1
Spett.
Eibli'3t2ca Yal-iese
(Torino)
T0?.aS FELLIC3
DELLE VALLI VALDESI
Onindicinale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno. spirito nuovo
TORRE PELLICE - 2(TAÌrae 1956
Anno LXXXVI - Num. 8
Una copia 1«.
ABBONAMENTI
\Ecoi L.
/ L.
7M per l’interno
1200 per l’eftero
Eco e La Luce: L. IÌ00 per rìntemo Spedi*, abb. posule II Grippo „ _ _ ,
L. UOO per l’estero ] Cambio d’indirizio Lire 40,— | Ammin. Claudiana Torre Pelltce • C.C.P. 2-17557
Come f fanciulli
Le corrispondenze che giungono
dalla Cina ci informano che in quel
Paese i bambini sono tenuti in alta
considerazione. Sono essi i padroni
della vita, vezzeggiati, incoraggiati,
guardati come l’avvenire della patria.
Dal canto loro, i giovani tengono in
alta considerazione i vecchi quasi con
senso religioso. E’ bella questa reciprocità.
Anche Gesù aveva in considerazione i fanciulli. Probabilmente perchè
il mondo degli « adulti » nel quale era
venuto, era un mondo con i caratteri
della decadenza, con tutte le eredità
di una situazione morale e religiosa
che doveva essere rinnovata. I fanciulli rappresentavano la nuova speranza,
la molle argilla che poteva essere riplasmata « a immagine di Colui che
l'ha creata ».
Per questo, quando i discepoli gli
chiedono: a Chi è dunque il maggiore nel Regno dei Cieli? », il Vangelo
Ci informa che « Gesù, chiamato a sè
un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo
a loro e disse: « Se non mutate e non
diventate come i piccoli fanciulli, non
entrerete punto nel Regno dei Cieli »
(Matteo 18).
Verrebbe spontanea alle labbra la
obiezione di Nicodemo : « Come possono avvenire queste cose? », se non
fossimo istruiti in dottrina cristiana.
Nicodemo eraun dottore d’Israele, non
sapeva nulla della «jiuovà nascita ».
Noi ne siamo istruiti!...
Scrive Kierkegaard : « Si è diventati sapienti sulla persona del Cristo in
maniera illecita giacché nei suoi riguardi è lecito solo diventare credenti. Ci si è reciprocamente confermati
nell’opinione che, per le conseguenze
della vita di Cristo e i diciotto secoli
di risultati, si è potuto conoscere tutto di lui. Mano a mano che questo è
diventato dottrina costituita, il Cristianesimo si è svuotato di tutto il suo
.succo e di tutto il suo vigore; il paradosso si è chiarito. Si è diventati cristiani senza notarlo e senza accorgersi
minimamente della possibilità dello
.scandalo. Ci si è impadroniti della
dottrina di Cristo, la si è stornata, ra.schiata, svisata, facendo lui stesso garante della verità, quell’uomo la cui
vita — pensate! — ha avuto tali conseguenze nella storia. In tal modo tutto diviene facile quanto bere un bicchier d’acqua, com’è naturale, perchè
così il cristianesimo è diventato paganesimo. Una domenica dopo l altra si
fa la litania delle magnifiche e inapprezzabili verità del cristianesimo, delle sue dolci consolazioni, ma ben ci
si accorge che Cristo visse diciotto secoli fa... ».
Ma Kierkegaard non era « a posto »!
In questo testo si tratta di una di
quelle iperboli che sono comuni nella Bibbia. Si tratta solo di diventare
umili, fiduciosi, di convertirsi. La nuova nascita in fondo, non è altro che la
a confessione di fede » fatta davanti
aUa Chiesa come conferma del Battesimo.
Cerchiamo un momento — come
consiglia Kierkegaard — di diventare
contemporanei ai discepoli di Gesù.
Sono lì, attorno al loro Maestro, piccolo gruppo di « chiamati » ; « Ecco,^
noi abbiamo lasciato ogrd cosa e ti
abbiamo seguito... Chi è il maggiore
nel Regno dei Cieli? » E’ forse Pietro,
l’impetuoso, il generoso che ha appena fatta una così bella « Confessione »
(ma che naufragherà miseramente di
fronte a una fanticella)? Sono forse
Giacomo e Giovanni, figliuoli di '2&bedeo, che aspiravano ai posti migliori (essi che volevano far scendere fuoco dai cielo sui Samaritani)? Sarà forse Filippo, un « vero israelita in cui
non c’è frode alcurui »? O forse — e
perchè no — Giuda, il cassiere della
Comunità?...
Affinchè non vi siano equivoci Gesù
prende un fanciullo e lo pone in mezzo a loro, n fanciullo è lì, coi suoi occhioni stupiti, termine di paragone :
« Ecco qui la misura della porta del
Regno dei Cieli: misuratevi! ».
Gesù non parla di maggiore o di
minore. Gesù indica come sia possibile entrare nel Regno dei Cieli.
E’ una rivoluzione, uno scandalo,
un « parlare duro ». Ho l’impressione
che ancora oggi lo si comprenda a fatica questo parlare.
Gesù è di fronte alla religiosità del
suo tempo: ai figliuoli di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe; a coloro che
hanno la « religione dei padri », privilegiati a motivo della razza, del « popolo », della elezione.
Il più grande di quella generazione
era Giovanni, il precursore, il battezzatore. Eppure: «il minimo nel Regno dei cieli è più grande di lui »...
Perchè « la Legge ed i Profeti hanno
durato fino a Giovanni... e da Giovanni fino ad ora il Regno dei Cieli è preso con forza ed i violenti se ne impadroniscono ».
E’ detto in un commento a questo
passo che « nessuno fa parte del Regno dei cieli per nascita, e per entrarvi
bisogna lottare per superare gli ostacoli interni ed esterni che si frappongono. Dio domanda il nostro cuore e
per darglielo bisogna sovente lottare
con forza contro noi stessi, contro le
nostre malvage inclinazioni, le pericolose tentazioni, le correnti del mondo; i violenti che se ne impadroniscono sono gli uomini energici che combattono con la forza che dà il Signore
e sono vincitori. Giacobbe ha lottato
con santa energia ed ha ottenuto la benedizione ».
Ho paura che non ci siamo! Il bambino è sempre lì, termine di paragone. Non ha l’aspetto dell’uomo violento, energico... E’ un bambino!...
Gesù dice « fino ad ora » e non dopo. Se non fosse così vi potrebbe effettivamente essere una graduatoria ed i
discepoli avevano ragione di chiedere
chi fosse il maggiore. Pensiamo alla
« lotta » di Paolo, in Romani 7. An
ch’egli si sforzava e tettava così bene
da pierseguitare la Chiesa in nome di
Dio!... E’ solo quando si dichiara vinto, quando si ricono^ « l’aborto », il
« minimo di tutti ». il « primo dei pecctaori * che si sente « salvato per grazia mediante la fede, come dono di
Dio ». ^
Lo so, non è facile capire queste cose e spiegarle. E’ la còntraddiaone costante del Cristianeamo.
La porta del Regno dei cieli è LA
CROCE: scandalo é pazzia. Non c’è
altra porta. E’ una « porta stretta »
che pochi trovano, perchè pochi sanno
mettersi sul piano dà piccoli fanciulli.
« Io sono la porta! » affermò Gesù. E
Paolo esorta ad avere « lo stesso sentimento che era in Cristo Gesù... il
qutde si fece ubbidiente sino alla Croce... e per questo fu sovranamente innalzato... » (Fil. 2: 5).
Come fare, perchè queste parole
perdano la loro lucente vernice religiosa di prezioso quanto inutile soprammobile per diventare VITA?
Guardiamo un fanciullo. E’ lo stesso che Gesù « prese e mise in mezzo
a loro » come termine di paragone.
Non facciamo disquisizioni teologiche,
dottrinali o dogmatiche. Ecco il fanciullo... ECCO L’UOMO: che cosa
ha di violento, di forte quell’Uomo che
è presentato alla folla come im malfattore? E quando è sulla Croce abbandonato da tutti? IO SONO LA
PORTA!...
Guardiamo il fanciullo, la « misura
della porta »! Chi avrà il coraggio di
scandalizzare « uru> dì questi piccoli »
di cui è il Regno ^i cieli? Eppure
quante volte lo scaa<lEdo si ripete e^noi
« uomini adulti » siamo di scandalo,
di impedimento con la nostra maturità che rende vana la « pazzia della
Croce »! E la macina è legata al collo
delle Chiese, delle persone religiose,
quella macina da mulino che impedisce ogni progresso, anzi trascina sempre più in* basso il nostro Cristianesimo.
E allora non stupiamoci se i giovani non hanno più rispetto per le cose
religiose; non meravigliamoci se i
« fanciulli » non hanno più venerazione per i vecchi.
« Se non mutate e non diventate come piccoli fanciulli non entrerete punto nel Regno dei cieli ». Se non mutate! Voglia il Signore che siamo ancora a tempo!...
Corrispondenza
dagli Stati Uniti
Marzo 1956.
A Chicago sono ospite della Facoltà di Teologia McCormick, il cùi
Presidente Robert Frank è verso di
me di una gentilezza e cordialità
particolari. Mi presenterà egli stesso
agli studenti con parole di alta ammirazione verso la nostra Chiesa, la
sera che parlerò nella grande e bella cappella dell’Istituto. Una studente.ssa è stata ad Agape e mi fa vedere con soddisfazione delle belle
diapositive a colori prese da lei stessa ad Agape e come è evidentemente
contenta di poter dire che c’è stata,
ha visto, come ha visto Torre Pellice ed i nostri Istituti!
