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Bi’oUoliîoa V:iliS30
(Torino)
TORRS FSLLICS
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Quindicinale
della Chiesa Taldese
BELLE VALLI VALBESI
"Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo ,,.
Anno LXXXI — Num. 14 Una copia L. 20 ABBONAMENTI { ' ^ ‘ \ L. 1000 per 1 estero j L» 1600 per 1 estero Spediz« al)b. postale II Gruppo Cambio d'indirizzo Lire 30, — TORRE PELLICE — 6 Luglio 1951 Ammin. Claudiana Torre Pellice » C.C.P. 2-175S7
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Problemi giovanili oggi
Evangelizzazione per i giovani
Una constatazione, che s’impone,
in molti ira i nostri ambienti, circa
le persone che si dedicano alla testi
nionianza evangelica con gli estra
nei (e questa testimonianza vuol essere anzitutto un fraterno richiamo
alla enorme massa di indifferenti e
di ine.rcduli che circolano nel nostro
paese) è la constatazione che quella
leMinionianza od evangelizzazione è
fatta per lo pili dai fratelli più anziani. 1 giovani delle nostre chiese
ne sono generalmente assenti, o quanto meno vi sono presenti in quantità irrilevante.
Ora, tutti sanno quanto sia efficace la vista di un giovane che evangelizza. che testimonia, cioè, con l’ardore c con l’impeto caratteristici
della sua età. Aggiungerei poi die
se quella testimonianza è di un lai(;o, anziché di un pastore o di un
(( addetto al culto », essa è ancora più
incisiva. Il popolo italiano non si
distacica facilmente dailla « professionalità >) del sacerdozio cristiano,
e considera pastori, preti e sacerdoti in genere come « tenuti » al loro
lavoro vocazionale. Un laico e per
soj)ra[»più un giovane, operaio, od
impiegato o libero professionista, od
anche semplicemente studente, potrà assai più agevolmente raggiungere il cuore del suo interlocutore
per la sua riconoscibile spontaneità,
per il suo disinteresse evidente.
L’amore per le anime
Dicevamo dunque che oggi, genera huente parlando, i nostri giovani
non sentono più che tanto l’evangelizzazione. Perchè? sarebbero sordi
al richiamo perenne dell’Evangelo:
« andate ed evangelizzate », che avrebbero lasciato alla valorosa ma
piccola compagnia dei nostri studenti in teologia, cui riconosciamo una
particolare vocazione al ministerio
dell'annuncio della Parola? In un
recente convegno giovanile dove si è
trattato della evangelizzazione in
terdenominazionale, ho esposto som
rnariamente, e qui ripeto, sembran
domi cosa da sottolineare, quel che
mi sembra essere il motivo fondamentale di un tale assenteismo. Lo
fornudavo cosi : manca — ripeto,
sempre generalmente parlando — manca ai nostri giovani d’oggi Vfi/nore per le anime. Essi non si sentono
portati ad amare le anime, le singole
anime da evangelizzare, che il caso
(o Dio?) fa loro incontrare, magari
])er istrada, ma sopratutto in quel
luogo di evangelizzazione per eccellenza die è, in tutte quante le nostre
conmnità. Ventrata dei. nostri pubblici templi.
E' cosi. I nostri giovani amano (e
ce lo dimostrano) le loro cose, i loro
interessi giovanili, le loro attività sociali (voglio dire di associazione),
amano la filodrammatica, amano la
loro corale, amano la loro « Agape. »,
i loro campeggi, le loro belle gite,
le piacevoli e care amicizie che contraggono in quelle circostanze e che
li accompagneranno nella vita per
lunghi anni; amano certamente la
libera discussione teologica e filosofica, amano essere informati sui grandi problemi di attualità.... Amano,
certissiraamente la loro chiesa, e sono disposti a compiere per essa dei
sacrifici notevolissimi. Amano anche
i loro giuochi, il ping-pong (un''po’
di più), gli scacchi (un po’ di meno),
amano la lettura (davvero?!)... Probabilmente — honny soit qui mal y
penso — amano anche, nel proxoado del loro cuore, amano anche, nel
profondo del loro cuore ricco di giovanili speranze, il caro volto di una
loro compagna di escursioni, di campi, di lavoro...
La difficile via dell’amore
Ma — una cosa loro manca. L’amore per le anime. Sapere a veaere » in coloro che noi incontriamo,
non solo un terzo uomo —- un essere più o meno interessante a seconda delle sue particolarità fisiche; morati, intellettuali, sociali, — non solo un tale qualunque, ma un fratello, accanto a cui non possiamo passare, non dirò senza cavarci il cappello (ora non si usa più portare il
copricapo), ma senza scrutarlo, senza vederlo di deiytrp, senza vederlo
cioè come un problema direttamente rivolto alla nostra fede cristiana,
alla nostra speranza cristiana, senza
ad un tratto — con gli occhi dello
spirito — vedere aperta una finestra
su un orizzonte inaspettato: quello
delle splendide possibilità che la
grazia di Dio avrebbe su queU’uonio,
sulla sua coscienza, sulla sua vita,
se lo spirito di Dio operasse improvvisamente — tutto questo è « saper
vedere » le anime, amarle, amarle
per se stesse, amarle in Cristo.
Indubbiamente, per amare un’anima, ce ne vuole. Bisogna anzitutto vederla, quell’anima, mentre appunto quel che gli uomini sanno fare magnificamente, è di nascondere
la, loro anima. Poi, bisogna vederla
come essa dovrebbe essere, cioè bisogna, nella propria anima, trasfigurare quell’anima altrui. Senza
questa tramutazione, nessuna attività che riguarda le anime altrui è
bella, apprezzabile, degna di essere
compiuta. Chi vorrebbe lavorare per
un’opera i cui risultati siano, in anticipo, meschini è inadeguati alle
possibilità del pròprio sforzo?
Infine, bisogna dimostrare a quell’anima, che la si ama. Con lo sguardo, sopratutto. Dolci o fieri occhi di
giovani, che talora si riempiono di
lagrime per il vostro giovanile furore, o per l’angoscia del vostro sentimento, o per la rabbia di un’offesa
a quanto vi è caro (so di giovani che
Hanno pianto per la sconfitta di una
squadra di calcio), o per la commozione che dà un episodio di alto valore artistico ed umano (fazzoletti
precipitosamente aperti nel corso
di una lettura, delicati soffiar di nasi che, non si sa come, si ode qua e
là nell’oscurità della sala di proiezione) — tutto ciò, nei giovani, si
vede, si sa. Ma lo sguardo che vuol
dire ad un’anima che un’altra anima l’ama... quest’è ben altra e ben
più difficile cosa. «
Testimonianza da vita a vita
Indubbiamente, è difficile amare
le anime. Non è facile per nessuno!
Ma è la condizione unica ed irtdisp.en
sabile per dare la propria testimo
nianza, per fare dell’evaiigelizzazio
ne. L’evangelizzazione non è la ven
dita di un prodotto in serie a un cir
colo di spettatori da turlupinare;
non è una lezione da ammannire a
degli studenti distratti o scettici; e
non è neppure una secolare consuetudine da lasciare ai più anziani, e
consistente nella diffusione di qualche migliaio di volantini stampati,
o nell’inchino di prammatica davanti a chi vi chiede: si può restare in
questa chiesa durante la funzione?
Ma è una testimonianza da vita a
vita, da cuore a cuore, da anima a
anima. E questa testimonianza non
è effettiva, là dove il cuore e l’anima non amano Valtro cuore te . Valtra
anima che ci stanno di fronte. Io
vorrei che la Facoltà di Teologia insegnasse ma si può mai insegnare un amore per le anime, che è dato di ricevere soltanto per averlo richigato a Dio in preghiera? — come
si fa ad amare le anime; e parmi
che, a quelli che si vogliono dedicare al ministerio pastorale, dovrebbe
esser chiesto anzitutto: « ami tu le
anime? », essendo la risposta affermativa a questo interrògativo infinitamente più importante di quella
che, verbigrazia, taluno ubbia potuto dare dicendo che voleva « servire la chiesa », o « perfezionare la
propria vita », o che so io...
