1
Anno 117 - N. 5
30 gennaio 1981 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo bis/7G
BIB L, IOT BOA V AI, D E
10060 T03RE f-FfL!CH
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
GLI EVANGELICI PER I TERREMOTATI
% puntu
di vista
La conclusione, dopo 443 lunghi
giorni, della vicenda degli « ostaggi » americani in Iran toglie dall’orizzonte internazionale una nube che poteva diventare sempre
più pericolosa. E di questo non
possiamo che compiacerci, anche se le non del tutto chiare vicende svoltesi in questi lunghi
mesi si prestino a valutazioni
non sempre positive. Possiamo
solo sperare che l’esperienza
abbia insegnato, non solo agli
iraniani, come certi sistemi non
possano, alla lunga, pagare.
Il ricatto basato suUa vita dell’uomo, sia quello della malavita
che cerca vantaggi economici,
sia quello terroristico che cerca
profitti di altro tipo, sia quello
politico (cosa è Sakharov rinchiuso a Gorki ed estraniato dalla vita del suo stesso paese, se
non un ricattatorio ostaggio?)
non dovrebbe aver diritto di
sopravvivenza in una civiltà appena degna di tal nome. E di qui
la valutazione del come reagire
quando tali fenomeni si presentano.
Da qualche parte si è detto
che, così come per gli ostaggi
americani la trattativa è stata la
soluzione vincente, anche negli altri casi la via da seguire è quella.
Ma si è dimenticato, pare, un
elemento distintivo fondamentale, e cioè che la trattativa fornisce alle parti in causa una legittimazione cui non tutti possono
avere diritto.
L’Iran è, nel bene e nel male,
uno stato sovrano la cui legittimazione non è stata stabilita né
aumentata per il fatto che è
stato accettato come controparte
in una trattativa. Il delinquente
che sequestra per denaro non
può essere legittimato da nessuno come controparte di una trattativa e sembra quindi giusta
la linea dei giudici che indentificano la posizione dello stato
in tutto ciò che può turbare
tale trattativa, incluso il sequestro dei beni familiari; ovvio
essendo comunque che il privato, anche se e quando tratta per
la liberazione dell’ostaggio non
legittima nessuno, ma è solo la
vittima di una azione delittuosa
e violenta che tale rimane.
Nel caso del terrorismo politico (ultimo il sequestro D’Urso)
la controparte del delinquente
non è più il privato, ma lo Stato
al quale è diretta la minaccia e
dal quale si pretendono determinati adempimenti. E ove lo Stato
aderisca alla trattativa ne consegue una certa legittimazione del
« partito armato » che non è ac_cettahile. Che poi il concetto di
Stato comprenda anche tutti i
privati cittadini che lo compongono e la libera stampa che ne
dovrebbe esprimere interessi e
sentimenti, ci pare una forzatura
che lasciamo ad altri valutare.
Essenziale è che nessun « partito
armato » si veda riconosciuto per
nessun motivo lo status di « partito politico ». Di guerre civili ne
abbiamo avute abbastanza ed è
ora che la dialettica propria di
ogni vita politica si possa svolgere sul piano delle idee o, perché no?, su quello dei legittimi
interessi, ma non su quello della violenza, odiosa più che mai
quando si concretizza nel ricatto
sulla vita di un essere umano,
sia esso un privato cittadino o
un pubblico ufficiale.
Niso De Michelis
Irpinia: il soccorso e i suoi problemi
Passata la fase (dei primi soccorsi, emergono con più chiarezza i problemi (di fondo; tra gii
altri questo: il terremoto mette in discussione il nostro modo di essere in quanto evangelici
Una delle difficoltà del lavoro
che la Federazione delle chiese
evangeliche compie fra i terremotati è data dal fatto che, essendoci pochissimi evangelici nella zona, Fazione è condotta completamente da persone che vengono da fuori. C’è quindi un cambio continuo di persone; questo
provoca problemi nei confronti
di una continuità del lavoro. 11
problema è sentito un po’ da tutti e si cerca continuamente di discutere sul posto, tutti e con regolarità, il proprio lavoro, in tutti gli aspetti. Ma anche i resoconti che si possono fare risultano
sempre spezzettati e frammentari, e quindi parziali.
Condizioni proibitive
Mi sembra però importante segnalare comunque alcuni problemi, visti nella quindicina di giorni (dal 21 dicembre al 4 gennaio)
trascorsi a Senerchia. Il tempo
era orribile; vento, pioggia, freddo, fango, bufera hanno colpito
una popolazione già toccata duramente e senza casa. La tenda
rossa, di cui già più volte il nostro giornale ha parlato, due
giorni prima di Natale è stata
spazzata via dal vento, con tutta
la sua intelaiatura metallica, e
dopo un volo di parecchi metri
sollevata in aria ha sfondato una
baracca e si è rovesciata sul tetto di un magazzino, scoperchiandolo e creando notevoli danni. I
volontari quindi, oltre al lavoro
normale di assistenza immediata, sono stati obbligati a riparare
in gran fretta e con mezzi di
emergenza le costruzioni semidistrutte e a mettere al riparo tavoli sedie stufette e utensili vari.
Un posto provvisorio (fino a
quando?) è stato trovato in una
parte degli spogliatoi del campo
sportivo. Poche ore dopo la cucina riprendeva a funzionare, la
gente ritornava a venire a mangiare, a turni questa volta perché
i locali erano minuscoli. Mi sembra giusto segnalare ai lettori
che i volontari hanno lavorato
quasi sempre in queste condizioni e hanno fatto, secondo me,
miracoli per riuscire a fare quel
che si erano ripromessi: far funzionare la mensa che permette
alla gente di sopravvivere. L’apporto di giovani da varie parti
d’Italia è stato in generale notevolissimo; durante il periodo del
mio soggiorno a Senerchia si sono succeduti gruppi di Cagliari,
di Bergamo, di Torino e delle
Valli valdesi, con qualche romano e napoletano. Chi è andato sa,
e chi ci andrà è bene che sappia,
che le condizioni di lavoro sono
estremamente dure; non si resiste per più di una settimana.
Esponenti della Federazione ( rie
visitano la tenda di Senerchia
Un buon rapporto
Le condizioni difficili di lavoro
(il tempo, il posto, ecc.) hanno
però avvicinato di più chi è andato nella zona agli abitanti del
paese. Tutti in difficoltà, ci si è
molto presto trovati vicini anche
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Attraversare il deserto
In un tempo come il nostro,
in cui tutto è visto nella prospettiva del profitto economico, la
parola “deserto” può suscitare
idee di pozzi petroliferi che vi
sorgono, di lotte di capitali, di
crisi energetiche che ne derivano e di tristi aumenti di prezzi
che conosciamo. Ma non è sempre stato così. Se si sfoglia la
Bibbia, si rimane meravigliati di
imbattersi ogni momento in questo ambiente naturale che è il
deserto, e non solo per il fatto
che i popoli di cui la Bibbia parla, vi abitavano in mezzo, come
gli Esquimesi abitano sui ghiacci. Non si tratta insomma di una
questione puramente geografica,
ma invece squisitamente religiosa e spirituale.
Il deserto, nella Bibbia, più.
che una realtà fisica è il simbolo
di un particolare rapporto con
Dio. Gli Ebrei escono dall'Egitto, diretti alla terra che il Signore ha loro promesso, e cioè la
Palestina. Ma non vi arrivano
.subito: devono sostare nel deserto che separa i due paesi, e
non per qualche mese, il tempo
per compiere il viaggio, bensì
per 40 anni, racconta la Bibbia;
e forse per due o tre secoli, come sembrerebbero rivelare le
moderne ricerche storiche.
Ma passiamo al Nuovo Testamento. Giovanni Battista vive a
lungo nel deserto, nutrendosi, come i beduini, di cavallette e miele selvatico, prima di cominciare a predicare e a battezzare.^
Gesù vive fino a circa trent’anni
da semplice falegname; e anche
lui, prima di iniziare il breve
cammino di vita pubblica che lo
porterà al Calvario, passa un periodo di vita nel deserto, 40 giorni dicono i vangeli. Ma bisogna
notare che 40 è un numero simbolico. Probabilmente Gesù trascorse nel deserto un periodo
che potè essere anche di qualche
mese, vivendovi press’a poco come vi aveva vissuto Giovanni
Battista, sotto il sole rovente e
nella solitudine più assoluta.
Che cosa significa questo deserto? Non si potrebbe farne a
meno, toglierlo dalla Bibbia? Chi
pensa che andare nel deserto sia
ancora utile? Oppure dobbiamo
concludere che, dato il mondo
tormentato in cui viviamo, è meglio appunto ritirarsi nel deserto a godersi un po’ di pace, in
una placida contemplazione delle cose di Dio?
Niente di tutto questo. Il deserto, nella Bibbia, ha un altro
significato. Perché gli Ebrei usciti dall'Egitto non si recano subirto in Palestina, la terra che Dio
aveva loro promesso? Perché se
l’avessero fatto, non sarebbe mai
nato il popolo di Dio, da cui sarebbe uscito un giorno il Messia.
Gli Ebrei fuggiti dall’Egitto non
erano il popolo compatto che noi
immaginiamo: erano costituiti
da un'accozzaglia di schiavi di
svariate stirpi, che avevano, di
Dio, un’idea molto vaga ed erano abituati a vedere adorare decine di idoli. Non avevano nemmeno una chiara idea di che cosa
Dio voleva da loro, liberandoli
dall’Egitto, tant’è vero che spesso si ribellano al loro capo Mosè
e a un certo punto adorano persino un vitello d'oro. Ma quando
escono dal lungo peregrinare nel
deserto, essi sono profondamente cambiati. Hanno finalmente
capito che cosa Dio vuole da loro, sono diventati un popolo conipatto, con una coscienza nazionale e religiosa chiara e precisa,
che decine o centinaia d'anni
prima non potevano avere. Solo
nelle solitudini del deserto, separati dagli altri popoli, poterono
come disincrostarsi dal mondo
pagano da cui uscivano e arrivare a una specie di nudità spirituale che era la condizione per
recepire la voce di Dio, per essere educati dalla voce di Dio.
E Giovanni Battista da che cosa doveva disincrostarsi? Non
aveva capito Dio abbastanza?
Forse no. Se non ci si disincrosta dal mondo, non si capisce la
voce di Dio. La voce di Dio è sottile e delicata. Racconta la Bibbia nel primo libro dei Re, capitolo 19, dove si parla del profeta
Elia, che in quel momento era
anche lui nel deserto: « Un vento forte, impetuoso .schiantava t
monti e spezzava le rocce davanti a Dio, ma Dio non era nel vento. E dopo il vento un terremoto; ma Dio non era nel terremoto. E dopo il terremoto un fuoco; ma Dio non era nel fuoco. E
dopo il fuoco, un suono dolce e
.sommesso ». Solo allora Elia capì che Dio era lì, in quel suono
dolce e sommesso. Cosa vuol dire? Che per recepire il messaggio di Dio, dello Spirito di Dio,
bisogna prima fare silenzio.
Bisogna fare .silenzio non .soltanlo spegnendo i televisori e
Vera Ru.ggeri
{continua a pag. 2)
onoscibile il past. Aurelio Sbaffi)
(foto F. SOMMANi)
nei problemi. Il rapporto con la
popolazione è stato molto buono,
fin dall’inizio del lavoro della Federazione a Senerchia. Molti giovani, terminato il loro periodo,
hanno chiesto di ritornare proprio perché questo rapporto con
la gente del posto ha creato situazioni interessanti, aperture su
un modo di pensare diverso, ha
aperto spesso gli occhi su una
umanità diversa ma estremamente ricca. La collaborazione con la
popolazione locale è stata, per
quel che ne so e che ho potuto
sperimentare, molto buona, stL
molante; si son trovati momenti
per discutere, per accettare consigli e per darne quando era il
caso, per far dei lavori insieme.
Nei locali dove eravamo stipati,
ogni sera a lungo si stava con la
gente; e i senerchiesi hanno cominciato a caratterizzare i nostri
locali come il posto dove si poteva discutere liberamente, parlando dei progetti di ricostruzione
del paese ma anche della situazione del nostro paese e, quando
capitava, del senso della vita e
della lotta contro la morte. In
mezzo alla stanchezza e al dolore,
al raccapriccio delle distruzioni
che ogni giorno si vedevano,
l’esperienza di questi contatti
umani ci ha dato forza e ci ha
enormemente arricchiti; ci ha anche permesso di continuare il lavoro.
Un urto terribile
Un punto che mi pare debba
essere approfondito è quello del
rapporto tra volontari e gente
del posto, proprio partendo dalle
considerazioni che facevo più sopra e dell’esperienza positiva, mi
pare, per noi (ma bisognerebbe
anche sentire con maggior precisione che cosa ne dice la gente
del posto). Per i terremotali, dopo l’urto sconvolgente del terremoto (e della morte e dell’i.solamento) c’è stato un secondo urto,
anche questo sconvolgente: l’arrivo dei soccorritori. Una cultura completamente diversa, un
modo di pensare spesso difficilmente comprensibile, atteggiamenti sconosciuti; un urto terribile. Il nostro piccolo gruppo
di volontari ha discusso rnol'o
questo fatto, c ha cercato di farEiigenio Rivoir
(continua a pag. 2}
2
30 gennaio 1981
INTERVISTA AL SEGRETARIO DELLA F.G.E.I.
Ad Adelfia il prossimo congresso
— Il 1981 è l’anno del VI Congresso nazionale della FGEI, non
è così?
— Esatto. E sarà un Congresso del tutto particolare, come
preparazione, organizzazione e...
località. Lo terremo nel centro
giovanile di Adelfia (Scoglitti,
prov. di Ragusa) dal 26 al 31
agosto e sarà preceduto da un
giro organizzato, di cinque giorni, in Sicilia, dal 20 al 25 agosto.
— Perché proprio Adelfia? Perché questa scelta cosi decentrata?
— Ci sono diversi motivi, seri,
che cerco di chiarire: l’idea
primitiva era sorta nel V Congresso (S. Severa, 1979) quando
ormai la decisione della ristrutturazione di Adelfia era stata
presa; restava l’incertezza dei
tempi di attuazione, che permangono tuttora per una parte dei
lavori ancora da realizzare. La
volontà di tenere il Congresso
nazionale ad Adelfia coincideva
con il desiderio di rilanciare l’attività di Adelfia ed il suo significato a livello di formazione e di
aggregazione per le Chiese del
Sud in generale. In questi ultimi
anni il lavoro della EGEI si è
sviluppato e rafforzato molto nel
Sud, proprio in Sicilia e in Calabria. Ma al di là del lavoro che
portiamo avanti come Federazione giovanile ci sono almeno
due problemi che stanno alla base di questa decisione: a) la questione meridionale, sempre attuale, sempre grave, che il terremoto dell’Irpinia ha accentuato in
tutte le sue sfaccettature: disoccupazione, emigrazione con tutti
i problemi sociali e politici che
questo comporta; b) la questione della nostra presenza evangelica nel Sud. Ci rendiamo conto
che c’è una questione meridionale anche per quanto concerne la
situazione delle nostre Chiese:
mancanza di uomini e di strutture, di organizzazione e talvolta di idee, di strategia. Non pensiamo certo che tocchi alla FGEI
risolvere questi problemi di ordine generale, né che un Congresso tenuto nel Sud Gl primo!)
possa di per sé inventare chissà
quali cose. No, non ci facciamo
illusioni né vogliamo peccare di
immodestia; si tratta però di assumerci più coraggiosamente alcuni problemi che sono tipici
delle realtà evangeliche del Sud,
perché emergano nella loro reale portata, vengano conosciuti,
discussi, maturati, perché si possano trovare delle risposte concrete, rispondenti alle necessità
e alle attese della gente.
— È in questa prospettiva che
hai descritto che intendete organizzare un gpro in Sicilia?
— Sì, il giro in Sicilia lo concepiamo come un importante
momento di formazione; invece
che studiare i problemi su articoli di giornali o di riviste, invece che fare il classico seminario
con relazioni e interventi, intendiamo vivere direttamente, con le
persone che incontreremo e con
cui discuteremo, alcune giornate
di informazione, conoscenza, contatti personali, che potranno dare il polso della situazione. Per
questo intendiamo sottolineare
l’aspetto della formazione che
questo giro attraverso la Sicilia
ci darà.
Ovviamente abbiamo dovuto
fare delle scelte: è chiaro che
non è un giro turistico ed abbiamo pertanto tracciato un itinerario che potrà farci conoscere
le realtà più significative rispondenti all’interesse che ci siamo
proposti.
— Vuoi dirci in breve l’itinerario che farete nei 5 giorni previsti?
— Ci incontreremo il 20 agosto
nel pomeriggio a Catania. La sera avremo il primo incontro con
le Chiese catanesi battista e valdese, con un culto insieme, in
cui spiegheremo che cosa è la
FGEI e che cosa intendiamo fare in Sicilia durante questi giorni, il perché del nostro Congresso ad Adelfia. Il giorno dopo
proseguiremo per Palermo con
un pullman e qui avremo tre incontri: uno col Centro diaconale La Noce, un secondo con il
CESE (centro per l’emigrazione
in Europa), il terzo con il CRESIME (centro ricerche e studi sul
Mezzogiorno), diretto da Lorenzo Barbera. Da Palermo proseguiremo per Vita dove ci accamperemo nel villaggio Speranza e
qui avremo un incontro con gli
ex terremotati del Belice, visiteremo le cooperative che qui sono
sorte. Di qui una puntata a Selinunte e poi dritti a Riesi: incontro col Servizio Cristiano dove
pernotteremo, mentre la serata è
dedicata all’incontro con la comunità di Riesi e con questi fratelli avremo un’agape fraterna. Il
giorno successivo una breve visita a Piazza Armerina e poi
verso Gela dove avremo un incontro col consiglio di fabbrica
di questa imponente industria
petrolchimica che è l’ANIC e di
qui a ScicU dove si ripeterà rincontro serale di Riesi.
Valutazioni conclusive del giro
e poi sulla strada di Adelfia dove inizierà il Congresso. È ovvio
che Palermo e Riesi, con le rispettive iniziative diaconali e sociali, rappresentano una tappa
molto importante. Tutti ne hanno sentito parlare, in forme diverse. La conoscenza diretta di
queste opere fornirà sicuramente dei validi elementi di interpretazione.
— Ma non ci sono difficoltà
logistiche ad Adelfia che è ristrutturata solo per metà?
— Certo che ci sono, e ci saranno. Ma i^nso anche che siano superabili, soprattutto perché si tratta di un incontro di
giovani e non di pensionati. Senza voler fare gli spartani a tutti
i costi, penso che non si tratti
affatto di un’avventura. Adelfia
ha tutti i servizi igienici nuovi e
abbondanti, e questo è l’essenziaile, l’acqua non manca, i posti
letto che sono insufficienti li organizzeremo nelle tende nella
parte dietro al centro che è riparata dal vento. Per l’assemblea
plenaria potremo utilizzare i locali scolastici di Scoglitti che
sono a due passi da Adelfia. Per
gli ospiti di riguardo ci sarà l’albergo di Scoglitti che abbiamo
già contattato.
— Fare il Congresso ad Adelfla significa evidentemente escludere in partenza la possibilità di
organizzare una qualche manifestazione verso l’estemo?
— Se l’esterno è Scoglitti dico
di sì ma abbiamo pensato un’altra soluzione: Vittoria, la città
più importante nei dintorni, dove c’è una comunità evangelica
che gestisce anche un’opera sociale. Pensiamo pertanto di tenere una manifestazione pubblica a Vittoria, la domenica 30 agosto ed è anche possibile che in
questa occasione venga ricordato
dalla comunità di Vittoria il centenario della sua presenza nella
città. Dovremo ora provvedere
alTorganizzazione di questa giornata con la Chiesa di Vittoria.
— Bene, mi sembra un’iniziativa molto interessante nel suo
complesso, però come pensate di
finanziare il giro in Sicilia, il
Congresso, l’iniziativa a Vittoria?
— La domanda è pertinente.
