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DELLE
*^Sig.a
LONGO SELMA
Casa Valdese I
ÌORRE PELLICB . „ !
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno i^irito nuovo
Anno LXXXVm - N. 47
Una c * \> i a Lice. 30
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1^00 per l’iiitmio I Eco e.La Luce: L. 1.S00 per rintemo
L. lAOO per l’eetero
L. 2.500 per Teatero
Spedia. abb. postale • tl Gra^o
Cambio d’indirìazo Lire S 0
. TORRE PELUCE. 28 Novembre 1958
Ammin. Cl#udiiaiui Torre Pólice ■ C.C.P. 2-17557
CONCLUSA LA VISITA ALLE CHIESE'VALDESI DEL RIO DE LA FUTA
Un incontro fraterrip
sotto il segno della fede
Le mie corrispondenze'dal Rio de
la Piata hanno già fornito ai lettori
molte notizie sulle chiese valdesi dell'America dei Sud e sull'attività che
ho potuto svolgervi in queste ultime
settimane. Non ho.tuttavia mai parlato di alcuni atti compiuti .collettivamente ed in- particolari circostanze,
nel quadro delle, celebrazioni del
Centenario.
A metà ottobre, i rappresentanti
di tutte le Chiese Valdesi dell'Uruguay si sono dati convegno nei dintorni delia città storica di -Florida, a
nord di Montevideo. Perchè proprio
a Florida dove oggi la presenza valdese è limitata ad una o due famiglie emigrate nel dopo guerra?
La concentrazione dei valdesi uruguayani aveva il carattere di una rievocazione storica. Eravamo più di
quattrocento ed avevamo percorso
alcune centinaia di chilometri per andare alla ricerca del terreno su cui
si erano stabilite le tre prime famiglie valdesi emigrate nel Sud America : quelle di iosè Plancbon, sposato con Maddalena BaroLin, di Juan
Pedro Baridon, sposato^ con Maria
(jonnet-Fontana, sposato con Madda- •
lena Salomon, tutte provenienti da
Villar Pellice. Erano partite da Torre
Pellice il 6 novembre 185ó, salutate
da tutta la popolazione ; la traversata da Genova a Montevideo a bordo
della nave « Enrichetta » durò soltanto 53 giorni. Ho detto « soltanto »,
perchè il secondo gruppo di valdesi
partiti dalle Valli conobbe una traversata assai più lunga : 93 giorni !
Il piccolo gruppo valligiano, guidato da Juan Pedro Baridon, si stabilì nel territorio di Florida e subito
fu entusiasta della nuova residenza.
Baridon scriveva ai parenti di Villar
Pellice che il lavoro era facile e produttivo e che non si conosceva altra
infermità oltre alla morte. Tuttavia
di lì a poco l'entusiasmo diminuì ;
erano giunti altri gruppi di valdesi,
ma ci si rendeva conto che il terreno
non era dei più fertili e soprattutto
si viveva in un'atmosfera clericale,
alimentata dall'odio dei gesuiti. Nel
1858, favoriti da convenienti offerte
di lavoro, si trasferirono nella zona
della « República Orientai del Uruguay » dove sorsero appoco a poco
Colonia Vaidense e Te^ altre comunità
che oggi formano un numeroso raggruppamento di valdesi, in uno dei
territori indubbiarnentè meglio coltivati e più progrediti di tutto il paese.
La comitiva dei quattrocento « pellegrini » si è riunita sull'antico terreno che già fu di Juan Pedro Baridon ;
il Past. Silvio Long rievocò il passato
e si cantarono alcuni inni. Dopo il
pranzo consumato all'aperto ci siamo
radunati sulla piazza della città di
Florida, dove fu giurata l'indipendenza nazionale. Ci attendevano le
Autorità comunali e la banda musicale. Il Past. Berton e il Moderatore
rivolsero il loro messaggio alla vasta
La Paz ■ 11 ottobre
Scoprimento della lapide nel primo
tempio valdese. Il Moderatore rivolge un messaggio. A destra, il Pastore Giov, Tron, a sinistra il Past.
W. Artus.
assemblea ; un gruppo corale eseguì
dei cori valdesi. A tarda sera tornavamo nelle nostre rispettive sedi;
c'era sempre chi s'incaricava di rallegrare il lungo viaggio nella notte
con alcune canzoni conosciute alle
Valli e nell'Uruguay.
Pochi giorni dopo ho partecipato
alla Conferenza distrettuale straordinaria, che è stata aperta col culto presieduto dal prof. A. Soggin. I lavori
sono stati diretti dal Past. Ribeiro di
Colonia Iris, nelTArgentina. Il Mode
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Il Moderatore, il Past. Artus e il Prof. Soggin davanti al piccolo aereo
che li portò in visita alle Chiese Valdesi dell'Argentina.
ratore è stato accoito con vivo compiacimento ed è sfèto salutato come
simbolo déH'unità tutte le chiese
valdesi, al di qua aal di là dei mari.
Invitato a parlar® fio dato innanzi
tutto varie notizie|sulla Chiesa Valdese in Italia, sot^ineando la presènza di nuove comunità o di nuovi
locali di cuito a SaÜ'Secondo, a Bari,
a Milano, a Reggiqt%., a Cofteferro.
Ho accennato al prcIbleTna delle vocazioni pastorali, al <|àcennale di Agape, alla libertà reli^sa, alla campagna per la diffusile detta Bibbia,
alla Facoltà di Teolì^ia. Naturalmente ho messo in evidehza'il significato
della mia visita, .néHa-affermazione
della unità della Chiesa Valdese, pur
riconoscendo la partíeolare situazione in cui si trova quel lontano Distretto.
Dagli Atti della Conferenza estraggo questo messaggio:
« La Confereirza,|'Cfesndo il benvenuto al Moderatore della Chiesa Valdese Pastore Ermartiìo Rostan, si rallegra vivamente pei la sua presenza
e ne ascolte con èòmpiacimento il
messaggio; egli ci|ireea i saluti e le
éolitíe v^tolie i^kÉìtAjètlrildeae -tot ttaMa
e ci esorta a rimanere sempre uniti
nei vincoli della fede;.Ci esorta pure
a servirci di tutte le possibilità di cui
disponiamo, anche in maggior grado che in Italia, per l'incremento dell'opera della Chiesa ».
La Conferenza si è fermata a discutere sui regolamenti e sul sistema
di governo ecclesiastico tanto in Italia quanto nel Sud America. Ha espresso il desiderio che « l'unità della Chiesa debba manifestarsi maggiormente con vìsite più frequenti
del Moderatore come anche del Presidente della Cómmissìone esecutiva
del VI Distretto, con scambi di Operai e di delegazioni e soprattutto con
il mantenimento di un Professore alai Facoltà di Teologia di Buenos Aires ».
La delegazione italo-svizzera ha offerto alla Conferenza una antica coppa per la Santa Cena, già usata per
lunghi anni a Torre Pellice, ed alcune
tovaglie. I Pastori G. Rivoir e E. Rostan hanno concluso i lavori della
Conferenza stessa mediante la distribuzione della Comunione.
Dovrei dire molte cose sul canto
sacro nelle chiese valdesi del Sud
America e non ne ho più la possibilità. Dirò soltanto che, in generale, si
canta meglio che alle Valli, con più
slancio e con maggior rispetto per il
tempo. Ho assistito anche alla Festa
annuale di canto, celebrata a Colonia Vaidense, il 25 ottobre, con la
partecipazione delle Corali di Cosmopolita, Colonia Vaidense, S. Pedro,
Miguelete, Rincon del Rey, Ombues
de Lavalle, Colonia, La Paz, Tarariras :
una massa imponente di cantori, giovani e non più giovani, guidati quasi esclusivamente da direttori laici ;
le donne in costume bianco e nero,
gli uomini tutti in blu.
Nelle prime ore del pomeriggio il
cortile del tempio si riempiva di gente. All'interno le gallerie erano occupate dal pubblico, nell'abside c'era
un grosso mazzo di fiori bianchi. Il
Past. Rivoir pronunziò un messaggio
biblico, poi le Corali iniziarono a cantare e la serie degli inni fu interrotta
soltanto da un-messaggio del Moderatore. 1 nostri fratelli in fede dell'U
Il Moderatore con la Commissione Distrettuale
davanti alla Chiesa di Colonia Vaidense.
ruguay non temono di stare in chiesa
tre ore di seguito alla festa di canto;
e, dopo un servizio di tè, il tempio
era nuovamente stipato per l'audizione di un magnifico concerto corale, eseguito da un complesso di voci scelte nelle diverse corali, sotto la direzione del Prof. Carambola. Quésta
Corate Valdese ha raggiunto ormai
un notevole grado di perfezione ed
ha più volte cantato a Montevideo ed
a Buenos Aires, dando in tal modo una
testrfS^tèriià'Tii ¿fi VìtT'^l
dese. ■ .
Uno degli ultimi giorni, i pellegrìhi
ed il Moderatore sono stati salutati in
occasione di un grande raduno ad Ar
tilleros: la riunione per la « despedida ». Dopo il pranzo in comune, ci
siamo sistemati all'ombra degli eucalyptus, vicino alla spiaggia del Rio de
la Piata. Il Past. Negrin ha presieduto
la simpatica riunione in cui dovevano
salutarci e dirci arrivederci. Il saluto
dei Valdesi dell'Uruguay e dell'Argentina è stato dato dal Past. S. Long,
con espressioni di riconoscenza per la
Ermanno Rostan
(continua a pag, 5)
Dome Invito ad una mag^
giara diffaslone l'Eoo esco
eooeiionalmento a sèi pagine, questa settimanam
Vocabolario dell* Avvento
PA CE
. ^ r
La pace, nella Bibbia, è dono di Dio. Non è soltanto una pace interiore, dello spirito e del cuore che si riposano con fiducia in Dio ; è
anche questo. E non è soltanto cessazione dì guerra, temporaneo stato
di tranquillità, dì fecondità d'opere e di frutti ; è anche questo. La pace
che Dìo dona al Suo popolo ( la benedizione di Num. 6: 26 ! ), neH'ambito del patto di alleanza e dì grazia che ha stretto con lui, si manifesta
nella pace concreta con cui Dio sostiene la sua storia ( « Farò che la
pace regni nel paese » Lev. 26: 6 ), e nella profonda pace interiore che
é il frutto dello Spirito Santo (Gal. 5: 22; Sai. 55: 18). Ma non sì
esaurisce in questo.
Poiché è la pace dì Dio, che sopravanza ogni intelligenza (Fil. 4:7)
l'attuazione reale — ma frammentaria — che essa trova nella storia
degli uomini, che è storia della salvezza di Dio per loro, non esaurisce
in se stessa il suo senso, ma tende piuttosto al compimento che viene
a coronare l'opera di salvezza del Signore: il ristabilimento universale
di quella « pace », di quella comunione delle creature con Dio e fra
loro, dolorosamente perduta dai giorni deil'Eden. Infatti, non c'è pace
senza giustizia (Is. 32: 17; 48: 22), cioè il ristabilimento di quei rapporti che Dìo volle « buoni », quando creò ogni creatura ; ed è da falsi
profeti gridare — nella chiesa e nel mondo— « Pace ! pace ! », quando
pace non c'è (Ger. 6; 14).
Perciò, per la Bibbia, parlare di pace, attendere e sperare la pace
vivere in pace, adoperarsi per la pace hanno senso soltanto nella luce
di Colui di cui i profeti hanno detto : « Sarà lui che recherà la pace »
(Michea 5: 4); «Egli parlerà di pace alle nazioni» (Zacc. 9: 10);
« sarà chiamato Principe della pace » ( lis. 9:5) — nella luce di Colui
per la cui venuta gli angeli hanno proclamato : « Pace in terra per gli
uomini che Dio gradisce», inviando loro il Suo Figliuolo (Lue. 2: 14)
— nella luce di Colui che con l'autorità di Dio, guarendo e perdonando,
annunciava : « Va' in pace » ( Mar. 5: 34 ; Lue. 7: 50 ) ; che alle soglie
della Passione redentrice rincuorava i suoi così : « lo vi lascio pace, vi
dò la mìa pace» (Giov. 14: 27; 16: 33), e che, risorto, li salutava
gioiosamente : « Pace a voi ! » — nella luce di Colui del quale gli apostoli dicevano la buona novella che «è lui la nostra pace» (Ef. 2: 14),
poiché, ora, « abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo » ( Rom.
5:1; cfr. Atti 10: 36), avendo Dio riconciliato con.sè il mondo in Cristo (2 Cor. 5: 19) e posta in noi la parola della riconciliazionej nel
nome di Gesù Cristo è vero il saluto apostolico : « Grazia a voi e
pacali ».
Nel nome del grande Pacificatore, beati coloro che sono facitori di
pace! (Matt. 5: 9) e che accettano di vivere e di andarsene in "pace
perchè come Zaccaria (Lue. 2: 29), hanno visto per fede nel piccolo
fanciullo l'attesa salvezza di Dio.
