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ANNOLXXVI
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Torré r>étfìce, 26 Acrile 1940-XVIIl
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Riguardate alia roccia onde foste tagliati!
(Isaia Li, l)
Setti mie n a 1<
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Nulla sia più forte della vostra fedei¿^
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ABBONAMENTI
Italia e Impero
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AMMINISTRAZI.ONE; Via Carlo Alberto, 1 bis - Tomi Pbxxic®
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Tórhb Pbm.ice
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‘d’indirizzo costa una lira
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■Cent. "30 la copia
prima, no...!
« Non misurate Taltezza della monta'gna prima di averne raggiunto la cima »;
era il consiglio che spesso ripeteva un
r pio pastore agli spiriti turbati. « Siete
preoccupati per l’avvenire? Le difficoltà
si accumulano davanti a Voi come una
.catena di montagne? Siete forse attristati
per il cattivo andamento dei vostri affari,
^s-per le incertezze della vita umana ; per
tutte quelle innumerevoli possibilità che
^ la fantasia crea ed a cui presta una sorta
|:(Ji realtà ; o forse vi tormentano gli ostai,coli che gli uomini cattivi oppongono
/ai progressi del Vangelo.
Non misurate l’altezza della montagna
prima di esserne in cima ; forse non vi
|/sarà chiesto di ascendervi. E se dovrete
compiere l’ascensione, forse vedrete che
la vostra immaginazione aveva esagerato
le difficoltà ed 1 pericoli, e che sopratutto
non avevate saputo prevedere la misura
della grazfa e della forza che vi sarebbero
'accordate ».
Così nel 1872 un pio, vecchio pastore,
con parole che veramente presuppongono
una lunga esperienza ed una grande
pietà. Parole che vanno contro a quello
che siamo abituati a considerare come
il nec plus ultra della saggezza.
i Misurate bene, prima di cominciare:
pesate accuratamente il prò e il contro;
ponderate con diligenza i vantaggi e gli
inconvenienti ; guardate il barometro prima di preparare il sacco ; studiateli vento
e le nubi, prima di uscire di casa ; guardate il cielo... e tenetevi ben attaccati
alla terra !
Misurate quanto è alto il monte, quanto
sono erti i suoi fianchi, e scabre le rupi,
e nude le pareti: paragonate le forze di
cui disponete e la violenza degli uragani...
poi rimanete ai piedi del monte!
Ma so bene che le immagini valgono
|,:per quello che sono e: misurare o non
misurare il monte è un’immagine! Però
in quella del vecchio e pio pastore
vi è una nota che deve risuonare più
spesso all’orecchio del cristiano: quella
serena fiducia che traluce negli sguardi
K di certi vegliardi che sanno che lungo la
via che sale sempre il Signore dà la
^ forza per salire.
Non misurate : non è l’elogio dell’imprudenza, dell’entusiasmo superficiale e
facilone, che confonde realtà e fantasia;
è un richiamo ad una più alta concezione
della vita : quella per cui ad ognuno è
affidato un compito proporzionato a delle
forze, di cui. egli stesso non sa valutare
esattamente la capacità, ma che sono
comunque quelle di cui Dio vuole servirsi
nel suo piano.
Alta è la montagna !
E che ne sai ?
Non hai mai provato a
ti sei mai reso conto che
surata di certe montagne,
di altre è pura illusione ? Non hai mai
notato come, arrivato sulla vetta, la montagna che avevi ascesa ti è apparsa
dominata proprio da un’altra cima asprissima che da lontano ti sembrava più
agevole e meno alta, tanto che tu avresti
preferito di doverti cimentare con lei ?
E non sai tu che l’aria è più pura, in
alto, e che lo sguardo spazia sopra la
vallé, e più ampio è l’orizzonte? e che
f Je discordanze, i contrasti si attenuano,
salire, e non
l’altezza smiin confronto
si confondono in uhà grande pace, in
una grande quiete?
Certo lo sai ; e meglio ricordi il sentiero tortuosa, ormai scomparso fra le
roccie e l’occhio che misurava l’altezza
della parete, e il sole già alto sull’orizzonte, e la via lunga e le provviste scarse ! Ma ài piedi della parete : ecco il
canalone provvidenziale ; l’ascesa forse
più faticosa, certo più bella : una via che
s’apre nel cuore della roccia grigia.
Un cuore che batte più leggero, un
canto che s’eleva più sereno...
...Tutte cose vecchie, vecchie come
l’uomo ; ma per sentirle bisogna avere
un cuore puro, un vecchio cuore giovane,
un cuore che la prova ha reso^uro, e
capace di non misurare prima, perchè la
cima è misurata per lui. Ci.
SETTiMÀNA DI RINUNZIA
(5* Lista)
Chiesa di :
Napoli (2® vers.) L- 49,Carema » 100,—
Ivrea » 1590,—
Biella x> 200,—
Piedicavallo » 35,—
Drusacco » 30,Pont » 1& —
Feloniea - - . . » 300,-Mantova » 70,Santa Lucia » 100,—
Bergamo (3° vers.) » 50,—
. Pramollo _ » 750,—
Catania . * » 770,—
Firenze, V. M. (2° vers.) » 500,—
Campobasso » 160,—
San Giacomo » 385,—
Guglionesi » 130,—
Genova » 4200,—
Pinerolo, 2° vers. » 203,—
Torino, 2° vers. » 8007,80
Carunchio • 442,Borrello 43,-:
Castel del Giudice a 45,Casalanguida » 15,Lenteila 22,—
Pescoiancjano » 7,San Buono > 21,—
Schiavi 77,Salle > 75,30
Isolati Abruzzo » 33,—
Gallo Maria Luisa > 10,Famiglia Platania De Levis » 10,—
Chiesa di Zurigo, franchi sviz. 70—;
NB. La Chiesa dì Brescia ha versato
L, 1010, anziché
stato pubblicato.
1100, come era
Diplomi di ammissione in Chiesa
Anche quest’anno la Chiesa Valdese
di Catania prepara, in occasione dejl’ammissione in Chiesa dei suoi catecù^
meni, degli appositi diplomi illustrati,
artisticamente concepiti, da intestare alle
nuove reclute che si preparano alla solenne promessa di fedeltà cristiana. Poiché, l’anno scorso, taluno ha benevolmente espresso il parere che tale inizia-::
tiva avrebbe potuto essere gradita anche ad altre comunità, la Chiesa Valdese
di Catania è ben lieta di mettersi a disposizione di quelle comunità sorelle
che volessero procurarsene, con gli opportuni adattamenti. Il prezzo dei diplomi in questione comprende le pure
spese del cartone e della spedizione:
presumibilmente inferiori alla mezza lira
la copia.
Per ogni informazione e richiesta, rivolgersi tempestivamente al Presidente
del Consiglio della Chiesa di Cataniav
I inei dei immi
‘ ..il problema del ricevimento dei càtecumeni, risollevato in questo giornale
,non dovrebbe rimanere senza qualche
principio di soluzione.
E’ un problema vitale e di vaste proporzioni, che ha preoccupato la nostra
Chiesa da vari decenni. Qualche progresso sarebbe già stato realizzato, a
considerare soltanto le disposizioni delle
Conferenze Distrettuali, consistenti principalmente in inviti ad una tnaggiore
disciplina da esercitarsi verso i‘catecumeni, sia per quello che si riferiscé alla
loro istruzione che alla loro condotta.
