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*T^
DELLE
(.Torino)
TO3RE YÿUslMii
Quinidicinal •
della Chiesa Valdese
^-<3? ,fr
Gettate hmgi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXrV - Nnin.
Una copia 2
/ £eo: L. 700 per l'interno £•» » La Luce! L- 1200 per rìnterno I Spedia. abb. postale II Grappe I TORRE PELUCE 18 Giugno 1954
ABBONAMENTI ^ J2fl0 per l'estero 1 L. 18i0 per l'estere [ Cambio d'indirisae Lire 40.— j Ammin. Clamdiàna Torre Pelliee - C.CP. 2-17W7
PER UNA CO N; S ACRAZIONE
Cosa si può fare senza dwaro
Un episodio suggestivo raccontato
dal libro degli Atti è quello della
guarigione dello zoppo, operata per
mezzo delVapostelo Pietro, alla porta del tempio di Gerusat«atme. Un
giorno quell’apostolo si reces tA tempio, e il suo sguardo si posa sop^a
un mendicante, uno storpio che attende un aiuto dalla carità dei passanti. Come se fosse mosso da una
subitami inspirazione, Pietro gli
dice: « Dell’argento e dell’oro non
ne ho; ma quello che ho, te lo do:
nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina! ». E’ come se avesse
affermato che, nella sua totale miseria, il cristiano possiede il segreto
della più meravigliosa ricchezza.
Certo queste sono belle parole, ma
non possiamo lasciarci trasportare
dall’entusiasmo, quando consideriamo le cose da un punto di vista attmde e realistico.
Oggi non viviamo più ai tempi di
Pietro Valdo o di Francesco d’Assisi, quando l’ideale della vita consisteva nella rinunzia totale ai beni
di questo mondo, e chi voleva vivere il cristianesimo cominciava a
buttare dalla finestra o, tMstribuiva
ai poveri le proprie sostanze.
Coni’è oggi organizzata la società è necessario del denaro, molto
denaro. E se qualcuno pretendesse
di presentarsi nella competizione gigantesca per la conquista del mondo
ripetendo le parole dell’apostolo, si
attirerebbe un sorriso di compassio
ne, se non il disprezzo del mondo
Eppure questo disprezzo non con
ter ebbe nulla, se non ci fosse il sen
timento che noi stessi abbiamo del
la nostra miseria. Come non rima
nere sconcertati dal divario immen
so delle ricchezze profuse per di
vertimenti, non sempre sani e morali, per spese voluttuarie, per la
guerra, e quello di cui si dispone per
l’annunzio dell’Evangelo? Intanto
ci sontì anche in Italia, delle necessità spirituali alle quali non possiamo rispondere, e molte nostre opere
non si sviluppano perche non sono
sostenute dalla generosità dei credenti. Vorremmo fare, vorremmo agire, ma il sentimento della nostra
miseria ci inchioda e ci schiaccia.
Ben sappiamo che tamU si rassegnano facilmente, e, davanti agli appelli della Chiesa, ripetono, come
un argomento senza replicai (c Delgento e dell’oro non ne ho ». Ma
intanto, lo storpio guarda verso l’apostolo « sperando di ricevere qualche ' cosa » e anche oggi — malgrado tante delusioni — ci sono ancora
delle anime che guardano verso la
Chiesa « sperando di ricevere qualche cosa ».
♦
E allora che cosa int&ideva dire
l’apostolo quando esclamuva: « Dell’argento e dell’oro non ne ho, ma
quello che ho, te lo do? »
Per rispondere a questa domanda, occorre anzitutto fare una osservazione a coloro che ci parlano della onnipotenza del denaro.
E’ fuori di dubbio che con il denaro, la scienza, la potenza, ht tecnica, si possono fare delle grandi
cose.
Ma c’è una cosa che nessuna forza al mondo riuscirà mai a ottenere, e cioè che il mendicante di Gerusalemme, storpio dalla nascita,
riesca a camminare.
E c’è di più. C’è, intorno a noi,
molta gente che, in un senso spirituale, non riesce più a camminare.
Ed è questo uno dei misteri della
nostro generazione. Il mondo ha
camminato rapidamente in questi
ultimi tempi. Ma l’illusione mortale è di credere che, perchè l’umanità cammina, anche l’uomo (Mmmini. In realtà questa piccola e miserabile creatura che è Vuomo-individuo, voi lo incontrate ad ogni momento, accasciato al suolo come il
mendicante dei tempi di Pietro. Che
ironia, che situazione comica, se non
fosse tragica e mortale, qudfia di
questo mondo con i suoi eserciti, i
suoi trusts finanziari, i suoi giganteschi telescopi, i suoi ciclotcmi per
la produzione dell’energia atomica,
questo mondo che passa accanto a
un individuo buttato per terra, e
non riesce a farlo camminare!
Ed è a questo punto che il cristianesimo ci presenta la sua soluzione,
l’unica soluzione del problema, ed
è quella dell’apostolo quando esclamava: « Nel nome di Gesù Cristo
il Nazareno, cammina! »
Si è sovente detto che il cristianesimo vive di teorìe, di astrazioni.
Qui abbiamo la dimostrazione del
contrailo. Non si tratta solo di un
miracolo clamoroso avvenuto taiM
secoli fa,,. Qui a’à 'l’affermarìmte che
il ihessaggio cristiano porta in sè la
possibilità di risolvere quei proble
mi che oggi gli uomini si affannano
a risolvere, fra diffidenze e sospetti, intorno ai cos^ktti "tavoli della pace”, mentre m Oriente, oggi
non tanto lontanò: da noi, si uccidono. I problemi individuali e collettivi possono essem risolti a nel nome di Cristo ».
E’ anche « nel nome di Cristo »
che si troveranno ^fbwora dette diaconesse, pronte a consacrare la loro
vita per amore dei prossimo, per aiutarlo a riprenderò il cammino della rìta.
In questo episodio c’è ancora un
particolare che debe essere sottolineato, L’apostolo, dopo aver riconosciuto la sua miseria, aggiunge:
« Quello che ho, tei lo do ».
C’è infatti una legge nella nostra
vita, la legge immutabile dell’amore del sacrifizio: quèHo che tu hai
non puoi tenerlo p^- te.
Ubbidisci ora alVkvmto di Colui
che ti ha chiamatot.'va, vendi tutto
quello che hai e dattoSoi poveri, poi
vieni e seguitami. ^Ptendi l’alabastro della tua vita, 4-’spezzalo sul capo del tuo SignorespiPer, le compassioni di^Dmf^ pmiréftta corpo
in sacrifizio vivente, santo, accettevole a Dio.
E la voce che parla nel tuo cuore.
Ut gioia ineffabile che ti pervade in
questo momento', non è che la primizia della beatitudine completa,
quando il Signore stesso verrà un
giorno verso di te, con le mani tese,
per benedirti. Allora, forse, ripensando a quello che oggi gli hai dato, alla promessa che gli hai fatto
a pur da un sorriso del tuo Salvatore,
la più profonda tua gioia verrà ».
Abbiamo riferito qui sopra alcuni brani del messaggio rivolto dal
%ovrinténdeHtè pàshìré' R^'^Nfebeti 'direttore della Casa delle Diaconesse,
in occasione della consacrazione di
/# mon do cristiano
Alla fine di Maggio, 1’« International Council for Christian L&tdership » ha tenuto il suo secondo congresso mondiale a Moordwijk on Sea,
in Olànda. Ho avuto l’incarico ed il
privilegio di rappresentare la nostra
Chiesa a questo grande congresso,
formato quasi esclusivamente da laici, nella piccola località olandese,
sulla spiaggia del mare del Nord, tra
l’Aia e Amsterdam,
L’c( International Council for Christian Leadership » non è una denominazione ecclesiastica e neppure un
movimento religioso ecclesiastico. E’
una organizzazione permeata di spirito cristiano evangelico, per quanto
le porte siano aperte a tutti, e stimolato dalla urgente esigenza di formare nei vari paesi del mondo dei
dirigenti cristiani. L’appello personale a Cristo, la vita di preghiera, la
necessità di esaminare i problemi del
mondo alla luce della fede in Cristo
e della Parola di Dio sono alcuni aspetti dominanti nella organizzazione della « Christian Leadership ».
Erano presenti molti rappresentanti
degli Stati Uniti: uomini politici,
d’affari, di cultura; poi numerosi europei: gli anglosassoni, capitanati
dal Vice Presidente della Conferenza, il deputato scozzese Mr. John
Henderson, M. P. ; i tedeschi, con il
Dr. Schröder, Ministro degli Interni
della Germania Occidentale, il deputato G. A. Gedat, il teol. Dr. Ern.
