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Nulla sia f pHk iforte della vostra fedel
, » ? (Oianavello)
Olvelteres Prof. GIMO COSTAMI
AMMIN1BTRA21IONE: Via Carlo Alberto,. 1 bis - Tobbs Pstxics
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pellice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
Per il idue nov'emlMre
11 mese di npK^jg^re è alle porte. La
natura, un tem|<ji;?ieii58ì pienaJ^i vita e
di promesse, cambia rapidamente aspetto e sembrai avviarsi lentamente verso
la morte.C’inverno, con tutte le sue difficoltà e sofferenze, è vicino.
Novemb e! Il mese dalle giornate
brevi, fredde, umide e che molti definiscono il più triste dell’anno. « 11 mese
dei morti > come, nel suo espressivo
linguaggio, lo definisce il popolo siciliano. Difatti, da circa mille ‘anni, nel
corso dei primi giorni di novembre la
chiesa cristiana è solita rictiiamare l’attenzione degli uomini sopra un fenomeno universale nel campo della natura,
sopra il fatto-inevitabile che segnerà la
fine dei nostri giorni : la morte 1 Per la
verità siamo soliti distogliere il nostro,
pensiero da tutto quello chè ci iricorda
la morte; ai primi di novembre le cose
sono diverse ; un complesso di fatti e
di ricordi ci spinge, quasi contro la
stessa nostra volontà, a pensare alia
morte.
Il 2 novembre folle compatte popoleranno nuovamente i^ camposanti-éd an<i*»i«io^ard offrire, ìfi pio ppllegrinaggió,
un tributo di fiori e'di 'làgrime su una
tomba amata.
Davanti a quelle tombe che racchiudono delle fredde ossa di tenere creature,
di giovani caduti nel fiore dell'età, di
padri e madri di famiglia, di vegliardi...
si rimarrà pensierosi e si rinnoveranno
gli antichi dolori. Altri ancora penseranno a tombe lontane ; a soldati caduti sul
campo di battaglia, a parenti morti in
terre straniere.
Colui che non ha convinzioni religiose profonde fisserà la terra con un senso di penosa incertezza. L’incredulo con. templerà quelle tombe con smarrimento
e penserà forse a tutte le vanità della
vita. Queste righe sono intese, amico
'lettore, a preparare ii tuo spirito al mesto pellegrinaggio. Ricorderai forse, in
quel giorno, gli istanti più tristi della tua
vita: giorni nei quali sei stato chiamato a chiudere gli occhi a uh parente, ad
un amico carissimo e forse il tuo cuore,
, a volte così arido, sarà singolarmente
propenso ad udire una paròla di fede e
di speranza. .
Una parola di fede e di speranza abbiamo detto.
Difattì ti rivolgeresti invano alla sapienza umana : in presenza della morte
essa confessa di trovarsi dinanzi a un
grande misero. Ma la sapienza umana
non è l’estremo limite delia conoscenza ;
quando essa fallisce bisogna ricorrere
alla Rivelazione cioè alla sapienza divina che si manifesta nella fede dei credenti più umili. La Sacra Scrittura infatti ci presenta le cose in un modo
molto diverso da quello.che siamo soliti pensare; quando ci arrestiamo perplessi e coll’animo soffuso di tristezza
essa ci dice ; « Non vogliamo che siate
in ignoranza circa quelli che dormono,
affinchè non siate contristati come gli
altri che non hanno speranza » (1 Tess.
4: 14). Parole che Tapostolo Paolo scriveva ai Tessalonicesi i quali evidentemente, avevano grandi preoccupazioni
per i loro defunti: non sapevano quale era la loro sorte ed ignoravano la
vita dell'oltre tomba. Essi aspettavano
dunque una parola ispirata che fugasse
la loro ignoranza e desse una speranza che conoscono unicamente quelli che
hanno la fede.
« Non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono... » Essi
«dormono» dice l’apostolo.
L’immagine del sonno ricorre più volte nel N. T. per rappresentare la morte
e particolarmente la morte dei' credenti.
Gesù dice della figliuola di jairo : « essa non è morta ma dorme» e di Lazzaro: * il nostro amico si è addormentato* e San Paolo: «noi pure ci addormenteremo ». Questa immagine che è
suggerita unicamente dalla staticità dei
corpo dei defunti che fa pensare che siano unicamente colpiti da un sonno profondo, non implica, per la Sacra Scrittura, l’idea dell’infcoscienza o deUMnattività deH’anlma ma fa vedere che la
morte è il trapasso da questa ad un’altra vita che è in contrasto con le tribo..Jazioai e le angoscie della terra. ,
La morte un sonno ! ^ ,
Un sonno come lo desidera l’uomo al
termine di una laboriosa giornata. La
morte, per il credente, non è dunque
nulla di tragico e straziante, ma la chiamata di Dio per un più alto servizio.
Se questo è la morte noi proviamo un
vero senso di sollievo per noi stessi e
per quelli che ci hanno preceduto. Naturalmente nella morte, che è ia conseguenza del peccato, permane sempre^
. una certa inevitabile sofferenza ed il dolore per la rottura di legami terreni e
■ l’abbandono, sia pure temporaneo, degli
affetti che si sono creati in yita ; ma
ogni cosa è mitigata e trasfigurata dalla
Visione della celeste eredità.
Sono contristati, dice l’apostolo, unicamente coloro che « sono senza speranza » per sè e per 1 loro cari, coloro chq,
dinanzi alla morte, vedono il fallimento
di ogni cosa.
1 credenti invece hanno una speranza :
«Gesù Cristo risorto dai morti*. Essa
poggia su di Lui, esclama un commentatore dtll’Evangelo, sarà effettuata per
mezzo di Lui, e consiste nell’essere condotti con Lui là ove Egli è. « Chi crede
in me, dice il Signore, anche se muoia
vivrà, e chi vive e crede in me, non
■,-V'
morrà giammai in eterno*.