Devo dire che questo è il terreno che presenta in questo momento la più alta percentuale di
imprevisti. Il Consiglio dovrà, a
breve termine, pensare concretamente a questo. Per ora posso
dire che come FGEI siamo in
grado di coprire le spese organizzative ed il viaggio di chi chiederà i rimborsi — e qui preciso
che il costo dei viaggi non sarà
superiore agli anni passati in cui
il Congresso si tenne ad Ecumene e S. Severa; infatti sui lunghi
percorsi (stavolta per quanti
vengono dal Nord) il costo dei
biglietti è relativamente meno caro. Ciò che resta aperto è invece
il costo del giro in Sicilia. Dal
viaggio che ho fatto recentemente con Paolo Naso in Sicilia devo
dire che abbiamo ovunque trovato interesse e disponibilità da
parte delle Chiese: il che significa che i costi saranno comunque
ridotti. La spesa totale, dai conti che abbiamo fatto si aggira
sulle 100.000 (viaggio in Sicilia -f
Congresso), il che vuol dire 10
mila giornaliere, viaggio compreso, o poco più. Ma ognuno può
cominciare a risparmiare sin
d’ora... In ogni caso il Consiglio
fornirà a tutti i gruppi giovanili
un ciclostilato per conoscere le
disponibilità di ogni partecipante garantendo a chi non ha soldi
la possibilità di partecipare a
questo giro. E sono certo che le
Chiese daranno anche il loro
aiuto.
— So che nel tuo recente giro
nel Sud sei stato anche in Calabria.
— Si, avevamo organizzato un
seminario di formazione a Bethel che ha ottenuto un ottimo
successo, pur con le difficoltà organizzative che abbiamo avuto a
causa della neve (80 cm.) e del
freddo. Vi hanno partecipato una
trentina di giovani provenienti
da Palermo, Riesi, Scicli, Lentini,
Catania, Reggio Calabria, Catanzaro, Ifipignano e Cerignola.
Durante questo seminario abbiamo potuto incontrare i gruppi di Reggio e Catanzaro e discutere una serie di problemi. Di
qui ho poi proseguito per Dipignano dove insieme al past. Sciclone ho avuto un incontro con
i giovani e la comunità locale.
— Puoi riassumere in alcuni
concetti rhnpressione che hai riportato da questi incontri?
— Gioia ed interesse per la
decisione di tenere il Congresso
ad Adelfia e, soprattutto, per il
giro in Sicilia. Ovunque siamo
stati accolti con simpatia ed abbiamo ricevuto incoraggiamenti
per realizzare questo progetto. E
questo è un motivo di più per
lavorare sodo all’organizzazione
di questi incontri.
DALLE CHIESE
Vercelli: “L’ecumenismo oggi
99
Venerdì sera, 16 c.m. nel salone
di via Bodo 20, recentemente
inaugurato, ha avuto luogo una
conferenza - dibattito dal titolo
« Ecumenismo oggi ».
li dott. Vittorio Picco introducendo l’importante, attuale e difficile argomento prima di presentare i due oratori, don Italo Spagnolo direttore dei Salesiani di
Vercelli e Alfredo Berlendis, pastore evangelico di Milano, ha
fatto presente che la divisione
dei Cristiani è stata causata da
tentativi di fedeltà alla Parola,
non da rivoluzioni, e dal desiderio di seguire gli insegnamenti di
Cristo.
Il problema è stato affrontato,
come è naturale, da due angolature diverse.
Ottimista è apparso don Spagnolo, il quale si è dichiarato
molto lieto di aver avuto l’opportunità di riprendere in esanie
questo bel capitolo della storia
della chiesa, ricordando qual è
la via dell’Ecumenismo segnandone le tappe, prendendo come
punto di partenza il Concilio Vaticano II. Egli ha citato alcuni
stralci degli atti del Concilio ed
alcune dichiarazioni di Giovanni
Paolo II a dimostrazione di un
soddisfacente avvio verso l’unità
dei Cristiani
Più pessimista, il pastore ha
messo in evidenza le difficoltà
che si incontrano non tanto nel
campo teologico quanto in quello
pratico ed interpretativo, ricordando l’importanza primaria della Parola dell'Evangelo, la necessità del rispetto della libertà individuale, ma al di sopra di ogni
cosa la ricerca della verità e soprattutto deH’Amore.
Vi sono stati alcuni interessanti interventi da parte del pubblico a cui gli oratori hanno risposto
Ci sembra di poter concludere
che la via dell’Ecumenismo è ancora lunga, ma il primo passo (e
su questo tutti sembrano d’accordo) è quello di iniziare il
cammino assieme pregando in
comune e cooperando nel campo
sociale.
La traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento è un
primo passo già fatto.
Il « Padre nostro », insegnatoci
dall’unico Salvatore e Signore
del mondo, recitato insieme da
tutti i presenti ha permesso di
terminare la serata in un’atmosfera di fraternità e di speranza.
Al freddo, con gioia
NEW YORK — La Chiesa valdese di New York ha ripreso in
autunno con un senso di gioia e
di impegno le sue sia pur limitate attività. Il bazar di novembre, per esempio, è stato l’occasione per un fraterno incontro
per più di 60 persone tra membri e amici della chiesa. La presenza ai culti oscilla dalle 15 alle
40 persone a seconda della disponibilità ed anche del tempo (all’inizio di gennaio punte di 20”
sotto zero).
Al culto dell’S gennaio abbiamo affidato i nostri saluti per
l’Italia ai coniugi Arbuthnot in
partenza per un soggiorno di un
mese a Torre Pellice per collaborare al lavoro della biblioteca
della Società di Studi Valdesi.
Il pastore Charles Arbuthnot, solerte segretario esecutivo della
American Waldensian Aid Society, e la Signora saranno certo
circondati dalla più fraterna amicizia nel loro soggiorno alle Valli.
Celebieremo quest’anno a Dio
piacendo il 17 febbraio in unione con la Chiesa metodista di
Licklerville del New Jersey, i cui
membri ci faranno visita per
prender parte al culto e al pranzo. 11 pastore E. Bonniwell terrà
la predicazione e il fratello Oreste Canal sarà guida e organizzatore del gruppo.
Dipartenze — Il 14.7 u. s. è deceduta la sorella Lydia Tron
(Massello) ved. Costantin di 95
anni. Il 21.7 è deceduta Lilliane
Garrou di 55 anni, figlia del fu
Louis Garrou di Frali Villa. Ricordiamo ancora il decesso della
sorella Mary Giaveno White, figlia di Sylvia Prochet di S. Giovanni.
Il 15 settembre è deceduto il
prof. Emile Tron di 71 anni; egli
era stato presidente dell’tJnione
Insegnanti di New York, dell’Associazione Scuole domenicali,
deirUnione Infermieri. Consigliere della Chiesa valdese di New
York, in questi ultimi anni era
stato anziano nella Fifth Avenue
Presbyterian Church di New
York. Il past. B. Kirkland sottolineando l’attività intensa esplicata dal prof. Tron nei confronti del prossimo concludeva dicendo: « Ha dato una buona testimonianza della sua fede di
Valdese ».
Calvino in
Val d’Aosta
AOSTA. In tre puntate, la RAI
ha messo in onda uno sceneggiato radiofonico su « Calvino in
Val d’Aosta », che ha avuto il merito di chiarire come sia fratto
di fantasia agiografica il passaggio del riformatore attraverso la
città, episodio ricordato, oltreché
da un cippo antistante la Chiesa
Valdese, da tutta una pubblicistica locale radicata nei secoli.
L’inquadramento storico è venuto dal professor Ettore Passerin d’Entrèves dell’ Università
di Torino, mentre il significato
sociale e religioso è stato puntualizzato dal pastore Ennio Del
Priore, che ha sottolineato come
la scelta, di segno l'eazionario,
operata dal notabilato locale, di
rifiutare adesione al nuovo messaggio abbia consegnato la Valle
ad una posizione di retrovia, tagliandola fuori dal dinamismo
culturale ed economico del resto
d’Europa.
Deserto
(segue da pag. 1)
fermando le automobili, ma tacitando mille altri frastuoni che
hanno reso sordo il nostro cervello e il nostro cuore, e cioè le
chiacchiere, le parole vuote, le
abitudini, i pregiudizi, le convenzioni, il consumismo di cui ci
ubriachiamo, insomma quello
che si potrebbe chiamare il vangelo del mondo.
Per recepire il vangelo di Cristo, il messaggio di Dio, dobbiamo fare piazza pulita del vangelo del mondo, ed è questo il deserto che noi dobbiamo attraversare per disintossicarci e trovare la nostra identità di credenti.
Ma Gesù? Lui era il figlio di
Dio. Che bisogno aveva lui del
deserto? Il fatto è che Cristo volle essere in ogni aspetto come
tutti gli altri uomini, come tutti
noi. Volle mettere una rottura
tra il vangelo del mondo che lasciava alle spalle e il vangelo di
Dio che stava per annunciare. E
anche noi dobbiamo provocare
questa rottura completa tra il
vangelo del mondo che ci incrosta, e il vangelo di Dio che ci
viene annunciato. Altrimenti non
capiremo mai niente, come assordati da una valanga di inutile
fracasso.
Vera Buggeri
Irpinia
(segue da pag. 1 )
lo anche con più di un abitante
del paese, cercando di capire, di
farci insegnare delle cose, di dire nel modo giusto quel che pensavamo, le nostre scoperte ma
anche le nostre difficoltà di capire. Ma spesso, devo dire, questo
non è avvenuto. Nasce di qui, a
mio modo di vedere, la leggenda — presto diffusa nel nord in
molti posti — di gente che non
collabora, di gente che è indifferente, di gente che sta solo a guardare. L’incomprensione, soprattutto, in situazione di emergenza
e di stanchezza e di dolore, aumenta. Ma è compito di chi va
in un paese straniero quello di
cercar di capire. Altrimenti i
danni sono grandi. Il problema
è grosso: i soccorritori hanno
fatto ulteriori danni?
Essere evangelici
E deve anche essere approfondito il problema dell’intervento
di chi si dichiara cristiano. Nel
caso della Federazione delle Chiese evangeliche, con tanto di cartello davanti alla mensa che indica chi si è, il problema è evidente. Come ci dichiariamo e ci
mostriamo evangelici?
Il dibattito, all’interno del
gruppo dei volontari della Federazione, è sempre stato molto
animato a questo proposito — e
le posizioni erano molto diverse.
A seconda dei momenti, e delle
persone che c’erano, soluzioni diverse sono state trovate. In certi
casi, nella mensa, si cominciavano i pasti con una preghiera;
in altri momenti si faceva un
culto serale, offerto alla popolazione radunata come segno di un
essere lì diverso, di una ricerca
diversa che doveva essere fatta
insieme; in altri momenti si
creavano, o si accettavano, momenti di discussione sui problemi del paese (e della gente del
paese) ed era in mezzo a queste
discussioni che qualche volta dei
credenti avevano delle risposte
(o delle domande) diverse. Il problema è grosso: in un paese in
cui non ci sono evangelici, salvo
in una contrada lontana in campagna, che cosa significa — se
si arriva di colpo e non chiamati, e se si arriva in un posto dove
gli altri sono obbligati a venire,
come in un locale mensa — rendere conto della speranza che è
in noi. Alcuni dei modi di presenza indicati più sopra sono, secondo una parte di noi, decisamente da rifiutare. Si tratta di
trovare un modo sobrio, non solo
nelle forme, un contenuto che
tenga conto delle cose che accadono e della possibilità della gente, della storia di chi incontriamo: ma è la ricerca che il terremoto ci costringe a fare e che
avremmo già dovuto iniziare in
tutti i posti dove siamo. Tra le
altre questioni, il terremoto mette in discussione anche il nostro
modo di essere come evangelici,
qui e dappertutto. E sarà bene
non accantonare problemi di questo genere...
Eugenio Rivoir
3
DUE INVITI AD UN MAGGIORE IMPEGNO DELLA CHIESA VALDESE
Oltre la domenica CEvAA
Scambio e formazione per gli « inviati » - La Comunità Evangelica di
Azione Apostolica è una sfida per le chiese che la compongono
Colloquio
a Versailles
Dall’8 al 12 dicembre si è tenuto a Parigi un colloquio CEvAA
sullo scambio del personale. Una
cinquantina di partecipanti (pastori e laici) rappresentanti le
chiese della Comunità, più sette
« inviati » ed alcuni studenti
(boursiers), ospiti della Comunità delle diaconesse di Reuilly a
Versailles, hanno discusso di problemi concernenti;
a) la responsabilità delle chiese
europee ed africane verso il
personale richiesto o mandato;
b) chiese ed opere;
c) organizzazione che regola lo
scambio del personale;
d) evangelizzazione ed inserimento nella comurdtà;
e) compiti dei segretari della
CEvAA;
f) interrogativi sulla posizione
dei « boursiers ».
All’inizio del colloquio presieduto da Jean Tartier, ispettore
ecclesiastico della regione di
Montbéliard, dopo le presentazioni degli intervenuti, ogni rappresentante ha preso la parola
per portare il contributo della
propria chiesa al colloquio.
I punti salienti espressi dai de
legati sono stati sintetizzati e discussi da sette gruppi diversi nei
giorni seguenti.
Posso riassumere le proposte
dei gruppi così:
1) Per quanto riguarda la richiesta di personale, è stato presentato un questionario dettagliato che la chiesa richiedente dovrà debitamente compilare e spedire alla segreteria CEvAA.
2) A proposito dello scambio
è stato raccomandato lo sviluppo di azioni di tipo apostolico
comune, sessioni regionali, visite
di gruppi multirazziali ecc.
3) Per lo scambio del personale, è necessaria la creazione di
una Commissione che stabilisca
la validità delle richieste e scelga il candidato adatto. Saranno
poi le due chiese interessate a
seguire il candidato sia sul piano
materiale che spirituale nel suo
inserimento nella nuova comunità.
4) Si considera « inviato » un
credente messo dalla sua chiesa
d’origine a disposizione della
CEvAA; ovvero inviato dalla sua
chiesa d’origine ad un’altra chiesa sorella nel quadro della
CEvAA.
5) Prima della partenza dell’inviato è necessario che un
contratto sia firmato dalle due
chiese interessate.
Il contratto riguarda tra l’altro gli obblighi della chiesa d’invio, come: pensione, alloggio du
rante le vacanze, reintegrazione
alla fine del contratto ecc.
6) Si è ritenuto indispensabile che l’inviato si senta sostenuto e guidato da entrambe le chie
S6.
La chiesa d’origine si preoccuperà della preparazione dell’inviato affinché egli possa prendere coscienza di quel che la
chiesa ricevente aspetta da lui.
Durante il soggiorno all’estero,
il contatto tra rinviato e la sua
chiesa d’origine sarà mantenuto,
per mezzo di articoli, visite ecc.
Al suo ritorno, la chiesa di origine si preoccuperà del suo reinserimento tanto sul piano professionale che nella vita della parrocchia.
Anche la chiesa ricevente do
¡echi dal mondo cristiano,
a cura di ANTONIO ADAMO
Scomunica in Cile
(ANSA) — Secondo recenti no
tizie di agenzia, i vescovi delle
diocesi di Talea, Linares e Childe hanno promulgato dei decreti
di scomunica nei confronti di coloro che praticano la tortura sui
prigionieri, la ordinano o la permettono. Quanti saranno colpiti
dal provvedimento non potranno ricevere alcun sacramento.
La Bibbia per
i non vedenti
(BIP/SNOP) — Il volume 32
della Bibbia a caratteri Braille
per i ciechi è stato presentato
ufficialmente. Si tratta di un libro di circa 30 centimetri di altezza contenente l’Evangelo di
Giovanni. L’edizione integrale
della Bibbia comprenderà 36 volumi e dovrebbe apparire nei
prossimi mesi. La traduzione utilizzata per la Bibbia braille è
quella della TOB ('Traduzione
Ecumenica della Bibbia). Per il
momento potranno usufruire di
questa edizione soltanto i non
vedenti di lingua francese. L’Alleanza Biblica Universale ha pubblicato testi biblici in braille in
diverse lingue anche nei paesi
dell’Est. Questo è il contributo
che le società bibliche intendono
recare alle varie iniziative per
l’anno dell’handicappato.
Zurigo: chiesa
e manifestanti
(SPP) — Il tribunale del distretto di Zurigo ha sospeso il
procedimento giudiziario a carico del pastore Hans Roy che, il
12 luglio scorso, aveva aperto la
Chiesa di Saint-Jean ai giovani
manifestanti inseguiti dalla polizia. Soltanto le spese della causa saranno a suo carico, ma una
colletta organizzata dai suoi colleghi dovrebbe ampiamente permettere di coprirle.
Su sollecitazione del Sinodo
della Chiesa riformata, il Consiglio sinodale ha incaricato la facoltà di teologia di Zurigo di stabilire in quale misura i locali ec
Oclesiastici possono servire da rifugio a coloro che sono inseguiti
o perseguitati.
Vietnam: aiuti CEC
per gli evangelici
(SPP) — La Chiesa evangelica
generale del Vietnam ha chiesto
l’aiuto del Consiglio ecumenico
delle Chiese per la ricostruzione
di una ventina di chiese e edifici
nelle città di Hanoi e Haiphong
e in altre nove province. È la prima volta che il CEC ha la possibilità di impegnarsi ufficialmente
per esprimere la sua solidarietà
Prossimo numero
Il prossimo numero, centrato
particolarmente sull’Intesa tra lo
Stato e le Chiese valdesi e metodiste, è pensato in vista di
una DIFFUSIONE ESTERNA in
occasione delle manifestazioni.
Articoli di G. Spini e F. Giampiccoli sull'Intesa; T. e M. Soggin sulle chiese rioplatensi; G.
Platone sull'ecumenismo.
Prenotare per telefono. Prezzo (già inferiore al costo reale!)
L. 300.
vrà nominare un Comitato per
l’accoglienza, per la sua informazione e formazione.
7) La mageioranza degli inviati lavora nel quadro delle opere diaconali. L’impegno dell’inviato è significativo quando esprime un impegno nella fede, discernimento dei segni del Regno oggi e competenza professionale
messa al servizio del prossimo.
Questo incontro non ha certo
avuto la pretesa di risolvere tutte le domande ed i problemi concernenti lo scambio del personale, ma quel che mi è parso
molto importante è stata la serietà e la schiettezza nelTaffrontare un argomento così importante e delicato. È stato per me
un onore ed un privilegio Taver
vissuto questi cinque giorni a
Versailles, sentendomi veramente membro di una vastissima comunità, segno della Chiesa Universale.
Penso che sia molto importante per il futuro che la Chiesa
Valdese possa partecipare ad
incontri di questo genere.
Laura Nisbet
Realizzare il "partage
II
Nel 1978 il comitato esecutivo
della CEvAA ha pubblicato un
opuscolo dal titolo provocatorio: «La CEvAA, per farne che
cosa? ».
In questo opuscolo appariva
chiaro che questo organismo noti
vuole essere né un Comitato, né
un Consiglio, né una Commissione, né una Conferenza (tutte
realtà che sono spesso portate
avanti dai vertici e per delega).
La CEvAA ha la pretesa, o l’illusione, di voler essere una Comunità di Chiese, cioè un legame profondo che si deve vivere
a partire dalla base.
In quell’opuscolo Eugéne Hotz,
il presidente, scriveva « Bisogna
adesso, dopo 6 anni di vita, che
la CEvAA divenga quello che è,
che realizzi in modo vero questo
’’partage” (scambio), questa
compartecipazione, questa interpellazione reciproca di cui è
questione. Bisogna che essa trascini in questo movimento le
chiese che la costituiscono, tutte
le loro opere, tutti i loro organismi, tutti i loro membri».
Essere Comunità vuol dire che
ogni chiesa membro arricchisce b
condiziona le altre chiese, ed al
tempo stesso è arricchita o condizionata dalle altre chiese. Vuol
dire essere un corpo che vive
nell’azione coordinata di tutti i
suoi membri; un membro paralizzato inceppa tutta la vita del
corpo, un membro che agisce in
maniera autonoma scombussola
resistenza di tutto il corpo.
Ma come è possibile formare
un corpo unico fra chiese europee, africane e dell’Oceania così
diverse fra loro e viventi in contesti sociali e culturali che nulla hanno in comune?
La CEvAA parla di « partage »
di scambio e di interpellazione
reciproca. È una sfida lanciata
alle varie chiese membro.
E onesta sfida è particolarmente viva per le chiese europee la
nostra compresa. Finché si tratta infatti di interpellare le chiese
africane portando loro le nostre
idee, la nostra esperienza, facendo visitare ai loro rappresentanti i nostri istituti, dando loro la
nostra contribuzione con una colletta una tantum che non metta
in crisi i nostri bilanci, va tutto
bene. Ma lasciarsi interpellare,
mettere in causa, o pensare di
poter ricevere qualche cosa da
queste chiese così lontane, perche mai? Ed anche volendo, come è possibile realizzare ciò? La
CEvAA non è forse una bella
utopia destinata a rimanere tale?