' Ma praticamente le cose stanno al
punto di prima, e continuiamo a ricevere
nella Chiesa delle masse di giovani dai
quali si esigono degli impegni solenni,
.pur sapendo di scienza certa che diversi
di loro, ricevuti il Venerdì Santo, partecipanti alla Santa Cena a Pasqua, trascorreranno poi il pomeriggio e la sera
di questo giorno alla bettola e al ballo,
o. Certo non si può pretendere che dei
catecumeni che non sono nati di nuovo
e. che hanno l’animo alle cose della carne, vivano secondo lo Spirito, ma la
.Chiesa ha almeno^il..dovere d> vegliare
a che la cerimonia della • confermazione * non diventi la « confermazione • di
illusioni molto pericolose per sé stessa
e per i catecumeni. Si ha poi un bel predicare la conversione; nulla potrà sradicare dalla mente di quei giovani che essi
sono ormai a posto. Erano predestinati
alla salvezza, e come tali hanno ricevuto
il segno del battesimo ; ora la Chiesa ha
solennemente preso atto che essi sono
credenti. Con che logica si predicherebbe
poi la necessità della conversione ? Tutt’al più si tratterà per loro di procedere
ad un lavoro di rifinitura spirituale, di
eliminare qualche difetto o di migliorare
qualche virtù, ma ormai le basi sono
stabilite, ed è perchè le basi ci sono che
la Chiesa li riceve nella sua alleanza.
Ma noi ci domandiamo se tutto ciò
non è costruito sopra una tremenda illusione, e se la Chiesa non si rende responsabile delle funeste conseguenze che
questa illusione reca nella vita spirituale
di quei giovani.
Il problema fu nel passato oggetto di
studio da parte di uomini di eccezionale
valore, come il prof. Enrico Bosio e il
pastore Pietro Enrico Tron. Se i risultati
da loro proposti non vennero adottati
su larga scala, se ne deve cercare la
ragione nella ostilità degli inconvertiti,
naturalmente restii a vedere delle modificazioni all’andazzo tradizionale; inoltre
nella naturale indolenza che ci fa esagerare i pericoli cui per necessità di cose
va incontro qualsiasi iniziativa, e forse
anche perchè in seguito l’attenzione della
Chiesa venne assorbita da molte altre
attività extra-ecclesiastiche.
Ora il problema si ripresenta con maggiore urgenza, e sarà compito degli organi competenti di riprenderlo in esame.
Ma affinchè esso non sì areni nuovamente
ci sembra che dovremmo evitare un pericolo cui forse non si è badato abbastanza
nel passato, quello cioè di voler imporre
delle trasformazioni troppo radicali. La
pubblica opinione non vi sarebbe sufficientemente preparata, mentre le Chiese
seguono volentieri la via, se, lentamente,
ma senza posa, ci incammmiamo verso
quella riforma desiderata da tutti coloro
che soffrono per lo stato attuale delle
cose.
Ci sembra pertanto che un primo passo
dovrebbe consistere nel portaj'e da tre a
quattro anni il periodo 0 catecumenato^
e precisamente tre anni di studio e un
anno di prova.
Questa innovazione non risolverebbe
certo di colpo il gravoso problema, ma
sarebbe un primo passo, - ed è sempre
meglio che niente. Inoltre presenterebbe
in sè stessa dei vantaggi notevoli. '
Anzitutto contribuirebbe a togliere dalla
mente di molti l’assurda idea che la semplice frequenza del corso di catechismo
dia diritto ad essere ammessi in Chiesa.
Il periodo di prova metterebbe in evidenza un altro genere di considerazioni :
quelle concernenti la vita spirituale e la
condotta del catecumeno. Cosi daremrno
un principio di attuazione all’idea sviluppata nel magistrale articolo di Cl. nell’ultimo numero di questo giornale:
« L’ammissione in Chiesa è un atto squisitamente spirituale e deve essere subordinata alla presenza di fattori puramente
spirituali», < )
- -viln secondo -luogo si aumenterebbe' un
poco il limite minimo di età riehiestó
per Tammissione in Chiesa, che è veramente insufficiente. QueÌl’originale scrit^tore danese che fu Kierkegaard può essere stato paradossale in molte sue pagine, ma non aveva torto quando esclamava: ‘Un ragazzo di quindici anni!
Se si trattasse di dieci -talleri, il padre
direbbe : No, ragazzo mio, non ti si
possono lasciare in mano, tu sei ancora
troppo giovane. Ma poiché si tratta della
felicità eterna e si richiede una reale
personalità che assuma, con una promessa personalmente seria, l’obbligo del
battesimo imposto al fanciullo... l’età dei
quindici anni è la più adatta»..
Si noti poi che siccome le disposizioni/
della Conferenza Distrettuale non sono
precise a questo riguardo, rimane l’ipotesi che possano ammettersi in Chiesa
delle catecumene che non hanno quindici
anni, ma che li compiranno nel corso
dell’anno solare. Perciò chissà che talora
non sieno state ricevute delle bimbette
che hanno compiuto 14 anni da 3 o 4
mesi, e, in via eccezionale, anche solo
13 anni ?
Rimandando l’ammissione in Chiesa,
si rimedia almeno a questo intollerabile
inconveniente.
Un altro vantaggio porterà poi l’istituzione di un anno di prova. I Pastori
saranno naturalmente indotti ad occuparsi
con particolare cura dei catecumeni che
hanno terminato la loro istruzione religiosa e questi ultimi conserveranno con
la Chiesa quel vincolo, che - ironia delle
cose ! - si allenta e si spezza in molti
casi, dopo che essi hanno ricevuto il
< diploma di maturità e dì indipendenza »
cioè il ricevimento in Chiesa.
E ciò ha tanto più valore in quanto
l’età in cui essi dovrebbero aspettare è
spesso un anno di crisi per la formazione
della loro vita spirituale. >
Infine, dopo aver terminata l’istruzione
catechistica, i giovani frequenteranno
culti, riunioni e unioni ; la loro istruzione
religiosa continuerà quindi praticamente
i
2
.. V
L’ ECO DELLE VALU VALDESI
sotto un’altra tori^, ed esistgiunferanno
al momento dèlia lorot ammissione anche
intellettualmente «k pò preparati;
Senza contare che il Ifetto di ^essere in
modo particolàre sotto la sorveglianza
della Chiesa, sarà per loro un incqragglamentò ad evitare bettole e hialfi, ed
a superare vittoriosamenta quel periodo
di crisi, che ràppres'enta spesso pér i
giovani l’età di 15 e 16 anni.
- Ci sembra che tutti questi vantaggi
reali; posti di fronte a degli inconvenienti gravissimi, quali ora ii Abbiamo
lamentare, possano costituire una risposta anticipata a certe pbièzióhi.
Si è detto, per non parlare del ridicolo
argomento del vestito o della cuffia, già
pronti prima dell’esame davanti al Concistoro - tanto questo esame è tenuto
per serio! - si è detto che i catecumeni
debbono essere ammessi con ogni sollecitudine, perchè i genitori debbono mandarli a lavorare.
