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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Prof. AR.VAND IIUGCN Augusto
Via Bockwith 10
10066 TORRL’ PELLI CE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Ànno 108 - Num. -42 Una copia Lire 80 ABBONAMENTI { ^00° P" ! L. 4.000 per Testerò Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70 Cambio di indirizzo Lire 100 TORRE PELLICE - 10 Ottobre 1971 \mtn. : Via Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
ISRAELE E PALESTINA
Il Sionisiio al vaglio della critica di due studiosi
Avevamo dichiarato, dopo Vultirno intervento di C. Papini sulla ormai lunga discussione intorno al libro Israele-Palestina : una
scelta diversa che non avremmo pubblicato
altri interventi al riguardo. Ma, ricordando
che due degli autori del libro ci avevano fatto giungere, in agosto, solo una protesta,
preannunciando una risposta alVarticolo di A.
Soggin, ci eravamo ovviamente riservati di
dare loro ancora modo di presentare i loro
argomenti. Il che essi fanno ora, abusando un
poco del non sovrabbondante spazio del quale
disponiamo.
G. C.
Possiamo intervenire solo ora in merito alla
(( controrecensione » del prof. Soggin al libro Israele Palestina (v. Eco-Luce del 16/7
u. s). Nel frattempo i suoi interventi si sono
moltiplicati: nel primo ci accusa gratuitamente di « falso )) e di altre cose terribili (« incompetenza », « settarismo », « partito preso » e
cosi via) estendendo le accuse (c a buona parte
di questo libro », secondo una tecnica mistificatoria acutamente analizzata da Aldo Comba (pure coinvolto nella denigrazione) e puntualmente confermata nella risposta a lui data
nel numero del 27/8; nel secondo intervento
(Eco-Luce del 30/7) salva la nostra (c buona
fede » smentendo il « falso » attribuitoci, ma
non sente certo il dovere morale di rivedere i
suoi giudizi : la testimonianza di Carlo Papini (Eco-Luce del 16/8) fa giustizia delle forzate argomentazioni portate a giustificazione
della sua presa di posizione; nel terzo intervento (Eco-Luce del 27/8) trova modo di tentare dì liquidare la questione affermando
(( ...non credo di avere con chi professa opinioni del genere una base comune per una
discussione, la quale pertanto non sarebbe che
una perdita di tempo per entrambi ». (Lnpinione « del genere » si riferisce alPinterpretazione, deliberatamente mistificata, da lui
Hâta aJl’eliminazione di Israele <c come entità
politica, economica e geografica »).
I lettori che hanno seguito lo scambio di lettere fra Soggin, Papini e Comba si sono certamente fatti un’idea chiara del metodo di dibat-.tito scelto da Soggin, degli strumenti da lui
usati nella polemica. Dalle sue stesse affermazioni risulta così chiaro il livello da lui scelto, che ci esime dal soffermarci su punti di
dettaglio.
Obiettività e disimpegno
Ciò che più ci preme, per Fimportanza della questione trattata, è di cercare di dimensionare alcune questioni di fondo che sono di
scottante attualità; infatti, la situazione ha
ben altro peso « oggettivo « e bastano i fatti
per smentire le situazioni del prof. Soggin; e
vorremmo chiarire che T« oggettività » non
è la superficiale concezione in medio stai virtus che porta al disimpegno, al disinteresse e
all’egoistico e comodo rifiuto di prendere posizione. ma l’analisi critica e serena dei fatti
storiai e la conseguente scelta di campo, consapevolmente accettata. Ed in questo senso, il
prof. Soggin non è certo « obiettivo » come
pretende di essere : egli ha scelto di essere
sionista e filo-israeliano, impegnato nel suo
campo fino al rifiuto della discussione; ed i
suoi interventi vanno letti in questa chiave.
La nostra analisi e la nostra concezione del
mondo ci ha portati a schierarci con i perseguitati palestinesi (gli ebrei di oggi), vittime
di uno scontro imperialistico che coinvolge
nelle responsablità tutti (Stati Uniti, paesi arabi, Israele, Inghilterra, Unione Sovietica ed
anche ognuno di noi, che facciamo parte delr“opinione pubblica”).
Vediamo ora. prima di tutto, l’accusa di
(c falso I), ripetuta più volte, in aggiunta all’insinuazione di mala fede, ed estesa a « buona parte di questo libro ». (« Chi vuole falsificare farebbe bene a falsificare in forma verosimile, chi è in buona fede e non sa, a tacere. Ma sono cose queste che possiamo dire
di buona parte di questo libro... »).
L'accusa è esplicita per due documenti citati (pag. 165); 1. - La dichiarazione di
L.-Eshkol : « L’ammassamento di truppe egiziane nel Sinai alla vigilia della guerra era di
tipo difensivo ». La citazione fu tradotta letteralmente da una frase fra virgolette di Le
Monde - Sélection hebdomadaire du 3 au 9
juillet 1969, pag. 2, che — in nota — rimandava all’intervista rilasciata da L.-E. al quotidiano israeliano Yedot Ahanarot dell 8/10
1967 (da noi pure citato in nota): « le déploiemente militaire égyptien dans le Sinai a la
veille de la guerre était d’ordre défensif ». Ma
andiamo a prendere il testo originale, nella
traduzione dello stesso prof. Soggin: parla
Levi-Eshkol « ...è vero che dissi che tale schieramento e l’attività militare egiziana in generale alludevano all’esistenza di uno schieramento di tipo difensivo a sud di Israele ».
Dov’è il « falso », allora?
2. - La dichiarazione del gen. Rabin, Capo
di Stato Maggiore israeliano, ripresa anch essa
dallo stesso immero di Le Monde, da cui abbiamo citato anche la fonte (Haaretz, 22/12
1967): «Nasser bluffait et n’avait pas Vintention d'attaquer Israël en mai-juin 1967 ».
Il prof. Soggin afferma che « essa non si trov.a né nella lettera, né nello spirito deH’inter
visla cui viene fatto riferimento ». Riprendiamo, quindi, da Haaretz il testo relativo che
« nello spìrito » conferma quanto scritto da
Le Monde: « Rabin : — Non fummo noi a
compiere le mosse del gioco che portò alla
guerra; quando Nasser, dietro consiglio dei
russi, capi che il suo prestigio aveva bisogno
di essere puntellato con qualcosa che potesse
dimostrare al mondo arabo che non era diminuita la sua forza, che il suo aiuto al mondo
era sempre valido, egli deve aver capito che
le sue iniziative, il concentramento delle truppe egiziane nel Sinai, dovevano necessariamente sfociare nella guerra; ma questa situazione è la situazione di un Uomo che fa un passo
e sa che tale passo può essere fatale, ma che
non vorrebbe che la guerra scoppiasse in quel
momento. ...Intervistatore : — Forse fu, da
parte di Nasser un calcolo errato : cioè, forse
pensò che sarebbe riuscito ad uscirne senza
una guerra. Rabin: — Si, così vedo le cose;
si trovò in una situazione che gli fece preferire il rischio al cedimento ».
11 corsivo è nostro; e ci sembra proprio che
sia esatto parlare di « bluff ».
Il pieno significato
Tutta la questione palestinese assume il
suo pieno significato solo se inquadrata in una
analisi dello Stato di Israele e del sionismo.
Dice Soggin che l’idea di uno stato nazionale
non era stata espressa dai dirigenti sionisti se
non da « alcuni estremisti dal 1925 in poi ».
Tale alTerinazione è tanto lontana dalla realtà
che già nel 1917 due eminenti esponenti delTebrai.smo mondiale mandarono al Times del
24/5 una lettea che merita di essere riportata,
non solo perché dimostra quanto già allora
i sionisti miravano alla creazione di uno sta11 (e non già solo di un « focolare »), ma perché la lettera sottolinea con estrema lucidità
e preveggenza politica le gravi conseguenze
che avrebbe comportato tale iniziativa e che
puntualmente si sono verificate.
(t ...dalle dichiarazioni pubblicate dai dirigenti sionisti di questo paese (Inghilterra,
n.d.t.), il comitato ha appreso che essi attualmente preferiscono un progetto assai più ampio, di natura essenzialmente politica. Il comitato ritiene che due punti di questo progetto diano luogo a gravi obiezioni.
Il primo consiste nel rivendicare che sia riconosciuto alle colonie ebraiche in Palestina
un carattere nazionale in senso politico. Se il
significato di questa rivendicazione fosse solo
locale, si potrebbe lasciare che la questione
si sistemi nel quadro delle esigenze politiche
generali della riorganizzazione di quel paese
sotto un nuovo potere sovrano. Anzi, il comitato congiunto non avrebbe da obiettare
contro lo stabilirsi di una nazione ebraica lo
cale. in tali condizioni Ma la rivendicazione
attuale non ha una po: ata cosi limitata. Essa
fa parte integrante di una teoria sionista più
ampia, secondo la quale tutte le comunità
ebraiche del mondo istituiscono un'ampia
nazione senza patria, incapaci di completa
identificazione sociale e politica con le nazioni
di residenza, e si sostiene che per questa nazione senza patria sona., necessari un centro
politico ed una patria sempre disponibile in
Palestina. Contro tale teoria il comitato congiunto protesta fermamente e sentitamente.
Gli Ebrei emancipati di questo paese si considerano prima di tutto una comunità religiosa
ed hanno sempre fondato le loro rivendicazioni di eguaglianza politica con i loro connazionali di altre religioni sul seguente presupposto e sul suo corollario ; che essi non
hanno diverse aspirazioni nazionali in senso
politico. Essi considerano il giudaismo un sistema religioso, che non ha niente a che fare
con il loro status politico, e sostengono che,
in quanto cittadini del paese nel quale vivono,
si identificano pienamente e sinceramente con
lo spirito nazionale e con gli interessi di quel
paese. Pertanto, la fondazione di una nazione ebraica in Palestina, basata sulla teoria
di assenza di patria per gli ebrei, finirà col
dare agli ebrei di tutto il mondo il marchio di
stranieri nei loro paesi natii, e col minare le
loro posizioni, duramellte conquistate, di cittadini di tali paesi. Inoltre, una nazione politica
ebraica, portata alla sua logica conclusione,
non può essere, nel momento attuale, che un
anacronismo. Essendo la religione ebraica la
sola prova sicura di ebraismo, una nazione
ebraica deve fondarsi sulla religione e da questa essere limitata ».
Per tali motivi, il comitato congiunto depreca con forza le proiioste nazionali del sionisti.
11 secondo punto nrd programma sionista
che ha destato apprensioni nel comitato congiunto è la proposta dì investire i coloni ebrei
in Palestina di alcuni diritti speciali, in più di
quelli goduto dal resto della popolazione, diritti che sarebbero incorporati in una Carta
(Charter) e amministrati da una Jewish
Chartered Company. Se sia auspicabile o meno affidare qualsiasi parte della amministrazione della Palestina ad una Chartered Company non ha bisogno di essere discusso, ma è
certamente del tutto indesiderabile che gli
ebrei sollecitino o accettino tale concessione in
base a privilegi politici e preferenze cconomiche. Una qualsiasi azione di questo tipo sarebbe una vera calamità per tutto il popolo
Leo Visco-Gilardi
Vera Pegna
(continua a pag. 2)
iiiiiimmiiiiiiiimiiimmiiiiiiiimiimiiiimiiimiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii iiiiiiiiiiiiiimniiiiiiv.iiiiiiiiiiiiiiiiiiiMii
La Bibbia ba ancora sempre ragione?
Le edizioni « Delachaux et Niestlé » (Neuchâtel) ci presentano, in un solo volume riuniti, due « quaderni » già per il passato oggetto
di segnalazione : 1) Déluge et Arche de Noè,
2) La Tour de Babel, (pagine 124 - 6 tavole
fuori testo - 17 illustrazioni - Fr. sv. 15) di
André Parrot.
Riteniamo opportuno farne l’oggetto di una
segnalazione, perché non si tratta di una ristampa pura e semplice, ma di una edizione
riveduta ed aggiornata, che costituisce uno
strumento prezioso per una corretta interpretazione dei primi capitoli della Genesi. Il
Parrot unisce in modo più unico che raro il
dono della esposizione limpida, accessibile alla
media cultura dell’uomo comune, con la padronanza tecnica e scientifica della materia
esposta.
Abbiamo così una presentazione che dovrebbe interessare quanti ascoltano con preoccupazione parole nuove e misterio.se : demìlologizzazione, demitizzazione, dissacrare, ecc. eco.
Cosa rimane, oggi, della Bibbia, e in modo
particolare di certi libri dell’Antico Testamento? Vale la pena ancora di soffermarci
sul racconto della « creazione », del « diluvio »
o della it Torre di Babele »?
