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Prezzo lilrQ 8
^ ‘'Anno LXXVII - N. 20
|7 TORRE PELLICE, 23 Maggio im
- Spedizione in abbonamento postale]- lI^Grnppo
SETTIMANALE DELLA
PENTECOSTE
Atti 1:
La virtù dellg Spirito Santo
Donde viene che la Pentecoste
ñon gode, in certi ambienti, di quella popolarità che circonda altre feMe Cristiane? Perchè, chi s’entusiasma dinanzi al facondo rninunzio
di IS atale o esulta dinanzi al messaggio della Risurrezione, può rdm manere freddo dinainzi al fatto detla Pentecaste? — Ciò è dovuto, in
parte, all’ignoranza del più per quel
che concerne lo Spirito Santo e, conseguentemente, alla mancanza del
bisogno di possederlo.
Quella la causa della indifferenza
di mólti dinanzi al prodigioso miracolo della Camera alta, il che ha
portato don «è quell’affievdfìnwnto
spirituale di cui soffre attualmente
la Ch tesa cristiana.
Ho parlato di miracolo,, ma, in
verità, vi è più cheì un miracolo.
Annunciandolo ai suoi discepoli,
prima di separarsi da loro, Gesù aveva lor detto: «Riceverete la virtù
dello Spirito Santo»,
Che cos’è quella virtù? Etimolo.ri gicamente quella parola significa Poè in questo senso che bisogna intenderlo. La virtù dello Spi
%
nuovo spirito, della nuova potenza
di Colui che aveva lor d!e«o: «Da
questo conosceranno tutti chie siete
miei discepoli, se avete amoire gli
uni per gU altri».
E appena ^tìesa in tòro quella
fiamma di vita nuova, eccoli pronti
a comunicarla ad altre intelligenze
ad altri cuori. Invece di sognare una vitpì tmnquilla, non hanno requie fino a che gli angoli più remoti
della Ifierrtìi non sieno eA)tti della
loro bruciante passione. Non sono
stati essi chiamati ad essere suoi 'testimoni fino in capo al mondo?
In presenza di tali risultati, che
dovranno in seguito moltiplicarsi,
come non dobbiamo noi riconoscere
che quello Spirito era davvéro la virtù dall’alto, la forza divina che agiva
nella vita degli uomini?
Spett. Società Studi Vildesi • 1
'^®iíB'PELLíCE'";Í
La parola di Dio non è
inCatOnata (H Timoteo 2: 9)
VALDESI
CHIESA VALDESE
Nei giorni nostri
VÜ
ajl^^x/io /letio vita aelt'uOmo e, per
seguenza, della Chiesa. Ciò che fa la
grandezza di questo miracolo è che
Passano gli anni, i secoli, i testimoni. Le Pentecosti succedono alle
Pentecosti. Se è vero, come è vero,
che la promessa è per noi, per i nostri figliuoli e per tutti quelli 'che
sono lontani, per quanti il Signor
nostro ne chiama, è lecito domandarsi: A che punto stiamo con la
virtù deWo Spirito Santo* doè con
la potenza di testimcmianza cristiana neU’epoca nostra?
Non siamo pessimisti. Quella potenza esiste ed è sempre all’opera.
E’ sempre vivente Colui che promi
se : « Sarò con voi fino alla fine del
mondo».
Ma noi, noi, a che punto siamo?
Grazio a Dio, ne conosciamo di
quelle vite in cui si spiega magnifica la potenza divina dello Spìrito
Santo. Ne conosciamo di quelle anime che, pur non vivendo, come i
pescatori di Galilea, in... centri di
cultura, son luminari di vita e di
calore, divorati dalla sete di idecUe,
aspiranti alla santità. Ma la massa,
la massa dei cosidetti credenti?
Molti (e son di voga, oggi) stimano di poter rinnovare il miracolo
della Pentecoste rinnòvandone le
forme esteriori. E li vedete sforzarsi,, per esempio, a parlttre lingue
straniere, oh! veramente straniere.
Ma lasciamo le forme e veniamo
alla sostanza.
Dóv’è fra noi, quell’ansia che pos
sederano i presenti alla prima.JPenI croste e che prorompeva in questa
domanda angosciosa ai discepoli ;
« Fratelli, che dtobbiamo fare?
Ahimè, quest’ansia è venuta man
mano affievolendosi. Le coscienze
prendon(o ' uria voce debole, quasi
si'enta.
Il male è sempre più tollerato, l’egoismo sempre più imperante. E in
mezzo a questa evasione generate
dal dovere, persino i cristiani, molti
di essi, almeno, tacciono vergognosamente,' sintomo evidente questo di
assenza di Spirito Santo.
Perciò, anche noi, gridiamo angosciati . Che fare?
E ancora Pietro risponde : Ravvedetevi! Salvatevi da questa perversa generazione.
Ma facciamo più e meglior chie(liaino la venuta fra noi dèi gran
Consolatore, del gran Ripastatore di
brecce. Lui solo ci convincerà di
peccato e preparerà la nuova Pentecicte. Occorre però metterci in evidcnie condizione di desiderarlo e
di riceverlo. Strappéti così alla nostra pervicace indifferenza, affamati
di giustizia e di santità, noi arrivefemc. allora, in una stretta comunione col Salvatore, al segreto di una
vita nuova, più santa e più feconda
di bene.
Enrico Tron, senior
‘.•if
non è un avvenimento sepolto nSM
polvere della storia, ma un miracolo vivente, una potenza sempre attica. Se le lingue di fuoco non scendono più sulle fronti, sempre lo Spirito Santo scende nei cuori e vi produce i suoi meravigliosi frutti.
Ecco perchè là Pentecòste, lungi
dall’ 'essere quell’appendice obbligata de.i calendario ecólèdfif^tùp che
non dice gran che nè ailà mente nè
al cuore, è quell’avvenimento ài capitale importanza della Chiesa cristiana, in cui questa prende coscien. za di sè, affinò le sue armi. Si prepara alla lotta e si avvia ai suoi
fatali destini. Cometa crisalide che,
abbàndofiato il suo stato di effimera
imperfezione, sente di posseder le
ali della farfalla e si slancia in.avanti, raggiante di vita nuova, così
la Chiesa nascente, dietro l’impu'lso
della forza divina, si volge vibrante
di vita alle conquiste future. Non
per nulla quel giorno è stato chiamalo il giorno di nascita della
Chiesa o il suo battesimo.
IL NUOVO CANTICO
Colla primavera son tornate le feste di: canto. 1 fanciulli delle nostre
Scuole Domenicali e le varie Corali
si adunano in questo mese nei templi
di turno per cantare insieme gli inni
del Signore. Qua e là delle Corali isolate si sono messe prima d’ora in
movimento e hanno visiitato altre Corali e altre parrocchie. Ottima iniziativa. Quando regnano in questi, incontri
un atmosfera fraterna e la gioia cristiamaj si stabiliscono simpatici legami e ci si stimola mutualmente a far
meglio.
Come motto per le Peste di Canto
di: queist’anmo proSpongo l’eaortazione
del Salmista; uCantate all’Eterno un
cantico nuovo» (Salm.o 96: 1).
Periodo apostolico
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E che sia stato tale per la Chiesa
primitiva non è dubbio, còme non
è dubbio che lo sia stato per i singoli discepoli.
Voi sapete quanto lo spirito loro
fosse stato, fino allora lento ad aprirsi (die verità più semplici. Fino alla
vigilia, essi parlavano ancora fra loro, i duri di cuore! di privilegi, di
gloria terrena. E’ venuta la Pentecoste ed eccoli, sospinti dall’arcana
virtù dello Spirito; liberati dai loro
sogni grossolani, eccoli illuminati
sulla grandezza, sulla bellezza della
loro missione. i
Tutto si spiego, ora. Le parole,
,fin ora misteriose, assumono precisi
contorni, cadono le contraddizioni,
si apre d’improvviso l’orizzonte.
E non solo l’intelligenza si apre,
ma anche il cuore. Non più meschine occupazioni ed egoistico amore, ma vita larga, aperta agli anelili del mondo, vita di obbedienza
a Dio anziché agli uomini, vita di
umiltà, di rinunzia, di sacrifizio, in
una parola, vita tutta penetrata del
Ad ogni festa di canto insieme con
inni conosciuti si oddno inni nuow.
Spesso ci piacciono, talvolta ci commuovono anche. Dove sono stati presi? Nelle nostre raiocolte.
Quanta ricchezza nei nostri innari !
Una revisione — come è stato ben
detto — s’jtnpoine. Taluni inni vanno
leerizf’aWro sdartati, ¡altri petssono: e
debbono entrarvi, le parole del tale
inno vanno corrette o cambiate, bisogna rivedere rarmonizzazione di certi cori, è più Ohe tempo di ridare ai
Salmi il loro ritmo originale.
Ma pure, cosi come soino, quanta
varietà nelle nostre raccolte e quanti
cantici, nuovi per le nostro assemblee,
perchè mai imparati !
Cantate nelle feste di canto e anche, di tempo in tempo, nelle riunioni
quartierali e nelle assemblee domenicali, un cantico nuovo!
E’ presto détto. -Le nuove canzonette si diffondono in un batter d’occhio.
La radio, i suonatori amibulanti e cento altri mezzi portano ovunque in poco
tempo le nuove arie. I nuovi cantici
implicano resistenza della comjjrità.
Non dèlia parrocchia come tale con
tanto di relazione annua mora!© e
ìianziaria, ma della comunità: cioè una famiglia spirituale intimamente unita, localizzata in una parrocchia nella
quale vi sia una reale vita comunita
ria : spirito fraterno dei membri, uno
per tutti e tutto per uno, zelo per le
cose del Signoire» assemblee viventi,
assiiduità ai culti.
