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Bibliotsca YaMQse
(Torino)
TOtm PELLICI
©ELLE VALLI VALDESI
Quindicinale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Armo LXXXI — Nutn. 13
Una copia L> 20
ABBONAMENTI ( ^ P®' l'ì^rno Eco e La Luce: L. 1000 per l'interno
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Cambio d'indirizzo Lire 30, —
TORRE PELLICE — 22 Giugno 1951
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
SEGNI DEI TEMPI
In certe sfere governative ed ec<desiasticlie del nostro paese, si ritiene che il problema della libertà
religiosa e dei diritti delle minoranze. acattoliche debba ritenersi definitivamente risolto dalla vigente legislazione e dai principi della CoI stituzione repubblicana. Se uno si
I azzarda a ripresentarlo alla coscienI za dei cittadini, corre il rischio di
I essere considerato come un fomentaI tore di lotte religiose funeste alla
( pace della nazione o, per lo meno,
come un individuo incontentabile,
i perennemente afflitto da un com
t ple.s.so d’inferiorità.
t:
I; Probi emi come questi, però, non
- si risolvono soltanto sul jtiano giuriI: dico o politico, ma anche e sopra; tutto nella coscienza dei governanti e
^ dcll(' masse. Che questo non avvenga -empre e che perciò il problema
I della libertà religiosa si riproponga
[ ancora al nostro esame, ci è dato di
constatare dal verificarsi di certi se* gni, che annoveriamo sotto il titolo
•. di cf .segni dei tempi ».
I Una domanda
del Primo Ministro
r ÌVella recente campagna elettora
i le, il ))roblema della libertà religiosa. nel suo aspetto particolare di
« libertà di coscienza », è stato trattato <■ sfruttato in funzione politica.
A Firenze, il Presidente del Consi' glio ha detto, tra l’altro: « Volete
’ oggi rifiorire in Italia la questione
religiosa? Io vi dico che se sentissi
il bisogno di riaprirla per assicurare
la libertà di coscienza a qualchedu, no, sarei disposto a dire che bisogna
riaprirla. Ma mi domemdo: c’è forse ipialcuno in Italia che senta veramente questo bisogno di altre formule di protezione della libertà della sua coscienza?_____ C’è qualcuno
che sente la sua libertà e i suoi di! ritti diminuiti dalle leggi e formule
e dalle conclusioni che ci legano al
Concordato? Davvero non direi ».
Ora noi possiamo anche credere
alla onestà di intenti del Primo Ministro nel parlare di libertà di coscienza; ma ci permettiamo di dire
che il suo ragionamento, se poteva
servire a fini elettorali, non pone il
problema della libertà di coscienza
nella sua vera luce e nella sua concreta realtà. E questo per due motivi: prima di tutto perchè ci sono
in Italia dei cristiani evangelici perseguitati nell’esercizio del loro culto e nella professione della loro fede, degli obbiéttori di coscienza incarcerati, degli elettori minacciati
nella loro libertà personale dalle sanzioni dell’aulorilà ecclesiastica; in
secondo luogo, e questo motivo ci
sembra ancora più importante, perchè l’idea centrale dei Patti Lat"ranensi, inclusi integralmente nella
vigente Costituzione, secondo i quali la religione cattolica romana è la
sola religione dello Stato, è già di
per sè una limitazione della libertà
di coscienza dei non cattolici. Altra
è infatti la libertà di coscienza nella
assoluta parità di tutti i culti, ed altra in un ordinamento ove, juivilegiata, si ha una religione di Stato.
Non si impugnerà
ia scimitarra I
Perciò, in un paese come l’Italia,
dove l’opinoine pubblica è determinata iquasi sempre da quel principio
giuridico, oltre che dall’insegnamento della Chiesa ufficiale che pi esenta gli evangelici come una sottospecie di cristiani o come affatto dei
non cristiani, dove il Codice Penale
attualmente in vigore opera una discriminazione fra i reati contro il
culto, ritenendo passibili di maggior
sanzione i reati contro il culto cattolico, dove le Chiese protestanti sono considerate come una anomalia
o come delle sètte al servizio ora di
una politica ora di un’altra, non si
può fare a meno di riconoscere che
qua e là esiste una menomazione
giuridica e morale della libertà di
coscienza.
Proprio perchè in certe sfere
alte e basse c’è questa menomazione,
il gesuita Padre Cavalli poteva scrivere tre anni or sono queste parole
che riflettono la mentalità di molti:
« ...La Chiesa cattolica, convinta per
le sue divine prerogative, di essere
l’unica vera Chiesa, deve reclamare
per sè sola il diritto alla libertà—•
Quanto alla altre religioni^ essa non
impugnerà la scimitarra, ma domanderà che, con i mezzi legittimi (vedi autorità dello Stato — nota dell’autore) e degni della persona umana, non sia loro consentito di diffondere false dottrine.. In una nazione
in cui i dissidenti sono una minoranza esigua, con un governa che dimostra lodevoli disposizioni verso la vera religione, non si può invocare
piena libertà per tutti i culti e tutte
le credenze » (Civiltà Cattolica 3-41948).
Più chiari di così non si può essere e questo è un segno dei tempi.
Libertà, si, ma
dosata e controllata
jNon sappiamo esattamente se sia
a causa delle cc lodevoli disposizioni
verso la vera religione » che il Senatore Mario Riccio (vedi la Protesta del Consiglio Federale in questa
stessa pagina) ha rivolto al Presidente De Gasperi una interrogazione
per cc conoscere se non ritenga di far
ce.ssare la subdola propaganda religiosa alla radio, che offende ed insidia l’anima religiosa cattolica della popolazione italiana »• Ma riteniamo di sì.
Intanto, dopo tutte le vicende subite dal culto evangelico alla radio
in questi ultimi mesi, è giunta in
cfuesti giorni dalla RAI comunicazione che cc domenica 24 giugno, essendo le nostre stazioni impeciate iter
una trasmissione straordinaria, non
verrà programmato, come di consueto, il Culto Evangelico dalle ore 8,15
alle 8,30 ».
Sarà motivo di forza maggiore,
si può anche pensare, ma intanto c’è
in Italia chi se la gode a veder scombussolato di tanto in tanto l’infausto
culto per gli evangelici d’Italia.
Quanto alla interrogazione del
Sen. Mario Riccio, è anch’essa un
segno dei tempi; tempi, cioè, nei
quali i principi di libertà e di uguaglianza (per quanto la Costituzione
adoperi soltanto il termine anch’esso limitativo di cc confessioni ugualmente libere davanti alla legge »)
sanciti dalla Costituzione mal s’accordano con le parole e con lo spirito dei Patti Lateranensi, olfre che
con la mentalità dell’alta e bassa gerarchia ecclesiastica, e sono perciò
molte volte sbandierati di fronte all’estero in funzione di una politica
democratica, ma altre volte insidiati nella pienezza del loro significato
da una mentalità totalitaria e clericale, che si oppone per essenza al
concetto di libertà di coscienza e di
libertà religiosa.
Per gli stessi motivi ci sono oggi
dei Pastori Valdesi in Italia diffidati dall’autorità di Pubblica Sicurezza di presiedere dei culti in locali
non autorizzati e possono anche in^
correre in una denunzia all’autorità
giudiziaria; perchè, per quanto la
Costituzione affermi che « tutti hattno diritto di professare liberamente,
la propria fede religiosa in qualsiasi
forma, individuale e associata, di
farne propaganda e di esercitarrve in
privato o in pubblico il culto » (art.
19), in realtà ed in mancanza di una
nuova legge sui rapporti fra Stato e
minoranze religiose che tarda a venire, l’autorità si regola in base ai
decreti prefettizi ed alla legge del
tempo fascista, che è legge restrittiva nei confronti della libertà di culto e di riunioni religiose.
E anche 'questo è tm segno dei tempi: non dei tempi che si vivono in
Russia o negli Stati Uniti, ma nella
nostra democratica Italia.
jNon si tratta di segni catastrofici
o di inique repressioni, quali si conoscono altrove. Nessuno di noi vuole spingere le cose al loro eccesso.
Si tratta però di segni sintomatici
di una mentalità irrispettosa ¡dei
diritti di libertà e che meritano
la attenzione di quanti hanno
sinceramente a cuore il problema
della libertà religiosa delle minoranze; le quali minoranze, appunto perchè tali, non debbono essere abbandonate. all’arbitrio di meschine menlalità religiose o di leggi restrittive,
ma necessitano una valida tutela dei
loro diritti, nella consapevolezza che
esse pure debbono avere dei loro
doveri.