« Ami tu le anime? » è la domanda che vorrei rivolgere, in conclusione, ad ogni giovane che mi legge. Sono persuaso che L’amore per
le anime viene, a chi lo richiede in
preghiera a Dio; e viene anche a
tutti coloro che, contemporaneamente, nell’uomo che sta loro di fronte,
dubitoso, incerto se ascoltare o respingere la nostra parola di chiarimento, vogliono e sanno vedere, al
di là del volto, delle mani, delle vesti, un’anima, un’anima che forse
non sa di aver bisogno di luce, di
vita, di redenzione, ma che quel bisogno ha ugualmente, tanto più cocente quanto più ignorato o forse
compresso o sepolto: come certa brace nascosta sotto un cumulo di ceneri...
Perchè infine, una sola cosa vale
la pena di essere amata quaggiù, nei
rapporti fra gli uomini, e che gli uomini cercano disperatamente nei loro simili, fin nel paradossale complemento dell’amore che è l’odio,
una sola cosa che, se è luce essa stessa,
può dare luce alla materia, alla carne, alle tenebre: Vanima del tuo fratello, della tua sorella!
Genève
MUDE de 11 Riltinai
La Faculté de Théologie et la Faculté
des Lettres avaient demandé au Professeur
Giovanni Gönnet — que ses origines mêmes et sa qualité de correspondant à Rome
de La Vie protestante rattachent intimement à Genève — de faire une leçon à
l’Université.
La Société du Musée historique de la
Kéformation, que le sujet à traiter intéressait au plus haut point, avait été aimablement conviée à prendre part à cette
organisation. C’est donc pour elle un devoir agréable de parler ici de cette captivante séance.
Teodoro Balma
Présenté par le Professeur Edmond Rochedieu, M. Gönnet, qui est chargé de
cours à la Faculté Yaudoise de Théologie
de Rome, était spécialement désigné, de
par la natnre de ses travaux et la richesse
de son bagage scientifique, pour entretenir son auditoire des Vaudois (soit Valdenses) dans la société -du Moyen Age.
Certains éléments de cette histoire —
d’ailleurs connue dans ses grandes lignes
restent à fixer; ils concernent en particulier la biographie de Valdo et le caractère précis de son mouvement d’opposition qui — en plein monde spirituel du
Moyen Age — ne dépasse ni ne veut dépasser un effort de réforme intérieure de
l’Eglise, tendant entr’autres à assurer la
prééminence des Saintes Ecritures, traduites, lues et prêchées dans l’idiome de l’époque.
Valdo appartient légitimement à l’Eglise autant qu’un Saint Augustin, un Saint
Anselme, un Luther ou un Calvin. Ce sont
tous des hommes dont on doit accepter le
message dans la mesure où on le reconnaît conforme à l’Evangile. Ces considérations amènent le conférencier à noter
qu’un bon oecuménisme peut être fondé
sur une interprétation rigoureusement objective des documents, sans parti pris confessionnel ou apologétique; ce qui, dans
le domaine de l’histoire, est d’ailleurs la
seule chose qui compte.
Fernand Aubert.
Appa
renze
falla
Cl
“Tutto questo cade addosso a me
Genesi 42: 36
Il riguardare gli eventi della vita con gli occhi dei sensi anziché
con gli occhi della fede è uno dei difetti più comuni ilella umana natura. Quando la Provvidenza ci sorride e tutto va bene per noi, raramente sappiamo vedere in questo i segni dell’amore del nostro Padre
celeste. Allo stesso modo quando le dispensazioni della Provvidenza
ci sembrano avverse o quando le calamità e le afflizioni si moltiplicano
attorno a noi, anziché accettarle con sottomissione avendo l’occhio della fede rivolto all’Iddio che può trarre il bene dal male, noi non sappiamo neppure elevare il nostro sguardo al di là del nostro presente
dolore o disappunto, ma, aggravati dal peso delPavversità, vinti da
scoraggiamento, esclamiamo: « Tutto questo cade addosso a me! »
Perfino quelli che sogliono riconoscere la mano di Dio nelle cose
buone, spesso, sia pure inconsciamente, diffidano della fedeltà di Lui
quando qualche oscura nube adombra il loro orizzonte e la loro primiera feliéità ha fatto posto a circostanze che apparentemente sembrano un male.
apparenze, man mano che gli avvenimenti si susseguono, Dio fa sì che
quelle circostanze che parevano avverse diventino dei mezzi perchè si
vadano compiendo le sue promesse. Giuseppe, creduto morto, è stato
invece miracolosamente protetto da Dio e da Lui mandato in Egitto
perchè, {come dirà^ ai suoi fratelli) « sia conservato di loro un resto
sulla terra »; Simeone, creduto perduto, è stato il mezzo di cui Dio si
è servito per condurre gli altri figli di Giacobbe ai piedi del Governa
tare che doveva « salvar loro la vita con una grande liberazione »; Pai
lontanamento di Beniamino dal patire è servito a toccare il cuore d
Giuseppe che esprimerà il desiderio di rivedere presto l’innato genito
re; e la^ venuta di Giacobbe in Egitto, sebbene apparentemente con
traria ai piani della promessa, non impedì al Signore di dire al pa
triarca, nella visione di Beer-Sceba: « Non temere di scendere in Egit
to, perchè là ti farò diventare una grande nazione »,
La .storia di Giacobbe ci fornisce un singolare esempio di cotesta
mancanza di fede nelle vie provvidenziaU del .Signore. Eppure il timore dell’Eterno abitava certo in lui; il suo più gran dedderio era,
senza dubbio, di vivere nel favore di Colui che l'aveva scelto, assieme
ad Abramo ed Isacco. Ma ecco che di fronte alla prova il patriarca si
abbatte e dalle sue labbra prorompe un amaro lamento: tc Voi m’avete
privato dei miei figliuoli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e
mi volete togliere anche Beniamino! » Ed in tanta perplessità, nel timore che non si realizzi la divina promessa, PaffranUt genitore soggiunge; « Tutto questo cade addosso a me! » Tuttavia, malgrado le
Spesso accmle nella vita che le circostanze possano sembrare avverse agli uomim e le dispensazioni di Dio come qualcosa di oscuro e
muterìoso; ed il credente può in tali circostanze provare il sentimento
che fece dire a Giacobbe: « Tutto questo cade addosso a me! » Se questo ci è accaduto, non dobbiamo affrettarci troppo a giudicare le vie
di ^o a nostro riguardo. L’apparenza esteriore degli, eventi può essere fallace ed illuderci; da un male apparente può venir fuori un bene
che oiia fine ci costringerà, come Giacobbe, a riconoscere la saggezza
la bontà e la misericordia di Dio.
In questo mondo avremo tribolazioni, ma rallegriamoci anziché
.mormorare, se queste tribolazioni sono il mezzo per portarci più vicima Dia e perchè si adempiano le sue promesse a nostro riguardo. La
Provvidenza segue spesso una direzione opposta a quella cui d aspetteremmo. Ma, se amiamo Iddio, sappiamo che tutte le cose cooperano
al nostro bene. Perciò dobbiamo aspettare il compimento degli eventi e non lagnarci ad ogni afflizione che ci può venire, ma pensare piuttosto che « se abbiamo lo sguardo non alle cose che si vedono, ma a
quelle che non si vedono », « la nostra momentanea leggera afflizione » potrà produrci a uno smisurato peso eterno di gloria ».
Davide Pons
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Mentre da noi, nella Chiesa Yal? dese, il Sinodo ha luogo quasi all’inizio della. attività ecclesiastica autunnale, ^all’estero, come del resto
nelle altre Chiese Evangeliche in
Italia, esso si tiene nei mesi di mag"gio e giugno, nelj’epoea conclusiva
di tutto un aunovdi lavoro.^
" In rappresentanza della nostra
Chiesa, abbiamo partecipato verso
la fine di maggio al Sinodo della
Chiesa Riformata di Francia, a
Chambon sur Lignon, un paese di
3500 anime in grande maggioranza
protestante, graziosamente situato
su dì un altopiano dì 1000 metri, in
mezzo a verdi prati e a non meno
verdi foreste di abeti. Si è molto
parlato di Chambon sur Lignon in
questi ultimi dieci o quindici anni,
come centro di vita evangelica internazionale e sopratutto a causa
dello sviluppo da esso assunto nel
campo della cultura con la creazione del Collège Cévenol, il cui edificio, da antica e rustica casa di campagna che era, è stato trasformato
grazie agli sforzi ed alle ampie visioni del Past. Edouard Theis, in
un magnifico centro di vita studentesca, dove vivono 300 studenti e
una ventina di professori, in un
ambiente cristiano sano, che si sforza di creare degli uomini nell’atmosiera della libertà e della responsabilità cristiana.
