1
Anno 116 - N. 24
13 giugno 1980 - L. 300
ARCHIVIO tavola
10066 TORRE FEU
Spedizione >n abbonamento postale
Gruppo bis/70
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
9 puntE
(di vista
Giscard se n’è andato a incontrare Breznev senza accordarsi
con i suoi alleati europei e americani; i produttori di petrolio
della OPEC non si mettono
d’accordo sul prezzo del greggio
e vendono ognuno quanto gli
pare al prezzo che gli pare; i
partiti comunisti europei non
riescono a trovare una linea di
condotta comune e snobbano o
esaltano la conferenza di Parigi;
Carter manda truppe in Iran
dopo aver chiesto ai suoi alleati
europei di applicare sanzioni
per evitare azioni militari; gli
inglesi approvano la domenica
con gli altri europei determinate sanzioni anti Iran e ne modificano le modalità il giovedì successivo; dal paradiso di Cuba
fuggono a decine di migliaia cubani che di quel paradiso sembrano averne abbastanza; da
quello deirURSS non si fugge
molto, ma al suo interno si è
creato un vasto settore di dissidenza confinata ai margini di
una contestata società; i cinesi
rinnegano la loro Rivoluzione
Culturale e, con la riabilitazione
di Lin Ciao Cin, mettono in discussione anche la storica figura
di Mao; il Governo italiano decide per il no alle Olimpiadi e
il giorno successivo il Coni decide per il sì (così come avvenuto
in altri paesi); la politica fiscale
va avanti a sciabolate, non sempre bene indirizzate, dando Timpressione che non esista una visione esatta del rapporto quantitativo e qualitativo che ci dovrebbe essere fra entrate e spese
dello Stato; il sindacato non sa
ancora bene se deve battersi per
difendere chi ha un lavoro o
darsi da fare per procurarne
uno a chi non ce l’ha; la microconflittualità aziendale e il proliferare di sindacati autonomi
rendono difficile, e talvolta impossibile, la soluzione di molte
vertenze ed annullano nella pratica molto della autorità e rappresentatività del sindacato; tra
grandi imprese in crisi e medie
o piccole fiorenti i cosiddetti imprenditori cercano tentoni una
via per ricostituire una solidarietà operativa...
E si potrebbe continuare con
altri esempi per arrivare alla
conclusione che, su scala italiana come su scala mondiale, si è
avviato un processo di disgregazione e destabilizzazione che ha
già rotto gli equilibri su cui abbiamo finora vissuto, senza riuscire delinéame di nuovi. Mentre, paradossalmente x>er il secolo ventesimo con la sua volontà
dissacratoria e il suo laicismo
dilagante, runico settore in cui
pare si cominci a delineare una
aggregazione di nuovo tipo è
quello musulmano, riferito a
principi religiosi che sembrano
costituire un cemento abbastanza solido fra paesi socialmente e
politicamente diversi tra di loro.
E, se si vuole, si può aggiungere
il successo, forse superficiale ma
suscettibile di possibili sviluppi,
di papa Wojtyla con le sue adunate « oceaniche » che, volere o
no, sono un non trascurabile
elemento di aggregazione.
Conclusioni? Le tiri il lettore,
non dimenticando che in un mondo in crisi come quello in cui viviamo e nel marasma culturale
ed ideologico che si profila tra
un riflusso e uno stolido delinquenziale terrorismo, un punto
fermo lo possiamo trovare anche
noi se riusciamo a vivere la nostra Fede, vivendola nel mondo.
UNA LETTERA DI BATTISTI ITALIANI AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Caro fratello Carter...
Necessità di testimoniare che la fede in Gesù Cristo non è solo una pia pratica domenicale Forti critiche per ciò che riguarda la recente politica internazionale del Presidente americano
La lettera che pubblichiamo è stata scritta su iniziativa
di alcuni membri dell’Assemblea dell’Unione Cristiana Evangèlica Battista in Italia, riunitasi a S. Severa la settimana
scorsa. Essa è indirizzata al presidente degli Stati Uniti che
come è noto è membro attivo di una chiesa battista del sud
degli Stati Uniti. La lettera non è documento ufficiale dell’Assemblea battista ed è stata sottoscritta a titolo personale
da 110 persone tra delegati ed osservatori presenti.
Caro fratello Carter,
noi fratelli delle chiese battiste d’Italia ti salutiamo nel nome del Signore Gesù Cristo e ricordiamo che avevamo gioito
per la tua elezione a Presidente
degli Stati Uniti d’America inviandoti un telegramma di congratulazioni. Nel contempo vorremmo manifestarti con franchezza i pensieri del nostro cuore in questo momento storico in
cui sembra minacciato il futuro
stesso dell’umanità.
Noi pensiamo che il fatto di
poter annoverare dei credenti,
dei discepoli di G. Cristo, tra coloro che in misura maggiore di
chiunque altro hanno nelle loro
mani la possibilità di sòelte che
possano mutare i destini del
mondo, sia da ima parte un fatto molto positivo e dall’altro una
tremenda responsabilità.
Ti esprimiamo tutta la nostra
solidarietà per ' il difficile compito che ti trovi ad assolvere e
comprendiamo pienamente la
grande difficoltà che incontri
quotidianamente nel fronteggiare
le pressioni di varia natura derivanti dai gruppi di potere che
condizionano gli uomini che rivestono una così grande responsabilità di dimensioni mondiali.
Proprio i fratelli che come te
sono sotto gli occhi di tutto il
mondo, più di ogni altro hanno
occasione di testimoniare, più di
ogni altro hanno occasione di
far verificare dal mondo che la
fede in Gesù Cristo non è soltanto una pia pratica domenicale,
ma sta alla base di tutte le nostre azioni.
Noi non pensiamo che sia possibile, nella vita di ognuno, scindersi in due, come se tm giorno
dovessimo rènder conto soltanto di quello che abbiamo fatto
nel privato e non anche di come
aljbiamo influito, in misura maggiore o minore, sul destino di
tutti, di come abbiamo cercato
28 maggio - 1° giugno 1980: Assemblea battista a, S. Severa.
A p. 3 il resoconto e ¡dcune delle mozioni. Nella foto, la veduta di
un’assemblea dell’UCEBI al Villaggio della Gioventù.
o non cercato la giustizia.
Ricordiamo con piacere i tuoi
sforzi alla ricerca della pace nel
mondo e abbiamo salutato con
giòia l’annunzio degli accordi di
Camp David e la tua lotta per
l’affermazione ed il rispetto dei
PREDICAZIONE TENUTA ALLA CONFERENZA DEL II DISTRETTO
Il giogo di Cristo
Niso De Michelis
Un partito, un movimento
sceglie sempre un simbolo, capace di colpire l’attenzione e la
fantasia, che esprima il suo ideale, il suo programma, sollecitando l'adesione. Ce ne sono di ogni
tipo e ne abbiamo di nuovo in
questi giorni una gamma sotto gli
occhi.
Il simbolo che non abbiamo
trovato né troveremo mai, fra
gli altri, è il giogo. Sicuramente
nessun oratore politico, sollecitando la nostra adesione al suo
movimento o al suo programma
di partito, ci chiederà mai di
« caricarci del suo giogo »: son
cose che in politica, se mai, si
fanno, ma non si dicono...
È invece proprio quel che ha
fatto Gesù: senza addolcimenti
dice recisamente che il suo discepolato implica l’accettazione
di un giogo.
La storia del popolo dell’Antico Patto nasce con l’intervento
di Jahvé che spezza il giogo egiziano: Dio, liberandolo, si è acquistato un popolo e gli ha dato
la sua Legge perché fra le nazioni esso viva come un segno e come un richiamo. Da allora, le vicende del popolo d'Israele sono
quelle di un popolo dal collo duro, recalcitrante a vivere fino in
fondo la sua vocazione stupenda
e ardua (nessun popolo ha, per
altro, il diritto di fargli la lezione e tanto meno di sfruttare ai
propri fini questa vocazione). Ma
quando sfugge al giogo del suo
Signore, altri signori gli impongono il loro: e Geremia circolando in pieno centro di Gerusalemme assediata con un giogo sul
collo ricorderà, rischiando il linciaggio per disfattismo aggrava
to, che quello babilonese, imminente, è in realtà il giogo che
Jahvé impone al suo popolo ribelle.
Il rapporto con Dio implica
dunque una dialettica di cui sono costitutivi sia la libertà, sia
il giogo. Nessuno è né potrà mai
essere libero in assoluto: vi è alternativa e tensione dialettica.
una parola scarna, tagliente, Gesù precisa che il simbolo del suo
movimento è un giogo: non un
giogo spezzato, ma un giogo intero. Naturalmente, non il giogo
romano, ma il suo. Tra parentesi, era anche un modo per rifiutare il giogo loro, zelota. Come
tutti i rivoluzionari liberatori, infatti, avevano un giogo da spez
diritti umani. Non pensiamo
quindi che tu possa predicare
l’Evangelo o insegnare nella
Scuola Domenicale e poi operare
come se questo Evangelo non
avesse niente a che fare con le
tue decisioni quando agisci come Presidente degli Stati Uniti.
In questo senso, ben consapevoli che ogni giudizio su di te,
come su di noi, spetta a Dio, ci
permettiamo però di esprimerti
la nostra grave preoccupazione
e ti diciamo con franchezza che
il tuo comportamento degli ultimi tempi ci è apparso in netto
contrasto con TEvangelo di Gesù Cristo. Ci riferiamo naturalmente alla politica internazionale, e in particolare alla vicenda
iraniana, alla dottrina che va
sotto il tuo nome, alla questione
dei missili Cruise ed alla richiesta ai paesi della NATO di aumentare le spese per gli armamenti.
per noi, fra il giogo degli uomini zare, ma anche uno da imporre
/_ __• ^ 21 „i2 T\2^ ___ lo t/t/iìnlìrtyì o r>ììj rnvìtn il't
(e di noi stessi) e il giogo di Dio
Questa alternativa percorre la
Bibbia intera e M. Lutero le ha
dato limpida espressione nel suo
stupendo scritto La libertà del
cristiano.
Ora, questa parola di Gesù,
che il gergo ecclesiastico ha
spesso ridotto a melenso- invito
alla rassegnazione, dev’essere in
realtà scoppiato come una bomba, fra gli ascoltatori.
Anzitutto perché Gesù osa parlare del « mio giogo ». Ora, ai
suoi tempi, i rabbini parlavano
correntemente del « giogo della
Torà », che chiamavano talvolta
anche « giogo del regno dei cieli». Gesù si presenta come la persona che non abolisce la Torà,
ma per così dire la riempie, la
occupa; seguire lui, ascoltare, ubbidire lui, credere a lui, prendere
sul serio lui, ecco cos’è ormai caricarsi del «giogo della Torà»:
caricarsi del suo giogo.
In secondo luogo, si tratta di
giogo, ed è questo l’altro aspetto
es^osivo di questa parola di Gesù. Come sappiamo, Gesù e il suo
movimento hanno sfiorato continuamente un altro movimento,
quello zelota. E gli zelati avevano
un sogno: spezzare il giogo di Roma, che non era solo militare, né
solo politico-economico. A questi
guerriglieri della liberazione, con
con le migliori e mù sante intenzioni. Gesù rivendica l'originalità del suo giogo, diverso da
quello romano e da quello zelota, come lo è da quello rabbinico.
Che cos’è, precisamente, questo giogo suo, di cui ci chiede di
caricarci? C’è un’altra parola di
Gesù che ci spiega questa, come
anche questa ci spiega quella: è
la parola sul « prendere su di sé
— di nuovo: caricarsi — la propria croce ». Il giogo di cui Gesù
si è caricato prima di noi e per
noi, e che ci chiede di imparare
da lui a caricarci, è la croce. Così noi non siamo richiesti di caricarci le nostre "croci”, ma quella nostra croce che consiste nel
suo giogo, e quel nostro giogo
che consiste nella sua croce. La
croce di cui parla qui Gesù — e
ne parla come di un giogo — non
è la mia malattia o quella di un
mio familiare, non è il mio scarso successo come genitore, il fallimento, aperto o latente, del
mio matrimonio, il carattere insoddisfacente, frustrante del lavoro che mi tocca svolgere, la
disillusione politica, l’assillo quotidiano, la defezione di un amico; no, la croce di cui parla Gesù
non sono le pene che, accanto alle gioie, tessono la nostra condiGino Conte
(continua a pag. 10)
Siamo profondamente consapevoli che la pace nel mondo
non dipende soltanto da te in
quanto Presidente della più p*ande potenza mondiale, ma dipende anche dalle altre potenze esistenti. Quindi noi non discutiamo qui, quanto alla situazione
intemazionale, dov’è la ragione
e dov’è il torto, dov’è il diritto
e dov’è la negazione del diritto,
dov’è la sete di giustizia e dov’è
la sete di vendetta. Su questo
possiamo avere valutazioni diverse, di cui ognuno si assume
la responsabilità.
Quello che discutiamo però è
il modo con cui si affrontano i
problemi, e ci sembra che la logica da cui ti sei fatto guidare
negli ultimi tempi, consista nell’usare la forza per far valere
le proprie ragioni, nel rispondere alle violazioni dei proprio diritto con altre violazioni, nel reagire a quelle che si considerano
minacce alla propria esistenza e
ai propri interessi, con altrettante minacce, talvolta addirittura
con contromisure preventive, il
tutto in una spirale di ritorsioni, di corse folli agli armamenti,
di rtSchi immani per tutta l’umanità. Come credenti in Gesù Cristo siamo sconvolti dal consenso dato alla fabbricazione della
bomba al neutrone che distrugge l’uomo e lascia intatte le sue
proprietà.
(continua a pag. 2)
2
2
MILANO - CONFERENZA DEL 2® DISTRETTO
13 giugno 1980
UN LUTTO NEL METODISMO
La scommessa per gli anni ’80 Marcello Rizzi
La scommessa per gli anni Ottanta è stata il filo conduttore
che ha idealmente aleggiato sui
lavori della Conferenza del II
Distretto svoltisi sabato 31 maggio e domenica 1° giugno, presso
la comunità metodista di via Porro Lambertenghi a Milano. Prospettive per il lavoro giovanile e
per l’evangelizzazione al centro
di due giornate di dibattito che
hanno avuto il pregio di consentire un’ampia gamma di interventi, condensati in spunti alquanto sintetici, a tutto vantaggio di uno scambio di opinioni
non fossilizzato, bensì aperto a
proiezioni future.
Lavoro giovanile
Privilegiando in apertura la discussione sulla presenza e l’attività della componente giovanile,
si è giustamente voluto sottolineare l’importanza che le nuove generazioni rivestono non solo in chiave di un « domani » per
le nostre comunità, nonché la
fattiva collaborazione da alcuni
anni a questa parte instaurata
fra la Commissione Distrettuale
e la FGEI. Chi sonò e cosa fanno
i nostri giovani, sui quali è talvolta ancora puntato l’indice di
accusa da parte delle forze attive nelle chiese? Le relazioni presentate dai gruppi FGEI di Milano e di Torino evidenziano che
la crisi ruota attorno alla frattura che si produce al termine dei
corsi di catechismo: la confermazione, anziché segnare l’ingresso in un autentico momento
di aggregazione comunitaria, costituisce una tappa d’arrivo dietro alla quale troviamo o l’abbandono definitivo della vita con
i fratelli in fede o l’interruzione
dei rapporti, durevole spesso sino a quando i giovani diventano a loro volta genitori. Con queste premesse, risulta comprensibile il « rifiuto » della confermazione che a tratti emerge tra gli
esponenti delle ultime generazioni.
I gruppi FGEI tentano di dare
una risposta che associ i tre momenti dell’aggregazione, della ricerca e formazione biblica, e del1 impegno verso l’esterno (lavoro
nel quartiere Isola a Milano, Comitato per la pace e il disarmo a
Tonno). Il tentativo è lodevole e
ha riscosso l’approvazione solidale dei delegati, ma sarebbe limitativo non considerare che altri spazi attendono una nostra
presenza più incisiva. Pensiamo,
per esempio, all’università, crogiuolo di disoccupazione, di
emarginazione e di frustrazione:
terreno fertile, dove trova una
certa rispondenza il lavoro dei
Gruppi Biblici Universitari. E’
insomma nel rapporto con la nostra gioventù che si gioca uno
dei problemi più scottanti per la
riforma della chiesa, nello spirito più genuino del motto « Ecclesia reformata semper reformanda »: riforma certo dono della
Grazia, ma anche sprone a tutti
noi, e in particolare ai catechisti,
affinché lungi da monopoli o da
presunzioni, si cerchi una risposta dinamica che approfondisca i
problemi giovanili (in primo luogo quello di un linguaggio più
consono ai tempi in cui viviamo)
e non risolva le questioni con
una « scomunica », punto di partenza per una rottura irreversibile.
Sviluppare i ministeri
laici
Ricucire le fila delle comunità
mediante un’autocritica sul nostro stile di vita, non vuole però
dire « pensiamo solo ai giovani »: nelle nostre chiese fanno
spicco anche le assenze di tutta
una generazione di mezzo, i trentenni e i quarantenni. Riportati
in chiesa i nipoti, non si può pretendere assonanza con i nonni: e
dove sono mamma e papà? Operazione-recupero dunque, come
premessa indispensabile per
evangelizzare alTesterno, rappresentando una comunità di credenti e non uno sparuto gruppet
Dagli atti
GIOVANI
(...)
La Conferenza dà mandato alla
CED, in collaborazione con la
FGEI, di:
1) prendere contatto con le
chiese locali e i consigli di circuito per sensibilizzarli sulle necessità dei giovani, in particolare
riguardo alla catechesi e al dopo catechismo. Si tratta di riconoscere e valorizzare il contributo che i giovani danno;
2) organizzare un incontro
di tutti coloro che nel distretto
si occupano delle attività giovanili per confrontare le diverse esperienze, orientativamente il prossimo inverno 1980-1981. È da verificare, nell’incontro, la possibilità di aprire nuovi interventi a
livello giovanile nel distretto;
3) creare un gruppo di studio, a livello distrettuale, che faccia una analisi sul catechismo
delle nostre comunità, il modo
come viene gestito, i suoi contenuti, per formarsi un quadro
chiaro e verificare la sua rispondenza presso i giovani. Questo
gruppo dovrà rispondere alla
prossima C.D.
LINEE DI LAVORO
La Conferenza, dopo ampio
dibattito sul tema « strategia pastorale ed evangelizzazione», indica alle Comunità come prioritarie le seguenti linee di lavoro:
1) Intensificare lo studio biblico comunitario, coinvolgendo
il più ampio numero di persone
possibile, al fine di:
a) approfondire la conoscenza biblica in una situazione spesso particolarmente carente;
b) suscitare vocazioni e scoprire doni evangelistici;
c) fornire strumenti elementari per la testimonianza quotidiana.
2) Rispondere alle particolari esigenzè di preparazione di
gruppi impegnati in tentativi di
testimonianza in vari settori della società.
3) Ricercare, in clima di preghiera, nella solidarietà comunitaria e con adeguati strumenti,
le occasioni concrete che ci vengono offerte per evangelizzare.
4) Promuovere la preparazione specifica dei ministeri locali.
La Conferenza dà pertanto
mandato alla CED di creare le
condizioni per l’attuazione di
queste proposte sempre tenendo
conto della proposta del « pastore itinerante » già espressa nella
conferenza distrettuale del 1979.
WALTER TORACI
Ancora una volta il nostro Paese e la città di Milano hanno subito l’aggressione della violenza
terroristica con l’uccisione di
Walter Tobagi.
Nella lista dei caduti il nome
di Tobagi, assieme a quello di
altre vittime, esprime im’Italia
impegnata a darsi un volto più
umano e più giusto.
Le Chiese Valdesi e Metodiste
del secondo Distretto, riunite in
Milano il 31.5-1“.6.1980 per la loro Conferenza annuale, solidali
con il dolore dei familiari e dei
colleghi e con tutta la città, ricordano che l’annuncio di pace
dell’Evangelo di Gesù Cristo non
è mai disgiunto dalla ricerca della giustizia, che può togliere alle
radici la mala pianta dell’eversione e del terrorismo; e rinnovano
perciò il loro impegno a una fedele testimonianza di questo
evangelo in azioni che siano anche uno specifico contributo al
progresso civile del nostro Paese e alla fondazione di una società basata sull’amore e non sulla
violenza, sul rispetto della vita
e non sulla morte.
