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ANNO LXXVI
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L'ECO
Nulla ala più forte della vostra ledei
N.,5
Ili a M&uv;
(Gianavello) SETTIMA MAI E DBLkA
ABBONAMiENTO
I - • !«• 150,'— Semestrale L. ' 75,—
Italia ; Annuale
Estero: » . ,
Ogni cambiamento d’indirizzo costa I.ireJCinque — La_.copia Lire TRE
CHIESA VA L“D S $ E
Rlsruardatc alla roccia oadaloata tavilaHi
laaia U : 1.
». REDAZIONE: Via Sibaud, 7 - Bobbio PeUiee
-AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Tórrè' PSHite
ri male vinto dal bene
Il nostro piccolo mondo terrestre geme tuttora ed è in grande travaglio fra le innumereroli rovine accumulate nei paesi, più civiii
dalla più orribile conflagrazione che la storia
registri. Ma la distruzione di opere umane e
la devastazione di fertili territori non sono
paragonabili nella loro gravità al perturbamento generale delle coscienze ed al marasma
morale che si inserisce nella vita sociale, e
minaccia persino la fede di molti credenti.
E’ questo il fatto più preoccupante della
nostra epoca ; il male sembra aver vinto il
bene, dando una formidabile smentita all’ideale del Regno di Dio alimentato dal messaggio cristiano nel cuore dei « poveri 'in ¡spirito )t. Molte anime agonizzano nel dubbio
sconfortante, altre sono depresse e sfiduciate
nella lotta senza fine contro le difficoltà materiali e morali che rendono grama la vita,
altre ancora sono scoraggiate da? miseri risultati ottenuti lottando contro le loro personali debolezze o contro l’onda torbida dèlia
malvagità umana, che sale minacciosa dagli
abissi dell’egoismo; e non sono neppure rap
quegli spiriti delusi ed inaspriti che si abbandonano ad uno scoirante scetticismo e negano
brutalmente un qualsiasi governo divino del
mondo. ^
A tutti questi sfiduciati, che sembrano essere stati vinti dal male, l’autore dell’Epistola agli Ebrei rivolge questa esortazione : Fratelli, nelle vostre difficoltà e nelle vostre amare esperienze morali, u riguardate a Gesù,
duce e perfetto esempio di fede, il quale per
L la gioia che gli era posta dinanzi, sopportò
la croce sprezzando il.vituperio... Considera
te colui che sostenne una tale opposizione dei
peccatori contro a sè, onde non abbiate ?
stancarvi, perdendovi d’animo ». In un mon-,
do ancora tanto dominato dalla -materiaUti
della vita e daH’istmto deH’egoismo, la fede
cristiana deve incontrare Iformidabili resistenze, provocare ostilità e risvegliare impeti
d' collera in coloro che sono allucinati dalla
visione luciferiana dei regni della terra e della loro gloria. Perciò essa implica delle lotte
eroiche e dei sacrici senza numero, 'sotto
il segno liberatore della croce.
Il vostro cuore come il mio, il-vostro ufficio, il vostro laboratorio, la piazza e la v a
che voi percorrete cotidianamente, la società
che frequentate, il giornale che leggete, i
luoghi di divertimento ohe vi attirano dopo il
lavoro, gli amici, la casa stessa... sono il
campo di battaglia in cui deve cimentarsi la
vostra fede, il vostro ideale, la .vostra spe
rnnza, il vostro desiderio'di progrèsso e di fe
licita. E fi si affrontano in una lotta mortale
due concezioni della vita, due correnti di pen
•siero e d’azione, due forze,pparom-pènti dagli
intimi penetrali del vostro cuói;e ; il male ed
il bene! Chi si avvilisce nello scoramento e
rinunzia alla lotta è destinato ad essere travolto dalla corrente negativa, quella del male,
che a molti sembra promettere più sicuri
successi e più; facili vittorie.
L’ideale cristiano impone la lotta, ma rivela pure il segreto della vittoria a chi non si
stanca ne! fare il bene ; perchè « quelli che
seminano con lacrime, mieteranno con canti
di giubilo».
**•
Non si combatte un nemico senza conoscerlo. ■— Che cos’è il male? E’ impossibile
dare una qualsisasi definizione del male, se
non si ha una qualche idea del bene : nel
confronto di dpe contrari, si acquista una
cÈ'ta nozione della loro nattira e della lagione della loro epposizionè.
Quando confrontiamo due pensieri, due
sentimenti, due modi di agire, due fatti, pos "
siamo essere indotti dalla ragione e daila coscienza a dirq che l’uiio è migliore e l’altro
peggiore, ohe l’uno e buono e l*àltro cattivo:
mentre per . un altre osservatore il giudi’t’r notrà essere contrario o leggermente diverso secondo la luce spirituale che illumina
. il suo cuore Dobbiamo dunque ammettej'e
che in onesto IV nido .d, luce e di ombre tut
to è'relativo; e perciò deve risultare anche
retoiva rop>osizione fra jl male -ed U bene
Un certo dualismo teologico ha tentato di 'onnorre un die de! male al Dio del Bène, un
male assoluto al Bene assoluto : ma là vera
realtà dell’Uniyerso e della Vita apparirebbe assai diversa ad uno spirito di luce, che
sapesse concepire l’unità di tutte le cose nel1 apparente loro disarmonia, generata dalla
varietà e dai contrasti della loro manifestazione terrestre.