Ma non possiamo parlare più a
lungo di Le Chambon sur Lignon,
nè della sua interessante vita ecclesiastica e .culturale; lo faremo, se
mai, un’altra volta. Desideriamo
dire che l’Assemblea più importante della Chiesa Riformata di Francia, ricca di molte e beile personalità del mondo pastorale e laico, come Marc Boegner, Pierre Maury,
Elie Lauriol, Jacques Ellul, Henry
LiCenhardt ed altri, ancora, si è data
convegno nel vecchio tempio locate,
dal sabato mattina al lunedi sera,
ed è stata presieduta dal Past. di
Vincennes, Pierre Bourguet, uno
della simpatica ed intelligente équipe dì a Kéforme ». Predicatore ufbciaie del Sinodo, la domenica mattina, è stato im ancor giovane missionario nel Madagascar, oriundo
delle Valli Valdesi, Lucien Peyrot.
* * *
I nostri fratelli di Francia proce
dono più celermente di noi nei lavori sinodali e sono più ossequienti
di noi alla disciplina degli orari,
sotto la guida o, meglio ancora, sotto lo stimolo dell’energico loro Presidente Pierre Maury. iVumerosi, ma
brevi interventi oratori, tutti dal
banco della presidenza. I Sinodi regionali studiano a fondo i problemi principali e ne comunicano il risultato al Sinodo Nazionale; le relazioni a stampa facilitano la conoscenza delle questioni; ci sì sforza di
non tornare a ripetere cose e ragionamenti ormai conosciuti da tutti.
11 problema dominante era quello
del « battesimo »: si trattava, per
la Chiesa di Francia^ di chiarire la
propria posizione sul « battesimo »,
di fronte alle due correnti del pedobattismo e del battesimo per professione di fede. Un problema, questo, che s’è già posto altre volte davanti alla coscienza della nostra
chiesa e che è stato dibattuto in questi ultimi anni. Dobbiamo riconoscere, ad onore del Sinodo di Le
Chambon, che l’impostazione del
problema con le due relazioni dei
Pastori Gagnier é" Dallière e la successiva discussione, fino all’una e
mezza del mattino, si sono svolte in
una atmosfera di magnifica fraternità e di bella elevatezza di pensiero. In tutti gli interventi abbiamo
sentito affermare, precisare, ribadire principi e convinzioni, ma sempre con il desiderio di rispettare la
libertà dei fratelli e di non offendere la loro coscienza. E’ stata forse questa la nota più bella del Sinodo, cioè la ricerca della verità,
nella libertà e nella carità.
la 4i
La tendenza tradizionale, favorevole al battesimo degli infanti, è
stata quella che ha prevalso. Persuasa dell’importanza del battesimo
e della sua base biblica e fedele all’ordine ricevuto di amministrarlo
pur sapendo che « Dio è libero di
salvare gli uomini senza quel sacramento », la Chiesa Riformata di
Francia rimane legata ai battesimo
degli infanti; ma, e su questo punto il Sinodo ha fatto un notevole
passo avanti sulla via della comprensione fraterna^e della pratica dell’atto battesimale, «c la Chiesa riconosce che il battesimo può esser legìttimamente differito dai genitóri
per motivi religiosi fino a quando,
dopo essere stato istruito sul suo si' gnificato, il battezzando non lo avrà
richiesto lui stesso ». In tal caso, il
battesimo dovrebbe essere sostituito
provvisoriamente da una « presentazione » a Dio, seguendo una liturr
già appositamente preparata. Nessuna « parrocchia » e nessuna « regione » possono escludere Luna o
l’altra di queste due prassi battesimali.
Nel corso dei ^lavori sinodali è
stato reso pubblicmnente omaggio alla memoria del nostro compianto
Moderatore G. del Pesco, la cui figura è' stata brevemente rievocata
dal Presidente del Seggio, Pierre
Bourguet. Noi stessi eravamo latori
presso la Chiesa di Francia di uno
degli ultimi messaggi scritti dalla
mano del Moderatore; e la simpatia di molti fratelli di Francia, oltre
che dei delegati esteri Niesel (Germania), Freeland e‘ Schomer (America), Mascaux (Belgio), Freundler
e M. du Pasquier (Svizzera), Pradervand (Alleanza Presbiteriana), ci
è stata fraternamente dimostrata.
Mi del Distretto rioplatense
Colonia Iris, la più grande colonia
valdese dell’Argentina, ha celebrato
nel mese di marzo scorso il suo primo
cinquantenario. La chiesa di Colonia
Iris che conta un migliaio di membri
è forse la più grande del VI Distretto.
La gioventù molto numerosa è raggruppata in quattro Unioni giovanili.
Il pastore, oltre a curare la parrocchia
che ha un raggio di più di 20 Km., de. ve pensare a non pochi gruppi di disseminati per alcune centinaia di chilometri.
Per commemorare il cinquantenario,
alcune migliaia di persone all’aperto
si sono raccolte in un bosco di eucaliptus dove hanno avuto luogo le manifestazioni commemorative, iniziatesi con un culto presieduto dal pastore Silvio Long. Oltre 1500 persone
parteciparono al pranzo e nel pomeriggio furono pronunciati numerosi discorsi e furono letti i messaggi del
Moderatore della Chiesa Valdese e del
pastore Rivoir di Lugano, già pa.storo
a Colonia Iris.
Ci pare utile tradurre alcune frasi
del discorso commemorativo pronunciato dal vice presidente del con sigi ir»
di chiesa sig. Giovanni Malan : « A
partire dagli anni 1905-1906 la fioionia Valdese d’iris fu definitivamente
consolidata; i Valdesi cominciaronf>
allora ad avere la preoccupazione di
elevare il loro livello di vita; le loro
case fatte di paglia e di terra offrivano ugualmente un bel colpo d’occhio,
perchè attorno ad esse non mancava
mai un bel giardino, che pi-oduceva
frutta e legumi.
Ma se essi furono diligenti in quel
che concerne la vita materiale, non
lo furono di meno quando pensarono
ad innalzare il loro hVello culturale e
morale e ad intensifdare la loro vita
religiosa. Vediamo cosi sorgere le prime scuole per l’istruzione dei loro figli e i primi templi per la celebrazione dei culti a Dio. Un po’ alla volta
sono stati costruiti cinque templi e
quattro sale di attività giovanile ed
è stata favorita la costruzione d’una
bella scuola statale.
In tutti gli aspetti della vita, l’eredità che ci hanno Jaseiata i nostri padri venuti in questa terra cinquanta
anni or sono deve essere custodita e
resa per noi sempre più preziosa ; non
si può fare altro, di meglio per onorare la loro memoria.
E per finire unq sguardo al panorama di ieri e di oggi. Ieri c’erano dei
jampi immensi senza coltivazione,
delle terre senza strade, senza scuole,
senza famiglie; tptto si doveva fare,
vincendo tante e tante difficoltà. Oggi tutto ciò che può dare gioia e benessere all’uomo sta ..nelle nostre mani e
senza grandi sacrifici. Tutto ciò grazie alla visione di uomini che hanno
saputo avere fiducia in Dio e in se
stessi ».
A Colonia Iris si tenne, nel cinquan
tenario della fondazione della colonia,
la 47.ma conferenza del VI Distretto
Valdese, chiamato anche Rioplatense.
La conferenza duri) quattro giorni ed
esaminò i molti- problemi all’ordine
del giorno; fra gli altri la posizione delle studentesse in teologia ed i loro rapporti colla commissione della Chiesa
e la condizione per essere ammesse
come studentesse alla Facoltà di Teologia, la revisione del Manuale d’Istruziòne religiosa, la pubblicazione di
libri, in modo speciale la traduzione
delle opere protestanti d’origine europea, con tendenza chiaramente biblica, la costituzione a Colonia* Vaidense di una biblioteca valdese, il miglioramento dei culti radio, il problema
della diaspora sempre difficile e sempre grave, la necessità di intensificare e di curare maggiormente gli studi
biblici.
