1
DELLE
Epitt.
Dibllotica
{Torino)
TOr^nS P2LLIC’
Quindicina! e
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXV “ Num. 25
Una copia L*
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 700
L. 1200 per
per rintemo ¡Eco e La Luce: L. IJMO per rintemo Spedir, abb. postale II Gruppo
per l’estero \ L« L800 per Tetterò | Cambio d’indirirw) Lire 40,—
TORRE POLLICE - 16 Dicembre 1955
Amniin. Claudiana Torre Pellice ■ C-C;P- 2-17557
La grazia di Dio
salutare per tutti...
I^rofondnmehte ricco e vario è nel
N. T. il significato eìd il contenuto
del termine « grazia di Dio ». Non
è forse in un passo parlato della
Il sv ariata grazia di Dio » a significare i molteplici aspetti e le infinite
manifestazioni della misericordia e
deli'umore di Dio?
(j>me però questo termine « grazia di Dio » ci appare pregno di tutta ¡a ricchezza del suo contenuto
quando, come nella lettera a Tito,
esso sla a significare il dono che Dio
ha fatto agli Uomini in Gesù Cristo!
.. La grazia di Dio salutare per
lutti gli uomini è apparsa... » Gesù
Cristo, Salvatore di tutti gli uomini
è ftpparso...
C/ questo il fatto centrale della
•:>:tria che ci apprestiamo a celebrare con giubilo in questo tepipo particolare dell’anno, rendendone grazie a Dio. E la nostra celebraziom>
vuole essere una testimonianza della nostra fede all’annuncio dell’Ei angelo.
Colui che riassume in sé, nella
uà persona, nella sua opera, nella
sua morte e nella sua resurrezione
la manifestazione della pienezza della grazia di Dio è apparso sulla scena di questo mondo e ci ha fatto
partecipi della nuova creazione che
con la sua apparizione ha principio.
E’ questo che noi crediamo, ed è
ijuesto che con la celebrazione del
Natale noi ancora una volta nfferlììiamo.
Ma è chiaro che se noi abbiamo
accettato per vero questo annuncio
maraviglioso dell’Evangelo, la nostra affermazione non può non essere senza conseguenze pratiche di
una portata incommensurabile.
1. - La prima riguarda l'orientaniento della nostra vita.
Il La grazia di Dio... che è apparsa, ci ammaestra a rinunziare alla
empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo
temperataménte, giustamente e piamente... ».
C’è un aspetto negativo e c’è un
aspetto positivo.
C’è da un lato la rinunzia al tentativo di una vita autonoma che disconosce la volontà di Dio (questa
è l’empietà) e che si uniforma alle
concupiscenze mondane, e c è dalrnitro l’accettazione di una norma
nuova: temperanza, giustizia, pietà.
Questo orientamento diverso della nostra vita e questa diversa impostazione dii essa sono presentati
costantemente attraverso l’insegnamento di Gesù Cristo come una necessità; per questo è detto che « la
grazia di Dio ci ammaestra.•• »•
Ed è necessario, che ce ne ricordiamo in modo particolare in questo tempo nel quale, per una inconcepibile illogicità, proprio le celebrazioni della nascita di Colui ^ che
ci ammaestra a rinunziare all empietà e alle mondane concupiscenze, si svolgono sempre di più in modo empio e mondano, con veglioni
u cene e danze e gozzoviglie ed altre
manifestazioni che ■ non sono certo
le più adatte a riportare il nostro
spirito nell’atmosfera del Natale dei
Vangeli. Di tutte le feste cristiane
infatti il Natale è quella che più si
è mondanizzata, quasi che gli uomini non siano più capaci di una
gioia pura, serena, intima e profonda, sì che inclinano a trar pretesto
da ogni cosa, persino dal mistero
insondabile della incarnazione per
stordirsi e colmare in qualche modo il vuoto che è nel loro cuore.
(Tito 2: 11)
Si direbbe che, o non si rendono
conto della miseria, della sofferenza, delle iniquità che sono nel mondo e che solo una vita di temperanza, di giustizia e di pietà quale Gesù ha tnssutn e. quale Egli ci ammaestra a vivere^ può eliminare, oppure che, pur rendendosi conto del
<#l AcMUe Deodato
peccalo e del male che sono nel mondo, non abbiano fede nella possibil'tà della loro eliminazione e chiudaiu) deliberatamente l’animo e gli
occhi alla visione della miseria u
2. - Chi però ha accettato Vannunzio della apparizione della grazia di Dio in Cristo e si è lasciato
ammaestrare a dare un orientamelidiverso alla propria vita, è illuminato da una gioiosa speranza e da
una grande aspettativa.
« Aspettando la beata speranza,
dice l’apostolo, e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e
Salvatore Cristo Gesù ».
Noi viviamo come tra due mondi: uno .è quello della realtà tragica
delTimpero del male, nel quale ci
muoviamo quotidianamente, l’altro
è quello che ci è annunziato e che
crediamo per fede, verso il quale è
volto il nostro spirito ed è tesa la
nostra speranza: il regno di giustizia c di pace cui parteciperà la nuova creazione dei figliuoli di Dio facenti capo a Gesù Cristo.
Ogni Natale che celebriamo ravviva In nostra speranza poiché, come Egli è venuto nella sua umiliazione per farsi simile a noi, così Egli
ritornerà nella pienezza della sua
gloria per farci simili a Lui.
Ogni Natale che celebriamo illumina la nostra vita di questa prospettiva meravigliosa dalla quale riceviamo forza e ispirazione per affrontare e superare, con l’aiuto di
Dio, le difficoltà che sono sul nostro cammino, e le sofferenze e le
prove.
Come durtuUe la guerra, la forza
della sopportazione di tanta ansietà ed angoscia e di tanti disagi e
sofferenze ci era data dalla speranza di poter salutare il giorno della
liberazione, e la nostra vita quotidiana era vista alla luce di quella
prospettiva, così FEvangelo che ci
annunzia Gesù Cristo, l’apparizione
della grazia di Dio, ci consente di
sperare nella piena realizzazione
delle promesse che in Lui ci sono
fatte e di perseverare nella fede,
nell’attesa della « beata speranza e
dell’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore Cristo Gesù ».
,3. - Questa attesa e questa speranza non sono fondate sopra una
illusione, nè sono il frutto di aspirazioni vaghe, ma poggiamo sopra
un fatto concreto, il più concreto
fatto della storia: « Egli ha dato se
stesso per noi, affin di riscattarci da
ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone ».
Se la sua sola apparizione nella
nostra carne era già testimonianza
della grazia di Dio, questa grazia è
(continua in 3“ pagina)
alla Baudena
1 6 5,4
Alla Baudena, »;e}la parrocchia di
vaiar PeUi«^* .birAtelU Prias sono
riuniti nella stalla di Giacomo con
le loro mogli, con i figli- Sono sei
fratelli; hanno sposato sei sorelle;
costituiscono quello che si chiama
una famiglia patriarcale : una quarantina di persone che temono Iddio ed osservano i suoi comandamenti. Vivono in umiltà di spirito, puri
di cuore, strappando ad una terra
avara il frutto scarso che permette
loro di vivere nelle loro Valli. Si
preparano a celebrare Natale e parlano di tante cose che formano la
trama di un’esistenza che può sembrare grigia e monotona, quando
non è vissuta nella luce del servizio
di Dio.
Parlano, per esempio, di una visita del pastore Léger, che è parso
molto preoccupato, alquanto pessimista; che si è informato di tante co se, che lia voluto conoscere i loro
nomi; che ha detto che sta raccogliendo materiale per una ,« Storia
delle Chiese Valdesi ».
« Chissà, — dice Stefano, uno dei
nipotini — forse il pastore vorrà
scrivere il nostro nome nella sua storia » E tutti ridono!
Anche Giacomo e Davide, cher sembrano preoccupati: « Avete troppo
parlato col pastore », — sorride
scherzosa la moglie a Davide: « finirà che ti faranno anziano! »
E sorridono ancora tutti, nella
semi oscurità della stalla dove Giatonio ha aperto la Bibbia. E non
sanno che proprio il pastore Léger
ha scritto di loro nel libro della sua
memoria, e che la Storia ricorderà
attraverso i secoli queste parole delio storico: « Je ne puis m’empêcher
de remarquer ici que ces Prins
étaient six frères et avaient épousé.
six soeurs, ayant tous plusieurs enfants, et qu’ils vivaient tous ensemble .sans avoir fait jamais aucun partage de leurs biens, et sans que jamais on ait remarqué la moindre
discorde dans cette famille. Elle étaii composée de plus de quarante
personnes; chacun se tenait à sa tâche: les uns au travail des vignes
et au labourage des champs, les autres au soin des prairies et à celui
des troupeaux. L’aîné des frères et
sa femme, qui était aussi F aînée des
soeurs, étaient comme le père et la
mère de toute la famille ».
