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Torino
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
venerdì 19 MAGGIO 1995
ANNO 3 - NUMERO 20
?.*■
■ *<■
LE NUOVE PENSiONI
IL FUTURO
È ASSICURATO?
DORIANA GIUDICI*
La questione pensioni è
stata la mina vagante che
per anni ha rimbalzato da un
tavolo all’altro dei vari confronti politico-sindacali. Alla
fine, dopo duri scontri ai tavoli idi trattativa, e dopo una
delle più partecipate manifestazioni sindacali degli ultimi
anni, si è giunti al rush finale
e il risultato è giudicato soddisfacente dai rappresentanti
dei lavoratori. Solo la Confindustria si è «tirata fuori», e ha
anche detto perché: vuole incidere in modo più ampio e
profondo sul sistema previdenziale, tentando sia di ridurre gli impegni economici
delle imprese sia di introdurre
in modo più massiccio, in Italia, il sistema delle assicurazioni private.
Ecco un probabile nuovo
business. In realtà l’accordo
raggiunto fra sindacati e governo può degnamente essere
considerato un tentativo di
riforma, intelligente e non
penalizzante per i più deboli:
ma anche Rifondazione comunista e il Cobas hanno
detto no; è certo, quindi, che
in Parlamento il dibattito
sarà vivace e la conquista
della legge un passaggio
molto duro. Inoltre c’è un
appuntamento fondamentale
per i sindacati: il responso
dei lavoratori che, tra il 30
maggio e il 1° giugno, dovranno conoscere approfonditamente, discutere e quindi
approvare il lavoro fin qui
svolto dalla delegazione sindacale che ha trattato con il
governo. Solo dopo questo
verdetto l’accordo sarà «valido» per i sindacati.
Il problema più spinoso di
tutta la trattativa è stato quello relativo alla pensione di
anzianità. Con il nuovo regime per i dipendenti privati
l’età per avere la pensione di
anzianità salirà gradualmente
dai 52 anni (validi fino al
1996) ai 57 anni (validi fino
al 2008). Per i dipendenti
pubblici la pensioni «baby»
rimangono, ma comportano
penalizzazioni. Poco chiaro è
invece quale sistema di calcolo verrà utilizzato dopo il
2008. Nelle assemblee dei lavoratori finora svoltesi alcuni
sostengono che questo calcolo danneggerebbe chi comincia a lavorare presto. Ci chiediamo dove sono oggi i giovani di 15 o 16 anni assunti
con regolari contratti di lavoro e con versamenti dei contributi, mentre negli anni ’60
un’accelerata industrializzazione permise, pur tra molte
contraddizioni (immigrazione
al Nord, lavori ripetitivi, eccesso di straordinario) di conquistare posti di lavoro e diritti previdenziali.
Se davvero vogliamo tutelare i giovani dovremmo pretendere «contributi figurativi»
per coloro che, nei primi anni
di lavoro, accettano contratti a
termine, part-time, contratti di
consulenza in assenza di altre
occasioni di lavoro.
I sindacati fecero questa
proposta, ma fu poi dimenticata; oggi nell’accordo è rimasta solo la concessione dei
2 anni per le donne che, lavorando, devono anche impegnarsi nella cura dei familiari. Importante è invece quel
passaggio dell’accordo che
permette a nuove, libere professioni (progettisti grafici,
fotomodelli, art-director, disc-jockey), in cui moltissimi
giovani trovano soddisfazioni
economiche e professionali,
di poter contare su una pensione conquistata attraverso i
contributi, da loro versati
all’Inps. Questa scelta rappresenta un modo serio e
concreto per combattere il lavoro nero, garantire legalità e
ufficialità a molti «nuovi lavori», ormai indispensabili
nella nuova società dell’informazione e dei servizi della
comunicazione.
Altrettanto importante è la
parte dell’accordo che riguarda i lavoratori autonomi; i loro contributi salgono dal 15
al 20% del reddito e questo
* Componente il Consiglio
nazionale dell 'economia
e del lavoro ( Cnel)
SEGUE A PAGINA 7
!
L'Evangelo fa uscire dairanonimato e riconosce dignità alla persona
La nostra vocazione: comunione e dialogo
VALDO BENECCHI
«Abramo disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli". Ed egli: “No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai
morti, si ravvedranno". Ma Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure
se uno dei morti risuscitasse "»
(Luca 16, 29-31)
Lì sulla scena c’è molta gente: l’uomo ricco, i suoi fratelli, Lazzaro,
Abramo, Mosè, i profeti: e poi ci sono i
cani che leccano le ulceri del povero
Lazzaro. Solo Abramo e il ricco prendono la parola, gli altri sono senza voce;
ma anche fra Abramo e il ricco c’è una
barriera insormontabile: due mondi separati fra i quali non c’è comunicazione. In
ogni parte di questa parabola c’è una domanda di comunicazione, di relazione a
cui, però, corrisponde l’incapacità, l’impossibilità dell’ascolto. Notate la solitudine dei vari personaggi: Lazzaro in vita
è solo; il ricco muore e resta solo, non
può neppure far pervenire un messaggio
ai suoi fratelli.
Lazzaro vive miseramente nella solitudine; i suoi unici compagni sono i cani.
Stando alla porta del ricco prima o poi
avrebbe ricevuto qualcosa con cui nutrirsi; Lazzaro ci conta, ma il ricco resta
chiuso e confinato nel suo egoismo: nessuna condivisione, nessuna comunicazione. Il ricco, morto, resta isolato nella
sua solitudine: a un certo momento chiede un miracolo. Hanno già la parola di
Dio, ascoltino quella. È sufficiente. È la
sola via della fede, del ravvedimento.
Il ricco è una persona che ha a che fare con i numeri, con i calcoli. Il nostro è
il tempo dei numeri, di molti numeri:
permettono di riconoscerci, ma non di
conoscerci. Il numero della carta d’identità, del conto bancario, del ccp, della
patente, del passaporto; pagine di giornali piene di numeri, di statistiche, di
sondaggi. La nostra società è un turbinio
di numeri: sempre più numeri, sempre
meno persone; il termine «caso» sostituisce spesso il nome di una persona in
difficoltà. Immagino il ricco della parabola come un uomo d’affari moderno,
uomo di numeri, sempre attento all’indice Mibtel, che sa vestirsi bene, che organizza strepitose cene di lavoro; ma
nella parabola resta anonimo. Lazzaro
sta lì accovacciato vicino alla porta del
ricco; un povero barbone di cui solo i
cani hanno compassione: ma nella parabola riceve un nome: Lazzaro, cioè Dio
ti salva, Dio ti dà una mano. Nella Bibbia dare il nome a qualcuno vuol dire
farlo esistere come persona, riscattarlo,
metterlo in relazione: l’Evangelo lo fa
uscire dall’anonimato, gli riconosce una
nuova dignità.
Lo scopo di questa parabola non sembra tanto quello di colpevolizzare il ricco, quanto di evidenziare il suo rifiuto, la
sua aridità, la sua incapacità di comunicare, di mettersi in relazione, preso come
è dai suoi numeri, dai suoi affari. Questa
è certamente una delle caratteristiche più
devastanti della nostra società di oggi.
Come uscirne? Invocando dei miracoli?
Hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli.
La Parola vivente del Signore è presente
e all’opera: se l’ascoltiamo e la viviamo
possiamo essere restituiti alla nostra vocazione di donne, di uomini, resi di nuovo capaci di relazione, di comunione, di
condivisione. Non serve andare alla ricerca di miracoli che forse susciteranno
emozioni, illusioni, ma non conversione.
Non ci restituiscono la nostra umanità.
La condivisione del pane, l’agape fraterna, la cena del Signore diventano segni della nostra comunione resa di nuovo
possibile fra Dio e noi, fra di noi. Sono il
segno che le barriere sono state spezzate,
che la nostra solitudine è vita; è l’annuncio essenziale che oggi dovrebbe risuonare. Sta alla nostra predicazione, alle
nostre opere, ricordare a tutti quale sia la
nostra più autentica vocazione umana: la
comunione, la comunicazione, il dialogo.
Ci possiamo chiamare per nome.
Dalla Camera
Approvata
l'Intesa
luterana
La Camera dei deputati ha
approvato giovedì 11 maggio
a grande maggioranza il disegno di legge che recepisce
l’Intesa sottoscritta il 20 aprile
1993 fra il governo italiano e
la Chiesa evangelica luterana
in Italia (Celi): il provvedimento dovrà ora passare
all’esame del Senato. Presentando il progetto di legge il relatore, il deputato e pastore
evangelico Domenico Maselli,
ha ricordato la figura di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco ed esponente della resistenza al nazismo, morto in un campo di concentramento 50 anni fa. Nelle dichiarazioni di voto si sono
espressi a favore del provvedimento tutti i gruppi parlamentari ad esclusione di Alleanza
nazionale, i cui rappresentanti
non sono intefyenuti. Fra gli
interventi ricordiamo quelli
dei deputati evangelici Valdo
Spini, Lino De Benetti e Lucio Malan. In un comunicato,
la Celi sottolinea il «significato europeo» dell’approvazione
dell’Intesa: «La Chiesa luterana in Italia, per via della sua
origine etnica e religiosa, ha
una particolare vocazione europea, ecumenica e laica che
si esprime nella cura pastorale
ai turisti nordici, e nel partecipare alla riconciliazione fra
chiese e culture diverse».
La Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) conta
7.000 membri ed è sorta nel
1948 come struttura organizzata, ma le comunità luterane
sono presenti da decine di anni nel nostro paese; a Trieste
dal 1778, a Firenze dal 1899,
a Genova dal 1868, a Sanremo dal 1899, a Napoli dal,
1826, a Milano dal 1850, a
Roma dal 1817, a Bolzano
dal 1916. Nel 1950 si sono
unite alla Celi anche tre comunità del Golfo (di Napoli)
con un’unica sede a Torre
Annunziata. La Celi ha sede
in Roma, via Toscana 7, telefono n. 06-4880394.
Ecumene
Donne nella chiesa
e nella società
pagina 2
’ A «o
Un giubileo qui e ora
pagina 6
Le giornate
di Mezzano Inferiore
pagina 8
2
PAG. 2
RIFORMA
venerdì 19 MAGGIO 1995
Riunita a Basilea l'Assemblea annua della Federazione delle donne protestanti svizzere
Donne impegnate nella chiesa e nella società
---g*N90iSE VUFFBAY*- legge federale sulla con- della Federazione evangelica un piccolo panorama delle at
ilillî©?Âiïï
FRANÇOISE VUFFBAY*
L9 Assemblea annuale della Federazione delle
donne protestanti svizzere
(Fsfp/Efs) si è svolta a Basilea il 27 e 28 aprile 1995 nei
locali della Stadtmission, in
un parco splendido nel centro
della città.
E stata esposta la situazione
della Fspf che anch’essa, come in Italia, si interroga sul
proprio futuro dato che le associazioni di donne si lamentano dell’invecchiamento dei
loro membri e del disinteresse delle più giovani. A livello
strutturale ci si chiede come
organizzare l’associazione
perché possa rispondere efficacemente ai bisogni dei suoi
membri e sia pronta ad affrontare le sfide di oggi. Per il
momento è stato creato un
sottogruppo di cinque persone per prendere quelle decisioni che non richiedono un
dibattito dell’intero comitato,
che conta 16 membri.
Sono state presentate le attività di molte associazioni di
donne, mettendo a disposizione delle partecipanti un dossier sul lavoro delle varie
commissioni: la «Commissione teologica», che ha prodotto un opuscolo sul tema Impegno politico, la Bibbia ci
provoca', la «Commissione
giuridica», che ha esaminato
una legge federale sulla condizione penale dei minori onde elaborare una presa di posizione e che si è inoltre pronunciata circa il rispetto
dell’uguaglianza tra uomini e
donne in alcune imprese; la
«Commissione per l’erogazione di borse di studio», che
aiuta donne d’oltremare (30
borsiste in Africa, nel Pacifico e in Indonesia) per formazioni varie (insegnamento,
teologia, animazione di gruppi di donne, lavoro di segreteria); la «Commissione di redazione della rivista Approches», che ha pubblicato articoli sui vari temi (l’imparzialità, la crisi, la violenza, la
spiritualità alternativa, la terra è la nostra casa); la «Commissione Equinoxe» per la
gestione dell’incontro di Vaumarcus, che ha trattato del tema «Il conflitto: è la vita» e
che l’anno prossimo tratterà il
tema «Il perdono»; la «Commissione notizie dal Sud
Africa», che ha optato per la
lotta contro l’apartheid e sta
analizzando il ruolo che giocano le donne nel processo di
democratizzazione e come assumere il passato: il nuovo
nome del gruppo sarà «Chiese - Nuova Africa del Sud».
E presente una rappresentante della Fsfp aH’intemo di
ognuno dei seguenti gruppi:
la «Commissione femminile
della Federazione evangelica
delle donne protestanti svizzere», che si è dedicata all’
esame del posto della donna
nella chiesa e sulla fine della
famiglia; la «Commissione
europea della Federazione
delle chiese evangeliche svizzere», che ha riflettuto sul tema della perdita del lavoro e
delle minoranze; la «Associazione di sostegno alla Società
cooperativa ecumenica», che
concede prestiti per progetti
spesso gestiti da donne; la
«Associazione protestante di
lavoro per l’educazione degli
adulti e per la formazione
nelle chiese»; il «Forum contro il razzismo», che si preoccupa delle misure di obbligo
nel diritto degli stranieri; la
«Commissione protestante
migranti», che pubblica fogli
di informazione alle parrocchie sulle donne immigrate;
la «Commissione federale per
le questioni femminili», che
si interessa alla politica di
uguaglianza tra donne e uomini in Svizzera e che sta
preparando un opuscolo su
«Donne in Parlamento» che
sarà pubblicato per incoraggiare le donne ad impegnarsi
nelle campagne elettorali; la
«Federazione romanda delle
consumatrici», impegnata
nella lotta per una migliore
qualità della vita.
L’elenco, non esaustivo, dà
un piccolo panorama delle attività svolte in un paese confinante con l’Italia e ci può dare
idee su campi di attività dove
anche noi potremmo impegnarci per il futuro pur vivendo in un contesto diverso.
La seconda giornata era
centrata sul tema Interrompere una gravidanza: un delitto?. La mattinata è stata dedicata al lavoro in piccoli
gruppi di 3 persone su situazioni concrete nelle quali le
donne potrebbero venire a
trovarsi. Abbiamo quindi
ascoltato due conferenze: una
della teologa Sitta CampiRevillard che ci ha poste di
fronte alla domanda: «Che
cos’è che fa la vita, dov’è
l’inizio e la fine?»; l’altra di
un’assistente sociale. Lisa
Bruhlmann, operatrice in un
consultorio, che ha parlato
della «decisione responsabile: come arrivarci?».
Questo tema è stato riproposto dalle donne della Fsfp
dato che la legislazione in
Svizzera considera l’aborto
come un reato e viene effettuato terapeuticamente solo
se due medici valutano la situazione come compromessa
a livello sanitario. Ora si è
riaperta la discussione a livello legislativo e si sta elaborando una nuova legislazione.
* Presidente Ffevm
Il noto teologo brasiliano Frei Betto è convinto della validità di quel tipo di teologia
La teologìa della liberazione è sempre viva
La teologia della liberazione conserva tutta la sua validità in America Latina, anche
se presenta nuove sfumature
e nuove sfide. È quanto ha affermato il teologo brasiliano
Frei Betto in un’intervista
con l’agenzia ecumenica Eni.
La validità di questa forma
di riflessione teologica è
strettamente legata alla natura stessa dell’America Latina
in quanto «continente di cultura essenzialmente religiosa
- ha sottolineato Betto -.
Qui, la prima visione cosmica di un indiano, di un contadino o di un operaio metalmeccanico, si iscrive in categorie religiose; e la loro prima aspirazione consiste nel
migliorare la loro vita e nel
liberarsi dall’oppressione
che subiscono».
La riflessione di Betto si
basa su una vasta esperienza
di oltre 35 anni, dedicata al
servizio dei più poveri del
suo paese, esperienza iniziata
all’età di 13 anni come militante del movimento studentesco. Frei Betto, frate domenicano, è nato nel 1944 nello
stato di Belo Horizonte. È diventato uno dei principali dirigenti nazionali della Gioventù studentesca cristiana
(Jec) dal 1962 al 1964, anno
in cui venne arrestato per la
prima volta. Nel 1969, il suo
impegno contro la dittatura
militare lo portò nuovamente
in prigione per quattro anni.
Dal 1974, dedicò tutta la sua
energia all’organizzazione
delle «comunità ecclesiali di
base» (Cebs) del Brasile, una
delle esperienze più importanti vissute dal settore progressista della Chiesa durante
gli ultimi decenni.
«Questo riferimento cristiano e il desiderio di liberarsi dall’oppressione determinano la crescita delle comunità ecclesiali di base e le
diverse pastorali popolari»,
afferma Betto. Attualmente,
la teologia della liberazione
pone l’accento su nuovi temi
congiunturali. Fra questi, la
questione dell’ecologia alla
quale Leonardo Boff sta dedicando un importante libro;
tra le varie problematiche
che stanno rinnovando il
pensiero teologico sul continente, va citata, ad esempio,
la lettura biblica secondo la
prospettiva femminista; i
nuovi paradigmi risultanti
dalla cosmologia attuale e
dalla fisica quantistica.
Autore di una trentina di libri, per lo più tradotti in varie
lingue, Betto ha appena pubblicato Il paradiso perduto:
noi, i costruttori del socialismo. È un riassunto del lavoro compiuto dal 1970 al
1992, fortemente segnato dai
molti viaggi di Betto attraverso il mondo. Sulla delicata
problematica dell’esperienza
cubana, Frei Betto ha pubblicato le parti essenziali di un
colloquio con Fidel Castro:
«Fidel e la religione».
In conclusione, Frei Betto
afferma: «Direi che la teologia della liberazione si trova
a un punto di sintesi interessante, nel quale il tema dell’
acculturazione si aggiunge a
quello della liberazione e che
i temi dell’etica militante e
della preghiera si articolano
con quello dell’impegno politico». Commentando la tesi
del teologo protestante argentino, José Miguez Bonino,
sulla necessità di strutturare
una «teologia della sosta», per
accompagnare le conseguenze
sociali dell’attuale modello
neoliberale predominante sul
continente, Frei Betto dichiara: «Penso che la teologia
della liberazione inglobi anche la teologia della sosta
suggerita da Miguez Bonino».
D’altra parte, conclude, «i lavori di Hugo Assmann e di
Franz Hinkelammert, teologi
ben noti in America Latina, lo
dimostrano. La riflessione
della teologia della liberazione incorpora sempre più concetti di economia politica come forma di spiegazione della
congiuntura che stiamo vivendo in America Latina», (eni)
wm
Si svolgerà in Olanda a fine giugno la 56^ Conferenza generale
30.000 avventisti attesi a Utrecht
Oltre 30.000 avventisti del
settimo giorno, provenienti
dal mondo intero, sono attesi
nella città olandese di Utrecht, in occasione della 56°
sessione della Conferenza generale che si svolgerà dal 29
giugno all’8 luglio prossimo.
La Chiesa avventista del settimo giorno, la cui prima organizzazione ufficiale risale
al 1863, conta oggi oltre 8
milioni di membri, con in
media un nuovo membro battezzato ogni 50 secondi e una
nuova chiesa costituita ogni
cinque ore. È fra le chiese
cristiane che registrano una
delle più forti crescite.
Secondo le ultime statistiche, la crescita media è di
1.792 membri al giorno. Le
chiese avventiste in Medio
Oriente hanno registrato una
crescita del 33% tra il luglio
del 1993 e il giugno del ’94.
Anche in Cina si registra una
crescita annua spettacolare.
Di conseguenza la Chiesa avventista non può più essere
qualificata, come in passato,
una chiesa americana, in
quanto nove membri su dieci
vivono fuori degli Stati Uniti.
Fra i principali temi all’ordine del giorno ^ella Conferenza generale figurano la
violenza domestica, la libertà
di religione, la diversità etnica all’interno delle chiese e
l’ordinazione delle donne.
Quest’ultima questione è stata sollevata dalla Chiesa avventista del settimo giorno
del Nord America. Anche se
il 1995 è l’anno ufficiale della donna, nella Chiesa avventista l’organizzazione è tuttora gestita in gran parte dagli
uomini.
La Chiesa avventista del
settimo giorno non ha rapporti ecumenici strutturali
con altre chiese. Come ha
sottolineato il presidente della Conferenza generale, pa
store Robert S. Folkenberg,
«questo non dovrebbe essere
interpretato in modo negativo... Abbiamo recentemente
messo in piedi una serie di
riunioni di dialogo con la
Chiesa luterana.
Crediamo nella forza del
dialogo e della comprensione
ma nel termine “ecumenismo”, si ritrova implicitamente la seguente nozione:
“Cedete qualcosa in cui credete e vi darò qualcosa in
cambio”. Questo tipo di unità
ci rende più deboli. Gli avventisti del settimo giorno dicono invece: “Noi vi rispettiamo per quello che siete e
per quello che credete e vi
chiediamo di comportarvi allo stesso modo con noi”.
Certo dobbiamo dialogare,
ma non è necessario chiedere
ad ognuno di noi di abbandonare ciò che pensa sia vero
secondo la Parola di Dio».
(eni)
Kenia: discriminazione nei
confronti delle donne pastore
NAIROBI — Il segretario generale della Chiesa presbiteriana
dell’Africa orientale, Samuel Mwaniki, ha dovuto richiamare 24
pastori emeriti e chiedere loro di esercitare il loro ministero nelle chiese in cui membri conservatori, compresi alcuni membri
del co^o pastorale, rifiutavano la presenza di donne pastore.
Mwaniki ha riconosciuto che, all’inizio, la consacrazione delle
donne aveva suscitato una certa resistenza ma che, col tempo,
sembrava essere bene accetta e ha precisato che alcune pastore
non potevano avere un posto per via dell’ondata di discriminazione attuale. I membri di chiesa, ha aggiunto Mwaniki, preferiscono uomini a capo delle loro chiese; preferiscono inoltre che
le pastore esercitino il loro ministero nelle scuole, negli ospedali
e nelle altre istituzioni, oppure siano pastori ausiliari. «La vista
di una donna che predica sul pulpito è insopportabile», ha dichiarato un membro di chiesa presbiteriano. Per accettare che le
donne esercitino nella loro chiesa, i membri erano pronti ad
avere due pastori e ad assumere gli oneri finanziari, a condizione però che uno dei due fosse uomo. Per Samuel Mwaniki molti
cristiani africani vivono tuttora nel passato in cui i pregiudizi
contro le donne erano molto forti; per questo ha chiesto che il
principio dell’uguaglianza delle donne e degli uomini davanti a
Dio venga inculcato ai membri di chiesa. (spp/eni)
Turchia: la situazione
degli ortodossi si è degradata
ANKARA — La comunità ortodossa greca della Turchia e
il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli stanno vivendo una
situazione sempre più difficile sotto il regime dell’attuale primo ministro Tansu Ciller. Lo afferma il patriarca ecumenico
Bartolomeo I. La signora Ciller è accusata di indifferenza di
fronte alla sorte della minoranza ortodossa di Turchia, sottoposta alla pressione degli islamici militanti. Il patriarca Bartolomeo I ha fatto queste dichiarazioni al giornale turco Sabah,
all’indomani della manifestazione di militanti islamici davanti
al Phanar, sede del Patriarcato ecumenico a Istanbul. «Quando
i nostri cimiteri vengono distrutti e le nostre tombe profanate,
il morale della nostra comunità è molto giù e tutti dicono:
“Non c’è più futuro per noi qui, andiamo via!”». Bartolomeo I
fa notare che il patriarcato si trova in una situazione molto difficile dopo la chiusura della scuola di teologia ortodossa di
Halki, situata al largo di Istanbul, su un’isola del Mar di Marmara. «In Turchia esistono centinaia di scuole musulmane per
formare gli imam, ed è prevista l’apertura di altre 250 scuole.
Perché non possiamo averne una anche noi?» osserva Bartolomeo I. La Chiesa ortodossa non riesce a far riaprire la scuola
di teologia di Halki, chiusa dalle autorità turche nel 1971, e lamenta che le autorità di Ankara non prestano attenzione alle richieste di riapertura del Patriarcato; a parere del patriarca ecumenico, i rapporti erano migliori con i governi precedenti di
Suleyman Demirei e di Turgut Ozal. (spp/apic)
Austria: seconda donna eletta
a una funzione episcopale
VIENNA — Dopo Gertraud Knoll, eletta nell’aprile 1994,
Luise Müller, di 42 anni, è la seconda donna ad accedere a una
funzione episcopale nell’ambito delle chiese protestanti d'Austria. Luise Müller è stata eletta sovrintendente della Chiesa
evangelica luterana della diocesi di Salzburg e del Tirolo dai
due terzi dei delegati di tutte le comunità protestanti della diocesi, dopo nove turni di scrutinio. AH’ultimo turno era opposta
a un’altra donna, la pastora di Innsbruck Fridun Weinmann.
Originaria di Oberfranken, in Germania, Luise Müller vive in
Austria fin dal tempo degli studi in teologia. Sposata con un
pastore, ha tre figli; ha fatto il suo vicariato in un lavoro comunitario, prima a Innsbruck poi a Kufstein; in questi ultimi anni
ha dato soprattutto lezioni di religione; è molto attiva nel lavoro di formazione degli insegnanti di educazione religiosa.
Membro della commissione radio e televisione della Chiesa
evangelica luterana e redattrice del giornale protestante «Saat»,
affronta spesso nei media il tema del lavoro delle donne. La sua
consacrazione episcopale avrà luogo l’il novembre prossimo
nella chiesa «Christuskirche» di Salzburg. (.spp/apic)
Madagascar: i protestanti
sono in lutto
ANTANANARIVO — La Federazione delle chiese protestanti del Madagascar ha penso recentemente due personalità
che hanno segnato la sua storia: il dottor Rakoto Andrianarijaona e il pastore Daniel Ratefy, deceduti a qualche giorno di distanza uno dall’altro. Pastore, presidente della Chiesa luterana
Malagasy dal 1961 al 1976, presidente della Federazione delle
chiese protestanti del Madagascar dal 1963 al 1976, il dr.
Rakoto Andrianarijaona è deceduto all’età di 77 anni, il 1?
marzo scorso, dopo una grave malattia. Questo rappresentante
del protestantesimo malgascio era stato membro del Comitato
centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e del Comitato generale della Conferenza delle chièse di tutta l’Africa
(Ceta). Deceduto a Antananarivo il 27 marzo scorso, il pastore
Daniel Ratefy, 82 anni, era stato il primo segretario generale a
tempo pieno della Federazione delle chiese protestanti del Madagascar, dal 1968 al 1983. A questo titolo aveva partecipato a
numerosi incontri ecumenici, in particolare alle assemblee generali del Cec a Am.sterdam (1948), Uppsala (1968) e Vancouver (1983). Era stato all’origine della creazione della Chiesa
protestante malgascia in Francia; era inoltre membro permanente dell’ufficio della Federazione malgascia e membro del
Comitato generale della Ceta. (spp)
3
VENERDÌ 19 MAGGIO 1995
Vita
Ghie:
PAG. 3 RIFORMA
La relazione del Comitato permanente alla Consultazione metodista di Ecumene
Le comunità metodiste possono tornare
protagoniste dell^evangelizzazione
La relazione del 1994 aveva
evidenziato i mutamenti che
si stavano verificando nella
’ ' società italiana sottolineando
il ruolo che le nostre chiese
avrebbero dovuto assumere.
I Nel corso di quest’anno la situazione, lungi dal chiarirsi e
' dall’imboccare un percorso
.-chiaro e rettilineo, si è ulteAlfiormente ingarbugliata per i
contrasti sorti nella maggio- ■ ranza di governo.
. La caduta del governo for;^Amatosi subito dopo il risultato
.elettorale ha prodotto la nomina di un esecutivo tecnico,
a tempo limitato, che non
concorre a una stabilità. Il
paese oggi è in una situazione
certamente più incerta e grave e non emerge in nessuna
direzione una proposta chiara
e forte, capace di coinvolgere
un’ampia maggioranza di cittadini in un comune progetto
di ricostruzione morale, civile, politica ed economica.
