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I
ECO
DELLE mm VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PBLLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 37
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Autonomia o sorvizio
Le Valli rinunceranno a comandare ?
« Le Valli rinunceranno a comandare? » — sotto questo titolo ad effetto, Carlo Falconi riferisce, su I’jEspresso dell’11.9.1960, i risultati della
centododicesima sessione sinodale valdese. L’articolo rivela una buona e
cordiale informazione, e ci fa certo
piacere che la nostra Chiesa e i suoi
problemi siano fatti conoscere ad un
pubblico vasto come quello dei lettori del grande settimanale. Tuttavia,
dobbiamo notare qualche imprecisione, specie nello sforzo di dare una
sintesi unitaria dei lavori del recente
Sinodo. Secondo il Falconi, esso sarebbe stato dominato dalla tensione
— accresciutasi nel corso dei decenni — fra le Valli e le Chiese sorte
dall’evangelizzazione, mantenute finora in stato di minorità dalla gelosa
volontà di supremazia delle prime:
viene visto così l’annoso problema
connesso con l’autonomia.
Non è impossibile che qua e là alligni, alle Valli e nelle Chiese dell’evangelizzazione, un senso quasi di
antagonismo... ma si tratta comunque
di casi isolati, oppure dell’indebito
interferire di una mentalità faziosa
nella comunione della Chiesa. Perciò
pare ingiusto vedere solo in questa
luce la discussione sinodale in merito
alle proposte di modifica di alcuni
articoli dei Regolamenti relativi alla
a utpnomia delle Chiese.
li Falconi, la cui informazione risulta un po’ unilaterale, definisce « insostenibile » la situazione venutasi a
creare nella Chiesa Valdese, per cui
oltre alle comunità delle Valli, solo
quelle di Torino, Milano, Genova,
Firenze, Roma I e II (ma occorre aggiungere Bergamo) sono autonome,
cioè fruiscono di tutti i diritti, mentre molte altre, quasi secolari, ne sono
prive. In realtà, se guardiamo alle statistiche, alcune altre Chiese potrebbero chiedere di vedersi riconosciuta
Fautonomia, avendo il numero sufficiente di membri comunicanti: Como, Zurigo, Losanna, Napoli, Càtania, Messina, Palermo; e occorre domandarsi: perchè non richiedono il
riconoscimento della propria autonomia? pare che non si possa rispondere
altrimenti che o con Findifferenza verso questo riconoscimento, oppure con
il timore di doversi assumere gli oneri che insieme con i diritti accompagnano Fautonomia. E’ quindi un po’
demagogico ridurre tutto il problema
ad un conflitto di supremazia che ricorda gli antagonismi regionali sul
piano nazionale...
In realtà, un disagio c’è; numerose
chiese, che hanno già una lunga storia fedele, desidererebbero accedere
all’autonomia, ma non raggiungono i
150 membri richiesti dai Regolamenti. A questo scopo la Commissione sinodale di studio aveva proposto una
modifica di regolamento, che sostituisse Fattuale minimo richiesto di
150 membri comunicanti con il numero 100; ma la modifica è stata bocciata, con la motivazione che 100
membri soltanto non potrebbero provvedere — come stabilisce un altro
comma dell’articolo — « a tutte le
spese locali », motivazione che da un
punto di vista teologico, ecclesiastico,
appare assai debole.
In complesso, il Sinodo ha « bocciato », almeno per il momento, un
mutamento del sistema dell’autonomia delle Chiese; unica conferma di
questi diritti è sfata la decisione di
rendere più rigidamente vincolante
l’impegno del pastore nominato da
una Chiesa autonoma per il primo
settennio completo, mentre per il secondo settennio « La Tavola ha la
facoltà, per gli eventuali bisogni dell’opera, di trasferire un Pastore nel
corso del quattordicennio o di trattenerlo, per un massimo di anni tre.
compiuto il quattordicennio ». E’ stato sottolineato, e messo a verbale, che
si deve trattare strettamente di necessità dell’opera, e non degli operai.
Importante, in una rivalutazione
della funzione del Consiglio di Chiesa, la modifica che affida a questo le
consultazioni in vista della designazione di un Pastore da parte di una
Assemblea di Chiesa, consultazioni finora affidate ad una Commissione
« per una concezione falsamente democratica », ha fatto notare il Past.
A. Ribet.
Giustamente il Falconi mette in relazione questo problema dell’autonomia con quello — da anni ventilato e
mai affrontato — dell’art. 1 della Costituzione della Chiesa Valdese; ma
ci pare unilaterale e superficiale il suo
giudizio secondo cui, da oltre un secolo, la Chiesa Valdese, abbandonando un originario congregazionalismo,
avrebbe permesso un fatale allontanamento del « movimento valdese dalla concezione primitiva del cristianesimo e da quella posteriore della Riforma protestante ». Sono questioni
che non possono davvero essere spacciate così facilmente. Infine, nulla a
che fare con la presunta tensione Valli-Evangelizzazione ha la approvata
riforma dell’ordinamento distrettuale
e « il decentramento dei poteri della
Tavola »,: . non corrisponderebbe certo
alla realtà fare della Tavola lo strumento di potere con cui le Valli manterrebbero in stato d’inferiorità le altre Chiese!
A proposito di questo problema
dell’autonomia — certo pieno di imperfezioni nella sua pur necessaria regolamentazione — tutte le nostre Chiese, quelle che già sono autonome,
quelle che aspirano ad esserlo e...
quelle che non desiderano esserlo, ripensino che Fautonomia, prima che
una questione giuridica è una questione spirituale: è la coscienza che ogni
comunità ha di sè, nei suoi vari doni
e ministeri, come di Chiesa del Signor
Gesù Cristo, al suo servizio.
RAPPORTI ECUMENICI
La presenza, numerosa e cordiale, dei delegati della Chiese sorelle, il rapporto della Tavola che ci ricorda le numerose « missioni » presso di esse, oltre
agTinnum ere voli contatti che tante comunità hanno stretto con comunità
all’estero, l’aiuto fattivo e fedele di tanti amici in Europa ed in America :
altrettanti segni felici di come la nostra picoola Chiesa sia conosciuta e circondata di affetto, seguita nella sua opera di testimonianza nel nostro paese
(noblesse obli gei), e di come d’altra parte anch’essa si senta sempre più parte integrante del mondo ecumenico. Ricordiamo, ultimamente, la partecipazione di una numerosa delegazione
di giovani valdesi alla Conferenza di
Losanna; ci si prepara d’altra parte
alta S» Assemblea del Consiglio ecumenico, che avrà luogo a Nuova Delhi
nel dicembre 1961, e a cui la Chiesa
valdese parteciperà con im rappresentante italiano e con uno rioplatense (che rappresenterà a sua volta
tutta la Federazione evangelica del
Rio de la Piata).
Nel mese di ottobre il Moderatore
E. Rostan rappresenterà la Chiesa
Valdese al Sinodo della Chiesa di
Scozia — abbinato alla celebrazione
del 4« centenaria della Riforma scozzese — e nel corso delTinverno al Sinodo della Chiesa presbiteriana uni
ta degli S. U.: il Sinodo l’ha incaricato di portare in quelle occasioni
due messaggi composti da un'apposita commissione e approvati per ac
clamazione, per esprimere a quelle
Chiese la nostra fraterna solidarietà.
Ma, come Chiesa italiana, due
aspetti dei rapporti ecumenici più ci
stanno a cuore: l’attività del Consiglio Federale, e la collaborazione con
la Chiesa Metodista.
Consiglio Federale
Non .si può dire che la sua attività
sia febbrile... Appare, per ora, un molto modesto organo di collegamento,
ff-
■
Roma, Castel S. Angelo — Il 16 settembre 1560 vi veniva rizzato davanti il
rogo di Gian Luigi Pascale, nello stesso luogo dove, quattro .secoli prima, era
tUato lUccisa ain altro profeta: Arnaldo da Brescia. La .figura di Gian Luigi Pascale, apostolo in ¡Calabria, martire a Roma” è stata disegnata con appassionata
efficacia dal Past. T. Raima, in un opuscolo edito dalla Società di Studi Valdesi,
in occasione del 4" centenario del martirio.
La nostra stampa
Quando parliamo della nostra stampa, Ci riferiamo sia all’attività editoriale della Claudiana, sia ai nostri
periodici. Quest’annol, nella discussione sinodale i due temi sono stati
particolarmente intrecciati.
Per quel che riguarda «La Luce»
e « L’Eco delle Valli Valdesi », il Sinodo ha nel complesso approvato
Torientamento attuale e incoraggiato
i direttori, stimolando la più larga e
varia collaborazione (e un pensiero
di viva riconoscenza è andato al Pastore E. Ayassot che nel corso delTinvemo ha lasciato dopo molti anni la direzione de « La Luce »). Meno
incoraggiante la statistica degli abbonati: per quanto si sia segnato un
lieve aumento (più accentuato per
«La Luce»), rimane il fatto che solo il 56% delle famiglie delle Valli e
poco più del 40% negli altri distretti
sono raggiunte dai nostri periodici.
Le spese di stampa sono aumentate,
gli abbonamenti, pur ritoccati a gennaio, sono ancora sottocosto: bisogna che ogni Consiglio di Chiesa intensifichi la ricerca di nuovi abbonati.
