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Torre PeUlce, 7 Aprile 1944-XXIl
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Nulla sta più forte della vostra fede! -. _
(Glanavello) ilTTIHAHftll OiLL«
ABBONAMENTO
Italia e Impero Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero....................» » 30—^ » » 15.
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Cent. 40
CHISSÀ VALDSSS
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Olr«ller«i Pfef. Ome COSTABIL
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE: '.ièi'.n '
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELUCB
(iicolaiE della [aaujitliae listrutiale
al lenliil ielle Ulese del 1° Distretta
Cari fratelli,
In quesfcKra partìcolcarmente dolorrosa
per le nostre parrocchie, Vi giunga, diletti fratelli nel Signore, il lieto messaggio pasquale che Cristo vince, che la
luce trionfa sulle tenebre, la vita sulla
morte.
Anche in mezzo alle lacrime e alle
sofferenze, che con molte ardenti preghiere 'avrerrvmo voluto evitare, la risurrezione dJi Cristo ci dimostra che le
prove porteranno ì loro frutti quando
vengono accettate con uno sonito dii sot,tomissione criàtiiana, con lo spirito con
cui Cristo accettò la sua croce.
A tutti voi, e particolarmiente a quelli
che in modo speciale sono stati provati.
esprìmiamo il nostro fraterno, affettuoso
saluto.
La Commissioinje Distrettuale:
Nishet Roberto
Bertolè Leopoldo
Berlin Gustavo. ^
Una delegazione di Pastori e laici
delle Valli ha avuto l’onore di essere
ricevuta in udienza dai Capo della
Provincia, Dr. Zerbino, che l’ha intrattenuta in cordiale colloquio, ricordando, fra l’altro, l’eroica figura dei generale Martinat.
La Chiesa Valdese ha apprezzato
in tutto il loro valore le parole del
Capo della Provincia, grata di poter
svolgere indisturbata la propria missione spirituale.
« Come Iddio ha risuscitato il Signor Gesù, così . risusciterà anche
noi ». I Ep. Cor. 6: 14.
Nel libro del profeta Osea lediamo
questa bella parola rivolta da Dio ai
suo. figli; Io vi redimerò dalla morte.
Questa promessa si è oomipiuta pei credend nel giorno glorioso di Pasqua,
quando G-esù, il Santo di Dio e Salvatore dell’umanità, è uscito vittorioso dal
sepolcro; infatti, secondo le parole del1 Apostolo; Come Iddio ha risuscitato il
Signor Gesù, così risusciterà a/nche- noi.
11 giorno di Pasqua segna adunque
il trionfo della vita per tutti i figli di
Dio che sono oggetto della sua grazia;
essi non sono più preda della morte;
per essi, nel nome e per l’opera di Gesù,
si afferma vittoriosa la vita, mediante la
loro personale risurrezione.
Il Simbolo apostolico dicie; Credo nella
risurrezione dei corpi. Noi comprendiamo questa iaffermazione interpretandola
alla luce deirinsegnamento biblico e
specialmente del cap. XV della I Epistola ai Coirinzi in cui S. Paolo ne tratta
ampiamente. Non è il nostro corpo materiale che risorge, ma un corpo spirituale, un organismo di cui ignoriamo la
natura ma per miezzo della quale l’anima può esplicare la sua attività. Nel
momento della sua risurrezione, il figlio
di Dio risorge dunque completo, l’anima col corpo fornitole -da Dio-, risorge
come Gesù è risorto, poiché Egli è primizia dei risuscitati.
Tale l’esplicita affermazione della Sacra Scrittura. Di più essa non ci dice e
ncM ignoriamo sia il tempo sia il modo
della nostra risuirrezione; per quanto
queste cose c’interesserebbero immensamente e vorremmo tanto conoscerle,
dalla Sacra Scrittura non possiamo sapere di più. Forse sono cose che non
potremmo comprendere nella nostra attuale condizione (come potrebbe la crisalide. comprendere la vita della farfalla?). Forse Iddio sa che non sarebbe
bene ed utile per noi conoscere tutte
quoite cose.
Dobbiamo imparare ogni giorno più
ad aspettane in silenzio e con fiducia;
ora vediamo come in uno specchio, in
modo oscuro, ma allora vedremo faccia
a faceta (I Cor. 13; 12). Verrà, grazie a
Dio, il giorno in cui conosceremo appieno e le cose che viadremo allora sa>«Btno infinitamente più grandi e belle
di quanto potremmo ora immaginare.
* * *
Pur tacendo su tante cose, la Sacra
Scrittura ci permette però di avere delle
intuizioni di quello che è la vita -dei risuscitati e il testo che meditiamo oggi
ci aiuta in questo senso. Esso ci dice che
vi è una utretta analogia fra la risurrezione di Gesù e quella dei credenti;
come il Signor Gesù è risuscitato cosi
risusciterenv). Quando dunque rileggiamo il racconto di quel che Gesù fece e
disse nel giorno di Pasqua e nei giorni
seguenti fino all’Ascensione, noi troviamo alcuni raggi di luce che illiuninano
lo stato dei risuscitati.