Gesù stesso morì e noi morremo fisicamente, Egli risuscitò per la potenza
di Dio e tjoi pure risorgefetnó per vivere con Lui. Difatti Egli ha così « distrutto la morte e prodotto in luce la
vita e l’immortalità mediante l’Evangelo».
* «O morte dov’è la tua vittoria?»
■ • u.: b.. '
PERSONAUA
Le nostre vivissime congratulazioni
al doti. Mario Rivoir, insegnante di Cultura Militare al nostro Liceo Ginnasio
per la sua promozione a capitano; al
dott. A. Armmd Hugon, membro della
direzione della S. S. V. per la sua promozione a tenente.
v/i ;/( ' ■
Iddio non è Iddio dei morti,
„ ma dei viventi. Mat. 22:32.
La solennità della « Commemorazione
' dei defunti » risale all’alto Medio Evo,
tè un giorno di preghiere solenni a
ore delle anime trattenute nel purgaio. Lt chiese evangeliche, che non
¿ffimeftono il purgatorio non possono
ifòturalmente associarsi ad una tale pratica. Tuttavia anche esse hanno ipanteifttio quella celebrazione: perchè mai?
■^Anzitutto essa rispónde ad un sentimento profondamente umanò. Chiunque
abbia in petto un cuore appena un pò
sensibile non può non pensare con affetto
e con riconoscenza ai suoi cari defunti
che lo hanno preceduto nella vita, che
gliel’hanno preparata, o resa più facile, od
abbellita col loro lavoro, il loro affetto
*ed il loro sorriso. E con gioia coglie
quest’occasione per fermare un po’ più
a lungo la mente sui dolci ricordi di un
caro passato.
Ma poi essa risponde anche ad un bisogno religioso : il bisogno di rafforzare
la fede nell’al di là, nelle dimore celesti
ì nel luogo del ritrovo e d’jrna. rinnovata
e più intima comunione coi nostri cari,
E per questa ragione specialmente le
chiese evangeliche celebrano questa solennità : per affermare la fede cristiana
nell’Invisibile, nella vita eterna, nella comunione dei vivi coi defunti, della chiesa
militante e della chiesa trionfante.
E ce n’è bisogno perchè ci sono oggi
come ci son sempre stati coloro che dubitano e non credono : o non possono, o
non vogliono credere alla risurrezione ed
alla vita dopo morte.
Ecco i sadducei che circondavano
Gesù. Essi rappresentavano l’elemento
mondano e così detto liberale del tempo
di Gesù, negavano la risurrezione dai
morti e l’immortalità dell’anima perchè
non eran chiaramente affermate nei libri
di Mosè, poi perchè l’anima non era indipendente ma solo una mariifestazione
della vita del corpo. Per loro il mondo
spirituale era pura fantasia e mettevano
in pratica la sapienza epicurea: Vivere
e lasciar vivere. E si gloriavano di saper sopportar le sofferenze di questa vita
anche senza la speranza di un al di là.
Cosi ci sono dei Sadducei moderni
che portan naturalmente altro nome. E
dicono che l’anima è solo un prodotto
del sistema nervoso. Che con la morte
del corpo finisce anche la vita dell’anima. L’esistenza d’angeli o di altri esseri
spirituali è per loro pura fantasia o superstizione. Essi non rimangono colpiti
dalle affermazioni del pensiero che esige
oltre la morte una manifestazione più alta
di giustizia per riparare le ingiustizie
ideilo stato presente; non s’accorgono
che l’anima quaggiù non è mai soddisfatta ; non riflettono che ia $apienza e l’amore di Dio non potevano concedere all’uomo la facoltà di pensare intorno alla
morte per renderlo più infelice del più
misero fra gli animali. Essi non prestan
attenzione alle testimortianze della storia intorno alla risurrezione di Cristo ed
alla sua potenza di rinnovamento nella
vita degli uomini.
Essi devono negare la risurrezione
perchè altrimenti dovrebbero amniettere
dei deftinti
anche un giudizio sulla loro vita ed una
sanzione sulle loro azioni.
I sadducei presentano a Oesù un caso
che dovrebbe sostener le loro idee. Caso
previsto da Mosè per la continuazione
delle famiglie in Israele; essi lo esage.rano fino airinverosiraile : il lóro scopo
non è già di affermare Timportanza dei
vincoli e dei doveri famigliari, ma iTmettere in ridicolo l’idea della risurrezione,
e cosi il negarla. x
Simili a loro sono quei moderni i quali
affermano che con là morte del corpo
muoiono anche gli affetti ; che gli affetti
sono solo una manifestazione fisica del
corpo. Chi è morto giace e chi è vivo
si dà pace." Perciò dimenticate i vostri
morti, cercatevi nuove relazioni e state
allegri. Con questa teoria una volta morti
non ci si ritrova mai più, e quelli che la
professano di certo non cercano la tomba dei loro defunti. Se mai pensano a
loro, ci pensano come ad un mucchiettó
di polvere o di cenere dà cui Tanima
‘ non sólo-s’è separata ma s’è . anche dir
sciolta e disfatta. L’immortalità per. loro
non esce dalla cerchia della natura fisica
in cui'nùHa si perde e tutto'si tramuta.
E se si chiede loro una prova delle loro
affermazioni non sanno uscire dall’ambito
delle cose materiali che si vedono e si
toccano e vi risponderanno beffardi con
una domanda: I vecchi risusciteranno
vecchi ? gli storpi risusciteranno storpi ?
s’è mai visto un morto uscir fuori della
sua tomba ?
Che si può rispondere a tanta pretesa?
