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In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
ISPIRITUAim
Quando il mondo d fa paura
, di FRANCESCO CASANCA'A
Euro 1,14
ICHIES
Un'esistenza nella parola di Dio
di PAOLO RICCA
ECO DELLE VALLHHH
La Casa
di PIERVALDO ROSTAN
■ BIBBIA E ATTUALITAH
LA NOSTRA
FATICA
Quelli che sperano nel Signore ac
nuove <or^‘ ,„ia40.31
ARLARE oggi di speranza può
apparire un discorso inutile perché sembra non condurre a risultati
positivi. In particolare, ci appare un
discorso abbandonato, tanto che
oggi si parla di altro. Per esempio,
per la questione del terrorismo internazionale, si parla di armamenti
, di guerra preventiva, di difesa della civiltà occidentale. A che serve la
speranza? A che serve l’impegno per
costruire la pace? La speranza è lasciata alle illusioni personali. Eppure «speranza» vuol dire vita, vuol dire consentire ai molti di avere de^i
ideali per dare sostanza alle proprie
esistenze. Speranza vuol dire avere
una meta e un futuro, costruire una
via per trovare benessere per sé e
per il proprio paese. Siamo invece
molto lontani dalla speranza.
IL profeta biblico del capitolo 40
del libro di Isaia afferma che chi
possiede vigore e forza si affatica e
cade. Mi sembra un’immagine molto attuale: chi possiede idealità, capacità di azione, progettualità e forza è il primo a cadere come sconfìtto. Tutto sembra segnato dalla parola «fatica». Fatica è il lavoro umano e siamo ben consapevoli che i
nostri giorni sono quelli della «fatica». Essa appare essenziale per vivere e per camminare verso il domani
il quale, nuovamente nella fatica, ci
condurrà al dopodomani. Certo a
volte ci accorgiamo della inutilità di
questo faticare, ma non abbiamo un
altro modo per agire nei nostri giorni. 11 libro dell’Ecclesiaste afferma;
Che profitto ha l’uomo di tutta la
fatica che sostiene sotto il sole?...
Tutto è vanità». In questa tragica situazione di vanità nel confidare nelle risorse umane, il profeta biblico
ricorda che il Signore dona la possibilità di correre a chi è senza forza, e
offre forze nuove a chi è oramai
sconfitto dalla fatica. Dio offre ogni
cosa a coloro i quali confidano in
lui, così che la speranza è possibile
solo quando l’uomo pone fiducia
nel Signore, il solo che può salvarlo.
//Ì^UELLI che sperano nel Si'A'^gnore»: chi sono costoro? La
risposta scontata potrebbe essere: i
credenti nel Signore. Ma è proprio
vero? Chi sono questi credenti? Essere «coloro che sperano nel Signore» non è un fatto scontato. Credere
non è una qualità nostra o il frutto
01 una religiosità speciale. Credere e
overe speranza nel Signore è frutto
nella potenza del Signore risorto,
rutto dello Spirito Santo. Noi possiamo passare dalla fatica al correre,
olla inutilità delle nostre fatiche alla
produzione di frutti di giustizia, solo
Vivendo la resurrezione di Gesù Cristo. Possiamo confidare in Dio e riporre speranza in lui perché il SiSnore «ci ha fatti rinascere a una
speranza viva». Legati dalla fede nel
ignore risorto e dal dono della speranza, frutto dello Spirito, noi posiamo correre e avere ali come aqui^ per proclamare la parola di Dio a
^ to le genti, e porre nei cuori degli
°”^toi le nuove radici della speran> affinché si apra un futuro di giu"‘‘^'aedipace.
Giovanni Anziani
Affonda Tennesima petroliera, catastrofe ecologica sulla costa della Galizia
Finché la nave va
Il problema dell'inquinamento dei mari e delle coste non si risolve solo con navi
più sicure, ma affrontando anche la questione del crescente consumo di petrolio
GIORGIO GARDIOL
T > ECOSISTEMA sarà distrutto
ivi. per i prossimi 50 anni, ma la
vera "bomba a orologeria” sono i
barili depositati sul fondo del mare
spagnolo. Sono fusti fatti per il semplice trasporto e non per resistere
alle pressioni degli abissi marini. Il
disastro che quei barili provocheranno sarà diluito nel tempo e per
questo ancora più devastante». Sono le amare considerazioni di Stefano Guerzoni, ricercatore del Cnr e
docente di geologia marina alla Facoltà di scienze ambientali di Venezia, all’indomani deU'inabissamento della Prestige, la petroliera affondata al largo delle coste della Galizia. «I danni di oggi sono evidenti:
spiagge nere, la superficie del mare
sommersa dal greggio, la pesca rigorosamente vietata. Ma il problema è che il naufragio della Prestige
ha un potenziale distruttivo incalcolabile, solo per il fatto che non è
possibile stabilire quando i barili
depositati sul fondo rilasceranno il
petrolio che contengono».
I meccanismi della catastrofe ecologica sono noti: «La prima morte è
per soffocamento - spiega ancora
Guerzoni -. L’aria non riesce più
passare attraverso l’acqua. Ma con le
correnti il petrolio e l’acqua di mare
m alcuni casi riescono a miscelarsi e
il greggio che va giù e penetra nel
mare "avvelena” il plancton di cui si
nutrono i pesci e provoca la loro
morte irreversibile». Ed è praticamente impossibile calcolare i tempi
in cui quelle stesse acque riusciran
II29 novembre chiese e moschee aperte
Per il dialogo cristiano-islamico
Il 29 novembre, ultimo venerdì del
mese del Ramadan islamico, è la data scelta per celebrare la prima Giornata ecumenica per il dialogo cristiano-islamico. Fra i primi firmatari
dell’Appello per l’istituzione della
Giornata c’è il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei), Gianni Long. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le adesioni all’iniziativa, che vedrà in molte città italiane incontri interreligiosi
per favorire la conoscenza e il dialogo fra cristianesimo, e islamismo. Fra
le importanti adesioni giunte negli
ultimi giorni, quella dell Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii), che fra l’altro invita esplicitamente le comunità a essa aderenti a farsi promotrici dell’iniziativa «moschee aperte»; aprire
le moschee nell’ultimo venerdì del
digiuno per il Ramadan a tutti i cristiani che siano interessati a condivi
dere momenti di spiritualità e «rompere insieme il digiuno».
L’iniziativa, scrive L’Ucóii, già lo
scorso anno ebbe successo e vide
momenti di convivialità fraterna e di
dialogo, che rafforzarono la comunicazione con il mondo cristiano. Per
questo motivo l’Ucoii aderisce pienamente all’iniziativa per la promozione della Giornata di dialogo. Sarà
un’occasione per «approfondire la
relazione, arricchirla di iniziative e
farne il momento culminante delle
mille occasioni di incontro e di dialogo che localmente si realizzano
durante l’anno un po’ dappertutto».
Fra le molte iniziative previste, segnaliamo gli incontri di Roma, Torino e Venezia. Per ulteriori notizie e
per lo scambio di informazioni e materiali sulla Giornata di dialogo cristiano-islamico si può ricorrere al sito Internet (www.ildialogo.org) del
periodico «Il Dialogo». (nev)
no a rigenerarsi: «40,50 anni» dicono
le associazioni écologiste.
Siamo all’ennesima catastrofe ecologica dovuta a incidenti durante il
trasposto via mare di petrolio. I mari
sono attraversati ogni giorno da
3.400 navi che trasportano 60 milioni
di tonnellate di «oro nerq», il 40% del
fabbisogno mondiale. L’Unione europea dipende dal trasporto marittimo di petrolio per il 73% del suo fabbisogno. Questi pochi dati spiegano
perché nonostante l’intera flotta delle petroliere sia ormai molto vecchia
(navi con più di vent’anni) e insicura, nessuno prenda serie misure per
la sicurezza del trasporto e per evitare incidenti. C’è bisogno di tutte le
navi per trasportare il petrolio neces
Segue a pag. 10
i Valli valdesi
Immigrati: tre
anni di attesa
Gli immigrati in via di regolarizza
zione sono nel limbo, una fase di attesa che tocca ai 4.3?7 cittadini stranieri che dell Pinerolese hanno inviato alle autorità competenti il «kit»
per la regolarizzazione e le cui sorti
ora sono legate all’iter delle relative
domande. Ma questa fase di attesa si
aggira intorno ai tre anni: tanto è il
tempo previsto per la trafila burocratica, in direzione ministero dell’Interno e poi, via prefettura, ritorno. E
nel frattempo che cosa succede?
Quale sarà lo status di queste persone? Uno status incompleto, perché
la legge in vigore Bossi-Fini, subordinando il soggiorno a un lavoro,
esclude di fatto qualunque possibilità di «progettare» la propria vita.
Apag. n
L'OPINIONE
UNA FEDE
IN DIALOGO
La giornata di dialogo cristiano-islamico del 29 novembre, ultimo venerdì
del Ramadan islamico, anche se avrà
successo non esaurisce i compiti che
pone oggi il dialogo interreligioso
e non basta da sola ad affrontare i difficili problemi di convivenza con
l’Islam. È tuttavia un inizio per promuovere un’apertura che dovrebbe poi
radicarsi nelle chiese e nella società.
Viviamo in un tempo in cui sempre più
si diffonde la tentazione di rafforzare
le identità, in particolare nelle religioni, con la demarcazione e la polemica;
l’«altro» viene sentito e presentato come minaccioso e le sue posizioni vengono ridotte a poche affermazioni generalizzanti. Ne emerge un ritratto
senza sfumature e articolazioni, tutto è
bianco o nero. In questo quadro, dove
prosperano i fondamentalismi, è necessario che l’altro, anzi gli altri, siano
conosciuti per quello che sono, con
tutte le sfumature. Stereotipi, approssimazioni possono solo essere il terreno di coltura del pregiudizio e dell’intolleranza. Alle idee che si hanno
dell’altro devono sostituirsi esperienze
d’incontro nella quotidianità.
Oggi muoviamo i primi passi del
dialogo con l’Islam dopo decenni di
ecumenismo e di dialogo con l’ebraismo. Abbiamo già imparato molte cose. Credo siamo diventati più maturi.
Perciò sappiamo che dialogare non
significa enfatizzare ingenuamente i
punti comuni ignorando o minimizzando le differenze e talora le divergenze. Nel dialogo si incontrano uomini e donne che la pensano diversamente proprio su questioni di fondo,
anche riguardo a Dio. Si tratta di trovare un cammino «adulto» che eviti
due trappole: il pensare che le diversità possano essere vissute solo come
contrapposizione o il fondare la convivenza sull’illusione che in fondo
non ci sono differenze. Dobbiamo invece imparare a convivere con le differenze e le divergenze.
Per fare questo, è necessario che
cresca la consapevolezza della democrazia, cioè una coscienza dello spazio
pubblico come il luogo in cui tutte le
idee e le fedi intrecciano i loro discorsi
senza che nessuno voglia imporsi, sulla base della comune accettazione di
una patto che garantisca a tutti gli
stessi diritti e a ogni individuo tutte le
libertà. È il grande nodo della laicità,
così poco radicata nel nostro paese e
ora ancor più messa aUa prova dalle
nuove sfide del pluralismo della globalizzazione. La montante ostilità contro
un Islam ridotto a blocco monolitico e
chiuso è stolta oltre che iniqua, perché
non favorisce l’accettazione del contesto pluralista e democratico che solo
rende possibile il bene di tutti.
In ogni religione c’è chi pensa che
quanto abbiamo detto finora sia
espressione di relativismo e di poco rispetto per Dio e la sua verità. La fede
in dialogo sarebbe, per queste persone, una fede debole. Penso sia esattamente il contrario. Proprio un’alta coscienza della santità di Dio impedisce
di ridurlo a bandiera identitaria e vieta di trasformare la testimonianza mite e personale in scontro di civiltà. Dio
ci ha parlato, ma non diventiamo i depositari della sua verità né i costruttori del suo regno. La fiducia che egli
sarà un giorno tutto in tutti ci permette di vivere serenamente nell’incontro
con altri che lo servono e parlano di
lui diversamente da noi.
Daniele Garrone
2
PAG. 2 RIFORMA
Della Parola
«'Poi vidi un nuovo
cielo e una nuova
terra, poiché
il primo cielo
e la prima terra
erano scomparsi,
e il mare non c’era
più. vidi la santa
città, la nuova
Gerusalemme,
scender giù dal
cielo da presso Dio,
pronta come una
sposa adorna per
il suo sposo. " Udii
una gran voce dal
trono, che diceva:
“Ecco il tabernacolo
di Dio con gli
uomini! Egli
abiterà con loro.
essi saranno suoi
popoli e Dio stesso
sarà con loro e sarà
il loro Dio. ‘'Egli
asciugherà ogni
lacrima dai loro
occhi e non ci sarà
più la morte, né
cordoglio, né grido,
né dolore, perché le
cose di prima sono
passate”. ^E colui
che siede sul trono
disse: “Ecco,
io faccio nuove
tutte le cose”»
(Apocalisse 21,1-5)
«'^Poiché, ecco, io
creo nuovi cieli e
una nuova terra;
non ci si ricorderà
più delle cose di
prima; esse non
torneranno più in
memoria. '^Gioite,
sì, esultate in eterno
per quanto io sto
per creare; poiché,
ecco, io creo
Gerusalemme per
il gaudio, e il suo
popolo per la gioia,
'^lo esulterò
a motivo di
Gerusalemme
e gioirò del mio
popolo; là non
si udranno più voci
di pianto né grida
d’angoscia;
non ci sarà più,
in avvenire, bimbo
nato per pochi
giorni, né vecchio
che non compia il.
numero dei suoi
anni; chi morirà
a cent’anni morirà
20
giovane
e il peccatore
sarà colpito
dalla maledizione
a cent’anni»
(Isaia 65, 17-20)
«Ma, secondo
la sua promessa,
noi aspettiamo
nuovi cieli e nuova
terra, nei quali
abiti la giustizia»
(2 Pietro 3,13)
«NUOVO CIELO, NUOVA TERRA»
/ «nuovi dell» e la «nuova terra» vengono propostilo termini di annundo, attesa
e visione. Questa è la dimensione nella quale si articola la vita di ogni credente
ARRIGO BONNES
La ricerca del nuovo
Abiti nuovi si rincorrono tra
le grandi città della moda
tra estenuanti e costosissime
sfilate; nuovi modelli di automobili ammiccano luccicanti
dagli stand espositivi dei grandi
saloni intemazionali; nuovi film
prendono posto sui tabelloni
delle multisele cinematografiche; nuovi libri e nuovi autori
occupano provvisoriamente i
banchi delle librerie. Sono sempre nuove e vengono costantemente rinnovate le vetrine che
reclamizzano gli innumerevoli
nuovi prodotti che devono essere assolutamente acquistati per
poter fare girare l’economia, come insiste in questi giorni una
martellante campagna pubblicitaria. E il nuovo viene sognato, coccolato, preso, acquistato.
C’è una faine e una sete indotta
di novità. È la frenesia del domani, dei giorni che debbono
scorrere in fretta nell’attesa del
domani che sarà sicuramente
migliore dell’oggi mediocre che
stiamo vivendo. Un giorno dopo l’altro. Siamo condannati a
rendere obsoleta qualsiasi cosa
che non sia nata... domani.
E nel campo della ricerca,
dell’elaborazione del pensiero,
delle domande di senso? Anche
qui è un voler rincorrere il nuovo. Anche nel supermercato del
religioso. E i cristiani? Sì certo
anche noi siamo pienamente inseriti nella ricerca del nuovo:
Tahbiamo inscritto nel nostro
dna. Il nuovo è stato fondante
per la nostra stessa esistenza e
la nostra vita si muove tra il
«nuovo di Cristo» che è venuto a
inaugurare nel mondo attraverso la sua nascita, la sua vita, la
sua morte e la sua resurrezione
e il «nuovo» che rimane legato al
suo ritorno che noi attendiamo.
«Nuovo», secondo l’estensore di
questa voce nel «Grande Lessico
del Nuovo Testamento», indica
tutto ciò che il tempo ultimo
comporta di completamente diverso e meraviglioso.
La nuova creazione
01 vidi un nuovo cielo e
una nuova terra» scrive
Preghiamo
Signore nelle tue mani si trasforma il mondo.
Tu dici:
io sono la risurreziorie e ia vita,
e tutto muta sotto il nostro sguardo.
La nostra terra, teatro deU'odìo,
diventa il tuo Regno, la tua città.
Nella povertà e follia umana
Irrompe la tua gloria:
la nuova creazione.
La nostra gioia, passeggera,
diventa Inizio della gioia eterna;
un attimo di felicità,
segno di eterna libertà e pienez^
(tratto da Jorg Zink, Gomé pregare, Claudiana, 1988)
l’autore del libro dell’Apocalisse.
La nuova creazione dovrebbe
quindi essere la conclusione della rivelazione salvifica di Dio, il
termine ultimo della speranza
cristiana vissuta dalla chiesa fin
dalle sue origini. C’è così un futuro di salvezza che si riverbera,
per opera di Cristo, nella nostra
vecchia terra facendosi con.lui
un presente di salvezza. Con Cristo sono sorti un tempo e uno
spazio sicuramente nuovi che
portano i germi di una nuova
creazione e della formazione di
un uomo nuovo. In Cristo uomini e donne di ogni popolo, lingua e nazione vengono a formare, nella chiesa, una nuova umanità e per il singolo l’immagine
dell’uomo nuovo è nello stesso
tempo dono e impegno. Nei tre
testi indicati «i nuovi cieli e la
nuova terra» vengono rispettivamente proposti in termini di annuncio, attesa e visione.
E questo dell’annuncio, dell’attesa e della visione è lo spazio, la dimensione nella quale si
articola la vita di ogni credente.
Essa è innanzitutto ascolto dell’annuncio che Gesù Cristo è la
.^buona notizia da parte di Dio per
ognuno. Questa buona notizia
diventa veramente tale soltanto
se viene accolta, se si pronuncia
il proprio personale sì all’incondizionato sì che Dio ha pronunciato sulla nostra umanità. Accogliere Cristo provoca inevitabilmente delle aspettative poiché
troppa è la distanza tra ciò che è
stato promesso e ciò che viene
realmente vissuto. Si attende,
con partecipata ansia, la realizzazione di cose nuove e si è anche disposti a mettersi in cammino verso questo nuovo di Dio,
sorretti dalla speranza che nutre,
come madre premurosa, giorno
dopo giorno, la fede di ognuno.
Cammino e attesa. Si aspetta di
vedere realizzate le promesse
che sono state fatte. Si aspettano
«nuovi cieli e nuova terra».
Ogniqualvolta la malattia e la
morte vengono a sconvolgere la
nostra esistenza, quando la violenza della natura o dell’uomo
producono devastazioni e sconquassi, quando stanchi e avviliti
si avverte tutta la nostra finitezza umana e ci si arrende davanti
alla nostra impotenza a vincere
il male con il bene, si rischia di
proiettare fuori di noi le sconfitte per lasciarsi trasportare dalla
speranza che ci sarà un momento, fuori dalla storia, e quindi
fuori dal nostro tempo, ma dentro il tempo di Dio in cui Dio
realizzerà una nuova creazione. Si ritiene che questa creazione, quale si conosce, sia troppo ,
compromessa e che quindi non
essendo più redimibile non potrà neanche più sussistere. Ci
sarà un nuovo Big Bang?
elementi infiammati che si scioglieranno. I credenti, tuttavia,
aspettano questo cataclisma finale non passivamente, ma in
una tensione di vita spesa nella
santità di condotta e nella pietà
(cioè l’amore che dona e si dona)... La loro attesa è maturata
attraverso esperienze che li hanno confermati che nulla di buono può venire da questa terra e
da questa umanità: nemmeno
una vita dedita all’amore per Dio
e per il prossimo è in grado di
produrre una società in cui regna
la giustizia. Essi aspettano la giustizia e questa giustizia può essere soltanto il risultato di una
nuova creazione. Niente di ciò
che appartiene al mondo vecchio
può essere riciclato e utilizzato.
La visione
L'annuncio
IL profeta Isaia, parlando a
quella generazione di pii israeliti che avendo accolto la
proposta di rimettersi in cammino, e così facendo aveva rinunciato al vecchio mondo rappresentato dalla città di Babilonia
oramai non più capitale di un
brillante impero, per raggiungere il «nuovo» rappresentato da
una Gerusalemme da ricostmire
e già abitata da una popolazione
diffidente e maldisposta, per
ben due volte annuncia (65,17 e
66,22) che Dio crea nuovi cieli e
nuova terra. Davanti alla delusione, la sofferenza e la crisi di
speranza vissuta e incarnata dai
reduci dall’esilio babilonese il
profeta non proclama la distruzione delLesistente e una creazione «ex nihilo», ma di un futuro terreno dove i bambini non
morirànno più a pochi giorni
dalla nascita e i vecchi giungeranno alla pienezza dei loro
giorni. Secondo un’interpretazione della teologia ecofemminista è l’età dell’oro e della pace
universale aH’interno della storia degli uomini e su questa terra. L’annuncio è al presente.
Dentro Gerusalemme Dio crea il
nuovo servendosi del materiale
esistente. II pio israelita disilluso
e disperato si rinnova nel momento in cui accoglie nella sua
vita il «nuovo» che Dio crea in
lui e con lui. E Gerusalemme
sarà ricostruita.
La seconda lettera di Pietro
proietta certamente fuori dal suo
tempo l’azione nuova di Dio. I
versetti precedenti promettono
dissolvenze e cieli infuocati ed
Lf APOCALISSE testimonia di
I una visione: «Vidi un nuovo
cielo e una nuova terra poiché il
primo cielo e la prima terra erano scomparsi e il mare non c’era
più». La sua visione, esattamente
come quella di Isaia, è una visione di salvezza centrata sulla terra. Se le pagine precedenti deil’Apocalisse hanno evidenziato
l’impossibilità di una coesistenza
tra il potere disumanizzante che
corrompe é devasta la terra e il
governo e il potere di Dio, la visione testimonia che la giustizia
e il giudizio di Dio portano non
solo vendetta per quelli che sono
stati perseguitati e uccisi, ma generano anche un totale benessere umano e la salvezza sulla terra. Non sofferenza, pianto, lamento, fame, prigionia e morte,
ma piuttosto luce e felicità determinano la realtà del cielo nuovo
e della nuova terra.
Il mondo futuro realizzato
dalla salvezza di Dio non è un’
isola felice ma ricomprende tutta la creazione. Ciò che subentra
al cielo e alla terra non è qualcosa di totalmente diverso, ma diverso è il modo in cui il Creatore
si rende presente nella comunità delle sue creature. Dio benedice tutte le opere della sua
creazione rendendosi semplicemente presente in mezzo ad esse. E questo Dio l’ha già fatto in
Gesù Cristo, l’Emmanuele, «il
Dio con noi» promesso. In lui il
nuovo è già iniziato e noi lo viviamo come un dono prezioso e
come la possibilità verso la quale dischiudere la nostra vita.
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
venerdì 29 NO'
Note
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Neos indica proo^
ciò che ancora
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sorto o è apparso»
significa ciò cheè'n
caratteristico in cj,
ad altro. Neosènu
senso cronologico,
guardo all'origine
ne; kainos è nuovi
specie, diverso dall
indica quindi cièchi,
pressione, o andiea
è migliore di quanti
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valore e forza attra
nei nostri tre tesili
usato il termine«|(ai|
Cielo e terra. S[
rebbe chi neil'esec
questi passi volessi
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Roma, 1993.
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Frammenti di vita
ntiamo in questa pagina alcuni frammenti di vita visP'®?® vi esperienze diverse ma significative, che contraon il senso di inutilità e frustrazione che a volte ci asHdtonte ad avvenimenti che ci sconcertano e ci addoloNon di rado il mondo ci fa paura: la vita umana pare
p valore, le regole più elementari della convivenza so■ orate, qualche volta addirittura calpestate, come dico^1 ron^he di ogni giorno. Non dobbiamo cedere alla
L ^ ione di pensare che non valga più la pena di lottare e
re di prendersi cura degli altri; non dobbiamo cedere
ÌHhbio e cadere nell’indifferenza e nell’individualismo.
Il momenti» di vita che presentiamo ci dicono che il Siè all’opera anche nelle cose per noi insignificanti, che
illava
dal id «otO '
perduto, che non c’è gesto o parola che cada nel
Tutto ciò che nasce dall’amore, dall’attenzione per il
idiriii cimo genera una positiva reazione a «catena». Nessun
0 aneli! 1 l¿he il più comune, è insignificante. «Di tutte le piquanta Cavita, la più bella è quella che porta all essere urna
fiore ad» commenta un saggio indiano nel film «Balla coi lupi»,
^rza attrai in una società che non ha attenzione per i più deboli,
L memoria e senza avvenire, accadono comunque «mi"’’ine «kaii „w,, conversione, di solidarietà, di incontri, di rinnovaterra. Sii aprono spiragli d’amore e di fiducia nella nostra
nell'esej J^^che un piccolo seme, prima o poi, genera frutti, perMiiI hi fili invisibili ci legano, spesso al di là delle nostre intenesto uitj foni, ma non delle nostre speranze.
tra cielol__________________________________________
1 cielo e fu ^-------------------------------
è che un j
l 'si cammino di Rosario
-3.1 tre tei™
amenti ¡I)
iti diffei '
stabili
Francesco Casanova
Nel racconto di alcune esperienze di vita, la speranza in Dio e nel suo amore
Quando il mondo ci fa paura
In uno società che non ho ottenzione per / più deboli, in cui cresce il senso di frustroziorie
e Inutilità, occodono comunque mirocoli di conversione e solidorietà, di omore e fiducio
Uso l'aiuto per gli altri
) studidi
ma predi;
accostai
nte dettai
2 «nuoi
a», anelli
5 evidenl
oni che ni
IO nei tiij
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I e visioni
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IO l'imi_
ia situazlì
di sofferì
luovi deli
a rappri
sta risoli
issuti.
Nella mia vita professionale
.vissuto molte realtà, a volìiete, a volte tristi. Un epiioche ricordo con gioia ha
protagonista Rosario, un
bino figlio di emigranti
ieridionali venuti a Torino
tendo di trovare l’America
le invece si erano trovati
¡nzacasa e senza lavoro. A
jo andare avevano trovato
liugio nella zona più disaata della città; io ero dì serio all’ambulatorio scolasti10di otorinolaringoiatria,
»evo sentito del chiasso nelstanza vicina e decisi di aniie a dare un’occhiata poidiscorso bl Ééibambini «ne combinano
pena dia» ¡tutti i colori». Tra questi ve
ie nella iti che stava bevendo
;a è emera bocca attaccata alla
«sogno nt ¡jimadel mbinetto. «Piccolo
toccare il rubisono succi * ton le labbra, vieni con
a scelta dii un bicchiere di car
tra il «noi ti»'D bambino non si mosse,
on il «niii Musaiche non avesse sentito,
impegnai |)i diedi un buffetto per atticonsapevd ®e la sua attenzione. 11 bamedue i cas liino si rigirò. - «Come ti chiaivanti aiiM Bi?», - «losaio», fu la risposta.
<tl53glo^-*Iosaio?, che'nome! Mai
'¡3*®ttito. Cosa vuoi fare da
~ pete». Cercai di
jrtifioal|B™,''t'ttuare a farlo parlare e
la possM^'^tt^tsi che non pronun:anto»al™ ®®a parecchie lettere. - «Se
ci offre P*i impari a parlare non poa un aiwi ¡ai tare né il prete, né un al"0 lavoro. Ti piacerebbe imputare a parlare bene?». - «Sì».
'«Allora vieni con me che ti
«10 visitare dal dottore».
Il medico disse che non
'’ava nessuna lesione, che
:iale.
Dfondiiv
poteva benissimo imparare a
parlare, ma che occorreva
uno specialista che gli insegnasse a mettere la lingua nel
modo corretto per ogni singola lettera. 11 bambino era
intelligente e si rendeva conto della situazione; lo rassicurai e gli dissi che l’avrei cercato. Presi contatto con la famiglia e, bontà loro, mi diedero carta bianca. Non sapendo dove rivolgermi (parlo
di circa trent’anni fa) pensai
di recarmi all’Istituto dei sordomuti per chiedere consiglio. Fui fortunata, perché incontrai subito una gentile
maestra, molto disponibile,
che lo prese «in cura».
