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Anno 123 - n. 18
8 maggio 1987
L. 700
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Peliice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
i:
Vili CONVEGNO NAZIONALE DELLE COMUNITÀ’ DI BASE
Si potrebbe anche evitare di
commentare il recente viaggio
del Papa nella Repubblica Federale Tedesca (il secondo della serie), data la scarsità, anzi
l’assenza, di elementi nuovi. Però, forse, non è inutile sottolineare almeno due punti di questo viaggio senza storia.
Il primo riguarda il taglio dato dal Papa al suo viaggio. Il
motivo dominante dei discorsi
papali può essere riassunto nel
comandamento: Non uccidere.
Una parola che, detta suUo
sfondo dei campi di sterminio
nazisti, poteva acquistare tutta
una sua carica profetica. Ma così non è stato.
Non lo è stato perché il Papa
s’è recato a Monaco, ma non a
Dachau, distante pochi chilometri.
Non lo è stato perché la cornice scelta dal Papa per celebrare la messa non è stata l’immenso cortile del lager, dove la
massa dei deportati sull’attenti
sotto il sole cocente o la pioggia o il vento gelido attendeva
la fine dell’allucinante liturgia
dell’appello; no, non è stata questa la cornice, ma quella moderna, bella, dello stadio olimpico.
Non lo è stato perché la trag:edia dello sterminio programmato con lucidità e condotto lino in fondo con scientificità, è
stata solo im pretesto per parlare, ancora una volta, contro
Taborto. Una tale rozzezza non
è proprio ammissibile!
Non lo è stato perché il Papa
ha voluto ridurre una tragedia
universale ad nna dimensione
quasi solo ecclesiastica e cattolica, con un’operazione in parte anche scorretta, perché la
Stein, la carmelitana morta ad
Auschwitz, è morta in quanto
ebrea e non in quanto cattolica.
Non lo è stato perché il Papa
non ha osato chiamare le cose
col loro nome; ha preferito parlare genericamente della diabolica furia omicida, scaricando
così sul diavolo (verrebbe da
dire: sul povero diavolo!) quelle responsabilità che sono state
di persone ben precise.
Non c’è dunque da meravigiiarsi se la visita del Papa è
stata seguita con scarso interesse da parte della popolazione, e addirittura con ostilità,
come a Colonia da parte di alcuni gruppi.
C’è invece da meravigliarsi, e
questo è il secondo elemento da
sottolineare, deH’atteggiamento
delle autorità delle Chiese Evangeliche. Hanno salutato con cordialità questa visita e il presidente delle Chiese Evangeliche
Tedesche ha addirittura auspicato che da parte protestante
vi sia il riconoscimento del papato e della successione apostolica. In cambio chiederebbe
solo Tlntercomunione.
E’ un’opinione che mi pare
essere sostenuta dai vertici più
che dalla base delle chiese, e
da personaggi di grande autorità, come per es. ii presidente
della RFT, Richard von Weizsäcker, già membro del Sinodo luterano.
Potrebbe preludere questo ad
un nuovo « trattato di Augusta »,
quando nel 1555 i vertici politici e religiosi si spartirono la
Germania?
Luciano Deedato
Le Comunità cristiane di Base
si confrontano suila iaicità
Un migliaio di partecipanti, un convegno ricco — Il contributo di Giampiccoli, Spini, Maselli — La relazione di Hans Kiing — Il rapporto tra evangelici italiani e Comunità di Base
Chi pensava che le Comunità
cristiane di Base (CdB) avessero
vita breve, si è dovuto ricredere: circa un migliaio di persone
hanno partecipato a Firenze al
loro Vili convegno nazionale su
« Laicità nella^ società, nello stato, nella chiesa ».
Dal 1971 ad oggi le CdB hanno realizzato otto convegni nazionali e altrettanti seminari di
studio.
Si è trattato di un cammino
condotto senza strutture efficienti e senza organi di potere che
coordinassero il lavoro, ma con
il solo aiuto della solidaTietà fraterna e del libero confronto.
Partite dalla contrapposizione
al Concordato e alle strutture
clericali delle chiese (convegno
del 1971, seminari del 1974 e del
1978), le CdB hanno concentrato la loro ricerca su come rendere efficace la lettura biblica
(convegno del 1973, seminario
del 1976), sulla fede cristiana e
sulla propria identità di comunità cristiane (seminari del 1983
e del 1986, convegni del 1982 e
del 1985).
In un tempo di stanchezza e
di scoraggiamento della militanza politica, la Comunità deU'Isolotto così invitava qualche mese
fa aH’appuntamento dei giorni 13 maggio: « Fare un' convegno il
primo maggio è forse un modo
non rituale per celebrare la festa dei lavoratori ».
E Martino Morganti, della comunità del Luogo Pio di Livor
no, osservava che « laicità è il
nome della liberazione. Le CdB
non cambiano argomento. Continuano ad occuparsi di liberazione come hanno sempre fatto, anche se variando i termini (dalla
parte degli oppressi, riappropriazione, declericalizzazione, ecc., sono tutti parenti stretti della liberazione) ».
Ciro Castaldo, tenace napoletano che tira da tempo le fila della segreteria tecnica delle CdB (le
quali non hanno organi di governo in quanto movimento, ma solo uno strumento di collegamento che rispetta al massimo l’autonomia e la pari dignità di ciascuna comunità) la mattina del
primo maggio introduceva il convegno affermando che esso voleva « guardare avanti (...) per
camminare con quanti — credenti e non credenti, in una visione unitaria della laicità legata
alla cultura popolare e alle lotte di liberazione — intendono
riaffermare i valori della democrazia e del pluralismo (...)».
Castaldo concludeva che il convegno voleva rivolgersi anche « a
quella parte del mondo cattolico — più numerosa di quanto
appare — che vuole testimoniare la propria fede nello spirito
evangelico (...) per una comunità cristiana al cui interno il pluralismo, la libertà di ricerca, la
democrazia, il confronto, siano
espressione di una chiesa che
rifiuta poteri, privilegi, tattiche
diplomatiche, alleanze, perché al
leata solamente dei poveri ».
La storia della laicità, osservava Domenico Maselli nella relazione introduttiva, è anche la storia dei poveri. I movimenti popolari dell’Europa cristiana hanno attuato infatti « un modo laico di essere cristiani, diventando
davvero popolo di Dio che si confonde e serve il popolo tutto ».
Il convegno è proseguito con le
relazioni di Giuseppe Barbaglio
su Laicità nella Bibbia, e di Hans
Kiing su La situazione della chiesa cattolica oggi.
Mentre Barbaglio ha evidenziato le basi bibliche che possono essere assunte come fondamento per un discorso teologico
sulla laicità (ad esempio le conseguenze della fede creazionistica rispetto alla profanità del
mondo), Kiing ha offerto alcune
indicazioni storico-teologiche che
richiedono un’ulteriore riflessione per essere comprese nella loro reale portata.
Riferendosi al sec. XVI Kiing
ha affermato per esempio: « Io
non penso che sia stata la dottrina della giustificazione che abbia diviso la chiesa, ma piuttosto le questioni di ordine disciplinare ».
Dopo un excursus sui modi con
i quali da una parte la gerarchia
cattolica, nell’epoca moderna e
contemporanea, « ha voluto conservare il sacro potere » opponendosi sia aH’affermarsi della
cultura laica e della democrazia
aH’estemo, che alle correnti rin
« UN MUCCHIO DI SASSI »
Edificare
«Ciascune di noi compiaccia al prossimo nel bene, a scopo di
edificazione» (Rorhani 15: 2).
Una fortezza. Una villa. Un
bunker. Un lager. Quando ti metti ad edificare chiami un mucchio di operai. Il lavoro comincia e gli operai non sanno sempre che cosa tu voglia costruire.
Il lavoro dipende da loro, ma
molto spesso coloro che edificano non sono responsabili dei mostri che nasceranno. Molte volte gli edificatori costruiscono dimore che saranno adoperate contro di loro, molte volte essi scoprono sulla loro pelle che il lavoro non è neutrale. Uno avrebbe voluto contribuire alla costruzione di una città-rifugio, e nasce una metropoli che uccide
ogni forma di comunicazione. Un
altro avrebbe voluto costruire
una scuola, e l'edificio è diventato una caserma (anche se sopra la porta c’è scritto « edificio scolastico »).
Così è anche per i nostri discorsi. Tu parli di edificare (e
pensi a una casa dove ci sia posto per tutti, dove sia possibile
essere accolti) e il tuo interlocutore crede che tu parli di qualcosa di molto spirituale, dove tu
possa essere solo a pensare a
cose belle ( mentre gli altri se
ne vanno al loro destino). Che
cos’è l’edificazione quando leggi
le pagine del Nuovo Testamento? Invece di pensare al linguaggio « edificante » che ti fa essere più sicuro di te stesso, più
convinto, più tranquillo, pensa al
mucchio di sassi che hai incontrato sul tuo cammino, sul quale sei inciampato e pensa a quel
che se ne può fare se, tu insieme agli altri, li prendete ad
uno ad uno, li sgrossate, li mettete uno accanto all’altro, uno
sull’altro, ne fornmte un muro,
una stanza, una casa, una città.
Insieme ai tuoi compagni di lavoro cerchi di inventare un luogo che possa servire da rifugio,
che possa dare calore, che pos
sa dare riposo. Lì, fra le mura
di una casa ospitale (quelle che
erano un mucchio di sassi e che
hai contribuito a trasformare in
luogo di accoglienza), ogni volta che incontri qualcuno potrai
cercar di capire che cosa significa edificazione. Per ogni parola data e ricevuta, per ogni stretta di mano, per ogni possibilità
di comunicazione, il tuo lavoro
— fatto con i tuoi vicini di casa — non sarà stato inutile.
Ma potrai ricordare quanto ti
resta ancora da fare: impedire
che costruzioni armoniose si
trasformino in baracche; darti
da fare perché i luoghi di accoglienza si moltiplichino; cercare di smascherare le facciate accoglienti che nascondono luoghi
tetri dove non si può chiacchierare. I compiti sono tanti, puoi
aggiungerne fin che ne hai voglia. E ogni volta che un piccolo mucchio di individui isolati
sarà diventato comunità di credenti ci sarà gioia, allegrezza
grande.
Eugenio Rivoir
novatrici al suo interno (dal cattolicesimo liberale al modernismo), il teologo di Tubinga è venuto ad alcune questioni fondamentali per la chiesa nel momento attuale.
Una di queste è il ruolo della
donna nella chiesa cattolica. Secondo la tenden2ML aonsérvatrice
che si esprime soprattutto nell’attuale pontificato e nell’azione
del cardinale Joseph Ratzinger,
prefetto della Congregazione per
la dottrina della fede, le donne
« dovrebbero essere ricondotte al
paradigma preconciliare », ossia
ad un ruolo di pura passività.
Perciò ralternativa delle donne
cattoliche è « o l’accettazione del
ruolo assegnato o la loro fuga
dalla chiesa ». In positivo Kiing
ha così delineato l’atteggiamento della coscienza cristiana che
ha fatto i conti con la cultura
della laicità: « Nella luce e secondo la norma di Gesù, io sono capace di vivere, di combattere e di soffrire in maniera veramente umana, perché sono sostenuto da Dio stesso e posso
essere impegnato per gli altri ».
Se il momento più costruttivo
del convegno è stato probabilmente il lavoro del 2 maggio, in
cui tutti i partecipanti hanno potuto dare il proprio contributo,
suddivisi in sei commissioni di
studio, il momento più « forte »
dal punto di vista della comunicazione con l’estemo è stato il
dibattito, la sera del ptrimo maggio, nel « Salone dei Cinquecento » del Palazzo Vecchio di Firenze.
In questa sede, davanti ad una
sala gremita di partecipanti, Ernesto Balducci, Pietro Ingrao,
Hans Kung, Lidia Menapace e
Giorgio Spini hanno parlato della « Violenza del sacro nella vita quotidiana ».
Qual è il valore di questo Vili
convegno nazionale delle Comunità di Base?
Giulio Girardi ha asserito:
« Credo che sui grandi temi che
ha sviluppato questo convegno,
sia nelle sue coniponenti teologiche, sia nel suo tentativo di ricostruire l’identità cristiana in
rapporto alla laicità, su tutti questi temi si può realizzare una
convergenza di fondo fra cattolici ed evangelici. E siccome questi temi portano, mi pare, sull’essenziale, credo che siano im
contributo a questa presa di coscienza. Effettivamente, oggi è
sull’essenziale che ormai la nostra unità è già in atto ed è già
in movimento ».
Il convegno era stato caratterizzato da un profondo significato ecumenico fin dall'inizio, anzi fin dalla fase organizzativa,
quando era stato richiesto il contributo di Domenico Maselli e
di Giorgio Spini per una relazione e per un intervento alla tavola rotonda.
Un vivo apprezzamento è staCesare Milaneschi
(continua a pag. 4ì
2
commenti e dibattiti
8 maggio 1987
t
IL TENTATIVO DI « ALZAMIENTO » IN ARGENTINA
Difendiamo I diritti umani
L’azione di un presidente che è riuscito ad unire il popolo argentino
intorno a sé — I problemi più urgenti della giovane democrazia
Con ansia e trepidazione ho seguito il succedersi dei tentativi
di « alzamiento » in Argentina: il
volto di cari amici evangelici vaidesi e metodisti mi tornava alla memoria con un inquietante
interrogativo: ancora desaparecidos, attentati e vessazioni per il
popolo argentino? Mi sono ricordato delle coraggiose parole dell’allora candidato per la « Union
Civica Radicai» (partito liberalborghese) Raoul Alfonsin, agli
studenti dell’« I.S.E.D.E.T. » (primavera 1983): « So che è difficile instattrare ima democrazia
stabile nella Repubblica Argentina; se il popolo mi eleggerà alla
suprema carica dello Stato, vi assicuro che sarò pronto a porre la mia iòta p>er la difesa della democrazia nel nostro paese ».
