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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BIBL Î OTECA V ALDESB
10066 TOaRE PEILICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 110 - Nnm. 27 28
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TORRE PELUCE - 13 Luglio 1973
Amm.: Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
"Non di pane solo...” La burocrazia vaticana
Impressioni di un partecipante al 15° Evangelischer
Kirchentag in Düsseldorf
Vedere raccolte circa 22.000 persone
(quasi tutta la chiesa valdese!) per
partecipare a un culto è certo uno
spettacolo insolito per un evangelico
italiano, ma è proprio in un’assemblea
simile che mi sono trovato il 1® luglio
nello stadio di Düsseldorf per il culto
di chiusura del 15® Evangelischer Kirchentag.
li Kirchentag è una specie di grande campagna di risveglio organizzata
ogni due anni in una delle città della
Germania occidentale. Ad esso convengono persone da tutte le parti della
Germania con una forte prevalenza di
giovani. Quest’anno la città di Düsseldorf ha ospitato per quattro giorni,
nei grandi padiglioni recentemente costruiti per fiere ed esposizioni, il 15“
Kirchentag che ha proposto ai partecipanti il tema generale: « Non di pane solo... » (Matteo 4: 4). Nei tre giorni di lavoro la riflessione sul tema generale è stata portata avanti su sei temi diversi: La fede. Politica e società.
Il singolo. Il culto, La chiesa (ecumenismo), Missione e sviluppo. Ognuno
di tjuesti temi è stato seguito da una
media di 3.000 persone. Il tema: « la
fede » ha raccolto oltre 5.000 partecipanti. Studi biblici, presentazione del
tenia del giorno, discussione a tavola
roionda sono stati seguiti dai presenti
con vivace partecipazione: applausi, fischi, interventi tramite microfoni sparsi nei grandi padiglioni.
Anche in questa grande assemblea
sono apparse chiaramente quelle tensioni che oggi sono presenti ovunque
nella chiesa e che consistono soprattutto in un modo diverso di comprendere il « come » della testimonianza
evangelica nel mondo. Ma questa diversa comprensione deH’impegno nella testimonianza ha le sue radici in un
diverso modo di leggere ed ascoltare
la Sacra Scrittura, perciò è stata presente nel corso dei lavori una vivace
polemica dei presentatori dei temi, per
lo più appartenenti alla così detta
« nuova teologia », contro le posizioni
dei « pietisti » (movimento « Nessun
altro evangelo »), che erano per lo più
as.senti.
Accanto al lavoro teologico, svolto
dai due gruppi di studio, in altri padiglioni c’era una specie di « fiera di impegno evangelico », dove era particolarmente presente la gioventù. Ampio
spazio era dedicato ai problemi sociali in altri paesi, specialmente nel terzo
mondo, vivaci le azioni contro il razzismo. Fra i vari Stands ne ho trovato
uno dove veniva presentato molto bene il Servizio cristiano di Palermo.
In altra zona erano invece presentati numerosi problemi sociali in Germania (alcolismo, droga ecc.) e qui particolare rilievo era dato al problema dei
lavoratori stranieri. Vivace e attivo
era un gruppo di una ventina di giovani spastici venuti da Monaco per affermare la necessità di non essere
emarginati e la convinzione di poter
essere una presenza efficace nella società. Infine un reparto particolare era
chiamato Schalom (che significa pace,
allegrezza, riconciliazione, incontro, solidarietà ecc.). Qui il messaggio evangelico era offerto tramite musiche (orchestrina jazz, solisti, coretto) danze,
azioni drammatiche, pitture, brevi messaggi ecc. Qui l’attività si è conclusa
con una festa di gente di tutte le nazioni (numerosi gli africani) nel segno
della riconciliazione in Cristo.
Un elemento importante di coesione fra tanta gente era certamente il
canto. Col canto iniziava ogni giornata, col canto erano colmati gli intervalli fra i vari momenti della giornata.
Era interessante vedere con quanta
facilità queste numerose assemblee imparavano inni nuovi preparati per
l’occasione e veniva fatto di pensare
alla difficoltà che incontriamo noi
nell’introdurre nelle nostre assemblee
gli inni del nuovo innario!
Nel culto di apertura tutta la parte
liturgica (glorificazione, confessione
dei peccati, confessione della fede ecc.)
è stata sostenuta da un coro e una orchestra che hanno eseguito numerosi
brani di Mozart. Nel culto di chiusura
invece c'erano le ormai note corali di
strumenti a fiato (Posaunenchor) ma
anche un’orchestra jazz: i corali luterani si alternavano a inni moderni. Il
Padre Nostro è stato cantato alternativamente da un coro accompagnato
dal jazz e dall’assemblea su quella musica che noi conosciamo attraverso il
coro dei oadetti di Agape, che qualche
volta viene trasmesso al culto radio
con scandalo per molti nostri membri
di chiesa!
Malgrado sia spesso insita in noi una
specie di diffidenza per le adunate di
massa, ho avufo l’impressione che in
questi giorni d’incontro sia stato possibile sensibilizzare molte persone su
diversi problemi essenziali e riproporre ai credenti la esigenza di una rinnovata meditazione della Parola di Dio.
Franco Sommani
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
contro la Chiesa cattolica
La corrente ’’pacelliana” della Curia è riuscita ad imporsi a papa Montini? -1 legalisti contro i teologi - Hans Kùng accusa la Congregazione romana di aver boicottato le norme stabilite da Paolo VI
Al LETTORI
Ricordiamo ai lettori e collaboratori
quanto già annunziate nel numero
scorso: durante i mesi di luglio e di
agosto il nostro periodico esce quindicinalmente. I prossimi numeri recheranno la data del 27 luglio, del 10
e del 31 agosto. A tutti coloro che prima o poi godranno del periodo di ferie, il nostro augurio cordiale di un
buon riposo.
II decimo anniversario del pontificato di Paolo VI sarà forse ricordato nella chiesa cattolica per il tentativo della Curia romana di soffocare il discorso teologico e di imporre nuovamente
un regime di repressione dottrinale e
disciplinare. La Congregazione per la
dottrina della fede — ex S. Ufficio —
ha emanato il 5 luglio, ma con la data
ufficiale del 24 giugno, una « Dichiarazione circa la dottrina cattolica sulla
Chiesa per difenderla da alcuni errori d’oggi » {Mysterium Ecclesiae). Il
contenuto della Dichiarazione ripropone formule dogmatiche del Concilio di Trento, ma specialmente del
Concilio Vaticano I, sugli argomenti che vengono attualmente dibattuti più vivacemente tra i teologi cattolici: la chiesa cattolica come unica
chiesa che ha « il pieno possesso di
tutti i mezzi di salvezza»; l’infallibilità della chiesa nel a fede; la costituzione gerarchica della chiesa; l’infallibilità collegiale delia gerarchia e personale del papa; l i reformabilità delle formule dogmatiche.
L’AMBIGUITÀ’ DEI. DOGMA
UFFICIALE CATTO U CO
La situazione creal.i dalla Dichiarazione della Congreg-izione vaticana è
certamente molto grave e gli sviluppi
sono imprevedibili. È tuttavia necessario che essa risnl«' chiara anche ai
protestanti, affinché la Curia romana
non possa valersi di pregiudizi anche
nostri per imporre la sua intenzione
repressiva alla stessa chiesa cattolica.
È comune pregiudizio che la teologia cattolica sia ben definita e che
non ci sia più nulla da fare. Certamente se le cose fossero come si vuol far
credere, non ci sarebbe più nulla da
ridire: il cattolicesimo apparirebbe
come un sistema definitivamente chiuso, col dogma della infallibilità del
papa al vertice. La realtà non è questa e tutta la discussione teologica in
seno al cattolicesimo è proprio fondata sulla necessità di chiarire l’ambiguità delle formule dogmatiche che
sono servite al potere per impedire la
Ubera discussione teologica.
L’UNITA’ NELLA REPRESSIONE
La storia della chiesa cattolica nell’ultimo millennio è la storia della repressione del pensiero teologico. Già
da quando Costantino, nel 325, pretese
che la chiesa avesse una dottrina ufficiale imposta d’autorità, la libera ricerca teologica dovette subire una
aspra lotta per conservarsi uno spazio vitale. Ma dopo la costituzione
della Inquisizione, agli inizi del 1200,
l’imposizione della dottrina ufficiale si
svolse con i metodi cruenti ben noti.
La Curia romana riuscì a costituirsi
in potere legalistico e la teologia fu
trasformata in una serie di afferma
Esperienze e prospettive di una comunità di ragazzi
FIRENZE, Istituto ’Gould’ — Non
sappiamo se arriveremo a coordinare
« le opere » valdesi in tempo, cioè prima che siano state emarginate come
residuati d’una società scomparsa o
travolte per impostazioni economiche
altrettanto anacronistiche. Sappiamo
però questo, e lo segnaliamo: l’Istituto Gould, una delle più vecchie iniziative per i ragazzi, si va svincolando da
vecchi modelli e cerca nuove strade,
con esperienze ricche di utili indicazioni.
I GRUPPI AUTONOMI
Riuniti per età e maturazione, tre
gruppi di ragazzi hanno dato vita a
forme di autogoverno, di attività che
— per essere scaturite da un discorso
autonomo — hanno concorso positivamente alla formazione dei caratteri,
alla crescita delle personalità.
Una delle difficoltà, forse la maggiore, stava nel non dare ai ragazzi l’errata impressione che si trattava d’un
espediente, d’un paternalismo mascherato. L’esperimento è riuscito, in particolare con « i medi », che hanno dato vita a una ’democrazia’ interna vivace, concreta, acquistando così non
pochi ragazzi senso di responsabilità,
capacità di esprimere, scioltezza nei
rapporti con gli altri.
L’esperienza è stata utile proprio
per liberare i ragazzi da quel « complesso dell’alunno dell’istituto » che
non di rado stabilizza involuzioni psicologiche, ingiustificate timidezze o
senso d’inferiorità rispetto ai coetanei.
Non dimentichiamo che al ’Gould’ vengono in gran parte dal Sud, da zone
tradizionalmente legate a schemi, modi di vita abbandonati nei centri urbani; arrivano con pagelle scolastiche
che qui scadono di colpo, hanno le difficoltà del dialetto, sentono il peso dell’immigrato. Proprio in rapporto a
queste passività reali, le esperienze
proposte e portate avanti al ’Gould’
Ci è stato promesso che la fede in Dio solleva le
montagne. Constato, però, che nella Chiesa occorre un accumulo incredìbile di energia, di intelligenza, di tempo, di mezzi per sollevare un filo di paglia.
Allora 0 non c’è più affatto fede, o Dio non esiste, o
Dio si è distolto da noi. r-,,,,,
JACQUES ELLUL
hanno significato una rntiura e a volte
un capovolgimento di situazioni.
CULTURA E FEDE
Non pretendiamo chj gli alunni se
ne siano resi conto, ma è certo che il
gruppo degli educatori ha impostato
le attività sportive in modo corretto,
come cultura non solo fisica. Oltre al
calcio, inevitabile!, i ragazzi hanno fatto del campeggio, del nuoto, diversi
hanno imparato a sciare; insomma, si
è cercato di avvalersi anche dei tipi
d’attività più diffusi per aiutare i nostri ragazzi a vedere, giudicare, comportarsi « da eguali ».
L’attività ’culturale’ tipica della loro età è la scuola, naturalmente: un
arco di scelte che vanno dalle elementari all’università; dei risultati più che
soddisfacenti, un proficuo inserimento
dei ’gouldini’ nella scuola a tempo pieno organizzata nel rione. Ma il ragazzo ha bisogno di essere aiutato a capire il mondo sul quale si affaccia, e in
un ricambio non sempre facile dei nostri sono stati stimolati a partecipare
a iniziative esterne, mentre altre iniziative si avevano nella casa: proiezione di film selezionati, incontri-dibattito sui temi attuali, teatro sperimentale, ecc.
È in questo quadro, più pieno e articolato di quanto riusciamo a disegnare, che si colloca il « problema religioso », la funzione testimoniale dell’Opera in rapporto ai nostri ragazzi.
Nella comunità fiorentina, lo diciamo
subito, non si riesce a seguire il lavoro in profondità, e ci si ferma a una
constatazione: i nostri ’gouldini’ si vedono di rado, o spariscono dal culto
della domenica, mentre un tempo...,
ecc. Non è facile stabilire, e forse è
meglio così, quanti di quei ragazzi che
’un tempo’ erano puntualmente allineati sulle panche hanno più tardi retto a un confronto col mondo e sono
restati vivi nelle comunità evangeliche. Ed è sempre periglioso drammatizzare l’altrui situazione e giustificare
ad abbondanza quanto avviene nelle
nostre famiglie, dove pochi figli hanno tutte le nostre cure.
Comunque, accantonate le punte polemiche, ci sembra che al ’Gould’ si
cerchi di attuare una testimonianza
che parte realisticamente dal fatto che
siamo in una società diversa, abbiamo ragazzi diversi, la stessa psicologia indica strade diverse dal passato.
Diremmo che l’impegno, vissuto a volte tra perplessità sofferte, è proprio
quello d’avvertire i modi per portare
a Cristo dei ragazzi che accettino la
’situazione’ di credenti per una maturazione personale, per una scelta di
coscienza. Diremmo che, mentre ieri
dietro un apparente conformismo si
celava una ignoranza pericolosa del
mondo che attendeva i ragazzi, oggi si
stimola la crescita di personalità avvertite, e si propone la scelta evangelica e si pone la fede come alternativa,
prima che il ragazzo vada altrove. E
così che abbiamo avuto anche quest’anno una partecipazione buona al
gruppo di servizio giovanile, in più
occasioni abbiamo inteso che v’erano
dei frutti, della grazia del Signore, e
ci siamo anche rallegrati.
PROGETTI E PROSPETTIVE
Sul piano materiale, si va lentamente attuando un piano di ristrutturazione del vecchio edificio. Sul piano pedagogico, è in preparazione per il 10-20
settembre un corso per educatori di
comunità. Sul piano anche organizzativo è in costituzione un « gruppo misto » di bambini e bambine: l’idea, che
è suffragata dalla ricerca pedagogica,
rinnova un carattere del vecchio Istituto « Gould », che dall’origine è stato
per diversi decenni « misto ».
Resta aperto un problema che deve
avere un suo posto tra i più urgenti
della nostra Chiesa: quello economico.
Qggi iniziative come questa sono costose, non possono più vivere su una
« beneficenza » che, nell’Qttocento anglo-italiano, aveva un apporto estero
sostanzioso; occorre che noi impostiamo una politica delle opere sociali aderente alla situazione, altrimenti gli
educatori lavoreranno in un affanno
permanente, le Opere saranno sempre
sull’orlo del collasso. Salvaguardando
la nostra tipicità, dobbiamo prestare
continua attenzione all’evolversi della
società italiana, alle prospettive e alle
proposte sul piano dei comuni, delle
provincie, delle regioni, e non rifiutare una collaborazione.
Ma teniamo a concludere sottolineando la nuova crescita di questa nostra vecchia Qpera che non s’è adattata a sopravvivere, ma con pazienza,
in umiltà tenace, non rifiuta di sperimentare nuove vie, di ascoltare anche
la lezione che ci viene dal « mondo ».
E ii « Gould » di oggi, nel modesto ambito che ci appartiene, un terreno di
sperimentazione-pilota, e, non fosse
che per questo, merita attenzione e
solidarietà da parte di tutti noi.
Luigi Santini
zioni ambigue nel contenuto, che si
reggevano soltanto con la repressione.
I vari gruppi dissidenti vennero messi a tacere con la eliminazione fisica
dei loro membri. Lutero non potè discutere le sue tesi, ma fu condannato
con processo amministrativo e si salvò soltanto perché Federico il Savio
lo protesse con le armi. Al di fuori della protezione armata, la teologia non
potè trovare la sua libertà di ricerca.
Al terrorismo fisico della Inquisizione subentrò quello politico-morale. Il
Concilio Vaticano I coincide con tutta
una serie di Concordati, mediante i
quali la Curia romana si assicurava
presso i vari governi l’esclusiva rappresentanza della Chiesa cattolica. La
Curia romana riuscì così a dare ai
cattolici l’impressione di una sicura
unità dottrinale, mediante le condanne amministrative appoggiate da varie
forme di intervento dei poteri politici
locali. La Curia romana non può oggi
condannare al rogo i moderni oppositori, ma può costringerli ad abbandonare i loro posti di responsabilità, sìa
le cattedre teologiche, sia le cattedre
vescovili, sia le chiese parrocchiali. È
ciò che in Italia è avvenuto per le comunità di Oregina e dell’Isolotto e
per un certo numero di teologi deposti dalle loro cattedre.
LA POCO SICURA "INFALLIBILITÀ”’
II clima creato da papa Roncalli e
dal Concilio Vaticano II permise alla
teologia cattolica di esprimersi con
una certa libertà e di mettere in luce
critiche e ricerche prima costrette alla clandestinità. In questo clima si
ebbe anzitutto la critica del teologo
Karl Rahner alla teologia curiale e
manualistica, poi le aperture della
teologia olandese e la ricerca aperta
del teologo Hans Kùng. Particolarmente incisiva è stata la sua indagine
critica proprio sulla infallibilità.
La famosa « infallibilità » del papa,
sulla quale si vuol fondare ora il dominio della Curia romana, appare nella sua intrinseca debolezza. Il Concilio Vaticano I definì l’infallibilità del
papa in rapporto alla infallibilità delia chiesa: « II pontefice romano... gode di quella infallibilità della quale il
divino Redentore ha voluto fosse dotata la sua Chiesa nel definire la dottrina sulla fede e sulla morale ». Ma
nessun Concilio ha potuto precisare in
modo chiaro quale sia l’infallibilità
della Chiesa, né i rapporti tra questa
affermata infallibilità e la Bibbia o la
stessa tradizione ecclesiastica. Il concetto stesso di tradizione — che per
i cattolici era considerata come una
delle fonti della rivelazione — ha mai
potuto essere precisato con chiarezza.
II teologo Kiing, nel suo libro « Infallibile? » ha messo in luce tutte le ambiguità che scaturiscono proprio da
quei testi conciliari che vengono presi
come fondamento della dottrina cattolica.
L’opera del Kiing ha provocato una
scossa profonda, perché rivela come
finora il preteso pilastro dell’unità dottrinale del cattolicesimo sia stato tenuto saldo non dal suo valore intrinseco, ma dalla strumentalizzazione autoritaria che se n’è fatta. Il dogma dell'infallibilità pontificia, di per sé incapace di indicare un contenuto dottrinale chiaro, è servito soltanto per giustificare affermazioni e imposizioni
che proprio secondo quello stesso
dogma non appartengono all’infallibilità.
LA LEGGE AL POSTO
DELLA TEOLOGIA
Lo sviluppo storico della Curia romana ha determinato il fatto paradossale della emarginazione dei teologi
dalla Curia stessa. La Curia romana
per la gran parte è costituita da uomini formati ad una mentalità legalistico-diplomatica, ligi al mito del potere papale, ma estranei alla ricerca
teologica, chiusi o poco sensibili allo
sviluppo della ricerca biblica, abituati
a ridurre tutto all’obbedienza. Basta
.Alfredo Sonelli
(continua a pag. 2)
2
pag. 2
« AnifuRciate la morte
finché egli venga»
del Signore, Riunita a Carato
(1. Corina, 11: 26) «lei li Distretto
a 6 all 8 luglio si e tenulo a Torre Pellice l’annuociato 4” incontro franco-svizzero-italiano dei « focolari masti », impegnati in una ricerca centrata sul tema « Eucaristia, divisione dei cristiani e coppie interconfessionah ». Riferiremo nel prossimo numero su questo incontro, durante il quale, la sera di sabato 7, nella Foresteria Valdese il p. R. Beaupère e il past. H. Bruston hanno presentata conginntamente « 1 esperienza ecumenica del gruppo di Dombes ». La domenica 8, in occasione di questo incontro, il past. A. Sonelh ha tenuto, nel tempio di Torre Pellice, nel quadro del culto domenicale, la
predicazione di cui riportiamo qui appresso il testo
Il testo della 1’ Epistola ai Corinzi è
particolarmente interessante, perché
non soltanto ci riferisce la tradizione
originaria sulla Cena del Signore, ma
anche ci dà indicazioni suH'uso della S.
Cena nelle comunità neo-testamentarie.
In questo testo possiamo rilevare tre
punti: il comandamento di Gesù, il dono, l’obbedienza della fede.
IL COMANDAMENTO DI GESÙ’
Sia nella tradizione riferita da Paolo,
sia nella tradizione sinottica punto essenziale della Cena del Signore è il comandamento di Gesù; Fate questo in
mia memoria. Non si tratta di una semplice cena di Gesù con i suoi discepoli
ma e evidente che la comunità neo-testamentaria ha accolto l’atto di Gesù
come un ordine. I discepoli avrebbero
dovuto spezzare insieme il pane e comunicare col calice in memoria del Signore o, come dice Paolo, per « annunciare la morte del Signore, finché egli
venga ».
La tradizione neo-testamentaria colloca la Cena del Signore nel contesto
della cena pasquale ebraica con l’intenzione evidente di presentare la morte
di Cristo come la nuova Pasqua e la
cena del Signore come il banchetto del
nuovo patto. Perciò il senso del comandamento di Gesù va colto in riferimento alla cena pasquale ebraica.
Il cap. 12“ dell’Esodo ci riferisce la
tradizione del banchetto pasquale e da
essa possiamo dedurre alcune osservazioni. Anzitutto si tratta di un comando rivolto da Dio al popolo. Il banchetto pasquale si celebra nelle famiglie:
è un ordine dato a tutto il popolo, ma
con la mediazione naturale delle famiglie. Ancora non esiste né il sacerdozio,
né il tempio; è la celebrazione tipicamente popolare, che ha valore e significato indipendentemente dalla economia del tempio e del sacerdozio.
Il banchetto pasquale, inoltre, è il
banchetto dei poveri. L’agnello consumato dalla intera famiglia è il cibo dei
poveri, in una società nomade, dedita
alla pastorizia. Siamo ben lontani dalla
ostentazione di opulenza dei sacrifici
nel tempio descritti dal 1“ libro dei Re
(8: 63 ss.). Il banchetto pasquale era
alla portata di tutti, perché il Dio di
Israele è il Dio del popolo e non dei
potenti.
Infine il banchetto pasquale è il ricordo della liberazione di Dio: Dio è
il Signore proprio nella liberazione del
suo popolo. Il banchetto pasquale, mentre ricorda la liberazione dall’Egitto, è
la confessione di fede d’Israele nelle
promesse di liberazione per il presente
e per il futuro.
Nel comandamento di Gesù alla comunità credente di celebrare la sua
Cena vediamo riprodotti gli elementi
fondamentali del banchetto pasquale.
Anzitutto il comandamento è dato alla
comunità credente in quanto tale: la
economia del tempio e del sacerdozio
è del tutto esclusa, sia per il riferimento al banchetto pasquale, sia perché
Gesù stesso si è presentato come l’unico tempio della presenza di Dio tra
gli uomini (Giov. 2: 18-22).