Dopo circa 10-12 anni (non
avevo mai più visto Rosario),
un giorno d’estate, mentre
ero attorniata da un mucchio
di bambini nel corridoio del
mio luogo di lavoro, sento che
qualcuno mi abbraccia la
spalla e mi bacia sulla guancia. Mi giro e vedo un bel giovanotto a me sconosciuto. «Chi sei?». - «Come, non si ricorda più di me? Sono Rosario. Ho fatto il corso di assistente sociale e sono in partenza per il Sud America a fare del volontariato. Sono venuto a salutarla». - «Rosario!
Hai una bella pretesa! Saranno 10 anni che non ti vedo e
sei cambiato un po’». - «Non
osavo venire, pensavo di averla disturbata abbastanza». «Non mi hai disturbato, ma se
tu l’avessi fatto, sarei stata largamente ricompensata».
Elena
Prima storiella. Un’adolescente prega sdraiata su un
muretto: ringrazia Dio per la
creazione, per la comunione
con fratelli e sorelle, per la
sua fede, acerba ma priva di
ombre, sbavature, dubbi. Al
suo «amen» una goccia le cade sulla fronte: ma il cielo è
limpido. Una goccia di resina? Un insetto? Non importa.
Per lei diventa un simpatico
ricordo che ha il sapore di
un’approvazione, di un’autoapprovazione.
Seconda storiella. Una ragazza vive un’adolescenza
difficile: episodi di emarginazione (è protestante), il divorzio dei genitori, uno scippo,
lettere anonime con minacce
a sfondo sessuale, inseguimenti e molestie verbali. Ciononostante «cresce bene»,
studia, ha cura di sé e degli altri, impara, legge e scrive,
viaggia, si costruisce un futuro, lavora, ama. ,
Terza storia. A causa di un
fallimento sentimentale, una
ragazza desidera morire: si
chiude a chiave nel bagno, a
stento gli amici la convincono
ad aprirò la porta, il colteUo le
viene sottratto, è salva. Piange, si ritrova a pregare, non sa
come né con chi: appena dice
«Dio» un conoscente le si avvicina e prega con lei, è un
credente, è lì per caso e lei
non sa come si chiami. È una
ragazza che ha subito violenza psicologica e fisica, ha trovato la forza di reagire e chiedere aiuto. È riuscita a dire la
propria debolezza perché la
grandezza di Dio l’ha sostenuta e le ha dato la forza.
Quarta storia. Una ragazza
ha un incidente in cui rimane
lievemente ferita: una frazione di secondo più tardi, una
differenza di un metro, e l’a
uto della controparte l’avrebbe presa in pieno, seduta come era al posto del passeggero. Ma lei pensa che la mano
di Dio abbia accelerato un po’
l’auto, spingendola avanti.
Io non credo ai grandi eventi inspiegabili, spesso
spettacolarizzati come miracoli e strumentalizzati. Credo ai miracoli di ogni giorno: il miracolo della vita, della fede, dell’amore, del trovare la forza di andare avanti e
di migliorare, di pregare, di
condividere, di scoprire di
aver preso le decisioni giuste,
di avere incontri significativi.
Credo al miracolo di poter
dare un senso alla nostra esistenza, nei momenti sublimi
come in quelli ordinari. E cosa c’è di più miracoloso della
guarigione spirituale, della
consolazione, della salvezza?
I doni di Dio sono immensamente piccoli e immensamente grandi: sono la goccia
d’acqua e l’oceano.
La ragazza di questi racconti sono io. Ero un’atea razionalista, una scettica. Mi
avessero detto, qualche anno
fa, che sarei andata in chiesa
tutte le domeniche e avrei
parlato della fede come di
qualcosa che mi apparteneva, mi sarei messa a ridere. A
chi pensa che la fede regali
gioie e che Dio risolva tutti i
problemi, voglio dire che la
fede ci pone di fronte a scelte
difficili, ci mette alla prova
nel profondo, ci cambia: ci
immerge nella grazia e nel
contempo ci spoglia, ci provoca, ci sfida; la fede ci lascia
consapevoli della nostra missione e della nostra umanità
con tutti i suoi limiti. Scrive
Richard Bach («Illusioni»):
«Dove sei nato? Dov’è la tua
casa? Dove stai andando?
Il clown «Carillon»
per riportare la speranza
Con alcuni intimi abbiamo
festeggiato con mesta gioia il
compleanno di Alice, sei anni, troppo pochi per dover
restare in coma per chissà
quanto tempo in un letto
d’ospedale. Eppure di casi
come quello di Alice ce ne sono tanti! Mi presento: il mio
nome d’arte, se così si può
dire, è Carillon, clown di corsia, missionario clown, uno
«straccivendolo» che va alla
ricerca di materiali ben più
pregiati di vecchi giornali e di
lattine di coca cola, perché,
col gruppo dei miei amici Vip
(Vivere in positivo) ci rivolgiamo a tutte le persone che
si sentono «uno straccio» per
portare loro la gioia e far loro
rinascere la voglia di vivere.
Cito, per rendere con maggiore chiarezza il senso profondo della nostra missione.
Maria Luisa Mirabella, fondatrice del gruppo Vip-clown
di Torino, in arte «Clown au
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a, 2001:
V rii
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Pensa a queste cose di quando in quando e osserva le tue
risposte cambiare».
Con il mutare delle nostre
condizioni e abitudini muta
anche il senso di momenti,
racconti, incontri che pensavamo definitivamente fissati
nel nostro passato. Dopo
avere chiesto e ricevuto in
dono la fede, ho assorbito e
riletto in un disegno e in un
percorso nuovo la totalità
della mia esistenza, nella
coppia, nella famiglia, nella
comunità, nel lavoro, nella
meditazione e nella preghiera individuale. Dio ci chiama
fuori da schemi mentali e
modelli di vita che rivestono
di modernità amori vani, sogni ingannevoli e falsi divertimenti. L’amore di Dio ci fa
crescere spiritualmente e fa
crescere tutto ciò che ci circonda: l’amore di Dio è a disposizione di chiunque e in
ogni momento, di dolore come di gioia. L’amore di Dio è
gratuito. È bello scoprirlo,
finché c’è tempo e vita.
Sandra
reola», che nel depliant di
presentazione del gruppo
scrive: «Il missionario clown
ha il compito di far rinascere
la voglia di vivere a chi l’ha
persa, di riportargli la gioia
negli occhi e nel cuore. Per
farlo usiamo strumenti quali
la canzone, il sorriso, il gioco,
l’amicizia, la danza, il mimo,
la magia, la fede e operiamo
nelle strade, negli ospedali,
in qualunque parte del mondo. L’esperienza di un anno
in ospedali infantili e non, in
comunità di bambini abusati, in case di riposo per anziani, in reparti psichiatrici, ma
anche in strada a contatto
con l’uomo qualunque, ci ha
fatto costatare sempre che
“Basta un bel naso rosso e la
tristezza non c’è più”; anche
solo per 10 minuti quando
arriviamo noi l’animo delle
persone sofferenti si dispone
al buon umore, alla gioia, al
sorriso».
Non è facile portare gioia e
sorriso dove regna la sofferenza, specialmente quando
a patire sono i bambini. Alice
mi ha colpito in modo particolare, come se percepisse la
mia presenza, come se in
qualche modo avvertisse la
mia voglia di strapparla dal
nulla in cui è precipitata: i
colori, il suono dolce dei miei
carillon, i palloncini, la mia
farfalla volante che sempre
mi precede lungo le corsie
dell’ospedale infantile, le
passavano davanti agli occhi
aperti, ma spenti. Com’è avvilente tentare il contatto con
un corpicino che non reagisce, che non riempie la stanza col frastuono della sua
voce e dei suoi movimenti.
Straordinaria oltre misura la
forza dei genitori che, giorno
dopo giorno, da mesi, assistono con instancabile dolcezza quei corpicino attaccato alla vita da un sottilissimo
filo invisibile. Alice, che cosa
non farei, che cosa non darei
per strapparti al mondo grigio del nulla, per restituirti il
sorriso della gioia e della vita.
Alice, ti prego, reagisci, noi
tutti ti aspettiamo col calore
del nostro amore.
Il tuo amico Carillon
Credo che un giorno
la bontà diventerà legge
È una storia semplice da
raccontare. I protagonisti sono un uomo, un ragazzo, una
piazza. La piazza è quella di
una grande città, affollata,
caotica, rumorosa, un pomeriggio di un giorno d’estate. Il
ragazzo è un giovane di neppure 17 anni, straniero, solo
in quella piazza sconosciuta e
indifferente. Poi l’uomo, a
piedi, un passante fra i tanti.
Il ragazzo è fermo all’angolo,
lo sguardo sperduto, in mano
due spugnette e qualche accendino. I loro sguardi si incrociano. Quello del ragazzo
è di cane randagio, avvilito,
mogio, disperato; è impossibile far finta di niente. L’uomo si ferma, infatti. Due parole, qualche domanda: il viso del ragazzo si rischiara di
un piccolo sorriso, grato di
quel segno di interesse per lui
da parte di uno sconosciuto.
Poi la storia prosegue nei
giorni seguenti. L’uomo non
dimentica quegli occhi tristi, smarriti, che lo hanno seguito a lungo quando, dopo
averlo salutato, lui se n’è andato. Allora va a cercare la
piazza, il parcheggio, il mercato. Finché lo ritrova. Il ragazzo è lì, con gli accendini
in mano, le spugne, e tutto il
resto; è felice di rivedere l’uomo, è un po’ scomparsa la
diffidenza, sorride, è contento, i suoi occhi lo dicono.
L’amicizia nasce così, in
quella piazza. Da un lato un
ragazzo lontano dal suo paese, senza amici e senza casa,
senza neppure la sua famiglia, senza documenti: non
ha nome, non può aver residenza, identità: ufficialmente
«non esiste». Ha soltanto una
gran paura: quella di essere
scoperto e rimandato al suo
paese, cosa che gli togliereb
be definitivamente quei piccoli spazi di speranza che qui
coltiva suo malgrado. Davanti a lui c’è adesso una persona non indifferente a quella
situazione priva di speranza.
Che cosa accade nelle settimane e nei mesi che seguono, si può facilmente intuire.
Sono passati quasi dieci anni
da quel primo incontro; oggi
quel ragazzo ha 26 anni, è
sposato, ha un lavoro, è padre
di una piccola, bellissima
bambina, ha frequentato
scuole, ha la licenza media e
un diploma professionale, è
in regola con i documenti e
con le leggi dello stato. Una
favola a lieto fine, verrebbe
da dire. Ma la vita non è esattamente una favola, specie
per gli immigrati, gli «extracomunitari», come si continua a
chiamarli quasi fossero degli
alieni, perché la diffidenza
nei loro confronti, dichiarata
0 no, continua da parte di
molti, l’ostracismo, la violenza a volte, come dicono le
cronache quasi ogni giorno.
Tu vivi qui, lavori qui, qui
nascono i tuoi figli, qui scorre
il tempo e la tua vita. Ma per
molti, tu continui ad essere
un diverso, escluso da un’intolleranza che ferisce, che ripugna, contro la quale è difficile opporsi. Chissà se verrà
mai il tempo che M. L. King
«sognava» con la sua ostinata
volontà, con la forza della sua
fede: «Credo che la verità e
l’amore senza condizioni
avranno l’ultima parola. Credo che un giorno la bontà
salvatrice e pacifica diverrà
legge. Credo che un giorno
tutta l’umanità riconoscerà
in Dio la fonte dell’amore».
Anche per questa ragione è
stata scritta questa storia.
Attilio
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 29 NOI
Francia: si è tenuto a Mentane il Sinodo regionale Provence-Côte d'Azur-Corse
Valorizzare la presenza protestante
Dall'esame dell'evoluzione del territorio alle strategie di comunicazione per andare incontro
all'altro. Forte invito alle chiese a manifestare la loro opposizione olla guerra contro l'Iraq
MARIE-FRANCE MAURIN
U Ini limone sapon
la cartella dei membri
del Sinodo regionale Provence-Còte d’Azur-Corse (15-17
novembre) a Mentone, città
dove i limoni vengono trasformati iri sculture una volta
l’anno; un ambiente «di qualità» nel Palais d’Europe gentilmente offerto dal Comune
per lo svolgimento del Sinodo: due momenti di lavori in
gruppi introdotti da un gioco
di ruoli (drammatizzare un
Consiglio di chiesa scegliendo prima il ritratto di un personaggio disegnato su un foglio dà carattere ben definito; consenziente, anziano,
nostalgico, attivo, fiscale, spiritoso, silenzioso... durante
una seduta di consiglio su «il
miglior modo per fare fallire
un progetto»); vari pezzi di
musica suonati da adolescenti durante il culto finale: quattro ragazze con mandolini,
due violinisti, due pianisti;
queste sono state alcune delle
piacevoli caratteristiche che
hanno accompagnato i lavori.
«Innovazione territoriale»
Si è iniziato con l’intervento
di un esperto in «innovazione
territoriale» che spiegava con
cartine video l’evoluzione
delle leggi territoriali (comunità di comuni, comunità di
agglomerazioni, comunità urbane e comunità di paesi),
molto utile per prendere in
conto le dinamiche territoriali, prevedere la capacità di iniziative della presenza protestante, considerando che la
nozione di «parrocchia» geografica potrebbe essere sorpassata da quella di progetti
in settori, in solidarietà tra diverse città e zone, anche con
associazioni laiche sociali, ad
esempio per la diaconia.
Lo scarto tra poveri e ricchi
Sembra che fino al 2020 lo
scarto tra chi sta bene e i poveri crescerà, a causa della
disoccupazione. Invece nella
zona di Sophia-Antipolis,
nuova città tecnologica di
punta, sempre in espansione
da 30 anni (una «tecnopoli»
industria-ricerca-formazione), quattro linee di riflessione sono prese in considerazione prima di sfociare in un
impegno: creazione di uno
spazio che faccia il collegamento tra vita professionale
ed etica con un teologo; programmazione di attività ecumeniche, con «caffè teofilo»
tra le ore 12 e 14; collaborazione con le Ucjg (Unioni cristiane dei e delle giovani) per
un foyer per studenti; ripartizione dei sei posti pastorali
del «triangolo» Cannes-Antibes-Grasse e Nizza.
Dato che la regione è la prima in Francia per il turismo,
ogni comunità evangelica deve preparare la sua pagina
web da tenere aggiornata. Poi
l’accoglienza al culto, la visibilità delle informazioni,
le strategie di comunicazione,
le liturgie multilingue sono
mezzi per andare incontro
all’altro/a nella sua diversità e
la sua ricchezza, e nello stesso
tempo incoraggiando i turisti
ad accogliersi tra di loro. Da
tre anni si sta lavorando a
mettere in piedi il progetto di
corso di teologia a distanza,
individuale e in gruppo, per la
formazione dei laici e l’evangelizzazione, anche con specialisti dell’insegnamento su
Internet (www.Théovie.org),
e con incontri di tipo università estive. 1 costi saranno minimi se si raggiungeranno da
500 a 800 iscritti.
Le nove «équipe regionali»
organizzano ciascuna un in
Un tratto della Costa Azzurra a Cap Ferrât
contro regionale annuale per
animare le comunità (catechesi, finanze, liturgia, giovani, formazione, diaconia, musica e canti, missione, relazioni interreligiose). C’è stato in
serata il simpatico intervento
dei giovani appena reduci dal
loro «Synode des jeunes» per
tre giorni a Marsiglia, con un
montaggio video sulle loro
esperienze dal titolo «Incontrare Dio. Attenzione, può capitarvi» (www.Dieu.com). Interessante anche la solidarietà interparrocchiale immobiliare da una decina di anni;
chi riceve dei lasciti, lascia il
10% al Fondo Immobili, che
permette di aiutare le chiese
locali quando devono affrontare lavori e spese immobiliari, dato che la manutenzione
degli immobili è un pesante
carico e diversamente ripartito tra le chiese.
No alla guerra all'Iraq
Fra gli ordini del giorno votati, sulla Disciplina generale,
suIl’«elaborazione dei modi
di annunciare l’Evangelo...
nel dinamismo teologico e di
crescita», sulla necessità di
«discernere i bisogni e le offerte di competenze per stabilire un annuario delle persone e di gruppi-risorse» per
degli scambi tra le comunità
ecc. spiccano per la loro lunghezza: quello che esprime
inquietudine sulla guerra
«preventiva» contro l’Iraq, e
solidarietà con le prese di posizione della cinquantina di
denominazioni protestanti
americane, del Cec, deUa Comunione anglicana e della
Federazione protestante di
Francia, che «esorta i membri
e Consigli di chiesa della regione a manifestare in tutti i
modi la loro opposizione
a questa guerra e alle sofferenze che ciò comporterebbe
per le popolazioni irachene,
mentre le nostre chiese sono
impegnate-nel Decennio del
Cec "Oltrepassare la violenza’’»; gli fa seguito un ordine
del giorno sulla Cecenia che
«denuncia le violazioni dei
diritti umani, le atrocità, e i
crimini di guerra (anche contro l’umanità) perpetrati dall’esercito russo e le sue forze
Vienna: libertà religiosa in Europa
Rafforzare il ruolo
di mediazione della Kek
La Conferenza delle chiese
europee (Kek) dovrebbe giocare un ruolo più forte di mediazione nelle situazioni di
conflitto fra le varie denominazioni cristiane e nei loro
rapporti con relativi governi;
lo chiedono i partecipanti a
una consultazione promossa
dalla stessa Kek sul tema della
libertà religiosa che si è tenuta a Vienna dal 6 al 10 novembre. «La domanda di fondo spiega Rüdiger Noll, direttore
della Commissione chiesa e
società della Kek - è che cosa
possano fare le organizzazioni
ecumeniche nel caso in cui si
verifichino conflitti all’interno
della stessa "famiglia" cristiana». In particolare dopo la fine del comuniSmo, spiega art^
cora il responsabile della Kek,
anche fra le chiese cristiane si
sono aperte alcune ferite.
Team di mediazione promossi dalla Kek sono intervenuti
con successo in dispute fra
comunità ortodosse e cattoliche in Slovacchia, così come
fra le chiese battiste e l’ex stato sovietico della Georgia.
Una proposta nuova
La raccomandazione emersa alla consultazione di Vienna, che costituisce una novità, è che la Kek possa intervenire nel ruolo di mediatore
anche nel caso in cui la richiesta provenga da una sola
delle parti in causa. «Così facendo la Kek potrebbe diven
tare ancora di più uno strumento importante di mediazione dei conflitti di natura
religiosa o ecclesiastica. Spero che la prossima Assemblea
generale (che si terrà a giugno 2003 in Norvegia) voglia
fare propria questa raccomandazione», aggiunge Noli.
La consultazione della Kek,
che ha messo a tema la questione delle chiese di maggioranza e di minoranza in Europa, ha visto la partecipazione di 70 persone da 30 paesi,
in rappresentanza di tutte le
confessioni cristiane.
A partire da alcuni casi specifici (Austria, Russia, Francia, paesi del Nord Europa),
la Consultazione ha sviluppato una discussione vivace e
sui prerequisiti e sulle forme
concrete di rapporto, sotto il
profilo legislativo, fra chiese
di maggioranza e di minoranza e rispettivi governi in Europa. I partecipanti hanno
sottolineato l’importanza degli accordi sui diritti umani: la
base per qualsiasi tipo di relazione chiesa-stato. Le comunità di fede devono avere il
diritto di praticare la loro
confessione, in accordo con
l’articolo 9 della Convenzione
europea sui diritti umani.
Ogni tentativo da parte dello
stato di interferire nelle questioni interne di una comunità religiosa, è stato ricordato, rappresenta una violazione dei diritti umani. (nev)
speciali contro il popolo
ceceno, disapprova il sostegno dichiarato al governo
russo dal patriarcato ortodosso di Mosca», prega il
Consiglio nazionale di intervenire presso i responsabili
politici francesi e presso il
patriarcato ortodosso di Mosca. Il giornale regionale
«Échanges» è un valido aiuto
per comunità famiglie e attività, e per far meglio conoscere le numerose opere e
movimenti presenti sul territorio, come l’azione contro la
tortura, la missione popolare, le associazioni di accoglienza, gli asili per anziani,
Oikocredit (banca etica) ecc.
Colletta a favore della Casa
valdese di Vallecrosia
Infine, chi scrive era stata
informata al suo arrivo della
destinazione della colletta del
culto di domenica 17 a favore
della Casa valdese di Vallecrosia... ed è tornata con 900
euro. La nostra riconoscenza
va a queste chiese sorelle della regione limitrofa francese,
con le quali speriamo di incrementare la nostra collaborazione del II distretto con incontri sia a livello pastorale,
come già successo, ogni tre
anni, sia a livello giovanile,
soprattutto di adolescenti,
programmando una volta in
Francia e una in Italia.
Le chiese Usa a Bush e al Congn
Fare tutto il possibile
non giungere alla gueh)
L’Assemblea generale del
Consiglio nazionale delle
chiese Usa (Ncccusa) chiede
al presidente Bush e al Congresso di «fare tutto il possibile per evitare di arrivare alla guerra» contro l’Iraq. I delegati delle 36 chiese protestanti, ortodosse e anglicane (50 milioni di fedeli negli
Usa) riuniti dal 13 al 16 novembre a Tampa, in Florida,
hanno reso noto a fine lavori
un documento in cui si chiede fra l’altro di rafforzare gli
sforzi per giungere à una pacifica risoluzione del conflitto
fra Israele e Palestina.
Al presidente George W.
Bush e al Congresso americano le chiese cristiane chiedono di sviluppare insieme
alle Nazioni Unite una politica comune per la sicurezza
globale, impegnandosi a lavorare per la pace e la giustizia dopo la tragedia americana dell’ll settembre 2001.
Con l’iniziativa del Consiglio
delle chiese cristiane si allarga il fronte di chiese e organismi ecumenici locali e nazionali che hanno espresso
pubblicamente, nelle ultime
settimane, la loro preoccupazione per i propositi di un
attacco unilaterale da parte
del governo Usa.
Di recente anche la Conferenza episcopale cattolica si
è espressa negli stessi termini: il Consiglio delle chiese
cristiane esprime particolare
apprezzamento verso questa
iniziativa dei vesc(W‘
ci e si unisce allab;
nel chiedere all’Iraq|'
Uni
ironi'
ghere pienamentel j
zione Gnu dell’8
con cui si chiede ^
al completo disaii
nia con i vescovi
anche rispetto alla
ne del regime diS'
Hussein; «La leadei '
chena - hanno inf;
mato i vescovi - dt
rompere la repressi
terna al paese, ferm
sostegno al terrori
bandonare ogni iniJ
produzione di annidi
zione di massa e disi
tutti gli ordigni esista
L’Assemblea del Cou
delle chiese, da parte J
ferma che «non intr^
re una iniziativa milit
trà avere alcune coni
ze negative. Ciò noni
siamo preoccupati ci
guerra contro Tirai
avere conseguenze iinj
dibili non solo perl’L
per la pace e la stabj
tutto il Medio Orieni
semblea ha poi espri
tenzione di continui
vorare insieme a tuttel
sone che amano la pi
fondare le nostre dici
zioni su azioni coni
loghi con rapprese!
pubblici, visite a coi
irachene, consultazioì
altre chiese cristft|
mondo, preghiera comi
Signore».
D
URi
croi
dpai
al
Francia: a Vogué il Sinodo regionale Centre-Alpes-Rhòn
Dibattito sul possibile allargamento
della Federazione protestante di Fran
DARIO TRON
SI è svolto nella splendida
C(
cornice di Vogüé, in Ardè
che, dal 9 alTll novembre
scorso, il XXXIII Sinodo della
Chiesa riformata di Francia,
regione Centre-Alpes-Rhóne.
Due grossi temi all’ordine del
giorno: il possibile allargamento della Federazione
protestante di Francia a nuove chiese e il tema della «crescita», già studiato e discusso
negli ultimi tre anni dalle
chiese locali.
La Federazione è stata sollecitata a interrogarsi sull’eventualità di aprirsi ad altre
chiese, pentecostali, libere,
movimenti carismatici, e a
chiedersi cosa ciò potrebbe
comportare. In positivo vi sarebbe non solo un aumento
numerico immediato, quindi
un peso «politico» maggiore,
ma anche la ricchezza e la dinamicità portate da nuove e
giovani chiese. Le perplessità
rimangono soprattutto per
quanto riguarda i possibili
problemi di collaborazione a
livello locale, ma anche la difficoltà di avere poi un’unica
voce sul piano nazionale.
Il tema della «crescita» è
stato affrontato in numerosi
gruppi di lavoro e a più riprese, a partire da un testo biblico o da una domanda pilota
che interrogava i partecipanti sul loro modo di vivere la
propria fede, di far partecipare, di relazionarsi agli altri,
di spendere il proprio tempo,
di gestire i propri rapporti familiari in armonia con l’impegno ecclesiastico, di testimoniare, del posto che occupa o dovrebbe occupare il
pastore. La riflessione non si
è chiusa col dibattito sinodale, ma continuerà ancora
nelle varie chiese.
Nei prossimi mesi inizierà
pure a livello locale anche il
confronto sul tema dell’omosessualità, che si potrà awa
lere di un quaderno di riflessioni preparato da una commissione formata da pastori,
psichiatri, e terapisti. Il Sinodo ha anche ricevuto una
lunga informazione sulla trasformazione del giornale Réveil, mensile, che assorbirà
ora molti giornali ecclesiastici
locali che chiuderanno i battenti, diventando in questo
modo il giornale di tutte le regioni del Sud della Francia e
dedicando molte pagine alle
cronache delle chiesi
Molti pastori di qi
gione, nei vari colloqui
nali avuti, si augurano;
presa degli incontri pi
che, per diversi anni,
avuto luogo alternati'
alle Valli e in Francia
un Sinodo sereno, noni
te i grossi temi,
senzialità negli intera
una discreta dose di bW
more tesa a sdranunatiit
alleggerire il dibattito.
Preoccupate le chiese cristiane in
«Pregate per noi
e per tutta la popolaziont
Il vescovo iracheno Shlemon Warduni ha una sola risposta per chi gli chiede che
cosa si possa fare per sostenere il popolo iracheno: «Pregate per noi». Di fronte alla
possibilità di un’azione militare, i cristiani hanno lanciato un appello per una preghiera di pace che si è svolta
il 22 novembre scorso.
In Iraq ci sono 650.000 cristiani, meno del 3% della popolazione, in maggioranza
musulmana. Il 70% dei cristiani sono cattolici di rito
caldeo. I cristiani presenti nel
paese sono profondamente
preoccupati per l’eventualità
della guerra. Secondo l’arcivescovo ortodosso Gregorius
Saleba di Mosul (Nord Iraq),
«come cristiani siamo costantemente in pericolo»; appellandosi alle altre chiese
cristiane presenti nel paese,
egli aggiunge che bisognerà
essere pronti a qualsiasi situazione di emergenza che si
presenti nelle prossime settimane. Se inizia una guerra, è
l’opinione del pastore Haitham Al Jazrawi, della Chiesa
evangelica
Kirkuk, a nord del
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(RDÌ 29 NOVEMBRE 2002
PAG. 5 RIFORMA
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Lo storico Giorgio Spini, da studente in epoca fascista a ufficiale delNtalian Force
(In protestante al Fronte delI'VIII Armata
Un libro di memorie ma anche un racconto incalzante e avventuroso, a tratti drammatico
■0Ìco in altri, in cui non viene meno la forma mentis dello storico e la cura documentaria
ai BERTO CORSAMI
jon la stampa, nel corso
tì quale alcuni illustri «vati
. r — ^ y. «-» f-Fo f'r'ìn Ho
UBANTE il Sinodo 1986,
usarne j cronista per un settima
covi ani tie politico torinese, parte’ lai a un incontro serale or
di Sa liwato dalla Tavola valdeleaderj
IO infaf
d - dev S» furono affascinati da
^pressi ^racconto che pareva intredibile, fatto loro da Gior^riorisn 1 Spini. Si trattava del ritro!ni inizia Lento di molte opere della
‘ mini dii yeiia degli Uffizi, nascoste
dista nel castello di Montegufod esista „ presso Montespertoli: di
® del Coi Llla scoperta era stato prolapartej Lnista proprio Spini, nel•n intr^ j'^tate del 1944 luogotenente
va militi della Italian Force, inserito
ne cons( jon incarichi di servizio di in-iò nono formazioni e ufficio stampa
■upati clm; nei ranghi delle truppe alleate
° ^’l’^aqpi die stavano risalendo l’Italia
lenze inpi j„ corso di liberazione.
