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Anno XI — N. G. IH SERIE 31 Marzo 1862
LA BUONA ROVELLA
GIORNALK DELLA EVANGELIZZAZIONE
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Andate pei- tutto il mondo e predicate rJEvaugcU»
(la Buona Novella) ad ogni creatura.
Matteo ivi, 15.
" associazioni si kicevono
l’er uuesno [franco a destinazinne].... £. 3 00 1 In fnsszE aiJ.rr<iKldoJHtuUi, via. Tornataoni
*■ \ al Deposito di hbri reUgioai.
Ter la Svizzem e Francia, id........... „ 4 25 ^ hvoejìo, via Sa» Francesco, idem.
Vpr VTnPhntPrì-a iti 5 50 ’ PisA, alla Chiesa Evangelica.
l^eri ingnuterra, m................... „ o ì>» ^ In Torino, via Principe Tommaso dietro ilTcm
Pei-la Germania id.................* „ 5 50 ) pio Valdese.
Non si ricevono associazioni per meno di ( Nelle I'eov.to.», per mcMo di /ranco-doiK yo
^ Stali, che dovranno esson- inviati franco in Fiun anno. ^ renze, via Tomabuoai al Deposito libri religiosi.
AH’estero, a’seguenti indirizzi: Parigi, «Jalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra , dal signor G. F. Muller ,
General Merchant, 2G, Leadenhall Street. E. C.
SOMMAEIO
ÌM sola c«» oecsssa^ — e studio della Bibbia. T. — Lutero — lerrihile catastrofe. —
Cronaca.
LA SOLA COSA NECESSARIA
Leggete. Luca x, 38-42.
È rioto fra tutti i cristiani il carattere affatto diverso delle due
sorelle Marta e Mariä, in due parole dipinto dall’evangelista S. Luca:
“ Marta era occupata intorno a molti servigi; ” — “ Maria postasi
a sedere ai piedi dijGesù ascoltava la sua parola. ” Quale di esse due
ottenne approvaziaìie dal Signore ? Maria anziché Marta : a questa
con delicato rimprovero disse Gesù: “ Marta, Marta tu sei sollecita,
e travagli intorno a molte cose; ” mentre di quella disse: “ Maria ha
scelta la buona parte la quale non le sarà tolta. ”
Si farebbe abuso della sentenza di Gesù ogni qualvolta se ne togliesse pretesto per non adempiere ai comandamenti di Dio e non
mettere ad effetto la sua Parola. Quanto ne abuserebbe la madre di
iitmiglia la quale per attendere a pratiche di divozione fosse negli-
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gente delle cure materne ! “Tu lavorerai sei giorni e farai ogni
opera tua, ” dice il Signore. E quanto s’inganna la giovine che ripudiando la vocazione della donna, in seno alla famiglia, si ritira in
monastero e crede d’eiiirare in religiom! L’esempio di Maria non
deve servire di giustificazione ad una sterile pietà.
L’operare suo e quello di Marta debbono considerarsi in riguardo
a Gesù. Il Signore le aveva visitate ; si era degnato entrare nella
loro casa : conveniva fargli l’accoglienza più onesta e diligente. Or
dinanzi al Signore che vale di più, “ fare dei servigi ” o adorarlo,
occuparsi per lui o ascoltare la sua Parola per la nostra edificazione?
Verso chi ha bisogno di noi, è un conto; verso Gesù della cui parola
noi abbiamo bisogno urgente è un altro. Due tendenze religiose sono
personificate in Marta ed in Maria ; è d’uopo discernere la buona e
sceglierla.
In Marta si scorge la pietà legale, esterna anziché intima, nè punto
scevra da quella presunzione della propria giustizia da S. Paolo riprovata come ingiuriosa alla giustizia conferita dal Eedentore. Sotto
l’antica legge ed in fuori di. Cristo non si può trovar meglio ; col
Salvatore, sotto l’evangelio più soave religione è ispirata al credente
savio e pio.
Iq Maria si scorge per l’appunto la pietà evangelica ohe dalla
contemplazione del Figlio di Dio s’ispira, che dalla parola di grazia
riceve nutrimento, che nella pace si fortifica, che nel ricevere il dono
di Dio anzitutto consiste e non mancherà poi al suo tempo di mostrarsi operosa.
L’inferiorità della divozione di Marta si tradisce dalle proprie
parole di dispetto dette contro alla sorella, e poco meno che offensive al Signore stesso : “ Signore, non ti cale egli che la mia sorella
m’ha lasciata sola a servire ? dille adunque che m’aiuti. ”
Nè altrimenti può succedere quando il fare è antiposto aH’ascoltare la Parola con umile adorazione. Si spende fatica senz«, frutto,
senza ^benedizione, perchè non avendo primieramente ricevuto ammaestramento, ciò che si opera non sarà secondo la volontà di Dio ;
e non accorgendosi della vanità dell’opera inopportuna ne risulta
impazienza, una mal celata irritazione. Nel sentimento della propria
'giustizia invece di benedire al prossimo se ne pensa e se ne dice
male, ed invece di ringraziare Dio è un lamentarsi che le cose non
sieno dirette più equamente. Pietà che dura quanto la rugiada al
sole !
La divozione di Maria, la pietà veramente evangelica penetrando
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più addentro nel cuore porterà eziandio più abbondevoli frutti. Più
che di corpo Maria è diligente di spirito ; più che in atti cd in servigi
esterni la pietà evangelica sta negli affetti e neU’attenzione alla voce
di Dio. Or a.scoltaiido l’Evangelio la mente è illuminata, e delle promesse di Cristo e di tutta la sua gloria l’anima si riveste per la fede
e la conoscenza. Come Dio è spirito e verità questo fervore di spirito, questa intima adorazione gli è un omaggio, un culto, un servizio assai più accettevole. D’altronde poi nel dare a Dio ciò ch’egli
richiede, cioè il culto dell’anima, quanto non è il vantaggio nostro
poiché ci accostiamo per tale via a Lui, entriamo in sua comunione!