Noi affermiamo l’assoluta sovranità di D o
su tutte le cose e tutti gli esèeri, che possono soltanto coesistere in Lui, -per mezzo di
Lui ed m vista di Lui! Ne consegue che tutto
ciò che esiste è buono per-la sua origine e
per il suo finale destino. — E allora, che cosa è il male? Il male è la deformazione del
bene, derivante dall’uso egoistico che gli
uommi fanno dei talenti e dei beni largiti loro dalla Provvidenza.
Dalla Ma radice dell’egoismo rampollano
tuttr i pensieri e flutto le azioni che creano
la disannonia ed il turbamento nell’uso delle'
cos^e nei rapporti degli individui e dei poro -,
li. Questa alterazione della vita produce la
r’volta demoniaca contro le giuste leggi divine, sia nel mondo degli incannati che m
quello degli spiriti gravitanti intorno al nost-j iii-.,ndo tet;restre. Ecco perchè l’apostolo Paolo C! avverte che non abbiamo tanto
da combattere Cuotro la carne ed il sangue
quanto contro « le forze spirituali della malvagità che sono net luoghi celesti »,
*««
Come dobbiamo comportarci di fronte afe i
forze demoniache scatenate dalfegoismn e
dall orgoglio, suo fratello gemello? ‘
-Noti sólo debbiamo'resistere a«a loro sue - *
gestione, ma dobbiamo muovere alfattacco
per debellarle. Ora, alcuni credenti, persuasi
compiere alcun vero
bene, si abbandonano ad un falso quietismo
--'Jgioso, lasciando » Dio tutt»'la cura
pianeta dalle zizaame. Altri, stacchi di 'ottare contro se stessi e contro il male che resi rifugiano in uno stato di
taÌdTS ^ '■«®®^azione, accet
tando sènza protestare e senza reagire i fatti compiuti e l’andazzo di un mondo prostituito ai piedi dell’idolo di Mammona.
, Questo è triste sintomo della rottura
ei rem e delle guide della coscienza individuale e sociale. Se vogliamo preparare la'
utare riscossa dell’avvenire, dobbiamo ri
di un effettiva libertà di coscienza. E se quàl
coLr Í , ™®orrezioni del diritto
contro la forza, se le proteste indignate contro le ingiustizie dei profittatori e degli arrivisti possono trascendere in eccessi - ohe
e coscienze piu delicate non possono appiovare evono tuttavia essere moralmente
apprezzate come sintomi dell’istinto di conservazione morale che si risveglia nelle coscienze lungamente soffocate con la forza
Un individuo o un popolo che non è più ca^
pace di ribellarsi alla sopraffazione delfingmstizia si avvia ver^ la decadenza e la
morte. '
_ Reagire vigorosamente al marasma mora'e
che invade larghi strati de! nostro popolo, è
una quistione che investe direttamente la no
stra coscienza cristiana, perchè noi siamo
legati al corpo sociale da vincoli profondi d'
solidarietà fraterna. Se non vogliamo affogare. dobbiamo non solo tenerci a galla, ma
aiutare i fratelli a tenere la testa rivolta m
alto sopra il pelo dell’aoqua. In altre parole, dobbiamo lottare per non lasciarci soffocare dai mali che lamentiamo, incoragg’ando gli altri a fare altrettanto. Accettare ’!
male, il .disordine, l’ingiustizia e la rap'na
come una incoercibile'fatalità, vorrebbe dmé
rinunziare alla nostra dignità ed alla no-stra
responsabilità di uomini e di credenti.
Ma resistere, voi lo sapete, vuol dire uscire dalla torre d’avorio de! nostro egoismo spirituale ed affrontare una dura lotta contro noi
stessi e contro il mondo ! L’Evangelo v?»ne
incontro alla nostra debolezza per rivelarci il
segreto delia forza che vìnce; perchè in creo
leseiamo ii dramma sublime di una grande
vittoria, che contiene in se stessa il germe
divino di altre vittorie j
• • •
Ora, secondo la mente di Cristo, qual è
il miglior metodo per vìncere il male'?,..
L’apostolo Paolo ce l’insegna : « Vincere il
male col bene »! E’ questo il metodo divino,
che si distingue profondamente da quello adottato dalla saggezza umana, ed applicato
generalmente all’educazione dell’infanzia ed
al governo dei popoli. Quello della saggezza umana è un metodo itegàtivo, che consiste nel reprimerè il male, nej proibirlo con
delle leggi e estirparlo mediante i castighi.
Il metodo divino, al contrarie, è positivo :
esso consiste nel sttetituire quello che Si vuole eliminare, cioè nel vincere il male col
bene, vincere l’odio èon l’amore, e la morte
con la vita!
Consideriamo brevemente quest© due tattiche.
Il metodo della repressione distrugge tutt’al più, ma non crea nulla. Nel campo- della
vita personale, esso co¡nduce all’ascetismo.