Alcuni giorni prima della Conferenza, a Colonia Vaidense che è un po’
la capitale dei Valdesi sudamericani,
è .stato consacrato al Santo Ministero il Candidato Ricardo Ribeiro, il
quale aveva fatto i suoi studi alla Facoltà Evangelica di Teologia di Buenos Aires.
m. b.
A.
IL MUTO
Alla Chiesa Riformata dì Francia
che combatte la sua battaglia per
rendere testimonianza alla potenza
dell’Evangelo in tutti ì settori della
vita, il nostro fraterno augurio e saluto. e. r.
Si tornava da una gita. Si era stanchi. Ma come resistere al silenzioso invito di tutti i fiori che — nella primavera erompente — ci sorridevano, ci chiamavano? Incominciammo a raccoglierli: un po’ faticosamente, un po’ lentamente. Ed ecco — ad uti tratto — dietro a noi,
un calpestio, un fruscio... Ci voltiamo, è un uomo: mal vestito, scarpe
rotte, barbuto, trafelato. Tiene nelle due mani còngiunte un gran mazzo di azzurre, delicate pervinche arranfate alla svelta nel bosco. Sorridendo di un luminoso sorriso, ce le offre, le accettiamo, lo ringraziamo.
Con la testa e con le mani fa un largo gesto di diniego, ci volta le spalle, scompare nella macchia.
Continuiamo la via, incontriamo dei ragazzi, domandiamo .se conoscono un-certo uomo.... — Sì, sì, lo conosciamo: è il muto! — Dietro di noi, daccapo, il rumore di qualcuno in corsa. Ed eccolo di nuovo
lui: il muto! A vederlo da lontano — così irruente e nero — sembra
volerci aggredire: quasi ci fa paura. Ma. non ci pensa davvero. E’ corso
fino al suo campo di rose. Di nuovo egli tiene tra le mani contratte e
tese in alto un gran fascio di fiori. Ce li porge con un gesto umile di
preghiera. I suoi occhi sfavillano, il suo volto raggia. E’ povero, è disgraziato... è felice. Non ho mai visto così — sopra un volto umano —
l’espressione perfetta della beatitudine.
Penso: — Se è muto, forse non sarà sordo! — Gli parlo. Con la
.testa e con le mani ripete il suo ampio gesto di diniego. Poi si tocca
le orecchie, le labbra: non parla, non sente. Si volta di scatto e fugge.
Rimaniamo di stucco. Riprendiamo la marcia. Io rifletto.
I
Adorare Iddio, ascoltare la Sua Voce, cercare la Sua Volontà,
prendere la decisione di ubbidirGli — in raccoglimento e in silenzio
— nella realtà della Sua Presenza...
Noi parliamo troppo, leggiamo troppo, ascoltiamo tropj>o. Magio forse sarebbe — in molti casi — tappare le nostre orecchie, cucire
le nostre labbra e diventare — per un poco — sordi c muti!
Ogni nostro dono dovrebbe essere muto: quando facciamo un’oblazione non è il caso di sbandierarla sulle cantonate, non c’è alcuna
necessità che venga accompagnata dal nostro nome. Quello che occorre e che conta non siamo noi che diamo; è soltanto quello che diamo
e lo spirito in cui lo diamo. « Non sappia la tua sinistra quello che fa
la destra! » Le mani non parlano.
E così è della sofferenza, dell’ansietà, della rinunzia alle cose nostre. Il rinimziamento vero e jierfetto è muto! Saper tacere! Niente
agitazione, niente strombazzameiiti, niente fracasso. « Egli è stato
come una pecora muta davanti a quelli che la tosano: non ha aperto
la bocca ».
E quando facciamo il dono supremo, il dono di noi stessi, cerchiamo di parlare il meno possibile, sforzandoci d’essere sorridenti e sereni. « Quando tu digiuni, profuma il tuo capo e lava il tuo volto )>.
L’amore, l’amore vero e profondo, l’amore totale è sordo e muto.
Il finto amoroso che vuole conquistare la sua bella chiacchera molto,
è molto eloquente; ma l’innamorato che è stato conquistato dalla donna eletta del suo cuore è timido, è silenzioso, è muto____
Ricordate l’austera parola di San Paolo: « Quando parlassi Je
lingue degli uomini e degli angeli, se non ho l’amore divento un rame
risonante, un cembalo squillante.... ». E l’Apostolo aggiunge: « Queste tre cose permangono: Fede, Speranza, Amore; ma la più grande
è l’Amore ».
L’amore.... muto! Giovanni E. Melile
11
DI il ARI
Quando, alcuni mesi or sono, il generale Mac Arthur, ebbe sentore dell’avvertimento formulato dagli Indiani, Inglesi, Arabi ed altri, contrario al
passaggio del 38“ parallelo una seconda
volta, esclamò ; « Questi signori non
sono realisti ! ».
Viene cosi portato di nuovo alla ribalta il contrasto tra due concezioni :
quella moderna e quella antica, tra
Utopisti e realisti.
I realisti sono coloro che vogliono
tener conto dei fatti, degli avvenimenti e degli uomini quali essi sono
e, in vista di un più rapido successo,
non rifiutano, se occorre, i compromessi senza troppo preoccuparsi della scelta dei mezzi.
Gli idealisti, che sono sovente acousati di essere utopisti, sono coloro .
ohe credono alla forza dell’idea anche quando soffia il vento della disfatta; che mettono, al di sopra di ,
ogni cosa, gli imperativi della coscienza ; che non hanno che un solo,
tormento : quello dello Spirito.
Per Platone e per i grandi dottori
del Medio Evo che si appoggiavano a ''f
lui, la parola «realismo» aveva tut-*'j||
t’altro significato. La grande realtà
era per essi quella dello spirito. Gli
universali sono la sola cosa reale, ■
proclamavano essi. Per i profeti di
Sempre sul “canto,, nel culto pubblico
Sebbene appaiano a feste di canto avvenute, gli opportuni articoii di « Penna bianca » non hanno relazione con
le Corali; ma, per meglio studiare il
problema del canto sarà utile che ci
riferiamo anche a quelle feste, diventate tradizionali in mezzo a noi.
Chi porta ora il proprio contributo
allo studio delle cause che nuocciono
al canto pubblico già or sono vari anni metteva' sul tappeto il problema,
per quanto inascoltato; ed è bene si
sappia che prima di scrivere, aveva a
varie riprese frequentato i culti in tutte le chiese della Val Pellice,
Probabilmente la questione era ritenuta prematura, ma, riportata in
dibattito ora e con molti argomenti,
dimostra che il problema è rimasto
tale e quale e che le cose non sono
migliorate.
Menzionavamo le feste delle Corali e non senza intenzione. In Val Pellice esse si svolgono alternativamente
nei templi di Torte e di Luserna San
Giovanni, e le esecuzioni corali d’insieme indubbiamente qualche modesto risultato ottengono, anche a favore delle congregazioni ospitanti. Pur
troppo questo modesto seme non può
essere gettato nelle altre chiese della
valle, essendo inadeguata la loro capienza.
A questo punto entrano in scena le
singole Corali (ove esistono). In tutte
le parrocchie esse si « esibiscono » in
varie occasioni ed eseguiscono inni conosciuti o meno, con palese soddisfazione degli astanti. Ma lo stesso inno
conosciuto, eseguito subito dopo dalla
congregazione, sarà ben lontano ~come misura — dall’uguagliare il canto della Corale, anche se il bravo organista si sarà messo con fermezza a dirigerlo.
Si deve quindi comprendere e far
comprendere che la Corale è innanzi
tutto strumento per insegnare, e le
comunità dovrebbero trame ammaestramento. Perchè si devono udire, come scrive « Penna bianca » « gl’individualisti »? E l’organista non ha da
avere la Soddisfazione di sentire i suoi
accòrdi all’unisono con le voci?
Un’altra causa del non soddisfacente canto può esser definita « pigrizia
nell'avviate l’inno ». Infatti : l’organista eseguisce una frase in cui sono
chiare la misura e la tonalità. Poi attacca per l’insieme, ma le voci si avviano in ritardo e con un altro tempo con il risultato di rallentare considerevolmente il canto dell’inno.
Infine bisogna ancora considerare
la differenza di conoscenza della musica da individuo ad individuo; nell’assemblea alcuni hanno il privilegio di
conoscerla, molti sono invece i profani.