Ma la questione che ha veramente
occupato il Sinodo, al capitolo «stampa» è stata la fusione de « La Luce »
con «Voce Metodista». Intimamente connesso a questo problema — sebbene la Commissione d’Esame abbia
insistito per tenere separate le due
questioni — è stato quello del progetto di trasferimento della « Claudiana»! Infatti la fusione del bimensile
valdese e del mensile metodista postula una redazione mista, che non
potrebbe risiedere m alcun modo a
Torre Pellice: il nuovo giornale, che
dovrebbe avere una larga apertura
italiana, non potrà che essere stampato in una grande città in cui ci
sia la possibilità di formare un comitato di redazione valdese-metodista che possa effettivamente lavorare
insieme, incontrarsi regolarmente e
spesso.
E a questo punte le... Valli sono
partite al contrattacco, nel tiinqre di
assistere ad una vera « smobilitazione ». In realtà il progettato trasferimento della Claudiana non dev’essere drammatizzato: a Torre Pellice
non cambierebbe materialmente nulla (salvo la stampa altrove de La Luce, il ohe avverrebbe comunque): il
negozio di Piazza della Libertà rimarrebbe tale quale, continuando a fornire ai Torresi ed alle altre parrocchie delle Valli la nostra stampa
evangelica, mentre d’altra parte la
Tipografia Subalpina continuerebbe
ad essere incaricata della stampa di
opere edite dalla Claudiana ; soltanto la direzione, la sede della attività
editoriale sarebbe trasferita in una
grande città. Quali ragioni consigliano questo trasferimento? 1) la situazione del mercato librario italiano:
per non sfigurare troppo di fronte alla concorrenza, occorre essere presenti in un centro importante, dove c’è
maggiore possibilità di vendita e soprattutto gli strumenti tecnici necessari: Thanno compreso altre case editrici evangeliche, ad es. quella battista; 2) la diffusione; non bisogna
credere che le Valli siano il settore
più ampio del mercato delle edizioni
Claudiana; 3) l’incontro: sarebbe
molto bello se la Claudiana diventasse im poco un punto d’incontro, un
centro di cultura, com’è ad esempio
per alcune case cattoliche d’avanguardia editrici di periodici (La Locusta a Vicenza, Il Gallo a Genova, ed
altre); in quest’ordine di idee, e data
la crescente importanza delTecume
nismo, potrebbe essere di grande valore essere presenti in un centro di
prospettiva europea.
C’è stata perplessità, nel Sinodo,
perchè sebbene la questione sia stata
a lungo studiata dalla Tavola, è giunta pressoché nuova e inaspettata al
l’Assemblea sinodale; questo aveva
spinto la C. d’e. a sdoppiare il problema, riconoscendo carattere d’urgenza alla fusione dei periodici, assai meno al trasferimento della Claudiana, per cui auspicava un esame meno affrettato e più dettagliato e preciso. Tuttavia, almeno allo stato attuale, ciò porterebbe ad im’abolizione
del felice abbinamento della direzione della Claudiana e di quella della
Luce, cosa che — senza personalismi
— non pare oggi auspicabile. La discussione è lunga ed accalorata; vengono proposte alcune sedi e ci si ferma soprattutto su Firenze e Torino;
infine si giunge alla approvazione del
seguente odg:
Il Sinodo Valdese prende atto
con viva .gioia deU’odg del Sinodo Metodista del 4-8 maggio 1960
in risposta alTart. 19 degli Atti del
Sinodo Valdese del 1959 in merito
alla unificazione de « La Luce » e
di « Voce Metodista » mediante la
creazione di un nuovo organo comune, e invita la Tavola a procedere d’intesa con il Gomitato permanente della Chiesa Metodista
alla più sollecita realizzazione,
possibilmente entro U corrente anno, della concordata volontà espressa dai due Sinodi.
Il trasferimento della Claudiana è
quindi rimasto in sospeso, e affidato
alle decisioni della Tavola. Non biso(continua in 2.a pag.)
Utile in modo particolare quando e
necessario presentarsi alio Stato con
un «tionte imico» evangelico; il suo
ramo più attivo è l^fficio Legale, diretto sempre con competenza e solerzia dal dott. G. Peyrot : si sono « promossi interventi in sede governativa e parlamentare per la revisione
del testo unico delle leggi di pubblma
sicurezza, i>er la riforma del codice
penale, in merito all’istituzione di un
fondo di previdenza per il clero, circa
la presunta competenza territoriale
dei ministri di culto a celebrare matrimoni, circa l’assistenza religiosa
nelle carceri» (a quest’ultimo proposi- i
to ii Past. S. Colucci, cappellano in
particolare del penitenziario di Porto
Azzurro ha lamentato gli intralci ohe
ancora sono posti al pieno esercizio
di questo ministerio troppo trascurato). Nulla di nuovo, per il momento,
sulle progettate «intese» fra lo Stato e le confessioni religiose acattoliche (e forse è megUo cosi).
Una delle principali attività in comune, sotto gli auspici del Consiglio
Federale, era la pubblicazione de li
culto evangelico, che col mese di giugno è stato fuso col periodico Presen
za Cristiana, passando quest’ultimo
alle dipendenze amministrative del
C. F. La fusione, che aveva prodotto
molte discussioni, non ha dato per il
momento risultati molto positivi;
ma per varie ragioni il comitato di
redazióne ( interdenominazionale )
non ha potuto subito funzionare appieno, e quindi guardiamo con fiducia al prossimo futuro, affinchè quest’opera comune unificata rappresenti un potenziamento e non un indebolimento della testimonianza evangelica in Italia.
Collaborazione
con la Chiesa Metodista
Da anni se ne parla; e la cosa rischia di ingenerare stanchezza e sfiducia. Tuttavia, qualcosa si è fatto
nello scorso anno, e pur restando un
poco impazienti, bisogna rallegrarsi
di questo e considerare oggettivamente le difficoltà, che occorre pazientemente superare. Quest’anno non si è
soltanto trattato di collaboraziotne,
ma pure di un piccolo inizio di integrazione (è noto che i Sinodi valdese
e metodista hanno riconosciuto la reciproca validità dei ministeri pastorali; e che ad ogni Sinodo partecipa
con voce consultiva una delegazione
dell’altra Chiesa);
a) collaborazione, nelle campagne
evangelistiche a L’Aquila (metodista)
e a Siena (valdese);
b) integrazione: la decisione bipartita, che si attuerà nell’autunno, dì
creare a Udine (tempio metodista)
un posto pastorale valdese con la cura dei gruppi metodista e valdese della città e dei gruppi valdesi della diaspora friulana e camica; il pastore
metodista di Gorizia curerà il gruppo
valdese di Monfalcone. Ulteriori possibilità di integrazione si profilano,
lontane, a Trieste e a Venezia-Me.stre; più vicine, invece, nella Liguria,
dove la comunità metodista di Sestri
verrebbe affidata alla cura del pastore valdese di Sampierdarena, mentre
il gruppo valdese di Albenga sarebbe
conglobato nella diaspora del Pastore metodista di Savona. Il Sinodo,
raccomandando che queste realizzazioni siano sempre reciproche, prende
atto con gioia delle attuazioni e dei
progetti e insiste per la loro sollecita
attuazione. Poiché qualcuno aveva
fatto notare che To.d.g. relativo votato dal Sinodo metodista dello scorso
maggio parlava di « collaborazione »
e non di « integrazione », il Presidente M Sbaffi ha risposto che ci si è
serviti di quel termine per non urtare suscettibilità che avrebbero ancora
posticipato l’attuazione, ma che è
esplicito desiderio del Consiglio nsv
zionale e della maggioranza della
Chiesa metodista avviarsi decisamente ad attuazioni concrete, come mostra il progetto concordato dalle due
parti.
Il punto dei rapporti con i metodisti che ha suscitato maggiore discussione è stata la fusione de «La Luce»
con «Voce metodista», ma ne riferiar
mo in altra parte del giornale.
Domenica 25 settembre
inaugurazione a Pinerolo
del nuovo Convitto Vaidese
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pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 37 — 16 Settembre 1%0
1(
BILANdtä-pi- UN ANNO
(oi. licTl
situazione finanziaria
Ogni anno si rinnovano gli appelli ad una maggiore generosità. Sono, nella loro monotonia, uno dei segni ammonitori più gravi: la Chiesa e la sua
opera sono una voce del tutto insignificante nel bilancio della massa valdese;
ii^atti la media annua delle contribuzioni alla cassa centrale è stata pro capite di L. 3.250, per famiglia di L. 7.630. Se teniamo un conto anche approssimativo delle nostre uscite, un confronto è assai significativo!
Il Sinodo 1959 aveva chiesto alle Chiese di raggiimgere con i loro versamenti la somma di 85 milioni. Un aumento, e considerevole, c’è stato, dai 73
milioni dell’anno scorso si è passati ai 79 di quest’anno; ma la mèta indicata
è rimasta lontana, e l’Amministrazione ha detto chiaramente al Sinodo che
essa stessa sarebbe stata di molto in
suflìciente per far fronte alle necessità dell’anno che si apre ora.
L’appello alle Chiese si deve fare
tanto più pressante in quanto, quello
che da anni si prospettava come una
possibilità, e cioè che i doni dall’estero diminuissero, è avvenuto quest’anno in maniera sensibile: i doni di
Chiese sorelle hanno segnato, nel
1959-60 una diminuzione di 10 milioni; non è detto che sia un fatto che
si ripeterà, ma non è neppure affatto
detto che esso non si ripeta e non si
aggravi; bisogna tener conto delle richieste sempre più vaste ed urgenti
che giungono alle Chiese dalle missioni e dalle « giovani Chiese », e dell’incanalamento progressivo delle offerte delle Chiese europee ed americane attraverso i dipartimenti del
Consiglio ecumenico. Savio sarà quin
di — oltre che dignitoso — se non
conteneremo in troppo' forte misura
su questi aiuti, in futuro.
