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Spedizione in a. p. 45% ■ art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Torino
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
SE IL CLIMA
CAMBIA...
«Non cera ancora sulla terra alcun
arbusto della campagna. Nessuna erba
della campagna era ancora spuntata,
perché Dio il Signore non aveva fatto
piovere sulla terra, e non cera alcun
uomo per coltivare il suolo; ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta
lasuperficie del suolo»
Genesi 2, 5-6
UN cumulo di nuvole grigie e basse copre le cime delle montagne,
dal suolo si alzano enormi colonne di
vapore bianco e uggioso. Tutto intorno diventa brumoso, biancastro e del
solito bel paesaggio non resta che uno
scorcio del cielo azzurrino e qualche
sagoma indistinta. È un fenomeno
che, in questi ultimi tempi, sta interessando le vallate del Piemonte. I
montanari più accorti sono preoccupati non tanto per il fenomeno in sé,
che comunque non è nuovo, quanto
piuttosto per la frequenza con cui esso si ripete. Non occorre essere un
esperto per capire che siamo di fronte
a un grosso cambiamento climatico,
ormai in atto. È come se la terra volesse ritornare al suo stato primordiale, descritto in Gen. 2, 6: «...un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la
superficie del suolo».
IL secondo racconto (Gen. 2) è indubbiamente quello più antico. Il
suo stile non è particolarmente bello
né armonioso; la struttura è piuttosto
scompaginata. La creazione dell’uomo è però narrata in modo più am
pio e abbastanza articolato. C’è anche
un particolare curioso: prima che
'essere umano fosse chiamato all’esi
stenza il suo nome «adam» è già
menzionato come colui che dovrebbe
«coltivare la terra». Diversi esegeti
hanno evidenziato in questo racconto
lo stretto legame tra «adam» e «ada
mah» (suolo, terra) e, quindi, tra l’es
sere umano e il resto del creato. Sem
tra però che il narratore voglia porre
1 accento non solo su tale legame, ma
anche su una sorta di collaborazione
tra Dio e l’uomo nell’opera della
creazione. La dignità e il ruolo inso
stituibile dell’uomo stanno quindi in
iuesto rapporto di collaborazione
con Dio. C’è però una netta distinzio
Jte tra l’ordine della creazione e quel0 della redenzione. Nel primo la col
aborazione e la responsabilità del
uomo sono abbastanza marcate e
quindi necessarie, nel secondo l’azioue di Dio è sovrana e indipendente.
T A conoscenza superficiale di
^questi due ordini genera un po’
' confusione nell’analizzare il rapporto dell’uomo con il creato e con
8*1 altri esseri umani. Le piogge tortciiziali nel Nord o la siccità nel Sud
, 'Ventano talvolta false ragioni per
^yocare un intervento salvifico di
,to. Senza escludere tale intervento
j’. ''tU'Tebbe, in ogni caso, la lucidità
vedere in questi fenomeni la con
cguenza di uno sfruttamento irre
Ponsabile della terra. Una maggiore
jUscieriza ambientale da parte del^umanità intera non è soltanto uno
. moda ma ugualmente, se si
® ù di una «economia all’idrogedgi*’ ^^ptt^zata da Jeremy Rifkin, o
te» «consumo intelligen
deU prescindere, alla luce
il s * I compito di «coltivare
ublva-°* ttt prospettiva di
mn *■ Creatore, rende l’uo
®'mile ma non uguale a lui.
Pawel Gajewski
moyiMmmmmm ■■■■¡■chiesei
Il campo studi nazionale della Fgei La guerra non è una soluzioiw
di STEFANIA CONSOLI dichiarazione del Comitato esecutivo battista
Più del crocifisso sui muri i cristiani dovrebbero volere Cristo vivente nei cuori
Crocifisso per decreto
Il ministro Moratti e i'on. Bricolo della Lega Nord vorrebbero imporre questo simbolo
in tutte le scuole e in tutti gli enti pubblici. Perché, come evangelici, diciamo no
ECO DELLE VALLI
Rilancio del territorio
di MASSIMO GNONE
Anche le aule universitarie (nella foto La
DOMENICO MASELLI___________________
Due iniziative, entrambe nate
dalla maggioranza di governo,
hanno riproposto l’annoso problema del crocifisso negli enti pubblici.
L’on. Bricolo, vicecapogruppo della
Lega Nord alla Camera, ha presentato una proposta di legge, già firmata
da circa 60 deputati, che renderebbe
obbligatorio il crocifisso in tutti gli
enti pubblici centrali e periferici,
compresi Parlamento e Consigli regionali, provinciali e comunali. Il
ministro Moratti ha dato mandato ai
direttori regionali della Pubblica
Istruzione perché convincano i dirigenti scolastici dei singoli istituti a
rimettere il crocifisso in tutte le aule.
Si tratta certamente di due iniziative improvvide e intempestive che
Sapienza di Roma) avranno il crocifisso esposto?
presentano caratteri di illegittimità
costituzionale, anche se il ministro
Urbani le difende affermando che
anche al tempo del laico Cavour il
crocifisso era esposto nelle scuole;
ma egli dimentica che allora vigeva
lo Statuto Albertino che, nel I articolo, prevedeva' la religione di stato.
Oggi lo stato italiano è ufficialmente
laico; il Concordato dell’84 ha abolito la religione di stato e la Costituzione riconosce l’uguaglianza di tutte le religioni di fronte alla legge.
È dunque giustificata l’opposizione e la protesta da parte di varie organizzazioni religiose non cattoliche
presenti in Italia e di forze laiche di
varia connotazione politica. La separazione tra chiese e stato è uno delle
più importanti acquisizioni del liberalismo e pare incredibile si possa.
alTinizio del terzo millennio, arretrare così vistosamente in un campo
tanto delicato. Le conseguenze potrebbero essere molto gravi. Perciò la
nostra voce si unisce con piena convinzione, e con il pieno diritto che
viene anche dalla nostra storia, a
quella degli esponenti delle altre religioni e del laicato.
Noi, però, a differenza di altri, siamo cristiani e abbiamo posto in Gesù Cristo e in lui crociffsso e... risorto, la nostra fede e la nostra speranza. La nostra opposizione a queste
iniziative assume anche, e soprattutto, un valore di testimonianza cristiana* Ci ribelliamo infatti al pensiero che del crocifisso si faccia un simbolo di potere e un segno della co
Segue a pag. 7
.. j Gli evangelici italiani e la polemica sul crocifisso
La croce è un sìmbolo di fede
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) esprime dissenso di fronte alla proposta di alcuni
ministri del governo italiano relativa
all’obbligo di esposizione del crocefisso nelle scuole e negli uffici pubblici. «Le ragioni della nostra opposizione - spiega il presidente della Fcei,
Gianni Long - sono in primo luogo
costituzionali. Non esiste più una religione di stato e la Costituzione, oltre
a tutelare il pluralismo confessionale,
riafferma il carattere laico della Repubblica. L’esposizione “per decreto”
di un unico simbolo religioso contraddice questi principi. In secondo
luogo, come cristiani, non crediamo
che la croce di Cristo possa essere
utilizzata per “marcare” dei luoghi ó
per riaffermare la centralità e i privilegi di una chiesa. È il simbolo del Signore che noi confessiamo, morto e
risorto. Non è l’emblema di un patrimonio storico e culturale. Per questo
crediamo che il posto del crocefisso
caro alla tradizione cattolica, o della
croce nuda propria di quella evangelica riformata, non sia sulle pareti di
una scuola ma nelle chiese e soprattutto nel cuore di ciascuno».
L’iniziativa annunciata dal ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti,
relativa all’obbligo di esporre il crocefisso nelle aule scolastiche, «non è
solo una violazione della laicità dello
stato, ma anche sintomo di un fraintendimento grave del centro stesso
della fede cristiana»: lo afferma il
moderatore della Tavola valdese, pastore Gianni Genre. Il provvedimento annunciato dalla Moratti, spiega il
moderatore Genre in una dichiarazione all’agenzia Nev, «è segno di un
distorta comprensione teologica di
quello che è il centro della nostra fede cristiana; la croce non è simbolo
Segue a pag. 7
LEGGI
RAZZIALI
IW Valli valdesi
Da Salt Lake City
a Torre Pellice
Una delegazione della contea di
Salt Lake City, con la presidente Nancy Workman, ha visitato Torino e i siti
olimpici in vista delle Olimpiadi invernali del 2006. Gli ospiti americani
hanno portato a Torino la loro esperienza in quanto organizzatori dei
Giochi dell’inverno scorso, e hanno
incontrato gli amministrazioni locali
ai più vari livelli. Di particolare interesse la collaborazione per la formazione dei giovani volontari (volontari
Usa arriveranno proprio per instradare i ragazzi piemontesi a questi compiti). Il 18 settembre gli ospiti hanno
incontrato a Torre Pellice il moderatore della Tavola valdese, Gianni
Genre, e il past. Paolo Ribet, presidente del Centro culturale valdese.
A pag. 11
Ha avuto vasta eco la presa di posizione dell’on. Gianfranco Fini con cui
egli chiede perdono al popolo ebraico
per le leggi razziali del 1938, con le
quali il regime fascista si allineò alle
posizioni della Germania nazista, in
cui razzismo e antisemitismo diventarono la triste bandiera che portò alla
Shoà-Olocausto e all’emarginazione e
persecuzione della chiesa confessante,
nonché al martirio di oppositori come
Dietrich Bonhoeffer. Ma così come in
Germania vi furono oppositori al regime nazista, anche in Italia le leggi del
’38 trovarono oppositori e persone
pronte a rischiare la vita per salvare
donne e uomini ebrei.
Al grande pubblico, grazie anche a
programmi televisivi e telefilm, sono
noti i nomi di Giorgio Perlasca e di
Giovanni Palatucd, ma non debbono
sfuggire i nomi del pastore awentista
Daniele Cupertino e del pastore valdese Tullio Vinay che, insieme ad altri
295 italiani, figurano tra «I giusti», alta onorificenza che Israele accorda a
quanti si sono battuti per salvare la vita agli ebrei. E l’elenco è incompleto.
Viene detto che molti, molte persone
hanno operato per salvare ebrei dalla
deportazione e daüo sterminio, di loro, però, non ci è dato conoscere i nomi. Quanto detto andava ricordato
perché in presenza di un regime, come
quello fascista, che sospende la democrazia e uccide gli oppositori (come
Matteotti) parlare di «responsabilità
degli italiani», come fa l’on. Fini, significa sminuire le responsabUità, rendere tutti colpevoli perché alla fine nessuno sia colpevole.
Ma Fini ha chiesto perdono in quanto ex fascista o post-fascista, oppure in
quanto vicepresidente del Consiglio?
Se ha chiesto perdono per la responsabilità degli italiani, vuol dire che si
muove nell’ottica istituzionale, non
già in quella di quella fetta di società
che porta la responsabilità di un’ideologia e di una prassi di governo che il
popolo italiano ha definitivamente
seppellito con le lotte antifasciste e la
Còstituzione repubblicana. Se il popolo italiano deve porgere delle scuse, allora lo faccia il Parlamento. In caso
contrario siamo in presenza di un eccesso di potere o di un gesto da cui
trarre vantaggio.
Certo la storia non si ripete, ma non
è detto che non si possano vedere delle
affinità con l’oggi, fatte le debite proporzioni. Che cos’erano le leggi razziali se non leggi fatte per discriminare,
per etichettare, per condannare? Oggi
in Italia è in vigore una legge che porta
il nome dell’on. Fini, assieme a quello
dell’on. Bossi. Si tratta di una legge
che «butta a mare» le persone che si
vogliono discriminare, a cui non si
vuole concedere cittadinanza. Li si discrimina, invece, in quanto non cittadini, in quanto extracomunitari. Con
le leggi razziali e con il codazzo di discriminazioni che ne seguirono si violarono i diritti umani degli ebrei, degli
zingari, degli slavi, degli omosessuali:
diritti all’esistenza, al lavoro, alla libertà, alla felicità. Su questi parametri
va valutata la Fini-Bossi, non sulle
quote di ingressi, sulla durata dei contratti, sulla possibilità di trovare datori di lavoro pronti a farsi prestanome
per la regolarizzazione. Se un domani
ci si dovesse trovare a chiedere perdono per una legge ingiusta, meglio sarebbe cambiare subito la le^e e farne
una rispettosa dei diritti umani.
Salvatore Rapisarda
2
PAG. 2 RIFORMA
Beati voi, poveri:
Dio vi darà il suo
regno. Beati voi che
‘^C’era una volta un
uomo molto ricco.
Portava sempre
vestiti di lusso e
costosi e faceva festa
ogni giorno con
grandi banchetti.
C’era anche un
povero, un certo
Lazzaro, che si
metteva vicino alla
porta del suo palazzo.
Era tutto coperto di
piaghe e chiedeva
l’elemosina. Aveva
una gran voglia di
sfamarsi con gli
avanzi dei pasti
di quel ricco. Perfino
i cani venivano
a leccargli le piaghe.
^ Un giorno, il povero
Lazzaro morì, egli
angeli di Dio lo
portarono accanto
ad Abramo nella
pace. Poi morì anche
l’uomo ricco e fu
sepolto. ^^Andò a
finire nell’inferno e
soffriva terribilmente.
Alzando lo sguardo
verso l’alto, da
lontano vide Abramo
e Lazzaro. ^‘’Allora
gridò: “Padre
Abramo, abbi pietà
di me! Dì a Lazzaro
che vada a mettere
la punta di un dito
nell’acqua
e poi mandalo
a rinfrescarmi
la lingua. Io soffro
terribilmente
n queste fiamme!’’.
^^Ma Abramo gli
rispose: “Figlio mio,
ricordati che durante
la tua vita hai già
ricevuto molti beni
e Lazzaro ha avuto
soltanto sofferenze.
Ora invece, lui si
trova nella gioia e tu
soffri terribilmente.
^Perdi più., tra noi
e voi c’è un grande
abisso: se qualcuno
di noi vuole venire da
voi non può farlo; così
pure, nessuno di voi
può venire da noi’’».
(Luca 16,19-26)
All’Ascolto Della
ora avete fame: Dio
vi sazierà. Beati voi
che ora piangete:
Dio vi darà gioia.
(...) ^^Ma guai a voi,
ricchi, perché avete
già la vostra
consolazione.
^^Guai a voi che ora
siete sazi, perché un
giorno avrete fame.
Guai a voi che ora
ridete, perché sarete
tristi e piangerete»
(Luca 6,20-25)
IL RICCO E IL POVERO LAZZARO
Le beatitudini sui poveri di Luca appartengono aita più antica tradizione su Gesù
A partire da esse si afferma ii rovesciamento deila sorte dei poveri nel regno di Dio
MAURO PONS
A pochi giorni dall’apertura
c’ ’ ........
.del vertice della Fao sulla
alimentazione nel mondo (Roma, 9-13 giugno 2002), Jacques
Diouf, direttore generale di
questa agenzia dell’Onu, sosteneva che: «...il problema della
fame, una macchia sulla coscienza dell’umanità, persiste e
addirittura si aggrava in alcune
regioni del mondo. I dati sono
eloquenti: il numero delle persone sottoalimentate nel mondo è valutato intorno ai 777 milioni nei paesi in via di svOuppo,
a 27 milioni nei paesi in transizione e a 11 milioni nei paesi
sviluppati. La sottoalimentazione colpisce in modo particolare
i bambini ed è particolarmente
grave nell’Africa subsahariana e
nel Sud-Est asiatico. Circa 156
milioni di bambini di meno di
cinque anni soffrono di carenze
di proteine energetiche e circa
177 milioni di un ritardo nella
crescita dovuto alla sottoalimentazione. Inoltre, circa il
17% dei neonati dei paesi in via
di sviluppo è vittima di un ritardo della crescita in utero, conseguenza della sottoalimentazione delle donne incinte».
Se la povertà è la causa della
sottoalimentazione, ma forse sarebbe meglio dire tout-court fame, la fame provoca la morte di
una persona ogni quattro secon
di, malgrado l’abbondanza di viveri nel mondo. «La lotta contro
la fame - osservava Diouf - non
è solo un dovere morale, ma va
a vantaggio dell’economia e
contribuisce alla stabilità e alla
sicurezza di tutte le società. In
effetti, la fame costituisce spesso
non l’effetto, ma la causa dei
conflitti e dei disordini civili e
influisce direttamente sulle migrazioni urbane e sull’emigrazione. Una persona affamata diventa capace del peggio». La
questione della povertà interpella ancora, e come, l’opulento
cristianesimo occidentale?
Nell’antica società greca vi
erano due tipi di poveri: quelli
costretti a mendicare (ptochos)
e quelli che dovevano faticosamente guadagnarsi da vivere
con il proprio lavoro (penes).
Nei Vangeli i poveri vengono
sempre indicati con il termine
ptochos. Se si tiene conto che
nell’Impero romano del I secolo
d.C. la mendicità rappresentava
la situazione di una parte rilevante della popolazione, e non
solo in ambiente rurale ma anche nelle grandi città, si può
concludere che la scelta terminologica dei Vangeli è indubbiamente legata alla situazione
sociale del tempo.
ti: braccianti, disoccupati, schiavi fuggitivi, gente senza fissa dimora per ragioni economiche,
piccoli coltivatori caduti in miseria per l’imposizione fiscale, a
motivo dei cattivi raccolti o
dell’indebitamento. Inoltre si
deve tener conto del fatto che,
nel I secolo d.C., la situazione
economica della popolazione
palestinese era pessima. Nei
Vangeli sinottici la situazione
sociale è caratterizzata dall’uso
interscambiabile dei termini povertà e fame; dalla descrizione
della povertà attraverso scene di
mendicanti: dal legame posto
tra povertà e malattia.
Quale sequela oggi?
GGI, il senso della sequela
Le beatitudini lucane su Gesù
Non è dunque un caso che le
1...................
Preghiamo
Dio mio. Creatore e Padre,
voglio benedirti per il dono della terra,
del seme di grano che in essa germoglia,
per lo scorrere d^ll’ acqua che ogni cosa
purifica e fa crescere,
per i frutti che abbondano sulla mia mensa.
Voglio ringraziarti per la forza delle mie braccia,
la duttilità delle mie mani, la conoscenza ispirata
allo scorrere del tempo secondo le tue stagioni.
Dio mio, (Gesù Cristo e mio Signore,
vo^io benedirti per il dono della comunione fraterna,
grazie alla quale ho anche ricevuto il dono
del tuo amore# esperienza concreta e vivente
di un’umanità rinnovata dalla tua grada.
Voglio ringraziarti per la tenerezza degli abbracci
che ho ricevuto, la dolce^a dei volti
che ho incontrato, l’amicizia che mi ha restituito
al tempo della tua riconciliazione.
Dìo mio, Spirito vivente e rinnovatore,
voglio benedirti per ii dono dell’azione
alla condivisione del pane,
dell'acqua e dei firutti della terra,
con tutti i poveri che ancora oggi ricercano
la giustizia di Dio, la sua pace ed fl SUO amore.
Aiutami ad es^re un tuo discepolo.
I poveri nei Vangeli
PERCIÒ, quando parlano dei
poveri, i Vangeli sinottici si
riferiscono effettivamente a forme estreme di miseria spesso
identificabili con la mendicità
stessa. Infatti, nei Vangeli sinottici i poveri vengono indicati come destinatari di elemosina (Me
10,21 e par.); il povero Lazzaro è
un mendicante infermo; i mendicanti invitati al gran convito
non sono soltanto dei poveri e
degli infermi residenti in città
ma anche dei mendicanti senza
tetto che vagabondano ai margini della città (Le 14, 21. 23).
Nell’ambito della più antica tradizione su Gesù i poveri e gli infermi vengono strettamente associati (Mt 11, 2-5); la povertà è
sinonimo di fame e di pianto (Le
6,20s.; cfr. Le 1,46ss.).
Questi testi non devono necessariamente far pensare a persone che dipendono economicamente in tutto e per tutto dagli altri, come nel caso del mendicante abituale, perché essi
possono anche far riferimento a
gruppi di persone che soffrono
la fame, nonostante la loro «superiorità» rispetto ai mendican
beatitudini sui poveri di Luca 6, 20s appartengano alla più
antica tradizione su Gesù. A partire da esse si afferma il rovesciamento della misera sorte dei
poveri nel regno di Dio. Nell’ambito della stessa tradizione,
in modo speculare, si collocano
i detti di «guai» indirizzati ai ricchi (Le 6, 24-26): essi presuppongono un atteggiamento di
vendetta nei confronti dei rie-,
chi? manifestano il desiderio di
vederli puniti? 11 passo di Le 6,
20s afferma forse che saranno
solo i poveri a ereditare il regno
di Dio? In realtà no!
Per esempio, nel «detto del
cammello» di Me. 10, 25, inserito nella storia del giovane ricco,
la questione trattata non è quella della rinuncia alla proprietà,
bensì la profezia escatologica
che riguarda l’annuncio dell’esclusione dei ricchi dal regno,
perché tutto quello che il regno
ha da offrire i ricchi l’hanno già
ottenuto durante la loro vita. La
stessa idea si trova anche nel
detto «sui primi e sugli ultimi»
(Me 10, 31; Mt 19, 30; Mt 20, 16;
Le 13, 30). Nel contesto del cristianesimo primitivo anche questo detto si presenta come una
profezia escatologica e ripete, a
suo modo, lo stesso concetto di
Le 6, 20, al cui centro ritroviamo
l’idea del rovesciamento escatologico delle sorti sociali. È del
tutto evidente che il concetto di
«primi» e quello di «ultimi» designa delle posizioni sociali, perciò coloro che attualmente sono
gli ultimi saranno i primi nel regno e coloro che sono attualmente potenti, coloro che sono i
primi nella società, saranno relegati nel regno agli ultimi posti.
di Gesù non può più consistere nell’adesione, la più perfetta possibile, a queste idee e
nel ridurre la fede allo sforzo
che questa adesióne richiederebbe. Se si agisse così si trasformerebbe quanto allora era
atto vitale in un morto dogma.
Oggi, però, si può tentare di ravvivare le speranze e la prassi di
questa sequela di Gesù nel nostro contesto, di esprimerle nel
nostro linguaggio, nei nostri
concetti e in azioni che corrispondano alla nostra situazione.
Si può fare e si deve fare perché
questo è l’unico modo per sfuggire al cinismo dell’impotenza
con cui si affidano allá forza
bruta le decisioni che riguardano la vita degli esseri umani di
oggi e di domani. Questo atteggiamento di sequela di Gesù, oggi, potrebbe essere espresso in
questo modo: «Noi speriamo in
un futuro che non veda la sopraffazione del debole da parte
del potente e crediamo che sarà
sempre ingiusto mettere degli
esseri umani in difficoltà, ucciderli, privarli della vita.
Sperare nella manifestazione
della sovranità di Dio significa
per noi non dover perdere la
speranza di fronte allo spettacolo della nostra impotenza. Noi
crediamo che le persone povere
e senza potere abbiano la possibilità di suscitare tra di loro
grandi prodigi». Nelle nostre
chiese a questa «traduzione»
della sequela di Gesù si obietta,
sulla base di una determinata visione teologica, che essa avrebbe un carattere «restrittivo», nel
senso che in questo modo si limiterebbe la sequela cristiana a
una serie di affermazioni puramente, sociali e politiche. Ma i
Vangeli, che descrivono appunto la sequela di Gesù, sono comunque interessati alle azioni
dei suoi seguaci. I Vangeli non
contrappongono affatto le asserzioni cristologiche su Gesù
alla concreta condotta dei suoi
seguaci, quasi che quest’ultima
rappresentasse un elemento secondario. Che le persone vengano giudicate in base alle loro
azioni è un’idea centrale del
Nuovo Testamento, anche se la
nostra tradizione teologica ha
indubbiamente dimenticato
questa tematica.
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
VENERDÌ 27SI
Note
omiletic|,i
La redazione kiaj
le beatitudini suu
ha probabilmente ®
vato la forma teÜ
¡f P^ fatica trad^
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Gesù. In questo
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Gesù sia il Messia^
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... • • * cui Pfta
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«presenza reale»]
che è «possibile fa,
sperienza». in Pa|.
sono i giudei poverq
cogliere per primi f
gelo di Gesù Cristdi
che essi scopronod
loro situazione dipoi
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Per questo, nelle bej
dini, la povertà vai
nel senso di una sipi àone d
ne economica e soci risorse
non come un attoa necessi
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Dunque i primi sega te il pii
Gesù erano senz'iiS àbile n
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della sazietà e del riso,
quello che, qui,rj
un'importanza decii
fini dell'Immagine]
salvezza è l'esperii
tuale della povei
si aspetta soltanto
questa misera coni
abbia fine, ma civ
venga completarne!
tificata e risarcita:
dente che i detti di «ji te; 11C
indirizzati ai riccIjKli teolog:
24-26), sia che appari [jppoj
gano alla più antica® Commi
zione su Gesù, sia che
stituiscano un'aggiii
successiva, sonolaloj
conseguenza dellai»
di posizione delle beai
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Si può afferma^
nell'ambito della piìl
ca tradizione su Gasi
beatitudine dei po«
non è un aforisma isoh
ma costituisce il m®
gio centrale dei segiiaj mali, c
Gesù. Nei Vangeli»' evideo
inissior
Pere!
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mente,
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scontrano dei.
zialmente parallelìi
sotto il profilo dele*
ñuto sono talmenh
loghi alle beatitui
poter essere fatti
tro risalire alla stes^
dizione. Tra questian
la storia «del ricco'
Lazzaro» (Le 16,19-2Í
Questo testo è pf®
no, perché Le 16,274
costituisce una succe!
reinterpretazione W
che prosegue il ra^
ma ne cambia il cerw
matico che diventaf
del ravvedimento d«
chi. Invece il tema
16, 19-26 non èq»
perché ii racconto t*
inteso a illustrare uo
portamento iniqu
ricco, ma le etons®^
della sua vita di ber^
come è detto
Lost
mente in 16, 2S,f
0
che rappresenta il
del racconto pre««
Se, infatti, racconto fosse stato’
lo di illustrare unos“
del ricco, la
stata esplicitarnento .
mata: esso invece
la sua vita di bene.
sua vita .
le terribili conseO
le rernom
che irrevocabiIrne^
scaturiscono. L irre
lità di questo desoejj
ricco è sottolineata
ferimento alla
posta tra lui e LO**!
nell'aldilà.
Per
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6ese/o'"^
gemano, - .
reth, speranza o
Torino, Claudiana
duzioi
propri
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stape
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PAG. 3 RIFORMA
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Stoccarda, 7-11 settembre: IX incontro del Consiglio europeo metodista
Verso il Festival metodista di Postdam
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Si svolgerà nella città tedesca di Postdam, vicino a Berlino, alla fine di luglio 2003
jn commemorazione dei 300 anni dalla nascita di John Wesley, fondatore del metodismo
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Nei giorni 7-11 settembre
2002 a Stoccarda, nel
.„ore del Württemberg, si è
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l’Italia è membro fonHatwe e, nell’ambito del Comitato esecutivo, rappresenante delle chiese metodiste
del Sud Europa (Italia, Spagna e Portogallo). Riprendendoli dallo stesso statuto, i
compiti di questo Consiglio
sono enunciabili come segue:
a) permettere alla chiese di
confrontarsi su tematiche
comuni; b) sviluppare una
sempre maggiore testimonianza metodista in Europa;
c) mettere le chiese in condizione di poter condividere le
risorse a fronte delle proprie
necessità; d) permettere alle
¿dose di essere rappresentate il più adeguatamente possibile negli organismi ecumenici e secolari; e) permettere
alle chiese di condividere con
altri partner ecumenici la
missione cristiana in Europa.
Perché questi compiti possano essere tradotti praticamente, da un lato ogni paese
membro è tenuto a relazionare sulla vita della propria
chiesa nel corso dell’anno, da
un altro sono state create delle commissioni permanenti
che operano nei limiti definiti
dallo stesso Consiglio al quale
devono riportare regolarmente: il Comitato per gli studi
teologici, il Comitato per i
rapporti chiesa e società, la
Commissione europea per la
missione, e il Comitato per la
gestione del fondo per la missione in Europa. Durante i 12
mesi che separano gli incontri annuali, i membri sono
impegnati in attività di relaàone, studio, ricerca e programmazione che, nonostante la distanza fisica, vengono
svolti in team grazie a mezzi
hi comunicazione quale email, conferenze telefoniche
evideoconferenze.
lo stesso Comitato esecuti
vo si riunisce con una certa
regolarità utilizzando detti
strumenti. Al Consiglio di
quest’anno, però, hanno dovuto relazionare anche 4 nuovi comitati istituiti durante la
riunione tenutasi a Mosca nel
settembre 2001, per l’organizzazione di un grande Festival
metodista a Postdam a fine
luglio 2003: il comitato esecutivo e i comitati per la programmazione, la logistica e la
comunicazione.
le, ambiente, struttura della
democrazia, eccetera.
Studi teologici
È la commissione che ha
scritto e pubblicato nel corso
del 2001 il libro «Sharing our
Faith in Christ» (Methodist
Publishing House, Gran Bretagna) e che sta terminando
un altro lavoro da pubblicare
in occasione del compleanno
di Wesley festeggiato, appunto, con il Festival di Postdam.