Noi crediamo che nessuna persona
seria sia del parere che gli interessi
spirituali della Chiesa e degli stessi catecumeni debbano passare in seconda
linea di frónte a degli argomenti che
possono portare a delle lontane e impensate conseguenze; ‘
- Sé - come speriamo - la Chiesa vorrà
addottare questi provvedimenti e istituire un anno di prova dopo l’istruzione
religiosa, le giovanette potranno attendere ancora per recarsi in servizio ; e
non sarà un piccolo vantaggio per tante
di loro, che ora ci ritornano dalla città
con delle mirifiche trasformazioni nel
loro abbigliamento,’è, cosa più grave,
anche nella loro anima. Se dovranno assolutamente allontanarsi, cercheranno di
ritornare qualche giorno a casa per l’ammissiohe, e del resto i Concistori potranno sempre deliberare in caso eccezionale.
Lo ripetiamo: non abbiamo preteso di
indicare il toccasana che risolverà tutte
le difficoltà concernenti questo annoso
problema. Siamo però persuasi che questa
decisione costituirebbe un passo avanti
e ci aiuterebbe a scansare un pericolo
cui molti di noi si sentono esposti : quello
di scoraggiarci e di adottare una massima che non trova più, molti sostenitori
nel campo dell’economia politica: « Laissez faire, laissez passer ».
Roberto Nisbet.
Opere nostre
n Rifugio Re Cario Aiborto
Lusema San Giovanni
1.
Confesso il mio torto : credevo di conoscere le Valli, se non bene,abbastanza;
avevo cercato di comprendere la popolazione, avevo percorso i luoghi storici
che avevano spinto a volere, per me,
una fede consapevole ed austera, avevo
ammirato le innumeri bellezze naturali :
potevo, a mio giudizio, essere soddisfatto.
Invece vi era, nelle mie conoscenze, una
lacuna imperdonabile, e sono grato all’amico avv. Peyrot che mi ha permesso
di colmarla : una visita al Rifugio.
Già entrando nelle Valli ed affacciandomi al finestrino del treno per lanciare
ai dolci colli di San Giovanni e al Vandalino un primo sguardo d’affetto, come
ad amici che finalmente si rivedano, avevo
notato, in vetta ad un colle dal pendio
dolcissimo, un fabbricato. Mi aveva col
infeiice dell’altro, ai quali, suprema carità, si dona un riparo ed -un tozzo di
pane : poveri esseri incapaci ormai di desiderare di più e accolgono con coatta
riconoscenza tutto quello (oh! quanto
poco) che per essi si fa... Mancano i ricoverati che paghino una qualche pensione... Certo soffrirò, mi dico, visitando
quel luogo.
Continuo a sfogliare il Rapporto e ad
interrogare la mia cortese Guida.
I malati sono presentemente 72, provenienti in gran parte dalle Parrocchie
delle Valli ; ma non ne mancano da altre
parti d’Italia e neppure daH’estero, perchè il Rifugio, per quanto Io permettono i
locali non vuole essere precluso a nessuno che sia nelle condizioni richieste...
Si, sorto in gran parte vecchi, ma, purtroppo, non mancano i giovani : è uno
strazio dover respingere, per mancanza
di spazio, domande di casi pietosissimi.
Ma, per rimediarvi per quanto è possibile è già pronto il progetto di ampliaré
il Padiglione Arnaud, costruendo una
pito oltre che per la bellezza della sua
posizione per la semplicità ridente delle
sue linee architettoniche ; ma l’avevo creduta la casa signorile e quieta di un qualche benestante. Era invece il Rifugio,
l’Asilo del dolore purificato nella Fede,
rasserenato dall’amore.
Vogliamo salirvi con l’avv. Peyrot, Io
zelante presidente della Commissione per
le Opere Pie Valdesi ? Vi assicuro che Io
merita: non spaventatevi della salita,
perchè il declivio è dolce e la strada
corre tra campi, prati e giardini e non
vi stancherà, e poi inganneremo il cammino sfogliando l’interessantissimo ultimo
Rapporto del Rifugio e l’Avvocato d sarà
largo di schiarimenti e di dati.
Ecco : per essere ammessi sono richieste due sole condizioni : 1* Essere stato
rifiutato da tutti gli altri ospedali. - 2*Non
avere aicun mezzo dì sussistenza.
Mi si stringe il cuore : immagino il Rifugio una raccolta di miserabili, uno più
seconda ala (l’Avvocato mi mostra lo
splendido progetto); si attendono tempi
in cui sia più facile procurarsi il materiale, ma, fortunatamente, la somma necessaria, circa 300,000 lire è già accantonata.
Respiro : se si è potuto risparmiare una
somma simile in vista di nuovi infelici
da soccorrere... vuol dire che non si
'faranno patire quelli che già sono nel
Rifugio !
Mi fermo un istante a contemplare i
bei campi che fiancheggiano la strada e
l’Avvocato mi indica quelli di proprietà
dell’Istituto : Ci producono verdura e legumi per quasi tutto l’anno, e parte del
grano e vino.
Ecco, siamo al Rifugio : esso si presenta come una cascina signorile ; vicino
al rustico portone un busto in bronzo
del Re che cancellò un’ingiustizia secolare
concedendo l’emancipazione: i Valdesi
mai ingrati hanno voluto ricordarlo con
quel busto e, più,-chiamando col suo
nome un’opera di squisita filantropia.
Prima di entràre sostiamo un attimo
a guardarci'intorno e ad inebriarci di
bellezza: ecco i mónti di Rorà, féatro
delle gesta di Gianavello ; ecco il Friulent e, dietro, la punta del Viso ; ecco
i monti del Val Pellice : il Vandalino, li
vicino, è laggiù l’AguIiassa, il Granerò,
il Boucle, il Palavas che ridono col lor
splendor della neve, sotto il raggio del
( sole; ed ecco la Val d’Angrogna; domi-,
nata dal Roux ; ed i dolci colli che minano a Prarostino, folti di vegetazione;
e ai nostri piedi Torre e Luserna, e laggiù, la pianura, grande e bella.
Gran cuore dovette avere il compianto
Pastore Melile, il fondatore del Rifugio
sé, per Í suoi ammalati scelse questo
luogo ! Egli, nella squisitezza del suo
animo pensò che non bastava dare un
ricetto e un pane, ma cercò anche la
bellezza: e quale bellezza non si gode
di quassù, e, dalle finestre di ogni camera!
Una Diaconessa anziana, esile, pallida
con la bontà dipinta sul volto e l'intelligenza che le fa brillare gli occhi ci
viene incontro: è la Suora Direttrice;
entriamo con lei in un cortile vasto, aperto
pulitissimo; un lato è fiancheggiato da
una lunga casa a un piano, la parte più
antica del Rifugio; di cui il primo nucleo
era appunto una cascina: ampliandola
se ne seguirono le linee architettoniche,
non solo per estetica, ma anche per offrire ai ricoverati un ambiente, per quanto
molto migliore, non troppo dissimile da
quello in cui erano vissuti.
