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Anno 119 - n. 30
29 luglio 1983
L. 500
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10066 TOaHü FLÍibibc.
delle valli valdesi
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
■■ II. P III- l■i^^^———— Il.■■■!■ I,,
APERTA L’ASSEMBLEA DEL CONSIGLIO ECUMENICO PELLE CHIESE
Un metro per valutare Vancouver
Il Segretario Philip Potter spera che il movimento ecumenico faccia più posto alle chiese
piccole, umili, periferiche e meno a quelle grandi, ricche di soldi e di specialisti
Possiamo essere anche noi
d’accordo sul fatto che, tutto
sommato, ad un innocente in
prigione è preferibile un delinquente in libertà (che si spera
provvisoria). Ma rimane egualmente lo sconsolato stupore nel
vedere come non riescono mai
ad arrivare a conclusione i processi che riguardano le stragi di
marca fascista.
Valpreda entra ed esce dal processo, Preda e Ventura entrano
ed escono dalle carceri italiane
od argentine, ma si continua a
non saper niente di Delle Ghiaie
e la strage di Piazza Fontana non
ha ancora, dopo 15 anni, un mandante ed un esecutore certo.
Per Piazza della Loggia un
condannato dubbioso è stato ucciso in carcere, probabilmente
da suoi complici che temevano
parlasse, ma poco o niente si sa
di certo su esecutori e mandanti.
Per la stazione di Bologna gli
unici colpevoli additati aUa disapprovazione pùbblica sono stati alcuni dei giudici che se ne sono occupati, ma chi ha messo la
bomba e chi Tha fatta mettere
sono ancora sconosciuti.
Pd ora la sentènza di questi
giorni ricaccia dopo 9 anni nell’oscurità i colpevoli della strage del treno Italicus.
Per gli attentati di matrice opposta la legge sui pentiti, pur
con tutte le riserve che merita
sul piano morale, ha permesso
di far luce su quasi tutti i delitti compiuti. Qui invece la legge
non ha avuto nessun effetto. Forse perché i colpevoli godono gpà
di sufficienti protezioni, senza bisogno (anzi forse proprio per
evitarlo) che si dichiarino pentiti e parlino? Sarebbe bello poterne capire il perché. Come sarebbe bello poter capire la ragione per la quale la Magistratura, così pronta a sollevare le
più diverse accuse, sempre o quasi in coincidenza con periodi‘politicamente caldi, sia poi così
lunga ed esitante nel portare a
conclusione le sue stesse inizia^
tive. Come sarebbe interessante
una statistica che indichi quanti
dei numerosissimi scandali sollevati negU ultimi trent’anni sono
arrivati a conclusioni giuridicamente valide e quanti, invece, si
sono persi col polverone iniziale.
Una società complessa, come
quella in cui viviamo, presenta
troppe possibilità di intrallazzi
e di pasticci più o meno delittuosi per pensare che sia realmente possibile evitarne in toto
il verificarsi. In altri paesi si è
cercato di regolamentare l’attività delle « lobbies », non per evitare ciò che evitabile non è, ma
per rendere più accettabile la loro attività. Diceva il cinico Giolitti che tutti possono mangiare,
ma che almeno lo facciano usando forchetta e coltello. La tanto
invocata « moralizzazione » potrebbe intanto cominciare con
Una rapida e precisa identificazione e punizione dei colpevoli
in tutti i campi. Da anni è pronto un nuovo Codice di Procedura Penale che dovrebbe, secondo gli esperti, rendere più rapido e soprattutto più trasparente
il processo. Ma da anni ostacoli
di vario genere ne rendono impossibile approvazione legislativa e applicazione. Fino a quando? - Niso De Michells
NeH’ultima conferenza stampa prima dell’Assemblea di Vancouver, il 7 luglio, un giornalista
ha chiesto a Philip Potter come
immagina il movimento ecumenico nell’anno 2000. Potter ha
risposto: « Preferisco pensare alle cose da fare nell’immediato
piuttosto che alle ipotesi per un
futuro più lontano; tuttavia posso dire la mia speranza che il
rhovimento ecumenico si sviluppi nel senso di far più posto alle
chiese piccole, umili, periferiche
e di meno a quelle grandi e ricche di soldi e di specialisti ».
Anche se proiettato verso l'anno
2000, questo criterio si potrebbe
applicare fin d’ora per valutare
i risultati delTAssemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese a
Vancouver: se e in che misura
la voce dei piccoli e dei periferici
sarà stata davvero ascoltata e
avrà esercitato la sua influenza
sulla vita e sui documenti conclusivi dell’Assemblea.
Pace
Un tema obbligato sarà quello
della pace, del disarmo, del rifiuto delle armi nucleari. L’Alleanza Riformata Mondiale ha
invitato il Consiglio Ecumenico
a farsi promotore di un « Patto
per la pace e la giustizia » tra
tutte le chiese che confessano
Gesù Cristo come Dio e Signore
Un Patto che includa dunque an
che quelle chiese che non sono
membro del Consiglio Ecumenico, ma che vogliono lottare insieme per la pace e la giustizia.
L’Assemblea senza dubbio
prenderà in considerazione questo appello, ma come? rafforzandolo o indebolendolo? concentrandosi sui problemi della pace
visti nella prospettiva delle grandi potenze, o prendendo seriamente in considerazione le esigenze di giustizia del Terzo
Mondo? Il concetto secondo cui
il cristiano non può combattere in buona coscienza per paesi
che usino armi di distruzione dì
massa sarà preso sul serio? ci
sarà un serio appello a fare obiezione di coscienza contro le armi nucleari, o ci saranno solo vaghi auspici? Su questo problema
si giocherà gran parte della credibilità dei cristiani: non solo la
credibilità del Consiglio Ecumenico come organizzazione, ma
quella delle chiese che ne fanno
parte.
Razzismo e
diritti umani
La stampa secolare si soffermerà ovviamente soprattutto su
quegli aspetti dell’Assemblea che
meglio si prestano a una utilizzazione politica. I contributi del
Fondo Speciale del Programma
di lotta al razzismo, che vengono conferiti a movimenti di
liberaziline, saranno tirati in ballo per l’ennesima volta per far
del polverone e nascondere l’indecente complicità di tanta parte della finanza e dell’industria
europea e americana con il regime razzista sudafricano. (Come è noto il Fondo Speciale non
è alimentato dai doni ordinari
delle chiese, ma da doni specifici
dati per quello scopo da privati
e da organizzazioni governative
ed ecclesiastiche; i movimenti
che li ricevono si impegnano a
usarli esclusivamente per scopi
umanitari).
FEDE EVANGELICA E RAPPORTI INTERPERSONALI - 4
Una finestra sulla crisi
Giovanni 8: 1-11
Una recente indagine ha stabilito che più della metà delle donne tradiscono il proprio marito,
la maggioranza con senso di colpa. Poiché il tradimento maschile è sempre stato ben maggiore
di quello femminile, da questo
« adulterio in cifre » ci st può
fare un’idea della crisi del matrimonio. E' vero che non si può
identificare adulterio e crisi del
matrimonio; ma si può dire che
l'adulterio sia una finestra aperta su questa, crisi, che permette
di osservarla in uno dei suoi
aspetti più rilevanti. Gettiamo
uno sguardo attraverso questa
finestra, così come ci è aperta
dallo straordinario testo di Giov.
8. Esso ci permette di riconoscere le tre morali che già altre volte abbiamo delineato.
Quello che colpisce nell'atteggiamento degli scribi e dei farisei che nel testo impersonano la
morale tradizionale è la totale
mancanza di interesse per la persona della donna e per le motivazioni che l’hanno condotta all’adulterio. Sarà stato per noia di
un’esistenza monotona? Sarà stato per una passione incoercibile?
Sarà stato per disperazione a
partire da una vita domestica resa impossibile? Che parte ha
avuto il marito nella responsabilità di questo adulterio? Queste
domande, così importanti per
valutare la situazione, i farisei
non se le pongono; interessa loro soltanto il flagrante adulterio.
Il testo dice che essi pongono al
centro del loro dibattito con Gesù la donna; in realtà pongono
al centro una legge senza avere
il minimo interesse umano in
colei che l’ha infranta. Non c’è
amore per il prossimo, è evidente, ma solo amore per la legge e
l’ordine.
Sappiamo bene ghe questa morale tradizionale non è uscita di
scena con la silenziosa uscita degli scribi e dei farisei dopo la
parola disarmante di Gesù. È ancora tra noi, con questi due caratteri: disinteresse per le persone
e amore per l’ordine stabilito. E
quanto più quest’ordine — per
esempio quello del matrimonio
— è traballante, tanto più si fa
intransigente da parte di alcuni
la difesa rigida e spietata della regola. Gli accusatori
della donna adultera « ripresi
dalla loro coscienza » se ne uscirono ad uno ad uno. Quanti benpensanti nella nostra società —
e nelle nostre chiese? — restano
imperterriti a lanciare le pietre
della loro condanna irrevocabile!
Ma si tratta di una minoranza.
La grande maggioranza segue oggi una morale corrente ben diversa, dalle molte sfumature, che
guarda non tanto alle norme
quanto alle motivazioni delle azioni. Senza arrivare alle posizioni estreme — che in nome della libertà sessuale accolgono
qualsiasi motivazione — la morale corrente media accoglie senza discussione una motivazione
per l’adulterio sopra ogni altra:
la passione. La grande passione
che tutto travolge e a cui non si
può resistere è sentita tutt’oggi
come una piena giustificazione
della rottura di un matrimonio,
di una famiglia. Anzi: riveste un
tale fascino che al confronto matrimonio e famiglia, casa e fedeltà — che pure sono dispensati
dalla morale corrente — assumono per contrasto i colori smorti
e le mezze tinte di uno sfondo,
di ciò che è solo secondario. Al
matrimonio si contrappone allora l’amore, la vita, il fascino del
fatale. Così, in qualunque crisi coniugale, la simpatia, il "tifo” di
Franco Giampìccoli
(continua a pag. 8)
C’è da aspettarsi che anche
tutta la questione dei diritti umani venga strumentalizzata secondo le simpatie politiche di chi
interpreterà i fatti e i documenti dell’Assemblea. L’invito
che si può fare a dei lettori cristiani è di sforzarsi di non entrare in questa logica, ma piuttosto
di prendere sul serio quanto riguarda l’impegno a favore di quei
diritti umani che vengono violati non agli antipodi, ma nei nostri propri paesi. Quattro anni
di carcere preventivo come accade in Italia, per esempio, sono
una pura e semplice violazione
dei diritti umani, anche se compiuta nell’ambito della legislazione vigente. Anche il razzismo assume da noi delle forme particolari che dobbiamo riconoscere
e combattere.
Sulla questione per cui è sorto
il Consiglio Ecumenico, quella
cioè dell’unità della chiesa, l’Assemblea di Vancouver non potrà
dire nulla di molto nuovo. Il documento di Lima su Battesimo,
Eucarestia, Ministero è ormai in
circolazione da mesi, e d’altra
parte le risposte delle chiese a
tale documento sono richieste
per la fine del 1984, e finché quelle risposte non siano giunte non
si potrà formulare nessuna conclusione precisa. D’altra parte
l’Assemblea non potrà rimanere
silenziosa su questo tema: le cose che dirà potranno quindi dare
un’idea di come si sta svolgendo
il processo di « ricezione » del
documento di Lima e dovranno
pertanto entrare a far parte del
dossier in base a] quale le chiese risponderanno nel 1984.
Per noi riformati si pone, a
questo punto, un problema che a
me pare degno di riflessione. Le
grandi chiese storiche (ortodossi, cattolici, anglicani) si confrontano sulla base della loro
tradizione. E pretendono di confrontarsi con la « tradizione » riformata. Anche noi senza dubbio abbiamo una tradizione, nel
senso di un insieme di abitudini
e di idee tramandate; ma a noi,
appunto in quanto riformati, ciò
che importa non è la tradizione
Aldo Comba
(continua a pag. 4)
2
2 vita delle chiese
29 luglio 1983
IL PUNTO SULL’INTEGRAZIONE VALDESE - METODISTA
Che cosa non funziona?
Già. nelVarticolo della settimana scorsa pur nelle valutazioni
degli aspetti positivi dell’integrazione emergevano elementi
critici. E' bene scavare ulteriormente in questo campo e chiederci che cosa non funziona nell'integrazione. Cominciamo
col vedere distorsioni o difetti dovuti ad una carenza di comprensione dell’integrazione.
Le risposte degli intervistati
segnalano alcuni elementi di incomprensione metodista della
realtà riformato - valdese. Dice
Giorgio Toum, collocando anche
geograficamente nelle Valli la
permanenza dei tratti riformati:
« un sinodo a Roma o a Firenze
sarebbe come le assemblee della
Federazione, ricche di fraternità
e di spunti interessanti, e non
legate dalle pastoie di una storia
sempre presente. I fratelli metodisti hanno difficoltà a capire lo
specifico riformato più di quanto
i riformati valdesi abbiano difficoltà a capir loro perché bene o
male italiani lo siamo tutti ed i
metodisti sono i più italiani ».
