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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
VENERDÌ 31 MARZO 1995
ANNO 3 - NUMERO 13
LE MADONNE CHE PIANGONO
SANGUE
E LACRIME
LUCIANO DEODATO
Ormai è un’epidemia: da
tutte le parti sbucano
statuine o immagini di madonne e santi che lacrimano e
sanguinano. Bisogna risalire
agli anni ’50 per trovare una
fioritura altrettanto abbondante. Erano anni cruciali per
il nostro paese: la De costruiva il suo potere, in una lotta
aspra con il Pei; la polizia di
Sceiba stroncava i movimenti
operai e trovava anche modo
di dare qualche colpo agli
evangelici; gli ideali della
Resistenza venivano poco per
volta erosi, depotenziati della
loro carica di rinnovamento;
il sogno di un’Italia libera,
democratica e moderna svaporava in una nebbia.
Pare che le lacrime delle
madonne abbiano avuto qualcosa a che fare con l’affermazione della De di allora. A chi
possono giovare le lacrime
attuali? Sacerdoti e altri dicono che la madonna piange per
i mali che vede in Italia e nel
mondo. E quali sarebbero
questi mali che oggi, a differenza del passato, commuovono, fino alle lacrime, la
madonna? Ma è chiaro, afferma il vate di turno, sono 1’
aborto e l’eutanasia! Infatti
sapete perché c’è stata l’inondazione dell’Olanda? Perché
quel paese aveva approvata
una legge sull’eutanasia. Mi
piacerebbe che, sempre quello stesso vate, ci spiegasse
Pinondanzione del Piemonte,
avvenuta più o meno nello
stesso periodo.
Due considerazioni. Stupisce la credulità della gente:
com’è possibile che persone,
per altri versi normali, siano
disposte a lasciarsi menare
per il naso da questi fenomeni? Ammesso (e non concesso) che non vi sia trucco dietro a queste lacrime, perché
spiegare con la trascendenza
un eventuale fenomeno fisico? A questo punto io sposterei l’indagine dalle madonne
su questo strano comportamento di massa che evidenzia
il sottofondo latente e mai eliminato della superstizione che
è dentro di noi, e attende solo
un cenno per risvegliarsi. E
superstizione vuol dire ritorno
al passato, per cui le lacrime
della madonna non possono
essere altro che indicazione di
una tendenza restauratrice che
in questo momento attraversa
la nostra società.
La seconda considerazione
riguarda la responsabilità della gerarchia cattolica. Su questo credo che dobbiamo essere netti; non è più oltre tollerabile che essa mantenga un
atteggiamento, come si dice
■ «di prudenza». Prudenza nei
confronti di che cosa? La gerarchia avrebbe timore di dire
la verità? Io non so se la verità sia che qualcuno dovrebbe finire in galera per aver
imbrogliato dei poveretti e
sprovveduti, contenti per altro di lasciarsi imbrogliare,
ma so che la gerarchia è responsabile di non aver detto
al popolo una verità antica e
molto moderna, che troviamo
in un libro che ogni chiesa dovrebbe conoscere, la Bibbia.
Insomma, non è possibile che
i preti non abbiano mai letto e
mai annunciato il contenuto
del capitolo 44 di Isaia, con
la sua tagliente ironia sui fabbricanti di idoli e sui loro
adoratori. Nessun rapporto
esiste tra una statuina, di qualunque materiale sia composta, e l’Eterno, il creatore del
cielo e della terra, il redentore di Israele: «Io sono l’Eterno che ha fatto tutte le cose;
io solo ho spiegato i cieli e
distesa la terra, senza che vi
fosse alcuno meco; io rendo
vani i presagi degli impostori
e rendo insensati gli indovini» (Isaia 44, 24 s.).
Se questa parola fosse annunciata sono convinto che
avremmo meno lacrime in giro e molta più serietà. Purtroppo c’è chi preferisce l’ambiguità delle lacrime, il torbido del sangue, alla chiarezza
dell’Evangelo. Noi la nostra
scelta l’abbiamo fatta da tempo, e non ce ne pentiamo.
1 lamenti di Geremia riecheggiano nelle parole di un pastore martire del nazismo
I mansueti che confidano nelPazione di Dio
EMIDIO CAMPI
«Tu mi hai persuaso, Signore, e io mi
sono lasciato persuadere, tu mi hai fatto
forza e mi hai vinto; io sono diventato,
ogni giorno, un oggetto di scherno,
ognuno si fa beffe di me Ma il Signore è con me, come un potente eroe;
perciò i miei persecutori inciamperanno
e non prevarranno; saranno molto confusi, perché non riusciranno; la loro infamia sarà eterna, non sarà dimenticata
(...). Signore degli eserciti, che provi il
giusto, che vedi le reni e il cuore, io vedrò, sì, la vendetta che farai su loro, poiché a te io affido la mia causa!»
(Geremia 20, 7; 11-12)
Il testo porta l’eco della cosiddetta
«spiritualità dei mansueti». I libri dei
Salmi, di Giobbe e di Sofonia forniscono
un’efficace rappresentazione di questa
spiritualità; è in Geremia tuttavia che la
troviamo raffigurata più incisivamente: il
profeta non si rassegna a un uso crudele e
senza scrupoli della politica, ma vi si oppone apertamente, non si lascia spaventare dai sacerdoti che lo accusano di disfattismo e di tradimento, perché annunzia
che il disastro sta per abbattersi sul paese. Certo, la sua fedeltà alla missione ricevuta da Dio non è senza dubbi, né priva di incertezze. Le sue confessioni ci rivelano le intime sofferenze, i travagli
dell’anima sua, ma anche la forza della
sua fede. Più volte è sul punto di abbandonare tutto (v. 9): giunge perfino a maledire il giorno della sua nascita ma poi si
getta nelle braccia del suo Dio, dicendo:
«In te ho affidato la mia causa» (v. 12).
La spiritualità dei mansueti è nota a
chiunque abbia un minimo di dimestichezza con l’Antico Testamento. Non
tutti sanno, viceversa, che questo stesso
testo, che così bene la esprime, è stato
letto nel campo di sterminio nazista di
Auschwitz dal pastore e martire Kutisch,
poco prima dell’esecuzione. Kutisch era
un pastore luterano polacco che svolgeva
il suo ministero a Dziegielow, località
poco distante dal luogo simbolo dell’olocausto. Uomo mite, imbevuto dello spirito del pietismo e del Risveglio, il pastore
Kutisch si era dedicato per molti anni
principalmente al lavoro diaconale. Aveva fondato la prima casa delle diaconesse
polacche, poi una casa di riposo per anziani, un orfanotrofio e una scuola per
bambini poveri. Quando la violenza razziale nazista si era abbattuta sulla Polonia
quest’uomo mansueto aveva ritenuto di
dover assistere le vittime più duramente
colpite, nascondendole nella propria casa, e divenne egli stesso una vittima.
Non sappiamo quali motivi possano
aver indotto il pastore Kutisch a scegliere
di leggere, dinanzi ai suoi carnefici, proprio questo brano di Geremia, ma la forte
associazione di sofferenza e di fede che
caratterizza questo testo rende meno singolare, meno inattesa tale scelta. Non occorre uno sforzo eccezionale per intuire a
chi e a che cosa egli abbia attribuito la
causa della sua tragica fine, se si riascoltano le parole del profeta: «Tu mi hai
persuaso. Signore, e io mi sono lasciato
persuadere» (v. 7). Né è difficile immaginare che la sua disperazione sia stata
abissale quanto quella di Geremia: «Maledetto sia il giorno che io nacqui! Il
giorno che mia madre mi partorì non sia
benedetto» (v.l4). Possiamo supporre
però anche la fermezza della sua fede, se
ha ripetuto, con sofferta speranza, la preghiera di Geremia: «Ma il Signore è con
me, come un potente eroe; perciò i miei
persecutori inciamperanno e non prevarranno; saranno molto confusi, perché
non riusciranno; la loro infamia sarà
eterna, non sarà dimenticata» (v. 11).
Il pastore Kutisch è morto. Non ha visto la realizzazione di questa promessa
ma mentre oggi Auschwitz è nient’altro
che un agghiacciante museo, nel villaggio di Dziegielow c’è una piccola, nuova
casa delle diaconesse, intorno alla quale
si trova una casa per anziani e un Centro
per ragazzi handicappati. Il complesso
non porta il nome di Kutisch, come verrebbe istintivamente da pensare, ma un
nome ebraico: «Eben Ezer», che vuol dire «fin qui il Signore ci ha soccorsi». Il
Dio a cui l’umile pastore luterano polacco ha affidato la sua causa non si è lasciato vincere. Hitler e i suoi complici
sono scomparsi dalla scena della storia
anzi, come dice Geremia, «la loro infamia sarà eterna, non sarà dimenticata».
Le opere diaconali fondate dal pastore
Kutisch sono ancora lì: nonostante gli angosciosi interrogativi che Auschwitz pone alla coscienza di tutti i credenti, possiamo nutrire una ragionevole fiducia che
il Signore non abbandona i suoi.
Billy Graham
Predicare al
mondo intero
Predicare a 8 milioni di
persone contemporaneamente: questo l’exploit realizzato
dal noto predicatore battista
americano Billy Graham.
Due anni fa aveva scelto la
città tedesca di Essen per
diffondere il suo messaggio
in tutta l’Europa. Questa volta è da San Juan di Porto Rico che si è rivolto al mondo
intero: per tre giorni di seguito, dal 16 a 18 marzo, grazie
all’ausilio di trenta satelliti, è
riuscito a trasmettere la sua
predicazione, tradotta in 100
lingue, in 175 paesi!
Oggi, all’età di 76 anni, Billy Graham non è più il giovane evangelista focoso che, per
sei mesi l’anno, girava innumerevoli stati americani e
paesi esteri, riempiendo immensi stadi. Si calcola che, in
50 anni, Graham si sia rivolto
ad oltre 100 milioni di persone, diventando così il più
grande evangelista di tutti i
tempi. Ora Graham combatte
col morbo di Parkinson che
gli impedisce di scrivere e lo
ostacola nei suoi movimenti
ma, forte della sua lunga
esperienza di professionista
dell’evangelizzazione di massa, non ha esitato a sfruttare le
possibilità offerte dalle, più
moderne tecnologie della comunicazione per riproporre a
tutti un discorso che, invece, è
rimasto sostanzialmente immutato: il mondo, da sempre,
è pieno di mali (solitudine,
malattia, morte, catastrofi naturali, conflitti etnici, disoccupazione, Aids, ecc.), ma «la
Bibbia dice» che se «tu accetterai Gesù Cristo come tuo
personale Salvatore», la tua
vita sarà trasformata e potrai a
tua volta contribuire a trasformare la società e la vita degli
altri. Da questa predicazione
molto semplice, rivolta al singolo e basata sul fondamentalismo biblico, è nato il grande
movimento «evangelica!» che
ora si sta diffondendo rapidamente nell’intero continente
americano e in tutto il mondo.
I problemi
finanziari del
Consiglio ecumenico
pagina 2
All’ascolto
DELLA Parola
Il nuovo patto
pagina 4
Bonhoeffer
un teologo
contro il nazismo
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 31 MARZO 1995
L'intervento del segretario generale del Cec al Vertice dell'Onu sullo sviluppo sociale
La crescita economica non risolve tutti i mali
Il potere economico e politico si concentra nelle mani
di «pochi privilegiati», ha affermato il 6 marzo scorso il
segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), Konrad Kaiser, che si
è chiesto chi avrebbe «salvaguardato i diritti dei paesi
poveri e dei piccoli stati di
fronte al pugno di attori potenti che dominano la scena
mondiale». Kaiser si è rivolto
in questi termini ai capi di
stato o di governo che partecipavano al Vertice mondiale
sullo sviluppo sociale che si è
svolto a Copenaghen dal 6 al
12 marzo scorso. «La tendenza (...) a considerare il libero
mercato e la crescita economica come la panacea di tutti
i mali sociali o quasi, deve
essere contestata», ha affermato Kaiser.
Criticando la teoria economica prevalente nella politica
di molti governi, in particolare dei paesi industrializzati,
Kaiser ha attaccato la teoria
del «ruscellamento» secondo
la quale la crescita economica viene incoraggiata ad ogni
costo perché i suoi effetti si
estenderebbero poco alla volta a tutti gli strati della società. Secondo Kaiser, invece,
«sembra che la crescita economica non basti da sola a
risolvere i problemi sociali»;
inoltre «la popolazione povera è aumentata allo stesso ritmo della produzione mondiale». «Il fosso tra ricchi e poveri si sta scavando e la crescita economica avviene sempre di più a danno della creazione di nuovi posti di lavoro,
contribuendo, così ad accrescere la disuguaglianza e
l’esclusione... Se si sostiene
che la crescita economica è
una condizione indispensabile per l’eliminazione della
povertà, come si spiega che
essa non ci sia avvenuta dopo
decenni di strategie di sviluppo centrate sulla crescita?»
si è chiesto Kaiser.
«Anziché affidarsi alla teoria del “ruscellamento”», i
nuovi approcci proposti dal
Cec «permetterebbero di “costruire” a partire dai bisogni
delle comunità locali e di definire le politiche mondiali in
funzione di questi bisogni».
Per promuovere questi «nuovi
approcci», Kaiser ha citato alcune misure urgenti, tra cui:
- il potenziamento dell’
Onu: occorre istituire un controllo piti efficace sulle multinazionali; inoltre, il Fondo
monetario intemazionale e la
Banca mondiale devono rendere conto del loro operato,
come è previsto nella Carta
dell’Onu;
- l’eliminazione del debito
esterno dei paesi meno progrediti e la riduzione di almeno il 50% del debito dei paesi
a reddito medio;
- la realizzazione entro il
2(XX), da parte di tutti i paesi
dell’«Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economici», dell’obiettivo fissato dall’Onu per l’aiuto allo
sviluppo esterno, ossia lo
0,7% del prodotto interno
lordo (Pii).
Parlando delle «lodevoli intenzioni» del Vertice mondiale per lo sviluppo sociale,
Kaiser ha aggiunto: «Il nostro
grande problema, mi pare, è
che quando enunciamo le nostre intenzioni ci riferiamo ad
un modello di .sviluppo sociale, ma quando le mettiamo in
pratica applichiamo un modello di crescita economica.
Se vogliamo praticare quello
che predichiamo, allora abbiamo bisogno di una nuova
e massiccia volontà politica,
niente di meno. I cambiamenti necessari non .sono .solo di
Bambini togoiesi nel Benin, anch'essi vittime della concentrazione del potere economico in poche mani
natura amministrativa, giuridica o tecnica, ma riguardano i nostri valori di vita, la
conversione dei nostri cuori e
delle nostre menti».
Di fronte alla concentrazione del potere economico e
politico, ha dichiarato Kaiser,
«una terza forza potenziale,
la società civile, comincia a
manifestarsi. La creazione di
movimei}ti sociali e di organizzazioni non governative
volontarie è accompagnata
da un risorgere della religione, segno che non si può dissociare i bisogni spirituali,
culturali e materiali della comunità umana».
Interrogato dall’agenzia
Eni sul cinismo e l’indifferenza che hanno preceduto il
Vertice di Copenaghen, Konrad Kaiser ha risposto che di
fronte alla verbosità e ai «solenni impegni» delle dichiarazioni del Vertice, la prima
reazione potrebbe essere di
pensare «che sia relativamente facile dire tutto questo».
Eppure, ha aggiunto, «questo
Vertice sarà importante se
progressi decisivi e autentici
verranno compiuti in alcuni
settori chiave, e questo è ancora possibile».
Al riguardo, Kaiser ha citato il debito internazionale,
l’aiuto allo sviluppo esterno,
la responsabilità e il coordinamento delle istituzioni di
Bretton Woods. «D’altraparte - ha affermato - penso che
sia prudente avere speranze
modeste, ma penso anche che
esista una possibilità reale
perché il Vertice sia considerato come un successo».
Le chiese hanno un ruolo
importante da giocare, ha sottolineato: badare che «i governi dei loro paesi rispettino
i. loro impegni». Al pari dei
governi riuniti in seno ad organizzazioni quali il G7 (paesi più industrializzati) e il
Gmppo dei 77 (paesi in via di
sviluppo), le chiese potrebbero controllare il seguito del
Vertice tràmite le organizzazioni ecumeniche. Queste,
anziché disperdere i loro sforzi sulla totalità dell’ordine del
giorno, potrebbero puntare la
loro attenzione su «alcuni
settori fondamentali». (Eni)
Molte chiese membro non versano la loro quota annua
I problemi finanziari del Cec
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) è preoccupato
per la propria situazione finanziaria in buona parte dovuta al fatto che molte fra le
320 chiese membro non versano la loro quota annua di
adesione. Ai primi di febbraio
vari rappresentanti di chiese e
di agenzie legate alle chiese,
provenienti dal mondo intero,
si sono riuniti presso il Centro ecumenico di Ginevra per
discutere il problema, e hanno chiesto al Cec di adottare
misure energiche affinché tutte le chiese membro paghino
la loro quota. 11 problema si
fa più scottante perché le
chiese tedesche, che sono fra
le maggiori donatrici, hanno
deciso di ridurre il loro budget il prossimo anno.
Com’è noto, il Cec gestisce
numerosi programmi in vari
campi: rapporti con le chiese,
unità della chiesa, educazio
ne, assistenza umanitaria, aiuti di emergenza. Generalmente le chiese membro sono più
disposte a finanziare queste
attività che non le spese di
funzionamento del Consiglio
ecumenico. Queste spese
vengono coperte da «fondi
non vincolati» che per lo più
provengono dai contributi annui delle chiese membro. Il
calcolo delle quote di ogni
chiesa tiene conto del numero
di membri della singola chiesa e del prodotto interno lordo (Pii) pro capite del paese
in cui essa si trova. Attualmente, la costituzione del Cec
non prevede nessun tipo'di
sanzione nei confronti delle
chiese morose o insolventi.
I partecipanti al colloquio
hanno esaminato la possibilità di adottare misure miranti
ad incoraggiare le chiese a
pagare la loro quota: ad
esempio sospendere il diritto
AH’incirca ogni 7 anni si svolge l’Assemblea generale del Cec. L’ultima si è svolta a Canberra (Australia) nel febbraio 1991. La foto ritrae
uno scorcio dell’Assemblea durante I lavori in plenaria
di voto nell’ambito delle
istanze dirigenti del Cec.
Günther Kath, direttore
deirUfficio di coordinamento
e di mobilitazione dei fondi
del Cec (Bcmf), ha precisato
all’agenzia ecumenica Eni
che, nel 1993, il 72,6% dei
fondi versati al Cec proveniva da chiese e agenzie di
quattro paesi: Germania, Svezia, Paesi Bassi e Stati Uniti e
ha aggiunto che alcune grandi
chiese, almeno due di loro
contano non meno di 30 milioni di membri, non hanno
mai versato nulla al Cec nel
passato. Le quote versate al
Cec rappresentano attualmente circa 6,5 milioni di franchi
svizzeri l’anno. Il Bcmf spera
che questa cifra raggiunga i
10 milioni di franchi svizzeri
entro la fine del secolo.
«1 donatori hanno sottolineato che considerano importante che il Consiglio ecumenico sia al centro della rete
ecumenica - ha detto ancora
Günther Kath - ma hanno anche precisato che vorrebbero
vedere più chiaramente dove
va il denaro, e che esso venga
speso con giudizio. Hanno
chiesto più trasparenza finanziaria, il che è segno che c’è
meno denaro a disposizione e
che i cristiani che danno il loro denaro per delle, cause
ecumeniche vogliono che esso venga investito in programmi adeguati».
Al colloquio hanno partecipato rappresentanti di chiese
e di agenzie di 16 paesi, tra
cui la Corea del Sud, il Sud
Africa, la Komania, il Brasile,
gli Stati Uniti, la Svezia, i
Paesi Bassi e la Germania.
Zurigo: verso la separazione
tra stato e chiese?
ZURIGO — Secondo un sondaggio dell’Istituto Link pubblicato il 27 febbraio scorso dal quotidiano Tages Anzeiger,
l’iniziativa popolare per la separazione tra chiese e stato avrebbe buone probabilità di passare; il 55% delle persone interrogate è a favore della separazione, il 34% contrario e le chiese
di Zurigo, cattolica romana e evangelica-riformata, prendono
molto sul serio questi dati. I responsabili delle chiese cercano
ora di potenziare il lavoro di informazione circa l’importanza
del legame tra chiese e stato: Philippe Dàtwyler, responsabile
dell’informazione della chiesa evangelica-riformata, ritiene
che i risultati del sondaggio costituiscono un campanello di allarme. Dàtwyler ritiene tuttavia che «molti non sanno di che
cosa si tratti; di fatto, la chiesa e lo stato sono separati e nessun
settore della chiesa è sotto la tutela dello stato». Il Consiglio di
stato zurighese non ha ancora fissato la data della votazione
che comunque dovrebbe svolgersi entro la fine dell’anno. Durante la campagna referendaria occorrerà, dice Philippe
Dàtwyler, dimostrare l’importanza della collaborazione tra le
chiese e lo stato, e correggere l’immagine di una interdipendenza malsana dei due partner. 11 sondaggio indica che l’iniziativa incontra meno simpatia fra le persone situate politicamente al centro (52% favorevoli), rispetto a quelle situate a sinistra (60%) e a destra (57%). Come si ricorderà, l’iniziativa
popolare è stata promossa da ambienti borghesi che rimproverano alle chiese di essere troppo a sinistra. (Spp)
I cristiani cinesi si incontrano
SEOUL — Kesponsabili del Consiglio cristiano della Cina e
della Chiesa presbiteriana di Taiwan hanno avuto colloqui ufficiosi il 23 febbraio scorso a Seoul. I primi contatti erano iniziati nel 1988 ma non erano proseguiti dopo l’Assemblea del Consiglio ecumenico a Canberra. Secondo il pastore C. S. Yang,
segretario generale della Chiesa presbiteriana di Taiwan, e Han
Wenzao, segretario generale interinale del Consiglio cristiano
della Cina, rincontro «si è svolto in un’atmosfera cordiale di
fratellanza ecumenica; in questo quadro sono stati riannodati
antichi legami di amicizia e si sono formati nuovi legami». Le
due comunità hanno scambiato le loro esperienze, in particolare gli sforzi compiuti nel campo della formazione teologica.