La discussione sulla situazione finanziaria è sempre, in Sinodo, una
delle più accalorate; ma anche, occorre riconoscerlo, delle più monotone. Chissà, però, se questa monotonia non dipende in parte almeno dalla genericità in cui resta, per lo più.
la relazione e la discussione. L’impressione dei delegati al Sinodo, al
loro ritorno nelle comunità, è quella
di un turbinare di milioni, di un som
rnarsi progressivo di milioni di deficit (ai 15 dello scorso anno si sono
sommati i 15 di quest’ultimo), di appelli, anch’essi generici, ad una maggiore generosità; ma raramente si discute su dati precisi e dettagliati, su
questioni particolari, che possono
sembrare di ordine locale ma che,
quando costano milioni, interessano
direttamente tutta la Chiesa e il Sinodo in particolare. Questo ’ non significa assolutamente giustificare la
scarsa generosità di tanti o, peggio,
la sfiducia (comoda scusa?) preconcetta di altri verso la « amministrazione » e una supposta scarsa oculatezza- delle sue spese. Ma è lapalissiano che se si vuole ohe i nostri membri di Chiesa prendano a cuore Is
attività della loro Chiesa — con quello che costano — bisogna che siano
informati in modo dettagliato. E per
questa informazione c’è molto da fare, sul piano nazionale come sul piano locale — anche se non molti sono
i bravi valdesi cosi ignari della amministrazione della loro Chiesa come
quel membro, fedele, di una comunità
valligiana. finora convinto che i pastori fossero pagati dallo Stato! (fat
to autentico).
Alcune note, ancora;
— va tenuto presente che le spese
che la Chiesa Valdese ha sostenuto
quest’anno per la manutenzione di
Villa Olanda e deU’Uliveto ammontano a 8 milioni, e che è giusto che le
comunità sappiano che d’ora in poi
queste istituzioni saranno compietamente a carico nostro.
— è purtroppo invalsa da noi l’abitudine a dimenticare i debiti che si
serio fatti per la costruzione di opere :
tali debiti, anche se pagabili a lunga
scadenza e lentamente diminuiti, ammontano ad oltre 100 milioni; e bisogna che ci pesino un po’ siilla coscienza; non si dimentichi, nefi’euforia delle inau^razioni. che molto di
quello che abbiamo con fierezza inaugurato deve finire di essere pagato!
— una delle «voci» più disperanti
delle Uscite sono gli interessi passivi (8 milioni), pagati per somme prese in prestito in attesa che affluiscano le contribuzioni delle Chiese: il
sistema della contribuzione rateale e
dei versamenti mensili o trimestrali
ecc. delle Chiese va lentamente estendendosi ; ma resta molto da fare, ed
è veramente troppo sciocco pagare
ogni anno somme così forti per il ritardo di versamenti che comunque,
vengono poi fatti!
— varie voci, nel Sinodo e fi'a i
membri della Tavola, hanno riconosciuto la necessità e la — pur limitata — possibilità di comprimere alcune spese; d’altra parte si è insistito perchè non si considerasse definitivamente sepolto l'odg sinodale di alcuni anni fa in cui si vincolava Is
costruzione di nuove opere aU’avere
a disposizione la somma necessaria,
in modo da non finire per gravare ulteriormente sul bilancio ordinario.
Consuntivo della lunga discussione,
di cui possiamo dare solo una rapida
impressione sono alcuni odg. proposti
dalla Commissione d’esame:
Il Sinodo, preso nota del sensibile peso degli interessi passivi sui
nostri bilanci, convinto che un notevole alleggerimento verrebbe dal
versamento in 12 mensilità delle
contribuzioni da parte delle singole Chiese, le invita a provvedere
affinché entro il 20 di ogni mese
pervengano alla Tavola i singoli
contributi, onde limitare al mas
simo onerosi prestiti.
Il Sinodo, cotnvinto della necessità di regolarizzare il più presto
nossibile la situazione finanziaria,
invita la Tavola, le Chiese e gli
Istituti dipendenti a persistere con
vigore anche maggiore nella politica di stretta economia prevista,
p a non provvedere a quelle opere
straordinarie per le quali non siano già stati reperiti i fondi cpn
doni speciali a tal fine ed indi
pendenti dal normale bilancio.
Il Sinodo rinnova alla Tavola la
raccomandazione di svolgere col
massimo scrupolo nei riguardi degli Istituti e Opere dipendenti la
revisione periodica dei conti e l’opera di vigilanza che le compete,
con particolare riferimento alla
compilazione dei bilanci, aU’inse
rimento negli stessi degli assegni
totali 0 parziali dei singoli direi
tori e all’applicazione delle vigenti leggi sul personale dipendente.
11 Sinodo, udita l’esposizione finanziaria, fa appello aH’amore
delle comunità per la loro chiesa
ed al sentimento di riconoscenza
di ognuno al Signore per i benefici ricevuti, perchè siano aumentate ancora le contribuzioni ordinarie, e sìa versata a parte — specie da chi più ha ricevuto — una
somma destinata ogni anno al saldo dei debiti a scadenza gravanti
sulla cassa centrale.
Il Sinodo rivolge un pensiero di
viva gratitudine ai fedeli sosteni
tori della nostra Chiesa in Italia
e all’estero che hanno dato prova
di fraterna generosità.
Il Sinodo ha espresso al Cassiere,
Past. Guido Comba, la sua viva riconoscenza per la sua opera, spesso
tutt’altro che facile e piacevole, e per
le responsabilità che ormai da tanti
anni egli porta per la nostra Chiesa.
Terminiamo questo paragrafo riferendo
questa comunicazione della Commissione d’esame al Sinodo : « Prima di chiudere il capitolo « finanze » la C. d’E. ritiene utile che il Sinodo sia edotto sulla
possibilità di una riforma deU’Ufficio centrale della Tàvola. Il proiblema è stato esaminato nel corso di alcune sedute della
Tavola. Mentre ancora rimane allo studio
la configurazione del collaboratore del Moderatore negli Uffici Centrali, la C. d’E.
(...) sarebbe orientata in lìnea di mass ma verso la nomina di un « Segretario Generale » con mansioni analoghe a quelle
affidate ai Segretari Generali di Chiese sorelle, e che abb’a la competenza e l’esperienza necessarie e sufficienti per mantenere ed incrementare ; contatti con l’estero, onde alleviare in ciò il Moderatore.
« La contabilità della Chiesa potrebbe
seguire la tracci.^ normale delle comuni
contabilità, e spersonalizzarsi edoppiandf)
l’incarico in due rami distinti e interdipendent: lasciando alla Tavola nel suo
complesso e al Moderatore od altro membro della Tavola in particolare la responsabilità di trasformare, in deliberazioni
oigni atto amministrativo oltre un certo lim:te, ed avendo alle proprie dipendenze
un contabile ed un cit'ssiere. Il contabile
lavora ed agisce secondo i deliberati della
Tavola, il cassiere paga ed incassa sempre solo su mandati del contabile contro
firmati dalla Tavola. In tal caso, nessuna
necessità di preporre a tali incarichi dei
pastori, bensì due laici competenti e di
fiducia regolarmente assunti come impiegati ad hoc. anche ad orario ridotto come
già avviene al presente per il contabile ».
LA PERSECUTION
(Exode 1 : 15-22)
Dieu n'a pas encore commencé son oeuvre et Israël ignore son
destin, mais le pharaon semble prévoir l'une et l'autre chose : le mal
a une sorte de prévoyance lucide, on dirait parfois qu'il découvre la
présence de Dieu bien avant nous, et non seulement il ia découvre mais
il la prévient, il sait que Dieu ne peut agir que pour le salut de ses
enfants, pour leur bien: c'est pourquoi le pharaon tente une dernière
fois d'accomplir son oeuvre de destruction et de mort.
...Pharaon donna cet ordre à tout son peuple: vous jetterez dans
le fleuve tout garçon qui naîtra..., la persécution est déclanchée, le
décret de mort est signé, l'aventure de Dieu n'est désormais qu'une
espérance étouffée.
Le texte tient à nous montrer qu'israël n'est pas seulement une
petite église à la merci des circonstances, mais qu'elle est menacée par
une puissance opposée à Dieu, par une volonté de destruction et de
mort: l'égypte ne se contente pas de réduire le peuple de Dieu à
l'esclavage, de l'exploiter, d'atteindre son âme: il faut qu'israël meurre.
Le monde ne saurait se contenter de la collaboration de l'église, de sa
déchéance, de son humiliation, c'est sa mort qu'il réclame.
Nous devrions penser parfois à cet ordre inique du pharaon, nous
devrions y penser dans les années de succès et de prospérité, car cet
ordre demeure aujourd'hui encore la réponse de l'homme à la volonté
de Dieu et par conséquent l'attitude du monde à l'égard de l'église.
Les hommes n'attachent aucune importance à notre témoignage
et à nos paroles, ils désirent se servir de nous pour bâtir leurs politiques ,mais s'ils devaient exprimer ouvertement leurs pensées c'est notre
mort qu'ils devraient souhaiter.
Certes les temples et les prêtres peuvent subsister, les temples et
les prêtres ne dérangent personne; ce qui dérange réellement c'est la
présence du peuple de Dieu, du peuple des fidèles, d'une assemblée
de créatures qui ont reçu la promesse de Dieu et l'acceptent. Cette communion d'hommes qui vivent pour Dieu et se déclarent messagers de
son royaume, dérange le déroulement logique de l'histoire.
