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ECO
DELLE mu VALDESI
BIBLIOTECA VALDESS
10066 TOdRB FEIL ICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Ili - Num. 13 ABBONAMENTI 1 L- 4.000 per l’interno Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70
copia Lire 100 ^ L. 5.000 per Testerò Cambio di indirizzo Lire 100
TORRE PELLICE — 29 Marzo 1974
Amm. ! Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Tempo di Passione
CENTENARIO VALDESE E ANNO SANTO
“NELLE MANI DEGLI UOMINI” I “gesti,, e i fatti
« Gesù disse ai suoi discepoli:
Voi tenete bene a mente queste parole: Il Figliuol dell’uomo sta per
essere dato nelle mani degli uomini. Ma essi non capirono quel detto ch’era per loro coperto da un
velo, per modo che non lo intendevano... » (Luca 9: 44-45). Eppure
era già il secondo annuncio della
passione, e ancora non capivano.
Non capiranno neppure col terzo:
anche allora, dice l’evangelo, i discepoli « non capirono nulla » delle cose dette da Gesù; « quel parlare era per loro oscuro, e non intendevano le cose dette loro » (Luca 18: 34).
In effetti, come avrebbero potuto capire? I discepoli ci sono presentati negli evangeli come persone che non capiscono neppure le
parabole. Come potrebbero ora
capire la croce? Capire è per noi
di solito una questione di intelligenza o di intuito: più si è intelligenti, più si capisce. Nellevangelo
è diverso. Lì apprendiamo che c’è
fra gli uomini una intelligenza che,
posta di fronte a certe cose, non
solo non capisce ma addirittura
capisce aH'incontrario: si può cioè
essere intelligenti e lo stesso non
capire certe cose fondamentali.
Chi vuole capirle, non deve quindi
chiedersi Se è abbastanza intelligente ma quale genere di intelligenza è la sua. Potrebbe infatti
trattarsi di quella intelligenza di
cui è scritto: « se qualcuno fra voi
s’immagina di esser savio in questo mondo, diventi pazzo affinché
diventi savio » (I Corinzi 3: 18).
Se uno, davanti a certe cose, in
particolare davanti alla croce, non
capisce, non è perché non è ancora abbastanza intelligente ma perché lo è ancora troppo.
I discepoli non capirono l’annuncio della croce. Noi che veniamo dopo e sappiamo come sono
andate le cose, abbiamo l’impressione di capire qualcosa di più dei
discepoli. Il velo che copriva il significato delle parole di Gesù è
stato in parte sollevato. Come i discepoli all’indomani di Pasqua,
così noi dopo duemila anni di riflessione cristiana comprendiamo
qualcosa della croce, non certo
tutto. Paradossalmente la croce,
che è la chiave per intendere lo
evangelo, è essa stessa più grande
della nostra comprensione, « supera ogni intelligenza » (cfr. Filippesi 4: 7). Vale per essa quello che
Paolo dice in generale di tutto ciò
che ci circonda: conosciamo « in
parte » (I Corinzi 13: 12). Ma se
uno capisce anche solo qualcosa
della croce, capirà molto di tutto
il resto.
« Il Figliuol dell’uomo sta per
essere dato nelle mani degli uomini ». « Dato »: Gesù non viene preso dagli uomini ma viene dato loro. Tutte le volte che han voluto
pigliarlo, egli è sfuggito dalle loro
mani (Luca 4: 28-30; Giovanni 19:
39, etc.). Questo significa che soltanto come dono, non come preda,
Gesù si consegna nelle mani degli
uomini. Cioè, non ne diventiamo
signori. Anche « nelle mani degli
uomini », il Signore è lui. Ma come sempre è un Signore che dà,
non un Signore che prende; e dà
non delle cose, ma se stesso.
Dato da chi? Da Dio? Da Giuda?
Da entrambi: Dio ha tanto amato
il mondo che « ha dato » il suo
unigenito Figliuolo (Giov. 3: 16);
Giuda andò a conferire con i capi
sacerdoti « per dare » Gesù nelle
loro mani (Marco 14: 10). Sia Dio
che Giuda danno Gesù: perciò in
questo « dono » possiamo scoprire
sia l’uno che l’altro, possiamo conoscere Dia ma anche noi stessi,
perché Qiuda è uno dei Dodici,
cioè uno dei nostri. Il fatto è eloquente anche se inquietante: il
pericolo maggiore per Gesù non è
costituito dai Farisei ma dai discepoli, non dal mondo ma dalla chiesa, non dagli altri ma da noi, Gesù è crocifisso dai suoi nemici perché prima è tradito dai suoi amici.
L’evangelo è respinto dal mondo
perché prima è sconfessato dalla
chiesa. Il rifiuto di Dio nel mondo
comincia da dentro la comunità:
Gesù è consegnato da un suo discepolo, che Gesù nel Getsemani
chiamerà ancora « amico » (Matteo 26: 50).
« Nelle mani degli uomini ». Di
quali uomini? I soldati, anzitutto,
che « gli misero le mani addosso »
(Marco 14: 46). Poi Caiàfa e il Sinedrio, cioè il potere religioso. Poi
Pilato e l’autorità romana, cioè il
potere politico. Ma poi anche la
folla che per un momento, che però fu decisivo, ebbe tra le mani
Gesù e Barabba, e poteva scegliere. Non dunque solo nelle mani di
qualcuno, ma davvero nelle mani
di tutti è stato Gesù. Nessuno può
dire: Non l’ho avuto nelle mie
mani, io l’avrei trattato diversamente. I discepoli e i soldati, Caiàfa e Pilato, il Sinedrio e la folla —
tutti hanno avuto Gesù nelle mani.
E come sono queste mani? Sono
tra loro molto diverse, questo è
evidente, ma alla fine risultano
tutte ugualmente pericolose. Mani
che abbandonano e tradiscono
(quelle dei discepoli); mani che
picchiano e torturano (quelle dei
soldati); mani che inchiodano sulla croce (quelle di Caiàfa e Pilato);
mani che scelgono Barabba (quelle della folla). È pericoloso cadere
nelle mani degli uomini! Non si è
mai al sicuro quando si è nelle loro mani. Non siamo mai al sicuro
nelle nostre stesse mani. E perché? Perché sono mani di peccatori, come dirà Gesù più tardi:
« il Figliuol dell’ubmo è dato nelle mani dei peccatori » (Matteo
26: 45), cioè di gente che fa il male, a se stessa e soprattutto agli
altri, e lo fa anche quando pensa
di fare il bene. E perché Gesù è
dato nelle mani dei peccatori?
Perché non ci sono fra gli uomini
mani giuste alle quali possa essere affidato.
Pilato cercherà di lavarsi le mani (Matteo 27: 24). Ma invano:
mani lavate non vuol dire mani
pulite. Il suo gesto è però emblematico: Gesù passa da una mano
all’altra (dai discepoli ai soldati,
dai soldati a Caiàfa, da Caiàfa a
Pilato alla folla, dalla folla alla
croce) e tutti in fondo se le lavano le mani. Solo Pilato fa il gesto,
ma lo fanno tutti. Ed ecco il risultato: il crocifisso è colui del quale tutti si lavano le mani! È il nostro lavarci le man|i di lui che lo
manda sulla croce! Il che significa, se lo vogliamo intendere, che
non c’è modo di eludere impunemente la presenza di Gesù che si
dona. Egli è dato nelle mani degli
uomini, nelle mani di tutti, proprio perché nessuno eluda il confronto con Gesù, su quella croce
dove le nostre mani lavate ma non
pulite lo hanno inchiodato.
Paolo Ricca
Nei matrimoni misti la parte cattolica deve impegnarsi a « fare quanto sarà in
mio potere perché tutta la prole sia battezzata ed educata nella Chiesa cattolica »: questo uno dei fatti che si vogliono coprire con « un gesto di fraternità »
questo
L’idea del Centenario valdese mi ha
lasciato perplesso fin da principio. Ritenevo utile un’analisi storica più approfondita dei movimenti cristiani di
dissenso del medioevo, ma temevo che
si finisse per subire la tentazione del1’« anno santo valdese », tanto più che
il centenario veniva a coincidere con
l’Anno santo cattolico. I miei timori si
sono rivelati fondati da tutto un insieme di tentativi di voler dare al centenario un significato di svolta spirituale,
quasi dovesse segnare per la Chiesa
valdese un « tempo » eccezionale. Questa atmosfera da « anno santo » è stata
intensificata dalle varie proposte di G.
Girardet e di Paolo Ricca di compiere
un « gesto » che dia valore e significato
al centenario.
I « gesti » sanno sempre di teatrale,
specialmente quando impegni gravi di
testimonianza rimangono da lungo tempo insoluti ed elusi. La chiesa valdese,
oltre ai propri problemi interni, è impegnata nella solidarietà ecumenica col
terzo mondo, con i prigionieri del Vietnam del Sud e, soprattutto, con i problemi della evangelizzazione nella nostra società. Fare « un gesto » in questa
situazione lascia l’impressione di voler salvare la faccia verso i « gesticolanti » esterni, evadendo dalla monotonia deH’impegno quotidiano.
La mia avversione al « gesto » è soprattutto motivata dal rifiuto di considerare una commemorazione storica
come un « tempo » speciale di grazia,
quindi, come un « anno santo ». I'« tempi » di Dio sono qualcosa che è in suo
potere e di cui l’uomo se ne accorge
soltanto a cose fatte. Pensare che lo
Spirito Santo operi cose nuove nella
chiesa soltanto perché ci troviamo a
800 anni dal preteso inizio del movimento valdese è — per dir poco —
evangelicamente infondato. Paragonare
il centenario al Sinodo di Chanforan
è abbastanza strano; considerare la traduzione della Bibbia deH’Olivetano come un « gesto » mi sembra fuori della
storia, perché i valdesi (che allora dovevano trovarsi in condizioni ben di
VERSO IL REFERENDUM
La tutela del coniuge più debole
e dei figli minori nella legge sul divorzio
Si può tranquillamente ma decisamente affermare che i figli minori e il coniuge più debole trovano
nella legge sul divorzio, che i richiedenti del referendum vorrebbero abrogare, maggiore tutela di
quanta ne assicuri loro la disciplina prevista dalla separazione giudiziale, sopratutto nella sua sempre più larga inoperanza pratica
ITra le argonemtazioni più ad ef■ fetto che si odono fare contro la
legge sul divorzio, due ve ne sono che,
per la reazione emotiva che suscitano,
devono tenersi presenti: sono quelle
secondo le quali la legge non prevederebbe una sufficiente tutela nei confronti del coniuge più debole e del
coniuge incolpevole, e dei figli minori. Per coniuge più debole si intende
di norma quello che, non avendo una
propria attività lavorativa o non disponendo in proprio di redditi derivanti da altre fonti, viene a trovarsi
in posizione di svantaggio dal punto
di vista economico una volta che sia
venuto meno quel rapporto matrimoniale, entro il quale sussisteva l’obbligo di assistenza e mantenimento a carico dell’altro coniuge e che, pur essendo previsto dalla legge come reciproco, in fatto veniva a gravare pressoché esclusivamente su uno di essi.
Per la struttura sociale tuttora esistente, il più delle voltp il coniuge più
debole si identifica con la moglie. Per
coniuge incolpevole è da intendersi il
coniuge nei confronti del quale non è
ravvisabile alcuno di quei comportamenti antigiuridici assunti come base
di varie cause di divorzio. È da ricordarsi, però, a tal riguardo, come la
legge non preveda una dichiarazione
giudiziale di divorzio « per colpa », anche se i comportamenti antigiuridici
lanío vivamente riconoscenti ai magistrato Aldo Ribet che ha tratto
per noi daila sua conoscenza giuridica e
daila sua esperienza di giudice una serie di articoli chiarificatori, facendo giustizia deli'interessata retorica e dei dubbio incenso in cui tanti — non fra gli
evangelici, riteniamo —— vogliono avvoigere l'antidemocratico referendum verso
il quale ci costringono ad andare.
sopra ricordati possono venire in considerazione, come si vedrà più oltre,
nella determinazione dell’eventuale
assegno posto a carico di un coniuge
a favore dell’altro. La tutela del coniuge più debole e dei figli minori è
prevista essenzialmente nelle disposizioni della legge che si sono riportate
nel primo degli articoli di questa serie apparsi su questo periodico (cfr.
1. 10 : « La legge sul divorzio ed il
referendum abrogativo »). Ad esse conviene richiamarsi, per collocarle nella
loro esatta prospettiva e sottolinearne
alcuni aspetti particolari.
2.
Premesso, come già si è detto,
che il divorzio è nulla più che un
rimedio ad una situazione patologica,
già diagnosticata ed accertata, è evidente che la posizione di entrambi i
coniugi e dei figli non può che essere
diversa da quella esistente in un ma
trimonio ed in una famiglia che vivono nella pienezza di quella comunione
spirituale e materiale che caratterizza
l’istituto familiare nel suo aspetto fisiologico, di unità sana e vitale. Non
è, quindi, questa la situazione da assumersi quale termine di confronto
per valutare l’adeguatezza delle norme in questione. Altri sono i termini
di paragone, e precisamente quelle altre situazioni nelle quali tale unità più
non è riscontrabile.
La separazione di fatto è priva di
ogni tutela della situazione reale, caratterizzata come è dal divario tra apparenza e realtà effettiva, con tutte
le conseguenze di complicazioni, ambiguità, sotterfugi, che tale divario importa.
Nella separazione consensuale, omologata dal tribunale, il controllo del
giudice è limitato alla liceità delle condizioni apposte dai coniugi.
Nel casi di nullità di matrimonio,
sia che trattisi di nullità di matrimonio concordatario dichiarata dai competenti organi ecclesiastici e resa esecutiva nell’ordinamento dello Stato,
sia che trattisi di nullità dichiarata
dal giudice civile in caso di matrimonio civile, coerentemente al fatto che
il matrimonio è da considerarsi non
Aldo Ribet
(continua a pag. 2)
verse da come furono ridotti dopo il
1560) fecero tradurre la Bibbia non come gesto, ma per poterla leggere e
far leggere.
Ci sono avvenimenti della nostra storia recente che impongono alla chiesa
una profonda riflessione con urgenza
ben più grave che la conta dei secoli.
Basta pensare al dramma del Vietnam
che ha messa a nudo la disintegrazione
dei valori morali, dei quali l’occidente
andava fiero, dopo i grandi proclami
del fine guerra. Basta pensare alla contestazione del 1968 e al suo messaggio
che è stato eluso dai più e deformato
dalla gran parte di coloro che dimostravano di averlo accolto. Se si vuol parlare di « tempi » nei quali la Parola di
Dio è risuonata come giudizio e come
appello, ci si dovrebbe eventualmente
richiamare a quei fatti o aH’attuale crisi mondiale e non certo ai centenari o
ai venticinquesimi. Viviamo in un tempo nel quale non ci sono concessi « gesti », perché ci si impongono scelte di
fondo che ci trovano del tutto impreparati. Se un tempo nuovo si manifesterà per la chiesa non sarà certo né il
centenario né 1’« Anno Santo », ma lo
Spirito del Signore lo susciterà forse
dal travaglio del terzo mondo o dal
dramma della cristianità del Sud America o da qualche altro fermento di riscossa che lievita nel mondo: sarà un
fatto e non un gesto, un avvenimento
che ci coglierà di sorpresa nella nostra
effettiva e profonda incredulità, poiché
abbiamo fatto di Dio un oggetto — di
affermazione o di negazione —, ma sempre oggetto, quasi ohe la sua gloria dipenda da noi. Non di gesti abbiamo
bisogno, ma di conversione e non credo proprio che Dio ce la conceda quest’anno perché è l’ottavo centenario, come non sembra concederla alla chiesa
cattoilica nel suo anno santo, se è vero
che l’indirizzo che essa sta prendendo
è più che mai il ritorno al passato preconciliare.
I «GESTI»
DEL VESCOVO DI PINEROLO
C’era da aspettarsi ohe, una volta iniziato il discorso dei « gesti », la gerarchia cattolica avrebbe colta la palla al
balzo e ce ne avrebbe proposto qualcuno che servisse a dar l’impressione a
cattolici e valdesi che, in fondo, « anno
santo » è l’uno come l’altro. Il vescovo
di Pinerolo ha reso ufficiale con una
lettera pubblicata su « L’Eco del Chisone » del 14 marzo 1974 la proposta di
« un gesto comune, anche piccolo e
semplice che esprima, al di là delle
nostre divisioni, la volontà di essere
autentici cristiani, di riconciliarci e
amarci come fratelli ». E qui si tratta
proprio di « gesti ». Girardet e Ricca
come « gesto » proponevano qualcosa
che è sulla linea degli impegni reali
della chiesa dinanzi alla sofferenza del
mondo. Al contrario, il vescovo di Pinerolo si mostra particolarmente sollecito per i monumenti e propone il restauro della Scuola dei Barbi e la costituzione di un gruppo interconfessionale di studi della « storia religiosa delle
valli ». Non vogliamo negare la sincerità della buona disposizione del vescovo
di Pinerolo nel fare tali proposte, ma ci
sembra che esse manchino del senso
della realtà. Che pensare di una bella
lapide all’esterno di quel ciabot che
passa per la Scuola dei Barbi, con la
scritta « Nell’ottavo centenario del movimento valdese i fratelli cattolici restaurarono questa veneranda Scuola
dei Barbi, come gesto di fraternità »?
Che pensare, dico, quando d’altra parte, coppie di giovani sposi nel momento
delle nozze si trovano in angustia perche quella stesp cattedra vescovile che
e tanto sollecita per le pietre di un
Alfredo Sonelli
(continua a pag. 2)
IIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIimillllllllllll
Di ritorno dairAmerica
Il Moderatore Aldo Sbaffi è di ritorno dalla
sua visita ai Valdesi del Sud e del Nordamerica. Purtroppo, a causa del disservizio postale, è giunto in Italia prima della corrispondenza che ci ha inviato da oltre Atlantico, per via
aerea, ma che a 13 giorni dalTimpostazione a
New York non ci è ancora pervenuta. Contiamo, nel numero prossimo, pubblicare un sue
scritto ; gli diamo intanto il più fraterno bentornato.
O Per un disguido di consegna, anche il programmato resoconto del Congresso EGEI di
Ecumene dev'essere rinviato alla prossima
settimana.
2
pag. 2
N. 13 — 29 marzo 1974
lib ri
LE PARABOLE;
ANALISI STRUTTURALE E ESEGESI BIBLICA
mmKLMmm -- LC THRIIDULC. ----------.-----"
è possibite dire qualcosa di nuovo ? iniBPpPBtazioiiG
■ Oirniinn rii nrvì Vio o _: __i i.«t i- • _ . . - .
È veramente difficile dire o scrivere
qualcosa di nuovo sulle parabole evangeliche. Eppure Alphonse Maillot è
riuscito a farlo
Si tratta di testi prima usati per la
predicazione, poi adattati in vista della pubblicazione sul settimanale protestante « Le Christianisme au XX*
siècle », infine raccolti in modo organico nella presente pubblicazione. Si
potrebbe pensare che dopo tante elaborazioni una parte della loro primitiva freschezza sia andata perduta. In
realtà è il contrario che è avvenuto.
Nell’introduzione, l’Autore ricorda
che va respinta l’idea secondo cui « le
parabole sono dei messaggi semplificati di Cristo, delle parole per bambini o per sotto-sviluppati spirituali.
Marco 4: 10 è perentorio: la parabola
è difficile, ad ogni modo inattesa. Il
suo vero significato è riservato non alrinlellettuale ma al credente (...). Certo, con essa Gesù vuol farci avanzare
più addentro nel mistero del Regno di
Dio. Ma questo mistero è appunto tale per l’uomo naturale, foss’anche il
più grande filosofo ed il più savio degli scienziati (...) e siccome il nostro
uomo naturale, anche se è annegato
nell’acqua del battesimo, è sempre
pronto a rifarsi avanti («a du soufflé
à revendre » — scrive il Maillot), ciò
spiega la frequente incomprensione degli uditori vecchi e nuovi di Gesù, come i titoli 'aberranti’ quali ’Pecora
smarrita’ ecc., che sono stati dati alle
parabole » (pp. 9-10).
Sulla base di quanto detto sopra è
interessante rilevare quale « chiave di
lettura » il Nostro offra a quanti si
avvicinano alle parabole. « Domandatevi: "Che cos’è che mi scandalizza, e
soprattutto che cos’è che doveva scandalizzare gli uditori di Cristo? Che
cos’è che non è normale, che è inabituale?’’ O meglio ancora, prima di leggerne una, prendete un foglio di carta
e scrivetene il testo, così come ve lo ricordate. In seguito (...) scrivete al di
sopra la vera parabola, quella della
Bibbia. E fate il confronto... Credete
pure: avrete delle sorprese. Vedrete
quanto il vostro uomo naturale "aggiusta” la Parola di Dio. E comincerete a
comprenderla meglio » (p. 12).
Non è possibile dilungarsi sull’insieme delle meditazioni di cui ci stiamo
occupando. Questo tanto più che alcune parabole, quale ad esempio quella del figliol prodigo, sono presentate
su un arco di varie meditazioni, il che
permette al Maillot di approfondire,
sia pure sempre in modo' sintetico,
i vari aspetti di ognuna di esse.
Vale la pena, tuttavia, di spendere
alcune parole sulla presentazione che
viene fatta della parabola della pecora
smarrita (Luca 15: 3-7), arche perché
i lettori si sono forse domandati per
ouale ragione questo titolo sia stato
definito « aberrante ». Secondo il Nostro, non si tratta tanto della pecora
smarrita quanto dell’uomo dalle cento
pecore.
Mettendo l’accento sulla pecora
smarrita si è fatto « di un testo che
non ci parla che di Dio e della sua misericordia mille volte umana, un romanzo psicologico all’acqua di rose, la
cui trama è più o meno questa: ’C’era
una volta una povera pecora molto
disubbidiente che scappò dal gregge,
si perse (e qui i sentimentali si danno
alla pazza gioia e versano copiose lacrime), ma il suo padrone era molto
buono, l’ha cercata e ritrovata’. La
classica storia edificante, insomma.
Tutti gli ingredienti ci sono: la disubbidienza che è sempre punita, la miseria che ne è lo sbocco naturale, il
rimorso che si prova. Però tutto si aggiusta perché il padrone è buono...
malgrado tutto » (p. 129).
Secondo il Maillot, Gesù vuole in
realtà farci meditare sul nostro sentimento di proprietà (una pecora è
sempre una pecora, non basta dirsi
che ce ne sono ancora novantanove).
Se dunque noi uomini siamo disposti
a lasciare novantanove pecore per cercarne una sola, spinti in questo dal
nostro sentimento di proprietà, il Signore farà a inaggior ragione questo
nei confronti di ogni pecora smarrita,
egli che non è spinto ad agire dal sentimento di proprietà ma dall’amore.
Se il Signore non facesse questo, dimostrerebbe di non curarsi di nessuna
delle sue pecore.. « Se l’uomo dalle cento pecore accetta di diventare l’uomo
dalle novantanove pecore, si ritroverà
domani o dopodomani uomo-senza-pecore. Il Dio dal cielo vuoto (...). Ciò
vorrebbe dire che gli stessi scribi e
farisei si troveranno fuori, se Dio la
scia fuori un solo pubblicano. Un solo
uomo abbandonato, ed ecco che la rete della misericordia di Dio si rompe
per sempre. Un solo uomo definitivamente respinto o lasciato a se stesso,
e la diga dell’amore si riempie di fessure per lasciar passare le onde invincibili della collera e della perdizione.
Una sola creatura dimenticata da Dio,
e la croce (sulla quale agonizza il solo
abbandonato) è negata e rinnegata.
Una volta ancora la salvezza degli
’smarriti’ è la sola certezza di salvezza
per i ’salvati’» (pp. 130-131).