L’incontro ha avuto luogo su invito del Consiglio ecumenico
delle chiese, rappresentato dal pastore Dwain Epps, coordinatore della Conunissione delle chiese per gli affari internazionali.
Erano presenti il pastore Kim Dong Wan, segretario generale
del Consiglio nazionale delle chiese della Corea, il pastore Kobert Bohl, moderatore, e Syngman Kbee, direttore aggiunto
della Worldwide Ministries División della Chiesa presbiteriana
degli Usa, il quale aveva preparato rincontro organizzando visite in Cina e a Taiwan alla fine dello scorso anno. (Bip/Eni)
India: scuole magistrali
riservate per metà ai cristiani
KERALA — L’Alta Corte dello stato del Kerala, nel Sud
dell’India, ha dato ragione agli istituti magistrali cattolici e protestanti: d’ora in poi, essi potranno riservare metà dei posti disponibili ad alunni della loro confessione. Una direttiva del governo provinciale del febbraip 1994 aveva ritirato agli istituti
magistrali cristiani il diritto di disporre liberamente dei propri
posti. In segno di protesta, i vescovi cattolici e il distretto protestante della Chiesa del Sud dell’India avevano deciso di non
aprire i loro istituti all’inizio dell’anno scolastico 94-95 e di fare causa presso l’Alta Corte dello stato del Kerala. La decisione
dell’Alta Corte stabilisce che metà dei posti devono essere offerti a tutti, senza distinzione di religione o di casta. L’altra
metà è a disposizione delle comunità religiose che gestiscono
le scuole, a patto che i candidati ammessi abbiano le qualifiche
richieste dalle regole generali dello stato. Nel Kerala ci sono
101 i.stituti magistrali; 41 sono cristiani, di cui 30 cattolici. Le
scuole cristiane possono accogliere un totale di 1.200 studenti.
II Kerala è lo stato più cristianizzato dell’India. (Apic/Spp)
Cipro: riunione del nuovo
Comitato esecutivo del Cerno
NICOSIA — Il nuovo Comitato esecutivo del Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Cerno) si è riunito a Nicosia (Cipro) dal 16 al 20 febbraio scorso. La 6° Assemblea generale del
Cerno, svoltasi nel novembre 1994, aveva incaricato il Comitato esecutivo di intraprendere cambiamenti importanti all’interno dell’organizzazione e di badare che essa sia maggiormente
espressione della volontà e delle aspirazioni delle sue chiese
membro. L’elezione del pastore Riad Jarjour al posto di segretario generale in sostituzione di Gabriel Habib era stata interpretata come un segno di que.sta volontà di cambiamento. Al
termine della riunione, il nuovo Comitato esecutivo ha reso
pubbliche le principali preoccupazioni per gli anni a venire:
coordinare meglio i programmi del Cerno e quelli delle chiese,
sia a livello locale che nazionale, e dare la precedenza alle iniziative che corrispondono ai bisogni espressi dalle chiese. (Bip)
Filippine: istituzione
di un seminario metodista
MANILA — La Conferenza centrale metodista delle Filippine ha ribadito la decisione di istituire il primo .seminario teologico nel paese, che sarà collegato alla Università wesleyana
di Cabanatuan City. I metodisti delle Filippine stanno esaminando la possibilità di diventare chiesa autonoma.
3
VENERDÌ 31 MARZO 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
IL COMITATO ESECUTIVO DELL'UCEBI INFORMA
L'anno
dell'autonomia
Il 2 marzo scorso la Camera dei deputati ha
approvato il disegno di legge relativo all’Intesa battista. Riforma ha già riferito e commentato, con un articolo di Franco Scaramuccia, questa bella notizia. Siamo ora impegnati
in una corsa contro il tempo, nella speranza
che il Senato provveda a sua volta all’esame
della legge prima che si sciolgano le Camere.
Anche se questa volta, a differenza dell’anno
scorso, quando l’interruzione della legislatura
fece decadere il disegno di legge e passarono
mesi prima che il governo lo ripresentasse, il
passo ormai compiuto è irreversibile e l’iter
riprenderebbe dopo le elezioni direttamente
con l’esame da parte del Senato.
Questo è anche l’anno delle nuove strategie, dello sforzo necessario per coniugare la
totale autonomia dei battisti italiani con lo
sviluppo della loro presenza e della loro
evangelizzazione. Le chiese hanno ricevuto il
Piano di cooperazione per il ’95, che richiede
a tutti un salto di qualità e riceveranno a
maggio, dopo l’esame da parte dei revisori, i
bilanci consuntivo e preventivo. Circolari, visite a tappeto dei membri del Comitato esecutivo, convegni dei cassieri, tutti i mezzi
possibili saranno attivati per la massima diffusione delle informazioni, per la più ampia
valutazione delle scelte compiute e da compiere e per la generale crescita della consapevolezza e quindi della consacrazione di tutti.
Anche se le risposte già pervenute sono
troppo poche per delineare una tendenza, ci
sono segnali incoraggianti: chiese che hanno
accettato in toto le proposte del Piano, altre
che si sono impegnate persino oltre quanto
loro proposto, altre ancora che, avendo già
provveduto a formulare il bilancio preventivo, si sono impegnate a rivederlo alla luce
delle nuove esigenze.
Nel frattempo, nonostante le ristrettezze e i
bilanci spartani, proseguono gli sforzi per lo
sviluppo della testimonianza. Oltre ai nuovi
locali acquistati (Bollate) o affittati negli ul
timi mesi (Peschici, Napoli Arenella), sono
in cantiere due progetti di missione interna:
Qualiano, in provincia di Napoli, dove è stato affittato e inaugurato un locale per il lavoro di evangelizzazione'fra gli extracomunitari, e Reggio Emilia, anche qui con un locale
affittato. Intanto altre chiese in formazione,
come il gruppo di Ostia, cercano un locale e
una seconda chiesa etnica, dopo la comunità
cinese di Roma, ha presentato domanda formale di aderire all’Ucebi: si tratta della comunità filippina di Reggio Calabria. Altri
gruppi, in numerose città, già vengono ospitati nei nostri locali e fra loro e le nostre co
munità SI intrecciano rapporti sempre piu
stretti. In alcuni casi viene chiesto all’Ucebi
di prestare garanzia per. la chiamata in Italia
di pastori dai paesi d’origine. Il Comitato
esecutivo, pur valutando fin d’ora caso per
caso e intervenendo laddove ritiene possibile, ha attivato la Commissione ordinamento
affinché queste e altre realtà che. aspirano a
entrare in comunione con l’Ucebi trovino
adeguati strumenti normativi che tengano
conto delle diverse situazioni.
Un’apposita commissione è stata nominata in vista dell’Assemblea-Sinodo congiunti
di fine agosto, per riflettere su iniziative e
proposte in grado di far compiere un nuovo,
incisivo salto di qualità alla collaborazione
fra le chiese del Bmv.
Negli uffici, il fratello Aldo Casonato ha
assunto integralmente e definitivamente la
responsabilità del settore amministrativo,
con benefici che già si intravedono e tanto
più si vedranno a distanza per l’insieme del
nostro lavoro.
Infine segnaliamo che i nuovi uffici del
Dipartimento di teologia e del Dipartimento
di evangelizzazione, in via della Bella Villa
31, 00172 Roma, presso i quali opera come
segretaria a metà tempo, nelle ore del mattino, la sorella Luana Pallagrosi, sono stati dotati di telefono-fax-segreteria: 06-2308067.
Piemonte
Corso per
predicatori
a Torino
Continuano le lezioni del
secondo semestre dei corsi
per i ministeri locali nella
chiesa, in particolare per i
predicatori, organizzati dall’
Associazione chiese battiste
in Piemonte e dal IV circuito
della Chiesa valdese. I corsi,
concordati con il Dipartimento di teologia dell’Ucebi, durano tre anni (l’estate scorsa
si è concluso il primo ciclo
triennale) e hanno lo scopo di
fornire una preparazione di
base biblico-storico-teologica
per coloro che già esercitano
o intendono esercitare un ministero (principalmente di
predicazione) presso una
chiesa locale o al servizio di
un gruppo di chiese.
Ogni semestre vi sono da
sette a nove incontri in cui si
svelgono lezioni ed esercitazioni sulle varie materie. Il
programma per il semestre
che sta per iniziare prevede i
seguenti corsi: Introduzione
all’Antico Testamento (Eugenio Bernardini), Introduzione
al Nuovo Testamento (Domenico Tomasetto) e Storia del
cristianesimo, fino alla Riforma (Emmanuele Paschetto).
Gli incontri si svolgono
presso la chiesa battista di
Torino via Passalacqua, entrando da via Bertola, dalle
ore 15 alle ore 18 nei sabati
8 e 22 aprile, 6 e 20 maggio e
il 3 giugno.
Per informazioni rivolgersi
a Eugenio Bernardini (telef.
011-6505646), Gino Dentico
(011-618079), Emmanuele
Paschetto (011-9534752).
Cagliari: lo studio e il confronto sulla Bibbia delle donne cristiane e non credenti
Qual è oggi «l'Egitto» delle donne?
MARCELLA TAGLIASACCHI
C9 è un gruppo di donne,
nella chiesa battista di
Cagliari, che da qualche anno
si ritrova per confrontarsi sul
pensiero della differenza, sulle figure femminili della Bibbia, sulla teologia femminista. E un gruppo un po’ particolare: composto da donne
della chiesa battista che appartengono all’Unione femminile, da donne cattoliche
«non allineate» e da donne
non credenti.
A volte questo gruppo incontra delle difficoltà; ad
esempio l’anno scorso, per
via della lettura di un testo un
po’ troppo difficile di una
teologa tedesca, o a causa del
fatto che non sempre gli argomenti di discussione sono
graditi a tutte. A queste difficoltà si aggiunge lo stress del
vivere quotidiano fatto di
doppio lavoro, di traffico, di
«casalinghità», di maternità,
di «nonnità», ma anche di
travagli interiori, di percorsi
psicologici tortuosi e altalenanti di alcune.
Quest’anno ci stiamo confrontando a partire dalla lettura del testo «Letture bibliche
al femminile» e proprio da
questo è nata l’idea di preparare un culto per l’8 marzo.
Miriam, la profetessa che ha
invitato il suo popolo a cantare e a danzare dopo l’esperienza del Mar Rosso, ci è
piaciuta subito. L’esegesi del
testo ci presentava una figura
femminile ancora una volta
quasi nascosta o dimenticata
e. ci diceva di lei cose sorprendenti; inoltre ci dava
un’immagine di Dio che sen
tivamo molto vicina a noi: un
Dio che non distrugge il nemico del popolo di Israele,
ma la macchina da guerra
egiziana, rappresentata dal
cavallo col cavaliere.
Le proposte di attualizzazione del culto ci hanno permesso di riflettere su di noi e
sul nostro «Egitto» e soprattutto di coinvolgere tante altre
donne.. Al di là della chiesa
battista, al di là dell’essere
protestanti o' cattoliche, credenti o non credenti, le domande che ci siamo poste e
che abbiamo posto alle nostre
amiche, alle nostre mamme,
alle nostre colleghe di lavoro
o di altre lotte, ci hanno permesso di spezzare i confini e
le barriere che ci allontanano
e ci impediscono di vedere
Luna nell’altra una propria simile, non solo ma arricchendoci e andando avanti insieme
nella preparazione del culto,
sentendoci spinte e guidate
ciascuna dall’altra come se
fossimo state, tramite quelle
telefonate e quegli incontri
anche casuali, tutte insieme
per mano, ci è venuto in mente che potevamo provare ad
immaginare I’«Egitto» di altre
donne e cercare di individuare
quali donne vicine a noi potessero a loro volta percepirci
come il loro «Egitto». Così,
partite dalle proposte di Elizabeth Lundeburg, abbiamo costruito qualcosa di nostro.
Una di noi, che lavora come psicoioga in un consultorio nelThinterland di Cagliari,
ha tratto dal suo materiale alcune testimonianze di sofferenza e disagio in cui vivono
te donne di un ambiente socio-culturale arretrato, che
pure trovano la forza di recarsi da lei per una richiesta di
sostegno psicologico. Altre
due, che lavorano come volontarie con donne sofferenti
mentali e zingare hanno elaborato dei racconti-testimonianza ispirati dal confronto
costante con queste donne.
Molte di noi la notte precedente hanno fatto sogni agitati e la mattina qualcuna ha
preso un calmante per trovare
la forza di leggere un passo
biblico o una testimonianza.
Non ho chiesto alle mie sorelle e alle mie amiche cosa
sentissero nel loro cuore alle
note delle canzoni delle cantanti indiane americane
dell’ultimo disco di Robby
Robertson, o quando l’ex anziana di chiesa, una sorella di
.86 anni, ci ha guidate nella
Santa Cena, o quando una nostra amica ha letto le testimonianza di una donna Rom.
Non mi sono preoccupata di
osservare con sguardo distac
cato per vedere se tutto andasse bene: mi sono lasciata
andare ed era come se
anch’io, invitata da Miriam,
insieme alle donne ebree, colma di gioia per lo scampato
pericolo, danzassi, battessi i
timpani e le mani.
Se per noi F«Egitto» è il
silenzio che, nel rapporto
d’amore, diventa tramite e
strumento di sopraffazione,
che crea un bìico nel cuore e
mette a tacere l’intelligenza;
è il ruolo, la casa, il lavoro; è
la cultura maschile che ci
condiziona; è il senso di colpa che ci costringe ad essere
buone madri, buone mogli,
buone figlie... i momenti di
liberazione, per noi, possono
essere: camminare nel mondo
senza l’appoggio di un uomo;
comprendere che è anche necessario voler bene a se stesse e cominciare a farlo; imparare a scegliere liberandoci
da condizionamenti; incontrare il Signore.
CIVITAVECCHIA — Durante la Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani si sono svolti nel nostro territorio quattro incontri ecumenici concordati dalla commissione diocesana per l’ecumenismo e dai delegati della Chiesa battista.
Negli incontri svoltisi il 18, 19, 21 e 24 gennaio, rispettivamente nella parrocchia SS. Trinità, nel tempio battista, nel
convento delle suore benedettine di Tarquinia e nella parrocchia Santa Lucia di Tarquinia, si sono seguite le liturgie
appositamente preparate per l’occasione e hanno tenuto le
omelie il vescovo Grillo, don Giovanni e i pastori Luigi
Spuri e Paolo Marziale.
• Il 20 febbraio le sorelle della pomunità che si ritrovano
ogni quindici giorni per lo studio della Bibbia, hanno avuto
la gradita visita di un gruppo di sorelle responsabili del Movimento femminile evangelico battista. Esse hanno portato
un contributo interessante alla discussione sull’opera del
Movimento, impegnato in vari settori e principalmente in
quello della formazione dei ragazzi e degli adolescenti attraverso i campi organizzati nel centro di Rocca di Papa.
• Domenica 5 marzo la chiesa si è riunita per la sua assemblea ordinaria amministrativa annuale. Insieme all’approvazione del bilancio consuntivo per l’anno 1994 e di quello
preventivo per l’anno 1995 e alla decisione di contribuire
al Piano di cooperazione 1995 con la somma di lire
37.500.000, si è ridefinito l’elenco dei lavori da eseguire
nei locali sussidiari della chiesa e si è indetta una sottoscrizione per il reperimento della somma aggiuntiva occorrente
rispetto a quella prevista.
• Venerdì 17 marzo si sono svolti, presso la cappella del cimitero di Santa Marinella, i funerali della sorella Maria
Ambrosio ved. Fratturato, che ci ha lasciati all’età di 63 anni, a meno di due mesi dalla dipartita di suo marito Eliseo.
Ai figli Assunta, Adriana, Enza e Paolo rinnoviamo l’augurio di consolazione e forza da parte del Padre celeste.
• Giovedì 23 marzo, presso la chiesa «Sacra Famiglia» dei
Salesiani, ha avuto luogo un incontro ecumenico di preghiera in preparazione della Pasqua. E un altro importante
traguardo ecumenico nella nostra città che il Signore ci ha
fatto raggiungere nonostante l’idolatria imperante in certi
ambienti, (p.m.) ,
RONCIGLIONE — Lunedì 9 gennaio si è svolto il funerale
della sorella in fede Vittoria Fabbrini, deceduta a causa
delle conseguenze riportate per una caduta accidentale in
casa. Vittoria aveva solo 52 anni; era di famiglia evangelica, figlia di «Gigetta», pioniera dell’evangelismo nel Viterbese; aveva confessato la sua fede con il battesimo dei
credenti, insieme con sua figlia Rina, presso la chiesa battista di Civitavecchia nella primavera del 1991. Ha lasciato
' un grande vuoto nella sua famiglia e nella comunità di cui
' faceva parte. I fratelli e le sorelle non dimenticheranno le
sue preghiere spontanee durante i culti, caratterizzate da
limpida fede e da una vena di commozione. Al funerale,
tenuto dai pastori Claudio lafrate e Paolo Marziale, hanno
partecipato tutta la famiglia, l’intera comunità e numerosi
amici e conoscenti. 11 fatto che la nostra sorella Vittoria ci
abbia lasciato inaspettatamente e nel pieno del suo vigore
fisico e spirituale ci spinge a fare nostra l’esortazione di
Gesù: «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né
l’ora» (Matteo 25, 13). (p.m.)
TORINO — Giovedì 16 marzo Gianni Centola, di 78 anni, ha
lasciato questa dimora terrena. Il fratello Centola, da oltre
40 anni membro della Chiesa battista di via Passalacqua,
era stato colpito da un infarto, che sembrava non aver minato gravemente il suo stato di salute. Il 17, durante i funerali
nel piccolo cimitero di Sangano, amici, parenti e fratelli di
chiesa si sono raccolti intorno alla parola del Signore per
meditare sul senso della vita e trovare in Cristo la forza di
affrontare l’assurdità della morte con serenità e fede. Alla
moglie Loretta, ai figli Ida, Renata e Alberto, ai fratelli Gino e Nella, ai nipoti Lorenzo, Dario, Simone e Sara vanno
la nostra solidarietà cristiana e il nostro affetto sincero.
SAN GERMANO — Mercoledì 22 marzo si è tenuto il funerale di Eli Long, deceduto all’età di 74 anni. Tutta la comunità si unisce commossa al dolore del fratello e della
sorella per la perdita del loro caro.
Nella «Piccola collana moderna» è uscito il n. 77
Eberhard Bethge
Dietrich Bonhoeffer,
amicizia e resistenza
Prefazione di Konrad Raiser
segretario generale del Cec
pp 204, L. 24.000
Dalle memorie vivissime del grande amico, biografo e curatore delle opere bonhoefferiane, riemerge
il ritratto di una personalità eccezionale, straordinariamente anticipatrice, protagonista di una lunga
battaglia prima all’interno della
Chiesa evangelica tedesca poi
nei confronti del Reich hitleriano.
Pubblicato nel 50° anniversario
dell’assassinio del grande teologo
ucciso per la sua partecipazione
alla cospirazione contro Hitler.
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Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, U10125 TORINO
TEL 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 * C.C.P. 20780102
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 31 MARZO 1995
IL NUOVO PAHO
THOMAS SOGGIN
Da dove prende Gesù questa espressione: Nuovo
Patto, (o Nuova Alleanza) e
che cosa essa significa oggi?
(v. 20). Il termine Patto (o
Alleanza) è collegato con tre
notti terribili, di cui racconta
la Bibbia, e ha per noi oggi
un significato preciso in relazione con la cena del Signore.
Tre notti terribili
C? è anzitutto «la notte in
cui Gesù fu tradito»
(come scrive l’apostolo Paolo
in I Corinzi 11, 23). E quella
notte di circa 2.000 anni fa,
quando Gesù fu tradito e rinnegato dai suoi amici, gli
apostoli, e consegnato nelle
mani dei suoi carnefici. Eppure Gesù aveva vissuto e
mangiato con i suoi amici:
aveva fatto tante volte festa
con loro! E perfino in quella
stessa notte aveva ricordato
con i suoi discepoli l’antica
festa di Pasqua: aveva mangiato con loro lo stesso pane
e bevuto lo stesso vino!
La Pasqua è infatti la seconda notte terribile, un ricordo di più di 3.000 anni fa:
si tratta della notte in cui gli
ebrei, ridotti in schiavitù in
Egitto, ascoltano da Mosè la
notizia stupenda che il Signore li sta per liberare! Dio cioè
li libererà dopo la cena di Pasqua e permetterà loro di
sfuggire alle mani del re
d’Egitto che vorrebbe annientarli e distruggerli. Viene
così preparata ogni anno, nella notte di Pasqua, una cena
per ricordare che Dio vuole
la vita, la libertà, l’avvenire
del suo popolo.