E Alfonsin ha mantenuto la
sua promessa; contro il criminale maggiore Barreiro, destituito
dal Ministero della Difesa per
avere preso parte alle azioni « antisovversive » (tradotto in linguaggio non fascista, ciò significa responsabilità diretta nella scomparsa e uccisione, dopo tortura,
di centinaia di inermi cittadini argentini), ha assunto una posizione di fermezza. La brigata aero
trasportata di Cordoba (seconda
città dell'Argentina, famosa per la
rivolta operaia del 1969: el cordobazo) ha dovuto arrendersi ed
il maggiore Barreiro è fuggito
nel fascista Cile. Nel frattempo
150 ufficiali di « Campo De Mayo», la scuola di guerra dell’esercito argentino, si univano alla rivolta; Alfonsin, convocato il
Parlamento, è riuscito a mobilitare il paese, cosa che i peronisti non hanno mai fatto, ed a
ottenere pacificamente la resa
dei rivoltosi. Alle commistioni tra
i peronisti (Peron era un militare e Isabelita prigioniera dei militari golpisti) e le forze armate, finalmente ha fatto riscontro
il « volto pulito » di Raoul Alfonsin, difensore dello stato di diritto.
Ma i meriti di Alfonsin, in
quattro anni di governo democratico, sono anche altri: l’atteggiamento di fermezza nei confronti
del « Fondo Monetario Intemazionale » sulla questione del debito estero, l’abbassamento del
tasso di inflazione, e la piena disponibilità a nominare personalità estranee al suo partito in organismi intemazionali. In una di
queste commissioni siede un pro
fessore dell’I.S.E.D.E.T., non di
orientamento liberal-democratico.
Ed è forse per questo che il popolo argentino si è stretto intorno al suo Presidente perché, come mi ha scritto in questi giorni un evangelico argentino, « per
noi è una garanzia; i peronisti
ci hanno tradito permettendo a
poco a poco rinfiltrazione dei
militari nell’apparato dello Stato;
le sinistre dal canto loro, sono
state in grado di guardare solo
al modello obsoleto Unione Sovietica, senza capire le reali necessità popolari ».
Ed a questo punto, mi viene
in mente Giuseppe Gangale, forse il pensatore evangelico italiano più originale, di fede liberaldemocratica, che non ha dubbi
nei confronti del fascismo, a tal
punto che chiude la casa editrice
Doxa ed emigra. Situazioni differenti, eppure vi è una uguale
equazione evangelo=democrazia,
certamente discutibile sul piano
teologico: « La vera libertà ci viene donata dal Signore » (Niemoeller), ma non per questo meno
efficace nella battaglia p>er la difesa dei diritti umani in Argentina e nel mondo.
Eugenio Stretti
CONCORDIA DI LEUENBERG
Non rimandiamo a domani
ciò che possiamo essere oggi
Ricevo « La Luce » del 24/4 e
con essa i due interessanti articoli di Gino Conte su Leuenberg
e di J. Kleemann e G. Platone.
Mi sia concesso fare alcune osservazioni al riguardo.
A) Concordia di Leuenberg: cosa viva? Gino parla di tristezza
per la lentezza dell’applicazione
di questa « unione » sul pismo nostrano. Per noi non può non essere « cosa viva »! Per le Chiese
evangeliche-riformate in Italia e
per la Chiesa Evangelica in Germania Leuenberg è un passaggio
obbligato, non solo sul modello
delle « Chiese Unite », ma sul piano delle varie comunità, che formano il mondo luterano e quello
riformato. Così anche per la Chiesa Valdese. La nostra comunione di fede nella predicazione dell'Evangelo e nella celebrazione
della Santa Cena e del battesimo
non può restare una etichetta
per i vertici rappresentativi, ma
deve divenire una realtà attuale
per le nostre « piccole » comunità viventi in questa Europa
sempre più piccola.
B) La parola «ecumenismo»
vale nei confronti dei rapporti
con la Chiesa romana e con quella ortodossa, ma non più per
la nostra attuale « comunione ».
Quando passiamo gli odierni
sciocchi confini geo^afici e p>
litici arretrati e sbilenchi, non
troviamo chiese « diverse »: le
nostre chiese sono le riformate
svizzere o la Chiesa Evangelica
Tedesca. Barmen non è solo tedesca e la Chiesa Confessante
non è stata una chiesa unicamente germanica, ma è stata per tutti noi una testimonianza vivente! Per questo, alla Veildo Vinay e Martin Niemoller, le nostre comunità sono state considerate il prolungamento o la presenza del protestantesimo in Italia e
per questo gli evangelici svizzeri e tedeschi si sentono coinvolti con noi in un rapporto irre
Dipartimento Diaconaie
del 2° Distretto
9-10 maggio 1987 - SEMINARIO di formazione per MONiTRICi Di COLONiE e CENTRI RICREATIVI delle Chiese Valdesi-Metodiste
PROGRAMMA
9 nuiggio - ore 9: L'organizzazione di un centro di vacanze; finalità e mo
dalità — La comunicazione: soggetti e contenuti della relazione educativa.
ore 15: La funzione dell’educatore — Il processo di socializzazione
di un gruppo.
10 maggio - ore 9: Adulto e minore; quale relazione educativa? — Il
gruppo: luogo di relazione complessa.
ore 15; Valutazioni e proposte — Conclusioni.
Il Seminario sarà condotto dalla dott.ssa Brunella Nari, psicoioga e
terapeuta (Savona) e da Vittorio Oggloni, educatore e animatore (Milano).
Costo: L. 25.000.
Numero partecipanti: 25 massimo.
Luogo e Segreteria; Adriano Morelato, presso Casa Valdese, Centro
Evangelico - 17022 Borglo Verezzl (SV) - Tel. (019) 61.19.07 - Via Aurelia 94.
versibile. Ho provato di nuovo
questa sensibilità negli evangelici di Wetzlar, come già tanti
anni or sono a Basilea, Bielefeld Münster, Cambridge, Parigi, Strasburgo, Budapest, Berlino, Débrecen.
C) Prospettive per la « nostra »
Leuenberg:
a) le nostre chiese devono vivere in modo autenticamente
« unito »: sinodo unico, concistori comuni, amministrazione comune, Facoltà di teologia compartecipe a Roma, Tübingen, Basilea, ecc. Come già da 50 anni
o già da secoli;
b) la Chiesa Valdese deve superare il suo provincialismo e le
chiese originariamente di diverse lingue e culture devono impegnarsi insieme in una testimonianza nel paese dove i loro
membri condividono la fatica del
lavoro di tutti i giorni;
c) l’arco di comune « presenza » deve impegnare l’Italia, la
Francia, la Spagna, il Portogallo
con il mondo culturale tedesco,
francese e inglese, in modo profondo ed efficace;
d) l’esperienza delle « Chiese
Unite » e di Leuenberg implica il
rispetto delle particolarità culturali delle singole comunità in
modo che tutti ed ognuno si ritrovino a « casa propria » ovunque. A meno che dobbiamo accettare sul piano ecclesiastico di
essere i passeggeri degli ultimi
vagoni del treno europeo? Non
ci è lecito rimandare a domani
quello che possiamo « essere oggi ». Così non .sia;
e) la applicazione più decisa
e tempestiva di Leuenberg alla
nostra situazione può diventare
una proposta stimolante per le
chiese evangeliche dell’America
del Sud: in modo speciale per
l’Argentina (Facoltà di teologia
a Buenos Aires già comune a Luterani e Valdesi) e Uruguay, dove vive la metà della Chiesa Valdese. E domani per il Cile, Venezuela, ecc... Carlo Gay
STA SCRITTO
(...) Per far parte della vera Chiesa
di Cristo, oltre alla fede, si deve possedere un solido fondamento su Gesù e la sua santa Parola; e questo
lo si può ottenere solamente tramite
10 Spirito Santo.
Invito ad una profonda meditazione
del testo biblico, sperando ohe ancora una volta la Parola di Dio abbia
ragione su quella marea di ■■ asserzioni umane » che hanno il solo scopo
di incrinare sempre più la credibilità nella Sacra Bibbia (unica parola che
non passerà).
Citando alcuni passi biblici:
« Perciò il Signore vi darà un segno:
Ecco, la giovane partorirà un figliuolo,
e gli porrà nome Emmanuele » (Isaia
7: 14). i
« Ma da te, BètIemme Efrata, piccola per esser fra I migliai di Giuda,
da te mi uscirà colui che sarà dominatore in ilsraele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni » (Michea 5: 1).
« ...a una vergine fidanzata ad un
uomo chiamato Giuseppe, della casa di
Davide: e il nome della vergine era
Maria... E Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non 'conosco uomo?”. E l’angelo rispondendo le
disse: "Lo Spirito Santo verrà su di
te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua, perciò il Santo
che nascerà sarà chiamato Figlio di
Dio’’...» (Luca 1: 26-38).
« ...io sono il primo e l’ultimo, e
11 Vivente; e fui morto, ma ecco son
vivente per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades »
(Apocalisse 1: 13-20).
■■ ...era vestito di una veste tinta di
sangue, e il suo nome è: la Parola di
Dio... e sulla veste e sulla coscia
porta scritto questo nome: Re dei re,
Signore dei signori » (Apocalisse 19:
11-16. Vedere Giovanni 1: 1-14).
Paolo, scrivendo ai Galati, mette
in guardia i credenti; essendo stupito
dalla rapidità con la quale alcuni passavano dalla “ Parola di Cristo » ad
un altro evangelo, il quale non è « un
altro evangelo » ma il sovvertimento
del vero contenuto biblico.
Sempre Paolo, esortava dicendo:
« Se anche un angelo dal cielo portasse un vangelo diverso da questo
che vi diamo, non accettatelo, perché
è una maledizione» (Galati 1: 6-10).
Ma, come al tempo del profeta Elia
Iddio aveva lasciato settemila uomini
in Israele, il cui ginocchio non s’era
piegato davanti a Baal e la loro bocca
non l’aveva baciato (I Re 19: 18),
ancora ora, e fino alla venuta di
Cristo, Iddio lascia un illimitato numero di uomini, che difendono la sua
eterna Parola.
Aldo Quaglia, San Marzano Oliveta
DIPENDENZA DA
KARL BARTH?
dispensendoci da una ricerca autonoma. Forse la più grande offesa che
si possa arrecare a queste persone
che hanno reso autentici servizi alla
nostra fede è proprio nel dipendere
da loro. Ci rincresce per Barth, costretto a "lasciarsi citare" da tutte
le parti. Ma, forse, ci spiace di più per
tutti noi che, tra un papa e l’altro,
non riusciamo ancora a incentrare la
nostra fede sul Dio di Gesù, Del resto, perché rattristarci eccessivamente di questo? Dio ci libera progressivamente e la sequela di Gesù deve,
per tutti, fare i conti con la nostra
storia di persone peccatrici.
Cordiali saluti.
Comunità cristiana di base
di Piossasco
LA VERGINE
CONCEPIRÀ’...
Gesù è figlio di Dio, o di Giuseppe,
0 di un centurione romano?
La questione è scottante e ciascuno può pensarla come crede, lo penso che Gesù è il vero figlio di Dio,
mandato sulla terra per la salvezza
di chiunque crede in lui.
Cito una sola profezia (Isaia 7: 14):
la Diodati, le Edizioni paoline, la CEI
traducono: « ... La vergine concepirà
e partorirà un figliuolo... Emmanuele... ».
La Riveduta e la TILC traducono invece: « ...La giovane concepirà... ». Mi
sembra che le due parole abbiano lo
stesso significato.
Se crediamo che Dio ha creato tutto
dal nulla, pensiamo che gli era difficile
far concepire una vergine? Se gli era
difficile, allora il profeta ha detto una
bugia? Se è così, devo pensare che
tutta la Bibbia è tutta una architettura
fantastica, una fiaba?
Molte cose si dicono oggi sulla storia biblica anche da parte di chi professa la fede evangelica, ad esempio
sui miracoli, sull’azione di Dio nella
storia.
Ricordiamoci però deH’affermazione
di Paolo nella 1" Lettera ai Corinzi
(1:25) quando dice: « La pazzia di Dio
è più savia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini ».
Se no, hanno ragione gli atei quando
affermano che proveniamo dalie scimmie.
Domenico Di Toro, Veiletri
Numeri telefonici
il dr. A. Gian Paolo Ricco, membro
della Tavola valdese, comunica i suoi
nuovi numeri di telefono dell’abitazione e dell’ufficio, che sono rispettivamente: 0331/451449 (ab.), e 02/5510252
(uff.).
Comincia a farsi interessante il ricorso che il pastore Bertolino fa a Karl
Barth. E’ comprensibile che un vescovo cattolico ricorra a un criterio di
autorità (la risposta di Giachetti a Barbero sostanzialmente è riconducibile
al rimprovero di non allinearsi sulle
posizioni del magistero della chiesa
cattolica). Diventa più stupefacente
questo bisogno di papa, cioè questo
ricorso ad una supposta autorità "indiscutibile", in campo protestante.
Nelle comunità cristiane di base italiane non si riconosce nessuna ’’infallibilità", nemmeno alle scuole teologiche, ai singoli teologi o a coloro
che esercitano dei ministeri. Ma è
qui l’interessante: qua e là compaiono dei protestanti che, invece, hanno
bisogno di un papa, ora di carta, ora
di autorità teologica indiscutibile. Che
poi il papa sia un documento conciliare, una "formulazione" dogmatica,
un teologo, una ideologia o Giovanni
Paolo M, tutto ciò ci sembra assai
secondario.