BOLLO
SULLA COSCIENZA
Le Chiese Evangeliche Valdesi
e Metodiste del secondo distretto (Italia Settentrionale e Svizzera), riunite in Milano il 31.5-1°
6.1980 per la loro conferenza annuale, (...)
ritenuto che, l’introduzione
dell’uso della carta da bollo per
la motivazione che l’accompagna, risulta gravemente lesiva dei
diritti di libertà religiosa, costituzionalmente garantiti, poiché,
attraverso una apparentemente
innocua innovazione, stabilisce,
(continua a pag. 10)
to che mira solo ad autoconservarsi in una sopravvivenza irta
di difficoltà. Ecco la radice del
problema, che naturalmente si intreccia con la scarsa disponibilità di pastori, e una strategia pastorale alle prese con molti interrogativi. Privilegiare le grandi
città o le piccole chiese? Aderire
all idea classica « un campanile
un pastore » o dislocare le forze
laddove vi è veramente qualcosa
di utile da fare? Rivitalizzare la
proposta di un ministero « itinerante »? L’autentica soluzione
consisterebbe nel suscitare nelle
chiese una riscoperta dei « ministeri », non da intendersi « come agenti al posto della comunità, ma insieme a essa, anche se
con competenze specifiche » (relazione commissione d’esame,
punto 4). In questo modo, i pastori verrebbero esonerati da
una lunga serie di competenze
burocratiche, e potrebbero dedicare la maggior parte del loro
tempo all’ evangelizzazione di
<< quelli di fuori ». E le richieste
in tal senso ci sono già, e talvolta in numero superiore al tèmpo
disponibile: radio e televisioni
private, scuole, circoli culturali,
gruppi di studio, anche una presenza umile laddove il Signore ha
deciso di chiamarci.
Questo, naturalmente, è fattibile solo se esistono i « predicatori locali », da ricercare nell’ambito delle comunità e da preparare al servizio. Va ricordato, infatti, che il compito dell’evangelizzazione è affidato alle comunità, mentre in molti casi viene delegato ai pastori. Allo scopo è
emersa una proposta di meglio
coordinare l’attività dei circuiti,
in vista della conferenza distrettuale del prossimo anno.
Difficoltà oggettive (anche il
colportaggio impone oggi il rispettare rigorose norme tributarie) e scelte sociali (tessere un
rapporto con i ceti intellettuali e,
di rimando, influenzare l’opinione pubblica, o compiere un’azione solidale con gli ultimi?) non
ci devono fare scordare che dono
del Signore alla Chiesa è l’annuncio della speranza e della vita in
Cristo Gesù.
Opere e finanze
Successivamente ci si è soffermati sulla situazione delle opere
e degli istituti nel distretto, in
particolare sul problema della
foresteria di Venezia, cui è andato 1 auspicio generale per una
prossima riapertura, dato il particolare significato che riveste
anche per i fratelli stranieri. La
discussione sulle finanze della
chiesa ha messo in rilievo la difficoltà di uniformare i criteri
contributivi tra chiese maggiori
e minori: l’indicazione sinodale
del 2-3% sul proprio reddito resta valida, ma bisogna ristudiare
l’attuale realtà delle comunità,
per non penalizare con ulteriori
aggravi le chiese che riescono
sempre a far fronte agli impegni
richiesti.
La conferenza ha infine approvato due ordini del giorno inerenti a episodi che ci hanno toccato di recente: l’assassinio del
giornalista Walter Tobagi e la richiesta ministeriale di presentare le domanda per la dispensa
dall’ora di religione in carta bollata, venendo così in contrasto
non solo con la libertà di coscienza garantita dalla Costituzione italiana, ma anche con le
disposizioni della legislazione sui
culti ammessi del 1929-30.
Le elezioni per la nuova Commissione Esecutiva Distrettuale
hanno confermato Thomas Soggin alla presidenza, Evelina Cacciari-Bogo (segretaria) e Bruno
Mathieu, mentre sono stati eletti per la prima volta Paolo Sbaffi
(vice presidente) e Umberto Beltrami subentrando a Niso De Michelis e Paolo Bogo ai quali è stata espressa la riconoscenza della
Conferenza per il lavoro svolto
in questi anni. La commissione
d’esame dell’operato della CED
è composrn da: Gino Conte e
Sergio Nisbet. Un particolare
grazie anche al gruppo di lavoro
della comunità di via Porro Lambertenghi, che ha ospitato la
Conferenza Distrettuale per cinque anni: nel 1981 la sede resta
Milano per ragioni logistiche, ma
sarà compito della comunità valdese di via Francesco Sforza accogliere i delegati. Marco Rossi
Con la morte del fratello Marcello-Rizzi, la comunità metodista di Genova-Sestri ed il Metodismo italiano perdono un uomo
di fede impegnato, un predicatore laico apprezzato in tutto il
circuito ed oltre i suoi confini,
un partecipante sempre attivo
nella vita dell’evangelismo genovese ed italiano.
Nato il 22 settembre 1906 in
Genova, e, come amava sottolineare, in Portoria (centralissimo
quartiere allora uno dei più poveri della città) da famiglia di
modesti operai, a soli 12 anni
iniziò il suo tirocinio di lavoratore nel cantiere navale Ansaldo nel quale svolse per oltre 40
anni la sua attività lavorativa
gradatamente passando da « apprendista scaldachiodi » a caporeparto all’allestimento.
Convertito alla fede evangelica
nel 1922 presso la Chiesa Metodista di Sestri Ponente insieme
agli altri familiari, con loro portò il contributo d’impegno intelligente e di cultura acquisita da
autodidatta con assidue letture
sorrette da forte memoria, per
cui fu in grado di assumere responsabilità varie sia nell’ambito ecclesiastico che in quello
civile.
Ottenne ben presto la nomina
a « predicatore locale » (secondo
la terminologia propria del Metodismo Episcopale) e, unificato
il Metodismo italiano, fu tra i
costituenti dell’Unione Predicatori Laici, divenuta poi uno dei
Segretariati della Conferenza
Metodista. Nel 1969 ne fu il primo Segretario laico, incarico che
gli fu rinnovato fino a quando,
nel 1977, egli stesso chiese d’esserne sollevato. In quegli otto anni condusse l’attività di quel Segretariato con serio, fruttuoso
impegno ed acuta sensibilità.
Sempre preoccupato d’incoraggiare i predicatori laici nella loro
formazione spirituale e culturale,
d’accordo con gli altri membri
del Segretariato, indisse convegni regionali e nazionali.
Là'f Conferenza della Chièsa
Evangelica Metodista d’Italia lo
volle suo Vice-Presidente per l’anno ecclesiastico 1967-68. Gli affidò,
inoltre, compiti di rappresentanza a diverse Assemblee e incarichi in vari comitati e commissioni.
In particolare fece parte della
Delegazione metodista all’Assemblea Costituente della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia ed alle altre due successive assemblee della stessa. Fu
inoltre, a due riprese, rappresentante laico del Metodismo italia
no alla Conferenza Metodista
Britannica.
La fede, salda ed illuminata,
che lo animava lo spinse a portare il proprio impegno anche
nell’ambito della società civile, a
prendere il proprio posto di servizio in seno alle organizzazioni
socio-politiche nelle quali riteneva poter dare la sua opera e una
concreta testimonianza di cristiano. Ed anche in quelle organizzazioni fu stimato, apprezzato ed
amato. Subito dopo la ’’Liberazione” venne eletto membro del
Comitato Provinciale Genovese
del P.S.I., e per alcuni anni fu
componente della Segreteria della Sezione di Sestri Ponente dello stesso partito, al quale, come
alla sua chiesa, è rimasto fedele
fino alla fine. A riprova che l’impegno civile non deve allontanare
dalla fede, bensì questa deve illuminare quello.
Nella notte di domenica 25
maggio , solo un anno dopo la
dipartita della moglie (Tindimentlcabile nostra sorella Maddalena), Marcello Rizzi si spegneva
in Prato durante un suo soggiorno presso il figlio Daniele.
I funerali, svoltisi nel pomeriggio di lunedì 26 nella Cappella di Genova-Sestri, condotti dal
pastore della Comunità, Gustavo
Bouchard, hanno detto l’affetto
e la stima che circondavano il
caro fratello. Gran parte della
folla degli intervenuti ha dovuto seguire dalla strada lo svolgimento della cerimonia. Dopo
che il pastore Bouchard ha annunziato revangelo della speranza cristiana fondata sulla certezza della risurrezione e la vita
in Cristo, il Sovrintendente past.
Franco Becchino, anche a nome
del Comitato Permanente delrOPCEMI, ha recato la testimonianza dell’apprezzamento del
quale Marcello Rizzi godeva in
seno a tutta la Chiesa ed ha
espresso la gratitudine al Signore per quanto, sotto la Sua ispirazione, Marcello ha operato per
là, testimonianza evangelica nel
nòstro Paese. Hanno quindi reso
il loro tributo di memore affetto
il past. emerito Alfredo Scorsonelli ed il past. battista Massimo
Romeo.
Marcello lascia, non soltanto
ai figli Renzo e Daniele ed alle
rispettive famiglie, ma a tutta
la Chiesa, un profondo ricordo
di credente dalla fede salda e
profonda, di amico fraterno e
solidale. E con il ricordo lascia
un esempio da imitare affinché
« corriamo con perseveranza la
corsa che Dio ci propone... »
(Ebrei 12: 1). a. s.
Caro fratello Carter...
(segue da pag. 1)
Ripetiamo, non discutiamo qui
la ragione e il torto, discutiamo
il fatto che anche di fronte al
torto altrui la via indicata dalTEvangelo è ben diversa da quella di contrapposizione frontale.
Noi pensiamo che quando Gesù
ci invita ad amare i nostri nemici
ed a pregare per quelli che ci
perseguitano, ed a porgere l’altra guancia, non ci spinga affatto alla passività, alla supina rassegnazione, a subire l’ingiustizia.
Pensiamo che ci spinga a scegliere quelle strategie che invece di portare alla distruzione nostra o degli avversari o di entrambi, possono portare alla salvezza di entrambi. Di fronte ad
un soipruso o ad una ingiustizia,
Gesù ci dice di non accettare le
provocazioni, con una sfida che
può distruggere noi o il nostro
nemico, né ci invita a salvare la
proprietà e distruggere l’uomo,
ma ci invita invece alla rinuncia
al nostro orgoglio, rinuncia che
può salvare noi e il nostro nemico. « Se uno vuole costringerti
a fare con sé un miglio, fanne
con lui due, se uno ti vuol togliere la camicia, dagli anche il
rnantello ». Questa è la strategia
di chi vuol lavorare veramente
per la pace, una strategia che
evita le contrapposizioni, le ritorsioni foriere di morte, e lascia spazio al negoziato, all’accordo, alla composizione degli interessi.
Ci possono essere storicamente delle situazioni in cui la stra
tegia indicata daH’Evangelo può
suggerire nel concreto scelte diverse, come quando un popolo
si libera da un oppressore, liberando anche lui dalla schiavitù,
ma in questo momento, guardando alla situazione che stiamo vivendo, ci sembra chiaro che la
scelta della contrapposizione
frontale porta alla morte per
tutti, mentre quella della rinuncia alla contrapposizione frontale può portare salvezza per tutti, per chi ha ragione e per chi
ha torto.
Mai come oggi ci sembrano
attuali le parole dell’Apostolo
Paolo: « Non contrastare al male, ma vinci il male con il bene ».
Noi ti richiamiamo a questa
coerenza profonda con il messaggio dell’Evangelo, alla responsabilità che hai per la vita di milioni di uomini tuoi fratelli, al
dovere che hai di obbedire a Dio
e non agli interessi di coloro che
premono verso la guerra.
NelTesprimerti queste nostre
fraterne preoccupazioni confessiamo al nostro comune Signore
di non aver fatto quanto necessario per l’affermazione della pace e della giustizia fra gli uomini del nostro tempo, così come
siamo pronti a riconoscere la
nostra carenza in iniziative concrete di pace e di giustizia.
Ti chiediamo di accogliere questa lettera con il medesimo spirito fraterno con cui Tabbiamo
formulata.
Ti salutiamo nel nome di Gesù
Cristo.
3
13 giugno 1980
- 3
L’ASSEMBLEA DELL’UNIONE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE ITALIANE DI SANTA SEVERA
Chiesa e società al centro
dell’attenzione battista
L’Assemblea caratterizzata da un serrato dibattito sui modi diversi di
intendere il congregazionalismo e sulle contraddizioni della società
Centoventi delegati (circa 2/3
laici) delle chiese battiate di tutta Italia, si sono trovati a S. Severa dal 28 maggio al 1“ giugno
per la consueta Assemblea biennale dell’UCEBI.
I documenti sottoposti al loro
esame costituivano un malloppo di oltre 100 pagine ciclostilate; di queste oltre un terzo erano dedicate alla relazione del
Comitato Esecutivo uscente. Dopo i preliminari d’obbligo in tali circostanze (culto, verifica dei
presenti, costituzione del seggio presid. P. Spanu, vice M. Foligno - adozione dell’ordine dei
lavori, saluti vari ecc.) l’Assemblea ha preso l’avvio dalla relazione del Comitato Esecutivo.
I paragrafi 3 e 4 di tale documento ( « Lineamenti ecclesiologici » e « La situazione attuale e
i rapporti chiese-Unione ») hanno costituito non solo il pimto
di partenza della discussione —
il primo per il richiamo alla ecclesiologia battista delle origini,
il secondo per l’analisi delle contraddizioni del nostro tempo —
ma hanno influenzato anche ì lavori dei giorni successivi.
Quale
congregazionalismo?
Non è mai facile schematizzare le posizioni che emergono in
situazioni del genere: si rischia
di impoverire o addirittura travisare la realtà. Si può comunque dire che, grosso modo, si
sono manifestate in Assemlslea
(e ciò riflette la situazione delruCEBI) due tendenze principali, Una insiste sulla autonomia
insindacabile delle singole comunità, sulla loro indipendenza assoluta. Ogni chiesa locale decide
di volta in volta con quali chiese
avere dei legami e per quali scopi, segue le indicazioni dell’Assemblea Generale e del Comitato esecutivo solo se e quando lo
ritiene opportuno. L’altra tendenza parla di interdipendenza e
sostiene la necessità di accordi
fra le comunità e l’opportunità
di cedere parte della propria libertà ad organi comuni. 11 confronto fra queste due interpretazioni del congregazionalismo
— che con un po’ di faciloneria
si potrebbero definire di tipo
americano il primo e di tipo inglese il secondo — non è una
esercitazione retorica. A seconda dell’orientamento e della prassi seguita si accettano o respingono le proposte di riorganizzazione deiruCEBI e di collaborazione con le altre chiese evangeliche.
La riorganizzazione
deirUCEBI
L’Assemblea si è comunque
orientata a grande maggioranza
verso il consolidamento e la razionalizzazione delle strutture
dell’Unione. Il Comitato esecutivo è stato snellito, il segretario
ed il tesoriere dell’UCEBI sono
divenuti semplici impiegati alle
11 protestantesimo nella stampa italiana
L’onesto punito
Nel numero di maggio di Jesus V. Messori riferisce di un
ampio colloquio avuto con David Flusser, teologo israelita specializzato in studi sul Nuovo Testamento. Naturalmente il Plusser studia il N.T., di cui riconosce la validità storica, da ebreo e
rimprovera ai cristiani, con qualche valida ragione, la loro incapacità di realizzare nel mondo
il comandamento dell’amore, che
pure è l’essenza della predicazione di Cristo. Secondo il Flusser
ciò dipende in gran parte dalla
perdita di quella attenzione « alla dimensione sociale del fatto
religioso » che è caratteristica
deH’ebraismo. Ed in questo quadro è particoiarmente condannabile, secondo Flusser, « la posizione protestante... della Fede indipendente dalle opere ». Ma il
paradosso nei ragionamenti del
Flusser raggiunge il suo culmine
quando identifica nel messaggio
di Gesù una « predilezione verso
i peccatori ». Ne consegue che
« il ladro, l’assassino rischia di
diventare il privilegiato, o almeno il fratello al quale si è pronti
a riconoscere ogni attenuante. Il
giusto, l’onesto sono invece puniti, contro di loro si scatena il
disprezzo ». Conclude il suo paradosso Flusser, dicendo che gli
stessi terroristi sarebbero « frutti lontani, ma diretti della predicazione dell’amore verso il traviato, del comando di Gesù di
non resistere al malvagio ». Come
in tutti i paradossi anche in questi non accettabili ragionamenti
del Flusser un fondo di verità è
riscontrabile. E sta, ci pare, nella difBcoltà che tutte le chiese
cristiane hanno sempre trovato
nel calare la loro vita di Fede
nella società in cui vivono. O si
sono alleate ai potenti del tempo, sia direttamente sia indirettamente col chiudersi in forme
di astratto misticismo; o hanno
tentato di partecipare allo sviluppo organizzativo della società
(e dovremmo ricordare almeno i
quaccheri e i metodisti), ma non
sono mai riuscite, nessuna di esse, a considerare, come dice
Flusser, che « la Santa Scrittura
è anche uno strumento di orga
nìzzazione sociale ». E la teocrazia che ne può conseguire, secondo Flusser cittadino dello stato
teocratico di Israele, è un bene
o invece un male? Forse non c’è
-risposta definitiva a questo tipo
di problemi: salvo quella che dovremmo ricordarci di essere « il
sale della terra », e che il saie
si mescola a tutti i cibi, solo cosi svolgendo la sua funzione.
* * *
Lo stesso numero di Jesus
contiene uno scritto di Valdo
Vinay che illustra la funzione di
Dio nella storia come «potenza
dell’amore ». Uno di D. Palmisano che ricorda il 150° anniversario dei mormoni. Ed una informazione sull’attore inglese Alee
MeCowen che riscuote grande
successo nei teatri inglesi e americani recitando, da solo, il testo
completo dell’Evangelo di Marco.
<f! # *
Su Nigrizia di maggio F. Pierli sviluppa l’argomento, già trattato in precedenza da un gesuita
negro, sul come può il cristianesimo, nelle sue diverse confessioni, estendersi in Africa. Da rilevare come il Pieri! sottolinei la
necessità per la chiesa cattolica
di liberarsi « daU’animosità e diffidenza che troppo spesso caratterizzano i rapporti tra il mondo
cattolico e quello protestante ».
L’evangelizzazione va quindi svolta con spirito e modalità ecumenici.
Nello stesso numero appare anche una storia della liberazione
dei negri negli Stati Uniti, nella
quale viene rilevato come la
Chiesa Cattolica, ancorata ad un
desiderio di autorevole unità che
le impediva di percepire gli elementi nuovi che la vicenda sviluppava, perse largamente terreno di fronte alle Chiese protestanti, più aperte alle esigenze
culturali e sociali delle masse negre emergenti.
Niso De Michelis
Segnalazioni e ritagli per questa rubrica vanno inviati direttamente al
curatore; Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
Alcune mozioni
L’Assemblea ha preso posizione in modo netto su alcuni nodi
della nostra società. Significative almeno quattro mozioni: sulla Pace, sui problemi dell’infanzia, sulla religiosità alienante
che viene riproposta e dalla Chiesa cattolica e dalle numerose
sette all’opera nel nostro paese.
per distrarre gli uomini e le donne di oggi da un serio impegno
nella società, complici i partiti,
gli esponenti della cultura, i mezzi di comunicazione di massa,,e
sull’insegnamento delia religione
nelle scuole, anche alla luce delle nuove disposizioni relative alla richiesta di esonero da tale insegnamento.
Emmanuele Paschetto
dipendenze del comitato stesso.