E Giacomo legge lentamente le
parole così dolci (ma sono soltanto
dolci?): « Non temete, perchè, ecco, vi reco il buon dnnunzio di una
grande allegrezza che tutto il popolo avrà... ».
Una grande allegrezza: per i bambini che ascoltano, queste sono parole chiare. Per i grandi esse hanno,
questa sera, un suono strano; sembra che Giacomo indugi ed esiti, non
trovi le parole chiare e semplici che
gli sono naturali. E quando i bambini sono andati a dormire, Giacomo
e Davide parlano più chiaro: il pastore Léger ha portato cattive notizie.
« Si dice che l’editto del 1650 dovrà avere integrale applicazione...;
che i ■ privilegi concessi dopo quella
data non hanno alcun valore legale,
perchè non registrati... ; che il luogotenente Gastaldo ha ricevuto dei
rinforzi per procedere manu militari
all’applicazione dell’editto;... uh soldataccio avrebbe detto: « Natale, lo
passerete al caldo delle vostre stalle,
ma, dopo, se avrete freddo, penseremo noi a riscaldarvi ».
Si dice...
Anche le donne sono preoccupate
ora; sanno cosa significano queste parole: Editto 1650, e questo nomeGastaldo. Sanno che, domani« può ri
cominciare la triste storia di ieri.
Sanno che la Baudena vedrà di
nuovo arrivare dal ii piano » i fratelli cacciati da Fenile e Campiglione.
da Bibiaiia e Bricherasio, da San Secondo e San Giovanni. Saranno di
nuovo le misere schiere di uomini e
donne e bambini che troveranno ur
focolare acceso ed un desco apparec
chiato, aspettando...
Aspettando... !
In realtà, da anni ed anni, che cos’è la storia di questo pugno di uomini, se non un’atfe.sa della grande
Liberazione?
« Perchè come i nuovi cieli e la
nuova terra ch’io sto per creare sus.sisteranno stabili dinanzi a me — dice l’Eterno — così sussisteranno la
vostra progenie e il vostro nome ».
Come suonano ricche di promessa e
di speranza queste parole!
u In un certo sen^ —- pensa Giacomo — con Natale' innesti nuciVi cieli e questa nuova terra sono già una
realtà, anche se gli occhi della carne non vedono ancora. Ma la nostra
progenie e il nostro nome... Com’è
minacciosa la nuvola bianca che dal
piano sale, sale sempre e ricopre tutto l’azzurro del cielo: che strani giochi di luce: sembra di vedere ’’sulla
nuvola assiso uno simile a un fighiiol
d’uomò”, e sul suo capo si vede la
’’corona d’oro e in mano una falce
tagliente” ». E il vento che soffia violento per tutte le « combe » non por la soltanto la bufera e la. neve e il
tuono delle valanghe! E’ un urlo sovrumano; sembra la « gran voce di
quello che aveva potestà sul fuoco:
Metti mano alla tua falce tagliente... ».
1655
BUON NATALE
L’eco delle Valli Vaidesi augura ai suoi
lettori un Natale benedetto.
Natale alla Baudena! Un anno è
passato. Fra le quattro mura nude di
quella ch’è stata, una volta, nel 1654,
la’Stalla calda ed accogliente di Giacomo Prins sono raccolti i sopravvissuti.
Tra questi due Natali ci sono state
le Pasque Piemontesi.
(I E r angelo lanciò la sua falce
.sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò le uve nel gran tino
dell’irn ili Dio. E il tino fu calcato
fuori della città, e dal tino uscì del
sangue che giungeva sino ai freni dei
cavalli per una distesa di milleseicento stadi ».
Era cominciato con un « segno »
dei tempi. Il 5 gennaio, a Roma, nel
luogo quasi santo, era morto il papa: Innocenzo X. « E tre giorni giacque il suo cadavere senza che alcuno dei suoi parenti si prendesse cura
dei suoi funerali (ancorché ciò toccasse loro, secondo le consuetudini
della Corte). Doniui Olimpia disse
che ciò era superiore alle sue deboli
forze di donna; nessun altro parente si considerò tenuto a fare ciò. Un
canonico, finalmente, che era stato
. alle dipendenze del pontefice si decise a spendere un mezzo scudo, e
le estreme onoranze gli furono rese ».
Era continuato col 13 gennaio: l’editto del 1650 doveva esser applicato. E così il 25 gennaio i primi pro-
2
t —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
scritti avevano cominciato a risalire
le Valli.
La Baudena era stata di nuovo il
rifugio, la casa costruita sulla roccia,
l’asilo accogliente, la casa posta sopra il monte. I fratelli Prins aiutavano i vecchi, sostenevano gl’infermi nel cammino per le strade gelate
di quel gennaio maledetto; le sei
sorelle curavano i malati, assistevano i bambini.
E intanto le voci circolavano...
« Si dice che Castaldo sia favorevole ad una attenuazione dell’editto...; si dice che il conte Cristoforo
di Luserna sia favorevole a non ap
I)licare con rigore gli ordini superiori...; si dice che il nuovo procuratore Gibelino potrà forse ottenere
migliori condizioni... ».
Si diceva...
E si sperò: dopo la bufera, la
quiete; dopo l’inverno, la primavera.
Ma la primavera si chiamò Pianezza. E Giacomo e Davide conoscevano questo nome e quest’uomo..
(. E faceva sì che a tutti, piccoli e
graiìdi, ricchi e poveri. Uberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nes
suno potesse comprare o vendere se
non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo
nome ».
E « la bestia- che saliva dalla tetra » esercitò tutta la sua potestà
risalì tutta la Valpellièe ed « operava grandi segni » : dalle baite isolate e sperdute sui monti, dalle case
dei borghi saliva il fuoco al cielo:
anche dalle case della Baudena. Non
risparmiò le donne, cercò i bambini, disse agli uomini: la morte ò il
marchio della bestia.
Giacomo e Davide Prins caddero.
nelle zanne della bestia; rifiutarono
il marchio. E il pastore Léger ag
Convegno Anziani e Diaconi
FUV-Gruppo Valli
Il convegno responsabili, riunitosi a Prali il 13 novembre, ha approvato il seguente calendario di convegni per l’inverno e la primavera
prossimi :
26 febbraio: a Pinerolo, convegno
di studio biblico.
18 e 19 marzo: giornate unionistiche interdenominazionali.
15 aprile; gita turistica per tutte
le unioni e visita di una nostra chiese della Riviera.
10 giugno: a Pramollo, convegnogita in montagna.
Inoltre domenica 22 e domenica
29 aprile avranno luogo due convegni (solo pomeriggio) separati per la
vai Pellice e le valli Germanasca e
Chisone.
Le unioni, nel preparare i loro
programmi, sono vivamente pregate
di tener presente detto calendario.
Il iiapogruppo
giungerà una pagina alla sua storia:
« On leur écorcha...; on leur écorcha de la même manière...; et enfin
on leur écorcha...; ensuite on les
laissa mourir en cet état ».
Sarebbe bastata una sola parola:
rifiutarono di pronunziarla.
Sta scritto: « Beati i perseguitati
per cagion di giustizia, perchè di loro è il regno dei cicli». Di loro:
Giacomo e Davide Prins, torturati
fino alla morte nel carcere di Luserna. Il « regno dei cieli » può dunc(ue cominciare li, nei sotterranei del
castello dei nobili signori di Luserna?
Sta scritto: « Beati voi, quando
v'oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a
voi ogni sorta di male per cagion
mia ».
Cosi, ' certo, sta scritto, anche se
è duro veder la menzogna trionfare,
anche se, in nome della Religione
e della Chiesa si « dice — contro
a Giacomo e Davide Prins — ogni
sorta di male ».
♦ «N *
Ora è Natale.
E tutto questo è passato: la Baudena, semidistrntta, alza verso il cielo le sue mura arse dal fuoco; i sopravvissuti sono tornati ed hanno ri cominciato a ricostruire.
La Bibbia è di nuovo aperta; ma
non è più Giacomo che legge.
