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ANNO LXXV
' '' ^ ’*W" ^
In una delle domeniche di maggio sono festeggiate le Madri. Giustamente è
stMo detto: « Domenica della Madre e
delia Fardiglia cristiana ». J ■
Alle giovan): Mamme dedichiamo
questa Pagina della Gioventù.
Se tutte le giovasii Mamma tengcmo
accesa nel loro cuore e nella loro casa la
fiaccola dèlia fede, la famiglia arUstianja,
fondamento di ogni rinascita della chiesa e della società umana, sarà salva !
lì c. g.
ñhhE mauñfü Mñ
Giovane Mammina, ohe sorridi alla
tua loreatuira sbocciata da poco alla vita
e segui con sguardo compiaciuto e feJice i suoi passetti già sicuri, mentre s:
tr^tuUa sotto la tua vigile guardia, e
pensi con intima trepidazione alla nuova vita che porti in te e che presto verrà ad arTicohire la tua famigliola, vorrei venire un momento e sedermi accanto a te e nella quiete di un’ora di sosta nella tua vita attiva vorrei aprirti il
mio animo di sorella maggiore e ripensare con te problemi fe misteri davanti ai
quali ci pone ila nostra comune condizione di madri.
Dal giorno che il nostro amore corrisposto ci ha avviate alla formazione della nostra famiglia, noi siamo entrate
sul la via di quelle volonterose che si
sobbarcano il grave compito di mettere
al mondo figliali e quello più igiiwe ancorar<irSdtooairitTicEà-iqttèl-gìomorniFid^
biamo saj^re che questo’ è un compito,
una missione, una vocazione di Dio,
che dobbiamo compiere in Lui e per
Lui, e non un ipaidente della nostra vita di spose, a cui aoconèentiamo di più
o meno buon grado, a seconda che siamo più disposte o meno ad affirontare
lavoro e fatiche sia materiali che morali.
No, noi siamo madri perchè questo è
il preciso compito che Dio ci ha assegnato e ohe noi vogliamo loompiere sotto il Suo sguardo e alla Sua gloria.
Per questo, se lanche il nostro cuore
.si apre a tutte le grandi e piccole gioie
che ci danno queste tenetre e dolci creature, che sono carne della nostra carne,
sangue del nostro sangue, vita della nostra vita, che sono loapaci di farci esultare e tremare e ci fanno a volte rasentare la tentazione della fierezza e dell’orgoglio, noi doibbiamo sempire tener
presente che siamo le depositarie di un
t^oro ché NON ci appartiene, ma che
ci è stato affidato solo per un tempo,
affinchè lo custodiamo’ e lo iprepaxiamo
per il 'SUO futuro destino, e che ogni noatoa aziorw,.ogiii nostra parola, ogni nostro consiglio, deve essere informato a
questo pensiero basilare; «il figlio la
figlia, che Dio mi ha dato, è ùn’anlma
immorltale che io sono 'Ohiamata a educare nella obbedienza assoluta alla volontà del Padre ».
Se noi madri dimentichiamo - perchè
stordite dal mondo e dai suoi rumori
■“ di' parlare alle nostre creature
dea dei Padre, della via di Cristo, dell azi<^ dello Spirito eterno fin
ai <mimi albori delia loro vita coscienJ'’ vita si prenderà rincarico
di offrir loro, con la nostra tenerezza e
persuasione, i doni più
pr^osi dell esistenza, quelli imperitu
Mammina, non ti sembri
rrop^ gravoso nessun lavoro, nessun
sacrificio ^ il tuo figlialo: apS
niente qutìlo^di ordine spirituale, poicompiere come se lo
facessi a Pio.
Quando nelle giornate di arduo lavoro o nelle notti di veglia, vedrai messa
a dura prova la tua pazienza e la tua
resistenza, quando dovrai mantemiere la i
calma itel pericolo della maiMitia o nel- ■
l’ansia di solitziond che ti tengono tutta
tesa come una corda che sta per spez
zarsi, riieordati che ogni tuo sospiro, ogni tua lacrima, ogni tua preghiera è
come un profumo che sale al cielo, se il
^tuo amo’re per la tua creatura è sanitifìcato dalla tua coimplèta offerta a Dio.
Oh, laiscia che ti dica, piccola «Miamma da poico iniziata all’arte 'difficile della 'Santa maternità, lascia che ti indichi
il segreto profondo della vera felicità
per una madre. Eccolo: ricevere un figlio come un sacro deposito di Dio nelle
nostre fragili braccia, educarlo in Dio e
per Dio e tenerlo costantemente neH’atmosfera dell’amore di Dio. Gome fare
tutto questo con le nostre deboli fqrze?