Trovata è così la cosa che ci fa bisogno, quella che sola è necessaria,
indispensabile. Grazia per grazia allora si jiuò ricevere dalla pienezza
di Cristo, secondo l’espressione di S. Giovanni. Ed in ultimo non
deve questa divozione riuscire anche più operosa? Col cuore rij)ieno
di quella pace che sopravanza ogni intendimento e che ai piedi di
Cristo soltanto si consiegue, non dovi-anno parer meno onerosi i servigi, meno gravi le fatiche ? Colla persuasione dell’intero favore dr
Dio già assicurato per la sua graziae non da procacciarsi come premio, non sarà più generoso l’operare? Non potranno in minore tempo,
colla gioia del cielo nel cuore, compiersi cose maggiori ?
S’adatta in parte al caso presente la parabola delle vergini savie
e delle vergini stolte: quelle presero olio nelle loro lampade, e poterono accenderle quando lo sposo venne ; queste non presero che le
lampade, e quando giunse lo sposo e conveniva accenderle, l’essenziale
mancava, nè il tempo per procacciarselo fu bastante. Savia è la Maria, savia l’anima fedele che non s’accinge al servigio del Signore
cd alla professione della fede che pria non si sia posta ai piedi di
Gesù, non abbia fatto tesoro di celeste dottrina, di saviezza pura, di
virtù santa, della unzione dello Spirito Santo la quale, dice S. Giovanni, insegna ogni cosa. Stolta è la Marta, stolta l’anima che i)er.
molte cose sollecita, di godere la grazia del Signore, di riceverne
rassicurazione dalla sua Parola neppur trova il tempo.
L’esempio di Marta perchè non è di vera fede è sempre troppo
facile ad imitarsi : meno agevole è il seguire lo esempio di Maria.
Come fare ? Quale metodo s’ha da tenere ? Una cosa è assai chiara,
cioè, che non sarà in confessionale, ai piedi del sacerdote che conviene mettersi per trovarsi ai piedi di Gesù, e che non sarà nel sentire la voce d’un prete che recita il messale in latino che si ode
quella Parola che insegna ogni cosa, che dà lume all’intelletto, e
vita nuova al cuore. Bisogna cercare il Signore che in segreto ci
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vede, ed attendere airEvangelio ove sono gli oracoli scesi dalle sue
labbra e dettati dal suo Santo Spirito. Altre cose possono essere
utili : questa sola fa^'bisogno.
P. G.
LETTURA E STUDIO DELLA BIBBIA
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(Continuaz. T.' N. 1, 2, 3 e 4)
ESODO
L’Esodo è il secoudo libro del Pentateuco; li Ebrei lo chiamavano Veeììe
Simoth, prime parole con le qiiali comincia il libro, che significano ; « Questi
sono i nomi » I Settan,ta lo dissero Esodo, che vuol dire uscita, poiché
narra la maravigliosa uscita del popolo di Dio fuori d’Egitto, ov’era rimasto
dopo la morte di Giuseppe, e ove era tenuto in lunga e dura schiavitù.
Questo libro comprende il periodo di 145 anni.
Molti fatti sono in questo narrati; i più importanti e sorprendenti sono:
I. La nascita di Moisè, la sua prodigiosa salvazione, e la missione
avuta da Dio per trarre il popolo ebreo dall’Egitto, cap. i a vi.
II. I miracoli che Dio operò per costringere Faraone a lasciar partire
gli Ebrei dall’Egitto, e che si conoscono per le piaghe d'Egitto e sono;
1° Il cangiarsi delle acque dei fiumi in sangue, vii, 19-25. — 2° L’orribile invasione delle rane per tutto l’Egitto, e fin anche nelle case e nei
reali palazzi, viii, 1-15. — 3° I mosconi tanto molesti alli Egiziani, vm, 16,
19. — 4° Le miriadi d’insetti che invasero il paese,, vm, 20, 21. — 5“ La
mortalità di tutti li animali delli Egizi, ix, 1-7. --- 6° Le ulcere che martoriarono li uomini e li animali, ix, 8-12. —7° La gragnuolà che distrusse
tutto ove cadde, e risparmiò la contrada di Gosen, abitata dalli Ebrei, ix,
■23-34. — 8° Le locuste che cuoprirono tutta la terra, x, 12-19. — 9° Le
tenebre caliginose in tutto il paese d’Egitto, e la luce nelle stanze de’ figliuoli
d’Israele, x, 22-29. —10. La morte di tutti i primogeniti deUi Egiziani, xii,
29/30.
III. L’istituzione della Pasqua. La Pasqua che fu ordinata da Dio,
forse nel primo mese dell’anno a nel 10° giorno di questo mese detto Nizan
(che corrisponde al Marzo-Aprile attuali) rammenta al popolo ebreo il
PASSAGGIO dbll’Etekno per il paese d’Egitto, la notte in cui percosse tutti
i primogeniti delli Egiziani. L’agnello senza difetto, che fu da Dio comandato mangiarsi nella Pasqua , rammenta Cristo Uomo senza peccato,
r*AgneIlo che toglie i peccati del mondo : il sangue dell’Agnello col quale
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furono tinti li stipiti e i limitavi e le porto delle case nello quali si mangiò,
e per il quale non furono toccati i figli primogeniti delli Ebrei, rammenta,
il sangue di Cristo che lava e salva gli uomini da tutti i loro peccati, xii;
Ebr. XI, 28.
IV. La nuvola di giorno, la colonna di fuoco la notte, c il passaggio
del mar Eosso: figure del battesimo cristiano, xiv, xv. 1 Cor. x, 1, ¡2.
V. La manna e le quaglie che nutrirono li Israeliti; e l’acqua che scaturì dalla roccia, simbolo della pietra spirituale, cioè Cristo, xvi, xvii;
1 Cor. X, 4.
VI. I comandamenti di Dio, dati sul medesimo monte, sul quale
Abramo apprestò il sacrificio d’Isacco, e in mezzo ai tuoni, lampi e vortici
fumanti, perchè li Israeliti ne conservassero eterna e maravigliosa memoria, XX ; Ebr. XIII.
