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UNA POLITICA
COSTRUTTIVA
«Nella stagione in cui i re cominciano le guerre...»
2 Sam. 11,1
SEMBRA che nel Medio Oriente antico la guerra sia stata un appuntamento stagionale, una specie di campionato sportivo. Con la guerra si cercavano soluzioni per le contese territoriali, per le mire egemoniche. Erano i
re che ingaggiavano le guerre, ma generalmente erano i sudditi che vi ritmettevano la vita. La guerra, si sa, non
fa vincitori, ma soltanto vittime e perdenti. Ciò nonostante è rimasta uno
iport molto praticato e ricorrente. Dal
greco «pólemos», la guerra ha anche a
che fare con polemica, guerra di parole, guerra incruenta, ma è sempre guerra. La presente stagione di congressi di
partiti e di campagne elettorali per le
lezioni amministrative ci riporta alla
mtante, o alla ciclicità, delle guerre.
Àncora una volta sono i re, i signorotti
beali 0 nazionali, a ingaggiare la battaglia, ma sono sempre i cittadini senza potere a rimetterci. Lo scontro elettorale fa vittime e guasti, perché ben
presto degenera in ricatti e ostruzioni1 mi, quando non in vere e proprie intiìmézioni violente, le cui prime vittime non sono i «re», ma gli altri.
. K
E possibile immaginare un'attività
politica che non sia sinonimo di
guerra? Che non faccia guasti, ma sia
rivolta al bene della «pòlis» ? Può darsi
ìche porsi questo genere di domande ci
faccia apparire troppo ingenui o troppo utopistici. Alla luce di Tangentopoli, stagione avviata ma non ancora
conclusa, ci rendiamo conto che gli interessi in campo sono troppo alti per
cominciare a vedere all’orizzonte una
politica per il bene di tutti. Conosciamo piuttosto una politica fatta di difesa a oltranza degli interessi personali.
Vero è che i partiti, per definizione, difendono una «parte» della società, ma
quando questa parte diventa azienda,
clan, cosca, allora si passa il segno, allora ci si indigna. Quando si vede fare
politica per ottenere immunità, per
imporre tangenti, per realizzare contratti vantaggiosi, per pagare meno
tasse a danno dei deboli, per affermare
una supposta superiorità etnica e lavorativa, non indignarsi è un fatto grave.
r TN altro aspetto deteriore della po\J litica è che essa viene spesso intesa come sofisma, come capacità dialettica di generare distinguo e elucubrazioni. Spesso però è proprio all’ombra
di simili sofismi che la politica da rozza diventa strumento di giochi nascosti. Tutto questo, sorprendentemente,
come in certe rubriche televisive, avviene sotto gli occhi di un pubblico a
cui viene impedito di parlare, che fa
soltanto da coreografo. Se tutto questo
ci indigna, non basta chiudersi nel
proprio privato, praticare l’astensioni
smo, non solo dal voto. È necessario
trovare Inforza per fare obiezione alla
stagione della guerra, cioè per ribellarsi e voltare le spalle, non alla politica
In quanto tale ma a chi fa della politica uno sport e non uno strumento di
servizio per la collettività. È necessario
essere presenti con proposte alternative ai giochi di potere e muoversi per la
difesa, mai sufficientemente compiuta, di tutto ciò quel che è rimasta vittima della povertà e dello sfruttamento,
cioè dei poveri, dell’ambiente, dei valori alti dell’esistenza. In altri termini,
non bisogna fare della fedeltà alla pacala di Cristo un fatto privato o reli^oso, ma un fatto politico. La parola
«Í Geremia agli israeliti deportati a
Babilonia suona ancora valida: «Cercante il bene della città e pregate l’Etereo per essa...» (29, 7).
Salvatore Rapisarda
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTTSTE, METODISTE, VALDESI
L'ultimo disastro in Campania ripropone drammaticamente molti colpevoli ritardi
Italia, un territorio da gestire
/ problemi del nostro territorio sono noti a livello scientifico, ma non c'è ancora un'adeguata
capacità politica di intervento soprattutto perché manca una diffusa cultura della prevenzione
ALBERTO CORSANI
Lf IMMAGINE dello stadio è una
I di quelle che accendono gli
animi e scatenano l’entusiasmo degli italiani: ma l’immagine della Juventus campione d’Italia e della Salernitana che ha ottenuto dopo 50
anni la promozione in serie A, domenica 10 maggio, è stata cancellata da quella agghiacciante dello
stadio di Sarno, dove un solenne
funerale ha accomunato decine di
vittime del disastro della Campania. La solennità fa impressione,
forse più delle polemiche che ormai hanno raggiunto un livello di
saturazione: soliti scambi di accuse, ma anche soliti commenti sui
giornali. Del resto, che altro scrivere? Come evitare di ripetersi?
«In Italia dal dopoguerra a oggi dice Giovanni Fiorio, ricercatore
presso il Dipartimento di Geofisica
e vulcanologia dell’Università Federico II di Napoli - si possono valutare in circa 7.700 le vittime di
disastri naturali come terremoti,
eruzioni vulcaniche, frane e alluvioni, cioè circa 14 morti al mese, e
per riparare i danni causati da questi eventi si sono spesi circa 9 miliardi al giorno. Nello stesso periodo solo in Campania e per le stesse
cause si sono avute 3.080 vittime,
cioè il 40% del totale. In questa regione esistono e sono state identificate circa 150 aree soggette a movimenti franosi attivi». Venerdì 8
maggio la stessa Università ha convocato un seminario sulla questione: «Alcuni ricercatori - continua
Fiorio - hanno studiato in dettaglio
il movimento franoso, del tutto
analogo a quelli di pochi giorni fa,
avvenuto a Palma Campania nel
febbraio 1986. Allora si ebbero una
decina di morti, ma vale la pena ricordare che Palma si trova ai piedi
del versante sud-orientale della
stessa dorsale calcarea che sovrasta i paesi colpiti quest’anno, Sarno, Quindici, Bracigliano.
Il tipo di movimento franoso è
definito colata rapida e in questa
zona interessa una sottile coltre di
materiali vulcanici deposti sui ri
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(. 1*1
lievi calcarei dell’Appennino. Il
modello di franosità ipotizzato dai
ricercatori prevede che le rocce si
saturino di acqua durante diversi
giorni di pioggia; nel caso di Palma
Campania fu sufficiente una pioggia media di meno di 14 mm al
giorno per un periodo di una ventina di giorni.
Nessun fenomeno eccezionale
quindi; invece una pioggia sottile,
ma insistente, è in grado di liquefare decine di migliaia di metri cubi di detriti sciolti, formando veri
torrenti di materiali solidi dotati di
immensa forza distruttiva; tali frane sono da interpretare come uno
dei fenomeni dell’evoluzione naturale di questi versanti. Il fenomeno
è dunque conosciuto nei dettagli,
ma tutto continua come prima a
Palma Campania (dove si continua
a costruire ai piedi del versante) e
in altre zone già visitate da disastri.
Dal 1924, solo in Campania, si sono avute ben 16 frane disastrose
aventi la stessa dinamica di quella
di questi giorni».
Il livello degli studi, il livello
scientifico dunque funziona. La denuncia anche. Manca invece una
cultura, una propedeutica di lungo
periodo, a tutti i livelli, dagli amministratori locali che hanno consentito di costruire (e non soltanto nel
Meridione), ai governi che hanno
«condonato» l’edilizia più irresponsabile, ai cittadini che non si sono
posti il problema. Manca, a partire
dai singoli, una cultura che metta la
gestione del territorio fra le priorità
per la modernizzazione del paese.
Troppo facile stigmatizzare lo stridere dell’ingresso in Europa con
queste arretratezze: altri paesi convivono con vicende analoghe (vedi
le alluvioni catastrofiche verificatesi negli scorsi anni in Germania,
Olanda e Francia meridionale) e inquietanti (i neonazisti in Germania,
la pedofilia in Belgio): fa parte della
fine secolo del nostro continente
vivere nelle contraddizioni (sviluppo economico e disoccupazione,
telematica e sacche di povertà, ricerca scientifica coniugata ad abbandoni scolastici e speranze nel
miracolistico). Compete però a tutte le persone dotate di responsabilità mettere in luce queste contraddizioni, e richiedere strade alternative credibili. Le chiese che fanno
capo al Consiglio ecumenico hanno denunciato due anni fa i rischi
che stiamo infliggendo al clima del
nostro pianeta, cioè a noi stessi e a
chi verrà dopo: ma devono fare i
conti con una sensibilità non ancora sollecita a raccogliere il monito.
Il problema, oltre che politico e
magari giudiziario, è culturale, richiede costanza ma anche fantasia,
capacità di pressione e di inventare
un linguaggio nuovo per far comprendere che non ha senso coesistere con i grandi rischi, vivendo in
una abituale accettazione, rotta di
tanto in tanto dalla cronaca.
Lo chiede l'anglicano Carey
I cattolici si aprano
all'ospitalità eucaristica
«Cambiate il vostro atteggiamento nei confronti dei non cattolici
che prendono l’eucarestia durante la messa»: lo
ha detto George Carey,
arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, lo scorso 26 aprile rivolgendosi alla Chiesa
cattolica. «Nella mia tradizione accordiamo regolarmente a chi è battezzato e membro di altre chiese cristiane l’ospitalità eucaristica, così
come la riceviamo da loro - ha detto -. Per noi è
un momento di grande
partecipazione e gioia;
un segno visibile e un
preannuncio di quella
unità alla quale siamo
chiamati». «Ricordiamoci che l’eucarestia non ci
appartiene, non ne siamo i detentori, piuttosto
si tratta di un dono di
Dio» ha aggiunto Carey
esprimendo anche la
speranza che il nuovo
millennio possa essere
l’occasione per dei «segni positivi» sull’eucaristia. Immediata la rispósta del cardinale Basii
Hume, capo della Chiesa
cattolica in Inghilterra e
Galles, che ha parlato
della «necessità di esplorare con i partner ecumenici» la natura del sacramento e della teologia della chiesa, «(nev)
Sottoscrizione della Fcei
Appello per gli
alluvionati del Sarno
«Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto
sempre pronto nelle distrette. Perciò non temeremo, anche quando
fosse sconvolta la terra»
(Sai. 46). La nostra fede
ci spinge oggi alla solidarietà con le vittime
della tragica alluvione
della Campania. La Federazione delle chiese
evangeliche in Italia lancia una sottoscrizione
per contribuire all’opera
di ricostruzione e anche
di prevenzione e tutela
del territorio. I progetti
saranno resi noti nelle
prossime settimane. La
Fcei informa che sono
stati portati a termine.
anche con la collaborazione delle chiese evangeliche svizzere e tedesche, tutti i progetti della
sottoscrizione per i terremotati dell’Umbria e delle Marche, per un importo di 220 milioni di lire, e
che il residuo di circa 21
milioni (fondi pervenuti
nelle ultime settimane) è
stato destinato alla nuova sottoscrizione.
I contributi possono
essere versati sul ccp numero 38016002 intestato a: Federazione delle
chiese evangeliche in
Italia, via Firenze n. 38,
00184 Roma, specificando nella causale; «prò alluvionati Campania».
VISITE «CULTURALI» ALLA SINDONE
Qualche giorno fa mio figlio, prima eiementare in una scuola pubblica torinese
con una forte componente laica tanto che
quasi metà classe non fa religione cattoiica, esce da scuoia con un avviso sul diario:
«Giovedì prossimo visita alla Sindone:
si/no, firma dei genitore». Vado subito
daiia maestra: «L'ha deciso l'insegnante di
religione?». «No, no, l'abbiamo deciso noi
maestre», risponde lei. «Beh, è una decisione discutibiie; è un evento religioso
confessionale», dico io. «Ma è anche un
importante evento cuiturale. Vengono da
tutto ii mondo per vederla e i nostri bambini non ci possono andare? E poi, guardi,
non è obbligatorio», si difende iei. «A parte il fatto che i bambini ci possono andare
con i genitori, cosa farebbe mio figlio in
alternativa?», chiedo io. «Potrebbe andare nella classe di fianco. Che ne dice?». Così mio figlio è stato parcheggiato nella
classe accanto («ma non devo fare i compiti, vero papà?», ha patteggiato lui furbescamente). Ancora: i bambini di un'altra
scuola sono tornati a casa con una corona
del rosario ciascuno come ricordino. Giusto per sottolineare i'aspetto culturale e
non confessionale della visita. (e.b.)
2
PAG. 2
RIFORMA
All’Aì
VENERDÌ 15 MAGGIO
«Siate soggetti,
per amor del
Signore, ad ogni
autorità creata
dagli uomini:
al re, come al
sovrano; ai
governatori, come
mandati da lui
per punire i
malfattori e per
dar lode a quelli
che fanno il bene.
Poiché questa è la
volontà di Dio:
che, facendo
il bene, turiate
la bocca alla
ignoranza degli
uomini stolti;
come liberi, ma
non usando già
della libertà qual
manto che copra
la malizia, ma
come servi di Dio.
Onorate tutti.
Amate la
fratellanza.
Temete Iddio.
Rendete
onore al re»
(I Pietro 2, 13-17)
«Ma non è così tra
di voi; anzi,
chiunque vorrà
essere grande fra
voi, sarà vostro
servitore; e
chiunque, tra di
voi, vorrà essere
primo sarà servo
di tutti. Poiché
anche il Figlio
dell’uomo non è
venuto per essere
servito, ma per
servire...»
(Marco 10, 43-45)
«Pietro, apostolo
di Gesù Cristo,
agli eletti che
vivono come
forestieri nella
dispersione del
Ponto, della
Galazia, della
Cappadocia,
dell’Asia e della
Bitinia, eletti
secondo la
prescienza di Dio
Padre, mediante
la santificazione
dello Spirito, ad
ubbidire e ad
esser cosparsi del
sangue di Gesù
Cristo: grazia
e pace vi siano
moltiplicate»
(I Pietro 1,1-2)
IL VERO VOLTO DELLA LIBERTÀ
Come Gesù fu pienamente libero così egli vuole che noi oggi siamo liberi/e
Nella comunità dei credenti, l'amore del prossimo deve diventare evidente
GIOVANNA PONS
g IN dal saluto introduttivo ap
pare evidente che questa let
tera era indirizzata ai cristiani
dispersi nelle strutture pagane
delle province dello stato romano. Questi dispersi erano quindi
in una situazione precaria, come
stranieri nelle strutture di uno
stato ospite, le cui leggi non erano certo rispettose della loro libertà di coscienza, tanto da determinare una situazione di conflitto, a volte di persecuzione.
Sarebbe quindi lecito pensare
che l’espressione «siate soggetti» abbia potuto provocare nei
lettori dell’epoca una reaziope
di. rifiuto. Come si può esseri
soggetti ad un’autorità che non
rispetta la tua fede, che ti obbliga ad andare contro la tua coscienza, pena la persecuzione o
persino la morte? «Essere soggetti» indica sottomissione e,
nel nostro testo, si riferisce alla
sottomissione di creature umane «ad ogni autorità creata dagli
uomini»; non ad autorità «che
sono ordinate da Dio» (vedi
Rom.l3, I), ma a esseri umani
nella loro funzione di rappresentanti del potere statale.
Liberi/e come lo fu Gesù
Ne possiamo dedurre che
'-------
questa sottomissione è vissuta come Croce, per amore del
Signore, secondo la parola di
Marco 10, 44; «Chiunque fra voi
vorrà essere primo sarà servo di
tutti» anzi schiavo di tutti. Per
cui, in ultima analisi, la sottomissione è vista nell’ottica del
servizio reso a Dio, della sequela, della Croce. Ma come?
La risposta la troviamo al v. 16:
Cristiani e pagani
Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione,
piangono per aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Cosi fanno tutti, tutti, cristiani e pagani.
Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione,
lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane,
lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte.
I cristiani stanno vicini a Dio nella sua sofferenza.
Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione,
sazia il corpo e l'anima del suo pane,
muore in croce per cristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona.
Dietrich BonhoefTer
(da Resistenza e resa, lettere e scrìtti dal carcere,
Ed. Paoline, 1988, p. 427)
come liberi/e. Il termine sottomissione vuol dire che non dobbiamo uscire dalle strutture
umane della storia, ma dobbiamo abitarle, come liberi/e. È la
parola libertà che mette in contraddizione le strutture, che provoca la situazione di conflitto e
di persecuzione. Così come avvenne per Gesù che, per il suo
annichilimento nelle strutture
della storia, in obbedienza al volere di Dio (vedi Fil. 2, 7) morì
sotto Ponzio Pilato. Fu ucciso
nelle strutture storiche del suo
tempo, come libero o perché libero. In quella situazione precaria e di persecuzione trasmise alla storia il vero volto della libertà,
un programma di vita, che non si
ferma alle generazioni passate e
a quelle future, ma è creazione di
una via storica determinata che
conduce alla ricapitolazione di
tutte le cose, quando Dio sarà
tutto in tutti (vedi I Cor. 15,28) al
di là della storia.
Per questo Cristo camminò tra
noi nella pienezza della sua
umanità, come un compagno di
viaggio, che assume su di sé le
nostre incapacità, che insegna il
giusto comportamento, che salva, converte, redime e non ci lascia soli in nessuna situazione.
Così come egli fu libero così egli
vuole che noi oggi siamo liberi/e.
Non liberi come chi si fa Dio ed
esercita un potere non suo, come
i potenti della terra che signoreggiano sulle nazioni e sulla società strumentalizzando la politica, la cultura o la scienza. Ma
liberi/e come lo fu Gesù Cristo,
mettendo in crisi le strutture
umane con la propria esistenza,
il proprio comportamento giusto, facendo del bene a quelle
creature che sono fondamento
di ogni avvenimento umano,
quello dello stato per esempio,
nelle cui strutture viene intrapreso lo sviluppo dell’economia,
della scienza, della scuola...
Oggi, dispersi nella comunità
umana, percorriamo le vie che
gli sono proprie, quali quelle
dello sviluppo economico, della
ricerca scientifica, dell’istruzione scolastica, dei diritti umani,
della cultura... perché queste sono le vie che Dio ha scelto per
trasformare il mondo e portare a
compimento il suo piano. Come
liberi/e nel senso della nostra
lettera. E perciò come servi/e di
Dio. Come già abbiamo detto è
proprio in quest’asserzione che
incontriamo la croce di Cristo,
cioè il limite delle strutture
umane, la loro creaturalità e an
che la loro funzione che ci permette di percorrere al seguito di
Cristo la via che egli ci ha tracciata. Le strutture non sono
eterne, ma proprio perché ormai in esse è stata piantata la
Croce di Cristo, i suoi servitori
trovano la vera libertà d’azione
nei tempi in cui vivono.
Tempi presenti e tempi deila
memoria, in cui valdesi e ugonotti, anabattisti e puritani, resistenti sotto ogni regime totalitario, nonviolenti come Gandhi o
Martin Luther King, simboli di
libertà come Mandela... hanno
vissuto come liberi nelle strutture umane della storia riuscendo
a deformarne i rigidi assunti, incrinandone le rigidità fino a trasformarne gli schemi e i contenuti. Uno stato di diritto si può
raggiungere attraverso un’etica
sociale simile a quella della prima lettera dell’apostolo Pietro,
ma non attraverso le guerre. La
libertà ha quindi un suo limite
che è quello etico: la mia libertà
è possibile fino a quando non
nuoce a quella degli altri per cui
essa non è solo la mia libertà,
ma una libertà testimoniata che
si trasmette agli altri perché costituisca una via storica per
l’umanità.
Dio, onorate il re». Solo Dio è da
temere, l’autorità si rispetta soltanto. Al sovrano appartiene
l’onore come a tutti gli altri esseri umani, ma il timore deve essere solo rivolto a Dio (le donne
presso la tomba vuota per esempio hanno timore) perché Dio
solo decide dell’esistenza umana, qualunque cosa pensino i
politici o gli scienziati. Questo
timore, che non è paura ma coscienza di essere di fronte a
un’alternativa ultima, sottolinea
l’etica dell’epistola, prima di tutto l’etica sociale e poi tutte le altre etiche che da essa dipendono (vedi V. 18 ss.; 3, 1 ss). La lettera non paria di un timore che
si dovrebbe alle autorità umane,
quindi il suo pensiero sta sopra
precedenti espressioni del cristianesimo primitivo che attribuiscono invece alle autorità
umane una particolare funzione
stabilita da Dio.
L'etica della libertà
y f ETICA della libertà si riassu
me nelle ultime parole del
passo che è oggetto della nostra
riflessione; «Onorate tutti, amate
la fratellanza. Temete Dio, rendete onore al re». Il verbo onorare viene riferito a «tutti» e al «re»,
perché il conflitto non viene
creato dai sottoposti, ma da una
struttura che non tiene conto
che tutti sono creature, in qualunque scala sociale si trovino.
Allora come oggi, i governi e i loro impiegati costituiscono strutture in cui i dispersi, i diversi (gli
immigrati, i rifugiati, i disoccupati, coloro che confessano altre
fedi...) sono pietre d’intoppo che
creano situazioni di conflitto.
Ma qui nel nostro passo il rispetto si deve a «tutti» e comprende
quindi qualsiasi creatura viva
nel nostro contesto sociale, come prova della libertà dei cristiani, il cui comportamento non
può dar luogo ad equivoci circa
la loro giustizia.
Ma se lo stato e i cittadini
stanno sullo stesso piano, Dio e
lo stato non stanno sullo stesso
piano e in quest’ultima asserzione sta proprio il fondamento
della libertà che cerchiamo. Infatti leggiamo ancora «temete
I confini della libertà
Ma ci sono ancora i verbi
«onorare» e «amare» da
mettere in relazione: «Onorate
tutti, amate i fratelli e le sorelle
della comunità». La diversità dei
verbi non vuole svalorire l’amore
del prossimo, del diverso, nel caso specifico del cristiano verso il
pagano, per cui il rispetto è per
tutti, ma l’amore è solo per i fratelli e le sorelle in fede. Anche
qui si tratta di etica di comportamento; quell’amore del prossimo che talvolta vogliamo esprimere e rendere evidente, nella
società, può venire recepito come equivoco e paradossale, può
essere respinto come utopico e
sintomo di debolezza, ma nella
comunità dei credenti deve potersi esprimere liberamente, deve diventare evidente. Nella comunità le strutture statali devono lasciare il posto al comandamento deH’amore: per esempio
gli stranieri e i residenti dovrebbero avere gli stessi diritti, così
pure gli uomini e le donne.
Persino la libertà di amare ha
quindi i suoi confini etici, che
Dio solo può rimuovere. La lentezza di questi processi, per
esempio la concessione dei diritti civili a valdesi ed ebrei o il
riconoscimento del ministero
pastorale alle donne, l’emancipazione degli schiavi o la liberazione di interi popoli da governi
iniqui... non deve farci perdere
la speranza, perché i segni del
passato già determinano il futuro. E sono segni del Dio di Gesù
Cristo che viene.
Note
omileticht
Api
Rin
f coin
Versetto 13: l'espr»
ne «essere soggetti» *
me, nel Nuovo Testai»
to, le caratteristiche iL
termine tecnico, appijJ*
anche a Gesù Cristo,
per esempio in I c'oC
15, 28 dove leggiamo! sii
quando ogni cosa olii'«
sottoposta, allora
Figlio stesso sarà f
sto a colui che gli
toposto ogni cosa, aflsóapril® i
ché Dio sia tutto in WflUntiP''™
Alla fine della storia q|iSrno rig
di vi sarà un capovotiaetto di u
mento essenziale; ilifesaine d
gnore di tutte le cosesj«mune fr
sottoposto a Dio. La tó sulla do
tomissione alla fine stómjzione /
vincente ed è prop?^fede, ]
che salva l'umanità e fi f' »iridp
che Dio sia tutto in
Versetto 17:
«amare» nel greco¿i
comunità,
Nuovo Testamento sim liai5°'F^'
fica amore dimostra^
espresso. La diversità à
verbi «onorare» e «ar» tOi a21 de
Come p
ha eletto
sidente d
rana di F
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Naeve si
Brunow-1
sieduto i
legislatui
15 anni,
stata eie
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Statato h
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re» non vuole discrirtiiri uee9uon
re la società dai fratelilche guida
dalle sorelle in fede, misto dal de^
vuole neppure essere u| no (entra
risposta negativa all'anJ tre memb
re del prossimo, ma vuil,itale Sin
sottolineare una diver» Concisto
di approccio nel casoci)i|artmut
rapporti alla società oal, jpeemanr
comunità dei credenti,lipj^^pzoi (p
cui confine è appunto» jaì Diete
struttura sociale. ] ^¿.^rdi
Il codice dei rapporf
con l'autorità statale regola in questo testo tutti
la vita sociale ed etica dei
cristiani dell'epoca e l'ait
tore della nostra letteti
lo pone prima dei codici
che regolano i rapporti
servi/padroni e i rapporti
coniugali (vedi v. 18 ss. e
3, 1 ss.). È importante notare che nelle lettere ai’
Colossesi (3, 18; 4, l)e
agli Efesini (5, 22; 6,1)jli
analoghi codici di faiglia non sono precediitì
da quello dei rapporti
con lo stato e che in questa lettera il pensiero àiio scrittore biblico si rapporta non tanto alla /attera ai Romani (cap. 13|,
quanto alle parole di Gesù: «Rendete a Cesare
quel ch'è di Cesare e a
Dio quel ch'è di Dio»
(Matteo 22, 21). Per cui
nel caso della I Pietro il
concetto potrebbe essere
esteso a «rendete al padrone quel che è del padrone, al marito quel die
è del marito».
L'etica che emerge di
questo scritto è la più alt)
etica sociale che possiar»!
trovare nella Bibbia, mi,
anche la più dirompente
In alcune nazioni questi
etica è stata sperimentai
per giungere alla libeii
e alla democrazia, in IA|
dia come in Sud Afrio
Ma è stata sperimenta«
anche da molti movime«
ti, come quello dei ne«
d'America o delle donne
Da questa etica oggi
tingono i movimenti noe
violenti che chiedono
bertà e rispetto per 9'
oppressi.
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re, a quai
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Per
approfondiri
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1916) (
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I uova (
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muniti!
- Le lettere cattolici
commento di Horst Balt
Wolfgang Schräge, P?
deia editrice, BresC'i
1978.
- Leonhard GoppJ
Teologia del Nuovo t
mento, vol.l, Morcellia“|^
Brescia, 1982. ,,i;
- Leonhard GopP^V
Der erste Petrusbr^^^
Vandenhoeck u. RuP
cht, Gottingen, 1978- '
- Edward Gordon
D.d., The first^h
sf/é of St. Peter, Mac^'^ ,
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gnificato del verbo ,.il
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sultare il Grande /or
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voi. XIII, pag. 930 ss. (
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15 MAGGIO 1998
PAG. 3 RIFORMA
Sestri Levante: 1T Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia
Approvata la dichiarazione luterano-cattolica
Rinnovata in blocco la direzione della chiesa. Per la Celi, la dichiarazione
cnstoÌ comune è uno strumento valido per la prosecuzione del dialogo ecumenico
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■ le cose»*mune fra luterani e cattoliDio. La ad sulla dottrina della Giustila fine per Gvcizici i7iGdiciTi~
® Pmp4lö/ede, l’elezione del presi•■acldizioiijgpte del Sinodo e dei meme fj jjjjiaici del Concistoro.
1'^ Lg Celi comprende undici
''®'l' comunità, sparse in tutt’Italia eon circa 7.000 membri e
■lento sigi ..¿j^odo è costituito da 31
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discrii^ee9uominiUl Concistoro,
lai frateliiche guida la Celi, e cornpo"1 f6de mistodäldal viccdcca! esseri yJ no (entrambi pastori) e da
iva all'anl tre membri laici. Sino all’at0, ma vuiP male Sinodo i membri del
na diversi^ Concistoro erano i pastori
el caso dii Hartmut Diekmann e Jtirg
)cietà oal ißeemann e Hanna Brunowcredentiu fianzoi (presidente del Sinoappuntolif do), Dieter Stoehr (tesoriere)
I®- eRiccardo Bachrach.