Sarebbe umanamente impossibile, mià il
soccorso di Dio è 'Sempre pronto per chi
lo cerca; quindi cencalo come l’aria che
respiri, e sappi che questa ricerca si
compie attraverso la preghiera.
O mte giovane sorella, lasciami dirti
ancora questo segreto di vita: la massima parte deU’attività materna (e tu
sai che non è poco il lavoro materiale
che grava sulle nostre spalle) si riassume in questa; pregare per i nostri figliuoli. AH’alba quando appena conjscia apro gli occhi al nuovo giorno, una voce
mi sale dal cuore piu forte di ogni pensiero contingente: « O Diot, anche questa mattina metto i figlioli, che tu m’hai
dato, nelle tue mani: guardali e guidali
in questa nuova igiomata, ognuno secondo il suo bisogno, nel tuo'amore » e
via via che la giornata si svolge, le pmeghiera si svolge con essa: © i miei figli sono ora per ora posti all’ombra delle ali di Dio, ifino alla sera quando nel
ripensare la giornata, 'tutto ai dispiega
ancora una volta davanti aU’Eterno Padre amoroso che non irespdnge nessun
cuore di mamma, e tutto viene mieditato, vagliato, pesato nella Sua presenza,
tino al momiento che il sonno scende
sull ulrtdma preghiera del mio amore
materno.
Comprendi, giovane Mammina perche non temo per i miei grandi figli n^sun pencolo, neppure nell’ora ango-.
sciosa delle minaiocie atroci? Essi sono
dell’Eterno, SEMEKE; h 11 mio amore, la mia preghiera,
d mio sacrificio, h depongono giorno
dopo gioipo, e se anche dovesse sonare
per loro 1 Ora (grave del trapasso, saprei
ancora sono lì, perchè nulla è più
sicuro^ desU’amore di Dio. Compre^
perche non tremo quando le mie fighole devono percorrere le vie infangate del mondo .e ad ogni svolta c’è ilpericolo di uno scivolone fatale? s.Esse
aono lì, incatenate dalle mie 'preghiere
dal mio amore, dalla mia fede, con mille catene d’oro, ,al trono dell’Eterno a
cui ^partengono e die non respinge la
(preghiera della madre che tutto dona
ui se per le sue creature.
Comprendi perchè non mi spaventa
1 arrwo dei più piccini pur nelle ore nere che attraversiamo, ore di ansia per
la guerra, per la carestìa, ,per le strS,
por 1 oiTìibile incertezza del domàni? Il
domani, come l’pggi, è di Dio; e se il
suo amore vuole affidarmi ancora una
creatura da alevare in Lui e per* Lui,
Egli Stesso me ne idarà la forza e la
pc^bilità, la capacità e la salute: il
mio compito è quello di vegliare ogni
ora in preghiera intorno alFestsere caro
perchè ogni ora egli possa respirare
Tambiente di fede e di sa«M:e presene
spiriltuali intorno a M, in modo che la
sua anima diventi a sua volta ua^ tempio deU’Etemo.
i. Giovane Mammina valdese, vorrei
, trovare parole più persuasive per mostrartr questa via luminosa' iche mi rende tanto felice: vorrei farti sentire che
essa è veramente vera e che ogni parola
che ti dico è siatai prima vissuta ¡nella
esperienza della mia viltà quó(tii)diana.
Pensa che riulMa vale tanto il nostro saorificip materno quanto l’aver portato
un’anima a vivere della volontà di Dio:
Che importano le (belle posizioni dei
mondo, la fama, la ricchezza, oppure la
comodità e la tranquilMtà di una modesta vita egoistica in coniflrontp alle- luminose esperienze della vita inteonore,
che grado a grado sale nella conoBceinza
di Dio e del suo amore, delle sue Leggi
e delle sue dispensazioni? Un cuore di
madire, che vivendo ogni ora in comur
nione col Cristo vivente vi sappia condurre seco i suoi figli (Con la forza ia>
restibue deiramore e della preghiera,
realizza le maggiori gioie che sia dato
raggiungere quaggiù: la sua casa diventa veramiente «'Uh tempio d’onazione»
che irradia serenità e pace anche quando infuriano le scatenate forze del male, le quali non potranno prevalere contro di lei perchè essa è costruita sulla
roccia.