Ma le parole sono le stesse : « Non
temete, perchè, ecco, vi reco il buon
annunzio di una grande allegrezza
che lutto il popolo avrà... »
a. b.
Ottanta anziani e diaconi del pri
mo distretto si sono incontrati a S
Germano Chisone giovedì 8 dicem
bre.
I lavori si sono iniziati con un cui
to dell’anziano Costantino (Pinero
lo) che ha messo in rilievo l’attua
lità dell’insegnamento dell’episodio
della pesca miracolosa: l’obbedien
za incondizionata di Pietro: calerò
subito la rete ed il suo significato
per l’attività della Chiesa.
II Vice Moderatore R. Nisbet dà
quindi lettura di un messaggio del
Moderatore e di una lettera del pastore P. Bosio che il suo incarico di
conduttore prò tempore della Chiesa di \ia IV Novembre trattiene lontano da S. Germano. Un saluto fraterno viene rivolto al pastore di Torre Pellice Franco Sommani, assente
per la dipartita della madre; al pastore L. Rivoira a cui le conseguenze del noto incidente impediscono
tuttora ia ripresa delle attività; al
pastore E. Geymet assente ancii’egh
per motivi di salute; al Concistoro
di Lusema San Giovanni, assente
per partecipare alle estreme onoranze al suo decano E. Benech, deceduto dopo breve malattia.
Tutte le parrocchie sono rappresentate al Convegno.
Attnalìtà e valore della Bibbia
L’anziano A. Varese presenta una
relazione sull’attualità- e valore della Bibbia ».
Lo studio si divide in tre parti :
1) L’attualità della Bibbia che,
dopo un’accurata disamina, il relatore ritiene di poter identificare nel
fatto che : « Gli uomini di cui la
Bibbia ci racconta le vicende, le sofferenze, le speranze, sono uomini
peccatori come noi, ma sono uomini
che si sono seriamente impegnati,
che sono stati interpellati da Dio,
c hanno creduto fermamente alle sue
promesse, obbedito ai suoi ordini,
mettendo la loro esistenza a repentaglio per amore di Lui. E così facendo, hanno fatto l’esperienza della fedeltà di Dio e ’’sanno in chi
hanno creduto” ».
2) Valore della Bibbia. Il relatore
ne illustra il significato e la portata,
che si fondano sulla definizione stessa di « valore » riferito alla Bibbia : « TUlto ax:centrato nella persona che sta al centro della Bibbia:
Gesù Cristo... ”La Parola è stata
fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi...”. L’incarnazione è l’atto che taglia in due partì distinte la
storia del mondo. Tutto tende verso
questa venuta e tutto proviene da
essa ».
3) Perchè non si legge più la Bibbia. Il relatore addita alcuni dei
motivi che possono spiegare questa
decadenza in seno al nostro popolo
e che si possono identificare nel fatto
che si è dato e troppo spesso si dà
alla Bibbia una connotazione libresca di « storia », mentre si dovrebbe parlare di Parola di Dio.
Messa in discussione la relazione
stessa, nuovi temi vengono proposti
dal Vice Moderatóre che fa il punto
della « campagna biblica » e domanda ai presenti di pronimziarsi sul
modo con cui essa deve esser concepita, poiché ha l’impressione che, fino ad ora, essa non abbia avuto un
sufficiente rilievo in molte parrocchie. La discussione procede ¡quindi
per un certo tempo su due piani paralleli.
Alcuni interventi tendono a riprendere molivi segnalati dal relatore:
bisogna disabituare i ragazzi a considerare la Bibbia come una raccolta
di biografie edificanti, chiarendo come queste vite (Àbramo, Giuseppe
ecc.) non sono fine a se stesse, ma un
indice teso verso Cristo. Altri insiste
sulla necessità di approfondire lo studio dei profeti, troppo misconosciuti in favore dei libri storici, che vanno pur essi considerati come profetici. Altri deplora l’interpretazione
moralistica della Bibbia che snatura
l’intima essenza -della proclamazione evangelica. Motivi vari che vengono riassunti da un intervento del
pastore Aime che pone il problema
in questi termini ; Come far leggere
la Bibbia e cóme farla rettamente intendere.
Questo rettamente » provoca una energica reazione del pastore E.
Rostan il quale ha l’impressione che
le varie precisazioni fatte da taluno,
in sede di discussione, motivate da
preoccupazioni di stretta osservanza
di una particolare scuola teologica
'finiscano col nuocere ad un felice
esito della discussione in corso, poiché quello che importa é di aiutare
a leggere la Bibbia, senza eccessive
preoccupazioni dogmatiche: lo Spirito è quello che illuminerà le menti
ed aprirà i cuori.
Questa precisazione ne provoca
un’altra del pastore E. Aime il quale osserva che la Bibbia, come libro
di storia o di morale non attira più
) lettori; bisogna renderla « attuale »
iacendo loro comprendere che Gesù
vi é presente dalla Genesi all’Apocalisse.
Dopo tutte queste precisazioni, risulta che, in sostanza, tutti sono d’accordo sul fatto che praticamente bisogna aiutare il lettore. Poiché, precedentemente, il Vice Moderatore
aveva parlato di vari strumenti per
questo aiuto, domandando ai presenti un franco giudizio in merito, il
pastore V. Bert si sofferma sul lezio
nario biblico preparato dalla Tavola
c diffuso in tutte le famiglie delle
nostre parrocchie. A prescindere dal
suo contenuto, su cui non ci sono riserve sostanziali da fare, il pastore
L. Bert esprime la sua perplessità sui
vantaggi di questa iniziativa, in
quanto, così come esso é concepito,
non può costituire uno sprone agli
indifferenti; serve solo a quelli che
già sono ben disposti e che, spesso
si servono di altri strumenti più adatti. Se si vuole ottenere qualche
risultato pratico, bisogna battere vie
nuove, il che potrebbe significare, in
questo caso, magari anche ritornare
all’antico: un calendàrio con brevi
meditazioni quotidiani.
La perplessità e le riserve del pastore U. Bert sono condivise da alcuni altri oratori, pastori ed anziani,
che trovano troppo « nudo » il testo
del lezionario ; l’anziano Godino (Pinerolo) insiste affinché almeno venga messo in evidenza im versetto guida, come orientamento.
Nella discussione si intrecciano elementi vari ma non inutili. L’anziano A. Jouve (Torre Pellice) insiste
sulla necessità di un impegno personale degli anziani; il pastore Musacchio (applaudita la presenza di una
rappresentanza di Coazze) osserva
che il problema della presentazione
della Bibbia al lettore Valdese non
deve prescindere dal fatto che, in
qualche modo e misura, il Valdese
la conosce questa Bibbia; E. Rostan:
nessuno ha mai insegnato che la Bibbia sia un testo di storia o di morale;
chè Se qualche lettore la legge per
trovarvi precetti morali, meglio che
la legga così, che lasciarla chiusa;
Dio penserà Lui ad aprire i cuori.
A conclusione dell’esame che ha
occupato l’intera mattinata, il seggio invita il cronista a mettere in rilievo, a guisa di ordine del giorno, il
desiderio unanime che qualcosa di
più deir attuale lezionario venga preparato; che la Claudiana studi la preparazione di un calendario con meditazioni giornaliere; che l’attuale
lezionario venga reso più completo
nel senso indicato dall’anziano Godino.
A questo proposito il Vice Moderatore illustra quanto la Claudiana
sta facendo nel campo degli opuscoli biblici.
Grappi del l/aagelo
Ln interessante Scambio di idee su
questo argomento permette ai presenti di rendersi conto dell’importanza del tentativo e delle difficoltà
della sua attuazione per la naturale
lenitenza del nostro montanaro a
impegnarsi in uno studio e discussione in un campo che egli è troppo abituato a considerare di competenza
del pastore.
A Pinerolo il pastore E. Rostan
ha costituito un gruppo che sembra
promettere buoni sviluppi; a Bobbio
Pellice il tentativo cozza contro la
tradizionale « timidità »; a Pomaretto ia preparazione dei monitori si
è trasformata in gruppo del Vangelo.
Il pastore U. Bert ritiene che si
possa guardare con un certo ottimismo alla situazione, poiché molte delle nostre associazioni possono considerarsi o trasformarsi in gruppi de!
Vangelo.
Matrimoni misti
Nella ripresa pomeridiana dei lavori il pastore Franco Davite presenta una interessante relazione sul problema dei matrimoni misti che torna
a presentarsi con casi di notevole
gravità in alcune parrocchie delle
nostre Valli. Il problema viene esaminato dal relatore sotto tre aspetti.