I. Quando Giovanni nel suo Evangelo
ci dice che, prima di uscire dlal. sepolcro, Gesù piegò con cura e ripose da
un lato il sudario che aveva coperto il
suo capo (20; 7), la sua osservazione ci
lascia comprendere che i risuscitati conservano tutte le buone attitudini, tutti
i frutti -deireducazione che han ricevuti nella vita terrena, sia in -seno alla famiglia sia nella scuola sia nel contatto
coi loro simili. Nell’atto di ordine compiuto da Gesù v’-era infatti un’eco delle
esoritazioni e degli amma-estramenti che
sua nàadre aveva -dato al fanciullo, insegnandogli ad aver cura dei pochi capi di
vestiario e di biancheria che esistevano
nella loro casa di Nazaret.
Questo pensiero contiene un incoraggiamento per tutti gli educatori; ogni lezione di ordine, di disciplina che essi
danno, ogni consiglio per mettere la vita
dei fanciulli in armonia con le leggi che
regolano la. vita del mondo, non han solo
là durata dei 10 o 30 o 60 anni della
vita terrena, ma portano i loro flutti
nella risurrrezione. Ed ogni sforzo che
compiamo per temprare, per arricchire
il nostro carattere, per rendere più ricca
e più piacevole la nostra personalità
porta in sé un suggello di leternità.
Poiché la vita futura, per quanto molto diversa dalla presente, ne è però il
seguito e il completamento; ogni seme
buono gettato in questa vita avrà il suo
pieno sviluppo in quella futura.
II. Un altro epdsodio, successo il giorno stesso di P£®qua, ci rivela qualcosa
di più circa la vita dei risuscitati, quello
del colloquio di Gesù coi due discepoli
di Emmaus. Ci è detto allora che Gesù
spiegò ai discepoli tutte le cose che; ib
concerneranno nelle Scritture', « cominciando da Mosè e dai profeti ». Tutte
quelle cose egli le aveva imparate miediante gl’insegnamenti ricevuti in casa
e niella scuola di Nazaret e mediante le
lunghe personali meditazioni illuminate
dallo Spirito di Dio. Gesù, nella sua nuova condizione, rkoridiava adunque quello che aveva im{>arato durante la sua
vita terrena e non abbiamo noi il diritto di concludere, sulla base del nostro
testo, che, poiché i credenti risuscitano
come Gesù, essi pure conservano il ¡ricordo di quello che hanno imparato di
bello e di utile nella vita?
Molte cose cadranno nella risurrezione bruciate dalla santità di Dio, m.olte
conoscenze che riguardiano solo lo stato
terreno, transitorio della nostra vita diverranno inutili e perciò si perderanno.
Ma le lezioni profonde della vita, le
esperienze e i frutti delle medita^oni
spirituali non possono perdersi, ma hanno una durata eterna, fan patte di quei
« tesOTi » che, secondo Tespressione di
Gesù, dobbiamo farci nei cieli onde go
t<depie rm giorno nella pienezza della nostra vita.
ni. Ed ecco infine un terzo episodio
successo nello stesso giorno di Pasqua.
Quella sera i -discepoli e le pie donne
sono riuniti assieme quando ad xm trattò il Risorto si presenta in mezzo a loro
sdicendo: Pace a voi !
Quella parola non rappresenta solo
un augurio, ma esprime anche lo stelo
in cui Gesù si trova: finalmente egii é
;:giunto alla pace completa inialterabdle,
dopo tante lotte e tante angoscie. Solo
tre giorni prima egli agonizzava nel Get’semape e lo circondava la folla con urla
'di odio e sulla -croce lo assalivano lo
sgomento e il seniso della solitudine. Ora
, v’è pace completa per lui, dopo tante
tempeste e questo stato non cambi-erà
mai più.
^, Tale sarà lo stato dei credenti risuscitati dopo le lotte deffa vite, le angosce, le malattie, la morte. « Non d. sa'ran più cordoglio né grido nè dolore»
(Apoc. 21: 4). Allo(ra Iddio esaudirà in
modo definitivo e compl eto la preghiera
che rivolgiamo ogni igiomo: Libe^ ^
rotai) dal male, liberaci da tutto quello
che ci turba, ci umilia, ci tiranneggia, ci
angoscia-, -ci tiien loniteni da Dio. Liberaci dalle nostre cattìve t-endienzé, dalla
forza deUé suggestioni impure, dall© catane del inale. Liberaci Signore...