Come primo atto il Sinodo
ha eletto Bärbel Naeve, presidente della comunità luterana di Roma, come presidente del Sinodo: la sua carica dura tre anni. La signora
Naeve succede ad Hanna
Brunoiv-Franzoi che ha presieduto il Sinodo per ben 5
legislature, per un totale di
15 anni. 'Vicepresidente è
stata eletta Rosemarie SchmSitàiAciS.Antonio (Ct).
là discussione sul nuovo
Statuto ha posto in evidenza
ancora una volta il problema
di fondo della Celi, il suo essere doè una chiesa a grande
maggioranza tedesca che vive in Italia. Quale lingua usate, a quale cultura far riferimento, come armonizzare
passato, presente e futuro,
esperienza e sostanza nordi
II pastore Jürgen Astfalk, nuovo decano, insieme alla dottoressa Christiane Groben di Napoii, membro
del nuovo Concistoro
I rapporti
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di Dio
ca in ambiente mediterraneo
nel crogiuolo di un Europa
che va sempre più avvicinando le sue componenti?
La relazione del Concistoro
presentata al Sinodo il secondo giorno da Riccardo Bachrach ha suscitato un’animata
discussione. Per poter trovare
una soluzione accettabile il
Sinodo ha preferito continuare in seduta chiusa al pubblico. Il risultato è stato la decisione di sostituire in blocco la
direzione della chiesa. Si è
dunque proceduto alle elezioni dei vari membri dei
Concistoro che è risultato così composto: decano il pastore Jürgen Astfalk di Genova e
Sanremo, vicedecano il pastore Norbert Denecke di Milano, membri laici: Christiane
Groeben di Napoli, Gaetano
Marnilo di Bosco Tre Case
(Na), Adolf Feiler di Sanremo.
Nel terzo giorno si è tenuta
una tavola rotonda per la
presentazione e la discussione della dichiarazione comune cattolico-luterana sulla
giustificazione. Relatori il
dott. Olii Pekka Lassila della
Federazione luterana mondiale e la pastora Kàte Mahn
dell’Unione delle chiese evangeliche luterane di Germania. Il primo ha rilevato
come alcuni temi siano ancora lontani da un chiarimento,
come quello dei ministeri e
dell’ecclesiologia, la seconda
ha negato che il documento
rifletta un cedimento da parte iuterana e ha evidenziato
l’importanza dell’insistenza
sulla grazia di Dio in un’epoca coma la nostra dominata
dal mercato e dall’economia.
Il Sinodo si è dichiarato favorevole al documento, sottolineando la validità degli articoli 41 e 42 che trattano specificamente della Giustificazione, ed affermando che la
dichiarazione comune è uno
strumento valido per la prosecuzione del dialogo ecumenico nel contesto italiano.
Il Sinodo si è chiuso con il
culto nella chiesa luterana di
Genova Nervi, durante il
quale sono stati insediati nel
loro nuovo incarico tutti i
membri del Concistoro, la
presidente e la vicepresidente del Sinodo. La predicazione è stata tenuta dal pastore
Hans-Michael Uhi di Roma.
La colletta è stata devoluta ai
terremotati dell’Umbria e
delle Marche. (Celi info)
* I luterani argentini si dichiarano contrari
alla rielezione del presidente Menem
BUENOS AIRES — Nonostante l’incontro ufficiale del 21
aprile tra il presidente argentino Menem e il presidente della
Federazione luterana mondiale (Firn), Christian Krause, definito «un fatto positivo e rilevante», i luterani argentini si sono
dichiarati contrari a una eventuale rielezione di Menem alla
presidenza della Repubblica. Nel corso dell’assemblea annuale della Chiesa luterana unita dell’Argentina (lelu) il 23 aprile, è
stato anche criticato fortemente l’atteggiamento del governo
circa l’educazione, la giustizia e la politica sociale. (nev/alc)
^ Bolivia: grandi festeggiamenti
per i primi 100 anni di presenza battista
ORURO — Grandi festeggiamenti a Oruro, in Bolivia, per i
primi cento anni di testimonianza della Chiesa battista bolirriana, dalla sua nascita in prima fila nella vita sociale della nazione; risalgono al 1914 le sue battaglie per l’abolizione della
servitù dei campesinos e l’istituzione delle prime scuole private aperte anche alle donne. Particolarmente significativa la
partecipazione del figlio del primo missionario battista in Bolivia, Archibald Rickie, che diede vita al movimento che oggi
conta 421 comunità e circa 26.000 fedeli. Secondo Amaril Fanini, presidente dell’Alleanza battista mondiale, il «fenomeno
pentecostale latinoamericano è stupefacente e dovremo imparare a testimoniare insieme nell’evangelizzazione del continente». Parlando a Oruro nel corso delle celebrazioni. Fanini
ha reso note alcune recenti statistiche: negli Usa i battisti sono
oltre 10 milioni, 3 milioni in India, un milione e rnezzo in Brasile e, sorprendentemente, oltre 2 milioni in Nigeria, (nev/alc)
Guatemala: terzo congresso dell'Llnione
dei battisti deH'America Latina
CITTÀ DI GUATEMALA — Due anni di «crociate evangelistiche» per portare tutti i popoli latinoamericani a condividere il
messaggio di speranza dell’Evangelo entro il 2000. È la meta,
ambiziosa, che si è posta l’Unione dei battisti dell’America Latina (Ubla) al termine del suo terzo congresso tenuto a fine
marzo in Guatemala. L’Ubla è una delle sei organizzazioni regionali dell’Alleanza battista mondiale, tiene il suo congresso
ogni 4 anni e riunisce circa 2 milioni di credenti. (nev/bwa)
La prossima riunione del Comitato
centrale della Wacc si terrà a Cuba
L’A’VANA — Sarà a Cuba, in giugno, la prossima riunione
del Comitato centrale dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc), con al centro dell’incontro la
preparazione dell’importante assemblea dei comunicatori
cristiani dei Caraibi, prevista tra un armo ad Haiti. «Un’occasione unica - ha dichiarato il pastore Patrick Anthony, presidente della Wacc-Caraibi - che ci permetterà di condividere i
progressi che abbiamo compiuto nella comunicazione del
messaggio cristiano con le tante culture presenti nella nostra
area». La Wacc è nata negli Anni 50, ha un’impostazione ecumenica e riunisce oltre 900 aderenti di tutti i continenti: associazioni, chiese, federazioni e singoli professionisti, (nev/alc)
La Chiesa ev
luterana in Italia (Celi)
La storia
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La storia della Chiesa evangelica
luterana in Italia (Celi) non è stata
I uncora scritta e il motivo appare
etidente: essa è costituita dalle diverse storie delle comunità che si
riunirono, nel 1948, in un Sinodo
provvisorio e un anno dopo in modo definitivo. Alcune di esse, come
ad esempio Bolzano (costituita nel
1916) e Trieste (1778), hanno un
passato asburgico. Ad esse si unirono comunità estere puramente
tedesche come Firenze (1899), Genova (1868) e Sanremo (1899),
nonché comunità sotto il cui tetto
coesistettero la confessione elvetica riformata e quella luterana: Miano (1850) e Napoli (1826). La comunità di Venezia può vantare un
passato che risale al tempo della
Informa: la comunità di Roma venne raccolta da un ambasciatore
PWssiano nel 1817 e costituita nel
1819. Livorno e Bergamo non esistono più. Un quadro di Lutero
nella sala della comunità romana
testimonia di una comunità esistim a Bari. Alla chiesa di Messina poe fine il terremoto del 1908; ma
i-* dal novembre 1991,
à di nuovo un pastore che, avenno sede a Catania, assiste però con
nifi e cura d’anime i credenti di
ngua tedesca anche a Taormina,
Messina e Palermo.
Anni 50 si unirono alla Celi
® ®nniunità del Golfo di Napoli,
«rT ,*nvoro missionario del patnnA Po^ioli, il quale aveva
tari nnche due scuole elemen
con asilo. Una di queste scuole
frnsformata in un Centro
vicih per anziani, perché nelle
L._^”anze è stata aperta una scuola
pubblica e la situazione precaria
de^i anziani di questa zona richiedeva una tale attività. Nel marzo
1993 le tre comunità del Golfo si sono unite in un’unica comunità con
sede a Torre Annunziata.
I fondamenti del lavoro
delle comunità
Il fatto che la Celi abbia avuto
origine da singole comunità giustifica la sua forma e costituzione di
chiesa libera, poco comune per le
chiese luterane. Le comunità possono reagire in maniera molto flessibile alle esigenze locali e regionali: tuttavia, ciascuna di esse svolge
anche mansioni particolari a livello
generale: Bolzano si concentra
sull’attività pastorale per i turisti;
Venezia rappresenta la continuità
storica sin dai tempi di Lutero e cura il dialogo cristiano-ebraico come
Trieste che, dal canto suo, porta
avanti anche l’attività ecumenica
locale: nelle chiese di Firenze e Milano vengono dati regolarmente
concerti d’organo e il coro di Milano può vantare un grande successo; Roma si occupa dei contatti con
gli enti pubblici e i centri cattolici e
protestanti del paese (ministero
deU’Interno, Vaticano, Facoltà valdese ecc.), Napoli cerca il suo ruolo
nelle relazioni con la Facoltà cattolica di teologia e nel ricco settore
dell’ecumenismo: Genova collabora con la scuola tedesca e le chiese
sorelle evangeliche; Sanremo e Torino stanno sperimentando incontri in case private.
Nella maggior parte delle comunità le donne assumono un ruolo
essenziale. L’incontro con i turisti
fa parte della vita quotidiana delle
comunità: una particolare importanza viene attribuita ail’aspetto di
accoglienza dei culti. Tutto ciò non
viene fatto sotto la formula di comunità estere, bensì proprio nella
veste di Celi come chiesa italiana,
che deve chiedere ai suoi membri
prestazioni finanziarie e di volontariato di ampia portata. Le due «anime» in seno alla Celi non facilitano
la vita quotidiana della chiesa. Ecco
perché il suo giornale si chiama
«Miteinander-Insieme». Attraverso
contributi neH’una e nell’altra lingua, diventa trasparente la realtà
della Celi, basata sulle due diverse
culture. Anche il servizio stampa
«elki/celi info», nato nel 1988, nonché il Sinodo e il Concistoro, lavorano in ambedue le lingue.
Le relazioni ecumeniche
I problemi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
(Fcei), alla quale la Celi appartiene
come membro fondatore, toccano
anche le sue comunità. Così, ad
esempio, per molti membri della
Celi il destino degli immigrati, che
devono affrontare una cultura e
una lingua straniera, non è una novità. Per questo motivo sono particolarmente sensibili al grande lavoro svolto dal Servizio rifugiati e
migranti della Fcei. La Celi si mostra solidale con i problemi delle
sue chiese sorelle, ma non senza
un proprio contributo antico. Numerosi matrimoni interconfessionali di membri della Celi richiedono dai luterani un impegno ecumenico in direzione cattolica.
II Concistoro luterano e la Tavola
valdese si incontrano regolarmente. La loro reciproca collaborazione
e presenza durante i Sinodi è ormai
una consuetudine consolidata.
Due luterani fanno parte del Consiglio della Federazione. I luterani
sono presenti nella redazione del
Servizio stampa evangelico Nev.
In tutte le comunità, i cosiddetti
matrimoni «misti» rappresentano
tuttora un banco di prova sia per i
pastori sia per la chiesa stessa. I pastori cercano di stabilire dei punti
di contatto con i membri cattolici
della famiglia e con le parrocchie
cattoliche del luogo. La Celi porta
avanti colloqui sui matrimoni misti
con la Conferenza episcopale cattolica, impegnandosi tuttavia anche per l’amicizia ebraico-cristiana; dal 1989 la Celi è membro della
Lek] (Commissione europea luterana chiesa ed ebraismo). Momenti
particolari di manifestazioni ecumeniche sono le Settimane di preghiera, durante le quali pastori e
comunità danno testimonianza
con culti, incontri tra comunità e
parrocchie e conferenze.
La struttura della Celi
La direzione della chiesa, composta da Sinodo e Concistoro, a
causa della grande autonomia delle
singole comunità, spesso può svolgere soltanto un’attività di consulenza. I due pastori che fanno parte
del Concistoro, il decano e il vicedecano, lavorano su un piano di
piena parità con i tre membri laici,
del quali la presidente del Sinodo è
diventata la «voce» della Celi già da
15 anni. Il Sinodo si riunisce annualmente in luoghi sempre diversi. La Conferenza dei pastori, organo teologico della Celi, si riunisce
due volte Tanno e comprende tutti
i pastori e vicari tedeschi e italiani e
anche quelli incaricati della cura
pastorale ad Abano Terme e Ischia.
I contatti con l'estero
In tempi di integrazione europea
e di interdipendenza mondiale la
Celi, che ha legami con la Federazione luterana mondiale (Firn) e la
Chiesa evangelica in Germania
(Ekd), non viene più considerata
come un elemento estraneo in Italia. Il contratto con la Ekd, rinnovato e ampliato nel 1989 e nel
1998, concede maggiore autonomia alla Celi come partner, per
esempio nella scelta dei pastori inviati e cofìnanziati dalla Germania.
Anche il Gustav-Adolf-Werk e il
Martin-Luther-Bund assistono il
lavoro della Celi con interesse attivo. La regolazione dei rapporti tra
lo stato italiano e la Celi è stata determinata con la legge n. 520 del 23
novembre 1995.
Composizione del Concistoro
(aprile 1998)
Decano: Jürgen Astfalk, pastore di
Genova e Sanremo;
vicedecano: Norbert Denecke, pastore di Milano:
membri laici; dott.ssa Christiane
Groeben, Napoli; dott. Gaetano
Marnilo, Bosco Tre Case (Na);
Adolf Feiler, Sanremo (Im):
presidente del Sinodo; Bärbel Naeve, Roma;
vicepresidente del Sinodo: Rosemarie Schmidt, Aci San Antonio
(Catania).
Indirizzo; Chiesa evangelica luterana in Italia, decanato, via
Toscana 7, 00187 Roma; tei. 064880394; fax 06-4874506.
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 15 MAGGIO
Le città e l'Università estense hanno ricordato il celebre frate
Savonarola da Ferrara all'Europa
Nel 500'' anniversario del rogo sono stati esaminati il pensiero e l'ambiente in cui
il domenicano operò, senza tralasciare il suo influsso sul clima culturale italiano
FILM
MARTINO BARAZZUOLI
Nella cornice del palazzo
di Renata di Francia, così detto perché vi fu trattenuta in dorata segregazione la
principessa Renata di Valois,
sposa del duca Ercole II
d’Este, simpatizzante di Calvino e protettrice dei perseguitati ugonotti, oggi sede
dell’Università, è stato commemorato il 500° anniversario della morte sul rogo del
domenicano Girolamo Savonarola, avvenuta a Firenze il
23 maggio 1498. Il convegno,
di alto livello accademico, organizzato dall’amministrazione comunale e dall’ateneo
con il coordinamento dall’
Istituto di studi rinascimentali e dal dipartimento di
Scienze umane, ha avuto luogo dal 30 marzo al 3 aprile, in
parte nell’Aula magna dell’ateneo e in parte nella caratteristica «Casa Rombi»,
con un titolo impegnativo:
«Girolamo Savonarola da
Ferrara all’Europa».
Il convegno era strutturato
in due parti suddivise in dieci
sessioni: la prima dedicata a
esaminare la Ferrara e l’ambiente in cui visse e crebbe il
Savonarola: la seconda, introdotta dal prof. Mario Miegge,
si proponeva il raffronto fra
gli effetti del movimento suscitato a Firenze dal domenicano ferrarese e le varie realtà
sorte nella città in cui più forte si faceva sentire l’influenza
dei riformatori. Numerosi docenti italiani e stranieri han
Nel centro storico di Ferrara
no tenuto le loro relazioni.
All’inizio vi era stato il saluto
dell’assessore alla Cultura,
che ha osservato come in un
pullulare di iniziative artistiche, culturali, storiche, particolare importanza abbia acquisito questo convegno, volto a mettere in risalto la figura di un concittadino che fu
di enorme rilevo per la sua
epoca, mentre i valori da lui
propugnati si proiettano ancora nel nostro tempo. Nella
cerchia degli edifici universitari, inoltre, si rinvengono i
resti,dell’abitazione natale
del Savonarola.
Ringraziati i proff. Miegge e
Gigliola Fragnito per il lavoro
di coordinamento del convegno, la relazione di apertura
è stata presentata dal prof.
Paolo Prodi, con un’ampia
panoramica sulla figura storica del frate e sui riflessi del
suo pensiero politico-religio
MusicA Un compact disc della Claudiana
L'organo bachiano
del tempio valdese di Torino
FERRUCCIO CORSAMI
Ha destato vivo interesse
e compiacimento in chi
ama la buona musica l’apparizione di un compact disc,
edito dalla Claudiana e intitolato Il nuovo organo Pinchi
in stile barocco tedesco del
tempio valdese di Torino.
Questo edificio di culto si è
dato, ovviamente in aggiunta
alle finalità religiose, il titolo
di «Una casa per la musica»,
e con la costruzione di un organo a canne di stile barocco,
o anche «bachiano», unico
esempio di strumenti del genere in provincia di Torino (e
forse anche nella regione) si
propone di divulgare la musica, in particolare sacra, dell’epoca barocca, usando uno
strumento costruito oggi ma
con le stesse caratteristiche
tecniche timbriche e di sonorità che avevano gli organi
suonati da Bach.
Il disco, di ottima fattura
tecnica, presenta il meglio
dei quattro concerti inaugurali dell’organo (marzo-maggio 1997): partecipano l’organista André Isoir di Parigi, di
fama internazionale (con diversi Preludi a corale di Bach
e un Concerto che Bach stesso trascrisse da Vivaldi); Lorenzo Ghieimi, docente alla
Scuola civica di musica di
Milano (con brani di Porceli e
di autori tedeschi contemporanei a Bach); Massimo De
Grandis, torinese, organista
titolare del tempio valdese e
progettista del nuovo organo
(esegue il bellissimo Concerto
in sol minore di Händel per
organo e archi con l’orchestra da camera «Accademia
dei solinghi»); infine Ullrich
Böhme, organista alla chiesa
di San Tommaso a Lipsia, e
quindi odierno successore di
Bach, con lo smagliante Preludio e fuga in sol maggiore
Bwv 541, eseguito con rara
precisione e compattezza di
suono.
Ci sentiamo di raccomandare vivamente questo disco
sia a quanti hanno avuto la
ventura di assistere almeno a
uno dei quattro concerti, sia
a chi non ha mai udito questo splendido strumento dal
vivo; gli uni rivivranno un
momento felice; gli altri potranno rendersi conto di
quanto sia profittevole e gratificante ascoltare la musica
barocca eseguita su strumenti che, sia per la fonica sia per
il modo di «toccarli» e renderli espressivi al massimo,
sono simili a quelli su cui ponevano le mani (e i piedi,
trattandosi di organo) i grandi musicisti come Bach.
In che cosa consistono
dunque i pregi di tali strumenti? Nitidezza, brillantezza
ma anche corposità di suono;
ne deriva un senso come di
autorevolezza e di sicurezza
che ben si adatta al culto protestante, sia per l’accompagnamento dei canti assembleati sia per l’esecuzione dei
momenti musicali del culto.
Tutte le caratteristiche funzionali, artistiche e tecniche
dello strumento, nonché le
varie fasi della progettazione
e costruzione sono ampiamente descritte nei fascicolo
illustrativo allegato al cd.
Il cd è in vendita al prezzo
di £ 20.000 presso le librerie
Claudiana o presso la segreteria della Chiesa valdese di
Torino, via Pio V 15, 10125
Torino, tei. 011-6692838, che
può inviarlo tramite posta.
so in un periodo storico così
delicato, di difficili equilibri
di potere fra papato e impero, fra la graduale decadenza
delle signorie medievali e il
sorgere dei liberi Comuni.
Il predicatore dell’Evangelo, che aveva fatto sua la regola di «essere al servizio più
de’ minori che de’ maggiori
di te», propugnando un popolarismo democratico a Firenze, aveva provocato la caduta della signoria dei Medici, considerato da larghi strati popolari un profeta, divenne in realtà un tribuno, monastico-teocratico, del popolo. Anche la sua abilità politica fu universalmente riconosciuta, tanto che il duca
Ercole I d’Este chiese la sua
consulenza e approvazione
prima di emanare nel 1496
un decreto tendente a ristabilire diritti e moralità nella
città di Ferrara.
La giornata inaugurale del
convegno si è conclusa con la
visita alla Biblioteca Ariostea,
dove era stata allestita una
mostra degli scritti veramente
numerosi del Savonarola, che
ebbero larga diffusione editoriale fino a quando, verso la
metà del ’500, furono vietati
dalle autorità censorie romane. Era esposto anche l’interessante reperto della famosa
Bibbia detta «di Santa Maria
degli angeli», che reca a margine le postille scritte dal frate, ritornata dopo lunghe vicissitudini nella Biblioteca
ferrarese. Nel volgere del convegno, molto atteso e apprezzato è stato l’intervento del
prof. Emidio Campi, che ha
parlato dell’azione di Zwingli
nella città di Zurigo, e del
prof. Francis Higman, che ha
illustrato l’apporto di Calvino
nella Repubblica di Ginevra.
Il convegno, animato da
numerosi dibattiti, si è concluso con una tavola rotonda
presieduta dal prof. Giorgio
Politi. La manifestazione, largamente pubblicizzata dalla
stampa, da manifesti e locandine, è stata seguita da un
uditorio numeroso e interessato. Da parte evangelica abbiamo notato la presenza del
professor Pietro Bolognesi
deU’Ifed di Padova, di Daniele
Walker e Leonardo De Chirico della Chiesa dei Fratelli, e
degli anziani delle chiese valdese di Felonica Po e battista
di Ferrara, accompagnati dal
membri e simpatizzanti delle
rispettive comunità.
L'Inghilterra di «Full Monty>
Uomini nudi di fronte
alla disoccupazione
DAVIDE OLLEARO
SI può scoprire (o riscoprire) la propria dignità di
uomini spogliandosi davanti
a un pubblico femminile appositamente accorso? È possibile dare senso e affiatamento a un gruppo proprio
nella preparazione di uno
spettacolo che non oseremmo definire meno che vergognoso? Autori e protagonisti
del film Full Monty (di P.
Cattaneo, con R. Carlyle, T.
Wilkinson, M. Addy; 1998)
pensano di sì e cercano di comunicarcelo in una commedia brillante, a tratti tragica,
mai volgare.
La Sheffield degli ultimi anni si è trasformata da capitale
inglese dell’acciaio a triste
polo di disoccupazione. La
crisi dell’industria pesante ha
lasciato senza lavoro, e soprattutto senza speranza, il
protagonista del nostro film e
molte delle persone in cui si
imbatterà. La sua sopravvivenza è affidata a piccoli furtarelli nelle vecchie fabbriche (di cui non rimane che
lo scheletro) e a qualche lavoretto saltuario. La vista di
una lunga coda di donne che
attendono di entrare in un
locale in cui si esibisce un
gmppo di spogliarellisti gli fa
balenare in mente un sonoro:
«E perché io no?».
Ed ecco che si costituisce
una scalcinata compagnia
formata da disoccupati, uomini che hanno un lavoro di
cui avvertono la inutilità
(come fare la guardia giurata
in una fabbrica che non esiste più e passare il tempo a
guardare monitor inesotalj
mente vuoti), fino a un
ex(i
poreparto che non ha os»
confessare alla moglie dU
avere più un lavoro, in no»
della Rispettabilità Social
Un susseguirsi di momej
divertenti, ma anche tristi 1
no al giorno del grande 4
butto, l’occasione di una vi
a cui non vorranno rinimcii
re neanche quelli chem
frattempo un lavoro rham
trovato.
Allora la disoccupazione j
strugge automaticamente t
dignità umana e solo il lavot;
qualunque lavoro, riescel
qualche modo a restituirgli!
la? Sembrerebbe di sì, almem
a giudicare dal finale delfilu
fra le persone che alla fin
prendono parte allo show.clj
si sente maggiormente a pòsto con se stesso è quel grup.
po male in arnese che si spo
glia e non le donne che, ai
rossendo e cercando dina
scendersi, sono venute ad assistere. Forse dovremmo inparare qualcosa da questi
film (anche se probabilmenti
non nasce con l’intenzionel
insegnare qualcosa); quandi
sentiamo parlare di probleni
di occupazione e disoccupazione dovremmo ricordare
che non sono in gioco solamente i (pur importanti) problemi economici delle persone interessate, ma la loro intera esistenza, la vivibilità di
la loro vita, la possibilità pa
loro di guardare al futuroo
meno. Almeno se pernia intendiamo quella pieneiiiài
relazioni umane e di speranze
che Gesù di Nazareth ha vissuto in mezzo a noi.
Alcune trasmissioni hanno proposto la creatività di vari comici sul tema
Si può fare dell'urnorismo a proposito di religione?
RENZO TURINETTO
.. O CHERZA coi fanti e lascia stare i santi». Non
si può fare umorismo su Dio,
né irriverenza su riti religiosi
e sulla stessa fede, pur senza
scendere a sberleffi e a mancanza di rispetto? Anni fa due
pastori dissero da pulpiti diversi che in Dio c’è dell’umorismo e che si può esprimere
una verità teologica anche
sfiorando l’eresia. Certo su
questa materia si cammina
sul filo del rasoio (della Bibbia): «Tutto è lecito ma non
tutto è utile»; «Tutto è puro
per chi è puro, niente è puro
per i corrotti e gli increduli» (I
Corinzi 6 e 10; Tito 1). Con
questi due paletti in testa si
può guardare sul video «Dio
c’è e vi saluta tutti», copertina di un libro di Jacopo Fo,
figlio di Dario dal vasto repertorio teatrale su religione e umorismo, da anni celebre e amato-odiato, tanto più
dopo che Stoccolma gli ha
dato il Nobel per la letteratura quando tutti vaticinavano
che, se si voleva premiare
l’Italia, il premio doveva andare al poeta Mario Luzi (che
continua a aspettarlo).
Discorrendo di umorismo
religioso, Jacopo Fo in tv non
ha mai irriso, anzi neppure
sorriso (raccontava di tempi
lontani in cui certi preti dovevano divertire la gente con
messe fino a sei ore dove
c’erano canti balli lazzi di arguzia popolare su Dio e sul
clero. Diceva cbe spesso si è
osservato che si è visto Gesù
piangere - morte di Lazzaro e mai ridere, ma quando alle
nozze di Cana cambia l’acqua in vino aggiunge festa e
gioia alla festa e alla gioia
non è più lui?).
Ormai nulla si sottrae alla
tv. Si legge che su Internet fi
L’attore e regista Woody Allen
no a due anni fa c’erano
400.000 documenti su Dio e
le religioni, oggi sono 4 milioni. Secondo uno studio specializzato, quelle che non
hanno siti Internet perdono
velocemente terreno: «La
presenza in rete è un segnale
decisivo sulla capacità di raggiungere le persone». Più
d’una sono le strade per far
arrivare Dio in piazza: spot
con sacerdoti e affini esultanti per un’auto o un pallone;
caffè sulle nuvole o quello
«divino» all’inferno; un telepredicatore dal nome orientale annunciente da un
network texano che il 25
marzo scorso sulle tv di tutto
il mondo Dio sarebbe apparso in Texas sul canale 18 a
ora imprecisata: ennesima
bufala in tema di avvistamenti celesti. Non c’è umorismo ma impudicizia in un
grosso personaggio che non
potendo più essere lo zar di
una possente holding, si dimette con aria sofferta ma
imbottito di miliardi e fa suo
il testamento spirituale dell’apostolo Paolo (II Timoteo
4) manipolandone le parole e
quindi il senso («Ho combattuto la giusta battaglia, ho finito la corsa, ho mantenuto
la mia fedeltà»).