Missione in Europa
Buona parte delle energie
del Consiglio sono indirizzate
alla missione in Europa e in
particolar modo nei paesi
dell’Est. Nei paesi dell’ex
Unione Sovietica e soprattutto nell’attuale Russia la chiesa metodista sta crescendo
con grande rapidità e l’aiuto
e il sostegno possono provenire solo al di fuori dei propri
territori, data la precaria situazione economica e la forte
miseria in cui la maggior parte della gente vive. Comunque anche altri paesi godono
degli aiuti provenienti da
questa commissione, come la
chiesa italiana che ha potuto
disporre dell’aiuto del pastore Theodor Rickenbacher
nell’area del Vercellese.
Chiesa e società
Festival di Postdam
Questa commissione ha
presentato un interessante lavoro sulla «società sostenibile» che le chiese possono utilizzare come base di riflessione e di azione relativamente
alle tematiche che una simile
espressione comprende; disoccupazione e insicurezza
sociale, pace e sicurezza, migrazione, economia mondia
In occasione dei 300 anni
dalla nascita di John Wesley il
Consiglio sta organizzando
ciò che tutti speriamo essere
il grande evento del 2003
nell’ambito delle chiese metodiste (in Italia si legga valdesi-metodiste); 4 giorni in
cui nello stesso luogo convergeranno centinaia di persone
da ogni parte d’Europa. Si
I membri del Consiglio durante i lavori
prevedono infatti dalle 600
alle 800 presenze. Famiglie,
single, giovani e meno giovani a condividere la preghiera,
la musica, i dibattiti e i seminari, i momenti di svago e di
gioco, a stringere nuove amicizie e a confrontare le proprie esperienze. Il tutto nella
penisola di Postdam (Berlino) nella regione del Brandeburgo dal 30 luglio al 4 agosto. «Gei in touch» è lo slogan
scelto. Uno slogan ricco di significati la cui traduzione letterale in italiano («stiamo in
contatto») sarebbe ingratamente limitativa.
È facilmente comprensibile
come l’organizzazione di un
simile evento richieda un impegno enorme e il Consiglio
ha a lungo dibattuto i vari
aspetti sia di contenuto sia logistici per rendere il Festival
un’esperienza indimenticabile, un momento di incontro
di diverse culture, un momento di condivisione della
comune fede in Cristo. Da un
punto di vista logistico sarà
possibile scegliere fra diverse
soluzioni di alloggiamento,
dalla tenda al camper all’albergo, permettendo a tutti il
giusto comfort. Anche dall’
Italia ci aspettiamo una larga
adesione, da ogni chiesa e da
ogni parte della penisola.
Eventuali soluzioni comuni
per organizzare il viaggio potranno essere studiate solo
dopo aver raccolto le adesioni
a mezzo di appositi moduli
che, appena pronti, saranno
capillarmente distribuiti. Certo è che il buon successo della
nostra partecipazione si basa
anche sul coinvolgimento individuale. Ognuno di noi,
quindi, se ne dovrebbe fare
portavoce entusiasta verso i
propri fratelli e sorelle. Un
grande happening internazionale in cui è stato calcolato
saranno presenti più di 13
gruppi linguistici diversi ma,
anche se non per tutti, verrà
organizzato un servizio di interpretariato. Le lingue ufficiali saranno, comunque, l’in
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^ Ginevra: per far fronte a una situazione finanziaria molto preoccupante
Il Cec costretto a ridurre drasticamente le proprie spese
Nella prospettiva di una riduzione considerevole delle
proprie entrate, il Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
®hper prendere prowedi®unti radicali per ridurre le
proprie spese. Un gruppo di
®oro di quattro persone in•^uricato di esaminare i propMmi, le attività e i costi di
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idurre le spese.
lioni di franchi svizzeri. È stato informato che l’ammontare delle entrate prevedibili per
il prossimo anno era stato rivisto al ribasso, passando da
47 milioni a 41,7 milioni.
Pesante deficit
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II Comitato delle finanze
ha inoltre riferito che durante
i primi sei mesi del 2002, il
Cec ha registrato un deficit di
2,5 milioni di franchi, dovuto
principalmente a perdite su
investimenti e valute straniere. Inoltre, i contributi attesi
per il resto dell’anno dovrebbero essere inferiori di 1,3
milioni all’ammontare previsto. Per riportare i risultati al
livello del budget approvato,
è stato previsto di ridurre le
spese di 2,7 milioni di franchi
entro la fine del 2002. Il Comitato centrale ha inoltre accettato la proposta di ottenere una linea di credito di 5,3
milioni di franchi garantiti
dalla proprietà immobiliare,
nel caso in cui l’utilizzo di
questa linea diventasse indispensabile.
Anders Gadegaard, vicepresidente del Comitato delle
finanze, ha dichiarato che il
Comitato «non pensa che
questa linea di credito verrà
utilizzata». Ma potrebbe essere necessario ricorrere a
questa soluzione fino a un
ammontare massimo di 1,75
milioni di franchi, «nel peggiore dei casi», qualora il piano di riduzione delle spese
del 2002 «non dovesse essere
messo in atto con successo
nella sua interezza». Questa
proposta ha suscitato la reazione di David Thompson,
membro del Consiglio consultivo ecumenico dei Discepoli. Più di qualsiasi altra, ha
detto, questa raccomandazione indica «la situazione
tremenda» delle finanze del
Cec. «Esiste la possibilità che
una parte dell’immobile nel
quale sediamo debba essere
venduta», ha dichiarato.
strazione del Cec, ha messo in
guardia contro l’uso del termine «crisi» sottolineando
che «la crisi si verificherà se
non agiremo». Secondo lui, i
problemi sono iniziati fin dal
2000, in gran parte per via di
fattori fuori dal controllo del
Cec, come la crisi registrata
sulle piazze borsistiche. Per
Gottfried Locher, della Svizzera, membro del Comitato delle finanze, il Cec si trova confrontato a «una profonda crisi
finanziaria» e non basteranno
«cambiamenti cosmetici».
Incapacità contributiva
Altri membri del Comitato
centrale hanno espresso la loro preoccupazione riguardo
alla situazione finanziaria e
l’incapacità di molte chiese
membro di versare un contributo finanziario. «Sono dieci
anni che sentiamo parlare
della situazione finanziaria ha fatto notare il vescovo Zacharias Mar Theophilus, della
Chiesa siriana Mar Thoma di
Malabar -; oggi ci troviamo di
fronte .alla realtà». Secondo il
vescovo Hans Gerny, della
Chiesa vecchio-cattolica della
Svizzera, «la situazione è forse più catastrofica di quanto
potessimo immaginare».
Robert Christeler, direttore
delle finanze e dell’ammini
Assumere le proprie
responsabilità
Konrad Raiser, segretario
generale del Cec, ha ricordato che il Cec aveva «cercato
di resistere» alle pratiche
commerciali secondo cui il
successo si giudica attraverso
la capacità di ridurre i costi
licenziando personale. Citando una delle cause del problema, Raiser ha sottolineato
che molte chiese non hanno
mantenuto i propri impegni
finanziari. «È assolutamente
impossibile - ha detto - stabilire un ciclo di pianificazione... quando non si può contare sul più semplice impegno delle chiese membro. Se
queste assumessero la propria responsabilità, sarebbe
una tappa importante per
uscire da questa crisi», (eni)
Foto di gruppo del Consiglio europeo metodista
glese e il tedesco e sicuramente chi conosce una di queste
lingue sarà felice di aiutare
chi avesse difficoltà.
L’agenda delle varie giornate prevederà vari programmi ma per lasciare spazio
all’espressività individuale
saranno previste aree «libere»
in cui suonare, parlare, incontrarsi al di fuori di schemi
preordinati. Sono gli spazi in
cui il Consiglio si augura di
vedere soprattutto la presenza di gruppi musicali dei vari
paesi nella convinzione comune che la musica sia la
forma espressiva più immediata e scevra da limiti culturali o nozionistici. È in questo
ambito che personalmente
rivolgo l’invito alle nostre corali e ai nostri gruppi musicali che partecipino in massa
da ogni parte d’Italia.
Storia del Consiglio
europeo metodista
I rapporti tra la Chiesa metodista della Gran Bretagna e
dell’Irlanda e quella episcopale in Europa hanno radici
storiche molto profonde.
Rapporti che hanno portato,
dopo la seconda guerra mondiale, alla fondazione della
Consultazione delle chiese
metodiste d’Europa. Nel 1966
la Consultazione dette vita al
Consiglio delle Conferenze
metodiste europee, con lo
scopo di permettere maggiori
collaborazione e coordinamento tra le varie Conferenze
nazionali. Con la costituzione della Chiesa metodista
unita, nel 1968, il Consiglio fu
allargato e adottò la denominazione di Consiglio della
Chiesa metodista unita che
vide, sin dagli albori, la partecipazione come osservatore
della Chiesa metodista inglese. Bisogna arrivare al crollo
del muro di Berlino, alla caduta dei regimi comunisti e
all’allargamento dell’Europa
per capire che tutto ciò aveva
un grosso impatto anche sulle nostre chiese, ponendole
davanti ad una nuova sfida.
È nel 1993, infatti, che per
raccogliere questa sfida viene
data vita al Consiglio europeo
metodista che vede uniti allo
stesso livello la Chiesa metodista della Gran Bretagna e
Irlanda, le tre Conferenze
della Chiesa metodista unita
(Nord Europa, Germania e
Centro-Sud Europa), la Chiesa metodista del Portogallo e
l’Opera per le chiese metodiste in Italia. Il segretario a Ginevra del Consiglio metodista
mondiale vi partecipa regolarmente come osservatore
così come il Consiglio europeo della gioventù e la Federazione mondiale delle donne metodiste lavorano in
consultazione con ii Consiglio, pur mantenendo propri
statuti e organizzazioni. Da
un punto di vista finanziario
il Consiglio si gestisce grazie
ai contributi annui corrisposti da ogni organismo membro in funzione di quote calcolate sulla base delle possibilità e del numero di partecipanti definiti dallo statuto.
DAL MONDO CRISTIANO
segretario generale della Federazione luterana
Una guerra contro l'Iraq porterebbe
a un'infernale spirale di odio e vendetta
LONDRA — Consultare l’opinione pubblica sia in In^ilterra sia in Europa prima di intraprendere qualsiasi azione
militare contro l’Iraq. È la richiesta, resa pubblica con una
lettera aperta indirizzata al Parlamento inglese, del segretario generale della Federazione luterana mondiale (Firn), pastore Ishmael Noko. «Un’azione militare unilaterale - dice la
lettera - lungi dal ristabilire la pace in Medio Oriente, porterebbe a un’infernale spirale di odio e di desiderio di vendetta. Una prospettiva preoccupante che deve passare al vaglio
del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». (nev/lwfn)
È Stato nominato lo scorso 7 settembre
John Larsson sarà il prossimo generale
dell'Esercito della Salvezza nel mondo
LONDRA — Sarà John Larsson il prossimo generale comandante dell’Esercito della Salvezza nel mondo. Nominato
lo scorso 7 settembre Larsson, che è noto per alcuni suoi libri (il più famoso si intitola «L’uomo perfettamente pieno
dello Spirito Santo», disponibile anche in italiano) ha lungamente collaborato con il precedente comandante, gen. John
Gowans, che lascia la carica andando in pensione. Larsson
entrerà in carica il prossimo 13 novembre. (nev)
I Indagine dell'agenzia evangelica tedesca «Idea»
Europa: netta maggioranza di cristiani
BRUXELLES — Nell’Unione europea i cristiani sono iri
netta maggioranza. Oltre il 90% dei 373,4 milioni di cittadini
nei 15 paesi membri dell’Unione frequenta una chiesa. Secondo l’agenzia stampa evangelica tedesca «Idea», il 58,4% è
cattolico, il 18,7% protestante, l’ll% anglicano e il 2,7% ortodosso: i musulmani si attestano intorno al 2% e il restante
7,5% non ha alcuna affiliazione religiosa. (nev/adn)
4
PAG. 4 RIFORMA
Si è svolto a Praga il secondo simposio teologico internazionale battista
La Parola di Dio come giudizio
/ partecipanti si sono confrontati sulle scelte etiche che alcuni tipi di letture bibliche
producono e sulle proposte di nuove possibili chiavi di lettura e metodi interpretativi
Sul tema «La parola di Dio come giudizio...» si è svolto nella
prima settimana di luglio il secondo simposio teologico internazionale battista che ha raccolto a Praga pastori, teologi e teologhe, e laici e laiche provenienti da varie parti del mondo. Il tema, apparso subito come un argomento delicato, specificava
l’intento primario con un sottotitolo il «Rinnovamento della
Comunità» e il contesto, ossia l’«impegno battista nello studio
appassionato delle Scritture». Confrontarsi sulle scelte etiche
che alcuni tipi di letture bibliche producono e proporre nuove
possibili chiavi di lettura e metodi interpretativi: sono questi
complessivamente gli scopi della conferenza, svoltasi come due
anni fa nel verdeggiante hinterland dell'antica Boemia, in uno
chalet di proprietà della Chiesa dei Fratelli boemi. La piccola
comunità battista di Praga «Pankrac Baptist Church» dopo
aver apprezzato la conferenza di due anni fa, ha deciso di ripetere l’esperienza rinnovando l’invito nel paese di lan Huss, a cui
hanno risposto rappresentanze battiste provenienti dal Regno
Unito, Germania, Italia, Stati Uniti, Canada e da alcuni paesi
dell’Est europeo. Riportiamo in questa pagina la sintesi di tre
fra gli interventi più significativi. (Nunzio Loiudice)
La Bibbia non è un cimitero ^
Amo per capire
l'ermeneuta dell'amore
Un interessante contributo
a cui accenno brevemente riguarda l’ermeneutica. Il professore di teologia sistematica
Jeff Pool, texano, sta lavorando per sviluppare un metodo
per un’ermeneutica dell’amore. In questa operazione egli
riprende il tradizionale motto
«Credo ut intelligam» (Credo
per capire) di Anseimo d’Aosta e lo modifica con «I love in
order to understand» (Amo
per capire). Accanto ai metodi
tradizionali usati come strumenti per la comprensione di
un testo si avverte oggi anche
l’esigenza di un metodo che
possa essere usato per «l’innamoramento» del testo e
quindi come risposta all’amore di Dio. Dio ha espresso il
suo amore per noi mandando
il suo unigenito figliolo Gesù
Cristo nel quale si rivela per
mezzo delle Scritture. Si deduce che le Scritture sono un
dono di Dio all’umanità e perciò come umile segno di risposta all’amore di Dio si suggerisce di prenderle seriamente in considerazione.
Amare Dio implica senz’altro amare il prossimo, ma per
amare il prossimo Dio ha offerto la saggezza divina nelle
Scritture. Di qui l’importanza
di leggere, studiare e comprendere il testo biblico come
risposta all’amore di Dio.
Questo pensiero agostiniano
viene considerato come prezioso per esplorare un ermeneutica dell’amore, recentemente riscoperta anche dalla
teologia femminista.
Il tema è stato introdotto in
maniera eccellente dal pastore battista della Hillhead Baptist Church di Glasgow, Colin
Bond, che inquadrando il tema nel suo contesto ha considerato lo strascico lasciato
nel suo paese dalla tradizione
dello stretto biblicismo calvinista ed a questo ha risposto
con la domanda retorica posta dagli angeli alle donne al
sepolcro di Gesù: «Perché
cercate il vivente tra i morti?»
(Luca 24, 5). Spesso si esplora
la Bibbia come delle persone
che cercano morti in un cimitero. Il giudizio incombe su
coloro che nell’investigare le
Scritture mancano il segno
fraintendendo il suo scopo. Il
rinnovamento può avvenire
solo se ci immergiamo nello
spirito della parola di Dio come opposto alla sua lettera.
Il cupo quadro di Van Gogh dal titolo Natura rhorta
con Bibbia in cui domina una
Bibbia aperta con accanto
dei candelieri spenti e un libro chiuso, rappresenta bene
questa idea. Il posto della
Bibbia nella famiglia di Van
Gogh probabilmente fu così
opprimente (ricordiamo che
suo padre era un pastore
protestante) che l’autore ha
immortalato in questo dipinto una sensazione di assenza
di vita. Cercare il vivente tra i
morti è l’atteggiamento di
chi usa la Bibbia per inculcare colpe anziché farla sprizzare di gioia, con il tipico atteggiamento di chi lascia governare la lettera anziché lo
spirito. Nell’ambito denomi
nazionale spesso si notano
atteggiamenti simili; cerchiamo il vivente in mezzo ai
morti quando vecchie questioni dottrinali, reali un
tempo, dominano i nostri dibattiti ecclesiastici odierni
facendoli risultare astratti
perché proposte in circostanze cambiate.
Cerchiamo il vivente tra i
morti quando interpretiamo
la Bibbia da un punto di vista
ristretto, da una prospettiva
partigiana piuttosto che da
una visione ecumenica. Cerchiamo il vivente tra i morti
quando manchiamo di riconoscere che il nostro Dio è vivo e che persino la Scrittura
gli è assoggettata. Con ciò
non solo abusiamo della Bibbia ma rendiamo limitata la
presenza di Dio nella vita di
tutti i giorni a causa di quel
tragico pensiero e di quella ricerca affannata di un cadavere in un posto sbagliato: un
Gesù Cristo vivo seppellito
nelle pagine della Bibbia.
Per questa ragione è necessario ridare alla Bibbia il suo
giusto posto, non quello di un
cimitero ma un luogo luminoso da cui attingere vita. Un
libro che raccoglie una collezione di scritti che ci permettono di esplorare dubbi, fede
e misteri circa le esistenze di
entrambe realtà quella divina
e quella umana. Un libro che
aiuta a fare esperienza e impadronirsi dell’amore creativo e del senso della vita, da
vivere in maniera gioiosa anche quando si affronta il dolore e la morte.
Un'ermeneutica per oggi: il caso emblematico deH'omosessualità
Sulla stessa traccia l’intervento del dottor Ray Hobbs
(canadese, docente di ebraico
e interpretazione dell’Antico
Testamento) membro di un
gruppo di biblisti internazionali chiamato «context group»
che esplora la liceità e l’arbitrarietà dell’uso della Bibbia
nelle discussioni etiche odierne. Lo studio parte come risposta a un recente documento intitolato «Stili di vita e moralità» preparato dal Consiglio della Convenzione delle
chiese battiste dell’Ontario e
del Quebec e distribuito tra i
suoi ministri e dipendenti. In
breve la questione riguarda
principalmente l’omosessualità e le problematiche relative
all’etica sessuale.
Hobbs ha iniziato con una
citazione del poema di William Blake The Everlasting
Gospel nel quale due opposti
interpreti «leggono la Bibbia
giorno e notte, ma uno legge
nero, l’altro legge bianco».
Sembra una ricetta per là disperazione e la fine della
conversazione: «L’interpretazione dei testi - ha affermato
- non è, come qualcuno suggerisce, una questione di opinione. Questo è il rifugio della vigliaccheria intellettuale.
Le differenze nelle interpretazioni costituiscono un’opportunità per esaminare i
principi interpretativi e mettere alla prova le teorie nei
confronti della pratica. Una
opportunità per una comprensione “scientifica”. Se il
dibattito si riduce a uno
scontro tra posizioni tenute
salde ma non esaminate, c’è
molto poco da discutere».
Diversi sistemi culturali
Hobbs ha invitato a uno
studio onesto e attento della
Bibbia tenendo in debito conto il sistema sociale e culturale in cui il linguaggio biblico è
inserito. «Non possiamo assumere - ha detto - che parole
semplici usate nelle società
antiche come “uomo”, “donna”, “fi^io”, "figlia” abbiano il
medesimo significato che
hanno oggi. Il linguaggio è
parte integrante di un dato sistema sociale. Per studiare il
linguaggio relativo all’attività
sessuale nella Bibbia è necessario comprendere il sistema
sociale e culturale dell’antico
mondo mediterraneo». Hobbs
ha guidato i partecipanti in
un serio studio biblico che ha
analizzato i passi relativi alle
tematiche dell’omosessualità
facendo notare, come primo
punto, che l’attenzione biblica rivolta verso questo tema è
relativamente scarsa rispetto
al clamore odierno a esso dedicato. «C’è più materiale relativo alle menzogne e alla
frode che alle proibizioni in
materia sessuale». La Bibbia
non è interessata a fornire un
orientamento sessuale perché
conosce solo due generi sessuali quello maschile e quello
femminile e il rapporto sessuale tra i due è visto in relazione alla procreazione. Poi
c’è il problema delle traduzioni: alcune parole presentano
delle ambiguità e spesso le
traduzioni, anziché spiegarle,
assumono dalla tradizione alcuni significati come dati.
Il controllo sociale
Nel corso dello studio il relatore ha avanzato delle ipotesi sulle ragioni di tanta attenzione rivolta verso gli omosessuali e ha sostenuto che questo interesse anomalo verso il
tema in questione nasconde
alcune debolezze dell’attuale
società. Antropologo studiando vari organizzazioni e corpi
sociali, hanno notato alcune
caratteristiche interessanti.
Per esempio tradizionalmente
le organizzazipni militari trattano la loro struttura e i loro
membri come un oggetto da
controllare con attenzione.
Un individuo che vuol far parte di un esercito per entrarvi
Pagina a cura
di Nunzio Loiudice
deve cambiare una serie di
cose, come il taglio dei capelli, vestire allo stesso modo
ecc. Ci si aspetta che ognuno
si conformi a quel modello di
vita. Questo per alcuni aspetti
tende ad essere vero anche
per altre organizzazioni. Nella
società in genere, infatti, i
mezzi di controllo non sono
estremi come quelli militari
ma ci sono esempi di omologazione come la recente nozione di leadership che è usata in campo politico ma si rifà
a modelli ripresi dall’esperienza militare. In quest’ultima non conta tanto il gioco
democratico ma l’adesione o
meno a un dato sistema promosso dalla leadership. Quello che viene richiesto è conformarsi. Sebbene oggi si
consideri l’efficienza come
uno dei valori dominanti, tuttavia è la nozione di purezza
quella che viene usata come
arma di controllo di un corpo
sociale. Per scacciare la paura
dell’inquinamento di alcuni
ideali si fa ricorso ad alcuni
standard di comportamento
che fungono da controllo verso gli individui di un dato
corpo sociale. Chi non si
conforma viene espulso.
Post-modernità
scevano perché era in atto un
cambiamento nella società. Il
vecchio sistema feudale si
stava frantumando, il mondo
si stava allargando, la conoscenza si ampliava e il potere
e il controllo stava scivolando
dalle mani del vecchio centro. In altre parole le persecuzioni furono le reazioni a
questi cambiamenti e quindi
reazioni a una percezione di
perdita, di potere. Simili atteggiamenti sono osservabili
nella società odierna. Il clima
culturale post-moderno da
alcuni è percepito come una
minaccia e da altri come la
perdita di controllo del potere. Sebbene si dica che non
esiste un controllo ideologico
sociale si pretende invece di
controllare le attività sessuali
dei suoi membri.
Q parroci
M spess
JaRiforn
pndere
dienza (Deut. 21, 21) .,,
delle mogli sospette di
deità (Num. 5, H-31))0P^
dei riti cerimoniali
mestruazioni (Lev. 15,194 . ..P®'^
oppure indossare vestii»
tessuto misto (Deut. 22, IW
Che ne facciamo diqusi
passi? È necessario cara
questi passi nel loro coiit^
ma più indispensabile
bilire dei principi bihlif^
interpretazione che
no oggi nella nostra vita^
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giamento rivolto rigW^ scnvn!f*
l’attenzione allo Spiril®ngjn *
che alla lettera. HobbstwH , si
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essa non sempre aiuta, su^ ^
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Una veduta di Praga
come minaccia
Questo meccanismo tuttavia di per sé non spiega ancora l’incremento delle attività
contro alcuni tipi di anticonformisti; come si può
spiegare la crescente preoccupazione per gli omosessuali? Recenti studi sulla crescita della persecuzione in
Europa durante il Medio Evo
dimostrano che tale attività
non aumentava perché cresceva il numero delle streghe,
degli eretici o degli ebrei. Le
attività di persecuzioni cre
II principio
della compassione
In questa situazione, dunque, come leggere la Bibbia?
Non serve a niente ignorare
le ingiunzioni morali che essa contiene ma non è neanche sufficiente prendere una
frase dal passato e applicarla
al presente come se potesse
avere significato universale.
Per esempio noi ascoltiamo
le ingiunzioni sugli omosessuali ma ignoriamo invece
quelle che parlano dei figli ribelli lapidati per disobbe
cune questioni potrebbjj
sere utile, altre volte po'
be confonderci. Si dovr^
incoraggiare piuttosto iw
responsabile delle Seno
ricavare una guida geoeg
per il nostro comporta®^
guardando allo Spirito .
sù. Questo ovviamente e
lorochelaperco^.^
,11!. disctia
no guidati dalla
piuttosto che dalla disc
nazione, saranno isptr^o^
l’immagine di un
abbraccia i lebbrosi e
associa con i peccaton.
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5
Mil ?7SCnEMBRE 2002
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
La rivoluzione di 450 anni fa sul confine tra il Grigione italiano e la Lombardia
La Riforma in Val Bregaglia
l\lel Cinquecento, nel giro di alcuni decenni, tutta la valle passò al protestantesimo
e l'italiano, portato dai riformatori, prese piede e si diffuse come lingua della chiesa
p(ininTOGNINA
I- Iarrivo della Riforma
nrovocò in Bregaglia una
a e propria rivoluzione
ISurale. «Nel giro di alcuni
IO" ! oi-riwp l italiani.sta
Idecenni
¡ticinese
tura mg
_ scrive l’italianista
Sandro Bianconi lattala valle passò alla relil“ine riformata e, sul versanI,,linguistico, l’italiano potici riformatori prese piee si diffuse come lingua
chiesa». Anche dopo il
faggio alla Riforma in BreSa si continuò a parlare
Setto locale e a usare dialetti alemannici, ma la linjua scritta divenne l’italiano.
teUo introdotto in Bregaglia
ftiroitàiano colto il cui mo'^0 di riferimento era il tesffl'della traduzione biblica di
iGiovanni Diodati, profugo reteoso italiano riparato a GiLevra (il valore della «DiodatiL nel panorama della storia
ligia letteratura italiana è stalUibadito dalla sua ristampa,
fi anni fa, nella prestigioliana dei Meridiani deldce Mondadori).
Le nuove idee religiose fu[® portate in Bregaglia da
ilaid ed ecclesiastici cattolici
'Miani perseguitati dai tribuI li dell’inquisizione a motifdelle loro simpatie per il
iprimento riformista. La
fcaglia, che adottava le dedàoni della dieta delle Leghe
Ábe in materia di religione
t|erciò ammetteva, accanto
iculto cattolico, anche la
lìdicazione evangelica, divibe, come la vicina Chiavai un rifugio per molti
ppghi religiosi italiani. Tra
ifotivi che spinsero la poplazione della Bregaglia ad
fflogliere la riforma religiosa
®o da annoverare il deside[iodivedere occupati gli uffi• ti parrocchiali che rimanevaM spesso e a lungo vacanti
JaÉorma prometteva di rili oppii ®P®dare alla preoccupazioe di ini g®ute allarmata per il
'3:
). oppi
httodi
essere privata dei sa
bihlidJI locale del diritto di no
®,'nadel proprio parroco
i dopo ''®onti a causa deU’assenza
[5,19-3 “'parroci); il trasferimento
vestiti^ “ll’amministrazione delle
t. 22,11) ^nocchie nelle mani dei
li quei P^'occhiani (tale passaggio
0 capii la popolazione di parconài ;P®llo tasse ecclesiastiche);
die è sii ,®nferimento alla comudblidi “'tìdaiP®,“ r—
ivitacii "autonomia comunale ne
incoia rafforzata e la valle si
riguai alasse alla tutela del veliriWÌ p di Coira). A Poschiavo
bbsA aaBmsio aderì alla Riforma
ir ricoi ® ® metà della popolaziof ’®Mesolcina e Calanca i
jaleo® ®anti riformatori furono
ionec® ftfi^asi dall’intervento di
Ita, sù» j.J" Borromeo, in Ticino la
ebb^ comunità evangelica
3 potf I . a^o fu mandata in esi
loviaj I ’ " Bregaglia tutta la popo
m accolse la
jcrittà ™'cazione riformata.
Riforma in
possono essere
to di® almeno per i primi
cina^u?*’ quelle della vilomi, . cittadina
:tavia5 Posta allo sbocco
idk n della vai Brega^he oggi appare
discj^ dinrn^*'^ modesta cittadina
nella secon■hDnrt ^ del XVI secolo, un
rottimicentro di traffici e
S'retìlTf'' Editata nei baliagQiiavp’ “"‘l^istati nel 1512,
Per lappa obbliga
delio Sni i^^dcava il passo
Via del v^ga o percorreva la
*®8giav„ ®llimo. La città riva
®ie di tr 'ì?” *^°da per volu■ \natfici
icW
La mostra e il percorso storico allestiti in Bregaglia in occasione dell’anniversario del passaggio della popolazione di Soglio
alla Riforma protestante offrono la possibilità di scoprire pagine poco note della storia di quella valle e della vicina regione di
Chiavenna e di rivalutare il ruolo e il contributo dato dalla
Riforma allo sviluppo culturale, sociale, economico e politico di
un'area del Grigione italiano i cui destini sono stati a lungo
strettamente intrecciati con quelli della vicina Lombardia.
commerciali con le ricche casate dei mercanti di Piuro, il
florido borgo a nord di Chiavenna che nel 1618 fu cancellato da una frana caduta dal
monte Conto.