Dopo aver letto questo volume — il
numero delle pagine non deve spaventare perché, una volta .tanto, si tratta
di caratteri ben leggibili e di un testo
disposto in modo arioso — mi domando se la Commissione editoriale della
Claudiana non dovrebbe prendere in
considerazione la .possibilità di pubblicarlo in ediziorte italiana...: credo
che Valdo l’avrebbfe apprezzato.
Giovànxi Conte
^ Alphonse Maillot, Les paraboles
de Jésus aujourd’hui- Labor et Fides,
Genève, 1973, p. 215,
Un commentario biblico
per le comunità
Da parecchi anni, ormai, Teditrice Paideia
si dedica con lodevole perseveranza alla diffusione in Italia, fra l’altro, del pensiero protestante : a differenza di altre case editrici nostrane, che hanno (e, soprattutto, hanno avuto,
poiché il boom d’interesse per la teologia, e in
specie per la teologia protestante, sembra ormai dietro le nostre spalle) interesse prevalente per la riflessione protestante in campo
dogmatico o etico o politico o ermeneutico, la
casa Paideia, pur senza trascurare questi aspetti, ha desisamente optato per la pubblicazione
di opere tese a facilitare e arricchire la lettura del testo bibliéo, da opere di introduzione
aU’Antìco e al Nuovo Testamento (ricordiamo
una felice Introduzione alVAntico Testamento, in 2 volumi, di J Alberto Soggin), a collane monografiche su testi e questioni bibliche, a collane di commentari a livello più tecnico o più divulgativo e infine alla grandiosa
impresa di traduzione integrale del Grande
Lessico teologico del Nuovo Testamento, in
avanzata fase di pubblicazionte-i. un’opera che
finora non è stata tentàta né in inglese né in
francese.
Fra i commentari biblici, abbiamo già segnalato in passato la pubblicazione in versione italiana, anch’essa integrale, della collana
«Das Neue Testament Deutsch» (iniziata pure
quella dell’« Altes Testament Deutsch»): si
tratta di un’importante collana di commenti
ai libri biblici, che l’editore Vandenhoek u.
Ruprecht di Gottinga ha affidato, ormai da
molti anni, a parecchi fra i più noti specialisti di Nuovo (e di Antico) Testamento, ma
con il preciso impegno di scrivere opere che,
pur fondate sulla indagine teologica più seria
e aggiornata, fossero comprensibili e utilizzabili dal lettore di media cultura e non solo
dallo specialista. Questa serie di commentari
viene continuamente aggiornata, via via che
un volume si esaurisce, e sono ormai parecchi i volumi scritti completamente a nuovo,
spesso da nuovi autori (ovviamente la versione italiana avviene sull’ultima edizione). La
collana ha da anni costituito in tedesco, e sta
ormai costituendo anche in italiano una fon
te preziosa non solo per il lavoro pastorale,
ma per lo studio biblico a gruppi, per la predicazione ’’laica”, per tutti coloro che si sforzano di trarre dal testo biblico quanto più possibile di ciò che vi è racchiuso e spesso nascosto. Naturalmente non si tratta della ’’ultima parola”, l’esegesi biblica è in costante lavorio di approfondimento e di ri-orientamento (questo si nota nello stesso confronto fra
due diverse edizioni d^Q stesso volume!), ma
abbiamo qui a disposizione uno strumento di
forte serietà e di notevole valore.
Sono usciti recenleBttente due nuovi volumi di questa collana : Il Vangelo secondo Giovanni di Hermann . Strathmann (Brescia
1973, p. 455, L. 6.Q0Q;) e Le Lettere a Timoteo - La Lettera agli Ebrei, di Joachim Jeremias e di Hermannh Strathmann (Brescia
1973, p. 298, L. 4.000). Seguendo la formula
consueta della collana^ abbiamo una introduzione a ciascuno dei libri, al suo testo e alla
sua teologia, una traduzione originale del testo scritturale, un jdcco commento esegeticoomileticb; un indice analitico accurato facilita
la consultazione dei volumi.
Quando la collana sarà compiuta — e, di
questo passo, la mèta non è troppo lontana ■—
uno strumento prezioso sarà a disposizione di
quanti vorranno abbordare il testo biblico in
quell’aspetto della ’’comunione dei santi” che
è la ricerca comxmitaria dell’esegesi scritturale. Una parola di particolare riconoscenza alla
casa editrice che, con caparbia convinzione,
continua a puntare Tessenziale del suo lavoro
sulla ricerca biblica : è probabilmente il suo
modo di affermare che Fattualità più profonda e durevole è in Dio e nella sua parola, ed
è di esempio ad altri. Gino Conte
SCRITTORI VALDESI
IneiRli cR Scipione Lentoid
Da quando, nel 1897, Emilio Comba
segnalò resistenza presso la Burgerbibliothek di Berna del manoscritto
inedito della Historia delle grandi e
crudeli persecuzioni di Scipione Lentolo, l’importanza dello scrittore napoletano, ministro riformato a Chiavenna
dopo una attività pastorale svolta in
parte nelle valli valdesi, e successivamente nei Grigioni, non ha fatto che
aumentare. Se la sua Historia è stata
pubblicata fin dal 1907 da Teofilo Gay,
e un altro opuscolo suo, i Sofismi
mondani, ha visto la luce nel 1926, un
nuovo ciclo di studi lentoliani si avvia
in questi ultimi anni, grazie ad altri
ritrovamenti di inediti. L’esistenza di
lettere del Lentolo era stata segnalata
dal Gay nel 1926; queste lettere, tuttavia, non erano state studiate, né trascritte; inoltre l’esplorazione dell’Archivio di Stato di Zurigo che le conserva
non era stata spinta a fondo. Di altri
inediti aveva dato notizia il Gay (Sofismi mondani), basandosi apparentemente su comunicazione orale di Giovanni Jalla, ma la loro ubicazione non
''•a fin qui conosciuta. Infine, nella loi-Q recente riedizione della Histoire
mémorable (Torino, Claudiana, 1972
« Storici Valdesi, 2 ») Enea Balmas e
Vittorio Diena hanno fatto conoscere
un’importante missiva del Lentolo a
Théodore de Bèze del maggio 1561,
che è all’origine della prima relazione
a stampa, di fonte riformata, sulla cosiddetta guerra del conte della Trinità.
Un insieme di elementi che lascia
sperare in una serie di realizzazioni a
.scadenza abbastanza ravvicinata. Se
ne può già segnalare una, andata in
porto in questi giorni sotto forma della discussione di una tesi di laurea divetta dal prof. Balmas sostenuta nel
ouadro della Facoltà di Lettere della
Università di Padova da Gianpietro
Vaibusa, e consacrata all’edizione del
l’epistolario inedito di Lentolo: un
centinaio di lettere in impeccabile edizione critica (anche grazie alla attenta supervisioné del professore correlatore Giorgio Bernardi Perini) corredate delle opportune annotazioni storiche, che ne illuminano l’importanza e
I significato. Dal vasto affresco che
si ricava dall’epistolario lentoliano
emergono molti dati significativi, di
natura biografica per quanto concerne
il suo autore, di natura storica per
quanto concerne le vicende del tempo
suo: il loro studio quando, come si
spera, l’epistolario fosse pubblicato,
consentirà un sensibile allargamento
di conoscenze sulla storiografia della
Riforma italiana del Cinquecento.
Quanto prima dovrebbe seguire la
pubblicazione almeno parziale (in considerazione della loro ingente mole) di
una serie di opere inedite di Lentolo
finalmente localizzate (traduzioni da
Calvino, dal Duplessis-Mornay, adattamenti della Scrittura, ecc.); opere che
meritano comunque attento studio e
che consentiranno una migliore illuminazione di questa singolare figura di
riformato cinquecentesco e dei suoi
legami con la vita letteraria del suo
tempo.
R. Pianori
CQMITATQ CQLLEGIQ VALDESE
E SCUOLA LATINA
Offerte pervenute
nell’anno 1973-74
1° ELENCO
Vola Ernesta, Luserna S. Giovanni Lire
150.000: N.N., Torino 200.000; U.C.D.G., Torino 100.000; Burdino Felice, Pinerolo 10
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■Giovanni 2O.OO0; Lo%[g Eli, Pinerolo 10.000;
Impiglia Claudio, T<j|re Pellice lO.OOO; Davi! Maddalena, TBobbiò Pellice 2.000; Geymonat Elena, Angrogna 10.000; Cougn Paschettp
Emma, Torre Pellice 5.000; Rostan Clara, Pomaretto 10.000; Charbonnier Aldo, Luserna
San Giovanni 35.000; Tourn Cipriano e Ruth,
Riclaretto 28.300; Grill Speranza, Pomaret'ló
5.000; Meynet Adelina. Torre Pellice 10.000;
Mathieu Geraldo, Torre Pellice 50.000; Jahier Roberto, Luserna S. Giovanni 100.000;
Long Adelina, Alice, Cesare, Pinerolo 10.000;
Tourn Luciana e Franco, Luserna S. Giovanni 50.000; Ribet Marcella, S. Secondo 5.000;
Ribet Edina, Luserna S. Giovanni 13.440;
Delpero Arnaldo, Torre Pellice 25.000; Hehking Ruggero, Torre Pellice 15.000; Barèt
Erica, Pomaretto 20.000; Baret Guido, Pomaretto 50.000; Peyrot Enrico, Luserna S. Giovanni 150.000; Ribet Guido e Edina, Luserna
S. Giovanni 100.000: Gay James. Luserna
S. Giovanni 50.000; Malan Aldo e Enrica,
Luserna S. Giovanni 50.000; Germane! Elena,
S. Germano 25.000; Roman Marco e Viviana,
Torre Pellice 5.000; Cogno Rinaldo, Torre
Pellice 10.000; Pascal Alba e Alberto, Ferrerò 30.000; Rostagno Emma, Riclaretto
5.000; Bernard Artuno, Pomaretto 10.000;
Morello Chiaffredo, Luserna San Giovanni
10.0000; Biglione Enrica, Genova 4.000; Corsani Mary, Genova 5.000; Pampuro R. e A.,
Genova 1.000; Grisel Emanuele, Torino
50.000; Beux Itala e Ettore, Torino 10.000;
Clot Carlo, Torino 20.000; Bressi Bartolomeo,
Grugliasco 20.000; Long Alma, Torino 10
mila;Amour Enrica, Torino 10.000; Zenone
Alfonso, Torino 20.000; Ribet Giovanni, Torino 50.000; Rosa Brusio Giuliana, Coazze
10.000; Cigersa Giuseppe, Torino 40.000; .Rostagno Laura, Torino 30.000; Mathieu Guido e Berta, Bordighera 20.000; Rostagno Arturo. Pomaretto 5.000; Beri Umberto, Trieste
2.500; Una valdese, Roma 8.000; Ricci Vittorio, Roma 10.000; Mendola Francesco, Roma 5.000; Albarin Bruno. Roma 25.000.
Ognuno di noi ha a che fare con problemi
d’interpretazione : ognuno può esser chiamato
a capire per esempio il testo di un contratto
collettivo, oppure anche solo lo svolgimento e
la tecnica di una partita di calciò. Per la chiesa e importante esaminare e comprendere che
cosa dice oggi un testo biblico. Ogni particolare tipo di interpretazione si giustifica in base al testo mediante un determinato metodo;
se noi siamo coscienti del metodo impiegato,
ciò significa che sappiamo spiegare per filo e
per segno perché partendo da un determinato
testo, siamo arrivati a questa o quella determinata interpretazione. Se si vuole il metodo
è un po’ il cammino che collega in modo evidente, comunicabile, il testo con la nostra
lettura globale del testo stesso.
Finora abbiamo letto ii testo
nello svolgersi deUa storia ecclesiastica
Per comprendere fino a che punto sia nuovo il tipo di lettura che questo libro ci presenta, è opportuno richiamare brevemente la
lettura che dominava finora l’orizzonte degli
studi. In gran parte la lettura che noi facciamo abitualmente colloca il testo nello svolgersi della storia ecclesiastica. Si parte dalla storia d’Israele oppure dalla storia della chiesa
primitiva per giungere a noi. Il significato del
testo è riferito in generale alla necessità di
riformare la chiesa e di confessare la fede. Si
comprende perciò l’importanza delle questioni
d’autore e concernenti la storia della tradizione : se la fede è confessata diviene essenziale sapere chi, come, quando la confessa. Interessa per esempio sapere chi era l’evangelista Marco, che cosa veramente si dissero Pietro e Paolo al convegno di Gerusalemme, ecc.
In primo piano sta la questione riguardante
chi parla a chi; la questione del soggetto. Le
difficoltà nascenti da questo tipo di esegesi
sono anch’esse ben note : le ipotesi storiografiche si susseguono senza pervenire a delle
conclusioni su cui tutti possano dirsi d’accordo; i soggetti si fanno a volte veramente lontani dalla presa della ragione scientifica.
Un metodo nuovo,
un nuovo approccio del testo
Quello che ci viene proposto da questo libro è essenzialmente un metodo nuovo, e non
tanto una nuova lettura; voglio dire che gli
autori insistono sul fatto che qui non si offre
una sìntesi, una conclusione, un nuovo saggio
di interpretazione globale del cristianesimo
(anzi sotto questo aspetto non c’è quasi nulla
di nuovo), ma un nuovo approccio del testo,
una lettura che si giustifica in base ad un .metodo diverso dal solito. A titolo di esempio,
vediamo brevemente il sorgere di questo nuovo metodo nel campo delFetnologia, che rappresenta una tappa del lungo cammino dello
strutturalismo attraverso le scienze.
Lo strutturalismo: dall’etnologìa...
Nel dopoguerra alcuni studiosi di popoli
detti volgamente ’’primitivi” si trovano alle
prese con un gros») problema : avere a disposizione qualche monumento, nulla di scritto,
versioni diverse di miti tramandati di bocca in
bocca e raccolte da testimonianze non sempre
concordanti di informatori indigeni o rari missionari; il tutto quasi sempre trascritto in maniera imprecisa o arricchito di elementi o modificato. Da tutto questo dover trarre una illustrazione valida di un popolo e della sua civiltà secondo i canoni delle ipotesi storiografiche
classiche e tradizionali, era impresa disperata.
Chi ricordava il mito in maniera originale?
Come ci si poteva fidare di un racconto ecc.?
Da questa difficoltà nasce la lettura strutturalista del materiale raccolto. Essa parte da tutti i dati disponibili, ma tenta di dar loro una
disposizione e quindi una significanza in base
ad una struttura globale interna.. Il testo viene compreso non più mediante il confronto
con altri testi simili, ma mettendo a confronto le sue stesse parti così come sono e
sen?a stabilire prima un qualsiasi significato.
Particolari apparentemente secondari, per
esempio uscire-entrare, alto-basso, relazioni di
piantela, ècc. prendono significanza dal fatto
loro opposizione e dal posto che prendono all’interno della struttura. Il metodo è
stato anche applicato al mondo della fiaba,
che è un’altra tipica manifestazione a-storica.
Gli elementi dei testi così disposti in schemi
non arbitrari, poco alla volta si orgahizzano
(coll’aiuto però di un poderoso cervello, cioè
nulla viene improvvisato) in unità significanti
più complesse fino a giungere ad una figura
generale nella quale il libero gioco delle diverse parti esprime degli ampi e conclusi significati e permette un’interpretazione globale.
Dato che il metodo si basa sugli scarti di significato, esso per esempio può sfruttare completamente le diversità tra varie informazioni
riguardanti lo stesso mito (riferite da diversi
informatori in luoghi e tempi diversi) : cioè
proprio questo fatto che era un difetto per la
mentalità scientifica di certuni storici, diventa
il punto d’appoggio della nuova interpretazione. Tuttavia alcuni si sono domandati: forse
che a questo modo la struttura non viene a
prendere il posto del soggetto? Verrebbe annullato l’alto del dire la parola a favore del
« tutto detto » della struttura?
...al campo degli studi biblici
È dunque con una certa sorpresa che si vede
lo strutturalismo fare la sua comparsa nel
campo degli studi biblici. Ma ciò era inevitabile e d’altra parte permette di compensare
talune ’’impasses” dei metodi tradizionali. È
l’esegesi protestante di lingua francese che
si è presa l’incarico Bì una prima esplorazione,
ormai molli anni fa. Si trattò prima di tutto
di leggere gli strutturalisti, andare a scuola
da alcuni di loro, tentare qualche applicazio
R. Barthes, F. Bovon, F. J. Leenhardt, R.
Martin Acard, J. Starobinski, Analisi
strutturale ed esegesi biblica - coll. Universo Cristiano », pp. 117, L. 1.400 - SEI, Torino 1973.
ne al testo biblico, confrontare i risultati con
quelli dell’esegesi corrente. Questo libro è
nato da esigenze di tal genere. I nostri esegeti
non osano ancora pubblicare studi personali,
affidano a due noti strutturalisti, Barthes e
Starobinski, un testo dell’Antico e un testo
del Nuovo Testamento e li invitano a esercitarvisi; chiedono poi a dei rappresentanti dell’esegesi corrente, storica, Martin-Achard e
Leenhardt, che cosa ne pensano... Bovon professore di Nuovo Testamento alFUniversità di
Ginevra, presenta ed introduce; egli ha per
altro al suo attivo già diversi tentativi di esegesi strutturalista.
Starobinski ci dà una convincente analisi
di una pericope che Kàsemann un giorno, a
lezzone, si rifiutava di commentare, liquidandola come miracolistica giudaica: Findemonìato di Gerasa, Marco 5, 1-29. Starobinski
prende molto sul serio il compito che gli è
stato domandato; tra l’altro comincia notando
che Fevangelo è anonimo, il soggetto che parla non sente il bisogno di annunciarsi... (In
effetti la soprascritta che attribuisce l’evangelo a Marco è tradizionale). Non sarebbe opportuno qui rimettersi a tracciare il cammino
di Starobinski, che è assai interessante. Se
ora certi elementi narrativi sui quali l’esegesi
storica passava sopra, trovano una significanza (ad es. al di qua — al di là dal mare,
1 uscire e 1 entrare dei demoni, il giungere ed
il partire di Gesù, ecc.) la conclusione è discutibile. Ma giustamente ci avverte Bovon
che non si tratta ancora, per ora, di discutere
risultati e conclusioni, ma di imparare il metodo.
Mi sembra però interessante indicare che il
tema delFinterpretazione di Starobinski è comunque quello deìVescatologia. Il quadro convergerebbe su quell’unico indemoniato guarito
che rimane nella terra dei gheraseni a fronteggiare da solo Fopposizione contro Gesù.
L’annuncio evangelico sarebbe quello di una
liberazione finale, che aiuta a sopportare la
storia, interpretando ogni opposizione come
un residuo di ostilità” (p. 79 s.) perché bisogna « far pazientare gli uomini, spiegando
loro per colpa di quale maleficio essi non
siano ancora nella beatitudine promessa »
(ivi). Tutto ciò però non è più tratto dal testo, ma dalla cultura, da una certa cultura
dell’interprete. Se la struttura testimonia dell’imprigionamento dell’uomo nei limiti della
pazienza, non si può che contrapporle ii soggetto parlante. A mio parere è appassionante
il quadro di quell’uomo che resta, guarito,
con un messaggio illuministico, in mezzo .’z
gente ostile; qui si annuncia la libertà come
segno della speranza, se mai. Si può dunque
dar ragione a Starobinski quando interpreta
il cristianesimo come un tipo di messaggio
escatologico, cioè come un tentativo, originale,
di regolare i rapporti tra il regno che viene g
il mio impegno di adesso; ma non si può seguirlo quando dimentica che, se il cristiano
è uno che resta, in qualche modo come l’indemoniato guarito (vedi poi anche Fuso del
verbo restare in Giovanni e Paolo), egli resta
però in posizione di lotta e non in posizione
di rassegnazione o dì vuota attesa.
Nelle conclusioni
riappare il soggetto confessante
Bovon, nella sua introduzione, afferma che
per ora si tratta solo del metodo strutturale.
Ciò significa che per quanto riguarda le conclusioni, cioè l’interpretazione globale, nulla
è innovalo, per ora. In altre parole il soggetto
riappare nelle conclusioni come soggetto confessante, nella linea dell’ermeneutica della Riforma. L’analisi strutturale ci offre dunque,
attraverso il suo metodo, non una nuova lettura della Bibbia, ma un modo nuovo e diverso di lavorare con gli elementi del testo.
Per ora è così, e solo l’avvenire dirà se ì presupposti filosofici del metodo affioreranno nell’interpretazione in modo determinante. Lasciamo volentieri questo avvenire ai più giovani, dato che l’analisi strutturale implica
una ginnastica mentale che solo la nuova generazione può produrre in modo originale. Ma
domandiamoci : lo strutturalismo è proprio
soltanto un metodo? Non lo si confonda con
una ’’nuova teologia” o con una moda culturale; se fosse solo questo, esso sarebbe superalo da un pezzo. Si tratta invece di un tipo
di ricerca interdisciplinare che ha fatto da
lungo tempo la sua apparizione nella linguistica, nella psicologia, nella biologia, nella
matematica ecc. Lo strutturalismo è un modo
di conoscere che sì integra nell’universo della
conoscenza. Non c’è quindi nessuna ragione
di preoccuparsi per la sua applicazione alle
scienze bibliche. D’altra parte è pur vero che
questo volersi limitare a prendere in considerazione il metodo e quello soltanto non può
essere che un atteggiamento provvisorio, in
quanto prima o poi entrerà in campo l’interesse per le conclusioni stesse e quindi il famoso
problema del soggetto. Anche qui tuttavia,
stando alla conclusione di un J. Piaget (Le
structuralisme, PUF, Paris 1968) non dovrebbero esserci grandi preoccupazioni, purché
si intenda il soggetto non come « la sede a
priori di un edificio compiuto », ma come
« centro di funzionamento » e d’altra parie
si neghi la possibilità di n una struttura di
tulle le strutture », e si mantenga in qualche
modo la frammentarietà delle interazioni nell’insieme: il che non contraddirebbe affatto,
mi pare, la dottrina delFuomo propria della
Riforma. La mancanza di una superstruttura
potrebbe essere ricondotta alla condizione
creaturale dell’uomo e il soggetto inteso in
senso operativo potrebbe spezzare ad un tempo la schiavitù dell’individualismo e la tentazione (li collocare uomo e Dio in presa diretta.
In pratica si accentuerebbe il carattere relazionale della fede del credente posto in rapporto
necessario con altri di fronte a Dio, e non in
individuale collegamento col divino nél senso
del soprannaturalismo protestante (ovvero
non protestante affatto). Ma queste sono per
ora solo idee lanciate per evocare un possibile
quadro teologico più che ragioni motivate di
adesione' o di dissenso.
Sergio Rostagno
3
29 marzo 1974 — N. 13
pag. 3
VERSO IL REFERENDUM
Un comunicato
dell'Associazione per la Libertà
Religiosa in Italia (ALRI)
NO
aH'abrogazione
del divorzio
1 - La legge sul divorzio non obbliga nessuno a divorziare. È una legge
di libertà : riconosce ai cittadini italiani un diritto civile già riconosciuto in
quasi tutto il mondo.
2 - Il divorzio non intacca i matrimoni sani : l'idea stessa di poter divorziare può costituire una compensazione psicologica alle contrarietà
della vita coniugale e può aiutare
quindi a superarle senza danno. Il divorzio è un rimedio per i matrimoni
sbagliati.
3 - Il divorzio non va contro la fede
religiosa : chi crede che il matrimonio
è indissolubile continua a rimanere
legato, nell'intimità della sua coscienza, al coniuge divorziato.
4 - Chi vuole il rispetto della libertà
di coscienza — che è libertà di credere o di non credere — deve rispettare la libertà di coscienza dell'altro.
