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Anno III. Venerdì 11 novembre 1SS3.
li» »
L4 BUONA NOVELLA
GIORIVALE RELIGIOSO
PREZZO D’ANSOCIAZIO^'G
{À domicilio
Torino, per un anno L. 6,00 1 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 [ « 4,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A),n9e0ovrE{ Si iv iy&..
Seguenilo la verità oella canta
Efes. IV. <5.
L’Ufiìcio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberto,
dirimpetto al CalTè Diiei.
Le assuciaziooi si ricevono in Torino allo
stesso Ufficio.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Frate Corrado da Castelspina. — Esposizione Evangelica, Divina autorità della
Bibbia 11. — L’Asse mblea religiosa di Berlino. — Critica degli Evangeli di A.
Btanchi-Giovini. — Una confessione dei clericali. — Lettera del sig. A. Beri. —
Notizie religiose. — Cronachetta politica. — Annunzi.
FRATE COURADO DA CASTELSPIKA
VArmonia nel suo Dumero di sabato, dopo di avere impiegata una
delle sue lunghe colonne a ¡^eltare
improperii contro quei preti che hanno abbandonalo il Cattolicismo, e a
prodigare elogi al cappuccino frate
Corrado da Castelspina, impiega altre
tre colonne per riportare una pretesa
ritrattazione dello stesso frate. Noi
diciamo pretesa ritrattazione, 1“ perchè non essendo stato frate Corrado
ricevuto nella Chiesa Valdese, non
aveva luogo la ritrattazione di dot
trine, che non era stato ammesso a
professare. 2» La ritrattazione riportata àaW'Armonia è di uno stile tanto
diverso dalle lettere autografe di
frate Corrado, che noi conserviamo
col timbro della Posta, che dimostra
non poter essere dello stesso autore.
Comunque ciò sia, per smascherare
YArmonia ed il suo Eroe, e per fare
conoscere quale è la prudenza e la
riservatezza della Chiesa Valdese nel
ricevere quei Cattolici che si presentano per abbracciare la Fede Evange-
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lica, specialmente se sono preti o frati,
diremo io breve come stanno le cose
in un tale fatto.
Il giorno otto settembre il Direttore
della Buona Novella ricevè una lettera dalla posta con franco bollo e coi
timbri di Limone, Cuneo e Torino. La
lettera era diretta — Al M.to Ili.re
Sig. P.ron Col.mo— Il Sig. Sig. Direttore del Giornale — Della BuonaNovella — Torino. —
Trascriviamo la lettera tale quale.
Molto Illustre Sig. Direttore.
Non sapendo come far tenere la qui
accbiusii al Sig. De Sanctis Ministro della
nostra Chiesa Riformata, prego la S. V.
M.to Illustre a fargliela tenere, ed in sua
mancanza al primo Ministro della nostra
Religione che si trova in questa Capitale;
assicurandola, che del favore le ne sarò
grato, anzi venendo costì per l’apertura
del nostro nuovo tempio, ho un articolo
per mettere sulla nostra buona Novella, e
nulla piii passo a riverirla e rai creda
Di V. S-. M.to Ill.re
Dev.mo servo
e Fratello protestante
Lutero Giraddi.
Briga 4 7.bre S3.
Dentro questa lettera ve ne era un’
altra dello stesso carattere chiusa e
ben sigillata, diretta al sig. De Sanctis
Ministro della Chiesa Riformata, Torino.
Il Direttore della Buona Novella
si avvide immediatamente che la l6tlera non era di un Protestante, sicco
me si diceva essere l’autore di essa:
si avvide che era anche falsa la data
di Briga, imperciocché i timbri postali
erano di Limone e di Cuneo; argomentò falsa la firma, imperciocché ad
un cognome italiano male si accoppia
il nome di Lutero. Giudicò quindi che
l’autore della lettera fosse un impostore , nè andò errato. Consegnò ciò
non ostante la lettera inclusa al sig.
De Sanctis, dalla gentilezza del quale
l’abbiamo avuta, e la pubblichiamo
tale quale.
lll.mo Signore
Il sottoscritto prega la S. V. 111.ma a
volerlo aggregare nel numero de’ suoi allievi, e comunicargli il mezzo onde ottenerne l’intento, assicurandola che sono
disposto a far l’abiura pubblicamente nel
nuovo Tempio, che con sommo desiderio
desidero di vederlo consécralo al sommo
Iddio per potere aneh’ io coi miei nuovi
Fratelli Riformati partecipare di tanti favori che già godono diversi nostri Piemoutesi.