2
2 —
L'ECO DELLE VALU VALDESI
Una sentenza
della Corte Costituzionale
Un nuovo passo avanti nell’adattamento della vita nazionale alle norme costituzionali, per quanto riguarda la libertà di culto, è rappresenta^
to dalla recente sentenza emanata
dalla Corte Costituzionale, che afferma non essere necessaria — salvo che
per la celebrazione di riti religiosi con
efficacia civile (matrimoni) — l’autorizzazione governativa per l’apertura
di nuovi locali di culto.
La sentenza ha concluso il processo
intentato ad un predicatore pentecostale di Crotone, Francesco Rauti, per
aver continuato ad esercitare il suo
ministero malgrado la diffida dell’autorità di P. S., in locale non autorizzato. Il tribunale di Crotone demandò la questione alla Corte Costituzionale, dinanzi alla quale l’imputato fu
difeso dagli avvocati Carlo Arturo Jemolo, Giacomo Rosapepe e Leopoldo
Piccardi, che sono ormai dei tecnici
in tali questioni: accanto a loro fu
in passato Piero Calamandrei.
Nella loro sentenza, i giudici costituzionali hanno spiegato che si deve
distinguere fra «la libertà d’esercizio
dei culti acattolici, come pura manifestazione di fede religiosa, e la organizzazione delle varie confessioni nei
loro rapporti con lo Stato nel modo
in cui risulta dagli art. 8 e 19 della
Costituzione. Secondo quest’ultima
norma, infatti, si riconosce a tutti il
diritto di professare la propria fede,
di far propaganda e di esercitarne il
culto col solo limite del buon costume. La formula non potrebbe essere
più ampia e vi sono inclusi, natural
mente, anche l’apertura dei templi efl
oratori e la nomina dei relativi ministri».
D’altra parte la Corte ha osservato
che l’autorizzazione è da prevedersi
qualora agli atti compiuti dai ministri del culto debbano riconoscersi effetti giuridici, come ad esempio la celebrazione del matrimonio religioso
valido dinanzi allo Stato.
(da La Stampa)
In Ungheria
Appelli elettorali
dai pulpiti
In occasione delle elezioni ungheresi, pura parvenza di democraticità, si ha notizia
che il governo comunista ha costretto preti e pastori a leggere dai pulpiti, nel corso
dei servizi religiosi di domenica 9 u. s.,
lettere pastorali filo-comuniste in cui si
chiedeva ai fedeli di votare per i candidati
comunisti definiti « i veri rappresentanti
del popolo magiaro ».
In molte chiese l’affluenza è stata assai
inferiore al normale, mentre in altre i fedeli si sono allontanati appena i preti o i
pastori hanno iniziato la lettura del messaggio. In alcuni edifici religiosi tale lettura è stata disturbata da persone che deliberatamente si sono messe a parlare ad
alta voce. Nella maggior parte dei casi, comunque, la comunicazione è stata fatta in
modo cosi rapido e con un tono di voce
così basso che pochi son riusciti a capirne
il contenuto.
La Parola della vita
FINESTRA APERTA
(2 Re 6; 15-17)
Il clima spirituale del tempo di Eliseo è pure il nostro: allora Israele
braccato dai Siri, in perenne stato di allarme non riusciva a scoprire la
presenza delle invisibili armate celesti ; infatti una sola finestra spirituale era aperta nel territorio israelita: il profeta Eliseo. Nell'ora cruciale in cui la pace è messa a repentaglio, le armate avanzano, egli vede
con la pupilla dello Spirito il nemico che insidia le difese del suo popolo e ascolta a distanza i consigli di guerra. E quando il nemico circonda la città che lo ospita per « farlo fuori », egli scopre al di là della
muraglia armata dei Siri le celesti milizie, infinitarpente superiori a quelle nemiche.
Oggi, il territorio della nostra anima è perennemente insidiato,
poiché quando la nostra casa interiore è ripulita dallo Spirito del male
« egli esce fuori e chiama altri sette spiriti e la condizione dell'uomo è
peggiore della prima». La presenza del Nemico, dell'avversario di Dio
crea in noi il panico, una cupa disperazione, un'angoscia profonda; si
determinano così situazioni di anime che paventano il domani, che si
accasciano per un passato che martella la coscienza, che non vedono
delinearsi nessuna speranza per risolvere delicati problemi di famiglia,
per risanare il bilancio della casa. Oppure ci afferra il dubbio sottile intorno alla situazione del mondo dove, a viste umane, Dio sembra estromesso, messo da parte, come un intruso; il governo supremo sembra
saldamente tenuto da Satana che muove abilmente i suoi vassalli, la
sua burocrazia in un clima di ambizione, di potenza militare, di oppressione e di schiavitù. La chiesa cristiana sembra aver dimenticato l'umiltà
e la povertà del nostro Signore Gesù Cristo che « non aveva dove posare il capo » e che nella stalla e sulla croce ha indicato concretamente
la falsariga del cammino della Sua Chiesa.
Gli uomini vivono in celle chiuse, buie, dove a mo' di condannati
gemono, si battono il petto, urlano il loro tormento, dove nessun raggio
filtra attraverso la grata. Oppure in quelle celle s'adattano, intiSichiscono e muoiono.
Lo scrittore francese Almeras racconta in uno dei suoi bozzetti intitolato « Le mur » le varie situazioni d'anime che si delineano quando
nessuna finestra spirituale è aperta nel cuore, nessuna pupilla scruta al
di là del muro del peccato. Egli narra che un giorno alcuni muratori costruirono davanti alla sua casetta, in riva al mare un grande muro; pochi si erano accorti della « novità » che precludeva la vista verso il mare
ed i monti che si stagliavano lontano verso il cielo. La maggior parte
s'erano adattati al di qua del muro in una vita tessuta di ore grigie e
monotone senza tentare di guardare oltre; i vecchi ed i malati nelle
ore calde sedevano contro il muro ricordando il loro passato, gli episodi
più salienti della loro vita. Pochi abitanti varcavano di quando in quando quel muro per guardare l'azzurro del cielo "e del mare e lontano la
linea dei monti, il profilo delle vette svettanti verso il cielo. Così sul
terreno spirituale ci si adatta a vivere al di qua del muro del peccato,
che rende grigia, buia la nostra vita e ci adattiamo talvolta ad accettarne la schiavitù anziché fare qualche passo al di là del muro per contemplare la presenza delle spirituali milizie che ci consentono di non temere il muro, di non abbatterci, di non vacillare, di non crollare mai
credendo fermamente nella vittoria di Dio che un giorno abbatterà il
muro dell'empietà umana e regnerà in eterno.
La fede é l'occhio spirituale, é la finestra aperta che ci permette di
vedere l'invisibile armata vittoriosa: «Siate forti, fatevi animo, non
temete e non vi sgomentate a motivo del re di Assiria e della gran gente
che l'accompagna, giacché con noi è uno più grande di ciò che è con
Lui ».iNon importa se le forze nemiche operano nel mondo, nei nostri
cuori, poiché « pur eisendo tribolati in ogni maniera non siamo ridotti
all'estremo, pur essendo perplessi non siamo disperati, pur essendo atterrati non restiamo uccisi sul campo », anzi più che mai « abbiamo lo
sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che lion si vedono ». Con questa certezza nel cuore, con questa fede potremo aiutare
gli altri, pregare per gli altri perché possano anche loro vedere al di là
de! muro la Potenza di Dio, atta a frantumare tutti i muri che dividono
i villaggi, le famiglie, le nazioni, il cuore nostro nel segno della Grazia
e con la Potenza dello Spirito Santo.
Gustavo Bouchard.
Nella nostra \gioia non dimentichiamo
IL naìiiLe poi cuBceBim
Un’occasioTie e un dovere di solidarietà fraterna
1 lettori dell’Eco che sono abbonati anche a u La Luce » sanno che
da parecchi anni, avvicinandosi il
ixatale, è solito comparire sul giornate un mio appello per « il IN atale
dei carcerati ». Ma penso che ci sono dei lettori detTEco che non ricevono « La Luce », e perciò mi permetto di rivolgere anche a loro quest appello. i
Da più ui io anni ormai sono iti
corrispondenza non parecchi detenuti fin ogni p^|»fe d Italia). Alcuni
di essi (non sono evangelici,
e in questo cascn li raccomando ai
pastore più vicino; ma la maggioranza non lo sono. Cerco di dar loro
un’assistenza morale e spirituale, per
mezzo della corrispondenza e di
buone letture, e, occasionalmente
inviando loro qualche regalino. Ma
naturalmente posso dare... nella misura in cui ricevo; ed ecco perchè,
in occasione del Natale, mi rivolgo
tigli amici per chiedere la loro ofIcrta, sia pur minima.
iSon potete immaginare quale beuehca i.uluenza possa avere talvolta un piccolo segno di fraterno interesse, di cristiano affetto, su chi si
sente solo, abbandonato da tutti,
forse disprezzato.
Le numerose lettere che riceviamo ne fanno fede. Ne cito qualcuna:
.< ... Tutte queste prove di fraterna
solidarietà hanno molto influito sull’animo mio, sì che mi sento mutato
in meglio... Non ero abituato ad essere trattato con parole di affettuoso conforto... » ■
« ... Dopo sette anni di carcere, la
sua è la prima lettera di Una persona amica a me indirizzata, e non
posso mai stancarmi di rileggerla...
Questo Natale rimarrà memorabile
nella vita e ardentemente desideravo che una persona gentile, nel giorno dedicato allaijj^Fraternità Universale, rivolgesse im pensiero e pregasse per me...
(Questa è la prima volta che rice
vo del bene, e una parola buona, un
gentile pensiero possono fare più d’
un giudizio crudele ...»
« Lei è l’unica persona che nella ricorrenza di questo giorno (Natale)
in cui chi è isolato dal mondo d’
pili sente il bisogno di un pensierr
di affetto e di conforto ohe gli fac
eia sentire meno Tamarezza della
solitudine, Lei sola, dico, si è ricordata di me... »
« Ero disperato, avevo perso ogni
fiducia nella vita. Solo a voi debbo
la mia risurrezione. Mi avete insegnato a pregare, ad aver fiducia, e
che con la rassegnazione potranno
venire ancora, anche per me, giorni migliori. Anche quest’anno, grazie a voi, passerò le feste natalizie
meno tristi ».
Non volete contribuire anche voi,
nella misura delle vostre possibilità a rendere « meno tristi le feste
natalizie » a qualcuno di questi
sventurati? a far loro sentire, in maniera tangibile, qualche cosa di
quell’Araore divino che nel giorno
di Natale è sceso fino a noi?...
Aspettiamo con fiducia la vostra
risposta, che vi preghiamo di darci
subito, in modo da poter sapere al
più presto di quanto possiamo di
sporre per i doni natalizi.
Ricordiamo anche, con l’occasio
ne, che molti ci chiedono indumen
ti di lana (maglie, pullover, calzi
ni, ecc.) anche usati, per ripararsi
dal freddo, e saremo grati a quanti
potranno inviarcene.
Ringraziando anticipata mente quanti vorranno aiutarci, auguro un Natale benedetto a tutti.
Con. fraterni saluti,
Selma Longo
Casa Valdese — Torre Pellice
Altri centri di assistenza per i carcerati :
Pastore Seiffredo Colucci —- Via
Verdi 15 —- Livorno.
Signora Lydia Ricagni — Via
Aspromonte 6 — Alessandria.
Le tradizioni
sono sempre una forza?
Natale s’avvicina e siamo pronti ad
accoglierlo col bagaglio delle sue molte tradizioni. Anche per la Scuola Domenicale la festa di Natale è legata
a tradizioni, alcune delle quali, mi
sembra, rischiano di alterare il suo
più profondo significato.
Essa è tuttora imperniata sull’idea
della « rappresentanzione » e del « regalo che si riceve ». I genitori ascoltano, preoccupati, le poesiole recitate
dai vari bambini; questi aspettano
con impazienza il « clou » della festa: la distribuzione dei regali. E’ la
trasposizione, anche per la Scuola
Domenicale, di quello che avviene
spesso durante il periodo delle feste
di Natale; i biinbi assistono a varie
recite, fanno il giro dei parenti e amici coi rispettivi alberi di Natale; ovunque un dono, piccolo o grande, quasi
sempre li aspetta.
Ma la Scuola Domenicale dovrebbe
insegnare ai bimbi qualcosa di diverso. Il Natale deve ricordarci la nascita di Gesù, che è stato dato per noi
tutti; un dono, questo, senza misura
che ci deve spingere, nella nostra vita
di ogni giorno, a dare più che a ricevere. Nel giorno di Natale dobbiamo
cercare sempre più di pensare a tutti
coloro ai quali il Natale non può dare
le gioie familiari e spirituali che abbiamo il privilegio di ricevere.
E’ bene che anche i nostri bimbi
abbiano presto questo sentimento e
che nel giorno di Natale possano testimoniare, con un gesto pratico, la
loro solidarietà e simpatia per i bimbi meno fortunati di loro, che apprendano il valore religioso del gesto del
donare e non si aspettino sempre e
solo di ricevere.