I nuovi cantici studiati ed eseguiti
dalle Corali non passano normalmente
neir-uso liturgico -perché la comunità
cosi come rabbiamo definita, fa difetto. Di fronte a un gruppo di fedeli
dalla voce esercitata che prende piacere nel canto sacro, vi è la massa am-orfa che frequenta molto saltuariamente le sacre adunanze e che compare nel tempio solo nelle grandi occasioni, 0, se pur frequenta le riunioini
quartierali, considera una diminuzione
della propria dignità di portar ci>n sè
l’innario, di a-pririo e di tentar di seguire le voci più sperimentate e più
fedeli.
In una delle nostre parrocchie siamo
stati quest’annoi al culto di Pasqua lietamente sorpresi di vedere molti vaidesi natalini e pasqualini colFinnario,
aperto nelle mani. Altre volte in gal. leria la maggior parte dei visi erano
fissi nel vuoto oppure intenti ad esaminare l’assemblèa sottostante. E’ un
Se uno non ha lo Spirito di
Criato, egli non è di Lui (Rom.
8:9). Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi,
c mi sarete testimoni fino all’estremità della terra.
(Atti 1 :8)
i corali di Lutero, i canti del Risveglio
r/isponidiortp. (certo alle esfg;©nzei dèlia
pietà protestante ricca e multiforme,
ma è tempo che sorgano dei cantici
veramente nuovi.
La Chiesa non ha saputo trarre finora gran beneficio dalla lodevo'e fatica di Ugo Jann-i e dei suoi collaboratori. Forse pendhè quei cantici non
sono tut'tj veramente nu-ovi Frutto di
lufngo lavorio non |eono tutti limpido
getto di fresca sorgente, risultaito di
paziente elaborazione non sono fioritura spontanea di primavera.
Un cantico nuovo, nella musica e
nelle parole più robusto degli inni del
Risveglio e degli inni modèrni e ohe
abbia al tempo stesso un carattere
proprio ohe Io distingua dai canti della
Riforma, se possibile.
Un cantico che -esprima il travaglio
dell’anima ahic et nunc)) e la sua liberazione e vittoria in Cristo, in forma
e 'Spi-rito latini, ohe sia cantato da tutti
e diventi come l'a -bandiera de'I’Evangelismo italico della nostra epoca.
Sorgerà fra noi l’autore isp-iiato ohe
darà -musica e parole alle nostre aspirazioni. © ciantérà con accenti nuovi il
vecchio Vangelo per il credente italiano della metà del XX secolo?
progresso che speriamo non sia accidentale e isolato, ma costante e generale.
O fratelli, — è a voi ohe mi rivolgo
in modo particolare, anziché alle sorelle, l’avete già capito — considerate
un onore, un privilegio, una gioia di
venire regolarmente al tempio e alle
riunioni muniti del vostrq innario per
cantar© insieme colla comunità j vecchi ed i nuovi cantici della fede!
Però vorrei anche udir© dei cantici
veramente nuovi. I salmi di Calvino,
Ricordo i canti d odio... j -canti di
morte... nelle -masse -urlanti... a passo cadenzato... sulla bócca della soldataglia fanatica, accecata e abbrutita
dal vino e dal sangue, al ritmo dei
■feroci rastrellamenti...
Vorrei poter dire e sperare ohe dopo la liberazione non si sono più cantati e non si canteranno mai più, nel
nostro © negli altri paesi, codesti o
consimili canti d’odio, canti di morte..
Che la nostra gioventù non avrà mai
più a impararli...
Volgo Io sguairdo alle nostre chiese,
ai nostri fedeli. Quante bocche non si
aprono al canto perchè Finteresse gr%
to, l’egoismo, il rancore hanno irruginito le corde del cuore... !
Quante bocche invece cantano gli
Inn-i della pace, della fede, della fra-^
temiità, deH’amore e dentro coltivano
Finsensibilità più assoluta, Finvida amara, la critica ace-iba e spietata per
il fratello eh© siede accanto, per il oongiunto che vive sotto lo stesso tetto,
-per il vicino di casa... ! Canto del fariseo, delFipocritai
Oppure semplicemente un canto vuoto di contenuto. Sono note, me’odiè
più 0 meno belle, più o -meno ben
cantate, ma non c’è vita, non c’è silicio, non v’è nulla ©he detta dentro !
Oppure v’è emozione apparentemente religiosa, ma è puro- sentimentalismo, sterile moto di superficie vano e ‘ingann-atore!
Un cantico veilam-e-nte nuovo è per
noi -uomini di questo secolo di guerre,
di distruzioni, di sangue, dii arrivismo
e di sfrontato egoismo, per noi membri deila Gh-iesa di Cristo — dei quali
i pagani non possono purtroppo dire
corne dicevano dei primi cristiani ((vedete come sì amano fra di Ipro, sembrano tutti fratelli !», noi che colle nostre meschine rivalità siamo di scanr
dalo alle anime © d’intoppo all’avanzamento del Regno di Dio —, e uno
qualsiasi dei nostri vecchi, cantici, ma
cantati -con un sentimento nuovo, col
cuore trabocioante di amore fratemo,
come era traboccante di amore per noi
il cuore di Gesù.
{(Io vi dò un nuovo comandamento :
che vi amiate gli uni gli altri. Com'iò
v’ho arnati anche voi amatevi gli urff
gli altri )).
I vecchi inni cantati da cuori non;
più di pietra ma di carne, diventano
nuovi, e le vecchie mélodie sulle labbra che sorridono con affetto al prossd-mo, cantati da fratelli che hanno una
man-o tesa verso il fratèllo, amico o
nemico di ieri e dii oggi, sofferente,
■povero, reietto, acquistano un profumo nuovo, una bellezza nuova.
Un cfantico yeramiente movio dan
può essere altro che un cantico che
sale a Dio da un cuore che veramente
ama.
Tutto è vecchio nel mondo e in noi,
anche ciò che è attuale, i nostri sentimenti e anche il ((radar», anche la
bornba atomica, anche la penicillina,
perchè frutto del' vecchio cuore naturale concepito nel peccato e dèi vecchio cervello dell’umanità decaduta
che da secoli è -in travaglio e in continuo progresso, e per una scoperta
che dà vita n© partorisce cento- che
danno m-orte.
L’amore —- che umisce in una sola
volontà di opera buona i membri di
una stessa famiglia e quelli di famiglie
diverse, i componenti di una chiesa
come di tutta la chiesa di C.Hsto, il
cittadini di una -nazione come quelli di
tutte le nazioni, l’amico ed il nemico,
— Famore è M p-rincipi-o veramente
nuovo, -radicalmen-te rivoluzionario.
Tutto, è vecchio sotto il sole, odio,
dòloTe e morte è il vecchio canto. Tutto
è nuovo là dove veramente ci si ama,
allegrezza di vita è il nuovo canto.
Un grande martire di Cristo, Ignazio d’Antiochia, cosi esprimeva questi
concetti ai cristiani di Efeso nella sua
eplistola scritta dalla prigionia :
« Dalla perfetta armonia dei vostri
sentimeinti e 'della vioistra carità proviene un concerto di canti àn lode di
Gesù Cristo.
Ciascuno di ùoi si congiunga con
gli altri, e tutti ini.'eme componete un
•(sci iàoro iaffi,nchè\ nell’armortki déf.la
concordia, prendendo, in virtù della
vostra stessa unione,^ il tono di DÌ0‘
possiate iuHi ad una sola voce cantare,
per Gesù Cristo, inni di lode al Padre,
sì Ch’Egli vi ascolti, e, al segno delle
vostre buone opere, riconosca in voi
le membra del suo Figliuolo».
Tutti insieme componiamo dunque
un sol coro e cantiamo il nuovo cantico
dell’amore ! Gustavo Bertin
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Pai.E VALU VALPESI
DELLE
I
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evaMgélizz;ììre
frire parte del loro tempo per af
frontare le masse incredule.
IL P O P O L
E’ questa la parola d’ordine che
risuona da qualche tempo a questa
parte a ^Londra negli ambienti evangelici delle chiese di tutte le denominazioni protestanti.
Il bisogno di una intensa e vasta
opera di evangelizzazione, cosi fortemente sentito dalla nostra Chiesa
in .questo dopoguerra, non è meno
fortemente sentito in Inghilterra
dalle chiese evangeliche, e um grande eampiagna evangelisiica «è stata
ufficialmente iniziata a Londra il 14
aprile.
Vi hanno preso parte attiva 1700
p/ersfone reclutate in Inghilterra e
Irlanda e accuratamente preparate
per questa importante missione Erano pastori e laici, professori in
teologia, dottori, professionisti, impiegati, persinio cinquanta membri
del parlamento.
Chiese e Enti pubblici e privati
hanno contribuito al finanziamento
della campagna evangelistica, raccogliendo in breve tempo la somma,
per noi sbalorditiva, di quarantacinquemila sterline.
Una accurata preparazione tattica
e strategica è stata fatta, n^diante
meticolosa raccolta di informazioni
concernenti la capacità dei locali ove doveva svolgersi la campagna:
iscuole, uffici, officine, teatri, cinema, campi sportivi, ecc. ; informazioni Concernenti il gradb medio di
cultura della popolazione di un dato
quartiere, il livello di vita spirituale
e via di seguito. Grandi avvisi nelle«tazioni ferroviarie, nelle ferrovie
sotterranee, nei luoghi pubblici.
Avvisi ben fatti che destavano attenzione e suscitavano interesse. E accanto ad essi, foglietti volanti, opuscoli, distribuiti in gran copia, ove
in poche parole era messa a fuoco
l’importanza della questione religiosa, con grande efficacia.
Quando il segnale deirattacco è
stato dato, queste 1700 persone si
sono riversate nei luoghi dove grandi masse di popolazione erano raccolte: officine, cantieri, teatri, cinema, campi sportivi ,eec., ed hanno
rivolto il loro messaggio al popolo.
C’è chi ha parlato ai bambini nelle
scuole, c’è chi lia parlato ai giovani
nei loro club o nelle Università, c’è
chi ha parlato ai militari nelle loro
caserme, chi agli ammalati negli <k
spedali; c’è chi è passato di casa in
casa ad invitare la gente a raccogliersi in un una determinata ora-in
una sala del quartiere ove gli evangelisti avrebbero parlato.