Dans la vie de I église la persécution n'est pas une exception douloureuse qu'il faut vaincre et supporter, c'est la condition normale des
choses. Là où Dieu est à l'oeuvre, le monde réagit et sa réaction naturelle est la persécution de l'église. N'avons-nous pas à souffrir à cause
de l'évangile? notre témoignage est fidèle, vivons-nous sans difficultés? notre présence ne signifie plus rien pour le monde.
g. tourn
Un quarto Professore
olio Facoltà di Teologia
Il Sinodo 1955 aveva accettato in
linea di principio la istituzione di una
quarta cattedra presso la nostra Facoltà di Teologia, sospendendone però Tattuazione finché non fossero stati trovati i fondi necessari: questi
presupposti economici sono stati in
parte raggiunti con la promessa da
parte di generosi donatori in Italia
e alTsstero della somma necessaria
alla costruzione dell’alloggio per il
quarto docente, sopraelevando lo stabile di Via Pietro Cossa. Sicché il Sinodo’ ha potuto subito votare questo
o.d.g. :
Il Sinodo esprime la sua viva
gratitudine ai generosi donatori
che hanno reso possibile l’attuazione della quarta cattedra presso
la Facoltà di Teologia ed invita il
Corpo Pastorale a procedere alla
designazione del professore.
La designazione ha avuto luogo
nella seduta serale del Corpo Pasto
Facoltà Valdese
di Teologìa
Le iscrizioni sono aperte alla Facoltà
Valdese di Teologia. Questa non è una
semplice comunicazione d’ufficio, è una
notizia die desta sempre un largo interesse nella Chiesa. Quanti saranno i giovani,
che quest’anno sentiranno l’appello a dedicarsi interamente al servizio della causa
evangelica in Italia e alle cure delle nostre
comunità?
La domanda è sempre posta con ansia,
le i.=irlzioni sono accolte con gioia fraterna; e quando, terminato il lungo corso
di studi, e l’anno all’estero e l’anno di
prova, ci è dato accompagnare gli studenti, ormai maturi, all’esarae di fede e
alla consacrazione, la Facoltà prova una
soddisfazione quasi materna, e i professori che danno loro — come tutti i colleglli
— la « mano di associazione » sentono che
le nuove relazioni che lianno inizio con
essi sono il coronamento di una ormai
vecchia amicizia.
Ricordiamo, come ogni anno, quali .sono
i documenti necessari per la iscrizione alla
Facoltà: Certijicnto di nn.icita; certificnln
di studio (maturità classica o altro titolo
di studio ritenuto equipollente); presentiizinne di Un pastore ; certificato medico di
sana costituzione.
Gli impegni all’estero di alcuni professori hanno reso necessario quest’anno di
ritardare di alcuni giorni l’apertura del
nuovo Anno accademico. La cerimonia di
inaugurazione avrà luogo il sabato 5 Novembre. Essa avrà, quest’anno, un carattere unicamente acicademico. 11 culto che
tradizionalmente ne faceva parte sarà celebrato la domenica 6 Novembre in una
delle Chiese Evangeliche di Roma. Le lezioni avranno inizio il 7 Novembre. La sessione di esami avrà luogo nei giorni 31
Ottobre - 4 Novembre. Il Convitto sarà
aperto, per gli studenti che si presentano
agli esami, il 29 Ottobre; per gli altri, il
4 Novembre. Le domande di iscrizione
vanno rivolte al Segretario del Consiglio,
prof. Giovanni Miegge; l’arrivo in Convitto dev’essere comunicato alla Direttrice
del Convitto, Signora M. Wiltsch. G. M.
rale, molto serena e raccolta; un simpatico e aperto' scambio di idee sui
nemi ohe circolavano, le dichiarazioni di due dei possibili candidati; il
Fast. G. Girardet e il Fast. B. Corsani, l’uno e l’altro già decisamente impegnati nella direzione di Agape e nel
ministero pastorale, e le considerazioni, espresse con molto tatto e obiettività dai docenti della Facoltà hanno
facilitato al Corpo Pastorale l’orientarsi sulla persona del Prof. J. A. Soggin, attualmente docente valdese presso la Facoltà di Teologia di Buenos
Ayres; la sua designazione, a larghissima maggioranza, è stata l’indomani
mattina ratificata dalla nomina del
Sinodo, anch’essa a forte maggioranza. Salutiamo quindi con viva cordialità e con i migliori auguri il Prof.
Soggin come quarto docente della nostra Facoltà, riservaiidoci di presentarlo più ampiamente quando, l’autunno pro'ssimo, egli, inizierà il suo
ministero d’insegnaménto a Roma.
Il Consiglio di Facoltà ha visto
quest’anno l’avvicendamento di alcune cariche : il Prof. Subilia ha assunto quella di Decano, per un triennio,
il Prof. G. Miegge quella di Segretario-Archivista, mentre il Prof. V. Vinay conservava quella di rappresentante del Consiglio presso il Convitto; è infine entrato a far parte del
Consiglio stesso il Prof. M. A. Kollier. Esprimendo la sua riconoscenza
al Consiglio (e in particolare ai docenti) il Sinodo ne ha riconfermato
tutti i membri. Il Moderatore Rostan
ha rivolto im pensiero di riconoscenza particolare al Prof. V. Vinay per
l’opera paziente ed efficacissima che
durante il suo periodo di decanato
ha svolto per creare una salda e cordiale rete di amicizie intorno alla nostra Facoltà, da parte delle Facoltà
teologiche estere:
Il Sinodo esprime un vivo rin
giaziamento al Prof. V. Vinay che
per molti anni ha tenuto con
molta serietà e cotnpetenza la carica di Decano della Facoltà, fa
cendo conoscere la Facoltà stessa
negli ambienti culturali aU’Estero.
Infine un ex-studente il Past. G.
Bcuchard ha detto al Prof. G. Miegge, nel momento in cui si dispone a
lasciare l’insegnamento dell’A. Testamento, tutta la riconoscenza degli
studenti che in questi anni hanno
potuto godere del suo insegnamento
di esegesi ebraica, sobbarcatosi con
nctevole aggravio di fatica e svolto
con quella viva penetrazione che
contraddistingue il suo pensiero e il
suo insegnamento.
Come gli anni scorsi, la Facoltà ha
goduto delTarriochente contributo di
numerosi docenti esteri, oltre al costante apporto del gruppo fedele dei
docenti romani incaricati. I legami
con l’estero sono stati pure confermati dalla partecipazione dei Proff.
V. Subilia e V. Vinay alle celebrazioni del 5» centenario della Fondazione dell’Università di Basilea, una di
quelle con cui la nostra Facoltà ha
avuto negli ultimi anni i più stretti
contatti.
Gli studenti, e in particolare quelli
valdesi non sono stati molto numerosi; questo ha fatto sì che un maggior numero di posti, in Convitto,
fossero disponibdli per studenti di
altre Facoltà: di fronte a questo fatto la Commissione d’Esame si chieda
se non sarebbe desiderabile un ambiente più omogeneo e raccolto, per
i nostri studenti — pur senza rinchiuderli in un ghetto! —; si potrebbe forse limitare un poco e selezionare questo afflusso di studenti di altre Facoltà, talvolta cattolici. Senza
dimenticare, certo, che essi danno
indubbiamente un apporto finanziario' notevole al Convitto, attualmente
in attivo.
Si è discorso in modo particolare,
nella seduta sinodale, dei rapporti
umani fra professori e studenti; il
Prof. Subilia ha fatto notare che un
certo imbarazzo si insinua sempre in
questi rapporti, che non sono pura
mente pastorali ma, appunto, da docenti a discenti; i professori sono
giudici dello studio, degli esami, del
tempo degli studenti. Questo non significa che non ci siano rapporti cordiali, in Facoltà; e anche la C. d’E.
dà atto di quanto questa preoccupazione pastorale dei professori risulti
dai verbali del Consiglio; un problema particolare costituiscono gli studenti provenienti dal sacerdozio cattolico. Ne riferiremo più ampiamente in un prossimo articolo relativo a
questo problema, affrontato dal Sinodo in una seduta particolare.
La «Domenica della Facoltà» è
stata ricordata in molte chiese, ma
è un'occasione che potrà essere meglio sfruttata per far conoscere nel
le comunità questo nostro Istituto.
Gli « Amici della Facoltà », sodalizio
lanciato dall’Ing. G. Girardet, membro del Consiglio, hanno anche quest’anno dato un apporto prezioso, sostenendo- oltre il 20% delle spese di
Facoltà con le loro offerte speciali.
Alla rivista «Protestantesimo» la
Presidenza del Consiglio dei Ministri ha conferito per la terza volta
un cospicuo contributo-premio, come
a « rivista di elevato valore culturale ».
Un'altro delegato
ci scrive...
Mi pare giusto che i lettori dell’« Eco »
per essere bene informati possano sentire
anche il parere di qualche altro delegato
al Sinodo sulla commemorazione, che vien
fatta il lunedì mattina, dei pastori e degli
altri operai della chiesa. Ritengo che quei
pochi minuti che il Sinodo dedica al loro
ricordo siano non soltanto doverosi, ma
che essi costituiscano uno dei momenti
più commoventi delle sedute sinodali e
sarei molto spiacente che per un falso
concetto di giustizia dovessero essere aboliti.
Mi consenta « un delegato » di rilevare
come sia stata particolarmente infelice la
sua frase: « ...di certe persone più conosciute si parla molto, e tutti devono dire
qualcosa ». E’ inevitabile, umano ed anche giusto che si parli di più di una persona (he tutti i presenti hanno conosciuto,
che non di altre persone che per circostanze particolari nessuno o pochi hanno
conosciuto ; sarebbe poi infantile pensare
<‘he con questo il Sinodo voglia esprimere
un giudizio sull’opera o sulla vita di una
persona.
