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Anno 125 - n. 1
6 gennaio 1989
L. 900
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
PER L’ANNO CHE INIZIA
Uanno di grazia
« Lo spirito di Dio è su di me,
poiché mi ha unto per recare
una buona novella ai minimi;
per fasciare quelli dal cuore rotto; per proclamare la libertà ai
deportati, la liberazione a coloro che sono prigionieri; per
proclamare l’anno di grazia del
Signore, il giorno di vendetta
del nostro Dio; per consolare
tutti gli afflitti: un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di duolo, un canto di lode
invece di uno spirito abbattuto.
Saranno chiamati querce di giustizia, la piantagione del Signore per servire alla sua gloria»
(Isaia 61: 1-3).
Siamo agli inizi di un nuovo
anno. Se davvero siamo evangelici, se abbiamo una passione
per il testo biblico, non possiamo non chiederci: non è ora di
indire l’anno del giubileo, di proclamare l’affrancamento per tutti gli abitanti della Terra? « Conterai pure sette volte sette anni...; poi farai squillare una tromba...; in questo anno del giubileo
ciascuno tornerà in possesso del
.suo » (Lev. 25: 8 e ss.).
La promessa riguarda la libertà effettiva sul piano economico, la possibilità di autogestirsi;
la possibilità di scegliere, secondo le proprie capacità e desideri, un lavoro, un mestiere; la
possibilità di avere una casa propria. Vogliamo vedere realizzata
questa promessa nel 1989. Vogliamo che il nuovo anno sia
un anno del giubileo. Non solo
per noi in Italia, dove la maggioranza già gode di molte libertà economiche; ma per gli altri
abitanti del nostro villaggio, il
pianeta Terra, molti dei quali godono di pochissime libertà e non
solo in campo economico.
A Scicli, per Natale, siamo entrati in un quartiere malfamato
e abbiamo distribuito alberelli
addobbati e regali, donati dalle
famiglie della nostra scuola per
rinfanzia, ai bambini di famiglie
disagiate segnalati dalle .scuole.
Abbiamo fatto una festa natalizia nei locali del centro del quartiere. Per la gente che abbiamo
incontrato, schiacciata dalle regole della nostra società, vogliamo vedere arrivare « il giorno di
vendetta del nostro Dio ». La vendetta di Dio consiste in questo:
olio di gioia al posto di duolo,
un canto di lode al posto di uno
spirito abbattuto. Che cosa vogliamo proclamare? La libertà di
diventare « querce di giustizia,
la piantagione del Signore per
servire alla sua gloria ». Se le
nostre comunità evangeliche non
servono a questo, non servono
a niente. Siamo in attesa, quindi, della venuta del giorno del
Signore, il giorno in cui Dio
stesso si fa presenza per mezzo
del suo Spirito. Lo Spirito del
Signore ha un potere sovversivo.
Lo Spirito crea un campo aperto, libertà d'azione.
Lo Spirito è dato a chi viene
inviato da Dio per sovvertire le
logiche perverse che alimentano
le ingiustizie sociali. Fin qui ci
siamo, forse. Ma certamente abbiamo trascurato, e addirittura
abbandonato, i mezzi prescelti
per sovvertire le logiche perverse. Quali sono?
Sorpresa: il mezzo principale
è la consolazione. Sta scritto a
chiare lettere nei primi versetti
di Isaia 61. E’ la consolazione
che crea, in chi la riceve, libertà
d’az.ione, la possibilità della gioia
e della condivisione. Ma chi sa
consolare? Chi sa proclamare la
liberazione ai prigionieri del sistema? Ci sono intere fasce sociali che raccolgono notf i benefici, ma le conseguenze negative
del nostro modo di vivere: la disgregazione a livello familiare
quant’è reale!
Non hanno la possibilità di
partecipare alla vita pubblica,
per mancanza della necessaria
tranquillità e dei mezzi culturali
ed organizzativi adatti. Mi rifer/.?co, dove mi trovo, in Sicilia,
a molti artigiani, a pastori e pescivendoli, ai mezzadri e operai
che lavorano nelle serre, sia italiani che stranieri; sono solo esempi. Hanno bisogno della consolazione, ma nel senso evangelico, nel senso del testo di Isaia
61,
Hanno bisogno del coraggio di
ricostruire, di appropriarsi della
promessa di Dio, secondo la quale « ciascuno tornerà in possesso del suo ». Hanno bisogno della liberazione, ma a volte non
sanno di essere prigionieri di un
sistema contro di loro.
Così i primi destinatari di Isaia
61, che non volevano smettere
di essere esuli, che non volevano
tornare nel loro paese.
Ma Gesù di Nazareth ha saputo consolare chi aveva bisogno
di essere consolato. La forza dirompente della sua opera, il suo
potere sovversivo, sta qui. Possiamo affermare che il regno di
Dio è giunto fino a noi per mezzo di Lui proprio perché « Gesù
Cristo è la nostra pace », perché da Lui siamo stati consolati. E’ Lui che ci dà la gioia di
vivere. Siamo agli inizi di un nuovo anno. Sentiamoci impegnati
dalla grazia di Dio a proclamare
Tanno del giubileo. Secondo la
migliore tradizione metodista,
condivisibile da tutti i credenti,
impegniamoci a fare di quest’anno un anno vissuto in attesa del
giorno di vendetta del nostro
Dio.
John Hobbins
Pro Armenia
500.000 senza tetto, 28 città completamente distrutte, 50
mila morti: sono le cifre di un drammatico terremoto che ha
colpito l’Armenia il 7 dicembre scorso.
Le nostre chiese aderiscono al progetto di soccorso alle
popolazioni del ponsiglio Ecumenico delle Chiese (coordinato da Jacques Maury, George Tsetsis, Nico Keulemans e Tenny
Pirri Simonian).
1 versamenti vanno oflettuati sul ccp 38016002 intestato
alla FCEl - via Firenze, 38 - 00184 ROMA.
UN INTERROGATIVO NON SOLO FRANCESE
Il protestantesimo
morirà ?
Mai come adesso i protestanti francesi (che
rappresentano solo il 2% della popolazione)
hanno attirato l’interesse dei loro compatrioti:
Michel Rocard è l’attuale primo ministro, Pierre Joxe è ministro degli Interni e Lionel Jospin è titolare del Ministero dell’Educazione.
Ciascuno a suo modo, essi evidenziano la severità e l’etica della tradizione ugonotta.
Malgrado questo apparente successo, l’umore dei protestanti francesi è nero.
Il potere dei protestanti? Quale potere? Ieri
ancora i protestanti gestivano grandi imprese,
rivestivano alte cariche pubbliche... Erano, in
Francia, una minoranza discreta e austera, senza dubbio, ma attiva.
Oggi i protestanti sono sempre, in Francia,
una minoranza, ma diluita, invisibile e talmente bene integrata nella società da esserne assorbita. E forse anche privata della sua sostanza.
Il paradosso trae origine dal fatto che questo indebolimento del protestantesimo è il prodotto diretto delle sue vittorie.
Il potere politico protestante
Giorgina Dufoix e Michel Rocard, Pierre Joxe, Lionel Jospin, politici protestanti in Francia.
Il potere politico in Francia è
in mano ai protestanti. Michel
Rocard è stato nominato primo
ministro, è un protestante convinto, prima di assumere responsabilità politiche è stato segretario della Fédé (la Federazione degli studenti protestanti francesi)
e continua a frequentare il tempio di rue Madame a Parigi. Pierre Joxe è oggi ministro degli Interni ma è anche membro attivo
di Christianisme social. Lionel
Jospin è ministro dell’Educazione nazionale.
Attorno a Rocard, nel partito
socialista, vi sono altri illustri
protestemti: Louis Mermaz, ex
presidente dell’Assemblea nazionale, Giorgina Dufoix, Georges
Fillioud, Jean-Pierre Cot, Louis
Mexandeau, Nicole Questiaux,
Catherine Lalumière, tutti ex ministri di Mitterrand.
Non è la prima volta che la
Francia è affidata a ministri protestanti. Nel ’68, De Gaulle ha
affidato ad un protestante, Maurice Couve de Mourville, l’uscita
dalla crisi politica del maggio e
c’è stato anche un presidente
della repubblica, il riformato Gaston Doumergue.
Eppure i protestanti sono una
piccola minoranza in Francia:
meno del 2% della popolazione.
Ma ai politici bisogna aggiungere anche una miriade di alti
funzionari dello stato: al ministero delle Finanze, alla Corte dei
Conti, al Consiglio di Stato, all’Istituto di statistica, alla CEE
(François Shéer è il capo di gabinetto di Claude Cheysson, commissario per la Francia a Bruxelles). Circola una battuta tra i
francesi: una parte degli alti funzionari è reclutata al tempio e
non solo all’ENA (la prestigiosa
scuola nazioncde d’amministrazione). Tra i massimi dirigenti
dello stato sono protestanti: il
5% dei sottoprefetti e il 25% dei
prefetti, il 30% del corpo diplomatico. Tra i professori tmiversitari (i più noti protestanti sono
Paul Ricoeur, Jacques Ellul, Pierre Chaunu, Paul Bastide, François Gougel) il 15% è di religione
protestante.
Tutti questi laici, espressione
dei poteri democratici della repubblica, hanno un curricolo abbastanza uniforme: studi elementari alla scuola alsaziana, il liceo
Carnot o l’École de Roches,
l’università a scienze politiche o
le Grandes Écoles, l’École Nationale d’Administration.
Accanto a questo curricolo scolastico la scuola domenicale, gli
scouts, la Fédé, le associazioni
protestanti di impegno sociale e
in qualche caso anche il consiglio
di chiesa. Un’educazione fatta di
studio intenso.
Quando vanno in pensione, lasciano comunque tracce profonde nelTorganizzazione dello stato
francese: si deve ad un economista protestante, Claude Gruson, il
sistema della contabilità nazionale che, sembra, verrà adottato anche dall’Eurona unita del 1993.
Oggi il protestante francese si
identifica con questi suoi esponenti politici. « Votano democratico, votano centro-sinistra » dice
Yve.s Roucaute, autore di una ricerca sul voto protestante.
Non è sempre stato così: solo
una ventina di anni fa Torientamento era di centro-destra. Couve de Mourville, Robert Pouiade,
Raymond Marcellin, Pierre Pflimlin, Daniel Hoeffel appartenevano
alla « tribù » protestante. Il loro
essere protestanti non impediva
iperò che questi uomini avessero
amicizie con avversari politici.
Così Maurice Couve de Mourville
si incontrava allo stesso tavolo
della santa cena con Gaston Defferre, socialista e sindaco della
città, nel tempio di rue Grignan
a .Marsiglia.
Alain Duhamel, sociologo della
politica, spiega così l’influenza
protestante: « Oggi il sistema
politico francese si è modernizzato. Con l’alternanza il modello
è quello anglosassone. La laicità,
la decolonizzazione, il rifiuto dell’emarginazione, i diritti dell'uomo sono valori alla base delle
politiche nazionali e sono allo
stesso tempo valori tipicamente
protestanti. I protestanti hanno
una cultura dei poteri (al plurale). non hanno una rete organizzata per impossessarsi del potere. Puntano molto di più sull’etica del comportamento e oggi l’etica conta molto ».
« Il nostro potere non dipende
tanto dall’essere una minoranza
organizzata — dice Samuel Sahaguian, il pastore di Rocard — ma
dall’etica della responsabilità, che
questi uomini hanno imparato
anche leggendo l’Evangelo ».
Ma proprio mentre si delinea
un potere ugonotto, un libro di
Jean Baubérot, sociologo della
religione e direttore delTÉcole
pratique des hautes études, annuncia come una provocazione:
«Le protestantisme doit-il moterir? » (il protestantesimo dovrà
morire?).
(Giorgio Gardiol
ha collaborato Maria P. Dolci
(continua a pag. 3)
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2 commenti e dibattiti
PERDONO E/0
CONDANNA
Caro Direttore,
consentimi alcune divagazioni sul
• Punto di vista » apparso sul n. 46
del giornale, articolo evidentemente
ispirato alle recenti proposte di una
maggiore severità, anche penale, nel
confronti dei tossicodipendenti, considerati, come purtroppo avviene molto
spesso, come spacciatori, anche se al
livello più basso della piramide.
Non è naturalmente lecita alcuna
obiezione alle conclusioni dell'articolista: ogni uomo, e tanto più ogni
peccatore, deve sentire vicino a sé
I Amore di Dio, pronto a donargli il
Suo perdono.
Però... il nostro comportamento non
mi sembra così lineare in ogni occasione. Slamo infatti prontissimi a reclamare pene più severe per le violenze sessuali, per quelle nel confronti dei minori, e se poi potessimo
avere in mano Botha non so proprio
che trattamento gli riserveremmo!
Mi sembra cioè che nelle nostre convinzioni si pencoli continuamente tra il
generoso perdono nel confronti di alcuni e la severa condanna nei confronti di altri, soprattutto quando nel
comportamento di questi ultimi siamo
propensi a vedere un ostacolo ad una
nostra vita terrena sempre più serena, piacevole e godereccia.
Credo proprio che dovremmo essere più coerenti e scegliere, onestamente, tra due alternative:
— Se pensiamo che ogni uomo, ogni peccatore, a qualsiasi livello, debba sentire vicino a sé l'Amore di
Dio che lo aiuta a pentirsi e redimersi, dobbiamo abolire ogni tribunale
ed ogni condanna, sopportando come
una dura necessità, per la piena realizzazione della volontà di Dio, le sofferenze che ci vengono dalle azioni
peccaminose di costoro. Dobbiamo
cioè accettare, con cristiana pazienza, anche gli indicibili delitti di Hitler e di Stalin (come i primi cristiani hanno accettato di esser dati in pasto alle fiere del circo) e prodigarci
Invece con tutte le nostre forze per
l'evangelizzazione del mondo, in modo che tutti gli uomini, anche i peccatori più incalliti, siano pronti a ricevere il dono dell'Amore di Dio.
— Se invece riteniamo che debba
essere preminente il tentativo di realizzare quanto, dal punto di vista umano, è necessario per una convivenza migliore sulla terra, cioè se vogliamo, In fondo, sostenere il nostro
generalizzato egoismo materialistico
terreno, allora occorrono certamente
sanzioni più severe per chi ci disturba ed armi più potenti per imporre
le nostre leggi a chi non vuole os
servarle.
Secondo me, non ci sono altre alternative possibili.
Cordiali fraterni saluti.
Reto Bonifazi, Terni
LO SPIRITO
FEDERATIVO
L'Assemblea della Federazione,
svoltasi di recente in Firenze, è stata
una bella occasione di fraternità e di
scambio di doni tra evangelici appartenenti a denominazioni diverse.
io spirito federativo si è manifestato, nei vari momenti di incontro, con
scambi di opinioni non sempre concordanti, ma non per questo meno
fraterni, tra valdesi, luterani, battisti,
metodisti, liberi, carismatici e salutisti. Al di là delle proporzioni numeriche e talvolta delle differenze linguistiche, l'Assemblea ha offerto — non
capita sovente — una immagine variegata del nostro protestantesimo, in
ascolto reciproco con II comune riferimento del « sola Scriptura ».
La primogenitura dei < liberi »
CI apprestiamo, come valdesi, a celebrare il • Rimpatrio »; senza dimenticare l'importanza della presenza e
della testimonianza dei nostri padri,
mi sembra che la primogenitura, almeno in fatto di evangelizzazione, spetti alle chiese libere. Queste comunità,
oggi ridotte nell'area del napoletano,
con una presenza in Sardegna ed una
in Bologna, pienamente inserite nel lavoro della nostra Federazione (vedi
Monteforte ed Avellino), sono le eredi di quelle che sorsero nel ventennio 1860-1880 un po' in tutta italia,
con accanto la scuola primaria, il dono, se così possiamo dire, dei nostri
fratelli « liberi » è dunque quello evangellstico: l'evangelista Giannini,
noto a causa della strage di Barletta
(19 marzo 1866), rischiò più volte la vita a causa delia fervente predicazione dell'Evangelo di Cristo. Se le nostre comunità storiche desiderano Impegnarsi nella evangelizzazione, non
possono non fare i conti con la tenacia, il lavoro capillare e la testimonianza di fede delle sorelle e dei
fratelli che appartennero all'evangelismo libero.
L’eredità comune della Riforma: l'incontro con i fratelli luterani
Al di fuori della nostra Facoltà, ove
(com'è noto) la lingua tedesca è la seconda lingua, difficilmente si ha ia
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Alessandro
è tornato a casa
Confermiamo con gioia
quanto avevamo preannunciato nello scorso numero: il
piccolo Alessandro, dopo gli
ulteriori controlli effettuati
in Belgio dall’équipe cbe mesi fa gli aveva effettuato un
trapianto di fegato, è stato
trovato in ottime condizioni.
Egli ha potuto cosi lasciare
l’ospedale definitivamente ed
è già rientrato a Brescia.
Le ultimissime notizie ci
confermano cbe il bimbo (ha
un anno e mezzo) sta molto
bene, è vivace ed allegro, è
di buon appetito ed è aumentato di peso: insomma, tutte
le sue funzioni sono ora normali, dopo tanti mesi di angoscia di chi gli era vicino e
dopo tante sofferenze. Ci auguriamo di cuore che tutto
ormai proceda per il meglio.
Mentre provvediamo intanto ad Inviare l’ulteriore somma di L. 2 milioni nel frattempo raccolta, somma che
serve col 5 milioni precedentemente trasmessi a contribuire alle ingenti spese sostenute, dichiariamo chiusa la sot
toscrizione per Alessandro.
Naturalmente invieremo ancora quanto ci dovesse pervenire nel corrente mese, dopo di che ripartiremo eventuali ulteriori doni fra le altre attuali destinazioni del
Fondo: per il « laboratorio
di cucito a Managua »; per il
«Centro socio-sanitario ed agricolo in Zambia»; per le
« Chiese evangeliche della
Giamaica » colpite dal tifone.
Mentre ci rallegriamo per
la positiva conclusione di
questo difficile inizio di vita
di Alessandro e formuliamo
i migliori auguri per un sereno avvenire, trasmettiamo
ai sottoscrittori i sensi della
viva riconoscenza e dell’apprezzamento del familiari, degli affidatari e di tutti coloro
che in un modo o nell’altro
sono stati partecipi di questa vicenda.
Ricordiamo con l’occasione
che II n. del conto corr. postale del nostro Fondo è
11234101 e che l’indirizzo è:
Fondo di solidarietà, « La Luce », via Pio V, 15 - 10125 Torino.
possibilità di incontrare evangelici iuterani, di condividere con loro la comune eredità della Riforma, Ma il fatto positivo della presenza luterana In
Italia è costituito dal desiderio di comunicare, possibilmente in italiano,
con gli altri fratelli evangelici; e quando questo accade, come a Firenze e
altrove, si esce reciprocamente arricchiti, La scoperta, ad esempio, nel Salente e in altre parti del Mezzogiorno,
di un gran numero di sorelle evangeliche, costrette dalla « miopia ecumenica » di molti parroci al cattolicesimo e ancor peggio a quello « popolar-paganeggiante » e che hanno la
possibilità di - ricordarsi della antica
fede luterana • incontrando, in diaspora, un pastore valdese, può diventare un piccolo segno di comunione
fraterna tra riformati. In fondo, lo stesso Lutero ci ha insegnato che l'unico nome che conta è quello evangelico.