Oli come questi peotiisieil ci riempiono
di esultanza e di ri-conoscenza! Noi non
camminiamo verso il buio e 'lai notte, ma
verso l’alba radiosa di un 'giorno in cui
la pace completa regnerà per sempre in
noi -e attorno a noi. E come questo pensiero dieve incoraggiarci ad appartenere
sem,pre -più al nostro Dio, ad interessarci sempre più alle cose spirituali, a
vivere sempre più la vita cristiana, ricordandoci che di tutto il bene che Tanima nostra acquista quaggiù, nuUla si perde, ma tutto è destìna-to ad arricchire la
nosfra vita definitiva ed eterna 1
Davide BosU).,
IL PIANTO DI PIETRO
L’alba s’ainnunziava livida e fredda.
Nel cortile del Sommo Sacerdote, ji servi, acoeso il braciere, -vi tendevano le
membra irrigidite. I più volgevano verso Simone sguardi iro-nici, indagatori e
questi, in atteggiamento sdiegnosq, asseriva per la seconda volte di non conoscere il Cristo.
— « Se t’ho visto neü’ioirto fra i suoi
discepoli allordiè recidesti rorecchio a
Maleo », insistè un servo, parente di questuMimo. Ma Pietro, giurando ed imprecando affermava di nuovo di non sapere
chi fosse qu-eM’Uomo (Gesù).
In quel medesimo istante, lo sguardo
del Maestro, che colà passava, si posò
su di lui; sguardo di rimproveiro, di dolore, di pietà, dl’ambre. Mesti, sublimi
sentimenti d’im cuore divino, -che insieme vibrarono, quale angelico accordo e
scesero neil’ìntimo di queU’anima debole e codarda per scuoterla, sconvolgerla
fin nelle più nascoste sue fibre. Al tempo stesso il gallo cantò all’aurora nascente.
Fu l’ultima fatele goccia che fece traboccare il travagliato cuore di Simone,
il quale, uscito nella via pianse amaram-ente.
Rimorso,-stordimento, angoscia, piombarono di colpo su lui e gli parve, di
muoversi in un abisso tenebroso e slenza
scampo. Il suo pecioato gli si parò dinanzi con quel crescendo terribile mostruoso in cui si svolse;
— « Non so qriel che tu dica », aveva
risposto alla fantesca curiosa di sapere
s’Egli era discepolo del Profeta testé
arrestato.
— « Non conosco quell’Uomo », aveva asserito per la seconda volta, aggiungendo -alla menzogna, disprezzo per
Colui, che soltanto pochi giorni prima
aveva proclamato essere il Figliolo delr Iddio vivente. E giuramenti infine, imprecazioni, erano usciti dalla sua bocca
per avvalorare la mentitrice affermazione di non sapere chi fosse il Cristo, il
Signore. Povero Pietro ! in quel mo
Settimana di Rinunzia
3« LISTA
Pinerolo
Torino (3<> vere.)
Serre (3® vers.)
Rorà (20 vere.)
Bobbio *
Pomaretto (3° vera.)
Aosta (20 v«"s.)
San Germano
Pramollo
Bergamo (2o vera.)
Angrogna Cap. (3° vers.)
L. 12001,» 6000,» 250,
» 100,'» 6000,» 63,
» 35,
» 6000,» 3000,» 12650,» 500,
mento fuggirono lungi da te tutti gl’insegriamenti del Maestro, dim^^Tìtiensti il
suo Amore, la sua predilezione per te e
di null’altro memore se non -del tuo piccolo essere, cercasti di salvaguardajio
dallo schieirno d’una accozzaglia: di meschini cianciatori.
E che fu di te nedla prima ora <fiie seguì quell’alba tristissiima?... Mi j>ar di
vederti vagare sconsolato, senza mète nè
pace, per le vie di Gerusalemme, quasi
ancora deserte, col, singhiozzo che ti faceva nodo alla gola e t’opprimeva il
cuore. Riandare col pensiero ai tre »rmi
di vite luminosa, fecon-da di bene, di
gioiie purissime a fianco del Maestro,
unito a Lui da un amor© che si faceva
sempre più intimo, intenso. E tua
mente bailenare il ricordo di quegli ultimi, ineffabili istanti, trascorsi vicino a
Lui, durante i quali Gli giurasti d’esSOTe pronto a sacrificarGli la tua stessa
vita. E rammenti il Suo ammonimento
(ahi quanto giusto!), l’ultima Cena, la
sublime ©d umile lavanda dei piedi, la
Sua preghiera nell’orto © il tuo sonno
inconsulto, l’iarresto, rabbandono vile e
I>oi, e poi... Oh tortura d’im cuore al
pensiero del fallo e del giuxiìzìo che su
te aveva dovuto emettere il Salvatore.
E che dire allorché tì. fu note la Sua
morte? Certo, credesti allora che anche
il Cielo stesse per crollar©. Gesù morto... ! Ma ciò significava non più vederlo, non più udirlo, non aver più la possibilità di gettarsi ai Suoi .piedi per gridargli: « pietà, perdono ! ». Ah è più di
quanto un amico, un discej>olo, che dico,
un uc^o, possa sopportare ! E questo
tuo rimorso- cocente, lancinante ti torturo tutta la lunga notte che seguì la
mòrte idi Gesù, e il Saibàto di poi, ed
altra notte ancora e furono le tue, ore
di Imebre e dolore e angoscia e pianto.