Ora è vero che ove un gruppo di
coralisti si raccolga attorno all’organo il canto si armonizza con potenza;
ma, per questa ignoranza della musica, l’unisono con la congregazione
è tigualmente imperfetto. Questa imperfezione è a volte dovuta alla disposizione del tempio e all’acustica.
Se dunque o’è una massa corale
ammaestrata, guidata, essa cammina
bene ed alimenta il canto in modo
soddisfacente.
In caso contrario Tassemblea difficilmente si accorderà con Io strumento. Anzi sarà più facile un miglior assieme se lo strumento tace ; ma in questo caso bisogna che ci sia chi intona
e dirige l’inno. Gustavo Albarin.
Israele in modo particolare, solo lo
Spirito aveva valore, e, mentre sotto,
il soffio dei cannoni di Mac Arthur le ;
armate diventano cadaveri, sotto il
soffio dello Spirito, nella visione di
Ezechiele, gli ossami secchi ridiven-'i
tano folle viventi.
Il vero realismo non è quello che
oppone carri armati a carri armati e
bombe a bombe, come si pratica dall’Est all’Ovest e dall’Ovest aH’Est;
ma è quello che oppone lo Spirito,
puro e chiaro, alla materia greve e
brutale; che oppone l’amore e il perdono all’odio ed alla vendetta.
Pyihagore
da « Cité Nouvelle »
Il buon senso può rendere molti servici
alla dottrina e all’ignoranza. (Giusti).
0
Tra l’avarizia e la prodigalità sta l’economia ed è questa una virtù che l’uomo
deve praticare. (Mantegazza).
Il silenzio delle labbra è un gran mezzo
per arrivare alla pace del cuore. (Tommaso da Kempis).
0
Siamo pronti a contraddire senza ostinazione e lasciare, senza adirarci, che altri ci contraddica (Cicerone).
3
ffL'ECO DELLE VALLI. ^VALDESI
~ ifec^
, i* 1*7-. , 3 -Í
La Conferenza del Distretto Calabro-Siculo ha avuto luogo nella ridente cittadina di Vittoria (Ragusa)
il giorno 21 giugno u. s.
Dopo un breve culto presieduto
dal Pastore di Catania ed i preliminari a tenore dei regolamenti, sotto
la guida del seggio eletto, formato
dal Past. E. Corsani, presidente,
"Prof. E. Pozzanghera, vice presidente, ed Ev. Enrico Trobia, segretario,
la Conferenza inizia i suoi lavori
(dopo alcuni istanti di silenzioso raccoglimento in memoria del compianto Moderatore Pastore Guglielmo
del Pesco) ascoltando la lettura della Relazione della Commissione Distrettuale e di quelle dei singoli Consigli di Chiesa.
Ci passano così rapidamente dinanzi la Comunità di Vittoria, ammirevole per il suo sforzo evangelistico nella vasta diaspora a mezzo di
conferenze, di colportaggio e della
filodrammatica; quella di Pachino,
(( la sentinella dell’estremo sud » tenuta desta dalle vivaci controversie
coi teologi di altre tendenze; quella
di A/frigento, vivente fiaccola evangelica in mezzo alle tante accese nella vasta e ridente provincia; quella
di Ricxi « la città posta sopra il monte che non può e non vuole rimanere
nascosta » anche nell’ora dell’interno
suo affanno; quella di Grotte un
ripiegata su sè stessa ma il cui passato è garanzia di un migliore avvenire: quella di Palermo, saldamente
organizzata all’interno e ansiosa di
trovare una via che le permetta di
fare affluire di fuori la sua linfa;
quella di Catania, meritevole di un
particolare elogio per lo spirito di
liberalità che la caratterizza sebbene meno pronta ad assecondare i
tentativi a carattere evangclistico
fatti dal Pastore e da alcuni altri;
quella di Messina che si sacrifica per
permettere ad altre comunità vici-,
niori di beneficare del ministerio del
suo Pastore; quella di Reggio Calabria, chiaro esempio di perseveranza nella prova, che vede attuato il
suo sogno ed esaudite le sue preghiere con la costruzione di un nuovo
tempio; quella di Cosenza promettente fioritura in mezzo ad una non
meno promettente « primavera evangelica ■» del Cosentino. Nonché le
Stazioni di Rocchenere, citata ad esem]>io, di Taormina, di Siracusa,
di Avola, di Comiso, di Piazza Armerina, di Caltanisetta ed altre, avamposti dell’opera valdese nel Distretto.
* * *
Udita la lettura delle diverse relazioni, la Conferenza si sofferma in
modo particolare: Sull’ottiwtà evnngelistica, per constatare i risultati,
per considerare gli ostacoli (impedimento da parte dell’autorità dell’apertura di un locale di culto ad
Avola, sospensione e troppo frequenti spostamenti dell’orario dei culti
radio-trasmessi, difficoltà finanziarie), per esaminarne i mezzi più adatti (conferenze, vere e proprie
campagne evangelistiche, attività filodrammatiche a scopo evangelistico, colportaggio, motorizzazione, opere sociali da affiancarsi alle Comunità come espressione di un problema di natura prima di tutto spirituale), per rivolgere infine alle Comunità un doveroso appello a volersi impegnare esse stesse nell’attività evangelistica la quale non ])UÒ e
non deve rimanere compito del solo
Pastore o di pochi volenterosi accanto a lui ma compito di tutti. In
tema di attività evangelistica ner agevolare i predicatori laici si auspica la pubblicazione di un bollettino
omiletico e si vota in quel senso un
ordine del giorno da presentare al
prossimo Sinodo; sulle scuole e sugli asili che attraversano un periodo
cruciale sia dal punto di vista finanziario come da quello del personale
insegnante. Per questi inotivi le uniche scuole superstiti del Distretto
(quelle di Riesi e di Palermo) minacciano di dovere essere chiuse o
nella migliore delle ipotesi di dover
essere trasformate in attività più facilmente attuabili; sulla necessità di
un ministeno fisso sul posto ad Agrigento, a Caltanisetta e a Reggio Calabria, in particolare, dove si presentano delle possibilità di lavoro e
di penetrazione nell’ambiente, tanto
più essendo fornite le une e le altre
di locali di culto adatti e decorosi;
sulla assistenza religiosa ai carceratiLo spimto è dato dalla Relazione della Chiesa di Palermo dove tale assistenza, fin dal gennaio, è stata offerta progressivamente ad una sessantina di detenuti delle carceri giudiziarie locali a mezzo di corrispondenza,
di invio di Bibbie, di Nuovi Testamenti, di letteratura evangelica in
genere e dei culti radio stampati;
sull’attività giovanile, della quale
parla il Capo Gruppo Pastore F.
Sommani mettendo in rilievo l’attività interna ed esterna delle singole
Unioni e del Gruppo e prospettando
la necessità di contatti più frequenti fra le Unioni nonostante la difficoltà determinata dalle distanze, nonchè di una maggiore valorizzazione
dei due centri di « Vita Novella »
(Pachino) e di cc Filadelfia » (Vittoria-Scoglitti).
* »N >!■
avere su di esso uno scambio di idee.
In conclusione una Conferenza densa di lavoro in cui, sulla base delle
esperienze del trascorso anno,
state poste le premesse pei lina più
inteùsa e, Dio voglia, più feconda
attività futura.
Da notare che i lavori del, sinodo
regionale sono stati inquadrati da
una serie di conferenze serali nel
tèmpio tenute dai Pastori Sommani,
Davite-e Mathieu, alla presenza di
un discreto, sebbeno non imponente uditorio.
Ai Membri della Comunità di Vittoria, al Pastore ed alla sua Signora
il più vivo ringrazLiimento per l’accoglienza così fraterna offerta, ed il
più cordiale saluto.
G. Mathieu
Nell’Asilo d’infanzia di Vittoria non manca l’appetito
S. Salvo - 20 maggio 1951
Tra le deliberazioni è degno di
particolare menzione l’unanime accoglimento della domanda del Consiglio di Chiesa della Comunità di
Cosenza per il riconoscimento di tale Comunità come Chiesa regolarmente costituita ottemperando essa
a tutti i requisiti voluti dai regolamenti.
Convegno Giovanile dell’Abruzzo - Molise
L’ora pomeridiana già è tarda quando si procede rapidamente alla nomina della Commissione Distrettuale nelle persone del Sig. Bernardo
La Rosa (Catania) e del Pastore Enrico Corsami, nonché dei delegati
della Conferenza al prossimo Sinodo.