L’Assemblea ha poi valutato
positivamente le tre grosse innovazioni apportate recentemente:
la presidenza a pieno tempo ed
i dipartimenti. La presidenza a
pieno tempo ha permesso a tutte le chiese ed i gruppi di ricevere la visita del presidente,
spesso di domenica, e di entrare quindi a diretto contatto con
i problemi dell’Unione.
Il dipartimento teologico, il
cui segretario P. Spanu è stato
riconfermato, ha curato sinora
un corso completo per predicatori laici e per altri ministeri locali assai bene articolato, e segue dieci studenti in teologia al
Seminario Battista di Rüschlikon e presso la Facoltà Valdese
di Roma. Il suo lavoro si allarga ora, avendo incorporato il
Centro Filadelfia di Rivoli e iniziando una serie «3ì seminari per
vari ministeri.
Sempre con il segretariato di
Saverio Guama, il dipartimento per l’evangelizzazione ha iniziato in diverse chiese un’opera
di sensibilizzazione e di preparazione aH’evangelizzazione ed
ha patrocinato diverse iniziative
evangelistiche. Ora assorbe il
mensile di evangelizzazione « Il
Seminatore'» e si prepara a gestire il Centro Battista Radio di
Roma che prepara programmi
evangelici per la Radio e la TV.
Bsqipoftì con
Valdesi e Metodisti
Una visione più aperta del
congregazionalismo permette anche di concordare un atteggiamento comùne positivo versò la
Chiesa Valdese. La discussione
sui primi due documenti ’BMV’
(comparazione tra le tre denominazioni, battista, metodista,
valdese) è stata lunga ed appassionata. Una mozione operativa
del Comitato Esecutivo sulla
questione ha incontrato notevoli
resistenze laddove si toccava il
problema del reciproco riconoscimento di membri e ministeri.
La difficoltà maggiore è data dal
fatto che in molte chiese battiste si ammettono come membri
esclusivamente e senza deroghe
coloro che sono stati battezzati
da credenti. « Non si nega affatto al pedobattista di essere un
credente e di far parte della
Chiesa Universale — si dice in
queste comunità — ma se vuole
entrare nella chiesa locale battista si faccia battezzare ».
La collaborazione con valdesi
e metodisti e con tutti gli altri
evangelici è stata comunque ritenuta non solo utile ma indispensabile dato il paese e i momenti in cui viviamo.
Le opere sociali
Finalmente, dopo diversi anni,
è stato dedicato sufficiente spazio alla discussione sulle opere
sociali dell’Unione, che non sono numerose, ma hanno pur sempre un peso non indifferente. Si
tratta dell’Istituto Taylor di Roma che ospita anziani e bambini e di Villa Grazialma ad Avigliana che accoglie solo persone anziane. Ci si è interrogati
sulla funzione che debbono svolgere tali istituti. Essi rappresentano un aspetto necessario ed
irrinunciabile della nostra testimonianza, fatta di annuncio dell’Evangelo e di impegno pratico
in una società non cristiana. Ma
come mai è così, difficile trovare
dei credenti disposti a realizzare la loro vocazione in queste
istituzioni? E’ opportuno che esse mantengano un carattere confessionale o devono aprirsi alla
collaborazione, ai finanziamenti,
al controllo degli enti pubblici?
E’ im problema aperto che
verrà affrontato dal nuovo Comitato Esecutivo e dalle chiese nei
prossimi due anni, nella speranza che la prossima Assemblea
possa fornire indicazioni precise e motivate.
Incarichi nell'UCEBI
Il nuovo Comitato Esecutivo: Presidente, pastore Piero
Sensi; Vice presid.. Luca Campennì; Consiglieri, Elena Girolami, Andrea Mannucci, Sante Cannito, e pastori Gioele Fuligno. Bruno Colombu, Luigi Spuri, Salvatore Rapisarda.
Segretario Dipartimento Teologico: past. Paolo Spanu.
Segretario Dipartimento per l’Evangelizzazione: past. Saverio Guarna.
Collegio degli Anziani: Vera Di Carmine, Ferdinando Bo,
pastori Emmanuele Paschetto, Luigi Masino, Vincenzo Barbio.
Collegio dei Revisori: Guido Saccomani, Nella - Righetti,
past. Giuseppe Tuccitto (supplente; Antonino Ramirez).
Direttore dell’Istituto Taylor: past. Angelo Chiarelli.
Segretario del Comitato Direttivo di Villa Grazialma: Ferdinando Bo.
Direttore del Villaggio di S. Severa: past. Paolo Marziale.
Dalle mozioni
PACE
I cristiani evangelici battisti
d’Italia, riuniti in Assemblea generale a S. Severa dal 28 maggio
al T giugno 1980, rilevano
che le guerre continuano ad
angosciare varie popolazioni, alcune delle quali combattono da
decenni e qualcuna è addirittura
minacciata nella sua stessa esistenza ;
che fatti recenti e meno recenti hanno fatto temere e fanno temere l’insorgere di un conflitto dagli sviluppi imprevedibili che potrebbero portare a distruzioni illimitate, e questo per
quegli infausti motivi che da sempre hanno dato origine a scontri sanguinosi fra i popoli, motivi di potenza, di egemonia e di
prestigio ;
che in varie parti si combatte per soffocare la libertà e gli
sforzi che tendono all’emancipazione dalla miseria, dallo sfruttamento e dalle discriminazioni
razziali ;
che l’attesa e l’ansia dei popoli, che altro non desiderano
se non di vivere in pace gli uni
con gli altri, sono traditi dai calcoli e dal cinismo di governanti
tirannici e da minoranze oligarchiche ;
che a subire le conseguenze
peggiori di questo stato di cose
sono sempre i popoli e gli uomini più deboli e più poveri, cioè
quei minimi fratelli nei quali il
Signore Gesù Cristo ha detto di
vedersi rappresentato per giudicare il nostro comportamento
nei suoi confronti.
Coscienti dei propri limiti di
piccola minoranza, ma altresì,
dell’obbligo che loro incombe
per avere accettato TEvangelo di
Cristo, fanno appello a tutti i
responsabili delle gravi decisioni
sulla pace e sulla guerra di riflettere sulla responsabilità che si
assumono davanti a Dio giudice
supremo di tutti gli uomini. L’appello è rivolto soprattutto ai go-"
vernanti di grandi paesi che si
dichiarano cristiani e che governano popoli che si dichiarano altrettanto cristiani, perché siano
più obbedienti al messaggio evangelico e chiedano all’Etemo
umilmente di volerli illuminare
e guidare nel loro gravoso compito e perché ricordino che se
non viene il Signore ad edificare
la casa in cui tutti dobbiamo vivere, invano si affaticheranno gli
uomini. Si rivolgono a tutti gli
evangelici italiani, ai fratelli rappresentanti nelle organizzazioni
evangeliche europee ed extraeuropee perché elevino la loro voce in difesa della pace in tutte
le zone ove essa è minacciata o
addirittura tradita, valendosi di
tutti i mezzi a disposizione, organizzando convegni, manifestazioni ed altri segni concreti di
coerenza all’EVangelo, che è annuncio d’amore e di pace e che
vuole credenti obbedienti alla
Signoria di Cristo. Danno al Comitato Esecutivo deiruCEBI il
mandato di rendersi promotore
di contatti e di iniziative nelle
sedi più opportune affinché i
cristiani evangelici si attivino in
difesa della pace.
INFANZIA
L’Assemblea dell’UCEBI riunita in S. Severa dal 28 maggio
al 1“ giugno 1980
constata che le previsioni
più pessimistiche circa il pericolo di sprecare l’opportunità
di affrontare e di iniziare a risolvere i problemi dell’infanzia
proclamando il 1979 anno internazionale del fanciullo si sono
puntualmente verificate ;
prende atto che l’UNICEF
ha constatato che in alcune zone
e città dell’Italia meridionale e
insulare esiste una situazione da
terzo mondo con sacche paurose di miseria e denutrizione, di
carenza igienica e sanitaria, di
condizioni abitative proibitive,
di altissima evasione della scuola dell’obbligo, di insufficienza o
inesistenza di spazi per attività
sportiva e ludica, di tassi paurosi di malattie congenite e di
mortalità infantile, di sfruttamento tramite il lavoro minorile e di delinquenza precoce;
denuncia la responsabilità
del governo italiano e di quegli
enti pubblici che poco o nulla
hanno fatto e fanno per risolvere tale problema drammatico, e
non come fenomeno a se stante,
ma nel quadro di risanamento
delle condizioni di emarginazione e sottosviluppo economico e
sociale di intere popolazioni;
invita le chiese evangeliche
battiate e delle altre denominazioni a continuare a lottare contro ogni inumana condizione di
vita ed a testimoniare che la degradazione morale e spirituale in
Italia e nel mondo intero sono
conseguenze dello sfruttamento
dell’uomo sull’uomo, del più forte sul più debole;
impegna le chiese membri
deiruCEBI ad annunciare con
parole e fatti che in Cristo ogni
essere umano ha pari dignità e
che dobbiamo tutti diventare come piccoli fanciulli per entrare
nel Regno di Dio.
Protestantesimo
in TV
Lunedi 23 - ore 22.50
Rete 2
« L’impegno dei cristiani
per la pace e il disarmo».
Servizio filmato con la
partecipazione del past.
Tullio Vinay.
Hanno collaborato a questo
numero: Anna Bosio - Franco Davite - Dino Gardiol Paolo Ribet - Renato Ribet Aldo Rutigliano - Alfredo
Scorsonelli - Franco Taglierò.
4
13 giugno
I CONGRESSI DELLA FEDERAZIONE DONNE EVANGELICHE ITALIANE
AD ARICCIA SI CONSOLIDA IL LAVORO
Congresso FDEI
Le donne reclamano
ruoli e spazi più ampi
E’_ possibile in questo momento della
delle Chiese Evangeliche Italiane
identificare un ruolo *per la donna che non
sia quello tradizionale che, salvo qualche
eccezione che pure conferma la regola,
le e fin qui stato assegnato?
Fondamentalmente era questo l'interrogativo che è corso durante i giorni del
Congresso delle Donne Evangeliche Italiane e durante lo svolgimento dei lavori
del Congresso d'integrazione Valdo-Metodista che lo ha preceduto.
La risposta non solo & stata affermativa, ma ha indicato alcune linee di ricerca
e di azione che, in qualche modo, costituiscono la piattaforma sulla quale la
FDEI potrà sviluppare il suo lavoro nel
corso dei prossimi quattro anni
Riconoscimento
inadeguato
Questo soprattutto se le Chiese, alle
quali i gruppi fanno riferimento, sapranno riconoscere questo ruolo, in parte nuovo, che compete alle donne. Il rammarico è stato espresso in una mozione, approvata aH’unanimità al Congresso, per
la insufficienza di un adeguato riconoscimento del lavoro, in qualche modo di rottura, operato dalla FDEI in questi anni
e suona come im campanello d’allarme e
un richiamo che è bene siano registrati
con la dovuta attenzione dalle stesse
chiese.
E’ chiaro che questa consapevolezza del
ruolo che la donna è chiamata a svolgere anche nella Chiesa, è legata alla rifiessione che nella società civile si è andata
in questi anni svolgendo sul ruolo appunto della donna, sulla esigenza di raggiungere una sostanziale parità tra i due
sessi, sulle rivendicazioni che i movimenti femminili hanno avanzato e intese a
liberare la donna dal suo stato di storica
soggezione cui purtroppo ha contribuito,
in misura non irrilevante, la stessa visione che la Chiesa cristiana ha accreditato
della figura femminile.
Alto livello
di consapevolezza
Quando le donne valdesi, metodiste e
battiste riunite ad Ariccia nei due giorni
del Congresso affermano che la FDEI
« proseguendo nel suo impegno per la difesa dei diritti umani e per la promozione di una società fondata sulla uguaglianza, sulla libertà e sulla pace, preoccupata
che le tensioni internazionali possano sfociare in un conflitto dalle conseguenze incontrollabili, esprime il proprio fermo
dissenso verso i popoli, che si pretendono
civili e cristiani, perché non si adoperano
efficacemente per una soluzione pacifica
delle divergenze socio-politiche internazionali e fa quindi appello a tutti i governi perché si impegnino in tal senso »
e si rivolgono alle Chiese « perché per la
loro fedeltà alVEvangelo e quindi per la
loro missione nel mondo, promuovano
iniziative concrete per la realizzazione
della pace tra i popoli », come si esprimono in una mozione lungamente meditata; o, affrontando il tema dell'insegnamento religioso nelle scuole del nostro paese, ne chiedono l’abolizione ed invitano
tutti i genitori ed educatori a fare pro
pria questa posizione in modo che l’educazione religiosa dei figli sia compito
esclusivo delle famiglie e delle comunità
alle quali le famiglie liberamente aderiscono, appare sufficientemente chiaro come il grado di maturazione rispetto alla
visione del proprio ruolo nella Chiesa e
nella società, espresso dal movimento
femminile evangelico raggruppato nella
FDEI, abbia raggiunto un livello considerevolmente alto.
« Impegno e testimonianza
di donne evangeiiche »
Questo non significa che il movimento
e le singole donne che lo compongono rifiutino tout court i tradizionali compiti che
si sono visti assegnare nel passato dalle
chiese nel quadro di una sorta di diakonia minore, pure necessaria; significa
piuttosto che, pure accettando questa forma di « testimonianza minore » dentro e
fuori la chiesa, esse reclamano un ruolo
più ampio e spazi diversi di azione.
In sostanza, « Impegno e Testimonianza di donne evangeliche » che era il tema
del Congresso, ha avuto ad Ariccia, attraverso una discussione spesso assai vivace e niente affatto accademica, uno svolgimento decisamente aperto ad una prospettiva nuova. Una espressione di questa
volontà di ricercare uno spazio più ampio
e diverso si è chiaramente manifestata
formulazione — e nella discussione
che ha concorso a questa formulazione —
delTart. 2 dello Statuto approvato nel
corso del Congresso e che costituisce la
carta di fondazione definitiva della FDEI.
Un articolo nel quale si pone al centro
lesigenza di testimoniare la liberazione
di Cristo per ogni creatura umana « nelle
realtà sociali e politiche » assicurando tra
l’altro « la partecipazione delle donne
evangeliche alle iniziative e alle organizzazioni che riguardino la donna in sede
locale, regionale e nazionale» il che afferma, addirittura a livello statutario, una
volontà di apertura e di partecipazione
che rappresenta certamente un elemento
di novità del movimento femminile evangelico.
In sostanza — e questo è emerso in più
mompti nel corso dei due giorni di discussione — questo sembra di poter dire: che le donne della FDEI abbiano preso chiaramente coscienza del fatto che
evangelizzazione e testimonianza diventano parole di vita quando ci si fa carico
in prima persona dei problemi vissuti
dalla gente in mezzo alla quale si agisce,
nella società della quale facciamo parte.
Grazia Sbaffi
Comitato
nazionale FDEI
Metodiste: Lidia Aquilante, presidente; Dina Broli, Maria Grazia Sbaffi.
Battiste : Piera Mannucci, vice-presidente; Maria Chiarelli, Elena Girolami.
Valdesi: Toti Bouchard, segretaria; Licia Cielo, cassiera ; Marie-Prance Coisson.
IL Congresso per l’Integrazione delle Unioni Femminili Valdesi e dei Gruppi Metodisti, tenuto ad Ariccia il 24-25 aprile
1980, ha visto una partecipazione numerosa di delegate e osservatrici che hanno seguito i lavori con interesse e entusiasmo.
Si sentiva nell’aria la soddisfazione di ritrovarsi per discutere, confrontarsi, scambiare idee ed esperienze e soprattutto la
gioia di lavorare insieme per portare un
contributo nuovo alla vita delle comunità e
produrre, a renderci più consapevoli del nostro ruolo nella Chiesa e nel mondo.
Così quando leggeremo insieme la Bibbia
e ci sforzeremo di capirla con la nostra sensibilità, e attraverso le nostre esperienze, con
la nostra intelligenza e soprattutto con uno
studio approfondito, certamente riceveremo
una visione nuova della nostra testimonianza per il bene e l’arricchimento di tutta là
Chiesa.
Grazia Sbaffi, Roma
Valdesi e Metodiste
per un impegno nuovo
in mezzo alla società in cui le donne vivono e operano.
Ciò che colpiva chi, come me, aveva partecipato a vari congressi del genere, era la
partecipazione di un buon numero di delegate giovani le cui energie daranno senz’altro
una nuova vitalità al lavoro dei gruppi integrati, sia nell ambito della testimonianza
evangelica sia nel sevizio cristiano. La voce
di queste forze più giovani si è levata spesso
nella discussione dello Statuto che sancisce
la fondazione della Federazione Femminile
Evangelica Valdese Metodista, per sottolineare come le donne, che nel cammino di
questi anni hanno trovato il modo di verificare la parola di Cristo nel contingente, nel
quotidiano, nella famiglia e nelTambito del
proprio lavoro, vogliano continuare la loro
opera, questa volta più unite, più numerose,
nel tentativo di rimuovere ostacoli e posizioni preconcette, di educare al dialogo in un
costante rapporto tra la Parola e la realtà
presente, a dimostrare la sua validità.
Giovani e meno giovani, anziane, socialmente e ideologicamente diversificate, si sono sentite in quelle giornate, unite nell'impegno. Si è avuta la conferma ad Ariccia di
come la donna stia uscendo dal ghetto in cui
per secoli era stata emarginata ed abbia saputo dimostrare la sua capacità di inserirsi
nella società, con impegno e capacità, consapevole anche che per la trasformazione delle strutture sociali è necessaria la equiparazione uomo-donna.
Questa volontà è emersa anche attraverso
la discussione per la elaborazione delle linee
programmatiche e delle indicazioni che il
Congresso ha fornito per il lavoro del nuovo Consiglio espresso dal Congresso stesso.
E’ proprio a questo punto che si è sentita
viva l’esigenza dello scambio di esperienze
che sono state giudicate valide, di un’informazione più frequente anche attraverso i
nostri mezzi di informazione: stampa, radio,
televisione, proprio perché nulla vada disperso ma tutto contribuisca a fortificare, a
Donne ^ di ogni età e provenienti da ogni
parte d’Italia, con un battimano fragoroso
hanno sanzionato l’integrazione femminile
valdese - metodista.
Si è faticato molto per giungere a questo
momento? Con l’integrazione delle due chiese, le Unioni Femminili Valdesi e i Gruppi
Metodisti, in molte zone operavano insieme,
ma il Congresso ha ratificato non solo questa
collaborazione ma uno Statuto che sancisce
la nascita della Federazione Valdese Metodi
sta.
Chi ha vissuto esperienze di lavoro in co
mune ha già assaporato la gioia di ritrovars
insieme nello studio, nella preghiera, nel
l’amore e con me può tradurla in parole
Chi si accingerà a vivere questa diversa reai
tà, scoprirà col tempo che dall’unione non
solo scaturisce forza, il che sarebbe troppe
poco, ma maggiore ricchezza di doni e benedizioni di Dio che ci guida nel cammino tra
fratelli. Il momento storico in cui stiamo vivendo non è dei più facili. Con costanza e
fermezza d’animo e superando le immancabili difficoltà, continuiamo o intraprendiamo
il lavoro in comune sulla linea del messaggio che ci viene dai versetti con la cui meditazione Maddalena Costabel ha aperto il Congresso:
t/n altro disse a Gesù: « Signore io
verrò con te, prima però lasciami andare a salutare i miei parenti ». Gesù
gli rispose: «Chi si mette all’aratro e
poi si volta indietro, non è adatto per
il regno di Dio » (Luca 9: 61-62).
Con il Congresso ci siamo incamminate
irisieme per una comune via che cercheremo
di percorrere, ben sapendo che, come ci ha
ricordato il vice-moderatore Taccia nel suo
messaggio, la nostra forza è soprattutto nello spirito di Dio. Certo non ci nascondiamo
le nostre manchevolezze e i nostri difetti ma
siamo fiduciose in Colui che ci ha rivolto
l’invito a seguirlo.
