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Soma, 8 Agosto 1908
SI pobbllea ogni Sabato
ANNO 1 - N. 32
LA LUCE
Propugna grinteressi sociali, morali e religiosi in Italia
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ABBONAMENTI
Italia: Anno L. 2,50 — Semestré L. 1,50
Estero : » » 5,00 — * « 3,00
Un numero separato Cent, 5
I manoscritti non si restituiscono
INSERZIONI
Per linea o spazio corrispondente L. 0,15
« « da 2 a 5 Tolte 0,10
€ « da 6 a 15 volte 0,05
Per colonna intera, mezza colonna, quarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : B. Celli,liVia Magenta 18, Roma
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CORPO PASTORALE
Il Corpo Pastorale è convocato per giovedì 20 agosto a ore 9, nella sala della Casa Valdese (Torrepellice)
L’ordine del giorno è cosi stabilito :
1) Elezione delle Commissioni esaminatrici dell’operato dellle Amministrazioni ed eiezione delle Commissioni sinodali ;
2) Esame di fede dei candidati al S. Ministerio
signori Gerolamo Moggia, Davide Forneron, Giovanni Enrico Meille e Corrado Jalla.
3) Partecipazioni e proposte eventuali.
Torrepellice, 29 di luglio 1908.
Per la Tavola :
G. P. PONS, Moderatore
Unione delle Scuole Domenicali Ualdesi
Siccome'parecchie sctiole domenicali restano aperte anche durante Pestate, avvertiamo che le Liste delle lezioni per Panno
scolastico 1908-1909 ^compreso il trimestre di estate) sono gicà pronte alla Tipografìa Claudiana, 51, Via Serragli, Firenze,
che le invierà, senz’altro, nella quantità richiesta ai direttori, direttrici o supplenti
che ne faranno ad essa direttamente domanda
Ernesto Giampiccoli
Gaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
Non abbiamo ancora parlato dell’inaugurazione del
monumento a Emilio Castelar avvenuta a Madrid.
Emilio Castelar, * grande tra gli uomini politici,
grande tra gli oratori, grande tm le persone onorate
del secolo XIX » amico del nostro compianto De Aluìcis, ammiratore dell'Italia, ch’egli sinceramente
amò dedicandole un libro di Ricordi, se non ebbe
proprio « idee larghe come il firmamento, alte come i
cieli », ne ebbe di belle e di splendide ; basti citare
l’ultimo paragrafo del celebre discorso pronunziato
alle Cortes, rispondendo al Manterola, il 12 aprile 1869,
quando in Ispagna la libertà religiosa pareva un
sogno da deliranti.
« Grande è Dio sul Sinai : il tuono lo precede, il
fulmine l’accompagna, la luca lo circonda, la terra
trema, i monti si commuovono ; ma c’è un Dio più
grande, più grande tuttavia ohe non il maestoso Iddio
del Sinai : è l’Iddio umile del Calvario, inchiodato sur
una croce, ferito, anelante, coronato di spine, abbeverato di fiele, il qual dice nondimeno : Padre, perdona loro, perdona al miei carnefici, perdona ai miei
persecutori, perchè non sanno quel che si fanno.
Grande è la religione della possanza, ma più grande
è la religione dell’amore, grande è la religione dell’inflessibile giustizia, ma più grande è la religione del
perdono misericordioso.
Ed io in nome di questa religione, io in nomedell’Evangelo son qui a chiedervi che vogliate scrivere
sulla prima pagina dello Statuto fondamentale la
libertà religiosa; cioè la libertà, la fraternità, l’eguaglianza di tutti gli uomini ».
Dal cantiere di Oastellamare di Stabia una nuova
nave militare, l’incrociatore San Giorgio, è scesa giù
a sposarsi con l’ampio mare, salutata dalla gioia trepidante e entusiastica d’un popolo immenso. Buona
fortuna, o marinai ! Dio vegli su voi sempre ! Valga
la vostra bella nave d’acciaio a tutelar la patria diletta, senza che mai una stilla di sangue umano, fraterno, si sparga !
Il governo spagno’o, d’accordo con la Santa Sede,
vorrebbe ridurre il numero delle diocesi. Va benissimo; ma dell’altro occorre per rialzare un paese conte
la Spagna. ,
Con plauso accogliamo la notizia della XV Conferenza interparlamentare per l’arbitrato che s’aprirà a
Berlino il 10 del venturo.settembre. Tra i vari punti
del programma c’è anche una proposta dell’on. Santini
« per abbandonare l’uso delle armi subacquee' «.
Speriamo che non sieno ; tutte parole. Anche alla
nostra generazione il Petrarca avrebbe gridato :
Pape, pace, pace!
Il Presidente della Repubblica Francese Fallières e
10 Zar si sono incontrati e han pranzato insieme ; e
11 piccolo Zarevic ha stese, senza tante cerimonie, 1«
mania pigliar i balocchi che il Presidente gli offriva.
Carino questo quadretto di genere 1
Ma povera Russia!
Nell’albo d una dama milanese Luigi Luzzatti ha
scritto una conversazione da lui avuta col Carducci.
Il Luzzatti aveva dolcemente rimproverato all’immortale poeta del Clitumno d’aver, se non vilipeso, non
curato il cristianesimo.
« Il poeta mi sorrise consentendo, e soggiunse : allora, quando scrissi le Fonti del Clitumno, pensavo
così ; oggi in quel punto essenziale modificherei le
mie opinioni e mi accosterei alle sue... »
IfAvanti ! socialista ha un gustosissimo articoletto
dal titolo : I preti... tornano al Vangelo. Mette conto
di riprodurlo quasi per intero.
« Qualcuno dice che vi son rimasti sempre attaccati,
ma — oltre ai protestanti — è di diversa opinione
anche un don Zam bruni che con un volume II Vangelo nelle famiglie si propone di ricondurre i cattolici
al Vangelo stesso'.
VAvvenire d’Italia, a spiegazione di quella che
riuscirà sorpresa per molti fedeli, dice:
« A tutti è noto come la Chiesa nel XVI secolo per
timore del protestantesimo abbia dovuto quasi (bello
quel quasi) proibire ai fedeli la lettura del sacro testo
onde evitare il pericolo del libero esame ».
Non è ameno ? La parola di Dio proibita per tema
che venga interpretata in senso conti ario alla parola...
del prete !
jis — soggiunge l’organo... di Rocca d’Adria— « a
tutti è evidente comé oggi la Chiesa non abbia più
nulla a temere dai figli della riforma » onde la possibilità di tornare al Vangelo.
Ma — ecco il guaio — e ohi, fra i cattolici, lo conosce ?
Il giornale vorrebbe che fosse spiegato al popolo di
Bologna, possibilmente dalle donne, « signore e signorine, sotto la sorveglianza dell’autorità ecclesiastica » e si domanda :
« Possibile che nelle 24 parrocchie di Bologra non
si trovino almeno altrettante persone ... che conoscano
il Vangelo ?»
Eh ! tutto .'è possibile a questo mondo ! Ma — domando io -r- se a Bologna, per 150.000 abitanti sì pena
a trovar 24 persone che conoscano il Vangelo, oh quale
religione seguono le altre 149.976 che pur mandano
in Municipio una maggioranza... clericale?»
N. N.
La CoDfermaziooe
Éi^IieSa.
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Per spiegare che cosa è la confennasione della
Chiesa Evangelica, bisogna prender le mosse dal
battesimo.
La Chiesa protestante nella sua immensa maggioranza (anglicanismo, luteranesimo, presbiterianesimo, metodismo, ecc.) pratica il battesimo dei bambini appartenenti a famiglie cristiane. Questa pratica nulla ha di comune con la dottrina papale del\opiis operatim che il protestantesimo respinge.
Secondo le nostre Chiese, l’accennata pratica è conforme allo spirito delle Scritture. Per i cristiani,
il battesimo è suggello del patto di grazia ; esso
dunque può amministrarsi a tutti coloro che partecipano ai benefici di questo patto. Ora, è dottrina
biblica che la figliolanza dei cristiani ne è partecipe.
San Paolo stabilisce che i figlioli di genitori cristiani sono santi. (1® Cor. VII. 14). Questo stato
di santità è lo stato di consacrazione a Dio nel
quale i bambini si trovano pel fatto di appartenere
a famiglie cristiane : fin dalla nascita il fanciullo di
genitori cristiani è collocato all’ombra della salate
offerta m Cristo, per la solidarietà di vita che lo
unisce ai parenti e, per mezzo di questi, al patto
di grazia nel quale essi vivono. Finché il fanciullo
non si deciderà personalmente prò o contro, egli è
a beneficio di questa situazione provvisoria ; è col- „è
locato, insieme con la famiglia, in comunione con le
forze sante che animano il corpo di Cristo, cioè la
Chiesa. Non appartiene al mondo, ma alla Chiesa ;
è partecipe dei benefici del patto di grazia : i vostri figlioli sono santi. Non è il battesimo la sorgente di questo stato, anzi lo stato di santità precede il battesimo ; essi partecipano ai benefici del
patto perchè figli di cristiani. Non sono santi perchè
li battezziamo, ma li battezziamo perchè sono santi :
mettiamo cioè, il suggello alla loro relazione col
patto di grazia già esistente . (Godei) La relazione
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LA LUCE
ora menzionata, che Paolo esprime con l’energica
frase « i vostri figliuoli sono santi », è dunque la
base del battesimo "dei bambini di parenti cristiani ;
e titolo pel quale è dato, ma non esaurisce tutto il
senso del battesimo. Questo implica altro : esso è
pegno ed arra di qnell’opera interiore di * grazia »
precedente la fede che lo Spirito Santo svolgerà a
vantaggio del fanciullo affinchè esso creda e venga
a possedere il frutto della fede : la vita nuova. Un
giorno i discepoli volevano impedire ravvicinarsi di
fanciulli a Gesù stimando forse inutile importunare
il maestro in favore d’esseri troppo giovani per ri.
cevere da lui qualche grazia. Ma Gesù li prende in
braccio, li benedice, e pronunzia le memoran de
parole: « lasciate i piccoli fanciulli venire a me
Analogamente, il bambino nato da genitori cristiani non ha ancora ricevuto il Signore, ma il
Signore ha ricevuto il bambino — « i vostri figlinoli sono santi » — e lo Spirito* del Signore lavora in lui e per lui pria ch’egli giunga alla fede.