Simone, Simone, sarà eterno il tuo
strazio? ...Consolati, le tu© lagrime sono
lavacro, ed ecco, irroinano semi di vite
nuova.
» « «
Più peccatori assai di Pietro, quante
volte anche noi è, forse per più futili
motivi, non abbiamo rinnegato il Salvatore? Mancanza d’amore, ipocrisia,
superbia, impurità, rispetti umani, si
sono sulssegulti, accumulati uno dopo
Taltro, senza un solo rimorso da parte
nostra, senza che una sola lagrima di
pentimento ci sgorgasse dal cuore. Se
grande fu il peccato di Pietro, immenso ne fu il dolore. Ma il nostro, il nostro
dolore, com’è egli mai? Ci crediamo
troppo giusti per piangere sui nostri
peccati, che non sempre rioonosedamo o
siamo troppo frivoli per dare ad
importanza. Ma sia in un cago che ndl’altro, diamo prova di non amare il Salvatore, di non averlo mai awiciiiato ab-
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La jSeuola Domenicale
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àqua pòrtava a Dió^iM^«^®iWMné ‘pre
Ite
ziose di i:u^;iaday^ch’e8àno p&mto dfun
V
-'cuoire pentita lin qxieLla, alcuine donne
toniiarono conrenidQ dai dieoepoilii per
. annunziard'die Qesù nón'em più nel
sepolcro. Piairve a Simone eh© mna tene, bra xxmundaBse a squareiairsi. ’
- Gon, Giovanna cckcs© nell’orto d’Aiimatea* © il suo cuore ondieggiava fra iil
buio della monte e una vaga siperanza
coilare di cielo. La tomba era vuota. Che
pensaré.,.? Che faire...f;.
Cora^io Pietro, Gesù vide il tuo <iolore,.e se a te non fu più possibile gettarti ad piedi dlel Maestro, ilgli viene a
te, col ouoire vibrante dei più affettuosi,
generosi sentimenti, simili a quelli che
solo una madre ipuó racchiuderne nel suo
seno. Ma dove e come rincontrerai?
Nulla c’è detto, ma una volta di più
non possiamo die aimmirar© l’estrema
delicatezza e la subMmie comprensione
del Ciisito pendonataré. Non acerbi rimproveri, non foga di parole, non perdono clamoroso. Un velo di silenzio è steso
sul suo colloquio col discepolo infeidiele.
Sta infatti saritto: « Il Signore è veramente risuscitato .ed è apparso a Si'
mone » (Luca 24: 34).
Quanto è grande il Tuo cuore, o Salvatore ! E noi possiamo appena immaginarilo quel tuo incontro con Pietro, nè
vi potrebbe essere Hnguaggio umano
atto a desoriverlo. Solo brevi, tronche
pairole ne possono scolpire le fasi ©streme, che furono, pel ituo Apostolo:
Morte - Itesurrezione
Annientamento in Te, Signore
Fusione d’Amore in un rapim«ito divino.
« « «
OH se potessimo anche noi piangere
come pianse Pietro, sentire nel cuore
tutta Tangoscia del nostro ipeocato, invocare supplici da Dio, pietà, perdono;
forse anche a noi sarebbe concesso di
vedere il Cristo e, come Pietro, potremmo risuscitare da monte a vita, come
Pietro essere rapiti dall’Amore santo di
Dio e, da minime creature, quali siamo,
diventare Apostoli di Fede, Arsoli di
Carità, Fratelli di Gesù, veri Fi^ delriddio vivente. ' J. Corion.
lilli pir hall li I» htnaM Ul»ie
Il pastore emerito Bartolomeo Soulirar, che
da dieci armi ha esercitato ccai tanto amore e
competenza l’ufficio di direttore dell'Asilo per
Vecchi di San Germano Chisane, sentendo
diminuir^ le proprie forze, a causa dell’età,
ha rassegnato le sue dimissioiii, a datare dal
corrente aprile.
La Cammissione degli I.O.V., dolente che
venga a mancarle una tanto fattiva collaborazione, esprime al signor Soulier la più viva
riconoscenza, a nome deirAmministrazione,
come a nome dei ricoverati, per la sua fedele
e benefica attività.
La Commissione coglie quest’occasione per
portare a conoscenza del pubblico valdese
che col mese di aprile 1944 le domande di
ammissione all’Asilo per Vecchi di S. Germano, come tutta la corrispondenza inerente
alFamministrazione del detto istituto, va indirizzata impersonalmente cosi:
Amministrazione Istituti Ospitalieri Valdesi
Via Angrogna, 12 - TORRE PSLLICE (Torino).