Per superare questi scogli qua
e là si dà vita a iniziative interessanti: équipes multirazziali
di visita alle chiese, pastori africani al servizio di chiese europee, integrazione delle comunità
di immigrati dall’Africa o dal
sud-est asiatico nelle comunità
locali con loro rappresentanti nei
consigli di chiesa, cura particolare degli studenti del terzo mondo per il periodo che passano in
Europa.
Molto interessante mi sembra
inoltre l’iniziativa presa l’estate
scorsa dal Defap francese; 12
pastori francesi sono andati nel
Togo per incontrare 12 colleghi
togolesi. Dopo una prima settimana vissuta tutti insieme per
far conoscenza ed abbozzare i
problemi delle due chiese, ognuno è andato a passare una settimana ospite di uno dei colleghi
africani nella sua chiesa, partecipando a tutte le attività e condividendo in pieno la sua vita.
Il gruppo si è poi ricomposto ed
ha partecipato alla pastorale di
tutto il Togo portando le proprie impressioni e le proprie
esperienze.
« Ho visto la povertà e la semplicità di una vita quotidiana dove le comodità non sono la prima preoccupazione della vita »
commenta uno dei partecipanti;
ed un altro è rimasto colpito per
essere stato « considerato ricco
per il solo fatto di venire dall’Europa e di essere bianco ».
Per non parlare degli stimoli
che ognuno ha ricevuto dalla vita di comunità che confessano
nella gioia la loro fede in Cristo.
(Per noi valdesi c’è il rincrescimento che sia stata lasciata cadere l’offerta, che il Defap aveva
prospettato, di fare un posto in
questo progetto anche ad un rappresentante della nostra chiesa).
Attraverso queste iniziative, di
per sé modeste, la CEvAA diventa una realtà dalla grande carica
di stimolo e di nuova riflessione
ponendo in una prospettiva nuova tutto il lavoro di ogni singola
chiesa.
Possa anche per noi la CEvAA
andare al di là di una « domenica della CEvAA » e diventare uno
stimolo ed una interpellazione
per un maggior impegno di testimonianza a Cristo.
Renato Coisson
Dall'Italia evangelica
a cura di Alberto Ribet
alle Chiese evangeliche del Vietnam. Per realizzare questo progetto di aiuti occorrono circa 2,4
milioni di franchi.
URSS: meno tasse
agli ecclesiastici
(SPR) — Le autorità sovietiche
hanno fatto sapere, attraverso la
agenzia stampa della Chiesa evangelica tedesca, che le imposte
pagate dagli ecclesiastici di tutte
le denominazioni saranno diminuite del 15"/o. Fino ad ora gli ecclesiastici erano inclusi fra coloro che pagano una percentuale
molto alta di tasse, quella delle
categorie non produttive; gli ecclesiastici dovrebbero passare, a
quanto pare, nella stessa categoria degli artisti.
Questa diminuzione delle imposte equivale di fatto ad un aumento salariale.
Assemblee di Dio
L’ultimo numero della rivista
« Risveglio Pentecostale » dà alcune notizie sul sisma che ha
colpito la Campania e la Lucania. In questa zona esistono 34
Comunità delle Assemblee di
Dio: 26 di esse sono state colpite
dal sisma, ed in modo particolare quelle dell'Irpinia; i danni sono notevoli. A Lioni la comunità
ha perso nel terremoto dieci
membri. Quattro sono i morti a
Conza nella Campania e cinque
a Caposele. In questa zona i pentecostali sono circa duemila.
80 famiglie .sono senza tetto, ma
anche le case rimaste in piedi
sono per lo più danneggiate e alcune pericolanti. Seriamente danneggiati i locali di Culto, compresi quelli di Salerno ed Avellino. Un centro di raccolta è stato organizzato a Napoli. E’ giunta grande quantità di indumenti
e generi alimentari, mentre occorrono roulottes e sacchi a pelo.
Sono stati costituiti quattro
centri operativi che operano in
Campania ed uno che si interessa della provincia di Potenza.
E’ stato deciso l’acquisto di 25
Box in lamiera del tipo usato
per i garages, cinque di essi sono
destinali ai servizi. Notevole è lo
slancio di solidarietà delle varie
comunità e da comunità dell’estero.
Chiese dei Fratelli
Si è costituito nel Foggiano un
Comitato di solidarietà per i terremotati. Le comunità dei Fratelli non hanno registrato vitti
me, ma molte famiglie hanno
avuto la casa distrutta o seriamente lesionata. Tre tende, di
quelle che servono per le campagne evangelistiche sono state
messe a disposizione dei terremotati, una di esse, su richiesta
dei medici locali è stata montata per essere un ospedale da
campo. Centro di attività assistenziale è diventato il paese di
Calitri, dopo il sisrna una grossa frana minaccia il paese. Un
gruppo di Fratelli con un furgone al mattino distribuiscono per
le campagne latte caldo per la
prima colazione e a mezzogiorno
un pasto caldo.
Esercito
della Salvezza
E’ una tradizione per l’Esercito della Salvezza essere presente
ed operante là dove vi sono infelici colpiti dalla sventura; è
quindi naturale, sin dalle prime
ore trovare i salutisti sul luogo
del sisma. 11 ten. Colonnello
Yarde che si trovava per una
campagna evangelistica a Pietragalla, nella provincia di Potenza,
poiché in quella città l’Esercito
della Salvezza non ha subito danni, .si è subito recato a visitare i
centri salutisti situati nelle zone
•^iù colpite: Atena Lucana, Brienza, Braide e Ariano Irpino. Purtròppo in quella zona i danni agli
edifici dell’Esercito Salutista sono notevoli; così pure sinistrate
abitazioni di maggior parte
fratelli. Ringraziamo Iddio
che non vi siano state vittime.
11 mercoledì sono partiti da
le
dei
Roma due pulmini carichi di materiali e con otto persone guidate dal Maggiore Volet: intanto
erano arrivate alla base di Atena
Lucana due ufficialesse dell’Esercito col titolo di infermiera. Il
Sindaco di Brienza ha affidato
all’Esercito della Salvezza la
completa responsabilità per quello che riguarda l’assistenza ai
terremotaìi di Brienza, Braide,
Pozzi, Schiani, S. Elena e Monti.
L’assistenza medica è affidata per
il momento a un candidato
iscritto all’ultimo anno di medicina. Opera nella zona anche un
medico missionario assistito da
quattro infermiere. Dalla Svizzei-a è giunto un camion con rimorchio con 200 coperte; dalla
Francia arrivano tende, sacchi a
pelo, vestiario; dalla Gerrnania
sono arrivati quattro ufficiali della Red Shield Canadese con cucine da campo e generi di conforto. Materiale è giunto anche
dai Mennoniti di Palermo. Continua l’arrivo di volontari.
« Il lavoro è duro e disagevole,
conclude la relazione del Col.
Yarde, si vive nel fango fino alle
ginocchia, c le nostre squadre
cominciano a fare il loro giro di
assistenza alle 6,3(1; sono cinque
pulmini attrezzati per distribuire
bevande calde, che si muovono
contemporaneamente seguendo
un itinerario fissato e ceicando
di rasgiungere tutti 1 casolari
isolati della zona fissata... ».
« La sofferenza degli altri non
può lasciarci indiflerenti perché
la nostra fede ci coinvolge; siamo solidali quali membri di una
medesima famiglia, il cui Padre è
Dio
Alberto Ribet
4
30 gennaio 1981
______________l-’ULTIMO LIBRO DI UMBERTO ECO E ALTRE SEGNALAZIONI
Giallo nelKabbazia medievale
Scandito dalle ore monastiche
di un'abbazia benedettina del
Nord Italia, nell'ultima settimana del novembre del 1327, l'ultirno libro di Umberto Eco ( 1 ) non
ci offre solo un esauriente spaccato di vita monastica del '300
ma intesse una trama che lascia
col fiato sospeso sino alla fine.
Dietro all'ingegnosa trovata di
una catena misteriosa, ininterrotta, di delitti, i numerosi dialoghi tra il dotto Guglielmo di
Baskerville, venuto all’abbazia
per indagare, e il novizio Adso
da Malk (che trascrive scrupolosamente gli avvenimenti) e i monaci, appare il mondo pullulante
delle eresie medioevali. Accanto
ai dolciniani, sterminati vent’anni prima, nel libro si parla anche
dei patarini, dei catari e naturalmente dei valdesi (« gente da perseguir e distruggere... »).
Mentre l’inquisitore perfeziona il suo strumento emergono le
colpe degli eretici rei di « aver
messo in pratica ciò che avevano
predicato molti santi ». Solo l’ordine francescano si lascerà assorbire dal papa, mentre gli altri movimenti che perseguono
l’ideale evangelico di povertà
(« seguire nudi un Cristo nudo »)
verranno sempre più schiacciati
dal metodo inquisitorio che in alcune di queste pagine rivela tutta la sua capacità d’.annientamento: « L’inquisitore è sottratto ad
ogni regolare giurisdizione... gode
di speciale privilegio e non è neppure tenuto ad ascoltare gli avvocati ».
Tutto il racconto ruota intorno
alla labirintica biblioteca abbaziale. E’ proprio intorno a questo
immenso sapere conservato, trascritto e polveroso che si scatenano, nottetempo, odii, gelosie e
azioni delittuose. C’è un’abbazia
diurna operosa e pia e c’è un’abbazia notturna in cui gli istinti
repressi, da quelli sessuali a quelli culturali, si scatenano e si rincorrono. Sono gli anni del pontificato di Giovanni XXII ad Avignone quando decine di gruppuscoli attraversano l’Europa contestando alla Chiesa alleata dei
potenti il diritto di proprietà
(una dottrina eretica era appunto quella che affermava che Cristo non aveva avuto alcuna proprietà privata: questo scatenava
le ire del papa!), la lussuria del
clero, l’uso del braccio secolare...
L’abbazia vedrà anche nelle sue
severe stanze la difficile composizione di un dialogo riconciliatore tra gli emissari del papa e
quelli dell’impero. Nelle battute
finali di questa lunga « cronaca
medioevale » (mentre la biblioteca brucia e nell’incendio l’immensa abbazia si trasforma in un
« luogo di desolazione e morte...
come era già accaduto dei monu
TORTONA
Premiato
il fumetto
di Stagnaro
A metà dicembre ha avuto inizio a Tortona, presso la locale
Biblioteca Civica diretta da Ugo
Rozzo, la 2’‘ edizione della Mostra « Un mondo di fumetti ».
Il libro della Claudiana : « Fra
del Torno non deve cadere! » di
Umberto Stagnaro è stato premiato con la Targa « Città di
Tortona ». La motivazione del
premio, ritirato personalmente
dall’autore, dice : « Umberto Stagnaro, un artista che si è dedicato al campo dei fumetti infondendo nel suo lavoro il rigore,
la ricerca, l’intelligenza e la capacità grafica che, sole, possono
consentire al genere un decisivo
salto di qualità ».
L'opuscolo-guida alla Mostra
aggiunge : « Si sono occupate del
suo primo lavoro grafico sui Vaidesi le due reti televisive. Ci
sembra importante che praticamente ogni vignetta del suo libro
è un’elaborazione da una fonte
iconografica storica, quadri, arazzi ed illustrazioni dell’epoca ».
Ci rallegriamo vivamente con
l’Autore per questo significativo
riconoscimento.
menti degli antichi pagani nella
città di Roma ») emerge la paura
della verità contrapposta alla
menzogna. In altre parole anche
se braccati, vilipesi, odiati, e perché no? bruciati sui roghi, alla
fine del libro, per così dire, vincono gli eretici che continuano liberi a vivere fuori dalle mura
dell’istituzione religiosa alleata
del potere che si ripiega e si autodistrugge. Ma è un simbolo, si
capisce, perché la Storia è diversa. Comunque ognuno leggendo queste pagine sarà spinto a
fare le sue considerazioni, a cercarne una chiave di lettura storica.
Accanto a questo non si potrà
evitare di cogliere una serie di indicazioni attuali: l’attitudine inquisitoriale del potere religioso,
forma e sostanza della religiosità, l’egoismo del sacerdote, politica e « istituzione ecclesiale », il
peso del papato nella vita sociale, l’emarginazione del dissenso.
Quello di Eco è un Medioevo in
cui si riflettono vicende contemporanee anche se l’Autore, maliziosamente, nella prefazione assicura che la « dotta trouvaille »
del benedettino Adso sarebbe
« priva di rapporto coi tempi
nostri ». Nessuno, leggendo il libro, potrà credergli.
Un’ultima considerazione: mi
pare che sarebbe interessante
per il nostro ambiente proprio
per i continui richiami che il libro offre riguardo al mondo degli
eretici (la perla di tutto il romanzo è il processo ad un frate
ex-dolciniano) tentarne una riduzione teatrale. Chissà se qualcuno, in questa stagione di rilancio
del teatro valdese, ci proverà?
Assicuro che ne varrebbe veramente la pena sempreché l’Autore non abbia nulla da ridire. Ma
non sembra proprio il tipo.
Giuseppe Platone
Meditazioni perche- la fame
(1) Umberto Eco, Il nome della
Rosa. Milano 1980. pp. 503, Lire
10.000.
Donne in cordata
Esistono da sempre donne che
si dedicano all’alpinismo con tenacia e coraggio, riportando successi pari e a volte superiori a
quelli degli uomini; ma i mass
media preferiscono ignorare tale realtà e inneggiare quasi esclusivamente agli exploits maschili.
Forse per riparare a questa ingiustizia Cicely Williams, scalatrice di valore, ci propone ora il
suo libro, nel quale traccia una
dettagliata storia deH’alpinismo
femminile. Con abbondanza di
particolari ed estrema precisione, l’Autrice ricostruisce tutte le
imprese passate e recenti che
hanno avuto come protagoniste
donne alpiniste; si limita tuttavia ad esporre i fatti senza mai
trarre conclusioni, senza domandarsi, apertamente almeno, perché, nonostante i successi ottenuti dalle eccezioni, l’alpinismo
femminile sia un fenomeno ristretto e poco pubblicizzato. Più
analitica appare invece, nell’ap
pendice del libro, la scrittrice
Silvia Metzeltin Buscaini: ella
afferma infatti che tantissime
donne, pur avendo le doti fisiche
e l’entusiasmo necessari, non
possono dedicarsi alle scalate né
ad altri sport perché la società,
con i suoi pregiudizi millenari e
la sua scarsezza di servizi sociali, fa sì che la casa e la prole ricadano soltanto sulle loro spalle, bloccandole spesso compietamente. Gli uomini, per quanto
sposati e padri, continuano indisturbati ad « arrampicarsi » fino a tarda età; credo che valga
la pena di riflettere. Chissà quante donne ci guadagnerebbero in
salute e in tempo libero se le cose fossero organizzate in modo
diverso e i compiti casalinghi
venissero equamente divisi!
« Donne in cordata » è edito
da DairOglio, ha 304 pagine, è
ricco di belle fotografie e costa
L. 7.500.
Sergio Quinzio è uno scrittore
cattolico, un teologo laico molto
particolare; i suoi articoli, su
quotidiani e riviste, sono sempre
pieni di sollecitazioni, anche
quando non si condividono; il
suo attaccamento al messaggio
biblico è profondo. L’editore
Adelphi, che aveva già pubblicato una sua bella raccolta di meditazioni bibliche. La fede sepolta, ne ha appena pubblicata un’altra, Dalla gola del leone, con
esplicito riferimento al passo del
profeta Amos: « Come un pastore salva dalla gola del leone due
zampe o un brandello d’orecchia,
così saranno salvati i figli d’Israele », così oggi e sempre più
la fede dei cristiani è strappata
a brandelli dalle contraddizioni
cui è sottoposta in misura crescente: Dio sembra sempre più
« perdersi » nella storia, la sua
incarnazione sembra consumarsi
sempre più, ma pure la prospettiva del Regno si fa paradossalmente sempre più forte, e indistruttibile la speranza, oltre la
prova. g. c.
Berlicche
Molti hanno letto e ricordano
Le lettere di Berlicche del professore e predicatore anglicano
Ch. S. Lewis, che a una notevole
profondità e vivacità di pensiero
sa unire, da buon anglosassone,
una grande semplicità espressiva. Di lui è appena uscito (Jaca
Book, L. 4.400) Il brindisi di Berlicche e altri scritti, una raccolta
di saggi alcuni dei quali sono dei
veri e propri piccoli capolavori
di etica. In particolare, riprendendo dopo molti anni il personaggio di Berlicche, indica nel livellamento, nel conformismo,
nella mediocrità, nel soffocamento della personalità, mascherati
da ’democrazia’, la principale
forza oscura, la peggiore minaccia satanica incombente sul mondo odierno. g. c.
TRIBUNA LIBERA
Riaffermando il ‘non far politica’
Mi riferisco all’articolo « I vaidesi e la politica » apparso su
« La Luce » del 1“ agosto u. s., ed
accogliendo l’invito dell’autriceredattrice continuo il discorso
esponendo il mio punto di vista
sull’argomento.
Riaffermo anzitutto che, a mio
parere, i valdesi ed i cristiani in
genere non devono fare politica
come tali, ma come semplici cittadini, i quali tutti hanno il dovere di agire secondo verità, onestà
e scrupoloso rispetto delle leggi.
Se esaminiamo la nostra situazione politica dobbiamo riconoscere che sarebbe difficile immaginarne una peggiore.
Gli italiani votano in stragrande maggioranza per due partiti
politici che in una onesta e franca competizione di idee e di programmi sarebbero destinati a
scomparire.
Si tratta evidentemente dei
partiti « provvidenziali»: quello
che dichiara di conformarsi agli
in.segnamenti di Ge.sù Cristo e
quello che afferma di conoscere
la via che, sia pure dopo un periodo di transiz.ione, conduce al
paradiso terrestre.
La Democrazia Cristiana è un
conglomerato di tendenze eterogenee che, secondo l’usuale terminologia politica, comprende
destra, centro e sinistra; si qualifica « popolare ed interclassista » e si richiama ad un non ben
definito « solidarismo ».
Si può affermare pertanto che
essa non costituisce un partito
nel vero senso della parola: ma
il suo difetto più grave è che
in essa ha trovato posto la maggior parte di coloro che intendono servirsi della politica per loro
vantaggio personale.
Al congresso di Venezia del
1949, dopo il grande successo
elettorale dell’anno precedente.
Fon. Mario Sceiba ha fatto, con
arrogante schiettezza, questa affermazione: « Da ora in poi tutti si devono abituare a vedere in
Italia democristiani nei posti di
comando economico in numero
sempre maggiore ».
E’ questa una delle poche dichiarazioni programmatiche che
hanno avuto piena attuazione nel
nostro Paese, con conseguenze
nefaste
Gli illeciti scambi di favori tra
potere politico e industria e finanza, con indebite appropriazioni di denaro pubblico, sono diventati tanto numerosi e ingenti
che la stessa D.C. è stata costretta a dichiarare di volersi « rifondare », riconoscendo implicitamente fallimento nei confronti
della conclamata « alta ispirazione morale », che appare ogni giorno di più la vana copertura
dell’inconsistenza della .sua dottrina socio-politica e della brama di potere e di denaro di uomini e correnti.
Il Partilo Comunista Italiano
sorto per fare la rivoluzione secondo il modello leninista, tenta
da tempo di far dimenticare la
sua origine senza peraltro sconfessarla dichiaratamente per non
essere costretto a riconoscere il
suo errore ed ad allinearsi, con
umiltà, ai principi ed ai metodi
del socialismo riformista
Da anni ormai ha abbandonato
il dogma dell’abolizione della
proprietà privata dei mezzi di
produzione ed ora il suo segretario politico, suggestionato dalla
tremenda catastrofe sismica del
nostro mezzogiorno, ha dato un
forte scossone all’altro pilastro
della dottrina comunista: la lotta di classe, auspicando l’alleanza « di tutta la parte .sana del
paese, per una profonda trasformazione democratica, mediante
una convergenza tra le componenti diverse della storia italiana, anche tra classi diverse »
(l’Unità del 7-12-’80).
La conversione è tuttavia sempre negata; perciò sia su questo
punto sia sui suoi rapporti con il
Cremlino l’ambiguità permane e
quindi, nell’ipotesi più benevola,
si può che il P.C.I. « non sa se è
ancora quello che era oppure è
già quello che non avrebbe mai
dovuto essere.
La prof. Gay ha condannato
con severità ma in modo assai
vago le colpe del partito liberale
e del partito socialista.