La Domenica 11 Marzo è una
gran giornata. I Valdesi di Chicago
lianno rimandato la celebrazione del
17 Febbraio per poter fesfeggiare
la data in occasione della mia visita.
Culto pieno la mattina, in inglese,
con partecipazione di membri americani di altre Chiese. Poi nel grande salone di cui è dotata la Chiesa,
ha luogo il tradizionale pranzo per
più di 200 persone (lasagne al forno). Le Signore della Chiesa hanno
lavorato a lungo in antecedenza perchè tutto fosse pronto^ e certo bisogna -riconoscere che hanno fatto le
cose per bene. Dopo il pranzo, riprendo la parola. Poi si vuole ch’io
parli in francese. Nonostante tutti
parlino ormai l’inglese anche fra loro non mancano i nostalgici del
francese, naturalmente i più anziani, e li accontentò volentieri. Poi segue il fuoo di fila delle domande.
Siamo già nel tardo pomeriggio,
quando il caro amico Berger mi accoglie a casa sua dove potrò riposarmi ut; poco. Mi fa molto piacere
rivedere la vecchia sua mamma e il
suo figliolo e il nipotino, così pure
come mi fa piacere conversare coi
sig. Pons che si è aggiunto a noi.
Ma si fa tardi è devo pensare al ritorno.
Chicago è una città enorme e la
Facoltà di Teologia dove devo pernottare è lontana. Il sig. Berger fa
onore al suo nóme e da buon berger
nonostante l’ora tarda e la lontananza, mi accompagna fino aiPovile.
Mi spiace pensare che debba fare
un’ora di autobus per tornare indietro, e gli sono tanto più grato di avermi guidato e accompagnato per
quei quartieri che di notte non sono
troppo simpatici. Come ricordare i
nomi di tutti i valdesi che mi hanno
pregato di salutare i loro p^arenti in
Italia? Ricorderò per tutti i parenti
della compianta signora Alba Ade
Rostan della nostra Chiesa di Roma.
A Chicago il giorno dopo presiederò un culto breve nel grande Tempio nel cuore della città. E’ una
grande Chiesa che quasi soffocata da
edifici di uffici e grandi magazzini, si
erge con una alta torre verso il cielo al di sopra di essi e li domina tutti. La Chiesa è aperta tutti i giorni
ed ogni giorno dalle 12,30 all’vma
vi si tiene un brevissimo culto e la
gente che ha interrotto il lavoro negli uffici e nei negozi vi si può recare e trattenersi in meditazione e
preghiera. E’ un privilegio ed un
onore, certo, per me parlare in questa grande^ Chiesa e presCHtere nel
breve messaggio l’opera nostra. Un
caro amico nostro che aveva organizzato un pranzo perch’io potessi
parlare ad amici suoi, è in ospedale
in seguito ad una operazione. Lo
vado a trovare. Il pranzo ha luogo
ugualmente. Dopo di che devo ancóra parlare alla radio. Il giorno
seguente, nei dintorni di Chicago
parlerò a un largo gruppo di signore
in occasione della riunione annuale
della loro Federazione femminile e
poi ancora a più di 100 pastori riuniti in conferenza distrettuale.
Prima di partire da Chicago ho il
tempo di visitare il famoso Moody
Bible Institute che ha preparato e
continua a preparare tanti evangeli
(continua in 2.a pag.).
SUONA FORTUNA!
L’originale di questa lettera viene
da Netherlands. La sua fortuna ha
fatto quattro volte il giro del mondo, mandata d’oltremare da ufficiali
degli Stati Uniti. Leggete S. Matteo
cap. 17 vers. 20 nella vostra Bibbia.
Citi rompe questa catena non avrà
forttma.
Si prega di copiare la presente ed
aspettare gli eventi nei quattro giorni successivi. Mandate questa copia
a quattro altre persone delle quali
desiderate il bene. Le lettere devono
essere spedite entro le 24 ore.
Jone Austin ebbe un assegno postale di L. 3.500 che perse per aver
rotto la catena.
La vostra fortuna avrà inizio
quattro giorni dopo aver ricevuto
questa lettera: non è uno scherzo!
Riceverete per posta. Scrivete il
vostro nome in fondo, sotto gli altri
e cancellate il primo.
Un nostro amico che ha ricevuto
due di questo lettere in quindici
giorni, ce la segnala per un elemento nuovo che essa contiene; l accenno alla Bibbia. Finora, nella maggior parte dei casi, queste (ccatene»
di scemenze facevano appello a
quell’elemento superstizioso che sonnecchia nel subcosciente di molti dei
nostri contemporanei, ai quali, venuta meno la fede, svanita in un
misteriosofico misticismo, o annullata in un arido tecnicismo materialista, non par vero di trovare qualche consolazione alle ombre minacciose che sorgono da ogni dove, nell" evocazione di una Fortuna propizia. Una Fortuna moderna e motorizzata, che viene, manco male, dagli Stati Uniti d’America, col suo
sorridente corteo di gagliardi Cadetti di Guascogna!
Largo alla Fortuna, amici: arrivano i nostri! Prendete la lettera, imbucatela, poi, state ad aspettare: 4
giorni: non uno di più; poi, in una
altra lettera, arriverà la Fortuna.
E non è uno scherzo: è una cosa
seria la scemenza umana! Se non
imbucate la lettera, se rompete la
catena, vi capiterà una disgrazia:
potreste, chissà, ricevere la cartella
delle imposte e... perderla.
Però, tutto sommato, che oggi,
nell’anno di grazia 1956 ,in piena
era atomica, ci sia ancora della gen
te capace di scrivere lettere di questo genere; e che si trovi ancora della gente disposta ad associare il suo
nome a queste catene, ed a spedire
queste lettere, è, evidentemente
qualcosa che fa riflettere. E’ un sintomi di più del désarroi di questo
nostro mondo, scettico e blasé. Ride
€ sogghigna, però, tutto sommato,
chissà... non si sa mai! Dio è lontano, ma la Fortuna potrebb’esser
vicina. In un mondò che è diventato una grande lotteria, dove il Totocalcio è un’istituzione nazionale, e
il gioco di Lascia o raddoppia un elemento di importanza fondamentale nella vita della nazione, in questo mondo, ” Buona Fortuna ” può
anche avere il suo posto.
E tu, pover uomo, riempi, scettico, la tua schedina; non ti fai illusione, ma, non si sa mai...
Non mi stupirei che tu avessi anche firmato questa lettera; in fondo... aspettare 4 giorhi e , vedersi
arrivare la Fortuna., Si può anche
provare!
Nessuno ci crede, però... chissà...
costa solo la spesa di un francobollo
(pardon, di quattro), e il gioco è
fatto; se twn riesce, e beh!, nessuno
ci perde, e lo Stato vende qualche
francobollo di più!
Rimatie l’allusione al versetto 20
del capitolo 17 del Vangelo di Matteo che rappresenta la conclusione
del noto episodio della guarigione
del fanciullo lunatico: cc Se aveste
fede quanto un granel di senapa,
potreste dire a questo monte: Passa
di qui là, e passerà; e niente vi sarà impossibile ».
E’ evidente che l’autore della lettera confonde fede, superstizione e
magia più o meno nera. Perciò, se
fossimo al posto del nostro abbonato, forse non interromperemmo la
catena, ma cancelleremmo l’indicazione del versetto 20, e vi sostituiremmo il versetto 21 dello stesso
capitolo: « Or questa specie di demoni non esce se non mediante la
preghiera e il digiuno ».
L. A. Vaimal.
E Gesù rispondendo disse: « Oh!
generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a
quando vi sopporterò? ».
(Matteo 17; 5-17).
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L'ECO DELL!. VAUJ VALDESI
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Una consacrazione
r lutto
1928 — I ragazzi che abitano da
noi, e che in cambio del loro vitto
ci rendono dei piccoli servizi in casa, prima e dopo le ore di scuola,
hanno fatto sciopero. Dopo lunghe
discussioni, siccome rifiutano di sottomettersi e di ubbidire ai miei ordini, li congedo, e partono per i loro villaggi.
0no solo è rimasto, rifiutando di
associarsi ai ribelli: un ragazzino,
piccolo di statura, ma dallo sguardo
intelligente e franco. E’ Mucanza
Ngula, nipote di un maestro cristiano che lo ha adottato dopo la morte
del padre.
1933 — Alla partenza di mio padre, gli succedo alla direzione della
Scuola Magistrale di Sefula. Tra gli
allievi, migliori ritrovo il ragazzino
di un tempo. Giovanotto, egli sta facendo dògli studi brillanti; è quasi
sempre il primo deba classe e uscirà
fra poco dalla magistrale, per insesegnare nelle, scuole della Missione.
1936 — Recatosi nella città di Livingstone, il maestro Mucanza si lascia tentare da una offerta lusingliiera d’impiego. A quel tempo i maestri erano pagati meno degli scribacciui degli uffici governativi, o delle
botteghe.
Avendo saputo ch’egli ha accettato im tìuovo impiego senza essersi
svincolato prima dalla Missione,
scrivo al Commissario governativo di
Livingstone, che di autorità ce lo rimanda poche settimane dopo.