Carmelina Manocchio, La Spezia
Considerazioni sulio Statuto
L’integrazione avvenuta ad Ariccia, il 24 e
25 aprile 1980 fra la Federazione Femminile
Valdese e l’Attività Femminile Metodista ha
dato luogo al costituirsi di una Federazione
Femminile Evangelica Valdese-Metodista, sulla base di uno Statuto profondamente rinnovato rispetto al precedente (valdese), approvato dal Sinodo del 1958.
L’art. 2 che enuncia gli scopi ai quali è diretta l’attività della Federazione è elemento
probante della maturazione responsabile alla
quale in quest ultimo ventennio sono pervenuti Unioni e Gruppi femminili.
« Testimonianza evangelica e servizio cristiano » sono gli obiettivi federali già indicati nello Statuto del ’58. Nell’attuale rielaborazione si è voluto sottolineare quali sono le
cai atteristiche che si auspica accompagnino
sempre la testimonianza evangelica e il servizio cristiano: l’ascolto e lo studio della
Parola di Dio e la preghiera. Momenti questi
non accantonabili per carenza di una direzione maschile, quando noi donne cristiane ci
troviamo insieme. D’altra parte la stessa lettera b) dell art. 2, individua nella donna evangelica due funzioni che la legislazione statutaria precedente certamente non escludeva
ma neanche richiamava esplicitamente. Mi
riferisco alla « preparazione responsabile »
alla quale la donna evangelica è chiamata
quMdo deve cooperare, nella chiesa e nella
società. Non è augurabile il perpetuarsi del
moni^olio maschile di fatto degli studi teologici, con la grave conseguente decurtazione
in ricchezza e completezza della comunità,
né è poi concepibile la candida indifferenza
femminile dinnanzi ai più gravi problemi sociali come se essi non coinvolgessero diret
tamente la nostra responsabilità di essere
cristiane, né infine ci si può calare nel sociale senza un’adeguata preparazione teologica che faccia ad essa da supporto.
Ci sembra che Tart. 2 abbia risposto a tutte queste problematiche. Altre ancora emergono dall’ultimo comma dell’art. 4 che per
sollecitare una maggiore partecipazione al
lavoro della Federazione e a quello congressuale prevede la partecipazione con voce consultiva e propositiva di osservatori e componenti. —
Nel Consiglio Nazionale della Federazione
che sostituisce il Comitato Nazionale Valdese
e il Segretariato Metodista sono presenti sei
membri valdesi e tre metodisti.
Le Unioni Femminili Valdesi e i Gruppi
Metodisti all’estero sono esplicitamente ricordati nell’art. 9 che rende per la prima
volta statutaria l’avvertita necessità di collegamenti con le Chiese denominazionali estere e con le Organizzazioni interdenominazionali femminili all’estero.
Infine, non manchiamo di notare che l’ultimo comma dell’art. 7 ha sostituito la dizione: « La presidente è nominata dalla Tavola su proposta del Comitato Nazionale»
con la seguente dizione: « La Tavola Valdese
nomina la presidente, su designazione del
Consiglio ».
Non è un mutamento da poco, perché in
esso è implicita la richiesta già avanzata alla
Tavola due anni fa, che il Sinodo possa riconoscere a tutti gli effetti al Congresso Femminile Nazionale, l’autorità di eleggere la
propria presidente.
Clara Ranchetti
5
13 giugno 1980
E DELLA FEDERAZIONE FEMMINILE EVANGELICA VALDESE E METODISTA
FEDERATIVO FEMMINILE EVANGELICO
Impressioni e proposte
Tante le partecipanti, tanti i pareri, tanti
i contributi di idee e riflessioni e, perché no,
benevoli appunti sullo svolgimento del Congresso; le tante voci però formano un coro
che dà, a chi non ha partecipato, l’esatta dimensione dello svolgimento dei lavori.
Una gioiosa fatica
Edy Schmidt, Palermo
Quando si partecipa per la prima volta a
due Congressi i quali prevedono ambedue
l’approvazione dello Statuto, la partecipazione risulta un po’... pesante, specialmente
se si è in veste di semplice osservatore. Non
è che non si comprenda l'importanza di uno
Statuto e la necessità di approvarlo in modo
che non sorgano dubbi o contraddizioni in
futuro, ma si rimane piuttosto disorientati
dai vari cavilli che sorgono e si evidenziano
in casi del genere.
L’ultima mezza giornata ci ha ripagato di
tanta stanchezza. Molto interessante è stata
la relazione degli studi proposti dalla FDEI
e discussi nei vari gruppi femminili. La discussione che ne è derivata e i vari interventi di persone impegnate a livello di comunità e nel lavoro con i giovani sono stati
estremamente positivi e di incentivo per approfondire il tema sulla « Comunità » che
purtroppo non si è potuto discutere nel Congresso valdese-metodista.
Nel complesso ritrovarsi e incontrarsi con
tante sorelle è stata una gioia. Il breve culto
e la S. Cena prima di partire ci hanno trovato consenzienti e unite « in una stessa fè ».
Un congresso costruttivo
Licia Cielo, Campobasso
Un altro Congresso è ormai entrato a far
parte della storia dei nostri movimenti femminili evangelici. Un congresso particolarmente importante perché ha sancito l’integrazione della Federazione Femminile Valdese e del Segretariato per le Attività Femminili Metodiste.
Non ci si può nascondere che il parto è
stato lungo e laborioso, sia per ciò che riguarda il lavoro preparatorio dello Statuto,
sia per ciò che riguarda la discussione che
ha preceduto la sua approvazione. Un osservatore attento non poteva non notare la puntigliosità, direi quasi la diffidenza, con cui
venivano esaminati non solo i singoli articoli ma le singole parole dello Statuto. Questa tensione ha costretto l’assemblea ad un
impegno certamente faticoso.
Qualcuno ha detto che è stato un congresso burocratico; ma a mio avviso non poteva
essere diverso, trattandosi di un congresso
costitutivo. Per me personalmente le due
giornate del congresso sono state interessanti e piacevoli ed hanno arricchito il mio bagaglio di esperienze.
Sono uscita dal Comitato della Federazione Femminile Valdese perché avevo ormai
compiuto il seiennio previsto e l’ho fatto con
un po’ di rammarico. Sei anni di lavoro in
comune con le altre sorelle hanno creato fra
noi dei forti vincoli di amicizia che il tempo non potrà annullare anche se non sempre
ci siamo trovate sulle stesse posizioni.
Un mio parere infine sulla sede in cui si è
riunito il congresso: Ariccia è una delle tante graziose cittadine dei Castelli Romani. La
scuola della CGIL, che ci ha ospitate, ha
messo a disposizione delle attrezzature logistiche di prim’ordine che hanno grandemente agevolato sia lo svolgimento dei lavori
del congresso sia la nostra convivenza.
Prima esperienza
Carla Grazia Rivoir, Pinerolo
Sono alla mia prima esperienza di congresso che nell’insieme si è rivelata abbastanza
positiva anche se non molto riposante!
Lo sforzo maggiore è stato senz’altro quello delle sorelle che hanno fatto parte del seggio perché dovevano coordinare i vari punti
e preparare il verbale, quindi lavorare anche quando le altre riposavano.
Il Congresso è cominciato con il culto che
ha contribuito a creare un’atmosfera veramente fraterna. Saluti, strette di mano, sorrisi tra persone che si conoscevano e si ritrovavano e incontri amichevoli anche tra
quelle che non si erano mai incontrate prima.
Purtroppo arrivate alla discussione sulla
bozza di Statuto per l’integrazione, sono sorti pareri discordi e contrari. Non che la cosa
mi scandalizzi, perché so quanto sia difficile trovare due persone che la pensino allo
stesso modo. Ciò che invece mi ha un po'
scandalizzata è stata la discussione su una
piccola frase e, al limite, anche su una parola, in un Congresso evangelico, per poi
cambiare ben poche cose!
Scambiando le mie impressioni con amiche più anziane e più esperte di me, ho saputo che queste difficoltà si trovano in qualunque congresso e anche al Sinodo: però
non è consolante!
Naturalmente non ad ogni congresso femminile evangelico ci sarà lo stesso problema,
ormai lo Statuto c’è: quindi al prossimo congresso, se sarò delegata, andrò volentieri,
pensando che tutte saremo più serene con
molta voglia di costruire assieme.
Chiacchierando negli intervalli, ho notato
scarsità di informazione su cosa significhi un
Congresso, su che cosa sia la FDEI, a che cosa serva lo Statuto. Perciò penso che sarebbe molto utile che una persona competente
istruisse a questo proposito Unioni e Gruppi. Sarebbe così mossibile comprendere ciò
che a volte ci sembra difficile.
Con spirito fraterno
Itala Beux, Torino
E’ la seconda volta che partecipo ad un
congresso valdese metodista e la prima ad
un Congresso FDEI. Mentre due anni fa a
Poggio libertini al Congresso Valdese trovai
tutto bello ed entusiasmante, tanto da spingermi a promuovere, nella mia comunità di
Torino, la costituzione di una unione femminile federata che ho rappresentato quest’anno ai suddetti congressi, debbo dire che
.*■ ,
i'.'. - - ; •
ï>'
i '
» %
Partecipanti dei due Congressi in
viaggio col pullman speciale dalle
valli valdesi ad Ariccia.
Attività di studio
L’argomento studi è stato ampiamente dibattuto, anche perché è la base del nostro
lavoro all’interno delle Unioni e dei Gruppi.
Non sono stati invece discussi gli argomenti
proposti dallo studio di quest’anno per mancanza di tempo. Ecco in sintesi i punti emersi dalla discussione.
• Si è raccomandato che gli Studi Biblici
nelle Unioni e nei Gruppi si svolgano con
una partecipazione attiva più ampia possibile. Perciò è stato consigliato di adoperare,
nella stesura del materiale di lavoro, un linguaggio accessibile a tutte le sorelle e che
l’intervento del pastore venga richiesto solo
come teologo
• E’ stata sottolineata la necessità di inviare tempestivamente alle Unioni e
Gruppi il materiale di studio, cioè, all’inizio
nuovo consiglio
Al primo Congresso femminile unito
valdese metodista è stato approvato lo
Statuto e la costituzione della Federazione
Femminile evangelica Valdese Metodista
ed è stato eletto il Consiglio nazionale che
risulta così composto:
Presidente Maddalena Costabel (valdese),
via Roma 21, 46022 Polonica Po - telef.
0386/66178.
Vice presidente Èva Rostain (metodista),
via Albertazzi 6, 40137 Bologna - telef.
051/344403.
Segretaria Lidia Noffke (valdese) - via
Verdi 15, 57100 Livorno - tei. 0586/22793.
Cassiera Maria Tamietti (valdese) - Via
Gay 21, 10066 Torre Pollice - tei. 0121/
932160 - c.c.p. 21286109.
Resp. Circolare Violetta Sonelli (valdese),
via Manzoni 21, 50121 Firenze - telef.
055/663800.
Resp. doppia pagina Eco-Luce Carmelina
Manocchio (metodista) - via Da Passano 29, 19100 La Spezia, tei. 0187/37189.
Coordinatrice studi Clara Ranchetti (valdese) via Terracina 311, 80125 Napoli,
telef. 081/617129.
Cura contatti red. Eco-Luce Niny Boér
(valdese) - Strada dei BoSr 19, 10062
Lusema San Giovanni.^
Cura contatti estero Letizia Sbaffl (metodista) - via G. Venezian 1, 40121 Bologna, tei. 051/239227.
Il seggio del Congresso FFEVM al
lavoro. Da destra: Augusta Balmas
Regali (Ivrea) e Èva Vicentini
(Napoli), segretarie; Santina Briante (Como), presidente.
Ai membri uscenti Licia Cielo, Ada
D’Ari e Anita Simeoni del Comitato nazionale della Federazione femminile valdese e a Maria Grazia Sbaffi e Salda Rapini del Segretariato attività femminili
metodista, un affettuoso ringraziamento
dal nuovo Consiglio e dalle Unioni e Gruppi femminili valdesi metodisti per la costante collaborazione che hanno dato con
dedizione e generoso apporto di tempo
e di forze.
delle attività, utilizzando la nostra stampa
per pubblicarli.
• E’ stata auspicata un’intesa tra il nuovo
Consiglio valdese metodista e il nuovo
Comitato FDEI per la preparazione degli
studi.
• Sono stati molto apprezzati i corsi di
animazione biblica per Unioni Femminili svoltisi alle Valli Valdesi ed è stato richiesto di allargare questa iniziativa a livello nazionale con l’organizzazione di corsi regionali.
• Soprattutto è emerso il desiderio di una
maggiore conoscenza biblica come preparazione all’impegno concreto nella chiesa
e nelle diverse realtà sociali ed è affiorata la
necessità di riscoprire il messaggio dell’Antico Testamento.
Ruth Tourn
questa volta mi sono sentita, a un dato momento, sconcertata e amareggiata, quando
nella discussione su un articolo dello Statuto F.F.E.V.M. è stato presentato un emendamento che, a mio parere, annullava tutto
quanto era stato concordato con buona volontà e di comune accordo, fino ad allora.
La delusione è stata momentanea perché
l’emendamento non è passato e debbo affermare di aver vissuto quattro giorni meravigliosi. A cominciare dal viaggio in pullman
Valli-Ariccia, in compagnia di simpaticissime sorelle in fede, valdesi e alcune battiste,
giovani e meno giovani, tutte piene di vivacità e buon umore tali da far dimenticare
la lunghezza del viaggio. Durante il soggiorno c’è stata un’atmosfera colma di fraternità e simpatia che esplodeva durante i pasti in comune, sono state rinsaldate vecchie
amicizie e ne sono sorte di nuove.
Abbiamo fatto il viaggio di ritorno con il
cuore pieno di gioia per la nuova edificante
esperienza vissuta, con la piacevole sensazione di aver* potuto conoscere meglio ed
apprezzare maggiormente delle sorelle su
cui forse ci eravamo formate un'opinione diversa.
In conclusione ho il piacere di affermare
che l’esperienza è stata oltre modo positiva
poiché i due Congressi si sono svolti fondati sulla stessa fede e nell’ascolto dell’Evangelo che ci accomuna tutte e che ci ha riunite in un culto finale veramente benedetto e
indimenticabile.
Impressioni sui congressi
M. Salerno, 1. Gasparin , Palermo
Sono Maria della Comunità Metodista di
Palermo e ho partecipato come delegata al
Congresso FFEVM e come osservatrice al
Congresso FDEI. E’ stato bello ritrovarsi ma
le bozze dei due Statuti hanno richiesto una
discussione ampia, approfondita e molto faticosa! Tuttavia la veemenza, la puntigliosità
degli interventi mi hanno dato la certezza
che le due federazioni sono profondamente
sentite.
In particolare bisogna tener conto che la
F.F.E.V.M. completa e perfeziona l’integrazione delle due Chiese.
Un rimpianto: l’approvazione dei due statuti ci ha impegnato tanto da non lasciare
spazio per tracciare le linee di eventuali programmi di lavoro e per la discussione sulle
relazioni relative agli studi delle quali è stato fatto un riassunto forzatamente sommario.
Ho molto apprezzato il rapporto del Comitato Nazionale FDEI sulle varie iniziative
portate avanti a livello locale, regionale e
nazionale.
Una constatazione: da tutto l’insieme e dal
sunto delle relazioni è emerso un fatto importante: l’esigenza di un impegno concreto
in questo o in quel problema che richieda
una testimonianza di fede.
Sono Ilona ed è la terza volta che partecipo ad un congresso femminile evangelico.
La prima volta andai come osservatrice, più
per curiosità che per desiderio di impegno.
Ero piuttosto scettica. Fui invece subito profondamente coinvolta e da allora le due Federazioni Femminili ma specialmente la
FDEI (che ritengo molto importante e signi
ficativa per noi donne evangeliche) sono in
cima ai miei pensieri. Sarò forse un’illusa,
un’ingenua, quello che volete, ma la nascita
della FDEI ridà forza alla mia speranza, che
era poi il sogno di mia madre (figlia del pastore Wigley, metodista) e cioè quello di vedere un giorno tutte le nostre denominazioni
riunite in un’unica Chiesa Evangelica Italiana. Ho atteso con impazienza che passassero questi quattro anni, ho vissuto questi
giorni di « gestazione » con passione, ho partecipato con entusiasmo e, quando lo Statuto è stato approvato nel suo insieme sono
stata veramente felice.
Un’ottica giovanile
Caterina Genre, Daniela Platone, Valli
Siamo due mogli di pastore, tra le più giovani delegate e alla nostra prima esperienza
congressuale. Come tali, tenendo sott’occhio
i dati delTinchiesta condotta tra le partecipanti ai due congressi, abbiamo notato che,
sia la parte valdese sia quella metodista, erano rappresentate solo per il 3% da persone
che non superano i 30 anni. Questo ci ha
fatto nascere spontaneamente l’interrogativo: « Perché questa impressionante mancanza di giovani? ».
Forse si è riprodotta, anche a livello di
congresso, la situazione delle vecchie « Unioni delle madri » valligiane che precludevano,
(continua a pag. IO)
orientamenti
Al termine del Congresso gli orientamenti emersi sono i seguenti;
1) approfondire la propria preparazione biblico-teologica in vista della
testimonianza e particolarmente della
predicazione;
2) coltivare là dove già esistono e
promuovere, dove ancora non ci siano, rapjporti interdenominazionali ed
ecumenici, sia a liveUo nazionale che
intemazionale.
LINEE PROGRAMMATICHE
Questi orientamenti vengono tradotti nelle seguenti linee programmatiche:
1) incentivare i « corsi iier animatrici
di unioni fenuninili », anche a livello rionale;
2) prendere più approfondita conoscenza, mediante studi, sia delle denominazioni protestanti sia del cattolicesimo, con particolare riguardo al nostro paese, sia dell’Antico
Testamento;
3) portare U nostro contributo evangelico al di fuori deUe nostre chiese, Ovunque si creda opportuno.
Maddalena Costabel
N.B. La parola « orientamenti » sta al
posto di « conclusioni ».
6
13 giugno 1980
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
LaDC
‘rosicchia’
ma ia
sinistra
'tiene'
I risultati che in questo tardo
pomeriggio di martedì (proprio
al momento di andare in macchina) abbiamo sotto gli occhi,
indicano, ci sembra, una duplice
tendenza del corpo elettorale: da
un lato la sinistra “tiene" a livello regionale mentre si registra
un’impennata delle liste moderate (d’ispirazione democristiana) in alcuni comuni come Proli
Ferrerò, San Secondo, per non
dire dei due seggi democristiani
in più a Pinerolo.
L affluenza alle urne è stata
regolare; le astensioni si sono
soprattutto rivelate col voto e si
tratta di una cifra cospicua che
molti interpretano come una crescita di quella sfiducia che, anche a livello nazionale, costituisce il dato più preoccupante.
Molti equilibri sono saltati, si
tratterà ora di vedere nei prossimi giorni se per esempio il
“tripartito" al governo detta legge anche a livello locale. I socialisti, che sul piano nazionale sono realmente diventati l’ago della bilancia, escono dalle urne
della nostra zona con affermazioni interessanti. I comunisti
mantengono sostanzialmente il
seguito sin qui avuto. I democristiani, pur nella varietà di
correnti che li caratterizza, hanno rosicchiato nuovi spazi tra
gli ’scontenti’ delle giunte di sinistra. Tra i partiti minori si registra un’oscillazione in negativo
dei socialdemocratici, un lieve
aumento dei liberali e demoproletari, stabili i repubblicani, missini e pdup.
Il panorama quindi tende, salvo rare eccezioni, a comporre
difficili equilibri anziché scelte
chiare come molti partiti invocavano alla vigilia del voto. Nella nostra zona, salvo in alcuni
pochi comuni, i risultati di queste elezioni, non peggiorando la
situazione complessiva . della sinistra non premiano la D.C. che
aveva impostato la sua campagna all’insegna della « ventata
reazionaria ». La sinistra però
dovrà maggiormente riflettere
sulla propria capacità di coinvolgere la popolazione nelle scelte amministrative. Sappiamo che
quest’ultima è una strada difficile in un_ tempo come il nostro
in cui disinteresse e passività
sembrano prevalere. Ma la via
della partecipazione e del coinvolgimento, dal punto di vista
democratico, è l’unica direzione
per cui varrà la pena battersi
nel prossimo futuro.