Anche il banchetto di Gesù è una
mensa dei poveri: il pane e il vino sono
l’equivalente dell’agnello per una società agricola come quella nella quale
Gesù si è inserito. Infine, il banchetto
di Gesù è, come il banchetto pasquale,
un banchetto di annuncio e di ricordo:
l’annuncio della nuova liberazione, il
ricordo dell’opera liberatrice. Gesù comanda ai discepoli di celebrare questo
annuncio e questo ricordo mediante la
cena.
potenza a cui gli pomini sono disposti
a sottomettersi.
La Cena del Signore deve ricordare
ai credenti la realtà del dono di Dio,
proprio mediante questo riferimento
alla persona reale di Gesù, al « suo corpo e al suo sangue ».
La chiesa ha conosciuto attraverso i
secoli la tentazione di evadere dal Gesù
di Nazaret e di crearsi un Gesù conforme alle proprie aspirazioni e alle ideologie di potenza. Il Gesù rivestito di
abiti imperiali o pontificali delle absidi
delle basiliche imperiali non è il Gesù
di Nazaret. La Cena del Signore sta a
ricordare ai credenti la realtà della
manifestazione del Signore. Certamente la chiesa annuncia la morte del Signore nell’attesa della sua manifestazione gloriosa, ma fino a quel momento l’unica autentica manifestazione di
Dio è nella realtà storica del Gesù di
Nazaret. Il credente non si può riferire
al Cristo glorioso, se non attraverso il
riconoscimento della rivelazione di Dio
nel Gesù storico. La cena del Signore
non è il dono di Dio, ma è il comando
di riconoscere il dono di Dio in Gesù.
L’OBBEDIENZA DELLA FEDE
Come va adempiuto il comandamento di Gesù di consumare la sua cena?
Dal rimprovero di Paolo ai Corinti abbiaino delle indicazioni molto importanti. Quale era la colpa dei Corinti,
nel consumare la cena del Signore?
Una lettura superficiale del testo di
Paolo ha potuto far prevalere l’impressione che si trattasse di disordini disciplinari: alcuni eccedevano nel mangiare e nel bere, senza dividere le loro
provviste con gli altri che avevano ben
poco da mangiare.
Questa interpretazione ha portato le
chiese alla soluzione più elusiva. Si è
staccata la cena del Signore dalla cena della comunità, se n’è fatto un rito
che ha valore in se stesso, indipendentemente dalla comunione di fede e di
vita dei commensali.
In realtà il rimprovero di Paolo colpiva più a fondo. La colpa dei Corinti
era soprattutto la mancanza di comunione tra di loro. Nel momento stesso
in cui dovevano annunciare la morte
del Signore, spezzando in comune quel
pane e bevendo quel vino che ad essa
si riferivano, essi rimanevano divisi secondo le divisioni che il mondo aveva
posto tra di loro. Ciascuno veniva alla
cena del Signore non come il nuovo
essere che lo Spirito aveva creato, ma
come il vecchio essere che il mondo
aveva formato, secondo le sue strutture di divisione e di dominio. La cena
del Signore non riusciva a richiamare
l’assurdità della loro posizione nei confronti del dono di Dio, anzi essi pensavano di poter consumare insieme la cena del Signore rimanendo divisi come
il mondo li aveva divisi. Mangiavano
del pane e bevevano del vino, come altre sette facevano in riti misterici, ma
non capivano che la loro cena era il
mangiare e il bere nella fede il corpo
e il sangue di Cristo, cioè il riconoscersi reciprocamente membra del suo
corpo.
L’obbedienza della fede, nella cena
eucaristica non consiste nell'osservanza di norme rituali ma nella conversione della propria vita verso Cristo. Il
problema anche attuale della comunione eucaristica, sia confessionale che interconfessionale è propriamente il problema della comtmione di vita dei credenti. Annunciare la morte del Signore
nella sua cena significa vivere in modo
tale che la comunione espressa dal culto sia realizzata o almeno tenda a realizzarsi nella vita. « Quando vi radunate insieme, quel che fate, non è mangiare la Cena del Signore» (1 Cor. 11:
20) direbbe Paolo alle comunità cristiane che si pongono problemi estranei all’Evangelo. Mangiare la Cena del Signore significa oggi vivere e proclamare la liberazione e la comunione data
agli uomini in Cristo, rompendo le
strutture che dividono, contrappongono, opprimono. Su questo piano della
reale liberazione e comunione i credenti possono ricercare e trovare la gioia
della comunione eucaristica: possono
adempiere il comando del Signore nel
rito, perché hanno ricevuto il suo dono
nella vita.
Alfredo Sonelli
La Conferenza del V Distretto quest anno si è tenuta a Corato nei giorni 16 e 17 giugno nei locali della Chiesa messi fraternamente a disposizione dai fratelli di quella Comunità.
Non è cosa facile ricordare i particolari della Conferenza, però è sempi e possibile esprimerne le impressioni ricevute. Credo di poter dire che
la Conferenza Distrettuale è stata positiva. Non dico questo, per esprimere un facile entusiasmo, ma perché
penso che si sia avuto l’impressione,
dai dibattiti e dalle discussioni che si
sono susseguiti, che qualcosa di valido sta succedendo, nonostante le apparenze negative, all’interno delle nostre comunità. Dalla relazione della
Commissione Distrettuale sulla vita
delle Chiese è risultato che quasi tutte le Chiese del V Distretto sono in
uns, situszionc di introv6rsion6 (assenteismo, scoraggiamento, ecc... ); però
nel corso delle discussioni avute parecchi fratelli (delegati e Pastori) hanno espresso la necessita che le nostre
Chiese cambino direzione, che smettano di essere delle Comunità Cultuali,
per essere delle Comunità di testimoni. Questo è essenzialmente ciò che a
mio avviso è parso importante e che
fa pensare che a poco a poco i fratelli
cominciano a prendere coscienza,
spirito di ricerca, che la Chiesa
vive per il culto
dell’Evangelo.
Qltre alla vita delle Chiese, gli altri
punti trattati dalla Conferenza Distrettuale sono stati;
— Diaspore.
— Federazione Regionale (Apulo-lucana).
— Finanze.
ma per
con
non
l’annuncio
L’alienazione religiosa
Riunione del Movimento 7 Novembre
al Monte dei Cappuccini, a Torino
¡L DONO
Come l’agnello pasquale aveva riferimento all’agnello consumato dalle famiglie d’Israele la notte della liberazione, così il pane e il vino della cena del
Signore hanno riferimento alla morte
del Signore. Il pane è il corpo di Cristo, il calice è la coppa del nuovo patto
nel suo sangue. Il corpo e il sangue nel
linguaggio ebraico indicano la realtà
della persona. Perciò il mangiare il pane e il bere il vino nel simbolismo usato da Gesù significa vivere nella comunione con Gesù: non in una comunione
qualsiasi, ma nella comunione del Gesù di Nazaret, del Gesù, quale è vissuto in mezzo agli uomini, uomo tra gli
uomini, perché la rivelazione e il dono
di Dio sono dati agli uomini unicamente nella realtà storica e umana di Gesù.
Il discorso del pane di vita riferito
da Giovanni rende più chiaro il senso
della Cena del Signore. Il pane di vita
è proprio quel Gesù di Nazaret, di cui
i giudei conoscevano il padre, la madre,
i fratelli e le sorelle. Contrariamente
ad ogni aspettativa d’Israele, ad ogni
ricerca della sapienza greca, Dio si dava al mondo proprio nella persona concreta di Gesù di Nazaret. È nella sua
vita, nella sua parola, nella sua azione,
nella sua stessa morte di croce che
Dio si rivela agli uomini e indica la sua
volontà, il suo amore, la sua potenza
di salvezza, così diversa e opposta alla
Ministero dei preti e alienazione religiosa
è stato il tema di questa riunione del Movimento 7 novembre. In un’atmosfera di apertura e nel eontinuo eonfronto con la parola
di Dio, preti e laici hanno discusso questo tema che ha portato all’analisi di vari problemi: a) la predicazione, b) il confessionale, c)
la catechesi e tutte le altre attività ebe pongono le basi dell’alienazione religiosa e la alimentano. Di fatto ei si è accorti che il problema dell’alienazione religiosa ha la sua
origine più a monte di queste tre problematiche. Infatti il ministero dei preti è di per se
stesso alienante, perché gli stessi preti sono
alienati. Fin dal seminario ricevono una formazione che è manipolazione. L’Istituzione
esercita un rigido controllo sulle personalità
dei futuri preti. Si impone un modello di prete ben preciso : rassicurante, punto d’appoggio
di tutta la parrocchia, che ben inquadrato in
un sistema ecclesiastico, specchio di quello
civile, non dia fastidio a nessuno. In questa
situazione ci si accorge che tutto ciò che si
frappone fra Dio e uomo è alienante. Si tratta di una continua mediazione nei rapporti
fra Dio e uomo che non deve sussistere. Si
tratta di qualcosa che oscura la vocazione invece di indicarla. Partendo dall’alienazione
dei preti si può facilmente risalire alle cause
dell'alienazione del credente: 1) Istruzione
meccanica che si attua con il catechismo e
non nel confronto con la Parola; 2) mancanza
d’autonomia del credente che cerca l'appoggio del mediatore, cioè il prete rassicurante;
3) mancanza di conoscenza del Vangelo che
porta alla facile manipolazione.
Non è mancata quindi una ricerca delle
soluzioni ritrovabili in questi quattro punti ;
1) rilettura del Vangelo. 2) posizione di rottura verso il battesimo dei fanciulli, 3) denunzia del sistema di catechesi. 4) creazione di
comunità alternative.
Mi sembra che questi quattro punti non
abbiano bisogno di un commento. Mi interes■sa soltanto far rilevare il coraggio del Movimento nel fare questa riflessione su problematiche che stanno alla ba.se della vita del
cristiano, senza per questo sentirsi in crisi.
Si a.ssiste in questo Movimento alla riscoperta del sacerdozio universale che porta naturalmente a disapprovare Fesclusivismo clericale cioè l'esclusiva competenza del clero per
quanto riguarda la predicazione e la conduzione .spirituale dei fedeli. Spesso la conduzione spirituale è alienante perché sempre più
spesso ci si accorge che molti credenti hanno
messo il loro problema religioso nelle mani del
clero e pretendono quindi preti « su misura ».
A questo punto nasce il problema per i preti
che non vogliono questo stato di cose: rimanere dentro alla struttura o uscirne? Provocar
con la propria presenza all’interno della strut
tura un continuo malessere per portare ad un
cambiamento della situazione, ma d’altra parte rischiare d’essere complici di una struttura
amorfa che ormai tollera anche qualche spina nel cuore conservando pieno potere e vitalità?
La presenza di Protestanti nel Movimento è
importante e sta a dimostrare come non esista una frontiera cosi grande da sorpassare
per avere incontri ecumenici fecondi, e nello
stesso tempo è un’esortazione a riflettere pure
noi su questo tema, a come spesso noi viviamo l’alienazione religiosa perdendo di vista la
scoperta della Riforma, il sacerdozio universale, mettendo tutto nelle mani dei pastori c
pretendendoli fatti a nostra misura.
Erika Toma.s.sone
L’argomento « Diaspore » è stato
molto dibattuto.
Poiché quest’anno entra in vigore
una nuova normativa sulla composizione del Sinodo, i Deputati saranno
eletti direttamente dalle Chiese in maniera proporzionale alla propria consistenza numerica. A tale proposito la
C.D. ha approvato un prospetto di
raggruppamento «Chiese - Diaspore»
proposto dalla Commissione Distrettuale, conforme alla normativa approvata dal Sinodo e comprendente i vari raggruppamenti del Distretto formati ognuno da una Chiesa costituita
(almeno 40 membri) e da gruppi minori (diaspore) ad essa aggregati. Tale prospetto, pur essendo stato approvato, ha dato luogo ad un dibattito
terminato con la formulazione di un
o.d.g. (di cui è dato in seguito il testo
integrale).
Quanto alla Federazione Regionale,
la Conferenza ha solo votato un o.d.g.
(atto n. 9), dove si dà mandato alla
Commissione Distrettuale di esaminare lo Statuto della Federazione e di
riferirne alla prossima Conferenza in
modo che sia possibile pronunziarsi
nella linea che le Chiese Valdesi del
Distretto potranno seguire nell’ambito
della Federazione.
Circa le Finanze è stato ricordato
che la vita è rincarata e perciò è stato
chiesto al Distretto di aumentare le
contribuzioni del 10%. È un fatto certo che le Comunità non contribuiscono in modo adeguato. Forse perché
non hanno la coscienza del dare. A tale proposito è stato proposto di informare le Comunità e sensibilizzarle al
« dare » attraverso la predicazione della Parola.
Infine, è seguita l’elezione della nuova Commissione Distrettuale dalla
quale sono risultati eletti:
— Salvatore Ricciardi, presidente.
— Armando Russo, vice-presidente.
■— Ennio Del Priore, Segretario.
Tra gli atti della Conferenza Distrettuale si riportano qui di seguito quelli più importanti (si omettono gli altri per motivi di spazio):
n. 6: La Conferenza riconosce S. Giacomo degli Schiavoni come
« Cptro di evangelizzazione » costituitosi durante Tanno.
2) Atto n. 7: La Conferenza, preso
atto che la Chiesa di Brindisi ha cessato da cinque anni di avere i requisiti richiesti dai Regolamenti Qrganici
per essere annoverata fra le Chiese
costituite, riconosce la necessità che
essa venga considerata un Centro di
evangelizzazione. Esprime l’augurio
che il termine « Centro di evangelizzazione » sia inteso da quei fratelli in
senso letterale, affinché il futuro possa riconfermarli nella loro speranza e
dar loro la gioia di una testimonianza
fruttuosa.
3) Atto n. 8: La Conferenza elegge 1
propri deputati alla prossima assemblea della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia nelle persone di
Del Priore Ennio e Sciclone Gianna
(supplenti Corsani Enrico e Cielo Davide), di Matacchione Antonio e Consiglio Pasquale (supplenti Nigro Vincenzo e Russo Armando).
4) Atto n. 10; La Conferenza, esaminato il problema delle Diaspore in riferimento al diritto di nomina dei deputati al Sinodo, chiede al Sinodo di
riesaminare la normativa, prendendo
in esame la proposta che gruppi di
Diaspore aventi legami di collaborazione tra loro, possano avere dirilto
ad una mezza deputazione, se raggiungono insieme la cifra di 40 membri,
senza essere necessariamente aggregati ad una Chiesa costituita.
5) Atto n. 14: La Conferenza designa
come sede della prossima C.D. San
Giovanni Lipioni e come predicali-re
di ufficio il Pastore Paolo Giunco, supplente Armando Russo.
Chiudiamo, infine, queste brevi notizie di cronaca sulla Conferenza Jel
V Distretto, ringraziando ancora la
Comunità di Corato per la fraterna
accoglienza attuata. Ai fratelli di Corato va il ringraziamento e la simpatia di tutti i partecipanti: la loro accoglienza ed ospitalità è stata v ramente fraterna e generosa tanto i
non a caso, qualcuno ha detto: « ’
cosa così non la vedemmo mai » e
aggiungiamo che ancora una volta ci
è stato dato dal Signore di veriiir. re
« quant’è buono e piacevole che t i -atelli dimorino insieme ».
Vincenzo .Nigro
ne,
•àia
;ioi
Mezzogiorno contadino
L amore per la terra e per lo sviluppo della popolazione contadina che anima il lavoro quotidiano dell’autore, traspare chiaramente da questo volume
di insolito valore. Esso fa rivivere la
fatica degli umili agricoltori attraverso
i secoli raccogliendo da migliaia e migliaia di raffigurazioni artistiche e da
reperti archeologici quel che questi
hanno realizzato in tecnica ed in arte.
Ed il suo non è stato lavoro facile perché le manifestazioni dell’arte figurativa son ricche di motivi trionfalistici o
di re o di santi di prelati o di donne...
ma ignorano la fatica dell’uomo dei
campi e la sua vita di stenti.
Da sempre i dominatori non hanno
avuto contatto diretto coi dominati se
non per riscuotere i prodotti o i loro
equivalenti. Questo rapporto in vista
solo dei risultati e non dei mezzi per
conseguirli, questo badare ai fini e non
agli strumenti necessari per essi, ha
fatto sì che le masse rurali, lasciate sole a se stesse, hanno dovuto esse stesse
produrre la loro tecnica e la loro arte,
ben distinta da quella urbana dove risiedeva il potere.
Dall’analisi di dettagli, e particolari
raccolti nelle pitture, sculture, bassorilievi, vasi ecc. Cesarini ha potuto stabilire un rapporto fra quel che la « cultura » contadina ha prodotto nei secoli
fino ad un passato recente e metterne
in evidenza la continuità. Ha, direi,
messo a nudo le radici tormentate e
profonde delTumanità, della gran massa d’essa, per indicarci la matrice della
civiltà e, forse, la matrice vera di una
umanità nuova, quale attendiamo.
Come è facilmente intuibile la gioia
dell’autore ad ogni sua nuova scoperta, così il lettore passa da meraviglia
in meraviglia nel realizzare che la storia umana ha altri protagonisti oltre a
quelli che occupano il maggior numero
di pagine nei libri di storia per le loro
« grandezze » discutibili. Qui c’è la fatica dell'uomo, qui egli esprime la sua
genialità senza i mezzi che altri ha, qui
è il soggetto di un mondo che egli stesso trasforma.
L’opera illustrata da ben 124 fotografie in bianco-nero ed a colori è di raro
valore. Ci dà il buon sapore del pane
integrale di campagna, ben diverso da
quello industrializzato cui siamo abituati, ma ci rende anche attenti al valore di una continuità di cultura per
non divenire « entità illogiche » disancorate dal passato.
Tullio Vinay
Giuliano Cesarini - Mezzogiorno contadino - Edagricole, via Emilia Levante 31, Bologna.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIjll
"5^ Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Riccardo Gay. Roberto Peyrot. Teofilo Polis. Claudio Tron e Tullio Vinay.
La burocrazia vaticana
contro la Chiesa cattoiioa
(segue da pag. 1J
leggere il testo della Dichiarazione ¡ler
rendersi conto di una mentalità abituata a ripetere formule convenzion: li,
senza rendersi conto del loro vali/re
logico e delle intrinseche contraddizioni che il discorso contiene. L’autorità
al posto della ragione e la fede ridotta a sottomissione acritica: questa la
rnentalità che si rivela dalla Dichiarazione. La Congregazione romana sj>era di aver buon gioco, come Tha potuto avere per il passato, quando ogni
discussione è stata troncata di autorità e con i mezzi coercitivi. Essa oppone un netto rifiuto alla richiesta di
discussione e pretende che si accetti
senza criticare.
Il teologo Kùng, in una dichiarazione fatta alla stampa e pubblicata anche nel giornale cattolico L’Avvenire
di sabato 7 luglio, accusa la Congregazione di aver agito in netto contrasto
con le stesse norme stabilite da Paolo
VI, le quali dovrebbero garantire un
dibattito aperto nelle controversie dottrinali. La Congregazione ha scelto la
via più breve, quella tradizionale del
S. Ufficio.
MOMENTO GRAVE: QUALE SARA’
L’ATTEGGIAMENTO DI PAOLO VI?
I « pacelliani » della Curia romana,
coloro che hanno morso il freno ai
tempi di papa Roncalli, hanno agito
nella speranza di poter imporre i loro
sistemi. Quale sarà la reazione della
chiesa cattolica? Quale sarà l’atteggiamento di Paolo VI?
II papa è il Presidente della Congregazione per la dottrina della fede e,
quindi, si potrebbe pensare che la Dichiarazione sia l’eco del suo pensiero.
Ma non è così certo. Può essere accaduto che l’ambiente curiale abbia indotto il papa ad acconsentire alla pubblicazione della Dichiarazione, ma non
ad impegnare direttamente la propria
persona. Può darsi che Paolo VI abbia
permesso la pubblicazione della Dichiarazione per suscitare un dibattito tale da permettergli di tastare il polso
della chiesa cattolica. Tutto dipenderà
dalla reazione della base cattolica e in
particolare dai teologi. Può darsi che
non sia realizzabile oggi la repressione
attuata 70 anni fa contro il modernismo e che la chiesa cattolica quale
« popolo di Dio » abbia realmente raggiunto in un largo settore quella maturità della quale si sono avuti significativi segni negli anni successivi al
Concilio 'Vaticano IL
Ce lo auguriamo di cuore, perché
preferiamo discutere con i teologi cattolici, piuttosto che dover soltanto contrastare l’oscurantismo curiale.
3
13 luglio 1973 — N. 27-28
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
rag- 3
Noterelle ai margini
della Conferenza del Secondo Distretto
Passato R futuro dì \ÍÍRríug
Un \uWo
a Venezia
Notiziario rioplatense
Nella scuola valdese di Viering, su di
una vecchia panca che non consente
la scoliosi è seduto il gruppo superstite
della comunità: la nonna Berger, novantenne, coi figli, nipoti, nipotini promessa del futuro della chiesa; i ricordi
della nonnetta ancor lucida di mente
e robusta nel fisico si collegano al tempo dei maestri evangelisti che hanno
insegnato nella scuola e predicato
l’Evangelo: riaffiorano i nomi di Arnoulet, Rivoir, Gustavo Beri e di altri che
a Viering o nella valle hanno faticato
per far conoscere il nome di Gesù Cristo. Nel clima deH’oiiavo centenario di
Valdo riscoprire e far conoscere quella storia poco nota eppur tessuta di silenziosa e coraggiosa testimonianza
può essere lo scopo dei nostri studenti
della diaspora o appassionati di storia.
Altrimenti nella valle d’Aosta si continuerà a leggere, nell’ Histoire populaire religieuse et civile de la Vallèe
d’Aoste, de I’Abbé Henry, pubblicata nel
1929, ripubblicata nel 1695 a cura della
giunta regionale della Valle e destinata
agli insegnanti, le notizie più inverosimili: vi è scritto infatti che uno dei
fatti più gloriosi fu l’espulsione e la fuga di Calvino descritta a fosche tinte
come la liberazione d’un orrendo flagello. In riferimento poi alla storia della presenza evangelica ed all’insegnamento dato ai bambini di vari villaggi,
dopo il 1860, da parte dei nostri maestri evangelisti l’autore riferisce un
fatto verificatosi nell’anno 1867 a Courmayeur, nel villaggio di Pucey e scrive:
« In quel tempo il Protestantesimo cercava di stabilirsi nel paese e distribuiva in abbondanza Bibbie e libri protestanti; qualcuno di essi andò a finire
nelle mani dei bambini del villaggio.