Essi non dovevano avere l’impressione
di essere dei reclusi o dei relitti, ma
quella di essere in una casa, nella loro
casa : e anche questo era amore. AI piano
terreno v’è l’ampia cucina, e il refettorio,
il salotto delle visite ; in alto vi' sono
camere. Ad est un altro corpo di fabbricato contiene la moderna vastissima
lavanderia ed altri servizi ; nel centro dei
cortile la Cappella, dai sereni e consolanti versetti biblici: « Allegri nella speranza, - Pazienti nell’afflizione. - Perseveranti nella preghiera*. Dall’altro lato,
ma i fabbricati sono disposti che non
ostacolino l’un l'altro il sole e il panorama, solenne e signorile il padiglione
Arnaud, quello che dovrà essere ampliato.
Nel cortile alcune donne, arzille e d'
buona cera, vestite da donne del popolo,
ma pulitissime, che lavorano come ad un
gioco ; alcuni uomini tempre di operai
un pò vecchi ma non del tutto invalidi
ci salutano con rispetto cordiale,
Mi meraviglio di... tante persoue di
servizio per un numero relativamente
piccolo di ricoverati e domando alla Suora
dove questi si trovino ? forse tutti a
letto ?
La Suora sorride dolcemente:
— Ma vi siete in mezzo - mi dice.
(continua) I. LOMBARDINI.
i figli e parenti tutti annunciano con
profondo dolore la perdita dell’odorata
inanima
PERRO MARIA VED. MALAN
ringraziano tutte le persone che da vicino e da fintano presero parte al loro
dolore. In modo particolare i pastori Gardiol e Rivoira e le care amiche Boero
Luigia e Minetto Virginia.
Luserna San Giovanni, 15 Aprile 1940-XVIll
Le famiglie GERMANET, ROBERT,
BLEYNAT, BASSI e LONG ringraziano
sentitamente il pastore Bertin, il signor
Bert e tutte le persone che, da vicino e
da lontano, presero parte al lutto e intervennero al funerale del loro amato padre
TEOFILO BLEYNAT
S. Germano Chis. (Goudin), 22 Aprile 1940-XVm.
■
I
I sogni sono in maggior parte giochi
di fantasia. Ma ve ne sono anche di quelli
che provengono palesemente da Dio e
lasciano una potente e salutare impressione nella mente di coloro ai quali Dio
parla per svegliarli dal sonno del peccato, per consolarli, o per far loro conoscere la sua volontà.
Molti sogni profetici si trovano nella
¿^ Bibbia come, ad esempio, i sógni d’Abra’’■' mo (Genesi 15, 12-14), quelli di Giacobbe
(Genesi 28), di Giuseppe e Faraone (Genesi 37 e 41), di Abimelec (Genesi 20,
3-8), di Labano (Genesi 31, 24), di Daniele e Nabucodonosor (Daniele 2, 3), e,
nel Nuovo Testamento, il sogno di Giuseppe e quello dei re Magi ; poi quello
delle moglie di Pilato (Matteo 27, 19)^
di Anania (Atti 9, 10), di Cornelio (Atti
10, 3), ecc. ecc. Ora ecco: .
J/ sobrio di una bimba indegna
Una molto indegna bimba fu una notteconsolata potentemente da un sogno.
Quando ero piccina avevo una paura'
atroce dell’inferno che credevo aver me-'
ritato mille volte. Sognai di essere morta
e di trovarmi, con molte altre persone,
in una stanza, alle porte del paradiso/
Un angelo veniva ognitanto a chiamare
qualcuno di noi per essere giudicato.
Tremavo dalla paura di essere condotta
all’inferno. Quando fu il mio turno domandai all’angelo dove mi avrebbe condotta.'
Egli si volse con aria stupita e mi disse;
* Nel Paradiso naturalmente! » Allora io
lo seguii, tutta consolata, dicendo il versetto della preghiera che ripetevo ogni
sera, in tedesco, e che solo allora capii :
« Il sangue di Gesù Cristo e la sua giustizia, sono il mio ornamento e il mio
vestito d’onore col quale potrò comparire
davanti a Dio, quando entrerò nei cielo ».
Questo sogno mise fine ai miei terrori,
poiché mi fece capire che all’ultimo giorno
Gesù avrebbe coperto la mia nudezza
con un vestito bianco, purificato dal suo
sangue, poiché credevo in Lui e l’amavo
tanto.
»
,1*
•‘-Í
'i
*
i
Ji sogno di un uomo
molto rispettato
Un signore, molto rispettato, onorato
per le sue virtù, rispose al Pastore che
gli domandò su che cosa riposava la sua
speranza di vita eterna: * Sono un uomo
onesto che paga sempre i suoi debiti »
Una notte sognò di essere morto e di
trovarsi in una grande sala che aveva
un’unica porta sulla quale stava scritto:
« Di qui entra nel Cielo chiunque può
provare di avere pagato tutti i suoi de-'
biti ». ' Questo fa per me » pensò egli:
' di nessuno sono debitore ; entrerò ora
nel cielo *.
« In questo istante • - raccontò egli * la porta si aprì ed entrò un uomo pallido e magro che mi disse: Sono venuto
per ricordarvi il vostro debito verso dì
me ! » ' Come sarebbe possibile che io
avessi un debito verso di voi che non
conosco neppure? . L’uomo pallido mi
guardò fermamente e disse : « Non vi ricordate come voi passaste in carrozza,
vent’anni fa, in una calda giornata estiva,
davanti ad un poveretto che giaceva malato e sfinito sul ciglio della strada e
che invano vi supplicò di prenderlo con
voi ? Egli voleva recarsi all’ospedale, ma
per la debolezza non poteva andare avanti
e voi spronaste i vostri cavalli, non curandovi di lui. Quel malato ero io e voi
mi dovete ora quella vita, non secondo
le leggi del mondo, ma secondo quelle
dì Cristo. Sotto il vostro nome, nel libro
di Dio, stà scritto questo debito ».
Un lume s’accese neH’anima mia e incominciai a guardare in modo diverso
la mia vita. Ma prima ancora che io
avessi potuto, rispondere, un altro uomo
si trovò davanti a me che riconobbi per
uno dei miei vicini, il quale anch’esso
pretendeva che io avessi un debito verso
di lui. « Ma se vi ho sempre pagato
«
A
*
■m
il
3
i‘iüOömi:vM4.iVAi(n$i
regolarmente. E’ impossibile che io vi
<iebba qualcosa ! » -i- « Non ricordate
«he vi ho venduto anni addietro tina
mucca ?» — « Certamente, ma vè l’ho
pagata ». — « Ricorderete che l’inverno
•era rigido, mia moglie e i miei bimbi
»; erano malati. Io non guadagnavo nulla
Ì«. per non dover patire la fame, vendetti
la mia mucca. Voi, che conoscevate la
mia disgraziata situazione, ne approfittaste
i per pagarmela molto sotto costo e il
irresto di ciò che avreste dovuto sborsar. mi allora, sta scritto, con gli interessi, a
vostro carico « nel libro di Dio ».
I Mi accasciai sotto raccusa della mia
I ' coscienza e, dalla porta semi aperta, vidi
ancora molte persone che si dicevano i
I' miei creditori e verso le quali riconobbi
I di essere debitore, ma non sapevo come
I sdebitarmi.
