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DELLE VALI! VALDESI
S e I ti manale
della Chiesa Vddese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXX —* N^um. 7
Abbonamento: Lire 600 per l'intefMtj Lire 1000 per Teatero —Spedbeione in abbonamento postale, 1° Groppo | PELLICE, 17 Febbraio 1950
Amministrazione: Claudiana - Torre Pellice • C.C.P, 2-17557 Prezzo Wé.
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I
^ Popolo Valdese, questo è il tuo Libro, quésta è la [onte della Tua
prosperità spirituale e della Tua [orza.
Tu devi ogni giorno ridiventare il popolo della Bibbia. Tu devj
render testimonianza a colui che è la Via, la Verità, la Vita.
Popolo Valdese, chinati su queste pagine, leggi, prega, credi e
ubbidisci.
" lo conosco le lue opere : lu hai nome di vivere e sei morlo (Apocaiias* 3 : i>
Con queste solenni, ammonitrici parole, il Signore
si rivolge alla comunità di Sardi, una delle sette chiese dell’Asia minore, menzionate nei primi capitoli dell’Apocalisse.
Altre volte il messaggio del Signore pone in luce
anche gli aspetti positivi delle chiese; ma a quella
comunità sembra che Egli non abbia altro da dire, 0
di più importante, e perciò la Sua parola si trasforma
in un giudizio breve, inequivoco, categorico; hai nome di vivere e sei morto.
« Hai nome di vivere » : il suo sonno dunque, 0
la sua morte, non sono facilmente visibili; non man.
cano le attività domenicali e settimanali, l’insegnamento della sana dottrina è regolarmente impartito, le
adunanze non sono del tutto abbandonate 0 sono anche frequentate in modo rallegrante. Se si potesse
adoperare riguardo a Sardi lo stesso linguaggio con
cui parliamo di certe chiese del nostro tempo, potremmo dire che essa « ha nome di vivere » perchè il
pastore è sempre in movimento, la sua predicazione
è eloquente, i fedeli partecipano ai culti, le serate ricreative si risolvono in un « tutto esaurito n, il pranzo ed i cortei del « XVU Febbraio » toccano i cuori
più induriti, i Sinodi si swlgono regolarmente in una
atmosfera ricca di parole e di deliberazioni, le collette
affluiscono, sia pure con qualche appello commosso
e commovente
(I E sei morto ! » ¡1 giudizio del Signore sulle chiese, su tutte le chiese, non è legato ai nostri apprezzamenti, alle nostre opinioni, alle nostre illusioni. Una
chiesa che « ha nome di vivere n e che si vanta della
propria vita 0 della propria vitalità, della propria tradizione, della propria grandezza, della propria influenza nel mondo e della propria fedeltà, non ha necessariamente in sè la vita: la vita intima della fede, nascosta « con Cristo in Dio », la vita che trae alimento e
potenza di fruttificazione soltanto dalla comunione col
Cristo, in virtù della quale i fedeli sono « potentemente fortificati dallo Spirito suo nell’uomo interiore,
e Cristo abita per mezzo della fede nei loro cuori, affinchè essendo radicati e fondati nell'amore, siano
resi capaci di abbracciare qual sia la larghezza, la
lunghezza, l’altezza e la profondità deH’amore di Cristo »...
L'attività di una chiesa non può forse essere il
frutto di entusiasmi umani, di interessi terreni, di orgogli personali? La sicurezza di una chiesa non può
forse riposare di più sulle tradizioni e sulla diplomazia degli uomini invece che sull'assistenza dello Spirito Santo ? A quante chiese ed a quanti conduttori di
chiese, illusi di vivere, il Signore rivolge oggi, in un
tempo che coinvolge in lina tremenda crisi e la Chiesa
ed il mondo, questa severa rampogna : ((Tu hai nome di vivere e sei morto ! »
Poi, per veramente scuotere la chiesa dal sonno,
ecco alcuni squilli di tromba, rapidi, energici, decisivi :
(( Sii vigilante e rafferma il resto che sta per cadere » : divieni vigilante, non illuderti maggiormente,
non esser di quelli che sono incapaci di k vegliare col ■
Cristo » perchè preferiscono l’amore del mondo, consolida ciò che ti rimane e che può esser fatto abbondantemente rivivere dalla potenza di Cristo.
(( Ricordati di quanto hai ricevuto e udito ; e serbalo, e ravvediti )> : nella tua corsa impressionante
hai lasciato cadere ciò che hai ricevuto, VEvangelo di
Cristo. Ritorna, o Chiesa Valdese, raccogli quello che
hai perso 0 che hai dimenticatoi Serba nelle tue mani
e nel tuo cuore la a perla di gran prezzo » e ravvediti
di un ravvedimento profondo e salutare.
« Ohe se tu non vegli, io verrò come un ladro, e
tu non saprai a quale ora verrò su di te » : Cristo è
il Signore ed il Giudice della Chiesa, di tutta la Chiesa; i suoi giudizi e la sua venuta sono certezza di salvezza là dove la chiesa vive, nell’umiltà e nella fede;
ma sono annunzio di riprovazione e di condanna là
dove la chiesa, pur avendo nome di vivere, è morta,
nella sua illusione, nella sua falsa pace, nel disprezzo
della sua preziosa eredità.
Il frutto della vigilanza è la vita, ma la vita in Cristo è orientata verso la vittoria, a E ohi vince sarà vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome
dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli ».
Emwitnb Rostan
VALDISMO PERENNE
Le collettività sociali, come gli individui, festeggiano il loro giorno di
nascita, il lontano tempo in cui l’idea si è concretata in una consociazione di aderenti e di sostenitori.
Con questa differenza, però, che
mentre per gli individui il giorno
della prima comparsa (ra gli uomini è questione di anagrafe, e come
tale implica una precisione assoluta (se ne può stabilire il giorno e
perfino l’ora!), per le collettività è
consuetudine rifarsi ad una precisazione simbolica, in relazione eon
elementi di opportunità e di dignità. Ad esempio, le solennità commemorative degli Stati moderni; il 14
luglio per la Francia, che non è più
soltanto la commemorazione della
presa della Bastiglia, il 1° agosto per
la Svizzera.
Anche dal punto di vista religio,
so; il 31 ottobre 1517 è comunemente conosciuto come la data di nascita
della Riforma, mentre non è, stori,
camente parlando, che la data delTafiissione delle 95 tesi di Lutero alla' porta della cattedrale di Wittemberga. E se non fosse così, còme dare una data di nascita ad un movimento religioso come la Riforma,
che era prima di nascere e che,
quando nacque, tutti sentirono all’unissono con le loro più segrete
aspirazioni di fede sincera e dì libertà spirituale ?
£a data di nascita
Così è del XVII febbraio dei Vaidesi italiani. Esso è la data di nascita della Chiesa Valdese. Sta bene
che esso porti la sigla del 1848, ma
i valori ohe esso ha richiamato in
luce nella vecchia, gloriosa chiesetta dei Valdesi sono anteriori al Risorgimento italiano, alle Lettere Patenti di Càrl’Alberto. a tutta la congerie di fatti, di episodi, di insegnamenti —, spesso alquanto ingenui — che noi siamo soliti rispolverare alla vigilia del XVII febbraio.
In un certo senso, si può vera numi e
dlire che il XVII febbraio è una festa
perenne; perchè se è vero che i Vaidesi costituiscono upa non negabile
asserzione di libertà religiosa in
mezzo agli italiani, non è meno vero
che tutte le lotte, le afFermazioni religiose ed ecclesiastiche, le resistenze epiche sui monti e dietro le rocce, le ostinate repliche di otto secoli
di storia^ erano compiute in vista
del XVII febbraio, cioè del riconoscimento di una libertà religiosa
neppure intravvista, allora, ma poi
fattasi realtà, nei tempi moderni.