Il passo Marc. XVI. 16 — t chi avrà creduto
e sarà stato battezzato sarà salvato » -— non indica
punto che la fede deve precedere il battesimo in
ogni caso. Per avere il senso esatto e la giusta
portata di quel passo, a cotal riguardo, non bisogna
mutilare e sezionare, ma leggerlo integro : c Andate per tatto il mondo e predicate Vevangelo ad
ogni creatura ; chi avrà creduto e sarà stato battessato sarà salvato »...
Si parla qui del battesimo e della fede in relazione
con l’opera missionaria in un mondo non cristiano.
Certo, in tale caso, la fede precede il battesimo ;
1 adulto non cristiano prima si convertirà (ed entrerà cosi nel patto di grazia) e poscia farà che
questo patto sia suggellato col battesimo. Ma che
cosa ha a che fare ciò coi bambini dei cristiani ?
Nulla. Questo è un altro caso, non solo diverso
ma opposto a quello. L’adulto pagano o ebreo era
estraneo al patto di grazia ; il bambino di genitori
cristiani è — invece — partecipe di questo patto :
i vostri figliuoli sono santi. L’ordine, dunque, in
cui stanno fede e battesimo in un passo strettamente
congiunto con l’opera missionaria tra adulti non
cristiani, non riguarda i bambini dei cristiani. Voler
applicare uno stesso criterio a casi opposti è un
salto mortale per la logica. Viceversa, battezzare i figli dei cristiani, cioè suggellare il patto di grazia di cui
essi già sono partecipi, è un corollario per la logica.
Nella Bibbia ci sono — in rapporto con l’opera
missionaria — alcuni occasionali racconti di conversioni seguite da battesimo {^Fatt. Vili 12. 13 :
ibid 36. 38). Per ciò che siam venuti dicendo più
su, tale in quei casi doveva essere l’ordine logico
tra fede e battesimo trattandosi di adulti non cristiani ; ma ciò non riguarda e perciò non pregiudica affatto Taltro caso di fanciulli appartenenti
a famiglie cristiane, i quali « sono santi ». Del
battesimo di qualche adulto — Simon Mago, l’Eunuco della regina di Candace ecc. — si parla nella
Bibbia accidentalmente sol perchè si racconta il
fatto della loro conversione per effetto della predicazione missionaria. Se non si fosse narrato il fatto
storico di quella conversione, non sarebbe accaduto
di fare l’accidentale accenno alla circostanza concomitante del battesimo. E se non troviamo nella
Bibbia nomi di bambini figli di cristiani, che sieno
stati battezzati, ciò è naturale perchè la Bibbia
non è un registro di battesimi. Ma Paolo battezzò
in Filippi il carceriere e la sua famiglia (Fatt.
XVI. 33), e quand’ebbe luogo la conversione di
Lidia, battezzò lei e la sua famiglia (ibid. 15) ;
cosi in Corinto battezzò la famiglia di Stefana
(1* Cor. I. 16) Se quelle famiglie comprendevano
dei bambini, è certo che Paolo li battezzò, coerentemente alla sua dottrina : . i vostri figlino
sono santi ».
La nostra Chiesa conosce da secoli gli argomenti
che altri adduce contro la dottrina e la pratica del
battesimo dei bambini di famiglia cristiana. Noi li
sappiamo tutti a memoria da anni : non ci persuadono, anzi..., e perciò siamo attaccati con tutto il
cuore alla dottrina ed alla pratica della nostrla
Chiesa. Abbiamo riepilogato quanto sopra non a
scopo di discussione sul soggetto del battesimo ;
‘ma perchè, dovendo prender le mosse dalla legittiImità del battesimo dei bambini per spiegare il senso
della Confermatone nella Chiesa Evangelica, abbiamo voluto mostrare come la pratica del battesimo dei fanciulli, non poggiando affatto sulla dottrina medievale deU’o/^»s operatimi, non è nelle
nostre Chiese un avanzo di papismo. Altro che
papismo ! Essa poggia sopra alte ragioni d’ordine
spirituale e su argomenti biblici di prim’ordine.
Il
Il fanciullo è divenuto giovane ; egli ha ricevuta
l’istruzione e l’educazione religiosa nella famiglia e
nello Chiesa, lo Spirito Santo ha lavorato nel suo
cuore con l’opera della grazia. Che fa il giovane ?
Delle due l'una : respingerà l’opera della grazia e
non crederà in Gesù o, al contrario, darà la sua
personale adesione all’opera della grazia e crederà
col cuore in Gesù. Nel primo caso, egli perde i
benefici a cui partecipava per misteriosa dispensazione della misericordia di Dio durante il precedente stato provvisorio ; non altrimenti accade ad
un adulto che abbia creduto e sia stato battezzato
da adulto e poscia si sia distolto da Dio ; esempio
Simon Mago che credette e fu battezzato, e poi......
{Fati. Vili). Nel secondo caso, il nostro giovane,
ratificando con la fede il patto in cui era stato incluso per misericordia di Dio, assorge a più grande
altitudine spirituale. Prima il Signore lo aveva ricevuto ; oggi egli riceve il Signore. Nel corpo di
Cristo sono molte membra, e non tutte hanno la
stessa dignità e funzione. Prima egli era un membro passivo del corpo di Cristo ; ora è attivo. Prima
non era capace che di ricevere in certa misura ;
oggi è atto a dare, ed è chiamato a dare per poter ricevere in misura ancora più abbondante. Egli
ha confermato, cioè ha ratificato con la fede il
patto di grazia In cui Dio lo aveva posto. In risposta, Dio conferma, cioè corrobora il legame che lo
unisce a Lui, accordando grazia su grazia.
Tali sono le radici intime e individuali della confermazione. Senonché, il Cristianesimo non si può
vivere individualisticamente, cioè da membri divelti dal corpo; ei si vive bensì individualmente,
cioè da membri del corpo, il che equivale a dire che
dee viversi socialmente. Pensate — per esempio
— a quel canale di grazia che è la Cena del Signore.
Essa è essenzialmente comunione. Se fosse Cena
soltanto, potrebbe anch’essere la cena del solitario.
Ma è comunione nel più alto e complessivo senso
— cioè col Capo e con le altre membra del corpo
e perciò non può celebrarsi che nella società dei
credenti.
Ne segue che un membro del corpo di Cristo il
quale, per la fede, da minorenne è divenuto maggiorenne, deve dichiarare alla Chiesa cotesta sua
fede, acciocché la Chiesa gli consenta il pieno esercizio dell’attività di membro attivo di essa. La Chiesa
è una società organizzata, e come tale ha istituito, al
predetto scopo, un rito o culto speciale ch’essa
chiama confer mas ione. Secondo la nozione delle
Chiese Evangeliche relativa ai sacramenti, questi
sono segni esterni congiunti ad una grazia interna
i quali resultino istituiti direttamente da Gesù
Cristo, e perciò, secondo tale nozione, il rito o culto
speciale della confermazione non è sacramento. Cosi
le Chiese Evangeliche mantengono 1’ ordinazione o
consacrazione dei pastori con l’imposizione delle mani,
conforme alla pratica apostolica, la benedizione dei
matrimonii, la confessione dei peccati nel Culto
pubblico con la relativa dichiarazione del perdono,
ecc., ma questi riti e culti speciali non sono, nel
senso detto di sopra, sacramenti, come lo sono,
invece, il Battesimo e la Comunione istituiti direttamente da Gesù,
Tornando alla confermasione, domandiamo : chi
è che conferma ? La domanda implica varie risposte. I fratelli che si presentano alla Chiesa per
confessare la loro fede personale, sono essi che dichiarano di confermare o ratificare l’alleanza del
loro battesimo. Di più, in quel rito, la Chiesa domanda a Dio le grazie più preziose e i doni del
suo Spirito per quei fratelli ; e Dio, esaudendo
quelle preghiere, è lui che li conferma o avvalora
nella verità. (2® Cor. II. 21) La Chiesa poi — per
mezzo del Pastore che è suo organo — conferma,
cioè ratifica ciò che quei fratelli han compiuto, e
lo fa in quella parte del rito in cui il Pastore dichiara loro ch’essi sono considerati membri adulti
della Chiesa e che han diritto tra l’altro di partecipare alla Cena del Signore.
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Le Chiese Evangeliche hanno, pel suddetto rito
un formulario liturgico che, generalmenle, è intitolato appunto : * Confermazione ». Nella Liturgia
anglicana il formulario ha questo titolo : « Ordine
della Confermasione o della imposisione delle
mani sa quei che sono stati battessati e che sono
giunti agli anni della discresione ». Il senso del
rito è quello che abbiamo spiegato, ed esso culmina
nel momento in cui il vescovo dice queste parole :
« Difendi, o Signore, questo tuo figliuolo con la tua
grazia celeste, acciocché egli possa continuare ad
essere tuo in eterno, e crescere di giorno in giorno
sempre più nel tuo Spirito Santo, finché pervenga
al tuo eterno regno. Amen ». La Liturgia Luterana
(ho sott’occhio quella delle Chiese francesi) ha un
ufficio Pour la Confirmation ou le renouvellement
de l’alliance baptesimale. Il senso del rito è quello
spiegato di sopra, e culmina in queste parole del
Ministro : « Maintenant que chacun de vous a
ratifié en particulier le voeu du baptême, je vous
confirme dans votre alliance baptesimale, an nom
de Dieu le Père, le Fils et le Saint Esprit. Je
vous reçois solennellement au nombre des chrétiens
adultes de cette Eglise, et je vous invite, au nom
du Sauveur, a parteciper au Saint Sacrement de la
Cene, ecc... »
Tutte le Chiese di tipo riformato hanno una cerimonia analoga, e la Liturgia FaWes« attualmente
in vigore ha introdotto un secondo formulario, eccellente tuttoché perfettibile, intitolato Confermasione (vedi pag. 52). Questo formulario contiene
l’idea esatta del rito spiegata più su. Vi si legge
infatti : • La confermazione o ratificasione de
battesimo... è l’atto più solenne della vostra vita. »
Inoltre vi si dice : « Il jSignore vi assista col suo
santo Spirito ed egli stesso vi confermi » ecc. Ed
alla fine il Pastore proclama che quei fratelli sono
ammessi alla Cena del Signore ecc. ecc.