Esiste una gran voglia di fondamentalismo (che è sempre come cercarsi un papa), direbbe qualcuno.
Probabilmente si tratta di un fenomeno largamente diffuso nella società.
Circola un gran bisogno di dipendenza per cui Barth (per esempio) non
è più un fratello "autorevole” con
cui ci confrontiamo, ma un maestro
che rischiamo di citare comodamente
Disservizio postale
Cari lettori,
il disservizio postale è ormai grande. Molti di voi si lamentano di non
ricevere regolarmente il giornale. La
ragione, ci ha spiegato Vufficio di spedizione delle Poste di Torino, deve essere ricercata nel fatto che il compartimento di Torino sta ristrutturando
questo servizio, che dovrebbe anche
essere trasferito in undltra sede. Ci
assicurano che — terminati i lavori
— tutto andrà meglio. Speriamo.
Per intanto noi continuiamo a ricevere mediamente le vostre lettere
con questi tempi di percorrenza:
Roma - Torino: 13 giorni;
Uruguay - Torino: due mesi e 5 giorni;
Pinerolo - Torino; 5 giorni:
conti correnti postali; 15 giorni dal
versamento.
Se le cose non miglioreranno entro
Vestale, chiederemo una vostra collaborazione per una inchiesta-protesta
che invieremo al competente ministero.
Per ora vi assicuriamo che il giornale viene spedito a tutti, di regola,
il mercoledì pomeriggio precedente alla data di uscita del giornale. Alle valli valdesi il giornale viene inoltrato
direttamente agli uffici postali il giovedì.
Giorgio Gardiol
J
3
WW
8 maggio 1987
fede e cultura 3
ROMA
STUDI ECUMENICI
Religione a scuoia: una chiese e la pace
questione di iibertà
Oltre Assisi; un panorama su molte iniziative
Insegnamento religioso e insegnamento confessionale non sono la
stessa cosa Dalla libertà religiosa agii altri campi dell’esistenza
La religione cattolica non è
più religione di stato, ma nessuno sembra essersene accorto.
Anche quest’anno, in occasione
delle festività pasquali, diverse
scuole hanno organizzato la partecipazione alla messa cattolica
in orario di lezione. Il fatto è
stato accertato in alcune scuole
di Roma, ma chissà quanti altri
istituti in tutt’Italia, per disinformazione, per inerzia o per nostalgia del defunto (ma non troppo) spirito concordatario hanno
continuato a disattendere sia la
legge di Intesa tra lo Stato italiano e le chiese rappresentate
dalla Tavola valdese (e questo
non meraviglia), sia l’articolo 3
della Costituzione (e questo almeno dovrebbe meravigliare, se non
fossimo abituati a ben altro).
I"
Questa notizia è stata resa pubblica da Maurizio Girolami nella
sua introduzione alla tavola rotonda dal titolo: « Religione e
scuola: una questione di libertà »,
organizzata recentemente a Roma dai consigli delle chiese battiste, metodiste e valdesi. All'iniziativa, tesa a stimolare la sensibilità delle comunità ma anche
a presentare alla cittadinanza romana la posizione delle chiese
evangeliche su questo delicato argomento, hanno partecipato Franca Long, insegnante e membro
del Comitato Nazionale Scuola
^ e Costituzione, Paolo Ricca, professore alla Facoltà valdese di
teblogia e lo storico Giorgio Spini, dell’Università di Firenze. Di
i : onte alla situazione che si è
t enuta a determinare nella scuola con Tintesa Poletti-Falcucci, si
è detto nel corso della tavola rotonda, occorre riaprire il dibattito sulla scuola in generale, perché la battaglia per l’ora di religione non è « marginale », staccata dagli altri problemi della
scuola, ma è una battaglia di libertà e di tolleranza che riguarda il concetto stesso di democrazia.
f'S
t-'
La tolleranza e la libertà religiosa sono strumenti per insegnare alle nuove generazioni il valore della tolleranza e della libertà in tutti i campi dell’esistenza umana. Certo la religione non
è estranea a fenomeni di privilegio, e proprio per questo è necessario che l’ora di religione
cessi di essere l’espressione forse più clamorosa di intolleranza e di non-libertà. Perciò, è stato più volte ribadito, dire no
alla religione concordataria significa dire sì ad una scuola che
promuova la cultura religiosa in
modo pluralistico, senza privilegi né pregiudizi, che sia perciò
una scuola laica.
r 5
Perché nello stato moderno laicità significa garanzia di pluralismo e di libertà, di imparzialità confessionale e di neutralità
ideologica.
Questa
settimana
Per essere laica, la scuola dovrebbe rifiutare qualsiasi insegnamento religioso confessionale,
non solo in forma obbligatoria,
ma anche in forma facoltativa.
La scuola non deve e non può
avere scopi confessionali, perché
ha per obiettivo la crescita e la
liberazione umana. Perciò gli insegnamenti confessionali, cattolici, protestanti o di qualunque
altra natura non possono entrarci, né per obbligo né per scelta.
Una garanzia
nei due sensi
La laicità della scuola è allora garanzia di libertà, non solo
per la scuola ma anche per la
religione. Per la scuola, come libertà dalla dipendenza da istituzioni che le sono estranee, e per
la religione come libertà dall’inquadramento in un sistema « ufficiale » come quello' della scuola. Questa libertà non potrebbe
che far bene ad entrambi, se si
considera che l’Europa, continente con il più alto tasso di istruzione religiosa nella scuola, è anche quello più secolarizzato del
mondo. Ma parlare di scuola laica non significa negare Timportanza del fatto religioso, come
invece paradossalmente accade in
Italia, dove la religione è considerata, non a caso, un fenomeno
pre-culturale, che non ha diritto
di cittadinanza nelle pubbliche
università:
Paradossalmente, è stato osservato nel corso della tavola rotonda, in Italia non c’è insegnamento religioso nella scuola, ma
solo insegnamento confessionale.
Sarebbe ora che anche da noi si
capisse che a scuola la religione deve diventare un insegnamento di libertà e di crescita umana. La scuola italiana dovrebbe
perciò farsi carico di preparare
in proprio dei docenti di religione che non siano al soldo di
nessuna confessione, ma che siano preparati a insegnare il valore della diversità.
Una democrazia, per essere autentica, deve mettere il cittadino
nella condizione di pKJter scegliere fra diverse possibilità ugualmente di^itose. L’intesa PotettiFalcucci è invece il tentativo di
distruggere proprio questa diversità, di trasformare le scelte in
unanimismo, di mettere le Jamiglie e gli studenti nella condizione di non poter scegliere. La
battaglia che le chiese evangeliche, insieme con le forze democratiche e con i settori più aperti del mondo cattolioo, devono
impegnarsi a portare avanti è
perciò una battaglia per insegnare, anche nella scuola, che ci sono modi diversi di vivere la fede, nella piena libertà non di
ignorare, ma di sapere e di scegliere.
Marco Davlte
Una interessante rassegna su
« Le chiese e la pace » ci viene
offerta dalla rivista « Studi ecunienici » di Verona, nel n. 34,
luglio-dicembre 1986. La rassegna
fa parte di im paragrafo più
vasto, « Il cammino ecumenico
nelle chiese », che a sua volta
è compreso nella rubrica « Chiese in cammino verso l’unità »,
a cura di .Francesco Angelucci
della « Montanina ».
La rassegna (a p. 442 e sgg.) valuta rincontro di preghiera di
Assisi, del 27 ottobre u. s., e Tanticipazione che se ne poteva leggere nelle parole di Giovanni
Paolo II in conclusione della celebrazione della Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani, parole pronunciate in San
Paolo fuori le Mura il 25 gennaio 1986, quando il papa aveva
accennato a «interessanti iniziative » delle chiese, in favore della pace.
Tra queste «interessanti iniziative » ne sono citate alcune che
ci sembra opportuno menzionare.
« La Conferenza mondiale delle chiese per la giustizia, la pace e l’integrità della creazione:
è stata proposta per il 1990 dalla VI Assemblea generale del
CEC che si è tenuta a Vancouver nel 1983, la quale ha raccomandato alle chiese membri del
CEC di avviare subito ”un processo conciliare di mutuo impegno (alleanza) in favore della giustizia, della pace e delTintegrità
di tutta la creazione”. Il comitato centrale, riunitosi a Buenos
Aires dal 28 luglio all’S agosto
del 1985, in sintonia con la preparazione della Conferenza mondiale del 1990, ha lavorato sul
tema: ”La giustizia di Dio, promessa e sfida” ».
« Il Concilio ecumenico della
pace: è stato proposto dal 21“
Kirchentag svoltosi a Diisseldorf
dal 5 al 9 giugno 1985... ».
Dopo aver chiarito che l’iniziativa di Weizsäcker non si pone in
concorrenza ma in contiguità con
la proposta del CEC, e che non
è il termine « Concilio » (che ad
alcune chiese p)orrebbe problemi), ma il contenuto dello stesso che qualifica l’iniziativa, la
rassegna prosegue spiegando che
lo stesso promotore ha chiarito,
in, una sua lettera rivolta alla
Federazione Luterana Mondiale,
che «l’invito del Papa per l’incontro ad Assisi è raccolto come una prova della buona volontà delle chiese d'incontrarsi e
non, come a qualcuno può essere
sembrato, come una controproposta cattolica... ».
« La giornata di preghiera per
la pace e la giustizia in Sud
Africa, indetta dal CEC per il 16
giu^o 1986».
L’incontro a Pechino, dal 25
al 30 giugno 1986, dèlio International Council della WCRP (Conferenza mondiale delle religioni
per la pace).
La IX assemblea della KEK
(Conferenza delle chiese europee), riunitasi a Stirling, Scozia,
dal 4 al 12 settembre 1986.
Sul piano locale, in Italia, la
Settimana ecumenica della pace,
svoltasi dal 14 al 24 ottobre.
Dare un quadro complessivo
delle varie iniziative, come correttamente fa la rivista « Studi
ecumenici », serve probabilmente
molto di più della insistenza unilaterale che molti mass media
hanno adottato per pubblicizzare
la sola iniziativa papale di Assisi.
S. R.
IVREA
A confronto con la fede cristiana
Nel mese di marzo si sono
svolti nella nostra chiesa tre incontri-dibattito con la partecipazione di un oratore cattolico e
di uno protestante, organizzati
dal Centro Evangelico di cultura, che hanno riscosso grande
interesse e sono stati seguiti da
un pubblico numeroso e attento.
Creazione e scienza
flne fisica — sparizione della vita umana, collassamento dell’universo — e le prospettive della fine dei tempi, con la ripromessa della terra). Se la scienza
esamina dei dati, la Bibbia fa
un discorso interpretativo sul
senso di ciò che accade, sul senso dell’esistenza e della storia.
Il Dio della Bibbia è creatore,
ma è soprattutto il Dio della
storia del suo popólo.
presentiamo un numero di pagine
ridotto rispetto al normale. Cio è
dovuto al ponte del 1° maggio
che ha concesso un po’ di riposo
a redattori e tipografi.
Ricupereremo le quattro pagine entro l’estate con un supplemento dedicato alle attività dei
centri giovanili.
In una riflessione basata essenzialmente sul libro della Genesi e sul Pentateuco, mons.
Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea,
ha precisato alcuni concetti:
Dio è creatore di tutte le cose,
preesiste a tutte le cose e tutte
le cose vengono da luì.. L’uomo
gode di un primato rispetto alle altre creature, e vi è uguaglianza tra uomo e donna; il
creato è buono in origine; va
osservata l’importanza del giorno del riposo. La scienza, con le
sue scoperte, si trova libera dì
indagare, purché resti nei suoi
schemi di rapporto tra causa
ed effetto, senza pretendere di
dare visioni integrali della realtà.
Il pastore Alfredo Berlendis ha
letto l’inizio del cap. 5 dell’Ecclesiaste, in cui si sottolinea la
saggezza che consiste nel sollevare tanti problemi e nel dare
risposta a pochi di essi. Sulla
questione della creazione, alcuni
interrogativi vanno posti, senza risolverli con appelli misticosentimentali: l’inizio e la fine
dell’universo (se esiste una possibilità di accordo tra creazione
e teoria dell’esplosione ad inizio delTuniverso, non c’è accordo invece fra gli scenari della
Il male e la fede
cristiana
Giorgio Tourn ha puntualizzato che l’associazione « male =
contrario di bene » è una speculazione concettuale di tipo filosofico, opposta alla Bibbia.
rale, per il quale la salvezza si
manifesta in Cristo come libertà dal peccato; c’è poi un male
eliminabile (fame, analfabetismo, guerra) per il quale la salvezza si manifesta come liberazione e segno del Regno di Dio:
a questo male ogni uomo ha il
dovere di opporsi; c’è infine un
male di tipo volontario, come inclinazione al peccato nella libertà di scelta dell’uomo, per il quale l’appello alla salvezza è il «convertiti e credi al Vangelo ». Il
sì di Dio all’uomo deve diventare sì dell’uomo a Dio, ma anche sì dell’uomo all’altro uomo. Sono seguiti degli interventi sull’interpretazione del male
secondo il cristianesimo e le religioni orientali, sul libero arbitrio, sull’esorcismo e sulla presenza del demonio.
La Scrittura definisce chi è Dio
e ciò che Dio vuole; ciò che non
corrisponde alla volontà di Dio
è male in quanto assenza di Dio.