Perché non allargare queste possibilità di Incontro? Sia a livello giovanile (FGEi), sia a livello di decennio
ecumenico delle chiese in solidarietà
con le donne ed anche, come mi diceva un collega luterano la scorsa
estate, a livello di corpo pastorale.
I nostri fratelli valdesi rioplatensi hanno con una Chiesa luterana di lingua
tedesca (la Iglesia Evangelica del Rio
de La Piata) non solo dei contatti
fraterni, ma anche il reciproco riconoscimento dei ministeri.
Forse uno dei compiti del nuovo
Consiglio è proprio quello di favorire la comunione fraterna e la messa
in comune dei doni, anche con le denominazioni • minori »; non si tratta, ad avviso dello scrivente, della
presenza o meno di tutte le denominazioni in Consiglio, ma piuttosto della
necessità che ogni denominazione sviIuf4)i un proprio discorso. In questo
senso la Comunità Ecumenica di IspraVarese, con la sua proposta veramente ecumenica di una « unica voce italiana » aiia prossima Assemblea di
Basilea « Pace nella giustizia », costituisce un esempio da imitare.
■Una nota negativa, tra tante positive,
dell'Assemblea di Firenze è parsa a
molti quella delle • elezioni bloccate » per il Consiglio: forse, in futuro, bisognerà rivedere il sistema elettorale, La proposta valdese di una lista aperta, pur con I suoi limiti (ci
siamo dimenticati, Isieme agli altri,
di inserire un buon numero di sorelle) apre ad una revisione dei meccanismo per l'elezione del Consiglio.
Eugenio Stretti, Taranto
INTERSCAMBIO
PASTORALE
Sig. Direttore,
Le scrivo per segnalarLe una quesione che mi sta molto a cuore. Mi
riferisco alla possibilità che un pastore valdese o metodista possa dedicarsi ad una chiesa battista e viceversa.
Occorre che quella che fino ad ora
è stata Teocezione diventi la regola.
Bisogna che le chiese si sensibilizzino su questo problema.
L'interscambio pastorale tra le chiese può essere un valido banco di prova per l'ecumenismo interdenominazionale, inoltre vi sarebbe un indubbio
arricchimento, anche di cultura teologica, per tutti.
Ci sono poi motivi di natura, diciamo più pratica, che suggeriscono
l'interscambio pastorale tra le chiese,
ossia: coloro che hanno intrapreso il
ministero pastorale hanno una fede
ed una vocazione, che vanno rinnovate ogni giorno anche con l'ausilio
della preghiera; di solito hanno anche
una famiglia più o meno numerosa:
una legge non scritta vigente nelle
nostre chiese esige che anche II coniuge del pastore (o della pastoressa)
abbia anche lui la medesima fede ed
una vocazione quantomeno "simile”.
Invece potrebbe darsi II caso che
per esigenze familiari, come II lavoro
del coniuge, lo studio dei figli ed
altri motivi ancora. Il ministero pastorale debba essere svolto In una località in cui le chiese della propria denominazione sono assenti, ma sono
invece presenti altre denominazioni,
diciamo affini alla propria. Perché non
effettuare questo significativo Interscambio? Questo risparmierebbe molti
traslochi, cioè molti spostamenti gravosi anche per l'equilibrio della stessa famiglia pastorale.
I pastori sono anch'essi dei laici,
ossia degii esseri umani che esplicano un servizio per la chiesa, e a
volte non solo per essa; ma come
tutti gli esseri umani hanno il dirittodovere di potersi anche occupare della loro famiglia, di non sentirsi estranei al loro familiari ed amici. Non da
ultimo questa è una richiesta neotestamentaria.
A qualcuno potrà sembrare strano,
ma anche I pastori hanno bisogno di
cura familiare! Ed anche pastorale!
Per favore, non si dica che questi
problemi sono sul « tappeto », e che
verranno senz'altro discussi in un futuro più 0 meno prossimo, sui tappeti
infatti è facile inciampare...
Maurizio Abbà, Torino
CHI E’, OGGI,
FILEMONE?
...Infatti, per questo, forse, egli è
stato per breve tempo separato da
te, perché tu lo ricuperassi per sempre; non più come uno schiavo, ma
da più di uno schiavo, come un frateiio caro specialmente a me, ma ora
quanto più a te, e nella carne e nel
Signore (Filemone, w. 15-16).
L'occasione è data dalla fuga dello schiavo Qnesimo daila casa del suo
padrone Filemone. L'apostolo Paolo
coglie questa opportunità per fare
un discorso chiaro, ma soprattutto
concreto, sul difficile problema della
schiavitù. E' un problema difficile da
affrontare perché si rischiano soluzioni ideoiogiche e demagogiche.
Paolo ha già avuto modo di dire,
nella sua lettera ai galati (Gal. 3: 2829), che per i credenti non c'è più
né schiavo né libero e che tutti sojio
progenie di Abramo, eredi, secondo
la promessa. La fuga di Qnesimo dà
l'occasione all'apostolo di indicare,
questa volta, il modo, la forma, la
normativa — insomma — che consenta ia realizzazione di questo principio di eguaglianza.
Paolo poteva ingiungere a Fiiemone di mandare libero Qnesimo formalizzando questa iibertà secondo ie
leggi vigenti. Qnesimo sarebbe sta
to libero, ma senza possibiiità di
esercitare la sua libertà. La precedente condizione di schiavitù lo aveva infatti privato delle condizioni essenziali per essere un uomo libero.
Qnesimo non aveva una casa, non
aveva un campo da cui trarre il suo
sostentamento, né gli strumenti per
svolgere una qualsiasi attività. Presto sarebbe tornato a vendere la sua
libertà in cambio deiia sopravvivenza.
L'apostoio propone una soiuzione
radicaie: sarebbe troppo facile e comodo per Filemone risolvere il problema etico deiia schiavitù mandando
libero Qnesimo ma non affrontando il
problema pratico che Qnesimo deve
affrontare dopo tanti anni passati al
suo servizio. Sarebbe soie un bel gesto, del tipo mistico-teatrale, con II
quale Filemone dichiara che Qnesimo
è suo fratello nel Signore. Paolo pretende di più: Qnesimo è tuo fratello anche nella carne, perciò rimarrà in
casa tua con gli altri tuoi fratelli
e, come per loro, tu Filemone ti
farai carico dei problemi di Oneslmo. Da oggi, in casa tua, non ci
saranno più un padrone e uno schiavo, ma soltanto dei fratelli.
Chi è, oggi, Filemone? Filemone
oggi è l'occidente cristiano, forse non
sempre in malafede che, con la colonizzazione, aveva reso schiavo mezzo
mondo. Poi, sotto la pressione della
parola di Dio che, purtroppo, aveva
portato anche con le armi, e sollecitato dai movimenti di liberazione che,
come Qnesimo, fuggivano la schiavitù,
decise un giorno di concedere la libertà.
E' però una libertà formale, come
formali sono le dichiarazioni di eguaglianza e di fratellanza. E Qnesimo?
Qnesimo sono I milioni di uomini e di
donne che vagano disperati per le
nostre strade, battendo alla porta di
Filemone con in mano la lettera dell'apostolo Paolo che ci ingiunge una
fratellanza concreta, nella carne, che
confermi quella nel Signore. Nella
casa di Filemone, nella casa di un discepolo di Gesù, oggi non deve più
esserci un padrone e uno schiavo,
ma non può starci nemmeno il padrone da solo: in casa devono stare
due fratelli.
Bruno Giaccone, Asti
ERRATA-CORRIGE
Il past. John Hobbins prega di correggere il numero di telefono pubblicato su . Valli nostre 1989 »; Il numero corretto è 0932/846323. Comunica inoltre che ha un recapito in Scicli, via Adda 12, telef 0932/932204.
delle valli valdesi
settimanale delle cblese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Piervaldo
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Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli, Emmanuele Paschetto, Roberto
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Il n. 50/88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli delle valli valdesi II 30 dicembre 1988.
Hanno collaborato a questo numero: Valter Cesan, Guido Gabaldl,
Giuseppe Mascanroni, Carmellna Maurizio, Teofllo Pons, Liliana RIbet,
Paolo Ribet, Aldo Rutigliano.
;:i
3
6 gennaio 1989
obiettivo aperto 3
UN LIBRO E UN PROBLEMA
Il protestantesimo dovrà morire?
Jean Baubérot, sociologo della religione e direttore
dell’Ecole pratique des hautes études, è anche un uomo di fede ed ha scritto il suo libro provocazione ( « Le
protestantisme doit-il mourir?», Le Seuil, 275 pp., 110 F.)
soprattutto pensando alla sua chiesa. Il libro comincia
con una favola e termina con un interrogativo sulla
sopravvivenza del protestantesimo. La favola è quella
della rana (il protestantesimo) che sognava di diventare grande come il bue (il cattolicesimo) nell’epoca
d’oro della sua storia, la III Repubblica, partecipando
in pieno, come tutte le minoranze, alla battaglia per la
laicità dello stato.
L’interrogativo sul futuro riguarda un protestantesimo minacciato nell’esistenza dalla sua stessa incapacità a rinnovarsi, dalla concorrenza di altre forme
di religiosità, da un indifferentismo crescente nella so
cietà e da un cattolicesimo che, sotto la guida di papa
Giovanni Paolo II, sa bene quel che vuole.
La Francia si trova in una situazione paradossale:
i protestanti sono riconosciuti nella politica, nelle
scienze, neU’amministraziQne e nell’economia, ma il
protestantesimo è oggi nell’anonimato. Il protestantesimo, persa la carica profetica, rischia di pagare la
sua buona integrazione sociale con la morte.
La ragione sta — per Baubérot — anche nel fatto
ehe l’ecumenismo praticato dopo il Concilio Vaticano
II è stato più sentimentale che. un vero riconoscimento della diversità dell’altro. La rana ha cessato di voler essere grande come il bue, ma è scoppiata vedendo
il bue che dialogava con la rana.
Mentre il cattolicesimo « rimobilita una parte deUe
sue truppe », il protestantesimo in cerca di una nuova
identità si eomporta come i « meticci » che « predicano
la superiorità dell’uomo bianco ».
Il laico Jean Baubérot analizza con estrema precisione le debolezze del protestantesimo francese, e richiede alla sua chiesa un rinnovato coraggio per l’evangelizzazione della società. L’avvenire del protestantesimo, se ci sarà, sarà solo passando attraverso un nuovo
slancio evangelizzatore. A ben guardare si tratta di una
proposta ecumenica vera; un cristianesimo uniforme e
appiattito evangelizzerà meno bene che un cristianesimo diversificato che si rivolge a persone anch’esse molto diverse tra loro.
Un libro, quello di Baubérot, importante per tutti 1
protestanti che vivono in una situazione minoritaria. A
quando una traduzione italiana? O gli interrogativi posti riguardano solo i francesi? G. G.
I protestanti
in Francia
Riformati
Luterani
Evangelici
Totale
. . . 465.000
. . . 275.000
. . . 210.000
. . . 950.000
Sul totale di 950.000, 810.000
appartengono a chiese collegate cor la Federazione protestante. 1 pastori sono 1.200, di
cui un centinaio donne.
Le tappe
della storia
1559: nascita della Riforma in
Francia
1572: massacro di San Bartolomeo
1598: editto di Nantes
1685: revoca dell’editto di
Nantes
1702-1704: guerra dei Carnisardi
1787: editto di toUeranza
1789: Costituente che dichiara l’eguaglianza di protestanti e cattolici
1909: fondazione della Federazione protestante di
Francia
Se si considerano le sole statistiche ufficiali, si può affermare che la stagnazione numerica
del protestantesimo deriva da un
tasso di fecondità inferiore a
quello di altri gruppi religiosi,
dovuto in parte ad un atteggiamento diverso nei confronti del
controllo delle nascite.
Senza dimenticare questo aspetto, l'evoluzione delle differenti correnti (denominazioni)
protestanti indica anche un doppio movimento di nuove ammissioni e abbandoni.
Di abbandoni? Una cosa normalissima! L’abbiamo detto: vi
sono numerose influenze e pressioni sociali che determinano ogni giorno il nostro comportamento e ci spingono ad adottare,
senza nemmeno pensarci, certi
orientamenti in campo medico,
scolastico, amministrativo e giuridico e talvolta — ma con minore importanza — anche politico e sindacale. Oggi però il campo religioso è socialmente facoltativo. E' l’aspetto della vita dove regna la più grande libertà
virtuale.
E’ il risultato del movimento
di laicizzazione della società che
si è sviluppato a partire dal XIX
secolo. Il protestantesimo si è
dimostrato particolarmente permeabile a questo movimento perché, al posto di opporvisi, ne è
stato una componente importante. Non solo la sua situazione
minoritaria lo incitava ad andare in questo senso, ma anche alcuni aspetti del suo discorso teologico. Insistendo sulla relazione
personale tra Dio e l'uomo, il
protestantesimo dichiara, implicitamente o esplicitamente, che
ogni individuo deve ricercare il
Suo percorso religioso.
Nascere protestanti non obbliga a restarlo per tutta la vita.
Anche per coloro che scelgono
di professarsi protestanti, vi sono molti modi di esserlo; per
alcuni è possibile essere protestanti e contemporaneamente
molto vicini al libero pensiero
o al cattolicesimo. Oggi, nel XX
secolo, è molto facile oltrepassare queste frontiere.
Morte e resurrezione
del protestantesimo in Francia
Per molto tempo, certo, il ricordo delle persecuzioni, la volontà di non tradire l’eredità dei
padri che avevano « resistito »',
la pressione sociale della famiglia, hanno limitato l’esodo dal
pro:estantesimo. Questo ha significato una forte endogamia“
e un protestantesimo dove aspetti quasi etnici assumevano un peso sempre più importante. Ma
la forte diminuzione di concentrazione protestante in determinati territori e la moltiplicazione della possibilità di occasioni
profane per gli incontri ha cambiato le cose.
L’emergenza e lo sviluppo dell’ecumenismo ha permesso a Romeo di sposare Giulietta, e a Giulietta di sposare Romeo senza
che le convinzioni dei genitori
colpevolizzassero i giovani figli.
In breve tempo gli aspetti un po’
drammatici sono scomparsi e i
« matrimoni interconfessionali »
sono diventati, in questi ultimi
tempi, ordinaria amministrazicr
ne senza che chicchessia trovi
qualcosa da ridire. Questo fatto.
Senza condurre forzatamente a
degli abbandoni, ne accentua i
rischi e concorre, nella società
attuale, ad aumentare la mobilità religiosa. Ma, ancora una
volta, questa mobilità è legittima anche in un’ottica protestante tradizionale. Un teologo
come Alexandre Vinet (1797-1847),
accanito combattente per la libertà religiosa, compresa quella
di essere atei in un tempo in
cui questo non era affatto evidente, insisteva già sul legame
tra la libertà di dire « sì » e il
pot ere di dire « no ».
Però se una comunità minori tar'a vuole vivere e diffonder
di JEAN BAUBÉROT
si, essa deve compensare gli abbandoni con nuove ammissioni
per — ed è il minimo — non
diminuire in rapporto alla popolazione globale.
Il protestantesimo pen&a che
il messaggio di cui è portatore
— la salvezza per la sola grazia
del Dio di Gesù Cristo offerta
senza mediazione ad ogni uomo
e donna — è universale. Ciò può
portare nuove ammissioni: il fatto di non nascere protestanti
non deve impedire di diventarlo, di rispondere ad una vocazione. Ciò è molto differente da
quanto avviene, per esempio, nell’ebraismo che si pensa molto
di più come popolo e dichiara
che è ebreo colui che nasce da
madre ebrea e moltiplica spesso
gli ostacoli alla conversione. Ed
è un paradosso che malgrado
questo e la politica del regime
di Vichy“, il numero degli ebrei
in Francia in questi ultimi 120
anni si è moltiplicato per 7/8 volte, mentre quello dei protestanti è stazionario, se non addirittura diminuito. Per quanto
l’aumento dell’ebraismo provenga essenzialmente da una immigrazione esterna, questo non
cambia l’aspetto paradossale del
risultato.
Non potendo beneficiare, per
10 meno in un futuro prevedibile, di una nuova immigrazione,
11 protestantesimo, se non vuole essere ridotto ad una percentuale irrilevante e sparire progressivamente, deve evangelizzare. « Evangelizzare » nel senso protestante tradizionale del
termine, cioè chiamare i contemporanei a diventare cristiani,
membri di un cristianesimo che
si professa a partire da una let
tura protestante dell’Evangelo e
della storia degli uomini.
Qui il protestantesimo si scontra con una doppia difficoltà: la
proclamazione pubblica del cristianesimo è diventata delicata
per via della laicizzazione della
società; privilegiare nel cristianesimo una lettura protestante
è cosa difficile a causa dell’ecumenismo. Non è un caso se il
protestantesimo che declina numericamente è la religione che
più ha interiorizzato la laicità e
l'ecumenismo. Inoltre per il protestantesimo storico — quello in
cui si trovano famiglie protestanti da più di dieci generazioni —
il passato pesa. Una familiarità
troppo lunga col protestantesimo conduce spesso a non percepire ed apprezzare la propria
specificità.
Questa doppia difficoltà porta
con sè il dubbio. Il dubbio non
è forse un momento essenziale
di una fede vivente? Ma il dubbio non può durare indefinitamente, perché Tagire, o semplicemente il vivere, esige delle
scelte. Il protestantesimo storico, laico ed ecumenico, è davanti
ad una scelta. A seconda se tix>
vera o non troverà un significato dall’appartenenza protestante,
esso avrà, o no, un avvenire.
Il protestantesimo evangelico,
più giovane e dinamico, meno
legato al movimento della laicizzazione della società (anche se vi
ha contribuito nel XIX secolo)
e portatore di un ecumenismo
più tiepido, sembra essere la forza nuova capace di prendere il
testimone. Ci sarebbe dunque un
certo protestantesimo che declina lentamente ed uno nuovo che
emerge e si sviluppa. Ma questo
nuovo protestantesimo è ancora
protestante, nel senso storico del
termine? Non è obbligatorio, tra
gli evangelici, il richiamarsi al
protestantesimo. Allora andiamo
verso una rottura del protestantesimo? Verso una deriva, dove
l’evangelismo sarà sempre meno
protestante? Q, al contrario, protestantesimo storico e protestantesimo nuovo saranno in una
tensione dialettica feconda?
Perché il protestantesimo storico arresti la sua lenta ma regolare emorragia e prenda nuovo slancio dando prova di un
nuovo dinamismo, perché il protestantesimo evangelico si pensi
come parte di un insieme protestante, perché si definisca protestante, è necessaria una circolazione reale, uno scambio tra
l’uno e l’altro, il riconoscimento
di un compito comune, anche se
il modo di affrontarlo è oggetto
di un continuo dibattito tra i
protestanti stessi.
Il protestantesimo francese ha
svolto nel passato un certo ruolo storico. E’ consapevole oggi
di questo ruolo permanente o
del nuovo ruolo che gli è proprio?
(da « Le protestantisme doit-il
mourir? ». Le Seuil - Parigi 1988 275 pp., 110 F).
(Traduzione di Giorgio Gardiol)
Note del traduttore
' « Réslster » è quanto aveva scritto Marie Durand, rinchiusa nelia Torre
di Costanza ad Aigues M'ortes durante le persecuzioni in seguito aila revoca deii'editto di Nantes.