IV
L’uso invalso in certi luoghi è di chiamare Ammissione di catecumeni la Confermazione. Certo,
l’uso della parola « confermazione » non è mica
un domma di fede ; ma essa esprime esattamente l’idea, mentre la frase Ammissione dei
Catecumeni l’annebbia e, senza che lo si voglia,
riesce nell’animo dei meno avvertiti ad alterarla
talvolta anche pericolosamente. Ammissione... a che
cosa ? Alla Santa Cena ? Ma l’ammissione alla Santa
Cena è un effetto della confermazione, anzi è uno
degli effetti di essa, e non il solo... Forse ammissione... nella Chiesa? Ma no; il suggello del patto
di grazia, e cioè l’ammissione nella Chiesa è — per
divina istituzione— i\ Battesimo. La frase « Ammissione nella Chiesa » ingenera l’idea che il confermando sia ancora fuori della Chiesa, e perciò annulla il Battesimo !... Sarà forse ammissione nella
nostra particolare Comunità ? Ma ciò riguarda gli
adulti provenienti da altra confessione cristiana,
come i proseliti che vengono a noi dal romanesimo ;
ed è tutt’altra cosa, che non ha nulla di comune con la ratificazione del voto battesimale per
parte di persone battezzate nella Chiesa nostra, o
i cui genitori sieno attualmente nostri fratelli. Ripetiamo dunque: ammissione, a che cosa? Ecco:
ammissione di quelli che prima erano agnelli della
greggia nel novero dei cristiani adulti, con tutti
i doveri e i diritti inerenti a questo stato previa
3
LA LUCE
ratificazione del voto battesimale e preghiere a Dio
per i doni del suo Spirito Santo. Ed è questo appunto che esprime esaurientemente la parola « Confermazione » : parola che appartiene al linguaggio
della tradizione cristiana in genere, di quella protestante in ispecie, e che è consacrata nella Liturgia ufficiale e nei due libri dei Cantici (italiano efrancese) della nostra Chiesa Valdese.
Ugo Janni
CONCETTI STRÌlMBI
Si dice che il mondo è bello perchè vario ; ed è
anche vero, poiché se tutti là pensassero ad un
modo, ci sarebbe troppa monotonia e la società somiglierebbe airattnale Camera italiana, in cui tutti
dicono « sì ed amen » al parere d’un solo.
La diversità di pensare e di sentire è un bene,perchè dà luogo alla discussione ; e dal cozzo delle
idee si sprigiona sovente la luce.
Però vien fatto talvolta d’imbattersi in concetti
cosi discordanti dal comune consenso sopra un dato
argomento, così contrari all’opinione dei più e cosi
manifestamente falsi che uno si domanda se non ha
più il cervello a posto, oppure se non sono quegli
altri che l’abbiano fatto a ciabatta e dieno prova
di una grande lacuna nella loro educazione. Assai
di frequente capita codesto sia nel discutere con
altri, sia nel leggere i giornali. Mi limiterò, per
queste volta, a rilevare due o tre di quei concetti
che chiamerò strambi e che mi colpirono in questi
ultimi tempi.
Una donna, tntt’altro che santa, ammazza ramante che vuole abbandonarla e se stessa, lasciando
scritto : « Non potendo essere uniti sulla terra, lo
saremo almeno in cielo ». Codesto concetto ricorre
del resto assai di frequente nelle missive che amanti
suicidi lasciano ai superstiti. « Se divisi fummo in
terra. Ne congiunga un nume in ciél », come canta
il tenore nella « Lucia ».
Un altro giorno, è un uomo che decide di sopprimersi. Anche lui scrive la sua brava lettera, in
cui enumera i motivi che lo spingono ai passo
estremo, e conclude stranamente cosi : « Muoio da
cristiano » !
Ecco, anziché lo stupido ritornello : « Dopo
morte, tutto è finito, non c’è nulla oltre la tomba »
preferisco sentire codeste affermazioni, o speranze
che siano, in un'altra vita ultra terrena, anche se
fatte da coloro che per mancanza di fede e di coraggio disertano il posto loro assegnato quaggiù
Ma mi domando quale concetto della morte a Dio
gradita e del cielo hanno mai costoro per credere
che si rifaranno al di là dei mali patiti quaggiù e
che vi riannoderanno le loro relazioni intralciate dagli nomini e dagli eventi o troncate dalla morte, e
da una morte volontaria ? Quello sarà una specie
di paradiso musulmano e un cielo ad usnm amanti
infelici, ma non è certo il cielo cristiano ; e meno
che mai è la morte volontaria-la via sicura per
entrarci. Quei che « divisi furono in terra » e che
per morte violenta ne uscirono, Dante li unisce
bensì oltre la tomba, ma non ih cielo.
Ancora nella stesso ordine di idee : quel demonio
in angelico sembiante che rispose al nome di Greto
Baier ha lasciato, la settimana scorsa, sul patibolo
la bionda testa giovanile, per soddisfare alla giustizia umana in frac e tuba e per la negata grazia
di un sovrano cattolico romano ad una protestante
delinquente. Avviandosi con passo fermo al supplizio, in presenza di quegli invitati... alla festa, ella
esclamò : « Padre, rimetto lo spirito mio nelle tue
mani » } I corrispondenti di due fra i più importanti giornali italiani hanno pensate, tanto è la
loro ignoranza in materia religiosa, che codeste
parole fossero indirizzate al pastore che accompagnava la giovane al patibolo o al padre di lei
morto di crepacuore quando conobbe la scelleratezza
della figlia ! ! Ora, senza negare per nissnno la
possibilità del ravvedimento anche nei momenti
estremi, anzi sperando che quello di Grete Baier
sia stato sincero come ella affermò, non vi pare
che sia stato per lo meno una profanazione il ripetere, in quelle condizioni, le estreme parole di
Cristo ? Se Egli potè proferirle con sicura coscienza,
è perchè ben diversa da quella della giovane delinquente e da quella di noi tutti era stata la vita
sua e diversa pure era la sua morte. Non cosi parlò
il ladrone convertito dal contegno e dalle parole
del divino Paziente, compagno suo di supplizio.
Ancora un esempio più vicino a noi. In mezzo
a u n popolo delirante che lo proclama « grande fra
i grandi » e gl’innalza altarini come a un dio, l’on.
Nasi, atteggiandosi a vittima e con accento che pare
sincero, lancia frasi come queste : « dall’altezza alla
quale voi siete e dalla quale guardate il resto degli
uomini, voi non avete bisogno di gridare «abbasso».
La giustizia è il mio culto. » ecc.
Che il condannato dall’Alta Corte non sia forse
più colpevole di altri nomini,, politici e di altri ministri che lo hanno preceduto alla Minerva, non
abbiamo difficoltà ad ammetterlo ; ma accomunare
la c ansa sua con quella della moralità e della giustizia e chiamare la rivendicazione del suo onore una
< causa santa », non è piu stranezza soltanto ma
aberrazione addirittura : aberrazione condivisa pur
troppo da parte di una regione nobilissima della
patria nostra.
No, la giustizia, la morale, la santità, la morte
cristiana, il cielo ossia la felicità oltre la tomba
sono cose del tutto diverse da quanto è apparso
nei concetti dianzi ricordati, benché tali concetti
possano per avvcntuia esser da molti condivisi.
Enpieo t^ivoipe.
fatH, idee, commenH
Un Congresso razionalista. — A Pisa si tenne
recentemente il Congresso razionalista della Toscana.
Se vi accenniamo, non è perchè esso abbia assunto
una importanza degna di particolare attenzione; ma
non possiamo non attrarre l’attenzione dei lettori
sulla leggerezza (come dire altrimenti), con la quale
si fanno certe affermazioni.
Così l’idea secolare di Dio è il massimo esponente
delle disuguaglianze sociali ; la scienza ha oramai dimostrato luminosamente falso ed erroneo il dogma
teologico appartenente piuttosto alle età preistoriche
e primitive.
Dunque qui è manifesto non solo il preconcetto
, della assoluta incompatibilità tra la scienza e la fede,
ma l’odio contro tutto quello che si riferisce all’idea
religiosa.
Evidentemente è questo un fenomeno proprio dei
paesi latini. E ciò si deve soprattutto al fatto che
il cattolicesimo romano, con le sue superstizioni, con
il suo sacerdozio tracotante, si è alienato tutti gli
spiriti liberi ed indipendenti.
Dio diventa, dunque, secondo i razionalisti toscani,
il massimo esponente delle disuguaglianze sociali.
Dunque tutti i mali che travagliano la nostra povera umanità sono dovuti all’idea religiosa. E, invece, Dio nella Rivelazione è la più alta idea di
giustizia morale e sociale che si possa immaginare.
Dio è il vindice degli oppressi, dei sofferenti, dei
poveri, e rappresenta per l’umanità derelitta e sperduta la protezione e la guida sicura a traverso il
cammino della vita. Le disuguaglianze sociali che gridano vendetta, che sono un insulto atroce alla fratellanza, sono invece un prodotto dell’egoismo e del
materialismo dell’uomo : egoismo e materialismo che
generalmente si accompagnano, e i cui effetti pur
tròppo sono evidenti nella vita sociale di oggidi.