Molte sono le parole, meno
chiari i programmi: alla perIW ■ sona comune appaiono evidenti il clima di rissa, la perdita di credibilità all’estero, la
disoccupazione, l’aumento
dei prezzi, gli scioperi, il pauroso debito pubblico, il vuoto
■di potere l’inefficienza dei
servizi, la pressione fiscale.
In molti, oltre all’incertezza,
c’è la paura del domani.
L’unica voce, costantemente amplificata dai mass media, è quella del papa che
scende in campo proponendosi come unico riferimento
morale, unico garante dei valori della vita e della solidarietà, e che non esita a dare
indicazioni o meglio imperativi in questioni che comprendono: educazione, etica comportamentale, politica estera,
lotta alla criminalità. A questa voce nessuno si oppone.
In questo quadro noi evangelici ci troviamo totalmente
isolati, nemmeno più considerati strumentalmente utili
per una battaglia in nome del
pluralismo culturale e religioso. Costantemente o quasi
ignorato dai media, il protestantesimo risulta essere una
nullità da far apparire di tanto
in tanto alla ribalta in chiave
positiva o negativa, sempre
però come anomalia in un
tessuto al quale tutti ritengono non appartenga o non abbia nulla da dire. Se dobbiamo parlare del senso della nostra presenza oggi in Italia, se
dobbiamo progettare un nostro futuro, dobbiamo partire
da questo dato poiché non
possiamo compiere nessuna
analisi delle nostre chiese e
delle nostre opere se prima
non ci sforziamo di analizzare il contesto nel quale siamo
collocati.
Alcuni ritengono che non
sia compito dei membri di
chiesa come tali di discutere
di queste cose, ma è giusto
ciò? Non dovremmo invece
essere voce prepositiva per il
paese e alternativa a quel modo di essere chiesa che il cattolicesimo ufficiale e maggioritario continua a proporre
con forza e con abile strategia? È necessario uno sforzo
che rimetta in moto la nostra
iniziativa e la determini in vista di una rottura dell’isolamento autoprocurato e di
quello da altri messo in atto:
non se ne esce restando negli
attuali termini del dibattito e
della prassi ecumenica.
Forse è giunto il momento
di chiedere ai nostri interlocutori cattolici di pensare a
un ecumenismo diverso, con
altra valenza pratica, altra capacità di ascolto reciproco e
accoglienza, meno rituale e
più reale. Pensiamo a che
cos’è oggi la gestione della
cura d’anime nelle carceri,
negli ospedali, nei corpi organizzati dello stato. Pensiamo
a che cos’è la raccolta e la gestione dei fondi per gli aiuti
nazionali e internazionali.
Esiste solo il prete nel primo
caso e solo la Caritas nel secondo; anche nella versione
italiana di film e servizi
dall’estero ogni funzione religiosa viene presentata come
messa, ogni pastore come sacerdote. Il dialogo e la prassi
ecumenica avrebbero potuto
essere, nell’attuale situazione
del paese, un’indicazione utile per la società civile su come sia possibile, nel rispetto
delle diversità e provenendo
da un passato di inimicizia,
condividere una medesima
speranza e lavorare concretamente per il suo realizzarsi a
favore di tutti.
Bisogna però dire che non
stiamo brillando né sul fronte
delle iniziative né su quello
dell’informazione. È proprio
necessario uno sforzo che
sveltisca il nostro cammino,
che rivitalizzi la vita interna
delle nostre chiese, che ci'
spinga verso l’esterno con
Impressioni di una delegata
Uscire dai fortini
LORETTA SECCHI BLASZC2YK
La campagna in risveglio,
i fiori nei prati, l’ombrello di delicate corolle bianche
dei ciliegi di fronte alla casa
hanno fatto da cornice all’annuale Consultazione metodista ad Ecumene, dal 21 al 22
aprile. Le incertezze politiche,
le difficoltà nella società per
il lavoro, la casa, l’assistenza,
la crisi economica e istituzionale, non ci trova preparati
e presenti. L’unica voce, forte
e costante, è quella di Giovanni Paolo II, che si propone come il solo garante dei valori
della vita e della solidarietà.
Noi siamo assenti o raramente
citati come anomalia di un sistema al quale sembra che
non abbiamo nulla da dire.
Quindi un forte richiamo a
essere presenti nel tessuto cittadino, regionale, provinciale,
nazionale a proclamare con
fierezza la nostra diversità, ad
uscire dai nostri fortini e correre nelle praterie, messaggeri di speranza e portatori di
grandi valori.
Mai come ora è necessario
mettere in pratica il motto di
Giovanni Wesley «Il mondo
è la mia parrocchia». Riproporre un massiccio programma di evangelizzazione per
spiegare di nuovo che l’essere protestanti significa assumersi il privilegio e l’onere
del sacerdozio universale vissuto in prima persona. Presenza, preghiera, studio,
evangelizzazione, servizio,
testimonianza, contribuzione
sono alla base di questa nuova «conversione».
Lettura della Bibbia in una casa privata (esempio di evangelizzazione nei 1800) da «L'amico di casa» del 1865
un’evangelizzazione capace
di offrire una concreta alternativa di fede e speranza alle
persone e ai loro problemi e
nel contempo di opporsi al dilagare dell’individualismo.
Un’evangelizzazione come
quella dei primi missionari
metodisti, che chiedeva con
chiarezza la conversione della
mente e del cuore e rendeva le
comunità che da essa sorgevano protagoniste di un progetto
per il paese. Dobbiamo recuperare questa dimensione
dell’essere chiesa, se vogliamo rispondere alla vocazione
che il Signore ci rivolge in
questo paese. Tutto questo ci
porta a considerare le nostre
strutture e a domandarci se
esse corrispondono realmente
alle nostre necessità.
Prendiamo la nostra organizzazione ecclesiastica. Circuiti e distretti non hanno ancora un diversificato, preciso,
stimolante ruolo. Il circuito
dovrebbe essere il motore sul
campo di missione: piccolo,
agile, capace di mobilitazione
autentica, struttura di legame
e di servizio che utilizza al
meglio tutto ciò che c’è di disponibile: persone, luoghi, risorse. Funziona? Molti tra noi
pensano proprio di no. Residenza e campo di lavoro sono
spesso sia per i pastori che
per le comunità considerati
equivalenti: quanti sono i circuiti che concertano realmente i loro programmi ordinari e
straordinari?
Non si tratta di tappare i
buchi, bensì di concepire un
diverso modo di lavorare: più
arioso, più vasto, più dinamico, meno parrocchiale. Certo
più itinerante, faticoso, meno
personalistico, meno autogestito nei tempi e nei modi. È
diffusa l’idea secondo la quale le chiese decadono e soffrono perché non ci sono sufficienti pastori. C’è da chiedersi se questa è ancora ecclesiologia metodista; nel resto del mondo, anche dove i
metodisti sono milioni, non è
così. Le nostre amministrazioni sono sempre sull’orlo
del dissesto finanziario perché il numero dei pastori è
superiore di molto alle nostre
pos.sibilità e perché la logica
del circuito non passa.
Integrazione: fu una scelta
fatta ormai da vent’anni quella di diventare un unico cor
po ecclesiastico nel quale due
identità avrebbero messo insieme i loro doni per una comune testimonianza: una scelta buona, per qerti versi profetica. Come tutte le scelte la
sua realizzazione dipende
però dalle persone e dal modo
con cui essa si concretizza in
fatti reali e non solo in dichiarazioni di principio. Non
si volle una fusione, un assorbimento, bensì che le due
realtà denominazionali rimanessero vive e vitali. Quando
però si scese nel dettaglio regolamentare si crearono norme che nella prassi si rivelarono spesso contraddittorie,
ambigue e generatrici di conflitti. Sono problemi veri che
generano a volte sofferenza
in chi li vive e deve misurarsi
con essi. Vogliamo risolverli?
È necessario rivedere ambiti e competenze di circuiti e
distretti precisandoli meglio,
evitando doppioni di ruolo e
di lavoro. Una riforma non
potrebbe ridisegnare i nostri
collegamenti sul territorio?
Circuiti piccoli, con maggiori
responsabilità, potrebbero
aiutarci a superare tutta una
serie di problemi: Al circuito
principalmente dovrebbe essere assegnata la rappresentanza delle chiese in Sinodo. I
distretti, se proprio si vogliono conservare, dovrebbero alleggerire il Sinodo di alcune
questioni, istruirle e discuterle preliminarmente, dando
maggiore efficienza alla nostra vita ecclesiastica e amministrativa, operando' quel decentramento che rende reale
la «gerarchia di assemblee».
Troppo facile, troppo superficiale e ingiusto sarebbe
pensare e credere che qualcuno sia chiamato a rispondere
di certi aspetti della vita della
chiesa e altri no. Non si possono e non si devono affidare
mandati a sorelle e fratelli
per lasciarli poi nella solitudine angosciosa di una battaglia quotidiana che i più non
desiderano nemmeno, conoscere. Nella chiesa non è possibile che ognuno-vada per
conto suo, si occupi del suo
orticello, si disinteressi del
suo prossimo. Nella chiesa
esiste la logica della solidarietà anche se si hanno doni
diversi e si esercitano diversi
ministeri.
(a cura di Mirella Scorsonelli)
Metodisti italiani
Rinnovato l'impegno
per la testimonianza
GIAN PAOLO RICCO
Come è tradizione di tutti
gli anni, si è riunita ad
Ecumene il 21 e 22 aprile
scorsi la Consultazione
metodista, in rappresentanza
di una quarantina di comunità e opere in preparazione
del Sinodo e dell’Assemblea-Sinodo che si terranno
a Torre Pellice a fine agosto
e primi settembre ’95. La
Consultazione, è risaputo, è
un’occasione informale di
discussione su temi teologici, culturali e di vita ecclesiastica della componente
metodista all’interno del
«Patto di integrazione» con i
valdesi del 1979.
Il Comitato permanente ha
presentato un’ampia e puntuale relazione sugli aspetti
specifici per i quali le chiese
metodiste conservano una
propria autonomia, vale a
dire i rapporti ecumenici nazionali e internazionali, le
finanze e il patrimonio. Tale
relazione risulta divisa in
due parti: una di carattere
«politico», stilata dal presidente Martelli con la collaborazione del Comitato permanente e un’altra concernente le questioni amministrative e contabili.
Nell’introduzione il pastore Claudio Martelli, dopo
aver accennato alla confusa
situazione politica del nostro paese, ha sottolineato
l’urgenza di uno «sforzo che
rimetta in moto l’iniziativa e
la determini in vista di uña
rottura dell’isolamento autoprocurato e di quello da altri
messo in atto» nei confronti
non solo dei metodisti, ma
degli evangelici e dei protestanti in genere, anche da
parte di forze politiche e
culturali che dovrebbero essere più attente a una visione di tipo pluralistico e laico
della società.
Sul versante economico,
il Comitato permanente si è
gnato al circuito, a tutto il
circuito e non alle singole
comunità locali. Su quest’
ultimo punto si è sviluppato
un vivace dibattito: si sono
sentite varie voci e non tutte
favorevoli alla proposta di
un ritorno al metodismo
delle origini in base alla
convinzione che solo la presenza stabile di un predicatore può rivitalizzare la
chiesa locale, può incentivare i contributi al fondo
ministerio e garantire la
continuità delle attività anche sul piano culturale.
Ciò dimostra che il dibattito è tuttora aperto e non si
può riportare ipso facto
l’esempio di come funzio
Claudio H. Martelli, presidente
deirOpcemi
chiesto se non sia giunto il
momento di «pensare a un
ecumenismo diverso, con
altra valenza politica, altra
capacità di reciproco ascolto
e accoglienza meno rituale e
più reale. A che serve essere
invitati come delegati fraterni ai Sinodi diocesani se
poi la cosa si ferma lì?».
Inoltre il Comitato permanente, per far fronte alla
mancanza di pastori, ha proposto un rilancio della tradizionale struttura metodista
del «circuito» che rifiuta
una mentalità «parrocchiale» (un campanile, un pastore) per valorizzare l’apporto
dei predicatori laici. Occorre che i metodisti ripensino
al fatto che il pastore è asse
II pastore Aurelio Sbaffi, da
quest’anno in emeritazione
nano i circuiti in realtà
completamente diverse dalle nostre (siano esse quelle
inglesi o quelle statunitensi). La relazione ha toccato
anche altri temi, con accenni alla Federazione delle
chiese, all’integrazione valdese-metodista, al giornale
Riforma, di cui si parlerà in
modo esteso nell’Assemblea-Sinodo del prossimo
mese di settembre.
Ancora una volta questo
appuntamento annuale dei
metodisti italiani si è rivelato un ambito utile, in cui
anche coloro che non parteciperanno al Sinodo possono esprimere idee, convincimenti e dare così un contributo e un arricchimento
alle nostre piccole comunità
sparse in tutto il territorio
nazionale.
Non solo, ma la Consulta
zione ha offerto anche quest’anno l’occasione per verificare insieme il senso del
la nostra appartenenza al
mondo metodista, in una
continua ricerca e in un
confronto sempre in atto,
innanzitutto con i valdesi e
con gli altri evangelici, per
una testimonianza all’Evangelo di Gesù Cristo in Italia.
Inoltre la Consultazione
ha dedicato un certo tempo
alla discussione e alle pro
poste di candidature ecclesiastiche. Alcuni fratelli, sia
in ambito denominazionale
che integrato, giungono al
termine del loro mandato: il
pastore Aurelio Sbaffl va in
emeritazione e lascia il suo
posto in Tavola; il pastore
Martelli ha completato il
suo settennio in qualità di
presidente Opcemi e così la
rappresentante della Tavola
nel Comitato permanente, la
pastora Gianna Sciclone. La
Consultazione ha voluto fin
da ora ringraziarli vivamente per il lavoro svolto con
spirito di servizio.
4
PAG. 4 RIFORMA
5» Vita
VENERDÌ 19 MAGGIO 1995
Intimidazione contro la Chiesa avventista di Napoli
Quel funerale non si può fare...
ci sono i furgoni parcheggiati
__________LUISA mm___________
Fin dalle prime ore di ogni
mattina via Campanella è
occupata da furgoncini, merci varie, bancarelle del mercatino rionale che si estende
lungo buona parte della strada. Al numero 8, fra vestiti
svolazzanti appesi agli ombrelloni, seminascosto da due
furgoni, a stento si riconosce
un cancello verde e dietro il
cancello un edificio con una
scritta grande: «Chiesa cristiana avventista». Non ha vita facile, in questo periodo, il
pastore della chiesa avventista di via Campanella a Napoli, e con lui tutta la comunità vive con un certo disagio
questa sorta di convivenza
forzata con il mercatino.
Da circa un anno il mercatino non è più settimanale ma
è diventato giornaliero e così
sono iniziati i problemi della
comunità: l’accesso al parcheggio della chiesa è quotidianamente ostruito (abusivamente) da due furgoncini e
fino alle 14, quando i commercianti ambulanti vanno
via, nessuno può accedervi,
neanche il pastore; neanche
se, come è successo ultimamente, c’è da celebrare un
funerale. Oltretutto non c’è
solo il culto del sabato, dato
che la comunità di via Campanella ha diverse attività infrasettimanali (come le riunioni giovanili del venerdì, o
le attività per le bambine e i
bambini) che vorrebbe poter
svolgere senza ostacoli presso i propri locali; questo non
è sempre possibile.
Purtroppo la situazione, già
tesa nei mesi scorsi, è andata
L’ingresso della Chiesa avventista di via Campanella a Napoli
degenerando nelle ultime settimane; il pastore Caruso, che
è a Napoli da sei mesi, ha deciso che non è più possibile
sopportare questa forma di sopraffazione. Ha protestato
cercando di far valere i suoi
diritti ma finora l’unico risultato ottenuto è stato un calcio
nel fianco sinistro e una serie
di insulti e di minacce: «Guai
a te se vai alla polizia!» gli
hanno urlato mentre cercava
di spiegare agli artibulanti che
quel parcheggio è di proprietà
della chiesa. Quella stessa
mattina il pastore si era accorto che degli sconosciuti avevano forzato la porta della
chiesa ed erano entrati portando via alcuni oggetti.
Dopo questi ultimi episodi
pare quindi che i rapporti con
le persone della zona siano irrecuperabili. Il pastore Caruso
spiega che diverse persone
della comunità vengono ormai malvolentieri al culto per
paura delle minacce che di recente hanno colpito anche al
tri membri di chiesa. Ci sono
tre matrimoni in programma
per i prossimi mesi: probabilmente saranno celebrati presso la chiesa valdese di via dei
Cimbri. Eppure il pastore
sembra sereno e pronto ad andare fino in fondo: per il momento ha denunciato l’accaduto presso il commissariato
di polizia, nella speranza che
possa servire a qualcosa...
Tanto più dispiace la situazione se si pensa al fatto che
fino a tre anni fa la Chiesa
avventista gestiva una scuola
elementare presso i propri locali: era un servizio che legava fortemente la comunità al
quartiere, visto che buona
parte dei bambini non proveniva da famiglie avventiste
ma da famiglie cattoliche
della zona. E un’esperienza
che si è conclusa soprattutto
per questioni economiche:
adesso in via Campanella restano degli ampi locali (ben
tre piani sopra la chiesa) purtroppo inutilizzati.
SrL' " ■ ’
Seminario del gruppo teologico della Fgei
Che cosa sono ì riti e la liturgia?
Inutile nascondersi che come protestanti abbiamo difficoltà a parlare di riti e atti liturgici: tutto ciò che è espressione esteriore della nostra
fede genera spesso in noi perplessità, se non diffidenza.
D’altronde, fin dalla Riforma, la centralità della Parola
ha caratterizzato con tale forza il protestantesimo da fare
apparire «sospetta» ogni altra
forma di espressione del nostro rapporto con Dio. Su
questo tema si sono confrontati circa trenta giovani della
Fgei a Santa Severa, dal 29
aprile al 1° maggio, in occasione di un seminario per le
regioni del centro Italia. Oltre
che un interessante seminario
è stata una tappa significativa
del lavoro di ricerca teologica che la Fgei, grazie anche
al contributo del Grulateo
(Gruppo di lavoro teologico)
svolge da alcuni anni.
Qualsiasi atto rituale, non
necessariamente religioso, ha
a che fare con la nostra quotidianità: in particolare la relazione di Luciano Zappella ha
fissato alcuni punti circa la
natura del rito e il suo significato per gli esseri umani. In
primo luogo il rito riguarda il
tempo, perché nella ripetizione di gesti e parole uguali il
tempo è suddiviso e scandito;
poi, altro elemento fonda^mentale, il rito appartiene alla sfera del non utile, del gratuito. Nella prima fase del seminario, suddivisi in piccoli
gruppi, i partecipanti avevano già discusso circa i gesti
j rituali che compiamo quotidianamente da soli o assieme
ad altre persone: è stato un
metodo utile, che ha aperto la
strada alla comprensione delle due relazioni.
Il rito elemento centrale
della nostra vita: questa sembra essere stata una prima generale acquisizione. Nel suo
scandire il tempo, nel suo essere un comportamento sociale che rafforza il senso di
appartenenza, il rito è presente nella nostra quotidianità
più di quanto ordinariamente
si pensi. Il nostro rapporto
con la realtà, come ricordava
Luciano Zappella, è necessariamente mediato. La realtà è
sempre altra rispetto a noi: è
necessaria la mediazione di
segni (quelli del linguaggio,
per esempio) i quali dicono il
visibile, ma rimandano a\Vinvisibile, al non dicibile. Così
il rito dice qualcosa di concretamente visibile (attraverso gesti, parole ecc.) ma rimanda a un significato non
immediatamente presente.
Il discorso si fa ulteriormente interessante se si passa
a considerare gli atti rituali di
tipo religioso: a cominciare
dagli atti liturgici che le nostre comunità compiono ogni
volta che si riuniscono. La
nostra difficoltà sta nel fatto
che tutto ciò che non è annuncio diretto della Parola
spesso ci appare superfluo,
oppure non lo comprendiamo
a fondo. A volte ci sembra
che la liturgia non sia essenziale alla fede: ma è vera
mente così? La comunicazione, lo sperimentiamo quotidianamente, non è soltanto
verbale ma anche è affidata
ai gesti, agli atteggiamenti, ai
silenzi, al corpo.
Nella sua relazione Maria
Bonafede ha ricordato che il
rito comincia proprio quando
il linguaggio non è più sufficiente a comunicare la propria fede: il rito cioè apre la
comunicazione simbolica
della fede. Se non c’è liturgia
la comunità non cresce, forse
neppure ha consapevolezza
di se stes.sa. Nell’atto rituale
si ripete ogni volta l’esperienza della comunione con
le altre persone e l’esperienza della relazione con Dio; si
ripete ogni volta, ha detto ancora Zappella, l’esperienza
deH’«incontro impossibile tra Dio e Fumanità». Non
dunque unione mistica con il
trascendente, ma esperienza
del rapporto contraddittorio
con Dio, fatto di presenza e
assenza, di comunione e di
estraneità.
Anche gli atti liturgici allora descrivono la nostra fede, e
possono farlo senza l’ausilio
delle parole. L’ultima parte
del .seminario è stata dedicata
alla sperimentazione di forme
liturgiche nuove che mettano
in gioco, più di quanto non
siamo abituati a fare, il corpo
e i sensi, nell’ipotesi che anche il nostro corpo, l’elemento concreto attraverso cui passano tutte le mediazioni, possa parlare della nostra fede e
del nostro rapporto con Dio.
Livorno
La Fgei
si presenta
LAURA CASORIO
GIANLUCA NG
Erano circa trenta le persone convenute presso i
locali della Chiesa battista di
Livorno Villa Corridi in occasione di una serata organizzata per cercare di muovere i
primi passi verso una reciproca conoscenza tra i giovani
aderenti alla Fgei e la comunità ospite.
Giunti sul luogo dell’appuntamento, ci siamo subito
accorti che nessuno dei presenti conosceva più di un
quarto dei partecipanti. Diverse le comunità rappresentate: le due battiste e la valdese di Livorno, la comunità
battista di Grosseto, la comunità valdese di Pisa e qualche
amico e amica da Firenze e
da Cagliari.
Dopo una breve introduzione e una preghiera, guidati dal
pastore locale, siamo entrati
in queir atmosfera di «festa»
che caratterizza lo stare insieme finalizzato alla sola conoscenza. Con un giro di presentazione siamo riusciti, grazie
alla simpatia di alcuni ragazzi
particolarmente intraprendenti, a far emergere qualcosa di
più dei nostri nomi, studi, lavori o gusti musicali.
Abbiamo potuto notare come alla maggior parte di noi
piaccia la vita comunitaria,
quanto sia importante la comunità per la crescita nella
fede di ognuno, o ancora
quanto sia più facile immedesimarsi in un personaggio biblico dell’Antico Testamento
piuttosto che a uno del Nuovo: peccato non si sia riusciti
a trovare l’occasione per approfondire di più questi argomenti; sicuramente saranno
ripresi negli incontri futuri.
Monteforte Irpino
Comunicare
il Vangelo
Presso il Villaggio evangelico «23 novembre» a Monteforte Irpino si è tenuto il 2“
serhinario giovanile comunitario dal 28 aprile al 1° maggio a cura della Convenzione
delle chiese evangeliche di
Cicciano e Benevento, sul tema «Annuncio del Vangelo e
forme della comunicazione».
Quest’anno il discorso si è
incentrato sulla riflessione
circa il senso e le forme dell’
evangelizzazione (compito
primario della chiesa) connesse alle forme e alle problematiche della comunicazione.
I relatori erano Mario Affuso,
Giuseppe Verrillo, pastore
della Chiesa apostolica a Napoli, e Carmine Napolitano,
studioso di storia del cristianesimo; c’è stata inoltre una
comunicazione di Roberto
Sferruzzo, membro della comunità di Benevento.
Il tema è stato affrontato in
due sessioni; nella prima si
consideravano le premesse
dell’annuncio con la seguente
articolazione: la conoscenza
delle Scritture come fondamento dell’annuncio; l’annuncio di fronte al disincanto
dell’uomo contemporaneo;
l’annuncio come fatto di educazione; annuncio e dinamiche sociali. Nella seconda
sessione si rifletteva sul linguaggio dell’annuncio in
questa sequenza: l’annuncio
massmediale e i problemi del
linguaggio; l’intersoggettività
come fonte di annuncio; itinerari evangeli stici.
Assemblea delle Chiese libere
Un progetto unitario
con i protestanti
Il 25 aprile, presso la chiesa
cristiana libera di Napoli-Berlingieri, si è riunita l’Assemblea nazionale delle chiese
cristiane libere in Italia. Il
messaggio incoraggiante venuto dal pastore Antonio Casarella, coordinatore delle
chiese libere in Italia, è che
«Il compito delle chiese libere non si è esaurito». L’esperienza delle chiese libere, si
legge nella relazione del
coordinatore, ha ricevuto un
forte impulso in Campania a
partire dalla tragica esperienza del terremoto dell’lrpinia
del 1980.
Il sisma aveva profondamente ferito il tessuto sociale
ma anche, ha affermato Casarella, «scosso molte coscienze vivificandole col soffio divino della umana solidarietà.
Le nostre chiese risposero
compatte all’appello». Oggi
le chiese libere sono in stretto
e vitale contatto con chiese
pentecostali e altre chiese non
federate, in uno spirito di fraterna collaborazione. Alcune
chiese pentecostali in Campania si sono riunite in una
«consulta», che comprende
32 sale di culto per un totale
di 7.000 membri di chiesa, il
cui segretario generale è Antonio Mucciardi.
Anche presso il villaggio di
Monteforte le chiese libere
portano la loro testimonianza
a vari livelli: sono presenti
con un loro rappresentante
Il pastore Domenico Maselll ha
presieduto una riunione di battesimi
nel comitato di gestione e responsabili di una «attività biblica» a favore dei residenti.
11 messaggio che sembra venire dalle chiese libere, a partire anche da questo loro incontro nazionale, è il desiderio di un progetto unitario per
le chiese protestanti, a partire
dalla valorizzazione delle differenze di ogni componente.
Al termine dell’assemblea,
alla presenza di molti fratelli
e sorelle di diverse comunità
campane, la sorella Nadia Palumbo è stata consacrata diacona e, durante lo svolgimento del culto di chiusura, il pastore Domenico Maselli ha
presieduto una riunione di
battesimi in cui hanno testimoniato della loro fede in
Cristo tre sorelle della chiesa
libera di Volla.
Campo giovani al Centro di Bethel
Noi, i diversi
GIUSY BAGNATO
Anche quest’anno, in occasione del «ponte» del
25 aprile, si è tenuto un convegno a Bethel che ha coinvolto ancora una volta la
Fgei di Puglia e Lucania e i
gruppi giovanili evangelici
della Calabria, sullo studio di
un tema pregnante: la diversità. Il tema, proposto l’anno
scorso da una fgeina di Gioia
del Colle, ha coinvolto tutti
per la sua attualità e vastità.
L’atmosfera era un po’ la
stessa che si respira ad ogni
campo, fatta di entusiasmi e
grandi affetti... for.se questa
volta, però, con qualcosa di
diverso.
Se purtroppo la partecipazione da Reggio e da Dipignano questa volta è stata
bassa, per la prima volta si è
assistito, infatti, ad un vero e
proprio «boom» del gruppo
di Catanzaro e a una partecipazione senza precedenti anche da Cosenza. Riguardo al
tema c’è da dire che forse per
la prima volta ciascuno di noi
ha pensato al diverso come a
se stesso. Mi spiego: chi dice
che il diverso sia sempre l’altro? L’altro non vede forse in
noi il diverso? E poi, quali
sono i criteri con cui si perviene alla delineazione del
diverso?
Le discussioni, i giochi di
simulazione, le attività teatrali e altre iniziative, proposte
con grande accortezza dai responsabili della Fgei di Puglia e Lucania, hanno consentito costruttivi scambi di
opinioni e ci sono serviti a
conoscere e comprendere
meglio una realtà che, per
quanto spesso vicina, non ci
coinvolge mai abbastanza.
Credo però che la cosa più si
li Centro di Bethel
gnificativa a livello locale sia
stato comprendere le ragioni
per le quali molto spesso la
partecipazione dei giovani
delle nostre chiese a campi e
convegni è così bassa: in particolare, la paura del nuovo.
