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Anno 122 - n. 1
3 gennaio 1986
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispecUre
a; casella postale - 10066 Torre Pellics
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
Nel dare in questo numero la
documentazione essenziale sulla
intesa attuativa delle norme
concordatarie in tema di insegnamento religioso, rinviando ai
prossimo l’esame dettagliato dei
suoi contenuti, rileviamo la gravissima scorrettezza circa il modo con cui tale intesa è stata
resa operativa.
Come è noto la formula di
revisione del Concordato ha previsto alcune norme quadro e il
rinvio della normativa per la loro attuazione a successive intese
da stabilire tra il Governo italiano e la Conferenza episcopale
italiana. Preoccupazione ha sìestato in molti questo tipo di regolazione aperta e indefinita
quanto alle materie e ai limili.
Al momento della ratifica del
nuovo Concordato, il 20,3, la Camera ha perciò approvato un ordine del giorno che impegna il
Governo « a sottopoi. ce preventivamente al Parlancento ogni
proposta o ipotesi di intesa concernente nuove materie o Tattiiazione di principi sanciti dall’accordo concordatario, al fine di
consentire alle Camere di esercitare in tempo utUe i propri
poteri di indirizzo ».
li ininistro Falcucci non ha
tenuto conto di questo chiaro
odg. Si è presentata alle commissioni istruzione di Camera e
Senato — anziché alla discussione in aula — non con il testo
deU’inicsa bensì con una relazione sui princìpi ed ha quindi
firmato un’intesa che nel suo articolato (■ rimasta segreta e sconosciuta al Parlamento. Un tale
comportamento sarebbe stato
comunque indelicato e criticabile. ATa presenza deU’odg del 20
mar») diventa un atto di spregio al Parlamento.
Altrettanto gravi sono le motivazioni che il ministro ha successivamente addotto. Da un lato
ha affermato in un’intervista a
« l’Avvenire » di non aver presentato il testo formale dell’intesa « perché questo non poteva
essere fatto, in quanto l’Intesa
traduce sul piano applicativo
norme che hanno una rilevanza internazionale». Dall’altra ha
affermato — non smentita — in
un’intervista a « Repubblica » di
aver agito seguendo direttive del
presidente del Consiglio.
Da queste giustificazioni _tr^
spare una chiara volontà, ispirata dal presidente del Consiglio, di sottrarre alla,, diseussìone del Parlamento tutta la materia, presente e futura, dei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica.
L’on. Amato nel settembre 1984
ebbe a dire a Torre Pellice che
il sistema delle « successive intese » avrebbe posto l’attuazione
dei Concordato lungo una identica procedura rispetto a quella
seguita per l’Intesa con la Tavola valdese, operando un ravvicinamento tra l’art. 7 e l’art. 8
della Costituzione. Oggi — lo ha
rilevato pubblicamente l’on. Valdo Spini — sappiamo che le cose
non stanno così. Le « successive
intese » di attuazione del Concordato sono parte integrante dell’art. 7, dei suoi privilegi, delle
sue supergaranzie. Chi si fosse
illuso che la revisione del Concordato abbia significato la fine
del sistema dei due pesi e delle
due misure avrà di che riflettere.
Franco Giampiccolì
DA UNA PREDICAZIONE DEL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLE CHIESE IN SUD AFRICA
Sud Africa: il momento della verità
Il kairos, l’ora decisiva della verità, si presenta nella vita degli individui e delle comunità come
un momento di giudizio e di grazia, di sofferenza e di speranza che esige risposte chiare
Questa predicazione — di cui pubblichiamo ampi stralci dalla
registrazione — è stata tenuta nella Riverside Church di New York
il giorno della Riforma, lo scorso ottobre, dal segretario generale
del Consiglio delle Chiese in Sud Africa, pastore Beyers Naude.
!< Atterreranno te e i tuoi figliuoli dentro di te, e non lasceranno in te pietra sopra pietra,
perché tu non hai conosciuto il
tempo nel quale sei statr, visitata » (Luca 19: 44).
Nella vita di ogni individuo,
istituzione, comunità o paese,
viene un tempo in cui è necessario decidere che cosa è giusto
e che cosa è ingiusto, cos’è bene e cos’è male, cosa conduce
alla vita e cosa inevitabilmente
produce morte.
Da questa decisione dipende
il destino futuro dell’individuo
o del gruppo che deve compierla. Nel Nuovo Testamento la parola usata, come nel passo di
Luca 19: 44, è kairos, il momento della verità. Di solito tale momento è prodotto o da una singola crisi nella vita dell’individuo o della comunità, o da una
serie di eventi che culminano
in quel momento di scelta, di
decisione finale. Si tratta di un
momento di giudizio e di grazia, un momento di sofferenza
e di speranza.
Un momento di tal genere si
presentò nella vita di Martin Lutero quand’egli sotto l’impulso
dello Spirito Santo fu costretto
a formulare le sue convinzioni
nelle ora famose tesi che affìsse
alla porta della chiesa di Wittenberg dando inizio così all'intero movimento della Riforma.
Un momento di tal genere si
presentò nella mia vita, il 21
marzo 1960, il giorno di Sharpeville, quando 69 persone che
protestavano pacificamente contro il regime dell’apartheid furono uccise a colpi di arma da
fuoco davanti alla sede del comando di polizia di Sharpeville.
Quel momento era stato preceduto nella mia vita da una serie di eventi e esperienze che
culminarono in quel punto, quando Dio stesso decise che quello
era il momento in cui io dovevo
prendere la mia decisione: o
stare dalla parte delle mie più
profonde convinzioni su ciò che
è giusto, vero e buono; o esser
spinto da parte, per sempre.
Sono convinto che quel momento è giunto oggi nella vita
della repubblica del Sud Africa:
il kairos, il momento della verità per l’apartheid come regime e come ideologia malvagia,
immorale e ingiusta; e nello
stesso tempo il kairos per la
chiesa.
Un crescendo
di eventi
Una serie di eventi sono culminati in questo momento del
kairos che — sono convinto —
sta di fronte al nostro paese oggi. Il primo probabilmente è
stato Soweto 1976, quando dal
cuore di migliaia di studenti neri si alzò un grido che diceva;
non siamo più disposti ad accettare questo sistema inferiore, ingiusto, discriminatorio, del
LA MANIFESTAZIONE DI ROMA DEL 21 DICEMBRE
Non c’è pace con l’apartheid
A leggere il messaggio del pastore nero americano desse
Jackson, davanti a una follia di
ventimila persone stipata nella
piazza romana dei SS. Apostoli,
il pastore battista Saverio Guarna, animatore della manifestazione, non l’hanno lasciato arrir
vare. Una pioggia di uova e oggetti vari si è improvvisamente
abbattuta sul palco degli oratori
che si sono dileguati lasciando
campeggiare sullo sfondo la
scritta luminosa, rosa shocking:
« Natale contro 'l’apartheid ». In
fretta se ne sono andati il segretarie comunista Natta, Pajetta,
il prosindaco del Comune di Roma insieme ad alcuni deputati
e senatori, nonché l’ex presidente
della Repubblica Pertini, E’ stato
lui l’unico che ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente
la presenza banditesca degli autonomi (« voi che non mi lasciate
parlare siete dei provocatori »)
che hanno finito col rovinare la
manifestazione nazionale contro
l’apartheid.
Si è riproposto così nel grande
corteo romano che — con adesioni plebiscitarie di partiti, sindacati e chiese — ha voluto solidarizzare col popolo nero del Sud
Africa, la realtà stessa dell’apartheid. Ovvero la realtà dì una
piccola frangia di settari violenti che ha cercato di condizionare
la maggioranza scatenando la ris
sa, zittendo gli oratori, obbligando la folla, in cui c’erano alcune madri con bambini in braccio, ad ondeggiare paurosamente. Alla fine è stata una breve
carica della polizia (provvidenziale in questo caso in cui non
c’era alcun servizio d’ordine) a
restituire alla calma una piazza
troppo piccola per una manifestazione cosi grande. « Ma essendo una manifestazione nazionale — nota Maurizio Girolami, insegnante di liceo — poteva esserci molta più gente. Proporzionalmente alla loro consistenza effettiva gli evangelici erano, nel corteo, il gruppo più numeroso e
compatto ». Un grande striscione con la scritta « Federazione
delle Chiese Evangeliche contro
l’apartheid » ha accompagnato
la sezione protestante del corteo.
Soddisfatto della partecipazione anche il presidente della
PCEI, il pastore Aurelio Shaffì,
che considera più che mai importante non distogtliere l’attenzione delle chiese dalla tragedia
del Sud Africa. Paolo Ricca, della Facoltà Valdese, valutando la
manifestazione nel suo insieme
ha notato l’assenza, in termini
di massa, dei partiti, del sindacato, del cattolicesimo parrocchiale romano e di esponenti del
clero cattolico particolarmente
in vista; i punti più alti della
manifestazione sono stati — se
condo Ricca — le testimonianze del leader nero Andrew Masòndo (13 anni di carcere in Sud
Africa per motivi politici), di
Pertini e del vescovo anglicano
Desmond ’Tutu che ha parlato
alla folla attraverso uno schermo
gigante collegato via satellite con
il Sud Africa.
Alla manifestazione hanno partecipato più di 50 Comuni italiani e alcune Provincie con gonfaloni e stendardi. Erano presènti
anche gruppi di ecologisti, Amnesty International, gruppi di solidarietà con il Nicaragua, Santo Domingo, oltre a collettivi
politici, I studenteschi; una presenza varia, variopinta, creativa.
Secondo Cesare Milaneschi,
redattore dell’agenzia IDOC, questa manifestazione non solo ha
sprovincializzato l’Italia ma ha
indicato, allo stesso tempo, quale
sia l’atteggiamento che bisogna
avere con gli stranieri che vivono tra noi. Al proposito, uno studente di economia, Andrea Bouchard, ha colto una scena emblematica. «Mentre il corteo sfilava davanti alla stazione Termini — ha notato Bouchard —, luogo tradizionale d’incontro degli
stranieri del Terzo Mondo, un
numeroso gruppo di colore, dal
marciapiede, assisteva al passag
Giuseppe Platone
(continua a pag. 8)
l’educazione separata. Sei-settecento di loro morirono in Sud
Africa quell’anno in conseguenza di quelle proteste.
Un secondo passo verso il momento del kairos per il nostro
paese risale al novembre 1983
quando il 66% dei bianchi sudafricani decisero di appoggiare
in un referendum la nuova Costituzione che dava dei diritti
limitati alla comunità di colore
e a quella indiana, mentre escludeva per principio ogni singolo
cittadino nero del Sud Africa
dal processo decisionale politico nel nostro paese. Con_ tale
voto la comunità bianca diceva
a quella nera: non fate parte
di noi, non avete mai fatto parte
di noi, e non farete mai parte
di noi.
Un altro passo in questa crisfi
verso il kairos del paese da cui
provengo e che amo profondamente, venne compiuto la notte
del 3 settembre 1984 quando
7.000 uomini deiresercilo erfirarono nelle municipalità nere di
Subricane e Sharpeville circondandole, perquisendo ogni singola casa, marcando ogni persona con una tintura in modo
da renderla riconoscibile in caso uscisse dalla municipalità in
cui era stata identificata. Quando il mattino arrivò, la gente di
Sharpeville e Subricane disse:
il governo di questo paese ci ha
dichiarato guerra.
Questo momento, al suo punto culminante, è giunto il 21 luglio 1985, quando il governo ha
dichiarato lo stato di emergenza in 36 distretti del paese su
285 per cercare di riportare il
paese al cosiddetto ordine legale e le masse manifestanti alla sottomissione.
La natura
della crisi
E’ importante porre la domanda fondamentale: qual è la
natura della crisi davanti alla
quale siamo oggi posti in Sud
Africa e che ci porta a questo
momento del kairos? Ritengo
che sia in primo luogo una crisi
sul piano educativo dal momento che una minoranza del paese
ha approvato con soddisfazione
il fatto che un sistema educativo inferiore, ingiusto e discriminatorio fosse imposto alla
maggioranza dei giovani del paese al fine di mantenerli in una
posizione di sottomissione e di
inferiorità.
La natura della crisi è inoltre
diventata politica quando la comunità bianca sudafricana ha
indicato chiaramente ai neri la
loro esclusione dal processo decisionale politico; ed è anche diventata una crisi economica per
effetto di una serie di fattori
che ha portato il Sud Africa ad
una situazione di grave debolezza economica che cresce di
giorno in giorno.
Ma sopra ogni altra cosa, si
tratta di una crisi morale, poiché una politica disumana e ingiusta è stata presentata come
Beyers Naude
(continua a pag. 8)
2
2 vita delle chiese
3 gennaio 1986
j^OVI LOCALI DI CULTO PER LA CHIESA VALDESE DI CAIVANO CONVEGNO GIOVANILE A VILLAR PEROSA
Una piccola chiesa
in un posto disperato
Sei ‘rosso’ o ‘verde’?
Il 22 dicembre scorso, con nn
culto presieduto dal pastore Salvatore Carco al quale hanno partecipato rappresentanti di quasi
tutte le chiese evangeliche del
Napoletano, sono stati inaugurati i nuovi locali della chiesa
valdese di Galvano (Na). Si è
così concluso nel migliore dei
modi un amio che, per questa
piccola comunità, non era certo
stato facile: nel gennaio 1985 lo
sfratto dalla vecchia sede, a cui
erano sediti mesi di affannosa
ricerca di nuovi locali, mentre la
solidarietà della chiesa apostolica di Galvano rendeva possibile la continuazione delle attività. Alla fine di agosto la svolta, con l’acquisto di una vecchia stalla. Sono stati necessari
ancora alcum mesi di attesa
mentre fervevano i lavori di
ristrutturazione, ma poco pri^ Natale è stato finalmente
possibile inaugurare i nuovi locali semplici ma grandi e accoglienti.
Gaivano, sessantamila abitanu ® <Juei posti disperati
Che hanno cessato di essere paeSI agricoli ma non sono mai diventati città. Ha avuto qualche
briciola di notorietà per essere
stata annoverata dai cronisti di
« nera », a suo tempo, fra i vertici del «triangolo della camorra », la zona dove la guerra fra
le bande era più sanguinosa.