E’ indubbio che storicamente
ci sono state formazioni politiche così denominate che hanno
tradito in pratica i principi ai
quali dicevano di ispirarsi; però
è altrettanto certo che liberalismo e socialismo sono le due
dottrine che possono dar vita a
partiti disponibili al confronto
ed aH’alternanza di governo, cioè
all’unico sistema politico dal
quale si può ottenere il più possibile di giustizia sociale senza
pregiudizio della libertà.
Questo è quanto si può facilmente constatare, riguardando
alle attuali istituzioni statali delle nazioni civilmente più progredite.
Al rafforzamento od alla ricostituzione di tali partiti deve
quindi tendere la volontà di cambiare che anima ormai tanti cittadini stanchi di sentir parlare
di strategia dell’ attenzione, di
equilibri più avanzati, di compromesso storico, ma anche coscienti del pericolo di disfacimento
che minaccia il nostro Stato.
Renato Paschetto
Una lettrice interviene nel dibattito
aperto da Anna e Remo Long (« Come
aiutare il terzo mondo? ») e dopo aver
ricordato che gli stessi problemi sono
presenti anche nel nostro paese e aver
riconosciuto le responsabilità prevalenti dei potenti, prosegue rivolgendosi
direttamente ai due coniugi di Pinerolo:
Miei cari nei Signore, tante volte ho
pensato che la nostra Italia statisticamente è al 4° posto come esportatrice
di armi. Queste fabbriche sono attive,
non hanno operai in cassa integrazione
perché fabbricano armi che vengono
esportate in quei paesi dove maggiormente le popolazioni sono povere, senza istruzione, dove c'è miseria e fame
e così è più facile in quello stato di
disperazione che un’arma serva a risolvere il problema della fame con
una morte fratricida. Ma un terribile
domani porteranno la morte anche a
quanti oggi in queste fabbriche guadagnano un buon stipendio e di conseguenza vivono agiatamente. Ecco una
delle cause più importante e terribile.
Non vi siete mai domandati quanti cristiani evangelici lavorano in queste
fabbriche perché guadagnano bene e
non tremano di paura per essere responsabili di collaborare per aumentare il numero di quanti muoiono oggi di
fame e domani di terribili distruzioni?
Ci sono gli obiettori di coscienza che
dopo tanto soffrire anche in prigione
hanno potuto far varare la legge del
servizio civile al posto del servizio militare. Come mai non si provvede ad
abbandonare il lavoro in queste fabbriche di morte ed ottenere di creare
fabbriche per attrezzi di pace, attrezzi
agricoli, apparecchi per estrarre l’acqua ed incanalarla dove occorre irrigare i terreni aridi? Portare istruzione per
lavorare il terreno e renderlo fruttifero.
Anche da un deserto si può ricavare
un terreno fertile. E poi istruire le coppie a vivere degnamente onde la Moglie, già scheletrica, non sia un essere
spremuto a sfornare figli che sono denutriti e ammalati dalla nascita, nati
per morire in breve tempo. Solo un
rapporto civile, una cultura cristiana
può far cambiare in meglio tante disumanità. Non sono sufficienti i digiuni e
la marcia della pace, anche se sono
giuste dimostrazioni per smuovere gli
indifferenti, ma è necessario ora, subito, smantellare quanto crea povertà,
morte per fame e un domani distruzione di tutto e di tutti. L’ex presidente
degli USA Carter, membro e predicatore laico di una chiesa Battista non
ha mai teso la mano dell’amore con
l’azione di pace distruggendo le armi
ma purtroppo la sua mano ha firmato
l'autorizzazione della bomba N e di
altre diaboliche armi sottraendo migliaia di miliardi dalle spese pubbliche
per adoperarle per la prossima guerra.
Voglia il Signore ascoltare le preghiere dei suoi figli che invocano la pace,
che invocano il Suo Regno di pace e
di giustizia e ci aiuti ad operare e
sviluppare le molte iniziative per questo scopo.
A lei Pastore i miei fraterni saluti.
Eunice Biglione, Genova
«VOLEMOSE MALE»?
Carissimo direttore.
Che valore ha oggi per i nostri pastori, il giuramento scritto nell’aula sinodale di Torre Pellice; « ...fino all'ultima goccia di sangue! ».
Testamento spirituale, questo, dei nostri padri in fede, quando si sapeva e
si vedeva che, essere cristiani, comportava: intralcio nella vita sociale;
privazione dei modesti beni e, non di
rado, messi al rogo!
«... Ho serbata la fede, ho combattuto il buon combattimento » ma quale,
l’ecumenismo?..,
« ... Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi » ma chi li toccherà?...
Il Battista conosceva la sorte che lo
attendeva e non di meno disse al potente Erode; « Non ti è lecito! ».
Se ho l’esatta cognizione, il compito dei pastori, dei dottori della Legge,
è di verificare sui testi antichi, se i
fatti stanno veramente cosi e.... non fare della Volontà di Dio, un « volemose bene ». Questo si adatta molto bene (negativamente) nella politica, nel
sindacato e NQN nell'ideale supremo
delle creature.
Le mezze verità sono bugie; pertanto, l’ecumenismo, non convertirà nessuno, mai!
Nella mia comunità ci sono dei dissenzienti alla mia linea anti-cattolica.
Ma sono io su falsa strada?...
Sono io fuori dai tempi?... o sono
questi variabili?...
Poppino Attoma, Bari
5
30 gennaio 1981
E’ STATA VARATA LA NUOVA NORMATIVA CHE ATTUA LA COSTITUZIONE
Spagna: una legge per la libertà religiosa
importanza di una legge che faccia capire che oggi le libertà dei cattolici, dei protestanti, degli ebrei, dei musulmani, degli atei sono uguali - I prossimi dieci anni diranno poi il grado vero di libertà religiosa della Spagna
Dopo un lungo periodo di elaborazione, è stata promulgata
l'estate scorsa una « Legge Organica della Libertà religiosa in Spegna» (5.7.1980, pubblicata 14.7.1980). Abbiamo rivolto al prof. Giorgio Peyrot alcune domande in proposito.
— Qual è dal punto di vista
della libertà religiosa la situazione della Spagna?
— Al tempo franchista v’era
un regime di mera tolleranza abbastanza restrittivo imperniato
sull’art. 6 del « Fuero de los
españoles » a cui faceva riferimento la legge del 1967 sulla libertà religiosa dei non cattolici.
E’ bene ricordare che la Chiesa
evangelica spagnola (riformati e
metodisti) e le chiese battiste furono le uniche che rifiutarono
nettamente di adeguarsi alle disposizioni di quella legge. Ora
tale coerenza di posizione ha ottenuto talune soddisfazioni in
quanto è valsa, come atto di presenza protestante incidente nella
vita pubblica del paese, a dare
un contributo per chiarire la situazione.
Occorre anche ricordare che
già nel periodo della "reforma
politica”, come è stato chiamato
il tempo intercorso tra la morte
di Franco (novembre 1975) e la
proclamazione della nuova costituzione del 6.XII.1978, si erano
avute avvisaglie di mutamento.
Era stato stipulato raccordo del
’76 con la S. Sede sulla nomina
dei vescovi e la caduta del regime privilegiario del foro ecclesiastico, in occasione del quale
era maturato Timpegno di revisionare entro due anni tutto il
Concordato franchista del 1953.
Ciò avvenne con i 4 accordi del
3.1.1979 a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore della
Costituzione che sta.bilisce, con
coraggio, la cessazione del regime di una religione di Stato. Se
lo Stato spagnolo ha ritenuto di
non dover rompere i rapporti
con la Chiesa romana a causa
delle influenze indubbie che essa
esercita nel paese, la S. Sede ha
dovuto però consentire che nella revisione del Concordato del
1953 cadessero in buon numero
i privilegi conseguenti alla sua
preesistente posizione di chiesa
di Stato. Veniva così, aperta la
via all’emanazione di una legge
di applicazione dei principi di
libertà religiosa affermati nell’art. 16 della Costituzione; testo
questo su cui ebbi occasione di
dire in una precedente intervista (cfr, Eco-Luce 28.VII.1978) ed
in una serie di articoli nei quali
avevo cercato di valutare i termini della situazione spagnola
alla fine del 1978 (Eco-Luce 17.XI.
- l.XII. - 8.XII.1978) e di prospettare le future eventualità ed i
rischi possibili.
La situazione è andata però
sviluppandosi in senso positivo
poiché, per via della resistenza
validamente opposta dalle chiese evangeliche spagnole, la nuova
legge non concerne più soltanto
i non cattolici, ma tutti i cittadini e le loro confessioni religiose su di un piano di eguaglianza.
Ed è ben noto che quando in un
paese a maggioranza cattolica si
arriva ad emanare una legge che
riguarda tutti, cattolici e gerarchia ecclesiastica compresi, i
termini di tali libertà sono di
consueto abbastanza ben precisati, e favorevolmente enunciati.
Legge necessaria?
— Come valuti questa legge?
Era necessaria?
— In una democrazia, da un
punto di vista teorico per la tutela dei « diritti fondamentali e
le libertà pubbliche » ( come si
esprime il testo spagnolo) do
vrebbe bastare la Costituzione.
Ma siamo certamente noi protestanti italiani i primi a dover
ricordare che in un paese a maggioranza cattolica ed a lunga
tradizione confessionalista, la
Costituzione da sola in pratica
purtroppo non basta. Bisogna ricordarsi del quindicennio di intolleranza religiosa scelbino che
fece seguito in Italia alla proclamazione della Costituzione. Ma
oggi i tempi sono cambiati; 35
anni non sono trascorsi invano.
Tuttavia gli stessi protestanti
spagnoli si sono dichiarati in favore di una legge sulla libertà
religiosa di tutti in termini di
eguaglianza per due ragioni sostanziali. Hanno ravvisato necessario anzitutto disporre di strumenti adeguati per influire non
solo a livello di massa ma anche in seno alla classe dirigente
politica e sulla burocrazia per
far maturare il nuovo clima democratico instaurato con la « reforma politica ». Una legge dettagliata e precisa come quella
del 5.VII.1980 sulla « libertad religiosa en España », può aiutare.
Poi v’è la necessità di far comprendere agli organi esecutivi
centrali e periferici quali sono
in concreto la possibile estensione e la portata dei principi costituzionali in tema di religione.
Di qui la necessità della legge
organica che con un dispositivo
dettagliato faccia capire che oggi
le libertà dei cattolici, dei protestanti, degli ebrei, dei musulmani, come quelle degli increduli e degli atei sono eguali e
non è più possibile applicare
discriminazioni di sorta. Io penso che sarà la prassi che andrà
sviluppandosi nei prossimi dieci
anni che determinerà di fatto il
grado vero di libertà religiosa
che avrà vigore in Spagna. Molto dipenderà dalla volontà politica dei governanti, ma anche dall’apporto e dalle capacità di superare i complessi di minoranza
Dalla "Ley Organica”
ART. 1
1) Lo stato garantisce il diritto fondamentale alla libertà di religione e di culto, riconosciuto dalla Costituzione, in
accordo con ciò che è previsto dalla
presente Legge Organica.
2) Le credenze religiose non costituiscono una ragione di disuguaglianza
o di discriminazione davanti alla Legge.
Non si potranno addurre motivi religiosi per impedire a chiunque di esercitare qualsiasi lavoro o attività o di ricoprire un incarico o una funzione pubblica.
3) Nessuna confessione avrà carattere statale.
ART. 2
1) La libertà di religione e di culto
garantita dalla Costituzione comprende,
con la conseguente immunità dalla costrizione, il diritto di ciascuno a:
a) Professare le credenze religiose
scelte liberamente o di non professarne alcuna; cambiare confessione religiosa 0 abbandonare quella che aveva;
manifestare liberamente le proprie convinzioni religiose, o la loro assenza, o
astenersi dal pronunciarsi a loro riguardo.
b) Praticare gli atti di culto e ricevere l'assistenza religiosa della propria confessione; commemorare le proprie feste; celebrare i propri riti matrimoniali; ricevere una sepoltura dignitosa, senza discriminazione per motivi religiosi, e non essere costretto a praticare degli atti di culto e a ricevere
un'assistenza religiosa contraria alle
proprie convinzioni personali.
c) Ricevere e dare un insegnamento e un'informazione religiosa di
ogni genere, sia oralmente che per
iscritto 0 con qualsiasi altro mezzo;
scegliere per sé, e per i minori non
emancipati e incapaci posti sotto la
sua giurisdizione, dentro e fuori dell'ambito scolastico, l'educazione religiosa e morale in accordo con le proprie convinzioni.
d) Riunirsi o manifestare pubblicamente con fini religiosi e associarsi
per sviluppare comunitariamente le proprie attività religiose in conformità con
l'ordinamento giuridico generale e con
ciò che è stabilito nella presente Legge Organica.
2) Questo comprende altresì il diritto
delle Chiese, Confessioni e Comunità
religiose ad aprire dei locali di culto
0 di riunione con fini religiosi, a nominare e formare i loro ministri, a divulgare e propagandare il proprio credo, e
a mantenere delle relazioni con le loro
organizzazioni o con altre confessioni
religiose, sia sul territorio nazionale
che all'estero.
3) Per l'applicazione reale ed effettiva
di questi diritti, i poteri pubblici prenderanno le misure necessarie per facilitare l'assistenza religiosa negli stabilimenti pubblici militari, ospedalieri,
di assistenza, penitenziari e di altro genere da essi dipendenti, come anche per
facilitare la formazione religiosa negli istituti pubblici di insegnamento.
ART. 3
1) L'esercizio dei diritti derivanti
dalla libertà di religione e di culto non
avrà altro limite che la salvaguardia
del diritto altrui ad esercitare le proprie libertà pubbliche e i propri diritti
fondamentali, così come la salvaguardia della sicurezza, della salute e della
moralità pubblica, elementi costitutivi
dell'ordine pubblico protetto dalla Legge
nel quadro di una società democratica.
(...).
ART. 5
1) Le Chiese, Confessioni e Comunità
religiose e le loro Federazioni godranno della personalità giuridica una volta
iscritte nel Registro pubblico corrispondente creato a questo fine presso II
Ministero della giustizia.
2) L'iscrizione sarà fatta in relazione
alla domanda, accompagnata dal documento che faccia fede della sua fondazione 0 installazione in Spagna, della
specificazione dei suoi fini religiosi,
della denominazione e di altri mezzi di
identificazione, del regime di funzionamento e degli organi rappresentativi,
con l'indicazione dei loro poteri e delle condizioni richieste per la loro valida
designazione.
3) L'annullamento dell'iscrizione di
una Entità religiosa determinata potrà
prodursi soltanto a domanda dei suoi
organi rappresentativi o in esecuzione
di una sentenza giudiziaria passata in
giudicato.
Un recente sinodo della Chiesa evangelica spagnola che, con il suo
costante rifiuto della legge 1967, ha dato un forte contributo per
l’attuale chiarimento della situazione.
ART. 6
1) Le Chiese, Confessioni e Comunità religiose iscritte godranno di una
piena autonomia e potranno stabilire
le proprie regole di organizzazione, di
regime interno e di regolamento del loro
personale, (...).
ART. 7
1) io Stato, tenendo conto delle credenze religiose esistenti nella società
spagnola, stabilirà, eventualmente, degli Accordi 0 Convenzioni di cooperazione con le Chiese, Confessioni e Comunità religiose iscritte sul Registro
che per la loro ampiezza e il numero
dei credenti avranno raggiunto un radicamento notorio in Spagna. In ogni caso, questi Accordi saranno approvati
da una Legge delle Cortes generali.
2) Negli Accordi e Convenzioni e rispettando sempre il principio di uguaglianza, si potrà estendere alle dette
Chiese, Confessioni e Comunità, i benefici fiscali previsti nell'ordinamento giuridico generale per le Entità senza fine di lucro e altri enti a carattere di
beneficienza.
ART. 8
Viene creata presso il Ministero della giustizia una Commissione Consultiva per la Libertà religiosa composta,
paritariamente e in modo stabile, dai
rappresentanti deH'Amministrazione dello Stato, delle Chiese, Confessioni o
Comunità religiose e loro Federazioni,
comprendenti in ogni caso quelle che
hanno un radicamento notorio in Spagna, e da persone di una competenza
riconosciuta I cui consigli presentino
interesse relativamente alle materie
previste dalla presente Legge. Nel seno di questa Commissione potrà esistere una Commissione permanente, che
sarà anch'essa composta paritariamente.
Detta Commissione avrà un ruolo di
studio, di informazione e di proposta
su tutte le questioni relative all'applicazione di questa Legge e particolarmente, in modo obbligatorio, di preparazione e parere per ciò che concerne
gli Accordi o Convenzioni di cooperazione di cui all'articolo precedente.
delle nostre chiese sorelle in Spagna. Mi auguro che il clima politico in quel paese si sviluppi in
modo a loro favorevole.
Legge adeguata?
— Ma si tratta di una legge
adeguata?
— Una legge, specie quando
concerne i diritti di libertà, è
sempre e soltanto l’espressione
della maturità politica del popolo, a cui deve applicarsi, e dei
suoi reggitori politici.
— In effetti ho l’impressione
che con questa legge si sia fatto
in Spagna un passo che porta la
legislazione su di un piano assai
avanzato a cui la maturazione
giuridica della popolazione non
è ancora pervenuta. Un fatto simile a quello avvenuto in Italia
allorché col codice penale del
1889 venne attuato il criterio della parità di trattamento di tutte
le confessioni religiose. Bisogna
confidare nel valore educativo
delle leggi, per cui ritengo che,
nella sostanza, la legge organica
spagnola, sia adeguata al momento specifico in cui è stata
emanata ed agli scopi per cui è
stata promossa.
Indubbiamente essa presenta
aspetti positivi e negativi. Di positivo è anzitutto il fatto che essa è la più consistente conseguenza della avvenuta cessazione del preesistente plurisecolare
regime di religione di Stato. Fatti di tal momento non esauriscono la loro incidenza nella vita di
un popolo in un colpo solo, debbono svilupparsi nel tempo.
Poi c’è da tener conto che per
la prima volta, tutti i cittadini
spagnoli risultano eguali sotto
il profilo dei loro diritti di libertà a prescindere dalla confessione professata. Anche questo è
un passo enorme che si vuol
compiere suscettibile in pratica
di vari sviluppi nel costume di
vita pubblico e privato degli spagnoli. Ci vorranno almeno tre
generazioni perché il principio
di totale eguaglianza in tema di
religione ora affermato risulti
del tutto scontato. Poi v’è da indicare che ai diritti e libertà riconosciuti ai singoli si sono ora
uniti anche diritti e libertà per
tutte le confessioni religiose considerate sotto il profilo collettivo di organizzazioni. E’ la prima
volta che viene riconosciuta la
parità tra la Chiesa romana e le
altre Chiese e confessioni, comprese quella ebrea e la musulmana.
Poi vi sono questioni di minor
momento, ma di rilevante incidenza pratica come la istituita
Commissione consultiva paritetica per la libertà religiosa; e
la eventualità di possibili « accordi o convenzioni tra lo Stato
e le singole confessioni religiose » : anche questi aspetti della
legge possono considerarsi nel
loro significato quali risultati
positivi.
Negativi sono invece i limiti
previsti per l’esercizio dei diritti
di libertà. Infatti a parte la giu
sta e doverosa protezione del diritto degli altri all’esercizio delle
loro « libertà pubbliche e diritti
fondamentali », la legge conferma, e non poteva diversamente, il limite dell’ordine pubblico
previsto dalla Costituzione. La
legge cerca di restringerne la
portata con l’art. 3, n. 1, ma si
tratta pur sempre di condizioni
soggette ad interpretazioni variabili che possono rendere troppo
elastico il criterio del limite previsto. Ciò costituisce un pericolo eventuale che solo la prassi
potrà evitare.
Poi v’è il fatto di aver voluto
istituire la registrazione delle
confessioni religiose come condizione per il riconoscimento di
loro particolari condizioni giuridiche. 'ù’è da augurarsi che tale
registro non divenga in pratica
uno strumento di controllo di
polizia come è il « fichero de cultos » in Argentina.
Inoltre v’è la formulazione dei
requisiti per l’iscrizione al registro che consente qualche dubbio sulla validità e legittimità
delle richieste documentazioni
previste dall’art. 5, n. 2.
Infine lascia perplessi quanto
disposto per la qualificazione
delle confessioni religiose in ordine ai possibili « accordi o convenzioni di cooperazìone » da
stipularsi con lo Stato. La formula adottata appare assai elastica e suscettibile di interpretazioni restrittive.
Legge discriminante?