L’Archeologia, la scienza che fra l’altro ha
condotto le sue ricerche ed i suoi scavi in
Oriente, nel cosidetto Medio Oriente, in Mesopotamia. tra TEiifrate ed il Tign, cosa ha
lasciato di valido nel racconto biblico?
Ha la.sciato in piedi la Torre, e ammette il
Diluvio; ha rivendicato la validità dei monumenti e delle tradizioni; ha tracciato un confine preciso con l’interpretazione dogmatica.
Per ritornare alla Genesi, a quel terribile
« blocco dei suoi undici primi capitoli e sui
problemi di storia e di teologìa eh'esso solleva », le conclusioni del Parrot sono ancora
le stesse ; « Le récit biblique de la Tour de
Babel (e del diluvio) nous semble profondément historique, par toutes ses notations de
détail qui reposent sur des constatations précisés et sur des réalités ».
E poiché, come già affermava A. Westphal
« dans l’étude de la Bible, toute victoire remportée par la vérité historique est un service
XI convegno di studi suila Riforma
e i movimenti reiigiosi in itaiia
Nei giorni 2 e 3 settembre si è svolto a Torre Pellice l’XI Convegno di
studi sulla Riforma ed i movimenti
religiosi in Italia; il congresso, organzzato dalla Società di Studi Valdesi,
era stato, sino all’anno scorso, biennale: l'edizione del 1971 ha interrotto,
quindi questa tradizione: il Convegno
è diventato annuale, per precisa volontà dei partecipanti, i quali ravvisano
in quest’incontro, frammentario ed informale come tutti i convegni dal punto di vista esteriore, un solido punto di
partenza per il proseguimento della
loro ricerca: di qui il significato del
Congresso: attraverso la disparità talvolta sostanziale delle opinioni, la
puntualizzazione di linee di ricerca, la
formulazione di risultati e di ipotesi,
pure attraverso la ripetizione talora
monotona di certe teorie, emerge indirettamente un bilancio degli studi sul
parte di questi eretici le prime teorizzazioni della tolleranza religiosa,
in nome della libertà di pensiero di
ogni credente, al di là delle imposizioni da parte delle chiese costituite. Ma
qual’è, quindi, il senso della loro visione del Cristianesimo, tradito nel
suo significato originario, dalle chiese
istituite, cattoliche o protestanti?
Le chiese tradizionali non realizzano, né cercano di realizzare, preoccupate e volte alla conservazione della
propria istituzione, una vera comunità cristiana così come il Vangelo suggerisce: una comunità in cui —■ ed ecco l’istanza anabattistica — siano abolite, o comunque attenuate, le ingiustizie della società temporale: il messaggio di Cristo era rivolto soprattutto ai poveri, ai derelitti, ai perseguitati, agli oppressi: questo messaggio
è stato tradito, addirittura capovolto
Quando e dove nascono le prime teorizzazioni dell intolleranza religiosa
rendu à la verité religieuse », a ragion veduta
coraggiosamente il Parrot si mantiene sul piano della ricerca archeologica e storica.
E proprio con riferimento alla Torre di Babele. la Storia permette di comprendere la discordanza dell’interpretazione del narratore sacerdotale di Jahve.
La Torre di Babele, anzi le torri, le « ziggurat » erano le cattedrali dei tempi antichi,
costruite tre mila anni prima di Cristo, per
permettere all’uomo di salire sempre più in
alto, di avvicinarsi in qualche modo a quel
cielo stellato che era la sede delle sue divinità,
non per sfidarle, ma per pregarle meglio. La
Torre era « une échelle dressée (dagli uomini
in preghiera) et cette echelle menait au del »
(La scala del sogno dì Cìacohbe!). Lo scrittore
della Genesi non inventa; la Torre di Babele
è stata una realtà, che egli interpreta^ ora negativamente come manifestazione dell orgoglio
degli oppressori del suo popolo che Jahve ha
annientato.
A. Parrot non si stanca di illustrare la verità storica dei fatti, inquadrati nella realtà
storica delle religioni dei popoli antichi. Ld. ò
il più gran servizio che si possa rendere alla
Bibbia, dando uno strumento prezioso per
quanti considerano questo libro, come il loro
Libro.
L’interpretazione teologica può variare, ma
i fatti rimangono.
L. A. Vaimal
llllllKlimmillllllllllllllMllllllllllllIffil'l'lllllllllMIIM^
La Bibbia nel mondo
In INDIA la società biblica ha stampato 1.750.000 copie della S. Scrittura
in 42 lingue durante l’anno in corso, ed
ha diffuso più di 7 milioni di copie della Bibbia, compresi Vangeli in braille,
tradotti in 7 lingue. I traduttori biblici si sono ritrovati in un seminario a
Bangalore, provenienti da tutte^ le regioni dell’immenso paese, dall Assam
al Kerala, dal Nepal a Geylou.
l’eresia in Italia dal dopoguerra ad oggi, ed un bilancio, si sa, è premessa
e promessa di sviluppo ulteriore, in un
campo di studi che va assumendo importanza sempre maggiore, in quanto
propone la riscoperta seria e scientificamente documentata, al di là di
ipotesi e facili schematizzazioni, di un
mondo di idee e di tensioni, che direttamente si riallaccia alla problematica moderna ed estremamente attuale
dei rapporti tra Cristianesimo e società, tra fede e strutture sociali, tra
chiese istituzionalizzate e funzionali e
un sistema ed idee che, partendo da
un’interpretazione radicale del Vangelo, tendono a rivoluzionare le strutture della società affermava il prof. Rotondò, docente di Storia Moderna
presso la Facoltà di Scienze Politiche
deirUniversità di Torino ed uno tra i
più autorevoli eresiologi italani, che
leggendo 1’« Antithesis » dell’eretico
saluzzese Giorgio Biandrata - testo inedito della seconda metà del ’500, in cui
nell’antitesi appunto tra il Cristo dei
ricchi ed il Cristo dei poveri, affiorano in sostanza le più pressanti istanze
anabattistiche e radicali - pare, in tutto e per tutto di trovarci di fronte ad
uno sciitto di don Mazzi.
La prima giornata del Convegno è
stata dedicata al Medio Evo, con la
relazione di Romolo Cegna (Appunti
sul Valdismo hussita: la dottrina sociale di Nicola di Cerrenc), e, principalmente, al mondo ereticale italiano
del ’500, con le relazioni di Zucchini,
Rotondò, Welti, Gilmont, Olivieri,
Biondi e Firpo: n’è emerso il complesso mondo ereticale italiano del ’500,
in tutta la complessità e problematicità dei suoi presupposti teologici, dottrinali e culturali e delle sue implicazioni pratiche: è un quadro vario,
composito, sovente carente per la mancanza di salda documentazione. Gli
eretici italiani abbandonano, più o meno apertamente, più o meno chiaramente - adottano infatti sovente la
pratica nicodemica, simulando e dissimulando la loro posizione, per sfuggire a repressioni e persecuzioni: ciò
non è di poco ostacolo oggi per la ricostruzione delle loro idee - l’ortodossia
cattolica, ma accostatisi a quella calvinista della vicina Ginevra, non riescono ad accettarla globalmente; eredi
dell’inquietudine razionale dell’umanesimo, interrogano e mettono in imbarazzo Calvino, specialmente dopo il rogo di Serveto del 1553.
Il riformatore ginevrino vede in questi uomini il tarlo della ragione minare il suo sistema teologico: li fa allontanare allora dalla Svizzera e li
ritroviamo così in Inghilterra, in Polonia, in Transilvania; il loro pensiero
varia ed oscilla, con sfumature complesse, tra posizioni razionalistiche anticipatrici del deismo del XVIII secolo
ed atteggamenti spiritualistici e radicali, che tendono principalmente a ridurre il Cristianesimo a pochi « fundamentaba », allargando il campo degli « adiaphora », degli elementi, cioè,
indifferenti alla fede. Accanto all’esignza di semplificazione, che altro non
è che una ricerca del significato più
intimo e profondo del messaggio cristiano, nasce la critica alle chiese istituzionalizzate che, smarrito il senso
più vero della loro funzione e della
loro missione, diventano dei centri di
potere che reprimono e soffocano tutto ciò che possa in qualche modo infastidire o minare la saldezza della loro istituzione; in un mondo che neppure ancora le concepisce, nascono, da
dalle chiese istituite. Dalla relazione
Olivieri (Anabattismo e tensioni sociali nella campagna veneta del ’500) è
chiaramente apparso come il compito
dell’eresiologo non sia più unicamente
rivolto alla storia delle idee, ma anche
alTanalisi delle strutture: il messaggio degli eretici italiani del ’500 non
può essere estrapolato dal contesto in
cui nasce, viene sollecitato, si sviluppa: per essere compreso appieno nel
suo significato storico deve essere studiato da un’angolazione nuova; deve,
cioè, essere inserito nelle strutture sociali e mentali del suo tempo: nella
società, in tutte le sue eccezioni, insomma.
Ma ecco sorgere per lo studioso difficoltà d’ordine pratico, come chiaramente è apparso dalla relazione Rotondò-Zucchini (contributi alla giovinezza
di Fausto Sozzini): poco o nulla conosciamo sulla giovinezza di questi uomini e documenti nuovi sono difficilmente reperibili: se non conosciamo gli
anni della loro formazione ci sfugge
quel legame idea-società di cui abbiamo prima parlato: quali sono le sollecitazioni, le suggestioni della società
italiana cinquecentesca che permettono la formazione e l’elaborazione di
una visione così nuova e così diversa
del Cristianesimo?
Sappiamo del rifiuto di questi eretici, in gioventù per lo più studenti di
diritto, dello studio delle leggi: è un
rifiutato del diritto non in quanto tale,
ma in quanto istituzione di un determinato sistema, in quanto ideologia
dei rapporti sociali esistenti: ma tutto
ciò è estremamente poco per ricostruire l’origine, nel suo contesto culturale
e sociale, del pensiero religioso di questi uomini.
I relatori della prima giornata sono
i collaboratori del « Corpus italicorum
reformatorum », collana diretta da
Giorgio Spini e Luigi Firpo; l’iniziativa
ha lo scopo di offrire un’edizione critica di tutte le opere e di tutte le testimonianze documentarie sulle principali figure degli eretici italiani: queste
edizioni hanno valore strumentale e
perciò, accanto ad esse è sorta una
collana collaterale; la « Biblioteca del
Corpus Italicorum Reformatorum »,
dove, accanto a testi ereticali, è dato
largo posto a un’introduzione storica.
Tra le comunicazioni della prima
giornata merita una citazione a parte
l.i relazione di Jean-Français Gilmont
(Scipione Lentolo, Etienne Noël et
Jean Crespin devant l’histoire des persécutions vaudoises); egli ci ha presentato uno "spaccato” della sua ricerca, che ha colpito per l’assoluta precisione metodologica con cui è stata condotta, tale da garantire l’autenticità di
risultati raggiunti con criteri così scientifici.
La mattinata della seconda giornata
ha visto le comunicazioni Rotondò, Pesante, Recuperati, dedicate al ’600 ed
al ’700. Particolarmente viva la comunicazione di A. Rotondò (Stampa c censura ecclesiastica in Italia tra ’600 e
’700); è riemerso il quadro della cultura italiana secentesca, bloccala e stroncata sul nascere, tra Controriforma e
dominazione spagnola, da una censura
che Rotondò ha presentato tecnicamente organizzatissima, attentissima,
implacabile: non esiste nell’Italia del
’600 pensiero religioso eterodosso e, se
esiste, non può essere diffuso, almeno
a livello di scritti. Le relazioni di M.
Luisa Pesante (Un interprete settecen
Valdo Armand-Hugon
(continua a pag. 3)
2
pag. ¿
N. 42 — 15 ottobre 1971
Ecumenismo a Villar Perosa
Rorà
La Comunità di Villar Perosa come quella
che per prima si è ricostituita sulla sponda
sinistra del Chisone in seguito all’editto 1698
di Luigi XIV di Francia, progetta per domenica 31 ottobre lo svolgimento del seguente
programma ;
ore 10,00 - Culto di riconoscenza a Dio per
l’opera della Riforma.
or.* 12,00 - Agape fraterna, ricevimento degli ospiti ed espressione di gratitudine a quanti si sono adoperati
per la costruzione del nostro tempio.
ore 14,30 - Rievocazione di Arnaud nel tempo cruciale del secondo esilio
— sguardo alle vicende dei profughi nella nuova patria in
Germania;
— sguardo alle vicende della Val
Chisone dopo la partenza dei
tremila profughi valdesi.
La Comunità di Villar Perosa sarà grata a
tutti coloro che vorranno partecipare a codeste manifestazioni e li prega di prenotarsi
appena possibile specialmente per quanto
riguarda l’agape fraterna.
Altre notizie tra cui i nomi degli oratori
verranno resi noti in .seguito.