Così un momento importante della festa di Natale della Scuola Domenicale non consisterà nella distribuzione del tradizionale regalo, ma nella raccolta dell’oggetto, grande o pic
colo che sia, che ogni bimbo vorrà
donare per rallegrare il Natale di chi
non è in condizioni di ricevere (l’opera di Danilo Dolci in Sicilia, quella
del « bicchier d’acqua », ecc.).
La festa di Natale inoltre dovrebbe
perdere il suo carattere tradizionale
di rappresentazione. Dovrebbe essere
una festa soltanto, o per lo meno,
soprattutto per i bambini. L’idea del
palcoscenico, della esibizione personale dovrebbe sparire, sostituita da
manifestazioni a carattere collettivo,
alle quali la totalità dei bimbi prenda
parte, senza quelle poco simpatiche
selezioni cui spesso si assiste. Canti,
rappresentazioni corali, misteri dovrebbero esserne il contenuto essenziale; il pubblico sarebbe formato dai
bimbi stessi, i genitori non necessariamente presenti, una volta che i
bimbi fossero affidati ai loro monitori. In altre parole, dovrebbe essere
creata un’atmosfera adatta a che i
bimbi sentano di partecifiare, sì, ad
una festa di Natale,, ma tutta speciale, consona a quell’insegnamento religioso che è stato loro dato durante la
Scuola Domenicale, una festa tutta
per loro, ove meglio possano esprimersi e manifestare spontaneamente
i loro sentimenti.
Tutto ciò implica evidentemente
una preparazione sul piano psicologico e spirituale, in modo che i bimbi
della l^uola Domenicale giungano alla festa di Natale consapevoli il più
possibile del suo significato e del suo
carattere strettamente religioso e non
mondano. Il periodo delTAwento è
favorevole ad una tale preparazione
e nelle quattro domeniche che precedono il Natale i monitori e il pastore
avranno modo di dirigere nei bimbi
l’attesa del Natale; attesa gioiosa anche se, putacaso, mancherà il non indispensabile Babbo Natale.
L. D. Rochat.
lei, notre bon
vieux français I
/4. lioa amlarn
Les protestants italiens ont une
quantité d’amis. R s’agit d’Italiens
que probablement ils ne connaissent
que peu, ou pas du tout, mais dont
les noms devraient, en quelque sorte,
leur être familiers; des professems,
des journalistes, des juges, des avocats, des médecins, des savants...
Ces amis parlent avec un grand
respect ûe notre attitude religieuse;
ils s’engagent volontiers sur certains
sujets d’actualité, à propos desquels
nous n’osons pas nous prononcer
(pour ne pas nous compromettre!);
ils sont souvent les pionniers d’une
conception nouvelle de la famille, de
l’Etat, de la société, qui n’est, après
tout, qu’une interprétation meilleure
et plus tolérante du message éternel
de l’Evangile.
Mais nous sommes trop emportés
et partisans, pour reconnaître l’amitié de ces personnages. En général,
nous appelons nos amis seulement
ceux-là qui, abjurant leur religion,
sont disposés à embrasser la nôtre.
C’est seulement à cette condition
que nous les appelons nos amis.
Il vaudrait la peine de procéder à
une révision de notre concept d’amitié. Jésus a appelé ses amis des personnes qui n’avaient peùt-être pas
même la dixième partie des qualités
que nous exigeons aujourd’hui du
prochain, pour lui décerner le titre
d’ami. Et pourtant, Il les a appelés
ses amis, « vous êtes mes amis », « il
n’y a plus grand ami au monde, que
celui qui donne sa. vie pour son prochain ».
Notre conception restreinte et confessionnelle de l’amitié nous prive
d’une vue panoramique de la réalité
que d’autres ont déjà entrevue; nous
accule au dernier retranchement de
nos positions traditionnelles; nous
coupe les ailes et nous réduit, encore une fois, à phénomène folklorique et populaire, retranchés de la
vie du pays, étrangers à l’âme profonde de nos concitoyens (que nous
n’avons pas encore réussi a déchiffrer
entièrement, après plus d’un siècle
d’évangélisation).
Il faut s’en rendre compte: ce ne
sont pas ces personnages qui ont besoin de nous, c’est nous qui avons
besoin de leur amitié.
15m Nos ennemisrn
Ah, voilà notre grande habileté!
Nous savons nous faire des ennemis!
Ici, nous sommes imbattables.
Si quelqu’un professe son accord
avec nous, nous précisons tout de
suite les nuances qui distinguent notre point de vue du sien; si un esprit
libre a trouvé son chemin pour arriver à la vérité {cette vérité qui nous
surpasse tous, tant que nous sommes), nous objectons volontiers que
le chemin véritable est le plus difficile; si un juge nous donne raison,
nous répliquons qu’il nous a fait du
tort, ou que le bon droit qu’il nous
a reconnu n’est qu’un piège... Et ainsi de suite. Nous finissons par déplaire ”a Dio ed ai nemici sui”, comme dit le Dante.
Quel est le résultat de cette attitude, qui parsème d’amer notre langage, nos pensées, nos espérances?
C’est bien simple: nous nous sentons, et en fait nous le sommes, des
isolés. La solitude plane sur nous,
s’abrite ddns nos coeurs. Nous avons
peur des gens, des évènements, de
nous mêmes. Nous craignons continuellement d’être roulés, bafoués, ¡rahis. Ayant renoncé à être simples
comme des colombes, nous sommes
forcément prudents comme des serpénts. Et nos élans, nos perspectives
d’avenir, nos projets, nos enthousiasmes enfantins (il faut louer Dieu
que certains d’entre nous soient encore tellement enfants!) se. replient
sur eux mêmes, se terniSsênt à la
chaleur insupportable d’un combat
qui est une folie. La folie de vouloir
combattre contre des moulins à vent.
Petit Valdo
3
L'ECO DELIE VALU VAtOE»
— 3
ivoTizmmo delle ividstre comumta’
Vi fa eccièsiasfica
a Luserna San Giovanni
Vei-so le rive eterne. — Nel; volger
di poche settimane abbiamo dovuto
separarci, per la vita terrena, da 13
fratelli e sorelle dei quali ricordiamo,
con riconoscenza e nella ferma speranza cristiana, i cari nomi: Susanna Frache in Benech, dei Muston, il
19 luglio, in età di 66 anni e poco più
tardi suo fratello Giovanni Daniele
Frache, ai Lantaret il 17 settembre
in età di 68 anm; Maria Maddalena
Benech-Buffa, degli Airali, il 14 settembre, m età di 60 armi; Rag. Ste^
fano Bertin, padre del pastore Gustavo, il 25 ottobre, in età di 85 anni;
Lydia Artus ved. Arnoulet, dei Nazzarotti, il 27 ottobre, in età di 76 anni; Giovanni Romano, di S. Caterina
sopra Bricherasio, il 4 novembre, in
età di 70 anni; Domenica FrassuitPiccato, della Pounsa media, il 5 novembre, in età di 55 anni; Daniele
Bertin, di Villar Pellice, al nostro Asilo, il 9 novembre, in età di 91 anni ;
Giovanni Pietro Gay, ex albergatore ^
ai Bellonatti, il 13 novembre, in età
di 93 anni; Davit Maria Margherita
ved. Gonin, ai Nazzarotti, il 16 novembre, in età di 79 anni ; Adele Paola Fenouil-Goss, a Verzuolo, il 17 novembre, in età di 62 anni; Lormizino
Bartolomeo Avondet, al Rifugio Re
C. Alberto, il 17 novembre, in età di
80 anni; Paolina Ester Gay ved. Giacobino, ai Bellonatti, il 18 novembre,
in età di 68 armi.
Nuovi focolari — Noye felici coppie
di sposi hanno iniziato, sotto lo sguardo del Signore, la loro nuova carriera. Errico Renato Benech e Nadia
Maddalena Bertin il 12 luglio; Valdo
Arturo Boulard e Alda Ughetto Monfrin il 3 agosto; Emidio Giusiano e
Dorina Rivoira, Predino Borno e Ivonne Giusiano e Gino Filippo Goss e
Maria Boaglio, il 13 settembre; Giovanni Boero Rol e Elsa Lapisa, 111
ottobre; Attilio Lapisa e Ada Revel
Aldo Charbonnier e Marcella Stale,
il 25 ottobre; Aldo Rostain fu Ing
Giuseppe e Maria Sormani, il 15 novembre.
Battesimi — Diciannove bimbi hanno ricevuto il segno del battesimo
cristiano: Elena Malan, Vilma Ricca e Marcello Bonnet, il 1 giugno;
Marco ed Eros Benech, Franco e Nicoletta Frache, il 15 giugno; Paola
Bersandi, il 22 giugno; Gian Paolo
Romagnani-Turin, il 6 luglio; Patrizia
Peyrot, il 10 agosto; Enrica Irene Bellion, il 17 agosto; Anna Maria Mourglia e Daniele Valdo Alharin-Gasparotto, il 24 agosto; Luciana e Graziella Pellegrin, il 31 agosto ; Lorenzo e
Barbara Greppi-Terraneo, il 21 settembre; Valter Mourglia, il 5 ottobre e
Bruno Revel il 26 ottobre.
Vita della comunità — Il risultato
della tradizionale Vendita di benefi
cenza della prima domenica di ago
sto preparata con il solito impegno
dalla nostra Società di Cucito, ha oltrepassato ogni previsione e il 12 ottobre la Festa del Raccolto e della
Riconoscenza ha molto efficèmente
ripreso, dopo l’interruzione imposta
Tarmo scorso dal mancato raccolto,
la bella tradizione ispirataci dalTe
.sempio delle nostre chiese del Sud
America. La presenza e la parola del
Pastore Emilio Ganz haimo contribuito alla bella riuscita della festa
della nostra grande famiglia agricola,
Un concerto di musica evangelistica, offertoci nel tempio dei Bellonatti
il 7 settembre dal simpatico gruppo
dei giovani trombettieri protestanti
del Baden, in campeggio al Castagneto del Villar, ha suscitato il più vivo
e grato entusiasmo.
Nozze d’oro. Al culto della domenica 5 ottobre, la comunità ha clrcon
dato del suo affetto e della sua preghiera il nostro ottanteime Anziano
Giovanili Gönnet e la sua compagna
Susanna Planchon, in occasione del
50® anniversario della loro felice unione.
Visite. Siamo grati ai pastori
Hardmeyer, Eynard, Ayassot, Guido
Comba, E. Ganz, Guido Miegge e allo studente B. Bellion della « Pradeltorno » che hanno presieduto dei culti nel nostro Tempio; la comunità è
riconoscente dei messaggi che essi
hanno rivolto da parte del Signore.
L’Assemblea elettorale del 19 ottobre ha confermato in carica con 165
voti su 191 il proprio pastore.
Il nostro secondo pastore. La Domenica 4 novembre. Festa della Riforma, il Concistoro, prima, appositamente convocato, e poi la comimità,
presenti in gran numero al culto con
Santa Cena che presiedeva il pastore
Cipriano Toum, hanno espresso a
quest’ultimo il loro più affettuoso e
grato benvenuto alTopera fra noi, nei
nome del Signore.
Il pastore Tourn che si è subito dedicato con gioioso entusiasmo al nuovo compito al quale la chiesa lo ha
chiamato, ha ricevuto dovunque calde accoglienze e presieduto belle assemblee già in tutti i nostri nove locali di culto. - — ~
Mentre a nome della comunità, rinnoviamo al nuovo collega giunto fra
noi, il più vivo e grato « benvenuto »,
inviamo ancora ai suoi due predecessori, i pastori Bruno Tron e Giorgio
Bouchard il memore, affettuoso salii
to della chiesa di Luserna S. Giovam
ni : il Signore renda fruttuosa l’opera
loro al Suo servizio.
Posta rapida. I due pastori e le lo
ro famiglie ringraziano qui gli amieche hanno loro inviato per segno o
per filo fraterni messaggi. j.
Un tuffo nella Chiesa
di Palermo
Domenica 26 Ottobre è deceduto
improvvisamente, all’età di 84 anni,
il nostro venerato fratello in fede
Arch. Ing.re Paolo Bonei.
Toscano di origine, egli aveva eletto come patria di adozione la città
di Palermo delle cui bellezze naturali, egli che aveva animo di artista
era sinceramente innamorato.
Della città egli aveva ideato vari
progetti di piani regolatori che rive
lane, oltre che il suo grande amore
per la città, anche il suo talento di
artista e di architetto.
Essi non trovarono la Joro pratica
attuazione per la nequizia dei tempi e l’avversità delle circostanze, ma
rimangono come brillanti e geniali
soluzioni di difficili problemi di ur
banistica.
In una sua importante pubblica
zione egli divinò l’importanza che la
città di Palermo avrebb« potuto assumere, per la sua felice piosizione
geografica, come porto franco e centro mternazionale.
Insieme al cognato Bmmanuele
Rutelli, costruì a Genova, e a Palermo numerosi edifici civili ; ma vo
gliamo ricordare sopratutto le Ghie
se Evangeliche di Genova — Sarapierdarena, di Roma (Piazza Ca
vour), di Palema, di Corato e qutìle prefabbricate di Reggio e di Mes
sina. Con particolare amore dir^e
i lavori della costruzione del tempie di Palermo.