1) I matrimoni misti sono una conseguenza della nostra posizione di
UNA BUONA INIZIATIVA
Nell’intento di favorire l’aggiornamento culturale degli elementi
pili vivi del mondo evangelico italiano, il Movimento Cristiano Studenti, d’accordo con la Fédération
Universelle des Etudiants Chrétiens,
(Ginevra, ha preso le seguenti iniziative;
a) mettere a disposizione di tutti
gli studenti, giovani professionisti e
pastori un servizio mensile di recensione riviste. Verrà cioè redatto un
succoso riassunto dei più importanti
articoli religiosi, politici e di varia
cultura che appariranno a partire
dal gennaio 1956 sulle seguenti riviste.
11 Ponte (mensile di politica e
letteratura, Firenze), Il Mondo (settimanale della sinistra liberale, Roma), Civiltà Cattolica (quindicinale
della Compagnia di Gesù, Roma),
Comunità (mensile di politica e cultura, Milano), Rinascita (mensile
ufficiale del Partito Comunista Italiano, Roma), Nuova Repubblica
(settimanale di politica e cultura,
Firenze), The Ecumenical Review
(organo ufficiale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Ginevra), The
Student World (organo della Fédération Universelle des Etudiants
Chrétiens, Ginevra), Esprit (rivista
cattolica di cultura, Parigi), Semeur
(rivista protestante di cultura, Parigi), Christianisme Social (organo
dell’omonimo movimento del protestantesimo francese, Parigi).
Tali recensioni, in media ima pagina, saranno ciclostilate sotto forma di schede ed inviate mensilmente agli abbonati (abbonamento annuo: lire 500, da inviarsi al cassiere del M.C.S., Gianni Rostan, via
M. Pagano 46, Milano, conto corrente 3-36034). Questa iniziativa ha
lo scopo di: l.'i ovviare all’impossibilità che tutti abbiamo (per ragioni di denaro e di tempo) di leggere tutte le riviste più importanti:
2. permettere, come utile strumento di lavoro, la formazione di sche
dari personali per argomenti (a tale scopo le schede verranno opportunamente classificate);
b) iniziare una serie di « Quaderni di cultura », nei quali saranno
pubblicati (o ripubblicati) testi fondamentali del pensiero e della vita
del protestantesimo moderno, attualmente non facilmente reperibili
perchè pubblicati da tempo o in altra lingua. Questi testi avranno, ove
necessario, delle note esplicative che
li renderanno accessibili anche ai
giovanissimi, una introduzione inquadrativa ed alcune pagine di aggiornamento, queste ultime redatte
dai migliori nomi della cultura protestante italiana.
Preghiamo vivamente quanti aderiscono all’iniziative delle schede di
voler inviare il loro abbonamento
'all’indirizzo indicato qui sopra,
entro il 15 gennaio 1956. Questo ci
agevolerà assai le operazioni di amministrazione.
minoranza religiosa, o di un cedimento spirituale?
2) Quali sono le conseguenze di
questo dato di fatto sul piano della
vita spirituale ed ecclesiastica?
3) Quali provvedimenti deve e può
prendere la nostra Chiesa sul piano
preventivo e disciplinare?
La conversazione che segue è molto nutrita ed esamina i vari aspetti
del problema; è molto seria e serena, poìcliè tutti si rendono conto delia della gravità dei riflessi del problema sul piano della vita spirituale
delia iamigiia. Lutti concordano sul
latto che la Chiesa deve affrontare
il problema; che i giovani devono
esser messi di fronte alla loro speciuca responsabilità prima; che il proIfiema deve essere presentato già ad
essi nell’insegnamento catechetico ;
che la cura d’anime può fare molto
in questo campo.
Sui piano disciplinare per contro
\'i è una certa incertezza. Come lieve
considerarsi la parte Valdese che accedendo al matrimonio in Chiesa
cattolica s’impegna con una firma
solenne ad altrettanto solenne rinunzia alia manilestazioue pratica della
sua fede personale, rinunziando ad
educare la sua prole secondo l’insegnamento della Chiesa in cui essa,
parte Valdese, è cresciuta? Come è
noto, non esistono disposizioni chiare ed esplicite in proposito; vi è una sola disposizione sinodale che la
riferimento ad un articolo in cui si
jtarla della radiazione in caso di indegnità. Ma è pure noto che l’appiicazione di quest’articolo ha spesso,
finora, lasciato a desiderare, e che,
in pratica, ogni decisione in merito
è stata lasciata alla discrezione ilei
singoli Concistori, con conseguenti
interpretazioni divergenti. E questa
divergenza, rifiesso di intimo travaglio spirituale, affiora nella conversazione, appassionata perchè non si
tratta soltanto di risolvere un problema giuridico, ma si è di fronte a
jii-oblemi che influiscono sulla vita
associata di im uomo e di ima donna
che devono essere messi nella situazione di affrontare insieme la vita
su un piano spirituale su cui possano
camminare realmente insieme.
Così mentre l’avv. E. Serafino esprime la sua assoluta sfiducia nella
efficacia delle sanzioni, che non portano mai al ravvedimento, il pastore
Gustavo Bouchard ritiene indispensabile l’esercizio, o se si vuole, il ritorno all’applicazione anche in questo caso della disciplina ecclesiastica,
che egli vede dal punto di vista della educazione spirituale.
Severità con carità, questa sembra
essere la conclusione del dibattito
che insiste in modo particolare sulla
necessità di una azione preventiva,
intesa ad illuminare le menti sulla
gravità del problema. Unanimemente, senza formulazione di o. d. g. il
reporter è invitato a mettere in evidenza nella cronaca del Convegno,
che il Convegno stesso desidera che
lo studio del pastore F. Davite, opportunamente completato, possa venir pubblicato, tenendo conto dei risultati della conversazione e di quanto scritto in Francia sullo stesso argomento.
Billsf Graham
Per iniziativa del Vice Moderatore
e direttore della Claudiana, a conclusione del Convegno si può ascoltare una registrazione fonografica
della grande manifestazione evangelistica del Velodromo d’Hiver, a Parigi, in occasione della missione di
Hilly Graham. Audizione interessantissima e che raccomandiamo fin d’ora, poiché tutte le nostre parrocchie
saranno messe in condizione di poter godere dell’audizione.
* *
Ottanta i presenti al mattino; ottanta alla fine; pensiamo che questo sia il miglior commento: nessuna fuga: il Convegno ha saputo interessare i partecipanti fino alla fine. Ottima l’organizzazione; e poiché anche il lato materiale ha la sua
importanza, ringraziamo il pastore
U. Bert ed i suoi collaboratori per
l’accoglienza fraterna che ha contribuito, con il pranzo in comune e il
thè off erto dalla Chiesa locale a creare una simpatica atmosfera di famiglia Y.aldese.
rep.
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— s
IL PRODIGIO
Il piccolo paese è in subbuglio e
in lesta o piuttosto in preparativi di
lesta: manca poco alla notte santa.
—- Si dice, comare Uosa, che nemmeno a Roma ne abbiamo uno come
quello.
— Così si dice, comare Nicchia;
peccato che dobbiamo ancora aspettare a vederlo; infine è stato comprato coi soldi di tutti noi ed è cosa
nostra, no?
— Eh pazienza ! lo vedremo la notte di Natale e Irattanto è in buone
mani. Il Signor Curato dice che è
un’opera d’arte: dice che pare proprio vivo!
— Gesù benedetto! che voglia di
vederlo! e trovate pure la cosa strana, io vorrei stringermelo Ira le braccia,
— Oh non ce lo darà mica nelle
mani ! resterà nella sua culla e lo ve dremo.
— Io so che ho dato duecento lire ;
dunque un po’ mio è! e almeno toccarlo vorrei...
Si trattava del nuovo Bambin Gesù dei Presepe di Roccanera.
* *
— Via! via! non voglio saperne
più luilia, non voglio più vederla!...
Farmi una tal cosa, mettere una tal
vergogna sulla casa mia! dopo averla raccolta dall’ospizio e allevata come uno dei miei...
— Iroppo buona siete stata; lei
non lo meritava... perchè poi mette
una brutta nomèa, almeno un sospetto, anche sui vostri parenti, sapete?
Ma non si riesce a farle confessare
qualcosa? un nome?