Sopraffatto dalla vergogna e dai rimorsi, caddi in ginocchio col grido:
r « Signore Iddio non posso pagare i miei
debiti. Non vi è dunque via di salvezza?
Dio misericordioso fammi vedere come
potrò essere liberato da cotesti debiti ! »
■^.Mentre pregavo così riscrizione sulla
porta si cancellò e un’altra iscrizione ne
' prese il posto, chiara e risplendente :
« li sangue di Gesù Cristo, figlio di Dio,
ci libera da ogni peccato» — «Sì!»
esclamai « di questo ho bisogno, questo
: mi libererà. A Dio sia lode e gloriai »
Mi svegliai e vidi la via, esaminai la
mia vita, riconobbi i miei peccati e trovai
^ ^ perdono nella fede in Gesù che mena al
Padre e apre la via al Cielo.
J! sogno di una donna desolata
Una donna aveva curato, con grande
abnegazione suo marito che morì nel
giorno stesso predettogli da un sogno.
Le sue ultime parole erano state addii tarido il sole, durante un glorioso cre>• puscolo : « Cosi anche noi andiamo nella
^ tomba, ma al mattino risorgeremo con
pi Gesù ».
^ La donna che si trovò cosi isolata e,
^corne credeva, senza più "sc'dpò Héira
u,'. vita, disse al Pastore che andò a trovarla:
« Nelle ore solitarie una grande inquiel’" tudine mi sopraffà sovente, allora vorrei
■essere morta ». Anch’essa ebbe, poi, un
sogno : vide una moltitudine d’angeli e
fra essi uno che la salutava con la mano.
Guardò meglio e vide che era suo marito,
col viso risplendente di gioia e pace. Egli
agitò ancora la mano e disse ; • Chinati
sotto la volontà di Dio ! » Si svegliò
tanto consolata. Ora la sua solitudine le
parve bella, perchè era voluta da Dio.
F. MAURIN.
k''’
fii'
f'
CRONACA VALDESE
ANGROGNA. Domenica scorsa, il
Concistoro ha proceduto all’esame di 22
•catecumeni, 14 dei quali sono stati prò-'
mossi. Gli altri dovranno rifare l’esame
a Ottobre.
— 11 pastore A. Deodato ha presieduto un benefico culto al Capoluogo,
Domenica passata. In quest’occasione il
pastore Nisbet e sua moglie hanno presentato al Signore la loro figlia Laura.
— Ricordiamo che Domenica prossima,
alle 14.30, nel Tempio del Capoluogo,
il pastore Eugenio Revel dirigerà l’ultima
riunione della Corale : preghiera a tutti
di non mancare.
— E non si manchi neppure ai due
prossimi culti precedenti la Pentecoste,
culti che serviranno a prepararci alla celebrazione della Santa Cena.
— Il Pastore è stato invitato a partecipare alla celebrazione del Natale di
Roma, nel corso della quale vennero distribuiti i diplomi di onore e le medaglie alle madri di famiglie numerose.
Abbiamo notato con compiacimento il
buon numero di madri Valdesi che sono
state premiate.
—- Il segretario comunale, dott. Buriio, dopo pochi mesi di permanenza
fra noi, è venuto gentilmente a salutarci
prima di partire per il servizio militare.
I
Lo seguono i nòstri cordiali ' pensieri e
l’augurio di vedérlo presto ritornare ad
Angrogna., * i R. N.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Al Rifùgio Re Cario Alberto sono deceduti :
il 10 Aprile, Ne¿rin Qiovanni, di Bohbìo
Pellice, di anni 79 ; e il 20 Aprile, Long
Marta_ vedova Andrion^ di San Germano
Chisone, di anni 75.
All’Asilo per i vecchi è deceduta, il
10 Aprile> Revel Susanna, già custode
della nostra Casa Valdese, all’età di
90 anni.
11 16 Aprile sono stati resi gli ultimi
doveri alla spoglia mortale della signora
Maria Ferro vedova Malan, deceduta nella
sua abitazione in Via Giuseppe Malan,
dopo lunga e penosa malattia, all’età di
48 anni.
A tutti gli afflitti, rinnoviamo l’espressione della nostra profonda simpatia.
— Sabato 20 Aprile, è stato celebrato
nel nostro Tempio il matrimonio del
sig. Alfredo Parise, dei Nazzarotti, con
la sig.na Ester Pòns, della Vigna. Ad
essi 1 nostri migliori auguri di felicità e
di benedizioni.
MASSELLO. Gli amici di Massello e
della beneficenza sono cordialmente invitati, il giorno dell’Ascensione, a salire
quassù dove avrà luogo il tradizionale
Bazar.
Quelli che desiderano assistere al culto
principale prendano nota che esso verrà
anticipato alle ore 10 antimeridiane.
—■ Domenica p. V., 28 corrente, il
culto sarà presieduto dai membri della
Società «Fra del Torno» e seguito da
una colletta in favore delle Missioni;
PERRERO-MANIGLIA., Il 6 corrente
è stato celebrato il matrimonio di Poet
Alberto, di Traverse, con Tron Lodovina,
di San Martino. Il 13 quello di'Barai
Oreste, dei Chiotti, con Pons Elsa, del
Bessè. Domandiamo al Signore di benedire queste due nuove famiglie.
— Il 7 corrente è stato battezzato il
bambino Ferrerò Aldo di Alberto e di
PoSt Lina (Pomarat).
— Cinque studenti della « Pra del
Torno » ci hanno fatto una gradita visita Sabato e Domenica scorsa. Li ringraziamo molto caldamente.
PINEROLO. Convegno Pastorale. I
Pastori delle Parrocchie Valdesi si sono
adunati, come sono soliti fare ogni primavera, in una sala del Tempio. La riunione è stata ad un tempo un * ritiro
spirituale » ed un convegno fraterno, in
cui si sono esaminate varie questioni
interessanti la vita delle Comunità delle
Valli ed il loro avvenire.
In mattinata, la •« Commissione prò
Valli » — presente il signor Erico Rollier, suo socio onorario benemerito —
ha intrattenuto il Corpo Pastorale della
sua attività e dei suoi progetti ; il pomeriggio fu speso nello studio dell’importantissimo problema del Catecumenato e
delle ammissioni in chiesa. Vennero ancora presi accordi circa altri soggetti, di
cui la prossima Conferenza Distrettuale
dovrà occuparsi ufficialmente.
Dio benedica per le nostre care Chiese
gli sforzi che i loro Dirigenti cercano
così di fare, nella loro debolezza e nel
loro amore, per l’avanzamento del suo
Regno nelle anime.
«Fiori» in memoria di Emilia Gay San Secondo. Orfanotrofio Torre Pellice :
Gay Evelina L. 100,~
Gay-Tron Clotilde > 50,—
Scuola Domenicale » 30,—
Unione Madri » 25,—
Orfanotrofio Pomaretto :
M. e L. Marauda L. 50,—
Scuola Domenicale » 30,—
Unione Madri » 25,—
Unione Giovanile » 50,—
TORRE PELLICE. In memoria dei
eoiwpiatlto professor G. P. Vinay, la famiglia ha fatto le seguenti elargizioni:
Per il
di
äiia
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Brflder^emeinde>
Lunedi
29 Wll
Lettura : Salmo 80.