Comunque, quando ci parla
«Quando giunse Fora, Gesù si mise a tavola, e
gli apostoli con lui. Egli disse loro: “Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua
con voi, prima di soffrire; poiché io vi dico che
non la mungerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio”. E, preso un calice, rese grazie e
disse: “Prendete questo e distribuitelo fra di voi;
perché io vi dico che ormai non berrò più del
frutto della vigna, finché sia venuto il regno di
Dio”. Poi prese del pane, rese grazie e lo spezzò,
e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo
che è dato per voi; fate questo in memoria di
me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, dette
loro il calice dicendo: “Questo calice è il nuovo
patto nel mio sangue, che è versato per voi”»
(Luca 22, 14-20)
del Nuovo Patto, della Nuova
Alleanza, Gesù si riferisce anche a una terza notte, una notte di circa 2.500 anni fa. Questa è certo la notte più terribile: durante questa notte il popolo ebreo, dopo la distruzione di Gerusalemme e del
Tempio, si trova incatenato
dai babilonesi in un campo di
concentramento (Geremia 40,
1). È la notte terribile in cui le
madri di Israele (rappresentate simbolicamente dalla matriarca Rachele), «rifiutano di
essere consolate, perché i loro figli sono morti» (Geremia
31, 15). I loro figli sono stati
uccisi dai conquistatori e Gerusalemme, con il suo Tempio, è stata rasa al suolo: e tutti sono talmente disperati, che
non vedono più per loro né
futuro, né speranza.
Geremia annuncia in quella
notte, al popolo caduto in disgrazia, proprio nel momento
più terribile della sua rovina,
che il Signore non lo ha abbandonato (Geremia 31, 3134). Se infatti l’antico Patto,
se l’Alleanza stipulata da Mosè non ha funzionato, ebbene
il Signore ha deciso, dice il
profeta, di creare un nuovo
Patto, una nuova Alleanza
con il suo popolo. Il Signore,
cioè, ha deciso di partire da
zero con il suo popolo disperato; ha deciso di stipulare
una nuova Alleanza fra lui e il
suo popolo: Un’Alleanza non
più fondata sulTobbligo di osservare precetti e comandamenti, ma fondata in primo
luogo sul perdono da parte di
Dio, sulla sua accoglienza di
questa gente disperata.
Cosicché il profeta annuncia, al popolo disperato e in
lacrime, che il Signore lo accoglie e non lo abbandona,
che lo ricostituisce come suo
popolo, che lo accetta così
com’è, con tutte le sue contraddizioni, con i suoi peccati
e con i suoi errori: «Dice il
Signore: ...io perdonerò la
loro iniquità e non mi .ricorderò più del loro peccato»
(Geremia 31, 34).
Il significato oggi
Anche oggi il Signore annuncia nel nostro testo
che egli ci accoglie e ci perdona: egli ci accoglie come
suo popolo e come suoi figli.
Egli ci accoglie così come
siamo, senza porre condizioni e, mediante il segno della
sua Cena, ci ricorda la sua
appartenenza, la sua sovranità su di noi, perché non ci
dimentichiamo mai che siamo suoi per tutta la vita.
Eppure questa accoglienza
da parte di Dio non è affatto
ovvia, normale e scontata.
Com’è possibile infatti che il
Signore si curi di gente come
quella delle tre notti viste
prima? Com’è possibile che
il Dio santo e giusto si rivolga, con tanto interesse e partecipazione, a chi lo ha dimenticato o tradito? Com’è
possibile che il Signore ci accolga come se fossimo, da
sempre, i suoi migliori e più
sinceri amici?
Questa accoglienza, infatti,
in cui Gesù resta sempre il
vero protagonista, non è mai
stata un fatto normale e dovuto, e non è neppure un fatto accettabile sul piano logico e razionale. Anzi, l’annuncio che il Signore ci accetta
così come siamo, senza condizioni, ha suscitato reazioni
contrastanti: da una parte
questo messaggio ha sempre
liberato e libera i peccatori,
risuscitandoli a vita nuova
con una forza incredibile e
travolgente, creando in loro
una gioia incontenibile!
D’altra parte questo messaggio di Gesù ha sempre suscitato (soprattutto tra la gente benpensante e religiosa,
tra gli amanti del quieto vivere e di tradizioni sicure e
indiscutibili) scandalo e critiche di proporzioni tali da
creare contro Gesù un’ira
violenta e incontenibile! Infatti, da dove pensiamo che
vengano la condanna a morte
e la croce di Gesù?
Nei Vangeli si leggono
continue accuse come queste: «Come mai mangia e beve con quelli delle tasse e
con quelli di cattiva reputazione?». Oppure: «Ecco Gesù: un mangiatore e un beone, un amico dei pubblicani e
dei peccatori» (Marco 2, 16;
Matteo 11, 19). O ancora:
«Gesù imbroglia la gente, è
un pazzo» (Giovanni 7, 12;
20; 8, 52, 59).
Ci può sembrare strano, ma
l’Evangelo di Gesù ha sempre
suscitato, tra quanti si affidano solo alla sicurezza delle
proprie tradizioni religiose,
una pesante opposizione che è
andata man mano accentuandosi fino a portare all’arresto
e alla condanna di Gesù come
persona pericolosa per l’ordine pubblico e per la salvaguardia della morale eppure,
questa intolleranza e incapacità di ascolto degli altri, è diventata un fatto quasi normale
nella cristianità, a partire dal
cosiddetto Impero romanocristiano (intorno al 350 d.C.),
quando il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’
Impero, i pagani vengono perseguitati e gli ebrei vengono
accusati di deicidio.
Invece è così che proprio la
civiltà occidentale, che proprio la chiesa stessa, sono diventati gli attori principali di
questo deicidio, seminando
per più di un millennio, con
le loro verità e sicurezze infallibili, intolleranza e terrore,
torture e roghi, guerre e violenza mentre T Evangelo del
nuovo Patto è proprio l’opposto, tutto il contrario di queste
sicurezze intolleranti.
L’Evangelo dell’ebreo Gesù non ci offre più domande
che risposte, secondo l’uso
ebraico? L’Evangelo di Gesù
non ci tira fuori proprio dalle
nostre vecchie ed egoistiche
sicurezze, dai nostri preconcetti, perché solo l’amore di
Dio s’impadronisca di noi?
Ed è proprio così perché
l’Evangelo di Gesù vuol fare
di noi un popolo nuovo, gente
nuova, gente in ricerca e accogliente, gente libera da
quella mentalità che sta alla
radice di ogni razzismo e di
ogni guerra; gente che si pone
al seguito di Gesù che ci ha
dimostrato fino all’ultimo che
il senso della vita sta nei dono di essa agli altri.
Questo è possibile soltanto
quando ci convertiamo dall’
intolleranza e dalle sicurezze
tradizionali, a Gesù Cristo vivente, che ci accoglie e ci libera, e che vuol fare di noi la
proprietà più preziosa dell’
amore di Dio.
INIZIATIVA DI «RIFORMA):
A cinquant’anni dalla fine del fascismo e della 2- guerra mondiale, la redazione di
Riforma offre ai suoi lettori e lettrici la possibilità di conoscere meglio la situazione delle
chiese evangeliche italiane sotto il regime fascista e la Resistenza alle valli valdesi acquistando a prezzo fortemente scontato i seguenti volumi della Claudiana.
L’offerta è veilida solo fino al 15 maggio 1995 e per invii in Italia.
1 volumi devono essere ordinati esclusivamente alla nostra redazione
con lettera (via Pio V, 15 - 10125 Torino - fax 011-657542) o per telefono 011-655278.
Donatella Gay Rochat
La resistenza
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Il Pioniere
Giornale d'azione partigiana e progressista
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La resistenza
nelle valli valdesi
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l.a più importante ricerca, fondata su
molte interviste e testimonianze orali,
sulla guerra partigiana nelle valli valdesi.
Il PIOMLR
Reprint della collezione del giornale
partigiano clandestino dei gruppi «giustizia e libertà» in Val
Pellice (1944-1945).
Eberhard Bethge
Dietrich Bonhoeffer,
amicizia e resistenza^.
UW-eütfL 21.500
Dalle memorie vivissime del grande amico, biografo e curatore delle Opere
bonhoefferiane, riemerge il ritratto di
una personalità eccezionale protagonista di una lunga battaglia prima all’interno della Chiesa
evangelica tedesca
poi nei confronti del
Reich hitleriano.
Nel 50° anniversario dell’assassinio
del grande teologo
tedesco.
AMICIZIA E
RESISTENZA
Prefazione di Konrad Kaiser
Antonio Prearo
Terraribelle (1943-1945)
.500
npV^t^
Le memorie di prirriissima mano del comandante della colonna vai Pellice della
5- Divisione «Giustizia e Libertà» raccontate con semplicità, onestà e spontaneità. Una pagina di storia italiana costata tanti sacrifici che non deve e
non può essere
dimenticata. Ristampa anastatica dell’edizione,
introvabile, del
1947.
Jean-Pierre Viallet
La Chiesa valdese
di fronte allo Stato fascista
L. 19.000
Giorgio Rochat
Regime fascista
e chiese evangeliche
L. 21.000
Tra la croce e la svastica
Il messaggio di una chiesa
confessante per il nostro tempo (1934-1984)
L. 11.000
Ricostruzione su fonti inedite dei rapporti
fra la Chiesa valdese
e lo Stato italiano
dalla «grande guerra»
al 1945.
Ricerca che offre un
quadro esauriente
della politica fascista
verso le minoranze
protestanti e i Testimoni di Geova.
Tra la croce
e la svastica
Il me<isaggio di una
chiesa confessante
per il nostro tempo
(Barmen 1934-84)
Le tesi della confessione di Barmen della Chiesa confessante tedesca contro il
nazismo riesaminate
nella società di oggi.
Karl Barth
Volontà di Dio e desideri umani
L'iniziativa teologica di K. Barth
nella Germania hitleriana
L. 10.000
Otto scritti degli anni
30 che caratterizzarono la resistenza al
nazismo della Chiesa
confessante tedesca.
KARL
BARTH
VOI.ONTA 1)1 DIO
5
Spedizione in abb. postale/50-Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
Il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Con una rapida cerimonia, nel pomeriggio di venerdì 24
marzo, è stata inaugurata la nuova rotonda sulla provinciale
161 della vai Pedice costruita nel corso dell’inverno dalla
Provincia di Torino; l’ente era rappresentato direttamente
dal presidente uscente, oltre che da alcuni tecnici; molti gli
amministratori locali e nazionali presenti, quasi a rappresentare un clima di elezioni ormai imminenti. Grazie alla
nuova rotonda sono state eliminate le lunghe code derivanti
dalla sosta ai semafori, si sono create due aree specifiche
per la sosta degli autobus, creati passaggi pedonali rialzati e
passaggi ciclabili. Anche la piazza Partigiani risulta modificata con la sostituzione di numerosi ippocastani. Altri interventi sono previsti sulla medesima strada; la conclusione
dei lavori di ampliamento sul territorio di Villar Pedice,
l’ampliamento del ponte sud’Angrogna a Torre Pedice e,
soprattutto, una nuova rotonda al ponte di Bibiana.
D
A A
DESI
VENERDÌ 31 MARZO 1995 ANNO 131 - N. 13 LIRE 2000
Ci stiamo velocemente
avvicinando al tempo
delle Palme e di Pasqua,
giornate in cui i giovani delle
chiese delle Valli saranno come al solito al centro dell’
attenzione; confermazioni,
battesimi, prima comunione:
una grande festa per le famiglie. Ada necessità che dalle
famiglie venga una chiara testimonianza di fede, che i ragazzi della scuola domenicale e del catechismo siano più
direttamente coinvolti nella
vita della chiesa e in particolare nel momento centrale
del culto hanno dedicato più
volte tempo e spazio Assemblee di circuito e Conferenze
distrettuali.
Parallelamente si è riflettuto suda catechesi, invitando
QUALE COINVOLGIMENTO NELLA CHIESA?
GIOVANI
MASSIMO LONC
nelle realtà locali a cercare
nuove forme di coinvolgimento sia nella tradizionale
ora settimanale sia, soprattutto, al culto: così in alcune comunità, una volta al mese,
l’ordine del culto subisce alcune piccole modifiche per
permettere ai ragazzi di partecipare alla liturgia con letture
e canti. In altre situazioni sono i giovani stessi che, con
l’aiuto del catechista, prepa
rano la liturgia e scelgono il
tema su cui si vuole meditare.
Tutte queste forme di coinvolgimento, anche quelle
«meno impegnative», contribuiscono a fare in modo che
la catechesi non sia un elemento staccato dal resto delle
altre attività, ma diventi strumento di inserimento e; di
comprensione della realtà
della chiesa.
Si può quindi dire che in
questi due anni di sperimentazione i risultati possano
considerarsi più che soddisfacenti e che le comunità coinvolte abbiano, forse dopo alcune perplessità iniziali, accolto questa novità con gioia
e in alcuni casi forse beneficiato di un culto «più comprensibile» proprio perché
pensato per dei ragazzi. Però,
anche se alcuni degli obiettivi
iniziali possono sembrare
raggiunti, occorre un Ulteriore
sforzo che affianchi ai catechisti e alle monitrici un pari
impegno da parte delle famiglie. L’insegnamento che i ragazzi ricevono si scontra ogni
giorno con la realtà della vita
e ogni cosa viene filtrata dai
vari ambienti, prima di tutto
da quello familiare.
Elezioni
Novità e
conferme per
i candidati
Molte conferme e qualche
novità anche importante; questo il dato che emerge dalle
candidature a sindaco nelle
valli valdesi in attesa della
presentazione ufficiale. C’è,
ancora, in molti dei nostri
Comuni, un’aria di mistero
sui nomi; in molti casi c’è
stata difficoltà a mettere in
piedi le liste: molte responsabilità per i nuovi assessori, il rischio per i candidati
di non essere eletti nemmeno
se si fa parte della lista vincente, la crisi politica generale sono solo alcune delle ragioni alla base della difficoltà
a trovare i nominativi.
Entrando un po’ nel dettaglio si dovrebbero confermare, a livello di candidature, i sindaci uscenti di Bibiana (Fornero), Bobbio Pellice
(Charbonnier), Bricherasio
(Bolla), Luserna San Gio;; vanni (Ghibò), Lusernetta
(Cesano), Porte (Griot), Villar Perosa (Prinzio), Perrero
,r (Legger), Prarostino (Costantino), Prali (Grill), San Germano (Bergeretti), Torre Pelllce (Armand Hugon), Rorà
(Odetto).
Nuove (e non sempre provenienti da un’esperienza
nella vecchia amministrazione) le candidature di Perosa
Argentina, Villar Pellice, Poniaretto, Angrogna, San Secondo, Pramollo, Inverso Pinasca, Pinasca. I possibili
volti nuovi sulle poltrone di
primo cittadino? Jean-Louis
Sappé o Michele Benedetto a
Angrogna, Sergio Davit o
Gianni Catalin a Villar Pellice, Bruno Don o Luciano
Martinat a San Secondo, Sergio Pera o Dario Ughetto a
Pinasca, Giovanni Prelato o
Giovanni Olivero a Inverso
Pinasca. Sono ancora poche
invece le donne candidate a
sindaco; possibili a Luserna
Daniela Magra o Bruna Peyrot, e a Pomaretto Giovanna
Purpura Calvetti.
Il progetto è del direttore della Usi 10, Rissone, e coinvolge anche l'alta vai di Susa
Verso un distretto alpino e transfrontaliero?
Nei mesi caldi della discussione sull’accorpamento delle
tre Usi pinerolesi venne lanciata dall’allora coordinatore
sanitario della 43, Giovanni
Rissone, ora direttore generale dell’Usl 10, la proposta di
una Usi alpina; ora questo
progetto riemerge, e fa discutere i Comuni potenzialmente
interessati della vai di Susa:
si parla questa volta di un
«distretto alpino».
«Ne abbiamo parlato con il
direttore generale dell’Usl 5,
il dott. Coppola - spiega Giovanni Rissone - preso atto
della sua difficoltà a gestire le
zone montane di quella Usi
ho espresso la mia disponibilità ad inserire nei prossimi
progetti Interreg 2, che comprenderanno anche la sanità,
con Briançon; in secondo
luogo ci siamo detti disponibili a mettere in piedi in via
sperimentale'un primo distretto alpino che andrebbe da
Fenestrelle a Clavière (sede
geografica Sestriere) per dare
quei servizi che la gente non
ha: basti pensare che da anni
il Comune di Pràgelato mette
un alloggio gratis a disposizione di un medico che non
Il cantiere all’ospedale «Agnelli» di PInerolo
c’è. Si è definito così un rapporto ufficiale fra le due Usi
e si è fatto un incontro in Comunità montana Alta vai di
Susa, a cui non si sono presentati i comuni si Oulx e di
Cesana, per illustrare le finalità del progetto di distretto
alpino; ci siamo rivisti a Sestriere (e questa volta gli amministratori di Cesana erano
presenti) e alcuni Comuni
hanno già deliberato l’adesione al progetto: vorremmo così poter arrivare a una “mobilità sanitaria transfrontaliera”.
coinvolgendo ufficialmente
l’ospedale di Briançon».
C’è chi, fra gli amministratori della vai di Susa, teme
che i loro cittadini debbano
andare all’ospedale di Pinerolo, sobbarcandosi due ore di
viaggio con in mezzo un colle
di 2.000 metri. «Non è assolutamente vero - aggiunge il
dott. Rissone -; nel senso che
gli ospedali sono ospedali
pubblici: il problema non è
del cittadino ma dell’Usl che
deve rendere gli ospedali più
concorrenziali dando la possi
bilità alla gente di andare dove vuole, quindi non è vero
che dovranno andare a Pinerolo. La differenza è che si
potranno finalmente avere dei
servizi in loco che prima non
c’erano».
Tuttavia nel territorio dell’
Usi ci sono molti problemi
aperti, tra di essi il jironto
soccorso dell’Agnelli. «Per
l’attuazione della nuova costruzione - continua Rissone
- ho ridotto i tempi di consegna da 300 a 150 giorni e
portato la penale sui ritardi da
5 milioni alla settimana a 5
milioni al giorno, più denuncia penale per ogni persona
che muore per mancanza di
rianimazione dopo il 150
giorno; i lavori sono stati affidati alla ditta Romeo che inizieranno a giorni. Per fine ottobre (in parallelo sono partite le gare per le apparecchiature del Dea e rianimazione,
1.700 milioni) potremo finalmente dare il via al servizio.
Entro il 31 maggio presenteremo poi alla Regione i progetti esecutivi per il nuovo
lotto con la torre, sale di
operazione e collegamenti
mediante elicottero».
Essere anziano di chiesa. Un compito,
un servizio veramente importante
nella conduzione della chiesa, come del
resto quello del Concistoro. Non sempre
oggi ce ne rendiamo conto, portati piuttosto a ritenere fondamentale il ruolo del
pastore. Per i nostri regolamenti sono anziani coloro che promuovono le attività
ecclesiastiche ed esercitano l’assistenza
spirituale e la disciplina nell’ambito della
chiesa locale. Giovanni Miegge, in un
lontano libretto del 1942 («Guida
dell’anziano») scriveva che «non vi dovrebbe essere nessuna questione delicata,
nessun problema angoscioso di cura
d’anime o di disciplina morale, o di fedeltà dottrinale che non possa essere esaminato in comune», fra anziani e pastore.
Ma vediamo come il Concistoro di Massello, nel secolo scorso, esaminava i suoi
futuri anziani.
«La Commissione d’esame, nominata
per valutare le quattro persone proposte
come anziani dei quartieri X, Y, Z, va
ILFILO DEI GIORNI
L'ANZIANO
MARCO ROSTAN
canti per la morte o le dimissioni dei titolari, comunica il risultato del proprio
lavoro; si è dapprima stabilito che le domande da porre avrebbero riguardato
l’epistola di Tito. Pons Barthélemy di
Barthélemy, proposto per essere anziano
di X, ha risposto in modo soddisfacente
alle domande sul peccato, la fede, l’opera del Cristo; ha mostrato una conoscenza della Parola, sia intellettuale che pratica, molto soddisfacente; la commissione è felice di ammetterlo alla carica proposta.
Pons Barthélemy, proposto come anziano di Y, ha risposto alle stesse do
mande in modo meno chiaro ma sufficiente, ed è stato ammesso, con l’impegno di occuparsi con maggiore diligenza
delle questioni relative alla salvezza...
Tron Jean-Pierre, proposto come anziano di Z, è parso invece piuttosto debole sia per la lettura della Bibbia che
per la comprensione dei punti essenziali
della dottrina teologica e perciò non è
stato ancora accettato: lo si è invitato
caldamente a fare i necessari sforzi per
colmare le deplorevoli lacune mostrate
dal suo esame.
1 candidati sono stati informati delle
decisioni prese dalla sottoscritta Commissione d’esame e, così come si era iniziata, la seduta si è conclusa con una preghiera. Il 28° giorno del mese di Novembre dell’anno 1861. Firmato: i membri
della Commissione...».
(dal testo francese del Registro degli Atti
del Concistoro di Massello, pubblicato da
Giorgio Tourn in un «Taccuino», sull’«Eco
delle Valli» del 9 marzo 1962).
ÌN Questo
Numero
Mentoulles
Un piccolo centro dotato
di una grande memoria.
L’archivio del priorato è
addirittura uno dei più importanti in tutto il Piemonte e risale al XIII secolo.
Contiene manoscritti antichi e opere rare, e si propone come un grande esempio di attenzione per la
conservazione del patrimonio della storia.
Pagina II
Vaccera
Il rifugio si amplia. Una
delle ultime sedute del
Consiglio comunale di Angrogna ha approvato il
progetto che porterà un numero maggiore di posti letto, che potranno arrivare a
essere tra 40 e 50. Sono
ospiti del rifugio, oltre ai
singoli, soprattutto gruppi
di scolaresche e di arrampicatori che si cimentano
con le palestre di roccia
nella zona del Bagnòou.
Pagina II
Val Chisone
Le opportunità lavorative in vai Chisone sono state oggetto di un dibattito a
San Germano. Si sono prese le mosse dal periodo
dell ’ industrializzazione,
specialmente nel settore
tessile, e si è arrivati a interrogarsi sui Mondiali di
sci del Sestriere: tutte le
strade, naturalmente, devono essere esplorate per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro.