Schweitzer; i fr^cesi, con i senatori
Julien Brunhes e E. Michelet, una
folta delegazione di Scandinavi con
laici e pastori, il prof. Dr. A. Tsirintanis dell’Università di Atene e, naturalmente, molti Olandesi.
Argomento centrale della Conferenza: « Un’azione cristiana unita ».
Il Congresso è stato aperto con un
messaggio di forte ispirazione cristiana pronunziato da Sua Maestà la
Regina Giuliana d’Olanda, e da altri
due brevi messaggi, uno di S. A. R.
la Prìofiipessa Guglielmina, Presi
dentessa onoraria dell’« International Council for Christian Leadership », l’altro del Segretario Generale, l’americano .Mr. Ahaham Vereide.
Il gruppo dei Pastori era assai ridotto: una diecina in tutto. Il Congresso è stato diretto da un deputato
scozzese, i messaci e le preghiere
sono stati generalmente pronunziati
da laici. Gruppi di francesi e tii tedeschi si sono intrattenuti sul tema
della riconciliazione e della fraterni
di Ermanno Rostan
tà cristiana. Ampio tempo è stato anche concesso per le conversazioni
personali o a gruppi. La « Christian
Leadership » è -all’opera in molti
paesi del mondo; non è im movimento di massa, una cosa spettacolare. Essa crede in Gesù Cristo e nella
potenza dello Spirito Santo; mediante un’azione di contatto con uomini
e donne che rappresentano la vita sociale, culturale, ecclesiastica, politica dei vari paesi, essa opera per la
formazione di una coscienza cristiana e di un impegno cristiano nella
testimonianza pubblica, oltre che
privata.
Durante il Congresso, ho avuto
l’onore di essere ricevuto a colloquio
dalla Regina madre d’Olanda, S. A.
R. la Principessa Guglielmina. per
una ventina di minuti. Ho recato alla Principessa il messaggio della gratitudine della Chiesa Valdese per gli
antichi ed attuali vincoli di simpatia dell’Olanda verso i Valdesi. Ella
è stata sensibile a questo pensiero ed
ha chiesto varie informazioni sulla
situazione delle nostre chiese in Italia. Domenica 30 Maggio, ho presieduto il culto nella Chiesa Vallona
dell’Aia, in assenza del Pastore Forget, inferito. Ho pure incontrato a
Rotterdam il Past. R. Blommaert,
venuto alle VaUi pochi anni or sono
insieme col Past. Forget.
Dopo un lungo viaggio, sono giunto a Neuchâtel, in Svizzera, ed ho
partecipato al Sinodo della Chiesa
Protestante del Cantone di Neuchâtel. Le Chiese Protestanti svizzere
saranno rappresentate al nostro Sinodo da un delegato di quel Cantone.
Accoglienza fraterna, familiare, in
un’atmosfera ecclesiastica assai simile alla nostra. Presiedeva il Sinodo,
con magnifica competenza ed ener■gia, l’aw. A. BoUe di La Chaux de
Fonds. Nella sola mattinata è stato
esaminato tutto il Rapporto della
Commissione Sinodale a stampa, la
relazione sulla vita delle chiese e su
quella finanziaria. Il pomeriggio è
stato dedicato alle Missioni e ad im
elevato, interessante dibattito sul
« battesimo » che ha messo in luce le
contrastanti posizioni dei pedobattisti e degli assertori del battesimo degli adulti, questi ultimi in minoranza, ma ai quali è stato riconosciuto,
nella Chiesa, il diritto di esercitare
il ministero pastorale secondo la loro
coscienza, per quanto riguarda il sacramento del battesimo.
Un giorno solo dedicato al Sinodo,
ma bisogna pur dirlo, quale puntualità, quale solidarietà pastorale e laica, quale brevità negli interventi oratori! Nel corso della mattinata sono
stato gentilmente invitato a rivolgere aU’Assemblea il messaggio della
Chiesa Valdese. H Presidente del Sinodo ha avuto cordiali parole di simpatia per la nostra Chiesa e di augurio per l’opera che essa compie.
Augurio che ricambiamo ancora da
queste colonne per la Chiesa sorella
del Cantone di Neuchâtel. Essa ha i
suoi compiti ed i suoi problemi; si
preoccupa della vita interna delle comunità e della testimonianza nel
paese. Il Signore della Chiesa vivifichi la fede di quei frateUi e la nostra con l’azione dello Spirito Santo,
creduto e sinceramente invocato.
Suor Dina Constantin. Poche parole di cronaca. La cerimonia ha avuto luogo nel tempio di Torre PeUice
domenica 30 maggio, secondo le-linee dell’ apposita liturgia, solenne
nella sua austera semplicità evangelica. AUe ore 15,3Ò faceva il suo ingresso nel tempio il corteo delle numerose diaconesse accorse dai vari
Istituti dove esse prestano la loro opera; avevano voluto portare con la
loro presenza la manifestazione di
una operante solidarietà,, di cui la
nostra' C^sa deSe, Diacófiesse ba poluto così spesso, per il passato e nel
presente, fare la benefica esperienza, alcime suore appositamente venute dalla Casa di Saint-Loup: la
direttrice suor Cécile con 4 novizie.
Da alcuni giorni era. pure tornata
alla Casa Madre di Torre Suor Angiolina, che l’aveva diretta in giorni diffìcili con amore e zelo non dimenticati. Un buon pubblico in cui
si notavano rappresentanze di varie
parrocchie, (particolarmente numerosa quella di Torino dove Suor Dina svolge il suo ministero nel locale
Ospedale Valdese), ha preso parte
con grande raccoglimento al culto.
Un coro delle Diaconesse (1’ inno
della consacrazione) ed un coro della Corale di Torre Pelliee, ispirato
a motivi evangelici particolarmente
adatto alla circostanza, hanno sottolineato i momenti salienti deUa cerimonia. Nell’atmosfera più intima
della Casa le compagne d’opera di
snor Dina si sono raccolte intorno
alla diaconessa consacrata per dirle
la loro gioia e la loro simpatia.
La giornata si è chiusa con una
riunione familiare alla Casa, nel corso della quale il pastore R. Jahier
ha rallegrato cuori e menti con magnifiche proiezioni a colori.
Cronaca lieta, di quella vera letizia che si gode soltanto neUa comunione del ministero del servizio nel
nome di Gesù Cristo: il Signore.
rep.
Facoltà Valdese di Teòlodla
. i
ir
Si avvertono gl’interessati che la
sessione ordinaria di esàim;i^Ì;à'llào-go, a Dio piacendo, dal 9 al 27 giugno 1954. • ,
Le Tesi annunciate sono le se- <
guentì: ■■ J
Cand. S. Carco: Il messaggio esca-'
tologico nei Padri Apostolici.
Cand. G. Gandolfo: La rivaluta-’
zione di Lutero nell’indagine cattolica recente.
Cand. A. Taccia: L’obiezione di
coscienza.
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(cni
2 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
COLLEGIO
VALDESE
La voce: religione presta pure
fianco a rilievi non privi di interesse: luci ed ombre. Nella Scuola Media la popolazione cattolica costituisce il 38 per cento; nel ginnasio, il
33 per cento; nel Liceo il 33 per
cento.
Luce: la percentuale della popolazione cattolica è alta; buon segno
indubbiamente perchè dimostra che
la serietà dell’insegnamento che viene impartito nel nostro istituto è
apprezzata al suo giusto valore; e
dimostra pure che questa popolazione studentesca trova nel clima spirituale del « Collegio » iquel rispetto
della vita interiore della coscienza
che è sempre stato una caratteristica dell’istituto stesso.
Ombre: di questi 136 studenti la
cui presenza ha rallegrato il vecchio
Collegio, circa il 64 per cento è valdese. E questo, diciamolo apertamente, è poco: vi è tutta una tradizione da conservare nel campo dell’istruzione! Se le cifre hanno un
linguaggio, bisogna riconoscere onestamente che esso è malinconico:
stiamo perdendo o meglio : continuiamo a perdere terreno, in questo
campo, come negli altri. Sappiamo
benissimo che c’è l’Avviamento al
lavoro, a Torre Pellice, che accoglie
un buon numero di ragazzi. Ma se
dovessimo portare le nostre indagini
in quel campo, le proporzioni della
malinconia non diminuirebbero!
Bilancio di un anno
Accade qualche volta anche agli
adulti di commettere gli stessi errori dei ragazzi. Se date ad uno scolaro
un tema da svolgere, molto spesso
egli fermerà la sua attenzione su ima
parola che lo ha particolarmente colpito e farà magari un bel componimento, ma... fuori tema. Così è accaduto al cronista: la parola Bilancio lo ha ipnotizzato e si è lasciato
prendere la mano dalle cifre.