— Ah non state a dire, comare!
dura e muta come una mula. Per
que: io l’ho messa subito fuori di casa appena ho potuto capirlo!
— Tardi, molto tardi, in verità;
c lutto il paese vi dà ragione: cacciarla come una cagna si deve! Per
l’esempio! Queste cose, in questo
paese, non ci sono mai state e non
devono esserci mai più.
— Mai più!
— Giusto! Ma ora che farà? Dove
andrù?
* -H: il!
La donna andava come una sonnambula, sulla lunga strada diritta,
fiancheggiata dagli scarni alberi invernali: soffriva atrocemente nell’anima e nel corpo; come un relitto
battuto dall’onda fra alghe putride
sopra un fosso melmoso. Cosi era e
così si sentiva.
E il male si aggravava sempre più.
C’era da una parte una casa rovinata, fra sterpi e alberi brulli. Vi si
diresse barcollando.
:!! ¡1: *
Sulla strada, un uomo. Era im
vecchio girovago; forse era stato degli anni in carcere e, uscitone, aveva
troppo amato la libertà per rinchiudersi in un ospizio, o forse in un ospedale, perchè aveva il cuore rovinato.
Quando la vide sulla strada, fermò il suo eterno andare e l’osservò.
— E’ malata — pensò. E la segui
fra le rovine.
Aveva un po’ di vino in una fiaschetta e glielo porse. Ma la ragazza
era proprio stremata. Allora egli
volle chiedere aiuto per lei e corse
zoppicando verso il paese.
Scendeva la sera, la sera di Natale.
Sotto il Crocifisso, all’entrata del
borghetto, l’asma lo fermò:
— Cristo di Dio ! Aiutaci ! — disse.
Riprese un po’ di lena e andò avanti. Cercò di fermar qualcuno; ma c’era poca gente per le strade, e, nelle
case dove bussò, c’era l’allegro sfaccendar della vigilia; se pure ci fu
chi gli gettò un pezzo di pane ed
anche un pezzetto di dolce o una moneta, nessuno ebbe la pazienza di
ascoltarlo.
Allora pensò di andar dal prete:
chiusa era la chiesa; girò e rigirò lì
intorno, finché da una porticina volle entrare nella canonica. E invece
si trovò in chiesa: era tutta parata
a festa già, per la gran solennità della prossima Messa di mezzanotte e il
presepio era preparato. Nessuno. lisci. Era stanco, sfinito. Pensò di portare almeno all’agonizzante un po’
di quello che aveva raccolto. Ma
quando arrivò, iì bambino era nato.
E la donna era morta.
Rimase lì annichilito e con un em
pito di rivolta affannosa e profonda
nel vecchio cuore: che fare? che fare, Cristo di Dio? che fare in questa
sera di Natale?
Qualcuno —r forse — l’ispirò. Qual
cuno — come? — l’aiutò.
* * *
Zeppa era la chiesa. Stava per suonare la mezzanotte; la Messa era cominciata, ma il Presèpe era ancora
coperto da un candido lino e solo alla fine della funzione il popolo avrebbe potuto godersi la vista del
Divino Infante, la preziosa statuetta comprata con la sottoscrizione fra
i fedeli. C’era molta aspettativa e il
Curato oscillava tra la speranza d’un
buon riconoscimento del suo acquisto e il timore delle critiche di quel
paese linguacciuto.
Ma in quell’attimo di sospensione, tra 1’« Ite, Missa est » e lo scoprimento del Presèpe, una cosa inaudita, incredibile, assurda, meravigliosa avvenne : nel solemie silenzio
si udì — e tutti. Curato compreso,
tredettero sul primo a un’illusione
— si udì, debole ma chiaro, un vagito! un vagito che si ripetè e divenne sempre più chiaro e insistente. E
quando il Presèpe in fretta fu scoperto, ecco: sulla paglia, avvolto in
poveri panni, giaceva un neonato,
così piccolo e bello che nella folla
ansiosamente pigiata non un cuore
rimpianse la statuetta sostituita. .
Si gridò: Prodigio, prodigio! E, a
gara, 1^ donne, urtandosi, sporgendosi, si offrivano per cure e assistenza. Anche il povero curato sembrava
averne urgente bisogno; egli era come fulminato da un vortice di idee:
il miracolo, il simbolo, l’errore collettivo, il richiamo a ben più alti doveri, a ben più santi principi; un
caos, nel quale il senso di una colpa,
non ben limpida ma grave, lo pungeva insistente.
\è il prodigio apparve con minor
evidenza quando, a poco a poco, piti
chiaro si fece l’evento; perchè, chi
se non un angelo ^toteva aver portato quell’innocente dalle rovine alla
chiesa, trasformando e convertendo
all’amore quella popolazione solitamente così dura ed egòista? Un angelo, si disse; certo im angelo di Dio.
^ Hs '
Ai piedi de! Crocifisso all’ingresso
del paese fu raccolta la salma di un
vecchio mendicante girovago.
— Gia#:eva così composto — disse
i’aftossatore — povero cristo, pareva contento!
La statua del Bambin Gesù non fu
mai rinvenuta e nessuno — vero miracolo —. la rimpianse. Forse l’affossatore l’aveva ritrovata sotto la giacca del morto e l’aveva sepolta con
lui in terra benedetta. Egli era un
brav’uomo e — quantunque avesse
espressioni un po’ volgari — aveva
4(;
La grazia di Dio salutare
per tutti,,...
certe sue idee...
Ada Meille.
(segue dalla 1* pagina)
stata resa ancor più manifesta mediante il suo sacrificio e mediante
l’opera di santificazione che Egli
compie in coloro che hanno creduto.
E’ Lui infatti che si « purifica un
popolo suo proprio, zelante nelle opere buone ».
Se la nostra vita ha un nuovo orientamento, se essa è ricca di opere
buone, non c’è merito in noi, tutto
questo è frutto del suo sacrificio e'
delVazionè del Suo Spirito nel nostro cuore.
Tutto questo è evidenza al. nostro
spirito della veracità delle sue promesse e della realtà e della potente
efficacia della sua graxia.
* * *
Non è forse questa la testimonianza che noi dobbiamo portare nel
mondo?
Non è forse questa la testimonianza cui è chiamato il nostro popolo,
cioè la nostra Chiesa, verso la quale
Iddio è stato così largo di misericordia e di grazia?
In un tempo lontano in cui l’empietà e le mondane concupiscenze
arano penetrate nella cristianità,
non ha il Signore rivolto vocazioiu;
Le grandi opere sociali del Protestantesimo
11 lebbrosario dì Valbonne
In un’isola .sperduta nell’Oceano
Pacifico si trovava, verso il principio del secolo, il missionario Delord,
il quale arrivava dalla Francia pei
svolgere il suo ministero in quelle
regioni, quasi tagliate fuori dal mondo. Fra le sue varie mansioni c’era
jmre quella di occuparsi degli ammalati dell’isola e fra questi v’era
pure un certo numero di lebbrosi. A
quel tempo contro la lebbra si era
completamente indifesi ed anzi si
trattava questa terribile malattia come di origine impura, jier cui coloro
che ne erano affetti erano espulsi
dalla società. Il missionario Delord
sentì la necessità assoluta ed urgente di fare qualcosa per questa povera
gente e cominciò quindi un’opera
sociale che doveva lasciare una grande traccia dietro di sè. L’aiuto principale lo ebbe — diceva questo valoroso servo di Cristo — dal Signore ;
comunque il risultato fu che alcuni
anni dopo i lebbrosi non furono più
i reietti della società, ma venivano
aiutati ed assistiti in appositi locali
dove non fossero pericolosi per altre persone.
Parallelàmente a quest’opera sociale il missionario Delord condusse
<lelle ricerche empiriche atte a scoprire un rimedio contro la lebbra e,
come per divino miracolo, egli riuscì
ad individuare un particolare olio
vegetale che aiutava discretamente
a migliorare le condizioni di salute
di questi malati. Soltanto c’era il
fatto che l’estrazione di questo olio
veniva a costare abbastanza caro,
per cui il missionario Delord dovette ricorrere aU’aiuto dei suoi amici
europei. Anzi, dopo un certo periodo, venne egli stesso in Europa per
procurarsi, con una serie di conferenze, i fondi necessari per la sua
opera in Oceania.