Insomma, veramente una cosa in
grande stile, destinata ad aver miccesso. Questa concentrazione di forze e di mezzi su Ixmdfà, non potrà
non portare il suo frutto.
Queste notizie suscitano in noi vari
sentimenti.
rio) in un momeirto così criticp, di
co, non hanno es
itato a contribuire
generosamente per un’opera che ri
tengono piu imp
ortante e pm ur
gentq, della ricosiruzioue materiale.
L’opera della ricostruzione morale
l’Evangelizzazione
in Sinodo e altroyi
è rimasto pura
perchè non siamo
dii campiere quel
ziario necessario
stata lanciata qui,
nostre Chiese
---- capaci
di accettare tutte le conseguenze di
o
qui veramente il
considerazione di
e spirituale tiene
primo posto nella
molti.
Noi abbiamo faiito molti piani per
del nostro paese.
e molti bei discorsi sono stati fatti
e, ma tutto questo
e astratta teoria,
stati capaci finora
vero sforzo finan
a dar forma con
creta al nostro piano di evangelizzazione;
Un terzo sentimiìnto è di vergognose noi lanciassimo una campagna e
vangeUstica simile a quella che è
troveremo nelle
qei professionisti.
degli impiegati, degli uomini d’affari, dei giovani caj>aci di lanciarsi in
una simile impres i, desiderosi di o£
L'EVANGELIZZAZIONE
al Consiglio Ecumenico
P
un simile loro deciso atteggiamento
di testimonianza?
L’ambiente è d-verso, le circostanze sono diverse, tutto questo è vero,
ma iia fondo, diciamolo pure aperta'mente, la verità è 'che noi cì svitiamo maturi e non ci sentiamo preparati per una similievimpresa. Ci sono
tra di. noi poche lodevoli eccezioni ;
cì sono qua e là dtei laici volenterosi
che sono preziosi dementi per la
nostra opera d’evangelizzazione, ma
se il loro zelo non si comunica ad
altri, se non diventa fuoco che d‘
laga nelle nostre comunità, difficilmente usciremo dalle nostre Chiese
per portate la Parola della vita al
popolo che perisce per mancanza di
conoscenza.
Ora due cose mi sembrano essenziali: la preparazione di elementi disposti a lanciarsi all’attacco, e; in
sc/condo ]ju;ogo, un accurato piano
strategico per cui in un d!ato momento ci sia un’intensa concentrazione di
forze in un determinato punto.
Quando si fosse certi di queste due
cose, chi sa che non troveremmo anche noi i fondi necessari al finanziainenlo dell’impresa?
A. Deodato
Riportiamo alouiii passi, itr/a i p(iù■notevoìi, dd rapfiorti presentati alla
Gon-ferenza deiriìvangelizzazione tenuta a Oinevra in febbraio."
ffl irappointo isu « l’eMngelizzazìone
tra i giovani » sottolinea dhe malgnado
le disillusioni cauiìate dalla propaganda ideologicja, i |jiiovani aspirano lardentemente aJJa fraternità e sono pronti a darsi completamente ad um causa ohe promette di tuasformare il mondo. Questa causa non può essere altro
ohe J’Evanjgelo imtegrale. a Ih nostro
messaggio deve essere questo : la vita non è vuota di senso e Cristo ha
uno scopo, che richiede da ognuno tut
te le forze, del còrpo, del cuore e
ddtlQ spirito. Due principi sono essenziali per l’evangelizzazione della
gioventù: parlare in termini accessisibili alla giovane generazione e utilizzare come agenti principal dell’azione
evangelizzati^ ce ì giovani stessip.II rapporto su « i metodi di evangelizzazione )i comincia affermando dhe
« la Bibbia dimostra che evangelizzazione è Dio che viene incontro agli
uomini per mezzo dello Spirito Santo.
Nessuna Evangelizzazione è possibile
senza uno studio intimo ed approfondito della Bibbia.
NelÌAi\tico dome nel Nuovo Testa
mento l’accento è posto sempre non
sui metodi particolari ma sempre sul
fatto che la Ferola di Dio camniirm
l beramenten.
Per quanto riguarda il compito dei
laici, il rapporto sottolinea che <( ogni
uomo e ogni dònna che siano stati salvati divengano perciò stesso dei confessori. I laici formano la grande maggioranza della Chiesa; stonò dunque
essi che devono essere animati da spirito missionario ))’• Bisogna > dunque
che la preparazione dei laici divenga
uno dei compiti essenziali della Chiesa
nel suo insieme.
Dòpo aver enumerato le fcirme principali di preparazione dei laici il rapporto conclude : « in tutti i metodi di
evangelizzazione, non vi può essere alcun compromesso a proposito dell’integrilà del messaggio dell'Evangelo,
che si tratta di presentare in una lingua accessibile a tutti gli uomini.
Il rapporto su « Evangelizzazione e
ecumenismo » rileva ohe malgrado la
nostra appartenenza a Chiese di con|essione, pratica e tradizioni diverse,
noi riconosciamo tutti la nostra unità
in Cristo e ci sentiamo costretti ad annunciare la rivelazione biblica deH’amore di Dio per il mondo a tutti gli
uomini, nello spirito di queirunità.
(( Se vogliamo far fronte al nostro
compito di evangelizzazione in questi
tempi critici, la vita e il lavoro, la fede e la fratern'tà della Chiesa devono
esprimere e proclamare la pienezza
e l’universalità dell’Evangelo... Siamo
^'.conoscenti a Dio per l’azione che
Egli esercita nelle e per mezzo delle
Chiese. Ogit Chiesa ha il suo contributo da portare alla pienezza della
Chiesa. Ma siamo anche rattristati dalla preoccupazione delle nostre divisioni, che offendono tanto coloro che riguardano alla Cliesa dall’esterno
quanto quelli che ne fanno parte e che
indeboliscono la testimonianza che rendiamo al nostro Signore ì>.
(( L’evangelizzazione ecumenica puh
e deve esprimersi per mezzo di sforzi
inter-ecclesiasiici. Se confessiamo insieme che 'Gesù Cristo è Dio e Salvatore, questa testimonianza dimostrerà al mondo la nostra unità nella diversità; .a condizione tuttavia che coloro che saranno impegnati in questa
opera siano pronti a S minuire perchè il ICrtsfo cresoap (S.OE.P.L).
4. Y I € N
IV
L’evangelizzazione e noi
C’è anzitutto un sentimento <|i
invidia per il privilegio di cui godono questi evangelici, i quali, non
soltanto possono fare i loro piani
senza incontrare ostacoli di sorta,
ma trovano mille porte aperte,
anche quanidb si tratta di invadere
un campo estraneo alle loro chiese.
Pensate se una simile opportunità
fosse data anche a noi! Se a Torino,
per esempio, o a Milano o a Roma,
tutti i locali pubblici, in un giorno
e in un’ora di più intenso affollamento, ci fossero aperti per cinque o
dieci minuti, offrendk>ci la possibilità dK annunziare l’Eviangelo alle
masse! Quale inestimabile opportunità !
Un secondo sentimento è di ammiraziotie per questi evangelici, i
quali, in un momento partìcolarmeiUe critico per il loro paese (basta pensare alla situazione in cui
l’Inghilterra si trova in questo dopo
guerra, situazione aggravata minacciosamente a causa delle tragiche
inondazioni che hanno letteralmente devastato estese zone di territo
Vingt neuf avril! Aujourd’hui à Dolores devraient avoir lieu deux grandias '^aancentrations'^^ pour conclure
ma visite à la paroisse de San Salvador : une concentraf.on de toutes les
’’Ligas” femnùrünes Vaprès-midi et
une concentration générale le soir
dans le Temple avec concours particulier de la jeunesse. Mais mon ami,
le Pasteur Jean Iran, branle la tête en regardant les gros nuages menaçants. (( Aujoord 'hui il va pleuvoir»,
dit-il, (cet s’iP pleut, rien à faire. S’il
pleut, les gens ne sortent pas, ne peuvent pas sortir, ni à cheval, ni en voiture, ni en auto. Les routes sont absolument impraticables; il s’y forme
une telle boue que personne ne s’y
aventure. Ceux qui sont en ville pourraient bien se montrer, mais la plupart
des paroissiens sont disséminés dans
une zone qui s’étend sur un rayon de
15 à 25 Km».
C’est dommage! J'aurais encore
très volontiers adressé la parole aux
{Vaudois si accueillants et ftat-ernels
de San Salvador!
Une l»elle paroisse
La paroisse de
s'est formée petit
immigrations de
se sont établies
gnée Par le fleuve
UMi
m
...Veau, mais dans
On con.
i^dère le
SAN SALVADOR
à petit d la suite de
fantilles isplâes qui
dans la région baidu même nom. San
Salvador est un fleuve, non une ville;
aussi n’adressez pas, comme quelques
S ont fait: M. Jean Tron - San Saldar, coT M. Tron nè vit pas dans
la belle ville de DOLORES, au centr^ de sa vaste paroisse!
I Mats 1891 com
me le jour de fondation de cette église. Les premières familles s’établirent à PASO RAMOS et à CANADA
DE NIETO. Ces groupes furent considérés comme annexes de la paroisse de COSMOPOLITA et visités, jusqu’en 1896, par le Pasteur Pierre
Bounous, décédé il y a un an à un âge
très avancé. En l'an 1894, la petite
communauté reçut la visite du Pasteur
Matthieu Pnoohet, Président du Comité d'Ev'angéfisàiion. Celüi-cî comprit
la nécessité d’assurer un ministère
régulier aux nombreux groupes des
disséminés dans la région et obtint du
Synode- l’envoi d’un Pasteur pour
prendre la direction de la nouvelle
paroisse naissante de LAVALLE-SAN
SALVADOR. Le Pasteur fut M. Paul
Lantaret, fils du Modérateur J. P. Lantarel. Son ministère fut très apprécié, mais ne dura qu'un an. M. Lantaret eut un successeur dans la personne du Pasteur Philippe Guigou.