> per ri™ Gli lasciamo qui la parola;
la stalli «Montegufoni pareva un quaOrienté dro di un trecentista senese,
)i esprd [on le sue mura merlate die«tinual tro cui si affacciavano gli ineatuttélt diani [soldati provenienti
no la pai daU’India aggregati alTeserciistredid to britannico, ndr] con l’eli conca metto a bacinella sulla testa»,
pprese in compagnia di un caporale
te a con con il compito di fargli luce, il
sultazid sottufficiale rischiò l’infarto,
cristiai trovandosi di fronte nienteieracou meno che alla Battaglia di
kn Romano di Paolo Uccello, quadro principe della tecnica (e della teoria) deOa prospettiva; e poi ancora: la Maionna di Giotto, la Primavera
del Botticelli. I quadri, messi
in salvo dalle bombe che ferivano Firenze, trovarono la loto salvezza, dopo aver costiflllCnj hito un giaciglio per le truppealleate: dormire su quei tavoloni di legno era sempre
; chiesel« meglio che dormire in terra...
1 di qu^i Altre opere degli Uffizi, semcolloquipi lira di capire dall’episodio
iguranoiffl fiorentino del capolavoro di
ontri pas| Roberto Rossellini Paisà, eraiunni, rt no state foderate in vere e
ernativM proprie nicchie di legno, e pa'rancia.Bf levano vegliare i corridoi semideserti abbandonati dai reperti più celebri.
^ Tempo di guerra, tempo di
tempo di sofferenza per
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a livelli diversi; la memoria,
certo, per chi (facendo parte
di quella generazione) ha vissuto con maggiore o minore
prossimità almeno alcune
delle vicende narrate: il racconto incalzante, avventuroso, drammatico a tratti, ironico in altri momenti, sempre
volentieri icastico, tanto che
più di un luogo richiama il già
citato Paisà (1946), anch’esso
costruito per episodi, come
una risalita (dalla Sicilia al
delta del Po) lungo TItalla in
via di liberazione. Come nel
film c’è Napoli, sconvolta e
oltraggiata nella sua edilizia,
da cui compare il soldato nero deU’esercito Usa con il ragazzino che gli corre appresso; c’è la Romagna, dove fu
crudelissima la lotta delle ultime settimane; e c’è Firenze:
Spini ci arriva dalla parte per
prima liberata, cioè d’Oltrarno, quasi come la protagonista del film, che si reca in città
attraverso il Corridoio vasariano, che unisce il Giardino
di Boboli agli Uffizi e a piazza
della Signoria correndo sopra
le botteghe artigiane di Ponte
Vecchio; ci misero molto
tempo, i nazisti, a scoprire il
transito che esso concedeva
ai partigiani, unendo così le
due sponde dell’Arno.
A Bari l’autore incontra
Carlo Azeglio Ciampi, giovane ufficiale anch’egli passato
alla militanza a fianco degli
Alleati, che in seguito rievocherà le conferenze baresi
tenute da Spini per sostenere
La strada delia
Liberazioni
no, nonU
li, ricco!
interveil
ose di b®
ammaW riconquistare la propria terra
svenduta all’alleato più perfido. a sua volta divenuto occupante. Ora tutto questo insie®e di fatti e di avventure in.iettuali, che portano un
giovane evangelico, brillante
studioso, radicatissimo nella
Piopria città ma sapiente coriAlM della lingua inglese,
tlUlnq entrare nelle file delTantifa1 Palile e della lotta di
,,.?'®^’rtrte poi, sono raccon*sb*l®"3 ‘rt un libro* che dovrebbe
scuole i maè rp- • * stesso auto
compongono
inst**' '■"°°?lt; con passione
sna figlio Valdo, disee rtn vero e pro
' atti» 1'°'-°°*^®° didattico che
Ì 3 I ? alla cultura,
non uuemorialista
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ti r?’ P^irta mano (appundall’pn”*®''''"'' cura
radi„P°°°,dui fatti, interventi
la di- ’".cl a Radio Bari, sotto
larii a, ’ “^irtnienti di episto
'^4tÌr? f
. it'^oltegli dal curatore.
il Partito d’Azione: quello
stesso che, presidente della
Repubblica, attribuirà allo
storico l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, e che
presenterà l’impegnativo
saggio Italia liberale e protestanti (Claudiana). A Firenze
invece ritrova una ragazza
per la quale aveva particolare
simpatia, ricambiata, che
sposerà a liberazione non ancora avvenuta. Poi nascerà il
primogenito con cui ha riunito queste memorie, in una solidarietà fra generazioni non
scontata, al tempo stesso intima e riservata (come è giusto)
e esemplare per tutti. Ci saranno ancora sofferenze e
paure, poi la fine della guerra.
Ma a questo punto il lettore
sarà affascinato, in maniera
retrospettiva, dalla prima parte del libro, una sorta di «ro
manzo di formazione», che ripercorre la nascita, l’ambiente familiare, la formazione sui
testi di Gobetti e di Gangale:
nel ’43 sarà naturale l’approdo alla casa di Mario Alberto
Rollier e la scelta di schierarsi
dalla parte della libertà, come
tanti giovani politicizzati del
tempo, avendo dalla propria
parte anche la vocazione
evangelica alla vita come testimonianza. Lungo tutto il
percorso, accidentato e rischioso, deriva l’impressione
che, nonostante il carattere
imperscrutabile di molti episodi, della salvezza di alcuni
e della morte di altri, niente
in fondo è del tutto casuale:
le competenze acquisite in
una vita di studio (che continua nella pubblicazione dei
più recenti saggi storici Claudiana), prima o poi servono,
per districarsi dalle avventure
0 per non smarrirsi nello
sconforto: la bella trasmissione dedicata dai microfoni di
Radio Bari alla Cecoslovacchia, visitata anni addietro, né
è una commovente conferma.
Su questa materia, su quegli
anni una sola esperienza risulta più godibile della lettura
di queste pagine: ascoltarne il
racconto dalla viva voce del
protagonista, come a quel Sinodo di molti anni fa.
{•) Giorgio Spini: La strada della Liberazione. Dalla riscoperta
di Calvino al Fronte della Vili
Armata, a cura e con prefazione
di Valdo Spini. Torino, Claudiana, 2002, pp. 238.
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gMIBIligMiai
La carta d’identità riiasciata a Spini dai Comando aiieato
Presentato a Genova il libro di Carlo Rapini
Valdo di Lione, seconda edizione
ERMINIO PODESTÀ
giornali
vari in occasione
sornrpL®"“ ° celebrazioni) e
^la riVnn L"' “pensamenti e
gi, dell’og
Paginp"* le più di 200
Siandp,^^ impressione di
tono 5?"«arietà, di stile, di
Me’Ì'^Pnazione.
®ulta un libro leggibile
IL 6 novembre si è svolto,
organizzato dal Centro culturale valdese e dalla Biblioteca universitaria di Genova che
l’ha ospitato, un interessante
incontro, alla presenza di un
folto pubblico, per presentare
il libro^di Carlo Papini Valdo
di Lione e i «poveri nello spirito» (Claudiana 2002, seconda
edizione), con interventi della
prof. Gabriella Airaldi, dell’Università di Genova, e del
prof. Paolo Ricca, presentati
dal prof. Massimo Rubboli.
La prof. Airaldi ha dichiarato che la lettura del libro di
Papini ha rappresentato una
sorpresa positiva e la fatica
storico-letteraria delTautore è
stata considerata un auteritica avventura intellettuale, innanzitutto perché si tratta di
un lavoro molto difficile su
una società medioèvale in
quanto che è molto frammentaria: l’autore è riuscito a
esprimersi in maniera problematica ma molto ben strutturata; ha focalizzato bene il
rapporto tra Valdo e la formazione strutturale della chiesa,
localizzando questo fenorneno in una dimensione storica.
Inoltre si nota chiaramente
che la ricerca nasce dalla fede. In ultimo la relatrice ha
affermato che Papini ha trattato molto bene ravvicinamento di Valdo a Francesco,
sottolineando soprattutto le
affinità fra i due personaggi.
Paolo Ricca d’altra parte, su
Valdo e Francesco ha detto
che Carlo Papini, nel suo libro, mette in luce le affinità
fra i due ma anche le diversità, e ha poi diviso la propria
relazione in tre punti. Nel primo ha risposto alla domanda:
che cosa significa un libro di
storia?, dicendo che significa
«ricostruire». Papini ha eseguito molto bene questo lavoro di ricostruzione e il risultato è un libro che si gode.
In secondo luogo si tratta di
un lavoro diligente; fornisce
le fonti e le riproduce. Fa il
mestiere dello storico. E in ultimo è questo un libro affascinante, la cui lettura non pesa
nonostante il gran numero di
pagine. Era presente anche
l’autore che ha concluso rincontro con un intervento.
Paisà: i protagonisti dell’episodio fiorentino nel Corridoio vasariano
Un libro di Sandro Di Tommaso
La presenza dei valdesi
nella valle d'Aosta
ELISABEHA RIBET
A destra la «portefro» di Lione, nei cui pressi c’era il forno di Valdo
IL volume* nasce dal desiderio di rendere nota la
vicenda dei valdesi in Valle
d’Aosta, rimasta ancora in
gran parte nell’ombra. Mentre il valdismo medievale non
fu presente in questo territorio, la Riforma invece vi
si diffuse capillarmente, riuscendo a sopravvivere per
più di settant’anni. Il protestantesimo ritornò in valle
con l’evangelizzazione valdese in seguito all’emanazione
dell’Editto albertino del 17
febbraio 1848, che concedeva
ai valdesi i diritti civili e politici. Quell’evento, che coincise felicemente con la riapertura del territorio valdostano
all’apporto esterno nella fervida stagione del termalismo
e dell’alpinismo, fece sì che la
Valle d’Aosta fosse percorsa
in lungo e in largo dai colportori che prepararono il terreno per la nascita e lo sviluppo
dei tre poli evangelici valdesi:
Courmayeur e La Salle, Aosta
e dintorni, e Viéring. Tra Ottocento e Novecento la «popolazione valdese» raggiunse
il numero di 500-600 persone, cifra senza dubbio significativa se si pensa che allora
la popolazione valdostana si
aggirava sui 60.000 abitanti,
ma che comunque diminuì
gradualmente per vari motivi, in particolare a causa
dell’emigrazione.
Le quattro parti del volume
ripercorrono le tappe del
cammino della comunità valdese dalle origini al 2000: le
vicende ottocentesche: la
storia delle scuole valdesi; gli
eventi e le figure del primo
cinquantennio del Novecento: infine l’ultimo cinquantennio del secolo da poco trascorso. Molti capitoli sono
corredati di schede nell’intento di alleggerire la materia
e interessare il lettore. Si auspica che questa minuziosa
ricostruzione della microstoria valdese renda possibile
una maggiore comprensione
dell’apporto del valdismo in
questo territorio soprattutto
nei termini della cultura e
della libertà di pensiero.
Leo Sandro Di Tommaso
(1939) ba affiancato la sua attività di insegnante di italiano e latino nelle scuole superiori alla ricerca storica. Dopo gli studi di medievistica
presso l’Ateneo torinese, sotto il magistero di Giovanni
Tabacco e di Giuseppe Sergi
(tesi di laurea: Spunti comunali e amministrazione sabauda nel territorio di Aosta
dalla fine del XII al primo decennio del XV secolo - 11911409) si è ancora dedicato ad
argomenti attinenti alle istituzioni medievali: pubblicando due saggi: Comunità cittadina e potere signorile nell’
Aosta medievale. Progetto per
una storia della città, a cura
di Marco Cuaz, 1987, e La vicenda storiografica delle franchigie aostane in «Bollettino storico-bibliografico subalpino» (Bsbs), XCVII (1999).
In seguito ha poi orientato le
sue ricerche nell’ambito della dissidenza religiosa con
due saggi sempre pubblicati
nel medesimo Bollettino: La
Riforma protestante in Valle
d’Aosta. Una lunga e silenziosa resistenza tra guerra e
neutralità armata in un crocevia dell’Europa, «Bsbs»,
XCIX (2001) e Calvino ad Aosta, Nascita e sviluppo di una
leggenda politico-religiosa,
«Bsbs», C (2002).
Di Tommaso fa parte del
gruppo di lavoro che invia segnalazioni e recensioni al
Bsbs ed è membro del Centro
di ricerca sulle istituzioni e le
società medievali: ha tenuto
conferenze ed è stato docente
in corsi di formazione per insegnanti: una sua relazione
(Le antiche istituzioni valdostane: dal dibattito storiografico alla ricaduta didattica sui
testi scolastici. Susa, 1° marzo
1999) è in via di pubblicazione con gli atti del convegno.
(*) Leo Sandro di Tommaso:
Valdesi in Valle d’Aosta. Percorsi religiosi e culturali di una minoranza religiosa radicata nel
•territorio (1848-1950, 1951 2001). Aosta, Le Chateau, 2002,
pp. 440, euro 32.
6
PAG. 6 RIFORMA
r'Cultura
VENERDÌ 29
Una raccolta di saggi di Renzo Bertalot pubblicata dalle edizioni Marianum
Ripensare la mariologia
Lo Scrittura attribuisce a Moria un ruolo unico e insostituibile nella storia dello salvezza che
costituisce, però, uno dei punti più controversi del dialogo ecumenico cattolici-protestanti
> La Pontifìcia Facoltà teologica Marianum ha recentemente dato ospitalità, nella
collana «Scripta», a una voce
inconsueta, «una voce protestante». Così suona il sottotìtolo dì una raccolta di saggi
dedicati dal pastore Renzo
Bertalot alla figura di Maria*:
una figura alla quale la Scrittura attribuisce un ruolo unico e insostituibile nella storia
della salvezza, e che tuttavia
si presenta attualmente come
uno dei punti più controversi,
e al tempo stesso più raramente affrontati, del dialogo
interconfessionale. Utilissima
iniziativa, questa del Marianum, in quanto il libro riunisce e mette a disposizione del
lettore un materiale vasto ed
eterogeneo, difficilmente accessibile ai non specialisti: i
vari capitoli ripropongono infatti, informa riveduta e ampliata, contributi già pubblicati in dizionari, riviste, miscellanee o esposti nel corso di
incontri ecumenici, tra il 1985
e il 2001. In tutti vibra la passione generosa, instancabile,
ostinata che Renzo Bertalot
ha dedicato e continua a dedicare alla ricerca dell’unità.
Dai!|tuiùt itrcusd otiíCrfttitt>ía
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Miniature deiia Biblia Pauperum (Heidelberg, XV sec.) relative all’annunciazione
FEDERICA AMBROSINI
Lf UNITÀ, avverte l’autore,
I non può e non deve essere uniformità. Oltre che
un’impossibilità storica, questa sarebbe in contraddizione
con il messaggio scritturale,
che parla della Trinità e dei
doni diversi dello Spirito (per
Oscar Cullmann, l’uniformità
è addirittura un peccato contro lo Spirito Santo). L’unità
va anzi ricercata nella diversità, o meglio attraverso la diversità, che diverrà pertanto
diversità riconciliata: perché
se fino a un recente passato
«eretico» era il «diverso da
noi», per l’Alleanza riformata
mondiale dal 1982 «eretico è
chi rifiuta il diverso».
In quest’ottica è possibile
prospettare anche un ripensamento della mariologia.
Questa non ebbe un posto
centrale nella riflessione teologica della Riforma, che pure
mantenne, specie in ambito
Mostra a Genova
L'energia
dei futuristi
Circa nello stesso decennio
in cui Léger comincia a dipingere il suo periodo cubista, i futuristi, fra cui Umberto Boccioni, Gino Beverini,
Gianfranco Balla, Carlo Carrà
e Mario Sironi analizzano i
fasci di luce multicolore che
escono da una vetrina e trovano che «Il volto umano è
giallo, è rosso, è verde è azzurro, è violetto. 11 pallore di
una donna che guarda la vetrina di un gioielliera è più
iridescente di tutti i prismi
dei gioielli che l’affascinano».
La luce però è anche energia
e l’energia movimento, velocità, espressioni queste di un
periodo nuovo della storia
umana, in cui proprio il movimento e la velocità diventano i simboli si una tecnologia, che apre all’umanità la
prospettiva di un futuro aureo. Un movimento partito
da un gruppo di italiani che
una coppia di grandi estimatori della pittura italiana come gli Estorick ha appassionatamente collezionato. fp.f.J
«Estorick collection of modem art»»: Genova, Palazzo
Ducale, fino al 12 gennaio
zwingliano, residui di devozione mariana; e divenne in
seguito una discriminante tra
l’area confessionale protestante e quella cattolica. Mentre questa andava sempre più
configurandosi negativamente, agli occhi del mondo evangelico, come religione mariana, nel protestantesimo si sviluppava un «processo di occultamento» della figura di
Maria. Con l’eccezione della
scuola di Taizé, il protestantesimo negò alla mariologia
qualsiasi spazio nella riflessione teologica. Tale posizione fu condivisa anche da Karl
Barth, il quale peraltro ravvisò in Maria una «visitata
dall’alto», come Israele, e vide
in lei una parabola della chiesa: libera in quanto ascolta la
Parola, in quanto lascia fare a
Dio, in quanto si mette al suo
servizio: beata per quel che
Dio le dice, per lo sguardo
che Dio le rivolge.
Erano le prime piste di ricerca che si aprivano ai dialogo ecumenico. Al dialogo con
la Chiesa cattolica guardò
«con cautela, con fiducia e
con riconosciuta autorità»
il teologo valdese Giovanni
Miegge, che nel 1950 pubblicò un volume su La vergine
Maria. Sul dialogo, Bertalot si
sofferma soprattutto nella
terza parte del suo lavoro
analizzando in modo particolare il dibattito intorno ai due
ultimi dogmi mariani. Immacolata concezione (1854) e
Assunzione (1950). Si tratta di
un dialogo che finora ha prodotto non documenti di studio a livello mondiale ma varie stimolanti occasioni di
confronto che possono incoraggiare la teologia protestante a riconsiderare il rapporto
di Maria con la chiesa.
Dal punto di vista metodologico, Bertalot suggerisce di
procedere sulla linea di un
ecumenismo non «spaziale»
(confronto diretto delle attuali posizioni teologiche),
bensì «temporale»: nel senso
di riandare insieme alla Scrittura e alla storia, per scoprire
gli elementi non teologici
della divisione fra le chiese e
riformulare insieme i contenuti della fede. In questa prospettiva, sebbene per la sensibilità teologica protestante i
titoli mariani restino inaccettabili (fatta eccezione per
quello, biblico, di «madre di
Dio»), i dogmi mariani potrebbero invece prestarsi a un
tentativo di lettura che cerchi
di riscoprire il deposito comune di fede che a essi soggiace, le intenzioni originarie
con cui essi vennero formuiati; al punto che Maria potrebbe divenire, da ostacolo all’incontro fra le chiese divise,
«un punto di riferimento per
la ricerca dell’unità e del rinnovamento delle chiese».
Bertalot ricorda l’intuizione del pastóre valdese Ugo
Janni che, negli Anni Trenta,
in tempi dunque non certo
aperti aU’ecumenismo, nel
dogma dell’Immacolata non
vedeva un ostacolo alla riunione delle chiese, e dà ampio rilievo alle conclusioni
del gruppo di Dombes nel
1998. Secondo questo gruppo
teologico cattolico-protestante, dai dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione si può far emergere,
come elemento comune, il
principio della Sola Grafia,
della libera, incondizionata
iniziativa di Dio; questi dogmi comunque non incidono
sulla comune cristologia e
possono pertanto essere an
noverati (assumendo, appunto, il criterio deU’«unità
nella diversità») tra le diversità «non separanti».
Altri principi ispiratori del
dialogo ecumenico che potrebbero fruttuosamente essere applicati al confronto interconfessionale su Maria
vengono da Bertalot individuati nella riaffermazione del
fondamento comune della
fede al di là della forma adottata per esprimere la fede
stessa (cfr. la Dichiarazione
congiunta cattolico-luterana
sulla giustificazione per fede,
1999), e nella distinzione tra
la verità di fede e la sua formulazione, non di rado inquinata, questa, da elementi
non teologici.
11 dialogo su Maria è appena all’inizio, e dovrà affrontare punti nodali come quello
del rapporto tra grazia e natura, della cooperazione dell’uomo alla grazia di Dio. Ci
sarà poi il problema della recezione, a livello locale, delle
convergenze raggiunte. Un
processo, come sempre avviene nel confronto ecumenico, lento, faticoso, spesso
doloroso. Siamo, per giunta,
in un momento critico per
l’ecumenismo, che sembra
attraversare una fase di stanchezza e di stallo. Preziose
quindi le parole che leggiamo
in conclusione: «L’ecumenismo è ormai "irreversibile”:
oggi si trova rafforzato da
una metodologia robusta che
favorisce sia il confronto sia
le convergenze. Dio ci ha fatto dono del dialogo, nella sua
qualità di strumento, affinché chiunque crede intenda».
(’) Renzo Bertalot: Ecco la serva del Signore. Una voce protestante. Roma, Edizioni Marianum, 2002, pp. 168, euro 15,50.
Una mostra antologica a Reggio Emilia sull'artista francese
I paesaggi multiformi di Fernand Léger
Fernand Léger è personalità apparentemente semplice, quasi primitiva, ma in realtà molto complessa e multiforme, anche nelle sue espressioni artistiche, a partire
dalla collaborazione con l’architetto Le Corbusier fino alla sua attività di conferenziere. 11 linguaggio con cui si afferma, tra il 1910 e il 1920, è
un neorealismo cubista, che
scompone e ricompone i volumi di corpi e oggetti anche
in funzione della luce. Una
ricerca parallela a quella di
Picasso, Picabia, Delaunay.
Poi l’artista francese sco
pre le macchine, che diventano per lui metafora dell’intera società in una nuova era
caratterizzata dalla tecnologia. I suoi quadri assumono il
carattere di paesaggi meccanici in cui l’uomo si fonde
con la macchina in nuovo
umanesimo, che basa sulla
scienza il sicuro progresso
dell’uomo. Léger è ben consapevole delle ingiustizie sociali ed è fortemente impegnato nella competizione
politica come iscritto al Partito comunista, ma la sua visione sul progresso resta sostanzialmente ottimistica.
Anche nella fase successiva, in cui ritornerà alla figurazione con personaggi monumentali, che si muovono
sicuri nella natura, nelle strade, nei cantieri rappresenterà
un’umanità operosa, lanciata
verso i futuro, come in Les
constructeurs, uno degli ultimi dipinti prima della morte
nel 1955, dove i muratori si
adoperano alla costruzione
di un edificio che va oltre lo
stesso quadro, senza fine come il progresso, (p.f)
«Fernand Léger»; Reggio
Emilia, Palazzo Magnani,
fino al 19 gennaio
Una mostra antologica a Milano
Comensoli, pittore degli
emigrati e della sofferenza
PAOLO FABBRI
Quando nell’arte figurativa si toccano i rapporti
fra gli uomini, il loro modo di
vivere, il progresso, allora si
entra nel «sociale», una tematica che talvolta mette a
nudo la vernice di cui si copre una società benpensante
come nella Zurigo calvinista.
Tre mostre si collegano fra
loro nell’intento di cogiiere il
cambiamento nel moderno e
fra moderno e postmoderno.
Dopo alcune esperienze di
ricerca negli Anni 40 il giovane Comensoli viene colpito
dalla realtà degli immigrati
italiani. «Avevano mutato la
nostra realtà, mettevano in
causa ie nostre consuetudini... per me erano la nuova
estetica. Nei dipinti mi si trasformavano in poesia», afferma l’artista, mentre il critico
luganese Guglielmo Volonterio aggiunge: «li realismo di
Comensoli tende a illustrare
una vita più morale che politica». In questo periodo Comensoli dipinge uomini e
donne colti nella loro vita
quotidiana, senza enfasi, con
mani e piedi grandi e rozzi,
che esprimono una potente
voglia di vivere. La struttura
dei quadri è fortemente influenzata da Gauguin, i suoi
personaggi sono degli idoli,
che si stagliano sullo sfondo
uniforme in tutta ia loro dignità. Lo scrittore Max Frisch
esprimerà lo sconcerto degli
svizzeri riformati di fronte
agli immigrati e alla provocazione dell’artista dicendo
«Un piccolo popolo di signori
si sente in pericolo: voleva
delle braccia e sono arrivati
degli uomini».
C’è in questo periodo anche un influsso delle figure
monumentali dipinte dall’ultimo Léger, con cui il ticinese
divideva le idee di sinistra
(senza adesioni partitiche) e
la sensibilità verso il cambiamento nelle sue conseguenze
sociali. Altro riferimento va
rintracciato nei futuristi italiani, protesi a cogliere il senso dell’energia come forza
animatrice di una nuova fase
della storia caratterizzata dalla tecnologia, un influsso che
risulta più evidente nei quadri di tipo sportivo. Viene poi
l’interesse per i giovani contestatori del ’68 e i dipinti si
fanno più movimentati sotto
l’influsso della Pop Art inglese, un influsso che prosegue
ancora nei quadri che rappresentano la seconda generazione dei migranti, giovani
che frequentano le discoteche e talvoita si vestono alla
moda di John Travolta e finiscono per confondersi del
tutto con i figli della buona
borghesia di Zurigo nel movimento dei No future-, questi
ultimi sono ragazzi che, scri
«Operaio con bambino» (iggjj
ve Mario Barino nel cataloà
«si oppongono alla restai
zione dell’ordine zwingl^i
e chiedono zone franche pef
vivere la loro subcultura»
Comensoli guarda con simpatia a questo movimento.
«Questa gioventù - dice fairista - (...) portatrice di una
cultura con la quale non in.
tende cambiare il mondo, ai
ha indicato nuove possiblg,
pittoriche (...). Tra loro trow
angeli e demoni, e spesse) il
dualismo è nella stessa peK
sona(...). I giovani marginai
le loro storie, la loro po^
rendono visibile ciò che non
vediamo o non vogliamo vedere: noi stessi».
Siamo già nel delicato passaggio fra moderno e postmoderno, la sazietà del coE'a
sumismo produce noia, caduta di tensione etica. Nasc(
un linguaggio nuovo, affilate;
come una lama, i cui riférit
menti filologici vanno olttela
Pop Art inglese e Bacon, per
ritrarre i drogati del PaioO:
Letten, dove la droga è libérât
Cadono i vestiti per lasciaci
corpi nudi, i volti pallidamente ovali volgono gb ocdii
opachi verso un domani che
non esiste, la bocca spalili
cata è ferma in un grido senza fine, i contorni sfumai»;
segnati da linee multipli
proiettate all’esterno e all’i%.
terno, a far metafora dei nenri
vi scoperti, indifesi, vulneiaf
bili, come in Mort douce, dove lacrime di luce cadono sul
ragazzo morto per overdose^
il corpo si sdoppia a.rapp^
sentare la morte e la vita
sempre presenti in chi non
ha più speranza.
Verso la fine, avvenuta nel
1993, i colori si fanno scuiit:
cinerei, come in Sans aveiA
con una folla di neonati che
da un carrello di supermarl^
si precipita verso un buco nero di fogna, mentre al collo
del bimbo in primo piano
brilla una croce che interro^
e accusa. Comensoli non pare fosse credente, ma alla
chiesa indirettamente pono
la sua domanda ultima.
«Comensoli», La Postèftài
via Bacchi 517, MihM
fino al 6 gennaio
Ur
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Particolare da un’opera di Fernand Léger
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lì 29 NOVEMBRE 2002
»1
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
Il lezionario «Un giorno, una parola» facilita l'incontro quotidiano con la Bibbia
Un'esistenza immersa nella parola di Dio
Ridiventa cristiani incontrando e ascoltando la Parola, facendole spazio, lasciando che essa
permei la nostra volontà, rianimi speranze vacillanti, determini i nostri comportamenti
PAOLO RICCA_
Nella seconda edizione,
ampliata e aggiornata,
dei suo libro Valdo di Lione e
i «poveri nello spirito» (Claudiana, 2002) Carlo Papini riporta in appendice (pp. 485
g.) un bel brano tratto da
una predica tenuta da un
j^rba, cioè da un predicatore
jinerante valdese sulla parallela del seminatore (Matteo
13 L23). Vi si trovano alcune
autentiche perle sulla parola
di Dio e sulla predicazione,
che meritano di essere conosciute e meditate.