VII. Diversi ordini dati da Dio, riguardanti: Leggi cerimoniali, rese
inutili per la venuta del Cristo; leggi civili; leggi penali; regole di equità e
di procedimento da osservarsi nelle cause civili ; istituzione deU’anno sabatico, legge cerimoniale e civile nel tempo stesso, cap. xxi a xxiii.
VIII. L’alleanza di Dio con il popolo dopo la promulgazione della
legge, avvenuta ai piedi del monte sul quale la legge fu data,, e solennizzata con la edificazione dell’altare e di dodici pilieri per le dodici tribii
d’Israele, e suggellata con lo spargimento del sangue delle vittime, e con
lo spruzzamento di questo sul libro del Patto, sul popolo, figura del sangue
di Cristo, cap. xxiv; Ebr. ix.
IX. La costruzione del Tabernacolo, delli arredi, dell’arca dell’alleanza, del padiglione, della cortina, del candeliere, dei vestimenti ecc. deialtare dei profumi, del mar di bronzo, ecc. tutte cose di futuri beni, e non
la immagine viva stessa delle cose, perchè tutte dovevano sparire alla venuta di Cristo, cap. xxiv a xxxi; Ebr. ix, x.
X. L'idolatria del popolo ebreo, nel Vitello d’oro, la di lui distruzione, lo sdegno di Jloisè, che spezza le dodici tavole, e il ricevimento di
altro, la erezione del Tabernacolo, e il culto che vi si inizia, cap. xxxii a xl.
Anche nell’Esodo si riscontrano dei tip^ relativi a Cristo; eccone i
principali:
1° La pasqua che li Ebrei celebravano ogni anno, oltre rammentare
la liberazione del popolo ebreo, è il tipo di un’altra liberazione, della quale
abbiamo il memoriale nel^a Santa Cena; Gesù Cristo ha redento il suo popolo
da una servitù peggiore di quella d’Egitto, imperocché Egli è l’agnello che
toglie i peccati del mondo. Egli è la nostra pasqua, Giov. i, 29,1 Cor. v, 7.
Una rapida occhiata sul modo con il quale aveva Dio comandato alli
.Ebrei di fare la pasqua, e più apparente si mostra la stretta annessione di
questa con la dottrina della redenzione per il sangue di Cristo, cap. xiii.
L’:ignello senza difetto, messo a parto per 14 giorni dalli altri agnoli i
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inimolato, cotto tutto intiero; quest’agnello, col di cui sangne si aspergono
le case degli Ebrei, quest’agnello le di cui ossa non devono esser rotte,'
e che bì mangia in casa, non è il nostro Gesù, dolce e umile di cuore, Gesù,
separato dai peccatori, Gesù spandendo U suo sangue per noi e su noi,
Gesù che soffre per noi li sdegni del celeste corruccio, Gesù che si dà
tutto intiero per quelli che sono nella sua chiesa e nella sua casa, Gesù infine, che per una rimarchevole devozione di Dio, non ha rotto alcun osso,
sebbene li avessero rotti i malfattori che furono crocifissi con lui ?
E le erbe amare con le quali dovevasi mangiare l’agnello, cap. xiii, 8,
non figurano il pentimento che la'fede suppone? E i pani senza lievito,
cap. XIII, 15, non sono l’immagine della purificazione del cuore che produce
lo spirito di Cristo?
E l’obbligo di mangiare l’agnello tutto intiero, cap. xm, 10, non 6 una
anticipata predizione di questa gran verità, che dobbiamo ricevere il Cristo
intiero nei nostri cuori per la fede, e non a mezzo?
E il bastone che aver dovevano li ebrei in mano, e i lombi cinti, non
sono simbolo delle disposizioni con le quali dobbiamo avvicinarci a Cristo,
pronti sempre ad andargli incontro, e a fare tutto per lui?
2° La Manna è tipo della parola di Dio, sia che s’intenda del nostro
Signore Gesù Cristo, che è la Parola Eterna, sia che s’intenda la Parola
scritta; la Bibbia è la Parola che fortifica c nutrisce, i piccoli, i grandi, i
savi e li ignoranti, come la Manna nutriva li Ebrei nel deserto.
' i 3° Moisè in varie circostanze della sua vita, è tipo di Cristo. Giunti li
Israeliti a Kefidim, mancò loro l’acqua: cominciarono a mormorare contro
Moisè, e pare che emettessero dei propositi di lapidarlo, attribuendo a lui
la distretta nella quale si trovavano. Iddio lo liberò da questo pericolo, come
Gesù Cristo se n’andò di là dal Giordano per non esser lapidato, Gen. xvii,
4; Giov. X, 31-40.
4° Il sangue delle vittime col quale Moisè ne sparse l'altare, il libro
del Patto, e il popolo, xxiv, 6, 7, 8 ; è il tipo del sangue del Nostro Signore
Gesù Cristo, che fu sparso per la remissione de’nostri peccati: e lo spanderlo, come fece Moisè, una parte sull’altare, proclamava così che noi abbiamo accesso a Dio per il sangue di Cristo, e lo spanderlo sul libro del
Patto, mostrava, che non è per la Legge che l’uomo è salvato, imperocché
non è la Legge che purifica da ogni peccato, ma il sangue di Cristo, Ebr. ix,
19; 1 Giov. I, 7; e lo spanderlo sul popolo, significava che non vi potea
essere reale e perfetta alleanza fra il popolo e il Signore, che per la sua infinita misericordia, e per la espiazione dei loro peccati,
5° Il santuario e il servizio che vi si faceva, cap. xxv a xxxi. I tre
colori che aveva il padiglione rammentano Cristo e la sua opera: Egli
viene dal cielo, (il bleu) Egli è re, (la porpora) Egli ha versato il suo
sangue, (scarlatto) L’Arca, che attestava la presenza dell’eterno, è pure la
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immagine di Cristo per il quale Dio è stato presente sulla terra. Il propiziatorio o il trono di riconciliazione, profetizzava l’opera che ha fatta il nostro Salvatore, ed i cherubini sono i fedeli nel cielo, che sono uno con Gesù
per la fede, lo adorano e celebrano il suo grande amore nei secoli dei secoli.