Ecco le parole di Gesù Cristo ai Sadducei : Voi errate... cioè voi non riflettete:
vi contentate dell’apparenza delle cose,
ma non le studiate a fondo e perciò siete
nell’errore. Risposta che vale per, tutti
quelli che fan dell’uomo uh discendente
dell’animale. E più oltre - dice Gesù : voi
non conoscete le scritture, nè la potenza
di Dio : Vi pretendete dottori della legr
ge di Mosè e non capite ciò che è una
delle basi della fede : l’immortalità e la
vita. Naturalmente ai Cristiani il N. T.
dice molto più esplicitamente con S.
Pietro 1 : 3 : Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il
quale nella sua gran misericordia Ci ha
fatti rinascere mediante la risurrezione di
Gesù*Cristo dai mprti, ad una speranza
viva in vista di una eredità incorruttibile. - Il cristiano ammira con riverenza
la potenza e sapienza divine per cui nulla
si perde, ma dalla morte fa sempre scaturire la vita, per cui si compiono nell’anima umana i più grandi miracoli. Infine il crisliaho sa che le cose spirituali
si giudicano spiritualmente.
Alla risurrezióne dei morti, dice Gesù,
nè si prende, nè si dà moglie : ma i risorti son come angeli nei deli.
II cristianesimo ignora un paradiso
materiale - corne gli Elisi, ii Walhalla,
il paradiso di Maometto, la gran prateria
degli Indiani. Il matrimonio è un Istituto
sociale che ha il suo scopo sulla terra
per il mantenimento della razza umana,
e per il perfezionamento reciproco degli
sposi. Sulla famiglia si fonda lo Stato e
la Società. Dopo morte i beati sono co?
me angeli tra i quali non v’ò nè uomo
nè donna, e l’amore che li unisce è ce-
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' • '”' Siano adunque 1 vostri affeìti terresiri
consacrati da un più alto-ideale. #
Ricordate che ciò che nasce dalla carne è carne e si disfà come la carne, dunque la nostra vita sia improntata alle
leggi deilo spirito e della vita.
'7; Dai libri di Mosè, che i Sadducei consideravano come soli normativi Gesù
trae un ammonimento per i Sadducei. Il
cespuglio ardente è un simbolo di vitali fuoco ordinario avrebbe consumato ii
cespuglio.
La presenza di Dio lo ha sublimato.
Così è stato per i patriarchi: Abramo,
Isacco„e Giacobbe sarebbero dei *morti
scomparsi senza lasciar traccia se Iddio
>, non avesse vissuto Jn 'loro. La presenza
di Dio li ha resi viventi. Essi sono^delle
entità' viventi per ii popolo d’Israele, i
' anche p%r i Sadducei. Ed è l’Iddio vivente che dà ioro quella vita.
Chi vive in Cristo e Cristo in lui ricordiamoci che il suo nome « Emanueie * significa « Dio con noi » - è un
vivente.
I
■Si
Chi crede in me ha la vita
Io son la risurrezione eia vita - dice,^
Gesù a Marta - chi crede in me anche
. • . , . . . / ,
se muoia vivrà e chiunque vive e crede-li
in me non morrà mai. A. C. '
tA DOMENICA DELLA RIFORMA
Quale profondo ed intimo significato
abbia per noi, oggi, la celebrazione della
Riforma, in comunione con le Chiese
della Cristianità Evangelica, non è certo
possibile dire in un articolo, per forza
■di cose, necessariamente breve ed incompleto. E noi ci limiteremo pertanto a
sottolineare quello che ci sembra^essere
uno degir elementi' fondamentali, se non
l’elemento fondamentale della Riforma.
Quando ripensiamo all’opera di Lutero
ci accade facilmente di entusiasmarci per
<]uello che, nel suo atteggiamento e nella
sua passione, costituisce l’aspetto più
appariscente : la sua posizione di sfida
•di fronte alle autorità deila Chiesa e del
mondo.
Cosi, nella giornata del 31 ottobre
1517, quando quando l’ancora sconosciuto professore di Wittemberga affigge a
Wittemberga stessa le sue 95 tesi sulle
indulgenze, ci piace di raffigurarcelo, come in un quadro, il braccio teso a denunziare l’enormità degli abusi intollerabili.
Cosi lo vediamo nella giornata del 10
dicembre 1520, quando egli, l’oScuro mo-'
naco che pure dalla sua oscurità ha già
•osato rivolgere un Appello alla nobiltà
della nazióne tedesca per ricordare che
proprio ai laici, ai nobili, spetta di prendere a cuore la riforma della Chiesa, in
virtù del Sacerdozio universale, brucia
pubblicamente la Bolla papale : Exsurge
domine, con cui era annunziata ai mondo
la sua scomunica : è gettato il seme delle
future rivendicazioni di uno spirito libero.
E cosi ancora lo udiamo, nelle drammatiche giornate del 17 e 18 aprile 1521,
a Worms, davanti alla Dieta, indomabile,
rispondere ai potenti principi, lui, il rude figlio di umile gente, montanari di
Turingia: «Io non posso e non voglio
ritrattare nulla, perchè è malsicure e non
onesto agire contro la propria coscienza »:
sorge un. mondo nuovo.
E così nel giugno 1525 anche la quiete
del matrimonio con Caterina di Bora,
già suora, uscita di convento, assume un
valore trascendente, assurge alla dignità
di un simbolo: l’abbandono cosciente
e ragionato dell’idea che la vita ascetica
sia necessariamente una vita morale superiore, la vera vita religiosa e cristiana ».
litE, Choisy).
E così, in tutta la sua vita, nella predicazione, nella pubblicazione dei suoi
scritti che corrono per la Germania ed
oltre i monti, nel suo catechismo, noi
siamo portati, per naturale tendenza, a
vedere anzitutto Lutero e gli altri, Lufero di fronte agli altri, Lutero l’uomo
di combattimento, del buon combattimento. *
Ma in questo modo di vedere vi è
un pericolo : quello di fare di Lutero
semplicemente e puramente un eroe della
libertà di coscienza, un assertore di quella libertà di coscienza che in epoche
moderne ha preso un sapore prevalentemente moralistico che ben poco ancora
ha da vedere con la proclamazione evangelica.