“ Qui usato nel senso di matrimoni tra protestanti.
“ li regime di Vichy (1940-44) aveva elaborato leggi di interdizione per
gli ebrei.
Nella foto: La riunione che gli
Ugonotti di Francia e di tutto il
mondo tengono all’inizio di settembre nelle Cevenne per ricordare il periodo delle persecuzioni nel XVII sec.
4
4 Tita delle chiese
6 gennaio 1989
LA CHIESA DI INTRA HA 125 ANNI
L’esperienza metodista
nel Verbano
Nel 1863 inizia la « pubblica evangelizzazione » - Una conferenza in
ricordo della nascita della comunità - Quale dialogo con la società?
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Un’intensa attività
Nel 1862 la missione wesleyana
aprì una scuola a Intra, ma essa, probabilmente per ragioni organizzative, non riuscì a funzionare. Nello stesso anno un pasto- '
re della Chiesa nazionale italiana,
Giuseppe Ambrogio, tenne una
pubblica conferenza a carattere
fortemente polemico. Solo nel dicembre del 1863, grazie a Enrico
Piggott, si raccoglie un nucleo di
evangelici e si apre « la pubblica
evangelizzazione » ( « L’Eco della
verità » I, n. 38, 16 luglio 1864). Il
mese dopo, nel gennaio 1864, viene riaperta la scuola diurna per
bambini e serale per gli adulti.
Il primo pastore residente fu
Francesco Anelli.
Da im rapporto di qualche anno dopo, risulta che la comimità era formata da 30 svizzeri e da
15 italiani, mentre la scuola contava 45 alunni complessivamente.
Intorno al 1880 si apre, per opera
del pastore Amerigo Bossi, un orfanotrofio ev2tagelico: Ylstituto
Pestalozzi, che opererà fino alla
vigilia della seconda guerra mondiale (1938).
Verso la fine del secolo (189798) viene costruita l’attuale chiesa e l'edificio deH’istituto. Sempre in quel periodo si nota che i
membri di chiesa sono ormai in
maggioranza italiani; le partenze
di famiglie svizzere sono bilanciate da numerose conversioni.
Così si può sintetizzare il periodo iniziale della comunità di Intra, una delle prime sorte in Italia (dopo Ivrea e Milano) per
OF>era dell'evangelizzazione metodista wesleyana. Il 1863 è considerato l'anno di nascita della
comunità e il 17-18 dicembre scorsi si è ricordata questa data con
alcune manifestazioni.
Sabato 17, nell'aula consiliare
(Palazzo Flaim), la cittadinanza è
stata invitata per una conferenza
pubblica su alcimi « Aspetti del
protestantesimo in Italia », relatori Giovanni Carrari ( « Presenza
e assenza della Riforma in Italia ») e Paolo Sbaffi («Il protestantesimo italiano nell’ultimo
secolo »).
Aspetti del
protestantesimo
Il primo oratore, partendo dalla domanda sul perché dell’assenza di un vasto movimento di
Riforma in Italia, ha esaminato
il movimento della « prima Riforma » (valdesi) e come, nei territori dove essa fu combattuta
dall’inquisizione, la « seconda Riforma » non trovò basi di massa
ma si creò una situazione di formale ritualismo e di sostanziale
indifferenza religiosa. Il secondo
oratore si è soffermato più sugli
aspetti deH’evangelizzazione nell’800, in particolare nella zona
(oltre a Intra, si son ricordate le
comunità di Omegna, Domodossola, Luino e quelle non più esistenti di Montorfano e di Ramello).
Nonostante la pubblicizzazione
fatta (inviti personali, locandine,
giornali, radio e televisioni locali), il pubblico esterno alle comunità della zona è stato piuttosto
ridotto. Anche se vi era la concomitanza della visita del vescovo
(e diversi esponenti politici, culturali e religiosi hanno così motivato la propria assenza), il dato
deve far riflettere: il protestantesimo, a Intra e nella zona, è
ben noto tuttavia non riesce, ora.
a colloquiare con la società. Questi sono i tempi o la nostra presenza è sempre più rinchiusa all’interno della chiesa?
La domanda pare legittima soprattutto se si fa un confronto
con la riuscita della giornata di
domenica 18. La chiesa era veramente gremita: non c’erano posti a sedere per tutti i 120 presenti al culto. La predicazione è
stata tenuta dal pastore Paolo
Sbaffi, invitato per l’occasione
poiché nroprio lui aveva ricordato i 100 anni della comunità,
cinque lustri or sono, quando
era pastore della zona. La liturgia si è svolta secondo la tradizione metodista del « rinnovamento del patto».
La corale della comunità di Milano (Porro Lambertenghi) è intervenuta sia con alcimi inni durante il culto, sia nel pomeriggio
con alcuni apprezzatissinri cori.
I catecumeni di Intra e di Omegna hanno cantato il salmo 8 sulla musica composta da imo di essi (David Lapetina). Saluti sono
stati portati da Annamaria Grimaldi (per la CED) e da Giuseppe Bernardini (per il Circuito),
mentre sono stati sedutati con affetto Aurora e Agostino Garufi
che da poco hanno lasciato la
comunità.
La giornata è continuata con il
pranzo comunitario: per un gros
so centro parlare di ima novantina di coperti può sembrare nulla,
ma qui le strutture, e soprattutto
le sorelle dell’attività femminile
e i volontari per il servizio sono
stati messi a dura prova!
Nel pomeriggio è stata presentata l’opera grafica del pittore
Orlando Piazza.. Esplicitamente
richiesto per l’occasione, l’artista
di Omegna, che già aveva realizzato un’analoga opera per la locale comunità, ha disegnato la
nostra chiesa e ha poi numerato
e firmato 100 copie della sua opera, « tirate » presso il laboratorio
serigrafico dei nostri Gabriella e
Giuseppe Grotta.
Tutta la giornata è stata particolarmente intensa: il senso di
gioia e di fraternità, si è rilevato,
non deve essere però un qualcosa
di eccezionale, ma rappresentare
la normalità della vita comunitaria. Sono solo parole? Bisognerà
vedere! Intanto il nostro ringraziamento è a Dio che ci ha permesso di arrivare fino qui, nell’opera di testimonianza e di
evangelizzazione. E il nostro pensiero grato va a tutti coloro che
ci hanno preceduto nella fede,
quella « grande schiera di testimoni » che ha fatto sì che anche
noi sentissimo la chiamata di Dio
ed entrassimo nel suo pop>olo.
Giovanni Carrari
VERCELLI
Il sacerdozio
femminile
L’opposizione al ministero (della (donna - sacerdote non ha riscontro né biblico né teologico
Letizia Tomassone, pastore
valdese a Genova, è stata ospite
del Centro evangelico d’incontro
venerdì 25 novembre; il tema
proposto era quello del « sacerdozio femminile ».
E’ un problema, questo, che
pur nella sua attualità non sembra coinvolgere per ora l’Italia, a differenza di gran parte
delTEurcpa e dell’America, dove
ormai è largamente conosciuta
la figura della « donna-prete »
e dove il confronto ed il dialogo
con il protestantesimo sono
molto sentiti, attuali e soprattutto costruttivi.
'Tuttavia, come ha sottolineato
l’ospite, anche in Italia ultimamente, in molte Facoltà di teologia, alcune donne cattoliche
incominciano seriamente a prendere in considerazione il sacerdozio femminile.
La conferenza di Letizia Tomassone, teologa del resto assai preparata, ha toccato diversi aspetti di questo ruolo che
oggi la donna rivendica a pieno diritto.
Interessante, ad esempio, è stata la valutazione del CEC su
questo ruolo della donna nella Chiesa, proclamando proprio
quest’anno il « Decennio di solidarietà delle chiese con le donne »; e il documento « Mulieris
dignitatem » nel quale il pontefice, pur riconoscendo alla donna indubbie qualità di servizio aU’intemo della Chiesa,
SAN GERMANO — In questi
primi mesi di attività, l’Unione
femminile ha offerto interessanti
momenti di riflessione e di incontro. Dopo un dibattito sul tema
della droga, abbiamo avuto il piacere di avere come ospiti la signorina Selma Longo, che ha
narrato della sua lunga attività
come direttrice del periodico
L’Amico dei FanciuUi e di sostegno, consiglio ed aiuto per carcerati e per persone dimesse dagli istituti di pena e, successivamente, la professoressa Elena
Ravazzini Corsanl, che ha esposto le sue esperienze in una scuola superiore che ammette anche
studenti portatori di handicap
fisici, come narrato nel suo libro
Barriere di carta. Una bella lesta natalizia, vissuta in' comunione con le sorelle di Pomaretto,
ha chiuso degnamente il 1988.
• Il tempo di Natale ha offerto
anche altre possibilità di incontro e di festa;
— Domenica 18 dicembre si è
tenuta la festa degli anziani, organizzata dai giovani. Una recita, canti in piemontese e giochi a
premi (sponsorizzati dal Comune): questo il menu del pomeriggio. Ma la cosa veramente importante, noi crediamo, sta nel
fatto che giovanissimi ed anziani
abbiano passato questo tempo insieme.
— Il venerdì successivo è stata la volta dei giovani di Pinerolo, Pomaretto e San Germano.
Una trentina di ragazzi ha dato
vita ad una bella festa, con canti,
balli e scherzi di vario genere.
• Nel mese di gennaio si terranno le seguenti riunioni quartierali: 11: Balmas; 14; Porte;
17; Costabella; 26: Chiabrandi.
• Il primo giorno dell’anno,
una folla commossa e partecipe
ha salutato Enzo Rochon, di anni
57, stroncato da una limga e penosa malattia. Alla famiglia vogliamo dare la testimonianza della nostra simpatia.
Un ospite
ribadisce almeno per ora il suo
rifiuto alla « donna-sacerdote ».
Letizia Tomassone, dopo aver
ricordato con esempi concreti
che dal punto di vista teologico e biblico non ci sono impedimenti alla donna nel diventare
sacerdote o pastore, ha voluto
sottolineare come molti personaggi femminili della Bibbia
siano stati volutamente ignorati
in 2000 anni di cristianesimo;
un cristianesimo concepito, manipolato, predicato in chiave
prettamente maschile.
Ci si è dimenticati spasso che
Gesù ha parlato non solo alTuomo, ma anche alla donna, senza
dimenticare gli anziani ed i bambini, tutte creature che nel pensiero giudaico di allora vivevano
nella più completa emarginazione.
E’ seguito poi il dibattito, ricco e vivace, dove in modo particolare i cattolici presenti hanno
rivolto all’ospite numerose e curiose domande.
Letizia Tomassone ha cercato
di rispondere un po’ a tutti come pastore e teologa, ma soprattutto come donna, una donna
che ha risposto alla vocazione
di portare la sua testimonianza
e la predicazione della Parola
del Signore, una vocazione che
nessun « uomo » le può impedire di esercitare.
Lo Spirito non è « maschio »,
soffia dove... e come vuole...!
Sergio Margara
ved. Geymonat deceduta, dopo
lunga infermità, all’età di 76 anni; ai familiari in lutto rinnoviamo la simpatia cristiana nostra
e della chiesa.
Ripresa
VILLASECCA — Le sorelle
deH’unione femminile si ritroveranno giovedì 12 gennaio alle ore
14,30.
• Nella stessa serata anche la
corale riprenderà la propria attività.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali del fratello Elnrico
Bertalot.
• Il Concistoro è convocato
per lunedì 16 gennaio alle ore 20
nella saletta.
Venerdì 6 gennaio
ANGROGNA — Sabato 7, alle
20, riprendono i culti serali quindicinali a Pradeltorno, nella scuoletta del villaggio. Domenica 8
avremo tra noi, per il culto, il
pastore Frank Gibson, delTAmerican Waldensian Society di New
York. Lunedi. 9 : riunione quartierale al Baussan (20,30) sui problemi finanziari della chiesa.
Lutto
RORA’ — Dopo breve malattia è deceduta all’ospedale Assunta Camboni in Tourn di anni 26. Condoglianze al marito
Riccardo e ai figli Stefano e Michele.
Attività di Natale
VILLA R PELLICE — Fra le
iniziative del periodo natalizio segnaliamo la buona riuscita della
serata del 23 dicembre alla scuola
del quartiere Inverso per iniziativa delle monitrici di quel gruppo di scuola domenicale. Al termine del simpatico incontro sono
state raccolte delle offerte che
andranno in favore della ritinteggiatura esterna di quel locale.
• In queste settimane le componenti dell’ unione femminile
hanno visitato le persone anziane,
ammalate o sole portando loro
un messaggio ed un piccolo dono.
Anche gli ospiti della casa Miramonti hanno trascorso un ijeriodo ricco di visite e fraternità,
ricevendo inoltre la visita del Coro alpino vai Pellice e delle ACLI
di Torre Pellice, a cui va il nostro ringraziamento.
• Si sono svolti i funerali della
sorella Maria Luigia Bertinat
n IL DEBITO
DEL TERZO MONDO
ANGROGNA — Venerdì e sabato,
presso la foresteria della Rocciaglia
a Pradeltorno, si svoige un convegno
FGEi sui tema: <■ Nord-sud: la questione del debito estero dei paesi
sottosviluppati ”. inizio ore 15 del
venerdì con relazione di Giorgio Gueimani; seguono documentari, giochi di
simulazione, riflessione. E’ possibile
il pernottamento portandosi il sacco a
pelo.
Per ulteriori informazioni tei. a Manuela Davit (92795), Claudio Rivolta
(598584), Paolo Varese (901954)
Domenica 8 gennaio
□ L’EVANCELO
IN SICILIA
TORRE PELLICE — Il 1" Circuito
organizza un incontro con il pastore
Laura Leone che parlerà delle sue
esperienze pastorali in Sicilia (Marsala-Trapani). Ore 14.30 alla Casa
unionista.
a ASSEMBLEA
DELLE CORALI
PINEROLO — Alle ore 15, nei locali
della chiesa valdese di via del Mille,
un incontro per esaminare la partecipa■ zione delle corali alle manifestazioni
celebrative del 3° centenario del Glorioso Rimpatrio: a seguire: proposte
per la festa di canto del 1990.
Lunedì 9 gennaio
□ INCONTRO PASTORALE
1“ DISTRETTO
TORRE PELLICE — L'incontro dei
pastori del 1" Distretto si tiene presso la Casa unionista, con inizio alle ore
9.15 con la meditazione a cura di G.
Platone. Tema di discussione è • La
concezione di Dio in Jiingel » (a cura
di B. Rostagno), Nel pomeriggio A. de
Lange parlerà sulla Storiografìa del
Rimpatrio.
Giovedì 12 gennaio
a COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.45, presso la comunità di San Domenico in
viale Savorgnan d'Osoppo 1, Il collettivo legge e discute le prime tre
parti del documento preparatorio per
l’assemblea ecumenica di Basilea (Pentecoste ’89) su • Pace nella giustizia ». Introduce don Mario Polastro.
Domenica 15 gennaio
□ INCONTRI COPPIE
INTERCONFESSIONALI
PINEROLO — A partire daile ore
15, presso i locaii della chiesa valdese In via dei Mille 1, si discute sul
tema « Per una pastorale comune delle chiese nei confronti delle coppie
miste e interconfessionali »; scambio di informazioni e di esperienze.
5
6 gennaio 1989
vita delle chiese
COLLEFERRO
CORRISPONDENZE
L'Evangelo
alla Casa del popolo
Rievocato il piccolo gruppo che, quarant’anni fa, cominciava a ritrovarsi intorno alla Parola - Ripercorse le tappe della comunità
Domenica 20 novembre 1988 la
Chiesa valdese di Colleferro ha
sobriamente commemorato il
quarantennio della sua fondazione con una duplice partecipazione del prof. Valdo Vinay: al
mattino, con la predicazione basata sul prologo del Vangelo secondo Giovanni; il pomeriggio,
con una conferenza pubblica su
La testimonianza di un protestante italiano nel XX secolo in Italia e all’estero. Quest’ultima, dal
tono prevalentemente autobiografico e a tratti soffusa di grande commozione, non ha mancato
di rammentare come, nel 1948,
si radunò un piccolo gruppo di
persone che, dopo aver ascoltato
l’Evangelo per parecchie settimane alla Casa del popolo, vollero costituirsi in comunità cristiana fondandosi solo sull’autorità
esclusiva delle Sacre Scrittiure.
La rievocazione, seguita nel dibattito dalle testimonianze dei più
« anziani » e dai quesiti dei più
« giovani », ha posto in rilievo
alcune caratteristiche che credo
utile ricordare qui, a chiarimento
e a vantaggio (lo spero) del rinnovato fen'ore per l’evangelizzazione die si nota oggi tra di noi.
1 ) La prima predicazione dell’Evangelo fu fatta al cimitero da
un nostro studente in teologia, in
occasione dei funerali deirunico
evangelico esistente allora a Colleferro.
■ 2) Gli ascoltatori erano in
maggioranza dei compagni di lavoro del defunto e, come lui,
membri attivi del PCI, impegnati
allora in una durissima lotta di
classe.
.3) Sono essi che. in un clima
di tensione con la Chiesa cattolica locale, vollero sentire un messaggio « nuovo » che, oltre Marx,
Lenin o Togliatti, illuminasse diversamente la ragion d’essere del
Incontri
ARCAVACATA DI RENDE (Cs) —
NeH'ambito del seminario di stridi
sulle minoranze in Calabria, sono ancora in programma i seguenti incontri: 11 gennaio, Occitani (a cura di
S. Primavera e E. Stancati); 25 gennaio.
Zingari Rom; 8 febbraio, Immigrati
cliuidestini; 15 febbraio, Emigrazione.
In occasione della serata sugli occitani sarà anche proiettato il film
« Guardia Piemontese; il futuro nella
storia », di D. Verdegiglio. Gli incontri si tengono presso il Polifunzionale
dell'Università della Calabria.
TORINO — E’ aperta fino al 19 febbraio, presso il Museo Nazionale del
Risorgimento (Palazzo Carignano), una
mostra su « Torino tra Ottocento e
Novecento nella caricatura e nella
^afica di Dalsani (1844-1922) ».
La mostra, che conclude le celebrazoni per il cinquantesimo anniversario della collocazione del museo nella sede attuale e i centodieci anni
dalla sua nascita, investe un periodo
della storia cittadina come apparve, all’eppca, nelle pagine satiriche dei giornali il Pasquino, il Fischietto, Il Buonumore.
Bozzetti caricaturali a sfotrdo politico
si alternano a scene di costume, pubblicità di spettacoli, cartelloni per la
scuola e illustrazioni di copertine per
libri.
La mostra è aperta dal martedì al
,j sabato (ore 9-18) e la domenica dalle
9 alle 12 (lunedì chiuso).
la loro opposizione politico-religiosa e, più in generale, del loro
stesso vivere terreno.
4) Così, a richiesta loro — e
non, si badi bene, per una nostra
spinta missionaria autonoma —,
furono indette ogni domenica
mattina delle riunioni alla Casa
del ipopolo, consistenti in una
breve meditazione biblica centrata di volta in volta su un problema scottante del momento
(serrata, sciopero, rapprorti tra
padronato e operai, ecc.), seguita
a ruota da un tentativo di « attualizzazione »: un duplice compito (per il predicatore Valdo Vinay e per il laico Giovanni Gönnet), non facile, pieno di trabocchetti etico-teologici, dato il costante rischio di. cadere nel più
vieto anticlericalismo.