11 timore di venirci a confrontare con qualcosa che potrebbe essere al di sotto delle
nostre a.spettative, la paura
del cambiamento contrapposta alla stabilità e alla sicurezza del quotidiano, sono
stati fra le ragioni annoverate
a sostegno delle ripetute assenze dei giovani (il che non
è certo rassicurante, vista la
giovane età dei ragazzi!). Comunque sia, anche questa
volta Bethel ha fatto quanto
di meglio potesse: tutti soddisfatti, caricati e felici per
un’attività che, seppur breve,
ci ha resi tutti più consapevoli, ci siamo dati appuntamento al prossimo campo per una
nuova attività di crescita collettiva e di scambio, mentre
la Sila ci salutava con una
leggera fioccheggiata di neve
«primaverile».
5
venerdì 19 MAGGIO 1995
- Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Festa di canto in occasione del centenario della Chiesa di Sestri
Speranza dai «due mondi
»
ERMINIO PODESTÀ
mM
Le manifestazioni per il
centenario della presènza
metodista a Sestri Ponente
hanno raggiunto il culmine
domenica 7 maggio con la
Festa di canto delle corali
evangeliche valdesi al teatro
Verdi di Sestri. Ringraziamo
fra l’altro la comunità di Sestri per l’organizzazione perfetta e la presidente del Consiglio di circoscrizione per la
collaborazione offerta affinché questo grande avvenimento riuscisse nel migliore
dei modi. Le corali delle Valli
sono arrivate con otto pullman e hanno allietato la piazza adiacente al teatro con canti di allegria e con scambi di
saluti con i fratelli e le sorelle
di Genova. Durante il culto,
con predicazione del pastore
Bruno Rostagno sui testi di
Matteo 5, 9 e I Giovanni 2,
28-29, è stato presentato il tema della festa: «Siamo tutti
figli di Dio». L’impegno di
essere figli di Dio è quello di
essere uniti nel mondo: i giovani con i vecchi, i ricchi con
ì poveri, gli «sporchi» con i
«puliti», e questo non può avvenire per opera degli uomini,
ma è mento di Dio.
Corali valdesi delle Vaili alla festa di canto
Dopo l’agape fraterna si è
svolta la tradizionale Festa di
canto. Dopo alcune parole
d’introduzione del pastore
Valdo Benecchi e della presidente del Consiglio di circoscrizione di Sestri Ponente, le corali hanno eseguito i
•loro canti, tutti riusciti brillantemente anche per la bravura dei direttori. Erano presenti le corali di Torre Pollice, Bobbio-Villar Pollice,
Prali, Perrero, Villasecca,
San Germano, Pinerolo, Pomaretto. Villar Porosa, Genova Sampierdarena, Genova
via Assarotti, Luserna San
Giovanni con il coretto.
Ospite d’onore era il «Grupo
Centro di formazione diaconale
Due nuovi diplomati
W:
PASQUALE lACOBINO
Sorrisi, strette di mano, applausi: è sabato 6 maggio
e Marco Jourdan, a nome del
Consiglio direttivo del centro
«Giuseppe Comandi», ha appena consegnato il diploma di
formazione diaconale a Davide Arca e Antonella Romani,
valdese di Ivrea il primo, delle Assemblee dei Fratelli la
seconda. La soddisfazione è
duplice: infatti soltanto una
settimana prima, il 29 aprile,
Davide e Antonella si sono
diplomati assistenti sociali
presso la Scuola di servizio
sociale deirUniversità di Firenze, ottenendo il massimo
dei voti (110 e lode) nella discussione della tesi.
La piccola cerimonia tenuta nei locali dell’istituto
Gould ha suggellato la realizzazione di un percorso formativo complesso, caratterizzato sia dalla preparazione
diaconale che da quella professionale, ed è proprio su
questa ambivalenza costitutiva che si fonda la scommessa
del Centro di formazione diaconale (Cfd): una vocazione
al servizio da giocarsi nella
consapevolezza dell’Evangelo e della propria qualificazione professionale.
Il momento del conferimento dei diplomi è stato preceduto dal colloquio finale con
il Consiglio del Cfd, durante
il quale Davide e Antonella
hanno riaffermato i punti di
forza del progetto «Giuseppe
Comandi»: il suo carattere interdenominazionale, la flessibilità dei programmi di studio, la strettissima connessione tra la preparazione professionale teorica e l’esperienza
lavorativa concreta. Interessante è. stato il riferimento fatto dai neodiplomati all’applicazione sul lavoro degli «strumenti» di analisi della relazione interpersonale acquisiti nei
corsi di Teologia pratica tenuti dal prof. Ermanno Genre, in
quelli sulla comunicazione,
sul lavoro di gruppo.
Va detto inoltre che Davide
e Antonella hanno vissuto
l’impegno allo studio in costante equilibrio con gli impegni lavorativi: entrambi
hanno offerto un contributo
fattivo e di idee all’istituto
Gould (opera evangelica per
minori) e al Gignoro (opera
evangelica per anziani), dove
attualmente funziona un Centro diurno per anziani autosufficienti progettato un paio
d’anni fa da un gruppo di studenti del Cfd, fra cui gli stessi
Antonella e Davide.
Con questi due diplomi
simbolicamente sembra concludersi un ciclo: del primo
nucleo di studenti arrivati a
Firenze tra il 1989 e il 1991
in 7 hanno ormai conseguito
il titolo di studio e quasi tutti
vantano l’accesso alla professione sia aH’interno delle
opere evangeliche che nei
servizi pubblici e privati: tre
assistenti sociali, due educatrici professionali, un’infermiera professionale, un fisioterapista della riabilitazione.
Questa piccola pattuglia di
giovani evangelici (appartenenti alla Chiesa valdese, alle
Assemblee dei Fratelli, alle
chiese libere) ha rappresentato il gruppo che ha vissuto la
fase sperimentale del Cfd, ha
contribuito a individuarne i
limiti e le potenzialità, a proporre i necessari aggiustamenti. Attualmente gli iscritti
e frequentanti sono 8, provenienti dal Nord come dal Sud
della penisola.
Altri festeggiamenti sono in
cantiere: fra brevissimo tempo si prevede un altro brindisi
in omaggio al prossimo diploma conquistato presso la
Scuola di servizio sociale. Il
sole dell’estate fiorentina saluterà i giovani che avranno
fatto domanda di iscrizione e
che sosterranno il colloquio
di ammissione al Cfd. Per 1
giovani delle nostre chiese,
per chi deve orientarsi nella
difficile scelta del «che fare
domani», per tutti quelli che
pensano che il servizio diaco-i
naie possa rappresentare una
prospettiva di vita in cui
spendere la propria vocazione, è già tempo per pensarci.
coral vaidense» dell’Uruguay, che ha eseguito alcuni
stupendi canti folcloristici
sudamericani e che ha ottenuto un unanime consenso
da parte di tutti i presenti.
Al termine, mentre i coralisti salutavano e gli uruguaiani
continuavano a cantare in
piazza, in chi rimaneva si è
radicata maggiormente la
convinzione che cantando la
gloria di Dio si può dichiarare
che il più grande dono è la
salvezza che ci è stata data
per grazia mediante la fede.
Grazie dunque alle corali per
questo messaggio di speranza
che ha congiunto i monti delle
valli valdesi al nostro mare.
Assisi
Incontro
ecumenico
Si è svolto dal 12 al 14
maggio ad Assisi, presso la
Domus Pacis, rincontro congiunto del Comitato centrale
della Conferenza delle chiese
europee (Kek, l’organismo
ecumenico che riunisce le
chiese protestanti e ortodosse) e dell’Assemblea generale
del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee).
Nel corso dell’incontro è stata lanciata ufficialmente la
seconda Assemblea ecumenica europea, che si svolgerà
nel 1997 sul tema «Riconciliazione: dono di Dio e fonte
di nuova vita». L’incontro si
è aperto venerdì 12 maggio
con una celebrazione ecumenica, una tavola rotonda sulla
situazione ecumenica in Europa. La giornata di sabato è
stata invece dedicata all’approfondimento teologico del
tema prescelto. Domenica
mattina i membri del Comitato centrale della Kek e una
delegazione del Ccee si sono
recati a Firenze per un culto
ecumenico, su invito di battisti, luterani, metodisti e vaidesi. Il culto si è svolto presso la Chiesa valdese con la
predicazione del pastore Domenico Tomasetto.
Mottola: decennio di solidarietà
Nord-Sud: un solo
cammino dì donne
VIRGINIA MARIANI
T^onne del Nord e del
xvX,/ Sud: un solo cammino» è stato il titolo della conferenza pubblica organizzata
dalla Federazione delle chiese
evangeliche di Puglia e Luca-,
nia, svoltasi presso la chiesa
battista di Mottola il 29 aprile. Stiamo vivendo il «Decennio ecumenico di solidarietà
delle chiese con le donne»: a
che punto siamo? Questa la
domanda iniziale di Vera
Velluto, presidente della Fcepl. Nel Primo Mondo abbiamo grandi responsabilità verso molte altre popolazioni, in
cui sottosviluppo è sinonirho
di sofferenza proprio per le
donne in quanto tali; ma soprattutto, ha continuato la pastora Elisabeth Green, in un
efficace e veloce excursus biblico, per quale motivo noi
abbiamo quanto ci è necessario e il Sud del mondo no?
Dovremmo riflettere sulle
responsabilità del cristianesimo e rimeditare sulla nostra
fede, che passa inevitabilmente attraverso l’impegno
per il prossimo, così come
troviamo scritto negli Atti,
dove le condizioni materiali
(che la fede biblica valorizza
e non disprezza), il venire incontro ai bisogni di ciascuno,
devono andare di pari passo
con il servire Dio, ed essere
riconciliati con Dio è essere
riconciliati gli uni con gli altri. Non di semplice .condivisione dobbiamo essere capaci, ma piuttosto di restituzione di ciò che abbiamo rubato,
restituzione che, alla base
della storia di Zaccheo, è fonte di salvezza nel momento
stesso della sua applicazione.
È stato presentato il lavoro
dell’Associazione italiana
donne per lo sviluppo (Aidos) che, fondata nel 1981 da
un gruppo di donne di vario
orientamento, propone progetti concreti dopo un primo
passo che è stato quello
dell’informazione sul tema
Terzo Mondo e donna. Anna
Schiavoni, vicepresidente
dell’Aidos, ha detto che la
questione femminile è presente in ogni paese, ma è diversa a seconda dei contesti.
Non parliamo più, ha proseguito, di differenza sessuale,
perché è condizione immutabile nel tempo, ma di «svantaggio di genere», espressione più precisa per indicare la
costruzione di ruoli che ogni
società ha fatto sull’essere
donna e sull’essere uomo. Indagini economiche hanno
evidenziato come lo sviluppo
non abbia avuto lo stesso effetto sugli uomini e sulle
donne, per le quali è stato negativo l’intervento degli operatori dello sviluppo finalizzato all’applicazione, in altri
paesi, dei nostri modelli, come per esempio l’unità economica della famiglia come
noi l’intendiamo, irrispettosa
di forme di famiglia già esistenti di famiglia allargata o
poligamica.
L’Aidos agisce quando un’
organizzazione locale la contatta ed elabora progetti sulle
realtà specifiche entrando in
contatto con organizzazioni
gemelle del luogo. Il rafforzamento delle organizzazioni
di donne è una delle linee su
cui l’Aidos sta lavorando, insieme al progetto per il sostegno di microimprese e occupazione e al programma su
salute e diritti riproduttivi,
incentrato sulla cura e la prevenzione individuale e collettiva.
La serata, tutta al femminile, ha visto la partecipazione,
con domande, di numerosi
uomini, forse timorosi di essere esclusi da progetti nati
dalla determinazione e dall’iniziativa di sole donne. Pare, ha concluso la dottoressa
Schiavoni, che gli uomini ora
abbiano preso coscienza che
il progresso delle donne è anche il loro.
Un momento dell’Incontro delle scuole domenicali a Pravernara
Chiese della Liguria e del basso Piemonte
Incontro a Pravernara
per essere in tanti
______ROBERTO TERZANO_______
Durante il week-end del 1“
maggio, tra le verdi colline che circondano 'Valenza
Po, in un’antica villa settecentesca di Pravernara si è
svolto, come ogni anno, il tradizionale incontro delle scuole domenicali della Liguria e
del Basso Piemonte. L’affluenza è stata buona e questo
ci ha rinfrancato un po’ sullo
stato di salute delle nostre comunità che, in quanto a «materiale umano», vengono ritenute spesso deficitarie. Nel
poco tempo a disposizione i
partecipanti, suddivisi in
quattro gruppi secondo le fasce di età, hanno approfondito una parte della vita di Giuseppe (Gen. 37).
Quindi, con l’aiuto di un
gruppo di monitori, i ragazzi
armati di colori, carta, forbici
e colla hanno creato costumi e
sfondi scenografici per la realizzazione di quattro scenette
imperniate sui sogni di Giu
seppe, Giuseppe venduto come schiavo, Giuseppe in Egitto, la riconciliazione con i fratelli e rincontro con il padre.
Dopo il culto di chiusura,
in un clima di fraternità si è
svolta un’agape comunitaria
culminata nella cena del Signore a cui tutti, grandi e piccoli, si sono avvicinati con
uguale attenzione: un sentito
ringraziamento va anche al
direttore della casa di Praverriara, il fratello Barbanotti,
sempre gentile e premuroso
nel soddisfare ogni nostra richiesta. La riflessione che si
può trarre da questa esperienza è, ancora una volta, la
grande responsabilità e cura
che ogni membro di chiesa,
genitore e non, deve avere
nei riguardi di coloro che saranno chiamati ad essere la
comunità di domani; come
bene ci ricorda il salmista
Davide, «i figli sono un’eredità che viene daU’Eterno,
sono un premio». Non dimentichiamolo mai.
Chiesa battista di La Spezia
Ricordato il teologo
Dietrich Bonhoeffer
ROSSELLA SACCOMANI
La settimana precedente la
Pasqua è stata caratterizzata da due incontri significativi per la comunità battista
spezzina. L’ 11 aprile si è
svolta una tavola rotonda sul
tema: «La Pasqua: messaggio
di liberazione e di speranza»,
con la partecipazione del pastore Michele Sinigaglia e di
don Fumo, incaricato diocesano per l’ecumenismò. L’incontro, che ha visto anche la
presenza di laici cattolici impegnati, si spera apra una collaborazione di base nel campo ecumenico locale.
Il 14 aprile c’è stato un incontro liturgico comunitario
in occasione del Venerdì santo, con letture bibliche e canti
eseguiti dal «Coro ecumenico
evangelico», diretto da Anna
M. Sinigaglia. Alla Spezia si
sta cercando, infatti, di dar vita a una corale che sia espressione di tutte le comunità evangeliche anche se per ora,
nonostante la molteplicità dei
doni esistenti in questo campo, la risposta è arrivata solo
dalla Chiesa dei Fratelli.
Per ricordare il 50° anniversario della morte di Bonhoeffer il Centro evangelico di La
Spezia, che ha sede presso la
comunità battista in via Milano 40, ha organizzato il 21
aprile una conferenza dal titolo: «Un testimone della fede,
un martire nella Germania nazista: Dietrich Bonhoeffer a
50 anni dalla morte»; oratore
il prof. Paolo Ricca. L’incontro si è tenuto presso il salone
della Provincia, con il patrocinio dell’amministrazione provinciale e con l’adesione del
Comitato unitario della Resistenza, dell’Associazione ex
deportati e dell’Arci. C’è stata
una presenza di pubblico veramente ecumenica nel senso
più ampio, e molto significativa numericamente e qualitativamente. I presenti hanno
mostrato una speciale attenzione e un coinvolgimento anche emotivo, certamente dovuti al modo tutto particolare
ed efficace con cui il prof.
Ricca ha presentato la figura e
il pensiero di Bonhoeffer.
E stato un momento di arricchimento spirituale e culturale per tutti, molto sentito
anche da chi udivà parlare di
Bonhoeffer per la prima volta; come evangelici questo ci
ha colpiti e commossi allo
stesso tempo. Questo incontro avrà un seguito importante: la mostra fotografica su
Bonhoeffer, che è stata esposta al pubblico e che ha riscosso molto interesse, su richiesta dell’assessore alla
cultura, Lazagna, presente alla conferenza, sarà fatta girare nelle scuole e nelle biblioteche dello spezzino. Pensiamo che questa iniziativa sia
un modo veramente concreto
per ricordare Bonhoeffer e
per farlo conoscere alle nuove generazioni.
6
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENEI^DÌ 19 MAGGIO 1995
IL LAVORO NELLA BIBBIA-2
PER UN GIUBILEO
QUI E ORA
JEAN-PIERRE MOLINA
Che fare quando, contrariamente alle politiche
messe in atto in Europa negli
anni ’90, si vorrebbe introdurre una parte supplementare di grazia nella vita sociale?
Pregare, pagare, fare pressione e inventare. Dopo la mutua, il reddito minimo di inserzione (Rmi), il Contributo
per il salario garantito (Csg)
[l’autore commenta il sistema
previdenziale francese, ndr],
bisogna ora inventare nuovi
modi di finanziamento della
ridistribuzione nazionale, più
ampi di quelli esistenti oggi,
che si basano unicamente sul
salario dei lavoràtori. Inventare nuovi modi di produzione per trasformare la materia
e creare ricchezze senza distruggere la vita.
Pregare, perché la conversione delle mentalità non avviene per decreto legge. Pagare, per diminuire le disuguaglianze. Fare pressione su coloro che decidono. Un insieme di procedimenti che presuppongono che ci si metta
insieme, che si stabiliscano
alleanze, che si sia in molti.
Affinché la grazia sociale, la
provvidenza pubblica sia affare di tutti o quasi. Infatti, finché ci sarà gente che condivide e gente che riceve, la grazia non potrà avere, per chi ne
usufruisce, il gusto del pane
guadagnato: è duro provare
gratitudine quando non si riceve mai nessun tipo di ringraziamento; quando non si
ha mai l’occasione o i mezzi
di mostrarsi generosi. (...) Per
di più, la grazia sociale lascia
di solito a coloro che pagano
l’impressione di essere stati
derubati, di fare parte di quelli
che sono «sempre» tartassati.
Nella società, la condivisione
è possibile .solo quando prende la forma dello scambio.
La sterilità promettente
Nella Bibbia, due esperienze si avvicinano a
quella, contemporanea, della
disoccupazione di lunga durata; l’esilio e la sterilità. L’esilio, perché la disoccupazione
prolungata è un esilio interio
re: «Non usciamo più; che cosa andremmo a fare per la
strada? Guardare i negozi?
Non possiamo neanche più
entrarci per comprare quello
che c’è in vetrina...». La sterilità, perché nel Medio Oriente
biblico la donna senza figli
viveva nella vergogna, nella
reclusione, nella sensazione di
inutilità che conoscono oggi
tutti gli emarginati dal lavoro;
ma dal superamento dell’esilio è nata la fede nel Dio universale, e da una lunga discendenza di donne sterili
(che va da Sara a Maria) sono
nati per grazia di Dio molti
dei grandi profeti di Israele.
Allo stesso modo, un giorno, la traversata della disoccupazione sfocerà sulla profezia, da dove usciranno un
nuovo contratto sociale e
nuove chiavi di ripartizione
delle ricchezze. A patto che
sia vissuta come la traversata
biblica della sterilità, cioè
nella preghiera (cfr. I Samuele 1, 9-20) cosa che implica
che con ogni mezzo, confessabile e inconfessabile, i credenti condividano l’esperienza e il peso della disoccupazione con tutti coloro che, altrimenti, noa ne saranno mai i
profeti ma solo le vittime;
condividano la loro esperienza e prèndano il testimone
della loro rivolta perché, da
soli, i senza lavoro non riescono mai a farsi sentire.
La Legge del sabato
Liberati dall’Egitto dove
erano schiavi, usciti dal
deserto dove non guadagnavano il loro pane, si dice che
gli ebrei, al loro arrivo nella
terra promessa, hanno messo
in piedi una legge concepita
per armonizzare la grazia e il
lavoro. È la Legge del sabato,
che organizza il calendario in
cicli di sette giorni, sette settimane, sette mesi, sette anni,
sette «settimane di anni»
(cioè 49 anni). Ognuno di
questi cicli si conclude con
un riposo di un giorno, di una
settimana, di un anno. Durante queste soste della produzione, gli uomini si riposano.
«A//a fine d’ogni settennio celebrerete Vanno di
remissione. Ed ecco il modo di questa remissione:
Ogni creditore sospenderà il suo diritto relativamente al prestito fatto al suo prossimo; non esigerà il
pagamento dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato Vanno di remissione in onore
dell’Eterno. Potrai esigerlo dallo straniero; ma
quanto a ciò che il tuo fratello avrà del tuo, sospenderai il tuo diritto. Nondimeno, non vi sarà alcun
bisognoso tra voi; poiché l’Eterno senza dubbio ti
benedirà nel paese che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà in
eredità, perché tu lo possegga, purché però tu ubbidisca diligentemente allo voce dell’Eterno, ch’è il
tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti, che oggi ti do. Il tuo Dio, l’Eterno, ti benedirà come t’ha promesso, e tu farai dei
prestiti a molte nazioni, e non prenderai nulla in
prestito; dominerai su molte nazioni, ed esse non
domineranno su te. Quando vi sarà in mezzo a te
qualcuno dei tuoi fratelli che sia bisognoso in una
delle tue città ne paese che VEterno, l’Iddio tuo, ti
dà, non indurerai il cuor tuo, e non chiuderai la
mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli
aprirai largamente la mano e gli presterai quanto
gli abbisognerà per la necessità nella quale si trova»
(Deuteronomio 15, 1-8)
così come la terra, gli schiavi,
gli animali e di conseguenza
le (rare) macchine. Nello
stesso tempo, i prigionieri
vengono liberati, i debiti rimessi e, in fin dei conti, le
terre vendute tornano al loro
proprietario originario; ossia
alla collettività (Gen. 2, 2-3;
Es. 20, 8; Lev. 25; Deut. 15,
1-15; Is. 61, 1-11; 63, 4; Ger.
34, 8-22; Luca 4, 16-21).
Questa legge, che concilia
la pos.sibilità di arricchirsi individualmente e il divieto di
rendere ereditarie le disuguaglianze, si basa su un articolo
di fede estremamente audace:
Dio risponderà alla fedeltà
del popolo con l’abbondanza
della terra, facendo sì che, negli anni precedenti il maggese, la terra produrrà doppio
raccolto... (Levitico 25, 2022; 26, 2-13). AI tempo di
Gesù, questa legge è stata resa inapplicabile per via dell’assenza di controllo politico
sulle terre, diventate colonia
romana. Al tempo di Paolo, è
stata resa perniciosa per via
dei capricci meteorologici
che più volte hanno fatto precedere un anno sabbatico da
un anno di carestia. Ma oggi
non potremmo dire che la
grande utopia sabbatica sia
diventata realistica in quanto
il progresso tecnologico consente di regolarizzare la produzione delle ricchezze? E
che, in mancanza di ripartizione del lavoro, potremmo
condividere le risorse?
Probabilmente si obietterà
che il sistema sabbatico è legato a una società religiosa in
cui fa legge la parola «comandamento di Dio» e che
esso non ha più alcuna pertinenza nella società postreligiosa del XX secolo e che,
d’altra parte, l’internazionalizzazione dell’economia rende illusorio ogni controllo locale su un progetto così ambizioso... E il problema ridiventa quello del potere politico;
non è perché viviamo in una
società secolarizzata che non
possiamo incarnare lo spirito
del sistema sabbatico; infatti,
in passato, la mutua, gigantesca impresa di perequazione
nazionale, si è perfettamente
radicata e sviluppata in una
società industriale laica. Ma è
perché oggi, come gli israeliti
al tempo di Gesù, siamo privi
del controllo sul nostro suolo.
Siamo una colonia della nostra economia. Condannati ad
aspettare che torni l’anno
buono per rimettere i debiti,
per liberare gli schiavi o per
dare una casa ai disoccupati.
Condannati ad aspettare la
buona congiuntura economica («uscita dal tunnel», «ritorno di tendenza», «ripresa»...) che permetterà al politico di prendere le giuste decisioni di cui sogna. Questa è
la nuova impotenza, e la ragione per cui tanta brava gente cbe oggi pretende di affrontare i problemi della disoccupazione e dell’esclusione sociale, ritocca il dizionario e ristruttura i concetti ma
non tocca l’ingiustizia reale.
Tuttavia non tutti si possono accontentare di aspettare.
Si pone dunque la domanda:
che fare nel frattempo e a
quale livello agire? Per gli
eletti e i finanzieri, il livello
mirato è quello del pianeta o
di grandi insiemi come l’Europa. A questo livello, una
certa governabilità esiste teoricamente grazie ai grandi or
ganismi intemazionali di concertazione politica e di organizzazione commerciale ma,
in pratica, si rischia di tornare
a ciò che al tempo di Gesù
rappresentava l’attesa del giubileo: una speranza e delle
possibilità tanto più differite
che i loro destinatari sono più
in basso nella scala gerarchica. Ammesso che certe strategie mondiali non portino
semplicemente a servire interessi particolari...
Gesù e il giubileo
Il livello opposto è qui e
ora. E il terreno privilegiato da Gesù di Nazareth ai
suoi tempi: rompendo con
l’attesa del momento del
grande controllo che permetterà la grande riparazione...
proclamare il giubileo subito,
qui, a livello del vicinato. E
diffondere la notizia. Oggi, il
vicinato è la cassa di solidarietà più o meno uguale per
mezzo della quale un gruppo
liberamente costituito aiuta
alcuni compagni a superare
un brutto momento. È anche
il gemellaggio dello stesso
gruppo con un’associazione
di Indianapolis, di Budapest o
altrove. Così, con pochissimi
soldi, le «Equipes ouvrières
protestantes» (Eop) riescono
a creare e a tessere veri legami sociali a livello locale e a
livello europeo. Perché non
aspettano nulla dall’alto: l’alto (lo stato, l’Unione europea...) è un livello col quale
bisogna certo fare i conti, ma
da cui non ci si deve aspettare
soluzioni, dato che invece bisogna portargliele. Senza le
Eop, l'Europa è morta!
Ridistribuire le risorse
Qui ancora, non si tratta di
rinnovare il «big bang»
ma di seguire il modello di
azione evangelica. Così Gesù,
davanti alla folla affamata,
moltiplica i pani: dall’indigenza fa emergere l’abbondanza (Marco 6, 30-44 eli).
Parlando del fosso che separa
il ricco dal povero, egli di
chiara, rivolgendosi ai ricchi:
«Essi hanno Mosè e i profeti,
hanno solo da ascoltarli» (Luca 16, 29-31). E l’espressione
«Mosè e i profeti» sottintende
sicuramente la Legge del sabato-giubileo. Contro la miseria, Gesù agisce dunque col
miracolo e con la legge: tocca
a noi fare altrettanto. Dando
un alloggio ai senzatetto (facciamo una sottoscrizione con
una folla di non protestanti
che aspettano solo un gesto da
noi...); trasformando la materia; coinvolgendo i poveri in
spirito (persone illuminate
fabbricano di più, sprecano di
meno, scambiano meglio, non
si fanno condizionare dalla
pubblicità...); ripartendo il denaro (ricominciamo a creare
casse comunitarie di solidarietà pur puntando a rinnovare
l’alleanza con la mutua), ecc.
Riprendere riniziativa
Queste immagini non sono
le migliori e questo paragrafo è insoddisfacente, ma
non è più tollerabile terminare uno studio che parla della
disgrazia altrui senza aprire la
fiera delle proposte e prendere almeno il rischio di coprirsi di ridicolo; infatti è certo
che il miracolo è possibile a
patto di condividere denaro e
fede. È così che si è già verificato nella storia antica e
nella storia recente; allo stesso modo di Gesù che, con la
moltiplicazione dei pani, ha
fatto sorgere dall’indigenza la
fratellanza e l’abbondanza, i
fondatori della mutua hanno
fatto sì che gente molto povera fosse «capace^) di pagarsi
le cure ospedaliere più costose! Essi hanno operato questo
miracolo basandosi su una fede religiosa: quella che, nella
prima metà del Novecento,
credeva ad un surrogato di
Dio chiamato «progresso sociale». Questa religione oggi
è spenta: sarebbe peccato che,
in quanto discepoli del vero
Dio, i cristiani non riprendessero ora l’iniziativa della
moltiplicazione dei pani.
(Tratto da «Le Christianisme»
del 26 febbraio 1995.