Battesimi - Abbiamo accolto nella chiesa
per mezzo del battesimo, i seguenti pargoli :
Simona Ginetta di Giuliano e Marisa Tron
(Borgo Sollié); Debora di Franco e Vera Tron
(Roul); Daniela di Ugo e Nadina Marchesa
Rossi (Fenestrelle). La grazia del Signore accompagni questi bambini e le loro famiglie.
Nozze - Il 15 settembre si è sposata la nostra monitrice Marisa Gaydou con Riccardo
Laggiard di Perosa. Un gruppo di bimbi della
Scuola Domenicale le ha cantato un inno e
una sua collega monitrice le ha suonato un
intermezzo con la tromba, accompagnata dall’organo. Il Pastore ha parlato agli sposi della
casa fondata sulla roccia, che resiste ai venti
e alle tempeste, augurando che tale sia pure il
loro focolare. Il viaggio di nozze ha avuto
come meta Pinache, nelle Colonie Valdesi,
ove sono stati ospiti di una famiglia con la
quale la sposa è in corrispondenza da vari
anni! Siamo lieti che questa giovane coppia
SI sia stabilita al Villar e le rinnoviamo i
nostri auguri nel Signore.
Auguri pure ad Olga Baret degli Azzari,
che si è sposata con Enzio Long e si è stabilita a Pramollo. residenza dello sposo.
Visita della Gustavo Adolfo - 45 membri di
questa benemerità società, provenienti dal
Württemberg, hanno visitato le nostre Valli,
interessandosi ai nostri locali, al futuro Convitto (per il quale stanno collettando) ed alla
Scuola Professionale, accolti molto gentilmente dal Direttore, ing. Gallo.
Il 21, culto solenne nel tempio di Villar
Perosa. La liturgia è svolta dai nostri giovani; predica in italiano il Pastore Eiss di Pinache, quindi Ring. Roccione dà il benvenuto
agli ospiti e l’Oberchirchenrat Ostman ci rivolge un messaggio, seguito dal Pastore Schofer, presidente dei Valdesi di Germania. Per
ultimo prende la parola il sindaco di Rinasca,
sig. Richiardone, che ha voluto essere presente con alcuni Consiglieri (reduci dal viaggio
in Germania) e ci dà pure un nobile messaggio molto apprezzato daU’assemblea. La Corale e i Trombettieri hanno abbellito il culto
che si è concluso solennemente con il « Giuro ». Scesi nel salone, i nostri ospiti e le autorità hanno quindi potuto fraternizzare insieme.
La sera abbiamo avuto un’agape con 80
partecipanti svoltasi in fraterna letizila, seguita dai messaggi del fratello Emilio Travers, dei Pastori Kruse e Schofer, della sig.ra
Lempp (Presidente delle Unioni Femminili),
dei Doti. Ribet, Doti. Dante Cardici e, per
ultimo, del nostro Pastore.
Dopo alcuni canti, i nostri ospiti (che non
avevano trovato una più vicina sistemazione)
hanno fatto ritorno a Pragelato per il pernottamento.
Predicazione - Esprimiamo la nostra sentita
gratitudine al venerando Prof. Emanuele Grisel, che per due volte ha presieduto i nostri
culti, dandoci messaggi molto apprezzali.
Culti estivi - Mentre hanno inìzio le attività
della ripresa, volgiamo uno sguardo riconoscente all’estate trascorsa : Quasi sempre il
numero dei presenti è stato notevole e talvolta ottimo. In parecchie circostanze la parete
mobile ha dovuto essere rimossa. Dopo che a
Dio ne siamo grati al gruppo dei Villaresi
sempre presenti, ai nostri Ospiti estivi e a
imprevisti, ad infittire i nostri ranghi. nianza.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinmmiiiiiiiiiiiiiiiii)iii)iiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiHiimiiiiiiiiiiiimiii
Problemi scolastici a Sao Germano
Tempo buono come pure il concorso
di amici e di membri della Chiesa di Rorà
anche da Torre Pellice e perfino da Firenze e
dalla Francia per Pinaugurazione della Scuola di Rumer, ripristinata ad abitazione che,
come era stato annunziato, ha avuto luogo
domenica 10 corr.
Riconoscenti a Dio e agli uomini, uniti
nella gioia abbiamo avuto il culto e discorsi di
due signore : la vedova del colonnello Grill e
la vedova del prof. A. Tron. Della chiesa locale erano presenti bambini, giovani, adulti,
tre membri del Concistoro. Abbiamo accennato ai numerosi Rumerini in Italia e all’estero;
un pensiero riverente e riconoscente è andato ai pastori che qui hanno svolto attività
spirituale, alle numerose insegnanti succedutesi in questa scuola al principio della loro
carriera-missione, e che forse ricordano ancora l’alpestre quartiere e i suoi abitanti sempre meno numerosi. Ringraziamo cordialmente tutte le persone che hanno collaborato alla
riuscita di quella manifestazione - testimo
Il Sionismo al vaglio della critica di doe stodiosi
L’avvenimento più importante di questi ultimi mesi a S. Germano Chisone, è forse la
risoluzione dell’annoso problema delle pluriclassi nelle scuole elementari. A S. Germano
vi sono due scuole : quelle statali e quelle
parificate rette dalle suore Giuseppine. Per
una tradizione ormai radicata, che deriva da^
fatto che i locali delle scuole statali sono di
proprietà della Chiesa Valdese e che un temp") gli insegnanti erano tutti di religione valdese, da tempo immemorabile ì bambini cal
tolici, salvo poche eccezioni, hanno sempre
frequentato le scuole parificate, per cui è invalsa Tabitudine di chiamare « Valdesi » le
scuole statali. In questi ultimi anni, a causa
del minor numero di bambini, si è stati costretti in entrambe le scuole ad affidare ad un
solo maestro diverse classi, con evidente disagio degli alunni e degli stessi insegnanti.
Quest’anno, dopo alcune riunioni interconfessionali alla presenza dei maestri, delle suore, della direttrice didattica e dei genitori dei
bambini di S. Germano, in età scolastica, hanno deciso di rompere la barriera che da decenni divideva le due comunità, iscrivendo i loro
figli all'una o all'altra scuola non più in
base alla confessione, ma in base all’età. Gli
alunni di I e II, sia valdesi che. cattolici, frequenteranno la scuola parificata; quelli di IV
e V quella statale, mentre quelli di III saranno liberi di scegliere quella che più loro
aggrada, con il risultato che unendo i bambini delle due confessioni non si sarà più
costretti a sdoppiare le classi.
La portata di questa decisione non si limita tuttavia a ciò, perché essa contribuirà
certamente ad attenuare se non a sopprimere
del tutto la divisione tra le due comunità,
che si veniva a creare fin dalla più tenera
età, per continuare poi fino all’età adulta.
E l augurio di tutti che questo primo passo verso la risoluzione di problemi comuni,
porti ad iniziare un dialogo interconfessionale.
Un altro avvenimento importante nella vita Sangermanese è stata la « giornata del volontario », indetta il 26 settembre dalla locale sezione dell’AVIS.'Dopo una gara alle bocce, svoltasi tra i soci, vi è stato un pranzo
Impegno e preghiere a Pomaretto
Loretta Massai di Guido e Tron Danilo di
Rino .sono stati battezzati recentemente, nel
clima della preghiera e delTimpegno per consacrare a Gesù Cristo le tenere creature.
Messaggi, canti e chitarre all’ospedale. - Il
gruppo dei Pentecostali di Venaria guidati da
Vincenzo Buso ha recato nel pomeriggio di
domenica 3 ottobre una bella testimonianza ai
malati dell’ospedale. Nel cortile si sono alternati i canti, preghiera e brevi messaggi con
grande conforto dei degenti. Li ringraziamo
molto; parimenti diciamo grazie a quelle sorelle ed ai bambini della comunità che si sono
associati con il gruppo in uno spirito di gioia,
come membri d’una sola famiglia spirituale.
.XI mattino ha dato la sua testimonianza al
culto il fratello pentecostale Pietro Grua in
occasione del culto della famiglia.
Le attività sono iniziate. - Sabato: i catechismi vari: per il primo anno il corso sara
svolto da Eliana alla cappella di Perosa, mentre gli altri tre a Pomaretto.
La Scuola domenicale inizia domenica 10,
ore 9, per Pomaretto e Perosa.
Alle 10,30 culto con Santa Cena.
Il culto alTInverso si terrà, come nel passato l’ultima domenica del mese.
Gli incontri con i genitori si inizieranno il
7 novembre con una conversazione di Rita
Previati su « Il paese sbagliato » di Lodi. Argomento di grande attualità
I corsi per monitori e monitrici nonché per
chiunque si interessa alla Bibbia si terranno
il primo e terzo sabato del mese alternativamente a Perosa e Perrero in collaborazione
con il gruppo della Val Germanasca.
A tutti i collaboratori e collaboratrici che
hanno accettato di lavorare per il Signore e
talvolta con senso di sacrificio un grazie di
cuore.
Che il Signore dia vita e speranza a chi è
depres.so. deluso, pessimista con l’opera dello
Spirito.
San Secondo
— Nel corso dell'e.state numerosi gruppi e
comitive di stranieri, provenienti soprattutto
dalla Germania e dalla Svizzera, ci hanno fatto visita. Abbiamo potuto in tal modo .salutare vecchi amici ed intrecciare nuove relazioni
con un buon numero di fratelli e .sorelle.
Conserviamo un piacevole ricordo del loro passaggio a San Secondo e, con la speranza di
incontrarli altre volte, mandiamo a tutti loro
un cordiale saluto.
Negli ultimi mesi la nostra Comunità ha
avuto il privilegio di udire il messaggio cristiano dei seguenti predicatori dell’evangelo :
sig. .Aldo Varese, prof. Emanuele Tron, ins.
Edgardo Paschetto e dei pastori Edoardo Micol. Archimede Bertolino, Enrico Corsani, Enrico Tron. Davide Cielo. Esprimiamo a questi
amici la nostra sincera riconoscenza per la
preziosa collaborazione.
— Il nostro « bazar ». quest’anno, ha avut.) luogo in occasione della festa del 15 .agosto,
nella splendida conca a monte dei Bernardi.
Il bel tempo ed il numeroso pubblico hanno contribuito alla buona riuscita della festa
ed il risultato soddi.sfacente ha costituito la
più bella ricompensa per le sorelle dell’Unione
Femminile e per tutti coloro che hanno lavorato con impegno e senza ri.sparmio di tempo.
A tutti diciamo ancora il nostro .sentito ringraziamento.
— Presieduti dal pastore Felice Bertinat, il
4 settembre, si sono svolti i funerali di Long
Enrichetta ved. Salvai di anni 62. La nostra
sorella, colpita da un male incurabile e assistita amorevolmente da una zia. è deceduta
nella sua casa a Ponte San Martino, dopo lunghe sofferenze, sopportate con cristiana rassegnazione. Alla famiglia afflitta inviamo il nostro pensiero di viva solidarietà nel dolore.
__ Il 19 settembre è stato amministrato il
S. Battesimo a Genre Andrea Cesare di Arturo e Gariglio Maria Luisa.
Il Signore benedica ed accompagni sempre
questo bimbo ed aiuti i genitori a mantenere
le promesse a Lui fatte.
__ Ricordiamo che la Scuola Domenicale
■si aprirà domenica 17 e. m. alle ore 9.30
e che le lezioni di catechismo, per le quattro
classi, riprenderanno alle 14.30 dello stesso
giorno, li culto di ripre.sa avrà luogo domenica 24 ottobre.
Luserna S. Giovanni
FESTA DEL RACCOLTO
Secondo una simpatica tradizione instaurata già da parecchi anni, anche
quest’anno a San Giovanni avrà luogo
1.) festa del raccolto con esposizione e
vendita dei prodotti dell’agricoltura e
dell’artigianato. Tutti vi sono cordialmente e caldamente invitati. Al mattino alle 10,30 nel Tempio culto di rendimento di grazie, nel pomeriggio alle
ore 14,30 nella sala Albarin avrà luogo
l’esposizione. Il ricavato della vendita
andrà a favore delle opere assistenziali della Comunità di San Giovanni.
al quale hanno partecipato 111 commensali
tra i quali autorità cittadine e non.
Non è tanto sul pranzo e sui vari discorsi
pronunciati che ci vorremmo soffermare, quanta sul clima di fraterna comunione che regna tra i soci per far notare come l’ideale del
« dono » che sta alla base dell’offerta del proprio sangue, possa cementare gli uomini.
In questi ultimi mesi sono stati celebrati i
funerali di: Elena Lantelme ved. Long; Pons
Levi; Ghigo Enrichetta ved. Fopiano.
Hanno ricevuto il battesimo: Soulier Elide;
Soulier Ferruccio.