Si dimentica cioè, o si vuole dimenticare che l’atteggiamento di Lutero di
fronte agli uomini del suo tempo non
è il frutto di dottrine più o meno sapien
temente elaborate, ma la manifestazione '
esteriore di una intima realtà -che per
Martino Lutero è tragica ed implacabile:
* Lutero h, come Dio é* (P. Maury) ;
cioè: di fronte a Dio vi è Martino Lutero.
Lutero ha cercato Dio, ma non l’ha <
trovato, nonostante i lunghi anni di travagliata disciplina monastica, nonostante
i lunghi sforzi di sovrumano tendere alla perfezione : « Mi- sono martoriato la
carne con la preghiera, col digiuno, con
le vigilie, il freddo ; sono quasi morto
di freddo... ; ero il persecutore e il torturatore della mia carne». Non ha trovato Dio, ma ha sentito la tragica potenza di Satana: ‘Satana è realmente '
omicida » è la confessione della sua
esasperazione impotente.
Non ha trovato Dio nella implacabile
dottrina della penitenza; ha ricercato^
veramente ed angosciosamente «
sofferenza più grande d’ogni sofferenza,
più grande che le pene delle anime dan-f
nate... • nella mortificazione dello spirito ?
e del corpo : tutto è stalo vano. • Satana
omicida • è stato nella sua penitenza, il
peccato è stato la sua quotidiana esperienza. ^
Ed il cammino di Lutero sì fa più
aspro, il cielo più cupo. Lutero ce|ca,
Lutero soffre, Lutero maledice aH’uòmo
abbandonato, solo, senza speranza.! Ed
allora sul suo cammino appare un umile fraticello che gli parla, semplice, pa~
role semplici : • disperare non sarebbe
insomma disubbidire ?» Ed un altro frate
ancora, Staupitz, il generale dell’ordine,
si affianca al monaco travagliato, e la
luce scende, a poco a poco. Nella meditazione della Parola di Dio Lutero trova la Luce; eccolo di fronte al suo Dio,
con la sua anima nuda, tremante sempre,
ma senza paura, perchè ha trovato: « non
sono le buone opere che fanno l’uomo
buòn^ ma l’uomo buono che fa le buone
opere ’.
Certo Lutero conosce sè stesso, conosce l’uomo*; conosce il suo cuore ed il cuore
dell’uomo : questo cuore dal quale procedono tutte le sorgenti della vita dell’uomo; e sa che esso è guasto, irrimediabilmente guasto : solo vi regna l’a'
more di sè. Da questo cuore è nata quella stessa sete di buone opere per acquistare la pace, la felicità, che ha tormentato il monaco Martino Lutero, che lo
ha costretto « a rinchiudersi talvolta tre
lunghi giorni senza mangiare, nè bere
fino a che non avesse terminato il suo
breviario, cosicché il suo capo diventava
cosi pesante che egli non poteva chiuder
occ'hio durante cinque notti > ; quella
stessa inconscia brama di « giustificarsi », per cosi dire, che gli ha fatto scrivere : ‘ i miei capelli si drizzavano sulla
mia testa, quando pensavo al giorno
dell’ultimo giudizio... (eppure) in convento non pensavo nè al danaro, nè ai
beni di questo mondo, nè alle donne,
ma il mio cuore tremava e si agitava
nel cercare il modo di propiziarsi Dio ».
Lutero conosce, Lutero sa, ma nella
luce della nuova esperienza, arditamente
avanza ; tutto quello che egli esige e
non può, egli lo aspetterà da Dio, l’Iddio vivente, l’Iddio rivelato in Gesù
Cristo 5 egli, l’uomo. Martino Lutero non
deve più «giustificarsi., ma interviene
la ‘ giustizia ,di Dio » : la salvezza nella
croce. ' ' «•.
Per sola fede egli è salvato.
L posteri discuteranro se egli »avesse
veramente diritto di dire «sola fide»,
soltanto per fede; e lunghe saranno le
dotte pole^miche dei piccoli uomini che
temono i giganti e cercano di vendicarsi
; scoprendo qualche difetto. Segnalando
un errore.
Ma Lutero sa che soltanto per fede
l’abisso è colmato e l’uomo vive in Dio:
« La sua libertà eroica è la sua abdicazione interiore » (P-. Maury). Ed è soltanto in questa intima abdicazione in Dio
che deve ricercarsi il vero senso dell’opera di Lutero, l’eterno valore della Riforma. La sua « libertà eroica » colpisce
gli spiriti,^ dicevamo cominciando, ma
. essa non avrebbe alcun sensq, sarebbe
orgoglio puro, empio titanismo, se l’abdicazione in Dio non le desse il suo si
gnificato. Lutero sarebbe stato soltanto
un ribelle, sia pure un vittorioso ribelle
un precursore, sia pure un fortunato
precursore, se ai suoi nemici avesse
«protestato» solamente; «ritrattare
cosa alcuna nè posso, nè voglio », e non
Un centenario
Il 16 settembre scorso, a Lipsia, secondo quanto annunzia l’E. D. P., si è
solennemente commemorata la fondazione
della Società Gustavo Ado//o. Si è ricordato come essa risultasse dalla fusione
di alcune associazioni dì Darmstadt e
Lipsia, che avevano come scopo là protezione dei protestanti tedeschi disseminati nel mondo. Come ben sanno i nostri
lettori questa assqdazione è poi diventata
un potente organismo che ha reso preziosi servizi alla causa evangelica, e la
Chiesa Valdese si sente spiritualmente
unita nello spirito di preghiera che ci
accomuna con questi fratelli in una rinnovata consacrazione.