E ancora: « Forse ci si è illusi
da parte valdese che il sinodo
fosse lo strumento più adatto
per una convergenza di esperienze diverse ed una crescita in comune; in realtà il sinodo riformato che abbiamo ereditato dal
passato è una delle forme assémbleari possibili (credo sia una
delle più valide ma pur sempre
una) ed i fratelli metodisti hanno una diversa coscienza assembleare, quella delle loro assemblee ».
Su questa linea si dipana il
discorso di Giorgio Peyrot, che
vai la pena di citare con una
certa ampiezza.
« I metodisti hanno in larga
misura ritenuto che tra il Sinodo
e la loro preesistente Conferenza.
non v’era differenza ed i valdesi
hanno all’opposto ritenuto che
non fosse necessario far conoscere a dovere che il Sinodo era
un’altra cosa. Questi sono errori
sulla conoscenza stessa dell’ordinamento valdese che le chiese
metodiste hanno voluto fosse anche il loro. Il Sinodo non è una
Conferenza dove ognuno dice la
sua e tutto è rivolgibile dall’oggi al domani. Si tratta del governo assembleare della vita ecclesiastica comune per tutte le
chiese che lo costituiscono.
Parimenti dicasi degli organi
che il Sinodo elegge. La Tavola
ad esempio non è una copia del
Comitato permanente. Questo era
un organo direttivo che impersonava la Missione ed il suo legale
rappresentante da quando era
stata raggiunta l’autonomia in
sede metodista. La Tavola valdese è invece un organo collegiale rneramente esecutivo, non direttivo, il quale non può condurre l’amministrazione con esercizio di potere, perché di potere
non ne ha alcuno fuori da quelli
propri al quadro delle sue competenze specifiche di natura amministrativa ».
Peyrot continua esprimendo
l’opinione secondo cui nei quattro anni di attuazione del Patto la
componente metodista ha inclinato a interpretare, inconsapevolmente, le strutture sinodali e
tabulari secondo la propria concezione, dando l'impressione dì
non aver atrvertito « che essa era
venuta a vivere in seno ad un ordine ecclesiastico diverso da
quello in cui antecedentemente
aveva considerato gli interessi
comuni delle singole chiese ».
E a sostegno di questa valuta
zione menziona il fatto che nell’ultimo sinodo si sia ipotizzato di
« attuare in seno al Sinodo un
momento di riunione per i soli
metodisti ». Il Sinodo, commenta
Peyrot, è di per sé il luogo d’incontro dei rappresentanti di tutte le chiese, per cui « se lo si
vive e lo si sa vivere non vi può
essere un diverso momento di incontro tra metodisti, come se il
Sinodo fosse ancora e soltanto
Sinodo delle chiese valdesi ».
Sono poi segnalate incomprensioni da parte valdese relative alla realtà metodista. E’ lo stesso
Peyrot che ne dà un esempio.
« I valdesi non hanno in genere apprezzato l’apporto metodista dei circuiti. Li hanno confusi
come un duplicato dei distretti
a formato ridotto. Ora, a parte
che il Patto e il RO/5/1975 precisano in modo ineauivoco le diverse competenze dei circuiti e
dei distretti, la stessa struttura
deeli uni e de<^li altri denuncia
uno scopo ed una natura diversa. Le conferenze di distretto
sono delle assemblee rappresentative delle chiese che le costituiscono e si occupano di questioni
organizzative ed amministrative.
Il circuito invece non esprime
una assemblea rappresentativa
delle chiese locali, ma una riunione dei quadri operativi delle
diverse chiese del circuito, e si
occupa quindi della vita spirituale delle chiese. Due cose diverse e complementari da vivere
e da far vivere nello spirito loro proprio ».
D’altra parte Franco Becchino
puntualizza in termini più generali una delle fonti di disfunzione.
« Forse era inevitabile che in
una integrazione componenti numericamente diverse determinassero frizioni, incomprensioni e
problemi, determinati nella par
te minoritaria dal timore di essere assorbita e appiattita perdendo la propria identità ». Pur
non ritenendo che questo sia accaduto, Becchino sottolinea il rischio che ciò avvenga e pur riconoscendo che il Patto di integrazione prevede ima serie di
norme e garanzie atte a preservare l’identità di ciascuna componente, osserva che « qui non si
tratta di fare un discorso di norme e garanzie, quanto piuttosto
di vivere una realtà di reciproco
rispetto » e forse la parte maggioritaria ha ancora da fare dei
passi nella comprensione e nella
sensibilità di una vita comune
con la parte minoritaria.
Di carattere un po’ diverso è un
rilievo fatto da Niso De Michelis che vede nel desiderio di conservazione delle radici storiche
della chiesa un’implicazione politica. L’impostazione stessa del
dibattito « Fede e politica » negli ultimi anni (per cui « non si
parlò d’altro che della valutazione di scelte ’’politiche” fatte o da
farsi ») indica che dal desiderio
di conservazione deriva l’esigenza di avere « una scelta unitaria
’’politica” per mantenere la vita
“storica” ». A questa impostazione De Michelis suggerisce di sostituire la linea di « Fede e testimonianza »: « la chiesa dovrebbe
limitarsi a predicare l’Evangelo e
solo attraverso questa predicazione influire sulle scelte operative dei fedeli, riservandosi al
più di giudicare fraternamente
se nell’esercizio di tali scelte si è
o non si è resa una testimonianza cristiana ».
Le varie incomprensioni da
una parte e dall’altra, reali o meno, nella loro consistenza e attribuzione, sono certo discutibili.
Una cosa però mi pare importante da puntualizzare in un’ottica
generale ed è ciò che esprime
Sergio Carile: « dobbiamo confessare di avere ceduto alla tentazione di fare una chiesa un po’
più grande ma sostanzialmente
uguale a quella che l’una o l’altra eravamo ». Su questa comune
incomprensione sarà bene meditare a fondo nel proseguimento
del nostro cammino comune.
F. G.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Bel messaggio di Laura Nisbet
VILLAR PELXJCE - Nel corso
di queste ultime settimane ci
hanno lasciato; Giraudin Luigia
ved. Pontet di anni 81; Berton
Paolo di anni 77; Gamier Maria
in Oreosti di anni 81. Esprimiamo la nostra fraterna solidarietà a tutti coloro che sono stati
colpiti da questi lutti nella certezza della risurrezione, grazie a
Gesù Cristo nostro Signore.
• Ci siamo rallegrati di avere
con noi al culto di domenica 24
c.m. la signorina Laura Nisbet,
la quale ci ha rivolto un apprezzato messaggio con molte interessanti informazioni sul lavoro
che compie nel Lesotho. Nel rinnovarle la nostra viva gratitudine
per la sua visita e per quanto ci
ha dato, le auguriamo ancora un
tempo di riposo presso i suoi
familiari ed invochiamo la benedizione del Signore sul lavoro
che tra poco ritornerà a svolgere in favore della popolazione di
quel lontano Paese.
ma, 31 corr. m., sarà presieduto
dal pastore emerito sig. Paolo
Marauda.
Riunione estiva
MASSELLO - Domenica 14
agosto, con inizio alle ore 15,
si avrà la riunione alle Porte di
Massello.
nia) e un gruppo di famiglie di
Kehl (Baden).
• Sabato 30 luglio alle ore 16
nel tempio si sposano Franco
Delegato e Nadia Viglielmo.
• Tutti invitati al pomeriggio
comunitario all’aperto, presso la
scuola di Vivian, domenica 31 luglio alle ore 15.
Il culto di domenica prossi- Lutti
XV AGOSTO
L’assemblea popolare del 15 agosto avrà luogo quest’anno a Pramollo, a pochi minuti a piedi dal tempio della Ruata,
salendo per la strada che porta a Las Ara.
PROGRAMMA
Ore 10: Culto. Informazioni, messaggi.
Ore 11: Giorgio Bouchard: Il Consiglio Ecumenico dopo
l’Assemblea di Vancouver.
Ore 14 : « Dove vanno i nostri istituti per anziani? »
Tavola rotonda con l’intervento di Franca Coisson,
Presidente della Comunità Montana Val Pellice, Livio Gobelin, Direttore dell’Asilo per vecchi di Luserna San Giovanni, Alberto Taccia, Vice-moderatore. Seguirà un dibattito con domande e interventi
del pubblico.
•— Si consiglia di posteggiare nel piazzale di fianco al tempio.
In caso di cattivo tempo l’incontro si terrà nel tempio.
La Commissione Esecutiva Distrettuale
TORRE PELLICE — Iddio ha
richiamato nelle Sue dimore,
Grill Albina, Charbonnier Alda,
Armand-Hugon Amelia, Gonin
Roberto, Chauvie Emma, Gallian
Olga ved. Jourdan.
Alle famiglie provate dal lutto
rinnoviamo la nostra simpatia
cristiana nella fiducia delle promesse divine.
Mostra fotografica
In occasione della giornata dell’Eco delle Valli verrà organizzata una mostra fotografica sul
50" del Colle della Croce.
Coloro i quali fossero in possesso di vecchie foto possono
inviarle al past. Giuseppe Platone, Angrogna.
Ospiti tedeschi
VILLAR PEROSA - Attualmente sono ospiti della nostra
chiesa un gruppo giovanile di
Wielhelmshafen (Bassa Sasso
Domenica 7 agosto - ore 15
Riunione al Colle
delle Fontane
organizzata dalle chiese del
III Circuito
Il pastore Giorgio Toum
tratterà il tema;
ATTUALITÀ’ DI LUTERO
Mostra lavori
scolastici
PRALI - Mostra di lavori scolastici e artigianali. Dal 31 luglio
al 14 agosto, nei locali delle scuole elementari di Prali Ghigo, sarà aperta una mostra di lavori
artigianali e scolastici nei giorni
di domenica, martedì,, giovedì e
sabato. Per i giorni feriali l’orario di visita è dalle ore 15 alle
19, per la domenica dalle 14 alle
19.
CORRISPONDENZE
Saluto agli
Arbuthnot
N. YORK - Un folto gruppo della Waldensian Aid Society ha salutato con gratitudine, il 2 maggio, il past. Charles Arbuthnot
e Sig.ra, che è stato direttore
esecutivo della Società negli ultimi anni compiendo im lavoro
ispirato ad un grande amore per
l’opera valdese in Italia, che certo non si interromperà puf nella nuova situazione di emeritazione. Gli Arbuthnot hanno ricevuto anche il saluto e la riconoscenza della Chiesa valdese di
New York la domenica di Pentecoste che ha visto anche la
gradita visita del prof. Paolo
Ricca che ha predicato sul testo
di Giov. 14: 23 ed ha anche dato
notizie degli avvenimenti più salienti dell’opera di evangelizzazione in Italia.
Ricordiamo anche la piacevole
visita e il fraterno messaggio
della prof.ssa Marcella Gay a
New York per gli esami di maturità del locale Liceo scientifico italiano.
E’ deceduta lo scorso aprile la
Sig.ra Fanny Bein ved. Mingioli,
originaria di Torre Pellice, un altro dei vecchi e fedeli membri
della nostra chiesa. Due matrimoni hanno rallegrato la nostra
vasta diaspora; il 28 maggio Caro! Canal, di Felix e Ada Ghigou
con Daniel King a Portland (Indiana) e il 18 giugno il fratello
di Carol, David, laureatosi brillantemente in chirurgia, con Terry Gault a South Bend (Indiana). Rinnoviamo agli sposi i nostri auguri nel Signore.
Visita a Rorà
VERCELLI — I membri delle
chiese di Vercelli e Vintebbio
che hanno partecipato alla visita
a Rorà (vedi notizia nel numero
scorso) hanno vissuto una giornata di gioia. Dopo aver partecipato al programma comune hanno visitato con molta curiosità
le cave di gneiss lamellare, visitato gli antichi nuclei abitativi
apprendendone la storia. Altri
hanno visitato il tempio, il museo valdese, testimonianza dei
tempi andati e il laboratorio artigianale dove con entusiasmo si
cerca di tenere in vita tradizioni
che non devono scomparire. La
giornata ci ha fatto sentire la generosa ospitalità di questa forte
gente montanara.
Domenico Introna
BARI — Nato nel 1908, di professione ebanista, proveniente
dalla chiesa metodista. Questi gli
scarni dati della registrazione ecclesiastica. Poi è stato membro
del consiglio e anziano nella chiesa valdese di Bari per lunghissimi anni.
Un incidente automobilistico,
nei pressi di Brescia, lo ha strappato alla vita.
All’ultimo saluto erano presenti, a Bari, evangelici di varie chiese con i pastori (apostolici, battisti, fratelli, indipendenti, pentecostali), oltre ai valdesi e ad alcuni cattolici. Molti hanno preso
la parola, a testimonianza di una
presenza viva data da un fratello che lascia un grande vuoto nell’evangelismo barese.
Rinvio a Bethel
Il Comitato del Centro Evangelico Bethel informa di aver
rinviato la data del sorteggio
pro-Bethel fissata per il 7 agosto al 9 ottobre p.v. durante rincontro del Comitato allargato
che si terrà a Bethel e scusandosi per lo spostamento ringrazia quanti hanno collaborato nel
sostenere l’iniziativa.