Il prete Menabrea avendolo saputo diede ordine di bruciarli; i bambini eseguirono l’ordine; col bastone essi spingevano le Bibbie nel fuoco perché tutto fosse consumato; ma, oh miracolo!
rimane un foglio superstite; tutti guardano: si tratta dell’immagine di Sant’Alfonso dei Liguori che era stata lasciata nella Bibbia; quell’immagine si
conserva tutt’oggi ». Tutta qui, per l’autore, l’influenza protestante.
E pensare che l’assessore alTIstruzione Pubblica della Regione scrive nella prefazione che l’abbé Henry « possiede perfettamente la materia, la esamina in modo magistrale, con minuzia
e scrupolo che lo qualificano quale storico nel senso più completo ».
Le Scuoletta nel futuro
Sino a poco tempo fa ridotta ad un
rudere e condannata ad essere venduta,
è stata invéce felicemente ricuperata
dalla comunità di Aosta e Viering che
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiii
Un’agape fraterna
a Torino (c.so Oddone]
SALA Giulio, autotra^rti,
traslochi Torino e provincia.
Riviera e ogni altra destinazione. Preventivi a richiesta. Tel.
66.05.72 Nichelino.
l’ha interamente trasformata con una
spesa di alcuni milioni; anche la vicina
chiesa di Ivrea e altri amici hanno concorso con generosi doni; il deficit potrà
essere saldato con le offerte di quanti
s’interessano a queste opere ed alla testimonianza nel futuro.
Situata all’ingresso del paese, in luogo tranquillo, la scuola è circondata
da una fascia di prato e zona alberata
con orticello; oltre all'ampio ledale ci
sono i servizi con le docce, cucina con
tutto l’occorrente e tre camere al piano superiore con una trentina di letti
a castello; questa casa di ospitalità può
servire per gruppi di catecumeni, incontri giovanili, famiglie nei periodi
estivi.
« La presenza di credenti evangelici
— mi dichiara il pastore Giovanni Peyrot — consente un collegamento prezioso con gli evangelici superstiti, con
i sei bambini e come luogo di testimonianza nel villaggio, nello spirito della
prima evangelizzazione ».
Si tratta del problema di tutte le nostre opere, istituti vari, case al mare od
in montagna: non servono per la comodità degli evangelici preoccupati soltanto del loro riposo, ma debbono
esprimere innanzitutto un clima di famiglia e una nota spirituale intensa tra
gli ospiti della casa, in vista d’una testimonianza all’esterno; per questo fine
collaborano non soltanto i responsabili
delle varie opere, ma anche e soprattutto i credenti che accettano di passare qualche tempo in esse.
Per questo ci rallegriamo di questa
iniziativa della comunità di Aosta e
Viering e dello spirito con cui prospetta il futuro della Scuola dei dimenticati maestri valdesi.
Un grave lutto ha rattristato la nostra comunità, colpendo una cara famiglia: il giovane Pino Falbo, di appena ventidue anni, in conseguenza di
una malattia crudele, sofferta con animo cristianamente virile per oltre tre
anni, ha raggiunto la pace nel Signore. È deceduto il 18 giugno.
Il servizio funebre (celebrato nella
Chiesa cattolica della parrocchia di
S. Giuseppe di Mestre, che con cristiana solidarietà è stata messa a disposizione della nostra comunità che non
dispone a Mestre di un adeguato locale) ha richiamato alcune centinaia di
persone.
La cerimonia, presieduta dal pastore
Garufi, è stata seguita con visibile
commozione da tutti i presenti. Il messaggio del Pastore si è ispirato al racconto della risurrezione di Lazzaro, e
ha messo in evidenza, fra l’altro, che
la malattia e la stessa morte non stanno a significare l’abbandono da parte
di Dio. Gesù ama Lazzaro, e il Suo
amore sopravanza ogni umano soffrire. Anche noi amiamo i nostri cari;
ma il nostro amore ha soltanto dei
contenuti umani ed è circoscritto nell’area angusta della nostra umanità,
quindi limitato e contingente. L’amore del Padre è amore che redime e
che salva in Cristo.
Nel mentre rinnoviamo da queste
colonne i sentimenti della nostra cristiana simpatia alla cara famiglia così
duramente provata, indichiamo nel
nostro giovane fratello scomparso, al
quale ben si addicono le parole dell’apostolo Paolo: « Ho combattuto il
buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede », un esempio di
obbedienza alla volontà del Signore.
Per vari motivi è possibile soltanto
oggi riassumere le notizie sulle chiese valdesi nella regione rioplatense.
Anzitutto vanno ricordate le difficoltà
finanziarie, nelle quali si è trovato
« Mensajero Vaidense » alcuni mesi fa
a causa dell’inflazione galoppante in
Uruguay. (Nel 1945 un peso uruguayano equivaleva a un dollaro; nel 1972
1.000 pesos equivalgono a 1 dollaro!).
Queste difficoltà sono state felicemente superate anche grazie a un cospicuo
dono della Tavola Valdese al giornale
della Chiesa sorella. Frattanto ci sono
giunti i numeri di Natale e Capodanno, ritardati ulteriormente dal nostro
sciopero delle poste!
nità il pastore Carlos Delmonte, fino
ad allora titolare della chiesa di Colonia Iris (Argentina). In aprile a. c. il
pastore titolare di Colonia Vaidense,
il moderatore D. Rostan, ha riassunto
i suoi compiti come conduttore della
comunità dopo un anno di licenza concessogli dal Sinodo 1972.
Unica eccezione al prolungato silenzio: è arrivato il bollettino di aprile
della Chiesa di Colonia Vaidense (Uruguay). In esso ci vengono date brevi
notizie sul Sinodo valdese rioplatense
che ha avuto luogo dal 4 al 7 marzo
1973 a Iacinto Arauz in Argentina. Nel
culto di apertura sono stati consacrati
i giovani pastori Hugo Gönnet e Hugo
Malan (quest’ultimo è stato studente
alla nostra Facoltà di Roma due anni
fa). Il pastore Norberto Bertón è stato riconfermato per un altro biennio
come professore di teologia pratica alla Facoltà teologica di Buenos Aires
(ISEDET). La « Mesa » (=Tavola) nuovamente eletta è costituita dalle seguenti persone: pastore Delmo Rostan,
moderatore; pastore Mario Bertinat,
vice-moderatore; pastore David Baret,
segretario; e i laici dott. Mario Baridon e dott. Fernando Dalmas. Come
cassiere della cassa centrale è stato
rieletto il pastore Daly R. Perrachón
e come direttore di « Mensajero Vaidense » è stato confermato il pastore
Ricardo Ribeiro.
Altre notizie. — Dopo l’elezione del
dott. Philip Potter a segretario generale del Consiglio ecumenico delle
Chiese a Ginevra, il suo posto di segretario del Dipartimento di Evangelizzazione e Missione è stato affidato
al pastore Emilio Castro, ex-presidente della Chiesa metodista dell’Uruguay.
La Chiesa metodista a sua volta ha
dovuto eleggere un nuovo presidente.
La scelta è caduta su di un laico, il
Dr. Luis Odell, finora segretario della
Federazione delle Chiese evangeliche
nell’Uruguay.
Aia Soggin
IIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Luserna S. Giovanni
VENDITA DI BENEFICIENZA
L’annuale esposizione-vendita di lavori femminili organizzata dalla Società di Cucito « Le Printemps » avrà
luogo nella Sala Albarin (Casa Valdese), domenica 29 luglio, alle ore 15.
Il ricavato sarà devoluto a favore del
costruendo Asilo per i Vecchi. Il pubblico vi è cordialmente invitato.
Personalia
Gustavo Bouchard
Guido Colonna Romano
Colonia Vaidense. — Nel dicembre
dell’anno scorso è stato eletto come
secondo pastore di questa vasta comu
In casa di Doranna e Eugenio Rivoir, a Verona, è giunta la terzogenita,
Donatella. Partecipiamo alla gioia di
questa famiglia pastorale, con il nostro augurio fraterno.
Vita nelle nostre scuole secondarie
Vasta apertura d’interessi nei iavoro
delia Scuola Media del Collegio Valdese
Domenica 17 giugno, dopo il culto un’àgape
eoniunllaria ci ha riuniti nella sala adiacente il Tempio di corso Oddone.
Grazie ai giovani fratelli e sorelle per l’ottimo pranzetto, ed ottimo pure il dissetante
barro delle colline Albesi, offerto dai nostri
bravi Peyronel.
Ma grazie soprattutto per la opportunità di
incontrarsi e passare qualche momento in .amicizia, libertà e fraternità... cosi giustamente ha detto il pastore Ricca. Ma, forse è bene aggiungere, per verificare la validità del
nostro lavoro di testimonianza di credenti nella società odierna.
Forse ha ragione il fratello impegnato nelle nostre opere sociali che chiede maggior
interesse da parte dei fratelli tutti, non è da
credenti il delegare per scaricarsi da responsabilità che devono impegnare, perché sono
parte della vita della comunità stessa. Forse
non è da respingere la crescente sentita necessità, di una Santa Cena più fraterna, magari in un retro di Chiesa., in una qualunque giornata o serata, dopo aver meditato
sulla Parola di Dio, dopo aver pregato... il
nostro Signore potrebbe anche gradire... lo
Spirito Santo essere presente e grandemente
esserne rallegrati.
Forse l’analfabeta che desidererebbe pregare in comunione fraterna, non è fuori stra
1 IT Y 1 P,. i
da, allora è bene fugare i dubbi deU’intellettuale e del teologo, perché non sarà una preghiera di confusione, ma un coro di pensieri
uniti alla fede di un fratello, anche se povero di lingua italiana. Forse non è del tutto
fuori luogo, la richiesta di solidarietà dell’operaio, che col suo lavoro nobilita anche il
suo datore di lavoro, e si imbruttisce spiritualmente, moralmente e fisicamente.
Certo, i linguaggi sono diversi, sia per la
diversa provenienza dei fratelli, per la diversa cultura, diversa educazione, diverso quartiere e luogo in cui viviamo e lavoriamo.^ Eppure, nonostante queste diversità abbiamo
parlato ed ascoltato, abbiamo creduto e capito le necessità ed i desideri gli uni degli
ahri, il sentimento di fratellanza in Cristo è
stato ravvivato in noi. E questo è avvenuto in
libertà e fraternità, e l’impegno di tutti è
Stato di ritrovarci, affinché insieme si possa
proseguire l’opera sin qui svolta dalla Chiesa
ma in modo più attivo, pratico e percepibile
dalla società odierna. Ci aiuti il Signore affinché la Sua volontà sia fatta.
Dino Costantino
Anche quest’anno scolastico è terminato. Gli esami di licenza si sono
svolti con esito lusinghiero: gli allievi
interni in numero di 53 e i 4 lavoratori provenienti dalla Scuola Media Vermigli di Zurigo sono stati tutti licenziati. Dei 58 allievi iscritti nelle due
prime classi nell’anno scolastico 19701971 quattro (due per classe) si sono
spontaneamente trasferiti ad altre
scuole ed uno solo è stato da noi respinto nel corso della Media. Questi risultati sono motivo di notevole soddisfazione per noi ed inoltre il fatto
che le iscrizioni hanno quasi raggiunto
in pochissimi giorni il numero massimo di allievi nelle due prime è pure di
grande incoraggiamento per la nostra
opera.
Questi due elementi forniscono una
precisa e positiva indicazione riguardo
alle vie che io stessa ho voluto seguire
nell’impostazione del mio lavoro di
preside, riguardo alTindirizzo didattico
che noi insegnanti, in maggioranza, abbiamo scelto, ed inoltre riguardo all’organizzazione generale dell’Istituto.
La percentuale dei promossi, nelle
6 classi, quest’anno, è stata dell’83,4%.
C’era nel passato e c’è tuttora la
convinzione che nelle scuole private
gli allievi vengano promossi con maggiore facilità e quindi in maggior numero che nelle scuole pubbliche. Non
possiamo dire questo della Media del
Collegio se la confrontiamo con le altre scuole. Riteniamo che sia bene applicare una giusta severità, giusta naturalmente nei limiti delle possibilità
umane, severità nel senso che tendiamo non ad avvilire e prostrare il ragazzo, ma invece ad evitare che egli
cada e, nel caso di inevitabili cadute,
aiutarlo a riprendersi.
Spiegherò ora brevemente quali vie
abbiamo scelto per impostare il nostro
lavoro. Molti alunni della scuola media si esprimono con grande difficoltà,
sia quando scrivono, sia quando espongono oralmente. Ci siamo perciò preoccupati di ottenere da questi ragazzi
una formulazione del pensiero, sia
scritta che orale, più chiara e corretta. Siamo venuti nella convinzione che
bisogna attendere con molta pazienza
che si riscontri qualche progresso durante i tre anni della scuola media.
Questo miglioramento è dovuto in parte allo sviluppo naturale della personalità del preadolescente e in parte a
molti altri fattori, come per esempio
Tarricchimento della lingua favorito
dalle letture e dalTesercizio quasi quotidiano dello scrivere. Esercitazioni di
ogni genere sono state perciò fatte nelle varie classi: dalla stesura settimanale delle cronache degli avvenimenti
più degni di rilievo, ai temi svolti su
argomenti di libera scelta o suggeriti
dall’insegnante, dai giornali murali,
composti generalmente con lavori di
gruppo di grande impegno, alle ricerche di scienze, di stona e di geografia
ed agli esercizi grammaticali. Non sono mancati i dibattiti e le discussioni
in classe sui problemi attuali per al
largare gli interessi dei ragazzi e risvegliare in essi lo spirito critico. Pure gravi difficoltà gli allievi hanno incontrato nello studio della storia, specialmente di quel pei iodo che va dal
fascismo al giorno d’oggi. Abbiamo
cercato di ovviare a questo inconveniente presentando la storia in modo
vivo con registrazioni discografiche,
documenti dell’epoca e lestimonianze
di persone che hanno vissuto i tragici
avvenimenti del tempo del fascismo e
della 2“ guerra mondiale. Tra queste
abbiamo invitato Ermanno Armand
Ugon, Frida Malan e Primo Levi che
con il racconto delle loro esperienze
ed il dialogo che è seguito hanno molto interessato e colpito gli allievi. Un
valido commento ai fatti della storia
recente è stato offerto dalla proiezione di alcuni film come « Morte a Madrid », T« Arpa birmana », « Tutti a
casa » ecc. per merito dell’iniziativa
del Cinefórum per le scuole, cui abbiamo aderito. La proiezione era seguita ogni volta da un ampio dibattito.
Abbiamo dato, quest’anno, particolare importanza agli incontri degli
studenti con persone che vivono fuori
dell’ambiente della nostra scuola e che
questa possono arricchire con un notevole apporto di conoscenze ed espei
rienze nuove.
Così per ciò che riguarda l’insegnamento della lingua inglese, gli allievi
hanno avuto una conversazione assai
utile, in questa lingua, con la Signora
Sandy Stinson, pittrice americana.
Il Dottor Enrico Gardiol ha gentilmente accettato di incontrarsi con gli
studenti della Media per metterli in
guardia contro i pericoli del fumo.
E graditi ospiti sono stati pure, come al solito, i professori di teologia,
Soggin e Corsani, e il pastore Bertalot della Società biblica. L’interesse
per la presenza del Vangelo nel Terzo
Mondo e precisamente nel Madagascar
è stato rinnovato da due interventi;
quello del Presidente della Cevaa, il
pastore malgascio Rakotoarimanana, e
quello della Sig.na Anita Gay, missionaria, seguiti ambedue con molta attenzione dagli alunni. A conclusione
del corso di religione c’è stato un incontro assai vivo e stimolante, del pastore Giorgio Tourn con gli studenti
delle terze.
In alcune classi, oltre ai problemi
storico-religiosi, sono stati affrontati
quelli sociali ed ecologici.
Un’inchiesta sui « pendolari » con registrazione di interviste, è stata svolta
da allievi della IH B; questo nel quadro di uno studio più generale della
classe sul mondo del lavoro.
I ragazzi seguono con vivo interesse
le lezioni di scienze, sempre più attratti dal mondo della natura e dalle
scoperte ed invenzioni dell uomo moderno. Si è parlato perciò in modo
particolare di ecologia e delle possibilità di sopravvivenza dell’uomo nel
futuro.
Durante le lezioni interclasse, gli allievi, che non frequentavano il corso
facoltativo di latino, hanno studiato e
presentato, con lavoro di gruppo, due
figure molto note di apostoli della
non-violenza: Gandhi e Martin Luther
King.
Qltre a tutte queste attività ora descritte, molto altro lavoro è stato compiuto, come, per esempio, quello svolto a favore degli anziani o per la Giornata della Croce Rossa.
I rapporti scuola-famiglia sono stati
frequenti: colloqui a scuola tra genitori ed insegnanti, pagelline interquadrimestrali con giudizi ed osservazioni,
assemblee con i genitori degli allievi
di terza per l’orientamento scolastico
dopo la licenza media, visite della preside alle famiglie più lontane. Gli insegnanti di tutte le materie si sono
prodigati, senza risparmio di energie,
per un lavoro proficuo in comune con
i loro studenti.
Le lezioni ad indirizzo tecnico-pratico sono state seguite con molto entusiasmo e nell’ottima esecuzione dei lavori hanno trovato particolare soddisfazione quei ragazzi che non hanno
molta attitudine alla studio. Lo stesso è accaduto, a volte, per le lezioni
di ginnastica e di nuoto.
Un gruppo di alunni appassionati di
musica pop ha creato un complesso
musicale che si è esibito nell’Aula Magna, l’ultimo giorno di scuola, in presenza dei compagni e degli insegnanti,
con grande successo.
Abbiamo dunque cercato di non trascurare alcuna particolare disposizione nei nostri alunni e anzi ci siamo
sempre preoccupati di rispettare e valorizzare appieno la loro personalità.
Anna Marullo Reedt
L’asse Berlino - Pomaretto
Gli studenti della Scuola Latina hanno accolto con gioia e inteun gruppo di colleghi dello Johannestift di Berlino
resse
Dal 5 airil giugno abbiamo ricevuto la visita di 14 alunni della Scuola
Media Johannesstift di Berlino, venuti
a passare qualche giorno di vacanza
con noi.
Durante la loro permanenza alle
Valli, hanno assistito ad alcune lezioni alla Scuola Latina: lezioni di francese, di educazione musicale e tedesco. Essi ci hanno insegnato dei canti
tedeschi e noi a loro dei canti francesi. L’insegnante di musica ci ha molto interessati, insegnandoci ad usare
gli strumenti che aveva portato con
sé (xilofoni, triangoli, carillons ecc.),
creati apposta da un prof, tedesco per
essere usati nelle scuole da ragazzi
della nostra età. La Signora Klotz deve aver notato tanto entusiasmo nei
nostri occhi, perché, prima di partire
ce li ha lasciati come ricordo del nostro incontro. I ragazzi di Berlino
erano accompagnati dall’insegnante
di francese. Prof. Klemke, dall’insegnante di musica, Prof. Klotz, e dal
direttore della Scuola, Dott. Wetzel.
I nostri Insegnanti e quelli del
Ginnasio di Torre Pellice hanno accompagnato a turno il gruppo in visita alle Valli; purtroppo i nostri amici non hanno potuto vedere il bel sole d’Italia, se non gli ultimi due giorni.
Essi sono stati ospitati da alcuni
allievi della Scuola Latina. Prima del
loro arrivo, c’era in noi,un po’ di scetticismo, perché era la prima volta
che facevamo un’esperienza del genere, ma si è subito stabilito fra noi un
legame di amicizia. I berlinesi si esprimevano abbastanza bene in francese
e noi sbandieravamo il nostro tedesco,
imparato durante corsi di tedesco. Abbiamo organizzato insieme una serata
internazionale, a cui hanno partecipato genitori ed amici, durante la quale, Italiani e Berlinesi hanno potuto
dare prova della loro abilità canora e
teatrale.
Dopo questa simpatica manifestazione, si è svolta una partita di calcio
(Scuola Latina contro Berlino), duran
te la quale i partecipanti hanno potuto dimostrare il loro spirito sportivo
e agonistico. Gli ultimi due giorni, il
sabato e la domenica, i Berlinesi li
hanno trascorsi presso le famiglie ospitanti; abbiamo fatto insieme delle gite, ci siamo ritrovati con i nostri ospiti gli uni nelle case degli altri e, quando proprio ci sentivamo bene affiatati,
è giunto per i nostri amici il momento della partenza. Al lunedì mattina,
tutti assieme (siamo una novantina!)
li abbiamo accompagnati al loro pullman per salutarli. Contenti per l’ospitalità ricevuta, i nostri amici d’Oltr’Alpe ci hanno invitati a restituire loro
la visita a ottobre.
A nome dei nostri compagni
Renzo Bertalmio - Vittorio Giraud - Sandro Sappè - Luciano Micol.
Gli alunni della II*^ media desiderano ringraziare molto cordialmente il
Dott. Varalda di Pinasca, il quale, in
seguito al loro invito, ha dedicato alla
classe un lungo dopo-pranzo, per rispondere a numerose domande su temi di educazione sessuale particolarmente sentiti dai ragazzi di quell’età.
La conversazione-discussione è stata
interessantissima e formativa.
Scuola Media
del Collegio Valdese
ISCRIZIONI
Le iscrizioni alla 1“ Media del Collegio Valdese si sono aperte il 2 luglio c. a.
I moduli per la domanda si possono ritirare in Segreteria dalle ore 10 alle 12.
I documenti da presentare sono i seguenti :
1) Certificato di nascita;
2) Certificato di vaccinazione e rivaccinazione;
3) Diploma di licenza elementare;
4) Pagella di V elementare.
N.B. - Nel modulo della domanda si può
indicare la lingua straniera prescelta; francese 0 inglese.
La Preside
Anna Marullo - Reedtz
L
4
pas. '»
I CAMPI ESTIVI
Invito ad Agape
Il Campo internazionale
Educazione
e lotta di classe
Data: 21-30 luglio 1973.
Dirszione: Emidio Campi, Giorgio Gardiol.
Gianna Sciclone.
Lingue: italiano, francese, inglese, tedesco.
Quota: L. 19.000 - caparra L. 2.000.
Tema: L attualità e l’importanza politica
del problema delFeducazione è oggi fuori
discussione. In numerosi paesi capitalisti quali I Italia e la Francia, il problema viene affrontato direttamente dalle lotte della classe
operaia e la questione non investe unicamente
la scuola, che ne costituisce certamente Taspetto più evidente, ma anche il problema deUa
formazione operaia, dell’azione culturale, della formazione di un sapere, di una scienza
che sia una reale espressione delFegemonia
della classe operaia nella lotta per una società senza classi.
Oggi le classi sfruttate nella loro lotta di
emancipazione non hanno soltanto bisogno di
abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, di liberarsi dallo sfruttamento e dalI imperialismo, ma anche di cominciare a dimostrarsi capaci di produrre la nuova società,
il socialismo.
Questo significa lo sviluppo delle capacità
culturali, tecniche e politiche della classe
operaia. Implica un confronto con il meccanisnio di riproduzione del sapere sociale ed in
primo luogo quindi con la scuola, una lotta
sul terreno dell’organizzazione del sistema educativo, la creazione di una proposta culturale che sia capace di superare l’attuale divisione capitalistica del lavoro.