Se ci possiamo così esprimere, i Vaidesi videro per fede ciò che ai loro
tempi non era neppur concepibile;
e in nome di quella visione ili libertà
tennero fermo.
pionieri di jOibertà
La storia dei Valdesi precorre dimque, idiealmente, la storia dei tempi
moderni; e si comprende che, in e.
goche diverse da questa, essi siano
stati, per quella loro visione ideale,
perseguitati e combattuti. I pionieri,
a qualsiasi campo dell’attività umana appartengano, sono sempre malvisi, osteggiati e, se possibile, tolti
dì mezzo. Così Galileo Galilei, così
Cristoforo Colombo, così i Valdesi.
Riesce difficile a spiegare che una
popolazione come i Valdesi, composta di gente umile, illetterata, senza
particolari connotazioni di grandezza, abbia assunto per sè nel corso dei
secoli una posizione che giudichiamo sublime, ma che allora doveva
provocare le più forti reazioni.
Ma dal punto di vista dèlia fede
religiosa, tale atteggiamento si chiarisce come tiooazione e come impegno di viPa: i due occhi spirituali che
trionfano delle nebbie dell oscurantismo 0 di quelle, non meno pesanti,
dell’indifferenza ambientale, I Vaidesi sentirono d’esser chiamati, fra i
loro connazionali, a tener accesa la
face della libertà religiosa, non tanto per sè quanto per l’idea in se
(e che fosse così viene confermato
dai fatto che, ogni volta ohe essi lo
potevano, letteralmente scappavano
lim^o la penisola italiana in cerca di
fratelli da evangelizzare!); ed ottennero così d'offrire all’Italia un non
disprezzabile appoito di idealità superiori — oggi diremo dì civiltà
peraltro fuori delle loro Valli ostinatamente negate. V
Infatti mentre la storia generale
d’Italia s’illuniiuava della luce rossastra deU’iatolleranza religiosa — ilfi'
lagante in tanta parte d’Europa —
è proprio l’Italia a tollerare nel suo
seno, bon gré mal gré, la più antica
compagine di eretici che la storia ecclesiastica del Medioevo abbia tramandato ai tempi moderni. E non è
senza significato che, se oggi in Italia si parla di libertà di coscienza,^ il
fatto sìa dòtqito precipuamente all’esistenza molte volte secolare di un
piccolo nucleo di Valdesi che, reclamandola per sè, l’hanno in qualche
modo assicurata al loro paese. Come
parlare della libertà per gli acattolici
in Italia, se questi acattolici non fossero esistiti? Il menzionarla sarebbe
pur sempre fare del mero astrattismo.
Ma i Valdesi ci sono: e da loro esistenza è garanzia per la grande maggioranza del popolo italiano che una
libertà di coscienza esiste,
jC'offerta più viva
e più durevole
Queste considerazioni non sono puramente teoriche. Esse vogliono condurre il lettore a due constatazioni:
1) il metro per giudicare della libertà di coscienza in Italia non sta
nel parere o nel giudizio della maggioranza, ma sta nel parere della
minoranza che ne è l’oggetto e sopralulto nelle condizioni reali e nelle
possibilità effettive di vita che le sono fatte dalla legislazione nazionale;
2) tutte le restrizioni alla libertà di
coscienza, che per avventura i Vaidesi potrebbero avere da sopportare
ancora non costituirajjbero tanto un
ritorno ai tempi antichi di intolleranza e di persecuzione — poiché è
ormai chiaro che l’uomo ritorna assai facilmente, sotto l’impulso di
passioni straripanti, all’età della caverna e alla crudeltà dei primitivi —
quanto piuttosto la cpnferma che, in
questo campo sopratntto, essi siano c
debbano ancora ritenersi pionieri e
precursori di idealità migliori, non
ancora attuate per l’Italia d’oggi, ma
che soltanto altre generazioni, altre
collettività, altri governi, potranno
ampiamente riconoscere.
Per queste ragioni ¡1 XVII febbraio merita ancora di essere ricordato.
Esso costituisce il segno simbolico, la
parabola in azione di una posizione
Valdese che nei secoli passati fu d’avanguardia — fino ad ottpeent’anni
di anticipazione! — e per oggi e nell’avvenire si identifica con l'impegno
vocazionale di uìia collettività ecclesiastica protesa nella consapevole offerta a tutto un popolo, della sua più
vera e più durevole libertà: la liber.
tà religiosa.
Teodoro Balms
2
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I.’ECO DELLE VALU \ALDESI
Äp:
m
‘*'H^^Brmtì-fa \iome bielle Chiese da esso rap'presentate, che il Protestantesimo in Italia, fedele alla sua tradizione ed alla sua costante
vocazione, mira ùnicamente ad adempiere la propria tnissione di proclamare l’aw'€snto del Regno di Dio soltanto secondo la Parola del Vangelo, e péfcI5 non prottìnove e non affianca alcuna particolare ideologia'politica;' .
dichiara che il Protestantesimo rivolge il suo appello indistintaa tétto 11 popolose ad ogni singola persona, qualùnque sia il partito> poiitiéo à'cui essa aderisca, e che, mentre la ma dottrina non può
identificarsi nè confondersi con il programma di alcun partito politico,
ijle.sue Chiese accolgono chiunque crede nel Cristo come suo unico Siiignore e Redentore;
'■»ir.
Comunicato
• . ■"' ' ■, £: f
é ^ Mi ' 'S' . , Jjj,.,
R Consìglio Federale delle Qiiese Evangeliche d’Italia, nella sua
seduta del 21 Clennaio 1950 in Roma, presa conoscenaa dì talune recen
e dichiarazioni di oaraltere ufficioso
^ Ü pubbliC|^oni giornalistiche
> fliffusc da agenzie di stampa:
protestfi contro chiunque, anche se membro di governo, per trasparenti interessi politico-confessionali, con diversità di finì, ma con
identità di metodi già dolorosamente sperimentati dagli Evangelici
'durante il ventennio fascista, tende a gettare il sospetto e il discredito
sulla Imiisione religiosa del Protestantesimo in Italia con accuse, assolutamente infondate, dii contaminazioni politiche.
Il Presidente del Consiglio Federale delle
Cliiese Evangeliche d’Italia
Guglielmo del Pesco.
Ordine dei giorno
'La Commissione del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche
in Italia per lo studio della revisione della legislazione relativa ai culti
diversi dal cattolico-romano.
constatando ohe, mentre certi ambienti responsabili mostrano ogni
premura e colgono ogni occasione per denigrare il Protestantesimo, le
autorità competenti non manifestano alcuna sollecitudine .per attuare
i'principi che tutelano la libertà religiosa e i jdiiritti dei cittadini sanciti
dalla Costituzione (articoli 8, 17, 19),. nonostante le reiterate richieste
del Consiglio.Federale, ' '
chiede al Consiglio Federale medesimo: r
1® - di ottenere dal Governo l’apertura delle trattative previste dal
terzo comma dell’articolo otto della Costituzione;
2°/- che venga difesa e giurìdicamente tutelata in ogni suo aspetto
la libertà religiosa sul piano nazionale in armonia con gli impegni internazionali (Dichiarazione universale dei diritti deH’nomo delle Nazioni Unite e articolo 15 del trattato di pace).
Roma, 31 Gennaio 1950.
Les étapes sécùlaires
' ' '' ............
