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Anno IV
numero 33
del 30 agosto 1996
L. 2000
Spedizione in abb. pastale/SO'Vb
Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente
presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
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Bibbia e attualità
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«Quando fai un convito, chiama poveri,
storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di contraccambiare; infatti il contraccambio ti sarà
reso alla resurrezione dei giusti»
(Luca 14,13-14)
"\TONOSTANTE esista una legge che
1 \ regola i permessi e le licenze che
l'ente ospitante può concedere agli
obiettori di coscienza, esiste una piccola
breccia in cui si potrebbe insinuare la
logica del contraccambio: i permessi
possono essere concessi «a discrezione
deireute». Questa discrezionalità in certe situazioni ci fa ricadere nella logica
del contraccambio: mi comporto bene,
lavoro, magari mi mostro anche ossequiente verso il responsabile e in cambio avrò i permessi. Tentavo quindi un
mese fa di spiegare che l’obiettore di coscienza deve lavorare bene solo perché si
tratta del suo incarico e che la mia discrezionalità non segue la logica dello
scambio: tu mi fai il favore di lavorare
bene e io ti faccio il favore del permesso.
/L citato testo delVEvangelo di Luca
sembra lasciar intendere che la logica dello scambio era un problema anche per l’epoca, tanto che il nostro versetto dà un consiglio contro la tentazione di intessere relazioni sociali da cui
derivi un tornaconto o un interesse.
L'esempio utilizzato è quello del convito dal momento che quella era una delle situazioni più tipiche per stabilire e
regolare delle relazioni sociali. Proprio
in questo contesto di relazione sociale
intensa, almeno per l’epoca, si annida,
secondo TEvangelo, uno dei rischi di
manipolazione delle relazioni interpersonali. Da qui il consiglio: invitate al
convito chi non può contraccambiare
l’invito. Questo consiglio drastico ha
due conseguenze: innanzitutto toglie
l’interesse dalle relazioni sociali; in secondo luogo è una predicazione sulla
gratuità dell’accoglienza.
Questo è un messaggio delTEvangelo assai importante per il nostro
tempo. L’azione d’amore di Dio in Gesù
Cristo è un’azione di amore gratuito.
Un 'azione di salvezza e liberazione che
non rispetta gli ordini di precedenza
umana, ma in un certo senso li capovolge. Le persone che non possono contraccambiare nulla sono così figura
dell’umanità davanti a Dio. Anche
l’umanità davanti a Dio sta come uno
che non avrebbe in ogni caso mezzi per
restituire un debito contratto nei confronti di un altro; come dice l’apostolo
Paolo: «Dio mostra la grandezza del
suo amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori. Cristo è
morto per noi» (Rom. 5, 8). Dio non ha
agito come salvatore di persone particolarmente meritevoli, mai nulla è detto
su una qualche bontà occulta'dell'essere umano che avrebbe meritato l’azione
di Dio. Anzi, Dio è partito dal punto zero dell’essere umano e anche la sua
identificazione con l'umanità in Gesù
Cristo è partita dallo stesso punto.
La gratuità nei rapporti umani e
nelle relazioni sociali non è però
uria prassi consueta e la logica del premio-punizione, dello sdebitarsi o indebitarsi con qualcuno è la prassi normale per tante persone, fino alla parziale o
totale sostituzione del diritto con il favore. Ci sono intere società bloccate da
queste logiche che significano perdita di
libertà e crescita di dipendenza da chi è
potente. Cerchiamo, attraverso l'annuncio della gratuità dell'amore di Dio,
di far giungere anche l’annuncio della
liberazione dei rapporti umani, che significa il superamento dell’ossequio per
chi potrebbe magari esserci utile,
dell’emarginazione di chi non ci servirà
proprio a niente.
Erika Tomassone
SETTIMANA1JÍ DELLE CHIESE EVANGEEICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Si è svolta a Rio de Janeiro la Conferenza mondiale metodista
Testimoniare mossi dallo Spirito Santo
Sullo sfondo delle contraddizioni di una metropoli fatta di modernità e povertà estreme gli oltre
3.000 delegati hanno elaborato le strategie per il loro impegno ai servizio deii'Evangelo
CLAUDIO H. MARTELLI
Dal nostro inviato
^ PIRITO SANTO, datore di viAA O ta» è stato il motto della XVII
Conferenza mondiale metodista
riunitasi tra il 7 e il 14 agosto a Rio
de Janeiro, in Brasile, la prima tenuta in Sud America. Per otto giorni oltre 3.000 partecipainti si sono
incontrati per pregare, cantare,
studiare la Scrittura, discutere dei
problemi della fede e della testimonianza, analizzare i complessi fenomeni della nostra società contemporanea. Lo hanno fatto in sedute plenarie, in commissioni di lavoro, in piccoli gruppi di confronto. Lo hanno fatto con l’attenzione
rivolta alla situazione di povertà,
emarginazione, alienazione, ingiustizia avendo presente il drammatico contesto latinoamericano, con
lo sguardo rivolto alle grandi sfide
per i credenti di oggi.
Il presidente uscente, Donald English, nel suo discorso d’apertura al
Palazzo dei Congressi di Rio, comr
mentando il racconto del libro degli Atti degli Apostoli sulla discesa
dello Spirito a Pentecoste, ha richiamato l’attenzione delle chiese
metodiste nel mondo affinché esse,
anche nel ricambio delle generazioni dei credenti e nel mutare del. le situazioni storiche, continuino a
sviluppare la loro tradizione di essere il popolo della fede calda e vibrante delle origini. «Quando dimentichiamo di adorare Dio degnamente, annunciando a tutto il
mondo TEvangelo, prendendoci a
cuore i più poveri e i più bisognosi
di cure, combattendo per una società più giusta, noi scadiamo facilmente dalla vocazione che lo Spirito ci ha affidato - ha detto English
Dobbiamo credere e operare nella consapevolezza che lo Spirito
Santo anche oggi è sopra di noi per
donarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per una fedele testimonianza
di Cristo soprattutto là dove la visione del presente è disperata e
oscura». In un mondo che si inoltra
sempre di più in profondità nella
Bambini a Rio de Janeiro
strada della tecnologia è indispensabile far conoscere la straordinaria
proposta cristiana per la rinascita
di un’umanità che rischia di perdere il senso della propria esistenza.
E che il rischio di disumanizzazione sia realmente forte lo haimo
confermato anche le immagini fornite da questa città splendida e terribile allo stesso tempo. Dotata in
modo straordinario dalla natura,
posta su una baia incantevole, circondata da montagne e foreste,
presenta un contrasto drammatico
tra lusso e miseria, tra decoro e degrado, tra speranza e disperazione.
Gli eleganti quàrtieri del Centro, di
Gloria e di Botafogo, le nuove dorate periferie con i loro recinti e i vigilantes sono circondati da decine
di favelas dove le baracche e le casupole si arrampicano in impossibili quartieri privi di fogne, servizi
sociidi, negozi e dove vivono centinaia di migliaia di poveri, spesso
anziani e con malattie croniche o
bambini, quei tristemente famosi
«ninos de rua», che non conoscono
l’amore di una famiglia ma sono
costretti a strappare al futuro ogni
giorno che è dato loro di vivere,
correndo rischi mostruosi dal punto di vista psichico, fisico e morale.
Una città che pare non dormire
mai, il cui respiro convulso è segnato da un traffico caotico, dalle
corse sfrenate degli autobus e dei
taxi, delTaffaccendarsi di un gran
numero di persone di ogni razza e
colore alla ricerca di un’occupazione che consenta loro di liberarsi
dalle catene della schiavitù di un
reddito medio pro capite di 120
dollari all’anno. Accanto ai lussuosi
alberghi di Ipanema e Copacabana, dietro le immagini turistiche
d’obbligo del Corcovado e del Pan
di Zucchero, si muove sofferente
un’umanità che si nutre dei rifiuti
dei ristoranti per turisti o che ven
de il proprio corpo. Un’immagine
del nostro tempo, e non solo certo
delTÀmerica Latina o del Brasile,
sempre più frequente anche nei
paesi sviluppati. La Conferenza
metodista non ha finto di non vedere. Il segnale forse più forte e significativo è giunto infatti dalla celebrazione tenuta al palazzetto dello sport dello stadio Maracananzinho, dove oltre 20.000 metodisti
provenienti dall’intero Brasile si
sono riuniti per dar vita a una incredibile kermesse di gioia, solidarietà e speranza. Erano in gran parte giovani e bambini, famiglie. Erano il segno che la speranza non
muore, che una visione di solidarietà e dignità è possibile. Nei loro
canti, nelle loro danze, nel loro entusiasmo si è potuto veramente
sentire la potenza dello Spirito che
chiama i cristiani a guardare e a lavorare per un domani di speranza,
malgrado tutto, con l’aiuto di Dio.
Il 2000 a Gerusalemme
Per un incontro
realmente ecumenico
Nel corso della riunione del comitato esecutivo delTAlleanza riformata mondiale (Arm), svoltasi a Detmold (Germania) dal 16 al 19 agosto,
il segretarió generale,
pastore Milan Opocenskij, ha rivelato Tintenzione di organizzare una
celebrazione «realmente
ecumenica» del 2000 a
Gerusalemme. La proposta, ha detto Opocenskij, è emersa nel corso
di una riunione delle
«comunioni cristiane
mondiali» (luterani, anglicani, metodisti, ortodossi, Vaticano ecc.),
svoltasi recentemente a
Ginevra su invito del
Consiglio ecumenico.
L’incontro di Gerusalemme, ha detto ancora
Opocenskij, dovrà essere
autenticamente ecumenico, sin dalla sua preparazione e convocazione. Alcune delle «comunioni cristiani mondiali», infatti, temono che le
celebrazioni del millennio vengano egemonizzate dalla più grande
chiesa cristiana, quella
cattolica, e non sono disposte ad accodarsi a
iniziative già programmate da una confessione particolare. Opocenskij ha detto di ritenere
che il Vaticano aderirà
all’iniziativa. (Nev)
Il Sinodo a Torre Pel lice
Vita delle chiese
e ecumenismo
Il 25 agosto si è aperto
a Torre Pellice il Sinodo
delle chiese valdesi e
metodiste con un culto
pubblico in cui ha predicato il pastore Paolo Ricca e in cui sono stati
consacrati pastori Gabriella Lettini, Luca Baratto, Lorenzo Scornaienchi e Franco Taglierò. Tra i principali temi del Sinodo la cura
pastorale delle chiese locali, la riorganizzazione
degli enti ecclesiatici,
Tecumenismo, i matrimoni interconfessionali,
le modalità di utilizzo
del finanziamento derivante dall’otto per mille.
Lunedì 26 agosto si è
anche svolta una tavola
rotonda sul tema dell'
Assemblea ecumenica
europea che avrà luogo
nel giugno 1997 a Graz
(Austria): «Riconciliazione - dono di Dio e fonte
di vita nuova». Sono intervenuti il pastore Jean
Fischer, segretario generale della Conferenza
delle chiese europee,
don Aldo Giordano, segretario generale del
Consìglio delle conferenze episcopali europee, il pastore Paolo Ricca e il presidente del Segretariato per Tecumenismo e il dialogò della
Gei, monsignor Giuseppe Chiaretti.
LA BIMBA SCOMPARSA ERA IN GITA
V CON LA SCUOLA DOMENICALE. Per
la piccola Angela Celentano di tre anni, scomparsa 20 giorni fa sul monte
Paltò presso Vico Equense (Napoli), doveva essere un giorno di festa: con altri bambini e bambine, e le rispettive
famiglie, stava partecipando alla gita
di fine anno della scuola domenicale
della Chiesa evangelica pentecostale
indipendente di Vico Equense. In questi giorni di terribile ansia i genitori.
Maria e Catello Celentano, hanno più
volte affermato che senza l'aiuto della
fede evangelica e della preghiera della
loro comunità non sarebbero sopravvissuti al dolore perla sua scomparsa.
QUALE SORTE PER I «SANS-PAPIERS»? Si moltiplicano in Francia e
nel mondo le reazioni all'Intervento
della polizia che ha «sgomberato» gli
immigrati in posizione irregolare dalla
chiesa di St.-Bernard ha Parigi. E mentre per «Le monde» siamo di fronte a
un nuovo caso Dreyfus, il tribunale comincia a dare ragione proprio agli
africani, negando che gli arresti di
questi immigrati abbiano avuto sufficienti motivazioni. (pag. 6)
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 30 AGOSTO]
«Quando l’Eterno
fece tornare i reduci di Sion,
ci pareva di
sognare.
Allora la nostra
bocca fu piena
di sorrisi,
e la nostra lingua
di canti di
allegrezza.
Allora fu detto ~
fra le nazioni:
L’Eterno ha fatto
cose grandi
per loro.
L’Eterno ha fatto
cose grandi
per noi,
e noi siamo
nella gioia.
0 Eterno, fa’ tornare i nostri che
sono in cattività,
come tornano
1 rivi nella terra
del Mezzodì.
Quelli che seminano con lagrime,
mieteranno con
canti di gioia.
Ben va piangendo
colui che porta il
seme da spargere,
ma tornerà con
canti di gioia
quando porterà
i SUOI covoni»
(Salmo 126, Riveduta)
Un salmo attraversato
da una tensione
Al V. 4 ricompare la stessa, difficile, espressione
ebraica del v. 1 e, qui come
là, essa viene interpretata in
vari modi. La resa probabilmente più precisa è quella
della Tilc: si tratta del ribaltamento della sorte, di un cambiamento del destino, di un
rivolgimento di quel che
Israele vive e subisce. Ma il
vero problema del nostro
salmo è un altro, è la tensione di cui parlavamo all’inizio. Ora, al v. 4, il «rivolgimento», l’intervento liberatore di Dio è atteso, anzi invocato. È realtà ancora a venire, è la svolta attesa, sperata, invocata come necessità
vitale. L’immagine dei «torrenti del deserto» (Tilc; Riveduta: Mezzogiorno) ci fa intendere chè la situazione è
drammatica; non si può più
attendere, c’è bisogno di un
intervento rapido, subitaneo,
energico, travolgente come
quando, nella stagione delle
piogge, le acque che scendono dall’altopiano invadono
«Quando il
Signore cambiò
le sorti di Sion
ci sembrava
di sognare.
La nostra bocca
si riempiva
di canti,
la nostra lingua
di grida di gioia.
Allora dicevano
i popoli:
“Grandi cose ha
fatto per loro
il Signore”.
Sì, il Signore ha
fatto grandi coss
per noi
ed eravamo
pieni di gioia.
Cambia ancora,
Signore, le nostre
sorti
come risvegli
i torrenti
nel deserto.
Chi semina
nel pianto
mieterà
nella gioia!
Nell’andare,
G
die
EU
LO SPAZIO DELLA NOSTRA VITA
Tra il «già» e il «non ancora» di Dio si iscrive lo spazio della nostra esistenza
Una vita che ha senso malgrado tutte le sue contraddizioni; prove, sconfitte
cammina
piangendo
e getta le seménti,
nel tornare,
canta festoso
e porta a casa
il raccolto»
(Salmo 126, Tilc)
DANIELE GARRONE
^UATUNQUE delle due
versioni noi scegliamo, il
Samo 126 ci appare attraversato da una tensione, po>
tremmo quasi dire segnato
da una contraddizione. Nella prima parte del Salmo,
l’opera di Dio a favore di
Israele (far tornare gli esuli,
cambiare le sorti) appare già
coihpiuta. Se ne parla al passato, se ne ricordano le conseguenze: volti induriti dalla
sofferenza, rassegnati, che ritrovano il sorriso. Bocche da
cui più non uscivano i «canti
di Sion» in terra straniera
(cfr. Sai. 137) che prorompono in canti o grida di esultanza. L’opera di Dio per Israele
è così compiuta e manifesta,
che «le nazioni», cioè i popoli
in mezzo ai quali Israele era
disperso, se ne avvedono e
non possono fare a meno di
riconoscere che «il Signore
ha fatto cose grandi per loro».
Il V. 3 è al tempo stesso una
confessione e un bilancio:
«Sì, il Signore ha fatto cose
grandi per noi, e noi ci siamo
trovati nella gioia».
repentinamente e fanno traboccare d’acquè vorticose le
scoscese e aride gole che degradano verso il deserto.
Dio ha già rovesciato le
sorti di Israele: questo si può
raccontare, confessare, testimoniare, credere. Dal fatto
che Dio ha già rovesciato le
sorti del suo popolo viene la
gioia. Questa è la serena e
commossa testimonianzà
della prima parte del salmo.
Che Dio rovesci le nostre sorti: questa è la sofferta, quasi
concitata supplica del v. 4,
che dà voce al bisogno che
Dio ancora intervenga, come
ha già fatto.
Certamente, la «tensione»
che attraversa il Salmo riflette la realtà storica: la fine
dell’esilio fece sognare, la
realtà della ricostruzione fu
penosa, angusta, talora deludente. Al «sogno» del «nuovo
esodo» non seguì la fine della
diaspora, della dispersione:
non mtti tornarono. E ai rimpatriati non mancarono le
minacce esterne, le crisi economiche, i cali di tensione
religiosa, le infedeltà alla legge di Dio. Nella mutata situazione, torna ad essere necessaria la supplica: nella Bibbia, c’è una parola per ogni
esperienza umana: c’è la lode, e c’è la supplica. Ci sono
le parole per esprimere riconoscenza e le parole per
chiedere, anche con urgenza,
anche con veemenza, che
Dio «si mostri», che «ascolti»,
che intervenga.
La visione biblica
di Dio
A cosa singolare è che qui
I di
mel Salmo 126 i due
scorsi - la lode e la supplica,
le due dimensioni, il «già» e il
«non ancora» - sono uniti e
non credo che si tratti semplicemente di un «adattamento» o di un aggiornamento a una nuova situazione. O meglio: se anche il nostro salmo è nato in questo
modo, come lode che deve
sfociare nella supplica perché le cose sono cambiate,
esso ora è molto di più. Le
sue due parti 1-3 e 4 sono come i due «polmoni» della visione biblica di Dio. Di Dio la
Bibbia parla al passato e al
futuro, come colui che ha già
operato e che ancora tornerà
ad operare. Davanti a Dio si
sta nella riconoscenza e nella
speranza, nella gratitudine
ma anche nell’attesa; da Dio
si è ricevuto e a Dio si chiede.
Il «già» e il «non ancora» sono entrambi, non uno senza
l’altro, elementi costitutivi
delle fede biblica, nell’Antico
come nel Nuovo Testamento. Soltanto la «tensione» tra
il «già» e il «non ancora»
esprime in tutta la sua portata il dramma dell’uomo davanti a Dio e la storia della
«passione» di Dio per l’umanità come esse appaiono nella Bibbia. Attenuare la dimensione del «non ancora»,
ridurre l’attesa, la supplica,
non fare i conti con le parole
bibliche che «chiamano Dio
in causa» (Giobbe, Salmo 22)
è spesso segno di rassegnazione, di disillusione, di piccola fede piuttosto che di rispetto per i tempi di Dio.
Anche nei rapporti umani,
quando non chiediamo più
nulla agli altri, è perché non
ci aspettiamo nulla. Ma anche l’atteggiamento opposto,
dimenticare il «già» di Dio,
dimenticare il compimento
in Cristo, mutila la fede biblica. Siamo infatti uomini e
donne della speranza e dell’attesa, possiamo chiedere
perché già ci è stato dato.
L’azione di Dio non sta soltanto sul nostro orizzonte,
ma prima di tutto «dietro»,
«sotto» di noi (se così posso
dire) come dono, liberazione
e rinnovamento della nostra
vita. Per questo la «tensione»
del Salmo 126 non è accidentale o impropria, ma costitutiva: le cose che noi
chiediamo a Dio sono quelle
che ci danno vita da parte
sua, le realtà che sono al
centro della nostra confessione e testimonianza sono
anche quelle per cui speriamo e supplichiamo.
Si possono fare molti
esempi biblici di questo rimando dal «già» al «non ancora». Dalla fondamentale
«confessione di fede» di
Israele «Il Signore ci ha fatti
uscire dalla terra d’Egitto,
dalla casa di schiavitù» sca
turisce l’annuncio di un
«nuovo» esodo (Is. 40-55) e
di tutti gli esodi necessari
perché Israele e l’umanità
non conoscano più schiavitù. Così, nella liturgia pasquale ebraica, la memoria
dell’esodo rimanda al «non
ancora» della liberazione
messianica.
L'attesa del Regno
Lf ANNUNCIO evangelico
di Gesù ha al suo centro
la notizia delTavvento,
dell’irruzione del Regno di
Dio. «Se è col dito di Dio che
caccio i demoni, allora è
giunto fino a voi il Regno di
Dio» (Le. 11, 20). Il Regno è
già iniziato. Gesù ci ha però
anche insegnato a chiedere
«venga il tuo Regno». «Il Regno di Dio è giunto fino a
noi»... «Venga il tuo Regno»,
la confessione e la gratitudine... la supplica e la speranza, come nel nostro salmo.
Gli Evangeli sono stati
scritti anche per rispondere
affermativamente alla domanda del Battista: «Sei tu
colui che doveva venire?»
(Mt. 11, 3), testimoniando
che Gesù era l’atteso Messia
d’Israele. Il Nuovo Testamento si conclude con la
supplica: «Vieni, Signor Gesù» (Ape 21, 20). Chiediamo
di tornare a colui che riconosciamo e confessiamo come
già venuto, e fondiamo la
nostra vita sulla venuta di
colui che attendiamo con la
pienezza della sua vittoria
«affinché Dio sia tutto in tutti» (1 Cor, 15,28).
Tra il «già»
e il «non ancora»
CERTAMENTE «ci è parso
di sognare» quando ci è
stato annunciato che non
eravamo più schiavi della legge del peccato e della morte
(Rom. 6 e 8), eppure chiediamo che lo Spirito ci trasformi
in uomini e donne nuovi, anche qui senza attenuare né il
«già» del nostro essere «morti
al peccato» in Cristo né il nostro non aver ancora «ottenuto il premio» (Pii. 3,12).