— L’articolo 7 introduce infatti, tra l’altro, un criterio numerico come requisito per il « radicamento notorio » delle confessioni religiose in Spagna. Seconto te si tratta dì un criterio discriminatorio nei confronti di
gruppi o denorninazioni?
— Bisogna considerare la norma nel suo complesso. Essa precisa anzitutto, richiamandosi al
dettato costituzionale, che lo Stato per la stipula di tali accordi
deve « tener conto delle fedi religiose esistenti nella società
spagnola ». Ora questo è solo un
riscontro di un dato di fatto. Si
tratta di un elemento qualitativo. Poi occorre che si tratti di
confessioni « iscritte nel Registro » ; ed anche questo è solo
un dato opettivo. Il pericolo di
un procedimento selettivo e discriminatorio può verificarsi al
momento della iscrizione nel
Registro. Poi viene fuori un altro criterio; occorre che le confessioni religiose « per la loro
ampiezza e numero di credenti
abbiano conseguito un radicamento notorio in Spagna ». Qui
giocano due elementi quantitativi ed un dato di fatto. Occorrerà
valutare l’interdipendenza dei
due aspetti considerati. Se cioè
sarà il radicamento notorio (fatto dimostrabile con la presenza
effettiva sul territorio spagnolo
a cura di F. Giampiccoli
(continua a pag. 10)
6
30 gennaio 1981
cronacd delle valli
ALLE VALLI OGGI
PINEROLO PEROSA ARGENTINA
Popolo Un programma in
della
Bibbia
La qualifica di « Popolo della
Bibbia » che è stata data ai Vaidesi lascia qualche volta la bocca amara e il sospetto che vada
integrata con un malinconico aggettivo: « Popolo della Bibbia
chiusa », se si pensa che in tutte
le case si dispone, sì, di una o
più copie della Scrittura, ma che
la lettura domestica del libro sacro è da tempo sostituita da altre occupazioni e, ultimamente
dai messaggi della radio e della
televisione.
Anche la « visita pastorale »,
anziché l’occasione per la lettura
di alcuni versetti e di una preghiera, è spesso un semplice momento in cui si aggiunge un telespettatore in più, al di là delle
intenzioni del pastore, davanti al
piccolo video.
Tuttavia si fanno a volte esperienze di tipo diverso che non é
giusto ignorare. Non sempre è
dato di sapere quali sono i motivi che spingono i nostri fratelli
ad accostarsi alla Bibbia, perché
si viene a volte a sapere che lo
fanno anche alcuni del tutto disinteressati nei confronti della
vita della chiesa.
Un anziano fratello di uno dei
nostri villaggi era l’unico della
borgata che non frequentava mai
la riunione quartierale malgrado
che la scuoletta Beckwith fosse
a pochi passi da casa sua. Quando il pastore faceva il giro del
villaggio, passava, naturalmente
anche a casa di quello che non
frequentava. « Fa freddo », « Chissà se nevica ancora », « Come va
la salute » erano i soliti discorsi
dell’incontro, con qualche tentativo, naturalmente sempre vano, di dire anche: « Allora, stasera viene anche alla riunione? ».
Questo tentativo serviva di solito
a creare un imbarazzante silenzio. Una sera l’uomo è con la
Bibbia aperta davanti a sé. Legge
il libro di Giobbe. Dice: « Leggo
il libro di Giobbe: non capisco
tutto, ma quello che capisco bene l’ho già letto parecchie volte,
10 so già tutto ». Si tenta qualche
spiegazione rapida, il colloquio è
più aperto del solito. Un uomo
non di chiesa si era rivelato un
lettore della Bibbia: a modo suo.
Aveva capito in modo sbagliato
che cos’è il popolo della Bibbia:
per lui si poteva essere popolo
della Bibbia, senza essere chiesa.
Ma probabilmente era più nel
giusto lui di quelli che, invece,
pensano che si possa essere gente di chiesa senza essere lettori
della Bibbia. Si tratta di una distorsione, anche quella, di tipo
cattolico, che intende la chiesa
in modo sacramentale, svalutando, di fatto, la lettura della Bibbia. Ma il cattolicesimo autentico non è neanche questo. Per noi
appunto dalla Bibbia nasce la
chiesa; per il cattolicesimo dalla chiesa nasce la lettura della
Bibbia. Ma le due cose devono
essere congiunte in entrambe le
confessioni.
Comunque la Bibbia è letta per
fortuna, anche da chi non lo dice sempre. Un altro fratello incontra un giorno il pastore: « Ma
11 diluvio, è durato quaranta giorni o un anno? ». Anche questo era
poco assiduo a culti e riunioni.
La TILC ha stimolato una lettura nuova. Qgni occasione deve essere buona per riscoprire l’identità di popolo della Bibbia.
Claudio Tron
difesa dell’handicappato
L’assessore ai servizi sociali
del comune, il repubblicano Narcisi, ha illustrato in questi giorni
alle forze sociali un programma
di intervento a sostegno degli
handicappati che sarà discusso
prossimamente dal consiglio comunale.
Si tratta di un programma che,
se verrà attuato, costituirà sicuramente una svolta nella politica
sociale del comune in questo
campo, condotta sinora dagli assessori democristiani in modo
molto superficiale.
In sintesi il programma prevede:
La prevenzione
Innanzitutto il programma sottolinea che occorre prevenire la
formazione o l’evoluzione di han
Val Pellice
Stagione
teatrale
Con «Opera» di M. Mete, ha avuto
inizio il 10 gennaio, presso il Teatro di
Luserna Alta, ia stagione teatrale 19801981 in Val Pellice, curata dal Teatro
Stabile di Torino e dalla Comunità Montana Val Pellice.
Lo spettacolo, messo in scena abilmente dalla Cooperativa Napoli Nuova
77, ha visto in sala un pubblico numeroso ohe ha saputo apprezzare questo
testo nato da una interessante ricerca
dell'autore.
Le musiche di Eugenio Bennato e
cantate in scena da cantanti professionisti hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse di un pubblico così eterogeneo.
Il prossimo appuntamento è per il 12
febbraio con » Antiche Farse » di T.
Carrara: due allegre farse che ci portano alla Commedia dell'Arte e alle radici giullaresche che la Compagnia Teatro Veneto oggi fa oggetto primo della
propria ricerca.
Farà seguito «Il Piacere» di G.
D'Annnunzio il 25 febbraio con la Società Teatrale l'Albero; concluderà questa stagione invernale di prosa « Tango Nero » di G. Belledi il 12 marzo,
con la Compagnia del Collettivo di Parma.
Presso gli uffici della Comunità Montana a Torre Pellice in Via Alfieri 3, sono in prevendita durante la settimana
precedente lo spettacolo, i biglietti -ridotti del 40% per pensionati e giovani fino ai 18 anni.
dicaps a livello fisico, sensoriale
0 psicologico.
In questo senso, il comune si
propone di stimolare l’Unità Sanitaria Locale a mettere in funzione il più rapidamente possibile un servizio di medicina neonatale e dell’età evolutiva che intervenga rapidamente in collegamento col servizio di medicina di
base e specialistica in caso di rischio di handicap. Dall’altra parte il comune si propone di modificare anche « culturalmente » lo
atteggiamento dei cittadini verso
1 portatori di handicap eliminando da subito le barriere architettoniche e modificando la « qualità
della vita ».
L’integrazione
È perciò importante che gli
handicappati, fin da piccoli, siano inseriti nelle strutture pubbliche (asili nido, scuole materne,
scuole dell’obbligo, scuole superiori), sempre che il tipo di handicap lo consenta.
In questa prospettiva il comune predisporrà un servizio di trasporti pubblici (pullman equipaggiato appositamente) e l’assunzione di personale di appoggio nell’attività scolastica che potrà beneficiare della consulenza
di una apposita équipe.
Verranno inoltre organizzati
corsi di formazione per gli insegnanti, e programmi specifici per
l’inserimento degli handicappa
ti in esperienze di tempo libero.
L’handicappato ultraquattordicenne dopo un periodo di formazione professionale sarà inserito
nel mondo del lavoro.
Il comune si impegna quindi
ad assumere alle sue dipendenze
alcuni inservienti handicappati e
ad affidare a cooperative di handicappati lo svolgimento di alcuni servizi (lavanderia, stireria,
manutenzione e verniciatura delle staccionate e delle panchine,
manutenzione delle aree verdi,
manutenzione nelle scuole).
Per i soggetti più gravi il comune si impegna a sviluppare e
qualificare meglio il Centro Socio-Terapeutico aprendolo però
alla partecipazione dei quartieri
e delle forze sociali, e a realizzare un Centro Residenziale, e una
Comunità Alloggio. Inoltre dovranno essere riservate agli handicappati abitazioni lACP.
Tutto quest’intervento del comune, che dovrà essere attuato
già a partire dal 1981, prevede
un'ampia collaborazione con gli
organismi di volontariato esistenti e la partecipazione dei
genitori e delle forze sociali alla gestione dei vari servizi.
Il programma, come si può vedere, costituisce una novità per
il comune di Pinerolo, che finora si era nreoccupato solo in
modo frammentario della questione. Speriamo non rimanga
solo una buona intenzione.
g- g
ANGROGNA
No al nuovo balzello
Nel corso della seduta del Consiglio Comunale, svoltasi il 23
gennaio, si sono prese alcune importanti decisioni che sinteticamente riprendiamo. Prima cosa
l’approvazione del secondo lotto
della fognatura comunale (tratto: dai Giovo ai Raggiu) e seconda cosa s’è decisa la non applicazione della addizionale sul consumo dell’energia elettrica. La
decisione è giustificata dal fatto
che l’imposta (il cui gettito complessivo non supererebbe il milione di lire) colpirebbe soprattutto gli agricoltori e i pensionati c. d. proprietari di una seconda casa (qui per seconda ca
PINEROLO
Incontro ecumenico
L’unica iniziativa interconfessionale nella settimana di preghiera per Tunità dei cristiani
(18-25 gennaio), organizzata a Pinerolo, ha visto affluire al Convento dei Cappuccini domenica
25 gennaio un folto gruppo di
membri delle comunità cattoliche e valdesi. C’è stata una buona partecipazione di giovani alcuni dei quali frequentano i collettivi biblici di Pinerolo, Pamolasco e Torre Pellice. L’incontro
è iniziato con la lettura della Parola del Signore, la preghiera ed
il canto. La introduzione al tema : « Lettura della Bibbia, attualizzazione e predicazione » te
È in distribuzione l’opuscolo della Società di Studi Valdesi
per il XVII febbraio 1981
LUIGI SANTINI
GLI EVANGELICI ITALIANI
NEGLI ANNI DELLA CRISI
(1918 - 1948)
Lire 1.000.
Le chiese possono ordinarne copie direttamente all’Amministrazione della Società di Studi Valdesi - Via Roberto d’Azeglio, 22 - 10066 Torre Pellice, oppure telefonando al past. Giorgio Tourn - Telefono 0121/91305.
nuta dal fratello George Briz di
Famolasco, ha agevolato la successiva riflessione nei gruppi di
ricerca in cui i partecipanti si
sono divisi per il confronto aperto, frutto anche di sensibilità divefse ed esperienze maturate
con la lettura della Bibbia, come diceva Briz citando un teologo ortodosso : « La Bibbia chiusa ci unisce mentre la Bibbia
aperta ci divide ». La traccia sulla quale i gruppi hanno concentrato la loro attenzione rifletiendo sul tema si articolava in quattro punti: 1) La Bibbia è percepita come libro vecchio o come
libro attuale e in che senso si
può parlare della sua attualità?
2) racconto di esperienze di lettura; 3) come facciamo a rendere « attuale » il messaggio biblico? 4) in che modo la lettura della Bibbia alimenta l’evangelizzazione di cui le nostre comunità
sono responsabili? Il tempo non
è stato sufficiente per affrontare
tutta la tematica che ha lasciato
aperti non pochi interrogativi.
Un approfondimento teologico,
con l’azione dello Spirito Santo,
potrà illuminare le nostre menti
e dare frutti visibili di un modo
diverso di essere « cristiani » vivendo Te vangelo.
I. P. e A. K.
Renzo Perrot
rimane
consigliere
Il 23 gennaio il Tribunale di
Pinerolo si è pronunciato sulla
presunta ineleggibilità del consigliere di maggioranza al comune
di Perosa, Renzo Perrot.
A sollevare tale questione sono
stati un consigliere del gruppo
democristiano Corino Guido, e
due cittadini, Francesco Zanin e
Bruno Laggiard, i quali sostenevano che il Perrot, di professione veterinario, avendo incarichi
di consulenza con la comunità
montana, non poteva essere eleggibile in quanto dipendente di
un ente cui partecipa il comune.
Di diverso parere è stato il
Tribunale che ha respinto il ricorso, riconoscendo così; la piena autonomia della Comunità
dai comuni.
La maggioranza continua perciò ad avere i suoi 11 consiglieri
e non si avranno nuove elezioni
nel comune.
SS.
sa non si intende la villetta, ma
la baita utilizzata in occasione
dei trasferimenti estivi agli alpeggi). S’è inoltre deciso che una
apposita commissione vaglierà
un progetto per la istituzione del
servizio della raccolta dei rifiuti
che verrà presentato alla popolazione. Si sono poi approvate
parecchie richieste di contributi
per diverse opere stradali o di
migliorìa di strutture pubbliche.
Si è anche approvato il nuovo
regolamento del Centro di Documentazione sulla cultura contadina sorto per la difesa dell’originale patrimonio linguistico, di
cultura e di costume locale. A
quest’ultimo proposito s’è svolta
domenica la seconda gita per
conoscere più da vicino l’esperienza di raccolta compiuta da
altri. Anche questo secondo itinerario — almeno a sentire i
partecipanti — che è arrivato
sino a Boves, è stato di grande
interesse. Speriamo che tutto ciò
contribuisca ad arricchire il progetto appena varato per la Val
d’Angrogna.
J. L. S.
Spaventoso
volo
Nel primo pomeriggio di domenica scorsa la 127 guidata dal
giovane Marco Montanari di Villar Pellice sbandava nel tratto
della provinciale all’altezza dei
Giovo e finiva, dopo un volo spaventoso, nella strada sottostante. Al fianco del guidatore Alder
Borno di Torre Pellice riportava
un trauma cranico per cui è attualmente ricoverato alle Molinette di Torino. Sui sedili posteriori le sorelle Rinalda e Manuela Benech di Angrogna riportavano diverse contusioni e sono
al momento ricoverate al Civile
di Pinerolo. Eccesso di velocità
o l’incrociarsi con un’altra macchina che giungeva in direzione
opposta fuori dalla sua corsia?
Mentre l’interrogativo rimane
per molti aperto, da parte nostra
ci auguriamo che i 4 giovani possano al più presto riprendersi
daile conseguenze di un incidente che poteva essere una tragedia.
Grave
carenza
d'acqua
Un po’ la siccità persistente di
questi mesi, un po’ l’effettiva carenza del flusso d’acqua : entrambi gli elementi hanno costretto
il consiglio comunale a discutere, il 21 sera, il problema della
insufficienza d’acqua per la popolazione di Perosa. S’è deciso —
stando alla relazione dell’ing.
Chiaves — d’installare una pompa acceleratrice che porterebbe
il flusso della sorgente del Selvaggio di Meano dagli attuali 8
litri al secondo a 15. Ma la pompa se migliora il problema dell’attuale carenza d’acqua non lo
risolve alla radice. Con i 180 milioni che mette a disposizione la
Regione si potrà — come suggerisce il sindaco Laurenti — sfruttare nuove sorgenti per la zona
alta di Perosa e affiancare alla
attuale fonte di Selvaggio nuove
condutture per arrivare il più
rapidamente possibile alla soluzione di un problema sentito da
tutta la popolazione.
Sarà comunque ring. Chiaves
a raccogliere in una nuova relazione tecnica i dati e i suggerimenti .sin qui prodotti in vista
di un progetto conclusivo che —
almeno lo speriamo — per alcuni anni risolva tutta la questione.
oggi e domani
In questa rubrìca pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative dì carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedì (tei. 0121/91.334).
• COMUNITÀ’ VAL CHISONE E GERMANASCA
Il Consiglio della Comunità Montana
Val Chisone e Germanasca è convocato
in seduta aperta agli interventi del pubblico per venerdì 6 febbraio alle ore 21
nella sala consiliare del comune di Pomaretto.
All’ordine del giorno la proposta di
bilancio per l’anno 1981.
• USL 44
Lunedì 16 febbraio alle ore 21 presso la sala consiliare del comune di
Pinerolo, avrà luogo una riunione pubblica tra i partiti politici, le forze sociali, e II comitato di direzione e il
commissario dell'USL n. 44.
PINEROLO — Sabato 31 c.m, alle
17.30 nella Sala del Municipio consegna del « Pinerolium 1980 » alla poetessa Lina Fritschi e all’avvocato Ettore
Serafino, noto capo partigiano, figura
stimata non solo a Pinerolo ma, come
afferma la motivazione della « Pro Loco » di Pinerolo che assegna il premio,
anche sul piano nazionale ed internazionale.
7
30 gennaio 1981
CRONACA DELLE VALLI
IMPRESSIONI SU UNA ESPERIENZA DI GIOVANI F.G.E.I.
Volontari a Senerchia
Un gruppo di studenti delle valli ha passato le vacanze di Natale nelle zone
terremotate; le difficoltà del lavoro, il rapporto con la gente, la ricostruzione
Non è certamente facile
mettere per iscritto la nostra esperienza di lavoro
di una settimana a Senerchia; non è facile perché
dobbiamo prima di tutto
sintetizzare le esperienze
di cinque persone che hanno vissuto in modi diversi
questa settimana; inoltre
non è semplice comunicare
agli altri le sensazioni, la
gioia, la tristezza che abbiamo sentito allora e che
ci richiama ora il ricordo
di quei giorni. Cominciamo
quindi a dire dei problemi
di Senerchia, del rapporto
con la gente del posto, con
i giovani, così come li abbiamo vissuti noi.
Povertà
incredibile
Senerchia è uno dei paesi della valle del Seie più
colpiti dal terremoto: tutta la parte vecchia è andata distrutta; le case, le
scuole, la chiesa si sono letteralmente sbriciolate. Nel
paese sono rimasti vecchi,
donne e bambini: per chi
vuol rimanere a Senerchia
non ci sono prospettive di
lavoro e i giovani sono costretti a emigrare (a Milano, a Nizza, in Germania).
Una frana, causata dal terremoto, ha investito la zona più fertile del paese e
ha tolto una delle già scarse possibilità di reddito.
Nelle borgate sparse nella valle le condizioni di vita sono di una povertà incredibile: le case sono di
terra, in un unico locale
vivono famiglie intere, la
cui unica fonte di guadagno è costituita da quel che
possono ricavare dalle capre e dalla raccolta delle
olive; i più fortunati hanno
un pezzetto di terra di loro proprietà.
Le condizioni di vita della gente, i problemi della
valle erano questi già prima del terremoto, che ha
ulteriormente aggravato
questa situazione, mettendo in evidenza le ingiustizie sociali ed economiche,
i soprusi, il clientelismo. E
questo si è potuto constatare dai ritardi, dalla debolezza, dalla poca chiarezza nei confronti della cittadinanza con cui le autorità hanno affrontato i mille problemi che nascono
quotidianamente, da quelli
urgenti, che richiedevano
un intervento immediato
subito dopo il terremoto,
a quelli odierni, che riguardano la prevenzione delle
malattie infettive, i permessi per la ricostruzione,
l'amministrazione dei soldi
mandati dallo stato, ecc.
Partecipazione
di base
La giunta comunale dovrebbe essere l’organismo
preposto a sbrigare tutto
questo lavoro, affiancata
da una specie di comitato
formato dai notabili del
paese; di fatto, l’impressione che si ha è che le autorità si diano più da fare
ad evitare ogni circolazione di idee cd ogni informazione che renda gli abitanti
del paese consapevoli dei
loro diritti.
Eppure ci sono dei giovani, tra cui alcuni emigrati, che hanno voglia di ricostruire Senerchia con
modalità democratiche;
con la partecipazione di
base alle decisioni sui progetti, con l’informazione
puntuale, con la creazione
di organismi e comitati
che si occupino di settori
specifici: essi hanno iniziato una battaglia molto difficile; il loro primo obiet
tivo è di sensibilizzare e di
rendere partecipe la gente
del posto, la quale ormai
è rassegnata ad accettare
fatalisticamente ogni cosa,
alla ricostruzione, o meglio
alla « costruzione », come
essi polemicamente la chiamano.
