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ECO
DELLE VALLI VALDESI
BOLIOIBCA VALDB8B
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f^oriiio)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Nnm. 39
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ABBONAMENTI
{Eco: L. 1.300 per rinlerno | Eco t La Luce: L. 2.000 per l’i
r, 1 ÎïOO per reateri» | L. 2.800 per 1*
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per l*eitero | Cimhìo d'IndtriisD tir« SO
TORRE PELLICF — 6 ottobre 1961
4niiDÌn Claadiana Torre Pehice - C.C.P. 2 17557
RESISTEI
E’ difficile accostare due manifestazioni più diverse che la « marcia della fratellanza e della pace» compiuta da molte migliaia di aderenti al movimento
della non-violenza da Perugia ad Assisi, domenica 24 settembre, e il raduno
della Resistenza a Torino, il 1© ottobre. Sia all’uno che all’altro siamo in qualche modo legati. Il prof. R. Jouvenal riferisce su La Luce della sua partecipazione alla manifestazione di Assisi, deplorando l’assenza valdese, almeno ufficiale; tuttavia in un suo ampio servizio L’Espresso nota che vi erano degli
evangelici nella lunga colonna in marcia. Quanto al raduno della Resistenza
non è da documentare la partecipazione valdese a questa pagina per molti
aspetti gloriosa, e comunque assai do
lorosa della nostra storia; del resto,
basta scorrere l’elenco degli abbonamenti e delle offerte per Resistenza,
per constatare quanti nomi valdesi vi
compaiono.
Al di là delle rappresentanze ufficiali, in questo caso ben secondarie,
questi due diversi movimenti sono
dunque vicini al cuore di molti valdesi che, credo, esprimono in essi anche
un impegno di testimonianza cristia
na. La diversità degli atteggiamenti
non deve spaventarci; è l’indifferenza
di alcuni (molti?) verso l’uno o Tal tre
impegno che deve spaventarci e umiliarci: l’atteggiamento di chi cioè, anche nella chiesa, non concepisce altra
pace che la sua buona pace, o di chi
si abbandona in pieno al riflusso del
la ’desistenza’, per usare l’espressione
di Piero Calamandrei.
Certo, la Chiesa di Cristo non può
semplicemente identificare il verbo
della non-violenza o l’ideale programma della resistenza con l’Evangelo
che ha da essere la sua sola base, il
suo solo scopo, il suo solo messaggio.
Altrimenti essa annuncerebbe « un
altro evangelo» — pur bello, commovente, esaltante — che non quello del
Signor Gesù Cristo, crocifìsso e risorto, in tutta la sua lunghezza, larghezza, altezza e profondità. Tuttavia il
cristiano può fare un ampio tratto di
strada accanto ai « marciatori della
pace » o a coloro che hanno vissuto
con sofferenza e coraggio l’impegno
della Resistenza; e lì, accanto ai conP
pagni di cammino, non con pontifi
cante superiorità ma con umiltà, ricordare - - come ha fatto ad Assisi un
cristiano, cattolico, A. C. Jemolo —
che « se vogliamo la pace dobbiamo
preparare la pace, e dobbiamo anche
capire che la minaccia non viene solo
dai governi e dagli uomini politici. E’
invece nel cuore di ciascimo di noi » ;
oppure — come ha fatto l’anno scorso
su Resistenza E. Serafino — ricordare
chiaramente ohe dietro- le molte cause
del mancato rinnovamento- politico c
sociale del nostro popolo, del cosi diffìcile passaggio dalla Resistenza alla
Costituzione, c’è la causa prima e profonda di una carenza di fede, di
reale e totale riforma religiosa. E®ere capaci di dirlo, questo, agli uni e
agli altri in termini laici, sobri, umili
(perchè non predichiamo noi stessi
ma Cristo, della cui grazia siamo i
primi ad aver bisogno), appassionatamente convinti.
Recentemente è uscito un bel film
di Nanni Loy, « Un giorno da leoni »
con grande rilievo umano le varie fi
gure rispecchiano i dolorosi dilemmi
di quei giorni oscuri in cui « per vin
cere ci volevano i leoni», ma non quel
li che s’immaginavano di esserlo. Re
sistenza decisa, orrore per ogni vie
lenza: due atteggiamenti (li ritrovia
mo anche nella secolare storia valde
Un apprezzamento
cordiale
Su Le Journal de Genève (24 seti.) uno
dei redattori, .J. D. Candaux, ha dedicato
un ampio articolo, con calore e penetrazione, alla Chiesa Valdese, riferendo in particolare dei lavori sinodali e dei problemi
che vi sono risultati più vivi. Non è nn
articolo genericamente incensante, ma veramente vicino a noi, nelle luci e nelle
ombre della nostra vita di chiesa. Eccone
la cliiusa: ” Celle Eglise est vivante et agissante. On la sent prête à affronter résolument les problèmes que pose sans cesse à
toute communauté ecclésiastique la transjornintion du monde -(•-•)• Très longtemps,
et même jusqu’au début de ce siècle, cette
Eglise a vécu dans le souvenir des glorieux
exploit des ancêtres et dans la crainte farouche d’une contamination avec le catholicisme romain. Ces mobiles ont perdu leur
valeur percutante et l’épopée de l’Israël
des .ilpes n’enflamme plus la génération
actuelle comme elle enflammait les contemporains du colonel Beckwith. Mais en recherchant dans l’Evangile et dans l’approfondissement des exigences bibliques le
fondement renouvelé de leur foi, les Vaudois du Piémont sont sur la bonne voie.
Us maintiendront leur unité et leur rayonnement et resteront sur le plan religieux
ce sel de la terre italienne qu’ils sont depuis huit siècles ”.
se!) che in tempi ’normali’ possono,
devono reciprocamente completarsi e
correggersi. Può venire (ed è venuto,
nel passato anche recente) il tempo
della scelta: allora anche il cristiano
— conservando quello spirito evangelicamente critico cui si accennava prima — deve scegliere, dinanzi al Signore dei cuori e della storia. A Lui
solo spetta il giudizio. A noi spetta di
non farci trovare, anche in questo, così tiepidi da farci vomitare dalla sua
bocca. Gino Conte
* Il rard. Bea, che dirige il segretariato
vaticano per runità cristiana, ha scritto
sulla rivista gesuita « Civiltà Cattolica »
« Siamo felici di constatare ratteggiamento
rispetito.so degli amihienti protestanti nei
confronti del concilio ecumenico. Tale at
tegigiainento differisce assai dal rifiuto irri
tato die i protestanti avevano oipposto al
l’invito a prender parte al preietlente con
cilio ». Va notato «he il precedente con
cilio era il Vaticano I, die doveva sancire
1 ’ i nf al 1 ih ilit à papale...
PRIMI GIORNI DI LEZIONE
Questa nostra scuola
Su La Stampa di giovedì 28 settembre, cronaca cittadina, tra le varie notizie più o meno interessanti, si poteva leggere: « Quest’anno nelle medte avremo l’istituzione dei tripli turni? ». Non so se tale titolo abbia colpito il lettore in quanto, purtroppo,
siamo abituati ormai a leggere sui vari quotidiani notizie disastrose sulla
scuola, e la maggior parte di noi,
scuotendo la testa, quasi rassegnato,
sospira e pensa ai tempi in cui il
Ginnasio e il Liceo erano « una cosa
seria ». Ci si è fatta l’abitudine: sembra, anzi, che non possa essere altrimenti e passiamo oltre, forse soffermandoci sulle lettere di « Specchio dei
tempi » 0 addirittura giriamo velocemente le pagine per arrivare alle notizie sportive. Se invece apparteniamo
alla categoria dei lettori meno impazienti e... più curiosi e scorriamo l’articoletto in proposito, avremo la grande... soddisfazione di leggere: «Tutti gli impiegati del Provveditorato agli
studi sono in sciopero, uffici chiusi,
telefoni che squillano nelle stanze vuote. I Presidi sono in allarme: In quali condizioni potremo aprire le scuo
Le strada maestra della collaborazione tra scuola e famiglia è aperta dinanzi a noi, ma è quasi tutta da percorrere
le se mancano gli incaricati che costituiscono la metà del corpo insegnante, se non sappiamo quante classi potremo istituire, nè dove potremo
collocarle? ». Sono oltre -3000 gli allievi senza aule. La « Foscolo » con
38 locali a disposizione — continua
l’articolo — deve sistemare 67 classi. Queste notizie naturalmente si riferiscono alla situazione scolastica di
Torino. Non abbiamo dati particolari per le altre città, ma su La Stampa
del 22 settembre si poteva leggere:
« A Roma, come in tutta l’Italia, la
situazione si presenta particolarmente
difficile nelle scuole medie a causa
deH’eliminazione dell’esame di ammissione che ha provocato una notevole
dislocazione di iscrizione da altri tipi di scuola ».
Sarebbe facile, a questo punto, scagliarci contro i responsabili, criticando questo o quell’altro provvedimento, e contribuire, con tale spirito, ad
La Chiesa Valdese aU’iDizio d’iin ddovo anno
Dagli Atti Ufficiali della Tavola Valdese e dalTultima cir-,
colare del Moderatore Rostan riportiamo alcune notizie
La sovrintendenza dei vari distretti
è stata così divisa fra i membri della
Tavola: I» (Valli Valdesi), Past. A. Ribet; II» (Piemonte e Liguria), Past.
A. Sbaffi; III" (Lombardia e Veneto),
Past. A. Ribet; IV" (Italia Centrale),
Past. C. Gay; V» (Italia meridionale)
e VI" (Calabria e Sicilia), Past. P. V.
Panascia. Le relazioni con il VII« distretto (Sud America) sono come di
consueto affidate al Moderatore. Lo
Avv. E. Serafino e il Rag. U. Zeni saranno revisori dei conti.