La nostra bocca si è riempita di giubilo quando, noi
«gentili», «senza Dio nel
mondo», abbiamo scoperto
di essere stati riconciliati in
Cristo con Dio e con Israele
(Ef. 2,11-22) tramite l’abbattimento del «muro di separazione»; eppure non solo chiediamo ancora l’abbattimento
di tutti i muri divisori di tutta
l’umanità, ma speriamo che
Dio ci renda chiese riconciliate con Israele, dopo che
per secoli siamo stati chiese
senza e, più spesso, contro
Israele. Mentre riconosciamo
con gratitudine che Dio ci
chiama ad essere la sua chiesa e ci concede di esserlo, gli
chiediamo di realizzare la
sua chiesa riconciliata al di là
delle barriere confessionali
del passato, unita nella fede
e nel servizio, ma non uniforme. Siamo peccatori perdonati, viviamo della riconciliazione in Cristo, siamo la
chiesa di Dio... chiediamo
perdono e rinnovamento,
cerchiamo e chiediamo riconciliazione, preghiamo per
l’unità della chiesa e dell’
umanità.
Come Israele guardava alla
sua storia, potremmo farlo
anche noi. Certamente il 16
febbraio 1848 ai nostri padri
e madri sarà «parso di sognare» nel ricevere la notizia della fine di un ghetto secolare e
dell’inizio della libertà e da
allora noi ricordiamo quell’
evento come uno dei «già»
della liberazione di Dio,., eppure invochiamo ancora libertà, ad esempio per i prigionieri che ci segnala Amnesty. E proprio come testimoni della passione di Dio
per la libertà, non possiamo
che moltiplicare le suppliche
per la liberazione, che il
mondo attende come «i torrenti nel deserto».
anche piange, ma sa che lo
attende la messe. La fatica e
il dolore raccoglieranno ul
frutto. Chi radica la sua vita
in ciò che Dio ha già compiuto e fonda la sua speranza su
ciò che Dio ancora deve manifestare è libero per una fatica costruttiva. Tra il «già» e
il «non ancora» si situano la
possibilità e la vocazione,
non una senza l'altra, di una
azione sensata. Anche Freud,
verso la fine del suo L’avveàre di un ’illusione, ricorre alla
metafora del lavoro agrieoi®
per esprimere la sua visione
del senso della vita dell’uOr
mo moderno. «Come un prO"
bo piccolo agricoltore su
questa terra saprà coltivare
la sua zolla in modo chela
nutra. Distogliendo in'tal
modo dall’aldilà le sue speranze e concentrando sulla
vita terrena tutte le forzerese
così disponibili, l'uomo probabilmente riuscirà a rendere la vita più sopportabile per
tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuno. Allora
senza rimpianto potrà dire
con uno dei nostri compa^'
miscredenti: Il cielo lascia-’
molo agli angeli e ai pa*'
seri’*». Il credente del Salmo
126 coltiva anche lui la su®
zolla come un probo piccoo
agricoltore. Coltiva la zolli
della misericordia e delw
giustizia (Mi. 6, 8 e Os. 12,
per menzionare due patoi
chiave della visione profetic,
dell’impegno umano tra
«già» e il «non ancora». Col
va la zolla della riconciliaaO’
ne, quella deirecumenism '
quella della conversione, tid
te le zolle dove Dio diseWa
il suo frutto. In questa
fatica
non ha illusioni, ma sa
che
Una vita che ha senso
Tra tutti questi «già» e
questi «non ancora» si
iscrive la nostra esistenza.
Tra il «già» e il «non ancora»
è lo spazio di una vita che ha
senso, pur in mezzo a tutte le
sue contraddizioni, tentazioni, prove, sconfitte. È questa
la prospettiva aperta dai w. 5
e 6. Tra il «già» e il «non ancora» di Dio la nostra vita appare come il duro lavoro
dell’agricoltore che fatica e
l’azione di Dio lo
suo «già» e lo attende
«non ancora». In
tempo, si sa anche
gnato. Perciò lavora, pi^
e probo, la sua zolla- L ,
nell’orizzonte del «ri'^ ®
mento» di Dio.
n S. Freud:
civiltà e altri saggi- To
1971, p. 190.
Predicazione yj/iai
contro del 15 agosto a
Pellice (nella foto)
(dm
mero d\
descrivi
prograi
agosto,
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' ^mfRDÌ 30 AGOSTO 1996
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
La Commissione d'esame «istruisce» preliminarmente il dibattito sinodale
I molti aspetti del problema cultura
eli atti amministrativi delle chiese vengono passati al setaccio in uno spirito
di critica fraterna, secondo una procedura che è anche garanzia di trasparenza
euoenio bebnardini
etto
/L peso di un
non dipende dal nu
lo dell»
porin®'
, airi®'
mero di parole con cui lo si
descrive». Con questa frase
programmatica, lunedì 26
agosto, la Commissione d’
esame sull'operato della Tavola valdese ha introdotto il
dibattito sinodale vero e proprio. In sole 25 pagine (fitte
fitte però) ha affrontato i temi della vita delle chiese (in
particolare la cura pastorale
delle chiese locali), l’ecumenismo (giubileo cattolico,
eventuale Consiglio nazionale delle chiese in cui sia presente anche quella cattolica,
matrimoni interconfessionali), la cultura (con un ampio
capitolo sulla Claudiana e
sui vari mezzi di comunicazione e formazione, tra cui
questo giornale), la riorganizzazione degli enti ecclesiastici, le finanze, l’otto per
mille, l’Opera per le chiese
metodiste (Opeemi), la Facoltà valdese di teologia e il
Centro di Ecumene.
Composta quest’anno-da
due donne. Patrizia Bertesi e
Laura Micheletti, e da due
Uomini (e pastori). Bruno
Bellion, relatore, e Enos
Mannelli, la Commissione
d’esame ha a disposizione il*
mese che precede il Sinodo
per verificare il lavoro svolto
dalla Tavola, dalTOpcemi,
dalla Facoltà e, indirettamente, dalle varie commissioni e comitati che presiedono a opere e istituti vari. Si
tratta di un lavoro faticoso e
a tempo pienissimo; si leggono i documenti e la corrispondenza, si fanno visite e
incontri, ci si addentra nelKamministrazione complessa delle nostre chiese. E un
esempio pratico di trasparenza e controllo democratico (non ci sono limiti al potere ispettivo della Commissione che può andare dappertutto, leggere qualsiasi tipo di documento, incontrare
chi vuole) e anche di bilanciamento dei poteri quando,
nel corso del dibattito sinodale, la Commissione è un
po’ il contrappeso autorevole della Tavola. Ed è anche 1’
espressione della fiducia nel
potere costruttivo della critica, quando essa è fatta con
rigorosa fraternità.
«Per me è stato un lavoro
faticoso, però interessante
La Commissione d’esame ai iavoro: da sin. Laura Micheletti, Bruno
Bellion, Enos Mannelli, Patrizia Bertesi
dice il pastore Enos Mannelli
- che mi ha dato una comprensione più profonda dei
vari problemi della chiesa». Il
pastore Brunp Bellion riconosce che non è possibile approfondire i vari problemi
nello stesso modo: «La massa
di documentazione a disposizione testimonia l’enorme lavoro che la Tavola e i vari organismi ecclesiastici devono
svolgere al servizio delle chiese e obbliga una Commissione
d’esame, ma infondo anche il
Sinodo, a dover fare delle scelte. La Commissione di quest"
anno ha scelto di dare più
spazio del solito ai temi della
cultura in senso lato, dalla
Claudiana a Riforma, dal
Servizio istruzione e educazione della Federazione delle
chiese, alla questione della
trasmissione della testimonianza di fede».
Laura Micheletti spera che
la scelta operata dalla Commissione non sia fraintesa
dal Sinodo: «In fondo i temi
importanti sono tanti, anche
quelli di cui magari non si fa
alcuna menzione nella nostra
relazione. La documentazione veramente enorme di cui
parla il pastore Bellion può
creare un senso di sconforto
iniziale in una “matricola”
come sono stata io, ma e anche la testimonianza della serietà e della passione con cui
tantissime persone lavorano
nella chiesa e per la chiesa.
Naturalmente in questo lavoro ci sono dei limiti, anche
degli errori, chi non ne fa lavorando. Certo qualche volta
farebbe piacere che tra noi ci
fossero meno fraintendimen
Percorsi teologici e culturaii delia riconciliazione
consultazione promossa dalla Commissione Studi della Fcel
Aula magna della Facoltà valdese di teologia
via Pietro Cossa 40, Roma
venerdì 20 settembre 1996
Programma;
ore 9,30
introduzione (Giuseppe Platone);
meditazione biblica (Valdo Benecchi);
la riconciliazione dal punto di vista teologico,
comunicazione di Paolo Ricca;
la riconciliazione nei conflitti internazionali,
comunicazione di Paolo Naso;
dibattito.
ore 13 - pranzo (presso la Casa valdese, via A. Farnese 18;
j occorre prenotarsi).
Ore 14,30 - c'è posto per le donne nella riconciliazione
(degli uomini)?
comunicazione di Elizabeth Green;
- la “questione italiana”,
comunicazione di Domenico Maselli;
- i protestanti italiani verso l’Assemblea
ecumenica di Graz,
intervento di Antonella VIsintIn;
- dibattito.
ore 17,30 - conclusioni.
per prenotazióni e informazioni:
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
via Firenze 38 - 00184 Roma
tei. 06-4825120-483768, fax 4828728
ti, pregiudizi, polemiche, incomprensioni. Soprattutto
che ci fossero visioni più ampie. Ho la sensazione, infatti,
che molti problemi nascono
perché si guarda troppo solo
al proprio particolare, al proprio orticello, perdendo la dimensione dell’insieme. Tuttavia abbiamo potuto verificare
quante volte, magari attraverso dei percorsi veramente
sofferti, poi si è trovata comunque una soluzione».
«Per me - dice Patrizia Bertesi - si è trattata di un’esperienza molto più impegnativa
di quanto pensassi. E dire che
ritenevo di avere una buona
conoscenza della chiesa. Dopo un mese di lavoro, invece,
anche grazie al lavoro collegiale della Commissione, mi
sono resa meglio conto che la
mia era una comprensione
troppo locale dei problemi comuni. Mi sento veramente ar
ricchita da questa esperienza.
Mi ha molto colpita in particolare la forte volontà, che
emerge dalla documentazione che abbiamo avuto a disposizione, di volere risolvere
i problemi senza rinviarli, di
volerli affrontare apertamente e fraternamente».
Ma una Commissione d’esame strutturata come è ora,
con un solo mese a disposizione, può veramente «esaminare» il lavoro che in un
anno intero svolgono organismi come la Tavola, TOpeemi e la Facoltà di teologia e
tutto ciò che direttamente o
meno vi è collegato? «Il nostro lavoro non è stato certo
formale - reagisce subito il
pastore Mannelli - ma serio.
Certo possiamo non aver
compreso tutto bene. Ma il
fatto di poter parlare con
chiunque e accedere a tutta la
documentazione rende reale
il potere di “esame“ della
Commissione».
Per concludere, il pastore
Bellion utilizza un’immagine: «Quando hai un dente
che ti fa male quello concentra tutta la tua attenzione e
diventa difficile pensare che
in fondo è solo un dente. Eppure è così, è solo "un dente,
che deve essere curato. Così io
credo che, a volte, nella vita
della chiesa noi vediamo dei
guai, delle patologie e non
riusciamo a collocarle nelle
loro dimensioni xeali. Perché
in realtà, nella vita della nostra chiesa ci sono delle cose,
grazie a Dio, veramente belle
e grandi, di apertura di speranza verso il futuro. E direi
proprio per grazia di Dio,
non tanto per merito nostro».
Il campo cadetti di Ecumene
Per conoscere gli ebrei
i cristiani e i musulmani
Un momento dello spettacolo finale
VINCENZINA TARQUINI
Dal 30 giugno al 2I luglio
si è tenuto a Ecumene
un campo cadetti dal titolo
«Storia di un viaggio attraverso la fede e la cultura di
ebrei, cristiani e musulmani». Non una sola esperienza,
ma tante insiem^, un avventuroso viaggio attraverso culture e fedi diverse, magnifiche e affascinanti: un insieme di cultura, colori dalle
mille sfumature: lo stile di vita semplice, quasi un omaggio alla riscoperta e al fascino di valori dimenticati, dove
ognuno ha avuto modo di
confrontarsi, chiedere e avere risposte, approfondite con
competenza dal professor
Daniele Garrone, dal pastore
Franco Carri e dal dott. Mustafa E1 Ayoubi.
Nella prima parte sono sta
te evidenziate le caratteristiche del popolo ebraico, con
visita alla sinagoga, all’annesso museo p al ghetto. La
seconda parte del campo ha
visto i ragazzi percorrere le
diverse strade del cristianesimo, riustendo ad avere una
idea generale su tutti i movimenti della grande famiglia
cristiana. Mustafa ci ha parlato della fede musulmana,
raccontandoci usi e costumi
del popolo arabo, approfonditi poi con la visita alla moschea di Roma.
L’incontro ha avuto momenti di riflessione e di preghiera: nello spettacolo finale
i ragazzi si sono espressi con
canti di lode e preghiere
spontanee. Ovviamente non
sono mancati durante il soggiorno gite al mare e nei dintorni, momenti di gioco e di
vere e proprie gare sportive.
campi estivi nel Centro di Adelfia
La stagione delle marionette
Nel suggestivo scenario del
Centro giovanile evangelico
di AdelÌFia si sono svolti il
campo cadetti (dal 3 al 13 luglio) e quello precadetti (dal
14 al 24). Per i ragazzi del primo campo, guidato dal pastore Stephan Miihlich e da
Simon Pietro Marchese, è
stata «la stagione delle marionette». In Sicilia è antica la
tradizione di esprìmere coh il
teatro delle marionette la
propria storia, una storia difficile, segnata da oppressione, ma anche piena di speranza, di sogni e di amore per
la vita. A partire dal laboratorio delle marionette ì ragazzi,
che con le proprie mani harfno realizzato i burattini, hanno datò vita ad una storia, e
attraverso di essa si sono
confrontati con temi che riguardano la vita dei giovani:
la libertà e la dipendenza, la
fiduda e la speranza. Il canto
ebraico «Ecco quanto è buono e quant’è piacevole che i
fratelli (e le sorelle) vivano insieme!» (Salmo 133, 1), è poi
diventato «l’inno» del campo.
Il campo precadetti, che ha
visto la presenza di circa 20
bambini dagli 8 ai 12 anni, ha
proposto un programma di
racconti biblici sul tema «L’
immagine di Dio». Quando i
racconti della Bibbia incontrano la fantasia dei bambini
si scopre un Dio che manifesta sempre di nuovo il suo
amore per i piccoli. L’intenzione del gruppo organizzativo, composto da Salvatore
Costantino e Maria Foglia, è
stata di dare una formazione
evangelica ai bambini delle
chiese siciliane che spesso
non hanno la possibilità di
frequentare regolarmente
una scuola domenicale. H
nuovo progetto di rilancio
del Centro di Adelfia, proposto dalle chiese del IV ¿(stretto nella Conferenza di giugno
scorso, sembra dare oggi i
suoi primi fhitti.
Alcuni partecipanti al laboratorio delle marionette
Cronache
MOTTOLA — «Fare del mondo ùna sola famiglia» era il titolo
della liturgia ecumenica svoltasi il 25 luglio nella chiesa
battista a conclusione della settimana dedicata alla raccolta di abiti, scarpe e simili per il centro profughi di Coma in
Zaire, organizzata dai missionari saveriani. L’iniziativa si è
svolta tra l’allegria dei canti, il momento delle testimonianze di chi ha vissuto e vive in prima persona la missione in alcuni dei paesi più poveri e chi attraverso l’impegno
a distanza è tramite di questa esperienza nella comunità,
vivendola comunque sentitamente nella preghiera di intercessione. >
• La comunità, nella liturgia di presentazione a cura della
pastora Anna Maffei, ha accolto il 28 luglio con grande
gioia e commozione i piccoli Mattia, Filomena, Enrico e
Andrea. A lorò e ai loro genitori vada la benedizione per
l’aiuto e l’assistenza dello Spirito Santo,
• All’età di 93 anni, il 5 agosto, la sorella Giuseppa De Crescenzo, ricordata dall’anziano come la «cara Peppinella»,
ha lasciato i parenti e la comunità. La salute malferma già
da tempo ci aveva privato della sua presenza ma le visite, le
preghiere e gli inni cantati insieme avevano conservato il
sentimento di comunione, che ora speriamo di mantenere
nella vicinanza coni famigliali, (i/./n.)
ROMA — Si è svolto nella sede della Fcei il secondo incontro
del Gmppo donne migranti ecumeniche. Al centro dell’incontro il programma di visite che il gruppo intende svolgere alla ripresa autunnale in tutte le chiese di Roma a forte
presenza di immigrati. Si è discusso inoltre delle modalità
di inserimento del Gruppo all’interno della Federazione
delle donne evangeliche italiane. La segretaria del Servizio
rifugiati e migranti della Fcéi, Anne Marie Dupré, ha
espresso nel corso dell’incontro e in una lettera circolare
l’auspicio chq^ iniziative simili di incontro fra donne migranti e native siano organizzate in altre città anche per iniziativa delle nostre chiese.
GIOIA DEL COLLE — Sabato 27 luglio presso la chiesa battista
di via Bassi, nell’ambito di un gioioso culto di adorazione, è
stato presentato al Signore il piccolo Daniel Milano. Il culto fe stato presieduto dal predicatore locale e attuale conduttore dèlia comunità Edoardo Arcidiacono, mentre la
predicazione è stata affidata alla pastora Anna Maffei., Al
centro del messaggio c’era il testo di 1 Sàmuele 1 e 2, coh il
richiamo all’esperienza di Anna, madre di Samuele: Dìo si
rivela come colui che trasforma il pianto in riso e crea dal
nulla un futuro perii proprio popolo. La nascita del piccolo
Daniel è stata accompagnata dalla lode a Dio da parte della
comunità riunita, insieme alla promessa solenne dei genitori, Rosi e Giuseppe, e della chiesa tutta, di accompagnare
il bimbo nella sua crescita con la testimonianza della fede e
dell'amore fondato nella grazia in Cristo Gesù.
TRAMONTI DI SOPRA—I numeri vincenti della sottoscrizione
a favore del centro ecumenico «Menegon» sono i seguenti;
1° premio: 402; 2°: 862; 3°: 1717; 4°; 273; 5°; 1510; 6°: 2202.
4
PAG. 4^I#0RMA
V'ita Delle Chiese
A collòquio con Marco Jourdan, direttore del Centro diaconale a fólermo
Gérmì^^r rinnovàmento per la società ^
Il dialogo con le famiglie, insieme all'educazione dei minori, si iscrive
nel solco dei valori etici della Riforma per superare le oppressioni sociali
ALBERTO CORSANI
Durante la tradizionale
festa di promozione del
ragazzi della quinta classe,
che si è svolta tra eccitazione
e nostalgia, il padre di un
alunno che lascia Tistituto ha
detto: «Durante gli anni che
avete insegnato ai nostri figli
voi avete insegnato anche a
noi». Partiamo da questo riconoscimento per rivolgere
alcune domande a Marco
Jourdan, direttore del Centro
diaconale di Palermo.
- Che cosa significa questa
frase?
«Significa molto, per noi. È
un riflesso della cura particolare che dedichiamo allo sviluppo delle relazioni e comunicazioni tra gli operatori e le
famiglie con incontri periodici e un modello assembleare per discutere le tematiche
che riguardano la scuola».
- Che cosa può aver imparato questo padre insieme a
suo figlio?
«Lasciamolo dire a Luisa,
una bambina di quinta che
ha frequentato la materna e
l’elementare dell’istituto valdese e che parlando di un’attività di gruppo della sua
classe scrive: “Durante questa attività parliamo di noi
come gruppo di classe, discutiamo sui nostri comportamenti e atteggiamenti e devo
dire che con questo lavoro
tante cose sono cambiate.
Non siamo diventati perfetti,
ma riusciamo a estuninarci e
scoprire che cosa dobbiamo
cambiare”. Al di là del normale programma scolastico,
il nostro progetto educativo
di istituto cerca di far crescete la consapevolezza e la responsabilità. La ricerca del
dialogo, la proposta di comportamenti diversi per l’organizzazione della convivenza
civile, la legittimazione del
dubbio, lo sviluppo dello spirito critico, sono per noi un
richiamo ai grandi valori etici
della Riforma che in altri
contesti più favorevoli sono
I diventati patrimonio acquisito della società civile. Nel nostro ambito sono germi di
rinnovamento la cui coltivazione richiede molto tempo e
molto coraggio».
- Ha parlato di proposta di
comportamenti diversi per
l'organizzazione della società
civile: potrebbe farne un
esempio?
Festa di compleanno con i piccoli
«Prendiamo il problema
dell’abbandono scolastico,
che continua a essere molto
elevato. Secondo la nostra
esperienza, l’evasione scolastica è legata all’assenza del
senso di appartenenza civile.
La scuola, come la maggior
parte delle istituzioni pubbliche, è un ambiente estraneo,
. sentito come ostile, da evitare
per quanto è possibile. Abituato da secoli a dover chiedere come favóre ciò che invece gli spetta, il sottoproletariato evita di mettersi in relazione con le istituzioni e vive privo di diritti e dell’esercizio democratico della cittadinanza. Da questi focolai di
ignoranza, di falsa conoscenza, si sviluppano i falsi valori,
i codici d’onore, quella che,
sinteticamente, viene chiamata cultura mañosa. Negli
ultimi anni al Centro diaconale abbiamo perciò diversificato gli interventi occupandoci sempre più di prevenzione. Se un bambino non
frequenta la scuola ciò avviene o perché non ha una famiglia, e allora bisogna provvedere un’alternativa, o ha una
famiglia che vive ai margini
della società, e allora è questa
che va aiutata. Con la comunità alloco “Casa dei Mirti”
e il Servizio educativo domicilile (Sed) cerchiamo di dare a questo fenòmeno una risposta alla misura delle nostre possibilità».