In questo contesto, appare
ben chiaro cosa intendesse il
pastore Garcò quando nel suo
sermone ha tratteggiato i compiti che — oggi più ancora che
nel passato — stanno di fronte
alla comunità: «Esiste un avvemre. Bisogna che Gaivano
conosca questo fatto» (il testo
era: I Pietro 2: 9-10). Il difficile
contesto sociale aiuta anche a
capire la ragione della simpatia
e dell’affetto che le chiese evangeliche napoletane provano per
i valdesi di Gaivano; tuttavia,
a questo proposito, sarebbe ingiusto dimenticare le caratteristiche della chiesa, che è piccola quanto vivace. Gontando
neanche trenta membri, quella
di Gaivano è fra l’altro una comunità che non ha mai avuto
un pastore residente: ma proprio questa difficoltà è stata il
fattore che ha portato a una
forte respor^abilizzazione di
tutti i fratelli nella vita comunitaria, e alla crescita di forti
legami di solidarietà con le altre chiese. Non per caso, quindi, la comunità di Gaivano ha
voluto concludere il culto del
22 dicembre col canto del « Giuro di Sibaud»: come qualcuno
ha osservato subito dopo, non
siamo soli né isolati, nemmeno
a Gai vano.
Paolo Fiorio
Giovani da ogni parte del Piemonte, alcuni da Savona e da
Como, si sono dati appuntamento a Villar Penosa (To) il 14-15
dicembre scorso per un convegno sul tema della « disuguaglianza ». E’ un numero molto elevato di giovani, tenendo conto che
da solo 2 anni è iniziato un lavoro di collegamento fra i giovani delle chiese del circuito, che
va sotto il nome di Progetto Tonno.
Il momento più ricco di emozioni nelle due giornate è stato
un gioco di simulazione, che si
proponeva di ricreare delle situaziom di disuguaglianza per provocare reazioni e discussione.
I rossi rappresentavano la clas
La comunicazione non ‘va da sè“
FIKENZE — L’8-9 dicembre
^orsi si è svolto, promosso dal
X Gircuito, Un convegno sui modi e mezzi di comunicazione dei
pastori e dei laici « responsabilizzati » con le comunità. L’incontro, al quale erano stati invitati pastori e membri dei consigli di chiesa, è stato introdotto dal pastore Jürgen Kleemann, che si è avvalso sia del1 analisi del testo di im sermone
che di alcuni disegni.
Fra questi ultimi, particolarmente significativo era uno che
rappresentava un uomo che tende la mano a un gruppo, che
per altro la sfugge. Ma l’uomo
non se ne accorge, perché, invece di guardare i suoi interlocutori, fissa affascinato il sole.
Nel corso del convegno è stato fatto notare come Dio stesso, per comunicare con gli uo
miiu, si sia incarnato in GesùIl che dovrebbe farci capire come la comunicazione non possa
mai essere vista come qualcosa
m automatico, che « va da sé ».
E stato infine deciso di tenere
im secondo incontro su questo
tema entro maggio 1986, allargando la partecipazione all’insieme dei membri di chiesa.
In classe
durante la messa
G^OVA — Una piccola ma
significativa vittoria nella battaglia per la laicità della scuola
e stata ottenuta il 16 novembre
scorso presso la scuola media
« Virginia Genturione » di Sestri
Per quel giorno, infatti, era stata programmata la visita nel1 istituto del card. Siri, e la ce
lebrazione della messa da parte
sua Alcuni insegnanti avevano
anche cominciato a organizzare con gli alunni un mini-concerto per accogliere il cardinale in
pompa magna. Tutto sarebbe
andato liscio se un gruppo di
genfiori — fra i quali la signora Rizzi Grill, valdese — appellandosi alle Intese, non avesse
rivendicato: a) che la preparazione del concerto avvenisse nelle ore di religione e non in al
tre ore di lezione; b) che le lezioni non fossero sospese duran^ la celebrazione della messa.
Gomprensibile lo sconcerto della preside e del collegio dei docenti, ma la legge parla chiaro :
e così oltre cinquanta ragazzi
( dei quali solo due « non si avvalgono » dell’insegnamento religioso) son restati in classe durante la messa di Siri.
se dominante, i signori; i verdi
erano gli oppressi, coloro che
dovevano servire; i blu la polizia, quella che doveva mantenere l’ordine voluto dai rossi. Il
gioco si è svolto durante la cena
nella quale erano i verdi a dover
servire la minoranza rossa e
sottostare ai suoi capricci resi
esecutivi dalla polizia.
Dopo la cena ed il gioco il gruppo di Ivrea ha presentato alcune
drammatizzazioni sul tema della disuguaglianza nella famiglia.
La mattina della domenica è
stata interamente dedicata alla
preparazione del culto pomeridiano. Un culto ’’diverso”, come
nei precedenti convegni, che ha
richiesto una preparazione "diversa”.
Ci si è divisi in laboratori ad
ognuno dei quali era affidata la
responsabilità di una parte del
culto. Vi è stato il laboratorio
clown, teatro, grafica, biblico,
musica, creazione giochi, tutti
rivolti ad approfondire il problerna con diversi strumenti creativi. Il culto ha raccolto così il lavoro dei vari gruppi ed è risultato animato e pieno di stimoli.
Un altro aspetto positivo e
nuovo è stata la partecipazione di
numerosi ragazzi del catechismo.
Questo è un buon inizio, pensiamo, per far sì che i giovani restino attivi nella chiesa anche dopo la confermazione.
La Giunta del
Progetto 'Torino
Calendario
Una macchina per il Camerún
POHMRE'^O - Le collette
della festa dell’« Albero di NaUle » a Pomaretto e ad Inverso
Pmasca, le bustine delle scuole
domenicali ed i doni vari hanno
somma di L. 1.290.600
che e devoluta per l’acquisto di
un motocoltivatore da inviare
a Lolodorf in Camerún.
• L’evangelc della resurrezione e della speranza è stato annullato in occasione dei funerali di Tron Alberto (Abert la
Bruo) di Bodoretto; Bertalmio
iJna V. Compaire deceduta in
Perosa Argentina all’età di anni
<6, Gaydou Franco deceduto
prepo l’Ospedale di Pinerolo all età (fi anni 51. Ai familiari la
simpatia cristiana della chiesa
• Otto Peyronel e Franca Gia^
comiTO hanno chiesto di essere
inseriti nella nostra comunità :
diamo loro il benvenuto
• La comunità si rallegra molto con Thomas e mia Elser per
la nascita del loro piccolo Christian Samuel e porge loro tanti
auguri.
• La comunità presente al culto di domenica 22 dicembre si è
rallegrata con Enrico Martinat
e Elsa Bounous per i loro 40
anni di matrimonio.
• La sera del 22 dicembre u.s.
nel tempio valdese di Pomaretto ha avuto luogo un « Concerto
di Natale» a cura delle corali
®chola Cantorum San Verano
(Abbadia Alpina), Voci Bianche
di San Genesio (Perosa Argéntina), Corale Valdese di Pomaretto, e i Trombettieri Valdesi
Durante l’intervallo è stata ef
fettuata una colletta che ha reso la somma di L. 1.350.000. Detta
somma è stata devoluta alla ristrutturazione dell’Asilo dei Vecchi di San Germano Chisone.
Tempio pieno
a Natale
RORA’ — Ben riusciti gli appuntamenti del periodo natalizi. Al bazar delle Fucine la corale e 1 bimbi con i loro flauti
hanno allietate un pomeriggio
intenso e partecipato.
Nella giornata di Natale il
tempi era pino; anche alcuni
fratelli cattolici che passano le
loro vacanze nel piccolo centro
hanno partecipato con molta attenzione al nostro culto.
• I partecipanti alla cena comunitaria del 31 dicembre, che
spesso ha riunito in passato un
numero ridotto di persone desiderose di trascorrere insieme
le ultime ore dell’anno, quest’anno sono stati un centinaio una
« punta » quasi da diciassette febbraio.
Dopo un anno che per molti
versi è stato pesante e faticoso
questo desiderio di vita comunitaria che Si delinea ci dà bene
a sperare.
Assemblea di chiesa
torre PELLICE — Dome
nica 12 gennaio avrà luogo una
importante Assemblea di Ghiesa nel corso della quale saran
no eletti gli anziani dei quartieri di Villa II, s. Margherita I e
Ghabriol e i deputati al Sinodo
e alla Gonfei'enza Distrettuale.
Approvato il bilancio
SAN GERMANO — Nella Assemblea di Chiesa del 15 dicembre è stato approvato il bilancio
di previsione delle spese locali
per il 1986. Dato che l’Assemblea
del 12 maggio si era orientata,
per quel che concerne la contribuzione da inviare alla Tavola
^r il 1986, sulla cifra di lire
38.200.000 e che il 15.12 si è deciso
di devolvere una somma per il
Collegio e la Scuola Latina (il
14»/o diviso fra questi istituti ed
altri che verranno designati dal
Concistoro) e di contribuire per
le spese locali con una somma
pari a L. 31.910.000, il totale della cifra di cui dobbiamo farci
carico risulta essere dì lire
75.458.000.
• Ringraziamo il pastore emerito Enrico Corsani per il messaggio incisivo ed apprezzato che
egli ci ha rivolto ultimamente; e
gli anziani Ileana Lanfranco
Borrel e Franco Avondet che insieme hanno presieduto il culto
in occasione della domenica del3 Unione Predicatori Locali. L’anziano e predicatore locale Aldo
Garrone, e i due fratelli di cui
sopra hanno presieduto la Santa Cena; ci sembra un fatto rallegrante: è infatti un piccolo segno che sta a dimostrare che
cominciamo a capire che cosa
sia il « sacerdozio universale ».
• In quest’ultimo periodo abbiamo dovuto separarci da altri
due membri della nostra comunità: Aldo Beux oriundo di Prarnollo di anni 55 e Cesare Soulier di Inverso Porte deceduto
a Pinerolo. Alle famiglie esprimiamo la simpatia cristiana della comunità tutta.
Preoccupazioni
finanziarie
ANGROGNA — Tempio gremito il 28 dicembre al Ciabas per
la bella serata di canti natalizi,
letture bibliche e commento alle
immagini, in diapositive, della
natività di Wan den Weiden
(XV secolo). La corale di Angrogna ha ricevuto, da questa serata, un significativo incoraggiamento a proseguire nel proprio
impegno.
• Le riunioni riprendono lunedi 6 gennaio al Baussan con
l’audiovisivo sull’ospedale valdese e martedì 7 ai Jourdan con
una conversazione di Susanne
Labsch sulla Revoca dell’editto
di Nantes. Alle ore 20.
• Infine registriamo una nota
negativa: nella seduta, di fine
anno, della chiusura dei conti il
Concistoro, pur rallegrandosi di
avere raggiunto per la cassa chiesa la cifra richiesta dalla Tavola,
è preoccupato per la cassa degli
stabili che ha accumulato, nel
1985, un deficit di oltre 20 milioni a causa dei recenti lavori di
ristrutturazione della Sala Unionista. Se il 1986 sarà un anno
spiritualmente ricco è possibile
che riusciremo a risolvere anche
i nostri problemi economici.
Domenica 5 gennaio
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 14.30
presso la Casa Unionista si tiene l'assemblea mensile del Movimento Testimonianza Evangelica Valdese.
_____Giovedì 9 gennaio
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.45 presso la Chiesa Valdese si tiene la riunione del collettivo biblico ecumenico.
La riunione ha lo scopo di preparare
I Assemblea di domenica 26 gennaio
in occasione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
_____Sabato 11 gennaio
□ COMMISSIONE
MUSICALE S.S.V.
TORRE PELLiCE - Alle ore 15 presso
la Società di Studi valdesi si riunisce
la Commissione musicale diretta dal
prof. A. Genre.
□ COMMISSIONE PACE
1° DISTRETTO
PINEROLO — Alle ore 16.30 nei locali della Chiesa valdese si riunisce la
Commissione . Cultura della pace e
protestanti nel pinerolese » del 1“ Distretto. Cena al sacco. Argomentoprogrammi per il 1986.
Domenica 12 gennaio
□ FORUM TEOLOGICO
VILLAR PEROSA _ Alle ore 14 presso il Tempio Valdese si tiene la riunione del Forum Teologico. Argomento
di studio: r Corinzi 15.
Sabato 18 gennaio
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
torre PELLICE — Alle ore 17 presso la Casa Unionista ha inizio un convegno per collaboratori dell'Eco delle
Valli. Relazioni di Paolo Florio (. la
cronaca delle valli nel contesto di un
periodico a diffusione nazionale »), e di
Giorgio .GardioI (« programmi di lavoro
per il 1986 »). Cena offerta dalla redazione presso la foresteria. Conclusione entro le 22
3
3 gennaio 1986
ecumenismo 3
IL DIBATTITO SULLA TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE
Imprimatur; difesa dei "diverso”
Pur essendo personalmente più favorevole alla soluzione adottata nel 1976 (senza imprimatur),
il Segretario della Società biblica difende l’imprimatur mettendone in luce i risvolti positivi
Prendo nota degli interventi di
Genre, De Michelis, Ricca e Quartino e aggiungo qualche osservazione aH’ormai lunga discussione.
Molte interpretazioni
GENRE — L’ABU accetta, dal
1968, di mettere l’imprimatur, là
dov’e richiesto, in oltre 180 lingue moderne. Si attiene, cioè, all’esigenza cattolica per servire 'la
gente cattolica che ci tiene ad
averlo. Negli anni ’70 l’esigenza
sembrava superata; oggi il nuovo
codice di diritto canonico la riafferma. Sarebbe certo interessante sapero, da parte cattolica, il
peso da loro dato all’imprimatur, prima e dopo il Concilio Vaticano il e prima e dopo l’attuale diritto canonico. Le Società
Bibliche sanno che, dopo detto
concilio e l’urgenza cattolica di
avere subito Bibbie in traduzioni prima inesistenti, molti testi
di orieine protestante sono stati
dotati di imprimatur e messi in
circolazione nelle chiese romane. La TILC è un progetto interconfessicnale e si pone nello stesso contesto. Perché leggervi fagocitazione. offesa 0 violenza? Non
potrebbe essere vero il contrario? Ncn potrebbe l’imprimatur
voler affermare, serra equivoci
verso :i. passato: « Pi;:, qui abbiamo raggiunto un accordo », oppure : « Il testo non costituisce
contesa »? La novità è che testi
di origine protestante o interconfessionale abbiano un imprimatur. Inoltre l’imprimatur si offre
a diverse interpretazioni da parte protestante. C’è cni lo vede
come il prolungamento dei disegni della copertina e perciò gli è
del tutto indifferente. C’è chi lo
ritiene utile per evitare lunghe
e mai tramontate discussioni
sulle Bibbie vere e false. C’è anche chi, come Ermanno Genre, lo
vede come un’offesa alla coscienza ecumenica.