Con questo campo ci proponiamo da una
parte di fare il punto su alcune esperienze
che sono state fatte in diversi paesi europei,
analizzarne le prospettive, valutarle criticamente e trarne alcune indicazioni per il lavoro futuro. Dall’altra questo campo vuole
essere un contributo al dibattito sul problema dell educazione in vista di una maggior
comprensione della sua importanza per -il progetto di una società socialista.
Articolazione del Campo: Il programma che
qui pubblichiamo è di massima, nel senso che
potrà essere modificato secondo le disponibilità degli oratori e le esigenze e gli interessi
dei partecipanti. Affronteremo il problema con
il metodo tradizionale della relazione seguita
dalla discussione, perché abbiamo voluto dare
molto spazio alla presentazione dettagliata dei
singoli problemi. La mattinata sarà dedicata
alle relazioni sui temi specifici ed il pomeriggio al lavoro in gruppo. Le serate invece
saranno dedicate aU’informazione e alla discussione di problemi di attualità.
Programma
Sabato 21 luglio : arrivo per la cena; assemblea introduttiva.
Domenica 22 luglio : « La dimensione politica del problema delVeducazione », a cura
di Giorgio Gardiol.
Lunedì 23 luglio : «.Un modello socialista
di educazione: la Cina e noi » a cura di
Edoarda Masi.
Martedì 24 luglio « Analisi dei sistemi educativi (loro contraddizioni e linee di tendenza) dell’Italia. Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca » a cura di gruppi dì lavoro
nazionali.
Giovedì 26 luglio « Nuovo sapere e classe
operaia: partendo dalle esperienze degli operai Fiat y> a cura di Francesco Ciafaloni.
Venerdì 27 luglio : « L’unità operai-insegnanti-studenti per un progetto socialista delVeducazione » (probabilmente) a cura di Renato Lattes.
Sabato 28 luglio : « L’educazione è una pratica di liberazione? » a cura dell’Institut d^Action Culturelle (di cui è presidente Paolo
Freire).
Domenica 29 luglio: conclusioni.
Lunedi 30 luglio: partenza dopo colazione.
e ^ quest ultima costituisce l’armata industriale
di riserva per il capitalismo europeo.
L’esistenza di questi operai immigrati ha
costituito un fattore molto importante per il
processo di sviluppo del capitalismo europeo
in quanto ha permesso di mantenere alti i
saggi di profitto e di plus-valore, di dividere
la classe operaia in operai autoctoni che hanno condizioni di vita migliori ed immigrati, e
in certi casi, come per esempio l’Italia, di
trovare nell’emigrazione una importante valvola di sicurezza contro l’esplosione sociale.
In questo campo vogliamo affrontare i problemi che il fenomeno della migrazione pone al movimento operaio internazionale.
Programma: Poiché abbiamo invitato al
campo operai immigrati, riteniamo che sia
molto importante il confronto tra le varie
esperienze ed abbiamo perciò rinunciato ad
organizzare conferenze che non siano specificatamente richieste dall’assemblea dei partecipanti. Come punto di partenza però sarà fornito a tutti i partecipanti una buona documentazione della migrazione.
I partecipanti si suddivideranno quindi in
quattro seminari di studio che riferiranno dei
loro lavori all’assemblea dei partecipanti che
si riunirà periodicamente durante tutto il
campo. Il rapporto finale dei seminari sarà
duplicato ed inviato ai partecipanti.
I seminari sono:
1) Mercato internazionale del lavoro, borghesie nazionali e flusso monetario
L importanza dei problemi della manodopera per lo sviluppo sono oggi nuovamente
messi in rilievo anche da economisti non
marxisti come Kindleberger e Samuelson. Il
compito dei partecipanti a questo seminario
sarà quello di analizzare quale è il ruolo che
l’emigrazione ha giocato sul modello di sviluppo dei vari paesi e in particolare dei paesi di
emigrazione africani ed europei e quali sono
gli effetti sulle politiche delle varie borghesie
nazionali.
2) La gestione dell’immigrazione nel sociale
Lo statuto giuridico degli immigrati, la lingua, le condizioni di abitazione, la mobilità
geografica fanno sì che questi vivano di fatto
in una condizione di discriminazione.
L analisi di questa condizione di discriminazione a livello sociale, la sua influenza nei confronti della classe operaia autoctona, la xenofobia ed il razzismo, le lotte per superare questo stato di cose : questi i temi principali che
saranno analizzati nel seminario.
3) La gestione dell’immigrazione nella sfera
della produzione
L’immigrato interviene sul mercato del lavoro non solo come merce (cioè valore d’uso
per il capitale) ma come merce particolare
per un particolare uso (i lavori considerati r.ocialmente inferiori) quindi entra in un rapporto economico col capitale già determinato
diversamente da quello che il capitale stesso
instaura col lavoratore locale.
Compito dei partecipanti a questo seminario sarà quello di analizzare il ruolo dell’immigrato nel processo produttivo, nei rapporti
con la classe operaia locale e col sindacato.
4) Il movimento operaio di fronte all’immigrazione
La presenza di numerosi operai immigrati
permette al eapitalismo europeo di realizzare
una integrazione a livello ideologico del singolo lavoratore locale nel capitalista. E questa
parziale identificazione ha rappresentato fino
ad oggi la maniera capitalisticamente più intelligente di esercitare il controllo sull’intera
classe operaia in paesi come la Svizzera e la
Germania.
L’impegno dei partecipanti a questo seminario sarà quello di analizzare i rapporti politici tra classe operaia autoctona e immigrati,
di vedere quali sono gli obiettivi e gli strumenti che possano diventare il presupposto
per il superamento della contraddizione fondamentale tra capitale e proletariato.
A quali condizioni può verificarsi una strategia unitaria? E con quali obiettivi? La questione dell’organizzazione : questi gli interrogativi.
preghiera, il culto, la comunione fraterna,
l’evangelizzazione, tenendo presente che si
tratta di aspetti strettamente uniti nella realtà di una comunità vivente.
Il campo è aperto a tutti. In modo particolare, sono invitati a parteciparvi i membri
delle comunità evangeliche italiane. Anche
quest’anno sono previsti sconti per famiglie.
Gli studi saranno presentati da Bruno Rostagno: La comunità nel Nuovo Testamento:
Massimo Romeo: Il culto, o l’assemblea dei
credenti; Franco Giampiccoli: Come leggere
la Bibbia; Gustavo Bouchard : La preghiera;
Francesco Casanova: La comunione fraterna;
Paolo Arcangeli : L’evangelizzazione. Il campo si concluderà con un dibattito generale.
Facilitazioni: Per le famiglie: un imembro
paga quota intera, gli altri membri metà quota.
Figli sotto i 3 anni: L. 200 al giorno. Figlio
dagli 8 ai 13 anni: iscrizione al campo precadetti, che ha luogo contemporaneamente.
Per le comunità: almeno 5 persone provenienti dalla stessa comunità : sconto del 10
per cento.
Tre istanze alla croce
Campo pre-Cadetti
La storia di Giuseppe
Signore, hanno ucciso mio fratello
perché cantava inni di libertà
lungo le strade dell'Alabama^
con la sua voce di ferro.
Era soltanto un negro, Signore,
E il suo volto
non si distingueva nel buio.
Ma stanotte. Signore,
Ti accorgerai ugualmente
che uno dei Tuoi figli
non è tornato alla sua casa;
perché Tu fosti un bianco
di quelli buoni.
Per questo facci liberi ed uguali.
Signore.
Data: 13-23 agosto 1973
Direzione: un’équipe di insegnanti
Quota: Lit. 12.000, caparra Lit. 1.000
Lingua: Italiano
Età: 8-13 anni
Tema: L’attività del campo avrà come tema
centrale un racconto biblico : La storia di Giuseppe, Genesi, cap. 37, 39 a 47 e 50. L’idea di
questo tema è nata dalla costatazione che oggi
nelle nostre comunità diventa sempre più difficile dare ai ragazzi una formazione biblica.
Con il nostro campo non pretendiamo certo di
risolvere il problema, ma soltanto di dare un
contributo alla formazione biblica dei giovani,
sfruttando tutte le possibilità che Agape offre : una convivenza di dieci giorni, spazio per
attività di disegno, pittura, ecc. e per la drammalizzazione del racconto. In questo modo si
può far vivere la storia biblica e suscitare interesse per il grande insieme in cui la vicenda di Giuseppe è inserita : la formazione del
popolo di Dio.
Il programma di ogni giornata avrà dunque
una parte in cui si farà la conoscenza del testo biblico, una parte di libera espressione e
una parte di drammatizzazione, in vista di
una rappresentazione a conclusione del campo.
Gite, passeggiate, giochi saranno il secondo aspetto importante del campo; la zona di
Frali presenta delle condizioni estremamente
favorevoli per un campo come questo, che,
tempo permettendo, dovrà svolgersi più all’aria aperta che aH’interno.
Partecipazione: Il campo è aperto a tutti i
ragazzi dagli 8 ai 13 anni. Data la coincidenza con il campo biblico, il numero dei posti
sarà limitato a 30, compresi i figli dei partecipanti al campo biblico.
Iscrizioni: Richieste di ulteriori informazioni, iscrizioni, tasse di iscrizioni vanno inviate a : Segreteria di Agape - 10060 Frali
(Torino) - c.c.p. n. 2/20554, conto bancario
n. Ili, Banco di Roma, 10064 Finerolo, intestati ad Agape, Centro Ecumenico (Specificare la causale del versamento).
{Inff Agape)
Ho creduto, cantando inni
e fissando navate,
di passare la domenica mattina
a conversare con Te.
Ma Tu
eri fuori della porta
e spegnevi con i piedi feriti
vampe di molotov e lacrimogeni.
Tu, solo,
senz'armi né cartelli;
solo, con quel Tuo fiore rosso
che Ti squarciava il petto.
Portaci con Te, Signore,
a sennnare la pace.
Ora
che l'immenso delitto si è fermato,
se qualche goccia di sangue
è rimasta nelle Tue vene
falla cadere
sulle nostre risaie.
Tanto sangue di uomini
creò le radici dell'odio,
ma una sola goccia del Tuo
potrà dare la spiga dell'amore.
Su questa terra di morte
e dovunque, Signore.
Renato Giuntini
(Marco)
Lirica vincitrice del primo premio al decimo concorso nazionale « Eleon. >ra
p Arborea » indetto dall’Arcademia Internazionale di Scienze, Lettere, Arti f.-r
la «Pace Universale e la Fratellanza fra i Popoli». ‘
La lirica fa parte della raccolta «IL CORPO E L’ALGA» vincitrice Io sar-o
nriR a al concorso internazionale di poesia «LA MAD;A
U ORO » della citta de L Aquila.
Dalle Chiese
Apostoliche
Notiziario Evangelico Italiano
!il
Scambi dì informazione: Ci vengono rivolte numerose richieste dì documentazione sul
problema delPeducazione e della .scuola. Purtroppo la struttura del nostro centro non è
in grado di soddisfare a queste richieste. Rimandiamo quindi i compagni al Centro di Documentazione - Casella Postale 53 - 51100 Pistoia; tuttavia per permettere uno scambio
di informazioni sulle lotte concernenti l’educazione. Agape intende raccogliere materiali
che in diverse sedi sono stati elaborati. Preghiamo quindi i partecipanti di inviarci o di
metterli a disposizione di altri.
Campo biblico
per evangelici italiani
Ricostruire la Comunità
XIII Campo Africa-Europa
La migrazione
della manodopera
Data: 31 Iuglio-12 agosto 1973
Direzione: Giorgio Gardiol ed una équipe di
africani ed europei.
Quota: L. 25.000 - caparra L. 2.500.
Lingue: italiano, francese, inglese, tedesco.
Tema: Nella sola Europa occidentale ci sono più di 11 milioni di immigrati che rappresentano aH'incirca il 5% della popolazione
totale ed il 10% della popolazione attiva. Provengono dal Sud Europa e dai territori ex
coloniali deH’Africa. dell’Asia e dei Caraibi.
Questa immigrazione non può essere considerata un fatto accidentale, ma deve e.sserc
inserita neH’aspetto più generale deH'imperialismo. e dello sviluppo ineguale. Le ragioni per le quali milioni di operai e.spatriano
sono conosciute : da una parte le metropoli industriali dispongono di abbondanti mezzi di
produzione e di .sbocchi commerciali per i
loro prodotti, ma mancano della manodopera
nece.ssaria per produrli: d'altra parte nel Sud
Europa, in Africa ed in Asia la manodopera è
abbondante ed i mezzi di produzione sono
.scarsi.
I senza lavoro emigrano dunque verso l’Europa occidentale ed i capitalisti possono cosi
sfruttare questa manodopera a buon mercati. In altri termini, i territori di emigrazion" costitui.scono un serbatoio di manodopera.
Data: 13-23 agosto 1973
Direzione: Paolo Balagna, Gustavo Bouchard.
Francesco Casanova, Bruno Rostagno
Quota: Lit. 21.000, caparra Lit. 2.100
Lingua: italiano
Tema: Nel campo biblico del 1972 sono
state discusse varie forme di presenza della
comunità cristiana nel mondo. Alla fine del
campo si è espressa l’esigenza di precisare
cosa debba essere oggi una comunità cristiana.
Vi è oggi un’aspirazione abbastanza diffusa
alla vita comitnitaria. Le nuove forme comunitarie hanno spesso ispirazioni molto diverse,
ma hanno in comune la reazione alla dispersione individualistica della nostra società. Un
fenomeno analogo avviene nelle chiese. Le
comunità tradizionali soddisfano sempre meno: i membri di queste comunità sono spesso
dei perfetti estranei gli uni per gli altri, e le
attività comunitarie danno l’impressione di
forme vuote. Si sente dunque dappertutto
l'esigenza di una comunità più vera. Ricostruire la comunità non vuol dire rispolverare
e rimettere in piedi delle forme dì vita ecclesiastica ormai superate, ma vuol dire scoprire
in quali forme po.ssa vivere e agire oggi una
comunità di credenti.
Nel campo biblico ci proponiamo di affron
tare direttamente questo problema, che è nffìo
rato nelle discussioni degli ultimi anni. Natu
raímenle sarebbe una perdita di tempo cerca
re di elaborare un bel progetto di comunità
che si tratterebbe di applicare nelle situazioni
particolari. Al contrario, ci si dovrà sforzare
di vedere cosa è realmente possibile fare nelle
situazioni ecclesiastiche che conosciamo.
Ci sembra importante, a questo fine precisare innanzitutto che cos’è la comunità secondo il Nuovo Testamento. Quindi prenderemo in esame, sempre partendo dal fondamento biblico, alcuni aspetti centrali della vita di
una comunità cristiana; la lettura biblica, la
La seduta quadriennale del Consiglio generale della Chiesa Apostolica
ha avuto luogo, in maggio, a Bradford
(Inghilterra). I delegati del Consiglio
nazionale italiano, i pastori Affuso e
Howells vi hanno presentato il progetto di uno Statuto per l'opera in Italia, che sarà il primo passo verso la
richiesta della costituzione di un ente
morale relativo agli immobili della
Chiesa.
Gli Apostolici hanno aperto a Loano
un nuovo locale di culto, essendo il
vecchio divenuto inadeguato: alle riunioni della domenica partecipano infatti assai numerosi fràtelli del Piemonte e della Lombardia, anche di altre denominazioni.
Il 17 giugno è stata per gli Apostolici
la giornata della Stampa Apostolica.
In quel giorno si fanno offerte da devolvere a quest'opera. « L’Araldo Apostolico », dal quale sono tratte queste
notizie, nel corso di quest’anno ha aumentato il numero delle sue pagine e
le tirature mensili.
egei di aprile, che ha toccato i problemi della scuola e dell’istruzione religiosa. Seguono in giugno e in luglio
due campi per famiglie con temi di
studio sul Nuovo Testamento. Il campo cadetti di luglio studierà problemi
della famiglia, della scuola, del sesso.
In luglio vi sarà pure un corso per
insegnanti di scuole domenicali, con
gruppi di lavoro sotto la guida di
esperti. In agosto il campo giovani
avrà come tema la « questione meridionale ». Un altro campo, in agosto,
avrà come centro d’interesse « cattolicesimo del dissenso e protestantesimo », con la partecipazione di gruppi
di cattolici del dissenso. Concluderà la
la stagione il 3“ campo famiglie, con il
tema « Dio, dove sei? », che cercherà
di scoprire il rapporto esistente tra
l’annuncio evangelico e le lotte di liberazione in atto nel mondo.
Per partecipare ai campi rivolgersi a
« Villaggio della gioventù », Lungomare Pyrgi 13, S. Severa (Roma), telef.
0766-78055.
lare molto dei pastori Ceteroni, che
aiutano i lavoratori nelle loro prir.ìe
difficoltà, nella ricerca di casa e la-s oro, e che tengono riunioni quindicin ili presso il Servizio Evangelico per gli
Italiani, dove tutti sono invitati (Zweifalltorweg 10, Darmstadt).
« Io anzitutto — scrive un emigrante alla rubrica — devo ringraziare voi
in quanto avete dato tutta la vostia
assistenza e avete aperto la strada che
forse chissà se poteva finire peggio...
perché ho notato che siete d’aiuto per
tutti e tutti saranno grati di ciò che
fate per gli emigrati lontani... ».
Al Comandi,
attività molteplice
in progetto e in atto
■A BISACCIA (Avellino) si è tenuta
l’annuale settimana di evangelizzazione, con l’intervento dal nord del past.
Santini. A Bisaccia l’Evangelo è annunciato ai poveri da oltre 60 anni.
Per problemi riguardanti il lavoro
tra gli emigrati il CESE si è incontrato recentemente con il dott. King, segretario della Divisione Emigrazione
del CEC, con p. Leuninger, incaricato
diocesano per l’emigrazione, con un
gruppo di dirigenti del Diakonisches
Werk e con il gruppo di Servizio Sociale per gli Emigranti (SESE) di Trapani.
"La Scuola Domenicale
ha 80 anni
f Ï
L’Istituto Comandi (Firenze) è impegnato nella ricerca del direttore della Casa, una decisione importante da
prendere. La vita dei ragazzi procede
in modo soddisfacente sia per quanto
riguarda i loro studi sia per quanto riguarda i loro svaghi, dato che possono godere di un bel parco. L’Istituto
ha potuto accogliere molti ospiti e anche vari convegni. Per l’estate sono
previsti numerosi lavori agli immobili,
con l’aiuto di amici volontari: si terrà
un campo di lavoro. Un altro progetto
estivo: organizzare un’opera di testimonianza fra la gioventù a Firenze; si
pensa di allestire un locale d’incontro
dove un’équipe di credenti possa avvicinare dei giovani. Altra iniziativa è
la pensione per studenti: si chiede a
tutti gli studenti cristiani delle chiese
evangeliche di considerare la possibilità di fare i loro studi a Firenze, per
costituire nell’Istituto un gruppo residente in vista di un impegno evangelico nella città.
A GIOIA TAURO (Reggio Calabria)
funziona un doposcuola gratuito per
una quindicina di ragazzi, dove si
proiettano pure filmini di soggetto biblico con spiegazione sonora.
A LENTINI (Siracusa) un lavoro di
evangelizzazione è svolto dal pastore
Raiti e da un buon gruppo di fratelli,
con vendita e distribuzione di Bibbie.
La rivista « La Scuola Domenicale »
compie il suo 80“ anno di vita. Nata
valdese, divenne poi la rivista del Comitato Nazionale delle Scuole Domenicali (interdenominazionale), avendo
un rilancio con la costituzione della
Federazione. L’attuale comitato di redazione è in carica da sei anni.
A MOTTOLA (Taranto) c’è stata una
settimana di predicazione pubblica; si
è iniziato un doposcuola, che è anche
un mezzo di testimonianza; un gruppo
di giovani evangelici e cattolici si riunisce per studiare la Bibbia; si è costituito un « gruppo ministerio » per
preparare comunitariamente il sermone domenicale. Guida la comunità il
past. G. Mollica.
Per il prossimo anno sono previsti 4
numeri anziché 3, ottenendo così un
contatto più intenso con i lettori. Inoltre le pagine di spiegazione biblica
avranno tre impostazioni diverse, tenendo conto delle differenti età dei
ragazzi.
Oltre alle pagine bibliche la Rivista
porta articoli di pedagogia, sulla scuola, recensioni etc.
Dal Centro
Emigrazione Siciliana
in Europa
Attività battiate
A SANTA SEVERA la stagione campistica si è aperta con il convegno
Una nuova rubrica è iniziata sul
bollettino del CESE di Palermo: « La
posta degli emigranti », con la quale
il Centro si propone di dialogare con
quei fratelli. Da lettere provenienti da
Darmstadt (Germania) sentiamo par
li comitato di redazione offre questo
materiale alle comunità con la speranza che venga usato non solo dai monitori, ma sia d’aiuto ai genitori e possa servire per studi biblici e come programma per la predicazione domenicale; in alcune chiese infatti questa,
almeno in certi periodi, segue lo stesso ’piano’ di un ciclo di lezioni della
Scuola domenicale, coinvolgendo ragazzi e genitori e famiglie nella riflessione sullo stesso testo biblico.
Inda Ade
1
5
13 luglio 1973 — N. 27-28
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
pag. 5
UN RIFORMATO FRANCESE DICHIARA A PAPEETE (TAHITI):
Le Chiese del C.E.C.
e i problemi dell’Europa e del disarmo "Non POSSO oltrimonti” die protestare
Com e noto, nei giorni scorsi ha avuto luogo — e si è conclusa — la prima
pane della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che verrà
ripresa il 29 agosto colla riunione di un comitato di coordinamento e il 19 settembre coll apertura dei lavori delle commissioni. Come primo bilancio si può
constatare che, oltre alle solite, generiche affermazioni di volontà di pace e di
cooperazione internazionale, nulla è veramente mutato: l'Europa occidentale
continuerà a “godere" della protezione americana e quella orientale di quella
sovietica: uria volta lo chiamavano "equilibrio del terrore" ed ora esso viene
detto equilibrio delle forze". Ci scusiamo per la divagazione, non è di questo
che vogliamo qui parlare. Alla vigilia della suddetta Conferenza, si è riunita anche la 28" sessione del Comitato esecutivo della Commissione delle Chiese per
gli affari internazionali (CCAl) che ha anch’essa trattato i temi della sicurezza
europea, della cooperazione e del disarmo. Ne pubblichiamo qui appresso un
resoconto, apparso sul n. 17 del soepi.
contro oli esperimenti nucieori nei Pacifico
Visegrad, Ungheria — Secondo il
comitato, benché le difficoltà non possano venir eliminate nella loro interezza, la cooperazione porterà a una
distensione che favorirà lo sviluppo
sia a Est che a Ovest. I delegati hanno
discusso in modo particolare sul problema delle relazioni fra Europa e Terzo mondo ed hanno constatato che
questi paesi attendono una precisa definizione degli obbiettivi della sicurezza europea. Fin qui, si è constatata la
poca premura dell'Europa in materia
di commercio o di controllo dello
« scandaloso traffico delle armi ».