Fu, una sera, al termine di una
di queste cxtnferenze che egli venne
abbordato da un lebbroso europeo
il quale gli disse: « E a noi, i lebbrosi d’Europa, chi ci pensa? » Parole che lasciarono il povero signor
Delord in uno stato di aspra amarezza, in quanto egli riteneva di aver fatto tutto il possibile per il Signore, specialmente nel campo dei
lebbrosi, ed ora invece s’accorgeva
che ciò che egli aveva cominciato
non era che una piccolissima frazione di quanto ancora doveva fare.
Non dimenticò le parole di quel lebbroso europeo e infatti si recò in
Oceania, per affidare in buone mani
l’opera che egli aveva iniziato, quindi subito se ne venne in Europa con
tutta la sua famiglia.
Correva ormai l’anno 1925 e ciononostante i lebbrosi, in Europa,
venivano ancora trattati come nel
Medioevo. Il primo lavoro del signor
Delord e dei suoi figli fu quello di
trov'are un locale, un tetto per queste povere persone. Dopo un lungC'
cercare, essi riuscirono quasi per caso a trovare una vecchia Certosa nel
sud della Francia, vicino a Pont S.
Esprit, la « Chartusia Vallis Bonae »
come dice ancora oggi la vecchia iscrizione del tredicesimo secolo che
nella fattoria sono stati raccolti nelle nazioni più diverse ed essi arrivano nel villaggio autonomo con tutta
la loro famiglia; alcuni di essi pro\engono dal carcere e se non fossero
raccolti quivi, probabilmente non
troverebbero lavoro altrove.
I malati sono completamente liberi, salvo gli orari necessari per l’organizzazione generale, e possono cir
si trova .sul portone.:,>d’mgres80. Per colare anche nei paesi vicini. Per essi vien fatto tutto il possibile, in modo da curare non .‘'oltanto il corpo,
ma anche lo spirito. La lebbra non
è una malattia .contagiosa in Europa, salvo casi molto particolari, per
cui non c’è motivo di tenere isolati
come dei reietti questi ammalati.
Anzi essi hanno oggi serie probabilità di guarire, per mezzo di cure a
base di sulfoni. E’ stato per noi estremamente interessante c edere quale spirito regnasse quivi ed in quale
armonia fossero tutti, essendo stato
tutto posto nel nome e nell’aiuto di
Dio.
Il lebbrosario di Valbonne viene
considerato il più moderno dei tre
attualmente esistenti in Francia, tanto che gli altri lebbrosari mandano
le loro infermiere a far pratica a
Valbonne. Per mezzo quindi di questa bellissima opera sociale il prote
stantesimo ancora una volta indirizza un messaggio di pace e fraternità
a tutti gli uomini.
Oskar Schindlet
un dissesto finanziario, la famiglia
]iroprietaria della certosa (dopo la
estromissione dei certosini avvenuta
in Francia al principio di questo secolo) vendeva a prezzi irrisori questa magnifico edificio, sicché la famiglia Delord lo potè acquistare coi
fondi che le vennero concessi e regalati da amici e sostenitori. La certosa di Valbonne, che venne costruita
dai Certosini del tredicesimo secolo
e da essi rinnovata nel secolo scorso,
s! compone ancora oggi di una serie
di edifici che fanno di Valbonne addirittura un villaggio. La famiglia
Delord si mise allora alacremente al
lavoro con pochissimi operai e riuscì
in poco tempo a sistemare la certosa
per accogliere i lebbrosi.
A questo punto però occorreva il
]<ermes8o dello Stato per aprire un
ospedale del genere ed a ciò fortemente si opponevano i comuni viciniori pieni di timore di venire contagiati dai lebbrosi. Dopo tre anni
finalmente venne il permesso da Parigi e di primi ammalati poterono
affluire in questo centro cristiano.
Da quel tempo ad oggi moltissimo
è stato fatto e se i certosini tornassero non riconoscerebbero certamente
più la loro vecchia dimora. Quando
ci presentammo, quest’estate, ci accolse un dinamico signore suUa quarantina: era il signor Albert Delord,
figlio del missionario di cui abbiamo
j)arlato prima. Da quando egli assunse la direzione dell’opera, trasformò radicalmente ogni cosa in senso moderno. Le vecchie celle dei certosini debitamente trasformate in
camere per i pazienti accolgono oggi una cinquantina di malati delle
più svariate provenienze: essi sono
di tutte le razze e di tutte le condizioni sociali.
Ma la parte più interessante è
senza dubbio il sistema di autonomia
inaugurato a Valbonne. Il signor Albert Delord con il proprio fratello
lianuo creato un gran complesso agricolo che impiega all’incirca un
centinaio di persone^ il quale rifornisco la certosa di carne, latte e dì
tutti i prodotti della terra. Inoltre
molta frutta viene vendutà, permettendo così di ottenere qualche fondo
per l’ulteriore modernizzazione di
Valbonne. Gli operai che lavorano
ad alcuni uomini perchè vivessero
in questo mondo temperatamente,
giustamente e piamente, e non ha
di essi formato un piccolo popolo
da lui riscattato e da lui purificato
attraverso persecuzioni e sofferenze
perchè facesse parte del più grande
popolo suo proprio, zelante nelle opere buone?
Senza voler idealizzare troppo il
passato, noi sappiamo però per certo che i doni e la vocazione di Dio
sono stati effettivamente sentiti ed
accettati dal piccolo popolo valdese
in modo particolare in determinati
momenti della sua storia e rte sono
prova le Comunità sparse in tutta TT
talia e nel mondo e le istituzioni della nostra Chiesa.
Oggi c’è come una battuta di arresto che può anche trovare motivi
plausibili che la spiegano, pur non
giustificandola pienamente.
Saremmo forse meno consapevoli
della realtà della grazia di Dio? Non
saprebbe forse più il nostro popolo
vivere temperatamente, giustamente
e piamente?
Si è rallentata forse la tensione
della nostra speranza nell’imminenza del Regno e quindi per conseguenza lo zelo per l’opera buona fra
tutte, l’opera della testimonianza evungelica?
Da qualche anno a questa parte si
parla di dotare di un luogo di culto
la Comunità di CoUeferro nel Basso
Lazio. Il progetto però non ha mai
potuto ancora essere realizzato per
mancanza di fetidi.
Quest’anno la Tavola Valdese ha
invitato tutte le Chiese a voler devolvere a questo scopo la colletta del
culto di Natale.
Ci pare superfluo raccomandare
questa colletta in modo particolare.
Essa si raccomanda da sè.
E’ certo però che se il suo risultato fosse positivo in modo da consentirci la soluzione felice di questo urgente fra i tanti problemi dell’opera di evangelizzazione, avremmo di
nuovo la sensazione che lo zelo non
è venuto meno nel nostro popolo e
che esso, riconoscente per la grazia
di Dio apparsa a illuminare il suo
cammino, è decisamente impegnato,
per la speranza che nutre nel cuore,
a preparare la via all’apparizione
della gloria del nostro grande Iddio
e Salvatore Cristo Gesù.
A. Deodato.
COMUNICATO
In seguito al decesso del Pastore
Mariano Moreschini, la Tavola notifica la vacanza del posto di Pastore
titolare della Chiesa autonoma di
Roma, via IV Novembre 107.
La designazione del nuovo titolare dovrà essere fatta a tenore degli
articoli 12, 13, 14, 15, 24 e 25 dei
Regolamenti Organici.
Il Moderatore
Achille Deodato
Roma, 28 Novembre 1955.
BORSA DI STUDIO
Il Consiglio di Chiesa di via IV
Novembre 107, per onorare la memoria del suo Pastore Mariano Moreschini, interprete anche dei sentimenti di altri fratelli, decide di aprire una sottoscrizione per istituire
delle borse di studio intitolate al Pastore Mariano Moreschini a favore
di studenti meritevoli dell’Istituto
Gould di Firenze.
Pertanto pubblica il primo elenco
delle offerte ricevute, il cui importo
sarà devoluto a tale scopo, dopo aver dedotte le spese sostenute per
onoranze funebri.
Tutti i fratelli e amici che vorranno aderire, sono pregati di far pervenire la loro offerta al Pastore Paolo Bosio, via IV Novembre 107, Roma.
Girardel Alberto L. 30.000; Giocoli Rosina 3.000; Giulianetti G. e A. 500; Moscardelli Lidia 1.000; Falcone Emma 1.000;
Carnevali Maria 1.000; N. N. 40.000; N. N.