Questo nostro Asilo è colpito anche da una
crisi interna, in quanto la sua vailorosa direttrice, Suor Margherita Joiirdan, giare ammalata da ben due mesi. Essa si sta tuttavia
incanuninando verso la guarigione ed abbiamo ragione di sperare che dopo lai periodo
di convalescenza essa potrà riprendere in
mano con l’usata energia le redini dell’Istituto. Glielo auguriamo vivamente.
La numerosa famiglia dei ricoverati risente, come tutti, le attuali difficoltà per l’alimentazione. Alcuni sopportano con pazienza
le inevitabili restrizioni, rloonoscontl ancora
di avere almeno una minestra ed un letto.
Altri mormorano e si lamentano e ciò è...
umano ! Si pensi che molti hanno conosciuto tempi migliori ed ora son vecchi, deboli,
poveri e dipendenti dalla grazia e benevolent altrui; si pensi che per molti im piccolo ccaiforto dello stomaco è un regalo, è una
gioia (quasi come per i fanciulli...); si pensi
che, a malgrado di tutto ciò, molti non valgono meno _ nell’animo e quantunque il loro
uomo esterno si disfaccia, pure U loro uomo
interno si riraiova di giorno In giorno.
Il presidente della C.I.O.V.:
ARNALDO COMBA.
Segnalazioni
LA PREDICA DELL’ORTOLANA*: un quadretto dal vero che la signora Alessandrina
Rostagno Trirtchera ha tratt^glato con grande semplicità e freschezza. Quante volte le
cose che cl circcnidano hanno un linguaggio
che non vogliamo o non sappiamo Intendere.
L’autrice di questa predica, che non è poi veramente una predica, secondo 1 precetti dell’oratoria aacfA, ma una persuasiva conversazione, d aiuterà a comprendere meglio.
(*) In vendita alla Claudiana.
ìezione - 9 aprile'.
GESÙ’ DAVANTI A FILATO
’Lettura:! Matteo 27: 1-31 - Imparare: vers.
24-31 - Versetto centr.: vera. 24.
Passiamo rapidamente in rassegna 1 punti
importanti di questa lezione.
Giuda. Subito dopo ii suo misfatto, preso
.dal rimorso, si pente e vuole ripararlo. Troppo tardi 1 I sacerdoti lo accolgono con disprezzo. Giuda disperato si uccide. Egli si fa
giustizia xia sè, invece di rimettersi al Giudice misericordioso, al Salvatore che perdonerà il rinnegamento di Pietro, e sulla croce pregherà: « Padre, perdona loro... ».
Gesù. Condotto davanti a Pilato, Gesù risponde chiaramente ad una sola domanda:
, « Sei tu il re dei Giudei »? — « Sì, lo sono ».
Dopo avere così stabilito inconcutibilmente
che egli muore come U Re.messianico, Gesù
ñon risponde più nulla. Egli sa che i piani
di Dio si compiono: « Padre, sia fatta la tua
volontà ».
Barabba. PUato, meravigliato dal silenzio
di Gesù, e intuendo in lui un innocente, vuol
salvarlo, liberandolo per una amnistia pasquale. Ma i Giudei preferiscono l’omicida
Barabba. Gesù muore al posto di Barabba,
Barabba è liberato dalla morte di Gesù. Barabba è il rappresentante di tutti noi...
La moglie di Pilato. Mentre i Giudei chiedono Barabba in cambio di Gesù, la moglie
di Pilato, una pagana ignara, ha dei presentimenti, e- intercede per lui. Nella sua persona, U mondo pagano si affaccia sulla soglia
della settimana santa, con la sua attesa di un
Salvatore, che sarà per esso.
'Pilato. E' facile e giusto condannare la debolezza di Pilato, che rivestito della autorità suprema, abbandona un innocente ai suoi
nemici, soltanto per evitare complicazioni per
la sua carriera (Giov. 19: 12). Ma l’interesse
deU’Evangelo di Matteo è rivolto ad altri
pensierL PUato, lavandosi le mani, stabilisce
chiaramente che la responsabilità del re messianico appartiene tutta al popolo eletto. E
il popolo, nella persona dei suoi capi, accetta
questa responsabilità. Gesù « è venuto tra i
suoi », ed i suoi « non l’hanno ricevuto » (Giovanni 1: 11). Quante volte i crisitani stessi,
per amore delle loro tradizioni, hanno nuovamente crocifisso Gesù?
I soldati. Nella loro ignoranza insultano la
dignità messianica di Gesù, traducendola in
una Ignobile commedia. Gli uomini rozzi e peccatori-sono incapaci di comprendere la regalità spirituale di Cristo. Ricordiamo, come
commento di questa scena, Isaia 53.
Sedicesima lezione - 15 aprile.
CROCIFISSIONE DI GESÙ’
Lettura: Matteo 27: 32-56 e paralleli - Imparare: vers. 33-37; 45-50 - Versetto centrEile: vera. 50.