Alle cifre quindi egli vuol dare la
parola anzitutto, tanto più che esse
sono molto significative, anche se alquanto amare. D’altra parte non riteniamo che sia salutare chiudere gli
occhi di fronte alla realtà, poiché
queste cifre pongono vari problemi
che interessano non sólo lo sviluppo
della cultura nella nostra Chiesa, ma
anche la formazione di quella classe
media che tanto ha contribuito, per
il passato, al progresso della vita delle nostre comunità, sia dal punto di
vista spirituale che sociale.
Ed anzitutto la popolazione scolastica: 136 studenti hanno popolato
il Collegio Valdese di Torre Pellice
durante l’anno scolastico 1953-54. lina bella cifra, indubbiamente, così
ripartita :
Scuola Media: 88 studenti, di cui
49 ragazzi e 39 ragazze.
Ginnasio: 18 studenti, di cui 13
ragazzi e 5 ragazze.
Liceo: 30 studenti, di cui 20 ragazzi e 10 ragazze.
Una bella cifra, dicevamo, quei
136 studenti... ma, c’è un ma che
continua a preoccupare: la crisi del
Ginnasio ; è una crisi che è cominciata quando la riforma scolastica ha
abolito la « licenza ginnasiale », quel
diploma che ha avuto, nel passato,
la sua funzione oltreché umanistica,
anche pratica. Oggi si ha l’impressione, in parte errata, che il ginnasio
sia da concepirsi unicamente in funzione di vivaio del Liceo Classico,
perciò i genitori sono restii a incamminare i loro figli per quella via.
Ombra che diventa ancor più nera se gettiamo lo sguardo più lontano: che rapporto hatmo queste percentuali con il rapporto cattolicovaldese nel campo del movimento
della popolazione, con la immigrazione dalla pianura, col movimento
demografico?
Ma torniamo al Collegio!
fatta per Luserna San Giovanni che
manda 1 studente al Ginnasio ed 1
a] Liceo).
Tragga chi vuole le conclusioni!
E^da quali ambienti?
Da dove vengono?
Da dove vengono i nostri studenti?
Cominciamo con la Scuola Media
(prescindiamo per un istante dal fattore confessionale). Degli 88 studenti della Scuola Media il 44,31 per
Il cronista, a puro titolo di curiosità, ha poi voluto fare una inoffensiva scorribanda nel campo sociale
(per usare parole grosse!). Ha inquadrato cioè gli studenti del Collegio in tre categorie, secondo la
qualifica sociale dei genitori.
I categoria.
La chiameremo cc borghese » in
senso lato (comprendendovi: impie
II Collegio Valdese, lato sud (foto Franco Pons)
Luci ed.ombre
cento viene da Torre Pellice (Convitto escluso); il 22,72 per cento viene da Luserna San Giovanni; il 6,81
per cento da Villar Pellice; il 5,68
per cento da Bobbio Pellice; il 2,27
per cento da Angrogna; il rimanente 18 per cento da località varie fuori delle Valli. Sono cifre che fanno
riflettere anche il lettore più ottimista, perchè rispecchiano uno stato di
cose che non accenna a migliorare.
E ci limitiamo quindi a sottolineare: Rorà assente (e non da oggi);
Angrogna praticamente si può considerare assente, perchè quel 2,27
per cento non costituisce purtroppo
che la tradizionale eccezione ohe
conferma la regola. Ed anche le percentuali di Villar e Bobbio vanno
considerale con preoccupazione, perchè non sembra esserci un aumento.
Le ragioni? Disinteresse ed incomprensione delle famiglie? Mancanza a Torre Pellice di un punto d’appoggio per i ragazzi, che offra a condizioni economiche di favore un’assistenza per una modesta pensione?
Diflìcoltà di comunicazioni? In questi brevi cenni non possiamo ovviamente discutere il problema; ma è
necessario che qualche organo competente lo studi e soprattutto lo risolva !
Più sconcertanti poi sono le cifre
in riferimento al Ginnasio ed al Liceo. Degli studenti del Ginnasio, il
44,44 per cento è di Torre Pellice;
degli studenti del Liceo, il 63,33 per
cento addirittura è di Torre Pellice. Se si tiene poi presente che il
Convitto di Torre Pellice contribuisce per parte sua alla popolazione
del Liceo-Ginnasio con circa un 23
per cento, nessuno si stupirà di apprendere che, tranne Torre Pellice, tutta la Valpellice è totalmente
assente dal Liceo-Ginnasio (eccezion
I Categoria (borghese): 79 per
cento.
II Categoria (operaia): 17 per
cento.
Ili Categoria (rurale): 4 per cento.
Anche qui tragga chi vuole le conclusioni !
Orfanotrofio Femminile Valdese - Torre Pellice
Celebrazioni del primo Centenario
Domenica 4 Luglio - Ore 15 :
Rievocazione storica con messaggi del sig. Moderatore della Chiesa Valdese, del Sig. Sindaco di Torre Pellice, del Sovrintendente delle
Valli Valdesi, del Pastore di Torre Pellice e del Presidente degli Istituti
Ospitalieri Valdesi. — Brevi messaggi di ex alunne e canti — Visita
all’Istituto.
Ore 21: Concerto della Corale di Torre Pellice nella Casa Valdese.
Sabato 10 e Domenica 11 Luglio - Ore 21:
Serata varia offerta dalle alunne dell’Istituto nell’Aula Magna del
Collegio Valdese.
p. Il Cornitelo per le Celebrezioni del Centenario
Pastore U. Bert
Ed ora, bando alle cifre. Qualche
parola soltanto più sull’andamento
delio scorso anno scolastico. Iniziatosi con la tradizionale cerimonia
della prolusione, dal punto di vista
scolastico, dal punto di vista religioso, l’anno stesso si è iniziato e concluso con un culto presieduto dal
Sovrintendente pastore R. Nisbet.
II culto settimanale del limedì mattina è stato presieduto a turno da
pastori e professori; abbiamo l’impressione che la varietà dei messaggi non abbia nuociuto all’interesse
degli uditori. L’insegnamento religioso è stato regolarmente impartito nelle singole classi dagli insegnanti di lettere, nella Scuola Media e
nel Ginnasio. Nel Liceo a sostituire
il prof. Lo Bue, in congedo per motivo di studio, è stato chiamato per
questo compito il prof. Roberto Jouvenal che ha insegnato Storia del
Cristianesimo, mentre la Sig.ra Jouvenai insegnava esegesi del N. Testamento.
Per quanto si riferisce alla Scuola
Media (ed al Liceo?) ci domandiamo se non sarebbe opportuno integrare il corso attuale con qualche
lezione di S. Valdese.
Ci si permetta di sottolineare la
importanza della funzione cui adempie il nostro Collegio nel campo della formazione religiosa degli studenti con le sue due ore settimanali di
« religione » ed i suoi corsi di catechismo.
^ *
Rimandati a settembre gli altri 15
alunni.
Promossi alla 3“ classe: Agli Silvia, Bert Mirella, Bolero Claudio,
Coissoa Antonio, Garnero Adriana,
Gay Nella, Mattana Giovanni, Melli Luciana, Odetti Vincenzo, Pero
Ugo Nicola, Sciolotto Maddalena,
Silenzi Elena, Tourn Bruna.
Rinviati a settembre altri 15 alunni: assente per malattia, unor
Gli alunni della 3“ classe sono sta
« Avvenimenti »... di particolare
importanza non ne troviamo da segnalare; è stato un anno normale
( on la sua normale attività: studenti che hanno studiato, e studenti che
non hanno studiato: quello che è
stalo, sarà!
Ricordiamo la gita degli studenti
del Liceo a Firenze, che ha loro permesso di entrare in contatto diretto
con i capolavori dell’arte; la gita
degli studenti della Scuola Media a
Frali, con visita ad Agape; la visita
dell’Ambasciatore d’Olanda; l’attività benefica di una classe della S.
Media (guidata dalla Sig.na Marullo) con le sue visite (recite e doni)
al Rifugio ed all’Asilo dei Vecchi
di Luserna San Giovanni; le passeggiate ginnastiche; la simpatia con
cui amici ed ex-allievi hanno circondato il Collegio (ricordiamo le
serate in favore della Cassa Scolastica). rep.
li ammessi tutti quanti a sostenere
gli Esami di Licenza nella presente
sessione.
Promossi alla 5“ classe del Ginnasio Superiore: Agnes Roberto, Giovo Giuseppe, Longo Eugenia. Rimandati a settembre gli altri 6 alunni.