Un annlwnrsario...
Il S.E.P.I. ce ne dà la lieta notizia : a
Bethel, la oramai leggendaria comunità
tedesca, si è celebrato il 75“ anniversario dell’inizio dell’opera. E' un nome che
evoca tutto un mistero divenuto realtà
vissuta dell’amore di Cristo. Un opuscolo
commemorativo ci fornisce alcuni dati
che vogliamo qui riferire. Nel corso dell’anno 1941, ben 25.000 persone vi han’ no ricevuto cure ospitaliere ; quésta cifra
per altro non comprende i militari, e bisogna aggiungervi 3138 persone che sono
state accolte nelle colonie di lavoro e
negli asili per i senza tetto. Sono cosi
in media più di 6.000 persone al giorno
che hanno trovato aiuto a Bethel. Il numero delle diaconesse della casa madre
di Sarepta saliva, alla fine dell’anno, a
2.023, a cui vanno aggiunte le 473 dell’associazione Kaiserswerth ; i campi di
lavoro ad esse affidate sono 521. L’istituto dei Diaconi, di Nazareth, accoglieva
alia fine dell’anno 559 fratelli, e vede
affidate alle sue cure ben 231 campi di
lavoro.
Aride cifre, semplici nomi di località,
ma che hanno il valore di un simbolo.
1 vecchi nomi biblici: Bethel, Sarepta,
Nazareth, rivivono in una luce nuova :
la luce dell’amore di Cristo che fa di
queste località un solo immenso ospedale cristiano, una città di rifugio, dove
sf cura il corpo, e si parla alle anime.
Voc« Ewangelica
Il nostro cordiale fraterno saluto augurale alla attività che la Voce Evangelica si propone di svolgere in seno alle
comunità evangeliche svizzere di lingua
italiana. E’ un agile foglio che, accanto
alla parte edificativa ed informativa, reca
un abbondante notiziario delle singole
comunità del Ticino, Grigioni, Basilea,
Zurigo. Ci auguriamo che questa iniziativa dei pastori A. Furhmann, direttore,
G. Pivoir, amministratore, sia feconda di
frutti nel nome del Signore.
avesse gridato a Dio : • la mia coscienza
Prigioniera nelle parole del Signore ».
' Prigioniera nelle parole del Signore e
soltanto perchè prigioniera l’anima di
Martino Lutero si effonde nel canto che
sfida i secoli ;
-1^
Sé migliaia di demoni
ne volessero inghiottire
le malefiche legioni
non yedranjqirfmpallidire ;
aiostrin pur; il cor
non ci' trema .
A un detto deH’Eterno ’
fiai depresso il re d’inferno.
Non la pretesa ricerca di una pretesa
ed arbitraria emancipazione della coscienza da ogni vincolo obbligatorio, ma la
incondizionata, intima dedizione all’Iddio
vivente, padre nostro, che sola può dare
un significato ad ogni tentativo di emancipazione, e senza la quale ogni tentativo di emancipazione, è arbitraria e dissennata sfrenatezza. Cl.
Albo d’Onore
Il 16 luglio a E1 Alamein è caduto in
combattimento il Maresciallo di Fanteria
Gay. Ignazio Petrone, marito della signora Elenà Béux dei Oianassoni. Originario del Mezzogiorno e di altra confessione religiosa egli aveva aderito con tut- ^
to il cuore alla fede evangelica e si era
fortemente affezionato alla Chiesa Valdese e alla nostra parrocchia. Egli non
perdeva nessuna occasione per assistere
al culto e nei lunghi mesi di deserto libico trovava conforto nella Parola di
Dio e nell’Eco delle Valli di cui era zelante sostenitore.
La parrocchia di San Germano piange
in lui uno dei suoi migliori figli adottivi ed esprime ai lontani suoi cari, alla
famiglia Beux e in particolare alla giovane sposa e alla bimba Vanda ch’egli
tanto amava, la più profonda e la più
sincera simpatia cristiana. L’Iddio d’amore che è protettore delle vedove e padre degli orfani consoli e fortifichi i cuori afflitti da si dura prova !
Per la Casa delle Diaconesse
Fiori in memoria del loro ex Direttore signor Adolfo Comba :
Suor Eugenia Tourn L. 50.—
Suor Luisa Stallò » 50,—
Suor Leonia Stallò » 50,—
Suor Melania Cardon » 50,—
ELIO EYNARD
Vaso Infranto
PREDICA
Netto L. 1
Libreria Editrice Claudiana
Torre Pellice
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L'BCO DElXe yAÌU .VAU3IS1¿
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>J.ÿ
Segnalazioni
Il culto di famiglia, croce tormento.
•<l’ogni attività pastorale, argortiento di
infiniti appelli, banco di prova‘di una
sana pietà evangelica ha oggi un agile
strumento nelle mani con ia « guida » (*)
al culto di famiglia pubblicata dal past.
T. Salma, con la cooperazione di un
gruppo di volonterosi collaboratori, pastori e laici : Ci viene offerta una medizione quotidiana di^ un passo delle S.
Scritture, cui s’accompagna Vàna opportuna indicazione di scelta di [passi biblici. Come le precedenti edizioni, questa
taccolta si giova di una grande varietà
di formulazione, che ne rende vivace la
lettura, mentre la presenza di alcuni argomenti trattati in modo più compiuto in
varie giornate successive contribuisce a
dare una maggiore omogeneità alla pubblicazione che ci auguriamo venga ampiamente diffusa e divenga un mezzo di
rinnovamento della nostra vita spirituale.
(*) T. Salma: Luci sul nostro sentiero
Catania (T. Salma, Editore) L. 6.