5) Fu in tal modo che la Parola di Dio cadde come il seme della
nota parabola (Matt. 13: 3-9): se
una parte fruttificò «nella buona
terra », non avvenne certamente
per i meriti dell’uomo ma per la
sola grazia di Cristo e per il dono del suo Spirito.
6) D’ora innanzi coloro che
accettarono quella Parola realizzarono subito la presenza del Signore, come da Matt. 18: 20: « Z>ovimque due o tre sono riuniti nel
mio nome, qui sono io in mezzo
a loro ».
7) Questa nuova « ecclesia »,
dopo un tempo di riflessione,
chiese di costituirsi in comunità
e.visse per un buon decennio (dal
1948 al 1957, anno di inaugurazione del tempio di corso Turati)
come « casalinga »: i culti si tenevano di volta in volta presso
l’una o l’altra delle famiglie impegnate e infine, con una maggiore
frequenza, nella casa di Antonio
e Augusta Ronzoni, ancora membri attivi e fedeli testimoni dell’Evangelo.
8) La formazione del nuovo
nucleo evangelico presentò fin
dall’inizio delle « anomalie » rispetto ai nostri ordinamenti ecclesiastici: di fatto, i suoi membri non vennero « accettati » dopo aver seguito la solita trafila
dei catecumeni o mediante una
professione di fede individuale,
che consentisse loro di accedere
al tavolo della Santa Cena, ma furono essi stessi che si costituirono in comunità confessante: la
loro preparazione fu simile a
quella che ricevettero i « riformati » del Cinquecento in Germania,
in Svizzera, in Francia ed anche
nel Marchesato di Saluzzo, per
opera di chi ogni giorno « catechizzava » i fedeli con una predicazione tipologicamente esegetica, finché un bel giorno costoro
riconobbero che la loro « nuova »
fede era un dono del Signore, che
a poco a poco trasformava cuori
Casa Balneare Valdese
SORCIO VEREZZI
Sono aperte le prenotazioni per soggiorni presso la
« Casa » che sarà aperta dal mese di febbraio.
TARIFFE PER L’ANNO 1989:
febbraio/marzo L. 29.000 - aprile/maggio L. 34.000 giugno L. 39.000 - luglio/metà settembre L. 45.000 - dal
16 settembre/ottobre L. 39.000
Condizioni particolari per gruppi e famiglie.
Rivolgersi alla Direzione: Albina e Nicolino Canu
C.so Italia n. 110 - 17027 PIETRA LIGURE (Savona)
telefono 019/611907
Una giornata
di fraternità
Il prof. Valdo Vinay.
e intelletti, creando creature nuove.
9) Questa fede, lungi dal distogliere chi l’aveva ricevuta dalla sua quotidiana lotta politica,
la illuminò di nuovi valori: lo
scontro di classe perse non la
sua ragion d’essere, bensì le sue
punte più « guerriere » ed esclusiviste; la solidarietà con i compagni si fece (se così si può dire)
ancora più fraterna; perché agli
occhi di tutti appariva veramente
quel che Gesù aveva fatto rispondere al Battista rinchiuso in prigione: « L’Evangelo è annunziato
ai poveri » (Matt. 11: 5).
10) Ma la nuova comunità fu
subito anche « evangelizzatrice »:
agli appelli venuti nel frattempo
da ogni parte, specialmente dalle
campagne da Colleferro a Prosinone (Contrada Spinelle, Colle
Curto, Vallevona, Valle Para, La
Foresta, Torre Noverana, Forma
Coperta ecc.) si rispose con una
assidua predicazione fatta da tutti ( pastori, professori, studenti
della nostra Facoltà di teologia,
laici, comprese le donne: chi non
ricorda la testimonianza esemplare della sempre rimpianta sorella Stamura?), e ciò finché un
nuovo gruppo « casalingo » si formò anche a Ferentino, dove qualche anno dopo si aprì in via Consolare una sala di culto, che a
mio parere è tra le più luminose
che abbia visto: un ambiente la
cui abside, costituita da un'ampia
finestra, è aperta sulle colline della verde, ridente Ciociaria! Il motto biblico dipinto sulla parete colpisce a prima vista: mentre a
Colleferro è tratto da Geremia
22: 29 («O terra terra terra, ascolta la parola del Signore »), a
Ferentino lo è dal Salmo 86: 11
(«O Eterno, insegnami la tua via,
io camminerò nella tua verità »).
Giovanni Gönnet
TERNI — E’ stata davvero una
domenica piena di fraternità, ed
amicizia quella che lo scorso 11
dicembre hanno trascorso insieme a Terni, presso la locale chiesa metodista, la comunità valdese di Forano e quella di Terni.
I rapporti tra le due chiese sono da sempre molto stretti, e
non solo per la relativa vicinanza tra i valdesi della bassa Sabina
e i metodisti umbri, ma anche
perché diversi tra loro sono parenti, e quest’anno si è aggiunto
im ulteriore motivo : il nuovo pastore a Terni Arcangelo Pino, è
stato infatti per tre mesi a Forano nella scorsa primavera, in occasione di un periodo all’estero
del pastore Marchetti.
Per tutti quindi è stato un piacevole modo per rincontrarsi,
riabbracciarsi, raccontare le ultime novità, scambiarsi gli auguri per le festività natalizie.
La giornata è cominciata con
un culto « al femminile », condotto e organizzato da alcime sorelle della comimità di Temi,
guidate dalla signora Emola Pino; durante il culto ci sono stati
anche alcuni interventi di donne
foranesi e una breve riflessione
del pastore Marchetti e di sua
moglie Carmelina. C’è stata poi
un’agape nei saloni adiacenti alla
chiesa di Temi, e nel pomeriggio
un bazar, con lavori realizzati
dalle donne di Temi, e una piccola pesca per tutti i bambini
presenti.
A sottolineare la fraternità dell’intera giornata hanno contribuito anche un gmppo di evangelici
da Ecumene, che hanno portato
prodotti locali, e un altro gruppetto da Pemgia, dove da diversi
anni si riuniscono valdesi, battisti e simpatizzanti per uno studio
biblico quindicinale, condotto in
quest’ultimo periodo da Ruggero
Marchetti, attualmente pastore a
Forano.
Santi e peccatori
CORATO — Il 7 e 8 dicembre
scorso si è tenuto presso la chiesa valdese un convegno dei gruppi Fgei della Puglia e della Basilicata. Il pastore Gianna Sciclone ha parlato sul tema; «Santi
e peccatori: la dottrina evangelica della giustificazione per fede ».
In essa si parte dalla constatazione che il cap. terzo del Genesi
descrive il peccato come ribellione, ossia trasgressione dei limiti, posti da Dio all’agire umano,
nel tentativo di sostituirsi al
Creatore. Questa costituisce Tinterpretazione tradizionale di quei
passi biblici, a cui se n’è contrapposta un’altra più recente che
identifica il peccato con l’irresponsabilità dell’essere umano a
danno dei suoi simili e della natura intera.
Comunque lo si voglia definire,
il peccato diviene «estremamente peccante» (secondo l’espressione dell’apostolo Paolo in Rom.
7: 13) quando si concreta nel desiderio umano di autogiustiflcazione, che porta ad escludere la
giustizia divina rivelata nella crocifissione e resurrezione di Cristo. Quanto alla santità, essa è
considerata dagli autori del Nuovo Testamento come una caratteristica di tutti i credenti (si veda
I Cor. 1: 2), che sono chiamati e
resi degni della chiamata da Dio
stesso; ciò va contrapposto alla
concezione del santo glorificato
dagli uomini per le sue presunte
virtù, in modo da essere idolatrato e costituito come «mediatore
aggiunto » presso Dio.
Il pastore Eugenio Stretti ha
poi parlato sul tema; « Le nuove
frontiere della liberazione».
Questa seconda relazione è iniziata con una premessa storica
sulle lotte di liberazione dal colonialismo, durante il dopoguerra, dei popoli oppressi del cosiddetto « terzo mondo ». A favore
di tali paesi divenuti indipendenti il mondo industrializzato intraprese una politica di sostegno economico, tecnologico e finanziario, la quale doveva promuovere uno sviluppo economico-sociale che non c’è mai stato, essendo a tut’oggi esistente il
divario di ricchezza fra « nord »
e « sud » del mondo, assieme
alla dipendenza economica di
questo da quello.
E’ in questo contesto storico e
sociale che nasce e si diffonde,
in America Latina, la teologia
della liberazione, ad opera di teologi come Gutierrez, Boff, Miguez: con essa si afferma che la
riflessione su Dio e sull’uomo deve avere per conseguenza un progetto politico di trasformazione
della società. La teologia della liiDerazione, inoltre, si traduce
sempre in azione concreta, essendo inconcepibile come realtà meramente speculativa e coniugandosi, invece, con le necessità e
le lotte delle comunità cristiane.
Dalle esperienze delle chiese latino-americane, ha concluso Eugenio Stretti, il protestantesimo
europeo può apprendere l’importanza della collaborazione ecumenica fra chiese diverse, non in
funzione di im superamento acritico delle differenze tra confessioni, ma al fine di contrastare
con maggiore efficacia le strutture oppressive tipiche delle società capitalistiche.
Mostra per
la pace
BARI — Lunedì 19 dicembre,
nei locali della chiesa valdese si
è inaugurata la mostra « per una
cultura della pace».
Lungo le pareti della chiesa e
al suo esterno sono stati affissi
poster e materiale di propaganda pubblicato da enti, da associazioni e comitati per la pace.
Dopo il saluto del pastore
Gianna Sciclone, ha introdotto li
pastore battista Anna Maffel
Aprile della chiesa di Gioia del
Colle (BA). E’ intervenuto il pastore Giuseppe Mandato della
Chiesa apostolica in Italia con
una incisiva riflessione sul problema della pace nel mondo.
E’ seguito un concerto della
corale ecumenica di Bari, composta da sorelle e fratelli di diverse
confessioni, diretta da Anna Sinigaglia, battista.
Subito dopo si sono succeduti
gli interventi di Diego Ciprlani,
cattolico, del Coordinamento per
la pace di Bari, che ha illustrato
l’appello rivolto nell’ottobre 1988
ai cristiani di Puglia, dal titolo
«Terra di Puglia, terra di speranza » per il quale è stata indetta
una raccolta di firme; di Anna
Portoghese, cattolica, presidente
del Gruppo ecumenico di Bari e
di Massimo Conese dell’Associazione per la pace. Numerosa la
partecipazione di evangelici, cattolici, di pubblico in genere a
cui sono stati distribuiti pubblicazioni e volantini approntati
per l’occasione.
La mostra è stata aperta fino
al 31 dicembre.
Cura pastorale
RIO MARINA — Il predicatore locale Leonardo Casorlo si
alternerà col pastore Scuderi nella cura pastorale delle chiese di
Rio Marina e Piombino.
6
fede e cultura
6 gennaio 1989
MILANO
Neo protestantesimo?
Fede e politica
nel mondo moderno
Tre diverse voci per discutere alla luce dei diversi e contraddittori atteggiamenti che si possono riscontrare nella chiesa cattolica
Alla presenza di un pubblico
numeroso e partecipe si è svolto giovedì 15 dicembre presso
la chiesa metodista di via Porro
Lambertenghi im dibattito promosso dal Centro culturale protestante sul tema « Neoprotestantesimo? Fede e politica nel
mondo moderno», con la partecipazione di Sergio Rostagno, Mario Cumlnetti e Massimo Cacciar!.
Dopo l’introduzione, curata dal
pastore Valdo Benecchi, il teologo cattolico Mario Cimiinetti
ha osservato come la laicità
sia sempre stata il problema fondamentale del cattolicesimo, fin dallo scorso secolo
quando si accusava la Riforma
di essere alle radici di tutti i
mali della civiltà contemporanea. Ora la polemica investe due
filoni del cattolicesimo, ma i toni restano ancora quelli delia
crociata. Negli anni immediatamente successivi al Concilio le
accuse venivano formulate prevalentemente a livello teologico, poiché si era sottolineato
con troppo enfasi il primato
della Parola di Dio sul magistero della chiesa. Ora, il discorso
avviato dal settimanale « Il Sabato » avvalora la tesi che la
DC, pur detenendo formalmente
il potere polìtico, abbia culturalmente alleato ed altre forze,
a scapito dei principi cristiani
che hanno dato vita al suo potere. E’ stato tm suicidio senza
precedenti, che nel volgere di
una generazione ha smantellato
dall’interno una costruzione assai solida. E questo è avvenuto
grazie alla complicità di una
parte del mondo cattolico, in
particolare quella che si rifaceva ai pensiero e agli insegnamenu di Maritain. L’accusa, a
detta di Cuminetti, non solo pecca di validità in quanto è caratterizzata da una lettura distorta e riduttiva del pensiero del
filosofo cattolico ma, evento
assai grave, è state per molti
mesi passata sotto silenzio dalla gerarchla cattolica ambrosiana. Così, preoccupandosi di non
intervenire, sulle scelte sociopolitiche, si rischia anche di
non sapere percepire il carattere
escatologico della missione della chiesa.
Massimo Cacciari, dell’Università di Venezia, presentando ima
riflessione sul rapporto tra fede
e politica con gli occhi di un
non-credente, ha sottolineato
come gli integralisti cattolici
facciano confusione tra la sfera
della fede e quella della politica, riprendendo tra l’altro un
metodo che criticamente è imputabile anche a Maritain. La fede invece parte dal presupposto
che la salvezza avviene attraverso la predicazione della croce,
cioè della vicenda del figlio di
Dio risorto per tutti coloro che
credono in lui. Si tratta di una
affermazione in qualche cosa
che non è percepibile con immediatezza e che non può essere
ricondotta a una brutale esperienza, a un raptus o a un colpo
di fulmine, poiché si innesta in
un cammino di speranza. Non
solo dunque vedo l’invisibile, ma
spero che si ricostituisca la totalità della vita divina. L’annuncio as.sume cosi un carattere
radicalmente rivoluzionario. Parimenti, la dimensione di agape
Al tavolo, da sinistra: Sergio Rostagno, Mario Cuminetti, Valdo Benecchi, Massimo Cacciari.
va inquadrata escatologicamente, perché ridurre il fondamento del messaggio all’espressione
« ama il tuo nemico » implica
che esista un nemico, mentre
la dimensione più autentica della rivelazione è costituita dall’amare come Dio ci ha amati,
cioè qualcosa di impossìbile per
il pensiero umano, dato che presuppone dono e sacrificio gratuito.
Ne consegue che le chiese
hanno sistematicamente impoverito la trasmissione del Verbo in una maniera impressionante. Gesù disse che veniva a
compiere la legge. Questo significa un salto enorme, perché in
tei modo l’uomo, non potendo
egli stesso effettuare questa operazione, deve riconoscere la
relatività del suo potere. Un dominio con cui intreccia strettamente i confini tra politica, legge e peccato. Che cosa è infatti
la politica se non uno sforzo
coordinato per dettare le leggi?
La legge si regge sul presupposto del peccato, riconoscendo
intrinsecamente la prepotenza di
ciò che nega. Come può reggere la classica distinzione « date
a Cesare quel che è di Cesare e
a Dio quel che è di Dio »? Significa, ed è il nocciolo del discorso sulle relazioni tra fede e politica, impostare un’equazione
che a nessun titolo può essere
paritaria. Da im lato, infatti, con
Cesare si instaura un rapporto
precario, sottoposto al giudizio
della legge con tutti i suoi limiti; dall’altro, con Dio, si impone
una « genuflessione » l’accettazione di un rapporto di obbedienza.
Quale è allora il ruolo della
chiesa? Al suo interno non possono che agire tutti i semi del
dramma, essendo contestualmente una formidabile organizzazione politica che cerca di tenere unite le forme della legge
e la dimensione escatologica della giustizia. Da un insieme di cpposti, non può che emergere un
potenziale contrasto.
Sergio Rostagno, della Facoltà
valdese dì teologia, ha evidenziato come sia improprio accusare una frangia del cattolicesimo di essersi protestantizzato,
quando è prassi della chiesa romana operare per inglobare i
dissensi al suo interno. Fin dalle
sue origini, il protestantesimo ha
adottato la politica della mano
DIBATTITO
Indifferenza
e comportamento
Mirella Bein Argentieri, concludendo un suo commento (cfr.
n. 6.5) a un articolo di Sergio
Quinzio (La Stampa, 26.4) esorta tutti, credenti e non, a non
sottovalutare la minaccia implicita nella indifferenza di fronte
a qualsiasi verità, che va sempre
più diffondendosi come sottile
malattia del comportamento.
E’ forse inutile dire che sono
d'accordo con questa esortazione, anche se mi sembra opportuno aggiungere qualche considerazione, non per rafforzarne la
validità ma i>er chiarirne gli aspetti per me più significativi.
tesa nei riguardi dei cattolici,
nella speranza di dar vita a un
fraterno scambio di opinioni. La
risposta del cattolicesimo non
si è mai aperta alla speranza,
arroccandosi alla figura del Papa come una trincea carismatica dalla quale dipendevano le
sorti della chiesa. Rostagno ha
poi giustamente ribaltato l'accusa mossa agli ambienti cattolici più aperti al dialogo di seguire le orme della Riforma nella condiscendenza verso il mondo moderno, privilegiando individualismo e sentimentalismo.
Non sono questi ultimi gli emblemi di molta parte delia cultura cattolica più tradizionale? I
protestanti restano fedeli alla
Parola di Dio, e forse perdono
terreno rispetto a un cattolicesimo più confacente al periodo in
cui viviamo, nel quale si cede
al fascino delle immagini e dei
simboli piuttosto che te duro
tirocinio della ricerca e della
riflessione. Eppure ì rapporti
culturali paiono fecondi, e nelle
facoltà cattoliche di teologia si
studiano gli autori protestanti.
Ma viene da chiedersi quali concetti siano realmente ritenuti,
se il dialogo ecumenico non riesce a decollare. Il cattolicesimo,
infatti, non rinuncia a percepire
il rapporto uomo-Dio come una
affermazione di grandezza (le
cattedrali) o di presenza ecclesiale anziché di fede e di testimonianza (i croceflssi).
E’ diffìcile 'affermare se il cattolicesimo sia riuscito o meno
nel suo intento di contrapporsi
al mondo moderno. Bisogna però considerare che cattolici e
protestanti, nel vagheggiare le
potenzialità dell’uomo nuovo, si
sono entrambi perduti. Tuttavia
la crisi nella sfera etica non risparmia neppure i cosiddetti
laici, anch’essi alla ricerca di un
modello indefinibile. La prassi
impone allora di ripensare la
coerenza della fede come unica
ancora verso la perfezione e la
storia, in questo cammino, può
darci una mano: nonostante le
divisioni e gli integralismi vecchi e nuovi, il cristianesimo non
ha dato luogo a regimi di stampo teocratico, a riprova che gli
ideali politici stanno su un binario e la ricerca di fede corre
su una via differente.
sere leali testimoni significa, a
mio parere, innanzitutto riconoscere rimjjerfezione delle nostre capacità di ascolto (siamo
sicuri di aver sempre orecchie
per udire, sgombre cioè da pregiudizi, invidie e sospetti?) ed
essere disponibili ad udire il
messaggio che la Parola ci sa
porgere anche attraverso l'ascolto dei fratelli.