Ora se c’è una sana forma di' ascetismo, cioè
di controllo dei desideri e degli impulsi, c’è
[pùre un ascetismo mutile o funesto che, muiilando la naturai umana e rinchiudendo la
vita in una cella isolata dal mondo e dalle
sue lotte, crede di realizzare la santità rnediante artificiose privazioni credute meritorie. Queirascetismo taglia i rami per , rigenerare la pianta; esso mutila il corpo ed impoverisce la vita, ^nza trasformare il cuore e
temprare la volontà; la sua. logica conclusione noli sarebbe la vita ricca, piena ed armoniosa, che glorifica Dio con le,sue opere,"
ma l'immobilità, cioè la morte. L’ideale del
Vangelo non è'idi spegnere la Vfta pbr vincere il male. , '
Nel camipo-déireducàzione e del -giÿvemo
i! metodo negativo prende !a forma dhih'co-|
dice di proibizioni e di sanzioni ' pèhalf. Il
Decalogo stesso-è redatto in-quella totma negativa : non fare questo, mon fare qtièlio...
perchè se fai -quelle'cose, 'sarai-punito!!!'I
dieci Comandamenti non -possono essere la
espressione della legge eristica, ohe è ehiìnenlemente positiva; Essi sonò dei pàraiarri
lungo la strada del legalismo; ma i paràcàrri non aiutano i viandanti a èamlsiinàiie.
Per vincere il male alla Stia radice e tì)gliergli il suo potere aggressivo, biSógrtà Vlflcerlo còl bt-ht, So'tenlc la verità può vincere la menzogna, soltanto l’amore püô 'vfncere l’odio, soltanto.^il sacrificio può rîgéftërare un cuore mgrato e'rìbelfel'Là'Iegge cerca'di vincere il mate legando il peccarne
con forti catene, il Vangelo Io v'ffioe étte»tlvamente attirando il cuprè deiruortio; e
dando al suo affetto un Oggetto più ' àìto e
più nobile, e sviluppatìdovi una vita nuova
che elimina gradualmente ' qüfeHá ddEudmo
vecchio.
Il bene che yince il‘male, eçtîrpâido 1 egoismo dar'cuorè umano, è Tamore : un'amore pronto al sacrifìcio, piefio di nobiltà e di
tenerezza, d]^ rispetto e di pietà per il pro&simo. E’ -là simpatìa profonda e disinfèressata che si asèOcÌa alle ‘gioie é'd alle 'pène
dei fratelli, riconoSOehdo Un fratello in 'ogr»:
raglio di Dio, ■
iÉmmsmà
P R I M U M VIVER E
C’è stato chi ha cercato "helle carCerf di
Norim^rga un maestro e dei discepoli,' ed
h-a trovato da una parte Rosenberg, il dottrinario del Nazismo, dairaltrà tutti i rimanenti imputati, che, rispetto al maestro, da
sè e da altri si considerano le prime vittime della « Weltanschaung ».
Giusta osservazione che dovrebbe, una
volta di più rendere cauti e pensosi tutti
quelli ohe formulano credi e programmi, attenti e mdtìcolosi tutti gli altri che in tale o
tal’altra dottrina cercano ro-rientamento da
dare alla propiia pclitica.
Con questo pensiero di coscienziosa meticolosità vogliamo, 'noi pure cercare d’indagare e farci un criterio sulla via da seguire
per attuare quella politica che vorremmo con
le parole di Tobianski così definire; « Fa-e
le cose terrestri ed umane don uno spirito
celeste e divino ». I
Questa definiz i ne implica la vanità d“lle
idee che non siano vissute, inserite nella vita (( còme le scarpe, mettendole e usandole », dice Unamuno. « Vivre oomme Fon
pense sinoñ tòt ou tard on flnit par penser
comme on a v6cu», dice P. Bourget.
Inoltre tale definizione, non menzionando
(f l’idea » la pone come termine fra l’ispirazione e l’azione e le nega, in quanto política. ogni valore universale. A titolo d’esempio mette contò citare alcune parole di F.
D’Amico sulla più diffusa idea politica, tanto diffusa da aspirare all’universalità :
dea della !ibì'‘tà- « I vari partiti, egli giùstamente dice, non difendono to libertà, in
terpretandola diversamente; «jlifendono alcune libertà, le libertà dei gruppi eh’essi
inquadrano, le quali sono diverse da altre libertà, le libertà dì altri gruppi. Dove
è chiaro che la parola libertà non ha più s‘gnificato universale..; la liberfà. anche la .
libertà politica, non è una sovrastruttura, ma
un’esigenza mòrale che una volta chiarito
nelle coscienze non le abbandona più, ti per
lo meno non può più essere dimenticata. L’illusione consiste soltanto nel credere c’-e
quell’esigenza possa esser difesa come talnella sua purezza, da una forza politica de
terminata, non d’altro preoccupata che d*
questa ascetica missione («Mercurio», n
1 1 luglio 1945).
Insistiamo su questo concetto non tanto
nerchè (ed è già grave) molti cercano "per ,
sè e sostengono davanti agli altri un’id«a
soltanto perchè In essa mèglio s’inquod'-a
quella vita che intendono vivere, quanto o-'r.
chè (ed è assai più grave) neiratfribuirsi vh
valore universale le idee diventaiìo usuh s
tricj dello Spirito e siedono come tiranni a
fomèntore'Odii e suscitare fanatismi.
