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ECO
DELLE VALLI VALDESI
prof.
ARUAIJD HUGOK AtGUSTO
Case Nuova
TORRE PELLICS .
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCII - Num. 19 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’iniemo « Eco »e « Presenza Evangelica » \ Spediz. zhb. poetale • I Grappo 1 TORRE RELUCE — 11 Maggio 1962
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per l’estero interno L. 2.000 - estero L. 2.800 j Cantbio d'indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Riuniti a Roma due importanti eongressi giovanili evangellel
Congresso della gioventù evangelica
Per IO anni la ehieaa ha proseguito II suo oammino facendo poco caso dello
assemblee del sol giovani, o molto de! suol sinodi / è forse giunto II momento anche per la parte più matura della ehiesa di ascoltare I suol giovani
Una valutazione oggettiva di questo congresso, come di tutti i congressi, non è cosa facile: si può giudicare
il risultato dei lavori, gli Ordini del
Giorno, alcuni interventi, ed essere di
conseguenza ottimisti, si può invece
esaminare da vicino il procedere dei
lavori, la scarsità di partecipazione
attiva da parte di molti giovani delegati ed essere più pessimisti; se ci si
può rallegrare dell’insieme dei lavori,
si possono formulare alcune riserve
sulle sue deliberazioni, si può giudicare eccessivamente entusiastica l’atmosfera generale ohe regnò per due giorni nell’austera Aula Magna della nostra Facoltà o si può invece ritenere
troppo giovanile, immaturo, lento il
procedere della discussione, I giovani
valuteranno sul loro giornale e nelle
loro relazioni alle unioni questi giorni di congresso; alla chiesa non spetta dare anrirezzamenti affrettati ma
prestare sena attenzione a quanto avviene fra i suoi membri più giovani.
E’ necessario, non soltanto opportuno, che 1a chiesa segua il lavoro ed il
ripensar;cr>to della sua gioventù, in
quevsti tempi di rinnovamento e di riflessione inon ha forse saputo farlo
nel passalo con sufficiente chiarezza!.
Con somma nostra sorpresa infatti
non abbiamo riscontrato il minimo
accenno ai precedenti congressi della
Gioventù nell’Eco e solo brevi relazioni del I e del IV sulla Luce! mentre
si danno ampie relazioni di avvenimenti che non hanno la pur minima
incidenza nella nostra vita ecclesiastica! Non si può certo pretendere in
questo modo di avviare la gioventù
alla vita della chiesa.
Veniamo brevemente ad esaminare
i. nostro Congresso di Roma, il V della serie. La giovehtù italiana ha ormai dietro le sue spalle una storia,
una piccola storia di un decennio di
esperimenti, di tentativi, di errcri e di
speranze, e questo decennio è segnato
dalle tappe dei suoi congressi di cui
si potrebbe rintracciare la storia: se
ne ricaverebbero utili ed interessanti
insegnamenti. La data del 29 aprile
1951, quando si apri il I Congresso di
Milano, rimane per i giovani evangelici italiani un punto di costante riferimento, quelle giornate ormai aureolate di 'eggenda, furono essenziali per
la nostra gioventù in quanto segnano rinizio della vera ricerca ecumenica fra noi, l’irruzione del problema
nella nostra vita ecclesiastica. Giudicate a distanza di appena mi decennio, quelle relazioni e quei dibattiti
appaiono estremamente ingenui; contrastati dalla prudenza e dal temporeggiamento dei loro anziani, i giova
ni di Milano proclamarono nel loro
entusiasmo la necessità di una federazione unitaria tra i movimenti giovanili. La Federazione non si fece nè
si poteva fare, e la gioventù ebbe negli anni che seguirono l’impressione
che era stato un bel sogno distrutto
dal calcolo e dalla prudenza degli organismi ecclesiastici; forse non era
del tutto errato vedere nel fallimento
della Federazione il peso dei confessionalismi, ma era altresì vero che
non si poteva giocare all’ecumenismo
senza averne vissuto il travaglio. Nel
I" Congresso che potremmo definire
il Congresso dell’entusiasmo, nasceva
un sogno ed alcune attuazioni pratiche: Gioventù Evangelica, il Consiglio della gioventù, una spinta alle
iniziative ecumeniche quali Agape e
la futura Ecumene.
Il II" Congresso ad Agape prolungò
due anni dopo e quel sogno e quegli
strumenti pratici, svolgendo un tema
di estremo impegno : responsabilità
del Protestantesimo italiano. Inserito in Agape, dominato da questi insospettati orizzonti, il II“ Congresso rifletté per parecchi giorni, meditò, studiò sulla necessità di inserimento nella vita italiana, parlando di vocazione profetica e di impegno, quasi impacciato di fronte al nuovo strumento di Agape appena edificata. La federazione unitaria non andò oltre lo
stadio di sogno: ci si era fermati?
A Roma nel 1955, a Firenze nel 1958
Si respirava ormai una atmosfera del
tutto diversa. Della Federazione unitaria non si parla ormai quasi più,
non perchè sia irrealizzabile ma perchè non è giudicata essenziale e le
poche deboli realizzazioni pratiche :
Gioventù Evangelica, il Consiglio della Gioventù, i villaggi ecumenici hanno rivelato tutta la loro precaria struttura. Attività dominate dal calcolo^ ecclesiastico. dalla prudenza, dai confessionalismo, non furono ohe in minima parte strumenti di ecumenismo
autentico.
Si era partiti con entusiasmo e ci si
ritrovava senza basi solide per lavolUre, .si era partiti costruendo l’edificio ecumenico senza aver saggiato il
La gioventù evangelica italiana
prende nettamente posizione di
tronte al Cattelicesimo romano
Il V" Congresso della Gioventù Evangelica Italiana riunito in Roma il 30
aprile - 1 maggio 1962
1) Sì rallegra vivamente a motivo della nuova situazione ecumenica sorta
nell’ultimo anno grazie alla partecipazione di tutte le grandi Chiese Ortodosse
al Consiglio Ecumenico e all’interesse destato da questo lavoro anche in ambiente cattolico-romano.
2) Ritiene che questa situazione di fattb apra una problematica del tutto
nuova per il movimento ecumenico.
3) Riconosce nella chiamata all'unità un segno del permanente governo
della Chiesa da parte dello Spirito del Signore.
4) Riconosce altresì che fino al Giorno del Signore l’opera dello Spirito è
continuamente e occultamente contrastata e mistificata dalle forze del peccato.
5) Questo forze si manifestano in ogni tentativo di asservùe la Parola di
Dio agli interessi umani, di amministrare il_ tesoro della Grazia per fini umani, di sottoporre nuovamente la libertà dei credenti al doininio della legge
rituale. Occorre perciò richiamare in ogni tempo i credenti al^ realtà del
Giudizio divino sulla religione degli uomini e anche sull’istituzione ecclesiastica.
6) Constata con inquietudine che nell’attuale lavoro ecumenico non sempre si avverte con sufficiente chiarezza resistenza di questi pencoli, _e che moventi non cristiani possono determinare una certa spinta verso l’unità, al momento in cui questa spinta può confondersi facilmente con le tendenze attualmente prevalenti nel sistema economico, politico e ideologico dell’Occidente.
7) In particolare per quel che si riferisce ai rapporti con la Chiesa di Roma, chiede che cessino le visite al Pontefice da parte di esponenti protestanti: esse infatti in quanto visite senza contraccambio, non posano essere interpretate, malgrado le intenzioni di quelli che le hanno_ compiute, che come
visite di omaggio, implicanti un tacito riconoscimento di una funzione-guida
del cattolicesimo romano.
8) Riafferma che, conformemente alla dottrina del sacerdozio universale
dei credenti, i dignitari delle Chiese sono soltanto rappresentanti e delegati
di queste, e che pertanto sono privi di significato gli incontri che si svolgono
in un’atmosfera di segretezza, senza che vengano resi di pubbUca ragione i
motivi teologici e il contenuto dei contatti che si è ritenuto utile di stabilire
con il cattolicesimo romano.
Si augura vivamente che gli eventuali osservatori presso il Concilio Vaticano, vengano inviati non dalle singole denominazioni o Chiese ma dal Consiglio ecumenico nel suo insieme.
terreno: le unioni non erano ancora
giunte allo stadio deH’ecumenismo (v;
erano giunte le comunità evangeliche?
è lecito dubitarne).
Porse non osando affrontare il problema, o forse per saggiare il terreno
Roma e Firenze si muovono in altre
direzioni: La chiesa di fronte al problema comunitario, e di fronte alla
riconciliazione in Cristo. Questi i temi affrontati. Trattati in modo forse
troppo tecnico, difficili in sè, non sufficientemente elaborati alla base e
dalla base, lasciarono in tutti i p>artecipanti l’iinpressione di teorico, di
lontano : si era andati troppo oltre
nella via dell’impegno vocazionale senza che le unioni fossero ancora in grado di intendere quel linguaggio ed assimilarlo: lo si vide chiaramente a
Firenze: congresso troppo timido lo
definì la nostra stampa, forse soltanto prematuro.
Dal ’58 ad oggi sono passati quattro
anni; opportunamente si rimandò di
anno in anno il V Congresso; si trattava di riprendere le cose da capo con
occhi nuovi, e questo è stato fatto a
Roma.
I temi erano organicamente collegati e costituivano da un lato il bilancio dei Congressi precedenti e dall’altro le linee direttrici per il prossimo
avvenire : La nostra posizione di fronte al Cattolicesimo, alla società, alle
altre confessioni evangeliche. Ottimamente introdotto i^lle relazioni dei
past. Girardet, A<^lante, Bouchard
il dibattito è stato vivo, articolato,
concreto. Ne sono scaturiti due ordini del giorno di estremo interesse.
Di fronte al cattolicesimo i giovani
evangelici riaffermano i fondamentali valori della fede riformata con spirito di estrema, chiarezza ed intransigenza. Non si lasci però ingannare il
lettore superficiale, siamo lungi assai
dalle posizioni anticattoliche, polemiche, dai rifiuti incondizionati ed emotivi. Le valutazioni teologiche che
stanno alla base del documento sono
di estrema chiarezza, prevedono un
dialogo serrato col cattolicesimo che
affronti i temi sostanziali, anzi il tema sostanziale dell’evangelo: la chiesa
serve Dio neirubbidienza o si serve di
Lui nelle sue affermazioni di potenza?
Una formulazione così dichiaratamente teologica sarebbe stata impossibile 10 anni or sono; si dimostra possibile ed estremamente attuale oggi nei
clima di confusione ecclesiologica tra
protestanti e cattolici. Il secondo O.
d G. è altresì un documento fondamentale per valutare il pensiero e
l’atteggiamento della gioventù evangelica oggi di fronte ai valori del coniessionalismo.
li V" congresso... constatato che le
separazioni denominazionalì hanno
perso gran parte della loro funzione,
in vista di una più chiara ed efficace
testimonianza evangelica al servizio
del comune Signore della Chiesa, rivolge appello solenne al Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche Italiane, affinchè esso convochi entro il
1963 un Congresso Evangelico Italiano
dotato del potere di predisporre gli
strumenti necessari per la realizzazione di una organica unione evangelica
e prepari questo congresso mediante
approfonditi documenti preparatori
che dovranno essere esaminati dalle
chiese locali.
— invita il Consiglio della gioventù
a svolgere tutte le attività necessarie
per la realizzazione di questo programma.
Non si tratta di una condanna delle confessioni, ma di una relativizzazione della loro funzione; le confessioni evangeliche sono essenziali in
quanto valori di testimonianza, non
sono più nulla in quanto organismi
ecclesiastici. L’appello che la gioventù rivolge ai suoi anziani per ima ripresa del problema su nuove basi dimostra chiaramente il cammino fatto
in lo anni di lavoro giovanile; dimostra altresì in modo evidente che la
problematica ecumenica sta penetrando nella base della Chiesa.
Se si deve dare tma -valutazione
sommaria di questo Congresso si può
affermare con piena serietà che è stato un punto di partenza, meditato e
consapevole del lavoro giovanile dei
Giorgio Tourn
{segue in i“ ¡xig.)
29 APRILE . CONGRESSO NAZIONALE DELLA F. U.V.
Superare le difficoltà
denominazionali
Il congresso F.U.V. del 29 aprile u. s. non è stato una rivelazione nè in
bene nè in male: conoscevamo le nostre forze prima del convegno e sapevamo
che esse sono quanto mai ridotte. Tuttavia, qualcosa di buono è stato fatto.
In particolare sul piano deU’ecumenismo si è notata e fatta viva la sempre
maggiore impazienza dei giovani, che è senza dubbio un segno positivo e non
pensiamo, come teme qualcuno, un segno di scarsa riflessione e di leggerezza.
Infatti per prendere posizione su un problema di questa ampiezza, è necessario averci pensato prima a lungo.
Ma andiamo con ordine. Il congresso ebbe inizio alle ore 8,30 con la lettura della controrelazione e l’elezione del seggio. La controrelazione, seguendo la traccia della relazione del Comitato Nazionale, riprendeva alcuni punti
più cruciali. Rilevava con rammarico «_
il diffuso disinteresse delle comunità
e dei consigli di chiesa nei confronti
delle attività giovanili (la cui colpa,
ci sembra, non è forse solo dei primi,
ma anche dei giovani stessi che, quando sono impegnati, hanno sempre la
tendenza a considerare superate le
vecchie posizioni e ad esprimere questa loro idea in termini polemici che
non possono far piacere agli anziani:
come si vede, il problema è abbastanza ampio); chiedeva al comitato nazionale e ai comitati di gruppo di seguire le unioni tutto l’anno anziché
di visitarle, quando va bene, una volta e poi lasciarle in balia di sè stesse, senza alcun collegamento. A proposito dei centri di Agape e dì Adedfia,
la controrelazione chiedeva una maggiore informazione da parte del C. N.,
mentre auspicava pure che le attività
dei cadetti fossero rese più note e inserite nel nostro lavoro giovanile. A
proposito dei rapporti con la G. E. M.
(il che interpretato vuol dire: Gioventù Evangelica Metodista) il documento dava il suo plauso aU’iniziativa di fare un campo in comune e a
tutte le altre iniziative prese in collaborazione. Rilevava poi l’insufficienza
di Gioventù Evangelica, dando alcuni
suggerimenti, quali quello di avere un
corrispondente per unione; si oppcaieva al progetto di fonderla con Presenza Evangelica.
La discu.ssione che doveva impegnare tutta la giornata, per suggerimento di Franco Giampiccoli, segretario
nazionale, venne impostata su quattro punti: i quaderni F.U.V.; Adelfla;
i rapporti F.U.V. - G.E.M.; Gioventù
Evangelica. Ben presto doveva essere
interrotta per partecipare al Culto in
comune con la comunità di Piazza
Cavour, presieduto dal Moderatore
Rostan, che nel messaggio metteva
in evidenza il fatto che l’impxegno del
cristiano non si fonda sulla buona
volontà o su interessi umani ma su un
fatto ben preciso e unico nella storia: la risurrezione di Cristo. Su questo si fonda la nostra fede; senza la
risurrezione, la fede è vana.
Nel saluto che, nel pomeriggio, il
Moderatore rivolgeva ai congressisti,
egli esprimeva un accorato appello ai
giovani, soprattutto delle Valli, perchè sì adoperino, con la preghiera e
la riflessione, affinchè la carenza attuale di vocazioni pastorali non abbia
e durare e le difficoltà che crea possano essere superate. c. t.
{segue in 4» pag.)
niiiiiiiiiiiimiiiiiimiiiiiiniiiiiiiii
qui ijiin jliiclie gli Stati Uniti
hanno ripreso le prove nncleari
Continua, a Ginevra, la conferenza per
il disarmo; ma se tenui erano le speranze
che vi si potevano riporre, l’ha ora resa
derisoria la ripresa degli esperimenti
nucleari, da parte americana questa volta:
nei itressi dell’isola del Natale, nel Pacifico. Dopo la ripresa sovietica, si ribadisce così un altro anello dell’infernale catena.
Una volta ancora .è intervenuta la Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali (CCÁI). Il suo direttore, O. F.
Nolde, ha recentemente raccomandato
pubblicamente la convocazione di una sessione straordinaria delle Nazioni Unite,
per occuparsi della rapida conclusione di
un trattato sul disarmo nucleare. Se i governi più direttamente interessati non riescono a giungere ad un accordo, bisogna
che le N. U. intervengano.
Due giorni dopo la ripresa degli esperimenti, da ¡xa-te americana, il dr. Nolde,
rivolgendosi alla Conferenza Americana
per il Consiglio ecumenico delle Chiese,
a nome della CCAI ha fatto la seguente
dichiarazione: ’’Non possiamo fare a meno di sollevare il problema proprio nel
momento in cui pare che ogni altra forma
concepibile di accordo reale sia stata eliminala”. Egli raccomanda quattro successivi punti, che ’’riflettono l’opinione più
diffusa dei cristiani e delle chiese in seno
alla comunità ecumenica”:
1. Occorre anzitutto proseguire gli sforzi
per mettere a punto ”un sistema d’informazione e di controllo” che stabilisca ”le
regole corrispondenti alla difficoltà di
identificare con precisione” gli esperimenti nucleari. Tale sistema dovrebbe
servirsi nei limili del possibile di mezzi
nazionali, onde ridurre al minimo le occasioni d’irritazione reciproca.
2. I governi dovrebbero prepararsi a
fare tutte le concessioni necessarie alla
conclusione di un trattato che dia a tutte
le parti interessate ragionevoli garanzie
3. Nel caso che i governi si mostrassero
incapaci di giungere ad un accordo, dovrebbe essere rapidamente convocata l’Assemblea generale delle N. U-, che nominerebbe un organo internazionale incaricato
di agire ’’solo nel caso che non esista altro mezzo di garantire il rispetto dei trattati o di rendere pubblica la violazione
del trattato da parte di uno dei firmatari”.
4. Se è necessario fare di più per ottenere l’accordo dei governi interessati, la
Assemblea generale delle N.U. non dovrebbe
però riunirsi in un’atmosfera di disperazione o di ultima speranza, ma piuttosto
con l’intenzione di valersi di tutte le possibilità che si offrano in quel momento”.
Tale dichiarazione è firmata pure, da
Londra, dal presidente della CCAI, Sir
Kenneth Grubb, e si riferisce ad una precedente dichiarazione del C.E.C., che domandava in quale misura ’’una nazione abbia il diritto di procedere ad esperimenti
nucleari sotto la propria responsabilità,
mentre altri paesi nel mondo non hanno
accettato di subirne le conseguenze”.