Ermanno Rostan
Noi non predichiamo noi slessi, ma Crislo Gesù qual Signore. Abbiamo questo tesoro in
vasi di terra, affinchè l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi. La nostra esortazione non procede da impostura, nè da motivi impuri, nè è fatta con frode. Abbiamo esortato
confortato e scongiurato ciascuno di voi " condurvi in modo degno di Dio. Ci sono alcuni che
vi turbano e vogliono sovvertire l’Evangelo di Cristo. Ma dov'è lo Spirito del Signore, quivi
è libertà. paolo apostolo
Per la tutela dei Culti radio
del Consiglio^Federale delle Chiese Evangeliche inviata
alla Commissione per l’alta vigilanza sulle radiodiffusioni
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
al Ministro per le Poste e Telecomunicazioni
Il Consiglio Federale delle. .Chiese Evangeliche d’Italia desidera
informare codesta, onorevole Commissione parlamentare sulla situazione che si è andata delineando .’ih questi ultimi tempi, circa la radiotrasmissione del culto evangelico, richiedendo il suo alto intervento
perchè venga rispettata anche in questo campo la libertà religiosa che
la Costituzione della Repubblica garantisce a tutti i cittadini.
Come è noto in data 18 Aprile u. s. l’On. A’w. Mario Riccio ha
rivolto in Senato, con richiesta di risposta scritta, al Presidente del
Consiglio, la seguente interrogazione: « Per conoscere se non ritenga
di fare cessare la subdola propaganda religiosa protestante alla radio
che offende ed insidia l’anima religiosa cattolica della popolazione
italiana ».
In data 11 Maggio u. s. il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Andreotti rispondeva per iscritto aU’interrogante, nei seguenti termini: <c Al riguardo si comunica che in mèrito ai rilievi
formulati dalla S. V. Onorevole questa Presidenza ha provveduto a
richiamare la particolare attenzione del Ministro per le Poste e le
Telecomunicazioni, al quale spetta, ai sensi del decreto legislativo
3 Aprile 1947 n. 428 la funzione di vigilanza e di controllo sulle radio-trasmissioni e sull’ente concessionario ». j.
Questo Consiglio Federale eleva formale protesta, sia nei riflessi
del tenore della interrogazione che suona offesa alla dignità delle
Chiese Evangeliche italiane e pone in non cale la libertà di propaganda religiosa ed il diritto al libero esercizio del culto pubblico,
entrambi garantiti dall’art. 19 della Costituzione; sia nei riguardi
della risposta della Presidenza del Consiglio con la quale, mentre si
è mancato di richiamare alla particolare attenzione dell’onorevole interrogante il dovuto rispetto delle proclamate libertà costituzionali,
si attesta di aver dato corso ai rilievi formulati intervenendo nel senso
desiderato dall’interrogante presso il Ministro per le Telecomunicazioni, intralciando così ancora una volta il libero esercizio del culto
evangelico e il diritto di propaganda religiosa...
E, dopo aver elencato dettagliatamente le numerose variazioni subite dal Culto per gli Evangelici d’Italia, per imposizione dall’alto, dal
1947 ad oggi, la protesta cosi prosegue:
In riferimento a quanto sopra esposto ed ai compiti di alta vigilanza assegnati dal D. L. 3 Aprile 1947 n. 428 a codesta onorevole
Commissione parlamentare per assicurare la indipendenza politica e
l’obbiettività informativa delle radiodiffusioni, questo Consiglio Federale si permette richiamare la particolare attenzione della Commissione stessa sui seguenti punti:
1) L’esercizio del culto pubblico in ogni sua forma e quindi anche
attraverso la radiodiffusione è ampiamente garantito dall’art. 19 della Costituzione. Il « culto per gli Evangelici d’Italia » — tale è la
dizione dell’annuncio che ne vien dato alla radio — risponde ad una
primaria necessità spirituale di numerosi evangelici che, disseminati
nelle campagne, o malati, o residenti in paesi sprovvisti di locali per
il culto pubblico, non avrebbero altro mezzo di beneficiare della edificazione cristiana della predicazione evangelica della Domenica.
2) Il diritto di fare propaganda della fede religiosa che si professa
è parimenti nel modo più ampio ed inequivoco garantito a tutti i cittadini dall’art. 19 della Costituzione.
3) La R.A.I. è un ente che per la delicatezza del servizio espletato nell’interesse della generalità del paese, deve avvertire la responsabilità di salvaguardare i diritti di tutti secondo lo spirito è la lettera della Costituzione.
4) Da tempo si verificano gli inconvenienti di Cui si è fatta menzione, ma ora, dopo l’interrogazione del 18 Aprile u. s. al Senato e
la risposta della Presidenza del Consiglio dell’ll Maggio, non ne è
più dubbia nè la natura, nè l’origine.
Conseguentemente il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia, si rivolge a codesta onorevole Commissione parlamentare, perchè voglia intervenire per salvaguardare i diritti dei cittadini e le libertà costituzionali, assicurando con una propria deliberazione da eseguirsi ai sensi dell’art. 13 del D. L. 3 Aprile 1947 n. 428,
l’indipendenza della radiodiffusione da una politica religiosa intollerante delle libertà che la Costituzione della Repubblica garantisce a
tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro confessione religiosa.
Segue l’elenco delle richieute affinchè sia assicurata la radiodiffusione del Culto per gli Evangelici, venga dato avviso dell’orario nella
comunicazione del programma settimanale, venga assicurato il pieno
rispetto del libero esercizio del culto pubblico e il diritto di propaganda della fede religiosa professata da parte degli Evangelici d’Italia.
Roma, li 7 Giugno 1951. . ¡
IL CONSIGLIO FEDERALE
DELLE CHIESE EVANGELICHE D ITALIA
Il Presidente: EmanUELE Sbafpi
I Vice-Presidenti i Achille DeodaTó
Manfredi Rónchi
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VV’»' ■•T -ï'.
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L’ECO DELLE VALLI VALIffiSI
fcííiílfífe'
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£’ questi un personaggio biblico di cu* si narra un episodio della
sua vita nel libro /'’ di Samuele, ma potrebbe essere un episodio dei
nostri ^orni ed un ” Nabal ” molto vicino a noi. ¿.
ù- . Si trattava di Un uomo molto ricco, con vasti possedimenti e numerose greggi di pecore. Aveva una bella moglie, bella e saggia, il ohe
non sempre è dato di trovare. A questo Nabal, mandò Davide alcuni
suoi uomini per chiedergli molto umilmente un contributo in natura
^ per «è e per i suoi uomini. Viveva allora Davide alla macchia, perseweUatq dal re Saul e costretto ad arrancarsi in qualche modo. Fece
ente a Nabal: « Io, con i miei uomini, ho Sempre protetto il tuo greggè dai predoni, non ti ho mai chiesto unlla prima d’ora ed ho così
permesso che tu possa oggi raccogliere il frutto della tua ricchezza
(era il ^prno della tosatura). Dammi dunque, per favore, qualche cosetta da mettere sotto i denti ». Nabal rispose sgarbatamente: « Chi è
David? Sono numerosi oggi i servi che scappano dai loro padroni e
dovro io provvedere a loro? ». E non diede nulla. Figuratevi David,
che non era un eampione di mansuetudine, come montò su tutte le
furie quando gli ri/eriroHo. la risposta. Armò sollecitamente i suoi uo- unni, deciso a fare piasm puUta di Nabal e della sua casa.
Ma c’era Abigml, Iti bella e saggia moglie di quel Nabal. Ella
comprese subito la gravità della situazione per l’imperdonabile avarizia del marito, e, caricati parecchi asini di vettovaglie, andò incontro
a Damde, placando la sua ira con parole degne della sua saggezza. In
questo modo salvò la vita « », beni del marito. Credete che questi gUene
fosse grato? Nemmen per sogno:"non appena lo seppe, tanto si accorò
per quel poco che vtmne dato a Davide, da morirne. Così liberò il
mondo della sua inutile presensta, e Davide ne sposò la saggia moglieQuale appellativo potremo noi dare ad un uomo simile? Non si
può altro che chiamarlo col suo risme, pittoresco, appropiiato. Infatti Nabal significa STOLTO, od in parola' più semplice, STUPIDO.
^ Àliti Nabal ci presenta la Bibbia, Vi è quello del Salmo 14 che dioé: « Non c’è Dio ».’*£’ di David questo salmo e forse, scrivendolo,
avrà pensato a quell’altro Nabal.
-,Vi è quello della parabola in Luca 12. Anche lui, questo Nabal,
aveva’"grandi ben* e non sapeva più dove metterli. « Laacia fare a
me » — avrà pensato nella sUa stupida saggezza umana — « farò così:
allargherò i miei granai e vi riporrò i mieihcpi è dirò all’anima mia:
« Anima, tu hai molti heni riposti per molti anni; riposati, mangia,
bevi e godi », E Gesù dice a questo Nabal: « Stolto (ossia stupido)
l’anima tua ti sarà ridomandata questa sera »...