Proprio durante i giorni
in cui noi eravamo a Senerchia, questi giovani che
si sono organizzati in un
comitato, distribuivano alla popolazione un volantino dove facevano delle richieste precise alla giunta
comunale, tra cui l’organizzazione di una mensa
gestita da persone del paese appositamente assunte
e la formazione di una cooperativa per la spremitura
delle olive, una delle fonti
di reddito della gente. Purtroppo questo comitato di
giovani senerchiesi non ha
un grande peso politico
nemmeno tra gli abitanti,
per cui le loro richieste sono state ignorate dalla
giunta comunale, che ha
persino minacciato alcuni
di loro del foglio di via obbligatorio.
Tra la gente
della mensa
Per non rimanere soli in
questo lungo e difficoltoso
lavoro, i giovani organizzati nel comitato si appoggiano al campo impiantato a
Senerchia dal comune di
Parma, che è una delle organizzazioni presenti nel
paese oltre alla EGEI e alla Caritas. Anche il campo
Parma, che tra l’altro si è
impegnato a costruire 80
prefabbricati per la fine di
gennaio e ad occuparsi so
prattutto del settore scolastico, ha impiantato una
mensa per i terremotati
che vede affiancati nel lavoro sia i volontari che alcuni giovani del posto. Per
quello che riguarda la mensa installata dalla EGEI a
Senerchia fin dai primi
giorni del dopo-terrernoto,
possiamo dire che continua
a funzionare a pieno ritmo. La grande tenda rossa
è stata rovesciata dal vento, per cui fornelli e suppellettili sono stati trasferiti in quelli che erano gli
spogliatoi del campo sportivo. Nel periodo che noi
abbiamo trascorso a Senerchia, la mensa forniva tre
pasti giornalieri a circa 80100 persone; la frequenza è
calata rispetto alle prime
settimane del dopo-terremoto sia perché alcuni si
sono organizzati nei garages delle case meno gravemente lesionate o nelle roulottes, sia perché molti
avevano raggiunto nelle vacanze i parenti emigrati.
In compenso altri emigranti, approfittando dei lunghi
ponti festivi sono ritornati
in paese per aiutare a ricostruire e per sostenere
le loro famiglie.
La composizione sociologica degli utenti della mensa è emblematica di una
situazione che si associa
purtroppo molto bene al
mondo meridionale: anziani, uomini di media età che
erano .o sono rimasti soli,
giovani, poche famiglie. In
genere le famiglie che usufruivano della mensa venivano a prelevare i pasti
che poi consumavano in
roulotte. Le donne erano
quasi tutte anziane; pochissime quelle di media
età, assenti o quasi le donne giovani o nubili. I dati sono approssimativi, tuttavia da essi si ricavano
alcune constatazioni; la
mensa serve soprattutto
(non parliamo dei primi
tempi di totale emergenza,
ma di una situazione già in
via di assestamento) a coloro che sono più in difficoltà: gli anziani (uomini
e donne), le persone sole,
infine gli operai e i tecnici,
il cui intervento è indispensabile per ricostruire la rete delle fognature, quella
idrica, gli impianti elettrici, i prefabbricati, ecc.
Contatti
con la gente
Il lavoro che noi svolgevamo alla mensa ha costituito il tramite attraverso
cui stabilire dei rapporti
con la gente. La piccola sala della mensa era usata
da parecchie persone anche come spazio per ritrovarsi durante la giornata,
per discutere, era, insomma, un punto di riferimento, indispensabile per chi
non volesse trascorrere la
giornata in roulotte. Questo è stato molto importante anche per noi, perché ci ha mossi dal ruolo
di « soccorritori - estranei »
e ha permesso degli scambi di idee, un confronto di
modi di essere, un minimo,
ma significativo, « sgombero del campo » da pregiudizi, diffidenze, sfiducia reciproci...
Valter Monnet, Donatella Plavan, Anna Revel, Enrica Rochon,
Daniela Taccia
Comunità Montana Chisone e Germanasca
A sostegno dei montanari
Nel Consiglio sono emersi contrasti circa la politica agricola - Decisioni sui corsi di formazione sportiva e sugli
aiuti ai terremotati - Rinviata la discussione sul bilancio
Qual è il compito di una
Comunità Montana? Individuare alcuni filoni principali di intervento per difendere la montagna garantendo alla gente di poterci vivere, magari operando delle scelte drastiche ma aU’interno di un
progetto complessivo che
alla distanza dia dei risultati, oppure quello di gestire giorno per giorno i
contributi regionali e statali, cercando di dividerli
tra più utenti possibile?
Questo è in sintesi l’interrogativo che ripetutamente ci si è posti venerdì
sera 23 c. m. aH’interno del
Consiglio impegnato su un
nutrito ordine del giorno.
Sono state le forze di minoranza DC e PCI-DP a
proporlo, facendo presente
che il rischio degli interventi « a pioggia » è di ridurre ad uno stato di perenne dipendenza dall’alto
le attività della vallata, costantemente in attesa dell’ossigeno dato da leggi e
leggine che lo stato o la
regione emanano.
Questo quadro cui fare
riferimento nella programmazione stenta, almeno in
questa fase, a venir fuori.
Anzitutto poiché non era
sufficientemente presente
come base di partenza al
momento della costituzione della Giunta; in secondo luogo, poiché il lungo
periodo di inattività del
consiglio dovuto al rinnovo delle amministrazioni
fa sì che tutti i problemi
sorti nel frattempo abbiano ora un carattere di urgenza ed assorbono molto
tempo e attenzione.
Ma veniamo all’o.d.g.: è
stata approvata una serie
di corsi di agricoltura (apicoltura, frutticoltura, orticultura) con suggerimento di tener in particolare
conto l’intervento in favore di coloro che operano
costantemente sul territorio. A questi utenti forse
possono essere più utili
corsi di forestazione o di
zootecnia, ancora punti
chiave dell’economia montana.
Sono stati poi concessi
contributi a società sportive che si occupano di promuovere la pratica degli
sport della neve (discesa,
fondo e sci escursionistico ) fra i ragazzi della scuola dell’obbligo.
Sono stati richiesti alla
Giunta dei chiarimenti circa il futuro degli Uffici di
Piano, attualmente impegnati a preparare per ciascun comune il piano regolatore dettagliato. Per il
momento sono stati rinriovati gli incarichi ai tecnici
che vi operano. Rinnovato
pure l’incarico di assistenza agricola al dott. Giancarlo Bounous.
Ha relazionato quindi
l’assessore dot, responsabile dell’équipe di lavoro
in favore dei terremotati.
Il gruppo con i soldi raccolti si è occupato dell’acquisto di 3 roulotte, le ha
attrezzate completamente
e le ha trasferite con altro
materiale nelle zone sinistrate. Il Consiglio ha riconfermato il gruppo di
lavoro in vista di un intervento nella fase di ricostruzione (probabile fornitura
di prefabbricato), ha sollecitato le amministrazioni a
fungere da stimolo in questa prospettiva e a rendere pubblici tramite stampa i fondi raccolti.
AH’inizio della seduta
due interpellanze : la prima da parte di un consigliere di maggioranza di
Pomaretto che chiedeva al
Consiglio di esprimersi sul
problema della residenza
anagrafica ( tema trattato
sul nostro giornale nei numeri scorsi). La seconda
formulata dalle forze di
sinistra che si chiedevano
quale spazio la nuova
Giunta prevedeva di lasciare alle Commissioni. Rispondeva il presidente Daviero, per la prima sollecitando i comuni interessati
ad addivenire ad un incontro di chiarificazione; garantendo l’interessamento
della giunta per la seconda
interpellanza.
A. Longo
PENTECOSTE ’80
NON E’ UN PUNTO
D’ARRIVO
Proseguono le riflessioni sulla
esperienza di Pentecoste ’80
Scuola Domenicale
Precatechismo
La comunità dei credenti ha sempre avuto
il problema di testimoniare alle generazioni
più giovani la propria
fede.
Questo compito nei
secoli è stato svolto in
modi assai diversi all’interno della comunità
(piccoli e grandi insieme) oppure con un lavoro specifico per i soli
ragazzi (scuola domenicale e catechismo, dopo
il Risveglio).
Attualmente la scuola domenicale è vista
dalle famiglie in generale come un problema
da delegare agli esperti
nella chiesa (pastore,
monitori, catechisti).
Si ha l’impressione a
volte che dai ragazzi essa venga percepita come attività necessaria
per crescere e diventare
indipendenti, cosi dopo
la confermazione ci si
può tranquillamente dimenticare della vita comunitaria e si pensa ai
fatti propri.
Vi sono naturalmente
delle responsabilità :
Anzitutto delle famiglie che non sanno più
cosa significa vivere la
propria vita di singolo
o di comunità nella ricerca di una fedeltà
evangelica, smentendo
nei fatti gli impegni presi al momento del battesimo dei propri figli.
In secondo luogo della comunità nel suo insieme che spesso anziché essere una testimonianza gioiosa al Cristo
risorto diventa una cosa noiosa e meritocratica.
Ed infine della S. D.
stessa che risulta a volte incapace di togliersi
la vernice di scolarità e
quindi non è credibile
agli occhi dei ragazzi. E’
chiaro comunque che di
tutte queste situazioni
le vittime sono i ragazzi.
Si pongono allora per
le famiglie, la comunità
e la S. D. degli interrogativi ;
a) come fare a coinvolgere maggiormente le
famiglie affinché capiscano l’importanza di
non trasmettere messaggi superficiali o addirittura negativi?
b) come far capire
alla comunità tutta che
per i ragazzi è importante un momento diverso da quello scolastico per ritrovarsi, parlare di loro stessi, delle loro ansie, delle loro
speranze e confrontare
tutto ciò con il messaggio che traspare dall’Evangelo?
Come far si che i monitori non siano presenti solo per « far lezione » ma imparino a lasciare spazio alla fantasia dei bambini o alla
necessità di parlare di
sé propria degli adolescenti?
L’incontro di Pentecoste 80 è stato, anche
per il tema dell’educazione in vista della fede, un momento importante per il Circuito Val
Germanasca. In vista
della giornata, e dato il
tema della sequenza che
coincideva pienamente
con la festa — la Pentecoste — i bambini ed
i ragazzi delle 4 comunità del Circuito hanno
avuto la possibilità di
vivere concretamente
con gli altri un momento importante di riflessione. Si è riflettuto a
lungo sulla Pentecoste,
ieri ed oggi. Naturalmente la ricerca ci ha
portati ad interrogarci
sulle nostre comunità
oggi e sul posto che i
ragazzi occupano al loro interno. Sono stati
prodotti dei materiali
(esposti negli stands)
che illustravano queste
sensazioni; i canti e le
scenette presentate erano tratte dal lavoro di
evangelizzazione di Pietro e Paolo e della prima comunità cristiana.
Questo lavoro in comune ci ha fatto percepire meglio la realtà
della comunità che non
ha confini geografici o
parrocchiali ma che si
estende. Anche i problemi di ogni singolo
gruppo di bambini o di
ogni individuo all’interno del gruppo trovano
in questa dimensione
maggiori possibilità di
espressione ed a volte
di soluzione. Proponiamo qui per tutti alcuni
temi individuati : — La
vita delle comunità in
sé non esiste, ma esiste
nella vita di ognuna delle sue attività portate
avanti dai credenti. —
La S. D. vive la sua vita in questo contesto,
per cui alterna momenti più specifici a momenti più « comunitari ». — Ogni comunità
è di per sé una comunità che fa parte della
più grande comunità. Ci
pare che questo senso
della comunità - scuola
domenicale sia vissuto
più dai bambini che dai
genitori.
Nonostante tanti errori i bambini realizzano una forma di comunità nel ritrovarsi insieme. In questo caso possiamo forse anche parlare di S. D. che è filtro
per grossi problemi che
affliggono parecchi bambini. Cominciando a
sentirsi bene con altri
nella « comunità » della
S. D. essi prendono coraggio per affrontare
altre situazioni, oppure
è nel gruppo che essi si
sfogano e parlano di sé.
Quindi, fermo restando
alla base della S. D. l’insegnamento biblico, in
questo si deve filtrare
e vivere ogni altro problema. Certo, non sempre ciò riesce, ma il nostro impegno è volto in
questa direzione. Per
questo non parliamo di
esperimenti didattici eccezionali, ora, ma si può
dire che nell’arco di 1()
anni le nostre S. D. si
sono rinnovate ed ora
su questo terreno nuovo all’interno, si possono fare altre esperienze
all’esterno.
Adriano Longo
8
8
CRONACA DELLE VALLI
30 gennaio 1981
SPIGOLATURE DI STORIA VALDESE
Valanghe e alluvioni
LETTERE ALL’ECO DELLE VALLI
In un’epoca di eventi catastrofici come quella nella quale stiamo vivendo
(terremoti, bufere di vento, incendi) non ritengo
fuori luogo rievocare altre
devastazioni che funestarono in passato le nostre
vallate, ricordando alcuni
esempi di disastri causati
da valanghe e inondazioni
nell'alta Val Germanasca.
NeH’invemo del 1832,
malgrado gli oltre due metri di neve fresca, un gruppo di pralini aveva deciso
di scendere a valle per recarsi (naturalmente a piedi) al mercato settimanale
di Pinerolo. Il giorno seguente, la neve continuò a
cadere abbondantemente,
per cui, sulla via del ritorno, una parte della comitiva reputò più prudente fermarsi a Pomaretto, mentre i rimanenti diciotto vollero comunque proseguire
alla volta di Prali. Giunti al
villaggio Gardiola (situato
poco sopra il bivio per Rodoretto - Fontane), invano
gli abitanti del villaggio
cercarono di trattenerli,
quasi presentendo l’imminente tragedia; infatti, nella stretta gola poco oltre il
Ponte dei Marmi, una enorme valanga precipitata dal
vallone della Malera investiva il grappo. Con sforzi
sovrumani, sette sopravvissuti ritornarono al villaggio Gardiola in cerca di
aiuto; ma i loro undici
compagni, che i soccorritori ritrovarono scavando
nella neve, erano tutti
morti.
Tre anni dopo, nel 1845,
altra tragedia provocata
dalla valanga a Rodoretto.
Il 15 gennaio di quell’anno.
la famiglia del giovane pastore Buffa rientrava al
presbiterio a mezzanotte,
dopo aver trascorso la serata nella stalla di un vicino, come si usava a quei
tempi nei villaggi di montagna. Un’ora più tardi, la
valanga aveva già spazzato
il presbiterio. All’alba il
parroco suonò la campana
a martello; accorsero gli
abitanti dei villaggi vicini;
il tetto del presbiterio era
scomparso e dei muri non
restava che qualche rudere, col cane ululante vicino
al camino. La valanga aveva trasportato e sepolto le
vittime in fondo al vallone; il pastore Buffa pareva dormisse, la moglie al
suo fianco aveva le braccia
tese verso la culla nella
quale giaceva il figlioletto,
la persona di servizio era
rimasta schiacciata dalle
macerie. Poco lontano vennero trovati il pianoforte
e i libri sparsi. Il pastore
di Maniglia, Louis Jalla,
presiedette i funerali della giovane famiglia Buffa,
le cui spoglie riposano nel
piccolo cimitero del villaggio Ciai.
Per interessamento del
generale Beckwith, venne
poi costruito il nuovo presbiterio e l’attuale tempio.
Fra i ricorrenti disastrosi nubifragi, ricorderò quello del 19-20 giugno 1908,
che recò immensi danni in
tutta la Val Germanasca,
ma soprattutto nei comuni
di Massello e Salza.
Alla Balziglia, le acque
impetuose dei torrenti Ghinivert e Pis asportarono
cinque case; Caterina Tron
di 76 anni e la figlioccia
Maria Pons di 8 sparirono
fra le acque tumultuose e
i cadaveri vennero trovati
rispettivamente a Pomaretto e Macello. La strada
comunale del vallone di
Massello venne asportata
in oltre dieci punti da enoi'mi frane; in alcuni tratti,
la strada scomparve per
centinaia di metri. Nella
regione Pra l’Adreit e Reynatid, l’acqua invase i prati su una superficie di oltre un ettaro, ricoprendoli
di melma e di grossi macigni. Lo spiazzo prativo
denominato Piazza d’Armi
(quivi teneva le sue esercitazioni l’antica guardia nazionale) scomparve.
Anche il Comune di Salza subì danni ingenti; la
strada comunale venne
pressoché tutta asportata;
enormi cataste di tronchi
di larice scomparvero nelle acque tumultuose, privando molte famiglie del
Comune di una delle loro
primarie fonti di reddito.
Sui luoghi del disastro
accorsero prontamente il
Sottoprefetto Cav. Frutteri
di Costigliole, il Tenente
dei Carabinieri Ferlosio,
oltre ad un distaccamento
del I Genio al comando del
Capitano Ernesto Sala. Per
interessamento del Deputato pinerolese On. Facta,
il Ministero concesse un
sussidio di L. 10.000.
Possa la rievocazione di
questi disastrosi eventi
renderci prudenti e vigilanti in un’epoca nella quale l’abbandono quasi totale
della montagna concorre
ad aumentare i pericoli sia
per i turisti sia per i villaggi di fondovalle.
Guido Baret
L’angolo di Magna Linota
Cara Magna Linota, martedì mattina, 13 gennaio, ho
ascoltato la radio ripetere
l’ennesimo invito a tutti gli
italiani di risparmiare elettricità, perché siamo sull’orlo del « black-out » totale; intanto da cittadino
rispettoso (e abituato fin
da bambino ad evitare gli
sprechi) sbrigavo le solite
faccende casalinghe di uno
scapolo autosufficiente nella penombra del primo
mattino, senza accendere
neanche una lampadina.
Poi scendo a Pinerolo e la
trovo illuminata come in
piena notte. Alle otto i fanali sono ancora accesi, e
non so fino a quando perché non sono rimasto lì a
controllare. D’altra parte
non è certo la prima volta
che vedo città ed edifici
pubblici illuminati mentre
se ne potrebbe benissimo
fare a meno. Non fa rabbia
anche a te questo minuscolo esempio di amministratori che predicano il risparmio ai poveri diavoli e poi
buttano i soldi dalla finestra, perché tanto non pagano di tasca loro? Perché
tocca sempre ai più poveri
pagare per tutti? Non si
può proprio far nulla per
cambiare queste cose?
Barba Pietro
Cara Magna Linota, avevo perso il libretto della
mutua ed ero disperata.
Una diecina di anni fa,
quando mi avevano rubato
la borsa con il libretto, avevo dovuto perdere non so
quanti giorni a Torino, a
girare da uno sportello all’altro di un palazzone, facendo ore di coda per poi
sentirmi dire di tornare un
altro giorno. L’idea di ricominciare mi spaventava, e
poi dovevo entrare in ospedale per un’operazione. Come fare senza libretto? In
vece stavolta alla SAUB di
Pinerolo in neanche cinque
minuti un signore gentilissimo ha trovato il mio nome su una specie di televisore e mi ha rilasciato un
foglio che serve come il libretto, finché mi daranno
il duplicato. Semplice come
bere un bicchier d’acqua.
Ma allora è possibile semplificare le cose per farci
avere presto e facilmente
quel che ci spetta! Perché
non lo fanno anche per le
pensioni, che arrivano sempre con tanto ritardo? Ti
prego di non mettere il
mio nome, se no sembra
che ti abbia scritto per fare la réclame a qualcuno;
invece sono soltanto così
contenta che avevo bisogno di parlarne.
(lettera firmata)
soli non riusciamo a fare
un granché; per esempio
anch'io, andando al palazzone dell'INPS per una pratica, ho trovato un signore
gentile: era quello che distribuiva i numeri per la
coda allo sportello, e, vedendonù stanca morta, mi
ha consigliata di andare a
sedere in qualche bar per
un'oretta; il mio numero
sarebbe stato chiamato
molto più tardi. Era tutto
quel che poteva fare per
me. Era poco, nia l’ha fatto.
E allora, cerchiamo di organizzare strutture che non
schiaccino la gente, e di lavorare in modo da rendere
la vita più facile, o meno
difficile, anche agli altri.