E’ una domanda che le Chiese devono
continuare a rivolgere, a tutti, ai Grandi
per primi. E non importa se sembra ima
voce che grida nel deserto.
Naturalmente, la portata, la forza morale e spirituale di questi avvertimenti,
sta nella coerenza con cui le Chiese vivono la loro vocazione cristiana, la loro
missione di proclamare la riconciliazione;
sta nella forza con cui la Chiesa tutta avverte la conmnione dei santi, cioè la sua
dimensione universale; sta nell’onesta e
calda fraternità con cui ogni chiesa e ogni
credente avvertono l’urgenza incisiva della loro testimonianza di amore reale, di
aiuto concreto, ai ’’minimi” (popoli interi!) in cui il Signor Gesù Cristo vuole esser servito.
E neanche allora la Chiesa potrebbe
sputare un suo rabbioso disprezzo in faccia ai Grandi folli e omicidi; le resterebbe ancora da continuare a fare la cosa più
importante: pregare per loro. Pur rima-,
nendo fermo il fatto che sono dei pazzi
orgogliosi (o pazzi di paura), e che possono da un momento aU’altro diventare
degli spaventosi omicidi. Forse bisognerebbe dirglielo, questo, un po’ più chiarmnente di quanto non traspaia dai saggi
avvertimenti della C.C.A.I.
e- c.
2
P«K- 2
N. 19 — 11 maggio 1962
.lo-iq
IV pàstò^àM femminile : un problema dibattuto a sufficienza?
Dopo quattordici anni di discussioni e di rinvii si impone alla nostra Chiesa una decisione
La nostra è una chiesa seria. Da quando.
Il anni ja, si è cominciato a dibattere il
problema del pastorato femminile, tutti vi
si sono appassionati; è stato un fervore di
discussioni, di studi, di convegni... Quando, poi, il Sinodo scorso ha una volta ancora (Vtdtima) affidato alle chiese lo studio del problema, non ci si è visto più: è
stato un correre di membri di chiesa, responsabili delle attività comunitarie dal pastore, a ricercare materiale di studio; e la
Commissione dei ministeri è stata assediata da richieste, laiche e pastorali, di indicazioni bibliografiche, di rapporti da studiare individualmente e in gruppo; i consigli di chiesa non hanno avuto requie finché non son riusciti a riunire assemblee di
chiesa coscientemente e appassionatamente
investite del problema; la nostra stampa
non ha cessato di presentarlo alla nostra
meditazione, in tutti i suoi aspetti, continuamente sono comparse notizie relative al
modo con cui altre chiese affrontavano la
questione; e non parliamo delle nostre sorelle... Ogni membro di chiesa si è con
coscienza, metodicamente preparato a prendere una decisione di fede, fondato sulla
Parola di Dio, arricchito dalla meditazione
della Chiesa universale. Ed ora...
Scusate, divagavo.
Però, sono quattordici anni che si parla
del problema, questo è vero; e mi vergogno, insieme a molti altri, di esser di nuovo giunto alla soglia di urm decisione, non
più rinviabile, senza aver più pensato molto al problema, dal Sinodo scorso che ce
‘ l’affido. Ci si lagna che il Sindo funziona
male. Ma come può funzionare bene, se la
Chiesa vive così male la sua annata?
Tardi, ma infine, le assemblee di chiesa
di fine d’anno, e le conferenze distrettuali
dibatteranno una volta ancora il problema,
in vista del Sinodo che deciderà. Per questo la Commissione permanente per i ministeri ha diffuso un rapporto, di cui riportiamo in questa pagina larghi stralci.
Tale rapporto rifa anzitutto, rapidamente, la storia di questi quattordici anni in
cui un gruppetto battagliero e deciso ha
condotto una guerra d’usura contro l’iiuìif
ferenza o l’incertezza un po’ pigra della
massa della chiesa. Come molte nostre discussioni ecclesiastiche, anche questa è stata non di rado esasperante, nel costante ritorno dei sempre uguali argomenti, sempre
ribattuti e sempre riaffiortmti: il che succede quando non ci si mette di buzzo buono e non si affronta a fondo, con serietà,
un problema; quando non lo si studia davvero, con passione, decisi a non lasciarsi
trascinare nè al sì nè al no da pregiudizi o
da iiriflessi entusiasmi.
Tappa di fondamentale importanza in tale storia è stato il rapporto al Sinodo 1949,
in larga misura dovuto al prof. G. Miegge
(tanto che passerà alla storia come ’’rapporto Miegge”): ne riportiamo ampi brani
Ma la discussione sembrò presto arenarsi
— e si venne alla soluzione temporanea e
di compromesso, che istituiva il ruolo delle ’’assistenti di chiesa” (1954), mentre la
Facoltà di Teologia aveva da due anni aperto le sue porte ad alcune studentesse. Tale
soluzione di compromesso rivelò ben presto i suoi lati deboli: le assistenti avevano
il pieno diritto di predicare la Parola e
amministrare i Sacramenti? Intanto, il ministero pastorale femminile, di fatto, si iniziava, .sebbene ancora in misura estremamente ridotta.
Ma ad una cosa serviva l’esasperante (per
alcuni) rinvio della decisione: ad inserire
questo problema particolare nel ripensamento — in atto — ■ di tutto il problema
dei ministeri nella chiesa e. del ministero
della chiesa; allora esso si pone nella sua
vera prospettiva, nel suo giusto contesto.
Mi pare che il rapporto della Commissione per i ministeri — senza nascondere
la sua decisa opinione — discuta obiettivamente le obiezioni essenziali. Ascoltiamolo, meditiamolo, discutiamolo, E chiediamo al Signore che faccia maturare in noi
una nostra personale convinzione di fede
in proposito; che nelle Assemblee, nelle
Conferenze distrettuali, nel Sinodo possiamo essere fiduciosamente liberi in Lui, per
il Suo servizio — e decidere.
Gwo Conte
DAL "RAPPORTO MIEGGE.
Il problema del p>astorato femminile deve considerarsi, a nostro parere,
setto gli aspetti seguenti:
a) il problema esegetico
In favore della piena eguaglianza
dei sessi nei riguardi del ministero
femminile si fanno valere i passi seguenti:
1“ La dichiarazione generale : « Non
vi è qui... maschio nè femmina »
(Gal. 3: 28). Questa dichiarazione stabilisce un principio di grande imijortanza, ohe esprime, a nostro avviso*,
lo spirito stesso deil’Evangelo sulla
nostra questione.
2» Il fatto che secondo I Cor. 11: 5
« ogni donna che prega o profetizza
senza avere il capo coperto da un velo
fa disonore al suo capo... » e al v. 13
« E' egli conveniente che una donna
preghi Dio senza essere velata? ». E’
dunque chiaro che le donne potevano
pregare pubblicamente nelle assemblee e « profetizzare » ; rap>ostolo nori
fa nessuna obiezione a questo stato di
fatto, ne regola soltanto le modalità:
la donna che esercita tale atto spontaneo (carismatico) del ministeroi, deve essere rivestita dal segno deirautorità cui è sottoposto: non sarebbe forse un’applicazione forzata dedurne
che la donna che predica deve farlo
rivestita dal segno visibile dell’autorità della Chiesa, la toga pastorale
che riveste il suo sesso di una autorità oggettiva.
3» La situazione di fatto descritta al
passo precedente è confermata dall’esistenza di profetesse, come le figlie
di Filippo (Atti 21: 9); e di una donna missionaria deU’autorità di Priscilla (Atti 18: 18-28). E’ dunque chiaro
che nella prima generazione della
Chiesa, finché durò il ministero carismatico, non vi sono differenze di sesso nel ministero ; lo Spirito soffia dove
Alcune obiezioni e le risposte
Non abbiamo probabilmente sufficiente
fantasia per scoprire tutte le obiezioni di
carattere pratico che si possono fare all’idea di un pastorato femminile. Desideriamo però rilevarne alcune che sembrano
essere le più correnti;
1. Un pastore deve essOTe interamente
disponibile per qualsiasi servizio : è difficile
pensare che una donna possa essere interamente disponibile ovunque, e ciò per ragioni di costume, di ambiente, di capacità ad assumere pesanti responsabilità.
Ci sembra sufficiente rispondere che
neppure i pastori uomini sono interamente disponibili per ogni servizio pastorale
e in qualunque situazione. E’ tii>ica responsabilità di un organo come la Tavola
Valdese il saper impiegare gli uomini
adatti nelle situazioni che sono loro congeniali. La diversità dei doni e delle capacità è altrettanto notevole tra uomo e
nomo che tra uomo e donna.
2. La psicologia dei popoli latini di qua
e di là dall’Atlantico è assai negativa a
questo riguardo: come si può pensare che
una donna eserciti con autorità il ministero pastorale, specialmente quando si
tratta di cura d’anime nei riguardi di uomini?
Non possiamo fare a meno di chiederci
se il compito della predicazione dell’Evangelo sia di adattarsi alle stortine psicologiche degli uomini del nostro temx>o ovvero di proporre loro dei rinnovamenti
radicali. D’altra parte è ormai acquisito
nella società moderna il ruolo della donna anche in mansioni estremamente delicate che coinvolgono rapporti personali e
assunzione di gravi responsabilità. Se questo è vero nel mondo profano, non sarà
ancor più vero che la potenza liberatrice
dell’Evangelo può dare a piene mani ciò
che manca alla limitatezza della nostra
natura umana? L’autorità e la dignità non
sono relative alla persona, ma al ministero, alla Parola stessa che viene annunciata e dinanzi alla quale il messaggero
non è che uno strumento. Altrimenti si
dovrebbe concluderne ohe la natura ha
maggior forza determinante della grazia,
nel quadro dei doni e dei ministeri! Ma
una tal conclusione sarebbe francamente
assai grave, in una Chiesa riformata!
3. Nell’insistenza a voler aprire il « ruolo pastorale » alle donne si è visto da taluno il rischio di voler « mascolinizzare »
la funzione specifica della donna nella vita della comunità cristiana.
L’obiezione ha indubbiamente un certo
peso, per lo meno nell’attuale concezione del ministero pastorale, con la notevole ampiezza di compiti e dì responsabilità che esso comporta. Ma è proprio su
questo aspetto della situazione che occorre fermare la nostra attenzione nel valutare la possibilità di un ministero femminile. Al giorno d’oggi si richiede ad ogni
pastore una serie di servizi e di impegni
indipendentemente da quelle che sono le
doti personali; proprio per quel fenomeno di accentramento di tutti i servizi nella funzione pastorale, di cui si è parlato
a più riprese anche nella nostra stampa.
D’altra parte è un fatto che praticamente
avviene una certa selezione e che, teoricamente almeno, le Chiese autonome dovrebbero avere la capacità di chiamare gli
uomini adatti alla loro situazione; così
pure la Tavola non destinerà mai pastori
al campo di evangelizzazione indipendentemente da una valutazione dei loro doni
particolari. Ci sembra che proprio il problema del giusto impiego di donne pa
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stori sottolinei questa necessità di scoprire la diversità dei doni nel fondamentale
ministero comune. Pensiamo dunque che
si possa e si debba rispettare la natura
della donna e non cercare di rinchiuderla
in uno standard maschile: si penserà allora alle donne pastori nel quadro dì servizi ed incarichi che siano congeniali ai
doni naturali od acquisiti che sono propri di una donna. Ma se essa ha la preparazione teologica adatta, se si può riconoscere in lei un dono ed una vocazione di servizio pieno, perchè non riconoscerle anche il titolo che corrisponde
al lavoro che essa compie in realtà?
4. Il problema del matrimonio di eventuali donne pastori sembra di difficile soluzione: appare infatti assurdo imporre
loro un celibato che non è richiesto agli
uomini, ma altrettanto difficile può essere
pensare una donna che sia al tempo stesso
pastore e madre di famìglia.
Si potrebbe osservare che, al giorno
d’oggi, la condizione di madre di famiglia non sembra affatto impedire a molte
donne l’esplicazione di attività anche assai impegnative in tutti i campi; ma preferiamo attirare l’attenzione sulla necessità di dar fiducia al senso di responsabilità vocazionale e al discernimento di
chi è chiamato a dirigere la Chiesa. (Questo significa che sarà responsabilità primaria di una donna pastore, ove si sposi, di
saper fino a che punto il suo nuovo stato
è compatibile con l’esercizio del ministero pastorale: poiché non gi tratterà di salvare una carriera e di acquisire diritto ad
una pensione, ma di comprendere seriamente fino a che punto un servizio può
essere pienamente o solo parzialmente
reso: è un problema vocazionale e di responsabilità della coscienza. Ma nella nostra comprensione deUe vocazioni, queste
non sono mai soltanto decisioni indivi
duali: vanno confrontate con la Cliiesa e
da essa riconosciute. Toccherà quindi agli
organi dirigenti deUa Chiesa valutare anch’essi queste possibilità, essere di aiuto
nelle decisioni vocazionali e in qnalclie
caso prendere anche delle decisioni responsabili, come ad esempio l’invito a
una donna pastore a ritirarsi dal ministero
a pieno tempo. Del resto anche l’ipotesi
di un servizio non più a pieno tempo ma
soltanto parziale va tenuta in considerazione.
5. Si ritiene forse ohe aprire il ruolo
pastorale alle donne possa presentare gravi preoccuipazioni dal punto di vista delle
possibilità di impiego e deU’aggravio economico. Una Chiesa piccola come la nostra ha già un corpo pastorale assai numeroso e questo significa anche un peso
non indifferente in relazione ai pur modesti trattamenti economici.
Siamo convinti che saggi ragionamenti
di questo genere siano in ultima analisi
paralizzanti nei confronti del sorgere di
nuove vocazioni e del rinnovamento dei
quadri. Che si debba esercitare una notevole severità di valutazione ed una selezione rigorosa tra i candidati al ministero
pastorale, uomini o donne che siano, ci
pare assolutamente necessario. Ma il fattore economico non deve e non può paralizzare il sorgere di vocazioni.
Resta il problema dell’impiego di donne pastori e delle i>ossibilità di « assorbimento » della nostra struttura ecclesiastica; tanto più se si considera l’opportunità
che donne pastori lavorino preferibilmente in chiese in cui ci sia più di un pastore; e queste sono senza dubbio assai poche. Non crediamo che l’apertura del ruolo pastorale alle donne crei un’inflazione
femminile nel corpo pastorale: siamo convinti che le donne pastore saranno sempre
una esigua minoranza. Ma in ogni caso e
da tener presente che nella situazione attuale della Chiesa nel mondo vi è una
molteplicità di servizi e di esigenze, che
vanno al di là di quel che abbiamo pensato finora, vi sono degli appelli e delle
invocazioni che ben conosciamo; dal piano della cura d’anime oggi divenuta così
difficile e frammentaria, a quello dell’assistenza fraterna; daUa predicazione nei
piccoli gruppi della dispersione al lavoro
teologico capillare di preparazione e di
guida; daU’arapio sviluppo di associazioni
femminili in tutti i campi al problema
degli emigranti, delle loro famiglie, dei
gruppi di lingua italiana all’estero; dal
campo dell’educazione e degli istituti ad
essa connessi a quello della meditazione
teologica e della relativa pubblicistica,
ove molte donne del nostro tempo hanno
dato contributi veramente validi; come
non vedere in questo vasto quadro, di cui
non si sono tracciati qui che pochi e scarni lineamenti, un’autentica possibilità di
esplicazione di quei doni, di quei talenti,
di quelle vocazioni di cui ci siamo fin
troppo privati fino a questo momento?
Ma beninteso, a condizione che si tratti
realmente di donne pastori: cioè pienamente dotate e fornite della rigorosa preparazione teologica che consenta loro di
affrontare le responsabilità del ministero
senza complessi di inferiorità, senza dover subire più o meno la pressione della
supposta superiorità anaschile.
vuole e indica, come sempre, la via
della libertà.
Contro le deduzioni precedenti si
fanno valere i passi seguenti:
1» Le dichiarazioni generiche di 1
Cor. 11: 3-7, Ei. 5, Col. 3 circa la superiorità dell’uomo sulla donna. Il
problema sollevato da questi versetti è
se devono considerarsi come una importante limitazione del principio :
non c’è qui nè maschio nè femmina
(Gal. 3: 28), o se inversamente debbono esse interpretati in funzione di
quel principio e subordinatamente ad
esso. Noi siamo del secondo parere.
2» L’esortamone di 1 Cor. 14 : 34-35:
« Come si fa in tutte le Assemblee dei
santi, tacciansi le donne nelle assemblee.. » che da vari interpreti è intesa
del « parlar tra loro » e non del predicare, e da alcuni è addirittura considerata come una glossa dovuta alla
imitazione di 1 Tim. 3: 11-12, e comunque è di interpretazione diffìcile, contraddetta com’è dalla chiara situazio
ne di fatto* di 1 Cor. 11: 5.
3“ La sola dichiarazione perfettamente chiara ed esplicita è 1 Tim.