« Di tutte le tiramiie; éat Migtael de I namuno, quella che ini è più odiósa è qù '
Ito delle idee : non c’è crazia che aborrii d'
più della ideocrazia che fjorta'con sè, comiseguito obbligato, Ilideofobià, la persecuzione in nome di certe Idee, di altre idée, vale
a_dire, altrettanto rispettabili e hOñ rispetta
bili come quelle ».
«Che idee -professi?» egli dice anco-a
per marcare quanto anteponga ht vita alte idee; « No, che idee professi, ma : Come sei?
come vivi? Il mòdo come uno vive dà ver'ti
lile sue idee e noh già questo Éfia èkia v=
« Disgraziato colui che ha bisogno di ide
r stabilire la propria vita to.
Più d’uno penserà, di fronte a queste parole. a parafrasarle così : « Lascia ’da parte
le idée e tira a campare ». N-^n concordiamo si
intende ; ma lo dòbbiamo notare, Cdh tristezza. passando è una interpretazione rton’to
"0 rune. Per noi, oltréchè signfflcàre che p i
atti della nostra vita hanno un Valore, pò»;'
0 0 negativo, mille volte «nparibré à n
lo delle idee che professiamo, quelle paro
le sono indicative di un verso, di una dire
’■ione ■ dobbiamo pàrtìre dai fònttemehti
la vita per cercare delle idee, e non vicevèrsa; in altri termini, riferendomi aH’invito rivolto ai Valdesi neH’ultimo Sinodo, di prendere cioè úna posizione politica, e riprendendo un’idea esposta nelle «giornàte teologiche » dèi 1942, vorreMire quésto : se vi è
nella politica, un dinamismo àutonmiio naturale, «suscettibile di- tona po-IariZzaz’Otoe
in senso buono o cattivo-», e Se, come diceva allora i! prof. Miegge, il dovere della
Chiesa è di « far conoscere... al ditoamisrilò
autonomo di questo mondò, il Signore che
serve inconsapevolmente ò contro citi pub ribellarsi, il suo vero Signore », allora dobb-'atoo cominciare col deterrhinare quei «valori etici del Rei^o di Dio» la cui aocettàz'one
da parte della polhica (cù>è di ubo o di diverbi partiti politici) pub farci riconoscere
entro quei ’imit, essa «serve il Suo Ve-O
Signore ».
Operare in sèriso contrario, vale a diré'
esaminare il contenuto dei vari programmi
noliticì per métterlo in rapporto con 1 nostri
principi, se pub pù o meno apparire la stessa còsa, ha in realtà un significato ed un va'"te molto divetob.
Infarti nessipi li valore etico-del regno di
Dio » potrà essere proclamato contrastante c
riconosciuto concordante con una qualsiasi
colitica del mondo ove non sia vissuto, sotto
pena per i proclamatori che la loro voce si
’de»t!fichi Col gracchiar dei corvi che rire
nroveravarìo ai merli d’es.ser neri, e per i rf"■ •’'''•ottori che i loro discorsi valgano if ron
V’o della mosca, del cocchio, G. A, C.
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L'ECO DELLE VALU VALDESI
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liHiniiSlilUEJlIÛJl.
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Un télégramme Mongulealui.^Rhodésie ?'
^du «Nord, Zansri>èi;^^' Vient de nous’annoncer ^
'le départ pour' la Patrie' Céleste du mission-**'
naire Adolphe Jalla, le 17 janvier, après cinq ^
semaines de maladie. ‘ r
Né le!i24 septembre 1864 au Clos de Villesèche, il était donc dans sa 82.<^e année.
Sa forte fibre d’Mifant des Vallées Vaudoi§es
lui a permis d’accomplir son travail immense dans un pays ,où la fièvre a terrassé un
bon nombre de ses collègues et ^ un plus,
grand nombre encore d’Emopéens.
A. Jalla a fait ‘s^ études classiques au
Collège de. La Tour et a suivi à Florence les
cours de la Faculté de Théologie de l’Eglise
Vaudoise. Consacré pasteur de l’Eglise
Vaudoise au Synode de 1888, quoique fiancé à M.lle Emma Pons, fille du modérateur
J. P. Pons, pasteur à La Tour, il se décida
à faire seul son premier voyage et ses preinières expériences missionnaires chez les
zambéziens. Il s’embarqua le 1 .er février
1889, fit un séjoui; de quelques semaines auprès des missionnaires de la mission (de Paris) du Lessouto, visitant les
stations de ce ipays d’où était parti F. Coillard le fondateur de la mission du Zambè ze, et %rfiva sur les bords du grand fleuve
le 8 février 1890, un an après avoir quitté
sa famille, et heureux de se mettre enfin au
travail.