Fin da questo momento mi dichiaro
protestante, e nemico del papa, e di tutta
la fazione Clericale, a cui giuro che da
parte mia sia distrutta quanto prima dalle
tenebre deiJ’Inferno.
Io sono disposto a venire costì quando
la S. V. III.ma giudicherà a proposito.
Ben inteso, la prego a scrivermi, e nell’istesso tempo di spedirmi una carta-monetata ben sigillata, im una lettera infranchita, e di fissarmi il giorno e l’ora, che
potrò trovarmi sulla piazza d’armi, e di
darmi il segno che ella vorrà, che le dia
per conoscerci.
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La prego per carila di tenere la cosa
celata fiu a tanto che abbia abiurato, altrimenti siccome SODO cosi ben Tcdtito dai
miei superiori, altrettanto temerei d’aver
dispiacere.
Dopo sarò io il primo a fàrhe un articolo per mettere sulla bella Novella, e diS'
posto anche a predicare se la S. V. III.ma
stimerà poi a proposito.
Sono d’età d’anni i3, predicatore missionario.
Non m’avanzo di più, le dico solo che
la S. V. III.ina non avrà protestante così
fervoroso, e basta che ottenga il mio intento, sonò disposto a fare perfino il carneiìce, se facesse bisogno, per togliere
una volta la fazione clericale.
Basta, passo a presentarle colla più profonda stima i miei rispetti, e souo
Di V. S. III.ma
Dev.mo Servo e Figlio in voto
P. toiiRADò vicario
Cappucc.—Limone.
P. S. Al momento il mio p. Guardiano
si trova fuori di convento, e vuol dire che
sono io Superiore i>.
Come può bene imraagiharsi, il sig.
Ue Sanctis non volle neppure rispondere
ad una tal lettera. Un frale, che è superiore in un convento di Cappuccini,
che dicela messa tutti 1 giorni, il quale
non parla che di odio e di vendetta, è
un soggetto che bisógna lasciarlo stare
ove sla: e quella lettera bastò a dimostrarci che il padre Corrado era un
pessimo soggetto. Si vede che costui
avea letto rArmonia e la Campana,
ove si dice che noi paghiamo coloro
che rinunziauo al Cattollcisino, è perciò parlava di caHa monetala, di lettera irl franchila, di ottenere il siti) intento ecc. Si vanti pure VArmonia che
ha ragione: se il padre Corrado! ha
lascialo il convènto per lin rtiese, lo
ha fallo perchè ha credutd di essere
pagato, come dice VArthoniai ma col
fatto proprio ha veduto che i clericali
sono calumiatoH. Si tengano pijre i
clericali questo degno soggetto che noi
non abbianio voluto ricevere, ma sappiano che egli ha giurato per iscritto,
che sia distrutta quanto prima dalle
tenebre dell’ inferno la fazione clericale , che egli si è esibito a fare PERFINO it CARNÉFICE per distruggere i clericali. Intanto questi
sono gli eroi òelebrati &M' Armonia.
Mentre frate Corrado scriveva tali lettere, godeva sempre la stima e benevolenza dei smi superiori e correli(jiosi, ed anche dei vescovi nelle cui
diocesi predicava Id divina parola ;
ed in ispecie riceveva i più distinti
tratti di amorevolezza da monsignor
Manzini vescovo di Cuneo, il quale
lo adoperava molto nella predicazione. Sappia VÀrmoriia che sé noi
volessimo ricevere preli e frali simili
a frate Corrado, ne avremmo delle
centinaia. Sappia che se frale Corrado è andato alla Toire, se colà è
stato ricevuto a titolo di carità per
alcun tempo nella casa di un cristiano
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evangelico, non è però slato ricevuto
nella Chiesa Valdese.
Per tutto quello che dice il frate
nella sua ritrattazione, gli diciamo
francamente, che dal principio alla
fine è un continuo tessuto di menzogne. Una Chiesa che esiste da tempo
immemorabile, che è stata lodata perfino dai suoi più accaniti nemici, che
è conosciuta da tutto il mondo, non
potrà essere screditata menomamente
dalle grossolane imposture di un cappuccino. Coloro soltanto che sono demoralizzati siccome lui, potranno prestar fede a tali menzogne.
ESPOSIZIONE EVANGELICA
Diviiia Aulorìtà della Bibbia.
II.