Pagina III
Prustinenc
Un vino di produzione
locale avrà (si spera) dalla
prossima vendemmia la
denominazione di origine
controllata: è il Prustinenc,
prodotto con i vitigni di
Prarostino, dove sarà presentato il 31 marzo.
Pagina III
6
PAG.
Il
E Eco Delle Vaï.i.i moESi
VENERDÌ 31 MARZO 1995
Un tesoro l'archivio del priorato
Storia di Mentoulles
LILIANA VIGLIELMO
La chiesa cattolica a Mentoulles
TURISMO NELLE VALLI SUSA E CHISONE — I Comuni di Bardonecchia, Oulx, Sauze d’Oulx, Sestriere, Cai viere, Cesana Torinese, Sauze di Cesana, Gravere, Chiomonte,
Exilles, Salbertrand, Venaus, Novalesa, Susa, Sant’Ambrogio di Torino, Avigliana, Moncenisio, Pragelato, San Giorgio e Fenestrelle sono stati oggetto di studio da parte della
Regione, attraverso la definizione di progetti guida. Tale
studio intende fornire soluzioni omogenee di arredo urbano
e ambientale per orientare le amministrazioni comunali delle due vallate per l’organizzazione della viabilità interna dei
centri storici, per la pavimentazione stradale e per il rifacimento degli spazi pubblici nel rispetto dei caratteri storici
originali. I sindaci e le tre Comunità montane interessate
potranno approfittare di questo studio (è stato esaminato un
territorio di oltre 10.000 metri quadrati, con oltre 5.000 fotografie, 200 metri quadri di disegni e 8 ore di video) e
delToccasione di un finanziamento di Cee, Stato e Regioni
che va fino al 70% dell’intervento per arredo urbano permanente. Le amministrazioni comunali hanno 120 giorni di
tempo per accedere a tale contributo con tempi di realizzazione quantificabili entro la metà del 1998.
LA SOLIDARIETÀ DA COSTRUIRE — Si tornerà a parlare di solidarietà in occasione di un pubblico confronto organizzato dall’associazione Arcobaleno contro il disagio e
l’indifferenza, per la serata di mercoledì 5 aprile alle 20,45,
nel cinema Trento di Torre Pellice. Di risorse e servizi parleranno il direttore generale dell’Usl 10, Giovanni Rissone,
l’assessore della Comunità montana vai Pellice Ezio Borgarello, l’operatore della comunità montana Gianclaudio Magra, esponenti dei Sert e dei Cat. Sarà un’ulteriore occasione per fare il punto su un settore che accanto a bellissime
esperienze di volontariato segnala purtroppo anche quotidiane e dolorose sconfitte.
CENSIMENTI DEGLI UNGULATI — Il comparto alpino n.
1 della vai Pellice sta organizzando un nuovo Censimento di
ungulati (camosci, caprioli, mufloni) presenti sul territorio
della valle; alcune riunioni preparatorie si sono svolte con
la partecipazione di cacciatori e associazioni ambientaliste.
Per quanto riguarda il capriolo, presente anche nelle zone
basse della valle ma concentrato fra i 5(K) e i 2.000 metri, il
precedente censimento era stato condotto in una zona campione, quella fra il torrente Angrogna e la località Sea di
Torre Pellice, con superficie di circa 800 ettari; in base alle
schede tecniche le 2CÌ0 persone coinvolte nel censimento individuarono 16 esemplari, numero probabilmente inferiore
alla reale consistenza dell’animale nella zona.
VERSO UN AUMENTO DI CAPITALE ALLA SEGGIOVIA — Si deciderà sabato 1“ aprile il futuro della seggiovia
di Prali che necessita di interventi decisamente importanti;
potrebbe essere cambiato rimpianto di risalita rendendolo
più veloce e aumentandone la portata. I costi sarebbe però
elevati (si parla di alcuni miliardi) e i finanziamenti non sono affatto certi; fra le ipotesi l’aumento del capitale societario, intanto però la Società 13 laghi ha dovuto fare i conti
con un’altra stagione negativa dove la scarsità di precipitazioni nevose ha considerevolmente penalizzato gli incassi.
AL VIA UN CORSO DI LEGATORIA — Inizia in questi
giorni a Torre Pellice un interessante corso di legatoria e restauro libri organizzato dall’associazione Arcobaleno in
collaborazione con la Comunità montana vai Pellice e il
Comune di Torre Pellice. Coordinato da Giorgio Capello, il
corso vedrà impegnati alcuni alcolisti in trattamento ma potrebbe in futuro essere esteso ad altre persone. È un’attività
assai interessante perché propone possibilità di lavoro oggi
assolutamente scoperte in valle offrendo nel contempo uno
spazio di inserimento a persone in difficoltà.
NUOVI COMPITI PER LE GUARDIE ECOLOGICHE —
Le guardie ecologiche volontarie potranno essere coinvolte
nell’attività di prevenzione nonché di soccorso in caso di calamità o di disastro ambientale. Lo prevede una modifica alla legge regionale che ha voluto recepire quanto inserito in
numerose altre leggi nazionali e cioè possibilità di interventi
per educazione, prevenzione, vigilanza in materia di vincolo
idrogeologico, di incendi boschivi, di tutela delle aree protette, di raccolta e commercializzazione funghi. Le nuove
funzioni verranno assegnate soltanto a chi ne farà richiesta,
previa la partecipazione ad appositi corsi di aggiornamento.
SEMAINE DU JUMELAGE — Si svolgerà dal 22 aprile al
1° maggio la «Semaine du jumelage» fra il Comune di Inverso Rinasca e quello francese di L’Argentière-la-Bessée;
le manifestazioni in terra francese prevedono momenti di
spettacolo, esposizioni di prodotti tipici delle due zone,
concerti, incontri fra combattenti per la Liberazione del
1945, cucina tipica e gare sportive.
Il villaggio di Mentoulles,
in «vai Chisone, è uno dei
piccoli centri delle nostre
valli che vengono ogni fine
settimana attraversati da colonne di automobili in viaggio sulla statale 23 verso il
Sestriere. Sembra veramente
una località di scarso rilievo,
tuttavia la grande chiesa,
sproporzionata all’attuale popolazione, testimonia dell’
importanza del priorato di
Mentoulles, la cui fondazione
risale al 1200, con un piccolo
gruppo di monaci dislocati
dall’abbazia di Oulx.
L’archivio del priorato di
Mentoulles, uno dei più importanti non solo del Pinerolese ma di tutto il Piemonte,
contiene documenti di molti
secoli successivi, che attirano visitatori di ogni genere.
Per parlare di questa notevole raccolta, nella sede
della Comunità montana
Chisone e Germanasca, è stato invitato il priore, mons.
Angelo Blanc.
Presentando questo tesoro
di documenti del passato,
mons. Blanc ha lamentato innanzitutto le difficoltà che si
incontrano nella ricerca dei
documenti, dovute a una catalogazione insufficiente o
condotta con metodi ormai
sorpassati, per cui occorrerebbero mesi e mesi di lavoro di persone specializzate
per mettere un po’ d’ordine
negli scaffali.
Mons. Blanc ha citato come segno di una ricca vita
culturale in vai Chisone una
raccolta di manoscritti di musica sacra, che venivano copiati a mano nelle stalle durante le veglie, per servire
poi in occasione delle funzioni religiose.
La Rivoluzione francese e
il periodo napoleonico furono catastrofici per l’archivio di Mentoulles e ne causarono una grande dispersione.
Per evitare che i documenti
fossero distrutti dalle truppe
di occupazione, molte persone li sottrassero e li nascosero nelle loro abitazioni.
Col passare degli anni di
queste carte si perse il ricordo e a volte comparvero nei
posti più impensati; mons.
Blanc ha citato come esempio la copia del decreto di
Luigi XIV che ordinava
l’erezione del campanile e
della sacrestia di Mentoulles,
ricevuta in dono dal pastore
Theo Kiefner, il quale' aveva
trovato il documento in un
altro archivio a Torre Pellice.
Malgrado le perdite dovute
alle burrascose vicende del
passato, l’archivio ha conservato una bella consistenza in
manoscritti antichi e opere rare ed è molto visitato dagli
eredi tedeschi delle famiglie
valdesi che furono costrette a
rifugiarsi in Germania dopo la
revoca dell’editto di Nantes.
Il priore si è augurato che anche molti giovani in Italia ne
sappiano capire il significato
di conservazione della memoria storica, trovando nelle vicende del passato uno stimolo
per affrontare il futuro.
Scuole e arrampicatori al rifugio
Più posti alla Vaccera
Una nuova rivista a Torre Pellice
Nasce «Fandonie»
Una rivista che si pone come strumento di resistenza
all’omologazione culturale e
istituzionale, che sperimenta
il rapporto fra linguaggi diversi, che prima di parlare
cerca di ascoltare, magari gli
«ultimi» o i senza voce. Fandonie, quadrimestrale nato a
Torre Pellice per volontà di
un gruppo di amici (è brutto
dire sempre: un gruppo di
«giovani e meno giovani»)
che nell’autunno scorso cercarono di dar vita a un Centro sociale autogestito, si presenta così.
Sbaglierebbe tuttavia chi
volesse intendere questa defi
29 aprile-r maggio
Ricordando
i valdesi
nel Luberon
Sabato e domenica 29 e 30
aprile e lunedì 1° maggio si
svolgerà la «Rencontre vaudoise du Luberon», commemorazione del 450° anniversario del massacro dei valdesi
del Luberon. La manifestazione, organizzata da «La
route historique des Vaudois
en Luberon», toccherà sabato
il castello di Lourmarin e la
cittadina di Cabrières d’Aigues; domenica il culto sarà
celebrato a Mérindol e lunedì
si visiterà Cabrières d’Avignon e si concluderà la sera a
Menerbes.
Alla serata di domenica 30
aprile parteciperà il Gruppo
teatro Angrogna.
nizione della rivista come un
concetto statico, bloccato e
esaustivo: nelle intenzioni dei
redattori Fandonie potrebbe
essere questo ma anche molto di più o forse molto di meno; l’importante è non essere
inquadrato in logiche accettabili in altri ambiti ma estranee a questa esperienza.
Nonostante la rivista si articoli in spazi chiaramente individuabili (storie vissute,
poesia, confronti politici) è
rintracciabile in questo primo
numero (ma loro lo ritengono
ancora uno «zero») un soggetto monografico: si tratta
per l’appunto della vicenda
Centro sociale, qui ripercorsa
con la teatralizzazione di parte del dibattito seguito alla
performance teatrale di strada
dell’ottobre scorso (in cui intervengono parte dei fautori
del Centro sociale, il sindaco,
più qualcuno che non è convinto) e con due conversazioni, con un operatore sociale
la prima, con un amministratore e un operatore artistico
la seconda.
Ne emerge innanzitutto la
buona scelta di una formula,
quella della conversazione in
luogo dell’intervista, ritenuta
troppo lapidaria e «secca»
dal coordinatore della rivista,
Andrea Salusso; ma ne emergono anche i problemi di una
valle che, nonostante tutti gli
sforzi e l’impegno pubblico e
dell’associazionismo privato,
non è soddisfatta del livèllo
di dialogo tra le sue componenti sociali.
La rivista, edita dall’associazione culturale «Stranamore» di Pinerolo, ha individuato come tema monografico
per il futuro numero uno quello del lavoro. Il materiale di
riflessione non manca.
Il rifugio Vaccera, situato
sull’omonimo colle in alta vai
d’Angrogna, nei prossimi
mesi si amplierà potendo così
ospitare più posti letto; uno
degli ultimi Consigli comunali ha approvato la concessione e quindi si potrà dare il
via ai lavori. Alla base della
richiesta dei gestori c’è il
buon andamento delle iniziative con le scuole, della cintura torinese anzitutto: «Ormai da alcuni anni - spiega
Paola Oddono, una delle responsabile della struttura proponiamo durante Tanno
scolastico soggiorni da due a
cinque giorni. Se la stagione
invernale è favorevole introduciamo anche la pratica
dello sci; in caso contrario,
come quest’anno, l’attività è
legata alla scoperta dell’ambiente montano con altre possibilità sportive: abbiamo ad
esempio allestito delle palestre di roccia al Bagnòou.
L’ampliamento è finalizzato
ad aumentare gli attuali 20
posti letto a 40-50 onde poter
ospitare un paio di classi insieme e fare più attività
all’interno in caso di maltempo: abbiamo infatti verificato che per motivi didattici
spesso le scuole preferiscono
spostarsi con due gruppi, per
cui ora ci troviamo in difficoltà cón l’ospitalità».
Il lavoro con le scuole non
è in assoluto una novità per la
vai Pellice (il Bacomela ospita da anni decine di scolaresche), lo è però per uno dei
più bei punti panoramici della
valle, con i suoi due versanti
totalmente diversi anche sotto
il profilo climatico; l’attuale
anno scolastico ha visto
l’adesione di poco meno di
20 classi, un buon risultato
per un’attività agli inizi a con
alcuni handicap. Oltre ai problemi di ricettività c’è anche
quello dei collegamenti: «Da
un po’ di tempo il Comune
consente corse straordinarie
dei propri autobus per portare
i ragazzi alla Vaccera *- continua Oddono - ma certo si è
un po’ isolati, per esempio rispetto alla possibilità di visitare musei o altre attrattive
della zona».
Anche il vicino giardino
botanico della Rostania pare
troppo trascurato per poter
essere inserito in un percorso
naturalistico, né funziona attualmente il percorso Gta
(Grande traversata delle Alpi). «Ci sono troppe interruzioni nelle possibilità di pernottamento - aggiunge Paola
Oddono - per cui risulta difficile per i turisti orientarsi: il
vicino posto tappa della Sea
di Torre Pellice è ancora
chiuso e sul versante di San
Germano non c’è molto. Noi
lavoriamo invece bene con le
cooperative di animazione sociale di Torino».
Sono quattro le persone
coinvolte nell’attività del rifugio Vaccera, con progetti
nuovi, una preparazione specifica mediante la partecipazione a corsi di formazione,
iscrizione alTUniversità; elementi necessari per poter
condurre con competenza e
concretezza questa attività.
Presentata dalla Società biblica in Italia
Bibbia in mostra nella
biblioteca di Pinerolo
Una mostra bibliografica e
di documentazione grafica
(sec. XVI e XX) sarà presentata dalla Società biblica in
Italia alla Collezione civica
d’arte di Palazzo Vittone a
Pinerolo. La mostra ha lo
scopo di promuovere la conoscenza della Bibbia e della
sua storia millenaria con un
taglio interconfessionale. La
Società biblica italiana, costituitasi nel 1983, è infatti
un’associazione cristiana indipendente, non legata ad alcuna confessione, e lavora a
stretto contatto con la Società
biblica britannica e forestiera;
fra le sue realizzazioni più
irnportanti di questi ultimi anni c’è la traduzione interconfessionale in lingua italiana
corrente a cui hanno contribuito studiosi cattolici e
evangelici.
Nell’ambito della mostra,
proposta alla città di Pinerolo
dalla locale Chiesa valdese,
dall’assessorato alla Cultura e
dalla Biblioteca Alliaudi, vi
saranno pannelli fotografici
completati da numerosi esemplari di edizioni moderne della Bibbia in diverse lingue,
nonché alcuni esemplari di
particolare interesse storico,
appartenenti alla Biblioteca
Alliaudi di Pinerolo e a quella
valdese di Torre Pellice.
Nel quadro della mostra
sono previste due conferenze
pubbliche: in apertura, sabato
1° aprile alle ore 16,30 ,parlerà Bruno Corsani, docente
di Nuovo Testamento presso
la Facoltà valdese di 'Teologia di Roma, che interverrà
sulle vicende della Bibbia in
Italia dal XV secolo ad oggi;
in chiusura, sabato 8 aprile
alle ore 17, ci sarà quella di
Giorgio Tourn, pastore e direttore del Centro culturale
valdese di Torre Pellice, che
parlerà dei valdesi e la Bibbia. L’esposizione rimarrà
aperta fino al 9 aprile con il
seguente orario: domenica
10.30- 12 e 15,30-18, feriali
15.30- 18.
Posta
Enzo Ferlenda
Il 24 marzo abbiamo accompagnato al cimitero il
compagno Enzo Ferlenda, segretario della sezione di Bricherasio del Pds.
Aveva appena 38 anni: è
cosa ancor più dolorosa perdere un amico e un compagno così presto, ma con Enzo
sentiamo il venir meno di una
persona impegnata, leale, assolutamente disinteressata.
Ha sempre dato tutta la sua
partecipazione, con molta discrezione, persino troppo
schivo di elogi e riconoscimenti.
La sezione di Bricherasio
ha sempre operato in un contesto sociale difficile per la
sinistra, dunque ci volevano
tenacia e pazienza. Enzo le
ha dimostrate.
Ci sentiamo e ci sentiremo
più soli senza il suo aiuto, la
sua forza d’animo, il suo spirito di servizio.
/ compagni del Pds
della vai Pellice
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'VENERDÌ 31 MARZO 1995
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Le prospettive tra i Mondiali di sci e la necessità di tutelare l'ambiente
Quali opportunità lavorative in vai Chisone?
La Regione e le nuove professionalità
MATTHEW NOFFKE
Venerdì 17 marzo si è tenuto nel tempio di San
Germano Chisone un dibattito sul tema «La situazione del
lavoro in vai Chisone e le opportunità offerte dai Mondiali
- del 1997». Ha aperto la serata
l’intervento dell’assessore al
Lavoro della Comunità montana valli Chisone e Germanasca. Renato Ribet, che ha
presentato a grandi linee
quella che era la situazione
del lavoro nella valle negli
anni precedenti. La società
valligiana, da contadina che
era, aveva trovato una nuova
' occupazione nelle grandi industrie, tessile prima, metallurgica poi, intorno alle quali
ha modellato la propria vita
lavorativa.
La recente crisi dell’industria metallurgica, che ha investito anche la Skf di Villar
Perosa, ha creato una massa
di disoccupati che non si vede
offrire una valida alternativa
occupazionale. Essendo improponibile un ritorno alla vita contadina, si pone la questione del futuro economico
della valle. Il turismo può essere una strada percorribile, e
la stessa Comunità montana
sta operando per rivalutare le
ricchezze non solo ambientali
ma anche culturali del luogo.
Lo svolgimento dei Mondiali
di sci che si terranno a Sestriere nel 1997 convoglierà
nuove risorse finanziarie nella valle, che potranno essere
occasione per un rilancio economico della zona. È necessario però che questi fondi
siano distribuiti in modo ocu
Un reparto del Cotonificio Widemann
lato, per massimizzarne gli
effetti produttivi.
Innanzi tutto la valle deve
sopportare la carenza di alberghi e posti letto, senza i quali
è impossibile accogliere un
flusso crescente di visitatori.
È inoltre necessaria la salvaguardia dell’ambiente, ricchezza indispensabile che il
passato industriale della valle
ha contribuito a degradare.
Il rilancio economico si pone quindi come soluzione al
rilancio dell’occupazione, ma
la necessità di nuove alternative al lavoro dell’industria
metalmeccanica rende indispensabile la disponibilità di
maggiori e più accurate informazioni. A questo proposito
sono intervenute le rappresentanti del Centro per l’informazione locale sull’occupazione (Cilo), Tiziana Perelli di Pinerolo e Milena Fossat
di Perosa Argentina. Questo
organismo intende affrontare
il problema dell’occupazione
da un lato attraverso l’informazione e dall’altro svolgendo una collaborazione attiva
con il disoccupato. Sotto
l’aspetto informativo il Cilo
si propone di fornire all’utente il maggior numero di dati
possibile sul mondo dell’occupazione (le offerte di impiego o lo svolgimento di
corsi formativi), a cui affianca come «Informagiovani»
informazioni su vacanze,
tempo libero e studio.
Il grande interessamento al
lavoro offerto dal Cilo dimostra l’utilità di un ente del genere presente sul territorio.
Oltre al momento informativo, l’organizzazione offre un
aiuto attivo a tutti coloro che
ne sentono il bisogno, creando personali rapporti con
l’utente che viene seguito, se
necessario, nei suoi primi
Il vino targato Prarostino
Ecco ¡I «Prustinenc»
ERICA BONANSEA
Con la scorsa vendemmia,
il Comune di Prarostino
ha voluto tentare l’esperimento della creazione di un vino
della zona, che verrà chiamato «Prustinenc». Da un po’ di
tempo si sta parlando della
possibilità di creare un vino
pinerolese doc e, se la commissione apposita approverà
il progetto, già con la prossima vendemmia i vini delle
nostre valli e della pianura
circostante saranno a denominazione di origine controllata.
Tra questa varietà di vini, che
includerà di sicuro quelli già
,, rinomati di Bricherasio, verrà
inserito anche il prodotto di
Prarostino.
Nel 1994 i viticoltori prarostinesi hanno prodotto 979 ettolitri di vino, di cui parte
confluisce nella cantina sociale di Bricherasio e parte
viene sfruttato a uso privato.
Cinque produttori hanno però
deciso di aderire al progetto
coordinato dal Comune per la
creazione del «Prustinenc».
Poco meno di 18 ettari coltivati a vite hanno fornito 1’
uva necessaria a produrre circa 5.000 bottiglie; la vinificazione per il momento non
è stata condotta presso il Comune di Prarostino ma tramite
la ditta frossaschese di Renato
Dora: naturalmente se, come
si spera, quest’esperimento
avrà un seguito, il Comune si
dovrà attrezzare per poter
completare sul posto tutti i
processi di vinificazione.
Il «Prustinenc» viene presentato ufficialmente venerdì
31 marzo alle 18 presso il salone comunale di Prarostino,
dove ci sarà una degustazione
seguita da una prima serata
gastronomica con prodotti tipici in una trattoria locale.
