri Valdesi, abbraccia la fede loro, e
perseguitato alla sua volta muore martire Valdese ; il
secondo invece seguita ad applicare ai Valdesi la prova
del ferro rovente da cui pretende riconoscere quali
siano i veri eretici e manda a morte quanti ne restan
bruciati, finché col complice Torso ei viene un giorno
assassinato.
Non spari con quei roghi la fede Valdese dall’Alsazia; perdurò attraverso il Medio Evo fomentata in ispecie da relazioni coi Valdesi di Milano alla cui scuola
di ministri mandavan gli Alsaziani i figli loro.
Eran visitati dai Barba ancora nel secolo 15.nio,
poiché fu appunto in occasione della visita di uno di
essi, verso la metà di quel secolo, che avvenne in Strasburgo il martirio che ci rivela il nome d’una eroina
Valdese Tedesca.
Era nel 1458. Un distinto ministro Valdese, anzi
vescovo di quella chiesa, per nome Federico Reiser, il
fanale già altre volte vi si era recato a visitare isuoi
(Correligionari, arriva di nuovo a Strasburgo. Grande
(è la gioia del gregge Valdese, giacché chi arriva é il
pià'illustre dei loro magistri. Egli ha 57 anni, poiché
è nato nel 1401, e sin dai 18 anni ha manifestato di
volersi consacrare al ministero, per cui il padre lo ha
affidato alle lezioni di Giovanni di Planen Barba stimatissimo nella fratellanza. Ben presto il candidato fa
le sue prime armi visitando i gruppi Valdesi dì Germania e Svizzera, e finisce per insediarsi in Franconia,
a Heilsbrown come pastore d’una congregazione da lui
organizzata. Quivi in una delle incursioni degli Ussiti
egli è preso e condotto prigione in Boemia, ove trova
dei Valdesi e non solo é rilasciato libero ma viene
formalmente consacrato da Nicola vescovo dei Taborfti..
Anzi, i delegati Ussiti, che vanno al concilio di Basilea nel 1434 a tentare d’ottenere una vera riforma
nella chiesa, lo prendono con loro, cosicché egli assiste a qualche tornata di quel famoso concilio che depose Eugenio IV ed elesse al suo posto il duca Amedeo Vili di Savoia chiamato Felice V. Tornato in Boemia, fu riconosciuto vescovo dei Valdesi unitisi ai
Taboriti, ed ebbe sede a Londscron. Ma lo zelo missionario lo divorava ed eccolo di nuovo partito per visitare i Valdesi di Germania... e giunto a Strasburgo
nel 1458, viene catturato dall’iuquisizione, torturato ed
arso sul rogo.
Ma non mori solo ; una donna gli fu compagna nel
supplizio, una Valdese di Strasburgo che, con lui catturata (perché forse più degli altri si esponeva al pericolo) sali sul rogo un’ora prima di lui ; chiamavasi
dessa Anna Weiler. Quale dei due fu di maggior conforto all’altro ? Lui colle sue parole, o lei coll’esempiosuo ? Le ceneri dei due martiri, raccolti insieme, vennero gettate nel Reno. L’umile ed ignota donna ha
ricevuto la medesima corona di gloria deH’illustre apostolo di Gesù, sì é rivelata un’eroina ; e se il nome
di Anna Weiler non ci ricorda che un fatto solo della
sua vita, basterà sempre ad evocar la memoria delle
geste del rinomato banditor del Vangelo cui ella fu
compagna ed emula nel martirio. (V. Comba H. Vand.
1901 ; 621).
Teofilo Oag.
I NOSTRI IDEALI
Dolorosamente distratti da gli avvenimenti tremendi
di Sicilia e di Calabria, abbiamo smesso sul bel principio la conversazione che intendevamo di intavolare
coi Lettori gentili circa agli ideali giornalistici nostri;,
ideali che vorremmo attuare praticamente, per quanto
sia possibile, nella Luce.
Adesso che un po’ di calma é tornata in noi e d’intorno a noi, riprendiamo la conversazione, esprimendo,,
per oggi, alcune poche idee soltanto e in fretta e in
furia.