Non mi pare d’essere troppo
lontano dal vero se ritengo di
poter affermare che la cultura
deH’indifferenza, partendo dalla
convinzione di una presunta superiorità intellettuale dell’illuminismo agnostico, oscilla fra un
disimpegno distaccato e talvolta
beffardo nei confronti di chi crede e un generico quanto facile
ecumenismo di comodo, timoroso delle differenze e capace di
includere rinunce, arrendevolezze e pesanti dismissioni di identità. Per la verità, proprio « le
conseguenze negative o addirittura catastrofiche del non ancora esaurito conflitto fra le diverse religioni che si pretendono unicamente vere » (sono parole di Sergio Quinzio) hanno
finito col persuadere che la moderna tolleranza sia frutto di suprema indifferenza nei confronti
delle religióni positive. Eppure
anche un superficiale esame della storia della Riforma potrebbe
dimostrare che la riflessione sulla tolleranza da parte di credenti, anche se eterodossi, era già
presente fin dal XVI secolo (Aconcio, Castellione, Perna, Socini).
E nei secoli successivi saranno
i dissidenti (valdesi, anabattisti,
battisti, quaccheri, metodisti,
hutteriti, fratelli e così via dissentendo e protestando) a chiedere libertà di culto con una continua contestazione delle chiese
di stato: senza l'aggressiva disubbidienza, senza i risvegli suscitati da questi gruppi, la richiesta di un vivere associato
libero e pluralista sarebbe stata
vana e la società sarebbe naufragata nel mare del conformismo. La prima sollecitazione alla tolleranza non nasce già da
una proposta di indifferenza, ma
proprio dalla ribellione all'indifferenza religiosa.
Tolta di mezzo ogni intollerante interpretazione personale ed
eliminata l'imposizione di modelli « personali » di compiortamento (i modelli si propongono,
non si impongono; è peccato di
presunzione: Luca 18: 9-14; I
Cor. 11: 1) unico fondamento al
vivere associato dovrebbe restare la regola aurea dell'Evàngelo:
« Non fare agli altri quel che
non vorresti fosse fatto a te »,
che, secondo refficace proposta
di Guido Calogero, andrebte attualizzata nella formula: « Lascia
agli altri la stessa libertà di pensare e di agire che richiedi pelle e per le tue idee ».
Posto ciò alla base del comportamento civile, essere testimoni leali significa saper proclamare con tutta la forza della nostra anima la differenza che ci
deve separare dal mondo in
quanto imitatori di Cristo (I Cor.
11; 1), e questo non sarà certo
di intralcio alla crescita della libertà di tutti.
Se è vero, come è vero, che
contro ogni ritorno di intolleranza occorre saper essere vigili e pronti anche all'estremo sacrificio per la difesa del diritto
alimi ad essere se stessi, è altresì vero che in ogni caso è
indispensabile essere disposti con
lo stesso impegno a difendere la
nostra identità di credenti. E ciò
rappresenta soprattutto una decisa oppiosizione ad ogni forma di
indifferenza nel suo significato di
male dello spirito, paura della
diversità, grigia assenza d'anima,
lontananza da Dio, morte seconda, morte più della morte: « Oh
fossi tu pur freddo o fervente!
Così, perché tu sei tiepido e non
sei né freddo né fervente, io ti
vomiterò dalla mia bocca » (Apoc.
3: 15-16).
Paolo Angeleri
Non è affatto necessario, pier
essere veramente democratici e
moderni, abbracciare una sorta
di anemica neutralità come alternativa alla illiberale intransigenza del cattolicesimo ufficiale,
impegnato a autoproclamarsi
unica ed infallibile mediazione
alla verità. E' sufficiente invece
— e ben più stimolante — riscoprirsi umilmente testimoni
leali di quella verità che la Parola sa e vuole suggerire a chi
abbia orecchie per udire. Ed es
Marco Rossi
asv e MASTRO GEPPETTO prcMnlano:
TERZO
TEKZ.UTV
monDopoli
Il primo gioco in RaKa
sul terzo rrxindo
Una proposta originóle
per dfveriifsi e rifletlere
n famigka, a scuoia,
nei gruppi, con gli amia.
Per ordini o tnformeziont; MASTRO GEPPETTO vie Boiogrv 1M • 101M Torino - Y 011/K1SO1
CiSV-CjoCNerì 131/0 • lOm Tonno «-011/IM307
7
6 gennaio 1989
fede e cultura
L’ETICA OGGI • I
;r
Questione meridionale e questione etica
Il continuo aumento del divario tra Italia del nord e Mezzogiorno - Un problema nazionale - La mercificazione del
valori - Il nostro compito di credenti e l’annuncio dell’uomo nuovo, non per la nostra gloria ma per quella di Dio
In un bell’articolo pubblicato neU’ultinio numero della rivista palermitana « Segno » Pietro Barcellona (docente di diritto privato nell'università di Catania) pone
con forza la questione etica
rispetto alla società meridionale, in particolare nelle
grandi città, e cita alcuni dei
casi più allucinanti di inefficienza, malcostume e corruzione verificatisi di recente a
Catania.
macroscopico della paralisi e
dello sfascio delle istituzioni
pubbliche, per cui ogni diritto del cittadino viene ignorato e trasformato in favore,
non è solo quello della corruzione politica, del ruolo egemone della mafia; tutto ciò
ha a che fare con quella che
è stata definita la « questione
morale » in Italia.
Fra i tanti risvolti con cui
si presenta oggi la questione
meridionale, quello etico è sicuramente i] più drammatico. Perché? Perché l’etica
(personale, civile, sociale) è il
fondamento dell’identità di
un popolo oltre che la base
di ogni convivenza umana, e
quando ogni confine viene
superato, si giunge a una situazione di invivibilità che
in ogni momento rischia di
diventare imbarbarimento.
La violenza
dello sviluppo
Per troppo tempo la questione meridionale è stata vista e analizzata unicamente
in termini quantitativi (il gap
economico tra Nord e Sud
dell’Italia) e le politiche più
serie messe in atto dai vari
governi hanno mirato soprattutto a ridurre questo gap.
Ora le indagini più recenti
confennano ancora una volta
che il gap continua ad aumentare anziché ridursi. Non
c’è da stupirsi: la questione
meridionale è nata insieme
all’unità d’Italia e peggiora
parallelamente allo sviluppo
della società italiana nel suo
insieme. Infatti, la questione
meridionale non è un problema regionale bensì una, anzi la questione nazionale, che
mette in causa le scelte politiche, economiche e culturali
dell’intero paese. La modernizzazione dell’Italia ha toccato anche il Meridione, ma
con effetti per lo più deleteri
che, ai mali antichi, hanno
aggiunto nuovi e più drammatici problemi.
Per quanto riguarda la società siciliana, il problema
non è solo quello più noto e
La questione etica è parte
della questione morale e si
evidenzia maggiormente nella società meridionale in
quanto, nel giro di pochi anni, il Sud è stato investito e
violentato da uno « sviluppo » che si è presentato unicamente nelle vesti di consumo materiale e di corsa sfrenata al superfluo. Ciò ha distrutto in poco tempo i vecchi modelli sociali e culturali
ed ha creato un nuovo modo
di comportamento in cui il
denaro è diventato la misura
di tutte le cose. La società
meridionale sta diventando
sempre di più quella dell’avere e sempre di meno
quella dell’essere. Intendiamoci: nulla di strano che ciò
avvenga in una società come
la nostra (e la Sicilia ne fa
parte) in cui ha prevalso
sempre di più ed in modo
ormai quasi esclusivo il solo
« valore di scambio ». Con la
differenza che, al Nord, il
passaggio da « valore d’uso »
a « valore di scambio » è avvenuto progressivamente nell’arco di secoli ed è stato accompagnato dall’elaborazione di una nuova cultura industriale che ha portato alla
creazione di nuovi valori d’uso (i servizi). Qui, ci si è trovati di colpo preda dei miraggi dello « sviluDDo », senza una sociologia né una cultura adeguate a recepirli criticamente.
D’altra parte si tratta di un
processo irreversibile e non è
pensabile fermare il tempo o
tornare indietro. Ma allora.
si è costretti a subire passivamente tutte le conseguenze
di un simile « sviluppo » selvaggio, sperando solo in un
improbabile riequilibrio naturale? No, di certo! Ma sta
proprio li la drammaticità
della situazione meridionale,
drammaticità che nessun ottimismo « sviluppista » riuscirà a negare. Anche perché
qui, come in Calabria e in
Campania, la mercificazione
di ogni cosa fa sì che la vita
umana non valga di più di
quella di un topo.
Il sistema mafioso è l’esempio più noto e lampante di questo dato di fatto, ma
è un sistema diffuso in tutta
la società, per cui la violenza
e la barbarie tornano ad essere i principali regolatori
della convivenza sociale, così
come lo erano nella società
pre-borghese.
Testimoni
della verità
Il Centro di formazione per meccanici, gestito dal Servizio Cristiano:
una scuola apprezzata per la qualità e la serietà.
Riesi: la piazza, nelle città del meridione, è il luogo d’incontro e di
scambio della parte maschile della popolazione adulta.
In una simile situazione
(che è quella della cronaca
quotidiana, da Riesi a Gela,
da Agrigento a Siracusa, da
Palermo a Catania), il nostro
compito di testimoni dell’uomo nuovo dovrebbe risultare
chiaro. Infatti, è questa situazione specifica (che è peculiare rispetto ad altre situazioni di sottosviluppo e di
arretratezza) che dà valore e
senso a quello che facciamo
e che diciamo. In una società
che sta perdendo il senso e la
dimensione di ogni cosa per
correre affannosamente dietro a un illusorio yitello
d’oro e che, pertanto, vive
sempre di più nella falsità, il
nostro tentativo rimane quello di essere testimoni della
Verità (cioè del vero uomo
ad immagine di Dio, Gesù
Cristo), non solo a parole ma
nella sperimentazione di proposte concrete in cui la gente
possa riconoscersi e farle
proprie.
Il successo non dipende dalla visibilità delle nostre realizzazioni né dall’enfasi del nostro discorso, ma
dalla coerenza e dalla perseveranza con cui siamo capaci
di portare avanti, malgrado
tutto, il nostro servizio e la
nostra predicazione. Quando
diciamo « noi », non intendiamo noi del Servizio Cristiano, ma noi come Chiesa
di Gesù Cristo, cioè discepoli
del Signore del mondo e della storia'! Il che vuol dire anche che non siamo qui per fare gli eroi in questa terra lontana ai confini dell’Europa,
né per portare i lumi della
« ragione » settentrionale,
ma semplicemente per cercare di essere servitori umili,
attenti ed ubbidienti del Regno, cioè del mondo che Dio
vuole per tutto il suo popolo
che è l’umanità, un mondo
più giusto, meno violento, un
mondo riconciliato in cui gli
altri non siano più « l’inferno » ma lo specchio della
bontà della vita e dell’.agape
di Dio.
Certo, proprio in questo
contesto tutto ciò può apparire come pura e semplice
utopia, come follia, divagazione, sogno sganciato da
ogni realtà. Ma la Chiesa di
Gesù Cristo è quella che si
conforma al realismo di questo mondo o quella che osa
l’impossibile nel nome del
suo Signore che ha vinto il
mondo? Certo, ciò significa
andare contro corrente, rifiutare la logica di questo tipo
di « sviluppo », indicare e
sperimentare vie diverse che
vadano nel senso di una reale
umanizzazione della società
anziché di una sua totale alienazione. E ciò richiede rigore, tenacia, fiducia. Ma non è
questa la logica della croce
che è una sfida alla logica di
questo mondo?
Eroi? No, solo
uomini
Ma, ancora una volta, non
siamo qui per fare gli eroi, o
i farisei (nel senso di puri, separati dagli altri). La Chiesa
(di cui facciamo parte) è fatta di gente comune, normale,
di gente che si arrabbia e che
litiga, ma che di fronte alle
questioni di fondo, quelle di
vita o di morte, deve saper
seguire il suo Signore e quindi lottare contro tutti gli altri signori di questo mondo.
Qui è la discriminante. Ma
cosa vuol dire questo in una
società così violenta, così
assuefatta al sopruso, all’ingiustizia, all’inganno, al delitto quotidiano da non avere più la capacità di indignarsi, di ribellarsi, di dire
« no » e di tentare vie nuove? Spesso abbiamo l’impressione che anche le nostre
chiese abbiano perso questa
capacità, questo coraggio della fede, come se anche loro
fossero vittime del mito del
benessere materiale che induce a non rischiare nulla
per nulla. Ma se la Chiesa tace o è troppo timorosa, il Signore può far sì che anche le
pietre parlino, perfino nel
paese in cui « le parole sono
pietre ».
Anche oggi ci possono
essere (e ci sono, grazie a
Dio) delle « Ruth la maobita », delle « donne sirofenicie », dei « samaritani », cioè
dei marginali che ci fanno riprendere coscienza della nostra vocazione. Sempre più
spesso e da più parti ne incontriamo che ci dicono:
« Perseverate, non mollate, la
vostra è una via nuova, diversa, anche se è stretta,
storta, irta di difficoltà e di
contraddizioni ». Parole che
ci gratificano ma che ci mettono anche in crisi perché
toccano il punto nodale della
nostra ricerca, della nostra
fatica e del nostro tentativo:
la nostra, in fin dei conti, è
una proposta etica — che, di
conseguenza, ha anche una
valenza politica e culturale
— ma corre costantemente il
rischio di essere fine a se
stessa, cioè di essere per la
nostra gloria (per la nostra
autoaffermazione e autorealizzazione) anziché essere per
la gloria di Dio (cioè fermento realmente trasformatore
della realtà in cui siamo posti).
Ma, in questo dilemma, è
la realtà stessa — o meglio,
l’incontro tra questa realtà
e la nostra fede — che ci interpella sempre di nuovo e
che ci richiama al nostro
obiettivo: quello di essere al
servizio della costruzione di
uomini nuovi, cioè di persone libere, indipendenti, responsabili, capaci di spirito
critico, di discernimento, di
iniziativa, non solo per se
stesse ma nella consapevolezza di essere membri di una
società che ha bisogno di loro per non lasciarsi andare
alla deriva di una vita senza
valore e senza valori.
Jean-Jacques Peyronel
8
8
ecumenismo
6 gennaio 1989
I CRISTIANI E IL SENSO DELLA SOLIDARIETÀ’
Aiutiamo gli armeni
Quale atteggiamento di fronte a drammi e ingiustizie? - La fede ci
impone di non chiudere mai gii occhi nelle situazioni di sofferenza
Echi dal mondo
cristiano
Ci sono popoli la cui storia è
costellata di sofferenze di ogni
genere e che ben difficilmente
trovano vero interesse e solidarietà.
Il popolo armeno è uno di questi. All’inizio del secolo è stato
vittima di uno dei più spaventosi genocidi che la storia ricordi
— minoranza cristiana nel pieno
del mondo isltimico — da petrte
dei turchi fta la sostanziale indifferenza delle nazioni europee.
Negli ultimi mesi ha subito ancora ima volta ¿i insulti di una
popolazione islamica della quale
quarant’anni di dominio comunista non hanno attenuato il fanatismo religioso. Ora uno dei più
disastrosi terremoti ha seminato
la morte e la desolazione fra la
popolazione. Un sentimento di
umana solidarietà sembra risvegliarsi in questa circostanza ed
è sperabile che la tragedia ispiri
anche ai popoli vicini il superamento dell’odio e una reale volontà di pace.
• * •
Credo, tuttavia, che ci debba
essere im sentimento di solidarietà « cristiana ». Si ha talvolta
l’impressione che domini fra noi
im senso di masochismo, una
certa tendenza aU’autoflageUcizione, indulgendo a sentimenti di
generica e acritica giustificazione degli altri.
Combattiamo tante ingiustizie
ed è bene, ma non siamo pronti
a combatterle tutte. E’ sintomatico il fatto che si ignorino spesso quelle che colpiscano popolazioni « cristiane ». Chi si ricorda
delle oppressioni che subiscono
le popolazioni « cristiane » nel
sud del Sudan e in altri paesi
deH'Africa e dell’Asia? Si tratta
di popolazioni per la più parte
povere e non certo di « oppressori », ma non fanno storia.
Perché? Non sarebbe il caso di
dedicare anche a loro l’interesse che si dedica agli altri? Non
avrebbero anch’essi il diritto di
sentire la solidarietà di coloro
di cui condividono la fede e la
confessione religiosa, oppure l’essere « cristiano » è un titolo di
disonore che non merita solidarietà?
* * ♦
Certamente noi p>opoli « cri
stiani » abbiamo molte colpe e
ne sentiamo la responsabilità sia
f>er il riferimento all’Evangelo,
sia p>er la sensibilità culturale,
ma sarebbe veramente tragico
se non ci si rendesse conto del
peso della crudeltà umana quale ha gravato presso tutti i popoli e se dimenticassimo quanto
fanatismo, quanta crudeltà anche
oggi imjjera al di fuori del mondo occidentale: « non c’è giusto,
neppure uno ». Se come cristiani abbiamo maggiori responsabilità, non possiamo chiudere gli
occhi dinanzi all’oppressione, da
chiunque sia compiuta.
Ci poniamo il problema dell’accettazione degli immigrati dal
Terzo Mondo, ma dovremmo p)orci emche il problema di come
rendere validi anche per loro i
principi che difendiamo relativi
alla libertà, alla giustizia, al rispetto della persona, in particolare p>er quanto riguarda i diritti della donna. L’idea di ima società « pluriculturale » non deve
far dimenticare i principi annun
ciati dalla « Dichiarazione dei diritti dell’uomo » che dovrebbe
valere per tutte le culture.
La Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia ha promosso una sottoscrizione a favore
delle popolazioni colpite dal terremoto in Armenia.
L’ammontare sarà fatto pervenire alle popolazioni sinistrate
attraverso il Consiglio Ecumenico delle Chiese. L’aiuto finanziario è certamente necessario, ma
credo sarebbe importante anche
¡’aiuto spirituale, l’espressione
della solidarietà nella fede a fratelli così duramente provati, affinché al dolore della tragedia
non si aggiunga l’insinuazione
della maledizione di « Allah » come sembra venga loro detto. Sono « cristiani » — forse solo culturalmente (ma chi può giudicare!) — e la solidarietà nella comimione di fede non è meno importante che quella finanziaria.
Aiutiamoli finanziariamente, ma
anche lireghiamo per loro.
Alfredo Sonelli
ROMA
I protestanti svìzzeri
incontrano il Papa e la FCEI
Gli incontri della delegazione sospesi in un primo momento per la
questione della « ospitalità eucaristica » - Un programma molto fitto
La « Comunità di lavoro delle
chiese cristiane svizzere», organismo ecumenico protestante e
cattolico, ha compiuto una visita
a Roma dal 4 al 10 novembre. La
delegazione avrebbe dovuto venire a Roma già due anni fa, su
Invito del papa Giovanni Paolo
II, ma il viaggio era stato sospeso a causa delle reazioni protestanti alla dichiarazione della
Conferenza episcopale svizzera
che condannava la « ospitalità
eucaristica», cioè il Ubero accesso alle celebrazioni eucaristiche
cattoliche e protestanti, un problema molto sentito in Svizzera
dato il grande numero di coppie
interconfessionali.