Qual è la giusta interpretazione? Se TABU offre libertà di
scelta tra Bibbie con e senza imprimatur non e certo una questione di mercato, ma una libertà di agire secondo le proprie
scelte senza far violenza a nessuno. Quando le scelte saranno
unificate (siamo nell’escatclogia?) non ci sarà bisogno di avere un testo in edizioni diverse.
Per ora si tratta di unità nella
diversità che è una delle maggiori conquiste ecumeniche del
nostro secolo. Per Oscar CuUmann negarla è bestemmia contro lo Spirito Santo. Diverso
vuol dire non uniforme, non necessariamente alternativo o complementare. Visto che se ne fa
una questione ecumenica bisognerà prima decidere se siamo
i soli detentori della verità (si
può detenere il Cristo che è la
Verità?) e quindi possiamo misurare gli altri trovandoli sempre mancanti o secondari rispetto al nostro metro primario, oppure se là nostra interpretazione della verità vada messa a
confronto con altre interpretazioni della verità.
Possiamo anche dire che il
Vangelo è consegnato in vasi di
terra, ma i vasi protestanti e
quelli cattolici non hanno la stessa matrice. Gli uni vogliono l’imprimatur e gli altri no.
Inoltre chi sono i « deboli »
nella fede? (Quelli che hanno bisogne deiirimprimatur o di un
cenno prima di iniziare la lettura biblica 0 quelli che non possono più aprire il libro perché
hanno visto il cenno fatto al cattolico?
Infine posso aggiungere il mio
« amen » al « No comment » di
E. Genre sempre che il contesto
telegrafico non sia frainteso. Infatti, l’imprimatur segnala senza ombra di dubbio che i vescovi italiani, per firma autorevole
del presidente della C.E.I., si
trovano schierati dalla parte opposta rispetto ai tentativi di far
rientrare il movimento ecumenico, di relegare in secondo piano
i consensi raggiunti sulla Bibbia
e sul lavoro interconfessionale.
L’imprimatur è un no chiaro a
simili tentazioni. E’ un no detto
nel codice adatto e nella giusta
lunghezza d’onda per essere ben
capiti e captati in certi ambienti.
Se le cose stanno così abbiamo
un’altra interpretazione da aggiungere, accanto alle altre, dell’imprimatur.
Nonostante tutto avrei scelto
la soluzione del 1976 adottata
con l’uscita del N.T. Non avevo
diritto di scelta e non protesto
perché ho il dovere di un servizio in un contesto interconfessionale e datato che coinvolge il
mondo intero e che, in vari modi, diffonde il testo biblico e ne
promuove la lettura tra il più
gran numero possibile di persone sia cattoliche sia protestanti.
Il descritto
non si riconosce
DE MICHELIS — Penso che
per quanto riguarda le questioni
linguistiche De Michelis e i traduttori potrebbero facilmente
scambiarsi bibliografie a sostegno delle rispettive tesi appianando il contenzioso a favore
dei lettori. Sono oggi 180 le lingue nelle quali si traduce basandosi sulle stesse tecnologie della
TILC, quindi il materiale non
manca. Accanto ai libri ci sono
naturalmente riviste specializzate che fanno da ponte tra le varie tappe della ricerca.
Per quanto riguarda l’esegesi
non tocca a me togliere la parola ai traduttori, ai revisori e ai
consulenti. Forse dispiacerà a De
Michelis dover condivìdere con
me alcune serie riserve sull’interpretazione che Giovanni Calvino
dà a Matt. 13: 55 e paralleli. Per
il riformatore di Ginevra i famosi « fratelli » di Gesù sono « cugini »; sostenere il contrario è
prova di ignoranza. Se Calvino,
nostro costante punto di riferimento, sosteneva la perpetua
verginità di Maria, vuol dire che
noi due, sollevando le nostre riserve, diamo prova (secondo lui)
della nostra ignoranza.
Per il resto posso rendere pubta'licamènte la mia testimonianza
a favore dei traduttori. Non hanno mai pensato di guadagnarsi
la grazia deli’imprimatur. Non
hanno mai voluto far tornare i
conti con ia dottrina cattolica
mediante contorcimenti golfi e
maldestri. Non sappiamo nulla
di una strisciante ideologia Tüc.
A questo punto la lezione di
ecumenismo di « piccolo cabotaggio » potrebbe essere terminata, ma rimane la tragica domanda di sempre. Se i descritti
non si riconoscono, neanche come caricatura dantesca, in tali
descrizioni che ne è del descrivente (De Michelis)? O pretende
di conoscere gli altri meglio dì
loro stessi, oppure il descrivente
ricomincia il suo lavoro da capo. L’essere, dei descritti, non è
nelle mani del descrivente e non
ne dipende. Il problema è suo,
tutto suo, soltanto suo. Il « diverso da noi » ha diritte alla vita, al
rispetto e alla testimonianza. Fa
parte del comandamento: « Non
uccidere» (cfr. Matt. 5: 22).
C’è un dopo Concilio
P. RICCA — Il testo di Ricca
si legge partecipando alla sua
rabbia, ma anche con divertimento. Tratta parole e frasi rovesciandole e allternandole come
in un gioco di prestigio che suscita stupore e meraviglia. Il trucco
c’è, ma non si vede: o la Bibbia
ha l’imprimatur e allora non è
ecumenica oppure è ecumenica
e non ha l’imprimatur.
Per Gregorio XVI la libertà religiosa era un deliramentum.
Con il Concilio Vaticano II non
è più così; c’è stato un cambiamento e ci sono nuove dichiarazioni. Sulle pagine di storia che
si insegnano alla Facoltà Valdese
dì Teologia troviamo che, prima
del Concilio Vaticano II, l’opera
delle Società Bibliche era vista
molto negativamente. Oggi non è
più così. Vi sono nuovi documenti che fissano e stabiliscono
la collaborazione più ampia possibile.
Così la vicenda dell’imprimatur
può essere letta come vuole Ricca, ma è una prospettiva preconciliare forse mai morta nella
mente di un Lefebvre, tanto per
intenderci. Non è la sola prospettiva esistente. Anche in questo
caso c’è un dopo concilio. Ho in
ufficio testi biblici, tradotti da
soli protestanti, che portano lo
imprimatur cattolico. (Questo
non era pensabile prima di Paolo VI! E’ una novità della storia come lo è il caso interconfessionale italiano.
A questo punto bisogna scegliere: o con Ricca respingiamo,
con rabbia, netl seno materno il
bambino che sta per nascere,
convinti che sia inconcepibile (è
inconcepibile che l’imprimatur
possa significare oggi, non ieri:
« accettabile al lettore cattolico »?) oppure socraticamente lo
aiutiamo a nascere perché si
tratta di un’altra creatura. Occorre un pizzico dì teologia della
speranza per guardare in maniera diversa la storia. Non serve
dire che si dà giovinezza o lustro a realtà crepuscolari. E’ lo
Spirito che solo dà giovinezza,
quando e come vuole.
Allora se la lettura di Ricca,
che relega le altre nel disonore
è nella colpa, non è la sola possibile, quanti solidarizzano con
l’Alleanza Biblica Universale possono vivere questo momento della nostra storia in maniera diversa prendendo atto delle novità
emergenti e mettendosi al lavoro affinché la Parola di Dio si diffonda. In questa linea TABU serve, éntro i suoi ristrettissimi limiti finanziari, tutte le chiese e
non detta leggi a nessuna. Il risvolto politico va visto nella stessa prospettiva.
Infine Ricca informa i lettori
che « nessuno compra » H’edizione senza imprimatur. Strano!
La prima tiratura è esaurita.
L’ABU riceverà di ritorno la
Bibbia, con imprimatur, inviata
in omaggio a Ricca. Sarà l’occasione per offrirla ad uno di quei
tanti che la desiderano veramente e che non hanno i mezzi
per procurarsela. Un giorno,
forse, un anonimo benedirà il Signore per aver permesso questo gesto di rifiuto. La speranza non rende confusi. Nemmeno i valdesi.
Aria fresca
N. QUARTINO — Non posso
che ringraziarla per il modo fraterno e sofferto con il quale partecipa a questa discussione. Una
boccata d’aria fresca è sempre
una benedizione del Signore, incoraggia il rispetto reciproco nella diversità delle scélte e rende
credibile la testimonianza dei
credenti.
E’ chiaro che nella replica ai
critici ho dovuto fare molta strada per difendere il « diverso da
me », Timprìmatur. A saggio lettor poche parole!
Renzo Bertalot
a cura di Sergio Ribet
Ai tempi deir unità d'Italia
« E l’Eco delle Valli a noi sì
i[ giunge
Qual d’arpa eolia armonioso
'[incanto ;
E sento replicar per ogni riva:
E viva l’Eco delle Valli, e viva ».
Non si tratta di una forma di
pubblicità per propagandare a
fine anno ia versione valligiana
del nostro settimanale; sono alcuni dei versi di Gabriele Rossetti apparsi su « L’Eco di Savonarola », il giornale edito a
Londra dagli esuli italliani legati al mazzinianesimo e alla spiritualità evangelica risvegliata.
I versi, del luglio 1852, sono dedicati al conte Piero Guicciardini, e trattano della « erezione
del tempio de’ valdesi in Torino », e della a istituzione di due
giornali evangelici », « L’Eco delle Valli » appunto, e « La Buona
Novella ».
Il documento è solo uno dei
molti riportati da « Credere e
Comprendere » nel suo numero
di ottobre, che in modo intelligente e divertente continua nella serie dei .suoi « speciali storici» (in bibliografìa, a pag. 4
del fascicolo, sono ricordati i
precedenti : 1978, Storia delle
prime agapi di Spinetta; 1979,
Storia delle Assemblee dei Fratelli; le difficoltà del 1870; 1981,
Appunti di Storia dei Fratelli
1825-1918; 1984, Breve guida sto
rica dei movimenti evangelici a
Firenze; 1985, Dedizione Cristiana, saggio di Anthony Groves
del 1825).
Il titolo del fascicolo è « L’Evangelo in Italia - Storia dei
’Fratelli’ 1850-1860 », ma in copertina trova posto anche un
versetto biblico (« Ove è lo Spirito ivi è libertà», 2 Cor. 5; 17)
e una avvertenza : « Le interviste impossibili ». Infatti vari personaggi dell’epoca sono « intervistati » dal giornale, e « rispondono » con parole estratte da
documenti, articoli, ecc. alle domande di « Credere e Comprendere ».
Abbiamo così « interviste » a
Teodorico Pietrocola Rossetti,
a Fedele Betti, a « Mister Delta » (un inglese anonimo che
così si firmava difendendo sulla stampa inglese le posizioni
della Chiesa Italiana), a Salvatore Ferretti (il nipote di papa
Pio IX, che aveva fondato « L’Eco di Savonarola » e tanta parte aveva avuto come punto di
riferimento spirituale per gli
esuli italiani a Londra prima,
poi tra i fratelli in Toscana), a
Carlo Zanetti.
Varie « schede » completano il
fascicolo, sulla libertà religiosa
in Piemonte tra il 1848 e il 1854,
su Darbismo e Plimuttismo, sul
« caso Madia! », sulla vendita
della « Gran Madre di Dio » e
le Società Evangeliche, sull’« Eco
di Savonarola » ; un’utile bibliografia e una cronologia precedono gli articoli, e la redazione
spiega i suoi intenti in ima premessa e nelle conclusioni, cercando di stimolare lettori e comunità a non disprezzare l’umile lavoro storico verso la « storia minore », inaugurata in questo campo, per non fare che i
nomi princinali, da Giorgio Spini, Valdo Vinay, Domenico Maselli.
Il fascicolo è reso più leggibile anche da carte geografiche,
riproduzioni di documenti e di
antiche fotografìe, poesie d’epoca, come quella da cui abbiamo
citato alcuni versi in apertura,
anche una divertente « striscia »
tratta dalla « Storia d’Italia —
Il Quarantotto (1846-1860)» di
Chiappori.
Curata la grafica e la stampa
(qualche errore di stampa: l’arcivescovo Charvaz diventa Chervaz, p. 24, e qualche imprecisione di questo genere), la pubblicazione ci mostra come è possibile fare storia senza pedanteria, ci rende attenti ad un periodo ancora spesso mitizzato,
con le polemiche tra «Italiani»
e valdesi, con gli intrecci sottili tra esigenze di fede e « ragioni
di Stato », o « di chiese », con i
problemi connessi con l’appoggio di elementi stranieri alla
evangelizzazione in Italia, in positivo e in negativo.
Legati da affetto profondo ai
loro progenitori spirituali, gli
autori non li mitizzano, li colgono nella storia, ne vedono virtù e debolezze. Con l’artifìcio
delle fìnte « domande » riescono anche ad attualizzare le nrese di posizione ottocentesche,
riscontrando nelle polemiche di
quegli anni lontani i presupposti spirituali e teologici per questioni reali e viventi di oggi, come le questioni legate ai ministeri ed alla gerarchia, alla evangelizzazione, all’ecumenismo di
base, al rapporto tra fede e politica.
Del periodo immediatamente
successivo al 1860 si occupa invece Giovanni Gönnet in un
suo contributo ad un’opera più
vasta. « Il Brigantaggio, genesi
e sviluppo delle rivolte postunitarie con particolare riferimento al Cicolano », ed. Il Velino,
giugno 1985, Rieti.
L’articolo di Gönnet è intitolato : « La propaganda protestante nel mezzogiorno d’Italia
tra piemontesi, garibaldini, borbonici e papalini negli anni ’60
del secolo XIX ».
Una buona parte del contributo del Gönnet è dedicata alla
disamina del concetto di «banditismo », di « brigantaggio »,
per quel che ha avuto attinenza con Tirtreccio di vicende politiche e religiose: ma evidentemente, per riscontrare su questi temi delle connessioni con la
vicenda dei Valdesi, l’autore non
può attingere alT800, e deve risalire ai Valdesi di Calabria e
a Giosuè Gianavello ; ci viene
confermato, indirettamente, che
non è tra i Valdesi, tendenzialmente moderati e cavourriani.
delT800 che si trovano episodi di
«brigantaggio» antiunitario, o
— salve poche eccezioni — accesi fermenti di stampo mazziniano 0 garibaldino.
4
4 fede e cultura
3 gennaio 1986
SCELTA PER LA PACE E CONFESSIONE DELLA FEDE - 1
CONVEGNO A PORDENONE
Alla radice di un rifiuto u’Evangeio
Il pastore Lucilla Peyrot ha studiato il tema della pace nel
pensiero teologico delle chiese evangeliche presentando su questo
argomento la sua tesi di licenza in teologia. Sullo stesso tema ha
scritto una serie di articoli per l’Eco-Luce di cui iniziamo la pubblicazione con questo numero.