Traduzione di
Jean-Jacques Peyronel)
(2 - fine)
Preghiera
Padre, tu sai ciò di cui abbiamo bisogno
tre volte al giorno: una tazza di riso,
non è molto, ma è indispensabile!
Benedici la terra, affinché la pianta possa crescere;
benedici lo stelo del riso ed ognuno dei suoi chicchi.
Permettici di ricevere il nutrimento con riconoscenza
ed accordaci uno spirito di solidarietà
affinché nessuno abbia fame.
Tu fai crescere l’erba e i fiori dei campi,
tu fai sorgere il sole, la pioggia e il vento.
Dacci oggi il nostro riso quotidiano
affinché possiamo vivere alla tua gloria.
preghiera dell’Asia
(tratto da Quando è giorno? della Cevaa, 1994)
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Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Col prossimo mese di giugno riprendono ie attività estive dei
Centro ecumenico di Agape che offre un ricco programma di
incontri internazionaii.
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Nei programmi di quasi
tutte le liste presentate
alle ultime elezioni comunali
la questione viabilità e trasporti è stata inserita fra le
priorità; per la vai Pellice
quasi tutti si sono ricordati
dell’esistenza di un servizio
ferroviario, mantenuto a colpi di proteste e manifestazioni e che pure potrebbe essere
decisamente meglio valorizzato. I nodi delle linea non
sono nuovi ma finora nOn si è
vista una reale possibilità di
soluzione.
Gli orari, ad esempio, non
sempre garantiscono una elevata fruibilità da parte dei lavoratori; i lunghi tempi di
trasbordo a Pinerolo (legati
anche aU’eterno problema
della stazione non passante).
LE PROSPETTIVE DELLA FERROVIA
TRASPORTI
PIERVALDO ROSTAN
VENERDÌ 19 MAGGIO 1995 ANNO 131 - N. 20 URE 2000
la mancanza di informazione
nelle stazioni circa eventuali
ritardi, l’abbandono in cui
vengono lasciate le stazioni
solo alcuni dei problemi. C’è
poi la questione biglietti venduti unicamente alla stazione
di Bricherasio, salvo alcune
ore di apertura a Torre Pellice; in ogni caso sono assolutamente insufficienti la vendita sul territorio dei tagliandi di viaggio e la segna
lazione nelle stazioni; così il
viaggiatore, specie se occasionale, rischia la sovrattassa. Infatti mentre fino a pochi mesi or sono capitava
spesso di viaggiare gratis
perché il personale di scorta
non verificava il possesso dei
biglietti oggi accade addirittura il contrario e, spesso con
scortesia, vengono pretese
10.000 lire in più. Per non
dire degli anziani che hanno
la carta d’argento ogg inon
utilizzabile con i biglietti a
fasce chilometriche.
Nessun segnale di speranza? Non è proprio così. Alcuni segnali sembrano autorizzare all’ottimismo, ad iniziare dalle bozze del nuovo orario che prevede più treni. Le
ferrovie hanno recentemente
attivato una nuova divisione
per potenziare il servizio nelle stazioni, il rapporto con i
viaggiatori e gli enti locali;
ne deriveranno proposte concrete a vantaggio dei cittadini
e delle città o sarà soltanto
immagine? Ci sarà spazio, vista anche la sensibilità della
nuova presidente della Provincia, per un rilancio reale,
con soluzioni concrete, al
servizio ferroviario locale?
&
Sindacato
Le reazioni
all'accordo
sulle pensioni
È l’accordo sulle pensioni
l’argomento di cui tutti parlano in questi giorni; e come
avrebbe potuto essere altrimenti? Dopo una serrata trattativa tra governo e sindacati
un accordo è stato raggiunto
e permetterà di rinnovare totalmente il sistema pensionistico italiano di qui al 2013.
Ma non tutti si sono dichiarati d’accordo su quanto concordato fra le parti, a cominciare dalla Confindustria, che
per ora dice no, per andare ai
sindacati di base o ad alcune
forze politiche. Cgil, Cisl e
Uil comunque si muovono
con estrema prudenza ben
sapendo che molti iscritti
non sono convinti dell’accordo raggiunto.
«Non è una riforma che dà
qualcosa ai lavoratori - dice
Vittorio Federico, della Cgil
di Pinerolo - anzi, propone
sofferenze; tuttavia credo che
un intervento fosse indispensabile». Le prime reazioni sono legate soprattutto ai
meccanismi di anzianità che
mettendo da parte la fatidica
quota dei 35 anni di contributi finiscono per penalizzare
chi è entrato nel mondo della
produzione molto giovane:
c’è chi si trova, talvolta a due
anni dalla possibile pensione,
a dover lavorare altri sette o
otto anni per raggiungere i 57
anni di età. Ci sono stati scioperi nel Pinerolese; pur con
adesioni variabili a seconda
delle situazioni i lavoratori si
sono fermati alla Skf, alla
Beloit, alla Boge, alle miniere Luzenac. «Faremo una
consultazione il più ampia
possibile - promette Federico
-; nei giorni di 29 e 30 maggio e 1° giugno verranno collocati seggi in tutte le fabbriche, nelle sedi sindacali, dei
patronati; vogliamo portare al
voto anche i pensionati e gli
artigiani: basterà presentare
l’ultima busta paga o il foglio
di pensione».
Un ente che può modificarsi con la legge 142 e la scissione dall'UssI
Cambierà il ruolo delle Comunità montane?
Costituite le giunte comunali, nell’agenda delle singole
amministrazioni dovrebbe esserci per l’immediato futuro la
nomina dei rappresentanti in
Comunità montana; la legge
prevede che ogni Comune sia
rappresentato dal sindaco o un
suo delegato, da un consigliere di maggioranza e da uno di
minoranza. Ma ciò su cui può
èssere interessante riflettere è
proprio il ruolo della Comunità montana dopo 25 anni di
esistenza, con nuovi compiti
affidati dalle leggi e dopo la
scissione definitiva del binomio stretto con le Ussl.
Iniziamo questo ragionamento dalla vai Pellice, dove
la Comunità montana ha vissuto una forte stagione di progettualità per poi passare,
complici forse maggioranze
politiche poco omogenee, a
un ultimo decennio di minor
impulso. «La legge 142/90 spiega il sindaco di Torre Pellice, Marco Armand Hugon prefigura la possibilità della
creazione di un unico Comune montano coincidente con
la Comunità montana e derivante dall’aggregazione dei
vari Comuni facenti parte di
La sede della Comunità montana vai Pellice
una realtà montana omogenea; si tratterà di capire se
c’è la volontà di lavorare in
tale prospettiva. Intanto bisognerà capire quale ruolo forze
politiche e Comuni vorranno
per la Comunità montana.
Il banco di prova pptrà essere il piano di sviluppo socio-economico da costruire
soprattutto con i Comuni.
Personalmente sono per un
ruolo “forte” della Comunità
montana mantenendo la capacità di lavorare con i Comuni
su obiettivi definiti e realizza
bili, a partire da un preciso
piano di protezione civile.
D’altra parte molti problemi,
soprattutto nei piccoli Comuni, non potranno che essere
risolti attraverso la dimensione “comunitaria”».
«I Comuni - dice il sindaco
di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier - devono, secondo la
legge 97, potenziare i servizi
di più esclusivo interesse
nell’ottica della vivibilità del
loro territorio e individuare
nella Comunità montana l’ente di coordinamento e di ge
stione e quindi devolvere parte del loro bilancio per il suo
funzionamento. La Comunità
montana deve puntare sulla
programmazione di interventi
aventi valenza di valle nei
campi produttivi e di servizio; nel contempo deve avere
un ruolo di coordinamento in
vari settori e porsi come strumento per i Comuni per servizi di carattere legale, di vigilanza, economico, sociale,
di direzione lavori.
In conclusione la Comunità
montana deve individuare il
suo ruolo nel concètto di
“consorzio obbligatorio intercomunale” e non considerarsi
“ente parallelo e autonomo”
né individuarsi come “unione
di Comuni”. In sostanza la
Comunità montana non può
venir meno a un rapporto diretto con le varie amministrazióni comunali. In effetti, a
parer mio, la Comunità montana ha cercato in passato di
assumere un ruolo disgiunto
dai Comuni con il risultato
che questi ultimi hanno mantenuto la loro discrezionale
autonomia, rivolgendosi alla
Comunità montana solo per
convenienza».
Nel numero della «Beidana» che uscirà a
giugno Bianca Armand-Hugon e Paola Rostan rievocano interessanti ricordi delle
maestre di 40 anni fa nelle valli valdesi. Anticipiamo qualche memoria riferita alle
scuole «sussidiate», cioè quelle delle borgate
più isolate, dove i Comuni si facevano carico
dell’istruzione degli alunni, fornendo il locale. Le famiglie collaboravano in vari modi,
l’insegnante non riceveva stipendio, ma l’anno gli valeva come punteggio per i concorsi:
al posto dello stipendio c’era un «premio» di
25.000 lire annue per ogni alunno...
uando Gustavo Bouchard, allora
pastore a Rorà, mi propose di
insegnare nella scuola di Rumé, sapevo
che avrei avuto 5 alunni in tutto rispettivamente di I, II e V classe. Non sapevo
invece che avrei ricevuto, come da accordi stabiliti tra Comune e famiglie, la
legna per scaldarmi dalla famiglia X, la
polenta e le uova dalla famiglia Y e le
patate da un’altra ancora. Insomma l’insegnante di una scuola sussidiata poteva
IL FILO DEI GIORNI
LE SCUOLE
«SUSSIDIATE»
PAOLA ROSTAN
fare sicuro affidamento sul sostegno e
sul coinvolgimento dei genitori degli
alunni e questo coinvolgimento non è
mai mancato, tanto erano motivati i genitori alla formazione e istruzione dei
loro figli. E la motivazione si sentiva in
tutto: dalla tazza di caffèlatte caldo che
trovavo dopo i miei 12 chilometri di
cammino a piedi dalla stazione di Lusema, fino alla strada aperta, sempre dai
genitori, in caso di nevicate, alla stufa
accesa al mio arrivo in classe il lunedì
mattina. (...)
D’altro lato l’influenza-culturale
dell’insegnante che trascorreva cinque
giorni a settimana sul posto di lavoro non
mancava di riguardare anche le famiglie;
i libri, le informazioni si incontravano
bene, con una voglia di sapere, nei luoghi più diversi: cucine, stalle, giardino
della scuola... ’
Lavoravo in una scuola Beckwith costituita da due stanze: una adibita ad aula
e l’altra ad abitazione; la sera mi dedicavo a letture, preparazioni e collages di
materiali vari a dispetto della poca luce
della lampada ad acetilene e del molto
fumo della stufa. D’inverno si trattava di
scegliere se tossire con la porta chiusa o
avere freddo con la porta aperta. Questa
scelta veniva a volte condivisa con alunni ben più grandi, che la sera venivano a
prepararsi per superare l’esame di V elementare per avere un posto di lavoro alle
cave di pietra di Mugniva».
In Questo
Numero
Perosa Argentina
Silvano Bertalot hà vinto a sorpresa la competizione elettorale, e si è ritrovato così ad essere il
più giovane dei sindaci
del Pinerolese. Laureando
con una tesi di argomento
artistico Bertalot, che è
anche iscritto al corso per
predicatori locali, espone
in un’intervista le linee su
cui intende basare la sua
ammini strazione.
Pagina II
Primi Consigli
Si sono svolti i primi
Consigli comunali, nel
corso dei quali i sindaci
hanno annunciato la composizione delle rispettive
giunte e si è proceduto ad
alcuni adempimenti. Se a
Torre Pellice c’è stata un
po’di polemica sulle appartenenze politiche dei
consiglieri, a Luserna ci
sono stati alcuni dissapori
per l’esclusione di due ex
assessori dalla giunta.
Pagina II
Soccorso alpino
Si è svolta nella conca
del Pra, in alta vai Pellice,
un’importante esercitazione delle squadre dei volontari del soccorso alpino
che fanno capo alla delegazione di Torino. L’esercitazione ha compreso
momenti teorici (due lezioni tenute presso il Rifugio «Jervis») e pratici (ricerca di alpinisti travolti
da una valanga) anche con
l’ausilio dei cani.
Pagina III
Memoria
Nell’incontro eoil persone che hanno vissuto la
Resistenza, gli allievi della
5“ elementare di Pomaretto
hanno sperimentato una
maniera più viva e diretta
di studiate la storia.
Pagina III
8
PAG. Il
.
E Eco Delle ^lli %ldesi
venerdì 19 MAGGIO 1995
'ìmm
'
Il municipio di Porosa Argentina
ANCHE BOBBIO PELLICE HA LA NUOVA GIUNTA —
Primo Consiglio la scorsa settimana con la comunicazione
dei nominativi dei due assessori che affiancheranno il sindaco, Aldo Charbonnier; si tratta di Paolo Charbonnier (vicesindaco) e Cesare Gay. Sulle linee programmatiche si è
poi soffermato il sindaco mettendo al centro del programma
di governo quei servizi in grado di garantire la presenza
dell’uomo in montagna, naturalmente con attenzione al patrimonio ambientale dell’alta valle. La minoranza ha motivato la sua astensione con la volontà di verificare il metodo
di lavoro della giunta per raggiungere gli obiettivi indicati.
SAN SECONDO HA TRE NUOVI ASSESSORI — Prima
seduta per il nuovo Consiglio comunale di San Secondo,
mercoledì 10 maggio; in apertura il neosindaco, Luciano
Martinat, ha presentato la giunta da lui nominata; Roberto
Vicino, vicesindaco, seguirà urbanistica ed edilizia, Guido
Destefanis i lavori pubblici, viabilità e territorio. Paolo Cozzo l’istruzione, sport, cultura, servizi sociali e qualità della
vita, Giancarlo Alliaudi commercio, artigianato, agricoltura
e bilancio. Gli indirizzi generali di governo sono stati approvati dalla maggioranza con il voto contrario della minoranza
che ha motivato tale scelta per la mancanza di un preciso
progetto di sviluppo del paese. In conclusione il Consiglio
ha proceduto alla nomina dei rappresentanti del Comune in
seno alla Comunità montana Pinerolese pedemontano nelle
persone di Luciano Martinat e Claudio Rivoira per la maggioranza e Aldo Bovero per la minoranza.
IL VICESINDACO È DONNA — Lunedì 8 maggio il neosindaco di Villar Pellice, Sergio Davit, ha comunicato i nomi dei due assessori che lo affiancheranno in giunta nei
prossimi quattro anni; si tratta di Bruna Brache, insegnante,
vicesindaco; e del candidato sindaco della seconda lista,
Gianni Catalin, artigiano falegname.
BRICHERASIO FA DIMETTERE GLI ASSESSORI —
Durante il Consiglio comunale di giovedì 11 è stata comunicata la composizione della giunta guidata dal sindaco Bolla;
gli assessori saranno Silvano Mensa, già membro della passata giunta, ora vicesindaco, Erminio Antonucci, Francesco
Airasca e Anna Maria Garzena. I quattro neoassessori si sono dimessi dalla carica di consigliere, consentendo così ai
primi quattro non eletti di subentrare in Consiglio.
LE ALTRE GIUNTE — A San Germano Chisone il sindaco, Roberto Bergeretti, ha chiamato nell’esecutivo Carlo
Tron, vicesindaco, e Andrea Pipino. A Villar Perosa gli assessori saranno quattro; il sindaco, Roberto Prinzio, ha scelto Mario Coriasco, vicesindaco, Giuseppe Bono, Paola Bosio Laurenti e Claudio Costantino assessori. A Rinasca il
nuovo sindaco, Sergio Pera, ha scelto l’esperienza confermando due assessori uscenti, Flavio Clot (vicesindaco) e
Gino Prot. A Roure il vicesindaco sarà donna. Maria Luisa
Charrier, in giunta accanto ad Aldo Bonnin. A Pramollo il
sindaco. Renato Ribet, ha comunicato i nominativi dei due
assessori; Daniele Long, vicesindaco, e Silvio Falco. A
Prali ci sono tre Grill in giunta; eletto sindaco Franco Grill,
che guidava l’unica lista presente il 23 aprile, ha nominato i
due assessóri: Bruno Grill, che sarà anche vicesindaco, e
Sergio Grill. Anche a Perrero non ci sarà opposizione; una
sola lista col sindaco, Riccardo Legger, che ha nominato vicesindaco Alma Ghigo e assessore Renzo Tron. Venerdì 12
maggio il Consiglio comunale di Porte ha preso atto della
scelta degli assessori fatta dal sindaco, Giancarlo Griot, nelle persone di Franco Rossazza, vicesindaco, e Luigi Giai.
Qualche novità nella composizione della giunta di Prarostino; il sindaco, Renzo Costantino, ha infatti scelto come
vice Claudio Costantino e come assessore Laura Griglio.
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(già bomo)
via trìeste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
A Perosa Argentina il primo cittadino più giovane delle Valli
Silvano Bertalot sindaco
PIEBVALPO ROSTAN
Dal 23 aprile Perosa Argentina ha un nuovo sindaco, Silvano Bertalot, 23 anni, studente all’Accademia di
belle arti; è stata decisamente
un’affermazione a sorpresa
visto che i pronostici della vigilia davano come probabile
sindaco il candidato di centro
Mario Paimero che guidava
una lista di continuità col precedente sindaco, Renzo Furlan. E anche la prima volta di
un sindaco valdese per Perosa
(Bertalot è iscritto infatti al
corso per predicatori locali e
la sua famiglia è originaria di
Prali); giovedì scorso è stata
comunicata la composizione
della giunta che è composta
da Mauro D’Eusebio, vicesindaco, Lucia Sorbino, Franco Polastro e Alfiere Danna
assessori. Sindaco giovanissimo, Bertalot conta comunque
quest’anno anche di terminare i suoi studi accademici
discutendo una tesi sull’estetica del paesaggio dal titolo
«Appunti per un’analisi tra
estetica del paesaggio ed etica della pittura». «In parte almeno questo tema ha ràdici
locali - afferma Silvano Bertalot - in quanto riguarda l’aspetto del paesaggio che condiziona i comportamenti delle persone».
- Se l’elezione è stata per
molti una sorpresa, la scelta
della candidatura si colloca
all’interno di un lavoro di
squadra o è stata casuale?
«Molti hanno insistito, anche in campagna elettorale,
sul fatto che io sia troppo giovane; ebbene vorrei ricordare
che se si hanno meno cose da
il neosindaco Silvano Bertalot
ricordare, si hanno anche
molte meno cose da dimenticare. Sulla scelta della candidatura si trattava di introdurre
un metodo nuovo; individuare un metodo di lavoro per
commissioni affrontando i temi più rilevanti, al di là dell’
elezione o meno a sindaco del
paese; la scelta di un candidato giovane si è collocata nella
linea degli elementi caratterizzanti della lista. La mia volontà di dedicare all’impegno
civile una parte del mio tempo ha poi determinato la decisione del gruppo».
- Se la scelta è stata quella
del lavoro per commissioni,
quali sono stati i punti su cui
la lista ha costruito il suo
successo?
«Abbiamo posto anzitutto
una questione di metodo; se
cento sono le cose da fare per
il bene comune, settanta sono
di fatto obbligatorie (strade,
fognature, acquedotti). Non è
scontato che si facciano ma
Torre Pellice: esposto il programma
Anche il pubblico
al primo Consiglio
Consiglio comunale al gran
completo, con l’aggiunta addirittura di pubblico, per la
«prima» della nuova amministrazione di Torre Pellice
martedì 9 maggio; il sindaco.
Marco Armand Hugon, in
apertura ha comunicato i
nominativi dei nuovi assessori e rispettive deleghe: Claudio Bertalot (turismo, cultura,
commercio e artigianato);
Vera Coisson (istruzione, sanità e assistenza); Pietro Granerò (viabilità e trasporti);
Piervaldo Rostan (sport, giovani, agricoltura e ambiente):
la novità dunque è costituita
da Vera Coi'sson, neoeletta.
La linee programmatiche illustrate dal sindaco riguardano tutti i settori, dal rilancio del turismo al mantenimento dei servizi socio-assistenziali, dal nuovo piano regolatore che dovrebbe essere
approvato a giorni dalla Regione al piano dei parcheggi e
viabilità; interventi sono previsti sull’ambiente per prevenire episodi alluvionali e in
assoluto è stata rimarcata la
necessità di un piano di protezione civile. Come opere
pubbliche dovrebbe essere
completata la galleria d’arte
contemporanea con annessa
nuova biblioteca e, se sarà
possibile attivare altri finanziamenti, è prevista la costruzione di una nuova palestra,
spazio necessario sia per l’attività sportiva che per concerti o altre attività giovanili.
Il capogruppo dell’opposizione, Giorgio Mazza, nel
r annunciare il voto contrario,
ha lamentato il degrado di
Torre Pellice rispetto al passato sotto il profilo dell’immagine che offre di sé e ripensando ai successo della lista del sindaco uscente con
largo margine Mazza ha parlato di «successo dell’apparato Pci-Pds», con questo sollevando una certa polemica da
parte della maggioranza di cui
il partito della quercia fa sì
parte, ma con soli 3 esponenti
su 12. Dopo alcune battute sui
due fronti e l’approvazione
delle linee programmatiche è
stata nominata la nuova commissione elettorale subito al
lavoro in vista dei referendum; ne faranno parte Mirella
Antonione, Franco Pallard e
Piervaldo Rostan per la maggioranza e Matteo Stefanetto
Prochet per l’opposizione.
sono cose da fare a prescindere dal colore dell’amministrazione; resta un 30% ed è lì
che si possono fare delle scelte affinché il paese non soltanto sopravviva, ma viva e
allora in questo senso pensiamo alla creazione di un centro culturale giovanile, alle
problematiche sociali, alla solidarietà. Progetto e solidarietà erano le parole motto
della nostra lista: la solidarietà è un valore molto forte
che deve essere difeso con le
unghie e che deve stare alla
base di ogni ragionamento;
un progetto ha senso soltanto
se prelude un lavoro, non lo
si fa tanto per farlo ma perché
ha un senso e lo si vuole portare a termine».
- La vostra è una lista che
si caratterizza chiaramente a
sinistra...
«Le sensibilità che stanno
alla base del nostro operare
sono certamente di sinistra;
toccherà anche alla gente di
valutare la nostra coerenza»,
- La squadra degli assessori è ormai pronta...
«La squadra era pronta
dall’inizio nel senso che ci
preparavamo ad operare nel
Comune sia che fossimo in
maggioranza che in minoranza. Vorrei che venisse valorizzato al meglio il ruolo di
indirizzo e di controllo del
Consiglio così come è previsto dallo Statuto comunale;
visto che gli elettori hanno ritenuto importante il lavoro
delle commissioni appoggiando la nostra proposta di
governo, puntiamo effettivamente a favorire la partecipazione e l’interesse dei cittadini nella cosa pubblica».
Torre Pellice
40 anni
di amicizia
con Guillestre
Un gemellaggio che dura
da quarant’anni: questo l’appuntamento per il prossimo
fine settimana a Torre Pellice
quando arriveranno gli ospiti
francesi di Guillestre; ci saranno concerti, balli, attività
sportive e un incontro fra delegazioni partigiane. I momenti salienti della due giorni
torrese vedranno, alle 11 di
sabato, l’inizio delle gare
sportive; alle 17, nella piazzetta del municipio, esibizione della banda cittadina di
Guillestre e dell’orchestra
«Junior»; alle 18, nella sala
consiliare, incontro fra partigiani. Domenica 21 maggio
concerto delle bande per le
vie del paese, attività sportive
al campo di viale Dante dove,
alle 11,45, ci saranno i saluti
ufficiali. Pranzo alle 12,30 in
piazza Muston dove seguirà
uno spettacolo di musiche eccitane e canti della Resistenza
col gruppo Estorto Dròlo.
Primo Consiglio a Luserna San Giovanni
Difficili equilibri
per la giunta
Primo Consiglio venerdì 12
per Luserna San Giovanni,
quasi al limite estremo concesso dalla legge per la convocazione dopo le elezioni.
Subito è stat ratificata una novità, che per altro era già stata
ampiamente annunciata: Gabriella Pron, della lista Progressisti-Progetto 2000, eletta
anche a Villar Pellice, ha optato per quest’ultimo Consiglio per cui a Luserna subentra il primo dei non eletti, Roberto Charbonnier. Quando il
sindaco, Piergiorgio Ghibò,
passa ad annunciare i nomi
dei componenti la giunta si
confermano le ipotesi della
vigilia: vicesindaco sarà
Mauro Vignola, già socialista, assessori Livio Bruera,
Marco Merlo e Roberto Della
Donna, tre popolari tutti già
De di lungo corso.
Ricordando
Iacopo Lombardini
Sabato 20 maggio, alle ore 17, presso la sala della biblioteca della Casa valdese, via Beckwith 1, avrà luogo un incontro per ricordare Jacopo Lombardini.
Si alterneranno testimonianze di persone che lo hanno
conosciuto e letture di brani delle suè opere.
Sono cordialmente invitati tutti coloro che hanno conosciuto Jacopo Lombardini e possono fornire indicazioni
.sulla sua attività.
Gli organizzatori si scusano del disguido provocato con il precedente avviso. '
Vittime illustri di difficili
equilibri l’ex vicesindaco Ermanno Revel e l’ex Pei, poi
socialista e assessore allo
sport Ernesto Rivoira, la cui
parabola da capogruppo del
maggior partito di opposizione a «pomo della discordia»
fra le forze politiche al momento della formazione delle
liste lo ha portato fuori dai
giochi. Resta aperto il discorso della Comunità montana
ma anche in questo caso i
pretendenti sono molti. Le
ipotesi più accreditate danno
come rappresentanti della
maggioranza Livio Bruera
(che è anche nella rosa dei
possibili presidenti) e Marco
Grand; per la minoranza dovrebbe essere scelta Bruna
Peyrot, a sua volta «papabile»
come assessore.
Sulle linee programmatiche
esposte dal sindaco, le due
opposizioni (quattro consiglieri per il gruppo di sinistra
e una consigliera. Magra, per
il centro-destra) hanno scelto
la via dell’astensione. Curioso comunque il rapporto che
si potrà creare fra sinistra e
centro: su fronti opposti in
Consiglio comunale potrebbero governare insieme in
Comunità montana dopo aver
sostenuto gli stessi candidati
in Provincia e in Regione.
Giovani, sport, servizi socio-assistenziali e sanità, viabilità fra gli argomenti oggetto di discussione all’interno
del Consiglio che in chiusura
di seduta ha eletto la nuova
commissione elettorale.
9
^ÆNERDÎ 19 MAGGIO 1995
Äi
• E Eco Delle \älli moESi
PAG. Ili
Que giorni di preparazione al Pra per i volontari del soccorso alpino
Un^esercìtazìone dì soccorso antìvalanga
MARCO FRASCHIA
- A ttenzione! Chiamata
di soccorso per il Rifugio Jervis: tre sciatori alpinisti sono stati travolti da una
valanga mentre scendevano
dal Colle Manzol verso il
jifugio Granerò; due sono rimasti sotto la neve, uno è riuscito a liberarsi». Non si tratta
un messaggio reale, ma di un
gnto allarme recapitato a una
delle tre squadre formate dai
volontari del soccorso alpino
piemontese che sabato 6 e domenica 7 maggio hanno partecipato all’esercitazione della
delegazione di Torino, svolta' si nellà conca del Pra, in alta
i vai Pellice, con base logistica
I presso il Rifugio Jervis.
' Una quarantina di volontari,
provenienti dalle stazioni di
soccorso dislocate nelle valla' te alpine tra la vai Pellice e le
.vaili di Lanzo (Torino, Torre
Pèllice, Pinerolo, Susa, Exilles, Beaulard, vai Sangone)
per due giorni si sono e.sercitati nelle principali tecniche di
La conca del Pra
ricerca di persone travolte da
valanga. Gli organizzatori, la
stazione di Torre Pellice e i
tecnici di delegazione, hanno
suddiviso rincontro in due
momenti ben precisi: nel pri
mo, sabato, i volontari divisi
in tre gruppi hanno effettuato
la ricerca con le sonde, con
gli Arva (Apareil recherche
victimes avalanches: un apparecchio ricetrasmettitore in
ìmmmm
Itiambini e la Resistenza
[Un modo diverso
[dì studiare storia
PAOU REVEL RIBET
bbiamo discusso della guerra al tempo dei
iptigiani, abbiamo detto che
'Combattevano per un mondo
migliore con più libertà, giustizia e uguali opportunità per
tutti. Purtroppo sappiamo che
Questo sogno non si è del tut1 tp realizzato e nel mondo
continuano guerre e genocidi.