Promossi alla 2“ classe del Liceo:
Bosio Roberto, Pontet Elena, Sibille Olga. Riparano qualche materia
a settembre gli altri 6 alunni.
Promossi alla 3“ classe del Liceo:
Schindler Oscar e' Tourn Maria Luisa. Gli altri 7 alunni iscritti riparerantio nella sessione di settembre.
Gli studenti di 3“ Liceo sono stati
ammessi tutti e 12 a sostenere gli
Esami di Maturità classica, che avranno inizio il giorno 21 giugno p.
v. I nostri auguri migliori li seguono
in questa loro dura prova scolastica.
IL CRISTO SOFFRE
in ciascuno dei suoi
Scrulini ed esami
gali, commercianti, liberi professionisti, industriali, proprietari, benestanti). Essa fornisce alla Scuola Media il 53,40 per cento degli studenti.
II categoria.
La chiameremo « operaia » pure
in senso lato (comprendendovi: operai ed artigiani); fornisce alla
Scuola Media il 36,36 per cento degli studenti.
IH categoria.
La chiameremo -« rurale » (comprendendovi gli agricoltori: piccoli
proprietari, affittuari, mezzadri);
fornisce alla Scuola Media il 10,22
per cento degli studenti.
In questa classificazione abbiamo
ovviamente fatto astrazione dal fattore confessionale, però c’è una cifra che non si può ignorare proprio
dal punto di vista confessionale: il
10,22 per cento di studenti che vengono dalla « campagna »- E notate:
sul piano confessionale, questa percentuale deve ancora ridursi a circa
solo l’8 per cento! Su cento studenti, solo più 8 vengono alla Scuola
Media dalla « campagna valdese » !
E non parliamo del Liceo-Ginnasio dove la Valpellice non ha più
neppure l’uno per cento dei suoi
studenti che vengano dalla « campagna » ! !
Per completare il quadro diremo
solo che le proporzioni su riferite
alla Scuola Media, si accentuano in
riferimento al Liceo Ginnasio.
In seguito agli esami d’ammissione alla I“ classe della Scuola Media
Valdese, sono risultati ammessi: Aime Eliana, Baccella Giuseppe, Barazzuol Silvana, Cardon Luigi, Eynard Roberto, Fornero Franco, Mathieu Giorgio, Michelin Salomon
Enzo, Nicolosi Carlo, Pegone Luigi, Ferro Claudia, Raviol Cesare e
Santoro Giovanna.
Riparano una o più materie 20
candidati.
Ammissione al Liceo: Cavazzani
Ada, Charlin Irma, Meynet Vanda.
Promossi alla classe 2“ della Scuola Media, in sede di scrutinio finale: Abate Sergio, Balbiano Adriana,
Cavazzani Tito, Coisson Franca,
Converso Giorgio, De Ambrogio Dario, Gaia Rinaldo, Giovo Pier Luigi, Gönnet Alberta, Gönnet Olga,
Michelin Lausarot Paola, Paschetto
Piero, Pegone Agostino, Penato Anna Maria, Revel Adriana, Santoro
Pier Giorgio, Toselli Mario, Travers
Erica, Valentini Gian Franco, Vola
Maria, Zoppi Franca.
Dal principio dei secoli, il Cristo
soffre con tutti i suoi ed in tutti i
suoi. Egli è, infatti, il principio e
la fine, velato nella Legge, rivelato
nell’Evangelo, il Signore sempre ammirevole, sofferente e trionfanti; nei
suoi santi. In Abele, ucciso da suo
fratello; in Noè, deriso da suo figlio;
in Abramo, esiliato dal suo paese;
in Isacco, offerto come vittima; in
Giacobbe, diventato servo; in Giuseppe, venduto; in Mosè, accusato e
fuggitivo; nei profeti lapidati e massacrati; negli apostoli, perseguitati,
battuti, uccisi; nei numerosi supplizi dei santi martiri, morti per la
loro fede. E’ sempre Lui, ora e sempre che porta le nostre malattie e le
nostre miserie; sempre per noi Egli
è l’uomo coperto di piaghe, e sapendo portare Finiermità che, senza di
lui, noi non possiamo nè sappiamo
sopportare: Lui stesso, dico, ora e
sempre, per noi ed in noi, portante
la c.attiveria del mondo per distruggerla portandola in modo da compiere la virtù nella prova. Lui stesso
anche in te, fratello, soffre l’oifraggio, ed è Lui che in te, il mondo odia.
Paolo da Noie (353-431)
L’incontro delle Scnole Domenicali a Pinerolo
Cronaca Mela
Il bel tempo ha favorito assai quest’anno la riuscita del lieto incontro
delle Scuole Domenicali a Pinerolo,
il 23 maggio, in occasione della festa di canto.
Cinque le parrocchia rappresentate: Pinerolo, Prarostino, Pomaretto,
Pi amollo e San Germano Chisone.
Le prime pattuglie avvistate sono state quelle dei pramollini, i quali hanno consumato il pranzo nelle posizioni raggiunte. Poi, a poco a poco, è
giunto il grosso dei partecipanti alla
festa canora e, alle 15 o poco più, i
vari gruppi erano al loro posto nel
tempio.
La riunione è stata presieduta dal
Pastore locale; i canti sono stati diretti dalla Signora Delia Bert, di San
Germano Chisone. Come sempre, i
canti d’insieme e quelli delle singole Scuole Domenicali si sono alternati: i pramollini, per primi, hanno
fatto udire le loro voci cantando l’inno 77 dell’Innario cristiano (Canliani, cantiamo a Dio); quelli di Prarostiuo hanno cantato l’inno 151 (Padre nostro che in cielo dimori), quelli di San Germano Tinnt> 39 (Per fè
nei cieli altissimi), quelli di PineroloSan Secondo l’inno 182 (Lungo rivi
queti, ombrosi), quelli di Pomaretto 1’« inno alla fede » che fu già Finno della gioventù di chiesa nell’anteguerra e che ricordò a molti presenti le ore indimenticabili in cui, anni
or sono, i giovani molto numéròsi
cantavano con gioia le lodi di Dio,
in occasione dei loro frequenti convegni.
Nell’intermezzo il Pastore locale
rivolse un messaggio alla giovanile
assemblea, interessata ed attenta.
Dopo la preghiera finale ed al momento della « libera uscita » a tutti
gli alunni venne offerta una gradita
« brioche », mentre monitori e monitrici assieme con i Pastori presenti
si riunivano in una sala a parte per
la tradizionale-tazza di tè.
In complesso, un buon pomeriggio dedicato al canto dei nostri inni:
la loro preparazione richiede lavoro
e costanza, la loro esecuzione presenta delle luci e delle ombre, dal
punto di vista tecnico. Non importa : l’essenziale è che Famore del canto sacro sia coltivato nell’infanzia e
che i fanciulli trovino anche nel canto degli inni la via che li condurrà
più vicini a Gesù Cristo, il loro e
nostro Signore e Salvatore, e. r.
UN BILANCIO
Billy Graham, il noto evangelista americano, dopo tre mesi di missione in Inghilterra ha tracciato un bilancio della sua attività nelle ultime 12 settimane. Il numero
degli uditori è salito a 1.336.500, di cui
28.200 hanno preso l’impegno di vivere con
Cristo; dal 16 aprile si sono registrate 405
trasmissioni (cifra record per l'Inghilterra).
Il 50% degli studenti di Cambridg ha ascol.
tato l’Evangelista.
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L’ECO DEIXE VALU VALDESI
— 3
Co9i scrivevano I MInlatrimm
DUE LETTERE DI DEHINO RICASOLI
Le due lettere che desideriamo
’ pubblicare, entrambe di Bettino Ricasoli, sono indirizzate al Sig. Bartolomeo Malan, Moderatore della
Chiesa Valdese, la prima, al Sig. Giovanni Pietro Meille, nella sua qualità di Presidente del Sinodo e di Pastore della Chiesa Valdese di lingua
italiana a Torino, la seconda.
La prima lettera, più breve, non è
di mano del Bicasoli, che come Ministro degli Affari Esteri; la seconda
molto più importante per le affermazioni in essa contenute sulla libertà
di coscienza, è scritta tutta di pugno
del Ministro e Presidente del Consiglio, e meriterebbe, ci pare, di essere inclusa nel Carteggio ricasoliano
che si sta pubblicando dall’Istituto
Storico Italiano per l’Età Moderna
e Contemporanea, essendo tale Carteggio giunto proprio alla vigilia dell’anno che vide, eon la proclamazione del Regno d’Italia, la scomparsa
di colui che ne era stato il principale
attore: l’illustre uomo di stato che
l’Italia perdeva e piangeva in quel
tragico 6 giugno 1861. (Cfr. a Scuola
e Vita y> n. 6, 31 marzo 1954, p. 10).