In quanto poi alla affermazione che la scienza ha
distrutto l’idea religiosa, i signori razionalisti avrebbero dovuto spiegarsi meglio, e dire che la loro
scienza è incompatibile con l’idea religiosa. E di
questo siamo pur noi persuasi. Ma poveia scienza
questa, secondo la quale il concetto filosofico e pratico della vita è concetto di materia. Affermate meno,
signori razionalisti, e studiate nn po’ di più.
Angelo Crespi risponde ai clericali — Ab
biamo accennato in uno dei numeri scorsi alla conversione di Angelo Crespi, quale si presenta nel
suo libro : Le vie della fede.
Era da prevedersi che la nuova orientazione del
simpatico scrittore non poteva piacere nè ai clericali, nè agli ex-compagni del socialismo. Difatti, la
stampa clericale {Momento di Torino, Unione di Milano, ecc.) ha mosso acerbe critiche al Crespi; rimproverandogli la volubilità di pensiero e le sue evoluzioni.
Gli risponde nella Rivista Nova et Vetera di essere lietissimo di poter accordare ai clericali che il
concetto che si è fatto del Cristianesimo è lontanissimo da quello che essi ne hanno; concetto che gli
spira la più nauseante ripugnanza.
In quanto alla sua evoluzione, egli se ne rallegra,
perchè le medesime gli hanno resa possibile una
più comprensiva visione [della poliedrica realtà
umana e della organicità delle relazioni tra punti
di vista che già gli parvero antagonistici. « Esse
provano — aggiunge con fine ironia il Crespi —
che il mio spirito non si è ancora cristallizzato come
quello dei miei critici neri o rossi; esse provano
che esso è di più difficile contentabilità, che per esso
l’ora della saturazione e deU’incretinimento senile
non è ancora giunta ».
Il Crespi, in ultimo, rileva l’infiuenza che su di
lui ebbe il soggiorno in Inghilterra. (Naturalmente
vi ha parte la vitalità religiosa e sociale del Protestantesimo, come abbiamo già noi rilevato).
Ecco le testuali parole ; < Io non mi vergogno
di subire, comprendendola, l’azione di una società
che dura da 14 secoli, che si è assicurato ciò che
di meglio fu nelle civiltà precedenti, che è madre
di una diecina di altre nazioni, che ha insegnato al
mondo intero la pratica delle libere istituzioni, che
ha prodotto il massimo aumento di ricchezza e la
massima diffusione di benessere ».
Religione e Socialismo. — Giuseppe Rensi, redattore capo del Coenobium, in una importantissima
lettera airAftìi/fA (26 luglio) è pur d’avviso che non
vi sia punto incompatibilità tra il socialismo e la fede
religiosa in generale.
Il Rensi, che è pure socialista e teista, dimostra
che la fede religiosa non ha nulla che fare con il
carattere sociologico e politico del socialismo. « La
fede religiosa, da nn lato, e, dall’altro la credenza
del collettivismo futuro e l’atteggiamento favorevole
agli interessi economici proletari presenti, sembrano
cose eterogenee, che possono coesistere in una medesima coscienza senza reciproche interferenze, come
in una medesima coscienza possono coesistere, senza
mutui rapporti, una qualsiasi idealità e la passione
per la mùsica ».
I! Rensi, però, è di avviso che la concezione socialista non è concessa inscindibilmente col materialismo, ed è giunto per conto suo alle seguenti
conclusioni che giova rilevare per la loro importanza ; 1- L'unico fondamento eterno del socialismo,
perchè superiore ad ogni vicissitudine di dottrina
e ad ogni confutazione scientifica, è il fondamento
spirituale. 2* Il socialismo implica la credenza in
Dio. Non certo nel Dio dei volghi raffigurato nelle
pagine a colori delTAs/wu,' ma nel Dio inteso come
forza spirituale e razionale che suscitò e sospinge
l’universo.
L’egregio scrittore così conclude:
« Dunque, il professare una concezione religiosa
(tranne si tratti del cattolicismo papista che è nel1 istesso tempo intellettualmente nn assurdo e politicamente un partito socialista) non può escludere
dal partito anti-socialista ». E noi approviamo pienamente.
H. li.
4
4
LA LUCE
ASSALTI E SCHERMAGLIE
Germania
Un conferenziere che ha saputo farsi apprezzare
come dotto cultore di scienze naturali e come cristiano
convinto è il Z>r. Dennert professore a Godesberg.
Egli è al presente il più efficace avversario del famoso Hackel prof. all’Università di Iena, autore di
molti libri, fra i quali di quello intitolato Weltratsel,
Enigmi dell'universo, testé tradotto in italiano e considerato dal partito socialista (marxista) qual Bibbia infallibile. In quel libro Haekel pretende provare come
due più due uguale quattro che Dio non esiste, che
l’anima non può essere immortale e che l’uomo (manco
a dirlo) deriva dalla scimmia la quale a sua volta deriva da altre forme meno perfette, in virtù del tanto
decantato ed anche tanto combattuto principio della
evoluzione. Il famoso e coscienzioso ignoramns et ignorabimus del compianto Dubois Eeymond è stato da
Hackel superato, se non che le spiegazioni ch’egli con
tanta prosopopea, dà dell’origine della vita e della formazione delle specie non hanno soddisfatto i dotti suoi
colleghi cultori di scienze naturali. Ora il Dr. Dennert
sia colla pubblicazione di un libro, sia colle conferenze
ch’egli dà nelle principali città della Germania e della
Svizzera tedesca ha formalmente demolito il sistema
di Haeckel, costatando perfino, con prove incontrovertibili, che Haekel ha fatto uso di ripetute falsificazioni che se potevano sfuggire a chi non è precisamente scienzato sono state scoperte e denunziate al
pubblico da scienziati di fama mondiale.
• Il Dennert ha fondato una società chiamata Kepplerbund, Lega keppleriana, in onore del celebre astronomo, la quale conta già un gran numero di membri
contribuenti ed attivi, fra professori universitari, medici, avvocati, negozianti, pastori ecc.
Il monismo di Haechel strombazzato qual religione
dell’avvenire alla quale avrebbero presto dovuto convertir.si tutti i dotti, tutti i filosofi, tutti i pensatori
ragionevoli, giace oramai sul letto di morte e nessun
galvanismo potrà prolungare la sua esistenza.
P. C.
Francia
Che cosa diventa, nei fatti, la decantata neutralità
dello stato in materia religiosa ? Informi quel che
succede per le missioni protestanti di Madagascar.
Tutti ricordano il « gesto magnifico », riuscito ameno,
del ministro Viviani, il quale voleva spegnere ogni
luce celeste. Lo stesso signore richiama l’attenzione
sopra di sé : in un discorso recente egli loda la borghesia la quale insegnò al popolo « la impossibilità
della felicità al di là della tomba » ed inoltre « l’inanità del gastigo e della consolazione celeste ». Bella
neutralità. . Non è piuttosto, il caso di parlare di irreligione ufficiale ? !
e. r.
Russia
Il leone (Leone Tolstoi) ha mandato dal suo antro
(Jasnaia Poliana) un nuovo ruggito. E’ una protesta
contro le esecuzioni capitali che si fanno spaventosamente frequenti in Russia. Egli rende le alte classi re
sponsabili di quanto succede, e il suo scritto, destinato
a larga diffusione attinge ad una eloquenza formidabile
perchè condotto con la logica dei semplici. e dei
profeti. La fiera rampogna colpisce in pieno petto lo
stesso czar dal quale il vegliardo implora — supremo
privilegio — sia la morte degli impiccati per solidarietà coi tanti che la scontrano, sìa la espulsione da
quell’alta classe alla quale egli appartiene — con sua
vergogna — perchè dessa si è contaminata di ogni
sorta di delitti al cospetto del popolo. È da desiderare
che quel grido poderoso si ripercuota nella coscienza
della umanità alla quale, in fondo, si appella l’A. più
assai che non alla giustizia dello czar. e. r.
Gome attirare uditori ?
(Continuazione vedi N. prec.)
Il nostro amico signor Fasnlo, trasportato da an
santo ardore evangelistico, pieno del desiderio di
avere un locale più centrale, per poter estendere
più largamente la sua attività, ha con manifesta esagerazione e con tinte troppo cariche pennelleggiato un quadro che pecca in questo che non è reale. « Chi troppo prova nulla prova » dice il proverbio, e col generalizzare quel che ha potuto av- '¡
verarsi talora pei tante ragioni superiori alla volontà
degli Amministratori passati o presenti, l’ottimo
signor Fasnlo, senza volerlo, ha oltrepassato i limiti
del vero e del giusto.
Dopo quanto si è letto nei precedenti numeri, il
signor Fasulo passa ad enumerare i mezzi atti ad
attirar uditori. I mezzi ch’egli propone (e che noi
per la tirannia dello spazio siam costretti a riassumere) sono i seguenti :
1) La rédame mediante giornali, avvisi sulle
cantonate, manifestini a mano, inviti personali per
mezzo di lettere... ma una rédame ben fatta per
forma e per sostanza, abbondante e con titoli di conferenze attraenti. Gioverà del pari la scelta giudiziosa del tempo. Si sospendano le conferenze, quando
si sa che per varie circostanze l’uditorio non potrà
riescire che meschino. La quaresima si presterà invece benissimo. Cogliamo le occasioni opportune :
una calunnia dei clericali, un assalto degli increduli ecc. ecc. E il sig. Fasulo cita un esempio pratico concernente il suo ministerio a Lucca.
2) Preparare accuratamente le conferenze ; altrimenti gli uditori accorreranno alla prima, per abbandonarvi subito.
3) Concedere libertà di parola a chi intendesse
contraddire. Ciò produce ottima impressione di sincerità ; il pubblico si sveglia ; ehi poco ci conosce
si schiarisce le idee sul conto nostro, e non ci confonde più coi papisti.
Questo mezzo presenta gravi difficoltà ; alle quali
converrà rimediare preparandosi bene sul proprio
tema, non permettendo ai contradditori di menar il
can per l’aia, usando linguaggio rispettosissimo e
pretendendo dagli avversari ilsimigliante, imparando
l’arte di troncare a tempo una troppo prolissa discussione.