La religione non deve essere adoperata per coprire il proprio egoismo o i
propri sentimenti di vendetta. La « pace religiosa » si realizza nella società
quando ognuno rispetta le idee dell'altro e non pretende di imporre la
propria fede religiosa o la propria
ideologia per mezzo delle leggi dello
Stato.
5 - La società non deve imporre un
modello; deve rispettare i diritti civili del singolo, uomo o donna ; alla
società è utile una famiglia il cui fondamento e il cui fine siano il rispetto
reciproco, la collaborazione leale e
l'affetto dei coniugi. Perciò la società
non deve fingere che i coniugi nei
quali sia morto l'affetto coniugale, pur
separati, restino merito e moglie per
tutta la vita ; e non deve impedire che
con nuove nozze (dopo che siano
stati fissati gli obblighi verso l'altro
coniuge e i figli) si legittimi una
nuova famiglia già esistente.
6-11 papa e quei vescovi che vogliono impedire allo Stato di concedere il divorzio ai cittadini che ne hanno bisogno concedono essi stessi con
grande facilità il divorzio (lo chiamano « annullamento ») disinteressandosi totalmente degli obblighi economici. e morali del coniuge verso l'altro
coniuge e verso i figli. L' « annullamento » dichiara mai esistito un matrimonio, anche se ne sono nati dei
figli. Di chi sono poi i figli dei coniugi
« annullati »? Chi provvederà ad essi?
7 - La legge che ha introdotto in
Italia il divorzio stabilisce invece, giustamente, che il giudice, nel pronunciare il divorzio, deve fissare gli obblighi degli ex-coniugi tra' di loro e
verso i figli. Col divorzio dei genitori,
i figli ritrovano spesso la pace e talvolta anche una nuova famiglia unita ;
gli adulterini sacrificati nella separazione, possono avere finalmente il cognome del padre. Quanto alla ex-moglie, la legge sul divorzio la protegge: obbliga l'ex- marito a versarle un
mensile stabilito dal tribunale, che,
nel fissare la somma, deve tenere anche conto del « contributo personale
ed economico dato da ciascuno dei coniugi alla conduzione familiare e alla
formazione del patrimonio di entrambi ».
Per non lasciarci portar via il diritto
di decidere ciascuno secondo la propria coscienza, come cittadini consapevoli e comprensivi delle varie situazioni umane, noi nel referendum
voteremo mettendo una crocetta sul
N O
ALL' ABROGAZIONE
DEL DIVORZIO
■ Cgntiamo, nelle prossime settimane, dare
regloarmente notizia di ciò che si va facendo, nelle nostre chiese e da parte di esse
nella città, per dibattere e chiarire tutta la portata della prossima votazione in sede di referendum abrogativo della legge sul divorzio. Saremo quindi molto grati a quanti ci invieranno
tempestivamente segnalazioni e notizie.
red.
A CATANIA
Il Consiglio della chiesa valdese di
Catania ha deciso di convocare in via
Cantarella un Convegno di tutte le Chiese e Movimenti evangelici operanti nel
catanese. Scopo di questo Convegno,
dovrebbe essere di « confrontare le nostre rispettive posizioni sulla questione del refeij-endum sul divorzio.
Come data, è stata proposta quella
del 24 aprile, ore 19. Ma è difficile che
questa data possa essere mantenuta,
dato che già i responsabili di due Chiese hanno risposto di aderire, a condizione che n Convegno si sposti di qualche giorno.
La lettera di invito è stata mandata
a: Assemblea di Dio, Chiesa Apostolica, Chiesa A-vventista, Chiesa Battista,
Chiesa deh Nazareno, Chiesa di Cristo,
Chiesa Pentecostale indipendente, Esercito della Salvezza.
Nella lettera di convocazione, è detto
fra l’altro:
# Il Referendum sul divorzio è una
questione politica; non siamo chiamati a confessare la nostra fede nel segreto di una cabina elettorale!
# Sappiamo che la Chiesa Romana
non si è fatto mai scrupolo di violentare la coscienza dei dissidenti (eretici!), imponendo la sua fede con la
forza. Ora si tratta di sapere se le chiese e i Movimenti evangelici del catane§e decideranno di allearsi con la Chie
sa Romana, oppure se, ricordandosi
delle persecuzioni subite per motivi di
coscienza, ora che non c’è più persecuzione per loro, decideranno di non farsi complici dei persecutori. , •
# Nella nostra tradizione di evangelici italiani, efnerge chiaramente
che mai le nostre Chiese hanno voluto
imporre con la fòrza la loro' fede b i
loro comportamenti evangelici. Ora si
tratterebbe di essere coerenti coi nostri princìpi. Nessuna legge impone ai
credenti di divorziare. Allò stesso modo, dovremmo batterci perché nessuna
legge imponga il rhatrimonio indissolubile.
O Alleandoci con le forze più retrive
del cattolicesimo italiano, faremmo
la figura dei perseguitati che diventano
persecutori. Inoltre favoriremmo la politica del Vaticano, il quale contrappone al divorzio l’istituto deirannullamento dei matrimoni. Di recente, è stato
dichiarato che la Chiesa Romana è disposta ad aumentare i casi e sveltire
le pratiche di annullamento!
O Agiremmo contro'la nostra coscienza evangelica che vede solo in Gesù Cristo, e non già nella legge dello
Stato, il solo garante del fondamento
del matrimonio cristiano, segno e parabola dell’unione indissolubile fra Cristo
e la Chiesa.
A VENEZIA
Domenica 24 febbraio 1974 il gruppo giovanile FGEI ha distribuito a tutti i fratelli
presenti al culto (sia a Mestre che a Venezia)
il comunicato della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia sul referendum abrogativo della legge sul divorzio. Durante la settimana il comunicato è stato spedito per posta
anche a tutti i membri di chiesa non presenti
al culto ed ai simpatizzanti, valdesi e metodisti di Venezia, Mestre e Diaspora. j
Domenica 3 marzo, alla fine del culto, i giovani hanno presentato un documento, sempre sullo stesso problema, che ricalca quello
della Federazione. Ne è seguita una discussione dalla quale si è concordato di modificarlo
in parte e presentarlo alPassemblea di chiesa
Valdese-Metodista, convocata per il 10 marzo.
Domenica 10 marzo, dopo l’elezione dei delegati alFassemblea costituente della Federazione delle Chiese Evangeliche del Tri veneto
(che si terrà a Venezia il 24 marzo), è stato
presentato quel documento, corretto .secondo
le indicazioni tratte dalla discussione della domenica precedente, afiinché la comunità lo
approvasse.'
Alcuni fratelli, contrari sia al fatto che la
Chiesa prenda posizione sul Referendum, sia
ad alcune affermazioni del documento, hanno
sollevato una discussione protrattasi a lungo,
durante la quale molti membri di chiesa se
ne sono andati. Su richiesta pressante della
maggioranza è stato sottoposto a votazione il
documento che è risultato approvato con 12
voti favorevoli e 4 contrari.
Coloro che se ne sono andati prima della
votazione erano in massima parte favorevoli
(anzi alcuni aH’ìnizio ritenevano superflua la
votazione, quasi fossero scontate le affermazioni contenute).
Ora, quei fratelli contrari alla presa di posizione della comunità vogliono invalidare la
decisione dell’assemblea, perché affermano
che non compariva neH’o.d.g. dell’assemblea
la votazione del documento.
Facciamo notare che la domenica precedente tutti avevano concordato, sia a Mestre che
a Venezia, di presentarlo in assemblea per
l’approvazione della comunità e che in ogni
caso tutti ne erano a conoscenza.
Il testo del documento, in forma di volam
tino verrà ciclostilato in almeno 2.000 copie
FEDERAZIONE FEMMINILE GRUPPI FEMMINILI EVANGELICI
VALDESE IN ITALIA
IX Congresso ll°,Cong(esso_L
Rimini, 4 maggio 1974 Interdenominazionale Rimini, 4-5 maggio 1974
PROGRAMMA PROGRAMMA '
Sabato 4: Sabato 4:
ore 9 Culto (Past. Aldo Com- ore 20.30 Incontro preliminare
ba). delle Congressiste per
ore 9.30 Costituzione del Con- la discussione a gruppi
grosso - Elezione del dei due temi.
Seggio - Lettura Rela- Domenica 5:
zione Comitato Nazio- ore 8 Apertura del Congresso
naie - Discussione. con Culto.
ore 12.30 Colazione - Intervallo. ore 8.30-10 Nomina del Seggio ore 14.30 Saluto delegate estere. Messaggi - Saluti - Re- lazione del Consiglio di
ore 15 Ripresa discussione- Collegamento - DiscusProposte. sioni - Proposte.
ore 17 Intervallo.; ore 10.30 Esposizione del 1° teore 17.30 Elezioni. ma: « Aborto » da parore 18 Varie ed eventuali. Chiù- te degli oratori Dott.
sura. Giorgio Peyrot, Past. D.
Cappella, Sig.ra D. GiuIl Congresso è apèrto a tutte dici Fruttini - Discussiole donne valdesi. Le iscrizioni ne generale.
entro il 20 aprile presso: Fer- ore 12.30 Pranzo.
nanda Comba, via Pietro della ore 14.30 Esposizione (dagli stesValle 13 - 00193 Roma, tei. 06/ si oratori) del 2° tema;
560.478. Dalle Valli e dal Piemon- « Divorzio » - Discussiote sarà organizzato il viaggio ne generale.
con biglietto collettivo. Rivol- ore 18 Chiusura del Congresgersi: Ade Gardiol, v.le Trento so - Ricevimento della
12 - 10066 Torre Pellice - telefono Comunità Valdese di
0121/91.277. Rimini.
Iscrizione ai Congressi L. 500. Pensione completa L. 3.600 al giorno.
I Congressi si terranno nei locali delFHòtel Telstar di Rimini (Rivazzurra) via Viareggio 2 — Cp. 47.037 - tei. pr. 0541 • 32.791 - 32.792. L al-
bergo si raggiùnge dalla stazione con gli autobus 10 o 11 per Rivazzurra:
scendere fermata 28. È prevista. per la giornata di lunedì 6, ima gita in
torpedone alla Repubblica di S. Marino o a Ravenna. Prezzo L. 1.000.
(dal gruppo giovanile) e verranno affissi manifesti a Venezia e a Mestre.
Daniele Busetto
DARia Falbo
Il gruppo evangelico FGEI di Venezia,
La comunità evangelica valdese- metodista
di Venezia, '
rilevato
che in base alla legge sul divorzio, attualmente vigente, chiunque si trovi nella triste
situazione di un matrimonio fallito è libero di
valeréi o meno di detta legge a secmida delle
proprie convinzioni,
che al contrario l’abrogazione della legge sul
divorzio priverebbe una parte dw cittadini di
questa libertà, imponendo anche a chi non
condivide la concezione cattolica del matrimonio come sacraménto le conseguenze
che ne deidvano, cioè l’impossibilità giuridica
di sciogliere il vincolo matrimoniale,
.
r 11 e II s 0 n o
che secondo l’Rvangelo carattere definitivo
dell’unione coniugale parte della vocazione
cristiana e per ì credenti è una meta perseguita e riproposta ^otidianamente.
e che se il matrimonio vuole essere garantito da una legge, anziché essere affidato alla
libera responsabilità dei coniugi, fondata sull’ascolto della Parola di Dio, ci si allontana
da una posizione evangelica per avvicinarsi ad
un legalismo che poco ha in comune con l’insegnamento di Gesù Cristo.
In base a queste considerazioni il gruppo
evangelico FGEI e la comunità evangelica
Valdese-Metodista di Venezia per rispettare la
libertà di tutti i cittadini prendono pubblica
posizione contro Vabrogazione della legge sul
divorzio.
Venezia 10 marzo 1974
Castello 5170
Una analoga presa di posizione della FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE
ITALIANE non è ^ata radiotrasmessa al
Notiziario che segue fi « CULTO EVANGELICO » (domenica ore 7,35 progr. naz.) per
il veto imposto dalla RAI.
CAMPO DI PASQUA, A CURA DI AGAPE E DELLA
FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA
L’informazione evangeiica in Itaiia
Agape, 12-15 aprile 1974
Direzione^ Bruno Rostagno
Quota: L. 8.400
Lingua: italiano
Tema: La stampa ha avuto ed ha nel protestantesimo italiano un ruolo di avanguardia. Rispetto alla realtà delle comunità e al
tipo di testimonianza che .queste esprimono,
« Nuovi Tempi », <t Gioventù Evangelica », la
produziione della Claudiana, i documenti di
studio e di informazione prodotti da varie iniziative, in parte la stessa stampa denominazionale, hanno indicato delle possibili vie alternative, cercato un nuovo linguaggio una predicazione in grado di essere compresa fuori
degli ambienti eoclesiastici.
Si è verificata cosi una convergenza obbiettiva con la pubblicistica del dissenso cattolico,
intesa come organo di lotta per una chiesa
non compromessa col potere e impegnata a
fianco delle classi oppresse.
Questi risultati fanno si che oggi sia sentito da tutti il bisogno di fare un bilancio della nostra pubblicistica, in vista di un chiarimento di quelli che possono essere gli obbiet
rivi da proporci per il futuro.
D’altra parte le difficoltà che colpiscono la
stampa in generale (aumento dei costi, involuzione ddla democrazia eco.), pongono anche noi di fronte ad alternative, a scelte non
facili. Ad evitare che, come nel passato spesso è accaduto, ogni iniziativa proceda, si salvi 0 muoia in un totale isolamento, è urgente studiare insieme una strategia comune, in
cui si arrivi effettivamente a un risparmio di
mezzi e ad un’azione efficace nelle comunità
e nella società. A questo scopo vuol servire
l’incontro di Agape. Ogni giornata riguarderà un settore, senza però perdere di vista
la globalità del problema. Così nel primo giorno (sabato) si discuterà della stampa che si
rivolge prevalentemente all’esterno delle comunità (ma anche questa distinzione è da discutere!), con particolare riferimento al prò
La legge e la tutela del cenluge e del figli
(segue da pag. 1)
validamente contratto sin dall’inizio,
in linea di massima nessuno degli ef.
fetti propri del matrimonio viene riconosciuto e mantenuto. La legge italiana fa salvi alcuni limitati effetti a
favore dei figli e del coniuge di buona fede, ma trattasi di una tutela che
ha un ambito estremamente ristretto.
La separazione giudiziale, pur nella
fondamentale diversità dell’istituto,
consente qualche valido confronto, attesa la completa disciplina ad essa data dalla legge. Essa può essere pronunciata per colpa di uno o di entrahibi i coniugi. I doveri dei genitori vèrso i figli minori permangono, ma la
sentenza provvede ad affidare la prole all’uno o all’altro dei genitori, oppure a terzi o ad istituti di educazione quando non si ravvisi possibile l’affidamento ad uno dei genitori. Dèi
fondamentali doveri reciproci nascenti dal matrimonio per i coniugi —
coabitazione, fedeltà, assistenza — solo il primo viene meno, gli altri rimangono fermi. Ma ciò è ben poco reale :
lo rilevava nei discorsi inaugurali per
gli anni 1969 e 1970 presso la Corte di
Appello di Torino il Procuratore Generale, affermando nel primo e ribadendo nel secondo che «l’obbligo della fedeltà e quello sia pur affiievolito
di assistenza, che permangono anche
in regime di »separazione, secondo l’attuale disciplina dell’istituto, si presentano ormai come obblighi giuridici ai
quali non si presta quasi più adempimento ».
In regime di separazione è prevista
la statuizione di im assegno di mantenimento a favore del coniuge senza
colpa, ma al coniuge colpevole non
spetta altro che un assegno alimentare, che presuppone lo stato di bisogno
0 l’impossibilità di provvedere al proprio mantenimento del destinatario.
La legge sul divorzio, invece, prevede
che il tribunale disponga Tobbligo per
uno dei coniugi di somministrare a
favore dell’altro un assegno, tenuto
conto delle condizioni economiche di
entrambi e delle ragioni della decisione. Non è estranea, quindi, la considerazione del precedènte comportamento antigiuridico, di uno o di entrambi
1 coniugi, sempre che lo stesso venga
ad integrare una delle cause di divorzio invocate, ma è escluso un collegamento meccanico ed esclusivo tra tale
comportamento e l’obbligo e l’entità
dell’assegno; esplicito riferimento è
fatto tra i criteri per la determinazione dell’assegno al contributo personale ed economico dato da ciascuno di
essi alla conduzione familiare ed alla
formazione del patrimonio di entrambi, con il che può darsi ingresso, tra
l’altro, ad un giusto riconoscimento
delle energie, cosi spesso profuse, rinunciando ad una propria autonoma
e retribuita attività lavorativa, da parte della donna neU’allevamento dei figli, e nella cura della casa.
Già si sono riportati gli artt. 6 e 11
della legge sul divorzio che contengono minuziose disposizioni atte a garantire l’adempimento dei doveri dei
genitori verso i figli, che non trovano
riscontro nelle altre situazioni esaminate. tia ancora ricordata la facoltà
attiibuita al tribunale di imporre all’obbligato ai contributi previsti di
prestare idonea garanzia reale o personale; di disporre che una quota dei
redditi o dei proventi di lavoro dell’obbligato venga versata direttamente
agli aventi diritto ; di disporre, in caso di morte dell’obbligato, che una
quota della pensione o di altri assegni spettanti al coniuge superstite sia
attribuita al coniuge o ai coniugi rispetto ai quali sia stata pronunciata
sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Può ben affermarsi, quindi, che i figli minori ed il coniuge più debole trovano, nella legge sul divorzio, maggior
tutela che nella disciplina prevista per
la separazione giudiziale.
3.
La rassegna sin qui svolta della
legge sul divorzio, relativamente al
contenuto della stessa ed alle censure
che le si muovono, non ha pretesa alcuna di completezza. Trattasi di una
informativa limitata, quale può essere
in questa sede, ai connotati essenziali.
Ci pare che la stessa possa essere
sufficiente per una determinazione
consapevole del voto del 12 maggio.
Ad altri, su questo stesso giornale,
il compito di illustrare le motivazioni
di altra natura che possono determinare la scelta per gli evangelici.
Ad altri ancora, di trarre le implicazioni politiche che nella situazione
attuale si impongono in ordine al referendum abrogativo della legge che
si è cercato di esaminare, e che proprio non è apparsa a chi scrive né diabolica né scriteriata. A. Ribet
blema dei rapporti «Nuovi Tempi» - «COM».
Nella seconda giornata si affronterà il problema della stampa denominazionalS e dei
suoi rapporti con la politica locale (con particolare riferimento alle valli valdesi). Nella
terza infine si parlerà del coordinamento della nostra pubblicistica (Claudiana, riviste,
centri di documentazione, documenti e relazioni dei campi ecc.).
Programma: venerdì 12 aprile : arrivo per
cena.
Sabato 13 aprile : ore 9 : Giorgio GirarDET, funzione e prospettive della stampa evangelica in Italia. Discussione. Ore 15 : continuazione della discussione.
Domenica 14 aprile : ore 10,30 : culto con
la comunità di Frali. Ore 15: Sergio Rostagno, informazione nelle comunità e funzione
degli organi di stampa denominazionali. Discussione. Ore 21 : Giorgio Gardiol, strumenti e problemi della controinformazione a
livello regionale. Discussione.
Lunedi Ì5 aprile : ore 9 : Marco Rostan,
specificità e coordinamento delle riviste e del
lavoro di documentazione. Discussione. Ore
16 : chiusura e partenza.
Iscrizione: entro il 7 aprile presso Segreteria di Agape - 10060 Frali (Torino).
iiiNiiiiMiiiiiiiJiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimi
I “gesti” e i fatti
(segue da pag. 1)
ciabot li costringe al conflitto tra una
scelta libera e responsabile e il sottomettersi al ricatto di una formula ambigua quale quella che la .parte cattolica deve' firmare, dichiarando di impegnarsi a « fare tutto ciò che è in suo
potere per battezzare ed educare tutta
la prole nella Chiesa cattolica »?
Il vescovo di Pinerolo può dirci che
non dipende da lui abrogare tale imposizione, ma allora si renderà certamente conto che le sue proposte, nel
clima imposto dalla Curia romana, lasciano l’impressione di voler far passare come buona una situazione opprimente. Se la logica della sua teologia e
della struttura della sua chiesa non gli
permettono di agire nella fraternità,
perché Roma non ha minimamente rinunciato a considerarsi Madre e Maestra, non oi sembra il caso di prendere
in considerazione un « gesto di fraternità » che avrebbe il sólo risultato di
nascondere la radicale contrapposizione. Non pensi il vescovo di Pinerolo
che i valdesi di oggi ce l’abbiano con i
cattolici di oggi ip^r le persecuzioni di
altri tempi. Noi ci sentiamo pienamente riconciliati con i cattolici, nella misura in cui ci sentiamo oggi coinvolti
nella crisi della umanità. Ma nei confronti della gerarchia cattolica e specialmente del papato non possiamo
che mantenere la più radicale opposizione, per il loro persistere nella pretesa di condizionare le coscienze in nome di Dio. Fino a quando le cose stanno così, fino a quando si mira a consolidare sempre più il potere come
avviene in Italia con imprese quali il
referendum al quale ci si avvicina, ia
nostra stessa ragion d’essere rimane
anche di proclamare che la fede in
Cristo non ha nulla a ohe fare né con
gerarchia, né con piapato, né con tutto
ciò che essi rappresentano. Nella situazione presente, restaurare insieme la
presunta Scuola dei Barbi sarebbe sì
un « gesto »,ma del tutto contrario a
quella che è stata la loro fede e il loro
impegno.
Se di fraternità si vuol parlare, lasciamo i « gesti » e si faccia almeno un
fatto; si abroghino gli impedimenti, le
dispense e le cauzioni per i matrimoni
misti: sarà una piccola rinuncia di potere e, quindi un fatto ben più serio
di qualsiasi gesto. A. Sonblli
4
pas. 4
VT 1 15, ___________________________ n .)
UN RESPONSABILE DEL CEC RIFERISCE LE IMPRESSIONI DOPO UNA VISITA UNA DENUNCIA DELL’ISTITUTO CRISTIANO
VIETNAM
un paese
DEL NORD:
asiatico diverso
dagli altri
"Il Sudafrica è uno stato poliziesco
II
Da un rapporto di G. C. Jackson, direttore interino delta Commissione di
mutua assistenza e di servizio delle
Chiese e di assistenza ai rifugiati
(CESSAR, organo del CEC), pubblicato sul «soepi-mensile» di febbraio
1974, riportiamo alcuni stralci relativi
alla situazione nordvietnamita.
La fame vinta
Via via che si amplia il campo delle
proprie conoscenze — attraverso conversazioni o la lettura di opere disponibili nella libreria straniera — ci si
rende conto che il paese non è tipicamente asiatico, perché la fame, l’ignoranza, la malattia e la disoccupazione
sono state bandite. Non è ricco e la
sua superficie coltivabile è assai limitata; eppure da dieci anni il prezzo del
riso non è cambiato e la gente ha avuto di che acquistare il cibo. Nel 1948
il 90% della popolazione era analfabeta e c’erano in tutto 200.000 allievi
e studenti - in 3.000 scuole. Oggi tutti
sanno leggere e scrivere si contano 4,5
milioni di allievi e studenti in 11.500
scuole.
Le realizzazioni sono altrettanto considerevoli nel settore sanitario. Praticamente tutti i nordvietnamiti, cittadini o rurali, posson farsi curare nei
pressi di casa loro. O meglio sarebbe
più giusto dire — e il fatto è ancor
più notevole — che la salute di ciascu
no è oggetto di costante attenzione da
parte dei servizi sanitari nazionali.