Sole novità fra le nomine a cariche
speciali: quella del Past. S. Colucci a
direttore di Villa Olanda, e quella del
Past. Gino Conte alla direzione della
Claudiana. U nuovo Comitato d’Am
ministrazione dell’Istruzione Secondaria è stato nominato nelle persone del
Prof. A. Armand Hugon, del Past. R.
Comba e del Dott. Gustavo Ribet.
Rispondendo alla richiesta-offerta
del Vescovo Julius Bender, a nome
della Chiesa evangelica del Baden, la
Tavola ha designato il Past. Liborio
Naso a compiere un servizio temporaneo tra gli operai italiani di quella
parte della Germania. Il Past. Paolo
Marauda si accinge a compiere la regolare missione in Scozia, e si stanno
cercando i delegati per l’Inghilterra
e la Svizzera.
* * *
Dell’assegnazione degli incarichi di
insegnamento riferiamo in altra parte del giornale.
* * *
In seguito ai deliberati sinodali, la
Tavola riconosce le comunità di Como e di Palermo quali chiese autonome, e ne proclama la vacanza.
* « «
Nel corso di ottobre avranno luogo
a Roma alcime riunioni del Consiglio
Federale dejle Chiese Evangeliche dTtalia; una riunione in comune della
Tavola Valdese e del (Comitato Permanente della Chiesa Metodista; e si
terrà infine una assemblea di carattere ecumenico, cui parteciperà il Dr.
Leslie Cook, direttore generale dell’Inter-Church Aid, in cui si tratterà
dei teams ecumenici, e in particolare
di quello attualmente all’opera a Falerna.
*
Si ricorda in tutta la sua urgente
gravità il problema finanziario, e il
problema di fede che gli sta dietro.
Tuttavia la Tavola ha deciso di stanziare L. 200.000 a disposizione di ogni
Commissione distrettuale per speciali
attività evangelistiche.
La sistemazione del campo di la voro risulta la seguente :
Torre Pellice (2© pastore)
Riesi
Torino (coadiutore)
Coazze (da Susa)
Basilea-Zurigo (2© pastore)
Livorno e Rio Marina
Cosenza
Falerna (da Cosenza)
Palermo (coadiutore)
Centro' Ministeri e FUV
Villa Olanda (direz. e ammin.)
Direzione «Eco delle Valli Valdesi»
Direzione Claudiana
Direzione temporanea « La Luce »
Inoltre, in base all’art. 18 dei R. O.
la Tavola ha confermato per questo
anno ecclesiastico la permanenza del
Past. Enrico Corsani,a Catania e del
Past. Alfredo Janavel a New York;
ha affidato ulteriormente al Past. em.
^ Past. Renzo Bertalot
— Past. ’Tullio Vinay
— Cand. Paolo Ricca
— Past. Lamy Coisson
— Past. Severino Zotta
— Past. Salvatore Carcò
— Cand. Piero Santoro
— Past. Sergio Rostagno
— Evang. Giorgio Resini
— Past. Franco Giampiccoli
— Past. Seiffredo Colucci
— Past. Gino Conte
— Past. Gino Conte
— Past. Luigi Santini.
Enrico Tron le chiese di Losanna e
Ginevra; ha nominato il Past. Pierluigi dalla pastore a Forano Sabino.
Come si vede, gli spostamenti sono
stati quest’anno veramente limitati
al massimo.
Nel Centenario dell'Unità d’Italia
Passando per Corso Vittoriof a Torino, davanti al
Tempiio Valdese, si nota
un cartello tricolore che
invita a visitare la Mostra
Valdese, allestita con seni'
plicità nia con accuratezza
e amore nella sala delle
attività di quella Chiesa.
Una serie di carte geografiche mostra chiaramente gli sviluppi delVopera
valdese in Italia negli ultimi cento anni. Documenti interessanti illustrano la partecipazione valdese alle battaglie e alle illusioni del Quarantotto, e
poi alla lotta per Vunità
d’Italia che via via si costituiva, Naturalmente, particolare rilievo è dato allo
sviluppo della comunità
evangelica a Torino. Ma
non si dimentica Vevangelizzazione, Vemigrazione in
Sud America, Vopera missionaria. Umili segni di
una vitalità operante che
ha da essere ancor oggi di
stimolo. Un vivo plauso
agli organizzatori sperando che alla ^’smobilitazione** parte del materiale affluisca al Museo Valdese
di Torre P., dove gli ultimi cento anni della nostra
storia non sono abbastanza
documentati.
aumentare ancora il caos in cui, purtroppo, oggi si dibatte la scuola italiana. Limitiamoci a rilevare che esiste un piano della scuola ma il piano decennale, che prevede forti spese
per quanto riguarda l’edilizia scolasitea, non è stato ancora approvato
dalle Camere e intanto i giorni passano e siamo giunti di nuovo al mese
di ottobre. I bambini si iscrivono e
i locali mancano, mancano i professori, come si può incominciare serenamente l’anno scolastico? Logicamente il numero degli iscritti per ogni
classe è molto elevato, mentre gli alunni per ogni sezione non dovrebbero superare i 25 (l’esperienza insegna!).
E’ inutile qui ricercare le cause per
cui la scuola è scesa tanto in basso
— l’argomento ci porterebbe troppo
lontano — vogliamo, invece, fare appello ai genitori, giustamente preoccupati per i loro bambini, a non volersi scagliare con leggerezza contro
gli insegnanti che, in una situazione
tesa e caotica, con scolaresche difficili e numerose, sono costretti a svolgere programmi pesanti, spesso obbligati ad iniziare dall’a b c (soprattutto quest’anno in conseguenza dell’abolizione dell’esame di ammissione
alle Medie).
Pensino i genitori airinsegnante che
ha trascorso ben quattro ore con 36
allievi, alcuni dei quali discoli scatenati, quei genitori che forse, in casa,
non riescono a farsi ubbidire o almeno rispettare dai propri figli, e solo
allora potranno rendersi conto che la
vita dell’insegnante non è facile e
tranquilla come qualcuno vorrebbe far
credere.
Siamo d’accordo col pastore Conte
quando, su L’Eco del 29 settembre,
scrive che pochi hanno una vocazione bella quanto l’insegnante...
Per quel che riguarda « la gratitudine di molti verso i loro maestri »
vorremmo però fare una riserva; forse sarebbe più esatto parlare di « alcuni » e dovremmo fingere di ignorare
le aspre critiche rivolte a tutto il corpo insegnante. Siamo d’accordo che
per alcuni docenti, come d’altra parte avviene in tutte le professioni, siano giustificate queste reazioni, ma il
grave della situazione è che non si
fa generalmente nessuna distinzione.
L’insegnante « vero » logicamente
continua sulla sua strada, cercando di
migliorarsi sempre più, nonostante le
difficoltà che ad ogni passo gli si presentano, ma certo sarebbe per lui un
grande incoraggiamento se incontrasse la comprensione almeno dei genitori dei propri alunni.
La strada maestra della collaborazione tra scuola e famiglia è aperta
dinanzi a noi, ma quasi tutta da percorrere: uno spirito cristiano di buona volontà reciproca ci incoraggi ad
incamminarci m essa.
Ernesto Bein
Molti indiani rifiutano
l’istruzione
religiosa obbiigatoria
ISew Delhi — Il governo dello Slato di
Biliar (India del Nord) Ila proposto di
rendere obbligatoria ristruzione religiosa
in lolle le «-noie pubbliche, per « migliorare » il livello moraile degli alunni, VHindusUin Times, uno dei principali quotidiani indiani, sottolinea le difficoltà di
questo progetto in un paese in cui coesistono parecchie religioni e raccomanda
che Tislruzione religiosa rimanga piuttosto affidata ai genitori. Molti hanno fatto
notare che la stessa costituzione indiana
vieta Tutilizzazione dei pubblici fondi a
favore di qualsiasi religione.
2
pag. 2
L’ECO DELIE VALLI VALDESI
N. 39 — 6 ottobre 1961
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ET MAGISTRA
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Tir»
nuovo impegno sociale del cattolicesimo?
Il 15 maggio 1961 il papa ha firmato
una nuova enciclica sulla questione
sociale. Essa fa se^ito alla Rerum
Novarum (15 maggio 1891) ed alla
Quadragesimo anno (15 maggio 1931).
QuestTiItima lettera (Mater et Magistra: le encicliche si ricordano sempre con le due o tre prime parole), in
realtà è stata pubblicata con due mesi
àj ritardo, il 16 luglio scorso.
Occorre innanzi tutto sapere che
un’enciclica è una lettera circolare
del papa ai vescovi contenente istruzioni, impostazioni di problemi, richiami dottrinali. L’enciclica è soprattutto un’opera di impostazione. Essa ha
quindi sempre un carattere programmatico per la Chiesa Cattolica in tutti i paesi in cui essa opera. Le encicliche sono scritte in latino, ma ricevono larga diffusione neiie lingue
nazionali.
Il valore di ciascuna enciclica è diverso, evidentemente. Trattandosi di
un insegnamento ufficiale va preso in
quanto tale, tuttavia non ci si ritiene
obbligati a condividere letteraimente
tutta i’enciclica. Non si pretende che
un’enciclica sia da cima a fondo un
capolavoro. L’enciclica è essenzialmente un documento di studio.
In genere la preparazione di una
ietterà enciclica è affidata a molti collaboratori. Sarebbe errato vedere in
essa l’espressione del pensiero personale del papa, che pure può averla
ispirata e regolata secondo i suoi intendimenti. Vi è tutto un lavoro preliminare di indagine che è opera di
specialisti di vari paesi. L’enciclica
esprime im pensiero coliegiaie e per
la sua universalità deve tener conto
di situazioni diverse e particolari.