3
29 luglio 1983
fede e cultura 3
DIALOGO SULLE DISCIPLINE ECCLESIASTICHE
Ogni cosa con ordine
■i:
V;
■i,-
L’etica riformata della libertà abbastanza interiorizzata dalla
maggior parte dei meinbri delle nostre chiese rende spesso piutto
sto incomprensibile il fatto che abbiamo dei regolamenti e delle
discipline ecclesiastiche per certi versi piuttosto rigidi. Vogliamo
cercare, in vista del Sinodo, di chiarirne gli aspetti essenziali, immaginando un dialogo tra il valdese o il metodista « della strada »
e il pastore o il deputato « ricorrente » che hanno partecipato alla
elaborazione delle discipline attualmente in vigore.
— E’ mai possibile che chiese
piccole come le nostre abbiano
un sistema così complicato di regolamenti e statuti?
— A prima vista il nostro ordinamento sembra effettivamente complicato, ma questo è dovuto più che altro al fatto che
i testi delle nostre discipline sono difficilmente reperibili, perché si trovano sparsi nei volumi
degli atti dei sinodi di vari anni.
Per raccapezzarsi più facilmente si può tener conto dei vari tipi di testi che regolano la nostra vita ecclesiastica:
1, Testi fondamentali, comuni
alle chiese valdesi e metodiste
italiane e alle chiese valdesi sudamericane, i quali, quindi, possono solo essere modificati con decisione conforme dei due sinodi
(italiano e rioplatense). Questi
testi sono due: la Disciplina generale e il Regolamento del Sinodo.
2. Regolamenti di applicazione
della Disciplina generale. Sono
i testi che regolano la vita ecclesiastica in modo più dettagliato
in applicazione della Disciplina
generale. Sono validi solo per la
zona italiana e sono indicati dalla sigla R.O. (Regolamento organico), seguita da un numero
(2, 3, 4, 5, 7, 8) il quale indica
quale capitolo della Disciplina
generale il singolo regolamento
intende applicare. I capitoli senza regolamento di applicazione
riguardano questioni generali
che non necessitano, appunto, di
regolamenti. Per questo la numerazione non è completa.
3. Regolamenti e statuti particolari di opere, istituti e organismi vari. Si tratta di testi brevi
che stabiliscono le finalità, ad
esempio di una casa per anziani
o di un istituto per minori, oppure di organismi settoriali (giovanili o femminili) ed il modo
di gestione. In genere questi testi sono approvati da assemblee
o comitati a livello locale e sono
solo ratificati dal Sinodo che ne
verifica semplicemente la rispondenza all’ordinamento generale
e alle finalità perseguite dalla
chiesa. Ad esempio il Sinodo non
ratificherebbe uno statuto che
prevedesse l’accoglimento in un
istituto di bambini bianchi
(escludendo quelli di colore), ma
non entra nel merito del numero
dei membri che compongono il
Comitato che amministra l’Istituto.
4. Statuti delle Commissioni
Smodali Amministrative. Sono i
testi che regolano — anche di
fronte allo Stato — le Commissioni che amministrano i beni
e il personale delle Chiese. Tali
Commissioni sono attualmente
quattro: la Tavola, l’Opera per
la Chiesa Evangelica Metodista
in Italia (OPCEMI), la Commissione degli Istituti Ospitalieri
Valdesi (CIOV) e il Consiglio
della Facoltà Valdese di Teologia. Il Regolamento della Facoltà di Teologia, oltre al funzionamento del Consiglio, dà anche
indicazioni sulla vita generale
dell’Istituto che esulano parzialmente dagli aspetti prettamente
amministrativi. E’ naturale che
questo quarto tipo di testi è approvato dal Sinodo, ma, almeno
per ora, è soggetto a controlli
più o meno rilevanti da parte degli organi dello Stato, in quanto
si tratta appunto di Commissioni che amministrano e quindi devono rispondere anche sulla regolarità deH’amministrazione nei
confronti, ad esempio, del fisco.
All’origine di alcuni tipi di controllo sta, naturalmente, anche
il regime fascista di vessazione
delle minoranze che si vorrebbe
superare con le intese.
— Come è regolata la vita della chiesa?
— Abbiamo innanzitutto il primo capitolo della Disciplina generale che ricorda quali sono i
principi generali che caratterizzano una chiesa nata dalla Riforma : riconoscimento dell’unica
sovranità di Gesù Cristo, sola
Scrittura, indipendenza della
chiesa dalla società civile, culto
e sacramenti, assemblee (e non
individui) che reggono la vita
della chiesa.
Poi abbiamo il capitolo quarto col relativo regolamento che
stabilisce le differenze fra chiese in formazione, chiese costituite e chiese autonome, a seconda
del numero dei membri comunicanti e di quelli elettori e di alcuni altri elementi di autonomia.
Lo stesso capitolo stabilisce i
compiti del Concistoro (delle
chiese autonome) ,o del Consi
PASTORATO E RAPPRESENTANZA POLITICA
Pareri di assemblee
In chiusura del dibattito su « pastorato e rappresentanza politica » riteniamo utile pubblicare i seguenti ordini del giorno discussi e approvati da due delle nostre comunità. Non opinioni individuali quindi, né giudizi personalistici, ma pareri di assemblee di
credenti su un problema molto delicato che investe appunto la Chiesa tutta. Ci sembra in particolare che il testo della Chiesa di Genova
costituisca un documento importante di riflessione teologica ed ecclesiologica. JJ.P.
e anche suo onere finanziario:
faremmo qui una vistosa eccezione?
Indubbiamente i] cristiano può
e deve, se eletto, cercare di portare anche nella sfèra dei rapporti e dei lavori parlamentari
la sua testimonianza a Gesù Cristo; che del resto dovrà, da un
lato, essere molto sobria e poco
predicatoria, e che, dall’altro,
metterà non di rado il credente
in tensione con la sua stessa
’parte’ politica. Ma questo è, comunque, il compito di ogni cristiano, che dia all’attività parlamentare l'apporto di competenze
civili specifiche che difficilmente
il pastore può avere. In ogni caso ci domandiamo quanto sia
protestante quest’enfasi posta
sulla presenza parlamentare di
un pastore, come se la presenza
di fratelli e sorelle delle nostre
chiese — qualora eletti — non
bastasse: c’è forse bisogno di im
pastore ’ordinato’, perché Cristo
sia annunciato nel mondo, anche in quello parlamentare?
C'è invece bisogno di pastori
nelle chiese, affinché — come e
quando vuole Dio e nel vivo rapporto e scambio comunitario —
la Parola formi testimoni di Gesù Cristo nel loro vivere quotidiano, civile, e se del caso nella
loro attività parlamentare. Un
moltiplicarsi di mandati politici
a nostri pastori non intensificherebbe ma indebolirebbe la nostra testimonianza.
Molti interrogativi
Posti di fronte al problema
dell’eventualità di candidature
di pastori delle nostre chiese
nelle liste di partiti politici, noi
riteniamo che la predicazione
dell’Evangelo superi in dignità e
urgenza il pur rilevante servizio
civile che, avendone le competenze, si può svolgere in un ruolo parlamentare.
Sappiamo che, soggettivamente, il pastore che accetti una candidatura politica intende portare in questa sfera d’azione la
predicazione dell’Evangelo, cioè
si propone di continuare in altra
forma il suo ministero della Parola. Tuttavia oggettivamente tale predicazione risuonerà sotto
l’ipoteca di un dato colore partitico, non sarà veramente libera, ma oggettivamente condizionata dal settore politico dal quale partirà.
Del resto, si va in parlamento
per predicare l’Evangelo, o per
amministrare la vita nazionale?
Siamo qui di fronte al problema
di un retto rapporto fra comunità cristiana e comunità civile:
il cittadino vota (e paga) un parlamentare non perché predichi
l’Evangelo, ma perché legiferi
avvedutamente e orienti e controlli con lucidità e scrupolo l’esecutivo. Abbiamo sempre gelosamente insistito sul fatto che
la predicazione dell’Evangelo è
compito esclusivo della chiesa.
glio di chiesa (nelle chiese non
autonome) che consistono nelTeseguire le deliberazioni della
assemblea di chiesa, nel dirigere
le attività ecclesiastiche, nella
cura pastorale, nell’amministrazione degli eventuali beni della
chiesa locale.
Le chiese metodiste hanno un
loro regolamento autonomo, che
ne mantiene le caratteristiche
storiche e la fisionomia propria
in modo che l’integrazione non
significhi assorbimento del metodismo italiano da parte della
chiesa valdese. Le differenze comunque non riguardano aspetti
fondamentali della vita della
chiesa locale.
a cura di Claudio Tron
(1. continua)
Le chiese della Riforma, riconoscendo a determinate persone
il dono e conferendo Tincarico
del ministero della Parola, le
mettono a parte per tm servizio
particolare, normalmente a pieno tempo. Chi ha accettato questo riconoscimento e questo incarico, ha fatto la scelta di im
servizio pieno, e libero da ogni
altra obbedienza per essere servo di Cristo e della sua Parola e
pastore di tutti. Può tornare su
questa scelta, ma allora rimetta
temporaneamente il suo mandato pastorale.
L'assemblea della chiesa
valdese di Genova
Incompatibilità
L’assemblea dopo aver discusso i vari aspetti si è trovata unanime nel rivolgere un fermo richiamo al senso della vocazione
che si riceve al ministero pastorale, ministero che nella nostra
situazione particolare richiede
un lavoro a pieno tempo e ricordando che ogni pastore ha liberamente e in piena coscienza
chiesto alla Chiesa di venire consacrato a questo ministero, visto la sempre maggiore vastità
della messe e il sempre minor
numero di pastori che vi si dedicano, esorta i pastori in servizio a continuare a svolgere fedelmente il ministerio a cui sono
chiamati nelle comunità e infine chiede a quei pastori che
si sentissero di accettare la candidatura politica, in qualsiasi
partito, di dimettersi dal ruolo
pastorale e questo perché l’assemblea considera incompatibile il ministero pastorale con un
incarico politico.
L’assemblea della chiesa
valdese di Palermo
Il dibattito su « Pastorato e rappresentanza politica » ha emarginato diverse altre lettere giunte al giornale.
Ne menzioniamo alcune citando l’essenziale.
PICCOLO E’ BELLO
Un lettore concorda con la proposta
decentratrice fatta da Vera Velluto (n.
23 del 10/6) e dice:
Atteniamoci soltanto al duro lavoro
di testimoni della Verità sempre e dovunque; e per far ciò mettiamo la nostra cura nello sviluppare i piccoli
gruppi, isolati o da costituire nelle
grandi parrocchie, , smembrandole, tornando alla prassi dei barba, degli «hospitia », alle piccole riunioni di veri
ricercatori della Verità che rendono
al Signore il loro culto studiando a
fondo la Scrittura per poi portarla In
giro a tutti quelli che ancora non la
conoscono.
Lino De Nicola, San Remo
INFEDELTÀ’
Una lettrice, replicando alla lettera
di Liliana Ribet (n. 23 del 10/6) e
soprattutto a quella di Gianni Marcheselli (stesso numero) che scriveva
« ci sono anziani teologi e convinti pastori che continuano a ricordare che
l’accesso all’Eucaristia sarebbe gesto di
infedeltà per l’evangelico », scrive;
No, non sono né anziani teologi né
convinti pastori che proibiscono all'evangelico di partecipare aH'Eucaristia.
È l’evangelico stesso che si rifiuta di
farlo, non perché non deve, ma perché
non può, perché non si sente. Sì, grave atto di infedeltà sarebbe per l’evangelico la partecipazione all’Eucaristia. Infatti, nell’istante dell’ingerimento dell’ostia consacrata, egli tradirebbe la sua fede, la quale rifiuta
la transustanziazione.
Silvana Tron, Torre Pellice
UNILATERALITA’
Un lettore commenta una mozione
del Comitato Esecutivo dell’UCEBI
pubblicato dalla Luce (n. 11 del 18/3)
di solidarietà per le popolazioni del
Cile, Salvador e Guatemala osservando che molti altri paesi potrebbero
aver diritto alla nostra solidarietà,
e dice:
A proposito del Vietnam, ricordo che
quando questo paese venne occupato
da quei « guerrafondai di Americani »
(USA) il nostro settimanale ne parlò a
lungo e a piene pagine. Dal momento in cui da paese occupato è diventato paese occupante nessuno ne ha
più parlato. Neanche una parola di
biasimo. Neanche una mozione da par
te di codesto Comitato! Nulla da dire
su quanto avviene in Afghanistan. Del
massacro dei partigiani afghani che
si stanno eroicamente battendo contro l'invasore russo per difendere la
loro terra, le loro case, le loro donne ed i loro figli, neppure una parola!
Le mozioni si fanno per il Centro America! Che si tratti di colore di bandiere? O no?
Francesco Paolo Massa, Firenze
STESSA MUSICA
Un lettore, riferendosi al « punto di
vista » di J.J. Peyronel (n. 27 delV8/7) scrive;
Si illude il caro fratello Peyronel
che con la sinistra al potere la musica cambi perché pure essa sarebbe
impotente e inefficiente in quanto anch'essa tarata negli uomini responsabili; vedi recenti arresti di grossi dirigent; implicati in azioni disoneste. Ecco
perché la nostra chiesa non doveva e
non deve intrufolarsi nella sporca politica, restando al di sopra e al di
fuori di simile mostruoso andazzo e soprattutto lasciando doverosamente liberi (invece di strumentalizzarli dai
pulpiti e con i giornali) i relativi membri di giudicare le situazioni.