La delegazione della Comunità,
una trentina di persone, era composta da rappresentanti della
Chiesa cattolica romana, della
Chiesa cattolico-cristiana (vecchi cattolici), della Chiesa luterana, della Chiesa evangelica metodista, dell'Esercito della Salvezza e della Federazione delle
chiese protestanti della Svizzera.
Nei suoi incontri con il Segretariato per l’unità dei cristiani, il
Segretariato vaticano per i non
credenti, la Commissione Justitia et pax, la Congregazione per
la dottrina della fede, e infine
con il pontefice Giovanni Paolo
II, la delegazione ha presentato
la particolare situazione ecumenica esistente in Svizzera e ha
fatto riferimento a una serie di
problemi aperti.
La domenica 6 novembre i
membri della delegazione hanno
Delegazione
in Armenia
partecipato alle funzioni religiose nelle chiese evangeliche e cattoliche di Roma. Lunedì 7 novembre la delegazione al completo si è incontrata con i rappresentanti valdesi nell’aula magna della Facoltà valdese di teologia. Il past. Franco Giampiccoli, moderatore della Tavola valdese, ha parlato della chiesa valdese, il decano prof. Paolo Ricca
ha presentato la Facoltà teologica valdese. Maria Sbaffi Girardet, presidente della Commissione per le relazioni ecumeniche
della Tavola valdese, ha fatto il
punto sui rapporti ecumenici in
Italia, il past. Giorgio Bouchard,
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
(POEI) ha illustrato le attività
della FCEI. (nev)
GINEVRA — La scorsa settimana la delegazione mista del
Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEO e della Conferenza
delle Chiese Europee (KEK) ha
visitato l’Armenia devastata dal
recente terremoto. Nel riferire
al Centro ecumenico di Ginevra
le proprie impressioni, la delegazione del CEC/KEK ritiene
che il lavoro prioritario da compiere nelle zone del sisma sia
quello di costruire il più presto
possibile alloggiamenti provvisori per i sopravvissuti. Della
delegazione faceva parte anche
l’armena Teimy Pirri-Simonian,
che ha osservato come il sisma
abbia distrutto la più antica regione dell’Armenia, l’unico luogo dal quale gli armeni non sono mai stati sradicati in 4.000
armi di storia. Intervistando alcuni sopravvissuti, Teimy PirriSimcnian ha notato che tutti
considerano la grande catastrofe
abbattutasi sull’Armenia, più
che una tragedia personale, una
tragedia di tutto il popolo armeno. Una dorma gravemente
ferita che ha perduto 15 familiari ha risposto aH’intervistatrice con le parole di un poeta
armeno: « Noi esistiamo e noi
continueremo ad esistere ». Prima del sisma — ha dichiarato il
protopresbitero armeno Tsetsis
— la chiesa apostolica armena
aveva destinato 1,7 milioni di
rubli (tre milioni di dollari)
per l’accoglimento dei profughi
armeni dell’Azerbaigian. « In
realtà — dice padre Tsetsis —
due terremoti haimo colpito l’Armenia: uno è fisico e l’altro è
politico, e non sappiamo quale
dei due lascerà le tracce più profonde ». Al momento — osserva la delegazione ecumenica —
la solidarietà internazionale è
molto vasta e viva. I soccorsi
provengono da 65 Paesi diversi;
il problema numero imo non è,
in questo momento, quello dei
viveri, quanto quello di permettere ai sinistrati di abbandonare al più presto le tende dove
trascorrono la notte.
Si calcola che ci vorranno
almeno due anni per rimuovere
le rovine e costruire edifici definitivi a carattere antisismico.
La velocità della ricostruzione
è cormessa con il flusso degli
aiuti internazionali che si spera
non rallenti presto.
Solidarietà
dei battisti
MOSCA — Tra gli aiuti che il
governo sovietico ha sollecitato
all’indomani del terremoto in
Armenia c’è anche quello delle
chiese battiste nell’area di Mosca. Esse haimo risposto con
grande disponibilità raccogliendo fondi e assistendo oltre duemila bambini (molti dei quali
orfani o seriamente feriti nella
catastrofe), che sono stati trasportati a Mosca dalle zone terremotate. Nell’area del terremoto si trovavano anche tre piccole comunità battiste (una di 80
membri, un’altra di 45 e l’ultima di 35); una di queste, localizzate nella seconda più grande
cità dell’Armenia, Leninakan, sul
confine turco, ha perso, distrutto dal terremoto, il proprio
edificio di culto. Il mondo battista internazionale si è già
mosso da tempo inviando aiuti
consistenti.
Denton Lotz, segretario generale della Baptist World Allian
a cura di Giuseppe Platone
ce, e il suo presidente Noel Vose
haimo inviato un messaggio al
leader sovietico Gorbaciov in
cui, tra l’altro, si afferma: « ...il
popolo battista è pronto ad aiutarvi in questa tragedia in tutti
i modi possibili ».
Sud Africa
presidente
metodista
CITTA’ DEL CAPO — Il pasto
re nero Mmutlanyane Stanley
Mogoba è il nuovo presidente
della Chiesa metodista in Sud
Africa. Mogoba, per i prossimi
tre anni, è intenzionato a portare avanti il processo di parità
tra neri, bianchi, asiatici e meticci nelle chiese e nella società.
La Chiesa metodista del Sud
Africa conta 830.000 membri.
I cristiani e il ’’nuovo
corso” di Adamec
PRAGA — La teologa Anezka
Ebertova del Czechoslovak Ecumenica! Coimcil, in una corrispondenza alla nostra redazione,
conferma che dal 1.1.’89 le sperimentazioni economiche a «macchia di leopardo » che prevedono
l’autofinanziamento di ogni industria si allargheranno a tutto il
territorio nazionale, con l’invito
alla popolazione a partecipare
maggiormente alle scelte politiche fondamentali.
In questo « nuovo corso », avviato dal presidente del consiglio Adamec, i cristiani sono stati invitati dal direttore governativo del segretariato per i rapporti con le chiese, V. Janku, a
partecipare ai processi di democrazia in atto assicurando che
nessuna forma di discriminazione verrà attuata nei loro confronti.
La repubblica socialista cecoslovacca riconosce 19 denominazioni religiose (tra queste anche
quella ebraica) di cui 11 sono
membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese e 15 lavorano nell’ambito della Conferenza per la
pace.
Una speciale commissione ecumenica per l’informazione, in cui
è attiva anche la chiesa cattolica
largamente maggioritaria, prepara regolarmente trasmissioni radiofoniche sui principali avvenimenti ecclesiastici ; una sintesi
viene anche trasmessa all’estero
in inglese, francese e tedesco.
Da 6 anni è molto attivo il « forum ecumenico delle donne», che
sta già elaborando la liturgia
della giornata di preghiera per
l’unità dei cristiani del gennaio
1990.
I>ocenti donne
STRASBURGO — Per l’anno
accademico 1988-89 la Facoltà
di teologia protestante di Strasburgo — che attualmente conta 381 studenti, di cui 167 iscritti per la licenza in teologia e il
dottorato — ha due nuovi docenti donne: Marjolaine Chevallier, che insegna storia del cristianesimo (è specialista del
XVII e XVIII secolo) e Isabelle
Greffier, attualmente pastore a
Nancy e dottore in teologia, che
occupa la cattedra di teologia
pratica.
Fonti: BIP/SNOP - EBPS - EPD Conversazione diretta con ia doti.
Ebertova.
9
■6 gennaio 1989
valli valdesi
ALLE VALLI OGGI
USSL 43 VAL PELLICE
PINEROLO
La partita Approvato il bilancio
di pallone
Un impegno sempre più forte per sanità e assistenza - La convenzione
con la Comunità alloggio di via Angrogna - Tutelare i più sfavoriti
Chi ha perso il derby di capodanno? Il risultato sul campo dice che la Juventus (sponsorizzata dall’Aristón di Merloni) ha
vinto per 1 a 0 contro il Torino
( sponsorizzato dalVIndesit di
Merloni).
Ma fuori campo hanno perso
gli operai dell’Indesit (di Merloni), senza stipendio dal 3 settembre scorso. Infatti nonostante le assicurazioni governative,
i pareri tecnici del CITI, gli ordini del giorno dei consigli comunali, provinciali e regionali
del Piemonte e della Campania,
i 4.000 lavoratori Indesit (di cui
2.300 in Campania e 1.700 nel pinerolese) non hanno visto rinnovata la cassa integrazione.
Come se non bastasse, il 27 dicembre sono arrivate 242 lettere
di licenziamento ad altrettanti
lavoratori della Seleco, l’industria che aveva rilevato con soldi pubblici l’ex Indesit elettronica. Allo stadio di Torino, alla
vigilia di Capodanno, oltre ai tifosi della Juve e del Toro c'erano
anche loro: i lavoratori licenziati e senza sussidio e certamente
non tifavano né Merloni, né governo a cui esponenti erano anch’essi in tribuna d’onore). Erano
Ti per ricordare con volantini e
con la voce la loro triste vicenda di uomini, e soprattutto di
donne, venute al Nord negli anni sessanta, per lavorare e trovare possibilità di una migliore
qualità della vita.
In quelle fabbriche di None e
di Orbassano avevano passato i
migliori anni della loro vita, si
erano magari conosciuti e si erano sposati ed erano famiglie della grande famiglia Indesit. Avevano lavorato sodo per offrire
alle famiglie italiane, ma anche
france.si, inglesi, tedesche, arabe, un frigorifero, una televisione, una lavatrice. Bassi salari e
lavoro intenso avevano permesso all’Indesit di essere competitiva nella « fascia bassa » del
mercato. Avevano lavorato cioè
per gente come loro.
Poi la crisi del mercato, la cassa integrazione, gli stabilimenti
amtninistrati da un commissario
liquidatore, la vendita alla Selecn. alla Merloni, la cassa integrazione, la ricerca di un altro posto di lavoro.
Ma per loro, donne al 75% con
un’età contpresa tra i 35 e 50
anni, il lavoro non c'è. Il nuovo
mercato del lavoro piemontese
non sa che farsene di donne prive di qualifica, che è difficile formare ad una nuova professionalità. Il padronato non disdegna
i soldi pubblici per la riqualificazione, ma — per favore — non
si possono qualificare le donne.
Che stiano a casa.
I sindacati premono ed alla fine la spuntano. La RIV promette una decina di assunzioni.
La Provincia promette di incentivare le aziende che assumeranno cassaintegrati con 2 milioni
di lire per le spese di nuova formazione professionale, il governo promette di attivare la commissione « grandi eccedenze » di
cui fa parte anche il gruppo Merloni. Promesse sotto l'albero, ma
il giorno dopo la triste realtà:
senza soldi e licenziamenti.
Eppure quanto costano te sponsorizzazioni al gruppo Merloni?
La Juve e il Toro non sono bruscolini e neppure il concerto al
Regio di Liza Minnelli (a cui le
cassaintegrate hanno inviato un
mazzo di rose rosse).
Loro invece, i lavoratori in
cassa integrazione e i licenziati,
si sentono come il pallone che
i giocatori di volta in volta buttano da una parte all’altra del
campo, prima di essere definitivamente gettato perché troppo
frusto. Ma questo è uno spettacolo che si gioca sulla pelle di
4.000 persone.
Giorgio Gardiol
Consiglio di fine anno i>er la
Comunità Montana Val Pellice
ma non privo di argomenti di
interesse; detto in altra parte delle dimissioni della vicepresidente CoYsson, l’assemblea ha esaminato ed approvato le proposte del comitato di gestione delrUSSL 43 per il bilancio 1989.
Le cifre che riguardano la spesa per la sanità sono in crescita
ovunque e, anche nell’USSL 43,
rimpegno nel settore è forte.
Sia il dibattito che la successiva deliberazione hanno evidenziato la difficoltà nella programmazione della spesa, essendo le
dotazioni dei fondi regionali, ancora una volta, assegnate in via
provvisoria.
Il totale dei bilanci per il settore sanitario e socio-assistenziale prevede il superamento dei
21 miliardi di lire, con alcuni
settori particolarmente significativi in termini economici.
Se nel settore del sociale un
grosso impegno riguarda la copertura delle rette per ricoveri
in istituti residenziali per adulti e anziani autosufficienti e non
(oltre 1 miliardo e seicento milioni), è chiaro che sul fronte
della sanità gli impegni maggiori riguardano l’assistenza ospedaliera (oltre 5 miliardi), quella
farmaceutica (3 miliardi e 300
milioni) e quella medico-generica e pediatrica convenzionata (1
miliardo e 350 milioni).
Altro argomento di interesse
affrontato e risolto è la convenzione con la « Comunità alloggio » di via Angrogna a Torre
Pellice; con questo atto si viene
ad istituzionalizzare un rapporto
di collaborazione già esistente
da anni tra i due enti e tra gli
operatori. La delibera assunta in
materia riconosce la validità della comunità alloggio, che si si
BOBBIO PELLICE
Tragedia
sfiorata
Si è sfiorato il dramma durante la notte di Capodanno lungo
il canalone della Biava, sotto la
cresta del Barant; un alpinista
di Luserna San Giovanni, Silvio
Fraschia, mentre nel pomeriggio
di sabato 31 era intento con un
compagno, Riccardo Bellion di
Torre Pellice, a risalire un canaletto ghiacciato, precipitava improvvisamente per una trentina
di metri prima che il compagno,
al quale era legato con la corda,
riuscisse a fermarne la caduta.
Dopo aver alla meglio « ancorato » lo sfortunato scalatore,
Bellion scendeva a valle a dare
l’allarme ed egli stesso guidava,
dopo le 19 di sera, un gruppo
di giovani del corpo nazionale
di soccorso alpino della Val Pellice.
Il buio, il freddo e la situazione del terreno non rendevano
certo agevole l’operazione, tuttavia in piena notte due soccorritori, Roby Boulard e Marco Fraschia, raggiungevano l’infortunato fornendogli un minimo di assistenza e cercando di limitare
i danni del freddo.
Soltanto il mattino seguente,
viste le fratture alle gambe riportate nella caduta, era possibile il trasporto in ospedale grazie all’intervento delFelicottero
dell’elisoccorso di Savigliano.
Capodanno in alta quota dunque, anche per i soccorritori, su
cui possiamo sorridere visto l'esito tutto sommato positivo della vicenda.
tua in una « estrema complessità dell’intervento educativo di
sostegno, recupero e promozione
di autonomia ».
Con la convenzione, che avrà
per il momento validità triennale, si stabilisce anche l’entità della retta giornaliera in 71.000 lire
(una retta relativamente bassa
rispetto a situazioni analoghe in
altre zone) ed il numero di minori affidati alle due comunità
in cui è suddivisa la struttura
di Torre Pellice: saranno in tutto 14 ragazzi con 7 educatori più
un coordinatore e l’USSL 43 individua per ora in 9 i posti necessari per il suo territorio, tutti attualmente occupati.
Sempre in tema giovani si è
discusso di alcune proposte illustrate dall’assessore Giraudo, inerenti la pubblicazione di un informatutto-giovani, tendente a
far circolare il massimo delle
notizie che riguardino questa fascia di età: dalle attività dei
gruppi presenti a notizie sulle
possibilità di lavoro ed altro.
Questo anche in collegamento
con un altro strumento a disposizione dei giovani che sta muovendo i primi passi in queste
settimane sotto la denominazione di consulta, argomento questo che approfondiremo sul prossimo numero del giornale.
Ancora, i consiglieri hanno approvato un ordine del giorno in
cui si esprime preoccupazione
rispetto alle recenti proposte della Provincia in materia di servizi soci'O-assistenziali, tendenti a
dismettere il suo impegno economico tramite riduzione annuale del 10%, in un settore per altro non di competenza istituzionale.
« Se da un lato si possono capire i problemi di natura economica che stanno dietro questa
proposta — è stato da più parti
ribadito — non devono però essere i più deboli e bisognosi a
pagare in termini di riduzione
di servizi. Sarebbero infatti colpite dal provvedimento le persone insufficienti mentali ed in
generale l’area dell’handicap ».
L’odg approvato chiede dunque che si arrivi ad un incontro
tra Provincia, Regione, USSL ed
ANCI (l’associazione dei comuni)
per puntualizzare competenze e
risorse sulla delicata materia.
Piervaldo Rostan
Non
dimenticare
il carcere
La decisione di chiudere il carcere di Pinerolo è ufficialmente
sospesa, ma lentamente il carcere si sta svuotando. I detenuti
quando vengono rilasciati escono
— è giusto — e tornano a casa
loro. Nuove ammissioni, trasferimenti da altri carceri non vengono fatte. Così le nuove ammissioni vengono unicamente dagli
arresti fatti nel pinerolese e di
competenza della locale magistratura.
C’è il pericolo che si arrivi alla
soppressione soft, per mancanza di detenuti.
Allora, addio al progetto di
sperimentazione di un «carcere
a sorveglianza attenuata»?
Non è così: più forze si stanno
pronunciando in favore di questa
sp)erimentazione della nuova legge carceraria. La Fgci provinciale lo fa con im suo comimicato.
PCI e DP in consiglio regionale hanno chiesto la discussione
in aula del disegno di legge che
stanzia i soldi per il finanziamento parziale dell’espìerimento.
50 milioni all’anno non sono molti, ma a questi dovrebbero aggiimgersi fondi del Ministero e
del Comune di Pinerolo. H progetto riguarda lavori di manutenzione ambientale nel Comtme.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
La Coisson si dimette:
“la giunta unitaria è senza idee”
Una legislatura carica di problemi - Attività agricola e cooperative
La notizia delle dimissioni dalla giunta della vicepresidente
Franca Coisson ha appena sfiorato il consiglio di Comunità Montana Val Pellice - USSL 43 riunito a fine d’anno; ad una precisa
richiesta del lilterale Merlo, è
stato precisato che la questione
sarà esaminata prossimamente e
pertanto i lavori sono andati avanti come se niente fosse.
In realtà pare proprio che questa legislatura non sia affatto facile per la comunità montana:
prima una lunga gestazione che
consentisse di accontentare tutti i partiti ed i comuni (?) in un
progetto politico che ha coinvolto anche altre, comunità montane ed organismi politici de] pinerolese, poi la sparizione dalla
scena politica dell’esponente di
spicco dei liberali locali. Gamba,
finito alle Mauritius, qualche altra dimissione, un esecutivo ringiovanito (qualcuno dice impoverito), il PLI fuori dalla giunta
ed ora le dimissioni di CoYsson.
Ci sarà un ricompattamento
per arrivare alle elezioni del ’90?
Sicuramente la Comunità Montana Val Pellice non era. fino alla scorsa legislatura, abituata alle continue crisi politiche, ma è
chiaro che la formula unitaria,
lungi dal coinvolgere tutti (partiti e comuni) nella gestione dell’ente e nella programmazione
politica, è vissuta più che altro
di mediazioni, spesso a danno di
una chiara linea di azione.
Alla fine, dunque, Franca Co’fsson comunica ai colleghi di giunta ed ai partiti che compongono
l’assemblea dell’USSL 43 « di non
poter condividere le decisioni a.ssunte negli ultimi tempi da codesto esecutivo ».