I risultati elettorali
LUSERNA SAN GIOVANNI
Lista n. 1: Del Pero Aldo (208);
De Rosa Carmela (103); Suppo
Mauro (158); Basso della Concordia Nicolino (74); Barotto
Raffaella (55).
Lista n. 2: Gay Sergio (270);
Revel Ermanno (203); Cresto
Gianni (131).
Lista n. 3: Malan Frida (184);
Gobelin Livio (145); Chiabrando
Roberto (126).
Lista n. 4: nessun eletto.
Lista n. 5: Martina Renato Benito (863); Badariotti Claudio
(271); Legger Adriano (239); Deiana Giovanni (222); Merlo Maria (190); Maurino Carla (184);
Della Donna Roberto (164); Dapiran Mirella (161); Zeppegno
Giuseppe (157).
ANGROGNA
BIBIANA
BOBBIO PELLICE
BRICHERASIO
LUSERNA S. GIOVANNI
LUSERNETTA
RORA’
TORRE PELLICE
VILLAR PELLICE
Totale
Val Pellice
PCI PdUP iCR Pieni. PSI PLI LSR PRI MSI PSDI DP DC
161
241
108
332
1143
55
25
889
201
4
13
6
13
37
2
6
50
8
8
1
11
4
12
3
24
46
3
1
38
8
68
184
161
175
829
45
115
561
165
31
93
56
162
340
39
8
332
56
1
4
1
6
25
6
44
156
2
1
131
31
7
45
2
52
31
162
40
121
107 340
30
12
76 300
12 68
16 138
24 962
9 31
48 1173
101 1828
3 193
2 14
76 588
5 131
%
3155
22,46
MASSELLO
PERRERO
POMARETTO
PRALI
SALZA
139 25 139 2303 1117 9 402 309 1104 284 5058
0,98 0,17 0,98 16,39 7,95 0,06 2,86 2,20 7,86 2,02 36,22
27
203
323
84
31
1 —
26 2
3 2
1 1
2 —
1 33 1
22 161 30
9 275 34
3 134 1
4 15 2
1
11
30
17
1
11
10
3
1
4
27
41
10
3
10
26
22
2
6
3
240
148
64
27
Totale
Val Germanasca
”/o
668
31,01
33 5
1,53 0,23
39 618
1,81 28,69
68
3,15
60
2,78
25
1,16
85
3,94
66 487
3,06 22,60
FENESTRELLE 70
INVERSO PINASCA 190
PEROSA 811
RINASCA 415
PORTE 263
PRAGELATO 27
PRAMOLLO 107
ROURE 131
S. GERMANO CHISONE 474
USSEAUX 19
5
7
31
19
4
2 —
12 1
14 1
1 1
9
5
43
53
9
8
17
5
2
124
116
446
375
110
34
137
208
509
37
32
11
117
54
14
29
2
31
22
4
9
5
98
57
13
11
2
16
22
2
29
4
64
27
10
6
9
16
11
14
23
13
193
114
27
19
10
44
30
8
17 308
9 55
58 1010
45 692
8
5
3
15
13
10
231
206
21
247
154
78
Totale 2507 95 12 151 2096 306 5 235 190 481 183 3002
Val Chisone % 27,06 1,02 0,12 1,63 22,62 3,30 0,05 2,53 2,05 5,19 1,97 32,40
Totale 3175 128 17 190 2714 . 374 5 295 215 566 249 3489
Vai Chisone e Germanasca % 27,80 1,12 0,14 1,66 23,77 3,27 0,04 2,58 1,88 4,94 2,18 30,55
S. SECONDO 361 22 1 30 291 147 1 61 42 112 42 729
PRAROSTINO 139 5 1 4 233 15 1 14 14 45 15 76
PINEROLO % 6301 210 20 162 2785 1909 20 962 826 1248 711 8579
PIOSSASCO 26,54 0,88 0,08 0,68 11,73 8,04 0,08 4,05 3,48 5,26 2,99 36,14
3280 88 18 56 1396 435 11 215 627 677 124 2374
% 36,40 0,90 0,10 0,60 15,50 4,80 0,10 2,30 3,60 7,50 1,30 26,30
Propaganda elettorale
Proprio al termine della campagna elettorale, in modo da non
dar tempo a replica, la D.C. Lusernese, interviene sul problema
ospedaliero valligiano, accusando la Regione di voler penalizzare la valle, privandola, nell’ipotesi deH’applicazione della Proposta Regionale, dell’Ospedale
Mauriziano. E termina invitando
la popolazione a sottoscrivere
una petizione per il mantenimento dell’Ospedale.
Tutte le forze politiche valligiane avevano sinora evitato il
tema ospedaliero, come pretesto elettorale. Ciò era stato prova di saggezza, in quanto il problema è complesso e le diatribe
elettorali, certamente non avulse
da campanilismo, non avrebbero
comportato valide soluzioni. Ma
la DC ha voluto fare eccezione
ed ha tenuto per sé quest’ultima
arma, per arraffare ancora qualche voto, fornendo una parziale
e settaria documentazione.
Nel manifesto distribuito in
valle non appare un altro elemento che non doveva essere taciuto per correttezza di informazione : e cioè che anche l’Ospedale di Torre Pellice soggiace alla stessa ipotesi regionale
della « non indispensabilità » nell’ambito dell’assetto sanitario
ospedaliero.
Noi non abboccheremo a questa esca e ci auguriamo che la
popolazione non vorrà aderire
all’invito democristiano ; non
vorremmo infatti che altri lanciassero una analoga sottoscrizione per l’Ospedale di Torre
Pellice, avvelenando il complesso problema, a colpi di referendum, coinvolgendo indirettamente ma inevitabilmente il fattore
confessionale. Il che, proprio,
non parrebbe opportuno.
Gli eletti nei consigli comunali
Pubblichiamo un primo elenco
dei nominativi dei consiglieri
eletti in alcuni comuni delle
Valli.
Sul prossimo numero ritorneremo con una dettagliata analisi
del voto.
ANGROGNA
Lista n. 1: Coisson Franca (333);
Benedetto Umberto (190); Bertalot Gianpiero (225); Bertot Renato (208); Giordan Lino (208);
Long Delio (250); Malan Mirella
(240); Odin Alessandro (244);
Ricca Silvio (233); Rivoira Aldo
(205); Rivoira Rosé (201); Sappè
Gianluigi (228).
Lista n. 2: Saccaggi Giampiero (152); Ricca Alfredo (150);
Giordan Ferruccio (138).
BIBIANA
Lista n. 1: Pornero Osvaldo
(933); Manavella Lorenzo (806);
Rosso Giulio (777); Bruno F.
Mauro (771); Capitani Bernardo
(775).
Lista n. 2 (DC): Martina Aldo
(877); Girando Giovanni (801);
Barale Giuseppe (789); Giachero
Guido (789); Rio Sergio (783);
Re Giovanni (779); Odetto Adriano (878); Barbero Stefano (774):
Perrone Pietro (772); Girando
Giovanbattista (777).
BOBBIO PELLICE
Lista n. 1: Berton Giuseppe
(293); Bonjour Davide (246);
Pontet Aldo (244); Negrin Enzo
(240); Cairus Riccardo (233);
Granerò Roberto (223); Bertinat
Stefano (217); Charbonnier Adolfo (215); Gay Cesare (209); Gönnet Italo (200); Mondon Silvano
(192); Bertinat Silvio (186).
Lista n. 2: Cresto Giuseppe
(207); Postel Giovanni (194); Catalin Marco (189).
BRICHERASIO
Lista n. 3 (DC): Pellice Francesco; Bonansea Claudio; Chiapperò Michele; Berger Enzo; Bessone Alessandro; Bocco Angelo;
Bolla Emilio; Bonansea Guido;
Bonansea Riccardo; Bruno Osvaldo; Falco Franco; Falco Verano;
Granerò Francesco; Merlo Sergio; Morero Mauro; Morero Michele.
Lista 1 (Rinnovamento): Pons
Mauro; Bolla Marco; Fosaro
Sergio; Martini Mario.
Lista n. 2 (PSI): nessun eletto.
RORA’
Lista n. 1: Longo Piercarlo
(118); Odetto Giorgio (105); Gelso Dario (76); Tourn Ernaldo
(55); Toum-Boncoeur Giorgio
(71); Durand Giorgio (71); Rivoira Aladino (71); Morel Silvio
(67); Tourn Wanda (59); Rivoira
Umberto (66); Salvagiot Mario
(53); Rivoira Napoleone (51).
Lista n. 2 (DC): nessun eletto.
Lista n. 3: Rivoira Sergio (64);
Rivoira Edilio (61); Tourn Silvio (55).
VILLAR PELLICE
Lista n. 1: Brache Paolo (540);
Morglia Sergio (347); Baridon
Bruno (348); Cordin Marcello
(298); Geymonat Stefano (200);
Turaglio Riccardo (255); Catalin
Gianni (248); Bonjour Franco
(185); Paschetto Fiorella (261).
Lista n. 2: Davit Sergio (365);
Dalmas Remo (255); Giraudin
Paolo (228); Bonjour Stefano
(179); Vernè Renato (174).
Lista n. 3 (DC): nessun eletto.
SAN SECONDO
Lista n. 1: Barbero Francesco;
Genre Pietro; Perone Stefano;
Alliaudi Giancarlo; Avondetto
Franco; Baroletto Enrico; Bertea
Giovanni; Cotti Sergio; Geuna
Marino; Griglio Marco; Micol
Aldo; Paschetto Franco.
Lista n. 2: Laurenti Albino;
Trombetto Clemente; Vicino Ho
berte.
Lista n. 3 (indip. di sinistra):
nessun eletto.
PRAROSTINO
Lista n. 1: Mauro Mario; Monnet Enrico; Pornerone Attilio;
Avondetto Renzo; Forneron Dino; Gardiol Franco; Griglio Sergio; Paschetto Alessandro; Paschetto Claudio; Plavan Valdo;
Rivoir Ivana; Usseglio Viola
Alessandro.
Lista n. 2: Avondetto Valdo;
Pornerone Paolo Renato.
Lista n. 3: Marino Renzo.
PINEROLO
Nel momento in cui scriviamo
non sono ancora noti i nominativi degli eletti. Diamo qui la suddivisione dei seggi: DC 17 (-f2),
PCI 10 (—), PSI 5 (—), PLI 3
(—), PSDI 2 (—1), PRI 1 (—),
DP 1 (—), MSI 1 (—), GID —
(— 1).
PERRERO
Capoluogo . Lista n. 2: Lauprete Giuseppe (151); Barale Giovanni (130); Poèt Guido (131);
Ghigo Alma Margherita (140).
Riclaretto-Faetto - Lista n. 1:
Jahier Giovanni (175); Leger Riccardo (160); Tessore Alessio
(125); Clot Enrico Giovanni
(103); Reymondo Annibaie (117).
Lista n. 3: Chiaramello Sergio
(74).
San Martino Bovile Traverse
- Lista n. 1: Aglio Michele (55);
Gelato Igino (44); Gelato Sergio
(60).
Chiabrano Maniglia • Lista n.
1: Martin Gianni (50).
Lista n. 2: Bert Valdo (48).
POMARETTO
Lista n. 1: Travers Carlo Alberto (445); Bonis Giorgio (312);
Baschera Pier Angelo (427); Baima Claudio (345); Beux Carla
Enrica (297); Bonnet Elda (334);
Micol Willy Enrico (351); Mourglia Umberto (305); Pons Ilario
(305); Refourn Giovanni (200);
Ribet Guido (340); Tron Marco
(323).
Lista n. 2: Rostagno Giovanni
(344); Breusa Silvio (324); Bernard Claudio (313).
PRALI
Lista n. 1 Prali: Fiorio Pin
Franco; Martinat Livio; Grill
Edoardo Stefano; Pascal Gino;
Pascal Nino Alberto; Richard
Mariella in Peyrot.
Lista n. 2 Prali: Grill Franco;
Peyrot Danilo; Pons Guido;
Breusa Aldo Ettore; Sanmartino
Remigio; Peyrot Giulio; Sanmartino Lionello.
Lista Rodoretto: Poetto Gino;
Breusa Giovanni.
SALZA
Lista n. 1 Fontane: Breuza
Italo Enrico; Meytre Mauro; Pascal Vanda; Pascal Renzo; Pons
Giulio.
Lista n. 1 Saiza: Sanmartino
Giovanni; Breuza Renzo; Breuiza
Enrico Augusto; Sanmartino Ettore; Lanza Renato.
Lista n. 2 Salza: Sanmartino
Corrado; Lanza Oreste; Breuza
Alcide Ilario.
INVERSO PINASCA
Lista n. 2: Olivero Giovanni;
Coucourde Ferruccio; Malatesta
Antonio; Ribet Attilio; Boscolo
Guido; Balcet Alfredo; Costanti
no Vito; Chambón Michele; Bertalotto Grangetto Carlo; Collet
Enrico; Sanmartino Franco; Bertalotto Reissent Gino.
Lista n. I: Coucourde Ilario;
Castagna Cesare; Giaiero Renato.
PEROSA ARGENTINA
Lista n. 1 (PCI-PSI-DP-indip.):
Laurenti Giovanni; Ughetto Arturo; Rostan Daniele;Amato Raimondo; Bertalotto Luciano;
Dalla Vittoria Antonio; Paure
Gian Luigi; Morello Guido; Perrot Renzo; Ricalzone Vanda;
Trivellin Giordano.
Lista n. 3 (DC): Bertolotto Renato; Caino Guido; Burlan Renzo; Garavello Sergio; Laggiard
Bruno; Palmero Mario; Trombotto Carlo; Contandin Adriano;
Marchisio Mario.
Lista n. 2: nessun eletto.
VILLAR PEROSA
Lista n. 1 (indipendenti concentrazione democratica): Castagna
Alberto; Alemani Corredino; Artero Luciano; Azzario Giuseppe;
Barone Rocco; Boasso Cesare;
Bozzetto Alberto; Freiría Maria;
Gay Marco; Gargantini Gustavo;
Leali Bruno; Minoli Fulvio; Morero Pier Cesare; Siccardi Cornelio; Tosello Giuseppe; Vittone Claudio.
Lista n. 2 (soc., com. e inip.):
Libralon Domenico; Notta Livio;
Daviero Pier Giuseppe; Sturerò
Dario.
Lista n. 3 (PSDI): nessun eletto.
PRAMOLLO
Lista n. 2 (Socialisti -t ind.):
Maccari Eugenio; Long Gino;
Beux Franco; Canonico Giorgio;’
Costabel Ivana; Long Ernesto;
Long Ettore; Rostan Ferruccio'
Sappè Filiberto; Sappè Rino;
Siccardi Emilio; Travers Remo.
Lista n. 1 (Comunisti -i- ind.):
Costabel Enrico; Scapin Domenico; Blanc Lino.
S. GERMANO CHISONE
Lista n. 2 (Socialisti -i- ind.):
Tron Carlo; Ribet Oreste; Avondet Alberto; Bergeretti Giuseppe;
Bounous Giancarlo; Combe Germano; Coppolino Sergio; Duchene Armando; Possat Paolo; Jahier Aldo; Petrane Vanda; Ribet Renato.
Lista n. 1 (Comunisti -i- ind.):
Blanc Giulio; Morbo Giorgio;
Sappè Ugo.
7
f
8
CRONACA DELLE VALLI
13 giugno 1980
UN CONVEGNO INTERNAZIONALE A STRASBURGO
UN SEMINARIO DELLA FFEVM
Volontariato; una proposta attuale Animazione biblica
Ha avuto luogo, in primavera, a Strasburgo rincontro franco-tedesco delle
Années Diaconales, organizzazioni evangeliche per
il servizio volontario negli
istituti gestiti dalle Chiese.
In molti paesi europei è
diffusa tra i giovani la riscoperta del lavoro volontario negli ospedali, negli
istituti per anziani, per
bambini, per handicappati:
i giovani decidono di dedicare un anno della loro vita al servizio del prossimo
emarginato dalla società
civile. In Francia, nelle due
Germanie, in Svizzera, in
Inghilterra, in Austria sono operanti diverse organizzazioni, sostenute dalle
Chiese o da associazioni
laiche, che si assumono il
compito di soddisfare le
richieste sempre più numerose di giovani disponibili
per questo tipo di impegno nella società e nella
Chiesa.
Per quanto riguarda lo
ambiente protestante, le
statistiche parlano di 50
volontari all’anno in Francia, 3600 nella Germania
Federale, dai 100 ai 150 nella Germania Democratica.
Queste cifre sono parziali,
poiché ad esse vanno aggiunte quelle riguardanti le
associazioni e i movimenti
analoghi che non fanno riferimento alle Chiese, ma
sono autonomi (Croce Rossa, Movimenti Giovanili,
Anno Sociale ecc.).
I giovani che chiedono
di fare un anno di servizio volontario sono in genere studenti indecisi sulla
strada da prendere per il
proseguimento degli studi
oppure spinti da una ricerca in senso evangelico.
Nella DDR la maggioranza è costituita da operai,
che cercano nuove motivazioni alla loro vita. Spesso
i volontari chiedono di
servire all’estero per imparare le lingue (in Germania
uno su tre, in Francia uno
su quattro).
II funzionamento delle
organizzazioni in campo
protestante è improntato
ad una grande serietà ed
è simile nei vari paesi.
Prendiamo l’esempio della
Francia (Année Diaconale
- rue Claude Brousson 5 30000 Nîmes). I giovani
(dai 17 ai 26 anni) inoltrano una circostanziata e motivata domanda ai responsabili dell’Année Diaconale, i quali prendono contatti con gli istituti le cui
caratteristiche rispondono
alle richieste del volontario. All’inizio del servizio,
che deve durare da un minimo di 9 mesi ad un massimo di 12, tutti i volontari
vengono riuniti per uno
stage di preparazione di
5-6 giorni. È una occasione
per confrontare la comune
vocazione, per approfondire gli aspetti evangelici del
servizio, per acquisire basilari cognizioni psico-pedagogiche, per avere le necessarie informazioni sull’istituto nel quale si lavorerà, ecc. Insomma, il giovane non è lasciato a se
stesso dopo la destinazione, ma gli viene data una
preparazione di base. Ciò
che è significativo è anche
che dopo tre mesi di lavoro
i volontari si riuniscono
nuovamente per discutere
tra loro le difficoltà incontrate e le esperienze fatte.
Si incontreranno ancora
alla fine dell’anno diaconale per una valutazione complessiva. È frequente il caso di giovani che chiedono
di essere assunti nell’istituto nel quale hanno servito oppure che si indirizzano a studi di tipo socioassistenziale o anche a
studi teologici (soprattutto
in Germania). Esistono naturalmente anche casi di
rinuncia prima della scadenza dell’impegno a causa
di conflitti con il personale
salariato o con i direttori
degli istituti. Gli istituti
che accolgono i volontari
sono tenuti a dare loro
vitto, alloggio e argent de
poche (nella DDR, i volontari hanno stipendio minimo, ma regolare), inoltre
si assumono gli oneri assicurativi e le spese di partecipazione agli stages.
In Italia molti nostri
istituti ospitano frequentemente giovani provenienti
dall’estero, mentre risulta
quasi inesistente una disponibilità analoga da parte di giovani italiani. È
vero che alcuni centri (per
esempio Agape o la Casa
Valdese di Vallecrosia)
funzionano anche grazie ai
campi di lavoro della dura
Scuola del Tagliaretto
Sul n. del 21 dicembre
abbiamo dato notizia dei
lavori progettati per la
vecchia scuola del Tagliaretto con un elenco di offerte. Con i fondi raccolti
sono stati eseguiti i lavori
alle parti murarie ed al tetto, resisi necessari dalle
cattive condizioni dello
stabile. Sono state fatte
inoltre 4 nuove finestre con
relative ante ed un nuovo
portoncino di entrata con
relative verniciature.