4) Il canto ha gran potenza d’attrazione. Coltiviamolo, e, potendo, istituiamo dei cori. Meglio cantar a una sola voce che cantar male.
5) Precisione scrupolosa ! non si cambi il soggetto
annunziato, non si cominci radunanza un quarto d’ora
dopo ecc.
6) Siam pochi e il nostro lavoro è grande. Come
attendere bene a ogni cosa ? Eppur visite a domicilio riescirebbero efficacissime. Facciamo tatto il
nostro possibile !
7) Il pastore si renda noto in città come il rappresentante del cristianesimo genuino, come il didifensore d’ogni moralità, il flagellatore delle idee
storte, della corruzione e delle ingiustizie. La simpatia acquistata a questo modo gli frutterà uditori.
Qualche polemica coi giornali mondani non sarebbe
fuori di luogo.
8) Il pastore aderisca ad ogni opera nobile e benefica.
Attratti gli uditori, bisogna poi sapere trattenerli, trasformandoli in membri zelanti e attivi. A
tal fine sarebbero consigliabili meno frequenti traslochi di operai nel campo del Signore. E il Fasulo,
terminando enumera le ragioni di questo suo modo
di vedere.
Cristianesimo sociale
(Continuazione vedi N. precedente)
Non sarebbe meglio, non sarebbe mille volte più pratico il dar addosso alla miseria e far capire che noi
la vogliamo del tutto sbandita?
Forse che ponendo dei limiti alla proprietà privata,
si otterrebbe questo risultato?. Sarà egli possibile
di sopprimere al tempo stesso l’imprevidenza, la trascuratezza, il peccato che daranno il tracollo alla vostra
proprietà limitata ; cosicché dopo]Javerne stabiliti oggi
i confini tra otto giorni tutto sarebbe di nuovo da rifare e cosi di seguito all’infinito?
Ma ci sono miserie inerenti alla vita economica:
salari insufficienti e fors’anche salari affamatori, malattie, scioperi, vecchiaia. Oh qui davvero è necessario
e possibile intervenire efficacemente, immediatamente,
invece di correre dietro a una inattuabile chimera, la
quale, se pur potesse attuarsi, riuscirebbe ancor troppo
a scapito della dignità umana. Meglio la manna del
deserto che i cibi succolentì dell’Egitto. Pastori, a voi
tocca di dire ai padroni cristiani che seggono nei vostri
Consigli di Chiesa, o che v’invitano a pranzo, che gli
operai sono uomini, uomini come i padroni, che bau
diritto di vìvere in tutta l’ei-teusion della parola, che
sono produttori come i loro principali e che a loro
spetta una parte proporzionale dei frutti del lavoro destinata ad assicurar loro la vita e quella della loro
famiglia, non come tra pari e pari ma tuttavia in condizioni identiche a quelle dei principali. L’era della
lemosina supplemento alle paghe insufficienti è ormai
tramontata.
Dopo aver insistito su questo dovere presso i membri
della vostra chiesa che l’ignoravano, voi non avrete da
fermarvi li. Sarà necessario ancora di mostrar loro
quanto le pensioni per gli operai sian cosa giusta e
indispensabile e invitarli a unirsi a voi per affrettarne
l’attuazione. Se esiteranno a seguirvi, perchè penseranno alla somma enorme che tale sistemazione richiede,
rispondete che per mantener esercito e armata si raccoglie una somma consimile e che il provvedere alla
vecchiaia dei lavoratori e delle loro famiglie riesce
ad onore e a prosperità d’un paese quanto il difenderne i confini.
Fatto questo, già molto avrete fatto. E dopo, via via
che i problemi maturandosi ne offriran l’occasione e
che nuove soluzioni si affaceeranno, mettete in giro
nuove idee, conquistando ad esse spiriti e cuori, e cosi
non vi scosterete dal terreno pratico ; il quale, se è
bagnato dalla rugiada dell’alto idealismo cristiano, che
è quello della vostra Associazione, riescirà fecondo di
belle e grandi ricolte.
Meglio far questo che non atteggiarsi a paladini,
oggi tollerati e domani disdegnati, del collettivismo.
O. S,
LEGGENDO L’EVANGELO
Luca XIII, 18-21
Spesso Gesù nel suo insegnamento ha parlato del regno di Dio, sotto forma di parabole le quali formano una bella collana (sono
17 e per lo più accoppiate a due a due).
Ma che cosa è il regno di Dio I È uno
stato di natura essenzialmente morale e
spirituale, le cui caratteristiche principali
sono la pace, la giustizia, l’amore, la felicità. Il regno di Dio non conosce limiti
frapposti dalle convenzioni o dalle consue
tudini umane : abbraccia tutti i popoli,
tutte le genti, qualunque ne sia la civiltà,
l’organizzazione politica o sociale. Il suo
campo è il m.ondo. E il regno ha da stabilirsi nel cuore e nell’anima dei fedeli.
Gesù ha detto : « Il regno di Dio è dentro di voi ». Dunque è uno stato particolare di natura morale e spirituale che è
proprio di tutte le anime che hanno attuato il vero, il bene, la giustizia secondo
il Vangelo, qualunque ne sieno le condizioni materiali, sociali. E perciò sbagliano
coloro che identificano il regno di Dio con
una Chiesa particolare, o con quel complesso di condizioni di natura economica,
che rendono meno disagiato il vivere sociale. Invece il regno di Dio è piuttosto,
secondo noi, un atteggiamento di natura
etica e spirituale non preoccupantesi di
quistioni e autorità sociali e politiche. « Il
regno di Dio, scrisse S. Paolo, non è vivanda, nè bevanda ; ma giustizia e pace,
e letizia nello Spirito Santo' ». (Rom. 14,
17) È cosa dunque tutta interiore, propria
dell’anima. Naturalmente il regno di Dio
che già comincia quaggiù avrà nella vita
5
avvenire il suo ulteriore e più magnifico
svolgimento.
Le due parabole, di cui si ragiona in
questo capitolo di Luca hanno per iscopo
di mostrare la potenza del regno, sotto
•due essenziali aspetti.
Il regno di Dio ha due maniere di potenza : una potenza di estensione, per cui
esso, a poco a poco, giungerà a comprendere in sè tutti i popoli della terra, ed
una potenza di trasformazione, per cui esso,
a poco a poco, rigenera e compenetra la
vita interiore dell’anima. Il granello di
senapa simboleggia la potenza di estensione ; il lievito la potenza di trasformazione.
E ancora oggidì il regno di Dio si
estende su tutta la superficie della terra,
e trasforma le anime rèndendole atte a
far parte di quel regno.
E. iW.
Il lamento deirili'inBnia
{Continuazione redi N. prec.)
intervento, non possono far che rimostranze ; spingersi più in là, sarebbe la
guerra ; rimedio peggiore del male ; anzi,
un assurdo ; ammazzare perchè non si ammazzi ! — Che fare adunque, aspettando
tempi migliori ? — Adoperarsi ciascuno al
riscatto del popolo perseguitato, invocando
da Dio su di lui fermezza e speranza : è
venuto per altri, e perchè non verrebbe
anche per essi il giorno della liberazione ?
— Adoperarsi ciascuno, pecuniariamente,
a mantenere quelle opere di filantropia
che in Armenia ed altrove, son di benefizio ai giovani ed ai vecchi.
V.
Nella penisola e nelle Isole
(Notizie delle nostre Chiese)
Valli Valdesi
Le tradizionali feste campestri e religiose del 15 agosto
avranno luogo per la Valle di S. Martino alla Baìsiglia,
salvo contravviso, e per il Val Pellìce a Bobbio. Nel
primo luogo il culto comincierà alle 10 precise ; nel
secondo, alle 91[2.
Catania
Il pastore G. Fasulo, nel Corriere di Catania, dimostra
al sig. A, Scabelloni che la religione del Cristo è per
tutti, anche per i poveri ; e che se ella non fa piovere,
come suol dirsi, il cacio sui maccheroni, è fonte di felicità d’ogni genere a chi non se ne sta con le mani
in mano ma opera attivamente, coscienziosamente.
Italiani fuori d’Italia
Gli Armeni sono intelligenti, laboriosi.
Chiunque ha qualche consuetudine con loro
resta maravigliato di trovarli cosi istruiti,
civili, colti, compiti. La stampa riconobbe
in sul principio queste loro qualità; poi
inchinò a far di essi un popolo di ribelli
e di malcontenti, e dell’Armenia un fomite
rivoluzionario. Che ce ne fossero di rivo
luzionari, nessuno lo nega : ma qual popolo,
anche non avendone la forza, non insorge e
protesta contro un governo o una razza
che gli fa subire un duro trattamento ?
Quel popolo che non fece mai rivoluzione
alcuna getti la pietra contro il popolo Ar
meno !
Fatto è che il popolo Armeiio, nella sua
quasi totalità, è per indole, pacifico e laborioso : dategli un po’ di tregua, un po’
di pace, e lo vedrete tosto darsi all’industria, al commercio e all’agricoltura.
Dinanzi ai patimenti da esso sofferti, è
conforto il pensare ai prodigi di carità, che
si fecero in Europa per lenire le sofferenze
di que’ martiri della fede. E diciamo martiri della fede, poiché gli Armeni rappresentano il Cristianesimo in mezzo all’isla
mismo. Alcune opere missionarie e filantropiche, esistenti già prima dei massacri,
presero, dopo di questi, un nuovo sviluppo ;
altre si costituirono a scopi diversi, tutti
umanitari e cristiani — sia per soccorrere
materialmente gli Armeni rimasti in patria,
sia per agevolar loro la espatriazione
sia per creare orfanotrofi per i piu giovani e ricoveri per i vecchi scampati alle
stragi. Concorsero a queste opere di sai
vataggio grandemente gli Americani, largamente gli Svizzeri,! Francesi, i Tedeschi.