1951 — Seduta della commissione
sinodale. Il presidente riferisce che
all’appello rivolto ai maestri indigeni della Missione per un volontario
che vada ad aiutare il nostro missionario a Johannesburg nell’opera incominciata fra i minatori Malozi, tre
hanno risposto positivamente.
La prima candidatura è scartata
perchè non idonea. La seconda è accettata, perchè il maestro esperiinentato e sinceramente consacrato
al Signore, è proprio l’uomo che ci
vuole.
Il terzo è Elicle Mucanza Ngula.
Dopo il suo ritorno forzato da Livingstone, si è messo con impegno al
lavoro, è stato mandato ad una scuola .«uperiore governativa per un corso speciale, e occupa nelle scuole una posizione importante che comporta una buona paga. Egli farebbe pure benissimo per Johannesburg, ma
la commissione sinodale, decide all’unanimità, di proporgli di completare la sua preparazione in vista della consacrazione al Santo Ministero.
A Johannesbmg si sarebbe trattato
di un impegno limitato ad alcuni anni, dopo di che avrebbe potuto tornare alla scuole, mentre la nuova
proposta implica un impegno a vita.
E. Mucanza vede in questo appello solenne, una indicazione chiara
che Dio lo vuole al Suo Servizio, e
dice di sì. Questa risposta stupisce
non poco i suoi colleghi nell’insegnamento, tanto più che il governo
sta per migliorare le condizioni finanziarie degli insegnanti.
1956 — 19 febbraio. Il tempo grigio e piovigginoso non ha permesso
che il culto solenne di consacrazione possa svolgersi all’aperto come
previsto, e la folla di uomini, donne
e bambini è pigiata nella chiesa di
Sefula. Molti, disgraziatamente sono
rimasti fuori, e si sono rifugiati in
un’aula vicina. Avessimo un microfono ed un altoparlante !
Siamo al momento solenne della
consacrazione. La moglie del nuovo
pastore, clìe condivide di tutto cuore la vocazione del marito, è seduta
lì vicino, ed è così associata intimamente all’atto solenne che si svolge
davanti al' tavolo della Comtmione.
Cinque pastori missionari e cinque pastori indigeni circondano il
candidato, inginocoliiato umilmente
dinanzi al tavolo su cui è posta una
Bibbia aperta.
Dieci mani protese in un’armonica sinfonica in bianco e nero; con
una viva emozione pongo le mani sul
capo di quest’uomo, mio figlio spirituale, che ho visto crescere in statura e nella fede, attraverso le vicende e le tentazioni della vita.
« Ka iibizo la Ndate, ni la Mwana., '
ni la Moya o Kenila... »
« Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo... ».
Co.sì, nella solennità dell’atto secolare cousacriamò Elicle Mucanza
Ngula al Ministero Pastore. Voglia
il Signore benedire l’opera del suo
servo, e possa egli realizzare il motto di cui ci'ha parlato dopo la sua
consacrazione, indirizzando im messaggio alla còngregazione : « Per me
il vivere è Cristo, è il morire guadagno » (Filippesi l i 21).
A mezzogiorno' una agape fraterna organizzata in ‘casa nostra riunisce 26 persone, missionari, pastori
indigeni,''membri làici della commissione sinodale. Atmosfera simpatica
di cordiale fratellanza fra bianchi e
neri, affiatamento sempre più vero
Ira i missionari ed i loro coìleghi indigeni. Non ci sono più qui, dei Malozi, dei francesi, degli svizzeri e de
gli italiani, ma’ Cristo li affratella
tutti, in una sola cmnonità copsacrata
d'ini sol cuore al Suo Servìzio.^
E questa comunione rntímiTe fraterna, non splènde scdtaìito nella
gioia di questa consacrazione, ma anche nel dolore che è intimamente associato oggi alla gioia di questa gior''nata. Ieri abbiamo saputo la morte
improvvisa della moglie del nostro
collega 'di Seshète, il missionario
M. Grébert. Ammalatasi improvvisamente nella notte del giovedì, durante l’assenza del marito, partito
per visitare le annesse del suo distretto, era stata trasportata d’urgenza all’ospedalè di Livingstone dove spirava prima ancora di aver potuto essere operata.
Il dolorò che proviamo nel cuore,
pensando'al collega colpito così dolorosamente, ed ai quattro piccoli
orfani privati così bruscamente dell'amore della madre, non ha tolto
nulla alla gioia profonda di questa
giornata, ma ha bensì reso più solenne quest’atto di consacrazione al
Signore, al quale ci siamo associati,
nella rinnovata i-consapevolezza del
significato umano e reale della parola: a consacrare ».
R. CoiSSON.
Cose che fanne piacere
Vitre et vitrail
Il s’était agi d^ mettre en place im
grand et beau vitrail dans la cathédrale, —- protestante — de Bâle. Le
Conseil avait déjà voté les crédits et
les sondages avaient permis de prévoir une large majorité populaire en
faveur de cette initiative. La veille
du referendum, Karl Barth écrivit
un article à sensation condamnant le
projet comme entaché d’idolâtrie.
L’autorité du théologien l’emporta,
et la « vocation i) fut négative... La
cathédrale aura donc une vitre spiritualiste à la pla.ee d’un vitrail idolâtre. A ce rigorisme viennent, chez
Barth, s’en ajouter d’autres. Imaginez qu’il eonda&ne Bach comme
musicien religieux... La musique, à
ses yeux, ou plutôt à ses oreilles, ne
peut et ne doit être que profane soùs
peine d’idolâtrie. De Bach, if accepte les « Concertos brandebourgeois »
qui sont laïques, mais il^rejette les
« Passions » et les « Chorals ». Rien
que ça!
Si j’étais mauvaise langue, je vous
dirais bien que ces outrances, un
peu ridicules, se retrouvent, sous un
autre plan, dans,, sa théologie.
Mais je ne veux pas être mauvaise
langue. '
(Da Evangile et liberté)
In un numero di marzo del Resto
del Carlino (4 marzo 1956), il pubblicista Dario Zanasi consacra un « servizio » assai interessante a Felonica
Po, con titolo su cinque colonne; Un
campo di quattromila metri quadri
per i giovani Valdesi di Felonica Po
Col ricavato fanno viaggi istruttivi.
Un articolo interessante e vivace,
che comincia col presentarci il paese:
« di circa tremila anime, bislungo, simpatico, silenzioso, cresciuto dietro l’argine che del grande fiume sente il respiro, i paterni sciacquìi, i collerici
bollori preludenti alle piene. Un paese padano, cordiale e contegnoso nel
tempo stesso... Una campagna che dà
frumento, bietole e cipolle e pochissima ombra nelle giornate che dal segno del Leone passano in quello della
Vergine ».
A Felonica Po c’è anche « una cospicua comunità protestante, del ramo evangelico valdese, sorta al principio del secolo, quando al governo
erano Zanardelli e Gìolìtti. I Valdesi
— circa trecento — hanno anche la
chiesetta per il loro culto, un edificio
isolato, disadorno, color sabbia, posto in fondo al paese là dove le case
confinano con la vastità dei campi.
Sopra la facciata spicca Una croce sotto cui si legge: « Questa è la casa di
Dio — Chiesa Evangelica Valdese ».
Dopo questo esordio, il nostro giornalista ricorda le « singolari origini »
di questa comunità.
Non lo seguiremo in questa rievocazione, poiché questa storia è certamente nota ai nostri lettori ed a quanti conoscono la storia della nostra opera di Evangelizzazione: nessun piano
prestabilito ed organico, ma l’azione
drilo Spirito che soffia dove vuole,
come vuole e quando vuole. Sorgono
così gruppi qua e là, nel modo più
« singolare » ed imprevedibile ; croce
e delizia delle Arnministrazioni centrali che si trovano di fronte a problemi di difficile soluzione sul piano amministrativo.
I « savi » parlano di piani organici, di incompetenza e imprevidenza
degli organi amministrativi della Chiesa che non sa coordinare gli sforzi,
che non sa prevedere, che non sa organizzare, che non sa inquadrare...
Tutto giusto, ma se si fosse preveduto,
organizzato e inquadrato, forse oggi
non avremmo la fiorente e dinamica
comunità di Felonica Po...
Ma questo è un discorso che qui,
proprio, oggi, non c’entra.
E’, a Feloifica Po, come è noto, la
solita storia di quasi tutta la nostra
Opera. Pét caso (diciamo pure così),
per caso alcxmi operai di Felonica si
trovano ad ascoltare a Santa Lucia di
Quistello (30 Km. da Felonica Po sempre in provincia di Mantova) un
pastore valdese. Sono così colpiti dal
la predicazione deU’Evangelo che chiedono il suo intervento a Felonica; nasce così la comunità di Felonica,
« Nel parlatorio e nella chiesa indugia il freddo invernale forse (Ktcresciuto da un senso di gelo puritano
che per contrasto mi fa pensare con
nostalgia e tenerezza al calore delle
chiese cattoliche; ai Santi di legno e
alle candele accese che benedissero le
date memorabili della mia famiglia ».
E’ pure una vittoria della comunità
valdese di Felonica Po che nel freddo
che indugia nel tempio, la scritta che
si legge in esso: Lux lucet in tenebris
s’imponga al rispetto del giornalista
ed alla sua meditazione.