Poi vi sono invece cifre di
verse, ieri e oggi, con cinema,
teatro, libri. Moni Ovadia,
ebreo di origini bulgaro-polacche, eclettico attore cantante musicista, inscena suggestivi spettacoli di cultura e
tradizioni yiddish colorando!
di umorismo e freddure (una
l’ha perfino clonata Berlusconi a caccia di popolarità, «Mi
consenta di raccontarle...»);
altro ebreo, Woody Alien nei
suoi film e con il pezzo teatrale di un’ora titolato proprio Dio; il comico Paole
Rossi testa a testa con Dio su
sette peccati capitali; un vescovo cattolico (popolatei
stimato di suo) avverte clit
per entrare in paradiso ci sono nuove regole da quandi
Lutero ha cambiato la serratura; un docente universitario di Logica matematica w
ci niente) scrive: «Se Dio è
grande matematico, perdi
non gli hanno dato una catte
dra? Beh, aveva uria so
pubblicazione, per di piu '
ebraico. E poi qualcuno d
bita che l’abbia scrittalo^
D’altra parte dopo aver cre^
to il mondo cos’ha fatto •
Non è ragionevole udendo^
che «Lassù» continui a
tarci con Jacopo Fo?
{Telesogni, 23 e 27 aprile,
tre, ore 12,15. Eh sì, Te le soj
Riforma
ABBONAMENTI 1998
ITALIA
ESTERO,
■ordinario £ 105.000
■ridotto £ 85.000
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■ ordinario
- via aerea
• sostenitore
- semestrale
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Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101
intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via S. Pio V15 bis, 10125 Torin
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^NERDÌ 15 MAGGIO 1998
PAG. 5 RIFORMA
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Torino
Si è svolto a Malaga (Spagna) Tappuntamento quadriennale del Wen
Che cosa vuol dire «globalizzazione»?
Circa 100 partecipanti provenienti dai cinque continenti si sono confrontati
su questa questione. Carenze nell'analisi e nella riflessione teologica
GIUSEPPINA GROSSO
PATRIZIA OTTONE
ANTONELLA VISINTIN
COME accade che il terzo
appuntamento quadriennale del Wen (rete ecumenica europea sul lavoro e
l’economia), occasione di
confronto allargato per tutta
la rete europea, diventa una
coproduzione con il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) nella prospettiva dell’
Assemblea di Harare? Non
sappiamo, ma con qualche
aggiustamento l’esperimento
ha funzionato per i circa 100
partecipanti convenuti a Malaga dal 22 al 28 aprile, provenienti dai cinque continenti,
e per il migliaio di persone
che giornalmente ha visitato
il sito Internet inaugurato dal
Cec per l’occasione e che è
tuttora visitabile all’indirizzo
www.multifaithnet.org/glocal/wen/.
«Globalizzazione è...» è stato chiesto innanzitutto agli
andalusi, la regione della
Spagna separata dall’Africa
dallo stretto di Gibilterra. Un
fattore economico e insieme
culturale, un processo di
espropriazione della seppur
formaJe sovranità nazionale,
un’esperienza di controllo
dell’economia e contemporaneamente marginalizzazione dai processi decisionali.
Da ciò la spinta a ripensare
l’economia secondo strategie
locali, possibilmente dal voltó^umano. Apparentemente
iOn c'è niente di nuovo per
chi frequenta il mercato del
lavoro capitalistico da sem
m
Che cosa vuol dire globalizzazione per i Paesi in via di sviluppo?
plice mano d’opera, mentre
altro è il lamento dei piccoli e
medi imprenditori non sufficientemente veloci nell’attuare processi di integrazione
o di razionalizzazione, forse
un inasprimento delle regole
del gioco che coglie la cosiddetta sinistra fra fascinazione
e impotenza.
Per provare a cogliere la
complessità delle prospettive,
la ripartizione in gruppi ha
privilegiato due ordini di aree
tematiche: l’agricoltura, l’industria, il turismo e il fenomeno migratorio (criterio con
il quale sono state organizzate le uscite sul territorio), e
poi la terra, la cultura e la comunicazione, il commercio,
la finanza e il debito, il lavoro
e l’occupazione. Nell’incrocio
fra i temi in cui i partecipanti
sono stati piti volte rimescolati e nell’ascolto di esperienze diverse in un faticoso in
glese internazionale vi è così
stato un intenso scambio di
opinioni e di esperienze confluite in documenti e raccomandazioni da utilizzare nel
lavoro locale o nei prossimi
appuntamenti. Fra i più significativi segnaliamo la campagna internazionale contro
l’Ami (vedi scheda), lo sviluppo del movimento mondiale
per la cancellazione del debito in vista del 2000, l’impegno
a sviluppare consultazioni locali e tenere alto il dibattito
teologico ed economico sulla
giustizia economica come
una chiamata a confessare la
nostra fede.
Alcune considerazioni sui
contenuti, i metodi e le strategie. Pur riconoscendo la
ricchezza dei contributi offerti in un processo dal locale al globale, non possiamo
non rilevare la carenza di
un’analisi più quantitativa
che qualitativa, più attenta
alle conseguenze che agli attori: le multinazionali e i governi nazionali. Debole anche la riflessione teologica
sulla globalizzazione implicita sia nell’analisi che nelle
conclusioni, viceversa una
presa di posizione teologica
e non solo economica dovrebbe essere un richiamo
forte per un’assemblea di
cristiani in ogni luogo chiamati alla conversione e alla
responsabilità di fronte alla
pressione di un sistema economico senza remore.
Interessante il riconoscimento comune della rilevanza economica del lavoro su di
sé e degli aspetti soggettivi,
che in questi anni è stato sottolineato in particolare dal
pensiero delle donne, quando si è analizzato l’intreccio
tra desideri, bisogni e spinte del mercato. Quanto alla
strategia il lavoro di rete è
sempre più metodo comune
rafforzato dalla crescente diffusione di nuove tecnologie
di comunicazione. Reti di comunità e di organizzazioni e
non alienanti reti virtuali per
costmire campagne di sensibilizzazione, per partecipare
a processi di restituzione di
umanità, di salvaguardia della dignità umana e del lavoro.
Il Wen intende proseguire la
sua attività di rete sui temi
del lavoro e dell’economia,
consolidando i collegamenti
con il Sud dell’Europa e con
l’Est. Sono in cantiere due
nuovi gmppi di lavoro sui temi «Genere e tecnologia» e
«Migrazioni e impiego».
K; Iniziata nel gennaio scorso, si concluderà a Ginevra il 30 maggio prossimo
La «Marcia globale» contro lo sfruttamento dei bambini
MICHEL EGGER
SONO i nuovi dannati della terra. La vergogna dell’umanità! Hanno tra 5 e 15
anni, l’età in cui dovrebbero
potere andare a scuola, giocare, costruire la loro personalità e il loro futuro. Invece
per sopravvivere alcuni, sempre più numerosi secondo
l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oit) che sti•na il loro numero a 250 milioni, devono vendere il proprio corpo in attività spesso
pericolose, degradanti e sottopagate, Dall’alba fino a tardi nella notte, a volte comprati ai loro genitori o assertdli per un debito, ragazzini
Schiacciano pietre in Portogallo, cercano oro in Perù,
tessono tappeti in India, si
prostituiscono sui marciapiedi di Manila, recuperano plastica e vetro nelle discariche
pubbliche di Lagos. Privi di
scuola e di formazione, diventeranno poi disoccupati o
infermi. E così il cerchio del
«nial sviluppo» sarà chiuso.
Di fronte a questa situazione, che fare? Come rompere
questa logica implacabile del
padrone e dello schiavo che è
solo uno degli aspetti di mali
tuoito più ampi e profondi:
povertà, disoccupazione di
tttassa, corruzione e incuria
politica, discriminazione delle
onne e delle minoranze, ripartizione disuguale delle ter® e delle risorse, rapporti
commerciali ingiusti tra Nord
. - Diverse vie di azione
'‘Uno possibili, a vari livelli:
potenziare le norme so' ‘nternazionali. È l’obietnrr, ^ Dit che, nel giugno
L°®®tnto, discuterà un proto au r convenzione dedicac forme più intollerabili
Bhuton
Nepal
Bangladesh
Turchia
Yemen
Pakistan
Tailandia
India
Cina
Egitto
55.1
45.2
30,1
24.0
20.1
17,7
16,2
14.4
11.5
11,2
Haiti
Guatemala
Brasile
Rep. dominicana
Bolivia
Nicaragua
Paraguay
Messico
Colombia
Mali AFRICA 54,5 Etiopia 42,3
Burkina Faso 51,1 Kenia 41,3
Burundi 49,0 Senegai 31,4
Uganda 45,3 Zimbabwe 29,4
Niger 45,2 Nigeria 25,7
Percentuale dei bambini tra i 10 e i 14 anni che lavorano a tempo pieno, secondo le stime dell’Oit
del lavoro dei bambini: schiavitù, lavoro forzato, ecc. Come dice il direttore dell’Oit,
Michel Hansenne, «qualunque siano le norme considerate, sono norme che occorre
individuare, denunciare e
sradicare senza remore».
- Fare pressione sui governi
affinché ratifichino le norme
fondamentali, adottino leggi
rigorose e soprattutto le mettano in pratica, garantiscano
una scuola di qualità accessibile a tutti. A questo proposito, il collettivo svizzero della
Marcia globale chiede al Parlamento federale di ratificare
al più presto la Convenzione
138 sull’età minima di ammissione al lavoro.
- Sostenere le organizzazioni della società civile nella loro lotta contro il lavoro dei
bambini, in particolare attraverso attività di prevenzione,
di educazione, di promozione delle donne e di riabilita
zione fìsica e sociale di bambini tolti alla strada e allo
sfruttamento. Questo è l’obiettivo di molti programmi
di sviluppo della «Entraide
protestante» svizzera, di
«Pain pour le prochain» e del
Dipartimento missionario.
- Spingere le imprese e le
loro ditte subappaltatrici ad
adottare codici di condotta
comprendenti standard sociali minimali e ad accettare
un controllo indipendente.
Questo è l’obiettivo di campagne come quelle sulle scarpe sportive (Let’s go fair), sui
tessili (Clean clothes) o sui
giocattoli.
- Incoraggiare i consumatori dei nostri paesi a preferire prodotti col marchio equo
che garantiscono salari e
condizioni di lavoro decenti.
È quanto fa ad esempio la
Fondazione Step per i tappeti
d’Oriente.
Per poter portare frutti, tut
te queste azioni devono essere portate avanti di pari passo. Infatti, il problema è globale e le cause sono multiple
e complesse; bisogna agire
contemporaneamente su tutti i fronti: sociale e politico,
internazionale e locale, legislativo ed economico. Questo
è proprio l’obiettivo della
Marcia globale che è iniziata
ai quattro angoli del mondo
nel gennaio scorso e che si
concluderà a Ginevra il 30
maggio prossimo. Raggruppando già più di 700 organizzazioni di sviluppo, sindacati
e associazioni di difesa dei
diritti del bambino, in un
centinaio di paesi del Nord e
del Sud, questo movimento
trasmetterà le sue rivendicazioni ai delegati della Conferenza del lavoro dell’Oit che
si svolgerà a giugno.
(tratto da Terre Nouvelle
n. 107, aprile 1998)
Ami, accordo ad alto rìschio
L’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) lo definisce «la costituzione di un’unica economia mondiale»; l’Accordo multilaterale sugli investimenti (Ami) è un trattato internazionale in corso di negoziazione tra i 29 paesi dell’Ocse
(Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico), di
cui fanno parte i paesi più ricchi del mondo. Il processo per
la definizione dei principi di questo trattato è avvenuto in
sordina escludendo i legislatori e la società civile.
Questi i fondamenti dell’Ami:
- Non discriminazione tra investitori stranieri e investitori nazionali;
- I governi nazionali non possono attuare restrizioni nei
confronti degli investitori stranieri:
-1 governi nazionali o locali non possono porre condizioni (un esempio: avviare politiche per sostenere le imprese
locali) che possano danneggiare i profitti degli investitori;
- Il governo che finna il trattato non può svincolarsi per
cinque anni e il governo successivo risulta impegnato per i
seguenti 15 anni;
- I governi nazionali e locali che disattendono il trattato
possono essere perseguiti di fronte a un tribunale internazionale scelto dagli investitori (nota: tra i tribunali ammessi
figura il giurì arbitrale della Camera di commercio internazionale).
L’Ami ha scatenato forti preoccupazioni tra le organizzazioni della società civile di tutto il mondo. Secondo l’Ami un
governo potrebbe essere perseguito e costretto al risarcimento se le sue politiche riducono la possibilità di trarre
profitto dagli investimenti: questo significa che le azioni in
materia fiscale, ambientale, di legislazione sul lavoro sono
sottoposte alla contestazione degli investitori stranieri, misure di interesse pubblico o a favore di persone svantaggiate
sarebbero proibite. L’Ami prevede addirittura una clausola
di «protezione contro le sommosse» che i governi sarebbero
impegnati a garantire, in quanto elementi di rischio per i
profitti degli investitori, con la conseguenza ovvia di incentivare misure autoritarie di limitazione dei diritti civili.
Più di 500 organizzazioni di 67 paesi diversi (citiamo per
l’Italia Mani Tese e il Centro per un nuovo modello di sviluppo) stanno attuando una campagna di sensibilizzazione
sui rischi dell’Ami, chiedendo la sospensione dei negoziati.
(Fonti: Le Monde Diplomatique, febbraio 1998, Lori M.
Wallach: «L’Ami, un accordo al servizio delle transnazionali»; Dossier del Cec sull’Ami, febbraio 1998).
Vescovi latinoamericani
Collaborare con le banche
mondiali per ridurre il debito
I vescovi cattolici latinoamericani, preoccupati per le
conseguenze sociali ed economiche del debito esterno
dei loro paesi, si sono impegnati a collaborare con tre
dei più grandi organismi di
prestiti. In un incontro svoltosi a Washington il 21 e 22
aprile, con i responsabili della Banca interamericana di
sviluppo (Bid), del Fondo
monetario internazionale
(Emi) e della Banca mondiale (Bm), i rappresentanti della Conferenza episcopale
dell’America Latina (Celam)
hanno accettato di cooperare
con tali istituzioni in alcuni
campi tra cui la distribuzione
dei redditi, la lotta contro la
corruzione, il molo della società civile rispetto alla riforma economica, pur chiedendo un alleggerimento del debito esterno. «Questo problema rimane molto critico ha detto Martin Poblete,
coordinatore dell’incontro e
consulente per gli affari latinoamericani presso il Centro
cattolico ispanico della regione Nord-Est -. Il debito
aumenta e ha enormi conseguenze sociali nell’America
Latina. I vescovi ritengono
che esso sia un grande fardello per la regione».
Le istituzioni di prestiti come la Bm e il Emi concedono
miliardi di dollari in prestiti
per lo sviluppo dei paesi più
svantaggiati nell’ambito della
politica di riforma economica
chiamata «aggiustamento
strutturale» ma molti responsabili religiosi ritengono troppo severe le condizioni di
prestito in quanto il rimborso
intacca le rare risorse che potrebbero essere utilizzate per
programmi di cure sanitarie e
di educazione per i più poveri. Tre delle maggiori economie dell’America Latina, Argentina, Brasile e Messico,
hanno un debito esterno
complessivo di 400 miliardi di
dollari. Per rimborsarlo, questi tre paesi hanno dovuto tagliare programmi governativi
di aiuto sociale e di conces
sione di sussidi. La situazione
è ancora più grave nei paesi
più poveri dell’America Latina. In Nicaragua, ad esempio,
più della metà delle entrate
dello stato viene usata per il
rimborso del debito.
La delegazione del Celam
era diretta dal suo presidente,
l’arcivescovo Oscar Rodriguez, dell’Honduras, e dal suo
segretario generale, il vescovo
Jorge Jimenez, della Colombia; le tre grandi banche erano rappresentate da Enrique
Iglesias, presidente della Bid,
Michel Camdessus, direttore
generale del Emi, e James
Wolfensonhn, presidente della Bm. Prima dell’incontro,
l’arcivescovo Rodriguez aveva dichiarato che i vescovi intendevano trovare nuovi
mezzi per alleggerire l’indebitamento esterno, lottare contro la corruzione e adottare
misure economiche non solo
per garantire la crescita macroeconomica ma per «migliorare anche la sanità, l’educazione, l’occupazione e il
benessere di tutti». Molti
gruppi religiosi, cattolici e
protestanti, chiedono l’annullamento del debito esterno in
occasione del nuovo millennio, riallacciandosi al concetto biblico del giubileo.
Per Alex Rondos, incaricato degli affari religiosi della
Bm, «l’assoluto morale» della
cancellazione totale del debito non è realistica, né per gli
organismi di prestito né per i
paesi interessati perché ben
presto non ci sarebbero più
investimenti in questi paesi.
I partecipanti all’incontro
hanno riconosciuto la necessità di ridurre il debito dei
paesi più poveri nei quali vi è
un forte squilibrio tra indebitamento e redditi. «Sono stato colpito dal carattere non
ideologico delle discussioni.
Del resto, la Banca mondiale
sa che dobbiamo ricercare
un nuovo modello di sviluppo, e che le chiese possono
essere partner sinceri in questo processo» ha concluso
l’arcivescovo. (eni)
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 15 MAGGIO 199R
»
^■1
È iniziata in Parlamento una difficile discussione sulla procreazione assistita
Avere un figlio a ogni costo?
Si tratta di regolamentare le diverse tecniche che consentono alle coppie sterili
di avere ugualmente figli, e di definire chi abbia o meno il diritto di accedervi
SILVIA RUTIGLIANO
La legge in materia di procreazione medicalmente
assistita, che è in discussione
in Parlamento, affronta il problema della regolamentazione delle tecniche che consentono a coppie sterili di avere
ugualmente dei figli. Da molti
anni in Italia esistono centri
di assistenza alle coppie nei
quali si prelevano i gameti, si
conservano, si fanno unire fra
loro in provetta, insomma si
fanno in laboratorio tutti i
passaggi che consentono di
superare gli ostacoli all’interno dei corpi. A seconda delle
situazioni, delle patologie, si
utilizzano i gameti della coppia stessa, oppure quelli di
donatori, si cerca di farli unire all’interno dell’utero materno oppure all’esterno e poi
di trasferire l’uovo fecondato
nel corpo della donna per dare inizio alla gravidanza. Tutto ciò avviene soprattutto nei
centri privati perché in quelli
pubblici, a seguito della circolare Degan (all’epoca ministro della Sanità), è consentita soltanto la fecondazione
omologa, cioè con i gameti
della coppia, mentre sono
escluse le donazioni.
La legge è stata elaborata
dalla Commissione affari sociali della Camera, presieduta
dall’on. Marida Bolognesi,
che ha fatto un grande lavoro
di audizioni (tra gli altri, è stata sentita anche la Fcei), ma
che ovviamente ha dovuto fare anche molti compromessi.
Fra i partiti, ma anche trasversalmente, esistono opinioni diverse su ogni capitolo, per questo il lavoro svolto
dalla commissione è davvero
degno di lode. Tuttavia, il testo unificato rimane criticabile, e infatti viene criticato da
tutte le parti.
Prima di entrare nel merito
dei contenuti, voglio porre
all’attenzione questo problema: è necessario avere una
legge su questa materia? Si
potrebbe anche optare per
una semplice regolamentazione dei centri, sia pubblici
sia privati, nei quali sia garantita la qualità delle prestazioni effettuate: così nessuna coppia potrà più essere
presa in giro, ricevendo promesse di figli che non potranno comunque arrivare
(ma il pagamento non si discute): i trattamenti medici,
come quelli ormonali, dovranno essere fatti con determinati criteri; saranno garantite giuste condizioni di
igiene e di sicurezza, ecc.
Oppure non si fa nulla, e si
lascia che le cose vadano
avanti così, nella libertà dei
centri, degli utenti, dei medici e di tutto il personale. Ma
questa soluzione convince
pochi, perché si sono già verificati numerosi casi, anche
gravi, di cattivo uso delle tecniche, e inoltre molti ritengono moralmente inaccettabili alcuni tipi di prassi, per
esempio assistere donne oltre l’età della menopausa,
oppure fecondare una madre
che farà la gravidanza e partorirà il bambino per conto
di sua figlia sterile, oppure
fecondare una donna con il
seme conservato del marito
morto, oppure distruggere i
frutti della fecondazione (comunemente chiamati embrioni, ma che da un punto
di vista scientifico non lo sono ancora propriamente)
perché è passato un certo
tempo dalla loro produzione
o perché i genitori sono morti o per altre ragioni. Tutti
questi casi, che si sono realmente verificati, più molte
altre situazioni meno ecla
tanti ma ugualmente importanti, spingono i più a desiderare che venga approvata
una legge in materia. Eccoci
così al dunque: cosa vogliamo che ci sia in questa legge?
Vediamo cosa ci offre il testo
unificato.
Principi generali. Vengono
disciplinate le tecniche di
procreazione assistita, ma al
contempo previste ricerche
sulla sterilità per rimuoverne
le cause e ridurne l’incidenza.
Inoltre viene promossa la
pubblica informazione.
Accesso alle tecniche. Si può
ricorrere alle tecniche solo in
caso di sterilità non curabile
oppure in caso si sia portatori
di malattie ereditarie trasmissibili. Bisogna essere in coppia di sesso diverso (sic),
maggiorenni ma non oltre i 52
anni, coniugati o stabilmente
conviventi. I due soggetti esprimono il consenso per
iscritto, dopo accurata informazione da parte del medico
e dello psicologo. Dunque sono escluse le donne sole e le
coppie omosessuali.
Donazione di gameti. È volontaria e gratuita e può essere fatta da ogni cittadino fra i
18 e i 40 anni e da ogni cittadina fra i 18 e i 35 anni. I centri accertano l’idoneità dei
donatori. Non c’è rapporto
giuridico fra nato e donatore;
i dati relativi ai donatori sono
riservati salvo fatti eccezionali, a richiesta della magistratura. La donazione è effettuata esclusivamente presso i
centri pubblici. Il ministro
della Sanità, in collaborazione con l’Istituto superiore di
sanità, provvede a stabilire
tutte le regole medico-sanitarie per la raccolta e la conservazione dei gameti.
Disposizioni concernenti la
tutela del nascituro. I nati sono figli della coppia che ha
espresso la volontà di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita. Non sono ammessi il disconoscimento di
paternità e facoltà della madre di non essere nominata.
Regolamentazione delle
strutture. Le strutture pubbliche e private sono autorizzate
dalle Regioni e iscritte in un
registro. Saranno accuratamente valutate e controllate.
Divieti. Sono vietati il prelievo di gameti post-mortem e
il proseguimento delle pratiche dopo la morte di uno dei
due componenti la coppia. È
vietata la surrogazione della
madre in gravidanza, ovvero il
prestito o l’affitto del corpo di
una donna a scopo di gravidanza. È vietata la clonazione
umana, cioè il processo che
porterebbe a ottenere un essere umano partendo da un’
unica cellula. È vietata la sperimentazione sugli embrioni
umani, mentre è consentita la
ricerca clinica e sperimentale
con finalità terapeutiche e
diagnostiche. È comunque
vietato produrre apposta embrioni. E vietato alterare il patrimonio genetico degli embrioni se non a fini terapeutici, fare scissioni precoci, unire
un gamete umano a uno di
specie diversa. La produzione
di embrioni per coppia non
deve essere superiore a quattro per ogni tentativo.
A colloquio con il pastore Bronkema
Clandestini chiedono asilo
a Salerno: respinti
MARTA D’AURIA
Alle 10,30 dei 24 aprile è
!
arrivata nel porto di Salerno la nave Poyarcovo, bandiera maltese, equipaggio
russo, con a bordo un «carico» scomodo; sette rifugiati
(due cittadini del Ghana e
cinque della Liberia) tra cui
tre minori, rispettivamente di
13,15 e 17 anni. Giorni prima
la nave era stata nel porto
francese di Séte, dove il capitano aveva mostrato alle autorità locali una lettera con la
quale i clandestini chiedevano protezione e asilo in Europa. La richiesta era stata respinta scavalcando la Convenzione mondiale per la
protezione dei diritti dei migranti approvata all’unanimità dall’assemblea dell’Onu
nel 1990, ma ratificata da pochissimi paesi.
La Cimade, un organismo
francese per la tutela di rifugiati e richiedenti asilo, ha
poi segnalato l’arrivo in Italia
della nave al Consiglio italiano per i rifugiati (Gir) e al Servizio rifugiati e migranti
(Srm) della Federazione delle
chiese evangeliche in Italia,
che hanno tempestivamente
chiesto ai funzionari della capitaneria del porto di Salerno
di permettere ai sette rifugiati
di scendere dalla nave, di
chiarire la loro situazione davanti alle autorità competenti
e di avere la possibilità di
chiedere asilo politico. Soprattutto la sorte dei tre minorenni ha destato preoccupazione: «L’Italia aderisce alla
Convenzione mondiale sulla
protezione dei minori - ha ribadito in quei momenti Anne
Marie Dupré, responsabile
del Srm -, eppure li lascia a
bordo di una nave a destinazione incerta». Si sapeva infatti che la nave faceva rotta
verso la Romania, dove doveva essere smantellata.
Quando la Poyarcovo è attraccata al molo del porto di
Salerno, erano presenti Bob
Per i Fratelli non è necessaria una nuova legge sulla libertà religiosa
Moretti: è sufficiente l'abrogazione delle norme del '29-30
Riprendiamo il discorso
sulla nuova legge in materia
di libertà religiosa, in discussione al Parlamento, con
Paolo Moretti’*, della Chiesa
dei Fratelli.
- Come valuta il fatto che le
leggi del 1929-30 siano finalmente in procinto di essere
abrogate?
«Rispondo non per il desiderio di portare il mio contributo a un dibattito-confronto
ma soltanto per cogliere un’
occasione di testimonianza
che mi è stata offerta e per la
quale ringrazio. L’abrogazione delle cosiddette “leggi sui
culti ammessi” del 1929-30
avrebbe dovuto essere un atto conseguente e coerente al
testo dell’art. 3 della Costituzione repubblicana dove si
afferma che "tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Purtroppo, non soltanto le disuguaglianze e le distinzioni sono rimaste, dal momento
che, dopo oltre 50 anni dall’entrata in vigore del testo
costituzionale, quelle leggi
non sono state ancora abrogate, ma (fatto ancora più
grave) sono state addirittura
“costituzionalizzate” con l’incoerente legittimazione del
Concordato con la Chiesa
cattolica (art. 7) e delle Intese
con le altre confessioni
religiose (art. 8). In quest’ultimo articolo si fa esplicito riferimento alle “confessioni
religiose diverse dalla cattolica”. Purtroppo chi ha stipulato Intese ha accettato che la
propria “diversità” venisse riconosciuta sulla base del
confronto con la confessione
cattolica che, implicitamente,
costituisce dunque per la carta costituzionale “la normalità”. Se per l’art. 3 i cittadini
sono uguali e perciò ugualmente liberi, è profondamente incoerente e contraddittorio distinguerli, nella stessa
carta, fra normali (i cattolici)
e diversi (i non cattolici). Come cittadino di questo stato
denuncio quindi, e con forza,
non solo per me ma per ogni
credente non cattolico, che
leggi come quelle del 1929-30
siano ancora in vigore. Così
come continuo a denunciare
gli artt. 7 e 8 della Costituzione repubblicana come “corpi
estranei” che la rendono contraddittoria e incoerente con
se stessa. Come discepolo di
Gesù Cristo sono chiamato a
vivere sottomesso al mio Signore e a non essere condizionato dalla paura di quello
che possono farmi gli uomini
con le loro leggi. Mi rallegro,
certo, per la libertà almeno
parziale che ho goduto in
questi anni nel vivere la mia
fede, ma non dimentico che
sono chiamato a soffrire con
Cristo e per Cristo (I Pietro 2,
21) e che rinunciare a questa
vocazione equivarrebbe a rinunciare alla mia stessa
identità».
- Che valutazione dà del disegno di legge sulla libertà religiosa proposto dal governo?