Il pastore A. Fuhrmann ha recentemente tradotto dal tedesco un prezioso libriccino: Dio consola quelli che soffrono
di J. Jaeger. Esso ci offre anzitutto una
preziosa scelta di passi biblici opportunamente raggruppati sotto diversi titoli:
Consolàti per poter consolare - 11 Signore
aiuta - Confidati nel Signore - Non siate con ansietà solleciti - ecc. Vi sono
poi alcune preghiere soffuse di una intima spiritualità, ed una scelta di parole
da meditare. 11 libriccino si trova in vendita alla Claudiana, in un ridotto numero
di esemplari, al prezzo^di L. 2.
QROH/IOI V/ILDESE
POMARETTO
Il culto di domenica prossima 1° novembre alla ore 10.30 nel tempio sarà
S.V .celebrato nella atmosfera del ricordo e’
della comunione con i nostri cari dipartiti.
— La sera alla riunione del Centro
sarà ricordato il movimento riformatore
protestante;
SAN GERMANO CniSOME
In tutta la parrocchia è stata distribuita la RELAZIONE ANNUA, in prima
pagina essa reca un bel gruppo della
gioventù della parrocchia. Con nostro
dispiacere non ci è possibile mandarla
ai Sangermanesi fuori parrocchia e ai
mlitari perchè la Tipografia erroneajnente ha stampato un numero di copie inferiore all’ordinato.
— Domenica prossima 1 novembre,
ore 10.30 - Culto di Ricordanza dei Defunti ;
Domenica prossima 1 novembre, ore
14 - 1» Riunione di tutti i Catecumeni
dei tre anni ;
Domenica prossima I novembre, ore
16 - Seduta del Gruppo d’Azione della
« Capitano Robert » ;
Domenica prossima 1 novembre, ore
20 - lo Culto serale. Commemorazione
della Riforma. Colletta per la diffusione
della Bibbia.
— La 1» riunione della Corale avrà
¡luogo mercoledì 3 novembre;
La 1» riunione della Società di Cucito
avrà luogo Giovedì 4 novembre;
La riunione della Gioventù in Villa avrà luogo venerdì 5 novembre.
— L’Asilo d’infanzia si riaprirà al principio di novembre.
torre pellice
Le Scuole domenicali si sono riaperte
la prima domenica di ottobre. Sulle sette direttrici e sulle monitrici che con
rinnovato entusiasmo e novèlla fede hanno ripreso il lavoro di educatrici dell’anima e^del cuore dei nostri 360 bambini imploriamo l'aiuto e le benedizioni ^
di Dio.
Mt
—' Alle dodici Insegnanti delle Scuole
eiementari, che con lodevole dedizione
impartiscono l’insegnamento biblico nelle. loro rispettive classi, tutta la gratitudine del Concistoro e dei genitori degli
alunni. .
i — VAsilo Infantile ha’riaperto il primó ottobre le sue porte per accogliere
quaranta bimbi che sotto la guida della
loro Maestra si avviano passo passo verso la scuola elementare.
— Una buona maggioranza degli alunni delle sopra menzionate scuola era riunita la domenica 11 ottobre alle ore 9
nel Tempio invitati dal Pastore per iniziare con un culto di circostanza e sotto lo sguardo del divino Maestro l’anno
scolastico.
— 11 18 ottobre hanno ricominciato
regolarmente le lezioni di catechismo e di
studio biblico ai nuovi iscritti alla classe preparatoria. I catecumeni saranno un
centinaio raggruppati in sei classi. Siamo stati lieti di constatare che la quasi
totalità di essi era presente fin dalla prima lezione. Così deve essere. Rincresce
che alcuni genitori non la pensano a
questo modo.
— I vari oratori della parrocchia si
sono riaperti per le riunioni quartierali.
Il giorno e l’ora stabiliti secondo il desiderio degli uditori interessati fanno
sperare che questi culti continueranno
ad essere ben frequentati tutta la « campagna » invernale.
— Si è iniziata Vattività giovanile : due
sedute già hanno avuto luogo, assai numerose, malgrado che molti giovani e
giovanette siano assenti dalla parrocchia
per ragione di lavoro o per il servizio
militare.
— Il comitato prò soldati prega tutti
colóro che hanno l’intenzione di dare un
aiuto in lana o in danaro per continuare l’invio di pacchi ai nostri cari fratelli sotto le armi di portare la loro offerta al Pastore il più presto possibile.
— In ntemoria della madre Costabel
Maddalena, la famiglia Armand Hugon
ha dato : L. 200 per la Chiesa di Torre
Torre - L. 200 per l’Orfanottofio femminile - L. 100 per l’Asilo dei Vecchi di
San Giovanni.
— Durante il culto del 18 ottobre sono stati insediati i fratelli che l’ultima
assemblea elettorale ha chiamato a far
parte del Consiglio di Chiesa: sono i signori Carlo Tommasini. Enrico Pascal,
Carlo Jahier, E. Favat, D. Ayassot. Sono stati loro assegnati rispettivamente i
quartieri degli Appiotti, di Santa Margherita, della Ravadera, dell’Inverso, dei
Chabriols. E’ con gioia che accogliamo
queste forze nella direzione della parrocchia domandando al Signore di benedire
l’opera che i nostri fratelli compiranno
per il maggior bene della Comunità.
Essi prendono il posto di quelli ehe
sono stati chiamati a più alto] servizio
nella Casa del Padre (gli anziani Davide Gaydou e Stefano Jalla) o che per la
loro età o perchè troppo occupati ad
altro lavoro hanno dato le loro dimissioni : Augusto CoYsson, Carlo Frache,
Paolo Margiunti, Davide Jalla. A tutti
vada la gratitudine alla Chiesa per l’opera compiuta. Pochi hanno il privilegio
concesso all’anziano Carlo Frache che è
stato ihembro del Concistoro durante
trentadue anni consecutivi.