Affinché la Scuola possa
essere interamente riattata, sia come locale di incontro che per eventuale
locazione a fratelli evangelici durante l’estate, si rendono necessari altri lavori
(parete divisoria, perlinaggio ecc.) e la sistemazione
di servizi igienici.
Ogni dono sarà gradito
e può essere consegnato
al pastore o agli anziani o
inviato direttamente nel
conto n. 6000 intestato «prò
scuola Beckwith del Tagliaretto » presso la Cassa di
Risparmio filiale di Torre
Penice.
Il Gomitato
Secondo elenco delle offerte
pervenute dall'11.12.'79 a tutto
il 12 marzo 1980: doti. Giancarlo De Bottini L. 20.000; Reather
Salt, Glasgow 8.700; past. Giovanni Bogo, Zurigo 20.000; dal
fondo stabili Chiesa valdese di
Torre Pellice 336.600; dr. Carlo
Papini 20.000; dr. Augusto Comba 10.000; Pini e (firma illeggibile) 20.000; prof. Enrico Forneron 40.000; L.P. Falchi 15.000;
Alfredo Poèt, Torre Pellice 10
mila; prof. Teofilo Pons, Torre
Pellice 20.000; Remo Roland,
Torre Pellice 25.000; ins. Èva
Frache. Torre Pellice 5.000; Luigi
Rossi, Torre Pellice 20.000; Diomira ed Ester Moretti, Torre
Pellice 20.000; past. Enrico Geymet. Torre Pellice 10.000; past.
Paolo Marauda 10.000; interessi
bancari al 31.12.'79 L. 19.258.
Risolvete i vostri problemi rivolgendovi alla
s.n.c.
Macchine agricole dei f.iiì frairia
Via Nazionale, 174 - 10069 Villar Perosa
AGRICOLTURA TRADIZIONALE
E MODERNA — HOBBISTICA
Chiedete e troverete...
ta di uno o due mesi a cui
partecipano molti italiani,
ma non c’è tra i giovani
una adeguata rispondenza
alle necessità degli istituti
di tipo assistenziale. Va ricordato comunque che in
questi ultimi anni è cresciuto il numero di obiettori di coscienza che hanno
chiesto di svolgere il loro
servizio civile negli istituti
della nostra chiesa, in questo senso il « volontariato »
ha uno sbocco.
Stenta a diffondersi, invece, l’altro tipo di servizio volontario, quello che
impegna per qualche ora
settimanale: alcuni giovani
fanno timidi tentativi, soprattutto dopo la confermazione, che però raramente trovano una regolarità e una continuità nel
tempo.
Concludendo, sarebbe
forse interessante che si
iniziasse una riflessione.
peraltro già fatta in passato, sul nostro giornale o
in altre sedi, sul lavoro volontario, sul diaconato, sul
servizio saltuario e per lunghi periodi. Presi come sono dai problemi occupazionali, cosa ne pensano i giovani? Ha senso un volontariato nella società italiana odierna? È ascoltato il
richiamo evangelico al servizio? E che cosa ne pensano i direttori degli istituti? Il volontario è un
« operaio » in più o deve
svolgere un servizio che il
salariato non riesce a svolgere? Qual è il rapporto
del personale dipendente e
salariato con i volontari
(che, seppure stranieri, comunque esistono)?
Sono interrogativi che
meriterebbero l’attenzione
non solo dei giovani, ma
di tutta la Chièsa.
Franco Taglierò
La Federazione femminile evangelica valdese metodista organizza nella settimana che precede il Sinodo un
SEIMINARIO DI AlVIMAZIONE BIBLICA
PER UNIONI E GRUPPI
FEMMINILI
con partecipazione aperta
a tutte le persone interessate.
Avrà luogo a Torre Pellice nei locali della Casa
Unionista della Chiesa
Valdese, nei giorni 28-29-30
e 31/7/1980 dalle ore 9 alle
ore 11 e dalle 15.30 alle
17.30.
Tema: Amore verso Dio
e verso il prossimo: fondamento della vita cristiana.
Si suggerisce la lettura
di:
* Le parabole di Gesù, Aldo Comba, editrice Claudiana;
Uno spazio per essere uomini, Josè Miguez Bonino, ed. Claudiana;
Voce « Amore » su Dizionario biblico. Dizionario
del pensiero protestante
ed. Herder-Morcelliana e
Enciclopedia « La religione cristiana » ed. Feltrinelli-Fischer 1971).
La condu2!ione del corso
è a cura del past. Antonio
Adamo con intervento dei
pastori Bnmo Rostagno e
Giorgio Tourn. L’inizio dei
lavori è previsto con una
relazione su: « Fondamenti
biblico-teologici dell’amore
cristiano ».
Le iscrizioni dovranno
pervenire entro il 15 luglio
1980 alla sig.ra Niny Boér,
strada dei Boér 19, 10062
Luserna S. Giovanni, telef.
0121/90367, che è a disposizione per eventuali richieste di informazioni.
Si spera che questo corso organizzato in prossimità del Sinodo faciliti la
partecipazione dalle Unioni e dai Gruppi delle Chiese Valdesi e Metodiste.
______LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE MACCARI AGLI AGRICOLTORI
A difesa dei nostri prati
In risposta alla petizione sottoscritta da trecento
agricoltori indirizzata alla Presidenza della Comunità
Montana Valli Chisone e Germanasca che richiedeva
provvedimenti per l’invasione dei prati da parte dei turisti, il presidente Maccari indirizza ai firniatari una
lettera di cui pubblichiamo l’essenziale. Dopo aver
espresso la sua solidarietà e la necessità di una approfondita opera di educazione (che compete principalmente allo Stato e alla Regione ma a cui la Comunità
Montana ha già intrapreso a dare il proprio contributo)
la lettera prosegue:
Due cose ha intrapreso
la Comunità Montana che
dovrebbero nel tempo dare frutti positivi:
1) la preparazione di
settanta guardie ecologiche volontarie;
2) la creazione di aree
attrezzate per turisti e villeggianti.
Sono settanta le guardie
ecologiche volontarie che
la Comunità Montana ha
Esistono il Paradiso
e Vlnferno?
Lo Spirito Santo:
forza attiva
o persona?
Era divino Gesù?
La Bibbia:
Parola di Dio?
Fondamenti di
fede cristiana
di STEFANO WHITE
pp. 64 - L. 1.000
Casa Editrice Nazarena
Via Toscanini, 62
50127 FIRENZE
c.c.p. 10581502
preparato per iniziare una
attività di difesa del territorio. Entreranno in funzione per l’estate ed uno
dei loro compiti è anche
di avvicinare gli invasori
dei prati e spiegare loro
i danni che possono derivare da un loro cattivo
comportamento.
Anche se è la Comunità
Montana piemontese che
■ disporrà del maggior numero di guardie, non bisogna illudersi di ottenere risultati immediati e strabilianti: nelle varie riunioni
' è già emerso un grande
impegno delle guardie, ma
tutti gli agricoltori e gli
abitanti delle Valli sono
pregati di collaborare con
le guardie stesse.
La seconda iniziativa intrapresa dalla Comunità
Montana è la creazione di
aree attrezzate con tavoli,
panche, cestini per rifiuti,
dove i gitanti possono sostare, mangiare, divertirsi, trascorrere la giornata,
giocare senza arrecare
danni ai prati ed ai campi.
E’ chiaro che per poter
mandare via i gitanti dai
prati la Comunità Montana ed i Comuni devono
preoccuparsi di destinare
loro aree o parchi dove
poter stare.
Sette mini-aree, allestite
Casa Evangelica di S. Marzano
5. MARZANO OLIVETO
(Asti) - Tel. 0141/856130
Aperte dal 1-7 al 31-8
Per informazioni — fino al 29
giugno — rivolgerti a
CHIARA Aldo - via Plana 105
. 15100 ALESSANDRIA
Tel. 0131/55995 (ore pasti)
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
10060 ABBADIA ALPINA
PINEROLO - Via S. Secondo, 38 - Tel. 22344
di fronte alla Caserma Berardi degli Alpini
dalla Comunità Montana,
sono già in funzione: Pramollo (Gaiet), Ferrerò, Pomaretto (Inverso), Salza
(Colle Fontane), Fenestrelle (Pineta), Pragelato (Val
Troncea), Villar Perosa
(San Giuliano).
Altre sei saranno attrezzate nel mese di giugno:
Porte (Malanaggio), Villar
Perosa (Bacino RIV), Pinasca (Serre Marchetto),
Massello (Balziglia), Frali
(Ghigo), Usseaux (Fraisse).
Tredici aree quindi per
ora.
Mi rendo conto che è
una goccia nel mare delle
necessità domenicali, ma
è una linea valida che deve
essere proseguita dalla Comunità Montana e sulla
quale devono trovarsi in
piena collaborazione i Comuni, altrimenti nulla potrà fare la Comunità, neppure trovare le zone da attrezzare all’interno di ogni
Comune.
Tante altre aree dovranno essere organizzate, e zone a parco attrezzate dovranno essere create: solo
così, potremo da una parte
proteggere chi svolge una
attività agricola e difendere più in generale la natu
ra, e dall’altra offrire ai turisti che vengono in Valle
la possibilità di trascorrere il loro tempo usufruendo delle nostre risorse di
ambiente, di clima, di tranquillità e serenità nel pieno rispetto del prossimo,
del lavoro agricolo e della
natura.
Il Presidente
(Maccari dr. Eugenio)
I mariti
ai lavoro
INVERSO PINASCA —
Domenica 11 maggio 1980
presso la sede della Pro
Loco di Inverso Pinasca si
è svolto un pranzo sociale
in occasione della festa della Mamma.
Da qualche anno a questa parte è sorta per iniziativa dei mariti questa simpatica occasione di ritrovo; particolarmente apprezzata dalle persone più
sole che possono così trascorrere una bella giornata
in un’atmosfera di simpatica familiarità.
Per tutte le mamme però
questa è soprattutto l’occasione per passare una giornata lontana dai ’’fornelli”.
RISTORANTE DA
CRINGIU
Il ritrovo del buongustai
Pregasi prenotare - Tel. 0121/51104
Via Nazionale, 49 - VILLAR PEROSA
SAI
AGENZIA GENERALE
DI PINEROLO
CORSO TORINO, 89 - TEL. 71957/8
MAURO MARIO
Agente
SUB AGENTI :
CHIARBONELLO GIOVANNI
VIA 1° MAGGIO, 134 - TEI. 90322
PASCHETTO MARCO
VIA RUATA, 102 - TEL. 500.333 5.
LUSERNA S. GIOVANNI
SECONDO - PRAROSTINO
Automercato Balmas Edmondo
Vendita
FIAT - AUTOBIANCHI
LANCIA - ALFA ROMEO
e tutto il mercato dell’usato
Via Nazionale, 157 - Tel. 0121/514430
VILLAR PEROSA
8
13 giugno 1980
CRONACA DELLE VALLI
_____jo DISTRETTO - PPM ARETTO
Seminario di
animazione gruppi
Persino alle Valli si è
parlato di animazione, in
modo serio e coinvolgente,
in un seminario curato da
un animatore svizzero, Gilbert Zbàren, nei giorni 3031/5 e 1/6. Dico persino alle Valli perché facilmente
diamo per scontato questo
aspetto ; pensiamo che la
chiesa alle Valli non abbia
bisogno di animazione, forte com’è della sua tradizione. L’animazione diventa una questione secondaria: sottolinearla significa
privilegiare la forma rispetto al contenuto, sbagliare il bersaglio, perdere
di vista l’oggetto della nostra fede. Il seminario ha
portato ad una conclusione opposta. Due sono state le considerazioni principali:
— animare un gruppo significa realizzare determinate condizioni che
consentano a tutti di
esprimersi, con convinzione e naturalezza, e
consentano al gruppo
di svolgere la sua fun
zione, qualunque essa
sia;
— ogni opinione o sentimento che non può venire espresso, in una
qualsiasi forma, corre
il rischio di affievolirsi
e di perdersi.
Per questo la tecnica di
animazione, in qualsiasi attività comunitaria delle
nostre chiese, può essere
di grande aiuto perché nessuno resti nella comunità
solo formalmente, perché
nessuno vi venga considerato più di altri, perché
ognuno di noi possa esprimersi e maturare la propria fede senza forzature.
Tre cose sono necessarie:
il sapersi mettere al posto
dell’altro, cioè cercare di
capirlo, l’accettarlo per il
fatto che esiste e non in
base a giudizi ed essere se
stessi.
Il corso, che si è regolato in base alle richieste
dei partecipanti, ha alternato questo tipo di discussione con una parte tecnico-pratica, che riguardava
CINEMA
Jesus Christ superstar
Domenica 22 giugno.
E’ il ritorno veramente
gradito di un film che mi
è piaciuto sotto tutti gli
aspetti, coreografia, recitazione, regia, musica, ma
soprattutto per il contenuto. Non è facile accettare, in un primo momento, la provocazione di un
titolo come quésto ed inoltre, di fronte allo schermo,
la musica è cosi violenta
che può quasi infastidire;
anche i costumi possono
certamente destare perplessità. Ci si accorge molto presto, però, che questo insieme di « provocazioni » disegnano in modo
estremamente preciso la figura del Cristo. Il film
traccia la storia degli ultimi giorni di Gesù, l’ingresso in Gerusalemme, il tradimento di Giuda, il sinedrio e la passione; l’interesse particolare è però rivolto all’aspetto più umano di questi momenti. E’
per questo che si insiste
molto sul ’re dei giudei’, la
Nuovo garage
di Priotti Adriano
• Riparazione di vetture nazionali
ed estere
• Revisioni e collaudi
• Elabor. Rally e sidecarcross
• Garanzia sul lavoro svolto
Via Nazionale, 87 - Villar Perosa
Tel. 0121/514388
il vero e proprio « mestiere» di animatore; si sono
fatti diversi esempi ed
esercizi, usando varie tecniche di animazione, riferite a casi diversi, tra cui
lezioni di catechismo, discussioni finalizzate a scopi diversi, riunioni varie;
il tutto grazie alla grande
esperienza e sincera disponibilità di Zbàren a rispondere alle esigenze dei partecipanti. Il giudizio è unanimemente positivo; unica
riserva sulla scarsa partecipazione dei pastori del
I distretto ai quali era stato indirizzato l’invito. Ci
auguriamo che il loro sia
un errore di valutazione
dell’utilità dell’incontro e
non invece un segno di
apatia ; non avranno anche loro bisogno di animazione?
A. B.
Società di
Studi Valdesi
La Società dì Studi Valdesi
ha in programma la ristampa
del volume di A. Armaud Hugon sulla storia di Torre Pellice.
Il volume è posto in prenotazione al prezzo di L. 4.000,
prenotazione valida sino a fine
giugno.
Rivolgersi alla Società di
Studi Valdesi o al past. Tourn *
Torre Pellice.
ITINERARI ALLE VALLI
Traversata Ghigo-Fontane
A cura di Raimondo Genre
Traversata GHIGO 1455 m.
- FONTANE 1412 m.
dislivello in salita: 532 m.
dislivello in discesa: 575 m.
tempo complessivo: 2,50 h.
Il primo itinerario che
proponiamo è adatto sia a
nuclei familiari, sia a persone poco abituate a lunghe camminate in montagna.
Questo itinerario è particolarmente raccomandato per la facilità del percorso, per la bellezza dei
luoghi attraversati, per la
ricchezza della flora e della fauna, per il buon panorama che si può godere sui
valloni di Frali, Rodoretto,
Salza e Massello, per la
possibilità che offre di visitare il piccolo museo di
Rodoretto (vedi Eco n. 16
del 18/4/’80), e di avere un
interessante contatto umano con i numerosi valligiani che, nella bella stagione,
salgono nei villaggi a riaprire le loro casupole ed a
zappare qualche campicello.
figura di Giuda (che a tratti sembra essere il personaggio principale della pellicola) o il timore da parte del Cristo di affrontare
la croce, tutto tende a mettere in risalto più l’aspetto di « vero uomo » rispetto al « vero Dio » che in
tante altre pellicole ci è
mostrato in modo anche
troppo oleografico.
Il Jesus Christ Superstar
è un « musical » perciò la
musica è predominante, ed
è uno degli aspetti più interessanti del film; ora violenta, ora sarcastica o
estremamente dolce, accompagna la storia in modo così perfetto da essere
parte di essa.
Un film da vedere e da
discutere per evitare che,
al di là del messaggio, in
noi rimangano solo belle
immagini o bella musica.
(Questa può essere una
indicazione per i gruppi
giovanili delle nostre comunità).
R.R.
SCHEDA
Rodoretto
Nel 1855 il Comune di Rodoretto viene annesso al Comune di Frali. Il sistema di vita antico
piano piano si evolve anche quassù. Chi è riuscito a raggranellare qualche soldo ha la possibilità
di acquistare altrettanti diritti, in lire, soldi, denari, punti e atomi, sull’Alpe della Raima, del
Prato dell’Orso, del Grasso.
Gli appezzamenti di terreno si riducono sempre più alla dimensione di fazzoletti ad ogni atto
di successione perché le famiglie sono generalmente numerose.
L’istruzione è quella cha è, finché giunge dall’Inghilterra il generale Beckwith, un grande
Amico. Ogni piccola borgata ha così, la sua scuoletta: dalle Coste, ultima borgata sui pendii che
portano a Punta Pignerol, fino a Serrevecchio,
Fontane.
Nella seconda metà del secolo scorso, nella zona di Fontane si scoprirà il talco ed allora, affrontando i rischi che si conoscono, la vita migliorerà leggermente.
Nell’anno 1908 viene fondata la « Società detta del Bestiame » fra i proprietari di tutte le frazioni del Vallone.
Il numero dei capi assicurati s’aggira sul centinaio. La Società si estinguerà nel 1962, quando
ci sarà lo spopolamento in massa delle frazioni.
Oggi 1980: le mucche che svernano a Rodoretto
sono quattro.
La popolazione, nella prima metà del secolo
attuale s’aggirava sulle 200 anime (Cattolici e
Valdesi insieme).
Scuole; Una a VUla Rodoretto, una a Campo
Clot prima sussidiata poi statale, una a Rimas
in alternativa con Arnaud. L’anno 1960 a Villa
c’erano due insegnanti con 40 alunni circa e un
insegnante a Campo Clot con 12 alunni.
Oggi 1980, le scuole sono chiuse e i pochissimi alunni rimasti scendono alla Gianna (Miniere) dove confluiscono anche gli alunni di Fontane, Crosetto e Gardiola.
Le famiglie sono poche per un totale di meno
di venti persone. Per un certo periodo anche i
campi sono stati abbandonati; ora si ritorna alla terra, alla genuinità. Infatti chi percorre il vallone durante la bella stagione, vede molti campi
lavorati e tutte le borgate rivestite a nuovo. I Rodorini hanno capito che abbandonare il tetto natio sarebbe offesa troppo grande per i nostri
vecchi che hanno bagnato del loro sudore ogni
zolla del piccolo campo... e poi il ’profumo’ delle
fabbriche fa apprezzare ancora di più l’aria ricca di ossigeno che ci elargisce la nostra monta
gna. ,
Dal 1973 a disposizione di chi apprezza 1 umile
lavoro dei montanari poveri c’è alla Villa un piccolo museo.
Poche cose, senza pretese, che hanno il solo
scopo di ricordare che fra le valli alpine c’è anche
il Vallone di Rodoretto.
e. tron
ARREDAMENTI PONS
“soluzione ¡fintemi
ß f
POMARETTO
TELEFONO 0121/81202
La gita si svolge su un
tratto dell’itinerario della
Grande Traversata delle
Alpi per cui l’individuazione del percorso è facilitato
da numerosi cartelli con
la sigla Gta.
Il primo tratto, tra Ghigo e Villa di Rodoretto, è
conosciuto col nome di
« viól dì mouistre » in quanto era frequentemente percorso dal pastore che doveva curare le chiese di
Frali e di Rodoretto.
Segnaliamo a Villa di
Rodoretto la presenza del
posto tappa della Gta che
consente, a chi lo desidera, di pernottare in modo
confortevole ad un costo
più che accessibile.