XVII Février 1950
J.: ^ -,
de l’hisloire vaudoise
1250 : C’est à cette époque que
remonte la première^versiop du Nouveau Testament en langue provençale qui' nous soit parvenue. L’ordre
qu’elle nous présente est presque sans
exemples dans les manuscrits latins
qui furent la base de la version: nous
y“'trciu.vdns en effetj apres les Evangiles et les Actes, l’Apocalypse, les
épîtres catholiques, et enfin les épîtres dè St. Paul, parmi lesquelles la
fameuse lettre aux Laodicéens, qui
était connue à cette époque et qui
depuis est tombée dans l’oubli. Les.
de pleins pouvoirs. Les Angrognips
se tinrent à l’ordre, mais envoyèrent
à Turin des autres dêléguiés avec le
seul mandat de demander la délivrance’ de leurs syndics, et avec un
sauf-conduit. Tout cela ne servit pas
à satisfaire l’Inquisiteur,.qui voulait
savoir à quoi s’en tenaient ceux
dîAngtogne quant à la religion: ùùe
troisième députation lui fit savoir
qtie les Angrognins voulaient ‘ tous
vivre chrétiennement, selon la parole de Dieu. Ça ne sulfisait pas cnçôre éviidlemment au zélé inquisì
Vaudois se servirent de cette version % leur, mais heureusement le Parl’e
provençale, comme de plusieurs autres, quoiqu’ils suivissent plutôt la
méthode d’apprendre par coeur des
livres entiers et des portions de la
Sainte Ecriture; lait qui était dû à
l’extrême difficulté de se procurer
des copies et à leur prix.
ment dut s’occuper d’autres afïaiies
plus importantes et laissa tranquilles les Vaudois d’Angrogne qui construisirent en 155 leur premier temple.'
1350 : Tandis que les Vaudois du
Piémont, désormais solidement installés dans les Vallées Vaudoises; vivaient en paix et la rigueur de l’Inquisition ne les avait pas eiîcore
frappé, leurs frères des vallées, françaises, c’est-à-dire du Briançonnais
et de r Embruñáis, surtout à cause
des insistances du pape Clément VI
sur les Dauphins, étaient en butte aux
persécutions et aux poursuites odieuses du phanatisme religieux.
145Ü î Nous ne trouvons à cette
époque rien de remarquable dans
nos annales: les Vaudlois du Piémont
et de France demeuraient tranquilles à leurs foyers et dans leurs com.
munautés: heureux les peuples qui
n’ont pas d’histoire!
1650 ! La Congrégation pour la
Propagation de la Foi avait été instituée à Rome en 1622: en 1650, à
Palla parola Reroa
La toDgiWn "Be pregaganila tue,
1550 ; Les Vallées Vaùdoises étaient, à cette époque, sous la domination Française; depuis 1532 ils
avaient adhéré la Réformation et
aussi le regard des Inquisiteurs s’était posé sur eux. Dans le courant de
cette année, l’Inquisiteur Giacomelli, authorise par le Parlement
français, fit appeler à Turin les deux
syndics d’Angrogne, Colet Buffa et
Pierra Chanforau, et les fit jeter en
prison, tandis qu’il demandait à ceux
d’Angrogne d’autres députés munis
Lo spirito del Signore, dell’Eterno è su me, per ché l’Eterno m’ha unto per recare una
buona novellafagli umili
Inviato per fasciare qiìefll ¿he
avevano il cuoée rotto, per pròciamare la libertà a quelli che^
sono in esilio, l’apertura del
carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia dell’Eterno, e il giorno dì vendette
del nostro Dio; per consolare
tutti quelli che fanno cordoglio ;
per mettere, per dare a quelli
che fanno cordoglio in Slon^
un diadema in luogo di cenere,
l’olio delia gioia in luogo di
duolo, ii manto della lode In
luogo di uno spirito abbattuto,
onde possano esser chiamati
terebinti di giustizia, la piantagione dell’ Eterno da servire
alla sua gloria.
mRGSTRI G 2CU0LG GGI 2GC0LI PQ2SPTI
Uno dei problemi cui più frequentemente si interessarono i sinodi_ vaidesi, fu quello dell’istruzione dei fanciulli, e quindi della istituzione di
scuole e della preparazione di maestri,
seguendo anche in questo campo le antiche consuetudini ed adattandole alle
necessità dell’ora.
Già nei secoli XVI e XVll, infatti,
troviamo alle Valli maestri incaricati di
insegnare ai fanciulli valdesi, nelle varie Chiese, gli elementi del leggere e
dello scrivere, oltre agli elementi della
religione riformata. E’ probabile che
taluni di questi maestri venissero dalle
regioni della Francia, Queyras e valle
di Barcellonetta, semenzai di provetti
maestri relig'onari che consideravano
ii loro ruolo di insegnanti come una
vera missione, un apostolato, una vocazione. Ma di questo periodo abbiamo
pochi dati sull’insegnamento e su l’istruzione popolare in seno alle nostre
Comunità, come ne abbiamo pochi e
frammentari anche sulla organizzazione e sulla disciplina ecclesiastica durante quei due secoli lontani.
Scuole grandi e piccole
Soltanto dopo il Rimpatrb possiamo
veder profilarsi una più stabile e precisa organizzazione dell’istruzione nelle Chiese delle Valli. Infatti, fin dalle
prime assemblee tenute dai pasto.»"!
presenti alle Valli nel 1692, si accolgono un buon numero di maestri, provwiìenti per lo più dalla Svizzera, e
che si distribuiscono, previo esame
de’le [òro capacità, nelle varie Chiese
come maestri ufficiali e titolari della
Chiesa, cioè della scuola principale o
« scuola grande », che esisteva in ogni
Comunità. Questi 13 maestri, insieme
ad un sussidio che proveniva più o
meno regolannente dall’estero, ricevevano una adeguata somma dalle singole
chiese presso le quali prestavano il loro servizio. Il maestro della Torre, che
sapeva il latino venne subito incaricato di tenere la « scuola latina ed italiana » forse contemporaneamente alla
scuola pubblica generale, nei primi
anni
Oltre a questi 13 maestri che insegnavano nelle scuole principali di ogni
Comunità e che potremmo anche chiamare pubbliche, — ben s’intende per
i soli Valdesi, chè non si poteva ad
esse ammettere alcun alunno cattolico,
pena « 25 scudi d’oro di multa ed i'
bando in caso di recidiva », — oltre
questi 13 vi erano almeno 54 altri maestri che insegnavano negli altri borghi
0 quartieri, là dove c’erano solo Vaidesi o dov’erano in grande maggioranza. Costoro tenevano scuola soltanto durante i mesi invernali, in casa loro od in locali di fortuna, e ricevevano
1 loro salari, assai modici, unicamente
e direttamente dagli allievi stessi : sì
che avevano qualche volta la tentazione di accudire piò alle loro faccende
private che a quelle connesse col loro
insegnamento.
pastore, col presiedere al culto, leggere un sermone e le preghiere liturgiche, far le funzioni religiose nei cimiteri, dirigere il canto sacro, eoe. Il suo
misero stipendio dipendeva anch’esso,
come quello dei pastóri, dalla tassa
parrocchiale imposta ai fedeli, ma
niente affatto gradita- E se essa mancava, come avveniva purtroppo quasi
regolarmente, di dare i frutti sperati,
questi e quelli rimanevano senza stipendio e cadevano quindi nella miseria. Nulla di più monotono infatti delle
insistenti rinnovate richieste di somme
arretrate, reclamate da pastori e maestri alle comunità, per più sinodi di
seguito. Nulla di strano quindi se, in
certe epoche, le vocazioni si andavano
rarefacendo e se si doveva ogni tanto
ricorrere all’estero, anche per i maestri, 0 lasciar vacanti le scuole, come
le Chiese.
Maeslro generale
Il Sinodo dell’ottobre del 1694, fra
l’altro, deliberò di istituire » un maitre
d'école général », che forse era quello stesso cui era stata affidata la « scuola latina », e che in un certo senso doveva presiedere a tutto l’insegnamento
che veniva impartito nelle Valli da quel
cospicuo corpo di maestri che attendevano, nelle 54 « scuole piccole » e
nelle 13 « scuole grandi » (in complesso 67) a fornire agli allievi gli elementi della istruzione che oggi chiameremmo primaria e che serviva alla
generalità dei fanciulli valdesi.