2: 11-17 : « Non permetto alla donna
di insegnare nè d’usare autorità sul
marito (o sull’uomo) ma stia in silenzio con ogni sottomissione ». Il valore
di questa dichiarazione, dal punto di
vista storico-cristiano, dipende evidentemente dalla soluzione che si dà al
problema dell’autenticità delle Epistole Pastorali. Se sì vuole prescindere
da questo problema, si deve dire comunque che riflette una situazione
più matura, meno libera di quella presupposta da da 1 Cor. 11: 5. Essa rappresenta il codificarsi di una norma
ecclesiastico, limitatrice della precedente libertà del ministero carismatico. Noi abbiamo dunque da una parte
una chiara enunciazione dello spirito
nuovo dell’Evangelo (Gal. 3: 28) e una
l'on meno chiara situazione di fatto
che si presenta a noi rivestita di tutta Tautorità creatrice dello Spirito
Santo all’opera nella Chiesa (1 Cor.
il: 5 ecc.); dall’altra un principio di
regolamentazione eccl(esi astica che
tende a limitare la primitiva libertà
dello Spirito^ e ohe poi esprime il
punto di vista della seconda generazione cristiana (1 Tim. 2: 12), anche
se per aventura si presenta già nella
1 Cor. 14: 34, supponendo che questo
passo debba intendersi nel senso di
1 Tim. 2: 12. Non ci sembra dubbio
che, per quanto plausibili e rispettabili possano essere state le ragioni che
hanno dettato la regola restrittiva di
1 Tim. 2: 12, e^e hanno soltanto un
valore secondario.
b) Il problema storico
La evoluzione del ministero nella
Chiesa avviene nel senso di una progressiva riduzione della libertà del
ministero carismatico a vantaggio di
quello gerarchicoi. Ne fanno le spese
non soltanto le forze più ardite di ministero femminile, ma in generale il
laicato e il sacerdozio universale. Gli
eccessi del profetismo montañista, la
atmosfera dualistico-asoetica dello
gnosticismo concoirsero per la loro
parte a screditare il ministerio femminile, che si limitò ad alcune funzioni assistenziali; ma fin dal secolo
IV il sorgere del monachiSmo apre alle vocazioni femminili un cainpo nuovo ed adeguato alle più svariate esigenze. La soppressione dei conventi
per opera della Riforma pone alle
Chiese Evangeliche un problema di
indubbia gravità: se non si vorrà ammettere ohe soltanto la parte maschile della umanità possa ricevere ima
vocazione religiosa, se si deve riconoscere che anche un certo numero di
donne possono sentirsi chiamate a dedicare tutta la loro vita al Signore,
all’inluori della vocazione naturale
della maternità, che non è accessibile a tutte, si deve riconoscere che a
simili vocazioni, oggi, le nostre Chiese non offrono che la via delle diaconesse: ma non tutte le donne che
hanno una vocazione religiosa possono dedicarsi alla cura dei malati.
c) Il problema psicologico
Esso è presentato con delicatezza e
serietà nel rapporto presentato alla
Conferenza di Amsterdam «Life and
Work of Women in thè Church» (Oikumene, 1949): «In una conferenza
tra dirigenti ecclesiastici maschili e
femminili in Gran Bretagna fu espresso il giudizio che la tendenza a pensare alla donna primariamente in termini sassuaii, piuttosto ohe ad ima
personalità dotata di determinati doni e attitudini, rende diffìcile a molte persone, del clero e del laicato, il
pensare oggettivamente a donne rivestite dalla pienezza del ministero del
la Parola e dei Sacramenti. In ogni
caso, non è quasi necessario ricordare
che il sesso non è deplorevole monopolio delle donne .Vi sono buone ragioni di credere ohe esso è il dono di
Dio per entrambi, per l’uomo e per la
donna, e che l’accettarlo richiede una
elevata disciplina dell’uno e dell’ab
tra, e che le sue benedizioni sono di
varia natura. La donna dottoressa o
assistente sociale, e il pastore uomo,
nei suoi doveri pastorali, hanno in
gran parte lo stesso problema di porre in atto relazioni confidenziali, amichevoli, con persone dell’altro sesso,
con una oggettività professionale priva di implicazioni emozionali. Queste
relazioni esigono una maturità, una
conoscenza di sè, che fortunatamente si riscontrano non infrequentemente ai nostri giorni, in cui uomini e
donne lavorano sempre più insieme
in molte sfere di responsabilità».
Crediamo di poter fare nostra questa conclusione.
d) Il vaglio deU’esperienza
Il delicato problema a cui è accennato nel paragrafo precedente, e in
generale tutti quelli che il ministero
femminile può porre nella sua concreta attuazione, non possono risolversi in astratto nè con la discussione; resperienza deve essere in ultima
analisi decisiva. Il rapporto citato alla Conferenza di Amsterdam, iiellti
sua parte espositiva, dà l’impressione
che l’esperienza, dove è stata tentata,
è generalmente favorevole al ministero femminile. Esso ha scritto pagine
gloriose nel periodo della resistenza
della Chiesa al nazismo in Germania.
Le voci più positive però vengono dai
campi di missione e dalle giovani
chiese; e in generale dalle chiese della «sinistra evangelica»: in ogni parte
del mondo le chiese congregazioniste,
la Società degli Amici e l’Esercito della Salvezza recano un grande interesse alla nostra questione, e al tempo
stesso una coscienza tranquilla e serena nei .suoi riguardi. Esse hanno accettato come questione di principio
una piena eguaglianza di stato e di
funzioni per gli uomini e per le donne. Esse hanno .sovente da risolvere
problemi inerenti all’applicazione pratica di questo principio, ma hanno
preso posizione basandosi su quello
che considerano l’esempio e l’insegnamento di Cristo, si sentono soddisfatte di questa decisione, e augurano che
gli altri possano regolare allo stesso
modo la questione una volta per sempre.
Conclusione
In base a tutti gli elementi sopra citati, riteniamo che non vi siano ragioni sufficienti per continuare ad
escludere le donne di fede evangelica
dal ministero pastorale nella sua pienezza. Quali che possano essere gli
inconvenienti pratici e le difficoltà
che si presentino caso per caso, ci
sembra che assumere una posizione
decisamente esclusiva sarebbe una
responsabilità ben più grave che aprire alle vocazioni femminili la porta
del pastorato nella sua pienezza; e
che, in particolare, nella situazione in
cui si trova oggi la cristianità, la
Chiesa non abbia il diritto di privarsi
dell’opera di una parte co^ importante e fedele del Corpo di Cristo.
PRECISAZIONE
In merito al processo intentato ai due
predicatori della Chiesa di Cristo, di cu
si è parlato nel numero scorso, precisia
mo ora quanto segue. Il processo, su ri
chiesta della difesa (avv. Gaeta e Piccar
di) è stato rinviato a novembre; il Con
sigilo Federale e il suo Ufficio Legale han
no prestato la loro collaborazione nella
preparazione della difesa, non su richiesta
degli imputali, ma nel semplice desiderio
di favorire in tesi di principio la libertà
delie opinioni altrui; non sono quindi direttamente impegnati nel processo, come
erroneamnte diffuso alla stampa. Ribadiamo le nostre riserve del numero scorso:
mentre un senso di solidarietà e di responsabilità ci spinge a difendere il principio della libertà d’opinione, non siamo
certi che l’intransigenza settaria assunta
non di rado dalla Chiesa di Cristo le renderebbe gradita una nostra ’’fraternità’
confessionale; d’altra parte, l’anticlericalismo non crea uim fraternità cristiana.
Il Moderatore
ad Aosta
Ui ritorno da un viaggio in Germania,
nel Badén, il .Moderatore E. Rostan ha visitato, domenica 6 maggio, la Chiesa di
Aosta, presiedendo il culto, incontrando il
Consiglio di t.hiesa, e tenendo una conferenza, la sera, per la comunità, sul tema
della nostra responsabilità di chiesa minoritaria nell’Italia odierna.
Benché il centenario della Chiesa di Aosta sia in realtà passato, essa si prepara a
telelirarlo in queste settimane. La visita
del Moderatore ne segna rinizio. Prossimamente sarà dato l’annuncio delle manifestazioni pubbliche, che probabilmente avranuo luogo il giorno del Corpus Domini,
e a cui — com’era stato l’autunno scorso
per la vicina Chiesa di Ivrea — saranno
cordialmente invitati tutti i fratelli delle
chiese vitine o meno vicine.
3
11 maggio 1962 — N. 19
Moralisti a convegno
PM. 3
doppio
taglio
Ma dove è 1 autorità morale in cui aver fiducia ?
Si sono riuniti in questi giorni dopo una tormentosa e preda agata campagna di stampa per definire il grave, amletico problema sulla morale,
sul buon costume, su tutto ciò che,
in questo nostro tempo, può rappresentare il volto, più o meno chiaro,
del bene o del male.
Finora si viveva nel buio, si brancolava incerti tra dispute e processi,
ignari sullo spettacolo da vedere, sul
libro da leggere, ora invece una particolare emnmissione si è riunita e
noi possiamo finalmente vivere in pace: c’è giù chi ha scelto e deciso per
il bene delle generazioni presenti e
future.
La faciloneria con la quale è stato
affrontato il problema risulta evidente dalla farsesca impostazione di alcune questioni sulla morale, dal risultato di alcuni processi. Si è visto
condannare un manifesto pubblicitario s’ii denuncia di un gruppo di beghine acide mentre il papa defunto
riceveva in udienza particolare un
editore che ha diffuso alcuni volumi
il cui contenuto è addirittura pornografico. Si è vietato il permesso al
film ’’Non uccidere” ma oggi in Italia, non c’è oratorio parrocchiale che
non abbia all’attivo del suo redditizio cinema la proiezione di qualche
film dai fotogrammi audacissimi e
piccanti. Il cinema italiano che sta
assurgendo agli onori di un primato
internazionale vive oggi quasi esclusivamente sulla produzione più deteriore e .squallida che sotto la troppo
abusata etichetta del realismo .si ciba
degli aspetti più negativi di questo
no.stro tempo.
”L’ arte! E’ pura arte, è realismo,
è un me.s.saggio di verità!” Il coro
asine.sco dei critici improvvisati, degli intellettualoidi da strapazzo, dei
molluschi che vivono aggrappati alla
balena della ’’notivelie vague”, echeggia nel rigurgito di tendenz.e anormali e trova un gregge servile che
per il timore di essere tacciato di incompetenza, di insensibilità artistica,
si fa in quattro per seguire la corrente e acccxlarvisi acclamando a gran
voce: ”E’ vero, è arte, è arte pura,
è il tormento attuale, è un messaggio” ecc. ecc. Poi vanno a casa e si
leggono avidi gli albi di fumetti e
’’Buffalo Bill”. E il pubblico va al
cinema e vede il messaggio, compra
un libro e legge il messaggio, l’arte
pura. Poi, se non ha la forza d’animo
di rifarsi la btfcca con i fumetti e
’’Buffalo Bill” ripensa a quello che
ha visto e conclude: se quello ha avuto il premio, se hanno detto tanto bene di lui è .segno che così si deve fare. Allora i giornali .si riempiono di
cronaca nera.
Ma ora che c’è stato il convegno
tutto andrà a posto. La morale è stata finalmente individuata, sezionata,
pe.sata grammo per grammo. ’’Fino
a sedici anni questa dose può bastare. da sedici a diciotto si può diminuire, oltre i diciotto non occorrono
prescrizioni”. L’Italia avrà leggi ferree atte a combattere la corruzione;
la commissione di censura funzionerà
in permanenza. Abbiamo cominciato
a tagliare dal film di Autant Lara le
battute che ’’toccavano”, sia pure leggermente, la chiesa cattolica, e così
continueremo in nome del messaggio,
dell’atts pura e soprattutto della libertà.
Povera morale, come è affidata male! Immaginiamo già gli sviluppi e le
coruseguenze dei nuovi ordinamenti. A
un certo momento in sede di censura
.sorgerà il dibattito, ne scaturirà una
li premio Wateler della Pace
assegnato al Dr. Visser ’t Hooft
Il premio Wateler della Pace, j>er il
1961, è stato assegnato al dr. W. A.
Visser’t Hooft, segretario generale del
Consiglio ecumenico delle Chiese. Tale premio viene assonato dalla Fondazione Camegie grazie ad un legato
istituito da F. G. D. Wateler per ricompensare coloro che hanno contribuito in maniera particolare alla causa della pace ed alla lotta contro la
guerra.
Il dr. Vissert’t Hooft è stata insignito di questo premio per il contributo recato alla pace mediante ravvicinamento delle Chiese. Il premio
Wateler, istituito nel 1931 viene attribuito, alternativamente, ad un olandese e ad uno straniero.
interpellanza, parleranno i periti,
competenti, dopo un nutrito sfoggio
di paroioni, di simboli, di elucubrazioni erudite la morale rientrerà nelle file. Tutto quello che verrà stabilito lo sarà a sproposito perchè la morale non si misura col metro. Prima
che nelle opere e nelle manifestazioni d’arte o di vita, essa deve esistere
nell’individuo. ¡1 pericolo più grave
per il mondo attuale non è soltanto
in ciò che esso vede ma in ciò che
non vede.
Si provi un regista in Italia, a fare
un film sulle persecuzioni dei Valdesi, su Pio IX che impiccava i patrioti, su un sacerdote che getta la tonaca alle ortiche. Non ce la farà mai.
l moralisti lasceranno passare le porcheriole da strapazzo e il solito diario della malavita nostrana, tna la libertà di far vedere alla massa qualche cosa che non potrà conoscere sui
banchi di scuola nè altrove, non sarà
mai concessa.
li pubblico oramai ha acquistato il
palato facile. Non si scandalizza più:
porta tranquillamente i suoi bambini
a vedere i film più scabrosi, fa circolare libri amorali per la casa. In un
liceo di Milano una insegnante consigliava alle alunne sedicenni i libri
di due autori notoriamente spinti:
Pasolini e Cassola, in un altro un
professore dette a leggere a una sua
alunna di quindici anni ’’La Pelle” di
Malaparte. Non sono che episodi sporadici fra i moltissimi.
l moralisti si sono riuniti a convegno per decidere dove finisce il lecito
e dove inizia Tillecito. Non serve a
nulla. L’ipocrisia applicata alle leggi
è il peggior veleno per la coscienza
dei cittadini. Ogni giorno si distrugge l’insegnatnento dì Dio e se ne trascura l’importanza. Abbiamo sostituito il sereno bisogno del bello con
il morboso desiderio ddl’orrido, del
sensuale, del vizioso. Non si cerca altro. non si guarda ad altro. L’arte
non esiste più o almeno non è più
coltivata in sen.so generale se non
sullo sfondo di un erotismo esasperato. Abbicuuo creduto di conquistare una libertà che ci avrebbe affrancato dai complessi inibitori e invece
ci siamo fatti prendere dal gioco monotono di questo sterile compiacimento.
Vince Taylor, il ballerino francese
di twist, altro elemento buono, ha
detto con accorata serietà: ”un altro
hallo? Io conosco solo il twist, nostra ragione di vita...”. Altro che legge sulla censurai Un tribunale speciale dovrebbe sedere in continuità in
nome della povera morale e del buon
costume, giorno e notte, perchè oramai chi li ferma più? La corsa è allettante con tutti quei premi che ci
.sono in palio. Marco
Iiiiiaiiniiiic Ululili...........
PERSONA LIA
Ci rallegriamo molto con il Past.
Giorgio Tourn per la bella riconferma nella sua comunità, e a lui e alla
Chiesa di Massello auguriamo un servizio sempre gioioso e fedele.
Un vivo augurio pure alla Sigma
Laura Nisbet che si prepara a partire
per il Gabon quale missionaria insegnante. Speriamo che abbia sentito e
possa continuare a sentire che la sua
Chiesa la manda e la sostiene.
Quali discorsi terreUie in qnesti giorni
nell'Areopàgo TApostolo Paolo, or che
l'Iddio Sconosciuto è stato rivelato alle
genti ed il Vangelo della pace e dell’amore è stato annuncialo al mondo? Giacché,
a duemila anni da quel messaggio, a duemila anni daccliè venne pronunciato quel
mirabile Sermone del Monte che avrebbe
dovuto costituire qualcosa di più dello
scoppio di una bomba atomica nella distruzione del passato, per l’edificazione
di un mondo nuovo, è Sparta e non Atene
che ha prevalso. E nulla insegna il fatto
che anche Sparta, anzi, soprattutto Sparta,
sia stala distrutta: perchè citi di ferro ferisce di ferro perisce. Ed invece ad Atene,
la città che rimane legata nel nostro pensiero e nel nostro ricordo al mondo sottile e pacifico dello spirito, a tutto ciò che
di meglio vi fu per l’umanità prima delrannuncio di quel Vangelo di giustizia e
di amore che doveva portare a compimento la ricerca fino allora vana di quell’iddio Sconosciuto, in questa città si è riunito
nei giorni scorsi, il consiglio della Nato,
non certo per esaminare problemi dello
spirilo, ma per discutere problemi di produttività a fini bellici. Si deve, è vero,
precisare che i fini non sono bellici, ma
difensivi; il olle non è la stessa cosa, anclie se la differenza era certo più evidente quando esistevano scudi e lance, anziché oggi, in cui per la difesa si costruiscono cannoni, missili ed altri ordigni
esplosivi e distruttivi. Ma che la produzione delle armi sarà accelerata solo a scopo
difensivo ce lo assicurano uomini politici,
ministri, diplomatici, personalità, dunque,
responsabili, e dobbiamo quindi dar loro
credito. La questione è però, ahinoi, troppo certa e grave perchè ci si possa appagare di una facile ironia. Non è in gioco
soltanto la vita di me, che scrivo, o la
tua, cortese lettore, e neppure l’esistenza
della « civiltà cristiana », vago e comodo
termine per giustificare tanti nostri interessi più o meno legittimi; ma v’è il pericolo di immani e spaventevoli sofferenze, di morte e di rovina per milioni e milioni di esseri umani, tra cui innocenti
fanciulli che noi abbiamo messo al mondo per farli partecipare alla vita e non
per gettarli nelle infianunate fauci del
Moloc della guerra. E che dall’altra parte
della barricala e si costruiscano aerei, missili e cannoni, non annulla la ragione del
'iiiimMimiMMUttiiiiHuiMHiuiiumi
L’appello dei G5 e la Chiesa IlaWese
Rallegrante riacutizzarsi della nostra sensibilità missionaria
Riferendo ai nostri lettori sulla
Assemblea Generale della Società delle Missioni di Parigi, nel gennaio scorso, citavo, terminando, una lettera del
Direttore della Missione, pastore Oh.
Bonzon. In essa egli auspicava che le
Chiese Valdesi, riprendendo una tradizione ormai quasi centenaria, mandassero nuovi missionari a lavorare
in Africa.
E’ con gioia profonda e riconoscente che oggi riferisco sulla cerimonia
deU’imposizione delle mani alla Signo
riña Laura Nisbet, ohe partirà alla fine del mese per il Gabon. E a questa
partenza speriamo che nel corso dell’estate ne seguirà un’altra, quella del
pastore Giovanni Conte di Rorà, che
la domenica delle Palme annunziava
ai suoi parrocchiani che si era offerto alla Società delle Missioni di Parigi in risposta aU’appello dei 65.
Ma oggi vogliamo riferire sulla bella e commovente cerimonia (file si è
svolta nel tranpio di Torre Penice la
Domenica 29 aprile nel corso del culto domenicale, cui partecipò, assieme
a. Pastore F. Sommani, il Pastore J.
Ncaivelon, uno dei collaboratori del
signor Bonzon alla direzione della Società delle Missioni, venuto espressamente da Parigi in questa occasione.