A Chiavenna si stabiliro-no
numerosi eterodossi italiani,
laici ed ecclesiastici: l’umanista e poeta bassanese Francesco Negri (che aprì una scuola dove si studiavano i classici
greci e latini) il letterato modenese Ludovico Castelvetro
(al quale è dedicata una via
nel centro storico di Chiavenna), l’ebraicista Francesco
Stancaro, l’agostiniano Agostino Mainardo (primo pastore evangelico a Chiavenna),
la nobile Isabella Bresegna e
molti altri. La comunità protestante di Chiavenna giunse
a comprendere circa un terzo
della popolazione della città
mentre nuclei protestanti si
costituirono anche a Villa di
Chiavenna, Piuro, Prata e
Mese (alla presenza protestante a Chiavenna sarà dedicata una puntata del settimanale della Televisione svizzera italiana Parola nel mondo,
in onda domenica 6 ottobre
alle 9,45). E, contrariamente a
quanto spesso sostenuto, in
vai Chiavenna continuarono
a esistere comunità protestanti anche dopo gli eventi
violenti del 1620 e la firma del
Capitolato di Milano del
1639. Recenti studi pubblicati
da Guglielmo Scaramellini e
Diego Zoia hanno dimostrato
che il divieto di residenza imposto nel Capitolato ai non
cattolici fu spesso e a lungo
ignorato o comunque aggirato.
Nell’ambito delle celebra
Una veduta di Soglio
zioni in Bregaglia per il 450°
anniversario del passaggio alla Riforma protestante, la Società valchiavennasca di studi
storici ha allestito, nella sala
del palazzo Salis di Chiavenna, una piccola ma interessante mostra sulla presenza
dei protestanti nella città e
nel territorio circostante. Ai
visitatori è proposto anche un
itinerario attraverso il centro
storico cittadino: dal palazzo
della famiglia Pestalozzi in
cui visse il già citato Castelvetro, al palazzo Ghidoni, in via
Dolzino, appartenuto a famiglie protestanti e sulla cui facciata sono stati casualmente
rinvenuti, pochi anni fa, affreschi raffiguranti scene bibliche; dalle numerose iscrizioni bibliche incise sui portoni di quasi tutte le case della Salita Santa Rosalia alla
chiesa di Santa Maria, nella
parte meridionale del centro
storico utilizzata, nella seconda metà del Cinquecento, dai
riformati di Chiavenna.
La presenza riformata, a
Chiavenna, ebbe riflessi anche sull’economia e i traffici
della città. Membri della famiglia protestante Pellizzari,
di Chiavenna, si trasferirono
a Ginevra, dove avviarono
un’impresa specializzata nella lavorazione della seta, la
«Pellizzari Frères», con filiali
a Basilea e Lione. Sulle loro
tracce avviarono relazioni
commerciali anche i mercanti Lumaga e Camogli, di Piuro. Per motivi di studio e di
lavoro si trasferirono a Zurigo
alcuni Pestalozzi riformati di
Chiavenna, i quali diedero
origine al ramo della famiglia
da cui nacque il celebre pedagogo; essi furono seguiti,
qualche decennio più tardi,
da altri membri della famiglia, riparati a Zurigo per
sfuggire alle violenze della rivolta valtellinese e della successiva invasione spagnola.
L'ordinamento statale e quelli delle religioni
Esìste un possibile «diritto ecumenico»
EUGENIO STRETTI
commerciali e
tifan,^!"*®|lettuale; influenBregaglia
come i Salis
i^ers.
possedevano pa
P to ■^*-*'- * p«J.
Sto eint Chiavenna
«rattenevano relazioni
Lt INTERESSE e l’attenzione
I per le tematiche dirittofede evangelica è, come noto,
stata suscitata nelle nostre
chiese dalla lunga attività
condotta da Giorgio Peyrot e
dalla profìcua lettura del classico di Jacques Ellul Le fondament théologique du Droit
(Neuchâtel-Paris, 1946, testo
ancora proposto nelle nostre
Facoltà giuridiche). È merito
del prof. Silvio Ferrari, docente di Diritto canonico a Milano e a Lovanio e dell’awocato
civilista Giancarlo Sabbadini,
delle Chiesa valdese di Roma,
l’avere riproposto, alla luce
deH’ecumenlsmo e del dialogo interreligioso, il rapporto
fra Diritto e religioni.
Lo scritto di Sabbadini'
muove dalla dottrina e dall’esperienza di 40 anni di
professione: «È possibile che
una sentenza del tribunale
della Chiesa cattolica possa
prevalere su una sentenza del
tribunale dello stato italiano?». Il libretto riprende dunque una conferenza tenuta a
Roma, in cui si analizzavano
gli effetti giuridici derivanti
dal Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni
tra cattolici e valdesi o metodisti in Italia del 1997 e del
relativo Testo applicativo del
2000. Nella breve ricostruzione del matrimonio in Italia,
regolato dal Diritto italiano
solo dal Codice civile del
1865, si apprende che prima
di tale data i sudditi di religione diversa da quella cattolica formavano solo «famiglie
di fatto», e Sabbadini ricorda
che nella vigente disciplina
del Codice civile, la declaratoria di nullità produce effetti
soltanto dal passaggio in giudicato (ex nunc), facendo salvi in ogni caso gli effetti del
matrimonio valido prodottisi
per il coniuge in buona fede.
Diversa l’ipotesi di annullamento prevista dal Diritto
canonico della Chiesa cattolica:; la sentenza del tribunale
ecclesiastico annulla fin
dall’origine (ex tune) il vincolo coniugale: le parti, cioè,
non si sono mai sposate. Se
accade, come in un caso illustrato nel libro, che l’efficacia
nella Repubblica della sentenza rotale, determinata
dalla favorevole delibazione
da parte della Corte d’Appello, preceda la sentenza di divorzio del giudice italiano, il
matrimonio non è mai esistito, è nullo, e quindi vengono
meno gli obblighi di assistenza verso il coniuge economicamente più debole.
«Una religione - osserva
nel suo bel volume" il canonista Silvio Ferrari - produce il
proprio diritto e questo interagisce non soltanto con il diritto delle altre religioni ma
anche con i diritti secolari
che, oggi e in Occidente, costituiscono l’orizzonte giuridico entro cui ogni comunità
di fedeli si colloca». Il nodo
da sciogliere è evidentemen
Giovanni Diodati
Il secondo volume di J. P. Meier
Uno strumento per
conoscere il Gesù storico
FULVIO FERRARIO
te la natura diversa del Diritto religioso aU’interno delle
società e del cristianesimo, in
primo luogo in Occidente.
L’evoluzione del diritto canonico, rispetto a quello ebraico e islamico, più statici
rispetto all’evoluzione della
società, rilevata da Ferrari va
compresa alla luce della capacità della Chiesa cattolica di
riformulare la sua etica in base all’affascinante discorso
teologico di Tommaso d’Aquino: la Verità eterna incarnata nella chiesa di Roma si
accompagna alla società che
muta e lo strumento concordatario rimane dunque il
mezzo principe per salvaguardare il Diritto canonico in
questa società che muta. «La
salvezza delle anime - recita il
canone 1752 - deve essere
nella chiesa la legge suprema»
e, come nota Ferrari, «la normativa matrimoniale, nella
disciplina della dispensa, testimonia l’impatto che il principio salus animarum, suprema lex mantiene sulla configurazione concreta del diritto
della Chiesa» (p. 275). E qui la
confiittualità con l’ordinamento valdese e con quello
delle chiese riformate appare
evidente e ineliminabile.
(1) Giancarlo Sabbadini: Il matrimonio in Italia, effetti giuridici
derivanti dal «Testo comune» e
dal «Testo applicativo». Roma, Libreria di cultura religiosa, 2001.
(2) Silvio Ferrari: Lo spirito dei
diritti religiosi, ebraismo, cristianesimo e Islam. Bologna, Il
Mulino, 2002.
SE il primo volume dell’
opera dell’esegeta cattolico americano John P. Meier
sul Gesù storico, dedicato
prevalentemente agli aspetti
preliminari, constava di quasi 500 pagine, non stupisce
che il secondo, che si occupa
degli aspetti essenziali del
messaggio di Gesù* superi le
1.300. L’autore sente il bisogno di giustificare tale mole,
nonché la lievitazione dell’opera (inizialmente prevista
in un unico volume, mentre
l’introduzione del secondo
annuncia almeno un tomo
ulteriore) con l’esigenza di
vagliare criticamente e in
dettaglio le singole affermazioni correnti relative alla
storicità di questo o quel racconto evangelico.
Meier rileva che troppo
spesso affermazioni cruciali
su questo punto si ripetono
acriticamente di libro in libro, fondandosi alla fine più
sull’autorità tradizionale (sia
pure «scientifica» e non magisteriale) che su argomenti
di merito. Per fare un solo
esempio, egli ritiene che il
Gesù storico abbia mantenuto la prassi giovannea del
battesimo d’acqua, come afferma il IV Evangelo, mentre
Topinione finora prevalente
tendeva a privilegiare il dato
sinottico, che non menziona
battesimi operati da Gesù,
rendendo in effetti problematico spiegare le origini del
battesimo cristiano.
Il volume è diviso in tre
parti: la prima esamina la figura del Battista, in se stessa
e nel suo rapporto con Gesù;
la seconda si concentra sul
messaggio: Meier ammette di
aver tentato di confutare la
tesi pressoché unanimemente accolta che vede nell’annuncio della prossimità del
regno di Dio il centro del
messaggio del predicatore
Galileo; alla fine, però, anch’
egli ha dovuto accoglierla.
Ovviamente, per Meier come
per tutti gli altri, la questione
principale risiede nella caratterizzazione di questa idea,
nei suoi aspetti «presenti», in
quelli «futuri» e nel rapporto
tra le due dimensioni. La terza parte (più della metà del
volume) è dedicata all’esame
dei racconti di miracolo: qui
l’autore si oppone alla lunga
tradizione critica che va
dairilluminismo a Bultmann
e oltre, la quale, con motivazioni diverse, intende relativizzare l’importanza delle
tradizioni sui miracoli nel
quadro della testirrionianza
evangelica.
Meier constata, non senza
ragione, che il semplice dato
quantitativo (lo spazio occupato da questi racconti nei
quattro Evangeli) depone in
senso contrario. Ironicamente cita un sondaggio Gallup
del 1991 dal quale emergerebbe che l’82 per cento degli
americano crede che Dio
operi miracoli anche oggi:
l’idea, continuamente ripetuta, che i contemporanei «non
possano credere nei miracoli», sarebbe dunque infondata. Tutti questi elementi suggeriscono un’estrema prudenza nel giudizio storico e
in effetti, nelle oltre settecento pagine dedicate al tema,
Meier ha modo di formulare
valutazioni articolate.
Il volume manifesta una
tendenza evidente ad assumere posizioni storiografiche
mediane rispetto alle tesi
estreme presenti nel dibattito
e, come tutti i lavori della cosiddetta «terza fase» della ricerca sul Gesù storico, è quasi
ossessivamente preoccupato
dall’esigenza (in sé legittima
e addirittura ovvia) di separare il giudizio storico da quello
teologico o filosofico. I singoli
giudizi sono quasi sempre
molto chiari, anche quando
sono espressi in forma interrogativa; ciò che più importa, tuttavia, è che chi consulta l’opera ha a disposizione
strumenti piuttosto sofisticati
per elaborare u proprio punto
di vista; o, per dire meglio, ha
a disposizione il quadro completo, reso disponibile dalla
scienza storica odierna: che
ciò renda più facile formarsi
un’opinione è, per la verità,
un altro paio di maniche.
Quello del Gesù storico è il tema più appassionante e più
dibattuto della ricerca biblica
storico-critica in ambiente
culturale cristiano: il testo di
Meier permette di apprezzare
la profusone di energie riversate in questa impresa in due
secoli e mezzo; confuta, naturalmente, l’opinione qualunquista (che ha anche un sua
variante teologica) in base alla quale, alla fine, «ne sappiamo come prima»; ma conferma che la scienza non riesce
a risolvere un problema senza
suscitarne almeno due. Solo
che, a differenza di Ercole in
lotta con il mostro, la ricerca
non vede necessariamente in
tale dinamica una minaccia,
ma una possibile promessa. Il
terzo volume si occuperà del
conflitto che portò alla morte
di Gesù. Chi ha avuto occasione di utilizzare gli altri due
ne attenderà la pubblicazione
con interesse assai vivo.
(•) John P. Meier: Un ebreo
marginale. Ripensare il Gesù
storico. 2: Mentore, messaggio e
miracoli. Brescia, Queriniana,
2002, pp. 1338, euro 99,50.
6
PAG. 6 RIFORMA
Cultura
Riflessioni sparse da uno dei luoghi più incantevoli del Golfo di Napoli
Nel Parco Virgiliano, pensando a Giobbe
Dopo un lungo restauro, è stato ridato alla popolazione un luogo da cui si possono ammirare
Il Golfo, le isole e l'entroterra con la sua storia antica e con Usuo vulcanico «cuore di fuoco»
ANNAMAFFEI
quando moria
i ■
mo, che cosa ci perdiamo!». Lo dice una signora a
suo marito mentre si affaccia
rapita da uno dei belvedere di
Parco Virgiliano. La vista è effettivamente mozzafiato, specialmente oggi: il vento ha
spazzato via la foschia mattutina e si vede davvero tutto da
quassù. Gli occhi spaziano intorno insaziabili e si soffermano volta per volta ad assaporare i particolari di questo angolo di paradiso. Lo sguardo
si posa a lungo giù sui grossi
scogli della Cala di Trentaremi affollata di barche per poi
spostarsi a sinistra verso lo
scorcio del Golfo di Napoli
che abbraccia la zona vesuviana e la penisola sorrentina.
Proprio di fronte aH’orizzonte,
visibilissima, c’è Capri. A destra si apre il Golfo di ÌPozzuoli
fino a Capo Miseno e al promontorio del Monte di Precida. Adagiata sul mare a destra
sullo sfondo c’è Precida, con
dietrò il profilo del monte
Epomeo dell’isola di Ischia.
Sono sulla sommità della
collina di Posillipo in un punto in cui la visuale arriva quasi
a 180° e abbraccia una parte
del Golfo di Napoli e la costa
varia e frastagliata della baia
di Pozzuoli. Poco più in là invece si aprono altri scorci:
risoletta di Nisida e Coroglio
dove è molto ben visibile la
zona di Bagnoli; qui fino a
dieci anni fa era ancora attiva
ritalsider, ormai in gran parte
smantellata. La zona è un
cantiere aperto, si tenta di restituirle la bellezza offesa dagli stabilimenti e dalle altissime ciminiere. Non è facile.
Però già un porticciolo turistico e una spiaggia ben curata
sono passi importanti per il
suo futuro, speriamo, totale
recupero ambientale.
Mentre sono qui seduta sul
prato, con le spalle appoggiate a un pino mediterraneo,
considero la bellezza rara di
questo posto, fruibile da tutti
solo da due mesi, da quando
cioè è stato completato il restauro del parco che per anni
è stato meta esclusiva di coppiette in cerca di un luogo in
Il porticciolo turistico di Corogiio. In alto l’ingresso del parco; in basso il Vesuvio e l’isola di Nisida
cui appartarsi e personaggi
ambigui. Il restauro è stato
curato con gusto rispettando i
colori e i materiali naturali, e
facendo risaltare la diversità
di ogni angolo del paesaggio.
Molti napoletani si sorprendono di ciò che è avvenuto. Il
risultato è davvero superbo.
Molti dicono: «Non sembra di
stare a Napoli». Fra i napoletani questo è un complimento, data la scarsa stima che
abbiamo atavicamente di noi
stessi, del nostro senso civico,
di chi ci governa. Ma qualcosa
sta cambiando, in meglio, e
quando lo constatiamo ce ne
stupiamo sempre. Detto per
inciso per ora, almeno, il parco è sorvegliatissimo e le regole sono disciplinatamente
osservate. Questo magari avviene già altrove. Qui è una
rarità, ma ci piace.
La bellezza di questo posto
è una bellezza antica come è
antica questa terra, forgiata
nel tempo dall’Irrequietezza
del suo sottosuolo se è vero
che tutta la zona, isole comprese, deriva la propria conformazione da un’intensa
plurimillenaria attività vulcanica. Il Vesuvio, anch’esso visibile di qui, ne è espressione
storicamente celebrata e temuta, ma è la solfatara, appena più in là, nei pressi di Poz
zuoli, cratere di un altro vulcano allo stato acquiescente,
il luogo dove ancora visibilmente la terra «bolle e fuma».
Tutta la città di Pozzuoli e i
suoi dintorni sono interessati,
d’altra parte, da un sisma lento, chiamato «bradisismo» appunto, per il quale tutto il
suolo negli anni si alza e poi si
abbassa e poi si alza ancora
come il ritmo di un lento respirare della terra. Un respirare i cui «colpi di tosse» hanno
squassato più volte la cittadina come è avvenuto 19 anni fa
nell’ultimo intensificasi dell’attività vulcanica che, a soli
3 anni dal tragico terremoto
del 1980, ha portato a un parziale spopolamento della Pozzuoli storica e alla nascita del
grosso quartiere satellite di
Monteruscello. Oggi molti sono riusciti a tornare nelle proprie case ma non tutti. C’è chi
ancora vive la precaria vita di
sfollato e chi nella periferia
non è riuscito ad ambientarsi.
Questo è accaduto sì per il respiro lento e affannoso di
questa antica terra ma anche
per la mancanza di previdenza e lungimiranza politica dei
suoi amministratori.
Comunque, come diceva
Melville, l’autore di Moby
Dick, la terra qui più che altrove è «una crosta con sotto
un cuore di fuoco». In questo
momento il parco è poco frequentato. Pochi i rumori di
fondo, poche le voci, qualche
telefonino squilla ogni tanto
(come liberarsene?}, qualche
colombo becca sul prato, un
gabbiano attraversa l’aria tersa e poi plana sul mare. La
calma irreale di quassù è parabola di riconciliazione fra la
terra e i suoi abitanti. L’aria
pulita, la giornata splendida,
il mare tranquillo, presenza
amica, familiare... tutto questo mi conduce quasi senza
volerlo al pensiero di Dio. Un
pensiero di riconoscenza per
tanta bellezza, un pensiero
che nel silenzio si apre alla
preghiera. Forse è questo il
sabato di cui parla la Bibbia:
la sosta, la tregua, lo sguardo
rivolto alla creazione e al suo
creatore, la contemplazione,
il fermarsi ad assaporare il
suono del vento, la lontana
voce del mare. Lo sguardo incantato, perso a cercare gli
angoli più riposti, l’acqua più
azzurra. Non ci sono parole.
Finalmente.
Forse è un pensiero un po’
mistico ma ia situazione mi fa
ricordare quello che diceva
Henry Nouwen quando parlava di una solitudine feconda e
ricettiva come una conversione possibile, un movimento
dall’isolamento alla solitudine. Credo proprio che si riferisse a quell’esperienza in cui
l’essere soli non ci pesa, non
facciamo nulla per fuggire,
per riempire i vuoti. Quella
solitudine in cui si aprono nel
silenzio spazi inesplorati di
comprensione di noi stessi e
di ascolto. Nel silenzio... L’
aria aU’improwiso è però solcata da una sirena. Proviene
dal carcere minorile di Nisida.
L’edificio costruito all’epoca
angioina fu già sotto i Borbone adibita a carcere. La sirena
mi distoglie dall’incanto e mi
riporta alla disarmonia della
vita e della storia. Quell’isoletta incantata fu teatro della
congiura nella quale Bruto e
Cassio decisero l’assassinio di
Cesare e anche il luogo dove
Cicerone incontrò i due dopo
la morte di Cesare preoccupato per le conseguenze del tirannicidio. Oggi quella sirena
parla di una vita separata di
ragazzi e ragazze dalla cui violenza la società, che quella
violenza ha riprodotto in loro,
cerca di difendersi. Parla di
una riconciliazione mancata
mentre io qui sto vivendo
l’esperienza della tregua. Parla di un’armonia ferita. La
contraddizione emerge. È giusto così.
Mi viene in mente allora
Giobbe con tutte le sue parole, quelle di disperazione e di
rabbia, di autodifesa e di rivolta, di ricerca e di fedeltà,
mi vengono in mente le sue
domande, i suoi dubbi quasi
scagliati verso Dio, la sua ribellione urlata ai suoi amici,
incapaci di misericordia. Le
parole di Giobbe sono le parole degli offesi dalla vita e
dalla storia. Le parole di Giobbe gridano della disarmonia e
dell’incomprensibilità di tante cose. Le parole di Giobbe
sono anche e provvidenzialmente parole della Bibbia.
Eppure ci fu un momento in
cui tutte quelle parole, quelle
di Giobbe e quelle dei suoi
amici, finirono. E solo quando
ci fu silenzio, e la solitudine di
Giobbe fu assoluta, rimase
posto per le parole di Dio, per
la sua presenza spaventosa e
sovrana. La voce di Dio, è vero, aggiunse altre domande
alle domande di Giobbe ma
riempì di luce la sua oscurità.
E quando Dio si fece spazio
nel silenzio, allora si fece spazio in Giobbe l’intero universo con le sue meraviglie, i suoi
misteri, la sua struggente bellezza. Scoprì di non essere più
lui il centro dell’universo. Eppure il suo necessario, conseguente, ridimensionarsi a
partire dalle parole di Dio non
lo avvilì, non gli creò nuova
angoscia, le nuove domande
non lo schiacciarono. Bastò
che Dio gli avesse rivolto la
parola, rompendo l’isolamento in cui era caduto, per calmarlo e dargli pace. C’è ùn
tempo per parlare e uno per
tacere, un tempo per camminare e uno per fermarsi. Un
tempo per considerare il proprio dolore e uno per contemplare la sapienza di Dio...
Un’altra occhiata al mare
prima di andar via. Lo sguardo si perde lontano, poi piega
sulla costa, mentre le onde si
infrangono sugli scogli, spumeggianti. Apro la Bibbia e
leggo, ancora in Giobbe: «Chi
chiuse con porte il ma«
zante fuori dal grembo mal
no quando gli diedi lem
per rivestimento e ^
l’oscurità, quando gìi tri
dei confini, gli misi sbi
porte? Allora gli dissi:
tu verrai, e non oltre; qi
fermerà l’orgoglip dell
flutti». Sono ancora paro]
Dio. Imperiose. Il mare a™ . un neonato nelle mani 4 Di “
che lo avvolge nelle nuli
nell’oscurità come una mad
fascia il suo bambino. Il ma It'a credit
che riceve i confini dalsia
creatore. Il mare awertìtóffl
me minaccia dal popolqi,
Israele, che diventa
potete,
vulnera
dieao
¡re tifi
ine.
ipuò
¡a forni
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leunas
'Questo
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IO e sa
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lalmlnlst
Nord
ibbllgatoi
gllen
periferie:
ilare lo si
ingeren:
le per dii
obbediente alla solavotsl
Dio. Il mare orgoglioso che]
umilia, creatura di Dio.
La riva del mare, duni
parabola di ogni limite fissa
dal creatore per ciascuna de
le sue creature. Così impi
tamente suggeriva anche Bi
telboom, quel bizzarro
naggio del romanzo d
sandro Baricco Oceano
liattista d’¡
Casonato,
ne dolore
posta del
il proposi
Ma Mori
ìnmani(
che per completare la si m
«Enciclopedia dei limif^,
scontrabili in natura cotti
supplemento dedicato ai
ti delle umane facoltà» seni!
di dover riassumere inai
concetto, in un’unica 1:
gine che cosa sia «la finédd
mare»: «Cioè - spiegava-ve
dete lì, dove l’acqua artivi|
sale sulla spiaggia poisitet
taccat
tota una
dei docer
rata quel
tipato Le
raldese, d
coll dida
Durante l
ma... ecco, proprio quel p®
to dove si ferma... dura pi
prio solo un attimo, guariH
te, ecco ad esempio, lì.. '^
dete che dura solo un attira oiuQjgjjjj
poi sparisce, ma se unoriu ticaconl
scisse a fermare queiram inorano
mo... quando l’acqua sifel ponantisi
ma, proprio quel punto, gu® do anno,
la curva... è quello che stura sta(j
Dove l’acqua si ferma.-C®? una deci
c’è da studiare? - ®andata
punto importante.'., lugiodei
non ci si fa caso, ma se cip® te per qo
sate bene lì succede qual^ ne secon
di straordinario. -Verameffll circolare
-(...) Lì finisce il mare.», j cembre ]
Tornando alla Bibbia, ut appoorQ
cosa però mi preoccuM tionedei
Nell’Apocalisse, dove si p^
la di nuovi cieli e di nu®”j|?uito di,
terra si afferma anchti®“,
non ci sarà né sole, né n»
Noi popoli marinari poti
mo però, una volta appW
dall’altra parte, se none
assi
Udii dllld pdllC, oc 1*'"- j
tutto fuori luògo,
...--------Lrilnpm
una petizione per
del mare. Non si sa mai.
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7
ni?7SEnEMBRE 2002
PAG. 7 RIFORMA
I croce è
ibolo di fede
^tere, piuttosto è segno
Ju nerabilità assoluta: e
]^he accetta per amore di
re rifiutato e messo al
‘¡ne Questo simbolo
a può coniugare con al,forma di imposizione.
tòte come usare la croce
euna spada».
to è avvenuto nel
^(0 _ prosegue Genre -,
^nseguenze nefaste sot* ¿punto di vista e ci anno non debba più awe£ un’iniziativa cbe noi
iiaiiio improvvida e fuori
j che vuole presentarsi,
■ sue intenzioni, come
j a riaffermare una ci, una fede, una cultura, e
iMiebbe invece un tradiUto intrinseco gravissimo,
no e saremo dunque riso;e contrari a iniziati
...j quelle presentate
/ministro Moratti e dalla
„jNord (che vuole rendere
pligatorio il crocifisso in
Mi gli enti pubblici centrali
tperiferici) non solo per tulelare lo stato da ogni forma
ingerenza religiosa, ma anItiie per difendere la fede criitiana da iniziative che ne
, „„u «traddirebbero lo spirito e
le minerebbero ulteriormeniS riacredibilità».
j.,“' «Crocifisso per decreto, che
“ liistezza!»: il presidente delI l’Unione cristiana evangelica
Wsta d’Italia (Ucebi), Aldo
■Casonato, esprime «sconcermedolore» di fronte alla propta del ministro Moratti.
Jill proposito del ministro LeIfeia Moratti di disciplinare
Tinmaniera chiara e certa
.,r
Crocifisso per decreto
tare
om¡
1 lem
•et fa
l’esposizione del crocifisso
nelle aule scolastiche” rendendola praticamente obbligatoria - afferma il presidente Casonato -, insieme al progetto di legge della Lega Nord,
sottoscritto da circa 70 parlamentari, che prevede l’esposizione del crocifisso in tutti i
luoghi pubblici, comprese
stazioni e aeroporti, e per la
quale un atto di rimozione
potrebbe essere punito con
una detenzione fino a sei mesi, ci sconcerta e ci addolora
profondamente».
«Ci sconcerta - spiega il
presidente dell’Unione battista - perché crediamo che ne
esca gravemente ferito il
principio costituzionale dello
stato laico che non fa distinzioni fra persone di credo religioso diverso e persone che
non professano alcuna fede.
La laicità dello stato è garanzia di libertà di coscienza e
religione per tutti, anche del
.pei^Atti di culto nei locali della scuola
di Al»]
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oi si f9uelpi®
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Una battaglia vinta
il nome della laicità
È accaduto a Catania. È
lata una seduta del collegio
ilei docenti piuttosto infuoca quella a cui ha partecipato Loredana Acanfora,
laembro della locale Chiesa
jaldese, docente presso il Cirdidattico «De Amicis».
y(.ij--alla fine l’ha spuntata.
1 atÉtI seduta un gruppo
n fili '^''iwenti era tornato alla caDil'attìi richiesta di tenere
®Mario scolastico un’«im
tn oud L ™issima» messa di inie stui La richiesta era già
-Co» m precedenza e
1> ig ®®^acisione era stata riavo» ® ™ prossimo col
ori od aa* docenti, competenlualcd tipo di decisio
Lnenti dettato della
“'a’ce ministeriale del diliià no* ^Lie prevedeva
> sioi5Ìniit** alunni ad atti di
'he 0^ Lni ®Paoifiche deliberaàént^otg£ri“u‘® dai competenti
potr^s£¿ ÌÌ™ocrazia scolamroWldott ■/.^dirigente scolastica,
■seni® ricevuto una lettera
ai 1 ¿itiotf'V^’arosi riferimenti
vietn-i'^i^^rootivanoildiiziom,, duare manifestara Qo, all’interno dell'orarf®^® c fuori durante
che» ?r:olastico. Forse andeli’in» ' costmttivo apporto
sta valdese, fatto
dirigente è stata
sede oell’affermare in
liella H .*®8io 1 ’ illegittimità
Coh^iesta e a chiarire
tante ^u«e che du
dentm scolastico, né
^atuin .irrori la scuola si
® si parteciperà a ce
Nev
ie_eyangeliche
rimonie religiose. «In una società come quella attuale così si era espressa Acampora
nella lettera - multirazziale,
multiculturale, multireligiosa
in cui gli allievi hanno il diritto di essere trattati allo stesso
modo e i cui diritti sono paritetici e non rinuciabili nella
stessa misura, le manifestazioni di culto appartenenti a
una ritualità propria della
Chiesa cattolica non possono
trovare collocazione all’interno deH’orario scolastico»
Una piccola battaglia -vinta,
pare, almeno per adesso, condotta con serietà e caparbietà
da una persona che ha accettato anche di fungere nella
sua scuola da referente del
progetto riguardante le attività alternative all’insegnamento religioso cattolico. A
questo proposito la stessa dirigente (cattolica osservante
ma rispettosa del carattere facoltativo dell’insegnamento
religioso cattolico) aveva inserito il progetto nel plano di offerta formativa impegnandosi
pubblicamente a darne ampia
diffusione alle famiglie.