.Quando saremo grandi e
avremo forse dei figli e nipoti
potremo insegnare loro che
j^uno di noi è “uguale”; che
'sia povero, ricco, bianco,
“sporco”, “pulito”, ognuno ha
un cuore e in ogni cuore c’è
tanto bene e tanto male (...).
Questo potrebbe essere un
primo passo per migliorare la
nostra vita e quella del nostro
prossimo; anche noi siamo un
po’ razzisti: potremmo cojllinciare a non prendere più
in giro persone, a non sghignazzare dietro ai marocchini
c neanche ai nostri compagni...».
A queste conclusioni sopo
giunti i ragazzi della 5“ ele,intentare di Pomaretto. Interiste a ex partigiani, staffette,
.parenti che hanno vissuto la
Resistenza e che oggi testi|nicmiano ai ragazzi, li hanno
condotti a riflettere sui rapporti della convivenza oggi,
sul razzismo, sulle guerre e
' sui genocidi. La libertà non
^ è ancora perché la giustizia
■'on riesce a trovare il suo
spazio ma la testimonianza, il
I ffcconto delle proprie esperienze, narrati da testimoni e
protagonisti, insieme alla ri^s^zione precisa degli av''enimenti, permettono ai ra8azzi e ai giovani d’oggi di
®apire meglio un capitolo di
storia contemporanea.
Bruna Peyrot ha sostenuto
enorme importanza della
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.20D e 96.500
tel. 0121/91.5Q7
trasmissione della memoria.
«C’è una sorta di eredità che
si consegna da una generazione all'altra, fatta di testimonianze e di cose credute e vissute, fra le quali gli adulti di
domani selezioneranno i propri riferimenti, fra ribellioni e
continuità» {Resistere nelle
valli valdesi, opuscolo del
XVll Febbraio). Nell’incontro del 22 aprile presso la sala
consiliare della Comunità
montana a Perosa, Foratrice
ha cercato di attualizzare il
messaggio che ci viene dalla
Resistenza in una memoria
che non sia solo ricordo sentimentale e mitico.
L’esperienza antifascista fu
la prima rivolta in una società
totalitaria in cui l’immagine,
la voce e gli scritti del «leader» piombavano sulla popolazione come oggi succede
con la televisione. Impegnarsi
politicamente oggi significa
seguire le indicazioni che ci
arrivano proprio dalla Resistenza, collaborare e lavorare
per il bene comune, rispettando le idee che provengono
dalla base.
Non dobbiamo dimenticare
neanche quanto ci hanno datò
le donne della Resistenza:
madri che diventarono dall’
oggi al domani l’unico sostegno per la famiglia, donne
che collaborando con gli uomini impararono a discutere,
a inserirsi nella vita pubblica
e seppero contribuire in modo
determinante alla nascita di
una nuova realtà.
Laura Micol, staffetta partigiana, ha raccontato come
visse quel periodo: all’epoca
aveva 18 anni; il suo ragazzo,
Gino Genre, era stato catturato dai fascisti ed era tenuto,
con altri, a Pinerolo come
ostaggio; se i partigiani avessero fatto qualcosa contro di
loro, tedeschi e fascisti l’avrebbero fucilato (come poi
avvenne).
Il titolo che i ragazzi di Pomaretto hanno dato al loro
giornalino è «Un futuro di pace dipende da noi»; un futuro
che veda all’opera noi tutti,
grandi e piccoli, e in particolare i credenti che oggi si impegnano nella vita pubblica.
Piemonte
La Regione
delimita le
aree di caccia
La giunta regionale ha individuato il 9 maggio i 21
ambiti territoriali di caccia
(Atc) e i 17 comprensori alpini (Ca) all’interno dei quali
sarà possibile esercitare l’attività venatoria a partire dalla
stagione 1995-96. La delibera prevede una dislocazione
su base provinciale, in virtù
della quale in provincia di
Torino vengono individuati 5
ambiti territoriali e 5 comprensori alpini.
Entro il 15 giugno i cacciatori che intendono esercitare
attività venatoria all’interno
di uno di essi devono presentare domanda di ammissione
su modulo predisposto dalla
Regione. In ogni ambito e
comprensorio sarà ammesso
un numero limitato di cacciatori, stabilito in base alla superficie venabile e all’indice
di densità venatoria individuato dal ministero deU’Agricoltura. L’ammissione sarà
determinata dalla Provincia.
grado di far localizzare un altro apparecchio in trasmissione indossato dal travolto) e
hanno assistito al preciso lavoro di ricerca dei cani delle
unità cinofile.
Nel tardo pomeriggio sono
state tenute due lezioni; sull’
organizzazione di un soccorso, tenuta da Andrea Benazzo, istruttore nazionale e direttore della scuola di unità
cinofile da valanga; sull’
aspetto medico del primo
soccorso, tenuta da Enrico
Visetti, medico rianimatore
presso l’Ospedale civile di
Pinerolo e in servizio al 118
elisoccorso di Savigliano.
Nella giornata di domenica
le squadre, raggruppate per
stazioni, hanno simulato un
vero e proprio intervento,
utilizzando il toboga per il
trasporto a valle degli infortunati. Due giorni di bel tempo e l’ottima accoglienza da
parte del gestore del Rifugio
Jervis hanno coronato un’utile esercitazione perfettamente riuscita.
ÍTA
Da New York
a Torino
A proposito dell’indisponibilità dell’Alitalia a istituire
un volo diretto Torino-New
York, il 26 aprile è comparsa
sulla Stampa la notizia di una
mezza apertura della compagnia di bandiera, che ha fatto
sapere che non si opporrebbe
a un volo Firenze-TorinoNew York.
A questo punto bisogna
sempre tener presente i mille
posti di lavoro che questo volo produrrebbe per la Sagat e
dintorni (ricordiamoci dei lavoratori della Viberti e dell’
Alenia), i mille miliardi annui
come movimento di denaro,
l’import-export, il commercio
e soprattutto il turismo che
potrebbe provenire dagli Usa
verso il Piemonte.
Bisogna impegnarsi seriamente in questa direzione,
spalancando la porta che
l’Alitalia ha socchiuso, in modo che gli abitanti della costa
Est degli Usa possano venire
a visitare la nostra splendida
terra, dal Monte Rosa fino alle Alpi Marittime.
Renato Mellano - Torino
AUTORIPARAZIONI
Costantino Marco
Officina autorizzata
LA PRIMA IN PINEROLO
Via Montebello, 12 - Tel. 0121/321682
PINEROLO
Pinerolo e il mondo dell'editoria
Tutti a «Maggìolìbrì
»
Per la prima volta quest’anno l’amministrazione comunale di Pinerolo promuove
«Maggiolibri», una manifestazione che vuole essere una
proposta organica e interessante sul mondo dei libri,
sull’editoria, sulla lettura. Lo
stimolo è venuto innanzitutto
dal Salone del libro di Torino
e dal «Premio editore donna»,
nato a Pinerolo a cura dello
Zonta Club.
Con «Maggiolibri» si cercherà di dire, nell’intento degli organizzatori, che leggere
è importante, bello, divertente e utile e si vuole anche riflettere sullo spazio che occupa il libro nella formazione
culturale e civile in un momento in cui gli altri strumenti di comunicazione e
informazioni sembrano godere di maggior fortuna.
Nell’iniziativa, oltre allo
Zonta Club, saranno coinvolti la biblioteca comunale, il
servizio bibliotecario nazionale, l’Ascom pinerolese e
varie librerie cittadine. Il programma prevede una mostra,
inaugurata mercoledì 17
presso la Collezione civica
d’arte di Palazzo Vittone, che
ha per tema «Il bambino è il
gioco negli ex libris»; sono
poi previsti incontri con alcuni autori pinerolesi che fino
al 26 maggio presenteranno i
loro libri.
Il 19 maggio, alle 19,30,
verrà conferito il «Premio
editore donna» presso il Museo nazionale dell’Arma di
Cavalleria. Da giovedì 18 a
martedì 23 ci saranno poi alcuni incontri con gli operatori
scolastici e con i genitori sui
problemi e le prospettive
create dal rapporto che i ragazzi e i bambini di oggi hanno con la televisione, il computer e il libro. Giovedì 25
sarà presentato al pubblico un
nuovo acquisto della biblioteca comunale, il fondo Omar
Carena, di circa tremila volumi, donato dal sacerdote Carena sulla cui figura parlerà
Renzo Rivoiro. Durante tutto
il periodo della manifestazione, che si concluderà il 28
maggio, sarà praticato lo
sconto del 10% a tutti coloro
che faranno acquisti per almeno 20.000 lire nelle librerie di Pinerolo.
Nelle
Chiese Valdesi
FESTA DI CANTO DELLE SCUOLE DOMENICALI
— Domenica 21 maggio, a Torre Pellice, si svolgerà la
festa di canto delle scuole domenicali con il seguente
programma: alle 10 culto, alle 12 pranzo al sacco, alle
14 pomeriggio di giochi e alle 16 merenda con gelato.
INCONTRI TEOLOGICI «G. MIEGGE» — Sabato 20
maggio, alle 17, nei locali della chiesa di Pinerolo irfvia
dei Mille ci sarà un incontro del collettivo teologico «G.
Miegge» sul testo «Etica» di Dietrich Bonoeffer; verrà
preso in esame il VI capitolo: «La storia e il bene».
ASSEMBLEA 1” CIRCUITO — Venerdì 26 maggio, alle
20,45, nella sala delle attività di Bobbio Pellice, vi sarà
l’assemblea di chiusura attività del 1° circuito.
BOBBIO PELLICE — Domenica 21 maggio, alle 10,30
nella sala, assemblea di chiesa con la relazione annua
del Concistoro.
POMARETTO — La prossima riunione quartierale si
terrà il 24 ai Maurini alle 20,30.
ANGROGNA — Campi estivi al Bagnòou: dal 27 luglio
al 1° agosto campo per i medi su «I celti: chi sono e cosa facevano nelle nostre valli», condotto da Anna Casini
e Susanna Gardiol, costo lire 110.000, prenotazioni entro il 31 maggio presso Massimo Long (953107); dal 3
al 6 agosto campo per i piccoli su «Fiori, erbe, insetti e
animali», condotto da Maura Bertin, Marinella Lausarot, Sandra Rostan e Denise Sappé, costo lire 90.000,
prenotazioni entro il 31 maggio presso Sandra Rostan
(932935) e Marinella Lausarot (932969); dal 9 al 14
agosto campo per i grandi su «La storia di Giobbe» condotto da Nicky Raddon e Massimo Long, costo lire
130.000, prenotazioni entro il 31 maggio presso Massimo Long (953107).
• Domenica 4 giugno, alla foresteria di Pradeltomo, dopo il culto, si svolgerà un’agape comunitaria; alle 21, al
tempio del Serre, la corale proporrà una serata di canti.
TORRE PELLICE — Domenica 21 maggio, alle 15,30,
presso l’E.sercito della Salvezza, si svolgerà l’ultimo degli incontri delle chiesa evangeliche di Torre Pellice.
• Domenica 4 giugno si svolgerà una giornata comunitaria sul tema del lavoro; al mattino vi sarà il culto
con Santa Cena poi il pranzo alla Casa unionista. Nel
pomeriggio dibattito-riflessione sul tema della giornata
poi presentazione di scenette e canti; sarà possibile visitare una mostra delle varie attività.
PINEROLO — Domenica 21 maggio dopo il culto si svolgerà l’assemblea di chiesa per la discussione della relazione annua e l’elezione di anziani del Concistoro.
• Domenica 21 maggio si svolgerà la festa delle scuole
domenicali del 2° circuito.
• Giovedì 25 maggio, ore 20,30, culto dell’Ascensione
per le chiese del secondo circuito.
VILLAR PELLICE — Sabato 20 e domenica 21 maggio
gita comunitaria alla comunità di Rothselberg, in Germania; la corale parteciperà alla fe.sta della Gustav
Adolf Werk.
• Domenica 28 maggio, ore 10, assemblea di chiesa con
l’esame della relazione annua sulle prospettive della vita ecclesiastica.
LUSERNA SAN GIOVANNI — La società di cucito organizza per domenica 11 giugno, alle 14,30, il tradizionale bazar presso la sala Beckwith; il ricavato sarà devoluto alla ristrutturazione del tempio.
10
PAG. IV
E Eco Delle Yaui ^desi
venerdì 19 MAGGIO 1995
Fra maggio e giiigno a Luserna S. Giovanni
Una Festa che non è
solo sportiva
Sport e amicizia alla XIV
Festa dello sport, IV trofeo
«Banca Crt»: questa la ricetta vincente, della competizione organizzata dal 3S Luserna, in collaborazione con
l’associazione Amici di Luserna, l’Anoi, la Pro Loco e
varie associazioni sportive
della vai Pellice.
La festa non è solo attività
sportiva, ma anche occasione
artistica e culturale: è già iniziato un importante concorso
fotografico sul soggetto della
festa; il 20 maggio è in programma un convegno sulla
«Tutela sanitaria dell’attività
sportiva» (sala consiliare della Comunità montana); il 27
maggio, giorno dell’inaugurazione ufficiale dei giochi
con la fiaccolata, sarà la volta
di un concerto rock in collaborazione con la Pro Loco e
Radio Beckwith.
Per quanto riguarda le attività sportive, la regina delle
discipline, l’atletica, avrà lo
spazio che le compete: oltre
al tradizionale appuntamento
domenicale del 28 maggio
con i ragazzini delle scuole
sull’anello del campo sportivo «Alpi Cozie», è in programma la sera precedente un
meeting internazionale che
prevede i 100, 200, 800,
3.000 metri e salto con l’asta.
Tanto spazio anche per la
pallavolo, sezione curata dal
3S in collaborazione con l’associazione Morgan Luserna:
SOSALCOUSMO
Poliambulatorio
VillarPerosa; tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto
Tel: 82352-249 ^ day ospitai
si giocherà secondo le varie
categorie, dal 25 al 28 maggio nella palestra comunale.
Inoltre, sempre il 28, in
collaborazione con la Cariparma Volley, è programmato un torneo interrégionale di
minivolley su erba; infine, il
3 e 4 giugno, sarà il momento
della divertente «24 ore di
pallavolo» e del «Memorial
Ferrazza» di green volley.
Anche la pallamano sarà
presente, con tornei assoluti,
giovanili, e per le scuole di
secondo grado (tutti nella
giornata del 28). Nella XIV
Festa dello Sport c’è anche
spazio per judo e karaté, ginnastica artistica (il 14 maggio
si è disputata a Luserna l’importante finale regionale propaganda), arrampicata libera
(in collaborazione con la palestra Futura di Torre Pellice), calcio (quadrangolare
pulcini organizzato dal Luserna Calcio), basket (a cura
della Pallacanestro Valpellice), pallanuoto (associazione
2 Valli), tennis (in programma a Torre Pellice e Luserna
a cura della Polisportiva Valpellice e del Circolo Tennis
Alpi Cozie).
Se contiamo anche le scuole locali di ogni ordine e grado, che partecipano alla Festa
in varie discipline, i giovani
coinvolti sono tantissimi, diverse centinaia, da ogni parte
del Pinerolese e del Piemonte.
Non solo: anche quest’anno la
Festa è un appuntamento che
assume rilevanza nazionale e
intemazionale: sono previste
infatti delegazioni di atleti da
Toscana, Lombardia e Liguria, nonché da Costa Azzurra
e Savoia e addirittura dalla
lontana Repubblica slovacca.
«Cantavalli» scende a Pinerolo
Musica napoletana
con «La moresca»
. Sabato 20 maggio il Cantavalli scende a Pinerolo con
«La moresca», gruppo napoletano che porta in scena non
solo la musica partenopea
«verace» ma anche tutta la
gestualità che è associata
all’espressività mediterranea
costituendo uno spettacolo un
po’ concerto un po’ teatro.
Formato da nove giovani di
Napoli e dintorni il gruppo ripropone in modo esemplare la
vivacità, ma anche l’intensità,
della musica campana, dalle
serenate ai canti satirici fino
alle notissime «tammurriate»
con uno stile che ricorda la
prima Nuova compagnia di
canto popolare. L’organico
strumentale comprende chitarre, mandola e mandolino,
violino, flauto e percussioni
varie; la direzione artistica .è
affidata a Rosario Del Duca,
musicista tastierista, direttore
di coro e orchestra.
A Pinerolo (ore 21,15 presso l’auditorium del Liceo
scientifico) la Moresca presenterà anche la sua ultima
cassetta i cui brani paiono arricchiti dalle molte culture
dell’area mediterranea.
GINNASTICA ARTISTICA — Grande soddisfazione per
il 3S Luserna, che domenica 14 maggio ha ospitato di fronte a
spalti gremiti l’importante prova finale del Campionato interregionale di ginnastica artistica, categoria propaganda. Era la prima volta che una manifestazione di così alto livello veniva disputata nella nostra zona. L’incontro, inserito nell’ambito della
XIV «Festa dello sport-Trofeo Crt», ha visto la partecipazione
di 148 piccoli atleti (c’era anche qualche maschietto) in rappresentanza di 14 società del Piemonte e della Valle d’Aosta. Le
prime dieci si sono qualificate per la finalissima di Torino.
L’ha spuntata l’esperta formazione della Ginnastica ritmica
Augusta praetoriana Aosta (104,80 punti), davanti a Csen Caselle, Mondovì A, Mondovì B, Ginn, moderna Cameri, Sp. Pietro Micca Biella, Olimpia Aosta, Mondovì C, Alba, 3S Luserna. Le giovanissime lusernesi, prime nel loro grado e decime
nella classifica generale, hanno ottenuto l’ultimo posto disponibile per la finalissima. Il bel risultato porta la firma di Samanta
D’Anna, Simona Ferrando, Nathalie Janavel, Isabel Losano,
Esther Marchetti e Veronica Molisso.
PALLAVOLO — Il trofeo femminile under 16 «Ferrazza»
ha visto i seguenti risultati: Riccio Bricherasio-tt Volley Barge
3-0; Villafranca-Riccio 0-3; Riccio-San Secondo 0-3; Antares
Magic Pinerolo-3S Nova Siria Luserna 3-1; 3S Nova Siria-Villafranca 2-3; Con Voi Carmagnola-3S Nova Siria 1-3; RiccioCon Voi 3-0; Volley Perosa-Antares 3-2; Volley Perosa-Villafranca 3-1. In classifica: San Secondo e Riccio 14; 3S Nova Siria 10; Barge, Perosa, Antares 8; Villafranca 4; Carmagnola 2
(Riccio, Perosa, Carmagnola 1 partita in più; 3S Nova Siria 3).
Vittoria a sorpresa dei padroni di casa, al loro esordio assoluto nelle competizioni nel I Tomeo Morgan, triangolare di volley
maschile e femminile. Sabato 13 maggio, infatti, l’associazione
Morgan ha messo in fila Itt Volley Barge e Airasca 90. Morgan
femminile: Bonetto, Guigas, Malan, Michelotti, Palombo, Peyronel, Pissanchi. Maschile: Cannariato, Di Giovanni, Giancursi,
Oddone, Perassi, Peyronel, Pastello, Raiteri, Toscano.
Barge femminile: Pacchiodo, Veglia, Coero Borga, Carle,
Borghesi, Lazzaroni, Cardia, Rossa, Romano. Maschile: Picotto, Caggiati, Genre, Luserna, Ventura, Ghivarello, Vottero.
Airasca 90 femminile: Turco, Peiretti, Tichelio, Paladino, Fotia. Bruno, Converti, Desiderio, Natale. Maschile: Perucca, Salvai, Minore, Meneghini, Zanellato, Suppa, Bagnati, Freilino.
3S PINEROLO — È stata costituita una nuova associazione
sportiva a Pinerolo. Si tratta del 3S Pinerolo, che nasce
dall’esperienza pluriennale della gemella associazione 3S Luserna: presidente sarà Liana D’Angelantonio, vice Valter Pons.
Il 3S Pinerolo giocherà al Palazzetto e si occuperà di pallamano
(è possibile la partecipazione al torneo di serie C) e della promozione di varie attività sportive sul territorio.
IL VOLLEY PINEROLO PROMOSSO IN B2 — Esattamente come un anno fa, Pinerolo festeggia una promozione di
una squadra femminile di pallavolo; allora per Pinerolo era serie
A2 a cui poi si è dovuto rinunciare; oggi, più tranquillamente, il
Magic conquista il diritto a disputare la B2. Dopo un campionato corso tra il primo e il secondo posto, le ragazze di Mina festeggiano con una giornata di anticipo grazie al successo del
Piossasco sulla terza in classifica, Omegna. Da parte sua il Magic ha superato anche il Vallescrivia in trasferta e si prepara alla
passerella dell’ultimo turno. Male invece i ragazzi dell’Arredacasa, poco motivati di fronte a un Novi impegnato nella lotta per
non retrocedere e capace di imporre a Pinerolo un netto 3 a 0.
TENNIS TAVOLO: CAMPIONATI PINEROLESI —
Nella prima parte dei campionati pinerolesi giunti alla sesta
edizione e svoltisi doménica scorsa alla palestra di via Filatoio
a Torre Pellice, tutto si è svolto secondo pronostico, compreso
il livello di gioco decisamente valido grazie al costante impegno delle società fra cui ricordiamo la Valpellice e il Villar Porosa. Nel singolo si è imposto Marco Malano davanti a Sergio
Ghiri, Giuliano Ghiri e Gino Piras; nel doppio successo di Davide Gay e Mario Prats davanti a Sergio Ghiri e Malano. Nella
categoria femminile successo di Paola Mazzaglia davanti a Sara Battaglia. Domenica prossima la seconda parte dei campionati pinerolesi vedrà ai tavoli gli amatori e i giovani; iscrizioni
il giorno stesso o telefonicamente allo 0121-930739.
CALCIO: CHIUDONO MALE LE PINEROLESI — Ultimo turno per il campionato dilettanti con il Pinerolo in trasferta
sul campo della neopromossa in C2 Grosseto; è stata una partita
vivace che ha visto prevalere i toscani a 10’ dal termine grazie a
una rete di Costa. In un campionato molto equilibrato dietro le
«grandi» Grosseto e Borgosesia, il Pinerolo dei giovani ha saputo mantenersi in una tranquilla posizione di metà classifica.
Male invece il Luserna, che in Promozione ha affrontato il
Cavallermaggiore; dopo aver subito 6 reti dalPAlpignano questa volta 5 sono state le marcature degli avversari; su autorete e
su spunto di Scalerandi le due marcature dei valligiani.
CAMPIONATO PROVINCIALE SU STRADA — Si è
svolta domenica 14 maggio, al parco della Mandria, la quarta
prova del campionato provinciale su strada; buoni i piazzamenti degli atleti del G.S. Pomaretto. Fra le Pulcine Elisabeth Porporato è giunta seconda così come Andrea Alcalino fra i Pulcini; doppietta fra le ragazze dove ha vinto Valentina Richard davanti a Susy Pascal. Sesto posto per Andrea Barrai e Luca Alcalino fra i Ragazzi, 4° posto per Simone Bertalotto fra gli Allievi e Santa Doina nella categoria unica femminile; 3° posto
fra gli Junior per Manuel Griot. Nella categoria per società il
Pomaretto si è classificato 4° nelle categorie giovanili.
18 maggio, giovedì — PEROSA ARGENTINA: Proseguono gli incontri del corso di
formazione per operatori turistici organizzati dalla Comunità
montana valli Chisone e Germanasca; tema dell’incontro, che si
svolgerà alla sede Comunità dalle 20,30 alle 23,30, è «la cultura
dell’accoglienza nella ristorazione tipica».
18 maggio, giovedì — PINEROLO: Alle 16,45, presso l’auditorium comunale di corso Piave 5, incontro con gli insegnanti
di scuole materne ed elementari
su «I ragazzi e gli strumenti della comunicazione», con la presentazione di una ricerca su libro, televisione e computer, a
cura di Fernando Comiotto e Isa
Demaria.
18 maggio, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Nella sala mostre di via Deportati e Internati, alle 21, secondo
incontro del ciclo «Conoscere la
storia» sul tema «AntifascismoResistenza-deportazione» a cura
del professor Gianni Oliva.
19 maggio, venerdì — RINASCA: Alle 19,30 è convocato il Consiglio compnale; in esame l’elezione dei rappresentanti
in Comunità montana e la nomina delle commissioni.
19 maggio, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il
Centro sociale di via Podgora,
inizia un ciclo di incontri
sull’arte pinerolese condotto dal
prof. Mario Marchiando Pacchiola, direttore della pinacoteca di Pinerolo; tema della serata: «Che cos’è un’opera d’arte.
Alla scoperta dei monumenti pinerolesi».
20 maggio, sabato — TORRE PELLICE: Dalle 15, nella
sala dell’Esercito della Salvezza
in via Cavour, si svolgerà il bazar con servizio buffet.
20 maggio, sabato — PINEROLO: Alle 17,30, presso la
collezione civica d’arte di Palazzo Vittone in piazza Vittorio Veneto 8, incontro con, Claudio Poti e Cristina Roccia per parlare
del loro libro «L’abuso sessuale
sui minori» nell’ambito degli.incontri del «Maggiolibri».
21 maggio, domenica —
TORRE PELLICE: Dalle ore
9, nel cortile della Foresteria
valdese (in caso di cattivo tempo sotto i portici del municipio),
Amnesty International organizza un mercatino delle pulci.
21 maggio, domenica — PINEROLO: La Galleria Storello
e il laboratorio Mastro Mahel di
Gambasca organizzano, alle 17,
nei locali della Galleria Storello
in via del P*ino 54, la mostra collettiva degli artisti Agosto, Cano, Garis e Rotta Loria. Orario
della mostra dal martedì al sabato:8,30-12,30e 15,30-19.
22 maggio, lunedì — TORRE PELLICE: Alle 17, presso
11 Liceo europeo, terzo incontro
degli insegnanti di lingue straniere delle scuole di ogni ordine
e grado del Pinerolese sull’organizzazione del lavoro futuro, le
scadenze per il prossimo anno
scolastico e sulle possibili modalità organizzative del gruppo.
Per informazioni rivolgersi al
Liceo europeo, tei. 0121-91260.
22 maggio, lunedì — TORRE PELLICE: Presso il Centro
culturale valdese è esposta una
rassegna sulla grafica di Paolo
Paschetto per libri e riviste evangeliche, ricavata dalle pubblica-zioni conservate nella biblioteca.
L’orario di apertura è dalle 9 alle
12 e dalle 14 alle 17 dei giorni
feriali, fino al 30 giugno.
24 maggio, mercoledì — PINEROLO: Dalle 15 fino alle 18
ultimo incontro del corso di aggiornamento per operatori della
ristorazione presso il salone dei
Cavalieri, viale Giolitti 7, a cura
dell’Ascom, dell’Apt del Pinerolese e dell’Ussl 10.
27 maggio, sabato — TORRE PELLICE: Alle ore 21, nel
tempio, avrà luogo un concerto
per organo, voce e pianoforte a
favore del Collegio valdese con
la partecipazione del maestro
Ferruccio Corsani, del soprano
Maria Claudia Bergantin e del
maestro Alfredo Castellani; musiche di Bach, Schubert, Franck.
' ■?' VAI« •' ‘
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
, DOMENICA 21 MAGGIO
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris, Via Umberto I, tei.
81205
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
' VAL PELLICE I
' tl
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 21 MAGGIO
Torre Pellice: Farmacia Internazionale, Via Arnaud 8,
tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce V. Brlcherasio, tei. 598790
PINEROLO :f
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale Pinerolo, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle 8 alle 17, ai distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì
19 maggio. Colonnello Chabert;
sabato. Love affair, un grande
amore; domenica 14,30 16,45
19, 21,15, lunedì, martedì e giovedì. Virus letale. Feriali 21,15.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma giovedì e venerdì, 21,15, Clerks,
commessi di K. Smith, sabato e
domenica, ore 20 e 22,10. lunedì,
ore 21,15, Virus letale.
E
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari:
tei 0121-40181.
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in scienze forestali, ottima conoscenza del francese, buon
inglese e tedesco, uso computer, disponibilità immediata,
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tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg, Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp, Franco Giampiccolì
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
11
\ff-NERDi 19 MAGGIO 1995
PAG. 7 RIFORMA
' VV .