Un giorno quel figlio, ohe oggi bimbetto si (trastulla sulle tue ginocchia,
sarà un n'amo e potrà intiure, se non
misurare, quello che tu hai fatto per
lui; allora il suo sguardo onesto, la sua
vita di servitore di Dio, forse la sua vocazione pastorale, ma comunque la sua
benedizione .di figlio saranno il tuo premio più dolce e sentirai quanto Dio è
buono con quelle madri che vogliono
accettare ila Sua volonltà a norma di vita per sè © per i loro figli. Kym,
Le ragazze madri
In una via della città ho visto Floriana,
mia epe cateoumena in compagnia di un’altra
ragazza e d.i due uomini. L’ho chiamata. Non
avevo altra occasione per parlarle e per esortarla ad una condotta meno indegna del
suo nome valdese. Dopo la nascita del bimbo ella aveva continuato la sua vita disordinata tanto da fasi cacciare da casa. Con la
scusa di lavorare per provvedere al mantenimento della sua creatura, l’aveva collocata
presso un’amica e non aveva tardato a stringere nuove relauiioni.
« Ma questo mi sposa » obiettò, per nulla
contrita. E cosi coll’illusione di trovare un
marito dopo tutti i giovani che ha conosciuto e che le hanno fatto delle promesse, Fionana prepara per to sua aniima o il suo corpo un avvenire di abbiezione. La sua mamma mi diceva l’altro giorno; « Quella figlia
è to mia morte».
Cammin facendo per tornare in parrocchia
ho visto sfilare dinanzi al mio spirito tutte
to g ovani che si trovano nelle condizioni di
tiorlana e che son chiamate «ragazze ma^
drx » ma che dovrebbero Invece essere chiamate con -termine più umaino « madri nubili ». Vog lio partecipare ai lettori della Pagina della Gioventù alcune mie riflessioni
-'iu questo argomento.
Le « madri nubili » possono essere divise in
due categorie. Alla prima appartengono quelle
giovani che, inviate dai genitori per bisogno
o per amor di lucro molto presto a servizio
o partite di loro spontanea volontà, ignare del
mondo sono cadute nella rete tesa loro da /
qualche libidinoso. Altre hanno veramente amato il giovane che faceva loro ardènti promesse e non sono state abbastanza ferme per
negare il richiesto pegno d’iamore; poi il giovane è sparito oppure il matrimonio non si è
potuto celebrare per qualche altro motivo e
la giovane sconsolata ha dovuto affrontare
da sola i pesi e le responsabilità della maternità, mentre altre più fortunate si sono
sposate e hanno sistemato la loro postotene
davMiti agli uomini, se non sempre davanti a
Dio. ■
Canmesso l'emjre, esse, ferite nd Iwo a
nimo dailla voilgaitità e dalia malvagità degli
uom'inl, si sono rincbiuse in se stesse, hannn
riportato suina loro creatura tutto 11 loro affetto; si sono' umiliate chiedendo perdono a
Dio e alto propria famiglia e si sono consacrate initeramente ah’educasdione del loro
bimbo per fame un uomo diverso dall’uomo
ch’ess<fc avevano conosciuto e diveirso da loro
Hanno capito òhe to sola esplaztene del failo che ridoni l’miore a ohi l’ha perduto e £1
diritto di camminare a testa alta è di nmi vo'ler sapere e vedere altro al mondo die la
propria creatura e ü proprio lavooov ‘
Quando incontrate una di queste madri nubili fatevi tanto di cappelte. Son più dagn«
di ri'spetto di tanti uonrini e di tante donne
che vanno fieri della lóro onorabilità. Ed abbiate per esse una parola e im pensiero
tlle e fraterno. Aiutatele, rendendo più lieve
to loro croce con to vostra simpatia e la vostra amlldzia
E’ sconfortante di dover riconoscere che le
madri nubiJi di ctuesto genere non sono molto
numerose, non si può n^ur parlare di caitegoria ma di qualche unità.' Le altee invece
sono numerose e formano davvero una categoria.
• « • .
Sono le ragazze madri che dopo ii primo
fMlo hanno versato g'ualiche iagrimuocia’ di
dispetto o fatto promesse calorose aito madre ma del fallo hanno conservato il ricordo
del dolce pdù che deiraixiaro; sai sono sbarazzate il più presto ipoiasiibile della loro creartura, o, se l’hanno tenuta con sè ne Vwnm/^ ]*_
sciato tutto il peso alla mamma o alto sorella, e sOTio andate alla ricerca di altre aweàUire, ben decise a non seppellire la loro gìovinroza per un banale incidente che d’altronde è molto frequente: ,
Ciascuna dice: « Non sono stata la prima e
non sarò l’ultima». E similmente ragionano
t^ti padri, tante madri, tante sorelle e tante
zie.