In quasi tutti i villaggi c’è un centro
medico rurale nel quale si trovano un
assistente sanitario, infermiere e ostetriche, aiutati da volontari che hanno
ricevuto una formazione adeguata. I
membri della comunità di villaggio,
in caso di malattia, possono larvisi curare secondo i metodi occidentali o
quelli tradizionali. Lo scopo principale di questi centri, tuttavia, non è di
curare malattie o affezioni, ma di praticare una medicina preventiva per
evitarle.
L’aiuto del CEC
Il programma di aiuti di 2 milioni
di dollari (circa 1 miliardo e 300 milioni di lire) promesso recentemente
dal Comitato direttivo del Fondo di
ricostruzione e riconciliazione in Indocina, del CEC, contribuirà alla ricostruzione e all’attrezzatura di uno di
questi ospedali provinciali che sono
stati tutti danneggiati o distrutti dai
bombardamenti, durante la guerra.
Poiché costituiscono la punta della piramide di un sistema sanitario centrato altrettanto in pratica quanto in
teoria su cure preventive offerte all’insieme della popolazione, è opportuno devolvere a tale scopo fondi stanziati per la ricostruzione in Indocina.
Non si può non essere impressiona
Echi di un mese in visita su e giù per il paese, da Quang Tri al delta
del Mekong, dalla catena annamita alla costa
Snilïittnaniiti ira dae faochi
ti, quando si visita il Vietnam del Nord
e si vede ciò che è stato conseguito nel
corso degli ultimi venticinque anni.
Gli sforzi compiuti non si manifestano in appartamenti di lusso, autostrade a sei corsie, fabbriche moderne e
rilucenti, abbondanza di automobili,
radio e lavatrici delle quali beneficia
una minoranza. Hanno piuttosto por■tato a eliminare la povertà, la malattia, l’ignoranza, la malnutrizione e la
disoccupazione nell’insieme della popolazione. Le energie di questo popolo dolce, resistente e lavoratore sono
state raccolte sotto uno stesso giogo
da tiro per promuovere il benessere
generale della comunità e non l’avanzarnento e la ricchezza dell’individuo.
L’occidentale scettico, cresciuto nella paura del comuniSmo e nella fede
nei valori delle nostre democrazie dette libere, si domanderà se questi risultati non sono stati ottenuti a prezzo della libertà personale e della modellatura dello spirito umano sotto
uno stampo uniforme. Una discussione di questo genere può certamente
cacciare la noia di lunghe ore di tempo libero; ma per me il ricordo della
cortesia, della dolcezza e della fierezza delle persone che ho incontrato, il
ricordo dei bambini sani dagli occhi
limpidi che giocavano per le strade di
Hanoi, il ricordo della folla che una
sera si divertiva in un circo, il ricordo degli uomini e delle donne, allegri
e vivaci, che ho visto a Hanoi e nei
villaggi circostanti non mi lascia dubbi sulla risposta che darò a quella domanda.
G. C. Jackson
^ Johannésburg (soepi) — Secondo
l’Istituto'cristiano, le due recenti leggi sulla sicurezza, votate lo scorso mese dal parlamento della repubblica del
Sudafrica, « non lasciano il minimo
dubbio sul fatto che il Sudafrica è uno
Stato poliziesco ».
L’« Affected Organisations Act » e il
« Riotous Assemblies Amendment Act »
(modifiche alla legge sulle « riunioni
sediziose ») rappresentano « un nuovo
passo verso il totalitarismo » ha dichiarato la direzione dell’Istituto, in
un documento pubblicato in occasione della sua riunione semestrale.
« È con orrore che constatiamo in
questa nuova legge un ulteriore attentato alla vita privata del cittadino ed
al suo diritto di riunione. La soppressione delle garanzie tradizionali contro ogni abuso e violenza da parte della polizia non fa presagire nulla di
buono per la nostra società », continua
il suddetto comunicato.
Secondo l’Istituto, 1’« Affected Organisati.ons Act » ha Io scopo di impedire a organizzazioni sospettate di far
politica, di ricevere aiuti finanziari dall’estero. La « Legge sulle riunioni sediziose » aumenta ih modo radicale i
poteri delle autorità che da ora innanzi potranno prendere qualsiasi misura
nei confronti di « riunioni » sospettate
di rappresentare una minaccia per l’ordine pubblico. Questa legge può teoricamente essere applicata anche alle
riunioni di due persone che si trovino
nella casa di una delle due.
I membri del personale dell’Istituto
cristiano hanno dichiarato che se le
Chiese che attualmente sostengono dall’estero quelle organizzazioni che lavorano per un cambiamento pacifico
non potranno più dare un simile apnggio «potrebbe allora darsi che esse si decidano ad aiutare in avvenire
quelle organizzazioni che vogliono un
cambiamento con mezzi violenti ». Essi hanno sottolineato che queste due
nuove leggi « rendono sempre più incerta la speranza di un cambiamento
pacifico in Sudafrica ».
Essi inoltre hanno particolarmente
pregato tutti i dirigenti delle Chiese
sudafricane di condannare categoricamente quelle leggi e di dichiarare che
essi resisteranno senza equivoci a
qualsiasi tentativo dello Stato di ostacolare o limitare le attività dei seguaci di Cristo.
Il mensile «Mani tese» (febbr. ’74)
ha pubblicato una corrispondenza di
Piero Gheddo, resoconto di un soggiorno di un mese, nel dicembre scorso,
nel Vietnam del Sud, percorso in tutte
le direzioni e dall’estremo nord, Quang
Tri, al delta del Mekong; al viaggiatore
è pure capitato, qualche volta, di attraversare le "frontiere” in zone "fredde" e di avere qualche fugace contatto con gruppi viet-cong. È forse interessante riportare qualche stralcio dell’ampio reportage.
Sul piano militare è assurdo chiedersi chi viola gli accordi di Parigi: li
violano ambedue le parti, poiché nessuna delle due crede nella pace e nessuna delle due è disposta ad avere fiducia nell’altra.
La situazione è ancor più tragica
dal punto di vista economico-sociale.
In seguito all’offensiva nord-vietnamita della primavera-estate 1972 ci sono
stati più di un milione di rifugiati dalle zone ’’liberate” (...) La crisi economica è il fenomeno che potrà avere
conseguenze più gravi: tutti sono convinti che il governo a Saigon non cadrà per una sconfitta militare, ma perché la crisi economica gli impedirà,
fra uno o due anni, di mantenere tutla la sua popolazione. (...) II Vietnam
del Sud vive una situazione paradossale: avrebbe terre in abbondanza, fertilissime (si fanno due e anche tre raccolti di riso all’anno), capaci di mantenere non solo i suoi 18 milioni di abitanti, ma almeno il doppio o il triplo
di gente, eppure incomincia a soffrire
di fame per mancanza di terre da coltivare.
Com’è possibile, questo assurdo? Il
fatto è che nordvietnamiti e vietcong
occupano circa il 75% del territorio
nazionale, specie dopo l’offensiva dell’esercito nordvietnamita dell’aprilesettembre 1972: ma il popolo è scappato e continua a scappare dal loro territorio, per rifugiarsi in quello sempre
più ristretto controllato dall’esercito
di Saigon. Praticamente, la maggior
parte del popolo sudvielnamita vive
nelle città (Saigon ha ormai quattro
milioni di abitanti) e lungo le strade
nazionali tenute dall’esercito, coltivando un po’ di terra ai lati della strada,
per la profondità di 100 metri al massimo: più in là non vanno per paura
Pane al pane
Amburgo (bip-snop) - II cardinale Volle,
arcivescovo di Magonza, ritiene che la « Concordia di Leuenberg » realizzata ultimamente
fra luterani e riformati europei, non può essere considerato un modello per il dialogo
interconfessionale con Roma. Parlando alla
prima Convenzione ecumenica dei sacerdoti di
\mburgo su « Problemi dell’unità delle Chiese », ha risposto negativamente alla domanda
fattagli da parte protestante: se cioè Leuenherg poteva stimolare i dibattili reciproci ad
abbandonare l'aspetto « esclusivista » per insistere sui punti di fede comuni. Il cardinale
ritiene che le divergenze dottrinali conservano la loro importanza decisiva e non è possibile parlare di ecumeni.smo .se la Chiesa non
ha più la possibilità di chiamare eresie le
eresie: ha reagito con forza contro un'unità
che fosse una semplice addizione di Chiese
che non si identificano fra loro: 1'« ecumenico » non può affermarsi a detrimento del
« cattolico ».
dei vietcong. Il Sud-Vietnam, che ha
sempre esportato riso, fino a due anni fa, oggi deve importarne dalla Thailandia e dagli Stati Uniti. Di qui la
crisi economica fortissima che rischia
di far crollare l’apparato statale sudvietnamita.
Ho parlato con diversi profughi dalle regioni ’’liberate”: gente che scappa a rischio della vita, dopo uno o due
anni di esperienza sotto un governo comunista. Perché scappano? Un padre
di sette figli mi diceva: « La vita è impossibile: controlli continui, lavoro
gratuito per l’esercito nordvietnamita,
tutto è proprietà dello Stato, una serie di divieti che soffocano, lunghe serate di riunioni politiche,' in cui bisogna fare l’autocritica e accusare gli
altri... Si instaura un clima di sospetto,
di terrore, di timore del peggio, tanto
più che quelli che osano protestare o
anche solo fare domande indiscrete,
scompaiono senza lasciare traccia. Dopo qualche mese la gente non pensa
che a scappare, a qualunque costo! ».
Mi rendo conto che a portare queste
testimonianze, in Italia, si rischia di
non essere creduti. Una cosa comunque è certissima, constatata da tutti:
la gente scappa dalle zone ’’liberate”,
che si svuotano, tanto che i nordvietnamiti fanno venire altri vietnamiti dalla Cambogia, dalla Thailandia e anche
dal Nord-Vietnam. Non si verificano
invece spostamenti di popolazione dalle zone controllate dal governo di Saigon verso le zone controllate dai vietcong e dai nordvietnamiti. La spiegazione sta nella testimonianza dìe ho
citato e in tante altre simili che ho
ascoltato personalmente nei campi di
profughi.
Questo non significa che il governo
di Thieu sia un buon governo! E nemmeno che la gente vi si trovi bene: fra
i due mali, infatti, si sceglie per forza
il minore!
A questo punto il corrispondente aggiunge la sua testimonianza a quelle
che già conosciamo sulla corruzione
burocratica, sulla durezza della repressione contro ogni opposizione, sulla ferocia poliziesca e sull’orrore dei campi di prigionia; e sull’unica speranza
di autonomia costituita dalla "terza
forza”, falcidic^ta dal regime di Saigon, e dalla pressione che l’opinione
pubblica internazionale può e deve
esercitare: « come è riuscita a ottenere il ritiro degli americani (non completo, però), così deve ottenere il disimpegno delle grandi potenze anche
come fornitura di armi ai due contendenti, e il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà democratiche, tanto
da parte di Thieu come da parte del
F.L.N. », in modo che « il popolo vietnamita sia veramente libero di decidere del suo futuro e non sia costretto a
subire dittature, di destra o di sinistra,
che in maggioranza non gradisce ». Si
tratta di speranza esigua, tutta da ridestare, come lo stesse Gheddo riconosce: « L’opinione pubblica mondiale
non s’interessa più molto del Vietnam;
basti questo dato di fatto: quando andai in Vietnam nel 1967, a Saigon erano accreditati 2300 giornalisti, fatografi, operatori di televisione stranieri; oggi sono meno di 200! ».
È lo stesso richiamo che ha fatto
ripetutamente e fortemente risuonare
Tullio Vinav.
Non intendo in alcun modo contestare o sminuire tutto ciò che di positivo ha constatato il relatore, specie
per ciò che riguarda la rapida evoluzione dei servizi sociali e le diverse
scelte di fondo relative alla vita sociale. Tuttavia l’articolista ripete l’errore — mi pare — abbastanza frequente
dell’accostamento forzato, anacronistico, fra situazioni ’evolute’, di .società
in avanzata fase industriale, e quelle
di società, come quella nordvietnamita, che escono ora dal sottosviluppo e
che devono quindi afrontare problemi diversissimi. Il confronto va fatto,
se mai, fra Nord e Sud Vietnam, ed è
certo istruttivo. Inoltre non parla delle chiese cristiane. E soprattutto non
ricorda e non spiega l’ondata di profughi che dal nord si riversarono al
sud, al momento della presa del potere da parte del Vietnam, o che più
tardi hanno abbandonato città e regioni sudvietnamite conquistate temporaneamente o definitivamente dalle forze comuniste (l’eccidio di Hué, durante l’offensiva del Thét nel febbraiomarzo 1968, è rimasto tristemente famoso). Si potrà dire che i profughi
son caduti dalla padella nella brace,
ma è lecito prendere con qualche riserva le impressioni pur sempre ’di
visita’ del responsabile ecumenico. Anche dietro la pulita facciata della Cina affiorano tracce di cancrena...
G. C.
Una confessione
non può essere divulgata,
neppure a Wounded Knie
Minneapolis (soepi) — Un responsabile della Chiesa luterana americana,
Paul Boe, ha interposto appello contro una sentenza che lo ha condannato a una pena di carcere per aver rifiut
tato di rivelare il nome degli Indiani
che portavano fucili a Wounded Knie,
nel Dakota del Sud, durante l’assedio
durato 71 giorni sostenuto da quella
comunità indiana.
P. Boe, direttore del Dipartimento
degli affari sociali della Chiesa luterana americana, era stato invitato dai
dirigenti del Movimento degli Indiani
d’America (AIM) a recarsi a Wounded
Knie a causa dei rapporti di fiducia
creatisi negli ultimi cinque anni fra
lui e i capi indiani. P. Boe conosce, infatti, i dirigenti delTAIM Dennys Blank
e Clyde Bellecourt dal 1968 e nel 1969
li ha aiutati a creare l’AIM.
II Boe ha dichiarato di avere avuto
colloqui con i leaders dell’AIM in qualità di pastore-consigliere e di non poter quindi divulgare le informazioni
avute. La sua posizione è stata pienamente approvata dal presidente della
Chiesa luterana americana, David
Preus, e dall’Ufficio di tutela della medesima. Nel corso del processo al signor Boe, in un’udienza è stata letta
una dichiarazione ufficiale della Chiesa luterana americana. Questa affermava che « il ruolo di un pastore è
quello di guidare le persone, di riceverne la confessione, di dar loro consigli c confortarli » e che il pastore
non può divulgare alcunché di ciò che
ha udito, senza il consenso formale di
colui che gli si è confessato.
NELLA FAMIGLIA DELLA CEVAA
Chiese e movimenti reiieiosi
nei Madaeascer
Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Giovanni Conte. Luciano Deodato. Samuele Giamhnrresi. Georges Paschoud.
Roberto Peyrot. Teofdo Pons. Edina Ribet.
Ernesto Scorza. Giorgio Tourn. Elsa e Speranza Tron.
Due grandi Chiese raggruppano la
rnaggioranza dei cristiani protestanti
di quel paese: la Chiesa Luterana, diffusa soprattutto sugli altipiani e lungo la parte meridionale di questa grande isola e la Chiesa di Gesù Cristo
(F.J.K.M.), affermatasi nel centro e
nel settentrione con diaspore sugli altipiani centro meridionali. La prima
riunisce i fedeli un tempo evangelizzati dalle missioni luterane: una norvegese e due americane (U.S.A.); la seconda è il risultato della fusione dei
congregaziohalisti, dei quaccheri e degli « evangelici » di tendenza più riformata. Queste due Chiese sono confederate nella Federazione delle Chiese Protestanti Malgascio, il cui comitato plenario si riunisce due volte
l’anno e quello direttivo almeno una
volta al mese. C’è infine l’Assemblea
Generale della Federazione che ha luogo ogni tre anni: la terza Assemblea
si terrà nel mese di novembre 1974.
Entrambe queste Chiese sono associate al Consiglio Ecumenico ed alla Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa
(C.E.T.A.).
Esistono però altre Chiese e Movimenti reli^osi, più o meno antichi ed
importanti, che si possono classificare
come creazioni autoctone o come gruppi che hanno subito l’ascendente di
missionari che hanno introdotto nel
paese nuove idee teologiche ed hanno
lavorato al di fuori delle missioni tradizionali
Una missione anglicana ha lavorato
nel Madagascar fin dal 1864. Ha fatto
parte per un tempo del Comitato Intermissionario, dal quale s’è ritirata
nel 1927 quando ha denunziato raccordo del 1913, secondo il quale ogni missione aveva il suo territorio ben deli:
mitato e doveva impegnarsi a non
estendersi sul territorio delle altre.
Questa missione ha dato origine alla
Chiesa Episcopale Malgascia, che collabora con le altre Chiese Protestanti
nel piano della Società Biblica ed ha
altresì accettato di partecipare alla comune campagna di evangelizzazione
dello scorso anno.
La Chiesa Episcopale è inserita in
due regioni rurali del centro; ha alcune parrocchie nella capitale, ma è soprattutto numerosa lungo la costa
orientale e l’estremità settentrionale
del paese. Conta 400 comunità e comnlessivamente 50.000 fedeli, suddivisi
in tre diocesi: Tananarive, Tamatave
e Diego-Suarez. Possiede una Scuola
teologica per la preparazione dei suoi
« presbiteri » ed un certo numero di
altre scuole. Ha chiesto di entrare a
far parte della CETA e probabilmente
ne sarà accolta membro alla prossima
Assemblea Generale del mese di maggio 1974.
Tra le Chiese di origine autoctona ricordiamo: a) La Chiesa detta « ANTRANOZQZQRQ » (casa di giunco), nata nel 1894 in seguito ad un malinteso
sorto alTinterno di una delle Chiese
madri della capitale. Questo fatto accadde al tempo del regno ed il governo reale autorizzò la costruzione di un
tempio in materiale provvisorio (da
cui il nome), sostituito più tardi da
un solido edificio, chiamato allora « Antranobiriky » (casa di mattoni). Nell’anno 1903 la chiesa ricevette la definitiva approvazione dal governo coloniale.
Un certo numero di comunità, che,
per un motivo o per un altro, si sono
separate dalle Chiese che più tardi si
sono unite nella F.J.K.M., si sono aggregate a « ANTRANQZQZQRQ - ANTRANQBIRIKY », dando così origine
ad un’organizzazione ecclesiastica il
cui Presidente è il Pastore della chiesa madre. Attualmente l’organizzazione si chiama F.M.T.A., iniziali malgascie di « Chiesa Protestante Malgascia
del tempio di Antranozozoro-Antrano
biriky ». Sarebbe costituita da circa
150 comunità e, secondo il suo Presidente, annovererebbe 80.000 aderenti.
Cifre probabilmente inesatte, perché
nell’anno 1964 l’associazione contava
solo 50 comunità con 8.500 fedeli. La
maggior parte delle comunità collegate alla FMTA si trova nella provincia
di Tananarive. La FMTA ha un corpo
pastorale di una ventina di unità ed
una scuola pastorale denominata
« Scuola di profeti », con 5 alunni per
il momento. Il Presidente e due Pastori impartiscono l’insegnamento dei
corsi, che durano tre anni. Con la costituzione della FJKM si sperava che
la FMTA avrebbe accettato di entrare
nella nuova Chiesa. Ma il suo Presidente ribadisce che la FMTA entrerà nella Federazione solo se potrà conservare la propria identità. Eppure, sul piano della confessione di fede, nulla la
distingue dalla FJKM. Quanto all’organizzazione, pretende di essefe congregazionalista, come in origine era la
Società delle Missioni di Londra. Possiede una propria opera di evangelizzazione che sembra consistere nell’aiutare le chiese più deboli, che sono
membro della sua organizzazione.
b) La Chiesa denominata « Missione Evangelica di Tananarive » (MET)
venne fondata nel 1955 dal Pastore Rakotobe Randriamaro. Il suo nome ufficiale è: Chiesa Riformata Evangelica,
detta MET. Annovera 261 luoghi di culto (25 nella capitale e 18 in altre città)
e 25.000 fedeli. Secondo il suo Presidente. la MET ha voluto occuparsi di
quanti sono socialmente diseredati e
lavorare in alcuni quartieri cittadini
dove la FJKM e la Chiesa Luterana
non avevano creato per tempo nuove
comunità. Infatti ha accolto spesso i
dissidenti delle due grandi Chiese, allontanatisi non tanto per motivi dottrinali quanto per dissensi personali.
Dottrinalmente non è diversa dalla
FJKM; forse è un po’ più fondamentalista. È membro del « Consiglio Internazionale delle Chiese Cristiane »
(I.C.C.C.). Il suo sinodo è più un luogo d’incontro fraterno che l’autorità
suprema, le .sue'deliberazioni hanno
valore di consigli. In quanto a organizzazione è piuttosto congregazionalista.
La MET ha una Scuola pastorale in
-'ni insegnano 4 Pastori con incarico
di comunità. Gli alunni, attualmente
15, frequentano tre anni di studi, seguendo corsi serali. In città, quasi tutti i Pastori sono contemporaneamente
funzionari, contabili, o artigiani; nelle
zone rurali, sono agricoltori o commercianti. Pochi esercitano il ministero
pastorale a pieno tempo e con cura
della loro comunità.
Questa Chiesa cerca di svolgere un
lavoro sociale, sia valendosi delle sue
45 scuole che mediante gli orfanotrofi
che sostiene. Ha fondato una casa di
diaconesse, le cui membri visitano le
carceri, insegnano o lavorano nei quartieri popolari. Come mezzi di formazione esiste un giornale mensile « Farantenana » (Speranza) ed una biblioteca pubblica. Come la FMTA, la MET
collabora con gli altri protestanti nell'opera della Croce-Blcu e della Società Biblica.
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllillllllllllllllllllllllllillll
9 Un pastore nigeriano ha. in media, la cura di 20-25 comunità : tanto grave è la
carenza di pastori.
9 II cattolicesimo camerunese ha ricordato
il 50” anniversario della fondazione del
primo seminario, a Yaountlé, nel 1923; nel
1935 sono stati ordinati i primi saceroti indigeni e nel 1955 è .stato consacrato il primo vescovo camerunese.
# Le .scuole cattoliche dell’Iiighiltcrra e del
Galles hanno raddoppiato i loro effettivi,
dalla fine della guerra: un quinto degli insegnanti. però, non è cattolico.
5
Z) !f74 — M. 13
Cristiani nei paesi
deU’Europa orientale
Come fa periodicamente, il Servizio stampa protestante della Svizzera
tedesca (sepd) nella sua edizione del 20 marzo riporta alcune notizie
sulla vita di cristiani nei paesi dell’Est europeo; si tratta di informazioni che pervengono più o meno clandestinamente, attraverso alcuni
dei canali del Samizdat; non, purtroppo, attraverso i servizi d’informazione ecumenici.
Un metropolita contro Soljenitsin
Il metropolita ortodosso russo Serafim di Krutitsy e Kolomna, membro
del Santo Sinodo del Patriarcato di
Mosca, ha dichiarato — come riferisce
il « Times », che Soljenitsin ha « perduto da tempo il diritto di definirsi
■cristiano ». Egli « gode manifestamente nel rinnegare la sua terra natale ».
Soljenitsin scriverebbe e giudicherebbe « con gli occhi dei nemici del paese, che egli stesso odia profondamente », sebbene egli « come un figlio prodigo poteva godere di tutte le benedizioni del nostro pacifico lavoro ». Il
metropolita ha aggiunto che Soljenitsin ha messo in cattiva luce la fede
cristiana, minimizzando i crimini di
guerra fascisti compiuti nell’Unione
Sovietica.