«Qui a Catania - ha detto la
Acanfora - esistono molte
chiese evangeliche, soprattutto di area pentecostale, con
migliaia di iscritti. Sono realtà
che vanno raggiunte e informate. Centinaia di bambini
frequentano le nostre scuole e
le famiglie spesso ignorano le
normative e si rassegnano a
calare la testa di fronte all’arroganza del potere religioso».
Per questo il Consiglio della
Chiesa valdese di Catania si è
ripromesso di eleborare un
programma di lavoro in questa direzione coinvolgendo
attraverso incontri, anche
nelle scuole, l’Associazione
per la laicità della scuola «31
ottobre». Un esempio da seguire, ci sembra. (a.m.)
le minoranze, specialmente
delle minoranze. E il grado
della democrazia degli stati si
misura proprio attraverso il
rispetto delle minoranze».
«I propositi del ministro e
la proposta di legge leghista prosegue Casonato -, inoltre,
ci addolorano perché trasformano un simbolo cristiano,
cattolico ma anche ortodosso, anglicano e luterano, in
un simbolo “contro”, un simbolo usato per ribadire una identità giocata contro l’identità degli altri, considerati come “i diversi”, “gli intrusi”.
Un uso siihile del crocifisso si
faceva nel Medio Evo quando
si portavano gli eretici al rogo
in processione. La croce era
usata come uno strumento di
potere per affermare in maniera violenta la presunta ortodossia della fede. Noi ritenevamo che questo uso blasfemo del crocifisso, come di
qualsiasi altro simbolo cri
stiano, fosse ormai definitivamente tramontato. Non è
così, purtroppo. Questi atti
dunque ci richiamano a tenere alta la guardia e a fare della
“resistenza” a ogni conformismo di maggioranza la base
del nostro testinioniare ed
operare, oggi in Italia».
«Un’ultima annotazione conclude il presidente delle
Chiese evangeliche battiste -.
In un momento come quello
attuale nel quale c’è il rischio
di una nuova guerra che può
essere dichiarata anche contro il parere delire Nazioni
Unite, sollevare polveroni integralisti come la proposta di
imporre a tutti il crocifisso, ci
appare come una manovra di
distrazione rispetto ai problemi veri e drammatici in
cui ci dibattiamo. Gesù lo si
può crocifiggere un’altra volta anche facendo della sua
immagine un idolo e delle
sue parole carta straccia».
i Per abrogare una legge regionale
Indetto un referendum
contro i «buoni scuola»
SANDRA RIZZI
IL primo giorno di scuola
dopo la pausa estiva, incontrando genitori, collaboratori scolastici, applicati di
segreteria e colleghi, ho potuto verificare quanto faziosa
e distorta sia e continui a essere l’informazione sul prossimo appuntamento elettorale del Veneto. Pochi cittadini, veneti e non, infatti
sanno che domenica 6 ottobre tutti gli elettori residenti
in Veneto sono chiamati alle
urne per il referendum abrogativo della legge regionale
per il «Buono scuola».
Il 19 gennaio 2001 con la
legge n. 1, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato
gli «Interventi a favore delle
famiglie degli alunni delle
scuole statali e paritarie», che
prevede la corresponsione di
buoni scuola alle famiglie residenti in regione. Naturalmente questo «bel titolo» cerca di camuffare una legge ingiusta che, come era prevedibile, finanzia solamente le
scuole private in quanto iiiclude tutti i tipi di scuole private, paritarie, autorizzate, legalmente riconosciute senza
distinguere tra scuole «no
profit» e «diplomifici». Inoltre
la legge esclude gli alunni
della scuola pubblica, rimborsando solo le spese di
iscrizione e di frequenza e
ponendo un limite minimo di
300.000 lire: esclude poi chi
frequenta la scuola dell’infanzia, i corsi di formazione professionali, i corsi per adulti,
gli alunni non residenti; eroga i buoni scuola a famiglie
con redditi fino a 90 milioni
netti l’anno ai quali vanno aggiunti 10 milioni per ogni familiare a carico e 2,5 milioni
se la casa è in affitto.
Dopo circa 16 mesi dall’en
trata in vigore della legge regionale le varie organizzazioni sindacali di categoria
hanno potuto verificare che i
dati dell’ingiustizia sono veramente pesanti. Infatti ai
25.000 studenti delle scuole
private sono stati assegnati
15.108 buoni scuola, pari a 17
miliardi e mezzo di lire. Ai
500.000 studenti della scuola
pubblica sono stati assegnati
253 buoni scuola pari a 180
milioni di lire. Il 45% dei buoni scuola sono andati a famiglie con redditi netti da 40 (50
se la moglie è a carico) a 100
(110 se la moglie è a carico)
milioni di lire l’anno (mi scuso per aver riportato le valutazioni in lire ma le cifre così
vengono riportate nella documentazione dalla quale ho
rilevato le informazioni).
Di fronte a questa legge regionale che di fatto è un finanziamento alla sola scuola
privata e contrasta con l’art.
33 della nostra Costituzione
che lo vieta, sono sorti numerosi comitati per indire
il referendum abrogativo;
contemporaneamente gli organi di stampa e di informazione regionale sembrano fare il «gioco del silenzio» e se
proprio devono passare una
notizia lo fanno intervistando opinionisti chiaramente
schierati che predicono e auspicano il non raggiungimento del quorum e l’invalidamento del referendum.
Mi permetto di lanciare
dalle pagine di Riforma un
appello a tutti i lettori residenti in Veneto, ai pastori, ai
membri di chiesa affinché
tutti nei pochi giorni che rimangono cerchiamo di attivare un movimento di opinione per quest’ultimo attacco alla scuola pubblica, alla
laicità della scuola e al pluralismo culturale.
siddetta civiltà occidentale.
Mentre sul mondo si addensano, sempre più minacciose, nuvole di guerra e vi sono
milioni di persone che soffrono fame, sete, torture allucinanti, noi vediamo Cristo
non nelle stanze del potere
ma al fianco dei diseredati e
dei sofferenti, pronto a prendere su di sé il loro peso.
Questo è il suo posto e dovrebbe essere anche il nostro.
Pensando a questa posizione
di servizio, Francesco d’Assisi
adottò la croce del Tau.
D’altra parte il presidente
della Repubblica, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, ha invitato ad
accogliere con simpatia e affetto i figli degli immigrati, rispettandone le tradizioni e le
religioni. Ha anche rivendicato alla scuola pubblica il ruolo
di amalgama della multiculturalità, impedendo che si creino sacche di autoesclusione
confessionale o etnica.
Il cristianesimo autentico
non separa e non respinge
Proprio perché siamo cristiani, siamo chiamati a realizzare nelle scuole, e ovunque, quella pratica dell’amore che è indicata nel capitolo
13 della I Epistola ai Corinzi e
che Gesù, nella preghiera sacerdotale, indicava come vero segno distintivo dei cristiani: da questo conosceranno che siete miei discepoli, se
vi amate. Solo così dimostreremo che il cristianesimo autentico non genera separazione e contrasto, ma accoglienza e amore e non respinge chi è diverso con l’imposizione della «religione do
minante», ma lo accoglie con
discrezione e rispetto. Anche
su un piano prettamente politico è importante, in un
momento come questo, evitare ciò che può provocare
reazioni giustificate che possono poi fornire alimento
agli estremismi.
I sostenitori del crocifisso
negli enti pubblici dichiarano
che lo fanno per ribadire la
tradizione cristiana (talora
aggiungono: cattolica e protestante) dell’Europa occidentale dimenticando, tra l’altro,
che nella nostra tradizione è
usata la croce e non il crocifisso, per annunciare l’awenuta resurrezione e nel rispetto del secondo comandamento. Bene ha fatto il presidente della Federazione delle
chiese evangeliche a segnalare, nel suo comunicato, la distinzione tra le due tradizioni,
per concludere che crocifisso o croce nuda non vanno
esposti negli edifici pubblici
ma nelle chiese e, soprattutto, bisogna che il Cristo sia
radicato nel cuore di ciascuno che si proclami cristiano.
Invitiamo i nostri fratelli
cattolici a non sottovalutare
queste osservazioni e a combattere insieme, con metodi
democratici, perché l’Italia
eviti una involuzione in senso clericale, provincialistico e
settario.
Domenico Maselli
'T^ad'io
abbonamenti
interno euro 5,00
estero euro 10,00
sostenitore euro 10,00
Domenica 27 ottobre
Roma - Promoteca del Campidoglio
GIUSTIZIA DIVINA
E GIUSTIZIA UMANA
Giornata di studio biblico promossa da «Biblia» - Associazione laica di cultura biblica e dal Comune di Roma
nell’ambito del progetto «Roma, città della pace».
ore 9: saluto del sindaco e presentazione a cura di Franca
Coen (consigliere comunale) e Agnese Cini Tassinario
(presidente Biblia).
ore 9,30: relazioni di Riccardo Di Segni («La giustizia e la misericordia di Dio nella Bibbia ebraica»), Paolo Ricca («La
giustizia e la misericordia di Dio nel Nuovo Testamento»); Stefano Bittasi («La giustizia umana tra ideale e
realtà»).
ore 15: Stefano Levi della Torre («Giustizia divina e giustizia
umana tra teocrazia e società multiculturale»),
ore 16: dibattito.
ore 17: testimonianze di Stefano Racheli («La magistratura e
il potere politico»); Maria Teresa Spagnoletti («Un credente che esercita la giustizia»); Giovanni Bachelet
(«Giustizia e perdono»).
Partecipazione libera e gratuita - Non è necessaria iscrizione
50.000 i SS-ooO
¿OòtC'TuXote. £ 4^.000 U/n.<X cojvùx ¿ S.SoO /[fVtSOXX,
.òu ccP rP4i8ìf9205 oj ; Edi%ioo>vi.
Lt m mmeiBtrice daudiana VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650,43.94 - C.C.P. 20780102 http://www.claudiana.it
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Si è tenuto a Ecumene il Campo studi nazionale della Federazione giovanile
Autorità, potere, identità di genere
STEFANIA CONSOLI
A UTORITÀ, potere, idenJxtità dì genere. Esiste un
• legame fra questi elementi,
quale ruolo giocano nelle nostre vite e ancora in che mojdo essi hanno attraversato la
storia dei giovani e delle giovani protestanti in questi ultimi anni? A Ecumene dal 4
all'8 settembre, la Egei nazionale si è ritrovata raccogliendosi da ogni parte d’Italia per
vivere insieme uno spazio vitale nel percorso di riflessione della federazione: il campo studi nazionale.
Il titolo «Ti prego di non
parlare mentre ti sto interrompendo», esprime provocatoriamente il filo rosso seguito dallo staff che ha organizzato rincontro. In che modo pensiamo e viviamo le nostre relazioni? Certamente riconosciamo nelle dinamiche
politiche, sociali e personali
rapporti di sopraordinazione
e subordinazione ma qual è il
ruolo che scegliamo o finiamo inevitabilmente per occuparvi? E soprattutto come viviamo l’autorità e il potere in
quanto credenti, nelle relazioni fra di noi, all’interno
delle comunità e nell’apertura con il mondo esterno? L’incontro si è articolato in quattro giorni durante i quali i
partecipanti hanno lavorato
con i ritmi intensi che sono
propri di questi momenti
preziosi, seguendo un percorso di riflessione e sperimentazione non disgiunto da momenti di meditazione biblica.
Attraverso la conversazione
con due relatori, il pastore
Emanuele Fiume e Andrea
Rostagnol, e una relatrice. Silvia Zerbinati, (un rammarico
per l’assenza della seconda
relatrice, impossibilitata a
partecipare) abbiamo prima
di tutto tentato di acquisire
familiarità con alcuni concetti chiave quali potere, autorità, autorevolezza, ricercandone un legame con l’identità
di genere e significandoli anche a partire dal nostro percorso di fede.
Nella pluralità delle definizioni è certamente emerso
come il potere assuma una
connotazione positiva o negativa secondo le modalità
attraverso le quali lo gestiamo. La libertà, il reciproco riconoscimento, la legittimazione, tutti elementi che dovrebbero supportare l’esercizio del potere e l’espressione
dell’autorità, sono spesso assenti nelle gerarchie politiche, sociali e personali che ci
troviamo a vivere. In esse
opera invece una lettura della realtà che riconosce come
vincente un modello precostituito, nutrito dall’affermazione arbitraria dell’autorità,
dall’autoriconoscimento del
potere, dal dominio dell’individuo maschio eterosessuale
e da tutto ciò che la cultura e
la società riconduce al maschile facendolo però passare
per neutro o universale. Faticano, invece, a ricevere spazio e riconoscimento diverse
modalità di gestione del potere quali la conoscenza reale
tra le parti, la gestione del
conflitto attraverso l’ascolto e
la mediazione, la dimensione
dell’incontro e della cura.
A partire da queste riflessioni, la Egei di questo campo studi si è interrogata su
quella che rappresenta la sua
dimensione pregnante e cioè
il percorso di fede. Quali teologie hanno attraversato e arricchito la Federazione in
questi ultimi anni, in che modo Dio ci insegna la cura della relazioni, quali categorie
dobbiamo scardinare per im
parare dalla sua Parola liberatoria e creativa? Lavorando
sia in piccoli gruppi che,in
plenaria abbiamo spulciato
dall’archivio articoli di Gioventù evangelica, del Notiziario, mozioni congressuali,
scritti vari che hanno segnato
il percorso teologico della Federazione. Ne abbiamo discusso insieme facendo tesoro della storia e della memoria che rappresentano e li ab-biamo raccontati gli uni àlle
altre rivisitandoli nella libertà
di un sentire e di un tempo
storico mutati. Importante
l’intervento di Simonpietro
Marchese concentratosi soprattutto sulla teologia della
Liberazione come teologia
che relativizza l’assoluto, testimoniandoci metodologie
di riflessione e di azione attente alla prassi e alla parzialità del contesto.
É ancora il percorso delle
teologhe femministe che, riconoscendo i segni della parzialità maschile nell’elaborazione teologica «vigente»,
elaborano nuove forme, nuove categorie nelle quali le
donne possano finalmente
riconoscere se stesse. La storia del pensiero femminile è
stata ripresa e approfondita
da Liliana Ellena, insegnante
elementare e studiosa di storia contemporanea, che ci ha
raccontato il cammino attraverso il quale le donne, dagli
Armi 60 in poi, passando per
il pensiero della differenza, si
sono liberate dall’idea di un
corpo confinante e limitante
l’azione sociale, per riappropriarsi del legame con la politica, secondo una giusta pretesa di completezza personale e di partecipazione alla gestione del pubblico.
Dunque abbiamo ascoltato
e appreso; ma anche sperimentato, provando a cimentarci con l’esercizio del potere
e con l’affermazione dell’autorità. La costruzione e successiva messa in scena di un
processo apparentemente
surreale e di un colorito incontro di parti sociali, ha permesso a tutti e tutte noi di osservare le dinamiche di potere
che ci hanno visto alternativamente parti attive e passive.
Che cos’è che ci rende autorevoli e «potenti»? La «ragione»
che siamo in grado di esprimere attraverso il linguaggio e
la competenza o semplicemente il nostro ruolo sociale e
il contesto che ci sorregge? Ci
siamo confrontati con la capacità di ascoltare, con le nostre modalità di dar voce alle
istanze che esprimiamo, con
la nostra disponibilità a mediare e conciliare. Ci siamo
messi in gioco pesantemente,
scoprendo di significare non
un mondo protetto ma una
piccola realtà che non solo si
rapporta con il mondo esterno, ma che vi è immersa fino
al collo vivendo quotidianamente la tensione tra le lusinghe delle facili scorciatoie di
un sistema spietato e collaudato e la consapevolezza di
essere portatori e portatrici di
un sapere diverso e di una Parola che scardina promettendo e adempiendo.
Il culto di fine campo ci ha
colto, come era prevedibile,
commossi perché Dio, nella
comunione con persone ritrovate 0 appena conosciute,
ci ha parlato di relazioni rinnovate lontane dalle logiche
del potere e della negazione
dell’alterità in nome dell’affermazione personale. Soprattutto Dio ci insegna a
spendere le nostre competenze, le nostre sane ambizioni e le nostre risorse nell’accoglienza e nel servizio.
In ciò egli adempie le sue
promesse; in questa consapevolezza «noi conosciamo
che il Signore ha parlato e ha
messo la cosa in atto».
I Appello deH'ufficio di Bari per colf e badanti
Il Servizio migranti per la regolarizzazione
A tutti i pastori e responsabili
delle chiese evangeliche
battiste, metodiste e valdesi
delld Puglia e Basilicata.
Care sorelle, cari fratelli,
come certamente saprete, in
questi giorni è partita l’operazione per la regolarizzazione
di colf, badanti e lavoratori
extracomunitari. A questo ufficio sono pervenute richieste
di aiuto economico da parte
di immigrati che intendono
regolarizzarsi ma non hanno
la possibilità economica per
farlo. In intesa con l’Ufficio di
Roma del Servizio rifugiati e
migranti della Fcei si è pensato di istituire un «Fondo regolarizzazioni» per poter rispondere alle domande di
aiuto che ci pervengono.
Tenendo presente che le
domande per la regolarizzazione scadono il 10 ottobre
2002 per i lavoratori in genere, e il giorno 11 novembre
2002 per le colf e badanti, i
tempi sono molto stretti e
questo comporta una rapida
risposta a questo appello. Le
chiese sono chiamate a contribuire con generosità alla
costituzione di questo fondo
che potrà aiutare gli interessati in base a quanto si potrà
raccogliere.
«Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai
ti abbiamo visto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare? o
assetato e ti abbiamo dato da
bere? quando mai.ti abbiamo
veduto straniero e ti abbiamo
accolto? o nudo e ti abbiamo
vestito? quando mai ti abbiamo visto ammalato o in pri
gione e siamo venuti a trovarti? E il re, rispondendo,
dirà loro: In verità vi dico che
in quanto lo avete fatto a uno
di questi miei minimi fratelli
lo avete fatto a me» (Matteo
25, 37-40). Cristiani saluti
Bari, 19 settembre 2002
Tommaso Gelao
Ufficio di Bari Srm-Fcei
CSD-ISTITUTO GOULD
FIRENZE
La Foresteria dell'Istituto Gould-Centro giovanile
protestante, in occasione del
Social Forum Europeo
(secondo fine settimana di novembre 2002)
offre la disponibilità di alloggio a membri
delle nostre chiese
al prezzo scontato di 18 euro per persona
(camere a tre e quattro letti)
I posti ancora disponibili sono pochi!
Tel 055-212576 Fax 055-280274
e-mail; gould.reception@dada.it
VENERDÌ 27 SE
^ Al Centro di Tramonti di Sopra
Studio e lavoro
/ giovani deila Fgei si sono interrogati su come si vive, in quanto credenti, i'autorità e il potere
nelle relazioni interpersonali, ali'interno della comunità e nell'apertura con II mondo esterno
nel campo multietnico
VALENTINA SABATINI
PER il terzo anno consecutivo si è svolto a Tramonti
di Sopra, presso il Centro
ecumenico «Luciano Menegon» dal 25 agosto al 1“ settembre, il campo giovani
multietnico dal titolo «Io vi
racconterò quel che egli ha
fatto per l’anima mia». Questa volta però con una novità:
oltre a un gruppo di giovani,
costituito da italiani, brasiliani e albanesi provenienti dalle chiese di Rovigo e Treviso,
ha partecipato al campo anche un consistente gruppo di
single provenienti da Roma.
A dire il vero all’inizio tutti,
eccetto il pastore Carmine
Bianchi, referente per le chiese etniche delTUcebi, eravamo titubanti sulla riuscita
dell’incontro date le differenze d’età fra i due gruppi, ma
alla fine nessuno ne è rimasto deluso: è stata un’esperienza eccezionale, diversa e
molto arricchente.
Tutto il gruppo si è ben
amalgamato, si sono condivise esperienze di vita e di fede.
Tra i momenti più importanti
delle giornate vi erano i messaggi quotidiani portati dal
pastore Caio Bottega, della
Chiesa battista
Treviso, e quelli
dotti dall’animatore
Carlo Leila, affiancò
Emanuele Aprile al pia!
■te. Non solo preghiera
ascolto della parola,T
che lavori manuali. Afe
infatti potuto fare ia y
ma esperienza dilavo^
l’argilla grazie al contrita
Deborah D’Auria.Apaj|
un pezzo informe di erta
senno ha provato a
un oggetto che potes^
contare il proprio ìncii
con Dio. Senza poi (¿a
care la serata finale coni
chi e le imitazioni che'*
suscitato in tutti allegri.
Quest’anno, perla)
volta, i campisti hannd
cipato al culto dome
insieme alla piccola^
nità valdese del posili
stata entusiasta e
della presenza giovani^
ha portato gioia e colori
bel campo che, comeèì
sottolineato da tutti ali
mento delle valutaziy
stato strutturato benedi
organizzatori che sono«
capaci di mantenere lo sta
filo conduttore in tutte le
verse atti-vità svolte. EtÉ
al prossimo anno.
27 settembre
TORINO —Alle ore 21, nella chiesa battista di via Viteà
119, per il Centro evangelico di cultura «Lodovico e F
Paschetto», Teresa Fessia e il pianista Enrico Giannino
gono un concerto di spiritual e blues per canto e pianofoM
28 settembre
MILANO —Alle 17, nella sala Claudiana (v. Sforza 12/a),pèi
il Centro culturale protestante il past. Paolo De Petris parla»
«Dio e il male: termini del problema e tentativi di risposte '
29 settembre
CATANIA — Alle ore 10, nei locali della chiesa evangeì
Esercito della Salvezza (via Santa Barbara 29), il fratello^
nente Enrico Di Manto terrà una lettura biblica e predii
ne in lingua siciliana «U Santu Vancelu».
ROMA — Alle 10, nella chiesa valdese di piazza Cavour, co^
certo del m.o Daniele C. latrate con musiche di Sweel
Pachelbel, Buxtehude, Zannini-Quarini, latrate.
4 ottobre
TORINO — Alle 20,30, per l’organizzazione della V circosd
zione e del Centro evangelico di cultura «Lodovico e Paofè
Paschetto», il past. Giorgio Bouchard parla sul tema «Prte
stanti in Piemonte all’inizio dell’età dei Lumi».
CRONACHE DALLE CHIESE
PRAMOLLO - La comunità è vicina a Gilberto e
per l’improvvisa morte del papà Guido Clot avvenuta P 31
agosto a Combagarino.
TELEVISIONE
Protestantesimi
Rubrica tele'visiva di Raidùe, a cura della
zione delle chiese evangeliche in Italia, u“-—,
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore
circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 29 sett^
bre, ore 24 circa, andrà in onda: «Una Riforma
Svizzera», «Una fede anarchica: un incontro con Tavo
«Dietro le parole», rubrica biblica. La replica sarà
lunedì 30 settembre alle ore 24 e lunedì 7 ottobre alle 10 ci®
Una fede, tante culture
la scuola domenicale davanti alla sfida della multicultut^
seminario di formazione a cura del S\e
relazione introduttiva
di Lucrezia Pedrali, di Cem Mondialità
sabato 12 ottobre 2002
dalle 9,45 alle 13 nella chiesa metodista
via Porro Lambertenghi, Milano
a richiesta il Sie rilascerà un attestato di frequenza al sennioai®
per informazioni segreteria del Sie tei. 02-69000883<
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Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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I II Comitato esecutivo delle chiese battiste italiane suH'annunciata guerra all'Iraq
La guerra non è una soluzione
[esecutivo battista invita le chiese a pregare e mobilitarsi per la pace al fine di scongiurare
un nuovo conflitto. Le giornate ecumeniche di dialogo cristiano-islamico e cristiano-ebraico
Quelli che seguono sono i
¡^ti di due atti approvati dal
Comitato esecutivo delVUcebi
nelle sue sedute svoltesi in Bojedal 13 al 15 settembre.
Rumori di guerra
Il Comitato esecutivo dell’
Unione cristiana evangelica
battista d’Italia (Ucebi) manifesta la sua preoccupazione
per gli assordanti rumori,
provenienti dai grandi mass
inedia, di una guerra che pare già decisa a prescindere
dalla fondatezza delle accuse
all’Iraq e dalla posizione che
le Nazioni Unite saranno
chiamatoe ad esprimere.
Non hanno peso, nei nostri
media, le voci di personalità
come Mandela, o dell’ex capo degli ispettori Onu, Ritter,
• 0 dell’attuale capo,.Blix, o del
presidente Chirac, secondo i
quali non vi è attualmente alcuna evidenza del possesso
da parte del dittatore iracheno di armi atomiche o chimiche: si avanza l’idea che anche in mancanza di prove
certe bastino comunque le
intenzioni di costruire tali armi. Sembra che le cose più
importanti siano il numero
degli alleati degli Usa e il momento migliore per l’attacco.
Appaiono oscurati, o appena citati, nei nostri media, gli
appelli a scongiurare ulteriori
stragi lanciati dal Comitato
centrale del Consiglio ecumenico delle chiese, da Pax
Christi, da Emergency, dal
mondo sindacale, dal papa,
da importanti capi di stato e
dall’opinione pubblica italiana e europea (come risulta da
sondaggi di questi giorni).
Non è stata adeguatamente
pubblicizzata la denuncia
deirUnicef secondo la quale
in Iraq, in aggiunta al milione
di morti causati dalla guerra e
dall’embargo negli ultimi 11
anni, muore tuttora un bambino ogni 4 minuti. Se il terrorismo è una nuova forma di
guerra, la guerra è la forma
più antica di terrorismo.
Analogamente a esso, infligge sofferenze e morte a
tanti innocenti e sospende
democrazia e diritti umani
negli stati che ne sono promotori 0 teatro. Anche molti
familiari delle vittime delle
Twin Towers dicono che Tll
settembre non deve essere
usato per promuovere, dopo
quelle nell’Afghanistan, altre
violenze e guerre.
Gli unici a trarre beneficio
da ima nuova guerra saranno
i grandi produttori di armi e
servizi alle forze armate e i
petrolieri, ampiamente rappresentati anche nelle persone fisiche di importanti
membri del governo statunitense. Il conflitto potrebbe
divampare in tutta la regione
mediorientale facendo esplodere tensioni già esistenti.
In questa situazione il Comitato unisce la propria voce
a quella di tanti uomini e
donne di ogni convinzione
religiosa e politica che in Italia chiedono al nostro governo di rispettare la Costituzione, la quale bandisce la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli o
come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali e di operare concretamente per la pace, sulla strada delle trattative e della soluzione dei problemi che
stanno a monte.
Il Comitato, infatti, convinto che la pace e la riconciliazione fra le nazioni non
possano che fondarsi sulla
giustizia e sull’equità, auspica, in armonia con quanto
espresso a Johannesburg dal
forum dei paesi più poveri,
che i G8 e tra essi in primo
luogo l’Italia, condividano la
loro ricchezza e la loro tecnologia con questi paesi, azzerino il loro debito, s’impegnino
seriamente contro Tinquinamentò e lo spreco energetico
e garantiscano Tindipendenza di tutti i popoli.
Il Comitato invita le chiese
a pregare e a mobilitarsi per
la pace collaborando con tutte le iniziative tese a scongiurare l’annunciato conflitto.
Figli di Abramo
Il Comitato esecutivo dell’Unione cristiana evangelica
battista d’Italia, nello spirito
della mozione programmatica dell’Assemblea generale
(Atto 22/AG/2002) che raccomanda al Comitato stesso «di
proseguire con i tentativi di
dialogo interreligioso con gli
organismi di altre fedi viventi
per segnalare inequivocabilmente la fine defl’era in cui le
religioni potevano essere
strumentalizzate per fini di
aggressione»,
considerando che l’attuale
momento storico è caratterizzato da una forte ondata
xenofoba e da un clima di sospetto verso la fede islamica
particolarmente accentuato
dagli eventi connessi o derivanti dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001,
sostiene fortemente l’iniziativa di una giornata ecumenica di dialogo cristiano
islamico ed esorta le chiese a
promuovere iniziative in tal
senso su base locale.
, Invita altresì le chiese a voler partecipare alla giornata
di conoscenza dell’ebraismo
che precede la settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani e alle attività delle varie
associazioni di Amicizia ebraico-cristiana operanti nel
nostro paese."