C’est pendant son ministère (18971901) qu’on construisit le temple de
CANADA DE N!ETO. A M. Guigou
succéda le Pasteur Paul Davit. Né à
Bobi, en 1865., M. Davit entra d'abord
au service de la Société des Missions
de Paris et travaflla '^pendant qiiatre
ans en Afrique. Rentré en Italie, il épousa Mad.lle Virginie Tron, fille du
Pasteur J. /• R. Tron, et partit ensuite pour l’Amérique du Sud comme Pasteur de l’Eglise Vaudoise.
Etabli à OMBUES de LAVALLE, il
s’occupa aussi avec abnégation et amour
des groupes de San Salvador. Avec la
collaboration de sa vaillante épouse,
il exerça un mMstère fidèle et béni
au mil'eu de grandes difficultés. A la
suite d'un accident de route, U mourut
le I Janvier 1920, Sa dépouille repo
se dans le cimetière évangélique de
Dolores. J'ai été visiter sa tombe. Sur
la grande pierre grise, des fleurs fraîches. Je lis: A la memoria del Pastor
Pablo Davit - Las Congregaciones de
Canada de Nieto, Ombues y Miguelete - Agradecidas - Se’ fiel hasta la
muerte - Y yo te daré - La corona de
la vida - Une pensée à sa mémoire, à
sa famille, à ses montagnes de Bobi si
lôintaines...
Ils ne sont pas perdus!
et de transporter le centre de l’Eglise
de Canada de Nieto à Dolores.
—C,est içi que le Pasbeur Breeze
(1931-1934) fit construire un beau
temple et c’èst içi que le Pasteur Jean
Trou est établi depuis 1934, et développe une activité intense et inteligente dans un esprit de consécration qui
fait de lui un pasteur trèis respecté
et très aimé. Durant le ministère de
M. Tron, admirablement secondé par
sa compagne, la paroisse s’est consolidée et développée et forme aujourd’hui, au point de vue des membres et
de la vitalité religieuse une des églises les plus importantefs. du District
Sud-Américain. «
Une belle cure et une magnifique
Salte pour les activités de la jeunesse
ont été construites dernièrement à Dolores. M. Tron n’édifie pas seulement
au point de vue spirituel; il édifie aussi, et avec goât et talent, au point de
vue matérfei. Actuellement la paroisse
de 'San Salvador comprend trois groupes distincts. Le groupe de CANADA
de NIETO, première cellule de l'Eglise, avec un temple, maison pastorale
et locaux pour la jeunesse. Le grou
pe de CONCORDIA et annexe de
BUENA VISTA, avec temple et locaux pour les jeunes gens. Le groupe
de DOLORES avec les annexes de
PASO :RAMOS. ESPINILLO, SAN
PEDRO, MAGALLANES, où Von
Vient de oomiVuire un temple, et
PALMITAS.
Rencontre fraternelle
Je parcours le cimetière;■ je m'arrête devant les croix, devant les per
res ■■ Bonjour, Pontet, Negrin, Guigou,
Rostan, Gauthier, Bouissa, Qairus...
tous des noms de nos Vallées, tous des
membres de notre famille Vaudoise
qui reposent à l'ombre ide mperbes
eucalyptus.
Pour remplacer M. Davit, la Table
envoya le Pasteur Henri Pascal
(1921-1925) dont on rappelle lujouid’hui encore, et avec reconnaissance,
la piété et l'activité. Pour suivre de
plus près 'les coiRms toujours'' plus
nombreux dans la zone, on décida de
établir, à CANADA de NIETO un ouvrier aux dépendences du pasteur de
Ombues et chargé de l’eglise de Sàn
Salvador. L’Eglise fut confiée aux
soins de l’évangéliste J. P. Gönnet.
C’est pendant son ministère quelle se
constitua en église indépendante. M.
le Pdsteur Guido Rivoir en prit la direction temporaine en 1930. ¡1 comprit aussitôt que le centre de la vaste
paroisse de San Salvador devait être
la ville de Dolores (16.000 habilar-ts)
où devait s’établir le Pasteur. San activité inlassable et sa fermeté lai permirent de surmonter tous les obstacles
Pendant mon séjour à Dolores j'ai
pu prêcher dans tous les temples, visiter les groupes les plus importants et
même donner une conférence de caractère non religieux sous les auspices
de la Société italienne de la ville. Voici le nom de quelqes-uns des nombreux Vaudois que j’ai salués .- à MAGALLANES -. Frédéric Gauthier, Arthur Guigou. Pierre Cairus Tourn,
Marguerite Besson Monnet, venue de
Angrogne à l’âge de quarante ans et
heureuse de parler ’’engrougn’n” avec
moi, (elle fait saluer sa soeur à l’Asile de -Saint-Germain) J'ofséphine
Tourn Cairus ; à DOLORES : le viceprésident du Consistoire Piei're Berger
dont la mère était Michelin Salomon
de Buffa (VUlar), Thomas Charbonnier originaire des Ramel (La Tour)
Jean David Bouissa et soeurs, cousins
de l’ancien Caffarel de Bobi (bien des
salntafions de la vart de vos cousins,
M. Caffarel!) ', Emile A. Rostan, grand
propriétaire et membre du Consistoire
quir a organisé un ’’azado con cuero’'
lors d’une grande réunion que nous avons eue dans son bois; quatre vaches (ne r>ous >s£andalisez pas: nous
sommes en Amérique!) ont été sacrifiées et leurs chairs rôties à la broche avec la peau, (le cuir n'est pas
rare comme chez nous) et ensuite distribuées aux présents: Jean Guigou,
qui nie montre la Bible de famille de
ses parents. Sur les premières pages
en blanc sa mère a inscrit le nom de
ses 21 enfants et après chaque nom
un viersejf i\e VEvangile.
A CANADA de NIETO: J. P. Rostan, père d’onze enfants (c'est encore normal d’avoir 8, 10, 12 enfants) et
grand t enfaileurs, Paul Gauthier,
Horace Rostan. A COLONIA CONCORDIA: Henri Negrin (dont le père venait de la Sarsena) excellent à
tous égards et conr.iisseur parfait du
patois de Bobi, David Cairus, Paul
Gevmonaî AppiT les soeurs Gril qui
font saluer leurs joirents et en Particulier leur cous n WiUuwt Genre de S.
Germain ; à BU EN A VIS! A : le fils de
Esaie Pontet, de Bobi. Et tout près
de DOLORES j'ai visite Marie Gon
net, mariée Frédéric Tourn de Rorà
et les frères Voila dont la mère Riaa
était parente des Ricca de la Cat'sinera d’Angrogne.
Je refais mes valises et je pars pour
se de San Salvador, le beau paysage
du département de Soriano, un des
plus fertiles du pays, et l’excellente
hospitalité de mon ami le-Pasteur Jean
Tron.
Je refais mes valises et pars pour
COLONIA MIGUELETE. J’inter■ romprai mon voyage à PALMITAS
pour y visiter le petit groupe de Vaudois et où le Pasteur Jean Tron pense
de bâtir une chapelle dès qu'il en aura
la possibilité. ALBERT RICCA
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
a ri
Il 19 marzo scorso si son vdeii ancora
una 'volta affluire a Bari daille Chiese E
-Tangeliclhe della Puglia ed ajnche da ¡più
-■^I^^Jonitano centinaia di frateiEi desiderosi di
sr«' trovarsi MiBÌeme per occuparsi dei prcÀiemi spirituali che 'per il cristiano sono i
*’ ' primi ed i piu «miportainti. Il convegno ha
raccolto oltre 450 perso-ne dieiEe OMese
Battisre di AKamura,, Bari, Barletta. Gioia
-^ì',del Cdlle, Gravina, Mateia e delle Chiese
' it. Valdesi di Bari, Cerflgiioi|la, Carato, Foggia,
Lacera, Napoli, Orsara <M Puglia, Taran'4via to. Erano rappresentati anche i gruppi dd
‘ Biitetto, 'Mungivacca e Trani. Molto grai;!>* idllta è stata la presenza di un rappnesen- '
t: -tante della Cbieisa Metodista dt. Rapallo, il!
) •' predicatore T. Di Mtiro. La palma per dJ
maggior numeiTO dii partecipanti venuti da
■ fuori di Bari è stata riiportaita quest’anno
-it! dalla Chiesa di Corato con 96 partecipanti,
. "• Il numero dei partecipanti previsto aveva
mostrato che il nostro locale saretobe stato
del tutto insufflciente e perciò se "ne è
'*■ provveduto uno molto più ampio, del Do, polavoro Ferroviairio, in cui hanno potuto
-trovar posto tutti comodamente.
Dopo che-gli arrivati si sion dati in nota
agli incaricati ed hanno consumato il caf•felatte offerto dall’Unione Valdtee di Bari, il convegno ha avuto inizio con: il cullo presieduto dal Pastore P. Nesteirini il
"'’ì -cui messaggio materiato di pensiero e di
esperienza cristiana (ha dato subito la op^
. is pwduna intonazione , all’ambiente. Dopo la '
lettura di adesioni e_tnessaggi di Pastori
ed amici anche d’altremanica e d’okreo■ceano, hanno preso la paro>la i Pastori in■ caricati di trattare il tema' centrale del
Cbevegno «/.l gtovtiine ev,angeffizza!toreu.
,, G. Peyrot, C. Mollica e Oreste Peyronel
hanno mostrato (cOlii è M giovane
■ ■ evangelizzatore, come opera e perchè operai). La mancanza dii spazio ci impedisce
di dare un riassunto di quanto essi hànnio
detto. Hanno presentato poi efficaci mes: s^g'i anche gli altri Pastori presenti O.
Ciambellotti. L. Saccomani, G. Castìgione
E’ seguito quindi il culto con S. i^ena
presinedUlto «Ìaii Partorì A. Miscta e O.
■Ciambellotti, culto imdimentioabilb in cui
. si è rinnovata la gioia di sentirsi vicini,
uniti nel comune Signore e Salvatore, con
.¿ tanti fratelli venuti da tante diverse lontane località.