Bien vite cependant il devait constater
qu’un missionnaire non marié ne pouvait se
donner complètement à son travaif et. avec
l’autori^ipn de ses collègues, et à ses frais
il repartit vers là fin de 1891 pour retrouver au pays sa fidèle fiancée, impatiente et
heureuse de partir et partager enfin avec lui
la vie missionnaire. Ensemble ils travaillèrent au milieu de grandes, difficultés jusqu’en 1900; lorsqu’ils fureirt autorisés de
prendre leur premier congé en Europe —
onze ans après lé fn-emier embarquement
d’Adolphe Jalia. C’est au cours de ce congé
qu’il eut la douleur de pente en 1902 sa
compagne de travail et de luttes, Emma Jalla-Pons, qui l’avait si fidèlement secondé
pendait cette période de défrichage et d’a- daptation dans un pays malsain et au milieu
d’un peuple sauvage et cfuel, peu enclin à
écouter et à se conformer aux enseignements
de la Parole ue Dieu. Il faut lire le livre
« Pionniers parmi les Malôzi », d’Adolphe et
Emma Jalla, pour se rendre conipte des difficultés que nos missionnaires eurent à surmonter. Et à peine arrivés en Europe, quoique fatigués et épuisés par un si long séjour
sous les tropiques et dans un climat de fièvre, ne fallait-il pas visiter les Eglises qui
les avaient- envoyés en mission et rendre
compte du travail accompli en leur nom? Et
madame Jalla, malgré son état de fatigue,
avait cru son devoir d’accompagner son mari
dans toutes ses tournées de propagande missionnaire. Comment nous étonner alors de sa
mort prématurée? Les forces physiques ont
leurs limites qu’on n’a pas le droit d’i^orer.
Adolphe Jalla repartit seul pour le Zambèze en 1903, et il reprit courageusement
son travail au milieu de difficultés' plus gran
des qu’auparavant par le fait de sa solitude.
Il prit une part très active et très grande à
tout ce qui pouvait contribuer au bien-être
des populations du Bulozi dont il avait défi' nitivement fait sa seconde patrie. ,
Il est difficile de dire dans l’espace restreint offert par le journal toute l’activité de
notre pionnier^ soit comme conseiller, après
Coillard, des rois Lewanika et Yeta dans leurs
affaires politiques et l’abolition de l’esclavage, soit comme directeur de l’Ecole d’Evangélistes et soit surtout comme auteur de nombreux livres scolaires dans la langue indigène qu’il était arrivé à posséder parfaitement grâce à sa n*erveilleuse mémoire.
En 1919 il épousa en seconde noce mademoiselle Elizabeth Burger, institutrice missionnaire, et avec elle il consacra une partie
de scm ministère à la préparation de manuels
soolaires et religieux «en langue Lozi ». Citons en passant 1’« Histoire des Malozi » de
puis l’arrivée des Makololo à nos iours. la
traduction du « Voyage du Chrétien », an
volumineux recueil de cantiques de plus de
300 numéros avec , musique (tonie sol fa
adoptée en Afrique), la traduction du Nouveau Testament mis en vente déjà depuis
une vingtaine d’années et enfin son oeuvre
monumentale de la traduction de la B'h'e
entière qui l’occupa jusqu’aux dernières semaines de sa vie, mais qu’il n’eut pas la
joie de voir imprimée complètemâit à cause
des difficultés inhérentes à la guerre et*^es
répercu^ns dans tous les domaines de la
vie. Cependant en décembre dernier le liyre
Ja Genèse, les Psaumes, Esaïe et quelji-tms des Petits Prophètes parurent en
^■premier volume qui fut mis avec le Nou,fç«u Testament à la disposition des Eglises
Lozi et que nos frères noirs furent heureux
de posséder. C’est bien le cas de dire à
l’égard du missionnaire Adolphe Jalla que
«ses œuvres lé suivent», car les génératkms qui viennent et pendant longtemps, profiteront encore du travail bftii de leur mis
sionnaire bien-aimé, qui avec 'CoUlard peut -,
être considéré, à cause de sS'n long ministère, comme un des fondateurs de la Mlssirn
du Zambèze.
Bénissons Dieu, et donnons gloire au
Père, qui a -permis cette longue vie toute
consacrée à son service et au bien de nos
frères noirs. -,
Au nom de ses anciens collègues du Zambèze, nous exprimons notre sympathie chrétienne à sa compagne M.me Elizabeth .îallaBurger, qui l’a si fidèlement secondé dans
son travail, et entouré de ses soins affectueusement dévoués, pendant les vingt-six
dernières années de sa vie, ainsi qu’à ses«
filles M.lle Graziella Jalla, institutrice - au
Zambèze, et M.me Letizia Neale-Jalla, actuellernent en Espagne, et à tous les nombreux parents ét, amis de notre regretté missionnaire.
L’inhumation a eu lieu au cimetière de la
station de Séfula le vendredi 18 janvier. Les
prochains courriers , nous donneront des
nouvelles détaillées de cette cérémonie et ce
sera peut-être le cas de les communiquer
aux amis de la Mission, lecteurs de l’«Eco »,
qui s’intéressent à l’œuvre dh Royaume dans
lè monde.
A. CoïssoN, missionnaire émérite.
Torre Pellice. 22-1-46.
Une JVIatnatt....
Je m’en vais de. suite satisfaire votre curiosité et vous' présenter cette nombreuse et
sympathique famille : la maman S’appelle
Sœur Adèle Gdy, les 14 garçonnets sont les
orphelins hébergés par l'Orfanotrofio maschile valdese du Pomaret.