Il pastore locale che presiedeva il
culto, commentando nel suo sermone
il versetto 7 del I<> capitolo dell’Apocalisse, sottolineò il fatto che la partenza per la Missione della Signorina
Nisbet, se è una perdita per la parrcKXshia di Torre Pellice dove fu un
membro attivo e impegnato, è d’altra
parte un richiamo per tutti noi, al
nostro dovere missionario. Questa partenza ci ricorda che noi abbiamo una
responsabilità anche verso i nostri
fratelli e sorelle del lontano Gabon,
poiché il Cristo che tornerà sulle nu
vole, aspetta da ciascuno di noi una
testimonianza che non sia limitata
alla nostra parrocchia o alla nostra
patria. Sarà qiaesta la testimonianza
della giovane missionaria che parte
per annunziare con fedeltà e amore
il Vangelo di Cristo, nella sua integrità, cominciando dalla predicazione
della croce di Colui, per cui tutte le
tribù della terra faranno cordoglio
nella penitenza, per giungere alla Salvezza.
In un breve messaggio il pastore
Nouvelon spiegò il perchè della cerimonia che stava per svolgersi, e il suo
profondo significato spirituale. Una
trentina d’anni fa il ministero dei missionari laici era considerato (jome
complementare di quello dei milionari pastori; oggi, Invece, la Società
delle Missioni riconosce che tutti i
missionari ohe mettono i doni ricevuti dal Signore a Sua disposizione per servirlo nel paesi lontani, esercitano un ministero che ha un valore suo proprio. Da alcuni anni questo
riconoscimento si concretizza in una
cerimonia solenne, in cui ai missionari laici vengono imposte le mani prima della loro partenza, come avvenne alla partenza dei primi missionari mandati dalia chiesa di Antiochia.
Pino all’anno scorso questa cerimonia
era stata celebrata a Parigi nella cappella della «Maison des Missions»,
ma quest’anno il Comitato ha deciso
che essa avvenga -per ogni candidato
nella sua parrocchia.. Questa decisione è stata ispirata dal desiderio della Scxjietà di integrarsi il più possibile nelle Chiese che la sostengono, affinchè sia sempre più evidente agli
occhi di tutti che l’Azione Apostolica
svolta dalla Scxjletà delle Missioni, è
svolta per e nel nome delle Chiese, di
cui la Società non è che uno strumento.
Nella cerimonia semplice e commovente che segui, il pastore Nouvelon
e il pastore Sommani, imposero le mani alla Signorina Nisbet, secondo la
seguente formula di consacrazione,
che citiamo per intero, poiché è la prima volta che viene adoperata nelle
Chiese Valdesi.
« Nel nome delle Chiese Protestanti di cui la Società delle Missioni
Evangeliche di Parigi è l’organo apostolico per la loro opera missionaria
nei paesi lontani, noi vi mandiamo
alle Giovani Chiese, e con loro ai pagani, affinchè voi annunziate a tutti
la buona novella della salvezza che è
in Gesù Cristo, e perchè voi siate ovunque un testimone fedele del Suo
Vangelo di misericordia».
« Iddio onnipotente vegli sulla vostra partenza e sul vostro arrivo! Che
Egli fortifichi la vostra fede e confermi in voi il Suo Appello! Che Egli
rinnovi in voi, ogni giorno, i doni del
Suo Spirito Santo, affinchè possiate
essere trovata fedele nel ministero
Ch’Egli vi ha affidato ».
Giorno di festa per la Chiesa Valdese di Torre Pellice! Giornata incominciata con cielo nuvoloso^ ma rischiarata al mezzogiorno da un sole
raggiante; come a sottolineare il lato
di dolore di ogni partenza; ed allo
stesso tem-po la gioia serena e luminosa che illumina, quando si parte
per ordine del Signore Gesù.
L’indomani alcuni pastori residenti
a Torre Pellice e nella parnxichie vicine, ebbero im incontro fraterno con
il sig. Nouvelon, che rapose brevemente ai convenuti come la Società delle
Missioni cerca in questo momento di
associare sempre più strettamente là
chiese alla sua azione apostolica Spiegò il funzionamento dei Comitati Ausiliari e la composizione del Comitato
Direttivo di cui sono membri i capi
delle principali Chiese di Francia e
della Svizzera. Nella conversazione
che seguì questa esposizione, furono
menzionate alcune possibilità di riavvicinamento tra la Chiesa Valdese e
la Società di Parigi, quali visite più
frequenti di missionari, anche non
valdesi, maggiore diffusione della letteratura missionaria, corsi di missionologia alla Facoltà Valdese di Roma.
Voglia Iddio benedire questa visita
Possa la più stretta collaborazione tra
Missione e Chiese, auspicata da ambo
le parti, essere realizzata e rafforzata
sempre piiù! R. Coisson
nostro discorso, che vale anche per quest’altra parte. Il messaggio di Crislo fu rivolto a tutto il mondo, non ad una sola
parte di esso.
* * a
Riunione del Consiglio della Nato ad
Atene, conferenza per il disarmo a Ginevra, esperimenti nucleari americani nel
Pacìfico... V’è di che perdere la testa per
l’uomo semplice. E intanto si continua a
discutere la soluzione del problema berlinese. Ma crediamo di non errare nel giudicare che tale ultimo problema non sia
molto sentito, (he su di esso non converga la generale attenzione, che, insomma,
appare quasi come un problema secondario. Segno questo «he si è più attraui verso i fatti interni, anche se di minor rilievo ed importanza, o addirittura che si
badi di più ai fatti di -cronaca o ci si interessi fuor di misura delle vicende più
o meno sentimentali degli attori e delle
attrici del cinema e della canzone. O non
è piuttosto la diffusa opinione che il problema non presenta soluzioni, almeno immediate? O non è sfiducia verso gli artefici e regolatori della poUtica intemazionale? Od anche, che gli uomini sanno di
non essere disposti, in alcun caso, a morire per una nuova Danzica? Comunque sia
questo disinteresse potrebbe rappresentare
anche un buon indizio : che l’umanità,
perdendo fiducia nell’operato degli uomini, si awii sempre più verso la fiducia in
Dio : e potrebbe essere altresì un monito,
per gli uomini imlitici, per i così detti
« grandi », a non contar troppo sui popoli
per il finale delle loro follie.
* * *
In Turchia un bimbo di poco meno di
due mesi è stato sgozzato dal padre in un
orrendo rito sacrificale, per grazia ricevuta da Allah. E’ probabile che l’artefice di
un cosi grave atto di inciviltà venga condannalo al patibolo. Con una tale sentenza la Turchia riverserà le proprie responsabilità sull’incolto e barbaro contadino
del villaggio di Kargin. Giaodiè un alto
del genere investe di una grave responsabilità non l’individuo che lo ha compiuto, ma la società nella quale questo individuo vive ed è stato allevalo. Che ancora ai nostri giorni, in un paese considerato ormai ’’europeo” (e sappiamo bene
qual senso si suole dare a tale nome), si
verifichino barbarici e cruenti episodi di
fanatismo religioso, non è soltanto inconcepibile, ma denota uno stato di abbandono, di ignoranza assoluta, di primitive
condizioni di convivenza umana, ed è la
società, è lo Stalo che dovrebbero risponderne, e non già gli individui, vitlinio
più che responsabili.
Ma non si verificano anolie tra noi, pur
se non così crudeli e cruenti, come quello
qui riferito, episodi di fanatismo religioso? E quanti genitori, anche tra noi, non
sacrificano i loro figli ad un falso Dio o
non li sacrificano per l’ottenimento dì
una loro grazia?
St S: 4:
Ancora un fatto di cronaca. Al mercato
ittico di Napoli un rappresentante della
locale camorra, per motivi di concorrenza commerciale, ha ucciso il suo rivale ed
il fratello dell’ucciso, per vendicarne la
morte, ha ucciso il cognato e socio delTuccisore. Un ulteriore duplice delitto
compiuto da quella malavita che domina i
mercati generali delle nostre città, ove i
prezzi vengono fatti salire in smisurate
proporzioni, a danno degli onesti consumatori. Ma un fallo da considerarsi altresì
anch’esso come un caso di sacrificio umano, quasta volta al Dio Mammona e al
Dio della Vendetta, e verificatosi, non già
in uno spertlulo villaggio della Turchia,
bensì in una grande e popolosa città italiana.
Questo avviene in un paese ove la religiosità è, almeno formalmente, tanto diffusa! Con tanti altari e tabernacoli ai
Santi e non uno almeno al Dio Sconosciuto! Giacché nel fanatismo c nella delinquenza si hanno pur sempre gli Dei, ma
chi rimane sconosciuto è il vero Iddio.
» « *
Dopo i grandi avvenimenti politici, siamo passali ai grigi e sconfortanti fatti di
cronaca. Ma colleghiamo gli uni e gli altri in una unica considerazione: quanto
meglio sarebbe se gli ingenti mezzi chg
vengono spesi in armamenti e in esperimenti nucleari venissero impiegati per
difenderei, in tutto il mondo, dalla ignoranza e dal conseguente fanatismo, dalla
delinquenza che è anch’essa molto spesso
frutto di ignoranza e di misreia. E dii sa
che, così facendo, non ci si difenderebbe
meglio anche dal pericolo della guerra.
E. V.
Attualità della Chiesa Valdese
Dagli Alti Ufficiali della Tavola (seduta dell’aprile W62,) stralciamo alcune notizie
GonvIUo di PInerolo
La Tavola, preso allo della comunicazione del Concistoro
della Chiesa di Pinerolo, nomina a membri del Comitato del
Convitto Valdese di Pinerolo le seguenti persone: Aw. Ettore
Serafino, Doli. Italo Mathieu, Rag. Dante Gardiol, Prof. Marcella Gay, Sig.na Dina Lageard, Sig.na Elda Tiirck, .Sig.ra Adele
Dcodalo (Direttrice interna).
OonfBranzB OlsirBUuall
Le Conferenze distrettuali avranno luogo:
lo distr.: 2 giugno, a Pomaretto.
11« distr.: 2 giugno, a Genova.
Ili« distr.: 2 giugno (in sospeso).
IV« distr.: 21 giugno, a Forano.
V« distr.: 2 giugno, a Carunchio.
VI« distr.: 21 giugno, a Catanzaro.
Le deputazioni delle Conferenze dislrelluali al Sinodo saranno così ripartite: I distr.: delegali 22; 11 distr. 6; IH distr. 5;
IV distr. 4; V distr. 3; VI distr. 3; ATI distr. 2.
SosillUXlBnl BStIVB
In linea di massima saranno le seguenti :
Agrifsento: Giovanna Sciclone (luglio).
Canipobasso: Carmen Trobia (giugno).
Bergamo: Salvatore Ricciardi (15/8 - 15/9).
Firenze: Bruno Bellion (luglio).
Genova: Roljerto Nisbet (luglio) — Marco Ayassol (agosto).
Sampierdarena : collaborazione metodista da Sestri per luglio, agosto e settembre.
Milnntì: Salvatore Ricciardi (15/7 - 15/8).
Forano: Alfredo Sonelli (luglio).
Ronui ■ Forano: Pier Luigi Jalla e Alfredo Sonelli (agosto
e settembre).
S. Germano Chisone: Bruno Bellion (settembre).
Pachino: Gerard Nansen (settembre).
Traitani: P. Giunco (luglio).
Me.iisina: P. Giunco (ajgosto).
ISapoli: Roberto Nisbet (15/8 - 15/9).
Taranto: Teodoro Magri (luglio).
Bari: Teodoro Magri (agosto).
l'erona: Mario Berulli (luglio).
Udine: Mario Berulti (agosto).
4
p«g
N. 19 — 11 maggio 1962
leneRfl DRiuneHiLTeRRO
Soienziato, professore di Antropologia,
sposato con due figli, membro della Società degli Amici dal 1960, Earle Reynolds fu
incaricato nel 1951 dalla Atomic Bomb Casualty Commission di compiere un rapporto sulle condizioni fisiche di quei bambini
che furono esposti alle radiazioni atomiche
della bomba sganciata su Hiroshima. 11
rapporto, accettato ma non pubblicato (infatti fu soppresso), venne portato a termine nel 1954 quando i Reynolds s’imbarcarono sul loro yacht « Phoenix » (La Fenicei per un viaggio di piacere intorno al
mondo ; prima tappa fu Honolulu, nelle
isole Hawai, dove in quell’epoca si teneva
un processo contro l’equipaggio di un altro yacht, il «Golden Rule» (iLa Legge d’Oro) per atti di disubbidienza civile contro
le esplosioni nucleari da parte degli Stati
Uniti. Fu la signora Reynolds che per pura
curiosità suggerì al marito di assistere allo svolgimento di tale processo : stimolati
ed impreesionati sia dalla difesa che dalla
statura morale degli accusati, il Dottor Reynolds non potè fare a meno di concludere
che: 1) la Commissione per l’Energia -Atomica agiva disonestamente nel minimizzare
le informazioni date al pubblico degli Stati Uniti circa gli effetti causati dalle radiazioni atomiche, e 2) che detta Commissione non aveva giurisdizione alcuna sulle leggi riguardanti le navigazioni sui mari aperti e che pertanto i regolamenti da essa
imposti non erano validi. 1 Reynolds, cu
masse, decisero di ritornare in Giappone c
di entrare deliberatamente, in segno di protesta contro le esplosioni atomiche del 1958,
in quelle acque dell’oceano Pacifico dichiarate zone pericolose ed inaccessibili a
qualsiasi tipo d’imbarcazione battente qualsiasi bandiera. Il Dottor Reynolds fu arrestato dalle autorità costiere sul suo yacht,
iti alto mare. E da qui ebbe inizio la lunga battaglia legale fra l’uomo, lo scienziato e lo Stato, battaglia che si protrasse per
oltre due anni e che terminò con sentenza
emanata dalla corte d’appello di San Franoisco nel dicembre del 1960 con la assoluzione del Dr. Reynolds per insufficienza di
prove. Le accuse consistevano in violazione, cospirazione e tentata violazione dei
regolamenti imposti dalla Commissione per
l’Energia Atomica. La presa di posizione
dei Reynolds si basava sulla protesta morale contro le esplosioni nucleari, sulla difesa del concetto della libertà di navigazione, sulla prova di illegalità dei regola
menti di detta Commissione. Naturalmente
non mancarono gli alti e i bassi, come quan
do la difesa fu imipossibllitata (come si è
visto di recente durante il processo con
dotto contro i sei membri del Comitato de
100) ad esporre il caso punto per punto. Ci
tu poi la creazione, da parte dei Reynolds
di un fondo per far fronte alle spese prò
cessuali che fu chiamato « Phoenix Defen
ce Fluid » (Fondo per la difesa del Plioe
nix) al quale contribuirono cittadini degl
Stati Uniti tramite offerte sotto forma di
aiuti volontari.
« Il viaggio proibito » (The Forbidden
Voyage, Londra, Cassel, 1962, 21 scellini)
è il libro scritto da Farle Reynolds sotto
forma di diario. A questo punto è bene
aggiungere che sia la signora Reynolds sia
Jessica sono entrambe scrittrici e che queBt’ultima si è vista pubblicare il suo primo
libro all’età di 14 anni. Ted, d’altro canto, quando, all’epoca del processo, al pa
dre fu proibito di lasciare il territorio degli Stati Uniti, lo rappresentò in veste ufficiale alla conferenza sulla bomba A e H
che si teneva allora in Giappone.
La signora Reynolds accompagna i due
superstiti di Hiroscima durante il loro pellegrinaggio che, come già detto, ha per
mèta Ginevra. Eìssi sono stati di pas.
saggio a Londra, hanno preso parte
alla ormai tradizionale marcia anti-nucleare con partenza ogni anno o da Aldermaston a Londra, o vice-versa. All’unanimità
i cittadini di Hiroshima lianno scelto come
loro delegati Miyoko Malsubara di 29 anni (ne aveva 13 quando, una delle 50 supestiti di una classe di 350 ragazze, subi
una serie di interventi di cliirurgia plastica). Durante gli ultimi anni ha vissuto ed
insegnato in una scuola per ciechi. L’altro,
Hirosama Hanabusa. ha ora 18 anni e dall’età di due anni è stato allevato dalla nonna; spera di laurearsi in diritto internazionale e di lavorare un giorno per le Nazioni
Unite; i suoi studi vengono pagati dai
membri di un Rotary Club dello Stato di
New Jersey. Le autorità cittadine di Hiroshima Iianno dato pieno appòggio morale
a tale pellegrinaggio contribuendovi finanziariamente.
George Willoughby (vedi « Luce », 9
marzo) è il presidente del Comitato Esecutivo per l’Azione Non Violenta (Conimiitee for Non Violent Action) con sede a
New York.
Vorrei sapere quale è la presa di posizione delle donne valdesi di fronte alla conferenza sul disarmo che si tiene tutt’ora a
Ginevra.
Liliana Munzi
I LE¥¥Oltl SCRIVONO
Confidenze a Marco
immmtiinmmiiiii
Gong
resso
della
Nazionale
F. U.V.
{segue dalla 1“ pag.]
QUADERNI F.U.V.
La discussione ci è parsa abbastanza dispersiva, .sia per il ripetersi da
parte di alcuni di opinioni già espresse, sia per la mancanza di suggerimenti concreti. Il congresso, dopo essersi rallegrato della pubblicazione
del sesto quaderno, di Giorgio Bouchard, sulle cinque principali chiese
evangeliche di oggi, che presenteremo
brevemente in uno dei prossimi numeri. concluse la discussione votando
un ordine del giorno in cui si chiede
che venga proseguita la pubblicazione
dei quaderni con ritmo di tre o quattro all’anno; inoltre si «impegnano
le unioni ad usare i quaderni non solo come strumento di studio comune,
ma anche come mezzo di formazione
individuale raccomandando ad ogni
unionista l’acquisto dei quaderni ».
Non c’è bisogno di commento: «iinpegna» dice tutto. E’ un verbo che è
tornato spesso alla ribalta nei tre
giorni di congresso. Ci pare persino
grottesco adoperare un verbo così serio per chiedere ad ogni unionista la
somma di 6(X) lire all’anno per comprare tre quaderni.
F.U.V. ■ G.E.M.
I nostri rapporti coi metodisti sono
spesso complicati più del necessario.