A dimostrare che le profezie della Bibbia non slansi potute verificare fortuilamente addurremo ancora una prova tratta
da una profezia di Mosè fatta ben 13 secoli innanzi che essa avesse il suo compimento ; profezia che dalla distruzione
di Gerusalemme ai tempi di Tito, infioo ad
ora si è continuamente verificata. Tale
profezia è contenuta nei capitoli XXVIII,
e XXIX del Deuteronomio, e noi preghiamo i nostri lettori a riscontrarla per
intero, limitandoci per la nostra parte a
trascriverne alcuni tratti principali.
«Tu sarai,dice Mosè al suo popolo, in
« proverbio ed in favola fra tutti i popoli
Il dove il Signore ti avrà condotto.... il
« Signore farà muovere una gente contro
« a te di lontano dalla estremità della
Il terra a guisa che vola l’aquila, una
Il gente della quale tu non Intenderai il
« linguaggio, la quale non avrà riguardo
« alla persona del vecchio, e non avrà
Il mercè del fanciullo, e mai non ti la« solerà alcuna cosa sino a che tu non sii
«distrutto: e t’assedierà in tutte le lue
« città, finché le tue alte e forti mura,
« nelle quali tu ti sarai fidato, in tutto il
« tuo paese caggiano a terra. Nell’assedio
« e nella distretta, della quale I tuoi ne« mici ti stringeranno, tu mangerai la
II carne de’tuoi figliuoli e delle tue figliuoli le. L’occhio delia più morbida e dilicata
II donna fra voi sarà maligno inverso il
Il suo figliuolo ed inverso la sua figliuola;
II imperciocché ella li mangerà di nascoso
II per mancamento di ogni cosa nell’asse« dio e nella distretta .... Voi resterete
II poca gente; e sarete divelti d’in sulla
« terra, nella quale tu entri per posseII darla. Ed il Signore li disperderà fra
« tutti i popoli da un estremo della terra
« all’altro estremo. Ancora fra queste
« genti non avrai alcuna requie, e sarai
« in ¡spavento notte e giorno e non sarai
« sicuro della tua vita».
Tale profezia fu fatta da Mosè prima
anche che il popolo entrasse nella Verrà
Promessa: è registrata nei libri di Mosè
custoditi dagli stessi Ebrei ; il compimento esatto di essa ha 18 secoli di testimoniansa, e noi stesso lo vediamo co’nostri occhi. La soggiogazione della Palelestina, l’assedio, la distretta e la distruzione di Gerusalemme e del tempio fatta
dalle armi romane ci è descritta dallo storico contemporaneo Giuseppe in modo di
vedere verificate le minime circostanze
della profezia. L’avere Iddio scelto Tito,
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il più dolce, il più clemente fra i romani
condottieri di eserciti, e fare die sotto la
di lui condotta fossero commesse tali barbarie, è un’altra prova che ci dimostra il
dito di Dio in quell’opera. La dispersione
degli Ebrei per tutta la terra è un altro
fatto evidente: le persecuzioni che han
dovuto soffrire, e che in molti luoghi soffrono ancora, sono fatti registrati in tulle
le storie, e specialmente nella storia della
inquisizione. Il dispregio universale predetto da Mosè è un altro fatto del quale
non sa trovarsi ragione che nel castigo di
Dio; imperciocché tutti i nemici di Dio, a
qualunque religione essi appartengano,
si uniscono per dispregiare quel popolo
disgraziato. Ma come, domandiamo agli
increduli, una tale profezia avrebbe potuto verificarsi fortuitamente?
Il secondo caso che indebolirebbe la
prova della divinità della Bibbia tratta
dalla profezia sarebbe se l’avvenimento
potesse spiegarsi siccome un’ opera di
furbi inleressati a coniare un avvenimento, acciò si verifichi la profezia. Ma
questo caso potrà aver luogo nelle profezie della Bibbia? Togliamo ad esempio
la profezia testé citata di Mosè. Gli Ebrei
per interesse di farla verificare avrebbero
chia'mate su di loro le armi romane, alle
quali, nel solo interesse di far verificare
la profezia avrebbero opposto una disperata resistenza; per lo stesso interesse si
sarebbero fatti uccidere e ridurre prigionieri a milioni, avrebbero lasciata incendiare la loro patria, il tempio, sarebbero
giunti fino a mangiare i loro figli ; la loro
dispersione sarebbe volontaria, e sarebbe
durata d8 secoli nel solo scopo di far
verificare una loro profezia. Ecco ove si
lasciano trascinare gl’increduli ! per uon
volere ammettere la evidente verità della
ispirazione della Bibbia devono ammettere simili assurdità.