Ora che egli non è più visibilmen-.
te fra noi, vogliamo conservare nel
cuore il ricordo non solo delTArcht
tetto che tanto amore e passione
metteva nel suo lavoro, cui dedicò
fino all’ultimo istante della sua vita,
ma anche delTuomo buono e mite di
animo, che alla genialità della mente univa una profonda umiltà di carattere. Egli non pronunciava mai
dei giudizi severi verso il suo prossimo di cui sapeva sempre compatire
le debolezze. Credeva alla buona fede di tutti, perchè egli stesso era
sempre sincero verso tuttL
Durante la seconda guerra mondiale ebbe il grande dolore di perdere il suo figliuolo Emmanuele, cui
era profondamente affezionato.
La dirittura morale, il disinteresse
la generosità furono le preclare vir
tù che contradistinsero la sua forte
e bella personalità.
Alla moglie. Lidia Virginia Geymet, ai figli. Beatrice col marito ing.
Benedetto Mai^iapane, Ing. Gianni
colla moglie Erminia Stancanelli,
Lidia col marito, Dott. Michele Paratore, alle cognate, Deborah Rutelli
c Rosina Geymet, al nipote Pastore
Enrico Geymet e ai parenti tutti,
vogliamo esprimere, dalle colonne
di questo giornale, le più fraterne
condoglianze. A quanti le conobbero
e lo ' stimarono. Paolo Bonci lascia
un esempio che non va dimenticato
e un eredità spirituale e morale che
non va trascurata sopratutto in una
epoca come la nostra in cui i veri var
lori morali e intellettuali sono lasciati in oblio. P. V. P.
Per questo tempo tPAvvento
Vi ricordiamo:
K. BARTH: Aveiit, Genève 1948 Commento del cap. 1 dell'Evangelo secondo Luca.
E. THURNEYSEN - K. BARTH : Méditations pour le temps de l'Avent
et pour le temps de Pâques, Genève 1956.
La ripresa aufunnale
a Pramollo
Il Tempio di San Giovanni
Durante il culto di dMnenioa 16
novembre ha avuto luogo la installazione del nuovo Diacono del quartiere di Pomeano, sig. Silvio Balmas
eletto a tale carica dall’ultima Assemblea di Chiesa. Gli diamo il più cordiale ed affettuoso benvenuto in seno
al Concistoro, augurandogli pure in
pari tempo molte gioie e molte benedizioni nel servizio che egli si prepara
a compiere nella chiesa. Cogliamo
Toccasione per rinnovare all’ex Diacono sig. Alberto Reynaud, scaduto
per compiuto quinquennio, il sincero
ringraziamento della chiesa per l’opera da lui svolta durante gli anni
del suo diaconato.
In queste ultime settimane diversmembri della nostra Comunità hanno dovuto essere ricoverati in ospe
"Ripresa,, a Villasecca
e lavori di resfauro
Il 15 Ottobre la nostra Comunità
è stata addolorata da un lutto che
ha colpito la famiglia Rostagno delle Sagne.
La nostra sorella Enrichetta Rostagno, nata Bounous, nonna dei Candidati in Theol. Sergio e Bruno Rostagno, si è improvvisamente spenta nella vecchia casa vicino al ponte
di Faetto.
Essa era sofferente da lungo tempo, ma nessuno avrebbe potuto preveaere la sua dipartenza che è stata
così improvvisa e serena che ha sorpreso i familiari al suo capezzale.
Il IV, in Una tregua del gran vento
che soffiava rabbiosamente in quei
giorni, la salma è stata tumulata nel
cimitero della Rossa.
Giungano ancora, e ci scusiamo
del ntarao, al marito, ai figli ed alle loro famiglie, l’espressione della
nostra fraterna solidarietà «el dolore e nella speranza.^.
La ripresa delle r attività delTauluimo e aeii’inverùo è stata, questo
anno, ritardata dii ùn paio di settimane al nne di poter concludere il
grosso dei lavori di riparazione effettuati al venerando presbiterio dei
oatinat, cne data dal 16U0 e che e
stato sede del quartler generale di
uaiinat durante le persecuzioni. Di
esse abbiamo ritrovato le tracce in
mozziconi di un architrave di finestra roso dai fuoco e murato in una
successiva ricostruzione.
Ora, siccome non esistono, negn
arenivi, ricorai di incendi oal Rimpatrio in poi, il calcolo e presto latm.
Ma su questi argomenti ritorneremo quanao parleremo delle ripara
zioni fatte. Per oggi ecco un òerinu
-ena « ripresa ».
1 bambini ed i ragazzi della Scuo
la Domenicale e del Catechismo han
no dato il primo segno delle attività
une SI andavano riaprendo, quando
Il 2 Novembre sono entrati in Chiesa
in corteo con il Pastore ed il Concistoro. Essi hanno- preso attivamente parte al culto non solo con la lo
ro attenzione, i canti e le preghiere,
ma con la lettura della Bibbia fatta
ua uno dei più grandi.
Abbiamo voluto così, non fare qualche cosa di « fuori del normale » o
di particolarmente commovente, ma
riagganciare i nostri ragazzi a quella sana nostra tradizione antica per
cui non il Pastore, ma il « maestro »
leggeva la Bibbia durante i culti, co
me ancora attestano i pulpitini rimasti in molte nostre Chiese e, desolatamente ridotti a testimoniare
del passato.
Crediamo sia im bene che i nostri
ragazzi si riabituino, in qualche modo, e non solo con la lettura biblica
ad un culto all'aano, alla idea della
partecipazione diretta a tutta la vita della Chiesa, anche a quella dei
culto, in famiglia od in pubblico.
La Scuola Domenicale ha così ripreso nelle sue due sezioni dei Chio.
ci e di Faetto, quest’ultima utile alla quindicina di bambini di quel vallone che difficilmMite possono scendere ai Chiotti. Anche quest’anno la
direzione di questa sezione è stata
affidata al Maestro Pietro Massel
che desideriamo vivamente ringraziare.
Ai Chiotti è di nuovo stata aperta
la sezione autonoma per i bambini
più piccoli, dotata di un locale a parte e che speriamo di arricchire con
una attrezzatura adatta e cximpleta.
Responsabili di questa sezione sono
Ines Barai e Odetta Peyronel che
hanno, per la prima volta, reso questa sezione veramente autonoma e
non più dipendente da membri della
famiglia del Pastore.
La domenica acuente, 9 Novembre, culto di ripresa ed Assemblea di
Chiesa; il 16 insediamento di un Anziano e di due Diaconi e celebrazione della Santa Cena.
L’Anziano è il Sig. Ettore Massel,
già Diacono ai Chiotti e nominato
Anziano, mentre al suo posto veniva
chiamato il Sig. Cesare Enrico Peyronel, pure dei Chiotti e già membro
del (Concistoro alcuni anni or sono
per il quartiere di Trussan. A Villasecca è stato insediato il Diacono
Armando Viglielmo di Villasecca
Inferiore.
A questi nostri fratelli che hanno
accettato di servire il Signore in mezzo a noi, ed in momenti non certo
facili per la vita della Chiesa nel
mondo, giungano ancora le nostre
felicitazioni e l’augurio fraterno di
tutta la Chiesa di un ministero benedetto dal Signore.
Speriamo di potere al più preste»
provvedere anche ai quartieri di Pian
Faetto e del Linsardo nei quali non
abiamo potuto giungere ad una sollecita nomina dell’Anziano.
Anche le altre attività sono iniziate in questo periodo:
L’Unione delle Madri che ha riaperto i battenti ai Chiotti il 16, con
la solita buona ^rtecipazione di sorelle e quello spirito fraterno e cordiale che la caratterizza.
L’Unione Giovanile che, ai Chiotti, sembra aver ritrovato partecipanti e slancio e che ha formulato un
programma di attività al servizio di
tutta la nostra Chiesa con delle visite ai vari quartieri, soprattutto a
quelli più lontani (die non possono
avere delle attività giovanili e che
soffrono della scomodità delle strade e delle distanze.
Anche le riunioni quartierali sono
ricominciate, con un ritmo mensile
in ogni quartiere.
Le lezioni di Bibbia nelle scuole
funzionano da alcune settimane i
sono state afiBdate dal Concistoro a;
Fiorena Quattrini (Pian Faetto e
Trussan); Alma Massel (Rcxxjia);
Elda Ribet (Albarea); M® Pietro
Massel (Bovile); il Pastore (Chiotti).
A Bovile ed alTAlbarea si ripeteranno i corsi di francese per incari(X) del Concistoro, altrove il Comune provvede ancdie quest’anno.
Desideriamo ringraziare vivamente le giovani collaboratrici che hanno accettato questi incarichi così importanti e delicati e esprimiamo alle
Sorelle che per molti anni si sono
occupate di questo insegnamento la
nostra viva riconoscenza.
dale ed essere sottoposti ad (^razioni chirurgiche abbastanza gravi. Tutti sono in via di guarigionè e alcuni
hanno già anche fatto ritorno alle
loro case.
Ringraziamo il Signore che li ha
protetti ed aiutati nell’ora della prova e agli uni e agli altri auguriamo
una buona convalescenza ed una sollecita ripresa delle normali attività
Dopo diverse giornate di cattivo
tempo e di pioggia dirotta è ritorna
to a fare capolino il sole. Alzatasi la
nebbia, sono riapparse le cime dei
monti, ma questa volta coperte di
bianco. La neve è scesa fino alla zona delle miande. Gli ultimi ritardatari rimasti su hanno pensato bene
di fare anch’essi « meirando » e di
ritornarsene nei loro villaggi. Tolte
«la sunaglia» e chiuso il bestiame
nelle stalle, spostato dalle 7 alle 8
l’inizio del lavoro degli alberi..., si
stanno riprendendo le abitudini e gli
orari invernali. Siamo dinuovo più
raggrumati e più vicini gli uni agli
altri. E’ il periodo della sosta e di
una relativa calma. Che a questa
maggiore disponibilità di tempo e a
questa maggiore vicinanza possa
corrispondere un maggiore slancio ed
un rinnovato zelo nelle attività della chiesa, prima di tutto una maggiore frequenza al culto domenicale.
In una delle sue prime riunioni la
Unione Giovanile ha deciso la costituzione di « gruppi di lavoro ». La totalità degli Unionisti ha aderito entusiasta a questa iniziativa. Per ora
i membri si adoperano in piccoli lavoretti individuali di artigianato a
favore dell’Unione .Più tardi si vedrà se sarà possibile pure realizzare
una prestazione d’opera a favore dei
bisognosi.
Un plauso alla Amministrazione
Comunale per il modo in cui sono tenuti i diversi cimiteri. Un tempo facevano veramente l’impressione di
essere «il camm dell’abbandono»;
ora invece essi appaiono ordinati e
puliti. In occasione del 2 novembre
essi si sono anche ricoperti di fiori.
Entrandovi non si prova più quell’impressione di desolazione di un tempo,
ma un senso di pace e di riposo.
Un grazie sincero dunque alla Amministrazione Comunale ed alle famiglie l’esortazione a continuare nell’opera di manutenzione e di cura
delle tombe iniziata.
POMARETTO
Dopo penosa malattia è deceduta
all’età di 80 anni la nostra sorella
Margherita Bert ved. Pons (Deizine).
I! servizio funebre ha avuto luogo il
26 corr. con l’intervento di molti parenti ed amici. Esprimiamo la nostra
fraterna simpatia alla famiglia piovala dal lutto.
lUEW YORK
Le 1. octobre nous avons eu la douleur de perdre d’une manière soudaine notre ami Jean Etienne Peyrot, de 65 ans, originaire du Val Germanasque; nous regrettons tous le
départ de ce frère toujours joyeux
et œntent. Le service funèbrq a été
célébré par Mr. le Pasteur A. Janavel, à la présence d’un grand nombre d’amis et de membres de l’Eglise
et de la Société « La Valdese ». Noua
exprimons notre sincère sympathie
à sa compagne Louise, à son fils Edmond, à son beau-frère Benjamin
Pons du Bessé.
Henri Garrou
Pinerolo: arrivi e parfenze
A motivo di varie circostanze —
non ultimai la sua visita nel Sud
America alTindomani della sua nomina a Moderatore — il pastore si
gnor Rostan fu impedito di prendere
commiato, a suo tempo, dalla Chiesa
Egli lo fece quindi domenica 23 novembre. Particolarmente commosso
apparve, tanto il numeroso uditorio,
quanto l’oratore stesso, quando que
sti, cominciando il suo dire, accennò
alla prova che attraversava la di lui
famiglia: «Mi è difficile parlarvi...».
Ma se, nella nostra vita privata e di
famiglia, o collettiva che sia, la Volontà Sovrana non coincide sempre
con la nostra volontà, se tutto passa,
e passano anche i Pastori, quel che
conta è ^vangelo eterno. Ed il signor Rostan imperniò U suo discorso
sulla esortaziione apostolica: «Conr
ducetevi in modo degno del Vangelo
di Cristo» (Pilipp. 1: 27); «in modo
degno » : stando fermi, cioè saldi, non
già immobili; combattendo, con quella fede ch’è «vittoriosa potenza che
vince il mondo»; uniti «assieme di
un medesimo animo», camminando
nel medesimo amore verso Colui che
« è Amore ».