Partecipiamo vivamente alle gioie e ai momenti di tristezza delle famiglie.
Alcuni pastori si sono alternati al Sig. Bertinat nella predicazione dei culti domenicali.
Essi sono nell’ordine : Bruno Rostagno, Bertinat, Ribet Alberto, Ribet Paolo, Silvio Long,
Gino Conte.
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllllilllllllMIIMIIIIMIII
PERSONALIA
Il pastore Aldo Comba, trasferendosi a Roma per il suo nuovo lavoro
presso la Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia, ci prega di comunicare ai lettori del giornale, il suo
nuovo indirizzo:
ufficio,
presso la Federazione delle Chiese
Evangeliche
via Firenze 38,
00184 Roma
(telef. 4755120)
abitazione,
via Pietro della Valle 13,
00193 Roma
(telef. 560478).
lllllllMlll¡llllmlllllllllllllllllllllllllll:lillllllil!lllllllllllll
Con i piccoli
a Orsara
Col mese di ottobre, parallelamente alla
riapertura di alcune attività ecclesiastiche,
anche il nostro asilo « Betania » ha riaperto
i battenti per i suoi piccoli ospiti. Di questi
alcuni ritornano disinvolti e gioiosi a varcarne
la soglia a vacanze finite, altri lo fanno per
la prima volta alquanto turbati e timorosi.
L’Asilo è al nono anno di vita e, per quanto vi sia in paese un altro asilo tenuto dalle
Suore, è stato ed è tutt’ora di molta utilità per
molte famiglie che ne approfittano. Noi, finché gli amici ci sosterranno, cercheremo di
non venir meno a questa testimonianza cristiana di servizio.
A causa del locale sito alla periferia dell’abitato, della strada in stato deplorevolissimo, e soprattutto per una maggiore libertà dei
genitori impegnati in autunno fortemente
nei lavori di campagna, abbiamo, sin da ora,
messo a disposizione dei bambini il pulmino
scuolabus, antico regalo del Freundeskreis.
Mentre prepariamo tnia circolare per Natale con notizie più particolari e con il bilancio finanziario deU’anno precedente ci permettiamo di ricordare agli amici e sostenitori dell'Opera che le offerte possono essere
inviate o sul: c.c.p. 13/2092 intestato a
« Centro Evangelico Sociale Betania », 71027
Orsara di Puglia (FG), oppure sul conto corrente postale 1/27855 intestato a: Tavola
Valdese - Via IV Novembre 107, 00187 Roma.
Paolo Giunco
llimiillllllllllllllilllllllllllMIllllliiltllilllllllllliillllillllfi
Biblioteca di Torre Pellice
Si informa che dal 1 ottobre 1971 la Biblioteca comunale di Torre Pellice adotterà Ìl
seguente orario di apertura : Lunedì ore 16ore 20-24: Venerdì ore 16-18 e
/segue da pag. 1 )
ebraico. In ogni paese nel quale vivano, il
principio di eguali diritti per tutte le religioni
è per loro vitale. Se in Palestina dovessero
dare l’esempio trascurando questo principio, si
autocondannerebbero per avervi fallo appello
per motivi puramente egoistici. Nei paesi dove essi si stanno ancora battendo per ottenere
eguali diritti, si troverebbero irrimediabilmente compromessi, mentre nei paesi dove tali diritti sono da loro acquisiti, sarebbe per essi
molto difficile difenderli.
La proposta è tanto più inammissibile in
quanto gli ebrei sono, e per lungo tempo probabilmente rimarranno, una minoranza fra la
popolazione della Palestina e anche perché
tutto ciò potrebbe coinvolgerli nei più aspri
antagonismi con i loro vicini di altre razze e
religioni, il che ritarderebbe il loro progresso
e rieccheggerebbe in modo deplorevole in tutto VOrieiite. Tale progetto non è necessario
neppure per gli stessi sionisti. Se gli ebrei prevalgono in una competizione basala su una
perfetta eguaglianza di diritti e possibilità, instaureranno nel paese tale possibile preponderanza su fondamenta molto più solide di quanto non possano mai essere assicurate da privilegi e monopoli. Se il comitato congiunto troverà risposta soddisfacente su tali punti, sarà
disposto a collaborare per assicurare alle organizzazioni sionisle l’appoggio unito dell’ebraismo ». Firmato: David L. Alexander,
Presidente, Consiglio dei Deputati degli ebrei
britannici; Claude G. Montefiore, Presidente, Associazione Anglo-Ebraica; Londra, 17
maggio 1917. I corsivi sono nostri.
La contestazione di Soggin (secondo la quaI?. il sionismo mondiale non si prefiggeva prima del 1925 la creazione di uno stato) è quindi priva di fondamento poiché all’interno delle organizzazioni ebraiche e sioniste — come
dimostra la lettera — era aperto il dibattito
già nel maggio 1917, cioè sei mesi prima della
Dichiarazione Balfour.
Ma vi sono altri due punti che presentano,
a nostro avviso, maggiore interesse oggi. Il primo, che si collega anche alle polemiche attualmente in corso aH’interno dello stato di
Israele, riguarda la posizione sostenuta da M.
Dayan e dal gruppo dirigente israeliano, riassunta nella necessità per Israele di avere
« frontiere sicure »; il secondo riguarda la soluzione del conflitto e le ragioni della lotta
del popolo palestinese.
Le « frontiere sicure » non sono un fatto
geografico o topografico, non dipendono cioè
dal numero di chilometri che separa Israele
dai suoi nemici. La sicurezza delle frontiere
di uno stato dipende dai rapporti fra gli stati,
dai rapporti fra i popoli. Ci sono migliaia di
chilometri tra il Vietnam e TAmerìca e ciò
non ha impedito agli americani di attaccare
massicciamente quel paese. La ragione è da
ricercarsi nel regime imperialista al potere in
U.S.A. e nelle sue mire espansionìstiche. Negare ad una popolazione il diritto all’autodeterminazione, alla scelta cioè dei propri dirigenti,
del proprio sistema economico e politico, dei
propri alleati, rimane lo scopo primo dell’espansione. Gli israeliani, grazie ai diritti
speciali (vedi la lettera riportata), con l’aiuto
attivo deH'imperialismo americano innanzitutto. ma anche di quello sovietico, con l’aiuto di
un monarca retrivo, con la collusione dei regimi arabi incapaci di cogliere la potenzialità
rivoluzionaria delle loro masse, sono riusciti ad
assicurarsi una posizione di privilegio in Medio Oriente a scapito della popolazione palestinese e, anche, delle masse dei paesi arabi,
frenate nel loro sviluppo dalla questione palestinese. Ma la partita non è chiusa. Il popolo
palestinese esiste ancora e le miserabili capanne deirUNRWA, invece di ospitare una
massa umana amorfa, ospitano un popolo conciente della sua entità nazionale e consapevole del fatto che non ha n-iente da perdere.
Un popolo pronto, quindi, a riprendere la lotta. Ma, si dice, la resistenza è stata battuta:
eppure, nonostante la severa censura e repressione israeliana le notizie che provengono da
Gaza dimostrano che lì la resistenza è attivissima, al punto che gli israeliani per lunghi
periodi impongono ìl coprifuoco per 20 ore su
24. Noi non pensiamo che la sconfitta delle
organizzazioni dì resistenza significhi la sconfitta del popolo palestinese, della coscienza
politica, dello spirilo di lotta acquisito in questi ultimi anni. Ecco perché continuiamo a
pensare che Tobiettivo strategico a lungo termine dei palestinesi, cioè la creazione di una
Palestina libera e democratica in cui mussulmani ebrei e cristiani godano di eguali diritti.
passa attraverso la lotta di classe all’interno
dello stato di Israele e rimane valido. Ecco
perché, piaccia o no a Soggin, l’obiettivo del
Doni Eco-Luce
Ultime offerte pervenute:
Revel Elda (S. Germano) 2.000; Giacone
Giorgina (S. Germano) 7.000; Dosio Levi (Pincrolo) 1.000; Forneron Laurenzia (Prarostino) 5.000; Palmery Jalla Ada (Milano) 1.500;
Rochat Giorgio (Milano) 3.000; Gardiol Elda
(Trieste) 5.000; Beux Maria (T. Pellice)
2.500: Gay Evelina fPinerolo) 10.000; Gay
Marcella (Pinerolo) 15.000; Balma Elsa (Pomaretlo) 2.000: Turck Elda (Pinerolo) 1.500.
20: Martedì
ore 20-22.
lllllllllllllllllllilllllmlllllllllltllllll■l■i■olli■>ifi■illb■lillllllllillltl]|||llilllllllilllIlllllllllllllllillit)|||||||'ll■iffi'»*'"'"’'
Per la pace in Irlanda
L'Assemblea della comunità evangelica valdese di Firenze, rixuiita in seduta ordinaria il
3 ottobre 1971.
considerala la situazione tragica determinatasi neirirlanda del Nord,
rifiuta come inaccettabile la tendenza dì
cerla stampa die fa passare per guerra di religione un conllilto economico-politico che
nella realtà non ha frontiere confes.sìonali ;
stigmatizza ralleggiainento irresponsabile
di John Pasley e dei suoi seguaci fomentatori
di sopraifnzionc e violenza:
solidarizza con la Chiesa Presbiteriana delrirìanda del Nord, che rifiuta qualsiasi connivenza e rapporto con Pasley e i suoi seguaci:
raccomanda a qxiella Chiesa sorella di non
stancarsi di perseguire la via della pacificazione nel riconoscimento dì ogni diritto, che
va garantito senza discriminazioni di sorta.
L'asseml)lea fa voti per la missione del Moderatore della Chiesa Valdese, chiamato a svolgere un’azione ecumenica dì pace in quel tormentalo paese.
L’o.d.g. è stalo votato airunaniniilà.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Vabolizione dello stato dì Israele come « stato
degli ebrei di tutto il mondo » diviene necessario e rimane l’unica .soluzione valida per
una pace effettiva nella regione. Questo non
significa, come afferma Soggin dìstorcendo
volutamente quanto da noi scritto, lo sterminio o l'espulsione degli ebrei che attualmente
vivono in Palestina; significa però per gli
israeliani la rinuncia al sionismo: questo è
quanto vogliono i palestinesi e le loro organizzazioni e quanto riteniamo giusto proporre alla coscienza di chi legge.
L’ombra dì Dachau
Nella mente del prof. Soggin questa tesi
richiama quella dei nazisti; eppure, le organizzazioni palestinesi non hanno mai parlato
di sterminare gli ebrei né di chiuderli in campi di concentramento (per adesso sono gli
ebrei ad internare gli arabi e a torturarli nelle
prigioni, a detenerli senza processo; vedi le
denunce della lega israeliana dei diritti dello
uomo); anzi, da quando sono entrate come tali neirOLP (Organizzazione per la liberazione
della Palestina), prendendone la direzione, fino allora (1967-68) esercitata dal fascista
Shukeiri che quelle tesi sosteneva hanno sempre sottolineato la distinzione fra «ebrei» e
«sionisti», fra il «popolo israeliano» ed i suoi
«dirigenti».
Un’ultima precisazione : scrive il prof. Soggin « ...non poteva mancare la collusione col
Sud-Africa. Tutte queste accuse mancano di
riferimenti concreti e sono quindi gratuite ».
Diamo allora i riferimenti ed eliminiamo la
“gratuità”, ma non la “collusione”. La natura dei rapporti fra Israele ed Africa del Sud
è certamente molto complessa a causa dei numerosi e contrastanti interessi della politica
israeliana in Africa. Da un lato l’interesse di
Israele (comune con quello dell’Africa del
Sud) a frenare i movimenti di liberazione dei
popoli africani fa si che Israele fornisca la sua
assistenza tecnica per la formazione delle famigerate guardie presidenziali e della polizia
del Congo Kinshasa (in particolare sotto Ciombè), della Sierra Leone e dell’Uganda, come
pure per l’addestramento dei paracadutisti e
delle “special forces” del regno di Etiopia e
dall’altro la sua politica di penetrazione l’ha
costretto ad avere contatti con il Frelimo
(Fronte di liberazione del Mozambico) ed a
votare alle Nazioni Unite, nel 1961, a favore di una risoluzione che deprecava l’apartreìd perché lesiva dei diritti e della dignità
dell’uomo. E’ stata questa una delle rare scappatelle. Altrimenti, dalla creazione dì Israele e persino da prima, nei propositi cioè del suo
patrocinatore Balfour - la fedeltà, la comprensione e l’aiuto reciproci sono stati totali. Quando nel 1909 l’Inghilterra dibatteva la proposta dell’Unione del Sud Africa, Balfour difese
vigorosamente l’Unione che doveva conferire
tutto il potere ad una piccola minoranza di
bianchi. Ecco la sua argomentazione : « Se
è vero che le razze europee si sono conquistate con secoli di difficoltà e lavoro grandi diritti e privilegi, è anche vero che hanno concesso alcuni di questi diritti e dì questi privilegi a uomini del tutto incapaci di battersi o
di ottenerli. Questa è la schietta verità storica
della situazione e sarebbe pura follia cercare di
dimenticarla; è appunto l’ineguaglianza delle
razze che provoca tale difficoltà ». (citato dal
prof. R. Stevens, Presidente del Politicai
Science Departement, Università di Lincoln,
Pennsylvania).