Quando, come cristiani, affrontiamo la tematica della pace e
della guerra nucleare, ci troviamo inevitabilmente a dovere
motivare la nostra scelta antinucleare. Possiamo motivare il
nostro rifiuto del nucleare con
argomenti politici o umanitari,
e non è poco al fine di una collaborazione con un movimento
per la pace in cui ci sono anche
dei non credenti. Ma gli argomenti politici o umanitari non
ci soddisfano fino in fondo, bensì cerchiamo anche rispetto al
problema della pace e della
guerra un fondamento nelle
scritture.
I riformati della Repubblica
federale di Germania e Berlino
ovest hanno posto con molta decisione il problema, per voce del
loro organo di rappresentanza,
il Moderamen, mettendo in stretta relazione le scelte per la pace
e la confessione di fede*. In ciò
hanno individuato, nella situazione di minaccia attuale, uno
status confessionis, cioè una situazione in cui occorre confessare in modo vincolante con parole e atti la propria fede in Gesù Cristo, contro l’ideologia di
morte che sta dietro il riarmo
atomico.
C’è ormai un consenso diffuso
e abbastanza consolidato sulla
necessità di evitare in un conflitto di fare uso di armi nucleari, non tutti sono però d’accordo sui mezzi per mantenere la
pace. Gli imi sostengono il disarmo unilaterale, gli altri considerano la presenza di armi nucleari a scopo deterrente come
uno strumento problematico ma
ancora valido per mantenere la
pace.
Per il Moderamen c’è una
stretta relazione fra il comandamento dell'amore cristiano e la
necessità del disarmo, per altri,
invece, è scorretto sostenere
questa stretta relazione fra fede
e scelte concrete in campo po
litico, che devono essere lasciate alla discrezione del singolo.
Emergono in questa questione
due grandi tendenze dell’etica politica protestante. Entrambe si rifanno alla Riforma, ma
mentre l’una accentua l’autonomia dei due ambiti, la chiesa e
10 Stato, runa dall’altro, giungendo alla conseguenza di giustificare anche le armi atomiche,
l’altra tendenza pone l’accento
piuttosto sul fatto che entrambi
gli ambiti, quello politico e quello della fede, per il credente devono sottostare ad un unico Signore, Gesù Cristo, quindi anche
per quanto riguarda le scelte politiche del credente, deve valere
11 comandamento dell’amore e
della riconciliazione.
La prima tendenza considera
con estremo pessimismo la capacità dell’essere umano di vivere
in pace, per la sua natura malvagia l’altra tendenza, invece,
mette in risalto le reedi possibilità per l’essere umano riconciliato di impegnarsi per la pace e
di mettere in pratica l’amore fraterno. Per la prima tendenza
l’aggressività e l’amore per la
guerra sono un istinto, per la
seconda, invece, frutto di una
cultura dell’aggressività^. Per la
prima tendenza le scelte umane
per la pace e per la guerra sono
scelte unicamente umane, di discrezione politica; per l’altra tendenza, invece, toccano il nucleo
della fede, e sono quindi in stretta relazione con la confessione
di fede. Per una tendenza, la
confessione riguarda unicamente l’adesione ad alcuni articoli
della fede (Dio, Gesù Cristo,
ecc.); per l’altra, invece, la confessione riguarda anche l’affermazione o la negazione nella
prassi dell’umanità dell’essere
umano.
Visser’t Hooft, ex segretario
generale del Consiglio Ecumenico, recentemente scomparso,
ha pronunciate alla conferenza
TERZA ETÀ’
Vivere
è stare con gli altri
Una delle ragioni, se non la prima, che spingono gli anziani a
cercare una casa di riposo è il
male della solitudine. Quando la
« beata solitudo » in realtà è una
paura quotidiana, allora una comunità di anziani diventa una
prospettiva positiva.
Ma resta, e deve restare viva,
la ricerca di un equilibrio fra
l’esigenza di « non essere soli » e
quella di salvaguardare una sorta di solitudine che è anche difesa della propria autonomia, della
personalità. Le strutture della casa di riposo possono agevolare le
due spinte; il personale ha in
questo processo di adattamento
e salvaguardia un compito primario.
Col calare delle energie, si osserva un prevalere del bisogno di
« stare con gli altri ». E’ il momento più duro, carico di tristezza. Anche la cameretta « da solo », che aveva alleggerito il passo di lasciare la propria abitazione, non basta più. Si vuole stare
con gli altri non solo quando sono proposte attività, incontri; ma
anche quando in due, tre ambienti si ritrovano tante solitudi
mondiale di Uppsala, nel 1968,
una frase che è diventata famosa:
Deve diventare chiaro per noi
che i membri di chiesa, che negano nella prassi la loro responsabilità per i bisognosi in qualsiasi posto del mondo, sono
ugualmente colpevoli di eresia
come quelli che rifiutano l’una
o l’altra verità di fede^.
Questa frase, e la coscienza
che essa esprime, sono state di
fondamentale importanza in questi ultimi anni nell’affrontare i
problemi non solo della pace e
della minaccia nucleare, ma anche tutti i problemi di carattere
sociale.
E’ diventato sempre più chiaro, infatti, che il problema della
pace è anche un problema di
giustizia sociale ed economica,
e si collega con l’ecologia nella
difesa della natura dagli esperimenti nucleari,
Lucilla Peyrot
per la liberazione
ni: poco si parla, si osserva chi
passa. Ma rimiportante è « stare
con gli altri ».
La malattia e Tinfermità hanno
uno spettro: l’ospedale, sia pure
per un tempo. Là finisce « il privato », la spersonalizzazione rende doloroso anche lo stare insieme. Si vuole, si chiede di « tornare a casa ». Qui comincia il servizio più duro per il personale. E’
la situazione che mette alla prova il modo di concepire « il lavoro ».
E’ l’impero del campanello
« d’allarme ». Certo, vi sono le necessità d’un aiuto che si moltiplicano, ma non di rado si intuisce (quando non è proprio espresso), il bisogno di avere vicino
qualcuno, per non essere soli.
Una inferma suona l’allarme, e
all’infermiera che arriva: — Cosa voglio? Nulla. Ma sono sola.
Resti un po’ qui con me.
Come non ricordare che era
venuta nella Casa perché era sola? Perché vivere è un « essere
insieme »? Essere comunità.
(dalla circolare della Casa
per anziani ”Il Gignoro")
^ Das Bekenntnis zu Jesus Christus
und die Friedensverantwortung der Kirche — Eine Erklärung des Moderamens des Reformierten Bundes, Gütersloh, Gütersloher Verlagshaus Gerd
Mohn, 1982. La traduzione italiana di
una parte del documento, le tesi, si trova sul Nev, 34, 22 dicembre 1982,
19-22.
^ Vedi soprattutto la riflessione di
Helmut Thielicke nella sua Etica.
® A questo proposito, Erich Fromm,
« Anatomia della distruttività umana »,
in Psicologia contemporanea, 52, luglio-agosto 1982, 30-38.
* Visser’t Hooft, « Der Auftrag der
ökumenischen Bewegung », in Bericht
aus Uppsala 1968, ORK, Genf, 1968,
337-338.
CLAUDIANA
Catalogo
ragionato
E’ arrivato in questi giorni il
catalogo ragionato della produzione dei libri dell’editrice Claudiana. La nostra editrice, fondata a Torino nel 1855 in pieno clima risorgimentale, sei anni dopo venne trasferita a Firenze.
Nel 1960 la sede è stata nuovamente Dortata a Torino dove attualmente opera sotto la direzione del dott. Carlo Papini. Il nome Claudiana deriva dal vescovo
Claudio del IX sec., un precursore del movimento evangelico. Il
catalogo che la Claudiana presenta è in sostanza un agile volumetto di 180 pagine che divide
tutte le pubblicazioni Claudiana
in diverse sezioni. Incontriamo
così accanto ai nroblemi di attualità, la cultura teologica e
storica, lo studio della Bibbia e
le pubblicazioni varie (dai quaderni di formazione ai noti opuscoli dell’« Attualità protestante ») sino alle pubblicazioni “fuori collana” che vanno dai libri
sulla storia valdese al folklore,
alla musica. Il fascicoletto è corredato dall’indice dei titoli e da
quello degli autori, oltre alTindice dei libri di vecchia edizione
o in via di esaurimento.
In conclusione siamo di fronte
ad un utilissimo strumento di
lavoro per i pastori, gli studiosi,
le chiese che intendano spaziare
nella produzione libraria della
« voce italiana del protestantesimo ». Anche attraverso questo
strumento — che ci ha illuminato una volta di niù sulla vastità
degli interessi toccati dalla Claudiana — la nostra editrice prosegue nel suo diffìcile cammino
di favorire la conoscenza della
Bibbia e il dialogo tra il protestantesimo e la cultura italiana,
cattolica e laica.
G. P.
Sabato 30 novembre si è tenuto, nei locali della Chiesa Evangelica Battista di Pordenone, un convegno dal titolo « La
Teologia della Liberazione ».
L’incontro, organizzato dal Collettivo Teologico del Triveneto,
ha visto un buon numero di partecipanti dibattere sul tema in
generale e sulle relazioni in particolare.
La prima relazione introduttiva, tenuta dal dott. Roch, ha
riguardato gii aspetti legati all’attualità della Teologia della
Liberazione ed alle sue disavventure con la Congregazione
per la Dottrina della Fede. Il relatore ha inoltre ricordato come questi teologi sudamericani
hanno chiaramente espresso e
dimostrato la cosiddetta « opzione dei poveri » che si concretizza nel rendere i poveri
non oggetto dell’azione ma soggetto della pratica teologica.
Il pastore Fardo y Cortes ha
poi illustrato ai presenti la nascita e lo sviluppo storico-sociale della teologia latino-americana ed ha sottolineato come non
solo dobbiamo concedere la nostra solidarietà ed attenzione a
questo fenomeno ma soprattutto come siamo tenuti a cogliere
spunti per la pratica teologica
in Europa ed in Italia.
La terza relazione è stata presentata dal pastore Gandolfo ed
ha riguardato la metodologia.
La relatrice ha ricordato come
la Teologia della Liberazione si
caratterizzi, più che per il contenuto, per il metodo che rappresenta un cammino che conduce, attraverso la fede, alla liberazione dell’uomo. Varie tappe hanno precorso la realizzazione del suddetto metodo. Vi
è stata innanzitutto una teologia dello sviluppo che ha favorito un intervento nei confronti delle realtà degradate ma che
non ha ricercato le cause di que
sta situazione. E’ seguita una
teologia della rivoluzione o della violenza che ha esacerbato i
rapporti pur aprendo la via alla
Teologia della Liberazione o
meglio alla sua prassi che vede la fede come momento primigenio di libertà. I teologi
sudamericani parlano, su questo punto, di ortoprassi e cioè
di metodo giusto per agire partendo dalla fede. Questo metodo porta inevitabilmente ad uno
scontro con chi sfrutta e crea
la situazione di povertà e ad
una scelta di azione diretta che
è però sostenuta dall’amore che
il cristiano deve riservare a tutti, anche al proprio nemico.
L’ultima relazione, tenuta dal
pastore Giorgi, ha evidenziato
i profondi legami intercorrenti
fra la Teologia della Liberazione e la teologia femminista. La
relatrice ha sottolineato come
l’oppressione sia un fenomeno
generalizzato e che colpisce non
solo i « poveri » ma tutte le categorie di persone che per particolari condizioni si ritrovano
in una condizione di oppressione. La « Teologia » ha spesso
contribuito a perpetuare le situazioni di oppressione ed il merito delle due teologie sopra ricordate è di aver esemplificato,
nella pratica, che l’Evangelo deve essere uno strumento di liberazione che si concretizza nella persona di Gesù che ha guarito, salvato e liberato.
Il dibattito, che è seguito alle stimolanti relazioni, ha particolarmente sottolineato le difficoltà che il mondo occidentale,
nella sua maggior parte protestante, vive, nella incomprensione di un fenomeno di liberazione non limitato solo agli « altri »
ma incentrato anche sulla realtà di degrado, a tutti i livelli,
con cui si convive quotidianamente.
Michele Campione
FINANZIAMENTI ECCLESIASTICI
E’ in gioco la fedeltà?
Ho letto (e riletto) l’articolo
di Marco Fiorio, a pag. 2 de « La
Luce » del 29.11.’85, e condivido
le affermazioni di carattere generale in ordine al rapporto tra
radicalismo teologico e comportamento, che vi sono contenute.
Non vi è dubbio, infatti, che
il credente, vivendo in una realtà di peccato, è costantemente
obbligato ad assumersi la responsabilità di scelte spesso fortemente contraddittorie.
E non vi è dubbio che tale necessità non legittima a ipotizzare o, peggio, a programmare un
comportamento peccaminoso.
Mi sembra, tuttavia, che l’articolista compie un grosso salto
logico allorché, senza alcuno
sforzo di analisi, accosta puramente e semplicemente l’eventuale accettazione deH’8 per mille (proveniente dalla scelta del
cittadino/contribuente e finalizzato ad interventi assistenziali),
all’infedeltà.
Marco Fiorio dovrebbe, infatti, spiegare perché mai impegnarsi (seppure con denaro affidatoci attraverso i noti meccanismi di legge) nel manifestare
concretamente l’amore per il
prossimo, sarebbe « infedeltà »,
mentre rifiutare i mezzi necessari per affrontare situazioni di
grave difficoltà o di bisogno dei
nostri concittadini o degli affamati dei paesi del terzo mondo
(e quindi non affrontarle) sarebbe « fedeltà ».
Si noti, per altro, che, se non
mi sbaglio, è la prima volta che
da parte dei partecipanti all’ampio dibattito in corso nelle nostre chiese, si qualifica come
« peccaminosa » la prospettiva
offertaci dall’ordine del giorno
approvato dal parlamento italiano.
Sin qui, infatti, erano stati tirati in ballo le discipline, le intese, il principio di laicità dello
stato, il pericolo di un gonfiamento d’immagine ecc., mai la
fedeltà all’Evangelo.
Essendo, notoriamente, un fautore dell’accettazione dell’8 per
mille, ma non essendo disponibile a tradire la mia fede, chiederei al fratello Marco di chiarirmi per quale motivo sarei avviato sulla strada della perdizione. Nel caso in cui mi convincesse, mi impegnerò, a mia
volta, per salvare l’anima a tutti
coloro che sono impegnati nei
nostri ospedali e nelle altre opere sociali, che vivono con il finanziamento pubblico.