Dicevamo (ve ne rammentate ?) : Non possiamo avere
due giornali, l’uno per gli Evavgelici e l’altro per i
non Evangelici ; ebbene accontentiamoci d’averue uno
solo che serva il meno peggio poss.bile agli uni e agli
altri. Ai Lettori non evangelici non vanno le notizie
prettamente evangeliche, delle nostre chiese, delle nostre
opere particolari ? Eh via ! Se i nostri Lettori non
evangelici hanno buon senso (e l’hanno di certo !) non
si spaventeranno per cosi poco ; daranno una guardata
alle notizie, e passeranno oltre senza leggerle : chi mai
legge infatti tutti gli articoli di un giornale ? Del restonoi abbiamo la semplicità di credere che — se non
tutte — certune notizie almeno delle chiese e delle
opere evangeliche siano atte ad attirar 1’ attenzione
anche di coloro che non condividono in tutto la nostra
fede e le nostre ideali speranze.
Siamo dunque intesi. Non sognarne l’impossibile. Accontentiamoci di ciò che si può avere. Non diciamo
più : « Io vorrei che la Luce fosse tutta destinata agli
Evangelici » — « Ed io invece vorrei che fosse tutta
destinata ai non. Evangelici ». Discussione inutile, accademica.
Stiamo ai fatti, e procuriamo di trasfigurare praticamente i fatti, cosi da renderli meno disformi che sia
possibile dai nostri ideali. Le notisie ci vogliono ; le
notizie costituiscono senza alcun dubbio la parte del
giornale maggiormente letta dalla maggioranza dei
nostri Abbonati. Collaboratori, Amici, Colleghi, non ci
lasciate privi di notizie ; mandatecene molte e molte,,
ma tutte attraenti, e tutte brevissimamente redatte.
Qui sta la quistione : le notizie annoiano, quando sono
stemperate in un'mare di parole. No, Signori: lo stile
telegrafico, lo stile epigrafico è il più splendido degli
stili, per ciò che concerne la cronaca cosidetta. Lasciate
i fronzoli e i particolari inutili. Quattro parole ogni
volta ; per esempio così : « Il prof. Filippo Bridel ha
tenuto in Ginevra due magnifiche conferenze, a dimostrare che Gesù Cristo non sarà superato, che il Cristianesimo è la religiona definitiva ».
Cosi senz’altro. A che prò soggiungere che il Prof.
Bridel parlò nel tempio della « Fusterie «, e che i
7
LA LUCE
^ giorui » in cui parlò erano il 28 gennaio e il 4
febbraio, e che vi assisteva € numeroso pubblico » ecc.
ecc.? Son tutte cose o inutili a sapersi o che si imagiuano facilissimamente.
Se i nostri Amici volessero apprendere la sobrietà
laconica dello stile, le loro notizie concernenti le nostre
<5ongregazioni, le nostre scuole domenicali, le nostre
associazioni della gioventù, le nostre opere di beneficenza, quand’anche empissero tutt’una facciata, riescirebbero a moltissimi Lettori piacevolisssime, e — credetelo — farebbero del bene.
Dunque mandateci molte notizie ; ma fate economia
di carta, d’inchiostro e di francobolli. Mandateci una
semplice cartolina ; e, se non vi spiace, redigetelo come
dev’essere redatta per la stampa; cioè omettete il « Caro
signor Direttore » ed entrate di botto in argomento,
cosi per esempio :
« Forlim popoli,
« In questa settimana (1) il nostro pastore Tale dei
c Tali ha tenuto una conferenza su la Rassia degli
« orfani. Presenti 500 persone, in gran parte non
« evangelici. Il Signore fecondi la semenza della sua
« parola ! ».
Che bisogno c’è di dir deU’altro ?
(1) Non è bene fissar troppo precisamente le date.
'P'RKejiimO !
Il Comitato della Federazione Mondiale degli Studenti Cristiani ha lanciato in tutto il mondo un fervido appello per l’osservanza del Giorno Universale di
Preghiera.
Il 14 febbraio, oltre 133 mila studenti dei vari paesi
d’Europa, America, Asia, Africa, ed Australia, piegheranno le giuocohia dinanzi all’ Altissimo ed invocheranno, fra l’altro, speciali benedizioni per P Italia,
per r Italia che piange ancora la sua grande sciagura,
per l’Italia che attende, col miglioramento economico
« sociale, una vera rigenerazione spirituale.
Studenti, fratelli, amici, uniamoci con tutta l’anima
a quelle numerose schier* di discepoli del Cristo, e
preghiamo !
S. IVIastitoglovannl,
Soccorriamo i nosfri fratelli
in fede !
Settima lista di oblazioni
L.