Studio dell'Università di Roma sui pregiudizi più diffusi verso gli immigrati
«Arrivano sani e si ammalano qui in Italia»
La grande povertà dei paesi
del Sud del mondo, provocata
dai saccheggi di tutti i tipi
operati dai paesi ricchi, compresa la morsa del debito
estero, mette un movimento
718 milioni di lavoratori dal
J990 al 2010 (stima dell’Oil,
organizzazione del lavoro):
allora occorre rendersi definipvatnente conto che le proposte di «confini blindati» sono
solo un palliativo inutile
quanto pericoloso. Come pure occorre capire finalmente
che studi i pregiudizi sugli
immigrati che ci rubano il lavoro, che ci portano malattie,
che sono sporchi e brutti sono
ftutto solo di fobie provocate
dall’ignoranza. Lo ha detto il
prof. Aldo Mortone al secondo workshop su «Cultura, salute e immigrazione», tenutosi a Roma nella sala della
Protomoteca del Campidoglio
il 25 marzo, organizzato
dall’istituto dermatologico S.
Gallicano di Roma in collaborazione con l’Università
«La Sapienza» (cattedra di
antropologia culturale della
Facoltà di sociologia), la Caritas diocesana di Roma e la
Comunità di Sant’Egidio. Il
workshop aveva come obiettivo proprio quello di sfatare
il pregiudizio che gli immi; grati sono pericolosi per la
I salute degli italiani, sostenenI do invece che occorre passare
^ ad una nuova stagione nella
quale finalmente la regola sia
l’integrazione culturale, la reciprocità.
Il S. Gallicano dal 1983 ha
'^iato un servizio di medicina per gli immigrati extracomunitari, che non sapevano
come farsi curare senza pagare. Fino a oggi sono stati visitati 15.915 pazienti immigrati.
DALLA PRIMA PAGINA
IL FUTURO
[ASSICURATO?
incremento non costerà nulla
agli interessati. Nei casi citati
(dònne, nuove professioni,
Iporatori autonomi) l’intesa
tiene conto delle trasformazioni in atto nel mercato del
lavoro: aumentano i lavoratori indipendenti, spesso più
per necessità che per scelta, e
si trova più facilmente un’
Occupazione in settori non
tradizionali. Le distorsioni e
le innovazioni, nel mondo
del lavoro, hanno posto infatti in difficoltà il tradizionale
sistema previdenziale. Si entra nel mondo del lavoro
(quello ufficiale) sempre più
tardi 6 se ne esce sempre più
presto. Nello stesso tempo la
vita si allunga, e anche la salute e l’effidenza fisica durano più a lungo.
Al tavolo di trattative si sono quindi confrontate esigenze e bisogni diversi: da un lato il governo tendente, attra''erso la riforma pensionistisoprattutto a risanare le
finanze pubbliche; dall’altro
' sindacati, preoccupati sia di
salvaguardare i diritti degli
j^cupati (che rappresentano
la maggior parte dei loro tesserati) sia di dare più garante ai giovani. Infine va sottolineata un’importante conquista, fortemente voluta da
lavoratori e lavoratrici: riguarda i lavori usuranti. In
questo caso si sana una lunga
’•'giustizia; finalmente a chi
svolge lavori particolarmente
Pesanti, e fra questi il lavoro
alla catena di montaggio,
'•engono scontati 5 anni per
aver diritto alla pensione.
di cui 9.730 uomini e 4.634
donne, 998 bambini e 553
bambine. 1173% vengono
dall’Africa, il 12% dall’Asia,
il 7% dal Centro America e
dal Sud America, l’8% dall’
Europa. Se nel 1990 la popolazione era di 6 maschi per
ogni donna, oggi il rapporto è
di 2 a 1. Ciò dimostra che è
avvenuto un massiccio ricongiungimento familiare, confermato anche dalla presenza
dei bambini. L’83% degli immigrati sottoposti a visita ha
età inferiore ai 30 anni, mentre il restante 17% ha età
compresa tra i 31 e i 60 anni.
Questi dati confermano il rilievo che è la parte più giovane che intraprende la via
dell’emigrazione.
Nel dichiarare l’attività lavorativa esercitata nella patria
d’origine, il 18% afferma di
possedere una laurea, il 39%
un diploma di scuola media
superiore. Qui in Italia nella
maggioranza dei casi spno disoccupati oppure svolgono
mansioni come lavavetri, inservienti di cucina e venditori
ambulanti. «Dai diversi dati
clinici ed epidemiologici os
Congresso deH'Associazione pace
Cominciare dalle città
Il 24 settembre la tradizionale marcia «Perugia-Assisi»
sarà dedicata ai popoli delle
Nazioni Unite: un mese dopo
infatti ricorrerà il 50° anniversario della fondazione dell’
Onu. La notizia è l’occasione
per l’Associazione per la pace, riunita nel suo IV congresso a Livorno dal 31 marzo al
2 aprile, di lanciare una forte
mobilitazione che abbia come
obiettivo quello di dare'«piena legittimazione all’Onu dei
popoli, rendendola in grado di
esercitare con efficacia la propria autorità sopranazionale
democratica e pacificativa».
Da qui a settembre si lavorerà
con enti locali, scuole, parrocchie e altre realtà di base affinché si creino gemellaggi
con altre nazioni, per costruire una reale politica estera che
venga dal basso.
Proprio dalle città vuole ripartire l’Associazione per la
pace per realizzare la sua politica, richiamando la responsabilità di ogni individuo e
comunità locale, evidenziando il contributo positivo ed
efficace che può venire da
ciascuno. Mentre assistiamo
alla lenta morte dello statonazione ritorna di straordinaria attualità, è stato detto a
Livorno, il profetico slogan
del sindaco di Firenze, negli
anni ’50, Giorgio La Pira:
«Gli stati passano, le città restano»; da qui si può rigenerare un tessuto di solidarietà
che rappresenti un argine alla
cultura della guerra e della
violenza.
Prioritario rimane l’impegno verso l’ex Iugoslavia alla
quale era dedicato un gruppo
di lavoro molto partecipato:
si promuoverà un’estate di
volontariato con decine, forse
centinaia di luoghi di aggregazione nei territori della ex
Jugoslavia per far iniziare la
diplomazia dal basso. Centrale è anche l’opposizione al
«nuovo modello di difesa»,
definito «impraticabile, pericoloso e anticostituzionale».
«La nostra proposta - spiega
Giulio Marcon, portavoce
dell’Associazione per la pace
- è in tre punti: riduzione drastica della leva, messa a disposizione dell’Onu dei reparti più preparati solo per
compiti di pace, istituzione di
un servizio civile nazionale
per ragazzi e ragazze».
Pressante è anche l’appello
al sindacato per dialogare sulla riconversione deH’industria
bellica. Sul fronte politico
l’Associazione per la pace si
presenta non schierata (questo aspetto ha acceso molto
gli animi dei delegati), ma
proprio per questo, è stato affermato, sarà molto più esigente. Forte rimane quindi
l’impegno per la campagna
«democrazia è partecipazione», per fare patti con i candidati e costituire osservatori di
controllo sulle attuazioni politiche; ma centrale è stato
giudicato anche il problema
delle candidature. L’idea potrebbe essere, secondo Giulio
Marcon, «quello di un sistema di primarie, che elimini la
clonazione dall’alto dei candidati d’apparato e affermi un
certo principio di decisione
dal basso». {Adista)
servati in questi anni di studio
- ha detto Mòrrone - si può
affermare che la maggior parte degli immigrati extracomunitari non presenta una patologia intemistica, dermatologica e venerologica di rilievo
0 comunque caratteristica dei
vari paesi di provenienza.
Abbiamo potuto constatare
che il loro stato di salute,
all’arrivo in Italia e per i successivi 6-8 mesi si mantiene
relativamente buono. Solo
successivamente, soprattutto
se le difficoltà di inserimento
nella nostra società si fanno
molto difficili e sono costretti
a vivere in disagiate condizioni strutturali, igieniche,
abitative, psicologiche e alimentari, allora si nota una
progressiva perdita dell’integrità psicofisica, con gravi rischi di ammalarsi». Insomma
il vero rischio sanitario sono
le povertà, degli immigrati
come degli italiani; e sulle
povertà occorre incidere per
migliorare lo stato di salute di
questa gente, non stigmatizzando queste categorie per le
quali è già difficile vivere.
«Ciò che appare sempre
più forte - ha detto al workshop del S. Gallicano l’antropoioga Gioia Grazia Di Cristofaro Longo, docente di antropologia culturale - è la
convinzione che un dialogo,
una comunicazione diretta ed
esplicita con gli immigrati
consente di superare i pregiudizi reciproci e di alimentare
quella cultura della mondialità e dell’uomo planetario
che, se comincia a essere un
fatto a livello politico ed economico, pur tra mille difficoltà e contraddizioni e veri e
propri conflitti, è proprio inesistente a livello culturale».
In caserma
La legge approvata dal Senato
Obiettori non militari
Con 138 sì, 36 no e 16 astenuti, lo scorso 22 marzo il Senato della Repubblica ha approvato e inviato alla Camera,
per la seconda lettura, il testo
di riforma dell’obiezione di
coscienza. Si sono espressi a
favore del provvedimento Lega, Popolari, Progressisti,
Verdi-Rete e Rifondazione,
contrari Alleanza nazionale e
Ccd mentre Forza Italia ha lasciato libertà di voto. Il disegno di legge ha subito alcune
modifiche rispetto a quello approvato dalla Commissione
difesa del Senato, ma ha mantenuto le caratteristiche principali del testo rinviato da Cossiga alle Camere nel ’92 con il
riconoscimento del diritto
soggettivo e della smilitarizzazione del servizio civile.
L’obiezione viene considerata un diritto soggettivo «incomprimibile» del cittadino.
Non potrà essere riconosciuto obiettore di coscienza chi
abbia il porto d’armi, chi sia
stato condannato in primo
grado per atti di violenza o
chi abbia fatto domanda di
È impossibile rispettare gli impegni
L'Italia non ha soldi
L’Italia non è in grado di
mantenere gli impegni sottoscritti al Vertice mondiale di
Copenaghen. In materia di
aiuto allo sviluppo «le risorse
sono talmente esigue che il
nostro paese rischia di sparire
completamente dalla scena
della cooperazione internazionale». E stato Antonio Catalano, vicedirettore generale
della cooperazione del ministero degli Esteri, ad ammetterlo intervenendo alla Conferenza di presentazione dei risultati del vertice mondiale
sullo sviluppo sociale, svoltasi a Roma lo scorso 6 aprile.
Alla tavola rotonda, promossa per sensibilizzare il
mondo politico, sociale e
l’opinione pubblica italiana
sui risultati del Vertice, erano
presenti, tra gli altri, Jacques
Baudot, coordinatore del Summit di Copenaghen, Adriano
Ossicini, ministro della Famiglia, Giorgio Testori, capodelegazione italiana al Vertice,
Giovanni Moro, presidente
della Commissione povertà
della presidenza del Consiglio
e Sabrina Siniscalchi, presidente di «Mani tese».
La «baracca» cooperazione
è ancora in piedi, ha detto Catalano: «Stiamo tentando da
due anni di rilanciarla attraverso una legge di riforma,
ma ogni sforzo sarà vano se
le risorse destinate a questo
settore continueranno ad essere le stesse della legge finanziaria di quest’anno». Il
nostro governo infatti destina
solo lo 0,2% alla cooperazione internazionale (la modesta
cifra di 695 miliardi e 200
milioni di lire, di cui solo 69
miliardi alle Organizzazioni
non governative) e in futuro
si prevede che questa cifra
sarà ulteriormente ridotta. Le
conclusioni del Vertice di
Copenaghen sullo sviluppo
sociale hanno rappresentato
un momento di grande importanza a livello mondiale, ma a
Copenaghen l’Italia «ha preso
impegni che sapeva di non
poter mantenere» ha affermato Giovanni Moro. Sull’onda
del disimpegno verso il Sud
del mondo (linea d’altra parte
assunta con perseveranza a
Copenaghen dalle grandi potenze industrializzate e in primo luogo dal vicepresidente
degli Usa, Al Gore), vanno
interpretate le scelte recentemente fatte dagli Stati Uniti.
È stata la Commissione bilancio della Camera Usa ad approvare, il 23 marzo scorso
(pochi giorni dopo la «Dichiarazione e programma di
azione del Vertice mondiale»), pesanti tagli di spesa nel
campo delle attività internazionali. Si tratta di una riduzione di 11 miliardi di dollari
in 5 anni. Se questa proposta
dovesse diventare, come probabile, esecutiva, avrebbe un
effetto molto negativo per le
attività intemazionali di aiuto
allo sviluppo: 452 milioni di
dollari verrebbero sottratti in
cinque anni dagli stanziamenti destinati alle organizzazioni
internazionali e i contributi
volontari per le agenzie
dell’Onu (Unicef, Undep)
passerebbero dai 374 milioni
di dollari del ’95 a 200 milioni di dollari. (Adista)
arruolamento in corpi armati
dello stato. La gestione del
servizio civile passa dal ministero della Difesa a un costituendo ufficio per il servizio civile nazionale presso il
Dipartimento degli affari sociali della presidenza del
Consiglio. Gli obiettori e i
militari avranno gli stessi diritti e uguale sarà anche la
durata dei due servizi. Si allargano i campi di intervento
degli obiettori: si potrà prestare servizio civile nei paesi
dell’Unione europea, nei
paesi in via di sviluppo, in
missioni umanitarie fuori dai
confini nazionali, anche in
appoggio a organismi internazionali come rOnu. In
quest’ultimo caso potranno,
al termine del servizio civile,
chiedere un’ulteriore rafferma di sei mesi.
Tra le novità del testo, la
previsione che gli esuberi del
servizio militare posano svolgere il servizio civile e possano essere assegnati agli enti
convenzionati soltanto con il
consenso di questi ultimi mentre, negli altri casi, vengono
assegnati alla Protezione civile e ai corpi dei vigili del fuoco. Un aspetto che susciterà
sicuramente le proteste degli
obiettori è che le assegnazioni
degli obiettori al servizio civile avverranno nella «misura
consentita dalle disponibilità
finanziarie di cui all’articolo
19», che costituiscono il limite massimo di spesa globale,
fissato per il ’95, ’96 e ’97 in
70 miliardi l’anno. Forse troppo poco per consentire il servizio civile a 33.000 obiettori
e 17.000 esuberi.
Sono stati intanto resi noti i
dati del servizio civile nell’anno 1994 nel corso del quale
sono state 33.339 le domande
di obiezione di coscienza presentate, con un incremento del
15% rispetto all’anno precedente, quando furono 28.910.
Il più alto incremento si registra nella regione militare meridionale dove si è passati dalle 2.945 domande del ’93 alle
3.688 del ’94 con un incremento del 25%. La crescita è
costante ovunque: alla regione militare del Nord Ovest sono state 11.718 (9.969 nel
’93), a quella Centrale 3.641
(2.954 nel ’93), a quella della
Sicilia 1.175 (952 nel ’93), a
quella della Sardegna 290
(242 nel ’93) e 1.800 nelle capitanerie di porto (1.472 nel
’93). I dati sono della Direzione generale della leva del ministero della Difesa.
«Siamo soddisfatti del forte
incremento delle domande di
obiezioni di coscienza - afferma Claudio di Blasi, portavoce dell’Associazione obiettori nonviolenti (Aon) - che
si attesta stabilmente sul 1520% annuo. Questi dati confermano la crescente volontà
dei giovani di difendere la patria senza imbracciare un fucile ma con strumenti nonviolenti: contemporaneamente
sono anche un campanello di
allarme per il legislatore».
12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 19 MAGGIO 19Q^
Berlino 27 agosto 1961: da Ovest si guarda la costruzione dei muro
Le annuali «Giornate» lanciano un Centro studi
Il futuro del cristianesimo sociale
Mezzano Inferiore è anche una comunità vivace e piena di fede
Il miracolo della fede comune è
^adesione alla chiamata di Gesù
La grande gioia è nel culto
che la domenica chiude i nostri lavori: metà dell’assemblea'è vestita di colori sobri,
di beige e di grigio, l’altra
metà di colori sgargianti, di
tuniche e di turbanti e fantasie chiassose; la prima è composta di adulti come noi sia-^
mo, un po’ contratti, un po’
inibiti, nella seconda razzolano bambini con treccioline e
occhiali di plastica colorati, e
i neonati vengono cullati sui
grandi seni delle loro giovani
madri; la prima metà canta
compostamente inni ben noti,
la seconda canta a squarciagola stupende melodie sconosciute, dondola il corpo trattenendo appena la danza, si accompagna con battiti di mani
o tamburelli.
Poi cantiamo e preghiamo
tutti insieme, bianchi e neri,
ed è una poderosa lode quella
che sale a Dio; il sollievo e il
ringraziamento di non essere
obbligati quotidianamente alla vergogna di vedere nelle
nostre metropoli il fratello
nero, il fratello e la sorella
immigrati ridotti a oggetto e
merce agli angoli delle strade,
come ambulanti, lavavetri,
manovalanza della malavita,
prostituzione.
Questo è il «miracolo» della comunità metodista di
Mezzano, che vediamo fiorire
da un anno all’altro; erano
sette o otto giovani ganaensi,
adesso sono diventati una
ventina, con le giovani mogli
che li hanno raggiunti e i
bambini. Tutti hanno un lavoro stabile, tutti una casa, sono
perfettamente integrati nel
paese e nella comunità e se
ne vanno in giro come veri
emiliani pedalando in bicicletta sui viali della Bassa.
Come poter esprimere all’
antica comunità di Mezzano e
al suo giovane pastore Massi- ¡
mo Aquilante questa ricono- '
scenza e questo sollievo?
Forse.l’emozione e le lacrime
di molti di noi durante il culto
sono stati un grazie anche per
chi non l’ha detto. E la predicazione del pastore Franco
Becchino, a partire dall’episodio di Gesù che caccia i
mercanti dal tempio, ci ha
fatto riflettere su questo «agire simbolico» di Gesù stesso,
che rovescia e cancella ogni
elemento di divisione nel
tempio. Un messaggio di universalismo e di ravvedimento; «E poi Gesù si mette a
guarire i ciechi e i pazzi», H
movimento metodista è nato
come risposta nella storia al
richiamo di Gesù, ha detto
Becchino, il metodo di Gesù
consiste nel fatto che ciò che
sta ai margini diventa centrale, è da questo che Dio ha
tratto la sua logica.
PIERA ECIDI
Il settimo incontro annuale
delle «Giornate di Mezzano», che dal 1988 ripropongono una riflessione collettiva , teologica, sociale e politica sui temi del «Cristianesimo sociale», si è svolto sabato 29 e domenica 30 aprile.
Introducendo rincontro, il
pastore Sergio Aquilante ha
ricordato la storia della comunità locale, nata oltre 150
anni fa, e ha lanciato la proposta di un coordinamento tra
i vari spezzoni del cristianesimo sociale in Italia con la costituzione di un «Centro studi»; «La democrazia - ha detto Aquilante - ormai nel nostro paese ha radici, il nostro
popolo ormai riconosce l’importanza della “democrazia
delle forme’’; l’Italia non è
più quella prefascista».
«Bisogna riconoscere la
vittoria americana nella
“guerra fredda’’ - ha detto il
pastore Giorgio Bouchard
nella sua relazione - ma se
l’America vince, non convince, non è una “nazione universale”. La palla toma dunque all’Europa, dove forze
potenti sono in gioco; il socialismo, che non è morto, il
liberalismo, il nazionalismo
populista e il “wojtylismo”.
Protestanti e ortodossi, pur
con milioni di credenti, stanno solo raccogliendo le file;
non hanno una linea comune,
mentre le alti;e forze si candidano alla guida dell’Europa.
Per valutare il secolo XX ci
sono varie vie. 1) la tesi di
Ernst Nolte e di Augusto Del
Noce: all’inizio del secolo vi
sarebbe la “ybris” [l’arroganza dell’uomo che vuol porsi al
livello degli dei, nella cultura
greca] di Lenin, a cui tutto il
resto sarebbe reazione. 2) La
tesi espressa da Giorgio
Tourn secondo cui il secolo è
nato fascista e muore fascista,
perché nichilista. 3) La tesi, in
cui mi ritrovo, secondo cui il
secolo ha espresso una dialettica tra Lenin e Roosvelt. A
Lenin dobbiamo Stalingrado,
la rivoluzione cinese, il Vietnam. Questa tesi ci obbliga a
valutare il marxismo: il tentativo della mia generazione è
stato di distinguere in Marx
l’ateismo dall’analisi sociale:
è l’ateismo che ha condannato
il marxismo, poiché ha negato
che “Ogni carne è come l’erba” (Isaia 40, 6-8). Perciò
vorrei chiedere ai marxisti
atei come mai abbiano oggi
tanti rinnegati che sono passati alle barricate opposte. Se un
pensatore come Del Noce
propone una tesi inaccettabile,
il ritorno alla Controriforma,
riassorbendo in essa Cartesio,
Pascal, Vico, Rosmini e Gioberti, se scrittori della destra
cattolica americana come Novak, Newhaus, Weigel, sostengono che rUrss è stata
demolita per merito di Reagan
e Wojtyla, io penso che si
possa individuare un contributo specifico dei protestanti
italiani a un socialismo europeo. Esso mette l’accento sulla laicità. Inoltre abbiamo un
forte collegamento storico
con il Risorgimento e l’affermazione di una fede cristocentrica. La nostra fede non
ha al centro la chiesa ma il
Venerdì santo (e qui rivendichiamo l’eredità di Barth). Le
nostre opere sociali sono poi
una verifica della nostra fede:
il mio è il discorso di una generazione, barthiana in teologia, che si è ritrovata nella sinistra storica in politica».
L’europarlamentare e filosofo Biagio De Giovanni ha
proposto come cruciale la data dell’89: «Lì finisce il ’900,
che è stato dominato dai totalitarismi: uno di destra, che
parte dall’idea di “finitezza”
(Heidegger) e uno di sinistra,
con una teoria della “infinitezza” (Hegel, Marx): un bilancio del ’900 non si può fare se non si fa un’analisi di
questi due totalitarismi. Ri-^
guardo all’Europa, non mi è*
chiara la fisionomia di quel
che sta nascendo: c’è il problema di un allargamento
dell’Unione europea, e c’è il
problema degli .stati dell’Est.
Inoltri alcuni stati nordici non
hanno l’idea di Europa nella
loro cultura, e l’unificazione
della Germania pone questioni inedite».
Per quanto riguarda il futuro dell’Italia, De Giovanni
l’ha definito incerto: «L’Italia
è una nazione difficile, e non
vi registro la presenza di una
“civil religion”. Nella storia
del nostro paese ha pesato
molto l’opposizione fatta dalla Chiesa cattolica all’Unità;
la democrazia repubblicana è
il livello più alto che abbiamo
conosciuto, e. perciò bisogna
apprezzare i cattolici democratici, come Pietro Scoppola,
ma la difficoltà profonda fra il
cattolicesimo e l’Italia come
si configura oggi? La dicotomia fra socialità e politica non
ha forse a che fare con questo
rapporto chiesa-stato? Infine
esiste un problema della ricostruzione della democrazia in
Italia; se esistono le ragioni di
una cultura della destra, il
problema è però la cialtroneria della destra italiana. La
questione sociale è più drammatica oggi, perché in passato
era leggibile nel conflitto di
classe. E la democrazia rappresentativa stenta a prendere
corpo rispetto alla telecrazia».
Il dibattito che ha fatto seguito alle relazioni introduttive
«Voi siete il sale della terra
»
Nel vivace dibattito molte
voci si sono levate sul tema
della visibilità dei protestanti
in Italia; sulla «spendibilità»
del nostro tesoro, cioè del
nostro patrimonio ideale e di
esperienze, sui problemi dell’economia; su quelli posti
dalla comunicazione televisi-,
va; sulla necessità di essere
come socialisti cristiani un,
movimento, il più possibile
trasversale e non un partito;
sull’impellente bisogno di
nuove categorie per decodificare gli impetuosi mutamenti
della società.
La quantità di temi sul tappeto e la girandola di opzioni
stava determinando quasi un
momento di smarrimento
nell’assemblea, quando una
parola biblica veramente op
L'intervento di Luciano Guerzoni
Una risposta diversa
«C’è una attualità del cristianesimo sociale - ha detto
nella sua relazione Fon. Luciano Guerzoni, deputato dei
Cristiano sociali -, c’è un humus in cui esso è radicato, sia
dal punto di vista storico che
da quello teologico, e che
parte dal fatto che Gesù sta
con gli esclusi, che l’annuncio è dato ai poveri; c’è un filone egualitario di attenzione
agli ultimi che percorre tutto
il cristianesimo.
Il cristianesimo sociale nasce come tale in rapporto alla
questione sociale, nel secolo
scorso, e ha anche in comune
con la sinistra di assumere
l’uguaglianza come discriminante etica e politica, nonostante questa comune origine;
però il cristianesimo sociale
ha inseguito l’illusione di una
risposta «altra» rispetto a
quella del marxismo e in Italia, dove è stato soprattutto
cattolico, è segnato dalla contraddizione tra una forte socialità e una arretratezza dal
punto di vista politico.
Dall’estate del ’93 cerchiamo, come Cristiano sociali, di
darci una dimensione politica,
che deriva da alcuni dati di
fatto, come la comune prove
nienza dall’impegno nel sociale, e da una comune percezione di una nuova acutezza
della questione sociale. Questo movimento però è rimasto
politicamente molto gracile;
abbiamo cercato, allora, di
mettere in gioco un recupero
politico esplicito, sottolineando il nostro nascere come presenza cristiana nello schieramento progressista. L’attualità del cristianesimo sociale
sta in un discorso mólto concreto, nella capacità di misurarsi sulla “nuova questione
sociale”, in cui assistiamo alla
contraddizione tra la crescita
della ricchezza e la crescita
della disuguaglianza.
Bisogna impegnarsi a ridurre la forbice della disuguaglianza passata, secondo un
rapporto delle Nazioni Unite,
in vent’anni da 1 a 20 a 1 a
60. Questo è il paradigma di
eticità della nostra società e
non basta il discorso liberaldemocratico delle “pari opportunità”. Ben venga, dunque la costituzione di un
“Centro studi per il cristianesimo sociale”, perché la nostra è una minoranza che propone una questione cruciale
per il nostro futuro».
portuna ci è stata significativamente ricordata da Giovanni Mottura, sociologo, marxista di formazione e evangelico; «Voi siete il sale della terra». «Non siamo chiamati a
dare ricette - ha detto Mottura -; il sale si scioglie in tutti
gli alimenti; non esiste un
piatto fatto di sale, ma esso
non è come il prezzemolo e
neanche come le rape. Non
dobbiamo dare per scontato
di sapere da che parte stiamo: ciò che importa è la
chiamata... Ci interessano
ancora oggi i marxisti come
Ernst Bloch*, che parlano di
profezia, e ci ha interessato il
pensiero di Marx come profezia sul mondo capitalistico».
Che fare? Anche De Giovanni nella replica si è posto
il problema del che fare. «C’è
una crisi estremamente anomala del sistema politico italiano - ha detto - e la situazione è grandemente fluida a
causa dell’anomalia del vecchio sistema. In Italia è riemersa la destra politica in
quanto tale, prima compresa
nella De. Già Gramsci notava
come nel nostro paese ci sia
un “sovversivismo delle classi
dirigenti": compito della sinistra è dunque convertire i moderati italiani all’amore per
la democrazia».
In seguito all’osservazione
di Mottura che «per la prima
volta il “cattolico” è diventata
una categoria politica». De
Giovanni ha notato come la
questione cattolica stia davanti a noi; di qui l’importanza del contributo protestante,
dello spirito laico del protestantesimo. La risposta alla
crisi della democrazia è pur
sempre la vecchia risposta;
«Associatevi»; la democrazia
non è solo forma; associarsi
può permettere a dei cristiani
di far valere la loro vocazione,
profondamente «laica», che
non mescola la fede con la politica. Riducendo lo spazio di
una «religiosità pesante», la
presenza protestante è la principale risposta all’integralismo politico. Questo è veramente il «tesoro evangelico».
In una breve replica Giorgio Bouchard ha indicato la
via di un «neopietismo» come scelta obbligata davanti ai
problemi dell’oggi, e ha ricordato l’esempio di Bon
hoeffer di fronte al nazismo,
celebrato in questi mesi in
tutta Italia. C’è un pericolo di
pragmatismo nelle giovani
generazioni; «Sediamoci intorno all’ulivo - ha concluso
- chiarendoci al tempo stesso
le idee sul piano teorico».