La Mater et Magistra, dopo aver
riassunto la dottrina sociale cattolica espressa dagli ultimi pontefici, ne
chiarisce l’applicazione alla situazione di oggi, che non è più quella di
trenta o settanta anni fa. I cattolici
farmo però osservare che il documento costituisce una novità proprio sul
piano della dottrina sociale cattolica,,
che qui compirebbe una svolta decisiva, abbandonando posizioni di retroguardia i>er offrire soluzioni degne di
considerazione per equilibrio ed originalità.
Come evangelici, non possiamo condividere tutti i presupposti dottrinali, nè possiamo esser soddisfatti di tutte le indicazioni pratiche dell’enciclica. E’ ima cosa ovvia. Non si può tuttavia non apprezzare l’affermazione
del valore supremo della persona umana. Qualunque dottrina politico-sociale che non sia umanistica, cioè che
non sia per l’uomo, non può essere accettata dalla chiesa cristiana.
Ma da questo punto di vista, i cristiani, cattolici o protestanti od ortodossi, hanno molte cose da guardare
e da fare davanti a sè.
Bisogna che i cristiani si guardino
attorno. E’ giusto che la chiesa parli,
e lo faccia con solennità, per annunciare l’Evangelo. Ma le indicazioni
dottrinali altisonanti stonano in una
realtà penosa. Val meglio conservare,
noi cristiani, la sobrietà e la modestia. Tutto ciò che affermiamo a voce
Cose da piccoli
M Lasciate i piccoli fanciidli venire a me; non glielo vietate perchè
di tali è il regno di Dio » (Marco 10; 14).
Coloro che accompagnavano i bambini a Gesù (non è detto che fossero
le madri soltanto, come abbiamo l’abitudine di pensare, quasi che
i padri debbano necessariamente disinteressarsi dell’educazione religiosa
dei figli) seguivano l’uso, divenuto ormai una tradizione comune, di portare i fanciulli da un famoso rabbino perchè li benedicesse e pregasse
per loro. Non vi è nulla di superstizioso in quest’atto. Ma i discepoli
sgridano coloro che glieLi presentano, e non pare che il loro rimprovero sia mosso dal timore che questa presentazione turbi il riposo del
maestro. Semplicemente pensano che per il Regno dei Cieli i bambini
non hanno alcuna importanza. «Il popolo che non conosce la legge è
maledetto! » dicevano spesso scribi e farisei pensando al volgo ignorante
e misero che non poteva istruirsi nella casistica morale e nelle sottigliezze
della teologia rabbinica. E i discepoli pensano che a maggior ragione
i bambini non possono addentrarsi in queste cose da grandi e sono ancora
quasi incapaci di volere e di pensare, evidentemente non possono fare
nuUa per entrare nel Regno dei Cieli. Inutile quindi lasciare venire a
Gesù questi esseri deboli e piccoli, che sono nell’impossibilità di ragionare veramente e di agire seriamente, anche se alcuni di loro potevano
avere dagli undici ai dodici armi. (Nell’Evangelo di Luca la dodicenne
figlia di Jairo è chiamata fanciulla). In Palestina i bambini erano sempre un po’ l’immagine dell’abbandono e della miseria, come oggi lo sono
ancora molti dei loro coetanei nelle zone depresse: scugnizzi abbandonati a se stessi, bisognosi di aiuto ma il più delle volte disprezzati e
sgridati.
Gesù li accoglie, e anzi proclama per loro una specie di beatitudine
quasi dicesse : « Beati i bambini, perchè di loro è il Regno dei
Cieli ». Il Regno di Dio è promesso anche ai bambini, come lo è nel
Sermone sul Monte ai poveri, agli oppressi, agli affamati ed agli assetati di giustizia.
E’ qui espresso quanto in altri termini verrà poi detto dall’Apostolo Paolo e che è stato messo in risalto dai Riformatori : la giustificazione
per fede. (Cfr. G. Dehn: Il Figliuol di Dio). La Grazia di Dio è per il
povero, per l’oppresso, per il misero, anche per chi non può fare nulla
per gli altri, per il progresso, per una società migliore, per una ’’religione” o una ’’chiesa” buone, giuste, bene organizzate e ’’teologicamente
ortodosse”.
Gesù non accoglie e benedice i bambini perchè sono migliori dei
grandi, o più candidi moralmente parlando, no! Egli non è un ingenuo
romantico le cui facili credenze nella pretesa bontà infantile possono
venire smentite da un qualsiasi serio psicanalista. Gesù li accoglie perchè hanno bisogno di aiuto, di amore, di grazia, del Suo Aiuto, del Suo
Amore, della Sua Grazia. Neppure essi stessi sanno di avere bisogno,
tant’è che sono altri a portarli a Cristo.
Ed il fatto che Gesù abbia accolto i bambini ed anzi abbia voluto
venire a noi come uno di essi, nascendo a Betleem, è alla base della
pedagogia evangelica e del dovere di aiuto sociale della Chiesa. Per questo i bambini ed i deboli, gli infermi e ^i incapaci di provvedere a se
stessi vanno accolti ed aiutati. Bisogna considerare Gesù Cristo nella
persona di ciascuno dei più piccoli, dei minimi, che Dio pone in mezzo
a noi.
L» accento è qui posto sulla fragilità e sulla debolezza, sull’incapacità
assoluta di provvedere a se stessi. Chi si trova in questa situazione
dinnanzi al Salvatore, è da Lui prediletto per il Suo Regno.
Ecco la parola liberatrice e consolatrice di Cristo per i giovani che
muovono i primi passi, per i vecchi che si sentono stanchi ed aggravati,
per il malato a cui nessuno può recare un rimedio efficace per il corpo
e lo spirito, per chi attraversa l’ora del dubbio e delTangoscia e non vede
via di uscita alle sue pene, per l’umanità che si sente smarrita in un
universo che sembra doversi distruggere con le sue forze d’odio, di
rancore e di menzogna. Per i genitori che si preoccupano e si domandano
angosciati quale sarà l’avvenire delle piccole creature che sono loro affidate e verso le quali anch’essi non hanno molte maggiori possibilità di
effettivo e duraturo aiuto di quel che ne abbiano per sè i bambini stessi.
« Di tali è il regno di Dio ». E’ una promessa, è una beatitudine.
E’ una consolazione ed una parola di gioia che il Nostro Salvatore ha
Bruno Costabel
alta e che non ci conduce ad un impegno concreto è inutile. Non compiacciamoci di noi stessi. Il messaggio sociale dei cristiani, quello cioè di
Cristo, non vale se non è radicato in
Lui ed incarnato'nella sorte dei bisognosi. La speransia alla quale vogliamo chiamare gli altri, dev’esser prima di tutto vivente in noi.
Bisogna leggere il documento cattolico come testimonianza di una chiesa che cerca la sua strada. Viene
spontaneo il paragone con i documenti ufficiali delle assemblee ecumeniche di Amsterdam ed Evanston. La
validità di questi documenti come
espressione della testimonianza cristiana e di un impegno coerente al
di sopra delle frontiere, è stata confermata ancora di recente dall’adesio
ne della Chiesa Bussa al Consiglio
Ecumenico delle Chiese. Posteriore di
qualche anno alle risoluzioni delle nostre assemblee ecumeniche, l’Enciclica, senz’esser così ardita come lo sono
alcuni cattolici di punta, dà le linee
fondamentali della ricerca cattolica
e delle risposte cattoliche ad alcuni
problemi del mondo moderno. Essa ci
interessa come testimonianza dell’esigenza che oggi vien sentita dalla
Chiesa di Roma come da molte altre
chiese, Tesige|nza della presenza al
mondo del Corpo di Cristo.
Possiamo tranquillamente considerare come provinciale l’idea che ogni
documento pontificio sia di per se
stesso «universale»: si può pensare
cosi solo sulla base del peso che la
Chiesa cattolica ha in Italia e che
non trova riscontro in nessun’ultra
nazione. Vorremmo sapere che cosa
ha insegnato renciclica al Primate di
Polonia o alla cosidetta « chiesa del
silenzio». L’espressione iniziale della
enciclica « la Chiesa madre e maestra
di tutte le genti » non è fatta per introdurre con serietà un tema cosi grave oggi come quello dell’impegno politico-sociale del cristiano.
S. Rostagno
Su « La Luce n Pierluigi falla ha ampia
mente presentato e commentato renciclica.
Ora, sull’ultimo numero (3/1961) della rivista « Protestantesimo », Giovanni Carsa
niga la analizza in un’approfondita rasse
gna, preceduta da una nota redazionale (dta
riportiamo in partei Penciclica ’ rappresenta per la coscienza protestante un prò
blema fin dal suo titolo. Si potrebbe osservare che le carenze della .sociologia cattolica sono in diretta dipendenza dal fatto
che la ecclesiologia ^cattolica non ha registrato la portata doétsim di due documenti
luterani del 1520; An der christlichen Adel
deutscher Nation von des christlichen Standes Besserung e De captivitate Babylonica
ecclesiae. Osservazione che può apparire ingenua, come di chi per discutere con i cattolici ponesse loro come condizione di essere non cattolici; eppure il richiamo alrEvangelo e l’appello alla riforma de’la
Chiesa non ce.ssa di essere valido perchè so
no pas.sati quattro secoli. Questi due documenti sono l’espressione drastica della scoperla irrevocabile che Cristo solo è magister della Chiesa e del mondo e che quindi
tutti nella Chiesa, ministri e laici, pur nelle loro diverse funzioni, sono discepoli e
non magistri : ne risulta da una parte che
la Chiesa non t costituita da un clero, ma
da una totalità di credenti, e d’altra parte
che la Chiesa non può assumere di fronte
alla società atteggiamenti da magistra, che
alla luce della storia si sono rivelati come
atteggiamenti di inevitabile conservatorismo, tendenzialmente refrattari ad ogni critica rinnovatrice, ma insieme alla società
è responsabile nei confronti della legge di
Dio e deve nell’intelligenza della fede cercare la traduzione delle sue esigenze nel
l'epoca ed esprimere la chiara e impegnala
coscienza”. Per noi ’’ il punto di partenza
per pensare e attuare atteggiamenti cristiani verso la società che non siano tributari
di istanze estranee hllo spirito dell’Evangelo è una ecclesiologia agli antipodi di
quella di Roma: attégginmenli di una Chiesa che concepisce sè stessa in una prospettiva di servizio nel mondo e non di dominio sul mondo. Comunque questa è l’ecclesiologia che serve di fondamento alla
Enciclica: la concezione della Chiesa come
Mater et Magistra ”.