La prima lettera è appunto la risposta del Ministro degli Esteri alla
lettera di cordoglio inviata dal Moderatore della Chiesa Valdese, per la
grave perdita del Cavour, che era
stato il piti efficace propugnatore al
Parlanunto della libertà di coscienza e di tutte le altre libertà che da
questa scaturiscono e derivano.
Mentre la seconda, di soli 17 giorni posteriore, è la risposta personale
del Presidente dei Ministri alle congratulazioni ed ai voti indirizzati dal
Sinodo valdese di quell’anno a Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia.
Ss * *
Le due lettere del Ricasoli, ma
particolarmente la seconda, sono per-^
vase da un afflato religioso che si sente non di parata e d’occasione, ma
spontaneo e connaturale, e che esprime l’anima sensibile dell’uomo e dello statista che crede in Dio, nostro
Padre celeste, che crede quindi nella fintcOiiiiza degli uomini, i quali,
se sono siuceri, debbono perciò amarsj, compatirsi e tollerarsi a vicenda, vivere nelle libertà e nella
concordia, che sono le dne grandi leve che hanno maggiormente contribuito all’opera grandiosa della rigenerazione dell’Italia.
( J'.c il Ricasoli appartenne a quel
gruppo di uomini toscani, d’origine
o di adozione, come il Lambruschini, il Torelli, il Vieusseux ed altri;
uomini dalla religiosità aperta, dal
civismo esemplare, ligi al dovere liberamente accettato, uomini di grande rettitudine, che consideravano la
vita come una missione ed una scuola di doveri in cui ognuno deve compiere il proprio, volonterosamente e
liberamente, cercando, prima e al di
sopra di ogni altra cosa, l’approvazione della propria coscienza ed il
consenso degli uomini di buona volontà.
H: ^ $
E non è senza significato che sia
stato proprio il Ricasoli a raccogliere la eredità del Cavour, dopo la
inaspettata morte del grande statista
piemontese, avvenuta il 6 giugno
1861. Come questi, era stato proprietario terriero e si era personalmente
occupato delle sue tenute; come lui,
si era vivamente interessato ai progressi della tecnica agricola ed in
conseguenza, come lui, aveva visitato
l’Inghilterra per acquistarvi scienza
e macchine colle quali bonificare le
sue terre in Maremma e migliorarne
la produzione; come il Cavour, si era
trattenuto abbastanza a lungo in
Svizzera, di cui ammirava il civismo,
l’ordine, la operosità e quel moralismo austero di origine calvinista,
che si adattava assai bene all’indole
sua seria, al suo innato profondo senso religioso della vita che l’accompagnò per tutto il corso della sua esistenza.
L’Italia aveva bisogno di un Presidente del Consiglio prudente e moderato, che sapesse continuare l’opera del conte di Cavour, smorzare
le suscettibilità francesi ed austriache, mantener viva la simpatia dell’Inghilterra e guidare con estrema
prudenza, ma nello stesso tempo con
fermezza, la navicella ancor debole
dello Stato Italiano. Tale uomo fu
appunto il Ricasoli, Presidente dei
Ministri dal giugno 1861 al marzo
1862. L’uomo austero e schivo di onori si dipinse tutto intero, scrivendo al fratello Vincenzo, (il giorno
stesso in cui prestò giuramento nelle
mani del Re, presentandosi alla Camera ed al Senato), nella seguente
frase: « Ho rifiutato paga, e dichiarato che non volevo livree ».
Ma la sua rettitudine ed il suo spirito liberale lo spinsero, al principio del 1862, a dimettersi dall’alta
carica, senza esser riuscito a condurre a buon porto l’impresa che si era
prefissa e cui aveva dato mano fin dal
settembre del ’61, di cercare cioè di
effettuare la conciliazione fra Stato
e Chiesa, che era l’eredità più gravosa lasciatagli dal Cavour e di cui,
per la immaturità dei tempi e degli
spiriti, non potè trovare la soluzione.
Perciò, il 1 marzo del 1862 egli lasciava il Governo, che passò nelle
mani del Rattazzi.»
SjS V ^
Lna seconda volta ed in un momento particolarmente delicato per
l’Italia, alla vigilia cioè della guerra
del 1866, il barone Ricasoli fu Presidente dei Ministri (giugno 1866 aprile 1867). Dopo questo secondo
suo Ministero, il Ricasoli comprese
che oramai egli aveva dato il suo contributo, e notevole, alla causa dell’Unità nazionale, di cui fu uno degli
artefici più nobili, e si ritirò a vita
privata, trascorrendo l’ultimo periodo della sua esistenza nel castello di
Brolio, o^e si spense il 23 ottobre
1880, dopo una vita che era sempre
tudine verso Fesimio Conte di Covour, la Chiesa Valdese rende un dovuto omaggio a quei prindpU di libertà dei quali Ei fu costante ed imparziale propugnatore, e che formano ora felicemente base inccmeussa
del patrio diritto pubblico.
Gradisca, Ill.mo Signore, i sensi
della mia ben distinta considerazione. Rictóou
Torino, il 9 luglio 1861
Signor Reverendo,
Le congratulazioni e i wtì che il
Sinodo della Chiesa Valdese indirizzò prima di separarsi a S. M. Vittorio Emanuele II, Re dTtalia, al'Parlamento Nazionale ed ai Ministri del
Re giunsero a tutti graditi, poiché la
preghiera che s’innalza dal cuore contrito ed umiliato e profondamente
penetrato della sua fede non può non
salire accetta al Signore; e perchè è
grato avere la conferma che l’opera
grandiosa della rigenerazione d’Italia inaugurata sotto gli auspici della
libertà, giovata dalla concordia de
CORSI DI CUL TURA RELIGIOSA
Come gli anni scorsi, avranno luogo a Torre Pellice, dal 2 al 14
Agosto, dei corsi di cultura religiosa, a cui sono invitati tutti i membri
delle nostre chiese che desiderano approfondire le loro conoscenze
bibliche e storiche in vista di una collaborazione pratica nelle comunità.
Verranno concesse delle speciali facilitazioni per il soggiorno nel
Convitto di Torre Pellice,
Si prega di volersi iscrivere presso il Sovrintendente — Pastore
Roberto Nisbet — Torre Pellice, e di dare avviso del proprio arrivo
al Direttore del Convitto Maschile Valdese.
stata schiva di onori, ma ricca di una
attività intelligent.“ e perseverante.
Fu onesto fino allo scrupolo, pervaso
da uno spirito religioso sincero, moderato e tolleranti, incrollabilmente
fiducioso nei benefici effetti della libertà, la molla ]> repulsiva di ogni
umano progresso.
Ed ora lasciamo senz’altro la parola al Ricasoli che 93 anni fa, parlando della libertà di coscienza come
uomo di Governo, si esprimeva con
un linguaggio e con un accento che
oggi, jmrtroppo, non siamo più avvezzi a sentire. T. G. PoNS
Torino, 22 giugno 1861
Ill.mo Signore
Segno ricevuta alla S. V. lU.ma
della sua lettera del 14 corrente colla
quale Ella, a nome de’ suoi correligionari, si associa al Nazionale cordoglio per la dolorosa perdita dell’iUustre uomo di Stato che l’Italia
piange.'
(,on questa testimonianza di grati
gli animi, colla libertà e colla concordia sarà portata al suo finale compimento. Ed io sono lieto di vivere
in un tempo nel quale alcuna diversità delle credenze relímese non inimica gli animi; e ciascuno rispettando il santuario dell’altrui coscienza, presta la mano all’aratro nelle
cose giuste, utili e sante. Io so di non
meritare tutto quello che la sua benevolenza le inspira di dirmi; ma
questo le affermo, che la libertà di
coscienza sarà da me, al pari di tutte
le altre libertà propugnata, e in
quanto occorra tutelata, poiché io la
considero come uno dei migliori portati dalla civiltà moderna, e come
quella che più di ogni altro argomento può far cessare i litigi religiosi, e ricondurre la desiderabile
unità della Chiesa.
Gradisca Reverendo Signore i sensi della più distinta mìa considerazione.
Ricasoli '
La ConfereM distrettuale
di Rio Platease
Dal Mensajero vaidense apprendiamo che i lavori della Conferenza
si sono svolti regolarmente dal 1 al
5 marzo in C. Cosmopolita. La sera
del 1° marzo ha avuto luogo la consacrazione al Santo Miin;istero d^
candidato Mario L. Bertinat, la cui
figura è nota anche alle Valli, poiché egli fu ospite della Facoltà di
teologia di Roma nel 1950-51. Il sermone di consacrazione fu pronunziato dal pastore Emilio H. Ganz.