Il congrego ha dimostrato una vera
impazienza ecumenica, come abbiamo
detto; una maggiore impazienza ha
dimostrato ancora nei giorni successivi quando si sono esaminati, in sede di congresso interdenominazionale,
anche i rapporti coi battisti, come risulta da altra parte del giornale. Basta riprodurre l’ordine del giorno perchè ci si possa rendere conto di quanto ciò sia vero. Il congresso F.U.V.,
preso atto del lavoro fatto dai Comitati nazionali FUV e GEM e del documento comune pubblicato su Gioventù Evangelica, li approva. Impegna
inoltre il C. N. ad operare secondo la
linea di comune responsabilità di
fronte ai problemi della società e della chiesa e ad attuare degli strumenti di lavoro comune superando ogni
difficoltà inerente all’attuale organizzazione su basi denominazionali. Questo significa ohe il Comitato Nazionar
le è autorizzato, in comune accordo
con quello della GEM ad unificare
FUV e GEM, affinchè tale umificazione sia di stimolo alla completa unificazione delle Chiese. Conoscendo i
membri del C. N., siamo certi che approfitterà di tale autorizzazione.
GIOVENTÙ’ EVANGELICA
Si è chiesto — non deciso, perchè
il giornale è un organo interdenomi
nazionale, su cui, quindi, non possiamo decidere — di continuare la pubblicazione, soprattutto in vista di
quella che Giorgio Tourn ha definito
« avventura ecumenica », a cui abbiamo alluso^ più sopra.
ADELFIA
Ci limitiamo a riprodurre l’ordine
del giorno. Il Congresso FUV, consapevole dell’importanza del lavoro svolto dal Centro giovanile di Adelfia e
della necessità di condurre a termine
la costruzione, impegna le Unioni a
raccogliere entro il ’62 la somma di
L. 409.00(1. Questo significa che fra tutte le unioni si dovranno raccogiiere
circa 150.000 lire in inù degli anni
scorsi. Tale somma divisa fra tutti
non manderà in rovina nessuno.
Come si vede il congresso non è
stato animato da preoccupazioni dem.agogiche, da tentativi di decidere
solo cose che lascino correre tutto liscio. Impegnarsi è stata la parola d’ordine. Lo sia anche per le unioni e per
il nuovo Comitato Nazionale, che, in
seguito alle dimissioni di Giorgio
Toum e di Franco Wyss, è risultato
così composto: Franco Giampiccx>li,
segr. gen.; Giorgio Bouchard, Donatella Gay, Paolo Ricca, Claudio Tron.
Ringraziamo ancora la Facoltà e le
comunità di Roma per la calda ospitalità. c. t.
Bravo, Marco! Io ero sicuro ohe ci
saremmo intesi! Così sarò invogliato a
farti ancora qualche piccola confidenza,
di tanto in tanto.
L’ingenuità, secondo me, sta nel credere
che la Chiesa romana pensi seriamente a
diffondere la Parola di Dio. Sarò un pessimista in materia. Ma la storia insegna. La
Chiesa, quando vede la convenienza, si
intromette. Si è intromessa nelle faccende
dei marxisti, creando il 1» maggio festa
di S. Giuseppe Lavoratore. Ora, in clima
di Concilio Ecumenico, -vuol dare l’impressione ai frateUi separati d’oltr’Alpe
e d’oltre Oceano che la Bibbia sia liberamente letta e ampiamente diffusa anche
tra i cattolici. E quei fratelli separati naturalmente ci credono. Il guaio è che poi
salta fuori un Editore qualunque, il quale ti stampa, a dispense, una Bibbia a fumetti e te ne fa la réclame alla Radio,
all’ora di colazione, attaccando con la
suggestiva domanda : « Avete mai letto la
Bibbia??... »
«Nooo!!...» rispondono in coro gli italiani, attratti da un bel piatto di spaghetti
fumanti.
La stragrande maggioranza dei cattolici
I e sono tanti) ai quali io ho parlato, nella
mia vita, dell’Evangelo si sono sempre
appellati all’autorità delle « note » e del
Magistero della Chiesa per controbattere
le mie argomentazioni. Era nato perciò lo
scetticismo, nel mio cuore, a proposito
della Bibbia di edizione cattolica. Tu invece mi rammenti che il Signore può ogni
cosa ed io mi pento d’averlo dimenticato.
Io sono felice di sentire da te che tu e
molti altri siete venuti alla fede evangelica attraverso un testo con note cattoliche. Che il Signore sia benedetto!
(Però, parliamo sottovoce, che se la
Chiesa lo viene a sapere... abolisce il testo ed allunga le note!).
* * «
Del Congresso della Gioventù Evangelica, die ha avuto luogo in Roma, presso
la Facoltà di Teologia, a fine aprile, ben
poco so.
Mi ci sono affacciato un momento la
sera del 30. Presiedeva Pier Luigi Jalla.
Parlava il Pastore metodista Aquilante e
diceva :
- I nostri padri avevano sposato...
— ...le nostre madri... (mi son permesso di suggerire io. Ilarità).
— No!... La politica risorgimentale!
— All!...
Poi è salilo sulla pedana un ragazzo
mingherlino, scuro di pelle e di capelli,
con grossi occhiali sul naso ed uno spesso
maglione rosso-garibaldi, fiammegigiante
sotto la giacca.
Cominciò ad urlare come un ossesso,
puntando il dito indice della mano destra,
minaccioso, verso il soffitto:
—■ La lotta di classe... {portando la voce al tono sopracuto)... La lotta di classe
è ne-ces-sa-ria! {sempre urlando) Bisogna
portarla fino in fondo, i-ne-so-ra-bil-mentte! Però... {un po’ rabbonito)... però io
non odio i capitalisti, anzi li amo!...
I capitalisti presenti ( ! !) avevano le lacrime agli occhi... Quel ragazzo doveva
essere fiorentino, perchè si mangiava tutte
le ci e Carlo Gay se lo coccolava.
Meno male che Pier Luigi Jalla, dal tavolo presidenziale, ogni tanto cercava di
far capire che il primissimo impegno di
un cristiano, anche se giovane, è quello
di annunciare ai suoi fratelli la Parola
di Dio.
* * ¡s
Per mille segni e mille paroline sussurrate o scritte, si può dedurre che, oggi,
in campo evangelico, avanza poderosa una
corrente teologica materialista (in opposizione a quella spiritualista) che tende a
valorizzare il corpo umano, proprio questo nostro corpo di carne ed ossa, destinato alla morte.
Una domenica, un pastore dal pulpito,
recitando il Credo, mi salta fuori con la
formula cattolica: « Credo... la risurrezione della carne... ». Quella volta mi ci sono arrabbiato sul serio! Ma come?... Io
sono gobbo, ho un occhio strabico, ho un
naso che sembra un peperone rosso, sono
sciancato... E proprio questa mia carne
inferma, per di più infrollita dalla vecchiaia, deve risorgere?... Per tutta l’eternità dovrò trascinarmi dietro la gobba e
l’oocbio strabico e il naso a peperone e le
gambe che non mi sostengono?? Rinuncio alla risurrezione!...
Oggi è la volta di Paolo Ricca, il quale
{consapevole di scandalizzare gli spiritualisti) afferma autorevolmente che la « Pasqua si riferisce al corpo, non all’anima...
iimimimiiuiiiiniimii
Il Quinto Congresso
della Gioventù Evangelica
{.segue dalla 1" pag.)
prossimi anni. Durante questi ultimi
10 anni la gioventù evangelica italiana ha tentato di risolvere il problema
della sua struttura ecumenica senza
ottenere risultati soddisfacenti, ha
tentato di chiarire le vie della sua
vocazione senza che la massa dei giovani dimostrasse di comprendere ancora questo problema, ha invano tentato di strutturare la sua missione.
11 bilancio di tutto questo lavoro non
è certo negativo : gli uomini che hanno assistito i giovani nei loro tentativi si chiamano Giovanni Miegge.
Tullio Vinay, Giorgio Girardet, Carlo
Gay ed hanno dato a questa generazione di giovani xm insostituibile contributo di pensiero e di ricerca. Il V»
Congresso ha rivelato che tutto questo lavoro non era stato vano ma aveva dato i suoi frutti : la gioventù evangelica si appresta a combattere la sua
La risurrezione è una parola rivolta al
mio corpo... Mi giova in questo che è la
salvezza del corpo, «vangelo per il corpo ».
(Naturalmente di questo mio corpo gobbo, strabico, nasuto, sciancato!!...).
Io come teologo sono un sdiiappino. E
allora mi sono rivolto, per delucidazioni,
al teologo più famoso della cristianità, a
un altro Paolo, Paolo da Tarso. E gli ho
chiesto ;
— Ma è vero, come sostiene Paolo Ricca, che la risurrezione di Gesù è un fatto
« materiale », clic riguarda proprio il corito che Gesù aveva prima della morte?
L’Apostolo mi ha guardato severamente
negli occhi e mi ha detto:
— « Insensato, quel che tu semini non
è vivificato se prima non muore ». Cristo
non ha ripreso la vita, come Lazzaro, ma
(I è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono ». Rileggi il Capitolo 15
della mia prima epistola ai Corinzi. « Il
Corpo seminato corruttibile, risuscita incorruttibile; seminato corpo naturale, risuscita corpo spirituale. Prima è anima
vivente, poi è spirito vivificante... Tutti
sarete mutati, in un momento, in un batter d’occhi, al suon dell’ultima tromba ».
— Oh! grazie, grazie! Finalmente mi
ci raccapezzo di nuovo. Posso continuare
a credere quello che mio padre mi ha insegnato, senza tante elucubrazioni, posso
continuare a credere che il miracolo e il
significato eterno della Pasqua è questo;
Gesù Cristo vive!!
realtà anche fisica della risurrezione di
Gesù Cristo) — come ogni altra dei ’’credo" — avevano anche Vintenzione polemica di proclamare, di fronte ad un monda che credeva nell’immortalità dell’anima. che, mentre la morte colpiva totalmente l'uomo, ¡teccatore anima e corpo
(e come dividerli? ), la grazia meravigliosa di Dio era la vita nuova ed eterna donata. in una nuova creazione, alla creatura che crede in Cristo e nella potenza della sua risurrezione.
Certo, la vita del Regno manifestato,
con urui turo va mente e un nuovo cuore e
un nuovo corpo, sarà una vita diversa,
nuova, incorruttibile (e ben altre cose che
i nasi a peperone e le gobbe hanno da
essere rinnovate, per quanto anche questi
.siaiu). indubbiamente, pesi dolorosi). Ma
trovo meraviglioso — l’ha scritto così bene Paolo Ricca (l’altro Paolo non gli dà
certo sulla voce) e l’ha detto plasticamente Giorgio Bouchard alla radio, domenica
scorsa: Dio il mattino di Pasqua ha parlato al cadavere di Gesù e gli ha ridato
vita — che. a tutto il mio essere sia promessa la risurrezione, e al mondo intero;
perchè il mio corpo è la mia vita; non ho
un corpo, sono un corpo, e sono felice
che. al mio Signore sia piaciuto invitarmi
nel suo Regno come ad un robusto banchetto nuziale: non ha paura. Lui, di essere un materialista. red.
Affinchè
Giovanni
E’ un sim/Miticone, Giovanni, su essere
pensoso, sa essere allegro, e vuol vivere
coscientemente la sua fede ; ma ha un
vezzo (forse ce l’abbiamo tutti), quello
delht caricatura: fino ad un certo punto
essa può cogliere nel segno e dare salati.ssime. allegre lezioni; ma, oltre, si finisce per infilzare mulini a vento...
Co.sì è .successo a Giovanni, offuscato —
comprensibilmente — dal naso a peperone, e dal terrore di ritrovarlo, ’’lassù’’.
La "risurrezione della carne’ non è
un'espressione ’’cattolica’’, se non nel senso di una affermazione di fede (contenuta
in tutti i ’’credo’’ della Chiesa antica)
della Chiesa ancora pure visibilmente
"cattolica’’, universede. In queste confessioni di fede si alternano la ’’risurrezione
(lei corpi” e la ’’risurrezione della carne”,
rifletteiulo un oscillare fra i due termini
del linguaggio del nuovo Testamento, in
cui talvolta ’’carne” ha il senso, semplicemente, di corpo, mentre talvolta rispecchia tutta la realtà peccaminosa dell’uomo {corpo ed anima compresi). E’ comunque chiaro che queste dichiarazioni
di fede, fondate in abbondanti dati del
Nuovo Testamento (a cominciare dalla
Visite di “cortesia,,
Sono comprensibili e degne del massimo
rlspetlo le riserve e le perplessità lorimilate su questo giornale e in altre sedi intorno a questo susseguirsi di visite al Papa
da parte di personalità protestanti estere.
Ma nondimeno mi pare che anche noi
dovremmo essere fungimirtmti come questi esponenti prolossanti c coraggiosamente contemplare il giorno in cui anche il
Moderatore della Chiesa Valdese lara unii
« visita di cortesia, dì Iraiernìlà, di cooperazìone e di solidarietà cristiana al Papa ».
Sono convinto che questo giorno non
sarà un « andare a Canossa » o un « cappio al collo », ma sarà un giorno radioso,
benedetto e costruttivo nella storia della
Chiesa Valdese.
Voglia Iddio aiTrcUare questo giorno, la
H buona voìonlà » di lutti aiutando.
Franco Falchi
Il Moderatore E. Rostan ha chiarito, anche in una dichiarazione alla stampa, che
perchè la cortesia e la fraternità siano cere, hanno da essere reciproche.
PRAMOLLO
Scompare una bella figura
battaglia nei prossimi 10 anni su fron
ti limitati ma precisi, con strumenti
efficaci, con idee chiare.
Punto di partenza, dicevamo : si tratta di castruire ora sulle fondamenta
tracciate a Roma le mura della nostra casa di domani, le mura della
chiesa di domani. In quest’opera di
ricerca e di strutturazione deve impegnarsi ora la gioventù evangelica e
deve trovare in Gioventù Evangelica,
nel suo vecchio giornale (vecchio non
di anni ma di tentativi e di esperien
ze), uno strumento adeguato per il
suo lavoro.
Per 10 anni la chiesa (e le comunità) ha potuto proseguire il suo cammino tenendo poco conto delle assemblee dei suoi giovani, e facendo molto
caso dei suoi sinodi ; oggi è forse giunto il momento anche per la parte più
matura della chiesa di ascoltare i suoi
giovani.
Giorgio Tourn
___ Un grave lutto ha colpito una famiglia
(Iella nostra Comunità, togliendole lo sposo e il padre adorato, e privando la Chiesa di un suo membro fedele e molto apprezzato collaboratore. Si tratta del sig.
Silvio Peyronel, dei Sapiatti, di anni 56,
deceduto il giorno 28 aprile in seguito a
tragico incidente. La mattina del giorno
precedente egli stava percorrendo la strada
( he dai Bocchiardoni conduce al villaggio,
conducendo per mano una mucca di suo
proprietà. A pochi passi dalla Ruata 1 animale, forse spaventato o improvvisamente
iinhtzzarrilosi, lo ha colpito violentemente
al capo, spezzandogli la colonna cervicale
e provocandogli la paralisi completa di tutte le membra. I.a tragedia è stata cosi fulminea (‘he neanche il figlio che 1 accompagnava Ita potuto rendersi ben conto del
come essa è avvenuta in modo preciso. Subito soccorso e trasportato all’Ospedale Civile Agnelli di Pinerolo, le sue condizioni
si rivelarono gravissime. Il personale si
prodigava in tutti i modi, ma invano. Peggiorando di ora in ora le sue condizioni,
si decideva di ricondurlo a casa. Purtroppo
egli decedeva prima ancora di giungere a
destinazione.
Egli era da diversi anni membro molto
apprezzato e molto stimato del nostro Concistoro. Faceva pure parte del Consiglio
comunale. Nella sua persona la Chiesa perde uno dei suoi membri migliori, c quanti riianiio conosciuto un prezioso amico.
Una folla immensa ha accompagnato ha sua
spoglia mortale al eamx>o dell’estremo ri
peso terreno, leslimoniando oosi la sua
simpatia per la famiglia e la grande considerazione e la grande stima in cui egli
era tenuto. La Chiesa porge alla memoria
di questo fedele servitore il suo reverente
e rieonosce:ite saluto e rinnova alla vedova. ai figli, a tulli i parenti, cosi duramente provati, l’espressione della sua più fraluna e sentila simpatia. Gesù dice: ((Ecco,
i( sono con voi tutti i giorni, sino alla fi
ne deH’età nresente » Matteo 28: 20).
— La data del 25 aprile è stata quesl’aniio ricordala con particolare solennità. La
( elehrazione ha avuto inizio con il culto
nel tempio alla presenza delle Autorità
i sigg.ri Si'idaci di S. Germano Chisone e
Pramollo, i Capi Partigiani, il Comandante la Stazione Carabinieri — e di un pubbli eo numeroso. Essa è po! proseguila ai
piedi del monumento ai Caduti dove ha
avuto luogo una commovente eerimonia: la
consegna, in forma solenne, della medaglia
di bronzo al valor militare al padre di un
valoroso Caduto della guerra di liberazione. In mezzo alia commozione di tutti e
stala appuntata sul petto del sig. I>evi Jahicr, (lei Bocchiardoni, le bella e meritala rieoiiipensa (onecssa alla memoria del fi
glio Silvio, caduto nella Val Germanasea
nel marzo 1944. Hanno preso la parola,
ptonuiiziando elevati discorsi di circostanza, il Sindaco Cav. Isidoro Rosta c il Comandante Partigiano sig. Costantino. Più
(li cento ,(imm-ensar: hanno in seguito preso parte al pranzo ottimamente servito dai
sigg.ri Benx e Menusari, della Ruata. Sono
stali uditi ancora alcuni messaggi ed è stala portata radesiom; di alcuni amici lontani. E’ intervenuta la Randa Musicale di
S. Germano Chisone. Essa, sotto la guida
dei suoi due valenti Maestri, s’è esibita in
parecchi pezzi musicali nndlo apprezzali.
- - La domenica di Pasqua hanno confermalo il voto del loro battesimo, e sono stali aiinnessi quali membri comunicanti di
(hi((^sa, i seguenti giovani: Riccardo Boiitious. Bruno Costantino, Marco Long, Remo Long. 11 Signore li accompagni con la
Sua grazia e li renda sempre più fedeli al
suo servizio.