N^ è vero che dopo una prima nascita ve
ne sie un’altra. Vi sono delle madri nubili con
due figli, con quatteo, cinque e più. Altre
Mn ^ più d'i ventate madri, ma il loro modo di vestire, i’aria provocante, le compapie che frequentano e te uscite notturne, le
lOTo rel^iòni con giovani e uomini sposati
che cambiano ad ogni mutar di stagione e ài
massimo di anno, ne dice abbastanza sul loro
sistema di vita.
Codeste donne sono nelle nostre parrocclile
un vero pericolo. Più esperte delle altre giovani esercitano sulle più deboli una influenza
nefasta disgregando in esse 11 senso dell’onore e della dignità femminile. Per i ^ovanetti
sono una trappola nella quale cadono facdlmenite; spingono anche all’adulterio uomùii
sposati portando la discordia e il pianto nelle
famiglie.
E ve ne sono che frequentano i culti, le riunioni, contribuiscono per l’opera dèi Signore,
Èi mettono to cuffia immacolata al 17 febbraio e a Pasqua prendono to Comunione, accrescendo così la loro responsabdJltà ed U loro
peccato»fe lo scandalo per to Chiesa.
• • •
Se codeste donne ci i^irano disgusto Je
loro creature cì ispirano pteità.
I figli nati fuori dei vincodl santi del matrtmor^ portano generalmente nella loro car-ne e nel loro spirito (ogni regola ha per fortuna le sue eccezioni) ima tendenza più pronunziata che ne^ altri ai piaceri del sensi.
La madre nubile che si è Interamente consacrata all’eduicazione della pr^urto creatura
trasfonderà in essa to riacquistata purezza
POTc^ il suo fallo è stato lavato dal perdono
di Cristo, ma le altre, con i loro pensieri
sempre volti alle cckncuplsoenze dèlia carne
col loro cattivo esempio e coi loro sistema di
vita rmdono più grave nel flgU la tara ereditaria.
Se amiamo te anime, se abbiamo a cuore
1 avvenire della nostra gioventù, di buon nome della Chiesa Valdese e to sua opera di
propagazione dèll’Bvangelo di verità e di aanr
tita, come non dovremmo preoccuparci serlam^te di questi £anciaù|i e deUe loro madri?
ime possiamo fare per gli uni e per 1© al
I
Se codesti non sono purtroppo casi isolati
ma categoriè di donne' (il lettore malevolo
non creda che questa categoria sia nel nostiro
ambiente valdese più numerosa che In altri
ambienti, anzi è vero il contrario, ma dò non
CI consola) - gli è che non vi è nel nostro
ambiente valdese sufficiente severità e stifficiente amore.
I genitori lasciano troppa libertà ai loro ilgliuoll e non son poche le madri dte guardano
con compiacenza cd successi amorosi della Joro figliuola, rammarteaindosi solo di non aver
to k*ro età per fare lo stesso.
L’opinione pubblica che dovrebbe far da
fieno al disordine m^orate e farsi guardlaioa
del buon costume è òggi molto twtóigMWiiia^ a
scusa tutto e tutti. Le donne e gli uomini
pericolosi dovrebbero esser tenuti a AìMmmM
come i lebbrosi in Palestina al tempo di Oq-
2
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¥ *‘j* "^ ■ ^Js Sé ' , i
8Ù, tovM» U al rlvearlsce, U rii scccùiae in eaK
aa, al ¡ilceR» guaeri Is loaro compatsnia. :-it,-ú
La legge che polirebbe fare molto, non to^
tela Integrità .morale della famlgMa e non
colpisoe prontamente ooloiro che -m attenterò
alTaniore del focolare domestlico e aalute
morale e iiaioa della gioventù. Ora, seconda
noi, gueeto è un furto più grave déóa sottesone di denaro o di beni materiali, e parte
la legge - dovrebbe colpire J colpevoli, sempre
s’iintende allo scopo -41 impedire Iwo di nuooere agli altri e di rieducarli, f t’' .«
^ risultato di questa indulgenza dei
tori, dell’opinione pubbMca e deìBa è
la, progressiva sparizione della linea di de- ’’
manoazione fra ü bene e il male, romesto e il'
dieoneato, il puro e rimpuro, il lecito e l’Illecito.
• • •
-, N Mancanza anche di amore, abbiam detto.