Maestri
L’importanza del maestro nelle 13
scuole pritjcipali era accresciuta dal
fatto che talora egli doveva sostituire il
D’altra parte i Sinodi non avevano i
mezzi per obbligare i fedeli a versare
le loro tasse o ad’esigerle per la comunità. Per cui vediamo più d’una volta
i Sinodi del passato costretti a passare
dalle minacce alla esecuzione delle
medesime : a sopprimere cioè, sia ad
individui che a Chiese, i sussidi regolari che venivano dall’estero per alleviare in vari modi il loro aggravio finanziario, quando gli uni e le altre non
avessero compiuto il loro dovere o non
avessero scrupolosamente osservate le
condizioni che accompagnavano il godimento di taluni sussidi, le quali condizioni impegnavano reciprocamente
chi dava e chi riceveva
l’occasion du jubilé (anuo santo),
line section de cette oeuvre fut aussi
fondée à Turin; la direction était
confiiée aux plus gros bwinets de la
cour et en faisaient part entr’autres
le Marquis de Pianesse, et le prieur
de Luserue.^^ -HtarCQ Aurelip Rorepgo,
acharné ennemi îles Vaudois; o’est
en grâce de ees derniers que le^ Conseil <£ de propaganda fidfe » reçut la
désignation plus complète: « et de
extirpandis haereticis », c’est-à-dire,
pour Textirpation de l’hérésie. Les"1
Vaudois ne tardèrent pas à s’ep ren_.
dré compte; en effet un édit du 15
mai 1650 les obligeait, contre les accords du Traité de Cavour (1561), à
se retirer dans les limites à l’owi.
dent même de La Tour, et à l’aban-^
don de leurs biens dans les régional;
du fond de la Vallée. Naturellemeut
ceux qui se fussent catholisés auraient pû garder leurs propriétés.
Heureusement, l’auditeur Ga-,taldo, à qui était confiée l’exécution de
l’édit, n’insista pas et accepta les
bonnes raisons que les Vaudois lui
présentèrent; cinq ans plus tard, en
1655, il arriva ce que la Propagande ^
n’avait pas pû pour le moment obte-A
nir, c’est à dire la de.slruction de
l’hérésie avec les armes, pendant les^^
sanglantes Pâques Piémonlaiscs.
le Me Bfl ïillai.
Fin da quegli anni però, il sinodo si
preoccupò ripetutamente di istituire un
regolare insegnamento di lingua latina
ed italiana — più tardi anche greca —
di istituire cioè un insegnamento umanistico che doveva permettere agli alunni più svegli — e a qualche figlio
di papà — di prepararsi adeguatamente per potere in seguito recarsi presso
le Accademie estere, svizzere particolarmente, a continuarvi' gli studi in vista della loro preparazione al sacro ministerio, da esplicarsi nelle Valli. Chè
la grande preoccupazione dei nostri padri, che dovrebbe rimanere anche la
nostra, fu sempre quella di affidare le
loro Chiese a soggetti provenienti dalle Valli, che ne conoscessero quindi i
bisogni religiosi, il carattere della popolazione, gli interessi spirituali e materiali, ecc. {segue)
T. G. PONS
• -1750 Î: Nous signalons oour celle
amiée; le' synode tenu au Villai .au
mois de septembre, pendant deux'^^
jours. Les synodes, en ce temps, se®
tenaient irrégulièrement, dans di-^
verses paroisses et à différentes époiques, et après que la cour en eut*
donné la permission et eu présence^
d’un délé,gué du Gouvernement. La
Table était constituée de trois pasteurs
seulement, et le modérateur était ^
d’ordinaire changé à chaque synode.'^
Pendant ce synode, on ne discuta t
pas des questions importantes : les ,.4
.délégués, 12 pasteurs et 22 laïques,^
chargèrènt M. Barth. Peyrot de re-^^
tirer des livres à la douane à Turin,
et aulhorisèrenl « Tncssiciirs de la Tù-T
hle à surveiller que Ze sieur Peyrot
ne vende pas les livres à ua prix
oessif »; il s’occupèrent en mêmej|
temps de l'assignation de deux pla-J
ces d’étudiants vaquantes à Lausan-.^
ne, et établirent qu’ensuite les pla- *
ces ne pouvaient être accordées qu’à^
des sujets qui eussent soutenu
examen pour démontrer leurs capa-,<g,
cités. La l’able était aussi chargée ,
de trouver un Régeni pour l’Ecole •'Ç;
Latine. *
1850 : Ceni ans passés, l’Eglise,g
Vaudoise ne comprenait que les pa-î|
roisscs des Vallées, sans Pigiierol. etji
la paroisse de Turin, formée et re-^
connue l’année précédente. Ce fut aU^
mois dé février que les Vaudois du*
Val Pélis furent appelés à doiinef|
leurs suffrages au premier candidat^
vaudois au Parlement, le bani|uier'|
Joseph Malan. Ils réussirent eu effet
à lui faire obtenir les voix nécessai-:’
res, et le premier député des Vaudois
siéjea depuis lors à la Chambre, prêt-î
à défendre les aspirations de ses eo-d
religionnaires. A’ l’occasion des éleC-*
lions, les pasteurs vaudois se mobili-%
sèrent et dans toute les paroisses sef
formèrent des comités de propagan-'i
de; plus qu’autre chose, il s’agissait*
de faire décider les Vaudois à exer-i-ÿ
cer leurs droits, puisqu’ils n’étaient
pas nombreux ceux qui étaient déri*
diés à aller voter.
Ou raconte qu’à St. Jean, le vieuXt^
« barba » Toimielin Bellion vil arri"|
Ver le régent dans sa maison; « Il "
faut que vous alliez voter, barba ToU-iM
melin! r> e Je ne peux pm marcher!
a Eh! bien, moi je vous apporte!
Et san.s autres compliments, le régentV
fit monter le vieillard sur sa voilure';
et l’emmena depuis les Blonats à "
Luseme. 'J
En cette même année, le gen. Be»’
ckwith se liait encore davantage n
avec l’ancienne église des Vallée»
qu’il aimait, en épousant Caroline
Voile de St. Jean.
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A. H.
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Æ’ECO DSLLE VAfe^^;Yj^j;)^
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P’'j|ílÜ i- ■ ■ ‘■íí - -.Vii! '
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L’invito ^d!el romano Pontefice, nel
discorso natalizio, al ritorno, al
grande l■itorIlo dei fratelli separati
psha suscitato qualche risposta negli
amhienti evangelici. .«ÌLa Stampa »
gdi Torino, ad esempio, lia pnUbli. cato un riassunto deirarticolo di
-lài-Marc Boegncr, apparso recenlemenfete sul « Figaro » di Parigi,
gì'’ L’appello del Pontefice ha pure
;ì”suscitato molte speranze negli am,'bienti cattolici romani e appaiono
' Ora articoli della stampa cattolica
/romana che riechegftií^oo d motivo
^'*del Pontefice.
« Il Tempo », settimanale di To.
•‘rino, pubblica nel n. 5 del 29 Gen■S, naio l’articolo di fondo, dovuto alla
5'penna di Luigi Mietta, che porta il
„■i^^titolo « Nostalgia dei Protestanti ».
L'autore, nel concludtere, dice «...gli
appelli del Pontefice si rivolgono a
quei gruppi e singoli, nei quali la
grazia di Dio ha suscitato La nostal~
' gin misteriosa del ritemo, del rinne'•.vgamento d’ogni ribellione alla Ma’ ' dre comune».
Í;' Sarà lecito ad un cristiano evangelico, che, al pari di innumerevoli
■*c altri suoi correligionari, non sente
alcuna nostalgia, di precisare la sua
posizione e di dare la sua testimouianza evangelica.
Meglio non illuderei.
E’ necessario, per la chiarezza
stessa delle posizioni reciproche, che
neU’euioria dell’anno preteso santo, i nostri amici cattolici romani
non si facciano illusioni.