I lettori ci scrivono
Alla pari, ma a che livello?
Caro Direttore,
mi .permetto di interloquire anch’io nelle recenti discussioni, da cui sembra che
non ri sia un concetto unanime sulla natura e sulle funzioni del pastorato nella
nostra Cliiesa.
Per esempio, è stato detto nell’Eco delle
Valli che « l’impegno del Pastore solennemente consacrato in un culto sinodale a
Torre Pellice non è più vincolante della
semplice confermazione ricevuta da un
fratello ». E leggiamo in « Diakonia » che
non si ha l’inte.nzione di abolire di colpo
il pasturato, perchè può fare ancora del
bene, ma è chiaro che per alcuni non è
essenziale alla vita della Chiesa che ci
sieno delle persone « che dedicano professionalmente ili loro tempo alla chiesa
ricevendone un salario », e quindi un laico
ohe presiede tm culto può benissimo indossare la toga, in quanto il pastore non
è elle « un isemplice credente chiamato a
predicare ».
Ho citato solo poche di molte affermazioni che .sembrano voler dimostrare che
la figura del Pastore ha acquistato nella
nostra Chiesa un rilievo troppo grande.
Naturalmente non c’è nessuno che non
indovini e apprezzi le Imone intenzioni di
quanti soffrono perchè nelle nostre comunità non ci sono, in numero sufficiente,
dei laici impegnati. E’ chiaro che, malgrado certi approcci ecumenici con la Chiesa
Romana di cui si sente parlare nel Protestantesimo, la no.stra Chiesa non è ancora pronta ad a.c,cettare l’istituzione di un
clero, indispensabile mediatore della grazia di Dio.
Quello che è più difficile comprendere
è che per affermare la realtà del sacerdozio universale, sia necessario attenuare il
valore della vocazione pastorale e ridurre
i Pastori al rango di « professionisti die
dedicano il loro tempo alla chiesa ricevendone un salario », anclie .se un po’ miserelio, e percliè sia necessario abolire quel
modesto segno esteriore che è la toga, da
essi indossata soltanto durante il culto.
Non solo, ma poiché sembra che non ci
sia nessuna differenza fra la consacrazione
pastorale e la confermazione di un catecumeno, sarebbe interessante sapere quale
significato abbia quel culto di consacrazione dei Pastori, che è sentito dal popolo
della Chiesa come il momento culminante
della sua vita ecclesiastica. Che significato
ha poi quella dichiarazione fatta dal consacrando, di sentirsi chiamato dal Signore
al Santo Ministero, e di volersi consacrare
ad esso con tutte le proprie forze? Che
cosa significa quel solenne riconoscimento
fatto a un Pastore del « diritto di adempiere tutte le funzioni del ministero di
Cristo »? Questo « diritto » riconosciuto
dalla Chiesa, compete anche a tutti i fratelli? E, in caso affermativo, perchè viene
solennemente rieono.sciuto soltanto al Pastore?
Non è il caso di citare troppi testi del
Nuovo Testamento, dove è ben chiaro
che lo Spirito Santo « mette a parte » certi
uomini « per l’opera alla quale li ho chiamati » e che questi uomini ricevono rimposizione delle mani come segno di un
servizio di particolare importanza (.Atti
13: 2-3).
Non c’è che da rallegrarsi di questo nuovo interesse per la « parte dimenticata ))
dalla Chiesa, e per quella die della Chie.sa
si è dimenticala. Venga pure il giorr.o in
cui « tutti saranno profeti nel popo.lo delrEterno, e voiglia l’Eterno metter su loro
lo Spirito suo » (Num. 11: 29). E fosse
pure che « voi foste giunti a regnare, affinchè noi potessimo regnare con voi! »
(1 Cor. 4: 8).
Nella realtà in cui viviamo non possiamo però dimeni i.care che Dio, non solo
concede dei doni a chi crede e come crede, ma ha anche istituito nella Chiesa il
miniistero di uomini che, in obbedienza e
per amore del Signore, hanno fallo delrannunzio deH’Evangelo lo scopo c.sclusivo della loro vita. Roberto Nishel.
Offerte di lavoro
Torino, 28-9-1961.
Caro Direttore,
sui nostri giornali si susseguono con insiislenza gli avvisi di ricerca di mano d’opera dall’estero e penso che sarebbe bene
e giusto che se ne parlasse perchè si sappia anche che ci sono degli mcouvenienli
e dei lati negativi e non ci si limitasse
soltanto a magnifiicarc le laute paghe promesse.
Intanto è cltremodo umiliante il vedere
che semipre e soltanto si continua a richiedere personale di fatica per case privale
0 per ospedali psiohialxiei (manicomi),
sempre e soltanto si offre quel lavoro pesante ed ingrato che gli amici svizzeri e
tedeschi non vogliono più fare loro. Non
taccio colpa ai giornali di pubblicare questi avvisi perchè chi paga può mettere la
inserzione che vuole e neppure si può far
colpa a ohi mette l’awiiso perchè quello
fa i proipri affari e ritiene che nelle nostre Valli, zona depressa, può trovare chi
eli fa comodo di sfruttare; ma mi chiedo
che cosa tacciamo noi di fronte a questo
Ogni tanto — di rado, per fortuna ■—
riceviamo in redazione lettere anonime.
Non ne teniamo, per ovvie ragioni, alcun
conto. Questa settimana ci è pervenuta in
busta una copia delVultimo numero de
L’Eco, sottolineata qua e là, con vari punti
esclaanuttivi e interrogativi, e questa nota
in margine: **Il Direttore è pregato di
pensarci: più esattezza nel riguardo della
politica occidentale e meno simpatia per
gli altri \ Non pretendiamo ad unHnfallibile obiettività; ma protestiamo contro una
lettura ¡yartigiana di ciò che scriviamo {negli stessi articoli altre sottolineature, fatte
in modo unilaterale, avrebbero potuto farci accusare di partigianeria filoccidentale e
anticomunista). Chiediamo poi a tutti i
lettori che non sono d^accordo con noi —
i> il cui parere rispettiamo — di avere il
coraggio di parlarci a viso scoperto, come
a viso scoperto ¡yarliamo loro. red.
BERLINO
Città divisa, Chiasa divisa
Al princiipio di sellembre, il governo
della Repubblica democratica tedesca
(DDR) ha portalo un nuovo colpo all’unità della Chiesa evangelica nelle due parti
della Germania. Per la prima volta il Consiglio delTElKD si è riunito a BerlinoOvest senza i suoi membri della GernianiaEsl; e il presidente, il past. Scliarf, che
dopo lunghe Irallativc aveva ottenuto l’autorizzazione a recarsi a tale sessione, si è
visto riifinlare il rientro a Bcrlino-Est, dove ha il suo domicilio personale e professionale: questo sotto pretesto che presiede
« uu’organizzazionc illegale c ostile alla
pace ».
Anche i membri della conferenza dei
vescovi della Chiesa luterana evangelica
unita di Germania (VEUiD) si sono dovuti riunire al principio di settembre a
Berlino-Ovesl senza i rappiesentanti delle
Chiese del Mecklemburg, Thüringen, Sach,
sen, che non hanno ottenuti i visti.
Misure analoghe hanno colpito la <onferenza dei vescovi cattolici romani, rinnila a fine agosto a Fulda.
Mentre il past. F. C. Fry, presidente dalla Federazione luterana mondiale, invitando le Chiese a conservare la più stretta
fraternità, afferma che « la FLM considererebbe ogni tentativo di separare contro la
loro volontà le Chiese della Germania or.
da quelle sorelle della Germania occ. come un’ingiustificabile ingerenza dello Stalo negli affari interni della Chiesa », il
vescovo luterano d’Ungheria, Lajos Velò,
in un’intervista ha parlalo del blocco di
Berlino come di « un progresso sostanziale
nel rafforzamento, della pace in Europa e
nel mondo... Il governo (della DDR) ha
lutto il diritto di prendere simili misure,
data To-slilltà delle autorità di BerlinoOvest e del governo di Bonn ».
Intanto, secondo l’agenzia di .stampa
AiDN' della Germania or., H. Seigeswasser,
segretario di Stalo per gli affari religiosi
nella DDR, ha avuto e avrà incontri con
rappre-senlanti delle Chiese evangeliclie
regionali per discutere « questioni relative
alla conclusione di un trattato di pace».
, (soepiA
flusso di mano d’opera che viene di-sperso
all’eslero, esodo che impoverisce le nostre Valli, che disperde la parte più giovane della nostra popolazione senza che
per una buona parte di essa vi .sia più
una possibilità di ritorno, esodo che <rea
cosi .spesso degli isolati, dei malalii di nostalgia della loro terra.
Generalmente si può aver subito un
guadagno maggiore di quello che si può
avere qui ma poi lo si sicouta più tardi
con le poclhissiime possibilità di fare una
carriera, di avere un avvenire tranquillo,
di formarsi una famiglia in un ambiente
nostro.
Purtroppo oggi anche alle Valli vi è
un Dio che impera: il denaro. I giovani
sono impazienti di guadagnare molto, i
genitori sono iimipazieuti ohe i figli guadagnino ed j risultati di questo modo di
pensare ed agire li puissiamo vedere ogni
giorno più chiaramente intorno a noi.