Il comitato ha chiesto ai cristiani
di impedire che « un’Europa unita e
forte metta la sua forza al servizio
della dominazione economica e dello
sfruttamento ».
Fra le misure concrete miranti al
disarmo, il comitato ha menzionato la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica, la necessità di trovare delle alternative al potere militare per il regolamento dei conflitti, l’appoggio a nego.dati per il controllo delle armi, l’impiego delle risorse energetiche a fini
l'acifici, la ratificazione del trattato di
non proliferazione e il rispetto del
trattato del 1972 sulle armi biologiche,
il controllo del commercio delle armi
1. il fissare nuove convenzioni per sal\ aguardare le vittime dei conflitti moderni.
Nel notare la pressante questione
della salvaguardia dei diritti delTuomo, il comitato ha deciso che la Conferenza della CCAI sui diritti dell’uomo e sulla responsabilità cristiana
(che avrà luogo l’anno prossimo) traticrà di questo problema in una prospettiva mondiale.
Il comitato, inoltre, ha;
— deplorato le incursioni israeliane
nel Libano, facendo notare allo stesso
tempo che degli accordi fra rappresentanti palestinesi e libanesi potrebbero
significare un passo avanti nel riconoscimento di una identità nazionale ai
palestinesi, il che contribuirebbe an
che allo stabilirsi di una pace duratura in quella regione;
— invitato le chiese-membro del
CEC a « sostenere la risoluzione delle
Nazioni Unite a questo proposito, nonché a fare pressione sulle grandi potenze per una demilitarizzazione dell’Oceano indiano »;
— pregato in modo particolare il governo della repubblica del Vietnam di
liberare tutti i prigionieri politici, in
conformità agli accordi di pace.
Il 23 giugno 1973, a Papeete (Tahiti),
si è tenuto un convegno nel corso del
quale si è discussa la politica nucleare
francese nel Pacifico; partecipava pure
un gruppo di alcuni francesi venuti dalla metropoli, fra i quali il past. Georges Richard-Molard, direttore del bip,
il servizio informazioni e stampa della
Federazione protestante di Francia;
questi ha rivolto agli intervenuti all’incontro un discorso di cui riportiamo il
testo, in questa vigilia di nuovi esperimenti a Mururoa.
Cari compatrioti polinesiani ,
se sono venuto fra voi da Parigi con
alcuni amici francesi, l’ho fatto come
uomo libero. Sono venuto come testimone dell’Evangelo di Gesù Cristo, per
dire qui ciò che l’Evangelo mi corhanda di proclamare riguardo agli esperimenti nucleari nel Pacifico. Non ho
alcun mandato della Federazione protestante di Francia nella quale lavoro,
né della Chiesa riformata di Francia
Nelle chiese evangeliche spagnole
Nello stesso periodo, e cioè dal 31
maggio al 3 giugno, vi sono state in
Spagna due importanti manifestazioni
concernenti le chiese evangeliche di
questo paese: La prima è il 52® Sinodo
della Chiesa evangelica spagnola, che
ha avuto luogo a LOGROÑO e al quale
hanno partecipato 28 pastori e 29 delegati di 58 comunità, insieme con i rappresentanti di varie altre chiese evangeliche: Portogallo, Francia, Svizzera,
Belgio, Olanda, Irlanda del nord. La seconda è il raduno di oltre 140 membri
della Chiesa evangelica dei Fratelli a
VALLADOLID per un ritiro spirituale.
Il Sinodo di Logroño ha affrontato
vari argomenti importanti, come: l’educazione della gioventù, l’evangelizzazione, l’efficacia del pastorato non a pieno tempo (che viene esercitato da un
certo numero di pastori, causa la carente situazione finanziaria della chiesa);
il significato del Battesimo e della S.
Cena, la disciplina nei matrimoni misti.
Lo stesso Sinodo inoltre è stato l’occasione di due interessanti conferenze,
una del primo Vescovo cattolico che
abbia preso parte ad un Sinodo protestante in Spagna, mons. Briva Miravent, sull’attualità deH’Ecumenismo in
Spagna; l’altra del rappresentante delrirlanda del nord, un pastore di Belfast, Finley Holmes, il quale ha assai
Le
Chiese europee
lavoratori migranti
Ginevra (soepi) - Un’importante Conferenza del comitato delle Chiese presso i lavoratori migranti ha avuto luogo nello scorso mese di giugno presso
il Centro ecumenico di Ginevra. La
maggioranza dei 40 partecipanti hanno avuto l’impressione che le decisioni
assunte al termine dell’incontro potrebbero avere altrettanta importanza per l’avvenire delle Chiese in Europa del dibattito sul razzismo, che ha
condotto il Consiglio ecumenico delle
Chiese a sovvenzionare dei movimenti
di liberazione dell’Africa australe.
Nel 1968 il Comitato delle Chiese
presso i lavoratori migranti intraprese uno studio di fondo sulla migrazione e sullo sviluppo, studio che ha avuto come conseguenza un ravvivarsi dell’interesse attuale per i problemi politici. Le Chiese hanno riconosciuto di
essere legate alle strutture economiche
che sfruttano i lavoratori migranti da
anni e anni. È stato particolarmente
ammesso che le Chiese hanno beneficiato direttamente del lavoro dei migranti: uno degli esempi più evidenti
consiste nella riscossione presso i lavoratori migranti di imposte ecclesiastiche nella Repubblica federale tedesca e in Svezia.
Il cambiamento fondamentale nel
pensiero cristiano che viene richiesto
alle Chiese è stato posto in rilievo da
D. GUI, membro del dipartimento Chiesa e società del C.E.C. Questo stesso
punto di vista è stato ripreso con forza
anche dal segretario generale Potter.
Secondo D. Mason, inglese, che presiedeva la conferenza, le Chiese si sono
limitate per troppo tempo solo a deplorare la povertà e lo sfruttamento;
ora l’atteggiamento cristiano tende
sempre più a ricercarne e a combatterne le cause.
Un particolare accento è stato posto
sul difficile e delicato problema del la
11 7 giugno il tribunale militare di
Juiz-en-Fora, in Brasile, ha assolto 32 sacerdoti e religiosi cattolici (fra i quali 8 domenicani) accusati di avere « incitato l’opinione
pubblica a sollevarsi contro le autorità », in
un documento in cui si commentava la morte
di uno studente. Il procuratore aveva chiesto
l’assoluzione generale « a causa dell’inerzia
dell'accusa ».
voro clandestino dei migranti e delle
sofferenze che esso comporta. Anche
la vita delle donne dei migranti ha richiamato l’attenzione dei partecipanti
alla conferenza e anche a questo proposito verranno fatti degli studi.
Il contenuto di questa conferenza
può esser definito dal seguente passo
del discorso di Gill: « Invece di credere che le strutture politiche sono state definite da Dio o dalla natura, noi
ora comprendiamo che esse sono state
create daU’uomo e che esse possono e
devono essere modificate dall’uomo
stesso. Invece di porre l’accento sulla
responsabilità del cristiano di fronte
alle strutture politiche, dobbiamo ora
porre l’accento sulla responsabilità del
cristiano per quelle strutture ».
II comitato delle chiese presso i lavoratori migranti, creato nel 1964, è
composto da rappresentanti di chiese protestanti e ortodosse di paesi di
emigrazione e di immigrazione (Spagna, Gran Bretagna, Portogallo, Olanda, Svezia, Germania, Finlandia, Grecia,
Italia, Jugoslavia, Belgio, Svizzera,
Francia ed altri ancora).
Fra le varie risoluzioni adottate, occorre notare che il comitato ha approvato il principio della creazione — da
parte degli stessi migranti — di un
servizio internazionale di informazione
avente lo scopo dello scambio di notizie sui problemi migratori e sulle lotte dei migranti in Europa.
Il comitato inoltre si propone di aiutare le Chiese a « comprendere il loro
atteggiamento nei confronti dei lavoratori migranti come una scelta fondamentale a favore dei poveri e degli
oppressi, approfondendo così la riflessione sulla dimensione dell’agape in
termini di giustizia e di liberazione ».
Il comitato incoraggia le Chiese a considerare la migrazione dei lavoratori,
lo sfruttamento del Terzo mondo, la
scala dei valori adottata dalle società
industriali e l’uso ingiusto del potere
come aspetti diversi di uno stesso problema.
Infine, il comitato chiede alle Chiese
di « prendere posizione contro la discriminazione di cui i lavoratori migranti vengono fatti segno nei paesi di
immigrazione, mediante una lotta che
non può che esser messa in relazione
con il programma di lotta al razzismo
del C.E.C. ».
criticato la stampa che presenta il conflitto tra cattolici e protestanti nell’Irlanda come se si trattasse di una guerra di religione, e tace completamente il
fatto che la violenza è il prodotto di
una minoranza estremista, mentre la
maggior parte dei membri delle due
comunità ricerca la pace e, anzi, ha
creato a questo s ;opo numerose riunioni di preghiera c d’azione fra cattolici
e protestanti.
Il raduno di \ alladolid aveva in discussione due teiiii d’attualità: «come
approfondire la ostra vita spirituale
al fine di un ris-c'glio? », e «metodi e
programmi per : ma evangelizzazione
efficace nel nosl n tempo »; esso si è
concluso con un;, grande assemblea di
evangelizzazione :sl teatro Calderòn, il
più vasto della ci tà, alla presenza di
oltre un migliaio li persone e con la
partecipazione della corale evangelica
di Barcellona.
BARCELLONA. I movimento « Evangelismo en Acciò a » constata che in
Spagna si stanno se mpre più aprendo
le porte alTevangel: /azione, e che perciò occorre stare molto attenti a che
questa venga fatta nell’obbedienza e
nella fedeltà alla Parola di Dio, evitando false correnti teologiche, movimenti spiritualisti, attu isi no sorpassato,
male inteso ecumenisn o, senza contare il moltiplicarsi deile sette, che generano confusione e diS( / dine.
MADRID. Alla fine di maggio è sorta
in questa città la « C/ nmissione evangelica spagnola per Li radio e la televisione », composta di 8 membri. Il suo
scopo è di sviluppare, in collaborazione con le chiese, le emissioni evangeliche alla radio e alla televisione, vegliando sul carattere nettamente evangelico
delle medesime.
La comunità ortodossa spagnola conta 500 membri, di cui la metà vive a
Madrid: il 3 giugno o.ssa ha potuto
inaugurare il suo primo tempio in questo paese, alla presenza di varie autorità spagnole e greco-ortodosse.
ZAMORA. Una stazione di evangelizzazione della chiesa dei fratelli si è costituita in comunità ed ha potuto aprire un locale di culto. Per contro, in attesa del riconoscimento legale della
nuova chiesa, non ha ottenuto dal Governo l’autorizzazione per una riunione
all’aperto fuori della città.
Edina Ribet
(da “Noticias”, il bollettino d’informazioni del Consiglio Evangelico spagnolo).
Chiesa e Stato
A Madison (USA) in occasione
della riunione annua della Conferenza
degli Stati Uniti per il CEC ha preso
la parola il segretario generale Philip
Potter che, a proposito dei rapporti
fra Stato e Chiesa ha detto: « Tutte
le chiese sono prigioniere dello status
quo e del rispetto della legge e dell’ordine che aiutano a mantenere il
nostro stile di vita borghese. Non siamo stati capaci di far fronte a questa situazione. Era del tutto normale
lottare contro il fascismo durante la
seconda guerra mondiale, ma non lo è
ora contro il fascismo dell’Africa del
Sud dove gli investimenti di società e
chiese sono altamente redditizi. Abbiamo bisogno di scoprire la libertà
rimanendo una comunità aperta che
si preoccupi di tutti coloro i cui diritti vengono calpestati ».
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Secondo l’agenzia cattolica RIPA, la
Chiesa cattolica rimane, con i suoi 49 milioni
di membri, la confessione religiosa più numerosa negli Stati Uniti. In questo paese si contano 223 denominazioni cristiane, che raccolgono 131.389.642 credenti, il 62% della popolazione.
alla quale appartengo né del Consiglio
ecumenico delle Chiese al quale sono
intimamente legato.
Proclamando qui ciò che l’Evangelo
esige, so che sarò accusato di essere un
cattivo francese, forse persino un traditore della causa « sacra » della difesa nazionale. Ma questo non ha alcuna importanza a confronto con Toblaligo di coscienza al quale nessun cristiano può sottrarsi, a meno di rinnegare
il suo Signore, come fece Pietro, la
notte del Venerdì santo.
Non ho alcun mandato al riguardo,
da parte degli organismi ecclesiastici
francesi o internazionali che mi sono
cari... ma ho portato nel mio bagaglio,
ho qui con me, nel mio cuore la dichiarazione della 13" Assemblea generale
della Federazione protestante di Francia, tenuta a Grenoble nel novembre
1969, la quale già condannava senza appello questi esperimenti nucleari con
75 voti a favore e 3 soltanto contro.
Essa affermava: « L’Assemblea generale rinnova le proteste ripetutamente formulate a nome delle Chiese
protestanti di Francia e sopratutto dai
Sinodi nazionale della Chiesa riformata di Francia di Poitiers (1958) e di ’Vabres (1967), dal Consiglio della Federazione protestante di Francia nel 1963
e nel 1966 e chiede con insistenza al Governo del nostro paese di rinunciare a
proseguire la sperimentazione di armi
nucleari ».
Sono privo di mandato, ma ho con
me molte altre Dichiarazioni analoghe,
in particolare quella deirultimo Sinodo nazionale della Chiesa riformata di
Francia, tenutosi nel maggio scorso.
Sono privo di mandato, ma ho con
me la Dichiarazione ancora più recente fatta congiuntamente dal Comitato
Pax Christi cattolico francese, presieduto da mons. Ménager, e dalla Giunta del Consiglio della F.P.F., presieduto da Jean Courvoisier, il 18 giugno
1973.
Sono privo di mandato ma ho con
me la Dichiarazione delle Chiese rivierasche del Pacifico le quali, tutte, condannano senza riserve non soltanto gli
esperimenti nucleari francesi, non soltanto la politica nucleare francese, ma
tutte le politiche nucleari e tutti gli
armamenti nucleari del mondo, siano
americani, russi, cinesi o francesi.
Sono senza mandato ma, come provano queste Dichiarazioni, non sono solo. Dirò anzi volentieri che coloro i
quali non hanno piegato il ginocchio
davanti al Baal della guerra atomica
sono assai più numerosi, nella stessa
Francia e nel mondo, dei settemila sui
quali contava il profeta Elia.
m
if- In un recente documento, il Consiglio permanente dell’episcopato francese e il Consiglio della Federazione
protestante di Francia hanno preso
posizione di fronte all’« ingranaggio
diabolico » dello sviluppo dell’industria delle esportazioni di materiale
bellico. Essi hanno fra l’altro dichiarato che « le Chiese sono chiamate a
svolgere, come dice il profeta Ezechiele (cap. XXXIII), il compito di sentinelle per le nazioni in cui esse vivono... Il commercio delle armi ci pare
una delle piaghe collettive sulle quali
occorre dare l’allarme al paese e cercare una via d’uscita ».
Per la prima volta nell’Africa di
lingua francese dei produttori cattolici e protestanti di trasmissioni religiose hanno partecipato ad un seminario comune di formazione. Posto
sotto gli auspici dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana e
dell’analoga organizzazione cattolica,
rUnda, esso ha visto riuniti partecicipanti del Camerún, della Costa d’Avorio, del Dahomey, del Gabon, della
Repubblica Centrafricana, del Ciad,
del Togo e dello Zaire. Le chiese sono
state richiamate a una maggiore responsabilità nel campo delle comunicazioni ed inoltre è stato posto l’accento su una migliore formazione dei
responsabili.
Secondo il servizio d'informazione evangelica dell’Africa del sud-ovest
(Namibia), durante l’incontro avuto
col primo ministro sudafricano Vorster (n.d.tr.: la Namibia è infatti illegalmente "amministrata" dal Sudafrica, malgrado il veto delTONU), dei dirigenti luterani neri haqno reso note
le torture inflitte a degli abitanti delrOvamboland da parte dei soldati e
dei membri della polizia del Sudafrica. Un ex dirigente delle chiese della
Namibia, il pastore Albertus Maasdorp, ha dichiarato a Ginevra di essere « persuaso che la delegazione aveva preparato per il primo ministro
una documentazione dettagliata ». Sempre secondo il servizio di informazione, Vorster avrebbe promesso di fare
lutto quanto necessario per far luce
sui fatti denunciati e prendere le relative misure (n.d.tr.: dipende dal metro che si adopera...).
(soepi)
Soltanto, non basta fare Dichiarazioni, per quanto recise e ardite. E essenziale che siano confermate da atti concreti; che siano seguite da azioni collettive anch’esse recise e ardite, poiché
TEvangelo è esigente. Le Dichiarazioni
d’intenzione non gli bastano, esso vuole che le nostre intenzioni siano seguite da effetti, da impegni seri, da rischi.
Per questo sono qui con altri francesi le cui ragioni profonde, che li spingevano a questo atto, sono assai vicine
alle mie.
Tuttavia, per ciò che mi riguarda, i
tre motivi principali che mi hanno
spinto ad agire sono tutti e tre fondati
suH’Evangelo. Perciò, non avendo da
ricevere da nessuno lezioni di patriottismo, a causa del mio passato di soldato e di Resistente, mi permetto di
dirvi, prima di indicare i tre motivi
principali del mio atto, che sono un
ardente patriota. Amo il mio paese e
non ho alcun partito preso di partigianeria. Non sono membro di alcun clan
politico e non nutro alcuna animosità
contro il potere che ci governa. Mi rifiuto quindi di fare qui il gioco di qualsiasi altra opposizione che non sia quella delTEvangelo di Gesù Cristo di fronte a un problema tanto concreto e
drammatico: quello dell’ armamento
nucleare. Credo, per ciò che mi riguarda (come hanno fatto recentemente le
Chiese cattolica e protestante di Francia a proposito del commercio delle
armi) che nei confronti del potere civile la Chiesa deve svolgere un ruolo di
sentinella. E che sarebbe, oggi, la Chiesa cristiana se in un campo così essenziale per la sopravvivenza delTumanità
tacesse o si limitasse a fare dichiarazioni? E penso che il potere civile debba
ascoltare, rispettare e tener conto di
una Chiesa che adempie a questo compito di sentinella, quale la Bibbia intera invita il popolo di Dio ad essere.
Ciò non vuol dire che la Chiesa organizzerà la Difesa nazionale o che s’immischierà negli affari che non la riguardano e nei quali, del resto, è spesso poco qualificata. Ma vuol dire che
a proposito di problemi gravi qual è
quello di cui ci occupiamo, riceve da
Gesù Cristo una lucidità che deve manifestare e della quale il potere civile
deve tenere conto.
Dunque i tre motivi della mia protesta sono rigorosamente fondati sull’Evangelo di Gesù Cristo; e riguardano; 1) la solidarietà internazionale dei
popoli e dei cristiani, 2) il rifiuto di
una tecnica che superi i limiti umani,
3) il dovere assoluto che le nazioni ricche hanno nei confronti dei popoli
sfavoriti.
1) Non è concepibile che la Francia, il mio paese, sia indifferente ai popoli e ai cristiani rivieraschi del Pacifico. Tutti questi popoli e queste Chiese condannano questi esperimenti perché si svolgono a casa loro. Ciò li intralcia sotto molti aspetti, li urta... È
concepibile che i Francesi d’Europa e
in primo luogo i cristiani di Francia
lascino che siano gli altri a protestare?
E concepibile che dimentichino quel
che significa l’umanità solidale? E pensabile che i cristiani,in larga parte risvegliati da quarant’anni dal Movimento ecumenico, rimangano passivi nei
confronti della « esigenza ecumenica »
della quale parlava così spesso il pastore Marc Boegner, questa esigenza delVoikoumene imposta oggi da Cristo, in
nome della quale tutti gli uomini della
terra abitata devono essere fratelli, solidali, artefici della Pac-e universale?
Già a questo solo titolo, come Lutero
alla Dieta di Worms, devo dire: « Non
posso altrimenti! » Non posso altrimenti che protestare contro questi
esperimenti.
2) Rifiuto, poi, in nome dello stesso
Evangelo, una tecnologia che superi i
limiti dell’umano. La sacra Scrittura
ci fa la grazia di dominare la natura,
di dare dei nomi agli esseri e alle cose,
ma, al tempo stesso ci mette in guardia
contro le tirannie generate dallo spirito
umano. Ci offre la libertà totale conquistata da Gesù Cristo e offerta a ogni
uomo e al tempo stesso condanna tutto ciò che asserve l’uomo e, a maggior
ragione, tutto ciò che lo rovina e lo uccide. Anche qui, e per quest’altro motivo, devo affermare: « Non posso altrimenti » che protestare contro questi esperimenti nucleari.
3) Infine, in nome dell’utopia concreta rivelata e vissuta da Gesù Cristo,
non posso che rifiutare il furto manifesto costituito dai miliardi inghiottiti da queste armi di morte, quando
sappiamo che più della metà delTumanità muore di fame e di siccità; quando
sappiamo tutti che le nazioni ricche,
fra le quali è la nostra, non accordano
loro se non le briciole che cadono dalla tavola dei padroni. Anche in questo
caso, e per concludere, « non posso altrimenti » che levarmi contro questi
esperimenti nucleari francesi.
Così, senza alcun mandato ufficiale,
ma avendo dietro a me assai più di
settemila cristiani artefici di Dichiarazioni recise e ardite, qui solo, con alcuni amici, ma avendo cott noi una legione immensa di poveri, non vogliamo
altro che questo: che Dio sia il primo
servito!
Georges Richard-Molard
6
pag. 6
CRONACA DELLE VALLÉ
N. 27-28 — 13 luglio 1973
INTERVISTA CON IL DOTT. MACCARI
IL RINNOVO DEL CONTRATTO DEI MINATORI
Sulle “comunità montane» di cui nessuno paria
/7 Firmati i grandi contratti nazionali Snnr, «tato fatto o-) a:
La legge è mediocre, tocca ai valligiani partecipare per farne uno strumento
democratico di rinascita della montagna”
Proseguendo le nostre interviste sulla recente legge regionale sulle « Comunità montane » abbiamo posto alcune domande al Presidente del Consiglio
delle Valli Chisone e Germanasca dott.
Eugenio Maccari il quale oltre che Sindaco di Pramollo e Presidente del Consiglio di Valle dal 1966 siede a Roma
nel Consiglio Nazionale dell’U.N.C.E.M.
(Unione Nazionale dei Comuni ed Enti
Montani) l’organizzazione che riunisce
più di tremila enti locali montani {comuni, province, regioni, consorzi di bonifica camere di commercio), egli è
inoltre membro della commissione tecnico-legislativa deirU.N.C.E.M. per i
problemi montani di competenza regionale.