6. Moisè che monta sulla santa montagna, dopo il gran peccato commesso dal popolo ebreo, facendosi il vitello d’oro, per ottenerne il perdono
da Dio, XXXII, 30; è il tipo di Cristo nostro gran Mediatore, che dopo
avere offerto se stesso in sacrificio per il popolo, o dopo la sua resurrezione,
dal monte deUi Olivi, ascende al cielo per assidersi alla destra di Dio, ove
intercede per noi. Atti i, 9; Eom. vm, 34.
LUTERO
Proferire il nome di Lutero in mezzo al Cattolicismo romano, è peggio
che rammentare Satana : molti hanno più a genio e più familiarità con il
Tentatore, di quello che non l’abbia con l’eroe della Riforma. Tutto ciò
che la rabbia di un partito anticristiano ha potuto immaginare d’ingiurioso
è stato detto contro Lutero. Sebbene sieno trascorsi 316 anni, che la morte
ha rapito il Eiformatore, non pertanto la sua dottrina, le sue opere, le sue
vedute, i suoi sforzi per migliorare la umanità, educandola ed istruendola
nella dottrina del Cristo, scevrandola da tutto quello che la ignoranza o la
malizia del medio evo l’aveva sopraccaricata, non hanno che appena valicati i confini del Wurtemberg, ove Lutero nacque, e quel poco che sappiamo in Italia di Lui, non è che un ammasso di calunnie e di spudorate
a.sserzioni. *■
Credere che tutto quello è uscito dalla penna e dalla mente di Lutero
sia accettabile ad occhi bendati, è un pretender troppo, è un renderlo infallibile, e nè lui, nè i suoi caldi ammiratori e discepoli pretendono tanto,
ma rigettare thtto quello che viene da lui, perchè Lutero, è scendere in un
imperdonabile eccesso, è commettere una inqualificabile ingiustizia.
Non è poco, che noi Italiani abbiamo cominciato ad abituare le nostre
orecchie al nome di Lutero; cinquanta anni fa, si faceva il segno della
croce, come la bacchettona che sente rammentare il diavolo : ma se da cinquanta anni siamo abituati a non aver paura parlando del Eiformatore, ne
sappiamo tanto di Lui, quanto basta, per non essere tacciati d'inescusabile ignoranza? Non temiamo essere smentiti dicendo : no, non ne sappiamo
nulla. A mostrare nel vero aspetto, quello che fu Lutero, qual è la sua dottrina, e quali furono i benefici effetti della Eiforma da Lui promossa e propugnata, destiniamo alcuni articoli per il nostro Giornale. Può morderci
l'edocc dento della clericale intolleranza, ma non ce ne cureremo, poiché
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quelle- che andremo scrivendo, sarà tratto dalle opere del Riformatore, da
ineccezionabili documenti, al dirimpetto dei quali la malignità dovrà tacere.
Nascita, educazione, istruzione di Martino Lutero.
Due poveri, ma-onesti contadini, Giovanni Luther e Margherita Lindemann, abitavano la piccola città di Eisleben, nella contea di Mansfeld
nella Sassonia Prussiana: nel 10 novembre 1483, nasceva loro un figlio,
al quale poneiiano nome Martino, in memoria del santo che correva noi
giorno in cui fu battezzato.
I guadagni dei coniugi Luther, ee bastavano a fornir loro una parca
mensa quando erano soli, non erano sufiìcienti ora che la famiglia era arescinta, però decisero di abbandonare Eisleben, e trasferirsi a Mansfeld,
neUa speranza di trovarvi maggiori guadagni.
Ua’austera pietà, e qualche volta rigida, un ordine rigoroso, una gtretia
disciplina, regnavano neDa casa dell’integerrimo padre di famiglia; fin dai
primi anni piegarono Martino all’ubbidienza, lo abituarono alla disciplina,
lo avvezzarono alle privazioni ; costretto a subire la inamovibile volontà del
padre, obbedire ciecamente ai di ini comandi, il suo naturale era un poco
riottoso; ma giunto all’età matura, a quell’età in cui si riflette e si pensa ai
giorni dell’infanzia e della puerilità, riconobbe i grandi vantaggi che gli
arrecò quel rigoroso regime di vita, nelle sue lotte e nelle sue persecuzioni :
e l’autorità del padre andava tant’oltre, da eccedere, da trascendere e oltrepassare, qualche volta, i limiti dell’amore e della pietà. In. quei tempi, e
non è poco che si è variato sistema, si credeva che i figli divenissero migliori percuotendoli. Martino fu messo al duro esperimento; esso stesso ci
narra: « Mio padre mi percosse tanto, che un giorno fuggii di casa, e non
vi tornai che dopo molte e ripetute carezze: e una volta mia madre mi picchiò tanto, per una noce che aveva presa, che il sangue mi scorreva dalla
bocca e dal naso. I miei cari genitori mi amavano, ma non sapevano prendere il mio carattere, e mi punivano con troppo rigore ». Nondimeno Martino fu amoroso e rispettoso per i suoi genitori, che, dopo Dio, amava con
grande amore. . .
La probità, l’assiduo lavoro, migliorarono le condizioni, e i guadagni di
Giovanni : potò comprare due miniere di ramo ed una casa : acquistatasi la
stima del paese, fu eletto membro del Consiglio Municipale della città.
Giunto Martino all’età nella quale si comincia a studiare, il padre lo
mandò alla scuola .elementare di Mansfeld; ma non era sufiìcientc'per la
mente di Martino, poiché in quella, sotto una barbara disciplina, non s'insegnava che a balbettare le declinazioni, a recitare macchinalmente i dicci
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Comandamenti, il Credo, il Pater, e inni religiosi, per il che il padre lo
mandò, uel 1496, con Giovanni Eeinecke, che fu il suo aiOFettuoso amico o.
il più fervido partitante della Iliforma, a Magdebourg, città governata da
un arcivescovo amico della istruzione, che sotto di lui era divenuta città di
molta importarika.