Il mondo è espressione della sua
volontà, e la salvezza è il culmine di questo amore. Ma Dìo
non copre tutta la realtà: il male è un’azione legata all’uomo
ed è la parte della storia che
l’uomo costruisce fuori della
presenza di Dio. Non tutto ciò
che è negativo (malattie, catastrofi, violenza) è male in senso biblico: il male non è nell’essere, ma nelTagire, ed è sempre
legato ad azioni umane di tipo
morale.
I miracoli:
questo scandalo
Don Renzo Ganerro ha poi
esposto tre aspetti del problema: c’è nella storia dell’uomo un
male ineliminabile, conseguenza
del limite della creazione natu
II miracolo è una prova o un
segno? Da questa domanda, don
Pietro Agrano ha proposto tre
riflessioni che evidenziano come
per i Vangeli i miracoli non siano una prova inequivocabile della divinità di Gesù, ma piuttosto un segno: i miracoli hanno
una portata simbolica, sono segno di una salvezza superiore e
si comprendono nell’orizzonte
della lotta di Gesù contro il male fisico e spirituale; i miracoli
hanno una funzione profetica come anticipazione di vittoria sul
male; i miracoli sono qualcosa
che Gesù ha « consegnato » ai
discepoli, opera che Dio com
pie quando, come, e con chi vuole. Essi sono quindi una sfida
attuale a una mentalità scientista che fa dipendere tutto dall’uomo. Citando Lutero e Bonhoeffer, don Agrano ha richiamato allo scandalo della croce,
al fallimento umano di Cristo,
che ci ricorda che Dio non è un
mago potente, ma l’annunziatore del Regno che viene.
Il pastore Platone ha esaminato alcuni miracoli sia nell’A.
T. sia nei Vangeli (la guarigione
del servitore del centurione di
Cafarnao, e quella dell’indemoniato di Cerasa): ciò che conta
non è il « superamento dell’impossibiie », ma il significato del
miracolo. Secondo A. Maillot
esistono miracoli di rottura (Gesù spezza pregiudizi antichi e
nuove paure), miracoli di continuità (i segni dati da Gesù lo
indicano come il messia), miracoli escatologici che riguardano
la fine dei tempi e la venuta del
Regno (come la resurrezione della figlia di Jairo e del figlio della vedova di Nam). La guarigione descritta dai Vangeli è nascita di una nuova mentalità.
Gesù con i suoi miracoli trasgredisce per amore le leggi giudaiche e usurpa sia l’ufficio del
Sommo Sacerdote sia il luogo
della remissione dei peccati.
Il miracolo di Cristo quindi non
è quello del potere, ma quello
della misericordia. E’ seguito un
interessante dibattito in cui sono stati trattati i « miracoli successivi » a quelli di Gesù, la questione dell’intercessione e del
ruolo dei santi e della madonna.
Cinzia Carugati Vitali
ì
4
4 prospettive bibliche
8 maggio 1987
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
INSEGNARE, PREDICARE, GUARIRE
I testi di Luca 4: 14-21 (« Gesù predica a
Nazaret ed è scacciato ») e di Matteo 9:
35-38 (« La mèsse e gli operai ») hanno
tra loro uno stretto legame. Infatti, il
testo di Luca segna l’inizio del ministero di Gesù e rappresenta in qualche modo
il programma diaconale che Gesù si impegna a realizzare. Il testo di Matteo ci fa vedere Gesù all’opera, nel cuore del suo ministero in Galilea. Il programma era chiaro e senza equivoci: si trattava di attualizzare la profezia di Isaia (cap. 61) la quale
consisteva nell’annunciare il Regno di Dio,
liberare gli oppressi ed i prigionieri, guarire gli ammalati, restituire l’uomo alla sua
pienezza di vita, alla sua dignità di creatura di Dio. L’azione è altrettanto chiara: Matteo ci dice: « Gesù andava attorno per tutte le città e per i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando l’evangelo del Regno, e sanando ogni
malattia ed ogni infermità ».
In poehe frasi Matteo riesce a presentarci in un condensato essenziale, a) il
ministero di Gesù; b) la realtà della società; c) il compito (o missione) dei credenti Questi tre termini: Gesù, società,
missione dei credenti, vengono presentati in stretta relazione e non è un caso;
ciò corrisponde esattamente all intenzione teologica di Matteo. Di che si tratta.
1) Cosa fa Gesù? Va in ogni citta e in
ogni villaggio e lì insegna, predica, guarisce. In tutto il suo Vangelo, Matteo insiste su questa attività pubblica di Gesù, e
ciò è molto importante: Gesù sta nel
mondo è continuamente mischiato alla
società del suo tempo. Il terreno nel quale deve seminare la buona novella del
Regno è la società degli uomini, nella sua
realtà concreta. E’ importante rilevare
Gesù è continuamente
mischiato alla società
del suo tempo
lo stretto legame che c’è tra insegnamento, predicazione e guarigione. L’insegnamento serve la predicazione e la predicazione si concretizza con i segni della
guarigione. Nessuno di questi tre elementi basta per se stesso. Tutt’e tre concorrono all’urgenza della proclamazione del
Regno di Dio ed hanno per oggetto gli
uomini nelle loro situazioni concrete. Lo
scopo deU’insegnamento non è la semplice acquisizione di nozioni religiose oppure la formazione di ima morale cristiana. L’insegnamento è una preparazione al Regno. Ora il Regno, come ci
dice chiaramente il Vangelo di Giovanni, è un giudizio su questo mondo. Di
conseguenza, l’insegnamento ha una funzione critica nei confronti della società.
Lo studio delle Scritture, base dell’insegnamento, serve appunto a farci capire
come, nel corso della storia, in situazioni umane molto precise, i credenti si
sono posti rispetto al mondo. Ora, che
cos’è che caratterizza il Vecchio ed il
Nuovo Testamento? Dall’Antico Testamento emerge con forza la storia della
liberazione realizzata da Dió nei confronti del suo popolo. Ricordiamoci le parole
dell’Eterno (Esodo 3: 7-8): « Ho veduto,
ho veduto l’afflizione del mio popolo che
è in Egitto, e ho udito il grido ohe gli
strappano i suoi angariatori; perché conosco i suoi affanni; e sono sceso per
liberarlo dalla mano degli Egiziani, e per
farlo salire da quel paese in un paese
buono e spazioso, in un paese ove scorre il latte e il miele ». E nel corso della
lunga storia del popolo d’Israele, Dio
non si è mai stancato di liberare di nuovo i suoi figli.
Allo stesso modo, il Nuovo Testamento
può essere definito come « appello alla
libertà », una libertà piena e intera che
si afferma di fronte a tutte le oppressioni di questo mondo, la libertà dei figli di
Dio. Là è il cuore deH’Evangelo ed è questo che bisogna insegnare e predicare affinché i credenti siano davvero ciò che
sono chiamati ad essere: uomini nuovi,
liberi, pieni di speranza, che sappiano vivere ed annunciare la buona novella delTEvangelo e che, di conseguenza, lottino
Quale rapporto ci deve essere tra azione e predicazione? All’interrogativo rimbalzato nel convegno nazionale dei diaconi delle nostre chiese, svoltosi in marzo presso «Casa Cares » a Reggello (FI), tenta di rispondere in termini teologici e biblici questa densa riflessione. Essa potrebbe essere oggetto di discussione e ulteriore approfondimento in un
gruppo interessato al lavoro diaconale e alle sue prospettive nella società contemporanea.
a cura di GINO CONTE
per la giustizia tra gli uomini, in coerenza con l’attesa del Regno promesso, che è
già iniziato in Cristo.
Le tre azioni principali compiute da
Gesù nel corso del suo ministero (insegnare, predicare, guarire) sono quelle
che anche noi, in quanto credenti, dobbiamo compiere:
a) Insegnare la storia della liberazione realizzata da Dio, il che vuol dire ri
II Nuovo Testamento
è un appello
alla libertà
cordare continuamente ai credenti e agli
altri che Dio ci chiama dalla schiavitù
alla liberazione, dalla morte alla vita, dal
non-essere all’essere, dalla paura alla libertà. b) (Predicare, cioè annunciare pubblicamente il messaggio di libertà e di
salvezza deU’Evangelo, non solo nelle
chiese ma in ogni realtà sociale, come
faceva Gesù. E’ la predicazione che porta alla fede, come dice Paolo. Questo ci
fa prendere coscienza deH’enorme responsabilità che abbiamo in quanto credenti: abbiamo il dovere di predicare,
cioè di annunciare, di comunicare agli
uomini della nostra società la potenza
di Cristo morto e risorto. Compito impossibile, al quale però non possiamo sfuggire senza rinnegare la nostra fede. Tutti i profeti, da Mosè a Geremia, hanno
cominciato col rifiutare questa responsabilità, ma poi sono stati vinti da Dio, così come l’apostolo Paolo. Noi siamo nella stessa situazione, guai a noi se non
evangelizziamo, se teniamo per noi ciò
che abbiamo ricevuto dalla fede, c) Guarire, cioè dare dei segni concreti di ciò
che andiamo insegnando e predicando.
Questo è il compito della diaconia della
Chiesa. La diaconia è la vocazione stessa della Chiesa; la Chiesa che non serve,
la Chiesa che non esiste per gli altri non
è la Chiesa di Gesù Cristo. « Il figlio dell’uomo è venuto non per essere servito,
ma per servire », dice il Vangelo di Marco
(cap. 10: 45). Ebbene, se Gesù, che era
La Chiesa che non esiste
per gli altri non è la
chiesa di Gesù Cristo
se abbandonate a se stesse e ne ha immediatamente compassione, cioè si sente
istintivamente solidale con loro. Questo
passo ci ricorda stranamente il passo di
Esodo che abbiamo letto poc’anzi. Lo
sguardo di Gesù è lo stesso di quello di
(Dio, il suo sentimento è identico, la sua
reazione pure: bisogna liberare questo popolo, dargli un’identità, ima prospettiva,
una direzione. Il testo ci dice che queste
folle erano « stanche e sfinite come pecore
che non hanno pastore ». Se pensiamo
alle masse del nostro tempo, potremmo
dire: queste masse sfruttate, affamate,
oppresse, alienate, che né le autorità politiche né le autorità religiose sanno guidare. Il problema non è che queste masse manchino di capi. I capi, religiosi o politici, sono fin troppi. Lo sappiamo bene,
perché la storia che impariamo è quella
dei capi, non quella dei popoli. Ma non
è di questo tipo di capi che il popolo ha
bisogno perché è appunto per colpa loro
che esso si trova «stanco e sfinito ». Il popolo ha bisogno di un pastore, cioè di
una testa che sia parte integrante del
corpo rappresentato dalla massa. Il pastore conosce le sue pecore, una a una
Il pastore sa dare
un nome a
ognuna delle sue pecore
e, come dice l’Evangelo, egli è pronto a
sacrificarsi per salvare una sola di esse.
Il pastore è colui che sa dare un nome,
una identità, una dignità ad ognuna delle
sue pecore. Per i capi invece, il popolo è
solo massa amorfa e anonima, la gente
è solo un numero. Per il pastore, sono
delle persone.
Ora, questo pastore è Gesù stesso, perché Gesù è appunto colui che fa di ognuno di noi una persona, un essere unico; è colui che ci chiama per nome e ci
restituisce la nostra dignità di uomini, di
figli di Dio. Ecco perché Gesù si sente
solidale con questo popolo: la buona novella che reca, quella del Regno di Dio,
è per questo popolo. Ed è per questo che
Gesù prende su di sé la miseria ed il peccato di questo popolo, affinché esso possa
capire che il Regno è vicino, che il Regno
è Gesù stesso. Di fronte a questa folla
stanca e sfinita, scoraggiata e senza speranza, Gesù acquisisce una coscienza acuta e urgente della S(ua missione (Luca
4: 14), compiere cioè l’attesa messianica e
inaugurare nella propria persona il nuovo mondo voluto da Dio.
3) Ma questo nuovo mondo non s’instaura con un colpo di bacchetta magica.
Esso nasce dalla fede, dalla conversione a
Dio, e il suo principio, la sua logica sono
l’amore, o meglio l’agàpe, cioè quella forza divina da cui derivano la giustizia, la
solidarietà, la pace. Noi non la possediamo naturalmente, essa è un dono di Dio.
Ora, è questa forza, e solo questa, che
può fare di noi creature nuove. L’attivismo non serve a nulla se Dio non ci dà
questa sua forza. E per ottenerla, dobbiamo chiederla a Dio, continuamente, nella
preghiera. E’ per questo che Gesù invita
i suoi discepoli a pregare il Signore. La
preghiera precede la missione e la accompagna. Infatti, il nuovo mondo di Dio non
è, non può essere in nessun modo opera
delle nostre mani. Le nostre realizzazioni sono sempre provvisorie, fragili, deboli, ambigue, sono sempre espressioni
della nostra logica (umana impregnata di
peccato. D’altra parte, Dio ha bisogno di
noi per annunciare il suo Regno, ha biso
Il nuovo mondo di Dio
non è opera
delle nostre mani
gno di operai, cioè di strumenti fedeli alla sua Parola e ubbidienti alla sua volontà. Questo è il grande privilegio, la gran
de responsabilità della Chiesa di fronte
al mondo. E questa responsabilità consiste — come ci dice Matteo al cap. 5
— nell’essere « il sale della terra, la luce
del mondo ». Questa è la nostra vocazione, è per questo che siamo chiamati. E la
nostra fede ha senso solo se la rischiamo
in questo mondo, nel cuore dei problemi
e delle contraddizioni di questo mondo.