L'esarca del patriarcato di Mosca
nell'Europa occidentale, il metropolita Anthony Blum di Londra, da parte
sua non attribuisce grande importanza alle dichiarazioni di Serafim, perché
questi « parla soltanto a titolo personale e a nome di tutti coloro che nell'Unione Sovietica si sono lasciati sviare e condizionare da lui ». Anthony
scrive ancora che « Soljenitsin è ben
lungi dall'essere un traditore della patria. Egli dimostra anzi nella sua lotta
senza paura in favore dei diritti dell'uomo, della verità e della libertà un
amore profondo e pieno di dedizione
per la Russia ». Lo scrittore è convinto « che un paese che non possa parlare apertamente dell'immediato passato, non è in grado di risolvere i propri problemi attuali e futuri »,
Non li lasciano partire dalla Siberia
Un gruppo di cristiani di stirpe tedesca viventi a Barnaul, nella regione
siberiana dell'Altai, ha inviato un appello disperato al segretario generale
delle Nazioni Unite, Kurt Waldheim,
pregandolo di intervenire affinché sia
loro consentito di lasciare l’URSS. Gli
scriventi sperano che il dr. Waldheim
trasmetta la loro lettera ad altri organismi internazionali e la faccia conoscere ai cristiani di tutto il mondo.
Ad alcuni cristiani di stirpe tedesca
è già stata ritirata la nazionalità sovietica. In seguito alla loro richiesta
di espatrio, alcuni hanno perduto il
lavoro; famiglie con bambini sono prive di assegni familiari e di ogni assistenza sociale, fino al punto di non
poter essere ricoverati in ospedali, anche in caso di grave necessità, poiché
in quanto 'apolidi' sono sprovvisti dei
documenti necessari. Altri sono impediti a mutare posto di lavoro. Coloro
che hanno fatto conoscere il desiderio
di emigrare, sono sottoposti a continui
inciampi amministrativi. Essi sperano
di ottenere un appoggio efficace dalle
Nazioni Unite e da altre organizzazioni internazionali. Confidiamo che anche il Consiglio ecumenico — che giustamente ricorda spesso che non batte
la grancassa (sarebbe controproducente) ad ogni sforzo in favore dei diritti
umani irei paesi socialisti, a differenza di ciò che avviene per i suoi interventi in tal senso nei paesi capitalisti
— si adoperi anche in questo caso.
Una madre scrive a Brejnev
La signora Z. P. Radygina ha lamentato, in una lettera indirizzata il 1° dicembre 1973 a Brejnev, di essere stata privata in quanto madre cristiana
deH’autorità materna da una sentenza
del tribunale d’ateismo. « Il 1° agosto
alle ore 12 si è fermata davanti a casa
nosira un'auto con due donne del tribunale popolare. Entrate in casa, mi
dichiararono: 'Lei è stata privata della
patria potestà; siamo venute a portar
via i bambini'. I bambini si sono precipitati piangendo contro di me, e tenendomi stretta ripetevano 'Vogliamo
bene alla nostra mamma, vogliamo rimanere con lei!' I poliziotti e le due
donne si consultarono se dovevano arrestare prima me e poi portar via i
bambini. Tentarono di convincerli,
promettendo loro tutto quel che di più
meraviglioso un bambino può sognare.
Inutilmente, i bambini continuavano a
piangere e a stringersi a me. Allora
usarono la forz.a, le due donne afferrarono i bambini, malgrado la loro re
sistenza; ma non riuscirono a staccarli da me, ne me da loro. Allora ci presero tutti quanti e ci portarono al posto di polizia. Là mi tolsero i bambini
e mi dichiararono che era inutile che
li cercassi, nessuno mi avrebbe detto
dove li avrebbero portati. Tutto questo fin verso le 15,30. Così fui separata
dai miei bambini, Sascia di otto anni
e Wassia di sei; la mia figlia Tamara
a quell'ora era a scuola e non mi fu
presa. A causa del trattamento illegale riportato, a mia figlia è stato reso
impossibile vivere a casa sua e frequentare la scuola. Poiché nel nostro
paese il PCUS è il partito al governo,
al quale sono subordinati tutti gli organi statali, pubblici e giudiziari, la
sottrazione dei miei figli, a causa della
loro fede in Dio, dipende direttamente dal Comitato Centrale del PCUS e
da Lei personalmente. La prego di
voler dare istruzione alla Procura di
Stato di Perm affinché ritorni sulla
sua decisione ».
Credenti lamentano la chiusura di una chiesa
Dopo la caduta di Kruscev non si
era più avuto notizia di chiusura
chiese. Ma questa è stata ora la sorte
del tempio ortodosso nella città ucraina di Scitomir. Una ventina di credenti della Chiesa ortodossa russa hanno
inviato una lettera direttamente al
Cremlino e alla direzione della Chiesa
Gli ufficiali governativi di Scitomir mo
tivavano la chiusura e l’abbattimento
programmato della chiesa, in quanto
di
una chiesa non potrebbe sorgere nelle
immediate vicinanze di una scuola.
Nella loro lettera i credenti notano però che entrambi gli edifici sorgono in
quella posizione da oltre trent’anni.
Essi citano lo stesso Lenin, che dichiarò che la chiesa finirebbe per morire
da sé; e domandano: « Perché si decide ora di' risolvere questo problema
con la forza? »
Due dirigenti sovietici espulsi dal PCUS
per aver fatto battezzare i figli
Mosca (Relazioni Religiose) — Due
dirigenti sovietici dei kolkos della Repubblica sovietica georgiana sono stati
espulsi dal Partito Comunista per aver
fatto battezzare i loro figli nella Chiesa Ortodossa. Secondo la consuetudine
vigente, essi dovranno ora lasciare an
che i posti direttivi che occupavano
nelle loro comunità di lavoro. La stampa georgiana ha diffuso nelle scorse
settimane un documento del partito comunista, in cui si deplora il fatto che
in Georgia vi sia ancora un elevato numero di credenti e cristiani praticanti.
CECOSLOVACCHIA: corso di studi sbarrato
per i giovani che partecipano alla vita della chiesa
Il capo del P.C. slovacco, Joseph Leñart, recentemente ha chiamato personalmente al telefono le direzioni scolastiche invitandole a non permettere l’accesso agli studi superiori a quegli studenti che « non hanno ancora liquidato le
loro idee religiose ». Termini di misurazione di questa 'maturità' o 'immaturità'
atea sono, secondo il capo del PCS, la frequenza ai culti, la partecipazione a
processioni o a manifestazioni ecclesiastiche e il pubblico dichiararsi a favore
della chiesa. 1 futuri 'quadri' del paese devono essere sicuri per il regime.
Pastori privati del loro ministero
Due pastori della Chiesa dei Fratelli Cèchi, Jakob Trojan e Alfred Kocab,
sono stati privati dallo Stato del loro incarico (è noto che in Cecoslovacchia
anche i pastori evangelici sono funzionari dello Stato). Il past. Trojan aveva,
a suo tempo, tenuto la predicazione al momento della sepoltura di Jan Palach.
Le autorità hanno motivato la destituzione con la « carente attitudine al servizio » di questi due pastori. Gli Anziani costituenti i consigli delle due chiese
hanno protestato contro queste privazioni d’incarico nei confronti dei due pastori, i quali da parte loro hanno dichiarato di non essere disposti a ottemperare alle istruzioni statali, ma di volere rimanere al lavoro nelle loro rispettive
chiese, nella Boemia centrale.
Quel protestante
presidente
Secondo una notizia dell’ agenzia
stampa francese protestante/cattolica
bip/snop (13.3'74), la Chiesa cattolica
brasiliana, che è stata più volte in conflitto con i generati cattolici al potere
in Brasile dal 1964, spera neH’accesso
alla presidenza federale del gen. Ernesto Geisel, un luterano, il primo protestante ad assumere questa carica in
Brasile. Il nuovo capo dello Stato dovrebbe infatti mostrarsi più obiettivo
verso la Chiesa, e si ritiene che cercherà di migliorare le relazioni promuovendo incontri con rappresentanti della gerarchia. La Chiesa spera che il
nuovo governo manifesterà maggiore
rispetto per i diritti dell'uomo e che
liberalizzerà la censura. L’opposizione
della Chiesa alla repressione poliziesca
e alla censura è stata un elemento essenziale del suo conflitto con i generali
al potere a Brasilia.
D’altro lato, « L'Osservatore Romano » del 17 marzo '74, riferendo in prima pagina suH’insediapiento del nuovo
presidente, il 15 marzo, scrive: « A differenza delle altre cerimonie d’insediamento, non è stato cantato il ”Te
Deum”, poiché il nuovo Presidente, il
primo non cattolico del Brasile, è di
religione luterana ». Una modesta ma
non indifferente affermazione d’indipendenza protestante.
Sempre il bip/nop (6.3.’74) aveva riferito che il 19 febbraio uno stretto collaboratore del presidente Geisel, il gen.
Golbery do Coite e Silva, aveva incontrato il cardinale arcivescovo di Sào
Paulo, Arns, in presenza del presidente
della Commissione « lustitia et Pax »,
prof. Mendes. Quest’ultimo è incaricato dalla Chiesa cattolica di raccogliere
documentazione sugli incarceramenti
arbitrari, le torture ecc. Anche questo
è stato un segno della speranza con
cui si guarda alTassunzione di potere
da parte del nuovo presidente: che
questi voglia e possa fare rapidamente
cesspe l’arbitrio poliziesco attuale, di
cui è stato un ennesimo esempio, ultimamente, la liberazione del tristemente famoso commissario Fleury, capo
dello Squadrone della morte che ha a
suo carico una lunga e feroce serie di
attentati e assassini politici.
Congresso internazionale ^
per l'evangelizzazione dei mondoll
Ftg- 3
LAUSANNE
Dal 16 al 25 luglio 1974 avrà luogo a
Losanna, nel « Palais de Beaulieu », un
Congresso internazionale per l’evangelizzazione del mondo. Esso sarà il più
importante e rappresentativo nella storia del Protestantesimo mondiale: vi
parteciperanno 2700 cristiani evangelici
provenienti da 150 paesi e da ciascuna
denominazione o chiesa; quasi la metà
dei partecipanti giungeranno dalle cosidette giovani chiese dell’Asia, deH’Africa, deH’America del Sud; i congressisti
sono tutte persone impegnate in diverse attività dell’evangelizzazione; il 20%
è al disotto dei 30 anni, il 40% dai 30
ai 45 anni, e 1/3 sono laici. Inoltre sono
denti a diffondere l’Evangelo ad ogni
uomo sulla terra prima della fine di
questo secolo.
Fin dall’inizio dell’anno viene stampato mensilmente un bollettino d’informazione con tutte le norme per i partecipanti al Congresso, i programmi, gli
studi, e di volta in volta sono pure indicati temi di preghiera a tutti gli amici cristiani, perché possano appoggiare
in questo modo lo svolgimento dell’importante raduno.
I 2700 partecipanti lavoreranno durante 10 giorni sulla base di testi redatti da persone specializzate. Secondo una formula originale ed inedita i testi
Losanna, Palais de Beaulieu, prossima sede del Congresso per l’evangelizzazione
# Un parroco di Maceira do Porto è stato
condannato a 30 giorni di prigione, a una
forte multa e alla privazione dei diritti politici per 3 anni, per aver attaccato in un’omelia
la guerra che il Portogallo conduce da tempo
nelle sue colonie.
invitati 300 osservatori, e circa 300 saranno pure i rappresentanti della
stampa.
Il tema del Congresso è: « Terra, ascolta la Sua voce »; il suo scopo è di
provocare, attraverso studi, scambi di
esperienze e metodi di lavoro, un profondo rinnovamento e rinvigorimento
dell’pangelizzazione nel mondo. L’attenzione del Congresso verterà sopratutto sulla possibilità di aiutare i ere
A DAR-ES-SALAAM
Assemblea mendiale sulla famiglia
Centocinquanta coppie, originarie di 45 oaesi
parteciperanno in giugno a questo incontro
Ginevra — Secondo il p. Carlo Velia,
incaricato di organizzare l’Assemblea
mondiale sulla famiglia (Familia ’74)
che avrà luogo in giugno in Tanzania,
150 coppie originarie di 45 paesi avranno la possibilità di trascorrere tre
giorni nei villaggi ujamaa, nel quadro
di questa manifestazione. I partecipanti sono stati scelti fra centinaia di_
candidati dal Comitato di preparazio-'
ne riunito a Ginevra a fine febbraio.
L’Assemblea mondiale si terrà a
Dar-es-Salaam, dal 16 al 30 giugno
prossimi, sotto gli auspici della Confederazione intemazionale dei Movimenti delle famiglie cristiane e dell’Ufficio per i ministeri della famiglia
del CEC.
Si spera che questa Assemblea, a
causa del suo « stile diverso » e del
suo spirito di apertura, porterà un con
tributo originale all’Anno mondiale
della popolazione (ONU) trattando problemi che gli esperti possono lasciare
da parte,
« Cib che è notevole, ha detto il p.
Velia, è il fatto che i partecipanti vengono da orizzonti rnolto diversi. Vi saranno fra loro degli operai agricoli
brasiliani, una donna maori, un israelita, un ex monaco lain, una coppia di
Aborigeni d’Australia, una coppia di
indiani del Canada ».
Oltre a lavoratori manuali, a gente
di condizioni disagiate appartenente a
regioni che sono state neglette sul piano sociale, vi saranno anche degli specialisti in scienze sociali, nel campo
dell’arte e della religione, come pure
dei medici. 10% dei partecipanti avrà
meno di 30 anni.
« Abbiamo un problema », ha dichiarato Patrick Crowley, co-presidente
della Confederazione internazionale dei
movimenti delle famiglie cristiane. Per
coprire le spese dei partecipanti che
vengono da paesi poveri, abbiamo bisogno di fondi, oltre a quello di 50.000
dollari accordato dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione e da
altri organismi. Patricia Crowley ha
fatto osservare che « sarebbe tragico
se certe persone che abbiamo invitato
non potessero venire per mancanza di
soldi ».
Qualificata come « assemblea dinamica », la conferenza inizierà con una
visita di tre giorni a dei villaggi ujamaa della Tanzania (socialismo su scala del villaggio in cui si pratica la auto-assistenza). Poi i partecipanti si recheranno a Dar-e.s-Salaam per discutere dei problemi della famiglia e cercare il modo di far udire la voce delle
famiglie del mondo intero.
«In Tanzania aspettiamo molto dall’avvenire, ha dichiarato il capo tribù
Patrick Kunambi al pastore Philip
Potter, segretario generale del CEC,
La grande realizzazione della Tanzania poggia sull'idea della famiglia "allargata” nel villaggio ujamaa. Speriamo che ciascuno trarrà profitto da
questa esperienza ». Il Sig. Kunambi
è co-presidente del Comitato d’organizzazione tanzaniano.
Il Comitato di preparazione ha riunito a Ginevra Patrick e Patricia Crowley, di Chicago (USA), co-presidenti
della Confederazione internazionale dei
movimenti delle famiglie cristiane, il
Sig. Leslie Clements e la Signora, dell’Ufficio dei ministeri per la famiglia
(CEC), il Sig. Rex Davis e la Signora,
dell’Unità Istruzione e rinnovamento
(CEC), il Sig. Jose Pich e la Signora,
dalla Spagna, il Sig. Kunambi e il Padre Velia.
(soepi)
sono inviati a tutti i delegati parecchi
mesi prima delTinizio delle sedute, perché essi abbiano il tempo di meditarli
a fondo. I responsabili del Congresso
hanno già pubblicato i primi tre documenti che saranno oggetto di discussione nella riunione plenaria del 16-25 luglio a Losanna, redatti da tre professori, uno degli Stati Uniti, uno della Francia e uno della Germania.
Diamo una breve traccia di ognuno
di questi studi.
Il prof. McGavran (U.S.A.) sottolinea
il fatto che circa 2 miliardi di uomini
nel mondo non hanno mai avuto Topportunità di ascoltare il messaggio biblico; la missione non è dunque ormai
un fatto storico superato; però, oggi,
non è più compiuta da missionari provenienti dai paesi industrializzati, ma
da un grande numero di missionari delTAfrica, deH’Asia, dell’America latina,
le cui chiese hanno preso coscienza della necessità di evangelizzare.
Il prof. H. Bocher (Francia) parla
dell’unità dei cristiani secondo la Bibbia: la diversità delle chiese esiste, ma
non è in contraddizione con l’unità, perché l’unità dei credenti si realizza nella
speranza. Il fine dele lotte e delle preghiere di tutte le chiese è centrato sull’imperiosa necessità di annunciare lo
Evangelo.
Il prof. P. Beyerhaus (Germania) dà
una .diffusa spiegazione biblica del perché è necessario evangelizzare. Non si
tratta di un’azione politica o filantropica, contrariamente all’opinione di alcuni pastori, ma è un atto spirituale
che trasforma l’uomo nei suoi pensieri
e nelle sue azioni.
L’analisi di questi tre studi conduce
immancabilmente all’impegno nel lavoro deU’evangelizzazione. Il Congresso
sarà un’occasione straordinaria di preparare, con la collaborazione di delegati venuti da ogni parte del mondo, una
strategia evangelistica mondiale per i
prossimi anni.
“Noticias,, dalla Spagna
Il vescovo delle ISOLE CANARIE,
mons. Infantes, non vede contraddizione tra la decisione della Corte spagnola di promulgare pene severe contro
coloro che, senza motivo legale, rifiutano di fare il servizio militare, e le direttive della Conferenza dei vescovi di
Spagna sul diritto all’obiezione di coscienza, perché vi è un rifiuto ingiustificato di fare il servizio militare che
non è prodotto da obiezione di coscienza autentica, e quindi va punita.
A MADRID nella prima settimana di
giugno avrà luogo, nel Palazzo dei Congressi e delle Esposizioni, un Congresso
Iberico suH’evangelizzazione; interverranno anche alcuni pastori ed evangelisti deH’America Latina, e le sedute saranno trasmesse per televisione, via satellite, in quel continente.
A MADRID e a BARCELLONA ha
avuto luogo, in gennaio, la settimana
universale di preghiera, secondo il programma preparato e distribuito dalla
Alleanza Evangelica, con una buona
partecipazione delle chiese evangeliche
spagnole.
Sempre a MADRID, sotto l’egida del
Segretariato nazionale ecumenico della
Chiesa cattolica, si sono radunati pastori evangelici e teologi cattolici per
esaminare i movimenti Pentecostali,
comé le Assemblee di Dio e le chiese
che hanno svolto una missione tra gli
tzigani. È; stato, in seguito, diramato un
comunicato ufficiale che dice: « Il rinnovamento carismatico offre una possibilità positiva di rinnovamento della
vita cristiana, benché, a volte, non senza pericolo ».
D’altro lato, la Conferenza nazionale
delle chiese pentecostali spagnole ha
proclamato che è necessario distinguere tra queste chiese e i movimenti anonimi che sono contrari alle dottrine
pentecostali: « Noi rispettiamo le altre
chiese — dichiarano le chiese pentecostali —, crediamo che la Chiesa Universale è composta da tutti coloro che sono nati di nuovo, e che manifestano la
nuova nascita con i frutti dello Spirito;
ma proclamiamo di non aderire a quegli estremismi o eccessi che fomentano
divisioni, e sono sorgenti di confusione
per i credenti di tutte le denominazioni ».
In dicembre è stato organizzato a
MADRID un culto in occasione del
XXV anniversario del Consiglio Ecumenico delle Chiese, e in gennaio un culto
ecumenico inter-confessionale il giorno
dell’apertura della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Sempre
per questo scopo hanno avuto luogo
riunioni di preghiera tra pastori e preti a BARCELLONA e a VALENCIA.
6
pag. 6
CRONACA CELLE VALLI
N. 13 — 29 marzo 1974
Primo Distretto Dalla vai Germahasca Uoa ieooe regionale sui servizi
assistenziali domiciliari
Colloquio pastorale
Il prossimo colloquio pastorale del^
le Valli è fissato per junedi 1 aprile,
nella sede di Pinerolo.
ore 9,30-culto (past. L. CoTsson)
ore 10 -Proseguimento dell'esame
del tema, già affrontato
nell'ultima seduta, delia ristrutturazione del Distretto,
ore 13,30 - Problemi del Distretto
ore 15,30 - chiusura.
Gita dei catecumeni
ai Castagneto
Incontri di cassieri
Gli incontri di cassieri delle comunità avvenuti all'inizio di marzo sono
stati utili come ripresa di contatto ma
si rende necessaria una maggior regolarità. Si è pertanto deciso di avere la
prossima seduta all'inizio di maggio,
immediatamente, dopo la chiusura dei
conti ^(in aprile} per poter redigere
insieme il preventivo di spese, che dovrebbe essere approvato da "tutte le
cohnunità. La Commissione Distrettuale
ha apprestalo la stampa di Un breve
prontuario con le indicazioni utili, gli
indirizzi ecc thè verrà inviato al più
presto ad ogni cassiere. ,, .
Visita di Chièsa
Una visita di chiesa è stata'effettuata dà parte della Comnn. Distr, nella
comunità di Bobbio Pel lice:, è stato un
incontro utile per tutti in quanto ha
permesso una conoscenza maggiore
dei problemi della comunità ed uno
scambio di idee $ulle situazioni sia locali che del Distretto.
Proseguendo l'iniziativa già presa
lo scorso anno i membri della Comm.
Distrettuale parteciperanno alle sedute di alcuni concistori delle comunità
non visitate lo scorso anno ( Rorà, Villar Porosa, Prarostino, Villasecca e
Prali); questo allo scopo di intensificare i contatti ed i rapporti reciproci
in vista sempre di un maggior coordinamento del lavoro.
la Commissione Distrettuale
lllllllllllllllllilllllllllllllllllllllllillllllillllllllllllllllllllllllllill
PINEROLO
Dibattito^! referendum
Indetta da Agape e dalla FGEI-Vallir il 29
marzo alle 21 si tiene presso la Chiesa Valdese
un'assemblea’dìbattito su « I credenti di fronte
al referendum >»; Introduce il past. Giorgie
Bouchard.
tiiiiiiiiitniiiiiiiiiiMiiiMiiiiiiitiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Il vecchio borgo
Loris Bein, Il vecchio borgo - Coop. Tipografica Subalpina, Torre Pellice.
L’autore in questo suo simpatico libro ha
aperto per noi un vecchio album di famiglia,
e ce ne indica man mano le figure: lo fa con
mano delicata e con affetto.
Sfogliamo insieme con lui le pagine dell’album e ritroviamo antiche conoscenze, cari
amici, stimati maestri, persone che abbiamo
ammirato ed amato. Entriamo nella bella drogheria del nonno dell’autore e sembra anche
a noi di sentire il buon profumo di cacao, tè,
biscotti e spezie, di cui allora erano impregnati tutti i negozi del genere, e che ha rallegrato con deliziose promesse la nostra infanzia.
Sfogliamo ancora l’album, ed ecco sono
scomparse, per il momento, le automobili, il
rumore, il via-vai frettoloso che riempie di
affanno le nostre giornate odierne, per lasciare
U posto ai cavalli, alle carrozze, ai carri trainati dai muli o dalle vacche, che lentamente
attraversano la dolce quiete un po’ sonnolenta
del vecchio borgo.
Accanto alla figura originale, quasi macchietta che Fautore tratteggia dal vivo, sì che
ci pare di averla dinanzi agli occhi, vi è l’educatore pieno di vocazione, il medico sempre in
cammino per compiere il proprio dovere, la
diaconessa che affronta qualsiasi disagio per
servire i fratelli, la giovane maestra che « come il primo amore — scrive Loris Bein —
non si scorda mai ».
Con questo libro, forse, l’autore vuole farsi
paladino e lodatore del tempo passato e dirci
che in esso soltanto tutto era buono e bello?
Non lo credo; penso piuttosto che egli abbia
voluto riproporci una vita più a livello umano, non alienata, non tormentata da assillanti problemi, una vita più fiduciosa, più serena, in cui la gente sapeva accontentarsi di
poco e non aveva perduto di vista l’ideale dell'amore e della fraternità.