«La parola di Dio - esordisce l’antico barba - è la salvezza delle anime dei poveri e
la medicina dei languenti; è
cibo degli affamati, ammaestramento di coloro che restano saldi nella fede, è consolaàone degli afflitti, abbandono
dei vizi e acquisizione delle
virtù, è confusione dei demoni e luce dei cuori, è la via del
viandante». Sembra di leggere
Lutero. Non si sa se questo testo, che risale al XVI secolo,
sia anteriore o successivo
all’adesione dei valdesi alla
Riforma: se è anteriore, dimostra quanto la spiritualità valdese fosse, su questo punto,
già prima della Riforma, in
sintonia con quella che sarà
la sua esperienza di fede; se
invece è successivo, dimostra
la facilità e prontezza con cui
i valdesi hanno condiviso con
iriformatori quello che in
realtà era già, da 350 anni circa, l’anima del loro movimento, e cioè un’esistenza immersa nella parola di Dio che forniva alla fede la sostanza delle
sue certezze e alla vita il calore della pietà, la guida hella
ricerca della volontà di Dio e
laforza per attuarla.
Questa immersione nella
parola divina è la vita cristiana. Si diventa cristiani incontrando e ascoltando la
Paola, facendole spazio, anzi facendoci spazio in essa,
lasciando che essa permei la
nostra volontà, plasmi e riplasrni la nostra anima, rinnovi i nostri pensieri, rianimi
speranze vacillanti, risusciti
amori spenti, ricrei gioie dimenticate, illumini e orienti
la nostra esistenza quotidiana, determini i nostri comportamenti e le nostre deci®ni, trasformi la nostra visione del mondo, di Dio, del
Prossimo e di noi stessi,
"ivere, credere, ragionare,
inasi potremmo dire respilare con la parola di Dio, con
®saa vincere il male («connndere i demoni») e fare il
One («acquisire le virtù»);
nco il cristianesimo secondi antico barba.
n quale continua dicendo;
Pnnola di Dio è paragonaalla pioggia che irriga; income la pioggia dà il
n e fa fruttificare la terra,
m parola di Dio feconda
®cntl umane con tutte le
le
qui vuol dire
, mltà», «potenzialità». Cioè
1.1^1® di Dio sviluppa l’in. igeiiza, la stimola, le ag,'*nge sapienza, come dice
¿nd Salmo 119: «Ho più
¡fetto di tutti i miei maeUlu’Picchè le tue testimonono la mia meditala nf’ (V. 98). Chi frequenta
Perm ^ di Dio è in dialogo
ntanente non solo con
È |j ®®Plonza millenaria che
Peri'Kx ^.onoscere a fondo
bjVoi libera dai pensieri
riali ^ giudizi superfiPittir^^ anche con quella
lica rk sapienza evange*8ani ^ si può chiamare la
jCfjJ della croce» decoij, ® dall’apostolo Paolo
savij "in .Pnrola di Dio più
aagli uomini», rispetto
Valdesi in preghiera in una miniatura dei XV secoio
alla quale occorre «diventare
pazzi per diventare savi» (I
Corinzi 1, 25 e 3,18).
Il barba prosegue: «La parola di Dio è paragonata allo
specchio. Infatti, così come lo
specchio riproduce ogni immagine e figura, così la parola
di Dio ti fa conoscere se tu sei
un animale irragionevole o
un uomo razionale...», probabilmente c’è qui un riferimento implicito alla Lettera
di Giacomo 1, 23. Il pensiero
è che la parola di Dio rivela
noi a noi stessi, è uno specchio speciale che riproduce
non solo la nostra immagine
esteriore, ma il nostro volto
interiore, quello che nessuno
conosce, neppure noi. La parola di Dio ci legge dentro, ci
fa capire chi veramente siamo, al di là delle apparenze e
delle maschere dietro cui volentieri ci nascondiamo.
Ma c’è un terzo paragone;
«La parola di Dio è paragonata al seme sparso (...). Come
il seme è l’inizio della vita
corporale, così la parola di
Dio è inizio della vita spirituale: come il seme è conservazione della sua specie, così
la parola di Dio è conservazione della fede, della vita e
di tutte le virtù. Alla sua predicazione tu hai ricevuto la
violetta dell’umiltà (...), la rosa della castità e l’olio della
carità (...), la dolcezza e i desideri delle gioie eterne. Alla
sua predicazione tu hai ricevuto io Spirito Santo». Questo
è il vertice del discorso. Certe
immagini possono suonare
un po’ barocche, ma aiutano
a memorizzare nozioni astratte. L’idea centrale è che
la forza creatrice della Parola
è tutta presente nella predicazione. La predicazione non
è altro che la parola di Dio in
azione. È, potremmo dire, la
parola di Dio che dalle pagine della Bibbia trapassa nei
cuore degli ascoitatori e suscita la vita nuova in Cristo in
quanto comunica lo Spirito
Santo, principio della nuova
creazione. La predicazione fa
tutto quello che fa la parola
di Dio. Proprio come dirà audacemente la Riforma: «La
predicazione della parola di
Dio è parola di Dio».
Ed ecco ia conclusione: «Al
momento in cui noi vi somministriamo il corpo di Cristo
lo custodiamo con tanta cura
affinché per caso non ne cada
alcunché dalle nostre mani.
Con altrettanta cura dobbiamo fare attenzione a.non lasciar cadere la parola di Dio».
Infatti, lasciar cadere ia parola
di Dio significa privarsi di ciò
di cui ogni anima ha bisogno
vitale. Lontano dalla parola di
Dio la fede si smarrisce e la vita cristiana si svuota. Ecco
perché la frequentazione assidua, quotidiana, della parola
di Dio è la condizione stessa
di ogni cristianesimo degno di
questo nome.
Rispetto al barba abbiamo
un vantaggio: ognuno di noi,
grazie all’invenzione della
stampa, ha in mano la Bibbia
e può leggerla ogni giorno e
compenetrarsi in essa. Per favorire un rapporto costante
con la Scrittura fu creato, nei
lontano 1731, un lezionario
oggi diffuso in tutto il mondo, che nella versione italiana si chiama Un giorno, una
parola. È disponibile l’edizione 2003, corredata da una
bella introduzione di Fulvio
Ferrario. Chi già utilizza questo lezionario, sa quanto esso
affettivamente aiuti a non disertare l’appuntamento quotidiano con la parola di Dio.
Chi invece non è finora riuscito a disciplinare la sua
giornata in modo da includervi un ten^po per rincontro
con la Parola, potrà essere
aiutato a farlo da Un giorno,
una parola. Se comincerà a
utilizzarlo, non se ne pentirà.
Movimento internazionale per la riconciliazione
Il dialogo per la dignità umana
Lo scorso settembre, la sede
di Roma del Movimento internazionale della riconciliazione (Mir) ha organizzato, in
collaborazione con la rivista
«Confronti», un incontro di riflessione partendo dalla provocazione sulla possibilità e
l’opportunità di dialogare con
l’Islam alla luce degli accadimenti terroristici in America.
Una provocazione, forse, perché da un po’ di tempo instaurare relazioni con persone del mondo diverse per cultura e fede può significare
provocare. Eppure i due intervenuti al dibattito, mons. Piero Coda, teologo e docente
universitario, e Abdallah Kabakebgi, presidente dei giovani musulmani d’Italia, più che
provocati sembravano grati
della possibilità di confrontarsi e dialogare alla luce delle
due fedi dalle radici comuni:
dialogo come strumento di
collaborazione per la risoluzione 0 quantomeno gestione
di alcuni problemi fondamentali dell’uomo di oggi e di
sempre, per la sua dignità e la
sua liberazione.
Dialogare, non come pretesa di conversione dell’altro ma
come desiderio di scoprire le
proprie autentiche radici e
cercare le risposte ai dubbi attraverso lo specchio dell’altro
per rispondere al bisogno
deU’uomo, è cogliere, al di là
delle contraddizioni, l’essenza
profonda delle diversità: è imparare a «pensare insieme». Il
dialogo è quindi una provocazione? No, è piuttosto un imperativo per chi crede e ha
sperimentato che la fede dell’altro ci arricchisce anche
quando è diversa dalla nostra
e ci spinge su sentieri di concordia e di impegno: non può
essere allora il pretesto per
usare violenza e tantomeno
combattersi. Il compito delle
chiese è quello di una «...fraterna collaborazione fra tutte
le religioni che possa portare a
una svolta significativa atta a
contrastare con efficacia la
violenza mondiale» (Davide
Melodia, pastore quacchero).
Interessante nell’incontro
anche i’intervento di Paolo
Naso, direttore di «Confron
ti» e autore di «God bless America», volume sulla religiosità degli americani, che oltre
a dipingere un quadro significativo della mappa delle fedi in America, ricorda come
la reazione di uomini di fede
di quel paese ferito dal terrorismo, non sia affatto nella
prospettiva deila ritorsione
armata, della guerra, dell’interruzione di dialogo. Vi si
legge infatti che «...non dobbiamo permettere che il terrore ci distolga dall’essere
quel popolo che Dio ci chiede di essere (...). Dobbiamo
individuare le strategie nonviolente che consentano di
portare davanti alla giustizia
coloro che terrorizzano le nazioni del mondo» (Consiglio
nazionale delle chiese americane). Dialogo, giustizia e
pace: sono tre bisogni, tre*
parole chiave, tre impegni
delle chiese e di tutti gli uomini e le donne di fede.
* Il pittore evangelico a Moncalieri
Bolley: macchine di sogno
per creare solidarietà
FEDERICA TOURN
UCCELLI di ferro col becco all’insù e code rotanti, uccelli in stormo, con cuccioli o in lotta per un uovo:
dagli urogalli cari a Mario Rigoni Stern si passa ai bardogalli, l’ultima creazione di
Bolley. Una variazione sul tema, un’altro soggetto dell’artista di Bardonecchia che
espone nella Biblioteca civica «A. Arduino» di Moncalieri
fino aU’ll gennaio in una serie dal titolo «Giardini e abbecedari: omaggio a Moncalieri» (aperta dal lunedì al venerdì ore 14-19; sabato 9,3013,30). Il visitatore vedrà le
ultime sculture, costruite con
pezzi ripescati nella tradizione contadina, attrezzi buttati
via che concorrono a formare, oltre ai Bardogalli, i Marchingegni (o Ruotismi), tripudio di ruote roteile e valvole, e i Segnatempo, inventati dal legno di scatole di
grappa e di sigari, da scacchiere e taglieri, esposti qui
per la prima volta; ma ritroverà anche una vasta scelta
di Abbecedari, introdotti dalla Luna 'd Moncalé, burattino conta-favole con la pan
cia piena di iettere e numeri.
Non mancano i boschi della
vai Susa e i Mangianuvole,
insieme a quadri nuovi, di alberi e paesaggi, dipinti in
questi ultimi mesi, e alla
grande scultura di acciaio sistemata nei prato davanti
ali’edificio, regaio dell’autore
alla Biblioteca.
Bolley non si è limitato a
portare le sue opere a Moncalieri, ma continua ia sua sensibilizzazione a favore dei bisognosi di tutto il mondo, soprattutto dei bambini: mercoiedì 11 dicembre alle 18,
nella sala conferenze della Biblioteca, in via Cavour 31, si
tiene un «Incontro con Eugenio Bolley: l’arte incontra l’altro. L’artista e la beneficenza», durante il quale tutti potranno discutere con lui dei
suoi progetti, accordarsi per
l’acquisto di quadri e sculture
(tutte le opere di Boiley, non
solo quelle esposte, sono in
vendita e l’80 per cento del ricavato sarà devoiuto ad associazioni umanitarie) e comprare i cataloghi (in particolare Dal silenzio originario ai
segni-, l’incasso viene destinato interamente all’Ospedale
valdese di Torino).
OtfíXúi
(iPluralismo religioso e mass media»
L’Europa e l’Italia
Roma, 9-11 dicembre 2002
Convegno promosso
dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia
In collaborazione con
Facoltà valdese di teologia
Corso di laurea in Scienze storico-religiose,
Università La Sapienza, Roma
Jesus
Confronti
Con il contributo dell’Unione europea
Programma
Ore 13,30 apertura del convegno nella Sala della Chiesa valdese,
via Marianna Dionigi 57 (piazza Cavour)
Roma multiculturale.
Visita ad alcuni luoghi di culto della città
artedì 10 dicembr
Centro Congressi. Palazzetto delle Carte geografiche, via Napoli
36 (traversa di via Nazionale)
Ore 9 Le religioni nei media. Dialogo e conflitto dopo /’/ / settembre
Gianna Urizio, regista della rubrica Protestantesimo (Raidue),
presidente europea dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana; Randy Nailor, segretario generale dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana, Londra; Luca M.
Negro, Dipartimento comunicazione. Conferenza delle chiese
europee, Ginevra. Modera Ermanno Genre, decano della Facoltà valdese di teologia
Ore 14,30 Pluralismo religioso e sistema dell’informazione: alcune
esperienze
Luigi Sandri, Confronh, Giovanni Ferrò, Jesus, Gabrieiìa
Caramore, «Uomini e profeti» (radierai), Roberto Monteforte, L’Unità, Zuheir Loussini, Raimed, Giovanni Avena,
Adista, Emanuele Ascarelli, «Sorgente di Vita» Rai2. Modera
Eugenio Bernardini, direttore di «Riforma»
Ore 16 Dibattito
Ore 17,30 Tavola rotonda pubblica
L'ago nel pagliaio - Il pluralismo religioso nel sistema
dell'informazione
Giancarlo Zizola, Il sole-24 Ore, Alberto Abruzzese, preside della Facoltà di scienze della comunicazione, Gianni Long,
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
Modera Paolo Naso, direttore di «Confronti»
ercoied) 11 dicembre
Ore 9 Università La Sapienza, facoltà di Lettere, Il piano
Costruire il pluralismo. Formazione e informazione
Gaetano Lettieri, Università La Sapienza, Roma, Luigi Manconi, Maria Immacolata Macioti, Università La Sapienza, Roma, Valdo Spini, parlamentare, presentatore della legge sulla libertà religiosa
Modera Rosanna Ciappa, Università «Federico II» di Napoli,
presidente associazione “31 ottobre”
Ore 12,45 conclusione del convegno
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Confronti, via
Firenze 38, 00184 Roma, Telefono 06-4820503; fax 064827901 ; programmi@confronti.net
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDbSHOVEMBgi», ^«1:
La grave crisi economica del paese influisce anche sulla vita interna delle chiese
Viaggio tra i valdesi dell'Uruguay
Festeggiati con gioia e con fa partecipazione di numerose comunità il cinquantenario
dello Chiesa valdese di Montevideo e il centenario del tempio di Ombùes de Lavalle
ALDO COMBA
CINQUANTENARIO della
Chiesa valdese di Montevideo e centenario del tempio di Ombùes de Lavalle
sono i due anniversari che,
su invito dei rispettivi Concistori, hanno motivato mia
moglie e me a fare un viaggio
di un mese in Uruguay, dal
principio di ottobre ai primi
di novembre. Oltre a Montevideo e Ombùes de Lavalle
abbiamo pure visitato Colonia Vaidense, La Paz, Miguelete. Colonia, Rosario, Juan
Lacaze e San Pedro, cioè senza uscire (salvo Montevideo)
dal Dipartimento di Colonia,
dove si trovano i più antichi
insediamenti valdesi. Montevideo ha celebrato il 13 ottobre il cinquantenario della
costituzione della sua chiesa
con un culto solenne e un
pranzo comunitario, che facevano seguito a diverse altre
manifestazioni svoltesi in
precedenza.
La chiesa di Montevideo ci
è particolarmente cara perché nel 1952, insieme a un
gruppo di laici impegnati, abbiamo potuto trasformare la
diaspora valdese di quella
città in una chiesa formalmente e giuridicamente costituita, requisito indispensabile per poter partecipare
con i suoi rappresentanti ufficiali al Sinodo, alla Mesa
vaidense e ottenere un pastore residente. Il nostro proposito era quello di creare lo
strumento che permettesse,
alTinterno delle stmtture ecclesiastiche valdesi, una reale
e reciproca collaborazione
tra i valdesi della capitale e
quelli delle colonie agricole
dell’interno del paese. Oggi la
chiesa di Montevideo ha ac-v
quistato una grande importanza per il valdismo uruguayano come centro di rapporti ecumenici, come presenza significativa nella capitale del paese e come luogo
di raccolta e di cura pastoree
per i nìoltissimi valdesi che vi
risiedono in via permanente
o vi si recano per esigenze di
studio e di cure mediche. C’è
oggi a Montevideo una popolazione valdese equivalente a
quella di Torino, ma gli operai della chiesa al lavoro sono
meno della metà, oberati da
compiti schiaccianti.
Nei giorni scorsi a Colonia
Vaidense abbiamo partecipato a diverse attività, compresa la tradizionale fiaccolata
che ricorda la fondazione di
La Paz, primo insediamento
valdese nella zona, a metà
deH’800. Ma ciò che ci ha
particolarmente colpito è
E1 Sarandì, un centro di accoglienza per handicappati
fisici e mentali (a cui contribuisce fi nostro otto per mille), situato in una bellissima
campagna verde e costituito
da un gruppo di casette moderne e bene attrezzate, in
cui coloro che ne sono ospiti
ricevono un trattamento affettuoso, fraterno e compe
tente da parte di un personale degno di ammirazione.
Dalla nostra visita precedente, una ventina d’anni fa, E1
Sarandì ha fatto grandissimi
progressi e si pone oggi come
una delle istituzioni esemplari nel suo campo.
Tralasciamo i dettagli della
visita ad altre località per ricordare la calorosa accoglienza riservataci da Ombùes de Lavalle, dove abbiamo vissuto dal 1949 al 1955.
Non sono mancati gli abbracci, il riconoscimento di
coloro che al nostro tempo
erano alunni della scuola domenicale e oggi sono nonni,
rincontro con i figli e i nipoti
di quelli che erano nostri
amici e collaboratori e che
oggi non ci sono più. Ma due
sono stati i momenti per noi
più significativi di questa visita. Prima di tutto la celebrazione del centenario della costruzione del tempio, avvenuta il 3 novembre con un
culto solenne, con il pranzo
centrato sul tradizionale asado con cuero, e con una riunione pomeridiana allietata
dal coro Vocal Sur, che molti
hanno potuto apprezzare
nella lunga serie di concerti
offerti alle Valli al momento
dell’ultimo Sinodo. Erano
presenti centinaia di persone, tra cui le delegazioni di
numerose altre chiese valdesi
e alcuni rappresentanti della
locale Chiesa cattolica. Tutto
il lavoro di ristrutturazione
del tempio in vista della cele
brazione (salvo dettagli tecnici) è stato compiuto gratuitamente da un gran numero
di volontari.
Il secondo momento per
noi importante è stata la visita al liceo (oggi statale), voluto da un comitato popolare, costruito su un terreno
donato dal Concistoro, e alla
cui costituzione e affermazione abbiamo contribuito con
quattro anni di insegnamento
gratuito di storia e francese,
matematica e filosofia. Sono
ormai più di 3.000 gli studenti
passati per quelle aule. Abbiamo incontrato con gioia
alcuni degli «alunni fondatori», giunti ormai a significative affermazioni professionali, cui mai avrebbero potuto pervenire senza quel liceo.
In una visita relativamente
breve si può cercare, sia pure
con qualche approssimazione, di comprendere la situazione economica del paese.
Si ha l’impressione che l’Uruguay, dopo alcuni anni di relativa prosperità, stia precipitando in una crisi economi
ca, non ancora grave come
quella argentina ma comunque seria. Disoccupazione al
20%, numero crescente di indigenti, molti salari pagati in
ritardo e in parte con «buoni
alimentari», numerosissime
proprietà in vendita che nessuno compra per mancanza
di denaro liquido, calo vertiginoso del peso rispetto al
dollaro, con tutta una serie di
conseguenze negative. Regna
Storia e attività della Chiesa valdese di Montevideo
WILMA E. ROMMEL
ALVARO MICHELIN SALOMON
La Chiesa valdese di Montevideo ha compiuto 50
anni di vita. Il 22 giugno 1952
è stata organizzata la comunità sulla base dei gruppi
dell’Unione giovanile e dell’Unione femminile che già
esistevano, e che costituirono
il fermento per la creazione
formale della congregazione.
Nella storia e nello sviluppo
della nostra chiesa hanno
partecipato attivamente i pastori italiani all’opera dagli
Anni 40: Ernesto Tron, Aldo
Comba, Giovanni Tron, Giulio Tron, Elio Maggi [tra i pastori non vanno dimenticati
Mario Bertinat, Carlos Deimonte e gli autori di questo
articolo, ndt].
I valdesi sono venuti a Montevideo trasferendovisi dalla
campagna e dalle città dell’interno per motivi di studio e
lavoro. In quegli anni le opinioni erano divise sull’opportunità di fondare una chiesa
valdese a Montevideo, tenendo conto del fatto che molti
membri di chiesa avevano aderito alla Chiesa metodista
della capitale. Creare un’altra
comunità evangelica del protestantesimo storico a Montevideo? È necessario dividere
le forze? Si deve affermare
un’identità valdese nella capitale? Si dibatteva, dunque,
sulla scelta tra rafforzare le relazioni interdenominazionali
e conservare l’identità propria
della Chiesa valdese, identità
che aveva già trovato forma
nella costituzione del gruppo
giovanile, del gruppo femminile e dei culti valdesi che si
tenevano una volta al mese
nei templi delle denominazioni sorelle. Quest’ultima posizione finì per prevalere.
Molti giovani provengono
daU’intemo del paese per seguire studi superiori o universitari. Accanto al complesso parrocchiale è stato costruito l’edificio del grattacie
lo «Valdo», di cui tutto un
piano è occupato dall’Hogar
de Paso, una foresteria per i
valdesi e simpatizzanti che
devono recarsi a Montevideo,
specialmente per cure mediche. Gli altri nove piani sono
occupati da abitazioni private. Nel retro è stato creato
l’edificio del Convitto studentesco, che ospita poco
più di una ventina di studenti. Sono molto più numerosi i
giovani valdesi provenienti
daU’interno del paese per frequentare l’Università.
to di solito al riposo e alla famiglia, l’adorazione comunitaria rimane comunque una
convocazione essenziale. Si
pensi che il tempio della Avenida 8 de Octobre è l’unico in
un raggio di 120 km; la più vicina comunità valdese è
quella di Colonia Vaidense.
vador, della Chiesa evangelica luterana unita (lelu).
I giovani, gli studi superiori
e la dispersione
Il Gruppo giovanile della
chiesa di Montevideo è composto in larga misura da persone provenienti dall’interno. La realtà della megalopoli
li obbliga a fermarsi un momento per meditare sui loro
studi, sulla vita sociale, sui
conflitti sindacali, sull’economia del paese, la povertà, le
possibilità di impiego, l’emigrazione di molti loro coetanei, ecc. Allontanarsi da casa
per stabilirsi a Montevideo,
entrare nel vasto mondo della metropoli con il suo ampio
ventaglio di possibilità (cinema, teatro, escursioni, nuovi
gruppi universitari, ecc.) e la
ricerca di un’esistenza diversa fanno sì che, nella maggioranza dei casi, i giovani provenienti dai dipartimenti
dell’interno (e quelli stessi
nati a Montevideo) non si
sentano particolarmente attratti da un gruppo di chiesa.
Tuttavia coloro che vi partecipano sperimentano un altissimo grado di fiducia, di libertà e di allegria. Vincolarsi
con le generazioni più giovani è una sfida costante per la
nostra comunità. Il culto domenicale continua a essere il
punto di riferimento significativo per molte persone.
Sebbene per molti non sia né
facile né comodo assistere al
culto della domenica mattina
perché quel giorno è dedica
Rapporti ecumenici
Essendo Montevideo la capitale, vi si concentra la maggior parte dei rapporti ecumenici, per quanto la Mesa
Vaidense continui ad avere la
sede a Colonia Vqldense. La
lista seguente di istituzioni,
chiese e commissioni dà un’
idea del cumulo di rapporti
che devono sviluppare tanto i
laici come i pastori: Federazione delle chiese evangeliche delTUruguay (Fieu); Fondazione «Paolo di Tarso» (dipendente dalla precedente);
Consiglio delle chiese cristiane dell’Uruguay (Cicu); Consiglio delle chiese latinoamericane (Clai) per la regione
rioplatense (sede a Buenos
Aires); Sevizio ecumenico per
la dignità umana in Uruguay
(Sedhu); Comitato uruguayano della Giornata mondiale
di preghiera; Foro ecumenico
della donna; Gruppo ecumenico di animazione biblica
(Sostenuto da Clai e Centro
Emmanuel); Società biblica
dell’Uruguay; ospedale evangelico; Associazione cristiana
dei giovani; fraternità ebraico-cristiana; istituto universitario Isedet (facoltà teologica
evangelica di Buenos Aires),
con conferenze dei professori
e il vincolo personale del past. Michelin Salomon, varie
Ong, organismi statali e le comunità luterana e metodiste
vicine al nostro tempio.
Va specialmente ricordato
il fatto che la pastora Wilma
Rommel, di origine e di formazione luterana ma consacrata dal Sinodo valdese,
esercita un doppio ministero
nella comunità valdese e in
quella luterana nuestro Sal
Rapporti con
la popolazione povera
L’Opera ecumenica barrio
Borro, della Federazione delle chiese evangeliche, è una
azione sociale ed educativa,
iniziata una trentina d’anni
fa dai valdesi e altri fratelli e
sorelle evangelici. Si trova in
un quartiere periferico di
Montevideo che ha problemi
di furto, droga, disintegrazione della vita di famiglia e abbandono della scuola. Il past.
Ricardo Collazo (pastore valdese in missione) opera attualipente come coordinatore di questa iniziativa interdenOminazionale. Vi si tengono una scuola professionale,
corsi a tema (orientamento al
lavoro, coscientizzazione di
genere, problemi di droga,
ecc.), appoggio parascolastico e formazione cristiana, che
si spera di poter organizzare
più efficacemente.
Quest’opera ecumenica dispone di un buon numero di
insegnanti, un’assistente sociale, una psicoioga e maestri
di vari mestieri; riceve l’aiuto
essenziale di varie agenzie
donatrici europee e particolarmente dell’otto per mille
italiano. Coopera inoltre con
istituzioni statali e con la
Commissione coordinatrice
di mense popolari (una Ong).
D’altra parte nella sede
della chiesa valdese l’Unione
femminile ha organizzato da
un paio di anni, due volte al
mese, la vendita economica
di abiti e calzature usate: offre alla popolazione in genere
(ma specialmente ai più disagiati) vestiario in buone condizioni e a prezzi molto bassi.
Ne derivano delle occasioni
di conversare, far conoscenza
e farci conoscere in quanto
Chiesa valdese. Gli eventuali
guadagni sono per la chiesa e
non per l’Unione femminile.
Si è pure costituito un sistema permanente di doni di ali
jCentro
le, ha àa
lïembr
¡elcinqu
di vii
con una
colturali
Bitta la c.
L’interno del tempio di Montevideo
dappertutto un grandissimo
senso di incertezza per il futuro economico e si ha l’impressione che un paese tradizionalmente fondato su una
numerosa e attiva classe media si stia dividendo in pochi
molto ricchi e molti poveri o
poverissimi.
La vita delle chiese soffre
molto e prevedibilmente soffrirà ancora di più per questa
crisi economica. Le offerte e
le contribuzioni diminuiscono e talvolta addirittura
scompaiono perché la gente
non ha soldi, fi debito di singole comunità verso la Cassa
centrale è in certi casi molto
notevole. La nostra situazione in Italia, pur con tutti i
suoi problemi, è senza dubbio molto più agevole, per cui
è certamente doveroso da
parte nostra continuare e
crescere i nostri aiuti. Salpi
no spirituale ci è parso di i
servare un significativo imj
gno dei laici soprattutto
tività che uniscono l’aspej
religioso con quello sodi
come riunioni in case prh
campi giovanili e simili,
lando della partecipazione al
culto, qualcuno ci ha postola
domanda: Come fare pern
derlo più attraente, più vici
alla gente, senza banali
lo? Buona domanda, siá pKj
l’Uruguay... sia per l’Italia.,; "
Speriamo che questo viagi
gio, molto soddisfacente peri
noi sul piano dei contattie]
dei ricordi personali, abS|
che ricevi
laProvin
Comune
Cultura. <
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»ombre 21
lire2003.