» Il pastorato di Valdo Benecchi a Roma
Un settennato dì grande
impegno e responsabilità
FULVIO ROCCO
Lt AMPIA apertura verso la
I società civile, Tintensifìcazione dei rapporti ecumenici e interconfessionali, le
iniziative tese al risanamento
finanziario delTOpcemi, l’attenzione al rinnovamento e
alla riqualificazione delle
opere sociali: questi sono stati i capisaldi dell’intenso e,
per taluni aspetti, difficile
settennato di Valdo Benecchi
nella duplice veste di presidente delTOpcemi e di pastore della comunità metodista
di Roma. Indimenticabile, tra
le tante attività pubbliche,
l’incontro nel tempio di via
XX Settembre con alcuni
esponenti politici di primo
piano (il presidente Scalfaro,
Valdo Spini, Tina Anseimi,
Walter Veltroni). Una bella
dimostrazione, a cui hanno
partecipato centinaia di persone, di quanto siano radicati nelle nostre comunità i valori della democrazia, della libertà, del pluralismo, che
erano il tema dell’incontro.
Molto significativa anche la
manifestazione pubblica
svoltasi nella piazza di Velietri in coincidenza con il 40°
anniversario dell’autonomia
dei metodisti italiani dalla
Conferenza britannica. La testimonianza evangelica in
queste come in altre occasioni è stata legata a momenti
della vita pubblica che hanno mostrato Timportanza del
Il pastore Valdo Benecchi
contributo delle minoranze
religiose.
Un altro aspetto della testimonianza del pastore Benecchi è costituito dall’incontro
e dal dialogo, in tutte le forme possibili, con gli stranieri
presenti nelle nostre comunità. Su questa linea egli ha
promosso la collaborazione
con i gruppi metodisti coreani e filippini. Ma non c’è
dubbio che l’azione destinata
a lasciare un segno è quella
dell’impegno per avviare il
riassetto economico dell’opera metodista, affrontato
con determinazione e tra
molte difficoltà anche in situazioni difficili. Infine è da
ricordare la coerenza e la linearità di sette anni di predicazione, che hanno inciso
nella formazione spirituale
della comunità.
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^ L'esperienza di solidarietà condotta nelle comunità evangeliche di Palermo
«Pellegrino sulla terra»: l'aiuto alle ragazze schiavizzate
Nel 1995 Vivían Wiwoloku,
nigeriano, laureando in farmacologia, predicatore locale
incaricato della cura della comunità africana che fa capo
alle chiese metodista e valdese della Noce, come presidente della comunità nigeriana di Palermo visita di casa in
casa i suoi connazionali, entrain contatto con diverse ragazze che cominciano a frequentare la riunione di preghiera settimanale alla Noce. In queste riunioni emerge
tlpeso che queste «nuove
schiave» sono costrette a portoe. Diverse di loro sono credenti, metodiste, presbiteriale, pentecostali. Vivian le
esorta a tornare; a raccontare
eloro storia: sono state rag8'tate in Nigeria con la pro- '
jttessa di un lavoro in Italia;
anno firmato un impegno di
scatto a volte di decine di
uioni; in Italia sono finite
til e ogni tenta
tn a ' "^tirarsi è stato bloccanin minacce di ritor
°ne sui parenti pratiche di
agia nera vudu. Quelle che
no finito di pagare il loro
rnn****° sono «libere», ma
«ntinuano nell’unico «lavo!, e hanno imparato.
b„ di contatti e collaji,, ‘“Jii viene stabilita per
catv,k-^ i® ragazze disposte a
S^°!.3revita: con le suore di
stnJ•"‘^enzo, del Buon Pa«lipn’ il Centro di accoberoh^ ^i Santa Chiara alTAlvate ^9Prattutto è atticollaK nigeriana con
e Con 9’^^ioni di volontariato
africa’. ®8°.^intto di prodotti
• che i nigeriani hanno
aperto nel centro storico di
Palermo, gestito dalla moglie
di Vivian. Si concretizzano
così aiuti per le prime ragazze che decidono di lasciare la
strada. Una alla volta sono
cooptate per aiutare nel negozietto africano in attesa di
un lavoro stabile (in genere
come colf); vengono aiutate
per pagare Taffitto, per il vitto, per medicinali. Ma il grosso del problema rimane Tirregolarità della loro posizione come clandestine.
La nascita
dell'associazione
Al tempo della «sanatoria
Dini», nel 1995, in un’assemblea dei nigeriani di Palermo
si manifesta da una parte la
disponibilità a lasciare la
strada avendo un permesso
di soggiorno, dall’altra ad
aiutare per il difficile periodo
iniziale della nuova vita. Si
costituisce poi nel 1996 l’associazione «Il pellegrino della
Terra» che operava già informalmente dall’anno precedente. Ad essa aderiscono
africani della Nigeria, del
Ghana, della Costa d’Avorio,
delTAffica occidentale. Il rapporto con la questura si consolida e il questore può assicurare che le domande di
soggiorno presentate con la
garanzia della Consulta nel
frattempo eletta verranno accolte. Vengono anche cancellati provvedimenti di espulsione già comminati.
La collaborazione si estende anche per i casi in cui le
ragazze intendono denunciare i loro sfruttatori rifiutando
Regala
un abbonamento a
lario
di continuare a pagare jl riscatto pattuito. In questo caso oltre al permesso di soggiorno il magistrato ordina il
programma di protezione. Si
impone Tallontanamento da
una situazione di grave pericolo. Intanto l’opera continua nei confronti di nuove
arrivate: contatti, incontri,
esame delle situazioni caso
per caso, il Pellegrino della
Terra si sta occupando attualmente di 10 ragazze che
stanno lasciando la strada
ipia è in contatto con 150 che
sarebbero disposte a uscire
dal giro se avessero un’alternativa reale. I problemi principali da affrontare sono tre.
1) Un periodo di pura assistenza (circa 3 mesi) in cui è
necessario provvedere a tutto, dall’affitto al cibo, alle
medicine, talvolta il vestiario.
2) LJp periodo di apprendistato al lavoro, necessario per
ragazze che talvolta non sanno neppure come si fanno le
pulizie in modo accettabile.
Nel novembre 1899 il Pellegrino della Terra ha aperto
nel centro storico un Circolo
culturale che oltre a svolgere
un programma di interscambio culturale tra africani e
italiani, avendo la licenza di
spaccio interno dell’Associazione dà lavoro ad alcune ragazze che si alternano imparando a fare le pulizie in modo accurato. Il Circolo culturale è stato attrezzato in prevalenza con aiuti della Tavola
valdese (fondi 8 per mille) e
dalTOpcemi oltre che dai soci. Due progetti sono stati
presentati recentemente per
sostenere e potenziare questa particolare iniziativa.
3) Il terzo problema è la ricerca di lavoro per le ragazze
che lasciano la strada. Gli apprendistati e la sosta nelle attuali strutture del Pellegrino
della Terra sono solo un passaggio. Il punto finale deve
essere un’occupazione stabile. Finora in massima parte le
ragazze sono state collocate
come collaboratrici familiari.
spesso con un impiego comprensivo di alloggio. Ma non
può essere questo il solo
sbocco lavorativo, sia per il limite delle offerte di lavoro,
sia per la necessità di valorizzare maggiormente le capacità delle persone liberate.
Il centro di ascolto
Se rispetto alle potenzialità
di 150 casi il Pellegrino della
Terra riesce a occuparsi concretamente di poche unità,
ciò è dovuto a due fattori; la
scarsità dei mezzi con cui
vanno assistite le ragazze nel
periodo iniziale; la limitatez-^
za degli sbocchi lavorativi disponibili e ipotizzabili. L’associazione ha poi istituito un
centro di ascolto in via delle
Pergole 11, la cui conduzione
è stata resa possibile dalla
collaborazione di una missionaria della Chiesa metodista
delTOhio. Questo locale serve
anche come punto di incontro con queste ragazze, che
hanno bisogno di incontrare
qualcuno del loro paese con
cui parlare e sfogarsi.
Il primo periodo è una fase
molto delicata: si cerca di
proteggere le ragazze dai loro
persecutori mettendo a disposizione vitto e alloggio,
prima di trovare loro un lavoro. Dopo aver ascoltato la
storia di ognuna di loro cerchiamo di costituire un percorso individuale di inserimento sociale, avvalendoci
spesso della collaborazione
del Centro di accoglienza
delle suore del Buon Pastore,
che accoglie anche ragazze
madri. La carenza di lavoro,
soprattutto al Sud, crea gran
difficoltà. Se si riesce a collocare queste ragazze come
collaboratrici familiari, si devono seguire per un certo periodo; qualche volta occorre
fungere anche da mediatori
tra lavoratore e datore di lavoro. (...) Abbiamo già avviato alcuni progetti e altri sono
in fase di elaborazione. (...)
Grazie al sostegno della Tavola valdese e delTOpcemi è
stato possibile realizzare nel
locale sito in via Candelai 12
a Palermo, un piccolo ristorante per la conoscenza e diffusione di piatti e prodotti ti-,
pici della ùucina africana;
con questa iniziativa siamo
riusciti a collocare due ragazze che avevano già acquisito una certa esperienza nel
campo della ristorazione nel
loro paese di origine. Una seconda iniziativa consiste nel
progetto finanziato dal Comune, riguardante un’iniziativa di scambio culturale dove hanno trovato collocazione due mediatrici culturali
africane e due italiani. (...)
I risultati conseguiti
Fino a oggi siamo riusciti a
togliere dalla strada 72 ragazze e altre 10 stanno seguendo
il percorso sociale in alcuni
istituti. In un territorio avviato alla multirazzialità e alla
multiculturalità, com’è quello
siciliano, si fa avanti in maniera sempre più urgente
l’esigenza della conoscenza
reciproca fra le culture coesistenti. Da ciò nasce l’idea di
un progetto che favorisca lo
scambio di informazioni e il
dialogo fra etnie diverse e mo
di di vita differenti, e indichi
come questi possono compenetrarsi per creare una società nuova, in cui vengano
abbattute tutte le pregiudiziali e le diversità diventino una
fonte di arricchimento reciproco, piuttosto che barriere
fra i popoli. L’obiettivo è di
mettere a disposizione di istituzioni socioculturali e formative (scuole. Università, associazioni, ecc.) un organismo permanente e qualificato, che avvalendosi di una
metodologia ispirata al dialogo, alla ricerca e al confronto,
superi le difficoltà di entrare
in contatto con i portatori
della cultura «diversa», e utilizzando vari strumenti (audiovisivi, fotografie, giochi di
società, musiche e canti, ecc.)
metta in relazione esperienze
varie, in quanto fondate su
differenti tradizioni, usi e costumi. I risultati finora conseguiti sono stati resi possibili
grazie alla cooperazione di
varie associazioni, al sostegno
delTOpcemi e della Tavola
valdese, della Fcei, delle chiese locali metodista e valdese e
di tutti coloro che in forma
anche individuale ci hanno
dato la loro solidarietà.
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 27 SEHEMBREa»,
CONFERMA PER
SCHROEDER-FISCHER
STEPHAN MÜHLICH
Gli elettori tedeschi hanno
giudicato. Dopo una campagna
elettorale aperta fino alla fine,
i due candidati, Edmund Stoiber (Cdu-Csu) e il cancelliere
Gerhard Schröder (Spd), hanno
combattuto un vero e proprio
testa a testa dal quale Stoiber,
in un primo momento, è sembrato uscire vincitore per un
pelo. «Ecco la Cdu-Csu, il grande partito del centro-borghese
tornato sul palco» ha detto Stoiber domenica sera, appena un’
ora dopo la chiusura dei seggi
elettorali. E infatti, dopo le perdite del 1998 che causare- no la
fine dei 16 anni di gover-no
Kohl, con il bavarese cattolico Stoiber e con ___________
Angela Merkel,
figlia di un pastore protestante del Mecklenburg, nella ex
Germania dell’Est, la Democrazia cristiana
tedesca è diventata nuovamente
il più forte partito del Bundestag, il Parlamento tedesco.
Durante le ore d’attesa che
quasi tutta la Germania passa
davanti alla tv, si discutono le
analisi dei perdenti e dei vincitori. Oltre alla Cdu che sta festeggiando Stoiber per la sua capacità di convincere gli elettori sui
temi della disoccupazione e
dell’economia, sono i Verdi a
vincere: essi sono aumentati del
2%, giungendo all’8,6%, grazie al
carisma del ministro degli esteri,
Joschka Fischer, il ministro più
stimato del governo Schroeder.
Sono stati premiati i temi «verdi» che il piccolo partito ha portato avanti durante i quattro anni della sua partecipazione al governo: cambio dell’energia nucleare con risorse alternative come l’energia solare e eolica; sviluppo dell’agricoltura biologica,
anche contro gli interessi di potenti industrie agrarie; tassa ecologica sul consumo di energie,
ecc. Il fatto che anche molti elettori del Spd abbiano dato il secondo voto ai Verdi, dimostra la
volontà degli elettori di portare
avanti le riforme intraprese.
Tra i perdenti, il partito liberale Fdp. Negli ultimi giorni è
stato di nuovo scosso da divergenze tra il capo. Guido Westerwelle, e il vice, Jürgen Moellemann, che ancora una volta
aveva cercato di farsi pubblicità
con le sue critiche alla politica di
Sharon in Israele e al vicepresidente delle comunità ebraiche in
Germania, Michel Friedmann
Anche se per un
soffio, nelle elezioni
in Germania viene
riconfermata la
coalizione Spd-Verdi
vole danno al Fdp, perché molti
elettori che apprezzano le idee
liberali non possono accettare
alcun tono antisemita nella politica del partito. Risultato poco
accettabile del 7,4% quindi per
Westerwelle che si aspettava
molto di più, fino al 18%.
Anche il Spd di Schroeder ha
perso voti a causa delle parole
poco pensate di Herta DäublerGmeMin, ministro della Giustizia. In una riunione elettorale
con 30 sindacalisti in un piccolo
quartiere di Tübingen, avrebbe
paragonato la politica del presidente Usa George W. Bush al regime nazista di Hitler per il metodo di coprire problemi inter___________ ni con il progetto
di una guerra. In
questo momento
non si sa ancora
bene ciò che Däubler-Gmehlin abbia veramente
detto. Ma la storia dimostra comunque la realtà
di una campagna
elettorale dominata dai media in
un mondo globalizzato che non
perdona nulla. È giusto che uomini e donne impegnati nella
politica stiano attenti alle loro
parole, ma la diffusione mondiale di una notizia che non era
affatto indirizzata agli Usa può
creare una crisi di stato a partire da una sciocchezza.
Alla fine il cancelliere Schroeder è stato fortunato, perché è
stato in grado di dimostrare le
proprie capacità di agire e di
compiere i propri doveri di governatore, quando ha organizzato gli aiuti agli alluvionati della Sassonia e anche con la sua
posizione decisa contro una
guerra contro l’Iraq. Ora toccherà a lui rimettere a posto il
rapporto con gli Usa. Qualche
minuto prima della mezzanotte
la televisione ha comunicato
che, con una sottile maggioranza, basteranno i voti per il proseguimento del governo SpdVerdi. Schroeder e Fischer si sono presentati alla tv felici e contenti: una scena da grandi amici.
Dopo una serata tesissima ormai è chiaro: hanno vinto loro.
Ha vinto «Marathon-man» (nella
politica come nello sport) Fischer e ha conservato U potere
Schroeder, per una coalizione
Spd-Verdi. Ma il voto per un
proseguimento dell’attuale governo non sorge tanto da una decisione conservatrice quanto
dalla coscienza che per concludere le riforme iniziate ci vuole
ancora molto fiato per una lunga
Moellemann ha recato un note- tappa, da maratona comunque.
L EOO DI LI.I ULLI Vtì.[*S
*
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278- lax
011/657542 e-mail: redazione.torino0rifornia.it;
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L’Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 36 del 20 settembre 2002 è stato spedito daH’Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 18 settembre 2002.
2002
Associato sua
Unions stampa
poriodics ttaiians
L'efficienza e l'accoglienza della riviera romagnola
A Rimìni d'estate
Accontentare tutti non si può, ma qui si fa veramente il possibile
tanto che, alla fine, chiunque riesce a trovare il proprio spazio
TULLIO RAPONE
SONO le 9 del mattino. È
inutile scrutare il cielo:
anche oggi nuvole. La spiaggia è quasi deserta. C’è solo
lui, il fooy del punto di animazione. Muscoli scolpiti, abbronzatura da tropici anche
se il sole non si vede da una
settimana, cappelletto con
visiera all’indietro, una capacità di comunicazione da fare invidia a Santoro e Costanzo messi insieme. Questa sarà la nostra guida per
un’ora scarsa. Mette una cassetta e comincia a dondolare.
All’inizio con lui solo due-tre
signore non più giovanissime, poi una nonna con due
bambine. Da sdraio e ombrelloni spuntano più persone che si avvicinano. Dopo
un quarto d’ora saranno ormai cinquanta che ondeggiano al ritmo della musica. I
curiosi sono ancora di più. I
maschi non più di due o tre.
La cosa più simpatica è che
chi balla non ha mai messo
piede in palestra e dimostra
di aver apprezzato largamente, in passato, la cucina romagnola. I piccoli crateri di
sabbia, che si formano nel
vortice della danza, sono ancora più impietosi. Nessun
adolescente partecipa (sono
tornati all’alba dalle discoteche), nessun macho palestrato (perbacco, ci sono ben altre compagnie) eppure l’allegria contagia tutti. Le nonne
sono quelle che partecipano
di più. Risate a crepapelle
quando ci si pesta i piedi o finisce una mano sulla faccia
della vicina. Chi avrebbe mai
pensato che quei tormentoni,
in sottofondo alla pubblicità
dei telefonini, ci avrebbero
fatto piacere? Si ride insieme,
prima di tutto di se stessi.
Extracomunitari
Ci sono i primi villeggianti
extracomunitari anche se
non partecipano alle danze.
Ma ci sono, soprattutto, in
precise aree della spiaggia,
loro, i vu cumprà doc. Vanno
meno di moda i tatuaggi e i
massaggi, stazionari i videogiochi e cd «taroccati» alla
faccia di un diritto d’autore
che da tempo sembra essere
andato a farsi benedire. Imperversano le imitazioni di
orologi e marchi di moda.
Qui l’extracomunitario è un
amico come il bagnino. Se il
mangiafuoco viene multato
nell’elegante viale Ceccarini
di Riccione la gente non batte le mani e il tam tam dei bagnanti, quando arrivano i vigili, fa sparire in fretta e in furia la mercanzia. La stessa
gente pronta a strombazzare
nel traffico delle città e che
qui, invece, si mette diligen
temente in fila, come pazientemente gira dieci volte intorno alPalbergo prima di
trovare un parcheggio. Sì,
perché nella riviera romagnola non è difficile trovare
via Stalingrado o via Sacco e
Vanzetti, ma la parola parcheggio i bambini la imparano sul vocabolario come la
parola neve. E quando sentono parlare di alghe non pensano certo alla cucina cinese,
ma a queirantipatica mucillagine che fa compagnia ai
turisti e che rende il mare come il vino andato a male.
Allegria e senso civico
L’allegria che si prova andando in giro prima o poi
contagia tutti. Si ha anche
l’impressione di un senso civico particolare. Mai vista una
cacca di cane, ma tanti proprietari con la paletta in mano, e i vigili qui non sono certo come i rangers del parco di
Yellowstone dove se butti un
pezzo di carta per terra quasi
ti troncano la mano. Si dice
che i romagnoli nascano albergatori. Non abbiamo indagato sul loro Dna, ma hanno
davvero un senso dell’ospitalità raro. Accontentare tutti non si può, il più possibile però sì. Il risultato è che
chiunque sembra trovare un
suo spazio, e non ci sorprende
che Fellini abbia descritto così
poeticamente questo mondo
(ricordate Amarcord^].
L’animazione al punto accoglienza è finita. Ognuno ritorna sotto l’ombrellone o a
costruire castelli di sabbia.
Una nonna recita il rosario sul
bagnasciuga, i turisti tedeschi
In diverse occasioni Federico
Fellini ha trasfuso nei suoi film
lo «spirito romagnolo»
li riconosci perché vanno mano nella mano anche se non
sono più giovanissimi, i tiratardi dormono nelle sdraio o
in albergo, nelle sale giochi e
nelle discoteche è l’ora delle
pulizie, negli hotel le cucine
già da molto sono al lavoro.
La spiaggia è ora il regno dei
bambini. I giornali locali parlano di spaccio di droghe, di
risse, delle ire della Confcommercio (per il maltempo e gli
abusivi) ecc., insomma di tutti
i problemi, forse qualcuno in
meno, delle grandi città. Ma
anche se il pensiero va a chi
da tutto ciò è rimasto escluso,
l’impressione è quella di trovarsi in un mondo dove tutti,
almeno per un po’, sono più
buoni. Staremmo tutti meglio
se questa disponibilità ce la
portassimo dietro anche al ritorno in città. Perché questa
magia possa ripetersi non soltanto, come cantava De André, «...a Rimini d’estate».
FACOLTA VALDESE DI TEOLOGIA
via Pietro Coesa, 40 Roma - Aula magna
Sabato 19 ottobre 2002 ore 17,30
Inaugurazione del 148- anno accademico
Prolusione
prof. FULVIO FERRARIO
TEOLOGIA COME PREGHIERA
Culto d’apertura
domenica 20 ottobre ore 10,45
chiesa valdese - via IV Novembre, 107
predicazione del prof. Martin HirzeI
Roma, 9 settembre 2002
Il decano
prof. Emanno Genre
Il fatm e di U’iu'anni fa. Ili
set lembi (■ 19B2. ma non
|)()ssiamo dimentie.irlo. Da
()oehi giorni l'eseriito isr.ieiiano a\e\;i ou aliato lìeirat, e
ne ertmo fuggiti i combattenti
palestinesi, sotto scorta internazionale. Vecchi, donne e
bambini erano stati raccolti
nei campi profughi di Sabra e
Chatila, sorvegliati dalle truppe e dai mezzi corazzati israeliani, che ne garantivano la sicurezza, senza permettere a
nessuno di avvicinarsi. Nella
notte del 16 settembre una falange armata dei cristianomaroniti libanesi, alleata degli
israeliani, penetrò con dieci
camion nei due campi, abbandonandosi per 40 ore agli
stupri, alle fucilazioni, ai massacri, illuminati dagli elicotteri e dai razzi israeliani. Circa
mille rifugiati, vecchi, donne e
bambini furono barbaramen
M'ù y<r'udìù
; , _ .1x1®
3
PIERO BEN»
te trucidati. Lo scandalo fu
enorme in tutto il mondo e
anche in Israele, ma in pratica l’unica conseguenza furono le dimissioni del ministro
della Difesa israeliano che era
(guarda caso) Ariel Sharon.
Dimissioni del resto molto
morbide, perché Sharon rimase nel governo con altro
incarico. Da quei giorni le due
formazioni terroristiche palestinesi Hamas e Jihad accolsero un numero impressio
SUI GIORNALI]
veneri
laRqmbUka^
Protestanti e tolleranza
Rispondendo a un inti,
locutore arabo (e probabi
mente musulmano) che di
nuncia le violenze compii
anche dai cattolici in rioL,
del loro Dio, Corrado Augi
(5 settembre) afferma cbi
dal mondo islamico dovrei
bero giungere forti conda»
ne rispetto ad alcuni atti di
violenza estrema, come le
lapidazioni. E poi aggiun^;i
«Concordo invece con lei
sul fatto che anche in Occii
dente, e in particolare in It^
lia, certi diritti sono stati
conquistati solo in tempi
(...) recenti e che per esem¿
pio il delitto cosiddetto “d'
onore” fino a pochi decenni
fa era visto con notevole be'
nevolenza (...). Una barba
rie anche quella. Credo che'
dovremmo tutti, cattolici e
islamici, trarre qualche in
segnamento dalla tolleranza protestante». Inveceil
comportamento delle religioni monoteiste è stato
spesso all’opposto della tolleranza. Augias poi cita un
recente libro dell’antropologo Marc Augé, che scrive:
«Per le religioni del Libro la
rivelazione è stata data una
volta per tutte per cui ognij
nuovo profetismo è eretico'
per definizione:
Protestanti e tolleranza ■
N
G 10
qu
tìmana
gazioni
Contea
Apriti cielo. Il giorno dopo
il medievista Franco Cardini
reagisce accusando Augias;
di non essersi liberato «di
un vecchio mito d’origihé^
laicistico-protestante-anti{;
clericale». Poi argomenta^
«Che la nobile pianta dellé
tolleranza abbia trovato, da
Locke in poi, fertile tertènoj
in area riformata, d’accoif
do. Ma tollerante chi? Tolleri
rante Martin Lutero, che hi'
citava i signori tedeschi a
sterminare i ribelli contadi’
ni “come cani rabbiosi’’!
Tolleranti i folli anabattisi
del regno escatologico di
Münster? Tollerante Calii-|
no, che mise a morte Serve-,
to? Tolleranti gli ugonotti,,:
vittime sì della Notte di Sai,
Bartolomeo, ma a loro volta,
carnefici e iconoclasti? Tollerante Oliver Cromwellj
primo modello dei tiranB|
totalitari? Tolleranti i prote^j
stanti britannici, che han-,
no spinto il massacro e lo
sradicamento dei cattolici
^scozzesi e irlandesi fino alle
soglie del genocidio?». E pih
avanti: «La tradizione laicL /
sta, in odio alla Chiesa cat* «
tolica, questi orrori coni"
messi dai protestanti li ho
censurati fino ai manuali
scolastici. Talvolta c’è volu-|
to un Giorgio Spini, proto-,
stante, grande storico e galantuomo, per ricordarceli»
no per la spada». È una ma
sima che hanno ben capi
alcuni politici avveduti di
anni fa, quando hanno i .
hnrratn la etrada dell’EurOPri
Nancy
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olimpie
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dei Rai
unita. Una strada non anc
perfetta, certamente, nia c
strada dove i conflitti si U
vono attraverso accordi®
non con le armi. Per «
anni, fino al 1945, gli
non hanno fatto altro .
nante di giovani pronti a entrare nelle loro formazioni e a
sacrificarsi come kamikaze. È
giusto condannare il terrorismo ma non dobbiamo dimenticare, come ho detto domenica scorsa, che il terrorismo non nasce dal nulla.
Già duemila anni fa Gesù
aveva detto a chi voleva usare
la spada per difenderlo: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che
prendono la spada, perisco
combattersi fra loro con
sempre più micidiali- uj
l’Europa sembra aver i
un’altra lezione di 'i
ti ricordi che tuo fratelL
qualcosa contro di te (-j
presto amichevole acc
con il tuo avversario, m
sei ancora per via».
(Rubrica «Un fattoi
mento» della trasmissioni
diouno «Culto evangeli^”
dalla Fcei andata in on
nica 22 settembre)
11
V^MFR^EnEMBRE2002
E 20(12
PAG. 11 RIFORMA
gi^iiigasi
mM Fino a domenica la rassegna a Porte
Religioni per la pace
Continua fino a domenica 29 settembre la bella iniziativa organizzata dal Comune di Porte e dedicata al tema della pace.
Durante la rassegna, nella serata di mercoledì 25, si è tenuta
un’interessante tavola rotonda su «Il ruolo delle religioni a favore della pace». Inoltre a Villa Giuliano, in via Nazionale, è ospitata la mostra «Costruttori di pace tra XX e XXI secolo. Mahatma
Gandhi, Martin Luther King, Daisaku Ikeda». L’esposizione è
aperta dal martedì al venerdì e la domenica dalle 9 alle 19 e il
sabato dalle 9 alle 22. Sabato 28, alle 21,30, nel giardino della villa, «Danzando il sogno», spettacolo di teatro-danza curato dal
Liceo classico Porporato di Pinerolo. Informazioni e approfondimenti si possono trovare su Internet www.mostradiporte.it.
['artigianato in vetrina a Villar Perosa
Una mostra permanente
Far vivere l’artigianato locale come risorsa turistica: questo è
l’obiettivo del consorzio Intech che sta curando la creazione di
una vetrina dei prodotti artigianali di valle a Villar Perosa. La vetrina è collocata nella struttura polivalente «Una finestra sulle
valli» inaugurata nei mesi scorsi, che ospita il cinema e l’ufficio
turistico. Sabato 28 e domenica 29 si inaugurerà l’esposizione
permanente di artigianato locale: sabato alle 16 il momento ufficiale col taglio del nastro, poi ci sarà spazio per le dimostrazioni
sul posto di artigianato con lavorazione di cuoio, legno, rame,
pietra, una degustazione di prodotti agricoli locali. Per tutto il
mese di ottobre la struttura ospiterà anche la mostra personale
di Lino Sivilli «Inciso ad arte, superfici lignee incise e intagliate».
V'
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A
Fondato nel 18481
a-Il
Visita di una delegazione della contea che ha organizzato le ultime olimpiadi invernali
Da Salt Lake City alle valli valdesi
Nei molti incontri con le autorità locali è stata evidenziata l'esperienza organizzativa maturata
dagli ospiti americani che hanno voluto conoscere da vicino anche le istituzioni valdesi
DAVIDE ROSSO
Giornate intense
quelle vissute la settimana scorsa dalla delegazione americana della
Contea di Salt Lake, capeggiata dalla presidente
Nancy Workman, giunta
invisita ufficiale ai siti
olimpici del 2006. La visita è il frutto di contatti
avviati fin dalle olimpiadi
invernali di Salt Lake nello Utah e porterà a un
gemellaggio olimpico tra
la Provincia di Torino e
la contea americana.