Senza calpestare tutto ciò che c’è di buono e di vantaggioso nel progresso, soprattutto
per tanti « minimi » che, nel tempo di cui
parla il libro, soffrivano in condizioni di vita
estremamente disagiate, l’autore mi sembra
abbia voluto semplicemente dirci : « guardate con me nell’album dei ricordi, non per
una malintesa nostalgia del tempo che fu,
non perché soltanto quello che abbiamo conosciuto noi nella nostra gioventù andava
bene cd era ben latto, ma perche la virtù e
gli ideali di allora non devono essere dimenticati e tenuti in poco conto neppure oggi nell'èra del progresso, neppure domani, sia pure
esso oscuro e pieno di incognite ».
La virtù e gli ideali che in altre parole sono l’Evangelo, al quale sempre, da tutti i tempi si è ispirata la nostra gente.
Ediva Ribet
Martedì 19 marzo i catecumeni della
"Val Germanasca (Pomaretto, Perrero,
Chiotti, Massello) si sono incontrati al
Castagneto. La giornata non è stata
una delle più riuscite, per vari motivi;
innanzitutto a causa dei trasporti inadeguati, si è giunti molto tardi al Castagneto, quasi all’ora di pranzo. Dopo
alcuni quiz biblici s'è impiegato il tempo rimasto a giocare a ping^ng o a
pallone. Subito dopo il pranzo ci siamo recato a piedi fino a Bobbio dove
il past. Bellion ha proiettato solo per
noi il film « Diario d'un curato di campagna » che, a dir la verità, non ha riscosso molto successo, forse perché un
po' sorpassato e molto angoscioso, interiorizzato e psicologizzato. Ringraziamo, comunque Bellion per la sua gentile collaborazione é così pure un caldo ringraziamento vada a Lazier per
il modo in cui siamo stati accolti al
Castagneto.
Noi tutti sentiamo molto l’esigenza
di radunarci insieme per vivere almrao
uh giorno « insieme » e in questo senso
la giomatà è stata bella. Ci sembra che
ya^nò fatte due osservazioni: innanzituttto noh-dòbbiàmo lasciarci'scoraggiare, da questo quasi < « insuccesso »,
dovuto a cqu'Se esterne; in secondo luogo, è necessario studiare una .nuova,
formula per queste giornate. Forse saretòe meglio poter disporre di un
week-end, oppure meglio ancora, di un
periodo più lungo da trascorrere insieme e in questo caso evidentemente
durante l’estate, in modo da riscoprire
un modo comunitario di vivere.
I catecumeni di IV anno stanno alacremente lavorando alla dichiarazione
di fede con cui chiederanno la loro ammissione nella Chiesa 'Valdese come
membri comunicantii.Questo tipo di lavoro ha dato buoni risultati già gli
anni scorsi permettfendo ai-giovani di
chiarire la loro posizione e il modo di
esprimere la loro fede e ci permette di
avere una liturgia di confermazione
fondata su basi più concrete e precise.
Anche quest’anno si potrà mantenere
la vecchia tradizione della tonfermazione il giorno del Vénerdì Santo.
F, Davite
Una guida plìr il Museo
9 Edita a cura della Regione, e scritta e curata dal pastore Franco.. Davite, è uscita recentemente una assai bella e pregevole GUIDA
AL MUSEO DI FRALI J>ElLA VAL GERMANASCA, che avviverà e sottllineerà validamente la
presentazione che da anni, via via arricchendosi, il Museo ha offerto a tanti visitatori. Segnaliamo l'opera, che presenteremo più diffusamente.
iiiiiimitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiini
San Germano
Chisone
L. D."
Prali
Incontro con i sampeyresi
Le sera del 13 marzo, dopo il culto,
abbiamo avuto la visita di un gruppo
di amici di San Peyre in 'Val 'Varaita
che ci hanno commentato ima serie di
diapositive a co'lori scattate in occasione della « Badio » che si festeggia in
quella zona ogni cinque anni a ricordo
della cacciata dei saraceni dalla valle
intorno al Mille. Le belle foto, scattate
dall’ing. Franco Fiorio sono state commentate nel patois di S. Peyre, il più
simile a quello della Val Germanasca.
Questo commento è stato, infatti, seguito perfettamente dai pralini ed ha
destato un grande interesse sia per il
soggetto presentato che per il dialetto.
Dopo le diapositive un gruppo di cantori di Bagnolo, giunto con i sampeyresi si è fermato con parecchi membri
della comunità, soprattutto giovani e
membri della corale, per terminare la
serata scambiando canti locali in patois, in piemontese, in francese ed in
italiano. Il successo di questo incontro
ci fa prevedere che saranno ripetuti in
futuro.
Domenica 3 marzo è stata celebrata
la domenica CEVAA mentre le sorelle
di Frali non hanno potuto partecipare,
il pomeriggio della stessa domenica, alla riunione per la giornata mondiale di
preghiera a Pomaretto in quanto la solita (e noiosissima) nevicata domenicale aveva bloccato la strada per il
fondovalle.
Domenica 17 marzo ha predicato
l’Anziano Eraldo Tron di Cugno.
Vogliamo esprimere il nostro sentimento fraterno di condoglianza alle
nostre sorelle Elmina Barus e Margherita Long per la perdita del loro padre
Carlo Giraud.
— La nostra sorella Emma Pons, ved.
Peyronel ci ha lasciati dopo un lungo
tempo di sofferenza. Una vera folla ha
circondato la famiglia in lutto. Il testo
della predicazione era stato scelto dalla stessa Signora Pons: «Anima mia
acquetati in Dio solo, poiché da lui viene la mia speranza.' Egli solo è la mia
rocca e la mia salvezza; egli è il mio
alto ricetto; io non sarò smosso» (Salmo 62: 5-6). Era bello di sentire che
queste parole del salmista corrispondevano effettivamenté ad una profonda
convinzione di colei che è stata richiamata dal Signore. Rinnoviamo a tutta
la famiglia ed in particolar modo alla
figlia Elsie la nostra parola di conforto
e di sincera vicinanza nel lutto e nella
speranza.
— In occasione della riunione quartierale ai Balmas di martedì 26 marzo
u.s. abbiamo avuto]: l’occasione di constatare i danni provocati alla strada
che conduce a quella borgata dalla
pioggia insistente. In seguito al lavori
in corso per la posa del nuovo ed utilissimo acquedotto,:: lavori che è stato
necessario sospendere a causa del maltempo, l’acqua infiltratasi nello scavo
ha fatto crollare un muro di sostegno
ed una massa di fango ha ostruito la
sede stradale. Speriamo che sia possibile liberare la strada dal terriccio e
rifare il muro prima che i danni diventino troppo ingenti. Malgrado il cattivo
tempo alcuni coraggiosi erano presenti
alla riunione ed è stato anche possibile
presentare le ultime novità Claudiana.
— Ricordiamo che sono da poco usciti in libreria « I neo-pentecostali » (Jesus people. Bambini di Dio ecc.), « La
eredità del valdisfho medioévale » (che
vuol sottolineare gli aspetti attuali della protesta valdese) e un volumetto de
1’« Attualità Protestante » concernente
una lettera dal Cile di missionari americani. Invitiamo tutti coloro che si interessano alle pubblicazioni evangeliche
a procurarsi queste opere.
— Infine ricordiamo ancora il programma di Pasqua: Sabato 30, ore 16
incontro con catecumeni confermandi e
genitori. Sabato 6 aprile ore 14.30, preparazione del culto dell’indomani con i
catecumeni. Ore 20.30, culto a Porte.
Domenica 7, ore 10.30: Culto di confermazione. Giovedì é venerdì 11 e 12 aprile ore 20.30 culti liturgici. Domenica 14,
ore 10 Culto di Pasqua con Santa Cena.
Giovanni Conte
Un problema che scotta: i profughi cileni
Settembre 1973: Cile. Colpo di stato
seguito da assassina e incarcerazioni di
migliaia di persone. Il Presidente della
Repubblica in carica, Attende, viene trovato ucciso dai terroristi golpisti. Non
è soltanto un gruppo di persone, ma
un popolo intero che perde improvvisamente la sua libertà e che per essere
aiutato si mette a gridare e a piangere
forte. Tutto il mondo apprende e segue
con atonia i fatti che avvengono in quel
Paese, ma nessuno risponde, nessuno
alza un dito, tutti tacciono d’un silenzio apatico, composto da persone insensibili, rese automi dalla frenesia che
ci è stata portata dalla nostra troppa
evoluzione. A sei mesi di distanza dai
giorni più terribili per la storia di quel
paese, giorni che hanno distrutto con
implacabile freddezza tutti i sogni e le
speranze di un popolo libero, perché
tutti viviamo di queste cose astratte
che formano il nostro nutrimento morale, alcuni di essi sono riusciti a lasciare il loro paese per rifugiarsi in
tutte le parti del mondo, comprese le
nostre Valli.
Adesso sono arrivati, ho parlato con
loro e già mi hanno detto che si sta
cercando per loro una sistemazione che
però sembra difficile, per cui rischiano
di essere obbligati a continuare il loro
tristissimo viaggio di profughi.
Riflettendo su queste cose il mio
pensiero è andato alle pagine di storia valdese ed in particolare a ciò che
riguarda l'Esilio: « e cominciò la dolorosa via dell’esilio... si spegneva inesorabilmente l’ultimo raggio di speranza
di rivedere le vallate natie. E molti caddero lungo il cammino estenuati... ma
appena varcata la frontiera, quale contrasto! Gli abitanti di Ginevra venivano
incontro agli infelici profughi e gareggiavano nel circondare di tenere cure
i malati ed i sofferenti e nell’offrire affettuosa ospitalità a tutti. L’esempio di
carità cristiana dato in quei giorni dalla capitale morale del protestantesimo
fu così sublime che il Michelet la loda
come il maggiore che ci presenti la storia dell’umana fratellanza ». ( « Storia
dei Valdesi » di C'pmba-SantinQ.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticarci di queste pagine della nostra storia, ma cerchiamo piuttòsto di
impersonarci anche solo minimamente in questi Cileni che ci tendono la
mano, e ci renderemo conto che c’è ancora sempre qualcosa nel nostro animo che ci vieta di non aiutarli, come
furono aiutati i Rostri padri meno di
tre secoli fa, e còme forse un giorno
dovremo essere aiutati noi stessi, quando improvvisamente si spezzerà il vetro di egoismi e di raccomandazioni
che ci circonda completamente, che ci
chiude e che ci priva di avere un vero
contatto con la Realtà e con la Verità.
È quindi giunto il momento di mettere
in azione il nostro amore verso il prossimo: in questo caso alcuni profughi
Cileni. « Ama il tuo prossimo come te
stesso ».
La Chiesa Valdese ha dei locali disponibili per alloggiarli momentaneamente, altri possono essere alloggiati e aiutati dalle famiglie che ne hanno la possibilità. È adesso che bisogna indire
una colletta in tutte chiese onde aiutarli a ricostruirsi una nuova vita (anche
solo per un periodo di tempo), nella
speranza che anche per essi ritorni il
giorno del « Glorioso Rimpatrio ».
Validità e limiti di una iniziativa che, opportunamente rielaborata,
potrebbe portare un contributò valido al problema della sicurezza
sociale per tutti i cittadini. Le osservazioni della Comunità Montana
, Val Pellice
La Regione Piemonte ha presentato
un disegno di legge sugli « Interventi
per là promozione dell’assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili ed ai
minori, nonché per il funzionamento di
centri d’incontro per gli anziani ».
Il fatto che la Regione Piemonte abbia presentato un disegno di legge su
questa materia dimostra come questo
problema sia sentito e come urgente
debba essere una risposta. Il fatto però
che la Regione abbia presentato un disegno di legge come questo, e che brevemente citerò, dimostra ancor più
chiaramente come manchi una volontà politica di cambiare le cose, di superare il concetto di assistenza ai bisognosi, per assicurare a tutti i cittadini, servizi sociali adeguati alle necessità di ognuno, senza distinzioni e discriminazioni.
La Comunità Montana della Val Pellice, in una accurata relazione, ha individuato nella legge diverse carenze e
insufficienze.
La legge consta di sette brevissimi
articoli. Il 1“ articolo che dovrebbe occuparsi dei principi generali, tralascia
completamente le recenti innovazioni
della politica assistenziale come:
— il diritto di ogni cittadino di
usufruire di servizi sociali, senza limitazioni, per quanto riguarda il sesso,
l’età, il reddito, visto tutto ciò in una
prospettiva di sicurezza sociale con
strutture adeguate garantite da una
programmazione regionale.
— il principio dei servizi aperti che
consentano al cittadino di restare nel
proprio ambiente con maggior libertà
e autonomia.
Secondo la relazione della Comunità
Montana è « assolutamente necessario
che la legge fissi alcuni principi generali di base che inquadrino correttamente l'aspetto parziale che si vuole
regolamentare nel discorso più ampio
ed auspicato deH’unità locale dei servizi sociali e sanitari e addirittura della
sicurezza sociale. Si pensa sia estremamente pericoloso non fissare nel testo
di legge un’impostazione che dia quei
principi di politica assistenziale innovativa che tanto si auspicano per garantire ai cittadini l’autonomia di servizi cui hanno diritto anche secondo la
costituzione della Repubblica ».
Nel 2° articolo è netta una prima discriminante selezione; non possono
usufruire dei soldi della Regione, gli
Enti pubblici che non abbiano più di
15.000 abitanti. È acquisito che:
— solo 40 dei Comuni piemontesi
hanno 15.000 abitanti;
— quanto sia difficile unire i Comuni in un unico orientamento assistenziale, essendo presenti delle realtà
politiche diverse.
Con queste limitazioni:
— i piccoli Comuni vedrebbero
bloccate le loro iniziative in questa direzione per mancanza di mezzi e di
fondi;
— anche le Comunità Montane (la
legge prevede che là dove i singoli Comuni non raggiungono la popolazione
richiesta, entrino in gioco i Consorzi di
Comuni, come le Comunità Montane)
vengono isolate in quanto solo 29 delle
44 della Regione Piemonte raggiungono
i 15.000 abitanti.
Per quanto si riferisce alle Comunità
Montane la relazione suggerisce che;
«la gestione dei servizi si porrà nel territorio della Comunità a vari livelli, e
mentre i Comuni gestiranno i servizi
di primo grado (quali appunto possono
essere considerati i centri d’incontro e
l’assistenza domiciliare) la Comunità
Montana gestirà i servizi di secondo
livello, non attuabili proficuamente a
livello di singoli Comuni (servizio sociale a livello della Comunità, quale
organo di coordinamento e aggiornamento, promozione, direzione tecnica,
medicina scolastica, ecc.).
— Alle Comunità Montane inoltre,
singole o consorziate, allo scopo di attuare i fini istituzionali nel settore della sicurezza sociale, dovrà a nostro parere, essere affidato appunto il coordinamento e la promozione dei servizi,
nonché la verifica dei servizi per quanto si riferisce al profilo e agli standards
degli stessi anche ai fini della ripartizione di contributi ai singoli Comuni;
la Comunità Montana consentirebbe,
ove sia dotata di un adeguato servizio
sociale a livello di Comunità, l’unità di
indirizzi e l’attiva globale secondo i
principi generali già afferrnati »._
L’articolo 3“ cita il servizio di assi
Notiziario Evangelico
Italiano
Dopo una prima riunione a Vicenza, il Collettivo per i problemi della predicazione si
è riunito a VERONA: si tratta di un incontro di
studio biblico comunitario.
stenza domiciliare tralasciando il fatto
che;
— per assistenza domiciliare si intende tutto quel complesso di servizio
(assistenza infermieristica, servizio di
lavanderia, di pasti caldi, ecc.) che raggiungono il cittadino nella sua casa
permettendogli di rimanervi, e non
come intende la legge negli artt. 1 e 3,
l’assistenza domiciliare solo come aiuto domestico indispensabile certo, ma
non sufficiente per garantire al cittadino il minimo di autonomia, senza gli
altri servizi.
— L’assistenza domiciliare vada
indirizzata ai nuclei familiari in momentaneo stato di necessità senza distinguere le categorie di persone, proprio perché il servizio sociale vuole essere uno strumento di liberazione dal
bisogno per tutti, non categorizzando
gli utenti, dando loro un’etichetta umiliante e emarginante.
Si parla poi di co'llaboratrici domestiche <200 in tutto il Piemonte) senza
ipotizzare profili professionali per lo
studio e la preparazione pratica.
I centri di incontro sono il tema dell’art. 4. La relazione della Comunità
Montana ritiene che: « i centri di incontro non debbano essere destinati
esclusivamente agli anziani, ma rivolti
aH’impiego del tempo libero della popolazione di Ogni età raffigurandosi come centri aperti a tutti, come sede e
incontro. Nell’art. 4 non si accenna poi
al profilo professionale del personale
da adfoire ai centri, né ad alcuna forma di preparazione e selezione per animatori, assistenti sociali ecc.
L’art. 5 prevede le eventuali convenzioni dei comuni con enti privati. La
legge non specifica se questa convenzione viene fatta per l’utilizzo dei locali e delle strutture, oppure dando facoltà agli enti privati stessi di gestire
i servizi. Auspichiamo che l’idea della
Regione, così male espressa, sia d’accordo con il principio per il quale la
gestione dei servizi, nella loro totalità,
deve essere pubblica.
Gli ultimi due articoli prevedono ie
procedure e gli oneri finanziari: art. 7
« per l’attuazione della presente legge
è autorizzata la spesa di L. 300 milioni
per l’anno 1974 e di L. 600 milioni per
ciascuno degli anni 1975 e successivi ».
L’importanza di questa legge, nonostante le carenze sopra citate, non va
sottovalutata. Con le dovute modifiche
che emergeranno dai suggerimenti,
peraltro sollecitati, dagli incontri di base, da coloro che già lavorano in questo
settore e dai Comuni che hanno iniziato autonomamente con le proprie
forze questo tipo di servizio, questa legge potrà diventare uno strumento valido per lo stimolo e la programmazione dei servizi. Altrimenti rèsterà una
delle tante leggi che non servono.
Fiammetta Gullo
LUSERNA SAN GIOVANNI
Offerte per la costruzione
del nuovo Asilo Valdese
Elenco dei doni pervenuti nel mese di febbraio 1974:
Giovannini dr. Ferruccio (Pisa) L. 3.000;
Lega Femminile Valdese di Como 40.000:
Unione Femminile Valdese di Bordighera
35.000; Clara Akesson (Bordighera) 5.000:
famiglia Pastre Enrico in mem. di Letizia
Marauda 10.000; Rostagnol Matilde e Giovanni 10.000; Catalin-Rochon Leonilde in
mem. di Laura Jervis 10.000; N.N. 10.000;
La zia Eleonora ed i cugini Bruno e Aldo
Migliotti in mem. di Sergio Chauvie 50.000;
Berlin Sergio e Predino in mem. cugino Pastore Renato Berlin 10.000; Direzione e Maestranze RIV-SKF di Villar Porosa in occas.
del XVII febbraio 1974 200.000; Colletta al
pranzo del XVII febbraio (L.S.G.) 102.100;
Comunità di Losanna in mem di Pierre Regamey 31.775; Elvira De Bettini in mem. di
Sebastiano De Bettini (T.P.) 10.000; Doria
Annunziato (Ge) 50.000; Selma Longo (TP.) 5.000; Unione Femminile di S. Secondo
di Pinerolo 50.000; RIV Centro Attività Sociali, Torino 50.000; in mem. di tante Melanie, le sorelle e i nipoti in USA 29.410; Morello James e Coutandin Albertina e figli
Guido e Nadia (Pom.) 6.000; Tinette Goss in
mem. dei genitori e sorelle 10.000; Gaydou
Guido c Paimira 5.000; Grill Domenico e Lina 5.000; Bruno e Albina Jallà 10.000; Girardon Luisette in mem. del fratello Pietro
10.000; Ricca Enrico e Marta 15.000; Berlin
Lisa e Emilio 5.000; Gaydou Renato e Ester
5.000; Michelin Salomon Davide 6.000; N.N.
Gianni Genre
La Chiesa evangelica iuterana in FIRENZE
ha festeggiato i 75 anni di vita ; ai festeggiamenti la chiesa valdese fiorentina è stata
rappresentata dalla sig.a Maja Koenig.
È in programma per i catecumeni battisti
e valdesi di Torino un Campo di Pasqua
presso la Casa Valdese di BORGIO VEREZZI,
daini al 15 aprile, diretto dai pastori Franco Giampiccoli e Paolo Ricca.
(Roma) 450; Odino Ferruccio (S. Secondo P
5.000; Soulier Anna in mem. fratello Gio
vanni (Pramollo) 10.000: N.N. 2.000: Ci
inunità Evangelica di Morges-Svizzera 2 m
boni; Dr. Pellizzaro 70.000; Pauline Mazza
(New-York) 2.775; la moglie in mem. di Gu
do Mourglia (Bricherasio) 5.000; Breuza Re
nato (Pinerolo) 20.000; Gisela Wiegering, Zi
rigo 19.000; Rosa Grimm, Zurigo 19.000
Dr. "W. Schnyder, Zurigo 1.900; "W-. Rubi
Rheineck (Sv.) 190.000; M.me L. Krame
Montreux 9.500.
Ringraziamo vivamente e ricordiamo che
ogni offerta è benvenuta e può essere effettuata sul c.c.p. 2/16947 « Asilo Valde.se, 10062
Luserna S. Giovanni (To) ».
Í
7
29 marzo 1974 — N. 13
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 7
VI Distretto: quel che ci si dispone a fare
in occasione deil'S* centenario valdese
La Conferenza straordinaria autunnale del VI Distretto, riunita a Messina a fine ottobre, aveva incaricato la
Commissione distrettuale di proporre
un programma di manifestazioni per
l’8" centenario. Nella circolare inviata
in questi giorni alle chiese del Distretto, la C. D., che si è valsa pure della
collaborazione di Arrigo Bonnes, sottopone loro due programmi, uno di
massima e uno di minima, entrambi
centrati su tre punti chiave : un opuscolo sull’evangelizzazione nel Distretto (Calabria-Sicilia), una mostra e cicli di manifestazioni locali, conferenze,
tavole rotonde.
1“ - L’opuscolo sull’evangelizzazione
nel Distretto dovrebbe essere pensato
per una diffusione ampia e quindi
presentato in forma vivacemente divulgativa ; dovrebbe contenere una
breve storia dell’evangelizzazione in Sicilia e in Calabria (10 pagine), una breve storia delle chiese locali, con informazioni e dati concisi (30-36 pagine) e
una breve esposizione di alcuni puntichiave teologici e di alcune prospettive di testimonianza attuale (6 pagine).
La stampa verrebbe affidata alla Claudiana, se ne tirerebbero 2.000 copie,
delle quali 1.000 sarebbero da acquistare immediatamente dal Distretto, che
si impegnerebbe a diffonderle unicamente nel suo ambito.
2 - Una mostra. Essa potrebbe avere due edizioni: una mostra fissa costituita da libri signficativi editi dalla
Claudiana (una trentina di volumi, con
possibilità di evidenziare gli interessi
specifici dell’evangelismo nei vari periodi), da cartelloni ((8, preparati a
Milano, sono già pronti e sarebbero
messi a disposizione, altri dovrebbero
essere preparati in loco, con grafici,
fotografie e didascalie su chiese e opere del Distretto), e infine da edizioni
della Bibbia, oltre a Bibbie e opuscoli da distribuire; e una mostra ambulante. con riproduzione in scala ridotta dei cartelloni più significativi e con
esposizione e distribuzione di libri,
opuscoli, Bibbie.
3“ - Serie di conferenze: il presbiterio della Sicilia centrale e in particola
CATANZARO
Ricordando
Francesco Rosi
L'undici gennaio spirava nell’ospedale regionale di Catanzaro dove era stato ricoverato d’urgenza per trombosi
cerebrale, il fratello Col. Francesco
Rusi. È .stala una grave perdita per la
nostra comunità, lasciando egli un vuoto per il momento incolmabile.