Ferruccio Giovannini, Pisa
PLURALISMO AL
KIRCHENTAG
Caro direttore,
come contributo agli interessanti
rendiconti che ci avete dato del recente Kirchentag di Hannover, vorrei citare
questa frase di Erhard Eppler — si
noti; E. Eppler — che ho letto riportata sullo Schweizerischer Evangelischer
Pressedienst, il servizio stampa protestante svizzero alemannico (n. 25, del
23.6.’83), che riferiva ampiamente sul
Kirchentag. Eppler ha detto; « I fazzoletti viola dei gruppi pacifisti hanno
posto al Kirchentag come l'hanno le
uniformi dei soldati. E il soldato ha
diritto pari a colui che porta il fazzoletto. Qui ai Kirchentag non si confezionano e non si distribuiscono berretti
d'eretico » (con evidente allusione ai
berretti derisori che s’imponevano agli
eretici trascinati al rogo negli autodafé). A me pare che questo pluralismo,
pur con le ambiguità Indicate nei resoconti, sia almeno altrettanto rallegrante segno di speranza quanto l'pndata pacifista, certo più appariscente
e — penso — oggettivamente maggioritaria al Kirchentag. Con ragione Daniele Garrone commenta; « Siccome
però l'unica alternativa al pluralismo
è la gerarchia... ». Immagino che pensi, come me, non solo alla gerarchia
ecclesiastica, ma anche a quella ideologica, dei maîtres à penser.
Gino Conte, Genova
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4
4 ecumenismo
’I
29 luglio 1983
ESAMINATA AL COLLOQUIO DELLA CEPPLE
Recessione ecumenica
Echi dal mondo
cristiano
Il tema del colloquio, organizzato dalla Conferenza delle Chiese protestanti dei paesi latini
d’Europa (CEPPLE) a Sommières, il 3 e 4 giugno 1983, è stato
« il bisogno di ripensare la testimonianza protestante nei paesi
a maggioranza cattolica romana
in questo tempo di recessione ecumenica ».
Anche se il tema è stato proposto dalle Chiese del Portogallo,
dove ci pare che la Chiesa cattolica romana non si lasci veramente rinnovare dalle decisioni
del Concilio Vaticano II, le altre
Chiese protestanti dei paesi latini vi sono molto sensibili. Esse
deplorano questa recessione del
dialogo ecumenico che anche loro constatano nei propri paesi.
Questo dialogo ecumenico sembra entrare oggi in ima nuova fase in cui, dopo che ci è stato
chiesto « trent’anni fa, il coraggio dei nostri accordi », per la
stessa ragione ci occorre oggi
« quello dei nostri disaccordi »
(A. Gounelle). La fedeltà all’Evangelo esige l’impegno ecumenico.
E viceversa, l’impegno ecumenico porta ad un approfondimento della fedeltà all’Evangelo.
La Chiesa cattolica romana
non è un blocco monolitico e
presenta aspetti e volti diversi
a seconda dei luoghi e dei campi
della sua vita e della sua azione
(dal tradizionalismo più immobile alle comunità di base e a nuove teologie). Non meno ohe nelle
Chiese protestanti vi appaiono
divisioni che rendono i membri
di una Chiesa più vicini a quelli
di una Chiesa diversa dalla propria.
Constatiamo un indubbio irrigidimento, che si manifesta con
frenaggi, e perfino bloccaggi, a
diversi livelli della vita e della
azione della Chiesa romana, e
ciò spiega il nostro disagio:
a) un ritorno di pietà popolari incompatibili con l’Evangelo;
b) una coscienza etica che
non riesce a liberarsi da un certo
imperialismo della Chiesa sulla
società (fenomeno che del resto
non è solo prettamente romano,
ma anche protestante); dobbiamo affermare, sempre di nuovo,
che i fedeli hanno da vivere una
etica della libertà nella responsabilità;
c) una realtà politica — un
potere ecclesiastico — sostegno
di un potere politico, che non
sempre rispetta la libertà religiosa delle minoranze;
d) una difficoltà istituzionale ad andare fino in fondo alle
conseguenze del rinnovamento
avviato col Concilio Vaticano II;
e) una difficoltà teologica:
resistenza di una pluralità di interpretazioni teologiche, ma d'altra parte delle decisioni magisteriali esclusive che corrono
sempre il rischio di legare la libertà dell’Evangelo ai discorsi
dell'istituzione.
Attraverso il dialogo ed il confronto di questi ultimi 40 anni,
le Chiese hanno però reimparato insieme la necessità della conciliarità, il che esige il loro pieno riconoscimento reciproco. A
questo riguardo, le proposte di
accordo presentate dal documento « Battesimo, eucarestia, ministeri » danno im posto troppo
importante alla Chiesa in quanto istituzione con le sue tradizioni. Il dialogo vi appare molto di
più come uno scambio di modelli ecclesiastici che come una rimessa in questione comune per
mezzo dell’ascolto della Parola
di Dio.
Nata dall’iniziativa di Dio in
Gesù Cristo, la Chiesa non può
che incarnarsi nelle forme multiple che esprimono il suo essere profondo per tutti. La trasgressione delle discipline istituzionali, che viene vissuta dalle
comunità di base o dai cristiani
di diverse Chiese unite nell’evangelizzazione e nell’impegno socio-politico di liberazione, ne è
altresì un segno.
E’ dunque necessario, nel nostro tempo, assumere di nuovo
un autentico impegno ecumenico che affermi:
a) la santità di Dio, cioè il
fatto che Dio non può avere vicari, ma solo testimoni;
b) l’autorità sovrana della
sacra Scrittura;
c) la grazia di Dio la quale
deve essere sempre ricevuta e di
cui dobbiamo solo testimoniare;
d) l’appello ad una riforma
continua di tutta la Chiesa;
e) il sacerdozio universale
dei credenti e la loro piena responsabilità di popolo di Dio nel
governo della Chiesa.
a cura di Renato Cofsson
Scambi Madagascar
e Svizzera remanda
(SPP) — Una quindicina di pastori e laici malgasci soggiorneranno l’autunno prossimo in
Svizzera per un periodo di tre
settimane ospiti di altrettanti pastori e laici svizzeri che l’anno
prossimo restituiranno la visita
ai loro colleghi in Madagascar. E’
questa una iniziativa promossa
dal Dipartimento Missionario Romando sotto gli auspici della
CEvAA.
Questa iniziativa mira a rendere reale quello scambio ed arricchimento reciproco che si può
avere nell’incontro di chiese diverse ma unite nella stessa fede e
comunione nella CEvAA.
Ortodossi russi:
nuove prospettive
Per il colloquio
Jean-Marc Droin
presidente
(KEL News) — Il Governo
russo ha deciso di restituire a
fini ecclesiastici uno storico monastero situato nel centro di Mosca che per gli ultimi 50 anni era
stato usato per fini politici. Si
tratta del Monastero Danielovsky. il più vecchio edificio monastico della regione della capitale.
Contro i Cruise nel Regno Unito
L’Assemblea Generale della
Chiesa Riformata Unita di Inghilterra, riunita in Brighton dal
23 al 27 maggio 1983, ha votato
il seguente o.d.g. sul problema
della pace e del disarmo:
« L’Assemblea Generale dichiara la sua ripugnanza verso ogni
forrna di guerra e la sua piena
adesione alla volontà di costruire la pace come vocazione cristiana centrale al Vangelo di Gesù Cristo, il Principe della pace.
In particolare l’Assemblea Generale rivolge appello alle Chiese e ai loro membri, affinché:
Un metro per valutare Vancouver
(segue da pag. 1)
(nostra o altrui) bensì la riformabilità della chiesa, l’esigenza cioè
che la comunità dei credenti a
tutti i livelli e in tutte le sue
espressioni, venga in permanenza ri-formata secondo la Parola
di Dio. Per noi riformati l’importante è di capire se a Vancouver
(e in generale nel dibattito ecumenico) ci lasciamo imprigionare nello schema del confronto
fra tradizioni, o se riusciamo ad
affermare la riformabilità della
chiesa come un miglior centro di
coagulazione della sua unità.
linea biblica ma senza pregiudizi
tradizionalisti.
Evangelizzazione
Il culto
Occorrerà prestare attenzione
alla « vita liturgica » di Vancouver. Probabilmente potranno farlo solo i presenti, perché poco
ne trasparirà dai resoconti dei
giornali. In molti ambienti esiste un’esigenza di rinnovamento delle forme idei culto: l’Assemblea del Consiglio Ecumenico è
certo un luogo dove si può partecipare à culti strutturati in modo diverso da quelli — talora
molto stereotipati — che ci
sono consueti. Quali di queste nuove forme saranno genuine e quali artificiali? Quali
saranno risposte provenienti dai
credenti all’invito « Venite, adoriamo il Signore » e quali saranno dei meri espedienti tecnici
per movimentare la gente? Sarà
importante parteciparvi in uno
spirito critico ma aperto, in una
Se l’Assemblea sarà fedele all’ispirazione del testo biblico
«che tutti siano uno affinché il
mondo creda » non potrà non
soffermarsi sul tema della evangelizzazione L’ecumenismo non
è una confluenza di apparati e di
dirigenze, ma una comune testimonianza all’unico Signore. L’Assemblea di Melbourne, tre anni
fa, ha detto cose importanti sul
tema della missione e della evangelizzazione, sull’evangelo annunziato ai poveri, sulla necessità
della concordanza tra parole e
atti, tra predicazione e vita, tra
opera di testimonianza e lotta
per la giustizia. Non credo che
l’Assemblea di Vancouver vada
giudicata sulla sua capacità di
dire cose nuove in questo campo, bensì sulla sua capacità di
incorporare quei concetti in tutto il proprio lavoro e in tutte le
proprie decisioni.
di armi nucleari, la più grossa
pattumiera di residui radioattivi
e il luogo in cui con la massima
tracotanza le potenze nucleari
continuano i loro esperimenti in
spregio alla volontà, alla salute,
agli interessi degli abitanti delle
isole oceaniche. Il Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico
ha chiesto che rappresentanti di
questi gruppi siano specialmente invitati ad esporre all’Assemblea i loro problemi e le loro richieste. Saprà l’Assemblea prendere le difese di questi « minimi », non in astratto ma con indicazioni precise? Vorranno poi
le chiese impegnarsi ad agire o
si contenteranno di dichiarazioni di solidarietà?
Nuovo Comitato
Centrale
I minimi
L’Assemblea avrà luogo non in
un posto qualsiasi, ma in Canada
e sulla costa del Pacifico. Avverrà cioè in un paese dove esistono tensioni razziali tra la maggioranza di origine europea e gli
indigeni, gli « indiani ». Avverrà
sulle rive di un oceano che è di
gran lunga il più grosso deposito
Vancouver sarà anche l’occasione di decisioni di politica ecumenica. Un nuovo Comitato Centrale sarà eletto, al quale toccherà tra due anni nominare il
nuovo Segretario (o Segretaria)
Generale. La composizione del
nuovo Comitato Centrale permetterà forse di capire dove si
avvia il Consiglio Ecumenico: se
verso una concentrazione di potere nelle mani di grosse gerarchie ecclesiastiche o verso una
partecipazione più autentica, più
paritaria, meno subordinata, delle chiese piccole, minoritarie,
marginali.
Aldo Comba
Questa risoluzione, approvata
con 381 voti a favore e 180 contrari dopo ampio e approfondito dibattito, è stata presentata
dai rappresentanti delle provincie meridionali e del Galles, ed
ha sostituito una risoluzione presentata nel rapporto ufficiale dell’Assemblea a favore invece del
congelamento dell’attuale assetto
nucleare mondiale e di un progressivo disarmo plurilaterale in
base a precisi accordi intemazionali.
fondato nel 13" secolo dal principe Daniele figlio di Alessandro
Nevsky.
La Chiesa Ortodossa Russa
prevede un vasto programma di
rinnovamento e di ricostruzione
che comincerà già nel corso dell’estate e terminerà nel 1988. Nel
complesso del monastero si stabilirà la residenza ufficiale del
patriarca e verranno centralizzati tutti gli uffici che sono ora
molto dispersi.
Tre altre chiese nelle immediate vicinanze del monastero saranno anche loro restituite al culto dopo diversi decenni di chiusura.
Mozambico: richiesta
di pari trattamento
CHIESA RIFORMATA UNITA D’INGHILTERRA
a) si oppongano all’uso dell’energia nucleare per scopi bellici ;
b) si adoperino per la rimozione dal territorio nazionale di
armi nucleari e, in particolare,
si oppongano alla installazione
di missili Omise nel Regno Unito;
c) facciano pressione per la
sospensione della produzione e
del commercio di armamenti nucleari da parte del governo britannico e per la cancellazione
del programma proposto per i
sottomarini Trident D 5;
d) si adoperino per la fine
immediata della corsa agli armamenti, raggiungibile per mezzo di un disarmo multilaterale.
E come primo passo verso questo obiettivo richiedano una rinuncia immediata da parte del
Regno Unito al proprio potenziale nucleare esistente;
e) concretizzino la propria
consacrazione cristiana alla pace;
1) approfondendo la comprensione del senso di questa vocazione;
2) incoraggiando ogni iniziativa volta alla affermazione della
pace ad ogni livello, prendendovi parte attiva;
3) sostenendo il lavoro delle
Nazioni Unite, in particolare per
mezzo dell’azione delle associazioni locali delle N.U. ;
4) sostenendo infine ogni, concreta azione per la pace, mediante una costante preghiera di intercessione ».