In Magdebourg vide pompose cerimonie, eseguite dal clero, che onnipossente dominava: la istruzione ch’ebbe nella scuola de’ Francescani, che
passava per la migliore, fu troppo ascetica e clericale, che unita ad una
severa disciplina, impedivano all'intelligenza di svilupparsi, e la serravano
in duri ceppi di ferro.
Ma niun materiale conforto gli faceva gustare le dolcezze di una vita
di famiglia, ma, anzi fu trista e bisognosa, da obbligarlo a cantare in istrada
per ottenere di che cibarsi. Martino ne conservò triste impressioni, e parlando di quei tempi, ci dice; « Le,scuole che ho frequentate nella mia gioventù, erano un vero inferno: i maestri, tanti tiranni, non volevano che ad
altro ci applicassimo, che a servire la chiesa; ogni altra vocazione era disprezzata, e li scuolari i più intelligenti, non studiavano che con repugnanza. ” . (continua)
TERRIBILE CATASTROFE
Tutti i giornali hanno parlato della terribile catastrofe avvenuta nel
Nord dell’ Inghilterra alle cave del carbon fossile di Newcastle-on Tyne.
Alla bocca del pozzo profondo da 360 braccia, unico ingresso a quelle
cave, era situata una pompa di gran forza che tirava l’acqua che in abbon danza filtrava nelle gallerie sotterranee: la pompa era messa in movimento
da una macchina a vapore, e da un bilanciere peso almeno 14 mila chilò,
(42 mila libbre): ad un tratto il bilanciere che andava da molti anni si
rompe, e la metà cade nel pozzo, uccidendo tre lavoranti, e chiudendo la
unica via che dava accesso alle'gallerie, e 219 lavoranti che vi erano non
hanno via per venire alla superficie della terra.
Accaduto questo disastro, la mente di tutti si porta sui 219 lavoranti
che sono sepolti nelle gallerie : si comincia a forare un nuovo pozzo : ma si
farà in tempo per estrarli vivi? È questo il pensiero che angoscia tutti.
Dopo 10 giorai di lavoro si penetra nella, prima galleria: quale spettacolo! da tutti i lati morti. Alcuni avevano appoggiata la testa ad un pezzo
di carbon fossile, come su di un guanciale: altri eri^no a sedere con le spalle
appoggiato alle neri pareti: quà due fratelli abbracciati, là un figlio nelle
braccia del padre: più là un padre attorniato da cinque figli. Quante lacrime
si saranno versato, quanti pensieri saran passati per le loro menti! Ci con-
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sola, imperocché si ha la prova che la fede nel Signore Gesù, non li ab•bandonò e gli sostenne.
In un libretto trovato in mano ad uno dei morti era scritto ;
Venerdì 2 ore dopo mezzogiorno. Edoardo Armstrong, Tommaso Gladson, Giacomo Hardie, Tommaso Bel ed altri, stanno : Abbiamo
AVUTO UNA niCNiOKE DI PREGHIERB ffl ore 2 meno un quarto, nella quale
Tibbs, H. Lharpe, I. Gampbell H. Gibson, e Guglielmo Palmer......(irase
incompleta) Tibbs ci ha ancora esortati ed anche Harpe.
Un altro aveva scritto con la punta del coltello sulla stagnata della polvere, queste parole: Venerdì dopo mezzogiorno. Mia Cara Sara, ti lascio.
Sopri' un altra stagnata si leggsva : « Oh Dio abbi pietà di noi ».
È cosi.che sono morti nella pace del Signore; ma che diciam morti,
sono passati dalla morte alla vita.
I 219 operai lasciavano senza soccorsa, -e mezzi di sussistenza 407 individui formanti le loro famiglie. Tutti hanno rivaleggiato in carità per
venir loro in soccorso, e 500 mila franchi sono stati raccolti in poco tempo;
questi danno mezzi sufficienti a provvedere ai bisogni delle famiglie derelitte.
CRONACA
Li abitanti del Villaggio Spalor in Boemia, posti sui monti detti i Giganti, hanno abbandonato il Cattolicismo romano, per abbracciare il Cristianesimo Evangelico.
Il 3 febbraio scorso, cinque israeliti, hanno ricevuto il battesimo, nella
Chiesa Evangelica di Londra.
Il 26 gennaio perduto fu un giorno di allegrezza per gli abitanti di Clermont
in Francia. Fu aperta la cappella recentemente costruita per il culto Evangelico. Si temevano dei disordini, per la intolleranza dei Cattolici Eomani,
ma la presenza, fuori della cappella, delli agenti di polizia, fece andare a
vuoto ogni trista macchinazione, e la funzione fu celebrata con edificazione
da 150 persone uscite dal Eomanesimo.
Ad Algeri è tanto aumentato il numero dei Cristiani Evangelici, che 6
stato necessaiio mandarvi due nuovi ministri, uno a Tlemeen, l’altro a Chercell; i 15 che erano in quei dipartimenti non supplivano al crescente numero delli Evangelici.
Nel Granducato di Baden è stata presentata una legge con la quale si
accorda alli Israeliti i medesimi diritti che godono tutte le confessioni cri stiane.
Il Governo Austriaco ha revocato l’ordine che da molti anni esisteva, o
che proibiva La introduzione noU’Impero, delle Bibbio provenienti dal-
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l’estero. Ora possono liberamente essere introdotte e vendute le Bibbie
stampate dalle Società Bibliche, nei domini di Sua Maestà apostolica. Che
dirà la Corte di Roma apostolica!
Il Sinodo dell’impero Russo ha deciso che si pubblichi una buona edizione del Nuovo Testamento, e si venda (20 copeck) ottanta centesimi.
Roma farà il somigliante?
Nel Perù la vendita delle Bibbie è prodigiosa; in poco tempo se ne sono
vendute 2 mila a Lima, 7 mila a Callao. .