Ma... e il titolo ; Un campo di 4000
metri quadrati? Ecco : « Il signor Negri (diacono) mi parla del campo di
quattromila metri quadri — poco più
di una pertica mantovana che la
comunità fa coltivare ai giovani vaidesi. Il ricavato serve per viaggi istruttivi. Forse, un giorno o l’altro, essi
andranno a salutare i loro fratelli delle Alpi Cozie ».
Ecco veramente una notizia che fa
piacere!
Una bella e buona notizia! E li salutiamo questi giovani che lavorano
questo campo per venire un giorno a
salutare i fratelli delle parrocchie delle Valli. E diciamo al pastore Vetta,
che abbiamo ascoltato, lo scorso anno, nel tempio del Chabas, annunziare
l’Evangelo col suo sermone di prova :
Parlateci di questo campo! Abbiamo
qualcosa da imparare da voi!
lector.
ilorrìspoudeoza da^li Stati liaiti
(continua da pag. 1)
sti con una preparazione fondalmciitalmente biblica. E’ una bella istituzione, con una organizzazione impressionante, nella quale non fanno
difetto i metodi moderni, radio, televisione eoe.
Sono rimasto assai col])ito pure
dalla visita fatta ad alcune nuove
(jbiese in zone di sviluppo nei nuovi
quartieri alla periferia della città.
Sono tutte Chiese di stile moderno
e in generale piccole. Non si costruiscono in quelle zone grandi
Chiese, ma le Chiese sono costruite
in modo che, crescendo la comunità,
la Chiesa può essere ingrandita senza perdere nulla delle sue linee archittettoniche.
Viene l’ora della partenza. Il caro pastore Dr. Maietta che sono stato felice di conoscere e di vedere
tanto apprezzato dai Valdesi di Chicago mi accompagna alla stazione.
Sento di avere in lui un amico di
più. A. Deodato.
BREVE SOMMARIO DI STORIA VALDESE
Il secolo che va dalla’ guerra del
Conte della Trinità (1561) ajle Pasque Piemontesi (1655) non presenta avvenimenti clamorosi o di risonanza internazionale, ma una lunga
serie di fatti locali, che pur non uscendo mólto dal mondo della cronaca, sono quanto mai utili per
comprendere l’interna vita della popolazione e delle chiese valdesi.
Queste intanto si andavano sempre
più consolidando, ed il corpo pastorale provvisorio dei primi anni andava lasciando il posto a dei pastori
regolari e provvisti di licenza teologica, in massima parte usciti dalla
Accademia Ginevrina. I sinodi si tenevano regolarmente, e rincresce
che gli atti ne siano stati perduti,
perchè molti punti interrogativi troverebbero la loro soluzione.' Da notare, nel campo ecclesiastico, comò
la bassa vai Chisone, sulla sua destra
piemontese, si decidesse solo definitivamente tra il 1560 e il 1580 per
la Riforma, e come la parrocchia di
Pramollo si convertisse in massa solo
nel 1572: causa prima l’ignoranza
madornale dei preti e della popolazione, e in secondo luogo, la instancabile attività evangelizzatrice dei
pastori valdesi.
I tempi d’altra parte non erano
favorevoli al proselitismo: Emanuele Filiberto infatti, pur lasciando
Castrocaro e Lesdiguières
stare in pace i Valdesi, che egli considerava chiusi nel ghetto delle Valli, consentì che in Piemonte si continuasse la caccia all’eretico; e mentre nei P^esi Bassi avvenivano le terribili guerre di religione, in Francia
si scatenava la notte di S. Bartolomeo (1572), destinata ad eliminare
gli Ugonotti. La parola d’ordine era
la lotta contro gli eretici, e non è
<la stupire se in tempi come quelli
della battaglia di Lepanto (1571)
tro la marea di eretici d’ogni specie
lica cercava di fare fronte imico contro la morea di eretici d’ogni specie
che la assaliva da ogni parte. Non
per nulla, quando Emanuele Filiberto unificò i due ordini dei Santi
Maurizio, e Lazzaro, stabili tra gli
altri scopi del nuovo ordine anche
quello di combattere « i Turchi e i
Valdesi delle Valli! ».
Per tenere a bada questi ultimi,
era stato insediato nel rifatto castello di Torre Pòllice e nominato governatore delle Valli, il conte Grazioli di Castrpearo, una specie di
capitano di ventura di sottordine, il
quale si comportò nei diciassette anni del suo governo come il Don Ro
drigo di Manzoniana memoria. Soprusi, violenze,* uccisioni, requisizioni fecero parte della sua ordinària amministrazione, e soltanto la
buona Marglierita di Francia, duchessa di Savoia, ma favorevole ai
Valdesi, potè con la sua autorità venire loro in aiuto e difenderli dalle
prepotenze di tastrocaro. Tra le
quali è interessante anche ricordare
la costruzione del forte di Mirabouc,
in fondo alla Val Pellice, che nei
suoi due secoli di esistenza non valse mai nulla per difendere la frontiera, ma fu fonte di infiniti guai e
spese per i Comuni delle Valli.
Il Castrocaro però tante ne fece
da inimicarsi tutti quanti: se ne accorse una .mattina del 1582, quando
fu bruscamente svegliato nel sonno
delle sue orgie notturne da un manipolo di soldati con a capo il conte Carlo di Luserna : la sentinella
era stata soppressa e la difesa dei
suoi cani, soldati e familiari superata, ed il signorotto finì i suoi giorni
in carcere, dopo esservi rimaàto ben
quindici armi. Ségno che le sue colpe erano state gravi o che si era creato delle forti inimicizie.
Il nome di un altro personaggio
t da ricordare in questo scorcio del
’500; quello del grande capo e condottiero ugonotto Lesdiguières, per
cui merito una parte delie alpi visse per alcuni armi nel clima delle
guerre di religione. Alla fine dei
1592 furono occupate le Valli dai
francesi, mentre i ducali mantenevano Cavour e vi si fortificavano,
salvo poi ad evacuare il posto alla
fine dell’anno. In quell’occasione, i
Valde.si, pur sollecitati dal Lesdiguières a schierarsi con lui contro il
loro legittimo sovrano, rifiutarono,
con giusto senso dell’opportunità
politica; e quando furono obbligati
dalla forza delle armi a cedere, ap
profittarono della circostanza per
chiedere al conquistatore l’istituzione di una scuola secondaria per l’istruzione dei loro pastori, e R diritto d’asilo nelle valli per tutti i profughi religiosi italiani: proposte che
non poterono essere realizzate per la
crudezza e il mutamento delle circostanze, ma che sono una prova evidente della coscienza vàldese dell’epoca e della maturità dei dirigenti delle comunità.
Le Valli continuarono però ad es
sere teatro di guerra e disputate tra
francesi, spagnoli e piemotesi; il castello di Torre fu distrutto una seconda volta, Cavour e Bricherasio
passarano da una mano all’altra, e
per ultimo Mirabouc fu abbandonato dai Francesi nel 1595. Tempi di
torbidi, di incertezze (si ricordi l’abiura di Enrico IV di Francia nel
1593 e la sua famosa frase: « Paris
vaut bien une messe! »), in cui più
di ima volta le requisizioni, le battaglie, roccupazione militare, le leve,
lasciarono profonde tracce nella vita economica delle Valli: e anche
se la popolazione era allora molto
meno numerosa di oggi, non bisogna dimenticare che l’unica risorsa
era l’agricoltura, essendo pressoché
inesistenti l’industria e il commercio. Per l’agricoltura, occorre tener
presente che ancora non si conosceva nè la patata nè il granoturco, e
che quindi l’alimentazione degli abitanti come 2>ure quelli che siamo
soliti chiamare i « comforts » della
vita, erano ridotti per forza di cose
ad una spartana semplicità, per non
dire miseria: il che aveva un grande
jreso nella vita associata civile e religiosa.
Augusto Armano Hugon.
3
I
Lieo DELIM VÀLU'VALDESI
L’espressione « la terra e il cielo » torna di frequente nella Bibbia,
specialmente nelle scritture dell’Antico Testamento.
Ma gli antichi Israeliti si rappresentavano la struttura dell’Universo
in modo assai diverso da quello che
la scienza astronomica ci rivela oggi. Gli scrittori biblici infatti considerano la terra come una distesa
contrapposta al cielo, a guisa di un
grande disco solido e piatto, sostenuto da colonne: « Le colonne della terra son dell’Eterno e sopra
(queste Egli ha posto il mondo ». Altrove la terra appare sospesa « sul
nulla », oppure le sue ‘fondamenta
sembrano nascoste nella profondità
delle acque, « poich’Egli l’ha fondata sui mari, e l’ha stabilita sui
fiumi ». Ma nonostante la sua estensione, le « quattro estremità » della
terra allora conosciuta erano facilmente raggiungibili.
Nella cosmogonia ebraica, la terra viene dunque opposta al cielo,
come se fra queste due entità sensibili esistesse un abisso vuoto. Questa immensa cupola celeste era considerata come solida, secondo la ben
espressione « firmamento », ogL'i ancora usata in senso poetico, e
ciic doveva tenere separate le acque
di sopra da quelle di sotto che sono
su ila terra. E il cielo così concepito
Pia la dimora della Divinità e delle
xa.' ie gerarchie di angeli. Era pure
la dimora dei giusti, dopo la loro
ri-^urrezione.