« La mèsse è grande » dice Gesù. Sì, è im
mensa, sia nelle società occidentali ricche, e sempre più egoiste, sia nel Terzo
Mondo che non cessa di crescere. Ebbene, Gesù ci invita a guardare questa situazione con i suoi occhi, cioè a vedere, in
questa situazione apparentemente assmda e senza sbocchi, la mèsse pronta ad
essere tagliata in vista del Regno. Ciò c
possibile solo con la fede continuamente
rinnovata dallo Spirito Santo. Perciò dobbiamo pregare e agire di conseguenza,
predicare e cercare di tradurre in atto la
nostra predicazione, ascoltare la Parola di
Dio e metterla in pratica. Se no, siamo
solo strumenti inutili, operai inattivi, sale senza sapore. Preghiamo dunque il Signore che ci dia la forza e la grazia di
essere strumenti efficaci della sua Parola
in questo mondo, in questo vecchio mondo che sta precipitando, affinché il suo
nuovo mondo, il Regno, si affermi e cresca
sempre di più.
Jean-Jacques Peyronel
la Parola vivente, ha concepito la propria
vocazione come ministero diaconale, come servizio, non può essere diversamente per la Chiesa che confessa il suo nome. In altri termini, la predicazione senza l’azione diaconale rimane una parola
vuota di senso, che non tocca gli uomini nella loro umanità concreta. Così come l’azione in sé, se non è sostenuta e
illuminata dalla predicazione, rischia di
non essere altro che beneficenza. Tra predicazione e azione esiste un rapporto intrinseco che fa sì che l’una non ha senso
senza l’altra. Qra, l’azione diaconale, se
vuole essere autentica, deve sforzarsi di
andare al cuore, aPa radice dei problemi,
siano essi sociali, economici o politici.
2) Questo stretto legame tra predicazione e azione viene messo in evidenza
dal nostro testo. Infatti, subito dopo aver
sottolineato i punti di forza del ministero di Gesù, Matteo ci fa condividere i
sentimenti che nascono nel cuore di Gesù
alla vista di questo popolo, di questa folla
senza pastore. Gesù vede queste mas
Comunità cristiane di Base
(segue da pag. 1)
to espresso dal convegnisti per la presenza e per il saluto del moderatore Franco
Giampiccoli all’inizio dei lavori. Giampiccoli ha sottolineato « la comunione e la
partecipazione con cui gli evangelici seguono di cammino delle CdB ». Citando
poi il Salmo 115: 16 (« I cieli sono i cieli
deH’Etemo, ma la terra l’ha data agli
uomini ») il moderatore si è collegato col
tema del convegno, affermando che « in
questa distinzione e delimitazione dell’ambito e della responsabilità, e anche dell’autonomia nostra, c’è la premessa per la
lotta contro qualsiasi integralismo e sfruttamento del sacro e una via per la ricerca di una vera laicità ».
La strada è aperta ma il cammino comune è ancora in gran parte da percorrere. Mentre tutti desiderano una comu
nione più profonda fra le CdB e le chiese evangeliche, in particolare le chiese vaidesi e metodiste, non sono ancora totalmente dissipate alcune « diffidenze e incomprensioni reciproche ».
Alcuni esponenti della Comunità delrisolotto mi hanno detto chiaramente che
attendono di poter collaborare con i protestanti, ma « sui fatti », e non solo a parole.
Altri, in diverse parti d’Italia, non hanno ancora dimenticato le cattive impressioni di qualche sottile invito di ordine
proselitistico.
Tuttavia, nonostante tutto, il cammino
comune è proseguito e siamo giunti ad
un dialogo in profondità che è sempre
più comunione. Dialogo che dovrà proseguire, anche su queste pagine.
Cesare Milaneschi
5
F
8 maggio 1987
•5
________________________ obiettivo aperto 5
...E UNA NUBE RADIOATTIVA INVESTI’ L’EUROPA: PROVENIVA DA UNA SCONOSCIUTA LOCALITÀ’ DELL’UCRAINA
Storie di un anno fa
La ricostruzione dei fatti operata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in una riunione-lampo a Copenaghen nel maggio scorso — Quante vittime a Chernobyl? — Collaborazione tra sovietici e americani — Altre « nubi »
All 1.23 della notte fra il 25 e il 26 aprile 1986 l’esplosione del
reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina,
era i] terribile risultato^ della incredibile serie di leggerezze e di
errori commessi da un’equipe di tecnici sovietici impegnata in un
esperimento sulla sicurezza deH’impianto. La nube che se ne sprigionò ha avuto molti effetti, non tutti ovvi.
Sono infatti morte delle persone, nei dintorni della centrale,
e si sono avuti danni materiali, in URSS e in diversi paesi europei,
diflBcilmente calcolabili, ma certo di enormi proporzioni; e ulteriori conseguenze nocive per la salute, anch’esse difficili da quantificare. Ancora — e anche questo era prevedibile — Chernobyl è divenuta un nuovo potente argomento nelle mani dei nemici dell’energia nucleare. Meno scontato, invece, ma confortante, il fatto
che la tragedia della centrale ucraina abbia dato vita a un forte
moto di solidarietà fra stati di diverso regime politico. Ma, soprattutto, l’incidente dell’anno scorso ha forse accelerato la crescita
di una nuova consapevolezza di come vanno le cose in questo nostro monde. In altre parole, è probabile che più persone di prima
si rendano conto che siamo tutti nella stessa barca perché, nonostante l’ottimismo propagandistico dei rispettivi governi, ciò che
accadde in URSS può ripetersi dovunque, e in fondo fa poca differenza che sia una centrale atomica o un’industria chimica o una
pioggia acida (e, oltre tutto, le nubi tossiche non conoscono confini).
Siamo degli apprendisti stregoni, poco e male capaci di controllare le forze che evochiamo. Ora lo sappiamo.
/ percorsi della radioattività partita da Chernobyl dal giorno del
disastro-26 aprile 1986-al 1° maggio, secondo uno studio dell’Enea.
Il rapporto dell’OMS
Tutti gli atomi
di Chernobyl
In caso di incidenti a centrali nu-.
oleari, la natura del fall-out radioattivo
dipende non soio dai tipo di centrale,
ma anche dalla durata del suo funzionamento prima dell'emissione. Nel
caso di Chernobyl, i principali nuclidi
ritrovati sono stati i seguenti: I (Iodio) 131, emivita 8 giorni, pericoloso
perché viene concentrato dalla tiroide, dove può causare neoplasie; Cs
(cesio) 137, emivita 30 anni, si accumula nelle parti molti; I 132, emivita 0,1 giorni; Ba 140, emivita 13
giorni; La 140, emivita 1,7 giorni; Np
(nettunio) 239, emivita 2,4 giorni: elemento » transuranico » che si produce
nelle reazioni nucleari, ma che non esiste in natura; Zr 95, emivita 65 giorni; Nb 95, emivita 35 giorni; Tc 99m,
emivita 0,4 giorni; e molti altri. ,
Si intende per emivita il tempo necessario per il dimezzamento della
emissione radioattiva di una s'ostan
Mentre ancora la nube radioattiva aleggiava sull’Europa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità promosse un incontro di esperti europei per ricostruire ciò
che era accaduto a Chernobyl e
fare il punto della situazione.
L’incontro ebbe luogo a Copenaghen il 6 maggio 1986; ad esso
partecipò per ritalia il dr. Luciano Carrino, del nostro Ministero
degli Affari Esteri. Pubblichiamo
stralci del documento conclusivo.
« Il 26 aprile 1986, nelle prime
ore del mattino, un reattore da
1000 MW della centrale nucleare
di Chernobyl prese fuoco in seguito a una esplosione. Le autorità sovietiche annunciarono
che l’incendio era stato domato
il 5 maggio, e che ”la reazione
era stata fermata”-. Nessuna informazione dettagliata fu rilasciata circa i motivi che avevano portato aH’esplosione e all’incendio conseguente. Il reattore in causa è del tipo ”a canale”, moderato a grafite e raffreddato ad acqua, che utiliz^ uranio moderatamente arricchito.
L’acqua bolle nei canali e si utilizza un ciclo diretto di vapore nella turbina (—) »•
« Data l’elevata temperatura
durante il rilascio, si alzò un
alto pennacchio portando la liberazione di materiale radioattivo
a altitudini che andavano da diverse centinaia di metri a oltre
un chilometro (...). Facendo qualche semplificazione, le direzioni
della nube possono essere raggruppate nei seguenti 5 periodi:
1. Scandinavia, mar Baltico;
emissione il 26 aprile, arrivata
il 27-30 aiprile;
2. Europa centro-orientale,
Germania meridionale, Italia, Jugoslavia: emissione il 27 aprile,
arrivata il 28 aprile - 2 maggio;
3. Ucraina e Russia: emissione il 28-29 aprile, arrivata il 28
aprile - 2 maggio;
4. Balcani, Romania, Bulgaria: emissione il 29-30 aprile, arrivata ri-4 maggio;
5. Turchia, mar Nero: emissione ri-4 maggio, arrivata il 2
maggio e oltre (...)».
« Il primo rilevamento del fallout sembra essere stato fatto al
la stazione per il monitorpggio
radioattivo di Kajaani in Finlandia, dove furono misurati livelli
di esposizione esterna tra i 70
e i 100 microRoentgen/ora la sera del 27 aprile 1986. In Svezia,
la contaminazione fu osservata
per la prima volta alla centrale
nucleare di Forsmark, sulla costa del Baltico, 100 km. a nord
di Stoccolma. Una ricaduta attiva fu scoperta al mattino, all’intemo della centrale. Non c’era
ragione perché si scoprisse la
contaminazione alTinterno della
centrale e così fu informato lo
Swedish Radiaction Protection
Institute. Si scoprì presto che lo
spettro dei gamma nell’aria indicava una quantità relativa di
cesio 134 e cesio 137 che rendeva improbabile che-la contaminazione provenisse da una esplosione nucleare. La conclusione fu
che doveva essere avvenuto un
rilascio anormale da un reattore
a sud-est della Svezia e della Finlandia. Alle 21 di domenica 27
aprile, i media sovietici riconobbero che l’incidente era avvenuto alla centrale nucleare di
Chernobyl (...)».
« La contaminazione radioattiva sulTEuropa ha causato notevole preoccupazione e le autorità nazionali hanno dato informazioni dipendenti dalla situazione
locale. In molti casi alTOMS sono state fatte richieste per le appropriate contromisure. Le dosi
di radioattività e i livelli di contaminazione rilevati fuori dalTURSS non possono dare effetti
acuti. .-Situazioni che hanno richiesto interventi per evitare o
ridurre danni immediati da radiazioni hanno riguardato solo le
aree immediatamente vicine all’incidente, che nel caso particolare sono considerate essere tutte quelle comprese nei primi 3050 km. Il problema evidenziato
è che bisognava essere preparati,
e dopo l’incidente bisognava agire prestissimo, quando i risultati delle misurazioni erano inesistenti o scarsi o contraddittori
(•••)»•
« In questo caso tale situazione non esiste fuori dalTURSS.
Gli effetti importanti sono di na
tura stocastica (cioè si manifestano non in tutti, ma solo in alcuni degli individui esposti alla
stessa dose di radiazioni, secondo una frequenza statisticameru
te prevedibile, ndr) e per i quali non si assume un valore di
soglia (valore al di sotto del quale le radiazioni sarebbero innocue, ndr), come il cancro e gli
effetti genetici. Vengono inseriti
in questi effetti anche i ritardi
mentali da esposizione fetale.
Questo significa che alcune
semplici precauzioni dovrebbero
essere consigliate, come evitare
di bere acqua piovana, e lavare,
o temporaneamente evitare il
consumo di vegetali freschi sui
quali la polvere radioattiva può
essere caduta.-'Altre; tadtele sarebbero indicèté per dosi molto
più alte: consegna di tutto il
latte grezzo ai caseifici per farlo
mescolare con latte meno inquinato, evitare il latte fresco (...). Alcune misure non sono state assolutamente giustificate; non è stato giustificato sconsigliare il consumo di ogni tipo di acqua, oltre
a quella piovana, Tallattamento
al seno dei bambini e lo stare
all’aperto. L’uso di tavolette di
iodio è una contromisura davvero singolare (la somministrazione di iodio « normale » blocca la
captazione da parte della tiroide
dello iodio radioattivo abbondantemente presente nella « nube »,
ndr). Poiché l’ingestione di iodio
radioattivo può essere controllata evitando l’uso di latte contaminato, resta solo il problema
dello iodio inaiato. Ma allora
contromisure di questo tipo dovrebbero essere iniziate talmente presto che sarebbe difficile
avere già l’informazione del livello di contaminazione dell’aria
(...). Molti interrogativi sono nati anche riguardo alla restrizione
dei viaggi nei paesi esposti alla
nube radioattiva, altri circa il
consumo e l’importazione di cibi provenienti da questi paesi
(...)».
Pagina a cura di
Paolo Fiorio
Le cifre del disastro
Quante sono state le vittime
di . Chernobyl? Un anno fa
; giravano cifre fantasiose.
« 15.000 morti sepolti in fosse
comuni », ha titolato il New
York Post, al quale ha fatto
eco l’agenzia UPI, che ha
parlato di « 2.000 morti a
Kijev »: entrambe le testate
vittime di un sensazionalismo
forse non del tutto innocente. I morti furono «solo» 31.
Più pesante sarà invece il
bilancio dei prossimi anni:
■secóndo l’INSAG, un’agenzia
internazionale che si occupa
di problemi di sicurezza degli impianti nucleari, le 135
mila persone che furono evacuate dai dintorni della
centrale vanno incontro a un
aumento dello 0,6% dell’incidenza delle neoplasie. Vale a
dire che in questa popolazione si svilupperanno nei prossimi decenni 250 casi di cancro in più dei circa 40.000
statisticamente prevedibili.