J’ai eu le privilège — ces derniers temps
—■ de voir de près la vie intime de cet Institut (insuffisamment connu parmi nous) et je
désire rendre ici mon témoignage, dans l’espoir de ranimer l’intérêt de ses anciens amis
et de lui en susciter de nouveaux. ,
Tous cés bambins — de six à douze ans
— vont à l’écolei Chacun d’eux vient de recevoir un magnifique cadeau : une paire de
superbes sabots avec la semelle de bois. Aussi !faut-il eptendre le bruit «sonoré» -et
« joyeux» que font les enfants lorsque -tous ensemble — ils dégringolent les esca
liers. Au retour des classes il s’agit de satisfaire l’appétit —7 aiguisé par le froid —
de toute cette saine .et remuante enfance.
Aussi les enfants ne se font-ils^as prier cour
se mettre à table et faire disparaître la nourriture simple et abondante que StBur Adèle
leur distribue.
L’après-midi se passe dans la préparation
des devoirs d’école. H n’y a qu’une pièce
chauffée (le bois coûte a cher !). C’est la
cuisine qui se transforme ainsi en salle d’étude. Les enfants se montrent gentils qntre
eux, ils sont bien élevés: la diècipline ne
semble pas être diffiieile : ils sont aimés par
leur directrice et ils l’aiment ; n’est-ce nas
leur maman?
Le soir après souper, c’est la toilette personnelle. Pour, être bien sffîe que le visage, ie"oou,^leS oreilles sont bien nettoyés,
Sœur Adèle s’en charge elle-même. Les enr
fants se sont disposés en file indienne, chacun avec son linge à la main. Et la brave di' rectrice s’empare d’eux un à un, elles 'es
saisit, elle les frotte... peut-être un peu fort;
mais les enfants sourient quand même : c’est
énergique, mais — en tout cas — les petits museaux sont bien propres ,
Et 'puis on va se coucher et quelques
instants suffisent pour s’endormir. Les
deux dortoirs sont maintenant silencieux. A
la lumière de la veilleuse les petits corps
font à peine saHlie sous les abondantes couvertures. A peine debout, dehlain matin, on
se réunira autour du piano pour chanter des
cantiques.
—Dormez mes enfants et que Dieu vous
bénisse .„Votre vie est heureuse à VOrfanoIrofio Valdese. On vous prépare pour la vie.
Puissiez-vous toujours rencontrer, dans votre existence, la tendresse d’une maman '
Oui, mais... en attendant?
Des années doivent encore s’écouler. Il
va falloir vous nourrir, vous vêtir, vous fournir livres et cahiers, pourvoir aux, médecines, aux raccomodages !... Et puis ces frais
généraux épouvantables; l’éclairage, le bo:s,
les réparations indispensables à l’immeuble’..
Et tout est si cher! Et il faut tellement
d'argent pour faire marcher la maisonnée!...
Alors — ami lecteur —.amie lectrice —
de toute condition et de tout âge... vous
avez compris, n’est-ce pas?
J. Henry Meille.
CnONiliCJÏk VALDESE
Sabato 26 gennaio, nel .Tempio del Serre,
abbiamo invocato là benedizione del Signore sulle due coppie di sposi; Leger Renato
(Torre Pellice)-Maian Enrichetta (Eiretta) e
Sirriond Valdo {Bissali)-Malan Olga (Eiretta).
’ La grazia del Signore circondi ed accompagni que¿i nuovi focolari testé formati.
— Domepica 27 gennaio, nel corso del nostro culto nel Tempio di Pradelibrno, veniva presentato al S. Battesimo il bambino
thiavia Bztuno Fernando di Ernesto e Giulia (Eissart).
Il Signore benedica questo nuovo tenero
agnello della Sua Greggia. «. a.
Lus«»ma S. CSiovoanni
Il 19 gennaio ha a'^ùto luogo il funerale
della signora Costanza: Rostagnol vedova Rostagnol, spentasi serenamente all’età di 89
anni, ai Bertot.
Il 22 gennaio abbiamo reso gli ultimi doveri alla spoglia mortale della signora Marghsrita Stalè nat^ Codino, richiamata repentinamente dal suo Signore all'età di 61
anni, ai Bianchi.
Alle famiglie così dolorosamente provate
da questi lutti l’espressione della nostra profonda simpatia.
— I nostri affettuosi e sentiti auguri al
sig. Giuseppe Cresta ed alla sig.ra Elena
GonnetrCresto, i quali hanno celebrato, il 21
gennaio, in un’atmosfera^ dì intimità familiare, le loro nozze d’argento.
s. c<
.no Ckisnn.
___Ringraziamo vivamente 11 Vice-Modera-,
tore signor R. Nisbet, che ha presieduto,
nel nostro tempio, un culto della domenica
9®ra. ,, „ .
Si nota nella frequentazione di questi culti un Crescendo incoraggiante della partecipazione dei fedeli. Domenica 13 gennaio abbiamo trattato La questione ebraica, e il 27
gennaio, Le direttive sociali delVEvangelo.
— Anche le Cadette hanno avuto la loro
riusciitissiraa festa dell’Albero, sotto la guida della loro solerte dirigente, la signorina
Nelly Rostan.