Trattandosi di traversata si pone il problema del
recupero dell’autq. Esiste
comunque la possibilità di
usufruire dei servizi di linea (ditta Tessore, Ferrerò - tei. 0121/848806).
La località di partenza
può essere fissata indifferentemente a Ghigo 1455 m.
o al bivio per Cugno, evitando in questo caso di
percorrere seicento metri
di strada asfaltata.
Dal bivio (cabina ENEL)
seguire, a piedi, la strada
asfaltata che in pochi minuti porta a Cugno 1485 rn.,
bel villaggio adagiato in
mezzo ai prati. Fresso il
lavatoio imboccare il sentiero (segnavia blu e cartello Gta) che per un tratto
procede parallelo alla strada provinciale ed al torrente, poi si innalza con
alcuni tornanti tra radure
e fasce boscose (acero, citiso, larice, abete rosso),
quindi prosegue con lunghi tratti pianeggianti verso il Foset inf. 1665 m.
(fresca sorgente nel sentiero) e la Costa Galmont
1680 m. circa.
Questo tratto è allietato,
all’inizio dell’estate, da una
fioritura ricchissima fra cui
spiccano il giglio martagone, quello di S. Giovanni,
alcune varietà di orchidea,
la viola calcarata e quella
gialla, il raro tulipano selvatico; dalla presenza di
numerosi uccelli canori, di
alcune famiglie di marmotte (una ha la tana nel sentiero). I fortunatissimi potrebbero anche avvistare
qualche camoscio, soprattutto nel periodo primaverile.
Fensiamo sia superfluo
ricordare il massimo rispetto della flora e della
fauna, tanto più che godo
no di protezione quasi assoluta.
Dalla Costa Galmont si
scende sul versante di Rodoretto in mezzo al bosco
(citiso, larice e abete bianco) ed in pochi minuti si
esce nella radura di Galmont 1596 m. (fontana) e
nei prati che conducono al
ponte sul Rio Dorato e
quindi al Ciai ed alla Villa
di Rodoretto 1432 m. (ore
1,30). ,
Raggiunto l’abitato di
Villa conviene sostare per
il pranzo, per una visita al
tempio e per visitare il piccolo museo (rivolgersi al
maestro Tron), preziosa
raccolta di testimonianze
della vita e del lavoro dei
montanari.
Terminata la visita, riprendere l’itinerario salendo ai Bounous 1491 m. ed
a Serrevecchio 1560 m.
(ore 0,20), piccolo villaggio
arroccato in magnifica posizione su una piccola sella erbosa da cui si gode un
vastissimo panorama.
Qui esistono due possibilità.
La prima, più breve, consiste nel dirigersi direttamente su Fontane 1412 m.
(ore 0,'30).
La seconda, decisamente
più interessante, consiste
nel salire al Coletto di Serrevecchio 1707 m. e di qui
scendere al Colletto delle
Fontane 1572 m. attraverso al magnifico bosco di
abete bianco.
Raggiunto il Colletto,
(fontana sotto la strada)
senza seguire la carrozzabile che collega Fontane a
Didiero, scendere lungo il
ripido sentiero che in pochi minuti consente di raggiungere il grosso villaggio di Fontane adagiato
nella dolce conca prativa
racchiusa da aride balze
rocciose (ore 1).
Chi non ha provveduto
a lasciare l'auto a Fontane, ma interide avvalersi
dei servizio di linea, dovrà
proseguire lungo la strada
asfaltata fino al bivio del
Rivet sulla strada provinciale.
Guide:
F Davite - R. Genre, Guida della vai Germanasca.
Ed. Claudiana, Tonno
1976.
Cartografia:
Istituto Geografico Centrale - Torino.
n. 1 Val di Susa - Val
CÌhisone.
9
13 giugno 1980
CRONACA DELLE VALLI
ANGROGNA
Il canto: mezzo di testimonianza
In Val d’Angrogna il canto,
particolarmente in passato, è
sempre stato di grande stimolo
nelle varie attività della chiesa:
culto, unioni giovanili e ovviamente la corale che ha avuto una
tradizione ricca d’esperienza (la
attuale non è certamente di meno). Una volta, anni fa, la maggioranza della nostra gente amava cantare. Direi che si cantava
ovunque. In campagna, mentre
si eseguivano lavori faticosi durante alcuni minuti d’intervallo,
spontaneamente, le note di qualche melodiosa canzone echeggiavano nell’aria con mianime consenso di gratitudine da parte di
chi ascoltava. A sera inoltrata, la
gioventù s’incontrava in diversi luoghi e manco a dirlo la lunga giornata di lavoro si concludeva in gioiosa allegria con dei
cori che, se bene eseguiti, erano apprezzati da quegli anziani
che dalle loro abitazioni ascoltavano con grande interesse. Oggi tutto questo sembra superato
nel vortice di una vita frenetica
e impersonale anche se non
mancano, qua e là, segni di riscoperta del canto come mezzo di
comunicazione e testimonianza.
Un solo esempio: la nostra affiatata Unione Femminile locale
ha realizzato un giro di riunioni
nei vari quartieri in cui oltre una
appropriata meditazione biblica
ha riproposto dei canti, della nostra tradizione, particolarmente
in francese, che valgono più di
tante parole.
Le melodie e le parole portate
tra i quartieri ci hanno fatto
comprendere, ancora una volta,
in quanti modi sia possibile manifestare la nostra riconoscenza
al Signore, non ultimo attraverso il canto. Grazie quindi alle
sorelle che ci hanno portato una
nota di gioia nell’isolamento del
quartiere, grazie anche per il richiamo ad una vita più cristiana.
Se sapremo vivere questo invito
che ci è stato rivolto attraverso
la melodia del canto tutta la nostra comunità ne trarrà un piccolo ma prezioso contributo sulla via della testimonianza.
Alfredo Monnet
• Anche domenica scorsa il
gruppo giov. del Prassuit-Verné
ha presieduto i culti al Serre e
al Capoluogo dimostrando, per
la terza volta quest’anno, una
ampia disponibilità cui va la nostra riconoscenza. Nella stessa
giornata mentre le scuole domenicali erano in gita alla Balziglia,
l’Unione Femminile al gran completo si è recata in visita a Susa
condividendo il culto con la locale comunità e trascorrendo una
giornata di viva fraternità.
• Sabato 14 sera non si terrà
la prevista recita del gruppo
giovanile di Torre; l’appuntamento è rinviato all’autunno.
• Raccomandiamo il culto di
domenica 15 che avrà un momento d’informazione sui lavori della Conferenza del Distretto.
PERRERO-MANIGLIA
Domenica 22 giugno avrà luogo la gita della comunità, come è
stato deciso nell’ultima assemblea di chiesa. Perché possa parteciparvi il maggior numero di
persone, verrà scelta una località
sopra Maniglia che consenta di
percorrere una parte del tragitto
in automobile. Per quell’occasione saranno sospesi i culti a Perrero e Maniglia. In caso di cattivo tempo, invece, non si andrà in
gita e i culti avranno luogo come
al solito.
Maggiori precisazioni sull’ora
della partenza, il luogo dell’incontro e il trasporto in automobile verranno comunicate domenica 15 durante il culto.
Sono anche in distribuzione i
volantini per chi desidera partecipare alla visita alla comunità
di Mont sur Robe organizzata
per i giorni 20 e 21 settembre.
L’adesione, accompagnata dalla
quota di prenotazione va consegnata al pastore Paolo Ribet entro il mese di giugno.
TORRE PELLICE
Un buon successo ha avuto il
concerto di chitarra tenuto da
Furio Rutigliano sabato 7 nel salone dell’ex-convitto. Un centinaio di persone, in maggioranza
giovani, hanno applaudito il chitarrista, che ha presentato un
nutrito programma di musiche di
autori classici e moderni. La bravura dell’interprete e le sue anticonformiste presentazioni dei
brani eseguiti, hanno evidenziato
le diverse difficoltà delle composizioni e la loro situazione nella
storia della musica. Si è trattato
dunque, più che di un concerto,
di un vero e proprio « Invito alla
chitarra »: anche per questo vada un caloroso plauso a Furio
ed un augurio di sempre maggiori successi.
• Il Gruppo Giovanile, nel suo
programrna di incontri aperti alla Comunità il 2“ venerdì del mese, rifletterà su Luca 4: 14-30.
Tutti sono cordialmente invitati
a partecipare alla riunione del 13
giugno, alle ore 20,30 alla Casa
Unionista.
• Domenica 15 avremo l’Assemblea di Chiesa (culto ore 10)
convocata per la presentazione
della Relazione Annua distribuita a fine maggio a tutte le famiglie della Comunità. Nell’occasione verrà fatta dai delegati la relazione sui lavori della Conferenza Distrettuale.
• È improvvisamente deceduto
Umberto Favat; la Comunità
esprime alla famiglia la sua simpatia fraterna.
VILLASECCA
• Il Concistoro è convocato
per sabato 14 giugno alle ore 20.
• Domenica 22 giugno, con inizio alle ore 10, avrà luogo l’Assemblea di ' chiesa per discutere
gli impegni finanziari per il 1981,
compresi quelli verso la Cassa
centrale. Ricordiamo che le decisioni prese in assemblea impegnano anche gli assenti.
Redazione - Eco Valli
si riunisce giovedì 19 c. m.
ore 20.30 presso OESP, via
dei Mille 4 - Pinerolo.
I corrispondenti sono invitati a partecipare.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Un gruppo di fratelli della
Chiesa Evangelica italiana di Zurigo, accompagnati dal pastore
Bogo e signora, in visita alle valli, sono stati accolti daUa nostra
comunità presso le famiglie che
già lo scorso anno erano state
gentilmente ospiti a Zurigo, in
occasione del viaggio della corale in Svizzera e Germania.
Due simpatici giorni di comunione fraterna con questi cari
amici che hanno visitato con noi
i luoghi storici, hanno partecipato alle nostre agapi ed hanno
trascorso insieme alla nostra comunità una indimenticabile serata ricreativa.
Un incontro che speriamo possa ripetersi ancora.
• Con una simpatica agape
fraterna ha avuto termine la serie di incontri mensili organizzati dalla Commissione Stabili.
La valutazione di questi incontri che hanno avuto luogo durante l’anno è più che mai positiva
e ci auguriamo che il prossimo
anno la Commissione Stabili continui a farsi promotrice di questa iniziativa sia per l’interesse
che essa ha suscitato, sia per il
momento di fraternità che essa
consente.
• Durante il culto di domenica scorsa sono stati battezzati:
Marco di Renato e Nella Caffarel dei Nazzarotti, e Andrea di
Walter e Giuliana Pons dei Peyrot. Il Signore benedica questi
bimbi e conceda loro di poter
crescere nella conoscenza della
Sua Parola.
• In questi ultimi quindici
giorni TEvangelo della Resurrezione è stato predicato in occasione dei funerali di : Garrou Maria Maddalena ved. Foumìer, di
anni 81, e Rivoir Elnrico Benoni,
di anni 94, ospiti dell’Asilo ; Bianche Sutter in Bigliardl, di anni
79, proveniente da Roma; Chauvie Stefano, di anni 87, sepolto
nel cimitero di Angrogna; Louisette Girardon, di anni 84, dei
Bellonatti ; Rivoir Irene ved. Bertin, di anni T7, della Ca’ Vela.
Alle famiglie rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna
solidarietà.
OPINIONI
SAN SECONDO
• Il fratello Fernando Revei
(Centro), da un po’ di temp»o
sofferente, è mancato improvvisamente il 7 giugno. E’ stato sepolto a S. Secondo lunedi 9. Originario della chiesa di Torino,
egli e la moglie Amilda, deceduta due anni or sono, ci lasciano l’esempio di credenti in
molti modi impegnati nella
chiesa.
• Domenica 8 è stato battezzato Davide Camusso, il primogenito di Giovanni e di Emanuela Coisson (Pinerolo). Ci rallegriamo con la famiglia e rinnoviamo il nostro augurio fraterno.
• I culti delle prossime domeniche saranno presieduti da Roberto Vicino, anziano di Brusiti
(15 giugno), da Dino Gardiol
(22 giugno), e da Renzo Turi
netto (29 giugno).
• Domenica 22 la Corale —
unitamente a quella di Prarostino — organizza una visita alla
comunità evangelica di S. Marzano Uliveto (Asti) ed invita i
membri della comtmità a pren
■ dervi parte. Si prega di far giungere al più presto le prenotazioni al presbiterio. Prezzo intorno
alle 5.000 lire.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Stefano Chauvie
nell’impossibilità di farlo singolarmente, riconoscenti ringraziano tutti coloro
che si sono uniti, in vari modi, al loro
dolore per la scomparsa del loro caro.
« Pace, pace, a colui che è lontano e a colui che è vicino! dice
l’Eterno » (Isaia 57: 19)
Torre PelRce, 28 maggio 1980
(c Confidate nell’Eterno, sempre »
(Isaia 26: 4)
Ci ha lasciato, dopo un lungo periodo di infermità
____Louisette Girardon____________
all’età di 84 anni
Lo annunciano le famiglie Girardon
e Muraglia che ringraziano riconoscenti quanti sono stati vicini a loro. Alla
cara Jolanda Monnet, al Pastore Taccia, al Dr. Marinaro, alla signora Paola
'Monnet, un particolare ringraziamento per l’aiuto prestato e per le parole
di conforto ricevute.
Luserna San Giovanni, 8 giugno 1980
Per Î referendum
Il canto
nella Chiesa
L’iniziativa di situare un tavolo per la raccolta di Arme per i
10 Referendum del P.R. a Torre
Penice domenica 1” giugno, con
la partecipazione anche dell’on.
Adelaide Aglietta, offre lo spunto
per riffettere sulle iniziative referendarie.
Nel nostro paese l’Istituto del
Referendum, garantito per ora
dalla Costituzione, non è molto
compreso, forse perché il cittadino italiano non ha ancora
maturato la coscienza di potersi
esprimere in prima persona per
scegliere leggi migliori. Nella
confinante Confederazione Elvetica questo tipo di consultazioni,
molto usato, fa parte del suo
costume civico che deriva da un
modo diverso di concepire la
democrazia popolare la quale è
figlia di vicende storiche e religiose ben diverse.
Gli evangelici sanno che « Cristo li ha liberati per farli vivere
effettivamente nella libertà, per
stare saldi in questa libertà e
per non ritornare ad essere
schiavi » (Gal. 5; 1). Questo messaggio evangelico è connaturato
nei valdesi perché Cristo si è
formato in loro anche attraverso
le lotte per la libertà civile e
religiosa.
Per il nostro popolo è un’occasione per non lasciarsi condizionare dal più forte, da chi detiene direttamente o indirettamente il potere o dai mass-media, lo
usi perciò, con coraggio, questo
strumento e firmi i referendum
di cui la stampa « indipendente »
scrive così poco e sui quali i mezzi di comunicazione di massa
tacciono.
Un uomo libero non ha bisogno del « placet » come sembra
sia stato dato ai socialisti italiani dalTon. B. Craxi firmando tre
dei dieci Referendum e precisamente: ii referendum contro l’ergastolo (n. 3) quello per l’abolizione dei reati d’opinione del
Codice Rocco (n. 2) e dei Tribunali militari (n. 6).
Alcune nostre Comunità si sono espresse ad esempio contro
l’installazione delie centrali nucleari. L’assemblea di Chiesa di
Torre Pellice il 13 maggio 1979,
votando un ordine del giorno,
« incoraggiava l’adesione alle eventuali proposte di legge di iniziativa popolare tese ad ottenere
la moratoria sulla costruzione
degli impianti nucleari ed a referendum consultivi su questo
problema, per essere protagonisti in questa scelta ». Quanti sono i membri di queste Comunità
che hanno firmato, secondo coscienza e convinzione loro proprie, il Referendum contro le
centrali nucleari (n. 9)?
È il momento di scuotersi dall’apatia o dall’indifferenza che
coglie molti.
Il past. A. Taccia nella predicazione di Pentecoste a Ferrerò
affermava che « dobbiamo impegnarci a contribuire fattivamente per la costruzione di un
progetto di esistenza in cui ogni
forma di schiavitù umana, morale, materiale e sociale sia combattuta ed eliminata e dove ogni
creatura possa vivere pienamente la sua dignità di uomo e la
sua libertà di figlio di Dio nella
pace, nella concordia, nel rispetto reciproco e nella giustizia ».
Questo contributo fattivo può
avere anche inizio con l’adesione ad uno o più dei referendum
che sono proposti al nostro popolo.
Attilio Sibille
Pietro Valdo Rostan
Antonio Kovacs
Avviso. Le firme per i Referendum si raccolgono entro il 27
giugno presso il Segretario del
proprio Comune di residenza,
nei giorni e ora fissati.
Vorrei riallacciarmi all’articolo
di Elsa Rostan riguardante le
corali e il canto in genere, pubblicato sul n. 21 delTEco-Luce del
23 maggio 1980.
Sono perfettamente d’accordo
con lei per quanto riguarda la
funzione che il canto dovrebbe
avere nelle nostre comunità e ritengo che il compito prioritario
delle corali sia proprio quello di
guidare e trascinare il canto degli inni durante il culto « e non
soltanto nelle grandi occasioni ».
Vorrei però aggiungere alcune considerazioni personali.
Recentemente la corale di San
Germano Chisone, di cui faccio
parte, si e recata, insieme alla
corale di Luserna San Giovanni,
in visita alle comunità evangeliche napoletane per portare a
quelle Chiese la sua testimonianza canora. Ebbene, le giornate
napoletane sono state così ricche di gioia spirituale, così piene di profonda edificazione, che
molti coralisti hanno ricevuto
nuovo slancio per lavorare anche
nelle nostre comunità con umiltà e convinzione.
Il calore, la fede, l’entusiasmo
riscontrati nelle Chiese partenopee ci ha insomma fatti riflettere sulla realtà della nostra comunità di S. Germano ed in particolare sul ruolo che deve avere
la corale.
Direi quindi che le uscite all’esterno, non sempre sono soltanto delle esibizioni, ma talvolta possono essere utili e produttive se si affrontano con spirito
fraterno.
L’avventura napoletana, e credo di interpretare il pensiero di
molti coralisti, ha lasciato il
suo segno nella corale di S. Germano, perciò ricordando quei
giorni luminosi, di cui siamo riconoscenti agli amici di Napoli,
mi auguro che la testimonianza
ricevuta serva a renderci operanti anche nella nostra comunità,
con l’aiuto e la guida del Signore.
Clara Bounous Bouchard
«Valdesi-D.C.»
ma gli altri?
Mi riferisco al corsivo « Una
scelta coerente? » (Eco-Luce del
6 giugno): «g. p.» fa bene a deplorare la presenza di valdesi in
liste democristiane. Sono infatti
convinto che, se la nostra libertà
religiosa fosse dipesa unicamente da circostanze ispirate a princìpi di stampo D.C., avremmo fatto ben pochi progressi dall’epoca
dell’Inquisizione. (Questo sia detto senza offesa alle non poche
nobili eccezioni presenti oggi nella D.C. come nel clero cattolico
del 1848). Pertinente quindi la
proposta di « g.p. » di organizzare un dibattito con gli interessati.
Tale proposta risulta tuttavia
chiaramente parziale: infatti, ai
presumibilmente pochi « valdesidemocristiani », fanno riscontro
i molti valdesi (della « vieille roche » e della « nouvelie vague »)
candidati nelle liste di partiti
dichiaratamente atei oltre che
spietati repressori di ogni manifestazione di fede religiosa dove
dominano incontrastati, eventualmente in buona compagnia
con aderenti ad estremismi politici o sindacali.
Certo, se noi valdesi fossimo
tali per scelta coerente e non perché nati da famiglie valdesi o
per tradizione, né « g.p. » né il
sottoscritto avrebbero motivo di
preoccuparsi circa il « perché di
certe scelte ». Guido Baret
AVVISI ECONOMICI
CUOCA assumesi. Rivolgersi alla Casa
delle Diaconesse, Torre Pelliee.