A meno che, oltre a dimostrarmi che peccherei. Marco
Fiorio non mi convinca che costoro meritano il Regno dei Cieli, avendo stipulato intese e convenzioni,
Pietro Trotta
5
3 gennaio 1986
obiettivo aperto 5
IL PARLAMENTO NON HA AVUTO IL TESTO DELL’INTESA
Il colpo di mano
del ministro Falcucci
Pubblichiamo in questa pagina le reazioni più significative alla firma dell’« Intesa tra Autorità scolastica e
Conferenza episcopale italiana per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche » avvenuta il 14.12
U.S.. Riproduciamo il modulo, contenuto nella circolare
che il ministro ha diramato in data 20.12, per l’esercizio
del diritto di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento
religioso cattolico.
Riportiamo inoltre il testo dell’intesa — pubblicato sulla
Cuzzetta Ufficiale del 20.12 — nella sua parte centrale che
ha destato maggiori critiche.
Il testo comprende tre capitoli, oltre al 2° riportato.
Il 1" tratta dei programmi di insegnamento prescrivendo
che questi siano conformi alla dottrina della Chiesa e si
collochino nel quadro delle finalità della scuola.
Il 3° dà criteri per la scelta dei libri di testo che seguono a tutti gli effetti la disciplina e le modalità previste
per gli altri libri di testo. Il 4" stabilisce i profili di
qualificazione professionale degli insegnanti di religione
(titoli richiesti a partire dal 1990-91 ) ritenendo qualificati gli insegnanti della scuola materna ed elementare in
servizio nell’anno ’85-86 e gli insegnanti di religione che
nell’85-86 hanno 5 anni di servizio.
2.1. Premesso che:
a) il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica assicurato dallo Stato non
deve determinare alcuna forma
di discriminazione, neppure in
relazione ai criteri per la formazione delle classi, alla durata dell’orario scolastico giornaliero e
alla collocazione di detto insegnamento nel quadro orario delle lezioni;
ta) la scelta operata su richiesta dell’autorità scolastica all’atto deU’iscrizione ha effetto per
l’intero anno scolastico cui si riferisce e per i successivi anni di
corso nel casi in cui è prevista
l’iscrizione d’ufficio, fermo restando, anche nelle modalità di
applicazione, il diritto di scegliere ogni anno se avva/lersi o non
avvalersi dell’insegnamento della
religione cattolica ;
c) è assicurata, ai fini dell’esercizio del diritto di scegliere
se avvalersi o non avvalersi, una
tempestiva informazione agli interessati da parte del Ministero
della pubblica istruzione sulla
nuova disciplina dell’insegnamento della religione cattolica e in
ordine alla prima attuazione
dell’esercizio di tale diritto;
d) l’insegnamento della religione cattolica è impartito ai sensi
del punto 5, lettera a), del Protocollo addizionale da insegnanti
riconosciuti idonei dalla competente autorità ecclesiastica;
le modalità di organizzazione
dell’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole pubbliche
sono determinate come segue:
2.2. Nelle scuole secondarie
Mozioni e proteste
Probabilmente la Falcucci non se lo
sarebbe aspettato, ma il pasticcio combinato con la GEI sta suscitando un
vespaio di polemiche e prese di posizione. il tatto più importante è rappresentato da una mozione firmata da oltre cento deputati di vari gruppi politici, che deplora formalmente il comportamento del ministro della Pubblica
Istruzione e ne provocherebbe certamente, se accolta, le dimissioni.
MODULO PLR L-liSLRriZIO DLL DIHITTO III M.M.LIMIt SC AVVAI LNSI
O NON AVVALIMI llt'LLIHSI'GNAMI’.MTO DILLA NILIDIONt: CAnui.» A
PLR L'ANNOMtOLAimCU IHt (I
Premtuo eh* le Stilo oiticun l'inugniintnlo Ofili rilii.oni cillol.ci r.tll» «cj&li
Ok mm ordmt « grido in canlormiit il nuora ocrordo eh» »^loorli modilich» ii Cobcurdaia
Sbirmiirnie (irl. 9.1), il pretini» modulo coililulic» richieti» delliulonll irotiitlici, in ordir.» • !! »»»remo del dinne di Kiglicr* u oiiiiilerii a non •»•i»rti d«ll'i»iMginii »i io deU»
religioni citlolici.
L'iveni» dtrilio (siud«ni» m miggiorenn* avvero uno del geniiori o chi e rciU le
peirii pollili in cimi di iiudenii chi non looii incori compiuto il II* inno ci eti il
momenio deiretercixio del diriiio) dove compiliri il modulo o priientirlo olio legreterii
delle icuoli nfl termini fiuiii per le iKriiiuni,
Li iciIIi operiti lU'iiio dilli iicriiionc hi effelto per l'intero inno ccoliitico cui
ei riferiici i per 1 tucciiuvi inni di cono nei cut in cui é privisti riKriiioni d'ufficio,
fermo reilindo il diritle di Kiglieri ogni inno u ouvilirit e non ivvilerti deU'inMgiiiminto
dilli religioni ciiiolici wlli bue dilli ituu pcociduri.
PRIMA APPUCAZIOMI OeLL'UliaCIZlO DKL OtRTITO DI SCELTA
Nelli primi ippliciiioni riferiti iirinno leolulico I9lt/i1 gli ivinli diritto tono
tenuti In tutti I cui, in di iicricione i domindi che di ufficio, e prcrcntere eUl Segrctcril
dcUi icuoU il priiente modulo nei icguenti ierminii
Il gennnie 19M : - per U primi iicrizione ille icuole mitcrne
- per lo iicrizioni elle prime cliui deUe scuole elcmcntsri e medie
7 luglio 19M In tutti gli litri cui
B SctlU di «vvalcnl dfU'in»«gn«mcnio della religione cattolica
I Hoj Sedia di non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica
fi diriUo di scelCd II eiercKo coniroaae0nondo lo voce che Interesso.
FiroMi - studente se maggiorenne
ovvero
genltoreo chi esercita
la patria potesti
Fer l'alunno freguentanie* specificare Kuola, classe, sezione relativi all'anno sccr*
lasiico in corso
Scuola ■
CloMo Seiiooo - - ------
di primo e secondo grado, compresi i licei artistici e gli istituti
d’arte, Tinsegnamento della religione cattolica è organizzato attribuendo ad esso, nel quadro
dell’orario settimanale, le ore di
lezione previste dagli ordinamenti didattici attualmente in vigore, salvo successive intese.
La collocazione oraria di tali
lezioni è effettuata dal capo di
istituto sulla base delle proposte del collegio dei docenti, secondo il normale criterio di equilibrata distribuzione delle diverse discipline nella giornata e nella settimana, nell’ambito della
scuola e per ciascuna classe,
2,3, Nelle scuole elementari, in
aderenza a quanto stabilito in
ordine ai valori religiosi nel D,
P,R, 12 febbraio 1985, n, 104, so
li primo firmatario di questo testo è
il deputato Franco Bassanini, delia Sinistra Indipendente; le adesioni provengono da questo stesso gruppo, massicciamente rappresentato fra i firmatari, da Democrazia Proletaria e dal Partito Radicale, Spicca inoltre la presenza di un folto gruppo di parlamentari
socialisti (non Valdo Spini, che si è
limitato a rilasciare una dichiarazione
della quale rendiamo conto più avanti).
no organizzate specifiche e autonome attività di insegnamento
della religione cattoHica secondo
i programmi di cui al punto 1,
A tale insegnamento sono assegnate complessivamente due
ore nell’arco della settimana,
2.4, Nelle scuole materne, in
aderenza a quanto stabilito nel
D,P,R, 10 settembre 1969, n, 647,
sono organizzate specifiche e autonome attività educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nelle forme definite secondo le modalità di cui
al punto 1.
A tali attività sono assegnate
complessivamente due ore nell’arco della settimana.
2.5. L’insegnamento della religione cattolica è impartito da
insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall’Ordinario
diocesano e da esso non revocata, nominati, d’intesa con l’Ordinario diocesano, dalle competenti autorità scolastiche ai sensi
della normativa statale.
Ai fini del raggiungimento dell’intesa per la nomina dei singoli
docenti TOrdinario diocesano, ricevuta comunicazione dall’autori
tà scolastica deille esigenze anche orarie relative all’inse^amento in ciascun circolo o istituto, propone i nominativi delle
persone ritenute idonee e in possesso dei titoli di qualificazione
professionale di cui al successivo pimto 4.
2.6. Nelle scuole materne ed
elementari, in conformità a quanto disposto dal n. 5, lettera a)
secondo comma, del Protocollo
addizionale, l’insegnamento della
religione cattolica, nell'ambito
di ogni circolo didattico, può
essere affidato daU’autorità scolastica, sentito l’Ordinario diocesano, agli insegnanti riconosciuti idonei e disposti a svolgerlo.
2.7. Gli inseganti incaricati
di religione cattolica fanno parte
della componente docente negli
organi scolastici con gli stessi
diritti e doveri degli altri insegnanti ma partecipano alle valutazioni periodiche e finali solo
per gli alunni che si sono avvalsi deH’insegnamento della réligione cattolica, fermo quanto
previsto dalla normativa statale
in ordine al profitto e alla valutazione per tale insegnamento.
che sottoscrivendo questa mozione pare fra l'altro che abbiano trasgredito
una precisa direttiva impartita dai dirigenti del loro partito. Coipisce invece
la scarsa presenza di deputati del PCI,
almeno in rapporto alle dimensioni del
loro gruppo parlamentare.
La mozione, rilevando che il ministro
si è rifiutato — contraddicendo un
preciso impegno del governo — di trasmettere preventivamente alle Camere
il testo della bozza di intesa e ha proceduto alla firma prima che potessero
essere messi in discussione i documenti presentati su questo argomento,
prende poi posizione in modo molto duro, affermando che ciò « costituisce
violazione grave dei poteri e dei diritti del Parlamento, sottraendo al controllo del legislativo la disciplina di
materie concernenti l'esercizio di diritti fondamentali dei cittadini quali la
libertà di religione, di opinione e di
insegnamento ».
Toni più morbidi, ma anche una maggiore puntualizzazione delle critiche
all'intesa CEI-Falcucci sono invece contenuti in altre due mozioni, presentate rispettivamente da deputati socialisti e repubblicani.
Come si diceva, il deputato del PSI
Valdo Spini ha rilasciato una dichiarazione, nella quale fra l'altro ricorda
« quanto diverso sia stato il trattamento riservato alla più generale Intesa con
la Chiesa Valdese, il cui testo si volle in Parlamento votare articolo per
articolo per affermare che il Parlamento stesso avrebbe potuto costringere il
governo a rinegoziarlo in tutto o in
parte ».
Meritano una menzione, infine, le
reazioni che provengono dal mondo
evangelico. Oltre alia presa di posizione congiunta della Tavola e delle comunità ebraiche, pubblicata il 20.12,85
su questo giornale, e il documento
sottoscritto da numerose chiese evangeliche di cui si dà notizia in questo
numero, cominciano ora a giungere le
prese di posizione delle chiese locali.
La prima è quella delle chiese battiste, metodiste e valdesi della Puglia,
che il 30 dicembre scorso hanno inviato un telegramma di protesta a Craxi
e alla Falcucci: « Manifestiamo nostra
protesta per intesa applicativa Concordato riguardo religione a scuola perché
disattende reale facoltatività et art. 9
Intesa con Tavola Valdese legge 449
agosto 1984 ». p. f.
Chiese evangeliche contro
La Coimnissione delle Chiese Evangeliche per I rapporti con lo Stato
— venuta a conoscenza dell’approvazione da parte del Consiglio dei
Ministri dell'intesa raggiunta dal Ministro della Pubblica Istruzione con
la Conferenza Episcopale Italiana, in ordine all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche primarie e secondarie;
— considerato che, in spregio all'o.d.g. accettato dal Governo nella
seduta della Camera del 20.3.85, tale approvazione è avvenuta senza preventivo dibattito in Parlamento ed a soli due giorni da una sommaria
comunicazione alla Commissione Pubblica Istruzione, che ha sollevato
non poche critiche di forma e di sostanza;
— considerato, altresì, che il contenuto di detta intesa costituisce
un grave arretramento rispetto alla stessa situazione preesistente alla
riforma dei Concordato ed un pesante attacco alla iiìbertà religiosa nella
scuola, in quanto:
a) raddoppia ii numero delle ore di religione nella scuola primaria
e introduce l'insegnamento della religione cattolica nella scuola materna;
b) introduce forme dì insegnamento alternative per coloro i qutrii
abbiano scelto di non avvalersi dell'insegnamento religioso, discriminandoli e gravandoli di un onere ancora non precisato;
c) esclude ohe l'insegnamento religioso abbia luogo in orari che non
abbiano effetti discriminatori;
d) rafforza la posizione degli insegnanti di religione prevedendone, fra
l'altro, la presenza a pieno titolo nei consigli di classe;
e) limita la possibilità degli utenti della scuola di dichiarare dì non
volersi avvalere dell'insegnamento religioso, introducendo perfino illegittimi automatismi ed impedendo implicitamente che la dichiarazione di
non volersi avvalere dell'insegnamento religioso intervenga, a tutela della
libertà di coscienza, anche nel corso dell’anno scoliistioo;
f) equipara a tutti gli effetti i libri di testo di religione a quelli delle
altre materie, introducendo forme di approvazione da parte delle autorità
scolastiche, che generano indebite interferenze di ruoli;
giudica
l’approvazione dell'intesa come un grave colpo inferto alla libertà di
coscienza in materia di religione;
ritiene
che la nuova normativa costituisca un grosso passo indietro rispetto
alla lettera e allo spirito della revisione del Concordato, alla dichiarazione fatta dal Presidente del Consiglio nel relativo dibattito parlamentare e, per certi versi, perfino rispetto al vecchio Concordato, configurando una sorta di rinnovata confessionalità dello Stato italiano;
chiede
al Presidente della Repubblica di non sottoscrivere il decreto che gli
verrà proposto e di invitare il Governo a sottoporre il testo al vaglio
del Parlamento, unico titolare del diritto-dovere di pronunciarsi in una
materia che coinvolge fondamentali diritti costituzionali di libertà e di
eguaglianza in tema di religione;
invita
i partiti politici ad attivare attraverso i loro gruppi parlamentari ie
opportune procedure di iniziativa e di controllo parlamentare, affinché
l’iter di approvazione della nuova normativa si interrompa;
chiede
— al Presidente del Consiglio di promuovere le procedure per l'applicazione dell’art. 9 delia Legge 449/84, che prevede precise garanzie
che, trattandosi di legge speciale, prescindono del tutto dalla normativa
concordataria;
— ai cittadini che difendono la laicità della scuola di avvalersi di
detto articolo 9, pretendendone la puntuale applicazione;
invita
le Chiese Evangeliche a farsi promotrici di tutte le iniziative necessarie a suscitare nei Paese un ampio dibattito ed una piena consapevolezza delia posta in gioco, che travalica ogni interesse di parte;
ribadisce
che lo studio del fatto religioso e delie sue influenze storiche e
culturali non implica in alcun modo una forma confessionale di insegnamento.