- Come funziona l'intervento preventivo?
«Si tratta di interventi mol
allievi di una classe
.Nella collana ”Piccola biblioteca teologica” è uscito il n. 41
Martin Schwarz Lausten
La Riforma
in Danimarca
pp 224,29 ilLni n.t., L. 30.000
.«/forma
Danimarca
^ La Danimarca (da cui dipendevano nel ’500 la Norvegia,
i’Islanda é, almeno inizialmente,
la Svezia) fu il primo regno europeo che divenne luterano per decisione de! re./'Questo libro, del
maggior specialista delia rmteria.
analizza le ctmdizioni sociali e religiose della società danése e le
conseguenze dorila fWorma, ripercorrendo il difficile cammino di
riforma delia chiesa e della società: un caso esemplare per tut^
la storia europea.
%
m T0MMA»3,1 ■ 101» TORINO
Ta. 011/e6e.».04 > fax 011/950.43.9* - C.C.P. 207a01(e
to diversificati che non interessano esclusivamente la
sfera scolastica ma affrontano l’insieme dei problemi
che, all’interno del nucleo famigliate, sono di ostacolo al
pieno e corretto sviluppo del
bambino con l’insieme dei
suoi bisogni e dei suoi diritti.
È straordinario notare come,
nella maggior parte dei casi,
interventi del genere coinvolgano l’insieme del nucleo familiare e attivino meccanismi relazionali assopiti o mai
avviati prima. Si spezzano i
vincoli dell’ignoranza e quindi delle paure inconfessate.
Adulti e bambini scoprono di
avere possibilità prima sconosciute».
- Quale sostegno ricevete
dall'Ente pubblico per ciò che
riguarda questo tipo di interventi?
«Pur riscontrando un atteggiamento generalmente
favorevole degli enti pubblici, in Sicilia è più difficile che
altrove ricevere l’indispensabile sostegno per due motivi.
Anzitutto è piuttosto carente
la sensibilità al valore della
prevenzione: questa tende a
essere considerata uno spreco di energie e di soldi: se infatti riesce nel suo scopo, la
prevenzione evita che il male
si manifesti in modo eclatante. Si può quindi avere l’impressione di aver gettato inutilmente dell’acqua dove non
c’è fuoco. Forse anche per
questo troviamo difficile fare
accettare certe proposte ai
servizi sociali pubblici. Eppure proprio perché risparmia tanta sofferenza, la prevenzione non dovrebbe suscitare tanta diffidenza. La
seconda difficoltà riguarda la
particolare elefantiasi della
burocrazia amministrativa
siciliana. Il clientelismo di
decenni di sottogoverno ha
creato un apparato burocratico almeno doppio rispetto
al resto d’Italia, dove già non
si scherza. Ne consegue che
molti Comuni, come Palermo, spendono l’80% dei fondi per i servizi sociali in costi
di funzionamento (stipendi,
uffici, ecc.). Le rette che vengono così riconosciute per le
convenzioni assistenziali sono vergognosamente basse:
16.600 lire per scuola e centro diurno (9 ore giornaliere)
rispetto alla media di 83.400
lire del Nord per 5 ore al
giorno; oppure 25.400 lire al
giorno in Comunità alloggio
rispetto alle 190.000 dell’
Emilia o alle 105.000 della
Calabria».
- Come si regge dunque il
Centro diaconale?
«Come una famiglia povera affida uno dei suoi figli ad
un parente con più mezzi,
così per tanti anni la Chiesa
valdese ha dato in affidamento il Centro diaconale alle chiese del Nord Europa.
Ma ora questo affidamento
volge al termine e 41 parente
ricco sta progressivamente
riducendo la sua disponibilità. Purtroppo restituisce alla famiglia un giovanotto
non ancora del tutto autonomo. Noi siamo attualmente
in grado di “produrre” con le
nostre attività chea il 50% del
nostro fabbisogno, che è di
circa 1 miliardo e 400 milioni
all’anno. Senza contare che
una parte di queste entrate
giunge con forti ritardi: in
questo momento dobbiamo
ancora riscuotere le rette del
trimestre aprile-giugno del
1995. La nostra dipendenza
dalTesterno è quindi ancora
molto elevata».
- E che cosa fa la... famiglia
povera?
«Le chiese italiane hanno
preso lentamente coscienza
delle necessità del Centro
diaconale. In particolare, sono le chiese del Sud che hanno dimostrato di aver capito i
nostri problemi e che ci aiutano come possono, nella
esiguità della loro consistenza e dei loro mezzi. Mi auguro che per le chiese del Nord
si tratti soltanto di un problema di distanza e, forse, della
nostra difficoltà di farci conoscere e comprendere. È infatti solo con l’aiuto di tutti
che possiamo continuare a ...
mettere lievito nella pasta.
Vorrei quindi rivolgere un invito a quanti conoscono ancora poco la Sicilia. Venite a
trascorrere qualche giorno di
vacanza nelle nostre opere
del Sud. Venite alla Noce, ma
anche a Riesi, Vittoria, Pachino e Scicli. Vi accoglieremo
molto volentieri, conoscerete
direttamente quello che facciamo e in quale contesto
operiamo. Da questi rapporti
diretti possono nascere vincoli di fraternità e solidarietà
che rendono cohereto e visibile il nostro essere chiesa».
Y.W.C.A.-U.C.D.G,
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VENERDÌ 30 AGOSTO
r^
Il laboratorio per l’immagine della scuola elementare
SCHEDA
La Noce in cifre
I programmi del Centro «La Noce» interessano oltre 300
. bambini e bambine; essi si distinguono in scuola dell'infanzia
(94) e scuola elementare (107).
Di questi
- al 16% sono avviati dal Tribunale per i minorenni o dai sen/izi
del Comune
- airi1% sono figli di immigrati e ricevono borse di studio fino
al 90% dei costi
- al 10% sono seguiti direttamente dal Centro e ricevono borse
di studio dal 30 al 90% dei costi
- all'8% sono disabili.
Inoltre
-8 ragazzi sono ospiti della comunità alloggio «Casa dei mirti»''
- mediamente 40 bambini seguono le terapie del servizio disabili
- 20 adolescenti sono seguiti dal Servizio educativo domiciliare
(Sed)
- mediamente 40 bambini frequentano i laboratori.
.Al Centro «La Noce» lavorano, stabilmente o saltuariamente, 59 persone. Fra queste ci sono
- 7 volontari inviati dall'Associazione evangelica di volontariato
(Aev)
- 6 obiettori di coscienza (4 italiani e 2 tedeschi)
- 5 professionisti convenzionati
- 3 supplenti di colleghe in maternità
- 2 diaconi distaccati dalla Tavola valdese e dall'Opcemi
- 36 dipendenti in servizio a tempo pieno o parziale.
Nella scuola materna sono impegnate:
- 4 insegnanti di classe
- 4 assistenti
- 1 insegnante di sostegno, pedagogista, anche con funzione di
coordinamento
-1 psicomotricista
- 2 insegnanti di laboratorio (musica e manualità).
Nella scuola elementare operano:
- 6 insegnanti di classe
- 3 insegnanti di sostegno
- 4 insegnanti di laboratorio (educazione fisica e artistica, musica e inglese)
- 3 obiettori per i servizi ausiliari
- 1 pedagogista con funzione di coordinamento.
Il Servizio disabili è svolto da:
- 1 psicologo
- 2 neuropsicomotriciste (terapista della riabilitazione)
- 2 logopedista
- 1 neuropsichiatra. ^ '
Presso la Comunità alloggio ci sono:
- 1 educatrice, pedagogista, con funzione di coordinamento
- 3 educatori
-1 governante.
Il Servizio educativo domiciliare è svolto da:
- 1 psicologo con funzione di coordinamento
-1 educatrice .
- 1 assistente sociale ^
- 5 borsista.
I laboratori sono gestiti da insegnanti e specialisti in psicomotoria, musica, inglese, informatica, grafica, pittura, ceramica, educazione fisica, animazione e teatro.
Fanno funzionare i servizi generali:
- 2 addetti all'accoglienza e al centralino (10 ore al giorno)
- 2 autisti
- 2 cuoche
-1 manutentore
- 4 assistenti.
La formazione, fra i collaboratori de «La Noce», coinvolge:
- 21 laureati (psicologia, pedagogia, medicina, ecc.)
- 6 operatori con diploma universitario (logopedia, studi sociali,
ecc.) ^
- 23 diplomati (insegnanti, periti tecnici ecc.) '
- 9 operatori specializzati (autisti, cuochi, ecc.).
FESTE DOLCINIANE
Programma:
Sabato 7 settembre
ore 21: Cándelo (Biella), sala Pro Loco nel «Recetto»: conferenza-dibattito con il prof. on. Domenico Ma.selli sul tem®
"Fra Dolcino adesso». Introduce Tavo Rurat.
Domenica 8 settembre
ore 10: Bocchetta di Margosio - Panoramica Zegna (Trivero.
Biella): culto all’aperto presieduto da Domenico Masel /■
ore 11: cippo di Fra Dolcino (monte Massaro, 15’ a piedi)semblea del Centro studi dolciniani.
ore 13: Alpeggio del Margosio: agape fraterna (pranzo al sacco o
cascina dell’alpeggio).
ore 15: Alpeggio del Margosio: canti e balli della tradizione a P'
na e operaia.
Per informazioni e prenotazioni per l’eventuale pranzo
tei. a Piero Delmastro (015-94271).
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Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si j^rega restituire
ai mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
. A'
Si è aperto domenica a Torre Pellice, con un culto presieduto dal pastore Paolo Ricca, professore di Storia della chiesa e decano della Facoltà valdese di teologia, il Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste. «La libertà è gratuità, l’amore è
diventare come l’altro»; «Vivere la propria identità come il
punto luminoso del nostro incontro con Dio vivente e con il
prossimo concreto» e «Non indossare la tua identità come
una corazza» sono stati i punti proposti dal pastore Ricca
nella sua meditazione biblica sulla prima lettera di Paolo ai
Corinzi «Guai a me se non evangelizzo». Durante il culto
sono stati consacrati quattro nuovi pastori: Luca Baratto,
Gabriella Lettini, Lorenzo Scomaienchi e Franco Taglierò.
F. Va ! 1 j
VENERDÌ 30 AGOSTO 1996 ANNO 132 - N. 33 URE 2000
Se non fosse per gli aspetti
etici e.per i nsvolti professionali un episodio recentemente vérificatosi presso uno
degli ambulatori della Usi IO
a Torre Pellice potrebbe semplicemente far venire da ridere per i paradossi che presenta. Questi in breve i fatti: per
ottenere un certificato che attesti il diritto di una lavoratrice madre all’astensione obbligatoria (due mesi prima del
parto secondo la legge nazionale 1204 sulla tutela della
maternità) nonostante l’utente
si sia più volte presentata agli
uffici competenti con la documentazione richiesta e in evidente «stato interessante» è
stato necessario attendere un
mese. I medici preposti al rilascio del suddetto certificato
SANITÀ LOCALE
UN CASO ESTIVO?
CARMELINA MAURIZIO
presenti in ambulatorio a Torre Pellice e iT personale contattato telefonicamente a Pinerolo hanno di volta in volta, seppure con gentilezza e
disponibilità, fornito informazioni divergenti, confuse e un
certificato apparentemente
semplice da rilasciare è arrivato quando secondo i termini della gravidanza la lavoratrice era già ben oltre la
scadenza del settimo mese, a
partire dal quale scatta l’astensione obbligatoria.
Viene allora da chiedersi: si
tratta di ordinaria amministrazione «estiva», per cui il personale sostitutivo presente durante le ferie dei responsabili
degli uffici e degli ambulatori
non ha effettivamente le adeguate competenze, o il malessereè più profondo? Se al posto di un certificato di astensione obbligatoria per gravi
danza, che in fondo anche se
presentato al datore di lavoro
in leggero ritardo per «cause
di forza maggiore» non crea
particolari problemi all’utente, si fosse trattato di certificati che implicavano scadenze
più impegnative o avevano
magari risvolti economici e
giuridici più bnportanti sarebbe accaduto lo stesso? Quando si parla di Carta dei servizi, di professionalità e di qualità del servizio, non si dovrebbe anche pretendere maggiore attenzione da parte di
chi è responsabile alla tutela
dei diritti degli utenti, quando
il diritto è per esempio quello
di avere informazioni precise,
personale competente senza
dover rincorrere medici, impiegati e certificati?
Pinerolo
Abbadia per
prevenire le
alluvioni
Dovrebbe iniziare a settembre il terzo lotto di lavori
di sistemazione idrogeologica della zona di Abbadia Alpina previsti dal Comune di
Pinerolo. Il progetto generale
di risistemazione prevede investimenti di diversi miliardi
ed è stato varato nel 1989, un
anno dopo l’alluvione che aveva visto il canale Molino
uscire dagli argini e riversarsi
in parte lungo via Nazionale
apportando gravi danni alle
abitazioni e alle cose.
Il piano, che era stato preceduto da un’analisi pluviometrica degli ultimi 100 anni
della zona, prevedeva la risistemazione dell’intera asta
del rio Riaglietto da valle a
monte interessando quindi
anche il canale Molino e i canali di irrigazione della zona
collinare e precollinare di
Abbadia Alpina. Con la realizzazione di questo terzo lotto di lavori il progetto dovrebbe arrivare a conclusione. Gli attuali lavori, che costeranno 830 milioni e verranno eseguiti dalla ditta Rabellino di Santo Stefano Belbo, prevedono T allargamento
del canale tra via Giustetto e
via Nazionale per garantire il
flusso delle acque in caso di
piena e la realizzazione del
nuovo ponte su via Nazionale.
Un altro progetto del Comune di Pinerolo prevede
poi, sempre ad Abbadia Alpina e terminati questi lavori, il
rifacimento di via Nazionale
da Riaglietto fino all’altezza
di via Bertairone; l’investi' mento in questo caso si aggirerebbe intorno al miliardo e
mezzo, e il mutuo è già stato
concesso. «L’ideale sarebbe
poter bloccare la strada una
sola volta per entrambi i lavori - dicono in Comune a Pinerolo purtroppo per ora
con questo progetto siamo
fermi a causa di problemi incontrati tra l’altro con l’esproprio di un terreno».
Il censimento deve essere fatto entro settembre per poter chiedere contributi alla Regione
Tempi stretti per i beni culturali architettonici
MARCO ROSTAN
Nel bel mezzo di agosto, è
pervenuta ai Comuni la
documentazione con il questionario relativi al censimento dei beni culturali architettonici, sui quali bisogna decidere entro settembre. Si tratta
dell’applicazione della legge
regionale n. 35, che abbiamo
illustrato un anno fa, in occasione del Convegno sulle borgate (cfr. L’eco delle valli del
23-6-95): una legge con tante
buone intenzioni ma con un
percorso lungo e tortuoso per
arrivare a qualche ipotetico
contributo. Intanto si chiede
ai Comuni di realizzare il
censimento tramite una scheda, che dovrebbe esser valida
da Torino a Rorà e Angrogna
ma che si deve compilare per
ogni singolo edificio. Anche
nei Comuni di montagna ci
sono tante cose interessanti a
cui la scheda si può applicare
bene: dai templi alle scuole
Beckwith, a un ponte, un bacias, un forno, ecc., ma già le
cose non vanno più bene se si
passa ai nuclei di case; spesso
infatti è proprio il loro «insieme» (le borgate) che costitui
sce il «bene» da salvaguardare e Valorizzare, mentre non
avrebbe senso censire nella
borgata una singola casa, magari per il suo bel balcone,
imponendo vincoli per avere
qualche beneficio, ma con il
rischio che la casa accanto,
meno interessante, subisca
una delle tante ristrutturazioni
da «pugno neH’occhio».
Dopo il censimento, dice la
legge, si elaboreranno dei criteri per gli interventi: ma non
sarebbe molto più semplice
che questi criteri fossero di
competenza delle Comunità
montane? Per far sì che le ma
nutenzioni e le ristrutturazioni
non stravolgano la memoria e
l’ambiente servono poche e
semplici indicazioni; il tutto
ben sapendo che, nei Comuni
montani, ogni vincolo in più
paralizza la già scarsa iniziativa e che se si chiede il tetto in
lose bisognerebbe poter offrire un incentivo subito, non alle calende greche e sulla base
di costose documentazioni.
La decisione che i Comuni
devono prendere su questa
materia non è affatto semplice
e i problemi ci sono in ogni
caso. Giustamente è stata sollecitata in vai Pellice una riu
nione dei sindaci con l’asses-"
sore all’Urbanistica della Comunità montana che, come è
noto, ha avviato un «progetto
borgate», ora anche finanziato, che ha tra i suoi obbiettivi
proprio la descrizione dei nuclei più interessanti e la formulazione di criteri su come
intervenire nel recupero. Ma
anche la Comunità vai Chisone e Germanasca, con la seconda variante di piano regolatore, si propone di conoscere approfonditamente le caratteristiche ambientali e edilizie
dei vecchi nuclei. Dunque
questo coordinamento fra sindaci e Comunità montane, e
auspicabilmente anche fra le
due Comunità, sembra la cosa
più urgente.
Una cosa riguarda invece,
in ogni caso, il mondo valdese: poiché molti degli edifici
che andrebbero censiti come
beni culturali e storici sobo di
proprietà dei Concistori (templi, scuole) è necessario che i
responsabili degli stabili siano
in contatto con i rispettivi Comuni per collaborare, sia nella
segnalazione che nella eventuale compilazione delle schede previste dal censimento.
Un vecchio sale faticosamente per un
sentiero che conduce all’ alpeggio
della Chat’là. Tutto a un tratto, un cagnolino bianco «nasce», per così dire, davanti ai suoi occhi. È un grazioso animaletto, col lungo pelo riccio, la testa intelligente e lo sguardo brillante. Flessuoso e
grassottelle,, saltella qua e là sulla strada,
seguendo il contadino. Questi, interdetto
dalla misteriosa apparizione, si sente afferrare da un vago timore. «Non è un cane qualsiasi, questo. E non è nemmeno
un cane smarrito, un cane da signori, perché è “spuntato” da sotterra, come uno
spirito. Non mi fido!».
Tuttavia, da uomo coraggioso, si inoltra in un bosco e si curva per raccogliere
della legna secca; subito il cane si eccita,
abbaia furiosamente, lo tira per la falda
della giacca, lo lascia per compiere grandi giri circolari, al galoppo, e ritorna, più
agitato di prima, per gettarsi tra le sue
gambe. Il contadino dapprima ride, poi si
arrabbia e fa la voce grossa per fargli
IL FILO DEI GIORNI
IL CANE
_____________GIACOMO TRON____________
paura, ma l’animale gli viene addosso,
più di prima, come per gioco, tormentandolo ancora di più. Il vecchio, faticosamente chino su piccoli ramoscelU, cerca
di raccoglierli in una solida fascina: ma il
cane indiavolato gli si getta contro, a testa china, e lo fa incespicare a più riprese. Il pover’uomo, fuori di sé, cerca delle
pietre da gettargli, ma queste o non lo
raggiungono o non lo feriscono poiché
ritorna sempre più vigoroswnente all’assalto. Finalmente il contadino prende una
risoluzione decisiva: «Ti voglio acchiappare, bestiaccia, e darti una dura punizione, capitale, se necessario!».
Ma sembra che il cane abbia capito e
abbia deciso di tormentare il vecchio. Si (’
mette a portata di mano del montanaro e
se ne sta tranquillo: si lascia persino accarezzare, ma appena si sente afferrato
per il pelo folto, si butta con un salto
prodigioso a parecchi metri di distanza.
Una volta salta così in alto che passa al
di sopra della testa del contadino senza
fiato. «Sobo perduto, è uno spirito che
mi vuole fare del male!». E il vecchio sospira, fissando l’animale con un’aria scoraggiata. Il cane, cosa strana, non si intimidisce affatto. Fissa diritto gli occhi
brillanti in quelli dell’uomo e sostiene il
suo sguardo.
Ma all’improvviso, mentre il vecchio è
impegnato a legare a fatica la sua prima
fascina di legna, la misteriosa bestia
scompare, inavvertitamente.
(da Marie Bonnet, Tradizioni orali
delle valli valdesi del Pianante,
Torino, Claudiana, 1994)
ÌH QUiSJO
Hmmù
Asilo dei vecchi
; Sarà inaugurato il 10
settembre il nuovo giardino dell’Asilo dei vecchi a
San Germano Chisone. Si
tratta di una realizzazione
che sarà un vero e proprio
punto d’incontro, struttura-.
to a anfiteatro per permettere anche concerti e altri
momenti di spettacolo. E
in effetti saranno proprio
due cori a fra trascorrere
piacevolmente il pomeriggio agli ospiti dell’Asilo e
a quanti vorrrano partecipare alla giornata.
Pagina II
Al via la caccia
La stagione venatoria
che si aprirà il 15 settembre sarà regolamentata
dalla nuova legge regionale, approvata dopo lunghe
trattative e fratto del compromesso fra cacciatori e
ambientalisti; Pesa sulla
pratica venatoria anche il
dissidio con gli agricoltori,
che puntualmente vedono
i loro tenitori dannejggiati
e dagli animali e dai cacciatori die li seguono.
frV ■’*’ Pagina n
Villa Olanda
*iVilla Olanda potrebbe
^ventare s^e di un centro
di edut^ione ambientale e
di un turismo g^iovane, a
basso costo e alternativo,
^e parliamo con Claudio
Rivoira, dell’associazione
«Lou cialoun».