Nelle conclusioni il pastore
Sergio Aquilante ha ripreso
l’invito ad associarsi. «Noi
siamo tra le culture - ha detto
- che devono “entrare in comunità”: la gioia che abbiamo sentito nel culto bisognerebbe portarla nell’attuale
chiasso del carnevale. Questo
è utile oggi nel nostro paese:
noi abbiamo dato come evangelici italiani nel corso dei
secoli una “lettura” (che è
sempre plurale) della storia,
della democrazia, dell’individuo, che deve costruire la sua
socialità.; abbiamo scelto di
stare nel solco creato dalla
Riforma, pur con esperienze
diverse, senza appiattirci. La
libertà deve essere mantenuta
in rapporto alla vocazione,
alla responsabilità, a Dio'; se
un termine viene meno, come
osservava tempo fa De Giovanni in una sua predicazione, si cade nel nichilismo: “H
moderno ha sempre la tentazione di liberarsi di ciò che è
liberatorio, il trascendente’’Si dirà: questo è l’annuncio
delle chiese: ma le chiese devono predicare l’Evangelo,
non è loro compito tradurlo
in gesti politici. Noi come
credenti, invece, dobbiamo
portare queste cose dove d
sono il dibattito politico e le
scelte, individuando quelle
che riteniamo utili per il nostro paese».
L’assemblea ha in ultimo
approvato il documento preparatorio del convegno, chi
proponeva il «Centro studi»:
la parola quindi è passata a
Franco Becchino, questa volta in veste di giurista, che ha
tracciato le linee dello statuto.
Il prossimo appuntamento
avrà luogo nell’estate e nei
Sud, secondo l’intento di avere due incontri l’anno, psf
confrontarci in molti, da tutta
Italia, sui problemi dell’oggi
U) Ernst Bloch (1885-1977).
Filosofo tedesco di formazione
marxista ma orientato alla visione utopica del pensiero. L’opera
maggiore è il Principio speranza
(1954-59), ora anche in italiano.
13
l/ENERPÌ 19 MAGGIO 1995
SS*
PAG. 9 RIFORMA
Intervenire sul linguaggio significa anche cercare di superare la competitività
I percorsi della libertà femminile passano
attraverso la riscoperta del dialogo
bina LYDIA CAPONETTO
L uce Irigaray nel suo libro
Jm democrazia comincia
a due (Bollati-Boringhieri,
1994) ci presenta delle riflessioni sulla libertà femminile.
Per la nostra libertà e per capire l’altro dobbiamo cercare
l’identità civile; solo così
scopriremo la reciprocità
(«...c’è bisogno di speranza e
di energia che creino dei
ponti tra l'oggi e il domani,
fra l’io e gli altri. Criticare,
disperare, odiare non creano
legami, ma sfruttano le energie per distruggerli»), È
qiianto ci siamo proposte con
tre dibattiti organizzati dal
Centro evangelico di cultura
,di Torino: creare linguaggi
nuovi per affrontare la realtà
che ci circonda in maniera
costruttiva e positiva.
Nel primo («I valori e i vissuti delle donne», marzo ’94)
è ÌHierso il concetto di tolleranza: è notevole che esso sia
scaturito in un contesto solo
femminile, perché proprio fra
gruppi di donne serpeggiava
anni fa molta intolleranza: ri. conoscere, imparare dall’altra
quello che io non so, o il percorso che io non ho fatto,
rappresenta un grosso passo
avanti per il cammino della
■ libertà femminile (Debora
Spini).
’ Nel secondo («Esiste il linguaggio della felicità nel
litondo moderno? La risco'perta del bello») si è messa a
ftioco là necessità di riscoprire il linguaggio della gioia in
teso come valore che cambia
e copre la disperazione imperante. L’umanità si sente impotente in un mondo che non
è più a sua misura, disperata
perché rincorre la felicità attraverso la pubblicità, pura illusione; ma possiamo cambiare le nostre prospettive
guardando la vita e percependola in modo diverso, direbbe
Alberoni, con un linguaggio
più sereno, più costruttivo. 1
due valori (il bello e la gioia)
possono dare un tocco diverso alla nostra esistenza, costruendo linguaggi ricchi di
pensiero, di contenuto, di
emozioni, di sentimenti: «Noi
reclamiamo la nostra libertà
all'altro, agli altri, senza capire che la prima cosa da fare è cambiare questo mondo
che ci imprigiona» (Irigaray).
Cambiare questo è quanto
è emerso dalla bellissima relazione di Giuliana Martirani
(docente di Geografia economica a Napoli e presidente
del Mir) al terzo dibattito
(«Affermarsi, realizzarsi,
avere successo: i percorsi
della libertà femminile»,
marzo ’95). Attraverso la sua
relazione si comprende che
non dobbiamo correre dietro
il fascino del successo, che è
una trappola, ma cercare una
vita di relazione, di concordia
con l’altro che annulli l’individualismo e faccia vedere la
vita in modo globale. Anche
Martirani conclude; la bellezza ci salverà, portando l’esempio delle figure femminili
della Bibbia: Ruth, Noemi,
Esther. Quando avremo colto
la bellezza delle montagne innevate non baratteremo un
hamburger per la foresta.
La competitività non ci interessa, ha proseguito, anche
se è stata fonte di grande discussione fra le scrittrici americane. Carol Gilligan risponde con Voce di donna etica e
formazione della personalità
a Colette Dawling e al suo famoso Il complesso di Cenerentola: non è il successo che
fa paura alle donne, ma la
competitività; è questa che
spesso fa arrendere le donne e
le fa rinunciare ad affermarsi,
come dice anche Dorothee
Solle in Per lavorare e amare
(Claudiana): il mondo capitalista con la sua logica basata
sul trionfo del denaro (la
competitività) annulla la persona umana, la spersonalizza,
la rende un niente. Ma noi
possiamo cambiare cambiando la logica del capitalismo,
creando un nuovo modo di
vivere in cui il valore della
persona umana emerga per
primo e si sprigioni la creatività, si sviluppi la persona iti
modo armonioso e ognuno
sia l’artista della propria esistenza creando e ricreando la
propria vita ogni giorno con
linguaggi nuovi.
È quanto emerso dal dibattito dopo le tre relazioni, che
hanno messo in evidenza che
un poco di competitività ci
vuole (Clara Cappello, psicoioga), ma soprattutto che è indispensabile l’equilibrio inte
nore, un cammino, un percor
L'argomento della rubrica televisiva «Protestantesimo)
Come destinare l'otto per mille
MIRELLA ARGENTIERI BEIN
Alla trasmissione di domenica 7 maggio va attribuito il merito di aver presentato in modo chiaro e sintetico alcune realtà del mondo
evangelico italiano e l’utiliz20 che esse fanno degli introiti del famoso 8 per mille. Anche l’annuncio della nascita
della Bibbia interattiva su
computer ci pare una vera notizia. È tuttavia lecito chiedersi che ne sarà stato il de.stinatario all’ora della messa in
onda, dato che la mezzanotte
era passata da un pezzo...
Il primo servizio presentava
un’originale recente iniziativa
della Chiesa avventista a Roùia: un parco giochi denominato «Global Village» che offre a gruppi di bambini e fagazzi un viaggio attraverso i
vari continenti. Su tale percorso sono riprodotti ambienti e abitazioni di ogni parte
del mondo (favelas centroalUericane, case asiatiche di
bainbù, scuole africane all’
aperto, ecc.). Lo scopo non è
solo culturale: illustrando gli
ingiusti dislivelli di vita e la
diversità dei costumi si vuole
suscitare solidarietà e comprensione. La gestione è affidata a volontari e obiettori di
coscienza: l’iniziativa è stata
realizzata con il patrocinio
uella presidenza della Repubblica e del Consiglio dei ministri, in vista dell’anno della
Regala
S^ùn abbonamento
RIFORMA
tolleranza promosso dalfOnu
(«tolleranza»: una parola che
si riteneva superata e che si
presenta come un traguardo
da raggiungere...).
Ben 30.000 persone hanno
visitato il «Global Village» in
20 giorni, e nell’occasione si
è raccolto materiale da inviare in Ruanda e in Cecenia. Il
parco è solo uno degli sbocchi individuati dalla Chiesa
avventista per i proventi dell’otto per mille. Fra gli altri
citiamo l’accoglienza in Italia
a gruppi di bambini di Cemobil, l’aiuto agli alluvionati del
Piemonte e, di particolare interesse, la costituzione di un
fondo per contrastare il fenomeno dell’usura.
Anche le Assemblee di Dio
sono intervenute a favore degli alluvionati mentre all’
estero operano in Burkina
Paso con un programma di
alfabetizzazione e aiuti alimentari; in Slovenia per un
campo profughi; in Romania
per un lebbrosario. La campagna informativa sull’8 per
mille, a cura di avventisti e
pentecostali, risulta improntata a criteri di sobrietà e rivolta al proprio ambito più
che all’esterno.
Per le chiese valdesi e metodiste per ora si può solo
avanzare qualche previsione.
Intervistato da Gianna Urizio
il moderatore, Gianni Rostan,
anticipa che l’intenzione è di
destinare circa il 70% delle
somme che verranno erogate
per interventi nel nostro paese e il rimanente per l’estero.
Ci sarà un controllo oculato
sull’impiego che ne verrà fatto. La previsione di entrata è
dell’1,7% del versamento to
tale inerente alla voce in questione. Sul pericolo di effetti
negativi conseguenti a questa
innovazione, il moderatore
afferma che non si tratterà
comunque di cifre che possano modificare l’attuale modo
di essere e di porsi delle nostre chiese.
Rostan ha aggiunto che c’è
disponibilità da parte nostra a
condurre una battaglia perché
la stessa opportunità sia offerta anche a associazioni ed
enti laici. In questa ottica
pensiamo di venire incontro
a un’organizzazione di Bologna che si occupa di ragazzi
down e a una suora in Brasile
che raduna bambini senza famiglia. La trasmissione ha
colto l’occasione per sintetizzare la storia e le caratteristiche delle chiese evangeliche
che figurano sul modello 740
come potenziali destinatarie
dell’otto per mille: un’indiretta dimostrazione che non
esiste concorrenza fra loro e
pertanto una testimonianza di
fraternità
Ha chiuso il programma
l’annuncio che esiste ormai la
Bibbia in dischetti da computer, al costo di circa £ 30.000,
acquistabile in edicola o in libreria. Il testo è quello della
traduzione interconfessionale,
predisposto dall’Alleanza biblica universale con elaborazione elettronica della Garamond di Roma. Certamente
utile a chi ne fa un uso professionale, essa assomma in
sé anche la funzione della
vecchia, utilissima Chiave biblica. Analogamente la stessa
editrice presenta su computer
la versione riveduta della
Diodati (1924).
so della libertà femminile che
consenta l’espressione di sé
come soggetto; realizzarsi,
affermarsi è difficile per tutti,
donne e uomini nel mondo
contemporaneo.
Anche nella Bibbia si parla
di incontro e scontro, ma poi
deve emergere l’essere umano libero, autonomo dai propri conflitti, dalle pròprie immagini infantili: l’uomo e la
donna competono con la propria immagine, con il padre,
con la madre, ma diventano
infine soggetti. Questo è il
percorso della libertà femminile: diventare soggetti, come
ha sottolineato la pastora Lidia Maggi, con l’esempio di
una sua parrocchiana che non
osa prendere la parola, perché l’altro la supera sempre:
«Spero che la Parola liberatrice che io predico la renda
soggetto».
Altro dato importante che è
emerso è che le donne protestanti sono proclamatrici della
Parola, e non è poco nel cammino della libertà, ma se vogliamo cambiare dobbiamo
cercate un linguaggio nuovo
che crei la persona, come ha
aggiunto Ausilia Riggi, insegnante di filosofia. Air immagine televisiva della donna di
successo e alla donna sexsymbol dobbiamo contrapporre la persona; dobbiamo reimparare ad amare con linguaggi
nostri, come ha affermato nel
dibattito una donna cattolica,
leggere la Bibbia ogni giorno
e imparare che l’altro è importante quanto me.
Milano
Un concorso
su arte e fede
in Lombardia
Il centro sociale «Carlo Perini» di Milano mette in palio
il «Premio Perini 1995» per
ricerche sul tema «Percorsi
di arte e di fede-vecchie e
nuove tradizioni popolari,
usi, costumi, miti, leggende
di Milano e nelle città e paesi
della Lombardia». Viene stanziato un montepremi di lire
10.000.000, diviso in tre sezioni: scritta, filmata o audiovisiva-fotografica.
Il concorso rientra nel quadro della valorizzazione della
cultura e delle tradizioni della
Lombardia per riscoprire valori umani, sociali, artistici e
religiosi. Le ricerche scritte
dovranno avere una lunghezza minima di 50 pagine; quelle filmate una durata minima
di 20 minuti; le foto devono
essere inviate in numero di almeno 20 (formato 18x24 o
24x30). Le ricerche saranno
esaminate da una giuria il cui
giudizio è insindacabile.
Potranno essere rievocate
le tradizioni estinte come
quelle tuttora esistenti: a Milano, per esempio, oltre alle
vecchie tradizioni e percorsi
d’arte, si stanno affiancando
anche nuove tradizioni fatte
di feste di quartiere, di riti
nuovi, di usi e costumi di comunità multietniche immigrate in Milano.
Il concorso scade il 31 dicembre 1995. Il bando ufficiale e ulteriori informazioni possono essere richieste
telefonando ai numeri 0239214405 (sig. Gargano) o
02-39261019 (sig. Iosa).
La biblioteca di Sarajevo distrutta dalle bombe
Li]
Opposizione alla guerra
Nel momento in cui si riaccende il conflitto nell’ex Jugoslavia, dopo una tregua a cui in fondo in pochi credevano e che è
servita piuttosto a riarmare le parti, un libro agile e di immediata comunicativa* viene tradotto per informarci sulla condizione
e gli ideali di uno schieramento poco conosciuto nel conflitto;
quello dei disertori. Sostanzialmente ignorato dalla stampa e
dall’attenzione politica (anche se una legge italiana, la 390/92,
dovrebbe tutelare queste persone), il popolo dei disertori ci dà
modo di capire che esistono modi e forze per dire un no deciso
alla cultura della guerra e dello .sterminio emico. Scelta di coraggio, si rischiano pesanti pene detentive (la Costituzione federale del 1992 non prevede più la messa a morte), quando va
bene si rischia di essere additati al ludibrio e al disprezzo di
quelli «della tua parte» per non voler uccidere gli altri. Il libro
dunque riunisce testimonianze dirette, storie vissute di disertori
e obiettori di coscienza alla guerra, schede sulle strutture di accoglienza e di sostegno con, in appendice, il testo di legge del
nostro paese e quello della Repubblica federale jugoslava (o di
ciò che ne resta). Soprattutto veniamo a sapere che il movimento di chi rifiuta di partecipare alla guerra da parte specialmente
serba è composto di migliaia di persone, e che tale movimento
ebbe origine già a metà degli anni ’80. Non è quindi vero che
tutti gli jugoslavi aspettavano solo il momento opportuno per
fare giustizia di secolari rancori, e dunque esistono precise responsabilità politiche; i colpevoli hanno nome e cognome, non
sono il magma indistinto di un popolo da considerare incivile.
(*) Bojan Aleksov (a cura di): Disertori dalla guerra in ex Jugoslavia. Parma, Edizioni Alfazeta, 1995, pp 144, £ 16.000.
IVISTE
Ricerche per la pace
Ha recentemente cambiato l’originale sottotitolo («Ricerche
per la pace») in un più ampio «Pace ambiente problemi globali» a significare che l’attenzione dell’arcipelago pacifista non
ha senso se non in stretta correlazione con latri aspetti dell’agire organizzato di movimenti e associazioni. Di conseguenza
Giano* sancisce ufficialmente il carattere «aperto» che sta alla
base delle proprie indagini. Da quel primo numero che uscì nel
1989, prima (occorre dirlo?) degli sconvolgimenti mondiali che
ben conosciamo, lungo 18 volumi che rispettano una cadenza
air(ncirca quadrimestrale delle uscite, approfondimenti, studi,
temi monografici hanno affrontato di volta in volta aspetti
scientifici, storici, politici, educativi del ragionare intorno ala
pace. Qualche esempio? Nel n. 1 si parlava della «periferizzazione dei conflitti», della spirale «entropica» che assumeva dal
punto di vista economico la corsa agli armamenti, del filosofo
pacifista (seppure in modo originalissimo) Bertrand Russell. E
poi via via si è parlato dei dibattiti intellettuali in Italia a proposito della condizione atomica (quella che ha contraddistinto la
guerra fredda; che sembrava conclusa con la stagione degli accordi iniziati da Reagan e Gorbaciov, e che riemerge ora inquietante in Ucraina, nel Medio Oriente). La rivista non ha eluso (e come avrebbe potuto?) nell’estate 1991 un ampio dibattito sulla nozione di «guerra giu.stà» e sul ruolo dell’Onu nella
gestione dei conflitti, così come non ha ignorato le armi chimiche, il vertice di Rio de Janeiro suH’ambiente e lo sviluppo e
più recentemente quello del Cairo sulla questione demografica.
L’ultimo numero del ’94 presenta nel suo corpo centrale una
serie di interventi (tra cui uno di José Ramos Regidor) su
«L’Occidente e il “mondo delle vittime’’», che fanno il punto
per esempio sul cinquecentenario della conquista dell’America,
sulla colonizzazione in Australia, sui diseredati del pianeta.
(*) Giano. Pace ambiente problemi globali. Napoli, Cuen. Abbonam. annuo £ 48.000. ccp 19932805, Cuen srl, via Coroglio 156,
80124 Napoli.
14
PAG. 10 RIFORMA
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Vita Quotidiana
VENERDÌ 19 MAGGIO 199k
Agenda
BIELLA — Alle ore 9 ha inizio, nella
chiesa valdese di via Feccia di Cessato,
l’assemblea annuale del circuito delle chiese valdesi e metodiste.
GRUGLIASCO — Nella sala del Consiglio comunale, alle ore 15,30, il prof. Paolo
Ricca della Facoltà valdese di teologia tiene una conferenza sul tema: «I protestanti: una fede cristiana moderna».
PORTICI — La chiesa metodista ricorda il 90° anniversario della fondazione dell’istituto Casa materna. Confronto tra i giovani sul tema «Esperienza della fede» al
Centro giovani «Agorà» di via Bagnara.
RIVOLI — Al Centro Filadelfia di viale
Bassano si tiene il Convegno regionale della Fdei. Il programma prevede, alle 10,45,
il culto nella chiesa battista, presieduto dalla past. Erika Tomassone, seguito dal pranzo al sacco; alle ore 14 dibattito sul tema «La famiglia, mito e realtà» condotto da Antonella Visintin.
SANT’ANTONINO DI SUSA — Alle ore 15,30, nella
chiesa battista, via Torino 256, festa per il 90° anniversario della chiesa battista locale.
BOVES — Alle ore 9, al parco comunale, ha inizio il raduno di tutti gli evangelici della provincia di Cuneo. Per
informazioni telefonare allo 0171-630296.
TORINO — «I cattolici e la politica nella
crisi italiana» è il tema di un incontro promosso in occasione dei 50 anni delle Adi.
Partecipano Bartolomeo Sorge, Mimmo
Lucà, Alberto Monticone, Michele Consiglio, Valentino Castellani: ore 21, nella
Sala Giolitti di Torino Incontra, in via Nino Costa 8.
BUSSOLENO — Alle ore 20.30, nella
chiesa battista di via Torino 11, il prof. Gigi Richetto parla su: «Lavoro delle donne
in Val di Susa». Per ulteriori informazioni
telefonare al numerò 0122-49610.
BUSSOLENO — Alle ore 20,30, nella
chiesa battista di via Torino 11, culto
«Ruth» presieduto dalla pastora Adriana
Pagnotti. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 0122-49610.
BUSSOLENO — Alle ore 20,30, nella
chiesa battista di via Torino 11, culto
«Marta e Maria» presieduto dalla pastora
Adriana Pagnotti. Per ulteriori informazioni telefonare al numero 0122-49610.
COLLEGNO — Alle ore 15,30, nella sala del Consiglio
comunale, si tiene conferenza del pastore della Chiesa
valdese di Susa, Giorgio Bouchard, sul tema: «I protestanti: una fede cristiana, un impegno nella società».
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia, trasmessa a
domeniche alterne da Raidue alle 23,30
circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle 8,25. Domenica 21 maggio servizio
sull’incontro a Assisi di cattolici protestanti e ortodossi;
Sud Africa un anno dopo; evangelici e democrazia.
ESPERIENZA DI UN MEDICO - 1
Convìvere con il cancro
GIUSEPPE BARBERIS*
Il cancro viene vissuto, ancora oggi, come una malattia inguaribile e perciò
mortale; l’ammalato di cancro viene infatti percepito come un «morto che non è ancora morto». L’evento cancro
è a tutt’oggi incomprensibile:
anche se sono stati raggiunti
risultati incoraggianti la sua
eziopatogenesi è comunque
ancora sconosciuta. Si tratta
anche di un evento incontrollabile in quanto l’uso di metodiche chirurgiche e/o mediche non impedisce nella
maggior parte dei casi l’evoluzione verso l’inguaribilità,
per cui in oltre il 90% dei casi si assiste all’evoluzione
verso la fase terminale della
malattia.
Oltre vent’anni or sono, una
psichiatra americana (E. K.
Ross) attraverso una serie di
interviste ad ammalati in fin
di vita, classifica le fasi terminali della malattia neoplasica in stadi. Secondo la
Ross questi stadi rappresentano l’evoluzione l’uno dell’
altro a partire dalla comunicazione della diagnosi. Nel
momento in cui una malattia
neoplasica viene comunicata
a un ammalato, il primo
meccanismo di difesa è la
negazione, in cui l’ammalato
nega la realtà della malattia e
critica l’operato dei medici.
In seguito subentra la proiezione, in cui si proietta su altri la colpa della propria malattia; vi sarebbe poi secondo
la Ross uno stadio in cui
l’ammalato viene a patti col
personale medico, e infine la
depressione legata ai continui ricoveri e al malessere
crescente che dà luogo poi al
quinto stadio, che è quello
dell’accettazione.
Il contesto in cui vent’anni
fa è stata scritta quest’opera
(«La morte e il morire») era
certamente diverso. Allora vi
era una sorta di abbandono
della classe medica verso questi ammalati che rappresentavano una sconfitta dal punto
di vista professionale. Si pensi a quanti medici hanno negato alla Ross il permesso di
parlare coi propri ammalati.
La frustrazione che si poteva
provare verso tale malattia era
quindi all’origine della negazione dell’inguaribilità che il
personale medico aveva nei
confronti di quei malati.
Gli stadi descritti dalla
Cellula cancerogena attaccata da nuovi prodotti farmaceutici
Ross non sono sempre rispettati: un individuo affetto da
cancro si può mantenere ad
esempio al primo stadio della
malattia e cioè negare completamente la malattia, fino
alla morte. Altri, invece, possono presentare il meccanismo della proiezione per passare subito alla depressione
che è la condizione psicologica più frequente di questi
ammalati.
La fase del «venire a patti»
è poco frequente, mentre la
fase finale dell’accettazione è
piuttosto rara. Inoltre, per il
miglioramento delle condizioni culturali, per l’efficacia dei
mezzi di comunicazione di
massa, per aver vissuto storie
simili airintemo della propria
famiglia o tra i propri amici,
oggi si assiste in un gran numero di pazienti alla messa in
atto del meccanismo della negazione ancor prima della diagnosi medica. Molte persone
che presentano particolari disturbi non si rivolgono al proprio medico per timore di
possedere quella «particolare
malattia», per cui aspettano
mesi o anni prima di rivolgersi a qualche medico. Questo
ovviamente aggrava la malattia nel caso si tratti di cancro.
La negazione, in qualsiasi fase avvenga, o prima o dopo
una diagnosi, è un potente
meccanismo di difesa che
comporta sovente un alterato
rapporto medico-paziente e
non sono pochi i casi di manifesta aggressività, vuoi di tipo
verbale, vuoi di tipo fisico.
Quando una diagnosi di
malattia incombe su una famiglia si verifica un «lutto»
per le ragioni descritte prima.
L’ammalato di cancro viene
visto come un morto che non
è ancora morto, per cui viene
dapprima messo ai margini
della famiglia: molte volte
rappresenta un peso, e questo
in funzione della riorganizzazione dei ruoli aH’intemo della famiglia stessa.
Anche quando un ammalato di cancro dopo un intervento e dopo una terapia va
in remissione completa (una
sorta di guarigione nell’attesa
del ritorno della malattia), e
anche quando questi recupera
pienamente le forze, viene lo
stesso messo a riposo dalla
famiglia, anche se potrebbe
riprendere il lavoro precedente. La famiglia si difende dalla morte attualizzando la
morte in funzione dell’uscita
del proprio caro, anche se
questa avverrà dopo anni.
(continua
il prossimo numero)
* direttore dell’ospedale
Villa Betania di Ponticelli
Previsioni del tempo addio
Per conoscere quali saranno
le condizioni atmosferiche
sarà sufficiente collegare il
proprio computer con il satellite meteorologico Meteosat e
attendere l’arrivo delle spettacolari immagini della Terra in
diretta. In Germania è stata
messa in vendita una scheda
per personal computer, Satcard, che insieme a un’antenna può ricevere automaticamente in ambiente Windows
le immagini del Meteosat, il
satellite geostazionario che
orbita a 36.000 chilometri di
altezza e invia continuamente
le immagini dell’area europea
e mediterranea. La scheda ha
una funzione di zoom che
permette di visualizzare particolari della superficie terrestre, anche una piccola ^città,
con possibilità di effettuare
funzioni di editing e di stampare l’elaborazione ottenuta.
Inoltre è possibile vedere la
.sequenza delle immagini con
un effetto accelerato o rallentato per comprendere meglio
l’evoluzione del tempo.
Bambini più alti
Più alti grazie all’uso di una
versione sintetica dell’ormone
della crescita durante l’infanzia e l’adolescenza: la possibilità di «disegnare l’altezza»
dei propri figli, sottoponendoli
fin da piccoli a una speciale
terapia farmacologica (emersa
dai risultati di un nuovo studio
scientifico) ha già dato fuoco
alle polemiche. Lo studio, presentato al meeting deH’American Pediatrie Society, ha utilizzato su bambini sani ma di
statura inferiore al 98 per cento dei loro coetanei l’ormone
della crescita. Dopo 3-7 anni
di trattamento, consistente in
tre iniezioni la settimana, la
maggior parte dei bambini ha
effettivamente guadagnato 5-8
cm. Approvato nel 1985 dalla
Food and drug admnistration
per il trattamento dei bambini
con provata carenza nella produzione dell’ormone della
crescita, rilasciato dalla ghiandola pituitaria, il farmaco ha
così dimostrato di essere efficace anche nei ragazzini sani.
I nostri rifiuti
L’italiano produce ogni anno una quantità di rifiuti pari
a cinque volte il suo peso; nel
1990 gli italiani hanno consumato un miliardo e duecentomila lattine di alluminio per
bibite; di tutti i rifiuti domestici più del 90% viene collocato nelle discariche e meno
del 5% viene recuperato attraverso la raccolta differenziata.
OTTO PER MILLE,
DESTINAZIONE
TERZO MONDO
(ITALIA COMPRESA).
Eccoci di nuovo, per il secondo anno, sulle pagine dei giornali per
chiedervi di affidarci l'otto per mille del reddito IRPEF. E per ribadire
il nostro impegno a rendere noto, attraverso i più autorevoli organi
di informazione, il modo in cui impiegheremo i soldi raccolti e che
arriveranno solo dal 1997. Una cosa è certa: non li spenderemo
per le chiese e per le opere di culto, ma li investiremo per opere sociali e assistenziali in Italia e nei paesi del sottosviluppo per far si
che non esistano più paesi sottosviluppati. Siamo, come Chiese Vaidesi e Metodiste, impegnati da sempre in campo sociale con spirito
laico; costruiamo e gestiamo ospedali e case per anziani, facciamo
un capillare lavoro educativo tra bambini e giovani, accogliamo immigrati e assistiamo portatori di handicap. Le nostre opere sociali
sono aperte a tutti, senza distinzione di credo, razza o ceto socialeInoltre collaboriamo con il Consiglio Ecumenico delle
Chiese e con altri organismi ecumenici per interventi
nei paesi più poveri del terzo mondo e in quelli sconvolti da guerre e calamità naturali. Chiunque voglia conoscerci meglio o avere informazioni più dettagliate
può scriverci o telefonarci. Saremo felici di rispondervi.