Per quanto riguarda il lavoro aU’eslero
c’è un esempio sul quale desidero ritornare perchè molto eloquente: molte giovani vanno in Svizzera a fare le aiuto-infermiere perchè hanno subito uno stipendio mollo più elevato di quanto potrebbtro avere qui, e così i nostri istituti, anche queiUi delle grandi città, non riescono
ad avere personale nostro. Però quelle giovani, quando si rendono conto che per loro ci sarà sempre e soltanto il lavoro che
gli altri non vogliono fare, quando la no.stalgia della loro casa le spingerà a cercarsi un lavoro in Italia si accorgeranno
con amarezza che il bellissimo e vistoso
diploma che a loro è stato rilascialo non
vale assolutamente niente in Italia e si accorgeranno che quelle die son rimaste qui
a guadagnare inizialmente poco, che hanno frequentato, magari con sacrificio e fatica, un corso professionale hanno raggiunto una situazione soddisfacente, hanno poasibililà di sistemazione e di guadagno che per loro non è possibile.
Spesso penso con ammirazione a quanto
hanno fatto nel passato i nostri padri ed
anche in questo campo del lavoro devo
riconoscere che hanno agito con maggior
sa.ggezza e spirito fraterno che non noi;
quando la necessità li ha spinti lontani
dalla loro terra per trovare un lavoro ed
un pezzo di pane hanno cercato di non
disperdersi, sono emigrati a grappi, hanno formalo nuovi grappi di famiglie vaidesi ed ora a distanza di tanti anni possiamo valutare la loro saggezza dal numero e dalFimportanza delle colonie che
hanno formalo. La nostra emigrazione di
oggi invece, dispersa, individualista, non
dà altri frutti che uu impoverimento delle
Valli e la creazione di tanti individui isolali che, se è pur vero che più o meno
fedelmente danno la loro testimonianza
nel mondo che li circonda, sono destinati
nella gran maggioranza dei casi a scomparire nella maissa e nel paese in cui si
trasferiscono senza lasciar traccia.
Ed accanto a questo problema vorrei
porre quello dei nostri fratelli del Sud che
si trasferiscono nel settentrione e vi si disperdono; poSsSiamo chiederci cosa lianno
fallo o cosa potrebbero fare le chiese d^l
Ìaimoso Iriantgolo indu'striale? (Torino, Milano, Genova).
Varrebbe ancora la pena di tentare di
fare qualcosa cercando di osisere più unil^
e avendo il coraggio di prender qualche
inizialiva. c. />•
* La Federazione luterana mondiale annun>!Ìa che al 1« aprile 1%1 c’erano nel
mondo 72.588.559 luterani, di cui oltre
metà in Germania (37.860.000); la
Chiesa di Svezia ne conta 7.000.000.
3
6 ottobre 1%1 — N. 39
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
Inaugurazione dell'anno scolastico
Al Collegio Valdese
di Torre Pellice
Si è rinnovata il giorno 2 ottobre
la solenne cerimonia deH’inaugurazione (leU’anno scolastico presso il
nostro Collegio Valdese di Torre Pellice. Un fatto rallegrante era la presenza di un pubblico numeroso: segno che i genitori si interessano alla
vita scolastica dei figli e che la missione del Collegio è ancora avvertita
da qualcuno. Infatti per molti la nostra scuola media (inferiore e superiore) è un semplice istituto come ce
ne sono tanti, una scuola classica che
dà un certo lustro alla cittadina di
Torre, e basta. Ma dalle parole del
Moderatore, che presiedette la cerimonia, e dalla «chiacchierata» (per
non dire prolusione) del Prof. Gino
Costabel, risultò ancora una volta
chiaramente che il Collegio è uria
scuola speciale, che dà e vuol dare
il più possibile, una formazione culturale e morale agli alunni, cercando
di capirli e di aiutarli a creare nelle
loro menti ancora non esperimentate
delle vere personalità; giovani, immature, fin che si vuole, ma che si
trovino poi pronte al momento buono, a giudicare rettamente la vita e i
suoi problemi, a pesare le proprie
res])onsabilità, ad impegnarsi a seconda dei propri ideali religiosi o
morali nella società in cui vivranno.
Nel suo discorso il Moderatore accentuò l’aspetto religioso: la fiducia
in Dio e l’obbedienza; il Prof. Costabel parlò delle interessantissime
scojterte che un professore può fare
studiando il carattere e le idee dei
suoi discepoli. Come vedono essi la
vita scolastica, i loro professori, la
disci])lina, lo studio, e la vita in genere? Due tipi differenti di documenti furono illustrati briosamente
dal l’oratore che seppe abilmente interessare i piccoli e gli adulti: i vecchi banchi, con le iscrizioni incise da
generazioni di studenti; e i compo
nimenli deH’ultima leva di studenti
di 2.a media. La prolusione terminò
con il saluto rivolto anche a nome
degli altri colleghi al Prof. Teofilo
Pons, che entra in emeritazione dopo .37 anni spesi (e spesi bene!) nelrinsegnamento presso il Collegio. A
questo saluto pieno di riconoscenza
e di affettuoso rammarico si associò
il Moderatore, anche a titolo personale. Tutta l’assemblea rivolse un
caldo applauso al Professore, che ci
dispiacque di vedere seduto fra il
pubblico e non fra i suoi colleghi.
Seguirono gl auguri alle nuove insegnanti, Sig.ra Albani e Sig.na Pontet che sostituiscono rispettivamente
il Prof. Pons alla Scuola Media e il
Prof. Casini, che ci lascia per altra
residenza, alla Cattedra di Matematica e Fisica al Ginnasio-Liceo. La
cerimonia, cui prendevano parte anche i) Sindaco il Maresciallo dei Carabinieri e la Preside della Scuola
d’Avviamento, Sig.na Trossarelli, si
chiuse con la preghiera del Signore
e con la benedizione. L’aiuto chiesto
a Dio da professori e studenti, dai dirigenti delPAmministrazione e dal
pubblico, tutti uniti per l’oceasione,
non sia una pura formalità ma accompagni i nostri amici del Collegio
c i loro alunni durante lutto l’anno
eh
1 nuovi banchi
che nello scorso anno hanno
sostituito quelli
oimai vetusti,
anche se glo
riosi, del Collegio Valdese.
Avvicenilainentfl di profewi
al Collegio Valdese
Teniamo a dire la nostra profonda
e affettuosa riconoscenza al Prof. T.
G. Pons che dopo 37 anni di apprezzatissimo insegpiamento lascia il Collegio Valdese, e al Prof. G. Casini che
per alcuni anni è stato valente e apprezzato insegnante di matematica e
fisica al Ginnasio Liceo. Li segue il
nostro augurio cordiale spiacenti di
averli visti lasciare il Collegio. Un augurio particolarmente vivo alle Proff.
A, Gay Albani e E. Pontet, che li sostituiscono, e alla Prof. M. Godino che
assume l’insegnamento della matematica alla Scuola Latina. Buon anno,
sereno e profìcuo, a tutti i docenti, i
direttori e il personale dei Convitti dì
Pomaretto, Pinerolo e Torre, a tutti
gli alunni!
e SI e iniziato oggi.
Hi *
m
— Domenica 1« ottobre nel tempio gredi bambini ed adulti abbiamo celebralo il battesimo di Bounous Marco di
Roberto e Baret Rosina, del quartiere del*
la Paiola; siamo lieti di formulare ancora
in questa sede un augurio vivo per la creatura che è stala baltezzala affinchè la Luce
del Signore risplenda sempre in questo fo«olare,
— Domenica 8 ottobre alle ore 9 avrà
inizio la Scuola Domenicale al Centro ed a
Bprosa; al culto delle 10,30 udremo messaggi vari intorno ai problemi più importanti della nostra chiesa. Nessuno manchi.
Nel pomeriggio alle ore 14 avranno inizio
i corsi del cntecliiiimo per i quattro anni.
— Si prega di voler restituire le buste di
settembre in modo da poter chiudere i
conti della prima busta autunnale; grazie.
— Annunziamo sin d’ora le prime riunioni quartierali: Vivian: lO ottobre (martedì). Cerisieri; 12 oltobre (giovedì).
In pieno sviluppo a Pomaretto
la Scuola Latina e il Convitto Valdese
In un clima di famiglia s’è svolto il
programma dell’inaugurazione della
Scuola Latina: nel teatro del Convitto, gremito di studenti e genitori, provenienti da svariate regioni d’Italia e
da tutta la valle del Chisone e della
Germanasca abbiamo udito messaggi
e visto stupende diapositive. Il Pastore Bouchard ha commentato il salmo I, che parla della felicità: oggi si
parla molto di felicità, nelle riviste
che penetrano ahimè in molti focolari
e che fanno sognare il matrimonio
ideale, la posizione sociale elevata,
un lavoro retribuito al massimo e che
conlóente di vivere, di godere senza risparmio; anche gli adolescenti sognano la felicità; in un periodo critico,
di trapasso tra l’età dei sogni, l’età
del candore e quella adulta, in cui il
ragazzo si trasforma, la nuova linfa
saie neH’albero della vita ed il fanciullo sogna la felicità; in quel periodo il ragazzo passa da un moto di
entusiasmo e di esuberanza a momenti di riservatezza, di chiusura interiore, di timidezza; tutto influisce sulla
formazione del suo carattere e della
sua personalità: i compagni, la radio,
il cinema, la televisione, i libri; la missione dei genitori e dei docenti è grande, molto grande nel gettare le fondamenta del futuro uomo, della futura
donna. Il segreto del successo è indicato nel salmo L vale a dire la meditazione della legge dell’Eterno, cioè
della Bibbia. Alla Scuola Latina ed
al Convitto di Pomaretto la Bibbia
tiene ancora il suo posto; le varie discipline sono utili, preziose, ma la
Bibbia è formativa, è un fermento
gettato nel cuore degli alunni, è un
lievito, una potenza meravigliosa; per
questo la nostra scuoletta è diversa
dalle altre o comunque da tante altre, anche dalle nuove scuole che sor
gono nelle vicinanze; non possiamo
dimenticare il valore spirituale dell’insegnamento che ci consente di distinguerci, di atfermarci. di dare una
testimonianza dovunque. La Bibbia,
per servirci deH’immagine del salmo
primo, è simile alle acque limpide e
pure che alimentano la pianta della
nostra vita interiore e che consentono
di avere foglie sempre verdi, di prosperare, di recare frutti buoni in un
tempo di siccità spirituale, di vita disordinata, lontana dalla sorgente divina. Beato quindi colui che medita
la parola del Signore perchè lutto
quello che fa prospererà.