Un canto e ta preghiiiera hia|nino oan
-.eluso queste ore-di intensa attività spiri-'
.. tuale per cui rinnoviiamo al Padre'Celeste
, il nostro rendimento di grazie.
, (Dal Bollettino dell’Unione Giovanile
- Valdese di Bari).
(3omo
e
ii'
f
4
-è-'
CAMPAGNA EVANGELISTICA. — Il
"Sinodo, cioè tutta la Chiesa, ha deliberato
che Si inizi una campagna di evangeldzzaiione in Italia. La Clhiesa Valdese è sempre stata Chiesa evangelizzatrice, è il suo
-carisma storico : «siatemi testimoni ». Ma
per eviangelizzare bisogna essere evangeu
lizzati, il problema è dunque duplice, problema interno dii esame dii sè stessi, ed
■esterno di responsabilità. Evangelizzare
significa strumentalizzarsi, nelle mani della Parola vivente, Cristo per il bene comune, Problema quanto mai arduo e complesso Necessità ohe la Chiesa lo ponga
e lo riponga sempre.
UNIÓNE. — Continua la sua marcia,
sorretta dalla fede e dal dovere. Chi crede
•di avere- una responisaihilità verso i fratelli,
■come credente cristiano, venga a lavorare,
a sostenere, ad inconitrarsi. Le Unioni _
Valdesi, stanno preparando un viilillaggio U-"
niionista a Praly (1500 m.) per i cam«peggi ove la gioventù valdese rlaidlunata,
possa meglio realizzare la realtà deH’aniore cristiano, e pensare la 'sua responsabiliità verso la vita sodale del paese.
LA COSTITUZIONE E LA LIBERTA’
DI COSCIENZA. — iLa Chiesa si interessa vivamente alle vicende politiche del
paese, poiché esso si sta dando una Costituzione che dovrà regolare per molti anni la vita del popolo. Se le cose restano
secondo ii progetto di CostStoziane, noi avremo in Italia uno stato confesaionale,
non più sovrano, 'ma 'sottoposto quindi ad ,
una Chiesa. Si perpetua per tal modo la
posizione di comipromesso per quanto riguarda la libertà di oosdenza-, cioè la dignità morale dei cittadini, che da un secalo circa, domina la legisiazione italiana.
Se l’Italia non avrà una radicale rivoluzione religiosa^, che ripristini neiriddio
vivente, la dignità dèlia coscienza e la sua
libertà, resterà un pwero paese disciolto
nel tramon® di una civiltà. Questo è\yero
'per tutte le nazioni. Ma la storia non è
solo nelle mani, degli uomini,
(Dalla circolare della Chiesa di Como).
Ç e n o va
\
...Noi richiamiamo fortemen,te la vostra
attenzione sulla necessità di comportarvi
wme degli uomini liberi, in mezzo alle
insidie di forze .reaizìortarie che "entano
ancona una volta di irretire la ■coscienza
del nostro p^olo nelle pastoie delToscurantismo clerico-poMco di altri tempi. Se
Cristo Cìi ha affrancati spiritualmente, perchè fossimo liberi, 'dinanzi a Dio e dinanzi
Agli uomini, (1 stiamo dunque saldi e non
ci lasciamo di nuovo porre sotto il giogo
della schiavitù», palese o larvato che sia.
Combattiamo contro l’egoismo che ten‘de insi'die alia nostra libertà di figliuoli
di Dio; e contattiamo con tutte le armi
dello spirito contro le forze dell ,intolleranza, deli’ingiustizia e della prepoterza,
che fendono a ripristinare i priviiegi del
numero e della forza, del faìsp prestigio
o della ricchezza. •
Nonostante il marasmo morale che inquina la nostra vita sociale e le rinascenti
brame di predominio curialesco che snaturano il cristìanesimo e lo fanno apparire
come una religione superati,.noi sognarne
un Italia libera di quella bertà spirituale
che è Ila madre di ogni allltra libertà. P non
rinunzieremo mai a far valere la protesta
della nostra coscienza, finché non vi saranno più, sul suolo di questa nostra antica cd-viltà mediterranea, dei favor'ti e dei
priv ilegiati, dei « tollerati » o degli « ammisi », ma soltanto dei fratollì liberi e
uniti; non più preoccupati di salvare situazioni di prediomi'nio e di interessi particolari, ma unicamente Ints’Ui a mettere
in valore i tesori, del Vero, e del Bene,
toondo l-’dspiiraiione Idbe avranno ricevuta dal Padre di tutti gli spiriti, « che è
sopra itdttì ed' in tutti ».
del Signore e Dio vt^lia che esso trovi
molti imdtatiori. , '
(Da uVAraldo» circolare della Chiesa
di Milano).
Z r t e si e
L’UNIONE GIOVANILE
’Da i< La Squilla » circolare delia Chiesa
di Genova.
Sempre meglio frequeniate e sempre
più interessanti le bisettìlmanalli riunioni
del nos’tro gruppo giovamle.
Interessanitissiml studi di carattere religioso (da poco ha avuto ternane il corso
di Storila Valdese), piacevoli conversazioni, lezioni e prove canto costituiscono Il nostro ppogramma dbl martedì sera.
11 venerdì invece è dedicato esclusivamente allìa parte ricreativa la quale, trascurata negli anni passati, ha avuto quest’anmo nei nostri programmi il posto dovutole.
jŸÎilano
VISITA.
Dall temine della stagione invernale fino al mese di giugno è, per le attività
della chiesa, il periodo dell’anno più favorevole, l’epoca in cui .possono svolgersi
con ritmo più intenso- e 'l’opera di edificazione, testimonianza e di’ evangelizzazione Compiersi con più efficacia .
Ma, perchè la nostra chiesa possa efficacemente compiere quest’opera, è necessaria l’attiva collaborazione di tutti ì suoi
membri. Questa non è l’opera del pastore
soltan-to o di alcuni suoi collaboratori; questo è l’opera della chiesa; è l’opera vostra,
fratelli e sorelle; l’opera che tutti dobbiamo compiere in stretta collaborazione, nel
sentimento della comune responsabilità
verso il Signore. La colabomaone che vi
chiediamo è quella della vostra preghiera
perchè il Sigiiore bened'ica l’oipeira della
vostra Chiesa, ed è la collaborazione delia vostra presenzia regolare ai culti.
Sc iarla molto da taluni del dovere ohe
la^hiesa ha di ev'angelizzare; ed essi affermano la necesisità di seguire nuove vie
e di cercare nuovi campi di attività. Ma
il primo dovere è quello di 'collaborare
all’opera che già si sta compiendo, e che,
grazie a Dio, dà frutti molto Incoraggia'nti.
Vi è un forte gruppo di giovani, membri
deir Unione giovanile e catecumeni, che
si raccoglie ogni diomiemica'', punttfale e
compatto, nei primi banchi della chiesa e
che notevolmente contribuiscé alla comune edificazione, non solo con Uassidlua presenza, ma anche con Tattìva paiitecip(azlone al cantò. Esso è di vivo incoraggiamento a chi più si affatica per l’opera,
Il Moderatore della Chiesa Valdese, pastore V. Sommani, pur in mezzo alle
sue mollteplici occupazioni e preoccupazioni, ha voluto, sopportanto i disagi di
un viaggio lungo e fatìcosio — specie di
questi tèmpi — visitare la nostra Comunità dal 7 all’11 marzo.
Sono ancor vive nei nostri cuori le elevate parole da llùi rivolte', al culto di
doménica 9 marzo, ai fratelli, convenuti
in gran numero in chiesa ner ascoltarlo.
La S.' Cena, che abbiamo voluto celebrare in quel giorno, è stato naturale
sug'gplio al'l’edificante cerimonia. Nei pomeriggio, al trattenimento offertogli dall’Un«>ne Giovanile e successiva,mente ti
lunedi sc'ra, il Mo,deratore ha voluto ancora prendere la parola^ eqortand'3 ' giovani a continuare sul cammino intrapreso
tratteggiando pure le difficoltà, cui le
Chiese Evangeliche in Italia solfo esposte,
specie per rinclùsione dei Patti Lateranensi nella nuova Costituzione.
— La settìimana dii rinuncia ha fruttato
L. 14410; eravamo stati invitati ai aumentare del 50 per cento la cifra dell’anno sooirso; rabbiamo quasi, triplicata'.
— Dalla domenica 23' febbraio li cappellano scozzese. Padre Kerrj. riunisce per
un culto serale nella nostra chiesa tutti
i militari inglesi non appartenenti alla
Chiesa Aoglicana. '
Pure nella nostra clhiesa, il cappellano
americano. Padre Sorley, assistito talvolta dai .pastore, ha celebrato vari rratri'moni.
Feste di Canto
A Luserna S. Giovanni
Domenica scorsa il tempio di San
Giovanni ha ac'colto una imponente
miaasa di dantO'fi : BobU'o Pellice
(dir. slg.ra Geymonat); Villar Pellice
(Signor Bouissa); S. Giovanni (Signor
Albatin); Angrogna {E. Aime); Torre
Pellice (Signora Brofferio Coisso'ri);
Torino (signor Ferruccio Rivoir). Assente ,la corate di Rorà cui si è mandato un saluto cordiate ed un augurio
affettuoso.
Il -programma si è svolto seconido i
piani prestabiliti ; ■0(gni Corate ha cantato ii. saio coro : tutta una varietà fìonilla di nomi, antichi e moderni, partendo da 'Mozart, giù giiù fino a Mascagni. E’ evidente che ormai te nostre
Corali hanno raggiunto un livello artìstico assai notevole, con un evidenté
vantaggio per la formazione e lo sviluppo della cultura musicate dei nostri
giovani.
E di questo bisogna con soddisfazione, prendere atto.