A questo punto, con l’esecuzione di
un breve inno di benedizione, la Corale esprimeva i sentimenti generali
di affetto e di augurio al pastore Rostan ed alla sua Famiglia: «Il Signor, TEtemo, Vi benedica e Vi guardi ! ».
Al termine del culto, il nuovo pastore della Comunità, signor Achille
Deodato, rivolse al partente l’assicurazione della riconoscenza di tutti per
il ministero fedele qui svolto durante
dodici anni dal pastore Rostan. «Ma
il rimpianto nell’ora del liistacco suoni soprattutto aitilo alla cosedenza
cristiana della Chiesa, sì che la sua
testimonianza evangelica dimostri
che la fatica del suo ex Conduttore
non è stata vana... E poiché il suo
nuovo ministero di Moderatore lo ricondurrà facilmente tra noi, sia il suo
messaggio di addio un arrivederci».
4
4 —
L'ECO DELLE VALLI VALDBI
Vita ecclesiastica a
S. Germano Chisone
L’Assemblea di Chiesa, nella sua
ultima riunione in occasione della
ripresa delle attività invernali, si è
soffermata su alcuni punti particolarmente importanti della nostra vita ecclesiastica.
Un membro del Concistoro ha presentato imo studio accurato sulla
educazione religiosa delle nuove generazioni. Queste non devono essere
unicamente affidate alla responsabilità della chiesa, ma devono trovare
in seno alla famiglia ed alla società
un ambiente formativo.
Per quanto riguarda la vita cultuale della chiesa è stato richiesto
che vengano istituiti altri culti liturgici con celebrazione della S. Cena e particolarmente in una delle
domeniche che precedono le grandi
solennità cristiane. Detti culti saranno serali per permettere a tutti
m prendere parte ad un servizio di
S. Cena. ^
E’ stato anche affrontato il problema dei matrimoni misti che, nel
corso di questi due anni, hanno lieyemente superato la proporzione del
50%.
Il Concistoro organizzerà, come
già in passato, alcuni incontri per
giovani sposi.
E stato rivolto, a tutti i presenti,
un invito^ un maggiore spirito di
responsabilità per quanto riguarda
le contribuzioni ed un appello alla
collaborazione giovanile onde i lavori della costruzione della Nuova Sala parrocchiale abbiano termine e si
possa così procedere all’inaugurazione di quel locale che ci permetterà
di potenziare alcune attività ecclesiastiche.
A Villa, domenica 30 Novembre alle ore 20,30, iniziamo una serie di
pubbliche riunioni su questo argomento di attualità: il vero capo delia chiesa.
E’ stato ripreso, ultimamente, nelle scuole elementari di Villar Perosa l’insegnamento della religione per
i bambiiii Valdesi. Tutte le famiglie
sono invitate a-d inviare regolarmente i loro bimbi.
Battesimi: Balmas Federico di
Giulio e Purpura Claudia; Broggio
Ivana di Silvio e di Bouchard Margherita.
Matrimoni: Bleynat Nino e Comba Vilma (Martinat); Peyronel Gino e Soulier Vera (Balmas); Ribet
Aldo (Inverso Pinasca) e Soulier
Amalia (Balmas); Salaris Sergio
(Pinerolo) e Durand Mira (Ronchi).
Funerali: Griset Daniele, di anni
66 (Asilo); Long Giuseppe, di anni
59 (Tagliaretto).
« Siate allegri nella speranza, pa
zienti nell’ afflizione, perseveranti
nella preghiera» (Rom. 12-12).
PR^Ll
L’Assemblea ^i Chiesa convocata
per domenica 23 corrente si è svolta
regolarmente e con rm buon numero di presenti, malgrado il tempo poco propizio. E’ stata fatta relazione
delle principali deliberazioni prese
durante l’ultimo Sinodo e sono stati
discussi diversi problemi di vita ecclesiastica. L’Assemblea ha deciso
che le offerte per la Colletta annua
' vengano ricevute in varie quote anziché in una sola come accadeva fino ad ora. Si è anche discusso dello
studio e della disciplina degli alunni delle scuole domenicali e dei catecumeni richiamando specialmente
i genitori ed i padrini alle loro responsabilità di vegliare sullo studio
e sulla condotta dei loro figliuoli. Lo
studio scolastico e quello della religione possono dare buoni frutti soltanto se nelle famiglie i bambini sono seguiti e se ricevono dei buoni
esempi dai maggiori.
La neve e la pioggia cadute con
una certa abbondanza in questi ul
timi tempi hanno provocato i soliti
inconvenienti della stagione invernale con interruzioni neU’erogazione
della luce elettrica, piccole slavine
sulla strada ed una frana che per
ora è stata di lieve entità e si spera
non SI aggravi troppo con il disgelo
e le piogge della primavera.
Le informazioni riguardanti la
seggiovia dei Tredici Laghi dicono
che sono state prese e si stanno
prendendo tutte le misure necessarie affinchè i lavori di costruzione
possano iniziarsi in primavera, appena il tempo lo permetta. Tali lavori
e.sigeranno anche un rimodernamento della rete elettrica e si spera che
in tal modo verranno finalmente elt
minate le interruzioni del servizio
elettrico che si verificano ad ogni nevicata e dopo ogni giornata di vento.
La voce di Sampierdarena
Qui è la voce di Sampierdarena.
Una voce che si fà sentire dopo un,
lungo, troppo lungo silenzio.
E’ di buon auspicio che questa ripresa di contatti con tutte le Comunità sorelle attraverso questo notiziario, coincida con la campagna in
favore della nostra stampa.
Una buona campagna che ha già
dato i suoi frutti e che ci auguriamo
possa dame ancora altri, più copiosi.
E deve essere altresì significativo
questo interesse sentito e profondo
per la nostra stampa in genere ed ir
particolare per i nostri giornali. Questo interessamento rappresenta Ir
testimonianza prima ed immediata
di un profondo attaccamento alla
partecipazione comunitaria e solida
le della vita di tutte le comunità e
il segno di un sentito bisogno di mantenere sempre accesa e di ravvivare
la nostra preparazione spirituale attraverso gli scritti, che apparendo su
nostri fogli, consentono di illuminare certe zone di ombra che talora incombono sulla nostra vita spirituale.
Conoscersi più da vicino e attraverso ima più approfondita conoscenza vuol dire amarsi di più.
Con questo appello e con questo
impegno ci rivolgiamo a tutte le chie
se della penisola ed a quelle oltre i
confini (in particolare modo a quelle
del Distretto Rio Platense, cui in que
sti giorni ci sentiamo particolarmente vicini in tutto il nostro affettuoso
ricordo) e riprendiamo un colloquio
interrotto ma che desideriamo riallacciare nel comune e reciproco proponimento di conoscerci più da vicino, più intimamente.
Le nostre attività sono appena iniziate ed i proponimenti sono molti.
Di tutto vi terremo al corrente :
delle nostre esperienze felici e delle
nostre delusioni, delle gioie che ci
hanno rallegrato come dei dolori che
ci hanno colpiti nel nostro andare.
Per intanto ci rallegriamo nel Signore per la gioia della famiglia
Agrofoglio: una gioia duplice; per la
completa guarigione del fratello Angelo dopo una lunga malattia che ci
ha tenuti con il cuore sospeso, e la
gioia per il matrimonio del fratello
Davide Agrofoglio.
L’Eterno che ha semprei risposto
alle nostre preghiere vegli sul focolare di questa famiglia.
Il nostro cuore è in ansia per la so
rella Giulia Malanot Puppo: gli anni fanno sentire tutto il peso sulle
spalle della decana della nostra co
munità. La sua fede, neH’isolamento
della diaspora in cui vive, è stata ur
esempio per i tiepidi e per i dubbiosi.
Noi la presentiamo in preghiera al
Signore che Voglia conservarla ancora per lungo temix) al nostro affetto
Dopo Prato
LASCIA 11 CAWUCESIMO
La Stampa ha riportato questa notizia'.
Il prof. Aldo Capitini, doi>o la recente
assoluzione del vescovo di Prato, ha preso la decisione di abiurare la religione cattolica. Nel darne notizia il settimanale romano « L’Elspresso » inferisce che il prof.
Capitini, giunto a tale determinazione subito dopo la sentenza assolutoria, scrisse
una lettera al sacerdote della parrocchia
di Perugia in cui è stato battezzato, don
Luigi Piastrelli, per chiedere di essere cancellato dagli elenchi parrocchiali « non volendo e non potendo considerarsi più cattolico ». Ricevuto in risposta da don Piastrelli di non poter prendere in esame la
richiesta poiché l’atto di battesimo si trova
attualmente presso l’arcivescovo di Perugia,
il Capitini ha rinnovato in data 27 ottobre
la sua richiesta in tale sede.
« Le ragioni del mio distacco dalla Chiesa cattolica — scrive tra l’altro il noto scrittore cristiano nel suo atto di abiura — le
ho esposte più volte e non sto qui a ripeterle. Non voglio dirnìi cattolico, nel senso di credente nella dottrina professata
dalla chiesa di Roma e dal suo capo, eletto
dai cardinali: che io sia stato battezzato,
cioè iscritto nei registri di tale istituzione,
è un fatto che non ricordo; e non posso
ammettere che per tale fatto un’autorità
che non riconosco per tale, esiga da me
ubbidienza e credenza, e possa legittimamente anche insultarmi... ». « La prego, signor arcivescovo, di fare quegli atti che mi
sottraggano alla giurisdizione di gerarchi
a cui non riconosco su di me alcun potere ».
Libri che scottano!
Chi dice che l'Italiano non si interessa di religione? Con tutte le
questioni scottanti del nostro tempo il giudizio di Firenze sul vescovo
di Prato, il problema, del divorzio, il giudizio critico sul pontefice defunto, le deliberazioni della Corte Costituzionale in materia di politica ecclesiastica, i problemi della convivenza con i culti ammessi, e chi più ne
ha più ne metta — non si può davvero dire che in Italia non si parli di
religione (forse, se ne parla troppo!). Ad ogni modo, ecco un elenco
di libri, per la massima parte di novità, che concernono le questioni più
scottanti dell'attualità.' Inviare le ordinazioni alla Claudi
2/17557.
Il processo al vescovo di Prato (novità), di L. Piccardl
Pio XII, di E rn. Buonaiuti
Il prète, oggi, di C. Maironi
Discuto la religione di Pio XII, di A. Capitini
Il diritto di non tremolare, di L. Pestalozza
Democrazia e cattolicesimo in America, di P. Blanshard
Dibattito sulla Scuola italiana
Laicità et paix scolaire ( resoconti )
La famiglia e il divorzio, di D. R. Peretti-Griva
Bonifacio Vili, di M. P. Plecchi
Du catholicisme romain, di R. MehI
Il Sillabo, di Ern. Rossi
Matrimonio concordatario, di M. Berutti
Il manganello e l'aspersorio, di Ern. Rossi
Stato e Chiesa (relazioni al congresso A.D.M.)
, C. e. p.
L. 1.200
» 1.200
» 300
» 600
» 100
» 1.500
» 1.500
» 1.500
» 1.600
» 600
» 800
» 300
» 1.500
» 900
» 1.700
/ lettori cl scrivono
UN’ALTRA VOCE
Sul ((mal della pietra))
Mi ha mollo inlereasalo il nuovo mal
« della pietra », nella sua presentazione
umoristica e non priva del suo fine allarmante.
Non ho letto gli altri articoli, ma concordo periettamente sui sintomi e manifestazioni del male, dilagante in modo impressionante netta nostra Italia (cristianissima) e anche mollo vicino a noi: basti ricordare i wri pilastrini propiziatori eretti
lungo le nostre strade nelle curve pericolose. Ma se ho ben capito il cronista vuole
che detto male ab^ colpito pure l’amfaiente giovanile val||e8e.
Ora pur conoscend|> rambiente giovanile nostro, come P9^ poco vitale della
chiesa, mi pare persiche non sia ancora
a questo punto. i
Ma allora, come dispiegano le croci e le
Bibbie cementate daf ^ giovani Valdesi sulle nostre cime? Ebbeàie sono convinto che
questi fatti abbiano ' carattere puramente
agonistico, e invece di una croce
o di una Bibbia! avrebbe benissimo
potuto essere una qualsiasi lapide o simbolo; dato che il gièvane che ha portato
quel « peso » sulla lima di un qualsiasi
monte, ritornandovi ^i, dopo alcuni anni,
gli farà piacere potei dire: «L’ho portalo
su io e in dato numero di ore! ».
Ma se quel valdese non ha Dio nel suo
cuore, assai difficilmente potrà pensare tdie
quella croce possa essere sia pure un «surrogato» della fede cfc non ha e se è credente sa benissimo di non aver bisogno di
quel « surrogato ». 1
Lasciamo che i giovani si cimen
tino e si sbizzarriscali in queste ascensioni
agonistiche, e, se |1 fatto che cementano croci e Bibbie può far pensare che
sono contagiati dal nagL della pietra, facciamo loro portar su qualcos’altro. Non è forse questo, uno svagoMigliore, più sano di
tanti altri che è iuutue menzionare?