(Soepi) — I rappresentanti delle comunità religiose del Mozambico si sono recentemente incontrati con i dirigenti del Frelimo
e con il presidente Samora Machel. Le comunità cattoliche, protestanti, islamiche e hindú hanno chiesto l’applicazione della libertà religiosa, l’accesso ai mezzi
di comunicazione di massa e liberi scambi con l’estero; da parte
loro si sono impegnate a sostenere lo stato nelle sue responsabilità sociali.
Il vescovo cattolico, che parlava a nome dei 2.400.000 cattolici
romani, ha riconosciuto che la
sua chiesa aveva commesso degli
errori nel passato, perché era stata troppo legata al potere coloniale portoghese, ha però ricordato tutta l’opera sociale nel
campo medico e scolastico portata avanti dai cattolici. Si è anche fatto criticare quando ha
chiesto uguaglianza di trattamento: gli è stato ricordato che sotto il regime coloniale la chiesa
cattolica era la sola a godere privilegi.
Il portavoce delle chiese protestanti (605.000 membri) ha affermato che le naziofializzazioni nel
campo delle scuole e degli ospedali, avevano « demoralizzato e
spaventato » i cristiani, dando la
impressione che è incompatibile
essere al tempo stesso cittadini e
membri di chiesa.
Il rappresentante dei musulmani (1.200.000) ha lamentato diversi incidenti; in alcune provincie
diversi fedeli sono stati costretti a mangiare nel tempo del Ramadan e del maiali sono stati introdotti in alcune moschee.
La Cróce Blu
ha cento anni
(BIP) — Più di 5.000 persone
venute da tutta la Francia hanno
festeggiato a Parigi il 1“ centenario della Croix Bleue.
Il tema dell’incontro « Ieri l’alcool... e domani? » indicava chiaramente la volontà di questo movimento di essere proiettato verso il futuro e non ripiegato su se
stesso.
Nei discorsi sono stati ricordati gli obiettivi dell’associazione;
soltanto l’astinenza totale e definitiva può aiutare coloro che sono dipendenti dall’alcool.
La lotta contro l’alcool, è stato
detto, non ha però senso se non
diventa anche lotta contro le cause dell’alcolismo.
« Fra le cause deU’alcolismo,
accanto ai fattori economici e sociali, esistono un certo numero
di complicità che bisogna identificare e denunciare. Vi sono interessi e profitti che possono spiegare l’ampiezza del fenomeno in
Francia ». La segreteria generale del movimento ha auspicato
una legge contro la pubblicità
nociva.
Si calcola che il numero degli
alcolizzati in Francia sia intorno
ai 5 milioni di cui 800.000 donne.
5
29 luglio 1983
obiettivo aperto 5
Losanna 1927
NUOVA DELHI 1961
UPPSALA 1968
Melbourne 1960
■'Ì
A
LE TAPPE DEL CAMMINO ECUMENICO CHE HANNO PRECEDUTO L’ASSEMBLEA GENERALE DI VANCOUVER
----- ~ ^
Da Amsterdam a Nairobi
Amsterdam 1948
« Disordine dell’uomo
e disegno di Dio »
Il mattino del 23 agosto 1948
in Amsterdam, l’arcivescovo di
Canterbury, GeofCrey Fisher, annunciò l’adozione all’unanimità
della risoluzione che sanciva la
formazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese e chiese quindi
un momento di raccoglimento in
preghiera.
Molti manifestarono la loro
sorpresa constatando come i 351
delegati di 147 chiese seppero trovare un accordo e accettarono le
loro differenze sui punti di capitale importanza. L’accordo teologico fu raggiunto nel quadro della discussione del sottotema:
(( La chiesa universale nel disegno di Dio ». L’accento fu messo
sulla relazione fra l’unità, il rinnovamento e la responsabilità
tra le chiese e tra le chiese ed il
mondo. Per ciò che riguarda razione, il tema fu ripreso dalle sezioni incaricate di trattare del
« disordine nella società » e del
i( disordine internazionale ». A
parte l’impegno di aiutare i rifugiati le due sezioni non poterono che definire i criteri dell’azione comune, lanciare l’idea di una
società cosciente della sua responsabilità (prima sezione) e il
rifiuto della guerra e dell’allineamento con ogni specie di sistema
politico (seconda sezione).
Possiamo anche ricordare l’Assemblea di Amsterdam per la sua
vigorosa riaffermazione dell’importanza della missione. La sezione incaricata del tema « La testimonianza della chiesa nel disegno di Dio » dichiarò che quella
Assemblea era « l’inizio di una
nuova era per l’attività missionaria ». D’altra parte, il fatto che
la maggioranza dell’Assemblea
fosse composta da ecclesiastici fu
criticato allorché la sezione cercò
di accrescere la partecipazione
dei laici nell’evangelizzazione e
nelle attività della chiesa.
Evanston 1954
« Cristo,
sola speranza per il mondo »
Il tema dell’Assemblea, ottimista e tuttavia pieno di esigenze,
diede il tono all’Assemblea durante la quale le chiese si impegnarono a «crescere insieme». La
dimensione della crescita però,
diventò un punto di divergenza
tra le posizioni americana ed europea, portando ad un dibattito
su un tipo di teologia, definito
più tardi dall’arcivescovo di Canterbury, M, Ramsey, come « oscuro e incomprensibile ». I movimenti « Fede e costituzione » e
« Cristianesimo pratico » sembravano avere agito autonomamente mentre il peso della teologia
Nei giorni in cui si apre a Vancouver, Canada,
la VI Assemblea del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, tentiamo di dare ai nostri lettori una visuale panoramica del cammino ecumenico.
Da una parte pubblichiamo l’essenziale di una
descrizione sommaria delle 5 assemblee che hanno
preceduto Vancouver, da Amsterdam a Nairobi,
comparsa sull’ultimo numero del SOEPI, il bollettino del CEC.
Dall’altra riproduciamo uno schema (tratto da
« Protestanti perché », di Giorgio Girardet, Claudiana 1983) che mostra visivamente il convergere
via via delle varie linee di cooperazione ecumenica
che in parte si erano incontrate nella grande as
semhlea di Edimburgo 1910 ma che solo più tardi
verranno a far parte del Consiglio Ecumenico costituitosi ad Amsterdam nei 1948. Delle molte conferenze intemazionali che hanno punteggiato la vita delle varie organizzazioni e del Consiglio Ecumenico ricordiamo le ultime tre dopo Nairobi:
Bangalore 1978, conferenza di «Fede e Costituzione », il dipartimento teologico del CEC, sul tema
della Conciliarità; Boston 1979, conferenza intemazionale sul tema «Fede Scienza e Futuro» (il cui
rapporto è stato pubblicato dalla Claudiana); Melbourne 1980, conferenza della Commissione «Missione ed evangelizzazione » sul tema « Venga il tuo
Regno ».
europea metteva in guardia contro l’esagerazione del ruolo dell’uomo nel realizzare « la speranza del mondo » di ispirazione divina. Il Consiglio tuttavia si impegnò largamente ad agire ed a
definire la « speranza » in termini più pragmatici mentre le superpotenze si affrontavano nella
« guerra fredda ». Il presidente
americano Dwight Eisenhower e
il segretario delle Nazioni Unite,
Dag Hammarkjold, con la loro
presenza, diedero un’ulteriore
imnortanza alla riunione. Le sezioni che non avevano dei temi
strettamente connessi al tema
principale, avevano ricevuto
mandati più precisi e furono più
sfumate nel definire i problemi.
I loro rapporti finali, più che ad
Amsterdam, misero l’accento più
sul servizio che sulla missione
pur dando una maggiore attenzione al tema dell’evangelizzazione nella società.
Nel quadro di questo tema, tutta una sezione fu dedicata al tema: « I laici: il cristiano nella
sua vita professionale ». La dii?h|arazione sul sottotema « I cristiani alla ricerca della comunità mondiale » chiese pace e
giustizia internazionale; le nazioni dovevano disarmare e riconoscere il ruolo potenziale delrONU. L’attribuzione ad una sezione del nuovo problema delle
tensioni razziali ed etniche portò
alla formazione di un dipartimento del CEC.
Nuova Delhi 1961
« Gesù Cristo Luce del mondo »
Una delle nuove chiese-membro, la Chiesa Ortodossa russa,
portò a duecento i membri del
Consiiilio. Gli inizi ecumenici-degli Ortodossi russi e dell’Europa
dell’Est, ebbero una importanza
capitale per numerosi delegati:
« Se accettiamo questa favorevole occasione », dichiarò il segretario generale W. A. Visser’t
Hooft. « il nostro compito ecumenico non diventerà più facile,
ma ne usciremo particolarmente
arricchiti ».
Le sezioni dedicate alla testimonianza, al servizio ed all’unità
— che si erano distribuite deliberatamente i loro compiti — furono centrate sul riesame delle
attività e su un rinnovato impegno.
Il tono fu dato particolarmente dalla sezione sull’« Unità », che
mise l’accento sull’unità al livello della chiesa locale, seguendo
l’iniziativa della Conferenza di
« Fede e Costituzione » del 1960
suH’ecumenismo.
Durante una riunione di « Fede
e Costituzione » una messa in
guardia fu fatta da Philip Potter,
allora presidente della Federazione Universale delle associazioni
cristiane degli Studenti. I giovani che formeranno l’avvenire del
movimento ecumenico, dichiarò,
sono stati scoraggiati dalla lentezza colla quale progredisce la
unità e delusi da un movimento
ecumenico trincerato nelle istituzioni ecclesiastiche e nella teologia scolastica. Parlò davanti ad
una assemblea sensibile alla partenza defia vecchia guardia ecuméifica'iàle mirìacciava di aggravare il disaccordo teologico di
Evanston. Questa messa in guardia sarà ripresa dai giovani stessi nell’Assemblea di Uppsala.
Uppsala 1968
« Ecco, faccio nuova ogni cesa »
Il tema ebbe un’importanza
centrale. W. A. Visser’t Hooft, ex
presidente onorario e ex segretario generale del CEC, dichiarò
che « numerosi erano coloro che
dubitavano dell’importanza del
movimento ecumenico e che se
ne allontanavano con delusione ».
E. Carson Blake, il nuovo segretario generale, chiese all’Assemblea di « correre i rischi richiesti
per un vero rinnovamento della
chiesa e del Consiglio» e numerosi membri dichiararono che la
struttura dell’Assemblea doveva
essere rinnovata prima di ogni
cosa. I circa 150 giovani espressero il loro parere sull’appello al
rinnovamento. Delusi dalla procedura nesantp, riuscitòno ad ot
tenere 3 posti in ognuno dei 2 comitati di esame delle direttive
deH’Assemblea, ma non riuscirono ad ottenere un diritto al voto.
Uppsala non fu un’Assemblea
importante per la sua analisi della chiesa, bensì per l’esame approfondito della situazione e della rapida evoluzione del mondo.
Una critica del sistema economico, fatta in parte dal dirigente
■dello Zambia Kenneth Kaunda
suscitò un impegno a favore dei
poveri e degli oppressi.
La prima delle sezioni che abbordava il tema « Sviluppo mondiale economico e sociale » chiese che una parte delle risorse
delle nazioni ricche fosse devoluta alle nazioni povere, che fossero migliorati gli accordi commerciali, che venisse attuata una riduzione delle spese per gli armamenti e promossa la pianificazione familiare. La sezione « economica » sulla « giustizia e la pace negli affari internazionali »
condannò con vigore il razzismo
e promosse una clausola a favore dell’obiezione di coscienza.
Nairobi 1975
« Gesù libera e unisce »
L’atmosfera dell’Assemblea di
Nairobi fu più calma di quella di
Uppsala. Un’Assemblea prudente,
sì, ma che non rifiutò le posizioni
adottate dal CEC in precedenza.
L’Assemblea fu caratterizzata
dairautocritica. Borgess Carr, segretario generale della Conferenza delle chiese di tutta l’Africa
criticò i paesi del terzo mondo
ifermatisi alla prima « liberazione » e incapaci di andare oltre
per instaurare un governo efficiente.
Robert Me Afee Brown, deplorando profondamente l’attività
degli Stati Uniti in Asia ed in
America Latina, dichiarò: « Guardiamo prima la trave nel nostro
occhio prima di vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino ».
Prendendo come base questa autocritica, l’Assemblea difese vigorosamente i diritti dell’uomo in
altre parti del mondo e approvò
diverse dichiarazioni sul Medio
Oriente, Gerusalemme, l’Angola,
il Sud Africa, l’America Latina, il
Timor Orientale. Ci si chiese però se fosse opportuno fare dichiarazioni che avrebbero potuto
mettere in pericolo la vita e Fazione di cristiani in questi paesi.
La discussione che ne seguì arrivò ad un punto cruciale quando
una lettera che protestava contro la persecuzione dei cristiani
sovietici, fu pubblicata nel giornale dell’Assemblea. Dopo un Itmgo dibattito la richiesta di consultazioni avanzata sulla clausola
riguardante la «libertà religiosa»
negli accordi di Helsinki fu
accolta pur con importanti astensioni.