«Per coerenza costituzionale la “nuova legge” dovrebbe essere formata da un solo
articolo, quello che nel ddl
porta il numero 40: “Sono abrogati la legge 24 giugno
1929, n. 1159, ed il regio decreto 28 febbraio 1930, n.
289". Non c’è assolutamente
bisogno d’altro. È davvero
triste che davanti a questo
ddl ci sono “evangelici” che
temono di non poter più evangelizzare, che paventano
addirittura la chiusura dei locali di culto e che si stanno
organizzando nelle forme più
ibride “a caccia di Intese”; riconoscendone così di fatto la
veste di privilegio. Perché sì,
è vero, ed è l’ora di dirlo forte
e chiaro: se il Concordato con
la Chiesa cattolica è fonte di
discriminazione, altrettanto
lo sono le Intese. È allora
davvero triste che chiese che
si richiamano al Nuovo Testamento abbiano chiesto e
accettato di stipulare Intese
con lo stato. La nascita e la
storia delle Assemblee dei
Fratelli è stata qualificata dalla loro convinzione che la
Chiesa di Gesù Cristo è un
“organismo vivente” che dipende dal suo Signore e dalla
sua Parola e dal loro conseguente rifiuto di una configu
razione istituzionalizzata della Chiesa, con suoi ordinamenti, confessioni, statuti e
rappresentanze, quindi dal
rifiuto a presentarsi come
“confessione (o denominazione) religiosa”. Davanti
all’attrazione delle Intese mi
pongo alcune domande: sarà
più forte una chiesa che non
vivrà più come “pellegrina e
forestiera” e che, credendo di
essere già “regno”, si attaccherà sempre più alla terra e
perderà le benedizioni che
vengono dalla tensione della
preparazione e dell’attesa del
Regno? Sarà più ricca una
chiesa che, non accontentandosi più di ricevere da Dio, si
abbasserà a chiedere di ricevere ciò che in realtà appartiene a Cesare? Sarà più coerente una chiesa che, dopo
essersi posta davanti al cattolicesimo come testimone delle verità bibliche, finirà con il
condividerne le strategie
concordatarie e pattizie, frutto della sete d’influenza, di
potere, di privilegio? Sarà più
fedele una chiesa che dichiara di essere sottomessa al suo
Signore, ma vive condizionata dalla paura dello stato e
delle sue leggi?».
(*) direttore responsabile de
Il cristiano, mensile che da 111
anni viene diffuso come organo di edificazione e informazione fra le Assemblee dei Fratelli. La redazione è in via del
Campo della Fiera 16, 52031
Anghiari (Ar).
Bronkema, pastore della comunità metodista di Salerno,
i candidati al pastorato Sergio Manna e Elisabeth Löh, e
Michele Sfameli. Al pastore
Bronkema abbiamo chiesto
di raccontarci la sua esperienza: «Appena arrivati al
porto abbiamo chiesto agli
ufficiali portuali di poter salire sulla nave. Dopo un precipitoso sì, ci hanno detto che
una tale decisione spettava
al capitano. Ma poi la nostra
richiesta di colloquio con il
capitano è stata respinta.
Senza essere notato dalla polizia portuale, ho avvicinato
uno dell’equipaggio della
Poyarcovo e gli ho chiesto di
poter parlare con il capitano.
Dopo cinque minuti di attesa, hanno fatto salire me e
Sergio Manna sulla nave dove abbiamo incontrato il capitano, l’armatore e un rappresentante dell’assicurazione Lloyd. Il capitano voleva
far sbarcare i sette rifugiati
mentre, e ancora adesso non
so spiegarmi il perché, la
maggiore resistenza veniva
fatta dal rappresentante della Lloyd».
Anne Marie Dupré del Servizio
rifugiati e migranti Fcei
Una volta saliti sulla nave
avete avuto la possibilità di
parlare con i sette rifugiati?
«Abbiamo incontrato Francis
Wear, il più piccolo del gruppo, con il quale abbiamo parlato per circa cinque minuti.
Poi, vedendo il terrore nei
suoi occhi, ho chiesto di poter parlare con lui da solo.
Non faceva che ripetermi di
non voler tornare nel suo
paese. Anche se in maniera
implicita, le sue parole erano
per noi una chiara richiesta
d’asilo politico. È su questo
dato che con l’aiuto del Srm
abbiamo cominciato a muoverci». Che cosa avete fatto
nelle ore successive? «Lo
mattina del 27 abbiamo telefonato al giudice del tribunale per i minori di Salerno
che si è reso disponibile a seguire il caso. Inoltre, con la
solidarietà offertaci da un avvocato del posto, siamo an
dati alla questura dove et
hanno risposto che il pet'
messo di sbarco doveva esse
re concesso dal ministero de
gli Interni. Ma una volta con
tattato il responsabile
nistero, ci è stato detto ene i
caso era di competenza delia
questura salernitana. Erano
ormai le due del pomeriggioAbbiamo provato a telefona
re alla polizia ma non ce
nessuno. Ero convinto che c
l’avremmo fatta, eravamo c
sì vicini... Invece, impotenn
abbiamo visto in pomerigg
la Poyarcovo allontanarsi
porto di Salerno. L
del volto impaurito di q
ragazzino rimarrà nella m
mente per sempre».
Ancora una volta gli org
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L’Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
PINEROLO CITTÀ D’ARTE — Toma, anche a Pinerolo, l’iniziativa promossa dalla Provincia di Torino «Città
d’arte a porte aperte»; l’appuntamento è per dontenica 17
maggio. La città vedrà tutti i suoi musei aperti, visite guidate alle chiese, itinerari di visite che coinvolgono parchi e
giardini. Non mancheranno spettacoli e mostre, a sottolineare un ruolo di Pinerolo come polo culturale, ma anche artigianale e artistico. L’anno scorso furono migliaia i visitatori, molti dall’estemo ma tanti anche pinerolesi che a volte
ignorano le bellezze artistiche della città della cavalleria.
)ELLE YAUI ■ mLDESI
VENERDÌ 15 MAGGIO 1998
ANNO 134 - N. 20
LIRE 2000
Verso la fine dell’anno
scorso il Concistoro di
Pinerolo, avendo la sensazione che fosse necessario riprendere il discorso sull’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica,
ha inviato una lettera ai genitori in cui si invitava a non richiederne la frequenza per i
loro figli. Ed è stato subito
polemica. Qualcuno ha ritenuto che il tono usato nella
lettera fosse troppo imperativo, qualcun altro ha pensato
che non fosse compito del
Concistoro dire ai genitori
come educare i figli... La sensazione, però, che io ho ricavato da tutta la questione è
che, dopo anni in cui il tema
della laicità dello stato (e
dunque della scuola) è stato
LA RELIGIONE A SCUOLA
E LA LAICITÀ?
PAOLO RIBET
al centro dell’interesse delle
chiese protestanti e dell’opinione pubblica più in generale, questo sia stato semplicemente abbandonato, messo in
soffitta e lì dimenticato; ma
vedo intorno a me molti piccoli segnali che confermano
la mia impressione. Eppure,
quando nel 1984 fu firmato il
nuovo concordato, tutti avevano visto in esso dei piccoli
passi avanti nel senso della
laicità: non si parlava più di
chiesa di stato, nella scuola la
religione cattolica non era più
«fondamento e coronamento»
di tutto l’insegnamento. Si
ponevano le basi per un possibile nuovo rapporto tra
chiesa e stato in Itadia e se la
Chiesa cattolica italiana avesse voluto procedere per quella strada, avrebbe potuto vivere una nuova stagione molto feconda. Invece non è suc
cesso niente; anzi, quasi di
soppiatto, in tempi recenti sono stati introdotti nuovi provvedimenti fortemente privilegiari, come l’adeguamento al
livello più alto degli stipendi
di tutti i professori di religione. E poi, il finanziamento alle scuole private, che un giorno o l’altro arriverà.
Dopo una stagione di lotte
di fronte alla Corte Costituzionale, evidentemente questo tema non appassiona più e
in Italia si ritorna a percomere
le strade, politiche e spirituali, di sempre. E qui sta il problema: la caduta di interesse
per il tema della laicità nasce,
io credo, da un forte abbassamento di tensione spirituale e
ideale. Di qui dunque dovrebbe ripartire la riflessione.
Tredici Laghi SpA
Novità
\v\ vista per
le Seggiovie
Approvata dal ministero della Pubblica istruzione la nuova sperimentazione che inizierà con il 1998-99
Presto anche ¡1 liceo scientifico al Collegio valdese
CABMELIHA MAURIZIO
Nonostante durante il periodo natalizio si sia registrato il
20% di presenze in più rispetto allo scorso anno, l’affluenza sulle piste sciistiche di Frali, a causa soprattutto della
mancanza di neve, è calata
notevolmente rispetto alla stagione passata. La Società 13
Laghi, che gestisce gli impianti pralini, ha deciso per
far fronte alla situazione finanziaria di concentrare i tagli
sulle spese, da un lato, ma anche, dall’altro, di procedere
ad interventi sugli impianti.
Il Consiglio di amministrazione recentemente ha deciso
a questo fine un aumento del
capitale sociale di due miliardi per costruire il nuovo impianto Bric-Rond, in quanto
fattuale vede scadere la propria operatività nel 2002. In
una lettera inviata agli azionisti e ai simpatizzanti, la Società spiega la decisione di
aumentare il proprio capitale
e la situazione attuale delle
piste sciistiche di Frali che
vedono rimpianto ski-lift
Ciatlet ormai realizzato ma
non ancora operativo mancando delle necessarie autorizzazioni; inoltre il Consiglio ha
deciso di non archiviare la
pratica relativa all’impianto di
arroccamento dell’impianto
Malzat-Fian Alpet effettuando
gli adeguamenti necessari con
una razionalizzazione delle
spese per l’uso dell’impianto
(il preventivo è di circa 300
milioni) e attivandosi per ottenere finanziamenti agevolati
per la costruzione di un nuovo
impianto entro il 2(X)4.
Un impegno quindi rivolto
verso il futuro quello della 13
Laghi che oggi chiede ai suoi
azionisti e ai proprietari di appartamenti di Frali di investire
sugli impianti pralini per salvaguardare, si legge nella lettera, anche il proprio patrimomo immobiliare, acquistando
almeno 80 azioni per un valom totale di 2 milioni di lire.
Per la prima volta approda
in vai Fenice il liceo
scientifico: dal prossimo anno
scolastico 1998-99 infatti
presso il Collegio valdese di
Torre Fellice, che già conta al
suo attivo un corso di liceo
classico e uno di liceo europeo (con due indirizzi), i ragazzi e le ragazze che decidono di iscriversi potranno frequentare anche un corso di liceo scientifico. Si tratta di
una novità assoluta per il territorio della valle, voluta soprattutto dal corpo docente
del Collegio, che ha indicato
quanto forte sia la richiesta di
famiglie e studenti di attivare
questo tipo di scuola secondaria. «Non solo i docenti ma
anche i genitori che fanno
parte del comitato scientifico
del Collegio e lo stesso Sinodo - spiega il preside. Elio
Canale - hanno condiviso da
molto tempo il discorso che
la nostra scuola dovesse muoversi stando nei tempi della
nuova scuola, quella che per
esempio prevede il cosiddetto
Gli studenti nell’Aula sinodale per l’apertura dell’anno scolastico
“riordino dei cicli’’, ovvero
una riforma tesa a prolungare
la scuola dell’obbligo e a fornire nel biennio vari corsi di
studio, attraverso i quali gli
studenti possano muoversi liberamente, prima di prendere
la decisione di un vero e proprio indirizzo nel triennio.
Ecco, questo da noi già avveniva nel passato, e da oggi
con la presenza del liceo
scientifico, concessa da un’
autorizzazione del ministero
della Fubblica istruzione pervenuta proprio in questi giorni, possiamo offrire agli studenti la gamma quasi completa degli studi liceali».
L’attivazione del liceo
scientifico si inserisce dunque
in un discorso più globale
sulla cura dell’istruzione secondaria, basato soprattutto
su qualità dei servizi offerti e
ricerca continua di rinnovamento, che contraddistinguono da sempre il modo di ge
stire il Collegio valdese di
Torre Fellice, nato nel lontano 1835 grazie all’interessamento del canonico anglicano
Gilly. «Gli studenti che decideranno di iscriversi al liceo
scientifico - dice Elio Canale
- condivideranno molte ore
di insegnamento con gli studenti degli altri corsi liceali
già presenti, seguendo il programma del cosiddetto “biennio comune’’, con 30-32 ore
di lezioni settimanali nei primi due anni, secondo quanto
previsto dalle normative in
vigore in tutti i corsi analoghi
presenti nelle scuole secondarie statali; nel triennio poi chi
proseguirà nell’indirizzo
scientifico svolgerà 15-16 ore
di lezione settimanale nell’area comune agli studi liceali,
e 10-12 ore settimanali specifiche per l’indirizzo classico
o scientifico».
Va inoltre ricordato che da
diversi anni gli studenti che
frequentano i corsi proposti
dal Collegio valdese partecipano a progetti europei che
prevedono varie iniziative,
come per esempio scambi fre
Sventato il piano di distruzione dei
valdesi in occasione delle Fasque
Fiemontesi del 1655 ad opera della disperata guerriglia condotta da Giosuè
Gianavello e delle pressioni diplomatiche dei paesi protestanti d’Europa, la situazione non si risolse, anzi peggiorò
ancora all’inizio del 1663 con la nomina
di Gianbattista Malingri, signore di Bagnolo, a governatore del forte di Santa
Maria, costruito qualche anno prima
sulla collina di Torre Fellice. Quest’ultimo si rese responsabile di ogni sorta di
soprusi e violenze, e non solo contro i
valdesi, tanto che alcuni anni più tardi
venne condannato a morte da un tribunale di Torino per l’assassinio di un noto esponente cattolico.
La gente non ne poteva più delle violenze e insorse massicciamente sotto la
guida di Gianavello, l’eroe del 1655, che
si mise alla testa e organizzò delle «bande» che giunsero fino a contare 2.000
uomini. Fu una guerra al di fuori di tutte
le regole, non dichiarata dai duchi di Savoia, mai apertamente confessata dai vai
IL FILO DEI GIORNI
BANDITI
FRANCO DAVITE
desi; una guerriglia di fantasmi che combattevano durante la notte e ritornavano
ai loro campi il giorno seguente. Questa
situazione mise in imbarazzo le autorità
della Chiesa valdese, che non potevano
rompere i rapporti con le autorità ducali
e non volevano d’altra parte condannare
i loro uomini messi al bando. Divise anche il popolo valdese in una minoranza
apertamente schierata con i ribelli, una
dichiaratamente contro e una maggioranza che un po’ appoggiava e un po’ subiva gli insorti e produsse una situazione
che ricorda da vicino quella vissuta in
queste stesse valli durante la Resistenza
del 1943-45. Chi non ricorda, fra l’altro,
i cartelli «Achtung Banditen»?
Si produsse una situazione senza sbocco: i valdesi non potevano far valere le
loro ragioni e il Duca non era abbastanza
forte per risolvere la situazione con le
armi. Ancora una volta la soluzione fu
trovata grazie alla mediazione delle potenze protestanti europee: si concluse
con un condono che non soddisfece nessuno, e con l’esilio di una quarantina di
uomini ritenuti responsabili, fra cui Gianavello che morirà a Ginevra.
Questi avvenimenti creano imbarazzo
ancora oggi: la storiografia «ufficiale»
vi dedica solo un breve accenno e anche
quella popolare, che indulge sempre un
po’ sulle figure e sugli episodi fuori
dall’ordinario, la ignora completamente.
Varrebbe la pena dedicare a questo fatto
uno studio approfondito perché, lungi
da costituire un momento disonorevole
della storia valdese, mi sembra invece
descrivere molto bene la condizione disperata in cui hanno vissuto i valdesi in
quel tempo: non solo al limite del genocidio, ma anche messi dalla parte del
torto di fronte a se stessi.
quenti con scuole estere, viaggi di istrazione e soggiorni di
studio in Europa, insegnamento di una o più materie in
lingua straniera; tutto ciò
verrà naturalmente esteso anche al liceo scientifico, che
oltre agli insegnamenti di base e a quelli specifici potrà
contare sul collaudato progetto di lavoro europeo. Il nuovo
corsi di studi inoltre potrà
contare sull’esperienza dei
docenti già presenti, che da
anni collaborano a rendere il
Collegio valdese una scuola
nota in tutta Italia, più volte
citata durante lo scorso Sinodo per l’alto livello di organizzazione e dei servizi offerti. Se tutto andrà come previsto dunque tra cinque anni,
nell’estate del 2003, usciranno
da Torre Fellice i primi diplomati con maturità scientifica.
Gli studenti che stanno terminando le scuole medie e
che volessero iscriversi al liceo scientifico di Torre Fellice per l’anno scolastico 199899 possono farlo sin da ora,
rivolgendosi alla segreteria
oppure richiedendo informazioni telefoniche (tei. 012191260). Come già avviene
per tutti gli altri corsi anche i
neoiscritti al futuro liceo
scientifico potranno accedere,
se ne hanno i requisiti, alle
borse di studio, che in alcuni
casi coprono una buona parte
della retta. Il preside Canale e
i docenti danno inoltre appuntamento a tutti i futuri allievi del Collegio per il prossimo 19 settembre, quando
avverrà l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico
1998-99 alla presenza della
scrittrice Dacia Maraini che.
come ci ha anticipato il preside, parteciperà alla giornate
inaugurale confermando une
tradizione secondo la quale i
discorso augurale agli studenti viene svolto da notissime
personalità della cultura c
della politica (lo scorso set
tembre era stato al Collegic
valdese di Torre Fellice i
Fresidente della Camera, on
Luciano Violante).
8
PAG. Il
E Eco Delle mLLi rnLora
VENERDÌ 15 MAGGIO
PENSIONATO MUORE INVESTITO DA UNA MOTO —
Mortale incidente domenica 10 maggio sulla circonvallazione di Pinerolo; un pensionato 70enne, Guido Balcet originario di Pragelato, attraversava correndo la circonvallazione proprio mentre sopraggiungeva in moto Ezio Sola, 23
anni di Perosa Argentina. Malgrado la frenata Sola non poteva evitare l’impatto che causava la morte di Balcet e gravi
traumi al motociclista ricoverato con prognosi riservata.
SALONE DEL LIBRO — La biblioteca comunale di Torre
Pellice «Carlo Levi» organizza per la settimana del Salone
del libro (21-26 maggio) un pullman f5er Torino. Il costo,
comprensivo dell’ingresso al Salone, è di lire 25.000. Chi
fosse interessato deve mettersi in contatto entro sabato 16
con la biblioteca o telefonare al numero 0121-932530.
AUSL 10: DAL 1° GIUGNO STOP AL FUMO — Stop al fumo all’ospedale di Pinerolo e in tutti gli ambulatori
dell’azienda sanitaria 10 a partire dal 1“ giugno; la legge che
istituisce il divieto di fumo nelle strutture sanitarie è addirittura del ’75 ma ora giunge anche il provvedimento ufficiale
della direzione aziendale. 1 fondi derivanti dalle sanzioni
(5.000 lire) andranno a un fondo per la realizzazione di materiale informativo su protezione e prevenzione tumori.
ANCHE A TORRE GLI OBIETTORI — Il Consiglio comu
naie ha deciso di sottoscrivere una convenzione col ministero della Difesa per l’impiego di obiettori di coscienza. Dovrebbero collaborare con i servizi culturali, per i giovani e
lo sport. Negli ultimi anni anche altri Comuni, come Bobbio, Lusema San Giovanni e San Secondo hanno deciso di
avvalersi della collaborazione degli obiettori. Nella stessa
seduta il Consiglio comunale ha provveduto a recedere la
convenzione con il Comune di Angrogna per il segretario
comunale e ad approvarne una nuova con Bobbio Pellice.
La dott. Salerno sarà così segretario di Torre e Bobbio Pellice, il dott. Gurrieri segretario di Villar Pellice e Angrogna.
MESTIERI D’ARTE — Nell’ambito di Città d’arte a porte
aperte, l’associazione «Opera & artificio» propone dal 16
al 19 maggio un’esposizione di mestieri e tradizioni del Pinerolese. Nell’ex chiesa San Giuseppe saranno esposti manufatti in ferro, legno, sartoria, restauro curati da questa as.sociazione di artigiani sorta da alcuni anni a Pinerolo. Si
potrà visitare la mostra sabato dalle 15 alle 22, domenica
dalle 10 alle 22. lunedì e martedì dalle 17 alle 22.
DA CATANIA PER RAPINARE AL NORD — Sono stati
arrestati dai carabinieri di Pinerolo tre catanes! che salivano
al Nord per compiere rapine e successivamente inviavano a
parenti a casa una parte dei proventi delle rapine. Gli arrestati sono parenti: padre, figlio e cugino; durante un controllo di routine i carabinieri sono stati insospettiti dall’auto del
tipo di una vettura segnalata come utilizzata per una rapina
in Lombardia. Trovata nell'auto anche una pistola «scacciacani» che era stata utilizzata per intimorire la cassiera di un
supermercato. I tre catanes!, Gaetano Tramontana di 54 anni, Salvatore Tramontana di 18 anni e Vincenzo Napoli,
avevano preso alloggio in un albergo di None; si sta indagando per verificare la loro partecipazione ad altre rapine
BIBLIOTECA VALDESE — Dopo la chiusura per ferie il
12 maggio la biblioteca valdese di Torre Pellice ha riaperto
i battenti con un nuovo orario: martedì, mercoledì, venerdì,
sabato, 9-12,30 e 14-18. La bibliotecaria sarà disponibile
per la consulenza al pubblico in orario di apertura fatta eccezione per mercoledì e venerdì pomeriggio.
TRACCE A MAGGIOLIBRI — Mercoledì 20 maggio nel
Salone di rappresentanza del Comune di Pinerolo, alle ore
17,30 verrà presentato nell’ambito di «Maggiolibri» il volume La draia, edito da Alzani e realizzato dall’assessorato alla Cultura della Comunità montana valli Chisone e Germanasca. Si tratta di una guida generale dei beni culturali delle
due valli, una sorta di dizionario suddiviso per categorie, per
Comuni e per voci. La «draia» è il termine con cui vengono
indicate nel paiuà locale le impronte, le tracce lasciate dal
passaggio di uomini e animali; nel volume viene infatti propo.sta una lettura delle valli Chisone e Germanasca attraverso le loro categorie culturali, pensate come un libro aperto le
cui pagine sono state tracciate daH’uomo riga dopo riga nel
corso della storia. Alla presentazione interverranno l’assessore regionale alla Cultura, Giampiero Leo, il pastore Giorgio Bouchard, il presidente della Comunità montana, Erminio Ribet, e l'assessore alla Cultura, Clara Bounous.
«SEMifVINE DU FRANÇAIS» — Sono stati soprattutto gli studenti i protagonisti della «Settimana del francese» organizzata nella due Comunità montane delle valli valdesi. Film,
letture, racconti, incontri fra studenti di differenti realtà sono
stati alcuni dei momenti più significativi. Anche la libreria
Claudiana di Torre Pellice ha aderito predisponendo uno
spazio interamente dedicato alla letteratura franeese; numerose le scolaresche (nella foto) che hanno visitato la libreria.
Prerogative ridotte per i consiglieri comunali di opposizione
Come si può essere minoranza?
FEDERICA TOURN
Come si vive oggi nei nostri Comuni il ruolo di
consigliere di minoranza? La
domanda è meno oziosa di
quanto sembri a prima vista,
se si considerano le leggi che
negli ultimi anni hanno cambiato le carte in tavola nell’amministrazione degli enti
locali, puntando su una maggiore efficienza e celerità della giunta e togliendo molte responsabilità al Consiglio, a
cui restano i compiti di indirizzo e programmazione. Siamo entrati in alcuni comuni
delle Valli e abbiamo parlato
con alcuni consiglieri di minoranza: le opinioni, a favore
o contro le nuove normative,
sono trasversali e non rispecchiano particolari schieramenti partitici, quanto piuttosto
l’esperienza personale, spesso
legata a molti anni di impegno politico a livello locale.
«Da 8 anni sono impegnato
nell’amministrazione di enti
locali - racconta Sergio Hertel, consigliere di minoranza
della lista civica «Torre per il
futuro» a Torre Pellice - e
oggi vivo con grande frustrazione il mio ruolo. È vero che
la maggioranza ha sempre gestito il potere in Consiglio,
ma prima di queste nuove
leggi c’era la possibilità di discutere di tutto; oggi la fun
zione della minoranza è ridotta a votare regolamenti e bilanci. Anche la gestione dei
finanziamenti viene fatta da
uffici preposti e quindi ci si
sente delle nullità». Dello
stesso avviso Valdo Plavan,
eletto in una lista civica al
Comune di Prarostino: «Il risultato della legge Bassanini
è che mentre prima la maggioranza si poteva mettere in
discussione, oggi manca una
vera democrazia interna, con
la conseguenza che gli uomini validi non si impegnano
più in politica». I progetti sono fermi, spiega Plavan, non
vengono fatti gli interventi
urbanistici necessari, non si
organizzano nemmeno più incontri di confronto con i parlamentari locali: «Si vive un
immobilismo totale, dovuto
non ai contrasti interni, ehe
comunque è difficile riscontrare nei piccoli Comuni, ma
alla mancanza di idee e di determinazione negli amministratori attuali».
E vero che i Consigli comunali si sono spesso trovati
esautorati rispetto alla giunta,
che è uscita molto rafforzata
dalle nuove norme. Non tutti
però vedono questa innovazione sotto una luce negativa:
«L’indirizzo mi è parso corretto, perché ha lasciato più
spazio alla giunta per risolvere i problemi concreti, mentre
Studenti del Collegio valdese
Viaggio alla scoperta
deirirlanda
WILLIAM JOURDAN
Se gli scambi organizzati
dal Collegio valdese con
varie scuole di diversi stati
europei hanno l’obiettivo di
far conoscere ai partecipanti
realtà e modi di vivere differenti, si può sicuramente affermare che quello a cui ha
partecipato il secondo anno
del Collegio, ospitato per dieci giorni dal «Christian Brothers College» di Monkstown
(Dublino), è riuscito con successo. Tutti gli studenti che vi
hanno preso parte sono tornati a casa con tre sensazioni: la
gioia di essere stati per dieci
giorni in Irlanda; il rimpianto
perché il periodo è passato
così in fretta e infine la voglia
di partecipare ad altri scambi.
Queste tre sensazioni sono
nate e maturate non solo grazie alle attività e alle visite
che gli amici irlandesi hanno
proposto, ma anche per
l’ospitalità e la disponibilità
delle famiglie. Uno dei lati
più interessanti del viaggio è
stato sicuramente questo: il
trovarsi a contatto con persone del tutto sconosciute, con
le quali si può parlare solamente in inglese. Difficoltà a
parte, sono stati questi momenti in famiglia ad insegnare qualcosa circa il modo di
vivere e le abitudini degli irlandesi all’interno delle mura
domestiche.
Con le attività organizzate
dai ragazzi c’è stata la possibilità di entrare in contatto
con la loro scuola e i vari luoghi di divertimento, molto simili a quelli dei ragazzi italiani ma più limitati, visto che in
Irlanda è vietato l’ingresso in
pub e discoteche fin quando
non si hanno ventun anni e
anche negli altri locali i minorenni non possono bere birra né tanto meno superalcoli
ci. Altre differenze sono state
notate: innanzitutto le dimensioni del College, che conta
ben 500 studenti, mentre il
nostro Collegio ne ha solo un
centinaio; poi il tipo di scuola, in quanto quella da noi visitata è esclusivamente maschile e infine il metodo di
insegnamento e di studio, che
prevede meno materie rispetto alla scuola italiana.
Tra le visite organizzate sarebbe difficile fare una classifica per mettere d’accordo
tutti, ma si può dire che sono
stati molto apprezzati: il viaggio via mare in Inghilterra,
per la visita di Chester, città
molto bella, non distante dalla ben più nota Manchester; il
museo della birra Guinnes a
Dublino; le miniature del
Book of Kell conservate al
Trinity College e una serata a
teatro, rigorosamente in inglese, anche se uno dei personaggi della commedia parlava
italiano.