Scienziati di più
di 20 nazioni
« Scienziati provenienti da
più di 20 nazioni hanno fornito il loro contributo, a prescindere dalle differenze politiche, allo scopo di salvare
vite umane, approfondire le
conoscenze scientifiche, prevenire futuri incidenti. I fatti dimostrano anche la nostra
limitata capacità di far fronte agli incidenti nucleari, e
dovrebbero far cadere qualsiasi speranza di intervento
medico adeguato in caso di
guerra nucleare ».
Seno parole del prof. Robert Gale, dell’Università di
California, massima autorità
mondiale nel campo dei trapianti di midollo, che nei
giorni immediatamente seguenti al disastro volò a Mosca per cooperare coi medici sovietici nell’assistenza alle vittime di Chernobyl. Uno
degli effetti delle radiazioni è
la distruzione del midollo osseo, che produce le cellule
del sangue. Ne conseguono
anemie gravissime, emorragie
e infezioni incontrollabili.
Cinismo
Non tutti i medici hanno
avuto lo spirito di umanità
di Gale. Il « Detroit Medicai
News », per esempio, ha affermato nel suo editoriale del
12 maggio 1986: « I russi hanno cominciato a autodistruggersi. Questo è il lato positivo dell’accaduto. Il lato negativo è che stanno diffondendo il fall-out per tutto il mondo e fino a noi ».
Reattori e
mass media
Molte critiche ha suscitato
il ritardo, con cui i mass media sovietici hanno dato notizia dell’incidente. Ma in caso
di incidenti nucleari tutto il
mondo è paese. Per esempio,
il reattore di Windscale, in
Inghilterra, si incendiò il 10
ottobre 1957. Il giorno dopo
fu dichiarata l’assenza di
danni alle persone; dopo due
giorni fu ammesso che un
operaio della centrale era rimasto contaminato e bisognava distruggere il latte in un
raggio di 14 km. Solo dopo
5 giorni fu rivelato che una
area di 200 miglia quadrate
era stata contaminata dal
plutonio.
« Allarme 3 »
Il 18 gennaio 1985, nella
Ruhr fu decretato il « grado
d’allarme 3 »: divieto assoluto di circolazione nelle città,
chiusura delle fabbriche, drastica riduzione del riscaldamento delle case, nonostante
il rigore delTinverno. Non era
esplosa una centrale nucleare: sotto accusa erano le
« normali » centrali termoelettriche, gli scarichi delle
auto e industriali, i riscaldamenti domestici.
Questo per dire che non
basta preoccuparsi delle centrali nucleari: il nostro rapporto con l’ambiente va rivisto in modo globale.
6
vita delle chiese
8 maggio 1987
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DAL CONVEGNO DI CASA CARES
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Quale ruolo per i diaconi Genitori e monitori
Occorre riprendere il progetto del 1982 che disciplinava il servizio —
La necessità di dare alle chiese un’ampia informazione in proposito
I diaconi che hanno partecipato al convegno di Casa Cares
a fine marzo hanno rivolto alla
Tavola ima richiesta che si può
riassumere in tre punti:
1. pubblicazione e applicazione del precetto '82 che disciplina il servizio diaconale;
2. armonizzazione dei regolamenti (sui ministeri, su circuiti
e distretti, sul Sinodo) in base
a quanto previsto nel progetto
1982;
3. pros^ulmento della riflessione sull’apporto del ministero
dei diaconi alla vita della chiesa e sulle sue strutture presentì e future (modiflca della rappresentanza in Sinodo).
La Tavola esaminerà nelle
prossime sedute il documento
del convegno dei diaconi e le
varie richieste, ma fin d’ora ritengo sia possibile, e doveroso,
rispondere alla prima.
II ché richiede qualche parola di spiegazione.
Nel 1982, dopo due anni di dibattito, il Sinodo approvò il progetto presentato dalla Tavola che
veniva a regolare il servizio diaconale, fino a quel momento disciplinato in via provvisoria. Su
tale progetto, che presentava
un’alternativa per ciò che riguardava la rappresentanza dei diaconi in Sinodo, l’atto sinodale
operò una scelta stabilendo che
la relativa normativa fosse inserita nei regolamenti (vedi 13/
SI/82). Per una svista, questa
nuova disposizione regolamentare (Tunica che fu giudicata
necessaria per strutturare il servizio diaconale previsto dal progetto) non fu ripresa nel libro
delle Discipline pubblicato Tanno seguente. Essa è comunque
vigente ed è stata applicata dalT83 in poi.
Una sorte ancora più sfortunata toccò al progetto nel suo
insieme. Non solo non si ritenne
necessario tradurre in termini
regolamentari altre innovazioni
oltre a quella della rappresentanza in Sinodo (e non a torto
i diaconi parlano .della necessità
di armonizzare i regolamenti al
progetto approvato.), ma il progetto non venne neppure pubblicato in appendice agli atti sinodali. Esso resta a tutt’oggi
confinato nelle pagine della Relazione della Tavola al Sinodo
del 1982.
E’ quindi opportuno che di
quel progetto — sulla base del
quale, malgrado la scarsa pubblicizzazione, in 5 anni una ventina di fratelli e sorelle sono venuti a triplicare il « ruolo diaconale » — sia data ampia conoscenza nelle chiese. Da un lato
perché si sappia con precisione
(molti lo ignorano del tutto)
come è regolato questo servizio
nelle nostre chiese. Dall’altro
perché si controlli l’esatta applicazione di quanto il progetto prevede quanto alla presenza dei diaconi nelle Assemblee
di circuito e nelle Conferenze
distrettuali. A questo proposito
segnalo che secondo i diaconi
il giudizio attribuito ai Consigli
VENDO
IN TORRE PELLICE
P.zza Guardia Piemontese
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8-9 milioni. Possibilità dilazioni - Mutuo. Telefonare ore pasti 011 /93993S9.
Il servizio diaconale
Art. 13 - « Il Sinodo, presa conoscenza del progetto presentato dalla
Tavola Valdese per un più definito inquadramento degli iscritti a servizio diaconale (art. 23 e 25 RO 3) lo approva. Per quel che riguarda la
rappresentanza in Sinodo essa sarà regolata con l’aggiunta, al termine
deU'art. 1 C RG RZ, della frase; "e due rappresentanti degli iscritti a
servizio diaconale, designati dagli stessi” » (13/SI/82).
« A - Nel ruolo tenuto dalla Tavola Valdese, gli iscritti a "servizio
diaconale” saranno denominati DIACONI e suddivisi nelle seguenti categorie, a seconda delle corrispondenti esigenze di servizio:
1) Formazione e istruzione;
2) Informazione e pubblicistica:
3) Assistenza;
4) Servizi tecnici e amministrativi.
B - Le condizioni di iscrizione saranno;
1) La presentazione dei Concistoro o del Consiglio della Chiesa
di provenienza;
2) Il possesso di titoli di studio professionali adeguati o la dimostrazione di capacità effettive in vista del compimento del servizio a cui il Diacono sarà destinato:
3) La disponibilità a seguire un corso per una formazione biblica
o teologica (presso la CPS o la Facoltà di Teologia) finalizzata e proporzionata alle necessità dell’incarico da assumere;
4) Il compimento, con esito positivo, di un anno di prova. La valutazione di detto anno verrà compiuta dali’organismo presso cui
il candidato ha operato e comunicata alla Tavola per la regolare iscrizione a ruolo:
5) La presentazione del nuovo Diacono in un culto pubblico, nella
sede ritenuta più opportuna in relazione al servizio da compiere (comunità locale, assemblea di Circuito, Conferenza Distrettuale).
La rappresentanza negli organismi assembleari sarà così re
C
golata:
1) La rappresentanza alle assemblee di Circuito non qarà automatica, ma dipenderà (a giudizio del Consiglio di Circuito) dalla
rilevanza che in tale ambito assume il servizio del Diacono;
2) La rappresentanza nelle Conferenze Distrettuali è già regolata
dall’art. 8 2/D del RO 5 (voce consultiva):
3) La rappresentanza in Sinodo può avvenire per turni (in analogia a
1/C/d RG RZ — voce consultiva). Il turno può essere regolato
in modo automatico: due Diaconi scelti ogni anno in due settori diversi per ordine di anzianità; ovvero la rappresentanza
di due delegati può essere eletta ogni anno dai Diaconi stessi
riuniti in assemblea ».
(Relazione al Sinodo 1982, pp.' 38-39).
per la partecipazione dei diaconi all’Assemblea di circuito (C/1)
dovrebbe essere assunto in sede
di Assemblea.
Mi unisco ai diaconi neU’auspicare che sul servizio diaconar
le riprenda il discorso non concluso nelT82 e la riflessione ecclesiologica. Di questi la « fotografia» dell’esistente è premessa e condizione.
Franco Gìampiccoli
Giovani evangeiici
Lo scorso 21 marzo si è tenuto a Palermo, presso il Centro
Diaconale della ’’Noce”, un incontro di giovani evangelici siciliani per discutere sulle possibilità esistenti di avviare un
processo di aggregazione tra i
giovani e sulla definizione di un
loro impegno nella società.
I lavori sono iniziati con una
breve presentazione dei circa
40 partecipanti, provenienti per
la maggior parte da Palermo,
da Riesi e da Alimena, poi sì
sono articolati nella riflessione
in gruppi ristretti, i quali hanno soprattutto evidenziato le più
gravi carenze della società ed,
in particolare, i problemi dei
giovani.
I punti della riflessione operata nei gruppi sono stati portati
all’attenzione di tutti. Dalla discussione è quindi scaturita la
convinzione che la Chiesa Valdese può dare un aiuto valido per
trovare alcune soluzioni ai problemi dei giovani. In particolare è stata sottolineata la carenza di attività di aggregazione
che possano interessare ed accomunare tutti i giovani. Prima
delle conclusioni di Mauro Pons,
VILLAR PEROSA — Scuola
domenicale. Il 9 aprile ha
avuto luogo l’incontro tra genitori e monitori. Si è parlato
del programma e del materiale
didattico, con giudizi positivi da
parte dei genitori presenti. Si è
proposto di avere, alTinizio dell’anno, un momento di presentazione reciproca tra monitori e
genitori. Sì è anche parlato di
un’attività da organizzare per i
cadetti e i giovani. Il lavoro che
si fa alla scuola domenicale dovrebbe essere accompagnato da
una regolare lettura della Bibbia nelle famiglie; se ne è discusso, ma si è pure riconosciuto
che le famiglie dovrebbero essere aiutate in questo aspetto
della vita familiare; occorre fornir loro indicazioni di testi, libri, cassette registrate, ecc.
• Sette giovani sono stati confermati nella Domenica delle
Palme: Raniero Artero, Valentina Balmas, Aldina Buffa, Silvia GaUiano, Gabriele Ribetti,
Oaudia Sobilla, Simona Tron.
• Il 26 aprile è stata battezzata Isabella Jahier, di Mario e
Elvia Long.
• L’Evangelo della risurrezione è stato annunciato in occasione del funerale di Anna Carolina
Pastre ved. Bertin e di Carlotta
Genre in Notta. Alle famiglie
esprimiamo la simpatia fraterna della chiesa.
SICILIA
• L’Assemblea di chiesa del
3 maggio ha eletto come deputati alla Conferenza distrettuale
Marco Long, Adriano Peyronel
e Emilia Travers, e come deputato al Sinodo Marilisa Bessone.
Assemblea
TORRE PELLICE — Domenica
17 maggio avrà luogo una Assemblea di chiesa che discuterà l’impegno finanziario per Tanno ’88
e ascolterà la relazione preparata dal Concistoro sull’anno di
attività.
• Nella sua seduta mensile
l’Unione Femminile ha ospitato
la sig.ra Edi Morini, che ha parlato del premio Nobel per la
pace Elie Wiesel. L’esposizione
ha destato molto interesse e
partecipazione.
Corali
si è anche discusso, sul significato e sui ' risultati del convegno. Dopo si è cenato insieme,
concludendo la serata con dei
canti.
Personalmente ritengo che se
anche il convegno non ha offerto molte idee nuove, l’incontro
è stato molto importante per
diversi motivi: ha consentito a
dei giovani di incontrarsi, riprendendo una tradizione che da tempo era stata interrotta; ha permesso alla nuova generazione
di giovani evangelici siciliani di
uscire dal proprio guscio, dimostrando che questa nuova generazione ha voglia di lavorare insieme e seriamente.
Vista la situazione di isolamento in cui ci troviamo come
giovani membri delle comunità
protestanti in Sicilia e volendo superare i problemi che abbiamo — i quali, detto per inciso, non si risolvono in un solo pomeriggio — abbiamo deciso tutti insieme di ripetere l’esperienza in futuro (forse a
maggio!), invitando al prossimo incontro anche gli altri giovani evangelici della Sicilia.
Paolo Testa
Elezioni
buendo cosi alla sostituzione del
pastore Pasqùet, assente per una
missione in Inghilterra.
• La comunità si è stretta intorno alla famiglia di Daniele
Bonjour, deceduto tragicamente sul posto di lavoro, a causa
di una scarica elettrica sprigionatasi da una betoniera.
ANGROGNA — Nel quadro
della Festa di Canto delle Corali ospiteremo, domenica 10 maggio, nel culto del Serre, le Corali dell’alta Val Germanasca.
• Sabato 9 alle 21 s’incontra
il Concistoro al Presbiterio anche in vista della prossima assemblea di domenica 17 maggio.