« Figliuolo, stà di buon animo,
i tuoi pecùàti ti sono rimessi ».
y Matteo 9. 2.
. Dinanzi al trono della santità di Dio
contemplato in visione, l’antico profeta
conscio della grandezza della sua miseFÌà è in preda ad un indicibile sconforto
ed esclama : Ahi, lasso me, ch’io son
{perduto ! poiché io sono un uomo dalle
labbra impure!
In qn momento di consapevolezza de}
^Oprìo sfato di peccato anche l’apostolo
Paolo si sente scoraggiato, e nel suo
soofameiito esélama : « Misero me, uomo,
etti mi trarrà da questo corpo di morte ? »
• In una delle celle del convento di
Erfurt un giorno un uomo (Lutero) giace
affranto, i lineamenti del suo volto emaciato rivelano l’infinflto sconforto dell’anima mentre dalle sue labbra sgorga
triste ed insistente il gemito : • il mio
peccato ! »
Nulla è più sconfortante del sentimento
del proprio peccato. Peccato, non è forse
sinonimo di sconfitta, di ribellione, di
Offesa, di giudicio, di condanna?
Forse, frafelloj anche fa tu# coscienza
è turbata ed affranta dal sentimento, del
proprio peccato..
Cristo Salvatore
méssi.
Martedì
. Fatti animo,
i tuoi peccati
in Gesù
sono ri
3D iprile
Lettura : Apocalisse 21, -9-14.
•^ Rallegratevi perchè i vostri
nomi sono scritti nei cieli ».
Luca 10, 20.
E’ sempre con particolare compiacimento e con intima soddisfazione che
vediamo i nostri nomi scritti. Così ci
Gompiacciamo di vederli scritti su di
una tessera personale, su di un registro
di chiesa, su di un documentò, Su di una
lista di donatori, sulla fascetta d'abbonamento di un giornale. E la nostra soddisfazione e tanto più-intima e profOndiU
quando il luogo ove il nostro nome è
scritto e atto a conferirgli stima ed onore.
Ma tutto questo è di scarso valore se
alla soaaistazione. di vedere i nostri nomi scritti su elementi terreni non possiamo aggiungerne un’altra, quella di saperli
scritti nèl cielo, nèl libro della glòria
eterna e della vita.
Anche i 70 discepoli inviati da Gesù
in missione erano ritornati rallegrati da
quanto avevano potuto compiere e forse
dal fatto che i loro nomi per i prodigi
compiuti erano sulle labbra riconoscenti
dei beneficati, ma Gesù dolcemente li
ammonisce : « Non vi rallegrate perchè
gli spiriti vi sono sottopostij ma rallér
grate vi perchè i vostri nomi sono scritti
nei cieli ».
Hai tu, fratello, la certezza che il tuo
nome è scritto nei cieli, e quella certezza
è per te fonte di costante allegrezza ?
Rendine gloria a Dio !
Mercoledì Lettura : Apocalisse 21, 15-21.
■ j- • E Pietro rientrato in se, disse:
III Ora conosco per certo che il Signore ha mandato il suo angelo
e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutta
l’aspettazione del popolo Giudeo » .
Atti 12, 11.
Le vie attraverso alle quali Dio ci conduce sono spesso così misteriose ed incomprensibili al nostro cuore che quando
vi poniamo piede ci pare di sognare o
di avere una visione, come Pietro nella
circostanza ricordata dal testo.
Così avviene sia quando le tenebre
di un cocente dolore scendono su di noi
e ci avvolgono, sia quando il raggio
fecondo di una improvvisa gioia invade
il nostro intimo, sia quando una penosa
situazione nella quale ci dibattevamo
senza via di scampo.
Beati noi, se nel risveglio da quel caduto sogno 0 nella contemplazione della
realtà, di cui la visione altro non era
che il riflesso, sappiamo scorgere l’azione
efficace della mano onnipotente del Signore, e, rientrando In noi, possiamo
riconoscere per certo l’aiuto da Alto!
Pensieri di infinita riconoscenza, sentimenti di sconfinata fiducia, atteggiamenti
di filiale sottomissione, espressioni di
profonda gioia ne saranno l'immediata e
logica conseguenza, mentre dalle nostre
labbra, e più che dalle nostre labbra,
dal nostro cuore, sgorgherà l’inno della
lode : • 0 Eterno, poiché i miei occhi
hanno veduto le tue meraviglie, io ti
Celebrerò In perpetuo ».
Giovedì Lettura : Atti 1, 1-14.
• Li condusse BTe0d
^dta : è kim WMiimiii
tt oideéts^. ÈàiOèéMe thè Mentre li benediva, si diparti da loro e fu portato su
nel cielo » . ' ^ Luca 24, SÖi-51.
•r . ' V •
Quattro Momenti Sono qtil ricordati di'
un avvenimento oltremodo gfàtldióso
della vita di Gesù con i suoi discepoli:
¿1 co/idas,se. Testimoni del ministero,'
della morte e della risurrezione de| Maestro, i discepoli dovè vano esserlo apche
dellà suà glòria', e perciò Gesù lì còrid'uce
fuori fino presso Befania.
' 'Li benedisse. ■ Quelle rharii che fà'ntiinfermi avevano sanato, che tanta miseria
avevano sollevato,« che tanti pargoli avevano tolto in seno, non« potevano in quel
rhoménto éstremp non levarsi in alto,
quale segnò di ufia realtà ché Gesù loro
laSclàVà : la bénedizìoné.
Si dipàrfì. Unà prirrià dolorosa Sépiàrazione i discepòH avevano conosciuto :
quella causata dalla morte dell'amato
Maestro ; di essa erano stati però appieno
consolati. Quanto più lo saranno di que-r,
sfa dipartenza che istintlvàménte li invita
a guardare in Alto ! ‘
Fa portato su nel cielcr.’ Qäi cielo Egli
era venuto, al cielo Egli ritorna. E come
con la sua venuta aveva avvicinato il
cielo alla terra, ora con la sua ascensione
avvicina la terra al cielo. La terra che
Egli lìa amato fino al sacrificio e il cielo
Ch’Egli ci ha additato come sede della
gloria.
Fratello o sorella, lasciati condurre da
Gesù, doVe Egli ti conduce ti benedice
e per tuo conforto ti apre la visione del
cielo.
Venerdì Lettura : Apocalisse 21, 22-27.
• Senza di me non potete far
nulla ». Giovanni 15, 5.
Intendi: nulla di veramente buono, di
veramente puro, di veramente duraturo,
ed allora questa parola di Gesù non ti
si presenterà più come una affermazione
altera, nè come un paradosso, ma la riguarderai come Unainconforidiblleéspressione dì esperienza. - • Gesù non è forse l’essere infiniiamente
buono il cui amore compenetra ogni
cosa e dà sapore dì bontà all’azione di
chi in Lui si confida ?
Gesù non è forse l’essere divinamente
puro la cui santità ci avvince e ci trasforma dandoci modo di operare in
santità ?
Gesù non è forse l’essere eterno la
cui essenza fuori del tempo e dello spazio può dare un carattere permanente all’opera dei suoi ?