In Matteo 7, Gesù parla di un altro <ì Nabal » che costruisce. la
sua casa sulla sabbia. Si può essere più k Nabal » di così? Eppure è
cosa di 'tutti i giorni. Quando uno deve costruire una catapecchia si
preoccupa di chiederà il parere dei tecnici perchè ha paura di spendere il suo danaro avventatamente. Ma quando si tratta di costruire
la sua « casa spirituale » quella che veramente conta, allora agisce da
« Nabal ».... Chiedete, chiedete ai « teciwci » che cosà significhi nel
Nuovo Testamento costruire la casa sulla sabbia!
-, ^ ^ .
Quanti d Nabal » .in questo nostro mondo! Dio — che essi non
vogliono riconoscere — ha vegliato tuttavia sulla loro vita, poiché
« Dio fa sorgere il sole sui giusti e sui malvagi » ; ha permesso loro di
raccogliere il frutto della loro fatica, del loro travaglio umano- Chiede poco il Signore, solo un briciolo di riconoscenza: « Riconosci che
io sono Dio, che è la. mia mano che ti protegge ». « Dio vuole che
tutte le sue creature abbiano « il pane quotidiano ».... « Chi dona al
povero dona al Signore »! Dio « vuole che tutti gl* uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità ».
Ha ragione il savio dei Proverbi:
Che giova allo stolto aver ricchezze
Se non può comprare la sapienza?
Fate che non si dica di voi che siete un a Nabal »! Fate sopratutto che non lo dica di voi il Sitare!!____
A. Sensi
Si canta...
In seguito alla pubblicazione dei due articoli di « Penna Bianca » sul canto in
chiesa, abbiamo ricevuto due lettiere che
ora pubblichiamo. La prima aveva un tono
un po’ energico e ci siamo perciò presi la
libertà di renderla più detee, tanto pUi
che gli articoli di « Penna Bianca » avevano unicamente lo scopo di porre in discussione uno degli aspetti del nostro culto
pubblico e suscitare, se possibile, il contributo di pensiero e di consiglio di quanti
amano il canto dei nostri inni di chiesa,
non già quello di sottovalutare l’opera apprezzatissima dei nostri organisti volontari. Dato il posto e la funzione del canto
sacro nella comunità evangelica è augurabile una utile discussione, che metta in
luce non soltanto gli aspetti diremmo
« tecnici » del problema, ma il suo profondo significato spirituale. Perciò la parola
è libera a tutti. Red.
Egregb Direttore
Ho letto attentamente « Si canta
male.... » nel suo numero 11 del 2ó
maggio 1951 e sono rimasto invero
molto sorpreso per le inesattezze espresse dall’autore.
Chi scrive ha ormai una quasi trentennale esperienza del servizio d’organo
e si reputa attento e innamorato discepolo della scuola di Bach, ancor’oggi fondamentale per la tecnica
e coloristica organistica.
Non è affatto vero che si canta .male nelle nostre -Chiese perchè si canta
come si può. Un vero ed esperto canto
si ottiene soltanto con una buona preparazione, con attiva e continua pratica del canto.
E’ vero che il testo musicale dei
nostri Innari è impossibile per molti
canti, e ciò è già stato ampiamente
constatato a Torino nella apposita
commissione riunitasi dal 27 ottobre
al 21 novembre 1947.
E’ vero che lo stesso testo musicale genera facile confusione in chi legge e canta a digiuno di particolare
cognizione musicale.
Ma è altrettanto vero che per ottenere un canto efficace, bisogna in primo luogo cantare, e ancora e sempre
cantare.
Lutero, l’usignolo di Wittemberga,
lasciò scritto « La somma è che nel
canto il testo acquisti slancio senza
ridursi a un chiassoso o confuso balbettio, perchè meglio vale abbandonare il resto e prommeiàre invece bene
le parole, preghiera e gloria a Dio ».
E ancora : « H canto della comunità deve considerarsi non appendice ma
parte principale del culto » (Formula missae et communionis 1528).
Il grande Eiformatorè diceva che il
canto noci dev’essere pigro e svogliato,
ma allégro e gioioso per essere vero e
bene accètto al Signore,
Intanto, per esperienza e competenza, precisiamo che l’organo deve ès
sere il sostegno del canto e non il suo
trascinatore; l’organo deve « accompagnare » il canto e non deve « dirigerlo » (Scuola organistica di J. S.
Bach).
La base del canto corale è costituita da una completa e fiduciosa cooperazione tra pastore, organista e comunità.
Ne consegue che è assolutamente deleterio un falso senso di gelosia
reciproca, ma diventa altamente meritorio e utile che, ognuno per la sua
parte, dia del suo meglio por contribuire aH’edificazione spirituale del
culto.
L’accusa del « troppo lento » non
regge. Cosa significa « troppo lento » ?
Certo, ogni inno ha i suoi valori tonali, i suoi mavimenti più o meno celeri. ma bisogna considerare che i cantori sono giovani e anziani e assai diversa è per essi la possibilità musicale. Occorre anche conferire ad ogni
inno la dovuta solennità e non ridurlo
a frettolosa canzonetta. Est modus in
rebus.
E’ necessario, in somma, creare sempre un’atmosfera stilistica e timbrica
contribuendovi con vocalità potente e
sicura, tale da conseguire una musicalità es.se.nziale e altamente emotiva.
Si rende, pertanto, indispensabile
un addestramento'ïnusicale della comunità ed in particolare una cura metodica del canto corale nelle scuole
domenicali, nell’istruzione dei catecumeni c nelle unioni giovanili.
E’ spiacevole che oggi il canto in
Chiesa comprenda* quasi sempre gli
stessi inni e le medesime melodie,
con I.a scusante che : molti inni non
sono conosciuti. •'
Non si può neppure pretendere che
il culto si trasformi. in esperimenti
musicali, ma il canto durante il culto
dovrebbe essere ìbìfrutto di attiva ed
intelligente istruzkme preparatoria per
ottenere poi un iieffettivo guadagno
spirituale. > ,
E’ questione buona volontà, ècco il «punctum dolens » dell’argomento che ci occupa.
Occorrerebbe un’attiva partecipazione alla corale, senza distinzione e superando posizioni personali, ma riunendo tutti nell’interesse del canto di
tutti. ., .
Le difficoltà sono certamente notevoli ma solo cosi ognuno contribuirà
veramente a glorificare il Signore con
la pratica feconda della musica sacra.
L’introduzione, poi, della liturgia
cantata, le preghiere ed i sermoni più
brevi, il canto degli inni completi, renderebbero i culti assai più emotivi e
spirituali.
Enrico Campofaggi
Organista del Tempio Valdese
di Corso Oddone in Torino
Convegno di primavera
Il Convegno di Primavera della FUV, che
abitnalmente si teneva a Torino, lia trasferito
la sua sede a Pinerolo, ed ha assunto un rarattere prettamente sportivo.
Il Capo-gruppo delle Valli, Pastore Marauda, ha aperto il Convegno con un culto, la mattina del 24 Maggio, nel tempio
di Pinerolo, predicando sul lesto di Matt.
11 ; 12. Egli ha sottolineato la necessità di
uno sforzo costante per essere coerenti con
la nostra confessione di fede, sforzo che
esige, specialmente da parte dei giovani,
molta forza e molto coraggio.
Erano rappresentate le Unioni di ; Como, Ivrea, Torino, Susa, S. Antonino, Pinerolo, S. Germano, Pomaretlo, Peri-ero •
Maniglia, .S. Secondo, Prarostino, S. Ciòvanni, Torre Pellice, Rorà; in tutto circa
130 giovani. Le gare di atletica leggera, il
torneo di palla a volo, il torneo di ping
pong, le gare di bocce, che formavano il
nutrito programma del convegno, hanno
occupato l’intera giornata e ai sono svolti
in una simpatica atmosfera.
Per mancanza di spazio ci limitiamo a
trascrivere il nome delle Unioni che hanno
ottenuto il primo e il secondo posto nelle
vàrie competizioni (maggiori particolari
compariranno su Gioventù Evangelica!: Adetieni 1) S. Germano, 2) Torino; Palla a
volo: 1) Pinerolo, 2) S. Germano. Ping
pong; 1) Torre Pellice, 2) S. Germano.
Bocce: 1) Torre Pellice; 2) Pinerolo. Premi: S. Germano ha vinto la targa di combinata « Premio di Primavera » per il miglior punteggio generale; Pinerolo ha vinto
la Coppa di palla a volo; Torre Pellice
la coppa di ping pong. Degna di onorevole menzione è l’Unione di Susa, distintasi per tenacia e buona volontà; si è pure distinto in modo del lutto particolare un giovane di S. Germano, vincitore della corsa
di mezzo fondo (1200). Dopo le Premiazioni il convegno è stato chiuso, alle 19, dal
Capo-gruppo.