Montevideo
Uno degli argomenti su cui si è
particolarmente fissata l’attenzione
della Conferenza è stata la situazione di Montevideo. Come è noto, dopo una lunga attesa, la Chiesa Valdese in Uruguay è giunta alla conclusione della necessità di procedere
direttamente all’organizzazione dei
Valdesi di quella città, nonostante la
presenza in loco di altre denominazioni evangeliche. Si è dovuto constatare che questa soluzione si imponeva, se non si voleva assistere allo sbandamento del numeroso nucleo
valdese.
Altre ragioni hanno pure concorso
a fare accelerare i tempi; si arrivò
così all’invio di un pastore nella
persona del signor Giovanni Tron,
Lo sviluppo dell’opera e le sue ulteriori possibilità sono però condizionate dalla possibilità di usufruire
di uno stabile adeguato. La Conferenza ha fatto un atto di fede. Per
il centenario essa vuole inaugurare
questi locali; il che significa che si
tratta di trovare la non spregevole
somma di 500.000 pesos.
Settarismo "
Per la prima volta la Conferenza
ha dovuto occuparsi di un problema
che preoccupa anche le nostre comunità in Italia : l’attività di alcuni movimenti settari, come gli Avventisti
ed i Testimoni di Geova, che, in
Uruguay (ma solo là?) sembrano prediligere, per la loro attività, il campo di lavoro in cui già hanno operato ed operano denominazioni evangeliche.
Il pastore W. Artus, presidente
della Commissione esecutiva del nostro distretto aveva già smascherato,
in un coraggioso articolo la slealtà
dei metodi di penetrazione di questi
movimenti settari.
La Conferenza si è soffermata a
lungo su questo problema ed ha votato il seguente o. d. g. :
(segue in 4.a pag.)
BREVE SOMMARIO DI STORIA VALDESE
Emo allo scoppio della Riforma,
i Valdesi furono i soli a conservare
la protesta contro Roma e gli unici superstiti di tutte le eresie medievali, soprattutto perchè la loro dottrina, a differenza di altre, era ancorala saldamente al solo Vangelo,
e, come tale, in grado di superare
lotte storiche e sconvolgimenti sociali. « Lnx lucet in tenebris » fu
il motto più tardi adottato dalla
Chiesa Valdese, dopoché l’ebbe eredilalo da uno dei casati dei Conti
di Luserna: ma è pure il motto che
si addice alla vita e al compito dell’eresia valdese, che tra le ultime
tenebre del Medio Evo e i primi
albori del Rinascimento ha potuto
conservare la luce dell’Eva.ngelo fino alla Riforma. Ed invero è un
periodo ben tenebroso quello del papato dei secoli XIII e XVI e basterebbe ricordare i nomi di Bonifacio
Vili e di Alessandro VI, papi corrotti e corruttori di un cattolicesimo ormai alla deriva.
Qnali erano dunque l’organizzazione e la dottrina dei Valdesi del
Medio Evo? Sarà bene stabilire anzitutto, per chiarire le idee, che non
si può parlare per quel periodo nè
di Chiesa nè di chiese, nel senso
che oggi si danno a questi termini:
la comunità valdese del Medio Evo
non ha nulla nella sua struttura che
ricordi l’organizzazione di una Chiesa moderna, nè esistevano chiese o
parrocchie: c’erano gruppi di fedeli, uniti nella fede e nel reciproco
amore, e quella che chiameremmo
Organizzazione e dottrina
volentieri la burocrazia ecclesiastica
non aveva ancora posto i suoi problemi.
Non bisogna d’altra parte dimenticare che gli eretici valdesi dovevano vivere nascosti o camuffati: infatti, fin dall’inizio della loro esistenza, l’Inquisizione cominciò ad
occuparsi di loro, e la prudenza consigliava di non dar troppo nell’occhio: tanto che alcuni storici, e possiamo loro prestai fede, affermano
che molte volte i Valdesi seguivano
almeno esteriormente le pratiche del
cuito dominante, salvo poi a riunirsi per conto loro.
L’idea del sacerdozio universale,
che pareva aver avuto inizio nella
protesta di Valdo, non durò a lungo, cessò anzi il giorno in cui egli
fu eletto capo, o rettore, nel capitolo (= sinodo) dei barbi: dopo di
lui ne furono eletti altri, ma poco
importa se i loro nomi sono ignoti,
poiché la successione di Valdo non
conta che come quistione storica. Il
corpo ecclesiastico era costituito dai
barbi e dai diaconi, quelli con ministerio itinerante, questi col compito di guida e assistenza nelle comunità dei fedeli.
A questo punto, ci toccherebbe dire qualcosa della scuola dei barbi
a Pradeltorno: fatto sul quale non
ci sentiamo di dare ragguagli precisi e ci contentiamo di supporre
che in fondo alla Valle Angrogna,
nel luogo più nascosto delle Valli,
è possibile sia esistito ima specie
di scuola, almeno per i Barbi delle
Valli. E’ noto d’altra parte come
questi percorressero le regioni d’Europa visitando ed edificando i fratelli, con poca teologia e molte porzioni della Bibbia mandate a memoria; come è pure noto che dal
termine a Barba » i Valdesi furono
e sono tuttora chiamati « barbetti ».
E’ un’organizzazione questa che
si avvicina a quella dei primi tempi
della Chiesa, ed è singolare inoltre
notare che in genere i movimenti di
rijiresa nella storia del Cristianesimo si fondano sugli Atti degli Apostoli più che sulle epistole di S. Paolo, più sulla necessità della predicazione che sul suo contenuto (ad
esempio il Risveglio del secolo scorso), più sul sacerdozio universale
che sulTorganizzazione ecclesiastica: lentamente poi questa ha il sopravvento, e qualche volta fino al
punto che la lettera uccide lo spirito...
Cosa credevano dunque i Valdesi
primitivi, questi riformati ante litter.am? La loro dottrina, essi non
ce l’hanno lasciata scritta, salvo, per
quanto riguarda la morale, qualche
cosa nei poemi: quello che sappiamo ce lo dicono gli inquisitori che
hanno scritto di loro e i processi a
loro carico, ma ce n’è di che farsi
un quadro abbastanza esatto. Non
si può certo parlare di una dogmatica valdese di quel tempo, a meno
che la si voglia far consistere soltanto nel rifiuto di una parte della dogmatica cattolica: per certe quistioni
il puro vangelo decideva « tout
court », e non trovandosi in esso cen
no nè della gerarchia ecclesiastica
nè del purgatorio, nè dell’interces
sione dei santi, nè dei suffragi, nè
della messa, nè del culto delle im
magiui, tutte queste cose essi rifiu
tavano in blocco. E su altre qui
stioni, per le quali essi non aveva
no teologi e solo con Calvino e Lu
tero si doveva trovare l’interpreta
zione protestante, essi rimasero in
certi e solo il più possibile aderenti
ai Vangeli: cosi per la confessione,
che era praticata, e alla fine della
quale il ministro prommeiava: « Dio
ti assolva da tutti i tuoi peccati ».
Circa il numero e l’importanza dei
Sacramenti e in particolare della Cena, dobbiamo dire che le notizie
pervenuteci non ci permettono di dare ima conclusione chiara su tali
punti di dottrina. Pare inoltre a
vessero particolare venerazione per
la Vergine, pur adorando Dio solo
e a Lui solo serbando il imito.
Hs ^
Qual’era allora la liturgia ed il
contenuto del culto? Anche su questo argomento, le notizie sono scarse: esso, ad ogni modo, era basato
in massima parte sulla predicazione, in cui i fedeli ricevevano esortazioni e precetti di natura morale,
e venivano invitati a volger la mente all’attesa di Cristo; sulle preghiere e sulla recitazione della Bibbia;
il canto sacro era quasi sconosciuto, sia per motivi prudenziali, sia
perchè essi avrebbero dovuto attingere al repertorio del canto sacro
romano, non avendone uno proprio.
* * *
Per quanto i Valdesi primitivi,
come già i Cristiani primitivi, siano
stati accusati di seguire nei loro culti delle pratiche misteriose, di compiere sacrilegi e atti impuri, l’aecusa non ha fondamento alcuno. Si
trovano invece delle testimonianze
non sospette di inquisitori che parlano delia loro santità di vita, dei
loro costumi morigerati e puri, della loro onestà e del reciproco amore
fraterno.