Il Pastore Micol ha ricordato l'influenza della Scuola Latina nella sua
vita, soprattutto l’influenza spirituale
che gli è stata preziosa nei momenti
diffìcili; ha .sottolinealo efficacemente
la differenza che corre tra altre scuole e la nostra, proprio per i valori morali e spirituali che la ispirano e la
guidano.
La preside Sig.na Elsa Balma ha
letto la relazione dell’anno scolastico,
particolarmente lusinghiera; tutti promossi al terzo anno tranne uno; attualmente gli iscritti sono 88 con un
aumento di altre 6 unità sullo scorso anno; questo è il miglior termometro del successo della Scuola Latina. Dobbiamo esprimere, in questa
sede, una parola di elogio ai nostri
docenti che si prodigano con entusiasmo, con impegno per la nostra
scuoletta. Abbiamo rivisto oltre alla
preside, il prof. Ernesto Tron che condivide pure la responsabilità del Convitto che di anno in anno migliora e
che avrebbe bisogno di spazio, di
molto spazio; la direzione interna affidata alla Sig.na Ines Castagno, sempre sulla breccia, riceve quest’anno la
collaborazione di due insegnanti.
Sig.na Grill e Sig.na Benech di Pinerolo, alle quali si è dato il benvenuto. Abbiamo pure salutato la Prof.sa
Elsa Peyran che è ormai entrata nella
famiglia della Scuola Latina-in modo
permanente, e ce ne rallegriamo molto La Sig.na Marisa Griot che è ormai inserita nella vita della Scuola, la
Sig.na Luciana Mathieu, insegnante
di Economia domestica che si sposta
pazientemente da Villar Pellice sino
a Pomaretto, la Prof Mirella Godino che sostituisce il Prof. Salvemini
quale docente di matematica e alla
quale diamo un caldo benvenuto. Era
assente la Prof.sa Bianca Bussi docente di disegno. Sono pure stati menzionati gli « Amici della Scuola Latina » fra i quali ricordiamo in modo
speciale il sig. Paolo Rostan di Pomaretto, deceduto durante l’anno.
L’invitato ufficiale del pomeriggio,
il Pastore Roberto Jahier, è stato il
’’clou” del pomeriggio: egli ha proiettato stupende vedute delle comunità
valdesi del Baden, del 'Wurtemberg e
di altre località; con un commento
opportuno ed efficace ci si è potuti
tuffare nella storia passata, ricca di
fedeltà, di fermezza, di sacrificio per
la causa del Signore. I presenti hanno
seguito con vivo interesse il prezioso
documentario che ha toccato anche le
Valli Valdesi, il mondo dei fiori di
Torino. Siamo riconoscenti al collega
Jahier per la sua venuta e per il dono
che ci ha fatto con le sue diapositive,
e lo attendiamo presto a Pomaretto
Desideriamo inviare a tutti gli insegnanti, ai responsabili della Scuola
Latina e del Convitto, nonché a tutti
gli alunni un augurio di buon lavoro,
sotto lo sguardo di Dio, in vista della
vera felicità che l’Evangelo ci offre
in Colui che ha dato se stesso per noi.
od.
Se lo dicono
loro...
Nella rubrica « Rispondiamo ai lettori », il direttore di « Missioni », rivista mensile riccamente illustrata e
che si occupa in mode particolare dell’attività missionaria dei Gesuiti, risponde, nel numero di ottobre 1961 ad
un lettore, l’insegnante D. Caociaguerra, di Poggia. Interessanti la domanda e la risposta.
Il sullodato insegnante suggerisci
ai direttore della rivista una maggiore attività propagandistica; suggerizee di esporre la rivista su di un tavolo. in fondo alla chiesa, cosi i fedeli
sarebbero invogliati, la sfoglierebbero,
l’apprezzerebbero e la comprerebbero,
li lettore entusiasta dà poi altri suggerimenti pei diffondere maggiormente la buona stampa. Per dar maggior
peso ai suoi suggerimenti, molto pratici e che potrebbero anche opportunamente esser meditati ai fini di una
maggior diffusione della stampa evangelica, il nostro egregio insegnante cita le sue esperienze durante un soggiorno neiringhilterra del nord, a
Sheffield.
E qui gli arriva, fresca fresca, limpida limpida anche se alquanto malinconica la risposta del signor direttore della rivista, che trova alquanto
ottimista il tono delle proposte del let
tore signor Cacciaguerra, che ignorerebbe alcuni dati di fatto. Scrive dunque il direttore reverendissimo ; «...Non
è il caso di paragonare i cattolici d’Italia con quelli dell’Inghilterra. Nei
paesi protestanti i cattolici, in generale, sono molto più sinceri e più coerenti dei nostri: la lotta li tiene desti,
l’emulazione U stimola, la fede a loro
costa di più, e perciò l’apprezzano e la
praticano meglio. Inoltre nel paesi
protestanti la stampa cattolica è poca,
e forse fatta meglio che da noi. In Italia si contano più di tremila testate di
riviste e giornali cattolici; una fungaia tra cui c’è il buono e c’è anche il
miserevole... Noi poi sappiamo di non
essere graditi in qualche parte. Recentemente ci è giunta da alto loco
questa domanda: «Quand’è che la
smettete?». Ci riteniamo sicuri che.
se chiedessimo ai 25.000 parroci d’Italia di accoglierci, più della metà ci risponderebbero : « Qui c’è la stampa
ufficiale e tradizionale; ne abbiamo
troppa ; per la vostra non c’è posto ».
La qualità non conta. E allora perchè
restare a pestarci i piedi?... ».
Se lo dicono loro... L. A. Vaimal
“Protestantesimo,,
Sommario del n. 3/1961
— Giovanni Miegge.
G. M. Girardet: Missione della
Chiesa in uno società in trasformazione.
S. Rostacno: La predicazione oggi.
V. SuBiUA: Responsabilità ecclesiastica p mondana nella predicazione odierna.
STUDI CRITICI
G. Miecge: Ecumenismo cattolico:
II.
G. Carsanioa: L'Enciclica sociale di
Giovanni XXIII.
F. T. D.: Sociologia del Protestantesimo.
RASSEGNE
V, Subiija: La nuova "Base" del
Consiglio Ecumenico — Un "Monitum" del S. Ufficio sulla critica
biblica — La lingua parlata nel
culto cattolico.
G. M.: Una nuova sezione della
teologia cattolica: la Giuseppologia.
— Recensioni^ notiziario. libri ricevuti.
Omaggio a Dag Hammarskßoeiti
0. F. Nolde. direttore della Commissione delle Chiese per gli affari
internazionali ha inviato questa lettera a F. Boland (Irlanda), presidente dell’Assemblea generale delVONV
per la morte di Hammarskjoeld.
Martedì, 19 settembre 1961
Ovunque nel mondo i cristiani condividono con l’umanità intera la perdita dolorosa rappresentata dalla morte tragica di Dag Hammarskjoeld, segretario generale delle Nazioni Unite.
Insieme esprimono la loro viva ammirazione per la consacrazione senza
ombre e per il contributo unico con
cui ha servito la causa della pace e
della giustizia.
I cristiani che soffrono con tanti
altri di questa perdita e condividono
l'ammirazione comune per colui che
scompare, sono pure riconoscenti per
tutte le influenze che si sono esercitate sulla vita di servizio di Dag Hammarskjoeld. Ragazzo, faceva quasi
parte della famiglia dell’arcivescovo
Nathan Soederblom, primate della
Chiesa di Svezia. Grodeva così, del contatto costante con colui che ha dinaniicamente ispirato il movimento del
Cristianesimo pratico CVita e Azione),
cioè una delle correnti principali che
dovevano dare origine al Consiglio
ecumenico delle Chiese. Conversando,
Dag Hammarskjoeld diceva spesso la
gratitudine per ciò che aveva imparato negli anni della sua giovinezza.
Ci si può rendere conto deH’influen
za di queste prime esperienze leggende il primo discorso di Dag Hammarskjoeld alla settima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite, nel mese d’aprile 1953, poco do
pc Pasqua, quando assumeva le sua
funzioni di segretario- generale. « Posso ricordarvi il grande evento che il
mondo cristiano ha appena celebrato.
Lo posso tare per ciò che questo ricordo ci dice della potenza redentrice
esercitata da una consacrazione autentica alla pace e alla buona volontà degli uomini. Apparteniamo a religioni diverse, abbiamo convinzioni diverse. Gli eventi, le idee che rappresentano per alcuni di noi la base stessa della loro fede .fanno parte della
eredità spirituale deH’uomo, ma non
son per questo meno estranei ad altri.
Tuttavia, valida per ciascuno di noi
e superiore ad ogni altra convinzione,
c’è la verità espressa da un poeta svedese ; « La più bella preghiera delTucmo non è per la vittoria, ma per la
pace».
Nel discorso pronunciato davanti
alla terza Assemblea del Consiglio
■scumenico delle Chiese, a EVanston
nel 19.54, Dag Hammarskjoeld diceva:
« Nel Sermone sul monte ci è detto di
non preoccuparci del domani, perchè
il domani sarà sollecito di sè stesso;
basta fid ogni giorno il suo affanno.