- 11 Bazar annuale, organizzato dall’Unione delle Mamme, avrà luogo domenica
27 maggio, nel pomeriggio. Contiamo, eonie negli anni passali, sulla generosità di
miti ed a lutti i donatori diciamo fin d’ora
il nostro grazie mollo vivo.
- - I.a Festa della Mamma e della Scuola
si svolgerà quesl’aniu) in data un po’ più
tardiva. Essa avrà luogo la domenica 3 giugno ed è preannunciata, per tale giorno, la
visita delle bimbe di Settimo Torinese che
l’anno p.assato in occasione della triste circostanza (lei Toiirnim, scrissero — inviando i loro risparmi — ai bimbi della Scuola (li Pramollo e che in primavera vollero
riceverli - offrendo loro magnifici regali
nella loro accogliente aula di Settimo,
l'in d’ora sono cordialmente invitati alla
festa mite le mamme ed i papà e lutti quelli che sono amici dei bimbi.
RODORETTO
— Giovedì 27 Aprile il Signore lia ri(fiiamalo a Sè all’Ospedale Valdese di Pomarello, dov’era stato ricoverato appena
due giorni prima a causa della persistente
malattia, il nostro fratello Pons Giovanni
Daniele degli Aniaud all’età di 71 anni.
Egli lascia un ricordo di operosità, di
fraternità, di amore per la Parola di Dio
e per la Chiesa, di cui ha sempre frequentalo regolarmente le attività e particolarmente i culli finché le forze glie lo
hanno permesso. Un numeroso gruppo di
fratelli e di amici ha accompagnato la sua
spoglia mortale aU’nltima dimora terrena
a Pomarelto venerdì 28 Aprile. A tutti i
familiari afflitti rinnoviamo l’espressione
delht nostra fraterna solidarietà e simpatia ciistiaiia.
5
11 maggio 1962 — N. 19
pag. 5
Ma i giovani non cantano più ?
Presentato a Torino
A Torino...
Festa di canto a PInerolo progetto E. P. I.
festa di ranto delle corali della valle
del Cliisone ha avuto luogo a Pinerolo il
29 aprile. Tempo favorevole, partecipazione di pubblico modesto.
Alle 14,30 sono presenti, per la prova degli inni di assieme, le corali di Pomaretto,
direttrice Sìg.na S. Grill, S. Germano, dir.
sig.ra D. Bert, S. Secondo, dir. sig.a Genre e Pinerolo sig.na prof. E. Turck, ed alle 15 in punto entrano in chiesa accolte
dall’esecuzione della «. toccata e fuga in
re minore » di Bach (edizione fonografica).
Dopo l’invocazione e il canto dell’inno
n. 345 <la parte delle corali e dell’assemblea il pastore sig. Deodato legge il salmo
145 e Col. 3: 16-17. Egli dà il benvenuto a tutti i presenti e rivolge alcune pa
role all assemblea ponendo l’accento su un
privilegio che è dato a noi valdesi delle
valli: di avere facilmente la possibilità di
riunirci, ora per uno scopo, ora per un
altro, ma sempre sotto il denominatore coiiìiine della stessa fede. Fuori delle Valli
non è cosi facile l’incontro di fratelli in
fede, anche se il desiderio è forse più sentito. Approfittiamo dunque di questo privilegio per ricercarvi la gioia che possono
darci incontri come quello di oggi che ci
riunisce per cantare a Dio « salmi, inni
e cantici spirituali» (Col. Ili: 16).
I cantori eseguono insieme il n. 128 delITnnai-io e il n. 129 dei « Psaumes et Cantiqiies »; mentre le singole corali ci fanno
sentire: Pomaretto il n. 87 dell’Innario Cristiano; S. Secondo il n. 37 dei «Psaumes
et Cantiques »; S. Germano il n. 357 degli
inni nuovi e Pinerolo il n. 175 dei « Psaunies et Cantiques ».
La prima e la seconda parte del programma sono separate da un intervallo dedicato
in parte aU’ascolto dell’« Adagio per archi Il di Alhinoni (edizione fonografica) e
in parte al messaggio del pastore sig. G.
Boiichard. Egli, a nome della Comm. del
Canto Sacro, porge i] suo ringraziamento e
imoraggiamento a quanti si sforzano per la
riuscita della festa di canto ed anch’egli,
nel suo dire, mette in rilievo un privilegio
delle nostre iliiese delle Valli: quello di
poter avere le Corali. Rifacendosi alla sua
e.sperieuza invita le corali presenti a preUggersi, quale scopo di future gite, l’incontro con comunità della diaspora per recarvi la gioia del canto delle lodi di Dio.
Dopo il messaggio del past. Bouchard le
cerali riiiniie eseguono i cantici 370 e 344
degli inni nuovi mentre le corali singole
|Uesentano i seguenti cori: Pomaretto, « RésurrectiOM » di Schinids: S. Secondo «Risvegliatevi, ci chiama un grido »; S. GernuiTio « Lode ,, di F. Silcher e Pinerolo
« Maria Maddalena » di Jaspers.
L'esecuzione corale termina col canto del
n 53 dei « Psaumes et Cantiques » e la
nianifestazione si chiude con l’audizione del
lo» Coro della Creazione di Haydn le cui
parole sono: «Orsù, prendete la vostra lira. Risuoni l’inno del Signore. Lodate, esaltate il suo potere. Egli ha ornato il cielo
c la terra di ogni splendore ».
Questa in breve è stata la festa di canto
di Pinerolo.
Vogliamo anzitutto rivolgere un ringraziamento sincero e riconoscente a quanti si
sono .idoperati per la sua riuscita: ai sigg.
Deodato e alla comunità di Pinerolo che
li Ila ospitati, od in modo particolare alla
sig.na Ttirck, che Ita diretto gli inni collettivi, alle direttrici delle corali e a tutti i
coralisti esprimendo la fiducia e l’augurio
che lutti possano continuare la loro attività lienemerita.
La esecuzione degli inni e dei cori ha
diinosirato una preparazione assidua da parte di lutti ed avrebbe ben meritato una
maggior cornice di pubblico.
In fondo questa festa di canto non ci
ha detto nulla di nuovo ohe già non sapessimo: le facce dei cantori sono ormai quasi tutte note; pochi sono i giovani che vengono a rinforzare i ranghi sempre più ridoni, mentre gli anziani qualche volta debbono abbandonare a malincuore per ragioni diverse.
II prohleina delle nostre corali può essere consideralo marginale nella vita della
Figure che scompaiono
Anita Italia Garibaldi
Domenica 8 aprile, all’Qspedale del Cottolengo in Roma dove era ricoverata da
circa un anno, si è spenta Anita Italia Garibaldi, figlia del generale Ricciotti. Era
nata nel 1878 a Brighton, in Australia e fu
mollo attiva come scrittrice, conferenziera
e collaboratrice di numerose riviste. Fu dama della Croce Rossa e si distinse soprattutto in Grecia, nel 1912, durante la battaglia di Driscko agli ordini di suo padre
e in occasione della prima guerra mondiale.
Dal 1908 al 1912 diresse in Roma l’Istituto Femminile Metodista denominato anche « Istituto Garibaldi ». Ekl anche per
questa circostanza desideriamo ricordarla
ai nostri lettori ed al mondo evangelico
italiano al quale essa rimase sempre legata
da vincoli di viva simpatia.
1 funerali, dopo una funzione religiosa
celebrata nella Chiesa Anglicana, si sono
svolte in forma civile al Cimitero del Verano alla presenza di numerose autorità
fra cui il Ministro Silenzi — in rappresentanza del Ministro dell’Inlemo — il Sindaco di Riofreddo, l’Ambasciatore dell’Uruguay, un rappresentante dell’Ambasciatore di Grecia, nonché veterani e reduci
garibaldini in divisa ed un gruppo di infermiere della Croce Rossa ItaUana.
La salina è stata tumulata nella tomba di
famiglia dei Garibaldi.
(Foce Metodista'
Chiesa, ma non crediamo possa essere del
tutto dimenticato. Non è solamente il bel
canto e la buona esecuzione lo scopo ultimo nostro ; non siamo deUe scuole di
cantori con fini a sè stesse; ma la lagion
d essere delle corali è di portar,- un contributo al culto sia mediante esecuzioni
particolari sia e soprattutto mediante la
presenza ai culti domenicali. La maggior
parte di coloro che cantano al culto hanno fatto parte, per un periodo più o meno
lungo, della corale; e se i giovani non passano più attraverso questa e^terienza, chi
canterà in chiesa fra 20-30 anni? Si può
anche pensare ohe nelle grandi occasioni,
al posto della corale, si potrà ascoltare una
magistrale esecuzione fonografica; ma il
surrogato sarà buono fino al punto in cui
dall’alto del pulpito il pastore annuncierà:
« Ed ora vi invito ad ascoltare l’inno n.
X » e, passivamente, l’assemblea ascolterà
il canto fonografato? Non vogliamo essere
cosi pessimisti da credere che ciò avvenga,
ma riteniamo opportuno che non si sottovaluti il problema, ohe va inquadrato insieme agli altri nella vita della Chiesa, e
va risolto, con l’aiuto di Dio, affinché i privilegi di cui ci é stato detto durante la festa di canto non diventino un solo ricordo
e insieme una condanna. M.
Domenica 6 maggio ha avuto
luogo a Torre Pellice, con buona
riuscita, la festa di canto delle Corali della VaUe. Ne riferiremo nel
prossimo numero.
Un'importante riunione evangelica
ha avuto luogo a Torino, la sera del
2 Maggio, nei locali di Via Pio V». Il
Pastore H. Parli, già noto a molti radioascoltatori per le sue trasmissioni
evangeliche da Lugano e Montecarlo,
ha esDosto a un folto pubblico il progetto E.P.I. (Emetteur Protestant International). Senza entrare nei dettagli, diremo che si tratta finalmente di
un progetto in grande stile (quali raramente possono aver luogo, dato il
nostro frazionamento ecclesiastico),
che potrà diffondere ria radio in tut
ta Europa ed anche oltre l’annuncio
evangelico e potrà inoltre dare quel
panorama del mondo, della vita e delia cultura piotestante, di cui sentiamo viva la mancanza in un paese come il nostro, dove lo fonti di informazione sono in mano cattolica. I pi^
grammi comprenderanno: culti, emissioni evangelistiche, meditazioni bibliche, notiziari, concerti di musica e
canto sacro, interriste con personalità del mondo evangelico, inchieste,
colloqui con gli ascoltatori, trasmissioni interamente curate da singole
comunità, e così ria. Si prevedono trasmissioni durante tutte le ore del giorno (e forse della notte), e contemporaneamente in tutte le maggiori lingue europee. La Radio-trasmittente eV angelica intemazionale, che è ormai
in fase avanzata di progettazione, sorgerà al più presto in Svizzera, nei
pressi di Berna.
A quanto ci risulta, il progetto E.
P I. non è ancora molto noto in Italia. Eppure il nostro è imo dei paesi
maggiormente interessati a questa iniziativa. Il quarto d’ora settimanale
concessxsi dalla RAI non è davvero
sufficiente per far sentire in modo adeguato in Italia la voce protestante.
( D’altra parte il Vaticano ha una sua
potenti^ima radiotrasmittente internazionale già dal 1931...). Com’era prevedibile, il progetto EPI ha incontrato non poche difficoltà sul suo cammino. Le stesse autorità ecclesiastiche
della Svizzera manifestarono forti
nerplessità nei confronti di una prima .stesura del progetto, rapidam^te sostituita da una seconda, che incontrò invece una quasi generale approvazione. Dal canto suo. il governo
federale svizzero, dopto avere a lungo
nicchiato, sembra ormai disposto a
concedere fra breve il nulla osta per
l’inizio dei lavori. Sembra dunque vicino il giorno m cui un nuovo mezzo
sarà dLsponibile per la diffusione delLEvangelo in Italia. Come tale, l’EPI
menta l’appoggio e la solidarietà di
tutti gli evangelici italiani.
Paolo Ricca
* I.a prima edizione del rapporto conciso
(in inglese) sulla terza Assemblea del CEC
di 10.000 copie — messa in vendita alcune settimane fa, è già esaurita; è in «or*
so fli stampa una seconda edizione.
iiiiniiiiimimimimiumiiiii«i
NEL BIELLESE, NEL 1840
Una Pastorale episcopale
contro la Società Biblica di Londra
La Bibbia in dialetto pienioiilesi;
Nel decennio 1830-1840 la Società Biblica di Londra, «limolata da quell’ardente
apostolo dell’evangelismo italiano, che fu
il igenerale Carlo Beckwilh, «taimpava, oltre ad alcuni testi sacri in dialetto valdese, anclie la traduzione in dialetto piemonlese del Nuovo Teslaimenlo (1834),
degli Evangeli di San Giovanni (1834) e
di San Luca, del Libro dei Salmi e del
Catechismo di Ostervald, ed iniziava una
coraggiosa opera di diffusione, specialmente nelle terre biellesi, di dove 10.00 e più
emigranti ogni anno si recavano in nazioni protestanti, come la Svizzera, ' la
Germania e l’Olanda, per ragioni di lavoro e di commercio.
L’intensa diffusione di lesti biblici falla
da un’organizzazione protestante ed il fatto soprattutto che essi fossero dati in volgare e senza l’autorizzazione della Chiesa,
allarmarono il clero di Biella, il quale,
mentre, da un lato, sembrava canzonare
la Società Biblica per gli scarsi successi
ollenuli e per le forti spese incontrate nel
tradurre la Bibbia in un dialetto, die
« sebbene parlato, non si scrìve e non si
legge », tradiva, d’altra parte, un’intima
inquietudine e la necessità di ricorrere a
pronti rimedi.
La Pastorale del Veseovo
Del pericolo si fece autorevole interprete il Vescovo stesso di Biella, GiovanPietro Losano, Conte Prelato Domestico
di S. S. il Papa Gregorio XVI, il quale, il
30 luglio 1840, indirizzava a tutti i parroci della diocesi un’apposita pastorale a
stampa, per esortarli a stare ad occhi aperti, a controbattere la perniciosa attività
della Società Bìblica e ad impedire la diffusione delle bibbie in dialetto piemontese. La Pastorale è giunta a noi per un caso
assai strano. Un incauto accostamento tra
Bibbia c Codice Albertino parve non solo
poco opportuno, ma addirittura ingiurioso per la Monarcliia, tanto che l’Intendente della città di Biella, Carafo, «i ritenne
in dovere di darne sollecita comunicazione al Primo Segretario di Stalo per gli
Affari dell’Interno, Irasinellendogli copia
della Pastorale.
Sebbene il messaggio episcopale contenga i soliti luog'hi comuni riguardo alle
falsificazioni delle bibbie protestanti ed
alle funeste conseguenze della lettura individuale delle Sacre Scritture senza la
guida infallibile della Chiesa, esso merita di essere ricordato come documento
dello spirito del tempo. Lo riassumeremo
nelle sue parti essenziali.
Il proemio della Pastorale
« La Società Biblica Inglese e Straniera
— scrive il Vescovo — malgrado le enormi spese già falle senza alcun valevole
successo per la distribuzione della Bibbia
tradotta in lingua volgare di pressoché
O'gni paese, onde diffondere per ogni dove
li molteplici suoi errori ed arrestare, se
fosse possibile, il corso di sempre più felici progressi del cattolicismo, non si slancò però di dirigere li suoi sforzi verso il
medesimo scopo anche cxmtro il bel Piemonte e fummo testé superiormente accertati spingere essa il malaugurato suo impegno al punto d’avere recentemente stampato delle Bibbie preferite (tradotte) in
dialetto piemontese all’empio disegno ¿’introdurle in questo R. Stato e spargerle
presso ogni classe di persone a vii prezzo
ed anche all’occorrenza gratuitamente ».
Dopo aver ricordato ai parroci il famoso verso virgiliano : « Timeo Dañaos et
dona ferentes », il Vescovo passa a dimo
strare che la fede « non si compra nè si
vende, nè per forza o per astuzia si fa
accettare» (e allora come giustificava il
Vescovo le dra-gonate e le persecuzioni
contro i Valdesi?) e che il Divin Maestro
non volle già « che si scrivesse il Vangelo
Iter darlo senipliccmenle a leggere ai fedeli, ma volle che al mondo intero lo predicassero gli Apostoli, il che vuol dire lo
spiegassero senza raggiri e senza violenza », predicando, insegnando ed ammonendo con carità, « non già spargendo
Bibbie che anclie volgarizzate non possono essere ben intese ». A questo punto il
buon prelato si chiede: « Ma che cosa vuol
dire spendere e spandere dinari e Bibbie
per propagare la fede? Il primo è inganno, nè d’altronde è un mezzo conforme
alla verità e spirito del Vangelo: il secondo è un errore, perchè mettere in mano a
lutti indistintamente e senza norma alcuna il sublime, l’auigusto, il divino Codice
sacro perchè sia la regola della fede e
della morale di ciascun indivìduo giusta
l’individual modo di vedere, gli è lo stesso die non vivere nè vera fede nè morale.
La regola di fede e di morale dev’essere
una come una è la verità: dev’essere certa
per essere certi sul punto più essenziale
dell’tiomo, quello dell’eterna salute ».
Il truce i|uailro del ProteslaDtesliiiii
Secondo il Vescovo, da questa liiberlà
d’interpretazione, disgiunta dalla autorità
e dalla guida della Chiesa, lasciata indistintamente a dotti ed indotti, e permessa
da alcuni governi, derivarono « discrepanze infinite, dispute interminabili e scandalose, infinità di sette ed infine lo scetticismo ». — « E ehi per verità — chiede
il Vescovo — saprebbe mai tantosto dirci
che cosa si crede, o che cosa almeno si
debba credere per potersi taluno arruolar
al Protestantesimo? Centinaia di sette aggiransi per un orrido caos e brancolando
cercano un punto su cui appoggiar fermamente le speranze consolatrici dell’ora
estrema e, altro punto non trovando che
10 spirito loro privato, cadono nel dubbio,
indi nell’indifferenza e vi muoiono disperati. Qual disastro per un uomo il vedersi abbandonato a se stesso nelle cose
di un ordine cosi superiore! Un’inquieta
agitazione lo accompagna di continuo in
vita, le più tetre idee ne lo assalgono in
morte, mentre un mare di pene lo attende al di là della tomba! ».