CHIESA EVANGELICA VALDESE ■ Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi
Via Firenze 38,00184 Roma ■ Tel. 06/4745537 ■ Fax 06/4743324
15
\n-NERDÌ 19 MAGGIO 1995
Pagina Dei Lettori —
PAG. 1 1 RIFORMA
Ecumenismo
niente da
rivedere
É da un po’ di tempo che
nelle pagine di Riforma si
parla di relazioni tra cattolicesimo romano e chiese
evangeliche e si possono notare diverse opinioni.
Mi ha colpito l’articolo di
Mfredo Berlendis intitolato
«Occorre un profondo riesame», pubblicato il 21 aprile,
dove mi sembra che il dialogo ecumeinico si apra ad
¡m’accettazione, fatta in maniera occulta, di tutto quel sistema cristiano-pagano che si
^ama cattolicesimo romano.
Io, agnostico sino al 1987, ho
scoperto la persona di Gesù
Cristo leggendo il Nuovo Testamento da solo e senza intenhediari ecclesiastici. Mi
sono reso conto che il cristianesimo non è una religione ripialistica e nemmeno un si'stema di potere temporale,
ma è vita eterna che il Signore Gesù Cristo offre a tutti
’’ Ideili che per fede si accostano a lui. In seguito mi sono
Ravvicinato alle comunità
^angeliche perché mi rendevo conto che si avvicinavano
dì più allo spirito dei primi
tìistiani. Sono riconoscente
alla Riforma protestante e a
tutti i mavimenti medievali di
dissenso che hanno riscoperto
le basi della fede cristiana
una volta per sempre tramandata ai santi.
Desidero essere una voce di
più che proclama che la mes'Sa papale è una «idolatria maledetta», che il purgatorio e le
tnesse di suffragio per i defunti fanno scadere Dio ad un
caiberiere che imprigiona le
anime nel purgatorio e, soltanto dopo una messa pagata,
le abbrevia la pena... Non si
può avere connubio con simili posizioni! Inoltre non posso
credere a una riabilitazione di
Lutero da parte cattolica sino
a che si continua ad adorare il
pane eucaristico, a dispensare
indulgenze e a tutte quelle
pratiche pagane inserite nel
OPINIONE
Un insegnamento morale non confessionale
SANDRA MEDDA OLIVETTI
La complessità delle nostre società
costringe ognuno di noi a ritmi
d’apprendimento vertiginosi; le nuove
tecnologie si impongono come strumento indispensabile nell’interazione sociale
che per questo ne viene scpnvolta. La
società globale è il risultato. Le stesse
nuove tecnologie hanno aggiunto all’interno di ciascuna società nuove agenzie
educative alternative alle tradizionali
(dalla tv alle autostrade informatiche)
che hanno reso possibile non solo un interscambio tra le diverse società di codici, immagini e suoni ma che hanno accelerato anche quello delle stesse persone..
Parlando di agenzie educative poi,
non solo la scuola manifesta un’eterogeneità etnica mai vista prima , ma lo
stesso gruppo primario nel quale il giovane si identifica e attraverso cui vive
la sua più importante interazione sociale, sempre più sarà caratterizzato
dalla multietnicità. La famiglia, infine,
sta seguendo la stessa strada. L’educazione all’interculturalità oggi diventa
necessariamente la chiave della futura
armonia sociale e la scuola è il luogo
deputato per realizzarla.
Ora, è quasi scontato affermare che
ciò che contraddistingue di più una cultura umana è il sistema di codici che
presiede alla scala dei valori comuni,
cioè alla morale: tale sistema è ma religione. Cosa deve fare la scuola per rendere compatibili sistemi morali diversi
senza cadere nell’omologare l’uno
all’altro (le norme concordatarie) o
nell’ignorarli entrambi (il laicismo)?
Così come stanno le cose oggi, nelle
scuole italiane l’ora di educazione religiosa è ora di teodicea. Se non fosse per
l’apertura di alcuni insegnanti, i nostri
figli avrebbero la matematica certezza
di non ricevere alcuna formazione relativistica in materia.
Questo è il punto: perché un bambino,
come affermano le norme concordatarie, può ricevere in scuola pubblica solo
una formazione religiosa cattolica o in
alternativa pressoché il nulla? So di non
aver detto niente di nuovo e chissà
quando si riformerà il Concordato. Ma
io sono cattolica anche se non ho avuto
fiducia nella formazione religiosa che la
Curia dà in orario scolastico.
Credo che sia indispensabile che i singoli istituti, nelle persone più sensibili
tra il corpo docente o tra i genitori di
alunni appartenenti a minoranze etniche
o religiose, colmino questa gravissima
carenza del sistema educativo italiano,
almeno fino a quando le cose non cambiano a livello istituzionale.
A mio figlio non voglio e non posso
negare un insegnamento morale in ambito scolastico: è il luogo migliore dove
fargli sperimentare norme di convivenza fondate su un sistema di valori impartitogli durante tutte le circostanze
educative.
Desidererei un insegnamento morale
aconfessionale (di quello confessionale
ha la responsabilità già la famiglia) ina
che attinga profondamente dalle varie
esperienze spirituali umane e che ne dia
una'visione olistica e filogenetica. I
bambini sono perfettamente in grado di
riceverlo e pronti ad arricchirsi. Questa
è interculturalità.
cristianesimo. Se ci sono
evangelici attratti dal romanesimo, voglio ricordare loro
che possono convertirsi a
quel sistema, poiché nessuno
in Italia glielo può impedire,
ma facciano il piacere di non
essere cattolici in ambiente
evangelico.
Angelo Costa - Genova
«La Croix» è
un quotidiano
cattolico
Riforma del 5 maggio rende giustamente omaggio a
France Quéré, recentemente
scomparsa, teologa, scrittrice
e saggista protestante, editorialista di Réfonne, nota anche per le sue pubblicazioni
sul «settimanale La Croix e
altre riviste». Mi permetto di
precisare che La Croix è un
quotidiano cattolico.
Liliana Rihet - Torino
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REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Luciano
! CIrlca, Alberto Corsani, Avernino Di Croce, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo,
Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
Rinaldi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan,
Marco Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe
GARANTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bruno Rostagno
AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia
ABBONAMENTI: Daniela Actis
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STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174/42590
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ITALIA
ESTERO
■ ordinario
‘ ridotto
■ sostenitore
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95.000
80.000
150.000
48.000
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- via aerea
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- semestrale
£ 140.000
£ 170.000
£ 200.000
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Riforma è il nuovo titolo della testala La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del 1« gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 19 del 12 maggio 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale airufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 10 maggio 1995.
Si può anche
modificare la
Costituzione
Caro direttore,
il 3 maggio si è tenuto a
Torre Pellice un convegno
sulla Resistenza e la scuola, a
cui ho assistito non tanto perché ex partigiano ma per aver
partecipato al mondo dell’insegnamento, anche internazionale, per breve parte della
mia vita. Da questa giornata
mi è parso emergere che in
queste valli valdesi, indipendentemente dall’attuale appartenenza confessionale o
piuttosto per una loro influenza diretta, dei propriamente
valdesi e no, ci troviamo in
una situazione eccezionale
che c’è forse in altre zone italiane ma non corrisponde alla
media dell’Italia. Lo si vede
anche nei risultati delle ultime elezioni. Qui i ragazzi
sanno qualcosa della Resistenza e dell’antifascismo,
che conoscono attraverso la
storia locale.
Passo a quello che è stato
un momento saliente del convegno, non tanto per la trattazione didattica, quanto per
vedere il seguito di quel che
accadde cinquanta e più anni
fa: l’intervista alla vivace
Nadia Spano, una delle superstiti dei costituenti. La
Costituzione è stata presentata come quasi un capolavoro
intangibile. Non è così. Bisogna essere cauti, non troppo
cauti, nel modificarla. Ma
questo andrà fatto, non solo
per liberarci del compromesso storico dell’articolo 7, impacciatamente difeso, ma anche per l’inserzione dell’attuale Stato italiano e dei suoi
componenti in unioni più ampie, europea e mondiale, non
basta l’articolo 11 dove dice
(non recita): «L’Italia consen
te, in condizione di parità con
gli altri Stati, alle limitazioni
di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo». Ci deve
essere una debita considerazione per la cultura o piuttosto le culture e gli interessi di
questo Stato e paese italiano,
ma dobbiamo innanzitutto ricordare che fra T8 settembre
1943 e aprile-maggio 1945
abbiamo combattuto per un
mondo nuovo e per le realtà
(quindi autonomie) locali, più
che per l’Italia bandiera, un
passo avanti rispetto al Risorgimento.
Con i miei saluti, anche
agli amici che dissentono da
quel che ho scritto.
Gustavo Malan
Torre Pellice
La liberazione
americana
Non sono mai stato ammiratore del fascismo, ma ancor
meno volli mai associarmi
alla retorica della cosiddetta
«Resistenza» che considero)
falsa, perché occulta una
brutta verità. Infatti i partigiani che in Italia combattevano in armi il fascismo della Repubblica sociale negli
anni 1943-45 erano per la
maggior parte comunisti che
combattevano non per la libertà, ma per il comunismo,
cioè per un’altra dittatura ancora peggiore.
La prova di questa verità è
data dal fatto che questi partigiani comunisti continuarono 16 loro uccisioni anche
dopo che la guerra era finita,
e quindi non più a scopo di
resistenza ma allo scopo di
preparare la strada al comunismo, eliminando quelle
Il clic di prima pagina
Diritti sociali
23 milioni di lavoratori e lavoratrici
saranno chiamati nei prossimi giorni a
esprimere il loro sì o il loro no sull’accordo per le pensioni raggiunto tra i
sindacati e il governo. Si tratta di una
procedura che, se sarà attuata correttamente, permetterà al Parlamento di decidere la tanto attesa «riforma delle
pensioni». La foto (di Pietro Romeo)
ritrae un lavoratore dell’Uva (acciaierie) durante lo sciopero per le pensioni.
persone (possidenti, insegnanti, sacerdoti) che potevano guidare un’opposizione
ai loro disegni.
Non mancarono, è vero,
anche fra i partigiani alcuni
autentici combattenti per la
libertà (ricordo con rispetto
Ferruccio Farri e Sandro Pertini) ma la parte più numerosa e decisa era data dai partigiani comunisti, che combattevano per il loro scopo, che
non era la libertà ma lo stali;
nismo.
Allora io avevo 9 anni e li
ricordo benissimo; portavano
al collo un fazzoletto rosso,
salutavano con il pugno chiuso e andavano in giro a prelevare gente (ogni tanto qualcuno spariva).
Se l’Italia si liberò anche da
loro (anche questa è una liberazione da ricordare) ciò fu
dovuto alla presenza delle
truppe americane che non
permisero loro di realizzare i
loro disegni, e agli accordi di
Yalta che assegnarono l’Italia
alla zona d’influenza americana. Siano dunque grazie ai
generali Clark e Montgomery, le cui truppe furono le
vere salvatrici della nostra libertà: quella che ci viene dalla scuola di Jefferson, non da
quella di Lenin.
Sergio Bilato - Verona
Aiuti
Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha deliberato sulla destinazione dei
fondi raccolti in Italia e all’estero a favore delle popolazioni del Piemonte colpite
dall’alluvione nel novembre
scorso. Oltre ai circa 20 milioni già spesi subito per l’acquisto di materiali di prima
necessità, i circa 150 milioni
raccolti saranno così destinati: 45 milioni alla Ussl 70 di
Alessandria per gli arredi di
una comunità alloggio e l’acquisto di due automobili; 40
milioni per l’acquisto di uno
scuolabus per il Comune di
Farigliano; 60 milioni per interventi vari diretti ad aiutare
situazioni personali , attraverso le chiese evangeliche.
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qualsiasi destinazione
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Viene diffuso alle chiese in
questi giorni, nella serie
«Quaderni» di Confronti, il
documento preparatorio della
seconda Assemblea-Sinodo
delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi, che
si svolgerà a Torre Pellice
(Torino) dal 1° al 3 settembre
1995. Si tratta del sesto documento comune a battisti, metodisti e valdesi (Bmv), nel
cammino di collaborazione e
convergenza iniziato nel 1979
e culminato con il primo incontro congiunto dell’Assemblea battista e del Sinodo valdese e metodista (Roma, 1-4
novembre 1990).'Quell’incontro sancì il «reciproco riconoscimento» delle chiese
Bmv, dei loro membri e dei
loro ministri, e avviò la collaborazione territoriale e il settimanale comune «Riforma».
L’Assemblea-Sinodo di
quest’anno, invece, sarà chiamata a perfezionare il «reciproco riconoscimento» a livello dei rispettivi ordinamenti ecclesiastici. «Ordinamento sinodale, valdese e ordinamento congregazionalista
battista»: questo è il titolo del
documento, che propone una
convergenza intorno a due
concezioni della chiesa apparentemente opposte: più
«centralizzato» (struttura «sinodale») l’ordinamento delle
chiese valdesi e metodiste,
più centrato sull’autonomia
della comunità locale («congregazionalismo») quello battista. In realtà, afferma il documento, la differenza fra i
due ordinamenti «è quantitativa, non qualitativa».
Inoltre i due modelli, «alla
luce del Nuovo Testamento
non si escludono ma al contrario si richiamano a vicenda». «L’ordinamento congregazionalista mette in giusta
luce l’autonomia della chiesa
locale», mentre «l’ordinamento sinodale mette in giusta luce la dimensione universale 0 cattolica». «Senza perdere nulla della identità di
diascuno - conclude il documento, elaborato da un’apposita commissione Bmv - è
possibile a battisti, metodisti
e valdesi attuare il reciproco
riconoscimento dei rispettivi
ordinamenti e vivere e testimoniare come evangelici in
piena comunione gli uni con
gli altri». Nella commissione
c’era anche un luterano, segno di apertura di un nuovo
orizzonte di lavoro. Il documento può essere richiesto alle amministrazioni ecclesiastiche 0 alla chiesa locale.
«L'Eterno ha dato, l'Eterno
ha tolto, sla benedetto
Il nome dell'Eterno»
Giobbe 1,21
È mancata all'affetto dei suoi
cari
Mirella Durand Forti
a funerali avvenuti la ricordano
quanti le hanno voluto bene: il
marito Giorgio, i figli Luca, Marco
e Gabriella.
Roma, 5 maggio 1995
RINGRAZIAMENTO
«L'anima mia aspetta il Signore»
Salmo 130, 6
I familiari di
Nora
ringraziano tutti coloro che hanno
partecipato al loro lutto.
Un grazie particolare a Paolo
Ribet e alle amiche e amici che
hanno accompagnato Nora e la
famiglia, senza i quali tutto sarebbe stato più difficile e faticoso.
Pinerolo, 11 maggio 1995
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedTi.
16
pag: 12
RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 19 MAGGIO 1995
Un progetto pilota diretto da un'équipe di Azione apostolica comune della Cevaa
Zambia: un canale per rompere l'isolamento
Due membri dell’équipe di
Azione apostolica comune
(Aac) hanno visitato recentemente il Se^etariato della Cevaa a Parigi. Si tratta di JeanLuc Lutz, alsaziano, amministratore-contabile dell’Aac a
Kalabo, e di Jean Méar, geometra in pensione, consigliere
tecnico volontario presso il
Coordinatore dell’équipe dell’
Aac, il pastore Mubita.
Ambedue hanno riferito sul
progetto-pilota in corso nello
Zambia, quello della costruzione di un canale nell’ovest
dello Zambia, nella regione di
Nyengo. Tutta quella regione
forma un territorio di un centinaio di km, tra lo Zambesi a
Est e la frontiera angolana a
Ovest. In quella zona, percorsa dagli innumerevoli meandri del fiume Luanginga, non
ci sono né strade, né elettricità, né telefono, né acqua potabile, né servizi sanitari degni di questo nome ma vive
una popolazione di 40-50.000
persone, disseminata in oltre
200 villaggi. Navigando sul
fiume, occorrono due o tre
settimane per percorrere l’intera regione. E facile quindi
immaginare l’isolamento della popolazione rispetto al centro aftiministrativo o all’ospedale di Kalabo, ad esempio.
Quando il canale sarà , ultimato, una giornata di navigazione corrisponderà a una settimana di viaggio sul fiume.
I lavori, iniziati nel luglio
1992, impiegano attualmente
400 persone durante la stagione asciutta. Sono ripartite
in otto squadre, ognuna responsabile di una sezione tra
Kalabo e l’Angola. Da qualche tempo è possibile circola- •
re su alcune porzioni del canalé e sulle lagune che le collegano ma il lavoro prosegue
per raggiungere una certa
profondità e per dare al cana
Zambia: i lavori del canale del Nyengo
le un profilo tale da evitare il
degrado durante le alluvioni.
Sul piano climatico, la situazione è molto preoccupante:
l’anno scorso, la stagione delle piogge si è interrotta nel
febbraio 1994 e quest’anno è
sopraggiunta in ritardo ed è
durata solo tre settimane; tutti
i raccolti sono seccati sul posto,-e tutta la zona sta conoscendo grossi problemi di alimentazione. Certo, altre zone
dello Zambia, meno colpite
dalla siccità, possono fornire
mais, base dell’alimentazione
ma i mezzi di trasporto sono
del tutto insufficienti: l’équipe dell’Aac, con l’aiuto della
missione cattolica americana,
ha potuto farne arrivare qualche centinaio di tonnellate,
ma non basta.
Sul piano sanitario la situazione è terribilmente precaria:
ci sono soltanto due medici
olandesi presso l’ospedale di
Kalabo e un medico filippino
presso l’ospedale avventista
di Yuca, a circa dieci chilometri. Vi sono due ambulatori
a circa 100 km, diretti da un
infermiere; mancano spesso le
medicine; l’équipe dell’Aac
interviene per trasportare malati 0 per distribuire medicine,
ma è solo una goccia d’acqua
nel mare. Occorrerebbero più
veicoli, più personale, nonché
un programma di sviluppo sanitario e di restauro degli stabili. Quando il canale sarà ultimato, l’équipe Aac dovrà
cercare di suscitare tutte quelle azioni di cui ha grande bisogno l’intera zona.
In questo contesto, la Chiesa unita di Zambia (Ucz),
membro della Cevaa, subisce
I le conseguenze della crisi eco
't .....................
(foto Jean Méar)
nemica: incontra difficoltà di
approvvigionamento, di trasporto, di finanziamento ma si
sforza di organizzare la solidarietà tra le sue diverse regioni (presbiteri), che non sono tutte allo stesso livello economico, il che provoca tensioni a volte abbastanza vive.
Nel Nyengo, con l’aiuto
della Cevaa, l’Ucz sostiene il
lavoro missionario del pastore
evangelista zambiano membro dell’équipe Aac, che lavora con due membri dell’équipe che segue i cantieri del canale, in modo da poter incontrare sia gli operai al lavoro
sia le famiglie nei villaggi:
«Ecco un programma - dice
Jean Méar — in cui l’azione
sociale va di pari passo con
l’evangelizzazione».
(Notizie tratte da Info
Cevaa News, aprile 1995)
In Colombia il servizio militare è obbligatorio a partire dai 16 anni
Quando l'obiezione non è riconosciuta
Un giovane colombiano,
Luis Gabriel Caldas, si sta
nascondendo da qualche parte
a Bogotá, per non finire in
carcere perché ha rifiutato di
uccidere. Nel gennaio 1994,
il giovane, che allora aveva
19 anni, aveva ricevuto l’ordine di presentarsi per il servizio militare. Rispondendo
alla convocazione, aveva dichiarato di non volere fare il
servizio militare per motivi
filosofici e morali, ma di essere pronto a effettuare un
servizio civile nonviolento.
L’esercito rinviò la decisione
al mese di luglio. Nel frattempo, associazioni cristiane
chiesero all’esercito di riconoscere al giovane il diritto
all’obiezione di coscienza.
L’Ufficio governativo dei diritti della persona trasmise il
caso davanti ai tribunali che
dichiararono che il giovane
non aveva il diritto di rifiutare di compiere il servizio militare obbligatorio; Quando
venne nuovamente convocato, nel luglio 1994, le autorità
gli proposero di fare l’aiutante di polizia non armato, posizione che egli rifiutò. Fu
quindi convocato di fronte a
un giudice militare che lo
condannò per diserzione e ordinò il suo arresto.
Da allora, Gabriel Caldas
vive in clandestinità a Bogotá. Alcune associazioni internazionali di difesa dei diritti della persona si sono interessate al suo caso e, nello
scorso gennaio, la Commis
sione interamericana dei diritti umani ha accettato di
prendere in considerazione la
vicenda.
Caldas afferma che «la violenza e la forza fisica non
permettono di risolvere un
conflitto, ma sono un gradino
in più nella spirale di violenza che porta l’umanità verso
la distrazione e la morte». Secondo Ricardo Pinzón, direttore di un’associazione per
l’obiezione di coscienza, fondata nel 1990 a Bogotá, la resistenza di Caldas ha sensibilizzato l’opinione pubblica al
problema dell’obiezione di
coscienza. Quest’associazione lotta per ottenere non solo
il riconoscimento legale degli
obiettori di coscienza, ma anche un quadro di vita nel quale «i valori della nonviolenza
saranno riconosciuti nei programmi scolastici e nel dibattito nazionale sulle questioni
politiche importanti».
Nel marzo 1987, durante la
riunione della Commissione
dei diritti umani dell’Onu, il
governo colombiano aveva
appoggiato una risoluzione
che chiedeva a tutti gli' stati di
riconoscere l’obiezione di coscienza. Due anni dopo, la
Commissione aveva chiesto
ai governi di legiferare sul diritto all’obiezione di coscienza. L’articolo 18 della nuova
Costituzione, approvata nel
1991, riconosce il diritto fon
damentale di ogni cittadino di
non essere obbligato di agire
contro la propria coscienza e
l’articolo 19 garantisce ai colombiani il diritto di «esercitare liberamente la loro religione»; ma i tribunali hanno
dichiarato che questi articoli
sono annullati dall’articolo
216 che chiede ai cittadini colombiani di prendere le armi
per difendere il loro paese se
sono chiamati a farlo.
Nel 1991, tre Testimoni di
Geova sono stati maltrattati e
incarcerati per sei mesi per
aver rifiutato di fare il servizio militare. Secondo Mario
Madrid-Malo, incaricato dell’informazione presso l’ufficio dei diritti della persona
del governo colombiano, il
governo «dovrebbe proporre
agli obiettori di coscienza soluzioni legali che non dovrebbero essere meno generose di quelle che sono state
offerte agli ex guerriglieri
desiderosi di reinserirsi nella
vita civile».
In Colombia il servizio militare è obbligatorio a partire
dai 16 anni di età; sono esenti
i figli unici e i giovani già
sposati. I mennoniti, sfrattando la clausola che esenta i seminaristi, hanno fondato Fan»
no scorso un «Seminario per
gli artigiani della pace», che
conta 19 studenti e il cui programma comprende lo studio
delle basi teologiche e bibliche della nonviolenza e la difesa dei diritti della persona.
(eni)
Brevi
dal tnotta»
Stati Uniti: grande solidarietà
con le chiese dell'Oklahoma
OKLAHOMA CITY — Secondo gli ultimi dati, almeno
104 persone (di cui 15 bambini) sono state uccise nell’attentato del 19 aprile scorso. Il numero degli «scomparsi»
supera il centinaio e i feriti sono 467. Secondo la Casa
Bianca, il bilancio finale potrebbe raggiungere i 200 morti.
Circa trenta palazzi del centro città sono stati danneggiati
dall’esplosione. L’ammontare complessivo dei danni potrebbe superare i 510 milioni di dollari. Fra gli appunti personali di Timothy McVeigh, ritenuto uno degli artefici
dell’attentato, risulta che, oltre ad Oklahoma City, erano
previsti altri due attentati, uno a Phoenix (Arizona), l’altro
a Omaha (Nebraska). Il progetto sarebbe fallito per mancanza di esplosivo. Tra le numerose lettere, di solidarietà
giunte alle chiese dell’Oklahoma, significativa è quella a
firma del pastore Konrad Raiser, segretario generale del
Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Definendo «una
splendida testimonianza cristiana» lo spirito di solidarietà
con il quale la comunità americana ha affrontato la tragedia, Raiser ha ricordato che proprio nel gennaio dello scorso anno il Comitato centrale del Cec ha deciso di dar vita a
un «programma contro la violenza», «uno sforzo per infrangere il circolo vizioso della violenza che minaccia ogni
tentativo di pacificazione tra gli uomini... sordi al messaggio di amore e di giustizia dell’Evangelo». (Nev)
Conferenza dell'Onu sulle donne
preoccupazioni del Cec
GINEVRA — Preoccupazione per l’impostazione della
prossima conferenza mondiale delle Nazioni Unite a Pechino su «Le donne e l’azione per l’uguaglianza, lo sviluppo e
la pace» (4-15 settembre ’95) è stata espressa dal pastore
Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), in una lettera datata 25 aprile indirizzata
al segretario generale dell’Onu, Boutros Ghali. Raiser ha
espresso rammarico per la decisione di spostare il Forum
delle Organizzazioni non governative invitate alla conferenza in una località a 20 chilometri da Pechino. «Una delle ragioni della nostra partecipazione era quella di poter far sentire la voce delle chiese ai delegati dei governi mondiali rileva Raiser - Se ciò non sarà possibile, dovremo riconsiderare l’opportunità di una nostra partecipazione». (Nev)
Chiapas: rinviati i negoziati
tra governo messicano e zapatisti
CHIAPAS — I negoziati tra il governo messicano e la
guerriglia zapatista, che dovevano iniziare il 20 aprile scorso, sono stati rinviati. La delegazione governativa rimprovera all’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) di
avere organizzato una manifestazione di sostegno, facendo
coincidere l’arrivo dei negoziatori guerriglieri con quello di
alcune migliaia di simpatizzanti autoctoni. «Non è accettabile che il luogo del negoziato venga utilizzato come una
tribuna né che vengano manipolati gruppi indigeni», ha dichiarato il ministro dell’Interno.
Afghanistan: raid aereo russo
TALOQAN — Il 13 aprile scorso le forze aeree russe
hanno bombardato la città di Taloqan, nel Nord dell’Afghanistan, facendo 125 morti e 200 feriti. Secondo un ufficiale
afgano, lo stesso giorno un altro bombardamento aereo
avrebbe fatto 25 morti e una quarantina di feriti nella stessa
provincia. La città di Taloqan ospita lo stato maggiore
dell’opposizione del Tagikistan rifugiata in Afghanistan,
che lotta contro il regime neocomunista del presidente del
Tagikistan, Enomal Rakhmonov, riportato al potere da Mosca alla fine del 1992, al termine di una guerra civile che
aveva fatto 50.000 morti.
Stati Uniti: digiuno di protesta
contro gli armamenti nucleari
NEW YORK — Digiunano a New York per la messa al
bando degli armamenti nucleari numerosi esponenti religiosi americani, mentre è in corso la Conferenza intemazionale
per la revisione del Trattato di non proliferazione atomica
(17 aprile-12 maggio). Guidati dal pastore William Coffin
della Riverside Church, chiedono alle Nazioni Unite non
un’estensione del trattato ma la definitiva proibizione di
fabbricare o detenere armi nucleari. Del grappo fanno parte
il vescovo Browning della Chiesa episcopale Usa e il vescovo ausiliare cattolico di Detroit, Thomas Gumbleton. (Nev)
Niger: firmato un accordo di pace
tra governo e ribelli tuareg
NIAMEY — Il 15 aprile scorso il governo del Niger e
l’Organizzazione della resistenza armata (ribelli tuareg)
hanno siglato un «accordo di pace definitivo», dopo tre settimane di negoziati. L’accordo, siglato in presenza dei rappresentanti dei tre paesi mediatori (Francia, Algeria, Burkina) è stato firmato definitivamente a Niamey il 24 aprile,
data della fine della tregua in vigore dal 9 ottobre. Il conflitto tra la ribellione tuareg e il potere centrale ha causato
la morte di 150 persone in tre anni.