Ma diamo uno sguardo alle molte profezie che riguardano il fatto cardinale di
tutta la Bibbia, il Redentore ; e vediamo
se tale fatto poteva dai furbi essere accomodato in modo cbe facesse verificare le profezie. Bisognava incominciare
dal trovare un furbo che l'avesse fatta
da precursore; ed ecco che Giovanni il
Battista senza niun interesse temporale
sarebbe andato a menare una vita di stenti
nel deserto, ed avrebbe finito per farsi
tagliare la testa. Bisognerebbe supporre
che Tiberio, onde far verificare la prò ■
fezia, avesse inviato Quirino per fare il
cenào nel tempo appunto che la Vergine
era gravida, e prese così bene le sue misure affinchè essa avesse partorito in viaggio. Tre sapienti impostori sarebbero venuti dall’oriente ad adorare e presentare
doni al fanciullo, solo per far vedere verificata la profezia degli Ebrei. Quel Gesù
ohe nella supposizione sarebbe stato un
impostore, avrebbe scelti a ministri della
sua impostura gli uomini i più ignoranti,
i più rozzi, invece di scegliere i più furbi.
Egli poi sarebbe stato così compiacente
da sottomettersi a tutti quegli strazi ed a
quella morte ignominiosa, affinchè la profezia fosse verificata. Ma vi è ancora di
peggio: i soldati romani, gli Scribi, i Farisei, i Sacerdoti, i Giudei avrebbero tutti
contribuito e si sarebbero tutti messi
d’accordo acciò fosse stala verificata una
profezia che era contro di loro. Ingoii
chi vuole tali assurdità, che un uomo che
ha ancora il suo senno uon potrà mai persuadersi gli avvenimenti che comprovano
le profezie bibliche essere stati accomo-
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dati apposifanienle acciò esse fossero verificate.
Resterebbe dunque la terza supposizione per indebolire la prova tratta dalla
profezia, che questa cioè fosse stata accomodala dopo l'avvenimento. Ula chi potrebbe aver fatto tal cosa? 0 gli Ebrei o
i Cristiani. Non gli Ebrei, imperciocché
falsificando così la profezia, c rendendola appuntino verificata in Gesù Cristo,
avrebbero pronunciata su di loro la più
decisiva condanna. Non I Cristiani: l’antipatia e l’odio che è fra gli Ebrei ed i
Cristiani rende impossibile il silenzio di
quelli in tal caso. Eppure gli Ebrei che
hanno accusalo i Cristiani di tante cose,
non li hanno mai accusati di avere falsate le profezie. Di più le profezie che
avrebbero dovuto essere falsate sono nei
libri degli Ebrei, libri custoditi da loro
con tanta gelosia: come i Cristian' averebbero potuto falsificarli? IGiudei erano
talmente scrupolosi nella custodia dei,
libri sacri, che il loro rispetto per essi
giungeva fino alla superstizione : se a
cagione d’esempio si trovava in qualcuno dei loro libri una lettera più grande
delle altre, i loro dottori vedevano in
quella lettera dei singolari misteri, ed in
tulle le copie che si facevano di quel
libro, osservavano diligentemente che non
fosse alterata quella minima differenza:
come dunque avrebbero permesso che si
facesse a loro discapito un’alterazione
nelle profezie? Ma supponiamo per impossibile che gli Ebrei di Gerusalemme
avessero taciuto ; i Samaritani loro nemici irreconciliabili, si sarebbero anche
essi accordati cogli Ebrei e coi Cristiani
per falsificare le loro Scritture? Gli Ebrei
sparsi per tutto il mondo si sarebbero an
ch’essi taciuti? Avrebbero taciuto per 18
secoli i Rabbini? Avrebbero taciuto un
Celso, un Giuliano, un Porfirio e tanti
altri nemici del Cristianesimo, se avessero avuto una tale ragione per rovesciarlo?
Oltre a ciò le profezie dell’Antico Testamento verificate nel Nuovo sono in
cosi gran numero, formano un assieme
così legato, così bello, cosi armonico, che
sarebbe cosa assai più facile rifare interamente il libro, che inserirci le profezie
che riguar^lano il Messia. Non essendo
dunque possibile veruna delle tre supposizioni, resta dimostrato che la profezia,
verificata appuntino anche nelle minime
circostanze, è un carattere della divinità
del libro che la contiene; ora la Bibbia
chiamandosi tà toO PsoO (Rom. 111.
2J, gli Oracoli di Dio, è tutta intera una
profezia, e dappertutto manifestasi il carattere della divinità.