Non essendo ancora esaurito l’ordine del giorno i membri della Conferenza si ritrovano nel corso della
serata per udire lo studio del pastore di Catania sull’argomento suggerito dalla Tavola: « La situazione
della nostra opera in Italia oggi e le
sue possibilità di sviluppo » e per
S. Salvo... il paesetto di cinquemila abitanti, sito sulla collina dalla
quale si domina su un lembo dell’Adriatico e donde è facile vedere Vasto, la patria di Gabriele Rossetti,
non aveva visto tanti Protestanti fra
le sue mura. Noi vi siamo infatti, vi
¡siamo come intrusi per gli uni, come una speranzosa novità per gli altri, circa da due anni durante i quali il gruppo si è man mano rafforzato avviandosi a diventare una- Comunità. Quel che rafforza questa
speranza è che quelli che sono venuti, sono venuti con la moglie e con
i figU alla Chiesa Evangelica, sono
venuti per costruire quella che sarà
la loro Chiesa materiale mettendo
a disposizione le proprie braccia, il
proprio denaro. La Chiesa Valdese
non ha speso un soldo e già è stata
acquistata la sala (chiamiamo così
Incontro con i Valdesi di Germania
In occasione di una riunione di rappresentanti dei movimenti giovanili
delle Chiese Evangeliche in Europa,
ho avuto occasione di visitare con Alberto Soggin, le Colonie Valdesi del
Wurtenberg.
Una coincidenza favorevole ha voluto che proprio nei giorni della nostra
visita ricorresse il quinto cinquantenario dell’arrivo di Enrico Arnaud
nella storica Durrmenz, che oggi si
chiama Muhlacker. Cosi abbiamo assistito ad un culto di ringraziamento
tenuto dal Pastore L. Zeller nella
chiesa di Sant’Andrea, per questa vicenda del passato ohe è tuttora per i
nostri correligionari del Wurtenberg
una memoria e una ispirazione di fedeltà. Dopò il culto sono intervenute
le autorità civili, che al lieto suono
della banda municipale hanno deposto, con appropriati discorsetti, due
corone ai piedi del monumento di Arnaud, sulla piazza del paese.
Qui la celebrazione delle memorie
del passato prendeva un carattere diverso per la celebrazione complementare della introduzione nel Wurtenberg, al seguito dei profughi della fede, delle patate, le prime patate seminate in terra tedesca.
Un sottile dubbio ha avvelenato la
letizia della nostra partecipazione a
queste memorie storiche. Ed è questo : che nell’ambiente dei buoni agricoltori luterani del Wurtenberg, questa celebrazione agricolo-naturalistica
abbia avuto prevalenza suH’altra, o
])er lo meno ima importanza sproporzionata al rapporto che vi può essere
tra le patate e i Sinodi.
Nel pomeriggio dello stesso giorno
aveva luogo un’altra riunione alla
quale i visitatori Valdesi avevano occasione di rivolgere un messaggio. Ad
essi si univa anche il Past. Francois
de Seynes, vice direttore della Cimade in Francia, il quale a nome di un
gruppo di riformati francesi ricordava
le comuni memorie di Valdesi e Ugonotti. Seguiva una conferenza del
Past. Hofmann di Rohrach sul tema : « La immigrazione dei profughi
per la fede evangelica alla luce della
situazione odierna».
Nel Wurtenberg le memorie della
storia valdese esistono e sono celebrate senza che vi sia la presenza di una
comunità che rende permanente nella vita concreta, con gli stessi caratteri della comunità dei credenti dei
secoli passati, una vocazione, una obbedienza, una testimonianza cristiana
vissute nella semplicità evangelica e
nella aderenza alla Parola di Dio. C’è
una grande tristezza nella storia Valdese senza la comunità. Pensate ad
una storia Valdese con un Museo, ed
alcuni nomi sparsi qua e là, motivo
ai loro portatori di un interesse, di
curiosità. C’è qualche tristezza anche
negli sforzi benevoli di alcuni volonterosi che spolverano le memorie del
passato in cerca di oinquantenarii o
di oentenarii. Ad essi dobbiamo essere grati sul piano sentimentale, senza
nasconderci che i profughi Valdesi
hanno ricevuto in Germania un beneficio di ospitalità in tempi di persecuzioni, ed hanno dato in cambio il contributo della loro fede evangelica alle
comunità evangeliche locali dalle quali sono state interamente assorbite nel
giro di 250 anni. Il ciclo è finito. Oggi non ci sono più delle Colonie Vaidesi in Germania. Ci sono solo delle
memorie. Roberlo Comba
UN LUTTO
la casetta a pianterreno) ed anche
un piccolo spazio retrostante nella
speranza di domani.
Dovete sapere, fra Poltro, che c’è
qualcuno che ha dato a mezzadria
un piccolo campo che è stato lavoralo dai giovani della Chiesa. Sono
poveri i componenti la Comunità, lo
si vede come vestono, ma in quei
volti pieni di rughe, i segni della fatica, v’è una luce di gioia e di speranza che ti commuove, e quando
entri nella soletta, realizzazione concreta della loro conquista materiale
e spirituale, ti pare di trovarti nel
più bel Tempio dello spirito. Qui
ogni cosa ha il suo linguaggio, le mura adorne di passi biblici, il pulpitino e le panche usate dai militari
evangelici della grande guerra che
non avrebbero potuto trovare una
più degna destinazione. Dalle rovine rinasce simbolicamente la vera
Comunità dei credenti.
Era naturale che la sede di questo
Convegno fosse così periferica, così
ecc&itrìca geograficamente essendo
la più idonea spiritualmente.
»
Abbiamo appreso dai giornali la notizia della morte del Signor Arrigo Erbetta
PuUen, già Direttore della Missione di La
Spezia, molto conosciuto negli ambienti
evangelici italiani a causa della sua lunga
permanenza in Italia e del suo grande
amore per l’opera di evangelizzazione.
Era inglese di nascila, ma l'Italia era
divenuta la sua seconda patria terrena ed
in essa egli lavorò con perseveranza specialmente per la diffusione delle Sacre
Scritture. Carico di anni e d'esperienza,
egli ha risposto alla chiamata del Signore,
dopo averlo servito sulla terra ministrando a molte anime la Parola della salvezza.
Giunga alla famiglia ed ai congiunti,
nonché alla Missione di La Spezia, il pensiero di cristiana simpatia della Chiesa
Valdese e di quanti, in mezzo a noi, hanno avuto la gioia di conoscere il defunto.
red.
pera la trasformazione dei cuori;
non ci è sembrato di essere così disseminati, cosi poveri di mezzi e la
causa per la quale combattiamo ci
è sembrata più bella e più luminosa
che mai. Ma attorno a noi dorme tutto un popolo... anche questo è tragicamente vero e non lo dobbiamo
dimenticare e nel ricordo dei Ros-.
setti, dei Taglialatela, dd Giampiecoli di cui la nostra generazione canta
con grande entusiasmagli inni della
fede, dobbiamo sentire che non c’è
da cullarci nel ricordo dei nostri
convegni ben riusciti, perchè dobbiamo lottare come quelli che ci hanno preceduti. Essi indicano a noi la
via, essi ci dicono che non è necessario vincere per perseverare, e che
se oggi seminiamo con fedeltà altri
entrerà domani nei. frutti della nostra
fatica. G. E. Casliglione
Centenario e Congresso
delle
Associazioni Cristiane dei Giovani
1 convenuti dalle più lontane e
vecchie Chiese di questo vasto campo
dovevano venire a vedere a S. Salvo
come sempre valido è il messaggio
della vita, sempre quella l’esigenza,
sempre quello VEvangelo che porta
gli uomini dalle tenebre del passato
alla meravigliosa luce della Risurrezione.
E fu ben indovinato anche il tema del Convegno: La Bibbia, parola di Dio nella nostra vita comunitaria ed extra comunitaria. A me,
come Capo gruppo toccò il compito
del Culto d’apertura nel già descritto locale gremito fino all’inverosimile, meditando sulla II Timoteo
3: 15; indi nel pomeriggio, nella
campagna vicina, dove si era andati
a consumare La colazione al sacco in
una simpatica agape fraterna, Vargomento fu studiato e ben esposto
dal candidato Guido Colucci, dall’evangelista V. Sciclone e dal Pastore
A. Ricciardi.
Questi studi avrebbero aperto una
conversazione che si annunziava
quanto mai interessante quando la
pioggia ci costrinse a rifugiarci e
a dividerci.