Per questa lezione è necessario completa.re il racconto di Matteo con i racconti paralleli degli iiltri Evangeli.
Il Cireneo. Mentre il triste corteo si avvia al Golgota, uno sconosciuto è requisito
per portare la croce di Gesù. Beati coloro che
aiutano il Salvatore a portare la sua croce,
partecipando così alle sofferenze di Cristo
(Co. 1:1 24; FU. 3: 10).
La crocifissione. Sulla collina deUe esecuzioni sono erette tre croci: su di esse sono inchiodati Gesù e due malfattori. La sua solidarietà con l’umanità peccatrice appare vividamente nella persona dei compagni che
condividono la sua morte.
Le parole di Gesù. Raccogliamole con profonda riconoscenza:
lo Padre, perdona loro (Luca 23: . 34). Gesù
' ama i suoi nemici (Matt. 5: 44) fino aU’ultimo. Egli intercede fino ad oggi per coloro
che lo negano. La sua preghiera rimarrà
inesaudita?
2° Oggi sarai meco in paradiso (Luca 23:
43). La preghiera di Gesù ha subito un prin-'
, cipió di esaudimento, nella persona di uno
dei ladroni che « si beffavano di lui », ponendosi stoltamente dalla parte dei sucri, e dei
loro carnefici, invece di riconoscere in lui il
.loro Salvatore. Ma gli occhi di uno di loro
si aprono ancora in tempo per ricevere l’assicurarione della salvezza. Incontro solenne"
della ultima ora !
3° Donna, ecco tuo figlio - Ecco tua madre
(Giov. 19: 26-27). Gesù affida sua madre al
suo discepolo prediletto: i due esseri più
cari che Gesù lascia sulla terra saranno da
ora innanzi inseparabilmente uniti nella sua
memoria e nel suo spirito. Cosi egli affida la
sua Chiesa all’apostolato dei suoi discepoli...
40 Ho sete (Giov. 19: 28). Gesù soffre tutta
la gamma delle sofferenze fìsiche, fino alla
grande arsura della febbre dei crocifissi. E’
pieno giorno, il sole dardeggia implacabile.
Un soldato sconosciuto ha pietà di lui.
50 Eloi, Eloi,. lamma sabactani? (Matteo
27: 46). Nel mcimento della più completa e
profonda solidarietà con l’umanità peccatrice, Gesù chiede al Salmo 22, uno dei più accorati salmi penitenziali di Israele, l’espressione della sua angoscia profonda. Ma Dio
non è mai stato più vicino a lui che in quell’atiimo supremo.
60-70 Tutto è compiuto (Giov. 19: 20). Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito
(Luca 23: 46). La vittoria di Gesù non comincia soltanto la mattina di Pasqua. Prima ancora di rendere lo spirito egli sa che
la redenzione del mondo è compiuta. La pace
scende sul Calvario. E mentre la moltitudine si ritira, un pagano esprime la prima professione di fede: « Quest’uomo era un giusto... » (Luta 23 : 47). .
PRO PASTORI EMERITI
In memoria del cappellano A. Rostain;
Adelina Ribet ' L. 100,—
Enrico e Rita Paaquet-Ribet » 100,—
Cronaca Valdese
ANGROGNA (Serre) , ^
Venerdì 24 marzo abbiamo’ accompagnato
alla loro ultima dimora terrena le spoglie
mortali del bambino Gianni Sarù di Bartolomeo e Giulia Simond, deceduto a Castagnarè
all’età di 10 mesi. Sui genitori così provati da
questo secondo lutto Invochiamo le consolazioni del Signore.
— Domenica 2 aprile, nel nostro Tempio
del Serre, venivano ammessi quali membri di
chiesa i seguenti catecumeni: Agli .Olga (Bagnau), Arnoul Aldo (Bertots), Arhoul Lea
(Buonanotte), Besson Liliana (Rùadaval), Buffa Edvy .(Pradeltorno), Buffa Livia (Odins),
Chiavia VaMo (Odins), Frasohia Alma (Martinaxl), Jourdan Nelly (Bertots), Malan Alberto (Eiretta), Malan Enrichetta (Eiretta),
Malan Maria (Cas), Rivoira Elvina . (Eygardoo), Riivoira Silvio (Grangia), Rivoira Valdo
(Ciampas), Roman Giulio (Serre Malan), Roman Luigi (Saret).
Il Signore che essi hanno promesso di amare e di ser'vire con fedeltà li benedica e li
fortifichi con la Sua grazia onde essi siano
dei membri viventi e ferventi della Sua
Chiesa, e. a.
BOBBIO PELLICE
Varie famiglie sono state ultimamente provate dal lutto e sono: le famiglie di Paolo
Geymonat (Capoluogo), deceduto in età di 18
anni; di Erminia Rostagnol (Eissart); spentasi
in età di 75 anni; di Maria Garnier (Serre),
di 60 anni; di Maddalena Navache (Pidone),
di 80 anni; di Paolo Michelin (Ciastel), di 57
anni; di Anna Bonjour, deceduta a Torre Pellice, in età di 43 anni,
A tutte queste famiglie Tespressione della
nostra simpatia cristiana.