Che cosa facciamo noi, che cosa fa la nostra Chiesa per arginare il male, per il rilevamento deEe madri nubili, per la' salvezza
delle loro creature?
La disciplina ecclesiastica non viene appUcaita. Anche i pastori più zelanti rlfuggiono
daill’oocuparsi di questi casi per non attirarsi
noie, inimicizie, recriminazioni, a si Hmlta
generico, sep pure.
Tipredica l’Evangelo. Hi’ vero, quer , wtidamenitp della vita morale. Ma là
dove ri Vaicelo, non è vissuto bisogna pure
che la predicazione assuma aspetto di azione
trasformi in tnissione operante.
numCTo CH’ECO d, ha parlato delte; bella Sfigura ^ erelente di Adelina BoMrini-j^Gay la guato accoglieva nei suo "^ilMno
® u bisognose di' redenzione che
Ella st^ andava, a cercare. Una piroposta
' fatta al Sinodo
d^a Commissione d’esame degli Istituti
In un ordine
nei ®omo che dava mandato ad una Cmnnt^one di studiare la cosa, il Sinodo 1943
non ha avuto « tempo di udire. il relatore.
Sate^QaJ ^ ^’“®® è
funzione non
® trovare degli ospiti da
® ^ “lesto, on
^^d^ capaci di guidare nelle vie del
bene le loro creature.
® urgente di quanto non SI pensi, n perdurare della guerra con
^uartieraménti di soldati
^ ^morale del dopo-guerra, som^
n® f^ftori che concarreranno ad acTU di quelle giovani e di quei
SS^Suio.'""^
; -fu J , ' » * *
,1 ^ fraintendesse. Parlan
^ d^e mato nubili taluno può credere che
S™,h^ veda im pericolo per la mort
lita pubblica e non laltrove.
No. Qu^o non è che un aspetto del pro. blema ddia mmaMta, molto più esteso e complesso di quanto non isembri.
Vi è raa s^a morale per l’uomo e per la
doi^ E perciò è colpevole chi procura e chi
subisce la maternità illegittìma.
^ sono ft^e di peccato più gravi è più
raffinate della maternità fuori del matrimonio. !
Ne pàrlleremo forse im giorno senza adoperare mezzi termini, così come abbiamo fatto
per.le «madri nubiM», Questo non è che un
segno del disordine in cui è caduta la società
umana messasi fuori delle leggi-che Dio ave-'
va stabilite per la sua felicità.
paorbrintager.
ALBO D’ONORE
Nell’albo d’onore dei caduti' per la Patria è
stato scritto un idtro nome, quello del brigadiere
ETTORE MICHELIN
di Costalorenzo, nei comune di Torre Pellice.
Egli trovò la morte in un’azione bellica avvenuta il 10 ottobre 1943 a Mocje nei pressi
di Eagusa (Zagabria). La dolorosa notizia potè essere comunicata ufficialmente alla famigila solo alcuni giorni or sono.
Ai^olatosi volontario a didott’anni nell’arma dei CJarabinderi, rimase to servizio ininterrottamente per tre anni, dopo i quali venne congedato; ma per venire, appena trascorsi sei mesi, richiamato (qu^o avveniva nel
^gglo 1935) e incorporato nella Legione di
Bolzwo dove rimase assai lungo tempo, poi
mandato a Ragusa dove terminò la sua carrien» terrestre.
Oiovane intelligente e simpatico, cosdenzioBo e tenace nell’ad«npimento del suo lavoro si conquistò la stima dd suoi superiori
e 1 affetto del suoi subaReml. La sua fine
P^matura susèitò, perdò, un sbicero rlmpimitio in tutti quanti lo hanno edioeduto.
sempre oon
pota cne^i veniva a passare le sue brevi
iioe^ nella casa patema in mezzo ai sud
cari.
Fervente patriota egUidònsiderava U suo
' servizio come un onore più che un '
puri oonosoendo i pericoli inerenti
carriera, egli ripartiva da casa dopo
congedo con animo sereno perchè’sentiva di
«sere anche lui un operaio per la costruzione
della nuova Italia. Dai punto di vista umpio
la sua presenza quaggiù era ancora molto
TOceasaria (e quale sarebbe stata la sua gioia nel veder realizzata- la sua speranza della
Patria ricostruita), ma Dio ha giudicato divers^ente. Davanti alla "volontà " divina,
sempre santa e perfetta e per il 'nostro bene
il credente s’inchina in un sentimento di ob-.
bedienza, anche se ora non comprende, ma
egli sa che un giorno comprenderà. '
Al vecchi genitori, alla giovane moglie e
al bambino, ai fratelli e alla sorella rinnoviamo l’espressione della nostra viva simpatia
cristiana.