Magna Lìnota
Per caso queste due lettere mi sono arrivate insieme; in fondo anche se sembrano molto diverse, dimostrano la stessa cosa: che i
grandi principi, i programmi, le organizzaz.ioni sono
sempre fatte funzionare,
più o meno bene, da uomini, e che gli uomini quasi
sempre lavorano meglio
quando si sentono direttamente responsabili di fronte agli altri. Il dirigente che
fa tenere le luci accese di
giorno a Pinerolo, o l'addetto che ha dimenticato
di girare l’interruttore al
momento giusto, sono certo delle brave persone come l’impiegato della SAUB,
ma è più difficile rendersi
conto dell’importanza che
possono avere per altri anche queste piccole cose
quando si lavora in un
macchinone co.s) gros.so che
non vediamo più le persone, ma solo dei numeri su
un foglio, oppure siamo
una rotellina così piccola
in quell’ingranaggio, che da
Dott.
Giovanni GRILLONE
specialista in pediatria
•
Visita
per appuntamento
presso 1’«Asilo Valdese»
di Luserna S. Giovanni
Via Malan, 3 - Tel 90285
RESIDENZA E
PICCOLI COMUNI
Poiché continua la polemica sull’operato dell’Amministrazione Comunale di
Pomaretto, in relazione al
problema delle residenze,
ritengo di dover chiarire
l’effettiva posizione assunta dalla maggioranza, che,
con Tinterpellanza datata
21/11/1980 presentata in
Consiglio di Comunità
Montana dal sottoscritto,
ha inteso coinvolgere Amministratori, forze politiche, sociali e popolazione
su questo discusso problema.
Ecco il testo dell’intei'pellanza;
« Ultimamente l’Amministrazione Comunale di Poraaretto ha affrontato lo
« scabroso » problema delle residenze, sollevando
proteste e critiche da più
parti, in alcuni casi strumentali.
Questo problema non è
esploso all’improvviso ma
solo negli ultimi mesi si è
evidenziato in tutta la sua
complessività e più precisamente in occasione delle
elezioni amministrative del
giugno scorso, allorché si
è trattato di distribuire i
certificati elettorali è emerso che oltre un centinaio
di abitanti a Pomaretto, risultavano residenti in altri
Comuni, ad esempio a Salza e a Massello.
Poiché la Legge prevede
che ogni cittadino debba
fissare la propria residenza nel Comune in cui abita
regolarmente per più di sei
mesi all’anno e considerando che il numero dei residenti è determinante per
l’assegnazione ai Comuni
dei contributi, ritengo che
la procedura seguita dal
Comune di Pomaretto, su
iniziativa del Sindaco sia
« formalmente corretta ».
Ma a questo punto subentra l’aspetto politico
del problema, perciò credo
sia necessario coinvolgere
la Comunità Montana. Se
è giusto che ogni cittadino
che usufruisce dei servizi
del Comune in cui abita
(esempio scuole, illuminazione, viabilità, fognature,
servizi sociali comunali in
generale, ecc.) contribuisca a pagarne i costi, in
questo caso concorrendo a
determinare entrate mag
II Dr.
SILVIO BOER
MEDICO CHIRURGO
COMUNICA CHE:
• Dal 19 gennaio 1981
è il nuovo medico di
base convenzionato del
Consorzio dei Comuni
di : Torre Pelliee ed Angrogna.
• Chiunque vorrà essere suo assistito dovrà
recarsi per l'iscrizione
alla U.S.L. in Viale XXV
Aprile 7, a partire da;
Lunedì 19 gennaio.
• Visiterà nell'ambulatorio del Dr. Gardiol.
• Per ulteriori informazioni telefonare al n.
93 24 50.
Hôtel du Parc
Casa tranquilla - aperta tutto l'anno
Riscaldamento centrale
Facilitazioni per lunghi periodi di
permanenza
Viale Dante, 58 © 0121/91367
TORRE PELLICE (To)
giori da parte dello Stato
nelle casse oomunali, è altrettanto ingiusto che una
operazione anche se corretta, come quella intrapresa
dal Comune di Pomaretto
possa causare per Comuni
come Salza e Massello ad
esempio un taglio netto
nelle entrate tributarie e
metterne perfino in forse
la stessa sopravvivenza come Comune autonomo.
Ritengo che questo sia
un problema particolarmente grave per i Comuni
montani, visto in particolare nel contesto di una
problematica che la nostra
Comunità sta da anni cercando di affrontare per arrestare il progressivo spopolamento della montagna
con le nefaste conseguenze sociali ed economiche
che ne derivano.
Per questo, a nome del
gruppo di maggioranza del
Comune di Pomaretto ritengo che sia la Comunità
Montana a farsi carico del
problema delle residenze e,
dopo una seria discussione, sia concordata una linea omogenea per tutti i
Comuni della nostra zona ».
Distinti saluti.
Giorgio Bonis
Assessore al Comune
di Pomaretto
« PATRIA CITA »
Caro Direttore
sono pienamente d’accordo
con le considerazioni esposte da J.J. Peyronel su
« Eco-Luce » del 9 gennaio.
Per antonomasia, le valli di
parlata occitanica della
provincia di Torino sono le
Valli Valdesi, laddove questa aggettivazione riporta
ad un’ identità religiosa,
culturale e ad un patrimonio storico specifico. C’è
tutto un « mito » (positivo,
ovviamente) della « piccola capitale delle Alpi », di
un territorio di riforma religiosa che non va dimenticato.
Che poi queste siano valli di lingua diversa dalla
lingua piemontese della
pianura è un fatto (positivo) innegabile. Non va, poi,
dimenticato che nelle valli
valdesi il francese è stato
(e potrebbe ancor essere,
un do’ di più ) lingua di cultura e questo è un dato
(importante) di differenziazione nei confronti delle
valli di parlata occitanica
della provincia di Cuneo
(da aggiungere al fatto religioso).
Ma mi sento d’accordo
con Peyronel anche perché
mi sembra che ponga la
questione in termini moderni non solo e non tanto
di contrapposizione e di
schematizzazione (linguistica o religiosa) quanto di
identificazione. Mettere un
cartello indicatore (o, perché no, estremizzando
« certi » ragionamenti, magari una dogana) non significa proprio niente. Si tratta, invece, di acquisire, se
mi si permette l’espressione, una « mentalità elvetica »; pluralismo linguistico, culturale, religioso. Per
le valli valdesi con un accento sul fatto religioso,
più che su quello linguistico.
Io penso che l’Autonomia
Regionale, lungi dall’essere
intesa come un elemento
di divisione, potrebbe vivificarsi qualora fosse interpretata come un fatto di
difesa di identità tese ad
arricchire la « Patria Cita ».
Tutto il resto lascia il tempo che trova.
Roberto Gremmo
« Arnàssita Piemon
tèisa» (Ivrea)
Notizie utili
Addetto aU’informazione
La Comunità Montana Val Pelliee comunica che è
indetto un pubblico concorso per titoli ed esami al posto di Segretario addetto allTnformazione, con scadenza alle ore 18 del 16 febbraio 1981.
Titolo di studio; diploma di scuola media superiore.
Trattamento economico; L. 2.790.000 oltre 13“ e indennità integrativa speciale.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria della Comunità Montana Val Pelliee, piazza Muston 3 - Torre
Pelliee - Tel. (0121)91.514 - 91.836.
Squadre antincendio
Valli Chisone e Germanasca
Sono aperte in varie sedi comunali della vallata le
raccolte dei nominativi di volontari disponibili a costituire le squadre antincendio. Termine ultimo 31 gennaio. La Comunità Montana come apparso sullo scorso
numero dell’Eco delle Valli, si farà carico di brevi corsi
di istruzione all’uso delle attrezzature che vengono fornite in dotazione ad ogni squadra.
Nuovo garage
di Priotti Adriano
• Riparazione di vetture nazionali
ed estere
• Revisioni e collaudi
• Riparazione trattori e mezzi
agricoli
• Garanzia sul lavoro svolto
Via Nazionale, 87 - Villar Perosa
Tel. 0121/514388
9
30 gennaio 1981
CRONACA DELLE VALLI
POMARETTO
Rinnovare il culto
Negli stands di Pentecoste 80,
nella parte riservata alle chiese,
era stato esposto un piccolo cartello, con i punti riassuntivi del
lavoro portato avanti dalla Commissione Culto della comunità
di Pomaretto.
La Commissione Culto è stata
la prosecuzione della Commissione per la Santa Cena nominata in precedenza da un’assemblea
di chiesa.
La Commissione per la Santa
Cena aveva proposto non solo
di riunirsi più spesso attorno alla mensa del Signore, ma anche
di sperimentare modi diversi da
quanto fatto tradizionalmente
(in fila due per due). L’assemblea di chiesa deliberava quindi
di effettuare la Santa Cena una
volta al mese (la prima domenica) con la formazione a semicerchio davanti alla tavola; il
pastore coadiuvato da uno o due
anziani distribuiscono il pane ed
il vino. Nelle grandi festività si
sarebbe continuato nel modo tradizionale.
In seguito ad alcune indagini
effettuate durante le riunioni
quartierali emergevano altre esigenze sentite da molti membri
riguardo al culto (ordine, canti,
preghiere, informazioni, ecc.). In
una successiva assemblea si decideva quindi di demandare alla
Commissione per la Santa Cena
allargata a tutti coloro che ne
volevano far parte, lo studio di
queste nuove proposte.
La Commissione, dopo alcune
sedute, proponeva una serie di
punti da discutere :
1 ) preghiere spontanee : avere dopo il sermone uno spazio
per chi desidera esprimere ad
alta voce la propria preghiera di
intercessione ;
2) inni in francese: reintrodurre il canto in francese, una
domenica al mese (Psaumes et
cantiques) e gradatamente imparare degli inni tratti dalle nuove collezioni francesi ;
3) presenza della corale: si
auspicava che la corale potesse
nartecipare maggiormente ai culti per aiutare il canto della comunità ed anche per insegnare
nuovi inni;
4) uso di strumenti musicali;
si proponeva di lasciar spazio a
tutti coloro che sanno suonare
strumenti musicali, sia per l’accompagnamento dei canti che
per gli interludi (già da tempo
sperimentato con i trombettieri) ;
5) annunzi, informazioni: integrati nel culto e subito dopo
il sermone, prima delle preghiere spontanee di intercessione.
Questo per sottolineare che nella
assemblea dei credenti non vi
TORRE PELLICE
Il Gruppo Sportivo, nato per
iniziativa di alcuni giovani della
nostra comunità, intende darsi
uno Statuto e per questo indice
una riunione fissata per sabato
31 gennaio alle ore 20.30 presso
la Casa Unionista. Tutti i giovani
interessati alla attività sportiva
e ai problemi connessi con il tempo libero sono calorosamente invitati ad intervenire.
• Un quaderno di canti, con
musica e accordi per chitarra,
adatto alle Scuole Domenicali o
ai gruppi giovanili, è stato compilato e ciclostilato da alcuni nostri fratelli. Chi fosse interessato
ad averlo lo richieda al più presto ai giovani del coretto, poiché
il numero delle copie è limitato.
• Il concistoro si riunisce mercoledì 4 febbraio. L’Assemblea di
Chiesa dell’8 febbraio sarà dedicata all’esame della Relazione finanziaria, che verrà distribuita
alle famiglie della comunità nei
prossimi giorni, insieme al Boilettone.
• È deceduto Roberto Ribotta, da tempo sofferente. La comunità esprime alla famiglia in
lutto la sua simpatia cristiana.
• In vista della manifestazione a Torino del 14 febbraio viene organizzato un pullman in
partenza da Torre Pellice. Per
le prenotazioni ci si può rivolgere a Antonio Kovacs (tei. 932264),
Franco Taglierò (tei. 91544), Anna
Bosio (tei. 91829) o ai pastori
(tei. 91305).
sono distinzioni tra sacro e profano ma tutti gli aspetti della vita sono posti sotto lo sguardo
del Signore;
6) discussione del sermone:
al termine del culto;
7) sermone dialogato: il pastore o il predicatore preparando il sermone lasciano spazio
agli interventi dei membri invitati ad esprimere la propria opinione o riflessione sul testo presentato ;
8) confessione di peccato:
spostata dopo il sermone e collegata alla meditazione del passo letto, accentuando quindi l’aspetto della confessione comunitaria.
Tutti questi punti sono stati
poi discussi quest’autunno durante alcuni culti e gradatamente si stanno attuando.
S. M.
2® e 3® Circuito
CONVEGNO
MONITORI
per la preparazione della
sequenza « Mosè ».
Domenica 8 febbraio
presso il Convitto di Pomaretto — Inizio ore 14
chiusura ore 22
Cena al sacco.
È importante partecipare tutti. Portare la Rivista
di ottobre 1980 con il programma della sequenza di
Mosè.
Ricordiamo il nuovo turno di
riunioni quartierali; Martedì 10
febbraio, alle ore 20, ai Pons;
mercoledì 11.2 - ore 20 - ai Masselli; giovedì 12.2 - ore 20 - alla
Paiola. In questo nuovo turno
verrà presentato brevemente il
rendiconto 1980 e il bilancio preventivo di spese anno 1981.
• Festeggiamenti 17 febbraio.
Il programma è uguale a quello
degli anni precedenti, nulla di
variato. I biglietti per la prenotazione del pranzo saranno in
vendita al prezzo di L. 6.000 per
gli adulti e L. 5.000 per ragazzi
fino a 12 anni. Si possono acquistare presso ; Pastre-Beux Frida,
Menusan Ida, Bleynat Enrico,
per Pomaretto ; Giaiero Elio, per
Perosa Arg. ; Coucourde Bario,
Long Massimo, per Inverso Rinasca. Inizio delle prenotazioni;
1” iobbraio; termine 15 febbraio.
La filodrammatica presenterà
nelle sere del 17-21-22, alle ore
20,30, « La fortuna si diverte ». I
biglietti si potranno acquistare
nei soliti posti. Maggiori dettagli si troveranno nella prossima
« Lettera circolare » in distribuzione la prossima settimana.
• Sabato 24/1 è stato benedetto il matrimonio di Breuza Dario e Genre Alba. Ohe lo Spirito
del Signore benedica e guidi
questo nuovo focolare. Agli sposi
gli auguri della comunità.
VILLAR PELLICE
Continuano regolarmente a Villar Pellice i corsi della Scuola
domenicale. I bambini, dopo la
festa dell’Albero di Natale, che
anche quest’anno, grazie al lavoro delle monitrici, ha intrattenuto un numeroso ed interessato
pubblico con un programma di
canti e poesie, si stanno adesso
preparando alle celebrazioni del
17 febbraio.
ANGROGNA
stipate in Cappella più di cinquanta persone hanno partecipato, domenica scorsa, all’assemblea in cui si sono esaminati i
conti e s’è discussa la questione
del « ruolo diaconale ». Sui conti si registra un netto incremento nella contribuzione annua
mentre sale il deficit per la cassa stabili (attualmente è di lire
7.590.000; i lavori in corso per
il rinnovo del Tempio del Capoluogo faranno salire ancora ult^
riormente il saldo passivo. Si è
così deciso d’indire nella comunità, per Pasqua, una apposita sottoscrizione straordinaria per gli
stabili. Sul ruolo diaconale un
lungo ordine del giorno riassuntivo del dibattito condotto sin
qui nei quartieri non ha raccolto il voto dell’assemblea che ha
invece chiesto — a forte maggioranza — di continuare la ricerca
su quest’aspetto così complesso
ma al tempo stesso ricco di promesse. Tra le dolenti note ce ne
sono state anche di allegre; quelle del nuovo Harmonium donato
dall’Unione Femminile per la
Cappella dei culti invernali al
Capoluogo.
Convegno
FGEI-VaUi
Sabato 7 e domenica 8
febbraio avrà luogo a Pinerolo presso la Chiesa
valdese (per inf. tei. 8514)
un convegno organizzato
dalla FGEI-Valli sul tema;
« Chi è per noi Gesù Cristo? ».
Il convegno sarà introdotto da una relazione che
Ermanno Genre terrà sabato 7 alle ore 21.
VILLASECCA
LUSERNA
SAN GIOVANNI
L’incontro mensile, aperto a
tutti e organizzato dalla Commissione Stabili, avrà luogo sabato sera 31 c.m. alle ore 20.30
nella Sala Albarin.
Il dott. Sergio Gay, anziano del
concistoro, parlerà su « Matrimonio, patrimonio e fisco » un
tema che interessa tutti coloro
che hanno problemi e dubbi sulla separazione e comunione dei
beni. Il relatore sarà a disposizione dei presenti per rispondere
ad eventuali domande in merito.
Seguirà un piccolo rinfresco.
• La riunione quartierale delle Vigne è spostata a venerdì 6
febbraio (anziché martedì 3 febbraio).
1® DISTRETTO
La Federazione evangelica femminile valdese metodista rammenta a tutti i
Gruppi di attività femminile alie Valli Valdesi la
riunione di
giovedì 5 febbraio 1981
ore 15-17
nei locali del Convitto della Chiesa Valdese di Villar
Perosa.
Il programma prevede ;
• nella prima ora la presentazione, a cura delle sorelle della FGEI, di una relazione informativa sugli
sviluppi dell’impegno per
la difesa della legge 194
che regolamenta le condizioni per abortire e che sarà seguita da dibattito;
• dalle 16 alle 17 l’organizzazione della Giornata
Mondiale di Preghiera che
per l’anno 1981 si svolgerà
con la liturgia preparata
dalle donne indiane dell’America del Nord sul tema
« Al Signore la terra ».
Raccomandiamo vivamente una buona rappresentanza da ogni gruppo.
PERRERO
Pare che gli studi biblici con i
cattolici stiano attraversando un
periodo di crisi. Quando, due anni fa, si cominciò con questi incontri si ebbe un successo insp^
rato. Ci furono, è vero, delle critiche; qualcuno diceva che non
si aveva il coraggio di entrare
nella polemica. Ma la decisione
fu di continuare.
Ed ora, dopo tre incontri, ci
ritroviamo con venti persone
(compresi tre preti ed un pastore) un po’ delusi, traditi forse
da aspettative troppo rosee. Una
cosa è certa; al momento della
valutazione, all’assemblea di fine
d’anno, dovremo decidere sia riguardo ai nostri rapporti ecumenici che ai nostri studi biblici.
• Le riunioni quartierali di febbraio: giovedì 5; Roberso; venerdì 6; Forengo; venerdì 13: Grangette; giovedì 19; Pomeifré, Fontane e Bessè; venerdì 20; Baissa;
giovedì 26; Gros-Passet; venerdì
27: studio biblico a Perrero.
Simone Ackard
La chiesa di Villasecca esprime
la propria gioia ai giovani Alba
Genre e Dario Breuza per il loro matrimonio celebrato a Pomaretto, ed invoca su di loro le
benedizioni del Signore.
• La seduta del Concistoro, fissata per sabato 31 corr., è stata
spostata a domenica 1° febbraio
ore 9, nella saletta dei Chiotti.
• Le prossime riunioni quartierali avranno luogo a Giolberso,
venerdì 30 corr.; a Roccia, martedì 3 febbraio. Tutte alle ore 19.30.
Verso il
17 Febbraio
Tutte le comunità valdesi delle
Valli celebreranno martedì 17
febbraio il ricordo di una libertà
"concessa” ma che dev’essere
sempre nuovamente conquistata.
L’attenzione di molte chiese, in
questi giorni, è soprattutto concentrata sulla prossima manifestazione programmata per sabato 14 febbraio in piazza Carignano a Torino affinché la protesta
delle chiese valdesi e metodiste
per il ritardo del governo sull’Intesa trovi una espressione pubblica e di un certo rilievo. Tra
gli ospiti delle chiese per il 17 si
segnala la presenza del prof. D.
Maselli dell’Università di Firenze, a Luserna San Giovanni. A
Rorà parlerà il past. Th. Soggin,
ad Angrogna il regista Jungrathmayr presenta il film sui valdesi,
a Pomaretto una testimonianza
del past. Miguel Brun in esilio
dall’Uruguay, a Villasecca il pastore Sergio Ribet riferirà sull’Intesa, a Perrero parlerà il pastore Rebeaud e a S. Germano
il Moderatore della Tavola Valdese. Pranzo fraterno dappertutto e in serata, quasi ovunque, filodrammatiche o corali allieteranno la conclusione della « festa
della libertà ».
Peyronel
1® CIRCUITO
Luserna San Giovanni
1° febbraio ore 14.30
ASSEMBLEA
DI CIRCUITO
su
IL RUOLO
DIACONALE
BOBBIO PELLICE
Durante questa settimana tre
famiglie della nostra comunità
sono state colpite dal lutto;
• sabato 24 gennaio si sono
svolti i funerali di Susanna Rostagnol in Garnier, di anni 68;
• domenica 25 gennaio si è
svolto il funerale di Elena Gönnet ved. Cresto, di anni 86;
• luned:. 26 gennaio si è svolto
il funerale di Costanzo Baridon,
di anni 81.