4: *
Su questi dissidenti la Chiesa di
Roma non doveva tardare a far sentire, prima più leggera e poi sempre più violenta, la forza repressiva della Santa Inquisizione.
Augusto Armand Hugon
4
4 —
•Êém
ti’ECO DEIiiBTMU VALDESI
IVolizìarìo
Nei primi giorni di marzo ha avuto luogo a Cosmopolita la Conferenza del distretto Rio Platense. La Relazione della Commissione distrettuale che non ha nulla da invidiare
a quella della Tavola al Sinodo, ci
presenta un quadro completo deUa
vita spirituale ed ecclesiastica dei
nostri fratelli in Uruguay ed in Argentina.
Goinniissloiil
Accanto alla Commissione Esecutiva: pastore Wflfrido Artus, presidente; pastore Giovanni Tron, vicepresidente; dott. E. Geymonat, segretario; Umberto Perrachon, cassiere; M. Alberto Baridon, archivista, hanno svolto una complessa e
vasta attività una ventina di Commissioni, le quali tutte riferiscono
regolarmente della loro attività, con
una relazione stampata il cui sunto
fa parte del Rapporto alla Conferenza in modo che tutti i delegati hanno tempestivamente il testo sotto gli
occhi e possono seguire la discussione e parlare in conoscenza di causa.
Stampa
Apprendiamo cosi che l’organo ufficiale delle parrocchie del distretto
Rio Platense, il Mensajero Valdense,
non ha da segnalare grandi'novità.
« E’ sempre scarsa la collaborazione
■di non' poche persone che pur potrebbero farlo con vantaggio di tutti; alcune Chiese non han dato segno di vita in tutto l'anno ». (Il nostro amico L. A. Vaimal è pregato di
non abbandonarsi alla tentazione di
abbandonarsi ad elucubrazioni pseudo-scientifiche sulla permanenza di
caratteri ereditari della razza Valdese in base all’analogia dei rilievi che
si sono fatti e si faranno con l’Eco
delle Valli Valdesi su questi due
punti! Anche se la tentazione è forte, perchè anche chez nous molti potrebbero collaborare con « provecho
para todos »! Ed anche chez nous
<K de algunas Iglesias no se han recibido noticias durante tote el año »
Nota -del Red.).
Apprendiamo così che i nostri fratelli del distretto Rio Platense cercano di incrementare la vendita del
libro evangelico, ma che le diflScoltà da superare sono molte, non ultima una certa indifferenza dell’ambiente Valdese.
Evangelizzazione
La Commissione di Evangelizzazione presenta una relazione rallegrante. a Una porta si è aperta in
Nuova Paimira »; si tratta ora di lavorarvi in profondità, senza trascurare altre possibilità che si presentano, per es. a Cardona e Rocha. La
Commissione sottolinea l’importanza di ima efficace collaborazione interdenominazionale, di una accmata
preparazione delle campagne di evangelizzazione ; riafferma l’esigenza che l’attività evangelistica venga
considerata come il compito deUa
Chiesa tutta e non-iii un Comitato.
Gontenario
La Commissione del Centenario
dell’immigrazione Valdese nel distretto Rio Platense si è già messa
al lavoro, preparando piani e progetti di speciali attività nel campo
spirituale, storico, culturale, economico-sociale, commemorativo. Sono
previste: la pubblicazione di una
storia delle Colonie Valdesi in SudAmerica, a cura del pastore Ernesto
Tron e di un volume contenente tutti gli atti delle Conferenze, a cura
del pastore Giovanni Tron; tre ”pellé^inaggi” sono allo studio; al centro, di queste manifestazioni dovrebbe essere la costruzione di uno stabile in Montevideo, comprendente
locale di culto, appartamento per il
p.astore e locali vari per le varie attività ecclesiastiche. Sono inoltre allo studio la costruzione di una Casa
Valdese (con Salone sinodale, biblioteca, museo ecc.), l’erezione di
un monumento commemorativo; la
preparazione di un film (documentario), ecc.
Sistemazione campo di lavoro
Quando il numero dei pastori è
scarso, la collaborazione laica insuf
ficiente, è facile comprendere che'i
problemi da risolvere sono complessi. ■
Chez nous il rapporto della Tavola a! Sinodo è generalmente parco di
■informazioni al riguardo; si limita
ad accennare al fatto che si è dovuto
far fronte a notevoli difficoltà. Nel
distretto Rio Platense queste difficoltà sono concisamente, ma francamente esposte; il lettore può così
simpatizzare con il compito della
Commissione distrettuale, e rendere
nello stesso tempo omaggio allo spirito di consacrazione dei pastori e
Concistori che sanno adattarsi con
comprensione a soluzioni di emergenza.
Un aspetto particolarmente grave
del problema è dato dalle difficoltà
sorte in relazione alla crisi politica
dei rapporti tra Uruguay e Argentina; i rapporti con le comunità Vaidesi in Argentina non sono facili; la
partecipazione dei delegali di queste comunità alla Conferenza, sem
pre più probleamtica; si prospetta
quindi la necesshà di una certa autonomia per le comunità argentine
che hanno cercato di ovviare ai pericoli dell’isolammito con la realizzazione di 3 convenzioni. lector.
La Conferenza Distrettuale di Rio Platense
( Continuazione)
"La Conferenza, preso atto del
fatto che in alcune delle nostre comunità è in corso di svolgimento lino intensa, aggressiva e sleale propaganda da parte della Chiesa Avventista, mentre aprirne il suo dolore per questo fatto, invita la Commissione esecutiva ed i Concistori a
rivolgere la loro attenzione, con serietà e ponderatezza, a quel problema e propone: a) Che il problema
sia oggetto di studio nella prossima
riunione dei membri dei Concistori;
b) Che venga pidtblicato un opuscolo divulgativo in-cui sia illustrata la
nostra posizione, da diffondersi su
larga scala; c) Che detto problema,
in considerazione delta sua importanza, sia oggetto di studio in tutte le
nostre comunità
Nel suo Sermone, in occasione del
culto di apertura, il pastore Emilio
H. Ganz, svolgeva il testo: « Lo messe è grande, ma gli operai son pochi ».
E la scarsità degli operai è resa
più sensibile per il fatto che mentre
nuove porte si aprono all’opera di
evangelizzazione nell’ambiente uruguayano, non si può più continuare
a provvedere con soluzioni provvisorie all’assistenza ai disseminati.
Per quanto si riferisce alla Facoltà di Buenos Ayres, le preoccupazioni destate dalla partenza del prof.
Bruno Corsani, sono attenuate dalla
notizia che egli sarà tempestivamente. sostituito dal dott. J. Alberto Soggin.
Il pastore C, A. Griot e signora
potranno usufruire quest’anno di un
soggiorno in Italia, continuando la
felice attuazione degli accordi a suo
tempo stabiliti. A questi due ospiti
diamo il più cordiale benvenuto.
La Commissione distrettuale è stata eletta nelle persone di: Wilfrido
Artus, pastore, presidente; membri:
pastore Giovanni Tron, laici: Umberto E. Perrachon, dott. Elvio Geymonat, Pietro Beux. rep.
AVVISI
LA VOCE DELLE COMUNITÀ
la nostra sorella come una liberazione da
lunghe sofferenze sopportate con cristiano
senso di obbedienza* nella prova.
Il Signore consoli gli afflitti.
^ ^
Domenica, 20 coir., nella Sala Albarin,
alle ore 21, le ragazzf dell’Orfanotrofio Val
dese di Torre Pellìce, daranno una ” sera
t,a ”, con canti e recite. Il pubblico è cor
dialmente e caldamente invitato.
doit leur être un exemple afin que la cérémonie en même temps que de gratitude
envers Dieu qui nous donne ces exemples
vivants puisse être d’engagement à vivre
comme eux ».
A’ Madame veuve Louis Henri Pastre, à
ses enfants et petits enfants ainsi qu’aux
familles Pastre, Mordant, Peyronel, Clôt,
Coïsson nous renouvelons nos condoléances et l’expression de notre sympathie chrétienne.
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via Ravadera 17.
PERSONALIA
Angrognù (Serre)
New York
Luserna San Giovanni
Aujourd’hui 11 juin 1904 dans le temple
de S. Jean a été béni par le soussigné le
mariage de Rivoire Daniel Bart.my, fils de
Jean Daniel et de Gardiol Catherine, de la
paroisse de Rorà, avec Benech Françoise,
fille de François et Toum Marie, de la paroisse de S. Jean.
Signé: Teofilo Gay pasteur.