« iL ün’oppqpíüiiB iniziativa
Pentecoste perenne
I lùttcai cAttenti della Bibbia' possono
fare %ina constatazione istruttiva riguardo xd posto che lo Spirito Santo vi occupa nei suoi vari lìbriè. NelVAntico Testamento vi sono vari accenni alVazione
i, di Dio, specialmente nei profeti. I passaggi più belli mi siembrmio quelli riferiti nel libro dei Numeri cap. 2S e in
Gioele cap. 2. Nel primo vediamo l’umiltà di Mosè, quaudo ode che due giovani sconastìMti si sono messi a profetizzare. Lungi dal manifestare un sentimento di gelosia, egU esclama ;« Fossero pur tutu profeù nel popolo cM’Eterno ,e volesse l’Etemó metter su loro lo
Spinto suo!» In Gioele troviamo la
grande profezia delVuniversaiità dello
■SfpiTiilÉo accordatto a tutti i crederiti, perfino agli schiavi e aUe schiave.
Nei Vangeli l’insegrutmento riguardo
allo Spirito Santo si preóisa maggiormente, sopratutto versjo la fine dei rrànistero di Gesù.
Ma è sopratutto nel libro degli Atti
che assistiamo come a una esplosione
dello Spinto Santo, tanto che qualeuno
scrisse che U vero titolo di questo libro
arerebbe dovuto esSiere: «Atti dello Spirito Santo».
Uimpresskme generale che si ricava
dalla lettura di queste pagine è quella di
una straordinaria potenza. E’ la primavera delia Chiesa. Forse qualcuno, pensando alle .leggende comuni a molti po- poli dell’antichità, avrà pensato che l’età dell’oro, l’epoca in cui tutti sarebbero
stati felici, stava pter incominoiXire.
• * •
Ma tutte queste sono cose del remoto
passato. Noi rfiviamo in un momento
troppo grave della nostra vita, troppi
gravi problemli di urgenza immediata
premono sul nostro spirito, perchè noi
possiamo attribuire troppa importanza
a quella pagina di storia. Del resto molti hanno valutato t f enomeni della Pentecoste come il prodotto. (&. una esaltazione mistica, altri come uno speciaile
intervento di Dio^ destinato a non ripetersi mai più.
Se la tirannia dello spazilo non ce lo
vietassie, varremmo fare uno. rapida corsa nella storia della Chiesa, per dimostrare come l’aziorie dello Sprito 4 manifesta costantemente attraverso i secoli, per sorreggere la chiesa nell’ora della tribolazione, per rianimarla nelle ore
di torpore, per spronarla a segU re la sua
missione. Forse che alle orpini del movimento Valdese, non si metteva l’accento sulla necessità di ricevere il « consolamentum », cioè il dono dello Spirito
Santo? E il soffio di risveglio che ha
percorso le nostre Valli un secolo fa, non
è ancora opera dello Spirito di Dio?
Noi oggi abbiamo più che mai bisogno
che lo Spirito anirréi la sua Chiesa, appunto a causa dei tempi calamito^, che
uttraversiamo. Sarà qnesita un riparo,
I unico riparo, dove la nostra a/nima potrà rifuggirsi. Nett’atmosfera dello Spinto ci ricordeiremo ohe i valori del cristjanesimo possono èssere dimenticati e
rnesri in disparte, sì, ma soppressi mai.
E nell atmosfera dello Spiritx> ci prepareremo infine per i compiti eccezionalmente irnporlffmti che attendono la nostra Chiesa nel prossimo futuro, quando
umJilmenté e con fiducia, ci metteremo
all’opera di ricostruzione, r.
Non si può soddisfarle il proprio cattivo carattere che alle spese della propria felicità. Neck&r.
Ber noi ora, dò che sarebbe sopra^
tintto necessasuo, salirebbe lo spirito verace del piutteBto che tutte queste organizzazioni di « opere buone »
nella ChicBa e tutta questa agiterioiTte
crfitena. Haty.
i!
i ■
Vi sono a Pomaretto, nel igrande edifico deU’Orfanotrofio, 30 vispi e aiffamatì ragazzietti, che sanno quanto sia
grande il loro debito idi riiciO!n.osoenza
verso il sig. Antonio Gabella, Pu grazie al suo intervento che quei locali, nei
quali erano diventate uirgenti delle Or
■f pere di radicale restauro, poterono finalmente accogliere tutta quella sdiiera
idi bambini sen'za famiglia.