La sezione « Confessare Cristo
oggi » si riunì alla luce del Congresso di Losanna durante il quale l’importanza dell’« Evangelizza.zione » era stata ribadita. La
maggior parte dei delegati del
terzo mondo la riaffermarono
con vigore, come parte totale dell’attività missionaria dell’« uomo
interamente nel mondo ».
« Le esigenze dell’unità » fu il
tema di una delle sezioni giudicata tra le più importanti, che
collegava la « Comunità conciliare » del CEC con i sacramenti da
tutti accettati.
La questione dell’« Evangelizzazione» fu ancora evocata nella
sezione intitolata « alla ricerca di
una comunità », ricerca comune
per gli uomini di diverse fedi, culture e teologie. I cristiani cercavano forse un compromesso spirituale? L’Assemblea raccomandò
alle chiese il dialogo per rendere
giustizia al rapporto esistente
tra unità dell’umanità e unità
della chiesa. Le discussioni nel
quadro del sottotema « Educazione in vista della liberazione e
della comunità» rimisero in questione una interpretazione semplicistica della « Liberazione » e
permisero di definire i mezzi per
evitare che l’educazione alieni
l’individuo dalla società, dalla
cultura e da Dio.
La sezione « Strutture d’ingiustizia e lotte per la liberazione »
fu la più popolare. Discussioni
attorno ai temi: « razzismo »,
« sessismo » e « diritti dell’uomo»
impegnarono i delegati. Tutti riconobbero la necessità d’una informazione più completa sulla
violazione dei diritti fondamentali.
La sezione « Sviluppo dell’uomo, ambiguità del potere, della
tecnologia e della qualità della
vita » si ispirò al discorso di Robert Birgh, biologo australiano
che, descrivendo la civiltà come
un « brontosauro totalmente inadatto ai bisogni della sopravvivenza » chiese un riesame teologico dei problemi della scienza e
della fede. La sezione pubblicò
numerose raccomandazioni sulle
cause della rivoluzione tecnologica e sui rimedi da impiegare
per favorire la dignità umana.
6
6 cronaca delleVaUi
29 luglio 1983
f
Partecipi?
TORINO - MOSTRA DI CALDER
Calder: uno scultore che
scopre la gioia delio spazio
4^ Straperrero
Nel numero precedente P. V.
Rostan riferiva delle vivaci prese di posizione suscitate in Torre Pellice dalla decisione della
Giunta di ampliare l’isola pedonale al primo tratto di via Repubblica. Mercoledì sera il Consiglio Comunale a larghissima
maggioranza ribadiva la scelta,
per cui la nuova isola pedonale
si farà, ma alla condizione di sottoporla a verifica entro la primavera '84.
Questa materia per il modo come si è articolata merita alcune
considerazioni: gli atteggiamenti
emersi non sono casuali, e se non
si trovano dei modi per stabilire
precedentemente un dialogo è
probabile che ancora in futuro
scoppino altri dissidi.
Una prima considerazione può
partire dal modo come il cittadino partecipa. Il Sindaco notava che le sedie a disposizione del
pubblico erano in questa occasione occupate, contrariamente
al solito. Questo significa che l’interesse c’è, ma solo quando si ritiene che il proprio sia messo in
discussione, per il resto non viene recepita l’importanza di essere maggiormente presenti nel dibattito sulla gestione pubblica
come un preciso diritto del cittadino.
Come secondo punto, vorrei
mettere in risalto la complessità
del problema che tocca diversi
aspetti complementari tra di loro.
Anzitutto il ricupero della funzione di “Centro Storico’’ è di
fondamentale importanza: esso
deve avere una sua linea di sviluppo coerente anche se occorreranno anni o decenni per la
sua attuazione. Si deve quindi
parlare di risanamento oltre chedi strategia urbanistica (...a fianco dei divieti ci devono essere
adeguate linee di scorrimento e
parcheggi sufficienti). Tutto questo è legato alla funzione che si
vuole dare a Torre Pellice. Se si
ritiene che la cittadina abbia un
suo ruolo turistico da giocare,
tenendo presente quelle che sono già attualmente le componenti nazionali e internazionali di
questa presenza, ne deriva che al
turista devono essere offerti adeguati spazi in cui si possa muovere liberamente.
Di questo approfondimento
preventivo e quanto mai necessario, se non vado errato, non
v’è stata eco. C’è quindi da ritenere che anche gli strumenti che
l’ammiriistrazione si è data con
la costituzione delle Commissioni Consultive, non abbiano colto
l’importanza di avviare per tempo questo dibattito.
Di questo problema di partecipazione dovrà ben farsi carico
l’amministrazione stessa. Amministrare oggi è ^ià difficile, ma
senza la sensibilizzazione delle
parti sociali interessate è un’impresa più che ardua. È altresì
chiaro che discutere di valorizzazione del centro storico, significa
anche fare un discorso approfondito sulla distribuzione negli anni ’80, sulla capacità di adeguare
l’impresa commerciale o artigianale alle nuove esigenze...
In questa scelta tecnica della
pedonalizzazione, vi potrebbero
ancora essere altre varianti, sul
cui merito varrebbe la pena di
tentare una valutazione, come ad
esempio la chiusura al traffico
per periodi limitati nell’anno (es.
la stagione turistica) oppure alle
ore di vero interesse nell’ambito
della giornata. C’è da augurarsi
quindi che da questa esperienza
tutte le componenti possano trarne delle deduzioni utili. La capacità di dialogare democraticamente senza squalifiche non è
una cosa innata ma una conquista lunga e faticosa.
Adriano Longo
Pago un biglietto ed entro nel
mondo di Calder: sento un inserviente vietare di « soffiare » sui
« Mobiles », han deciso di lasciarli fermi, di vietare quel movimento di pesi, giunture, contrappesi, tutto fìsico, tutto vitale che
è (dai disegni deH’adolescenza alle più mature opere monumentali) la chiave di volta e la più
fortunata sintesi di « esprit de
fìnesse » e « esprit de géométrie »
dell’arte contemporanea.
Quest’idea di fermare i « Mobiles» mi sembra, più che sciocca, temeraria e così « anti-calderiana » che nessuna maglietta
personalizzata, o manifesto a sei
colori potrà compensare. Un’opera di Calder ferma non esiste; è
un cavallo da corsa imbalsamato.
Ma superiamo questo disagio
da visitatori di «Museo-celebrativo » in cui la cristallizzazione
dell’opera d’arte è talmente radicata da invadere e permeare anche le iniziative più interessanti
(come questa), per accostarci a
questo « vecchio ragazzo » dell’arte, a questo spiritoso giocattoliere, a questo ingegnere del circo, a questo « sprovveduto » americano che come un « innocente all’estero» approda nel 1926
al macerato e contraddittorio
mondo della avanguardia europea, infaticabile curioso. Sì. Calder guarda e ascolta. E poi trasforma. Trasforma in fìl di ferro a tre dimensioni il tratto nero
di Matisse. Con animo da fantasista vorrebbe accelerare in movimenti reali i rettangoli aurei di
Mondrian. Si impossessa dello
spirito del Bauhaus, ne fa «scempio» e lo interpreta negli anni:
tappeti, aviogetti e BMW-Rally
con maquillages irripetibili ben
più vicini al gioco del make-up
che all’industrial design. Calder
gioca con la meccanica e con
l’astronomia, riempie con la sua
assimilazione di cultura europea,
opere che parlano di spazi « americani », liberi, aperti, viventi
proprio nel loro continuo mutare.
Il suo universo tolemaico mostra subito la corda delTironia
perché una leggera brezza lo può
mutare. Basta soffiare su un
« universo mobile » per cogliere
Viaggio
in Germania
Riteniamo sia viva in tutti la
coscienza che il sacrifìcio di migliaia di persone nei campi di
sterminio nazisti non debba essere ignorato o dimenticato; si
deve ricordare e conoscere per
sentirsi impegnati ad agire per
impedire che si ripetano tali atrocità.
Per questo la Comunità Montana Val Pellice informa che l’Associazione Nazionale ex deportati
politici nei campi nazisti organizza un viaggio culturale in Germania allo scopo di visitare i campi di: Flossenburg - Buchenwald
- Sachsenhausen - Ravensbruck Dachau.
Durante il viaggio (in autopullman G.T.) che durerà da giovedì 1° settembre a martedì 6 settembre (compresi) si toccheranno Monaco, Weimar, Berlino e
Norimberga.
La quota di partecipazione è
di L. 490.000.
Le iscrizioni si effettuano presso la Agenzia Prejus Viaggi ■ C.so
Susa, 20 - 10198 Rivoli (Torino) Tel. (011) 9587857 - 9587859 9580946 hno all’8 agosto 1983.
subito le infinite modificazioni
possibili. Qualcuno cita Calder
come innovatore della scultura.
Porse l’ipotesi è riduttiva. Calder
non si limita a creare presenze
nuove nello spazio, ma coglie la
essenza stessa dello spazio, la sua
modificabilità continua. Il suo è
uno spazio-gran circo in cui agire
e muoversi ironicamente. Lo spazio non è più un « vuoto », ma
un’atmosfera in cui vanno rispettate tutte le leggi fisiche. Leggi
che valgono per il movimento
dei pianeti e per il gioco sublime
del trapezio.
Finora una cronaca di emozioni suscitate in un profano. Ma
Alexander Calder non è solo un
« Don Giovanni » dell’arte che,
impotente di fronte al mondo delle idee, gioca con se stesso (anche se con grande fair play). Calder mostra in ogni momento della sua opera una profonda capacità di esprimere un valore etico;
la gioia. La gioia di cogliere nelle
leggi fisiche e nell’uomo e anche
nell’angosciata civiltà del XX secolo, l’eros e l’innocenza. La gioia
di riproporre continuamente questi valori.
E troviamo così l’eros d’una
innocente figura femminile costruita con un unico ferrigno
tratto. Un tratto che sottolinea
non i pieni, ma i vuoti ed evidenzia gli attributi primari della
idonna-madre liberandola però
dal peso della pietra e del legno
delle statue stateopige (così care al giovane Modigliani e al Picasso del periodo « africano »
ormai remoto). E allo stesso modo troviamo il valore morale
della innocenza nella costruzione
di un intero circo, tutto mobile, capace di mille rappresentazioni (dal mangiatore di spade
ai famosi trapezisti, dalle foche
con la palla al lanciatore di coltelli), un circo nato dalla gioia
della favola e da umili oggetti
(spago, stoffe, fìl di ferro, tappeti, ecc.) che diventano allegria in un mondo in cui è concesso sorridere e giocare.
Un’etica dell’ottimismo dunque
quella di Calder. Fiducia, appena velata di ironia, di poter conquistare sempre nuove frontiere.
La Mostra, di circa 500 pezzi,
segue passo passo la vita, i grandi temi e l’evoluzione dell’autore. L’allestimento è tecnicamente
perfetto. L’invito dunque è non
tanto di badare alle critiche e
alle recensioni, ma di andare a
respirare la giocosa aria pura
di Calder. Paolo Cerrato
PERRERO - La 4“ Straperrero, camminata non competitiva
di 5 Km. avrà luogo sabato 6
agosto, con inizio alle ore 17.
L’incasso andrà a favore della
Croce Verde e del Centro Handicappati.
Approvato il
rendiconto
finanziario 1982
TORRE PELLICE
Consiglio comunale
Comunità Montana
Val Pellice
Afosa serata quella di mercoledì 20 luglio al consiglio comunale, parecchi uditori polarizzati
dal tema della zona pedonale
(vedi «Alle Valli oggi»). Ecco
le decisioni più significative.
Tramite la Provincia sarà
finalmente possibile acquisire
quella parte della Caserma Ribet di proprietà dell’esercito (all’incirca la metà più il terreno
appartengono al Comune). E’ da
15 anni che le pratiche per l’acquisto sono state iniziate ma le
semestrali revisioni del prezzo
da parte deH’Ufficio Tecnico Erariale non hanno mai permesso
di poter concludere. L’immobile
dopo ristrutturazione sarà utilizzato per fornire al Comune dei
servizi ormai indispensabili.
Il Centro Socio-Terapico (già
Centro di Lavoro Protetto) avrà
una nuova sede, in un bel terreno in zona San Ciò, dove saranno sistemati prefabbricati convertibili per più usi.
Per quanto riguarda i rifiuti
solidi urbani, il consiglio ha ap
rifiuto del comune di Angrogna
di dare l’assenso ad iniziare il
percorso sul proprio territorio,
ha rinviato una decisione in merito. L’ipotesi era di raggiungere la Sea, arrivare dietro al Castelluzzo e poi scendere nel territorio di Villar.
A. L.
L’assemblea dell’USSL 42 ha
approvato il consuntivo 1982, che
si aggira sui 7 miliardi, e ha
dato parere favorevole all’istituzione di 9 posti nella pianta
organica dell’ospedale di Pomaretto.
Come già in sede di approvazione del preventivo, la relazione
introduttiva si è soffermata sulle difficoltà che incontra l’USSL
nel suo funzionamento: forte riduzione dei contributi, blocco
delle assunzioni e delle sostituzioni, continuo aumento della
spesa farmaceutica.
A tutto questo si sono aggiunte complicazioni nei rapporti
con l’ospedale di Pomaretto —
rapporti comunque di cordiale
collaborazione, ha precisato il
presidente — che derivano dalla
coabitazione sul territorio dell’ente pubblico che paga i servizi e della struttura privata che
li fornisce.