Esprimiamo il nostro affetto e
solidarietà fraterna alle famiglie
colpite.
• La riunione dell’Unione Femminile, rinviata per la concomitanza di un funerale, si terrà l’8
febbraio.
• Domenica 25 gennaio il culto
è stato presieduto da Dino Gardìol, predicatore laico, che ha
centrato il suo messaggio sul tema della lebbra.
• Domenica 1” febbraio alle
ore 11,30, dopo il culto, verrà
aperta la biblioteca comunale per
la presentazione dei libri. Alle
ore 20, in collaborazione con la
Pro loco e nel quadro delle attività della biblioteca comunale,
verranno proiettati nella sala
unionista un documentario sui
vulcani e il film di Charlie Chaplin « Antologia di Charlot ».
SAN SECONDO
La predicazione di domenica
25 (Giornata delle Missioni) è
stata effettuata dai ragazzi della
Scuola Domenicale i quali hanno esposto i risultati del loro lavoro sul testo di Marco 6: 30-44:
la moltiplicazione dei pani. Con
vari interventi e con la presentazione di alcune statistiche esposte su cartelloni hanno particolarmente sottolineato l’ordine di
Gesù ai discepoli: Date voi loro
a mangiare.
Siamo lieti che una numerosa
assemblea ha seguito con attenzione questa « predicazione » dei
ragazzi.
• L’Unione Femminile si riunisce domenica 1° febbraio, alle
ore 15 nella sala.
# Hanno collaborato a questo
numero: Mauro Albertengo,
Thierry Benotmane, Gino
Conte, Franco Davite, Paolo
Ferrerò, Dino Gardiol, Alfredo Janavel, Antonio Kovacs,
Luigi Marchetti, Silvana Marchetti, Edi Morini, Italo Pons,
Mauro Pons, Paolo Ribet, Aldo Rutigliano, Franco Taglierò, Esmeralda Tron.
Lunedì 26 è deceduta all’età di
70 anni la signora Simone Ackard
moglie del pastore Alfonso Peyronel originario di Pramollo che
ha svolto gran parte del suo ministero presso la Chiesa Riformata di Francia. Il decesso è
avvenuto a Bourdeau, nella Drôme (Regione Centre-Alpes-Rhònes) dove la coppia risiedeva da
alcuni anni.
La redazione esprimendo ai familiari la propria solidarietà in
Cristo si stringe intorno al figlio
Jean-Jacques, membro del nostro collettivo.
RINGRAZIAMENTO
« E fattosi sera Gesù disse:
"passiamo all’altra riva"»
(Marco 4: 35)
I familiari della compianta
Clementina Poët in Poct
commossi e riconoscenti per le dimostrazioni di stima e di affetto dim<>
strate alla loro cara, ringraziano di vivo cuore tutti coloro che presero parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al
past. Marco Ayassot, al dott. Franco
Bogliotti, ai medici, suore e personale
infermieristico del Reparto Ginecologico della Casa di Cura Cottolengo.
Pinerolo, 30 gennaio 1981
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo Infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZiANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso roSPEOALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 1» FEBBRAIO
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON - Via Repubblica, 22 Tel. 91.328.
CHIUSURE INFRASETTIMANALi
A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Intemazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Fh-atl,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
DOMENICA 1° FEBBRAIO
BIANCIOTTO-Tel. 91558-91484
o tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ' MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8.
dalle ore 14 della viglila dei
giorni festivi alle ore 8 de! giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
II recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tei. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 1" FEBBRAIO
Fenestrelle:
FARMACIA GRIPPO
San Germano:
FARMACIA TRON
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
10
30 gennaio 1981
10.
IL CAMPO INVERNALE DI AGAPE
POLONIA: problemi
e prospettive di una lotta
Esaminati nascita e sviluppo di organizzazioni autonome della classe operaia in un paese a
« socialismo reale » e il ruolo che nella situazione polacca ha giocato la Chiesa cattolica
« Polonia: problemi e prospettive di una
lotta »: su questo tema si sono confrontati i circa 150 partecipanti al campo invernale di Agape. Il campo si proponeva di esaminare due aspetti fondamentali della situazione polacca: 1) la nascita e lo sviluppo di
organizzazioni autonome della classe operaia in un paese a « socialismo reale »; 2) il
ruolo che in queste lotte ha giocato la Chiesa cattolica.
La prima parte è stata storico-informativa. Per spiegare l’odio dei polacchi verso la
Russia, basta ricordare che nell’autunno del
’39, quando l’esercito nazista invase la parte
occidentale della Polonia, i sovietici invasero
la parte orientale, deportando in Siberia un
milione e mezzo di polacchi. Nel dopoguerra
i comunisti vennero installati al potere non
tanto per il consenso popolare quanto grazie all’aiuto dei carri-armati sovietici. Difatti, una parte delle forze della resistenza antinazista continuò a combattere contro i sovietici fino al ’48. Con la presa del potere da
parte dei comunisti si verificò una grossa
svolta della Chiesa cattolica polacca: da
Chiesa compromessa col potere si trasformò in Chiesa di « opposizione », si distaccò
dal potere politico per rivolgersi alla società. Da allora, la Chiesa cattolica si è proposta come alternativa al sistema vigente e
come garante di un’identità nazionale per
una Polonia stretta tra i protestanti tedeschi
da una parte e gli ortodossi russi dall’altra.
Dopo varie lotte — nel ’44 scioperi contro
i sovietici, nel ’56 rivolta di Poznam con la
nascita dei consigli operai, nel ’68-’69 agitazioni studentesche — si arriva al 1970, anno
che segna una svolta per la classe operaia
polacca: è infatti l’ultima volta che gli operai « danno fiducia al partito ». Si radica
cioè nella testa della gente l’idea che se si
vogliono ottenere risultati occorre contrattare col POUP da posizioni di forza; per
questo è necessario un lavoro capillare.
« sotterraneo », costante, che costruisca una
rete operaia di collegamenti e che miri ad
una autorganizzazione operaia.
Nel settembre del ’76 nasce il KOR (Comitato di difesa degli operai) con l’intento preciso di fornire un sostegno giuridico, economico e medico agli operai processati in seguito agli scioperi dell’estate. Nel settembre
del ’77 i membri del KOR danno vita al giornale « Robotnick » (l’operaio) a partire dal
quale nascono, all’inizio del ’79, i primi due
sindacati liberi, uno in Slesia e l’altro a Danzica, sul Baltico. Così si arriva ai fatti dell’estate scorsa che portano alla legalizzazione dei sindacati liberi.
Qual è stato il ruolo della Chiesa cattolica
in tutto ciò? C’è chi ha sostenutto (P. Sorbi) che gli operai polacchi hanno scioperato
in quanto cattolici e non in quanto operai e
che la Chiesa cattolica ha un’egemonia pressocché totale sul movimento di opposizione; il sindacato « Solidarnosc » sarebbe
quindi una specie di CISL degli anni ’50 in
versione polacca. La linea della Chiesa cattolica, che mette al centro l’uomo, la famiglia e la nazione, sarebbe l’unica in grado di
liberare la Polonia dal totalitarismo del socialismo realizzato in un « superamento cristiano della politica ». Altri invece (G. Pranzinetti) sosteneva che la Chiesa cattolica gode sì di un grosso prestigio ma ha poco potere e la pratica religiosa del popolo è a livelli poco più alti di quelli italiani. La Polonia sarebbe quindi una società abbastanza
secolarizzata dove essere cattolico è l’unico
modo per dire: non sono comunista. Le statistiche indicano che un 10-15% si dichiarano cattolici di stretta osservanza, un 55-60%
cattolici abituali, un 10-15% cattolici ai margini e un 10% cattolici inattivi. D’altra parte
i dati sull’aborto e sul divorzio (cavalli di
battaglia della Chiesa cattolica) sono particolarmente alti in Polonia; 40,6% aborti per
ogni 100 nascite, 10,8% divorzi per ogni 100
matrimoni.
La situazione della classe operaia non è
omogenea: al suo interno esistono profonde
differenze di condizioni di vita e retributive. Il sistema di produzione è di tipo corporativo, nega la divisione di classe ma difatti
c’è chi dirige e chi esegue, chi controlla i
mezzi di produzione e chi non ha altro che
la propria forza-lavoro. Le varie lotte scoppiate nel corso degli anni ’70 rispecchiano
la rabbia e l’insoddisfazione che la gente ha
nei confronti di un sistema sociale opprimente.
Cosa ha caratterizzato il movimento di
quest’estate? Il movimento non ha posto
l’accento sul carattere di rottura che la sua
azione aveva ma ha teso invece a sottolineare i caratteri culturali di continuità; non
ha cioè scandalizzato l’opinione pubblica. Le
rivendicazioni sono state di tipo laburista,
cioè compatibili col sistema (non è stata
messa in discussione la posizione internazionale della Polonia né il ruolo guida del Partito comunista aU’interno del paese). Il movimento, formato da nazionalisti, cattolici,
socialisti, liberali, ha per ora conservato la
sua unità ma corre il rischio di dividersi in
mille rivoli. Il movimento ha per ora il polso della situazione in quanto chi fa il lavoro
politico con gli operai elabora anche le piattaforme, organizza gli scioperi, tratta col governo e gestisce le conquiste (al contrario del
’69 italiano, dove queste varie attività erano
portate avanti da soggetti diversi).
Il movimento polacco ha bisogno della
solidarietà internazionale onde evitare due
rischi sempre presenti: 1) che la sua lotta
venga stretta in un abbraccio mortale tra
potere politico e Chiesa cattolica; 2) che la
sua lotta non si limiti ad una redistribuzione
del reddito ma metta in discussione il modo in cui questo viene prodotto.
P. F.
I partecipanti al campo invernale, organizzato dal centro ecumenico di Agape, sul tema « Polonia; problemi e prospettive di
una lotta» (26.12.80 - 1.1.81):
1 valutano positivamente l’iniziativa di questo campo,
che ha coinvolto 150 persone,
provenienti da tutta Italia, credenti di diversa confessione e
non credenti, appartenenti a tutte le componenti, sindacali e politiche, della sinistra italiana. La
importanza del campo di Agape è accentuata dal dato, in sé
decisamente preoccupante, della
carenza di iniziativa politica da
parte della sinistra italiana, nel
suo insieme, sui fatti polacchi.
2 hanno individuato, e intendono sottolineare, l’importanza politica fondamentale del
Il documento conclusivo
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michells, Giorgio Gardiol, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto i’eyrot,
Giuseppe Platone, Luciano Rivoira,
Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p. 327106
Intestato a « L’Eco delle Valli La Luce ».
Redazione Valli: Via Arnaud. 25 10066 Torre Pelllce.
Abbonamenti: Italia annuo 10.000 semestrale 6.000 - estero annuo
18.000 - sostenitore annuo 25.000.
Decorrenza; 1° genn. e 1° luglio.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
Cambio di Indirizzo L. 200.
Pubblicità; prezzo a modulo (mm.
41x40) L. 7.009 più I.V.A.
inserzioni; prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi »; Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
carattere operaio del movimento
polacco del 1980. Questa lotta,
che si è presentata e mossa proprio come lotta di operai, che rivendicano spazi di organizzazione autonoma, sul luogo di lavoro prima e a livello nazionale
subito dopo, e che, nelle dichiarazioni ufficiali dei suoi leaders
riconosciuti, ha affermato di non
voler assumere alcun ruolo politico, ha invece, con ogni evidenza, rivestito nei fatti la caratteristica politica importantissima di una critica radicale e di
una messa in discussione del sistema di potere all’interno del
paese. A questo sistema, che si
pretendeva fondato proprio sull’appoggio della classe operaia,
è stata tolta, dagli operai in lotta, ogni credibilità politica: l’esempio più significativo di questo è forse la scomparsa, consumata in poche settimane, del sindacato ufficiale, da sempre sostenuto dal regime al potere.
3 La presenza minacciosa
dell’Unione sovietica alle
frontiere polacche è stata individuata come elemento determinante di freno allo sviluppo autonomo e spontaneo del movimento di trasformazione sociale
e politica all’interno del paese.
Questa azione di freno, riattivata da alcune iniziative intimidatorie recentemente (chiusura della frontiera con la RDT, concentramento di truppe alle frontiere ecc.), sostiene il partito al potere e punta a garantire il mantenimento, entro un margine tollerabile per il sistema, di tutte le
trasformazioni in atto potenzialmente in Polonia. L’intervento
militare sovietico, non va, tuttavia, presentato come inevitabile
e automatico, per le difficoltà
che una prospettiva del genere
incontra, nell’attuale contesto internazionale e interno. La lotta
operaia polacca va seguita e sostenuta, senza sopravalutare,
con analisi schematiche e effetti
intimidatori, questa minaccia,
pure reale.
4 Sull’incidenza, quantitativa
e qualitativa, del cattolicesimo e della istituzione ecclesiastica, sul movimento di lotta in
Polonia, il campo ritiene, nel suo
complesso, che sia necessario ;
a) denunciare l’operazione
strumentale della maggior parte
degli organi di informazione occidentali, che hanno avallato la
identificazione del movimento di
Solidarnosc con la Chiesa e la
ideologia cattolica. Questa identificazione non ci sembra confortata dai dati informativi di
cui disponiamo, legittima di fatto la propaganda denigratoria
del PGUP e della stampa sovietica, e infine serve a ridare credibilità di forza di emancipazione e di progresso alla istituzione romana anche in paesi, come
il nostro, dove il suo ruolo conservatore appare invece ogni
giorno più chiaro;
b) sottolineare, tramite una
dettagliata informazione, il ruolo fondamentale delle forze democratiche, laiche e socialiste
all’interno del movimento di lotta in Polonia e sostenerne, dove
e come possibile, l’iniziativa.
5 Riteniamo necessario superare del tutto una vecchia idea, spesso non esplicitata
ma in fondo presente in molti
militanti, secondo la quale l’unica solidarietà internazionalista
possibile per la sinistra è quella
contro rimperialismo americano. Vogliamo continuare a lottare contro l’imperialismo USA,
che non perde il suo carattere
aggressivo in questi anni, senza
essere per questo frenati o impediti a prendere posizione e a
lottare contro le interferenze minacciose e le aggressioni militari compiute da altri paesi, e specificatamente dall’Unione sovietica.
6 Ribadiamo la necessità di
assumere un atteggiamento laico e critico verso i nostri
stessi punti di riferimento ideologici, in particolare verso il
marxismo, adoperando, senza
schematismi e senza scorciatoie,
categorie interpretative nuove,
ripensando, è solo un esempio,
il legame democrazia socialismo
a partire dal modo in cui è organizzato il lavoro e la produzione, dagli spazi che ha l’autoorganizzazione operaia, dai suoi
contenuti ecc. La necessità di
questo atteggiamento risulta specialmente per l’analisi di situazioni particolari come quella dei
paesi dell’est. Infatti, certi simboh, ad esempio, che da noi assumono il segno evidente della
emancipazione sociale (la lotta
per il « socialismo ») o viceversa
quello della conservazione del
potere (vedi il ruolo della chiesa
cattolica) possono svolgere in un
contesto di potere e di cultura
diverso, ruoli totalmente diversi.
Riteniamo necessario cioè
esprimere la nostra solidarietà
internazionalista a tutte le lotte
contro il comando sul lavoro,
l’assenza di democrazia politica,
le interferenze e le aggressioni
di un paese straniero, indipendentemente dai simboli e dalle
ideologie assunti dalle parti in
conflitto, da chi opprime e da
chi è oppresso, pur continuando,
sull’uso di questi simboli, un lavoro accurato di analisi e discussione.
7 In conclusione vogliamo
diffondere informazioni
precise, smascherare mistificazioni, prendere iniziative concrete di solidarietà con il movimento operaio polacco in lotta. Questo lavoro è oggi una delle condizioni imprescindibili per garantire la credibilità politica alla prospettiva di emancipazione
socialista deH’umanità e perché
questa prospettiva non possa più
essere identificata con la struttura di potere oppressivo che
esiste nei paesi dell’est europeo.
Frali, 31.12.1980.
I partecipanti evangelici al
campo, in fine, esprimono la
convinzione che là dove si lotta
contro un potere che opprime
non possa mancare la solidarietà dei protestanti. Essi sono ovviamente perplessi e restano vigili rispetto all’uso di simboli
legati all’istituzione romana da
parte di una fetta consistente
degli operai polacchi. IVIa questa
perplessità non può frenare la
espressione netta della solidarietà da parte evangelica. La testimonianza autentica resa a Gesù
Cristo non può mai accettare
supporti o offrire consensi a nessun tipo di repressione; neanche
a quella esercitata contro idee e
atteggiamenti che pure, come
protestanti, è necessario criticare.
Spagna
(segue da pag. 5)
a partire da certa epoca) a determinare per riflesso la consistenza sufficiente dell’espansione
della confessione sul territorio
stesso e quella del numero dei
credenti; oppure se si opererà
inversamente. Per certo l’enunciato può apparire ambiguo e
lascia aperta la via ad interpretazioni più larghe o più restrittive. Sul piano politico della rinnovata democrazia spagnola dovrebbe pesare il fatto che per
secoli le confessioni minoritarie,
compresse da leggi restrittive,
non hanno potuto sviluppare la
loro espansione né accrescere di
molto i loro effettivi. Penso si
tratti più di una norma cautelativa per il futuro che volutamente discriminatoria.
Come si potrebbe pensare oggi che la democrazia spagnola
voglia, con un rifiuto a trattare,
misconoscere il conseguente radicamento e confermare la cacciata degli ebrei dalla Spagna
operata alla fine del XV secolo?
o dimostrare ancor oggi uno spirito da « reconcuista » rifiutando di riconoscere il radicamento
dell’Islam in terra di Spagna dopo le impronte che vi ha lasciate? o rifiutare pari riconoscimento alla presenza delle chiese
evangeliche oramai all’opera da
oltre un secolo malgrado le chiusure e le repressioni attuate dal
tempo della Riforma?
La responsabilità delle
chiese evangeliche
— Sempre l’art. 7 prevede « accordi di cooperazione » tra Stato
e Chiese posti sullo stesso piano.
Si può parlare, usando il nostro
linguaggio, di intese bilaterali
che sostituiscono un regime concordatario?
— Penso che il sistema spagnolo non è identico al nostro.
Ho avuto occasione di considerare questo punto con alcuni giuristi spagnoli. E’ certo che il sistema italiano è stato tenuto
presente, tuttavia è anche certo
che in Spagna è stato costituzionalizzato un sistema di coordinazione tra Stato e Chiese in modo paritario, senza sancire che
il Concordato debba essere lo
strumento con cui debbono essere regolati i rapporti con la
Chiesa di Roma. Qui sta la differenza di fondo col sistema italiano. Guardando tuttavia ai 5
accordi stipulati con la Santa
Sede per la revisione del Concordato del 1953, si deve riconoscere che si tratta pur sempre
di veri e propri concordati, sia
per il carattere unicamente di
vertice della stipula, sia per le
materie considerate ed il contenuto specifico delle singole regolamentazioni addotte. Questo
conferma il criterio, da me già
in altre sedi enunciato, che la
natura dell’atto di accordo tra
Stato e confessione religiosa dipende dalle connotazioni proprie
dell’interlocutore ecclesiastico,
non dalla forma o dalla terminologia impiegate per indicarlo.
Si sono infatti avuti tra Spagna
e S. Sede accordi di netta natura
concordataria che anche nell’intenzione delle parti dovevano assicurare, mutatis mutandis, la
continuità col passato. E’ da augurarsi che le singole Chiese
evangeliche, se verranno a concludere loro specifici accordi con
10 Stato Spagnolo, diano un chiaro esempio di quali sono i criteri informatori del loro diritto
pubblico esterno e sappiano governarsi a dovere, influendo di
fatto con i loro accordi eventuali per dimostrare che in Spagna
« accordi o convenzioni di cooperazione » è espressione generale
onnicomprensiva con la quale lo
Stato ha voluto offrire alle Chiese ed altre confessioni l’opportunità di superare in via definitiva
11 regime concordatario. Per certo tali accordi possono essere
comparati alle intese previste
dalla nostra Costituzione, ma
possono avere, e il fianco lo prestano, contenuti, e quindi natura,
molto diversi, dato che sono previsti allo scopo di determinare
una cooperazione e non soltanto
una messa a punto delle rispettive posizioni come è avvenuto
da noi nel silenzio di ogni specificazione circa la portata delle
intese da parte della norma costituzionale istitutiva delle stesse.
a cura di F. Giampiccoli