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passi nel mondo dell’occupazione. Soprattutto con fasce
sociali più vulnerabili il Cilo
si è proposto un particolare
impegno diretto. Inoltre, per
entrare maggiormente nel
problema della ricerca dell’
impiego, il Cilo di Pinerolo
ha condotto una fruttuosa
collaborazione con l’ufficio
di collocamento locale, svolgendo un’indagine su necessità e preferenze degli iscritti
alle liste.
La discussione si è infine
spostata sulla reale necessità
di posti di lavoro nella valle.
L’assessore Ribet ha dimostrato come effettivamente
non basti un semplice offerta
di impiego provvisorio ai disoccupati, i quali secondo le
tradizioni del lavoro nella zona ricercano un’occupazione
fissa. La situazione economica odierna dimostra come effettivamente ambire a un posto fisso sia ormai un pericoloso anacronismo, essendo il
futuro del lavoro nei contratti
a termine.
La ricerca di un impiego
resta un’impresa difficile nella nostra valle, per la quale è
necessario trovare valide alternative all’occupazione industriale: inoltre, per entrare
nel mondo del lavoro è sempre più indispensabile l’acceso a informazioni che istituti
pubblici come il Cilo possono garantire. È un problema
che interessa tanto l’amministrazione pubblica quanto i
lavoratori, i quali devono
rendersi conto che il mondo
del lavoro è cambiato e che
quindi deve cambiare anche
il lavoratore.
Corsi di formazione
La Regione Piemonte rivoluziona il sistema della formazione professionale con
l’approvazione di una legge
che delinea un ruolo autonomo rispetto all’istruzione nazionale, alla quale va coordinata ma da cui non può essere
messa in un rapporto di subordinazione e dipendenza.
Questa legge regionale è il
frutto dei grandi cambiamenti
avvenuti a partire dal 1980,
quando entrò in vigore la precedente normativa, sino ad
oggi con la riduzione del peso
occupazionale nel settore
deH’industria e dell’agricoltura a vantaggio dei servizi, con
la diminuzione della richiesta
di mansioni operaie e impiegatizie qualificate, con l’aumento della componente femminile. L’attuale provvedimento, varato all’inizio di
marzo, considera la formazione uno strumento di politica
attiva del lavoro ed è strettamente collegata con l’orientamento alle professioni maggiórmente richieste; inoltre
viene integrata e collegata
con il sistema scolastico nazionale e con le università.
Un ruolo importante verrà a
svolgere la concertazione con
le associazioni degli imprenditori e dei lavoratori dipendenti che saranno chiamate a
definire gli schemi di proposta dei piani triennali e delle
direttive annuali di attuazione,
coinvolgendo ad alto livello le
Province. La didattica verrà
rinnovata e aperta alle metodologie specifiche della formazione degli adulti con corsi
a struttura modulare e a distanza. I centri di formazione
professionale si chiameranno
agenzie e questo per sottolineare il ruolo di erogazione
di àzioni formative al servizio del territorio e saranno
realizzate strutture che potranno assumere il carattere
di società consortili a partecipazione mista pubblico privati, coinvolgendo anche i soggetti economici e sociali presenti nel territorio.
L’evoluzione di questo sistema sarà sostenuta da un
aggiornamento degli operatori e dal sostegno che verrà dato ai piani di riorganizzazione
presentati dagli enti, con investimenti nelle dotazioni
tecnologiche e nelle metodologie didattiche. La nuovà
formazione professionale si
rivolgerà ai cittadini italiani
con particolare attenzione a
quelli in condizione di reale o
potenziale svantaggio e ai cittadini stranieri in regola con
la normativa nazionale vigente; le attività saranno inoltre
finalizzate all’inserimento lavorativo dei giovani, all’
aggiornamento dei lavoratori
dipendenti, al sostegno dei
soggetti deboli del mercato
del lavoro e allo sviluppo di
nuova imprenditorialità.
Per il prossimo anno scolastico si prevedono, in base al
programma formativo approvato dal Consiglio regionale,
1.220 corsi rivolti a 22.700
allievi; i corsi per il primo inserimento lavorativo saranno
circa 700, quelli per i disoccupati quasi 300 e riservati
alle donne 52; 200 saranno
destinati ai lavoratori già occupati, 50 ai soggetti svantaggiati e 19 ai migranti.
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Il parassita crea periodicamente allarme nelle scuole e in luoghi pubblici
Le precauzioni per evitare la pediculosi
Tutti gli anni, nelle scuole e
ovunque vi sia vita comunitaria promiscua per molte ore
del giorno, si verificano epidemie di pediculosi. Il pidocchio è un parassita del cuoio
capelluto che misùra circa 23 millimetri di lunghezza e
che si muove velocemente tra
i capelli, non salta e non vola
e non riesce a sopravvivere a
lungo se non a contatto con
l’essere umano (per questo
non lo si trova nella polvere o
sui pavimenti). Proprio in
questi ultimi mesi molte famiglie delle scuole di Torre
Pellice si sono allarmate per
la diffusione dei pidocchi,
che crea quasi sempre una
sorta di panico.
«Spesso - dicono gli operatori del servizio di igiene pubblica di Torre Pellice preposti
al controllo in caso di segnalazioni e epidemie - ci si vergogna quando si scopre di
avere qualche elemento della
propria famiglia con i pidocchi e così non solo non si avverte la scuola ma neanche altri ambienti dove il contagio
avviene facilmente. Il contatto
infatti avviene o per contatto
diretto tra le teste o per contatto indiretto tramite oggetti
(cuscini, pettini, spazzole,
sciarpe, poggiatesta). Quindi
se non è impossibile è certa- '
mente molto difficile evitare
di prendere i pidocchi».
Proprio per prevenire la
diffusione del pidocchio e soprattutto per evitarne una
massiccia diffusione da diversi anni il servizio di igiene
pubblica distribuisce un opuscolo gratuito alle famiglie
dei bambini che frequentano
le scuole e nel quale, oltre ad
informazioni precise, vengono dati validi consigli per affrontare la pediculosi. Nelle
comunità scolastiche per
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Tel. 0121-59.690 BRICHERASIO via Torre Pellice, 57
ASSICURAZIONI
^U^curesVita
esempio è molto utile evitare
di ammassare cappotti, sciarpe e cappelli e quando è possibile sarebbe meglio che ciascun bimbo avesse a disposizione un proprio armadietto;
in famiglia è più difficile evitare le occasioni di contatto e
pertanto quando controllando
i capelli ci si accorge della
presenza di pidocchi o lendini, le uova che hanno la dimensione di una capocchia di
spillo di colore grigio bianco,
va effettuato immediatamente
il trattamento con shampoo
antipediculosi che si acquista
in farmacia. «È molto importante - ribadiscono gli operatori del servizio di igiene
pubblica - che il trattamento
venga esteso a tutti i membri
della famiglia, che federe,
sciarpe e cappelli vengano lavati a 60 gradi e che gli oggetti come spazzole e pettini
siano lavati con lo shampoo
antipediculosi. Non è necessario tagliare o radere i capelli caso mai, se lunghi, vanno
raccolti e serve utilizzare lo
shampoo apposito se il bimbo
non ha i pidocchi o per molto
tempo dopo che li ha avuti;
questo infatti finisce con l’annullare le adeguate difese del
capello».
Soprattutto non va tenuto
nascosto che il proprio bimbo
ha i pidocchi, impedendo così
il controllo e favorendone la
diffusione. Il pidocchio viene
dallo sporco ma preferisce i
capelli puliti!.
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16
PAG. IV
E Eco Delle mLLi mLOísi
VENERDÌ 31 MARZO 1995
Nelle
Chiese Valdesi
FERRERÒ — Domenica 2 aprile è convocata l’assemblea
di chiesa per discutere la relazione finanziaria.
SAN GERMANO CHISONE — Domenica 2 aprile, con
inizio alle ore 15, si terrà l’annuale bazar di beneficenza
organizzato daU’Unione femminile. È una bella opportunità per incontrarsi offerta dalle sorelle a tutta la comunità e a quanti vorranno unirsi. Il ricavato, come
sempre, verrà devoluto alle opere diaconali e ai vari servizi della chiesa.
ANGROGNA — Martedì 4 aprile il Concistoro è convocato, alle ore 21 presso il presbiterio, per la stesura della
relazione annua. Parteciperà ai lavori Franco Taglierò,
che assumerà la guida della comunità dal prossimo settembre.
• Sabato 8 aprile, con inizio alle ore 9, si terrà un campo
di lavoro alla foresteria valdese di Pradeltomo. Ai partecipanti verrà offerto un frugale pranzo.
RORÀ — Martedì 4 aprile alle ore 20,45 alle Fucine, seduta ordinaria del Concistoro.
FERRERÒ MANIGLIA — Le riunioni quartierali si terranno martedì 4 alla Baissa alle ore 15 e mercoledì 5 alle Grangette alle ore 15.
VILLAR FELLICE — Il pastore Giorgio Toum illustrerà
11 viaggio effettuato in Uruguay e Argentina nell’autunno scorso presentando una serie di diapositive nel corso
delle serate di mercoledì 5 aprile alla Piantà, mercoledì
12 aprile al Centro, mercoledì 19 aprile al Teynaud.
VILLASECCA — L’Unione femminile si ritroverà giovedì 6 aprile alle 14,30.
• Riunioni quartierali: lunedì 3 aprile a Villasecca ore
20; martedì 4 in località Trossieri ore 14,30; mercoledì 5
in località Serre Marco-Morasso ore 20.
FOMARETTO — Il 7 aprile ci sarà una delle riunioni previste per la preparazione dei monitori.
• Riunioni quartierali: mercoledì 5 alle 20 località Pons;
giovedì 6 alle ore 15 località Paiola; venerdì 7 a Perosa
ore 20,30.
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’Unione femminile si
ritrova il 9 aprile per far visita all’Unione di Bobbio.
Cantavalli il r aprile a Villar Perosa
Serata Old Time con
la «Miss Piggy band»
Il Cantavalli si sposta sabato 1° aprile a Villar Perosa
presso la palestra comunale;
ospiti della serata saranno
Polo Burguière e Nadine Marinelli, che insieme a due musicisti americani con chitarra
e contrabbasso danno vita a
«Miss Piggy band». La loro
musica è del genere «Old time music», stile particolare
sviluppatosi nella catena
montuosa degli Appalaches,
degli Stati Uniti, fra North
Carolina e Virginia, zona di
immigrazione dall’Irlanda e
dalla Gran Bretagna dove la
musica tradizionale portata
dai coloni si mescolò alle influenze locali, adottando nuovi strumenti, come il banjo,
ma conservando il sapore arcaico che le è riconosciuto
nella sua denominazione. I
due artisti francesi erano già
intervenuti a Cantavalli l’anno scorso con i Franch Alligators. Il gruppo propone
«reels» e «square dances»,
ballate in cui si fondono le
matrici europee con il ruspante stile «hillbilly» della montagna americana; si inizia alle
21,15, ingresso lire 8.000.
Par condicio
Sia L’Eco delle valli valdesi che Riforma non accetteranno pubblicità e propaganda elettorale in occasione delle
elezioni regionali, provinciali e comunali del 23 aprile
1993.
L’Eco delle valli valdesi offrirà ai candidati e alle liste
partecipanti alla competizione elettorale una rubrìca gratuita dal titolo «Taccuino elettorale» in cui saranno pubblicati
gli avvisi di iniziative di informazione elettorale che i candidati e le liste organizzano nei soli Comuni compresi nei
collegi elettorali per la Provincia di Perosa Argentina e Pinerolo. AI fine di essere inseriti, in condizione di parità, i
candidati e le liste devono far pervenire entro le domeniche
2, 9 e 16 aprile le notizie di iniziative che sono previste a
partire dal giovedì successivo, alla redazione di Torre Pelìice (via Repubblica 6) o per fax al n. 011-657542. Ciascuno di tali annunci non potrà superare le 5 righe dattiloscrìtte e dovrà contenere la data, l’ora e il luogo dell’iniziativa.
Non verranno pubblicati annunci di «pranzi elettorali».
L’Eco delle valli valdesi offrirà inoltre ai propri lettori
un inserto curato dalla redazione unicamente con le liste, i
candidati e una sintesi dei programmi depositati per reiezione del sindaci e dei Consigli dei Comuni delle valli vaidesi in cui si voterà il 23 aprile. L’inserto, che conterrà anche una spiegazione sul sistema di voto, sarà pubblicato
nel numero di venerdì 14 aprile.
La direzione
L’editore
Le ragazze della 3S Nova Siria con l’allenatore GardioI
(foto Prisma, Torre Pellice)
GINNASTICA ARTISTICA — Il 3S Lusema si è confermato la miglior squadra di ginnastica artistica nella categoria
propaganda giovani. Questo è almeno il responso giunto dalia
seconda prova del campionato interprovinciale di Torino e Aosta. La gara si è disputata a Rivoli e prevedeva prove su due
specialità «a percorso» e «corpo libero». Simona Ferrando,
Nathalie Janavel, Isabel Losano, Esther Marchetti e Veronica
Molisso (assente la piccola Samanta D’Anna per influenza)
hanno nuovamente messo in fila le agguerrite avversarie dimostrando che il successo nella prima prova di Borgaro non era
stato un evento fortunato e isolato. Comprensibile la soddisfazione degli insegnanti che allenano la squadra. Silvia Sbarato e
Federico Martinat, e del dirìgente 3S che si occupa del settore
artistico, Brunero. Un’ulteriore buona notizia giunge dalla Federazione: pare che la palestra comunale di Lusema San Giovanni potrà ospitare verso metà maggio la finale regionale.
FRESENTAZIONE XIV FESTA DELLO SFORT — Il 4
aprile alle ore 20, presso il cinema Trento di Torre Pellice, i
campioni pinerolesi di corsa campestre verranno premiati
nell’ambito di una serata tutta «sportiva» organizzata dal 3S Lusema in collaborazione con la Comunità montana e i Comuni di
Torre Pellice e Lusema San Giovanni e le associazioni di atletica della zona. Nel contempo avrà luogo la presentazione della
«Festa dello sport Banca Crt». La serata vivrà quattro momenti
principali: alle 20 avverrà la proiezione di un primo filmato dedicato alle quattro prove dei pinerolesi di corsa campestre; subito dopo ci sarà un secondo filmato sull’edizione 1994 della «Festa dello sport» e, poco dopo le 21, dopo il saluto delle autorità,
sarà esposta ai presenti l’edizione 1995 e infine il momento culminante si avrà con la premiazione dei campioni pinerolesi. Di
contorno alla serata ci sarà la mostra fotografica ispirata ai campionati di corsa campestre, curata da Adriano Ghirardi.
PALLAMANO: SERIE D MASCHILE PLAY OUT — I
lusemesi di Pellissero non hanno avuto nessun problema contro
il Vercelli, battuto per 28 a II, che si è dimostrato squadra nettamente inferiore; nonostante le assenze i lusemesi si sono imposti agevolmente nella prima partita dei play out. Grazie soprattutto a Canale, Comoglio, Maurino e Giordan il 3S ha messo alla fmsta gli avversari con un pressing a tutto campo ed è un
peccato che i lusemesi visti contro il Vercelli non si siano potuti
esprimere nei play off. Andrea Pons, da tempo indisponibile, è
tornato ad essere una valida alternativa a Giordan tra i pali.
PALLAVOLO — È un duetto continuo quello dell’Antares
Pinerolo e dell’Italbrokers Genova in CI ; entrambe le formazioni hanno vinto e proseguono la loro marcia distanziate di due
punti in attesa del confronto diretto. Nell’ultimo turno le pinerolesi hanno vinto con una certa fatica (3 a 2) con la Sanmartinese. Hanno invece riposato i ragazzi dell’Arredacasa.
Nel campionato di seconda divisione femminile la 3S Nova
Siria ha subito due sconfitte da parte della formazione Quatto
e dal Kennedy; la fase finale della stagione ha preso una brutta
piega per le ragazze di Ricca che non riescono più ad esprìmersi a livelli accettabili, nonostante i cambi di formazione.
Nel campionato allievi maschile i giovani ragazzi di Andrea
Lusema sono stati sconfitti dalla capolista Vinovo, ma il punto
conquistato permette loro di assestarsi al secondo posto in classifica. Per la prima volta il 3S può accedere alla seconda fase
provinciale. Il 2 aprile affronterà nei quarti di finale a San
Mauro Torinese i forti torinesi del Sa.Fa.
BOCCE: IL VELOCE ALLE SEMIFINALI IN COPPA
EUROPA — Dopo il pareggio esterno per 10 a IQ il Veloce
club Pinerolo ha superato in casa per 16 a 4 i croati dello
Zrinjevac Zagabria raggiungendo le semifinali della Coppa Europa di bocce; sabato primo confronto casalingo col Monaco.
TENNIS TAVOLO: GIORNATA NEGATIVA — Per la
Polisportiva Valpellice è stata una giornata negativa soprattutto
per la C1 nazionale che purtroppo si ritrova in zona retrocessione. Questi i risultati: in C2 regionale nell’ultima partita del campionato Piras, Battaglia e Peracchione nulla hanno potuto contro
il Cus Torino perdendo con un secco 5 a 0, comunque un quarto
posto in classifica è più che soddisfacente. Male invece la CI
nazionale che con Rosso e Gay, autori di un punto a testa e con
Malano, escono sconfitti a Ciriè per 5 a 2. La permanenza in C1
se la giocheranno il 3 aprile a Vallecrosia contro il TT 5 Torri.
CORSA CAMPESTRE — Il Gruppo sportivo Pomaretto si
è ben comportato nella prova unica individuale di corsa campestre a Gmgliasco nell’ambito del 15° trofeo podistico. Tra le
pulcine il terzo posto è andato a Lara Ribet e il quarto a Elena
Roberto; tra i pulcini campione provinciale Paschetto e secondo posto per Alcalino; tra le ragazze primo posto e titolo di
campione provinciale a Susy Pascal, terzo posto per Luana
Breuza; ottavo tra i ragazzi Andrea Barrai; terzo posto per Ivana Roberto tra le cadette. Tra i cadetti Luca Alcalino è giunto
settimo; tra gli allievi quarto Cristiano Micol e settimo Simone
Bertalotto. Nella categoria AW 20 secondo posto per Laura
Rostan e quinto per Sonia Alliaud; settima Milena Poét e ottava
Santa Doina nella categoria AW 35. Ines Marchetti è giunta
quinta per la categoria AW 45; terzo posto per Rita Gaydou tra
gli AW 50 e infine tra gli AW 55 settimo posto per Alfredo Benedetto e ottavo per Graziano Piccolotto.
30 marzo, giovedì — PINEROLO: Al circolo Stranamore,
alle 21, prosegue il ciclo di incontro'sull’eresia; «Bifo» (Franco Berardi), già collaboratore di
Radio Alice, parlerà di «Eresie
nella tardo modernità».
31 marzo, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle 17,30,
presso la sala riunioni della
Comunità montana, il dott. Ettore Lezza introdurrà l’argomento
«Disturbi psichiatrici nell’alcolista» e la dott. Lucia Chiabrando
parlerà di «Disturbi psicologici
nell’alcolista».
31 hiarzo, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle 20, nella sala riunioni della Comunità
montana, per il ciclo di incontri
sull’agricoltura, la dott. Anna Vignola parlerà di orticoltura.
31 marzo, venerdì — ANGROGNA: Per la serie di incontri dedicati alla Resistenza, alle
15, nella sala comunale, vi sarà
un incontro con Ettore Serafino,
comandante partigiano.
1° aprile, sabato — PRAROSTINO: Alle 21, presso la sala
di San Bartolomeo, il Gruppo
teatro Angrogna replicherà il suo
ultimo lavoro «Café Liberté»;
prenotazioni presso gli uffici comunali, tei. 500128.
1° aprile, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21,
nella sala Albarin, per la rassegna Piemonte in musica, si esibirà il trio di chitarre Mario Bricca, Claudio Maccari e Umberto
Neri che proporrano brani di
Gragnani, Decall, De l’Hoyer,
Zani de Ferranti.
I” aprile, sabato — VILLAR
PELLICE: Alle 20,45, nella sala, la filodrammatica di San Secondo presenterà la commedia
brillante «Pesci rossi».
I“ aprile, sabato — SAN
GERMANO: Alle ore 16, presso l’Asilo dei vècchi, verrà presentato il libro «Aspettando un
giorno nuovo» di C. Bounous e
M. Mathieu, e sarà inaugurata
una mostra sulla Resistenza in
vai Chisone che sarà aperta fino
al 17 aprile (14,30-17,30).
2 aprile, domenica — BAGNOLO: Alle 20,45, presso il
teatro Silvio Pellico, l’Unione
giovanile di San Giovanni presenta «Il malato immaginario»,
di Molière; ingresso libero.
3 aprile, lunedì — PINEROLO: Alle 16,45, alla .scuola Brignone, si svolgerà la terza lezione di Giorgio Tourn su «Storia e
presenza valdese nelle valli del
Pinerolese»; tema dell’incontro
«Dal ghetto alla libertà».
3 aprile, lunedì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il Centro
sociale di San' Lazzaro, con gli
esperti dell’Associazione meteorologica subalpina parleranno .su
«Le incognite del clima».
4 aprile, martedì — TORRE
PELLICE: Presso il Centro culturale valdese si apre «Una finestra su... e venne il tempo della
guerra» Fotografie d’epoca raccolte dal Centro di documentazione di Angrogna. Visitabile in
ore ufficio fino al 28 aprile.
5 aprile, mercoledì — SAN
GERMANO: Alle 20,45, nel
tempio, si svolgerà un incontro
con il prof. Gustavo Zagrebeisky
su «Riflessioni sulla democrazia
a partire dal processo di Gesù».