R. G.
La legge regionale sulla montagna, recenternente approvata, quali possibilità di operare darà alle Comunità
Montane?
Purtroppo la legge sulla montagna
approvata dalla Regione Piemonte non
attribuisce molte possibilità di azione
alle Comunità Montane che si formeranno. È una legge che dice molto poco, o quasi nulla. Si limita a parafrasare o ripetere quanto era già sancito nella legge dello Stato sulla montagna approvata dal Parlamento nel dicembre
1971. Resta così tra le più brutte leggi
sulla montagna approvate dalle Regioni in Italia.
Le gravi carenze della legge esigerebbero un discorso molto lungo, voglio
quindi solo ricordarne alcune;
1) non si è assegnato alla Comunità
un compito fondamentale: quello di
preparare il piano urbanistico di valle,
che diventa un fattore determinante
nel piano di sviluppo della valle. Non
si possono fare dei piani di sviluppo
economici e sociali senza affrontare il
problema dell’uso del territorio; al
massimo si possono fare dei piani di
settore.
2) Non si sono volute considerare le
Comunità come enti ai quali possano
essere delegate, da parte della Regione, funzioni amministrative.
3) Sul piano di sviluppo economicosociale e sul piano urbanistico la legge
non è riuscita a dire nulla.
4)Un altro elemento trascurato è il finanziamento: la Regione per ora si limita a dividere fra le 44 Comunità piemontesi il miliardo e mezzo assegnato.
Altre Regioni, quale ad esempio la
Lombardia, hanno creato un « fondo
regionale » per la montagna al quale
affluiscono oltre agli stanziamenti statali alcuni miliardi a carico del bilancio
regionale.
È quindi auspicabile che la Regione
Piemonte, dopo questa legge burocratica per mettere in piedi le Comunità,
voglia affrontare in modo più globale
ed organico i problemi che affliggono
la montagna piemontese e quindi le nostre valli, con una vera legge di interventi in montagna.
È possibile una collaborazione tra le
Comunità che si formeranno nel pinerolese?
Le Comunità nel pinerolese saranno
tre: la Val Pellice con nove comuni,
Bobbio, Villar, Torre, Angrogna, Rorà,
Luserna S. G., Lusernetta, Bibiana, Bricherasio; le Valli Chisone e Germanasca con 16 comuni, Fenestrelle, Inverso
Rinasca, Massello, Perosa, Perrero, Rinasca, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Roreto, Salza, S. Germano,
sUseaux, Villar Perosa; il Pinerolese-pedemontano, con otto comuni, Cantalupa, Cumiana, Pinerolo, Piossasco, Prarostino, Roletto, S. Pietro V. Lemina,
S. Secondo. È auspicabile che le tre comunità operino in stretto legame in
quanto dovranno affrontare, all’interno
dei loro territori, problemi grosso modo simili, per la soluzione dei quali la
collaborazione, lo scambio di esperienze ed, in certi casi, i medesimi indirizzi
di lavoro, daranno senz’altro risultati
positivi per le popolazioni. Ma c’è un
punto sul quale le Comunità, particolarmente della Val Pellice e delle valli
Chisone e Germanasca dovranno elaborare un atteggiamento omogeneo: la
posizione delle Valli nei confronti della politica comprensoriale del pinerolese. In parole povere, siamo noi delle
Valli che dobbiamo fermamente opporci allo slittamento industriale di tutto
il pinerolese verso l’area metropolitana
di Torino: tale tendenza uccide le nostre Valli perché aumenta un pendolarismo umanamente non sopportabile,
e costringe la gente ad abbandonare i
paesi per cercare una residenza vicina
al posto di lavoro. La vita nelle nostre
Valli non dipenderà solo dal buon funzionamento delle comunità montane,
ma dipenderà particolarmente dalle
scelte di industrializzazione che saranno decise sul piano di tutto il comprensorio pinerolese.
duale sia a livello collettivo attraverso
le organizzazioni sindacali e di categoria. La partecipazione non deve essere
solo una parola da usare nei vari discorsi ma deve avere un reale contenuto di presenza alle scelte che dovranno
essere operate. Ad esempio è impensabile parlare di programmazione in campo agricolo se non si ha una diretta
presenza degli agricoltori: sarebbe una
prograrnmazione fatta a tavolino che
non può essere tradotta nella realtà
agricola delle Valli.
La partecipazione è un discorso non
facile da attuare, che richiede tempi
non brevi per dare frutti. Ma è necessario impostarlo subito per cercare di
arrivare a creare uno « spirito di valle»
che purtroppo oggi non esiste ancora.
Su questa linea il Consiglio delle Valli Chisone e Germanasca ha già cominciato ad operare con alcune iniziative
che hanno avuto risultati positivi. Si è
dato vita ad un bollettino informativo
di valle per ora spedito in seicento copie. Si sono organizzati incontri con i
singoli consigli comunali con illustra
zione e relativa discussione sulla legge
della montagna e sui problemi delle
valli; per la formulazione dell’indagine
preliminare al piano di sviluppo si è
affiancato all’I.R.E.S. un gruppo di tecnici locali e con loro si sono svolti incontri con le giunte dei 21 comuni interessati.
Inoltre l’indagine è stata stampata in
duecento copie ed inviata ai comuni,
sindacati e persone interessate ai problemi della valle, mentre il capitolo
conclusivo della stessa indagine è stato
stampato e distribuito in seicento copie. Si sono già iniziati in alcuni comuni incontri diretti con le popolazioni
per illustrare e discutere i risultati dell’indagine. Devo dire che questo tipo di
riunione, come ad esempio ad Inverso
Rinasca, dà dei risultati interessanti e
positivi.
Per ora è solo un inizio, toccherà agli
organi della Comunità portare avanti
questo indispensabile lavoro di sensibilizzazione e trovare gli strumenti per
far partecipare attivamente le popolazioni delle valli.
Firmati i grandi contratti nazionali
di lavoro e terminate le lotte che li
hanno accompagnati, la stampa d’informazione (ed in buona parte anche
quella di partito) tace dando l’impressione che tutto sia a posto. Tranne
quando si legge che un certo contratto è stato firmato in questi giorni dopo contrattazioni, rotture di discussioni, scioperi di cui nessuno aveva parlato.
Questo è il caso che si sta verificando per il rinnovo di contratto dei minatori al quale sono interessati molti
nostri fratelli della Val Germanasca e
i loro compagni della miniera di talco.
Il contratto è scaduto gli ultimi giorni di aprile e poco tempo dopo si aprivano le trattative per il nuovo contratto nazionale di lavoro sulla base
di richieste non dissimili da quelle discusse ed approvate per i metalmeccanici e per le altre categorie i cui contratti sono ormai giunti in porto.
Invece per i minatori le trattative,
che sembravano doversi concludere
con una certa rapidità, sulla base dei
« grandi contratti » sono (domenica 8
luglio) interrotte per la ennesima volta, né si vede quando potranno essere
riprese. Lo scoglio sul quale le discussioni si sono dimostrate impossibili è quello dell’inquadramento unico
operai-impiegati.
Sono state fatte finora 92 ore di sciopero in quasi due mesi e mezzo di
agitazione e si prevede che essa sarà
inasprita nel prossimo futuro.
Speriamo che la soluzione della crisi di governo faciliti anche la soluzione di questa e che i minatori della nostra valle possano riprendere il loro
lavoro con serenità ed a giuste condizioni. Franco Davite
Prali
Quali saranno i possibili settori di intervento della comunità delle Valli
Chisone e Germanasca?
Questo momento nuovo della vita in
montagna, rappresentato dalle Comunità e dalla formulazione di sviluppo
economico e sociale, deve avere come
protagonisti le popolazioni direttamente interessate, le quali dovranno attivamente partecipare sia a livello indivi
DALLA VAL GERMANASCA
Il 6 Giugno è nato Mirko, il secondogenito
di Dino Peyrot e di Franca Richard, membri
della nostra comunità, ma residenti a Perosa.
Ci rallegriamo con i genitori e con il fratello
e porgiamo i nostri più affettuosi auguri al
neonato.
Il 17 dello stesso mese un bel gruppo di
sorelle della nostra comunità ha partecipato
alla giornata delle madri ad Agape che ha
rappresentato il simpatico incontro annuale
delle sorelle delle Alte Valli.
Domenica 24, in occasione della Conferenza distrettuale ha predicato nel tempio di
Ghigo Eraldo Tron. membro del Concistoro,
davanti ad un'assemblea composta anche da
numerosi partecipanti al raduno degli alpini
a Prali. Ci rallegriamo per questo no.stro
giovane predicatore laico.
Come delegati al Sinoilo sono stati eletti
Amedeo Barus, membro del Concistoro e Annamaria Deodato-Pomo. Ringraziamo .Amedeo
e Ida Barus che hanno dato una importante
collaborazione per x lavori compiuti al Museo.
Pramollo
Chiusura
dell’anno scolastico
I rari lettori valdesi de « Il Giornale di Pinerolo e Valli » avranno appreso da questo quiùdicinale due cose
relative alla chiusura dell’anno scolastico a Perrero: la prima, più importante, che nessun ragazzo è stato respinto o rimandato o non ammesso
all’esame di terza media, ma che sono
stati, per le classi prima e seconda,
tutti promossi e, per la classe terza,
tutti ammessi a sostenere l’esame di
licenza. Si è, infatti, verificato un solo
caso di ragazzo respinto, perché si è
ritirato dalla scuola troppo presto
per poter rialzare le sue sorti e troppo
tardi per non essere classificato, quindi ha riportato una sfilza di insufficienze praticamente simboliche. La seconda cosa riguarda solo indirettamente
la chiusura dell’anno scolastico ed è
lo scandalo suscitato in valle dal caso
del prof. Rovito, insegnante di francese nella terza B di Perrero, che esercita anche la professione di procuratore legale, e che ha difeso i fascisti
nel processo del 20 giugno a Pinerolo,
di cui si è parlato altre volte su queste colonne.
Non riteniamo sia necessario quest’anno pubblicare gli elenchi dei promossi come abbiamo fatto gli anni
scorsi. Diamo semplicemente due parole di spiegazione sulla promozione
generalizzata e sugli esiti degli esami
di licenza, di cui anche « Il Giornale »
parlerà prossimamente.
La promozione generalizzata è il risultato dell’azione combinata di due
situazioni che si sono verificate quest’anno: la prima sono i corsi di recupero, che hanno permesso di «tirare
su », oggettivamente, i ragazzi che erano gravemente insufficienti; la seconda è la presa di coscienza sindacale
che è avvenuta quest’anno a livello degli insegnanti, prima coi corsi abilitanti, poi con le assemblee di Istituto,
in occasione degli accordi tra sindacati e governo, che hanno reso i professori più solidali con gli altri lavoratori e, quindi, più restii a bocciare i loro figli.
Gli esami di licenza a Perrero, (invece) hanno visto la stessa promozione
generalizzata nella sezione A, per i
motivi che hanno determinato la promozione di I e IL Invece si sono avuti
ben cinque bocciature nella IH B: un
interno e quattro privatisti non hanno
conseguito la licenza, su 21 candidati;
circa 1/4 dei candidati è stato respinto. I maligni potrebbero incolpare il
prof. Rovito, come responsabile politico di una simile situazione. Pur non
avendo nulla in comune con questo
collega, mi pare doveroso dire che se
fosse stato lui solo a voler bocciare,
le bocciature non si sarebbero avute.
Non è quindi né il solo né, mi pare, il
principale responsabile delle bocciature. Sul piano umano, nelle poche discussioni che ho avuto con lui, devo
dire che dimostra una certa sensibilità
che non ci si aspetterebbe in uno di
quella parte politica. Il guaio è che
nella scuola attuale, le strutture stesse sono tali che non è necessario essere fascisti per bocciare dei ragazzi
e, persino, degli adulti: basta applicare ottusamente certe disposizioni e il
gioco è fatto.
Quale gioco? Qui sta il problema.
Un privatista che si presenta all’esame di licenza media personifica due
fatti: il primo è quello che gli è mancato: la famiglia, lo stato, la società,
non gli hanno dato quando era in età
scolastica la cultura, e quindi il diploma che doveva renderne testimonianza. Perché? Forse anche perché la cul
tura della scuola era estranea ai suoi
interessi di figlio di lavoratore. Il secondo fatto impersonato dal privatista
è quello di cui ha bisogno: un pezzo
di carta per avere un posto di lavoro.
Se ci sono molti disoccupati, i salari
possono rimanere bassi, perché uno è
già riconoscente se trova lavoro, anche
poco retribuito. Qggi se uno non ha la
licenza media ha più probabilità di
rimanere disoccupato, quindi di aumentare la schiera di quelle persone
che fanno comodo a chi dà i salari.
(Quindi ai padroni fa comodo che ci
siano parecchie persone senza licenza
media, quindi disoccupate o con occupazione precaria. Questo spiega perché un fascista preferisce non dare
troppe licenze medie. Se tutti avessero
la licenza, i padroni sarebbero in imbarazzo. Ma, come abbiamo detto, questo non è solo il gioco dei fascisti, ma
anche il professore più neutrale politicamente, cioè di quelli che ogni tanto sono esaltati su questo giornale,
può rendersi complice di una simile
procedura nei modi più innocenti immaginabili. Basta che uno dica: « Se
quello non ha studiato, per la serietà
della scuola e per non avvilire i valori
culturali, lo boccio », e la bocciatura
viene con estrema facilità. Che la cultura non vada svilita, credo che tutti
siano d’accordo. Ma quando un privatista si presenta all’esame di licenza
i casi sono due: o si svilisce la cultura, o si svilisce l’uomo (naturalmente
nel caso che non sia preparato; abbiamo avuto privatisti molto ben pre
parati). Di fronte a questo dilemma
sembrei ebbe logico svilire la cultura.
Un uomo non ha avuto la cultura a
cui aveva diritto: ebbene si fa il possibile perché almeno le conseguenze
giuridiche di questa mancanza di cultura siano il più possibile attenuate.
Se questo discorso fila, non è da
contestare un professore fascista. Magari anche quello: chi ne avrebbe a
dolersi? Ma è da contestare innanzitutto la scuola che dà la possibilità di
svolgere una pratica fascista senza
neppure dichiararsi tali.
Strade
Si sta finedo a Massello la strada
del Roberso: il capoluogo. Il lavoro
ha due significati: innanzitutto è notevole che la popolazione di un paese
in disarmo sia stata capace ancora di
costruire una strada per una frazione
che ne era priva. In secondo luogo è
importante che questa frazione sia il
capoluogo. Massello è un tipico paese
valdese con struttura senza gerarchia:
tutte le frazioni e i quartieri avevano
uguale importanza, tanto che proprio
il capoluogo, tale per pura necessità
giuridica, è stato l’ultimo ad avere
la strada!
Si sta per iniziare anche la costruzione della strada di Grangette, a
Perrero. Su questa si riferisce in altra
pare del giornale.
Alcune settimane or sono abbiamo ricevuto
la gradita visita delle nostre diaconesse che.
accompagnate dal Direttore della Casa Pastore A. Taccia, hanno trascorso un pomeriggio
nelPesame di alcuni loro importanti problemi.
Rinnoviamo la nostra gratitudine ai giovani Costabel Ivana (Micialetti) e Long Gianni (PeUench) che, nell’assenza del Pastore
impegnato alla Conferenza Distrettuale, hanpresieduto il culto della domenica 24 giugno u. s.
Desideriamo ricordare che mercoledì 18 luglio p. V. alle ore 20,45 avrà luogo nel tempio un concerto offerto dalla Corale tedesca
di Bad Viebel, diretta dal Sig. Reich. La colletta che si farà al termine andrà in favore
dei nostri Istituti d istruzione secondaria .Rivolgiamo un caldo invito a tutti ì nostr:
membri di chiesa ed agli amici che già soii( in vacanza fra di noi. T. P.
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll|||||||||||||||||||i;imill!i
Biblioteche a Pinerolo
c. r.
Sì avvisano i signori frequentatori che per
le consuete operazioni di pulizia e controlli,
le biblioteche e i posti di prestito del Comune di Pinerolo effettueranno i seguenti periodi
di chiusura :
— Biblioteca Comunale: dal 18 luglio al 8
settembre.
— Biblioteca di S. Lazzaro: dal 15 luglio al
30 agosto.
— Posto di prestito Riva: dal 10 luglio al
31 luglio.
— Posto di prestito Abbadia: dal 1 al 31
agosto.
— Baudenasca : aperta in luglio e in agosto.
Come di consueto per venire incontro agli
studiosi la Biblioteca sarà aperta solo per il
prestito dei libri il giorno 25 luglio col seguente orario : 9-12; 15-18.
Grangette: campo ecumenico di lavoro
A Grangette (Perrero) dal 1“ agosto
al 31 si svolgerà un campo ecumenico
di lavoro. Scopo immediato del campo
è quello di collegare la borgata con la
strada del fondovalle. Attualmente una
ripida mulattiera (in inverno quasi
sempre ghiacciata!) è Tunica via di
comunicazione per chi vuole scendere
o salire al villaggio. Grangette è una
borgata abbarbicata sui ripidi pendii
della riva sinistra del vallone di Faetto.
Alle sue spalle sta un’altra borgata, ormai del tutto disabitata, il Pumarat. A
Grangette invece è rimasto ancora un
nucleo relativamente numeroso di famiglie: molte le persone anziane, pochi giovani, qualche bambino in età
scolastica. Come ci si può immaginare,
la vita è assai dura; infatti l’agricoltura fornisce un guadagno pressoché irrisorio, e Tunica fonte di guadagno da
prendersi in considerazione è la miniera. Qgni giorno se ne partono a piedi i minatori per prendere la corriera
a Perrero e al ritorno devono affrontare, stanchi ,la ripida salita. Tutto, proprio tutto, deve essere portato a spalle,
così come si faceva una volta un po’
dappertutto nelle valli. Andando a
Grangette si ha l’impressione che la
vita si sia fermata a 30-50 anni fa. La
cosa può forse esaltare il turista alla
ricerca degli angoli perduti, ma costituisce un prosso problema per chi sia
costretto a sopportare tale disagio tutto Tanno.
L’idea di avere una strada è un sogno accarezzato da tutti. Già una volta,
alcuni anni fa, sembrava fosse giunta
l’occasione buona; ma poi tutto è svanito, e i grangettini sono rimasti, delusi, col loro sogno.
Il problema è venuto fuori durante
una riunione quartierale. Allora si è
cominciato a parlarne con un po’ di
scetticismo; poi si è considerata la cosa sotto vari punti di vista, perché si
sa, una strada una volta fatta, provoca
inevitabilmente dei mutamenti, non
sempre buoni. S’è cercato di vincere lo
scoraggiamento di alcuni, la diffidenza
di altri, e soprattutto di creare una coscienza comunitaria. Si trattava infatti
concretamente di essere disposti a sacrificare chi un pezzo di prato, chi un
pezzo di campo per il bene di tutti, senza pretendere un eventuale risarcimento. Finalmente l’impegno è stato
sottoscritto da ognuno, con vera coscienza comunitaria. A questo punto,
sulla base di questo largo accordo, ci
si è potuti rivolgere all’esterno. In primo luogo è stato sollecitato il Comune,affinché appoggiasse presso la Provincia la richiesta di una pala meccanica. Cosa che il Comune ha fatto, non
solo, ma ha anche promesso un contributo in denaro e l’aiuto di un Geometra per stabilire il tracciato. Forti di
questi appoggi ci si è così potuti rivolgere al Consiglio Ecumenico delle Chiese per poter organizzare un campo di
lavoro. Prezioso ed essenziale nella ricerca di questo contatto è stato l’aiuto del Consiglio della Federazione giovanile in Italia e quello di Agape. Il
Consiglio Ecumenico, dopo aver esaminato il progetto ha garantito il suo ampio appoggio, e in tal modo si è giunti
all’ultima fase del lavoro preparatorio.
Nei prossimi giorni una pala meccanica della Provincia inizierà i lavori
di sbancamento ed alla fine di luglio,
inizi di agosto arriveranno i partecipanti al campo. Si sono finora iscritti
giovani provenienti dalle parti più svariate del mondo; 2 dalla Grecia, 2 dall’Austria, 1 dalla Norvegia, 1 dalla Svizzera, 1 dal Marocco, 3 dalla Germania
occ.., 2 dall’Inghilterra, 1 dalTIrlanda,
1 dall’Italia, 1 dal Panama, 1 dallo
Zaire (Congo). Questi giovani appartengono anche a varie chiese: 6 sono
riformati, 4 cattolici, 2 anglicani, 2 ortodossi, 1 luterano, e infine avremo
anche un musulmano. Essi alloggeranno in 2 case che i grangettini hanno
generosamente messo a loro disposizione ed utilizzeranno, come loro cen
tro comunitario, la vecchia, ma sempre funzionale, scuola del quartiere.
A parte l’utilità del lavoro che essi
contribuiranno a portare avanti, la loro presenza sarà preziosa sotto almeno
due aspetti. In primo luogo essa costituirà, per persone abituate a vivere in
un certo isolamento, una notevole ed
eccezionale apertura verso un vasto
mondo; essi ci porteranno l’eco di problemi, tensioni, speranze, culture e civiltà diverse dalla nostra (o forse anché inaspettatamente vicine!). Sarà
cioè possibile un arricchimento, che
speriamo possa essere in qualche modo reciproco. In secondo luogo, ma
non per questo meno importante, questi giovani, che vengono da paesi tanto lontani, mossi dal desiderio di aiutare persone a loro sconosciute, possono essere un’indicazione preziosa di
un modo nuovo di conpecire la vita:
non chiusa su se stessa, nei propri particolarismi, ma aperta, rivolta verso gli
altri. Essi daranno un mese del proprio tempo, della propria vita, gratuitamente, senza chiedere nulla in contraccambio, per risolvere il problema
di una borgata della quale non hanno
mai sentito nulla prima d’ora, per aiutare persone che non conoscono. Il
fatto stesso della loro presenza in mezzo a noi è da accogliersi con riconoscenza, come un dono. Sorge quindi
spontaneo domandarsi se sapremo capire in questo modo il senso del loro
lavoro con noi.
Infine un’ultima cosa molto pratica:
le iscrizioni al campo sono tutt’ora
aperte! Sarebbe bello si aggiungesse
ancora qualche italiano (per ora ce n’è
solo uno!). Per informazioni, iscrizioniod altro ci si potrà rivolgere al direttore del campo: Renzo Zaninetti - Via
Boston 89 - 10137 Torino; oppure al responsabile locale: Luciano Deodato 10060 Perrero - Tel. (0121) 88.16; oppure ancora ad Agape - 10060 Prali.