Questa, in poche parole, la cronaca de!
convegno, che crediamo di poter definire
un bel Convegno; con il suo pieno e lusinghiero successo, esso può additarci una
formula nuova capace di suscitare l’interesse dei giovani che non si sentono più
attratti dai convegni vecchio stile.
In margine al convegno vorremmo esprimere la nostra soddisfazione nel vedere la
FUV incamminarsi nel senso di una attività sportiva intelligente e coordinata: ora
che le Valli si vanno sempre più industrializzando, noi crediamo che sia della massima importanza il saper offrire ai giovani, nell’ambiente della Chiesa, la poseibihtà di ovviare, con delle attività sportive,
al logorìo che il loro sistema nenro-n-uscolare subisce nelle officine e negli uffici.
A chi ci obbiettasse che ciò che conta è
Un’alfra voce
Basandomi su una lunga esperienza
professionale nel campo strumentale
e corale, ritengo che il difetto base
causa del mal canto non stia nella lentezza e tanto meno hella penuria di
organisti capaci di dirigerlo, ma « nello squilibrio di voci che non cantano
a tempo ».
Si canterebbe benino se le voci cantassero all’unisono, ben condotte da
voci guida, 0 da un direttore, come
nelle nostre corali.
L’organista non dovrà mai dirigere
il canto, non dovrà mai emergere sul
canto, ma soltanto accompagnarlo.
E’ questa la sola funzione dello strumento nel caso specifico.
Quali i rimedi?
Secondo lo scrivente uno solo, radicale, ma inattuabile. Insegìiare la
teoria musicale, la divisione ed il solfeggio ai membri di Chiesa. E’ stato fatto un lodevole tentativo nella
Chiesa di Torino, con esito negativo
come era previsto.
Non rimane quindi che proseguire
nel più efficace dei rimedi, già adottato da tutti i nostri Pastori in tutte
le nostre comunità : pregare i nostri
coristi di cantare, quando sarà loro
possibile, sempre riuniti, in un qualsiasi punto del Tempio.
Emilio Valerio
sopratutlo l’educazione morale e spirituale dei nostri giovani, risponderemmo con
Pestalozzi, che « ogni educazione comincia
dal corpo » e che sanità morale e salute
fisica sono molto più vicine di quanto si
creda.
Concludendo, ringraziamo vivamente l'organizzatore del Convegno, Ing. Renzo Pagliani, i suoi collaboratori, chi li ha aiutati finanziariamente, e ci auguriamo che
questa .attività venga mantenuta nei prossimi anni.
Libreria Editrice Claudiana
I Torre Pollice (Torino)
NOVITÀ
PAOLO BOSIO
Un seminatore
racconta...
RICORDI, BOZZETTI,
SPUNTI DI EVANGELIZZAZIONE
Io memomm
NcU’aimunziare la morte del nostro
compianto Moderatore, oobI si esprime,
tra l’altro, il Past. Marc Boegiier nel
« Christianisme au XX siècle » ;
Un deuil douloureuse vionl de frapper L’Église évangélique vaudoise d'Italie avec laquelle noUe Eglise réfor- :
mée de France entretient, depuis des
siècles, les relations les plus fraternelles. Le Pasteur Guglielmo del Pesco,
modérateur de la ” Table vaudoise
fa'insi se nomme le Conseil national
de l’Eglise) est mort presque subitement à Milan le jour de l'Ascension...
C’est à Rome qu’il m’accueillit, peu
de jours après Pâques, et qu’il répondit avec une obligeance fraternelle à
mon désir d'entrer en contact avec le
protestantisme romain, ses Eglises,
ses pasteurs et sa Faculté de théologie. Je le vois encore me disant au revoir avec sa souriante bonté, lorsque
je pris congé de lui après avoir assisté
à une séance du Conseil de la Table
vaudoise.
La mort de del Pesco prive le protestantisme italien d’une grande- force
spirituelle et d’un véritable chef. Il
était non seulement modérateur de'
l’Eglise vaudoise mais aussi président
du Conseil fédéral des Eglises proies-,
tantes d’Italie. A ce titre il poursuivait avec le gouvernement italien de
délicates négociations. Il y apportait
sa sagesse, sa compréhension des points
de vue différents du sien, mais également sa fermeté et son amour
Eglises de la Réforme. Dieu veuille
donner à nos Eglises soeurs, auxquelles nous exprimons notre très vive
sympathie, des hommes que leur foi,
leur caractère et leur coeur qualifient
pour reprendre l’oeuvre du Pasteur del
Pesco et la mener ci, bonne fin.
E il Past. H. Berthoud ne « La Vie
Protestante » : . '
.. ■( ■ .
A plusieurs reprises, soit dans les
Vallées, soit à Genève, nous avions
eu le privilège de rencontrer cet homme nu regard clair et direct, à l’autorité rayonnante et nous sympathisons
de tout coeur avec nos frères d’Italie
pour la perte douloureuse qu’ils viennent de faire.
M. del Pesco était un fervent ami
de notre pays et, tout dernièrement
encore, il nous écrivait sa, reconnaissance pour ” ses frères suisses qui
dans le passé éloigné ou récent, cette
année même, se sont montrés si généreux envers son Eglise Et nous
savons que ces paroles n’étaient pas
formule de politesse mais qu’il suivait
avec un intérêt soutenu le mouvement,
de la pensée et de la vie de nos EglL
ses romandes. - ■,•.-4
Dans les eircostances difficiles
et délicates dans scs rapports aveo
l'autorité civile — que traverse aujourd’hui l’Eglise vaudoise d’Italie, '
M. del Pesco, modérateur avisé et prudent mais ferme aussi dans la défense
des intérêts évangéliques, a fait oeuvre utile et durable. Son nom restera
en vénération au delà des Alpes. Nous
souhaitons — et ne doutons pas —^
que nos frères vauâois lui trouvent un
successeur digne de reprendre la lourde tâche à laquelle lu .mort l’a enlevé
si subitement.
If
pag. 178
Lire 400
E il Past, Métraux nel « Semeur
Vaudois » :
Le Modérateur del Pesco avari
une forte personnalité religieuse.... Il
alliait à une extrême vivacité une bonté exquise... son activité était soutenue par une piété ardente. M. del Pesco est mort en pleine activité, on
peut dire « en campagne ». Nous nous
inclinons respectuesement devant cette belle personnalité, devant ce chef
qui donnait un impression de force,
qui répandait de h chaleur et possédait ce don rare de créer la sympathie...
L’Eglise Nationale Vaudoise entière
s’associe de tout coeur à ce message
et participe au grand deuil qui frappe
le protestantisme latin.
3
s
li^mo »ELLE VAEïÆ'4??ALDBSI
dair Inghilterra
Caro Direttore,
se una volta ci sarà un posticino
sul giornale, per questa lettera, tanto megUo. Ma non posso tenere per
me sola l’impressionè di tutto quel
che succede in questa comunità anglicana di Lee Abbey, di cui faccio
parte temporaneamente. Non so se
Lei ha letto quel bellissimo libro di
Benjamin Vallotton-, . « Des choses
merveilleuses commenceiit », ma
certo questo titolo potrebbe adattarsi a questa Lee Abbey che non è
affatto, come parrebbe dal nome, un
monastero silenzioso e severo, ma
bensì una gran casa piena di luce,
con molte ampie vetrate da cui si
vedono le colline circostanti, i prati
e sopratutto il mare, che cambia così spesso di colore e di aspetto ed è
f sempre cosi meraviglioso. Ecco, quel
che manca un po’, sono quelle bellissime nostre montagne che ho tante volle ammirato dalh^ vetrate di
Agape a cui penso così spesso, perchè questa comunità altro non è che
una Agape che vive ormai da sei
anni.
A capo di questa nostra grande
famiglia c’è un direttore con la moglie, ex-missionari e ardenti evangelizzatori. Accanto a loro alcuni
collaboratori che hanno esperienza
di evangelizzazione, formano la comunità stabile, poi ci siamo noi,
giovani in maggior parte inglesi e
una diecina di stranieri che formiamo la comunità temporanea. Il nostro comune scopo è di annunziare
Gesù Cristo a coloro che vengono
qui. aiutarli ad incontrarLo e ad
/OccetlarLo come padrone della loro
vita e pregare molto per essi. Ogni
. .sabato accogliamo 50 p 100 nuovi
ospiti che vengono per questi « in. contri » di una settimana o due, durante i quali ascoltiamo e riflettiamo sugli argomenti essenziali della
nostra vita: il nostro incontrò con
Gesù Cristo, la nostra capitolazione
dinanzi a Lui, la nostra vita di preghiera e la nostra testimonianza di
cristiani.
Ma le cose meravigliose che succedono .sono i cambiamenti nella vita di queste persone. Persone brave
e buone come noi che vivono tranquillamente, forse un po’ troppo
tranquillamente, finche un giorno
si accorgono che Gesù è Vt alla porta
che batte e vuole entrate e dirìgere
Lui stesso i nostri pensieri, il nostro
lavoro di ogni giorno e le nostre'
conversazioni con gli altri, E allora
c’è una latta perchè vogliamo essere noi i padroni della nostra vita.