6 aprile, giovedì — PINEROLO: Alle 21, presso la biblioteca dell’Istituto Buniva prosegue la rassegna dedicata
all’emigrazione; tema della serata: «11 tempo dell’amore: endogamia e matrimoni misti».
7 aprile, venerdì — PINEROLO: A partire dalle 8,30,
presso l’auditorium del liceo
scientifico, si svolgerà un convegno sul tema: «Forum pinerolese
sull’adolescenza». Intervengono:
Alberto Barbero, Elvio Rostagno, il preside Zanzottera, Sergio
Zenatti, Bruno Marabotto, Silvia
Bonino, Giuseppe Spinelli, Mara
Roteili, Remo Angelino, Laura
Musso, Alida Sirianni.
7 aprile, venerdì — TORRE
PELLICE: Alle 20,45, presso la
sala della Comunità montana vai
Pellice in corso Lombardini, il
gruppo di studio vai Lucerna
presenta una serata con Flavio
Cuniberto che parlerà di «Jakob
Böhme, tra Lutero e l'Islam».
VALLI
CHISONE • QERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica;
DOMENiCA 2 APRiLE
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris - Via Umberto I, tei.
81205
Ambuianze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 2 APRILE
Bricherasio: Farmacia Ferraris - via Vitt. Emanuele 83/4,
tei. 59774
Ambulanze;
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì
31, Portami via, alle 21,15; sabato Pallottole su Broadway di
W. Alien, sempre alle 21,15; da
domenica (ore 15,15, 17,15,
19,15, 21,15) a giovedì (ore
21,15) Piccole donne. Mercoledì chiuso.
TORRE PELLICE — Il ci
nema Trento ha in programma
giovedì 30 marzo e venerdì 31,
ore 21,15, Mangia, bevi uomo
donna; sabato 1° aprile, ore 20 e
22,10 Camerieri; domenica ore
16, 18, 20 e 22,10, e lunedì, ore
21,15 Uomini uomini; mercoledì e giovedì chiuso.
PINEROLO — La multisala
Italia ha in programma, alla sala
«2cento» Vento di passioni; feriali: 19,45 e 22,20, sabato 19,45
e 22,30, domenica 14,30, 17,10,
19,45,22,20.
Alla sala «5cento» Forrest
Gump; feriali 19,45 e 22,20, sabato 19,45 e 22,30, domenica
14,30, 17,10, 19,45, 22,20.
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via Roma 41 (secondo piano)
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Tutti i giorni dalle 17 alle 19
Tel. 954401
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tei. 011/655278
Via Repubbiica, 6 -10066
Torre Peilice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa; La Qhisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
17
VENERDÌ 31 MARZO 1995
PAG. 5 RIFORMA
[Æ «Sì
In mostra a Torino le tavole del disegnatore Spiegelmann, figlio di un sopravvissuto
il gatto e ¡1 topo per raccontare lo sterminio
FEDERICA TOURN suicidio della madre Ania, nel re a un’alternanza di comico ogni giovane indipendente
Se gli ebrei sono topi dai
musi tutti uguali e i nazisti sono gatti, o se Auschwitz
diventa «Mauschwitz», non
per questo viene tolto qualcosa alla veridicità del racconto,
alla crudezza delle immagini
della deportazione o della
paura nei ghetti.
Così Art Spiegelmann disegna l’olocausto nel suo romanzo a fumetti, Maus*, basato su una conversazione di
circa 40 ore con il padre Vladek, ebreo polacco sopravvissuto ai campi di concentramento. La storia (in inglese
nel testo originale) è narrata
attraverso le vignette minute
e con un tratto essenziale,
scarno come il linguaggio del
protagonista, immigrato in
America dopo la guerra e ancora mal adattato a una lingua
che non è la sua.
L’intreccio rivela due fili
conduttori; il resoconto della
drammatica resistenza di Vladek e di sua moglie Anja al
regime nazista fino alla fine
della guerra, e i giorni lunghi
della vecchiaia difficile di
Vladek, ossessionato dal risparmio e dai malanni quotidiani. 11 complesso rapporto
tra il padre sopravvissuto e il
' figlio che a sua volta deve sopravvivere al peso di un’esistenza familiare fatta spesso
di incomprensioni, difficoltà
di dialogo e la tragedia del
Qui e nella foto grande due immagini di «Maus»
suicidio della madre Anja, nel
1968. Storia fortemente autobiografica che, proprio perché esplora la vita nei suoi
momenti terribili e poi nel
suo trascinarsi monotona e
difficile senza trascurare i
dettagli della quotidianità che
ce la rendono familiare, commuove e coinvolge sempre.
1 dubbi di Art, la sua depressione, sono paralleli all’esasperazione di Vladek, alla sua difficoltà di relazione con la nuova moglie. Mala. «So che è pazzesco - dice
Art-topo in Maus - ma a volte avrei voluto essere ad Auschwitz con i miei per capire
veramente cosa hanno passato... Forse ho un senso di
colpa per aver avuto una vita
più facile di loro».
Vladek si sposa con Anja,
ragazza sensibile e intelligente, e va a vivere con la numerosa e agiata famiglia di lei a
Sosnowiec, vicino al confine
tedesco. È il 1936 e ancora
non si sono viste svastiche
nell’Europa orientale, ma è
questione di poco. Vladek ha
una fabbrica di tessuti, che
l’anno seguente gli viene confiscata dai tedeschi. Nasce un
figlio, Richieu, che la sorella
di Anja nel ’43 avvelenerà insieme agli altri bambini della
famiglia per evitare la camera
a gas. Il cappio si stringe, la
trappola per topi è pronta: cominciano la vita nel ghetto, i
tentativi di sfuggire ai rastrellamenti tedeschi, la fame contrattata al mercato nero, i
bunker costruiti in fretta nei
posti più impensati, la paura
quotidiana di essere traditi dai
concittadini polacchi. Infine,
Auschwitz e l’orrore, proprio
quando Vladek e Anja pensano di essersi salvati su un treno diretto in Ungheria.
E il fumetto, nonostante
l’insoddisfazione del suo autore, per Art Spiegelmann il
risultato manca di efficacia e
di intimità con il lettore, rende la complessità della storia
personale di questi uomini e
di questo capitolo terribile di
storia in modo magistrale, lucido e diretto, senza rinuncia
Aderisce anche la Claudiana di Milano
Le librerìe per
promuovere la cultura
Un’immagine di impegno
culturale al di là dell’aspetto
puramente commerciale dell’attività è quella a cui tendono dodici librerie milanesi,
fra cui la Claudiana, che si
sono accordate per un cartello, un sodalizio che va sotto
il nome di «Librerie in compagnia».
Promossa dalla celebre Libreria delle donne di via Dogana, l’iniziativa, che riunisce
anche librerie specializzate e
specialistiche in svariati settori del mercato librario, vuole
avvicinare il lettore a titoli
che non godono della promozione dei grandi «battage» riservati ai titoli di cassetta.
Ogni mese ognuna delle librerie rivòlge il proprio consiglio
ai suoi fruitori più fedeli: così
nel mese di marzo la libreria
Azalai (interessata al confronto con le culture diverse da
quella occidentale) ha proposto Donne nel deserto di Hanan al Shaykh; la libreria Utopia, nota per le sue battaglie
antiautoritarie, lo studio del
filosofo e poeta Hans Magnus
Enzensberger Prospettive sul
re a un’alternanza di comico
e di tragico.
L’attento studio del disegno
contribuisce al risultato finale; rispetto alle sue opere precedenti, Art Spiegelman ha
operato una decostruzione del
linguaggio verbale e grafico
del genere «comix»: i tratti
degli animali perdono infatti
ogni connotazione emotiva
per diventare delle maschere
essenziali. La maschera allora
si rivela in un duplice significato: da un lato nasconde,
dall’altro identifica e quindi
connota e discrimina, simbolo
della «razza» ma anche dell’uguaglianza. Infine, perché
disegnare proprio dei topi?
Forse per un parallelismo con
il celebre topo che negli anni
trenta accendeva lo sdegno
dei nazisti, la creatura di Walt
Disney: «Mickey Mouse è il
più miserevole ideale mai esistito... - si leggeva su un
giornale della Pomerania - i
sentimenti salutari dicono a
ogni giovane indipendente e
ogni persona dignitosa che il
parassita sporco e immondo,
il maggior portatore di batteri
del regno animale, non può
essere il tipo ideale di animale (...) basta con la banalizzazione giudaica della gente».
La mostra che è in corso in
questi giorni a Torino presso
ITstituto europeo di Design in
via Pomba 12 (è aperta dal lunedì al venerdì dalle 18 alle
21) e che si concluderà il 12
aprile, vuole rendere visibile
il percorso espressivo di Art
Spiegelman nella genesi della
«scrittura di Maus», attraverso
la scelta di alcune tavole originali e la trascrizione di alcuni brani di quelle conversazioni registrate che Art ebbe col
padre alla fine degli anni ’70 e
di cui Maus è il risultato.
(*) Art Spiegelman, Maus (I,
Mio padre sanguina storia; II, E
qui cominciarono i miei guai).
Milano Libri, 1989-’94, pp 159140, £40.000.
la guerra civile', la «Libreria
dei ragazzi» (che organizza
anche incontri destinati ai genitori) un volume destinato ai
lettori più piccoli, e la Claudiana Il mito del bravo italiano dello studioso David Bidussa. L’operazione consente
agli operatori librari di conoscersi e meglio promuovere
un lavoro comune che si propone anche di dare un’immagine un po’ diversa della città
di Milano. Ogni libreria si impegna infatti a organizzare
manifestazioni collaterali come presentazioni di libri, conferenze, ecc.
Della Claudiana è nota la
collaborazione organica con
il Centro culturale protestante
di Milano e la disponibilità
offerta al pubblico di consultare una biblioteca e un’emeroteca specializzate in teologia e cultura protestante. E
nota poi in Milano la sua specializzazione anche nel campo dell’ebraismo. La collocazione, in prossimità dell’Università statale, rende la libreria Claudiana «gettonata» anche da studenti e studiosi.
SCHEDA
Art Spiegelmann
Art Spiegelman è nato a Stoccolma nel 1948; dopo essersi trasferito con la famiglia a New York, ha iniziato giovanissimo a interessarsi ai fumetti, fra i quali «Mad Magazine» di Harvey Kurtzman. Nel 1965 crea Garbage Pail
Kid, risposta satirica al mieloso Cabbage Patch Kid. Trasferitosi a San Francisco nel 1971, diventa una delle firme più
conosciute del fumetto underground contribuendo a pubblicazioni quali Douglas Comix, Young Lust, Real Pulp, Bizarre Sex, Sleazy Scandals of the Silver Screen. Nel 1972
pubblica Prisoner on the hell planet, la sua prima prova autobiografica, densa di citazioni e evocazioni, inserita successivamente in Maus , sul suicidio della madre. Nello stesso anno compare su «Funny Animais» il primo abbozzo di
Maus in tre pagine. Nel 1978, con la moglie Françoise
Mouly, fonda l’editrice Raw Books and Graphics e pubblica il primo numero della rivista Raw Magazine, presto diventato simbolo del comix d’avanguardia. Su «Raw» ha
pubblicato a puntate i primi cinque capitoli di Maus I, che
solo nel 1991 sarà completato in due volumi. Spiegelman
ha anche pubblicato su New York Times, Village Voice,
Playboy. Ha ricevuto il premio Yellow Kid a Lucca e il
premio di Playboy nel 1982. Per Maus ha ricevuto nel ’92
lo speciale «Award» del premio Pulitzer. Oggi Spiegelman
insegna anche alla School of Visual Arts di New York.
Un convegno organizzato da «Biblia»
La traducibilità
del testo bìblico
Ogni traduzione è un’interpretazione; se questo è vero
per qualunque opera letteraria o anche scientifica dei nostri giorni, diventa tanto più
vero se parliamo della Bibbia, scritta in lingue ormai
morte o ampiamente trasformate. Perciò, anche per chi
non conosca le lingue bibliche di origine, può essere utile avere un panorama di confronto sulle traduzioni in lingue moderne diverse.
Su questa ipotesi si muove
il convegno che l’associazione laica di cultura biblica
«Biblia» organizza per il 2830 aprile in concomitanza
con l’assemblea annuale dei
propri soci, sul tema: «Tradurre la Bibbia».
Una prima parte del convegno esaminerà alcune questioni teoriche di fondo: è
realmente possibile tradurre
un testo in tutte le sue dimensioni? (prof. Salvatore Natoli); è possibile, .scrive Daniele
Garrone sul bollettino di «Biblia», «trasporre il linguaggio biblico in altri contesti
linguistici e culturali?» (rela
zione di monsignor Alberto
Abiondi); e ancora; quali
scelte e quali criteri teorici
deve imporsi chi si avvia alla
traduzione della Bibbia?
(prof don Carlo Bozzetti).
La seconda parte del convegno prenderà invece in
esame alcuni casi particolari
di traduzione, che oltre a
concorrere alla spiritualità
dei fedeli hanno anche dato
un impulso (a volte decisivo)
al formarsi di alcune lingue
letterarie nazionali. Verranno
esaminati i casi delle traduzioni in volgare della Vulgata
(dott. Lino Leonardi); della
traduzione tedesca di Lutero
(prof. Giorgio Cusatelli) e
della «King James» (prof.
Piero Boitani).
11 convegno prevederà anche un’uscita per la visita alla
Cappella Sistina restaurata,
«traduzione in immagini di
un testo biblico». Per informazioni ci si può rivolgere
direttamente all’associazione
«Biblia», via A. Da Settimello 129, 50040 Settimello (Fi),
tei. 055-8825055, fax 0558824704.
Libri
Archivi di saggezza africana
L’auspicio dei curatori Mirella e Alfonso Manocchio è che
queste fiabe* possano entrare nelle scuole italiane, per essere
non solo e non tanto oggetto di studio ma presumibilmente veicolo di dialogo, stimolo alla comprensione reciproca, tassello
in vista della costruzione di una società più aperta e solidale.
Intanto esse saranno patrimonio di quanti, già sensibili a questo
problema, vorranno raccontarle ai propri bambini e allievi, ma
anche di quanti siano seriamente interessati allo studio di culture «altre» e diverse dalla nostra. Perché, al di là della funzione
precipua della fiaba, che da noi fu (e in altre società è tuttora)
una funzione sociale (le veglie nella stalla, la cultura orale, la
sapienza popolare, la responsabilità di portare su di sé, sul racconto, quei riti iniziatici che ormai avevano perso terreno perché troppo violenti o comunque distanti dalla mentalità corrente per essere riprodotti nei fatti), queste fiabe sono un interessante oggetto di indagine. Provenienti da Ghana, Nigeria, Costa
d’Avorio, queste storie ci mettono in contatto con ambienti e
personaggi assai lontani dalla tradizione delle nostre «fiabe di
magia» (quelle che chiamiamo nostre e che in realtà si riprodussero e si tramandano ancora per migliaia di chilometri lungo l’Europa e la Russia). Gli africani amano «raccontare una
storia prima di dire ciò che vogliono comunicare. Dal tipo di
storia si può sicuramente capire quello di cui si discuterà»,
scrive nella prefazione Vivian Wiwoloku. Infatti queste storie
sono come apologhi: più che seguire lo schema consolidato e
studiato da Propp nel 1928 (una «mancanza» iniziale, un aiutante fatato, la rivincita del debole con lo stnimento magico, la
punizione del cattivo), qui siamo di fronte alla fantasia che liberamente disegna vicende da cui trarre insegnamento. Anche
qui c’è il povero, l’umile che aspira alla realizzazione: ma egli
si affiderà all’inventiya più che agli animali fatati del bosco; e
se esagererà (come la tartaruga ingorda) pagherà lo scotto della
propria arroganza. Ci sono quindi delle morali da rispettare, e
degli assoluti da temere, fra cui il Dio dei cristiani.
(*) Alfonso Manocchio-Mirella Manocchio: L’Africa racconta. Fiabe delia Costa d’Avorio, del Ghana e della Nigeria. Roma,
Datanews, 1994, pp 60, £ 10.000.
Katerina osserva il cielo
«Il mio nome è Katerina e presto compirò ottant’anni ». E solo
il fatto che il primo periodo suoni così, ci introduca a una contemplazione «tranquilla» dei fatti, a renderceli sopportabili. Il
romanzo di Aharon Appelfeld*, nato in Bucovina nel 1932, la
cui famiglia fu sterminata dai nazisti, rinchiuso egli stesso nel
lager da cui riuscì a fuggire e oggi residente in Israele, racconta
le vicissitudini di una giovane donna, poi di una donna non più
giovane, che vive l’ebraismo attraverso gli ebrei che le stanno
intorno, a cui tutto il villaggio guarda con diffidenza, perché
«hanno ucciso Gesù», perché sono strani, perché seguono certi
riti (ma Katerina stessa imparerà a seguire le norme alimentari
nelle case dove andrà a servizio), perché leggono cataste di libri.
La localizzazione di questo villaggio è nelle campagne della Rutenia (nei Carpazi), e f ambientazione è quella di una società
chiusa nelle tradizioni (è normale che le ragazze ogni tanto siano incinte, che abbandonino i loro neonati al convento, che chi
manifesta comportamenti «strani» venga riaccompagnato al villaggio d’origine per far pulizia). Ma Katerina decide di infischiarsene, va a servizio in alcune famiglie ebree, fa amicizia
con una pianista, cerca di accudire i bambini di una famiglia
sterminata da un pogrom, va raminga per le osterie vittima
dell’alcol e della brutalità degli uomini, fa un figlio, lo perde,
uccide e passa in prigione quarant’anni. Le tragedie che le passano sotto gli occhi sarebbero insostenibili se non sapessimo che
almeno lei sopravvive e fa da testimone; un testimone distaccato, che accetta con rassegnazione ma anche con senso poetico
gli accadimenti più tragici, e che contempla la notte rifacendosi
a Isaia (40, 22); «Egli tiene stesi i cieli come un velo».
(*) Aharon Appelfeld: Il mio nome è Katerina Milano. Feltrinelli, 1994, pp 155, £24.000.
18
PAG. 6 RIFORMA
Vita Quotidiana
venerdì 31 MARZO 1995
Agenda
CALUSO — La Chiesa valdese di Ivrea
ha iniziato una serie di iniziative evangelistiche nell’Eporediese. In questo quadro si
svolgerà un culto pubblico sul tema «Che
cosa ci ha lasciato Dio», dalle ore 15 alle
ore 17 presso la sala del Centro anziani in
via san Francesco d’Assisi.
GENOVA — La Federazione delle chiese evangeliche in
Liguria e nel Piemonte meridionale organizza una serie di
manifestazioni sul tema «Vorrei imparare a credere. Dietrich Bonhoeffer 1906-1945». Nel quadro del convegno di
studi il pastore Fulvio Ferrario parla sul tema «Libertà e
disciplina: Bonhoeffer maestro di spiritualità»; il prof. Alberto Gallas parla su «La centralità del Dio che si lascia
scacciare: la teologia di Tegel»; il prof. Sergio Bologna
parla sul tema «Il Complotto del 20 luglio»; il prof. Nunzio
Galantino parla su «Un cattolico legge Bonhoeffer». Dalle
ore 9 alle ore 18,30, nella sala Quadrivium di piazzetta
Santa Marta; per informazioni 010-505239 o 010-342342.
PISTOIA — Nel quadro di un ciclo di conferenze organizzato dalla Chiesa battista con il patrocinio del Comune,
il past. Bensi parla sul tema «L’immortalità deH’anima»:
ore 18, presso la Sala napoleonica di via degli Armeni 11.
GENOVA — La Federazione delle Chiese
evangeliche in Liguria e nel Piemonte meridionale organizza una serie di manifestazioni sul tema «Vorrei imparare a credere.
Dietrich Bonhoeffer 1906-1945». Nel quadro del convegno di studi il dott. Berend
Wellmann presiede il culto evangelico; il dott. Giuseppe
Laras, rabbino a Milano, e il prof. Daniele Garrone parlano
sul tema «Bonhoeffer e la questione ebraica»; don Antonio
Balletto, il dott. Giuseppe Laras, il pastore Giorgio Toum e
la dott. Marta Vincenzi partecipano alla tavola rotonda su
«Le religioni di fronte all’intolleranza»; dalle ore 9 alle
18,30, nella sala Quadrivium di piazzetta Santa Marta; per
informazioni tei. 010-505239 o 010-342342. Danno il patrocinio all’iniziativa il Comune e la Provincia di Genova,
il «Goethe Institut», la Comunità di S. Egidio, il centro
culturale «Primo Levi» e l'Istituto Gramsci.
BIELLA — La Chiesa valdese ha programmato una serie di iniziative sui temi
culturali. In questo ambito il pastore Giorgio Bouchard parla sul tema «Una minoranza significativa»: ore 21, nella chiesa
valdese di via Fecia di Cessato 9.
MILANO — Il Centro culturale protestante e l’Irssae-Lombardia organizzano un ciclo di lezioni sulla storia del protestantesimo. Il corso è strutturato in una serie di lezioni settimanale e discussioni di due orè.
Per la quarta lezione Massimo Rubboli
parla sul tema «Protestantesimo e rivoluzione americana». Alle ore 15,30 presso la sala attigua alla Libreria
Claudiana in via F. Sforza 12a; per informazioni 0276021518.
TRIESTE — Nel quadro di un ciclo di conferenze sul tema «La Riforma nei territori asburgici e veneti», il Centro
culturale A. Schweitzer organizza una conferenza dello
scrittore Fulvio Tomizza sul tema: «La Riforma in Istria; il
perché di un interesse»: ore 17,30, basilica di S. Silvestro.