— Emilio Bertinat e Germana Negrin si
sono uniti in matrimonio il 19 marzo. Àuguri
cristiani. r.
CUNEO
Nell’ancora buona età di 66 anni, Diq ha
richiamato a Sè il nostro fratello Francesco
Terzolo, insegnante nelle scuole elementari
della città e membro di chiesa attivo e zelante nell’Opera del S’gnore, Insegnava da
35 anni ed è caduto sulla breccia, dopo breve
malattia. *
I suoi funerali, presieduti dal Pastore di Pinerolo assistito dal Fratello sig. Germano, di
Dronero, riuscirono una magnifica testimonianza di! stima e di affetto. Anche la Chiesa invoca sulla famiglia in lutto le divine
consolazioni.
«Fiori» in meni., per la Tavola Valdese;
la famiglia, -L. 500.
PINEROLO
Il 22 febbraio un grande stuolo di ainici
circondava la famiglia del nostro fratello signor Daniele Paget, da S. Vincenzo- (Aosta),
dove Dio ha.richiamato a Sè Gitido Pagetto,
di 38 anni.
La cara salma essendo stata trasportata a
S. Secondo di Pinerolo, un secondo culto
venne celebrato nel nostro Tempio, oltre a
quello presieduto a suo tempo dal pastore
Suhilia, di Aosta.
Le Chiese di Pinerolo e Prarostino 'rinnovano alla famiglia afflitta ¡'espressione della
loro viva simpatia.
Per i poveri, la famiglia offre, in mem..
L. 500.
Dopo il culto solenne della domenica delle
Palme, furono associati alla Chiesa i seguenti catecumeni di io anno: Bonin Luigina,
Forneron Iole, Garro Renata, Ribet Irma, Roland Ivonne, Bouchard Elvy, Monnet Paolino. Ribet Ernesto, Rivoira Guido e Monnet
Liliana, Prochet Lodovico, Rostagno Franco,
sfollati di Torino. Voglia Iddio essere di aiuto a questi cari giovani affinchè possano
mantenere le loro promesse ed essere fedeli
e zelanti membri di Chiesa.
POMARETTO
Mercoledi 15 marzo u. s. hanno avuto luogo le esequie del nostro giovane fratello Gutcto Ribet d; Enrico, della borgata Vivían, deceduto dopo penosa malattia in età di anni 18.
Egli aveva trascorso vari mesi al nostro Ospedale di Pomaretto, ma ultimamente aveva
manifestato il desiderio di essere trasportato
a casa, sebbene molto debole e sofferente.
Da uno scr.tto lasciato, risulta una buona testimonianza di fede e di speranza nel suo Signore al quale la sofferenza lo aveva avvicinato e nella pace del quale si è addormentato. I suoi funerali sono stati una testimonianza di affetto per il caro giovane e per la
famiglia \n lutto oltreché una solenne occasione per richiamare i giovani ad una vita
più intensamente vissuta in Dio.
• A tutti, coloro che questa dipartenza' prematura lascia nel lutto rinnoviamo la nostra
fraterna simpatia cristiana.
— Ci hanno pure lasciati per la Patria
Celeste in maniera improvvisa, i fratelli: Alberto Baret fu Giovanni Giacomo, di anni 69;
Ferdinando Baret fu Giovanni Giacomo, di
anni 58; Arturo Bernard di AlessandrOj di
anni 40; Alfredo Bonaudo dì Giovanni, di
anni 40, tutti del villaggio dei Pons di Pomaretto.
Sulle famiglie nel lutto invochiamo le consolazioni di Colui daU’amore del quale nessuna cosa potrà mai separarci.
— L’ammissione in Chiesa dei catecumeni
di 40 anno avrà luogo il giorno di Pasqua
durante il culto, indetto per le ore 10.
PRAMOLLO
Sabato 25 marzo si sono uniti in matrimonio, sotto lo sguardo di Dio, due cari giovani della nostra Chiesa: Remigio Bertalot e
Lidia Bertalot, entrambi degli Allieri. Abbiamo invocato sulla loro unione la benedizione
divina, e formuliamo, qui ancora, per loro i
nostri più fratomi auguri di vera felicità.
— Con molto rincrescimento abbiamo dovuto rinunciare al culto per la gioventù della parrocchia, ch’era stato annunziato per la
domenicà 26 marzo. Lo rimandiamo, a Dio
piacendo, dlla domenica dopo Pasqua, 16
aprile, alle ore 15. Ci siamo grandemente
rallegrati nel vedere questi culti mensili per
la gioventù molto ben frequentati da una
V
ji'medaa di so partecipanti; essi ci hanno fatto
veramente del bene ed,hanno lasciato in lut,,, ti im buon ricordo. Al termine deU’ultimo di
tali-culti, tenutosi alla fine di febbraio, abi biamo commemorato il cappellano Alfredo
Rostain, e ne abbiamo ricordato l’opera fedele e zelante presso i nostri alpini valdesi
in Balcania.