Se senza Cristo non possiamo far
nulla, quante, ih numero, é quali, in
virtù, non saranno le cose che con Lui
possiamo fare! « Io posso ogni cosa in
Colui che mi fortifica affermava San
Paolo. Possa questa essere anche per
te, di fronte al mondo negatore ed incredulo, una affermazione di esperienza.
Sabato
4 laiDli
Lettura : Apocalisse 22, 1-12.
« Maria postasi a sedere ai
piedi di Gesù, ascoltava la sua
parola». Luca 10, 39.
Notate come questo atteggiamento di
Maria contrastava con quello singolarmente agitato di Marta e come contrasti
con quello odierno del mondo nel quale
viviamo !
...Seduta ai piedi di Gesù, ascoltava la
sua parola... Seduta ! quando si tratta di
ascoltar^ la parola del Signore non dobbiamo avere fretta, non dobbiamo lasciarci
dominare dai mille assilli della vita.
Ai piedi di Gesù ! Un atteggiamento di
profonda umiltà è necessario in presenza
di Gesù. Egli è il Signore, noi non siamo
che i servitori sempre indegni per quanto
ci sforziamo di essergli fedeli.
Ascoltava ! Avremmo mille domande
da rivolgere, mille misteri da chiarire,
mille problemi da risolvere, mille elementi
di curiosità da soddisfare, ma il nostro
migliore atteggiamento è di ascoltare
quando il Signore parla. « Parla, o Signore, perchè il tuo servo ascolta »
Il Signore parla, ti parla nella prosperità e nel dolore, nella notte tempestosa
e nel radioso meriggio, coinè Maria,
ascoltalo raccolto ai suoi piedi.
G. MATHIEU.
Domenica 5 Maggio
Leggere là meditazione in prima pagina
Lettura : Matteo 6, 25-34
4
Vi" ■
■'“, ■^i
■ ^
’ ,.ì:.
fr
t*ECO DEUE mumOESl
< •.■.*■■■ .
per 11 Collegio, Li 200 i , per 11 Rifugio
Re Carlo Alberto, L. 100. “
L’Amtnmlstrazione^'espriiné alla famiglia Vinay 1 suoi vivi ringraziamenti. •
Ci
- . T^':'’ •V\'.
E ehi non s’è detto qualche volta,
leggendo 1 fatti narrati dairEvajigelo :
—Come mi piacerebbe conoscere 11 nome
— per esempio ^ del Buon Samaritano ;
come mi piacerebbe sapere qualcosa
della sua vita, ecc., ecc.
,Eeco ora quello che capitò una volta
ad Oberlin, candidato in teologia, quando,
giovane ancora, si recava, a piedi, da
Strasburgo alia cittadina di N..., a qualche'chilometro di distanza.
Era Dicembre, la neve cadeva, il freddo
si faceva sentire, ed il giovane Oberlin
era stanco, tanto stanco che, ad un certo
punto della strada sentì il bisogno di
sedersi; di riposarsi. Ed una invincibile
sonnolenza cominciò ad impadronirsi di
lui. Egli sapeva che addormentarsi, cosi,
Sul ciglio della strada, poteva signihcare
la morte, perciò lottò, lottò, finché il
sonno fu il più forte, ed egli chiuse gli
occhi, inconsciamente...
Ed ecco che improvvisamente, Oberlin
si sente scosso : un rude barocciaio lo
ha afferrato con le due mani e sta facendo ogni sforzo per ridestare alla vita
colui che sembra dormire di un sonno
che potrebbe quasi essere quello della
morte ; un cordiale e, sopratutto, un po’
di cibo ridanno forza al corpo stanco.
Il giovane ringrazia M suo salvatore, e
vorrebbe, non dico sdebitarsi, ma dimostrare la sua riconoscenza offrendo al
buon barocciaio che frattanto lo ha fatto
salire con sé, una piccola moneta d’argento, tenue pegno di riconoscenza. Ma
l’uomo che sotto la rozza veste nasconde
un cuore ^ d'oro rifiuta sempre còn la
stessa energia che agli ha messo a scuotere le spalle di Oberlin. No certo, egli
non può accettare nulla, perchè quello
che egli aveva fatto, chiunque lo avrebbe
fatto... (Ma proprio chiunque ? anche il
sacrificatore ? anche il levita ?). Ed allora
il giovane candidato in teologia insiste ;
almeno una cosa desidera egli sapere:
il nome del suo benefattore; e non per
vana curiosità, ma per conservarlo preziosamente nella sua memoria e ricordarlo
nelle sue preghiere.
Ma ancóra il barocciaio insiste nel suo
rifiuto, e quando Oberlin osserva che
gli sarebbe dolce di ricordare il nome
del suo Buon Samaritano, il montanaro
generoso ha un sorriso fuggitivo:
« Vedo signore — dice egli — che
siete un ecclesiastico ; ditemi, di grazia,
come si chiamava il primo Buon Samaritano ? ».
C’era poco da fare, anche per un bravo
candidato in teologia.
« ...Ma un Samaritano che passava di
li », uno qualsiasi, di cui non ci è conservato il nome, perchè in realtà la cosa,
il suo nome, non ha importanza. Quello
che importa è la sua azione : che egli
sia sceso dalla sua cavalcatura, si sia
fermato, ed abbia avuto cura del ferito ;
che lo abbia ristorato, accompagnato ad
una casa ospitale, e gli abbia lasciato i
mezzi di continuare la sua strada : tuttociò è la sola cosa che conta, che deve
rimanere per gli anni e le generazioni
venture. Il nome passa, e gli uomini
anche ; e Dio può suscitare gli uomini
che gli siano testimoni, come vuole,
quando vuolè, dove vuole : per es. sulla
strada che 'da Strasburgo conduce a N...
E sulla via che da Gerusalemme conduce a Gerico, come su tutte le vie del
mondo vi sono gli uomini che sono stati
colpiti dai violenti, spogliati, e lasciati
^emi-morti, che vedono passare il sacrificatore ed il levita, immersi nei loro
pensieri e' nei lóro affari, e che aspettano
il Buon Samaritano...
^ ...il 'barocciaio che dice a Oberlin :
«Se non sapete quello, il mio non importa ». Cioè : quello che importa è fare
il bene. a. k.
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troverete tutte le pubblicazioni delle
quali è stato dato di recente un resoconto nel giornale:
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ARTI GRAFICHE . L’ALPINA » - Torre Pellice
Mm di [Ése ed Op Valdesi
Angrogna — Pastore: Roberto Nisbet.
Angrogna (Serre) — Pastore: A. Deodato.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto Ricca.
Luserna S. Giov. — Pastore : Lor. Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron. ;
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore: Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : G. Mathieu.
Prati — Pastore : Lamy Coi'sson. ’
Pramollo — Pastore Erm. Rostan.
Prarostino — Pastore Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore A. Janavel.
Rodoretto Cand. Theol. A. Genre.
Rorà — Pastore E. Geymet.
S. Germano ChiSone — Pastore G. Berlini
Torre Pellice — Pastore Giulio Tron.
vaiar Pellice Pastore. Roberto Jahier.
*
# *
Aosta — Chiesa: 11, Via Croix de Ville
- Past. em. Aug. Jahier (da Torino).