Tel. 0121/91254.
oggi e doinani
• Organizzato dal « Centro Culturale Progett(a)zione di Luserna S. Giovanni sabato 14 giugno alle ore 21 in
Piazza Partigiani si terrà uno spettacolo
con la partecipazione del Gruppo Musicale « Astrolabio », con canti e danze popolari, e del duo californiano
» The Tennessee Brothers ». L’ingresso
è libero. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà al Mercato Coperto.
COMUNITÀ' MONTANA VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
— dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
— dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle ore 8
del giorno successivo presso ¡'OSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San
Giovanni - TEL. 90884
— nella notte dei giorni feriali, dalle
ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso
¡'OSPEDALE VALDESE ■ Torre Pellice TEL. 932433.
FARMACIE DI TURNO
festivo e notturno
DOMENICA 15 GIUGNO
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON
— Via Repubblica, 25 - Tel. 31328.
A Torre Pellice: martedì chiusa la
farmacia Muston, giovedì chiusa la
farmacia internazionale.
DOMENICA 15 GIUGNO
Luserna San Giovanni : FARMACIA
PRETI - Via Inversegnì - Luserna Alta
— Tel. 909060
Dal 1° giugno al 15 giugno la Farmacia delia dott.ssa Gaietto è chiusa
per ferie.
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90118 - 91273
DOMENICA 15 GIUGNO
PIZZARDI - Tel. 91239
o tei. 91288 - Vergnano "Noccioleto"
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S. G. : Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ' MONTANA
VAL CHISONE - GERMANASCA
FARMACIE DI TURNO
DOMENICA 15 GIUGNO
FARMACIA BAGLIANI, Perosa Arg.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde di Porte - Tel. 74197
Croce Verde di Perosa - Tel. 81000
10
10.
13 giugno 1980
^orizzonte oscuro di una lotta dì liberazione di cui pochi parlano
L’Eritrea è un popolo
Il Tribunale Permanente dei popoli, riunitosi recentemente a Milano, ha dato all Eritrea un importante riconoscimento internazionale
I congressi di Ariccia
Che ne sarà dell’Eritrea, quel
popolo di 3 milioni e mezzo di
africani che da 20 armi lotta
contro l’Etiopia per difendere
la sua indipendenza e la sua
identità? Due anni fa, la situazione nel Corno d’Africa era
stata per diverse settimane al
centro dell’ attenzione internazionale perché vi erano coinvolti grettamente sia l’Unione
Sovietica che Cuba, in appoggio all’Etiopia. Da allora ì giornali non ne haimo più parlato
ma non certo perché le cose si
siano risolte. Anzi.
Verrà a mancare il
retroterra sudanese?
E’ recente (25 maggio) la notizia che il colonnello Menghistu Ailé Mariam, leader etiopico, e il presidente sudanese Nimeyri si sono incontrati a Khartum per trattare la questione Eritrea. Un tale incontro,
impensabile fino a poco tempo
fa, non lascia presagire nulla
di buono per il popolo eritreo.
Il Sudan, infatti, ospita dal ’77
sul suo territorio oltre 350.000
esuli eritrei, fuggiti dopo l’inizio delle ostilità ed è per quest’appoggio dato ai movimenti
di guerriglia eritrei che i rapporti tra Sudan ed Etiopia si
erano fatti particolarmente tesi.
Ma ora, varie pressioni e complessi giochi diplomatici sembrano aver convinto Nimeyri a
mutare politica e a riavvicinarsi aU’URSS. A questa svolta improvvisa non è certamente estranea la complessa situazione
venutasi a creare in Medio-’
Oriente, in Iran, e in Afghanistan, cioè l’indubbio rafforzamento dell’egemonismo sovietico in queU’emisfero.
Dopo la controffensiva sferrata, nel novembre ’78, dall’esercito etiopico, pesantemente appoggiato da consiglieri e da militari sovietici e cubani, i movimenti di liberazione eritrei
hanno cambiato strategia. Hanno volontariamente abbandonato alcune importanti città (Massaua, Keren, Dekamerè) in cui
erano entrati trionfalmente alla fine del ’77, per ritirarsi sulle
montagne del Sahel, nel nord
dell’Eritrea, ai conffni con il Sudan, in una zona così impervia
che è praticamente imprendibile. E infatti l’esercito etiopico
da oltre un anno si trova bloccato, senza prospettive, mentre
il Fronte eritreo, da queste sue
posizioni, ha lanciato una serie di operazioni di guerriglia e
di attacchi frontali che gli hanno fruttato un’enorme quantità
di materiale bellico catturato
al nemico. Nella sola battaglia
di Nakfa, scattata alle tre del
mattino del 5 gennaio scorso,
gli eritrei hanno catturato 17
carri armati, 95 camion ed un
centinaio di mezzi corazzati. Si
calcola che da allora l’esercito
etiopico ha perso 12/13.000 uomini. (Notizie tratte dalla rivista
« Il Ponte » - n. 2-3 del 29 febbraio/31 marzo 1980, in un articolo di Ennio Macconi; « Eritrea chiama »).
Le forze in campo
Quante sono le forze al momento? Non ci sono cifre precise
ma si calcola che da parte eritrea i combattenti sono circa
50.000 e da parte etiopica circa
85.000. Ma mentre i combattenti eritrei sono militanti dei
Fronti di Liberazione, il corpo
di spedizione etiopico è formato, per la maggior parte, da
contadini analfabeti strappati
dalle loro capanne dal Derg,
l’organizzazione dei militari «rivoluzionari » che nel ’74 depose
il « re dei re » Hailé Selassié.
Questi soldati ignorano completamente le ragioni di questa
guerra assurda. Ciò spiega il
gran numero di diserzioni che
si verificano nelle file etiopiche. Fra i disertori ci sono anche parecchi ufficiali che hanno
fatto la loro preparazione politica e militare nei paesi socialisti (Ungheria in particolare).
Secondo la loro testimonianza,
la presenza sovietica in Etiopia
si aggira sui 20-25 uomini per
ogni task force, unità composta
dai 700 agli 800 uomini. In quanto ai cubani, dicono che in Ogaden ce n’erano almeno 15/17.000
e che erano soldati, e non consiglieri. Ora però molti sono andati via.
Malgrado l’aiuto massiccio
dei sovietici e dei cubani, l’Etiopia non è riuscita finora a domare la guerriglia eritrea. Intanto la situazione economica
deH’Etiopia è disastrosa, sull’orlo del collasso. I debiti
ammontano ad 1 miliardo e 500
milioni di dollari nei confronti'
deirURSS la quale, in pagamento delle forniture militari, si accaparra la maggior parte della produzione di caffè, di semi
di olio e di pellicce. Ciò nonostante, il nuovo regime di Addis
Abeba non è assolutamente intenzionato a riconoscere l’indipendenza al popolo eritreo. Tutt’al più sarebbe disposto a concedergli l’autonomia regionale,
secondo un piano in nove pimti,
già presentato nel ’76 ma che
oggi come allora viene respinto
dagli eritrei.
Problemi interni
Da parte eritrea, i problemi
interni non mancano; la resistenza è divisa in 2 fronti di liberazione: il Fle (Fronte di Liberaz. Eritreo) e il Fple (Fronte
Popolare di Liberaz. Eritreo)
che pur essendo tutt’e due marxisti divergono. Il Fple, che è il
Fronte meglio organizzato e con
più 'seguito di massa, rimprovera al Fle il suo moderatismo e
la sua vicinanza a Mosca. A
quanto sembra, il Fle è un movimento che lotta sì, per l’indipendenza nazionale, ma non in
senso progressista e rivoluzionario, mentre il Fple è simile
ai vari Fronti di liberazione africani e, come loro, porta avanti,
nelle zone liberate, un lavoro di
coscientizzazione e di formazione politica e culturale delle
masse. Ora però, fra i due
Fronti, vi è la volontà di agire
in modo unitario per raggiungere l’obiettivo deirindipendenza.
Da chi è sostenuta la lotta del
popolo eritreo? Nel mondo arabo e africano, solo pochi paesi hanno preso posizione, e
non sempre chiaramente: il Sudan, l’Algeria, il Kuwait, la Siria, i Palestinesi, il Pronte popolare dell’Oman, la Guinea, la
Guinea Bissau, il Madagascar, il
Mozambico. E le grandi potenze? La Cina, finora, non si è
pronunciata. Gli Stati Uniti sono abbastanza discreti e sembrano aspettare l’evolversi della
situazione per subentrare al
posto dell’URSS quando se ne
presenti l’occasione, come è già
successo con la Somalia.
Il riconoscimento del
Tribunale dei Popoli
Intanto, su questo conflitto che
ha già fatto e continua a fare
migliaia di morti è calato il
sipario del silenzio. E la mancanza di informazioni va a tutto vantaggio dell’Etiopia che così può nascondere al mondo la
reale portata della questione
eritrea. Ora, è perfino riuscita
ad accordarsi col Sudan che
rappresentava l’ostacolo maggiore per liquidare definitivamente la resistenza eritrea.
La stessa Comunità Europea
ha concesso recentemente all’Etiopia un prestito quinquennale di 120 milioni di unità di
conto europee e l’Italia ha contratto accordi commerciali per
30 miliardi di lire.
In tale situazione di disinformazione, è doveroso rilevare
una coraggiosa iniziativa, passata quasi sotto silenzio dai massmedia: la convocazione, a Milano, dal 24 al 26 maggio scorso,
del Tribunale Permanente dei
Popoli, continuatore del famoso Tribunale Russell, composto
di vari esperti internazionali. Il
20 giugno 1979, infatti, i due
Fronti di liberazione eritrei avevano indirizzato al Tribunale
una domanda di parere consultivo su: 1) qualifica del caso
eritreo come caso di decolonizzazione non ancora risolto e, di
conseguenza, diritto del popolo eritreo all’autodeterminazione; 2) violazione da parte dell’Etiopia di questo diritto alTautodeterminazione e sulla illecità
degli interventi delle potenze
alleate dell’Etiopia nella lotta
contro il popolo eritreo. Dopo
aver ripetutamente invitato il governo etiopico, che non ha mai
risposto, il Tribunale ha convocato la « Sessione sull’Eritrea »,
a Milano. Al termine dei lavori,
è stato approvato un documento
che: a) riconosce la qualità di
popolo al popolo eritreo; b) riconosce pertanto il suo diritto
aU’autodeterminazione; c) precisa i doveri della comunità internazionale chiedendo alle Nazioni Unite e all’Organizzazione dell’Unità Africana — le quali non
riconoscono alcuna legittimità alla resistenza eritrea — di garantire il rispetto del diritto del po:
polo eritreo ad autodeterminarsi,
e a tutti gli Stati e Organizzazioni internazionali di « astenersi da
ogni cooperazione militare o d’altra natura intesa a reprimere un
movimento di liberazione nazionale » e « di favorire l’autodeterminazione fornendo, a questo fine, ogni aiuto di carattere diplomatico e materiale ».
Jean-Jacques Peyronel
Bollo sulla coscienza
(segue da pag 2)
contrariamente alla legge, il principio che alla domanda di dispensa debba far seguito una pronuncia dell’autorità scolastica, che
potrebbe, in ipotesi, essere di
rigetto della domanda stessa,
mentre nessun esame di merito
sulle convinzioni religiose dei loro studenti è consentito ai capi
d’istituto (...),
denunciano al paese questo attentato alla libertà religiosa dei
cittadini e chiedono la sollecita
revoca delle nuove disposizioni
in materia, perché contrarie alle leggi vigenti e ai principi di
libertà religiosa accolti dalla
Costituzione della Repubblica.
{segue da pag. 5)
di fatto, l’ingresso alle signorine. In molte Unioni femminili
infatti si riproducono ancora atteggiamenti gerarchici fra generazioni, proprio come in famiglia tra nonni, genitori, figli o
nipoti. Così, di fronte ad atteggiamenti paternalistici o di sufficienza, troppo spesso le giovani
generazioni, considerate inesperte, si sentono bloccate. Tutto ciò
evidentemente non incoraggia
l’ingresso di nuove forze all’interno dei gruppi femminili. I dati, del resto, parlano chiaro.
Inoltre, in questo periodo congressuale, sono emerse situazioni diverse tra chi è tutta protesa
al servizio all’interno della chiesa e chi tenta di creare ima relazione tra impegno aU’interno
e impegno nel sociale. Le generazioni che si sono formate nel
quadro di im gruppo femminile
essenzialmente « chiuso », difficilmente accettano di proiettarsi
al di fuori: questo salto richiede una profonda revisione di atteggiamenti precedenti che con
poca probabilità viene accettata.
Abbiamo notato, (sia detto senza spirito di giudizio) durante i
due congressi, che le donne con
figli che hanno vissuto esperienze di rinnovamento nella scuola
e nel sociale, sono generalmente
più disposte ad aprirsi verso
nuove forme di presenza nel
mondo e quindi a valutare positivamente il dialogo con le giovani generazioni per una ricerca
comune di fede.
Nei due congressi la maggioranza era rappresentata da insegnanti, impiegate e casalinghe,
ma la « gestione » del dibattito
è stata condotta da donne che
vivono, ogni giorno, nel loro lavoro, il difficile contatto con il
prossimo, attraverso il dialogo
e le discussioni. Allenate al dibattito, hanno sovente ricondotto sui binari dei temi assembleari i diversi interventi, cercando
di far procedere, in modo costruttivo, i lavori. In questi congressi diverse donne hanno preso la parola: hanno parlato coloro che hanno un’oggettiva autonomia che deriva, come abbiamo detto prima, dal loro lavoro
nella società e hanno parlato coloro che realizzano, solo in ambito ecclesiastico, la loro esperienza di fede. Molte altre donne hanno però taciuto, hanno
preferito ascoltare, anziché intervenire direttamente nel dibattito. Manca, per molte tra noi,
l’abitudine all’intervento in pubblico. Si ha paura di uscire dal
seminato: eppure, per chi ha
parlato fuori tema, non è mancata simpatia e comprensione,
cosa che difficilmente avviene,
per esempio, in assemblea di
chiesa condotta in genere dagli
uomini. Evidentemente, lo spazio
che la donna ha avuto per pronunziarsi è sempre stato molto
e troppo limitato: deve conquistarlo non solo alTinterno della
chiesa, ma anche nella società.
Questo tuttavia è possibile solo
se la donna riesce a guadagnarsi
una effettiva autonomia di pensiero e di critica e non vive più
« a rimorchio » delle diverse situazioni.
L'Evangelo, secondo noi, non
entra in contrasto con questa
autonomia, anzi la orienta, dandole un senso preciso nel servizio e nell'amore per il prossimo
considerato di pari dignità.
izione dei Gong ressi
20-30 3040 40-50 oltre 50
2 10 15 35
1 3 13 16
5 11 16 15
Valli V. Nord Centro Sud
31 36 33 32
Età
Valdesi
Metodiste
Battiste
Provenienza :
Mogli di pastore:
Valdesi 16 su 60 delegate = 26%
Metodiste 8 su 32 delegate = 25%
Battiste 7 su 37 delegate = 19%
Professione :
Casalinghe 51; Insegnanti 23; Impiegate 11; Pensionate 19; Commercianti 2; Operaie 3; Medico 1; Infermiere 2;
Assistenti sociali 2; Contadine 2; Custodi 2; Studentessa 1; Pittrice 1; Artigiana 1.
(segue da pag. 1)
zione umana; bensì il peso che
la sua Croce fa gravare sulla nostra vita di uomini credenti.
In altri termini, questa parola
di Gesù è sostanzialmente identica all’annuncio della sua passione e crocifissione. Il giogo che
Cristo ha accettato, facendosi
uomo e servo (secondo Filippesi
2: 5 ss.), è stato proprio questo:
la croce: la discutibilità (e come
lo hanno discusso e contestato,
dall’esterno e dall’interno!), peggio, il sostanziale, finale fallimento a tutti i livelli: religioso, economico, sociale, politico, fino a
rinunciare alla stessa sopravvivenza fisica.
Gesù — e il Padre in lui — ha
accettato questa contestazione,
questo fallimento umano, storico.
È stato mansueto — non debole,
però; è stato umile davanti a Dio,
ma non pavido davanti agli uomini. Non ha imposto il suo regno e la sua legge con le armi
degli uomini, ha affidato interamente a Dio se stesso e la sua
causa, il suo movimento. Per
questo, malgrado tutto, il suo
movimento vive; e per questo la
sua rivoluzione, il suo svezzare
i gioghi dell’ingiustizia e della
sofferenza umana non si è risolto in un avvicendarsi di gioghi,
non ha portato a nuovi gioghi, a
nuovi asservimenti, a nuove sofferenze. Quando la chiesa, le chiese hanno asservito, aggiogato uomini e nazioni, intere generazioni, hanno rinnegato colui che affermavano di voler servire, hanno spezzato il suo giogo, rifiutato la Croce e la vita che ce ne
deriva.
Essere seguaci di Gesù significa dunque andargli dietro sulla
via della croce: caricarci di questo giogo nella nostra vita, sia
essa più lieta o più triste, più facile 0 più dura. Ma che vuol dire, veramente?
Agli inizi e poi qua e là nel
corso della storia della, chiesa.
Il giogo di Cristo
fino ad ora, la croce può significare quel che ha voluto dire per
Gesù: opposizione e persecuzione, anche a morte. Capita anche
oggi, nel mondo, che uomini e
donne per la loro confessione di
Cristo Signore soffrano,,fino alla
morte, siano arrestati, detenuti,
torturati, internati come pazzi,
sottoposti ai lavori forzati, privati del diritto di predicare, limitati nel diritto di stampare e diffondere le Scritture, di educare
i loro figli dando loro una testimonianza di fede e dandogliela
in un contesto comunitario, fatti
sparire, massacrati perché hanno osato dire agli Erodi di turno: « Non ti è lecito ».
Vi è poi l’indifferenza, il disimpegno, il disprezzo nei confronti
di colui del quale siamo testimoni: la sua persona e il suo messaggio non sono tali da attirare
gli sguardi (Is. 53) e l’attenzione,
da captare laffqntasia e suscitare l’entusiasmo;''non hanno alcuna evidenza, non s’impongono
naturalmente,, al contrario; oggi
come allora.
Infine, il giogo di Cristo, il caricarci della sua croce vuol dire
anche affrontare la crisi della
fede, le contraddizioni che pullulano dolorose mettendo in questione la potenza e l’amore di
Dio. Se consideriamo tutta la diffusa, immensa sofferenza che le
malattie, la fame, la disoccupazione, le violenze, le ingiustizie
infliggono a centinaia di milioni
di uomini e di donne, di bambini
di anziani, qualcosa di profondo
sempre si rivolta in noi davanti
alla via di debolezza — però mai
di consenso al male, mai di rassegnazione! — scelta da Dio e seguita da Gesù Cristo.
Il Signore ci chiede così, in
un certo senso, di caricarci della
sua umanità, della sua debolezza,
del fatto che si è lasciato discu
tere, rifiutare, respingere, schernire, del fatto che si è lasciato liquidare. Ecco cos’è il suo giogo,
la sua croce: è lui il giogo, la croce, per noi. A chi accoglie questo
giogo è dato allora di ricevere
un dono grande: quello di sperimentare che questo giogo non è
tremendo, schiacciante, ma al
contrario diventa un giogo leggero, perché egli lo porta per
noi e con noi.
Gino Conte
Comitato di Rodazione : Franco Becchino, Dino Ciesch, Roberta Colonna Romano, Niso De Michells, Giorgio Gardlol, Marcella Gay, Marco
Pasquet, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella SbaffI, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione : Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono Olì/655.278 - c.e.p. 327106
intestato a « L'Eco delle Valli •
La Luce ».
Redazione Valli: Via Arnaud, 25 ■
lOOóó Torre Pellice.
Abbonamenti: Italia annuo 9.000
semestrale 5.000 • estero annuo
15.000 - sostenitore annuo 20.000.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
Cambio di indirizzo L. 200.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
41x40) L. 7.000 più l.V.A.
Inserzioni: prezzi per mm. dì altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
220 . doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
intestato a « la Luce : fende di solidarietà », Via Pio V 15 - Torino.
«La Luce*: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice (Torino) '