Pagina III
Giovani
Parlare dei giovani
airinterno della chiesa
valdese significa ormai
porre un problema più generale, che riguarda l’identità e il m^o di presentarsi alFesterno. Proprio i giovani possono essere più propositivi sotto
questo ^ifto di vista.
Pagina IO
6
PAG. Il
Il municipio di inverso Pinasca
CONTRIBUTI PER SCUOLABUS — Ci sono anche alcuni
Comuni pinerolesi nell’elenco dei beneficiari di contributi
per l’acquisto di scuolabus disposti dalla Regione alla fine
di agosto. Nei Comuni di montagna la Regione coprirà il
70% dei costi, per gli altri il 50%; in zona l’aiuto riguarda
Inverso Pinasca, Prarostino e Roure.
COLOMBA mTERROGA SUI CINGHIALI — Il consiglie
re provinciale Danilo Colomba ha presentato il 21 agosto
un’interrogazione al presidente della Provincia di Torini
sulla diffusione dei cinghiali nelle valli e nelle zone contigue
ai parchi. «Un elevato numero di animali sull’intero territorio provinciale provoca ingenti danni all’agricoltura, al territorio, ad alcune strutture al servizio dell’agricoltura, oltre a
pericolo per il traffico stradale», dice Colomba che ha chiesto il coinvolgimento anche delle altre Province piemontesi.
DOMENICA 1“ SETTEMBRE AL VIA IL CAMPIONATO DEL PINEROLO — Ricomincerà domenica 1“ settembre l’avventura del Pinerolo calcio nel campionato nazionale dilettanti.. Dopo tanto parlare di possibili cessioni
alla fine l’organico è mutato ma in modo non drastico:
Fabbrini e il portiere Mulato le due cessioni più importanti
compensate dall’arrivo o dalla promozione in prima squadra di molti giovani. '
LUSERNA: NUOVI ORARI DELLA PISCINA —Con
l’inizio delle scuole a metà settembre entra in vigore l’orario invernale della piscina di Lusema San Giovanni; il nuoto sarà libero il lunedì e sabato dalle 14 alle 19 e negli altri
giorni dalle 14 alle 22. Numerosi corsi di nuoto sono organizzati per bambini e<fldulti.
IL MINISTERO OFFRE OBIETTORI AI COMUNI —
; Nel corso degli anni è andato aumentando il numero dei
giovani che optano per il servizio civile sostitutivo di quello militare; in attesa di una riforma più ampia dell’intero sistema di difesa e di un ripensamento del servizio di leva,
dal ministero della Difesa è partito nelle scorse settimane
un invito ai Comuni per avviare le pratiche di convenzionamento per l’utilizzo degli obiettori. Protezione civile e cultura i settori di possibile utilizzo, evitando ben inteso di sostituire con i giovani obiettori il personale previsto in pianta organica con compiti ben precisi.
AUTHORITY: L’ON. MERLO SCRIVE A PRODI —
Congiuntamente ad altri parlamentari l’on. Morgando e
l’on. Merlo hanno scritto al presidente del Consiglio relativamente alla questione delle telecomunicazioni e in particolar modo rispetto alla sede dell’Autority, dicendo di non
voler solo unirsi al coro di chi giustamente sottolinea che
Torino è la sede «naturale» per l’Autority vista la presenza
nel capoluogo piemontese di alcune «roccaforti storiche di
questo settore», ma anche perché «se il governo non riuscisse a valorizzare le risorse presenti sul territorio sarebbe
incapace di dare segnali precisi per una efficace politica di
promozione tecnologica e industriale. È indispensabile che
il governo, nella scelta della sede dell’Autority, rilanci una
gamma di attività legate al settore delle telecomunicazioni,
e soprattutto alla ricerca che trova a Torino e in Piemonte
un terreno fertile e già avviato».
DANNI ALLE COLTURE — Sulla base dei rendiconti presentati dalle Province, la Regione Piemonte sta liquidando il
risarcimento dei danni alle colture agricole causati dalla selvaggina nel corso del 1995. Lo stanziamento complessivo di
2 miliardi di lire è stato suddiviso sulla base dell’ampiezza
del territorio venabile; alla Provincia di Torino dovrebbero
arrivare 486 milioni. La Regione ha intanto deciso di aumentare del 50% lo stanziamento per il 1996, portandolo da
2 a 3 miliardi di lire. Tale somma dovrebbe essere sufficiente al pagamento della totalità dei danni? dicono in Regione.
Ginnasio
Liceo classico pareggiato
Liceo Europeo
VIA BECKWITH 1 - 10066 TORRE PELLÍCE - TEL 0121/91260
La cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico 1996-97
avrà luogo nell'Aula sinodale della Casa valdese, via Bechwiih 2. Torre Pellice
sabato 14 settembre 1996 alle ore 15
Il prof. Giorgio Balmas, direttore artistico di Lingotto Musica,
terrà la prolusione sul tema
Musica a scuola: come?
Una proijosia musicale [xiriita dalla scuola e affennatasi nella sfx'ieià
La cerimonia fearà seguita da un rinfresco nel giardino del
Collegio valdese. La giornata inaugurale si concluderà alle
ore 21 nel tempio valdese di Torre Pellice con un concerto
di archi e fiati a cura del «Kammermusikgruppen» della Kollegschule Bethel di Bielefeld (West(alia) e del quartetto a fiati
«L. Hugues» del Civico istituto musicale «A. Corelli» di Pinerolo. Saranno eseguite musiche di L. van Beethoven. L. Hugues. G. Gabrieli. P. Hindemith, C. Stamitz, Joh Nepomuk
Hummel, J Haydn. F. schubert.
E Eco Delle Yalu %ldesi
VENERDÌ 30 AGOSTO 1996
Il r settembre all'Asilo dei vecchi di San Germano
Il giardino luogo di incontro
PIERVALDO ROSTAN
Quattromila metri di giardino, una progettazione
iniziata aH’indomani dell’inaugurazione del nuovo Asilo
dei vecchi nel 1989, un lavoro
di anni con ditte specializzate
e tanto volontariato: questo il
nuovo giardino dell’Asilo di
San Germano Chisone che
verrà iriaugurato doménica 1°
settembre. Una giornata che si
svilupperà su Vari momenti; il
culto mattutino alle 10, la presentazione del giardino, un
pomeriggio musicale con il
coro «Les harmonies» diretto
da Enrico Charbonnier e la
«Corale Franco Prompicai»
diretta da Umberto Neri.
Ci saranno l’immancabile
bazar, giochi, esposizioni.
Farà da prologo una serata
con la proiezione di un audiovisivo di Andrea Sorbino
sulla montagna. E proprio il
luogo in cui si svolgerà questa proiezione è uno degli elementi più interessanti del
nuovo giardino: un’area deputata a punto di incontro delimitata da un piccolo anfiteatro dove si ripropongono i canoni della piazza come luogo
di incontro e di festa, non solo per gli ospiti dell’Asilo ma
per tutto il paese; lì ci si incontra ma anche si svolgono
manifestazioni. Più «riservato» il pergolato, dove gli anziani potranno ritrovarsi per
leggere o giocare a carte. Tutto intorno gli alberi, gli arbusti, «con attenzione - spiega
il prof. Giancarlo Bounous,
botanico di San Germano e
ideatore del giardino - a ri
Festa all’Asilo dei vecchi di San Germano (estate 1995)
proporre quelle piante tipiche
della zona quali castagno,
sorbo, corniolo che rappresentano un momento di collegamento col passato per gli
ospiti dell’Asilo; si tratta in
fondo di recuperare la propria
memoria anche sotto l’aspetto
ambientale».
Il giardino è stato progettato con l’obiettivo di confermare l’osmosi fra Asilo e
città, dunque con la costante
apertura verso San Germano
e, ovviamente, in modo da essere fruibile agli ospiti: una
rete di percorsi in mezzo al
verde sarà accessibile quasi
interamente anche da persone
in carrozzella. Ci sarà anche
l’acqua, un laghetto con fontanella e ruscelletto, una zona
umida con la carica di vitalità
che l’acqua può portare; un
giardino d’infanzia, con giochi e altalene è stato costruito
nell’intento di avvicinare i
bambini alla casa. Dunque,
uno spazio di grande vitalità
L'apertura ili 5 settembre prossimo
Al vìa la nuova, legge
sulla caccia
Il migliaio di cacciatori che
nella scorsa stagione venatoria hanno avuto come zona di
caccia le valli Chisone, Germanasca e Pellice troveranno,
come gli altri cacciatori piemontesi, diverse novità a partire dalla prossima annata che
inizierà domenica 15 settembre. La nuova legge regionale
sulla caccia, approvata dopo
un lungo iter prima in commissione e poi in Consiglio,
pur essendo il frutto di un
compromesso fra cacciatori e
ambientalisti, è probabilmente il miglior strumento possibile in questo momento.
I punti salienti della legge
sono: la suddivisione del territorio piemontese in 21 ambiti
territoriali di caccia e 17 comprensori alpini, l’eliminazione
delle forme di caccia surrettizia, la costituzione dell’Osservatorio regionale sulla fauna
selvatica, la valorizzazione
delle funzioni degli agenti venatori e delle guardie ecologiche, la specificazione delle
specie cacciabili (29 su 58) e
di quelle tutelate, il controllo
sulla diffusione dei cosiddetti
animali nocivi, la disciplina
delle aziende turistico-venatorie e la determinazione dei
giorni in cui è permessa la
caccia! tre in pianura (mercoledì, sabato e domenica) e due
in montagna (mercoledì e domenica). La caccia si chiuderà
al 31 gennaio dell’anno successivo alla data di inizio, a
parte calendari specifici per le
diverse specie. È accaduto per
esempio che quest’anno la
caccia al cinghiale sia stata
riaperta dopo la chiusura uffi
ciale stante l’elevato numero
di individui presenti ma con
grandi polemiche fra gli stessi
cacciatori. Il Pinerolese può
contare su un interessante patrimonio di animali selvatici
(un migliaio di camosci per
60 uccisi nell’ultima stagione, quasi 400 caprioli, alcune
centinaia di mufloni, i cinghiali di cui nell’ultima stagione ne sono stati uccisi circa 200); una gestione della
caccia corretta, che punti
sull’equilibrio territorio-animali deve essere l’obiettivo.
Sono probabilmente auspicabili veri e propri momenti di
formazione per i cacciatori se
è vero come è vero che sempre più sovente le guardie venatorie ritrqvano abbandonati
animali feriti e non portati via
perché troppo giovani o comunque non cacciabili.
La legge regionale ha ricevuto voti contrari o astensioni anche al di là degli schieramenti di maggioranza o minoranza; ragioni di coscienza
si sono mescolate a quelle
ideologiche. La pratica della
caccia, sempre meno sport e
molto business, deve mettere
in relazione appassionati,
ambientalisti e agricoltori:
proprio questi ultimi sono
spesso danneggiati sia dai
cacciatori che attraversano i
fondi che dagli animali: basti
pensare che pochi giorni fa, e
solo per i primi mesi del
1996, la provincia di Torino
ha approvato i rimborsi agli
agricoltori per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle
colture agricole nella quantità
di quasi 17 milioni.
per i 100 ospiti dell’Asilo, da
tempo abituati a molteplici attività di animazione, dalle gite
e soggiorni estivi ai laboratori
di artigianato, specie femminile (telaio, cucito, ricamo).
Circa 35 ospiti attualmente risultano essere autosufficienti,
dunque in grado pienamente
di essere coinvolti nella varie
attività, una decina parzialmente autosufficienti mentre
per gli altri 55 esiste la difficoltà della non autosufficienza. «La provenienza degli
ospiti - spiega il direttore,
Giorgio Baret - è al 90% dalla Comunità montana vai Chisone e Germanasca; per 52
persone esiste una convenzione con rUsl 10, gli altri ospiti
provengono per lo più dal Torinese e dalla vai Susa».
Con la giornata di domenica dunque sembra chiudersi
un capitolo durato oltre 10
anni, da quando cioè si cominciò a parlare del progetto
del nuovo Asilo.
Regione Piemonte
Contributi
per le
Case di riposo
Una legge approvata dal
Consiglio regionale potrebbe
contribuire alle ristrutturazioni delle Case di riposo per anziani della zona. Con il provvedimento approvato in aula
il 29 luglio viene finanziata la
realizzazione di nuove strutture, residenze assistenziali flessibili e assistenziali, nonché
interventi di manutenzione
straordinaria. «La novità delle
legge - hanno spiegato i proponenti - sta nelle modalità di
assegnamento dei contributi:
rispetto alla contribuzione in
conto capitale a parziale restituzione fin qui seguita, che
portava ad un contributo
nelFordine del 25-30% della
spesa totale, oggi l’impegno
di spesa viene distribuito nel
medio periodo (10 anni) con
un’importante incidenza annuale (6%) che alla fine porta
a finanziare il 60% dell'importo complessivo dell'opera
prevista».
Per il 1997 la disponibilità
regionale è di 5 miliardi. La
cosa potrà riguardare progetti
nell’ambito valdese? «Dobbiamo capire rheglio il funzionamento della legge - ci
ha detto il presidente della
Csd Paolo Ribet -; teniamo
però presente che abbiamo
già presentato in Regione, su
altre leggi, richieste di finanziamento per le importanti ristrutturazioni (7 miliardi in
totale) di Casa delle diaconesse, Rifugio Re Carlo Alberto e Uliveto».
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Comunità montana vai Pellice
Quale assetto per
la rete scolastica?
Alla fine ha prevalso l’equilibrio politico fra i vari comuni della vai Pellice o la ricerca
della migliore soluzione possibile sotto il profilo squisitamente tecnico? È una domanda legittima a seguito delle indicazioni assunte con due
astensioni da parte del Consiglio della Comunità montana
vai Pellice in merito alla questione della razionalizzazione
della rete scolastica a partire
dall’anno scolastico ’97-98.
Alla base la riduzione della
popolazione scolastica e le indicazioni di accorpamento da
parte dello .stato.
La decisione spetta al ministero o, più direttamente, al
provveditorato ma un parere
era stato richiesto anche alle
amministrazioni locali; tre
«poli verticali» con presidenze coincidenti con le direzioni didattiche, a Torre Pellice,
Luserna San Giovanni e Bricherasio oppure altre soluzioni miste? La Comunità montana vai Pellice ha scelto la
prima ipotesi. I tre capi di
istituto operanti in valle avevano redatto un documento
in cui proponevano il polo
verticale a Torre Pellice e
due poli verticali a Luserna,
sede di presidenza e direzio- ne didattiche distinte e coordinatrici di tutta la bassa valle. Da Bricherasio si era levato il vento della contestazione rispetto alla possibile perdita di autonomia della scuola media; la di.scussione è andata avanti per mesi: durante
la primavera avrebbe dovuto
lavorare una commissione ad
hoc che in realtà si è trovata
al più un paio di volte. A
complicare la situazione «politica» il fatto che la minoranza di Bricherasio faccia parte
della maggioranza della Comunità montana, che l'assessore all'Istruzione della Comunità montana sia in minoranza a Luserna la cui giunta
pare «pesare» poco nell'esecutivo di valle e che il direttore didattico di Luserna sia
anche sindaco di Torre Pellice. Equilibrio difficile dunque da trovare e .scelta finale
tecnica ma in realtà frutto di
equilibrismi politici. La patata passa ora al Provveditorato
che potrà recepire o capovolgere le indicazioni provenienti dalla vai Pellice. Si pO'
trà dire, finalmente, che stiamo assistendo alla definitiva
conclusione della vicenda?
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I ,i ha le sue opinioni in me»)• basti pensare all’eredità
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ria libertà che ci portiamo
, Messo per sentirci a volte
lacciati- Non è facile poi
■ [ere valdesi alle Valli; ci
jiamo talvolta in difficoltà
{onte a una realtà che da
1 lato ci vorrebbe eliminaperla nostra scomodità e
l’altro ridotti ad un fenolo religioso locale. Non è
¡ile infine essere giovaíáldesi: ci si sente spesso
¡usi fra la voglia di fare e la
idenza di chi non si rico;e nei discorsi e negli atamenti delle fasce più
'ani. Eppure la voglia c’è:
[glia chi sostiene che il
lyane valdese non si intera più di nulla, che non
che a divertirsi in modo
lero e poco evangelico,
giovani va data fiducia,
ettandoli e invogliandoli a
laborare per quelle che soteloro pulsioni.
^ Villar Pellice, durante la
èndida giornata del 15
sto, ho seguito con molta
azione gli interventi poridiani, apprezzando in
do particolare quelli di
ihane Chauvie e Donatelpmmani che, pur molto
irenti'per i contenuti e per
|po di esposizione, si posin un certo qual modo
siderare come l’ideale
uzione l’uno dell’altro;
10 infatti ho tratto un
messaggio di partecipane, dal secondo un suggeento per una nuova via da
►onere.
lo credo che i valdesi siano
in bivio, giovani e meno
toi: tutta la chiesa si sta
làOgando sul proprio prede e sul proprio futuro
sando forse di quella país, identità, che credo ancori debba significare la
ssa cosà di ottocento anni
e cioè Cristo e la sua ParoMa, diceva Donatella quel
loriggio, qualcosa si sta
svendo alle Valli in senso
Stìco, che ci deve coinvoln m modo positivo e rivase davvero il futuro
pesta piccola zona del
^nte, tanto insignificante
*nso geografico ed econo
unta
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/angelica
196.500 e 91.2CX)
itel, 0121-954194
mico quanto importante storicamente per il nostro presente
di uomini liberi, è legato a filo doppio a uno sviluppo turistico culturale e ambientale di
tipo europeo, sostenibile da
una realtà particolare come la
nostra, noi dobbiamo, parallelamente agli enti pubblici, seguire questa crescita. Dobbiamo oggi, come fecero i valdesi dei secoli scorsi, affermare
la nostra presenza prima di
essere ridotti, dalle struttùre e
dagli operatori turistici, a una
qualunque etnia folcloristica
locale; dobbiamo tornare a
riaffermare con coraggio e,
soprattutto, con convinzione
la nostra presenza nel tessuto
sociale delle Valli e dell’intera nazione.
Allora perché non fidarci
dei giovani per questo scopo?
1 giovani ci sono: magari un
po’ latitanti o, meglio, in cerca di una nuova collocazione
da protagonisti (ma questo è
un problema di livello globale) ma il loro desiderio di
emergere è un bisogno reale,
palpabile. Nostro scopo sia
allora quello di invogliarli,
proponendo loro incarichi di
responsabilità in seno alle nostre istituzioni di tipo privato
e pubblico. La nostra chiesa è
fatta di assemblee, di comitati, di commissioni, di gruppi
di lavoro a cui spesso partecipano sempre le stesse persone
già oberate da impegni; non
dobbiamo aspettare che siano
i giovani a proporsi p?r questi
incarichi, ma dobbiamo essere noi, che abbiamo più «an-.
zianità di servizio» a inserirli
nell’ambiente della chiesa,
senza intimorirci e senza intimorirli per la loro inesperienza, correggendoli se commettono degli sbagli ma anche
accettando con gioia le novità
che da loro vengono.
Inoltre è compito nostro
spingere i giovani verso la
cosa pubblica, vincendo la
tradizionale paura e diffidenza che da alcuni anni a questa
il mondo valdese sta vivendo
nei confronti di tutto ciò che
è statale. Anche in questo dimostriamo di non avere recepito la lezione dei nostri padri, non avendo più il coraggio di manifestare la nostra
fede come un fenomeno pubblico e riservando ai pochi
soliti volti noti la responsabilità di usufruire, da valdesi
coscienti, di quegli strumenti
che l’Italia che anche noi, con
il nostro esempio, abbiamo
contribuito a costruire, ci offre. Dobbiamo recuperare,
giovani e vecchi, ma tutti appartenenti alla stessa chiesa,
la capacità di essere e manifestare la nostra fede in ogni
ambito, anche pubblico coerentemente con la nostra condizione di cittadini.
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♦
Intervista a Claudio Rivoira, del l'Associazione «Lou cialoun»
Per un turismo di tipo alternativo
_________INES PONTET________
Non tutti conoscono ancora molto bene i progetti
dell’associazione «Lou cialoun», nata l’anno scorso, che
ha come obiettivo principale
il recupero di Villa Olanda, la
struttura di via Fuhrmann Lusema San Giovanni, la cui vicenda è invece abbastanza
notà ai più: di proprietà della
Tavola valdese è stata dappri^
ma dimora signorile, poi albergo, casa per rifugiati, casa
per anziani. Ora potrebbe diventare un «Centro di educazione ambientale» come ha
spiegato agli intervenuti il
presidente deH’associazione,
Claudio Rivoira, la sera di sabato scorso 24 agosto, durante il concerto di musica gospel che concludeva una giornata dedicata principalmente
al «mercatino dei prodotti naturali»; lo scopo dell’iniziativa è di far conoscere un po’
,meglio l’associazione, i suoi
progetti, l’area da recuperare
e reperire fondi a tal fine.
- Che cosa dovrebbe essere
un «Centro di educazione
ambientale» ?
. «Si sentono sempre più
spesso termini come “turismo”, “ricettività”, “accoglienza”, ma le strutture pronte a offrire questo genere di
servizi non sono molte e soprattutto sono alberghiere in
senso classico. Vanno attuate
invece delle soluzioni nuove,
soprattutto per venire incontro a esigenze più tipicamente
giovanili di sistemazione a
basso costo, magari con uso
cucina o comunque di un turismo culturale che frequenta
la nostra zona per conoscere
il mondo valdese o semplicemente l’ambiente della valle.