Cosi 50 armi fa, i due giovani: Rivoire
Daniele Bartolomeo di Rorà con Benech
Francesca di Luserna San Giovanni. 50 anni
dopo, il 6 giugno 1954, i due sposi, un po’
meno giovani d’anni, ma ancor giovani di
spirito e sereni, si sono recati dalle Fucine
(Rorà) nello stesso tempio di Luserna San
Giovanni, per avvicinarsi al tavolo della
S. Cena durante il culto di Pentecoste. R
pastore R. Jahier ha rivolto loro un fraterno saluto.
Ringraziamo il Pastore emerito signor
Giovanni Rertinatti, ed il signor Adolfo
Jouve per la loro apprezzata visita a PradeltornO la domenica 25 Aprile e per i messaggi ch’essi rivolsero alla Comunità. Grazie pure al signor Aldo Varese che ha in
quel lontano quartiere della nostra Chiesa
presieduto il culto.
Il 30 maggio è state battezzata a Pradellorno Buffa Eliana.ii Edvy e di Gaydou
Carmelina. 11 6 Giqgno al Serre è stato im.
partito il battesimo a Monnet Alida di Silvio e di Monnet Alma, ed a Buffa Loredana
di Italo e di Malan, Maria. 11 Signore bene,
dica queste bambine e le loro famiglie concedendo loro di essergli sempre fedeli.
11 1° Giugno hanno avuto luogo i funerali di Roman Maria Maddalena morta a
Serre Malan all’età di 78 anni. La Comunità circonda la famiglia afflitta con la sua
simpatia ed invoca su di essa le consolazioni del Signore.
Dal Messaggero Valdese di N. York apprendiamo alcune notizie interessanti sulla
vita di quella comunità:
Assemblea di Chiesa. Il Moderatore A.
Deodato ha presieduto un’assemblea di
Chiesa in cui i presenti erano chiamati a
dare il loro voto in merito alla riconferma
del pastore titolare. E’ stato riconfermato
per un altro settennio il pastore A. Janavel con Ilo voti favorevoli su 122 votanti.
In quell’occasione il Moderatore rivolse alla Comunità un messaggio dì esortazione a
perseverare nel buon lavoro cominciato,
come debito di onore alla fedeltà della testimonianza cristiana e nell’interesse dello
sviluppo dell’opera della Chiesa Valdese.
In una precedente Assemblea crasi proceduto ad eleggere alcuni fratelli a cariche
varie in seno al Consiglio di Chiesa; risultarono eletti o riconfermati i Signori
Rino Godino, Emilio Pons, Alberto Fav'at,
Enrico Garrou e le Signore Giuseppina
Sauthier e Louise Tron.
Un3 graziosa bambina, Odette Marie, è venuta a rallegrare il focolare
del pastore A. Janavel, a New York.
Ai genitori ed alla bimba i nostri
migliori auguri.
Il 12 giugno, a Prali, è stato benedetto il matrimonio della signorina Pina Alabiso col pastore Augusto
Lebet. I nostri auguri agli sposi.
ATTIVITÀ’ VARIE.
Domenica 30 maggio, nella Sala Albarin,
le giovani e le cadette hanno preparato un
bel pomeriggio in onore deDe Madri che
hanno dimostrato di gradire molto il riuscito programma di recite e canti. A quanti
si sono prodigati per la buona riuscita della
festa, la nostra riconoscenza.
11 6 giugno, come precedentemente annunziato, i bambini dell’Asilo infantile
hanno avuto la loro gran giornata: il Saggio, nella sala Albarin, davanti ad un numeroso pubblico che ha molto apprezzato
l’oretta di attività dei nostri piccoli attori,
alcuni dei quali hanno rivelato delle vere
doti artistiche che fanno bene sperare per
un futuro reclutamento della filodrammatica locale. Il pastore R. Jahier ha espresso
alla Signorina A. Bessone la riconoscenza
della Comunità e del Concistoro per l’amore e la competenza con cui ha diretto
il nostro giardino d’infanzia.
Le Scuole Domenicali della parrocchia
hanno terminato la loro attività con una
passeggiata (motorizzata naturalmente) a
Bohhio Pellice, con visita a Sibaud. Bel
pomeriggio pieno di allegria.
Ricordiamo, D. v. e tempo permettendo
le seguenti riunioni all’aperto per la Domenica 27 Giugno:
Ore 10: Sap. — Ore 14,30: Anchioccia —
Ore 14,30: Bagnau,
Direzione e Redazione: Past. Ermanno RoBtan - Via dei Mille 1 - Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.______
Tip. Subalpina s.p.a. Torre Pellice (Torino)
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Angrogna ( Capoluogo )
Domenica 6 gingho abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale del nostro fratello Giovanni Stefano Bonnet deceduto alla frazione ReveUera
all’età di 79 anni dopo penose sofferenze.
Alla moglie, al figlio ed ai parenti tutti
esprìmiamo ancora la nostra fraterna simpatia cristiana. % e. a.
Cannes
BATTESIMI.
Il 6 giugno nel tempio del Chabas è stato battezzato Enzo Bruno Coìsson di Bruno e Stalè Marisa.
Il Signore benedica questo bambino ed
i suoi genitori.
LUTTI.
Il 29 maggio hanno avuto luogo i funerali di Vola Giovanni, di anni 86, originario di Torre Pellice, deceduto al Rifugio
Carlo Alberto.
Domenica 13 giugno hanno avuto luogo
i funerali di Rivoira Romilda ved. Odin
(Luserna); a 51 anni la morte è giunta per
Le 22 mai derniçr ont eu lieu les funérailles de Mr. Louis Henri Pastre originaire du Pomaret où il était heureux de retourner chaque année en autonne pour y
passer quelques joqrs et revoir les VaUées
Vaudoises qu’il aimait bien. Avec l’aide de
Dieu, par sort travail, sa droiture, secondé
par sa compagne et'ensuite par ses enfants,
il avait réussi à se faire une position affec.
lionné à l’Eglise dç laquelle il a toujours
été un membre actif et ancien pendant des
années. Il était dans sa 81.me année: il
s’est endormi paisiblement sans de grandes
souffrances retournant à notre Père Céleste
en confiance. Une foule de l’Eglise, de voisins, de Vaudois à Cannes, avec des gerbes
de fleurs a pris part au service funèbre pré.
sidé par le Pasteur Mr. Monod qui, en commentant le texte: « J’ai combattu le bon
combat, j’ai achevé ma course, j’ai gardé
la foi » (2 Tim. 4: 7), montra le rôle de
l’ancien conseiller presbytéral témoin auprès des jeunes d’un style de vie marqué
profondément par le christianisme et qui
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Torino P- 4,26 6,20 8,07
Pinerolo a. 5,41 7,40 9,13
p- 5,42 7,44 9,19
Bricherasio a. 5,57 8,00 9,34
Torre Pellice a. 6,17 8,15 9,49
Torre Pellice p- 3,48 4,38 5,45
Bricherasio a. 4,01 4,52 5,59
Pinerolo a. 4,16 5,14 6,18
p- 4,23 5,20 6,22
Torino a. 5,24 6,34 7,41
O Sospeso nei giorni festivi dal 20-6 al 12-9 — *V*
6,41
6,56
7,11
8,40 12,23 13,22 16,36 17,50 19,48 20,50
8,54 12,36 13,40 16,50 18,04 20,02 21,07
9,11 12,53 13,55 17,07 18,20 20,25 21,25
7,17 9,15 12,58 14,00 17,11 18,24 20,30 2L30
8,03 10,05 14,07 14,51 18,33 19,41 21,56 22,43
Si tffatua dal 20-6 al 12-9 nei giorni fettxm
Bricherasio p. 5,02 6,05 8,06
Barge a. 5,19 6,23 8,24
Barge P- 4,41 5,36 6,33
Bricherasio a. 4,50 5,54 6,52
:ä Si tffettua dal 20 Oi-ugno al 12 Settembre
9,40 13,45 15,20 16,56 18,55 20,14 21,14
9,58 14,04 15,41 17,13 19,15 20,33 21,33
8,32 12,14 14,50 16,12 17,40 19,38 20,45
8,50 12,32 15,08 16,33 17,58 19,56 21,04
Torino
Cuneo
4,56 6,20 11,46 13,40 17,10 18,30
7,43 9,39 13,42 16,48 20,35 21,44
p. 3,18 4,40 7,13 11,12 15,19 is'53 19,37
_______ a. 6,10 7,41 9,16 14,07 18,33 21,56 22,5(1
4*:- Sospeso nei giorni festivi dal 20-6 al 12 9 — O Si effettua nei gtomi festivi dal 20-6 al 12-9
Cuneo
Torino
7, Via Duomo pineROLO Via Duomo, 7