Perchè illusioni, èd incomprensioni, ce ne sono molte nei loro scritti, L’incomprensione, ad esempio,
?" dell’autore del suddetto articolo che
scrive « molti studiosi e teolojii prò,
testanti medesimi hanno scoperto
(sic) in questi ultimi decermi la neoessità della Chiesa, di un’autorità
superiore sicura nell’ordine della fede e della morale, di un centro direttivo e regolatore, di saldi legami
colla tradizione vivente da quasi
’’venti secoli y>.
La realtà dlella Chiesa è sempre
stata viva ed operante nella Cristianità evangelica, nel pensiero dei
teologi evangelici e nella calda pietà dei credenti evangelici e perciò,
nel movimento ecumenico, oggi, la
realtà della Chiesa di Cristo è vissuta profondamente, come esperienza spontanea, che sgorga dalla fede
e dalla pietà secolari, e non ha in sè
alcun segno di « scoperta recente ».
' %
ili
K
stato fatto dà Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e ^ed^uzioae ><
ed « è Lui che è la nostra pace ».
(Efes. 2/14). Che cosa pretende aggiungere Roma, che noi già non abbiamo in Cristo? Ha forse essa il rn«tnopolio della grazia di Dio?
NESSUNA NOSTALGIA IN CHI
E’ IN CRIS'TO GESÙ’.
Preferiamo la libertà
E nessuna nostalgia per l’autoi'itarismo romano. Al quale la gra/ia di
Dio, che ha operato ueila testimonianza, che fu spesso martirio, dei
nostri padri cì ha liberati. confidiamo, per sempre.
« Cristo d ha affrancati perchè
fossimo liberi; state dunque saldi, e
non vi lasciate di nuovo porre sorto
il giogo della schiavitù » (Gal. V/l).
iLa mentalità romana pon nuò
-i comprendere il vasto respiro del movimento ecumenico: i contatti frequenti con clementi colti del cattolicesimo romano ci indicano chiaramente che anche in essi vi è una ne.cessità, congenita ed insopprimibile,
. di ridurre ogni aspetto del problef ma deirunità della Chiesa al riconoscimento della supremazia papale da parte delle altre confessioni
cristiane. E pur neirapparente calore del messaggio papale, questa
tsìgcnzu è chiara: è un rilorno alla
Madre comune, che si indica, c la
madre comune è la Chiesa di Roma.
La storia del passato ci insegna
che cosa significhi « la schiavitù »
di Roma e non valgono le esaltazioni postume, ed interessate, a farci
obliare la schiavitù che diede la
« buona morte » al Savonarola, al
Varaglia. ed agli innumeri martiri
della « libertà cristianOi » in Italia e
nel mondo.
Nostalgici, noi, dei pesi c delle
catene di Roma? Forse che il ricordlo, ben recente, del Buopaiuti e dei
non pochi sacerdoti di Roma, che
hanno sentito, quel peso e quelle catene., non ci esorta a rimanere ben
saldi, come dice l’apostolo, e a non
lasciarci porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù?
tresì un atteggiamento molto diffuso in tutta la Cristianità evangelica.
« Noi desideriamo rispettare- la
fede, dei nostri concittadini cattolici.
Sappiamo che la loro pietà, così diversa dalla' nostra,-! ha talvolta un
profumo evangelico, dì cui ci rallegriamo. Sappiamo che lo spirito che
anima molti di loro è di benevolenza e di carità e vogliamo sforzarci di
amarli come essi ci amano. Conosciamo il loro zelo patriottico, la loro dedizione all’attività pubblica, il
loro fervore religioàó, che ci animano ad una santa gelosia, e vogliamo rallegrarcene. Tuttavia, ci opporremo decisamente ad ogni nuovo
tentativo di dominio della politica
vaticana, che è una realtà del mondo contemporaneo e della quale diffidiamo per buone ragioni*, il dramma della Chiesa romana è quello di
non essere solo una Chiesa, ma an< he un istituto diplomatico e politico. Sapendo quali pericoli mortali
abbia rappresentatu per il nostro
paese, up secolo la, l’oltramontanismo; conoscendo '^uale sia la per.
severanza diabolica di talune organizzazioni cattoliche nel tentativo
imperialistico di soggiogare i nostri
istituti democratici, -denuncerepao
chiaramente e senza timore tutto ciò
che, nel nostro paese e nel mondo,
ci parrà favorire la costituzione di
una internazionale néra, della quale
non abbiamo motivi di essere i ser.
vi, così come non vogliamo essere i
servi dell’internazionale rossa. Svizzeri, democratici, cristiani e protes:anti siamo e tali vogliamo rknane
re ».
Nostalgici, non noi, cristiani evangelici d’Italia, che ben conosciamo
Roma!
Ritorno al Vangelo
Forse qualche nostalgico (ce ne
sono sempre, non è egli vero?) in
terre lontane... dove Roma si presenta sotto le vesti seducenti del rispetto e della libertà...
Ma anche al di là delle Alpi ci
sono coloro, fra i nostri fratelli, che
hanno gli occhi aperti e che sono
immunizzati contro ogni tendenza
nostalgica sia dalla conoscenza della
gloriosa Parola di Dio sia dalla esperienza storica secolare.
Per tutti citeremo un hi ano dell’editoriale de « Le Protestant » (Ginevra, 1.5 Gennaio 1950) dovuto alla penna del direttore R. Stahler.
Se esso rispecchia la situazione particolare della Svizzera, esprime al
CRISTIANI ED EVANGELICI
noi siamo lieti della grazia di Dio
che ci ha chiamati alla Sua salvezza
perfetta in Cristo, Tunico Signore, e
tali rimarremo, senza nostalgie di
impossibili, assurdi ritorni.
Desiderosi, si, e con brama intensa, che si manifesti, nella storia, la
unità della Chiesa dii Cristo, affinchè
tutti i credenti siano UNO, ma in
CRISTO.
E noi i-ristiani evangelici saremmo
ilnostalgicii » di questo ritorno a
vRoma? No. fratelli eti amici della
' Chiesa di Roma. 1 nostri orizzonti,
per grazia di Dio. sono più ampi <li
quelli di Roma, anche se questa si
' ammanta della pretesa della cattolì, cità. Verso una nuova cattolicità è
avviata la cristianità non romana,
cattolicità eenmenica dalla quale sono bandite le tendenze imperialistiche che la Chiesa romana ha ricevuto. legittima erede, dall’impero
j di Roma e che sempre riaffiorano
‘ nella sua dottrina e in tutte le sue
manifestazioni.
Nostalgici, noi, che, per grazia di
Dio, « in Cristo » abbiamo « tutto
pienamente y> 9 (Col. 2/10). Che ci
darebbe Roma ed il romano pontefice che CRISTO NON CI ABBIA
DONATO E a DA’ DEL CONTINUO? « Cristo, nel qutde tutti i tesori della sapienza e della' conoscen.
3sa sono nascosti » (Col. 2/3) a. ci è
Il Monumento di Chan/oran (Valle d'AngrognaJ ricorda l'adesione
dei Valdesi alla Riforma Protestante fi53i) ed é al tempo stesso testi/
monianza della loro fedeltà alla Parola di Dio. "Anehe voi, dunque,
poiché siam circondati da .tì gran nuvolo di testimoni, corriamo con
perseveranza l'arringo che ci sta dinanzi, riguardando a Gesà„.
Avete acceso
‘ *u.
^Avete acceso. Voi detIa‘‘tnontagna,ty¥
sulla roccia il falò dì rimembranza ?
' Aftettdiamo il saluto luminoso
!
ih ■ . •
■ • • .1 «I.-,. t.Jïi
' fi r
noi —- nella valle ~~ or che la 'notte avanza i-'
, ' n.