Sostanzialmente gli americani, nei vari incontri pubblici cbe si sono
succeduti in settimana
sia a Torino che nelle valli
Susa, Chisone e Pellice,
hanno parlato della loro
esperienza olimpica soffermandosi sugli aspettieconomici e sociali di
un evento come quello
olimpico e sulla funzione
londamentale del volontuiato e sulla necessità
uiuna corretta formazioBe delle persone. Discorso per altro ben condiviso dalla Provincia che sta
seguendo la formazione
Jet Ragazzi del 2006, cioè
Btquei ragazzi che hanBo già dato la loro dispoBibilità per le olimpiadi
‘ forino e che stanno
, guendo un percorso
Una rappresentanza dei Ragazzi del 2006 all’inaugurazione del ponte sul Chisone a Miradolo
Salt Lake - dice Mercedes moderatore della Tavola,
rmativo che li prepara
toro lavoro olimpico,
tino dei fmtti della visi
' a Tonno e stata
,, F’P la firma delTacrdo fra Provincia e conB americana contenenpreliminare di
silaggio anche l’imtaif'? ^^ll’lrivio di volontrjkfÌ®*“riitensi per con. tre alla formazione
deift;
Bgazzi del 2006. «A
Bresso, presidente della
Provincia - per le olimpiadi 2002 sono stati circa
300.000 i volontari impiegati.. Di questi circa 300
conoscevano perfettamente l’italiano e sarà
proprio la loro esperienza
a rivelarsi preziosa perché presto diventeranno
dei veri e propri maestri
per i nostri ragazzi».
Ma la delegazione di
Salt Lake non si è limitata agli incontri torinesi e
ha voluto visitare i siti
olimpici valligiani e nel
corso della visita a Torre
Pellice di mercoledì 18
settembre ha chiesto di
incontrare i rappresentanti della Chiesa valdese. «Abbiamo ricevuto
con piacere la delegazione di Salt Lake - dice il
Lake City e i mormoni
ètra City, sede delle Olimpiadi invernali del 2002,
dB'ua m ° santa dei mormoni che l'hanno fon
Hei i83n 'del 1800. Il movimento dei mormoni è nato
'BBodi w °P®Ba di Joseph Smith nello stato nordamerinie mez York, e ad esso appartengono circa 4 miliotantoun d®u(eli, distribuiti in 51 paesi, anche se solUeroigj. ?'''hBo di essi vive fuori dagli Stati Uniti. Nel Picliiatgg ' .''^ormoni meglio, come preferiscono farsi
giorno» ' ^ “Chiesa di Gesù Cristo dei santi dell'ultimo
presenti già da tempo. Si dice che sia la
guale ¡1 ® ' primo luogo di «missione» dei mormoni, dal
'dhifrura j bì sarebbe diffuso in tutta Italia. Ad
'd'Torre p Y^Bidalino, la montagna che domina l'abitato
*uladi riu^^^^ebbe considerato sacro. A Pinerolo la
feiTiento ^Bovava in via Chiapperò, in un appar
d.'Buio info^ condominio Grattacielo, ma quando chiefÌBeria q ?’^'P®^'oni sulla comunità dei mormoni in porRiu 'BPondono che si sono trasferiti da ormai due
che si affianca alla sede di Torino.
Gianni Geme -. I membri della delegazione si
sono mostrati molto interessati alla nostra chiesa e alla sua storia, che
molti di loro per altro conoscevano già. La delegazione ci ha portato in
dono una medaglia in ricordo delle olimpiadi invernali del 2002 e ha incontrato oltre a me anche il pastore Paolo Ribet, presidente del Centro culturale valdese».
Nel corso dell’incontro,
a cui hanno partecipato
anche parecchi politici
locali, la delegazione statunitense si è dimostrata
particolarmente interessata al funzionamento
della Chiesa valdese oggi,
ai suoi rapporti con lo
stato, si è parlato di diaconia e naturalmente si è
anche accennato ai problemi legati alla cappellania nel corso di un’evento olimpico. «Insomma conclude Genre - hanno
voluto incontrare la realtà valdese e ne è nato
uno scambio di inviti e
sicuramente un impegno
a far nascere una collaborazione per il 2006».
Tra i luoghi visitati dalla
delegazione americana a
Torre Pellice, che nel
2006 sarà sede di allenamento per l’hockey femminile, oltre ai siti olimpici veri e propri anche il
museo valdese di Torre
Pellice e l’Aula sinodale
alla Casa valdese.
Il 16 settembre a Torre Pellice
Incendio alle
case popolari
A volte serve un incendio (doloso) per ricordarci che esistono. La
realtà delle case popolari
è spesso tanto drammatica quanto dimenticata, anche nei nostri piccoli centri dove la situazione, edilizia e umana,
non sembra così degradata. Lunedì 16 settembre, qualche minuto prima di mezzanotte, casa
popolare Atc di via Filatoio a Torre Pellice: da
un divano che aveva trovato posto chissà perché
nel sottoscala si sviluppa un incendio. Il fumo è
denso, nero, fa bruciare
gli occhi e riempie i polmoni. Senza pensarci
due volte alcuni inquilini
si aiutano con le lenzuola a scendere dalle finestre. Qualcuno si fa male.
Risultato: tanto trambusto, sirene con intervento d’urgenza di vigili
del fuoco e carabinieri.
Molta folla si raduna nelle vicinanze del Palaghiaccio. Alcuni condomini sono preoccupati
per le condizioni del palazzo: la struttura ha subito dei danni? Per il sin
daco, Marco Armand Hugon, rimasto in piedi diverse ore aspettando che
le fiamme fossero domate, adesso la situazione è
sotto controllo, le scale e
il locale sottoscala sono
molto anneriti per il fumo, ma il fabbricato è solido e non ha subito danni significativi. Se qualcuno vuol fare richiesta per
un’altra sistemazione,
faccia pure. Resta il fatto
che, anche secondo il sindaco, «l’incendio è certamente doloso». Ancora
ignote le cause, anche se
sembra esclusa la matrice
razziale:'' nella casa abitano sia cittadini extracomunitari che italiani.
Forse si è trattato di un
regolamento di conti mirato, oppure di una minaccia. Le indagini non
sono ancora terminate.
Problemi di convivenza
(anche fra italiani), risentimento, liti: quello di lunedì 16 non è il primo fra
gli eventi di questo tipo;
era già stato segnalato un
caso analogo in via Filatoio e incidenti vari accadono anche nelle case
popolari di via Volta.
ICONTRAPPUNTOI
AUTUNNO CALDO
E DECISIVO
SERGIO PASERO
È iniziato un autunno
sindacale drammatico e decisivo; drammatico perché,
forse da molto tempo, non
si presentava una situazione così negativa sul piano
economico e su quello politico (inteso come capacità
di governo) per l’organizzazione dei lavoratori e anche
per l’utenza dei servizi.
Credo sia diffiCile negare che
il governo Berlusconi non
riesce a trovare le risorse
per dare un segno positivo
all’economia
del paese e, di
conseguenza,
le forze pròduttive irrigidiscono il loro atteggiamento nei confronti dei
rinnovi contrattuali.
La realtà è questa: Pii
(prodotto interno lordo)
allo 0,6%, inflazione sopra
il 2%, industrie in crisi,
spesso crisi non finanziaria
o di costi ma di prodotto,
come accade alla Fiat che
annuncia un aumento di
esuberi, 4.000 da aggiungere ai 3.500 già stabiliti negli
accordi separati (con Firn e
Uilm). Si deve calcolare poi
la ricaduta sull’indotto e la
cascata su tutti i settori affini o collegati; ad esempio
la Piaggio toscana che ha
già 2.000 addetti in cassa
integrazione da una settimana. Insomma si potrà
assistere tra poco a una crisi occupazionale nell’industria di vaste proporzioni.
A questo si aggiunge il rinnovo contrattuale di settori
come la scuola (contratto
scaduto al dicembre 2001),
gli statali, con un preliminare firmato a marzo che
non è stato seguito da concrete e puntuali misure di
attuazione. Ormai su tutto
è calata l’ammissione del
ministro Tremonti e dello
stesso Berlusconi cjrca la
mancanza di fondi per
qualsiasi spesa aggiuntiva.
Si annuncia una finanziaria pesante. Coinvolti saranno ancora una volta settori e servizi nevralgici per i
cittadini, in primo luogo la
pubblica istruzione e la sanità. Per quanto concerne
la scuola, che meriterebbe
una analisi più specifica,
non si può non notare la
contrapposizione fra le parole del presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, circa la necessità si
sostenere e potenziare la
scuola pubblica e le previsioni che stanno avanzando
rispetto alla Finanziaria, di
La crisi economica
rischia di colpire
in primo luogo
i settori più deboli
della popolazione
tagli degli insegnanti e del
personale ausiliario.
In tema di sanità e di sociale si addensano le maggiori preoccupazioni: nel
nome della riduzione dei
costi si ipotizza la riduzione
dei giorni di ricovero (e se il
malato a casa non ha persone in grado di sostenerlo
appena dimesso?), la dimim nozione delle
prestazioni
per alcune categorie di malati, il passaggio di competenze ai Comuni (a cui
per altro vengono regolarmente ridotte
le entrate);
per garantirsi
i conti in linea con le previsioni si ipotizza la sostituzione automatica dei direttori delle Asl che sforano
dai budget assegnati. Per
non parlare della ventilata
chiusura di ospedali periferici, proposta che ha portato recentemente in piazza
migliaia di cittadini e che,
indirettamente potrebbe
anche coinvolgere gli ospedali valdesi deUe Valli.
Nel mondo del lavoro c’è
poi un aspetto particolare
quanto «destabilizzante»:
la crisi dell’unità sindacale, messa in^ mora dalla firma separata del cosiddetto «Patto per l’Italia» da
parte di Cisl e Uil e continuata con accordi separati
come quello citato sugli
esuberi Fiat, che accettano
la situazione esistente senza
pretendere dalla parte padronale un piano che aggredisca le cause del declino.
Decisivo sarà poi questo
autunno perché l’azione di
unità del mondo del lavoro
e l’ottenimento di risultati
concreti si misurerà in decisioni di lotta come in
tempi passati: innanzfitutto
lo sciopero generale del 18
ottobre. La Cgil lo ha indetto da sola, Cisl e Uil cercheranno un accordo unitario,
magari con spostamento di
data, 0 sarà ancora un atto
unilaterale che allontanerà
ulteriormente l’unità che
ha contraddistinto gli ultimi decenni? Si può affermare che questo è il risultato
ottenuto finora dal governo
di centro-destra: dividere il
sindacato. Negli ultimi
giorni pare che anche gli
imprenditori si stiano allarmando e stiano rivedendo il loro consenso. La strategia messa in atto dal governo appare dunque perdente e pericolosa da qualsiasi parte la si osservi.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli \àldesi
VENERDÌ 27 SEHEMBRE
AL RIFUGIO UN CONVEGNO PER DISCUTERE DI
ALZHEIMER — Una giornata dedicata al «Centro
diurno Alzheimer come strumento riabilitativo».
È l’iniziativa proposta dal Rifugio Re Carlo Alberto e dall’Asl 10 a due anni dall’apertura del reparto presso l’istituto per anziani. Alla Casa di riposo il convegno inizia alle 9 di sabato 28 settembre. Relatori il sociologo Oscar Perotti, il geriatra
Renato Rottura, lo psichiatra psicoterapeuta
Emanuele Fontana, la geriatra Graziella Rossi, il
neuropsichiatra Marco Chiosano, lo psicologo
Paolo Duella, il geriatra Francesco Fiorentino,
l’educatore professionale Marcello Gaietti e
l’adest Vito Psicoli; modera lo psicologo Alessandro Bonansea. L’iscrizione è obbligatoria e va effettuata entro venerdì 27, telefonando, dal lunedì
al venerdì ore 9-12 e 14-16, allo 0121-909070.
UN’IMPRONTA CONTRO LA «BOSSI-FINI» — Diverse persone hanno aderito sabato scorso in
piazza Muston a Torre Pellice all’iniziativa del
«Social forum vai Pellice» per una giornata di
raccolta delle impronte digitali per disubbidire
alla legge «Bossi-Fini» contro l’immigrazione.
Uno spettacolo musicale di un gruppo di giovani della valle ha fatto da contorno alla raccolta.
MILLE MODI DI AMARE — Il gruppo «La scala di
Giacobbe» e le comunità di base di Pinerolo organizzano per il 28 e 29 settembre un incontro
dal titolo «Mille modi di amare, fede, famiglia, figli gay e lesbiche»; sabato dalle 16, l’appuntamento è al Fat di vicolo delle Carceri 1 per la
proiezione del video «Nessuno uguale, adolescenti ed omosessualità», seguono interventi e la
cena in comune. Alle 21, al centro sociale di via
Lequio, dibattito con Paolo Rigliano autore del libro: «Amori senza scandalo. Che cosa vuol dire
essere lesbica e gay». Domenica, alle 10, al centro
sociale di via dei Rochis 3, celebrazione eucaristica a cura del gruppo «La scala di Giacobbe»; segue pranzo in comune alla comunità di base.
FONDI PER LE RETI IRRIGUE — La Regione ha deliberato dei finanziamenti per le opere irrigue
collettive; la dotazione complessiva è di 15 milioni di euro e serviranno ad avviare opere di ristrutturazione per le rete irrigua a favore di questi consorzi di irrigazione riconosciuti dalla legge 21 del ’99. Il termine per la presentazione delle domande è stabilito al 30 ottobre.
lEUX D’ORGUES A LUSERNA — Continua a Luserna San Giovanni il percorso attraverso la musica
del festival Jeux d’orgues. Sabato 28 settembre,
alle 21, nella chiesa di San Giovanni Battista
l’organista Riccardo Doni, organista della Basilica di Sant’Alessandro a Milano e direttore artistico e musicale dell’associazione «Musica laudantes», proporrà pagine di autori italiani. Il
programma della serata prevede l’esecuzione di
musiche di Frescobaldi, Cima, Storace, Galoppi,
Gherardeschi, Valeri e Salvatore e non mancheranno due digressioni oltralpe con brani del danese Dietrich Buxtehude e dello spagnolo Pablo
Bruna. Il festival «Jeux d’orgues» si chiuderà sabato 5 ottobre con l’organista Lidia Cremona.
CONSIGLIO COMUNALE A TORRE PELLICE — Il
Consiglio comunale di Torre Pellice è convocato
per venerdì 27 alle 21,30. Tra i punti all’ordine
del giorno: variazioni al bilancio preventivo
2002, approvazione progetto preliminare per
opere di isolamento acustico alle mense di Torre Pellice e variazione al piano regolatore delle
aree destinate al nuovo Palaghiaccio; alle 20,30
Consiglio comunale aperto per la campagna
«Verde sacchetto» Acea.
COMUNITÀ MONTANA VAL PELLICE: CONSIGLIO
— Seduta straordinaria del Consiglio di Comunità montana per giovedì 26 alle 21. Si discuterà,
fra l’altro, di: variazione di bilancio e convenzione con la Provincia per l’attività di vigilanza sugli organismi di controllo degli operatori
dell’agricoltura biologica.
NELLE CHIESE VALDESI
ANGROGNA — L’Unione femminile si ritrova giovedì 26 settembre alle 14,30 per preparare il bazar.
POMARETTO — Sabato 28 settembre, alle 14,30,
incontro della scuola domenicale all’Inverso Clot.
La prima riunione quartierale del nuovo anno si
terrà mercoledì 2 ottobre, alle 20, ai Pons sul tema:
«Sofferenza e morte».
PRAROSTINO — Domenica 29, alle 10, culto a
San Bartolomeo.
VILLASECCA — La corale inizia i suoi incontri
giovedì 3 ottobre alle 20,15.
TORRE PELLICE — Domenica 29 settembre, alle
10, culto con assemblea di chiesa con relazione sul
Sinodo. Lunedì 30 settembre, alle 20,30 alla Casa
unionista, incontro con le famiglie e i ragazzi del
precatechismo per definire il programma dell’anno.
Torre Pellice: iniziative sulla sanità in Africa
Missione con «Melissa»
Una mostra e un incontro con gli operatori del Camerún
nel quadro dei rapporti di scambio organizzati dalla Cevaa
Venerdì 27 settembre,
alle ore 20,45, nel salone
della biblioteca valdese,
in via Beckwith 1 a Torre
Pellice ci sarà un incontro
per ascoltare la testimonianza del dottor Richard
Petieu, medico primario
dell’Ospedale evangelico
di Ndoungué, in Camerún, e dei dottori JeanDaniel Rostan e Giuseppe
Lisdero, operanti all’Ospedale evangelico di Torino e organizzatori delle
«missioni» che diversi
chirurghi e anestesisti
hanno compiuto e ancora
compiranno all’ospedale
camerunese. I medici saranno presentati-dal pastore Franco Taglierò.
Da un certo numero di
anni i rapporti tra gli
ospedali valdesi in Italia
e quelli evangelici in Camerún si sono intensificati, grazie al supporto
organizzativo della Ciov e
della direzione dell’ospedale di Torino, che hanno appoggiato la preziosa
disponibilità del personale medico a recarsi in
Camerún per brevi periodi. Ma già fin dai primi
Anni 90 la collaborazione
aveva preso vita in seguito alla permanenza a
Ndoungué del dottor
Marco Tullio Fiorio. Nel
corso di due lunghi soggiorni quest’ultimo ha
creato un reparto di ortopedia e ha iniziato a formare il personale medico
e infermieristico locale.
In seguito a una visita
in Camerún del pastore
Taglierò, quale rappresentante della Cevaa al
Sinodo nazionale della
Chiesa evangelica del
Camerún, ha preso consistenza l’idea, già formatasi precedentemente, di dar vita a una associazione che, con l’obiettivo di rispondere alle
esigenze di aiuto agli
ospedali camerunesi, utilizzando al meglio le
esperienze del passato,
allarghi la cerchia dei sostenitori creando una sinergia tra persone interessate, gruppi, enti e as
sociazioni similari. La ricerca di nuove risorse
umane e professionali,
oltre che economiche,
per aiutare gli ospedali
evangelici del Camerún a
darsi uno standard operativo migliore, costituirà
lo scopo primario dell’iniziativa. C’è anche l’idea
di intitolare questa associazione «Melissa» dal
nome della bambina camerunese curata, insieme
ad altri due bambini, all’Ospedale evangelico di
Torino nell’inverno 2002
e adottata da operatori e
ricoverati. Durante la serata di venerdì 27 settembre saranno dati altri
particolari su questo progetto e i promotori saranno lieti di condividere
idee e proposte che potranno venire dalle persone presenti.
Segnaliamo che nello
spazio «Una finestra su»
del Centro culturale valdese di Torre Pellice è
stata allestita una piccola
mostra fotografica, messa insieme con idee «artigianali», sugli ospedali
del Camerún.
A colloquio con il direttore
Musica: una scuola
di tutti e per tutti
MASSIMO GNONE
TTNA scuola che
\\ U non sia in alter
ma musica gioco": le^
ni propedeutiche di aiBj.
Id
nativa, ma di supporto
alle realtà locali». È il
pensiero di Giuseppe
Maggi, da giugno scorso
direttore della Scuola di
musica intercomunale
della vai Pellice. «Faccio
un esempio - continua
Maggi -: se un bandista
fa nuove esperienze è la
qualità di tutta la banda
ad esserne accresciuta: lo
stesso vale per cori e corali». Lunedì 30 settembre avrà inizio il secondo
anno di gestione affidata
all’associazione Musicainsieme (presidente è
Claudio Bertalot, alla
guida della Comunità
montana), il primo con
un direttore dopo la conclusione del periodo di
intensa attività portata
avanti dall’associazione
musicale Divertimento.
«Vogliamo una scuola
“di tutti” e “per tutti”spiega Maggi -: molti iniziano a suonare da giovani e poi smettono, i nostri
corsi sono indirizzati anche a tutte le persone che
vogliono ricominciare.
Inoltre, c’è un corso particolare per i bambini dai
tre ai sei anni che si chia
A Torino potrebbe sbloccarsi l'attuale crisi
Il Toroc e la seggiovia di Frali
DAVIDE ROSSO
Qualcosa sembra muoversi per le
Í
seggiovie di Frali in vista di una loro riapertura. Dopo le notizie delle settimane scorse da cui emergeva la
preoccupazione degli amministratori
ma anche dei pralini sul futuro immediato delle Seggiovie dei 13 laghi a Frali, cioè sulla possibilità di poterle aprire
fin dall’inizio della stagione sciistica
2002, le prime notizie positive, o quantomeno consolanti, arrivano ora dalla
«Cabina di regia» dell’evento olimpico.
In una riunione tenutasi a Torino tra
Regione, Provincia e Toroc, i rappresentanti della Comunità montana valli
Chisone e Germanasca (proprietaria
degli impianti pralini) hanno sollevato
, la problematica relativa ai termini di
scadenza degli impianti che non rientrerebbero nella proroga prevista dalla
legge nazionale perché non ufficialmente finanziati, anche se già inseriti
fra le opere finanziabili come connesse
alle olimpiadi 2006; per l’ufficialità infatti serve il via libera da Roma che arriverà solo con la Finanziaria. I rappresentanti degli organi interpellati si sono dimostrati disponibili a cercare soluzioni alternative per riuscire comunque ad aprire gli impianti entro l’inizio
della stagione invernale e in particolar
modo la Regione si è dimostrata attenta alle problematiche di Frali garantendo di voler attivare i propri uffici nella
ricerca di una soluzione per accelerare
i tempi della riapertura a meno che nel
frattempo non arrivino notizie, si spera
positive, direttamente da Roma.
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In Consiglio a Villar Porosa
Novità per i bus
Consiglio comunale
tranquillo quello che si è
tenuto mercoledì 18 settembre a volar Perosa.
All’ordine del giorno alcune variazioni di bilancio dovute sostanzialmente al recepimento di
maggiori introiti derivanti da trasferimenti dallo
stato (il 4,5% deirirpef
dei villaresi) e la verifica
dei programmi di bilancio in linea con le attese.
Tra gli altri punti in discussione anche l’analisi
della proposta, conclusasi con il recepimento da
parte del Consiglio dell’
inserimento fra le minoranze linguistiche presenti nel Comune anche
di quella francese modifi
cando la precedente decisione presa nel 2000 che
dichiarava la presenza del
solo occitano fra le lingue
previste dalla legge 482.
In Consiglio si è poi
parlato anche di trasporti
e in particolare l’assessore Marina Blanc ha comunicato relativamente
al trasporto scolastico la
soppressione della linea
1 poco frequentata e il
raddoppio invece della linea 4 che raggiunge le
borgate più alte di Villar.
Novità anche per la linea
marcatale che vede posticipare di mezz’ora tutti
gli orari vista anche la richiesta del pubblico. La
prima corsa sarà quindi
alle 9 e l’ultima alle 12.
Villar Perosa: il municipio
Luserna San Giovanni: nuova formula per i «Sani
Una fiera per la cittadinanza
Fiera dei Santi senza
«grossi nomi», ma con
un maggiore coinvolgimento dei lusernesi. La
definizione dei particolari da parte del Comitato Fiera ci sarà soltanto
questa settimana, ma
una cosa è certa: il budget è limitato (il Comune
ha messo a disposizione
circa 10.000 euro per la
rassegna e circa 8.000 per
la fiera) e quindi niente
spese extra.
Dopo i veleni (e il vistoso buco), ma anche il
successo dello scorso anno, l’edizione 2002 vedrà
in prima linea la Pro Loco che con commercianti, artigiani e amministrazione comunale si
occuperà-di organizzare
l’evento. La durata? Almeno due giorni prima
dei due di fiera (prevista
per il 2 e il 3 novembre),
al massimo una settimana in tutto. Lo spazio fieristico destinato al bestiame resterà in zona
Bersaglio, in prossimità
degli impianti sportivi, e
sarà allestito un maxitendone in piazza Partigiani
che rimarrà montato un
giorno in più per ospitare le celebrazioni in occasione del 4 novembre e
la campagna Acea del
«Verde sacchetto». Tra le
novità della rassegna c’è
l’interessamento neH’iniziativa dei commercianti
degli Aitali; si prevederebbe un itinerario per
botteghe e negozi, che
resteranno aperti anche
la domenica, oltre a serie di spettacoli (se^
di ballo e di moda) e ®
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Villar Perosa:
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La tutela della natura e il-patrimonio culturale
Progetti d'area
id riqualificazione del territorio si articola in una serie
di interventi da effettuare Comune per Comune
SI chiamano «Progetti
integrati d’area» (l’acroninio è «Pia») e riguardano interventi per la
realizzazione di intra
trutture, la salvaguardia
dell’ambiente e del patriiionio culturale, lo sviluppo turistico e il sostegno alle imprese. In tutta
^provincia di Torino sarebbero previsti 153 interventi finanziati con
percentuali variabili (si va
dal30 al50%) nell’ambito
del Documento di programmazione della Rerione. Per tutti i Pia, frutto della concertazione nel
corso dei Patti territoriali,
l’ente capofila è la Provincia, che interverrà andie economicamente.
Alle Valli spiccano gli
interventi relativi alla riqualificazione del territorio: è di questi giorni la
pubblicazione delle liste
di quali progetti saranno
finanziati e quali invece
no. Insieme ai comuni
della pianura, passano
ViUar Pelllce, Rorà, BibianaeLuseriia San Giovanni in vai Pellice e Rinasca
invai Chisone. Restano
esclusi Lusernetta, San
Pietro Val Lèmma, Rome,
Bricherasio, Pragelato e
Pinerolo. A Villar Pellice
invece Tintervento ammonta complessivamente a 155.000 euro (50% il
cofinanziamento), cifra
che servirà alla riqualificazione complessiva di
piazza Jerwis, oltre che a
sostituire le pensiline in
prossimità delle fermate
degb autobus. A Rorà'sarebbe finanziata (103.000
euro, 55% a carico del
i E Eco Delle "^lli %ldesi
PAG. 13 RIFORMA
Comune) una vasta operazione di sistemazione e
ampliamento delle strade
comunali. Realizzazione
del parcheggio e della
nuo-va piazza in via Cavour: questo l’intervento
finanziato (oltre 82.000
euro in totale, 55% del
Comune) a Bibiana. Il
Comune di Luserna San
Giovanni riceverebbe un
contributo del 50% per
l’agognata ristrutturazione dell’ex cinema Santa
Croce (costo complessivo: 80.000 euro). A Rinasca risulta finanziato il recupero dell’ex municipio
e la sua trasformazione in
polo di aggregazione. Restano fuori, tra gli altri, il
progetto di riqualificazione del centro di Lusernetta, la risistemazione urbana proposta da Bricherasio, e la nuova illuminazione di piazza Vittorio
Veneto a Pinerolo.
Proseguono il proprio
iter i Pia già annunciati
nei mesi scorsi. In vai
Pellice i progetti ritenuti
prioritari, che quindi dovrebbero essere finanziati, erano il sentiero naturalistico ambientale della
Biava a Bobbio Pellice, la
rivalutazione dell’area turistica alla Vaccera di Angrògna e il sistema ecomuseale della Comunità
montana (oltre 355.000
euro). Entro il 31 ottobre i
soggetti proponenti presenteranno al vaglio della
Regione il progetto definitivo e, rispettando il
cronoprogramma, a marzo 2003 dovrebbero iniziare i lavori.
È stato presentato il progetto
Le piste ciclabili
nel Pinerolese
È stato presentato ufficialmente sabato 21 settembre in municipio a
Pinerolo il sistema integrato di piste ciclabili del
Pinerolese. «Il progetto spiega il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero - è
inserito all’interno della
Marca Pinerolese. La notizia del finanziamento è
di alcuni mesi fa ma si è
cercato di far coincidere
la presentazione con la
giornata senza auto. Il sistema integrato di piste
ciclabili, oltre a rendere
sicuri i percorsi, permetterà una notevole valorizzazione turistica della zona». A entrare nei dettagli
tecnici del progetto è
Paolo Foietta, presidente
della Comunità montana
Pinerolese pedemontano, altro ente attivo nella
Marca Pinerolese. «L’investimento complessivo
di Marca Pinerolese sulle
piste ciclabili - dice Paolo Foietta - è di 8 miliardi
830 milioni di lire di finanziamento; la metà arriverà dalla Regione Piemonte, il resto dalle Comunità montane e dai
Comuni che hanno aderito». Si tratta di un investimento per 570 chilometri di itinerari ciclistici
tra ciclopiste e mountain
bike; è stato anche individuato un percorso di pianura con un tracciato di
120 chilometri da Cavour
ad Airasca.
Complessivamente, gli
itinerari sono venticinque e coprono tutto il
territorio, permettendo
Così di partire da Piossasco e arrivare fino all’Assietta. Lungo tutto il percorso la segnaletica sarà
uniforme e sarà possibile
usufruire di aree per la
sosta. I lavori dovrebbero
iniziare alla fine di febbraio 2003 e dureranno
circa un anno e mezzo,
concludendosi verso la
fine del 2004.
DAVIDE ROSSO
Valli Chisone e Germanasca: «Estate ragazzi»
Mostra di «Specialisti in acqua»
San Germano a Rinasca e Pragelato da
Fenestrelle a Prali. Lo scopo delle «Settimane» è «promuovere attività di osservazione, scoperta e conoscenza
dell’ambiente quale bene collettivo».