Fra gli stand a Villa Olanda nella giornata di sabato 24 agosto
Insieme a questo intendiamo
offrire un contatto più approfondito con la realtà ambientale circostante, attraverso rincontro e la collaborazione con gli altri enti o strutture della zona (Pro Loco, associazioni, Centro culturale
valdese ecc.) e l’attuazione di
programmi culturali specifici:
convegni, concerti, incontri,
mostre e varie. Si potrebbero
ricavare 60-70 posti letto da
utlizzarsi d’estate a scopi più
direttamente turistici e nel resto dell’anno per ospitare
gruppi di studenti, di sportivi
o campi studio».
- Per un progetto così ambizioso ci vogliono naturalmente dei fondi...
«La Comunità montana ha
valutato bene la nostra proposta inserendola in un progetto
sulla nqstra area presentato in
Regione, in base al regolairiento 2081 sul turismo».
- La giornata di sabato è
andata come vi aspettavate?
«Mi sembra sia andata bene. I venditori sono rimasti
soddisfatti e qualcuno ci ha
chiesto se intendiamo ripetere
Le vacanze che si stanno concludendo
Quali località
scelgono i pinerolesi?
_________DAVIDE ROSSO________
Per molti ormai le vacanze sono finite, sono archiviati i viaggi e i divertimenti estivi: sono già in parecchi a essere tornati al lavoro o comunque ad attività
meno vacanziere. Ma quali
mete hanno scelto per le proprie ferie e che tipi di turisti
sono i pinerolesi? Abbiamo
sentito in proposito alcune
agenzie di viaggio del Pinerolese per cercare di chiarirci
un po’ le idee.
«Tra le mete italiane, la
Sardegna - dicono in varie
agenzie - è sempre molto richiesta ma anche l’Emilia e
la Puglia sono molto gettonate; per quel che riguarda l’estero Spagna, Grecia e Tunisia vanno per la maggióre,
c’è poi chi si è spinto sul Mar
Rosso o alle Baleari o in
America ma c’è stata anche
la riscoperta, per alcuni, di
località dell’ejt Jugoslavia
come l’Istria e la Croazia».
In prevalenza comunque il
turista pinerolese ha scelto
«l’estero» con distanze a medio-corto raggio e dove il
cambio era tutto sommato favorevole, mete non molto
lontane ma fuori dai confini
nazionali. «Questo - dicono
sempre nelle agenzie - è determinato anche' dal fatto che
da noi i prezzi sono alti, il
che fa sì che spesso si spende
meno per vacanze di una settimana in località della Gre^
eia o del Mar Rosso che per
vacanze della stessa durata in
località italiane».
Nella scelta per le sue vacanze il turista pinerolese è
esigente o bada di più a risparmiare magari rinunciando
a qualche cosa*? «Sicuramente
è molto esigente - dicono gli
agenti di viaggio -; si informa, visita più agenzie turistiche, confronta le varie offerte
prima di scegliere, è sicuramente oculato nella scelta, e
poche volte al ritorno si lamenta». «Il 95% è soddisfatto
al ritorno - ci dicono in un
agenzia di Pinerolo - e se si
lamenta è spesso per piccole
cose facilmente appianabili».
Quest’anno però i pinerolesi
sono stati particolarmente
oculati nella spesa e sono in
parecchi, pare, ad aver cercato l’occasione. Sicuramente
comunque vi è stata una riduzione della spesa per i viaggi,
senza con ciò rinunciare alle
sognate vacanze, come testimonia il fatto che il giro di
affari per il periodo estivo
nelle agenzie è stato più che
nella media con i risultati degli anni scorsi.
Quanto hanno speso i pinerolesi per andare in vacanza?
Facendo una media tra le cifre che ci hanno dato nelle
varie agenzie all’incirca tra le
800.000 e 1.200.000 a settimana ma c’è chi ha superato
anche di molto questa cifra
anche se ovviamente sono*
una ristretta cerchia.
l’esperienza. Certo siamo ancora un po’ carenti nell’organizzare manifestazioni, ma
cercheremo di perfezionarci.
Sicuramente 4 o 500 persone
sono state presenti in tutto, ripartite fra i vari momenti della giornata. Purtroppo manca
del tutto un parcheggio, che
andrà fatto al più presto, ma
in compenso abbiamo avuto
la conferma che il cortile e del
l’intero parco rappresentano
un elemento molto suggestivo
per ospitare manifestazioni».
Altri appuntamenti a Villa
Olanda sono già previsti per
tuttp il mese di settembre: il
29 agosto lo spettacolo «La
luna viola», il 14 settembre
una serata di canti, assieme
all’Associazione «Mountagno
vivo», il 21 e il 22 un «laboratorio-incontro» organizzato
dalla Comunità montana sul
tema del recupero delle borgate. Per il 6 ottobre Radio
Beckwith sta organizzando
una giornata di festa con polentata e pomeriggio musicale; «Nel frattempo - conferma
Rivoira - aspettiamo buone
notizie dalla Regione».
Pinerolese
Un progetto
di rilancio
per il turismo
«Da quest’anno il turismo
diventa un fattore strategico
per la promozione dell’immagine e per lo sviluppo economico dell’intera regione:
se ne esalta il ruolo trasversale rispetto a settori della cultura, dell’ambiente e dell’
agricoltura, con i quali vengono allacciati rapporti di
collaborazione sempre più
stretti». Con queste parole
l’assessore al Turismo della
Regione Piemonte, Angeleri,
ha presentato in febbraio il
progetto di riqualificazione
turistica del Piemonte. L’Apt
del Pinerolese si sta muovendo in quest’ottica per soddisfare le richieste dei turisti.
Dall’analisi fatta dall’azienda
risulta che le nuove tendenze
verso cui si sta orientando il
turista evidenziano un forte
incremento dei soggiorni brevi, una maggior disponibilità
di tempo libero, un recupero
delle scelte individuali per un
turismo più acculturato per
segmenti qualificati.
L’Apt ha programmato una
serie di proposte che un dépliant raccoglie e presenta.
Dalla valle Bianca ai Tredici
Laghi, dal Gigante d’Europa
ai trekking nei parchi, dalle
tradizioni delle valli valdesi
al tour del Bucie a Pinerolo
«città della cavalleria». Inoltre l’Apt si sta attivando affinché anche lo lat di Pinerolo possa offrire un’apertura
maggiore ai turisti e sta predisponendo altre iniziative.
ANGROGNA — Domenica'^ 1° settembre si
svolgerà una giornata comunitaria alla Ca d’ia pais
al Bagnòou per festeggiare
i primi dieci anni di attività della Casa; per l’occasione ci sarà un unico culto alle V0,30 al Bagnòou.
All’incontro parteciperà la
chiesa valdese di Pramollo
invitata nel quadro di auspicato rafforzamento dei
legami fra le due chiese, i
cui territori sono confinanti e che presentano caratteristiche comunitarie simili.
L’Unione femminile curerà l’ospitalità e offrirà
una spaghettata a tutti i
partecipanti.
RIUNIONI DEL TERZO CIRCUITO — Domenica 1° settembre riunione quartierale all’aperto agli Eiciassie; domenica
8 a Bovile. Inizio ore 15.
BOBBIO PELLICE—
Domenica 8 settembre, alle 10,30, culto di insediamento del nuovo pastore
Donato Mazzarella.
MASSELLO — Domenica 1° settembre, alle 11,
assemblea di chiesa. E>omenica 29 settembre parteciperà al culto la corale
di Perrero-Maniglia che
organizza anche un pranzo
comunitario nella chiesa
ospitante.
Commercio
Pìccola e
grande
distribuzione
Una deliberazione approvata dal Consiglio regionale su
proposta dell’assessore al
Commercio, Viglietta, modifica le linee programmatiche
e di urbanistica commerciale
relative alle grandi strutture
di vendita. Viene delimitata
la competenza dei Comuni
p'er l’ampliamento degli esercizi operanti entro, e non oltre, il 10% della superficie
originaria, mentre oltre tale
soglia è richiesto l’assenso
della giunta regionale.
Il dibattito in Consiglio si è
incentrato sull’opportunità
politica della scelta e sui risvolti giuridici circa la competenza regionale in materia.
Per molti rappresentanti della
maggioranza si tratta di un
provvedimento che deve essere temporaneo, altrimenti si
rischia di agire in modo protezionista; inoltre piccola e
media distribuzione per sopravvivere necessitano di forti sgravi fiscali e contributivi.
Hanno espresso le loro critiche le opposizioni che giudicano demagogico e tardivo il
provvedimento.
AZIONE
Per un errore di composizione, nel resoconto sulla festa del XV agosto apparso
sullo scorso numero dell’Eco
delle Valli, è stato omesso il
nome di Marco Rolando fra
gli oratori del pomeriggio.
Rolando è intervenuto sul disagio dei giovani e ha dato
anche una bella testimonianza
di fede. Ci scusiamo dell’errore con i lettori e con Marco
Rolando.
i .
:
8
î
PAG. IV
E Et» Delle ^lli ^ldesi
VENERDÌ 30 AGOSTO
Iniziativa culturale a Pinerolo
«Museinsieme
»
per conoscere la città
L’idea di valorizzare i musei civici di Pinerolo è una richiesta che giunge da più parti e la manifestazione «Museinsieme», organizzata anche quest’anno dal Comune
in concomitanza della ventesima mostra dell’Artigianato,
può essere un modo di farlo.
Quest’anno la manifestazione «Museinsieme», che si
aprirà il 31 agosto, avrà dura' ta maggiore rispetto alla rassegna dell’Artigianato è chiuderà i battenti il 15 settembre;
questo per far sì che il patrimonio museale sia apprezzato
anche in occasione del Concorso ippico internazionale
che si terrà nella città in settembre. Per l’occasione i musei hanno allestito congiuntamente presso la «Cavallerizza
Caprini» una mostra fotografìca dal titolo «Cavalli e cavalieri a Pinerolo tra ’800 e
’900»: un’occasione per ripercorrere gloriosi aspetti del
passato pinerolese (parte del
materiale è tratto dagli archi
vi storici del Museo nazionale deH’Arma di Cavalleria e
del fotografo pinerolese Tavera) eper visitare dall’interno la «Cavallerizza» che
molti pinerolesi non hanno
visto se non da fuori.
Nei vari musei sono poi
previste diverse mostre non
di minor importanza: da
«Giovanni Thoux scultore
del legno» alla Collezione civica d’arte, a «L’arte rupestre
e Cesare Borgna» al Museo
d’arte preistorica, da «Minerali alpini e prealpini» al Museo di scienze naturali a «Architettura rurale» e «11 mestiere di muratore» al Museo
etnografico, e infine l’esposizione di circa 6.000 metri
quadrati del Museo nazionale
dell’Arma di Cavalleria. I
musei hanno prolungato gli
orari di apertura al pubblico:
nei giorni feriali saranno
aperti dalle ore 17,30 alle ore
19.30 mentre nei giorni festivi dalle 10,30 alle 12 e dalle
14.30 alle 19,30.
Una mostra ospitata... in treno
Il Piemonte
e la sua storia
Centossessantadue oggetti,
meglio 162 modelli, riproduzioni in scala, immagini,
frammenti, parti di oggetti
appartenenti a tempi e società
diverse, tutti legati alla storia
del Piemonte, chiamati a evocarla, con le carte e i testi che
illustrano ciascuna epoca in
serie fisse; questo è il percorso in cui si articola la mostra
«11 Piemonte e la sua storia»
che da mercoledì 28 agosto è
esposta in quattro vetture ferroviarie d’epoca presso la stazione Fs di Torre Pellice.
Se le carte danno conto
dell’evoluzione geopolitica
del quadrante nord-occidentale del nostro paese, se i testi che le accompagnano individuano i caratteri generali
di ciascuna delle nove epoche il cui la sua storia è stata
suddivisa, agli oggetti e alle
loro didascalie tocca il non
facile compito di evocare, di
mettere in mostra la società,
l’economia, la cultura di ciascun periodo.
Forzatamente arbitraria, la
selezione degli oggetti presenti in ciascuna delle nove
teche consente di rendere più
concreto il discorso avviato
sulle carte e sui testi di carattere generale. Passando da un
quadro all’altro, a emergere
sono i tempi lunghi del cambiamento: nel lavoro e nella
cultura, nella vita quotidiana
e nelle relazioni sociali. Ne
nasce uno stimolo a ricercare
le tracce del passato ancora
presenti nel paesaggio contemporaneo: le cose, i segni,
le immagini.
La raffigurazione degli oggetti ^sposti, e delle loro didascalie possono servire ad
allargare la riflessione sul
passato del Piemonte: una riflessione fondata storicamente, rivolta al presente e al futuro, sapendo di poter ricevere dal passato elementi tali da
suscitare curiosità e da sollecitare i visitatori. La mostra
resterà aperta tutti i giorni fino al 15 settembre.
Gli spettacoli, le mostre e le conferenze parallele alla Rassegna dell'Artigianato
Due settimane di teatro, musica e incontri
Spazio incontri
Expo Fenulli dalle ore 18,30
Lunedì 2 settembre — «Internet e turismo: un matrimonio felice»,
a cura di Vds informatica.
Martedì 3 settembre — «Libri e autori», a cura di Einaudi diffusione Pinerolo.
Mercoledì 4 giovedì 5 e venerdì 6 settembre — «Mini-corso», introduzione alle caratteristiche organolettiche dell’olio d’oliva. A cura
di Coldiretti d’Abruzzo.
Venerdì 6 settembre — «Libri e autori», a cura di Einaudi diffusione Pinerolo.
- «Incontri con la gastronomia e la tradizione agricola della regione
abruzzo», a cura di Coldiretti d’Abruzzo.
- Incontro con i campioni della pallavolo e del calcio.
Sabato 7 settembre — «Incontro con i vini del Pinerolese», a cura
dell’azienda vinicola Dora di Frossasco; seguirà l’assaggio con i
bocconcini della Locanda del centro di Pagno (Cn).
- «Mangiare e bere nel Pinerolese». Presentazione della guida gastronomica realizzata dallo Studio Erica in collaborazione con
l’Azienda di promozione turistica del Pinerolese, a cura di Edoardo
Ballone.
Domenica 8 settembre — «Novità editoriali», a cura della casa editrice Alzani.
Mostre presso l'Expo Fenulli
- «Sport nel Pinerolese. Competizione e tempo libero». Mostra fotografica coordinata da Mario Benna e Eraldo Isaia e 3s Libertas di
Lusema San Giovanni.
«Pinerolo fumetto ’96». T mostra mercato del fumetto nuovo e da
collezione.
Programma:
Sabato 7 settembre: ore 17,30 incontro con Massimiliano Prezzato e
lo staff di «Engaso 0.220», conferenza e disegni; ore 21 incontro con
lo staff di «2700», conferenza è disegni.
Domenica 8 settembre: ore 16 incontro con i disegnatori di «Lazarus
Ledd»; ore 16,30 incontro con i disegnatori di «Engaso 0.220»; ore
17 incontro con Luigi Piccato (disegnatore di «Dylan Dog») e Gino
Vercelli ( disegnatore de «L’incontro Never Mystère», «Zona X»,
«Martyn Mystère»); ore 17,30 incontro con Paolo Mottura (disegnatore di Disney); ore 18 incontro con l’autore Ade Cap (autore e sceneggiatore). Saranno esposte le tavole originai di «Erinni», «Spray
Liz», «Legs Weaven>, «Dylan Dog», «2700», «Engaso 0.220», «Lazarus Ledd», «Il potere e la gloria», «Margot», «Ubi» e in prima visione assoluta le tavole originali di «Dylan Dog».
AII'Expo Fenulli
Sabato 31 agosto — Ore 16,30: Sfilata per le vie di Pinerolo ed
esibizione della Banda Ana, del gruppo folcloristico «Le Vieux Salvan» (Svizzera) e del gruppo folcloristico «La Cucardo» di Sampeyre (Cuneo).
Ore 21: gruppo folcloristico «Le Vieux Salvan» e gruppo folclqristico «La Cucardo».
Domenica 1“ settembre — Ore 16,30: Concerto del coro «Les
Croq’notes» di Aix-en Provence (Francia)'.
Ore 21: spettacolo di varietà: «O cor do Brasil» con le ragazze del
«Cacao Meravigliao», percussionisti, cabarettista, illusionisti.
Lunedì 2 settembre — Ore 21 : IV edizione Gran Galà di Danza a
cura della Scuola di danza-associazione culturale Body Show-polisportiva Body System Pinerolo (ginnastica artistica).
Martedì 3 settembre — Ore 21: «Invito all’opera e all’operetta»
con: Maria Rosa Zavaglia (mezzosoprano) Susy Dardo (soprano),
Manuela Gaslini (soprano), Luciano Andreutti (tenore), Walter Carignano (basso-baritono). Marco Zaccaria (pianoforte).
Mercoledì 4 settembre — Ore 21 : concerto di fisarmoniche e chitarre a cura della scuola «Studio bis» di Bruino; Serata Admo «Rossano Bella».
Giovedì 5 settembre — Ore 21: serata danzante: musiche eccitane con il gruppo folk «Cantovivo».
Venerdì 6 settembre — Ore 21: serata folcloristica con il coro
«Folk-Rio» dell’Aquila (Regione Abruzzo).
Sabato 7 settembre — Ore 16,30: danza jazz-aerobica a cura del
Body Building Center di Pinerolo. Ore 21: serata danzante (liscio,
merenghe, ecc.) con l’orchestra spettacolo «Vito Valente».
Domenica 8 settembre — Ore 16,30: Esibizione di Step-Slìde-Aerobica a cura della palestra Sportime di Pinerolo. Ore 21 : Festival del
Cinquantenario del Cna Spettacolo della scuola di ballo «A. Tron» di
Pinerolo con le danze latinoamericane standard rock and roll.
Spettacoli in Palazzo Vittone «Sere insieme»
Spazio multimediale
- «Education»: ipertesti realizzati dalle classi del III circolo didattico
di Pinerolo.
- «Pinerolo in cd-rom»: presentazione multimediale di Pinerolo e del
Pinerolese: storia, ambiente, cultura e turismo.
- «Grafico virtuale»: elaborazione immagini, esplorazione mondi
virtuali, a cura di Enrico Lantelme, Donatella Merlo, Daniele Pons e
Piero Variano.
Venerdì 30 agosto — Piazza San Donato, ore 21: Spettacolo di
teatro «Il contadino che allevava parole».
Sabato 31 agosto — Ore 21,15: Il Teatro delle maree di Torino
«Eroina», teatro cabaret, testo e regia di Claudio Trapani.
Domenica 1® settembre — Ore 21,15; Compagnia Vej e Giovo di
Buriàsco «Carolin-a pensie nen» di Mario Casaleggio; regia di Marta
Ardusso e Aldo Selvello.
Lunedì 2 settembre — Ore 21,15:1 Due di Pinerolo in «La pancia», spettacolo brillante scritto e interpretato da Simone Morero e
Alessia Colombari.
Martedì 3 settembre — Ore 21,15: Filodrammatica Excelsior di
Garessio «I manéggi per maritare una figlia», commedia brillante in
tre atti di Nicolò Bacigalupo.
Mercoledì 4 settembre — Ore 21,15; Gruppo Alfa Tre di Torino
«Le pillole di Ercole» di M. Hennequin (ovvero «Quand l’amor a-i
è»).
Giovedì 5 settembre — Ore 21,15: Gruppo teatrale il Grillo di
Roletto «La storia colorata» di Samuel Dossi.
Venerdì 6 settembre — Ore 21, Il siparietto di San Matteo di
Moncalieri «Preuva d’amour», testo e regia di Secondino Trivero.
Sabato 7 settembre — Ore 21; Compagnia teatrale «L’Ciabot» di
Piossasco «L’eredità ’d magna Ninin», commedia brillante in tre atti
di Luigi Oddoero.
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orario continuato feriale e festivo
Via I maggio 8 - Luserna San Giovanni
Tel. e fax 0121/954340
29 agosto, giovedì — SALUZZO: Alle 21 nella cattedrale, il coro da camera tedesco
di Reutlinghen presenta salmodie e lodi di tre secoli con mottetti di Schein, Kassier, Mendelssohn, Kaminski, Burkhard
e Rheinberger.
29 agosto, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle 21, nell’arèa del mercato
coperto, proiezione di «Casper». Ingresso lire 5.000.
30-31 agosto — TORRE
PELLICE: L’associazione
Gruppo amici di Santa Margherita organizza una gita di
tre giorni a Stroncone, in Umbria, a seguito dei precedenti
incontri fra le rispettive bande
musicali municipali.
30 agosto, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21 in piazza Muston (in caso di maltempo presso il Salone Opera gioventù) il gruppo corale di AixEn-FVovence «Les Croq’notes»
presenta musiche sounds, spirituals, rock, pop, con la collaborazione del coro Bric Boucle,
entrata libera.
30 agosto-1” settembre —
VILLAR PEROS A: XVI raduno dei campeggiatori in vai
Chisone a cura dell’Associazione Acri. Per informazioni
Franco Viano tei. 598611.
31 agosto, sabato —TORRE PELLICE: Alle 21, presso
la Foresteria valdese, dibattito
con diapositive su «Israele nella situazione attuale» a cura del
pastore Gérard Cadier; rincontro sarà introdotto dalla proiezione di diapositive.
31 agosto, sabato — TORRE PELLICE; Mostra degli
hobby e collezioni fino al 1°
settembre ai Mûris.
l®-3 settembre — TORRE
PELLICE: Domenica, alle ore
16 alla Casa valdese, si apre la
36“ edizione del Convegno di
studi sulla Riforma e i, movimenti religiosi in Italia, a cura
della Società di studi valdesi.
1® settembre, domenica —
TORRE PELLICE: Si chiude
l’esposizione «Il museo ritrovato», antologia seconda, selezione delle opere raccolte dal
pittore Filippo Scroppo.
1® settembre, domenica —
PRAROSTINO: L’amministrazione comunale, la Pro Loco e la Cooperativa produttori
agricoli prarostinesi organizzano il pranzo degli anziani e il
pomeriggio di svago.