Una stella ha tracciato già nel cielo
fulgida scìa come un ardente invito ;
le risponda — levandosi in faville '
a ineffabile abbraccio — il vecchio rito.
Molte mani nei secoli hanno acceso
sulla roccia, lassù, questo segnale.
Quelle mani or son terra ; ma f afflato
che aìlor le mosse spira sempre uguale.
Ognun la sua fascina sulla roccia
porti, ammucchi, faccenda, la tormenti
perchè sprigioni la ruggente fiamma
che vibri ai vento ! E vessillo diventi !
Tutta la notte noi fattenderemo
— questa notte stellata che s'avanza — .
Finché, a Valdesi, falba rida in cielo
date fiamma al falò della speranza 1
ADA G. MEILLE
grave divisione dell’Occidente' cristiano nel secolo XVI.
D’altronde la storia recente non ci
offre alcun segno che la gerarchia
papale, dopo aver sconfitto nei secoli passati le corrati conciliari, si
possa allontanare da quelle posizioni autoritarie ed infallibiliste che il
Concilio Vaticano ha definite e che
ci separano irriducibilmente.
Si chiedono Bibbie
Ci avvieremo verso tale unità solo
quando il vescovo di Roma ripiinzierà a quella pretesa di supremazia
gerarchica che è Stata una delle catise, e forse la maggiore, della grave
divisione tra l’Oriente e l’Oceidenle
nel secolo XI e una delle cause della
Ritorno, sì, alla purezza del Vangelo, libero dalle aggiunte posteriori della tradizione e dell’ambizione
umane; ritorno che ai impone e che
è tema fondamentale, sempre, nelle
prediche delle Chiese Evangeliche,
dove il Vangelo è sola, sovrana autorità; ritorno al Vangelo, che si delinea in taluni ambienti cattolici ro.
mani c che porterà, up giorno, i
suoi frutti di rinnovamento su direiliic. forse non previste dai suoi promotori... e ritorno al Vangelo di
tante anime, che, in Italia, ad esempio, vengono numerose alla Chiesa
Evangelica e costituiscono quei gruppi di studio che tanta gioia Anno
ai servi del Signore e che sarebbero
più numerosi e più frequentati se
fossero più abbondanti gli operai del
Regno di Cristo.
NON VI PUÒ’ ESSERE NE’ VI E’
NOSTALGIA in chi ha fatto la henefica e gloriosa esperienza dell'adempimento della promessa del Signore Gesù: « CHI BEVE DELL’ACQUA CHE IO Gli DARÒ’,
NON AVRA’ MAI PIU SETE. ANZI. L’ACQUA CilE IO GLI DARÒ’,
DIVENTERÀ IN LUI UNA FONTE D’ACQUA che SCATURISCE
IN VITA ETERNA » (Vangelo di
Giov, 4/14).
ELIO EYNARD.
La situazione atttude in Cina ha
suscitato un notevole interesse per U
rruessaggio biblico. La « Maison de la
Bible n in Cina annuncia che non rie.
. *ce a soddisfanne tutte le richieste.
Prima che Peipi/ng e Tientsin fossero
occupate dalle truppe comuniste, l’aereo della chiesa luterana, U « Saint
Paul », in risposta agli urgenti appelli delle chiese, delle scuole, e degh
altri istituti cristiani aveva recato
in quelle città pi/à di 60.000 copie della Bibbia, del Nuovo Testamento e
dei libri della Bibbia.
Le « Sacre Scritture » in lingua inglese sono anche molto richieste. Ma
la ¡( Maison de bv Bible » a Shianghai
stampa o/nche i Libri Sacri per la
Malesia, l'Indocina e l’Indonesia, p.
spera quest’anno di poter stampare e
distribuire 4 milioni di Bibbie per
soddisfare almeno le richieste più vr.
genti, E questa cifra non è che In me.
tà di quella, del 1936 perchè oltre alle
difficoltà di trovare le materie prime
per la. stampa occorre riorganizzare
tutto il, sistema d^ distribuzione che
la guerra ha sconvolto.
Dal « Journa.1 des Missione Evangéliques 1). (Settembre 1949).
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Il Figliol Prodigo
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C’kcO DELLE VÁLLI VALDESÏ
in noce neite
Angrogno (Copoluogo)
Torre Pellico
Massello
VisiUi, di Chiesa. Ha avuto luogo
Dom 5 Febbraio alla presenza di una
numerosa assistenza, oonvenuta anche
per udire la parola dell’antico conduttore della Comunità, pastore A.
Ricca, sovrintendente del 1“ Distret.
to. 'Abbiamo udito calde esortazioni
ad una più intensa vita spirituale e
ad una più consapevole responsabilità
dei nostri doveri di liberalità cristiana
Ringraziamdo di cuore il past. Ricca, facciamo voti che il suo messaggio
possa portare buoni frutti.
Rorà
*f<r . .
Il culto dii domenica 2S gennaio e
stato pr :sieduto dal Pastore sig. Ar.
iiaido Comb» che- ringraziamo per il
suo messaggio. \
Mercoledì 1 febbraio, nel corso della nostra riunione quartierale ai Jourdans è stato battezzato ¡1 bambino
Bertodot Giarapiern di Giovanni Al.
berto e Bertiin Rina (Jourdans). La
grazia del ISignocre accompagni e oir.
cx>ndi il bamibino ed i suoi genitori.
11 signor Kohli, Direttore della
Ferme-Ecole dei -Monnets, acoom-pagnato dal Pastore sig. A. Gbm-ba, ha
visitato durante la settimana dal 29
gennaio al 6 febbraio le souolette di
quartiere della nostra Oom-unità intra, ttenen do i n-mnerosi accorsi ad
ascoltarlo^ su vari problemi agricoli e
promettendoci una successiva visita
in cui egli tratterà un argomento spe.
ciale a richiesta, sempre in tema di
agricoltura. Vogliamo anoora qui dirgli il nostro vivo rin-graziameato per
la sua gradita visita augurandoci che
molti agricoltori di Angrogna voglia,
no d’ora innanzi valersi dei suoi preziosi e disinteressati consigli.
«. a.
InauguraxioneWdella luce elettrica ai
Jtumè.
Il 29 di gennaio gli abitanti dei Ramé festeggiavano l’impianto della luce elettrica, nella scuola -di quartiere.
Erano presenti i oapifamiglia, il Dr.
Meynet, sindaco di Rorà, i rappre.
sentanti disi comune, i Dr. Cotta
Giorgio e Giuseppe, il rag Gay, il
tec-ni-co ’dell’impian-to Bouvier ed il
Pastore. Al levar delle mense, il Signor Bo-uehard rendendosi interpreti^
della-ooim-un© gioia ringraziava le au.
torità comunali e per ess© il Dr. Meynet per l’imteressamento finanziario e
rincoraggiamento che il sindaco ha
costanteme-n-te -dato ai rumerini, sempre incerti e titubanti
Il Dr. Meynet si congratulava con
tutti i presenti per la fatica alla quale s’erano sobbarca-ti ed esprimeva lo
augurio che l’interessamento del co.
mune fosse di stimolo perchè i rumerini non abbandonino più i loro viJ.
laggi, ma fruiscano dei l>enefici -concessi tramite l’ammindstrazione (arminaie.
Per la oelehrazione dell'anniversario
del .17 Febbi'oio, si conferma il prò.
gramma già pubblicato. Il pranzo tradizionale avrà luogo al Convitto Valdese domenica 19 -oorr. alle ore 12,90.
I -biglietti d’iscrizione possono acqui,
starsi presso la Libreria Hugon (a lire 450) fino alla sera di venerdì 17
corr. Per iniziativa della Corale e
della gioventù vaJdese, un modesto
trattenimento avrà luogo verso le ore
15, nel locale stesso del pranzo, al quale i commensali ed amici sono cordial.
mente invitati. Vi sarà un servizio di
thè e biscotti.