Gli Ebrei, come gli altri popoli
iuitichi, credevano a una pluralità
di cieli. La loro letteratura religiosa ne conta sette, di cui il più ele\uto, detto « Aravoth », conteneva
if trono di Dio. Il terzo fu chiamato « paradiso »; ed è in questo cielo
'■he l’apostolo Paolo fu un giorno
I apito, e vi udì « parole ineffabili
che non è lecito all’uomo di proferire ». Quei cieli sovrapposti erano
abitati da esseri sovrumani di vario
splendore e di diversa potenza. Nel
])ensiero giudaico posteriore, il se
condo cielo era la dimora di spiriti
cattivi e di angeli decaduti che a
spettavano la loro punizione; e Pao
lo stesso parla delle « forze spiri
Inali della malvagità, che sono nei
luoghi celesti ».
Questa empirica concezione di un
cielo localizzato al disopra di una
terra piatta continua tuttora a far
sentire la sua influenza sulla mentalità religiosa delle masse cristiane. Ed il dualismo terra e cielo e(luivale per molti credenti superllciali alle nozioni contrapposte di
male e bene, malvagità e santità,
peccato e dolore contro spiritualità
e beatitudine, perdizione e salvezza.
Ma la sobrietà delle espressioni
del Nuovo Testamento, che culminano nella visione di « nuovi cieli
e nuova terra », ed il sapore tutto
spirituale di quei simboli escatologici dovrebbero, renderci attenti a
non abbandonarci a speculazioni
1 coppo puerili quando si tratta di
immaginare il mondo celeste come
la controparte di quello terrestre.
Purtroppo il nostro linguaggio religioso conserva, anche in bocca a persone colte, un certo sapore di arcaica ingenuità che stona profondamente con le più sicure conquiste
scientifiche dei nostro tempo e nuoce a quella apertura spirituale che
vorremmo incontrare nell’umanità,
quando si tratta di comunicarle la
luce ed il calore della nostra fede
Quando parliamo del cielo o dei
cieli, e fioriscono sul nostro labbro
e nel nostro cuore pensieri e parole
di adorazione e di preghiera. ••>bbiaiuo l’abitudine di volgere istintivamente gli occhi in su, verso gli
spazi interplanetari, senza pensare
che i nostri fratelli, oranti sopra un
altro continente, li voltano in direzione opposta e cercano Dio, gli
angeli e la vita celeste in quell’altra immensa plaga del cielo punteggiato di stelle o coperto di nuvole. E tutto misuriamo alla stregua dei nostri limitati concetti di
spazio, di tempo, di abitudini e di
tradizioni, di sensibilità piacevole o
dolorosa, di vita o di morte.
Ma chi spera di poter pesare, misurare e registrare i valori della vita ed i fenomeni dello spirito alla
stregua dei principi fisici, cade poi
facilmente nel turbine delTillusione
e del dubbio; e, nonostante la sua
fede fatta di parole, di simboli e di
tradizioni, finisce per comportarsi
nella vita come coloro che, rinunziando ad ogni credenza, vivono unicamente per la terra con le sue
lotte ed i suoi spasimi.
* * *
L’uomo comune, nonostante le sue
credenze religiose, sempre finisce
per temere ravvicinarsi dell’ora del
distacco terrestre; ed i suoi amici,
pur proferendo vaghe espressioni di
fede e di speranza, indossano nere
vesti ed esprimono con ogni altro
mezzo il convincimento della disparizione definitiva della persona amata. In contrasto con il loro credo, la loro visione del cielo si oscura e non riescono a vincere il dubbio permeato del terrore che la morte incute a chi vive nella forma carnale e dimentica di essere uno spirito immortale.
Questo dubbio sempre risorgente
ha la sua causa remota in quel dualismo cosmogonico che contrappone
la terra al cielo, come se il nostro
pianeta non fosse un corpo celeste,
la cui prima origine è di natura spirituale. Infatti, una più approfondita conoscenza dell’atomo ha rivelato agli scienziati del nostro tempo
che la materia altro non è se non
energia di vita in uno stato particolare di vibrazione derivante da radiazioni che si apparentano allo
Spirito.
L’Lniverso degli universi, con le
sue miriadi di sistemi solari e di
mondi abitati è dunque di natura
sjjirituale fin nelle sue più intime
fibre vitali. Ecco perchè la scienza
stessa è costretta a riconoscere che
nulla muore in realtà, ancorché tutto subisca un cambiamento di forma e di attività. Ciò che si chiama
morte è un semplice mutamento di
forma, di condizione dell’energia e
delle attività che ne derivano. E l’anima umana, qui ed ora, è già cittadina dei cieli, di la terra è una
delle tante dimore provvisorie. Perciò il savio antico cantava: « Mai
conobbe principio l’anima, 'nè conoscerà fine. Fine e principio sono
sogni — illusioni dei sensi. Senza
principio nè fine, immutabile, l’anima eterna resta; la morte non l’ha
neppure sfiorata, anche se la morte
sembra la casa in cui alberga ».
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* * 4=
Dov’è dunque il cielo? Il cielo
non è nè in alto, nè in basso, nè vicino nè lontano, nè limitato nè infinito. Il cielo è dovunque c’è vita:
i mondi e gli universi danzano nel
suo seno e vivono della sua vita divina, imponderabile sostanza di oani essere. Perciò noi viviamo nei
cieli, benché la nostra mente limitata ne percepisca soltanto alcuni
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deboli riflessi : a Ora vediamo come
in uno specchio, in modo oscuro...
ora conosciamo in parte... ». Ma
verrà pure il tempo in cui « conosceremo appieno ». Ora per acquistare quella divina conoscenza, ebe
è luce di paradiso, non dobbiamo
addormentarci nel nostro quietismo
pseudo-religioso. Il vero valore di
un uomo si determina esaminando
in quale misura e in che senso egli
è giunto a trovare il cielo sulla terra, vale a dire a liberarsi dalla tirannia dell’egoismo ed a mettere in
luce quella sua parentela divina di
cui parla la Bibbia a chiare note.
Le progressive scoperte scientifiche possono pure contribuire in
qualche modo ad allargare gli orizzonti della vita ed a nobilitare l’uomó, mentre le sue esperienze interiori determinate dall’azione costante dello Spirito Creatore tendono a
purificare i suoi desideri e le sue
aspirazioni, a dargli conoscenza della sua dignità, della sua grandezza
e della sua umiltà, della sua unità
profonda con gli altri essèri e con
tutto l’Universo di Dio.
Colui che si cre|e più forte e più
saggio di un altro, compiacendosi
magari della sua fede e delle sue
virtù, non può comprendere nè seguire il Maestro che disse: « Se non
mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto
nel Regno dei Cieli ». La vita e la
sapienza sono cose sublimi, in terra
come in cielo, ma se nella mente
dell’uomo generano l’orgoglio ed un
senso di separazione ostile verso gli
altri, non sono altro che il serpente
del « sè » che può ricomparire anche nell’animo del credente più conformista. Egli adora con le labbra
un Dio lontano e tremendo, comportandosi come se la terra fosse
lontana dal cielo. Gli uomini possono essere misericordiosi, quando
non sono spietati e crudeli; Dio, nei
quale tutti abbiamo la vita, ’il molo e l’essere, non ha bisogno di essere « misericordioso », perchè è
sempre giusto nel suo ineffabile Amore.
* * *
Chi vuol progredire nella Sua comunione vitale e vivere fin d’ora
coscienziosamente nel chiarore della vita celeste, può proporsi questo
programma quotidiano:
Oggi, purifico la sorgente dei miei
pensieri nella luce della Presenza
Divina.
Oggi, vigilo sulle mie parole, affinchè non tradiscano la mia mente
e non rendano torbidi ed impuri i
sentimenti del mio cuore.
Oggi, disciplino i miei desideri
e le mie azioni, in modo che non
possano nuocere, ma giovare a me
ed ai miei simili.
Oggi, santifico e fortifico i legami
d’anima che mi uniscono a chi cammina faticosamente accanto a me
nel sentiero della vita.
Oggi, rendo gloria a Dio per il
.sole che spunta, per U giorno che
viene, per l’uccello che canta, per
la rosa che fiorisce,, per la pioggia
che cade, per la neve che imbianca
i monti, per le gioie e le pene che
perfezionano il mio essere immortale.
Nella Luce del suo Spirito, io trovo l’armonia, la pace e la serenità
che regnano nei Cieli.
G. Francesco Pevronel
Notizie in breve
gioielli della tee/^
nica / modelli di
eleganza.
Vasto assortimento oreficeria, argenteria
Fabbricazione croci ugonotte, stemma
valdesi metallo, argento, oro.
— E' morta a Parigi la scienziata
Irene Joliot Curie, vittima delle ricerche scientifiche a cui si dedicava da
35 anni, in collabQigzioxie col marito.
Era figlia di due scienziati celebri e
■moglie di un Premio Nobel, il Prof.
Frédéric Joliot. Giovanissima, dopo
la laurea, era entrata nell’Istituto radiologico pome assistente della madre.
Marie Curie. Durante tutta la sua vita studiò il "radium” che il padre e la
madre avevano scoperto.
— Il vescovo luterano Dibelius è
tornato in Germania da un viaggio in
Australia dove ha partecipato alle riuniuni del Comitato esecutivo del Consiglio Ecumenico. La sua recente visita al Pontefice aveva sollevato molti
echi negli ambienti protestanti. A questo riguardo egli ha fatto la seguente
dichiarazione ; « Mi sono recato a Roma per visitare la parrocchia luterana
e presiedervi il culto. Ho ricevuto l’offerta di una udienza presso il Papa ed
ho stimato di non doverla rifiutare. E’
molto.^ bene che il mondo veda come,
al di sopra delle più grandi differenze
e delle più grandi tensioni, i cristiani
possono tendersi la mano in quanto
cristiani, perchè l’uno e l’altro sono
consumati dalla preoccupazione di vedere questa umanità distrutta conoscere una pace interna ed esterna ».