E colgo l’occasione)^(per dire, se non sali-,
rebbe meglio, invece di affermare che i nostri giovani, che sono la speranza della nostra chiesa, si allontanano da essa, sono
malati di questo o queU’altro male, cercare di scoprire il virus di tutti questi mali ed estirparlo (con appropriala medicina)?
Elie cosa succede alla nostra gioventù? alla Chiesa? a tutti? Che cosa ci manca?
pensiamoci un pò tutti alle risposte da dare a queste domande...
La voce... di un giovane lettore
Corrispondenza da Rio Marina
La Chiesa di Rió Marina, sorta più
di un secolo fa con la conversione all’Evangelo del capitano marittimo
Giovanni Cignoni che a Nizza aveva
conosciuto la fermezza e la pietà cristiana del fiorentino Pietro Madiai
condannato dalla intolleranza religiosa del granduca Leopoldo di Toscana, fu fiorente per oltre settant’anni ;
nel 1864 fu inaugurato il tempio e
nel 1866 l’annesso edificio per la casa
pastorale e per le scuole, un magnifico complesso che ancora esiste al
centro della ridente cittadina; nel
1865 fu acquistato un campo per destinarlo a cimitero evangelico; furono creati gruppi di convertiti qua e
là in tutta l’Elba e i pastori che si susseguirono fino a circa trent’anni fa
ebbero un fecondo campo di lavoro
da coltivare.
Ma l’isola offriva scarse possibilità
lavorative e molti dei nostri emigravano nel continente e anche all’estero, di modo che, riducendosi il numero degli evangelici da curare, non
fu più possibile destinare un pastore
residente e la Chiesa passò a far parte della diaspora di Livorno, mentre
si stringeva compatta intorno ai suoi
anziani.
Quest’anno però una grande gioia
era riservata a quei cari e fedeli fratelli, perchè il pastore missionario
emerito Alessandro Tron, ritiratosi
per il suo ripo,so in Rio Marina, ha
accettato con entusiasmo l’invito della Tavola Valdese di assumere la cura della Chiesa e già si è messo all’opera col suo vivo spirito cristiano
e con le energie di cui il Signore gli
fa ancora largo dono. E domenica 2
novembre la Commissione Distrettuale. nelle persone del Capo Distretto
pastore Roberto Comba e del laico
avv. G. Angiolillo, si è recata a Rio
Marina per il suo insediamento ufficiale.
Al culto solenne presieduto dal pastore Comba la comunità era al completo, una cinquantina di persone. Oltre al sermone del Capo Distretto
hanno rivolto méssaggi il pastore
uscente Seiffredo Colucci, il pastore
Tron e il laico avv.i Angiolillo. Nel pomeriggio pòi, nella, sala delle attività,
i fratelli hanno vqluto offrire un ricevimento per actxàniatarsì dal pastore Colucci e per éSprimergli in maniera più intima la loro riconoscenza per l’opera da lùi data alla Comunità in questi ultimi anni; nel medesimo tempo per dake il benvenuto al
nuovo pastore già ben noto nel luogo.
E’ stata una gioomata indimenticabile : il tempio era festosamente illuminato dal sole che in quel giorno
splendeva nel cietoi particolarmente
sereno e i nostri <mòri, nell’effusione
dell’amore fratemo che regnava nell’assemblea, hanno? sentito la presenza dello Spirito Santo.
La Chiesa di Rio Marina ha ora
bisogno di un arinonium e se qualche
altra Chiesa o qualche benefattore ne
avesse uno in più e glielo mandasse
lo accetterebbe con riconoscenza.
G. A.
a.amo molto lieti di questa s.ncera e
simpatica Lettera di un giovane lettore.
1 orremmo soltanto precisare che la nota
sutt infiltrarsi ael ’■ mal delia pietra ” anche fra noi non voleva certo aire che la
generalità dei nostri giovani ne sia affetta!
l uti’altro. Del resto è un male inconscio,
perciò più. D’altra parte se "è soltanto per
portar pesi su per le nostre montagne (ma
non crediamo che sia così: l'agonismo non
è tanto ginnastico quanto valdese-cattolico),
il nostro lettore sarà certo d’accordo che
la tiibbia non è stata scritta, nè la croce
rizzata per esercitarci al " sollevamento
pesi " ; e quindi è meglio portar su qualcos auro, rande restano cerio te ultime
serie aomanae, aie inaichiamo aita meditazione di quanti brontolano su ” questi
giovani d oggi ” ; però Vorremmo pure che
i giovani non te rivolgessero solo come aspra
accusa atta ” chiesa ” ma con seria meditazione a se stessi: nella comunità dei creuenii non c'è più alcuna distinzione, neppure di età; e la speranza detta Chiesa e
e rimane unicamente il Signore, con la Sua
Parola e col Suo Spirito: toccati così da
Lui i nostri giovani saranno davvero la
lieta speranza del maturo domani.
reti.
ADobel (Selva Nera) un « autobui))
della Chiesa » trasporta gratuitamente, a spese della parrocchia, i
membri della comunità cne abitano in
case o borghi isolati e lontani dal tempio; molti fra loro non avrebbero potuto recarvisi a piedi, o non erano
nella possibilità di pagarsi il viaggio
ogni domenica. In un altro paese le
Associazioni giovanili cristiane hanno organizzato, una domenica al mese, un servizio di trasporto gratuito
in chiesa per persone d’età o ammalate.
la Chiesa unita dì Cristo, formata
^ l’anno scorso con la fusione delle
Chiese congregazipnaliste e della
Chiesa evangelica e riformata, annuncia che fa dei piani per stabilire
in una città non ancora designata
degli S. U. del nord un quartiere residenziale in cui sarà bandita ogni
segregazione razziale.
PRECISAZIONE
A proposito di librie
Il prof. Mario Rivoir, ex-proprietario
della libreria venduta ad un cattolico in
Torre Pellice, di cui si è parlato negli ultimi numeri dell’Eco, ci prega di fare alcune precisazioni.
Egli afferma di esser stato costretto a
disfarsi della libreria in quanto deficitaria, date le sue altre occupazioni come insegnante; e di essersi risolto a cederla ad
un cattolico solo dopo aver tentato invano
di trovare un valdese disposto alla cosa;
risoluzione presa malvolentieri, ma con
una certa serenità in quanto il nuovo proprietario, Sig. Roletti, non è affatto membro dell’Azione Cattolica (come pubblicato sull’Eco) e non ba intenzione di impiantare una libreria religiosa cattolica.
Inoltre il prof. Rivoir rifiuta assolutamente di essere messo all’indice della
buona società valdese come membro degenere, per questa cessione, cbe non significa in alcun modo, per lui, un deflettere
dalla fede valdese. E nota che se è doloroso, per un verso, la lenta penetrazione
cattolica nelle nostre Valli, essa non è che
il risultato di un più grave e precedente
cedimento della situazione morale e spirituale della nostra gente; per cui anziché
gridare allo scandalo sui risultati, si dovrebbe pensare il problema alla radice.
Infine egli nota che quel poco che ha
aiutato la sua libreria a vivere fino ad oggi è stato più dovuto alTappoggio dei
«fratelli separati» che ai valdesi; e trova
negativo il geloso ripiegamento di questi
ultimi su se stessi, nel loro piccolo ghetto.
Vogliamo soltanto ripetere che è affettivamente più che comprensibile il dispiacere di veder passare uno strumento notevole, qual’è una libreria, in mani non
valdesi. La ’’piccola patria” può rimanere
aperta e con ampi orizzonti anche se non
prosegue la penetrazione cattolica; e d’altra parte può rimanere ’’ghetto” anche se
viceversa questa procede. Questo dispiacere e la domanda se si fosse tentato tutto, si voleva esprimere, anche se lo si è
fatto in modo un po’ caustico.
Siamo lieti che il Sig. Roletti non sia
un attivista di Azione Cattolica, anche se
non ci parrebbe affatto una cosa terribile
che si vendessero, a Torre Pellice, libri
che illustrano la posizione cattolica, che
abbiamo ogni interesse a conoscere con
più precisione di come sia il caso in generale. Speriamo che la libreria sia e rimanga uno strumento di diffusione di cultura fra noi, come accennavamo nel numero scorso del giornale.
E poiché sappiamo che la cosa ha fatto
un po’ le spese (o il gaudio?) di molte
conversazioni, vorremmo soltanto notare
che, talvolta, le alte grida lanciate sulle
infiltrazioni cattoliche nella patria valdese
ci sembrano avvicinarsi stranamente a certe alte grida vaticane lanciate sulla ’’profanazione del carattere sacro di Roma...”
Potrebbe, la ’’piccola Ginevra”, diventare
una piccola Roma?
red.
aéèanatem a:
“L’Eco
delle Valli Valdesi,,
VI CHIEDIAMO DUE COSE:
1) ~ lettori delTEco e non ancora abbonati, fate lo sforzo di
abbonarvi : oltre a darci un vivo incoraggiamento, questo ci perlettera di valutare meglio su quanti lettori possiamo contare;
*) efie siate già o non ancora abbonati, fate conoscere il giornale
intorno a vói se ritenete che ne valga la pena — e sollecitate
abbonamenti fra i vostri conoscenti.
A tutti i nuovi abbonati per il 1959 saranno inviati fin d’ora anche I
numeri di queste ultime settimane 1958.
5
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 5
Dopo 100 anni di vita del Sesto Distretto della kiChiesa Valdese
r-'-Kiy"" ^ .......
1-.
Valdesi di El Somhrerito
sui confini del Chaco» a 800 km» da Buenos Aires,
Chiese Valdesi
URUGUAY
Colonia Vaidense : Past. Wilfrid Artus.
Nueva Helvecia: Evang. Elio Maggi.
Colonia Cosmopolita: Past. Mario
Bertinat.
Tarariras: Past. Carlos Negrin.
Colonia, Riachuelo, S. Pedro: Past.
Silvio Long.
Ombues de Cavalle ; Past. C. A. Griot.
Colonia Miguelete, S. Salvador, Dolores: Cand. Nestor Rostan.
Paj-sandù, Arroyo Negro, Nueva Valdense: Cand. Delmo Rostan.
Montevideo, Alférez: Past Giovanni
Tron.
ARGENTINA
Buenos Aires: Prof. Alberto Soggin.
Colonia Belgrano, Carlos, El Sombrerito: Past. D. L.^Perrachon.
Colonia Iris: Past. R. C. Ribeiro.
S. Gustavo: Cand. Nestor Toum.
Un incontro fraterno
sotto il segno della fede
(segue da pag. 1)
visita ricevuta. Alcuni pellegrini hanno detto poche parole di compiacimento e di ringraziamento. Poi il Past.
Artus, Presidente della Commissione
Distrettuale, mi ha ringraziato per la
visita fatta a tutte le chiese ; mi ha
invitato a vestire un ampio « poncho »
che ho portato con me in Italia e con
quella nuova toga, tipico mantello dei
« gauchos », ho rivolto ai presenti il
messaggio conclusivo: un invito a
benedire il Signore per i doni da Lui
largiti nei cento anni passati, un appello a servirsi della prosperità per la
causa di Dio e per la testimonianza
fedele della Chiesa, un incoraggiamento a progredire ma nella giusta
direzione, abbandonando a Dio il timone della nostra fragile barca.
Ora le celebrazioni del Centenario
sono un fatto compiuto, i pellegrini
sono rientrati in patria, io ho ripreso
la mia attività. Rimane il ricordo di
un incontro fraterno e di una preziosa
esperienza spirituale nella lontana
America, sotto il segno della fede e
nell'atmosfera di una buona tradizione Valdese.
Altri probabilmente parleranno ancora di questo viaggio ; io ho detto
ciò che mi è parso utile ai lettori del
giornale, per riaffermare l'unità della
Chiesa Valdese e per far conoscere
alla nostra generazione la presenza
dei fratelli Valdesi del Rio de la Piata.
La visita era attesa ed è stata necessaria ; siamo andati in quelle terre
non per fare del turismo o per immergerci nel folklore uruguayano e Valdese, ma per « fortifìcarci mediante la
fede che abbiamo in comune », noi e
loro. Il popolo nel quale Dio ci ha fatti nascere o nel quale altri hanno trovato la via della fede è presente anche laggiù ; e verso quel popolo, di
cui siamo le membra, abbiamo ancora
delle responsabilità. Ci sono, nel Rio
de la Piata, delle Chiese Valdesi che
vogliono vivere e render la loro testimonianza, come le nostre; sono talvolta isolate, lontane, senza pastore.
Pensate al bel gruppo di Valdesi di
El Sombrerito, guardando la fotografìa che .appare su questo numero del
giornale: essi ricevono la visita di
un pastore due volte all'anno! Quando penso a loro, così lontani, debbo
dire che la polemica suscitata sul caso Ivrea e Biella, sia pure in omaggio
al grande principio della libertà di
discussione, mi lascia un pochino perplesso !