1® settembre, domenica —
RORA: XXIV marcia alpina
da Rorà al Rifugio Valanza.
1® settembre, domenica —
TORRE PELLICE: Nei giardini di piazza Muston musica
con il gruppo Abesibè «suonicisti randagi».
1® settembre, domenica —
POMARETTO: Festa delle
borgate organizzata dalla Pro
Loco.
2 settembre, lunedì —
ROURE: In frazione Villaretto
fiera autunnale.
3 settembre, martedì —
PEROSA ARGENTINA: Ore
8,30-11,30 prelievi Avis.
4 settembre, mercoledì —
VILLAR PEROSA: Alla bocciofila «Mioci» torneo sociale a
teme girone all’italiana.
4 settembre, mercoledì —
PEROSA ARGENTINA: Alle
21, nella sede della Comunità montana vai Chisone, serata
di proposte sull’ipotesi di costituzione di un ecomuseo nelle
valli Chisone e Germanasca.
6 settembre, venerdì —
LUSERNA SAN GIOVANNI: Presso la sezione locale
Avis prelievo mensile.
6- 8 settembre — INVERSO
PINASCA; Là Pro Loco organizza presso i propri locali per
due giorni la Festa del paese.
7- 8 settembre — PEROSA
ARGENTINA: Alle scuole
elementari e medie appuntamento per tutti i collezionisti
con «Collezionando», le più
belle e strane collezioni riferite
a qualsiasi tematica con possibilità di scambi.
Servizi
VALLI
CHISONE - GERM.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva
Ospedale di Pomaretto, tei, 8115^
Guardia farmaceutica
DOMENICA 1®SETTEMBRi
Perosa Argentina: Farmai
Bagliani - Piazza Marconi
tei. 81261
Ambuianze:
Croce Verde, Perosa: tei. 8IO00':
Croce Verde, Porte : tei. 2014K(
peri mont
a e distri
VAL PELLK»»
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivi
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 1«SETTEMI
Torre Pellice: Farmacia li
ternazionale - Via Arnaiid s
tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Briclierasio, tei
g'uomo»
oi diver
isto è
;adnets
indo cap
di Dan
lOstretto
nia, devot
do così tes
Dio. Ebbe
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiv
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza: -.
Croce Verde, tei. 322664*'
SERVIZIO INFERMIEI
dalle ore 8 alle 17
sedi dei distretti.
presso lì
SERVIZIO ELIAMBl
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE cinema Trento ha in pri
gramma, giovedì 29,. ori
20,15, Ballo; ore 22,10,"
afiìnità elettive; venertfi
ore 20 e 22,10, RagioiiéJ
sentimento; sabato 31, ore
e 22,10, Il primo cavaliei
domenica 1° settembre, oi
20,10, Ballo; ore 22,10 II
trappolata nella rete-the
lunedì 2, ore 21,15, Intrapj
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re; sabato 31, Dezza amo!
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domenica 1° settembre, Ded*]
sione critica; lunedì 2, Sii
drome di Stendhal; martei
Baldo; mercoledì 4 Premei
zioni; giovedì 5, Ace Vent
ra. Inizio spettacoli ore 21,1^
PINEROLO — La mutó
sala Italia ha in programma
alla sala «Scento» The rocl
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L'Eco Delle Valli Valdesi
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130 AGOSTO 1996
Vita Delle Chiese
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La giornata di studio del Centro culturale valdese
Tra storia e profezia
Un riuscito dibattito si è sviluppato a partire dal libro
di Mario Miegge «Il sogno del re di Babilonia»
UNA statua gigantesca,
che raffigura i grandi imperi mondiali, viene abbattute ¿strutta «non per mano
d’uomo» da una pietra che
loi diventa un alto monte,
ito è il sogno del re Neladnetsar, descritto nel sejdo capitolo del libro biblieo di Daniele, che il profeta,
bstretto all’esilio a Babilonia, rievoca e interpreta dando così testimonianza del suo
Dio. Ebbene, dal tempo della
Arnaud 8, ^tenza ^
dei Maccabei conW il monarca greco-seleucide Antioco fV Epifane (II sec.
95335« la,C.) fino alla vigilia deirillul^ismo (XVIII secolo d.C.)
liiesto sogno ha offerto uno
principali schemi interitivi della storia del monlo. Ne dà atto Mario Miegge
in im magnifico libro (7Z sore di Babilonia. Profe“m e storia da Thomas Miint'zer a Isaac Newton, Feltrinelli, 1995, pp 219, £ 32.000) di
cui abbiamo già parlato su
pesto giornale e da cui ha
‘ spunto il Centro culturale valdese per organizzare
una ben riuscita giornata di
studio il 22 agosto a Torre
Penice dal tema «La storia tra
lalittica e utopia».
Gli interventi di Daniele
larrone, docente di Antico
Testamento alla Facoltà válese di teologia, Susanna
Peyronel, docente di storia
oderna all’università di
llano, Claudio Canal, origi'e intellettuale outsider di
Inérolo, Giorgio Tourn,
tesidente del Centro cultu!e valdese, lo stesso Mario
e diversi tra i parteciti, hanno ripercorso il filo
Ma riflessione del libro di
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Intrapptf Esec’è Tha, è possibile conolet. Isrlo?», «c’è un’interpretanema C® i deila storia?».
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Alcuni dei partecipanti aii’incontro: da sin. Giorgio Tourn, Danieie
Garrone, Donateila Sommani, Susanna Peyronel, Claudio Canal
Questa è la profezia classica, quella dei grandi profeti
come Elia ed Eliseo, Isaia e
Geremia. Poi c’è un’altra profezia, quella cosiddetta apocalittica, che comunica attraverso le visione, gli enigmi e
le loro interpretazioni. Il profeta Daniele è tra questi, ed è
sicuramente uno di quelli
che, come dimostra Miegge,
più ha affascinato interpreti e
«combattenti per un nuovo
ordine» (religioso, mondiale,
ecc.): da Müntzer a Lutero,
Melantone, Calvino, Cromwell e i puritani, i quintomonarchisti inglesi e i filosofi
Grozio e More fino a Newton
che è stato, oltre che scienziato, anche un grande interprete delle Sacre Scritture.
Si possono utilizzare le immagini, le visioni, gli enigmi
della profezia di Daniele (e
quella di altri apocalittici) come predizioni (cioè previsioni) della storia, magari di
quella che stiamo vivendo nel
nostro tempo? No, non si può
fare, anche se molti nella storia io hanno fatto e lo fanno
tuttora. La profezia apocalittica di Daniele ha un’altrà intenzione: vuole annunciare,
anzi vuole affermare con immagini forti e di immediata
comprensione che la storia,
tutta intera, sta sotto il giudizio di Dio; vuole affermare
che, nonostante le evidenze
contrarie, Dio continua a condurre e intervenire nella storia: vuole affermare che la storia può mutare radicalmente
fino ad essere capovolta, se
Dio lo vuole, e che i suoi testi
moni (i «santi» nel linguaggio
puritano) devono assecondare questo mutamento radicale
assumendosi le proprie responsabilità con un’etica e
con azioni corìseguenti.
Daniele e l’apocalittica
dunque, generano, o almeno
hanno generato per secoli,
non solo interpretazione della storia, ma storia toutcourt, e anche utopie concrete di mutamento sociale, culturale e religioso, e sostegno
e «giustificazione» a chi si
oppone all’ordine prestabilito e ai poteri costituiti in nome di una giustizia e di una
misericordia più alta.
l:. i II corpo pastorale di fronte a temi «professionali»
Liturgia, formazione e mobilità
Nei giorni precedenti il Sinodo si riunisce a Torre Pellice il corpo pastorale valdese
e metodista per affrontare i
temi che gli competono: esaminare le versioni della Bibbia, delle liturgie, della catechesi da utilizzare nelle chiese, esaminare i candidati al
ministero pastorale, proporre i professori della Facoltà
di teologia, pronunciarsi sugli argomenti sottopostogli
dal Sinodo, discutere dei vari
problemi della «categoria».
Quest’anno il dibattito di venerdì 23 agosto si è concentrato su tre questioni: le liturgie, la formazione pratica dei
candidati al ministero pastorale, la mobilità del servizio
pastorale.
Da decenni si ha difficoltà
ad approvare un testo per le
varie liturgie in uso nelle
chiese: quelle per i tempi
«speciali» (Pasqua, Pentecoste, Avvento), per il tempo
«ordinario», per i battesimi,
confermazioni e accoglienze, per il riconoscimento dei
ministeri, per i matrimoni e
per i funerali. Si continuano
a sperimentare testi, li si modifica, li si sperimenta nuovamente ,e poi li si approva
con difficoltà perché si ha la
consapevolezza dei loro limiti e della difficoltà di «fissare» qualcosa che dovrebbe
invece essere «vivente». D’altra parte, anche se è vero che
ci vuole buon senso e fantasia quando si vive l’evento liturgico, la liturgia esprime
anche, e forse prima di tutto,
il consenso della fede della
chiesa su che cosa sia e significhi il culto, il battesimo.
il matrimonio, il funerale e
via dicendo. Quindi, senza
rinunciare ad adattate la liturgia alle circostanze concrete e senza rinunciare alla
sperimentazione, il corpo
pastorale si avvia a proporre
una serie di liturgie che saranno stampate a fascicoli.
Si è inoltré impegnato a discutere l’anno prossimo su
eventuali liturgie per la presentazione dei bambini e per
le nuove nozze di divorziati
(eventualmente proponendo
al Sinodo una riformulazione deH’articolo 60 del documento sul matrimonio che
regolamenta in modo restrittivo - era il 1971! - il matrimonio di divorziati).
Si è poi esaminato il lavoro
della Commissione permanente per la formazione pastorale giunta al suo secondo
anno di attività. La Commissione ha il compito di seguire
la formazione pratica dei
candidati e candidate al ministero pastorale una volta
che questi siano assunti/e in
prova dalla Tavola per due
anni, organizzando seminari,
interloquendo con loro e i loro pastori «tutor», fornendo
alla Tavola la documentazione di valutazione conclusiva
necessaria per la loro consacrazione.
Si è stati concordi nel valutare posi]rivamente il lavoro
della Commissione incoraggiandola ad andare avanti
anche nella formulazione di
un «manuale di servizio» con
le istruzioni di base per chi
inizia il servizio pastorale, e
l’ha pure incoraggiata a trovare delle forme di acco
glienza e orientamento per i
pastori stranieri che vengono
a lavorare in Italia.
L’argomento più impegnativo della giornata è stato la
discussione sulla mobilità pastorale. La caratteristica di
diaspora delle chiese valdesi
e metodiste obbliga i/le pastori/e a un’intensa mobilità
che negli ultimi tempi si è
molto ridotta per una resistenza crescente delle famiglie pastorali.'Problemi di lavoro del coniuge, di studio
dei figli, di frammentazione
dell’identità e delle «appartenenze» anche delle famiglie
pastorali, che oggi si sentono
spesso una sorta di «famiglie
a rischio», una maggior esplicitazione di ciò che si desidera, hanno portato a questa situazione.
Il dibattito, lungo, serio,
appassionato e franco si è
concluso con un incoraggiamento alla Tavola perché
cerchi di chiarire meglio, da
una parte, i criteri oggettivi di
un maggior mobilità, per
esempio di coloro che iniziano il servizio pastorale e di
coloro che hanno i figli già
adulti e indipendenti, e dall’altra le possibilità di un
pendolarismo ragionevole tra
luogo di residenza della famiglia e luogo in cui si svolge il
servizio pastorale. Ci sono già
delle esperienze in questa direzione e, anche se il pendolarismo non può essere una
regola generalizzata, può essere comunque una possibilità in più che aiuti a risolvere
qualche situazione e a ridare
dinamicità a un quadro divenuto troppo rigido, (e.b.)
«Promossi» dal corpo pastorale i quattro candidati al ministero.
Leggere e studiare ia Bibbia, al servizio delia chiesa
In un clima attento e fraterno, e alla presenza di molti
membri delle chiese valdesi e
metodiste, sabato 24 agosto
il corpo pastorale ha esaminato i candidati al ministero
pastorale (che abbiamo presentato su questo giornale il 2
agosto) Luca Baratto, Gabriella Lettini, Lorenzo Scornaienchi e Franco Taglierò.
Il moderatore, che è anche
il presidente del corpo pastorale, ha letto prima di tutto le
lettere dei candidati in cui essi hanno ampiamente spiegato i motivi e l’itinerario
della loro vocazione. Con accenti diversi, è emersa in tutti
la forte centralità delle chiese
locali, di quelle comunità
concrete in cui prima sono
stati avviati alla fede e poi,
terminata la formazione accademica, hanno potuto verificare e concretizzare i loro
studi e vocazione.
Il periodo della Facoltà di
teologia a Roma e delle facoltà dei vari paesi europei e
degli Stati Uniti in cui hanno
svolto l’«anno all’estero», è
apparso come il momento
forse più critico e faticoso,
ma anche quello indispensabile e pieno di sfide formative per il compimento di un
ministero pastorale efficace.
come ha sintetizzato Luca
Baratto scrivendo: «La chiesa
mi ha insegnato a leggere la
Bibbia, la Facoltà di teologia
a studiarla».
I candidati hanno risposto
poi in modo soddisfacente a
domande molto impegnative
come: comprendere oggi Dio
come creatore, il dialogo interevangelico, i percorsi della
speranza, la fede nella resurrezione, la missione in una
comprensione di mondialità,
come commentare la prima
frase della preghiera che Gesù ha insegnato «Padre nostro
che sei nei cieli», la confessione di fede come itinerario
spirituale, l’ecumenismo, la
giustificazione per fede, l’annuncio della Parola nella cura
pastorale, il rapporto tra pastorato e diaconato.
Il corpo pastorale, con la
procedura prevista del voto
segreto, ha «promosso» i
candidati invitandoli a presentarsi il giorno successivo,
domenica 25 agosto, all’apertura del Sinodo, per la
sottoscrizione della confessione di fede e la consacrazione nel corso del culto
inaugurale in cui ha tenuto la
predicazione il pastore Paolo
Ricca, decano della Facoltà
valdese di teologia.
45-5137?)
rista tno'
L'assemblea ordinaria della Società di studi valdesi
behi gli «interlocutori della storia»
——rilu?* ^ svolta a Torre Pellice,
iSMO 24 agosto, l’asseìnblea
Mmaria 1996 della Società
studi valdesi: il presidente,
' *®tgio Rochaf, ha esposto
«• assemblea il rendiconto
' *• anno passato accennan® qualche progetto
t tl futuro, in particolare alni del 150° anni
Ì'fissi'"
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? dell’archivio. Per
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tessto olire alla ne
D«a della ricerca, si debba
M contatto con i
specialisti; esiste inoltre
il problema dell’assenza di
studiosi valdesi di medievistica, che ultimamente costringe ad «appaltare» i convegni
a storici «esterni». «È difficile
trovare interlocutori in materia storica nel mondo valdese
- ha detto ancora Rochat oggi, a differenza di un tem
po, sono pochissimi i pastori
in grado di discutere di storia». Infine, il professor Giovanni Gönnet, purtroppo assente per motivi di salute, è
stato nominato all’unanimità
presidente onorario della Società per acclamazione dell’
assemblea.
La riunione dei Centri evangelici di cultura
Verso i 150 anni dell'Emancipazione
Su iniziativa del Centro
culturale valdese, una dozzina di rappresentanti di Centri
evangelici di cultura (sulla
ventina esistenti in Italia) e
della Società di studi valdesi,
del Centro di Agape, della Facoltà di teologia e della Claudiana, si sono incontrati a
Le fiaccole accese intomo a un falò del XVII Febbraio
Torre Pellice il 22 agosto per
scambiarsi informazioni e
prospettive di lavoro.
In particolare, il Centro
culturale valdese ha proposto
un maggior coordinamento,
non burocratico e centralista,
tra chi promuove le attività
culturali in modo che coloro
che le realizzano vi vedano
un tassello di un programma
più ampio. La domanda di
cultura, e di cultura protestante in particolare, è in aumento, mentre le risorse
umane e finanziare lo sono
meno. Per questo occorre
trovare delle sinergie e una
maggior valorizzazione delle
diverse iniziative.
Sono anche stati proposti
dei temi su cui ci si potrebbe
concentrare nell’immediato
futuro: la modernità (è finita?
siamo in una fase post e pre
moderna? la modernità è un
valore?): localismi, nazionalismi e ricerca di identità forti e
omogenee; le nuove culture
orientaleggianti: il rapporto
con le strutture religiose e laiche del cattolicesimo italiano.
Naturalmente non si può
dimenticare che nel febbraio
del 1998 ricorreranno i 150
anni dell’editto di emancipazione dei valdesi che porterà
subito dopo ad un analogo
editto per gli ebrei e alla promulgazione dello Statuto albertino, che fino al 1948 sarà
la «Costituzione» dello stato
italiano e che consentirà raffermarsi delle comunità evangeliche. Il Centro culturale valdese, la Società di studi
valdesi, la Facoltà di teologia
e un apposito gruppo di lavoro stanno cominciando a
programmare le iniziative'
che, allo stato .attuale, avranno sicuramente luogo a Torre
Pellice, Torino e Roma. È anche prevista la pubblicazione, per l’autunno dèi 1997, di
un volume divulgativo della
Claudiana, mentre la Società
di studi valdesi dedicherà
all’argomento l’opuscolo del
17 febbraio del 1998.
10
Î
PAG. 6 RIFORMA
Riforma
Un’idea infranta
Jean-Jacques Peyronel
«Chiediamo a tutti quelli che possono di venire qui di
sera e di mattina per difendere l’idea della Francia che
avevamo arrivando qui», aveva detto qualche giomó fa il
portavoce dei trecento africani asserragliati nella chiesa
Saint-Bernard di Parigi dal 28 giugno scorso. Un’idea deila Francia, quella del paese della libertà, della democrazia e del diritto d’asilo che, dopo oltre cinquanta giorni di
attesa stremante, si è infranta all’alba di venerdì 23 agosto, dopo lo sgombero brutale effettuato dalla polizia. A
quegli uomini, a quelle donne e a quei bambini, che chiedevano soltanto di poter sopravvivere, magari con le briciole che cadono sotto la tavola della ricca società francese, U governo neogollista ha risposto con la forza, secondo la sua concezione autoritaria del potere.
Da una settimana quei disperati, provenienti per la
maggior parte dal Mali,ma anche dalla Mauritania, dalla
Guinea, dal Senegai, da Centrafrica, dallo Zaire, da Haiti
e dal Magreb, si aspettavano da un momento all’altro l’irruzione della polizia per rispedirli nei loro paesi. Per il
ministro deU’lnterno Jean-Louis Debré, infatti, la legge
andava rispettata ad ogni costo, proprio per dissuadere
altri disperati dal Terzo Mondo di tentare di entrare illegalmente in Francia. Ora le nuove disposizioni in materia
di immigrazione, le cosiddette leggi Pasqua, approvate
nel 1993, che hanno profondamente modiffcato il codice
della cittadinanza e le condizioni di ingresso sul territorio
francese, sono così restrittive che neanche i genitori stranieri di bambini francesi o nati in Francia riescono a ottenere la cittadinanza. Molti dei trecento africani si trovano
in questa situazione e possono sperare in un’applicazione benevola della legge, ma 117 sono «déboutés du droit
d’asUe» (è stato negato loro il diritto d’asilo) e possono
sperare solo in un atto di generosità (molto improbabile a
questo punto) delle massime autorità dello stato.
Una volta di più dunque, il governo ha scelto la via
deU’intransigenza («La loi, c’est la loi!»), dimostrando la
consueta insensibilità, anche di fronte allo sciopero della
fame intrapreso da 50 giorni da dieci degli immigrati. Come nel dicembre scorso, quando un’ondata di scioperi
senza precedenti paralizzò l’intero paese, c’è voluta la
crescente indignazione e mobilitazione di molti (fra cui
Paul Ricoeur) pei- fare aprire momentaneamente qualche
spiraglio in direzione del negoziato, ma solo.dopo che il
capogruppo dei deputati giscardiani aveva dichiarato che
era necessario saper conciliare «legalità e umanità».
Appena rientrato dalle ferie, dieci giorni fa, il primo ministro, Alain Tuppè, aveva subito difeso la linea dura del
suo ministro dell’Interno dichiarando: «Siamo andati fino pU’estremo limite di ciò che la legge consente». Poi, di
fronte alla grande ondata di solidarietà, aveva dato l’impressione di essere disposto a seguire ima via più umanitaria ma, così come nel dicembre scorso era rimasto sordo alle proteste di milioni di cittadini francesi, anche di
fronte a quel pugno di immigrati ha preferito rimanere
nella sua «torre d’avorio». Così facendo Tuppè, che è anche sindaco di Bordeaux, ha dimostrato di essere ben
lontano da un suo illustre concittadino del 700, Monte
squieu, che nel suo capolavoro. Lo spirito delle leggi, sosteneva che le leggi devono conformarsi alla vita dei popoli e non viceversa. Quest’opera, scritta nel 1748, fu una
delle premesse ideali della Rivoluzione del 1789 e ad essa
risale in fondo quell’«idea della Francia» che gli africani
della chiesa di Saint-Bemard avevano arrivando a Parigi.
Del resto, non è un caso che anche il sudafricano Nelson
Mandela, durante la sua recente visita in Francia, abbia
ricordato il contributo determinante di Montesquieu e di
Voltaire nella storia della democrazia moderna.
Tuppè ha preferito attenersi alla lettera di una legge fortemente condizionata dall’ideologia xenofoba e razzista
dell’estrema destra. Ciò non contribuirà ad aumentare il
prestigio della Francia nel mondo, pur così caro ai neogollisti. Ma il valore simbolico e politico di questa drammatica vicenda resterà sicuramente iscritto nella storia
della lotta per la giustizia di questo fine millennio.