Povero Sinodo se non possiamo neppur
più dedicare dieci minuti al ricordo di
coloro che il Signore ha richiamato a Sé.
C. P.
Contro la segregazione
razziale
La nostra stampa
(segue dalln l.a pag.)
gna comunque, dimenticare che la
Claudiana fino al 1925 ebbe sede a
Firenze, e che il suo trasporto a Torre Penice fu, in realtà, una ritirata,
i Valdosi delle Valli non considerino
questa misura un attentato al prestigio delle Valli: il «prestigio» della
nostra Chiesa è stato, sempre, unicamente quello della nostra testimonianza evangelizzatrice e se questa,
oggi, attraverso la stampa, è facilitata dal trasferimento della Casa Editrice in un grande centro urbano,
tale considerazione supera ogni altra.
Atlanta. Georgia. — Piiocoli gruppi di
studenti negri, aocompagnati da amici
bi-anehi hanno recentemente preso parte a
l'ulti domenicali riservati ai bianchi ad
Atlanta (Georgia, USA). E’ una nuova
fase del movi-mento di opposizione pacifica alla segregazione razziale. Martin Lulìier King, il ben noto pastore battista negro, die aveva preso l’iniziativa dell’azione, ha ri-cono-sciuto con gioia la calda accoglienza che pastori e laici hanno loro
riservata nelle chiese di Atlanta.
L?. famiglia del compianto
Long Enrico
fu Giacomo di anni 96
ringrazia tutte le numerose persone
che le hanno testimoniato la propria
simpatia e che hanno preso parte al
lutto che l’ha colpita. Un ringraziamento particolare desidera esprimere al Pastore Edoardo Micol all’Anzianc del quartiere Sig. Oreste Long,
alle nipoti dell’Estinto, ai parenti e
ai vicini di casa.
L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà.
( Salmo 23: 1 )
Praraollo, Ciotti 7 settembre 1960.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. . Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Penice . c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. 1>. li
____Torre Pellice (Torino)
Registr. al Tribunale di
n. 175, 8-7-1960
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16 Settemibre 1960 — N. 37
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag.
L'attività assistenziale
della nostra Chiesa
A notare quant’erano pochini i
membri del Sinodo (non così il pubblico). quando si trattò dell'op)erato
della CIOV, c’era abbastanza da far
cader le braccia... Poi, poco a ix>co,
il tè e le conversazioni « mollarono »
i più solerti dei renitenti... Il meno
che si può dire è che per una buona
parte del Sinodo i nostri Istituti
Ospitalieri delle Valli hanno una ben
scarsa importanza; e se i membri del
Sinodo rappresentano veramente le
loro Chiese, c’è quasi da stupirsi che
da queste siano giunti tanti doni che
hanno permesso, anche quest’anno,
di continuare l’opera!
La relazione della Commissione di
esame (Dott. C. Pons e D. Varese,
Past. E. Micol e T. Pons, relatore) è
stata seguita con viva attenzione ed
ha ripreso con notazioni critiche e
incoraggiamenti i punti salienti della relazione a stampa della CIOV, su
cui non ci soffermiamo a lungo, perchè essa è largamente diffusa nelle
comunità: ne raccomandiamo però la
lettura, perchè oltre ad essere una
vivace e aggiornata presentazione dei
sei istituti, offre ampio spunto di
meditazione.
Se si osserva realisticamente l’opera dei nostri Istituti d’assistenza,
non si può non riconoscere che, passata rondata di simpatia e di interesse. all’epoca del Sinodo, spesso essi ricadono neH’isoìamento ; anche i
doni, in denaro e in natura, che pure
pervengono numerosi e sono un segno di vivo interessamento, non possono in alcun modo sostituire un più
diretto contatto umano e di fede con
i singoli credenti e con le comunità.
« Quando abbiamo affidato uno dei
nostri... — nota la C. d’e. — ad un
Istituto e pagato per lui una certa
retta, ci sembra di aver fatto il nostro dovere ». E invece, quello* che
manca, alla direzione lÓV, e al personale, è proprio questo sentirsi considerati membri della Chiesa investiti di un particolare ministero che però è responsabilità di tutti.
La cappellania, nei vari Istituti, non
basta a spezzare questo senso di solitudine, reso più pesante dal senso
di abbandono che viene necessariamente dalla cronica scarsezza del personale, Non si può negare che qualcosa, secondo le sue ridotte possibilità la CIOV abbia fatto per i suoi dipendenti: un modesto aumento de*
salari, il riuscito e fraterno convegno
ad Agape. Ma occorre avere ancora
e sempre davanti _come, mèta indù .
spensabile il pienò^ ricònoscimento
della dignità di questo lavoro, tutt’altro che facile: situazione salariale
e sindacale regolare, orario di lavoro ben delimitato, giornata di ripeso
settimanale, annuo periodo di ferie
(queste ultime disposizioni anche per
le Diaconesse!).
E' evidente che perchè questi scopi
possano essere raggiunti occorre che
aumentino le contribuzioni di Chiese
e singoli, da una parte, e dall’altra —
e in conseguenza — si accresca il personale.
Queste esigenze sono state fatte
presenti attraverso iniziative della
FUV e della FPV, di cui a suo tempo
si era riferito anche sul giornale : la
attenzione di giovani e giovaiiette era
stata richiamata sull’anno diaconale.
Non si può dire che le risposte —
abbastanza numerose da parte di giovani sorelle dall’estero — siano state
molte neH’ambito della nostra Chie
sa. La C. d’e. ha creduto di poter riconoscere una certa riserva, se non
freddezza della CIOV verso questo lar
voro volontario, che, per il suo carat
tere temporaneo e non specializzato
pone certo dei particolari problemi,
tuttavia non insormontabili II Past.
U. Bert, Presidente della CIOV ha ri
sposto che non c’è da parte di questa
alcuna riserva, ma che vi sono, per
i volontari italiani, difficoltà oggettive: a differenza di quel che avviene
aH’estero, il giovane o la giovane italiani che si impegnino in questo lavoro volontario per un periodo- più a
meno lungo, perdono preziose possibilità di lavoro, nè possono interrom
perlo per questo periodo diaconale, e
poi riprenderlo; d’altra parte, è desiderabile che l’impegno sia almeno per
un trimestre, per ovvie ragioni di ambientamento. Rimane chiaro che questo servizio volontario non può in alcun modo sostituire quello regolare
di un personale efficiente, specializzato e in numero sufficiente: può essere prezioso- per alleviarlo, o per facilitarne le ferie annue. Il Past. A. Taccia ha notato che il problema deve
lentamente maturare nella coscienza
giovanile; e la C. d’e. affermava:
« Forse, dobbiamo intravedere qui una
lacuna nella preparazione dei nostri
catecumeni...» Ancora, il Past. G.
Tourn ricordava che il valore dell’anno diaconale non sta tanto sul
piano economico-pratico, quanto su
quello spirituale; nelFesperienza di
questo periodo di servizio, il primo
beneficato è chi lo presta, e quindi
1’« anno diaconale » non dev’essere visto solo in funzione degli Istituti ma
anche della formazione dei giovani.
La « Domenica della solidarietà » è
stata, quest’anno, una manifestazione
tutt’altro che solidale; infatti, sulle
18 chiese delle Valli solo 4 (quattro)
l’hanno ricordata, o comunque hanno fatto pervenire alla CIOV la propria colletta speciale. Senza commenti.
Al termine del suo quinquennio il
Prof. B. Eellion, per ragioni professionali, non ha potuto accettare una
rielezione, e il Sinodo, ringraziandolo per la sua opera, ha eletto a sostituirlo il Prof. F. Operti.
Fra le opere in cantiere, c’è sempre la sopraelevazione e l’ingrandimento dell’Ospedale di Pomaretto —
particolarmente urgente, perchè nell’attesa si sono sospese le pur indispensabili migliorie —: la pratica per
ottenere dal Ministero dei LL. PP. il
contributo dello- Stato è giunta a Roma... speriamo- non ci s’insabbi! Notevoli lavori si stanno eseguendo per
migliorare la sistemazione dell’Asilo
di S. Germano. Urge sempre al Rifuggo C. Alberto 'la costruzione di un
corridoio coperto fra lo stabile centrale e il padiglione Arnaud, Inoltre,
in tutti gli Istituti c’è ampio campo
per lavori di rammodemamento !
Il Sinodo non ha potuto udire e discutere la relazione della Commissione sinodale sul ridimensionamento
degli Istituti, in vista di im possibile
coordinamento delle attività ospedaliere, ma la C. d’e. ha comunque fatto notare che « quest’anno non ci sono più stati incontri tra la CIOV e
la direzione dell’Ospedale di Torino.
Il problema appare senza dubbio di
difficile soluzione, ma non vorremmo
che per la difficoltà venisse accantonato. Riteniamo che per il bene di
tutti i nostri Ospedali questi colloqui riprendano e continuino, anche
se allo stato attuale sembra esservi
qualche esitazione da entrambe le
parti ».
Infine il Sinodo ha approvato questi odg presentati dal Past. T. Pons
a nome della C. d’e.:
Il Sinodo ringrazia le Diacones
se e il personale tutto per il lavoro
svolto con dedizione ed amore,
nonché i numerosi enti e tutti coloro che hanno generosamente so
stenuto l’opera degli I. O.
Il Sinodo esprime la sua riconoscenza ai membri della CIOV per
l’opera svolta in favore degli 1. O.
Se desideriamo di vedersi accrescere l’attenzione verso gli lOV, non bisogna neppure che dimentichiamo gli
altri Istituti di assistenza che le Chie.
se o la Tavola sostengono in Italia.