Somma precedente
Chiesa Valdese di Vittoria ...»
Istituto Valdese di Vittoria . . »
Eglise Libre Franç. de Strasbourg M. 1885 »
Chiesa di Biella (2- versamento). . «
<Dott. Biolley 2, Giuseppe Lanza 1, Antonio
Cerruti 1).
Per mezzo del Comm. G. P. Pone ;
M. Petavel Olliff, Lausanne. . . »
Per Eev. Clement Worsfold, London . »
Per mezzo del pastore B. Gardiol, Bobbio
Pollice :
Contribuzioni particolari ...»
U. C. D. G. (m).....................
Madri di famiglia. .... »
Per mezzo del pastore A. Bai mas, Angrogna,
2- versamento.....................»
(Aline Eivoìr 5, Pietro Eivoire 4, Constance
Mondon-Marin 1).
Eglise Eéformée de Saint Cloud.
Eglise Evangélique Libre de Montbéliard
M. J. David St. Antonin .
Collecte à l’Eglise Eéformée de Alais.
Collecte à la Solidarité Alaisienne
A. M.......................
M. Gustave Viala, Ing. Civil des Mines
Collecte au temple d’Ënghien-Ies-Bains
Eglise Eéformée de La Eochelle
Eglise Eéformée Evangélique d’Uzès .
Eglise Eéformée Evang. de Lédignan.
Anonyme..............................
Eglise Libre de Taitbont, Paris, 2- envoi
Chapelle Evangélique de Aarau .
Mr. L. Appia, M.lle Appia, Mrs. Moore, Paris
M. Henzi, pasteur de l’Eglise Libre de Viane »
Bei Familienabend in S.| Elisabeths Gemeinde
haus, per mezzo dei Pastori Koehler e
57,730,55
21,10
6,65
2.522,30
6
215,—
71,20
25,
10,
10
95,
79.50
22,7T,111050,—
130,—
160,—
56,75
56.50
10
109,25
312,50
65,
23.50
Heinze M. 120,50 .... » 148,—
First Italian Presb. Church of Philadelphia,
Pa, (Eev. Arnaldo Stasio) . . » 515,—
Per Eev. Ed. F. Simpson L. st. 5. 9. 8. » 138,60
Per Eev. A. Eussell Stevenson, Schenectady
Doll 15..................................» 77,—
Per Miss M. Agnes Maclean, Princeton.
Doll. 7 » 34,85
Signora Luisa Cavaliè, Bergamo . . » 20,—
M. E. Milano...............................» 1>—
GUrtler Pastor, Fraustadt ...» 5.—
Alcuni membri dell’Un. Fern, di S. Secondo » 7,—
Sig. Lena Battista, La Maddalena . » 2,—
Chiesa di Carunchio .... » 10,—
(Eiccardo Avanzo 2, Donato Nicola Caruso 2,
Giustino Nicolai 1, Eaffaele Javieoli 1, Filoteo Mosca 1, Collcttato dopo il Culto 3)
Eev. Filippo Ghigo, Scranton, Pa. . » 10,—
Eglise Eéformée de Bernis (Gard) . » 11,—
Per mezzo della Zentralleitung des I^ohlthatigkeitsvereins, Stuttgart,. 2’ vers. » 18,41
Eglise Eéformée de Bastia (Corse) . » 22,—
» » de Eevel (H. te Garonne) » 145,—
» Libre de Mazamet, 2.me envoi . » 31,65
Collecte faite dans les temples de Bayonne
et de Biarritz...........................» ^6,
Paroisse de Mazet Saint Voy, 2.me envoi » 25,
(collecte faite au temple le dim. 31 janvier
22, dons particuliers de deux personnes
40, dons de divers 13).
Eglise Protestante de Montbuzat . » 30,—
Ing. Umberto Malan, Isola Liri Sup., 2. vers. » 50,
A. B......................................» 1—
Chiesa Evangelica di Baden (Svizzera) » 80,—
Eglise Eéformée de Eeims ...» 178,
» » Libérale de Lasalle . » 105,35
Deux petites soeurs, Marseille . . » 10,
Famiglie Ubelmesser, Ehni, Kaelber . » 100,
Per mezzo del sig. Carl Deuschle, Coppiugen » 102,—
Per mezzo del Pfarrer Dorsch, Stuttgart, 2*
versamento . . • • • * ^00,
M. Guitton, Les Sarraix ...» 10,—
Signora Anna Stampa Frizzoni, Bergamo » 50,—
Chiesa di Eiesi............................* 63,65
(D’Anna Gaetano, zolfataio 10,60, Avv. Gaetano Debilio 10, Enrico Tron, eand. theol.