Ma qualche volta succede che il
cuore si apre completamente e il
Signore entra. E allora si vedono
dei miracoli come io ho visto qui
ultimamente: quello di una giovane universitaria indù che è stata colpita dal messaggio cristiano così
profondamente che ora ha deciso di
diventare cristiana e ri scrive di pregare per lei perchè deve tornare a
Bombay e annunziare questo alla
sua famiglia che non è cristiana per
cui prevede di dover sostenere molte lotte. Oppure quel pastore inglese venuto qui la settimana scorsa,
non .so se scoraggiato da una parrocchia addormentata, ma con un volto così triste e serio che proprio non
pareva un messaggero del Signore.
Quando partì di qui aveva negli oc
chi qualcosa di nuovo, e il suo sorriso e tutto il suo atteggiamento indicavano la gioia di avere ritrovato
Grìsto, Questo egli ri ha, spritto, E
Peggy, una giovane soUtaria che ha
perduto il marito nelVulrima guerra, e che da allora si torntentava per
dare un senso alla sua vita, ■ poche
sere fa ci ha dichiarato in pubblico
la sua decisione di partire missionaria per l’India. E qutmti altri,
giovani e meno giovanti, capiscono
tutt’a un tratto che la laro vita si
LO UQCe D8LLÍ
Un seminatore
racconta...
Sotto questo titolo, il Past. Paolo Bosio
ha raccolto e pubblicato in un volume di
180 pagine (1) una ricca ed interessante
serie di bozzetti, aneddoti, episodi, brani
di lettere, accuratamente scelti fra i molti
ricordi della sua lunga ed efficace opera
di evangelizzazione, particolarmente nella
chiesa valdese della capitale d’Italia.
NelL’offrire in lettura al pjibblico evangelico quei ricordi, il Past. Bosio ha avuto in mente due scopi: mostrare prima di
tutto quanto sia grande la potenza di Dio
operante per mezzo della sua Parola, per
vie diverse ed impensate, in vista della
illuminazione delle anime'che, forse anche a tastoni, cercano ed attendono la verità; in secondo luogo raccogliere le esperienze di una vita vissuta nella fede in
quella divina potenza affinchè « possano
trasformarsi in aiuto ai credenti nei loro
sforzi per penetrare sempre più addentro
nelle verità del Cristianesimo e per meglio viverle ».
Possiamo dire che i due scopi sono
la r.UMlERE DES NATIONS - Textes
de /'. Preiss - H. WUschi ■ H. Kraemer
■ Jt . Pttton • J. Russillon - Ch. Périer.
....- Editions Delachaux et Niestlé ■ Neuchâtel .... fr. sv. 3,50.
Questo volume pone il problema della
missione in tutta la sua importanza ed in
tutta la sua urgenza davanti alla coscienza dolili Chiesa. La Chiesa cristiana che si
protende nel tempo è chiamata dal suo
Capo supremo a protendersi anche nello
spazio, sia pure in mezzo agli sconvolgimenti politici dell’ora che volge. Le guerre di questi ultimi decenni hanno posto
in discussione il problema della missione,
non per farne sentire la vanità, ma per
riadditarlo come un ordine del Maestro
ai cristiani. Naturalmente l’opera missionaria è complessa e oggi, in un tempo in
cui le giovani chiese dell’Asia e dell’Africa emergono con la loro personalità spirituale e con il loro chiaro messaggio dalla crisi politica e sociale dei nostri tempi,
essa ha più che mai bisogno di essere soltanto al servigio di Cristo.
« La Chiesa e la Missione — L’avvenire
della Missione e l’autonomia delle Chiese
indigene — Le missioni e il problema
dell’adattamento — La Chiesa e il risveglio del nazionalismo orientale — Metodi
missionari del passato e del presente —
La gioventù africana e la Chiesa indigena»: ecco gli argomenti trattati nel volume che volentieri additiamo a quanti,
potendo leggere il francese, vogliono dare al loro orizzonte ecclesiastico e spirituale una apertura più vasta e riflettere
su quello che è veramente il grande problema dei nostri tempi: l’evangelizzazione
dei popoli. (e. r.).
Uill
riflette Tatmosfera di angoscia e di turbamento caratteristica di quel tempo, è però
un prezioso ed utile aiuto a meditare sulla grande virtù della pazienza, indispensabile in tempo di guerra ed in tutti i tempi.
Abbiamo letto con vivo interesse e con
beneficio spirituale queste pagine di una
anima cristiana, capaci di insegnare, di
ammaestrare, di consolare. Dopo una parte introduttiva sul significato e sugli aspetti della pazienza, che consiste nel « saper
sopportare » e nel « saper attendere' »,
l’autrice ci presenta in una serie di quadri
suggestivi alcuni esempi di pazienza « biblica », non soltanto nella vita dei patriarchi o dei profeti, ma sopratutto in Dio ed
in Gesù Cristo. L’ultima parte del libro è
dedicata a « questo nostro temjpo », cioè
alla nostra vita che è tutta una attesa, dalla nascita alla morte: una vita in cui la
pazienza deve' del continuo esercitarsi verso di noi e verso gli altri, nell’ora dei
grandi silenzi di Dio, in-attesa che si faccia la luce e nella grande speranza del ritorno glorioso di Cristo.
Sono pagine che esprimono una profonda pietà biblica ed un vivo senso psicologico delle realtà della vita familiare e sociale; ed hanno il merito di coltivare la
pietà cristiana di chi le legge, oltre che
offrire non poche e profonde considerazioni utili alla disciplina morale del nostro
carattere, e. r.
tanto individuale, ma collettivo, l’esposizione è seguita da una serie di quindici
questionari, dove sono racchiuse domande
e considerazioni diverse, delle quali si può
fare uso nelle classi di studio biblico, li
contenuto deH’epistola è esposto con fedeltà e con chiarezza, con lo sforzo di
alimentare la fede e fa vita del cristiano.
PRESENCE DU CHRIST di Gérard SaVary — Editions de l’Eglise nationale
Vaudoise « A l’Enseigne du Clocher » Lausanne.
MADELEINE CHASLES: Le temps de la
patience... notre temps. Ed. Delachaux
et Niestlé — Neuchâtel e Lib. Claudiana .— prezzo fr. sv. 4,50.
Questo libro che è stato scritto subito
dopo la guerra e che, sotto certi aspetti.
RENE’ PACHE: La plénìtude de Dieu —
Ed. Emmaus — Fenne.s .sur Lausanne —
fr. sv. 3,50.
Si tratta di un volume di 180 pagine
contenente una esposizione della dottrina
e del messaggio dell’epistola di Paolo agli
Efesini, nella serie « Guides Pratiques
ponr l’étude de la Bible ». E poiché lo
studio della Bibbia ha carattere non sol
PerrerO'Maniglia
sta perdendo in mille preoccupazioni senza risultato, perchè Dio non è
Alle ultime Assemblee di Chiesa l’Anziano uscente del quartiere del Forengo per
finito quinquennio regolamentare, Edmondo Pascal, è stato rieletto. Che il Signore l’aiuti a continuare ad assolvere il mandato di collaborare alla prosperità spirituale della Chiesa.
la loro prima preoccùpauope. Ma
quando accettano questo allora qualcosa cambia nella loro vita di tutti
i giorni, perchè hanno, deciso d,i appartenere a Dio; alcuni hanno il
coraggio di dirlo ad alta voce davanti a tutti, ed è solenne ed incoraggiante, altri lo deridono nel cuore e Dio lo sa.
E queste non .sono emozioni passeggere, non sono i risultati di una
esaltazione religiosa, ma sono derisioni prese per tutta la vita, con la
volontà e la serenità che Dio dà a
chi lotta e Lo cerca e Lo-accetta. E’
l’opera di Dio nel cuore degli uomini e questo può succedere ad ognuno di noi e Dio voglia che succeda.
Fiorella Comba
Il Maestro P. Augusto Pascal ed Emanuele Peyran, Serre di Manìglia, sono stati
nominati delegati alla Conferenza distrettuale; delegato al Sinodo, Genre Giosuè.
E’ stato battezzato Ilario Luigi Giaichecco di Aldo e di Ines Sanmartino, Saretto
di Manìglia. Che le benedizioni del Signore siano sopra questa giovane vita che
Gli è consacrata dai suoi genitori.