La mostra rimarrà aperta sabato 28 ore
15-18, domenica 29 ore 10-12 e 16-18 e
da lunedì 30 settembre a venerdì 4 ottobre dalle 16 alle 18.
«La mostra - spiegano in Comunità
montana - si propone come obiettivo
quello di rendere tutti partecipi dell’esperienza svolta dai ragazzi e favorire la sensibilizzazione rispetto alle
questioni affrontate ponendo basi più
solide perché meglio condivise per il
lavoro degli anni futuri».
Estate ragazzi nelle valli Chisone e
Germanasca quest’anno ha una
prosecuzione anche in settembre. Sabato 28 infatti, alle 15, alla sala mostre
del Centro rete di Perosa Argentina,
verrà inaugurata una mostra di lavori
prodotti dai ragazzi di tutti i paesi valligiani coinvolti nel progetto «Settimane di educazione ambientale 2002
“Specialisti in acqua’’». Le settimane di
educazione ambientale, organizzate
annualmente dalla Comunità montana
nel periodo estivo, anche quest’anno
hanno coinvolto numerosi ragazzi provenienti da diversi paesi: da Pramollo e
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Riceviamo e volentieri pubbliéiamo
Gentile direttore
Fa ringrazio innanzitutto per
te spazio che il Suo giornale ha
TOUto dedicare alla manifestatone «Bosco e territorio», che
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accesso di pubblico, di inteesse e di partecipazione attiva
en al di sopra delle più rosee
Ptoyisioni.
E articolo di Piervaldo RojT; pubblicato sul numero 35
- , settembre del Suo giorsaif’ ?utte giustamente in rifnro , Ulti nodi del problema
nelle nostre valli; da
scn «piste» per l’esbo
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come risorsa enerPronri sottolineare che
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seauv 7®^' il Comune di Ustajia p f 7^*^.^nniunità mon''ania /.f'^nvincia di Torino,
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infatti ritenuto che
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*’®''troDni7“?’^'"i territori, ma
P anni abbandonato a
causa di un modello di sviluppo
socio-economico che ha privilegiato altri settori e che oggi
«mostra la corda». Per questo la
manifestazione di Usseaux è
stata impostata su dimostrazioni pratiche di macchine e attrezzature innovative nonché su
una serie di convegni squisitamente tecnici. Con i risultati di
prove condotte direttamente in
bosco e grazie alle testimonianze a tavolino di tecnici e operatori si è voluto dimostrare, e ci
siamo riusciti, che oggi le tecnologie e l’innovazione consentono di poter lavorare in montagna in modo diverso da qualche
decennio, con altri risultati occupazionali ed economici.
Ad esempio non è più necessario aprire piste per l’esbosco
le quali, come scrive Rostan, rischiano di venire abbandonate
e, aggiungo io, di diventare torrenti a ogni acquazzone. Piccole teleferiche (tre sono state in
dimostrazione ad Usseaux)
possono essere economicamente (e ecologicamente) più
convenienti. A proposito di
macchinari e attrezzature: certo, ad Usseaux si sono esibite
anche macchine da fantascienza e dal costo di svariate migliaia di euro, ma poteva essere
utile far «vedere» cosa succede
non solo in Svezia e Finlandia
ma anche nelle più vicine Francia, Austria e Germania. E, comunque, a Usseaux le attrezzature in dimostrazione sono state ben 97 e... per tutte le borse.
Dice il dr. Raffaele Spinelli del
Cnr, che ha curato le dimostrazioni: «Per le attrezzature specializzate, lo scopo era quello di
sfatare alcuni miti duri a morire
e mostrare che queste macchine sono alla portata delle ditte
boschive italiane e possono
operare anche sui terreni pendenti. Un’abbattitrice o un
forwarder costano di più o me
no quanto una trinciatrice ma
questo vuol solo dire che anche
la forestazione deve aprirsi al
contoterzismo. Una recente indagine francese effettuata sulle
ditte meccanizzate delTAcquitania mostra che su 370 imprese meccanizzate, il 70% sono
ditte individuali e che in media
ciascun harvester leggero produce circa 6.000 metri cubi l’anno (una quantità ragguardevole, ma raggiungibile anche in
Italia). Naturalmente la piccola
ditta boschiva resta e resterà
una realtà importante nella selvicoltura nazionale.
A Usseaux si sono mostrati gli
innumerevoli modi in cui è possibile trasformare il trattore
agricolo in una macchina forestale efficace e sicura. Verricelli
forestali,, rimorchi trazionati,
gru, decespugliateri e ancora
spaccalegna e cippatrici. Particolarmente interessanti sono
stati un rimòrchio con timone
sterzante capace di manovrare
negli spazi più angusti, una cortecciatrice leggera e una puntapali quadrifaccia, tutti in funzione. Anche il concetto di base
del trattore con verricello è stato mostrato in numerose versioni, con livelli crescenti di
specializzazione. Si è passati infatti da un semplice trattore a
due ruote motrici, capace essenzialmente di lavorare a bordo strada a causa della ridotta
mobilità, fino a un trattore a
quattro ruote motrici isodiametriche, completamente allestito
per l’impiego forestale e in grado di percorrere i terreni più
difficili proprio in virtù dell’eccezionaiità agilità, delTintelligente distribuzione dei pesi e
della perizia del conducente».
Sull’attuale confusione di
compiti tra istituzioni e sulla
necessità di creare un meccanismo chiaro di gestione dei nostri boschi sono perfettamente
d’accordo con Rostan. Questo è
infatti il lavoro che ci proponiamo di svolgere come passo successivo alla manifestazione di
Usseaux, sulla scorta di quanto
è emerso. È per questo motivo
che i convegni tecnici, a mio
parere, è stato meglio farli prima, ma se ne faranno sicuramente anche dopo. Così come
proseguiranno gli incontri a livello di valle con gli operatori
del settore, per studiare insieme
gli interventi concreti da attuare e che la Provincia è impegnata a sostenere per rendere reale
il discorso di filiera.
Sul tema legno-energia: anche in questo caso sono d’accordo con Rostan, non si tratta
della panacea contro tutti i mali. Bisogna evitare facili entusiasmi e euforie, non pensare a
megaimpianti che poco possono dare all’economia montana.
Così come nessuno pensa di
trasformare in cippato i larici,
che possono fornire un legname di alto pregio tecnologico (a
tal proposito nella «filiera» è
compresa anche l’azione per
ottenere la certificazione di
qualità); a mio modo di vedere
è sui piccoli impianti che occorre puntare, sulla base anche
di esempi validissimi verificabili in molte valli francesi e svizzere. Soprattutto occorre riportare il discorso del riscaldamento a legna a quello che in
realtà è: un aspetto, ma solo un
aspetto, anche se interessante,
della «filiera legno» nel suo
complesso, che la Provincia,
con l’indispensabile apporto di
tutti gli enti e gli operatori locali, ha inserito nei programmi
strategici per lo sviluppo del
proprio territorio.
Marco Bellion
assessore alTAgricoltura,
Sviluppo rurale. Montagna
della Provincia di Torino
Un progetto per gli insegnanti
Per il 2006
conoscere l'ambiente
SILVANA MARCHEni
E iniziato lunedì 16 settembre il progetto di
educazione ambientale, rivolto a tutti gli ordini
di scuola, realizzato dal
Comitato olimpico Torino 2006 in collaborazione con l’istituto per l’ambiente e per l’educazione
Scholè futuro (Onlus). Si
tratta per quest’anno di
un’attività pilota che si
articola in una serie di incontri con gli insegnanti, il primo dei quali era
appunto il seminario di
apertura del 16 settembre, svoltosi a Torino nell’aula magna della Facoltà di Chimica. Dopo i
saluti di prassi da parte di
autorità degli enti locali
(città di Torino, Provincia
e Regione) e istituzionali
scolastici (era presente il
sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca), il seminario ha visto una fitta
serie di interventi molto
interessanti e molto diversificati tra loro.
Si è passati da un téma
più generale e difficile
sulla complessità della
conoscenza e del mondo
introdotto dà Walter Fornasa dell’Università di
Bergamo, a temi più concreti e legati alla realtà
dei territori che saranno
interessati dallo svolgimento delle olimpiadi.
Gli interventi di don Aldo
Beretinotti e del pastore
Luciano Deodato, a nome
della Chiesa valdese, hanno sottolineato l’attenzione verso il creato legato all’impegno delle chiese «Giustizia, pace e salvaguardia del creato»
(Basilea e Seoul), mentre
Boris Zobel, direttore del
Centro Pracatinat, ha insistito molto sulla sostenibilità dello sviluppo
pensato per la montagna.
Anna Segre, dell’Università di Torino, ha poi'
messo il classico dito nella piaga, quando ha evidenziato l’enorme volume di affari legato alle costruzioni di strutture e
impianti, con l’inevitabile
impatto ambientale provocato, nonostante le
buone intenzioni del Comitato olimpico.
Cosa può fare la scuola
all’interno dell’avvenimento olimpico? Mario
Salomone, a nome di
«Scholè futuro», ha quindi presentato il programma «Education» rivolto
alla popolazione scolastica, e in particolare il corso di educazione ambientale, che proseguirà con 4
incontri a livello locale
(per la zona delle Valli a
Pinerolo). Lo scopo è trasmettere un messaggio
preciso agli insegnanti su
come coniugare olimpiadi, sport e ambiente; a loro volta essi lo dovranno
portare nelle classi.
Amici del Collegio valdese
Giornata di festa
LUCEnA GEYMONAT
UNA grande animazione e un genuino
sentimento di amicizia
hanno caratterizzato 1’
annuale incontro degli
Amici del Collegio valdese di Torre Pellice, riuniti
domenica 15 settembre
all’Hotel Gilli di Torre,
per il tradizionale pranzo. La novità, già sperimentata Tanno scorso, è
consistita nelTampliare
la partecipazione dei soci
e sostenitori dell’associazione e dellé due classi
festeggiate (la IV ginnasio
del 1951-52 e la IV ginnasio del 1976-77) ai neomaturati, ad alcuni ex allievi, ora studenti universitari, e ai borsisti della
Fondazione dott. Enrico
Gardiol, che festeggia
quest’anno il suo decennale. Questo pubblico ha
applaudito con entusiasmo alla presentazione
delle due IV ginnasiali,
dei recenti diplomati e
dei laureati e laureandi
che usufruiscono o hanno usufruito della borsa
della Fondazione Gardiol. Messaggi sono stati
inviati da due ex borsiste
impossibilitate a partecipare. Alla presentazione
dei partecipanti è seguita
l’estrazione di premi offerti da artisti pinerolesi.
Il pomeriggio, abilmen
te programmato dal dott.
Gianfranco Mathieu, presidente dell’associazione
Amici del Collegio, ha dato spazio alla riflessione e
al divertimento, offrendo
nell’assemblea annuale
un’ampia informazione
sull’attività dell’associazione, sul sostegno dato
al Collegio, specialmente
sotto forma di borse di
studio. È seguita una relazione di William Jourdan, ex allievo del Collegio, che ha ripercorso le
origini dell’associazione
Amici. All’insegna del divertimento si è svolta la
fine della giornata al teatro del Forte, con una replica della commedia «La
bottega del caffè» di Carlo
Goldoni, messa in scena
dal gruppo teatrale del
Collegio, e infine un varietà in cui professionisti
del canto e della musica
ed ex allievi hanno sorpreso il pubblico con il
loro talento e la loro destrezza nel muoversi sul
palcoscenico.
Questo felice incontro
di persone diverse per
età, professione e prospettive di vita è un segno di grande speranza
per il futuro del Collegio,
la cui esistenza e sviluppo dipendono per l’appunto da apporti diversificati aventi l’obiettivo la
crescita della scuola.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ^lli moESi
VENERDÌ 27
Comunità montana Pinerolese pedemontano
Sette salti di danza nel folclore
La Comunità montana
Pinerolese pedemontano
e l’Associazione culturale
«La cantarana» di Pinerolo presentano «7 salti»,
una rassegna itinerante
di danza popolare nel Pinerolese pedemontano
realizzata con il sostegno
della Provincia di Torino
e la collaborazione delle
Pro Loco e dei Comuni
delle località interessate.
«7 salti», un nome che richiama una danza dell’
area pirenaica ben conosciuta nell’ambiente del
folk, ma anche il carattere «saltato» della danza
popolare, prevede cinque
feste da ballo al sabato
sera in altrettanti Comuni del territorio collinare
pinerolese, dal 28 settembre al 26 ottobre, integrate da due stage brevi
di approfondimento di
alcuni repertori coristici
presentati.
«7 salti» è principalmente orientata verso la
musica transalpina, punto di riferimento primario per i ballerini locali:
le feste da ballo in programma ci portano in
Auvergne con il gruppo
emergente Dùmad’airs
(Prarostino, 28 settembre), quattro giovani poco più che ventenni per
la prima volta in Italia, ci
introducono al fascino
del ballo occitano eseguito solo vocalmente, senza accompagnamento
strumentale, con il quartetto guascone Au Son de
Votz (San Pietro Val Lemina, 5 ottobre), e alla
singolarità del repertorio dell’AIsazia, fra valzer
poco ortodossi, a 5 e 11
tempi, e danze collettive
ricreate a partire da ricerche d’archivio da Au Grè
des Vents (Cantalupa, 12
ottobre), che animerà anche uno stage pomeridiano di introduzione alle
danze della loro regione.
Alle musiche delle valli
eccitane d’Italia è dedicato l’appuntamento di
San Secondo di Pinerolo
(19 ottobre) con il duo
classico Peron-Ferrero,
organetto e violino, preceduto anch’esso da un
corso breve su courenta e
balet della vai Vermenagna, danze dalla struttura
semplice ma dal passo
intricato. La rassegna si
chiuderà sabato 26 ottobre nei saloni settecenteschi del Castello della
Costa, nella collina cu
mianese, con un incontro transfrontaliero d’eccezione: due ensemble
violinistici (Les Violons
du Rigodon dal Delfinato
e Viouloun d’Amoun dalle nostre valli), ognuno
composto da una dozzina di elementi.
Sabato 28 la pista coperta di San Bartolomeo
ospiterà la «Nouvelle vague» della musica del
Centro Francia, quattro
giovani poco più che
ventenni che hanno portato una ventata di freschezza e originalità in
uno dei repertori portanti del bai folk transalpino: un cocktail espressivo basato sull’intreccio
fra il trio classico accordéon-cabrette-ghironda e le sonorità inedite della chitarra, in esecuzioni che si collocano
al livello dello standard
di eccellenza raggiunto
dai grandi interpreti della musica auvergnate.
L’ingresso alle serate è
stabilito in 6 euro, ma i
ragazzi fino a 14 anni entrano gratis. I due stages
pomeridiani, dalle 14,30
alle 18,30 del sabato, costano 26 euro (danze alsaziane, 12 ottobre) e 23
euro (danze della vai Vermenagna, 19 ottobre), incluso l’ingresso ai balli
serali, ma è concesso
uno sconto di 3 euro a
chi liquida l’iscrizione in
occasione dei primi due
spettacoli della rassegna.
Informazioni ai numeri 0121-73895 (La cantarana) 0 0121-77246.
S Legambiente
«Puliamo
il mondo»
a Pian del Re
Neir«anno internazionale delle montagne» Legambiente Piemonte, in
collaborazione con comune di Crissolo, parco
fluviale del Po cuneese
invita tutti al Pian del Re
(Crissolo) domenica 29
settembre 2002 per l’annuale appuntamento di
«Puliamo il mondo». La
giornata prevede alle ore
9, ritrovo a Crissolo, alle
ore 9,45 attestamento degli automezzi al Pian della Regina, ore 10 iscrizione e distribuzione dell’attrezzatura per la raccolta
dei .rifiuti e partenza per
il Pian del Re. Alle 13 avrà
termine la raccolta ed è
previsto il pranzo al sacco
o nelle strutture ricettive
del Pian del Re e del Pian
della Regina seguirà dalle
ore 14 al Pian della Regina un pomeriggio di intrattenimento con musica e balli occitani in compagnia del gruppo «C’est
chouette» e giocoleria varia per grandi e piccini. In
caso di maltempo è previsto un programma sostitutivo che si svolgerà in
strutture coperte.
, Alla giornata è stata invitata Raitre per il programma «Ambiente Italia»; la conclusione della
giornata potrà essere allietata, in collaborazione
con l’associazione «Lou
cialoun», da una cena in
località San Lorenzo ad
Angrogna (vai Pellice)
presso la nuova struttura
ricettiva «Il pomo d’oro».
Prenotazioni dirette al
0121-944302.
I APPUNTAMENTI
26 settembre, giovedì
BRICHERASIO: Alle 21, nel salone parrocchiale il
«Gruppo teatro Unitrè» in collaborazione con il «Piccolo varietà» di Pinerolo presentano la commedia di
Luigi Oddoero «L’equivoco imbarazzante».
27 settembre, venerdì
TORRE PELLICE: Alle 20,45, alla biblioteca della Casa valdese, incontro su: «Ospedali evangelici del Camerún» con la partecipazione dei dott. Richard Petieu
(ospedale di Ndoungué), Jean-Daniel Rostan (ospedale di Torino); jntroduce il pastore Franco Taglierò.
BRICHERÁsÍO: Nell’ambito della «Sagra dell’uva»,
alle 21, musiche e danze occitane con i «Calholait».
28 settembre, sabato
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, per la rassegna
«Jeux d’orgues», concerto del maestro Riccardo Doni
che eseguirà musiche di Frescobaldi, Buxtehude, Cima, Gherardeschi, Salvatore Galoppi, Bruna e Valeri.
CANTALUPA: Alle 21, al centro polivalente, concerto del pianista Pier Paolo Strona, «Le due Americhe, il
valzer venezuelano e il ragtime».
28-29 settembre
PRAGELATO: Campionato europeo trial femminile.
29 settembre, domenica
TORRE PELLICE: A Villa Elisa, via Angrogna 14,
dalle 14,30, si terrà la «campagna finanziaria» a favore
delle opere sociali delTYwca-Ucdg; tutti sono invitati.
RORÀ: La Società di studi rorenghi organizza, alle
21, nella sala delle attività, un incontro sul tema:
«Scuolette di montagna, testimonianze e prospettive»;
intervengono Mariella Amico, dirigente scolastica,
Jean-Louis Sappé, maestro; introduce Matteo Rivoira.
PINEROLO: La Pro Loco organizza la tradizionale biciclettata non agonistica per le vie della città lungo un
percorso di 18 km; partenza alle 9 da piazza Vittorio
Veneto e arrivo nella stessa piazza intorno alle 11,30.
VILLAR PEROSA: Gara di pesca «Trofeo Negri Albertino».
BRICHERASIO: Nell’ambito della «Sagra dell’uva»,
mercato d’autunno e mostra mercato del vivaismo.
5 ottobre, sabato
TORRE PELLICE: Il gruppo teatrale «Vecchio teatro» e l’associazione «Senza confini» vai Pellice organizzano, alle 21 al teatro del forte, lo spettacolo «Paparino», due atti brillanti di Dino Falconi. Serata a favore
dei bambini di Cernobil; eventuali prenotazioni presso il negozio «Fantasy» di via Caduti per la Libertà.
RADIO BECKWrrH EVANGELICA
FM 31.2CD-96.550 tBi. 0121-954194
redazione.rbe @tpellice.tiscalinet.it
notturna, prefestiva,
telefono 800-2331 n
GUARDIA FARMAi
(turni festivi con ora^^
DOMENICA 29 SETTEHBi
Bricherasio: Ferraris-vi»
Emanuele 83/4, tei. 5977^.
Pragelato: Doglia-viaiv
Novembre 4, tei. 78030
Pinerolo: Podio - corsolo
no 52, tei. 322030
SERVIZIO ELI
telefono 118
mm CINEMA
TORRE PELLICEcinema Trento propoj
sabato 28, ore 20,15domenica 29, ore 16
18.15, Spider man;sabi
to 28, ore 22,20, domet
ca 29 ore 21,15 e lung
30, ore 21,15, AI vertí
della tensione.
VILLAR PEROSAcinema Comunale pn
senta, sabato 28, alle 01
20,20 e domenica 29, oj
16,30, Scooby-doo; sabi
to, ore 22,15, domeni
ore 21,15, lunedì, 01
21.15, We where soldiei
BARGE — Il cinei
Comunale propone, ve
nerdì 27, ore 21,15, Tao
gui; sabato 28, ore 21,15
The experiment, cerca
cavie umane; domenic
lunedì, ore 19,30, mai
tedi, ore 19,30 e 21,15
Stuart little 2; dqmenitì
e lunedì, ore 21,15,Al
vertice della tensione.
ECONOMICI i
PRIVATO acquM
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40181 -338-7761147.
Ogni
serve a
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CONSORZIO
Via VIgone, 42
Pineroìo (TO)
Tel. 0121.2361
L’“UMIDO”: UNA NUOVà
RACCOITA DIFFERENZIAKÌ
enei^la - ambiente
La nuova proposta Acea: Verde
Sacchetto per l'"umido"
verde
pisello
Per fare la nuova raccolta differenziata
dell"'umido" bisogna utilizzare un
sacchetto in più, il "verde sacchetto", a
partire da casa vostra. Si richiede U vostro
impegno: qualche minuto di attenzione al
giorno per dividere e separare il destino
dei vari materiah dell'immondizia. Il
sacchetto si trova negli esercizi
commerciali (grandi e piccoli) che hanno
scelto di aiutare l'ambiente ed espongcaio
sulla vetrina il simbolo di Verde Skcchetto:
potete richiederlo e utilizzarlo per la spesa,
L'Acea pubblica sui periodici il loro elenco,
paese per paese; informazioni al numero
verde 8(X3-808055.
raccolta con Verde Sacchetto non solo è
facile, ma è proprio comoda. ,
Vi chiediamo di considerare non soldi
piccoli problemi che vi può crea
all'inizio, ma anche ai grandi risultai
obiettivi che tutti insieme sarà
raggiungere!
nel
La valorizzazione
stabilimento
Attraverso le lavorazioni neltó
stabilimento nuovo in costruzione pn
la tangenziale di Pinerolo si valori^^
materiale organico facendolo dive
verde
bottiglia
verde
mela
VERDE
SACCHETTO
verde
ramarro
C
800-808055
Una pattumiera dedicata, un pò
di spazio, qualche minuto in più
I consigli:
• per un periodo appendere in cucina il
depliant "verde sacchetto", che spiega i
materiah (organici) da gettare in questo
nuovo contenitore;
• dedicare una pattumiera a pedale
(normalmente in commercio) al
sacchetto verde, all"'umldo".
Le indicazioni:
• il sacchetto verde (il colore è
all'interno!) va rivoltato prima di
iniziare la raccolta; questo atto indica
che avete aderito e che ló utilizzate
davvero per "l'umido";
• rivoltato e riempito di materiale "umido"
il sacchetto va ben chiiro con due nodi
prima di gettarlo nel cassonetto;
• il sacchetto verde si conferisce insieme aj^
altri del "secco" (quelli dell'immondizia
rimasta dopo le raccolte diferanziate e la
separazione deU'"umìdo") in strada, negli
stessi cassonétti dell'immondizia
indifferenziata.
Dopo aver trovato un po' di^azio, aver
acquisito l'abitudine e dedicato pochi "
minuti ai giorno, vi accoi^rete che la
fanghi (10%) per compost (teniocto) <
utilizzare in agricoltura e alti#
biogas (21%) che produrrà
elettrica per far funzionare le macc
produzione, acqua dai rifiuti (25%)Lo stabilimento tratta anche il maf
"secco" che avrete gettato negli alttj
sacchetti normali, sottraendo
vengono valorizzati ì metalli
separandoli; mentre una parte div
combustibUe (CDR; 23%) da aa ricav
energia. ^
Ma é essenzialeMiial
àsLsMadM * . .,
La proposta funziona se i cittadw
casa loro, dividemo 1 rifiuti: la
differenziate classiche da una ]
dell'altra la nuova raccolta dcÉ'l
separato dal Seccò, con il Saceb
Verde. Grazie per il vostro ir
una raccolta comodo che inizio do caso.,vos1iv: utilizz<
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I morti di Porto
Empedocle
Ogni principio è buono se
serve al benessere dell’uomo
(il sabato è stato fatto per
l’uomo Me 2,27). DeU’uomo
concreto, di quello che fugge
dalla miseria e dalla guerra e
cerca scampo in aitre terre. In
nome della sicurezza è stata
emanata una legge in uno
stato costituzionalmente liIjerale, che qualifica «indesiderabili» e da respingere tutti quelli che guardano con
grande speranza verso i nostri
fari costieri. La sicurezza è diventato il principio principe,
per cui la paura della maggioranza degli italiani si è affidata al governo Berlusconi. La
sicurezza è il principio, che
ha scoraggiato pescatori e
mezzi navali di correre in aiuto di un barcone stracolmo di
uomini e donne, scaricati lì
da una nave madre e da negrieri senza scrupoli, e naufragato sotto gli occhi di villeggianti al bivacco tra sabato
e domenica 15 settembre. 27
morti fino ad oggi, tra cui due
ragazzini con gli occhi spalancati verso un sogno tramutato in nero di morte. Non
è vero (Giovanna Zincone, La
Repubblica, 19 settembre)
che queste morti non sono da
addebitarsi al governo e alla
legge Bossi-Fini!.
Questa legge sta avvelenando le coscienze degli italiani.
Questa legge sta dando una
mano a chi si oppone agii immigrati, questa legge sta piantando la cultura dell’egoismo
là dove stentava a mettere radici la solidarietà e la responsabilità. Questo clima conta.
Questa tragedia non è stata
evitata, come invece a Portopalo, perché il clima ha funzionato. Non tutte le tragedie
sono eguali. Quella per caso
non è uguale a quella perseguita. La lezione di Portopalo
(prigione per i pescatori-salvatori e sequestro della barca)
ha fatto scuola e ha prodotto
discepoli spaventati. Inoltre
come mai la vedetta della Finanza è arrivata subito dopo
y naufragio? Non era in vedetta la vedetta?! Ecco, il principio della sicurezza è stato
l’uccisore di 27 persone che
avevano il diritto di vivere.
Questo principio può essere
vissuto razionalmente e messo a disposizione della vita.
Può essere coniugato con
l’accoglienza.
Ma la legge Bossi-Fini è il
rifiuto deH’immigrato e il
principio di sicurezza è messo al servizio di questo scopo.
Molti italiani, girotondini e
non, non possono accettare
se non principi che aiutino a
vivere insieme, a far convivere differenze e a costruire società dialoganti. Non è possibile pensare a un «pensiero
unico» o a una razza arroccata a Ponte di Legno. Il principio della sicurezza è per me e
per tutti, e non per me contro
gli altri. Noi non siamo per
una società che esclude o include divorando e annientando. Quello che è successo
in Sicilia a Punta Rossello di
Realmente, vicino a Porto
Empedocle, ai piedi della
«scala dei turchi» non può essere dimenticato ma rimarrà
il simbolo contro una legge
razzista, il monumento della
speranza contro la disperazione delia paura, l’urlo di innocenti, aggrappati allo «scoglio degli ziti», sacrificati
sull’altare del principio della
sicurezza e dell’egoismo fatto
nazione e razza.
Alfonso Manocchio
Palermo
t La religione
nella scuola
Caro direttore, ho letto con
molto interesse l’intervento
di Lidia Goldoni su Riforma
n. 34 del 6 settembre da cui
ho tratto molti motivi di riflessione. Se ho ben inteso il
senso dell’argomentazione la
lettrice sostiene che, a fronte
della dissoluzione postmoderna del concetto di cultura
come ambito privilegiato del
sapere, la religione, nella sua
dimensione «culturale», proprio per il fatto che non accetta di relativizzare il proprio assoluto, non può avere
cittadinanza nella scuola, se
non come «reperto museale o
al massimo come elemento
folcloristico».
Concordo sull’analisi, non
sulle conclusioni. Ritengo infatti che più che «postmodernizzare» la scuola, sia necessario «laicizzarla», cioè renderla luogo in cui le differenze, lungi dall’acuirsi e dal radicalizzarsi, possano essere
argomentate e quindi avere
pari diritto di cittadinanza.
Piaccia o no, la scuola, statale
o non statale che sia, è luogo
«pubblico» per antonomasia:
è nella scuola che i ragazzi e
le ragazze hanno la prima occasione di confrontare e argomentare le proprie convin
Recentemente una breve nota di cronaca locale
^1 quotidiano di Napoli II
Mattino citava un mercatino
fiottale sito ptesso l’area dove
®ui fa sorgeva il tempio della
vfiiesa metodista wesleyana,
chiamato chiesa di Sant’Anna
■ Palazzo, dal nome del rione;
era un bell’edificio in pietra
*cura, non vastissimo ma tale da
c®ere naturale luogo d’incontro
1 tutte le comunità evangelic 0 della città, legate da un felics vincolo di fraternità, dopo gli
®tijti ttisti della guerra.
occasionale lettura del travetto mi ha fatto ticordare, con
Po di nostalgia, quella chieche dovette poi essere demoseri problemi di strutti!• Li avevo cominciato, a sei
j, .'"’ ® frequentare i culti, projt ° domenica in cui il pa^ re Mariano Moreschini venygM^'^odiato nella comunità
del .fi“®®.*-® rimasta priva
del
suo locale di culto
Qv-*'^*®®*'®rriento» del quartiere
CQ ®°'^®oro poi grandi palazzi,
h (,1^. fiuello delle poste; sicché
tato rnetodista aveva ospiattiv^'*^ uìcuni anni i culti e le
•r® valdesi, in ore diverse.