L. Deodato
J
7
r
13 luglio 1973 — N. 27-28
CRONACA DELLE VALLI
pag. 7
PRIMO DISTRETTO
XV AGOSTO
La festa del XV Agosto avrà luogo quest'anno nel territorio della comunità di San Giovanni in una bellissima località collinare detta « Ciabot 'd le
Masche » sotto I castagni. Il percorso a senso unico sarà indicato da apposita
segnaletica partendo dai Bellonatti, dalla zona del Tempio, via Saret con uscita presso la strada dell'Uliveto. Per chi intenda andare a piedi si può lasciare
l'automobile sul piazzale del tempio e raggiungere la località per la bella
strada ombreggiata nei boschi, circa 1 /2 ora di cammino. Per chi intenda raggiungere la località in macchina si prega tenere presente che le condizioni
della strada non permettono transito a vetture di larghezza superiore alla
FIAT 124.
Sul posto sarà allestito un ricco buffet con bevande, cibi caldi, pane di
produzione locale, torte, ricca lotteria e pesca. Tutti i proventi di queste att'vità saranno destinati al progetto dell'Asilo Valdese per persone anziane.
Il tema dell'incontro è quest'anno; la Diaconia della Chiesa; sarà dibattuto in Sinodo ed è opportuno che tutti ne prendano coscienza. Il programma
dettagliato verrà pubblicato nel prossimo numero del giornale.
La Commissione Distrettuale
Sfruttamento coloniale
delle Valli
Come difenderci dallo spopolamento, come evitare un
turismo micidiale, come trovare un’alternativa, ecco i
problemi emersi nelle giornate su "città e montagna”
Come preannunciato, sabato 30 giugno e domenica 1° luglio, si sono svolte
;.i Torre Pellice due giornate di studio,
organizzate in modo eccellente dalTIstiiufo Universitario di Studi Europei di
Torino. Introdotti dal Direttore dell’istituto, Dott. Gustavo Malan, i lavori
■,i sono articolati su quattro relazioni,
due francesi e due italiane, e su altri
interventi e comunicazioni. I relatori,
professori Gabert dell’Università di
Aix-en-Provence, Guichonnet delTUnirrsità di Ginevra, Berlanda della Facoltà di Architettura di Venezia e Dematteis dell’Istituto di Geografia della
i'Licoltà di Economia e Commercio di
Torino, hanno affrontato i problemi
che sono comuni ai due versanti delle
.Alpi e che nascono dal rapporto-scontro fra la città e la montagna: questa
e infatti stata sfruttata, in un primo
tempo, fornendo la mano d’opera per
lo sviluppo delle industrie e delle altre
attività vitali della città ed ora i cittadini ripartono alla conquista della montagna con un turismo di solito « distruttore ». Sono seguiti altri interventi
di esperti e di studiosi di materie geografiche e sociologiche, che hanno per
lo più ribadito il concetto dello sfruttamento « coloniale » della montagna; infine un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Studi Europei ha riferito sul lavoro svolto in Val di Susa il cui scopo
era di esaminare i riflessi del turismo
sull’economia generale delle zone prese in esame.
1 lavori sono stati interessanti e sono stati seguiti anche da giornalisti ed
operatori della televisione (un servizio
verrà programmato nella rubrica « Cronache italiane ») si notava però la quasi
lolalc assenza di amministratori locali.
Moderatore dei dibattiti è stato il
Prof. Pierre George, della Sorbona, il
quale ha cercato di sintetizzare, a conclusione dei lavori, il contenuto di
quanto era stato portato in discussione.
La montagna è in crisi, è risaputo, in
quanto vi è una tal differenza di reddito tra il lavoro del montanaro e quello
del cittadino che la maggior parte dei
giovani non vuol rimanere a far il mon
tanaro. Parrebbe che un certo equilibrio possa essere ritrovato con la diminuzione di popolazione dovuta alla
emigrazione: meno gente a spartirsi il
magro reddito lo farebbe sembrare
meno esiguo; ma tenendo conto che sono le forze giovani e più intraprendenti che se ne vanno risulta evidente che
diminuisce con la loro partenza la forza-lavoro e la redditività del suolo. A
parte questo problema di carattere generale ve ne sono innumerevoli altri,
diversi tra loro, in dipendenza di alcuni
fattori: la storia dei vari ambienti, la
loro conformazione fisica, la loro diversa adattabilità a nuove forme di sviluppo, il fatto che entrino in crisi prima o dopo che i giovani siano tutti
partiti.
Occorre comunque studiare come difendersi dal fenomeno « spopolamento » senza usare armi che si rivelino
micidiali anche più del fenomeno stesso, (come potrebbero essere ad esempio certe iniziative turistiche strumentalizzate da gruppi di finanzieri e speculatori, e come sarebbero molto nrobabilmente autostrade e trafori). Si partirà dunque, nei singoli casi, da una
analisi, un esame approfondito delle
condizioni della zona montana considerata, stabilendone con la massima approssimazione possibile il tasso di sviluppo. Questo potrebbe avvenire su due
linee: sviluppo industriale a ridosso
della montagna, sviluppo del turismo,
inteso sotto forme non speculative e
distruttive. L’analisi dovrà essere il più
possibile precisa, sia per quanto riguarda le risorse naturali (lavoro dei geografi), sia per quanto riguarda la capacità di ripresa delle popolazioni (lavoro dei sociologhi).
Se non si riuscirà, di qua e di là dalle Alpi, a ripopolare le zone abbandonate, si deve almeno mirare a rendere
stabile la situazione attuale delle zone
non del tutto compromesse, puntando
sulle risorse umane e naturali locali
più che su interventi esterni, sempre
assai superficiali.
Riccardo Gay
l lettori ci scrivono
LA SERIETÀ' DI UNA SCUOLA?
DA CHE COSA SI MISURA
Signo.r direttore.
rinvilo del prof. Gay ad intervenire sulla
spinosa questione delle promozioni e delle
bocciature mi offre lo spunto per qualche considerazione, che spero non verrà intesa come
facile occasione di polemica locale, ma come
stimolo a riflettere sul problema in generale.
La prima osservazione è che giudicare « seria »
una scuola che boccia — come appunto pi
fa di solito — è perlomeno abbastanza strano.
Come se l’ospedale migliore fosse quello da
cui escono più ammalati... per il cimitero.
In realtà ogni bocciatura, specie nella scuola deirobbligo, è una triste confessione di fallimento della scuola stessa che non ha saputo. o forse potuto, risolvere o capire una situazione umana (ma si è tentato veramente
Vacanze al mare
familiari e
confortevoli
Pensioni
alberghi
Bassa stagione da L. 2.200-2.400
Media stagione da L. 2.800-3.200
Alta stagione da L. 3.500-3.700
Informazioni ; Revel Egidio
Hôtel Elite
47045 Miramare di Rimini
tutto, a tutti i livelli, non solo a quello didattico?).
Respingere, rimandare (lasciando che i ragazzi tentino da soli, o — se le famiglie ne
hanno la possibilità — con le lezioni private,
di colmare le loro lacune) è certo meno faticoso e crea meno problemi che non cercare di
portare tutti a fare un’esperienza comune di
arricchimento della propria personalità (Quantevolte — come ho già avuto occasione di dire
su questo giornale — non siamo infatti tentanti di liberarci deiralunno scomodo e difficile?).
Deve essere però chiaro che non si tratta
nemmeno semplicemente di dichiarare maturi dei ragazzi che non lo sono, altrimenti è
evidente che si farebbe solo della facile demagogia e nessun passo avanti. Si tratta dì
avviare iniziative che colmino il più possibile
le differenze di partenza tra un allievo e Taltro, di proporre loro un lavoro creativo che si
faccia amare per se stesso (e questo lavoro è
da fare in classe più che nei famosi compiti a ca.sa), di abituarli a mettere a disposizione
gli uni degli altri le proprie capacità, di cercare e costruire in collaborazione con loro.
Una scuola di questo tipo non è certo facile
da realizzare : richiede molto impegno e un
cambiamento di mentalità agli insegnanti, ai
ragazzi e alle famiglie, tuttavia questa è la direzione da seguire se si vuole veramente una
scuola « seria ». seria, non perché boccia, ma
proprio perché riesce a promuovere fornendo, a tutti, gli strumenti per capire il mondo
che ci circonda, con coscienza critica e —
ciò che più conta — con volontà di agire per
trasformarlo.
La Preside della Scuola Media Statale
di Torre Pellice
Una conile tedesca || Mysgg ||j ppg|j 0 jlyj GemiaiiaSCa
in visita aiie chiese , . _
e aiie opere deiie vaiii riapre con molte novità
La corale tedesca di Bad-VilbelHeilsberg, diretta dal Mjo Sig. Reich e
composta da una quarantina di membri, sarà alle Valli dal 7 al 21 luglio.
Essa terrà dei concerti nelle seguenti
Comunità:
— 12 luglio, ore 21,45: San Giovanni;
— 14 luglio, ore 21,45: Frali;
— 15 luglio, ore 21,45: Bobbio Pellice;
— 17 luglio, ore 21,45: Rorà;
— 18 luglio, ore 21,45: Pramollo.
A S. Giovanni la colletta sarà a favore della Casa di Riposo, a Frali, Bobbio Pellice, Rorà, Pramollo sarà a favore delle scuole valdesi (Collegio e
Scuola Latina).
L’8 luglio, nel dopopranzo, la corale
parteciperà ad una riunione all’aperto
a Chiotti e il 15/7 parteciperà al culto
nella chiesa di Pinerolo.
Nel dopopranzo del 10 luglio la corale visiterà l’ospedale di Pomaretto
e la Casa di Riposo di S. Germano Chisone; nel dopopranzo del 19, l’Ospedale Valdese di Torre Pellice, il Rifugio
Carlo Alberto, e la Casa di Riposo di
San Giovanni, nel dopopranzo del 20
la Casa delle Diaconesse.
Il 1® luglio il nostro Museo ha riaperto i battenti presentandosi al visitatore con parecchio materiale nuovo
e con sistemazione migliorata di materiale già esistente.
In primo luogo si è predisposta la
vendita dei libri di storia e turistici
relativi alla Val Germanasca offrendo
così al visitatore la possibilità di completare le sue conoscenze in materia.
Naturalmente si trova anche il dizionario del Patois di recentissima pubblicazione. A giorni saranno anche disponibili le più antiche cartoline di
Frali in riedizione migliorata a cura
del Museo. Rivivrà in questo modo il
volto del nostro paese fra l’inizio del
secolo e lo sviluppo turistico.
Il materiale dei reperti preistorici
già esistente è stato affiancato dalla
presentazione della mappa littica di
Roccio Clapie di Pramollo. Si tratta di
una roccia sulla quale gli uomini del
10.000 a. C. avevano inciso le indicazioni topografiche della zona ed in particolare le creste, le fontane, gli abitacoli, le zone con alberi di alto fusto;
la mappa stessa semplificata ed evidenziata e riferita ad una cartina topografica moderna permette di verificare la fondamentale esattezza di questa antica mappa e la sua corrispondenza sul terreno.
I Consigli Comunoli dell'Alta Val Pollice
prendoEio posizione contro II fascismo
nelle soe diverse forme
Mercoledì 2( giugno il Consiglio Comunale di Bobbio Pellice, giovedì 21
quello di Villar, martedì 3 luglio quello di Torre Pellice hanno approvato all’unanimità il se;'líente o.d.g.:
« Il Consiglia Comunale,
preoccupaidella ripresa di attività di marca prettamente fascista che si
è verificata negli ultimi tempi nel paese, attraverso gravi episodi di violenza e
di terrorismo (b inbe di Milano, attentati ai treni) che hanno dimostrato resistenza di disegni eversivi predisposti da forze reazionarie di destra;
allarmato e lla scoperta avvenuta pochi giorni or sono di manifestazioni
di squadrismo f: '■insta nella valle, ove è stato scoperto un campeggio di individui che palese! i.mte mostravano segni ed atteggiamenti di un passato che si
riteneva definitivnmente sepolto;
richiamate U tradizioni storiche della Val Pellice, dove per molti secoli
si è svolta una lunga battaglia per la libertà di opinione e di religione e dove
la Resistenza ha ¡rovaio un suo spontaneo luogo di origine e di lotta popolare,
pagando un duro r. ntributo di sacrifici e di sangue;
La bacheca dedicata al valdismo medioevale ha migliorato la sua presentazione: su di una cartina riproducente l’Europa politica del XIV secolo sono state indicate le zone sicuramente
valdesizzate dall’Italia meridionale alla Pomerania, alla Polonia ed alla Boemia indicando anche i luoghi e gli anni delle inquisizioni e dei processi finora conosciuti contro i valdesi.
Il periodo delle Pasque piemontesi
si è arricchito di un documento importante e cioè della Histoire Générale
des Eglises Evangéliques du Piémont
ou Vaudoises di Jean Léger, edita a
Leida nel 1669. La storia è importante
per noi non solo perché opera dell’unico storico valdese antico originario
della Valle, ma anche perché una breve presentazione critica permette di
valutarne l’importanza che è stata contestata anche in tempi molto recenti.
Il lavoro dei minatori della Valle è
da quest’anno presentato in veste più
impressiva e completa. Una galleria
« di servizio » è stata aggiunta a quella
esistente permettendo di comprendere meglio il gioco delle gallerie e dei
cantieri di sfruttamento. Il primo tratto, costruito nelle settimane scorse da
un minatore pralino, con la tecnica ed
i dettagli di una vera miniera permette di vedere la tecnica di costruzione
dei « quadri » con il doppio incastro
fra « gambe » e « cappello », gli « sbatacchi » che uniscono un quadro all’altro in modo che le armature più
vicine alle mine non vengano abbattute dagli scappi e così via. La prima
galleria rappresenta ora meglio un
« cantiere » di sfruttamento con la parete di fondo riproducente in tutti i
dettagli il filone di talco sbancato dalle mine.
Tralasciando altri miglioramenti di
dettaglio (nuovi minerali ecc.) ricordiamo la nuova bacheca con la documentazione delle grandi nevicate dell’inverno 1961-62 che speriamo vivamente siano ricordo di museo per almeno 100 anni, come è stato questa
volta.
Ricordiamo che il Museo di Frali e
Val Germanasca è aperto tutti i giorni
feriali, anche al mattino dei festivi. La
cura del Museo è affidata anche quest’anno al Sig. Giuseppe Longo di
Ivrea.
Franco Davite
RINGRAZIAMENTO
11 marito e i familiari della compianta
esprime
la propria solidarietà a coloro che, con pronta azione, hanno immediatamente
reagito e denunciato la presenza fascista in Valle, suscitando una immediata BÌanC3 PotOCIlik ¡H- R©V©I
mobilitazione della popolazione; oia
invita
i cittadini della valli.', ili uomini della Resistenza e tutte le forze democratiche
a svolgere opera di atbva vigilanza contro ogni forma di fascismo, in qualunque
luogo ed in qualunque occasione si manifesti;
aff erma
che fascista oggi non - soltanto chi si richiama apertamente ad organizzazioni
e a partiti della desto i nazionale, ma fascista è chiunque si oppone alla democrazia così come è simcita dalla Costituzione Repubblicana, ed al movimento
di crescita civile pomato avanti dalle masse dei lavoratori del Paese».
un
ringraziano . tutti coloro che di presenza, con scritti e flO'ri sono stati loro vicini nella triste circostanza.
In particolare ringraziano il medico curante P. Scarognina, i professori, medici, suore, e personale del reparto traumatologia delTospedale_ civile di Pinerolo; il pastore Bertinat
per le sue parole di conforto ; le sig.re
Amelia, Elena e Paimira e i vicini di
casa.
Incontro italo - tedesco a Mentoulles
Luserna S. Giovanni, 30-6-1973.
(( Incontro di importanza storica, a Mentoulles », diceva il Priore dt,n Giuseppe Trombetto, la sera deH’Ascensioiie. in una sala gremita di fedeli accorsi per ilare il benvenuto a
una comitiva di circa 40 consanguinei giunti dalla Germania (Neuhengstàtt, l’antica
Bourset) col past. Kiefner per visitare la terra
da cui Luigi XIV cacciò i loro avi. E diceva
bene, perché non era mai avvenuto che protestanti e cattolici, con i loro conduttori, si
riunissero in quel tempio ])er fraternizzare,
leggere la Sacra Scrittura, meditarla e pregare e cantare insieme.
L’iniziativa era dovuta in parte al past.
Kiefner, il quale dopo aver studiato, per incarico deirUniversità di Bochum e grazie al
gentile consenso delle autorità cattoliche, per
lunghi mesi, gli archivi di Mentoulles, volle
portarvi i suoi parrocchiani, affinché anch’essi vedessero quel che egli vi aveva trovato.
Ma non soltanto sua. Un apporto di prinìo
piano è stato pure offerto dagli studi della
signora Névache di Pragelato. che sta per presentare una tesi di laurea sulla storia del Val
Chisone, presso l’Universilà di Torino, come
dagli studi del prof. Pazé. senza dimenticare
l'opera dei sindaci dì Pragelato e di Mentoulles, nonché quella di don Franco Trombotto.
del Sestriere, e del priore Giuseppe Trombotto di Mentoulles.
Certo gli intenti dell’Università di Bochum,
nell’affidare un lavoro sui rapporti fra geografia e religione, non miravano a questo scopo:
ma sta di fatto che qui hanno dato occasione
al manifestarsi di sentimenti che da tempo
maturavano nei cuori. Invitati anche noi
aH'incontro, abbiamo assistito a uno spettacolo imprevisto e inconsueto.
Mentre scendevano le prime ombre della
sera, Mentoulles sembrava animarsi e vestirsi
a festa : dappertutto striscioni con la scritta :
« Benvenuti, fratelli Germanici di Neubanstati (Bourset) ». Sul piazzale del tempio la
gente aspetta. Nei locali del vicino archivio il
gruppo germanico circondato dai vari studiosi
del posto, ne esamina i documenti più importanti ed interessanti. Si odono ì nomi del pastore valdese Papon e di Don Rude, si parla
deH’Editto di Nantes, della sua revoca e di
Luigi XIV.
Segue un breve servizio nel tempio. Lettori
laici e ministri del culto si alternano dalle
due parti. Canta con vera valentìa la corale
di Mentoulles diretta da un maestro di Pinerolo. È composta in modo diverso dal consue
to : sei signore e dodici tenori e bassi.
Dopo il Padre nostro detto tutti insieme,
gli ospiti sono accolti con le autorità locali,
nella sala delle attività giovanili per la cena.
Fanno gli onori di casa gentili signorine in
costume locale, non molto dissimile da quello
valdese, anche se non uguale. Il menu è tipicamente locale, ottimo ma quasi troppo abbondante. Serve alla mensa una gioventù gioiosa
e da un lato si intravvede la cucina dove sfaccendano signore e signori, non certo personale
da ristorante, ma parrocchiani come si usa
nelle nostre comunità, quali, or l’uno or l’altro, si vantano di portare gli stessi nomi di
quelli degli ospiti.
Segue alla cena un altro incontro nel nuovo salone della comunità costruito sulle rovine del locale distrutto l’anno scorso da una
valanga. Il salone è gremito più ancora del
tempio. La corale di Mentoulles fa le spese
principali del programma, ma cantano anche
i fratelli germanici. Il priore G. Trombotto
pronuncia un discorso e gli risponde il pastore Kiefner. Il pastore di Villar Perosa è pure
invitato a dare un messaggio. Canti ed interventi si susseguono ancora finché mentre si
annunzia una bicchierata dì commiato, il cronista, atteso altrove deve partire. Parte nella
notte fonda ma con gli occhi e col cuore pieni di luce. Un semplice incontro turistico?
oppure qualcosa che conteneva un po’ di quell’antico incontro nel quale Giuseppe ed i .suoi
fratelli si ritrovavano con tanta commozione
dopo essere stsati separati per lunghi anni?
È un fatto nuovo e recente ad ogni modo
quello dei rapporti che si stabiliscono tra il
Val Chisone e i discendenti dei loro antichi
profughi in Germania.
Due volte già Pragelato Ìia accolto i Valdesi
di Rolerbach e di altre località e si prepara
ora a contraccambiare la visita con una numerosa comitiva.
Pinasca ha visitato Pinache. I Villaresi già
visitarono Gros Villars e una deputazione del
Municipio di Villar Perosa sì prepara, l’8 luglio p. V. a presenziare alla celebrazione di un
centenario della Villar Germanica...
Forse nulla più che una cosa pìccola e insignificante?...
Oppure forse un segno di benedizione da
parte dell’Iddio onnipotente che i nostri antenati non avrebbero mai osato immaginare.
Forse, l’apparire di nuovi orizzonti, segno dì
nuove grazie e benedizioni...
Enrico Geymet
Il giorno 23 giugno dopo lunghe
sofferenze stoicamente sopportate è
mancata all’affetto dei suoi cari la
Signora
Aline Degregorì
nata Brousson
di anni 59.
Per preciso desiderio delTestinta la
famiglia comunica la dolorosa notizia
a funerali avvenuti.
Paesana, 28 giugno 1973.
I familiari di
Emma Richard
profondamente colpiti dalla dipartenza della loro cara, avvenuta a S. Germano il 27 maggio u. s. esprimono la
loro riconoscenza ai medici curanti
dott. Bertolino e De Clementi, ai pa
stori Genre e Conte, ai vicini di casa,
ai colleghi di lavoro del figlio Renzo,
ai parenti e conoscenti tutti.
« Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore »
(Apoc. 14: 13)
Questo annunzio compare in ritardo per un involontario disguido.
S. Germano Chisone, 13 luglio 1973.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Luigi Plavan
ringraziano tutte le gentili persone
che hanno preso parte al loro dolore;
in modo particolare i dott. Bertolino
e Gatti, il pastore Conte.
S. Germano Chisone, 13 luglio 1973.
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pag. 8
I NOSTRI GIORNI
N. 27-28 — 13 luglio 1973
IN MARGINE AD UN DIBATTITO
OuaTè il molo del protestantesimo
nel movimento di rifoima della società?
RISO AMARO
Herbert Luthy, riprendendo la controversa questione dei rapporti tra capitalismo e protestantesimo, ha sottolineato il fatto mai contestato « che la
Riforma segna uno dei punti decisivi
di rottura spirituale e strutturale tra
il mondo medievale e il mondo moderno; che essa ha introdotto un fermento rivoluzionario nella storia occidentale e che ha lasciato la propria impronta su tutto il mondo moderno ». M
di là della sterile contrapposizione tra
chi vuole il protestantesimo come matrice del capitalismo e chi invece pone
il rapporto in termini inversi, si può
infatti affermare che la Riforma ha
proiettato la vocazione dei credenti nel
« secolo » impegnandoli in una presenza concreta e solidale con le sorti del
rnondo dando vita anche aU’attuazione
di utopie quali la città stato di Ginevra e certe comunità contadine delTAmerica del nord.
PASSAGGIO DI CIVILTÀ’?