Bazar
PRAROSTINO — Nel corso
dell’Assemblea di Chiesa del 26
aprile sono stati insediati i due
nuovi anziani che entrano a far
parte del Concistoro, e si è proceduto all’elezione dei delegati
alla prossima Conferenza Distrettuale: Alma Gardlol, Amilda Gardiol e Sergio Montalbano. Per il Sinodo sono stati eletti: Patrizia Giachero e Valdo
Plavan.
’• Il 26 aprile ha avuto luogo
il bazar organizzato dall’Unione
Femminile; vogliamo porgere un
ringraziamento a quanti hanno
variamente coll.aborato per la
sua buona riuscita.
• Rallegramenti ai genitori
del piccolo Michel Costantino
nato il 17 aprile, e l’augurio di
ogni benedizione da parte della
comunità.
• Il 12 aprile ha avuto luogo
il funerale di Eugenio Gardiol
di 89 anni della borgata Càvoretto.
Predicatori locali
Il secondo circuito organizza un breve corso per predicatori locali. Sono
previsti quattro incontri di studio
presso i locali della Chiesa valdese
di Villar Perosa. Queste sono le date; 8 e 15 nnaggio, 5 e 12 giugno. Allo
scopo di facilitare la partecipazione
gl’incontri si terranno la sera, alle
ore 20.30.
Il sovrintendente; Thomas Noffke
Calendario
Domenica 10 maggio
□ FESTA DI CANTO
LUSERNA S. GIOVANNI — Presso
il tempio valdese di S. Giovanni, alle
ore 16, ha luogo l’annuale festa di
canto delle corali; la prova dei canti
d'insieme è fissata per le ore 14, mentre le corali parteciperanno ai culti
nelle chiese della Val Pellice.
Giovedì 14 maggio
BOBBIO PELLICE — L’Assemblea di chiesa ha rieletto due
anziani, Dario Geymonat e Giovanni Negrin e ha nominato le
deputazioni a Sinodo e Conferenza Distrettuale, composte rispettivamente da Andrea Melli e
Laura Collet; Giovanna Charbonnier e Anna Maria Bonjour.
• In preparazione della Festa
di canto, la Corale partecipa alle riunioni quartierali dei Canipi e di Per là (giovedì 7), contri
□ COLLETTIVO
BIBLICO ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.45 presso
la Chiesa valdese si tiene la riunione
del Collettivo biblico ecumenico che
conclude la lettura dell’Apocalisse
(capp. 19-22). I partecipanti sono pregati di leggere preventivamente i testi.
Sabato 16 maggio
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 15 presso la sede di viale Mazzini si tiene
l'Assemblea del Movimento di Testimonianza Evangelica Valdese. L Assemblea è aperta a tutti.
Comunicato
La Tavola, vista la richiesta del Consiglio della
Facoltà votata nella riunione del 16.12.86, notifica
la vacanza delia cattedra di Antico Testamento.
L’elezione del nuovo professore dovrà aver luogo nella sessione sinodale dell’agosto 1987 (RF art. 28, RZ
art. 20 A).
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7
8 maggio 1987
valli valdesi 7
TORRE RELUCE: CONVEGNO SULL’ORA DI RELIGIONE
Un’occasione mancata
Avvalersi o non avvalersi: la scelta, obbligatoria, è come l’imposizione di un diritto — Lo strano statuto degli insegnanti di religione
Un convegno dalla genesi strana; così è stato definita rincontro-dibattito su « Scuola-religione, alternativa? », promosso dal
Circolo didattico di Torre Pellico, svoltosi il 30 aprile scorso.
Pensato e proposto in una riunione del consiglio di Circolo circa un mese fa per la prima metà di giugno, è stato anticipato
notevolmente senza che il consiglio stesso ne fosse coinvolto.
Di fronte al fatto compiuto (da
parte della presidenza del consiglio stesso) i membri del consiglio hanno, nel corso di una seduta convocata per due giorni
prima del dibattito, fortemente
criticato il metodo adottato, la
scelta degli oratori ed ovviamente i tempi così affrettati. A quel
punto il presidente Guido rassegnava le dimissioni e si dichiarava più volte non disponibile,
comunque, a presiedere il dibattito. Il consiglio votava un atto
per cui il convegno si sarebbe
potuto svolgere soltanto così come era stato impostato, per cui,
perdurando rindisponibilità del
presidente dimissionario, la stragrande maggioranza dei presenti ha pensato ad un rinvio, a
meno che...
Infatti talvolta le cose cambiano e così, pur con qualche assenza di rilievo, il convegno si
è svolto.
Assente Ton. Valdo Spini, sostituito dal padre, lo storico Giorgio Spini, assente il moderatore
della Tavola Giampiccoli la cui
partecipazione non era stata concordata, presente il prof, di religione De Nanni che ha subito
precisato di parlare a titolo persinaie e non a nome della Diocesi di Pinerolo, il dibattito si
è s\ olto alla presenza di un pubblico composto quasi esclusivamente da « addetti ai lavori ».
Tra questi 39 insegnanti del Circolo (su un totale di 60) si sono
dissociati dalle modalità organizzati\ e del convegno.
Gli interventi degli oratori, e
più ancora delle persone intervenute al successivo dibattito, hanno messo in risalto le preoccupazioni del mondo laico di fronte alla necessità di dover scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione _ a
Scuola, e le possibili discriminazioni per chi non si avvale di questa facoltà, specie di fronte al
caos che regna sul tema delle
attività alternative.
L’importanza di comunicare alle autorità competenti l’andamento della situazione, la necesfg; . sità che tutti gli organismi pre
Una nuova ambulanza
ultimo modello
TORRE PELLICE — Domenica 10 maggio alle ore 11.30
alla rotonda dei giardini di Piazza Muston a Torre Pellice, verrà
presentata alle autorità ed alla
popolazione la nuova autoambulanza FIAT Ducato ultimo
modello.
Questa autoambulanza è stata acquistata con le offerte della popolazione e con i contributi della C.O.G.A.V. (Cooperativa
Artigiana Val Pellice) e della
Cassa di Risparmio di Torino.
Il nuovo mezzo viene a sostituire la vecchia ambulanza modello
SIMCA, che tanti utili servizi
ha fatto, specialmente nelle località più impervie.
posti operino in questo senso sono state successivamente ribadite
accanto ad altri temi come il
si^ificato delTinsegnamento religioso alle scuole materne o i
.privilegi di cui godono gli insegnanti di religione nei confronti
dei loro colleghi.
Fra gli oratori ufficiali Tass.
provinciale Trovati ha annunciato l’intenzione di un gruppo di
consiglieri laici della Provincia
di occuparsi del problema, mentre Spini ha detto di guardare
con favore la nascita a livello
politico generale di un’area laica molto variegata, « da Capanna
ad Altissimo », che sembrerebbe
lasciare prospettare approcci
nuovi e soprattutto mentalità
nuove.
In un ambito oósì fortemente
critico sul tema in discussione
praticamente l’unico intervento a
favore delTinsegnamento della religione è stato del prof. De Nanni, il quale ha ribadito Timportanza della conoscenza del fatto religioso come elemento costitutivo della cultura di un paese, sot
tintendendo così che, non solo
storicamente ma anche oggi, il
cattolicesimo è in Italia la componente maggioritaria.
Il maestrale dott. Passone, nel
suo lucido intervento a chiusura
del dibattito, ancorché abbia voluto precisare la assenza di sue
competenze specifiche sul tema,
ha posto in modo problematico
e con necessità di verifiche le
conclusioni di De Nanni, citando
ad esempio i referendum che
coinvolgevano grosse questioni
inerenti anche la morale cattolica e che non hanno visto prevalere le linee proposte dal cattolicesimo.
Dunque temi scottanti quelli
proposti, non ultimo quello della formazione degli eventuali insegnanti di religione, che dovranno essere: ripresi in altri incontri, che secondo gli auspici di tutti risentano meno di situazioni
politiche contingenti ed affrontino il problema oon la serenità
e la puntualità che esso merita.
Piervaldo Rostan
VAL PELLICE
più caro
raccogliere i funghi
Spazio molto maggiore ha dedicato l’ultimo consiglio della Comunità Montana Val Pellice alla
raccolta funghi che alla approvazione del bilancio sanitario; il
segno di una situazione politica
che localmente vede tutte le forze politiche legate all’insegna delTunanimismo e a livello nazionale la grave crisi.
Così l’approvazione di bilanci,
che pure superano largamente i
10 miliardi, diventa routine, con
l’aggravante di saper già a priori che molti decreti e molti atti
decadranno col termine della legislatura.
Nello stesso tempo per l’ennesima volta si andrà alle urne senza che sia stata varata la riforma degli enti locali.
Queste considerazioni sono state portate all’attenzione del consiglio da parte del presidente
Longo.
Ancora ispirata da malessere
politico la delibera assunta per
ribadire l’esigenza della permanenza delle USSL coincidenti territorialmente con le Comunità
Montane (come nel caso della
Val Pellice), di fronte alla tendenza espressa a livello generale
di ampliare gli ambiti delle USSL
in nome di una presunta razionalizzazione e funzionalità dei servizi. Nella deliberazione assunta si
fa riferimento alla passata legislazione ed alle realizzazioni di servizi possibili in ambiti più ristretti. Una piccola polemica è
sorta fra il gruppo DC, contrario
alla coincidenza degli organi di
gestione fra Comunità Montana
ed USSL, e gli altri gruppi presenti in consiglio.
Tornando al problema raccolta funghi sono da segnalare anzitutto due novità: il costo del
tesserino, salito a 25 mila lire
annuali, e la fine del limite di
tre giorni settimanali con raccolta dunque consentita quotidianamente. Molte voci si sono levate
per segnalare problemi sull’argomento, a partire dalla presunta
libertà dei cittadini su fondi privati per finire alla destinazione
dei proventi dei tesserini: su quest’ultimo punto è stato assicurato
un maggiore impegno sullo specifico tema eoolo^a, anche attraverso interventi informativi nelle
scuole.
Nelle sue note informative, il
consigliere delegato all’ecologia,
Delladonna, ha inoltre precisato
che le guardie ecologiche, cui spetta principalmente il compito di vigilanza sull’intera materia in base ad una legge regionale, attualmente operanti in valle, sono ridotte ad una quarantina, divise
in 5 gruppi; sulle incongruenze
di quesjta legge è stato deciso di
chiedere comunque alla Regione
di apportare delle modifiche.
Infine il consiglio, a cui erano
pervenute le deliberazioni di cinque comuni, ha tirato le somme
delle richieste di parere sull’ipotesi di valorizzazione turistica nota come progetto ovovia. Preso
atto che i comuni hanno deliberato, anche se in un caso solo
a livello di Giunta, in senso favorevole, il consiglio ha deciso
di dare il via alla società francese che dovrebbe fornire entro
l’autunno il progetto di fattibilità, avvalendosi anche di tecnici
della Regione, Provincia e della
Comunità Montana stessa per valutare appieno la fattibilità del
progetto e la sua compatibilità
con Tesistente (agricoltura, ambiente, ecc.). p_ R.
CULTURA DELLA
PACE E PROTESTANTI
NEL PINEROLESE
Verso la
chiusura?
L’assemblea bimestrale del
Progetto « Cultura della pace e
protestanti nel Pinerolese » si
terrà sabato 9 maggio 1987, aUe
ore 16, nei locali della chiesa
valdese di Pinerolo, via dei Mille, 1. Il Progetto Pace si trova
ad un punto cruciale: interrompere la propria attività, dopo
tre anni di lavoro, oppure continuare, ma con quali forze, con
quali prospettive e con quali interlocutori? Di questo si dovrà
discutere, con serenità ma con
urgenza, in questa assemblea.
Segnalazioni
TORRE PELLICE — Per l'organizzazione di Spazio Giovani venerdì 8 maggio presso il convitto di via Angrogna
ha iuogo una serata sul tema « Forestazione, frutticoltura, zootecnia, cooperazione nel settore agricolo »; inizio
ore 21.
PINEROLO — Sabato 9 maggio si
svolge una marcia per la pace da Lanzo a Ciriè contro la militarizzazione
della produzione industriale e del territorio. Chi è interessato a partecipare
può trovarsi sabato alle ore 8 davanti alla stazione di Pinerolo.
PRAMOLiO — Domenica 10 maggio
ha iuogo una giornata ecologica organizzata in collaborazione dal Comune, dalla Pro Loco e dalla Comunità
Montana.
TORRE PELLICE — La Lega per
l'ambiente Val Pellice organizza un
incontro-dibattito pubblico con gli amministratori dei Comuni della Val Pellice, sul tema: « La plastica nei rifiuti urbani, problemi e prospettive ».
L’incontro ha iuogo il 14 maggio alle
ore 21 presso la sala consiliare.
Concerti
TORRE PELLICE — Venerdì 8 maggio alle ore 20.45 presso il tempio
valdese ha luogo una serata con la
Corale valdese di Angrogna dal titolo ■■ Il prezzo della libertà, trecento
anni dopo »: un dramma ricostruito
attraverso canti, lettura di documenti
originali, letture bibliche. Offerte a
favore di Radio Beckwitb.
TORRE PELLICE — Sabato 9 maggio alle ore 21 nel Tempio valdese si
tiene un concerto della scuola pianistica di Maria Golia.
L'incasso sarà devoluto all'Ospedale valdese.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 7 maggio, ore 17, al Centro d'incontro avrà
luogo una riunione del Gruppo Amnesty
Val Pellice.
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« Io sono la resurrezioni e la
vita; chi crede in me, anche se
. muoia, vivrà »
(Giovaimi 11: 25)
Il giorno 23 apodle si è spento
Mario Barbi
Lo annuncia la Comunità valdese di
via Assarotti confidando nelle promesse del Signore.