Quest’anno si impone — riferisce la
Tavola — « l’ampliamento e la trasformazione deirAsUo dei vecchi di
Vittoria». Mentre sono già stati promessi doni per 13 milioni, si fa appello a tutte le Chiese affinchè compiano uno sforzo speciale a questo
scopo, e il Sinodo app-irova questo
odg:
Il Sinodo raccomanda alla Tavola — sulla proposta della Commissione d’esame — che l’anno
prossimo, in occasione della ricor
renza del primo centenario dell’Opera di evangelizzazione nell’Italia meridionale, le Chiese della
Sicilia e di tutta Italia siano invitate a compiere uno sforzo finanziario in vista delFampiamento
dell’Asilo dei Vecchi di Vittoria.
A convegno gli amici
della Scuola Latina
Com’era stato annuncialo, domenica
scorsa si è avuta all’Inverso Pinasca nell’accogliente ristorante Qlivero — una riunione conviviale che ha raccolto un centinaio di ex-allievi e di amici della Scuola
Latina di Pomaretto, e che, preparata da
un Comitato promotore, aveva lo scopo d'
costituire una Associazione di Amici della
Scuola Latina; tale Comitato aveva pure
preparato un elegante opuscolo illustrato,
« La cam-pana della Scuola Latina », dì
cui riportiamo ¿¡ui sotto una parte del
testo.
La riunione conviviale all Inverso Pinasca non poteva riuscire con più piena,
gioiosa soddisfazione. Fra il centinaio di
presenti si notavano il Moderatore E. Ros!a-i. il Sindaco di Pomaretto sig. Rostagno, il Dott. Gustavo Ribet, sovrintendente degli Istituti secondari valdesi, il Past.
Guido Mathieu, saluUito da tutti come i'
simpatico promotore della risurrezione
della Scuola, la preside Prof. Elsa Raima,
circondata dagli insegnanti, la Sig.na Castagno, solerte direttrice del Convitto;
inoltre, la nuissa degli ex-allievi di tutte
le età dai 20 agli 85 anni, di tutte le condizioni sociali e professionali, tutti affra
La campana della Scuola Latina
Questo articolo riporta una parte
del testo dell’opuscolo ”La Campana della Scuola Latina”, edito a cura del Comitato promotore dell’Associazione Amici S. L.
Questo nostro Istituto rappresenta la
continuazione dell’antica Scuola Generale,
detta anclie Latina, che teneva i suoi corsi,
di solito triennali, alternativamente a Torre Pellice e a Pomaretto. Aveva lo scopo
di diffondere e di mantenere Pislruzione
nelle valli e soprattutto di preparare alle
accademie svizzere ed olandesi i giovani
che intendevano diventare pastori, maestri
o notai. Le porte di tutte le altre professioni liberali erano allora chiuse ai giovani valdesi. La Scuola Latina ha la sua
sede fissa in Pomaretto dal 1830, ed è sempre rimasta aperta salvo dal 1931 al 1944.
La orima sede fissa della Scuola Latina
fu una sala tolta in affitto nel centro del
paese (Casa Peyran). I primi anni della
Scuola furono un po’ incerti per vari motivi; un solo insegnante incaricato di tulle
le discipline, programmi non ben definiti ;
le materie principali erano il latino ed il
francese, fu poi aggiunto anche un corso
di lingua italiana e in modo assai curioso.
Ecco come lo riferisce il professor Davide
Jahier (Scuola Latina di Pomaretto: origine e fondazione): «Vediamo aggiunta un
anno dopo una nuova classe di italiano
composta di un solo alunno, il quale da
noi ricliiesto perchè una nuova classe fosse
stata introdotta per lui solo, così spiegò
il fatto. Figlio prediletto di una agiata
famiglia di Pramollo, fu egli mandato alla
L’ istruzione secondaria
In Sinodo, si passa spesso un po’
di corsa sui nostri Istituti d’istiuzione secondaria. Sono tuttavia beri noti. specie alle Valli, e fra un paio di
settimane la ripresa dell’anno scolastico concentrerà di nuovo su di loro
la nostra attenzione. Qui vogliamo
riportare alcune espressioni della relazione della C. d’e., che ci sembrano
degne di nota:
« Considerando che 1 docenti svolgono un ministero laico neH’insegnamento che, secondo le più nobili tradizioni della Riforma, affianca il ministero della Parola, approviamo tutte le iniziative della nostra amministrazione tendenti a favorire e arricchire le vocazioni all’insegnamento
neirambito e nel servizio della Chiesa. A tal fine ci chiediamo se non
sarebbe vantaggioso un più intimo e
deciso inserimento del nostro corpo
insegnante nelle molteplici iniziative
internazionali ed ecumeniche, tendenti ad ampliare la visione cristiana e
ad approfondire il senso vocazionale
dell’insegnamento stesso. Ci pare che
con maggiore frequenza i nostri insegnanti, d’ambo i sessi, dovrebbero
partecipare, per l’Interessamento delTamministrazione centrale, a corsi
ecumenici, al fine di essere messaggeri e rappresentanti della nostra
Chiesa nel vasto mondo culturale».
Viene inoltre auspicata una equiparazione, dal punto di vista economico- e giuridico, del trattamento dei
nostri insegnanti con quello in vigore negli Istituti statali, stabilito anche da recenti sentenze della Magistratura. Di fronte al deficit pesante
che già grava sul bilancio di questi
nostri Istituti, non resta che da augu
rarsi — molto intensamente — che
gli « Amici del Collegio » diventino legione (già quest’anno è stato notevole il risultato raggiunto, con l’acquisto di 100 nuovi banchi), e che lo stesso avvenga per quelli della Scuola
Latina, che hanno avuto domenica
scorsa una festosa riunione all’Inverso Pinasca (ne riferiamo in questa
pagina).
scuola latina di Pomaretto, non appena
essa fu aperta ; non per altro se non per
studiare il francese alcun poco e tornarsene fra sii ignari compaesani più dotto.
Così passò un anno. E siccome nelle vacanze estive, il Rettore Peyran capitò un
giorno a Pramollo in casa di lui, suo padre gli espresse il rincrescimento che alla
Scuola Latina si insegnasse tutto fuorcliè
la lingua ufficiale delle leggi e dei contratti, quando a lui, consigliere comunale,
premeva che il figlio Fimparasse anzitutto.
Subito il Rettore promise; mandi un altr’anno suo figlio alla scuola e imparerà
l’italiano. Detto fatto fu fondata la classe
italiana. Il Peyran, incapace di insegnare
quella lingua, ricorse ai buoni uffici di un
amico e, dalla vicina Perosa ogni giorno
movevasi un macellaro, toscano di origine, che recando la carne al rettore dava
una lezione di italiano alla scuola. Tale
l’origine della classe italiana nel 1831 ;
primo professore un macellaro, primi lesti
di lingua slromenti ed atti notarili, prima
classe un allievo! ».
Nel 1838, per interessamento del colonnello Beckwith, ebbero inizio le trattative
per la costruzione di un edificio scolastico
con alloggio per il rettore. Fu in tale occasione che la Tavola, per ottenere la necessaria autorizzazione sia per la costruzione
deiredificio sia per adibirlo a scuola, presentò la nuova scuola come la naturale
continuazione deU’antica che in Pomaretto
tante volte già aveva avuto sede.
Negli anni che seguono, fino al 1865, il
numero degli allievi si aggira sui venti
trenta con una punta massima, nel 1861-62,
di ben quaranta allievi, numero mai più
superato fino a questi ultimi anni.
Nel 1863, per far fronte alle necessità
create dai tempi, grazie alla munificenza
del Reverendo Stewart, fu costruita l’attuale sede. Sopra una lapide in granito leggiamo; u Collegio Inferiore di Pomaretto.
Ai Valdesi di S. Martino e Perosa, il Rev.
D. W. Stewart Pastore Scozzese a Livorno
ed i suoi amici della Scozia. MDCCCLXV ».
Fu da quel periodo, se non andiamo errati, die gli studenti di secondo e terzo anno
ebbero in programma anche i primi elementi del greco; le materie d’insegnamento erano; Bibbia, geografia, storia, italiano, francese, latino, greco, matematica,
calligrafia, disegno.
Verso il 1895 la scuola latina apri le
porte anche alle ragazze e, poco più tardi,
studenti e studentesse cattolici del posto
incominciarono essi pure a seguire i corsi
del nostro Istituto. Molti dei giovani che
frequentavano la scuola latina provenivano
dalle parroccliie più lontane e disagiate e
non era loro po-ssibile fare, ogni giorno,
ritorno in seno alla propria famiglia. I più
abbienti collocavano i loro figli in pensione presso conoscenti, ma i meno abbienti
( onvivevano in un « ciabot » in due, tre
o quattro.
11 sabato di ogni settimana facevano ritorno alla casa paterna (il sabato era giorno di vacanza) e la domenica sera ritornavano a Pomaretto con le provviste per
una settimana. E’ da notare che i giovani
iniziavano gli studi in età più avanzata
che non oggi; non era raro che alcuni di
essi avessero sedici, diciassette, diciott’anni, ragion per cui si spiega come potessero
vivere in piccole comunità, accudire a tutte le faccende che la loro situazione comportava ed avere la forza e la volontà di
studiare, molto spesso, con ottimo profitto.
Con l’inizio del secolo XX anclie i giovani montanari si misero a frequentare la
scuola media in età più tenera, e quel modo di vivere in solitudine senza che nessuno si occupasse di loro non era più confacente, nè voluto dalle famiglie. Nel 1922,
era allora moderatore il pastore Giampiccoli. fu costruito un convitto in memoria dei raduti della guerra 1915-18.