— Il Past. John Peters di New York,
capo del reparto finanziario della
Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti,
ha recentemente dichiarato che la gratitudine dovrebbe essere alla base della generosità dei cristiani e delle loro
contribuzioni alle chiese, assai più che
i motivi « poco convincenti » e persino « falsi » ai quali si ricorre per colmare i bilanci delle Chiese.
Gli « slogans » come questi : « Abbattete il comuniSmo » o « Preservate
il mondo dalla bomba atomica » o
« Salvate l’onore delle nostre denominazioni »-sono, secondo lui, ideile
misere ragioni per, dare alla Chiesa
la risposta aH’amore di Gesù Cristo:
ecco quale deve essere la vera ragione della nostra generosità. Quando un
uomo capisce ciò che Dio ha fatto per
lui, è riconoscente e contribuisce con
l’abbondanza del cuore ».
— Le Chiese evangeliche di Budapest sono state affollate il giorno di
Natale; 2500 persone in ma chiesa,
8000 persone nei quattro culti celebrati nella parrocchia di cui è Pastore
il vescovo protestante Albert Bereczky.
In Ungheria, da ora in poi tutte le
spese degli studenti in teologia nelle
Facoltà Riformate saranno a carico
della Chiesa Riformata. Gli studenti
non dovranno pagare tasse e riceveranno in più anche dei vestiti. Non
c’è mancanza di pastori in Ungheria;
per mancanza di stanze e di locali,
metà delle domande di ammissione al
primo anno dei corsi teologici hanno
dovuto essere momentaneamente respinte.
— Più di 2000 laici hanno partecipato alle conferenze indette dal Consiglio Nazionale degli uomini presbiteriani a New York nel mese di febbraio scorso. Il tema centrale degli
studi era questo: « // nostro culto spirituale » (Rom. 12: 1). Ecco alcuni
nomi di oratori: Harold Stassen, Assistente del Presidente Eisenhower per
il disarmo: Billy Graham; Dr. Paul
Wright, moderatore della Chiesa Presbiteriana degli U. S. A.
CANTO SACRO
Le Corali sono invitate a ritrovarsi
per le prove d’insieme ;
1. a Torre Pellice, il giorno 22 aprile alle ore 14 nella sala sinodale.
2. a Pomaretto, il giorno 29 aprile
alle ore 14 nella sala del Convitto Valdese.
Domenica ^ maggio alle ore 15
avranno luogo le seguenti feste di canto delle Scuole Domenicali:
nel Tempio di Torre Pellice: Festa
di Canto per le Scuole Domenicali
della Val Pellice;
nel Tempio di Pinerolo: Festa di
Canto per le Scuole Domenicali della
Val San Martino.
Le prove di insieme avraimo luogo
alle ore 14 nei soliti locali.
La Commissione del Canto Sacro.
S. P. E. S.
In « Memoriam »
Molto spesso, nella nostra vita, passiamo accanto gli uni agli altri, senza
osservare e senza vedere la trama di
difficoltà e di sofferenze di cui la vita
degli altri è intessuta, preoccupati come noi siamo delle cose nostre.
Talvolta ciò dipende dal nostro insanabile egoismo, o forse dalla nostra
cecità; ma qualche volta invece la causa di questa mancanza di visione è nel
carattere del nostro prossimo, che tende a tener celate le sue sofferenze e
non le svela se non agli intimi.
Vogliamo rendere una testimonianza di affetto alla signorina Maria Pons,
scomparsa recentemente, in una età
avanzata, e dopo malattie e sofferenze
fisiche e morali molto gravi, causate
dalla guerra e dalle circostanze avverse, spesso celate dalla naturale giovialità e dalla energia spirituale.
Non tutti ebbero forse l’occasione
di conoscerne l’animo buono, come lo
conobbe chi scrive; ma chi, come lui,
ebbe questo privilegio, desidera porre
un fiore di fraterno ricordo sulla sua
tomba.
I libri che consigliamo
Giorgio Spini: Risorgimento e Protestanti — L. 2.400.
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Valdo Vinay : Ernesto Buonaiuti e
l’Italia religiosa del suo tempo —
L. 1.400.
Vittorio Subilia: Gesù nella più antica tradizione cristiana — L. 900.
Roberto Coisson: Il popolo del fiume — L. 600.
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Doni per l’Eco delle Valli Valdesi
Ferrerò Giovanni Enrico (150); Pons Adelaide (100); Ribet Edoardo (50); Pascal
Edmondo (50); Poet Enrico (50); Gardiol
Giacomo (100); Pensato Olga (600); Long
Davide (150); Rostagno Amedeo (100); Migliotti (100); Cavazzuti Giorgio (350); Soulier Carlo (SOO); Bouchard Emilio (100);
Beux Maria (100); Facchin Paronelli Emanuele (50); Long Ernesto (150); Feroldi
Piero (200); Gianassi Revel (100).
A.I.C.E. - Comunicato
n 13 maggio avrà luogo a San Giovanni il Convegno primaverile dell’A.I.C.E. Si pubblicherà il programma dettagliato sul prossimo numero.
AVVISI
Convegno di primavera
Martedì 1" Maggio al mattino
avranno luogo al Campo Sportivo
di Torre Pellice le gare di atletica
leggera del Convegno di Primavera.
Le Unioni Giovanili sono cordialmente invitate a partecipare numerose.
A parte è stato inviato ad ogni
Unione il programma particolareggiato.
AFFI'TTASI giugno-luglio collina Torre
PeUice comoda casa 6 letti o più, giardino, telefono, rivolgersi a R. RoUier, Via
Poerio 37, Milano.
I figli e le figlie della compianta
LONG ADELE ENRICHETTA
di anni 75, dei Tournin, profondamente
commossi dalle testimonianze di affetto e
dì stima tributate alla loro Cara Scomparsa
e riconoscenti della simpatia e delle numerose manifestazioni di solidarietà di cui
sono stati circondati, ringraziano tutti co
loro che sono stati loro vicini nella dolo
rosa circostanza. Un ringraziamento parti
colare rivolgono al Pastore Micol per le sue
parole di conforto, al Dott. Bertolino per
le amorose cure prestate alla Cara Scomparsa e alle famiglie dei Tournin per l’aiuto ricevuto.
Pramollo, febbraio 1956.
Per volontà dell’Estinta la famiglia non
prende il lutto.
Il 16 Marzo u. s. scompariva, in età di 72
anni
MADDALENA GARRDU
Ve danno il doloroso annunzio il marito, i figli, la sorella; essi ringraziano vivamente tutti coloro che hanno prestato la
loro assistenza durante la malattia, il pastore G. Bouchard e tutti coloro che hanno
manifestato la loro simpatia in occasione
dei funerali.
Villa di Prali.
« Cristo è risuscitato dai morti,
primizia di quelli che dormono ».
Madame veuve Rosine Breuza, ses fils:
Oreste et Constant, ses filles: Vittorina, Elvira, Giulia, Margarita ainsi que ses parents, neveux, nièces, petit fils et petitesfilles, remercient tous ceux qui ont pris
part à leur grand deuil à l’occasion de la
mort de leur mari et papa Monsieur
LAURENT BREUZA
décédé à l’âge de 72 ans le mercredi 28
mars à Rodar etto.
4
4 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
LA VOCE DELLE COMUNITÀ'
Angrogna (Capoluogo)
Domenica 25 marzo, nel corso del
nostro culto sono stati, confermati i
seguenti catecumeni; Benech Renzo
(Pouise), Bertin Carla (Piantà), Bertin
Graziella (Bonneton), Pons Laurina
(Bric Martel), Rivoira Attilio (Cassetta), Simond Frida (Eissart).
Il Signore che li ha chiamati faccia
di ognuno di essi un membro vivènte
e fervente della sua Chiesa.
Nel corso del nostro culto serale del
giovedì santo abbiamo letto e meditato insieme, il racconto della passione del Salvatore. Buona la partecipazione alla Santa Cena.
n glorioso annunzio della resurrezione del Signore è stato rivolto la domenica di Pasqua ad una folta assemblea che gremiva il nostro Tempio.
Quasi totalitaria la partecipazione alla Santa Cena.
Ringraziamo la nostra Corale per
la sua partecipazione ai culti della
Confermazione e di Pasqua.
La sera della domenica di Pasqua,
ru. G. V. del Martel dava nella nostra sala, davanti ad un pubblico quanto mai numeroso, una ottima recita
dalla quale abbiamo potuto trarre preziosi insegnamenti. Anche le canzoni,
improvvisate da alcuni Unionisti sono
state molto apprezzate. Ringraziamo
ru. G. V. del Martel per questo ottimo trattenimento familiare.
Ricordiamo alla fratellanza il trattenimento che l’Unione delle Madri
offrirà ai catecumeni neoconfermati la
domenica 15 aprile alle ore 15 nella
nuova sala. Ricordiamo pure la nostra assemblea di chiesa che avrà luogo la domenica 29 aprile con la lettura della relazione morale e finanziaria del Concistoro e la nomina dei delegati. e. a.