Nato a Carunchio nel 1902 fin da giovane ha fatto parte del’Arma dei Carabinieri raggiungendo l’alto grado di
colonnello, svolgendo il suo servizio
in diverse città del meridione. Ha partecipalo ai lunghi eventi bellici lottando alla fine con gli alleati contro i nazisti. Arrivato a Catanzaro nel 1952, si
è fatto conoscere dalla nostra comunità come un fratello fedele ed attivo
nella testimonianza alla Parola di Dio.
Dopo un periodo di servizio a Napoli,
nel 1968, ottenuto il congedo, fissava
definitivamente la sua residenza a Catanzaro, dove la comunità lo aveva
eletto suo anziano e amministratore
della Tavola Valdese a Catanzaro.
I funerali sono stati presieduti dal
nostro pastore Piero Santoro che ha
meditato la parola di Dio come è scritta in 1 Cor. 15: 26 « L’ultimo nemico
che sarà distrutto è la morte ». Il pastore ha ricordato a tutti nel suo grande messaggio che il fratello Rusi ha
vissuto la sua vita ispirandosi innanzitutto all’Evangelo di Cristo dal quale riceveva forza e consolazione, cosicché pur nel suo alto grado di ufficiale,
non si inebriava del potere, ma considerava i suoi subalterni come creature
di Dio uguali a lui perché tutti bisognosi di grazia e redenzione.
La sua fede profonda e tenace era
vissuta nell’umiltà e nella giustizia e
non c’è stato nulla fino al termine della sua vita che abbia avuto la preminenza sulle esigenze del Vangelo. La
vita dell’uomo anche se vissuta in maniera intensa è vuota se contemporaneamente non è riempita dall'amore di
Cristo, che dona l’unica vera dignità
all'uomo.
La profonda stima raccolta dovunque si sia trovato, è stata manifestata
qui a Catanzaro dalla folla imponente
che ha reso omaggio all’estinto e, non
senza ragione, da, numerosi ufficiali,
sottufficiali e semplici carabinieri.
Voglia il Signore col suo Spirito
Santo e con la promessa del Regno che
viene colmare il vuoto che egli ha lasciato nella vita della moglie signora
Angela e della figliuola Anna; ma anche nel cuore di tutti noi che con lui
abbiamo vissuto per tanti anni apprezzando sempre la sua fede, la sua
semplicità unita all’intelligenza ed alla
bontà. Rinnovando ai familiari il nostro cordoglio, chiediamo al Signore
della Chiesa che susciti ancora e sempre fedeli testimoni alla sua Parola.
E. S.
re la chiesa di Agrigento mettono a
disposizione un certo numero di conferenze su: emigrazione - obiezione di
coscienza - prigionieri politici - aborto
- divorzio - valdismo, con possibilità di
organizzare tavole rotonde.
Naturalmente per l’attuazione di
questi programmi si devono prevedere
dei.epsti, che si aggirerebbero almeno
sul milione di lire, il che significherebbe un impegno medio di circa 1.5002.000 lire da parte di ogni membro di
chiesa del Distretto (il quale, per altro, è invitato a contribuire per un
milione alle spese generali della Chiesa
Valdese per le manifestazioni dell’8°
centenario, ouota distrettuale dei 10
milioni che la Tavola ha richiesto a
tutte le chiese valdesi). La Commissione Distrettuale sollecita il parere e
l’eventuale impegno da parte di tutte
le chiese del Distretto, in modo da
poter concretare ulteriormente e far
procedere il programma, che nei suoi
termini definitivi sarebbe presentato
alla Conferenza Distrettuale di giugno, in vista dell’attuazione nel prossimo autunno.
Qualora invece questo programma
fosse considerato troppo impegnativo
e costoso per il Distretto, sarebbe possibile un programma ridotto comprendente la pubblicazione dell’opuscolo, la preparazione della mostra fissa
(sopprimendo quella ambulante), a disposizione delle chiese che vorranno,
servirsene, assumendone i costi come
pure ner ogni altra manifestazione locale (conferenze etc.).
■ Il pastore Sciclone e la chiesa di
Cosenza, d’accordo con le autorità
comunali di Guardia Piemontese, progettano di erigere in questa località
un piccolo segno — una stele, ad esempio — che ricordi la presenza e il massacro dei Valdesi.
Gioventù
Il past. Arrigo Bonnes è stato incaricato dalla C.. D. di prendere contatto
con la gioventù delle chiese, secondo
una richiesta della Conferenza Distrettuale. Presi questi contatti sono stati
stabiliti due incontri:
1) il venerdì di Pasqua a Caltanissetta per la gioventù della SICILIA: incontro di tutta la giornata con
colazione al sacco;
2^ il lunedi; dopo Pasqua a Falerna
per là gioventù della CALABRIA:' pure qui incontro di tutta la giornata
con colazione al sacco.
Si prevede già pure una serie di
campi estivi nei centri di Adelfia (il
comitato è costituito da Arrigo Bonnes, Giovanni Gennuso, Teodoro Magri, Enrico Trobia) e di Falerna; li
comunichiamo fin d’ora ai lettori:
/ lettori ci scrivono
Evangelo
e scelte politiche
Aosta, 25 marzo 1974
Signor direttore,
dal nostro periodico Eco/Luce del 15.3.’74,
rilevo l’articolo, a firma di Salvatóre Giuliano,
dal titolo : <c Evangelo e scelte politiche » e
mi associo pienamente a lui, specialmente là
dove mette in rilievo l’impossibilità, per un
cristiano evangelico, di accettare e condividere i principi politici di Carlo Marx, anche
quando questi cerca di fare un accostamento
tra Cristo e l’ideologia socialista, in quanto
Carlo Marx, in certi suoi scritti, si è apertamente autodefinito ateo, mentre Cristo era figlio di Dio e Dio Lui stesso e perciò in piena
antitesi con la autodefinizione del Marx. ,
Perciò con o senza la buona grazia del Sig.
G. C. (firmatario del commento all’articolo di
cui sopra) non esiste proprio possibilità di intesa tra un cristiano evangelico credente ed
oiiservante, e certe idéologie politiche che non
poggino ben saldamente le proprie basi sull'Evangelo anziché sulle teorie di Carlo Marx.
Il vostro assiduo lettore
Silvio Ro.ssotti
EGEI e chiese
Caro direttore,
sono spiacente di dover intervenire su una
questione che mi pare troppo importante per
esser passata sotto silenzio. Il mio intervento
non vuol suonare critica a te, ma ad alcune
posizioni prese nella « pagina delle Valli » che
sono, a mio avviso, da respingere. Alludo innanzitutto all’o.d.g. stilato in occasione del
precongresso EGEI di Pinerolo per stigmatizzare la riprovevole condotta della chiesa di
Villar Perosa. Non entro di proposito nel merito del problema specifico, ma mi pare indispensabile sollevare la questione di principio.
Dunque, una chiesa « sgarra » (secondo la
EGEI) e la si mette sotto processo effettuando « tutti i passi necessari presso la Conferenza Distrettuale e la Tavola Valdese ». Se
fosse uno scherzo si potrebbe anche riderci
sopra, ma non è uno scherzo. Da quando la
EGEI ha ricevuto un qualsiasi mandato per
mettere sotto processo chicchessia in una chiesa valdese? Fino a nuovo ordine l’assemblea
di chiesa e il concistoro di ognuna delle nostre comunità hanno preciso mandato di regolare la vita interna delle chiese. La EGEI è
la Scuola Latina di Poniaretto
una lunga, utile vicenda
ADELFIA:
Campo cadetti: 1-13 luglio; tema:
la famiglia; quota L. 19.500.
Campo politico: 15-20 luglio; tema:
progresso o rivoluzione ; quota L. 13.500
+ 5(X) di iscrizione.
Campo teologico: 22-31 luglio; tema; Chiesa riformata e semper reformanda?; quota L. *20.000.
FALERNA:
1° campo famiglie: 1-20 luglio; tema l’8* centenario di Valdo; quota:
adulti L. 36.000, ragazzi sotto i 10 anni L. 32.000.
2“ campo famiglie: 22 luglio-10 agosto; tema: le Epistole di Paolo; quota; adulti L. 36.000; ragazzi sotto i
10 anni L. 32.000.
Altri campi sono in programmazione
c saranno ulteriormrate afinunciati.
Finanze *
Le chiese, nel loro insieme, sembrano indietro nei loro versamenti alla
Cassa culto; sui poco più di 12 milioni richiesti al Distretto, a fine gennaio
ne erano pervenuti solo 5 milioni e
mezzo, senza contare tutte Te altre richieste per scopi particolàri e, in modo speciale, i contributi alla Commissione Distrettuale.
« La Noce »:
inaugurazione
Il 21 e il 22 aprile sarà inaugurato
11 nuovo Centro Diaconale «La Noce»,
a Palermo: un lungo e non facile lavoro giunge a una tappa fondamentale.
IN BREVE
A SANREMO l'inchiéMa sul senso della presenza valdese, in occasione dell'8“ centenario, non è stata svolta solo all'lntprno della chiesa valdese, ma si è cercato di coinvolgere pure la
cittadinanza, e fra coloro .'che hanno risposto vi
sono stati pure il vescdvfa'’è il sindaco. Le risposte sono state 1212, e mercoledì 3 aprile
saranno esaminate e distusse, cercando di rispondere a queste domande- Dopo cento anni
di predicazione evangeli£à;i.inf,jSanremo, che si
pensa idi noi? La nostraiiBstirfiomanza ha servito a qualcosa? È ancorRiCfìustìficata la nostra
presenza? Oppure dobfeijAro-cambiare rotta, in
senso ecumenico o in 'iénso politico?
'1 Ehi
)•( Il 30 e il 3l maco 5i terrà a S. FEDELE INTELVI, al Centro Evangelico « P. Andreetti », il 2“ convegno, di quest'anno sul tema generale « Predicazioitè e 'testimonianza ». Argomento specìfico delle d'iie giornate : La Parola
e le parole; i dibattiti sT accentreranno su due
conversazioni del past. M'sbele Sinigaglia.
un organismo extra-Mclesìastico (extra-sinodale) e interconfessionale. Che un singolo o
un gruppo di credenti yaldesi abbia il diritti,
di appellarsi alla Commissione e alla Conferenza Distrettuale, alla favola e al Sinodo, è
fuor di dubbio, ma non la EGEI in quanto
tale. Essa ha scelto là sua strada e la segua,
ma non cerchi di salvare capra e cavoli, rimanendo ’’fuori” e pretendendo di essere
’’dentro”, facendo un discorso di ’’riforma”
deH’esterno e esigendo che le si faccia spazio nelle chiese. Mi pare chiaro che se la EGEI
agisce di volta in V8ll|i nel quadro di una
delle nostre chiese,tÌo fa per preciso mandato
o comunque con il chiaro accordo del Concistoro, come qualsiasi altra associazione extraecclesiastica.
La seconda questione che mi sta a cuore
è quella della stessa « pagina delle Valli ». E
qui, me ne dispiace, ma bisogna pur fare un
nome. Da quando Ermanno Genre ha preso
in mano questa pagina, essa è diventata in
misura crescente un duplicalo sommario de
« Il Giornale di Pinerófe e Valli ». Ora, nessuno contesta a quél quindicinale il diritto di
scrivere quel che pensa di dover scrivere. Ritengo però che la « Pagina delle Valli » non
deve diventare una vele di quel genere c
unicamente di quel genfere. Se non ci :'oSsero
ogni tanto le tanto deprecate ’’cronachette”
delle chiese, non avremmo quasi altro da leggervi che le cronache 'd^gli scioperi e la nobile campagna dei partiti di sinistra contro il
referendum : quando sappiamo bene che, come
quasi tutti i partiti, erano fino a poco tempo
fa pronti a tutto pur di non dover prendere
una posizione scomoda àÌ riguardo! Vogliamo
disgustare fino in fondo tanti lettori? Sarei
riconoscente se i molti che la pensano come
me dessero qui il loro parere, anche in stile
telegrafico. Il nostro settimanale è troppo importante perché sì rischi di insabbiarlo con
posizioni così prive di senso critico.
Scusa questo sfogo, che però non è soltanto
uno sfogo, su una situazione che ritengo non
debba prolungarsi. Augurando ogni bene al
giornale
Giovanni Conte
Pubblico questo scritto, perché ha il merito
di dire chiaro e pubblicamente ciò che molti
— quanti, non so — pensano o mormorano.
Le parole chiare e aperte sono sempre preferibili e, data la situazione, più coraggiose. È
un richiamo, in una situazione di indubbia
sofferenza; i termini, potranno essere discussi, purché il problema sia avvertito.
Gino Conte
L’origine della 'scuola « media » secondo lo storico J. Jalla, risale a una
epoca assai remota: verso il XIV secolo
e cioè alla scuola che preparava i Pastori in Val d’Angrogna. Difatti nelle sue
memorie il domenicano Vincenzo Ferrer! si vanta di aver fatto chiudere tale scuola nel 1400.
Delle scuole secondarie si hanno notizie più precise dopo la seconda metà
del secolo XVII, allorquando si menziona un maître d’école générale con l’incarico di isovrintendere alle scuole elementari, nonché di impartire un insegnamento per la scuola « media ». Tra
le materie impartite sono ricordate, dopo le Pasque Piemontesi: la filosofia, il latino,
elementi di cultura generale. Negli Atti Sinodali del 1692 notiamo
che un maestro svizzero, Giovanni Barde, di
Ginevra, dirige la scuola « generale » di Torre
e vi insegna anche il
latino. D’ora innanzi
questa scuola si chiamerà anche Scuola Latina, per il carattere, umanistico che la distingue e più tardi, nel
1701, sarà anche chiamata Scuola Latina e
Italiana. Lo stipendio
del maestro, agli inizi
del XVIII secolo è di L.
300. La scuola dovrà
essere visitata ogni tre
mesi da due Pastori delle chiese vicine che riferiranno poi al Sinodo intorno alla
diligence du Régent et des écoliers.
Nel 1704 il Sinodo decide che alternativamente la scuola si debba tenere
per tre anni in Val Pellice e poi per tre
anni in Val San Martino o Perosa. La
scuola non aveva sempre un locale proprio e si teneva nella casa del maestro,
in ¡seguito Talloggio fu a carico della
Tavola. Nel 1766 il Comitato Vallone,
comitato olandese nato nel 1735 per iniziativa delle chiese valdesi e degli emigrati valdesi, propóne al Sinodo la riorganizzazione della Scuola Latina chiedendo che sia sotto la sorveglianza del
comitato stesso. Infatti due anni dopo
il Sinodo delibera che venga scelto un
insegnante pur mantenendo la cifra di
L. 300 come stipendio. Il Régent dovrà
impartire le lezioni per la durata di IO
mesi con Tinsegnamento del latino e
principi dèi greco. Per l’esame di ammissione gli alunni devono saper lèggere perfettamente e scrivere in modo
leggibile.
Verso la fine del secolo la scuola
« inferiore » è trasferita a Pomaretto,
men.tre a Torre resta la scuola « alta »,
cioè: il ciclo superiore. La sezione di
Pomaretto, ottenuta mediante l’interessamento del Moderatore Rodolfo Peyran. Pastore di Pomaretto, ebbe breve
durata e con un seguito di rivalità e
gelosie. La Tavola, per interessamento
dei rappresentanti della Val San .Martino, rinnova la domanda di aprire la
Scuola Latina, mettendo in luce i notevoli vantaggi per gli abitanti della
valle. Il Gil'ly, canonico della cattedrale
di Durham, temeva che non si sarebbe
potuto far fronte alle spese dei due Istituti, e versò la somma di L. 300 per lo
stipendio del Rettore. Il T maggio 1830
si inaugurava la Scuola Latina: il Concistoro dì Pomaretto fornì la sala e ne
pagò la pigione. Per un certo tempo si
insegnò nella Casa Peyran, nel centro
del paese e fu nominato come primo
rettore Giovanni Giacomo Peyran, figlio
del defunto Moderatore. Egli rivelò ottime qualità pelFinsegnamento, ma gli
mancò una visipnè chiara deU’avvenire
dellà scuola. Essa si compose di 4 classi, 2 di francese e 2 di latino. Qualche
tempo dopo fu pure aggiunta una classe di italiano composta da un solo alunno, un certo Giovanni Antonio Jahier di
Pramollo; costui era figlio prediletto di
una agiata fàmiglia e fu mandato alla
Scuola Latina per studiare il francese
e tornarsene fra gli ignari paesani, più
dotto. Il padre delTalùnno, incontrando il Peyran espresse il suo rincrescimento che nella Scuola Latina si insegnasse tutto fuorché la lingua ufficiale
delle leggi e dei contratti. Subito il Rettore promise e fu fondata la classe di
italiano. Il Peyran, incapace di insegnare quella lingua, ricorse ai buoni uffici
di un amico e dalla vicina Perosa ogni
giorno giungeva un macellaio che, recando la carne al Rettore, dava una lezione di italiano alla classe!
Siamo nel 1831. Pochi anni dopo venne dichiarata la vacanza del posto di
Rettore, essendo morto il Peyran, che
provvisoriamente fu sostituito dal pastore di Pomaretto e ¡poi dal signor
Gian Giacomo Comba di Pramollo. La
inesperienza e la carenza di preparazione di quest’ultimo, determinò uno stato di crisi nella scuola, così che il suo
posto venne preso dall’ex Moderatore
G. P. Bonjour.
In questo periodo il Beckwith seguiva il problema deila Scuola Latina progettando di dotarla dì un nuovo locale
con un alloggio per il rettore. Il Concistoro di Pomaretto offrì L. 20.000, in vista della costruzione, ma il Beckwith
fece conoscere alla Tavola le sue perplessità circa la nuova costruzione, rilevando che la ¡prima cosa da farsi era
la nomina di persone capaci di dirigere la Scuola e che poi si sarebbe provveduto al locale. Una nuova crisi sembrava delinearsi, ma ecco farsi avanti
il pastore. P. Lantaret: egli era l’uomo
adatto per la Scuola Latina, sia per la
preparazione, sia per la guida di un
Istituto così importante. Il nuovo edificio del Beckwith fu costruito (e ora
conserva il nome di « casa dei ¡professori »): era l’anno 1842.
Negli anni successivi e fino al 1865 il
numero degli alunni si aggira sui 20 o
TRASPORTI E TRASLOCHI
per Torino e qualsiasi destinazione — furgone imbottito —
Sala, Nichelino, tei. 011/66.05.72.
30 con un massimo di 40 nel 1861. Nel
1865, grazie alla munificenza del rev
Stewart fu costruita l’attuale sede.
Verso il 1895 anche le ragazze furono ammesse alla scuola e i cattolici cominciarono pure a frequentarla. I ragazzi di quel tempo, per tornare a casa,
percorrevano a piedi fino a 14 Km.
ogni settimana, sia alTandata che al ritorno. A scuola c’era il caporale di settimana che aveva l’incarico di trovarsi
a scuola mezz’ora prima e di uscire
mezz’ora dopo, sia per accendere le
stufe, sia iper la pulizia generale. Le ceneri che si toglievano dalla stufa erano
portate alla casa dei professori e succedeva a volte che la cenere, pur destinata a turno ai docenti, fosse ugualmente motivo di contesa per le esigenze dell'or ticello...
Nel 1922, sotto la moderatura del Pastore Ernesto Giampiccoli, si costruì il
Convitto. L’iminenso edificio mal ,si
adattava a un modesto numero di alunni; poi verso il Ì929, il Convitto ospiterà le Diaconesse e i convittori. Purtroppo la pesante situazione economica
della Chiesa, lo scarso numero di alunni e la mancanza di fede, obbligarono
la Tavola a chiudere la Scuole Latina
e anche il Convitto. Il Convitto continuò prima a essere Casa delle Diaconesse, poi ospitò un Orfanotrofio, mentre la Scuola Latina rimaneva abbandonata. Durante la guerra ospitò degli
sfollati.
Nel 1945 si riaperse la Scuola e iniziarono i corsi. Alla direzione fu nominata la Prof. Elsa Balma, tutt’ora
insegnante. Il Convitto fu riaperto solo nel 1947 e la direzione affidata alla
signorina Castagno, in collaborazione
col Prof. Tron.
Nella storia della Scuola Latina è
bene non dimenticare l’Associazione
degli Amici della Scuola Latina, infatti
per mezzo del suo Comitato sono stati
raccolti alcuni milioni che hanno permesso di dotare la Scuola del riscaldamento centrale..
Carlo Beckwith, fondatore della seconda sede della Scuola, scrivendo alla Tavola Valdese diceva; « Non
vi manca nulla: avete le vostre Bibbie,
i vostri Pastori, i vostri Templi, le vostre scuole, amici ovunque... Custodite
intatto il deposito prezioso che vi è
stato affidato;.. »,
Guardiamo con fiducia all’avvenire
della nostra scuola, perché continui a
essere una luce per molti studenti in
grado di ricevere, accanto al sapere, il
messaggio dell’amore di Cristo.
Daniela Pons
Dopo oltre dodici mesi di malattia,
serenamente sofferta, è mancata nel
suo 83° anno, il 2l marzo
Maria Elisa Prochet
(Mimi)
I familiari La ricordano a quanti La
conobbero nei suoi giorni migliori.
Ringraziano il Dr. Gardiol, il Pastore Sonelli, la Signorina Giorda, la Signora Odin, la devota Elia, ed in modo particolare la Signorina Selma Longo che tanto si prodigò nelle cure continue con fraterna disinteressata abnegazione.
Grazie anche a tutte le persone che
si prestarono durante la lunga malattia con cristiana assistenza.
La presente partecipazione serva pure di ringraziamento a coloro che sono vicini alla famiglia nell’ora del lutto cristiano.
« Non temere io sono teco - Abbi
Fede». (Is. 41; 16 - Marco 5: 36)
Torre Penice, 2l marzo 1974.
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pag. 8
I NOSTRI GIORNI
Elezioni prossime nell'Africa del Snd
Vorster comprende la necessità di qualche cambiamento nella situazione economica dei neri, ma vuole che avvenga sotto stretto controllo governativo —
I capi neri, come Buthelezi sono decisi a sfruttare a fondo l'autonomia dei
bantustans , i territori neri: se dobbiamo esservi segregati, che almeno possiamo vivervi autonomi — Si avrà, domani, una federazione sudafricana di
di Stati bianchi e neri?
N. 13 — 29 marzo 1974
Se John Vorster, primo ministro della Repubblica sudafricana, ha preso la
decisione di chiedere elezioni generali
per il 24 aprile, cioè con anticipo sulla
scadenza normale, lo ha fatto in primo
luogo per motivi tattici. Queste elezioni si terranno nel momento in cui il
niaggi-ji-e ;.a’'ti'o d opposizione, il Partito unito, si trova in difficoltà a causa
delle sue pi'ofonde divisioni interne che
contrappongono i liberali e i conservatori. ,
Quando annunciò le elezioni, J. Vorster dichiarò che l’Africa del Sud « aveva bisogno di avere le mani libere per
affrontare quaHiasi eventualità».
Pragmatico com’è, J. Vorster è perfettarnente cosciente della necessità di
cambiare certe cose nella situazione
economica degli Africani neri, dai quali
per altro dipende tutta l'industria sudafricana (n.d.r.: il Sud-Africa è finora
il solo paese africano che possa definirsi industrializzato). Ma vuole conservare un rigoroso controllo governativo su
queste trasformazioni.
John Vorster continuerà a controllare severamente i gruppi extraparlamentari che esigono un’evoluzione. Ne è segno significativo la misura della "messa al bando”, che ha appena preso contro quattro giovani sindacalisti bianchi
implicati nei recenti scioperi degli operai tessili neri a Durban: divieto per
questi quattro sindacalisti di varcare
i limiti della località nella quale risiedono, di ricevere visitatori e di partecipare a manifestazioni, per un periodo
di cinque anni.