Roma, 16 dicembre 1985
Sergio Aquilante, Presidente dell'Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia
Giorgio Bouchard, Moderatore della Tavola Valdese
Paolo Spanu, Presidente dell’Unione delle Chiese Cristiane Evangeliche
Battiate d'Italia
Francesco Toppi, Presidente dell’Associazione delle Chiese Cristiane E
vangeiiche « Assemblee di Dio in Italia »
Domenico Troja, Presidente Chiesa Missionaria Evangelica
Emmanuel Miaglia, Responsabile per l’Italia dell’Esercito della Salvezza
Salvatore Scognamiglio, Sovrintendente della Chiesa del Nazareno
Silvano Lilli, Presidente della Chiesa Evangelica Internazionale
Ignazio Barbuscia, Segr. Dipartimento Affari Pubblici Unione Avventista
6
6 cronaca delle Valli
3 gennaio 1986
Un
cartello
stradale
USSL 43 - COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Giunta “di programma"
Raggiunto faticosamente a sei mesi dalle elezioni un accordo unitario
per la gestione della Comunità - Pier Carlo Longo nuovo presidente
Ci troviamo « ...di fronte al rischio concreto di un olocausto
totale a causa della proliferazione degli ordigni nucleari, e (...)
della folle politica di riarmo, che
brucia enormi risorse, mentre
continua ed anzi si aggrava il
dramma del sottosviluppo, delle
malattie... »
Queste parole sono tratte dalle considerazioni precedenti la
delibera che il Consiglio Comunale di Torre Pellice ha preso a
dicembre sul tema della cultura
della pace.
Il documento analizza in modo
ampio i vari problemi dell’ingiustizia sociale, della questione
nord-sud, delle ansie dell’umanità per il degrado ambientale,
conseguenza di scelte energetiche
discutibili.
Il consiglio comunale si oppone inoltre ad ogni installazione
nucleare di carattere militare,
nonché di tipo civile, qualora
queste comportino, rischi per
l’ambiente naturale.
La Commissione Pace della
Chiesa Valdese di Torre Pellice
aveva consegnato al Sindaco in
occasione della « Due giorni per
la pace » di primavera un documento sottoscritto da molti cittadini affinché anche questo Comune si impegnasse a favore della pace e detta giustizia.
In quella petizione erano ricordate le tradizioni di libertà,
il ruolo della Valle quale culla
della resistenza antifascista. Si
ricordava inoltre l'importanza di
Torre Pellice quale "capitale”
del Protestantesimo italiano e come punto di riferimento mondiale per il Sinodo.
Tra i vari impegni del Comune
troviamo l’invito alle scuole a
diffondere « una cultura di pace
tra i giovani », l’informazione sulla legge per l’obiezione di coscienza, la possibilità di gemellaggio con Paesi dell’est europeo,
la promozione di dibattiti e di
conferenze, l’allestimento di una
biblioteca sul tema, lo sviluppo
di rapporti tra persone e comunità di paesi diversi.
Questa decisione — come quelle espresse da altri Comuni —
ribadisce la disponibilità di queste valli a vivere in una nazione
basata sulla pace e sulla democrazia, costruite su valori profondamente veri e vissuti, che
vanno costantemente rinnovati
nei tempi e nei momenti che le
generazioni vivono.
Il cartello che verrà posto all’entrata di Torre Pellice, «Nuclear Free Zone» {«Zona Denuclearizzata ») rappresenta il punto di partenza per un impeeno
che coinvolge tutti i cittadini
per un futuro di giustizia e di
libertà.
Un analogo cartello è già stato
posto da qualche mese all’ingresso del tempio valdese di Torre
Pellice. Un’assemblea di chiesa
aveva infatti dichiarato denuclearizzate le proprietà ecclesiastiche. La chiesa, i credenti, si erano posti in atteggiamento di testimonianza evangelica: chiamati
ad essere « facitori di pace », i
credenti hanno cominciato da loro stessi, dalle loro proprietà.
L’idea si è poi allargata alla popolazione ed il comune ha raccolto politicamente la proposta.
La pace non si ferma ai cartelli, c’è ancora un lungo cammino
da compiere che, credenti e non,
possono ora fare insieme.
Italo Pons
Finalmente, dopo sei mesi dalle elezioni amministrative del
maggio scorso, i rappresentanti
dei nove comuni della vai Pellice si sono ritrovali per eleggere
la giunta ohe dovrebbe reggere
per i prossimi cinque anni la nostra comunità montana.
Le trattative per giungere alla
nuova giunta sono state assai
lunghe e laboriose; « si è dovuto
mettere insieme interessi di gruppi politici, rappresentanze di comuni ed anche superare certi
rapporti personali difficili » ci ha
dichiarato al termine della riunione del Consiglio il neo presidente Pier Carlo Longo.
Trattative difficili, dunque, tant’è vero che ancora alle 16 del
pomeriggio previsto per le elezioni, con una convocazione indicata per le 15, dal gruppo DC
tardavano ad arrivare le indicazioni sul nome dell’assessore appartenente a quel gruppo.
Alla fine però tutti d’accordo
compresa la DC, che avrebbe
« visto meglio una coalizione
pentapartito », sulla proposta di
giunta unitaria che non prevede
opposizione e che coinvolge PSI,
PLI, Indip. di sinistra, DC e POI.
Ricopriranno cariche di giunta,
oltre al presidente P. C. Longo
(PSI), i suoi compagni di partito
0. Fornero e A. Charbonnier, il
liberale G. D. Gamba, vicepresidente, il democristiano E. Calieri
di Sala, M. Bellion (PCI) e la
presidente uscente F. Coi’sson ner
gli indipendenti di sinistra.
Piervaldo Rostan
La soluzione politica, già realizzata in alcuni comuni (Villar
Pellice e Pomaretto) e dalla Comunità Montana Valli Chisone
e Germanasca, di una giunta che
raggruppi tutte le forze politiche presenti nei vari consigli comunali, si sperimenterà dunque
anche in Val Pellice. Si tratta di
una formula politica che permette l’entrata in giunta della
Democrazia Cristiana, che in
questi dieci anni era stata esclusa dal governo della Comunità,
e che riduce l’opposizione ad un
dissenso individuale. Una « giunta di programma » (diversa però dalla proposta di «governo
di programma » che nella elaborazione comunista esclude la
DC dal governo essendo pensata
in vista dell’alternativa democratica) basata più sulle cose da
fare che sugli schieramenti. Ma
le cose da fare (quale sviluppo
per la valle, le opere pubbliche,^
le infrastrutture da costruire, i
piani regolatori, la gestione della sanità), e te modalità operative davvero non dividono le forze politiche della valle? Nella
campagna elettorale le opzioni
erano molto diverse e la gente
aveva anche scelto su quella base. Oggi sembra non sia più così e ciascuno ha rinunciato agli
spunti polemici. Nei prossimi
mesi vedremo se questa formula realizzerà gli impegrii programmatici, e come sarà superato il rischio concreto dell’immobilismo dovuto alla ricerca
dell’unanimità a tutti i costi.
L’augurio è che questa formula possa riuscire: i problemi della valle sono tanti ed esigono
scelte efficaci.
Giorgio Gardiol
Raccolta differenziata
dei rifiuti urbani
PINEROLO — Anche il comune di Pinerolo avrà le campane verdi per la raccolta del
vetro. Lo ha deciso la commissione amministratrice dell’AMGAS dopo annose discussioni in
consiglio comunale. Richiedevano la raccolta differenziata del
vetro, della carta, del ferro, un
gruppo di maggioranza (il PSD
e le opposizioni (DP e PCI). Per
ora si inizierà solo col vetro. La
spesa per l’acquisto di 35 contenitori è di 28 milioni.
Il tribunale
sarà trasferito?
PINEROLO — Fino a pochi
mesi fa si parlava di sopprimere il Tribunale di Pinerolo, adesso invece si parla di trasferirlo
nella ex Caserma Bricherasio.
Il Ministero di Grazia e Giustizia sembra infatti voler mantenere il Tribunale a Pinerolo
a condizione che si trovino locali adeguati. Il comune ha intenzione di ultimare la ristrutturazione delle Caserme Bricherasio (che nella parte già ristrutturata ospitano il Comprensorio e la USSL 44) e di
collocarvi in esse il Tribunale.
Cade così la proposta di un
gruppo privato di sistemare il
nuovo Tribunale nell’area lasciata libera dall’ex Merlettificio
Türk.
Soppresso il servizio
Airasca - Saluzzo
Nonostante le proteste della popolazione II ministero taglia un "ramo
secco" - La Regione approva - "Scambio con la Pinerolo-To
Il servizio ferroviario sul tratto Airasca - Saluzzo è stato soppresso dal 1° gennaio ’86 ed il
trasporto è ora effettuato da autopullman. Si viaggia col biglietto ferroviario e pagando le tariffe
della ferrovia. I biglietti saranno
acquistabili oltre ohe alle biglietterie delle stazioni anche presso
alcuni negozi e sul pullman.
Questo e il tratto MondovìBastia sono gli unici tagli effettuati in Piemonte il 31 dicembre.
Per tutti gli altri la chiusura è
rinviata al 1“ giugno ’86, se non
interverranno fatti nuovi (gestione regionale).
Giunge così ad una prima conclusione la proposta di taglio dei
« rami secchi » memontesi. Da
notare a questo proposito che il
taglio della Airasca - Saluzzo era
stato escluso dallo stesso ministero dei trasporti e per questo
le popolazioni interessate non
avevano svolto alcuna azione
di protesta. Poi viste le proteste
generalizzate delle popolazioni
delle altre linee e Timpegno della Regione a studiare la possibilità di regionalizzare il servizio
ferroviario a scarso traffico, il
ministro aveva fatto marcia indietro ed aveva incluso la Airasca - Saluzzo tra quelle da tagliare.
La protesta degli amministratori locali, dei sindacati, non si è
fatta attendere e nell’ultima quindicina di dicembre si sono svolte manifestazioni nei vari paesi
interessati ed a Torino davanti
alla Regione e alla Prefettura.
Purtroppo è mancata a questa
protesta l’attenzione deH'interlocutore regionale. L'assessore Cerniti infatti non si è dimostrato
sensibile a nessuno dei ragionamenti dei sindacati e delle amministrazioni locali ed ha avallato
la linea ministeriale del taglio.
Il comitato di difesa della ferrovia sorto a Vigone è molto
esplicito e critico e parla di
« vergognoso scambio avvenuto
tra la Pinerolo-Torre Pellice e
la Airasca-Saluzzo: questo non
è programmazione.
I recenti investimenti sul tratto (Airasca-Saluzzo) sono costati alla collettività circa 1 miliardi: questa non è economia.
La mancata consultazione delle Amministrazioni dei paesi interessati: questa non è democrazia.
II disegno politico tendente a
privilegiare il trasporto su gomma a scapito delle FFSS, mentre
nei paesi avanzati sta avvenendo
il contrario: onesto non è sviluppo.
Il piano in atto della privatizzazione dei servizi (vedi legge finanziaria): questa non è crescita sociale ».
Dal canto suo il comitato per
la difesa della ferrovia della Val
Pellice ritiene che anche la ferrovia Airasca - Saluzzo debba essere salvaguardata ed è solidale
colle popolazioni colpite.
Sempre sul tratto soppresso
è da segnalare la presa di posizione del Comprensorio di Pinerolo che nell’approvare il piano
territoriale si è espresso per
mantenere il servizio.
Sulla questione sono state presentate in Provincia interrogazioni dai gruppi di Piemont e DP.
Dell’intero problema dei trasporti dell’area pinerolese si discuterà inoltre nella « conferenza sulla viabilità e i trasporti»
che il Comune di Pinerolo sta
organizzando per fine gennaioinizio febbraio. Sarà quella l’occasione in cui amministrazioni
comunali, comitati di pendolari.
forze politiche e sindacali faranno proposte su tutte le questioni aperte ; prima fra tutte la
ferrovia, poi l’autostrada Torino-Pinerolo, il traforo del Colle
della Croce, la circonvallazione
di Perosa, il raddoppio delle
Statali 589 e 23 verso Torino.
Tutti questi sogni e progetti,
per altro, dovranno fare i conti
con le limitate disponibilità della finanza pubblica, che assumerà perciò verosimilmente un
ruolo di protagonista nell’ambito della conferenza.
G. G.
Filseta: ancora
cassa integrazione
PEROSA — E’ stato firmato
tra le Organizzazioni sindacali
e la proprietà un verbale di accordo secondo il quale viene approvato il piano di ristrutturazione del gruppo Cascami, L’accordo prevede per lo stabilimento di Perosa una occupazione
di 105 dipendenti (sui 317 attuali), il prepensionamento di coloro che hanno più di 50 anni e
la cassa integrazione a zero ore
dei restanti. Inoltre nel periodo
di cassa integrazione (un anno a
partire dal 17 gennaio) una società, la Soges, studierà un piano per il collocamento in valle
della manodopera eccedente.
L’unica lavorazione che sarà
effettuata a Perosa sarà la macerazione dei bozzoli di seta.
L’accordo soddisfa parzialmente le amministrazioni comunali della valle, ma non il consiglio di fabbrica e i lavoratori
dello stabilimento della pettinatura che verrà soppresso.
PROVINCIA DI TORINO
RIPARTIZIONE LAVORO
ATTIVITÀ’ ECONOMICHE
FORMAZIONE PROFESSIONALE
Corso di formazione professionale per
giovani da inserire in attività lavorative
del comparto artigianale nel settore
del legno
— Ente gestore: ENGIM - Pinerolo
— Posti disponibili: n. 15
— Età: 15/25 anni
— Titolo di studio: Licenza Media (assolvimento obbligo scolastico)
— Presentazione delle domande: ENGIM - Pinerolo Via Regis n. 34 entro la data del 10 gennaiol986
— Modalità di ammissione: Prova di selezione
— Informazioni: ENGIM - Pinerolo - Via Regis n. 34
(tei. 76.675)
— Inizio corso: 20 gennaio 1986.