Ohe a questa maturità artistica corrispondano un fervore ed un affiatamen
AsServ/s au ma], nous avons
besoin d’une puissance, prise en
dehors de nous ef au-dessus de
nous, qui renouvelle notre vie morale jusque dans sa racine, et qui
crée en nous un coeur nouveau,
avec de nouveaux sentiments, de
nouveaux principes, de nouvelles
forces ; nous la trouvons dans le
Saint - Esprit, ce divin « Consola,*
teur », qui « nous affranchit de la
loi du péché et de la mort »,
« mortifie en nous les oeuvres du
corps », « prie pour nous » et
' nous revêt du nouvel homme,
créé selon Dieu en Justice et en
sainteté ».
* f
Adolphe Monod
(Da uUnione e Forza » circolare de'ìa
Chiesa di Trieste).
ratterlstiche del canto oristlano, «tìlnifestazion'Ì di pietà, e n'On umano esibizionietno.
Durante la prima e te seconda parte del programma due interessanti
messaggi di due graditi ospiti : la si'
gnora Rouzeau dimostra come sia
molto difficile il veder utilizzare i ritmi negri, così come sono cantati nel
Gaibon, ai nostri inni; te sua conversazione è illustrata dairesecuzione di
alcune melodie, cui collabora pure te
nostra milionaria sig.'na Gay, e che
so'no molto gustate.
Dal Gabon 11 pastone francese signor
Troemé ci trasporta in un ciamipo di
coneentramento ohe il regime di Viohy
aveva creato per i colpevoli di antinazismo, e in cui egli visse i mesi che
precedettero te liberazione : quadro a
sfondo più cupo delle den^ teneihre
dell’Africa pagana, in cui s’afferma la
potenza del canto cristiano, che commuove tutti gli uditori.
I cori, come già abbiamo accennato,
si sono alternati con resecuzione collettiva dei sei inni indicati dalla Commissione.
I risultati ci sono Ambrati notevoli
ed incoraggianti, anobe se 'la fusione
ha risentito, a tratti, dei diversi criteri dei singoli direttori.
Tutti, o quasi tutti cantavano, quasi
tutti i cantici. E’ la buona via, su cui
bisogna perseverare. Poi, men'tre l’assembleia sfolte, la Sala Albarin acco'gilie
la gioventù, con la tradizionale ospitalità della Corale di San Giovanni
CI.
A Pomaretto
A quindici ^oroi dì distanza non ci
è ancora giunta te cronaca della Festa
di Canto a Pomaretto. Ci decidiamo
perciò a riassumerla noi stessi ih poche righe, senza dilui^arci sulla parte
artistioa, per incompetenza nostra.
. Il 4 maggio, le iGorali di Pomaretto,
PrarosiinOf Pinefolo e S. Gertnano
Chisone si sono riunite nel tempio locate. Mancava te Corale di PramollO,
trattenuta purtr'oppo sulle alture dW
maltempo che aveva im^rversato in
quella regione. Il pubblico era poco
numeroso, forse a causa del tempoi
in.certo, ed è stato ih fondo peccato,
perché le feste di canto hanno bisogno
anche del Concorso delle comunità.
iLe Corali insieme hanno cantato i
sei inni indloatì dalia Commissione ed
abbiamo avuto l’impressione ohe il
canto d’insieme fosse bene armonilzzato, viihraiiite, forse anche superiore
a quello degli anni ipassati. Quindi si
succedettero le Corali di Prarostino (2
cori - dir. signora Delia Bert), Pinerolo (E. Rostan), San’Germanio' (G. Berlin), Pomaretto (Matilde Tron).
(Il signor Gustavo Albarin diresse
con competenza ‘i cori d’insiieme. Il
Pastore C. Mathieu presiediette te festa ed il Pastore E. Rostan rivolse un
breve messaggio in assènza del Pasto^
re L. Marauda.
Dopo la festa, la Corale di Pomaretto ha offerto ai cantori un’apprezzata
accoglienza, di cui le 'slamo vivairiiente
grati. E. Rostan,
Echi delle Feste dì Canto
pofe andiamo a finire?
to del canto di Chiesa, questo proprio
n-òn oseremo affermarlo. Ma qui il problema non è più di cultura e di tecnica, è di vita spirituale. E sotto questo
aspetto la storia dèi canto degli inni
alte nostre feste di, canto è alquanto
melanconica.
Si cominciò con l’esigere che tutte
te corali fossero pronte ad eseguire,
oltre al coro, uno degli inni prescritti,
che doveva venir sorteggiato; ■poi si...
addomesticò la so'rte, -in modo che la
dea bendata rimanesse bendata, sì,
ma non tanto, da non vedere i desiderata di ciascuna corale ! Poi ci furono
dei compromessi, delle rinunzie éd
ora, finalmente, le corali non cantano
più neppure un inno, separatamente.
Abbiamo Timpressione che, accanto ai
grandi cori, anche inivolontaTiamente,
l’inno rimanga soffocato.
Non sarebbe 'possibile ed oipportuno
dì avere te due cose, separate e distinte?
Una festa di canto sacro, considerata
prevalentemente sotto il punto di vista
culturale, riservata alle griandìi.,. firme, utilissima per la formazione di una coscienza musicale ; e ‘una festa, se
così vogliamo chiamarla, in cui si facesse un po’ la st'Oria della nostra innologia, in cui te corali insegnassero come si deve cantare!
La possiibilifà offerta a tutti#di testimoniare della propria fede, anche coi
canto, senza il troppo umano sentimento di scomparire in un confronto
cultural©, ohe si finisce semptre col
fare, e senza l’assillo di voler strafare, in una ricerca del pezzo difficile.
Abbiamo oominciato con la fine della nostra cronaca, per evitare ohe uon
est méchant au village », taluno
sia tentato di veder aipplicazioni a casi
singoli. Abbiamo soltanto voluto fare
qualche... divagaz^e a mo’ d’introduzione.
Cromalcia quinidì breve e Meta. Un
buon messaggio introduttivo del presidente della‘Commissione del canto sacro, pastore E. Aime, che propone alla meditazione di tutti il salmo U; 9
ed attita ai convenuti quali sono te ca
Ho assistilo domenica 11 maggio nel
nostro tempio di San Giovanni alla festa di canto delle corali della Val Pellicé,, tìjfgaMzzaHa ddlla Contmissìone
per il Canto sacro.
Se ottima e lodevole cosa, è questo
incontro delle varie cctrali che si riuniscono per innalzare insieme le lodi
a Dio, è invece cosa alquanto spiacevole il dover constatare che rmn tutto
il programma da esse eseguito in tale
occasione si confaceva pienamente a
quello che dev’essere il tono e il carattere di sìmili manifestazioni.
Per non trattare dell’opportunità o
meno che nel programma venisse compreso il ,,Coro di Pasqua” di Mascagni, ciò che mi ha profondamente sorpreso è stata l’esecuzione da parte di
una delle corali presenti, mel testo latino originale ed integro, dell'Ave verum di Mozart..
Possibile, che con tanta belìa musica protestante, la scelta debba proprio cadere su un pezzo, la cui bellezza artistica, dal lato musicale è indiscutibile, ma che non è nel Carattere
della nostra musica sacra e che sopratutto nel contenuto delle parole (latine!) con cui vien cantato è d>ecisamente in contrasto con quanto di più elementare si .impara ai inostri corsi di
catechismo?
Possibile, che la Chiesa, o la Commissione del Cdnto Sacro a ciò più direttamente Untefesisata, perrrietta che
in mari'festazioni che essa stessa promuove, vengano eseguiti cori di uno
spirito cos'ì ortodcissdmente mtiolicof
La cosa non è della minima importanza, ed anzi mj par giusto che su di
essa venga attirata l’attenzione particolare della Commissione del Canto sacro, perchè in avvenire inconvenienti
del genere non abbiano p'ù a verificdrsi.
Chè se invece la Chiesa dovesse diipinteressarsene, sarebbe allora lecito
chiedersi : «Di questo passo, dove andremo la fìn5ire\ ? ».
Eugenio Tron,
Come cantar« ?
L’ansj'osa domanda k Dove andiamo
a finire ? » mi ha stuzzicato te voglia
di scrivere e di aggi'Uugere una piccola eco alle nostre feste di canto. Non
mi riferisco specificatamente alle feste
di quest’anno, ma al carattere chi® esse stanno assumendo di anno in anno.
Mi domando : te nostre feste di canto organizzate e curate dalla Commissione di canto sagro, sono esse veramente delle feste di canto nel senso
cristiano e religioso della parola oppure non rischiano esse di diventare una
specie di concerto esibizionistico più
o meno ben riuscito, dove te preoc
cupazioni prevalenti sono assai più te
tecnica de'l canto, la concorrenza fra
te Corali, la corsa al primato o alte
bella figura che non redificazione deir
la vita cristiana e* la gloria di Dio ?
Sono lungi, naturalmente, dallo -si^alutare quanto si fa da parte dei* direttori e dei competenti per insegjiar a
cantar bene, musicalmente bene. Il
cantò pubblico delle n'ostre comunità
ha molto bisogno di essere perfeziootato 'sotto questo aspetto. Ma, prima di
tutto e sopra tutto, non è al'la gloria
di Dio che si deve cantare? Il canto
non è esso una predicazione ed una
testimonianza? E’ egli mai possibile
che i cantori delle corali quanid'o si dispongono a far udire la loro voce, debbano del continuo essere emozionatii,
pjaMd'di, quasi tremanti per paura idi
¡sbagliare e 4' '"on ottenere'jil ¡suoicesso, invece dì cantare Col cuore aMa
gloria di Dio, fortificando te loro fede
e quella dc'gli altrii?
Le mie idee .possono sembrare peregrine, ma io penso ohe le feste di canto della Commissii'one di canto sacro
debbano essere sempre meglio degli
atti di adorazione e di edificazione innanzi tutto.
Siamo tutti responsabili dì questa
mancata efficienza spiirituate. Perciò,
modestamente, mi permetto di riohia;
mare rattenzione dei cantori e dei direttori su quanto segue :
1) Quando s’im,parano i cantici, bisognerebbe impararli in un’atmosfera
di fede cristiana vivente ; essi sono
la testimonianza di fede di credenti
Che ci hanno preceduti ed' ai quali ci
sentiamo uniti nel nome di Cristo.