20.000; Ceteroni Vittorio 10.000; Valeri Ida e Federica 10.000; Famiglia Corsi 500;
Bianconi Irma e Mario 5.000; Titta Ruffo
e Gab-iella 20.000 Niccolini L. e R. 25.000;
Piacentini M. e B. 6.000; Fiori Maria 2.000;
Famiglia Angiolillo 5.000; Trincliera G. e
Gemma 10.000; Ricci Vittorio 100.000; Soc.
ci Luisa e Eugenia 2.500; Famiglia Brofferio 10.000; Girardel Evelina 2.500; Bounous
Pons Am’lda 10.000; Longo Selma 2.000;
De Farro Frida 2.000; Girardet Giorgio
10.000; Rossi Guido 10.000; Rossi Alice
5.000; Trompeo A. 500; Mattei Emma 30
mila; Famiglia Abruzzese 1.000; Parboni
Clelia e Goffredo 1.000; Introna Bianca e
Ida 10.000; Di Pillo Elena e Adelia 25.000;
Pirozzi Bagnoli Attilia 1.000; Fiori Emanuele 1.000; Wirth Oscar 10.000; Piermattei Marcello 6.000; Lucani Alfredo e Amelia 5.000; Peri Emilia 1.000; Armand Pilon Giovanni 2.000; Bertalotti Margherita
1.000; Scheda Carola 2.000; Luik Cornelio 1.000; Ade Tecla e Lina 4.000; Vicari
Eros 2.000; Bsrhonj Emilia 30.000; De Lan.
rentis Ottavia 500; Gigante Gisella 1.000;
Bonifazi Reto 3.000; Vallone 3.000; Cimino Adele 2.000; Baldola 2.000; Bosio Paolo e Anita 2.000; Vinay Valdo 3.000; Famiglia Santacroce 10.000; Raccolta dalla
Sig.ra Balboni 14.500. Totale del 1” elenco L. 517.500.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VM.DBSI
La voce delle||Cojmunità
Luserna S. Giovanni
Nozze. — Il 26 novembre Bruno
Jalla sposava a Prarostino la signorina Albina Avondetto; il 27 Bruno
Pontet (della Tagliarea) sposava la
signorina Edmira Avico (Pontevecchio).
Agji sposi i nostri migliori auguri.
I nostri lutti. — Il 28 novembre
ha avuto luogo il funerale del nostro
fratello Odin Giovanni Giacomo deceduto all’età di 58 anni.
II 7 dicembre terminava la sua
corsa terrena il nostro fratello Ernesto Benech all’età di 66 anni. Per
lunghi anni aveva diretto la locale
succursale della Cassa di Risparmio;
era stato sindaco del nostro Comune
nei difficili anni del dopoguerra.
Quando i limiti di età gli avevano
concesso un meritato riposo ad un
nuovo campo di lavoro era stato chiamato dalla Chiesa: gli aveva affidato
la direzione de L’Uliveto, la casa ospitale dei Rifugiati aperta nel nostro comune, in seno alla nostra par^.locchia, sotto gli auspici del Consiglio Ecumenico. L’E. C. A. aveva
pure in lui un presidente che portava nell’esplicazione del suo ufficio
quello zelo appassionato e quella integrità che erano le caratteristiche
peculiari della sua attività nel campo sociale. Dell’I/lii’eio in modo particolare egli aveva fatto la sua creatura prediletta, affrontando, con purezza di cuore e dirittura morale esemplari, difficoltà molteplici di ogni ordine, in ogni campo. Fino all’ultimo egli ha lavorato perchè questa « casa » diventasse sempre più e
sempre meglia una « casa » ospitale.
Abbiamo lasciato per ultimo quella che è stata l’attività fondamentale del nostro fratello: il ministero
dell’anzianato, che egli ha esercitato per lunghi anni, quasi ininterrottantente, dal 1919, e che appariva, a
quanti lo avvicinavano, non una pura connotazione ecclesiastica, ma
una realtà profondamente sentita e
vissuta. A viste umane, il suo riposo si aimunziava ancora fecondo di
attività; il Signore lo ha richiamato a più alto servizio : cc H Signore
ha dato, il Signore ha tolto; il nome del Signore sia benedetto ».
I funerali hanno avuto luogo l’8
dicembre e sono stati presieduti dal
pastore R. Jahier.
AI Cimitero, l’assessore G. Frezet
con commosse parole, ha espresso il
dolore della Amministrazione Comunale per la scomparsa di colui che
fu integro amministratore in anni
difficili. Il signor Alexis Arseniew esprime poi, a nome degli espiti delV Uliveto, il comune dolore per la dipartita dell’amato direttore.
La Comunità si è stretta intorno
a tutte le famiglie così duramente
provate dal lutto.
Ernest Benech était un homme de
paix et quand je pense à lui ce verset me revient toujours à la mémoire : (( Heureux ceux qui procurent la
paix ».
Oui, il l’a procurée la paix, partout, toujours, chaque fois qu’il en
a eu l’occasion, pour autant que cela
lui a été possible. Comme il était
content quand il réussissait à mettre d’accord deux personnes en discorde! Comme il savait trouver le
mot juste, au bon moment, le mot,
le geste, le regard qui apaise les querelles.
II était pour la tolérance. Ernest
Benech, dans les familles, au sein de
l’église. Et maintenant il s’en est allé vers la paix qu’il a toujours tant
aimée et recherchée et sa mémoire
sera en bénédiction. G. T.
Visite. Il 7 dicembre la nostra parrocchia ha ricevuto la visita gradita
dei pastori L. Marauda e U. Bert
che hanno illustrato il significato e
la portata dell’attività della CIOV.
La comunità ha vivamente apprezzato il messaggio rivoltole dal cand
theol. Bruno Tron, domenica 26 no
vembre. rep.
Bobbio Pellice
Settimana di lutti. In soli sei giorni abbiamo dovuto prendere ben
quattro volte la via del cimitero.
La domenica, 27 novembre, vi abbiamo accompagnato le spoglie mortali di Reynaud Davide, dei Payant
di anni 69. La sua esistenza è stata
stronc-'.ta da una sincope cardiaca.
Nàtale ortodosso 1954 all’Uliveto: il direi tare E. Benech con gli ospiti.
Il 29 u. s., una gran folla si è riunita attorno alla bara di Pontet-Charbonnier Susanna, del Centro. Essa è
stata ammalata poco più di un mese,
ed è deceduta all’Ospedale di Torre
Pellice, all’età di anni 71. La sua numerosa famiglia nutriva per lei un
grande affetto. Lascia un benedetto
ricordo di fede e d’amore.
Il 2 dicembre, sono stati celebrati
i funerali di Grand Roberto, di Roccia ’d Giors, d’anni 23, trovato morto sotto una slavina di neve nelle vicinanze del Pra. Diversi giornali hanno parlato delle lunghe ed ansiose
ricerche del giovane e dello spirito
di fraterna solidarietà che, in quella
tragica circostanza, ha animato centinaia di persone. Ricordiamo con
grande affetto questo caro giovane,
stimato ed apprezzato da tutti, come
lo hanno dimostrato gli imponenti
funerali, cui hanno partecipato circa mille persone.
Il 3 corr., infine, la chiesa si stringeva attorno ad un’altra famiglia in
lutto. Ai Rostagnol, dopo pochi giórni di malattia, decedeva Charbonnier-Rostagnol Maria, di anni 63.
Siccome era una donna di fede, essa
non lascia soltanto un gran vuoto
nella sua famiglia ma anche nella
sua Chiesa.
A tutte le famiglie, così duramente provate nei loro affetti più cari
rinnoviamo l’espressione della nostra
sincera simpatia cristiana.
Battesimo. E’ stato battezzato Cairus Dino, di Davide e di Rostagnol
Maria (Cairus).
Il Signore prenda sotto la sua protezione e la sua guida questo caro
bimbo.
Visite. Ultimamente abbiamo avuto la gioia di udire al culto del mattino il messaggio del Pastore emerito
Sig. Enrico Pascal e del Sig. Archimede Bertolino.
Li ringraziamo per la loro gradita
visita.
Roma - Via IV Novembre
Dopo la morte del nostro indimenticabile Pastore Moreschini, il Consiglio di Chiesa si è trovato con l’incarico di provvedere alla sua temporanea sostituzione, in atteso che la
Comunità elegga il suo nuovo Pastore.
Il che è stato fatto, rivolgendo
l’invito di assumere la cura spirituale della nostra Comunità, al Pastore
emerito Paolo Bosio; tale decisione
è stata approvata all’imanimità dall’assemblea di Chiesa, riunitosi Domenica 13 Novembre.