Ili) olliesa noD vieta la lettura della Bibbia,
ma la circonda di sane cántele
.Alla licenza ohe regna nel protestantesimo, il Vescovo contrappone la divina e
infallibile autorità della Chiesa; « Tant’è
la Bibbia è il gran libro stampato, si può
dire, in .cielo, la Bibbia è il libro di salute e la Chiesa non ne proibì mai la lettura, anzi la commenda e la vuole: ma e
per il ri spello dovuto all’angusta sua origine e per la sublimità delle cose cite contiene e per la difficoltà di applicarne il
giusto senso in propria causa, non lo vuole e con ragione, se non che sotto alcune
prudenti cautele. Difalli la Bibbia in lingua volgare in mano indistintamente a
lutti colla libertà d’inlerpretarla a piacimento, la sarebbe cosa impolitica e fatale ». E dopo aver ricordato i torbidi religiosi accaduti in Inghilterra per l’eccessiva libertà di opinioni e dopo aver citato
i giudizi di vari scrittori protestanti e del
Rousseau stesso riguardo alle funeste conseguenze della libera interpretazione delle
Sacre Scritture, cosi proseguiva: «Ma chi,
se ha ancor senno in capo, darebbe mai
11 Codice Albertino in mano a lutti, per
chè loro serva di regola nelle loro cose
civili, personali e reali, intendendolo
ognuno ad applicarselo in quel senso e
modo che può parere onesto e giusto?
Citi darebbe ad un ammalato i libri di
Ippocralc peroliè li servano di regola per
guarirsi? Stravaganze assurde in se stesse, funeste nelle loro conseguenze, stravaganze però ritenute e professate per sistema dai Protestanti, e una prova a voi
ne sia, o Figli Nostri Carissimi, la Bibbia
che tentano di regalarvi in dialetto Piemontese ».
Il dovei c della Lhiesa
« Come mai potrebbe ella, la chiesa
maestra di verità, tollerare che versioni si
spargessero dei Libri Santi o per isbaglìo
o per malizia viziate ed infedeli? Potrebbe ella la chiesa non anatematizzare opere
di si sacrilega mano? Potrebbe ella, una
madre pietosa, mirare muta e indifferente
a distribuirsi il veleno ai suoi figli? Ora
chi non sa le falsificazioni, le correzioni,
le alterazioni fattesi dai Protestanti nelle
traduzioni loro della Bibbia? »
Con.scio del dovere, che la Chiesa ha,
di proibire che si traducano, si stampino,
si leggano liberamente le S. Scritture, il
vescovo ordina ai parroci di leggere in
chiesa, nel primo giorno festivo, la presente Pastorale, spiegandone ai fedeli l’importanza e lo scopo ed invitando tutti « ed
in particolare coloro che, ritornando dall’estero e inasiime dai paesi pienamente
eterodossi o misti, avessero qualche esemplare di Bibbie volgarizzate in Piemontese
od Italiano a tosto consegnarle a loro per
essere a Noi spedite, od in modo sicuro
mandarle essi stessi direttamente a Noi,
onde toglierle dalle mani dei fedeli, cui
possono essere di irreparabile danno ».
LVsuriaziiiDe cininlusiva
« Miei cari figli, aprile gli occhi: li
nemici sono a noi vicini: essi vorrebbero
regalarci la Bibbia tradotta in lìngua volgare per averci a soci in dare scandalosi
spettacoli di discordie in materia di religione: essi non vorrebbero tro.varsi soli
ad arrossirne davanti al tribunale della
Verità e del buon senso, e in questo vi
Ila il loro conto; ma noi non saremmo
meno miseri di loro, saremmo anzi Inewusabilmente perduti. Istruitevi nelle cose della fede e conservatene la purità col
ritenerne il senso solo che la Cliiesa infallibile maestra di verità vi somministra
nei libri da essa approvati e nell’unanime
dottrina dei suoi Pastori sparsi su tutta la
terra. Istruitevi nei comandamenti di Dio
e della chiesa e predicateli... Pregate sempre per la propagazione deUa fede... pregale per la conservazione preziosa del Regnante Pontefice... e per tutta l’angnsla
Reai Corte nostra, e non mancate di pregare anche per noi, onde avvalorali dall’alto possiamo con sicurezza dirigervi al
sospirato porto di salute, cui la fede ci
addila, la speranza ci spinge e la carità
ci deve amorosamente condurre... c copiosa scenda su tutti voi, qual pegno del
Nostro affetto, la Pastorale Nostra benedizione ».
Questo era U pensiero di un Vescovo
dell’anno 1840 nei riguardi della Bibbia e
del Protestantesimo. Sarebbe forse interessante porlo a confronto con le Pastorali e
con le prediche quaresimali dei nostri
giorni, per vedere quali progressi dì tolleranza e di carità cristiana siano stali
realmente raggiunti in questi ultimi centoventi anni e quali frutti possiamo attendere dall’alito ecumenico, ohe sembra permeare una parte della chiesa romana.
Arturo Pascal
__si annimcia nn « week-end per la Chiesa »: venu’di 11 maggio, assemblea di
Chiesa (presentazione e discnssione del
pasto rato femminile; elezione dei delegati alla Conferenza distrettoale) ; sabato
12: bazar della DORCAS; domenica 13:
dom. della famiglia cristiana.
... continua ad aumentare la tiratura dei
sunti ciclostilati delle predicazioni domenicali nei vari templi: fogli sempre più richiesti, e sempre più diffusi, in particolare fra quanti sono nell’impossibilità materiale di partecipare ai cnlti.
... i catecumeni confermati sono stati, a
Corso Vittorio, Corso Oddone e Via Nomaglio, 33.
... nel corso del mese di aprile, di particolare nota è stala la « domenica missionaria », in cui il Missionario Roberto
Coisson e il Pastore presbiteriano zambesiano Ngula hanno presiednto i cnlti del
mattino e del pomeriggio in Corso Vittorio. Sempre a Corso Vittorio, il pomeriggio della domenica delle Palme, ottimo
concerto corale della Martin Lnther Kanlorei di Deunold, in un tempio pieno e
raccolto.
... a Corso Oddone, dove il eand. Paolo
Ricca sostituisce il past. Bruno, Corsanl,
incaricato d’insegnamento presso la Facoltà teologica di Roma, si ha pure una
rallegrante collaborazione laica dei fratelli Ribet, Picco e Rochat. Il past. Corsani
è però stato a Torino per la Settimana
Santa.
... anche a Via Nomaglio si sta preparando una data storica: il 27 maggio la chiesa
locale avrà il suo primo bazar; si giunge
alla maturità... Si avvia anche localmente
un’attività d’assistenza, e questo è assai
importante.
... la Lega femminile ha continuato le sue
buone riunioni; e il gruppo del ’’bicchier
d’acqua” la sua benefica attività.
... l’Unione giovanile ha coutiunato con
successo il suo nutrito programma di studio sui problemi sessuali, che si concluderà nelle prossime settimane: l’8 maggio, una « tavola rotonda » (past. R. Bertaloi - M. Bonnet - F. Santi) su « La castità prematrimoniale»; il 15 maggio una
madre, la prof. Lucia Scroppo parlerà su
« Elducazione sessuale ». Una dozzina di
giovani evangelici torinesi hanno partecipato all’incontro di Magliaso (Ticino) di
cui si riferirà nel prossimo numero.
... i cubi della Settimana Santa sono stati
intensamente frequentati, il che è rallegrante se si pensa all’esodo cittadino.
A Como...
... hi comunità ha avuto la gioia di riascoltare, come due anni or sono, il coro della Martin Lutlier Kantorei di Deunold,
in uno stupendo concerto di musica corale.
... venerdì 27 aprile, alla Lega femminile,
seconda conversazione del Pastore, illustrata da diapositive: è stala presentata la
figura di Lutero.
... continuano regolarmente le riunioni
mensili di nn gruppo di fratelli operai,
che cercano di concretare i problemi della
loro fede e deUa loro testimonianza nella
discussione e nell’impegno comune. Pure
il « corso responsabili » si tiene a domeniche alterne, prima del culto, per studiare i problemi connessi con la predicazione evangelica.
... il Pastore dedica il lunedì alla cura di
un gruppo di olandesi die lavora al centro dell’Euralom ad Ispra. Si prevede ohe
tale lavoro aumenterà nell’autunno, e si
dovrà studiare una soluzione pm:diè non
sia trascurata l’opera a Como e nella diaspora.
... è allo studio un progetto per allargare
e rendere più decorosa la sala delle attività, ora che si sono falli liberi i locali
adiacenti; va illuminata e riscaldata; inoltre una 'Saletta sarà adibita alle attività
minori, ed eventualmente servirà ad allungare la sala grande o a sistemare un
palco. L’Assemblea di maggio prenderà
una decisione.
... ì conti non sono ancora diiusi, ma si
constata il rallegrante aumento di quanti
danno una contribuzione mensile.
... anzi a S. Fedele d’Intelvi si sono recati, il 17 marzo, rappresentanti dei Consigli di Chiesa di Milano, Bergamo e Como, per studiare il modo migliore di utilizzare i locali annessi a quel tempio.
A Biella...
... coinè ad Ivrea ha luogo, in maggio,
lina riunione dedicala al problema del pastaralo femminile, che il Sinodo ha additalo allo studio delle Chiese, e su cui nel
Sinodo prossimo si dovrà giungere ad una
decisione definitiva.
... la comunità Ita particolarmente apprezzalo i messaggi che il doli. Becchino
Ila portalo, presiedendo il culto alcune volle.
... le offerte per la Facoltà di Teologia
liannu subito un fortissimo balzo innanzi,
superando le 80.000 lire e ponendo probabilmente, sotto questo punto di vista, la
comunità al primo ;>oslo, proporzionai
mente, fra quelle valdesi; il fatto, veramente bello, non fa dimenticare però die
le contribuzioni ordinarie ristagnano ineslamenle al livello dello scorso anno. Eppure la nota frase biblica; «Fin qui tu verrai, e non oltre» (Giobbe 38: 11) non è
punto stala scritta in vista del nostro livello di contribuzioni...
A Ivrea...
... come a Biella, studio sul problema
del pastorato femminile.
... una serata eccezionale è stata organizzata dall’Unione Giovanile, che ha invitalo un esponente della Chiesa ortodossa
a parlare dell’atleggiamento ortodosso di
fronte al movimento ecumenico; pubblico
iiiimeroso, vivo dibattito, accesi commenti.
6
pag
N. 19 — 11 maggio 1962
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
TORRE PELLICE
— Il giorno delle Palme, nella nostra chiesa affollata da una numerosa assemblea, sono stati confermati 35 catecumeni.
Le nostre speranze sono in questi giovani che presto saranno la parte più vitale
della nostra Comunità: il Signore voglia
condurli con la sua grazia e dia loro di
mantenerli fedeli a lui.
Nella Settimana Santa i vari culti (giovedì sera, venerdì mattina e sera, Pasqua)
hanno ricondotto la Comunità alla meditazione dell’opera redentrice di Cristo: essi
seno stati in benedizione per tutti coloro
che vi hanno partecipato. Al culto di Pasqua oltre 450 persone si sono avvicinate
alla S. Cena.
— Domenica 29 Aprile al culto del mattino sono state imposte le mani alla giovane missionaria Laura Nisbet, che presto
partirà per il Gabon quale insegnante.
Per questo atto di imposizione delle mani è venuto da Parigi il Past. Nouvelon
della Missione Evangelica di Parigi, in rappresentanza di tutte le Chiese che riconoscono nella Missione di Parigi il loro strumento per l’opera di evangelizzazione nelle terre lontane.
Il culto è stato presieduto dal Pastore di
Torre Pellice il quale si è anche associato
al Past. Nouvelon nell’imposizione delle
mani per significare che la nostra Comunità si associa all’opera che questa giovane,
uscita dal suo seno, si appresta a compiere
nella lontana terra del Gabon e la considera sua.
Alla nostra sorella Laura Nisbet porgiamo da queste colonne il nostro saluto fraterno e l’assicurazione che le saremo vicini
nel suo compito di testimonianza del Vangelo.
- Domenica 6 maggio il nostro culto è
stato presieduto dal Cand. in Teol. sig. G.
Nansen della Chiesa valdese di Montevideo fd attualmente alla nostra Facoltà di
teologia. Lo ringraziamo vivamente.
Nel pomeriggio della stessa domenica la
nostra chiesa ha avuto il privilegio di ospitare la Festa di canto delle Corali. Non è
qui il luogo di darne una cronaca particolareggiata ma dobbiamo dire che questa festa ci è parsa quest’anno particolarmente
bella e ben riuscita, sia per la preparazione accurata in modo particolare dei canti
d’insieme, sia per tutto lo spirito che Tha
animata.
MASSEL
— Domenica scorsa, 6 aprile, il pastore
Giorgio Tonrn è stato riconfermato quale
titolare della nostra comunità nel coreo
dell’assemblea di chiesa ohe lo Ita votato
quasi all’unanimità. Siamo lieti di averlo
fra noi nel prossimo settennio e gli porgiamo i migliori auguri di un Ministerio
benedetto e ricco di frutti.
In quest’occasione il culto è stato presieduto dal Presidente della Commissione
distrettuale, past. Girardet. Lo ringraziamo ancora per il suo messaggio e per aver
diretto l’assemblea costituitasi subito dopo il culto
R0BÁ
— Si comunica che la gita di chiesa
avrà luogo domenica 27 maggio anziché
20 maggio come precedentemente annunziato- Iscriversi entro domenica 13 maggio
— I catecumeni di I, II e HI anno hanno sostenuto l’esame finale con esito positivo, domenica 6 maggio.
— Domenica 20 maggio avrà luogo la
Assemblea di Chiesa per la lettura della
Relazione Annua e l’elezione dei delegati
alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo.
Con la stessa data avrà termine l’anno della Scuola Domenicale.
— Si ricorda che i conti saranno chiusi
col giorno 20 maggio. Affrettatevi perciò
a versare le vostre offerte.
C Ak N TO
Le Feste di Canto per le Scuole
Domenicali della Val Chisone e della
Val Pellice avranno luogo domenica
13 maggio, alle ore 15 rispettivamente nei Templi di S. Secondo e
Torre Pellice.
Prove d'insieme: S. Secondo: ore
14 nel locale che sarà indicato; Torre Pellice: ore 14 nell'Aula Sinodale.
Il pubblico è cordialmente invitato
a queste manifestazioni.
miiiiimiiimiiiiiiijiimiii
MARSEILLE
L’Omon Yaudoise
en week-end pascal aux Vallées
C’est sous une pluie fine, froide, et un
ciel gris et lourd de promesses d’orages,
que nos Marseillais quittèrent leur Provence, pour aller passer le week-end Pascal
dans leurs chères Vallées. Mais, au fur et
à mesure qu’ils s’approchèrent de Manosque. Embrun, Briançon, alors que les montagnes devenaient de plus en plus hautes,
et de plus en plus blanches de neige, tout
comme si un coup de baguette magique
était intervenu, le ciel se dégageait, et le
soleil apparaissait. Aussi, est-ce plein de
gâité, et d’entrain, que notre groupe de 45
personnes arriva à La Pérouse où la moitié
de nos voyageurs descendirent pour s’acheminer vers le Pomaret, Les Clos, Rodoret ed ailleurs. Une autre partie faisait
halte vers le Villar, puis vers Pinerolo via
San Seconde et... le «solde», une vingtaine environ, se dirigeait plein de joie vers
La Tour, où M- le Pasteur Deodato nous
attendait. Là, M. Deodato, accompagné de
M. le Professeur Longo, nous souhaitait la
bienvenue, et nous accueillait avec une cordialité et une chaleur d’affection qui nous
a tous profondément touchés et émus.
Après nous avoir fait restaurer, M. Deodato nous informait que l’Association de
l’Henri Arnaud, et la Chorale de La Tour,
viendraient nous souhaiter la bienvenue.
C’est ainsi que tous, jeunes et moins jeunes, furent entourés de Mrs. les Pasteurs
Sommani et Bertalot, MM. Pontet, Hugon
etc.: des jeux furent organisés, des chants
suivirent et nous fumes muets d’admiration
en entendant clianter les membres de la
Chorale de La Tour. La soirée se passa
avec une rapidité telle, que nos voyageurs,
bien qu’éveillés depuis 5 heures du matin,
ne ressentaient aucune fatigue.
Le lendemain, Dinianche de Pâques, c’est
frais et dispos que nous nous dirigeâmes
vers Le Perrier, où notre petit groupe au
grand complet assista au Culte, et participa à la Sainte Cène. Que Monsieur le Pasleur Rivoire trouve ici l’expression de nos
senlinienls les plus re< onnaissanls pour l’accueil si fraternel qu’il nous a réservé, et
tous nos regrets de ne pas avoir pu saluer
M.me Rivoire, absente, et à laquelle l’Union Vaudoise de Marseille présente ses
condoléances pour le malheur qui la frappe. Ensuite, à l’Envers Pinache, un repas
fraternel nous réunissait au Ristorante dei
Fiori, où la famille Lageard nous attendait,
et nous avait réservé un repas aussi fin et
choisi que copieux. Dès le .soir, nous nous
retrouvions au Pomaret où nous étions les
invités de M- le Pasteur Bouchard. C’est
avec un excellent moral que notre jeune
troupe se dirigea vers le Convitto pour se
préparer à jouer: «La maison du printemps », comédie en 3 actes, de Fernand
Millaud. Tous nos Marseillais furent saisis
d’admiration devant cette splendide salle
de fêtes, devant celte scène si bien aménagée, si bien éclairée, devant cette salle si
confortable, si vaste, et surtout, devant ce
public si nombreux, si vibrant, si sympathique. Notre troupe, de tout cela fut « é
lectrisée»; et pour se prouver leur joie,
dans les coulisses, nos enfants comme des
cabris sautaient, et s’embrassaient... ne pouvant dissimuler leur joie et leur enthousiasme. C’est dans cet état d’esprit d’immense joie reconnaissante, que la Chorale
du Pomaret fut écoutée avec admiration,
et qu’ensuite se joua au Pomaret notre petite comédie.
Que M. le Pasteur Bouchard et sa si
gentille épouse, pour leur bonté et pour
leur accueil, ainsi que toute la paroisse du
Pomaret, trouve ici nos remerçiements les
plus vifs et les plus affectueux. Nos jeunes, nos moins jeunes, et tous ceux de l’Union Vaudoise de Marseille qui participèrent à ce voyage, n’oublieront jamais l’accueil qui leur a été fait et à La Tour et au
Pomaret. Un merci particulier aussi à M.
et M.me Arthur Gardiol, qui dès notre arrivée au Pomaret nous entourèrent de leur
amitié en mettant leur belle demeure à notre disposition, et nous procurèrent les petits accessoires indispensables pour jouer
notre comédie.