L’aumento della pianta organica, pur aumentando i costi,
dovrebbe consentire di rispondere favorevolmente alle richieste di una parte della popolazione, consentendo ad esempio i
prelievi nella vai Chisone, in attesa dell’approvazione di una
precisa convenzione.
In autunno tutta la questione
sarà riveduta ad un livello generale per una nuova sistemazione
dei rapporti reciproci, intanto
c’è da sperare che le istituzioni
della chiesa valdese non siano
viste dai pubblici amministratori come una delle tante macchinette mangiasoldi di cui purtroppo l’Italia è piena.
provato gli aumenti per il 1984
(media 15%) con alcuni sgravi
per le pensioni sociali ed abitazioni sino a 50 mq.
Una notizia interessante : d’ora
innanzi sarà possibile disfarsi di
oggetti ingombranti (lavatrici,
frigoriferi usati) prendendo contatti col municipio che farà provvedere all’asportazione.
Circa l’autorizzazione di percorsi fuori strada (per moto) richiesti a gran voce dai motoclub, l’amministrazione dopo il
VASTA PRODUZIONE
croci
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Giornata del Rifugio
Re Carlo Alberto
domenica 31 luglio 1983
Avrà luogo come di consueto nel pomeriggio l’intrattenimento con buffet e bazar.
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7
5^' 'r
29 luglio 1983
cronaca delle Valli 7
50» ANNIVERSARIO DEL COLLE DELLA CROCE
Incontro nella bufera
Evangelici italiani e francesi si
sono ritrovati anche quest’anno,
la penultima domenica di luglio,
al Colle della Croce.
Ricorreva il cinquantenario di
questa tradizionale rencontre,
per la qual occasione un migliaio di persone sono salite, un
po' dalla Francia, un po’ dalla
vai Penice, per ricordare insieme quell’avvenimento, e per testimoniare la propria fede comune.
A guastare rincontro è venuta una bufera di pioggia e vento, che ha fatto fuggire subito
dopo il culto la maggior parte
dei convenuti.
I pochi rimasti al Colle haimo
ancora avuto tempo di fraternizzare durante la consumazione
del pranzo, ma poi anche loro
hanno dovuto lasciarsi anzitempo rispetto al programma stabilito, vinti dal vento molto forte,
dalla pioggia e dal freddo.
II tempo inclemente ha permesso appena di sentire l’annunzio del messaggio durante il culto e di celebrare la Santa Cena.
Il culto è stato condotto dal
past. Claudio Pasquet di Bobbio
Penice, che ha curato la parte
liturgica, e dal past. Gilles Pivot
di Briançon.
Il past. Pivot ha meditato il
testo di Atti 11: 19-24 (Barnaba
che è mandato ad Antiochia, ove
USL 42 - VALLI
OH ISONE-CERM ANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Veroe;
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 31 LUGLIO 1983
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Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile),
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
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Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
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DOMENICA 31 LUGLIO 1983
Torre Pellice; FARMACIA MUSTON,
i/ia Repubblica, 22 - Tel. 91328.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre, Pellice; telaio
no 91.996
esiste una piccola ma attiva comunità cristiana), passo biblico
che gli ha dato spunto per parlare della testimonianza nella
realtà delle nostre città, e per
riaffermare la necessità che il
messaggio del Vangelo venga annunziato con tutte le forze che
si hanno, per quanto scarse esse
siano, in mpjdo che ima comunità cristiapà Sia sentita come forza viva all’intèrno del mondo.
Scesi al Prà, gli evangelici italiani nel pomeriggio si sono ancora riuniti in discreto numero
per ascoltare la comunicazione
del past. Bruno Rostagno, le cui
parole avrebbero dovuto dare ai
francesi, secondo il programma
originario, un quadro dei problemi che le chiese protestanti
italiane devono affrontare.
Seppure i naturali interlocutori del discorso mancavano,
quanto detto dal past. Rostagno
non è stato inutile, poiché ha
rammentato ai presenti i nodi
che le chiese evangeliche italiane
dovranno cercar di sciogliere per
poter meglio svolgere la propria
opera di testimonianza.
Sono questioni grosse, che meriterebbero ciascuna un discorso a sé, e che sono state oggetto
di riflessione delle nostre chiese
nei mesi passati e che necessariamente dovranno esserlo ancora nel futuro: le intese con lo
Stato, l’impegno per la pace, le
questioni connesse con il catechismo, il culto ed una sua eventuale riforma, la crisi economica e dell’occupazione.
Domenico Abate, veterano della rencontre, con un vibrante intervento rilevava la necessità,
per un credente, della testimonianza della propria fede da condursi nel corso della vita quotidiana, facendo scelte precise,
spesso anche diflìcili, invitando
poi la chiesa a rendersi attenta
ai contenuti ed ai metodi del
messaggio da rivolgere ai giovani.
Indi Abate rievocava brevemente la storia dell’incontro del
Colle della Croce, raccontando
come, partendo dal Convegno
del Castagneto, i giovani evangelici italiani dell’A.C.D.G. si incontrarono per la prima volta al
Colle con i francesi nel settembre 1933, e come questi incontri furono osteggiati negli anni
seguenti non solo da parte delle
autorità fasciste.
Durante rincontro è stato letto un messaggio del Moderatore
della Tavola Valdese, Giorgio
Bouchard, che sottolineava l’importanza della rencontre nell’opera di testimonianza che non
conosce frontiere, momento assai significativo in un tempo di
difficili rapporti intemazionali.
Paolo Gay
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Etica calvinista
e economia locale
Intendo chiarire, in merito all’Incontro avvenuto tra Giunta locale ed operatori commerc'iali, martedì 12 luglio
1983, per dibattere la questione dell'isola pedonale, che i miei interventi
sull’affermazione di un'etica economica protestante qui In loco, non erano
per alcun motivo finalizzati a creare un
atteggiamento di parte puramente confessionale.
Si trattava unicamente di chiarire
alla classe commerciale ed agli amministratori locali, quanto sia importante
arrivare gradualmente a costituire nella concretezza un sistema economico
positivo e produttivo, di cui Calvino
fu enunciatore fin dal secolo XVI,
cosciente già allora di vivere in un'epoca in cui gli uomini si avventuravano
su strade nuove.
Ho inteso parlare, dando delle Indicazioni di iniziative volte al benessere di tutta la collettività locale. Ribadisco che il benessere economico,
che proprio dopo la Riforma caratterizzò la Svizzera, la Germania, I Paesi
Bassi, trasse origine e stimolo dall'etica economica calvinista, rapportato in ogni contesto di praticità di
vita del singolo, caratterizzato da disciplina e rigore.
Non abbiamo alcun diritto di paragonare, nella nostra fraseologia abituale
Torre Pellice a Ginevra; quando nessuna delle strutture al servizio del singolo e quindi della collettività rispecchia la Ginevra perfettamente organizzata a cui Calvino mise le basi
preoccupandosi di dare una risposta
di soluzione pratica al lavoro dell'uomo, al salario, al commercio, al denaro, alla banca.
Chiaramente di ognuna diede una
interpretazione evangelica.
In questi ultimi anni, si è dimenticato qui a Torre Pellice che cosa significhi qualificazione commerciale, artigianale, piccolo-industriale, lasciando
addirittura decadere, senza preoccupazioni di arginature, aziende di prestigio, che avevano qualificato Torre
Pellice in questo ultimo secolo.
Se camminare con i tempi e con
qualifica, richiede all'amministrazione
informazione ed aggiornamento, questa
per il bene pubblico, ha il dovere di
farlo.
Calvino sosteneva che le forze
morali e spirituali, che animano una
società, possono determinarne le proprie condizioni materiali.
Grave dover constatare, che questo
a Torre Pellice non esiste.
Vorrei sottolineare all'amministrazione locale che un’organizzazione sociale può crescere economicamente,
quando gli organi guida, ne creano gli
elementi necessari, al di là delle iniziative private.
Là dove manca ricchezza economica, si deteriorano rapidamente le altre
espressioni fondamento della vita associata.
Calvino sosteneva che è dovere
deH'amministrazione e dello stato, regolamentare le operazioni commerciali,
ma di non limitarne le formule di sviluppo qualificanti.
Cattolico o protestante, spiritualista
0 materialista, il mondo d’oggi deve
a Calvino quanto ha conservato di positivo. Ritengo si abbia il dovere morale di riproporlo.
Daniela Romano, Torre Pellice
Hanno collaborato a questo
numero: Alessandra Del Vecchio - Alfred Janavel - Teofilo Pons - Louise Rochat Bruno Rostagno - Alberto
Taccia - Giulio Vicentini.
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AVVISO DI GARA
Il Rifugio Re Carlo Alberto, Istituto Pubblico di Assistenza
e Beneficìenza con sede in Luserna San Giovanni, indirà una
gara a licitazione privata nei modi di cui all’art. 73 lettera c
(offerta segreta da confrontarsi col prezzo base) del R.D.
23.5.1924 n. 827 e successive modificazioni per la vendita dei
seguenti terreni agricoli siti in Comune di Cavour:
1° lotto mq. 27.344: terreni seminativi - arborati - prato irriguo e
fabbricato rurale;
2” lotto mq. 49.205: terreni seminativi - arborati - prati irrigui;
3“ lotto mq. 23.958: terreni seminativi - arborati;
4” lotto mq. 1.680: terreni seminativi - arborati;
5° lotto mq. 15.630: terreni seminativi - arborati;
6° lotto mq. 7.882: terreni seminativi - arborati;
7° lotto mq. 22.417: terreni seminativi - arborati - con fabbricato rurale.
Tutti gli interessati all’acquisto anche di uno solo dei lotti
sopra indicati devono inviare entro il 30.7.83 richiesta di invito
alla gara redatta su carta semplice indirizzata a: Rifugio Re
Carlo Alberto — località Musset, 1 - 10062 Luserna San Giovanni (To).
La suddetta domanda non vincola l’Ente.
Luserna San Giovanni, 18 luglio 1983
Il Presidente ing. C. Messina
STEREO HI-FI
APPAREGGHIATURE STEREO
PROFESSIONALI
E AMATORIALI
Viale de Atnicis, 27 - Tel. 90.98.60
LUSERNA SAN GIOVANNI
RINGRAZIAIMENTO
I familiari di
Olga Gallian ved. Jourdan
ringraziano per la dimostrazione di
affetto per la cara estinta.
Torre Pellice, 25 iugRo 1983
« Fin qui l’Eterno ci ha soccorso » (I Sam. 7: 12)
II giorno 4 giugno 1983 ha concluso la propria esistenza
Emma Cappon ved. Incelli
Padova, 4 giugno 1983.
« Fammi giustizia, o Eterno,
perch’io cammino nella mia integrità e confido nell’Eterno
senza vacillare » (Salmo 26: 1)
E’ mancata
Lydia Vola ved. Valerio
Ne danno il doloroso annuncio le
figlie; Jolanda col marito Franco de
Ckrli; Costanza col marito Roberto
Peyrot; le nipoti Giulietta con Claudio ed Elisabetta, Bettina con Marco,
Daniele ed Alice, Lucia, Claudia con
Roberto e Stefano; la consuocera
Emilia Albarin ved. Peyrot.
Torino, 21 luglio 1983
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Alessandro Ghigo
commossa per la manifestazione di sim"
patia ricevuta nella triste ora della dipartita del caro marito, papà e nonno
ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al suo dolore ed il personale
delTospedale valdese di Pomaretto per
le amorevoli ' cure prestate nei giorni
di degenza.
Ferrerò, 13 luglio 1983.
(c / morti in Cristo risusciteranno (I Tess. 4: 16)
Il Signore ha improvvisamente richiamato a Sé
Cinzia Notarbartolo
ved. Tedesco
Lo annunciano il figlio Sergio con
la moglie Roberta, le sorelle Emma e
Irma, il fratello Pastore Vittorio Notarbartolo ed i parenti tutti.
Napoli, 20 luglio 1983
RINGRAZIAMENTO
(c Avrete tribolazione nel mondo; ma fatevi animo. Io ho
vinto il mondo »
(Giov. 16: 33)
E’ entrata nella pace del Signore,
in ancora giovane età
Ornella Somma in Malan
I familiari, nell’annunciarne la dipartenza, costernati ma fidenti nell’Onnipotente, ricordano la sua travagliata infermità ed impossibilitati di farlo singolarmente ringraziano quanti sono stati di aiuto e di conforto in tanto
penose circostanze, sia durante ia lunga prova dell’infermità che nell’attuale afflizione del distacco.
Torino, Angrogna, 21 luglio 1983.
RINGRAZIAMENTO
«Io ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed egli s’è inchinato
a me ed ha ascoltato il mio
grido ».
(Salmo 40: 1)
II giorno 19 luglio è mancata aU’affetto dei suoi cari all’età di 83 anni
Clara ReveI
Le sorelle, i fratelli, la cognata, il
cognato con le rispettive famiglie ed i
cugini, nell’impossibilità di farlo singolarmente, esprimono viva e profonda riconoscenza a tutti coloro che in
vari modi, con la presenza ai funerali
o con scritti, hanno espresso la loro
simpatia. Un particolare ringraziamento al direttore dell’Asilo Valdese Sig.