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Antonio.
tolaredel
anche potuto servire, assieS finaugi
me a molti altri, a rafforzarli
legami tra valdesi sudami
cani ed europei
stia doci
abato 1(
li^oalh
alla pres
persone,
nntempc
ERI
L’ingresso al tempio
menti a lunga conservazione
(riso, polenta, pasta, zucchero, ecc.) per i poveri che vengono a cercare ciò che non
possono avere tutti i giorni; A
Montevideo cresce la popolazione indigente. Aumentano i
mendicanti, i bambini di strada, i giovani che lavano parabrezza ai semafori e la gente
che chiede cibo. La realtà della povertà è presente davanti
alla nostra porta e, in quanto
chiesa, non possiamo né dobbiamo rimanere indifferenti
dinanzi alle sofferenze dei
nostri simili.
sorelle ospiti di case di cuiac
ai membri della nostra co*
munirà richiederebbe la pia*
senza di un altro pastore o
pastora che si dedichi qua^>
esclusivamente a questo ministero specifico.
Visite nelle cliniche
e negli ospedali
La visita agli ammalati è di
fondamentale importanza a
Montevideo. Si tratta di esercitare un ministero rivolto
non soltanto ai membri della
nostra comunità, ma specialmente ai membri di chiesa e
simpatizzanti che provengono dai dipartimenti dell’interno per ricoverarsi nelle
case di cura della capitale.
Quel che possiamo fare per
loro non è mai abbastanza.
Da questo punto di vista la
foresteria della Chiesa valdese esercita una funzione
molto significativa nell’accogliere fratelli e sorelle dell’interno del paese che devono
venire a Montevideo per cure
mediche. Le visite ai fratelli e
Tempio aperto
Con questo stesso spi
apertura che deve aniui^h
specialmente nella città, apriamo una volta ^
settimana la porta principa«
del tempio. Possiamo
nlre incontro a persone eh
hanno bisogno di un luo?® ®
pace per pregare, meditW
rimanere sole... o in
gnia. Alcune signore dell
nione femminile ricevo®.
visitatori e i pastori sob® .
sponibili per rispondei
qualsiasi domanda. ^
Ringraziamo il Signor®
continua a chiamarci, a r
dere testimonianza dsha^j^j
presenza e della sua pi" °
nel'
trasformatrice che opera _
le persone e nella vita so®}
C’è molto da fare. Con® /’
rando lo sviluppo del W
mento valdese .j,
non si sbagliavano QH® Lonieri di cinque docenni o ,
no che pregarono,
narono e si sforzarono ® P j|
parare il terreno e sp^|, ^ j.
seme di una comunit
a Montevideo.
(traduzione di
piEIU
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Mito vale
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9
3RE20JJ ipüFRPg novembre 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
Una serie di inziative culturali e nnusicali per celebrare l'importante anniversario
150 anni del tempio valdese di Milano
¡¡ol 1879 la Chiesa valdese aveva il suo luogo di culto nella chiesa medievale di San Giovanni
¡fi Conca, nella vicina piazza Missori. Un tempo di festa ma anche di riflessione e impegno
«^onamenchini
La Chiesa valdese di Milano, in collaborazione con
I Centro culturale protestante ha dato inizio sabato 16
Cembre alle celebrazioni
L cinquantenario del tem1 di via Francesco Sforza
on una serie di iniziative
„ilturali e musicali aperte a
atta la città, che hanno anie ricevuto il patrocinio della Provincia di Milano e del
Comune di Milano, settore
Cultura, e Musei-Spettacolo,
e che si svolgeranno da noambre 2002 alla fine di ottotré 2003. L’iniziativa «Il temnio della Chiesa valdese di
[filano, 1952-2002 - I valdesi
jl Milano dal dopoguerra a
i, 50 anni di storia» è iniatti'un fitto programma di
conferenze e concerti insieme a una mostra storica documentaria sulla storia della
cliiesa valdese in città.
«Ricordare i cinquant’anni
di vita di questo luogo significa per la nostra comunità
ripercorrere un pezzo della
perren^propria storia, ripensare,
ùvicM nella gratitudine e nella spelalizzMtanza, la propria testimosiapa|irianza, progettare il futuro
in questa grande città, in
continuo e tumultuoso camMamento», ha commentato
Antonio Adamo, pastore titolare della chiesa di Milano,
i'inaugurazione della mostra documentaria apertasi
dame^ sabato 16 novembre pomeriggio alle ore 17 nel tempio,
alla presenza di circa 200
persone. «Questo è per noi
tra tempo di festa, ma anche
ire e acSul pia-,
iodi ^
oimi
toinati
'aspei
sodi
prr
dii. Par^
zionealj
postola
alia,
toviagmte per
matti e
i, abbi
!, assi(
ìorzaiei
di riflessione e di impegno.
Una serie di conferenze aiuterà a fare il punto sul passato, il presente e il futuro della testimonianza della nostra
chiesa nella città; inoltre, la
tradizione musicale protestante ci aiuterà a vivere
questo tempo alla luce di
una fede che nella storia si è
fatta anche arte. La nostra
chiesa “esiste” per la città e
ha voluto essere un luogo
d’incontro e di confronto, oltre che di preghiera, nei cinquant’anni trascorsi - ha ag- ’
giunto Adamo ecco perché
in questo segno si svolgeranno le celebrazioni del cinquantenario, che intendono
essere un momento di rinnovato dialogo con Milano».
Alle parole del pastore Adamo hanno fatto poi seguito
gli auguri dei rappresentanti
di molte chiese cristiane cittadine (avventisti, battisti, luterani, metodisti, ortodossi.
ecc.); hanno inoltre rivolto
un loro saluto ai presenti il
moderatore della Tavola valdese, past. Gianni Geme, e il
presidente del Consiglio delle
chiese cristiane di Milano, il
presbitero cattolico don Gianfranco Bottoni, che ha anche
ricordato come proprio il
tempio valdese sia stato e sia
la casa del Consiglio, l’organismo ecumenico che raggruppa molte delle confessioni e chiese cristiane presenti in città, e dunque da lui
vissuto come una «seconda
casa» nella fede. Anche alcune autorità civili, nell’impossibilità di essere presenti,
hanno inviato i loro messaggi
di augurio (il governatore
della Regione Lombardia e il
segretariato della presidenza
della Repubblica).
Ha poi avuto luogo lin concerto di musica barocca protestante, con arie per contralto da alcuni Oratori di Georg
Friedrich Händel e Johann
Sebastian Bach, eseguito dai
Fantazyas: Roberto Balconi,
contraltista, «uno dei più sensibili e colti interpreti di musica antica e barocca» secondo la prestigiosa rivista Musica, nonché membro della comunità di Milano, e Davide
Pozzi, clavicembalista (solista
e continuista), all’organo. Oltre 250 persone hanno poi
partecipato, domenica 17 novembre, al culto solenne celebrato dai pastori di Milano
(Antonio Adamo e Anne Zeli)
insieme al moderatore e alla
vicemoderatore. Maria Bonafede, e animato dai canti della
corale diretta dal maestro Demetrio Costantino. Un breve
servizio televisivo sul cinquantenario del tempio valdese è anche passato al Tg3
regionale del giorno dopo.
Un po' di storia
Nel novembre 1952 venne
inaugurato il nuovo tempio
della Chiesa valdese di Milano, in via Francesco Sforza. In
seguito alla demolizione della
chiesa medievale di San Giovanni in Conca (tempio valdese dal 1879), sita in piazza
Missori, sotto la quale venne
rinvenuta una cripta paleocristiana recentemente restaurata, l’antica facciata venne trasportata nell’attuale ubicazione e intorno ad essa venne
edificato il nuovo tempio con
lo stabile annesso, ove si svolgono le attività della Chiesa
valdese. Questo tempio rappresenta un interessante armonizzazione di elementi romanici della facciata.
■Assemblea congiunta in Liguria
Una bella partecipazione
per rilanciare il «bmv»
licurae
;tra co! la prM
stereo
li quaáí
isto mi'
ririto
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:o»
_ ERMINIO PODESTÀ
CJERA un po’ di apprensione quando, qualche
*ttimana fa, gli organizzatori
wevano deciso di effettuare
'incontro congiunto far il cir®ito valdese-metodista della
bguria e del Basso Piemonte
lAssociazione battista liguperché l’anno scorso queho incontro era fallito per
Ji^canza del numero legale
eli Associazione battista,
ecorre però precisare che
Attività bmv non si era ferita perché, grazie al sovrinendente Saro Solarino, i rapP Iti non si erano interrotti e
yattutto i predicatori locali
potuto predicare
chiese con deno» diverse. Pertanto
L?l®^oo sono stati fugati
l i timori e l’Assemblea
non solo si è svolta
ine 1 legale di tutte
decomponenti, ma è stapositiva.
Ijp '®|oo chiesto alla soreliii, j'olla Molfino, sovraiew del Circuito valtifi. '^d^oelista, che ha sosti
h, , '-'fd, presidente de"ano M^'one battista quali
oii„. d, *oto impressioni su
fiato"^oontro: «Credo sia
lichp K ”'?''^onto importan|d,'''®oattato lo indecitato la^ scorso e riporUfi .dolloborazione bmv a
iiiig Ho] .Pe'nntettente. L’or- 0* giorno, volutamente
da parte battista, e una forte
proposta di cambiamento di
metodologia di lavoro da parte di tutte e tre le componenti. Il risultato si è concretizzato in un uditorio attento, partecipe, propositivo, fraterno,
e nell’appoggio finale che ha
dato spazio e fiducia a tutte le
nostre proposte».
Secondo Mark Ord «questa
Assemblea si è svolta in un
ambiente molto positivo.
Abbiamo individuato alcune
problematiche e opportunità
comuni su cui poter organizzare un programma di lavoro molto interessante per il
2003. Oltre agli argomenti
consueti, come quello dell’
aggiornamento dei predicatori locali e dei monitori della scuola domenicale, abbiamo deciso di organizzare un
momento di riflessione su
nuove forme di evangelizzazione, sottolineando il fatto
che non è il caso di limitarci
alla conferenza come modo
di comunicare fra noi».
Assemblea del 16° circuito
Un segno di vitalità
da parte delle nostre chiese
FRANCESCO SCUPEBI
Da un rapido esame degli
scarni atti deU’ultima
assemblea del 16“ circuito,
che si è svolta a Catania lo
scorso 27 ottobre, si potrebbe trarre l’impressione di un
senso di inadeguatezza che
spesso affiora quando si parla di «progettualità»; il fatto
che l’assemblea, su questo
tema, non abbia prodotto
delle conclusioni o elaborato
linee generali, parrebbe indicare chiaramente le difficoltà
delle nostre chiese a razionalizzare, individuare obiettivi e
gestire risorse. Tuttavia l’assemblea ha ritenuto il dibattito rilevante al punto da
chiedere al Consiglio di circuito di «elaborarne una sintesi ragionata da inviare a
tutte le realtà».
Di fatto non è la prima volta che ciò avviene (è successo lo scorso anno sul tema
«Fondamento, comunione e
dimensione profetica della
^ ?°'^'^^ntrato in po%in ^ forza della
Conji I?® L^'^^iunta dei due
fiere voleva raggiun
ttauj, . P'^nto di equilibrio
siofie e passato di rifles
costruttiva autocritica
E in distribuzione il numero 181 (autunno 2002) di «Gioventù evangelica». In
___ questo numero pubblichiamo uno studio bi
gioventù evangelica blico sulla violenza (Elizabeth Green),
due delle relazioni tenute all'ultimo Forum
della cultura (Paolo Naso, Elena Bein Ricco), precedute da un
resoconto di Francesco Spano, tre interventi sulla gjobalizzazione (Matteo Passini, Ursel Koenigsmonn, Davide Rosso),
resoconti di incontri e convegni tenutisi durante l'estate, più il consueto inserto «Theologica» a cura della Libreria Claudiana.
ABBONAMENTI 2002
normale..........................euro 25.82
sostenitore......................euro 51.65
estero...........................euro 33.57
«3 copie al prezzo di 2«.........euro 51.65
cumulativo GE/Confronti..........euro 54.00
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica - via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
e-mail: glorguel@lnterfree.it
chiesa»), e a onor del vero va
detto anche che la cosa non
sembra avere avuto molto
seguito tra le chiese locali. Il
fatto veramente importante,
che è anche un segno di vitalità, è che le nostre chiese
continuano a discutere temi
importanti anche rifuggendo
facili conclusioni, e cogliendo l’importanza del registrare le varie diversità di vedute.
Attendiamo dunque con interesse la sintesi che verrà
inviata al più presto. Altro
importante tema dibattuto,
sulla base delle indicazioni
sinodali, è stato quello dell’immigrazione. Su questo
tema l’assemblea si è espressa chiaramente contro la legge «Bossi-Fini», invitando
contestualmente Consiglio di
circuito e chiese locali a favorire iniziative di sensibilizzazione sul tema e sui problemi
a esso connessi.
Per il resto, l’assemblea ha
chiesto una revisione dei criteri di ripartizione delle contribuzioni delle chiese in vista del prossimo bilancio
preventivo del circuito, pur
senza indicare delle linee generali cui attenersi. Spetterà
quindi al Consiglio di circuito
proporre dei criteri che riescano soddisfacenti per tutte
le nostre chiese in Sicilia,
mantenendo l’attuale gettito
contributivo complessivo.
Continuano proficuamente,
infine, le collaborazioni con
l’Abcs, con l’approvazione
del piano di formazione dei
predicatori locali, e con la
Fgei-Slcilia, anche a seguito
di un incontro tra il Consiglio
di circuito ed esponenti della
giunta Fgei, tenutosi a margine dell’assemblea.
AGENDA
28 novembre
AOSTA — Alle 18, nella chiesa valdese (me Crobe de Ville 11),
1 pastori Giorgio Tourn e Ruggero Marchetti presentano il libro di fresca edizione di Sandro di Tommaso «Valdesi in Valle d’Aosta» (ed. Le Chateau). Sarà presente l’autore.
29 novembre
FIRENZE —Alle 17,15, nel Salone dei duecento (Palazzo
Vecchio), Enzo Biagi, Pierluigi Ballini e Mario Miegge presentano il libro di Giorgio Spini «La strada della liberazione»
(ed. Claudiana); sarà presente l’autore.
29 novembre - T dicembre
GENOVA — La chiesa valdese festeggia 50 anni di presenza.
Il venerdì alle 17, nella sala del Consiglio provinciale (pai.
Doria Spinola, largo Lanfranco 1), il prof. Domenico Maselli
parla sul tema «Il protestantesimo in Liguria»; alle 21 del sabato nella chiesa di via Assarotti, concerto della corale di San
Germano e del coro ecumenico di Genova; domenica, alle
10,30, culto solenne con partecipazione dello stesso coro.
^jovembre
FIRENZE —Alle 17, al Centro culturale protestante «P. M.
Vermigli» (via Manzoni 21), il prof. Fulvio Ferrano parla sul
tema «Scienza e fede. Incontri e scontri tra linguaggi del nostro tempo». Modera il past. Piero Bensi.
FIRENZE — Alle 16, all’auditorium Stensen (v.le Don Minzoni 25), incontro conclusivo del ciclo di lezioni sulla trascendenza. Intervengono Sergio Givone e Mario Luzi («letteratura
e trascendenza»), Timpthy Verdon («Trascendenza e arti figurative»), Santiago Calatrava («Architettura e trascendenza»).
TORINO — Alle 21, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele, per la serie «Musica e preghiera», il coro valdese
di Torino (dir. Flavio Gatti) e l’organista Chiara Cassin eseguono musiche di J. S. Bach, Gatti, Fauré, Dumflé, Haendel.
TORINO —A partire dalle ore 9, nel teatro di via Baratti 4,
ultimo incontro del corso «Ebrei e cristiani: lungo la storia».
Intervengono Gadi Luzzatto («Gli ebrei nel mondo moderno»), Giovanni Miccoli («La Chiesa cattolica e l’antisemitismo tra l’Ottocento e il Novecento»); Piero Stefani («Punti
fermi e nodi irrisolti nel dialogo ebraico-cristiano») e Amos
Luzzatto («Attese ebraiche dal mondo cristiano»).
2 dicembre
BARI — Alle 20, nella chiesa Madre della Divina provvidenza
(str. del Tesoro 12/13), si tiene un incontro ecumenico sul
tema «“Vieni Signore Gesù” (Ap 22, 20)», con interventi della
ortodossa greca Hero Grittani e del past. Rosario Bagheri.
4 dicembre ^ _____
VENEZIA — Alle 17,30, a Palazzo Cavagnis, per il Centro culturale, Franco Macchi parla su «Il Kohèlet e i tanti Kohèlet».
5 dicembre .......... ^ ^ ^
ROMA — Alle ore 17,30, al Centro Melanone (aula magna
della Facoltà di Teologia, v. Pietro Cossa 40), il past. Jùrg
Kleemann parla sul tema «Le chiese e la vita ecumenica in
Italia» per il corso su «Riti di passaggio nella realtà italiana».
GENOVA — Alle 17,30, nella sala della Società ligure di Storia
patria (Pai. Ducale, piazza De Ferrari), per il ciclo del Sae sui
«Profeti del nostro tempo». Bruno Segre parla sul tema «Bruno Hussar: testimone in una situazione di conflitto».
6 dicembre
FIRENZE — Alle ore 17, alla libreria Claudiana, Massimo
Zamboni presenta il libro «Emilia parabolica» (Fandango).
7 dicembre
SUSA (To) — Alle ore 16, nella chiesa valdese (via Mazzini
21), il past. Giorgio Bouchard parla sul tema «La storia
d’Israele e l’intervento di Dio nella storia umana - III parte».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
TELEVISIONE
Protestantesimo
3 / Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle
ore 24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica
8 dicembre, ore 24 circa, andrà in onda: «Eutanasia. È proponibile una legge in Italia? Le novità in Italia sull’accanimento terapeutico, terapie palliative ed eutanasia. Una riflessione etica sull'eutanasia a partire dalla legislazione belga e olandese». La replica sarà trasmessa lunedì 9 dicembre
alle ore 24 e lunedì 16 dicembre alle 9,30 circa.
3^
10
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 291
TI PIACE
LA TIWÙ?
RENZO TURINETTO
«In tv ci capisci o non ci capisci. Non si può improvvisare».
Così sentenziò un sottosegretario dell’attuale governo italiano, osservatore speciale alla
Rai. E così ho pensato quando
Riforma ha chiesto la mia opinione sulla nostra tv. Toh, mi
tocca improvvisare, io che di tv
non capisco nulla in senso tecnico (liiiguaggio specifico, messaggi subliminali, e molto altro). La consumo a sprazzi: l’accendo se un programma mi piace, talvolta la lascio ronzare
senza guardarla altrimenti occupato, come avere per casa un
vecchio borbottante ma tu non
ci fai caso, non stai a sentire
quello che bofonchia. Insamma, non mi si
doveva chiedere
più di una semplice opinione
di fruitore parsimonioso e as
La tv mi piace, non
mi piace tutta la tv.
Del resto, c'è mai
questione di principio (quando
va bene) più che di prassi. Non
stupirti della iv trash, che poi
magari tutta spazzatura non è,
presumo che perfino la signora
Franca Ciampi ne gradisca qualche fetta. Non stupirti se il Cda
Rai con due soli consiglieri in
carica su cinque ha potuto per
statuto (sembra) varare nomine
e aumento di prebende.
In causa è piuttosto il cosiddetto modello culturale nel suo
insieme, cioè la qualità del prò
dotto. Qui si vola basso, la botte
dà il vino che ha. Scantonando
un po’, anche Radio tre è stata
fatta appassire. Così come non
stupirti, tanto per fare i soliti
nomi, se restano
fuori, almeno finora, i Biagi, Santoro, Travaglio,
Luttazzi, per non
dire di Fabio Fazio, che ha avuto
un pacco di mi
sai raramente QUalCOSa ctìO SOcJdisfì Hardi di lire. È la
partecipe. regola dello spoils
Però poi ho integralmente? system, chi vince
infilato una vile mette i suoi, il co
ho *■■■■■■■■■■■"
scappatoia
girato la domanda a un amico:
che opinione hai della tv? Terra
terra. Ah, ma puoi rimpolparla
un po’? Ecco, allora mettiamola
così: ti ricordi Witness - Il testimone, il film del 1985 dove comparivano gli Amish? Su di loro
varrebbe la pena di informarsi
meglio, sembrano un po’ tocchi
o esagerati, ma fanno ripensare
a un paio di cosette. Dunque, 52
persone in visita a una comunità amish chiedono perché da
loro il televisore è vietato. La
domanda viene ribaltata: voi ce
l’avete? Coro di si. Credete che
stareste meglio senza? Tutti a ripetere ancora sì. E quanti di voi
tornando a casa la daranno via?
Silenzio tombale. Ecco, dice il
mio amico, anche a me piacerebbe poterne fare a meno, ma
mi seccherebbe doverlo fare. La
tv mi piace: non mi piace tutta
la tv. Del resto non mi è mai piaciuta tutta la tv integralmente,
c’è mai qualcosa che soddisfi da
cima a fondo? La tv di oggi mi
piace meno di quella di ieri perché è 1q specchio del paese di
o^ che mi piace meno di quello di ieri o dì ieri l’altro. Alcuni
specialisti bollano la tv americana come la peggiore dei mondo,
ma non so se la nostra stia granché meglio. Guarda, azzardo
perfino un paragone ardito: la
famosa «omologazione» RaiMediaset (programmi quasi fotocopia) è uguale al conformismo religioso-areligioso, quando la linea di demarcazione è invisibile se non inesistente, una
lore politico precede la professionalità. È normale che su Raidue al posto di II
Rosso e il Nero ci sia Excalibur
con Antonio Soccì.
Certo dovremmo fare un saltino in su tentando di capire
qualcosa della nozione di tv
pubblica. Se è pubblica non può
essere di partito. Se vuoi farla di
partito te ne compri una: solo su
una tua rete dirai ciò che vuoi.
Puoi pretendere di far cambiare
aria a chi dice che vuole su un
network pubblico, generalista,
come si dice con aggettivo caduto in obbrobrio. Mentre se non
ti va quel dato tg, zapping e via,
senza esigere di sloggiarlo da
casa sua (o di chi gliela dà), casa
che tu non paghi, salvo se acquisti la merce che quel network
privato pubblicizza. Ma su questa strada scoscesa non mi avventuro. Meglio tornare giù per
lamentarmi che si, tu mi piaci
poco cara tv (Noam Chomsky è
ben più radicale) perché, scrive
un notista su un quotidiano il
23 novembre, la tv non basta invaderla, poi bisogna saperla fare. Se non mi va come è fatta, il
padrone sono io ma chi comanda è la tele, oppure da oggetto
passivo divento soggetto attivo
e non subisco ma spengo?
Ma se la nostra televisione di
oggi non fosse così, non sarebbe
la televisione di oggi. Quindi, se
la conosci e sai dove vivi, paradossalmente non la eviti! Come
invece fanno gli Amish (ma uno
di loro ha detto: non diventare
Amish, è già difficile per noi!).
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 45 del 22 novembre 2002 è stato spedito daH'Ufficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 20 novembre 2002.
Unione ttampa
perlodlee Hellene
Finché
la nave va
sario ai nostri consumi energetici. Eppure dopo ogni incidente rilevante, dopo ogni
catastrofe ecologica, i governi
assicurano l’opinione pubblica che quello passato è stato
«l’ultimo incidente» e che i
trasporti saranno più sicuri.
Così dopo il caso della petroliera Erika che, nel 1999,
aveva lasciato gran parte del
suo carico suUe coste francesi
della Bretagna, l’Unione europea aveva approvato nel
2000 il cosiddetto «pacchetto
Erica» per rendere più sicuro
il trasporto via mare. Un pacchetto di misure che comincerà a entrare in vigore il 1"
giugno 2003 e che sostanzialmente consiste nell’adozione
di norme più vincolanti per le
società di certificazione (chi
abilita un’imbarcazione a navigare) e criteri più stretti per
il controllo delle navi. Da un
lato si vuole alzare 1 livelli di
qualità e obbligare le società
a rispondere in maniera illimitata per le tragedie in cui
viene provata la loro responsabilità, mentre dall’altro si
vuole assicurare che i controlli vengano concentrati
sulle «carrette del mare» (attualmente sono previsti sul
25% delle navi senza alcun
criterio di selezione). Nell’
agosto del 2003 diverrà operativa EAgerizia per la sicurezza marittima europea e
nel febbraio 2004 tutte le navi
dovranno avere una «scatola
nera» e tenere un registro
dettagliato dei loro movimenti. Le navi monoscafo
andranno sì in pensione, ma
a tappe: nel 2005 quelle di
grande stazza (petroliere soprattutto), nel 2010 quelle di
media grandezza e nel 2015
quelle piccole. Rimane ancora da approvare i la direttiva
sui porti di rifugio, ma gli stati non hanno ancora indicato
le aree, che devono essere di
facile accesso e perfettamente attrezzate, per il soccorso e
l’assistenza alle navi.
«Anticipiamo l’entrata in
vigore del pacchetto Erika ha dichiarato il Commissario
ai trasporti, la spagnola Loyola De Palacio, sull’onda
di emozione e indignazione
provocata dalla tragedia della
Prestige -. La tragedia poteva
essere evitata se solo gli stati
avessero deciso di mettere in
pratica da subito le norme del
2000 per proteggere la sicurezza marittima». L’Unione
europea non vuole però fermarsi alle coste e i mari europei: «Dobbiamo riformare
l’intero diritto marittimo che
corrisponde a una concezione tecnica e mercantile del
XIX secolo». Si tratta non solo
di evitare che le «bombe ecologiche galleggianti» arrivino
alle coste europee, ma che
CI avviciniamo ormai al
periodo natalizio, una
delle stagioni più ricche di festeggiamenti. Molti sono gli
usi legati al Natale, spesso diversi a seconda dei luoghi e
*delle culture. E se talvolta si
può rimaner stupiti dalla molteplicità delle tradizioni che si
rinnovano attorno al mondo,
ancor più stupore può provocare il confronto tra i diversi
sentimenti che il Natale suscita nei cristiani, non sempre
positivi. Ne è un esempio la
lettera di un nostro ascoltatore barese il quale ci scrive:
«Seguo il vostro culto radiofonico e ammiro la chiarezza
delle vostre predicazioni...
proprio per questo, però, mi
chiedo come possiate predicare l’Evangelo ai fedeli e nello stesso tempo sostenere una
festa pagana come il Natale».
Natale, una festa pagana.
Non so quanti vi abbiano mai
pensato in questi termini. 11
smettano di circolare. La via
indicata ieri da Bruxelles è
quella del partenariato e delle
pressioni sui governi. Nessuna parola invece sulla battaglia contro l’articolato sistema di proprietà, gestione e
noleggio che regola la marina
mercantile. Bruxelles non si
sogna ancora di contrastare
le legislazioni nazionali e internazionali che permettono
prestanomi, bandiere e residenze di comodo, vere e proprie scatole cinesi per cui diventa difficile risalire ai responsabili. Vedremo se i propositi europei saranno accettati dagli stati in tempi brevi.
C’è però un’altra marea nera che sta inquinando tutti
noi: è l’indifferenza al problema rappresentato dal petrolio. Ogni tanto si ciancia di risparmio energetico, ma la realtà è un altra. Il rapporto sulle «Prospettive energetiche
mondiali» che l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie)
ha pubblicato nel novembre
2001, ha ricordato che nei
prossimi vent’anni vi sarà una
crescita media della domanda
dell’1,9% l’anno che condur
rebbe a una domanda mondiale di 95,8 milioni di barili al
giorno (mbg) nel 2010 e di
114,4 nel 2020. Ci si troverebbe dunque di fronte a una domanda supplementare di 20
mbg da oggi al 2010 e di oltre
40 mbg entro il 2020. In altri
termini, bisognerebbe sviluppare nuove capacità produttive (e quindi anche di trasporti), da qui al 2010, al doppio
dell’attuale capacità produttiva dell’Arabia Saudita e, entro
il 2020, al 130% del totale delle attuali capacità di tutti i
paesi dell’Opec messi insieme. Il controllo della produzione del petrplio, del suo trasporto e della sua distribuzione è quindi un fattore strategico dello «sviluppo» della
economia mondiale. Di qui
le ragioni delle guerre (anche
di quelle annunciate), della
mancata applicazione degli
accordi di Kyoto sull’ambiente, dei colpi di stato, della corruzione dei governanti. Ecco
le ragioni perché la nave continuerà a navigare. È possibile
opporsi? Sì, limitando i nostri
consumi en'ergetici.