C’è qualcosa di più estraneo alia pianificazione, ai progetti a lunga sca
denza che sono tipici della vita politica? eppure non troviamo qui pure la
descrizione del tipo di pazienza che
dobbiamo tutti imparare ad avere
lottando per la pace e la giustizia?
non dobbiamo forse imparare a credere che consacrando ogni giorno a questa lotta ciò che siame capaci di consacrarvi, affrontando ogni giorno le
esigenze del memento secondo tutta
la misura dei nostri mezzi, cammineremo in ultima analisi verso un mondo in cui ci sarà più giustizia e buona
volontà, anche se nulla sembra permetterci di sperare di riuscire o anche di progredire nella giusta direzione? Per la fede cristiana la Croce è il
luogo al centro della storia del mondo in cui tutti gli uomini e tutte le
nazioni senza eccezione si rivelano
nemici di Dio, e tuttavia anche il luogo in cui si rivela che tutti gli uomini
sono amati da Dio, sono preziosi ai
suoi occhi. Così compresa la Croce,
pur restando il latto unico su cui le
Chiese cristiane fondano la loro speranza, non dovrebbe separare i cristiani da quelli che non condividono la
loro fede, ma dovrebbe al contrario
renderli capaci di tendere la mano ai
popoli di altre religioni in un sentimento di fraternità universale che, lo
speriamo, si rifletterà un giorno in un
mondo veramente unito».
Sferzandosi di adempiere al suo
compito di segretario generale nel
quadro della carta delle Nazioni Uni
te, Dag Hammarskjoeld si è lasciato
guidare dall’ideale che aveva espresso.
Ha riconosciuto il valore delle forze
spirituali in campo intemazionale. Si
renderà omaggio a questo laico cristiano che, fedelmente e senza stanchezze, ha assunto le sue alte respon.sabìlità di funzionario intemazionale. La sua opera e il suo esempio continueranno ad ispirare coloro che
avanzano nella via interminabile e
tortuosa che conduce alla pace nella
giustizia e nella libertà.
Come direttore della Commissione
delle Chiese per gli affari intemazionali, organo del Consiglio ecumenico
delle Chiese e del Consiglio interna
zionale delle Missioni, Le esprimo questi sentimenti, con la convinzione che
sono assai largamente e profondamente condivisi da quanti rappresento.
Riceva, La prego, l’espressione della
mia profonda stima.
O. Frederick Nolde
IMoiiUà alla ‘‘Claudiana,,
Sono state preparate delle pagelline di catechismo, che potranno accompagnare i catecumeni durante i
quattro anni di preparazione, e che
potranno essere particolarmente utili
in caso di trasferimenti nel corso di
questi anni. I pastori e i catechisti
possono richiederli alla Claudiana:
1-. 10 la copia; 100 copie L. 800.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 39 — 6: ottobre 1961
I
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
— Domenica 1» ottobre è stata battezzata la piccola Loredana Rivoira di Giovanni e Totim Benina. Voglia il Signore vegliare eu questo agnello del suo gregge e
sui genitori.
— Mercoledì 4 ott. ha avuto luogo il
servizio funebre di Durand Canton Maria
ved. Durand, che ha lasciato i suoi cari in
tarda età. Esprimiamo alla famiglia nei
lutto la nostra fraterna simpatia e le ripetiamo • « a tutti quelli che l’iianno ricevuto Cristo ha dato il diritto di diventare
fìiglioli di Dio » (Giov. 1: 11).
— Si ricorda ancora VAssemblea di
Chiesa di domenica proas. 8 ottobre. Tutti
gli alunni della Scuola Domenicale si presentino regolarmente aille ore 9 dello stesso giorno al terapia.
— Si fa ancora presente a tutti i catecumeni ohe le lezioni di catechismo avranno inizio giovedì 12 ottobre alle ore 9.
Sono catecumeni di 1« armo i ragazzi nati
nel 1948 e le ragazze nate nel 1949.
— La visita alla comunità di St. Jean-duGard avrà luogo nei giorni 3-4-5 novembre, con ritorno il 5. Il prezzo del viaggio si aggirerà sulle L. 4.000, senza comunque superarle. Le iscrizioni vanno fat.
te al più presto, accompagnandole al versamento della quota viaggio.
— Le scuole sono già cominciate per
tutti, non però con gli sco'laretti rorenghi,
i quali aspettano — e con loro i genitori •—
di veder spuntare all’orizzonte un maestro.
— Per la vaccinazione gratuita contro la
poliomielite, iscriversi entro e non oltre
il 14 ottobre all’Gfilcio comunale. La vaccinazione sarà praticata a tutti coloro che
lo desiderino e non abbiano superato i 21
anni.
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
a cura di T. G. Fons
la Girarda: abitazione isolata fra
Cumbo Mulin e lu Pumarat airaltezza di quest’ultima località, a sud
di Ferrerò. Casa di un Girard.
1-^ Giuvu: villaggio di Angrogna, sopra il Baussan, sulla strada che sa
le a S. Lorenzo. Dal nome di fam.
Giovo, Jouve, che sotto la forma
Juvenis si trova fin dal 1232 in quel
di Angrogna e ad Aiguille nel 1332.
Dal lat. juvenis è derivato pure Giovene, nome che troviamo fra i mar
tiri valdesi di Calabria del 1560-61,
e ad Angrogna nel 1594. 1674, ruata
delli Gioveni o Giovini.
la Gorgia: villaggio nel vallone del
Siibiasc, prima di raggiungere il
Bessé.
lì Gos: villaggio versO' il fondo di S.
Giovanni, cioè all’estremità orientale del comune. Nome di fam. esistente a S. Giovanni ove, fin dal
1519, troviamo un Martino Goss.
consigliere.
hi Grà: villaggio di Riclaretto, sopra
il « pont raut ». Forse contrapposto a
magro, riferito a terreno', e quindi
fertile, produttivo, piuttosto che dal
nome di fam. Gras, alle Valli dal
XVI» secolo. 1678, al Campasse e
al Gras.
Grandìdie: villaggio di Massello, sopra il Praladreit. Dal nome di fam.
Didier, forse di provenienza piemontese sotto la forma Didero; quindi
grangia di un Didier o Didero, o
grande Didier.
las Grangia: villaggio di Bovile, sotto
i Peirun e sopra i Vroc. Dal termine « grangio », grangia, luogo ave si
mettono al riparo le biade ed il fieno. Pure in vai Pragelato ed a Barcellonetta trovansi villaggi di ugual
nome. 1578, Grangia,
id.: villaggio di Pramollo, a NO dei
Ribet, nella parte alta del comune,
lu Grangés: case nella parte alta di
Faetto, fra lu Crò e Grò dà sap.
Derivato dal precedente,
las Grangétta : villag^o di Faetto, sotto lu Pumarat. Diminutivo pi. di
’grangio’. 1578, Grangietta.
la Grangétta: case del Villar, ove si
congiungono le strade scendenti dal
Béssé e dai Meinet.
MASSEfc
Dons en mém, du prof. G. Miegge: Fam.
Pons Teofilo 1.000; Galliano Germana l.OOü;
Teofilo e Virginia Pons 1.000; Micol Bdwin
1.00"; Eisa e Giuditta Balma 2.000 (pour
l’église de Massel).
L’écoie du dimanche a lieu au temple à
9,30 jusqu’à la fin octobre. Les cours de
catéchisme seront fixés la semaine prochai
ne et les horaires seront publiés sur le jour
nal.
A la rentrée des classes cette année
le nombre de nos enfants qui se dirigent
vers l’école latine est encore augmenté.
Nous espérons que tous ces petits étudiants
sachent donner un bon témoignage dans
leurs études et dans la vie cotidienne.
BOBBIO PELUCE
Nel corso dei mesi estivi, oltre a presiedere riunioni aB’aperto il pomeriggio
della domenica, il Pastore ha visitato i
membri di Chiesa dislocati agli alpeggi.
Riunioni ben frequentate e quanto mai
simpatiche e fraterne sono state tenute al
Barbara, al Prà, a Crosenna ed a Giuliano ; nè dimenticheremo la visita effettuata agli alpigiani dcO’aillpe Bancet. Il
Pa.store ringrazia di cuore tutti per la affettuoisa oisipitallità ricevuta ovunque.
La Comunità ha avuto il privilegio di
udire il messaggio dell’Evangelo dai Pastori Giovanni Bertinatti, Luigi Santini,
Giuseppe Castiglione e dal Prof. Emanuele Tron ohe ringraziamo di cuore per la
loro collaborazione. Mollo gradita pure la
visita fattaci dai trombetlieri del Baden
caipitanati dal Pastore Geyinet la sera di
lunedì 28 agosto. In questa occasione abbiamo udito i messaggi dei Pastori Geymet, Castiglione, Libonati, di un Pastore tedesco e del Pastore locale. Un vivo
grazie a tutti.
Comunidiiamo ai fedeli partecipanti all’annuale convegno del Calde della Croce
.che la coilllelta effettuata in occasione delruhima « renicontre » il 30 luglio u. s.
è stata devoluta di comune accordo alla
Société dee Missione Evanigéliques di Parigi. Tale colletta ha dato la somma conipdesisiva di L. 21.877.
Fa una strana impressione trovarsi a
Bobbio in questo periodo. Si direbbe che
il ipaesetto si riposi dopo la grande confusioue estiva. I nostri villeggianti, provenienti in massima parte dalla bassa pianura piemontese e da Torino, i quali, nel
periodo di punta, in agosto, hanno raggiunto le 1500-2000 unità, ormai sono rientrati in sede; la piazza principale, di solilo bruMcanle di persone e di automobili
e imotorette, è ormai deserta e eoilo ila domenica si annovera in paese un certo numero di gitanti. Abbiamo avuto un certo
numero di contatti interessanti con studenti e persone die hanno manifestato il desiderio di conoiscere questi « Valdesi » di
cui per la prima volta forse avevano udito
parlare. Molti sono stati i visitatori del
Tempio, dei quali un certo numero ha
pure partecipalo ai nostri culti. Abbiamo
continuamente dovuto rifornire di opuscoli « Chi sono i Valdesi », « Qii sono i
Cristiani Evangelici », « Come si svolge il
culto Evangelico » la bussola del tempio.