— Il 4 gennaio, nell’intimità della parentela Rostan al completo, Eugenio Barzaghi
e Rostan Alina-, di Milano, hanno celebrato
le loro nozze d’argento. «Fin qui l’Eterno ci
ha soccorsi», fu il messaggio della Parola
di Dio. Eosì auguriamo per l’avvenire al coniugi festeggiati e alle loro figlie.
—- Guido Peyronel e Luigia Eugenia Melchiorri, han fatto nel nostro tempio, 11 12
gennaio,'le promesse del matrimonio cristiano. Invochiamo sugli sposi le benedizioni del Signore.
— L’Unione Giovanile acquisterebbe d'oc-^
casiorie un tappeto di cocco o altro, anche
usato, per il teatrino, m. 3 per 4 circa, e sedie solide per la Sala delle Attività. Rivolgere offerte al Pastore,
— 11 Concistoro ringrazia vivamente il signor ^Vittorio Widemann, per l’oflerta d^
iire dlecbnila per ,41 riscaldamento del
, tempio.
. Dopo breve malattia è spirato. 11 22 corrente, Balmas Luigi, di anni 79, del Ronchi
Superiori. ’Alla famiglia afflitta, rinnoviamo
le espressir^i della simpatia cristiana.
Un lungo corteo ha accompagnato, domenica 27 corrente, la spoglia mortale di Long
Alberto, della Combina, al amitero d’InverSo Porte, (iecednto in età di 59 anni, dopo
un decennio di invalidità. Sia il Signore i!
consolatore di quanti ri^^|lngqno.
Il culto, domenica prossima, alle ore
10.30, sarà pr^ieduto dal prof. Giovanni
Miegge. •
— Dopo il culto di domenica prossima
avrà luogo im’assemblea di chiesa ed elettorale. Ordine del giorno ; 1) elezione di .anziani; 2) varia.
Domenica prossima, 3 febbraio, alle ore
20.30, nell’aula dell’Asilo, continuando la
serie delle conferenze tenute dai Professori
del Collegio Valdese sulla situazione delle ^
Chiese Cristiane nei vari paesi d’Europa durante la guerra, il prof. Luigi Micci parlerà
sull’argomento ; La Chiesa Cristiana, e il nazionalsocialismo in Germania. Il pubblico vi
è cordialmente invitato.
1- Come già abbiamo annunziato, in occasione delTqnniversario del 17 febbraio, il
pranzo tradizionale avrà luogo all’Hotel du
Pare. A causa delle attuali difficoltà di rifornimenti e d’organizzazione ,’il numero
delle iscrizioni al pranzo è limitato a 130, e
le iscrizioni si chiù daranno improrogabilmente' il 10 febbraio. Coloro quindi che intendono parteciparvi si affrettino ad acquistare i biglietti, che si trovano in vendita
presso le Librerie Claudiana, Hugon e Bottega della Carta al prezzo di L. 105.
— L’opuscolo commemorativo del XVII
febbraio è pronto. Coloro che ne hanno prenotate delle copie sono pregati di ritirarle
presso l’Ufficio dell’Alpina ' (Piazza della
Libertà). ^
Villa» l»«llic«»
Per i nostri reduci. Sabato sera 13 gennaio, accUratataente preparata dalla" nostra corale e dalla nostra gioventù unionista,-aveva
luogo nei locali del centro, una simpatica
riuscitissima ^rata-ricevimento in onor^ di
tutti i hostri reduci dalla grande tormenta.
90 di loro erano presentì, cioè quasi tutti. E
l’indomani mattina quale commovente colpo
d’occhio' ci offriva quella stessa bella massa compatta tutta presente al-culto che vo
leva essere un atto di riconoscenza a Dio per
le sue meravigliose liberazioni e per la sua,
radiosa presenza anche nelle ore più tragi
che e nei dolorosi lutti che hanno colpito
alcune famiglie.
Dipartenza. Un’altra bella personalità spirituale ci ha lasciati, con la dipartenza del
caro fratello Giovanni Rambaud, dei Garin,
che Dio ha dolcemente richiamato a Sè all’alba del 23 gennaio,, in età di 78 anni. ’
Alle esequie presiedute, insieme al pastore,, dal prof. Paolo Bàridon e dal sig. Daniele M. Salomon un’immensa folla di parenti' ed amici ha tenuto a rendere al nostro
fratello ed alla famiglia la sua testimonianza di stima e di affetto.
Alla fedele, compagna per 54 anni di cammino insième, ai 4 figliuoli, ai parenti tutti
diciamo ancora la nostfa fraterna partecipazione al loro dolore e alla loro spirituale
certezza.
Nuovi focolari. Sabato 26 gennaio nel tem*
pio abbiamo celebrato du®, matrimom, unendo davuhti al Sighore le vite di ; Gerrna- ' no Luigi Bleynat da Pornaretto e Fiorina
Charbonnier del Taynaud; e d) Davide Dal- '
mas, delta Comba, e Frakeesca Margherita
C/iai &oni».er deh TeynauQ.
Ai due focolari rirmoviamt) l’augurio fervido di molte benedizioni nel Signore.