L’orientamento razzista dei dirigenti sudafricani e la loro matrice dichiaratamente nazista fece temere nel 1948. quando il Partito
nazionalista vinse le elezioni, misure discriminatorie nei confronti degli ebrei. Ma nel giro dì due mesi i giornali ebraici cambiarono
radicalmente politica rispetto al primo problema nazionale, Vapartheid. Dalla chiara condanna deìYapartheid in nome dell’etica ebraica passarono al silenzio assoluto. Il Rabbinalo
dichiarò ufficialmente che Vapartheid era un
problema politico e non morale e che quindi le
istituzioni ebraiche non avevano da pronunciarsi in merito (R. Stevens). Questa posizione è stata più volte ribadita, fra l'altro dal
Gap Rabbino ’Abrahams che. nel 1966, commemorando H. Verwoerd, primo ministro, laureato nella Germania nazista e imbevuto di
idee razziste, disse: «...una coscienza morale
era alla base delle sue scelte politiche; egli è
stato ìl primo uomo a dare aWapartlieid un
fondamento morale. « La comunità ebraica
nel Sud Africa, mediando fra i due governi,
ha contribuito a sottolineare le affinità ideali
e politiche dei due governi razzisti e a promuovere una stretta collaborazione commerciale e politica.
Già negli anni ’50 il Sud Africa autorizzò
gli ufficiali di riserva ebrei a prestare servizio in Israele e, nonostante i gravi problemi
finanziari che allora l’assillavano, permise la
esportazione eli valuta e merci verso Israele.
Fra il '61 e il '67 le esportazioni israeliane
verso il Sud Africa aumentarono da 1.4 milioni di dollari a 4 milioni, mentre nel 1962 le
importazioni raggiungevano i 3,3 milioni dì
dollari. Oggi, per quanto riguarda gli scambi
commerciali fra Israele ed i ¡mesi africani, la
massima parte tocca all’Africa del Sud, fornitrice di pietre grezze per l’industria diamantífera israeliana. IÍ volume delle esportazioni
delle pietre tagliate rappresenta per Ecconomia
israeliana più del doppio del valore degli agrumi (Weinstock. Le sionisjne contre Israël, pag.
445). Nel giugno 1967 l’Africa del Sud autorizza la trasferta delle collette a favore di
Israele; 18 milioni di rands pari a 14.4 miliardi; in cambio Tel Aviv investe parte della somma in fondi pubblici sudafricani (Weinstock. pag. 515). Nel gennaio del 1968 viene
fondala l'Associazione di amicizia israelo-sudafricana, con a capo Bcgin. ministro di estrema destra, che <ìiresso una sìmile organizzazione in Francia promossa da Soustelle (Weinstock. pag. 515). Vanno ricordati ancora i progetti nuclieari franco-israeliani che coinvolgono il Sud Africa, fornislrice della materia
grezza. Anche qui un interesse preciso accomuna Israele e Sud Africa : sbarrare la .strada
alla rivoluzione anticoloniale e - nel medesimo tempo • forse nel timore di perdere l’appoggio degli alleati imperialisti, costruirsi uno
scudo atomico autonomo (Weinstock. }>ag.
514).
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice ^Torino) Que.ste alcune risposte.
3
15 oUobre 1971 — N. 42
pag. 3
Attività culturale e scolastica nelle Valli
Inaugurato il nuovo anno scolastico
ai Collegio Valdese di Torre Peliice
Alla Scuola Latina di Pomaretto
ha inizio il nuovo anno scolastico
Venerdì ottobre, alle 15, si è inaugurato, nell’aula sinodale della Casa
Valdese, il nuovo anno scolastico 19711972, alla presenza di un pubblico numerosissimo: allievi, genitori, inse
gnanti, autorità scolastiche e civili,
amici e simpatizzanti.
Il pastore Gino Conte ha condotto
tutti in meditazione, soffermandosi sul
significalo del versetto: « La verità vi
farà liberi ». Nella scuola attuale, così
ricca di fermenti, di tensioni, ma anche di contraddizioni, è necessario che
tutti, dai docenti agli allievi, muovano
alla ricerca della libertà, senza sopraffare quella altrui, senza coercizioni,
senza mala fede, senza pressioni, senza secondi fini. La scuola dev’essere
fecondatrice di spiriti liberi, al di là di
qualsiasi strumentalizzazione: in questo senso deve trovare fondamento e
sostentamento nella forza verarnente
liberatrice contenuta nel messaggio di
Cristo; la verità del Vangelo rende
l’uomo libero, e lo realizza pienamente: chi lavora nel mondo della scuola
deve tener conto di tutto ciò.
Non c’è stata, quest’anno, la tradizionale prolusione, sostituita dalla proièzione di un bel lungometraggio a colori, realizzato e gentilmente concesso
dal signor G. Castellano di Luserna S,
Giovanni; lo stesso cineamatore ha
proiettato il film, mettendo a disposizione attrezzature e commento sonoro:
« la lunga strada d’acqua » — questo
il titolo del lungometraggio — segue
il corso del Po dalla sorgente di Pian
del Re ai piedi del Monviso, sino all’ampio delta nel mar Adriatico. Il
nostro massimo fiume, durante il suo
lungo percorso, tocca paesaggi, mondi,
uomini, problemi diversi; le Alpi, la
campagna piemontese che va spopolandosi rapidamente; città in cui, a
causa del rapido inurbamento e della
crescente industrializzazione, sorgono
problemi nuovi e di difficile soluzione;
la pianura padana, ora ricca e prospera, ora più povera, sballottata tra
agricoltura ed industria, dove accanto a nuove grandiose costruzioni, oleodotti, centrali termoelettriche, complessi industriali, sorge ancora la povera capanna del pescatore; il Polesine, in via di rapida e completa bonifica, ma dove i segni delle non lontane
alluvioni e della miseria, sono ancora
ben visibili. Il valore didattico ed educativo di un tale documentario filmato,
non è certo inferiore a quello delle
tradizionali prolusioni, ed è sicuramente più gradito di esse agli allievi delle
classi inferiori, attratti dall’immediatezza e dalla vivacità delle immagini.
Ha preso poi la parola la Preside
della Scuola Media, signorina Marnilo
Reedtz. Il bilancio del trascorso anno
scolastico è stato più che soddisfacente
dal punto di vista del profitto, dell’impegno, della disciplina. Due soli allievi su quattro classi — due prime, una
seconda ed una terza — sono stati respinti; sette studenti hanno ottenuto
una borsa di studio ministeriale, che
consentirà loro di proseguire più agevolmente lo studio.
La Preside ha poi ricordato le innovazioni che hanno caratterizzato il
passato anno scolastico: il servizio di
scuola-bus per gli allievi fuori sede,
la mensa a Villa Olanda e, specialmente, il doposcuola, che ha consentito
agli allievi, particolarmente bisognosi
di ricevere, nell’ambito della scuola,
quell’assistenza culturale ed educativa
che, per ragioni obiettive — ad esempio, entrambi i genitori impegnati dal
lavoro — non possono ricevere in famiglia: il doposcuola tende ad eliminare, in ambito scolastico, i diversi livelli di partenza degli allievi, determinati da differenti condizioni socio-economiche e, quindi, culturali; cercando
di portare tutti nelle stesse condizioni
iniziali ed offrendo ad ognuno le medesime possibilità di partenza, la moderna scuola dell’obbligo, dotata di un
efficiente doposcuola, può veramente
presentarsi come orientativa, in base
alle singole reali tendenze ed attitudini dell’allievo, e non più selettiva e discriminatoria, in base alla condizione
socio-economica e culturale del discente. La professoressa Marullo ha concluso ricordando che, se molto si è già
fatto, molto ancora si deve fare; la
scuola deve essere viva, attiva, in via
di aggiornamento, tenendo conto dei
suggerimenti della pedagogia e della
didattica moderne.
Ha poi preso la parola il Preside del
Ginnasio-Liceo, professor Augusto Armand-Hugon: il bilancio didattico delle cinque classi superiori dell’Istituto
è lusinghiero: un solo respinto, e tutti
gli altri promossi a giugno, con buoni
voti di profitto; i quattro candidati alla maturità classica hanno ottenuto
il diploma e due di essi, con votazioni
brillanti; l’anno scolastico trascorso è
stato altresì caratterizzato da un ottimo andamento disciplinare: i rapporti tra gli studenti, che regolarmente
si riunivano, una volta al mese, in assemblea, ed i professori, sono stati improntati sempre alla massima collaborazione, comprensione e familiarità; il
rapporto docente-discente, è favorito,
nel nostro Istituto, dal limitato numero di allievi per ogni classe, il che
elimina la burocraticità del rapporto
stesso, e dal fatto che gli insegnanti
sono sempre gli stessi: ciò garantisce
la continuità didattica ed il processo
di conoscenza e di comprensione tra
allievi ed insegnanti; in questo senso
il Collegio — scuola Pareggiata — è
favorito rispetto alle scuole dello Stato che purtroppo, a causa del lento
e confuso meccanismo burocratico che
regola le nomine dei docenti, vedono
sovente un vero e proprio carosello di
insegnani, tutto a scapito dei discenti,
smarriti e disorientati.
Il Preside ha poi ricordato come il
numero degli allievi sia in continuo
aumento: ventiquattro sono gli iscritti
alla IV Ginnasio, laddove generalmente erano, negli anni trascorsi, al massisimo una diecina; ha infine precisato
come, in conseguenza dello sdoppiamento delle due prime classi della
Scuola Media, si sia dovuto procedere.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiimiiiiiiiiMiimiiiiiiiimiiiiiiiiiimiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMimiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiiiii
XI convegno di studi sulla Riforma
fsegue da pag. 1 )
tesco della storia religiosa italiana come tradizione riformata: Johan Fr. Le
Brct) e di Giuseppe Recuperati (Problemi religiosi nelle opere del carcere di
Pietro Giannone: tentazioni fideistiche
e persistenza del deismo) ci hanno offerto un quadro del pensiero religioso
protestante italiano del ’700: pensiero
che, per altro, si inserisce in una problematica più vasta, europea; il pensiero religioso oscilla tra fede e ragione, tra tradizione e progetti di innovazione, tra rigore di ortodossia costituita e desiderio di novità, di riforrna
e di l'evisione: nel secolo dei lumi in
cui già si intravedono in luce i presupposti, almeno teorici, della società
moderna, il pensiero protestante, ormai assestato ed istituzionalizzato, entra in crisi, si scuote e poi, faticosamente, si ricompone e tende a rinnovarsi.
Il pomeriggio della seconda giornata è stata dedicata aU’800 ed al 900,
con le relazioni Spini, Castiglione e
Gatto.
Si è avuto un quadro complessivo
del punto al quale sono giunte quelle
ricerche che confluiranno nella collana fondala da Giorgio Spini: la « Collano di storia sul movimento evangelico d’Italia dei secoli XIX c XX ». Questa
serie di ricerche dovrebbe servire, nel1' intenzioni dello Spini « a un chiarimento generale sulla storia religiosa
d’Italia », che, finora, sembra esser stata vista soprattutto in chiave politica.
1 movimenti evangelici in Italia sono
sorti nel Risorgimento e si sono incontrati con la sua problematica: lo
Spini vuole, con la sua iniziativa, « parlare di storia religiosa fuori della politica e fuori della condanna crociana
sulla mediocrità italiana di questo periodo ». È un panorama vasto: da Risorgimento al modernismo fino, forse,
all’esame del dialogo coi cattolici nel
per ragioni di spazio, al trasferimento
delle tre classi del Liceo nei locali superori deH’edificio che già ospita il
Museo; questa soluzione della sede
distaccata — una cinquantina di metri
—, in ambienti per altro riadattati, rimessi a nuovo e molto ampi, è da considerarsi provvisoria: è infatti in fase
di progettazione un disegno di ampliamento dell’edificio del Collegio, per
poter accogliere adeguatamente la sempre crescente popolazione scolastica
dell’Istituto.
Ha infine preso la parola il dott.