Il Generale dei Gesuiti dà la statistica dei suoi rugiadosi militi; ne comanda 7203; in questo numero i francesi vi figurano per 3203. Eh! 7203
Gesuiti sono molti, ma grazie a Dio, vi sono più Bibbie che Gesuiti.
■ I Cristiani Evangelici di Ginevra in commemorazione della Eiforma, e
del riformatore Calvino, hanno proposto erigere un monumentai da inaugurarsi nel venturo anno 1864. 27 maggio, giorno del terzo giubbileo secolare della morte di Calvino. Non è per anche determinato qual sarà il monumento : è esclusa però una statua, perchè contraria all(? spirito umile del
Eiformatore: si crede che si fonderà uno stabilimento di pubblica beneficenza.
Nel rapporto annuale pubblicato nell’anno scorso dalla Associazione di
S. Eraneeseo di Sales, formatasi, come ognuno sa, per opporsi ai progressi
del protestantismo, si emette questa ingenua confessione : 8 Da cinque anni
che questa associazione segue con vigile occhio i minaccianti progressi dell’errore, ha il dolore di constatare che, lungi dal perdere la loro influetna i
nemici della nostra santa religione sembrano tutti i giorni ingrandire, o
almeno si credono più forti; se sono impotenti ad edificare, riescono a disfare, e per giungere a quest’intento trovano fra noi potenti ausiliari, che
bisognerebbe togliere ad ogni costo». Questi ausiliari sono: l'ignoranza del
povero, l’ignoranza religiosa del ricco, la profonda indifferenza di tutti. *
Da questa ingenua confessione chiara ne emerge la prova, che »entivano, e grandemente mentivano coloro i quali asserivano che il protestantismo andava morendo. Contro un morto, -non si domandano armi per combatterlo.
La Associazione nel 1861 ha speso £. 102,500, e ne ha in cassa 3,800.
La spesa è stata fatta in varie città di Francia; 1,564 lire sono state spose
in Italia. I Bullettini, le pigioni, la stampa, e l’acquisto delle immagini di
S. Francesco di Sales, han procurato un uscita di £. 14,837. 28, e 57 doni
conferiti senza speciale attribuzione, 24,462. 05.
Nel medesimo anno (1861), due Società Francesi, quella di Evangelizzazione in Francia,'e la Centrale di Evangelizzazione, han speso 274,007 £n.
per Fani/eio. Altra prova che il protestantismo non è morto, ma gode
una vita sana e robusta.
Il Consiglio j\Lmicipale di Livorno (Toscana) nella sua adunanza del. 20
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febbraio perduto, invitava il Papa a renunziare al dominio temporale : l’indirizzo a quest’uopo diretto termina con queste parole c< siccliè si ricomponga
verameìite quel vincolo di pace, di cui Iddio vuole che sieno stretti insieme
il padre coi figli » Lode al Municipio Livornese cbe primo ha diretto il
salutare invito, ma ha però dimenticato che le stragi di Perugia, li Zuavi,
Chiavone, i Briganti, sono là per dimostrare qual vincolo di pace stringa
il padre coi figli.
Nè i laici soli sono quelli che domandano al Papa la renunzia al potere
temporale : alla loro voce si è unita quella dei preti ; e fra i prinii sorsero
Liverani, Passaglia, Reali : e il loro esempio è seguito da molti.
Il Vicario generale teologo, canonico, cav. Muzzetto come capo del
Clero Gallurese, il Clero di Potenza; i PP. Cappuccini di quella citta;
il Clero di Jjecce, i seminaristi, più di 200; il Clero di Sicilia da 300
hanno domandato pure questa renunzia. Che cosa risponderà il Papa? con
flebile voce dirà; « Non possumus ».
Il 22 del cadente marzo ebbe luogo avanti la Corte d’Assise di Lucca
il Giudizio contro Melchiorre Peccenini di Ferrara, Ministro Evangelico a
Portoferraio, aeeusa.to per delitto contro la Religione dello Stato.
Interrogato il Peccenini dal sig. Presidente se era l’autora dello scritto
intitolato; Buon capo d’anno 1802 alli Italiani, unico mezzo di scio;jliere
la questione italiana; e con quale scopo lo aveva pubblicato rispose ; Io l’ho
scritto e pubblicato con la intenzione di persuadere li Italiani ad accettare
la mia proposta, ohe credo la sola, pér terminare la questione italiana, e mi
credevo autorizzato a scrivere come ho scritto, sia perchè me lo permette il
Decreto Reale del 15 agosto 1847, sia perchè come non mi era proibito dir
quelletcose nelle mie riunioni evangeliche, non mi pareva ihe mi fosse proibito di stamparle.
Il Pubblico iMinisteró, meritiis. sig. avv. Leopoldo Pio Ceccarelli, esordì
la sua allocuzione, annunziando che l’Austria, per mozzo di un suo generale,
alla caduta di Napoleone I, invitò li Italiani a ricevere, quai liberatrici da
dura schiavitù, le truppe dell’imperatore d’Austria, poiché venivano a tutelare i loro diritti, e a renderli liberi e indipendenti. Peccò l'esordio di verità,
poiché non fu l’Austria, ch.3 nel 1814 fece tali promesse, anzi forte della
Santa Alleanza, con proclama del suo generale Bellegarde, con beffarde parole, tacciò di simulacro la sognata indipendenza italiana, proclamata da
Murat. Proseguì il P. M. enunciando, che dopo tanti Vnni di desideri, la
Italia divenne una per il valore degl’ItaLani, e del re Vittorio Emanuele, e
si fece a deplorare come nemici interni ed esterni, congiurassero contro
questa uiiitìi, e proclamò fra’ nemici interni li Evangelici.