Il primo ministro ha pure fatto sapere che disapprovava le decisioni -prese
da numerosi consigli comunali di città
controllate dal Partito unito per addolcire Vapartheid: accesso dei neri ai
parchi, alle biblioteche, ai musei etc.
La popolazione nera non prende naturalmente alcuna parte alle elezioni.
Eppure responsabili neri, come il capo
Buthelezi dello Zululand e il capo Matanzima del Transkei, danno al loro
popolo una coscienza politica che non
può non ampliarsi ceni passare degli anni. Il capo Buthelezi ha l’intenzione di
prendere alia lettera il programma nazionalista sui Bantustants (n.d.r.: sono
i territori-riserve degli Africani neri, nei
quali sono progressivamente raggruppati e nei quali, a parte l’odiosità della
segregazione, dovrebbero godere di una
relativa autonomia), nel senso di esigere e vivere un’indipendenza totale di
questi territori di raccolta della popolazione nera. Egli vuole che queste zone abbiano voce in capitolo per ogni
decisione che le riguardi, e prevede per
il futuro una Federazione dell’Africa
del Sud che comprenda, quali entità indipendenti e tendenzialmente alla pari,
i territori neri e quelli bianchi.
Non c’è dubbio su quale sarà il risultato delle elezioni. Rimane però aperta una domanda importante: come
riuscirà, il premier Vorster, a riconciliare i suoi stessi estremisti con i riformisti, e per quanto tempo potrà ancora
’’tenere” sotto un coperchio le pressioni che stanno salendo tutt’attorno a
lui?
(da «The Christian Science Monitor»
del 22.2:14).
Inflazione e “PAM"
(« Informations UNESCO ») - L’aiuto accordato dairONU a numerosi paesi nel quadro del
Programma alimentare mondiale (PAM) non
potrà essere proseguito secondo le previsioni :
l’inflazione e l’ascesa dei prezzi dei cereali lo
ostacolano seriamente. I paesi donatori risehiano infatti di non poter mantenere gli impegni
assunti. Dovranno eosì essere ridotte di oltre
un terzo le 950.000 tonnellate di prodotti alimentari che avrebbero dovuto essere distribuite entro la fine del 1974.
Si sono imposte misure d’economia e il PAM
ha dovuto bloccare ogni nuova spedizione,
salvo i soccorsi d’urgenza. Dovranno inoltre
essere rivisti tutti i progetti, per razionare le
risorse del Programma e istituire una lista di
priorità.
Da parte loro i paesi esportatori di grano
sono invitati a fare tutto ciò che è in loro
potere per assicurare l’approvvigionamento in
cereali, affinché i programmi di aiuto alimentare dispongano di risorse almeno pari a quelle
dello scorso anno.
Secondo un ’’libro bianco” della Germania occidentale
Le forze del Patto di Varsavia
superano aueiie deiia NATO
caos minaccia la vita economica del
Belgio in seguito alla guerra dei prezzi
scoppiata fra il governo e la -grandi compagnie
petrolifere: il governo ha vietato un aumento dei -prezzi al dettaglio chiesto, dalle società e
queste bloccano l’importazione.
L’ufficio federale svizzero per i controllo
dei prezzi e dei salari, dopo lunga resistenza ha dovuto cedere alle pressioni delle
compagnie petrolifere, che avevano deciso una
drastica riduzione dell’approvvigionamento :
la benzina è stata così aumentata di 12 centesimi al litro, venendo così a costare 93 centesimi al litro la ’’normale” e 97 la ’’super”.
H Con 153 voti contro 3 i deputati svizzeri
hanno deciso, dopo lungo dibattito al parlamento federale, di respingere l’Iniziativa di
azione nazionale tendente a espellere 500.060
stranieri nel giro di tre anni; hanno accettato
la proposta del -governo di sottoporre l’iniziativa a referendum popolare (com’era stato
fatto per la « proposta Scharzenbaeh ») raccomandandone il rigetto e senza presentare un
controprogetto.
I Le voci circolate circa l’esistenza di una
base di sommergibili e per il lancio di
razzi sovietici nel complesso industriale per la
pesca di Paita, sono state categoricamente
smentite da alti funzionari del Ministero peruviano della pesca. I giornalisti stranieri a
Lima sono stati invitati a recarsi a Paita, a
circa 1.100 chilometri a nord della capitale peruviana, e hanno potuto visitare tutti gli impianti di quello che sarà il più -grande centro
per la pesca dell’America Latina. È stato fatto notare che del prestito di 30 milioni di dollari offerto dairURSS sono stati usati soltanto
1.800.000 dollari e non sono previsti ulteriori
investimenti sovietici. Il resto dell’imponente opera, il cui costo totale ammonta a circa
due miliardi di soles (circa trenta miliardi di
lire), sarà finanziato da un’impresa mista peruviano-nipponica, dall’impresa statale associata con capitali privati e infine dal Ministero
della pesca.
H La Cina popolare parteciperà quest’anno
per la prima volta alla Fiera di Milano,
che si aprirà il 14 aprile.
I I delegati della Cina popolare e dei paesi
asiatisi, africani, arabi e latinoamericani
partecip'anti alla riunione a Nairobi del Consiglio direttivo del Programma dell’ONU per
le condizioni ambientali, sono usciti due volte
quando il delegato del Portogallo si è alzato
per parlare.
Il Ministero della Difesa della Repubblica
Federale Tedesca ha pubblicato un <c libro
bianco » presentato il 17 gennaio dal mini,
stro Georg Leber al Parlamento di Bonn —
che contiene interessanti valutazioni su-ll’armamento delle Forze del Patto di Varsavia rispetto alle Forze della NATO.
Secondo tali informazioni, le Forze armate
del Patto di Varsavia sovrastano in questo
momento quelle della NATO in Europa, quasi in una triplice misura. Contro le 28 divisioni di cui dispone la NATO, il blocco dell’Est schiera ben 60 divisioni, 15.500 sono i
carri armati comunisti contro i 6.200 della
NATO. Anche per quanto riguarda le forze
aeree e la flotta navale si registra una notevole superiorità del Patto di Varsavia (non è
precisato in quale misura).
Viene sottolineato che questa superiorità
del Patto di Varsavia è stata raggiunta attraverso un rafforzamento delle forze armate
convenzionali. Resta quindi aperta la questio.
ne se anche nel campo di deterrent nucleare,
le forze del Patto di Varsavia abbiano raggiunto una superiorità nei confronti del potenziale atlantico in Europa che dispone, secondo recenti stime, di circa 7.000 ordigai
atomici, comprese le testate nucleari che armano l’arsenale missilistico divisionale.
Sia i servizi segreti alleati, sia l’Istituto britannico di studi strategici, hanno a più riprese documentato, in questi ultimi tempi, il divario di potenziale — a favore dell’Est —
che si va manifestando da qualche anno fra
gli opposti schieramenti armati in Europa.
Secondo altre informazioni, i sovietici dispongono, attualmente, di oltre 1.000 appaparecchi di trasporto pesanti e medi, di 1.400
più leggeri e di 2.500 elicotteri adibiti al trasporto di truppe, compreso il Mil V-12, il più
grande del mondo (può sollevare 40 tonnellate, oppure 200 soldati in pieno assetto di
guerra). In caso d’emergenza questa formidabile forza potrebbe essere accresciuta da circa 300 apparecchi deil’Aeroflot, -la compagnia
aerea civile russa.
La forza base, comunque, è costituita da
lO.OOO velivoli pronti per il combattimento,
molti -più di quelli americani. Notevole è il
ritmo di aumento delle forze aeree russe, che
nessun altro -paese occidentale riesce ad eguagliare. Nell’intento di superare gli Stati Uniti, 1 URSS ha speso, anche quest’anno, per
COME NEL
MEDIO EVO
llllllliillllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Lottare contro la cecità
causata dai fiumi
(« Informations UNESCO ») - Nel bacino
delle Volta, nell’Africa Occidentale, circa 70
mila -persone sono cieche o afflitte da gravi
disturbi visivi; oltre un milione sono contaminate daRa terribile malattia che causa questi malanni: Toncocercosi o cecità fluviale.
Sette paesi — Alta Volta, Costa d’Avorio, Dahomey, Ghana, Mali, Niger e Togo — sono
colpite da questa malattia che comporta pure
gravi conseguenze economiche, perché le popolazioni colpite abbandonano le terre fertili
situate in riva ai fiumi per andarsi a stabilire
sugli altopiani più salubri ma meno produttivi, dove vivono in condizioni miserevoli.
Un piano di lotta contro Toncocercosi è stato presentato dalle Nazioni Unite ai governi
dei paesi interessati. È il -progetto di maggior
portata sinora formulato per vincere una malattia e aprire la via allo sviluppo economico
in una delle più povere regioni del mondo.
Realizzato dall’Organizzazione mondiale della
sanità (OMS) e dalla FAO, necessiterà di un
bilancio annuale dell’ordine di 120 milioni di
dollari (circa 75 miliardi di lire) all’anno per
vent’anni, dal 1974 al 1993.
I sovietici secondo Pekino
« Socìaiimperialisti »
Sul -periodico « Bandiera rossa » è comparso un articolo che esorta i cinesi a leggere attentamente il libro di Lenin « Imperialismo
stadio supremo del capitalismo » per rendersi
conto del carattere « socialimperialista » del
potere sovietico: TURSS è uno Stato nel quale il capitale si concentra, più che nei paesi
occidentali, nelle mani di un piccolo gruppo
di persone, poiché « la cricca dei rinnegati »
guidata dal defunto Kruscev e da Brejnev ha
usurpato e usurpa il capitale di Stato a vantaggio di « una borghesia monopolistica e
burocratica ». L’URSS è perciò un tipico
esempio di Stato socialimperialistico, cioè socialista in apparenza, in realtà pronto a inchinarsi alTimperialismo del grande capitale.
■ Due fisici australiani, delTUniversilà di
Adelaide, avrebbero scoperto una particella. chiamata ’’Tachyon”. che viaggia a una
velocità superiore a quella della luce (la massima velocità conosciuta in natura): la scoperta, se confermata, potrebbe provocare mutamenti nelle leggi sulla relatività. Tali particelle sarebbero il prodotto di un’esplosione
che si verifica quando i raggi cosmici colpiscono un atomo di ossigeno o di azoto.
■Jk « Il M. Evo
prossimo venturo »
è il titolo d’un recente libro (di R.
Vacca) che ha avuto una certa fortuna. Ma pochi sanno
che esiste, nella realtà, anche un M.
Evo « prossimo passato », anzi addirittura un « Ai. Evo contemporaneo ». È
precisamente nella Spagna di Franco
che sembra, ai nostri occhi attoniti,
assistere al rinnovarsi, sia pure in diciottesimo, della famosa « Lotta delle
investiture ».
«Dal 27.11 al 2.72.’73, la XVII assemblea episcopale spagnola discuteva infatti un documento che si pronunciava per un nuovo tipo di rapporti
fra Chiesa e Stato, andando senza dubbio più lontano della semplice revisione del concordato del 1953. I vescovi
spagnoli affermavano che, "per condurre a buon fine la propria missione, la Chiesa non abbisogna di privilegi, ma di libertà che le leggi civili devono garantire per tutti i cittadini, al
livello sia dell’individuo che dei gruppi".
La nomina dei vescovi non avrebbe
più dovuto essere sottomessa all’approvazione dell’autorità civile, ma riservata alla S. Sede, conformemente
alla distinzione, stabilita nel Concilio,
fza le competenze religiose e quelle
civili. I vescovi aggiungevano che la
partecipazione degli ecclesiastici “agli
organismi politici non contribuisce alla chiarificazione dell’esercizio della
missione della Chiesa”
La Chiesa spagnola rinunciava dunque clamorosamente alla situazione
che le era stata riservata in ragione
della sua presa di posizione nella
guerra civile.
Le reazioni del governo spagnolo furono violente. L’ammiraglio Carrero
Bianco accusò i vescovi di "tradimento" e minacciò di sopprìmere i contributi che lo Stato versava ai seminari,
alle parrocchie, alle scuole e al clero.
L’allora ministro degli esteri, Lopez
Bravo, fu inviato in Vaticano, per tentar d’impedire la pubblicazione del documento dei vescovi. L’udienza che il
Lopez Bravo aveva sollecitato, venne
dapprima rifiutata, poi accordata il 12
gennaio. Allora il Lopez Bravo, commettendo ima scorrettezza diplomatica, prese l’iniziativa di leggere egli stesso al papa la lettera che gli aveva portato da parte del generale Franco (Paolo VI aveva posata la lettera in un angolo del tavolo, riservandosi di prenderne conoscenza più tardi). Tale scorrettezza suscitò una protesta del nunzio apostolico a Madrid, alcune settimane più tardi». (Da «Le Monde»
del 9.3.’74).
Ma questo può considerarsi soltanto
un antefatto. E qual’è il fatto?
« Dornenica 24.2.’74, giorno di S. Modesto, i curati baschi leggono dal pulpito un’omelia di mons. Antonio Añoveros, loro vescovo. I fedeli ascoltano
le parole: "Il popolo basco possiede
caratteri propri di tipo culturale e spi
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
rituale (...), e questo gli conferisce una
personalità specifica neU’insieme dei
popoli che compongono l’attuale Stato
spagnolo". A Madrid si schiuma dalla
rabbia ».
Per comprendere la situazione attuale, bisogna ricordare che, « nel 1953,
Franco firmò col Vaticano un concordato: una formidabile impresa d’incatenamento della Chiesa. Il Caudillo ha
il diritto di nominare il capo di ogni
diocesi. Essendo il cattolicesimo religione di Stato, il governo paga i preti, _e questi non possono venir sottoposti ad azione penale se non con l’accordo del loro vescovo. Le pubblicazioni e i locali della Chiesa godono della
immunità, ma Franco, in forza di questo concordato, tiene in mano tutta la
gerarchia della Chiesa spagnola, riservandosi di nominare i “suoi" uomini. (..).
Orbene, nel settembre 1971, a Madrid un’assemblea congiunta preti-vescovi si riunisce: una miscela esplosiva! Vi si afferma: "Nel nostro paese
resta da percorrere ancora un lungo
cammino, prima che i diritti dell’uomo siano riconosciuti", e “I vescovi
non devono più essere nominati dal
governo" ». Ed ecco anche il dissenso
interno al cattolicesimo spagnolo: « Gli
“ultra”, guidati da mons. Marcelo Gonzalez, primate di Spagna e vescovo di
Toledo, partono in guerra, insieme con
Campos Guerra e con l’appoggio dell’Opus Dei, contro i liberali, accusandoli di fare del “temporalismo", di mescolarsi alla politica. Invano. Il cardinale Tarancòn. arcivescovo di Madrid, diventa la bestia nera del regime.
Fischiato e insultato ai funerali di
Carrero Bianco, egli è tuttavia ancora
un moderato e molto arretrato, rispetto al basso clero, di cui una notevole
minoranza s’è messa a lavorare per
rifiutare il salario di Franco. I vescovi
si battono a colpi di sermoni, di omelie. di lettere pastorali ».
(.Pai «Nouvel Observateur» delTll-17
marzo 1974).
La conclusione di quanto sopra è
l’articolo « La fronda dei vescovi » che
abbiamo pubblicato nel n. precedente
di questo settimanale. Quanto al M:
Evo ...abbiamo scherzato! Possano gli
avvenimenti in corso segnare per la
-Spagna l’inizio d’una nuova vita, di
vera liberazione non solo politica ma
anche religiosa.
QUANDO L’ESASPERAZIONE
PRODUCE FOLLIA
4- Inghilterra e Irlanda si dibattono
nella ricerca comune d’una soluzione
del loro secolare, intricatissimo e terribik problema.
« Scotland Yard ha arrestato sette
militanti protestanti UDA {= Ulster
Defense Association) che erano in pos
sesso a armi in gran
numero, e che si
esercitavano sulle
spiagge desolate del
Lancashire. Già un
anno fa VIRA aveva denunciato l’esistenza di simili nidi
di guerriglieri protestanti: perché dunque la polizia inglese ha aspettato
tanto tempo prima di far la sua retata?
Gli è che, da cinquant’anni, le forze
inglesi d’occupazione nell’Irlanda del
Nord hanno sempre ritenuto che le
forze para-m.ilitari protestqnti facessero utile ufficio, mantenendo i ghetti
cattolici sulla difensiva ». Ma, in seguito alTintensificarsi degli attacchi delriRA, « la borghesia orangista non riusciva più a mantenere compatte, sotto
una comune ideologia para-fascista, le
masse protestanti (o, almeno, a mantenerle tali più a lungo). Per la prima
volta, certi settori della classe operaia
protestante, hanno realizzato che il
vero nemico è il soldato inglese ». L’Inghilterra insomma, secondo questa
versione (che togliamo da un articolo
di Rnairi O’ Conaire, pubblicato su
«Libération» del 20.2.’74)^, farebbe in
Irlanda la politica del "Divide et impera". « Alla metà di febbraio, il fascista
lan Paysley reclamò “un ritiro, totale
e incondizionato, delle truppe inglesi".
Ciò non vuol dire che la putredine di
tipo “Paysley" divenga rivoluzionaria,
ma che il vento ha girato e che la pressione delle masse protestanti si fa
sentire ». Allora, come atto di pacificazione verso TIRA, le due associazioni
UVE (= Ulster Volunteer Forces) e
UDR ( = Ulster Defense Regiment) han
chiesto alle autorità inglesi il rimpatrio di quattro prigionieri IRA, rinchiusi in tre prigioni della « civilissima » Londra e « condannati a vita
(leggiamo su «L’Espresso» del 24.3
1974) per le loro responsabilità in una
serie d’attentati che un anno fa causarono a Londra un morto e molti feriti. I quattro detenuti (le sorelle Dolours e Marion Price, di 19 e 23 anni; Gerald Kelly di 19; Hugh Penney
di 21) hanno tentato lo sciopero della
fame, per morire o esser trasferiti in
prigioni dell’Irlanda del Nord, ma le
autorità britanniche, decise a non creare martiri, hanno àominciato, 18 settimane fa, a. far ingozzare di cibo giornalmente i quattro detenuti ».
Risparmiamo ai nostri lettori la descrizione del giornaliero “rito" rivoltante dell’ingozzamento. Diciamo soltanto che le autorità britanniche, per
tutta risposta alle due associazioni
UVF e UDR, hanno fatto arrestare i
sette militanti di cui sopra, e che subito dopo, alcuni irlandesi, per poter
ricattare (diciamo così) le dette autorità sulla questione dei quattro detenuti, hanno asportato dal museo di Kenwood House un quadro di Jan Vermeer («La suonatrice di chitarra»),
valutato a tre milioni di sterline, ma
probabilmente inestimabile.
l’aeronautica 12 mila miliardi di lire, cioè
oltre il 25 per cento del bilancio della difesa
(il Pentagono destina ogni anno 15.000 miliardi di lire a favore delle forze aeree statunitensi).
Gli esperti dell USAF dicono che i sovietici
attribuiscono alla loro aeronautica una missione strategica molto meno convenzionale di
quanto facciano gli Stati Uniti. Adesso, per
esempio, contano di impegnare i bombardieri strategici nei modi più svariati, compreso
quello dell’attacco intercontinentale e l’attacco navale e di far svolgere un ruolo importante sui confini delle nazioni euroasiastiche.
In tutti questi campi, oltre che nella ricognizione, nella guerra elettronica e nel controllo a lungo raggio sul mare, i sovietici dimostrano molta più elasticità e fantasia degli
americani.
(da «L’incontro»)
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiii
I negoziati SALT
a Sinevra
Americani e sovietici si sono ritrovati a Ginevra, il 19 febbraio, per riprendere i negoziati sulla limitazione delle armi strategiche, i
cosiddetti SALT («Strategie Arms Limitation
Talks »), giunti alla seconda fase dopo che la
prima condusse, il 26 maggio ’72, alla Arma
fra Nixon e Brezhnev di un accordo per la
limitazione dei missili difensivi. Questa seconda fase, denominata SALT 2, ebbe formalmente inizio nel novembre ’72, ma gli ostacoli e
i problemi che le due delegazioni si trovarono di fronte furono tali e tanti che nessun
passo avanti in concreto venne effettuato in
quindici mesi; sono occorsi i recenti colloqui
di Gromiko a Washington per sbloccare
posse e raggiungere un’intesa per la loro ripresa.
Obiettivo dei SALT 2 è quello di giungere
alla limitazione nel numero e nella qualità
delle armi strategiche offensive: cioè non soltanto missili intercontinentali a lunga gittata
(ICBM) ma anche il cosiddetto sistema di basi avanzate (FBS) rappresentato dai bombardieri strategici, dalle portaerei e dai sommergibili nucleari, nonché dalle basi terrestri; è
intenzione dei sovietici includere gii FBS nelle (c armi » strategiche da sottoporre a vincolo, mentre gli americani non sono dello stesso parere.
E quindi probabile che la discussione si accentrerà soprattutto sui missili ICBM, e in
particolare sulla nuova generazione denominata MIRV, cioè i missili a testata multipla ciascuna delle quali può essere indirizzata su un
diverso bersaglio, settore nel quale tanto gli
americani quanto i sovietici hanno compiuto
negli ultimi anni particolari progressi.
Gli americani si domandano se TURSS non
miri a superare il traguardo deU’equilibrio fra
le opposte forze, che, per tacita ammissione,
dovrebbe essere il limite invalicabile per dai-e
certezza ad accordi che non prevedono controlli. Si teme che i sovietici mirino ad acquisire una superiorità non solo numerica ma anche qualitativa in questo settore, per cui si
vorrebbe contrapporre lo sviluppo di nuove armi sempre più « sofisticate » per prevenire
eventuali « sorprese » da parte delTURSS.
(da « L’incontro »)
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INDONESIA:
petrolio per finanziare
lo sviluppo dell’istruzione
(Informations Unesco) — Nuove fonti di
finanziamento, in particolare i redditi dell’esportazione di petrolio, permetteranno al governo indonesiano di accelerare notevolmente,
quest’anno, il programma di sviluppo dell’istruzione. Il presidente Suharto ha deciso lo
stanziamento di un credito addizionale di 18.5
miliardi di rupie, al termine di una riunione
dei ministri responsabili dei vari settori interessati : istruzione e cultura, economia, finanze ecc.
Circa seimila scuole elementari potranno
in tal modo essere costruite e fornite di biblioteche, e saranno istituiti 57.000 nuovi posti
di maestro. D’altro lato gli stipendi degli insegnanti saranno aumentati a partire dall’aprile 1974.
’ Giornale di estrema sinistra, ma indipendente, diretto da Jean Paul Sartre.
Doni prò Eco-Luce
Aldo Fuhrmann, Pallanza L. 1.000; Armanda Ricca, Firenze 5.000; Pietro Martucci,
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Ottavia De Laurentis, Catania 1.000; fam.
Mansuino, Sanremo 1.000; Aldo Giacone,
Svizzera 500; Ved. Augusto Durbec. Francia
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Paolo Garnier, Piossasco 200; Voce della Bibbia, Modena 1.000; Gilda Somma, Udine
1.000: Elia De Filippis, Milano 1.000; Sr. ,\rcangela Ferrara, Orsara di Puglia 500; Gino
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Lupatoto 2.000; Matilde Romagnani, Torino1.000; Lidia Menegatti, Oppeano 1.000; Gigi
Pamio, Roma 1.000; Enzo Lumachi, Roma
1.000; Ada Toma, Caorle 1.000; Chiesa Valdese, Pomaretto 20.000; Maria Di Paolo, Aitino 1.000.
Grazie ! (continua)
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