Giorgio GardioI
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Cattolici originari
Dopo la visita del
Parlamento, il
Mauro (16 novembre).
la presenza visibile di
componente cattolief
chiama «originaria^!
presenza che emerge nà
discussione italiana, la 3
robusta mediaticameDÉ^
più armata politicami
non è quella cattolico.^
mocratica o cattolico-Ul,j,
tale che ha dominato^'^
timi decenni. S’avanza ma
nuova figura di cattolici
che è insieme il prodotto
della destra politica e lasca
garanzia, perché le prestala
copertura integrale dei suoi
valori: è una sorta di cristà.
no originario (...) nelùsuà
pretesa di essere insietì
fonte e testimonianza di^
modello italiano di fede e di
vita, non mediato dall’istiM
zione, chiesa o stato che
sia». Non sempre i valori
cattolici coincidono coirla
pratica politica, e tuttavia
questi cattolici «ritengouo
che la cultura cattolica dominante nel nostro paese
(dunque vescovi, cattolici
democratici e anche cattóici liberali) abbia apertola
strada a un moderno farispì;
smo, con l’uomo che indica,
lui stesso la misura di ciò
che è giusto, e regola a suo
vantaggio i conti cominDio;
ritagliato dal cristianesii "
secondo i comodi e ibiso
della contemporaneità».
■m
lede
quoi
MA!
Cattolici originari - Il
Replica il giorno dopo Pino Vicentini che rivendiiÌ|
una maggiore ampiezza del
mondo cattolico, anche in
politica. «Quello che and
i laici più attenti faticano
comprendere - scrive-è
che il Concilio Vaticano II è
stato per i cattolici come la
scoperta del Nuovo Mondai
per gli europei aU’alba de
Cinquecento. All’impro’
so si spalancava loro dinait
zi un intero mondo nuovi
E ancora: «Dal Concilio noD
sono nate tre “correliti^
democratici, liberali e “Originari” (...) ma sono scata^"
riti infiniti profili...». Ma
nella società di oggi esd
corro un rischio: «PotrebM
venire il momento in aligli
“originari” dovranno sc^
gliere tra liquefarsi nella 1^ :
ro attuale “casa" polititi;
perdendo identità, o
rarsene per palese IncooW
patibilità. Nel frattempo ci
sono innumerevoli soggett’
cattolici che pensano e O'
perano, elaborando ido«®
fatti, contribuendo a date d
paese coesione e speraw
pur senza occupare mini’
steri e direzioni».
-T L, . '7'^ :/.
Oggi, però, non mi se#
che siano rimasti in gito W
LUCA BARATTO
nostro ascoltatore, comunque, motiva la sua affermazione spiegandoci che i cristiani dei primissimi secoli il
Natale non lo festeggiavano:
esso fu infatti istituito solo a
partire dal IV secolo. La data
del 25 dicembre è poi alquanto ambigua perché con la festa pagana del sole invitto alla
quale il Natale venne sovrapposto. Tutte informazioni autentiche. E si potrebbe aggiungere che nella Bibbia la
riflessione sulla nascita di Gesù non è un tema centrale.
Esso è trattato nei Vangeli di
Luca e Matteo, ignorato dagli
altri due e dal restante dei libri del Nuovo Testamento.
Praticamente nulla, se confrontato con quanto la Bibbia
dice a proposito della Pasqua.
Ma da qui ad affermare che
il Natale, un avvenimento che
ci permette di parlare di Gesù
e di predicare TEvangelo, sia
una festa pagana, ce ne corre!
Può anche darsi che all’inizio,
nel IV secolo, qualcuno abbia
fatto confusione tra la festività pagana e quella cristiana.
adoratori del dio sole,
è ben difficile equivoi
gnificato della festa, j
da questo punto di vii
ché se qualcosa di
ste nel Natale, non è -j|
carsi nelle sue originii n»
suo sviluppo attuale, n®
sere diventato una f®®*®
marciale in cui ogni co®
ne mercificata: tutto e c
mo, tutto è vendere e
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to è merce. Questo, co»
na pace degli adorai
dio sole ormai morti e s ]
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yffJERPÌ29 novembre2002
PAG. Il RIFORMA
I L'inaugurazione venerdì 29 novembre
Nuovo ponte ai Masselli
Saranno la presidente della Provincia, Mercedes Bresso, e
l’assessore alla Viabilità provinciale, Luciano Ponzetti, insieme
ai sindaci della zona, a inaugurare venerdì 29 novembre, alle
12, il nuovo ponte dei Masselli a Pomaretto. Il ponte, la cui costruzione è iniziata nel maggio del 2000 ed è costato 1 milione
300.000 euro, ha una campata unica di 51 metri costituita da
una struttura ad arco in acciaio che collega la strada provinciale 166 della vai Chisone con la 169 della vai Germanasca. Per
quel che riguarda la sicurezza in caso di alluvione la Provincia
ha comunicato che «l’altezza del nuovo ponte è stata calcolata,
secondo la nuova normativa, tenendo conto della massima
portata raggiunta dal fiume negli ultimi 500 anni».
^ Frequenti gli episodi inquietanti
^ Battute al cinghiale
Troppi cinghiali sulle nostre montagne? L’argomento è assai
delicato perché se i danni che questo suinide provoca alle colture agricole sono innegabili ed evidenti, non altrettanto chiara
è la dinamica di diffusione dell’animale. Ogni anno, nel Pinerolese vengono uccisi circa 500 cinghiali eppure la loro presenza pare non diminuire. Del resto il fenomeno delle illecite immissioni di porcastri di allevamento è ormai ammesso anche
dalla maggior parte degli stessi cacciatori. Nelle scorse settimane alcuni episodi hanno riportato la caccia alla ribalta della
cronaca: mega battute ad Angrogna a pochi metri da un’azienda agrituristica con numerosi ospiti e una battuta autorizzata
all’interno dell’oasi del Barant dove la caccia è vietata.
V
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Fondato nel 1848
L Tempi lunghi per le complesse pratiche degli immigrati in attesa di regolarizzazione
Colf e badanti: tre anni di iimbo
le domande ormai inoltrate devono compiere un iter laborioso verso il ministero e ritorno: intanto
quale sarà lo status giuridico di questi cittadini (sono più di 4.000 quelli coinvolti nel Pinerolese)?
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14.377 cittadini stranieri che dal Pinerolese
hanno spedito il «kit» per
la regolarizzazione dovranno aspettare tre anni
per ricevere notizie sulla
propria domanda. Un allucinante «limbo» di oltre
mille giorni che corrisponde al viaggio andata
entorno della busta (blu
per i lavoratori subordinati e bianca per colf e
badanti) dall’ufficio postale di Pinerolo al ministeto dell’Interno, da lì a
Napoli per altre verifiche
e poi di nuovo a Roma e
da qui marcia indietro fino alla prefettura di Torino. Inseguito bisognerà
ancora aspettare la convocazione di datori di lavoro e dipendenti. Nel
frattempo, «qual è lo status del cittadino?», si
chiede Jean-Marie Tshotsha, mándese, presidente
ni&ambé, l’associazione
torinese attiva dal 1989 e
che alle Valli gestisce gli
^portelli di mediazione
“iterculturale. Dalle procedure previste dalla legSOiMceTshotsha, «non si
®pisce in quali condizio• giuridiche e civili si
“CVi lo straniero in tutto
Jiesto tempo». E il pro,“Tento riguarda cendi migliaia di per
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«costi
in termini di
Tempo di attesa
sradicamento culturale».
Il procedimento della sanatoria stabilito dalla
normativa precedente
era differente, soprattutto perché prevedeva la figura dello «sponsor», ora
abolita. In sintesi: anche
se richiedeva dei «miglioramenti», la «vecchia» Turco-Napolitano
era «assolutamente migliore». Se la regolarizzazione «non ha soddisfatto la forte richiesta del sistema economico», secondo Tshotsha non ha
nemmeno risposto al
problema del lavoro nero. Sono numerosi gli
stranieri che, per presentare la domanda, hanno
dovuto pagarsi i propri
contributi (compito che
spetterebbe al datore di
lavoro) e altrettanto numerosi coloro che non
hanno spedito il kit, continuando così a restare
«clandestini».
Maghrebina, albanese,
cinese, dell’America latina, romena, ma anche
nigeriana. La cittadinanza degli stranieri che si
rivolgono ai cinque sportelli di mediazione interculturale attivati dal Ciss
e dalla Comunità montana vai Pellice (a Luserna
e Pinerolo i più frequentati) conferma i dati sulle
presenze. Lo scopo principale di questi sportelli,
ai quali collaborano dieci
mediatori, è l’orientamento (per esempio la
compilazione «assistita»
(foto Sabbadini)
dei moduli per il ricongiungimento familiare),
ma le richieste degli
utenti, alcuni dei quali
sono senza permesso di
soggiorno, interessano
mtti gli aspetti della vita.
«Le domande più pressanti - dice Jean-Marie
Tshotsha - riguardano
questioni essenziali, come l’abitazione e il lavoro. Da parte nostra li indirizziamo al Centro per
l’impiego di Pinerolo,
con il quale c’è un buon
rapporto, oppure contribuiamo ad attivare un
“tam tam” informale».
A Pinerolo, il 25 novembre 2002 l’ufficio statistica contava 709 stranieri residenti (dei quali
106 provenienti da paesi
della Ue), ben 112 in più
rispetto al 31 dicembre
dell’anno scorso. Su tutti
spiccano i cittadini marocchini (un anno fa erano 146), gli albanesi si
piazzano al secondo posto (89 persone), terzi i
romeni con 79 residenti.
Segue la rappresentanza
cinese, peruviana e tunisina. A Luserna, che con
Pragelato, Barge e Bagnolo è cittadina di immigrazione, a ottobre 2001 gli
extracomunitari «regolari» erano 197 su una popolazione di 7.908 persone. Questo per quanto riguarda gli iscritti in anagrafe. Molto più difficile resta capire quale sia
il numero complessivo:
qualcuno stima il doppio.
Nuovo immobile da acquisire
Pinerolo: Comune
allo stretto
Il Comune di Pinerolo
si amplia, o meglio si decentra. Nella sua ultima
seduta infatti il Consiglio
comunale, su proposta
della giunta, ha deciso
l’acquisto di un’immobile
in via Monviso che dovrà
ospitare, con ogni probabilità, i magazzini e l’ufficio Lavori pubblici. La
decisione presa ha lo scopo, tra l’altro, di liberare
spazio in municipio e razionalizzare il lavoro degli operai comunali, ora
costretti a reperire i materiali nei vari magazzini
di proprietà del Comune,
magazzini che a questo
punto saranno raggruppati in via Monviso.
La spesa per l’acquisto
dell’immobile, che ora è
di proprietà dell’Enel,
ammonterà a circa un
milione di euro. La spesa
è condizionata all’alienazione da parte del Comune della manica sud del
Teatro sociale, la cui vendita per incanto è prevista per il 26 novembre.
Proprio quest’ultima condizione ha fatto indispettire la minoranza in Consiglio comunale che nel
corso del dibattito in aula
ha sollevato diverse questioni. In particolare i liberali e Forza Italia hanno fatto presente che così
facendo si vendono i
gioielli di famiglia per acquistare un edificio di
scarso valore commerciale e il consigliere Pietro
Rivo ha anche fatto notare che quando a suo tempo si era presa la decisione di vendere la manica
sud del Sociale «l’idea era
quella di utillizzarne i
proventi per la ristrutturazione del Teatro Sociale, e cioè per scopi culturali mentre ora la giunta
sembra aver compietamente cambiato indirizzo e obiettivi».
Immediata la replica di
giunta e maggioranza
che hanno innanzitutto
fatto presente che la questione in gioco non è la
vendita dell’edificio del
Sociale, già decisa a suo
tempo, ma semmai l’acquisto dello stabile di via
Monviso ebe risolve non
pochi problemi attuali,
anche logistici, nella sistemazione degli uffici e
dei magazzini comunali.
ICONTRAPPUNTOI
VE LA DO IO LA
DEVOLUTION
MARCO ROSTAN
Cè il forte dubbio
che la legge
l'unità del paese
Altro che Girami! Quella
è una legge indecente per i
modi e i tempi con i quali si
è imposta la sua approvazione e perché doveva servire ad ostacolare o comunque allungare il processo
nei confronti di due «potenti». Ma la legge che il governo vorrebbe fare approvare, anche questa in pochi
giorni, nel bel
mezzo della discussione sulla
Finanziaria,
lasciando indietro problemi assai più governativa possa
quelli Fiat, è pregiudicaro
decisamente
pericolosa. È
la devolution
di Bossi che
modifica l’art. 117 della Costituzione: se approvata, le
Regioni potranno «attivare, con propria legge, la
propria competenza legislativa esclusiva in materia
di assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione
degli istituti scolastici e di
formazione e definizione
della parte dei programmi
scolastici e formativi di interesse specifico della Regione; polizia locale». Insomma, ciascuna Regione
può fare per sé, in modo
esclusivo, nella sanità, nella
scuola, nella polizia; inoltre, se passerà un emendamento della Lega nella Finanziaria, anche nel fisco.
È il caos istituzionale;
l’Ulivo si oppone in Parlamento nel metodo e nel merito, si scende in piazza, la
Confindustria teme il «rischio di una rottura statuale, un’esplosione della spesa
pubblica». Nessuna repubblica federale al mondo prevede cose simili, che distruggono la coesione sociale e civile, che fanno dipendere i diritti dall’appartenenza a un territorio e
non dalla comune cittadinanza. In Lombardia i malati saranno curati in un
modo, in Campania in un
altro. Ogni Regione potrebbe far studiare la storia italiana in modo diverso: abbiamo già avuto sentore di
che cosa questo significhi
per la Resistenza (c’è anche
qualcuno che propone di
abolire il 25 ap^e), la stessa cosa potrebbe capitare
con il Risorgimento, con un
totale stravolgimento del
nostro senso di identità nazionale. Frantumazione, diversità nei diritti, assenza di
solidarietà fra regioni ricche e povere, chiusura egoista e localista indegna per le
nostre tradizioni e per una
prospettiva europea.
Non è questo il luogo per
spiegare come questo ricatto di Bossi possa essere
accettato dalla maggioranza, in totale spregio di una
legge sul federalismo già
votata dal precedente governo e confermata da un
referendum, che perciò dqveva essere
attuata e se
mai migliorata. Ma poiché
viviamo tempi di smemoratezza dove,
chiacchierando in giro,
sembra che
Berlusconi
non l’abbia
votato nessuno, sarà bene ricordare che
qui aUe Valli, al suo primo
apparire elettorale, la Lega
raccolse molti voti, in alcuni comuni altrettanti e più
di quelli dati al Pds. Era il
Bossi «simpatico» che gridava contro Roma ladrona.
Tutti pronti a condannare
la «secessione» padana,
ma... Di colpo tutti diventarono federdisti, per «cavalcare» il voto di protesta che
andava aUa Lega.
Il federalismo del centrosinistra si dichiara solidale
e sostenitore dell’unità nazionale: al referendum ci
hanno detto che se non votavamo a favore, poi ci sarebbe stato il disastro con la
devolution di Bossi. Il referendum ha approvato a
grande maggioranza il federalismo «buono»: ed ecco il
risultato. Alle Valli ci sono
antiche radici di autentico
federalismo e spirito di autonomia: ma Giorgio Tourn
ha recentemente scritto che
«le attuali regioni corrispondono solo a generiche
reminiscenze storiche e se
si vuol fare qualcosa di utile
si dovrebbero creare nuove
realtà amministrative che
corrispondano ad ambiti
territoriali omogenei per.
natura, economia, habitat, esigenze», cominciando
dalle aree montane. È sbagliato modificare la Costituzione a pezzi, perché
quella Carta ha una coerenza complessiva. Per fare il
federalismo ci vuole una
cultura federalista e un senso dello stato che in Italia è
tutto da creare: tanto è vero
che, quando si decentra, si
creano costose burocrazie
regionali oppure sì delegano funzioni e compiti agli
enti locali senza, fornirli di
risorse. I sindaci ne sanno
qualcosa e la Finanziaria è
un’altra batosta.
12
PAG. 12 RIFORMA
Si
ALLEANZA DELLE ALPI: ASSEMBLEA GENERALE A
BOBBIO PELLICE — L’Alleanza delle Alpi,
un’organizzazione che comprende 150 Comuni
fra Svizzera, Austria, Slovenia, Germania e Italia,
terrà la sua assemblea generale a Bobbio Pellice.
Data prevista; ottobre 2003.
MARKETING AGROALIMENTARE — Il Consiglio
Regionale ha approvato il 13 novembre la legge
«Istituto per il marketing dei prodotti agroalimentari del Piemonte», di cui è stato relatore il
consigliere Emilio Bolla. «La valorizzazione dei
prodotti agroalimentari di qualità è uno degli
obiettivi di maggiore rilievo della politica agricola regionale - ha dichiarato il consigliere Bolla -.
Il Piemonte ha ormai da qualche tempo operato
la scelta della qualità con l’impegno dei produttori agricoli e dell’industria agroalimentare».
GAL: BANDI PER 5 NUOVI PROGETTI ESECUTIVI
— Il Gal Escartons e valli valdesi ha approvato i
primi progetti esecutivi riguardanti i settori agricoltura, musei, ambiente, architettura locale e
turismo. Appena la Regione darà l’approvazione
si passerà alla definizione degli studi di settore
per la redazione di progetti da attivare nei prossimi cinque anni sulla creazione di sistemi di gestione ambientale, l’animazione degli operatori,
la realizzazione di strutture di comunicazione, il
potenziamento dell’associazionismo e la formazione di addetti nel settore pubblico e privato.
La scadenza dei bandi è fissata al 2 dicembre.
PINEROLO SU RADIO BECKWITH — Le attività del
Comune di Pinerolo saranno oggetto di una serie di trasmissioni settimanali su Radio Beckwith
a partire da lunedì 16 dicembre alle 10. Di volta
in volta saranno trattati diversi argomenti, prima
con il sindaco, poi con gli assessori e i consiglieri
di maggioranza e opposizione.
VALLI CHISONE E GERMANASCA: NUOVO DIRETTIVO PER L’ASSOCIAZIONE ECOMUSEO —
L’associazione Ecomuseo delle attività industriali di Perosa Argentina e valli Chisone e Germanasca ha un nuovo direttivo eletto durante
rincontro di sabato 23 novembre. I nuovi consiglieri, che nella prossima riunione nomineranno
il presidente, sono Laura Balzani, Italo Bernardi,
Valter Bruno, Alessandro Calzavara, Enrico Gutermann, Enrico Lussana, Clara Pagano, Luca
Richiardone e Liliana Viglielmo.
A PINEROLO CONTINUA IL CONFRONTO SUL BILANCIO DI PREVISIONE — Mentre l’amministrazione comunale sta predisponendo il bilancio di previsione, mercoledì 4 dicembre si terrà
la «Giornata del bilancio». Dalle 9,30 alle 12, di
fronte al municipio, sindaco e assessori ne discuteranno con i cittadini.
PINEROLO: «LIBERI TUTTI» — Sono le parole scritte sullo striscione che sabato 23 alcuni giovani
del Pinerolese Social Forum e del collettivo
Makhno hanno appeso al municipio chiedendo
la liberazione dei militanti «no global» arrestati
in questi giorni nell’ambito dell’inchiesta avviata
dalla procura di Cosenza. Dopo l’intervento delle
forze dell’ordine lo striscione è stato ritirato.
SEMINARI MUSICALI 2003: AL VIA LA PIANIFICAZIONE — Si terrà al villaggio Crumière di Villar
Pellice rincontro preliminare per i prossimi Seminari di tecnica e interpretazione musicale. Si
inizia il 29 novembre dalle 15 alle 18,30 per definire l’organizzazione dei corsi, proseguendo sabato 30 dalle 10 alle 12,30 per gli avvenimenti
collaterali. Venerdì 29, alle 20,45, nel tempio di
Torre Pellice, concerto degli allievi dei seminari:
esecuzioni di canto lirico, pianoforte e violino.
Città di Pinerolo
Provincia di Torino
Il Comune di Pinerolo ha pubblicato
l’avviso per la presentazione
delle candidature per il rinnovo delle
nomine dei rappresentanti del Comune
presso enti, aziende e istituzioni,
con scadenza II giorno lunedì
16 dicembre 2002, alle ore 16.
Copia dell’awiso e dei modelli
per la presentazione delle candidature
sono a disposizione airufficio Segreteria
affari generali in orario di ufficio;
lunedì, martedì e giovedì dalle ore 9
alle ore 11 e dalle ore 14,45 alle ore 16;
mercoledì dalle ore 9 alle ore 11
e dalle ore 15 alle ore 18,30;
venerdì dalle ore 10 alle ore 12,30.
E Eco Delle Yaui ^desi
VENERDÌ 29
Contrarietà e resistenze rispetto al Piano d'Ambito
Acqua e Comuni montani
Si contesta la tendenza della Provincia di Torino ad affidare
la gestione del sistema idrico ai consorzi Acea e Smat
DAVIDE ROSSO
Mentre sì attende
che l’assemblea delTAto (ambito territoriale
ottimale) della Provincia
di Torino si riunisca (la
riunione è fissata per il
28 novembre) per approvare il nuovo Piano
d’ambito, continuano le
prese di posizione contro
o a favore della situazione che si va definendo in
termini di gestione del
ciclo integrato delle acque in Piemonte.
La scorsa settimana a
Bruzolo, in vai Susa, alcuni amministratori contrari e i rappresentanti del
Laboratorio politico «Paratge» si sono riuniti per
fare il punto. Da Bmzolo i
contrari lanciano l’allarme, visti gli orientamenti
degli Ambiti, «per quel
che riguarda lo sfruttamento dell’acqua ad uso
potabile, assegnato in gestione a società private». I
contrari sostengono la
inapplicabilità e l’inaccettabilità dal punto di vista economico della legge
regionale del ’97, emanata per dare attuazione alla legge nazionale del ’94
(legge Galli) sul ciclo integrato delle acque.
In sostanza quello che
prevede la legge regionale
è la definizione degli am
biti territoriali di gestione
delle acque (uno solo per
la provincia di Torino) e
stabilisce che i servizi
vengano erogati da un
unica società. Quindi, addio gestione autonoma
dei vari Comuni. Per la
Provincia la soluzione
dovrebbe essere quella di
affidare le acque alTAcea
e alla Smat allo scopo recentemente associatesi.
Ma alcuni Comuni, soprattutto di montagna,
non ci stanno, o quantomeno dissentono. «I comuni montani - si legge
in un comunicato prodotto a Bruzolo - sono
sempre stati in grado di
garantire un servizio efficiente a costi accettabili.
Le sinergie tra imprenditori locali e un’attenta gestione pubblica sono state vincenti e non intendiamo passare la mano a
gestioni esterne, private,
anche estere, e con fini
chiaramente speculativi».
E poi i contrari promettono battaglia: «Il nostro obiettivo è quello di
sospendere l’attuazione
della legge regionale del
’97 e proporre le modifiche necessarie affinché
siano rispettati gli interessi di tutto il territorio
regionale. Su questo obiettivo assieme lavoreremo per realizzare una
alleanza tra gli amministratori delle valli della
regione che veda partecipe la società tutta delle
montagne del Piemonte». Ma i Comuni, anche
quelli montani, non sono
tutti sullo stesso fronte e
c’è chi fa presente che la
battaglia non può ormai
essere più su quanto stabiliva la legge Galli ma
sul come limitare i danni
o trarre beneficio dalla
situazione.
La soluzione temporanea della gestione AceaSmat potrebbe essere
una possibilità ed è su
questa che in molti stanno lavorando. Le posizioni comunque per il momento sembrano ferme
anche se una soluzione
alla fine bisognerà trovarla. L’ipotesi sul tappeto attualmente prevede
tra l’altro fondi per le Comunità montane, ma bisognerà capire in quale
misura, da investire per
la manutenzione ambientale e per i Comuni
rimborsi per i mutui in
corso per impianti del ciclo idrico. Dal punto di
vista delle tariffe invece
molto dipenderà dall’accordo che si raggiungerà
ma su questo si saprà di
più probabilmente solo
dopo la riunione delTAto
di fine novembre.
Cinque feriti nel crollo di giovedì scorso a Pinerolo
Scoppio per una fuga di gas
Una casa sventrata,
cinque feriti e molta paura. Questo il bilancio dell’esplosione, causata con
ogni probaltilità da una
fuga di gas, verificatasi
giovedì 21 novembre intorno alle 10,30 in una casa all’inizio di via Vigone.
La fuga si è verificata probabilmente nell’appartamento al primo piano
abitato da Raniero Ometta, il più grave dei feriti
ora ricoverato al Cto di
Torino con ustioni su tutto il corpo. L’esplosione
ha fatto poi crollare la soletta del piano superiore
e provocato gravi danni
anche al pianterreno dove è situata la coltelleria
Benso; fra i feriti anche la
titolare del negozio.
I vigili del fuoco di Pinerolo, subito giunti sul
posto, hanno lavorato diverse ore anche nel timore che qualcuno fosse rimasto sotto le macerie.
Ancora incerte le cause
deU’incidente, anche se è
Un momento delle operazioni
certo cheTorigine è data
dal gas, il cui odore era
stato avvertito prima dello scoppio e i tecnici dell’.Acea erano proprio in
strada alla ricerca della
fuga quando si è verificata la deflagrazione. Quasi subito accantonata
l’ipotesi dello scoppio di
una bombola; le attenzioni si sono concentrate
di soccorso
sullo scaldabagno e sul
fornello di cucina, ma al
momento non si sa ancora con certezza quali
siano le cause reali dello
scoppio. Attualmente la
casa è puntellata in attesa che vengano compiute ulteriori verifiche e
venga presa la decisione
in merito all’eventuale
abbattimento, (dr)
A Bobbio e a Villar Pellice
Unificare le scuole
per salvarle
MASSIMO CNONE
SI era addirittura parlato di rotazione; in
pratica gli allievi avrebbero frequentato alternativamente i due plessi
scolastici, e a qualcuno
era sembrata una follia.
In questi giorni la proposta di «unione» delle
scuole di Villar e Bobbio
Pellice sta finalmente
prendendo forma, anche
se la questione resta difficile. In futuro, Bobbio ospiterebbe la scuola materna unificata che accoglierebbe anche i bambini di Villar, mentre Villar
vedrebbe ingrandirsi la
sua scuola elementare,
che riceverebbe anche i
giovani bobbiesi. Detto
in altri termini: a Villar
Pellice chiude la materna e a Bobbio chiude la
scuola elementare. Secondo un altro punto di
vista, più positivo, con
questa soluzione si salverebbero entrambe.
Coinvolti nel processo,
caldeggiato dalla dirigente scolastica dell’istituto
comprensivo «Gianni Rodari» di Torre Pellice,
Bruna Peyrot, che in un
dibattito sul futuro delle
scuole di montagna Taveva definito «rifunzionalizzazione», ci sono genitori e sindacati, ma anche le amministrazioni di
Bobbio e Villar Pellice.
Proprio la scorsa sew
mana si sono tenute
riunioni che hanno \
il confronto fra le
panie
altre sono in progranm»
nei prossimi mesi. F;
salve alcune riserve
sindaci Frache e Chat”*
bonnier arriva un parai
sostanzialmente posjtj,
vo: «I tempi sono matuii
per un diverso rappotk
fra Bobbio e Villar-iji.
chiara il sindaco di Bobbio Pellice, Aldd^Chat.
bonnier -, ma bisogm
vedere che cosa bolle ii
pentola a livello regiona.
le e nazionale».
Per quanto riguardai
tempi di realizzazionel
difficile che la proposta
possa concretizzarsi gii
nell’anno scolastico 200J
-2004. Un problema im.
portante sembra essett
quello dei costi da sostenere per i trasportlda
Villar a Bobbio e ricevei-'
sa: una locale concessi)*
naria di autolinee avrebbe offerto il suo serviao'
per una cifra molto elevata (si parla di 20,011)
euro l’anno), probabi*
mente non sostenihib
dalle casse dei due Comuni. Fra i genitori non
mancano le perplessi!
anche se in passato alcsni di loro avevano evidenziato i limiti di una
pluriclasse come quell'
di Bobbio Pellice (ISàllievi con tre insegnanti);
Frali: assemblea deserta
Crisi della Pro Loco?
È stata riconvocata per
sabato 7 dicembre l’assemblea della Pro Loco di Prati, dopo che lo
scorso 2 novembre la
prima riunione era andata praticamente deserta. «Nonostante il forte impegno profuso - dicono alla Pro Loco - e la
moltitudine di attività
svolte durante l’anno
2002, all’appuntamento
decisionale per il rinnovo delle cariche erano
presenti solamente il
presidente e 9 soci a
fronte dei 240 iscritti».