11 fabbricato è vasto, a tre piani, con
grandi corridoi e grandi scale, con immense finestre, ed è fornito di molte comodità quale il riscaldamento centrale con terinosifone ed è capace di una sessantina
di posti letto, ma il numero dei convittori
era allora assai limitato e le spese di manutenzione erano sproporzionate alle possibilità dei pochi ospiti. Si dovette lascia
re vuota quella magnifica costruzione ed
affittare, quale convitto, una graziosa casetta sita nella parte alta del borgo. La
pesante situazione economica del ’29-’30
e il numero ridotto degli studenti fece,
nel 1931, prendere dalla Tavola la grave
decisione di chiudere la Scuola Latina. 11
Convitto fu in un primo tempo adibito
a Casa delle Diaconesse e successivamente
aprì le sue porte ad un Orfanotrofio maschile. La Scuola Latina rimase abbandonata fino alla seconda guerra mondiale,
poi ospitò degli sfollali della città.
Terminata la guerra, per opera in modo particolare del Sig. Guido Mathieu,
allora pastore a Pomaretto, la causa della
Scuola Latina venne rimessa sul tappeto e
la Tavola coraggiosamente la riapri. 11 signor Mathieu, invitando gli insegnanti ad
una prima seduta per prendere contatto
ed organizzare il funzionamento della
scuola stessa, scriveva; «Vi prego di non
mancare; .sarà una giornata storica ». Aveva visto giusto; la Scuola, riaperta nel novembre del ’45, superate le difficoltà dei
primi tempi, si dimostrò non solo utile,
ma indispensabile alla Valle.
Nel 1947 fu pure riaperto il Convitto,
per ospitare gli studenti provenienti dalle
parrocchie più lontane, e il numero dei
suoi ospiti è passato da 2, anno della riapertura, a 51 nel corrente anno scolastico
senza contare i semiconvittori e i ragazzi
del doposcuola.
Anche la Scuola Latina ha visto il numero dei suoi iscritti aumentare gradualmente fino a raggiungere, quest’anno, la
notevole cifra di 74 allievi.
Per questo nostro Istituto sorge urgente
il problema dello spazio, dato che complessivamente le aule non potranno ospitare più di una ottantina di alunni.
Nuovi problemi si pongono per la Scuola Latina, ma questo ci dice che il nostro
Istituto ha un compilo prezioso da svolgere nella valle e per la valle di S. Martino, cosa che è di conforto a tutti quelli
che hanno a cuore il suo passalo e il suo
avvenire.
iellati nella solidarietà cameratesca.
Il pranzo, ricco e squisitamente preparato, consumato nella più schietta allegria,
costituì la migliore preparazione a quello
che doveva essere l’atto essenziale della
riunione: la costituzione della nuova Associazione, proclamata fra gli unanimi applausi.
In nome del Comitato promotore la Signorina Maria Paure ed il Past. Gustavo
Douchard esposero brevemente l’origine e
io sviluppo della felice iniziativa, i suoi
scopi, le previsioni per l’avvenire. Il Moderatore Rostan ed il Sovrintendente Past.
.1. Ribet espressero la loro viva soddisfazione, il loro plauso per il prospero andamento della Scuola, la loro fiducia nella
collaborazione fattiva della nuova A.ssociazione. Un cordiale saluto è stato portato
dalla consorella l>iù anziana, l’Associazione .Amici del Collegio, che ha assicurato
anch’essa il suo volenteroso appoggio al
nuovo ente. Erano pure presenti due Professori anziani del periodo, diciamo così,
preistorico della Scuola Latina, il Prof.
Attilio Jalla che v’insegnò fra il 1909 e il
1911, e il Prof. Emanuele Griset, che fu il
suo successore, i quali, salutati con affettuosa simpatia dai presenti, rievocarono
con un senso di nostalgia i giovani anni
del loro insegnamento, e ricordarono in.sieme coloro che furono a quei tempi i loro colleglli, ormai .scomparsi, il Pastore
Prof. BancheUi, i Proff. Enrico Forneron,
Daniele Ricca, Corrado Jalla, Achille Malan ed il Past. Bartolomeo Legar, che in
quel periodo resse per più anni la direzione della ScuoUt.
Infine fu eletto per unanime acclamazione il Consiglio direttivo della nuova Associazione: Sig.ra Itala Grill Beux, Sig.ne
Maria Paure e Germana Costantino, Proff.
Elsa Balma, preside, Ernesto Tron e Guido
Bert, Past. Gustavo Bouchard.
Alla neo-costituita Associazione l’augurio di un’attività intensa e benefica in favore del nostro Istituto. j.
Elenco di promossi
alla Scuola Latina
Nella ìsessione autunnale d’esami sono
stati ammessi alla 1“ media ; Bourne Bruno, Coinba Paolo, Poetto Vanna.
Promossi alla 11» med’a; Barai Armando, Bergese Riccardo, Camino Angelo,
Coucourde Ferruccio, Genre Anna, Jahier
Marilena, -Maurino Claudio, Morello Guido, Nicolò Michele, Ribet Roberto, Trav-ers Marina, Tron Dan’ele, Ussegliio Anna.
Promossi alla 111» -media; Bertalot Dino,
Coucourde Ivano, Codino Enrica, Griglio
Claudia, Grill Vera, Guazzoni Danilo,
Lawton Patrioh, Mart'nat Elfrida, Peyran
Ferruccio, Pons Lelia, Tron Orlando.
Licenziati dalla Scuola media; Allema-ndi Silvana, Baret Italo, Cbiurato Giorgio,
Fior’llo Gustavo, Massel Valdo, Paolasso
Ada, Ribet Marisa, Tron Ezio, Villielra
Roberto.
L’inaugurazione deH’anno -scolastico avrà
luogo lunedi 3 ottobre alle ore 15.
Borse di Studio
La Tavola Valdese mette a
concorso quattro Borse di studio per studenti Valdesi nell'anno scolastico 1960-61.
Le domande per partecipare
al concorso debbono essere inviate entro il 10 Ottobre p. v.
al Pastore Alberto Ribet - Casa
Valdese - Torre Pellice (Torino).
Esse debbono essere accompagnate da un certificato che
attesti la situazione familiare,
dalla pagella dell'anno precedente e da una presentazione
del Pastore.
Una borsa è riservata agli
studenti del Liceo-Ginnasio di
Torre Pellice, le altre tre agli
studenti Valdesi del Collegio o
di altri Istituti secondari.
Si prega di essere solleciti
nell'inoltro delle domande.
La Tavola Valdese
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pag. 4
L’EGO DELLE VALLI VALDESI
N. 37 — 16 Settembre 1960
24 - 25 SETTEMBRE
Un convegno ad Agape
per coniugi e fidanzati
Quest’anno vogliamo rinnovare la felice esperienza avuta l’anno scorso con
quest’incontro. Da molte parti ne siamo stati sollecitati. Siamo sicuri che la cosa
sarà gradita a moltissimi.
In simili convegni non è detto che si debban trattare, esclusivamente, temi
riguardanti la famìglia. Ci son dei temi di grande importanza per la nostra vita,
come quelli della chiesa al compimento della cui missione le nostre famiglie
sono chiamate. Quest’anno proponiamo due temi fra loro complementari: « Tempo per gli altri » e « Nuove possibilità di servizio nella chiesa ».
PROGRAMMA
sabato 24 settembre
ore 16.00 sistemazione e thè
ore 17.00 studio: «TEMPO PER GLI ALTRI» (Sig.ra Maria Girardet)
discussione
ore 19.30 cena
ore 20.00 culto
ore 21.00 serata in comune
domenica 25 settembre
ore 9.00 colazione
ore 10.30 culto nella chiesa valdese di Frali
ore 12.30 pranzo
ore 14.00 studio: «NUOVE POSSIBILITÀ’ DI SERVIZIO NELLA CHIESA»
(past. Aldo Comha)
discussione
programmazione di altri incontri
ore 16.30 thè
ore 17.00 partenza (pullman ore 17.30)
Informazioni utili
A. Per arrivare ad Agape: prendere il pullman
Torino (CIT via Buozzi) pullman ore 12.45
Pinerolo (piazza Cavour) ore 13.15
Porosa ore 14.20
Prali ore 15.20
B. Quota fissa per il week-end - lire 1.000
C. Raccomandazione di iscriversi il più presto possibile presso Segretaria d’Agape
PRAU (Torino)
Fate conoscere questi « incontri » ai vostri amici!
TORRE PELLICE
Siamo molto riconoscenti al Pastore
E. Ganz che ha presieduto il culto ai Coppieri, domenica scorsa. Nel corso del culto
al centro è stato battezzato Andrea Roberto
Benedetto, di Giulio e di Arlette Jouve:
il Signore benedica questo bimbo su cui
abbiamo posto con fede il segno deUa Sua
grazia, e gli dia di diventare un membro
vivo e fedele della Sua Chiesa.
Pure domenica è stato benedetto il matrimonio di Guerrino Giovanni Avondet e
di Nicla Costantino: rinnoviamo qui il nostro augurio più cordiale per una vita coniugale ricca di amore e di fede.
Martedì 13 abbiamo avuto, nel Tempio
del Centro, una serata molto bella con la
partecipazione della Fanfara evangelica del
Baden e della nostra Corale. Come l’anno
scorso, ma con una partecipazione assai
più forte di membri di chiesa, abbiamo
avuto una serata di raccoglimento e di
adorazione, in cui si sono alternati pezzi
strumentali, corali e cori, eseguiti dalla
fanfara e dalla corale, letture bibliche, il
messaggio entusiasta del Past. E. Geymet,
che richiamava ad una maggior gioia nell’adorazione del Signore; il saluto agli
ospiti così graditi, il Padre nostro ripetuto insieme. Per quanto, come riformati,
un culto senza predicazione della Parola
di Dio ci sembri sempre un po’ monco,
abbiamo molto da imparare dallo spirito
d’adorazione di questi fratelli d’oltr’alpe,
guidati dairappassionato Dott. E. Stober.