10, Saltarello Camillo 1, Caterina Carlina
0. 25, Giuliana Salvatore 1, D’Aleo Vito 3,
Giuseppe Bruno 0,50, Naso Giovanni 1,50,
Carmelo Porrovecchio 0,20, Maria D’Aleo
1, Famiglia D’Antona 3, Mauro Carolina
0,50, Carmelina Messina, 0,50, Paraci Luciano 0,40, Vincenzo Matera 0,20, Scroppo
Filippo 0,30, Calamita Luciano 0,50, Signorine Eiccobene 0,25, Francesco Sardella
0,15, Turco Salvatore 0,20, Giambusso 0,20.
Golisano 0,10, Farruggia 0,50, Ignazio Fiorenza 5, Fratelli Accardi 0,50, Coniugi Laurino 1, Luigi Campisi 0,50, Filippo Eampulla 0,50, Scuole Evangeliche 10,80).
Eglise Eéformée Evangélique de Vergèze . »
Parrocchia Valdese di Torino (3‘ vers.). »
Somme ricevute e distribuite direttamente dal
Signor L. Eostagno, Palermo;
Sanatorio Popolare di Leysin, per Suora A.
Santacroce...............................*
Un gruppo di amici di Neuveville, Bern, pel
Past. Gross..............................»
Frau Prof. Froriep, Tubingen,, per C. Jalla »
M. Fred, de Perregaui, Neuchâtel . »
Miss Phipps, Lausanne. ...»
Cossi Paolo, Tamara .... »
Union de Jeunes Filles de Montpellier »
Leon. Zancani, Vito d’Asio ...»
Somma ricevuta e distribuita direttamente
dal Signor G. Fasulo, Catania;
Per Signor J. Bitter, Catania . . »
Eglise Eéf. Evangélique de Montmeyraa »
De la part d’une amie, Salon . . »
Sig. Giuseppe Micheioni, Cincinnati, Ohio »
Chiesa Valdese di Siena, (2- versamento) »
(M.lle Jeanneret 5, Virginia Vittori (2. dono)
r, Andreossi Giannina 1, Gambelli Pia 1,
Elisa Gazzani 3, Anna Mosca 10, M. E.
Bevan 25,20)
Chiesa Evangelica Italiana, Genève, Presidente sig. E. Mittendorff, Pastore sig. A.
Carmagnola, 2. versamento . . » 68,90
Sig.na Maria Monastier, Torre Pollice » 10,—
Mr. Brunei, Eynesse .... » 13,50
110,75
1,459,20
187,—
152,—
200,—
400,—
20,
5
10,
4,10
250,—
100,—
2,
14,50
46,20
Eglise Eéformée de St. Cloud, 2.me envoi »
Par Mr. H. Larrat, pasteur, Mazères . »
F. A. I. D..............................
Par M.me L’Huillier, Genève . . »
Chiesa di Valleerosia, 2' versamento . »
(Colletta al culto !• gennaio 5,70. A. B. Tron
30, sig.a Tron 5, Ernesto Tron 1, Italia Tron
1, Lauretta Garelli 1, Enrico Billour 3,
Elisa Billour 2, G. D. Billour 5, Mad.
Billour 5, Giacomo Scibinico 1, Eachele
Aprosio 6, Susetta Caramella 1, Ester Jalla
1, A. Maccaferri 1, Elisa Cassini 2, Alunni
dell’Asilo di Valleerosia 2,50 Corpo insesegnante do. 7,50, Supplemento alla colletta
nel Tempio 25).
Attilio ed Ernestina Giampiccoli . »
Chiesa di Genova, 2‘ versamento . »
Ecole du dimanche de l'Eglise Eéformée Evangélique de l’Etoile, Pans. . . »
{continua)
5
40,5 —
36,—
105,70
10,
27,50
200,—
L. 67438,66
N. B. Al prossimo numero i nomi di tutti gli oblatori della Chiesa di Genova.
Dal Chiosco alla Libreria
Abbiamo ricevuto :
Luce e Ombra, Fascicolo 1-2 1909.
La voce diretta di G useppe Prezzolinl.
La Cultura Contemporanea (Libreria Editrice Romana).