Ma questi, per quanto siano eccellenti
e non ve ne siano altri da escogitare, sono
mezzi precari ; sono palliativi che non
fanno sicuro l’avvenire. I Governi europei,
lo sappiamo, in virtù del principio del non
c A RTEGGIO
« Franstadt provincia di Posen, luglio 1908
Stimatissimo signor Direttore,
Abbonato da molti anni al giornale valdese, prima
sX\.’Italia Evangelica ed ora a La Luce, ho provato
un senso quasi di stizza leggendo nel N® 28 del periodico da Lei diretto l’articolo intitolato La superstizione
presidio della pace.
Amando il mio imperatore che l’articolista chiama
« uomo di fede » mi duole ch’ei l’abbia paragonato a
Luigi XI e mi preme di far notare ai Lettori che il
fattarello riferito è inesatto e richiede una rettificazione. ^
Non si tratta invero d’una nnova « profezia nata in un
monastero presso Coblenza » bensi. del vecchio « vaticinio Lehnineuse » che i Clericali spesso e volentieri
disotterrauo daU’oblio per farne il loro prò. Ed io non
avrei mai pensato che i Valdesi Evangelici e nostri
amici e uomini d’ingegno avessero a lasciarsi cogliere
alla pania (1)
Il vaticinio a cui alludo, la profezia di Lehnin e un
brutto tessuto di menzogne ordito in Austria nel
XVII secolo da un certo rinnegato di nome Fromm,
che da vero Giuda iu odio alla patria architettò quella
storiella e l’affidò al vecchio frate Hermann di Lehnin
dell’ora soppresso convento Himmelpfort dell ordine
cistercense in provincia di Brandeburgo, ai danni dei
nostri evangelici di casa Hohenzollern ; e ai papisti
non parve vero di potersene servire tentando di farne
paura al primo Guglielmo, nel 1870, a favor dei Francesi ; ma invano. Ed ora essi vorrebbero ritentar la
prova con Guglielmo II ; ma sarà altrettanto invano,
con faiuto di Dio.
Mi scusi....
Sperando Ch’Ella vorrà rettificare, mi dico di Lei
aff.mo
Paolo Guertler
Pastore
(1) Nè l’articolista nè alcuno di noi s’è lasciato cogliere aiia pania !... L’articolista ebbe cura di non
dar la cosa per certa. ^ ^ ^
Egitto
DEggpte, giornale francese di qnesta città del Cairo,
fa una lunga e aperta campagna contro i Clericali
che insegnano la storia falsificandola, e, tra le altre
cose, scaraventa contro i preti cattolici romani l’accusa (giustissima del resto) d’ essere stati gli « assassini del popolo Valdese d’Italia. »
Giovandomi di questa notizia, ho potuto spargere
più facilmente l’opuscolo francese che s’aggira intorno
alla gloriosa storia della nostra Chiesa Valdese e che
porta per titolo (lo dirò in italiano, chè altrimenti
parrebbe affettazione): Un popolo di Martiri.
Lo lesse un professore di lingua francese, propenso
all’Evangelo ; e dopo averlo letto, mi disse : « Non sapevo che, in Italia ci fosse un popolo tanto piccolo e
dalla storia tanto grande ! »
La vendita delle S. Scritture, nonostante il caldo e
la crisi, va discretamente. E lo stesso dicasi della
Missione Americana. Una volta in questo mese la sala
si riempi quasi per intero.
Gli evangelisti indigeni hanno avuto la loro Assemblea annua ; ed io sono intervenuto, con gioia. E
cosi ho potuto assistere alla presentazione del figlio
d’un Pascià giovane assai colto ; il quale, per essersi
convertito all’ Evangelo, ha sofferto persecuzione e
l’abbandono per parte dei suoi.
Egli insegna l’arabo alla scuola inglese.
Il Colportore
Stati Uniti
Nella Rivista Evangelica che si pubblica a Nuova
York, F. E. Ghigo dà conto dell’ inaugurazione di un
nuovo tempio italiano avvenuta a Pittston (Stati Uniti
d’America ). — Congratulazioni e auguri cordiali a quei
nostri Fratelli.
— Da una quindicina com’eran prima, gli alunni della
Scuola domenicale italiana di Bloomfield sono saliti a
centottantaeinque. Che splendido progresso 1
Prirnavera.
della Vita
B
e©NTR©YERSia
Successione Apostolica ?
Dal libro dei dotti gesuiti Labbè e Cossart, intitolato Sacro - sancta Concilia risulta - còme ampiamente nota la Revista Cristiana spagnola - che ai
fatti la famosa saccessione apostolica dei papi è un
sogno. Secondo quei Gesuiti, la sede papale è stata
vacante 38 volte e talora per anni interi. Vi furono
33 antipapi. In certi casi non era possibile scoprire
chi fosse il papa vero e chi l’antipapa. « Che si
penserebbe d’uno che pretendesse d’aver inventato
il moto perpetuo, mentre la sua povera macchina
si fermasse ad ogni istante ? »
Si pregano i signori Collaboratoi’i, a cui
occorra di inserir note nei loro manoscritti,
di redigerle non appiè d’ogni pagina, ma in
fondo a tutto lo scritto coi numeri delle chiamate progressivi.
Sanremo. — Togliamo dalla relazione annua
di quel Consiglio di Chiesa le righe seguenti :
L’Unione Cristiana delle Giovani ha tenute regolarmente le sue adunanze, ha organizzata la solita
piccola festa annua pei vecchi e la serata ricreativa
a pagamento a prò della propria cassa.
A marina. —- (Stati-Uniti) — Diversi uomini
di Stato hanno testimoniato della loro fede in occasione del 36' Congresso internazionale americano
delle Unioni Cristiane di Giovani, tenutosi nello
scorso Novembre : William Bryan, antico ed attuale
candidato alla Presidenza, parlò su « Cristo nella vita
degli uomini » ; B. Glenn, governatoredella Carolina
del Nord, di.sse della « necessità per la patria di forti
personalità cristiane » ; l’ambasciatore della Gran
Bretagna, S, E. il Dr, James Bryce ragionando circa
« la grandezza di una nazione » fece una vera parafrasi della parola biblica: « La giustizia inalza una
nazione ». Il Congresso, che sedeva a Washington
fu accolto per la chiusura alla Casa Bianca. Il presidente Roosevelt, membro attivo delle Unioni Cristiane, volle stringere la mano a tutt’i delegati.
e. r.
6
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LA LUCE
OLTRE LE ALVI E I MARI
(Notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Svizzera.
Da Neuchâtel giunge il mestissimo annunzio della
morte del sig. Jean de Rougemont, professore alla Facoltà di teologia della Chiesa Indipendente. Giovane
ancora — egli non aveva ancora 33 anni — la sua
autorità era grande, non solo fra i suoi discepoli, ma
in tutta la chiesa. Esprimiamo la nostra simpatia, per
cosi grave lutto, alla famiglia del distinto professore
ed alla facoltà già tanto provata per la recente dipartita del prof. G. Godet.
e. r.
Francia.
In Francia un manipolo di Evangelisti volontari percorre, specie nella favbrevole stagione estiva, molti
borghi, annunziando la buona Novella. Quando ripassano per luoghi già visitati, c’è chi finge di non riconoscerli 0 volta loro le spalle, ma c’è anche chi li
accoglie a braccia aperte. A Fourcherolles specialmente
l’accoglienza fu quest’anno affettuosissima: dopo un
culto all’aria aperta, gli uditori ch’eran stati attentissimi vennero con le lacrime agli occhi a ringraziare.
Quei bravi volontari dell’evangelizzazione fan marcio
di 30 chilometri, carichi di S. Scritture e di trattati,
ma con molta gioia nel cuore. Il lavorar per il Signore
è sempre fonte di gioia !.
Germania
La Chiesa luterana conta parecchi milioni di fedeli,
diversi di lingua e nazionalità. I groppi più poderosi
sono in Germania, nei paesi Scandinavi, negli Stati
Uniti ; ma ce ne sono pure in Russia, nell’Austria-Ungheria, in Francia e perfino nell’Australia.
Cotesti gruppi sparsi, lontani gli uni dagli altri,
hanno sentito il bisogno di stringersi in fascio, e le
riunioni tenute a Lund, in Isvezia, nel 1901, e a Rostock, nel 1904, sono state potenti affermazioni dell’unità della chiesa Luterana.
Una nuova assemblea generale è convocata quest’anno
e terrà le sue sedute, dal 14 al 17 Settembre, in Hannover.
e. r.
Spagna.
Si pubblicano in Ispagna 10 giornali evangelici, di
cui 6 settimanali e 4 mensili ; più una Rivista cristiana
per le persone colte. La Società biblica britannica e
forestiera tiene un suo deposito a Madrid e a Barcellona. Havvi pure in Madrid un deposito della Società
dei trattati religiosi di Londra. Esistono in tutta la
Spagna 200 chiese o centri religiosi evangelici, e. r.
Stati Uniti.
11 valore totale della proprietà ecclesiastica negli
S. U. è stimato approssimativamente a tre miliardi
e mezzo di dollari. La tassa da pagare, ogni anno, per
cotesta proprietà, ammonterebbe per lo meno a 56 milioni di dollari.
È quindi una somma di 280 milioni di franchi che
i diversi stati abbandonano alle diverse Chiese. La
cosa è notevole perchè colà esiste, in fatto, la separazione della chiesa dallo stato.
e. r.
IN VATICANO E FUORI
Fra le varie commissioni, composte di cardinali, incaricate di amministrare gli interessi della chiesa romana, la più nota è la cosi detta Congregazione « di
Propaganda Fide »: da essa dipendono i paesi della
Missione. Il papa ba testé, deciso che non sieno più
considerati come tali in avvenire gli Stati Uniti, la
Gran Bretagna, l’Olanda, il Canadá.
Codesto cambiamento accrescerà i poteri concentrati
nelle mani del Pontefice stesso, e renderà più difficile
la posizione dei suddetti paesi, tutti più o meno travagliati dal modernismo.
e. r.