Li ringraziamo, come i membri della nostra Corale, per averci guidati in questa
sera di meditazione e di adorazione, in
cui forse abbiamo compreso meglio il Salmo 150, con il suo gioioso martellare:
« Lodate l’Eterno... ogni cosa che respira
lodi rEterno. Alleluia ».
La serata si è conclusa con un gaio incontro — nella sala di attività — degli
ospiti tedeschi e dei membri della Corale,
ripresa deH’incontro avuto a Villar Pellice la scorsa settimana; e si ringrazia qui
per la cordiale, simpaticissima accoglienza
villarese.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
La Comunità è vivamente grata ai Pastori ed amici che, nel corso dei mesi estivi le hanno rivolto il messaggio della Parola di Dio : Pastori Giovanni Bertinatti,
Ernesto Ayassot, Alberto Ricca, Arnaldo
Genre, Alberto Taccia, stud. theol. Bruno
Bellion e prof. Emanuele Tron.
Le riunioni quartierali isono state tenute
la domenica pomeriggio a Cruel, Sarsenà,
Rostagni, Campi, Payant, Bousquet, Perlà.
La riunione domenicale pomeridiana a Pralappia ripetutamente annunziata ha dovuto
essere sospesa causa il tempo inclemente.
Non disperiamo di tenere una riunione
nella Comha dei Carboneri nelle prossime
settimane.
Sono state pure effettuate riunioni serali agli alpeggi del Pis (Rifugio Barbara),
cui hanno partecipato pure le famiglie della Roussa; a Partia d’amount, al Prò, al
Pis del Prà, a Crousenna, a Bancet ed al
Colle Giuliano. Dovunque il Pastore è
stato accolto con vivo affetto ed in tal
modo è stato mantenuto il contatto coi
fratelli e con le sorelle così isolati nei
mesi estivi. Il Pastore ringrazia tutti per
l’accoglienza e l’oispitalità ricevuta.
Battesimi. — Domenica 14 agosto, alla
riunione pomeridiana al Payant presieduta dal Pastore Alberto Taccia è stato presentato al Battesimo il bimbo Gönnet
Giorgio Paolo di Salomone Italo e Grand
Marisa (Pautasset).
Domenica 21 agosto nel corso del culto
nel tempio, presieduto dal Pastore E. Ayassot è stato celebrato il battesimo del bimbo Martra Federico di Gianfranco ed Egle
Trevisan (Torino).
Domenica 4 settembre nel corso della
riunione pomeridiana alla Perlà è stata
presentata al Battesimo la bimba Negrin
Nicoletta di Giovanni e Berton Marta (Costa).
La benedizione del Signore circondi ed
accompagni sempre i bimbi ed i loro genitori.
Matrimoni. — Sabato 13 agosto il Pastore A. Ricca invocava la benedizione del
Signore sul matrimonio di Benech Giovanni (Mustons di Lus. S. Giovanni) c
Bonjour Ida Maria (Via Sibaud).
Lunedì 22 agosto U Pastore A. Genre
celebrava il matrimonio di Seccia Francesco Ernesto (Torino) e Negrin Maria
(Torino).
Sabato 3 settembre il Pastore titolare invocava la benedizione di Dio sul matri
monio di Poet Luigi (Boula dei Chabriols)
c Mondon Marta, Insegnante (Gras).
A questi sposi ridiciamo il nostro augurio di vivere costantemente la loro vita
alla presenza ed in comunione col loro
Signore, domandandoGli ancora di circondarli ed accompagnarli sempre con la Sua
grazia e con la Sua benedizione.
Funerali. — Lunedì 5 settembre abbiamo accoaupagnato alla sua ultima dimora
terrena la spoglia mortale del nostro fratello Reynaudin Stefano deceduto dopo
lunga infermità alla età di anni 81 a Gilfrè. La prova è stata lunga ed ardua per
il nostro fratello : da più di due anni egli
era costretto a letto ; ma nella sua prova
il Signore gli è stato vicino e lo ha consolato e fortificato. Al figlio, alle figlie ed
ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione
della nostra viva e fraterna simpatia cristiana in quest’ora di lutto. e. a.
Dimanche 1 a été baptisée Pons LUI ina
da Chaibers.
Prière de porter avant le 25 les dons
l’our riiôpital et l’asile.
Dons pour les réparations du temple :
Pons Teofilo prof. 2.000; Micol Edwin
1.000; Meytre Oreste 2.00Ü; Micol Lydie
500; Micol Luigi 1.000; Pons Enrico 1.000;
Micol Giovanni 2.000; Tron Emanuele
2.CC0; Pons Umberto 2.000.
S Si!
I.’8 settembre abbiamo deposto nel cimilero delle Murise la spoglia mortale di
Long Enrico, fu Giacomo, dei Ciotti. Egli
era entrato da alcuni mesi nel suo 97“ anno di età ed era il decano della nostra Comunità. La fede, che lo ha accompagnato
nella sua lunga giornata terrena, lo ha sostenuto anche nel momento del supremo
trapasso che egli ha accolto con grande serenità. Egli ha avuto una vecchiaia moho
serena e tranquilla; si rammaricava solo
d' non potere più, qualche volta, salire fi
no a Ruata per unirsi agli altri fratelli nell’adorazione e nella ptregihiera comune.
Egli ri'i>osa ora nella casa del Padre.
Al figlio, per molti anni Anziano del
quartiere de' Ciotti, alla sua famiglia ed
ai parenti lutti, vada respresEione della
nostra cristiana simpatia e della nostra fraterna solidarietà.
Nella nostra ultima corrispondenza siamo m orsi in un errore. E’ stata annunziata la nascita di Marina Long, di Renato e
Clauelina, dei Tournim. Leggasi Marina
Gardiol e ci perdonino i lettori la ben
n voi ontaria svista.
P0MÄRETT0
Domenica 18 p. v. il cullo sarà presieduto dal Past. Paolo Marauda, che siamo
lieti d: rivedere a Pomaretto.
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— Il Santo Baltesinio è stato amimìiniistra\o dal pastore Genre alla pìccola Lorenza
ÌAÌia Armida Opertì di Franco e di Richard Nella,
Il Signore voglia benedire la tenera creatura olle si è aggiunta alla Sua greggia e
concedere ai genitori ed ai padr‘ni le Sue
grazie preziose aiiincbè circondino questa
bimba con l’esemp’o ^ la preghiera.
— La nostra comunità ba avuto domenica scorsa la gradha visita del pastore C/>
priano Tourn die ba presieduto il culti)
del mattino portando un efficace messaggio
(iella Parola.
Il nostro grazie sincero e la nostra riconoscenza a questo solerte operaio della
Chiesa di Cristo al quale siamo legati da
particolari vincoli di affetto per aver egli
curalo per alcuni mesi nel passato le attività <1’ questa parroc(?hia.
— L’espressione della più viva simpatia
e della fraterna solidarietà al signor Giovanni Vicino, ass>duo membro della nostra
Chiesa, per il lutto recente che ba colpito
la sua famìglia con la scomparsa della sorella. d. g.
S. GERMANO CHISQNE
Battesimi. — Nel corso di queste ultime
domeniche sono siali celebrati alcuni batlesimi: Bergeretti Luigina di Mario e di
Long Nicoletta (Villa); Rostan Ines di
Ezio e di Sappé Neilina (Azzari); Bertalot Claudia di Ernesto e di Baret Elena
(Tupin); Barai Daniela Silvia di Silvio e
di Beri Alda (Ronchi); Soulier Michele
di Amato e .di Pranza Maria (Balmas); Rihet Daniela e Silvana di Aldo e di Soulier
Amalia (Villa).
Funerali. — Gilli Alberto, di anni 66
(Balmas) e Botturi Silverio, di anni 75
(Asilo). Il Signore li ha richiamati improvvisamente da questo mondo la mattina del 22 Agosto, dopo una notte di riposo e senza sofferenze, all’alba.
Clieyret Giovanni Pietro di anni 79 (Asilo). Egli aveva chiesto di essere ammesso
nel nostro Istituto quando aveva sentilo
le sue forze in rapido declino ed Ita conosciuto alcune «ettimane di infermità.
Reynaud Valentina ved. Ribet, di anni
87 (Dormigliosi). La sua fede forte e serena le ha permesso di sopportare le dure
sofferenze a cui è stata chiamata.
Balmas Bartolomeo, di anni 90 (Colombatti). Bella figura di vegliardo. Era confinato nella sua cusa da pareoclii anni a
causa della tarda età e riceveva pertanto
con piacere la visita del pastore.
Alle famiglie afflitle rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
Solidarietà. — Il nostro culto del 4 settembre è stato presieduto dal pastore P.V.
Panascia che ci ha parlato dell’opera che
la nostra chiesa compie nella città di Palermo. Siamo stali particolarmente interessali dalle notizie riguardanti l’opera sociale e scolastica che viene compiuta nella
lontana Sicilia. In segno di solidarietà abbiamo devoluto per quell’opera la colletta
di quella domenica (L. 15.000).
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Le adesioni dovranno pervenire alTIstituto non oltre il 19 settembre.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria dell'Istituto dalle ore 9
alle 12 e dalle 15 alle 20.