Nel tempio di Ferrerò sono stati uniti
in matrimonio Gente Pietro Augusto fu
Beniamino, Serravec'èhio, Sindaco di Salza
di Pinerolo e Emilia Peyrot di Giacomo,
Crosetto; Gelato Serafino di Lorenzo e
Ferrerò Ines fu Beniamino, entrambi di
Pomarat. Che il Padre Celeste spanda la
sua benedizione su questi nuovi focolari.
stati felicemente raggiunti e che la nostra
Claudiana ha fatto bene ad offrire al pubblico questo volume, i cui racconti brevi,
agili, talvolta anche divertenti, tutti tratti
dal vero e frutto di una coraggiosa e bella
opera di consacrazione al servizio di Cristo e del Vangelo, saranno letti dal principio alla fine con grande interesse dai
giovani e dai vecchi, alla Scuola Domenicale o nelle Unioni giovanili e delle madri, da chiunque abbia Panimo sensibile
alla grandezza di un opera che Dio compie nei cuori attraverso alla debolezza dei,
suoi servitori. ! ■- :■ ,
Non è e non vuol essere un libro diteologia o di hlosofia; mai e pur sempre
un libro di meditazione e di riflessione:
non su problemi astratili e teorici^ ma su
pagine di vita vissuta, in un mondo di anime che passano davanti ai nostri occhi con
le loro ansietà, le loro ■ lotte interiori, le
loro gioie e forse anche le loro piccolezze
terrene, ed alle quali l’Evangelo reca la
parola della pace o I deila fede in mezzo
alle perplessità ed a^i- errori di quaggiù.
Raccomandiamo vivalnente ai lettori questo libro che può entrare in tutte le case
e far del bene a molti. e. r.
(1) P. Bosio: Un seminatore racconta...
Ediz. Claudiana —- Torre Pellice - - L. 400.
Ultimamente il culto domenicale a Maniglia e a Ferrerò è stato presieduto dagli
studenti della Società missionaria « Pra
del Torno ».
La Festa della Mamma è stata celebrata
al culto del mattino con la distribuzione
di fiori e con la partecipazione dei bambini, i quali hanno recitato e cantato, e
in più in occasione di una riunione speciale del pomeriggio.
Rorà
Nel mese di aprile abbiamo avuto la visita di un gruppo di unionisti diTorino.
Hanno trascorso con noi il sabato pomeriggio e la domenica, dandoci due brillanti
rappresentazioni, al centro di Rorà, e, alla scuola delle Fucine, nel nuovo locale,
di recente ultimato. Siamo lieti di aver
trascorso, in fraterna compagnia, delle ore
di gioia, non facilmente dimenticabili. Si
sta creando un simpatico legame tra l’unione di Torino e la nostra e formuliaiiio
l’augurio di poterlo rafforzare maggiormente, Il canto della Signorina Anseimo, le
brillanti commedie, dove Franz Ghiglieri
fungeva da regista e attore eecezionale,
nonché la magnifica coUaborazione del
Signor Rostagno e di tutti gli altri artisti
hanno tenuto desta l’attenzione del pubblico per alcune ore. Ringraziamo vivamente il loro presidente G. Bonchard per
aver organizzato l’incontro, con viva soddisfazione nostra, e, credo dei torinesi.
L’introito delle due recite, nonché le lotterie, preparate anche dai giovani di Torino, sono andate a beneficio della scuola
delle Fucine e della Chiesa.
Nel mese di maggio abbiamo avuto la
visita del Signor Aldo Varese, anziano di
Torre Pellice, del Signor Beux di San Giovanni, del rag. Abate Domenico. Ringraziamo questi fratelli in fede per il loro
messaggio. Al nostro anziano Aldo Tourn
diciamo la nostra parola di sempre viva
riconoscenza, per la sua collaborazione c
ai culti e alla scuola domenicale delle
Fucine.
Il libro è una raccolta di sermoni predicati dal Pastore G. Savary, di Losanna, deceduto un anno fa dopo un nobile ministero, all’età di 55 anni.
E’ sempre con un senso di perplessità
che ci si accinge a pubblicare o a leggere
delle predicazioni, la cui efficacia spirituale è indubbiamente legata alla personalità del predicatore, - alla sua ardente ricerca delle anime nell’annunzio del messaggio cristiano. Se la Chiesa del Cantone di
Vaud ha voluto raccogliere in un volume
una serie di sermoni è perchè ha desideralo prolungare nel tempo l’eco dì una
voce ormai spenta, ma di una voce che rivelava un’anima pastorale virile e coraggiosa, la cui grande preoccupazione fu
quella di condurre gli ascoltatori ad una
fede vivente c personale.
Non desideriamo fare alcun commento
alle predicazioni che, del resto, furono
preparate non per la pubblicazione, ma
per un uditorio domenicale presente nel
tempio. Ci basti dire che il carattere fortemente cristiano dell’autore, la sua pietà
personale ed il suo sforzo costante di dare
ai fedeli il sano cibo della Parola di Dio
costituiscono un invito a leggerle con la
certezza di riceverne un vero beneficio
spirituale,
Senza dimenticare il fatto che le pubblicazioni della Chiesa Nazionale del Cantone di Vàud Sono di una chiarezza limpida
ed esemplare. (e. r.)
Domenica 27 maggio, durante il culto,
abbiamo battezzato Giusiano Amilcare di
Giovanni e Payarin Rosetta di Giacomo.
Precedentemente avevamo celebralo il battesimo di Malan Alberto Edoardo di Bartolomeo. Su queste tenere creature invochiamo la grazia e la benedizione di Dio.
Ivrea
La comunità di Villar Pellice è venula
per due, volte a farci visita, guidala dal
suo pastore sig. Geymet. Una prima spedizione, composta di una quarantina di
persone, in gran parte catecumeni, venne
a trovarci il 1» maggio: li abbiamo ricevuti con un cullo fraterno, tenuto dal nostro pastore sig. Rivoira e dal loro, cui
seguì una breve spiegazione della zona
fatta dall’anziano col. Jalla. Indi scampagnala sulle ridenti sponde del Lago Sirio
e colazione al sacco: breve visita alla città e partenza dei giovani.
La seconda visita è stata effettuata dalle
madri, in numero di cinquanta il 3 giugno ed il programma è stato presso a poco
quello della prima, con la sola variante
che (anche per fare un po’ dì turno fra i
laghi...) abbiamo ricevuto le sorelle questa volta sulle rive del Lago San Michele.
Diciamo ancora grazie agli amici del
Villar che per due volte ci hanno visitato
nel nostro isolamento, e di cui abbiamo
perciò goduto la fraterna comunione spirituale. d. j.
Pinerolo
Domenica prossima, 24 giugno, alle ore 10, avrà luogo l’Assemblea di
1]fhie.sa per udire la relazione del
Concistoro sull’anno ecclesiastico decorso e pér procedere alla nomina
dei delegati alla Conferenza Distrettuale ed al 'Sinodo.
Ogni famiglia deve considerare
suo dovere di essere rappresentata
e, a questo scopo, rivolgiamo a tutti
la nostra calda esortazione.
Angrogna (Serre)
La parrocchia ha, a Pradeltorno,
nell’edificio del Tempio^ un certo
numero di stanze a disposizione, soltanto sono vuote. Facciamo mi appello a (quelli che avrebbero dei mobili da offrirci o da lasciarci a' buon
prezzo. Abbiamo bisogno sopratutto
diletti. =
Culti. Doménica 24 ore 10 al Sap e ore
2 al Bagnàu.
Domenica 1 luglio ore 10 al Serre e ore
2 a Barfè.
Domenica 8 luglio avremo un convegno
parrocchiale al Bagnau, colla partecipazione del pastóre Bertinatti. Alle ore II il
culto sarà presieduto dal pastore Bertinatti (in italiano) e alle ore 2 verranno date
notizie sulla Conferenza distrettuale da un
delegato (in angrognino). Il pastore Buscarlet parlerà dopo della Situazione dei
cristiani in Russia secondo i dati forniti da
un evangelista belga tornato da poco (in
francese).
Tempio del Ciabas
Anche durante la stagione estiva i Culli avranno luogo ogni quindici
giorni. — In luglio nelle
domeniche 1, 15 e 29Orario: ore Ì7 (ii'pom.)
Pomaretto
Porgiamo un vivo ringraziamento al
prof. Ernesto Tron ed al signor Carlo Davite per i buoni messaggi cristiani che. ci
hanno dato nei culti che hanno presieduto
nel tempio.
Il S. Battesimo è stato amministralo a
Combe Renzo Eugenio di Eugenio e Bernard Ines (Cerisieri), a Bertalot Irma di
Ernesto e Baret Elena (Vivían), a Costantino Marina di Luigi e Jahier Lidia (Perrero), a Raima Ebe di Enrico e Mourglìa
Emida (Pomaretto), a Giaiero Adriano di
Valdo e Balma Evelina (Perosa), a Bartetto Silvia di Giorgio e Martoglio Bianca (Fleccia). Il Signore prenda sotto la Sua .
protezione questi bambini -ed aiuti i genitori, padrini e madrine a mantenere con
fedeltà le loro promesse.