VILLAR PELLICE
Ripresa. Il culto della ripresa, domenica 25 u. s., è stato rallegrato, oltreché
da una migliore assemblea e dalla partecipazione in bella massa dei nostri fanciulli, dalla presentazione a Dio, per
mezzo del Battesimo, di otto cari bimbi,
circondati da una folta schiera di parenti, padrini e madrine, fra quali spiccava
la serena figura di un bisnonno.
Voglia il Signore rendere efficace e
durevole le impressioni ch’Egli ha suscitato nei nostri cuori e farci meglio sentire il gioioso privilegio di appartenere
ad una sola grande famiglia.
Culti. Il 1® novembre. Domenica della
Riforma, il culto ,della mattina sarà con
celebrazione dellà Santa Cena. La sera
alle ore 20, avranno inizio, Dio permet-f
tendo, con una conferenza del Capodistret-**
to, pastore R. Nisbet, sulla Riforma Ì
culti serali domenicali al capolùogo.
I catecumeni Idei quattro anni sono
tutti convocati, per l’inaugurazione dei
corsi, domenica prossima 1® novembre
alle ore 14 nel tempio.
Battesimi. Sono stati presentati al Signore, nel sacramento battesimale*, al
.¿'culto di domenica 16 agosto: Luciano
Charbonnier di G. Pietro e Gaydou A.;
al culto del 30 agosto : Eiena Gönnet di
■[’Pietro e Michelin-Salomon Emma, Franco
X Paolo Modenese di Arnolfo e Gönnet
,|,i Adriana, Paola Iris e Enzo Janavel di
,;G. e Isolina Gras; Al culto del 13 settembre: Claudia Paola Long di Alberto
e Giulia Collet; al culto del 25 ottobre'
Chiavia Luciano di Aldo e M. Negrin,
S Miegge Amalia, Silvio, Franco, Aldo di
» fu Angelo e Morglia Clelia, Armand-U%-gon Renato e Giuseppina di Giovanni
e Coì'sson Albertina, Pastore Pietro
^Paolo di Carlo e Michelin-Salomon Ma
11 Signore benedica questi suoi teneri
l'agnelli ed i focolari a cui li ha affidati.^
l:- ' j
- Doni in memoria ricevuti dal Cassiere
della Tavola Valdese per Istituzioni varie
Per Orfanotrofio di Torre Pellice :
Noelie Malan L. 100,—
In memoria cara e indimenticabile Erminia Rostan in
Bendiscioli, la Famiglia » 250,—
Per TIstituro di Vallecrosia :
Caveglia Giulia, Torre Pellice » 50,—
Società di Cucito, Palermo » 100,—
Anonimo, in memoria Prospero e Annetta Costabel * 100,—
In memoria cara e indimenticabile Erminia Rostan in
Bendiscioli, la Famiglia » 250,—
De Judicibus, per anniversario
Mamma » 100,—
Per Istituto Gould :
Lina Giandinoto », 5,—
Antonio Maiorano, Bari » 35,—
Società Cucito, Palermo » 100,—
Per Istituto Femminile di Firenze :
Carole! Stefania Reggio, riconoscente al Signore » 20,—
In memoria Giovanna Masoni :
Chiesa di Livorno 25,—
Famiglia Masoni » 50‘—
» Fontana ^ava » 25,—
* Puorger » 10,—
» Pucci » 5,—
Anonimo, Malachia 3/10 » 100,—
Società Cucito, Palermo » 100,—
Anonimo (26 luglio) * 1000,—
M. F. S. » 100,—
Per Asilo di Vittoria :
Nicosia Mario, in memoria di
Michele Cassetti » 20,—
Fratelli di Grotte, in memoria
G. Licata » 50,—
Società Cucito, Palermo » 200,—
Giuseppina Vitale, in rhemoria » 50,—
Montrone Raoul » 10,—
D'Angelo Vittoria » 100,—
D’Angelo Italo » 100,—'
Per Asilo di San Germano:
Noelie Malan » 100,—
Per Ospedale di Pomaretto :
Susanna e Luigi Poèt, La Spezia, in memoria di Giovanna Montenegro » 50,—
Per Rifugio Re Carlo Alberto:
Noelie Malan * 100,—
Le Zie affezionate per dotazione letto dott. Amedeo Rostan in Bendiscioli » 150,-—
“DiiralloiAiiia Al nm. Il luna mb.^
> Matteo 12; 34-3T.
Quante psuole in una sola giornata I
Quante sono utili, quante sono vané*
dal suo buon tesoro, trae fuori cose buoquante sono cattive ! « L’uomo dabbeiw)
ne, e l’uomo malvagio dal suo malvagia-,
tesoro trae cose malvage». E se non
traggo fuori lé cose eccellenti' che 11
Cristo mette ogni giorno in me, se noo
parlo di tutto ciò che risuona nd noia
cuore, se taccioi è forse per pudore, ÓOme spesso lo pretendo, o per tinüdltáV
per mancanza di coraggio ? :
In questo mondo dove il malvagia
grida altamente, bisogna ohe il cristiano
parli. Bisogna che oggi, se l’occasione
mi viene offerta, sappia testimoniare
della mia fede, della mia gioia di appartenere a Dio. Bisogna che abbia il cor
raggio di parlare: davanti a quelli che
credono come me, affinchè si sentano
meno soli; davanti a quelli che non credono, affinchè si sentano meno trionfanti. Bisogna che parli valorosamente,
semplicemente, naturalmente, perchè I4
mia certeziza è xmà forza di Dio, cb.e
non ho il diritto di annientare col mio
silenzio. Oggi, davanti alla mia timidità, forse alla mia viltà, Gesù pone chiaramente il dovere della parola. « Dall’abbondanza del cuore, la bocca parla ».
C. Oellérier - trad. O. Gemi).
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incalcolabili. Nessuna ingemAtà e nessuna indiscrezione. Il
silenzkt assoluto sa qualsiasi
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un dovere di tutti gli itoiiofd.