E così, mentre si scoprivano tante particolarità di questo bel paese, mentre le famiglie non erano più co.sì sconosciute come nei primi giorni,
mentre l’euforia del viaggio
annebbiava un po’ tutti i sensi
e non ci si rendeva conto che
solo poche centinaia di chilometri più a nord si trattava
per cercare di porre fine a una
guerra durata venticinque anni, i dieci giorni scorrevano
veloci e bisognava dire: «Arrivederci Irlanda».
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
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tei. 0121-954194
il Consiglio si può occupare
degli interventi programmatici, più di lungo respiro - spiega infatti Roberto Barale, consigliere di minoranza del Ppi a
Perosa Argentina - per la minoranza esiste comunque la
possibilità di intervenire nell’attività amministrativa attraverso l’attività di controllo
che le è propria». Quindi la
minoranza in Consiglio comunale, aggiunge Barale, non deve avere l’ambizione di essere
portatrice di grande progetti,
ma «monitorare» l’attività
dell’esecutivo, segnalando gli
eventuali problemi o le incongruenze nelle linee programmatiche portate avanti dalla
maggioranza, o alTinterno del
Consiglio con interpellanze e
mozioni o all’esterno nel contatto con i cittadini, tramite incontri o pubblicazioni. Funzione di controllo della pubblica amministrazione che
viene ribadita anche da Sergio
Hertel: «Anche se la minoranza così come è stata concepita
dalla legge serve a ben poco,
una sua azione valida può denunciare ai cittadini le mancanze della maggioranza».
Se è vero che si è voluto
imprimere un’accelerata alla
macchina del Consiglio, non
è stato però a prezzo del rischio di «sindaci manager» e
di una diminuzione del momento democratico del confronto politico? «È vero che
oggi c’è meno dibattito e che
un tempo i progetti venivano
discussi nel merito da tutto il
Consiglio e i consiglieri potevano portare avanti direttamente le istanze dei cittadini
- conclude Barale - ma questo si può ancora fare con altri sistemi».
Torre Pellice
I toponimi
di Massello
ELENA PASCAL
Presso il Centro culturale è
esposta dal 28 aprile al
30 maggio una serie di tabe!
Ioni dedicati ai toponimi di
Massello. I curatori non hanno certo avuto la pretesa di
esaurire l’argomento assai
complesso, e anche controverso delle etimologie, né
quello ancor più complesso
della loro derivazione da lingue arcaiche. Si sono limitati
a proporre alcuni temi e interpretazioni nell’intento, già
perseguito per le mostre degli
anni precedenti, di conservée
e se possibile ricostruire, valorizzandolo, il patrimonio di
conoscenze storiche, linguistiche, etnologiche ancora
presente nel piccolo comune
montano.
I toponimi sono stati suddivisi per argomento, considerando il significato che essi
assumono nella parlata locale. Attraverso la successione
di fotografie è possibile osservare come i toponimi richiamino la somiglianza con
un oggetto, indichino la posizione relativa, ricordino la
presenza di animali o vegetali, acqua o pietre, evidenzino
l’utilizzo del terreno e infine,
se pur poco numerosi, si ri
colleghino a fatti storici, fa
miglie, leggende. Così con
elude il pieghevole illustrât
vo della mostra: «Indipenden
temente dalla più o meno an
tica origine, dal ceppo lingui
stico di appartenenza o ancora dal contenuto intrinseco, !
toponimi di Massello paiono
essere figli di una cultura
contadina orientata alla praticità e all’essenzialità».
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INFORMA CILO
Progetto «Airone»
Individuare un metodo di lavoro che permetta l’integrazione socio-lavorativa di giovani svantaggiati, collegare l’attività degli operatori sociali in diverso modo coinvolti in questo campo a livello locale, promuovere un diverso approccio
alle politiche occupazionali, formative e di orientamento:
questo è lo scopo del progetto «Airone», un’iniziativa che
vede come promotore il Comune di Pinerolo e che è rivolta
ai giovani pinerolesi di età compresa tra i Mei 19 anni con
limitate possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.
Il progetto, che si colloca all’interno dell’iniziativa comunitaria «youthstart» ed è portato avanti dal Consorzio per la
formazione, l’innovazione e la qualità, si rivolge a 100 giovani con limitate possibilità di inserimento lavorativo, a
causa ad esempio della debolezza del loro titolo di studio, e
prevede tra gli interventi in un primo momento uno studio
del mercato del lavoro locale e l’individuazione nello specifico pinerolese di settori occupazionali e quindi percorsi formativi sia per gli operatori che per le persone coinvolte.
«Airone» prevede di collegare in rete diversi operatori
sia di enti pubblici che privati al fine di costituire un gruppo di lavoro che garantisca un supporto alle iniziative locali nei confronti dei giovani. L’obiettivo è quello di individuare un modo nuovo di avvicinarsi alle politiche occupazionali, formative e di orientamento, sulla base tra l’altro
dello studio che verrà portato avanti utilizzando un target
group individuato dal Consorzio e coinvolgendo le competenze e l’esperienza di soggetti con conoscenze locali sia
sociali che economiche. Al progetto nazionale si collega
una seconda iniziativa a carattere transnazionale, che vede
coinvolti soggetti scozzesi e olandesi, e che si prefigge lo
scopo di sviluppare una metodologia di analisi e ricerca
comune alle diverse realtà, oltre che uno scambio di esperienze e conoscenza di valutazione dei risultati. Ciascun
gruppo di lavoro locale sarà permanente, garantendo così
anche la continuità nel tempo.dell’applicazione del metodo
e la relazione fra i diversi operatori e le risorse che si sarà
costituita nell’ambito del progetto.
Il fine ultimo dell’iniziativa «Airone», sia a livello nazionale che transnazionale, è quello di favorire interventi
di inserimento sociale e lavorativo nei confronti dei giovani appartenenti a fa.sce di popolazione che non possiedono
riterimenti stabili rispetto alla fase di transizione tra .scuola
e lavoro. Inoltre il progetto si prefigge il compito di creare
un modello di intervento non legato alla fase contingente
ma utile anche in futuro. Ma è anche un progetto di formazione degli operatori che devono seguire i giovani nel loro
percorso. Si tratta insomma di un’iniziativa rivolta innanzitutto alle metodologie e alla formazione degli operatori in
modo da creare «sapere» e confrontare esperienze ai fm’
dell’inserimento lavorativo giovanile.
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salariati»; un’apertura alle
donne che per l’epoca pare
quasi rivoluzionaria. Cambiano anche gli scopi che diventano «giovare all’economia
dei consumatori, acquistando
all’ingrosso per somministrare al minuto generi di consumo alle migliori condizioni
possibili». La vita e la storia
della cooperativa si intreccia
con quella di un altro sodalizio secolare, la Società operaia di mutuo soccorso, proprieOriadeì locali, e per un
’jetiodo legata alla prima
nell’Alleanza cooperativa: i
presidenti si alternavano ogni
sei mesi. Nel 1928, siamo
dunque già in pieno fascismo,
l’alleanza viene sciolta d’ufficio e le due società proseguono la cooperativa occupandosi del magazzino e la società
operaia di mutualità.
Nel 1945 viene nominato
commissario prima e presidente poi, Matteo Stefanetto;
si succedono altri presidenti
fino alla nomina, nel 1980,
dell’attuale presidente Giulio
Giordano. Il centro di vendita
ha subito nel corso degli anni
diverse migliorie, anche se la
sede non si è più spostata da
quella «storica» di via Roma;
nel 1993 si è chiuso il punto
di somministrazione bevande. E l’oggi? «L’attività commerciale ha subito una forte
contrazione nel momento in
cui si sono affermati in zona i
supermercati - lamenta il
presidente Giulio Giordano
-; noi cerchiamo di esercitare
davvero un’azione calmieratrice sui prezzi mentre la
grande distribuzione spesso
tende ad ingannare abbassando i prezzi solo di alcuni prodotti in modo da attirare la
clientela. Abbiamo comunque un fatturato di oltre 800
milioni; ma le spese a cui andiamo incontro fra personale,
tasse varie e manutenzione
del negozio sono elevate.
Malgrado questo riusciamo a
devolvere una parte dei modestissimi utili in mutualità e
in particolare in pacchi dono
per gli anziani a Natale e in
materiale didattico per i figli
dei soci all’iniziò dell’anno».
Le Alpi non hanno mai diviso ma unito; è uno slogan
che diventa realtà assoluta
quando si parla di animali di
alta quota, siano essi volatili
pregiati oppure ungulati. Nei
giorni scorsi si è parlato francese in vai Pellice e non soltanto per la coincidenza con
la «Settimana del francese»
ma perché dal vicino Queyras
sono arrivati dei ricercatori di
fauna alpina impegnati nello
studio dei movimenti e della
presenza del gallo forcello
detto anche fagiano di monte.
L’estate scorsa una decina di
questi animali è stata catturata e sono stati loro applicati
dei «trasmettitori». L’intento
è quello di capirne le abitudini, verificare lo sviluppo delle
famiglie, seguirne gli spostamenti; e proprio seguendo
uno di questi spostamenti da
Ristolas sono arrivati i francesi sulle orme di un esemplare che ha trascorso l’inverno in alta vai Pellice. «Un
percorso di ben 5 km - dice
Robi Janavel, da anni impegnato nella valorizzazione
della fauna alpina e in particolare dello stambecco - e
non sono pochi per questo
volatile se pensiamo che gli
animali studiati in questi anni
non si allontanavano di più di
2-3 chilometri».
Qual è la situazione del gallo forcello in vai Pellice? «In
vai Pellice, ancorché specie
cacciabile, si può dire sia stabile - aggiunge Janavel -; in
Francia stanno valutando ad
esempio quale sia l’impatto
dei predatori come la volpe, i
rapaci, e da ultimo i cacciatori». In alta vai Pellice ormai
nidifica stabilmente anche
l’aquila reale; è un animale a
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Assemblea tematica alla Chiesa valdese di Pinerolo
Il problema delLora dì religione
DAVIDE ROSSO__________
11 dibattito intorno all’ora di
religione a scuola (Ire) in
Iresti ultimi anni sembra un
po’ calato di intensità. Ha co®c perso forza anche a causa
della caduta di interesse nei
confronti della laicità. L’assemblea della Chiesa valdese
d( Pinerolo, venerdì 8 maggio, ha affrontato questa te®Mica parallelamente a quel5 dell’educazione dei giovani
jo vista della fede e al rappor0 fra fede, famiglia e scuola,
'»contro prendeva spunto
»una lettera inviata dal
oncistoro alla fine dell’anno
f»rniglie con figli
™ stà scolare, in cui si invita» a non far partecipare i
cait'r "ff’oi'a di religione
ttolica a scuola e si spiega®o 1 diritti che questi ave
vano. La lettera aveva suscitato la reazione di alcune famiglie che la consideravano
un’intrusione indebita nella
loro libertà di decisione e ne
era nato un dibattito che è poi
proseguito anche in alcune
riunioni quartierali.
Questo era il punto di partenza, ma nel dibattito di venerdì è emerso come il nocciolo della questione non fosse tanto la lettera quanto la
necessità di maggior informazione suirirc, e soprattutto la
necessità di rianimare il dibattito intorno alla laicità; di trasmettere in qualche modo, è
stato detto, il patrimonio frutto di quel vivo dibattito che
ha caratterizzato gli anni fra
l’84 e il ’90. Oggi da molti
genitori l’Irc è considerata
un’ora che non fa male a nessuno, una sorta di ibrido cul
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(gioielli)
trieste 24, tei. 0121/397550 Pinerolo (To)
rischio o in espansione? «Il
territorio della vai Pellice può
ospitare al massimo due coppie di aquile; esse abbisognano di un territorio vasto almeno 50 km quadrati in base alle prede disponibili e dunque
non ha senso parlare di aumento di questa specie. Sicuramente comunque le due
coppie si stanno riproducendo
regolarmente». Una ulteriore
buona notizia sotto il profilo
faunistico è l’ormai assodata
presenza su tutto l’arco alpino del gipeto, avvoltoio reintrodotto con un progetto internazionale sia nel parco
dell’Argentera che nel Mercantour che è presente nella
valli pinerolesi, così come nel
Cuneese oltre che in Austria e
in Engadina. Intanto in vai
Chisone è arrivato il lupo; i
naturalisti esultano, i pastori
sono preoccupati per le loro
greggi: «È stato un avvicinamento lento - ricorda Janavel
-: il lupo ha risalito l’Appennino e poi le Alpi. Negli Anni
60 il lupo italico era presente
solo più nelle foreste del centro Italia: è una sfida interessante sotto il profilo naturali
stico; occorre però valutare
bene anche i problemi che esso può creare dove ci sia la
pastorizia. Bisogna cioè introdurre degli indennizzi certi
e adeguati dove il lupo abbia
ucciso una pecora. Non drammatizzerei però la situazione:
il lupo è appena arrivato e vive nelle foreste con possibilità di salire anche al livello
degli alpeggi; personalmente
mi spaventa di più la presenza di cani rinselvatichiti che
negli anni passati hanno creato doversi problemi».
Chi conosce Robi Janavel
lo associa alla montagna ed
alla fauna alpina, ma soprattutto allo stambecco; ci sono
stati progetti di reintroduzione, monitoraggio, valutazione. Si è raggiunta una situazione ottimale? «Si è iniziato
in vai Pellice per poi sconfinare nel parco del Queyras commenta Janavel -; 10 anni
fa era un po’ un sogno e nel
’95 c’è stata la prima reintroduzione sul versante francese
dopo diversi interventi in Italia. Proprio in questi giorni il
parco del Queyras ha terminato il suo progetto reintroducendo 25 capi; per due anni si
è lavorato seguendoli grazie a
radiocollari che ci consentono
di sapere sempre dove si trova un certo animale; alcuni
capi hanno percorso anche 30
o 40 km in montagna, altri si
sono spostati da Ristolas a
Rodoretto». In sostanza, grazie a successivi interventi, un
ampio tratto di catena alpina
occidentale può contare oggi
sulla presenza di stambecchi,
dalla Vanoise alla vai Troncea, fino al colle della Maddalena, in tutto almeno 200
esemplari.
turale, non più un’ora con valore catechistico. Occorre, è
stato ricordato nel corso dell’assemblea, far partire un segnale di presenza laica, ricordando che la laicità ha come
elemento tipico non l’anticlericalismo ma il pluralismo.
L’istruzione religiosa poi non
può essere fatta a scuola ma
in un contesto di comunità.
L’assemblea ha approvato in
conclusione un ordine del
giorno in cui, oltre a ribadire
l’impegno in favore della laicità della scuola pubblica e il
proprio impegno per la testimonianza della fede alle generazioni più giovani, invita il
Concistoro di Pinerolo «a organizzare, anche in collaborazione con altre forze, una tavola rotonda pubblica sull’argomento, al fine di rilanciare
il dibattito nella città».
Il musicista recentemente scomparso
Ferruccio Rìvoir
ADRIANA PROCHET BELLION
Tra le pagine della nostra
storia vorrei che rimanesse la figura di Ferruccio Rivoir ovvero, come qualcuno
lo chiamava, il maestro Ferruccio Rivoir. Come ex membro della corale di San Giovanni, alla quale egli ha dedicato tanto tempo, vorrei ricordarlo come compositore e come credente. Ferruccio infatti
ha dato una testimonianza di
fede attraverso la musica con
una forza e con un’impronta
eccezionali.
Sì, è stato un maestro. Tutti
noi avevamo studiato il «Credo» al catechismo, ma cantarlo con la musica di Ferruccio
è stato un’esperienza direi
unica... Ha saputo esprimere
le affermazioni, le emozioni
del Credo in modo forte e effi
ARREDA
ESpOSiziONE E UbORATORÌO:
vìa S. SeconcIo, 58 •'«0121 /201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO (To)
(di Ironie aIIa caserma AlpiNi «BcRARdi»)
VeTRÌNA NOVÌTÀ - vicolo GÌRAud/pORTÌCÌ vìa OliAppERO
cace, alternando momenti di
ansia, di disperazione ai momenti sereni e fiduciosi che
ogni credente vive e affronta.
Si potrebbe dire che ha saputo
esprimere con la musica adeguata i vari momenti della fede cristiana. Dal Magnificat,
momento della nascita di Gesù, al Salmo XXIII o al Salmo
/, dove si percepisce così bene
la tranquillità e la gioia dell’uomo «che non cammina secondo il consiglio degli empi». Altra bella testimonianza
è VInno dell’Emancipazione,
scritto apposta nel 1948 e che
verrà ripreso quest’anno dalle
corali in occasione della festa
di canto a Torino: testimonianza in cui Rivoir, attraverso un testo di Ada Meille, sottolinea nel ritornello quasi con
ostinazione: nonostante tutto
passi, gli anni i lutti e le persecuzioni, il Signore mantiene le
sue promesse restituendo la libertà al popolo valdese.
In ultimo vorrei dire una
parola di riconoscenza alla
corale di San Giovanni che,
oltre a avere in passato inciso
una cassetta esclusivamente
con brani di Rivoir, ha voluto
ora testimoniare la sua solidarietà e la sua gratitudine a
Ferruccio invitando i coralisti,
gli ex coralisti e un quartetto
di archi a uninni nel canto
dell’inno 223 come ultimo saluto affettuoso.
SOS ALCOLISMO
Poliambulatorio
Villar Perosa: tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto
Tel: 82352-249-day ospitai
Si ringraiia i’edilore per lo spazio concesso_
Nelle
Chiese
Valdesi
FESTA DI CANTO
DELLE SCUOLE DOMENICALI DEL r
CIRCUITO — Si svolgerà domenica 17 maggio
a Luserna San Giovanni la
festa che segna la chiusura
delle attività delle scuole
domenicali. Il programma
di massima prevede il culto alle 10 gestito da monitori e bambini, il pranzo al
sacco alle 12,30 e il pomeriggio dedicato a giochi,
socializzazione e divertimento.
ASCENSIONE — Il
culto dell’Ascensione per
il 1° circuito si svolgerà al
tempio del Serre di Angrogna giovedì 21 maggio alle
21. Il culto per il 2° circuito si svolgerà a Pinerolo alle ore 20,45.
ASSEMBLEE DI CIRCUITO — Venerdì 15
maggio alle 20,45 a Bob
bio Pellice assemblea del
1° circuito. Venerdì 22
maggio alle 20,30 assem
blea del 2° circuito a San
Germano.
INCONTRI TEOLO
GICI «MIEGGE» — Si
svolgerà domenica 17
maggio a San Secondo di
Pinerolo, nella sala delle
attività, alle ore 17, l’incontro del gruppo «Giovanni
Miegge» sulla cristologia.
SCUOLE DOMENICALI DEL 2” CIRCUITO — Sabato 16 e domenica 17 maggio si svolgerà
la gita delle scuole domenicali del 2° circuito a Vallecrosia. Possono partecipare bambini e ragazzi e
genitori. Chi è interessato
può rivolgersi a monitori e
monitrici.
INCONTRI BIBLICI
— Martedì 19 maggio, alle
21, a Villar Pellice incontro
di riflessione aperto a tutti
sul tema «Accompagnare
la vita fino alla morte».
ANGROGNA — Il pri
mo culto estivo al Serre
avrà luogo domenica 17
maggio con orario inconsueto: alle 15.
BOBBIO PELLICE —
Domenica 10 maggio presentazione e discussione
della relazione morale.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 24
maggio bazar del cucito alla sala Albarin, a partire
dopo il culto senza interruzione fino al tardo pomeriggio.
PERRERO-MANIGLIA —- Incontro dell’Unione femminile giovedì
21 maggio a Maniglia.
PINEROLO — Domenica 17 maggio, alle ore
10, culto con a segùire assemblea di chiesa sulla relazione morale.
POMARETTO — L’incontro dell’Unione femminile di Inverso Pinasca ci
sarà venerdì 22 maggio.
PRALI — La Chiesa
valdese invita tutti al ba
zar, che si svolgerà nei locali comunitari domenica
17 maggio a partire dalle
ore 14,30.
VILLAR PELLICE —
Domenica 17 e lunedì 18
maggio tradizionale bazar
dell’Unione femminile.
VILLASECCA — In
contro dell’Unione femmi
nile giovedì 14 maggio con
la partecipazione di Bruna
Peyrot. Domenica 17 assemblea di chiesa; relazione morale e elezione deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
10
PAG.
IV
VOLLEY
Continua il brillante finale
di stagione del Magic Traco in
B1 femminile; le ragazze di
Mina hanno superato il Biancofomo per 3-1 raggiungendo
le avversarie in classifica; in
B2 maschile in Body Cisco
strapazza il Belvedere ancora
a 0 punti vincendo per 3-0 in
trasferta. Successo esterno anche per il Cerotti in B2 femminile con le pinerolesi vincitrici per 3-0 sull’Arlunno Romagnano. Si è disputata al palazzetto dello sport di Pinerolo
una grande festa per la pallavolo giovanile scolastica alla
quale hanno aderito in massa
le scuole di Pinerolo e dintorni. L’occasione è stata la fase
pinerolese del 2° trofeo Bongioanni caldaie organizzato
dal 3S Pinerolo in collaborazione con l’Alpitour Traco. Il
nuovo progetto «Sport a scuola», lanciato quest’anno dal
ministero della Pubblica istruzione con il Coni, ha avuto il
suo battesimo a Pinerolo anche nel settore promozionale
della pallavolo con buon successo. L’unione collaborativa
di enti locali, istituzioni scolastiche e associazionismo sportivo, col supporto economico
di sponsor privati, ha consentito di allestire così una manifestazione con un monte premi di ottimo livello. Alla fine,
anche se non è stata stilata una
classifica di merito, con la
scuola Media «Silvio Pellico»
guidata dal prof. Enrico Sisti
davanti alla Media Brignone
di Leo Carenini, hanno vinto
tutti. Le prime due formazioni
parteciperanno alla kermesse
TENNIS TAVOLO
Si sono svolti sabato 9
maggio i noni campionati pinerolesi di tennis tavolo per
l’organizzazione del Villar
Perosa; ottima la prestazione
degli atleti della vai Pellice
che si sono classificati primi
in tutte le categorie. In particolare nella categoria giovanile under 16 i ragazzi hanno
ottenuto i primi tre posti.
Mauro Cesano 1°, Simone
Odino 2° e Luca Del Pero 3°.
Nel singolo assoluto ha vinto
Davide Gay che ha superato
in finale Andrea Velo (Giuliano Ghiri è giunto 3°); finale in famiglia nel doppio con
Mario Prats e Maurizio Migliore vincitori sui fratelli
Chili. Nel singolo amatori ha
vinto Giuseppe Ghirardotti
che ha bissato il successo
vincendo anche il doppio della categoria in coppia con
Silvio Felizia.
Al Filmfestival della montagna di Trento
Il «Farfalla d'oro»
al film «Cluzoun»
Il documentario «Cluzoun,
un viaggio attraverso le valli
Chisone e Germanasca» di
Diego Anghilante e Predo
Valla è fra le opere premiate
del 46“ Filmfestival internazionale della montagna di
Trento. «Cluzoun» ha ottenuto il premio speciale «Farfalla d’oro» quale miglior film
di promozione turistica di un’
area montana. Una giuria apposita, presieduta dal campione di ciclismo Francesco
Moser, ha individuato nel
film «un racconto affascinante e realistico di una comunità alpina viva e consapevole della propria storia nei vari
aspetti culturali, linguistici,
sportivi, ambientali e artistici, accompagnato dal suono
di antiche melodie cantate
dalle corali valdesi».
Il prestigioso riconoscimento conferma la qualità
creativa della nascente cinematografia occitana e la
straordinaria vitalità culturale
che conoscono in questo momento le valli occitane. «La
farfalla d’oro» del Filmfestival di Trento si aggiunge al
primo premio che i due registi hanno ottenuto nel 1997
alla Rassegna del documentario italiano con il film «Valades ousitanes». Diego Anghilante, insegnante di filosofia e
direttore del mensile Ousitanio vivo, e Predo Valla, giornalista e documentarista, sono tra i principali autori della
CONTRO IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
via Roma 41 (secondo piano)
LUSERNA S. GIOVANNI
Tel. 954401 - Orario 17 alle 19
« rtigrazia l'editor« per to spazio cono«»o
E Eco Delle ^lli "Ijldesi
finale il 9 giugno al palasport
di Cuneo. La classifica finale
ha visto nell’ordine le scuole
Pellico, Brignone, Caffaro
Bricherasio, Pellico San Secondo, Bibiana, Brignone Abbadia, De Amicis Luserna,
San Lazzaro Frossasco.
Prosegue intanto il 5“ torneo femminile ragazze memorial «Ferrazza»; il San Secondo ha superato il Porte per
3-0, mentre il Volley La Torre e il 3S hanno chiuso con
un sofferto 3-2 rispettivamente contro Bricherasio e Pinerolo Vbc. Guida la classifica
il San Secondo con 14 punti
davanti al 3S con 12, più
staccate le altre.
«Ousitanio vivo film», che
con la «nuova musica» di
Sergio Berardo rappresenta
uno dei fenomeni più interessanti dell’attuale rinascita occitana. «Il nostro intento - dicono i due autori - è uscire
dagli steccati del folclorismo
nostalgico per ridare centralità alla cultura occitana nel
nostro mondo contemporaneo. Per questo realizziamo
opere attente non solo ai contenuti didascalici ma alla lezione formale del cinema
d’oggi. Il premio “La farfalla
d’oro” assegnato a “Clouzoun” dimostra che una valle
occitana può essere rappresentata nel cinema con un linguaggio poetico, fuori dalle
consuete banalità turistiche e
promozionali».
I due registi della «Ousitanio vivo film» stanno girando
in queste settimane un nuovo
documentario dedicato alla
vita e al pensiero di François
Fontan. «Fontan - sostengono
Diego Anghilante e Fredo
Valla - è certamente una delle
figure centrali della rinascita
occitana nel nostro secolo, come il grande poeta Mistral lo
è stato nel secolo passato. E
stato il primo a dare una coscienza politica e nazionale al
nostro popolo». Il film, coprodotto dall’Unione europea,
verrà presentato in occasione
del ventennale d»lla morte di
Fontan, avvenuta all’ospedale
di Cuneo nel 1979.
La videocassetta Vhs del
cortometraggio «Cluzoun un viaggio attraverso le valli
Chisone e Germanasca» (17
minuti) è in vendita nelle
principali edicole e librerie
delle valli occitane e dei centri pedemontani.
Cantavalli
Balli delle
valli occitane
È il momento delle musiche e dei balli occitani per il
Cantavalli ’98; sabato 16
maggio, ore 21,15, al padiglione Pian de la Tour di Perosa Argentina Silvio Peron
& Gabriele Ferrerò presentano il disco «Ballo delle valli
occitane d’Italia». I due musicisti sono ormai famosi nelle
nostre valli dove formano la
più nota coppia di animatori
di serate da ballo occitane.
Con la serata di Cantavalli si
arriva alla presentazione di
una nuova incisione dove Peron all’organetto e Ferrerò al
violino interpretano a modo
loro le più diffuse danze del
versante italiano delle Alpi,
dalla vai Vermenagna alla vai
Chisone. I 23 brani del nuovo
lavoro rappresentano davvero
una selezione di musica popolare occitana italiana; una
musica molte volte creata
proprio dalla gente, da un popolo spesso povero eppure
«proprietario» delle case in
cui viveva, agricoltore, per il
quale la danza era un momento di incontro, uno dei pochi.
14 maggio, giovedì — PINEROLO: Alle 18, al municipio,
presentazione del volume di
Gian Vittorio Avondo e Valter
Bruno «Il segno che cambia 130 anni di storia politica pinerolese attraverso le cronache della
stampa locale».
15 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Alla «Bottega
del possibile», dalle 9 alle 12 e
dalle 13 alle 16, giornata dedicata al tema «I diritti delle persone
anziane: le tematiche etiche e
giuridiche» con Alberto Taccia,
don Moine, Caritas diocesana, e
Piercarlo Pazè, giudice tutelare.