Ed eccoci alla musica: il tempio era dotato di un organo inglese, meccanico, dalle canne di
facciata bizzarramente dipinte a
fregi stilizzati su fondo verde; lo
strumento era alquanto malandato e la fonica lasciava a desiderare; esso accompagnava i
canti, eseguiti ahimè con sconfortante lentezza, delle due assemblee, ma anche i canti dei
culti interdenominazionali che
affollavano la chiesa; inoltre gli
evangelici di Napoli si raccoglievano in essa anche per concerti natalizi e pasquali, con la
folta corale interdenominazionale che contribuiva per la sua
parte a rafforzare tra le varie
chiese conoscenza e fraternità;
la musica aveva avuto un buon
apporto anche per i canti eseguiti da solisti o piccoli gruppi
di militari americani: sempre
valida la musica per cementare
consenso e amicizia.
Sono tempi ed eventi ormai
lontani nel tempo, ma ricchi di
calore ed entusiasmo; chi li ha
vissuti non li dimentica, come
non dimentica le finestre gotico-moresche, i lignei soffitti e
l’organo vecchiotto del caro
tempio scomparso.
zioni (culturali, etiche, politiche o religiose che siano)
all’interno d’uno spazio pubblico in cui vigono le regole
del confronto democratico. A
dispetto dei salotti televisivi e
degli ipermercati, la scuola è
(speriamo lo rimanga a lungo) per le giovani generazioni
l’unico spazio pubblico in cui
si costruisce la cittadinanza
democratica.
È in questo ambito che l’insegnamento «culturale» della
religione assume caratteri di
pertinenza. Se infatti, nonostante le lodevoli intenzioni
di molti cattolici, l’esito di un
insegnamento monoconfessionale è sotto gli occhi di tutti; se l’insegnamento trasversale resta, nella maggior parte
dei casi, confinato nel libro
delle buone intenzioni: se, infine, un eventuale insegnamento pluriconfessionale sarebbe la premessa di un neotribalismo deleterio, la proposta (avanzata dalla 31 Ottobre) di un insegnamento «culturale», cioè storico-fenomenologico, quindi curricolare,
del fatto religioso non è la
bacchetta magica e certo non
sarà di facile e immediata attuazione ma, a mio parere, ha
il vantaggio di porre il problema sui binari giusti: deconfessionalizzando l’insegnamento religioso, consentirebbe infatti di offrire agli studenti, credenti o non credenti
che siano, cristiani o musulmani che siano, le chiavi di
lettura storico-culturale del
fenomeno religioso nella sua
dimensione storica.
Questo significa relativizzare la religione? Ben venga!
A parte il fatto che un po’ di
relativizzazione non farebbe
male anche a molte chiese,
ma qui stiamo parlando di
insegnamento scolastico,
cioè di un ambito che, tra i
suoi compiti, non ha certo
quello di offrire risposte di
senso, orientamenti etici o
proposte di fede (compito
che afferisce invece alle comunità ecclesiali).
Uno stato, e quindi una
scuola, veramente laici sono
quelli che si preoccupano affinché, anche le religioni dialoghino nell’agorà pubblica
nel rispetto delle regole democratiche (e per dialogare
occorre conoscere e conoscersi!). Un insegnamento
culturale del fatto religioso
non è una deroga al principio
di laicità dello stato e della
scuola. La vera deroga a questo principio è piuttosto la situazione attuale in cui lo sta
li ruolo della Facoità di teologia e delle comunità
I «maestri» dei nostri pastori
GIORGIO TOURN
Nel dibattito sinodale è stata fatta menzione, anche quest’anno, della Facoltà
di teologia: più dei suoi programmi accademici che degli studenti. Il problema fondamentale è in realtà quello della formazione
preparazione, istruzione dei nostri futuri pastori. La mia opinione, espressa in un intervento, è che un giovane pastore abbia bisogno, per crescere spiritualmente e professionalmente (se si può usare questo termine
parlando del pastorato), di due figure di insegnanti: di professori che lo aiutino a pensare,
gli insegnino a riflettere sulle Scritture che
dovrà poi spiegare, e di maestri che gli insegnino a vivere il ministero. I nostri docenti,
ottimi professori, non possono essere sempre e per tutti dei maestri. Dove trovarli per i
candidati al pastorato? Questo è uno dei problemi. Il pastore Ricca ha dato una sua risposta: «I miei maestri - ha detto - sono state le
chiese di Forano e Torino, dove sono stato
pastore; mi hanno formato e mi hanno insegnato a predicare e a vivere il pastorato».
Sono convinto anch'io che sia così e questa stessa considerazione potrebbero fare
non solo molti pastori ma molti insegnanti,
perché si impara a insegnare a scuola. Avessimo avuto tempo e possibilità, mi sarei permesso di dialogare con il collega Ricca fa
cendogli notare che in realtà i suoi maestri
non sono state le chiese dove ha esercitato il
pastorato ma quelle in cui è cresciuto prima
e durante il suo soggiorno in Facoltà. Le prime gli hanno insegnato come realizzare il
ministero, hanno affinato la sua preparazione, la sua azione, ma sono quelle dell’infanzia e delFadolescenza che hanno formato la
sua fede, la sua visione stessa del pastorato;
è in questo contesto che si sono abbozzate
le linee essenziali della nostra identità di
credenti. Sono le comunità in cui siamo cresciuti che sono state per noi madri (per usare l’espressione di Calvino) e maestre.
Qui sta il nocciolo del problema; una Facoltà di teologia non può essere maestra di
pastorato ma solo accademia (in senso positivo, s’intende), luogo di dibattito, di formazione, di acquisizione di strumenti. La
profonda diversità fra gli studenti della generazione di Paolo Ricca e mia e quelle
odierne non sta nella serietà personale,
nelTimpegno, nell’intelligenza o nelle tensioni psicologiche ma nel fatto che mentre
noi abbiamo avuto delle comunità maestre
di vita, che hanno assunto il loro ruolo, molti di loro non le hanno avute. Forse occorre
rivedere il nostro schema, il nostro itinerario di formazione e prima di istruire gli studenti immergerli in una vita comunitaria
che li formi e sia loro maestra di vitai
to appalta le aule scolastiche
agli insegnanti di religione
cattolica, a cui, oltre allo stipendio, garantisce canali privilegiati che li pongano al riparo da eventuali sfiducie
episcopali. Cordiali saluti.
Luciano Zappella
Comitato direttivo
«31 Ottobre»
Oltre
la clandestinità
Al Meeting internazionale
antirazzista di Marina di Cecina (Li), organizzato dall’
Arci e promosso dalla Regione Toscana (13-20 luglio),
ho udito alcuni interventi in
materia di immigrazione
che confermano alcune mie
riflessioni. Se ci si chiede
quando nella storia dei popoli siano comparsi concetti come «xenofobia», «razzismo» e
«clandestino», si può rispondere che essi risalgono alla
costituzione e nascita degli
stati, allorché si fissarono artificialmente confini e frontiere: all’interno di esse si è
cittadini, fuori stranieri e
clandestini.
Dagli inizi degli Anni 80,
gruppi di esseri umani hanno
iniziato a spostarsi (e oggi ciò
Prodotti da boicottare
Gentile direttore, chiedo
che Riforma partecipi in modo attivo, fattivo e convinto
alla campagna di boicottaggio
dei prodotti Nestlé. Non solo
di quei prodotti targati da
quel marchio, ma anche di
tanti altri che, anche se portano un marchio diverso (Buitoni. Perugina, Motta, Alemagna...) sono stati in questi ultimi anni acquisiti dalla multinazionale svizzera. E ciò per
la politica, denunciata da
molte organizzazioni internazionali, che la Nestlé sta portando avanti con rinnovata
energia in tanti paesi, soprattutto nel Terzo Mondo, per favorire l’uso del latte in polvere
da parte delle giovani madri
verso i loro piccoli.
Infatti con una massiccia
operazione di marketing e
con altri mezzi convincenti,
oltre che con l’aiuto di operatori sanitari compiacenti, la
Nestlé costringe le giovani
mamme a dare ai piccoli, anche neonati, il latte in polvere
anziché quello dal proprio seno, privando così i piccoli di
tutte quelle sostanze presenti
nel latte materno, prime fra
tutte quelle che rafforzano le
difese immunitarie così necessarie nei primi mesi di vita.
Inoltre, in tanti paesi le condizioni igieniche non sono ottimali, per cui sciogliere il latte
in polvere in acqua non potabile può portare conseguenze
nefaste per i piccoli.
Il boicottaggio porta vantaggi anche a chi lo pratica.
Induce ad un consumo critico dei prodotti che il mercato offre; spinge a non assistere passivamente all’ingiustizia e ai soprusi che avvengono sotto i nostri occhi; insegna ad essere responsabili
delle proprie azioni e delle
proprie scelte.
Leonardo Coviello-Napoli
Notizie personali
Il Servizio istruzione e educazione della Fcei partecipa alla
gioia di Silvana Colombo Comparetti e della sua famiglia per la
nascita delle nipotine Ilaria e Marina.
Il prof. Paolo Ricca comunica il proprio nuovo indirizzo: via
Marianna Dionigi 57,00193 Roma (tei. invariato: 06-3218632).
Il past. Valdo Benecchi comunica il proprio nuovo indirizzo:
via Costanzo Laura 1,16157 Genova: tei. 010-660246.
avviene in modo più massiccio) verso l’Europa per cercare migliori condizioni di vita
per sé e per le proprie famiglie: essi rivendicano il diritto
naturale all’esistenza che nessuno stato-nazione può impedire. Su questo principio si
è fondata la lotta dei «sans papiers» in Francia nel 1996; costoro protestavano anche
contro il sistema di Schengen
con cui l’Europa controlla tuttora la libertà e i diritti degli
immigrati. La lotta dei «sans
papiers» ci ha anche insegnato, così, che aH’origine della
clandestinità c’è l’assurda
cultura della chiusura, della
non solidarietà e della criminalizzazione degli immigrati
(si veda la legge Bossi-Fini e la
questione della raccolta delle
impronte digitali degli extracomunitari).
Possiamo dire, inoltre, che
il fenomeno della clandestinità è legato 1) all’assenza di
una seria politica globale di
programmazione dei flussi
migratori da parte dell’Europa (da concertarsi con i paesi
di provenienza): 2) allo spaventoso livello di povertà
economica e di miseria democratica dei paesi di origine
degli immigrati clandestini di
cui è responsabile, sul piano
storico, anche la sciagurata
politica coloniale condotta
dalle potenze europee nei secoli scorsi; 3) al saccheggio
delle risorse e allo sfruttamento delle persone nei paesi dell’Est europeo e nel Terzo e Quarto Mondo, aggravato poi dalla globalizzazione.
Se dunque la situazione è
questa, come operare per risolvere, in tempi medio-lunghi, la questione clandestinità? Il percorso è chiaro: affrontare ed eliminare, sul
piano culturale e politico, le
cause sopra indicate che la
determinano. Ma ciò richiederà un’Europa più democratica, più solidale, più autonoma dalla politica e dalla
cultura degli Usa. Su questo
tema è opportuno che i docenti inseriscano nella programmazione scolastica, mediante unità didattiche specificamente strutturate, lavori
di ricerca sui contenuti sopra
esposti.
Vito Prudente - Pinerolo
^ Fiocco azzurro
La redazione di Riforma
partecipa alla gioia della redattrice Federica Tourn e di
suo marito Davide Dalmas
per la nascita di Giacomo.
Lltalia è uno stato laico
Con tutti i problemi della
scuola italiana, di volta in
volta evidenziati dai lucidi
ministri che si sono avvicendati nei vari governi, l’ineffabile, impassibile signora Letizia Moratti ha pensato bene
di inviare con tempestività
una circolare applicativa sul
come, dove e quando appendere il contestato crocifisso
nelle aule scolastiche.
La signora forse ha dimenticato, poveri noi, che la
scuola è laica, che lo stato
dovrebbe essere laico e che la
religione cristiana, alla quale
la nazione si ispira, comanda,
sul fondamento della Bibbia
(per la precisione nel libro
dell’Esodo, cap. 20, vers. 4,
secondo comandamento):
«Non farti nessun idolo, nessuna immagine di quello che
è in cielo, sulla terra o nell’acqua sotto la terra». La signora Letizia lo sa? O forse
pensa che l’Antico Testamento sia stato scritto per il
popolo ebraico e dunque non
riguardi i cristiani?
Didi Saccomani - Torino
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
euro 5,00
euro 10,00
euro 10,00
Regolarizzazione
dei lavoratori
immigrati
A partire dal 17 settembre, l’Associazione evangelica «John Wesley» offre un
servizio gratuito di informazione per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati, ogni martedì e giovedì, dalle 16 alle 18, alla
chiesa valdese di Brescia
(via dei Mille 4). Per informazioni tei. 338-9526381.
■ PARTECIPAZIONI ■
Gli amministratori, i redattori e i
collaboratori di Riforma partecipano al dolore del presidente del
Consiglio di amministrazione della
Edizioni protestanti s.r.l.. Avernino
Di Croce, per la morte del papà
Rocco Di Croce
di anni 84
membro della Chiesa evangelica
pentecostale di Vasto (Ch).
Torino, 21 settembre 2002
I neerolE»gi Si accettano
entro le ore d del lunedì
16
1'
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 27 SEnEMBRE20Q2
Un progetto Otto per mille nella regione del Nyengo, nell'Ovest dello Zambia
Un progetto per le donne di Silanda
Gli obiettivi sono di sviluppare attività commerciali (artigianato, produzione tessile,
giardinaggio), formare giovani ragazze e contribuire al miglioraramento delle condizioni di vita
MANFREDO PAVONI GAY
IL progetto che descriviamo
è rivolto a un gruppo di
donne che abitano in Zambia, nella regione di Nyengo,
che si trova nell’ovest del
paese. In questa regione la
Cevaa e la Chiesa unita dello
Zambia hanno sviluppato sin
dal 1992 una «azione apostolica comune». Quest’area è
una delle più disagiate del
grande paese africano. Il suolo è composto prevalentemente di sabbia e la regione è
inondata per una gran parte
dell’anno, impedendo la costruzione e l’assestamento
delle vie di comunicazione
che sono quasi del tutto inesistenti, fatta eccezione di alcuni sentieri. Queste condizioni difficili provocano la
mancanza di investimenti e
risorse per questa zona sia da
parte del governo dello Zambia, sia delle Ong (organizzazioni non governative) presenti nel paese.
Situazione sanitaria
molto precaria
Un altro grave problema
che assedia la regione è la totale mancanza di infrastrutture sanitarie ed educative,
come scuole e ospedali. In
molti casi i bambini della devono camminare per oltre 10
chilometri per raggiungere la
scuola. Gli abitanti di questa
zona sperimentano inoltre la
cronica mancanza di un’alimentazione adeguata e in alcuni mesi dell’anno sopravvivono nutrendosi esclusivamente di mango e di altri
frutti della foresta. Forse il
motivo più importante che
causa la totale dismissione di
impegno e investimenti da
parte del governo centrale e
delle Ong è che questa zona
dell’ovest dello Zambia confina con la frontiera angolana.
L’Angola, come è noto, è
stata devastata da una lunga
guerra civile e il rischio potrebbe essere che, nel caso di
investimenti massicci, le
truppe dei ribelli angolani
potrebbero sconfinare e appropriarsi delle risorse. Gli
effetti di questa situazione
dal punto di vista sanitario
sono ben visibili sulle popolazioni locali poiché molte
malattie, alcune non gravi,
potrebbero essere curate e
sono purtroppo causa di un
numero elevato di morte, a
causa di una miseria cronica.
Il progetto Cevaa
Questo intervento della
parte della Cevaa, in atto da
qualche tempo nella zona di
Nyengo, si concentra in particolare verso la popolazione
femminile, per sostenere il loro sforzo di sviluppare attività
commerciali che permettano
nel breve e nel medio termine
di migliorare le loro condizioni di vita. Un altro motivo
fondamentale che è alla base
di quest’impegno è aiutare le
giovani donne a imparare un
mestiere o un’attività così da
poter continuare a vivere nel
villaggio e di non essere obbligate a emigrare nella città
dove molte di loro rischiano
di diventare tossicodipendenti o prostitute. Fondamentale diventa allora aiutare le ragazze a svolgere un
mestiere che dia loro una
rendita e dunque aumentino
la loro indipendenza.
J^adió
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
euro 5,00
euro 10,00
euro 10,00
Zambia; il canale del Nyengo, una delle «azioni apostoliche comu
ni» sostenute dalla Cevaa
I gruppi di donne
In questa zona ci sono svariati gruppi etnici di donne
ma quelli principali, sostenuti
dalla Federazione svizzera
delle donne protestanti, sono
il Tukongote women’s club, il
Kunyma women’s club, il Mushukula naturai ressource
group e il Mishundu women's
club. Quali sono i bisogni primari di questi gruppi di donne? Sono bisogni molto semplici come quello di acquisire
competenze contabili e commerciali per gestire le loro attività, possedere un minimo
di capitale di partenza che
(foto Eugène Roy-DM)
permetta loro l’avvio delle attività ed essere sostenute in
questo processo così difficile
per la cultura del luogo di beneficiare della loro autosuificienza. Inoltre hanno bisogno
di poter usufruire delle cure
sanitarie e di un minimo di
informazione per prevenire
malattie infettive e contagiose come la malaria o l’Aids, e
infine di poter disporre di
pozzi e acqua potabile.
Il progetto Opm
della Chiesa valdese
Il progetto finanziato con i
fondi Opm è rivolto alle donne del telaggio di Silanda, si
tuato a 12 km circa da Kalabo,
e al centro di un insieme di 22
piccoli villaggi. A Silanda vive
una popolazione di 500 persone e il gruppo a cui è rivolto
il progetto sono 12 donne e
due coordinatrici. Questo
gruppo di donne da qualche
tempo si dedica al giardinaggio e alla produzione di oggetti d’artigianato e la loro attività commerciale, che potrebbe costituire un esempio
importante di microeconomia, non si è mai potuta in
realtà sviluppare, a causa della mancanza di mezzi è fondi.
La proposta che nasce da
queste donne è di comprare
macchine da cucire e materie
prime per produrre e vendere
un numero maggiore di prodotti di artigianato.
Obiettivi del progetto sono
dunque quelli di sviluppare
attività commerciali (artigianato, produzione tessile e
giardinaggio), formare giovani ragazze a queste attività
e in particolare all’utilizzo
della macchina da cucire e
più in generale contribuire al
miglioramento delle condizioni di vita del piccolo villaggio di Silandia. Il progetto
avrà una durata di tre anni
proprio per permettere alle
giovani donne di formarsi
ma anche di formare a loro
volta trasmettendo le loro
competenze ad altre giovani
donne del villaggio.
Marcia suH'Assemblea legislativa
Nigeria: vescovi protestano
contro l'estrema povertà
Iniziate le trattative per porre fine al conflitto in corso dal 1983
Sri Lanka: le chiese si mobilitano per
appoggiare i negoziati di pace con i Tamil
Nel momento in cui il governo dello Sri-Lanka ha avviato negoziati di pace storici
con i ribelli tamil, le chiese
del paese hanno m'anifestato
il loro appoggio al processo
di pace, nonostante l’opposizione dei gruppi estremisti
all’interno della maggioranza
cingalese. Rappresentanti
del governo dello Sri-Lanka e
del Ltte (Tigri di liberazione
dell’Eelam tamil), noto con il
nome di Tigri tamil, si sono
ritrovati a metà settembre
per negoziati in Tailandia.
L’obiettivo è di risolvere un
conflitto etnico che ha fatto
circa 65.000 vittime. Diversi
gruppi fondamentalisti cingalesi hanno organizzato
manifestazioni a Colombo,
capitale del paese, il 6 settembre scorso, per protestare contro la decisione del governo di togliere un interdetto che colpiva le Tigri tamil.
Queste ultime avevano posto
questa condizione per l’avvio
delle trattative.
Dal 1983 le Tigri tamil hanno portato avanti una violenta campagna al fine di ottenere la creazione di uno stato
indipendente per la minoranza tamil nello Sri Lanka,
ritenendo che i Tamil siano
dominati dalla maggioranza
buddista di espressione cingalese. La popolazione cingalese, che vive nel sud del paese, rappresenta oltre il 70%
dei 19 milioni di abitanti dello Sri Lanka. La minoranza
Tamil, che vive essenzialmente nel nord e nell’est,
rappresenta il 17% della popolazione. In una dichiarazione resa nota il 6 settembre, il Consiglio nazionale
cristiano dello Sri Lanka ha
salutato «con tutto il cuore i
negoziati di pace e il gesto
del governo di levare preliminarmente l’interdetto del Ltte». Il pastore Ebenezer Joseph, segretario generale del
Consiglio, ha dichiarato ai
giornalisti che «non basta dire che appoggiamo il processo di pace. Per quésto abbiamo intrapreso iniziative per
sensibilizzare la popolazione
al processo di pace».
Per sviluppare il sostegno
fra la popolazione, ha affermato il pastore Joseph, il
Consiglio ha fatto stampare
centinaia di manifesti sulla
pace e oltre 20.000 fascicoletti saranno distribuiti tramite
le chiese membro. Ovunque
nel paese, anche le parrocchie cattoliche hanno voluto
onorare il 6 settembre, osservando «una giornata di preghiera e di digiuno» in appoggio al processo di pace.
«La Chiesa [cattolica] sosterrà ogni provvedimento
preso dal governo per rafforzare il processo di pace», ha
sottolineato l’arcivescovo di
Colombo, Oswald Gomis, che
è anche presidente della
Conferenza episcopale dello
Sri Lanka. «Ci sarà sempre
gente che sarà contraria - ha
dichiarato l’arcivescovo -.
Dispiace che la levata dell’interdetto [riguardante le Tigri
tamil] abbia creato una controversia di una tale ampiezza e che le nostre opinioni
siano state deformate».
La Chiesa metodista, la
chiesa protestante più importante dello Sri Lanka, ha
ribadito in una dichiarazione
la sua «volontà di difendere il
processo di pace» e ha chiamato i suoi membri ad adottare «misure concrete per
promuovere la comprensione e l’armonia tra i popoli».
Secondo la Chiesa metodista, la decisione del governo
di levare l’interdetto nei confronti delle Tigri tamil costituisce «un atto di coraggio».
Essa si è inoltre congratulata
con i norvegesi per aver fatto
da mediatori nel processo di
pace in corso. La mediazione
norvegese ha portato alla firma, nel febbraio scorso, del
primo accordo ufficiale di
cessate il fuoco tra il governo
dello Sri Lanka e le Tigri tamil dall’inizio del conflitto
nel 1983. (eni)
Otto vescovi nigeriani hanno manifestato davanti alla
Assemblea legislativa dello
stato di Anambra, nel sud-est
della Nigeria, per protestare
contro la politica governativa, responsabile secondo loro dell’estrema povertà della
popolazione. I vescovi hanno
denunciato quello che essi
chiamano «la situazione molto preoccupante che sta imperversando nel paese», preoccupandosi per le privazioni
che deve subire la popolazione della Nigeria.
Ricevuti dal presidente
deH'Assembleà
Gli otto vescovi hanno incontrato membri dell’Assemblea legislativa e sono stati
ricevuti da Barth Onogbolu,
presidente dell’Assemblea,
che ha in seguito dichiarato
che i membri dell’Assemblea
avevano ascoltato con attenzione le loro rivendicazioni. L’arcivescovo anglicano
Maxwell Anikwenwa, a capo
del movimento di protesta
del 10 settembre, ha dichiarato che i dirigenti politici della
Nigeria avevano trascurato gli
interessi della popolazione e
ha accusato i dirigenti di
«chiudere gli occhi e le orecchie alle sofferenze del popolo, andando contro i comandamenti che Dio ci ha dato».
il clima sociale ed economico
si deteriora», ha dichiarato ai
giornalisti l’arcivescovo Anikwenwa, dopo la marcia sulla
Assemblea.
70% della popolazione
sotto la soglia di povertà
Secondo il recente Rapporto nazionale sullo sviluppo
umano, il 70% dei nigeriani
vive al di sotto della soglia di
povertà. In questo stesso rapporto viene precisato che tale
cifra, che era del 48,5% nel
1998, aveva dovuto essere rivista al rialzo. «La minaccia
che pesa sulla gente è sempre
più grande, ne va semplicemente della loro sopravvivenza - osserva il rapporto
oltre all’acqua, è il cibo che
permette in primo luogo di
sopravvivere. La miseria e la
povertà monetaria sono state
aggravate». «Vediamo migliaia di persone trasformarsi
in mendicanti man mano che
Crollo dei servizi pubblici
«Giorno dopo giorno assistiamo al crollo delle istituzioni pubbliche nel paese.
Funzionari, insegnanti e lavoratori aspettano da mesi
il loro stipendio, cosicchéscoppiano scioperi quasi
ovunque nel settore pubbli- j
co. Il sistema educativo è ridotto a nulla mentre gli ospedali e la giustizia non riempiono più la loro funzione. La
sicurezza è ancora una volta
un grave problema mentre gli
atti di violenza si stanno moltiplicando. La popolazione
affronta prove terribili perché è interamente spogliata a
livello sociale», ha lamentato
l’arcivescovo.
L’arcivescovo cattolico romano Albert Obiefuna, anch’
egli fra i vescovi protestatari;
ha dichiarato che il gruppo
aveva marciato sull’Assemblea per sapere quello che
stavano facendo i legislatori
di fronte a questa situazioné;
«Crediamo che in quanto eletti del popolo, spetti loro fa- ^
re qualcosa per salvare questa J
gente che sta morendo», ha
detto. Eppure, secondo un
rappresentante ufficiale del
governo nigeriano, molte cose
sono migliorate in Nigeria in
questi ultimi anni. «Abbiamo
fatto un bel po’ di strada rispetto alla situazione deplorevole nella quale eravamo pri- ‘ j
ma del ritorno della democtazia [nel 1991] - ha sostenuto i
Jerry Gana, ministro dell’informazione della NigeriaNon ci sono più lunghe code •
Í
l
et"
feru\
(fPIEIW
alle stazioni di servizio, la si
tuazione si è normalizzata.
Abbiamo ricostruito strade,
ripristinato i servizi sanità^,
salvato la scuola, prodotto più
elettricità, rilanciato la produ-.
zione, riorientato la funzione
pubblica e rialzato il prestigio
della Nigeria all’estero». «Cer- to - ha ammesso - rimane ancora molto da fare». (eni)
World Association for Christian Communication (WACC)
Positions Available in Communication NGO
The World Association for Christian
Communication (WACC), an ecumenical
charity with corporate and personal members in over 100 countries, supports communication development projects and advocacy in the field of communication rights
on a global basis. WACC maintains a global
office in London, with a staff of 21, from
which activities are supported in over 80
countries. WACC currently has openings in
four areas of its work;
Project Assistant-Regional Development, reporting to a team of Regional
Coordinators, is responsible for writing
and translating project summaries, administering grants, corresponding with applicants and project holders, and monitoring
project implementation, contracts, and reports. Position requires fluency in English
and above average ability in written and
oral Spanish. Starting salary is £16,360 annually. Available immediately.
sponsible for coordinating the activity of
Communication Rights in the Information'
Society campaign, for which WACC acts as
secretariat. This position will act as a local^
point for information sharing and develop-'
ment of resources in the field of communication advocacy. Salary is £28,250 annually^.
Available imihediately.
Director of Regional Development an4;
WACC Evaluation,
reporting to the General Secretary, is
. sponsible for coordinating the work of the
Regional Development Sector (3 Regional
Coordinators, 2 Project Assistants) and the
work of the Membership and Training
Se-<
Funding Development Consultants (2
part-time positions), reporting to the Director for Services, will be responsible for deve- __^____^______ , .
loping new funding relationships with go- individuals. Starting salary is £38,060 . i
vernnient and foundations so as to broaden nually. Deadline for applications is Octo^^,
cretary on a 50% basis. The other half
the work is to serve as the Evaluation dir^"j ^
tor for all of the work undertaken i
WACC, especially by ensuring that 1
tion is included in every activity from th^ ^
planning process through to completio^
in order to identify outcomes and potenOBi
for follow-through in all WACC progt®'^ <
mes. AbUity in a second language, such w .
French or Spanish, Is desired. This
ty may be split 50/50 for uniquely qualihw
the financial base of support for WACC’s
project and programme work. It is envisaged that one half-time position will be located in WACC’s London office, with the second position being located in the United
States, Starting salary is £28,250 annually.
Each position would be paid at one-half of
that amount. Available immediately.
WACC Advocacy Coordinator (up to 15month contract position), reporting to the
Director, Global Studies Programme, is re
nually. Deadline for applications!
31st, 2002, with a view to a January
start date.
For more information about WACC. pi®
se visit our website at www.wacc.org.uk
To apply for any of these positions,
submit an application letter with curric
lum vitae to:
PA to the General Secretary - World elation - for Christian Communication * «
Kennington Lane - London SEll 5QY
^and. Or, by e-mail to: mlr@wacc.oi^.'
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