Abbiamo bisogno gli uni degli altri,
abbiamo soprattutto bisogno di conoscerci e di amarci, « con umiltà, stimando altrui da più di se stesso, avendo ciascuno riguardo non alle cose
proprie, ma anche a quelle degli altri ».
Iddio benedica e fortifichi le nostre Chiese! Conceda ai fratelli del
Rio de la Piata ed a tutti noi di essere
un popolo che Lo serve, senza pretese
di superiorità e lungi da qualsiasi illusione carnale: nella costanza della
fede che, protendendosi verso i compiti e le responsabilità di oggi e di
domani, non può fare a meno di richiamarsi anche al passato : « riguardate alla roccia onde siete stati tagliati ». Ermanno Rostan
Dati statistici
Vi sono nel Distretto Rioplatense:
— 13 operai della Chiesa Valdese;
— 39 templi;
— 30 altri locali di culto;
— una popolazione valdese di ll.OSI
membri (corrispondenti a 4.038 famiglie) di cui:
7.284 membri di Chiesa;
532 catecumeni;
2.420 alunni di Scuole Domenicali,
curati da 381 monitori;
— 39 Unioni giovanili con un totale
di 2.679 membri;
— 34 Società femminili con un totale
di 1.635 membri;
— 19 Corali.
Op ere Valdesi
— Facoltà di Teologia, a Buenos Aires, in collaborazione con altre
Chiese Evangeliche deirAmerica
del Sud.
— Asilo per vecchi, a Colonia Vaidense, con 58 ospiti.
— Scuola Agraria Evangelica, a Colonia.
— Parco « XVII Febbraio », per le attività giovanili del Distretto.
— Libreria Pastor Miguel More!.
— Biblioteca Valdese.
— Mensajero Vaidense, quindicinale
alternatamente a 8 e a 12 pagine.
— Renaciemenlo, mensile della giogentù valdese del Rio de la Piata.
La Paz ■ 11 ottobre 1958
La Corale, diretta dal Sig. Barolin, canta alla inaugurazione del monumento.
Cerimonia detta posa
della prima pietra della Casa Valdese.
Colonia Vaidense
10 oUobre 1958.
Valdesi di San Gustavo (Argentitui),
discendenti quasi tutti da famiglie di Villar Pellice.
ECO DEFORMATA
Sollecitudine
straordinaria
La Paz ■ 11 ottobre 1958
Il Moderatore parla alla inaugurazione del monumento ai coloni Valdesi.
Su quattro colonne, in prima pagina de
L’Eco del Chisone della scorsa settimana
si poteva leggere questo titolo : « Dove va
la Fede valdese? », sotto cui con straordinaria sollecitudine G. Mercol si dimostrava assai preoccupato di come i Valdesi di
oggi stiano tralignando dalla sana dottrina
dei padri.
Egli prende lo spunto da un breve articolo che avevo pubblicato sull’Eco delle
Valli, « Fiori e cimiteri », e si dice altamente stupito di come oggi, con sconcertante disinvoltura, si neghi fede da parte
valdese (ho'a questo proposito, nelle citazioni cattoliche, l’appoggio autorevole dei
redattori del Dizionario Biblico) all’immortalità dell’anima umana. Prima di dire ancora due parole di chiari6cazione su questo tema, notiamo come in modo che non
posso definire che poco onesto l’articolista
cattolico fa dire ai Valdesi di oggi cose
che essi non sognano neppure: che cioè
essi non crederebbero più alla Trinità, alla
divinità di Cristo, alla ispirazione della
Bibbia;- manipolando abilmente i documenti, senza reale desiderio di comprensione, si può far dire agli altri tutto quel
che si vuole. Non abbiamo certo bisogno
di difenderci, nè della zelante difesa di
Don Mercol.
Ma su di un punto egli ha inteso bene: che, cioè, non crediamo nell’immortalità dell’anima. L’unico testo valdese a
favore che egli cita è di Claudio di Seyssel, riportato dai Léger: ma siamo proprio ai primordi di un movimento che si
sta appena staccando, a poco a poco, dal
romanesimo. Nelle diverse dichiarazioni
di fede, e nella Confessione di fede della
Chiesa Valdese del 1655 non si trova traccia di questa dottrina. Se insisto su questo punto è perchè, penso, molti lettori
sono forse d’accordo con il mio interlocutore cattolico.
Cerco perciò di chiarire, quanto più
brevemente è possibile, cosa voglio dire
affermando che non credo nell’immortalità dell’anima, e d’altra parte come questa affermazione non vada isolata dal resto del discorso sulla morte e la risurrezione.
Non credo nell’immortalità dell’anima,
perchè credervi significa — mi pare —
riconoscere ad essa un carattere « divino », superiore, non carnale e quindi non
soggetto al giudizio e alla perdizione del
« Tu sei polvere, e alla polvere ritornerai », un « diritto alla vita » che la rivelazione biblica le nega. Il dualismo di
corpo e spirito non è mai, nella Bibbia,
a favore di una superiorità dell’anima; è
anzi nell’anima deU’uomo che si annida
la radice di ogni male; e fin dalla colpa
di Adamo è la volontà ribelle dell’nomo,
il suo spirito « indipendente » che viene
punito nella condanna fisica. L’immortalità dell’anima non è una dottrina cristiana; preesisteva alla predicazione di Cristo; sussiste al di fuori della rivelazione
biblica. (Non per nulla l’unica citazione
a favore di G. Mercol è tratta da un libro
apocrifo). E’ la più sublime, saggia costruzione umana, per cercare di eludere
il giudizio della morte; è l’estremo tentativo di rfuggire la maledizione della
morte. Ma è un tentativo pagano, senza
Dio. Non voglio dire che tanti cristiani
che credono nell’immortalità dell’anima
pensano coscientemente questo; ma non
si possono tenere i piedi in due staffe,
non si può credere alla risurrezione e
all’immortalità.
Ma credo alla risurrezione dai morti,
una risurrezione che il Simbolo apostolico, comune a tutte le chiese cristiane,
chiama la resurrezione dei corpi.
Una resurrezione cioè anche fisica,
dell’uomo nella sua interezza, una nuova
creazione. Nella nostra liturgia accanto
alla tomba, noi rileggiamo ogni volta il
passo di Paolo in cui viene ricordato che
« il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile... è seminato corpo
naturale e risuscita corpo spirituale »
(1 Cor. 15: 42), dove lo «spirituale» non
significa « pura anima », ma, mi pare,
corpo vivificato dallo Spirito del Vivente, corpo per il quale, come dice il veg
gente dell’Apocalisse (Ap. 21: 4) «la
morte non sarà piu, nè ci sarà più cordoglio, nè grido, nè dolore, perchè le
cose di prima sono passate ». Allora la
Vita sarà una vera vita. Questo ha voluto
indicare la tomba vuota del mattino di
Pasqua; questo è il meraviglioso dono
del Signore della vita. La « speranza viva » a cui Dio ci ha fatti risorgere, in
Cristo, ci dà, certo, una ferma fiducia
nella parola dataci da Gesù Cristo : « Chi
crede in me, anche se muoia, vivrà; e chi
vive e crede in me non morrà mai in
eterno » (Giov. 11: 27), cioè per sempre,
in modo definitivo e senza speranza. 11
credente che muore sa che va « col Signore ». Ma non perchè la sua anima è
immortale, degna di tornare, divina scintilla, al suo luogo d’origine, bensì perchè
così vuole nella Sua onnipotenza misericordiosa il Signore della morte e della
vita. E’ facile comprendere quanto più
umile, quanto più riconoscente, in gioiosa
adorazione sia la fede della misera creatura mortale che sente risuonare il Verbo
creatore che chiama i morti ed i morituri alla risurrezione. Gino Conte.
♦ Non presumo certo di aver chiarito
questo grave problema con queste poche
note. Mi permetto di rinviare coloro che
volessero approfondirlo alla concisa e
limpida opera del Prof. O. Cullmann:
« Immortalité de l’âme ou résurrection
des morts? », Neuchâtel-Paris 1956, studio comparso precedentemente nel num.
2/1956 della rivista Protestantesimo.
LA TOUR
Lundi, 8 Décembre, à 15h,
dans la Salle des activités paroissiale (Asilo), aura lieu le bazar
annuel pour la Mission. Tous les
amis des Missions y sont cordialement invités.
E. L. Coïsson.
siaiiaa]®
oía laaaiDO
Nel corso degli ultimi cinque anni,
la Chiesa protestante in Brasile si è
accresciuta di 200.000 membri. Secondo la più recente statistica ufiffciale
vi sono in Brasile 1.741.430 protestanti (oltre mezzo milione dei quali sono
luterani), su di una popolazione totale di 61 milioni di abitanti, di cui
il 93sono cattolico-romani.
Nel suo bollettino ufficiale la Chiesa
Evangelica di Hessen-Nassau ha preso posizione contro l’uso diffusosi di
suonare l’organo in sordina in occasione di battesimi, matrimoni, confermazioni. L’utilizzazione di questo fondo sonoro è contraria all’essenza del
servizio divino come alla vera comprensione del compito della musica
sacra" infatti i fedeli sono distratti
da questa musica mentre la Parola
è proclamata.
Un pastore di Düsseldorf, di ritoi^
no da un viaggio di 4 mesi in Giappone, ha detto che i Giapponesi considerano la costante produzione e
sperimentazione di armi atomiche,
dalla fine della guerra, come del tutto contraria alla predicazione dei
missionari. La gioventù giapponese
s’interesserebbe meno airavangelo,
ed è necessario ridarle fiducia.
6
Sarà Lui eh* recherà la pace.
Sarà chiamato Principe d^ia
pace.
Mich. 5: 4; Is. 9: 5.
■;/.V
L'Eco delle Valli Valdesi
Abbiamo pace con Dio per
mezzo di Gesù Cristo. Beati coloro che si adoperano alla pace.
Rom. 5: 1 ; Matt. 5: 9.
IL PASSATO CI PARLA
Le Scuole
Domenicali
-, .;r
In ogni tempo si è sentita Timportanza della «Scuola Domenicale», e
ad essa, sia pur con metodi diversi,
si è data ogni cura.
Riportiamo qui alcimi iriccoli episodi, presi qua e là, che potranno interessare ed essere d’incoraggiamento
a quanti si occupano di questa bella
attività.
Coazze (1882)
« Una Domenica mattina, per c'.r
costanze eccezionali, il pastore e L?
direttrice della scuola erano tutti e
due assenti. Che cosa fanno gli'.alunni? Invece di disperdersi o faré chias
so, si siedono al loro posto, mentre
la più grande, appena tredicenne, pre
siede, fa recitare i versetti, cantare
racconta la lezione (la visita dei Magi) accompagnandola di qualche riflessione e domande alle compagne e
finisce col Padre nostro».
Napoli (1883)
«Domenica scorsa, racconta il pa
store, gli alunni della Scuola Domenicale mi hanno fatto una bella sorpresa. Senza essere consigliati o spinti da nessun adulto, essi si sono costituiti in «Società della Domenica»
con lo scopo' di contribuire allo sviluppo della Scuola Domenicale, e di
pagare la multa di un soldo per ogni
assenza non giustificata. Il prodocto
delle multe, se vi sarà, andrà a profitto dell’Evangelizzazione. Il numero
dei soci ammonta a 56 ».
Vittoria (1900)
« I bambim evangelizzano in casa
loro: la novenne V. P. figlia di un
bottegaio, ha insegnato ai genitori a
far la preghiera prima dei pasti. Un
giorno, mentre la bimba recita la preghiera, entra un cliente; la mamma
vuol correre a servirlo, la bambina la
trattiene dicendole ; « Senti, mamma,
mastro Vanni può benissimo aspettare in bottega un momentino, mentre il Signore non deve e non vuole
essere disturbato a quel modo».
Felónica Po (1910)
«Molto è l’interesse che i bambini
prendono all’Evangelo. In un giorno
di vacanza una dozzina di bambini
vennero a picchiare alla porta dell’Evangelista. Avendo questi chiesto che
cosa volessero, si guardarono sorridendo e bisbigliando, poi imo di essi
disse : « Non si potrebbe fare la Scuola Domenicale anche oggi? » — « Perchè no,» rispose l’Evangelista, e cosi
si fece la Scuola Domenicale di Venerdì !
E a proposito della opportunità, o
meno, di fare imparare a memoria
molti versetti ai bambini, siamo stati colpiti da questa frase che un prigioniero militare dell’ultima guerra
scriveva in una lettera al suo pastore : Non ho con me la mia Bibbia, ma
mi consolo ripetendo a memoria molti versetti che conosco e vi assicuro
che sono tanti; essi mi sono di aiuto... ».
Dove aveva imparato tanti versetti, questo prigioniero, se non alla
Scuola Domenicale?
Si sa che le cose imparate da bambini rimangono più profondamente
impresse nella memoria, e pensiamo
sia bene arricchire la mente dei bambini di quel preziosi versetti della Parola di Dio che (se anche al momento presente essi non possono forse
comprendere completamente) potran,
no un giorno essere loro di conforto,
di incoraggiamento, di richiamo.
Selma Longo.