15 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Alla biblioteca
comunale, alle 16,40, per «Fiabe
e tradizioni africane» Laura Nisbet e Elena Ravazzini presentano Ditaolane ripopola il mondo.
15 maggio, venerdì — VILLAR PELLICE: Nella sala
unionista in piazza Jervis, alle
20,45, incontro sul tema «Il medico può aiutare chi ha problemi
di abuso di alcol?» con un gruppo di medici di famiglia della Val
Pellice e la dott. M. Giovanna
Portuosi del Sert di Torre Pellice.
15 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Nella sala consiliare della Comunità montana,
alle 20,45, il gruppo di studi Val
Lucerna organizza una conferenza sul tema «Crisi dell’identità
nel romanzo del Novecento» con
il professor Alberto Cabella.
Protagonista la corale di San Germano
Musica sacra
e profana in francese
Nell’ambito della «Semaine du français», promossa
dall’assessorato alla Cultura
della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca, sabato 9 maggio nel tempio di Pomaretto, la corale valdese di
San Germano Chisone ha tenuto un concerto che prevedeva l’esecùzione di complaintes, salmi della tradizione calvinista, corali e nella
seconda parte chansons rinascimentali e cori tradizionali
svizzeri e francesi.
Il gruppo, assai conosciuto
e apprezzato nel Pinerolese,
partecipa inoltre a questa manifestazione per testimoniare
in francese, in occasione del
150“ anniversario delle Lettere Patenti, la spiritualità musicale protestante e, con le complaintes, la tradizione e la fede del popolo valdese. Proprio
alle complaintes valdesi il direttore, Riccardo Bertalmio,
ha dedicato un lavoro di ricerca dei testi e di rielaborazione
musicale, con la collaborazione di alcuni stmmentisti e della stessa corale. È anche in
preparazione un Cd, che potrà
essere al tempo stesso una testimonianza di questa significativa ricorrenza storica e
dell’impegno profuso dalla
corale nella valorizzazione
delle tradizioni e quindi anche
della lingua francese.
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ÉLLldÉ
VENERDÌ 15 MAGGIO ^Qi|ypRPÌ
15 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle ore 21, al Centro
sociale in via Michele Bravo, incontro sul tema «Due anni di governo dell’Ulivo. Risultati, problemi, prospettive». Intervengono il sen. Elvio Passone, Fon.
Giorgio Merlo e il consigliere regionale Luciano Marengo; introduce il sindaco di Pinerolo.
15 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle 21,30, al circolo
Stranamore, il gruppo di Filosofia pubblica «Raccolta differenziata» propone una serata sul tema «Edward Said e l’invenzione
dell’Oriente».
15 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle 21, al Salone dei
cavalieri, l’associazione Nexus
presenta il volume «Giovani e
professioni-Giovani professioni».
16 maggio, sabato — PEROSA ARGENTINA: Nella sede
della Comunità montana, alle
16,45, per i pomeriggi del patuà
«E mi contiou, mi contiou», racconti, musica, video a cura del
gruppo promotore del progetto
«Moun pai, ma lengo».
16 maggio, sabato — PINEROLO: Nel tempio valdese, alle
21, concerto del gruppo corale
«Les harmonies» a favore del
Collegio valdese.
16 maggio, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Nella sala mostre del Comune le
allieve del maestro Guy Rivoir
presentano alle 17 «Vernissage
pittura Unitrè»; la mostra rimarrà
aperat domenica dalle 10 alle 12.
16 maggio, sabato — ANGROGNA: Alle 10, alla frazione Giovo, ritrovo di tutti gli apicoltori per il primo incontro,
condotto dal dottor Enrico Cucco, sul tema «Dimostrazione di
una corretta visita dell’alveare,
effettuazione di sciami artificiali,
controllo della sciamatura».
16 maggio, sabato — PINEROLO: Presso la Collezione civica d’arte di Palazzo Vittone,
alle 16,30, inaugurazione della
mostra «Piero Brolis: la donazione», fino al 24 maggio.
16 maggio, sabato — STAFFARDA: Alla foresteria, alle 21,
il gruppo rinascimentale «Costantino Nigra» presenta «Musiche e danze tra Rinascimento e
Barocco».
16 maggio, sabato — PEROSA ARGENTINA: Al Teatro
Piemont, alle 21, va in scena
«...e ti, co tl’avrie fait?», commedia brillante in tre atti di Agostino Passi. Il ricavato andrà a favore dell’associazione «Senzaconfini» che si occupa dell’ospitalità dei bambini di Chernobil.
16 maggio, sabato — TORRE PELLICE: Nel tempio, serata musicale offerta dall’Istituto
musicale Corelli di Pinerolo in
favore dei bambini di Cemobil.
16 e 17 maggio — ANGROGNA: Alle 21,15, nella sala
unionista, il Gruppo Teatro Angrogna propone il suo ultimo lavoro, «Fort village». Prevendita
biglietti presso la libreria Claudiana di Torre Pellice.
17 maggio, domenica — PINEROLO: Alla biblioteca «Alliaudi», ore 10, inaugurazione
della mostra «Dalla persecuzione
alla libertà: testimonianze sulla
storia valdese nei libri e nei documenti della biblioteca di Pinerolo». Saranno anche esposti testi
sul tema «La maschera di ferro:
leggenda e realtà».
19 maggio, martedì — PINEROLO: Al Salone dei cavalieri, alle 21, incontro sul tema
«Akhenaton: il faraone del sole»,
a cura del professor A. Luvino.
Ingresso libero.
19 maggio, martedì — PINEROLO: Alle 21.30, al circolo
Stranamore proiezione del film
«Vesna va veloce».
20 maggio, mercoledì — PINEROLO: Nella sala al pianterreno del seminario vescovile alle
20,45 lezione del professor Passe! Gros sul tema «La struttura
della foglia».
20 maggio, mercoledì — PINEROLO: Nel salone del Comune, alle 17,30, presentazione
del volume «La draia: guida ai
beni culturali delle valli Chisone
e Germanasca».
21 maggio, giovedì — TORRE PELLICE: Alla biblioteca
della Casa valdese, alle 15,30 per
rUnitrè, concerto con Margherita Monnet, violoncello, e Barbara Briano, pianoforte. Musiche di
Mendelssohn e Brahms.
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21 maggio, giovedì — XO»
RE PELLICE: Alla «Bottegj
del possibile» incontro semini
riale sul tema «Il momento del. J ira 7
l’ingresso della persona anziana
nel presidio: gli aspetti psicologi.*
ci e relazionali».
21 maggio, giovedì — sa.
LUZZO: Alle ore 20,45 nel Salo,
ne del chiostro di San Giovanni
La Pagina e la Comunità cristia!
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fWMCoe
na di base organizzano un incon.'ìAal^'^^i.
tro-dibattito dal titolo «Interroga. JscWPJ'®
rivi sulla Sindone». Intervengono Sgett' intei
Carlo Papini, autore del librose
Sindone: una sfida alla ic;enj;a ^ yio più
alla fede, don Franco Barbero e p civile. Il
il can. Antonio Dedominicis. pg storico i
21-24 maggio — PINERO.iall’incropi
LO: Al Centro sociale San Laz- ka rete di i
zaro quattro incontri condotti da hbe generi
Sonia Amicucci su «Movimento ¿proche stre
rigeneratore, training individua- Talle appai
le». Per informazioni «Nonsolo- Lmiali, etr
teatro», tei. 0121-323186. ^¡5 non
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martedi e mercoledì, ore 21,tJ'
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15 maggio, ore 21,15, Booge Centro diac
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stimone dello sposo; domenica,
ore 15,15, 17,15, 19,15 e 21,15, re
e lunedì, martedì e giovedì, oK ^ _
19,30 e 21,15 Un topolino sof
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Resp. ai sensi di legge Piera Eg®'
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15 maggio 1998
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'^'^'^l'Jucazione interculturale rappresenta la sfida più recente e più importante per
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I società in cui gli individui
on fanno più riferimento a
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I società globale) ma mettono
tessere una serie di interreaiioni combinate in modo
amplesso (società modale),
«città di Palermo non sfugga questo andamento, anzi
diventata una delle città
allaivem cui coabitano più
azze, eidie, religioni. Paler\ Blan-io, patta aperta sul Mediai, tei. ìttmeo,è da molti anni mea il immigrati dai paesi del
'eizo Mondo (in maggioraniafiicani) a cui negli ultimi
rmisisono aggiunti popoli
lell’Est europeo.
Il Centro diaconale è conapevole da sempre, consalevolezza accresciuta negli
dtimi anni, che i problemi
lell'immigrazione vanno aftontati per rispondere alla
Avocazione di «frontie3 della testimonianza». Da
tmpre le nostre scuole (matase elementare) hanno
sto sui loro banchi bambini
bambine provenienti dal™'ca. Attualmente su 200
rnmii- una ventina sono
®?™munitari. Oltre a acifliPrii jjgj scolastici.
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I bambini del laboratorio interculturale del Centro «La Noce»
privati accolti in numero rilevante rispetto alla totalità).
Oltre a questa pervasività
nei piani educativi di tutti,
sono stati aperti nel gennaio
scorso due laboratori di educazione-formazione interculturale. Le insegnanti sono
Angela Contessa e Daniela
Selvaggio, mentre il coordinamento è affidato alla pedagogista Tiziana Raia. Oltre a
visitare il laboratorio con la
presenza dei bambini, ho
avuto una lunga conversazione con la coordinatrice. La
prima impressione che si annota è quella della grande
motivazione di tutte e tre le
insegnanti, che le spinge ogni
giorno a ricercare nuove strategie per arrivare agli obiettivi prefissati tramite un piano
intelligente, cadenzato in trimestre. Iniziati a gennaio, i
due laboratori andranno
avanti fino a luglio compreso.
I due gruppi (rispettiyamente
di 12 iunni e di 13) sono eterogenei per età per accogliere
esigenze delle famiglie che
hanno più figli. Ci sono 3
bimbi dello Sri Lanka, 2 del
Capo Verde, 6 del Ghana, 13
italiani, che frequentano il laboratorio per 4 ore settimanali, divisi in due giorni.
Gli obiettivi, che vengono
definiti nelle varie sequenze
di attività, sono; sviluppo
dell’identità personale e confronto con la diversità, integrazione dei bambini provenienti da paesi diversi, conoscenze del patrimonio culturale e delle tradizioni del paese di origine e del paese di
accoglienza attraverso varie
forme espressive, coinvolgimento dei genitori nelle iniziative. Le attività, alcune
delle quali ho visto sotto forma di cartelloni alle pareti,
sono tutte stimolanti: lavori
in pasta di sale, realizzazione
di collage, lavori al computer,
realizzazione di un giornalino a fumetti, ascolto di musicassette di canti popolari, visione di videocassette, attività di fotografia, costruzione
di video, giochi liberi, drammatizzazioni, organizzazione
di feste tipiche e di compleanni, geografia, descrizione di usi e costumi dei differenti paesi, incontri e discussioni con genitori, parenti e
amici, passeggiate e gite. Il
coronamento di tutto questo
lavoro sarà una mostra finale
e una colonia estiva a luglio.
Dalla prima fase (di accoglienza, presentazione, presa
di coscienza delle proprie capacità, potenzialità della propria storia, raccolta fotografica), si è passati alla seconda
fase (maturazione del gruppo
dal punto di vista delle competenze relazionali, lo studio
e la ricerca del patrimonio
culturale di sé e degli altri).
Superate queste due prime
fasi, si punterà a indirizzare
il gruppo verso attività che aiutino l’autogestione, tramite
le quali incentivare il dialogo,
lo scambio e l’integrazione.
Nelle varie fasi è previsto il
momento della verifica con
modalità sempre diverse e
idonee anche per saggiare le
qualità dell’insegnamento.
Un progetto ambizioso con
finalità alte, tutte volte a costruire nei bambini accolti da
Palermo una cittadinanza
piena, effettiva, felice. Le tre
insegnanti mi hanno riferito,
ciascuna a modo suo, la gioia
immensa che hanno provato
nell’osservare che una piccola
ganaense, che si era presentata all’inizio in un disegno dipinta con pelle rosa pallido,
ora con estrema naturalezza
segnalava in tutti i disegni che
la sua pelle era color cioccolata. Senza sapere la piccola
aveva fatto una conquista
(quanti di noi non ne sono capaci!) di fondamentale importanza per il suo «stare bene»;
aveva pienamente assunto la
sua identità.
Per me, che dell’impegno a
«costruire l’uguaglianza per
liberare le differenze» ho fatto una ragione di vita, il disegno della piccola ganaense è
stato un dono di grande e
commovente valore.
5%“i '■••iiaconale ha fornito
omenica . 8'^^hiità scolastica, il
21 15 ’^'9 di refezione e quello
7edì,’ore S'JJabus. (^à l’anno scorlino sot-,™-97) abbiamo potuto
•tazzare un laboratorio di
tamatica per l’apprendidella lingua italiana,
Aiziativa che ha cono; tao un certo successo. Il
oltre che linguisti, ’ Ptavedeva come obiettivo
ì vende- «Ho di aiutare i bimbi a «riompos» Acersi» come identità e a
^ 1 .”^^tae le loro diversità,
■costane ‘ considerarsi non già come
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Napoli: affollata rievocazione di Martin Luther King
Testimoniare al mondo l'unità del Vangelo
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La suggestiva sala del complesso del Monastero di Santa Chiara, con affreschi del
1200, era stata scelta dalla
Chiesa battista di Napoli per
un programma che il 4 aprile
scorso celebrasse il 30° anniversario della morte di Martin Luther King. L’iniziativa,
che era stata preparata insieme al Centro di cultura francescana «Oltre il chiostro»,
era ambiziosa: far conoscere
al grande pubblico della città
di Napoli alcune tappe della
vita e i tratti essenziali del
messaggio del grande leader
per i diritti civili del popolo
afroamericano facendone
emergere le peculiarità e soprattutto la grande attualità.
Il tutto, oltre che con l’ausilio
di una mostra fotografica sistemata neH’atrio della sala,
con l’apporto anche del canto di spiritual attraverso i
quali far rivivere un po’ del
contesto spirituale delle comunità afroamericane.
Il programma, che alternava letture e canti, si è avvalso
della coinvolgente recitazione dell’attore Franco Giacobini e delle voci del coro
«Ipharadisi» guidate dal maestro Carlo Leila. A introdurre
la serata il presidente di «Oltre il chiostro», Giuseppe
Reale, il quale oltre a dare il
benvenuto ai presenti ha
spiegato il senso della celebrazione in un contesto ecumenico. «Attraverso la testimonianza di sangue di Martin Luther King - ha detto
Reale - noi possiamo ritrova
re la forza, il coraggio, l’audacia per testimoniare al mondo l’unità del Vangelo di Cristo, un’unità che non è segno
di appiattimento ma di una
ricchezza che sa valorizzare
le nostre diversità».
«Alcuni aspetti dell’esperienza storica di King - ha poi
aggiunto nel suo intervento il
pastore Massimo Aprile possono essere compresi attraverso le categorie dell’esodo biblico: il pellegrinaggio, il
deserto, la visione e l’attesa
della terra promessa. Luoghi
teologici, questi ultimi, fondamentali per la fede di tutta
la comunità cristiana afroamericana di cui King fu figlio
legittimo». Alcuni simboli posti su una scala di legno hanno accompagnato tutta la celebrazione, simboli semplici
e significativi: una catena,
poi fatta rumorosamente cadere a terra, una Bibbia, un
paio di scarpe da donna in ricordo dell’inizio del movimento con il boicottaggio degli autobus a Montgomery in
Alabama, un cartello di protesta, un grande arcobaleno,
alcune fotografie delle aggressioni della polizia ai dimostranti per i diritti civili. Il
fatto visivo si alternava e fondeva con la forza evocativa
della musica, del messaggio
di King, del canto e dei movimenti dei coristi.
A Paolo Naso, direttore di
Confronti, il compito di condurci ai nostri giorni. Il titolo
della conferenza-concerto
era infatti; «A 30 anni dalla
Torre Peli ice
Una riuscita
giornata
comunitaria
INES PONTET
La domenica da trascorrere con la comunità è iniziata con un culto pensato
insieme, pastori, monitrici,
precatechisti e animatori giovanile, per cercare più partecipazione da parte dei bambini e dei ragazzi, ma anche
da parte degli adulti. Si trattava di spiegare i vari momenti del culto, che il pastore
Marottoli introduceva con un
breve commento, e poi di viverli e sperimentarli ognuno
con il proprio apporto. Il canto è stato guidato in larga
parte dalla scuola domenicale e dal precatechismo, le letture sono state fatte dai ragazzi e dalle ragazze. Momento di intensa comunione
è stato in particolare quello
della Santa Cena, durante il
quale due monitrici hanno
collaborato alla distribuzione
del pane e del vino insieme
alle anziane e al pastore e i
bambini e le bambine hanno
cantato seduti di fronte all’assemblea. Anche per la
colletta quattro bambini si
sono uniti agli anziani. Fuori
dal culto un momento di fraternizzazione con un aperitivo e poi la giornata proseguiva con il pie nic nel giardino
del Collegio. Nel pomeriggio
partite di calcio, di pallavolo,
giochi vari e disegni.
Giornata nel complesso
riuscita, anche se non tutti i
gruppi di attività sono stati
presenti. Forse è mancata da
parte degli organizzatori la
proposta di un programma
per adulti non più in età da
partite di calcio; andrà meglio la prossima volta. L’essenziale è crederci ancora;
continuare a credere che vivere insieme agli altri, creare
intimità e comunicazione fra
le persone sia indispensabile.
La chiesa che predica Cristo e
la sua Buona Novella non
può che cominciare con questi messaggi, senza stancarsi
di insegnarlo ai più piccoli
nel modo più chiaro possibile, evitando gli appiattimenti.
morte di Martin Luther King,
il suo testamento di speranza». Naso ha evocato e proposto alla riflessione alcune
istantanee dell’attuale situazione della questione razzismo negli Usa: una chiesa
bruciata degli oltre cento locali di culto frequentati da
neri distrutti negli ultimi tre
anni da attentati razzisti nel
Sud degli Usa; un intervento
del pastore Lawson, collaboratore di King, a Los Angeles
per far deporre armi e insegne a bande di giovani afro
che avevano contribuito con
la loro disperata violenza ad
«incendiare» Los Angeles; un
progetto delle chiese per costruire migliaia di nuove case
nel Bronx allo scopo di restituire speranza di vita dignitosa e pacifica a decine di migliaia di poveri. Ancora oggi,
come ai tempi di Luther
King, la comunità cristiana
afroamericana è per i neri il
luogo dell’identità, dell’organizzazione e i suoi pastori fra
i loro più autorevoli leader.
La sala aveva 350 posti a
sedere e alla vigilia grande
era stata la mobilitazione della comunità per poterla riempire. Ogni aspettativa è stata
superata da ciò che è avvenuto; non solo la sala si è riempita ma alcune altre centinaia di persone hanno affollato i corridoi laterali e tanti
altri sono purtroppo dovuti
rimanere fuori per il sopraffollamento. Per iniziative
pubbliche di evangelici a Napoli non era mai successo.
Reggio Calabria
Anniversario
della chiesa
filippina
Domenica 19 aprile è stato
celebrato a Reggio Calabria il
IV anniversario della fondazione della chiesa cristiana filippina (Filipino Christian
church), entrata a far parte
dell’Unione battista con l’assemblea generale del giugno
1996. Noè Anaguey, uno dei
responsabili della comunità,
ha ricordato l’inizio della storia della chiesa, quando un
gruppo di otto credenti cominciò a riunirsi il sabato sera nella casa del fratello Ramon e della sorella Josie, per
partecipare a degli studi biblici. Col passare dei mesi il
gruppo crebbe al punto che si
rese necessario trovare un
luogo dove poter svolgere gli
incontri. Con l’aiuto del past.
Enzo Canale e di Pino Canale,
il gruppo filippino fu accolto
dalla comunità battista di
Reggio che mise a disposizione i locali della chiesa dove i
filippini potevano svolgere
regolari culti e altre attività
comunitarie. Da allora è cominciata una collaborazione
con la locale chiesa battista;
Renato Maiocchi, presidente
deU’Ucebi, è stato ospite speciale della celebrazione. A
partire dal testo: «Quelli ebe
sperano nell’Eterno acquistano nuove forze, s’alzano a volo come aquile; corrono e non
si stancano, camminano e
non s’affaticano» (Isaia 40,
31), Maiocchi ha condotto la
riflessione biblica rivolgendo
a tutta la comunità l’augurio
di proseguire il lavoro di testimonianza evangelica nella
città. Hanno partecipato a
questa festa i membri della
comunità battista, e anche
rappresentanti della Chiesa
valdese di Reggio Calabria e
della chiesa evangelica «Risveglio». A conclusione è stato offerto dalla comunità filippina un delizioso buffet.
Nev agenzia stampa
notizie evangeliche
abb. L. 60.000-ccp 82441007
Intestato a l\lev - Roma
Ricerca del Capo contabile
per la Tavola valdese
Caratteristiche e competenze richieste
tìtolo di studio
✓ diploma di ragioneria o laurea in economia
competenze professionali
✓ capacità di assicurare la tenuta della contabilità e la
produzione del bilancio e dei suoi allegati secondo i
principi contabili adottati ed alle scadenze previste:
qualità delle informazioni e tempestività.
✓ capacità di governo del personale amministrativo e
contabile favorendo il lavoro di qruppo, l'acquisizione della conoscenza globale delia contabilità, lo sviluppo professionale delle persone.
✓ capacità di analizzare i processi amministrativi e contabili e di organizzarli in modo lineare ed efficace.
✓ conoscenza delle leggi fiscali, tributarie ed altre attinenti alla corretta tenuta della contabilità ed alla redazione del bilancio.
caratteristiche personali
✓ precisione, tempestività, rispetto dei tempi, comunicativa e chiarezza nell'esposizione, volontà e capacità di
mantenere aggiornato il sistema contabile nel tempo.
costituiscono titolo preferenziale
✓ la conoscenza dell'ambiente e dell'organizzazione
delle chiese evangeliche in Italia.
✓ la conoscenza dell'inglese o del tedesco.
si offre
✓ la gestione in autonomia di un settore importante con
un organico di 4-5 persone.
✓ possibilità di sviluppo: estensione del sistema contabi
le ad altri enti nell'ottica della creazione di un centro
servizi.
✓ retribuzione adeguata alle responsabilità.
^ sede di lavoro: Roma.
Tavola valdese, via Firenze 38, 001 84 Roma
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 15 MAGfíln. \/EN^
Il Sinodo della Chiesa valdese del Rio de la Piata (Uruguay e Argentina) ha ricordato l'Emancipazione del
Cristo ci ha chiamati a essere liberi^ per servire
Le manifestazioni pubbliche e la riflessione si sono concentrate sul significato della libertà oggi e sui contenuti della
testimonianza cristiana di una chiesa «immigrata» dall'Europa ma ben presto radicatasi nella cultura latinoamericam
Tra ordinaria amministrazione e eventi particolari
SERGIO RIBET
IL Sinodo 1998 della Chiesa
valdese del Rio de la Piata
si è caratterizzato per due
aspetti forse a prima vista
contraddittori. Da un lato è
stato un Sinodo di normale
amministrazione, dall’altro è
stato il Sinodo del 150° del
1848, con quanto questo implica di straordinario. 11 mattino di domenica 15 febbraio,
nel tempio di Colonia Vaidense, in Uruguay, si era aperta la
XXXV sessione rioplatense
con un culto presieduto dal
pastore Alvaro Michelin Salomon unitamente alla Commissione sinodale per la liturgia, e con predicazione di chi
scrive (Calati 5,1).
Nel pomeriggio, per festeggiare i 150 anni dell’emancipazione dei valdesi, si sono
tenute manifestazioni pubbliche con giochi per bambini e ragazzi, a cui è seguito
un momento di canto. In seguito si è tenuto un incontro
che ha visto alcune relazioni
presentate dalla pastora
Bianca Armand Pilon (La libertà come frutto dello Spirito), dal pastore Ricardo Ribeiro (Libertà di coscienza e
momento storico dell’Emancipazione) e dal fratello Francisco Geymonat (Come facciamo uso e come condividiamo la libertà). In seguito alcuni delegati dei presbiteri
hanno redatto una «dichiarazione pubblica» e la comunità, in corteo con alcuni striscioni preparati dalle varie
chiese, ha raggiunto la piazza
della Libertà dove si è tenuta
la cerimonia ufficiale.
La cerimonia ha visto un
canto di invocazione, le parole introduttive del moderatore, Delmo Rostan, e gli interventi del rappresentante della
Comunità israelitica in Uruguay e dell’Intendente municipale di Colonia, dott. Carlos
Moreira. Infine è stata letta la
Dichiarazione ed è stata scoperta una targa commemorativa, con lancio di palloncini e
un volo di colombe. Poi la comunità in corteo con tanto di
fiaccole, è tornata al tempio e
si è riunita attorno al falò per
ascoltare le corali di Cosmopolita e di Vaidense. In ultimo
è stato presentato lo spettacolo «Forza di mani unite» del
«Grupo coral vaidense» diretto da Hugo Armand Pilon.
In appendice di questa
giornata, l’indomani, in occasione del centenario di fondazione del tempio di Vaidense, il pastore Oscar Geymonat ha tenuto una relazione sul tema: «L’importanza
attuale del tempio».
Per quanto riguarda invece
la «quotidianità» del Sinodo,
della vita delle chiese, qualcuno ha parlato di un Sinodo
piatto; altri si sono rallegrati
di un Sinodo senza colpi di
scena, come invece l’anno
scorso, quando in chiusura il
moderatore uscente si era
detto non disponibile a una
rielezione. C’è stato forse un
divario tra il momento «alto»
della celebrazione e il momento umile delle deliberazioni assunte. Ma anche a
questo proposito i bollettini
dei presbiteri aiutano a orientarsi tra i molti atti approvati.
Il bollettino del presbiterio
«Colonia Nord e Soriano»,
Caminemos, apre il numero
di aprile con la parola d’ordine del Sinodo stesso, «Chiamati a essere liberi...» e prosegue; «per educare», situando in questo modo nell’ottica
generale l’atto sinodale dedicato all’educazione cristiana
La sala unionista a Colonia Vaidense
(scuole domenicali e catechismi, ma anche tutto il lavoro
della formazione in generale).
Il Sinodo inoltre ha fatto
propno un messaggio ricevuto dall’Assemblea giovanile
rioplatense e ha preso in considerazione la questione giovanile unitamente alle preoccupazioni relative agli anziani: in proposito ha anzi espresso un atto che così suona: «Il Sinodo, attento alla
preoccupazione relativa 1)
alla comprensione della persona anziana, e alla convivenza con la stessa; 2) all’accettazione del processo di invecchiamento come di qualcosa di naturale; 3) al fatto
che questi temi in genere
non sono affrontati nelle famiglie; 4) che dobbiamo rivalutare il ruolo di ciascuno, rispetto agli affetti, alla identità
e alla comprensione di sé;
raccomanda ai presbiteri lo
studio di questa tematica, facendo promozione di questi
temi in tutti i suoi ambiti».
La Mesa vaidense, nella sua
circolare di marzo, valuta il
Sinodo in tre punti: buona
partecipazione globale; importanza, nella giornata del
15 febbraio, dell’utilizzo di
momenti simbolici; raggiungimento parziale degli obiettivi che si era proposto: rimotivare le chiese, aprirsi alla di
La «Dichiarazione pubblica»
Riflettere oggi
sul dono della libertà
Quello che segue è il testo della dichiarazione rivolta dal
Sinodo alle chiese.
Considerando l’avvenimento storico di 150 anni or sono,
con U quale in Italia fii promulgata l’uguaglianza civilè e
terminarono le secolari discriminazioni verso i valdesi, noi
valdesi siamo portati o^ a riflettere sul dono della libertà.
Dono della libertà che è il frutto splendido dell’amore e del
dono di sé di Gesù Cristo. Dono della libertà che ci sfida alla condivisione della testimonianza. Dono della libertà che
denuncia i poteri oppressivi di questo mondo.