Dopo aver precisato che « un’attenzione particolare si è sempre
rivolta alla realtà agricola, povera di risorse ma preziosa per la
conservazione del patrimonio locale », si considera amaramente
la non volontà politica di finanziare la ristrutturazione del ma
Angrogna: un anno fa il dibattito sull’ovovia. Da destra: A. Charbonnier, P. Longo, F. Co'isson, l’arch. Chiaretta della rivista Alp.
cello cooperativo di Chiot dl’Aiga
in Angrogna.
Scrive infatti Franca CoYsson:
« La constatazione di una totale
assenza di volontà politica all’erogazione di un contributo per
il macello (...), pur in presenza
di non indifferenti possibilità finanziarie, pone in rilievo il cambiamento di orientamento di questa comunità montana, alla quale evidentemente non interessano
più le forme associate ».
Dunque « si vogliono colpire le
iniziative che trovano collocazione in un comune sempre in prima linea per promuovere servizi
ed accogliere proposte comunitarie, mentre si vogliono premiare
altri che hanno rifiutato nel passato o rifiutano adesso i servizi
promossi dalla comunità montana. Per intervenire nel territorio
del comune di Angrogna si invocano piani e programmi, per intervenire su quello di Bobbio basta destinare fondi senza cono
scere lo scopo finale dell’opera
(vedi strada per il Pra) ».
Pertanto si traggono dure conclusioni: « Non posso accettare
decisioni contrastanti con quanto realizzato in precedenza o programmato al solo fine di salvare
una giunta unitaria, che si rivela nei fatti senza idee guida, costretta alt’immobilismo dalla diversità di vedute dei suoi componenti e condizionata dal predominante campanilismo di qualcuno ».
Sarebbe persino facile a questo punto riandare al recente passato, quando abbiamo spesso sottolineato resistenza di problemi
seri nella gestione politica della
comunità montana, pur se rimanevano sempre « fra le righe »;
piuttosto si tratta di augurarsi
soluzioni che tengano veramente conto dei problemi reali della
valle con precedenza su interessi di singoli, partiti o comuni.
P. V. R.
10
10 valli valdesi
6 gennaio 1989
SOCIALISTI
VAL PELLICE
Incarico
lottizzato?
PINEROLO — Nel corso
dell’rii timo consiglio comunale
dell’anno, verso le ore 4 di mattina, si è saputa la verità. Il
consigliere socialista Pronello ha
confermato che è stato lui a fare
pressioni sull’arch. Moretti (nipote dell’assessore regionale socialista) perché rinunciasse ad
un incarico professionale per il
comune. Non voleva — ha detto
—- che si pensasse ad im incarico
frutto di una lottizzazione.
Ma il vicesindaco socialista, Bivò, ha detto che era una iniziativa personale di Pronello. L’arch.
Moretti ha denimciato in ima lettera le pressioni ricevute.
Coordinamento
sulle tossicodipendenze
Un’analisi del fenomeno droga e I primi interventi con le famiglie L’urgenza di sviluppare il volontariato - Il caso della Comunità di base
Può il problema droga essere
considerato solo una « emergenza »? O dobbiamo invece affrontarlo come un fenomeno che accompagnerà la nostra vita p>er
un periodo abbastanza lungo?
Su questa seconda posizione si
è pronunciato un gruppo di gio
VAL PELLICE
Api in pericolo
L’apicoltura in vai Pellice sta
vivendo un momento difficile; la
minaccia della vanx»a, un acaro
che succhiando la linfa degli insetti può portare alla morte una
famiglia di api nel giro di pochi anni, se non si interviene; è
ormai una realtà che interessa
quasi il 90% delle oltre 2.000 famiglie presenti sul territorio.
Eppure fino a pochi anni or
sono il fenomeno era ancora lontano dal Piemonte e nelle nostre
valli la pratica dell’apicoltura
visse una stagione assai felice;
ottima qualità del miele ottenuto, discreti raccolti, un buon
prezzo di vendita, facilitarono la
diffusione degli alveari; certo, in
molti casi si tratta di livello poco più che hobbistico, ma ci sono anche casi di elevate produzioni, tali da consentire di parlare di valida integrazione per
il reddito di alcuni agricoltori.
Naturalmente nascono anche i
tentativi di vendere miele acquistato altrove a poco prezzo come miele delle valli ricavandone
forti guadagni; nasce in vai Pellice una associazione di apicoltori che ha in Giovanni EÌaridon,
PINEROLESE
L'ecumenismo
in cammino
La visita alle valli valdesi del
dott. Mario Cignoni, della chiesa
valdese di Roma, può essere considerata una tappa del cammino
ecumenico che ha consentito, attraverso l’invito di don Giorgio
Grietti, parroco di Porte (Pinerolo), il confronto fra due gruppi
distinti, l'uno di giovani l’altro
di adulti, le sere del 21 e 22 novembre. Argamento: la Bibbia e
le sue traduzioni. Accolto con
simpatia da entrambi i gruppi,
l’oratore è stato seguito con interesse.
Nel pomeriggio del 23 novembre poi, Mario Cignoni ha tenuto la conferenza mensile per gli
iscritti allTIniversità della 111
età di Pinerolo, sullo stesso argomento, parlandone con vivacità di espressione e competenza,
data la sua attività presso la Società Biblica di Roma. Dalle sue
parole si è potuto vedere quanto cammino è stato percorso dalla prima traduzione dell'Antico
Testamento dall’ebraico in greco
aH’odiema traduzione in lingua
corrente.
La conferenza ha suscitato vivo interesse. L’ha dimostrato il
pubblico ponendo numerose domande, facendo confronti ed esprimendo riflessioni. E’ stata
pure ricordata l’esposizione di
messali e bibbie avvenuta alcuni anni fa nella biblioteca municipale di Pinerolo, intesa a presentare contemporaneamente autentici e preziosi testi antichi di
confessioni diverse.
L. R.
di Bobbio, un leader appassionato.
Ma ecco che, inevitabilmente,
si trovano in alcuni alveari le
prime tracce della presenza della varroa.
Tempestivamente l’associazione presenta alla Comunità Montana la richiesta per un contributo onde poter distribuire agli
apicoltori delle strisce fumiganti
di Folbex, uno dei due presìdi
sanitari autorizzati in Italia dal
Ministero della Sanità; cosa che
avviene in effetti nello scorso autunno.
La posa delle strisce in questione avviene con la collaborazione dell’associazione apicoltori e dei veterinari dell’USSL ed
i primi risultati hanno p>ermesso di evidenziare l’elevato livello di diffusione dell’infestazione.
La necessità di una energica
azione è confermata dai risultati ottenuti in parecchie regioni
italiane (Friuli, Emilia Romagna), dove la tempestività ha permesso di salvare anche l’80% del
patrimonio apistico.
L’assemblea degli apicoltori
della vai Pellice, indetta p>er sabato 7 gennaio presso il centro
d’incontro di Torre Pellice alle
ore 20.30, si occuperà anche di
questo problema.
Venerdì 13 gennaio, alle ore
20.30, presso la sede della Comunità Montana Val Pellice, in corso Lombardini 2, l’esperto di problemi apistici. Olivero, parlerà
ancora sul problema varroa.
O. N.
vani, operatori sociali e sanitari,
esponenti delle chiese cattoliche e valdese, che si è formato
recentemente a Pinerolo in appoggio al lavoro che viene svolto dalla équipe per la prevenzione e cura delle tossicodipendenze della USSL 44.
L’équipe ha prodotto una analisi del fenomeno nella USSL (Pinerolo, San Secondo, Prarostino,
San Pietro e pianura).
Nell’anno ’87 i tossicodipendenti in cura presso il servizio
sono stati una trentina.
Il che vuol dire almeno 300/4(X)
tossicodipendenti reali. Infatti il
rapporto per ogni tossicodipendente in cura rispetto al numero totale è di 1/15.
Per ora l’attività dell’équipe si
limita molto all’asi>etto di cura
collegato all’ospedale, che assicura almeno un posto letto per
terapie di disintossicazione.
Accanto a questo, si è realizzata una « terapia familiare » per
affrontare con le famiglie dei
tossicodipendenti il problema e
si sono realizzati inserimenti in
comunità.
Un centro di pronta accoglienza è stato deliberato dagli organi competenti della USSL ed ora
si attende che i lavori di ristrutturazione dei locali siano realizzati.
L’équipe lavora anche in stretto rapporto col carcere locale
nel quale sono ristretti detenuti
per il 70/80% tossicodipendenti.
NeirUSSL, a parte la « Cascina
della speranza », non esistono però strutture di accoglienza capaci di ospitare tossicodipendenti e così gli operatori devono rivolgersi a strutture anche fuori
regione, che hanno costi molto
elevati, fino a 150 mila lire giornaliere, il che limita molto le
capacità di affrontare il problema con queste soluzioni.
E’ perciò importante sviluppare il volontariato sociale in stretta collaborazione con il servizio
della USSL.
A questo proposito occorre rilevare come la « Comunità di base » di corso Torino abbia svolto
nel passato un importante ruo
lo di accoglienza ed abbia assunto da sola il carico di 4 tossicodipendenti, seguiti anche dal Servizio per gli aspetti medici. La
capacità di accoglienza, di ascolto e di dialogo di cui sono capaci i membri della Comunità di
base (che non è strutturata in
alcun modo come una comunità
residenziale, ma piuttosto come
chiesa) è stata determinante per
una buona soluzione del problema. I tossicodipendenti sono stati accolti ed inseriti in tutte le
attività della comunità (dallo studio biblico all’animazione) senza esclusioni e questo è stato determinante per l’avvio di un vero e proprio programma di « uscita ».
Ma se il volontariato può svolgere un ruolo importante, altrettanto dovrebbero fare altre istituzioni. Non è cosi. L’équipe denuncia nel suo rapporto annuale la mancanza di collaborazione con carabinieri, magistratura,
comandi militari.
Questo non può non preoccupare. Per combattere la droga
e per realizzare una efficace azione di prevenzione è necessaria la collaborazione di tutti. Occorre conoscere le reali motivazioni che portano ad imboccare
la strada della droga o dell’alcool (non dimentichiamo che negli ospedali vengono ricoverate
300 persone all’anno per alcolismo).
Qualcosa però si sta muovendo. Si sono organizzate riunioni,
informazioni nelle scuole e nei
quartieri. Ma è ancora troppo
poco, e soprattutto gli operatori
sono pochi.
Dopo i recenti casi di overdose qualcosa sembra però cambiare e si è avviata la costituzione di un comitato di coordinamento con il compito di tracciare una mappa del disagio, con
lo studio di possibilità di prevenzione e di promozione di una
politica sociale che offra concrete possibilità di riabilitazione.
Se son rose, fioriranno,
G. G.
Zootecnia
TORRE PELLICE — L’assessorato all’agricoltura della Provincia di Torino ha annunciato
un piano di sostegno alla zootecnia, in particolare per quanto riguarda la razza bovina piemontese e pezzata rossa valdostana
appartenenti a quegli allevatori
aderenti alla selezione e ai controlli frazionali di legge per l’anno ’88.1 finanziamenti prevedono
un contributo di 200.CKX) lire per
le primipare allevate in azienda e
di 350.000 lire per i tori selezionati e abilitati.
Le domande volte ad ottenere
i finanziamenti possono essere
presentate attraverso le comunità montane o le organizzazioni di
categoria.
Telefono
pubblico
TORRE PELLICE — E’ ripreso regolarmente il servizio di telefono pubblico presso gli uffici
della Pro Loco in via Repubblica; è ora possibile telefonare
semplicemente con qualsiasi tipo
di moneta e si spera di avere
presto anche il servizio telefonico mediante scheda magnetica.
Limiti
di velocità
LUSERNA S. GIOVANNI —
Incidenti sempre più frequenti,
alcuni purtroppo anche mortali,
ed ecco che il limite dei 50 km.
orari sulla provinciale verso Pinerolo è ormai arrivato a! limite
di Bricherasio. Non è una soluzione, dicono molti; altri vorrebbero un semaforo all’altezza
del ponte di Bibiana; soprattutto creano molti problemi le continue immissioni dai vari centri
di vendita presenti lungo la provinciale sul territorio di Luserna.
Nuovo palco
TORRE PELLICE — Si realizzeranno alcuni lavori al cinema
Trento : con un mutuo della Cassa DD.PP. si potrà usufruire di
un palco e sarà possibile la proiezione di diapositive; sono stati
anche ottenuti i fondi per il rifacimento del tetto danneggiato
dalla neve nella stagione ’86-87.
Orario ferroviario invernale TORINO - PINEROLO - TORRE PELLICE
1 1 1 1 1 (1) 1 ' 1 1 1 1 1 (1) 1 1 ”
Torino P.N. P- 1 0,11 1 4,21 1 —- 1 6,47 1 - 1 8,55 1 — 1 12,34 1 14,14 1 15,16 1 — 1 17,36 1 18,14 1 18,51 19,40 22,48 1 Torino P.S. P- 1 - 1 — ì — i - i 7,42 - 1 1 1 — — 1 — - 1 — — - — 1 Torino Ling. P. 1 0,16 1 4,26 1 — ! 6,52 1 7,54 9,00 ! — 1 12,39 1 14,19 15,21 1 - 17,41 1 18,19 1 18,58 19,46 22,53 1 None P. 1 0,34 1 4,48 ; — : 7,16 ! 8,13 9,17 1 — 1 12,57 1 14,35 15,38 1 — 17,57 ! 18,33 19,21 20,03 23,10 1 —
Airasca P- 1 0,38 1 4,56 1 — 1 7,21 1 8,23 1 9,22 1 — 1 13,02 1 14,42 15,43 1 — 18,03 1 18,39 19,26 20,08 23,15 1 Pinerolo a. 1 0,53 i 5,10 1 — Í 7,35 1 8,35 I 9,34 1 — ! 13,13 1 14,54 15,56 1 — 18,17 1 18,50 19,42 1 20,21 1 23,28 1 Pinerolo p. 1 — 1 5,50 1 6,47 i 7.37 1 - 9,39 1 12,24 1 13,17 1 14,56 16,00 1 17,26 18,21 1 18,54 1 — 1 20,26 - 1 23,30
Bricherasio p. 1 - 1 6,03 1 6,58 1 7,54 1 - 9,58 1 12,35 1 13,30 1 15,10 16,13 1 17,38 18,34 1 19,06 — 20,39 - 1 23,44
Luserna p-1 - 1 6,10 1 7,04 1 8,01 1 - 10,05 1 12,41 1 13,37 1 15,17 16,20 1 17,45 18,41 1 19,13 — 20,46 — 1 23,55
Torre Pellice a. 1 1 6,13 1 7,06 1 8,04 1 — 10,08 1 12,44 1 13,40 1 15,20 16,23 1 17,48 18,44 1 19,16 1 20,49 1 24,00
TORRE PELLICE - PINEROLO - TORINO
1 (2)1 1 1 1 1 (2) 1 1 1 1 1 1 1 (2)
Torre Pellice P- 1 - 1 — 1 — 1 6,17 1 7,11 1 7,42 1 9,45 1 11,58 1 12,50 14,03 1 15,27 16,58 1 17,53 19,20 20,02 21,14 1 —
Luserna P- 1 1 - 1 — ! 6,19 1 7,14 1 7,44 1 9,47 1 12,00 1 12,52 14,06 1 15,29 17,00 I 17,55 19,22 1 20,04 21,16
Bricherasio P- 1 - 1 - 1 — 1 6,27 1 7,21 1 7,52 1 9,55 1 12,08 ! 13,00 14,14 1 15,34 17,08 I 18,03 19,27 20,12 21,24
Pinerolo a. 1 - 1 — 1 — 1 6,39 ! 7,33 1 8,03 1 10,07 1 12,20 1 13,12 14,26 1 15,46 17,20 1 18,15 I 19,40 1 20 24 1 21,36 1
Pinerolo p. 1 4,30 ! 5,301 6,10 1 6.45 1 7,42 1 8,10 1 10,12 1 12,22 1 13,15 14,28 1 - 17,49 18,52 1 — 2037 1 — 1 21,46
Airasca p 1 4,41 1 5,45 1 6,27 1 6,58 1 7,55 1 8,22 1 10,23 1 12,37 1 13,28 14,41 ¡ — 1 18,04 1 19,04 — 1 20,47 — i 22,00
None p-1 4,49 1 5,51 ! 6,32 1 7,03 1 8,00 1 8,26 1 10,27 I 12,42 1 13,33 14,45 1 — 1 18,08 1 19,08 — 1 20,51 — ! 22,07
Torino Ling. p-1 5,11 1 6,071 6,49 1 7,22 1 8,20 1 8,41 1 10,43 1 13,02 1 13,51 15,01 1 — 18,27 1 19,26 — i 21,07 1 22,32
Torino P.S. a. 1 - 1 - 1 — 1 - 1 — 1 — 1 — 1 — 1 - — 1 — — 1 - 1 — 21,18 — 1 —
Torino P.N. a. 1 5,18 1 - 1 — 1 7,28 1 8,26 8,47 1 10,49 1 13,07 13,57 ! 15,07 1 — 1 18,34 1 19,32 1 1 • - 1 22,38
NOTE; (1) feriale - (2) da Pinerolo a Tori no solo nei giorni feriali - ** autopu liman sostitutivo - • per Torino Stura,
11
6 gennaio 1989
valli valdesi 11
REGIONE PIEMONTE
VALLI CHISONE E GERMANASCA
Iniziative
per ie scuole
Aspettando
la verifica
Anche per l’anno scolastico
1988/89 il Consiglio regionale e le
Province piemontesi organizzano
un corso per gli studenti delle
scuole superiori che svolgono attività di studio e di ricerca sulla
problematica storica e ideale della Resistenza e sui valori della
Costituzione repubblicana, e in
un loro logico sviluppo, su un tema di attuale emergenza; la costruzione di ima cultura di tolleranza e di integrazione verso la
nuova immigrazione straniera nel
nostro paese.
A tal fine i temi proposti riguardano: lo sfruttamento economico dei deportati nei campi
di concentramento nazisti; l’esperienza della prigionia e della deportazione attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e le fonti archivistiche locali; episodi di
intolleranza razziale e sondaggi
dell’opinione pubblica a livello
locale.
La ricerca potrà essere realizzata, laddove gli organi collegiali
della scuola — ciascuno per
quanto di propria competenza — ritengano aderirvi, senza
modificare la normale attività
didattica, attraverso lavori di
gruppo (non dìù di 5/6 studenti)
articolati aU’interno della classe,
coordinati da un insegnante, e potrà essere condotta con la più
ampia libertà dei mezzi di indagine e di espressione.
Gli elaborati dovranno essere
inviati, previo accordo, all’Assessorato all’istruzione della Pro
vincia di appartenenza della
scuola entro il 20 marzo 1989.
Apposite commissioni esamineranno e selezioneranno i migliori lavori. Gli autori di questi elaborati, accompagnati dall’insegnante che ha seguito il lavoro,
parteciperanno ad un viaggio di
studio all’estero, entro la fine dell’anno scolastico, con mèta la visita di alcuni lager nazisti abbinata al soggiorno in una città di
interesse culturale.
Censimento
delle radio
A dieci anni dalla prima indagine commissionata nel 1979 sulla diffusione della radiofonia privata in Piemonte, una seconda è
stata realizzata nell’ autunno
scorso. Rispetto al primo censimento il numero delle emittenti
radiofoniche risulta in leggera
diminuzione (da 178 e 160), ma
si evidenzia pure un consolidamento, in quanto circa la metà
ha esperienza decennale. Pur se
il 62% delle radio impiega personale a tempo pieno, molto elevato è ancora il rapporto di collaborazione volontaristica.