Ci domandiamo quanti di questi villeggianti sono ripartiti ricevendo dal contatto
con noi una parola di fede e di speranza
ohe fosse loro di aiuto e di norma nella
chiarificazione del loro problema spirituale. Ci auguriamo di cuore che ogni Valdese di Bobbio abbia sentito profondamente questa sua precisa responsabilità di
Valdese ed abbia reso la sua gioiosa c
franca testimonianza ài suo Signore e Salvatore Gesù Cristo. Sarebbe quanto mai
desiderabile ohe un maggior numero di
evangelici scegliesse la zona dì Bobbio
Pellice quale località per la sua villeggiatura futura!
Mercoledì 20 settembre, al Rifugio Re
C. Alberto ha avuto luogo il funerale della noiSlra sorella Bertinat Maddalena fu
Francesco (Parau) deceduta all’età di anni
85 dopo lunga infermità. Ai familiari ed
ai parenti tutti esprimiamo la nostra viva
simpatia cristiana. e. a.
IliiiDÌto a (ìinevra il comilaio esecutivo
delle Unioni Uristiane Femmiiiili
Dal 17 al 29 settembre si è riunito a
Ginevra il <5omilalo esecutivo delle Unioni cristiane femiminili. Principali punti alTo-d-g.: corsi di formazione 1962, lavoro
delle U.C.F. in Africa, la pace e il disarmo, la campagna mnndiale contro la fame
lanciala dalla F.A.O., e la responsabilità
I delle U.C.F. in materia d’educazione.
ISTITUTO “AURORA,,
Via Montebello, n. 2 — Pinerolo — Tel. 29.64
La Direzione informa che sono ancora disponibili alcuni post nei
corsi GRATUITI per l'anno scolastico 61-62;
Corsi diurni ;
— Steno-dattilografìa
— Lingua inglese
Corsi serali (riservati ai lavoratori occupati)
— Lingua francese
— Lingua inglese (per chi possieda già nozioni della lingua)
— Contabilità, paghe e contributi
— Steno-dattilografìa.
Orario segreteria: 8-12 — 14-20.
TOBRE PEUICE
Nel corso dell’estate sono state numerose le viisite di gruppi e di singole persone
provenieiui dall’estero, tutti interessati vivamente della storia e della vita attuale
della nostra Chieisa Valdese. Molli anche i
visitatori occasionali del nostro tempio fra
ì numerosi gitanti domenicali o del tempo
delle ferie verso i quali abbiamo potuto
svolgere una modesta attività evangelistica
sia conversando con loro sia donando opuscoli e porzioni della Sacra Scrittura.
In settembre abbiamo avuto la visita,
ormai quasi tradizionale, del Posaunenclior del Baden che ha tenuto uu concerto
spirituale nel tempio.
Nel corso della serata il Past. Ayassot
ha rivolto un mesisaiggio alla Assemblea.
Ringraziamo il Co’tnplesso tedesco e il
Pasl. E. Ayassot per la serata che ci hanno offerto.
Ned corso deU’eslate hanno presieduto i
nostri culti i Past. J. Tron, G. Beriinatti,
Neri Giampiccoli, Thomas Soggin, Wilfrido Artus, Ernesto Ayassot, Emilio Corsain. Roberto Coniha, Guido Comba, il
Canid. in Teologia Delmonte, il Landesbiscliaf J. Bender, il Moderatore E. Rostan.
Li ringraziamo molto per il servizio prezioso e molto apprezzato die Iranno reso
alla nostra Comunità.
Il 1« Ottobre si è riunita rAssemblea di
Chiesa. Il Prof. Renato Longo ha presentato una vivace relazione sui lavori del
Sinodo. E’ Seguita una discussione die dono aver toccato alcuni argomenti si è polarizzata sulla questione finanziaria; questione grave ed urgente da risolvere.
Nel corso della discussione vi sono stale
alcune interessanti cd utili propoiste die il
Concistoro cerdierà quanto prima di mettere in atto.
Nel corso di questa settimana e precisamente martedì 3 e sabato 7 ottobre le
Unioni giovanili dei Coppieri e del Centro riprendono la loro attività. Anguriaiuo
loro un anno ricco di buoni fruUi, die
tutti i giovani della nostra chiesa si impegnino sia a frequentare le riunioni sia
a partecipare alle varie iniziative che saranno prese nel corso dell’anno.
Annum'iamo fin da ora che Domenica
15 ottobre alle ore 15 nella sala di attività
avrà luogo una riunione speciale i he oltre
ad essere la riapertura delle nostre So'cielà
Missionarie sarà un saluto fraterno ai Missionari Graziella .Lillà e Roberto Coisson
e Signora che dopo lunghi anni di attività
missionaria rientrano in Italia e alle
Sig.ne Paola e Laura Nisbel clic si preparano a partire per il Campo missionario.
Battesimi-. Walter Cesan di Enrico e
Laura Mondon, Monoei Enrico di Cario c
Charhonnicr Emma; Eynard Walter di
Franco e Bertalot Eliina; Renalo Geymet
di Romano e Giovanna Ayassot; Jouveiial
MiclièJe di Roberto e Germana Colombo ;
Marcello Jourdaii di Giovanni ed Eynard
Lina; Oriana Rinalda Bersandi di Gualtiero e Jalla Marisa; Lucia Tiziana Lo
Russo di Nicola e Franca Angiolillo; Danilo Rivoira di Umberto e Poèt Olga; Sandra Armand Hugqn di Davide Giorgio e
Garnier Maria.
Matrimoni ; Giampiccoli Franco e Rol
Iter Daniela; Revel Pierre e Fuhrmann
Paola; Artus Davide e Roux Albina; Bellion Riccardo e Besson Delia.
Funerali: Clianforan Adele ved. Poèt;
Gardiol Francesco Bartolomeo; Jourdaii
Irene Laratore; Maddalena Gönnet; Coissoii Carolina; Giraudiii Giuditta in Costa
bel; Pellegrin Bartolomeo.
— Nel corso di settembre hanno ricevuto il segno della Grazia del battesimo ;
Cardon Renato di Emilio e di Pascheito
Eulalia, Godino Luciano di Adelmo e di
Costantino Emma, Charbonnier Liviana di
Daniele e di Gönnet Paolina.
Il Signore sia il Buon Pastore di questi
teneri agnelli, li aiuti a crescere sotto il
Suo sguardo ed assista i loro parenti onde
possano serbar fede alle promesse che hanno fatto.
— Il 4 settembre si sono sposati nel
Tempio di S. Bartolomeo Fornerone Sergio e Costantino Alessandrina ed il giorno
11 settembre nel nostro Tempio si sono
uniti in matrimonio Armellino Elio Dante
e Odino Wanda.
Auguriamo a questi sposi molte gioie e
domandiamo al Signore di benedire la loro
unione e la loro casa.
— Domenica II setteanbre il prof. Emanuele Tron di Genova lia presieduto il
Cullo. Lo ringraziamo per il suo interessante ed efficace messaggio.
— Il corpo bandistico del Baden, guidato dal pastore Geymet e presentato dal pastore Ayassot di Torino che ha parlato sul
cap. XIV dell’Evangelo di San Giovanni,
ha offerto alla nostra comunità un graditissimo concerto di musica sacra.
Ancora una volta questa visita ci Ita fatto
del bene ed ha conlrilniito con i canti e
la preghiera in comune a farri sempre meglio lomprendere la grande necessità di
realizzare runità di tutti noi in Cristo,
tutti fratelli e figli di uno ste.sso Padre
<die ci ama e ci salva in Cristo Gesù.
Grazie a questi giovani ed un l'aldo arrivederci per altre serate del genere.
— L'Assemblea di Chiesa è »onvocala
per domenica 15 ottobre.
Iimiporlaiiti argomenti sono all’ordine del
giorno per cui si raccomanda a tutti ed in
modo particolare ai membri elettori di
fare il possibile per inlervenire numerosi.
Ohi ama veramente la Chiesa non può
esimersi dall’intere.ssarsi ai suoi problemi
Direttore resp. ; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
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Chiasso
In questa nuova parrocchia della Chiesa
Evangelica di lingua italiana e francese
del Canton Ticino che si sta organizzando
abbiamo avuto il piacere di festeggiare i
94 anni della nostra decana, signorina Paolina Sala, insegnante, die ricorda perfettamente la sua gioventù a Torre Pellice
dove studiava al Pensionnat. -A Salorino
ho salutato ultimamente la signora Rina
Vaumard nata Balmas (da Peiimian, PramoUo) ed abbiamo parlato deUe Valli e
della istruzione religiosa dei suoi tre figli.
Il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha
favorevolmente accolto la nostra richiesta
di istituire dei corsi di istruzione religiosa nei ginnasi del Cantone, beninteso in
italiano e non in tedesco, ed è questa una
porta magnifica che si apre a noi fra la
gioventù studiosa del cantone ed ima vit*
torta della nostra perseveranza. Che Dio
ci aiuti ad approfittare delle porle aperte
per far conoscere la Sua Parola.
Guido Rivoir.
La moglie Anna ’Vittone, i fratelli,
le sorelle e parenti tutti del compian
” Bartolomeo Pellegrin
Mutilato della Grande Guerra
Decorato al valore
Nella impos.sibilità di farlo singolarmente ringraziano sentitamente tutte
le persone che si sono associate al loro
dclore.
Un ringraziamento particolare al
Pastore P. Sommani, al Prof. P. Corsani, alla Assoc. Combattenti e Mutilati e alla Soc. Operaia di M. S.
Torre Pellice, 3-10-61.
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