Los Von Rom
L’Evangelische Kirchemeitnvg asserisce che in Austria dai 1898 al 1907, ammontano a 46.000 le conversioni dal romanesimo al protestantesimo. Aggiungendo
i vecchi-cattolici, in numero di 13.500, sommano a
60.000 gli evasi dalla Chiesa romana in quel torno.
e. r.
ECHI DELLE MISSIONI
Società di Parigi
Sono in viagio per l’Europa dove vengono in regolare congedo i missionari dello (Affrica) coniugi
Berger e la signorina Amez-Droz ; li accompagna la
sig.ra Coisson richiamata da circostanze di famiglia.
I missionari Coniugi Lageard hanno già ripigliato le
loro occupazioni. I loro eolleghi sig. e sig.ra Volla han
dovuto salpare da Southampton il 25 Luglio.
Società di Basilea
Questa Missione ha un deficit di 283.251 fr. ; ma
93.000 fr. già giunti per provvedere al grave ammanco di cassa danno a sperare che sarà presto colmato ; 16 nuovi missionari vennero consacrati ultimamente.
Cina
Dopo la rivolta dei ¡Boxers, nel 1900, la Missione
nell’interno della Cina battezzò 15.000 Cinesi, mentre,
nei 30 anni precedenti, i proseliti non erano stati che
13.000.
Indocina
I giornali annunziano la morte dei Missionari sig. e
sig.ra Comtesse, avvenuta nel Laos, dove essi avean fondato, 5 anni fa, una missione che accennava a divenir
promettente. Essi furono vittime del colera. Il sig.
Comtesse, oriundo di Vevey (Svizzera-Francese) aveva
30 anni e la moglie di lui 28. Egli stava per dare alle
stampe un Evangelo in dialetto laoziano, da lui tradotto con l’aiuto di un letterato indigeno.
e. r.
I coniugi Comtesse lasciano un bimbo, Edoardo, di
soli 7 mesi : è già stato raccolto dallo zio Carlo còmtesse.
Socj'efà Bibliche
La Società biblica di Francia distribuì, nel 1907,
6.696 Bibbie, 12.246 Nuovi Testamenti e 11.810 porzioni (Evangeli o Epistole) - La Società biblica di
Parigi distribuì, nel medesimo tempo, 3,081 Bibbie e
6,052 Nuovi Testamenti.
e. r.
Salice Piangente
Milano, 1- Agosto 1908
La Chiesa di S. Giovanni in Conca (Milano) ha fatto
una gravissima perdita colla morte del suo fedele Cassiere, Sig. Gustavo Gibert, rapito all’affetto dei suoi
' e della Chiesa, in una maniera terribile. Egli si recò
nell'Engadina per una escursione di montagna, di cui
egli era appassionato, ed egli fu una delle tante « vittime delle Alpi » ! Partito martedì u. s. per un’ascensione, non ritornò più a,i suoi che lo aspettavano a piè
del niorite, a poca distanza; e fu trovato solamente due
giorni 4opo in uno spaventevole burrone !
Non aveva che 35 anni e lascia -una giovane vedova
e quattro bambini, tutti in tenerissima età (il minore
non ha che pochi mesi).
Da tre anni, egli cuopriva Timportaute carica di Cassiere della Chiesa, che consiste non solo a registrare
le contribuzioni, ma raccoglierle ; ed egli si era consacrato a quest opera, non solo colla più scrupolosa
fedeltà ed esattezza, ma con un’attività degna di ogni
elogio.
Mandiamo alla giovane vedova, ai pargoletti ed alle
care famiglie Gibert e Ginoulhiac, immerse nel più
profondo dolore, l’espressione della nostra simpatia cristiana più sincera, l’assicurazione ohe prendiamo una
viva parte al loro dolore e domandiamo al nostro buon
Padre Celeste di concedere loro la consolazione che
egli solo può dare.
Per il Consiglio di Chiesa
B. Revel.
SCUOLE DOfflENiGRItl
Si contano oggi neWIndia 15.000 Scuole Domenicali con 350.000 alunni ; l’istruzione vi è impartita in
60 dialetti diversi.
e. r.
ì{eminiscenze
(Continuazione V. N. 30)
II
Chiaro è però che su Licinio, oltre che una innata
ferocia, oltre che un miraggio irresistibile, oltre che
un impetuosità istintiva, operò assai anche il momento :
giacché egli non ignorava finalmente che, primo fra
tutti, il vero contendente il vagheggiato suo imperio,
era Costantino. Ma la brutalità stessa del suo atto,
non certo irriflessiva, ma esageratissima ; più tardi,
quel suo inconsiderato precipitar delle cose ; le varie
circostanze nelle quali queste si svolsero, la qualità
di esse, dimostrano quanto poco conto, il vincitore di
Massimino, si rendesse dell’opera sua. Il disfacimento
di tutto un pensiero, la corruzione dello spirito ; un’irrefrenabile attrazione, secondata con entusiasmo, verso nua rovina certa ; segnano, con graduale e rapido
accentuarsi, l’ultimo periodo della sua vita. Dopo di
aver, col tristo operato del suo sospetto, affermato
all occhio vigile del rivale, il fine che lo spingeva, egli
infatti non pensa punto ad imporsi, alla febbrile passione che lo divora, pure intuendone il pericolo gravissimo. L’evento estremo era prossimo e decisivo ; o
temporeggiare e disporsi, ovvero ritirarsi. Niente di
ciò, e V ha di assai peggio : egli inimicasi i cri.stiani,
quando più il rivale li accarezza. Era questo un atto
politico che si proponeva ? Non è credibile. Che mai
dunque ve lo spingeva?
Cosi il firmatario dell’editto di Milano, rinunciò alle
migliori probabilità di una vittoria. Infatti, le legioni
Asiatiche ed Egizie ch’egli aveva guidate, di qua del
Bosforo, sui piani di Adrianopoli, erano è vero sfibrate dalla mollezza dei costumi, e diffidavano nel loro
condottiero : ma erano altresì, d’assai superiori in numero a quelle dell’avversario. Non già che fosse in
ciò, la certezza del successo, no ; ma è pur vero, che
uno schietto entusiasmo non è mai stata l’ultima qualità di un esercito glorioso. Ora, di questo entusiasmo
appunto mancava, l’imponente oste Liciniana. D’altra
parte, nell’esercito di Costantino, prevaleva l’elemento
cristiano, il quale non avrebbe a nessun patto accettato di battersi contro un solo dei suoi affigliati della
parte avversaria. Quali sarebbero stati, in un caso simile, i destini di quella giornata ?
Pure, in quel tempo, i cristiani, stanchi ed atterriti
di persecuzione, a niente altro ambivano che di aver
duci e potenze a loro favorevoli ; sebbene fosse stato
detto ; « Non temiate di coloro che uccidono il corpo,
« e, dopo ciò, non possono fare altro di più.— Ma io
« vi mostrerò chi dovete temere ; temete colui, il quale,
« dopo aver ucciso, ha la podestà di gettar nella genna ;
« certo, io vi dico, temete lui.— E quando vi avranno
« condotti davanti alle raunanze, e a’ magistrati, ed
« alle podestà, non istate in sollecitudine come, o che
« avrete a rispondere a vostra' difesa, o che avrete a
«dire.— Perciocché lo Spirito Santo, in quell’ora stessa,
v’insegnerà ciò che vi converrà dire. » Luca XII.
4-5-11-12. ■
E Licinio, passava in quei giorni, quale un gran
condottiero. Dunque, anche la persecuzione di cui egli
fece oggetto i cristiani, alla vigilia di una guerra con
Costantino, prova quante e quali terribili passioni dovessero agitarsi in lui, nel momento in cui maggiormente il suo pensiero sarebbe dovuto esser sereno ;
giacché il conseguimento dell’Impero, nelle pericolose
circostanze nelle quali dovevasi effettuare, imponeva
una precisione ed una fermezza di azione, infinite ;
giacché il fine era febbrilmente agognato, e l’inimico,
gelosissimo e potente.
Potrebbe, fra l’altro, essersi egli sentito decaduto
dalla fiducia dei cristiani, fin dal mostruoso eccidio
di cui volle coronata la disfatta di Massimino. In tal
caso, potremmo arguire che i cristiani non ebbero attiva parte in quell’infami». E cosi sia. Ma fors’anche
l’idea di essersi, involontariamente, esposto al sospetto
dell’odiato nemico, contribuì di per sé sola, alla sua
rovina , ed il desiderio, il timore, l’invidia, l’ira, da
quella generati, rinvennero nello smarrimento e nell’irresolutezza della sua violenta e impressionabile natui\a, radicele sviluppo.
Cosi Licinio iniziò la sua corsa, verso quella fine,
contro a cui volgono, tutti gli ebbri di potere ai quali
manchi una fondamentale attitudine alla conquista, e,,
particolarmente, alla duratura sussistenza di una idealità eroica conseguita. Di fatto, egli non sembra, nè
padrone di sé, né tampoco ipocrita abbastanza, per ap-
7
LA LUCE
farir tale, a tempo e luogo. Certo è che quel momento della storia, fu assai propizio ai cristiani ; ed una
solida amicizia di Li?inio, avrebbe forse portato altro
indirizzo a quel radicale mutamento, che i cristiani
stessi si proponevano di operare, nella storia del mondo.
(continua)
Giaeomo Giulia
Opere di Oeneficeoza
Il signor Alberto Zamperini, già direttore dell’Orfanatrofio Evangelico di Intra, ha aperto con l’aiato
di molti amici e benefattori nn istituto consimile a
Locamo (Canton Ticino).— Della nuova opera di
beneficenza parla con molta simpatia La Vedetta
foglio bisettimanale di Intra.
Si abbia il signor Zamperini anche le nostre
congratulazioni e Taugurio di costante benedizione
•celeste.
A SPIZZICO
Palestina
Si sta facendo una grande sottoscrizione nel mondo
israelita all’intento di creare una Università ebraica
in Gerusalemme. Il progetto è accolto con entusiasmo
e par destinato a ridestare il patriottismo di quel popolo.
e. r.