Villasecca
In queso ultimo periodo la nostra
Comunità è stata funestata da alcuni
gravissimi lutti.
Il 13 Marzo, in seguito a disgrazia,
il sig. Luigi Peyronel del Trussan,
di 44 anni, precipitava sul greto della Germanasca dal muragjione sottostante la strada ai Chiotti. La morte
era quasi immediata. Lascia una famiglia con bambini ancora piccoli.
La Comunità, molto colpita da questo lutto, ha preso parte in massa al
funerale presieduto dal Past. Paolo
Marauda, cui esprimiamo il nostro
ringraziamento, anche a nome della
famiglia.
Il 20 dello stesso mese è deceduto
alla Bourgio (Trussan) il sig. Cesare
Peyronel di 84 anni, soff erente dall’inizio dell’inverno.
Il 27 Marzo si spegneva ai Chiotti
Arnaldo Pons, diacono di Combagarino, di appena 27 anni. La serenità
e la fede che ci ha dimostrato durante gli anni della sofferenza e fino al
momento del trapasso rimarranno
per noi un esempio. Alla madre, vedova da molti anni, che perde l’unico figlio, si rivolge ancora la simpatia di tutta la nostra Chiesa.
Il sig. Archimede Bertolino, della
Comunità di Agape, ha sostituito il
Pastore durante il suo soggiorno in
Germania, dove ha compiuto un giro di conferenze e collette per incarico della Tavola.
Desideriamo esprimergli il nostro
ringraziamento per il lavoro disimjiegnato fedelmente e gli auguriamo
buon proseguimento nelle altre zone
del suo colportaggio.
Il 4 Marzo la filodrammatica dei
Chiotti ha recitato con molto successo « Le tre saggezze del vecchio
Wang », dramma cinese in quattro
atti. Numeroso il pubblico e bravi
gli attori, tecnici e quanti lianno curato la buona riuscita. Ringraziamo
pure quanti hanno voluto gentilmente arricchire la lotteria della serata con dei graditi doni.
La nostra Comimità ha accolto
con gioia il pullmann dei giovani
Prarostinesi che la domenica seguente hanno recitato « Cisterne screpolate »; ha pure partecipato la Corale di quella Parrocchia.
Dieci nuovi membri sono stati ammessi in Chiesa la domenica delle
Palme. Ecco i loro nomi: Virginia
Bounous (Albarea); Elsa Clot
(Combagarino); Ermida Clot ,(Peyloneo); Mafalda Clot (Combagarino); Emilia Giacomino (Rivoira);
Roberto Massel (Maizetta); Emilio
Peyronel (Giulberso); Graziella Peyronel (Peyroneo); Elda Ribet (Albarea); Renato Tron (Villasecca
sup.).
La Corale ha attivamente lavorato ed ha dato il suo contributo durante la serata della recita, il culto
di Confermazione e di Pasqua.
Si sono uniti in matrimonio :
Bruno Boston (Trossieri) e Iolanda
Barus (Villasecca); Camillo Peyronel (Trussan) e Elena Peyronel (Peyroneo). Il Signore benedica questi
nuovi focolari e ne sia l’ospite desiderato.
Rodoretto
, Le dimanche 4 mars una bonne
assemblée écoutait en notre temple
notre frère Monsieur Daniele Perini.
Monsieur Perini, infirmier à l’hôpital du Pomaret, prêcha sur le psaume 121 « Je lève mes yeux vers les
montagnes... ». Nous le remercions
pour son message dit avec grand
cœur et nous faisons à Monsieur Perini nos vœux pour un futur ministère béni au sein de l’Eglise Métliodiste.
La souscription pour l’Harmonium
est maintenant terminée. Il nous
manquait trente mille lires et la générosité de nos paroissiens s’est avérée enthousiaste, puisque nous avons récolté 33.070 lires. Merci aux
participants du dîner du XVII Février des Fontaines qui nous ont
laissé L. 4.000 ainsi qu’à la « Filodrammatica » de Rodoretto pour son
don de L. 13.700. Notre nouvel instrument fait la joie de tous, surtout
des jeunes. C’est comme si nous avions un petit orgue à l’égli.se.
Le Semaine Sainte nous a amené
beaucoup de neige dans notre haute
vallée. Un culte et deux réunions ont
été endicapés. Heureusement pour
Vendredi-Saint et Pâques les journées ont été splendides et notre temple accueillait joyeusement les rangs
pressés de nos paroissiens. La Confirmation eut lieu le Vendredi-Saint.
Culte émouvant pour les mamans
de nos catéchumènes et pour toute
la jeunesse. Riceli Yvonne, Tron Elina parmi les filles et Genre Bino,
Genre Eraldo, Pons Aldo, parmi les
garçon furent consacrés membres
de l’Eglise de Jésus Christ. Trois était de Champ du Clot, un de Serveil
et l’autre des Arnauds.
Nous souhaitons à ces jeunes forces dans la communauté une vie active et féconde au service du Maître.
Fuisse le mot d’ordre de la confirmation être un stimulant à leur zèle
de croyant. « Ne vous découragez pas
de faire le bien, car si vous ne vous
las.sez pas, vous moissonnerez en son
temps ». Gai. 6: 9.
•Pâques fut l’occasion pour beaucoup, de renouveler leur foi dans la
communion avec leur Sauveur. L’assemblée compacte donnait à chacun
la joie de se voir vraiment tous ensemble. La chorale exécuta les deux
chants qu’elle avait préparés avec
soin; le numéro 44 « Rédempteuradorable » du recueil français fut
chanté avec les sentiments qui conviennent; ensuite le numéro 69 du
recueil italien « II Cristo, il Signor»
fut enlevé avec puissance. C'était la
victoire de Pâques. Nous remercions
les exécutants pour leur art ainsi que
pour leur peine.
La communauté vaudoise de Rodoretto-Fontane exprime toute sa
sympathie à la famille de feu Laurent Breuza, agriculteur, négociant
et aubergiste pour le deuil qui l’a
si durement frappée. Mr. Breuza
Laurent quoique n’étant pas de notre famille, était un typique repré.sentant du vieux Rodoret.
R O r à
La nota saliente della Settimana
Santa è costituita dal notevole afflusso di parrocchiani al culto del Venerdì Santo e l’abbandono quasi totale del mercato: il ricevimento di
sette catecumeni e la celebrazione
della Santa Cena hanno conferito
una nota di solennità e di raccoglimento al tempo stesso.
Abbiamo accolto nelle file della
comunità : Mourglia Emma, Mourglia Virginia, Pavarin Evelina, Ritìoira Roberto, Salvagiot Ada, Tourn
Edda e Tourn Valdesina, per i quali
il nostro pensiero e le nostre preghie
re salgono a Dio. Il culto di Pasqua
ed ima simpatica serata fraterna hanno chiuso la Settimana Santa. Siamo
riconoscenti alla corale dei Rumé
guidata felicemente dalla signorina
Margiunti per il bèl coro cantato in
chiesa ed alla serietà, molto apprezzato per l’impegnò e l’entusiasmo
con cui si sono prè|>arati. Un grazie
di cuore al signpr Albarin per la
sua collaborazione musicale ed il suo
incoraggiamento. La filodrammatica
s’è fatta onore con due bozzetti molto apprezzati, seguiti da « un lascia
o raddoppia » per tutti e con premi
volanti. Alle madri della Unione inviamo il nostro grazie di cuore per la
jireparazione del simpatico buffet in
onore dei catecumeni, coralisti e attori.
La Società Pradeltorno ha tenuto
la riunione alle Fucine; un grazie di
cuore ai messaggeri.
Siamo dolenti di annunziare il decesso dello decana della parrocchia:
Rivoira Gìuseppitm quasi novantenne: un gruppo di fratelli e sorelle
hanno ascoltato il messaggio della
speranza; al fratello ed ai parenti la
nostra simpatia.
Villar Pellice
Ringraziamo il Pastore di Bobbio
Pellice, Signor Arnaldo Genre per il
culto da lui presieduto il 18 Marzo.
Il culto della domenica delle Palme, giorno di confermazione dei catecumeni, è stato presieduto dal Pastore titolare Enrico Geymet, che si è riveduto con piacere risalire il pulpito
dopo un lungo periodo di assenza, dovuto al suo esaurimento nervoso. Per
quanto ancora bisognoso di un periodo di convalescenza siamo certi che
questo lieto segno di ripresa è per lui
promessa di una rapida e definitiva
guarigione.
Il tempo purtroppo in questa giornata di gioia è stato pessimo : la pioggia che sin dal giorno prima non aveva cessato di cadere rendendo quasi
impraticabili le strade che dai quartieri conducono al centro, non ha avuto un attimo di interruzione durante
la domenica. Questo ha diminuito un
po’ la solita affluenza dei membri in
occasione delle solennità, ma non ha
arrestato il coraggio delle confermande che malgrado il tempo impervio
sono tutte giunte al tempio col costume valdese, come vuole la consuetudine. Hanno imitato il loro coraggio
anche alcune della corale e del pubblico. Perchè non fare quindi uno
sforzo anche le altre domeniche, quando il tempo è bello? Donne valdesi, ricordatelo!