Sono stati uniti in matrimonio Bouchard Levi (S. Germano) e Vota Mesina
(Fleccia); Anino Carlo (Chivasso) e Bertalotto Jolanda (Perosa). A questi sposi che
si sono stabiliti nella nostra parrocchia,
rinnoviamo Taugurio che la pace del Signore dimori sempre presso i loro focolari
domestici.
La comunità ricorda con molto affetto
una cara sorella nostra scomparsa da questa vita terrena per rispondere alla chiamata del Signore: Giaiero Lidia nata Long,
di anni 70 (Paleiset), compagna fedele dell’anziano della Paiola e madre del vice
presidente del nostro Concistoro. Animata
da una fède profonda nel suo Salvatore,
ha attraversato un lungo periodo di debolezza fisica, dando una bella testimonianza
di quella serenità che solo il credente può
possedere anche nella prova.
Dopo breve sofferenza ci ha lasciati il
nostro fratello Ribet Giacomo, dì anni 85
(Masselli), addormentandosi serenamente
nel Signore. Egli lascia nella sua famiglia
un’orma profonda ed il ricordo di un padre credente ed affettuoso, nonché il ricordo di. uomo stimato per la sua probità
nella cerchia dei suoi conoscenti.
La settimana scorsa abbiamo accompagnato alla sua estrema dimora terrena un
altro membro della nostra chiesa, Baret
Giovanni Daniele, di anni 80 (Cerisieri).
Egli, dopo una vita d’intenso lavoro, era
da qualche tempo sofferente ed infermo;
egli ha sentito ravvicinarsi del momento
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
della dipartenza da quaggiù come l’arrivo
della liberazione dalle prove che lo angustiavano. ® X
Invochiamo su queste famiglie colpite
dal lutto le consolazioni del Signore. « Questa è la prontessa ch’Egli ci ha fatta, cioè
la vita eterna ».
Serbiamo un gradito ricordo della visita
delle orfanelle di Torre Pellice che, il
giorno della festa della madre, ci hanno
offerto un magnifico programma di recite
e canti svolto in collaborazione coi bambini della nostra Parrocchia.
L’Unione delle Madri di Pomaretto e di
Inverso Pinasca ha chiuso la sua attività
con una bella gita a Bobbio. Le mamme
esprimono un vivo ringraziamento ai signori Genre e all’Unione delle madri di
Bobbio, nonché alle direttrici dell’Orfanotrofio di Torre e alle suore del Rifugio
di S. Giovanni per le cordiali accoglienze
fatte in occasione di questa loro visita.
La Corale ha fatto la sua gita dì fine anno a Villar Pellice dove ha partecipato al
colto, recandosi quindi a Sibaud e fermandosi poi nel ritorno alla festa di canto di S. Giovanni. Vada ai signori Geymet
ed ai parrocchiani di Villar l’espressione
della nostra gratitudine per il modo veramente fraterno con cui ci hanno ricevuto.
La Scuola Domenicale e l’Unione Giovanile si sono recate in gita rispettivamente
a Frali e a Lazzarà trascorrendo una giornata bella e serena tra numerosi canti e
giochi.
A la mémoire
de Jacques Ribet
du Pomaret
II y a quelques jours, j’entends sonner
à ma porte. Je vais ouvrir et je vois un
jeune homme que j’attendais pour sa première leçon, et derrière lui mon brave et
vieux voisin Jacques Ribet qui, malgré son
âge et ses infirmités, était venu l’accompagner, car ce jeune homme, ne sachant pas
où j’habitais s’était adréssé a lui.
Pendant que je remerçiais cet aimable
vieillard pour sa gentillesse envers mon
élève, je remarquais qu’il avait l’air plus
souffrant que d’habitude. Cependant, j’étais loin d’imaginer que, huit jours plus
tard, je me serais trouvée près de son lit
où, le voyant dans la souffrance et agonisant, j’élevais à Dieu pour lui et pour les
siens une ardente prière. Le lendemain, il
nous avait quittés pour ce monde meilleur
où nous retrouverons tous ceux qui nous
ont devancés dans la patrie céleste.
Les dernières années de la vie terrestre
de ce bon vieillard ont été pénibles et
tristes pour lui, à cause de ses infirmilés
qui étaient une dure épreuve soit pour
lui, soit pour sa famille. Ce qui cependant
est remarquable et je crois digne d’être
rappelé en sa mémoire, c’est que malgré
son âge avancé et le mal dont il souffrait,
mon brave voisin se démontra toujours
serviable. En effet, plus d’une fois, il me
rendit des services que je regrettais de devoir accepter de lui, n’ayant pu les obtenir de quelqu’un de plus jeune.
C’est donc avec un sentiment de reconnaissance que, maintenant qu’il n’est plus
ici-bas, je lui rends ce témoignage et je
souhaite ardemment que ce touchant exemple d’amabilité et de promptitude à rendre
service que ce vieillard souffrant nous a
laissé, puisse être imité par notre jeunesse.
Pauline Bert
■Ñ 11
FESTA DI CANTO COLLETTA
pro
delle Scuole Domenicali Gioventù Evangelica Spagnola
A Torre Pellice ...
Tempo di umore incerto. Ora minaccia
un diluvio ed ora invece si rischiara e sembra preannunciare un inizio di quella pris"
mavera tanto in ritardo!
Per fortuna che la vera pioggia verrà
solo verso sera, ormai troppo tardi per impedire il lieto confluire delle Scuole Domenicali della Valle verso il Tempio di
Torre Pellice.
Nel Tempio un discreto numero di genitori e di amici riempie le gallerie ed i
pochi banchi non riservati della navata centrale. Purtroppo sono stati riservati troppi
banchi. S’era fatto il computo sulla esperienza dell’anno scorso e si calcolava su
almeno 800 ragazzi.... ma s’eran fatti i
conti senza.... il morbillo!
Una delle Scuole Domenicali-, tra le più
numerose, quella di San Giovat<ni era del
tutto assente, quella di Torre Pellice, che
da sola assomma nelle buone giornate oltre
■100 alunni, era dimezzata e tutte le altre
quale più quale mono, erano nelle stesse
condizioni.
E la festa di canto allora? E’ andata benissimo ugualmente; c’erano solo la metà
delle voci che si sarebbero potute avere,
ma i ragazzi, coscienti della necessità di
riconquistare in qualità quello che si era
perso in quantità e numero (ausa del
morbillo (o della paura di esso!) hanno
fatto del loro meglio... Persino il irt itore del Canto, il Pastore Aime phittoslidifficilctto da accontentare...., sembrava ad
un certo punto soddisfatto!
Ed ora due parole del programnvc
liinauzi tutto una breve introduzione religiosa presieduta dal Pastore Ayassot e due
parole di raccomandazioni del Sig. Aime,
quindi inizio dei canti di insieme intramezzati dai canti delle varie Scuole.
Abbiamo notato con piacere il posto
sempre più generoso fatto ai canti dell’Innario Francese e ci pare che non solo per
la maggiore ricchezza di quell’innario,
ma anche e sopratutto per l’incoraggiamento che può venirne alio studio ed alla conoscenza della lingua francese nelle Valli
tra la nuova generazione, questa « ripresa » del francese sia rallegrante.
Nei canti di insieme c’è un evidente
progresso ogni anno. Si vede che quello
che avviene anche per le corali dei grandi
si verifica per le Scuole Domenicali: si
impara sempre più cosa debba essere il
canto « corale », non concorso a chi più e
meglio si stacca dalla massa, ma creazione
verso la fusione, la compartecipazione armonica di tutti alla creazione di una unità
compatta.
Nell’intervallo tra la prima e la seconda
parte, la Segretaria della Società Valdese
dì Birmingham (Inghilterra) Miss Walkcr
ha rivolto ai ragazzi un breve messaggio
conchiuso con un canto per fanciulli in
lingua inglese (con relativa traduzione italiana) subito appreso ed eseguito dalle ragazze dell’Orfanotrofio (che stia per venire il giorno in cui i nostri ragazzi, membri di una comunità europea... avranno alla loro festa di canto oltre l’italiano e il
francese anche l’inglese? Abbiamo comunque visto che i più giovani, meno contaminati dallo spirito di nazionalismo separati
Doni
in memoria
Devoluti all’Ospedale Valdese:
Garro Beniamino e Fam. Pinerolo, in
mem. dei suoi Cari L. 1000 — In mcm. di
Costabel Paolina, la Figlia, Inv. Pinasca,
L. 950 — Vanda Gardiol in Costabel, Inv.
Pinasca, fiori in mem. della Madrina, 500
— Long Amelia, Vivian, in mem, della
Mamma 2000 — Officine HIV Villar Pecosa, in mem. di Adolfo Micol 5000 ^
Revel Paola, Pomaretto, in mem. dei Nonni Emma e Adolfo Micol 500 ^ Menusan
Tommaso e Germana, Pomaretto, in m.
della Madre 700 — Fam. Canal, S. Martino, in m. diletta Elsa 1000 Arturo Cocorda e Signora, Torre Pellice, in mem,
di Maria Mazzolini 4000 Pascal Melania, Rodorctto, in mem. nipotini Liviana 2000 — Micol Laura e Meytre Ivonne,
Massello, in mem. del Padre 500.