Rientrati in paese, i giovani di S.
Giacomo ci offrirono un simpatico
trattenimento.
Indi ci si raccolse per il Culto di
chiusura presieduto dal caro collega, Pastore Metodista, Aurelio Cappello. Graditissima questa partecipazione che conferiva un carattere
di ecumenicità al Convegno (v’era
pure un gruppo di Pentecostali). —
Seguirono alcuni messaggi del caro anziano Laurora di Bari, del Pastore Ricciardi e del sottoscritto per
ringraziare tutti quanti si adoperarono per la buona riuscita del Convegno.
Sostando verso la mezzanotte a
Vasto di fronte al monumento a Gabriele Rossetti, tra il profumo delle
acacie e il silenzio di tutto un popolo
che dorme, fummo ripieni di speranza e di tristezza. Infatti, abbiamo
visto con gli occhi che VEvangelo o
y. M. C. A.
L’anno 1951 segna una data notevole nella storia delle Associazioni Cristiane dei
Giovani del mondo : vi si stanno celebrando con maggiore o minore solennità 5
centenari di Federazioni Nazionali, quelli
degli Stati Uniti d’America, del ('añada,
dell’Olanda, dell’Australia, e finalmente
quello dell’Italia. La proclam.<izione dei
grandi scopi cristiani che le Associazioni
si propongono ne acquistano una singolare risonanza.
In Italia la celebrazione sì svolgerà a
Luserna S. Giovanni, nella sede appunto
della prima Associazione Cristiana dei Giovani d'Italia, fondata nel 1851 col nome di
Unione Cristiana Valdese, la quale fin dai
primi passi ebbe quegli stessi caratteri,
quelle stesse finalità, quello stesso programma d'azione, che animano le consorelle di
tutto il mondo; e subito, con nobile ardore di propaganda, promosse la formazione
di altre Associazioni nelle Valli Valdesi e
la costituzione di quella che sarà la Federazione Italiana delle As“<iciazìoni Cristiane dei Giovani.
La celebrazione avrà luogo la sera di
sabato 14 luglio corr. alle ore 20,30 nella
Casa Valdese di S. Giovanni. V’interverrà
in corpo il Comitato Nazionale, v’interverranno ì rappresentanti di tutte le Associazioni Italiane, del Comitato Mondiale
di Ginevra e dì varie Federazioni estere.
Notiamo fra esse un numeroso gruppo di
Unionisti svizzeri guidati dal loro Presidente Nazionale, Romando pastore Pietro
Etienne e dal loro segretario generale pastore P. A. Jaccard.
Tutta la popolazione e particolarmente i
giovani sono cordialmente invitati a partecipare a questa bella cerimonia.
♦ • *
In occasione della celebrazione centenaria, le Associazioni Cristiane dei Giovani
d’Italia avranno in Torre Pellice il loro
Congresso Nazionale, nei giorni 14 e 15
luglio. E’ un Congresso assai importante,
in quanto deve stabilire le basi solide dell’orientamento, dell’organizzazione e del
funzionamento del movimento unionista
italiano. Esprimiamo il voto che esso possa realizzare sempre meglio quei principi
di fede e di solidarietà cristiana secondo
l’Evangelo, che ne hanno informato fin
dall’inizio l'azione. A. J,
sé.
4
■''xV
V ,4
'•'■ ' . . . I,
L'EOO DELLE VALLI VALDESI
'-'■9^:1
■ '
Angrogna (Capoluogo)
Venerdì 15 giugno è stata dèposta nel
cimitero del Capoluogo la spoglia moríale
della nostra sorella Bertin Margherita deceduta repentinanfente in frazione Sterpa
alla età di anni 65. Da qualche giorno soltanto la nostra sorella era inferma e tutto
sembrava lasciar credere un suo pronto ristabilimento. Invece essa ci ha lasciati e
permane in noi il dolore per l’improvvisa
separazione. Invochiamo sul marito, sul figlio, sulle figlie e sui parenti tutti le consolazioni del Padre Celeste. Ringraziamo
il Pastore sig. A. Comba che ha presieduto il servizio funebre in assenza del Pasto
Martinat Virginia; Rivoir Enrico; Rivoir
Marta; Avondet Ida; Benech Susanna; Costantino Luigi,
L’Assemblea di Chiesa ha nominato delegato alla conferenza distrettuale di Pinerolo Gardiol Umberto delle « Mole ». Delegato al Sinodo il maestro Avondet Erich
di « Fave ». Revisori dei conti Gay Giosuè
e Paschetto Pierino. '
RoniQ (Via IV Novembre)
La Comunità ringrazia i Pastori A. Comba e F. Lo Bue e l’Anziano sig. A. Varese
per i messaggi che essi ci hanno rivolto
ai nostri culti.
Sabato 30 giugno nel nostro Tempio è
stato benedetto il matrimonio di Poiis Ermanno (Materia) e Pons Margherita (Pons).
La grazia e la benedizione del Signore
circondino ed accompagnino sempre questo nuovo focolare.
Riimioni all’aperto: domenica 8 luglio
ore 15: ai Pons; domenica 15 luglio: Fountana Ghitouna; domenica 22 luglio: Martei; domenica 29 luglio: Prassuit. e. a.
Prarostino
La chiusura dell’anno ecclesiastico è stata caratterizzata da una serie di manifestazioni di cui diamo qui un breve cenno.
Il tradizionale « bazar » è stato tenuto
nel pomeriggio deU’8 aprile. Organizzato
dall’Unione deUe SoreUe (Madri!) e con
la collaborazione di molti, esso ha dato
buoni risultati che ci hanno permesso di
devolvere offerte speciali ad Istituti ed
Opere benefiche della Chiesa. La nostra
gratitudine a tutti quelli che hanno voluto
contribuire per questa manifestazione.
Anche quest’aimo, chiudendo le loro attività, la scuola domenicale, l’Unione giovanile e quella deUe Sorelle, abbiamo organizzato alcune belle gite.
I bambini della scuola domenicale sono
stati a Superga il 24 maggio. (Ringraziamo
il Pastore Beri di S. Germano per l’occasione, forse più unica che rara, offertaci
di passare insieme la bella giornata!).
I nostri giovani sono stati a Rapallo il
17 giugno. Gran bella giornata, favorita
da un sole radioso, per tutti e specialmente per quanti per la prima volta hanno visto il mare e la sua fiorita riviera. Erano
con noi un bel numero di membri della
Corale diretti dal Signor Vicino.
L’Unione delle Sorelle aveva organizzato la sua gita a Courmayeur per il principio di giugno ma a causa del tempo e
dei lavori si è dovuto rinviarla. Ora questa gita è fissata per domenica 29 luglio.
Rimangono ancora liberi una quindicina
di posti. Affrettarsi ad iscriversi!
Domenica 10 giugno abbiamo avuto la
Assemblea di Chiesa, per udire la Relazione Annua del Concistoro e procedere alla
nomina dei delegati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo.
La Relazione Annua del Concistoro, di
cui verrà stampato un breve sunto nel rapporto per tutte le famiglie della" Comunità, si è soffermata, fra l’altro, specialmente su alcuni punti su cui tutti siamo chiamati a sostare pensosi e forse a rivedere
la nostra posizione nei confronti di quella
che diciamo essere la nostra professione
di fede in Cristo.
Dobbiamo seriamente ripensare la nostra
fede e rivedere la nostra personale posizione nei confronti di Dio e dell’Evan gelo che sono li tutti i giorni con la loro
grazia ma anche col loro giudizio.
Aumentare il numero dei « credenti »!
Questa l’opera per la quale Dio si è fatto
carne in Cristo, ha fondato la sua Chiesa
e ci ha costituiti testimoni della sua Parola.
Liturgia della Vita e della Morte. Ultimamente sono stati battezzali: Rivoir Roberto e Eddo; Bertalot Erica Giovanna;
Benech Rinaldo; Forneron Ide; Pastore
Vera; Godino Aurora; Avondet Laura.