Gobello, alla signora Barbiani ed a
tutto il personale per Taffettuosa costante assistenza prodigata alla loro
Cara durante la sua lunga infermità.
Un grazie riconoscente alla dottoressa Seves, al pastore Bruno Bellion
per l’assistenza spirituale ed a tutte
quelle care amiche della grande famiglia dell’Asilo che, giorno dopo
giorno, sono state dì aiuto e conforto.
'Luserna San Giovanni, 25 luglio 1983.
8
8 uomo e società
INTERVISTA A ADRIANO LONGO
Volontariato evangelico
Durante un convegno svoltosi all’Istituto Gould di Firenze lo
scorso rnaggio è stata proposta la costituzione di una associazione
di volontariato operante nel settore evangelico; l’8 e 9 ottobre prossimi nella stessa sede vi sarà l’assemblea di fondazione. Ad Adriano
Lonp, designato come coordinatore del comitato di continuazione
poniamo alcune domande.
_ — Quali sono le principali motivazioni in favore della costituzione di un’associazione di volontariato evangelico?
— Da tempo il volontariato è
un canale in cui si esprime la volontà di servizio verso se stessi e
verso gli altri dei membri delle
comunità ed in particolare dei
giovani; dalla costruzione di Agape sino al terremoto dell’Irpinia,
dal servizio presso istituti o centri di vacanze sino alla presenza
nei gruppi di quartiere o in quelli operanti per la pace ed infine
di recente nel settore ospedaliero. Ecco, queste sono alcune delle tante espressioni in cui si è articolata questa presenza. Non basta però la buona volontà per
dare un coordinamento ed un
supporto a strutture così diverse
dal pimto di vista fisico e geografico. Lo stesso Stato e le Regioni prevedono un preciso spazio a forme differenziate di volontariato, ma richiedono come
contropartita che esso sia strutturato, organizzato, fornito di
strumenti per il suo aggiornamento continuo.
Contemporaneamente anche le
normative si sono fatte più vincolanti, così sìa da parte delle
strutture che già ospitavano volontari, sia da tutto il settore giovanile si è sentita la necessità di
addivenire alla costituzione di un
organismo che promuovendo
contatti, l’informazione, la formazione sia spirituale che tecnica
possa essere uno strumento al
servizio dei vari settori.
I problemi posti poi nelle zone
terremotate dove l’intervento
volontario è stato rilevante, hanno accelerato la maturazione verso questa decisione.
— Chi potrà essere membro
dell’associazione?
— L’associazione sarà aperta a
tutti: istituti, gruppi costituiti e
singoli volontari che facciano richiesta di adesione. L’apertura
einche ai singoli, è stato sottolineato dal convegno, vuol essere
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
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Jacques Peyronel, Roberto Peyrot
Giuseppe Platone, Marco Rostan
Mirella Scorsonelli, Liliana Vigliel
mo.
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l’occasione per dare uno spazio,
proprio dall’interno dell’associazione, ai giovani volontari; conteniporaneamente l’associazione
avrà funzione di rappresentanza
nel dialogo e nella stipulazione
delle convenzioni con gli Enti Locali o con i pari organismi internazionali.
— In quali campi opererà l’associazione?
— Da quanto detto prima se ne
può dedurre che le situazioni sono tante e con nuovi sbocchi prima difficilmente ipotizzabili. Basti pensare al lavoro di animazione, di contatto con la popolazione, di testimonianza, necessaria
nei nuovi centri sociali sorti dopo il terremoto per renderci conto da una parte di quali ampi
spazi attendono di essere coperti
e dall’altra di quanta inventiva
e slancio siano necessari.
L’associazione cercherà di essere uno strumento di supporto
in questo grande ventaglio di situazioni.
— Vi sono anche settori in cui
non opererà direttamente?
— Sì certo. Ad esempio nel set
— ■“:i., ,
tore dell’obiezione di coscienza
che ha già propri canali, una legge dello Stato, una commissione
apposita nominata dalla Tavola
Valdese.
L’altro settore non direttamente inquadrato in questa associazione sarà quello del servizio diaconale o ruolo diaconale. Il volontariato a cui si è pensato è
quello giovanile, normalmente a
tempo pieno, per un periodo non
superiore a uno o due anni, oppure quello svolto per più lunghi periodi però non a tempo pieno (es. volontariato ospedaliero).
Spesso è successo che i volontari dopo la loro esperienza decidano di dare alla loro vita un
significato di servizio diaconale,
in questo caso come accennavamo vi sono strutture e ruoli appositi.
_ — Venendo al comitato di continuazione quali sono i compiti e
le incombenze che gli sono stati
affidati?
— Anzitutto quello di proporre all’attenzione degli interessati
Una finestra sulla crisi
(segue da pag. 1)
chi è spettatore (in uno spettacolo o nella vita) va a chi è stato baciato in fronte dalla grande
passione (lui o lei, poco importa). Per l’altro, per il "coniuge",
non può esserci, tutt'al più, che
commiserazione.
Da dove viene questa morale?
In un libro fondamentale scritto
45 anni fa e tuttora venduto in
Francia in 150.000 copie ogni anno, « L’amore e l’Occidente », Denis De 'kougernont halTSTtri ftsaTire Forigine delPàmore-passione
che tanta parte ha avuto nella vita e nella cultura dell’Occidente,
al 12“ secolo, al tempo dell’amor
cortese, dei trovatori provenzali; ancor più, alV^^esia catara di
orbine orientale cKe'~sì è TonTrappcssTu alla spiritualità cristiana. Nel suo sviluppo questa concezione si è sganciata dalla sua
lontana origine (così come il matrimonio per i più si è sganciato
dal suo fondamento religioso),
ma è rimasto questo fascino e
questo culto della passione, anche nel tempo in cui essa non ha
più la statura che aveva un tempo, la grandezza della trasgressione, ma ha sólo ormai la vastità del conformismo. —
La morale corrente accoglie così il disordine e le ferite, familiari e sociali, che questo culto
comporta e accetta il carattere
provvisorio e ciclico dèlia pas"stone. e' una ^morale che aina
FèrTo molto di più della morale
tradizionale, ma non ama ancora^ dell’amore di Cristo. In termini evangelici, è una morale
che accetta il Cristo a metà, perché si ferma — con grande partecipazione — al « neppure io ti
condanno » ma ignora il « va’ e
non peccare più »; ama abbastanza per accettare l’altro così
com’è, non abbastanza per desiderare il suo rinnovamento e impegnarsi per la sua liberazione.
A questa altezza può giungere
solo la morale evangelica espressa da Gesù. Gesù esprime da una
parte la piena accettazione, dall’altra l’appello a uscire da una
situazione senza uscita. Da una
parte c’è il lato « passivo » della
grazia, il perdono; dall’altra quello « attivo », il comandamento,
che non è pesante giogo, ma è
grazia, è possibilità donata (perché perdonati) di essere rimessi
in piedi al di là dei propri sbagli
per « camminare in novità di vita ». Questa è la decisione di Gesù per noi che siamo la donna
adultera. E da essa non può non
scaturire, se l’abbiamo ricevuta,
la nostra decisione per altri, per
il fratello o la sorella, o per nostra moglie o nostro marito che
sappiamo esser presi nella trappola dell’adulterio...
Ma la sfida della morale evangelica non sorge soltanto nella
situazione limite dell’adulterio.
Essa si riflette al di qua di essa
nella situazione “normale" del
matrimonio. E’ la sfida detta fedeltà per grazia. • . . .
Non fedeltà per dovere o per
convenienza, nel massimo orgoglio di auto-giustificazione o nell’infimo calcolo meschino di quieto vivere. Ma fedeltà per grazia
e cioè nell’amore gratuito e senza calcolo, ~cKé non sì limita a
non ingannare l’altro ma ricerca il suo bene, agisce per l’altro
nella decisione libera e responsabile. Ecco, questo è il superamento dello stadio ancora imperfetto della passione. Non ne
è l’alternativa: la passione non
Eifò esser messà^ddr:SiSxIe~ssn7xi
cEe~cesSÌumG~dx'és^re umani e
cWmomx}fiosce~tarpassióne non
coPìiysverTa^^ré. La gfdztànerè-il
sùpèntmSfUo. L’amore per l’altro
oltre l’amore di sé che è l’essen
za della passione; la decisione
àttivu-dt-imrare^l di là dell’essere sperduti in balta della passione. Decisione di amare: perché ciò non ha senso riferito alla passione (sii appassionato?!)
ha senso nell’atto dell’amore che
risponde al comandamento —
« Ama » — che risuona nella scrittura.
Decisione di fedeltà per grazia
in risposta al comandamento dell’amore. Questo può essere oggi
il nostro contributo nel tempo
della crisi del matrimonio. Se ci
sentiamo di portarlo, facciamolo
con realismo, sapendo che il nostro essere evangelici non ci mette di per sé al riparo dalla crisi
del matrimonio, e con umiltà,
sapendo che la graziq_xipn è mai
m£ri^. ' ..........”
Franco Giampiccoli
una bozza di statuto della costituenda associazione che tenesse
conto delle risultanze del cqnvegno. Questa bozza è in disttibuzione in questi giorni e ,ci àtiguriamo che al più presto possano
giungere al comitato i pareri, le
modifiche, le richieste di delucidazioni che saranno ritenute necessarie. Si spera poi di presentare all’approvazione deH’assemblea anche una bozza di regolarnento. Con questi due strumenti
l’associazione sarà in grado di cominciare a funzionare poiché regolarmente costituita e riconosciuta.
— Vedo che il compito è vasto,
come fate a raggiungere tutti gli
interessati in poco tempo?
— E’ uno dei grossi problemi
che ci stanno di fronte, per questo facciamo un invito pressante
a tutti coloro a cui il problema
sta a cuore di inviare sollecitamente le loro osservazioni o anche un semplice cenno di assenso facilitandoci così il compito
in vista dell’assemblea.
La bozza di statuto viene comunque inviata agli esecutivi
(BMV), alla Federazione, ai movimenti femminili (FDEI), e giovanili (FGEI), alle strutture diaconali già censite dalla commissione per la diaconia (valdo-metodista), ai centri sorti dopo il
terremoto, ai responsabili dei distretti ed ai giovani che ne hanno fatto e ne faranno richiesta.
Infine sull’Eco-Luce provvederemo a dare informazioni tempestive circa la preparazione e le
modalità di svolgimento deU’assemblea costitutiva.
Le osservazioni alla bozza ed
ulteriori richieste di copie da diffondere vanno inviate a:
Adriano Longo - c/o Foresteria
Valdese - via Arnaud 34 - 10066
Torre Pellice (To) - Telef. 0121/
91801 Foresteria, 0121/91550 abitazione.
UNA PRODUZIONE DELLA CORALE DI VILLAR - BOBBIO PELLICE
Lutero e il canto della Riforma
A cinquecento anni dalla sua
nascita, Martin Lutero esercita,
oltre che come teologo e riformatore, il fascino specifico dell’uomo di cultura che ha saputo
integrare la sua fede e i suoi talenti creativi, ponendo gli uni al
servizio dell’altra. Considerando
ed approfondendo questo aspetto particolarmente importante
della personalità del Riformatore la Corale Valdese di VillarBobbio Pellice ha iniziato, già
prima dell’occasione formale del
500“ anniversario, un lavoro di
ricerca critica sull’opera poetictte
musicale di Lutero. L’operazione
è stata condotta in due specifici momenti: quello esegetico e
quello pratico. Il primo è stata
una fase di ricerca su testi e musiche, una rivisitazione attraverso i secoli delle diverse armonizzazioni ed elaborazioni di ogni
singolo brano, condotta con grande rispetto scientifico da Dino
Ciesch che ha poi guidato la Corale al secondo momento: quello
deH'apprendimento delle opere
stesse. Da questa impegnativa
attività è scaturito un disco nato dagli sforzi, anche economici,
dell'intera Corale. Un disco che
si presenta più come un saggio
sul Lutero « musico e poeta » che
come una semplice esecuzione
rnusicale. Senza entrare nel merito di una specifica critica artistica, ci sembra importante sottolineare l’assoluta originalità, almeno in Italia, di questa operazione.
La Corale ha ripercorso le principali tappe dell’attività creativa di Lutero e ne ha fornito gli
esempi più significativi. Ma soprattutto l’album offre il testo
originale e la relativa traduzione
dei corali eseguiti, note esplicative sulle loro origini ed infine,
alcuni appunti storici sulla natura del canto luterano non so
lo come fenomeno culturale, ma
come « valore » artistico e teologico. « Valore » in cui i due
aspetti sono del tutto inscindibili.
Il « disco-saggio » non può non
interessare chiunque voglia riscoprire le origini ed il senso più
profondo del canto dellà Chiesa
riformata.
L’album è in vendita a L. 12.000
presso le Librerie « Claudiana » e
presso i migliori negozi di dischi.
L’AIP, che ha sostenuto l’iniziatiya della Corale di Villar-Bobbio Pellice, lo offre ai suoi abbonati col 10% di sconto.
Ricordiamo che l’acquisto di
questa opera rappresenta di per
sé un concreto riconoscimento
aH’impegno di upa parte significativa della comunità.
(mi? ^ï)aÛêso
S^ar^ffhgí Sâtlbnie we
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