Genova, 24 aprile 1987
RINGRAZIAMENTO
L’Ospedale Evangelico Internasdonale ringrazia tutti coloro che, oon affetto e simpatia, hanno partecipato al
dolore per la perdita di
Mario Barbi
per anni amato e valente consigliere
ispettore.
Genova, 24 aprile 1987
« Poiché in te è la fonte della
vita, e per la tua luce noi vediamo la luce »
(Salmo 36: 9)
I figli Ada e Valdo con le loro
famiglie, la sorella Anglesina col marito Emanuele Coucourde e la figlia
AnnaRsa, le cognate, i nipoti, partecipano con dolore la dipartita del loro
caro
Clemente Beux
di anni 85
avvenuta a Iacinto Arauz (Argentina)
il 4 aprile 1987.
RINGRAZIAMENTO
« In pace mi coricherò e in
pace dormirò, perché tu solo, o
Eterno, mi fai abitare in sicurtà »
(Salmo 4: 8)
I figli e i familiari della cara
Albertina Peyret
riconoscenti per la dimostrazione di
stima e di affetto ricevuta per la dipartita della loro congiunta, ringraziano tutti coloro che hanno partecipato
al loro dolore e in particolare il prof.
Claudio Tron.
Ferrerò, 26 aprile 1987
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Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 10 MAGGIO 1987
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Via Repubblica 22 - Telef. 91328.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
8
8 fattí e problemi
8 maggio 1987
PENA DI MORTE IN USA
AMNESTY INTERNATIONAL
Cifra record
di giustiziandi
Il nostro settimanale si è già
occupato più volte della questione della pena di morte, e lo ha
fatto anche recentemente in occasione della condanna, negli
Stati Uniti, di Paula Cooper, la
minorenne negra colpevole di
omicidio. Che una ragazza di
15 anni abbia ucciso è cosa
gravissima, ma che un Paese altamente civile quale l’America
pensi di "punirla” con pari violenza è forse ancor più grave.
Né le cose paiono andare verso una miglior prospettiva ai
fini degli scopi rieducativi che
dovrebbe comportare la pena
inflitta nei confronti di chi sbaglia. E’ proprio di questi giorni
la notizia che negli USA la pena di morte potrà anche essere
comminata per concorso in omicidio, se l’accusato avrà dimostrato « profonda indifferenza
per la vita umana ». I primi a
farne le spese potrebbero essere
— secondo quanto stabilito dalla stessa Corte Suprema — due
fratelli che in occasione della
loro fuga dal carcere assistettero all’uccisione di una persona
da parte di un loro compagno
di fuga, senza opporvisi.
Molto di recente, Amnesty
International (A.I.) — come risulta dal bollettino italiano dello scorso marzo — ha stilato
un suo rapporto sulla pena di
morte negli Stati Uniti, dopo
aver esaminato dettagliatamente l’applicazione di questa pena
negli ultimi anni mediante tre
sue missioni durante il periodo
1979/85.
E’ appunto dal 1979 — come
ricorda A.I. — che la Corte Suprema ha revocato la moratoria sulle esecuzioni. Il loro numero è aumentato notevolmente facendo salire a 57 le esecuzioni degli ultimi tre anni riSipetto alle 11 dei sette precedenti.
Attualmente, i condannati in
attesa di esecuzione (sedia elettrica, gas, veleno, impiccagione
o fucilazione) sono ben 1838,
una cifra record mai raggiunta
in passato.
Una prima constatazione del
rapporto rileva che la pena di
morte risulta arbitraria e discriminatoria: vi è infatti una grave
disparità fra le sentenze su crimini analoghi, dovuta all’ampia
discrezionalità esistente ad ogni
livello del processo giudiziario.
Il documento sottolinea poi come la pena capitale venga anche
spesso applicata in modo inappropriato ed ingiusto, come ad
esempio la condanna di criminali minorenni o malati di mente,
che viola le garanzie internazionali sui diritti umani, ivi compreso quello della riabilitazione
del condannato.
Discriminazione
razziale
Secondo A.I. il fattore razziale
;« è determinante neH’emanazicne di una sentenza capitale ».
Circa il 90 per cento dei giustiziati fra il 1977 e il 1986 è stato
riconosciuto colpevole di aver
ucciso dei bianchi, sebbene il
numero delle vittime di entrambe le razze fosse all’incirca equivalente. Circa la metà dei condannati in attesa di esecuzione
nel 1985 erano neri o di altre
minoranze, nonostante essi costituiscano appena il 12% della
popolazione. Uno studio condotto in Florida ha stabilito che i
neri riconosciuti colpevoli di omicidio di bianchi avevsmo una
probabilità 5 volte maggiore di
essere condannati a morte rispetto ai bianchi. Nessim bianco in Florida è mai stato
condannato a morte per aver
Texas: dopo l’iniezione letale.
ucciso un nero. Un altro studio
sugli omicidi commessi in Georgia ha messo in luce come gli
assassini dì bianchi avessero
una probabilità di essere condannati a morte maggiore di 11
volte rispetto agli assassini di
neri.
Un’altra denuncia di A.I. è
quella relativa alla esecuzione
dei minorenni. La prima è avvenuta nel 1964 nel Texas. Nel
1986 sono stati giustiziati due
minorenni, mentre almeno altri
32 erano in attesa di esecuzione
nell’ottobre 1986. L’Indiana ed il
Vermont hanno stabilito il limite di 10 anni di età, ma altri
11 Stati non hanno previsto alcun limite. Solo 9 Stati, fra i
37 in cui vige la pena di morte,
non condannano i minorenni a
tale pena. Anche in questo caso, dei 32 minorenni condarmati a morte, 18 erano di razza
nera, e cioè più del 50%, e quasi tutti condannati per omicidiò
di bianchi. Molti di loro sono
rimasti più di otto anni nel braccio della morte.
Guariti e poi uccisi
La legge statunitense stabilisce
la non punibilità di imputati il
cui stato mentale è tale da non
farli ritenere responsabili. Secondo la denuncia — agghiacciante — di A.I. in alcuni Stati
il condannato a morte ritenuto
insano di mente viene ricoverato
in un ospedale psichiatrico per
essere curato e quindi messo in
condizione di poter essere giustiziato. Si sono però verificati anche dei casi di esecuzioni di individui in stato di palese infermità mentale. In molti Stati mancano garanzie procedurali e criteri standard per riscontrare
l’infermità mentale.
Sempre considerando l’aspetto medico della questione, è stato fatto notare da A.I. che la
partecipazione di sanitari alle
esecuzioni (a prescindere dalla
pura e semplice constatazione
di decesso) costituisce una violazione del codice etico professionale che prevede l’obbligo di
adoperarsi per il bene del paziente e non di eliminarlo. Secondo
il rapporto, non meno grave è il
ruolo degli psichiatri che, ad es.
nel Texas, devono pronunciarsi
sulla «pericolosità futura» di un
individuo affinché la giuria possa
tenerne conto nei confronti di
un imputato passibile della pena
di morte. L’Associazione degli
psichiatri americani ha dichia
(foto Amnesty International)
rato che il giudizio sulla « futura pericolosità » è inattendibile come dimostrato da ricerche che rilevano come tali previsioni si rivelino sbagliate almeno 2 volte su 3.
Prigionieri
del mese
Non è un deterrente
Contrariamente a quanto si
ritiene, approfondite ricerche sia
in USA che in altri Paesi hanno dimostrato che la pena di
morte non è un deterrente più
efficace di altre pimizioni. Le
statistiche dicono che in Florida ed in Georgia, dove è stato
eseguito il maggior numero di
condanne dal 1979, si è registrato un aumento degli omicidi nel
periodo susseguente il ripristino della pena di morte. In Florida, nel triennio successivo alla pena di morte (1980/82) la
percentuale di omicidi è stata
la più alta mai registrata nel
territorio: l’aumento nel 1980 è
stato del 28%. In Georgia, dove
la pena di morte è stata ripristinata nei 1983, la percentuale dì
omicidi è cresciuta del 20% nel
1984.
In chiusura del suo rapporto,
A.I., nell’invitare i governi degli
Stati in cui vige la pena di morte ad abolirla, conclude:
« Il diritto alla vita e il diritto a non essere sottoposti a trattamento crudele, inumano e degradante sono, riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo e da altri documenti internazionali. La pena
di morte nega questi diritti e la
sua applicazione negli USA costituisce una violazione di tali
principi. Sollecitiamo gli Stati
Uniti ad unirsi al crescente numero dei Paesi che ha già abolito la pena di morte c che si
muove in questa direzione ».
Roberto Peyrot
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Invitiamo i lettori ad intervenire, mediante appelli alle autorità, in favore dei prigionieri
di opinione presentati nel Notiziario di Amnesty International
del mese di marzo e qui sotto
citati. Essi sono in carcere per
aver esercitato, in modo non
violento, il loro diritto alla libertà d’opinione ed espressione.
MEHDI ZANA - TURCHIA
Cittadino turco appartenente
alla minoranza curda, 47 anni,
dal ’77 alT80 sindaco di Diyarbakir. In seguito ad un colpo di
stato, avvenuto in quest’ultimo
anno, fu arrestato e tenuto in
’’incommunicado”. Secondo le
dichiarazioni da lui fatte alla
delegazione del Consiglio d’Europa in visita alla prigione, fu
anche torturato.
Processato da un tribunale
militare con altre 90 persone
accusate di appartenere al partito del Kurdistan turco, fu condaimato nell’83 a 24 anni di carcere, a cui nelT84 furono aggiunti altri 7 anni e 8 mesi per aver
egli gridato degli slogan durante
la lettura della sentenza. A.I.
ritiene che sia stato imprigionato per la sua posizione all’interno della minoranza curda e per
la difesa da lui sempre sostenuta della sua identità.
Scrivere cortesemente (in inglese o italiano) chiedendo il suo
rilascio a:
Prime Minister Turgut Ozal
Basbakanlik
Ankara - Turchia
YUSUF OSMAN SAMANTAR
SOMALIA
Avvocato e deputato, 55 aiini. Ha studiato scienze politiche all’Università di Roma e si
è laureato a Mogadiscio. Dopo
la proclamazione dell’indipendenza della Somalia, nel ’60, fondò il partito di sinistra, l’Unione
democratica somala. Era membro del Parlamento, quando salì al potere Siad Barre nel ’69;
da allora fu arrestato varie volte e poi liberato. Dal ’76 però è
detenuto in un carcere di massima sicurezza, in isolamento, e,
secondo, la legge somala, senp
possibilità di appello. A.I. ritiene che sia stato perseguito per
la sua ferma opposizione al governo di Siad Barre e per il suo
deciso rifiuto di aderire al Partito socialista rivoluzionario,
l’unico riconosciuto nel paese.
Ora è in cattive condizioni di
salute e senza cure adeguate.
Si prega di chiedere cortesemente il suo rilascio (in italiano o in inglese) a:
His Excellency M. Siad Barre
President of thè Somali Demo
cratic Republic
People’s Palace
Mogadishu - Somalia
ANDRES JOSE’ SOLARES TE
SEIRO - CUBA
Ingegnere civile, 40 anni. Si è
laureato a L’Avana e ha lavorato per il governo. Il 5 novembre dell’81 fu arrestato perché
accusato di « propaganda nemi
ca », cioè di incitamento contro
l’ordine sociale e contro lo stato socialista, per aver tentato di
costituire, in opposizione al governo, il Partito rivoluzionario
cubano e per aver scritto, anche
ad autorità estere, lettere in
cui criticava il sistema sociale
cubano. Nell’84 fu accusato di
aver organizzato una rivolta nel
carcere dove era detenute, perciò rimase rinchiuso per un anno nella cella di punizione. Ora
è soggetto a diverse restrizioni:
può ricevere solo una visita ogni
sei mesi e nessun tipo di corrispondenza.
Rivolgersi con cortesia (in spagnolo o italiano) per ottenere
la sua liberazione a:
S. E. Comandante en Jefe
Fidel Castro Ruz
Presidente de la República
Ciudad de la Habana - Cuba
RILASCI E NUOVI CASI
A.I. ha appreso che nel mese
di gennaio sono stati rilasciati
179 prigionieri adottati o sotto
investigazione. Sono stati assunti 76 nuovi casi.
PENA DI MORTE
Nel mese di dicembre ’86 sono
state condannate a morte 67
persone in 19 paesi e 31 sono
state giustiziate in 7 paesi.
A cura del
Gruppo « Val Pellice »
Torre Pellice - tei. 0121/91.041
r
i . L'Eco delle Valli Valdesi»; Rea
! Tribunale di Pinerolo n. 17!>.
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Pia- ì
ione (vice direttore). Comitato di |
redazione: i redattori e: Mirella ,
Bein Argentieri, Valdo Benecchi, |
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitri, Piera Egidi, Claudio H. Martelli, |
Roberto Psyrot, Sergio Ribet, Mas- j
simo Romeo, Cesare Milaneschi,
Marco Rostan, Mirella Scorsonelli,
Liliana Viglielmo.
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011/
655.278.
Redazione l’Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore: AiP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
■ 10125 Torino.
Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481,
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Semestrale 16.000; Estero 55.000 (posta aerea 84.000); Sostenit. 70.000;
Costo reale 50.000.
Decorrenza 1° genn. e 1“ luglio (semestrale) da versare esclusivamente sui c.c.p. 327106 Intestato « L’Eco
delle Valli - La Luce • - Casella postale - 10066 Torre Pellice.
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(mm. 49 x 53).
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intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino
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