Hanno chiesto la benedizione del Signore sopra Pnnione delle loro vite Pastre
Aldo Remo c Gardiol Amelia.
Abbiamo annunziato l’Evangelo de'.ia
Risu.-rezionc in occasione della morte di:
Grill Maria Luigia; Gaydou Maddalena;
11 29 Maggio 1951 — a 88 anni di età —
chiudeva gli occhi il N. H. Marziale Piani della Mirandola, una cara figura di aspetto profetico. L’annunzio diceva cosi :
« Oggi, dopo lunga malattia, sazio di giorni e dì dolori, si addormentava ricongiungendosi ai suoi anzitempo perduti ».
E’ stato curato, assistito con amore; e
con amore è ricordato. La sua memoria sia
in benedizione. Alla figlia Signora Quirita e al suo marito Eurialo de Michelìs, al
piccolo nipote Cesarino, alla nuora Cloe
Allosio ved. Viani, al nipote Angelo Camparinì, rinnoviamo le nostre condoglianze
fraterne.
Ricordiamo che il Moderatore è stalo
commemorato nel nostro tempio dal prof.
F. Heiler, la domenica 6 maggio; e che
nel pomeriggio deUa stessa domenica, nel
Tempio Valdese di P. Cavour, ha avuto
luogo una commemorazione in comune con
gli altri evangelici di Roma. Dopo la predicazione del Pastore sul testo : « Getta
sull’Eterno il tuo peso », hanno parlato
il Past. Emanuele Sbaffi per il Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche, il Past.
Mariano Morcschini per la Chiesa di Via
IV Novembre, il Prof. Elio Eynard per la
Facoltà di Teologia, il Prof. Heiler a nome di tutti gli amici della Chiesa Valdese
all’estero, il Pastore Beniamino Foderà a
nome della Chiesa Battista e il Past. Anderson a nome della Chiesa di Scozia.
PERSONALIA
Domenica 1 corr. nel nostro Tempio è
stata presentata al Battesimo la bambina
Bonjour Ivelise di Alberto e Sappè Nelly
(Giovo). Iddio benedica la bimba ed i
suoi genitori.
Nel Cimitero del Verano, abbiamo accompagnato la salma della Signora Volpari Maria ved. óalletlo. Nata nel 1872,
è rimasta fedele alla fede evangelica. Era
un’anima semplice che in umiltà ha reso
fedele testimonianza. Le nostre condoglianze ai suoi cari. ^
Gn grave lutto ha colpito il nostro frateUo Col. Fernando Polla. La sua cara moglie, ha chiuso improvvisamente gli occhi
addormentandosi nel Signore. La fine è
stata inaspettata e in tutti, conoscenti e
amici, c’è vivo dolore. I funerali, la mattina del 23 giugno nel cimitero di Testaccio, sono riusciti una testimonianza di fede cristiana e di affetto. Un buon numero
di amici e parenti ha circondato il caro
Col. Volla e la sua figlia Fulca.
Il col. F. Volla e la sua figlia Fulca ringraziano quanti hanno voluto prendere
parte al loro dolore. La solidarietà fraterna è una grande benedizione per chi la
esercita e per chi la riceve.
La Signora Nerina Catalano-Polla lascia
una benedetta memoria. Cristiana e devota, opponeva al male una ferma e perseverante bontà. Resti come un esempio. Il
Signore benedica la sua memoria.
Rinnoviamo al col. Volla, alla figlia
Fulca, alla sorella ved. Furhniann, a tutti
i suoi cari, le nostre fraterne condoglianze.
Il nostro saluto di solidarietà fraterna
alla Signora Maddalena Durand, per le sue
prove recenti sostenute con animo >ereno.
Alla famiglia Spironello rinnoviamo la
nostra parola fraterna. La scomparsa del
Sig- Spironello caro marito e padre, addolora anche tutti gli amici che lo ricorderanno con affetto.
Il Signor E. Lumanchi è corso a Firenze a salutare la sua madre morente. Ella
è ora nella pace del Signore. E le consolazioni del Signore confortino i cuori che
piangono.
11 pastore Jacques Cadier di Arvieux,
Queyras, ben noto alle Valli e animatore
instancabile, in questi ultimi anni, dell’incontro italo-francese al colle della Croce,
è stato colpito nei suoi affetti più cari con
la dipartenza della sua Signora, avvenuta
tragicamente il 22 maggio u. s.
La Chiesa Valdese e, particolarmente, le
Comunità delle Valli, solidali nel dolore,
desiderano esprimere al pastore Cadier ed
ai suoi cinque bimbi, la loro sincera e cristiana simpatia.
Direttore Responsabile : Ermanno Rostan
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina a. p. a. — Torre Pellice
ORECCHI
NASO - GOLA
Doti. DANIELE ROCHAT
riceve in Toive Pellice,
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ’
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli altri'gìorni,
dalle ore 14^1 alle 16 in via
Berthollet, 36 ( 0spedaleEvan/
Melico).
Don. Badalamenti
Medico Chirurgo Dentista
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Vìa Arnaud, num. 1
ORARIO: Martedì dalle 15 alle 19
Venerdì dalle 8 olle 12
Rifugio JERVIS Pra - Bobbio Pellice
APERTO TUTTO L’ANNO ^732
Servizio risloranie — Cucina casalinga
LUCE
BAGNO
pensione giornaliera L. 1300
Prenotarsi per luglio-agosto
Presso il Rifugio si trova ogni genere di
scatolame — Salumi
— Marmellate —■ Miele
Pane — tutto a prezzi
modici
Rifugio MONTE GRANERO
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Servizio di ristorante - Cucina casalinga
APERTO LUGLIO-SETTEMBRE
Per informazioni rivolgersi al
C.A.I. - Val Pellice Telefono n. 303
oppure : Pensione Miravalle (Bobbio Pellice)
La famiglia Bertin, profondamente col.
pita dalla attestazione di stima tributata
nell’occasione della grave perdita dell’odorata nioglie e mamma
Doni in memoria
Devoluti al Rifugio Carlo Alberto per Incurabili :
Margherita Bertin
ringrazia con viva riconoscenza i sigg. pastori Comba e Aime, dott. De Bettini. i parenti, i vicini di casa, e la cara zia Clementina e quanti hanno preso parte al suo dolore con fiori, .scritti e partecipazione ni
funerali.
Angrogna (Sterpà) 15 giugno 1951
Maddalena Durand in Bulzoni rende noto agli amici e conoscenti che la sua sorgi
la
Maria Durand in Toscano
è stata richiamata dal Signore a Buenos
Ayres.
Il Signore conforti i cuori che piangono;
e nel dolore fortifichi la fede dei figli suoi.
I.a famiglia ed i congiunti della compianta
Enrichetta Giaiero in Uliva
Fornerone Dino e Angiolina, Pinerolo,
in inem. Griset Fanny L. 500 — In meni,
di Alberto Pittavino, i figli Arnaldo- e
Silvia Long. 2000 — Bellora L. in luem.
del caro Nonno 1000 — Bertalot Gina e
Ida, in mem. dei loro cari 500 — Sig.a
Travers, S. Germano, in mem. del Marito
200 — M. P. Luserna S. Giov. in mem,
del Marito 1500 —- Fiori in mem. della
cugina Cesarina Rostain Goss (Torino)'
1000 — N. N. Torino, in mem. di Clelia
Boer 2500 — Arturo Cocorda e Signora,
Torre Pellice, in mem. Maria Mazzolini
4000 — Ing. Long Arturo, Pinerolo, in
mem. cara Mamma Fanny Rivoir 1000 —
Maria Volpe, Villar Pellice, in mem,
Sig.na Ernesta Gay 1000 — Maria Volpe,
ricordando Mario Luigi Barus 1000 — Mariuccia e Arturo GriU, Torino, in incm.
della zia Enrichetta 5000 — Ufficio Assistenza RIV, Villar Perosa, in mem. Godiiio L. Filippo 2000 — Vola Renato, Pinerolo, in mem. della cara Sorella 500 —
* ‘I
esprimono la loro riconoscenza al doli.
Coucourde, alle nipoti Costabel e Bulmas
che l'hanno assistita ed a tutti coloro che,
in qualsiasi modo, hanno manifestato la
loro .simpatia.
S. Germano (Colombatti) 19 Giugno 1951
L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà.
Salmo 23:1
continua
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