Riforma
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 176 del 1* gennaio 195Ì, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono
state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 32 del 23 agosto 1996 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio
C^P Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 21 agosto 1996.
VENERDÌ 30 AGOSTg t
Il documento sullo statuto dell'embrione pone problemi di metodo e meriti
Bioetica: sì può discutere senza dogmatismi!
Affermazioni soggettive, e perciò opinabili, vengono proposte come verità assoluti '
in una linea che risponde in buona parte all'impostazione cattolica-romana ^
I tern
ERMANNO GENRE
I N data 27 giugno 1996, il
Comitato nazionale per la
bioetica ha reso noto il suo
testo sulla «Idéntità e statuto
delTembrione umano». Il testo, successivamente ripreso
e commentato dalla stampa
nazionale, non pare aver trovato grossi consensi se noti
negli ambienti cattolici più
tradizionalisti. Le dichiarazioni suppletive di alcuni
membri del comitato, le precisazioni di altri membri, postille e dichiarazioni di altri
ancora, fanno subito capire
che l’approvazione all’unanimità del testo è più formale
che sostanziale. Potrà questo
testo essere utilizzato costruttivamente ai fini di una
buona legge? Non lo credo
proprio.
Il dibattito suscitato dalla
pubblicazione del testo era
appena agli inizi quando è
stato improvvisamente sommerso dalla questione dei
3.300 embrioni «orfani» congelati in alcune cliniche inglesi e richiesti in adozione
dall’ospedale San Raffaele di
Milano e dal centro romano
Artemisia. Come è noto, la
legge inglese (una fra le migliori nel mondo) non ha preso in considerazione questa
domanda e ha provveduto alla distruzione di tali embrioni
scatenando, soprattutto nel
nostro paese, emozioni e indignazioni incontrollate, come è stato il caso del giornale
Un concetto assoluto della vita è l’unica alternativa aila manipoiazione genetica?
AvvÉnire (31 luglio) che ha titolato a 5 colonne; «Esecuzioni a Londra». Il dibattito in
ogni caso è soltanto rinviato
e riprenderà appena la questione diventerà materia parlamentare in vista di una legislazione che tuttora manca
e di cui si avverte l’esigenza.
Ho accennato sopra allo
scarso consenso che il testo
del Comitato nazionale per la
bioetica ha trovato nei diversi
mondi culturali della società
italian^. In realtà ce lo si poteva aspettare tenendo conto
delle vicende che avevano
caratterizzato la commissio
ne stessa: mentre ormai stava
facendo le valigie da Palazzo Chigi, Berlusconi aveva
ancora fatto in tempo a fir
Agenda
TORINO — Nel salone della Chiesa valdese
di corso Vittorio Emanuele II 23, il prof. Eugen Drewermann tiene una conferenza sul
tema «“Funzionari di Dio” o profeti? Una
critica teologica e psicologica alle strutture
della chiesa». La serata, durante la quale
sarà anche presentato il libro «Funzionari di Dio. Psicogramma di un ideale (Kleriker)», Ed. Raetia, Bolzano, 1996,
è proposta fra l’altro dal Centro evangelico di cultura «A.
Pascal», dal Goethe Institut di Torino e dalle comunità cri
stiane di base. Per informazioni tei efonare al 011-6692838.
ROMA — Alle ore 17 nel tempio valdese di
via Firenze 38 si tiene un incontro del
Gruppo donne migranti ecumeniche per
organizzare alcune visite a chiese evangeliche di Roma a forte presenza di immigrate.
Per informazioni tei. 06-4814811.
SAN MARZANO OLIVETO — La locale
Chiesa metodista (via dei Caduti 35) organizza il primo week-end ecumenico. Il
programma prevede la presentazione del
pastore Bruno Giaccone, gli interventi, tra
gli altri, del past. Salvatore Ricciardi su
«Informazione sullo stato attuale delle relazioni ecumeniche» e del prof. Paolo De Benedetti su «La radice ebraica
come aiuto alla riconciliazione e al rinnovamento delle
chiese cristiane». Per prenotazioni tei. 0141/856130.
CULTO EVANGELICO; ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
della Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, trasmessa a domeniche alterne da
Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore 9,30.
Domenica 8 settembre (replica lunedì 16)
servizi sulle chiese bruciate negli Usa e sul Sinodo valdese.
RIFORMA - ABBONAMENT11996
ITALIA_____' ESTERO
• ordinario
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• semestrale
100.000
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■ via aerea
■ sostenitore
■ semestrale
£ 140.000
£ 190.000
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Gli abbonati sostenitori ricevono in omaggio la riproduzione di un’opera di Paschetto
Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
mare il decreto che sostituiva
il presidente ed escludeva
buona parte dei membri laici
della Commissione di bioetica provocando, successivamente, le dimissioni di altri
membri che non intendevano «avallare» questa incredibile operazione (epurazione).
I lettori di Riforma non
mancheranno di essere dovutamente informati sui contenuti di questo documento
sull’embrione umano, come
lo saranno sul documento
che la Commissione sulla
bioetica nominata dalia Tavola valdese sta preparando
sull’interruzione volontaria
della gravidanza: si tratta infatti di questioni di capitale
importanza che toccano la
vita e la responsabilit^'i
ognuno. Ma che cos’è che!
problema a una cosciea
protestante di questo do,
mento del Comitato nazio,
le per la bioetica? In pat<,
semplici dirò così: la prete
di definire universalniei
l’embrione come personl
sostenere questa affermazi
ne (opinabile) comesi
trattasse di una verità dtì
matica da prendére o dal!
sciare, sulla base di una sei'
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losofico (opinabili).
brione è uno di noi», ]
brione è «vita a tutti gli ei
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Wolpert, docente di Bioli
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anatomia e Biologia dello
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di Londra che (intervisi
durante un convegno a Sf
leto) ha definito «scioca
i risultati del Comitato ni
naie per la bioetica.
Sarà possibile discuterijP|rale'la f
prossimi mesi su questa e ij^nifesta
tre questioni di bioeticaKìttate (
maniera civile, non preglMRci terrore
zialmente ideologica, se»ro nefai
dogmatismi e senza scoiifcno in gr<
niche, senza nuove crocit
soprattutto, senza strumei
lizzazioni? Molto dipendi
ancora una volta, dall’atti
giumento che assumetl
Chiesa di Roma, l’unica
sa ad essere rappreseni
nel Comitato di bioetica.
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La denuncia di uno scrittore
I bambini nei secoli strumenti
di piacere per i grandi
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Quando nel 1868 dava alle
stampe «L’uomo che ride», Victor Hugo non poteva sapere
che alcune pagine del suo romanzo sarebbero state di attualità più di un secolo dopo.
L’uomo che ride non è un uomo, è un bambino, tutti quei
. bambini a cui venivano tagliati gli angoli della bocca al fine
di produrre sul loro volto una
ghigna perenne e irrevocabile.
Perché? Perché, insieme ai
giullari, tenessero allegri i potenti. I potenti sono oggi soprattutto gli adulti, quelli che
dovrebbero educare i bambini
e che invece li sfruttano per il
loro piacere perverso, personale 0 girato a terzi per soldi: violenza, pornografia, prostituzione coatta. Invece delle telecamere, che oggi hanno allargato questo squallido mercato,
le corti erano sede di questi divertimenti osceni e terribili.
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VICTOR HUGO
. OMPRACHICOS (...) è
una parola composta
spagnola, che significa “mercanti di bambini”. I comprachicos commerciavano in
bambini (...). Cosa ne facevano? Dei mostri. Perché? Per
far ridere. Il popolo ha bisogno di ridere, e anche i re. Ai
crocevia i saltimbanchi, nelle
corti i buffoni.
(...) È un fatto che c’erano
bambini destinati a essere
giocattoli per gli adulti (...).
Per fare un uomo giocattolo
bisogna prenderlo per tempo. Si diventa nani da piccoli.
Godevano dell’infanzia. Ma
un bambino diritto non è
molto divertente. Un gobbo
fa più allegria.
(...) Nel diciassettesimo secolo (...) i comprachicos erano
quelli che facevano questo
commercio ed esercitavano
questa industria. Compri
no i bambini, lavoravano
po’ la materia prima e poi
rivendevano. C’erano dive!
tipi di fornitori, dal padre
turato che si liberava del
propria famiglia, al padroj
che sfruttava il suo alle’"
mento di schiavi. (...) RiMi
vano un bambino conW
abilità che il padre noh
avrebbe riconosciuto '
Qualche volta lasciavano
spina dorsale diritta, man
cevano la faccia. (...) I prò®
destinati ai saltimbanchi
vano le articolazioni sloga®
punto giusto. Si potrebbe
che erano dei disossati.
(...) I comprachicos to[
vano al bambino non solo
suo volto, ma anche la ® ,
moria. Per quanto alm®
era possibile. Il bambino o
era cosciente della ifom ^
ne subita. Queirorribile c
rurgia segnava la faccia, ^
lo spirito.
(...) Si prende un bamb®
di due o tre anni e lo si m ^
in un vaso di porcellana
forma più o meno
senza coperchio e sen^J
do, per farvi passare la « ^
i piedi. Di giorno si «iene
affinché il
Nell
dormire. In questo
bambino ingrassa senza
scere, riempiendo di
compressa e di ossa co
le cavità del vaso. Qne ^ ^
scita in bottiglia dura P j
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il bambino ed ecco »
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È comodo, si può
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desiderata». ^
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DÌ 30 AGOSTO 1996
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POSTA
|Le Olimpiadi
e la violenza
¿adesso che le Olimpiadi
sono terminate sento il biso
00 di fare qualche consideLone personale.
Igo gioito di cuore quando
¡„occasione dell'inaugura
jne dei XXVI giochi olimpici a Atlanta è stato ricordato
Martin Luther King, che ha
dato la vita nella lotta per
l'tiguaglianza. Atlanta, città
Ma Coca Cola e città natia
diduesto pastore battista, ha
coinè «e'^colto i giochi in maniera
verità ^»**^^¡¡(533 e simpatica; e nel
■ande stadio sono echeggiarle parole di King, che nel
suo «sogno» auspicava di vedere uniti i neri con 1 bianchi, e di vedere una definitiva pace. Ma questa gioia è
feminata quando, una mattina, ho appreso la terribile
izia dell’attentato che ha
iSato due morti e un cenciaio di feriti. Passano così
in secondo piano le 13 mele d’oro conquistate dalltaliani e tutte le cose belledi queste Olimpiadi. Rimane l'inquietudine per quella
imba messa al centro della
ista popolare da una mano
lalvagia.
fÌVale la pena di organizzare
lifestazioni che vengono
fiate dai commercianti
on pregiuff del terrore per pubblicizzare i
igica, seif loro nefandi progetti? Non
iiJno in grado di rispondere a
(uesto interrogativo, ma cote credente sento il bisogno
1 riflettere sulle parole dell’
angelo che dicono; «Non
mete coloro che uccidono il
trpo, ma non possono ucci>re l'anima» (Matteo 10, 28).
n momenti come questi, in
lui la situazione evidenzia
i'a drammaticità costante,
cui la violenza risalta in
IO piano, e in cui tutte le
tre speranze di fraternità
J di pace sembrano naufraripmlÉate e le parole di Martin
'''''''■uther King sembrano rima«re un lontano miraggio, le
larole di Gesù rappresentalo un invito fermo e deciso
Comprai! confronti dei suoi disce■oravanoa conseguenza, di tut
imii o nnii 3 uon temere gli uomi
ima e poir“''*’ “ """ ^ciucic gli
rano diveC*®^ ® temere Dio, cioè a vili padre sn
erava del
al padroi
suo alle'
(...) Rito«
0 con tanl
dre noni]
scinto
ite non nella paura ma nella
|de. Questo si concretizza in
la vita di coraggio, nel resiste, nel confessare la fede,
lai donare il proprio corpo
‘Ir tagliare il traguardo della
Boria dell’amore sull’odio e
Ma fraternità sulla violenza.
sciavano I Ì®Ì*^fg^.a'‘do più prezioso
tta mari vittorie sportive ot
) i prodoi iti queste Olimpiadi.
banchi a* Erminio Podestà
mi slogate;
otrebbe di
ssati.
Sampierdarena
Fra i mosaici
di Aquileia
L’Assemblea di Graz rappresenta per i cristiani d’Europa una nuova ulteriore occasione di guardarsi in faccia,
di lavorare insieme, di dare
una testimonianza comune.
È finito quello che, prendendo a prestito il titolo di un’
opera teatrale di un autore
austriaco, possiamo chiamare «il tempo in cui non sapevamo niente i’uno dell’altro»
ma sono finite tra i cristiani
anche tutte le divisioni, le
acredini, le riserve mentali, le
gelosie, i sottili distinguo, le
«arrière-pensées»?
Ogni volta che si affronta
le ferita delle divisioni fra
cristiani vengono al pettine i
nodi storici irrisolti. Nella
zona in cui vivo, l’estremo
Nord dell’Adriatico, propaggine del Mediterraneo, sono
ricche ed eloquenti le testimonianze vissute di un cristianesimo molto antico, dei
primi secoli. Sul pavimento
della basilica di Aquileia, che
risale al IV secolo, una vecchia, bizzarra storia ebraica,
nata su un’altra lontanissima costa dello stesso mare, è
stata pazientemente composta, pezzetto per pezzetto: a
lungo è stata contemplata da
tanti nostri predecessori nella fede: la guardavano in modo strano, come in trasparenza, come se sotto le tessere colorate del mosaico, che
mostra un uomo nudo gettato in mare, ingoiato dal mostro marino e poi sputato su
una spiaggia, si svolgesse
un'altra storia, quella di un
uomo ucciso messo sotto
terra e poi, chissà come, dalla terra uscito di nuovo.
Quella generazione chiedeva forse un segno, e avrà
forse avuto solo il segno di
Giona. Non ha avuto, sembra, il segno dei cristiani uniti nell’annunciare una bellissima notizia, perché anche
allora i cristiani erano divisi.
Camminando sul mare, sul
corpo di Giona e sul corpo
del pesce, discettavano su
chi fosse Gesù. E rimanevano
divisi. Anche la nostra generazione chiede un segno? O
forse ne chiede tanti, o forse
nessuno: profitto e sopraffazione sono le sue leggi. O riusciranno i cristiani di Graz a
essere loro un segno? Oppure, una volta a Graz, preferiranno imbarcarsi in gran
fretta per Tarsis?
L’attuale situazione dei cristiani è molto fedelmente
rappresentata da una tavola
di marmo che gli archeologi
hanno ritrovato ad Aquileia
licos togli
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isa coiiB”
Questa
Nella collana ‘Testi della Riforma” è uscito il n. 20
ZWINGLI
Scritti pastorali
a cura di Fulvio Ferrario e Ermanno Genre
pp 272, 8 tav. f.t„ L. 36.000
„ gue, con questo secondo
losicorii^ la serie degli scritti dì
lino po*® iniziata nel 1985, ponendo
sulla sua figura di pastoctiB re e predicatore. Accuratamente
commentati e illustrati i
in momenti decisivi
Pingui
scrìtti I
pastorali I
Claudiana
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® ^^fora configurazione della
riformata) offrono un profìoè . ^pio e articolato ,del pensiero
licachejj
il
il vaso.
ì ecco ■
ma di'«
ordirtf*
zantii
rande teologo zurighese.
m mmemmco
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, t* 10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P, 20780102
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
Un'iniziativa artistica di solidarietà
Un «filosofo» per l'Uliveto
«Quando considero le stelle che tu ha i disposto...» dice
il salmista (8, 3), e questa è
una considerazione, un approccio che viene spontanea
di fronte al «Filosofo per
l’Uliveto», serigrafia che il
pittore evangelico Eugenio
BoUey, nato a Gap in Francia
e residente al di qua delle Alpi a Bardonecchia, ha offerto
in 100 esemplari numerati e
firmati per una vendita n favore deiristituto medico-pedagogico Uliveto, di Luserna
San Giovanni, che ospita
portatori di handicap.
La pittura di Bolley, fatta
per moltissime opere di grafismi e segni essenziali, di
cui si è visto un ampio saggio
nella mostra presso il Centro
culturale a Torre Pellice (luglio-agosto 1995), individua
in questa occasione un terreno più rappresentativo e ci
porta a toccare con mano lo
«stupore» degli individui di
fronte al creato. A prima vi
sta parrebbe che una figura
di filosofo (un omino, di
spalle, di fronte aUa volta celeste di notte) debba essere
un «ricognitore», un classificatore delie bellezze naturali
o tutt’al più qualcuno che riflette lucidamente (magari
sulla scorta di Leopardi) sul
senso deirinfinito. Non è
questo il messaggio di Bolley. Il filosofo, piuttosto, è
colui che riconosce i limiti
dell’uomo e li riconosce come tali di fronte alla grandezza dell’opera delTEterno;
colui che, proprio attraverso
l’uso deH’intelligenza, dono
di Dio, amrnette resistenza
di una finalità, di un progetto
chè>è terreno ma non è solo
umano; il filosofo adegua le
sue capacità speculative e le
valorizza mettendole al servizio di un’opera di cui siamo solo strumenti.
Scrive Giorgio Toum nella
presentazione dell’opera che
«la luminosa presenza di Dio
(...) ci innalza e non fuori o
sopra il mondo ma nella stabilità della sua grazia pur
nelTinstabilità del nostro vivere». Di fronte a una notte
stellata, in cui gli elementi
celesti paiono tutti uguali e
invece ognuno è dotato di
una propria individualità
(«Egli conta il numero delie
stelle, le chiama tutte per
nome». Salmo 147, 4) pensiamo, con Bolley e con
quanti lavorano per TUliveto, che dobbiamo rivedere le
nostre convinzioni in materia di diversità; ogni persona,
come le stelle, ha la propria
unicità, anche quelli di noi
che sembrano essere «più
uguali»; l’accettazione di
questa individualità dovrebbe portare tutti, quindi, a
una nuova apertura nel modo di intendere anche la (o
«le») diversità, nella consapevolezza che non nelljU mano nostra sta il senso dell’
esisteijza di ognuno. (a.c)
40 anni fa. È un’antica tavola
di altare, semiellittica, sulla
cui superficie sono scavati 12
alveoli; ma la tavola è rotta:
questa tavola dell’unità è stata ritrovata così, a pezzi, e in
qualche modo ricomposta. I
cristiani hanno rotto la mensa eucaristica, tentano di rabberciarla, ma forse ci vuole
una tavola nuova. È ciò che il
movimento ecumenico vagamente intuisce.
Dal Museo paleocristiano,
dove la tavola d’altare è conservata, torniamo a guardare
il mosaico pavimentale della
basilica: dietro l'ampia scena,
che racconta la storia del
profeta che fugge, gli antichi
cristiani vedono la storia di
un profeta che non fugge,
che si lascia uccidere e consegnare alle profondità della
terra. La nave su cui Giona
fuggiasco si è imbarcato è in
serio pericolo: anche la barca
europea fa acqua da tutte le
parti (terrorismo e disoccupazione, razzismo e ingiustizia sociale, guerre e rumori di
guerre, edonismo e devastazione della natura, epidemie
e solitudine, Mururoa). Nella
tempesta ciascuno si rivolge
implorante al proprio dio, al
dio denaro, al dio tecnologia,
al dio permissivismo. Questi
dei sembrano non rispondere, le guerre continuano: che
sia tutto colpa delle chiese
cristiane, che sono scese nella stiva e dormono il sonno
della divisione?
Sulle onde del Mediterraneo c’è anche un altro protagonista, il grande pesce salvatore. Gli antichi cristiani
aquileiesi comprendono che
è lui il protagonista vero; proteggendoci nel suo interno
può portarci sani e salvi da
un ciclo all’altro, i cicli dell’,
intero cosmo o quelli della
nostrà esistenza individuale
o quelli della nostra esistenza
di chiese. Forse alle chiese
cristiane è chiesto di lasciarsi
ingoiare dal pesce: il pesce le
sputerà e esse potranno predicare unite la conversione.
Claudio Bianchi - Trieste
Perché
non parliamo
di spiritualità?
Le riflessioni di Paolo Spano sul «Rischio della profezia» (Riforma n.30 del 26 luglio ’96) mi spingono a esporre i miei pensieri delle ultime
settimane, in cui sto rileggendo le «carte» raccolte dagli
inizi di Agape fino ad oggi,
Perché noi cristiani, non solo
di nome, ma che crediamo
veramente iq Dio Padre e
ciononostante, per lo più, ci
lasciamo coinvolgere nel
mondo consumistico che ci
circonda? Credo che la domanda di Spanu sulla nostra
consapevolezza del rischio
che comporta un nostro invito ai governi ad azzerare i debiti dei paesi poveri vada
proprio in questa direzione.
Penso 3 come vivevamo
durante la guerra e negli anni
immediatamente seguenti:
allora faticavamo a far quadrare i conti solo per avere il
minimo necessario per la vita. Ma lo standard era uguale
per quasi tutti. Certo, oggi
non credo che riuscirei a vivere ancora così, a rinunciare
a tutte le comodità acquisite
con gli anni, e non solo perché con l’età avanzata si ha
bisogno di un maggior
comfort. Il livello di vita di
tutti oggi è più elevato, sono
necessarie tante cose che una
Donne delle minoranze
ebraismo e Riforma
Il «Centre for Italian Women’s Studies» istituito presso il
Department of Italian Studies della University of Reading,
Gran Bretagna, sta organizzando un convegno che si terrà
fra il 5 e il 7 aprile 1998 presso il Dipartimento, sul tema
«Donne delle minoranze: ebraismo e Riforma».
Il convoco vuole esplorare la vicenda biografica, la cultura, la scrittura, e più in generale la vita sociale e comunitaria di donne appartenènti a minoranze religiose in Italia
fra il Medioevo e l’età contemporanea. Si invitano studiose
e studiosi interessati a presentare proposte di intervento,
con indicazioni di massima, entro i primi di ottobre 1996.