I catecumeni confermati sono: Armand Hugon Rina, Barus Giovanna,
Cairus Ermea, Gayard Ernestina, lana vel Lidia, Garnier Marisa, Rivoira ■
Rina, Charbonnier Luciano, Charbonnier Riccardo, Davit Bruno, Grand
Stefano, Davit Roberto, Pascal Arnaldo, Rivoire Italo. Sono stati battezzati Geymet Amalia e Marauda
Sergio che giunti all’età della confermazione senza essere stati battezzati
da bambini, hanno colto questa occasione per fare in questo modo pubblica professione della loro fede.
Un grazie di cuore alla corale che
ha espresso ai nuovi membri con un
inno di circostanza, l’affetto che tutta
la chiesa nutre per loro.
Regolarmente hanno avuto luogo i
culti della settimana santa : giovedì sera culto liturgico in francese seguito
dalla Santa Cena e venerdì mattina
culto del venerdì santo. Essi sono stati per tutta la chiesa una preparazione al culto di Pasqua che ha visto il
tempio letteralmente stipato di persone... salvo purtroppo alcuni posti nei
primi banchi, rimasti vuoti... forse a
testimoniare la poca voglia di molti
a... penetrare troppo addentro nella
loro chiesa!
« Le cose vecchie sono passate, ecco sono divenute nuove... » è stato il
testo del messaggio di questa domenica di risurrezione presentato e spiegato dai Pastori B. Costabel e E. Geymet che si sono susseguiti sul pulpito
per presiedere questo culto seguito
dalla distribuzione della Santa Cena,
al cui tavolo si è avvicinato im numero veramente considerevole di persone. Primi fra tutti, i nuovi membri di
Chiesa ammessi la domenica precedente. La corale ha cantato un inno in
francese. Grazie.
Molto gradita è stata la visita fatta
alla nostra Chiesa dal colportore-evangelista Archimede Bertolino della Comimità di Agape. Egli ha visitato tutti i quartieri presiedendo ovunque ima
riunione. Domenica 8 aprile ha pure
presieduto il culto in mattinata e, la
sera, ci ha molto interessato con una
conferenza sulla storia e sull’opera di
Agape. Mentre lo ringraziamo per il
lavoro svolto tra di noi augurandbci
che porti molto frutto, gli rivolgiamo
il nostro augurio per quello che compirà in altre chiese.
Domenica 8 aprile, nel pomeriggio,
si sono pure svolti i festeggiamenti in
onore dei membri di Chiesa ammessi
la domenica delle Palme. La festicciola a cura delle Unioni delle madri e
delle giovani ha rivelato tutto l’impegno col quale essa era stata preparata : messaggi, canti, recite si sono susseguiti per circa tre ore in un’atmosfera di familiarità e di gioia che lascieranno un ricordo duraturo non soltanto nei festeggiati, ma anche in tutti gli altri. Non è mancata, naturalmente, la tazza di tè, veramente « bien
gamie »1
Alle unioni delle madri ed a quelle
delle giovani, perfettamente unite negli intenti e nell’impegno (per nulla
turbate dal solito « contrasto delle generazioni »!) al termine della festa i
catecumeni stessi hanno espresso la
loro riconoscenza per l’affetto con il
quale sono stati circondati. Alla loro
uniamo là nostra voce.
E’ stato battezzato, lunedì 9 aprile,
durante la riunione di quartiere alla
Piantà, Paolo Eugenio Michelin Salomon di Giovanni Luigi e di Charbonnier Anna Maria, nato il 9 dicembre
1955. Che Iddio benedica questo fanciullo e lo guidi nel cammino della
sua vita.
Mercoledì scorso l’Unione del Centro ha ricevuto la gradita visita dei
Pastori Boniol e Gay delle Cevenne,
venuti fra noi con le proprie Signore
per organizzare un campo di giovani
delle loro comunità dal 17 al 24 agosto. Il programma della visita è stato
tracciato nelle sue grandi linee. Gli
ospiti dovrebbero venir alloggiati nei
quartieri della Piantà, dei Garin, del
Centro, del Ciarmis e del Teynaud.
Un nuovo patto d’amor fraterno è stato così abbozzato e su di esso non potrà mancare la benedizione del Signore.
Varie altre visite sono in programma. Da Pforzheim verranno, a tre riprese, dei gruppi di quei fratelli tedeschi che sono già così favorevolmente
conosciuti fra noi.
Dal 28 al 31 luglio riceveremo la
visita di una quarantina di membri
della cara chiesa svizzera del Sentier,
madrina della nostra, e sarà un grande e felice avvenimento che attendiamo da anni e per il quale tutta la comunità si mobiliterà con entusiasmo.
Il 14 aprile è stato celebrato dal pastore A. Genre il matrimonio di Negrin Ernesto Paolo e Ferrari Lidia.
Allo sposo, membro della parrocchia
di Bobbio Pellice ed alla sposa, figlia
del diacono dei Garin, che andranno
a stabilirsi a Torre Pellice, auguriamo
molte benedizioni nel Signore.
Luserna S. Giovanni
Tempo di Pasqua. Il 25 marzo sono stati ammessi nella nostra comunità 24 nuovi membri, dei quali 5
hanno ehie.sto di ricevere il battesimi, e 19 hanno confermato le prome.'^se fatte per loro quando, fanciulli, essi vennero battezzati. Essi sono:
Emilio Bertalot (Marauda); Guido
Bertin. Valdo Gay, Bruno Giacobino, Giorgio Giusiano (Bellonatti);
Paolo Bertin (Cartera); Ferruccio
Bnnnet (Costa Lunga); Arturo Gaffa rei, Renato Caffarel, Adolfo Revel. Bruno Ricca, Silvana Bonnet,
Alma Cougn, Mara Fraschia, Dora
l ittavino. Vera Pittavino (Nazzarotli) ¡Roberto Malati (Prasuit); Aldo
Martina (Airaii); Massimo Parise
(Fornace Vecchia); Ferruccio Peyrol
(Bellion inf.); Claudia Albarin (Malan); Miranda Boulard (Luserna).
Possa la parola dell’apostolo a Timoteo, che è stata ricordata loro in
quest’occasione : Afferra la vita eterna, essere per essi di ammonimento
e di incitamento.
I culti deila domenica delle Palme
e di Pasqua hanno visto le consuete
assemblee delle grandi occasioni;
per contro quello di venerdì Santo
non regge alla concorrenza del mercato .settimanale; quello serale- di
Giovedì Santo, per contro, ha registrato una buona affluenza. Molte
apprezzata la partecipazione della
Corale, diretta egregiamente dal sig.
Gustavo Albarin. Siamo grati al pastore G. Bertinatli che ha presieduto
il culto del 18 marzo.
Gioventù. In una riunione ad essi
jiarticolarmente consacrala, i catecumeni « confermati » sono stati ricevuti dairUnione giovanile. Serata
interessante e vivace, in cui il j>a.store R.. Jahier ed il presidente delia U. G. E. rag. S. Gay hanno rivol.
to appropriati messaggi ai giovani.
La parte ricreativa ha avuto il mio
clou nella rappresentazione di x-ua
farsa in cui Alberto Revel, Stefani no
Danna, Ermanno Rivoira hanno confermato le loro doti artistiche.
/ nostri lutti. La nostra comuinià
< ontinua ad essere tluramente prox ¡ita dai lutti che hanno colpito numerose famiglie.
II 28 marzo abbiamo accompagnato ai campo del riposo la salma iiuntale di Emma Jourdan, nata Long,
deceilul-a ai Bellonatti all’età di 4.5
anni, dopo che la sofferenza l’avcn y
duramente provata in questi ultimi
mesi. Il 31 marzo hanno avuto hiogo i funerali di Irma Rostan Vedova
Beux, deceduta a Pomaretto. Il ¡.3
a])riie hanno avuto luogo i fuiìi;raii di Daniele Malati, deceduto a
(^iodmai, all’età di 85 anni.
Al Rifu gio Carlo Alberto liam.m
terminato la loro esistenza terrena
Peyrot Maria vedova Villielm, originaria di Prali, all’età di 79 anni, e
Simond Fanny, originaria di Angrogna.
A tutte le famiglie provate dal hiito, là comunità rinnova l’espressione
della sua cristiana simpatia.
Battesimi. Domenica 8 aprile è
stato battezzato Goss Ivo Danilo di
Rizieri e Olga Bafmas. Spanda il Signore le .sue benedizioni sul bambiiio
e sui genitori.
Filodrammatica. I nostri giovare,
sono stati ospiti della Comunità di
S. Germano Chisone, dove hanno
rinnovato il successo che già aveva
loro arriso nella nostra parrocchia.
Rallegramenti. Al dott. Giorgio
Peyrot, di Roma, cixe presso quella
Università ha conseguito la libera docenza in Diritto Ecclesiastico giungano i vivi rallegramenti della sua
comunità d’origine.
1 nostri rallegramenti giungano
pure a Paolo Monti che si è laureato
in legge all’Università di Torino.
Chahas. - Il perdurare del maltempo ha provocato gravi danni allo storico tempio del Chabas. Il muraglione di cinta che sostiene il terrapieno su cui sorge il tempio è così
crollato in parte, in seguito al franamento de terreno retrostante.—
—Non appena le condizioni atmoferiche lo permetteranno, si darà
inizio ai lavori di sistemazione. Fin
d’ora possiamo dire che la spesa sarà notevole; ne prendano nota tutti
gli amici del Chabas e si facciano
vivi con una tangibile manifestazione di solidarietà pecuniaria, che al
Concistoro di Luserna San Giovanni
sarà molto gradita. rep.
' l
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo cOn decreto del 19gennaio 1955.
Tipografìa Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
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