Guido Ribet, presidente del Comitato
del Collegio; egli dopo aver salutato
le autorità, gli insegnanti, gli allievi
ed il pubblico tutto, ha brevemente
ricordato l’operato dell’ente da lui presieduto, al quale è stata dall’ultimo
Sinodo affidata pure la Scuola Latina
di Pomaretto. Il Comitato, superate le
prime gravi difficoltà iniziali, ha potuto dedicarsi, data una pur sempre molto relativa tranquillità finanziaria, ad
un operato più propriamente sociale
a favore degli allievi; scuola-bus, mensa, doposcuola, borse di studio: tutto
ciò costituisce un non indifferente sforzo economico da parte del Comitato;
è comunque utile e doveroso proseguire su questa strada.
Riprendendo il discorso della professoressa Marullo, il dott. Ribet ha ricordato come sia giusto parlare di
scuola moderna, di sperimentazioni, di
didattica attiva, ma ha precisato come tutto ciò sia ora possibile e attuabile, a differenza di due anni fa quan
l’ultimo dopoguerra. Naturalmente anche qui il problema religioso, come è
apparso chiaramente dalla relazione
Castiglione (Alcuni aspetti della diffusione del movimento pentecostale in
Puglia) si lega alle strutture politiche,
culturali e sociali. Come dice lo Spini:
« ...La diffusione dei movimenti evangelici in Italia » è « storia soprattutto
di operai e contadini. Noi conosciamo
molto la storia dei gruppi dirigenti... ».
È necessario, comunque, come ha osservato il prof. Pitocco deirUniversità
di Roma, non indulgere, in questo contesto, a schematismi e facili parallelismi: non sempre dove c’è miseria e
tensione sociale nasce un movimento
evangelico, ed un movimento evangelico non sorge necessariamente dove c’è
miseria e tensione sociale.
In conclusione l’XI Convegno ha tracciato un quadro della storia religiosa
in Italia del Medio Evo ai giorni nostri
ed ha puntualizzato lo stato delle ricerche presenti nel pmpo della storiografia religiosa italiana al livello dei
più autorevoli specialisti, presenti al
Convegno: basterà ricordare alcuni nomi: Spini, Firpo, Rotondò tra i relatori; Maselli, Venturi, Ginzbtirg, Tabacco
tra i presenti, che hanno vivacizzato le
discussioni seguite ad ogni cornunicazione. Si è trattato di un avvenimento
culturale di primaria importanza per
Torre Peliice: stupisce il fatto che i lavori, mentre hanno richiamato rnolti
studenti universitari ed insegnanti da
Torino e da lutto il Piemonte, siano
stati disertati da studenti ed insegnanti della Val Peliice. Si è trattato di un
Convegno per specialisti, è chiaro, ma
non a livello tale da non poter interessare chi pensa di essere impegnato in
problemi religiosi: si parla continuamente di Chiesa e società, di messaggio cristiano ed impegno sociale: ebbene, al Convegno non si è parlato
d’altro.
do si parlava addirittura di chiudere
l’Istituto, grazie soprattutto all’aiuto
straordinario di molti amici tedeschi e
svizzeri.
Il dott. Ribet ha poi illustrato come, nelle finalità del Comitato, i nostri Istituti debbano essere il centro
della rinascita degli interessi culturalireligiosi nelle nostre Valli. A q'itesto
proposito ha ricordalo l’opera per
l’ammodernamento della Biblioteca —
50.000 volumi — ed il buon esito delle
periodiche lezioni di teologia a livello
universitario ma, nello stesso tempo,
accessibili a tutti, tenute dai professori
della Facoltà di Teologia: questi corsi
riprenderanno quest’anno, ad ottobre,
con le lezioni del prof. Soggin.
Il pastore Conte ha infine concluso
la riunione augurando, a nome della
Tavola, buon lavoro ad allievi, insegnanti e membri del Comitato e conducendo, poi, tutti in preghiera.
Valdo Armand-Hugon
iiimiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiMiii
Comitato Collegio Valdese
Il prof. A. Soggin
alle Valli
Il Comitato del Collegio Valdese, in
accordo con i Pastori della Val Pellice, ricorda che il primo ciclo di lezioni di teologia sarà tenuto dal prof.
A. SoGGtN secondo il programma seguente:
Domenica 24-10 alle ore 16,30 presso
la foresteria di Torre Peliice, conferenza: Reiezione su im recente viaggio
ecumenico in Palestina.
Il prof. Soggin, in accordo con la
Commissione distrettuale, predicherà
a Toi re Peliice il 17-10 e a Bobbio Pcllice il 24-10; e in accordo con il Preside del Collegio terrà nel corso della
.settimana alcune lezioni agli studenti
della Scuola Media e del GinnasioLiceo.
Sabato 2 ottobre ha avuto l’inaugurazione della Scuola Latina. Alle ore 15
il Pastore Bouchard ha iniziato con un
inno e con la lettura di un passo in
Esodo 19, V. 4, sulla schiavitù di Israele.
Dio ha liberato il suo popolo, gli ha indicato la via della vera libertà che consiste nell’udire la Sua Parola e metterla in pratica, per essere una luce
per gli altri popoli.
Riferendosi alla famiglia ed alla
scuola, il Pastore ha ricordato che anche noi siamo come degli schiavi: in
casa si parla soltanto di soldi, di lavoro e di altre cose, senza cercare di dareuna risposta alle ansietà ed ai problemi dei figliuoli. A scuola si è spesso
condizionati ora dal libro di testo, ora
da idee sbagliate come quelle sulla patria e sulle guerre... Ha quindi ricordato il metodo di Mario Lodi ne « Il
paese sbagliato », dove l’autore cerca
di aiutare la classe a capire bene l’arnbiente, le situazioni, con vivo senso critico. Naturalmente la vera schiavitù è
nel cuore delTuomo. Lo dice anche Gesù, quando ricorda che dal cuore vengono invidia, gelosia, inimicizie, ecc.
Perciò si è liberati da tutto questo,
quando Dio entra nel nostro cuore. Ha
fatto seguito una relazione dell’anno
scolastico 1970-71, presentata dalla Preside, prof. Elsa Balma, la quale ha illustrato le attività svolte; corsi di tedesco, flauto, ricerche, conversazioni,
giornalino, ecc.
Hanno quindi preso la parola il pastore Gino Conte, che ha portato il saluto e l’augurio della Tavola Valdese.
Il presidente del Comitato del Collegio
e Scuola Latina, dott. Guido Ribet, il
quale ha espresso il suo compiacimento per l’unione della Scuola Latina al
Collegio e per l’attività che quivi è stata svolta. Il pastore Davide Cielo di
Napoli, che ha portato il suo saluto ai
presenti.
Infine la prof. Amalia Geymet ha illustrato delle diapositive su Berlino.
Gli spettatori sono stati colpiti dal
muro che divide questa città.
Un gruppo di alunni
della Scuola Latina
COLLOQUIO PASTORALE
I pastori del primo Distretto sono
convocati per il corso del prof. Soggin
su: « Introduzione ai Profeti di Israeli» dal 18-22 ottobre. Le lezioni avranno luogo dalle ore 10-12 a Ptnerolo nella sala delle attività di Via dei Mille 1.
Dalla relazione, presentata in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico stralciamo alcune notizie riguardanti l’attività svolta nella scuola
Latina di Pomaretto lo scorso anno.
Complessivamente gli alunni sono
stati 84: 32 nella prima; 30 nella seconda; 22 nella terza, provenienti m
piccola parte dall’alta vai Germanasca, in parte, oltreché da Pomaretto
e da località viciniori, dal fondovalle
e dalla diaspora, alcuni da Torino, inviati dall’OMNI o dall’ENAOLI e, perfino, dal lontano Venezuela._
Un gruppo di 12 cattolici si è inserito molto bene nella grande famiglia,
costituita da 72 evangelici ed ha apprezzato la nostra scuola. _
L’anno trascorso è stato particolarmente difficile e pesante per gli insegnanti. Il gruppo, ben affiatato, che
aveva iniziato l’anno scolastico con
tante buone intenzioni si è sentito,
spesso, scoraggiato ed intralciato nel
suo lavoro dall’apatia, dal disinteresse e dal comportamento scorretto di
un gruppo di alunni che hanno avuto
una influenza negativa sui compagni
più deboli di carattere; aggiungasi a
questo la scarsa collaborazione di alcune famiglie o di chi era responsabile dei ragazzi. Un gruppo, invece, ha
lavorato con serietà ed ha dato molta
soddisfazione.
Per rendere interessanti le materie
di studio si è fatto largo uso dei mezzi audiovisivi. A quelli già in dotazione alla scuola si sono aggiunti, offerti
da amici della Germania, dei flauti,
una pianola, un episcopio, dimostratosi utilissimo. Le lezioni di scienze,
storia, religione, si sono trasformate,
spesso, in animate discussioni. Sono
stati attuati dei lavori di gruppo; si
sono avute, specie nella terza, le interrogazioni programmate; compiti scritti e voti sono stati sempre discussi in
classe con gli alunni.
Un gruppo che si interessa allo studio dei dialetti si è sbizzarrito nella
raccolta di proverbi locali tradotti,
poi, in francese e in italiano e nella
cornposizione di commedie in patois
molto ben riuscite.
La missionaria Laura Nisbet ed un
missionario proveniente dal Lessouto
hanno intrattenuto gli studenti sui^ vari problemi riguardanti le missioni ed
il terzo mondo e le conversazioni di
entrambi sono state seguite con vivo
interesse. Il capitano Longo ha parlalo ai ragazzi dell’Esercito della Salvezza, un pastore di Berlino ha presentato la situazione di quella città, un
altro ha parlato delle colonie valdesi
in Germania, il pastore C. Tourn ha
intrattenuto gli alunni sui problemi
delle Valli ed ha proiettalo un film su
questo argomento.
11 doposcuola integrato Scuola Latina-Convitto ha funzionato un po’ meno bene dello scorso anno per alcune
difficoltà ed incomprensioni che non
hanno permesso un lavoro sereno; nelle ore di doposcuola gli alunni sono
stati seguiti da assistenti del convitto
cd insegnanti, che hanno dato la loro
collaborazione volontaria, nello studio
c nei lavori di ricerca .mettendo a loro
disposizione testi vari ed enciclopedie.
Riteniamo che questa assistenza data
a dei ragazzi che, in buona parte, sarebbero per le strade o soli in casa
perché entrambi i genitori sono al lavoro, sia tuttora valida, anche se molto imperfetta, ed è per questo che da
vari anni le porte della scuola sono
aperte a tutti dalla mattina alla sera
perché nessuno si senta solo. Vivendo
insieme ed avvicinandoci a questi ragazzi possiamo conoscerli meglio. Gli
insegnanti hanno cercato di fare qualcosa per interessare gli studenti nelle
ore pomeridiane. Un gruppo per ogni
classe ha lavorato alla compilazione
di un giornalino: « Il Montanaro » sotto la guida dell'insegnante Claudio Balma. La compilazione, l’impaginatura,
l’uso del ciclostile hanno entusiasmato
i ragazzi che hanno messo da parte
una sommetta, ricavata dalla vendita
del giornalino e che è stata adoperata
per l’acquisto di materiale didattico.
Sono state visitate due fabbriche; il
setificio Gütermann e la Riv-skf. Gli
alunni hanno, così, potuto rendersi
conto di che cosa sia il lavoro di fabbrica ed hanno intervistato alcuni operai. È stato organizzato un corso di
lingua tedesca impartito, gratuitamente, dalla prof. Geymet; il corso è stato
seguito da un discreto numero di alunni. La signora R. Tourn ha dato la sua
valida collaborazione iniziando un corso di flauto per un gruppetto che ama
la musica. Gli insegnanti hanno, poi,
cercato di dare un aiuto agli studenti
particolarmente deboli in alcune materie con dei brevi corsi di recupero
verso la fine dell’anno scolastico, corsi che sono stati seguiti quasi esclusivamente dai non convittori. Gli studenti hanno preso parte alle varie attività della parrocchia: si sono adoperati nell’opera di colportaggio, nella
raccolta di carta ecc.; alcune ragazze,
a turno, si sono recate all’ospedale
per dare un aiuto, nell’ora dei pasti,
agli ammalati più gravi costretti a letto; nelle vacanze di Natale il gruppo
corale, diretto dalla signora Bouchard,
che ringraziamo, ha rallegrato col canto gli ammalati e tutti i ragazzi hanno confezionato, durante le ore di applicazioni tecniche, un oggettino da
regalare ad ogni degente. Ci rallegriamo che i nostri giovani possano venire a contatto con chi soffre.
Abbiamo avuto, nel corso dell’anno,
alcune riunioni di genitori per discutere su vari problemi riguardanti la
scuola ed i ragazzi e varie riunioni di
carattere pedagogico col gruppo del
Convitto.