Al Salone dell’Industria albei^
ghiera di Parigi è stato presentato
U ristorante elettronico, dove si è
serviti premendo un tasto : il cliente infila una moneta in una fessura e il piatto richiesto gli arriva
su una cinghia scorrevole insieme
al conto.
E’ ultimato a Milano il primo
eliporto (stazione per elicotteri)
italiano: è in progetto una linea
regolare Torino - Milano - Bergamo - Lugano.
L’energia di un grande ciclone
tropicale è pari a centinaia di
bombe all’idrogeno. Noi che viviamo in zona temperata non riusciamo ad immaginare la violenza
del cielo e del mare; il vento soffia
a 350 Km.-ora; ondate di 20 metri
squassano le navi e le coste; in un
sol giorno cade tanta pioggia
quanta da noi in tre anni.
la TV di Filadelfia (U.S.A.) ha
un’emissione quotidiana, della durata di cinque minuti, concepita
per i cani. Il successo di queste emissioni ha spinto a progettarne
pure per i gatti.
Il presidente dell’Associazione
dei mendicanti di Bombay (India)
è stato nominato al Consiglio di
amministrazione di una banca privata: l’Associazione dei mendicanti è il sostegno più fedele di questa
banca.
Per lottare contro l’alcoolìsmo
la polizia polacca installa un magnetofono nel locale in cui son rinchiusi degli ubriachi, e l’indomani
fa loro sentire i loro discorsi. Risultati incerti: molti ubriaconi
hanno riso assai, pochi si sono
pentiti.
Il vino senza alcool (ottenuto da
distillazione del vino nel vuoto)
conserva tutti i caratteri del vino,
a parte l’àlcool. Una società francese ha cominciato a sfruttare il
brevetto tedesco che permette questa fabbricazione.
« Troviamo sospetto rimprowiso interesse degli Americani per
l’Arca di Noè », ha dichiarato Radio Mosca: U governo tùrco accorderebbe troppo facilmente agli
Americani il permesso dì aggirarsi dalle parti del Monte Ararat,
alla frontiera russo-turca.
I migliori panettieri del cantone
di Ginevra sono p’atificati di un
diploma di « cavalieri del buon pa
ne», che possono esporre nel loro
negozio.
lettre de
de Fours
V
Il est une crête de mont qui, du Roux,
vers sud-ouest descend en promontoire, jusqu’au Vandalin, en passant par la cime
qu’on appelle aujourd’hui eAcore « VANTACUL » (qui a sa racine dans la signification d’avoir avantage, à être à chevalier
des Vallées de l’Angrogne et du Pélis). Et
c’est pour user de cet avantage, que les
quelques Vaudois de cette triste épopée
avaient trouvé refuge en cette grotte, presque inaccessible, ignorée par la plupart des
Vaudois mêmes, et certainement inconnue
à leurs ennemis.
La position, excellemment stratégique,
permettait aux Vaudois réfugiés de fondre
soudainement sur un poste du Villar de
Bobi, se retirer ensuite dans leur caverne
et avant que l’alerte aye pu parvenir à
l’ennemi, surprendre un quelque groupe
du Val d’Angrogne.
« Jarret Vaudois vaut plus que stratégie »
dira plus tard le (îénéral La Feuillade; et
les 80 INVINCIBLES le firent bien voir,
en tenant en échec les troupes de France et
de Savoie.
Mais la vie était dure et l’on n’avait pas
souvent de quoi manger. Aussi notre Fédric fut-il bien reçu lorsqu’on eut su par
son compagnon que c’était lui qui avait
capturé le petit chamois.
Après qu’on se fut ravitaillé et qu’on eut
pris quelque repos, un des présents qui
parlait pramoUin, réveilla notre gosse et
partit avec lui.
Il traversèrent la pente qui descend du
Fréidour et par la crête nord du Grand
Truc ils rejoignent Calvet-Lasarâ et le
long de la haute vallée jusque au Bric des
Pins ne rencontrent personne. De là-haut
ils explorent la route qui relie Pignerol à
Pérouse sans rencontrer ni voir de soldats.
Ils eurent la chance de pouvoir butiner
quelque chose à manger sur les hauteurs
du Grand Truc: un nid de perdrix, des
pointes tendres de genièvre, quelques poignées de graines.
Du haut de la pointe des Pins qui do
Cambìamenti dì indirizzo
Si avvertono i Sigg. Abbonati che, per il cambiamento dell'indirizzo a cui viene spedito il giornale, bisogna attenersi alle seguenti
norme :
1 ) inviare il ritaglio del giornale su cui è stampigliato l'indirizzo
Oell'abbonato (o quanto meno, per chi non vuol ritagliare il foglio,
comunicare esattamente e per esteso il vecchio indirizzo);
2) accompagnare la notifica del cambiamento di indirizzo con la
somma di Lire 50 (anche in francobolli).
Non si darà corso ad alcuna notifica di cambiamento di indirizzo
che non sia accompagnata da quanto sopra. Con dicembre entrerà in
funzione una nuova stampigliatrice elettrica, che l'Amministrazione del
giornale ha acquistato allo scopo di eliminare gli inconvenienti verificatisi nel recapito dei giornali. Tale macchina, molto costosa, è stata
acquistata con sacrificio. La targheggiatura degli indirizzi per cambiamento non può, ovviamente, esser fatta gravare dai Sigg. Abbonati
sulle spese dell'Amministrazione.
Le copie che ci perverranno di ritorno dalla posta, con la dicitura
« sconosciuto al portalettere », o « trasferito », o « partito », e simili,
vengono tenute a disposizione degli interessati per 2 numeri consecutivi ; indi l'abbonamento è sospeso. L'abbonato che non riceve regolarmente il giornale ha il dovere di informare immediatamente l'Amministrazione.
mine la vallée sur S. Germain et sur le
Villar ils ne virent pas de soldats non
plus, et notre pramollin montra à Frédéric
la caverne où mourut le Capitaine Griot
de S. Germain, près de la roche de Chanforan.
Cette caverne, Iqi dit-il, pourra toujours
te donner un bon abri en cas de mauvais
temp. Profonde et basse au fond, tu y sera
au chaud. Mais gare à toi si tu t’endors:
les chiens et les soldats te surprendront et
tu n’auras pas loisjr de te sauver.
Ils retournèrent ; sur leurs pas et par le
col de Lazará gâgifèrent le sentier du Laousoun. Du haut d’un tournant Fédric indiqua à son compagnon la miande ou il avait
rencontré son homme du Faet qui l’avait
dénoncé.
Allons voir, lui dit Conïra (ont l’appelait par ce surnom a cause de la promptitude, qu’il avait, de toujours cogner le
premier dans toute controverse; et il en
avait souvent, surtout. avec les préposés,
les agents de police et tous les argoussins).
Allons voir si ton homme a quelques provisions. Il faudra bien qu’il paye quelque
contribution.
Il dévalent la pente, tombent sur le paysan au moment même ou il sort de sa masure. Le poignard à la gorge, Couïra le
fait confesser sa faute et lui fait promettre
de les ravitailler. Mais il faut arriver à sa
maison au Saret de Faet où il a l’auberge
et y tient provision.
On lui passe une corde, en licou, et l’avise que si d’un cri ou d’un geste, il tente
de les trahir, c’en est fait de sa vie. Les
voilà arrivés, par le bric de « Poet d’Amont », à la maison du Saret. Non loin
de là était le chateau-forteresse des Truchets: on y avait convoquée la femme de
l’aubergiste. La maison est fermée. Il trouve, lui, en son lieu cachée, la clef.
Le garçon est mis en sentineUe, les deux
hommes s’en vont à la cave-ceUier ou l’on
trouve deux tommes, une jarre de gras
fondu avec des saucissons et des petits salés dedans. Puis dans une chambre on préleva deux habits d’homme et une robe de
femme; le tout fut chargé sur les épaules
robustes du montagnard, dans une hotte.
Puis on reprit le chemin de la montagne:
le garçon en avant, puis l’homme à la hotte et notre Couïra enfin qui, son coutelas à
la main faisait marcher son homme avec
bonne enjambée. Quand on eu rejoint la
crête du Eréidbur, on fît halte et notre
homme fut enfin délivré de sa charge et
du noeud qui le tenait prisonnier.
Maintenant — lui dit Couïra — tu saura que jamais tu devras déceler notre présence, ni même notre passage, car s’il nous
survient quelque mal, tu mourra de ma
main; et ta maison brnlêe témoignera à
tous ton méfait. Promet donc sur ta vie
que tu respecteras cette promesse. L’homme promit, puis se sauva; mais à l’abri
d’une roche il cria : « Mauvais barbets
vous serez pris; c’est moi qui vous le dis ».
Un coup de feu retentit quand le paysan
sortit de derrière la pierre. Il est tombé
dit Couïra. Ei dans quelques enjambées il
bondit sur le fuyard et, lui donnant le
coup de grâce: « Je t’avait dit de ne point
régimber ». Ils rentrèrent donc à leur caverne avec le butin du Faet et apprirent
que dans la matinée on avait, de bien loin
vers l’Infernet, vu des ombres qui rôdaient autour de l’Alp.
Quatre hommes avec deux arquebuses et
deux lames de faux montées en pertuisanes
et leurs grands coutelas, avec Fédric, aussi armé d’un grand couteau, partirent avant
le jour pour voir ce que c’était.
Nous vous dirons ce qu’ils trouvèrent.
(ù suivre) R- 4e Peyranot,
Istituti Ospitalieri
Valdesi
La C.I.G.V. desiderava, da molto tempo,
prendere contatto diretto con i dirigenti
e collaboratori dei vari Istituti da lei dipendenti nell’intento di coordinare e migliorare la sua attività.
Siamo lieti che questa riunione abbia
avuto, luogo la sera dell’S novembre presso
l’Hotel du Pare.
Tale incontro ci ha dato l’occasione di
conoscerci meglio e di esporre i problemi
che ci stanno a cuore e di ascoltare i suggerimenti che ci sono stati dati in uno
spirito di viva collaborazione.
I presenti sonò "'stati vivamente interes'
sati dal progetto di ampliamento dell’ospe
dale di, Pomaretto che verrà realizzato ap
pena saranno espletate le relative pratiche
Gli intervenuti a quella simpatica mani'
feslazione hanno espresso il desiderio di
continuare questi incontri in seno ad ogni
singolo istituto per avere un’esauriente
scambio di idee sui problemi di ciascun
istituto.
Abbiamo anche rilevato con quanta simpatia il nostro lavoro sia seguito dal puhblico valligiano e da molti benefattori che
non mancano di offrire una costante collaborazione che per noi è di grande incoraggiamento e ci aiuta a proseguire nel
nostro non facile compito.
Ci auguriamo che i nostri istituji continuino a dare una efficace testimonianza di
solidarietà umana e cristiana.
Facoltà Valdese di Teologia - Konia
COMUNICATO
Presso la Facoltà Valdese di Teologia
saranno ciclostilate, anche quest’anno, le
dispense di alcuni corsi:
Prof. G. Miegge: Esegesi di capitoli scelti
del Vangelo di Giovanni — L. 800.
Prof. G. Miegge: Esegesi di brani scelti
del secondo Isaia — L. 600.
Sono inoltre disponibili alcuni corsi
dell’anno accademico 1957-58 :
Prof. G. Miegge: Esegesi dell’epistola ai
Galaii — L. 800.
Prof. G. Miegge: Esegesi di brani scelti
della Genesi — L. 600.
Prof. Vittorio Subilia: Teologia Giovannica — L. 600.
Le richieste devono essere indirizzate
entro il 20 dicembre c. a. al signor Piero
Santoro, Via Pietro Cossa, 42, ROMA.
Redattore; Gino Conte
Coppieri - Torre Penice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabei
Pubblieaz autorizzata dal Tribunale
La famiglia di
Lorenzo Avondet
sentitamente ringrazia per le testimonianze di simpatia ricevute. In
modo particolare ringrazia la direttrice del Rifugio, suor Susanna, la
slgna Petral, le infermiere, il past.
Bertihatti e il dott. Gardiol per la
loro preziosa assistenza.
S. Giovanni (Rifugio) 18-11-1958
La famiglia della compianta
Abele Fenouil nata Gos
addormentatasi nel Signore dopo brevissima malattia, ringrazia vivamente i Pastori Ayassot, per il messaggio
di fede cristiana pronunciato all’abitazione di Verzuolo, e Roberto Jahier
per la funzione nel Tempio Valdese
di San Giovanni e tutti coloro che
con la loro presenza e con i loro scritti hanno onorato la persona della
cara scomparsa.
« L’anima mia s’acqueta in
Dio solo; da lui viene la mia
salvezza» (Salmo 62; 1)
Verzuolo, 19-11-1958
Lès enfants, petits-enfants, ainsi
que tous les parents, remercient tous
ceux qui leur ont témoigné leur sympathie chrétienne, à l’occasion du départ de leur bienaimée
Ester Gay veuve Giacobino
« Celui qui te garde ne sommeil
lera point» (Psaume 121: 3)
Luserna S. Giovanni, 20 novembre 58
I A VVISI ECONOMICI \
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Torino: Lunedi e Venerdì ore 16,30
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