Seguendo le grandi discussioni che
si fanno sulla crisi del sistema e sulla
esigenza di rinnovare le strutture economiche badando più alla qualità della
vita che alla quantità della produzione
vien da pensare che ci troviamo di
fronte ad un possibile passaggio tra
due forme di civiltà. Non sarà quindi
ozioso chiedersi se il cristianesimo
potrà vivere un nuovo tempo privilegiato, di riforma della Chiesa, che porti a nuovi valori e — riprendendo il
Weber — ad una nuova regolamentazione della vita, presa molto sul serio, che
penetri nella misura più ampia che si
possa pensare, in tutte le sfere della vita pubblica e privata. Sarà così forse
possibile attuare almeno in parte l'osservazione di Lutero circa la predicazione di Paolo e cioè « che tutte le opere siano rivolte al bene del prossimo,
poiché ognuno ha a sufficienza per se
stesso nella sua fede e gli restano tutte
le opere e tutta la vita per servire con
esse per libero amore il suo prossimo ».
UN MODELLO
DI SVILUPPO ALTERNATIVO?
Questi pensieri sono emersi in margine al recente dibattito su riformismo
e rivoluzione suscitato dal « Manifesto » ed a cui hanno aderito economisti, politici e sindacalisti di primo piano. Il dibattito è stato avviato sul « Manifesto » del 26 aprile da Lucio Magri
con un articolo su « spazio e ruolo del
riformismo ». Il Magri nota come « la
spinta riformista esprima oggi realtà e
interessi consistenti, modi di pensare
diffusi, convergenze politiche reali, sia
dunque destinata a crescere ancora, e
a contare » e ciò per la grave crisi dello
sviluppo in corso. Il riformismo non è
quindi più una scelta di utilizzo di risorse ma uno strumento per superare
la crisi stessa nella ricerca di « un modello di sviluppo alternativo fondato
sulla riduzione delle rendite e del parassitismo, sul rapido sviluppo dei consumi sociali, suirindustrializzazione
del mezzogiorno e l’estensione della base produttiva ». Secondo il Magri però
questo modello non è coerente perché
mai portato dai suoi propugnatori alle
necessarie conseguenze nel campo della programmazione non più indicativa
ma coercitiva. Infatti l’elemento trainante del nuovo sviluppo non può essere né la lotta alla rendita, che assume ormai la forma prevalente di disoccupazione mascherata e che quindi
insieme di idee, di comportamenti, e
anche di lotte, che sollecitano un mutamento profondo della società, in un
settore o nel suo insieme, senza però
porsi consapevolmente il problema di
un nuovo sistema, anzi più o meno
convenendo suH’impossibilità di rovesciare quello attuale, e accettando dunque il limite che ciò comporta ». Così
è chiaro che ci si stupisce del presunto
paradosso creato dalla contemporanea
crescita del riformismo come spinta
sociale e politica e della crescente sua
impraticabilità mentre i risultati talora ottenuti sono visti come vittoria
delle forze rivoluzionarie che sollecitano esternamente il riformismo.
Non è invece giunto il momento di
porre con ^raggio e concretezza l’utopia riformista con un nuovo modello
di sviluppo capitalistico, con una politica che non sia di transizione e
quindi limitata nella sua portata e nel
suo significato, ma che sia invece politica di mutamento? Per fare questo si
dovrà forse rivalutare la definizione di
capitalisino data dal Samuelson, nel
senso cioè di processo economico che
si avvale di molto capitale (cioè di notevoli attrezzature e strumenti) e in cui
vi è una accentuata suddivisione del
lavoro. Così sarà possibile superare le
perplessità che sorgono di fronte a
certe manifestazioni del capitalismo di
Stato e ci si potrà forse convincere —
come dice Ruffolo — « che i piani rivoluzionari — se finalmente saranno
non soltanto evocati ma concretamente definiti — somiglieranno molto alle
riforme di un riformismo serio ». Ed
un riformismo serio non potrà che
prendere atto dei compiti suoi propri — indicati con chiarezza del Magri
stesso — ed impegnarsi in modo non
elusivo per quel nuovo modello di
sviluppo alternativo di cui si è parlato,
togliendo l’ingiusto monopolio dell’utopia a chi crede solo in taumaturgiche
rivoluzioni.
Renato Salma
I II Senato francese si è pronunciato (225
si, 48 no) a favore dell’abbassamento a
18 anni dell’età di maggiorità civile ed elettorale.
H La Siria ha ricevuto nei giorni scorsi la
fornitura di un certo numero di batterie di missili SAM-6 : i più moderni dell’arsenale antiaereo sovietico, capaci di abbattere
aerei volanti a cento metri di altitudine, con
un raggio di azione di km. 30.
^ Gli USA hanno concesso a Malta un
prestito di 5 milioni di dollari. Il prestito è fatto dall’Agenzia americana per lo
sviluppo internazionale; dovrà essere rimborsato entro 40 anni, con un interesse del 2%
in un primo periodo e del 3% nel secondo.
Fra Londra e Mosca s’è infilata Washington?
^ L’Italia parteciperà alla costitxrzione del
Fondo delle Nazioni Unite per la protezione dell’amhiente (UNEP) con un contributo di 2 milioni di dollari (circa 1 miliardo e 300 milioni di lire) in cinque anni.
Il programma dell’UNEP comprende 17 obiettivi principali, che l’Italia, però — ha dichiarato il nostro delegato al consiglio d’amministrazione dell’UNEP attualmente riunito a
Ginevra — considera troppo ambizioso in rapporto alle disponibilità reali del Fondo.
m II quotidiano di Teheran « Ayandegan »
ha dato notizia della scoperta, alla periferia della capitale, di una fabbrica clandestina di ordigni e armi destinati a un’organizzazione sovversiva, di cui sono stati arrestati
dieci membri. Nei locali sono state trovate
700 bombe di fabbricazione sovietica e cinese
e un’importante quantità di materiale esplosivo, nonché materiale propagandistico marxista.
m Robert McNamara, presidente della Banca Mondiale, ha dichiarato che essa ha
comunicato aU’URSS e alla Cina che saranno
le benvenute nell’organizzazione internazionale, se vorranno entrarvi; i due paesi non
hanno però, finora, manifestato interesse al
riguardo. Formalmente ogni paese deve entrare a far parte del Fondo monetario internazionale, prima di entrare nella Banca mondiale; tuttavia le formalità possono svolgersi
simultaneamente, com’è avvenuto lo scorso
autunno per la Romania, il primo paese comunista entrato in queste due organizzazioni
internazionali.
Due mesi fa, era in visita a Pekino
il presidente messicano Echeverria,
araldo del Trattato di Tlatelolco, con
il quale numerosi paesi latino-americani si sono impegnati a bandire dal
continente ogni armamento atomico
(resta aperto il dilemma; generosità
d’animo, o espressione di quella frustrazione espressa da Esopo nella favola della volpe che, non potendo raggiungere l’uva, diceva che era ancora
acerba?). I dirigenti cinesi avevano lodato, per bocca di Mao, « lo spirito di
Tlatelolco » e avevano deciso di aderire al trattato. Avevo fatto le mie riserve amarognole sulla sfacciataggine
di chi si atteggia a pecora mansueta
e intanto aguzza, da vispo lupacchiotto in crescita, la propria dentatura
nucleare nella ’zona atomica’ del Sinkiang.
Il 28 giugno l’agenzia Nuova Cina ha
diffuso questo candido comunicato (il
giorno prima un centro di studi indiano aveva segnalato la registrazione dell’esplosione): « La Cina ha compiuto
con successo, il 27 giugno, a mezzogiorno, un esperimento con bomba H
nella regione occidentale del suo territorio. Gli esperimenti nucleari cinesi,
necessariamente limitati, hanno come
obiettivo la difesa, nonché quello di
provocare il fallimento del monopolio
nucleare delle superpotenze, e vogliono
raggiungere l'obiettivo finale della soppressione delle armi nucleari. Il Governo cinese dichiara, ancora una volta, che in nessun momento e in nessuna circostanza sarà il primo a impiegare armi nucleari. Il popolo e il
Governo della Cina intendono continuare a operare con gli altri popoli e
con tutti gli altri Paesi che desiderano
raggiungere l’obiettivo supremo della
iriterdizione completa e della distruzione totale delle armi nucleari ».
Una risposta alla firma, avvenuta
cinque giorni prima, a Washington,
dell’accordo USA-URSS teso a prevenire una guerra nucleare? Proprio nel
momento in cui è intensa la polemica
sull’imminente ripresa degli esperimenti nucleari francesi nella zona dell’isola polinesiana di Mururoa, fra le
proteste di tutti i paesi rivieraschi del
Pacifico e l’appello di Australia e Nuova Zelanda alla Corte internazionale
dell’Aja, che a maggioranza ha dato
torto alla Francia, senza che questa se
ne desse per intesa? Recisa la protesta neozelandese a Pekino; ferma, se
pur più pacata nella forma, quella dei
giapponesi, che hanno ricordato di essere l’unica nazione al mondo che è
stata bombardata con armi nucleari.
LE RAGIONI
PROFONDE
D’UN ACCORDO
I commentatori d’ogni tendenza sono del parere
che l’impressionante collusione USA-URSS sia fondamentalmente motivata da ragioni non politiche, ma economiche. Ma da quali
ragioni precisamente? Mauro Calamandrei scrive in proposito, su « L’Espresso » del 1.7.’73, quanto segue.
« Quanto indispensabili ed urgenti
sono i massicci investimenti e la tecnologia avanzata che i russi chiedono
con tanta insistenza? Uno dei benefìci più duraturi della visita di Breznev
in USA, è quello d’aver fornito preziose indicazioni su questi argomenti. Già
Echi de Ila settimana
a cura di Tullio Viola
nei mesi precedenti alla visita, gli eco
W W V. A A W A AAA.A«.A WA AW A A.A AA W W A A W U4.A A A \,A A ' O
può sostituire solo l’alimento dello svi- nomtsti, gli scienziati, gli alti esperti
luppo) né lo sviluppo dei consumi sociali (che ricoprono un ruolo modesto
in una società evoluta) ma lo sviluppo
stesso ottenuto coercitivamente « anticipando le convenienze di mercato ».
Ma anche superando questa mancanza
di coerenza il riformismo ha da superare ostacoli insormontabili per quanto riguarda i rapporti internazionali,
la paralisi dell’apparato statale, la mancanza di una forza politica riformatrice « coesa, risoluta, capace di trascendere il proprio particolare interesse ».
Queste sono le obiezioni « tecniche » al
riformismo che però, a detta del Magri, deve essere criticato nella sua stessa essenza, nella « sua incapacità di
uscire dall’orizzonte dei valori e dei
rapporti di produzione capitalistici, in
quanto tali, nella loro radice ».
L’UTOPIA RIFORMISTA
Il fatto è che il Magri non vede evidentemente il riformismo sotto la luce
di una ideologia o corrente di pensiero
autonoma e sistematica ma come « un
^ Una missione archeologica egiziana, che
sta compiendo scavi nella regione di
Saqqara, a sud del Cairo, ha portato recentemente alla luce una piramide la cui costruzione viene fatta risalire a 4.000 anni avanti
Cristo. Denominata dagli archeologi « Piramide perduta ». il monumento è la tomba del re
Men Kao Hor, settimo faraone della quinta
dinastia. Gli egittologhi proseguono le loro
ricerche per localizzare la posizione di un'altra piramide, quella del re Chepses Ka Rah,
nono c ultimo faraone della quinta dinastia,
la quale governò l’Egitto per 125 .anni.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. THp. Subalpino . Torre Pellice (Torino}
dei vari istituti dell’Accademia sovietica delle scienze avevano visitato, con
crescente frequenza gli USA ed avevano stabilito relazioni eccezionalmente
franche non soltanto con specialisti
della Casa Bianca e del Dipartimento
di Stato, ma ancor più con quelli di
organizzazioni non governative come
la Rand Corporation, il Council on
Foreign Relations, lo Stanford Research Institute. Perciò collegando le
informazioni sui colloqui di Breznev
con Nixon, con quel che s’è appreso
da queste diverse fonti, è possibile oggi avere un quadro abbastanza preciso degli obiettivi che più stanno a cuore a Leonid Breznev, e delle riforme
di strutture ch’egli spera di poter rapidamente realizzare.
Ormai la gran fame di tecnologia e
capitali deU’URSS non è più una novità. L’appetito è indubbiamente aumentato dall’anno scorso, quando al
disastro sul fronte agricolo si sono
aggiunti risultati quasi altrettanto
preoccupanti su quello della produzione dei beni di consumo. Il tasso d’incremento di questa voce, che secondo
il piano quinquennale avrebbe dovuto
essere quest’anno dell’S%, è stato ridotto al 4,5%; e H prodotto nazionale
lordo del 1972 non è aumentato neppure del 2%. Breznev è anche allarmato perché le fabbriche sovietiche continuano a produrre oggetti tanto scadenti, che perfino i russi si rifiutano
di comprare. Nei magazzini dell’URSS,
per es., ci sono più di 40.000.000 di
scarpe che nessuno vuole. Però i capitali e la tecnologia che Breznev spera
d’importare, non dovrebbero servire a
tonificare quest’economia, ma a crearne una parallela basata su premesse
assai diverse. Infatti Breznev vorrebbe creare una terza economia da affiancare alle due già esistenti e decisamente separate luna dall’altra: l'eco
nomia militare e quella civile tradizionale. (...) Breznev fece compiere alcune indagini e scoprì che, anche a
confronto con gli altri paesi comunisti, la Russia stava slittando paurosamente, il suo prodotto nazionale prò
capite era ormai inferiore anche a
quello dell’Ungheria e della Romania
(solo la Bulgaria era più arretrata).
Se non venivano prese misure radicali
entro una decina di anni, l’URSS sarebbe diventata una nazione con migliaia di missili intercontinentali inutilizzabili e un’economia da Terzo
Mondo ».
AFFARI E NEUTRALITÀ’
« La neutralità ha dei limiti che
l’economia non sempre conosce. Particolari esigenze (i limiti del mercato
interno, la scarsa disponibilità di mano d’opera, le grandi possibilità finanziarie) hanno spinto le imprese svizzere ad impiantarsi fortemente all’estero. La fortuna svizzera all’estero ammonta ad almeno 164 miliardi di franchi svizzeri (a 216 miliardi, secondo talune valutazioni). Le più grandi imprese svizzere realizzano più di 14 dei loro guadagni in attività fuori della Svizzera (Esempi: Nestlé 98%, Ciba-Geigy
85%, Hoffmann-La Roche 80%).
Negli ultimi tempi si son cominciate a sentire voci di proteste contro la
"presenza estera’’ della Svizzera, molto vistosa anche in paesi come tl SudAfrica o il Brasile, i cui regimi non
rispettano i diritti dell’uomo. In un’opera ben documentata di recente pubblicazione, il "Centro Europa - Terzo
Mondo" ha dimostrato quale vastità di
rapporti esistono fra l’industria svizzera e il Sud-Africa^ (...).
Gl’investimenti svizzeri nel paese
dell’“apartheid" sono stati valutati, nel
1971, a 1,3 miliardi di franchi svizzeri,
e ciò pone la Svizzera al quarto posto
(4,5%) nella graduatoria degl’investimenti stranieri nel Sud-Africa (Precedono: Inghilterra col 60%, USA col
14%, Francia col 6%). La Svizzera è
seguita, quasi allo stesso livello, dalla
Germania Occidentale. Si osservi che
la Svizzera ha il primato degl’investimenti nel Sud-Africa, proporzionalmente alla sua popolazione. La sola società Nestlé possiede dodici stabilimenti nel Sud-Africa.
L’importanza della Svizzera per il
Sud-Africa risiede anche nel mercato
dell’oro di Zurigo: l’oro sud-africano
in vendita a mercato libero, passa per
Zurigo nella misura deU’80%. Così
un notevole aiuto
viene fornito all’industria mineraria
sud - africana, dai
banchieri svizzeri.
Tuttavia, sul piano commerciale, il
mercato sud-africano resta marginale
per le imprese svizzere (per es. Nestlé
realizza, nell’insieme del mercato, soltanto il 3,2% delle sue vendite). Diversa è la situazione degl’investimenti
realizzati nell’America latina: essi rappresentano circa il 62% degl’investirnenti svizzeri all’estero. E il Brasile
riceve una parte importante di queste
"prestazioni": fra 1,3 ed 1,8 miliardi di
franchi svizzeri f secondo le valutazioni fatte, cioè ca. 31% dell’insieme degli
investimenti svizzeri nel continente
sud-americano ».
(Da «Le Monde» del 21.6.1973).
DOVE VA LA GERMANIA?
•A- Di ritorno dagli USA, il cancelliere Willy Brandt è stato intervistato
dalla rivista « Stern » sulla reazione tedesca al « rilancio » atlantico del presidente Nixon. Il cancelliere ha così
risposto;
« "Quando si descrive la situazione
dell’alleanza atlantica, occorre inserirvi la possibilità di cooperazione con
le nazioni orientali. Io non accetterò
nulla (in una eventuale nuova CARTA
ATLANTICA) che possa ostacolare la
OSTPOLITIK della Repubblica Federale".
Certo non si possono dedurre conclusioni definitive da poche frasi. Il
cancelliere non le ha accompagnate né
con gesti, né con suggerimenti rivoluzionari. Al Consiglio Atlantico di Copenhagen la Germania ha tenuto un
comportamento d’esemplare saggezza.
Tuttavia il problema ormai si pone:
quale uso farà la Repubblica Federale
della libertà d’azione recentemente acquisita?
Senza dubbio, l’incertezza che oggi
caratterizza il destino della Germania
non è estranea all’evidente volontà di
intendersi che hanno la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, cioè quelle potenze che, trenta
anni fa, avevano dovuto allearsi per
abbattere il Reich hitleriano ».
(Da un articolo di Maurice Delarue,
su «Le Monde» del 21.6.1973).
Non voglio far la mosca cocchiera:
chi non assume le responsabilità della guida di un paese che è un subcontinente, dev’essere quanto mai cauto
nel tranciare giudizi; si può solo chiedere, questo si, più sincerità e meno
ipocrisia, anche a chi è impegnato
nella politica di grande potenza ascendente.
E mi domando, e domando a tanti
amici: sulla piazza Tien An-men, a
Pekino, per le strade e i viali di Shang
Hai e di Can Ton sarà sfilato qualche
corteo, avrà sventolato qualche striscione contestatore? Se non sul « Quotidiano del popolo », almeno su qualche foglio di « contro-informazione »
sarà risuonata qualche voce dissenziente? E soprattutto, da qualche pulpito cristiano, in qualche assemblea
cristiana, più o meno pubblica o clandestina, avrà potuto risuonare la voce, partecipe e dissenziente al tempo
stesso, della « sentinella » (Ezechiele 33)? Gino Conte
VII marcia
antimilitarista
Trieste-Aviano
Anche quest’anno — organizzala da vari
movimenti antimilitaristi — si terrà la « marcia » Trieste-Aviano, nei giorni dal 26 luglio
al 4 agosto.
Ricordiamo a tutti i lettori (specie i gio
vani!) interessati a questo problema gli scopi
fondamentali che la marcia si propone d i
pubblicizzare al massimo mediante filmati,
spettacoli e dibattiti :
— Affermazione e difesa del diritto-doveri’
all’obiezione di coscienza.
— Abolizione delle servitù militari (servitù
che contribuiscono a dare il colpo di grazi:
allo spopolamento di monti e campagne).
— Affermazione del principio e del mete
do della nonviolenza.
— Rifiuto di tutti i blocchi militari.
— Conversione delle strutture militari i-;
civili.
Contro tutti gli eserciti per il disarmo unilaterale».
Ecco il programma nei suoi dettagli :
25 luglio - Trieste, ore 18, piazza Goldoni •
manifestazione di apertura.
26 luglio - Partenza da Villa Opicina alle
7; arrivo a Monfalcone alle 16.
27 luglio - Monfalcone/Gorizia.
28 luglio - Gorizia/Cormons.
29 luglio - Cormons/Palmanova.
30 luglio - Palmanova/Udine.
31 luglio - Udine, tappa di riposo.
1 agosto - Udine/’Codroipo.
2 agosto - Codroipo/Casarsa.
3 agosto - Casarsa/Pordenone.
4 agosto - Pordenone/Aviano.
5 agosto - Peschiera: manifestazione di solidarietà davanti alle carceri militari.
La marcia è autonoma, autofinanziata e «iTretta da chi vi partecipa. Coloro che son*’
provvisti di sacco a pelo potranno dormirpresso i circoli politici dislocati lungo il pe;
corso. La marcia è un momento di scambio
di idee e di esperienze fra i partecipanti. L
presenza, anche di un solo giorno, a pn ziosa.
Ulteriori chiarimento presso la sede dui
Movimento Antimititarista Internazional-'
(M.A.I.) di via Venaria 85/8, Torino, telefono (011) 218705 o nelle altre città, presso ìr
sedi dei movimenti antimilitaristi e del partito radicale.
Restrizioni per i giovani
in Unione Sovietica
L’organo della gioventù comunista dell’Unione Sovietica, « Komsomalanskaia Pravda », ricorda ai giovani sovietici la cui età è
inferiore ai 18 anni (compiuti i quali essi diventano legalmente maggiorenni), che la legge vieta loro di uscire in strada dopo le 21,
durante il periodo scolastico e dopo le 22 durante le vacanze.
Il giornale precisa che tali norme, considerale dagli osservatori come una sopravvivenza delle usanze di un secolo fa, hanno lo scopo di sorvegliare il comportamento della gioventù.
La nota del giornale è stata pubblicata dopo
un incidente avvenuto nella piccola città di
Slavgorod (nel territorio dell’Altai), dove la
polizia ha interrotto, dopo le 21 uno spettacolo cinematografico e ha fermato e condotto
al commissariato i giovani di meno di 18 anni
presenti nella sala. I giovani sono stati interrogati e fotografati in presenza dei loro genitori convocati dalla polizia, e sono stati
infine rilasciati a notte alta dopo aver pagato
una multa da dieci a trenta rubli.
1!
^ « “Suisse-Afrique du Sud, relations économiques et politiques**. Centre Europe-Tiers
Monde. 27 Chemin des Crêts-de-Pregny, 1218
Grand-Saconnex, Genève (CH) ».
^ Nel 1971, riteniamo (benché l’a^jicolo non
lo precisi).
Associazione
Mendicanti
Si è costituita a Brasilia una nuova società,
a capitale limitatissimo, l’AMB, Associazione
Mendicanti di Brasilia. Ne è l’ideatore un indio di 59 anni, Estevao da Cunha. il quale
annunciadola ha dichiarato che « era più che
tempo di regolarizzare la professione, tanto
più che Tunione fa la forza ». Scopo della società, che ha già avuto « numerose adesioni »
è anzitutto quello di « delimitare le zone di
ciascuno, per evitare le zuffe ». La scelta di un
edificio quale sede dell’AMB « è stata rinviata
alla prossima assemblea generale ». Alla domanda, perché sia stata scelta Brasilia, da
Cunha ha dato una risposta categorica : « Là
si hanno le migliori elemosine » : un n buon
mendicante » al lavoro nella capitale federale
guadagna circa 750 cruzeiros (circa 80.000 lire) al mese, il che per il Brasile rappresenta
un reddito discreto.