Amici tedeschi e svizzeri hanno visitato la scuola e due delle nostre insegnanti, le prof. Geymet e V5la, hanno parlato alla Lega femminile di Milano della scuola, del Convitto e delle
altre opere di Pomaretto.
Siamo grati a queste colleghe ed a
tutti gli amici che cercano di far conoscere alle chiese il nostro lavoro che
riguarda tanti giovani che hanno bisogno non solo del nostro aiuto, ma
anche delle nostre preghiere.
Durante gli esami sia della sessione
estiva che autunnale la scuola ha avuto un’ispezione da parte di un ispettore centrale del Ministero.
Sono stati licenziati dalla scuola
bedia 19 alunni di cui tre: Baret Erica, Massel Fiorella, Peyronel Elvio con
la qualifica di ottimo; due sono stati
giudicati non idonei.
Sono stati promossi dalla prima alla seconda n. 30 alunni; due sono stati
respinti. I migliori risultati sono stati
conseguiti da: Giraud Vittorio, Micol
Luciano, Jahier Valdo. Nella Val Soupata siamo un po’ arretrati ed hanno
ancora per noi una qualche importanza cose, ormai superate. Ci sia, dunque, permesso di spiegare che ci siamo permessi di segnalare i tre migliori di ogni classe non a scopo selettivo
perché gli alunni sanno quali siano
gli sforzi degli insegnanti per venire
incontro ai più deboli e quanto questi
stiano loro a cuore, ma, esclusivamente, per incoraggiare questi studenti e
perché essi possano essere di stimolo
e di aiuto ai loro compagni, cosa che
hanno fatto con un amore ed un entusiasmo che ci hanno sorpresi e rallegrati, specie nella prima classe. Sono stati promossi dalla seconda alla
terza n. 27 alunni; respinti due. 1 migliori sono stati: Giraud Bianca, Coucourde Doretta, Meytre Lorena.
Nei concorsi provinciali, in seguito
allo svolgimento di un tema, sono risultati vincitori di una borsa di studio classificandosi rispettivamente al
14" e al 39" posto su 446 concorrenti,
Peyronel Elvio e Pascal Donatella,
mentre Massel Fiorella è stata inclusa nella graduatoria degli idonei. Il
nostro ringraziamento va agli « amici
della scuola Latina» in Italia e all'estero, alla comunità di Pomaretto
per averci concesso l’uso del teatro
per le lezioni di educazione fisica, a
tutti coloro che hanno seguito con interesse il nostro lavoro ed ai membri
del Comitato del Collegio a cui, quest’anno, è stata affidata anche la responsabilità della nostra scuola ed ai
quali vogliamo assicurare la nostra
collaborazione.
Ei.sa Bai.ma
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pag. 4
N. 42 — 15 ottobre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Cinema
Ritornano i Diavoli
Un fallimento totale
La tragica farsa elettorale del Sud
Vietnam, in occasione della quale hanno perso la vita decine di persone, si è
conclusa con un vero « trionfo » per
l’unico candidato presidenziale. Van
Thieu, che ha avuto il 91,5 per cento
dei voti. Tutta la stampa internazionale, anche quella più « moderata »
ha denunciato o dovuto ammettere che
le « elezioni » non solo non avevano
nulla di democratico, ma che sono state abbondantemente truccate. La Stampa al riguardo dice: « ...Forse si è evitata un’esplosione, ma solo colla corruzione e la violenza ».
In effetti vi è stato un tentativo di
opposizione politica da parte di altre
forze, civili e religiose, espressa in due
comitati: uno « contro la dittatura » e
l’altro « per la democrazia e la pace »,
ma l’iniziativa si è dimostrata tardiva
sia per la loro esitazione che per mancanza di preparazione.
Bisogna anche ricordare che in uno
dei detti gruppi vi era Kao Ky che, al
pari di Thieu era stato a suo tempo
messo in piedi dagli americani a Saigon. Se ne deduce che, dato il tempo
di regime, esso è in avanzato stato di
decomposizione. Comunque, anche questa specie di politica di opposizione
— pur non sostanzialmente diversa da
quella perseguita da Thieu — ed in cui
si auspicava almeno l’attenuazione di
alcuni aspetti più impopolari è stata
messa a tacere.
Intanto, mentre Nixon continua a
parlare di pace il più sovente possibile,
nuove micidiali armi vengono lanciate
contro il Nord Vietnam: cosa veramente inconcepibile sia in riferimento
al movimento internazionale che cerca
di porre un sia pur minimo rirnedio
alla follìa degli armamenti, e sia in vista degli incontri cino-americani.
Eppure, secondo una corrispondenza
da Hanoi, in occasione di attacchi aerei
americani nella provincia nordvietnamita di Quang Binh, è stato sganciato
un nuovo tipo di bomba approntata solo nel marzo di quest’anno. Si tratta di
un ordigno progettato per l’impiego
contro i carri armati, ma che è stato
utilizzato come bomba antiuomo contro rifugi antiaerei sotterranei. Al momenti dello scoppio — continua la corrispondenza riportata su L’Unità —
essa sprigiona una temperatura di duemila gradi: per questo motivo, fra l’altro, il numero delle vittime umane durante i succitati bombardamenti è stato elevato, fra morti e feriti, in maggioranza donne e bambini. Ai giornalisti è stata fornita la documentazione
fotografica di questo nuovo crimine ed
è anche stata mostrata una parte della
bomba di nuovo tipo, sulla quale era
chiaramente visibile la scritta « antitank 3/71 ».
Il fallimento della politica e della
presenza americana in Vietnam si rivela così completo su tutti i fronti. Mentre la reiterata e vecchia promessa di
ritiro delle truppe viene non solo sempre dilazionata, ma terribilmente smentita dai bombardamenti aerei, anche la
democrazia, che gli USA erano andati
a « difendere » si è del tutto dileguata.
Patria e lavoro
Si sono riaperte le scuole, e, con essa
tutti i gravi problemi inerenti, che
l’inerzia dei politici e dei governanti ha
lasciato diventare, anno dopo anno,
sempre più estesi. Fra essi, uno certamente non trascurabile, è quello dei libri di testo. Un settimanale, avvalendosi di una mostra e di un dossier di
un gruppo di ricerca, fa un elenco delle più belle « perle » colte qua e là. Ne
diamo qui una breve sintesi, mentre invitiamo tutti i genitori a leggere coi
figli e a denunciare quei testi che per
inerzia o malafede continuano ad essere adottati. Sono testi che preparano
futuro sudditi, estraniati completamente dalla realtà politica e sociale. Le frasi in corsivo sono quelle testuali dei
libri.
I poveri: sono un fenomeno naturale, come il sole e la pioggia; sono anche utili per « redimerci ». La gente ricca ha tanto da mangiare... e questo provoca delle malattie che la gente povera, per grazia di Dio, non conosce. I poveri inoltre, godono: essi chiedono la.
carità e godono il sole di maggio. Essi
sono anche utili, come si diceva. Un
amico chiede all’altro amico come mai,
nel fare l’elemosina, ringrazia il povero: Non dovrei forse ringraziare chi mi
offre l'occasione di compiere un’opera
buona?
II lavoro: è bello e rende l’uomo felice, simile a un dio. Oh si! Chi lavora, è
felice lo dice il martello, lo dice la pialla, la vanga, la sega che lavorando si
prega. Il figlio del fabbro al padre:
Babbo tu sei più bello e maestoso di
un re. Lavori in mezzo a faville d’oro.
Intorno alla tua fronte brilla una corona di perle (era sudore). Il nonno al
nipote: .Anch’io, Piero, sono entrato
per curiosità in una fonderia, da bimbo. E mi è parso così hello... che ci .sono restato. E’ hello amare il proprio
lavoro. Sono vecchio ed al buon Dio
non chiedo che una sola grazia: quello
di poter stare in fonderia sino all’ultimo giorno.
Il concetto di patria è ridotto a una
unità astratta e associata a quello di
eroe. Pierino ha fatto una bandierina
all’asilo. La mamma pianta l’asticcioli in un vaso: Bravo il mio soldatino!
Com’è bella! Sembra un fiore! Una
mamma è derubata del portafogli con
le foto dei due figli eroi morti in guerra. Siamo al commissariato, dove il
portafoglio, ritrovato, viene consegnato alla donna: Signora-dice il questore ■
non deve ringraziare me ma questi due
bravi agenti. Essi avevano adocchiato i
ladri: erano due giovani. Due giovani e
ladri? - esclama la donna - oh, povere
mamme: quelle sì sono disgraziate!
Rarissimo: tutti uguali, ma... Rossi
in viso i bimbi indiani / indiani./stanno accanto a quelli gialli / e coi loro
pennacchi strani / sembran buffi nappagalli. / Gli africani della schiera j
han la pelle nera nera / le pancette tonde e grosse / denti bianchi e labbra rosse. j Gli europei dal viso bianco spiccan tra gli altri colori. / Risplendenti
come fiori / danno il tono al lieto
canto.
La storia patria: il fascismo e le
guerre coloniali. La dittatura fascista
comunque, riesce ad imporre l’ordine
e inizia una serie di riforme. I lavori
pubblici... assorbono molta mano d’opera: si ricostruiscono strade, acquedotti
si fondano nuove città... Il miglior atto politico del fascismo sono i Patti
Lateranensi e cioè la Conciliazione fra
la Chiesa e lo Stato. Le colonie sono
« motivate dalla popolazione in continuo aumento: L’Italia... sperava che
li conquista potesse avvenire pacificamente, invece furono necessarie molte
e dolorose imprese militari che costarono la vita a tanti italiani (della vita
degli indigeni, non un cenno).
Il danaro: è un appannaggio dei ricchi, che sono però sottoposti a perdite
e rischi grandissimi, mentre anche il
povero può metterne da parte, purché
risparmi all’osso. Il concetto di « mercede » è ottocentesco. Un uomo fu pagato del lavoro di un giorno con un
sacchetto di mele. « Piaceranno ai miei
bambini » disse. Ed era contento del
compenso ricevuto.
Altro spazio è ovviamente dedicato
alla religione: ci limiteremo a rilevare,
per non andare oltre, che, mentre vi è
sempre grande abbondanza di madonne, santi e angeli, il Cristo e il suo insegnamento evangelico vi sono pressoché assenti. Roberto Peyrot
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
UN’ILLUSIONE INFANTILE
Abbiamo visto, alla televisione e
nelle fotografie su giornali e rotocalchi, l’immagine del piccolo uomo giallo che, fino al 1.1.1946, riscuoteva la
reverenza religiosa e fervida, l’obbedienza cieca ed assoluta del popolo
giapponese; Hiro-Hito, il vecchio imperatore, il « dio in congedo di divinità ».
Un viaggio in occidente, con accoglienze per lo più fredde, soprattutto
a Londra.
L’enigma del Giappone contemporaneo preoccupa. « Quando, a Tokyo, si
tocca il problema delle forze armate,
o (ciò eh’è lo stesso) quello del militarismo (scrive François Debré sul
« Nouvel Observateur » del 4-10 ottobre), si ricevono in generale risposte
sorridenti e sinceramente accorate di
fronte alla nessuna importanza della
questione: “Il popolo giapponese non
vuol più la guerra (si sente ripetere).
Noi abbiamo conosciuto i bombardamenti di Tokyo, il fanatismo dei Kamikaze, l’orrore d’Hiroshima, tutte cose che non dimenticheremo mai. Il popolo giapponese è diventato profondamente pacifista...’’.
Si può cambiare l’anima d’un popolo? Forse... Ma si possono cambiare
gl’interessi politici d’una nazione, le
necessità della sua economia?
Quando, nel 1945, l’imperatore HiroHito annunciò, contro il parere di certi ufficiali superiori, che la lotta sarebbe cessata, e che stava per cominciare una nuova epoca nell’amicizia
ron l’America, i giapponesi accettarono l’annuncio non per stanchezza, né
per’ viltà, né per indifferenza, ma sol.unto per disciplina.
Vi furono degli ufficiali che fecero
“kara-kiri" e degli studenti che si suicidarono, non per la vergogna di vedere il nemico calpestare il suolo della
patria, né per coerenza delle proprie
convinzioni, ma solo per una logica
personale di fronte a un così grande
ed improvviso cambiamento di condotta, giudicato incompatibile col proprio comportamento sociale.
La costituzione, imposta frettolosamente dagli americani e ch’è tuttora
in vigore, prevede, nel suo art. 9, la
rinuncia del Giappone alla guerra.
Conseguentemente è proibito al Giappone possedere un esercito e, a più
forte ragione, un armamento nucleare,
ea è proibito intervenire militarmen_ all’estero. E tuttavia, appena cianni dopo la resa giapponese, 2u
situazione era già così cambiata che
gli USA desideravano dimenticare quell’art. 9.