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... 93
Proferite queste parole, l’uditorio le disapprovò; ne aspettava la prova,
ma invano attese, e solo senti lamentare il timore di rompere la unità religiosa, ritenendo per unità di pensiero, quello che fin ora è stato unità di
timore del ferro e del fuoco, e dimentisando che se i cattolici sono apparentemente uniti, lo sono perchè non possono parlare, come giustamente lo
dice nelle sue memorie, il famoso vescovo di Autun, divenuto più famoso
come principe TaUejTand : « Les catholiques sont d’accord , parcequ’ il
leur est défendu d’expliquer leurs mystères, et que le prêtre qui chez eux
prêche n’admet pas des contraditions: enfin les livres saints, sont imprimés
dans une langue que le vulgaire ignore. Peut on disputer sur ce qu’on ne
comprend pas? » vol. i, p. 189. Gettata quell’accusa con animo di screditare l’imputato, non seppe dare una replica di scusa alle giuste, sensate e
coraggiose parole del difensore del Peccenini. E invero come dichiarare
nemico d’Italia un Evangelico, il quale alla fin fine era innanzi ai suoi giudici per avere proposto un mezzo di sciogliere la questione italiana con lioma,
mezzo eh’Egli diceva unico? E come tacciare tutti li Püvangclici nemici
d’Italia? Quanti sono stati condannati per atti ostili al Regno Italiano? Li
Evangelici nemici d’Italia! Calunnia, nera calunnia, la quale, come giustamente osservava il difensore del Peccenini, ridondava sul nostro amato Re,
il quale proteggendo e difendendo, come devesi in regno libero, li Evangelioi, proteggerebbe e difenderebbe i suoi propri nemici. Li Evangelici nemici
d’Italia ? Calunnia, nera calunniai Chi ha per il primo riconosciuto il Regno
d’Italia? L’evangelica Inghilterra. Chi dopo di lei? La Danimarca, Svezia,
Olanda, America evangeliche. Chi non ha riconosciuto il Regno d’Italia?
L’apostolico Papa-Re, l’apostolica Austria, la, cattolicissima Spagna. Leopoldo Pio (oh cambiate nomi) non avete indicati i veri nemici d'Italia, voi
10 sapete, li conoscete, sono il Papa-Re, i vescovi, i pleti, li increduli, li
indifferenti, i raccoglitori e li offerenti del danaro di S. Pietro. E la loro
inimicizia è provata, poiché il Papa-Re è ostile al Regno d’Italia, che non
vuol riconoscere, e col quale aborre ogni contatto, i vescovi perchè sono
stati condannati dai tribunali per atti sovversivi al governo, li increduli
e li indifferenti perchè manifestamente oontradicendosi, sostengono quel
che non credono, i raccoglitori e offerenti del danaro di S. Pietro, perchè
raccolgono e oifrono somme per pagare Chiavone e i briganti. Li Evangelici
nemici d’Italia! Calunnia, nera calunnia. E non siam tutti d'accordo, che
11 Papa-Re è d'ostacolo all'Italia ! E ahi ofi’re il mezzo di toglier via
quest’ostacolo è nemico? E non vi dicono li Evangelici al pari dei Cattolici,
abbasso il Papa-Re, e l’Italia è fatta?
Il R. Procuratore scese quindi a giustificare la sua accusa, sostenendo
che lo scritto incriminato conteneva il delitto contro la Religione dello
Stato, poiché negava il primato e la infallibilità del Papa , asseriva il papato essere un edifizio fondato saille dabbenaggini delli uomini.
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Papa e Cardinali aver proibito il matrimonio, permesso il conoubìnato ;
istituiti digiuni, e impedimenti matrimoniali, per poi dispensare da quelli il
suon d'oro e d’argento; inventato il purgatorio e le indulgenze, e finalmente
impugnato il culto dei santi, sostenendo che si adorano, carcami, fantasmi,
statue, fantocci.
Formulati così i capi d’accusa il P. M. non aveva bisogno di parole per
mostrare il dissenso dalla Religione dello Stato, la Chiesa di Roma aveva
parlato per Lui, ma volle scendere nella difficil palestra e disse, che tutti i
Ss. Padri riconoscono nelle parole di Cristo a S. Pietro, riportate da Matt.
c. XVI, 18, la istituzione del Primato, e disse male, mentre S. Giustino,
S. Cipriano, S. Girolamo, S. Gregorio Nazianzeno, S. Ambrogio, S.Eario,
S. Cirillo, S. Basilio, S. Giov. Crisostomo, S. Agostino, ritengono il contrario; troppo sarebbe riportare la opinione di tutti, ma non possiamo dispensarci dal riportare quella di S. Agostino, il quale nel suo Serm. 270, in
Matt. c. XVI. In die Ptntec. dice : “ Fu in nome di tutti che Pietro fece la
confessione della sua fede, e fu onde figurare in lui la Chiesa che il Signore
10 chiama Pietro. Cristo è la pietfa; il popolo cristiano è Pietro. È dal nome
di Cristo che ei chiamano cristiani: così dalla pietra Pietro è detto. Dunque è su questa pietra, dice G. Cristo, che tu Pietro hai confessato, su
questa pietra che tu mi hai riconosciuto, quando tu mi hai detto : “ Tu sei
11 Cristo, il figlio dì Dio vivente, che io edificherò la mia Chiesa, cioè la
edificherò su di me medesimo, Io il figlio di Dio vivente, Io edificherò te
su me, e non Io su te.” Che vuol dire, su questa pietra edificherò la mia
Chiesa? E sulla fede, sull’aver detto : “ Tu sei il Cristo, il figliuol di Dio
vivente.”
E disse male quando citò il Concilio di Costanza (1431). Poiché dimenticò che il Conciliti di Firenze (1438) e di Laterano V. (1512), condannano
e rigettano le proposizioni emesse sul Papa dal Concilio di Costanza; e
disse malo quanto‘alla infallibilità, perchè non è articolo di fede, non essendo ancora risoluto in chi stia, se nel Concilio, se -nel Concilio approvato
dal Papa, se nel Papa e nel Concilio insieme, e perchè un Papa ha fatto,
un altro ha disfatto, come provarono, la Nazione nel suo N° 333 del 1860
e \'Italia delli Italiani ne’ numeri 37, 38, 39, 60 e 52 del 1860.