Concludiamo facendo nostro il pensiero che l’apostolo
Paolo esprime ai Corinzi, dicendo: «Siete stati comprati al
prezzo della croce. Non diventate schiavi degli uomini».
Il tempio di San Salvador-Dolores
CHIESA BATTISTA - CHIAVARI
17 maggio • ore 21
Auditorium comunale (piazzetta San Francesco)
concerto di spiritual e musiche di George Gershwin
(Daniele latrate, pianoforte; Maria Piccin, soprano)
Nella chiesa (corso Garibaldi 54) mostra sulla Riforma dal 18 al
21 maggio (orario 16-19). A conclusione, il 21 maggio, ore 17,30,
conferenza del past. Franco Becchino sul tema: «La Riforma in
Italia ieri e oggi».
mensione della chiesa universale e al dialogo con gli
ebrei; proiettarsi verso la società. Il prossimo Sinodo (711 febbraio 1999) si terrà a
San Gustavo-La Paz. Nel rimandare infine a un prossimo articolo l’esame di alcuni
altri atti sinodali, ricordiamo
che parallelamente al Sinodo,
nel centro Emmanuel di Colonia Vaidense, si era incontrato il Comitato esecutivo
della Cevaa (vedere articolo
di Franco Taglierò su Riforma
del 3 aprile), e rincontro con i
fratelli Toba è stato stimolante proprio in relazione al tema della libertà, così centrale
in questo Sinodo.
La mozione
sulPeducazione
Educazione cristiana come
evangelizzazione
Il Sinodo, considerando a)
la necessità che l’educazione
cristiana sia uno strumento di
evangelizzazione ai vari livelli: bambini, adolescenti, giovani, adulti e terza età; b) che
questa è una sfida che richiede presa di coscienza, formazione e mezzi; c) che dalle relazioni dei presbiteri emergono alcuni punti critici, per
esempio in relazione all’educazione cristiana rivolta a
adolescenti, giovani e terza
età; d) che è necessario poter
contare su materiale formativo per coloro che si avvicinano alla Chiesa evangelica valdese senza aver percorso i
passi (abituali) di educazione
cristiana; delibera di: a) rivolgere un appello alle chiese e
ai presbiteri perché diano
priorità a questo lavoro in tutte le sue dimensioni; b) raccomandare alla Commissione
sinodale di educazione cristiana che ponga al centro del
suo lavoro l’orientamento e la
formazione per farsi carico in
modo prioritario delle aree
segnalate come punti critici;
c) chiedere alla Mesa vaidense un’attenzione particolare a
quest’area nel momento in
cui si decide l’assegnazione
dei mezzi economici.
Il moderador Delmo Rostan
La partecipazione dei
giovani alla vita della chie^f,
LAVI
Nel corso dell’Assemblea
giovanile rioplatense, che si è
tenuta a Puerto Conchillas Iq
prima settimana di febbraio,
noi giovani valdesi abbiamo
riflettuto sulla libertà che
l’espressione della nostra fede suscita. In questo contesto
si è dibattuto e si è disegnata
una diagnosi relativa alla partecipazione dei giovani alla
vita della chiesa.
Considerando: 1) che l’adolescenza è una tappa della ricerca, che la chiesa non si
presenta come un luogo in
cui le domande relative a
questa ricerca trovano spazio
e comprensione, e che questo si risolve in una scarsa
partecipazione dei giovani
nella vita delle comunità; 2)
che le commissioni giovanili
presbiteriali a volte non si costituiscono, altre volte non
sono effettivamente rappresentative dei gruppi esistenti;
3) che la visita di giovani da
parte di altri giovani ha fatto
SI
NCHE
da prò
forma
(Cfd) non
ì che molti aderissero 4 nuntamen
vimento giovanile; “nostre ope
proponiamo: a) che 11 tasi nei gic
za del catechismo sia atnarticolar
tata con nuove dinanjfoccato ag
cercando di colmare ^ lici di Tor:
tive, scoprendo doni e j strare agli
volgendo i catecumeni’lavoro ese
l’attività giovanile, facem quipe e Hi
modo che il catechismo ferente, (
sia l’ultima tappa dell’ei strutture
zione cristiana; b) cj duegrandi
chiese costituiscano un» Giorgio Bc
gramma di accompa| Luciano G
mento dei gruppi e dei hanno ris
ni, spingendoli a esserej accoglien:
tagonisti nella vita dellaldante prai
sa, in uno sforzo comunelentrambi
altri gruppi di lavoro disquisita di
chiesa; c) che i gmppiJte strutto
nili costituiti, i membrii|tevedev£
Commissione coordinala futa con i
delle attività giovanili ((¡^ |iardantf
membri di altre commi^|enerale e
aiutino, con lo strumi| sita alla si
delle visite, all’awicinaim» àone del
di altri giovani e al raffoj permesso
mento dei gruppi chesip ne abbast
sono costituire.
lavoro svi
evangelici
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_ finit;
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ifò risali
' e e c
[pale del
inteso n(
con® un
I bambini dell’Hogar Mimmo a Colonia
L'Unione Cristiana
Evangelica Battista d'Itd
ha avviato le procedure per la selezione
di un/a candidato/a all'incarico di
^oprano <
Segretario generale
che deve possedere i seguenti requisiti:
✓ laurea in discipline giuridiche o economiche '
diploma di scuola media superiore con plurienK -i-Lp
esperienza di gestione amministrativa; 1 lazzo c
✓ ottima conoscenza dell'inglese parlato e scritl« soprano j
preferibilmente, di altre lingue;
capacità realizzativa di concretizzare le ha*—
tenuti
a
prese, di lavorare per progetti, di proattivita presenzi
coordinare il lavoro di squadra; ,, Pt'hblico
✓ capacità di gestione del personale degli tjff'tti, ii^^enimei
lutazione, motivazione e qualificazione professi® p. ^tiesh
P—' . a
✓ capacità di gestione deH'amministrazione aeii > e musica
e della redazione dei bilanci e dei rendiconti aia Conmoe
sfiativi secondo corretti principi contabili; ’^te
t/ capacità di analisi dei fatti economico-finanziaijl r
bilanci, della loro interpretazione e della forra®
ne di azioni propositive;
1/ capacità di rappresentanza dell'Ucebi in cotisu*
zionali ed internazionali nelle fattispecie dele9®^^
t/ preferibile appartenenza all'ambiente evang®
conoscenza dello stesso. J
Le domande, accompagnate da curriculum
ogni altro documento considerato utile ai fini de >
didatura, dovranno pervenire via e-mail, fax, ec ■
il 25 maggio 1998 a:
Ucebi, piazza S. Lorenzo in Lucina 35 ' *»
Roma - tei. 06-6876124/6872261;
6876185; e-mail Ucebi.it@Agora.stm.it‘ ^
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/G. 0.
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^GGlo.ygjgäl^ MAGGIO 1998
Vita Delle
SE
PAG. 9 RIFORMA
Una visita di studio alle strutture di Genova e Torino
Gli ospedali evangelici
delk Centro di formazione diaconale di Firenze a
'icdiij contatto con la vita di due importanti istituti sanitari
laura salvaggio
Anche quest’anno, come
da programma, il Centro
-»■ivjidi formazione diaconale
^fCfd) non ha mancato l’aprissero akDuntamento della visita alle
ile- ^Lstre opere diaconali, svolnei giorni 8 e 9 aprile. In
questa volta, è
ile;
a)
no siaaStórticolare, _
3 dinaÄccato agli ospedali evangemare aulici di Torino e Genova illu' doni e I strare agli studenti il tipo di
icumenillavoro eseguito da tutta fède, faceis^uipe e l’impegno, non mdiftechismo. ferente, che entrambe le
ta dell’ej strutture hanno assunto in
la; b) et due grandi città come queste,
cano uns Giorgio Bouchard a Torino e
ccompa« Lodano Giuliani a Genova, ci
piedeiAhanno riservato un’ottima
a esserei accoglienza con un abbonita della | dante pranzo nelle mense di
3 comunelentrambi gli ospedali e una
lavoroIsquisita disponibilità. Le visigruppi Jte strutturate in due parti
membrii|revedevano una prima secoordinalidutacon una spiegazione riJvanili (Ci Jiiardante l’organizzazione
commisinerale e una successiva vi0 strutto alla struttura. L’integrawicinann delle due visite ci ha
e al rafie» permesso di avere una visiopi cheap ne abbastanza completa del
lavoro svolto dagli ospedali
evangelici in questione.
alte, sicuramente, sono
Infinità in comune tra i
dui^spedali, anche se inse-lÄi contesti diversi. Una
pò risalta in maniera partilare e cioè l’obiettivo prin[pale della cura all’assistito,
nteso non semplicemente
coma un paziente da guarire,
ma^me una persona con
usisr
una dignità che necessità di
una cura e una attenzione
molto particolare.
La testimonianza data, infatti, da entrambi gli ospedali
attraverso l’investimento di
forze umane e mezzi capaci
di assicurare al degente tutto
ciò di cui necessita è sicuramente attuata attraverso una
maggiore cura nelle relazioni
umane, nell’assistenza e nella comprensione del soggetto nella sua globalità.
L’ospedale di Torino, in
particolare, inserito in un
contesto decisamente difficile (il quartiere San Salvario è
da tempo uno fra i più problematici per la città), riesce
a avere una buona relazione
con la popolazione che vi
abita grazie all’ottimo servizio reso. Anche Genova, anche se l’ospedale si trova
all’interno di un quartiere
che da popolare si è trasformato in residenziale, ha dovuto mettere in gioco una serie di forze, sia economiche
che umane, tali da permettergli di essere attualmente
considerato uno dei migliori
ospedali della città.
Macchinari all’avanguardia, operatori qualificati e disponibili, piccoli accorgimenti per rendere meno
traumatica la permanenza
del malato, come per esempio i colori delle pareti (colori pastello che danno un senso di tranquillità), letti confortevoli, poltrone per l’allattamento dei neonati, figura
di un sacerdote oltre che del
;^BConcerti a Palazzo Cavagnis
Venezia: «Giovani e musica»
jaugurata la rassegna
JI* aprile, nella sala di Pa■n/1 t, Cavagnis, la giovane
® Taiwan Shu Chia
I®'’’ accompagnata al piadecisi* da Elena Della Slega,
attività * concerto alla
--..uiu un concerio ana
P di un numeroso
rr. • 5°' Si è trattato di un
• if importante poi
rofessio questo recital inaugurava
]p jJ^'®hva del Centro culturao dell'i^ e Cavagnis «Giovani
patrocinata dal
ontiai^ Comune di Venezia. Questo
• fteinv permettere a
"?“®icisti italiani e
*an di esibirsi in Venezia,
bmTi Clhia-Chien ha propoconses^” Pubblico brani impe
Jelegai®'
vangeli
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11
c, ecc
culturale
protestante
BERGAMO
teca della Biblio
^'foiruatn^H teologo
banchi D Girolamo
eli G n o®^®'3laaione a cura
if biblioteca
gnativi sul piano tecnico e
interpretativo. La cantante
ba affrontato un programma
che spaziava dal repertorio
classico di Mozart a quello
romantico e lirico del primo
Ottocento, fino alla Chanson
d’amour di Gabriel Fauré,
con bravura tecnica e con
una espressività interpretativa adeguate alle caratteristiche musicali e stilistiche specifiche dei singoli autori.
Il pubblico presente ha seguito con interesse il concerto e ha applaudito con convinzione Shu Chia-Chien e la
giovane pianista Elena Della
Siega, che ha accompagnato
con sicurezza l’esibizione
della cantante.
LA FEDE DEGLI ALTRI
Il pluralismo religioso come problema teologico
TRIESTE
Basilica di San Silvestro
Venerdì 22 maggio
ore 16,30
intervengono: Hans-Martin
Barth, Kaied Fuad, Umberto
Piperno, Marino Qualizza, Sergio Rostagno, Dario Fiorensoli.
pastore evangelico per la cura d’anime, attuazione della
legge 194/78 (interruzione
volontaria di gravidanza),
ecc. sono solo alcuni dei tanti esempi che testimoniano
l’umanità di questi ospedali.
Da sempre ci troviamo inseriti in un contesto di «malasanità», che ogni giorno
viene denunciata attraverso
notizie di morti non ben
chiare o di infezioni provocate per la poca cura o per Tirresponsabilità da parte del
personale sanitario. Trovarsi
quindi di fronte a queste diverse esperienze significa
ebe, al di là di tutto, è possibile portare avanti un’idea
alla quale si crede, un’idea,
in questi due casi, nata dalla
volontà delle chiese evangeliche spinte da «una forte fede e un grande ideale umanitario» (tratto dal libretto illustrativo redatto dall’ospedale
evangelico di Genova) che
adesso riunisce laici, protestanti e cattolici insieme in
un lavoro comune di solidarietà e amore verso il prossimo. Le due visite quindi hanno permesso a noi, futuri
diaconi, di avere una visione
diversa da quella che il nostro corso di studi ci offre
giorno per giorno (ricordo
che gli studenti del Cfd oltre
ai seminari teologici frequentano scuole universitarie esterne rivolte al campo
sociale) e che, nel marasma
generale, possono essere ancora intraprese strade completamente diverse.
Angrogna
Un culto fuori
dairordinario
Il culto del 26 aprile a Aiigrogna è stato fuori dall’ordinario; si è svolto nella sala
unionista e vi hanno partecipato i bambini della scuola
domenicale, i ragazzi del
precatechismo e alcuni fratelli e sorelle delle chiese di
Bergamo e Milano che si trovavano in visita alle Valli. Il
culto si è svolto sul tema «Le
mani»: le mrmi di Dio che benedice come un Padre, quelle di Gesù che guarisce e
quelle delle persone che fanno gesti di solidarietà e di
amore. I bambini conoscevano molti canti su questo tema, quindi hanno potuto dare una collaborazione positiva e coerente. Una scenetta
molto semplice, ma significativa, ha costituito il messaggio centrale del culto.
I ragazzi del precatechismo
hanno poi riflettuto sul culto,
proprio partendo da quella
esperienza e hanno espresso
il loro apprezzamento fondato su alcuni motivi degni di
riflessione. Innanzitutto si è
trattato di un culto fatto in
un ambiente meno austero
di quello solito del tempio;
inoltre i canti erano meno
difficili e più coinvolgenti di
quelli dell’Innario, e poi ancora non c’erano soltanto le
solite facce, e infine il messaggio era veramente alla
portata di tutti.
Vista questa valutazione
positiva, i giovani hanno espresso Tauspicio che a cominciare dall’anno prossimo culti «per i più giovani»
vengano tenuti mensilmente anche nella chiesa di Angrogna, come già succede in
altre comunità.
A Ecumene il 22-24 maggio
La Consultazione per ribadire
l'impegno dei metodisti
L’annuale Consultazione
metodista si terrà come sempre a Ecumene dal 22 al 24
maggio con il seguente programma: culto di apertura,
presieduto dal pastore Daniele Garrone (venerdì 22 ore
21); «Testimonianza evangelica nell’area napoletana»
(nuovo progetto di azione
sociale a Ponticelli, Casa materna); Rapporti internazionali: prospettive; Integrazione chiese valdesi e metodiste: intervento del pastore
Franco Becchino; Finanze;
Dibattito sugli organismi
contenuti nella relazione del
Comitato permanente e su
cui l’assemblea riterrà opportuno soffermarsi. L’incontro si concluderà domenica con il culto di rinnovamento del Patto.
Ogni chiesa e ogni opera
metodista è sollecitata a inviare alla Consultazione due
rappresentanti. Ne fanno
parte di diritto i pastori e i
diaconi metodisti in servizio,
missione, emeritazione; i pastori e i diaconi valdesi e di
altre denominazioni in servizio presso chiese o opere metodiste; gli studenti metodisti
di teologia iscritti ai corsi di
laurea e di licenza; i predicatori laici iscritti a ruolo; i
membri metodisti di commissioni, comitati, consigli di
circuiti, Ced, di commissioni
e comitati interdenominazionali e esteri; i membri metodisti della Tavola, il moderatore, i membri del Comitato
permanente e le persone da
esso invitate.
La Consultazione metodista è un’assemblea convocata dal Comitato permanente
allo scopo di avere uno spazio di discussione il più ampio possibile su temi di interesse generale per le chiese e
le opere metodiste in Italia.
Le sue indicazioni e le sue
proposte possono, qualora risulti utile e opportuno, essere
fatte proprie dal Comitato
permanente sia nel suo rapporto al Sinodo sia nella gestione degli aspetti della vita
della chiesa e delle opere metodiste che gli competono.
Agenda
16 masaio
..
VENEZIA — Alle ore 18, a Palazzo Cavagnis (campo S.ta
Maria Formosa), si tiene un concerto della Banda musicale
di Pomaretto diretta dal prof. Luciano Micol, con musiche
bandistiche, classiche, popolari e arrangiamenti moderni.
18 maggio
TORINO — Alle ore 15, nel Salone valdese di corso Vittorio
Emanuele II 23, Amnesty International e la Commissione
chiesa e società della Chiesa valdese organizzano un incontro pubblico sul tema: «Religioni e diritti umani». Intervengono Matteo Verderio (Amnesty International), Enrico
Peyretti (direttore del mensile «Il foglio»), Anne Marie Dupré (Servizio rifugiati e migranti Fcei), Alessandro Abrate
(Soka Gakkai), Mustafa E1 Miarfibibi (consulente per l’immigrazione del ministero della Giustizia).
19 maggio
MILANO — Alle ore 18, presso il Centro culturale protestante (via Sforza 12/a) il pastore Sergio Manna tiene il secondo di quattro incontri di studio biblico dedicati al Sermone sul monte. Argomento della settimana è: «Il compimento della Torah (Matteo 5,17-48)».
LA SPEZIA — Alle ore 17,30, nella chiesa metodista (via Da
Passano 29), si tiene una conferenza sul tema: «I metodisti
per l’Italia» con partecipazione del pastore Franco Becchino, vicemoderatore della Tavola valdese.
TORINO — Alle ore 21, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele II23, l’organista Massimo De Grandis e il soprano Grazia Abbà tengono l’ultimo concerto della II Stagione
organistica, con musiche di Bach e Telemann.
ROMA — Alle ore 18, nella chiesa metodista (via Firenze
38), Franco Bassanini parla sul tema: «Le riforme istituzionali. Quale stato?». Per informazioni tei. 06-4814811.
21 maggio
MILANO —Alle ore 18, presso il Centro culturale protestante (via Sforza 12/a, sala attigua alla libreria Claudiana), i
past. Giovanna Pons e Giorgio Girardet tengono una conferenza su: «La sfida della bioetica per la coscienza cristiana».
TORINO — Alle ore 16 e alle 20,45, nella sala valdese di via
Pio V15 (I piano), il pastore Giorgio Bouebard tiene un incontro sul tema: «La missione universale di Israele».
22 maggio
La Consultazione metodista si svoige a Ecumene
TORINO — Alle ore 21, al Salone del libro (Lingotto fiere,
via Nizza 294, padiglione 3), Nicola Tranfaglia, Massimo L.
Salvadori, Alberto Gabella, /ùriane Landuyt e Giancarlo Tapparo discutono il libro: «Carlo e Nello Rosselli; Socialismo
liberale e cultura europea (1937-1997)». Conclude Fon. Valdo Spini, direttore dei «Quaderni del Circolo Rosselli».
NAPOLI — Alle ore 20,30, nella sala della Comunità luterà
na di via Fontano 1, la pastora Teodora Tosarti tiene un incontro sul tema: «La libertà dalla paura nell’Apocalisse».
SONDRIO — Alle ore 21, presso il Centro evangelico di
cultura (via Malta 16), don Battista Rinaldi e il pastore Alfredo Berlendis commentano lo studio di Karl Lebmann
(presidente della Conferenza episcopale tedesca): «Martin
Lutero nostro maestro comune».
23 maggio
FIRENZE — Alle ore 17, al Centro culturale protestante
«Vermigli» (via Manzoni 21), si tiene una conferenza sul tema: «Problematiche bioetiche di inizio vita». Intervengono
il dott. Giancarlo Meucci e la dott. Patrizia Funghi.
23-24 maggio
GRAVINA (Ba) — La chiesa battista, in collaborazione
con l’Associazione delle chiese evangeliche battiste di Pu
glia e Basilicata, organizza un seminario sul tema: «L’innologia dell’ecumene internazionale» con il maestro Carlo Leila. Sabato 9, nei locali della chiesa di via De Gasperi,
si tiene un’introduzione storica sul canto cristiano; nel
pomeriggio, alle 15, presentazione e insegnamento di
nuovi canti. Conclude il seminario il culto della mattina
di domenica con animazione musicale.
24 maggia
SANT’ANTONINO DI SUSA — A partire dalle 15,30, la
Chiesa battista (via Torino 284) celebra la festa del proprio
93° anniversario dell’inizio di attività.
TORINO — Alle ore 17, nel tempio di corso Vittorio Ema
nuele 23, l’organista Massimo De Grandis conclude il ciclo
«Musica e preghiera». Commento biblico del past. Platone.
28 maggio
TORINO — Alle ore 18, al Centro Pannunzio (via Maria Vittoria 35h) don Giuseppe Ghiberti, della Facoltà di Teologia
e Carlo Papini parlano sul tema: «La Sindone: un mistero?»
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appunta
menti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a do
meniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della
settimana seguente alle ore 9,30 circa. Domenica 17 mag
gio (replica 25 maggio) andrà in onda: «11 contributo delle
chiese nel processo di pace in Irlanda dopo gli accordi di
Stormont; Incontri, rubrica biblica: cantare TEvangelo».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 15 MAGGIO
Riforma
Abolire l’ergastolo?
Maurizio Girolami
Se oggi gli italiani dovessero votare per abolire l’ergastolo, quasi certamente vincerebbe il No, come accadde
alcuni anni fa. L’opinione comune, impressionata dalla
criminalità micro, spesso direttamente subita, e da quella macro, dilatata dal telegiornale quotidiano, è più indietro dei ceto politico, cbe ed Senato ha votato per l’abolizione dell’ergastolo con 107 voti favorevoli, 51 contrari
e 8 astenuti. È evidente che la maggioranza del Senato ha
preso questa decisione non per guadagnare popolarità,
ma per ragioni di civiltà: il rispetto della persona umana
e quindi della Costituzione, secondo la quale la pena non
deve tendere alla vendetta ma al recupero del condannato. Se noi evangelici dovessimo discutere la questione
nelle nostre comunità, non basterebbe citare la Scrittura.
Varie domande si porrebbero.
Anzitutto, che cosa si è deciso? La sostituzione del carcere a vita con la «reclusione speciale» da 30 a 33 anni
dopo la quale il detenuto, se considerato ancora pericoloso, viene sottoposto a particolari misure di sicurezza.
In pratica: finora il condannato può chiedere, per buona
condotta (ma sta al giudice concederli) permessi premio
dopo 13 anni di detenzione (un terzo dell’ergastolo, calcolato in 40 anni); la semilibertà (e rientrare in carcere
dopo la giornata al lavoro o in famiglia) dopo 20 anni; la
sospensione condizionale della pena (una vita quasi normale con alcune limitazioni) dopo 26 anni. Con la nuova
legge i tempi di carcerazione per ottenere questi benefici
scenderebbero da 13 anni a 10-11 per i permessi e da 20 a
15-16 per la semilibertà, mentre rimarrebbe a 26 armi il
lìmite per la sospensione condizionale.
In tempi di pagelle europee è d’obbligo chiedersi anche
come si collochi l’Italia rispetto agli altri paesi europei.
Sull’ergastolo l’Italia sta nel grosso del gruppo: solo la
Spagna e il Portogallo lo hanno già cancellato. Quanto alla severità del sistema penale, l’Italia è il paese più dmo.
In Francia il giudice può trasformare l’ergastolo in una
pena temporanea; in Inghilterra il ministro degli Interni
decide se rilasciare l’ergastolano dopo che questi ha
scontato il perìodo minimo di pena fissato dal giudice. In
Germania U giudice quasi sempre sospende la pena dopo
15 anni. In Olanda, Danimarca e Svezia le condanne
massime vanno da 10 a 15 anni. In Svizzera il massima è
20 anni, ma la semilibertà viene concessa quasi sempre
dopo 10 anni. Spagna e Portogallo prevedono im massimo di 20 anni con varie misure alternative.
La gravità delle pene è un deterrente per i criminali? Le
statìstiche dicono il contrario. Dove c’è la pena massima la
criminalità è maggiore. A partire dagli anni in cui, negli
Usa, si è ricominciato a eseguire condanne a morte si è registrato un incremento dei delitti che con esse si volevano
prevenire. Quando il delinquente non ha più niente da perdere, va meno per il sottile. Ma quali provvedimenti possono rispondere al legittimo bisogno di sicurezza dei cittadini? Le cose urgenti e condivise da buona parte del ceto politico, dell’opinione pubblica e dei magistrati sono note.
Fare speditamente i processi. A tal fine aumentare gli
organici della magistratura, depenalizzare i reati lievi,
modernizzare le strutture giudiziarie, «svegliare» le procure in cui si dorme. Così si eviterà che reati gravi cadano
in prescrizione e detenuti pericoiosi tornino in breve tempo in libertà, vanificando la fiducia dei cittadini nella giustizia. Ciò presuppone aumenti di spesa e volontà politica
di proseguire nel risanamento morale del paese, quindi
anche del suo ceto politico. Sarà capace il Parlamento di
evitare colpi di spugna? Sarà capace la magistratura di
migliorare i suoi standard di efficienza (Celli insegna,
chissà da dove)? Il discorso non finisce qui poiché la criminalità, le cui radici sono nella natura umana, ha il suo
brodo di coltura nella miseria, nel degrado urbano, nella
mentalità omertosa o da furbi di tanti italiani. Sarà in grado il governo dell’Ulivo di aggredire questo iceberg creando da subito nuova occupazione e strutture sociali portando in Europa, accanto all’Italia prima della classe nei
conti pubblici, anche quella della solidarietà sociale e, per
questa via, della sicurezza del cittadino?
RITORMA
E-Mail (Torino); riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri; http://www.aipcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Malfai. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Emmanuele Paschetto Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Flugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
1998
Associato alla
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periodica italiana
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000.
Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 19 deH’8 maggio 1998 è stato consegnato per l’inoltro
postale all’Ufficio CMP Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino
mercoledì 6 maggio 1998.
Il ruolo della Federazione giovanile evangelica
I giovani e le chiese
Bisogna trovare modi più efficiaci per sostenere l'opera di
formazione, testimonianza e servizio dei giovani evangelici
MATTIA COSTA
ALL’INTERNO del Coordinamento giovani della
Lombardia, negli ultimi mesi si è andato sviluppando
un acceso dibattito su quello
che sarebbe dovuto essere il
nostro ruolo nella Fgei e su
quelli che invece dovrebbero
essere i compiti della federazione nei confronti non solo
dei gruppi a essa appartenenti ma anche e soprattutto
nei confronti di quella moltitudine di giovani che, pur attivi aH’interno delle chiese, a
essa non si rifanno.
La forza dell’esperienza
lombarda è stata forse proprio quella di astrarci dalla
realtà Fgei e di dare vita a un
coordinamento, essenzialmente di giovani, che hanno
avuto voglia di lavorare insieme, di comunicare e di condividere esperienze di vario
tipo. Abbiamo pensato fosse
più importante non realizzarci come Fgei ma come giovani appartenenti alla medesima fede e alla stessa cultura
evangelica. Proprio partendo
da questa esperienza (un
percorso che non si è assolutamente concluso ma sta gradualmente trovando la sua
giusta direzione) vorremmo
che anche nella Fgei si accenda un dibattito interno che
porti alla costituzione di una
federazione, non di pochi,
ma di tutti i giovani appartenenti alle nostre chiese.