L’Assessore alla Formazione L’Assessore all’ Agricoltura
Professionale Attività Economiche
Gianfranco Morgando Claudio Bonansea
7
3 gennaio 1986
cronaca delle Valli 7
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA SCUOLA LATINA DI POMARETTO
120 anni della scuola
Festa ’’d’addio” per un istituto dove si sono formate molte generazioni di studenti - Concerti di flauto e piano davanti ad un folto pubblico
Giornata di festa, domenica 15
dicembre, per la Scuola Latina
di Pomaretto: i ragazzi delle due
classi superstiti hanno eseguito
alcune belle musiche con i flauti
e il folto pubblico ha dimostrato
di saperle apprezzare. Peccato
che questo strumento non sia
sfruttato in seguito nelle nostre
comunità.
In un secondo momento abbiamo potuto gustare due esecuzioni a quattro mani; il pianista
Francesco Caudulo con una sua
piccola allieva di 7 anni, Erica
Pero.
Il « clou » della giornata è stato senza dubbio l’esecuzione del
prof. Caudullo. Tocco leggero, dita nervose che si inseguono sui
tasti, cascate di note, di suoni,
tratti con un’abilità eccezionale
dallo strumento, con il quale il
pianista sembra fondersi, formando tutt’uno. Sappiamo ancora « ascoltare », semplicemente,
della bella musica?
Siamo grati al prof. Caudullo
che ha saputo suscitare in noi
immagini e sentimenti di gioia,
di dolore, la tristezza della separazione, la bellezza della natura attraverso le musiche immor
tali di Bach, Beethoven, Schumann, Bartok.
Giornata di festa certamente,
ma con il sapore amaro della festa d’addio. La Scuola Latina
sta per chiudere la sua lunga
carriera. Costruita nel 1865 (ha
quindi ben 120 anni) porta scritto sulla facciata: « Collegio Inferiore di Pomaretto. Ai VaJldesi
di San Martino e Perosa, il Rev.
D.W. Stewart Pastore Scozzese a
Livorno ed i suoi amici della
Scozia MDCCCLXV ». Lo Stewart
fu appunto il fondatore di questa scuola. Nel 1931 la Scuola fu
chiusa, per la pesante situazione
economica della chiesa e per lo
scarso numero di alunni. Riaprirà i battenti nel 1945 per volontà del pastore Guido Mathieu.
La situazione finanziaria, la
mancanza di alunni, la scelta della scuola statale gratuita e, forse, anche il disinteresse delle nostre comunità hanno portato ora
alla seconda e senz’altro definitiva chiusura della Scuola.
Un sentimento di riconoscenza a tutti coloro che molto hanno dato per il buon funzionamento; alla Sig. G. Costantin,
che per anni ha promosso inizia
tive varie per poter sostenere
le spese del riscaldamento; ai
presidi che hanno sostenuto il
compito non facile di guida della
Scuola (in particolare all’attuale Preside, prof. Mourgiiia); agli
insegnanti, che hanno seguito
con pazienza e competenza alimni più o meno turbolenti e un
« grazie » particolare ai professori che fino all’ultimo hanno
preso a cuore la sorte della
Scuola, al prof. G. Coassolo, che
ha sempre seguito i ragazzi con
lo stile del padre e dell’amico; a
Marisa Griot, che ha sempre la^vorato dietro le quinte, assolvendo a mille compiti, « allergica » ad ogni tipo di riconoscimento.
Anche se è ora di chiudere,
nessuno può negare la validità
di questa Scuola, che ha saputo
dare a molte generazioni di studenti ima buona formazione
mentale e sociale. Non dimentichiamo che la Scuola Latina ha
formato molti dei nostri pastori, che qui hanno trovato l’ambiente favorevole alla loro vocazione.
P. R. R.
Cara magna Linota,
perché non scrivi più? Volevo
augurarti buon Natale e dirti
che sento la mancanza- del tuo
modo di ragionare fra l'antico
ed a moderno. Mi chiedo e ti
chiedo come sarà questo 1986
con tutta questa violenza in cui
viviamo. Che cosa ne pensi?
Un tuo lettore che fa
il pastore valdese
Caro lettore,
non ho più scritto semplicemente perché non avevo nessuna lettera a cui rispondere. Non
sono una giornalista e scrivere
mi costa fatica; così mi ci metto solo se qualcuno me lo chiede. E poi ho notato che, di solito, chi non scrive per mestiere prende la penna in mano soltank) quando è arrabbiato, e
non ini piace farlo. Quando ci
sentiamo feriti da qualcosa che
abbiamo letto, dimentichiamo
troppo spesso di amare il nostro prossimo.
Mi domandi come mi preparo
a vivere l’anno che si avvicina?
Devo confessarti che lo vedo
arrivare con ansia e con angoscia, perché troppe persone nel
mondo stanno in questo momento soffrendo per colpa di altri
uomini, e noi che non vogliamo
tutto questo male non sappiamo più che cosa fare per opporci, e ci rassegniamo troppo
facilmente al dolore degli altri.
Ho anche un po' di paura del
domani per motivi egoistici:
ogni volta che vado a ritirare
la pensione, mi vedo già trascinata per terra, forse con una
gamba o un braccio rotto, da
qualche ragazzo in motorino a
caccia di quattro soldi.
Ma, al di là di tutto questo,
aspetto il nuovo anno con gioia
e con fiducia.
Con affetto
In uno dei giorni più tristi del
Le lettere a Magna Linota, vanno indirizzate a Eco delle Valli Valdesi, casella postale, 10066 Torre Pellice (To).
CHIESE
NON ASSOCIAZIONI
Leo Coisson di Angrogna (13.12) propone un minimo garantito di 30.000 lire
annue come contribuzione « per ogni
iscritto aila chiesa Valdese ». Ma a me
fa pena veder la Chiesa (non solo perché stampata con la minuscola con un
Valdese maiuscolo) ridotta dal bravo
e « generoso » Coisson ad una associazione che dovrebbe cacciar d'ufficio i
soci morosi.
La contribuzione aiia Chiesa del Signore è un termometro per la fede dei
credenti, se di credenti si trattai Se la
visione della Chiesa è ridotta, come
forse è per molti, ad una » Associazione per il culto », allora si stabilisca
pure per costoro una quota associativa che garantisca ioro annualmente i
52 culti domenicali a 596 lire l'uno.
I credenti però, io stimo, — e penso
che ce ne siano ancora parecchi —
continueranno a versare, non « quello
che possono » (perché per spendere
per sé molti possono; per dare ad aitri pochi e poco possono), né tanto meno ,« queilo che vogliono», ma una
contribuzione pari al tre per cento di
ogni loro incasso lordo ringraziando
anche così il Signore di quanto ricavano dal loro lavoro o da altre fonti
di guadagno.
Dei resto anche il nostro Sinodo ha
raccomandato — e c'è voluto qualche
anno di riflessione — a tutti tale metro contributivo, siano essi credenti nel
Signore o « soci della chiesa Valdese »
come suppone Coisson, in una visione
molto secolarizzata della Chiesa.
Giorgio Peyrot, Torre Pellice
la mia vita, uno di quelli in cui,
come Giobbe, vorresti essere
morto, o, meglio ancora, non
essere mai nato, mentre sfogliavo la Bibbia dopo la solita lettura serale, mi capitò per caso
sotto gli occhi il versetto 24 del
salmo 118: « Questo è il giorno
che l'Eterno ha fatto; festeggiamo e rallegriamoci in esso ».
SOLIDARIETÀ’
PER LA PACE
Sul momento mi parve una
beffa, ma, poco dopo, capii che,
nonostante tutto, potevo ripetere anch’io le parole del salmista.
Forte di questa esperienza vissuta, oggi ti rispondo; « Anche
il 1986 è un anno che l’Eterno
ha fatto; esultiamo e rallegriamoci in esso ».
Il piccolo Comune di fìobassomero
(Torino) assunse, nel 1981, primo in
Italia, una delibera di denuclearizzazione militare e civile del proprio territorio.
A seguito delle elezioni del 12 maggio, pur avendo ottenuto il Sindaco uscente la maggioranza assoluta dei voti,
il 54% per l'esattezza, il Comune di
Robassomero è governato, per effetto
della legge maggioritaria, da una coalizione D.C.-P.S.I.-P.R.'I.
L'attuale maggioranza ha creduto di
vedere, in quella delibera, un atto attribuibile ad una sola parte politica e,
per ripicca, come dice ia gente, o altro,
l'ha revocata venerdì 15.11.1985.
magna Linota
Che un'azione concreta in difesa della pace non sia un atto politico unilaterale, lo dimostra il fatto che tantissimi altri Comuni italiani, al di là degli
schieramenti di partito, hanno ritenuto di assumere una delibera analoga.
Inoltre, qui a flobassomero, più di 900
cittadini di ogni fede politica (più del
90% delle persone che siamo riusciti
finora ad interpellare) hanno firmato per
COLLEGIO VALDESE
TORRE PELLICE
Sono aperte le iscrizioni per Panno scolastico *86/87
al
LICEO PAREGGIATO
indirizzo classico
con studio quinquennale di una lingua straniera
indirizzo linguistico
con studio di tre lingue straniere
• Corsi facoltativi di informatica
• Trasporto da Pinerolo in scuolabus riservato
• Possibilità borse di studio per allievi meritevoli
Tel. (0121) 91.260 - orario segreteria; 8,30-12,00
Corso di sci in pista
TORRE PELLICE — Il CAI-UGET Val
Pellice, in collaborazione con la Comunità Montana Val Pellice, organizza
oltre al corso di sci escursionismo
anche un corso di sci in pista.
Quest'ultimo, la cui direzione è stata affidata al maestro di sci Giorgio Albarin, vuole diffondere lo sport dello
sci anche tra coloro che non si sentono ancora pronti per l'escursionismo
0 semplicemente perché temono le
salite... con le pelli di foca.
— Il giorno prescelto per lo svolgimento del corso è il sabato;
— Le lezioni, della durata di circa
2 ore ciascuna, avverranno in località
diverse (Prato Nevoso; Monti della
Luna-Monginevro; frali; Pragelato e
Bardonecchia) permettendo così a tutti
di conoscere alcune importanti stazioni sciistiche del Piemonte e si svolgeranno rispettivamente il 25.1; l'8.2; il
22.2; l'8.3; il 22.3.
— Durante la prima gita verranno
formati i vari corsi (per principianti intermedio - di perfezionamento);
— In linea di massima le classi saranno formate da 7-10 allievi;
riavere i cartelli posti ai confini del
paese con la scritta « zona denuclearizzata », anch'essi rimossi dagli attuali
amministratori.
Noi che abbiamo lanciato un messaggio di pace a tutti ì Comuni italiani ed a tutte le persone che, in italia
ed altrove, hanno a cuore i problemi
della pace, chiediamo ora a chi è Impegnato per la diffusione di una cultura di pace di inviare un messaggio
agli Amministratori di Robassomero.
Tutto ciò affinché, pur neH'oyvio rispetto dell'autonomia delle decisioni,
le ragioni da voi addotte, sotto forma
di lettera, di ordine del giorno o di
telegramma, non importa, si aggiungano alle 900 firme dei nostri cittadini in difesa di valori di pace comuni
a tutti gli uomini.
Se riterrete opportuno aderire alla
nostra iniziativa di pace, vi preghiamo
di inviare, per conoscenza, copia del
messaggio anche al Comitato per ia Pace, che provvederà ad inserirlo in una
mostra che sta organizzando sul tema.
Saluti di pace.
Il Comitato per la Pace
Robassomero (Torino)
c/o Franco Roggero - Via F. Turati,
11 - 10070 Robassomero (To) - Telef.
011/923.50.40.
PRESENTATO
DAL CAVALLO
A DONDOLO
Egr. sig. Direttore,
vediamo che nel n. 48 del 13.12.1985
de l'Eco/luce un articolo (di Arturo
Genre, intitolato. «La mano e II ricor
do » afferma erroneamente che la Claudiana ha presentato un suo libro a Pinerolo. Dobbiamo per onestà chiarire
che tale gradita presentazione è stata
curata 'interamente dall'Egr. Sig. Gilli,
della Libreria II cavalla a dondolo di
Pinerolo con il patrocinio del Club
Alpino Italiano,' seziona di Pinerolo.
Tanto dovevamo.'b
Cordialmente
p. Claudiana Editrice D. GardioI
Comitati per la pace
POMARETTO — Il Comitato « pace
e disarmo » delle valli Chisone e
Germanasca si riunisce presso II municipio di Pomaretto alle ore 20.45 di
mercoledì 8 gennaio.
VAL PELLICE
— il costo delle lezioni è di L. 35
mila per gli adulti e di L. 20.000 per
ragazzi e giovani sino ai 18 anni (riduzione di L. 5.000 per i soci CAI);
— Il trasporto è previsto in pullman
e il costo è di L. 40/45.000 a seconda
del numero dei partecipanti; tale servizio si effettuerà esclusivamente se
si raggiungerà un numero minimo di
40 partecipanti.
— Il costo relativo all'utilizzo degli
impianti non è previsto nella quota (sono comunque previste riduzioni sull'abbonamento giornaliero).
Per informazioni ed adesioni rivolgersi al CAbUGET Piazza Gianavello,
Torre Pellice entro il 17 gennaio 1986.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presse Ospedale Valdese di Pomaretto tei. 81228 - 81691.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 5 GENNAIO 1986
perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAULIANI - Piazza Marconi 6 Tel. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte; tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva;
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 5 GENNAIO 1986
Lusema San Giovanni: FARMACIA
(SALEITO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
8
8 uomo e società
3 gennaio 1986
Il momento dello verità Non c’è pace
con l’apartheid
(segue da pag. 1)
morale, giusta, cristiana, basata
suU’Evangelo, sfruttando così e
distorcendo la verità basilare
dell’Evangelo di Gesù Cristo a
motivo di un’ideologia o di una
convenienza politica. Si tratta
di una crisi morale per il fatto
che chi deteneva il potere ha
usato ogni mezzo possibile, fornito dal sistema legale del paese, per creare una parvenza di
giustizia nella promulgazione
delle leggi del paese, creando in
realtà non già legalità e ordine,
ma sempre più ilìegalità e disordine, fino al momento in cui le
masse hanno cominciato a levarsi in piedi e a dire: Se questo vuol dire legge e ordine come riflesso della giustizia, non
vogliamo avere nulla a che fare con questo.