Per questo all’unanimità i presenti hanno deciso di riconvocare l’assemblea che tra l’altro
dovrà nominare il nuovo
presidente che dovrà sostituire Livio Martinat in
scadenza. «Se anche questa seconda assemblea
dovesse non avere una
adeguata pertecipazione
- si legge in una lettera
affissa nelle bacheche di
Prali a firma dei soci della
Pro Loco - si prospetti
Tingestibilità deU’eiite
con conseguente chiusi'
ra delle attività gestite
dalla Pro Loco e quintt
perdita delle sowenzioff'
erogate. Pertanto, ristala
serietà del momento, sono invitati a questa ito;
nione oltre agli iscritti
anche i simpatizzanti,i
commercianti, i cittadtoii
insomma tutti coloro che
sono interessati a non fs
scomparire questa atti;
vità e questo ente la®
scomparsa sicurainei#
provocherà dei
danni agli abitanti e villeggianti di Prali». E in®'
fetti se l’assemblea non
riuscisse a produrrejto
nuovo direttivo sareoDO
un’ulterioré f^gols*
Prati, che si andrebbe
sommare al già non feW
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giovie per le .
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il via libera alla
degli impianti.
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sono lieti di invitarvi a.
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Il sindaco di Rorà aderisce al nuovo movimento
Odetto e l'Unione riformatori
Si chiama «Unione civica dei riformatori» e
vuol essere «una Rete regionale di aggregazione e
di partecipazione di cittadini impegnati nelle
realtà sociali, economiche e di volontariato, associazioni e circoli, liste
civiche non di centro-destra e di amministratori
pubblici». Nel Pinerolese, al nuovo movimento
dei «riformatori», che fa
parte del centro-sinistra
ed è promosso dall’ex senatore e ora consigliere
regionale Giancarlo Tapparo, ha già fatto arrivare
la sua adesione il sindaco
di Rorà e assessore alla
viabilità per la Comunità montana vai Pellice,
Giorgio Odetto. Ma sono
molti i sindaci piemontesi, soprattutto nel Canavese e nel Chivassese,
che si sono già espressi a
favore della «rete».
L’Unione dei riformatori è un movimento e
non un partito: lo statuto
prevede che l’adesione
possa non essere «esclusiva» e ci siano anche dei
«sostenitori», non iscritti
formalmente ma che cooperano alle iniziative e
versano un contributo
«per sostenere le atti
vità». Si contempla
sione alla rete di
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venerdì 29 NOVEMBRE 2002
t Eco Delle Valli moEsi
PAG. 13 RIFORMA
Kv La Casa per anziani della chiesa di Villar Pellice
La Miramonti ha 20 anni
Uno struttura che solleva I problemi degli abitanti
di Bobbio e Villar e delle borgate meno popolate
PIERVALDO ROSTAN
VENT’ANNI; l’età di
un giovane pieno di
vitalità ma anche, nel nostro caso, gli anni della
Casa per anziani Miramonti di Villar Pellice, la
più recente delle tante risposte offerte dalla Chiesa valdese nel corso dei
secoli ai problemi delle
persone in difficoltà;
questa Casa è stata la risposta ai tanti anziani
che non possono più vivere da soli nella propria
casa e che hanno bisogno
di tutela e appoggio.
Sul finire degli Anni 70
lo stabile, di proprietà
della Chiesa valdese di
Villar Pellice, che anni
prima era stata una pensione per villeggianti e
■già allora (prima della
guerra come struttura
privata, poi come casa di
accoglienza di proprietà
della chiesa acquisita
grazie all’impulso del pastore Enrico Geymet), si
chiamava «Miramonti» è
stato adibito all’uso attuale. «In quegli anni la
Comunità montana aveva aperto il foyer per anziani ad Angrogna e l’idea della signora Mariena Gaietti, che si occupava del settore socio-assistenziale della Comunità,
era di aprirne uno analogo a Villar; nello stesso
tempo però, a livello di
chiesa si stava ragionando di come rispondere al
problema dei tanti anziani dell’alta valle soli in
borgate che d’inverno si
spopolavano completamente», ricorda Sergio
Davit, ora presidente del
comitato di gestione.
Pastore a Villar era Ernesto Ayassot che propose, insieme al Concistoro,
di discutere del futuro
della Miramonti in una
assemblea di chiesa; e così nella primavera del ’79
venne approvato il nuovo
utilizzo della casa, un
progetto di ristrutturazione finalizzato all’accoglienza degli anziani che
si realizzò soprattutto
grazie all’impegno e alla
solidarietà dei membri di
ehiesa. Nella metà del novembre del 1982 la Miramonti ospitava i suoi primi anziani: il nucleo ini
ziale era di 7 persone, salite oggi a 25 grazie a successivi ampliamenti e adeguamenti. La maggior
parte degli ospiti arriva
da Villar e Bobbio, il comitato di gestione è composto da persone indicate
dal Concistoro di Villar e
in parte da quello di Bobbio. E per gestire una
struttura come questa si
creano anche dei posti di
lavoro: «Dieci “adest” oltre al personale di cucina
e ausiliario e alla direttrice Manuela Bouissa spiega Davit -; per il servizio infermieristico abbiamo una convenzione
con uno studio mentre il
servizio medico è garantito dai medici di famiglia».
La Miramonti è una
struttura per autosufficienti o parzialmente non
autosufficienti; si fa perciò molta attività di ani
mazione e laboratori di
artigianato, specie maglieria e cucito: gli oggetti ottenuti vengono generalmente venduti ai bazar
della Casa o della chiesa.
Problemi finanziari? «Le
rette non bastano mai a
coprire totalmente i costi
di gestione - aggiunge
Davit -; finora la retta, in
camera doppia era di
1.190 euro, circa 200 in
meno del costo reale: per
questo sono sempre determinanti i doni, piccoli
0 grandi che siano».
Per incontrare ospiti e
personale, e ovviamente
per ricordare i primi vent’
anni di attività, il Concistoro ha organizzato per
domenica 1“ dicembre
una giornata comunitaria: culto nel tempio,
pranzo comunitario alla
sala polivalente, proiezione di diapositive.
Da fine novembre nel PinerOlese
I rifiuti vanno divisi
tra secco e umido
DAVIDE ROSSO
I
NAUGURATO, sabato
23 novembre, il nuovo
impianto di «Valorizzazione dei rifiuti secco umido» dell’Acea a Pinerolo, la nuova raccolta dei
rifiuti divisi in scarti secchi e scarti umidi entra
ufficialmente in funzione
nel Pinerolese. A questo
punto tocca ai cittadini,
dicono al Consorzio Acea,
perché, come è stato sottolineato ancora nel corso della cerimonia di inaugurazione dal direttore, Francesco Carcioffo,
«il funzionamento al meglio di questo impianto
dipenderà sostanzialmente dalla differenziazione che verrà fatta a
monte, e cioè direttamente nelle case dei cittadini». L’impianto garantirà a regime di ridurre fino all’80% i rifiuti in
discarica che verranno
trasformati in compost e
biogas per la parte organica e in cdr (combustibile da rifiuti) per il resto.
A questo punto quindi
il «Verde sacchetto» che,
garantiscono in Acea,
dopo un primo momento di difficoltà in avvio è
reperibile in tutti i negozi
convenzionati, non solo
entra finalmente nelle
case dei cittadini del Pinerolese ma diventa uno
strumento importante di
raccolta differenziata. Si
differenzierà quindi oltre
agli ormai tradizionali
materiali come la carta, il
vetro e il ferro, anche la
parte organica da quella
inerte dei rifiuti. «Si tratta di un cambiamento
anche culturale - ha sottolineato Erminio Ribet,
presidente dell’Acea che coinvolgerà tutti,
speriamo in tempi rapidi. Questo impianto non
porterà a una riduzione
della spesa per i rifiuti
ma, se funzionerà al meglio, potrebbe portare al
mantenimento dei livelli
attuali, tra i più bassi del
Nord Italia, pur incrementando e migliorando
i servizi offerti».
Erminio Ribet, presidente
del Consiglio di amministrazione Acea, e il presidente deirassemblea dei
sindaci, Enrico Scalerandi
NELLE CHIESE VALDESI
POMERIGGIO CEVAA — Domenica 1° dicembre, a
partire dalle 14,30 alla foresteria di Torre Pellice, pomeriggio di solidarietà con la Cevaa, organizzato dal
gruppo Missioni Cevaa: tutti sono invitati
ANGROGNA — Studio biblico al capoluogo (Scuola
Grande ore 20,45) martedì 3 dicembre. È la seconda
tappa di tre incontri che esaminano il documento
sull’eutanasia che il Sinodo ha mandato alle chiese.
BOBBIO PELLICE — Domenica 8 dicembre alle ore
10, culto con Assemblea di Chiesa; all’Odg: Relazione
della deputata al Sinodo. Martedì 3 dicembre, alle
20,30, riunione quartierale al Podio.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il prossimo appuntamento con lo studio biblico sarà al presbiterio, alle
ore 20,30 martedì 3 dicembre sul tema della preghiera nell’Antico Testamento a cura del past. Berutti.
Giovedì 5 alle 20,30, riunione al Fondo San Giovanni.
PERRERO-MANIGLIA— Domenica 1° dicembre,
alle ore 10, culto a Maniglia. Mercoledì 4 (ore 14 a
Grangette) inizia il secondo ciclio di riunioni quartierali sul tema: «il denaro».
PINEROLO — Domenica 1° dicembre, ore 10, culto
con assemblea di chiesa con la votazione dell’eventuale conferma per altri sette anni del pastore Paolo
Ribet. Mercoledì 3 dicembre nel locali della chiesa,
ultimo incontro dello studio biblico. Giovedì 5, ore
15, incontro dell’Unione femminile.
POMARETTO — Domenica 1° dicembre culto condotto dalla Scuola domenicale. Sabato 30 novembre
concerto, prò organo, della Corale. Lunedì 2 dicembre, alle 20, riunione quartierale ai Masselli; mercoledì 4, ore 20, riunione quartierale ai Pons.
FRALI — Le prossime riunioni quartierali saranno
il 4 dicembre, ore 20 ai Cugno ed il 5, ore 20 a Villa.
PRAROSTINO — Mercoledì 4 dicembre, alle 20,30,
riunione quartierale a Collaretto.
RORA — Giovedì 28, alle 20,30, riunione famigliare
da Vanda e Adolfo: interverrà Karola Stobaeus che
parlerà sulla opere diaconali nel Sud Italia. Giovedì 5
dicembre, ore 20,30, riunione quartierale alle Fucine.
TORRE PELLICE — Martedì 3, alle 20,30 riunione
airinverso; venerdì 6, ore 20,30, alla Ravadera.
VILLAR PELLICE — Domenica 1° dicembre culto
con S. Cena. Venerdì 6, ore 20,30, riunione ai Ciarmis.
VILLAR PEROSA — Domenica 1° dicembre, dalle
15, nella foresteria valdese, pomeriggio di solidarietà
con banco pesca, lavori di ricamo e tè per tutti.
VILLASECCA — La prossima riunione quartierale
sarà il 4 dicembre, ore 14,30, a Bovile.
Dal 1° gennaio in valle Chisone e Germanasca
Tre volontarie in servizio civile
DAVIDE ROSSO
La notizia è ufficiale:
saranno tre le donne
volontarie che presteranno servizio civile presso
la Comunità montana
valli Chisone e Germanasca dal prossimo 1° gennaio. Durata dell’incarico
un anno. «Il 14 novembre
- dicono in Comunità
montana - abbiamo presentato le schede, che ci
erano arrivate dopo la
pubblicazione del bando,
agli uffici competenti di
Torino. A questo punto il
prossimo passo sarà la
firma da parte nostra della carta degli intenti, cosa
che darà il via libera all’assunzione delle prime
tre volontarie».
Le donne volontario
arriveranno così per prime nel Pinerolese e lavoreranno in Comunità
montana con un rimborso spese garantito dalla
Comunità stessa e uno
«stipendio» mensile intorno ai 400 euro per circa 24 ore settimanali di
lavoro e si occuperanno,
come ci viene detto in
Comunità, con ogni probabilità di cultura, turismo e di sociale: gli incarichi precisi comunque
verranno decisi solo nei
prossimi giorni.
Da dove arrivano le prime ragazze volontarie in
vai Chisone e Germanasca? Due sono della vai
Pellice e una di Pomaretto, (una quarta proveniente da San Germano
ha rinunciato alTuItimo
momento). «In definitiva
si tratta - dicono soddisfatti in Comunità montana - di una risposta importante al bando che
avevamo pubblicato alcuni mesi fa. Sicuramente si tratterà di un valido
supporto per il nostro lavoro in valle e certamente
anche per le ragazze si
tratterà di un'esperienza
di crescita professionale».
Incontro interreligioso di preghiera a Pinerolo
Pace, spiritualità comune?
MARIA ROSA FABBRINI
Non ci sono regole o
percorsi certi per risvegliare le coscienze,
sottrarle alla tentazione
dell’indifferenza. Ciascuno segue la propria strada, nel tentativo di dare
concretezza all’idea di
pace ben sintetizzata nel
preambolo della Costituzione deirUnesco: «Le
guerre cominciano nella
mente degli uomini ed è
nella mente degli uomini
che bisogna costruire la
difesa della pace».
Quanto conta la preghiera in tutto questo?
Quale forza può avere
questo momento di grande e profonda intimità
con Dio, quando si trasforma in preghiera collettiva? Domenica 17 novembre chi ha partecipato a Pinerolo aH’incontro
interreligioso di preghiera per la pace, organizzato dalTYwca-Ucdg, ha
potuto condividere l’emozione di preghiere recitate da donne appartenenti a religioni diverse:
musulmana, buddista,
ebraica, induista, cristiana. Un’universalità sottolineata dalle parole di
Krishna, che hanno aperto la liturgia: «Nella stessa luce che viene da di
versi colori, nel cuore di
tutte le cose, regna la
stessa verità. Io sono presente in ogni religione
come il filo in una collana di perle, e ogni volta
che vedi una potenza
straordinaria sorgere e
purificare l’umanità, sappi che io sono presente».
È ancora la pratica di
una spiritualità condivisa
a ispirare il gruppo di lavoro che, in preparazione
della Giornata mondiale
di preghiera del Pinerolese, valli Chisone e Torre
Pellice, ha organizzato il
già annunciato incontro
del 1° dicembre a Pinerolo, nel tempio valdese.
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Un gruppo di giovani ha vissuto un'intensa settimana di proficuo lavoro e di incontri
Il «Sassolino» opera direttamente in Bielorussia
micaeufenoglio
-----PONATEUA PASCAL__________
IjpPO un’intensa settimana
^ in Bielorussia è il silenzio
I ^''^ompagnarci lungo i chiinetri che ci separano dal cent all'aeroporto. Racconnn^- . questi giorni hanè P®"" ognuno di noi
Pi ™®ila. se non impossibile,
y^^ylamo tutti più ricchi di
tez7 condivisa e con la cernii,.^ cuore di dover conti
son*^^ ^ scambiare e
Q,.j^®Ìlotto sperare. Vogliamo
re a grazie particola
hanno condiviso
noi quei momenti.
riiinf° giorni nei quali le
^ incontri si sono
a ritmo serrato. Gli
tanta 1^* sono stati tanti, ma
Vedpr soddisfazione di
strutti ‘^°.”®lnsi i lavori di ri1’89,„. finanziata dal
loc^i Chiesa valdese, dei
Hat rii D cucina dell’InteritientD • fflfiniata la pavi2ione, la bonìfica degli
scantinati, rimpianto di aspirazione dei fumi e la messa a punto di forni e piastre elettriche, finalmente l’istituto è dotato di
cucine funzionali e sicure. Momento privilegiato è stato rincontro con i 10 ragazzi che sono
seguiti dall’associazione «Il sassolino bianco» nell’ambito del
progetto «Sostegno a distanza».
Una delle nostre preoccupazioni più grandi è infatti da sempre
la sorte dei giovani che lasciano
ITnternat senza avere alcuna
garanzia per l’avvenire. Attraverso il «Sostegno a distanza» si
intende, seppur con tutti i limiti
dell’esiguità delle possibilità
economiche e della lontananza
fisica, sostenere economicamente e moralmente nel proseguimento degli studi coloro che
si dimostrano interessati.
Accanto alla gioia di ritrovare
persone con le quali collaboriamo ormai da tempo, abbiamo
avuto l’occasione di conoscere
lo staff direttivo di un Internat
situato a Voronovo, a circa 30
chilometri da Radun. Sono stati
avviati formali rapporti di collaborazione attraverso i quali si
intende aiutare con invii di materiale una struttura che ospita
140 ragazzi di età tra i 6 e i 18
anni provenienti da famiglie disagiate o orfani con gravi difficoltà di apprendimento e handicap psico-fisici.
Finora questo istituto, segnalatoci alcuni mesi fa dal Provveditorato agli studi di Voronovo,
non riceveva alcun tipo di aiuto
internazionale. Pertanto già in
occasione di questa spedizione
di materiale, è stato ritenuto
opportuno inviare vestiti e scarpe di cui ci hanno segnalato il
bisogno. È quindi con piacere
che abbiamo scaricato non solo
i pacchi ormai consueti destinati a Radun ma anche i 100
scatoloni per Tlntemat di Voronovo. Inoltre visto che la scuola
mette in opera programmi scolastici speciali orientati all’apprendimento delle tecniche
agrarie e di allevamento, abbiamo acquistato 7 conigli e valutato la possibilità di intervenire
nella ristrutturazione delle serre. Interventi che ci sembrano
particolarmente importanti visto che attraverso il ricavato
della produzione agricola l’istituto si autofmanzia per l’acquisto del materiale scolastico.
Vogliamo infine segnalare
l’incontro con il pastore responsabile della Chiesa battista della
città di Grodno. La situazione
nella quale si trovano le chiese
battiste bielorusse è delicata a
causa dei difficili rapporti con lo
stato, tuttavia non viene meno
l’impegno con il quale si dedicano anche all’aiuto economico
di numerose famiglie in difficoltà. Un esempio di testimonianza e di solidarietà fraterna
che ci ha accompagnato nel nostro viaggio di ritorno. Conclusa
questa straordinaria esperienza,
spesso velata dalla tragicità dei
limiti umani, rimane la speranza nel futuro accompagnata
dalla profonda convinzione che
ognuno di noi possa e debba
dare il proprio contributo, qui
come in Bielorussia.
'W Per rUnitrè a Torre Pellice
Concerto inaugurale
Arriva l’inverno e si
rinnovano gli appuntamenti con la stagione
concertistica dell’Unitrè
di Torre Pellice. Giovedì 7
novembre a Torre Pellice,
alla Biblioteca valdese, si
è tenuto il concerto inaugurale dell’anno accademico 2002-2003 deirUniversità della terza età.
Protagonista del pomeriggio musicale è stato il
duo formato dalla violinista Chiara Garneri e dal
pianista Bruno Baudissone, che ha presentato un
recital intitolato «Plaisir
d’amour». Il concerto è
iniziato con otto valzer
composti da Bruno Baudissone e tratti dal suo
cahier parisién per proseguire, dopo la trascrizione in musica delle sensazioni provate durante il
soggiorno parigino, un
piacevolissimo scorcio di
quella magica città, con
un’esecuzione di celebri
brani francesi: da «La vie
en rose» a «Les feuilles
mortes», da «Les parapluies de Cherbourg» a
«Sous les ponts de Paris».
Il duo, che si era già
esibito il 18 aprile scorso
a Torre Pellice in «Un
violino al cinema», si è
specializzato in un repertorio inconsueto, caratterizzato da trascrizioni di
celebri melodie. A grande
richiesta il bis: la colonna
sonora del film «Pinocchio» di Benigni. Dopo
un’altra colonna sonora,
le note tratte dalla soap
opera «Il bello delle donne» e con la canzone napoletana «Voce e notte»,
è terminato questo inedito «Plaisir d’amour» seguito dal rinfresco, a cura
del ristorante Flipot e offerto dairunitrè.
RADIO BECKWITH
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle Vaoi mLOESi
venerdì 29 novembre 2002!
SPORT
VOLLEY
In serie C maschile vince al tiebreak il Volley Pinerolo in casa del
Volley San Damiano. I pinerolesi
sbagliano piià del solito si arriva
così al tie-break. Dopo questa settima giornata la Volley Pinerolo
fcende in seconda posizione, facendosi superare daJla Fossanese,
che intrerà sabato prossimo.
In serie D il rendimento altalenante sono gli ingredienti della
sconfitta del 3S Nova Siria Pinerolo
contro la formazione di Alba. Bene, ma non benissimo, i primi due
set, con i pinerolesi che chiudono
prima 25-23 e poi 27-25. Nel terzo
e nel quarto, invece, Alba tira fuori
gli artigli. Nel quarto alcune decisioni arbitrali penalizzano non poco i pinerolesi proprio quando era
iniziata la loro rimonta per evitare
un pericoloso tie-break. Dopo questa sconfitta i pinerolesi, a quota 5,
restano in 7® posizione. Sabato
prossimo il 3S affronterà fuori casa
il Sant’Anna Pescatori.
In prima divisione femminile
vittoria del 3S Luserna in casa della Polisportiva piscinese. Le lusernesi conquistano i primi due parziali: nel terzo reazione d’orgoglio
delle padrone di casa che partono
bene anche nel quarto set; sul 23
pari però, vince chi sbaglia meno,
e le lusernesi si aggiudicano i tre
punti. Venerdì prossimo il 3S
ospiterà alle 21 il Caselle Volley.
PATTINAGGIO ARTISTICO
Sarà in programma il prossimo
week-end ad Aosta il 3“ Trofeo Aosta skating club 2000 a livello interregionale valevole come prova
di selezione per il Trofeo delle regioni e la Coppa Italia; parteciperanno le giovani atlete del 3S:
Esordienti Vanessa Chiabrando,
Alexa Gavazzi, Giada Rivoira; Propaganda: Francesca Comba, Giulia Ghirardi, Giorgia Gravina, Fanelli Fanciulli, Clarissa Roccia,
Marta Tartaglia, Lorenza Giovani,
Marta Turvani, Sara Flora, Silvia
Brero; Ragazzi: Valentina Turina;
Esperti: Miriam Brunero.
RAGAZZI DEL 2006
La Provincia di Torino, in collaborazione con il Coni di Torino e
l’Associazione 3S Luserna, hanno
dato vita a due progetti destinati
alla promozione e alla pratica degli sport invernali, in particolare lo
sci da fondo e gli sport su ghiaccio,
rivolti agli iscritti al progetto «Ragazzi del 2006»: sono «Pista, si
scia!» e «Pista, si scivola!». «Pista, si
scia» inizierà domenica 1“ dicembre a Pragelato e proseguirà nelle
tre domeniche successive (8, 15 e
22 dicembre). I ragazzi partecipanti avranno la possibilità di seguire lezioni finalizzate alla conoscenza delle attrezzature, dell’organizzazione di manifestazioni.
«Pista: si scivola» inizierà il 26
novembre e si concluderà il 23 dicembre. I posti disponibili sono
200 per ravviamento al pattinaggio, 30 per il pattinaggio figura, 30
per lo short track e 20 per Thockey
su ghiaccio. Le lezioni si terranno
al Palaghiaccio di Pinerolo e alla
sede di Torino esposizioni.
Pubblicato un libro di ricordi
Bambini protagonisti
«Olio di noci; la quotidianità negli Anni 40: i
bambini protagonisti» è
il libro edito dalla Alzani
di Pinerolo e scritto da
Bianca Armand Hugon,
già insegnante, di Torre
Pellice, che verrà presentato sabato 30 novembre
alle 15,30 alla biblioteca
Carlo Levi di Torre Pellice. Il libro, arricchito da
belle fotografie d’epoca
provenienti da privati, è
una raccolta di ricordi
personali attraverso i
L’Eco Delle Valu Valdesi
Via dei Mille, 1 -10064. Pinerolo
tei. 0121-371238; fax 323831
quali si scopre l’ambiente
socio-culturale della vai
Pellice e gli avvenimenti
storici che caratterizzarono un’epoca, la seconda
guerra mondiale e il suo
dopo guerra. I fatti narrati sono visti attraverso gli
occhi di una bambina che
man mano cresce e vengono raccontati da una
nonna a tutti coloro che
vogliono ascoltare. Giorgio Tourn presenterà il
volume dopo averne curato anche la presentazione; sabato pomeriggio
Jean-Louis Sappé e Maura Bertin leggeranno brani del libro e l’autrice incontrerà il pubblico.
Tacabanda a Bricherasio
Le Alpi in musica
Sabato 30 novembre a
Bricherasio nella chiesa
di Santa Maria si conclude il Tacabanda 2002:
ospiti della serata i «Verbanus», musica delle Alpi Centrali. Un duo composto da Ilario Garbani,
residente nel Canton Ticino, e dal piemontese
Carlo Bava, con lo spettacolo «Itineranti», dedicato alle musiche per
zampogna e ciaramella,
due strumenti «girovaghi» per definizione: una
riproposta di ampio respiro, non limitata al repertorio classico del duo,
composto in genere da
melodie natalizie o brani
dell’Italia del Sud, ma
aperta a suggestioni nuove, con un’attenzione
particolare per le musiche delle Alpi Centrali.
Un concerto dove si
presentano anche canti
tradizionali e si introducono sonorità nuove, nell’ottica di una piena valorizzazione delle potenzialità espressive di due
strumenti flessibili e attuali: un viaggio ideale
nello spazio e nel tempo,
per sfatare alcuni dei più
diffusi luoghi comuni sugli zampognari e per divertirsi affrontando generi tra loro molto lontani. L’ingresso è gratuito.
verde
pisello
verde
bottiglia
vercfe
mela
I APPUNTAMENTI I
28 novembre, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 21,15, al teatro del Forte, replica dello spettacolo «Vibrazioni».
TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla biblioteca della
Casa valdese, TUnitrè propone un concerto di Patrizia Salvini che al pianoforte eseguirà musiche di Chopin e Schuman.
29 novembre, venerdì
MASSELLO: Alle 9,30, nel salone della Pro Loco,
convegno promosso dalla Cipra su «Costruire in
montagna tra tradizione e nuove tecnologie», esperienze e soluzioni della conversione ecologica dell’architettura alpina.
PINEROLO: Alle 21, per il corso del Cai, serata su
«Storia della speleologia ed elementi di fotografia».
PRAGELATO: Alle 15, in località Ruà, inaugurazione del Centro di documentazione sulle meridiane
«L’ombra del tempo».
30 novembre, sabato
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nel tempio, concerto del coro da camera «La bólte à musique»; dirige
Barbara Sartorio che eseguirà brani di Azzaiolo, del
Encina, des Prez, di Lasso, Henry Vili, Hobbs, Dowland, Arbeau, Schubert, Seifert, Kodaly. La serata è organizzata dall’associazione «Senza confini» con offerte
a favore dell’accoglienza dei bambini di Cernobil.
PINASCA: Alle 21, nel salone polivalente, concerto
bandistico di fine autunno.
SAN GERMANO: Al teatro valdese, alle 21, per la
rassegna «Il teatro delle religioni. Le voci dell’eresia»,
Lucilla Giagnoni metterà in scena «Chimera».
1“ dicembre, domenica
PINEROLO: Dalle 8 alle 20, «Botteghe in strada»
con mercatini e spettacoli musicali in centro città.
PINEROLO: Alle 14,30, nei locali della chiesa valdese di via dei Mille il dr. Gabriele Mandel parlerà su
«Spiritualità e amore nell’Islam» come incontro preparatorio della giornata mondiale di preghiera 2003.
PINEROLO: Alle 9,30, alla piscina comunale, prima
coppa «Città di Pinerolo», di nuoto per salvamento.
PINEROLO: Al circolo sociale di via Duomo 1, alle
ore 21,15, per la rassegna Blues al femminile, esibizione di Gwen «Sugar Marna» «Avery & thè blues sistahs» con Gwen Avery, leader, tastiere e voce, Pat
Wilder, chitarra, Stephanie Tech, chitarra, Ayla Davila, basso, Yolanda Bush, batteria.
5 dicembre, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla Casa valdese,
TUnitrè propone un concerto di Kiyo Wada al pianoforte che eseguirà Mozart, Beethoven e Chopin.
7 dicembre, sabato
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nel tempio del
Ciabas, l’associazione Ywca-Ucdg presenta un concerto del coro «La draia»; ingresso libero.
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Pinerolo: Marino - p.za Ca.
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TORRE PELLICE ~n
Cinema Trento propone,
giovedì 28 e venerdì 29
ore 21,15, Il figlio, dij.é
P. Dardenne; sabato, ore
20,15 e 22,20, domenica,
alle ore 16 e 18,15 e 21,15
e lunedì, alle ore 21,15,
RedDragon.