Devoluti all’Orfanotrofio Femminile di
•Torre Pellice:
11 Dirigente e gli Impiegati del Banco
di Roma, Torre Pellice, in mem. della
Sig.a Stalle, Mamma della nostra collega
L-. 2500 — Cardio! Iva e Dante, Pinerolo,
in mem. di Elda Godine 1000 — Durand
Cesarina e Aldo, in mem. della sorella e
zia 400 — Bertalot Gina e Ida in mem.
loro cari 1000 — Olivero Margherita in
Oudry, Torre Pellice, in mem. del Padre
4700 — In mem. di Dante Nerueci: Abate
Raffaele, Catania 1000; Fam. De Pasquale, Catania 2000; Circolo Giustizia e Libertà, Catania 4500 — Clemence e Carlo
Rostan, Torino, in mem. cugina Rachel
Jalla lOOO -— Emilia Peyrot-Gay e Figli,
Torre Pellice, ricordando il nostro caro
Gustavo 500 — Ada e Cariuccio Geymonat ricordando il loro diletto Babbo 1500
Arturo Coeorda e Signora in meni, della Sig.a M. Mazzolini 4000 — M, P. Luserna S. Giovanni, in mem. del Marito .500
^ Irtg. Long Arturo, Pinerolo, in mem.
della cara Mamma Rivoir Fanny 1000 —
Maria Dalmas, Villar Pellice, in ’mem. di
Vittorio A. Ugon 1000 — Plavan Eli e
Maddalena, Pinerolo, in mem. del figlio
Roberto 500 — Vola Renato, in mcm. delia cara sorella 500 — Paschetto-Monnet,
Torre Pellice, in mem. della Nonna 500
— Tourn Luigia, in mem. Ivonne Roland
300 — In. mem. di Enrico Paschetto la
Fam. nel 3® ann. della morte 2000 — Sig.a
Elvira Debettini: in mem. Ing. Valente
300; in m. M. Beux 200; in m. L. Cotta
M. 200.
etico che ha avvelenato la vita dei loro genitori.... sono pronti a cantare in tutte le
lingue purché si canti nel nomp e alla
gloria di Cristo!).
Purtroppo la festa non ha potuto essere
coronata, come gli anni scorsi, dai giuochi nel campo sportivo del Convitto. Il
tempo minaccioso cominciava a dare evidenti segni di impazienza, mentre grosse
gocce di pioggia consigliavano a tutti un
frettoloso rincasare.
Speriamo per il prossimo anno di evitare
sia il morbillo che la pioggia, di essere più
numerosi e di fare ancora tutti assieme un
passo innanzi nel miglioramento dei nostri
canti. p. p.
... a Pomaretto
Oltre duecento bimbi delle nostre
S. D., guidati dai loro monitori, si
radunavano nel pomeriggio di domenica 27 Maggio nel tempio di Pomaretto per la loro annua Festa di Canto.
Presiede il Past. Paolo Marauda
che, a nome della sua chiesa e della
Commissione del Canto Sacro dà il
benvenuto allo S. D. di PineroloS. Secondo, Prarostino, S. Germano,
J^omaretto e Torino (S. Donato).
Dopo la lettura della S. Scrittura
ed una preghiera, ha inizio il programma. I canti d’insieme, scelti a
suo tempo dalla Commissione del
Canto Sacro e studiati durante l’anno, si alternano col canto di u#i inno
eseguito da ogni singola S. D. Abbiamo cosi il piacere di udire alcuni
inni del nostro Innario e precisamente il n. 322 (Pinerolo - S. Secondo)
il n. 204 (S. Germano) e il n. 146
(Pomaretto). La S. D. di Torino canta il ben noto corale di P. Sohren.
Il Sovrintendente Past. E. Rostan
rivolge ai bimbi una calda esortazione ad afferrare sempre meglio il senso delle parole dei nostri cantici, ponendo mente al loro contenuto teologico e spirituale. Si ricjordino i bimbi che il canto degli inni deve essere
il canto della fede in Dio Padre, Figlio e Sp. Santo, realtà eterna ed incrollabile in un mondo di valori effìmeri.
La festa si chiude col canto dell’inno n. 237 dell’Innario : «Sol Cristo
è della Chiesa la base, il Fbndator »
ed insieme, prima di separarci, ripetiamo la preghiera che Egli ci ha insegnata. „
Se ci fosse pennesso aggiungere alcune considerazioni personali, diremmo che abbiamo notato un progresso
nelTesecuzione degli inni, tanto per
quanto riguarda il ritmo come per
quel che riguarda le parole. Tutte le
strofe furono cantate con uguale slancio, segno questo che i bimbi le avevano studiate bene.
Abbiamo anche notato che quasi
tutte le S. D. hanno eseguito un inno a due o tre voci. Lodevole avvio
alla polifonia vocale? Si, ma ad una
condizione ; che il contralto (molto
opportunamepte eseguito dal gruppo
delle monitrici, mentre scarteremmo
senz’altro tutte le voci virili) non sia
tale e quale quello scritto sull’Innario, in una trascrizione per quattro
voci miste, ma sì addica veramente
ad un canto a due o tre voci pari. Le
modificazioni da portare sarebbero
lievissime ed il canto acquisterebbe
un carattere di completezza che altriménti non ha.
Vorremmo anche fare un appello
speciale alle S. D. delle parrocchie
montane che quest’anno (forse a causa del tempo) erano poco o punto rappresentate. Perchè non si potrebbe
vedere qualche nuova S. D. aggiungersi alla solita schiera di tutti gli
anni?
* * *
Vogliamo, terminando, ringraziare
la chiesa di Pomaretto per l’ospitalità offerta a grandi e piccoli, e per
il simpatico ricevimento ai monitori
che ha permesso ohe ci trovassimo
ancora insieme per trascorrere alcuni istanti di comunione fraterna.
a. t.
I Segretari nazionali della Gioventù invitano i giovani delle loro rispettive chiese a rinnovare l’atto di
cristiano amore verso i fratelli più
poveri facendo per la Gioventù Evangelica di Spagna una colletta comune destinata ad aiutarla nel suo
lavoro di testimonianza. ,
Quel che è stato fatto Tanno scorso non deve rimanere gesto isolato,
ma continuare e vivere com’è continuo e vivente Tamore di Cristo.
proprìo in questo tempo in cui le
spese personali e dilettevoli aumentano sen^hilmento, bisogna vivere
non soltanto per sè stessi, ma cùn la
volontà di fare qualcosa per gli altri,
nel segno deWaiuto fraterno e della
sensibilità cristiana.
La mèta che ci prefiggiamo di raggiungere è di L. 400.000 cosi ripartite per la raccolta:
Dai Valdesi: L. 180.000;
Dai Battisti: L. 150.000;
Dai Metodisti: L. 70.000.
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice, viale
Fuhrman 1 (presso Dr, Gardiol)
il VENERDF
dalle ore IO alle 12.
a Torino riceve gli alcrigiorni,
dalle ore 14,30 alle 16 in via
Eertkollet, 36 { OspedaleE varisi
gelico).
Le offerte devono essere inviate
entro il 15 luglio:
Dai Valdesi a Tullio Vinay, Frali di Ferrerò (Torino);
Dai Battisti a Manfredo Ronchi,
Piazza in Lucina, 35, Roma;
Dai Metodisti a Alfredo Scorsonelli, Viale Amendola 6„ La Spezia.
Tullio Vinay
Carmelo Inguanti
Alfredo Scorsonelli
Don. Badalamenti
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Via Arnaud, num. 1
ORARIO: Martedì dalle 15 alle 19
Venerdì dalle 8 alle 12
Questo comunicato giunge in un
periodo delTanno ecclesiastico in cui
le normali attività giovanili stanno
terminando e la gioventù volge lo
sguardo ai campi estivi, alle gite sui
monti, nel breve o lungo periodo di
riposo, dopo lo studio ed il lavoro.
Ma non per questo L’invito a dare un
segno di solidarietà fraterna alla
gioventù evangelica spagnuola deve
esser trascurato o inascoltato. Anzi,
IMPRESA EDILE
BIBIANA
TORINO
Via Pariui, 10
Telefono 36.611
Direttore Responsabile: Ermanno Roslan
Autorizzazione Decreto 27 - XI • 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. ■subalpina s. p. a. — Torre Pellice
-4IJTISTA cerca posto presso famiglia o
Ditta. Rivolgersi presso l.i Tipografia
Subalpina, Torre Pellice.
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