Après une nuit de repos bienfaisante, le
lendemain matin se passa à La Tour. Il
faisait un temps splendide, et ce beau temps
nous engagea à aller faire une petite promenade à Turin l’après-midi. C’est ainsi
qu’accompagnés de MM.rs les Professeurs
Coslabel, Long, Pons, et de M. et M.me
Italo Hugon, nous nous dirigeâmes vers
Turin et de là vers Superga. Aussitôt sur
ce chemin, nous nous rendîmes compte de
notre grave erreur, mais à notre grand regret, il nous fut impossible de faire « marche arrière », il fallut aBer jusqu’au bout
et c’est ainsi que, bien que quittant Superga à 17 h. 45, nous n’arrivâmes à La Tour
pour notre repas du soir qu’à 20 heures et
à San Seconde à 21 heures passées et nous
y étions attendus depuis au moins 20 b31!! Que Monsieur le Pasteur Genre, et toute la paroisse de San Seconde trouve ici
une fois encore nos excuses et nos regrets
pour l’attente que nous leurs avons imposé bien involontairement, et nous leur exprimons aussi bien vivement tous nos reiiicrçiements pour leur gentille réception.
Mardi matin, vers 9 heures, nous quittions La Foresteria où nous étions si bien,
La Tour où il faisait si beau... mais les
vacances ne durent pas toujours et c’est
avec, regret que nous reprîmes le chemin.
Au cours de ce voyage des liens se sont
créés qui, nous l’espérons, permettront
des -échanges, et qui conduiront les jeunes
des Vallées, encadrés de leurs Pasteurs, à
nous rendre visite à Marseille, où nous serons toujours très heureux de les accueillit et c’est aussi avec l’espoir que ces journées passées aux Vallées auront été pour
les Vaudois de Marseille, et tout particulièrement pour les jeunes, un enrichissement
et un attachement plus profond aux Vallées, que nous vous disons encore à tous:
« Merci » pour la grande, l’immense joie
des jours passés au milieu de vous.
A. P.
BOBBIO PELUCE
— Giovedì 19 aprile le Unioni di Bobbio hanno dato il benvenuto nella Chiesa
ai catecumeni neo-oonfermati nel cono di
un simpatico trattenimento. Ad ognuno,
quale incoraggiamento e mònito è stato
consegnato un distintivo valdese.
— Ben frequentato il nostro culto serale
del venerdì santo. Una numerosa assemblea ha ascoltato con raccoglimento il racconto della passione e morte del Salvatore
quale risulta dai 4 Vangeli; numerosi pure i partecipanti alla Santa Cena.
— 11 messaggio deUa resurrezione del
Signore è stato proclamato la mattina di
Pasqua nel nostro tempio gremitissimo.
Più di trecento i partecipanti alla Santa
Cena. La Corale ha eseguito lodevolmente due inni di circostanza vivamente apprezzati da tutti. La ringraziamo sentitamente.
—- La sera di Pasqua molti non hanno
potuto entrare nel nostro cinema dove è
stato proiettato il film a colori « Le due
orfanelle » che ha vivamente interessato
i presenti.
— Il lunedì di Paequetta più di cin
quanta Unionisti ed amici di Bobbio s
sono recati in visita a Milano. Si è po
luto visitare il Duomo, il giardino zooio
giro, la Fiera ritornando stanchi, ma pie
namente soddisfatti in sede verso la mez
zanotte. Un igrazie agli organizzatori.
— Sabato 28 aprile è stata invocata la
benedizione di Dio sul matrimonio di
Pontet Giovanni Pietro (Via Molino) ed
Artus Irene (Genteugna). Ridiciamo agli
sposi gli auguri della Chiesa tutta domandando al Signore di essere l’ospite costante di questo nuovo focolare.
— Domenica 29 aprile nel corso del nostro culto veniva presentato al Battesimo
il bambino Pontet Roberto Paolo di Ernesto e Pontet Maria (Centro). La grazia
del Signore accompagni sempre il bimbo
ed i suoi genitori.
— Domenica 29 aprile ha avuto luogo
il nostro annuo bazar con buon concorso
di pubblico. Ringraziamo tutti i donatori
di iBobbio e di Torre Pellice e tutte le
persone che in vario modo spendendo
tempo, fatica e denaro hanno contribuito
alla buona riuscita di questa manifestazione, il cui esito è stato anche quest’anno rallegrante.
— Giovedì 3 maggio ha avuto luogo il
servizio funebre del nostro fratello Charbonnier Samuele fu Davide deceduto improvvisamente il giorno prima nella sua
abilazione in Via Maestra alla età di
anni 72- Alla vedova, ai figli, agli altri
familiari e parenti tutti giunga ancora da
queste righe l’espressione della nostra
viva, fraterna simpatia cristiana.
— Domenica 6 maggio nel corso del nostro culto è stata presentata al Battesimo
la bimba Pontet Giorgina Susanna di Stefano e Geymonat Susanna (Fidane). La
grazia del Signore circondi ed accompagni sempre la bambina ed i suoi cari.
S. GERMAI^O ÇHIS0HE
— La Domenica delle Palme, dinanzi ad
una buona assemblea, sono stati ammessi
nella piena comunione della chiesa i catecumeni che avevano terminato il corso quadriennale di istruzione religiosa. Essi sono : Bouchard Ebe, Bouchard Ilda, Comba
Claudia, Comba Luciana, Jahier Marisa,
Ivong Marina, Martellotto Nella, Peyronel
Vanda, Avondet Franco, Beux Arturo,
(iomba Flavio, Comba Nello, Fraschia Sergio, Jahier Remo, Long Ugo.
Ci auguriamo di vederli membri attivi t
fedeli.
Il pomeriggio di quella stessa domenica,
l’Unione Femminile offriva loro una riunione pomeridiana con un programma vario. Ringraziamo coloro che si sono adoperati per la buona riuscita del nostro incontro.
— A Pasqua (succede talvolta) il nostro
tempio non ha potuto accogliere tutti coloro che volevano partecipare al culto. Infatti i posti disponibili non sono che 700,
troppo pochi in rapporto ai membri di
chiesa.
— Ringraziamo la nostra Corale che è
presente a tutte le solennità e dà il suo apprezzato contributo. Quest’anno ci è stato
anche offerto un concerto di preparazione
alla Settimana Santa da parte del Coro
Martino Lutero di Delmold che è stato vivamente apprezzato.
— La colletta del 15 aprile, in favore
del Convitto A'aldese di Pinerolo, ha dato
L 27.000 e quella del 19 aprile a beneficio
dell’opera « servizio cristiano » di Riesi
L. 16.000.
Una quarantina di abbonati non hanno ancora fatto pervenire la quota di abhonamento per l’anno in corso. Li preghiamo di affrettarsi, altrimenti l’invio del
giornale verrà sospeso.
— La chiesa sta per chiudere l’anno amministrativo. Preghiamo coloro che non
hanno ancora versato la colletta annua, di
farla pervenire entro il mese corrente.
— Dipartenze: Fiumi Gualtiero, di anni 82, deceduto alle Gorge. Nato a Bologna si era stabilito, da molti anni, fra noi.
Balmas Lidia Caterina ved. Soulier, di anni 87, deceduta alla Costabella. l.ong Luigia ved. Reynaud, di anni 80, deceduta al
Ciasal. Micol Fanny, di anni 80, deceduta
all’Asilo. Proveniva da Salza di Ferrerò.
Vinçon Carlo, di anni 75, deceduto al
l’Ospedale di Fomaretto. Avondet Faolina
ved. Beux, di anni 88, deceduta ai Gaydou.
Gallian Stefano, di anni 79, deceduto all’Ospedale di Fomaretto. Buffa Margherita ved. Stallé, di anni 85. deceduta all’Asilo. Froveniva da Angrogna. Plavan Paolina
v'ed. Fiumi, di anni 82, deceduta all’Asilo.
Alle famiglie provale dal lutto rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia.
VILLASECCA
— Mereoledì 25 Aprile, do-im pochi
giorni di violenta malattia si è spento al
Marrou (RìclarelJo) il nostro fratello Giovanni Isacco Peyronel all’età di 76 anni.
Il giorno seguente un folto gruppo di
fratelli e di conoscenti ne ha a-ooompagnato la spoglia mortale al cimitero del
Barneo. Che le consolazioni del Signore e
la fede in Lui rischiarino il pianto dei familiari per questa improvvisa dipartenza.
—• Sabato 28 si sono uniti in matrimonio nel tempio di Chiotti: Silvio Peyronel
( Marrou) ed Emilia Giacomino (Rivoira).
Il nostro augurio fraterno e cordiale segua questi sposi che si trasferiscono a Ferosa per essere più vicini ai loro posti di
lavoro.
— Domenica 29 Edoardo e Susanna Griglio (Chiotti), hanno celebrato il cinquantesimo anniversario del loro matrimonio
con una simpatica e raccolta festa che ha
riunito dall’Italia, Svizzera e Francia i figli ed i familiari dei nostri FrateUi ai
quali rinnoviamo il nostro augurio che il
Signore dia loro ancora molti anni sereni
da vivere assieme.
— Domenica 6 Maggio nel corso del
culto, è stato amministrato il Battesimo
a Marco Clot di Aldo e di Clodìna Balma
(Chiotti). Il Signore benedica questo bimbo e la famiglia alla quale il Signore lo
ha affidato.
— La nostra Comunità ha accolto con
gioia i bambini ed i Fratelli convenuti ai
Chiotti il 6 Maggio per la festa di Canto
delle Scuole Domenicali, alla quale hanno, naturalmente, anche partecipato i ragazzi della nostra Parrocchia.
FOMARETTO
Casa Valdese
di Vallecrosia
Programma delle colonie
e dei campi per il 1962
Colonia marina (bambini e bambine dai 6
12 anni)
1<* turno: 26 giugno - 18 luglio
2» turno: 20 luglio - 11 agosto
Tenui: «f'igure di Profeti e di Apostolbi
Quota: L. 600 al giorno più L. 1.000 di
iscrizione
Campo Cadette (ragazze dai 13 ai 16 anni)
Turno unico: 26 giugno - 18 luglio
Tenui: «Giornali, radio-televisione, cinema : mézzi di svago e di formazione»
Quota: L- 700 al giorno più L. 1.000 di
iscrizione
Campo Cadetti (ragazzi dai 13 ai 16 anni!
Turno unico: 13-28 agosto
Tema : « Alla scoperta della vita e dei
suoi valori ».
Quota: L. 700 al giorno più L. 1.000 di
iscrizione
— Nel periodo di Pasqua le attività sono state intense: abbiamo ricevuto alle
Palme i catecumeni seguenti: Baret Giorgio, Bounous Roberto, Bertetto Roberto,
ÌGlot Bruno, Refourn Guido, Revcl Bertino, Collet Elsa, Collet Wanda, Massel
Amata, Massel Silvana, Marcoz Marilena,
Marchetti Ines, Revel Dina, Rostan Adriana, Rostan Livia. Il sì della promessa è
stato pronunziato davanti al Signore: ci
auguriamo ohe l’ambiente non demolisca
quanto è stato pazientemente edificato nei
loro cuori e che nel clima deBa preghiera
e della lettura biblica la fede sia resa forte e il comportamento sia una luce per
gli altri.
— Il lunedì dopo le Palme abbiamo
accolto la corale tedesca della Westfalia;
ogni elogio è superfluo. Nonostante il
tempo avverso il tempio era affollato e
raccoglienza da parte delle mamme è stata molto fraterna; siamo grati ai nostri
amici della Germania per il messaggio
musicale e corale che ci hanno recato od
un grazie ad Amalia Geymet che li ha
gentilmente portati. Tutti entusiasti.
— La sera di Pasqua abbiamo avuto la
visita dei valdesi di Marsiglia guidati dagli infaticabili signori Poèt: i giovani
valdesi di Marsiglia sono stati meritevoli
d’agni elogio e la massa accorsa attesta
l’affetto che si serba per tutti loro. La
colletta generosa è stala devoluta per la
scuola materna per desiderio dei marsigliesi. Siamo stati lieti di accoglierli e di
salutarli come testimoni della fede in Cristo nella città di Marsiglia. Ringraziamo
le mamme ed i giovani per l’accoglienza
e il signor Arturo Gardiol per la cena
che ha loro offerto. Ai nostri amici marsigliesi ed in particolare ai Signori Poèt
inviamo il nostro pensiero riconoscente.
— La serata cinematografica offerta dai
Sigg. Pons per la scuola materna e stata
molto utile per le finanze dell’Asilo; li
ringraziamo di cuore per la loro collaborazione.
— Il lunedì di Pasquelta la nostra corale si è recala a Bassignana in occasione
d’un incontro fraterno tra le comunità
evangeliche metodiste e valdesi dell’Alessandrino, del Lago Maggiore, Villar Pellice e Pomaretto. La -giornata stupenda
è stata da tutti apprezzata per la bella
accoglienza che ci è stata riservata, per
i canti, la musica ed i messaggi. Abbiamo
rivisto con piacere la comunità del Pastore Anziani, i colleghi metodisti Carsaniga, Scorsonelli e il collega Geymet. Le
trombe ed i -cori della corale di Villar
Pellice unitamente a quelli di Pomaretto
sono stati molto apprezzati, nonché i messaggi del mattino e del pomeriggio. Siamo riconoscenti al Signore per l’arricchimento spirituale che abbiamo ricevuto.
Così va celebrato il giorno dopo Pasqua
quale frutto di gioia -spirituale deBa giornata della risurrezione; diversamente ci
si conforma al presente -secolo mentre si
ha tanto bisogno di nuove forze spirituali. Agli amici e frateBi di Bassignana,
soprattutto alla famiglia pastorale il nostro pensiero di viva gratitudine.
I culti della settimana santa sono stati
allietali dal canto della Corale diretta
dalla Sig.na Speranza Grill, La colletta
di Pasqua è stata devoluta per i bambini
di S .Giovanni -Lipioni ospiti del convitto
di Pomaretto. La somma collcttata è stata
di L. 50.000; attendiamo ancora offerte
personali -per raggiungere la cifra di Lire
100.000 bilanciala per i nostri ospiti.
— Recentemente abbiamo celebrato il
servizio funebre di Tron ved. Pa
stre e di Pons Giovanni Daniele di Rodoretto. Molta gente ha preso parte alle esequie. Ringraziamo il Pastore Teofilo Pons
per la sua collaborazione ed inviamo alle
famiglie un pensiero di fraterna simpatia.
•Ar Un Sudafricano, originario del Bechuanaland, Z. K. Matthews, avvocato,
è stato nominato uno dei segretari del
Dipartimento d’Assistenza del C.E.C., e
incaricalo in particolare deU’opera nella zona sudafricana.
Iscriversi entro il 31 maggio, versando
la quota di iscrizione e una caparra di L.
5.000 sul C.C.P. 4/15506 intestato a « Casa
Valdese » - Vallecrosia (Imperia).
Saranno concesse facilitazioni economiche dietro raccomandazione dei rispettivi
Pastori.
Documenti sanitari:
1) certificato di vaccinazione antitilo-paratifica per via parenterale dopo il 1“
gennaio 1961 o per via orale dopo il 1"
gennaio 1962 ;
2) certificato di vaccinazione antidifterica,
praticata in data posteriore al 1“ settembre 1959;
3) certificato di vaccinazione antivaiolosa;
4l certificato della vaccinazione antipolio.
per i nati dopo il 1® gennaio 1955.
Per qualsiasi altra informazione rivolgersi
alla Direzione della Casa Valdese - Vallecrosia (Imperia).
¡AVVISI ECONOMIC/ \
CASA VALDESE per la gioventù evangelica di VALLECROSIA cerca giovane evangeli(-a, per il periodo maggio-ottobre per i
lavori di pulizia e lavanderia (meccanical.
Si chiede serietà, buona volontà e sjiirito
di servizio. Offriamo vitto e alloggi.) e uno
stipendio adeguato. Scrivere alla Dir-zinne
della Casa Valdese - VALLECROSIA i Imperia).
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giardino. Per informazioni scrivere: Libreria Claudiana - Torre Pellice (To).
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di trovare affetto familiare. Miti pretese.
PEGLI (Genova) affittasi 1-2 camere, sala,
-cucina, 4-5 letti - L. 50-60.000 mensili luglio - agosto. Scrivere V. Martiri d. Libertà 38/17 • P-egli.
MENAGE parisien, sana enfants, désire
bonne à toiit faire Vaudoise, femme ou
jeune fille, -capable. Ecrire à M.me Marcel Rey 42, Bld Inkermann NEUILLY S/
SEINE (France).
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
I familiari, commossi per le dimostrazioni di simpatia ricevute nella
dolorosa circostanza della dipartenza
del loro amato
Giovanni Peyronel
di anni 76
avvenuta il 25 aprile al Marcou, ringraziano quanti hanno preso- parte al
loro grande dolore.
« Vegliate e pregate perchè non
sapete nè il giorno nè l’ora »
(Matt. 25; 13)
Riclaretto, 26 aprile 1962
La famiglia del compianto
Silvio Peyronel
esprime un sentito ringraziamento a
tutte le numerose persone che le barino prestato aiuto e le sono state vicine esprimendo la propria simpatia in
occasione del grave lutto che l’ha -colpita.
Un ringraziamento particolare essa
rivolge al Pastore Micol; all'anziano
Alessio Sappè; al Concistoro; al Sindaco di Pramodlo, Cav. Isidoro Rosia,
ed a tutta l'Amministrazione comunale; al Dottore Bertolino; al Professor Ferrando; agli assistenti dell'ospedale; alle famiglie del quartiere ed
a tutta la popolazione.
« Io rimetto U mio spirito neBe
tue mani; tu mi hai riscattato,
o Eterno, Dio di verità»
(Salmo 31: 5)
Pramollo (Saplatti) 28 aprile 1962
La famiglia del rimpianto
Samuele Charbonnier
fu Davide
ringrazia sentitamente tutte le persone che hanno in vario modo preso
parte al suo grande dolore.
Bobbio Pellice, via Maestra, 3-5-1962