Siamo ora lieti di comunicare che il
sig. Antonio Gabella, con un altro atto
di generosità, tanto più apprezzabile
.quanto i tempi impongono a tutti gravi
V saorifià economici, ha voluto mettere a
, disposizione della- Tavola Valdese la
somma di lire oentomiia in Rendita 5
per cento -per la costituàane di Borse
... di studio in memoria della sua compianta Signora Amalia Gabella.
Con questa rendita’la Tawla Valdese potrà ,assicurare un congruo aiuto a
diversi giovani evangelici, anche non
residenti alle Valli, che dimostreranno
buona volontà per gli studi.
Esprimiamo una voli.a anoi-ra al Sig.
Gabella i più vivi ringraziamenti, ben.
sapendo che questo dono non è sta'to of^ ferto senza sacrifizio, fatto ,però con
gioia, perchè compiuto per amore della
Chiesa e per glorificare unicamente il
nome di Dio. r
La Scuola Domenicale.
Vfetitreesima lezione - 4 giugno.
ASCENSIONE DI GESÙ’
Lettura: Atti 1-11 - Imparare vers. centr.,
V. 9 ;
Il racconto ci trasporta nuovamente presso
Gerusalemme, sul Monte degii- Ulivi. Gesù,
dopo essersi rivelato im più modi ai suoi discepoli si accomiato solennemente da loro perritornare alle dimore celesti. I discepoli lo
interrogarlo sul suo futuro ritorno; a la risposta di Gi«ù contiene tre cose che dobbiamo accuratamente ricordare.
1 - Non sta o noi sapere j tempi ed i momenti. Dio ha i suoi piani e li svolge con superiore sapienza e libertà. ■ La sola cosa che
dobbiamo cercare di conoscere è in ogni momento il nostro dovere e conupierlo con fedeltà.
2-11 dovere della Chiesa in ogni tempo e
momento è di far conoscere. VEvangelo, vicino € lontano. Pensiamo all’opera di evangeliz^ione è di missione, e alle nostre possibiliità personali di testimonianza.
3 - In quest’opera fedele e modesta di o^i giorno ed ogni ora, è promessa ai fedeli di CriSito l’assistenza dello Spirito Santo,
che istruisce, dirige, fortifica, consola.
Dopo questo triplice insegnamento, Gesù
scompare avvolto di una nuvola, e due angeli annunziano ai discepoli attoniti il suo
futuro ritorno. Noi viviamo anche oggi in
questa attesa.
Cronaca Valdese
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il 15 maggio hanno avuto luogo ì funerali
della signora Maria Luigia Arnoulet nata
Jourdan, deceduta all’Ospedale Mauriziano.
dopo penosa malattia in età di anni 66.
Il 18 corrente è deceduta, dopo pochi giorni di. vita Avondet Ida, di Augusto^ agli Odin.
Sulle famiglie colpite da questi lutti dolorosi invoch'a-mo le consolazioni del Padre
celeste.
Ringraziamo la Corale per la sua parIwipazione ai culto del 14 maggio.
MILANO
Il 24 aprile u. s. chiudeva serenamente la
sua lunga giornata, il caro nostro fra-tello
Enrico Menotti, alTetà di 84 anni.
Per ben 41 anni consecutivi, e precisamente dai 1893 al 1934, fece parte attivamente del
Consiglio della nostra Chiesa, e, sinché la
sua salute glielo permise, fu tenacemente assiduo ai culti ed alle assemblee, dando luminosa prova della sua testimonianza, e del suo
fervido amore verso la Chiesa.
Mai la sua fede, fondata su granitica roccia, ebbe a vacillare o fu scossa, ma sempre,
con rassegnazione cristiana, stiperò le varie
prove cui il Signore volle sottoporlo, aia con
la perdite di quattro -dei suoi cari figli, tutti
in età maggiore, sia da ultimo dell’amata
Consorte, compagna serena e fedéle della
sua vita.
Alla sua famiglia, ed in particolar modo al
figlio Aldo, già da un ventennio membro anch’egld del nostro Consiglio, la nostra più
viva simpatia in quest’ora di dolore, c. l.
PINEROLO
Apprendiamo con piacere che il nostro
. buon parrocchiano Aldo Durand si è la-ureato con distinzione in- Scienze Ccanmerciali
presso l’Università di Tarino.