2) Non bisognerebbe necessariamente
andare aHa ricerca di pezzi forti, difficili da realizzare o comunque al di
sopra delle nostre posaibilità : un
semplice inno, e ve ne sono di belli,
cantato con sentimento e con fede
può giovare più che non certi c™“*
molto complessi e complicati.
3) Bisoigna creare nella festa di- canto stessa una calda atmiosfera cristiana non l’atmosfera deiresibizionismo
o dell’accademia, ma Tatmosfera della lode a Dio nel concerto dèlie voci
buone e meno buone.
Questo il mte pensiero per le feste
di canto. Il che non significa ohe io
non apprezzi um bel concerto d’iopera
o di musica sacra... ma questo è un
altro problerna.
Ermanno Rostan
Abbiamo appreso con dolore la
morte improviHsa del Missionario
Augusto Coisson
deceduto a Torre Pellice ii 14 porr.
Rievocheremo la sua figura nel prossimo numero del giornale. Esprimiamo
sin d ora alla famiglia Coisson la nostra cristiana simpatia.
Red.
4
L'ECO DELLE VALU VALDESI
LIYRES
Ch. Cellérier - La PRESENCE DE
DIEU, 365 médîHations journalières - un volume ift 16 de 296 Paiges. Editions iLajbor et Fides, le
Grand Lancy, Genlève. frs, 4,75
• La 3e édition d’un ouivrage consacre
au reoueilloment personnel n’est pas
chose banale dans l’édiition protestante. Aussi faut-il saluer avec joie la
réapparition de ces pages incisives et
toniques où l’auteur place le lecteur
en face de lui-même et de son Dieu de
telle façon que la vie spirituelle n’en
peut être que substantiellement enrichie. On ne saurait mieux commencer
l’anniée nouvelle qu’en adoptant un tel
compagnon de route. J. -F. C.
Fernand Barth - PRESENCE DE L'EGLISE - un vol. im-S“ de 96 pag.
Editions Labor et Fides, le Grand
Lancy, Genève fi^. 3,50
Dans ce onzième fascicule de la Collection « là Ohrétientjéi au creuset de
l’épreuve)) M. Fernand Barth, qui a
fidèlement exercé son ministère pastoral à Liège durant toute la guerre, expose avec textes à l’appui l’attitude de
la Belgique catholiqxie aussi bien que
protestante devant les prétentions totalitaires de l’envahisseur. La réisistence spiriituelle de ce peuple et de ses
conducteurs ne fut pas moins remarquable que celle <fui s’exerça dans la
clandestinité. —
Après l’ouvrage de M. Borcbsenius
sur le Danemark et celui dé M. te Prof
Miegge sur l’Italie qu’on a tjualiflé
« document de tout premier ordre »,
celui-ci apporte dans ce tableau d’ensemble qu’est cette OoHeotion dés
traits et des tons nouveaux qu’on ne
saurait négliger. G. F.
Ed. Amblet, Ch. Küfsner, }. P.
Schadt, H. Wohnlich (Communauté de Travail Eglise-Doctrine)
«L’EGLISE, L’ETAT et leurs RELATIONS » ,- Préface du Professeur Leenhardt. - LABOR ET FIDES, Le Grand Lancy, Genève.
-fK ‘-t.bO
f
Les auteurs de cet ouvrage ont vou
lu réagir contre une forme dé libéralisme encore trop répandue aujour- '
d’bui selon laquelle les chrétiens pouvaient, en matière politique, penser librement et agir de façon indépendante.
A une époque où d’on n’a plus le
temps de lire les grosi ouvrages, ils
ont désiré rappeler, en quelques chapitres que chacun peut lire et méditer
facilement, les constantes de l’enseignement évangélique sur l’Eglise et
l’Etat.
Ils étudient successivement l’essence
et la missjqn dé l’Eglise, le problème
de l’Autarité et celui des autorités,
le rôle de l’iEtat, ses droits, ses devoirs et ses limites, les relations entre
l’Eglise et l’Etat. Des textes de Calvin
se rapportant aux questions mentionnées font suite à ce travail et illustrent de manière opportune J’actualité de la pensée du Réform<ateur dé
Genève. S.
e non difflcili caut^ J^eniche necessarie per oomilwittere la difluaone di quella
^le alouiii deflmsiróoo come ia »malattia
Favvonlire» per là sua gmodissdma diffusione, tranquilizzaÉido ad tempo stesso gl'
eventuali tìtmeai, poiebè la maltese si cura in modo siouiro ed effloa<^ .
La conferenza è stata seguita te una animata e interessanlie oonversazion© da
parte del pubblico. Buon, pubblico. Scarsi
i contadini, ohe dovrebbero essere i prinoipaJi interessati. Ma Cd risulta ^e i due
dottori hanno l’intenrione di rip^ere la
loro conferenza in adiri centri agricoli.
A loro un vivo ringraziamento.
Società Pedagogica
Vt^ldese
L’8 maggio a Pomaretto si sono riuniti in seduta ordiaiariia i membri della
Soc. Pedagogica Valdese. Dopo una breve meditazione sulla
carità, la slig-na A. Bosio ha presentato
gli argomenti all’ordine del giorno : la
discussione si: è subito animata. Sono
stati particolarmente studiati i rapporti della Società con la Commissione
Pro Valli, e con le autorità della Chie
sa, alcune proposte di modifica all’ar- v
ticalo 3 dello Statuto (in parte cintate e in parte rinviate), lo sviluppo' della attiviità futura, ecc.
Si sono decise alcune atttività estive
e specialmente un convegno degli tosegnanti Evangelici di tutta It^a all«
vigilia del nostro Sinodo o_ subito dopo,
per lumeggiare la situazione creatasi
in tutta la penisola,.
Su proposta dii alcuni membri, verranno presto convocati dei raduni parziali in Val Penice e S. Martino per lo
studio dei problemi sorgenti dalla approvazione degli articoli sulla scuola
alla nostra Costituente.
Il seggio definitivo per quest’anno
risulta così costituito: Prof. Amjna
Bosio, presidente; maestro Edgardo
Pasebetto. vice-presiidente ; sig.ra Ida
Ghigo Gay, sig.na Bertui Ritna, prof.
Augusto Armand-Hugon. segretari;
un membro della Pro Valli, designato
entro giugno, come elemento di collegamento.
L’indiirizzo della Pedagogica, per
informazioni, chiaritnentH iscrtzSoni,
ecc., è: ,
Prof. A- JBosio. Viale Dante, 6
Torre PeWee.
Il 14 maggio, richia^to improwisamente dal Padre celeste ci lasciava il Missionario a riposo
iflusK
>li
L'ALLUVIONE A PRAMOLLO
da età di 75 anni
Ne danno l’annuncio a sepoltura avvenuta, la moglie Mangfierita Nisbet, i figli
Emilia, Gdovajina, Roberto con la moglie
Lisa Giaimpiooodè, Edith © Giovanni con la
moglie Nella Crosio, la nuora Ida MatMeoi
ved. Coisson, con ì figli Mario, Aumalìsa,
Renato, la sorella Rachele Ccnsson ved.
Miegge, i nipoti Mleigge e Nisbet, i pa-,
renti tutti.
E nell'impossibilità di rispondere personalmente a tutte le espressioni di condoglianza ricevute ringrazia caldamente tutti
coloro che con la loro presenza o con i
loro scritti hanno recato un così affettuoso
omaggio alla memoria del loro caro, scomparso per un tempo.
Io vi dico io verità che non v’è
alcuno che abbia llasoiato casa, o frateil'i, o sorelle, o padre, o madre, o
figliuoli, o 1 camipi, per amor di me o
■per amor dell’Evangelo, i quale ora,
io questo tempo, non ne ricava cento
. volte tanto. (Marco 10 v. 29-30)
Se muoiamo con Lui, con Lui anche vivremo. (II Tiimoteo 2 v. 11)
On cherche ménagère, vie à la campagne,
piaine pignerolaise. Seriouse honnête. S’adresser au journal.
Avviato negozio orologeria, oreficeria,
ottica rimettesi causa malattia. Rivolgersi : PRO VALLI - Casa Valdese
Torre Peìlice
CASCINA in Bibiana
ottimo terreno irriguo
volgersi : PRO VALLI
Torre Peìlice
7 giornate —
Vendesi. RiCasa Valdess
: . r- ; -,
■ ’ i. : Mr v.
CROnflCfl VfILDE/E
, jf».. ^
•-» ,,.4 Í
V. '.4 iS,
y
BOBBIO PELLICE
Arrri liturgìici del mese di .a
PRILE 1947.
Battesimi : Artus Ada di Davide e di
Cairus Anna — Ge3mionat Valdo di Giovanni e di Pontet Paolina — Bonjour Alice di Stefano e Gras Anna —
Matrimoni : Artus Paolo con Rostagnol
Maddalena — La'usaroit Davide con Artus
Susanna — Bonjonr Davide con Negrin
Caterina Giovanna — Charboimier Davide
con Baridon Jvanne.
Sepoltura : Favatier Stefano (Aghit) di
anni 76.
Scendano ie benediaoni del Signore su
chi è nella gioia e su chi è nel dolore.
G. Bertinatii.
TORRE RELUCE
A. . G' ;
_ », ' T A» , '"'''’V ‘ i
• . VÌ-’ìLa;?' ia,. .
\.‘v
Centro EYangelico di Cnltnra
Domenica sera, 18 c. è stata tenuta l’attesa conferenza sulla febbre maltese.
' Il doit. Pietro Sola ne ha illustrato gli
aspetti nei riguardi dei béstiame, e il dott.
Gardiol nei riguardi degli uomini. Entrambi hanno molto insistito sulle necessarie,
L’alluvione dei 4 corrente alle Rl’E
dV PramoUo {parrocchia di Sgn Germano Chisone).
Il sito ameno è stato trasformato dalla violenza delle acque in una pietraia- A sinistra la casa di G. Giacomo
I-ong denominata «la Società » (con
negozio, trattoria e parte rustica) semicrollata e pericolante.