PRAROSTINO
Il 19 marzo, una vera folla ha accompagnato all’estrema dimora le spoglie mortali
di Gmeomo Origlio, deceduto a Roccapiatta
in età di 60 anni, dopo lunghi mesi di iinferniità. Pensiamo alla famiglia provata' ed, in
modo speciale, al figlio in terra lontana.
Il 20 marzo, sazia di anni, rendeva Tanima
a Dio Sofia Forneron ved. Paschetto, di Brusiti, in età di anni 90.
Rinnoviamo alle famiglie l’espressione della nostra simpatia.
SAN Germano chisone
Dopo brevissima malattia è stata chiamata alla Patria Celeste Luigia Clapier vedova
Bouvier, in età di anni 72, alla Costa bella.
Ai figli esprimiamo cristiane condoglianze.
— Domenica 19 marzo, Mara Gannett di
Emanuele e di Albertina I.ong ha ricevuto
il Santo Battesimo. Diventi questa bambina,
coH’aiuto di Dio, una ¡eéra Credente, possa
sempre godere della bepedlzione dei Signore
insieme con tutti i suol’ cari !
VILLASECCA
Abbiamo ancora avuto il privilegio, in questi due ultimi me.si, di ricevere alcune visite
di amici che ci hanno veramente edificato.
Menzioniamo prima di tutto la visita di
Chiesa fatta nei giorni 15 e 16 gennaio dal
sovrintendente pastore Nisbet, accompagnato
dal dottor j^ertolé. Efficaci messaggi sono
siati rivolti nelle riunioni di Combagarino e
Chiotti nonché nell’A.ssemblea di Chiesa.
Dal 16 al 20 febbraio è il dott. Giovanni E.
Meille che, con giovanile ardore ed entusiasmo, 'Visita la parrocchia fin nei più lontani
quartieri di Bovile e di Cornbagarino.
Oltre alla grande assemblea del 17 feb' braio, rimane vivo il ricordo dì queste riunioni per il loro carattere di, intimo raccoglimento e per il profondo interesse che il
doti Meille ha saputo suscitare col suo svariato programma ricco di ammaestramenti
spirituali sia ch’egli commenti un inno, sia
ch’egli sviluppi un pa.sso biblico, oppure presenti alcune delle sue originali « méditazion’
della solitud ne » che da un fatto spesso banale della vita li porta il pensiero alle realtà
dello spirito.
Un po’ in ritardo, invero per svariate circostanze, rinrtoviamo ora al sig. Meille la nostra riconoscenza per la sua apprezzata collaborazione.
Al pastore Nisbet, che è ritornato ai Chiotti a presiedere il culto del 26 mkrzo, vada
pure il nòstro sentito ringraziamento.
— E’ stato amministrato il battesimo, nella
riunione serale del Linsardo, ad Alma Massai
di Enrico e di Rina Pevronel
— Il 18 marzo, nel tempio dei Chiottiv han
no unito le loro vite sotto lo sguardo del Signore. Leni Genre e Alma Pcj/rof, entrambi
di Bovile. Ad essi vadanp.i nostri cristiani
auguri. -f
La famiglia RIBET, commossa per le atte
stazioni di simpatia ricevute in occasione dei
la dipartenza del suo diletto
GUIDO
ringrazia quanti presero parte al smo dolore
ed in particolare il Pastore, il personale ed i
ricoverati dell’Ospedale di Pomaretto e gli affezionatissimi ctigini.
Viv’an di Inverso Rinasca, 15 marzo 1944.
Il 20 febbraio, in seguito ad operazione,
cedeva a Marsiglia
Enrichetta Giratici
Straziati ne danno ¡‘annuncio: il frateilo
VITTORIO e famiglia; le sorelle; LUIGIA e
famiglia (Nuova York); ELISA col marito
FERNANDO MICOL e parenti tutti.
« Io so quelli che ho scelti ».
Giov. 13: 18.
La famiglia del compianto
Davide Rivoiro
sensibile a tutte le attestazioni di simpatia
ricevute, sentitamente ringrazia tutte le persone che sono state larghe di aiuto nella triste
circostanza e che, in qualsiasi modo, hanno
preso parte al suo dolore.
Prarostino, 9 marzo 1944.
La famiglia GRILL (via Saluzzo, 29 - Pinerolo), ha il dolore di partecipare il decesso di
Caterina Grill
avvenuto a S. Maurizio Canavese.
« La nostra momentanea,"’^leggera
afflizióne oì produce un sempre più
grande, smisurato peso eterno di
gloria ». 2 Cor. 4: 17.
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