La Chi«a tutto esiadme i suoi ralleigramentl ed 1 suol aiugurì al neo Dottore, già
distintosi in altro campo, quale tenente di
. Artgilieria nella Campagna di Russia - per
cui è ora Invalido di guen».
TOBtlNO
Nella Chiesa di Liisema S. Giovanni, l’il '
maggio, veniva celebrato il matrimonio della
signorina Renata Besson, figlia del perito
Arturo, con il dott. Filippo Foriero,
Agli sposi rinnoviamo R fervido augurio
che il loro focolare sia sempre benedetto dalla presenza dèi Signore.,...
TORRE PELLICE
All’alba di domenica 21 si addormentava
nelle braccia'del Signore per risveglia,T-gj in
una -più alta dimora della Casa del Padre
Celeste U giovane Enrico Ribotta (ServereCoppieri). Egli aveva 26 anni. Durante il suo
servizio militare egli prese parte alla campagna, di Russia. La malattia lo coflse, una
malattia contro la quale nulla potè la scienza. Figlio affezionato alla famiglia fu una
delle sue grandi gioie l’aver potuto ottenere
di venire a farsi curare al paese natio vicino ai suoi cari. Credente nella potenza di Dio
eg -linutri i^r im tempo la speranza di essere restituito alla salute; ma quando comprese che tale non era la volontà di Dio egli
si sottomise senza vani rimplmiti, senza
mormorii. Egli sapeva che il Signore fa ogni
cosa per il nostro bene, anche quando usa
mezzi, a parer nastrò, atranf. Non lo abbandonò mai la iiUiinitata fiducia nell’Onnipotente Padre Oelesite che gli -diede coraggio e
forza fino alla fine. Relativamente breve è
stata la giornata delia sua vita terrena, ma
pra ha incominciato la sua carriera oetost'e
dove i redenti sono sempre col Signore. Ai
genitori, al fratelli ed alle sorelle, a tutti i
congiunti vogliamo dire ancora la nostra viva
e cristiana simpatia.
—; E’ stata richiamate da Dio all’età di 72
anni la signora Maddalena Michelin Salomon
vedova Mondon. Molte prove ella -ebbe duranite la sua lunga esistenza, ma le più dolorose sofferenze le sono state riservate per le
ultime settimane del suo terrestre pellegrinaggi; e Dio le diede sempre- la forza di -portare da forte la sua croce. Ora gode del riposo promesso alle anime fedeli. Rinnoviamo
ai congiunti l’espressione delle nostre sincere condoglianze. '
VERZUOLO
La famiglia Kirsten è stata dolorosamente
provato per la perdita, avvenuta dopo brevissima malattia, della diletta figliuola
Helga.
I funerali, celebrati "il , 15 maggio dal pastore Eynard di Torino, furono da parte
della popolaz:one di Verzuolo una imponente
e comniossa dimostrazione di affettuosa solidarietà con la famiglia in lutto.
Ai gemtori Riccardo e Eleonora Kirsten ed
ai congiunti rinnoviamo Tespressione della
nostra viva silmmpatia cristiana.
Le Sorelle e i Nipoti della cornpianta
Dina Qoffi
ringraziano sentitamente tutte, le gentili persone che con ile loro parole o scritti, e con
l’intervento, al funerale hanno dimostrato la
loro simpatia. In particolar modo ringraziano il pastore sig. Bertin, la Direttrice ed il
Personale dell’Asilo dei Vecchi e quanti l’assistettero durante la sua malattia.
S. Germano Chisotae, 24 maggio 1944. •
La famiglia RIBOTTA commossa per tutte
le dimostrazioni d’affetto ricevute nella dipartenza del suo caro
ENRICO
ringrazia sentitamente i pastori sigg. Tron e
Colucci, il dott. Paltrinieri. le Suore, la slg.na
Curdo e tutto il personale dell’Ospedale Valdese, i suoi compagni e l’amico diletto Pierino Frache e famiglia. ■
Ringrazia pure tutte le gentili persone che
con scrìtti e fiori hanno testimoniato la loro
simpatia e tutti coloro ehe hanno accompagnato il Cara Estinto all’ultima dimora.
Torre Pellice (Serviere) 22 maggio 1944.
Ili sottoscritto ringrazia pubblicamente Enti. e privati, che gli furono larghi di aiuti e
consigli nelle tristi circostanze in cui è venuto recentemente a trovarsi.
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Proi. Omo CkisiABEL, Direttore responsal ile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1944-XXII
ARTI GRAFICHE "L’ALPINA,, - Torre Pelile«