UDINE — L’Associazione Guido Gandolfo organizza
una conferenza di Maurizio Abbà sul tema «Vita e opere
di Dietrich Bonhoeffer nel 50° anniversario della morte»:
ore 18,30, chiesa metodista di piazzale D’Annunzio 9.
VERONA — La Chiesa valdese e il gruppo per il pluralismo e il dialogo organizzano un incontro sulla figura di
Dietrich Bonhoeffer. Intervengono Augusto Tebaldi, ex
internato a Flossenbiirg; Roberto Vinco, sacerdote cattolico; Alfredo Berlendis, pastore valdese; ore 21, nella chiesa valdese; per informazioni tei. 045-8345172.
PISTOIA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze organizzato dalla Chiesa battista con il patrocinio del Comune, il pastore
Piero Bensi parla sul tema «La risurrezione»: ore 18, presso la sala napoleonica di
via degli Armeni 11.
TORINO — «Non disturbare l’amore: la chiesa, la donna e la sessualità» è il tema del dibattito a cui partecipano
Gabriella Biancardi, Anna Maria Savio, Ermis Segatti e
Adriana Zarri: ore 15,30, presso l’istituto salesiano di
piazza Rebaudengo 22; informazioni tei. 011-4336639.
ROMA — Riunione del Sae. Sul tema
«Donne e uomini costruttori di pace» intervengono la pastora battista Anna Maffei
e Fon. Sergio Tanzarella: ore 16, presso le
Suore francescane di via Giusti; per informazioni 06-5833125.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai. Predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Viene trasmes.sa a
domeniche alterne da Raidue alle 23,30
circa e, in replica, il lunedì della settimana
seguente alle 8,30. Per domenica 9 aprile è
prevista una trasmi.ssione su «Dietrich Bonhoeffer: un cristiano nella Resistenza».
SOFISTICAZIONI
La bella bistecca agli ormoni
Amata, odiata, o addirittura evitata, la carne ha però
rappresentato, in un passato
poco remoto, il simbolo del
benessere a tavola per chi,
fortunato lui, se la poteva
permettere. La giustificata fame di carne del dopoguerra è
stata abbondantemente saziata negli anni successivi tanto
che oggi, in Italia, se'ne mangia anche troppa: ben 75 kg a
persona ogni anno, di cui un
buon quarto di origine bovina. Una sorta di rivalsa contro gli anni di ristrettezze forzate che ha indirizzato i consumi verso cibi sempre più
raffinati e ricchi di proteine
animali.
Tutto questo ha certamente
pesato sulla qualità delle nostre bistecche e fettine, soprattutto quando fu provato
che nei grandi allevamenti le
carni venivano gonfiate con
gli ormoni. Eppure in Italia
esiste, da oltre trent’anni, la
legge n. 4 del 3 febbraio ’61,
che vieta l’uso degli ormoni
negli allevamenti. Una legge
tanto all’avanguardia da essere adottata come riferimento
nel 1988 da tutti i paesi aderenti alla Unione europea.
Ma, come accade spesso, la
legge da sola non è stata sufficiente ad eludere l’inganno,
perpetrato a tutt’oggi aggirando i controlli, ancora poco
efficaci e capillari. E il rischio di essere scoperti non
scoraggia certo tutti gli allevatori allettati dai grossi e sicuri guadagni. ,
Gli ormoni
Che cosa sono gli ormoni?
Nell’organismo umano e negli animali ce ne sono tanti e
tutti sono implicati in importanti processi vitali, corhe ad
esempio la regolazione della
crescita.
Ben diverso è quello che
può accadere se alcuni ormoni, come gli estrogeni, vengono somministrati agli animali
di allevamento in modo totalmente arbitrario. L’effetto è
infatti quanto mai devastante,
perché questi poveri animali
tendono a gonfiarsi. Gli allevatori disonesti li utilizzano
per poter vendere molta più
carne; una vera e propria frode, inspmma. Gli ormoni provocano un veloce aumento di
peso perché rendono più turgidi i muscoli che invece di
mantenere la loro originale
elasticità e ricchezza in fibre,
trattengono molta acqua a
scapito delle sostanze nutritive. Questo aumento di peso
provocato artificialmente si
aggira tra il 10 e il 20 per
cento del peso originale che
nei vitelli da latte è di circa
220 kg. Inoltre il guadagno
per gli allevatori disonesti
non si limita al peso della
carne, visto che anche il periodo di allevamento diminuisce: vittime più frequenti di
questa pratica sono in genere
i vitelli da latte, perché gli ormoni hanno maggiore effetto
su organismi in tenera età, ma
non solo per questo: le loro
carni sono richiestissime perché sono particolarmente tenere e ritenute meno grasse di
quelle di manzo o vitellone.
Vengono perciò usate nei ristoranti, nelle mense e sono
alla base di molti prodotti per
l’infanzia, primi fra tutti gli
omogeneizzati.
Per dare un’idea dell’entità
di questa speculazione basti
solo pensare alle 500.000
confezioni di ormoni vendute
ogni anno. La grande affluenza di denaro ha portato inoltre
alla nascita di nuove sostanze, come i «Beta-antagonisti»
che stanno prendendo il posto
dei «vecchi» estrogeni. Solo
pochi milligrammi di queste
sostanze provocano un aumento di peso addirittura del
30 per cento. Questo comporta che un allevatore con 100
capi di bestiame, con una
spesa iniziale tra i due e i tre
milioni per l’acquisto degli
ormoni, guadagnerà illecitamente una cifra che si aggira
intorno ai 30 e 40 milioni.
A contrastare questo «fiorente» business c’è l’attività
degli organi di controllo, primi fra tutti ¡ Nuclei antisofisticazione (Nas) dei carabinieri, che nel ’93 hanno sequestrato ben 100.000 quintali di carne. Uno sforzo reso
ancora più complicato dall’
estrema difficoltà delle anali
si necessarie per svelare queste frodi, per le quali sono indispensabili laboratori attrezzati non facilmente reperibili
in tutto il territorio italiano.
Inoltre la rapidità delle verifiche è fondamentale perché
già dopo pochi giorni le tracce di ormoni spariscono dalle
urine e dal sangue.
Come difendersi
dall'imbroglio
Se la pratica di gonfiare le
carni premia oltremodo gli allevatori speculatori, che conseguenze ha sul consumatore? Il danno è duplice: il primo esclusivamente economico perché paghiamo profumatamente l’acqua di cui la carne è gonfia; il secondo, più
grave, riguarda i danni alla
salute. Alcuni ormoni sintetici utilizzati per gli animali,
infatti, sono fortemente sospettati di essere cancerogeni.
Negli adulti, generalmente,
gli effetti non sono immediati
ma legati a un consumo continuato nel tempo. Per alcune
categorie di persone i rischi
sono più alti: è il caso dei malati di cuore o di chi soffre di
disturbi respiratori: tutte queste persone possono andare
incontro a tachicardia, palpitazioni, aumenti della pressione del sangue.
Le difese del consumatore
sono davvero poche. Prima
tra tutte quella di scegliere
specie bovine che possono vivere completamente libere e
non costrette in allevamenti;
la carne di queste specie offre
maggiori garanzie di non
contenere ormoni. Ci sono
poi tutte le linee di produzione controllata, offerte in genere dai supermercati con il
proprio marchio, che riportano la certificazione di non
contenere alcuna sostanza
tossica. Per quanto non vi sia
la sicurezza, in questo caso,
che le dichiarazioni corrispondano al vero, potremo
avere qualche speranza in più
dal controllo fatto dalla stessa
catena di distribuzione che in
qualche caso dispone di propri laboratori e fa esami autonomi sugli allevamenti.
Quando il profugo entra nella tua chiesa e testimonia
Limprevìsto che ti cambia
PIERO ANTONIO ZANIBONI
Quando ogni giorno era
non più un giorno qualunque di un anno qualunque,
ma tempo di vera vita, lui ebbe la ventura di fare un incontro imprevisto.
Loro erano profughi ...ma
chi ¡’avrebbe detto? Non li
incontrò affatto lungo i margini delle strade del cemento,
né ai semafori nell’atto di
stendere il palmo, neppure in
ospedale a gridare cure per
ferite dal rimedio improbabile. No.
Li incontrò assieme a tutti
gli altri, nei locali di culto di
una mattina di festa nient’affatto inconsueta, del tutto simili a lui, eppure così divertii
in quel loro vestire la dignità
di persone colpite senza giustizia in modi tanto volgarmente impuri.
Li osservò e ne rimase attratto.
Allora chiese e seppe. Seppe chi erano, conobbe le loro
necessità superficiali: una casa, un lavoro, un rifugio. Solo
più tardi avrebbe compreso il
loro vero bisogno, quello
stesso identico bisogno suo.
Lui era prontissimo a dare,
molto meno a ricevere. E si
capiva perché: era lì, fra quelle persone lì, tutto proteso
all’apertura verso gli altri; in
qualche modo era alla ricerca
di materiale umano su cui lavorare.
L’altro-oggetto. 11 bisognooggetto. La sofferenza-oggetto. Ipocrita! Non avrebbe mai
pensato, pur avendolo letto
spesso nel Libro, che, dato
dieci, avrebbe ricevuto mille
in cambio. E non nel Regno
dei cieli, ma proprio lì sulla
terra.
Lui era abituato a pensarsi
non certo roccia della propria
sicurezza, baluardo dei propri
irrinunciabili valori, ma comunque una persona «a posto», posata, stabile, arrivata;
una persona che, diamine, nei
confronti di chi aveva perso
tutto, molto più avesse da dare che da ricevere.
Accadde invece l’imprevisto. Quello sulla cui realtà, in
un mondo abbagliato da affascinanti statue piangenti e
sanguinanti, nessuno avrebbe
scommesso un centesimo: il
vero miracolo di cui parla il
Signore. Per fortuna a lui.
egoista e a modo suo finemente superbo, era rimasta
una briciola di onestà di cervello per ammettere l’errore e
di onestà di cuore per riconoscere il suo stesso bisogno.
Perché anche lui, sebbene
all’apparenza non sembrasse
affatto così, anche lui, come
tutti, era profugo in questo
mondo. Ma andava bene così,
sì, andava bene così; però
quanto sarebbe stato più facile
percorrere quella stessa strada
con qualche altra persona in
sintonia con lui, con amici veri, perché plasmati dall’esistenza, mai sconfitti e disperati, alla deriva come può esserlo solo chi respira il vuoto.
Amore. Di questo solo e
tanto quell’uomo aveva bisogno.
Poi smise di dormire. Si
alzò, lanciò lo sguardo alla
libreria e ne estrasse jan libro,
il Libro per eccellenza e lo
lesse. Se ne .sentì pieno e apprezzò completamente la via
e chi gliel’aveva indicata, la
verità e chi gliel’aveva fatta conoscere, la vita e chi
gliel’aveva data. E apprezzò
pure, non poco, chi gliel’aveva ridata.
Elaborazione
della parola e sessi
L’attività degli emisferi cerebrali varia, per lo stesso
compito, tra uomo e donna?
L’idea non è nuova, ma resta
controversa. Per la prima volta un’équipe della Scuola di
medicina della Yale University (New Haven, Connecticut) ha messo in evidenza, in
una regione del cervello specificamente implicata nel linguaggio, una diversità di organizzazione funzionale tra i
due sessi.
Una recente tecnica molto
efficace di esplorazione cerebrale, attraverso la risonanza
magnetica (Irm), che permette
di osservare praticamente in
diretta il funzionamento del
cervello in azione grazie alla
misurazione delle infime variazioni del flusso sanguigno,
ha permesso di raggiungere
questi risultati rilanciando una
questione molto discussa. Se
è,noto che il linguaggio dipende soprattutto dalle regioni della corteccia situate
nell’emisfero sinistro, si conoscono ancora male le sottili
differenze di organizzazione,
anatomica e funzionale, che
possono esistere tra i cervelli
dei due sessi. La zona responsabile del linguaggio sarebbe
più lateralizzata nella corteccia dell’uomo che in quella
della donna? Consapevoli dei
rischi di interpretazione che
minacciano questo tipo di ricerche, gli studiosi rimangono
prudenti. (Nature)
Donne e stress
Recenti studi presentati in
Gran Bretagna dimostrano
che gli stress derivano dal lavoro. L’elevata quantità di
adrenalina che le ghiandole
surrenali secernono per combatterlo può infatti favorire
l’apparizione di malattie cardiovascolari. A pari condizioni, le donne mostrano la stessa ansia ma l’adrenalina non
aumenta. Secondo Tessa Pollard, psicoioga dell’Università
di Oxford, è possibile che siano gli ormoni a proteggere le
donne. Pollard ha diretto una
ricerca per misurare l’adrenalina secreta da 53 uomini e 51
donne tra i 24 e i 60 anni, che
hanno posti di responsabilità
nelle loro imprese. L’adrenalina è un ormone che prepara
l’organismo a sopportare le
situazioni difficili, viene secreta anche nei momenti di
ansia o di agitazione ed è possibile rilevarla nell’urina. «La
presenza frequente dell’ormone dello stress nel corpo è stata messa in relazione alle malattie al cuore».
Il cervello dei musicisti
è diverso
Nei musicisti che hanno un
udito perfetto, una zona del
cervello associata all’audizione è diversa dalla stessa zona
nelle persone senza capacità
musicale o con un udito imperfetto. Sono i risultati di
uno studio condotto da dei ricercatori tedeschi e statunitensi su alcuni musicisti viventi. La conclusione è che i
musicisti presentano una forte
asimmetria tra le due metà del
planum temporale, la regione
della corteccia cerebrale associata alla percezione musicale, essendo più grande la metà
sinistra. Lo studio è stato
compiuto su 30 musicisti professionisti, destri, in buona salute, messi a confronto con 30
non musicisti dello stesso sesso, età e abilità manuale. La
ricerca non spiega il perché
deU’asimmetria. (Science)
Le rubrica «Flash» è aperta
alla collaborazione dei lettori.
Chi vuole intervenire ci invii
brevi notizie sul mondo della
.scienza (non più di 20 righe dattiloscritte).
19
VFNERDÌ 31 MAFjZO 1995
PAG. 7 RIFORMA
Posta
Diffondere
il decalogo
Sabato 11 marzo il quotidiano cattolico «Avvenire»
ha dedicato due facciate a
un’inchièsta svolta tra i suoi
lettori é tra giovani di varia
estrazione sui dieci comandamenti. Interessanti sono alcune cifre: circa il 45% dei lettori ricorda ancora a memoria
il decalogo (ovviamente nella
versione cattolica) mentre il
65% non lo ricorda affatto.
Emblematico il titolo scelto
per l’articolo introduttivo:
«Mosè: ma chi era costui?» di
Anna Negri. Viene ovviamente da chiedersi che cosa,
con.40 ore annuali di religione a scuola, più i vari corsi di
catechismo prò prima comunione, cresima, ecc., si insegni in quel tempo. Il Catechismo della chiesa cattolica non
è nemmeno citato tra le fonti
che aiutano a vivere con più
coerenza la fede i lettori di
«Avvenire» che hanno risposto (che sono 600).
Mons. Gianfranco Ravasi
afferma che questo sondaggio «è un atto di accusa nei
confronti degli adulti che non
sanno trovare un giusto linguaggio per avvicinare i gio. vani. Forse la comunità ecclesiale non sa parlare fuori
della sua cerchia», conclude.
L’affermazione è giusta solo
in parte; la verità è che la
gente non accetta più il famo‘ so detto: «Fai quello che il
prete dice, ma non fare quello che fa» (parafrasi del versetto di Matteo 23, 3), ma lo
applica anche nei confronti
della politica a modo proprio:
ti ascolto, ma poi faccio quello che fai tu.
< Sarebbe utile che le comunità evangeliche italiane ritornassero alla diffusione del decalogo come si trova nei due
testi veterotestamentari, accompagnando quella «campagna di volantinaggio» con incontri di riflessione aperti a
tutti, con spirito ecumenico e
I amore alla verità. Vale a dire,
i onde evitare equivoci, il ritor^ no alla parola di Dio che salva
i per la fede in Gesù Cristo.
FONDO DI SOLIDARIETÀ
Ancora cinque mucche per Manzir
RENATO COiSSON
Il Fondo di solidarietà ha già presentato ai lettori il progetto della cooperativa agricola di Manzir nel Mozambico.
Grazie alle offerte ricevute, siamo stati
in grado di inviare alla fine di gennaio
un primo contributo di 5 milioni di lire.
Recentemente il pastore Oriente Sibane, respohsabile del progetto, è venuto in
Europa per partecipare ai lavori di una
commissione della Cevaa e ha potuto
darci alcune informazioni. In un quadro
politico che sembra orientarsi verso una
vera pace, la Chiesa presbiteriana si impegna fortemente per la ricostruzione del
paese; il progetto Manzir si inserisce in
questo impegno e preziosa e indispensabile risulta la collaborazione dall’Italia.
Il pastore Sibane ci diceva quanto
aveva significato per loro anche già soltanto l’interesse che avevamo dimostrato. Questi contadini, scappati dal loro
villaggio a causa della guerra, hanno
fatto ritorno alle loro case appena la situazione si è stabilizzata; per fortuna
hanno trovato che le case erano state
saccheggiate ma non distrutte. I campi
invece, lasciati incolti per diversi anni,
hanno dovuto essere riconquistati alla
savana. Purtroppo per mancanza di
pioggia il primo raccolto è andato quasi
perso: il granturco dopo essere spuntato
bene è stato arso dal sole, soltanto la
parte destinata ai legumi, che è stato
possibile irrigare grazie a una pompa
inviata da noi anni fa per i campi profughi di Maputo, si è salvata.
Nella sua richiesta iniziale il progetto
prevedeva l’acquisto di un trattore:
avendo comunicato loro che purtroppo
non eravamo in grado di raggiungere la
somma necessaria, l’assemblea dei contadini di Manzir ha deciso di impiegare
la somma che avremmo inviato per l’acquisto di alcune mucche e buoi, commentando: «È ancora meglio, non dovremo comprare gasolio, né ci sarà bisogno di pezzi di ricambio, sempre difficili, spesso impossibili da trovare».
Le rnucche e i buoi devono essere importati’ dal Sud Africa, dato che il patri
monio zootecnico del paese è stato distrutto dalla guerra, e costano circa 1
milione di lire a capo. Vista l’importanza del progetto, in un paese così martoriato dalla guerra che l’ha fatto scendere all’ultimo gradino dei paesi più poveri del mondo, abbiamo pensato di
proporre ancora alla solidarietà dei lettori la cooperativa di Manzir. Chi vuole
contribuire all’acquisto di altre cinque
mucche per Manzir?
OFFERTE PERVENUTE
IN GENNAIO-FEBBRAIO
£ 100.000: Delia Fontana, Mirella Argentieri Bein;
£ 50.000: Pino Sacchelli (2 versamenti), Elvina Castagna, Barei (Trieste), Gino Conte.
Totale £ 400.000
Totale precedente £ 452.999
In tassa £ 852.999
Per le vostre ojferte potete utilizzare il numero di conto corrente postale n. 11234101:
«Ritorno» che riguarda ciascuno di noi e non solo quelli
che reputiamo gli altri.
Giovanni L. Giudici
Mestre
Proteste
condivise
Concordo pienamente con
le «proteste» di Gino Conte e
dei fratelli e sorelle di Padova
circa la visita in Vaticano del
pastore luterano Klaus Engelhardt {Riforma del 20 gennaio, 3 e 24 febbraio). Questa
volta causa dello scandalo è
l’ospitalità eucaristica, che si
verificherebbe se e quando
cattolici e protestanti prendessero tranquillamente la comunione insieme.
Il disagio attuale è palese,
basato com’è su un equivoco,
dato che gli uni e gli altri
hanno concezioni diverse della comunione.' A prescindere
dalla questione se nelle due
specie del pane e del vino là
presenza del Signore sia ma
Riforma
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Riforma è il nuovo titolo della testata Là Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del 1® gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
oon ordinanza in data 5 marzo 1993.
ti numero 12 del 24 marzo 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale aH’Ufficio CMP Nord,
via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercolecN 22 marzo 1995.
teriale oppure spirituale, con
il «sacramento dell’Eucaristia» (così recita il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica) si perpetua nei secoli, fino al ritorno di Cristo, il «sacrificio della croce» (n. 1323,
p. 345): questo sacramento
«attualizza l’unico sacrificio
di Cristo Salvatore» (n. 1330,
p. 346), cioè (riprendendo
una vecchia definizione del
Concilio di Trento) «in questo divino sacrificio, che si
compie nella Messa, è'contenuto e immolato in modo incruento lo stesso Cristo che
si offrì una volta sola in modo cruento sull’altare della
croce» (n. 1367, p. 355).
Se insisto su questi articoli
del nuovo catechismo romano
è perché nel dialogo ecumeni,co occorre più che mai essere
al corrente dei testi nevralgici
sui quali si basa l’attuale dissenso. Il catechismo romano
non parla soltanto del rinnovo
del sacrificio come una «ripresentazione», ma riprende i
temi classici della «presenza
reale», della «transustanziazione», del rito latino che limita l’uso della sola specie
del pane, pur ammettendo che
«la santa Comunione esprime
con maggior pienezza la sua
forma di segno se viene fatta
sotto le due specie» (n. 1390,
p. 362), ma sconsiglia «l’intercomunione», in particolare
con «le comunità ecclesiali
sorte dalla Riforma, separate
dalla chiesa cattolica, specialmente per la mancanza
del sacramento dell’Ordine»
(n. 1400, p. 364).
Che la messa cattolica sia
stata definita una «dannata
idolatria» da Lutero o dal Catechismo di Heidelberg la sostanza del dissenso nqn muta,
è e rimane (oltre agli altri
ostacoli ricordati nelle due
proteste) uno dei punti sui
quali è bene esprimere fraternamente la nostra condanna
di qualsiasi compromesso o
relativismo dottrinale, specie
se perpetrato per amor di pace e in vista di una maggiore
reciproca comprensione fra
tema: Tunica giustificazione
dei nostri incontri ecumenici,
anche della partecipazione
alle funzioni cattoliche, dovrebbe essere sempre e dovunque il confronto con T fivangelo.