* ^
La strada nuova per Pramolh passava dinanzi alla Società. E’ stata
completamente asportata e coperta di
macigni per la lunghezza di duecento
metri circa, sino al Mulino.
Operai volenterosi s'adoprano a
far rientrare il torrente nel suo letto.
g -b.
llltitll-llliHOll
Il dr. DANIELE ROCHAT
visita a TORRE PELLICE
lutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. Gardiol Tel. 77
a POMARETTO
11 2’ e 4‘ sabato del
I mese dalle 10 alle 12
presso l'Ospedale
Valdese
Amministrazione: V la icario Aidcìiu^
1 bis - Torre Pellice
Bit. Resv. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L’ALPINA,
Torre Pellice
INDIRIZZI DI CHIESE e OPERE VILLDESI
Angrogna — Pastore : Arnaldo CombaAngrogna (Serre) — Pastore : Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto Ricca (sostituto : Pastore Giovanni Bertìnatti).
Luserna San Giovanni — Pastore : Achille Deodato.
Massello — Pastore ; Enrico Tron.
.Ferrerò — Pastore : Carlo Gay (supplente ; Pa. store Alfredo Janavel).
Pinerolo — Pastore Ermanno Rostan.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Fraly — Pastore : Arnaldo Genre.
PramoHo — Pastore Paolo Maraudà.
Prarostìno — Pastore Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Luigi Marauda.
Rodoretto — Pastore : Neri Giampiccoli.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin
Torre Pellice — Pastore : Ernesto Ayassot.
Viilar Pellice — Pastore r Roberto Jahier.
Abbazia — «Chiesa di Cristo» — da Fiume.
Aosta — Chiesa ; Rue Croix de Ville, 3 — Pastore : Vittorio Subilia, Via Gorret, 1.
Barga — (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese ; Pastore Antonio Miscia,
Via Dante Alighieri, 174.
Bergamo — Chiesa 'Valdese ; Viale Vittorio Emanuele, 4 — Pastore : Giulio Tron : Via
Torquato Tasso. 18.
Biella — (da Ivrea).
Bordighera — (da Vallecrosia).
Borello — (da Caruncio).
Brescia — Chiesa Valdese : Via dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese — Via Congregazione (te Taranto).
Caltanisetta — Chiesa Valdese (da Riesi).
Campobasso — Cand. Girardet Giorgio : Via del
Castello, 90.
Carema — (da Ivrea).
Carunchio (Chieti) — Chiesa Valdese : Cand.
Cipriano Tourn.
Castelvenere -— (da Napoli).
Catania — Chiesa Valdese ; Via Naumachia, 20
— Pastore : Enrico Corsani, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da Orsara).
Como ~ Chiesa Valdese : Via Rusconi, 9 — Pastore ; Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze (Torino) — Chiesa Valdese (da Torre
Pellice).
Corato — Chiesa Valdese : Corso Mazzini, 27
(te Bari).
Courmayeur — Chiesa Valdese (da Aosta).
Cosenza — Chiesa Valdese — Pastore : Giuseppe Scarinci. Viale Mazzini 306 d.
Felonica Po — Chiesa Valdese — Pastore Lamy
Coisson
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49 — Pastore : Seiffredo Coluicci. ivi.
Fiume — Chiesa Valdese.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal, ivi.
Genova — Chiesa Valdese ; Via Assarotti — Pastore : Francesco Peyronel. Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto).
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese (da Riesi).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 — Pastore : Lorenzo Rivoira, Via Bertinaiti. 4.
La Maddalena — Chiesa Valderé.
Latiano — Chiesa Valdese (te Taranto).
Livorno — Chiesa Valdese : Via Verdi, 3* — Pastore Alberto Ribet. ivi. (
Lucca — Chiesa Valdese : Via G. Tassi, 18 (da
Pisa)
Mantova Chiesa : Via Bacchio, 5 (da Felonica).
Messina — Chiesa Valdese : Via Laudamo, 18
Pastore : Pietro Valdo Panasela, Via Laudamo, 16.
Milano — Chiesa Valdese : Piazza Missori. 3 —
Pastore : Enrico Tron, Via Ippolito Nle\{o, 9.
Napoli — Chiesa Valdese : Via dei Cimbri, 8
— Pastore Oreste Peyronel, ivi.
Orsara di Puglia (Foggia) — Chiesa Valdese :
Cand. Giovanni Peyrot, Via Monfalco'ne, 32.
Pachino (Siracusa) — Chiesa Valdese (da Vittoria).
Palermo — Chiesa Valdese : Via SpAia, 43 —
Pastore ; Roberto Comba. ivi. *
Pescolanciano — Chiesa Valdese (da Carunchio)
Piani di Vallecrosia — Chiesa Valdese — Via Col,
Aprosio, 96.
Piazza Armerina — Chiesa Valdese (da Catania).
Pìedicavallo — Chiesa Valdese (da Ivrea).
Piombino — Chiesa Valdese (da Siena).
Pisa — Chiasa Valdiese : Viale Derna, 15 — Pastore da Livorno,
Reggio Calabria —
Riesi — Chiesa Valdese : Via Paraci, 79 — Pastore : Davide Cielo, ivi.
Rio Marina — Chiesa Valdese (da Siena).
Rocchenere — Chiesa Valdese (da .Messina)
Roma — Chiesa : Via IV Novembre, 107 •— Pastore : Mariano Moreschini, Via Pietro Cessa,
42.
Piazza Cavour — Pastore : Paolo Bosio. Via
Marianna Dionigi, 57.
Salle — Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena — Chiesa : Via A. Cantore, 16 —
Pastore : Alfonso Alessio, Via di Francia 118 F.
San Giacomo degli Schiavoni — Chiesa Valdese
— Cand. Giorgio Girardet.
Sanremo — Chiesa Valdese : Via Roma, 8 — Pastore Emilio Corsani : -Via Roma, 6.
S. Lucia di Quistello — Chiesa Valdese (da Felonica).
S. Maria di Licodia — Chiesa Valdese (da Catania)
Schiavi d’Abruzzo — Chiesa Valdese (da Carunchio).
Siena — Chiesa Valdese — Pastore : Attilio Arias, Viale Curtatone, 5.
Susa — Chiesa (Via Umberto I, 14 - da Torino).
Taranto — Chiesa : \Via Di Palma — Pastore Giuseppe Castiglione, Via F. Crispi, 28.
Torino — Chiese : Corso Vittorio Emanule II,
23 e Corso Principe Oddone, 7 — Pastori ;
Elio Eynard - Aldb Sbaffì — Via Pio V, 15.
Terrazza Piemonte — (da Torino).
Tramonti di Sopra — (da Venezia).
Trieste — Chiesa : Via S, Maria Maggiore — Pastore : Gùglielmo del Pesco, Piazza Libertà,
6.
Venezia — Chiesa : Palazzo Cavagnis, Castello
5170 — Pastiare 'Teodoro Balma, ivi.
Verona — Chiesa Valdese : Via Duomo (angolo
Via Pigna — da Brescia).
Viering — Chiesa Valdese (da Aosta).
Vittoria (Ragusa) — Chiesa Valdese — Pastore ;
Liborio Naso, 'i^ia Garibaldi, 60.
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua italiana
(SaJdlenserwerk) Beihavfe Wdedikon i(Sch]lossgasse) — Pastore : Alberto Fuhrmann, Goldbrunnerstrasse, 65
Altri gruppi di fedeli sono regolarmente visitati
dai pastori delle Comunità, vicine.
Vfficio di Presidenza della Tavola Valdese ;
Pastore Virgilio Sommani, Moderatore. — Pastore Guido Comba. Cassiere — Via IV Novembre, 107 - Roma.
Facoltà di Teologia :
Via Pietro Cossa, 42 — Professori : Ernesto
Comba - Davide Bosio - Valdo Vlnay.
Liceo Ginnasio Pareggiato (Torre Pellice) :
Preside : Prof. Adolfo Tron.
Libreria Editrice Claudiana (Torre Pellice) :
Direttore ; Pastore Paolo Coisson.
Convitto Maschile (Torre Pellice) :
Direttore : Pastore Roberto NisbetOrfanotrofio Maschile (Pomaretto) :
Direttrice: Suor Adele Gay.
Orfanotrofio Femminile (Torre Pellice) :
ixirettrice ; sig.na Lidia Fini.
Orfanotrofio Maschile (Gould) - Via dei Serragli, 49 ■ Firenze :
Direttore : Pastore Seiffredo Colucci (ivi).
Istituto Evangelico Femminile - 'Via Silvio Pellico.
Direttrice : sig.ra Emma Villani. Firenze.
Istituto Artigianelli Valdesi - Via Bertholet, 34 Torino :
Ospedali Valdesi :
A Torre Pellice, a Pomaretto, a Torino (via
Berthollet. 36).
Casa delle Diaconesse :
Sede : Torre Pellice (Torino) — Direttore : Pastore Roberto Nisbet.
Rifugio Carlo Alberto, per cronici ;
Luserna San Giovanni (Torino).
Asilo per Vecchi :
Luserna San Giovanni (Torino) — San Germano Chisone (Torino) — Vittoria (Ragusa) Via
Garibaldi, 60 - Direttore Past. Liboij^ Naso.
COLONIE VALDESI
DELL'AMERICA DEL SUD
URUGUAY
Colonia Vaidense — (Dep.to de Colonia) Pastore : Ernesto Tron.
Colonia Cosmopolita — (Dep.to de Colonia) Pastore : EmlHo Ganz.
Tairiras e Annessi —■ (Dep.to de Colonia) Pastore : Silvio Long
Ombues de Lavali© — (Dep.to de ColoniB) Pa
store : Carlo Negrin.
San Salvador (Dep.to Soriano) Pastore ; Giovanni Tron.
ARGENTINA
Colonia Belgrano — (Prov. Santa Fè - Estacion
■Wildermuth F. CC. A.) Carlo Alberto Griot.
Coltmia Iris — (Pampa Central)-