'Riconoscenza. Domenica pomeriggio, 27
gennaio, il nostro anziano Giovanni Geymonat che a causa delle sue aggravate condizioni di salute, aveva recentemente chiesto
di essere sostituito nella carica tenuta per . ,
tanti anni, ' ha ricevuto nella sua casa una
gradita'' sorpresa, Un gruppo di fr^elll e •
sorelle del Ciarmis venivano ad offrire al
loro amato Anziano una simpatica e geniale
festlcciiiola. Dopo un breve culto presieduto
dal pastore e la lettura fatta dalla sig.na Ca- ;
rolina Janayel di una nobile lettera <^ontenente il ringraziamento e 1 auguno affettuoso di tutti i; fratelli .del Ciarmis per il
lungo fedele servizio prestato dal nostro caro antico al suo quàrtiere, un ottimo «thè
gami»; sceso In secchielli » „e cestini dalle
balze del Ciarmis, era offerto a tutti i Presenti. A tutti il sig. Geymonat rispondeva
con commosse parole di gratitudine. J.
VillasacM
I nostri auguri agli sposi Ferxier Luigi di
Pomeifré, e Pons Carlina del Mouras che
hanno celebrato il loro matrimonio il 22 dicembre ultimo scorso.
__, La chiesa .6 le Unioni Giovanili hanno
festeggiato i Reduci il 20 gennaio, con un
culto speciale <ìel mattino ed un ricevimento nelle ore pomeridiane • . •
■ --T Un vivo lingraziamento alle lamigiie
che hanno voluto al loro desco i giovani più
lontani. ' r,
— Il 27 gennaio un lungo corteo ha ac- '
compàgnàto al cimitero le spoglie mortali
della nostra sorella Viglielmo Elisa, di 67
anni deceduta a Villaseocà dopo lunga infermità accettata sempre con serena rassegnazione e filiale sottomissione. Alle roielle c ai fratelli vicini e lontani vada 1 espressione (iella nostra profonda simpatia.
*■ ■ ■ ■
La vita spirituale, di questa Chiesa^ non è
mai venuta meno. Anche durante i piu terribili mesi della guerra il Tempio ha, sempre
avuto le porte aperte pei culti domenicali, e
le Feste solenni, grazie a Dio, non furono
mai interrotte. ^ , c A
Nel grande bombardamento del b aprile
1945 la Comunità ha perduto uno dei 'Suoi
' più fedeli membri. Ttitti sentiamo il dovere
di ricordare la nostra sorella in .fede signora Arma CavalÌiina vedova Warzan. alla famiglia così duramente provata rinnoviamo
il nostro affetto cristiano. In mezzo a tante
prove non ci siamo 'sentiti soli, scoraggia.ti,
e nel raccoglimento è nella preghiera abbiamo potuto sperimentare che « Iddìo è con
noi quando noi siamo con Lui. ■ . 4
Qualche’ famiglia è, ritornata dopo lunga ;
assenza : ^1 Signore vada la gratitudine dei
nostri cuori.
Serenamente abbiamo celebrato il nostro
j<èuÌto di Natale colmo di benedizioni nei sacri momenti della S. Cena.
Il 30 dicembre rin culto speciale ha preparato i credenti nel ricordare quello che vi è
di più serio nella vita deiruomo. Il giorno
dopo yi fu la Festa dell’Albero dì Natale
con un variato programma: un dialogo in
due atti, poesie e musica per due violini e
harmonium.
A tutti un particolare ringraziamento per
la buona riuscita della Festa. Voglia Iddio
mettere il suggello (ièlla Sua benedizione
per tutte le attività presenti e passate svolte
alla Sua gloria.
Culti per radio
Torino: ogni domenica dalle ore 14.15 alle
ore 14.45. ' ^
Mirano; ogni domenica dalle ore 14.15 alle
ore 14 30, ..
^ •f.k * ■
Venezia: ogni, domenica dalle ore .14.30 alle
ore 14.45i
V '
Firenze: .og+ii domenica dalle ore 19.30 alle
ore 19.50 (lunghezza onda ra. 281).
Roma : ogni domenica dalle ore 15 alle
ore 15.15.
Trieste: ogni domei}ica dalle ore 12 alle
ore 12.30,
Cagliari ; ore 7.45 (alla domenica ■ (juindicinale).
___Alberto Ricca: Direttore
Autorizzazione N. P 356 dell’A.P.B.
LINO TIPO ARTI GRAFICHE' - TORRE PELLICE
Tm. famiglia del compianto
Bàlmas iulgl
ringrazia quanti hanno preso al suo
dolore colla presenza, e con scritti, in particolare il Pastore ed, i vicini che generosamente si prestarono nella triste circostanza.
San Germano ' (Ronchi Superiori)
24 gennaio 1946; ■
0 '
La famiglia del compianto
Long’Alberto
ringrazia vivamente quanti hanno preso parte al funerale e in modo> speci.ale il Pastore,
i'^vicini di casa e quanti ,hanno dato valido
aiuto. ’ *
Combina (Inverso Pòrte), 27 gennaio 1946,
Uniofie Giovanne acquisterebbe d’occasione tappeto cocco o altro per .teatrino, mt, 3,
pef 4,circa, e sedie. Rivolgere offerte a G.
Bertio, San Germano Chieone.