VILLAR PEROSA-B
Nuovo cinema comunale presenta, sabato 3Ò,.
ore 21,15, domenica,!'’
dicembre, ore 16,30e
21.15, lunedì 2, ore21,l|,
Insomnia; martedì 3 ore
21.15, Brucio nel vento,
BARGE — Il cinemi^
Comunale propone, ve-1
nerdì 29 novembre, ore
21, 11 settembre 2001;
sabato 30, ore 21, Giovanna la pazza; domeÉca 1° dicembre, ore 16,
18,30, 21, lunedì e maitedi ore 21, XXX.
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Pagina dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
V.P. Furnish, C.-L.Seow, R.L. Brawley,
H.C. Waetjen, D.B. Martin, J.S. Siker
Bibbia e omosessualità
180 pp. - euro 13,00 - cod. 421
Le controverse questioni iesate ail'etica dei
comportamento e deii’orientamento sessuale umano in un iibro che, raccosiiendo saggi
di noti studiosi biblici, consente una più
profonda comprensione deiia Bibbia aprendosi alla molteplicità di voci impegnate in
un dibattito biblicamente responsabile e
costruttivo.
Domenico Tomasetto
La confessione di fede
dei battisti italiani
144 pp. - euro 9,50 - cod 419
Presentazione e commento della prima confessione di fede delle chiese battiste italiane
-incentrata sulla comunità locale e sul battesimo per immersione - approvata nel 1990
dopo anni di studio e lavoro.
Un libro per conoscere una realtà ben radicata e attiva tanto negli Stati Uniti quanto in
Gran Bretagna e nell’Europa orientale.
■H
Carlo Rapini
Valdo di Lione e i
«poveri nello spirito»
Il primo secolo del movimento valdese (1170-1270)
Seconda edizione ampliata, aggiornata e corretta, con nuove appendici
550 pp. - euro 24,
> K 'è'.
Seconda edizione accresciuta deU’ormai
classica rilettura delle fonti dirette e dei documenti di parte avversa del movimento legato a Valdo di Lione, antenato del valdismo
odierno, che nel basso Medioevo richiamò la
chiesa alla semplicità apostolica e anticipò
temi quali la non violenza e l’opposizione a
pena di morte e guerra.
Da Odessa a Torino
Conversazioni con Marussia Ginzburg
A cura di Maria Clara Avalie - Prefazione di Norberto Bobbio
_ 138 pp.-euro 11,50-cod. 435 ■ .
^ questa intervista l'autrice, sorella maggiore di Leone Ginzburg, rievoca la giovinezza nella madrepatria russa, il primo impatto con l'Italia, l’impegno antifascista e la vita nel dopoguerra. Pagine autobiografiche nonché di storia ita- liana e russa. Con inediti di Leone Ginzburg. .|i n
' ""wìm
Fred B. Craddock
Luca
411 pp. - curo 29,00 - COd. 432
Il Prologo dello stesso Vangelo di Luca
(1,1-4) nonché i passi dell'Antico Testamento e degli Atti degli apostoli utilizzati
dall’evangelista sono la chiave interpretativa
di un commentario che mette in rilievo tanto l’eredità giudaica di Cristo quanto lo
stretto rapporto tra Gesù e la chiesa nata
dalla sua predicazione.
m mmeditrice
cÊaudÊana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/65.75.42 - C.C.P. 20780102
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OBI PANomm
€ z.to vutrrtajtt. ,*a 6.C.^. r* 41M9ÌOS ¿ntwtato’
104S_ • L‘ ^ , Mio. P. ¿8,
IPOSTAI
Troppe
celebrazioni
Le nostre chiese sono benedette da un numero notevole di personalità di spicco,
tutte al servizio del Vangelo,
spesso esemplari nella loro
condotta di vita. Ma anch’esse terminano il loro ministero terreno. Che fare perché la
loro memoria permanga e inciti altri a percorrere il medesimo cammino? Finora la risposta a questo quesito è stata semplice: chi aveva ricordi
del personaggio in questione
scriveva un necrologio a cui
altri si aggiungeva mediante
un trafiletto o una lettera alla
redazione. Il difetto del metodo mi sembra evidente; a
furia di leggere anche quattro
0 cinque scritti in memoria
della stessa persona, il lettore
si smfa e finisce per ignorare
quello che in realtà dovrebbe
conoscere e imitare.
Propongo quindi che, qualora si presenti il caso, vi sia
un solo necrologio, in ogni
circostanza breve; dopo tutto la sobrietà evangelica non
ha messo in luce le biografìe
degli apostoli: questi operano e poi spariscono. Dopo
tutto chi va celebrato è U Signore che li ha chiamati e
sorretti e nessun altro. Soltanto per Paolo abbiamo più
notizie nel libro degli Atti.
Per i personaggi la cui testimonianza ha edificato le nostre chiese, insieme al necrologio si possono poi elencare
1 nomi delle persone che vi
aderiscono, ma senza pubblicare altri testi.
Lo stesso vale per Pinsediamento di pastore e pastori:
perché fare una cronaca dettagliata della cerimonia, magari con un sunto della predicazione ed eventuali reazioni
alla medesima? Non basta un
breve annuncio, seguito dal
nuovo indirizzo?
Alberto Soggin - Roma
Giriamo volentieri ai nostri lettori
e lettrici il suggerimento del professor Alberto Soggin facendo appello
all’autocontrollo personale.
u Nuovo indirizzo
Thomas e Maria Soggin comunicano il loro nuovo indirizzo e-mail; soggin@protestanti.bergamo.it
Il futuro
di Santa Severa
È passata la prima stagione
estiva, dopo oltre 50 anni di
intensa ed efficace attività, in
cui il Villaggio della gioventù
di Santa Severa (Roma) non
ha potuto svolgere la sua preziosa opera d’accoglienza di
gmppi, famiglie, ragazzi, singoli e chiese, riuniti insieme
dalla gioia di ritrovarsi e dalla
voglia di scandire le giornate
con la riflessione biblico-teologica. Vederlo chiuso e vuoto, saperlo silenzioso, mentre
intorno tutto è vita e voci e
compagnia fa un effetto strano, di rovina e di abbandono.
Il contrasto è forte, e fa venire in mente l’immagine deprimente della visione di ossa
secche che descrive il cap 37
di Ezechiele. La veduta del
Centro, al momento senza vi. ta, fa tornare in mente la
stessa domanda che il profeta sente rivolgersi, ovviamente rivisitata, e cioè: «Il Villaggio potrà rivivere?».
Questa domanda diviene
ancora più urgente alla luce
della circolare del 23 settembre che il direttore del Villaggio, Emanuele Troiani, ha
mandato alle chiese e in cui
annuncia la decisione del Ce
di sospendere le visite che
egli aveva cominciato a fare
alle comunità, con lo scopo
di sensibilizzarle sull’urgenza
di raccogliere fondi per iniziare quanto prima i lavori di
ristrutturazione, necessari a
far riprendere l’attività.
La circolare spiega che la
ragione di tale decisione sta
nel fatto che non sono stati
minimamente raggiunti i risultati sperati dalla sottoscrizione, lanciata a febbraio dal
presidente dell’Ucebi, Aldo
Casonato, con un’accorata
lettera. Questa decisione lascia però sgomenti. La perplessità sta nel fatto che a circa 7 mesi dal «lancio» della
campagna e a 5 mesi dall’inizio il giro di visite del direttore del Villaggio alle chiese, il
Ce si aspettasse risultati molto maggiori. Si tenga conto,
inoltre, che proprio in quei
mesi c’è stata l’Assemblea generale dell’Lfcebi e tutto il lavoro preparatorio delle chiese a essa collegato, poi i mesi
estivi, in cui le attività delle
comunità sono ridotte al minimo, e che ciò che il Ce
chiedeva non era l’offerta di
una semplice colletta, ma di
mettere in atto iniziative di
raccolta fondi. Tutte cose che
richiedono pianificazione, e
perciò tempo. In pratica, i
LA CHIESA EVANGELICA
VALDESE
DI LUSERNA SAN GIOVANNI
CERCA
Un/una direttore/direttrice
per l'Asilo valdese per persone anziane - Onius,
di Luserna San Giovanni
La posizione richiede:
o) conoscenze tecniche, professionali, attitudini umane e personali, di livello adeguato olla gestione di uno coso di riposo con
oltre 100 ospiti e circo 75 dipendenti;
b) lo condivisione dello spirito diaconale e di servizio, espresso
dallo diaconia dello Chiesa valdese;
c) il possesso, minimo, del diploma di scuola medio superiore o
titolo equivalente.
Costituisce titolo preferenziale il ricoprire o l'over ricoperto
mansioni similari o comunque con responsabilità gestionali significative.
È previsto l'inquadramento di cui al Ceni (Contratto collettivo
nazionale di lavoro) enti, opere, istituti valdesi.
Gli/le interessoti/e sono invitoti/e ad inviare domando, corredata do dettagliato curriculum vitoe, in busto riservato all'Asilo
Valdese, via G. Molon n. 43, 1(X)62 Luserna Son Giovanni,
all'attenzione del presidente del Comitato di gestione, oppure
all'indirizzo e.moil: s.molan@tiscalinet.it.
Saranno prese in esame le domande pervenute entro e non oltre il 20 dicembre 2002.
mesi utili a disposizione sono
stati due, al massimo tre!
È vero che il convegno-assemblea sulla diaconia delle
nostre istituzioni che si terrà
nel 2003 potrà dare indicazioni importanti sul futuro del
Villaggio, ma è anche vero
che senza fondi non ci sarà
nessun futuro. Per questo ritengo la decisione del Ce
inopportuna, in particolare
per due motivi. Il primo è che
disorienta le chiese. Infatti,
ora che cosa bisogna fare,
continuare a darsi da fare per
raccogliere denaro (ma se il
Ce rispondesse «Certo!», deve
sapere che la sua decisione di
fermare le visite, e quindi
bloccare le informazioni sul
progetto e i suoi costi, corrisponde di fatto ad un «No»),
oppure attendere il convegno
del 2003 e poi forse l’Assemblea generale del 2004? Ma
aspettare significa disperdere
il prezioso patrimonio di relazioni che negli anni il Villaggio ha costruito, e che costituiscono la linfa vitale del suo
lavoro e che sono anche il segno del servizio finora offerto,
rendendo così più difficile la
ripresa della sua attività. Mi
auguro che il Ce possa ritornare sulla sua decisione e anzi andare oltre, promuovendo
e sostenendo tutte le iniziative che possono coliaborare a
«far rivivere» quanto prima il
Villaggio della gioventù.
Blasco Ramirez
Civitavecchia
Le Filippine
e la guerra
Leggo con un certo stupore
l’articolo «Filippine: scarsa
mobilitazione per la campagna contro la guerra in Iraq»
(n. 43, pag. 3). Posto che è verosimilmente sicuro che nessuno, ma proprio nessuno,
dei lettori di Riforma si sia
mai chiesto se nelle Filippine
le manifestazioni contro la
guerra in Iraq stiano andando
bene o stiano andando male,
il senso dell’articolo (e il motivo della sua pubblicazione)’
vanno forse ricercati altrove.
«Diversi responsabili di
chiesa - si legge - lamentano
la mancanza di interesse per
la campagna contro l’intervento in Iraq e la spiegano
con la serie di attentati dinamitardi in queste ultime settimane»; la consequenzialità
logica di tali parole è, grosso
modo, la seguente; la gente ha
paura di manifestare perché
teme degli attentati. Invece è
vero il contrario, e nell’articolo ce lo spiegano «alcuni commentatori» non meglio precisati, oltre allo sconosciutissimo «ex capitano di marina
Danilo Vizmanos»: il timore è
che «i cinque attentati siano
stati compiuti per protestare
contro l’appoggio di Manila
alla posizione bellicosa» del
presidente Bush. Altre ipotesi
non sono neanche prese in
considerazione.
Che questi attentati abbiano fatto, si rileva dall’articolo, ben 20 morti e 140 feriti
non merita La minima condanna: viene quindi data
completa legittimazione al
terrorismo, in virtù di unapossibile guerra. Né l’estensore ritiene utile spendere
una sola sillaba di commiserazione per le vittime: tutta
questa macabra contabilità
(secondo «i commentatori» e
«l’ex capitano Vizmanos») va
ascritta sul conto di Bush, e
tanto basti.
È assolutamente legittimo
protestare contro le guerre
presenti o future, ma strumentalizzare morti e feriti è
un limite da non infrangere;
e anche il senso del ridicolo
dovrebbe essere un baluardo
formidabile: non è la prima
volta che gli articoli della Eni
fanno strame di tutti e due.
Vincenzo Ribet - Roma
Le diverse
convinzioni
Caro direttore, in riferimento alla mia lettera del 18
ottobre e alla replica di Luca
Baschera del 1° novembre,
non crede che sarebbe opportuno pubblicare per intero la confessione di fede di
Théolib, affinché i lettori possano rendersi conto direttamente del contenuto? Esso
emana da professori delle Facoltà di teologia di Parigi e di
Montpellier. Quando ero giovane, anch’io avevo la tentazione di giudicare prima di
comprendere, come ha fatto
Luca Baschera. Però suppongo che quando egli sarà vecchio come me, una maggiore
prudenza gli suggerirà di verificarne anzitutto l’ispirazione. Se per me non è la morte
e la resurrezione di Gesù che
sono alla base del mio impegno ma il suo insegnamento,
dove è lo scandalo?
Se sono più sensibile all’esortazione di Gesù che mi ripete: «Alzati e cammina»,
piuttosto che a Paolo e al suo
«Credi e contempla», dove è il
problema? Essere profondamente grati che Dio ci accetti
quali siamo, appunto perché
consci di essere disperatamente limitati: dov’è l’incoerenza? Non comprendo la necessità di stravolgere un messaggio lineare che, come constatiamo, può essere luminoso se i presupposti sono riempiti di bontà, o deleteri se è la
malizia che consiglia.
In quel testo non ho notato
affatto né orgoglio né presunzione, ma fiducia filiale. A
ogni modo rivendico la libertà di amare Dio e di seguire Gesù secondo un itinerario
personale, che può essere diverso da altri, purché ci conduca verso il Padre. Perché vilipendere quello che può essere fonte di gioia per qualcuno? In nome della libertà finalmente concessa agli eretici, posso pensare ed essere
convinta in maniera dissimile
da altri di cui non contesto affatto il diritto di riflettere anche in modo contrario al mio.
Lucietta Tenger
Cipressa (Im)
PARTECIPAZIONI
«L'Eterno, il Signore, è
la mia forza; egli rende
I miei piedi agili come quelli
delle cerve, mi fa camminare
sulle vette dei monti»
Abacuc 3,19
I cugini Fabio Bariiaro e Renala Pampuro pertecipano al dolore di Alida, Chiarita, Melila, Gianandrea e delle loro famiglie per
la dipartita della cara mamma
Lidia Angeiini
vedova del past. Teodoro Salma, confortati dalla certezza che
ella vive, libera da affanni e infermità, nella casa del Padre.
Genova, 18 novembre 2002
Da dove mi verrà l'aiuto?
L’aiuto mi viene dall'Eterno»
Salmo 121,1
È mancata aH’affetlo dei suoi cari
Lidia Balma
A funerali avvenuti ne danno II
triste annuncio I figli Alida, Carità, Melita, Gian Andrea con le rispettive famiglie, i nipoti e i parenti tutti.
Origlia (Ch)-Torre Pellice
18 novembre 2002
I necrologi ai accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011*655278-fax 657542.
Per la pubblicità su
tei. 011-655278
fax 011-657542
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2002
; Si è svolta nel Benin la T Assemblea della «Comunità di chiese in missione»
Dieci giorni con la Cevaa a Porto Novo
Il fondamento che porta insieme le chiese della Comunità è l'attenzione a vivere l'Evangelo
della speranza insieme qui e ora. Costruire nuovi tipi di relazione tra società e culture
ELISABETTA RIBET
Terra d’Africa. Grassa,
rossa, brulicante di vita,
speranza e dolore. Piante
d’Africa cariche di frutti gonfi
e succosi. Gente d’Africa, con
la vita sulle strade e gli occhi
che parlano. Chiesa metodista del Benin, ferita da un
violento conflitto interno e
generosa, coraggiosa. In sei
mesi, vista la crisi in Madagascar, hanno organizzato tutto
per accogliere i fratelli e le
sorelle della Cevaa.
Sorprese
della globalizzazione
Arriviamo a Cotonou una
sera tardi, passati dai primi
freddi dell’autunno europeo
nel bel mezzo dei 30 gradi
umidissimi dell’Africa Occidentale. Già in aereo, le prime
«retrouvailles»: «Ma siete anche qui voi? Come, da Tahiti
dovete passare da Parigi per
raggiungere l’Africa?». Sorprese della globalizzazione, anche queste. Grandi sorrisi, abbracci ed esclamazioni, risate.
Gli altri passeggeri capiscono
che in questo volo c’è qualcòsa di diverso dalla routine. È
un modo conje un altro di testimoniare. Quando rivedi,
magari dopo anni, un amico
che vive in mezzo al Pacifico e
tu sei in piena Svizzera non
aspetti di essere in un luogo
appartato per chiedere e raccontare tutto quello che puoi.
E le notizie che ci si scambia
galleggiano nell’aria condizionata dell’aereo, incuriosiscono, vengono condivise. Come
si condivide la pioggia.
Porto Novo: il corteo delle donne
semblea, 8-9 ore di discussioni al giorno e zanzare malariche in quantità. In questo, la
.Cevaa non è più speciale di
altre associazioni di chiese.
Un «noi» inclusivo
Il centro Songhai
La seconda Assemblea generale della Cevaa-Comunità
di chiese in missione è stata
ospitata al centro Songhai, un
bel pezzo di terreni in cui si
alleva, si coltiva, si fanno corsi
di formazione e naturalmente
si prega. Un prete nigeriano è
all’origine di questo progetto,
che tenta un coraggioso programma di coltivazione e allevamento biologici, fondati
sulle risorse locali. Esperienze
che iniziano a spuntare, in
queste zone dell’Africa, come
piccoli e tenaci segni di una
volontà di reagire a secoli di
colonialismo più o meno politicamente corretto.
Dieci giorni dopo il rientro,
le impressioni iniziano finalmente a prendere forma: la
prima piacevole sorpresa è
stata vedere che in altre chiese «Cevaa» non è semplicemente una-sigla tra tante, una
di quelle che hanno un accordo esotico, di tam tam e ukulele. Certo, l’Assemblea generale, due delegati per chiesa,
indipendentemente dal volume della chiesa stessa, si conoscono a volte da decenni,
hanno alle spalle un lungo
cammino comune, attraverso
gli emisferi. Come sempre, ci
vuole il «vissuto» per aver voglia di attraversare continenti
per una decina di giorni di as
Ripercorrendo a volo d’uccello i dibattiti, studi biblici o
programmazione di attività,
scambi di notizie e riflessioni
sul vocabolario, mi rendo
conto che una cosa che mi ha
colpita è l’uso della prima
persona plurale in quasi tutti
i discorsi: non un «noi» contrapposto a un non definito
«loro», ma un «noi» inclusivo,
di culture, denominazioni,
sessi ed età. «Nói, le chiese».
L’Assemblea generale si è
svolta al riparo di un testo biblico, studiato e riletto più
volte durante tutti i dieci giorni di lavoro: il racconto lucano della guarigione dell’uomo con la mano secca, paralizzata (Le 6). A seconda dei
punti di vista, il testo ha avuto decine di letture possibili,
di spunti per la riflessione.
Soprattutto, di attualizzazio
ne del messaggio biblico. La
mano paralizzata, che non è
un intero corpo ma solo una
parte, eppure una parte importantissima: la mano come
simbolo, la paralisi fisica e le
paralisi che le nostre chiese
vivono e subiscono.
(foto Cevaa)
lia e in Europa e come contri
buto teologico e pratico alla
costruzione di nuovi tipi di
relazione tra società e culture. A partire dal principio del
partage, della condivisione,
che non è solo un fattore dinamico, economico.
Alzarsi in piedi
La polemica attorno al sabato, la.frase che Gesù dice
all’uomo: alzati, stai qui in
piedi, in mezzo all’assemblea: ritrovare coraggio ed
energie, ritrovare la dignità,
non temere la visibilità. Una
manciata di versetti che ha
fatto da terreno su cui seminare i lavori di questo secondo incontro: perché non si
tratta semplicemente di agire
insieme in un piacevole ambiente di cooperazione. Il
fondamento che porta insieme le chiese della Cevaa è il
messaggio cristiano, l’attenzione a vivere l’Evangelo della speranza insieme, qui e
ora. Trovo importante la comunità di chiese in missione,
per la nostra realtà qui in Ita
Al di là delle barriere
Non si tratta semplicemente di avere una cassa comune
cui tutte le chiese contribuiscono e tutte le chiese attingono. La cassa comune raccoglie molto più di questo. Si
condividono la fatica, le preoccupazioni per la situazione
sociale, politica, sanitaria, si
progetta insieme come testimoniare, nelle proprie case,
l’Evangelo che ci unisce al di
là di conflitti e differenze. La
Cevaa non è missione assistenzialista Nord-Sud dal rancido odore di naftalina coloniale. È colore e sapore di una
speranza al di là delle barriere, voglia e impegno per creare correnti di persone, testimonianza, scambio. Dappertutto e in ogni direzione.
Progetto Internet-Intranet delle chiese membro della Cevaa
Contatti, condivisione, comunicazione
Scambiarsi informazioni,
documenti, riflessioni politiche, teologiche, comunicare
in tempo reale. La Cevaa ha
drammaticamente vissuto
l’importanza di queste sfide
durante il recente conflitto
in Madagascar e, nei giorni
dell’Assemblea generale, con
la chiesa di Bàngui, in Centro Africa, la cui delegata,
animatrice teologica della
Comunità, non ha potuto
raggiungere l’assemblea perché la città è in piena guerriglia. Dalle consegne dell’assemblea di Séte del 2000 è
Durante i lavori deH'Assemblea
(foto Cevaa)
nato un progetto che si dà i
seguenti obbiettivi:
- sostenere gli sforzi di
ogni chiesa o organizzazione
per contribuire allo scambio
e alla comunicazione via Internet;
- realizzare e animare una
piattaforma centrale su Internet, per permettere la gestione comune e la condivisione
di informazioni:
- aprire nuove strade al
collegamento e alla collabor^ione a distanza tra gruppi;
- coordinare i contributi
già esistenti e facilitarne la
condivisione.
Naturalmente, i problemi
delle chiese del Sud per l’accesso a Internet sono più
grandi di quelli che si hanno
al Nord. Uno dei punti chiave
sarà quindi di formare e attrezzare meglio i partner delle
chiese africane, del Pacifico e
dell’America Latina. L’idea è
di avere per ogni chiesa un
corrispondente che faccia da
punto di riferimento per le relazioni con il webmaster.
11 secondo passo sarà la
creazione di un collegamento
Intranet a cui le differenti
commissioni, comitati e gruppi di lavoro, oltre alle diverse
chiese e organismi, possano
accedere a livelli diversi. Lo
! Le decisioni prése daH’Assemblea
Dai programmi missionari
alla rete informatica
La seconda Assemblea generale della Cevaa che si è
svolta a Porto-Novo dal 31 ottobre all’S novembre 2002 si è
conclusa su una nota di soddisfazione generale sia a livello delle sue poste, dei dibattiti, sia dell’accoglienza organizzata dalla Chiesa protestante metodista del Benin
con l’aiuto del governo beninese. Durante questi dieci
giorni i partecipanti hanno
dato orientamenti chiari circa
la vita della Comunità: i programmi missionari delle chiese membro, la Carta, le nuove
forme di scambio di persone,
il mandato (Ielle Commissioni, la rete informatica di comunicazionee l’allargamento
della Comunità.
già esistenti, ha altresì chiesto
al Segretariato di sviluppare
gli scambi di breve durata.
scopo è di avere un «ufficio
virtuale personalizzato» per
chi lavora in qualche modo
con la Cevaa. L’accesso a Intranet e al sito portale saranno indipendenti da un computer: nulla da installare,
quindi, e cioè possibilità di
accedere ai Intranet da qualunque computer, comodo
per chi viaggia e per chi dispone solo di Internet Café.
La piattaforma centrale di
Intranet, poi, sarà il portale
per chi, navigando, fosse incuriosito dal sito. La parte
pubblica delle informazioni
di Intranet sarà automaticamente disponibile sul sito
portale, insieme alle documentazioni e alle informazioni generali sulla comunità. Le
informazioni sono a disposizione degli utenti, e ognuno
potrà contribuire ad aggiornare le notizie. Questo studio
e la sua realizzazione tecnica
sono realizzabili a costi contenuti: si chiederà a chi collabora soprattutto tempo per
preparare i corrispondenti
locali e par fornire informazioni. Ci si è dati una scadenza: per inizio 2003 è previsto
l’inizio del lavoro con i corrispondenti locali, e per maggio-giugno è prevista l’apertura al pubblico, (er)
I programmi missionari
L’Assemblea generale ha
apprezzato lo sforzo compiuto dal Segretariato per la preparazione dei programmi
missionari. Ha ribadito la
propria fiducia nei nuovi
orientamenti presi in seguito
all’Assemblea generale di Séte
(2000), sia per la preparazione
di questi programmi missionari sia per la loro attuazione
nelle chiese. Pur decidendo di
conservare la denominazione
«programmi missionari» per
indicare il processo in corso,
l’Assemblea generale ha precisato che, in questo ambito,
si tratta proprio di progetti
portati avanti dalle chiese in
risposta alle situazioni precise
che le interpellano nei loro rispettivi contesti.
La Carta della Comunità
L’armonizzazione del testo
della Carta della Comunità è
stata oggetto di discussioni
approfondite. Dopo avere registrato le sensibilità teologiche espresse, l’Assemblea generale ha votato un testo consensuale, imperniato essenzialmente sul fondamento
della fede cristiana e sull’affermazione dell’impegno missionario delle chiese membro.
Lo scambio di persone
Una nuova politica è stata
adottata in vista di diversificare le forme di scambio di persone all’interno della Comunità. In un mondo in cui la
globalizzazione tende a isolare i popoli e gli individui, l’Assemblea generale ha riaffermato la propria convinzione
che i contatti umani e il mettere in relazione uomini e
donne costituiscono una risposta alternativa a tale isolamento. Per questo, oltre alle
forme di scambi di persone
Le Commissioni
I delegati hanno adottato le
proposte presentate dal gruppi,
po ad hoc circa il mandatq
delle Commissioni. Il Consii
glio esecutivo dovrà studiati
in quale misura il lavoro della
Commissione di animazioni
teologica potrebbe esserei
meglio accompagnato.
L'allargamento
della Comunità
L’allargamento della Comunità ha fatto parte delle
preoccupazioni dell’Assemblea generale che ne ha accettato il principio. Spetterà
al Consiglio esecutivo precisare le modalità e gli assi
prioritari di ogni nuova adesione affinché l’Assemblea
generale del 2004 possa pronunciarsi. Questa apertura
consente alle chiese associate
di fare domanda della loro’
integrazione alla Cevaa come
membro di pieno diritto. .
La rete informatica
L’Assemblea generale ha
sostenuto inoltre l’attuazionedei progetto di comunicazio-,
ne «Rete condivisione e pomunicazione» presentato dal
Segretariato al quale dà mandato per proseguire e portare,
a buon fine questa piattaforma di scambio e di comunicazione tra le chiese, i Dipartimenti e i vari partner'della
Comunità. Infine l’Assemblea generale ba proceduto
all’elezione alla presidenza
della Comunità della signora
Christiane Agboton-Johnsgt
(Senegai) per una durata di
due anni e a quella del pastore Franck Mawuli Adubra
(Togo) come membro del
Consiglio esecutivo.
Si è inoltre preoccupata
della situazione socio-politi- ’
ca particolarmente grave dei
paesi della sub-regione e delle chiese che stanno attraversando una crisi. Senza dimenticare le chiese che tesdmoniano in un contesto più
tranquillo ma con sfide legate al loro ambiente. È nella
riconoscenza e nella gioii
che i delegati hanno parteripato al culto di chiusura di
questa seconda Assemblea
generale, celebrata nella
chiesa di Gbeto a Cotonou.
Essi si ritroveranno nel 2004
per la prossima Assemblea
generale che avrà luogo®
Francia, a Montbéliard.
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La signora Christiane Agboton-Johnson (Senegai),
te della Cevaa per I prossimi due anni