Giovanni Gönnet - Róma
^Uruguay
mantiene la
speranza
Approfitto dell’opportunità
che Riforma offre (con la pagina dei lettori) per manifestare alcune opinioni su due dei
cinque articoli che ha scritto il
pastore Giorgio Tourn dopo la
sua visita in Argentina è in
Uruguay, che con piacere abbiamo letto per varie settimane, condividendo diversi interrogativi e dialogando su
molti temi. La lettura di questi
articoli (il primo e il quinto)
mi ha suscitato reazioni diverse e una sensazione generale
abbastanza dolorosa.
La prima sensazione che mi
resta impressa è che Giorgio
Tourn abbia portato con sé
una povera impressione del
suo viaggio in quei paesi.
D’altra parte non so se è possibile comprendere la realtà
sudamericana avendo visitato
solo due paesi di questo continente così vasto e complesso. Certo non ho la capacità
di rispondere alle sue sintesi
di storico riconosciuto, ma temo che queste possano farci
dimenticare la realtà della nostra gente, da lui caratterizzata còme gente di un Uruguay
che «non è solo ten a delle solitudini ma anche terra delle
violenze» (Riforma n. 4).
Rispetto al mausoleo, terzo
monumento osservato da
Tourn, noi tutti abbiamo ben
presente che fu ideato e realizzato non dal popolo, ma da
coloro che detenevano il potere in un momento oscuro e
Il clic di prima pagina
Pericolo islamico?
Musulmani in preghiera. In Algeria
la situazione sta diventando sempre
più drammatica: i militari al potere
puntano ormai apertamente allo sterminio del movimento islamico, ritehuto responsabile di tutti i mali della società. È vero che quello algerino è un
integralismo particolarmente fanatico
e intollerante della modernità, ma sarebbe sbagliato considerare tutti i musulmani come pericolosi integralisti.
doloroso della nostra storia. Il
fatto di essere discendente di
immigrati (dalla Svizzera e
dall’Italia) del secolo scorso
mi può caratterizzare in un
certo modo, e sono riconoscente di quel che ho ricevuto
da questi immigranti, ma sono
nata in questa terra e faccio
parte di questa nazione uruguaiana che, non essa sola ma
come molti paesi del mondo,
continua a mantenere il sogno
della libertà, dell’uguaglianza
e della fraternità.
Tanto meno posso dimenticare le migliaia di uruguaiani
che stanno portando ad altri
paesi le molte cose che hanno
ricevuto nei nostri centri di
insegnamento e di formazione. Non contano per la nostra
storia e la nostra realtà gli uomini di scienza, lavoratori
della campagna e della città, i
politici, gli educatori, gli
scrittori, gli artisti? Io credo
di sì; per questo, come uruguaiana e come membro della
chiesa valdese, piccola chiesa
che però ha una sua presenza
qui, desidero esprimere la
mia speranza, per il mio paese e il mio continente, e non
desidero restare con l’impressione dell’«entrovero» inutile
e della disperazione.
Violeta Davyt Bertinat
Colonia Vaidense
La divisione
è scandalo
Ho letto la «protesta» di
Gino Conte {Riforma n. 5 del
3 febbraio) e ho condiviso le
sue asserzioni. Nel n. 10 del
10 marzo Florestana Piccoli
Sfredda si dichiara contraria a
tale protesta, ma a sua volta
{Riforma n. 6 del 10 febbraio)
ebbe a dire di voler rifiutare
qualsiasi invito a Trento in
occasione delle celebrazioni
del famigerato «Concilio», in
quanto esso esprime un momento storico negativo e il
suo gesto vuole essere un rifiuto della Controriforma.
Sempre Florestana Sfredda
nelTarticolo «Chi dite voi che
io sia?» (n. 8 del 24 febbraio)
riporta le parole di Paolo che
definiscono Gesù quale «pietra di inciampo». Si tratta di
un argomento che mi interessa e mi rattrista molto. Io ho
gioito grandemente negli anni
della gioventù quando a Agape ci accostavamo tutti (appartenenti a qualsiasi confessione) alla Cena del Signore,
«sommersi dalla carica
dèli’amore in cui ogni divisione si consuma, ogni presunta
verità si riassume in Cristo»
(parole di F. Sfredda).
E ora soffro grandemente
ogniqualvolta nella mia città,
imuna chiesa cattolica, accanto a parenti o amici cattolici,
non posso partecipare con loro alla Comunione. Prego Dio
perché voglia far sì che ogni
scandalosa divisione voluta
dall’uomo abbia finalmente
fine e la «pietra d’inciampo»
diventi veramente «pietra angolare» per tutti i credenti.
Renata Pampuro Busani
Genova
Cittadinanza
a Rushdie
Signor direttore,
non so se avete pubblicato
o ricevuto lettere per la cittadinanza onoraria negata dal
Consiglio comunale di Torino
a Salman Rushdie. Premesso
che il suo libro [/ versetti satanici, ndr] non mi è piaciuto,
sono preoccupato. E come
non accogliere un esule a cui
non basta una genuina dichiarazione di solidarietà. Che la
cittadinanza si chiami «onoraria» non conta. In questo
caso l’onore è di accogliere,
sia pure solo idealmente, un
perseguitato potenzialmente
assassinato. L’argomento di
non voler dispiacere ai musulmani di Torino mi pare un
insulto verso i musulmani di
sentimenti laici. Questo appeasement inutile non li aiuta.
E guardando oltre preoccupa
che contro abbiano votato sia
la Rete che i Popolari. Ci sono degli integralismi che si
alleano? Vecchi scenari. Il
sospetto è lecito, parafrasando Orlando.
Gustavo Malan
Torre Peliice
Il XXV Aprile
Giovani cittadini,
i vostri nonni il 25 aprile
1945 hanno smesso di combattere con le armi gli invasori nazisti e i loro servi fascisti
e hanno dato all’Italia libertà,
giustizia e pace con una delle
più belle e giuste costituzioni
del mondo.
Fatevi raccontare da chi ancora può testimoniare quanto
era terribile la dittatura fascista. Non lasciatevi imbrogliare dalla furba, strisciante e
travestita propaganda che cerca di trascinarvi in un baratro
senza fine che cancellerà i
vostri diritti e la vostra personalità. La parola «fascismo»
gronda di prepotenza e di
sangue.
Dedichiamo perciò il 25
aprile a chi è morto per la dignità e la libertà degli italiani
nella lotta partigiana, nei
campi di concentramento; a
chi è stato mandato a morire
in Russia e sugli altri fronti e,
ormai senza potere, ha detto
«obbedisco»; a chi ha accettato il fascismo per poter lavorare e dare da mangiare alla famiglia, rinunciando alla
propria anima.
Lionello Gaydou
Moncalieri
RINGRAZIAMENTO
«L'Eterno è la mia luce
e la mia salvezza»
Salmo 27,1
I familiari della cara
Hélène Plavan Chiavia
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che sono stati loro vicino con
scritti, parole di conforto e presenza nella triste circostanza.
Un particolare ringraziamento
ai medici e infermieri dell'Ospedale valdese di Torre Peliice e al pastore Bruno Rostagno.
Torre Peliice, 20 marzo 1995
lìi
20
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
venerdì 31 MARZO 1995
Si è riacceso all'inizio di quest'anno un vecchio conflitto che si era concluso nel 1942
Ecuador-Perù^ la guerra assurda dei poveri
ROBERTO PEYROT
Il Sinodo valdese del Rio
de La Piata (vedi Riforma
n. 11), fra le decisioni assunte
ha anche votato un ordine del
giorno relativo al conflitto fra
Ecuador e Perù, esprimendo
il suo rifiuto della guerra come soluzione dei contrasti fra
i popoli e manifestando il
proprio appoggio all’opera di
pacificazione svolta dalla
Conferenza latinoamericana
delle chiese.
Con l’inizio del 1995 i due
paesi sudamericani si sono
scontrati militarmente: i combattimenti sono poi stati sospesi il 17 febbraio scorso
mediante un accordo firmato
dalle parti; il patto però non
ha retto a lungo e a fine febbraio gli scontri erano ripresi.
Il motivo del contendere è
dato da una striscia di frontiera che divide i due paesi confinanti, larga 70 chilometri e
lunga 1.600, nella foresta
amazzonica. In effetti, non si
tratta di una guerra «nuova»
ma del riaccendersi di un
conflitto terminato nel 1942
con la firma del Protocollo di
Rio de Janeiro, garantito da
quattro paesi (Argentina, Brasile, Cile e Stati Uniti) e che
aveva visto la vittoria del
Perù con la perdita, da parte
dell’Ecuador, di una buona
metà del proprio territorio:
un’area di foresta di 300.000
chilometri quadrati, grande
quanto l’Italia. Era però rimasta aperta una questione e
cioè proprio quella della striscia attualmente contesa, situata ai piedi della Cordigliéra del Condor. Non è la prima
volta, dopo la firma del citato
Protocollo, che i due paesi ricorrono alle armi: già nel
1981 si ebbero violenti scontri con morti e distruzioni, ma
senza esito.
Perché questo accanimento
fra due popolazioni simili per
etnia, linguaggio e religione,
ma anche accomunate dalla
povertà e dal sottosviluppo?
Si è parlato di ricchezze naturali nascoste, quali petrolio,
oro, uranio ma gli esperti negano la loro esistenza. Per
contro, i due governi, in questo caso d’accordo fra loro,
insistono con forza, in occasione di un’intervista data a
Le Monde diplomatique di
marzo, sulla «estrema importanza delle ricchezze della regione», accusandosi a vicenda di volersene impadronire.
Chi ha iniziato le ostilità? Il
capo di stato ecuadoriano Duran Balen ha accusato il presidente del Perù Fujimori di
essere l’aggressore e ha mandato in tutto il continente
americano (ovviamente Usa
compresi) suoi rappresentanti
per documentare la cosa,
rafforzata anche dal fatto che,
secondo le dichiarazioni del
ministro della Difesa, sarebbe
stato «una follia affrontare
l’esercito peruviano» di gran
lunga più potente.
Lo scrittore Mario Vargaz
Liosa, in uno scritto dal titolo
«La guerra assurda» (pubblicato da El Pois di Madrid) afferma che l’origine del conflitto risale alla lotta del Perù
contro i guerriglieri di «Sendero luminoso», durante la
quale parecchi posti di sorveglianza nelle zone contese
erano in mano a militari ecuadoriani, che avrebbero consolidato la loro presenza incamerando del territorio. Il presidente Fujimori avrebbe così
deciso di riconquistare detto
terreno anche per «potenziare» la sua campagna elettorale in vista delle prossime elezioni del 9 aprile e per far dimenticare le ombre e gli
scandali della sua gestione.
Soldati peruviani pattugliano la zona contestata sul confine tra Ecuador e Perù
Per contro, secondo il giornale brasiliano O Globo, sarebbero stati i militari deH’Ecùador a minacciare il presidente
Duran se non avesse acconsentito il recupero di parte del
territorio perso nel 1942.
Che dire, di fronte a queste
diverse interpretazioni? L’unica cosa certa è che, ancora
una volta, si ha la dimostrazione che i trattati di pace che
seguono ad un conflitto contengono già in sé le premesse
per nuovi scontri. C’è poi anche da tener presente che, secondo l’inchiesta di Le Monde
diplomatique, i militari di ambo le parti hanno tutto l’inte
resse a mantenere aperto il
contrasto, allo scopo di ottenere nuovi finanziamenti e armamenti sempre più moderni.
In un’intervista a La Stampa, il peruviano Perez de
Cuellar, già segretario generale deirOnu e ora candidato
alla presidenza contro Fujimori, pur non sbilanciandosi
sulla responsabilità del conflitto, auspica che ancora una
volta i quattro paesi garanti
del Trattato di Rio riescano,
con una positiva opera di mediazione, a trovare una soluzione alle attuali divergenze.
In un diario scritto dal missionario cattolico Sestilio
Coda, che aveva lasciato Pinerolo nel 1982 per svolgere
la sua opera in Ecuador, egli
testimonia diffusamente in
prima persona sul mondo povero e su tante situazioni veramente disumane di questo
e di altri paesi dell’America
Latina, mentre in parallelo
constata «la semplicità e la
bontà» di quelle popolazioni:
c’è da augurarsi che esse non
debbano una volta di più pagare duramente con vittime
innocenti per malintese questioni «patriottiche» e, in definitiva, per migliorare i bilanci e le prebende dei potenti di turno.
Il paese dell'Africa centrorientale è uno dei più colpiti dal virus
Kenìa: le chiese accusate di aver
favorito la diffusione dell'Aids
Secondo un medico keniota, l’Aids si diffonderebbe più
rapidamente fra le comunità
cristiane del Kenia che non
fra le altre comunità: è quanto
ha dichiarato ai partecipanti
al 16“ Congresso scientifico
africano, svoltosi a Nairobi
all’inizio di febbraio, l’ex vicerettore dell’Università di
Nairobi, il professor Joseph
Maina Mungai che ha dichiarato che il tasso d’infezione
dell’Aids in Kenia è più elevato fra i cristiani che non fra
i credenti di altre confessioni,
come l’Islam, l’ebraismo e il
buddismo, perché le chiese
hanno contribuito alla diffusione del virus mistificando i
fedeli sulle questioni della
sessualità.
Joseph Mungai lamenta il
ruolo delle chiese che, secondo lui, hanno distrutto le pratiche culturali tradizionali del
Kenia. In certi casi, dice
Mungai, le chiese hanno aiutato a perpetuare i miti sul
popolo africano e sulle sue
pratiche culturali, denunciate
come un «male». Così, il costume di fare la corte non
avrebbe dovuto essere abbandonato perché la sua scomparsa ha provocato grossi danni
fra i giovani senza offrire loro
alternative, ha sottolineato
Mungai. La chiesa dovrebbe
giocare un ruolo sul piano
dell’educazione, ma dovrebbe
anche smettere ogni mistificazione nei confronti della sessualità, e sensibilizzare la
gente sul problema dell’Aids
anziché condannarla e considerare la malattia come un
peccato. Mungai ha lanciato
un appello alle chiese per far
fronte ai problemi attuali: turismo sessuale, commercio
del sesso e malattie trasmissibili sessualmente: ma le grandi chiese sono rimaste silenziose, ha lamentato.
Il Daily Nation, quotidiano
di Nairobi, ha chiesto alle
chiese di tenere conto di queste critiche; il giornale sottolinea che le grandi famiglie cri
Nakuru (Kenia): riunione di contadini
stiane, tra cui la Chiesa cattolica romana, si erano opposte
all’introduzione dell’educazione alla vita familiare nelle
scuole elementari, ma non
avevano offerto soluzioni alternative ai giovani che volevano evitare gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili: «Hanno la risposta pronta e consigliano ai giovani di
evitare i rapporti sessuali prima del matrimonio - scrive il
Daily Nation -. È un consiglio al quale non credono
neanche i cristiani meglio intenzionati: infatti, ogni anno
10.000 ragazze su 13.000 abbandonano la scuola per via
di gravidanze indesiderate».
Secondo gli antichi costumi, sottolinea il giornale,
l’educazione sessuale faceva
parte della vita degli adolescenti: era loro permesso di
fare la corte ma non di avere
relazioni sessuali prima del
matrimonio. I cristiani erano
molto fermi su questo punto:
in molte famiglie cristiane
veniva perfino vietato di pronunciare la parola sesso. Il rigetto delle pratiche culturali
africane da parte del cristianesimo ha portato all’adozione di valori «più europei che
cristiani», afferma il giornale.
Malgrado campagne di sensibilizzazione sul problema
dell’Aids e la distribuzione di
30 o 40 milioni di preservativi
l’anno, il virus si sta diffondendo rapidamente in Kenia,
in particolare fra i giovani.
Alcuni ecclesiastici kenyoti
hanno consigliato ai loro colleghi di non esitare a parlare
di questo problema dal pulpito ma, per alcuni gruppi, 1’
Aids è un castigo di Dio.
I presbiteriani hanno un nuovo presidente
In Ruanda bisogna
ricostruire tutto
La Chiesa presbiteriana del
Ruanda ha nominato un nuovo presidente, in sostituzione
di Michel Twagirayesu, che
ha abbandonato il Ruanda
durante i massacri dello scorso anno che hanno provocato
la morte di circa un milione
di persone. Si tratta di André
Karamaga, 47 anni, attuale
direttore del dipartimento
«Teologia e rapporti interconfessionali» della Conferenza delle chiese di tutta
l’Africa (Ceta) che assicurerà
la presidenza per un periodo
transitorio di due anni. Michel Twagirayesu, membro
del Comitato centrale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), vive oggi a
Bukavu, nello Zaire.
L’elezione di Karamaga ha
avuto luogo il 3 febbraio
scorso a Kigali, capitale del
Ruanda, nel corso di una riunione di 104 pastori e responsabili laici della chiesa presbiteriana. Naasson Hitimana
e Malachie Munyaneza sono
stati eletti rispettivamente vicepresidente e segretario generale. Il compito del nuovo
presidente non sarà facile: bisogna infatti ricostruire la
chiesa presbiteriana che è stata decimata dal genocidio e
dalla guerra civile.
Molti pastori sono stati uccisi insieme alle loro famiglie, centinaia di membri di
chiesa sono morti e migliaia
di essi hanno abbandonato il
paese; le chiese, le scuole e
gli ospedali hanno subito
grossi danni. Secondo alcune
fonti, Michel Twagirayesu
sarebbe stato molto vicino al
vecchio regime dominato dagli Hutu; tuttavia Jose Chipenda, segretario generale
della Ceta, ha dichiarato recentemente all’agenzia Eni:
«Non ho mai incontrato un
responsabile della statura di
Michel Twagirayesu. È un
capofila notevole»:
André Karamaga è un partigiano convinto della teologia
della ricostruzione centrata
sull’Africa. Per Jose Chipenda, Karamaga è un responsabile «molto competente». Subito dopo la fine dei combattimenti la chiesa presbiteriana
aveva formato un comitato di
ricostruzione ma non disponeva di nessun mezzo giuridico per poter essere rappresentata presso il governo o presso altri partner esterni perché
i suoi responsabili avevano
abbandonato il paese.
André Karamaga era stato
inviato dai presbiteriani in
Svizzera per studiare teologia
e per rappresentare la sua
chiesa presso il Dipartimento
missionario della Federazione
delle chiese protestanti della
Svizzera; ha ottenuto il dottorato mentre era in Svizzera
con una tesi su «Evangelo e
cultura». Oggi, le chiese del
Ruanda devono assumere il
difficile compito di ricostruzione dopo i tragici avvenimenti dello scorso anno.
Samuel Isaac, direttore aggiunto dell’Unità «Condivisione e servizio» del Cec,
aveva dichiarato lo scorso anno che le chiese ruandesi, allineandosi esageratamente sul
vecchio regime dominato dagli Hutu e sulla loro politica
tribale, avevano attratto su di
sé il discredito. «In tutte le
conversazioni che abbiamo
avuto in Ruanda - aveva dichiarato - ci hanno fatto chiaramente capire che la chiesa
stessa esce macchiata da tutta
quella tragedia, non perché si
sia trincerata in una indifferenza passiva, ma a causa degli errori che essa stessa ha
compiuto».
André Karamaga ha incontrato Michel Twagirayesu al
suo ritorno a Nairobi e, parlando della nuova situazione,
hanno ambedue riconosciuto
che la «prima preoccupazione è la chiesa. Quando un
membro del corpo soffre, tutti i membri soffrono» hanno
detto. (Eni)
Sarà conferito l'11 maggio a Tokyo
Il premio Niwano a un
discepolo di Gandhi
Il Premio della pace Ni wano 1995 è stato conferito a
Muthkumaraswamy Aram
Valarthanatan, ardente difensore della causa della pace e
discepolo del Mahatma Gandhi e della sua dottrina della
nonviolenza.
Il Premio della pace Niwano viene conferito ogni anno,
dal 1983, alle persone e alle
organizzazioni che giocano
un ruoTo importante nella
promozione della pace e della
cooperazione interreligiosa.
La Fondazione Niwano possiede un fondo di 3,75 miliardi di yen che serve a promuovere la ricerca sul dialogo interreligioso e a finanziare il
Premio.
Fra i laureati troviamo il
Congresso musulmano mondiale, l’arcivescovo cattolico
romano Helder Camara, il pastore Philip Potter, ex segretario generale del Consiglio
ecumenico delle chiese, e Hildegard Goss-Mayr, militante
pacifista cattolica romana.
Aram Valarthanatan, indù
di 68 anni, si dedica attivamente alla promozione della
pace e della cooperazione interreligiosa. Ogni sera organizza a casa sua una riunione
di preghiera multiconfessionale. In un messaggio pubblicato dalla Fondazione Niwano il 22 febbraio scorso,
Aram Valarthanatan dichiara:
«In tutti questi anni, mi ..sono
sforzato di seguire la via
scelta da Gandhi e di mettere
in pratica i valori che egli difendeva, nel campo dell’educazione, della risoluzione dei
conflitti, dello sviluppo sociale e della pace nel mondo. In
una certa misura, questo Premio rende omaggio al movimento di Gandhi».
Nell’annunciare la notizia,
un portavoce della Fondazione ha precisato che la decisione era stata presa dopo
«un esame approfondito effettuato dai sette membri del
Comitato di selezione, rappresentanti del buddismo, del
cristianesimo, dell’Islam e di
altre religioni». La Fondazione spera che il Premio
1995 inciterà più persone a
seguire l’esempio di Aram
Valarthanatan. (Eni)