Alla proposta dovrà far seguito un breve sommario che
verrà richiesto entro il marzo 1997.
Si prega di inviare la propria adesione a
Centre for Italian Women’s Studies - Responsabile Verina
Jones (abitaz. 44-171-9350298).
Coordinamento Claire Honess, Francesca Medioli (441734-318400; .44-1734-316500). Department of Italian Studies, Faculty of Letters, University of Reading. Whiteknights, Reading, RG6 2AA, Inghilterra.
Fax:44-1734-316797.
E.mail: c.e.hpness@reading.ac.uk - f.medioli@reading.ac.uk.
volta semplicemente nessuno aveva. Proprio per questo
mi sembra utile l’invito a riflettere, in primo luogo per
conto proprio, se crediamo
veramente che il nostro prossimo, e soprattutto anche i
popoli dei paesi poveri sono
figli di Dio. Se è così devo
amarli, non posso accettare
che vivano tanto peggio di
me. Tuttavia è difficile non
adeguarsi al mondo immediatamente circostante, non
seguire l’andazzo generale:
non amiamo distinguerci
dalla maggioranza.
Perché allora non riflettiamo insieme, anche se magari
solo in due o tre? Perché non
si può creafe ancora un movimento come fu quello di
Agape, con tanta inventiva e
capacità di sacrificio? Insieme sarebbe più facile. E mi si
propone ancora più insistentemente la domanda che mi
ponevo già in passato: perché
negli anni Cinquanta non
siamo riusciti a formare quei
«gruppi comunitari» proposti
da alcuni attorno al pastore
Tullio Vinay? Perché nelle
riunioni delle nostre comunità o si discute di tanti problemi inerenti solo la comunità-istituzione in generale o
ci si incontra per studi biblici, quasi sempre molto teologici-teorici (cose senz’altro
molto necessarie) ma non ci
si incoraggia mai reciprocamente a mettere in atto TEvangelo, in concreto, conoscendo i problemi gli uni degli altri? Perché quando ci incontriamo parliamo della salute fisica, diamo consigli
«medici» ma non parliamo
delio spirito?
Delie difficoltà nel seguire
Gesù nella nostra vita quotidiana? Nelle nostre comunità
ci sono tante persone estremamente sole, ma quello che
riguarda la vita spirituale è
tabù: perché? Siamo stati
educati così, ma non si potrebbe cambiare, rompere il
TRASLOCHI
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ghiaccio? Forse dovremmo
essere più consapevoli che
siamo tutti peccatori, però
perdonati, che tutti viviamo
solo di grazia e perciò, invece
di nascondere il nostro vero
essere, far sì che la consapevolezza di questo stato di grazia illumini sempre più i nostri cuori.
Uno scopo comune fa nascere dei gruppi impegnati;
siamo disposti a rinunce saltuarie per contribuire a un fine specifico. Comincia già a
divenire più difficile il contributo regolare per la nostra
chiesa. Ma impostare tutta la
nostra vita in modo tale da
poter dare non solo occasionalmente del nostro superfluo per chi ne ha bisogno,
diventa «eroico». Non potrebbe divenire scopo comune in diciamo pure piccoli
nuclei della nostra comunità
Timparare a vivere più modestamente, come giustamente
dice Spanu? C’è certo chi lo
fa, penso specie nel meridione, e spesso costretto dalle
circostanze. Ma volontariamente? Noi nelle nostre comunità del nord, divenute
così borghesi?
■ Se ci aiutassimo a vicenda?
Forse sarebbe più facile trovare il consenso dei nostri familiari, ai quali spesso crediamo di non poter imporre
uno stile di vita che, forse, saremmo disposti ad accettare
per noi stessi. Ma non varrebbe ia pena cominciare a
rifletterci? A parlarne insieme? Noi non sappiamo farlo,
ma a Dio hulla è impossibile.
Chiediamolo a lui.
Jolanda Schenk - Merano
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Romildo Pascal
ringrazia tutte le persone che le
sono state vicino in questo momento di dolore:
Un ringraziamento particolare
al dott. Carlo Albera dell’Ospedale
San Luigi di Orbassano, alla dottoressa Taraselo, alla Croce Verde, al personale deH’Ospedale valdese di Pomaretto e al pastore
Fiume.
Ghigo di Prati, 16 agosto 1996
«io so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,12
Il 17 agosto, a Forlì, si è addormentato nel Signore
Marcello Lovato
ufficiale dell’Esercito della Salvezza
Ne danno l’annuncio la moglie
Marta, la figlia Monica, il genero
Salvatore, le nipoti Roberta e
Giorgia.
Roma, 30 agosto 1996
RINGRAZIAMENTO
«Nel giorno che ho gridato a te
tu mi hai risposto,
mi hai riempito di coraggio
dando forza all'anima mia»
Salmo 138,13
La famiglia della compianta
Annetta Bertinat ved. Grand
nell’Impossibilità di farlo singolarmente, ringrazia tutte le persone
che'con presenza, scritti e fiori
hanno preso parte al loro dolore.
Bobbio Pellice, 24 agosto 1996
I necrologi si accetta*
no entro le ore 9 del
lunedi.
tel.011>65$278
fax 011*657542
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"Mi
12
PAG. 8 RIFORMA
'■■i
VENERDI 30 AGOSTQjÿ'
L'incontro si è svolto a Gniiunden, in Austria, dal 21 al 28 luglio 1996
Oltre mille donne al primo Sinodo europeo
Provenienti da 57 paesi, le partecipanti si sono confrontate sui temi della politica
dell'economia e della spiritualità, per tentare di cambiare la società patriarcale
PATRIZIA OTTONE
MARIE-FRANCE MAURIN
PIÙ di un migliaio di donne provenienti da 57 paesi europei ed extraeuropei si
sono incontrate dal 21 al 28
luglio a Gmunden, in Austria,
per il primo Sinodo europeo
delle donne. La ricerca comune delle donne europee di
relazioni giuste tra le persone, tra i popoli e con la natura può avvenire nel rispetto
delle differenze e la ricchezza
di queste differenze Ha attraversato il Sinodo e lo ha caratterizzato. Donne di lingue
e paesi diversi, credenti di fedi diverse, non credenti, madri e single, lesbiche ed eterosessuali, donne nere e
dorme bianche hanno parteci-pato alle liturgie, hanno
seguito le relazioni e i workshop, harmo creato retí di relazioni. Quattro oratrici hanno introdotto i temi principali, lanciando una sfida al
patriarcàto e a quel piccolo
gruppo di uomini che gestisce la politica mondiale.
In campo politico, Eva Kreisky ha posto l’attenzione
suU’adattabilità e flessibilità
del patriarcato come del capitalismo strutturale e ha sostenuto la necessità di un
rapporto dialettico dei movimenti delle donne con le istituzioni. Ha chiesto di discernere dove ci sono minacce e
regressioni. Le esperienze delle donne dell’Est e dell’Ovest non sono avvenute
nello stesso momento, ora si
tratta di mettere in comune
queste esperienze; ci sono
vari femminismi da diversificare in una società più dura e
in un Europa fortezza. Nazionalismo e sessismo sono attualmente la base dellà vita
politica europea, in cui militarizzazione e nuove bande
di giovani estremisti di destra
e antifemministi sono parte
di un’identità maschilista che
crea violenza nella vita civile.
Le donne sono al centro
Nella giornata dedicata
tdl’economia. Ina Praetorius
ha rilevato la contraddizione
tra il concetto classico di
economia come soddisfacimento dei bisogni delle persone e l’occultamento neoliberista delle attività di cura e
di educazione svolte in gran
parte dalle donne e ha sostenuto la necessità di mettere
al centro dell’economia la
differenza sessuale. Ha quindi affermato che sul tema
dell’economia «noi donne
non siamo più alla periferia:
siamo ‘Teconomia”, la base,
il sostegno». Il modo abituale
di parlare dell’economia
esclude in partenza certi
gruppi: così le donne dovrebberò conquistare qualcosa
facendo ancora di più, perché sono considerate deboli,
sono meno pagate... e il denaro è considerato come il
solo contributo all’economia.
Se l’economia fosse un settore indipendente della società si potrebbe dire: «Dopo
il lavoro, smetto di vivere».
Ma le donne fanno i due terzi
di ore lavorative del mondo
Intero, dunque non sono
escluse, e l’economia non si
riduce a strutture in cui il denaro viene scambiato. Sono
invece le portatrici dell’economia, che inizia con la produzione degli esseri umani;
mettere al mondo, nutrire,
educare. Non si tratta di una
«crescita» delle donne, ma del
riconoscimento di quello che
hanno sempre fatto. Un certo
modo di pensare dà l’impressione che le donne non siano
integrate, si tratta di correggere questo errore. Questo
Il gruppo Italiano (2 valdesi e 3 di comunità di base) insieme all’unica donna greca presente al Sinodo
modello presuppone una definizione delreconomia ristretta e centrata sull’uomo.
AI centro dell’economia c’è
l’essere umano, non il profitto. E le donne sono al centro.
La pastora luterana Hanna
Harin Hamar (ideatrice del
Decennio e del Sinodo di
dorme europee), intervenuta
sulla spiritualità, ha ripercosso le fonti della tradizione
profetica delle donne riconoscendo un nuovo misticismo
del nostro tempo, un misticismo dal basso, nella lotta e
nella testimonianza delle
donne contro le guerre: dalle
madri di Plaza de Mayo alle
donne in nero in Israele e in
Palestina e nei territori dell’ex Jugoslavia. Ha parlato
della voce profetica delle
donne; quando la casa patriarcale è esclusiva o violenta, bisogna mettersi in cammino e fermeirsi a bere ad alcune sorgenti: quella del passato, quella dei popoli indigeni che hanno dovuto tacere dominati da altri,quella
della nonviolenza attiva di alcune tradizioni religiose in
un mondo che glorifica le armi, quella del «sacramentalismo» rinnovato in cui una
cucina può diventare tavolo
di comunione.
Cercare la saggezza
Mary Cray, che ha vissuto
in India, ha incitato le donne
a cercare la saggezza (Sophia)
pratica contro l’esclusione e
per resistere all’oppressione.
Dobbiamo costruire ponti
per relazioni più giuste, una
rete di gruppi profetici. In un
sistema ingiusto, che uccide,
e considera la «compassione» come parte dell’ordine
dei deboli, bisogna andare
oltre le frontiere che ci separano, per valorizzare il potere
delle relazioni. Ha parlato
della formazione delle donne
come guida delle comunità,
lavorando su un nuovo concetto di potere che non è né
carismatico né manipolatorio, ma che rafforza l’altra.
«Le vostre storie sono le parole con le quali Dio ci paila», per scoprire pòssibilità
che ignoriamo. «Noi bianche
e nere dell’Europa, tutte vit
time della storia umana, ini
ziamo un cammino insieme
per cambiare la società», ha
detto la Cray.
A Gmunden si è vista la fecondità del lavoro delle reti
di donne: dalla ricerca delle
teologhe che hanno proposto
liturgie integrando la danza,
l’espressione corporea e artistica e la riflessione biblica,
alle musiciste che hanno
composto nuovi inni per dar
voce alla spiritualità delle
donne, alle circa ottanta conduttrici di workshop provenienti da tutta l’Europa. Visibile per tutta la durata del Sinodo è stato il desiderio di
far conoscere le iniziative
delle centinaia di gruppi religiosi e laici attraverso opuscoli, cartelli, appelli appesi
alle bacheche. Caratteristica
dello stile del Sinodo e mutuata dalla tradizione femminista è stata l’attenzione
all’unità di mente e corpo:
ogni mattina l’assemblea
composta di circa mille donne ha cominciato i lavori con
cinque minuti di esercizi di
respirazione e rilassamento.
L'incontro si è svolto negli Usa, nei pressi di Norfolk
Cento coppie interconfessionali a confronto
MYRIAM VENTURI MARCHESELLI
Dal 24 al 28 luglio scorsi,
al Virginia Wesleyan
College, nei pressi di Norfolk,
Virginia, Usa, si è svolto il nono incontro della «Association of Interchurch Families»
(Aif), cioè l’associazione delle
coppie interconfessionali in
Usa. Le coppie presenti, un
centinaio, provenivano da
vari Stati deU’Unione, dal Canada, dall’Inghilterra, dalla
Francia, dall’Irlanda del Nord
(Belfast) e dall’Italia.
Il tema sotteso a tutto l’incontro riguardava l’ospitalità
eucaristica reciproca ed è
stato al centro della relazione teologica fondamentale
del convegno, tenuta dal gesuita Ladislas Orsy, professore alla Georgetown University, dal titolo «Famiglia
interconfessionale e condivisione eucaristica, presente e
futuro». Orsy ha parlato anche del passato e si è soffermato sull’interpretazione
delle norme di diritto canonico cosa questa a cui i latini,
forse per l’incombente vicinanza del Vaticano, sono più
abituati ma che ha suscitato
molta sorpresa e interesse
presso gli americani, meno
usi a destreggiarsi attraverso i
cavilli giuridico-teolo^ci.
Si sono poi ascoltate reazioni da parte francese (Nicole Kontzi, giovane luterana di
origine tedesca che ora affianca René Beaupère nel suo
lavoro al Centro Saint-Irenée
di Lione) e da parte inglese (il
rev. anglicano Martin Reardon, che insieme alla moglie
cattolica Ruth è l’anima delle
associazioni di coppie interconfessionali in Inghilterra e
in Irlanda) che hanno suggerito prospettive e speranze
per il futuro. AH’unica coppia
italiana presente è stato richiesto di presentare la situazione in Italia e di parlare
delle proprie esperienze personali, sia nella seduta plenaria che in un’intervista televisiva per un programma religioso ecumenico.
La coppia italiana ha contribuito anche ai lavori dei
gruppi di studio sia nel gruppo «Chiesa-eucaristia-famiglia» dove si è insistito sul fatto che se si parla di riconciliazione, questa rimane un
programma utopico se non
c’è un segno reale e concreto
di ospitalità eucaristica reciproca, sia nel gruppo «Ricezione: che cosa fare per aiutare le chiese» dove si è sottolineato la necessità della testimonianza delle coppie interconfessionali, per esempio
nel settore della catechesi
ecumenica a tutti i livelli,
perché uno spirito ecumenico penetri nelle comunità.
In conclusione sono state
giornate assai dense di significato e di interessi, con
qualche sorpresa; in Italia si
è convinti di essere afflitti
dagli stridenti complessi di
superiorità e di inferiórità
dell’enorme massa cattolica
e delle sparute comunità
protestanti e di avere quindi
problemi già risolti altrove,
come i contatti con francesi
e svizzeri hanno ampiamente dimostrato. Ebbene, oltre
l’Atlantico sono ancora alle
prese con questioni che in
Italia sono superate almeno
in parte, quale la rigidità cattolica nell’applicazione delle
norme canoniche, sovente
paralizzante in Nord America, ove appare che siano poche le zone fortunate in cui il
dialogo ecumenico è avanzato. D’altra parte c’è anche
il problema del grande numero di confessioni protestanti con teologie abbastanza diverse le une dalle altre
che crea fraintendimenti e
ritardi ecumenici. L’appuntamento per il prossimo incontro è previsto nel 1998,
questa volta in Europa, probabilmente in Francia.
Cipro: appello del Cec e della Kek
GINEVRA— Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) gl
Conferenza delle chiese europee (Kek) hanno lanciato uh J
pello alla calma dopo i moti scoppiati a Cipro il 12 agcs^
scorso. Il Cec ha lanciato un appello ai responsabili delfe comunirà cipriote greca e turca affinché «le parti in conflitto o,.
rantiscano l’inviolabilità» della zona tampone stabiliti
dairOnu. «Gli avvenimenti di questi ultimi giorni ci ricorda««
la necessità urgente di fare applicare le risoluzioni deÙ’Ont,
sulla questione cipriota», sottolinea un comunicato del Cec,
Da parte sua, la Kek ha riaffermato la dichiarazione fatta dai, '
suo Comitato centrale nel luglio scorso che ritiene «inaccettó '
bile la situazione attuale creata dall’occupazione permaner '
del 37% dell’isola [da parte delle forze militari turche], tio2 ^
ché le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamenta^
li». È tanto più urgente, afferma la Kek, prendere nuovi prov, ^
vedimenti volti ad «intensificare e ad accelerare la ricerca (,.,i ^
di una soluzione politica negoziata che ristabilisca l’unit| '
dell’isola, conceda la libertà di movimento per tutti gli abitai
ti, assicuri l’informazione su tutte le persone scomparse et
ciliti il ritorno degli sfollati nelle loro case». (g,,
, s*;,-, V
Sud Africa: polemiche sul progetto di
legge sull'aborto approvato dal governo
movimento per il rispetto della vita «Pro Life» ha fatto sapei
iidaf
che tutti i sondaggi indicano che la maggior parte dei sudafiii
cani, a prescindere dalla razza, è contraria all’aborto. fenif
Corea: le Assemblee di Dio entrano nel
Consiglio nazionale delle chiese
SEOUL — L’il luglio scorso, le Assemblee di Dio della Co^
rea (Ade) sono diventate l’ottava chiesa membro del Consiglif
nazionale delle chiese della Corea (Cnec). Ormai il Cnecri
presenta circa 4,7 milioni di cristiani, ossia il 40% dei 12 nillii
ni di cristiani esistenti in Corea. «Spero che questo consenf
alle chiese coreane di unirsi, dopo essere state divise in prò
gressiste e conservatrici - ha detto il segretario generale dr
Cnec, iCim Dong-Wan -. Spero inoltre che altre chiese ci raj
giungeranno e contribuiranno a riunificare la penisola corei
na e a unire la chiesa». I responsabili di due altre grandi chi(
se, la Chiesa evangelica di Santità di Corea (Eesc) e la Conyffl
zione battista di Corea (Cbc) hanno preso in considerazioni
l’idea di diventare membro del Cnec, ma hanno incontrati
forti resistenze da parte di gruppi conservatori delle due chif ^
se, che si oppongono alla posizione progressista del Cnec sul;
le questioni sociali e religiose. Qualora l’Eesc e la Cbc decides
sero di entrare nel Cnec, ciò costituirebbe un progresso sen? ^
precedenti per quanto riguarda i rapporti ecumenici in Core?
Le chiese coreane sono attualmente divise in circa 170 confr"
sioni, piccole e grandi. La decisione delle Ade è stata presa
maggio scorso in occasione dell’assemblea annua, coni
voti favorevoli e 195 contrari. (sppl^i
Africa centrale: la gravità dei problemi
esige una concertazione delle chiese
YAOUNDÉ — «L’Africa centrale è la regione più turbata d
continente. Un dibattito concertato deve essere avviato dal
chiese della zona per riformulare una visione ecumenica W
mune e delle strategie in grado di contribuire alla
dei vari problemi». È quanto ha dichiarato Daniel Ntoni-N® .
ga, del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Il pastore M
ni-Nzinga era a capo di una delegazione del Cec che ha visi
to le chiese della Guinea equatoriale, del Gabon e del Cor^
nel giugno scorso. In Guinea equatoriale, malgrado una
stianizzazione totale del paese, le chiese sono ancora ^a
cerca di una forma di espressione comune in grado di aiut
a far fronte insieme ai problemi del paese. In Congo, idvecft
delegazione è rimasta impressionata dal forte coinvolgi^®
del Consiglio ecumenico delle chiese del Congo nella soli®^
ne della crisi e nella ricostruzione delle case distrutte dur .
i moti avvenuti dal 1993 al 1994. «L’esperienza
Congo, basata sul principio dell’azione per via consensuai ^
unica in Africa centrale. Merita di essere condivisa jj,«-.
paesi» ha sottolineato la signora Kingue Ekambi, del G
run, membro della delegazione del Cec.
JOHANNESBURG — Vari gruppi religiosi del Sud Africa han,
no espresso la loro meraviglia dopo l’approvazione da paSs
del governo, il 3 luglio scorso, di un progetto di legge che aut3§
rizza l’aborto durante il primo trimestre di gravidanza. Il prtf t
getto di legge verrà sottoposto al voto del Parlamento nel pr® | C
simo ottobre. Un portavoce della Conferenza sudafricana (fe t,,
vescovi cattolici ha dichiarato che l’approvazione della legg ;
sull’aborto segna una giornata nera nella storia del suo paese, ■
Secondo il pastore Ray MeCauley, rappresentante della picca i
la ma influente Chiesa evangelica Rhema, il governo nonb
tenuto alcun conto dell’opinione pubblica, in particolare delle '
posizione antiabortista di molti membri musulmani e cristiat
del Congresso nazionale africano (Anc), che detiene una fon
maggioranza nel governo. Le chiese anglicana, melodista e 1
terana, e il Consiglio sudafricano delle chiese (Sacc), non ha
no ancora reagito al progetto di legge. Lo scorso anno, Tarciv!
scovo anglicano Desmond Tutu aveva dichiarato di consideri
re l’aborto come una «opzione morale» che poteva essere eoi
sigliata o perfino resa «obbligatoria» nei casi di stupro e di ini
cesto. Sembrano essere falliti gli sforzi compiuti da eminenJ
dirigenti ecclesiastici, fra cui l’ex segretario generale del Saa
Frank Chikane, e il capo della Commissione per i diritti del
persona, Barney Pityana, per convincere il gruppo parlameli
tare dell’Anc di lasciare libertà di voto ai propri deputati.
M È morto il patriarca Parthenios
GINEVRA — Il patriarca ortodosso greco di Alessandr^®
tutta TAfrica, Parthenios III, è morto il 23 luglio
di 76 anni, durante una visita in Grecia; i funerali si son
ti al Cairo il 30 luglio. Parthenios III era stato eletto u
braio 1987 113° patriarca della sede storica di Aless ^
Nel 1991 era diventato uno degli otto presidenti del co i
ecumenico delle chiese.