Colpito improvvisamente da grave
malore, mentre si recava al lavoro, è
deceduto il 3 Febbraio Micol Carlo, fu
Federico, del Brualacomba in età di
73 anni.
La sua vita è stata dedita, fino all’ultimo, ad un rude e indefesso la.
vero che gli procurò una agiatezza ed
una considerazione non comuni.
Fu anche anziano stimato fino al
1945.
Il servizio funebre, presieduto da'
pastore A. Rioca, fu una dimostrazione di stima generale.
Alla moglie MicoLTron Rachele con
la quale egli convisse ‘ben 52 anni in
una unione benedetta, al Figlio Eri
6 famiglia, unitamente a tutti i con.
giunti, la fervida simpatia di tutta
la Chiesa.
Subito dopo il Pastore presiedeva
una riunione esortando i presenti ad
esprimere il loro riingraziamento prò.
fondo al Datore -della vera Luce. Formulava l’augurio che Is- luce nuova
.servisse a rischiarare meglio i carat.
tori delle parole della -Bibbia, così assiduamente letta -un tempo al chiarore incerto d'una lampada a petrolio.
Possano, ora, le luci dei Rumé essere il segno di altrettante luci iute,
riori dove -brilla la lue© della presenza del Salvatore.
Leopoldo Rivoira, diacono.
Scuola. (Ielle Fucine -, Diamo il
elenco delle offerte inviate a favore
della scuola delle Fucine. Segnaliamo
l’offerta della Famiglia dell’ing. kr.
turo Long, del Col. Cesare e ■‘^ign.
Adelina e Alice dataci in memoria
della loro mamma che tanto s’adoprò
per la nostra parrocchia Siamo li’ti
che il loro ricordo si sia concretizzato
in un segno tangibile, per un’opera,
che le era tanto a cuore, nell’antico
progetto del Pastore Geymet.
L. 400: Offerta di colleghi in occasione d’un -colloquio pastorale
L. 500; Rivoira Romilda ved. Odia
e Od'in Vilma, Luser-na.
Ij. 1000 ; Prochet Finetta, ex maestra
a Rorà, Torre Pellice — Fratelli Cotta Giorgio e Giuseppe, Torre Pellice.
— Grill Arturo e Mariuccia, Torino
— Col. Grill, Torre Pellice.
L 1250; Signora Grill, Torr© P,
L. 5000 : Guido e Renata Bounous
Hahn in memoria del Dr. Arnaldo
Malan Torino.
L 1500: Morel Roberto, Rorà.
L. 9135 : D-urand Canton Eugenio,
Nuova York.
L. 50.000; Ing. Arturo Loag, Col.
Cesare, Siig.ne Adeli-na e Alice in me.
moria della mamma..?’-“"
I culti dell’6 gennaio e -del 5 febbraio
sono stati presieduti dal iS-i-gnor Aldo
Tourin-, anziano. iLo Tingraziamo sen.
titament© per la sua costante e prezio.
sa'collaborazione. .
Réforme
PERS O.N ALIA
A Oerignola, il 6 febbraio, si sono
uniti in matrimonio il Pastore Gio.
vanni Peyrot © la iSignorina Anna
Scaramo. ^ .j|ì
Giungano agli spop l’a^urio sin.
caro di urna vita fai^glia-iìSe e di un
ministero cristiano allumi-Aati dalla
luce del Salvatore.
, Il grande settimanale a otto pagine
illustrate, in rotocalco, pubblicato dal
protestantesimo di lingua francese
svolge in questi giorni la sua campagna 'di abbonamenti per -il 1960.
Per l’Italia, ha l’escl'usiva dèlie sottoscrizioni la « Libreria Evangelica e
di Cultura » di Torino (conto corrente postale 2/34841, intestato al -doti. T.
Bakna), alla quale le quote di abbonamento — per un semestre — vanno indirizzate.
speciale; inol 1946 solo sei chirurghi |
americani erano in grado di effettuar, j
lo, oggi gli specialisti sono 24. Per j
aocresoeme anoora il m'umero, la ban-1
ca ha indetto oiello soor-so aprii© unt
fortunato congresso internazionale di’
chirurgia oculistica cui ha -paTtecipa.-l
to un centinaio di ohirurghi america.j
-ni e di altre nazioni
Cuoio gommato per le scarpe.
‘.1
Anno'Santo
<( Anno iSi'anto » è un foglietto mensile a 4 pagi nette redatto dal pastore
T, Balma, e eh© tutti ipossono richiedere Prezzo ; L. 300 al centinaio, franco di porto. Inviare l’-ammontare per
-mezzo di versamento sul conto corrente
pos'tale n. 2/3484il, intestato al su-ddetto redattore
E-oco i prezzi d'abbonamento :
per sei mesi L 1375,—
id. per pastori © caii'd. in teologia 825,—
La iLibreria Evangelica © di Cultura di Torino invia irwneri di sui/già i-ntera-mente gratuiti, a ohi ne desideri, con il semplice invio -del proprio indirizzo completo. Richiederli
airin-dirizzo d,i via Principe Tommaso
n. 1 b, TORINO.
Dopo due anni di esperimenti, i,|
tecnici del National Bureau of Stan-'’^
-dards sono riusciti ad impregnare il;;
cuoio con una soluzione di gomma; ii'~||
prodotto così ottenuto si presta egre,
giament© alla fabbricazione di suo'e^
da scarpe. Pare infatti ohe U suole-,
di cuoio gommato siano del 50.UX> per i
cento più re-si'.stenti all’abrasione © dell
50 per oen-to più i-mpenneàbili di qneli3||
le in cuoio -della iiniglioi'e qualità, Lll
nuovo proc-edimento, che è relaiiva.l
mente semplice, oonsentirabbe a Pili.3
du-stria dell© calzatur-i» di u.sai> - per-J
le suol© — il cuoio di se-condii qualità*
sinora scartato. 5 ‘
Pro Valli
CO.’^TADINl abili li-ella falciatir-'a:«^
mungitura sono ricercati jier la Sviz,'^
zera.
Il Dr. Cotta Giorgio si ritenni© felice di trascorrer© la giornata in mezzo a quei buoni montanari, promettendo -di venire incontro agli abitanti
di quei villaggi, per le culture © l’allevamento del-bestiame secondo orit:--«
ri modernii. Anche il Rag. Gay od il
signor iBouvier espri'mevano la loro
letizia profonda di aver collaborato
per la buona riuscita -dell’impianto.
Notiziario scientifico
Ili rettore Besp Ermanno Rostan.
Utilizzazione dei grano turco negli
Stati Uniti.
Il raccolto annuo del granturco n-e.
gli Stati Uniti si aggira su di un mi.
liardo e cinquanLtà milioni di ettolitri, e gran part© di esso è destinato ai
mulini per la produzione -della farin i
e di altri generi di consumo, alle in.
dustr-ie produttrici di mangimi © alle
distillerie. Un’importante -aliquota
dello stesso ra-ccoilto viene utilizzata
inoltre* nella fatoicazione di centinaia di prodotti industriali © medicinali, -dal lucidò da scarpe alla penicillina.
Gli studiosi dUohemiurgia — quella
particolare branca della chimica che
si occupa dell’utilizzazione industri-a-•
1© dei prodotti agricoli — hanno scoperto molteplici maniere di utilizzare
ogni parte del chicco di granturco e
stanno cercando ora -d’impiega-i'e perfino i tutoli e i gambi allo scopo di
aprire agli agricoltori nuovi settori
commerciali © con la conseguenza di
offrire a migliaia di persone nuove
possibilità di lavoro. Il chiooo -di gran.
tuT<^, macerato nell’acqua, viene
stx>mposto nei suoi elementi essenziali ; amido, glutine, germe e scorza, e
da questi elementi è tratta una gran,
de quantità di prodotti, usati quotidianamente da milioni di persone.