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lnpro>TÌa~'Pastóre : Arnaldo CombaTl
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^^'Bobhió Fenice '^— -Pastore r ^Alberto ^
ilUcca.^ ' rfWj 'f h'}K^ rii./-" “^ì
X^userna i^^n.’Giovanni - Pastore : Lo- ■
;-f Trieste,' Chiesa? Via S. Maria Maggiore
‘’-t - Pasitosre” Guglielmo Del Pesco, Piaai ‘.za Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte,-' Chiesa Valdese (da
.Ivreà) terza domenica. >.
'..v<
IV
Pivoira. J,^ ,>, .
^ Massello^—Pastore : Enrico Tron. ,
'Ferrerò — Pastoret Oreste Peyronél. f
'■ Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Frali T— Pastore: Arnaldo Genre.
0, PramolIo, -*- Pastore : Paolo Marauda.
^ Prorostino — Pastore : Umberto Bert.
^ Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
' Rodmetto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rora Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
^Torino Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone 7
•c - Pastori: Elio Eynard, Via Pio V, 15
Roberto Comba: Via Berthollet, 34.
Vtllar Pellice —- Pastore : Roberto Jahier.
i'S
erpna; Chiesa: Via Duonio (da Bre' scia).- A - ,
- Viering:-Chiesa Valdese (da Aosta)."-Venezia: Chiesa: Palazzo ^ Cavagnis '.i2 S. Maria Formosa - Pastore E. Ayas4«* sot (ivi).
('TA
II'DISTRETTQ:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto al^ " Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chies'a: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
m. 1. ?
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
f Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
. (da Ivrea).^
Brescia: Chì'esa: Via dei MiUe, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea; seconda domenica.
Corno: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.,
, Coazze: Chiesa Valdese.
ìCormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa „Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
Pastore A. Vinay, Casa Rayera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(da Ivirea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Tori‘ no).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
. . j , III DISTRETTO: '
' Barga: Chiesa Valdese (dà Pisa).
Borrello: Chiesa Valdiese (da Carunchio).
Bordighera; Chiesa ai Piani di Vallecrosia - Pastore Davide Pons - Piani
i j di Valìecrosia (Imperia). '
Campobasso: Chiesa Valdebe: Pastore
. P. V. PanasKàa.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serràgli, 51 ‘ nay (ivi).
Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. ViForano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).,
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa: Chiesa Valdese - Via Derna, 15 Pastore A. Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffì - Chiesia: Piazza
Cavour: Pastore P. Bosìo, Via Marianna Dionigi, 57. ' ’ ,
Salle: Chiesa Valdese (da San Gìacot
mo).
Sampierdarena: Chiesa; Via A. Cantore, 16 - Pastone: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panasela (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abrtbzzo: Chiesa Valdese (da
Carunichio).
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
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S. Germano b 53 8 19 11 10 13 39 15 10 17 09 18 51 20 18 Villar Perosa 7 01 7 45 " 9 48 12 23 15 - 16 35 18 13 19 48
Villar Perosa 7 — 826 11 17 13 55 15 20 17 15 18 58 20 24 ■ S. Germano 7 07, 7 52 9 55 12 31 15 09 16 42 18 21 19 54
Perosa Argent. 7 20 8 45 \ 11 40 14 14 15 40 17 35 19 16 20 40 Pinerolo 7 30 8,20 10 25 13 05 1540 17 09 18 50 -i 20 19
'ii'
ALTTOCORRIERA PINEROLO-ORBASSANO-TORINO
Pinerolo Torino (2) 5 15 7 7 40 9 11 16 33 18 - (2) 19 46 * 20 16
Torino Pinerolo 536 7 27 (2) 7 28 8 57 16 48 18 15 (2) 19 12 21 02
AUTj PEROSA-FENESTRELLE-PRAGELATG-SESTRIERE
Perosa
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
(5)
9 10
950
10 21
10 55
19 iO
20 10
Sestriere
Pragelato
Fenestrelle
Perosa
5 45
6 25
(5)
16 05
16 30
16 55
17 40
AUTOCORRIERA TORRE PELLICE-BOBBIO
Torre Pellice
S. Margherita
Chabriols
Villar Penice
Via Fourca
Bobbio Pellice
830 19 05 — Bobbio Pellice 6 15 15 50
8 35 19 10 — Via Fourca 6 20 15 55
8 42 1917 — Villar Pellice 6 26 1601
8 49 19 24 — Chabriols 6 33 16 08
8 55 19 29 — S. Margherita 6 41 16 15
9- 1935 — Torre Pellice 6 45 16 20
»■ ■ rf-
AUTOCORRIERA SAN SECONDO-PINEROLO
San Secondo 7 —
Pinerolo 715
(4)
99 15
ISIS 15
(4)
Pinerolo 7 50 11 - 18 30
San Secondo 8 05 11 15 18 45
AUTOCORRIERA PEROSA-PERRERO
Perosa
Perrero
9 10
9 35
930
9 55
Pèrreto
Perosa
66 25
17 15
17 40
(1) Ferriale — (2) Festivo — (3) Non si effettua alia Doniehica — (4) Si
effettua solo al Sabato — (5) Al Martedì le corse si effettuano solo tra1> erosa
e Pragelato.
Ferr. BRICHERASIO-BARGE
■ Bricherasio-Bagnblo-Barge
(2)
6 10 9 24 13- 1452 1852 2020 21 34
6 22 9 36 1312 1504 1904 20 32 21 46
6 32 9 42 1318 15 10 19 10 20 38 01 52
Barge-Bagnolo-Bricheraso
4 47 6 55 8 48 12 24 1626 1812 1935 2056
4 54702855 1231 1633 1819 19422103
5 05 7 13 0 06 1242 1644 1830 1963 2114
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festivi eccettuato fra Pinerolo
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