Stati-Uniti
Nella sola città di New York, ci sono più Italiani
che a Eoma, più Tedeschi che in Amburgo, 3 volte
più Irlandesi che a Dublino, e dieci volte più ebrei
che nella Palestina. La stessa città possiede 978 chiese
protestanti. ’
e. r.
APPKNDICK
EROINE YÄLDESI
MONOLOGHI DI TEOFILO GAY
XIV.
maria Lesero
Maria Piene di Villar Pellice andò sposa nel Giugno
1640 a Giovanni Legero, testé consacrato ministro e no.
minato pastore di Prati, e gli fu eroica compagna per
ben 23 anni attraverso l’orrenda bufera della persecuzione di Pianezza; ebbe 11 figli, e morì nel Giugno
1668, in viaggio per la Olanda, ove lo sposo era stato
chiamato come pastore..
Ce la rappresentiamo alla vigilia della sua partenza da Briançon, ove lo sposo era venuto a disporre
ogni cosa nel precedente Dicembre, affinché la famiglia potesse andarlo a raggiungere a Leida in pri.
mavera. ( V. Léger II 362 e 876)
V
Sola di nuovo, sola sempre 1 giacché sola mi sento,
per quanto circondata dai figli e dagli amici, quand’è lungi da me lo sposo mio. Ahi ! quanto Spesso in
questi 23 anni dacché son sua, m’é piombato addosso
quel tetro isolamento ! Non so se erro, ma parmi essere stata molto più sovente lungi da lui che a lui
dappresso !
Gli è che sono stata guastata nei miei primi anni.
Lassù a Sabiasco tra Villar e Bobbio, nell’avita dimora
del Piene, ero l’idolo della famiglia. Mio padre, il
capitano Giacomo Piene ; mio zio, il capitano Giuseppe
Piene ; mia madre, Donna Beatrisina Cotta ; mio nonno,
Messer Claudio Cotta di Vigono; i miei fratelli, cresciuti anch’essi per esser futuri condottieri ; tutti mi
riguardavano come il più bel fiore della famiglia, e
facevano a gara ad ammirarmi ed a divertirmi ; ed
essi, ribelli invitti ad ogni tirannia, si piegavano docili
ad ogni mio desiderio.
Il nonno, ahimè ! l’ebbi per poco tempo ; ma l’amavo
quel bel vegliardo dalla lunga barba bianca ; e quanto
volentieri davo l’assalto ai suoi occhiali, e poi raggomitolata sulle sue ginocchia mi facevo narrare e
ripetere senza posa la sua storia, la sua espulsione
dalla bella casa di Vigone per ordine di Emmanuele
Filiberto, la sua fuga in queste Valli, e poi la restituzione del palazzo ottenuto da un gran signore tedesco (l’ambasciatore Giunio) e poi la separazione dalla
sua figlia, che era tutta la sua gioia, ed era stata
presa in ¡sposa da uu prode capitano Valdese cioè
da mio padre. Bd il nonno, finita la storia, aggiungeva : Ho ben paura che questa birichina di Maria
si lasci portar via di qui alla sua volta da uno sposo ■
Ed io tutta corrucciata rispondevo : No! non sarà mai ;
io voglio restar sempre col babbo e la mamma e il
nonno. !
Mortomi il nonno, fu il babbo il mio contastorie ;
e sì che ne avea da raccontarmi delle gesta compite
nel Delfinato e in Piemonte, ma più di tutti mi piaceva il fatto del capitano Gallina fatto prigione a
Bobbio coi suoi soldati dal babbo mio e poi lasciato
andare. Gallina, dicevo io, invece di fare un uovo, ha
fatto un fiasco !
E quali risate quando lo zio Giuseppe mi descriveva
lo spavento dei cattolici di Vercelli e del Monferrato,
al vederlo giungere coi suoi soldati Valdesi, ch’essi
credevan mostri e vedevan fatti come gli altri ed
anzi più buoni che gli altri !
Ma presto ebbi ad accorgermi che la vita Valdese
non era un placido gaudio famigliare. Quante volte
dovean lasciarci i nostri due capitani per correre
addosso al nemico segnalato! E restavo allora con la
mamma sotto la guardia dei fratelli che, imberbi
ancora, già s’atteggiavano a nostri difensori e maneggiavan l’archibugio con destrezza. Ero fiera di loro,
e crescevo con loro temprandomi per lotte assai più
aspre ancora, in sì marziale ambiente.
Non li avrei voluti lasciar mai i miei cari ; mi
stringevo a loro, superba del loro valore e disdegnosa
d’ogni proposta di matrimonio... finché non venne a
rapirmi il mio Giovanni. Era un Ijel giovane di 25
anni allora reduce da Ginevra e consacrato pastore
dal Sinodo di San Germano, così vivace, così elegante, j
così eloquente, che mi fece dimenticar la promessa
fatta al nonno, e mi conquise. Mio padre che se n’intendeva, diceva che c’era in lui la stoffa d’un eroe, e
che grandi servizi avrebbe resi al nostro popolo ; e
così ben presto io mi decisi a diventar la sua eroina.
Ci sposò al Villar il ministro Mauget che tanti guai
ci dovea recar 13 anni dopo lasciando incendiare il
convento del Villar dalla sua sposa e da due miei
cugini.
Il mio Giovanni doveva invece far più gloriosa
carriera. Mi condusse sposa, a Frali, ove tanto si distinse che, quando tre anni dopo dovè esulare a
Ginevra suo zio Antonio (illustre pastore di San
Giovanni condannato a morte dalla duchessa Cristina)
egli fu prescelto a surrogarlo a San Giovanni. Ne fui
lieta per lui, ed anche per me ; chè il soggiorno di
San Giovanni era un paradiso a confronto di quello
di Frali ; ma ora lo rimpiango, chè il giorno in cui
mettemmo piede il quel paradiso, cessò per noi la
pace e la tranquillità. Sì eravamo al posto d’onore,
ma anche al posto del maggior periglio.
Ne gioiva l’animo battagliero di mio marito, ma io
come avrei potuto gioirne, quando presto m’accorsi
che imperiosi doveri me lo rapivano ogni giorno e
mettevan la sua vita in pericolo ad ogni ora ?
Oh ! questi ultimi 20 anni furono un calvario per
me ! Le lotte contro le legioni di frati scatenati come
segugi contro di noi dal priore Rorengo ; la lotta per
sostenere il diritto di predicare a San Giovanni contro
gl’intrighi dello stesso Rorengo ; le lotte contro la
Fropaganda di Torino messa su sempre dal Rorengo ;
gli orrori delle Fasque Fiemontesi; la fuga in Val
Ferosa; la partenza di Giovanni per Farigi onde
l’Europa udì la sua voce tonante che chiedeva soccorso pei Valdesi ; il suo ritorno per prender parte
alla battaglia e alla vittoria della Vacherà, e poi rappresentar le Valli nelle trattative pel trattato di pace !
Oh i ei fu grande, Giovanni, in quell’ora suprema i
ei fu il salvatore del nostro popolo insieme con Gianavello.
E grande ei si mantenne sempre. Niun intrigo nemico, niun tradimento di finti amici, ninna minaccia
del duca, nissun pericolo di morte ha fatto piegar la
sua fronte indomita. Alla sua voce si son scossi i più
grandi sovrani d’Europa, ed han tremato i nostri
nemici, e tremano tuttora benché sembri loro d’averlo
schiacciato. Tre volte l’han condannato a morte, e
tre volte egli ha sfidato la loro sentenza, sventando
le trame loro, sfuggendo ai lor sicari. Dio è con lui
e lo protegge visibilmente.
Ma io che l’amo, io che sono la sua sposa e la madre dei suoi figli, io vivo in un affanno, in un’ansia
infinita; el ho benedetto il sinodo dell’anno scorso
il quale, non volendo più oltre esporre sì preziosa
vita, ha mandato Giovanni all’estero ad interceder di
nuovo presso i nostri correligionari. È vero ohe anche
fuori del Piemonte lo inseguono le spie ducali ; ma
meno arduo gli riesce il restarne incolume. E come
è stato accolto da tutti! Lo si acclama, lo si vuoi
ritenere dappertutto. Ei s’è deciso ad accettare il posto
di pastore a Leida ; e me ne rallegro perchè ivi saremo in pace, e saremo di nuovo insieme, e l’avrò di
nuovo per me, come a Frali, tanto più che ora si
vuol mettere a scrivere la sua grande Storia dei
Valdesi. Lavoreremo insieme perchè io l’aiuterò met.
tendo in bella copia i suoi scartafacci. Oh ! parrebbe
troppo bello. Ho paura che non sia che un vano sogno. Eppure ei ei aspetta appena potremo viaggiare
con minor disagio ; ed è venuto qui 4 mesi fa a dispor
tutto per questo. Oh ! com’avrei voluto partir con
lui allora! ma l’Inverno era così aspro che non si
potea neanche pensarci ; ed a grande fatica egli stesso
potè passare il Monginevro in Dicembre e giungere
a Leida in febbraio. Ora Maggio è sopraggiunto e la
partenza si avvicina. Giubila il mio cuore, ma pure
piango, e non saprei dir perchè. Quel viaggio fino
in Olanda mi sembra sterminato. Fartirò, sì ; mi distaccherò dal mio Piemonte per andare a raggiunger
lo sposo... Ma potrò io arrivare fino a lui ? Coraggio»
Dio sarà meco anche ora ; e se soccomberò nel viaggio,
mi accoglierà lassù, dove presto mi verranno a raggiungere quelli efie io amo.
Sono pronta. Sia fatta, o Dio, la tua volontà.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Per mancanza di spatsio, rimandiamo di nuovo
al prossimo numero la continuasione e la fine della
novella II Femminismo. E siam dolenti di dover
anche rimandare la continuasione dell’articolo
L’opera nostra e il problema deH’Emigrazione.
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