Contemporaneamente i giapponesi
andavano scaorendo tutta la conve‘ienza dell’art. 9! Infatti Mao Tse-tune
iveva preso il potere in Cina; la guerra di Corea faceva scendere sui nuovi
protettorati americani in Asia una grave minaccia. Quanto al Giappone, già
in piena ricostruzione, esso appariva,
in quella regione del mondo, come l’a>
leato più sicuro del suo vecchio nemico e il meno soggetto al sovvertimento comunista. Ebbene, quando Foster
Dulles, facendosi portavoce dell’QNU.
tentò di mobilitare tutta la combriccola del mondo "Ubero” (dall’Australia alla Turchia, passando per la Francia e la Nuova-Zelanda), per opporsi
alla lotta rivoluzionaria d’una gran
parte del popolo coreano, egli si sentì
citare a Tokyo, con aria addolorata ma
ben decisa, proprio l'art. 9 d’una costituzione che gli era impossibile ritrattare!
Certamente le autorità giapponesi
non desideravano la vittoria del comunismo nella loro vecchia colonia, ma
un impegno militare in Corea, per
quanto piccolo, avrebbe evocato brutti
ricordi. Avrebbe anche avuto il principale inconveniente di appesantire il
bilancio nazionale di tutte quelle spese militari che la presenza americana
in Asia rendeva superflue.
E tuttavia, su domanda esplicita degli USA, fu creata una forza di polizia, “per evitare che la situazione favorevole del Giappone si esponesse al
rischio d’un capovolgimento, per colpa di cosiddette minoranze illegali (!)
miranti a distruggere l’ordine pubblico, la pace e la legge”. 75.000 poliziotti
vennero armati e un’“Agenzia marittima di Difesa”, forte di 8.000 uomini,
ricevette il compito di sorvegliare le
acque territoriali.
Questa forza di polizia divenne, nel
1952, alla fine del primo trattato di sicurezza nippo-americano, il nucleo delle “forze nazionali di sicurezza” col
compito di “Mantenere la pace e l’ordine, proteggere le vite e le proprietà...”. Dal 1952 al 1967, secondo i primi
tre piani di potenziamento della difesa, le forze d’autodifesa dell’Agenzia
nazionale aumentarono lentamente, di
numero e di qualità, circondate da una
indifferenza quasi generale, colorata di
ostilità, quale il pubblico giapponese
dimostrava, fin dal giorno della disfatta, verso i problemi militari e verso
la carriera delle armi. In ogni caso,
nessuno si sognava neppure di discutere la presenza militare americana in
Asia, dietro la quale la potenza economica giapponese si preparava pacificamente a riconquistare la “sfera di conprosperità asiatica" del 1941, paese dopo paese, mercato dopo mercato...
Il 1968 segna una prima svolta nella
concezione polìtica e strategica della
presenza americana in Asia, e nell’atteggiamento del Giappone di fronte ai
problemi militari... ».
Noi crediamo che, se vi sono stati
di quelli che hanno creduto, veramente creduto (in America, forse?) che la
bomba atomica bastasse a sterilizzare
il Giappone, o che il costringere repentinamente il Giappone a mettersi
in ginocchio bastasse a farlo diventare un popolo pacifico, ebbene costoro
sono stati vittime d’un’illusione infantile!
LA VENERANDA ANTICHITÀ’
D UNA MONARCHIA
Lo Scià di Persia esalta la gloria
di 2.500 anni ininterrotti di regno della sua casa. I festeggiamenti da lui ordinati per la ricorrenza sono d’un’indicibile ricchezza. Un giornalista di « Le
Monde » (v. n. 8315 delT8.10.’71), durante un’intervista, gli ha rivolto la seguente domanda.
« L’opposizione, Sire, Le rimprovera
di governare da solo, invece di regnare. Lei che cosa ne pensa? »
Lo Scià ha così risposto:
« Se non dispiace a questi spiriti maligni, il mio popolo è perfettamente
soddisfatto del sistema a cui è abituato, senza interruzione, da 2500 anni.
Esso è attaccato alla monarchia con
tutte le fibre della sua anima. Esso
non avrebbe accettato le riforme radicali da me introdotte, se io non fossi
re. Io ho fatto una vera rivoluzione
senza spargimento di sangue e con una
larga partecipazione popolare. Forseché occorre essere un dittatore sanguinario per meritare, in Decidente, il
titolo di rivoluzionario?
I miei nemici (particolarmente quelli del partito Totideh, di estrema sinistra) m’accusano di profumarmi mattina e sera, e di divertirmi a guardare
dei film di torture. Questo genere di
obiezioni dimostra a quali mezzi ricorrano i “rossi” e i "neri”, cioè i sedicenti comunisti e i clericali reazionari, uniti in una “Santa Alleanza” contro il popolo iraniano e contro il suo
regime democratico ».
Insomma lo Scià vuol far credere ad
una certa « vox populi... ». Quale sinistra imposturai
Sono ritornati trionfanti a Torino, e
un po’ dovunque, i Diavoli, ma non nelle Puglie e in Svezia dove il Diavolo ci
ha messo la coda, con diverse motivazioni. In una provincia del Meridione
la coda è quella dell’ordine pubblico,
delle ragioni sentimentali, politicoreligiose; vicino al circolo polare la coda
è il timore che le scene di isterismo di
massa possano provocare reazioni dannose alla psiche degli spettatori.
Non vogliamo entrare nel merito di
queste motivazioni, che possono tutte
avere un qualche fondamento se si
prescinde dal problema delia liceità di
una censura cinematografica. Ci interessa qui ed ora il film in -sé.
Confessiamo la nostra delusione. Ci
eravamo aspettato molto, un capolavoro, una pagina persuasiva; ed abbiamo
l’impressione di un’occasione perduta.
Il regista ha voluto strafare, dire tutto
ed ha finito col darci un’opera incompiuta; è stato incapace di fondere la
la sua materia; ha voluto attualizzare
una pagina di storia vera e vissuta nel
sangue e nel martirio, e ci ha dato
troppe battute che sembrano girare a
vuoto.
Troppi i temi, ognuno dei quali sarebbe stato degno di un singolo approfondimento.
Per esempio:
il tema del matrimonio dei preti;
così com’è trascritto nel linguaggio del
regista è più un cedimento sensuale
che l’angoscia di un problema nel quale si senta il tormentoso eco dell’analisi paolina;
le guerre di religione; le mura di
Loudun, dietro le quali cattolici e protestanti vivono in pace, tolleranti a
vicenda, dovevano diventare un simbolo della validità dell’autonomia locale
di fronte e contro l’autorità accentratrice della politica del Cardinale di
Richelieu, che esigerà il massacro dei
protestanti; una pagina di storia che
fa tremar le vene e i polsi agli storici: i principi contro il re, la religione
al servizio degli interessi dei Principi
o del Re; nei Diavoli questa pagina
cruenta sembra sfuggire nel suo significato più profondo al regista, in^
dubbiamente animato da buone intenzioni, ma che non ha saputo far sentire il dramma, il contrasto degli interessi e delle coscienze;
la crisi delle vocazioni delle mona
che; è un punto debolissimo, che ci
sembra risentire degli slogan anticlericali tradizionali: non si può liquidare tanta fede, tanti tormenti, tante illusioni e delusioni facendo dire da chi
ha la responsabilità delle coscienze,
che sono lì, queste sorelle, perché sono brutte, o non hanno soldi per farsi la dote e sposarsi, ecc.;
l’opera del Diavolo; poteva essere un
affresco suggestivo di vita medievale
(e rinascimentale e illuministica!). Ma
occorreva sentire il Diavolo, non come
un’immaginazione di fantasie isteriche
di povei'e donne vittime di frustrazioni indicibili. Avrebbe dovuto il regista
tuffarsi nello studio della demonologia,
di ieri e di oggi; e si sarebbe reso conto che il Diavolo è ancora vivo. Se fosse stato capace di rinunziare al suo razionalismo di uomo moderno non ci
avrebbe dato forse quella scena sabbatica e orgiastica di suore nude danzanti nella Casa del Signore (il pubblico ride!), ma avrebbe prolungato i
tempi del suo affresco, e ci avrebbe
prospettato il vero problema: la coda
del diavolo non puzza più di zolfo,
ma di droga; non sono più « riti sabbatici », suore nude e streghe, ma gli
« adoratori del sole » che oggi sotto il
bel sole di Provenza si costitùiscono in
« fraternità bianche-universali ». Non
sono più riti medievali, ma il 15 settembre 1971, vicino a Marsiglia, si trova una bella ragazza rovinata per sempre, con « ferite di lama al petto e al
ventre, bruciature che paiono da sigaretta alle braccia. Il peggio è che anche ha le pupille bruciacchiate e trafitte; forse resterà cieca ».
E la ragazza dichiara poi: « Mi sono
ferita volontariamente per punire la
mia carne che ha peccato e avvicinarmi a Dio ».
E allora il dramma della suora, della
Madre di Loudun, (la pagina più riuscita del film per l’interpretazione sentita
dell’attrice) avrebbe dato un senso
compiuto al film.
E per finire:
l’appello alla tolleranza, la condanna della tortura. È probabilmente, vogliamo almeno sperare, quella che rimane come richiamo alla mente dello
spettatore pensoso; il tema soggiacente ai quadri del film al quale danno
una sua nobiltà.
L. A. UWAIMAL
imiiiiiiiiiiiiiiiiiinMiMiiiimiiiMiMiiiiiiiimMiiinMimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiMiMiMimimimni iMimiimiiHiiiiiiiu
lappello del CEC India - Pakistan
Attendiamo la solidarietà dei lettori
I profughi pakistani continuano a
morire a centinaia di migliaia, sterrninati, giorno dopo giorno, dalle carestie,
dalle epidemie, dal colera, dalle alluvioni. Degli oltre otto milioni di rifugiati, i bambini sono più di 800 rnila e
sono i primi a patire — e a morire •—
a causa della gravissima situazione in
cui si trovano.
La tragedia sta progressivamente assumendo una vastità e una gravità veramente raccapriccianti: essa diventa
così grande e « permanente » che il lettore di giornali — come osserva un
giornalista — guarda le terribili fotografie dei bambini scheletriti dall’inedia, delle donne moribonde per gli stenti, dei vecchi che spirano esausti sul
ciglio di strade fangose, scuote un po’
il capo e continua a sfogliare, passando ad altre fotografie meno tristi di
donne nude, di atleti, di personaggi della musica leggera.
Siamo davanti al fenomeno dell’assuefazione: la tragedia dei profughi
pakistani è una tragedia soltanto per
coloro che la stanno vivendo e cioè per
i profughi stessi.
Invitiamo ancora una volta caldamente tutti i lettori a stradicarsi dalla
loro « assuefazione » e a contribuire
generosamente e con urgenza all’iniziativa del Consiglio ecumenico delle Chiese, inviando le loro sottoscrizioni al
conto corrente postale n. 2/39878 intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70, Torino.
Ecco intanto l’elenco delle ultime offerte pervenuteci:
Da Genova: fara. Gay L. 7.000.
Da Pinerolo: I. Eynard 30.000.
Da Taranto: G. Pepe 3.000.
Da Bergamo: I.A.T. 20.000.
Da Firenze: V. e M. Villani 1.000.
Da Como: L. Malacricla 20.000.
Totale L. 81.000; prec. 1.593.785; in cassa L. 1.674.785.
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La famiglia del compianto
Gino Peyronel
profondamente commossa per la dimostrazione di stima e di affetto ricevuta in occasione della scomparsa
del suo Caro, ringrazia tutti coloro
che — con fiori, scritti, presenza e parole di conforto — hanno preso parte
al suo grande dolore.
Un ringraziamento particolare ai
Medici e personale dell’Ospedale Civile « Edoardo Agnelli » - Reparto Me
dicina - di Pinerolo, al Dott. Bertolino,, ai Sigg. Pastori Deodato e Bertinat.
« Venite a me voi tutti che siete
travagliati ed aggravati ed io
vi darò riposo ».
(Matteo 2; 20).
S. Germano Chisone, 1 ottobre 1971.
« Getta sull’Eterno il tuo peso
ed Egli ti sosterrà»
(Salmo 55: 22).
E’ serenamente mancata
Emilia Gay veid. Peyrot
Fiduciosi nelle promesse Divine lo
partecipano i figli Fernand, Marcella
con Alberto e i suoi cari nipotini Marco e Daniele, le sorelle Ester, Lidia e
Giulia, il cognato dott. Enrico Peyrot
con la sua famiglia e parenti tutti.
Un particolare ringraziamento al
Pastore R. .lahier, al Dott. De Bettini, al prof. D. Varese, ed a tutto il
personale dell’Ospedale Valdese di Torino che Thanno aiutata durante la
sua malattia.
Luserna S. Giovanni, 11 ottobre 1971.