Disse male quando rimandò i giurati a leggere i Maccabei, libro apocrifo
per li Evangelici, per vedervi il Purgatorio, poiché invano ve lo avrebbero
cercato, ma però avrebbero, con' sorpresa, letto che il Re Antioco è fatto
morire tre volte, per tre morti differenti, e in tre luoghi diversi !1!
Disse male appoggiando il culto dei santi al Salmo cl, v. 1 ; ove è scritto ;
« Laudate Dominum in So/nctis siiis, » tratto forse in errore, o dalla igno-,
ranza del frate Cherubino da Seravezza', o dalla materialità della parola sanctis, presa come se volesse significare « morti canonizzati' » mentre
so non vuol farsi getto, non del buon senso, ma di una più che meschina
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... 95 ...
»
dose di nozioni della lingua latina, per mettere questo versetto in razionale accordo con il resto del Salmo, è una necessità aggiungervi « loeis :
sanctuariis » e infatti Martini, (il traduttora non è sospetto di eresia e Val
più del Cectarelli), rende in italiano quel versetto « Lodate il Signore nel
suo Santuario. » 2ion tali auxilio nec de/ensoribus tstis tempus eget !
L’avvocato Mungai esordì la sua difesa con meticulose proteste, ma
quiodi a8ferrato lo special del delitto imputato al Peccenini, con validi argomenti, con solide ragioni dimostrò, che non sussisteva la imputazione; per
la forma dello scritto, pef lo scopo dello scritto, per la mancanza della intenzione nel .Peccenini di attaccare la lleligiqne dello Stato. Che la forma
dello scritto escludesse ogni insegnamento religioso, ne persuadeva una
semplice occhiata che sul medesimo ai gettasse, che lo scopo dello scritto
non fosse religioso ma politico, ne persuadeva la intestatura dello scritto
medesimo, e il fine al quale_ tendeva, e che mancasse nel Peccenini la intenzione di attaccare la Religione dello Stato, da ogni parte refluiva, ed in
specie dalle conclusioni emesse nello scritto incriminato che portava. « Fate
così, e l’Italia è fatta, e fatta hcne. »
Riprese la parola il Pubblico Ministero, e tentò distruggere li argomenti
della difesa, e inzxteconato, che li Evangelici erano i nemici d’Italia, parlò
dei Valdea del Piemonte, e tacendo che stettero rinchiusi nelle Valli del
Piemonte per la feroce intolleranza, ripetè da loro il movimento Religioso
Evangelico che occupa la parte riflessiva, e credente della popolazione Italiana, e facendo quasi un rimprovero alla generosa anima di Cari’Alberto,
che li emancipò, e li tolse dai crudi artigli di una setta che ha argomenti
di fuoco e di sangue, li rassomigliò ad una pianta dei tropici trasportata in
una serra in Siberia, tentando così distruggere la bella testimonianza che ai
Valdesi giustamente rese, l’onorevole Terenzio Mamiani nel 1855.
Interrogato il Peccenini dal sig. Presidente, se avea nulla da dire a propria difesa, rispose, avrò da dir molto per combattere li errori, e le assurdità nelle quali è incorso il Pubblico Ministero: ma il Presidente gli impone di non entrare nella parte dogmatica, al che il Pecceniui dignitosamente replicò : Galileo fu dalla Inquisizione torturato, e gli si apponevano
massime contrarie alla Scrittura, ma puro il Tribunale della Inquisizione
non gli denegò la difesa e gli permise sostenere che il moto della terra non
era contrariato dalla Scrittura : E Voi che non siete il Tribunale della Inquisizione, ma il più giusto della terra, non mi permetterete mostrarvi li
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errori di fatto nei quali è incorso il Pubblico Ministero? Alla risposta negativa del Presidente il Peccenini soggiunse : « Se l’Italia accetta la mia
proposta, e segue il Vangelo, diverrà sapiente come la Germania, c ricca e
forte come l’IngbilteiTa. ”
Il Presidente dicniara chiusa la discussione, e riassumendo le ragioni
dedotte dal Pubblico Ministero e dalla difesa, e aggiungendone delle proprie, pone fra i dogmi, il digiuno, li impedimenti matrimoniali, il papato,
la dimora di S. Pietro a Roma, quindi invita i giurati a presentare il loro
vero detto. Ritiratosi il giurì, dopo un ora circa ritornato in udienza proferì
il suo vero detto di colpabilità con circostanze attenuanti.
Il Pubblico Ministero, come colui che si compiace di una vittoria, ma non
ne profitta, richiese, a-parer nostro, modica pena: un mese di carcere e 200
lire d’ammenda: e la Corte accolse le proposte del Ministero.
Pronunziata la condanna, fu un reciproco domandarsi: La Religione
dello Stato ci ha guadagnato o perduto? E unanime era la replica « perduto. » E non vi à libertà- di coscienza? E il Ee nostre, galantuomo,
non vuole la libertà di coscienza? A che dunque questi processi, questi giudizi? E un generale rispondere, inutilità. E poi nel resto dell’Italia, modellatasi alle nazioni elevate al maggior grado, di retto e giusto sentire, questo delitto non più sussiste. E che? la Toscana è la Beozia d’Italia?
La Toscana, la prima annessa al Regno di Vittorio Emanuele, sarà l’ultima
a godere dei benefici effetti della annessione? E qui un lamentare contro i
Deputati Toscani perchè non hanno proposto ohe il nostro paese sia retto
con legge uguale al resto della Italia, perchè non siasi dato il Giurì a tutti
li altri delitti, e un far voti perchè giudizi uguali a quelli del Peccenini
non si rinnovino, imperocché in tutto il mondo, la Spagna, e la Toscana
sole, imprigionano, condannano per delitti contro la Religione della Stato,
e rammentano i deplorabili processi della Inquisizione.
Leopoldo Pinelli gerente
WRENZB — Tipogi-a.Qa CLAUDIANA, iliretta da ItaBaclc Trombetta.