Lucifero, foglio setti.!’anale d’AnconaFede e vita — Secondo numero
A-bbonameati pagati:
1909
Walter Caterina — Ender W. — Haupt W. —
Trüb G. — Tilli Ugo — Nardiui Giovanni — Croce
Battista — Larco M. — Dellagiovampaola Stefano —
Eostaing Cesare — Borgomainero C. — Veronese Gaetano — Peranzoni Angelo — Durando L. — Miss
Sibbald — Sanders Henry W. — Giorcelli Luigi —
Tagliabue Maria — Lenzi Augusto — Geymonat Anna
— Macchia Angelo — Sartirona Pasquale — Decker
Adolfo — Tornar! Aroldo — Colledani^^ Giuseppe —
Leonardùzzi Alessandro — Smyth Virginia — Prochet
prof. G. D. — Prochet Bartolomeo — Stampa Anna
— Dobler — Valle Luigi — Cornelio Antonio — Eivoir Emilio — Buffino Battista — Gibert e C.ia —
Malan Noélie — Marchi Luigi — Eosset Pietro —
Nebel Emilia — Eevel Stefano — Matheson Donald
— Eosati Deodato — Quattrini Giuseppe — Bernardini Eiccardo — Petavel Abramo — Vivi Guglielmo
— Strong Cavid D.D. — Fasulo Giuseppe — Maurin G.
D. — Longo Giovanni — Coggiola Fran. — Eegrutto
Tomalino — Vallebuona Vittorio — Ferretti Luigi —
Eevel Jenny — Comba Carlo — Natrella G. B. —
Peyrol Arturo — Panerai Emilia — Besesti F. — Aroldi Patrizio — Scarinci Neponiceno Maria — Chauvie Bartolomeo — Pons Filippo — Unione Evangelica
del Serre — Balmas Alessio — Eabitti Luigi — Cervi
Giuseppe — Barbieri Gaetano — Viarengo Pietro —
Lunati Paolo — Pisani Pietro — Maiola Francesco
— Vacchetto Giovanni — Gay Pietro — Peyron V.
— Cont. De Galleani — Spitilli Vincenzo — Garonis
Pietro — Introna Nicolò — Bertinat Giovanni —
Ved. Col. Testa Hopkino — Chiesa Evangelica Valdese di Salle (2 abb.) — Di Benedetto Giuseppe di G.
— Geymet Gi iVanni — Eevel Teodoro — Dosio Battista — Baroni Ferdinando — Mik Holmer — Boero
Fedele — Brofferio Anna — Péter John G. — Vicino
Lydia — Aretini Flora — Eosa Bustin Giov. — Hornberger Enrico — Bianco Daniele — Hammond M. M.
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ed indeboliti, colore, hellesza e vitalità della prima giovinezza senza macchiare ne
la biancheria nè la pelle Questa impureggiabilo c. niposizione poi capelli non è una
tintura ma un’acqua di soave profumo elle non maccliia nè la biancliena nè la
Delle e'clie si adopera colla massima facilità e spouitezza Essa agisce sul bulbo ilei
^ capoiU e deila 1 arba f« rnendone U milrimonto nt
cessario e cioè ridonando l'»ro il color© primitivi',
favorendone lo sviluppo e rendendoli flessibili, morbidi ed arrestandone la caduta. Inoltre pulisce prontamente la coi^^nna e fa sparir * la forfora — Una
snt'i bottiglia baUa per con-'ieguirne un effetto sor^
preitutìue.
A'rrEisTr A.TO
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FinaLbente ho potuto trovare una preparazione che mi
ridonasse ¿i capelli e alla bftrba il colore primitivo, la freschezza c bellezza della gioventù senza avere >1 minimo
disturbo neH’appLcMzione.
Una sola bottiglia della vostra Antìcanìzie mi bastò ed
ora non ho un solo pelo bianco. Sono pienamente convinto che
questa vostra specialità non è una tintura, ma un’acqua che
non macchia nè la biancheria nè la pelle, ed agisce sulla cute
psui bulbi dei peli facendo scomparire totalmente le pellicole e rinforzando le radici dei capelli, tanto che ora essi non
cìbdonopitt, mentre corsi il pericolo di divenure calvo
.. fgiRAMi Enrico.
'^^osta- il. Ailai bqttàfflta, cent. 80 io più per la ^disione,
a bottiglie i-. B —i bottiglie L. Il franche di porto da .
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