Un numero molto elevato di radio organizza, a fianco dell’attività principale, anche concerti e
manifestazioni varie ed il 70%
ospita fino a 150 passaggi quotidiani di spot pubblicitari.
E’ andata deserta per mancemza del numero legale la seduta
consiliare di Comunità montana valli Chisone e Germanasca
del 16.12.’88; non è la prima volta che ciò succede nell’anno trascorso. All’ordine del giorno dei
lavori erano previsti punti importanti quali l’approvazione del
bilancio di previsione 1989 e
l’elezione di un nuovo assessore
a seguito delle dimissioni dell’assessore Laurenti (PCI).
Si iniziano a raccogliere i frutti della giunta unitaria, una giunta di programma nata dall’accordo politico nell'85, su un programma rimasto in buona parte nel cassetto. E’ forse giunto
il tempo di una verifica? A quanto pare nessuna forza politica è
interessata a parlarne prima della scadenza dei cinque anni; pertanto se ne discuterà in campagna elettorale. Anche le dimissioni di un assessore sono normale routine? Le sempre più frequenti sedute deserte pongono
dei seri problemi di partecipazione, In un clima di unanimismo la mancanza di una opposizione con un ruolo stimolante
e, perché no, costruttivo ha portato il Consiglio a svolgere ima
funzione più di ratifica che di
dibattito e di scelta. La situazione ha certamente influito sulla partecipazione dei consiglieri
alle sedute dei Consigli.
Le commissioni consiliari non
hanno funzionato, ad eccezione
di qualche proposta elaborata
nel primo anno di legislatura
per il settore deH’agricoltura; la
commissione istituita j>er la sa
DIBATTITO
La droga è il quotidiano
Caro Direttore c caro Andrea
Salusso,
è vero che ci sono spazi immensi c deserti aperti alla cura
del nuovo male di moda: dopo
gli anni di piombo siamo agli
anni del buco. Il buco o il piombo colmano un vuoto: questa è
la loro funzione. Hanno in comune la stessa tragica volgarità.
I nostri mass media, la nostra
cultura (sottocultura da Repubblica, RAI Tre, Manifesto, ecc.)
hanno bisogno di parlar di morte per sopravvivere. Che sia piombo o eroina, Timiportante è che
un po’ di tenerezza e partecipazione, onore e sentimentalfascismo ci siano per tutti: per tutti
quelli che si inzuppano la loro
fetta di morte nel cappuccino
prima di andare ad assopirsi nel
quotidiano melanconico e ristretto.
E questa, caro Andrea, è la
caramella drogata di tuo figlio, e
questa è la DROGA tutta maiuscola, c questa è la grande menzogna: la voglia collettiva e completa di morte, morte sottile come un pisolino, morte di sostanze che addormentano, leniscono,
riducono il livello di angoscia,
sofferenza, contraddizione. Meglio non avere speranze, ma garanzie; meglio non avere ipotesi,
ma certezze... minime come un
buco d’eroina o un televisore o
una caramella senza zucchero.
Meglio morire senza colesterolo,
asma, bronchite, cancro... ma è
meglio morire: senza mai guardare in faccia la morte.
La nostra droga collettiva è
questa; morire pian pianino e
vivere il meno possibile. L’eroina non è altro che il gran calmante, non è esperienza ma assenza di esperienza, non è gioia
ma relax, non è spteranza vera
ma sicurezza fittizia.
Il problema è che questo cancro appartiene a tutti noi. A tutti gli insicuri, ansiosi, disillusi,
abitudinari, ecc. La comunità terapeutica cjontro la voglia di
« morte morbida » non può essere una cascina isolata, un centro chiuso, un’isola felice, ma
tutti noi, la comunità di gente
comune, il lavoro normale (non
protetto), la comunità degli uomini che (cito anch’io ’Toura)
devono curare prima di tutto se
nità non si riunisce da ormai
quasi un anno.
Sempre più profondo è il distacco tra chi governa e chi è
governato. E’ chiaro che al calo
di partecipazione corrisponde
una diminuzione di democrazia.
Perché non riprendere ed approfondire il significato e Timportanza dei poteri locali quale
ambito attuattivo di partecipazione e gestione visibile del potere?
Quali sono gli ambiti in cui
oggi si gestisce la piolitica in senso lato, anche nei suoi aspetti
legati al potere?
Interrogativi discreti da porre
anche a quei jxilitici che « non
vìvono soltanto per la politica
ma vivono di politica » (Max Weber).
Mauro Meytre
Oggi
e domani
Corsi
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’assessorato alla cultura organizza dei
corsi di lingua straniera per il periodo gennaio-giugno.
I corsi riguardano il francese, il tedesco, lo spagnolo e l’inglese; per
iscrizioni (100.000 lire) o informazioni,
rivolgersi all’ufficio Istruzione e cultura in municipio, oppure telefonare al
n, 909084 int. 54.
TORRE PELLICE — Per l’iscrizione
ai corsi di pattinaggio ed avviamento
all’hockey i ragazzi da 6 ai 14 anni
interessati a questa attività dovranno
rivolgersi alla biglietteria del palazzo del ghiaccio.
stessi, curarsi dalla voglia di non
essere, o meglio, « di addormentarsi tutti insieme in una situazione fittizia ma rassicurante »
che non necessariamente si chiama eroina, ma ha le stesse valenze profonde.
Se il medico è malato, come
può curare? Se la nostra comunità umana non vive di allegria,
gioia, speranza, gratitudine, progetti, cosa può offrire come terapia a chi vive come viviamo
noi stessi, solo prortando il tutto
ai limiti estremi?
La paura di vivere e la menzogna delTesistere sono la droga
comune, la paura di soffrire e
di rischiare sono la vigliaccata
comune, l'orrore dell’incerto è
l’angoscia comune tra i tossico
ufficiali e tutti noi.
Solo la voglia di vivere, crescere e credere, l'ingenuità del
sapere e il gusto dell’esistenza
ci salveranno tutti. Cominciamo
la terapia a scalare riducendo
ciascuno giorno per giorno il nostro metadone quotidiano.
(Il resto sono noccioline).
Paolo Gerrato
Cinema
POMAHETTO — Venerdì 13 gennaio
riprende l’attività del cìneforum presso
il cinema Edelweiss; alle ore 21 viene proiettato il film « Una donna per
tutti », di Veochiall.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma • Danko », ven.
6, ore 16, 18, 20, 22; « Prima di mezzanotte », sab. 7, ore 20 e 22; « Sotto Il vestito niente 2 », dom. 8, quattro spettacoli a partire dalle ore 16.
Programmi di Radio Beckwith
______________91.200 FM_______________
A partire da domenica 8 gennaio il
culto della seconda domenica del mese (e del secondo mercoledì) sarà In
lingua francese.
AVVISI ECONOMICI
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RINGRAZIAMENTO
« Io ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed Egli si è inclinato
a me ed ha ascoltato il mio
grido »
(Salmo 40: 1)
I familiari della compianta
Maria Luigia Bertinat
ved. Geymonat
ringraziano tutti coloro dhe con fiori,
scritti, parole di confoirto e presenza
haimo partecipato al loro dolore.
In particolare la Guardia medica, la
dott.ssa C. Peyrot, i volontari deila
C.R.I. di Torre PeUdee, fi pastore Fons,
il m.o Paolo Frache ed i vicini di casa.
Villar Pellice, 20 dicembre 1988.
RINGRAZIAMENTO
« Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto
il mondo »
(Giov. 16: 33)
« Ancora un po’, e il mondo non
mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete »
(Giov. 14: 19)
La moglie, i figli e i familiari di
Cesare Maero
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto ricevuta, ringraziano tutti coloro ebe con
scritti, presenza, parole di conforto e
offerte hanno preso parte al loro dolore. Un ringraziamento particolare ri
dott. Valter Broue, ri personale medico
e paramedico doR’Ospedale valdese di
Pomaretto e dell’Ospedale Agnelli di
Pinerolo, reparto chirurgia e oncologia,
al pastore Klaus Langeneck e ai vicini
di casa.
Pralarossa, 28 dicembre 1988.
RINGRAZIAMENTO
e Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
(II Timoteo 4: 7)
I cugini ed i parenti tutti del compianto
Carlo Alberto Robert
cavaliere di Vittorio Veneto, di anni
94, riconoscenti ringraziano quanti si
sono uniti a loro nella triste circostanza. Un grazie particolare alla direzione ed al personale della casa di riposo « M. Turina » di San Secondo, al
pastore Paolo Ribet ed all’Associazione
ex combattenti di San Germano ChiBone.
San Germano Chisone, 6 gennaio 1989.
USSL 42 • VALLI
CHISONE • GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica ;
VENERDÌ' 6 GENNAIO 1989
Villar Porosa: FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
DOMENICA 8 GENNAIO 1989
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa; Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 • PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
VENERDÌ' 6 e DOMENICA 8 GENNAIO 1989
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricheraslo; tei. 598790
12
12 fatti e problemi
6 gennaio 1989
f
UN’IMPORTANTE SCADENZA PER L’EUROPA
Abolire la tortura
Pochi gli Stati che non ricorrono a questa forma di repressione L’ACAT e l’impegno dei cristiani: una lotta Ispirata all’Evangelo
Quarant'anni fa, nel dicembre 1948, la terza Assemblea delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Senza voler sottovalutare l'importanza di questa organizzazione internazionale — che proprio recentemente ha ricevuto un ulteriore vigoroso riconoscimento e rilancio in occasione del discorso
del presidente Gorbaciov — dobbiamo purtroppo constatare come
una delle violazioni più gravi nei confronti dell'essere umano, e cioè
la pratica della tortura, elevata sovente a metodo di governo, sia ancora presente in tanta parte del mondo.
A lanciare questo grido d’allarme è l’ACAT (Azione dei cristiani
per l’abolizione della tortura) che ha sede a Parigi (rue St. Jacques
252) e che è stata a suo tempo fondata anche col contributo del pastore Tullio Vinay. Questa denuncia è apparsa su «Le Monde Diplomati que » di dicembre, occupando una pagina intera. Ne pubblichiamo una sintesi, nell'intento di contribuire alla riflessione su un triste
ed esteso comportamento che dimostra quanto l’uomo sia ancora
lontano dal rispetto e dal riconoscimento della dignità del proprio
simile.
occhi su un commercio tanto illegale quanto lucrativo, ottiene
in cambio la liquidazione dei
propri oppositori.
La Convenzione europea per
la prevenzione della tortura entrerà in vigore col 1° febbraio
1989; quattordici paesi debbono
ancora ratificarla. Questo testo
consente ad im gruppo di personalità di visitare senza preavviso tutti i luoghi di detenzione.
Un’analoga convenzione è attualmente in fase di negoziazione per gli stati americani. In
Africa, la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, ratificata nel 1981, menziona la
tortura. Anche nelle altre regioni e nei paesi dalle più diverse
culture le singole convenzioni
— senza peraltro sostituirsi a
quella deU’ONU — tendono ad
ima miglior penetrazione dei
principi umanitari.
davanti ai genitori; minacce e
simulazioni di esecuzioni; sottoalimentazione programmata; lavori forzati; psicofarmaci, celle d’isolamento... Si può ormai
parlare di « tortura bianca » in
quanto parecchie sevizie non
lasciano traccia sul corpo, ma
mirano a distruggere la personalità. Altri metodi consistono
nelle « sparizioni », nelle retate
di ostaggi eseguite anonimamente, nelle esecuzioni extragiudiziarie eseguite da gruppi apparentemente incontrollati: tutti
metodi con i quali le autorità
governative scaricano la loro responsabilità.
Una tentazione
permanente
Purtroppo, il contrasto fra i
princìpi scritti e la realtà è scoraggiante: quasi la metà dei
paesi del mondo pratica ancora la tortura. Secondo le informazioni dell’ACAT, il ricorso
alla tortura varia a seconda delle situazioni. Ad esempio, la Turchia o il Marocco la praticano
sistematicamente contro i detenuti, mentre in Spagna verrebbe inflitta solo ai componenti
del movimento basco. Tuttavia,
il voler fare ima simile distinzione è piuttosto pericoloso: essa infatti può condurre al misconoscimento del fatto che la
tortura è una tentazione permanente ed estremamente grave.
I metodi di tortura constatati
sono molto diversificati: inaudite sofferenze fisiche provocate da
ferite, da armi varie, dall’elettricità; stupri e sevizie sessuali;
trattamenti inumani di bambini
I paesi dell’Europa occidentale, gli Stati Uniti, il Canada, il
Giappone, l’Australia, la Nuova
Zelanda e qualche democrazia
in America latina, in Africa e in
Asia non praticano la tortura.
Ma è necessario vigilare attentamente in quanto nessuno Stato è al sicuro da questa tentazione. Il caso della Francia in
Algeria (ndt: ricordiamo che
questo articolo è pubblicato su
un periodico francese) è lì per
ricordarci come anche in una
nazione democratica il rischio
sìa reale.
L’ampiezza di questo triste
fenomeno richiede una risposta
collettiva. In questa battaglia
sui diritti dell’uomo i cristiani
esitano a trovare la loro collocazione. Tuttavia, l’azione dell’ACAT testimonia che essi hanno
una parola da dire. Essa desidera portare a questo combattimento una dimensione spirituale. Sostenendo la propria azione con una riflessione permanente e ponendo l’accento sulla preghiera, l’ACAT tenta di dimostrare che questa lotta è direttamente ispirata all’Evangelo e
alla promozione dell’uomo a
immagine del Cristo. E’ una parola in mezzo a tante altre, ma
basata su dei fondamenti intangibili che le consentiranno
di resistere nelle situazioni più
diffìcili. I risultati sono incoraggianti. Questa azione permette
soprattutto di eliminare il muro
di silenzio che fa parte della logica del sistema torturatorio.
Quella testimonianza di solidarietà di cui, prinia o poi, la vittima sarà a conoscenza, le ridà
l’identità perduta; « Non avete
accorciato la mia prigionia, ma
come resistere a tanta solitudine senza le vostre lettere...? »
dichiara Igor Ogurtsov, chiuso
in un gulag per vent’anni. E’
una piccola testimonianza che
dimostra come la lotta contro
la tortura non sia del tutto
vana.
A cura di Roberto Peyrot
Il ruolo
dei cristiani
La tortura trova un terreno
particolarmente fertile dove certi gruppi economici si avvantaggiano di un sistema politico basato suH’ineguaglianza e sono
pronti a difenderlo col beneplacito delle autorità. A questo
proposito menzioneremo il caso
della Colombia dove i trafficanti di droga sono legati al potere. Quest’ultimo, chiudendo gli
AMNESTY INTERNATIONAL
I prigionieri
del mese
I tre prigionieri indicati nel
numero di novembre del Notiziario di A. I. come « prigionieri
del mese », per la cui scarcerazione i lettori possono inviare
appelli, appartengono a paesi in
aree geografiche piuttosto lontane tra loro e sotto regimi politici assai diversi. Essi hanno
tuttavia delle caratteristiche in
comune; sono tutti e tre persone colte, intellettuali impegnati
politicamente, e sono stati condannati, tutti, a moltissimi anni
di carcere.
I paesi di appartenenza sono
Turchia, Laos, Marocco.
Alaattin Sahin - TURCHIA
40 anni, ingegnere, già caporedattore, nel 1977, della rivista
politica « Via del popolo ». Egli è
stato accusato di avere svolto
propaganda comunista, di avere
incitato altri a commettere reati e di avere insultato le autorità, in vari numeri della rivista.
E’ stato condannato in vari processi a 130 anni di carcere. Infine, dopo la condanna in appello, gli è stata comminata la
pena più severa: 36 anni di carcere. Alaattin Sahin, nel 1978, aveva partecipato alla creazione
del Partito turco degli operai
e dei contadini, che si era opposto alla violenza politica degli ultimi anni settsinta. Dopo il
colpo di stato militare in Turchìa dell’80, questo partito era
stato messo al bando e molti
dei suoi membri incarcerati,
processati e condannati. Egli è
ancora in carcere dal maggio
1980 e si trova presentemente
nella prigione speciale di tipo E,
riservata ai prigionieri politici,
di Canakkale.
Si prega di scrivere, in italiano o inglese, in modo cortese,
per chiedere la sua immediata
scarcerazione a:
Prime Minister
Turgut Ozal
Basbakanlìk
Ankara - Turchia
GENTE COME TE CI LEGGE
arrestato, con un migliaio di
altre persone. E’ detenuto (ialla
metà del 1976 e non è mai stato
processato e quindi condannato. Da 13 anni non vede la moglie, i bambini, né alcun altro
parente. E’ stato assegnato a
vari campi di lavoro nell’estremo nord orientale del paese e
sottoposto a lavori molto pesanti malgrado le sue precarie
condizioni di salute. Si troverebbe ora nella località di Sop
Pan. Amnesty ritiene che la sua
detenzione sia in relazione con
la sua opposizione alla linea
politica del governo.
Si possono inviare lettere cortesi, in italiano o inglese, con
la richiesta di immediata scarcerazione del prigioniero a;
Premier Kaysone Phomvihan
Vientiane - Laos
Khamphan Pradith - LAOS
53 anni, già vicegovernatore
della provincia di Luang-Prabang.
Alla fine del 1975, nel Laos,
era stato creato un nuovo stato: la Repubblica Democratica
Popolare del Laos. Circa 10.00015.000 persone, tra funzionari,
impiegati statali e personale militare del vecchio regime, erano
state arrestate. Khamphan Pradith si era volontariamente presentate per partecipare ai nuovi corsi di « rieducazione » e cosi prepararsi a servire la nuova
amministrazione, ma era stato
Abdelkader Amasri - MAROCCO
37 anni, già studente.- Faceva
parte dei Frontistes, una coalizione di tre gruppi marxisti-leninisti, arrestati tra il 1974 e il
1976. Erano accusati di voler
creare una repubblica popolare
in Marocco rovesciando con la
violenza la monarchia. Ma le
prove durante il processo erano
consistite soltanto in scritti, pubblicazioni di carattere letterario
0 di pohtica e nel possesso di
attrezzature per la riproduzione di materiale a stampa.
Un osservatore di Amnesty al
processo aveva constatato che
1 diritti della difesa erano stati
lesi e che le procedure non erano state conformi agli standard
internazionali per un processo
equo. 129 imputati sono stati
condannati a pene oscillanti tra
i 5 e i 30 anni e 44 imputati sono stati condannati all’ergastolo. Durante la prigionia Amasri
ha conseguito la laurea in filosofia.
Si possono inviare cortesi appelli per il suo rilascio immediato, in italiano o francese o
inglese, a:
Sua Maestà Re Hassan II
Palais Royal
Rabat - Marocco
RILASCI E NUOVI CASI
Nel mese di settembre ’88 A.I.
ha appreso che 51 prigionieri
adottati o sotto investigazione
sono stati rilasciati. A.I. ha assunto 229 casi nuovi.
LA PENA DI MORTE
Nel mese di agosto ’88 A.I. ha
appreso che 29 persone sono
state condannate a morte in 6
paesi e 46 sono state giustiziate
in 7 paesi.
A cura del Gruppo Italia 90
di A.I. Val Pellice
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