Barga (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese :, Pastore A. Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vitt. Em., 4
-Pastore Arn. Comba, Viale Vitt. Em.59.
Biella — Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1“, 3* e 5“ Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia - Pastore Davide Pons - Istituto Valdese - Piani di Vallecrosia.
Borrello (da Carunchio).
Brescia — Chiesa: Via dei Mille 4 - Pastore Rob. Comba, ivi.
Brindisi Chiesa: Via Congregazione
(da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via Maida, 19.
Campobasso (da S. Giacomo).
Carema — Scuòia Valdese.
Carunchio — Chiesa - Pastore L. Naso,
Castelvenere,— (da Napoli).
Catania ~ Chiesa : Via Naumachia, 20
- Pastore T. Balma, ivi.
Cerignola Chiesa - Via Regina Margherita, 17 - Pastóre E. Pascal.
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 - Pastore Carlo Lupo,? Via f. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa - C. Th. Lo Bue.
Corato ~ Chiesa : Corso Mazzini, 27 da (Bari).
Abbazia — «Chiesa di Cristo». Culto
alle ore 16. Pastore Valdo Vinay, da
Fiume.
Courmayeur —ì Chiesa (da Aosta). \.
Felónica Po —,Cand. Theol. E. Corsani.
Firenze — Chiese: Via Serragli, 51 - Pastore Emilio Corsani — Via Manzoni, 21
- Pastore Tullio Vinay.
Fiume — Chiesa : 6 e 8 Via Pascoli ;
(Culto ore 10) - Pastore Valdo Vinay
, presso Sig. Wiltsch, Via Baccich, 5.
inorano — Pastore A. Alessio.
Genova — Via Assarotti - Pastore F.
Peyronel, Via Curtatone, 2.
Grottaglie (da Taranto).
Grotte (Agrigento) (da Palermo).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 - Pastore
Arturo Vinay, Casa Pavera, Piazza
d’Armi.
La Maddalena (da Roma). ,
Lattano (da Taranto). „ ,
Livorno — Chiesa: Via G. Verdi, 3 Pastore: A. Ribet, ivi.
Lucca - Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
Mantova — Via Bacchio, 5.
Messina — Via Laudamo, 16 - Pastore
Seiffredo Colucci, ivi..
Milano — Piazza Missori, 3 - Pastore E,
Tron, jun. - Via Euripide, 9.
Napoli — Via Duomo, 275 - Pastore M.
Moreschini, Via Cimbri, 8.
New-York — Prima Chiesa Valdese 40, West 41 st St — Culto principale
3.30 pom. - Pastore Pietro Griglio 30 West, 94th Street.
Orsara di Puglia (da Cerignola).
Pachino.
Palermo — Via Spezio, 43 —Pastore:
V. Subilia, ivi.
Pèscolanciano (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia'— Pastore : Davide
Pons, Istituto Femminile Valdese.
Piazza Armerina (da Catania).
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto
- 2“ Domenica del mese (da Ivrea).
Piombino (da Livorno).
Pisa — Chiesa : Via Derna, 15 — Pastore: Attilio Arias, Viale Giovanni
Pisano, 33.
Pont Canavese (da Ivrea). '
Reggio Calabria — Chiesa Rione S.
Marco : Via Possidonia, 4 (da Messina).
iìiest — Pastore Carlo Gay.
Rio Marina (da Livorno).
Rocchenere (da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre Pastore : V. Sommani, ivi — Chiesa
di; Piazza Cavour - Pastore : Paolo
• Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle (da Carunchio).
Sampierdarena ~ Chiesa : Via A. Cantore, 16 — Pastore V. Panasela, Via
S. Bartolomeo del Fossato, 14/4.
San Giacomo degli Schiavoni — Evangelista G. Scarinci.
Sanremo — Chiesa : Via Roma — Pastore : G. Bonnet, ivi.
S‘ Lucia di Quistello (da Felónica).
S. Maria di Licodia (da Catania).
Schiavi (da Pèscolanciano).
Siena — Chiesa : Via S. Dom., 5 - Past.
em. E. Meynier (da Firenze).
Susa — Chiesa : Via Umberto, 14 (da
Torre Pellice).
Taranto — Chiesa : Via Pupino, 16-20
(angolo Via F. Di Palma) — Pastore :
G. Castiglione, Via Crispi, 28.
Torino — Chiese : Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 73
— Pastore : Elio Eynard, Via Pio V, 15.
Tramonti di Sopra (da Venezia).
Trieste — Chiesa ; Via S. M. Maggiore
— Pastore : G. Del Pesco, P. della
Libertà, 5.
Venezia — Chiesa : Palazzo Cavagnis
(S. M. Formosa) — Pastore : Errfesto
Ayassot, ivi.
Verona — Chiesa : Via Duomo (angolo
Via Pigna) da Brescia.
Viering (da Aosta).
Vittoria — Pastore: Arturo Mingardi,
Via Garibaldi, 60.
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua"
V italiana (Waldenserwerk) - Bethaus'
,|Wiedikon (Schlossgasse) — Pastore;
Alberto Fuhrmann, Steinstrasse, 28.
Afldis Abeba (A. O. I.) — Càv. Uff. Capi
G. Bertinatti, Comando di Piazza.
“ Altri gruppi di fedeli sono regolarmenié
visitati dai pastori delle Comunità vicine j
★
★ ★
Ufficio di ptesidenza della Tavola Valdese — Prof. Ernesto Comba, moderatore - Past. Guido Comba, cassiere
— Via IV Novembre, 107, Roma (10).^
Facoltà di Teologia — Via Pietro Cossa'à
42, Roma (126) — Professori : Erne- \
sto Comba, Davide Bosio, Giovanni
Miegge.
Liceo Ginnasio Pareggiato — Torre Pellice — Preside : Prof. A. Tron.
Libreria Editrice Claudiana — Torre Pel- ■
lice — Direttore : Past. Paolo Coisson..
Commissione delle Pubblicazioni : Prof. D,“
Bosio, presidente ; V. Sommani, Teod,
Balma, M. Moreschini. %
Convitto Maschile — Torre Pellice — Direttore : Pastore Davide Forneron.
Istituto Femminile Valdese — Vallecrosia'
— Direttore : Pastore Davide Pons. - I
Orfanotrofio Femminile — Torre Pellicci
~ Direttrice : Sig.na Lidia Fini.
Istituto Evangelico Femminile — Via del
Gignoro, 14, Firenze - Direttrice: Signorina Maria Coucourde.
Orfanotrofio Maschile (Istituto Gould) —
Via Serragli, 51, Fi lenze — Direttore:
Pastore Emilio Corsani.
Orfanotrofio Maschile — Pomaretto —■
Direttrice: Sig.na Adele Pons.
Istituto Artigianelli Valdesi—Torino —"
Direttore: Enrico Bounous, Via Berthollet, 34.
Ospedali Valdesi — A Torre Pellice, a
Pomaretto, a Torino (Via Berthollet, 36),
Casa delle Diaconesse — Sede : Torre
Pellice (Torino) —Direttore: Pastore
Roberto Nisbet, Ahgrogna.
Rifugio Re Carlo Alberio, per incurabili
— Luserna San Giovanni.
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