Ma è anche una crisi morale
per la chiesa. E’ un momento
di crisi morale quello in cui la
chiesa deve decidere che cosa
si crede veramente quando si
parla di violenza e nonviolenza
oggi in Sud Africa. Noi come
cristiani e come chiese abbiamo
affermato ripetutamente: siamo
dalla parte della pace, non vogliamo la violenza, vogliamo fare ogni cosa possibile per impedire che la violenza soffochi
e distrugga il nostro paese. L’abbiamo fatto; ma l’abbiamo fatto con dichiarazioni, con pronunciamenti, con proteste verbali. E molti di quelli che soffrono, soprattutto tra i giovani, ci hanno risposto: Siamo
disposti ad aspettare e vedere
se le vostre dichiarazioni saranno adeguate e credibili nella
sofferenza e nell’ingiustizia che
sperimentiamo nella nostra vita. Ma se questo non sarà il caso, allora verrà il tempo in cui
ci leveremo e vi diremo: avete
avuto tempo sufficiente per dimostrare che voi, con i vostri
mezzi pacifici, eravate in grado
di ottenere ciò che chiedevate.
Per noi quel momento è passa
■ L’Eco delle Valli Valdesi »
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Reg.
Redattori: Giorgio GardioI, Paolo
Florio, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione: i redattori e: Mirella Bein Argentieri,
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I prezzi si intendono oltre IVA:
18 per cento.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « Li Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 • Torino.
Stampa: Cooperativa Tipograflca
Subaipina - Torre Pellice (Torino)
to. Ora siamo costretti a usare
altri mezzi. Non perché lo desideriamo, ma perché non abbiamo altre alternative.
Ed è una crisi per le chiese
anche il fatto di dover ricomprendere la riconciliazione. E’
possibile parlare di riconciliazione mentre ha corso una politica che è fondamentalmente
immorale e ingiusta, cercare di
mettere insieme i promotori e
sostenitori di tale politica con
coloro che soffrono come conseguenza di tale politica, e dire
in modo fraterno e amichevole,
su, parliamone, diamoci la mano, abbracciamoci, riconciliamoci a vicenda? No, amici miei,
no. Quando un sistema che è
così profondamente ingiusto e
disumano ha creato un cumulo
così grande di sofferenza, ingiustizia, agonia, dolore, spargimento di sangue e morte, allora non
c’è riconciliazione possibile con
quel sistema. Allora abbiamo da
riscoprire il senso più profondo
della riconciliazione nell’Evangelo, guardando prima di tutto
a Cristo e a quanto gli costa riconciliarci con Dio.
E ancora, noi siamo messi in
crisi dalla necessità di prendere posizione a proposito della
disubbidienza civile, che è illegale praticamente in ogni campo in Sud Africa. Qualsiasi forma di protesta legale esistente
è stata infatti messa fuori legge
da qualche nuovo provvedimento o da qualche nuova legge. E
allora il problema si pone per
noi cristiani; da che parte stiamo? Fino a quando ubbidiremo
ancora a leggi che sono profondamente ingiuste, sleali e malvage?
Siamo in crisi come chiese
perché stiamo disperatamente
cercando a tastoni gli ultimi
possibili provvedimenti per un
cambiamento pacifico ma radicale per il Sud Africa: il disinvestimento e le sanzioni economiche. Il Consiglio delle Chiese
del Sud Africa si è fatto portavoce del grido che viene dal cuore di milioni di cristiani in Sud
Africa che dicono al mondo: per
amor di Dio, non vogliamo la
violenza, né spargimento di sangue, né rivoluzione, ma vi scongiuriamo: usate quello che può
forse essere l’ultimo provvedimento possibile di natura non
violenta per forzare questi governanti a trattare. Non tenetevi da parte mentre noi facciamo tutto quanto è in nostro potere per salvare il nostro paese!
E siamo in crisi come chiesa
su questo punto fondamentale:
un governo come il nostro, istituito legalmente secondo i principi costituzionali, è ancora un
governo? Un governo come il
nostro non è forse diventato
moralmente illegittimo, non è
diventato quello che in termini
biblici si chiama una tirannia?
E se così è, cosa vuol dire questo fatto per la chiesa?
Agonia
sto testo che pianse su Gerusalemme e disse: Questo ti succederà perché non hai conosciuto il momento di Dio in cui egli
è venuto a te. E temo che per
la maggior parte dei bianchi in
Sud Africa il loro kairos sia diventato un momento di giudizio senza speranza, non perché
Dio voglia negare la speranza,
ma perché non comprendono
ciò che Dio cerca di dir loro:
liberatevi delle vostre paure, del
vostro potere, dei vostri privilegi, condivideteli con coloro che
vi stanno intorno così che il potere liberatore dell’Evangelo
possa diventare la vostra vita e
la vostra gioia.
Ma queste stesso kairos per
altri, grazie a Dio, è un segno
di speranza.
Lo scorso giugno, nel pieno
della crisi crescente, 150 tra pastori, sacerdoti e laici, si sono
riuniti e hanno espresso questo
messaggio in un documento conosciuto da allora come il « Kairos documeni » ^
Io sono convinto che la pubblicazione di questo documento
potrebbe segnare per grazia di
Dio la nascita di una chiesa confessante in Sud Africa, una chiesa in cui cristiani di ogni confessione e denominazione stendendo la mano gli uni verso gli
altri dicano: scopriamo di nuovo la gloriosa unità della nostra
fede, del nostro amore e della
nostra dedizione al Signore Gesù Cristo.
Questo kairos è un segno di
speranza perché la crisi sta purificando la nostra società all’interno della chiesa costringendo
ciascuno di noi a prendere delle decisioni perché non è possibile per chiunque in Sud Africa affermi di essere cristiano di
rimanere neutrale: o si è dalla
parte di chi opprime o si è dalla parte di chi è oppresso.
Rendiamo grazie a Dio che ci
costringe a uscire dalla posizione di neutralità!
E’ un segno di speranza per
il fatto che, malgrado ogni amarezza e ingiustizia e sofferenza,
udiamo la voce di milioni di
cristiani oppressi del nostro
paese che dicono alla minoranza bianca: non vi odiamo in
quanto bianchi, odiamo il vostro sistema, l’ingiustizia che
voi ci imponete, ma siamo ancora disposti a tendervi la mano e a scongiurarvi di accettarci gli uni gli altri nella comunione dell’umanità e, se siamo
credenti, nella fraternità del nostro Signore Gesù Cristo.
Non so se vedrò il giorno in
cui verrà la liberazione in Sud
Africa ma questo so: esso verrà altrettanto sicuramente quant’è sicuro che questo giorno è
sorto; e quando verrà, prego
che il contributo dei cristiani,
noti e ignoti, diventi l’unisono
di un glorioso coro che ci conduca in un meraviglioso futuro.
Beyers Naude
Io non vedo più alcuna possibilità di un cambiamento pacifico nel nostro paese. Noi viviamo un tempo di agonia. Agonia
della comunità nera degli oppressi, che ogni giorno deve affrontare la brutalità della polizia e dell’esercito, i ferimenti e
le uccisioni perfino di bambini
di 3 o 4 anni, i funerali con scontri ri{>etuti con coloro che cercano di mantenere il cosiddetto
ordine legale. E agonia, di diverso genere, dei bianchi. Alcuni di loro sono ancora largamente indifferenti a ciò che sta
succedendo nel paese, ma alcuni almeno stanno diventando
sempre più preoccupati, incerti, insicuri, spaventati per il loro futuro e la loro posizione, il
loro potere e i loro privilegi. E
in mezzo a tutto questo sta la
chiesa e il messaggio cristiano.
Qual è il nostro messaggio in
questo tempo di crisi nel nostro
paese? Cristo ci ricorda in que
(segue da pag. 1)
gio della manifestazione dei bianchi contro il razzismo. E’ vero,
siamo tutti contro l’apartheid,
ma fino a che punto — conclude
Bouchard — questa convinzione
si trasforma in un atteggiamento antirazzista quando si tratta
delle migliaia di nordafricani che
vivono nel nostro Paese? ».
Il ’’leit-motiv” dei discorsi ufficiali è stata la convinzione che
l’apartheid non si riforma ma
dev’essere abbattuto. Il sistema
diabolico dello ’’sviluppo separato” (apartheid, appunto, in lingua afrikaans) è stato pensato
e realizzato da persone sostanzialmente naziste e fasciste ed
è oggi difeso con il terrorismo
di stato (vedi le recenti incursioni del regime di Pretoria nel Lesotho o in Angola) e con la connivenza di quei Paesi occidentali
che trovano nell’Africa australe
un importante mercato di vendita delle armi. Verso il governo
del Sud Africa — ha chiesto Masondo — bisogna mettere in atto
le più dure sanzioni economiche
affinché Pretoria venga isolata
sino al cambiamento politico. Il
popolo nero non potrà soffrire
più di quello che attualmente soffre per le sanzioni economiche.
« Peggio di così — ha concluso
Masondo — non può andare per
i neri del Sud Africa ». Pertini,
ricordando la recente impiccagione del poeta nero trentenne
Benjamin Mcloise, ha posto ai
cristiani bianchi del Sud Africa
Un interrogativo profetico: « A
voi che vi fate chiamare cristiani e andate nelle chiese e non
avete ancora imparato ad amare i vostri fratelli neri io chiedo: a cosa vi serve la fede in
Cristo? ». Infine il vescovo anglicano Desmond Tutu, Nobel
per la pace, ha affermato che
non vi potrà essere pace con
l’apartheid in casa ed ha chiesto
a tutti i cristiani di pregare affinché si crei al più presto un mutamento nel Paese teso a far
convivere, nella pace, neri e bianchi insieme.
La strada non violenta per
sconfiggere l’apartheid sembra
essere, per Tutu, ancora percorribile (smentendo così alcune voci che considerano Tutu un convertito alla violenza, vedi per esempic ’’Panorama” del 22.12.85
« Desmond Tutu: e violenza sia»)
anche se, ogni giorno, aumentano le difficoltà e nella previsione
di molti la tragedia del Sud Africa sfocerà presto in una guerra civile.
Per quello che riguarda l’Italia è necessario — sostiene Saverio Guarna del Coordinamento di lotta all’apartheid — continuare neH’attuale lavoro di sensibilizzazione ed informazione
(« anche se praticamente non abbiamo più fondi per andare avanti») nella società e nelle chiese. Il giorno di Natale a Centocelle, nella chiesa battista, ha predicato Benny Nato dell’African
National Congress; nelle Puglie
da Gioia del Colle (Bari) sino
a Taranto sono sorti — grazie al
lavoro delle donne evangeliche —
gruppi di pressione e di lotta
contro l’apartheid. E molte chiese evangeliche hanno aderito al
Coordinamento contro l’apartheid.
Ma la fine del 1985 non registra soltanto le migliaia di morti,
quasi tutti meri, del Sud Africa. La fine di questo anno registra più di un milione di morti
e quattro di profughi nella guerra in Afghanistan e anche migliaia di dispersi e di scomparsi
in Cile, per la furia dittatoriale
di Pinochet. Il 1986, anno della
pace, segnerà la fine di questa
interminabile catena di delitti
contro l’umanità? La coscienza
del mondo per denunciare la
violazione dei diritti umani ha
bisogno anche della nostra indignazione e della nostra protesta.
Il cambiamento dei sistemi politici comincia dalle singole persone.
Giuseppe Platone
DATI POCO CONOSCIUTI
Anche alcol e
tabacco sono droghe
' Il documento, in parte riassunto in
parte per esteso, è stato pubblicato sul
n. 39/11.10.85 dell'Eco-Luce.
Nel prossimo
numero
• Analisi dettagliata dell’intesa
sull’insegnamento religioso
nella scuola pubblica, a cura
di Piero Trotta.
• Una pagina di informazione in
vista della domenica della
CEVAA, a cura di Franco Tagliere.
• Un’intervista a Jacques Maury
e a Lewis S. Mudge, osservatori protestanti al recente
Sinodo dei vescovi cattolici, a
cura del nev.
Parecchie nostre comunità dibattono la questione « droga »
cercando di portare un proprio
contributo ad un problema dalle
vaste implicazioni sociali e sanitarie. Generalmente si è portati
a circoscrivere questo drammatico problema aH’eroina, alla cocaina, ecc. forse trascurando un
po’ troppo altre droghe altrettanto subdole dal punto di vista
sanitario e certamente più estese
quantitativamente; vale a dire
l’alcol e il fumo.
Secondo un articolo recentemente apparso su La Stampa, il
nostro Paese paga, in vite umane
e danni alla collettività, uno dei
prezzi più elevati del mondo per
l’abuso di queste due sostanze.
Centomila in dieci anni sono i
morti (fra cirrosi epatica ed incidenti stradali) per l’alcol, mentre il fumo provoca il 90% dei
decessi per cancro al polmone, il
75% di quelli per bronchite, il
25% delle cardiopatie mortali.
Per quanto concerne in modo
particolare Valcol, oltre 5 milioni di italiani sono alcolisti. La
media nazionale è largamente superata in tutte le regioni a nord
della Toscana con le punte più alte in Friuli (23,8% della popolazione) ed in Valle d’Aosta
(19,8%). La mortalità segue un
andamento analogo: contro la
media nazionale di 50 morti per
100 mila abitanti, di Friuli e la
Valle d’Aosta ne denunciano, rispettivamente, 92,6, e 90,3. Con 14
litri aH’anno pro-capite di alcol
puro (utilizzato come unità di
misura) l’Italia supera gli Stati
Uniti (meno di 10 litri), la Gran
Bretagna (8 litri), la Svezia (5), la
Norvegia (4,5) e tutti gli altri
Paesi tranne Francia, Portogallo
e Spagna, che bevono più di noi.
Circa il tabagismo, il tasso di
mortalità dei fumatori per malattie coronariche è superiore
del 70% a quello dei non fumatori. Questa percentuale raggiunge il 200% per i fumatori più accaniti. Contraccettivi orali e sigarette aumentano di dieci volte
il rischio di malattie cardiovascolari. I nati da madri che fumano
in gravidanza pesano in media
200 grammi in meno.
Smettere di fumare dà risultati
positivi dopo molto tempo: occorrono dieci anni perché il rischio dell’ex fumatore si avvicini a quello del non fumatore.
Tuttavia può far riflettere il numero delle morti all’anno: 60
mila, secondo il Ministero della
Sanità, oltre a 270 mila ricoveri
fra malattie broncopolmonari e
cardiache.
r. p.