E Pastore Bosio e la sua gentile
Signora hanno risposto affermativa
mente alla nostra richiesta, lasciando la tranquilla Pegli, per le faticose
cure di una comunità come la nostra.
Domenica 27 Novembre il Pastore
Bosio ci ha rivolto il suo primo mes
saggio, al termine del quale il vice
presidente del Consiglio Giorgio Girardet, a nome del Consiglio di Chiesa e dei membri della Comunità, ha
espresso al Pastore Bosio e alla sua
gentile Signora la riconoscenza di
noi tutti, dando loro un affettuoso
saluto di benvenuto.
Il Pastore Bosio non ha bisogno
di presentazioni per noi, perchè è
stato molto tempo fa secondo Pastore della nostra Chiesa e per oltre 21
anni Pastore della Chiesa sorella di
Piazza Cavour, lasciando dovunque
un grato ricordo. All’uscita del Culto la comunità ha espresso personal
mente ai Sigg. Bosio, la sua riconoscenza e simpatia. M. B.
In memoriam
. -a/
6 dicembre terminava la sua corsa terrena la Signora Noelie Malan,
in età di 93 anni. Con lei scompare
una bella figura di cristiana che aveva largamente profuso nel servizio
di Cristo i talenti che il Signore le
aveva affidato. Nella Chiesa di Torino aveva collaboràto a molteplici
attività sociali ed ecclesiastiche; nel
Comitato della Casa delle Diaconesse aveva portata il prezioso contributo della sua esperienza. Il suo nome è, in modo particolare, strettamante legato alla storia del moyimento unionista femminile in Italia, che essa diresse, come presidente del Comitato Nazionale succedendo alla signora Schalk. Profondamente consapevole dell’attualità
del messaggio evangelico, essa seppe portare ¡1 movimento unionista
femminile su un piano di impegno
con Cristo e per ^Cristo, dando tm
sempre maggiore impulso a quell’azione di azione sociale vissuta nella
luce dell’Evangelo, che rimane una
delle più preziose caratteristiche del
movimento stesso.
Ai familiari edSì duramMte provati, al Comitattf Nazionale delle U.
C. D. G. esprimiamo la nostra profonda simpatia cristiana. Red.
PERSONALIA
Al pastore Virgilio Sommani giunga Vespressione della nostra profonda simpatia cristiana per la dolorosa
prova che l’ha palpito con la dipartita della sua compagna
Dei lunghi anni di fecondo ministero pastorale del consorte, la defunta aveva condiviso gioie, speranze, trepidazioni ed affanni, vissute
con senso di illimitata dedizione all’impegno del servizio cristiano, con
umiltà di spirito e purezza di cuore.
Il suo ricordo rimane vivo nel cuore di quanti hanno avuto il privilegio di apprezzarne le doti di uno
spirito credente. Red.
Comunicalo per gli amici
della muaica
Radio Losantia (Sottens) eseguirà
prossimamente, nelle serate del 2829 dicembre, alcune « Chansons et
complaintes d’autrefois », raccolte
dal M” Federico Ghisi nelle Valli
V^aldesi.
L’esecuzione sarà diretta dal M“
Victor Desarzens; solista il signor
Bernard Legort, da Parigi.
ii
LA BAIN DIERA
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di
Mia Van Oostveen
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Racconto per giovinetti adattato per regalo di Natale.
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oppure Pastore E. Rostan (Pinerolo).
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan —- Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
Io so in chi ho creduto.
Certa è questa parola che se
muoiamo con Cristo, con lui anche vivremo.
(II Tim. 1: 12; 2:11;
La mattina dell’S dicembre
Anna Sommani Ungo
dopo calma accettazione di penosa malattia è ritornata serenamente nella Casa del
Padre.
Rassicurati dalle promesse del nostro Signore e Salvatore, il marito Virgilio, i figli
Lina, Ernesto e famiglia. Franco e famiglia
e la sorella Selma Longo ne danno notizia
ad amici e conoscenti.
La famiglia della compianta
Lidia Buffa
vedova MonasHer
commossa ringrazia il Dott. Pelizzaro, il
pUstore T. Pons, i vicini di casa e tutte le
persone che presero parte al suo dolore.
• Serre Angrogna, 18-10-1955
« E fattosi sera Gesù disse: passiamo all’altra riva... ».
Marco 4: 35
La famiglia del compianto
Paoio Avondet
commossa per le dimostrazioni di simpatia
ricevute in occasione del lutto che Vhu col.
pila, ringrazia tutte le persone che in qualsiasi modo hanno preso parte al suo dolo'
re. ed in modo speciale il Dott. E. Gordiol
per le sue sapienti cure ed il pastore sig.
R. Jahier per le visite e per le buone parole di conforto.
i.userna S. G. (ai Malanot) 26 nov. 1955
La moglie e tutti i parenti profondamon.
te commossi per l*indimenticabile dimostrazione di affetto tributata al loro caro
Giovanni Pietro Coisson
Nell’impossibilità di farlo singolarmente
ringraziano infinitamente le autorità intervenute con bandiere, la banda musicale, il
Pastore sig. Bertinatti e tutti coloro che, in
qualsiasi modo, hanno prestato la loro opera o .sono intervenuti per accompugnare
la .salma all’ultima dimora.
Bricherasio, 28 Novembre 1955
La famiglia del compianto
Roby Grand
commossa per le innumerevoli manifestazio'ni di simpatia ricevute da privati, associazioni e Autorità, in occasione delki dipartenza del suo caro, ringrazia quanti le furono di aiuto nella luttuosa circosUinzu.
Bobjbio PelBce. 2-12*1955
Chirurgia plastica
dott. Graziella LUPO
già assistente del Prof. Sanvenero,
Titolare del Reparto di Chirurgia
Plastica dell’Ospedale Civile di Como.
Riceve ogni sabato dalle ore 16 alle
ore 19, presso la
CLINICA PINNA PINTOR
Via Amerigo Vespucci 61, Torino.
Il 5 dicembre il Signore ha richiamato
a Sè nel suo 92» anno
Baimas Paoio Bartoiomeo
Lo annunciano con grande tristezza i figli con le loro famiglie.
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la cor:a, ho
serbato la fede » (2 Tim. 4; 7-8).
La famiglia ringrazia il Pastore sig. Ribet per l’assistenza' spirituale. Suor Melania per l’aiuto dato nella lunga malattia, e
quanti le furono vicino nella triste circostanza.
Milano, 6-12-1955
DONI PER L’ECO
Gasparotto Rodolfo 150; Albarin Maria
200; Fornerone Dino 150; Maurin Frida
400 ; Sbolci Fernanda 150; Bellion Leo 150;
Varese Vera 150; Bertinat Maria 100; Ribet Emilia 200; Coniugi Maggi 150; Bastia
Maria 150; Cbatelain Claìre 100; Martinat
Emma 100; Mantelli Giovanni 400; Vinay
Arturo 400; Eynard Federico 100; Donna
Anna e Gino 400;' Pons Luisa 150; Lenta
Lunati Angela Maria 150; Decker Manfredo 400; Tecla Ade 50; Bianca Valente 400;
Long Giuseppina 50; Grill Carlo Amedeo
300; Beux Emanuele 150; Bonnet Elena
100; Griot Emilio 200; Decker Em.Tio 400;
Artus Giuditta 300; Santacroce Renato 100;
Boer Giovanni 150; Jahier Giovanni 300;
Pellenc Emilio 150; Pattino Arturo lOO;
Pons Virginia 500i
L’amministrazione dell’Eco delle Valli
esprime la sua viva riconoscenza a quanti
hanno voluto aggiungere una offerta al loro
abbonamento. Confida che molti altri vorranno seguire il loro esempio, rinnovando
a! più presto l’abbonamento per il prossimo anno.
La famiglia del compianto
ERNESTO BENECH
commossa e riconoscente per le toccanti dimostrazioni di affetto e simpatia ricevute
in occasione della dipartita del suo Caro,
nell’impossibilità di farlo personalmente e
singolarmente, ringrazia tutti coloro che le
furono vicini di persona o con fiori e scritti
in quest’ora di prova.
Uh ringraziamento particolare al Pastore
Sig. Jahier, al Dott. Scarognina, ai vicini,
agli amici dell’Uliveto, alle Autorità, Rappresentanze, Enti, Associazioni Civili e Religiose.
La Bossatera ■ Luserna S. Giovanni,
8 dicembre 1955.
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