Due le domande che ci si è
posti per cogliere il senso di
una federazione che dovrebbe raggruppare i giovani evangelici italiani: a chi appartiene e a che cosa serve la
Fgei. Il semplice fatto che
all’interno della relazione del
Consiglio uscente ci si compiaccia perché gli aderenti
siano passati dai 297 del 1996
ai 306 del 1997 definisce in
maniera molto chiara cosa la
Fgei non sia: la Federazione
dei giovani evangelici italiani. Noi invece vorremmo che
la Fgei diventasse la federazione che raggruppa i giovani evangelici nella sua totalità, perché se così non fosse,
non avrebbe senso la sua
stessa esistenza.
È a nostro avviso coraggioso che il Consiglio, nella sua
relazione, riconosca di rappresentare solo una piccola
parte dei giovani evangelici e
sottolinei più volte l’importanza insita nell’aggregare e
nel confrontarsi con un numero sempre maggiore di
giovani. Temiamo però che
tutti i buoni propositi esposti
rimangano in un certo senso
lettera morta nel momento
in cui diventa importante
Un Congresso Fgei
farsi avanti con azioni concrete e reali.
AH’interno della relazione
si specifica che la Fgei non
sente di essere l’agenzia delle
chiese dedita all’aggregazione giovanile e che ha, in passato, spesso rifiutato ciò che
poteva sembrare una delega.
Appare però chiaro a tutti
che essa viene riconosciuta
come tale dalla Fcei, i suoi
membri vengono consultati
perché rappresentanti dei
giovani e suoi delegati partecipano alle ecumeni internazionali proprio perché portavoce della realtà giovanile
italiana. È sicuramente importante che il Consiglio uscente, nelle ultime pagine
della sua relazione, riconosca
i limiti numerici e organizzativi della Federazione ma non
siamo però convinti che questa consapevolezza sia realmente presente nella coscienza di ognuno di noi. È
infatti nostra opinione che la
Fgei e i suoi membri pretendano, consciamente o inconsciamente, di rappresentare
tutta la società giovanile
evangelica e purtroppo ci è
sembrato che ben poco sia
stato fatto per contraddire
questa idea ampiamente diffùsa tra le comunità evangeliche in Italia.
La Fgei deve, e sottolineiamo deve, diventare la rappresentante di tutti i giovani
evangelici italiani, perlomeno quelli attivi all’interno
delle diverse comunità. Ovviamente nessuno deve sentirsi obbligato a federarsi
semplicemente per il fatto di
essere protestante bmv in
Italia, ma è la Fgei che deve
lavorare e impegnarsi affinché diventi «normale» appartenere alla federazione. Tutta
l’attività giovanile interna alle nostre chiese deve essere
vista come attività Fgei.
Per fare ciò appare però essenziale dare vita a una vera
e propria discussione interna
e abbandonare quella serie di
autocompiacimenti che non
fanno altro che logorare l’immagine stessa della Fgei. Capire il perché molti evangelici
preferiscono non avere niente a che fare con essa e soprattutto non limitarsi a dire
che la Fgei c’è e è ben visibile
e che devono essere gli altri a
interessarsi delle sue attività
e dei suoi programmi, quando in tutta Italia si raccolgono poco più di 300 adesioni
all’anno. Andando avanti di
questo passo la Fgei avrà poca vita o perlomeno rinchiusa in se stessa non rappresentando affatto la realtà italiana nel suo complesso.
Dai più la Fgei viene vista
come un’organizzazione a
parte, non inclusiva e elitaria, con una struttura fortemente piramidale e rinchiusa in se stessa, alla quale è
pressoché impossibile accedere. Un circolo ristretto fatto di pochi amici che si condividono informazioni, notizie e novità. Spiace molto e è
difficile doverlo dire così
apertamente ma ciò è quanto, traspare dalle conversazioni con la maggior parte
dei non federati.
Come da statuto, la Fgei
dovrebbe essere in grado di
sostenere l’opera di formazione, testimonianza e servizio di tutti i giovani evangelici, coordinare e promuovere
tutte le iniziative e attività di
interesse comune e, soprattutto, manifestare nel settore
giovanile la ricerca di una
unità concreta che abbia la
sua sostanza in un modo comune di vivere ia testimonianza cristiana. La Fgei, come struttura, dovrebbe avere
l’unico ed essenziale progetto di coinvolgere tutti i giovani delle chiese, responsabilizzare e promuovere contatti
tra i diversi gruppi. I giovani
della Fgei, all’interno delle
diverse realtà regionali, dovrebbero impegnarsi in una
vera e propria opera di evangelizzazione, intesa nel senso
di apertura verso chi non conosce il lavoro e l’attività dei
giovani federati.
È importante che le iniziative Fgei non siano patrimonio di una ristretta cerchia di
persone, ma siano accessibili
a tutti i federati e non solo. Il
dibattito, la discussione e
l’approfondimento all’interno, all’esterno e tra i diversi
gruppi giovanili devono essere il «leitmotiv» della Fgei del
futuro. È necessario aprirsi il
più possibile, accettare le critiche quando vogliono essere
costruttive e propositive, ma
soprattutto promuovere una
vera e propria opera di evangelizzazione con tutti i giovani evangelici in Italia
Non senza una poco edificante polemica tra la
Francia e la Germania circa la
presidenza della Banca centrale sovranazionale di Francoforte, i cosiddetti «grandi»
d’Europa hanno dato vita il 3
maggio all’Euro, la moneta
unica per 11 stati europei.
Una data storica che concretizza gli sforzi di questi ultimi
trent’anni e che sarà seguita
da altre date importanti sulla
via dell’unificazione politica
dell’Europa. Stiamo assistendo, con gioia ma anche con
trepidazione, alla nascita reale degli Stati Uniti d’Europa,
un colosso di circa 300 milioni di abitanti, con delle potenzialità che non possiamo
immaginare. È essenziale che
questo colosso sia un gigante
affidabile e non un mostro.
A questo fine devono essere seguiti alcuni itinerari per i
quali le chiese (tutte le chie
ri. ì. , '7-> /. .
PIERO bensì
se) sono impegnate come stimolo per i politici. Ne indico
tre. 11 primo itinerario (quasi
ovvio) è quello della pace.
Per la prima volta nella storia, l’Europa ha goduto di 53
anni di pace fra le nazioni.
Ma la pace non la si mantiene soltanto con l’adozione di
una moneta unica. Occorre
proseguire nel formare una
mentalità di pace, di nonviolenza; una coscienza nuova
che rifiuti ogni sorta di nazionalismo e di nazismo sempre
CORBIERE DELLA
Aiuto, Lutero!
Una lettera sul numero
26 aprile: «In occasione dej
Pasqua - scrive Claudio Rojj
-, ho visitato la basilica di SaJ
Paolo fuori le mura (...), |,
una bacheca ufficiale di ptj'
paganda e spiegazione di
Giubileo ho letto: “La visiti
nella Città eterna assicuri
l’indulgenza plenaria, cioè]]’
cancellazione di ogni pem
prevista in Purgatorio pei
peccati commessi”. Pures.
sendo cattolico, ho avuto vo.
glia di chiamare Lutero».
la Repubblica
Metodi calvinisti?
Il termine calvinista viene
impiegato in un’accezione
piuttosto «lunare» in un arti,
colo che riguarda nientemeno che la crisi del Milan: «Pii
che un antidoto alle sconfitte
- scrive Enrico Curro ili
maggio -, il ritiro pareiUi
modo per sottrarre i giocatoti
all’ira dei tifosi, già assaggiata
domenica sera all’aeroporto
di Linate, e alle distrazioni
extracalcistiche. Il rischio più
evidente è quello di un eccesso di calvinismo: secondo gli
organizzatori di una manistazione benefica, di sce»
ieri sera a Bologna, la società
avrebbe impedito aWeahe
Ba di presenziare all’evento».
^el tes
biliari
libello
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male) tutt
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Ecco, ti
ma non ]
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L'uomo del sudario
«Per i credenti - scrive i'economista Sergio Ricosse à
un editoriale il 21 aprilel’uomo del sudario è l’Uomo,
è Cristo, e Cristo è risorto in
gloria». E più avanti; «“11 tempo è compiuto, il regno di Di)
si è fatto vicino”. 11 Vangeli
non è altro che questo lieto
annuncio di quasi duemili
anni fa. I primi cristiani deadoravano (...) che fosse subito
e in terra, non nell’aldilM
giungere del Bene vittorioso
per sempre e totalmente.!
quanto sembra, pretendevano troppo (...). In proposito®
Sindone è tristemente niuti
e sbaglia chi vorrebbe fat»
parlare col soccorso delU
scienza. Che importa 1 a»
tenticità” della Sindone? Cd
com’è ha già il giustifica«
potere di attirare folle di ®
stiani e di non cristiani,
farli meditare sui misteri to
damentali della carne e de
spirito. Lasciamo che i niis
ri restino misteri, comprese
mistero degli umili, che p
no destinati a cadere n
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risorgenti. Solo così questi 53
anni potranno diventare 530
e tanti altri ancora. Il secondo itinerario è quello della
piena occupazione. Non è
credibile una unione di stati
che conserva nel suo seno 20
milioni di disoccupati. È una
vergogna e una manifestazione di egoismo strutturale insopportabile. Questo scandalo deve finire in brevissimo
tempo. «Siamo stanchi di
aspettare», come scriveva
Martin Luther King.
11 terzo itinerario, que®
indubbiamente più i^P
tante per la credibilità di q
sto colosso industriale,
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llmiliari di Paola Taccia
Mbellotti (prematuramen^comparsa per un terribile
male) tutta la mia solidarietà
®jl niio affetto di amico e di
fratello di chiesa, desidero
^bare» alcune righe al nostro giornale per una riflessione che questa separazione
ha suscitato in me. Ricordo
la paziente e fervida disponibiUtà di Paola durante le ore
discuoia domenicale trascorse con lei nella Chiesa
valdese in via Pio V a Torino
(il tristemente noto quartiere
di San Salvarlo); le sue spieaazioni, a noi bambini, dei
rr_ _ ^ y»/■»»-> ■!-1 Fm
pia affascinanti racconti bihiici; la sua pazienza e talvolta anche la sua severa risolutezza nel radunarci per il
momento del canto oppure
per ascoltare (piccoli e più
grandicelli insieme) le parole
che ci venivano rivolte dai
pastori di allora Carlo Gay e
Franco Giampiccoli.
Ecco, tanti piccoli ricordi,
ma non per questo poco significativi, di quello che Paoh ha rappresentato per me e,
come spero per altri bambini
di quell’epoca, ormai uomini
e donne adulti, nel cammino
formativo della fede. Spesso
mi sono posto la domanda:
«Che ne sarebbe stato del
mio percorso di fede, se non
avessi incontrato in questo
cammino, oltre ai pastori, a
Agape, alla Fgei e altro ancora, persone sincere e disponisi come Paola?». Certamente non vi è risposta. Però sono convinto che la ricchezza dei doni con i quali Dio
«riempie» dà significato alla
nosfa vita di credenti è rappresentata non solo da coloro che posseggono la vocazione per la predicazione e la
diaconia, ma anche e soprattutto da tutti quei fratelli e
tutte quelle sorelle che, proprio come Paola, hanno dedicato e dedicano parte della
propria esistenza nell’attivo e
appassionato lavoro per la
scoperta e la crescita della fedenei più piccoli.
Anche l’apostolo Paolo ci
ricorda, nella I Epistola ai Corinzi, che «Se tutto il corpo
fosse occhio, dove sarebbe
l’udito? 0 se tutto il corpo
fosse udito, dove sarebbe
lodorato? Ma Dio ha dato a
ciascuna parte del corpo il
proprio posto secondo la sua
t'olontà». Sono grato a Dio
per aver potuto incontrare
■'ella mia vita una «umile e
preziosa operaia della fede»
come Paola, perché anche
Stazi alla feconda e appassio"uta disponibilità di credenti
come lei è possibile testimo'"ore e condividere il progetto'speranza e di salvezza
'-he il Signore ha voluto per
"01, per ognuno di noi.
■io, que*
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^^"sabilità sociale».
Claudio Garrone
Ferentino (Fr)
Sul numero 15 del 10 apri’ u Pag. 9, nell’articolo «Il
della libertà», dai
è st f * convegno di Susa
cpv 1° “i^iosso per uno spianrnf ^ clisguido il nome del
Mario Dogliani, dodpU’n * costituzionale
P Università di Torino,
tnrp^ sousiamo con il relae 1 lettori.
Ostacoli
sulla via
delPecumenismo
Allorquando parecchi anni
fa si imboccò la via delTecumenismo, si sapeva che essa
era in salita, impervia, irta di
ostacoli e di scogli «dottrinali»; si sperava, tuttavia, che
con il tempo, la pazienza, con
la comprensione e la tolleranza da parte di tutte le chiese
cristiane, si sarebbero fatti dei
passi in avanti, tendenti all’
unità in obbedienza a quanto
lo stesso fondatore della sua
«chiesa», Gesù Cristo, domandò al Padre; «Ut unum
sint», affinché siano uno.
Si sta constatando che,
purtroppo, in questi ultimi
tempi la chiesa «docente»
cattolica invece di eliminare
un grosso ostacolo lo ha conservato e confermato in modo autorevole e manifesto:
mi riferisco all’ostensione
della «Sindone», a cui ha conferito un’importanza «ecumenica», concedendo un’eccezionale indulgenza a tutte
le donne visitatrici che si trovano in grave stato di peccato
mortale (la scomunica) per
avere praticato un aborto.
Con tale atto la suddetta
chiesa non ha fatto altro che
rinnovare e ripetere quanto
fu a suo tempo sottoposto alle «proteste» di Lutero e dei
suoi seguaci di allora e di oggi circa l’istituzione e la gestione delie indulgenze.
Che cosa ci riserva il prossimo futuro in occasione della celebrazione del Giubileo
del 2000 ancora non si può
sapere con precisione, ma si
può arguire dalle premesse
oggi esistenti, le quali non
appaiono affatto evangeliche
e pertanto non contribuiscono a appianare la via dell’ecumenismo.
Bruno Ciccarelli
Catania
Riconciliazione
delle memorie
Sfogliando il nostro settimanale, e in particolare la
«Pagina dei lettori», quasi
ogni volta vi sarebbe una riflessione, di consenso o di
dissenso, da inviare alla redazione: segno indubbio della
vitalità di Riforma e degli stimoli che produce.
Malgrado sia peraltro necessaria da parte di noi lettori una certa autodisciplina,
per non eccedere negli interventi, talvolta una spinta interiore ci costringe a non tacere. Ad esempio, sull’annosa, spinosa polemica anticattolica e antiecumenica di
molti (troppi!) protestanti italiani, quei «protestanti italia
Dalla riflessione sul passato agli interrogativi sul presente
Dove vanno le nostre chiese oggi?
ANTONIO LESIGNOLI
HO da poco flnito di leggere «Chiese
e stato nell'Italia che cambia»
(Claudiana, 1998) e devo dire che mi è
piaciuto. Quanta vita non documentata
(e non documentabile) è in queste pagine! E tuttavia, assieme alla gratitudine
verso gli autori, il dubbio, la domanda è
ine-vitabilé: «Dove vanno le nostre chiese oggi?». Una volta preso atto di quello
che ha rappresentato e rappresenta la
presenza di noi evangelici in Italia, come non chiedersi: «E ora?».
II libro non dà ricette infallìbili, al
massimo è espresso un auspicio: giustizia e libertà. Un programma tanto semplice e chiaro quanto impegnativo da
tradurre in pratica. Non si può che essere d’accordo, e questo è un buon Inizio,
ma poi? Si può ijnpostare un partito,
una società, uno stato su una parola
d’ordine? Direi di sì, ma si ta anche
evangelizzazione? Certamente si crea
uno spazio e una garanzia a tutela di
tutte le chiese (il che non mi sembra poco), ma da valdese-metodista mi chiedo: «Che cosa stiamo facendo per adattarci alle possibilità che possono aprirsi
(e si sono aperte)?». Sarebbe un po’ paradossale che in tempi ben più difficili
di adesso, sotto tutti i punti di vista, si
sia predicato l’Evangelo a 360° mentre
oggi, che viviamo addirittura in tempi di
ecumenismo, questo non avvenisse.
Il cammino è in salita, da sempre se è
per questo, perché un conto è annunciare che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe ha risuscitato Gesù dai morti, un
altro il mostrare che la fonte della nostra fede è un libro e non un’istituzione.
E questo in Italia, dove analfabeti e lettori sono inversamente proporzionali
(per tacere di tutti gli altri nostri atavici
difetti). Tuttavia la gara va corsa: non è
possibile altrimenti. Ma come? Personalmente direi che bisogna prendere
atto di alcune situazioni di fondo ineliminabili. La Chiesa cattolica sarà sempre la scelta più facile, non fosse altro
che per pigrizia. Sarà sempre la chiesa
di maggioranza, quella di cui non si potrà mai, non si riuscirà mai a ignorare
nulla. Si potrà arrivare a essere buoni
compagni di viaggio: la direzione in
fondo è la stessa. Ma dubito fortemente
che si percorrerà sempre la stessa strada. Ci si incontrerà, a volte si percorreranno assieme parecchi chilometri, poi
si tornerà a dividersi, per rincontrarsi
più avanti. In fondo non sarebbe una
brutta prospettiva.
Un’altra cosa importante è l’ormai
storico fenomeno dei vari risvegli. I
riformatori dissero che la chiesa riformata è sernpre da riformare. A qualche
secolo di distanza possiamo da un lato
essere d’accordo con loro, dall’altro
prendere atto che quando non ci pensiamo noi, ci pensa lo Spirito direttamente. 0 forse è possibile vedere altri
dietro Wesley e William Booth, E. Gould
White e W. J. Seymour? Per cui direi che
il primo passo da farsi sarebbe studiare
le cause del favore con cui sono accolte
le chiese pentecostali. Non per scavalcarle a sinistra, ma per capire. Anche
come autocritica, se necessario: forse
anche noi abbiamo bisogno di ascoltare
le loro parole. Con il tempo i ruoli si potrebbero invertire: conoscendoci meglio potrebbero riconoscere Timportanza di una salda cultura teologica. Se
TEvangelo è la nostra stella polare il
pensiero teologico è il nostro albero
maestro. Mi chiedo: è davvero un’utopia sognare l’unione di ragione e sentimento? Perché oggi è il tempo dello spi
rito, ma solo ieri mattina eravamo in
pieno positivismo, e chissà?, domani
forse sarà di nuovo ieri...
Non cerco omogeneizzati preconfezionati. La decisione sarà sempre individuale o non sarà. Ma non vedo alternative: o le differenze sono davvero una ricchezza 0 Tunica libertà che conta è davvero quella degli altri o sarà la stagnazione, se non peggio. Accettare gli stranieri
mentre sono rifiutati, essere generosi
mentre monta l’egoismo, ascoltare
mentre si zittisce. Ancora una volta il sale della terra, pronti a essere gettati via,
ma consapevoli del rischio e della sua
importanza. Che diremo noi a chi ci
chiederà ragione dì noi stessi? Potremo
rispondere con Giovanni 9, 25 o con Michea 6, 8 e forse, se sapremo essere concreti, non sarà vano starci a ascoltare.
Ragione e sentimento, o detto altrimenti: teologia e diaconia. Casa e chiesa mai:
la nostra parrocchia è il mondo.
Quindi se riusciremo a far capire che
non c’è nessun: «Tu devi», ma solo: «Tu
sei libero di essere te stesso», se sapremo motivare teoricamente e mostrare
in concreto la verità di questa nostra
pretesa di libertà, allora e solo allora
avremo iniziato ad assolvere il nostro
compito. Si, è vero, oggi come allora la
messe è grande e sono pochi i mietitori.
La cronaca quotidiana ci mostra ogni
giorno gente affamata di giustizia. Non
sólo nel Terzo Mondo o nel nostro Meridione, ma anche al Nord. Persone
stordite da eventi in carta patinata, persi in un nulla quotidiano e assillati da
incubi a aria condizionata... Come rivolgeremo l’annuncio della salvezza
per grazia allo studente con auto e telefonino? Che diremo alla ragazza dei
centri sociali che non le puzzi d’incenso? Queste le domande aperte.
ni» che Sergio Ronchi critica
invece per il modo di condurre il dialogo ecumenico in
Italia (v. Riforma del 17 aprile
1998, pag. 7): «Ambiguità, silenzi e discutibili sottigliezze», scrive Ronchi, a cui sembra non andar bene il reciproco rispetto, forse ha dimenticato l’esortazione dell’apostolo in I Pietro 3, 15-16
e soprattutto temo non conosca la bellezza e la ricchezza
del dialogo.
«L’unico menestrello dei
nostri giorni, Angelo Branduardi», citato da Ronchi, mi
lascia personalmente del tutto indifferente e in quanto allo «storicizzare», io lo interpreto come una spinta ad arricchirci l’un l’altro hic et
nunc, senza minimamente
lasciar passivamente assorbire le differenze, ma al contrario vivendole limpidamente
nell’amore e nel rispetto reciproco. Questo sembra a me il
senso vero e profondo della
«riconciliazione delle memorie», nella più ampia tematica da cui scaturisce il mes
Centro evangelico di cultura
«Arturo Pascal»
Martin Lutero
maestro di fede
presso il Goethe Institut
piazza San Carlo 206, Torino
interverranno:
prof. Paolo Ricca
prof, don Carlo Collo
prof. Giovanni Filoramo
Sabato 23 maggio 1998 • ore 16
Nel corso del dibattito verrà presentato,
in prima traduzione italiana a cura di Fulvio Ferrario, Martin Lutero, Il grande catechismo, n. 1 della collana «Lutero:
Opere scelte», Claudiana, 1998
saggio di Graz. D’altronde
anche l’amico Giovanni L.
Giudici di Mestre e molti altri
non perdono occasione per
lanciare strali a’welenati, ripescando vieti documenti e
comunque interpretandoli a
modo proprio.
Il cammino ecumenico è
ben altra cosa. È un cammino irreversibile che tutti noi.
Io vogliamo o no, ci piaccia o
meno, siamo chiamati a percorrere, perché è un cammino voluto dal Signore e sostenuto dallo Spirito (Giovanni
16, 13-15 e 17). Quanto a me,
ebbene sì, confesso «candidamente» (v. Riforma, numero del 17 aprile, lettera di A.
Dorma) di aver più volte partecipato all’eucarestia cattolica: con la mia identità e le
mie convinzioni di fede.
Ritengo che il Signore sia il
«padrone di casa» in tutte le
sue chiese e che pertanto sia
lui ad invitarmi alla sua mensa, dovunque essa sia preparata. «Venite, tutto e pronto»
(Luca 14,17) dice il Signore a
ognuno di noi, santi in Efeso,
in tutta TAcaia o ovunque altro. E proprio perché il mio
battesimo e la mia confermazione hanno fatto di me il
membro di una chiesa riformata, non riconosco alcuna
gerarchia, alcun impedimento, alcuna imposizione: nella
totale libertà che TEvangelo
ci dona per grazia, mi sento
libera dei miei gesti, siano essi fraintesi, siano o non siano
affatto profetici.
Florestana Piccoli Sfredda
Rovereto
RTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«Vegliate e pregate perché
non sapete né il giorno
né l’ora che il Signore verrà»
Matteo 25, 13
I familiari della cara
Elena Balmas ved. Obialero
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro
dolore.
Un grazie particolare ai pastori
Luciano Deodato, Davide Ollearo
e Paolo Ribet, al dr. Della Penna,
all’Ospedale civile di Pinerolo e
all’Ospedale valdese di Pomaretto, all’impresa Loris Bounous.
San Germano Chisone
15 maggio 1998
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me voi tutti
che siete travagliati
ed aggravati
S io vi darò la pace»
Matteo 11,28
La moglie e i familiari di
Ermanno Bouchard
profondamente commossi per ia
grande dimostrazione di stima e
di affetto, nell’impossibiiità di tario
singolarmente, ringraziano tutti
coioro che hanno preso parte ai
ioro grande dolore con presenza,
scritti, opere di bene e fiori.
Un grazie particolare ai dott.
Francesco Ghigo e Graziano Gusmaroli, al pastore Paolo Ribet
per la sua disponibilità, alla signora Natalina Barai.
Si ringraziano inoltre vivamente
la Protezione civile, tutte le Ass.
Aib e tutti i volontari per l’opera
prestata. Si ringrazia infine l'impresa di Onoranze funebri Loris
Bounous.
Pinerolo, 15 maggio 1998
RINGRAZIAMENTO
«L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà
Salmo 23, 1
La moglie e i familiari di
Giovanni Rivoire
profondamente commossi per la
grande dimostrazione di stima e
di affetto, nell’Impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano tutti
coloro che hanno preso parte al
loro grande dolore con presenza,
scritti, opere di bene e fiori.
Un grazie particolare al dottor
Ghigo, agli infermieri dell’AsI di
Pinerolo, ai pastori Anne Zeli e
Paolo Ribet. Si ringraziano inoltre
vivamente, per la loro dedizione e
disponibilità, Anna Maria Carignano Susa, il marito Giovanni Susa,
Giorgio Carignano e famiglia e la
nipote Marinella Vinçon Genre. Si
ringrazia infine l’impresa di Onoranze funebri Loris Bounous.
Pinerolo, 15 maggio 1998
RINGRAZIAMENTO
«Anche se camminassi nella valle
delll’ombra e della morte
io non temerei nessun male
perché tu sei con me»
Salmo 23, 4
La moglie e i familiari del compianto
Ferruccio Rivoir
mancato all’età di 76 anni presso
l'Asilo valdese di Luserna San
Giovanni, ringraziano tutti coloro
che hanno seguito il loro caro nel
corso della sua malattia.
Un particolare ringraziamento
alla comunità valdese di Luserna
San Giovanni, all’Asilo valdese
per anziani, al pastore Claudio
Pasquet e a tutti gli amici.
Luserna San Giovanni
15 maggio 1998
RINGRAZIAMENTO
«lo so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,2
Orline, Giulio, Ethel ringraziano
la grande famiglia dell'Asilo valdese di San Giovanni, i pastori
Berruti e Taglierò, la dott. Peyrot,
Gigliola e Claudia e tutto il personale dell’Asilo per le amorevoli
cure prestate al caro
Filippo Pons
Luserna San Giovanni
15 maggio 1998
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Jenny A. Bounous
ringraziano di cuore il sig. Livio
Gobello per le cure prestate in
questi anni alla zia, il personale e
l’amministrazione dell’Asilo valdese di San Giovanni, la sig. Erme e
la sig. Fatima, i pastori Claudio
Pasquet e Mario Berutti.
Luserna San Giovanni
15 maggio 1998
«Sii fedele
fino alla morte e io ti darò
la corona della vita»
Apoc, 2, 10
«li Signore ci conduce
al porto desiderato»
Salmo 107, 30
In San Paolo (Brasile) è mancato
Arrigo Boero
Ne danno II triste annuncio la
sorella Nella col marito B. Allea, i
figli e i nipoti, la cognata, i nipoti e
pronipoti di San Paolo in Brasile, i
cugini e parenti tutti di Coazze.
Coazze, 4 maggio 1998
16
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 15 MAGGIO 199s
Per questo le chiese valdesi e metodiste hanno destinato il 30% del loro otto per mille*
a progetti umanitari all’estero: per lo sviluppo dell’economia ruraie in Albania
così come per reinsediare 3 viiiaggi indigeni costretti a lasciare il loro territorio in Brasiie,
per sostenere progetti ecologici in Bolivia o per dare un tetto ai bambini di strada di Bucarest.
E gli altri fondi ricevuti sono andati a progetti assistenziali,
educativi, culturali e di sviluppo in Italia.
Non una lira ai culto o al sostegno delle chiese.
Ma questo, ormai, lo sanno tutti.
Un dettagliato rapporto deH’utilizzo dei fondi ricevuti
è stato pubblicato sui maggiori organi di stampa
e su Riforma (numeri 2 e 4 del 9 e 23 gennaio 1998)
Tutti i fondi dell’8 per mille destinati alle chiese valdesi e metodiste sono stati investiti
esclusivamente in progetti sociali e umanitari in Italia e ail’estero. E sarà così anche in futuro
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
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