-Così l’olio di 'gra-ntui'co, -d-erivil.o
-dal trattamento del germe vien© usato nella fabbri-cazione de) sapone, iielrindustria farmaceutica e per alcuni
prodotti di cuoio, mentre meiracqua
ohe serve alla macerazione del chicco
è coltivata poi quella speciale muffa
da cui viene estratta la penicillina.
Il tutolo, opportunamente trattato,
fornisce tra l’altro polveri detergenti
per gli oggetti di -gioielleria e per ie
parti più piccole dei macchinari,
mentre il ga-m;bo viene in vario modo
impiegato; ad esempio, nella imbottitura dei materassi, -come materiale da
imballaggio o nella fabbricazione del
cartone o di pannelli leggeri per l’edilizia
Tip. Subalpina, s p a . Torr-e Pellice'
Il giorno 5 febbraio, ha risposto al.:
la chiamata -del Padre
Jahier Luigia in Travers
CI Io sono la risurrezione e la VL^
ta. Chiunque crede in Me, non
morrà ma avrà Vita Eterna »
Il marito Stefano e il figlio Sergio;
ningraziano quanti vollero onorare la’
loro cara Estinta e furono loro vicini
con cristiana simpatia.
Torino. 8. Germano Chis 7.2.-1959.
Anzitutto l’amido, che costibuiaot!
circa l’ot-tanta por cento della sostan.
za del chicco; Io sciroppo d’amido, oltre ad essere adoperato nell’industria
dolciaria, trova pure applicazione nel
settore tessile, nella lavorazione del
tabacco © nella concia delle pelli.
Bilancio nella banca degli occhi.
La banca degli occhi — ufficialmente CI Eye-Bank for Sight Re.storation,
Ino. 1) — funziona ormai dal 1945 a
New York e si incarica di raccogliere
e fornir© per l'innesto, a chi soffre di
-difetti alla vista, le co-rne© sane, di
persone -decedute. Tra la raccolta e
l’i.n-iiesto non debbono trascor-rexe piu
di 36 ore. In un quinquennio di attività la. banca, presieduta dalla signora Ai-da -de Aco,sta iBreckinridge, .ha
fornito oltre 1-5<X) oor,nee, che nell’83
per cento dei casi sono state, fello*mente innestate al posto di quell© di.
fettose.
L’intervento sulla cornea presenta
dell© -difficoltà e richiede una tecnica
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soiwattutto nella confezióne dei mangimi) gli studiosi hanno trovato altre
applicazioni importanti ; il glutine,
sottoposto a speciale trattamento,
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I 6,20 I
I 7,101
I 7,38 I
6.38 I 8,01 I
6,53 1 8.20 1
7,55 1 I I 12,281 13,10 I 17,05 I | 18,20
8,46 I I I I 13,52 I 17,51 | | 18,46
9,08 i I I 13,07 1 14,20 | 18,17 I | 19,01
9,26 I 9,35 I 12,48 | 13,24 | 14,42 I 18,45 | 18,52 | 19,18
I 9,50 I 13,02 I 14,02 | 15,03 1 | 19,07 | 19,35
18,30 I 21,35
19,16 I 22,15
19,43 I 22,36
^,02 I 22,56
20,24 I 23,14
Torre Pellice
Bricherasio
Pinerolo
Airasca
Torino
4,35 I
4,50 I
5.18’
5,37 1
6,25 I
6,03 I
6,45 I
5,56 1
6.11 I
6,28 I
6.52 I
7,35 1
6,11 I
6,24 !
6,51 I
7,16 I
8,151
7,05 I
7,20 I
7,36 1
7,55 I
8.30 I
9,05 I 12,20 I-----I 13,13
9,19 I 1234 I 12,40 I 13,26
I I 13,03 I 13,40
I I 13,20 I
I I 14,20 I 14,30
I 16,26 I 19,42 I
16,42 I 19,58 I
17,03 I 20,22 I
17,29 I 20,43 I
18,20 ! 21,35 I
BRICHERASIO-BAROE e viceversa
Bricher. 5,16 | 9,30 | 13,35 | 14,55 I 18,50 | 20,15 Barge 4,25 | 6,08 I 12,22 | 14,08 | 16,20 | 19,32
Barge 5,36 I 9,50 ( 13,54 I 15,14 I 19,10 I 20,36 Bricher. 4^47 | 6,30 | 12,40 | 14^8 | 16,40 | 19,52
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR PEROSA ARGENTINA e viceversa
Pinerolo
Peroaa
4,25 1 5,45 I 6,45 I 8,15 | 10,15 | II,.30 I 12,40 | 14,40 | 17,20 | 19,15 |
5,45 1 6,37 1 7,40 1 9,10 | ll.ai | 12,25 i 14 | 15,40 | 18,25 | 20,10 |
I
Peroaa
Pinerolo
4,45 1 5,55 1 7 I 8,20 1 9,40111,45 113 | 16 | 17,40 | 18,50 |
6 I 6,45 I 735 I 9,10 I 10,40 I 123.3 I 14.15 1 16,55 | 18,35 | 19,45 |
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1949
Autoservizio e tramvia
Pi NEROLO-ORBASSANO-TORINO c vicev.
(I) (2)
Pinerolo 6,1517 I 12,551 18,10
Orbasa. 7 I 7,40 | 13,34 | 18,60
Torino 7^7 | 8,20 | 14,09 | 19,29
(I) (2)
Torino 6,20 | 7,10 | 14,20 I 18,15
Orbai. 7,04 | 7,46 | 14,56 | 18,55
Pinerolo 7,44 | 8,26 1 15,36 ( 19,35
(1) Ftrlate — (2) PtsUm
Autoservizio Sapav-Satti
PINEHOLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
Sapav Sattl Sapav SatU
Sattt Sapav SatU Sapav
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
(I)
8,35 I 12
9,05 I 12,30
Torre Pellice
Bobbio Pellice
19,15
19,45
Bobbio Penice 6,05
Torre Pellice 6,35
(1) Solo il Venerdì
(t)
8
8,30
15,30
16
Pinerolo 7,401 11,401 13,45 1 18,40 Torino 7 1 11,50 1 17 1 19
Airasca 7,54 111,54 1 13,59 1 18,54 Airasca 7,31 1 12,21 1 17,31 1 19,31
Torino 8,25 1 12,25 1 14,30 1 19,2.5 Pinerolo 7,45 1 12,35 11 17,45 1 19,45
Orarlo giorni festivi ,
Pinerolo 7,40 1 8,30 I 13,10 1 19,50 Torino 7,20 1 12,15 1 18 25 1 23,55
Airasca 8,44 1 13,24 1 20,04 Airasca 7,51 1 12,46 1 18,56 1
Torino 8,25 1 9,15 1 13,55 1 20,35 Pinerolo 8,05 1 13 1 19,10 1 0,36
Auto PEROSA-PERRERO-PRALI
feriale 21 6 8 feriale 22
Peroaa 9,20 il7,35 20,20 Prall Ghigo 5,35 6,50 17,15
Ferrerò 9,50 18 20,50 Perrero 6,20 7,30 18,05
Ferrerò 10 21 Perrero 6,25 7,35 11,10 18,15
Frali Ghigo IO,51 21,50 Pe rosa 6,50 8 11,35 I8,4<1
Le corse 7 e 22 si effettuano soltanto li Lunedi, Mercoledì, Sabato e festivi Ano al 30 giugno
Dal 1 luglio si effettueranno tutti I giorni. La corsa 21 si effettua dai 1 luglio 11 Venerdì, Saba té
e Domenica. La corsa 6 si effettua dai I luglio il sabato e II lunedi. La corsa 8 si eRettua dal 1
Luglio solo la domenica. La corsa 6 i io coincidenza con l’autoservizio di gran turismo Perosà
(p. ore 7,10) Torino (a. ore 8,25).