L’ASSEMBLEA RELIGIOSA DI BERLINO.
{Kirchentag).
Le calunnie ed il riddicelo gettato dalr Armonia sul Kirchentag ( giorno della
Chiesa] che ebbe luogo in Berlino negli
ultimi giorni dello scorso settembre, ci
obbligano a dare ai nostri lettori una relazione la più breve che (;i sarà possibile
tìi (quella riunione. Avvertiamo però i
nostri lettori che noi non ¡stendiamo la
nostra relazione su'pochi tratti recati dai
giornali ( e Dio sa da quali giornali ),
siccome ha fatto I’ Armonia, per la quale
la menzogna e la calunnia è un’opera
meritoria allorché colpisce gii evangelici : mci noi la togliamo dalle estese relazioni fatte d^ uomini sopra ogni ecce-
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zione, i quali erano non solo leslimoni di
■vista, ina che facevano parte dell’ assemblea di Berlino : relazioni pubbHcate per
esteso negli Archivii del Cristianesimo
del 22 ottobre , nell’ Avenir di Ginevra
del 26 detto, ed in tre numeri consecutivi della Semaine religieuse , cioè nei
numeri 41, 42, 43 del lo, 22 e 29 ottobre.
L’ assemblea era composta di 1,872
membri, cioè 1,131 pastori, 211 candidati (i candidati sono coloro che compiti
gli studii teologici attendono il momento
di essere promossi al ministero ecclesiastico ), 108 professori, e 322 laici. Il celebre Concilio di Trento che rappresentava tutta la Chiesa cattolica, dopo tante
convocazioni, non coniava che VENTICINQUE tra cardinali, arcivescovi, e vescovi nel giorno della sua solenne apertura il 1." dicembre 1S43.
L’apertura dell’assemblea si fece il
20 settembre a sette ore e mezzo del
mattino nella cattedrale , per meazo di
un servizio religioso. 11 sepraintendente
generale, dottore HoiTman, fece il sermone sopra quelle parole di san Paolo
(Efes. IV, 4J ; « V’è un corpo unico ed un
unico spirito : come ancora voi siete stali
chiamati iu un’ unica speranza della vostra vocazione ». Alle dieci della stessa
mattina 1’ assemblea si raunò nel vasto
tempio della guarnigione destinato per le
sedute. Una semplice piattaforma era occupala dal Presidente, dalla Commissione
sinodale e dai deputati stranieri ; incontro
alla piattaforma eravi la tribuna per gli
oratori ; ai due lati i membri dell’ assemblea, ed il resto del vastissimo tempio era
occupato da una calca immensa di persone.
Dopo il canto di uno di quei magniiìci
inni che sono in uso nelle chiese evangeliche alemanne, cd una fervente preghiera per implorare le benedizioni di
Dio sulle deliberazioni, si procede allo
stabilimento dell’ufficio di presidenza.
Formato questo, il presidente apri la seduta con un rapporto, nel quale rendeva
conto dei lavori del Comitato durante
I’ anno. Poscia si propose la grande questione che era all’ ordine del giorno, cioè
l’adesione alla Confessione di fede di Augusta. Non già che la detta confessione
dovesse essere proclamata per simbolo
delle chiese alemanne. Essa lo è di già ;
ma per dare ad essa una nuova forza
morale per la esplicita adesione di tutta
r assemblea e per dimostrare l’invariabilità della Fede evangelica, e l’unione di
tutte le chiese alemanne in un simbolo
comune.
Allora si levarono nel cuore del Cristiani dei serii timori che potesse nascere
una qualche scissura fra i Luterani, i Riformati e gli Evangelici : ma per la grazia
di Dio tutto andò in perfetta calma, e la
unione cristiana non venne punto turbata
in quella discussione. L’uflìcio della presidenza avea formulato la questione in
questi termini precisi : « 1 membri delI’Assemblea (Kirchentag) evangelica,
dichiarano che essi aderiscono col cuore
e colla bocca alla Confessione presentata nel 1S30 dai principi dello Stato
all’ imperatore Carlo V , e con questo
documento comune, il più antico e il più
semplice della dottrina evangelica riconosciuta in Alemagna, rendono pubblica
testimonianza del loro accordo e della
loro unità religiosa. »
« Ad una tale testimonianza essi aggiungono la dichiarazione che ciascuno
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resta fermamente attaccato al simbolo
particolare della sua Chiesa, ed i membri della Chiesa unita al consenso delle
due confessiooi : la posizione dei Luterani, dei Riformati e della Chiesa unita
relativamente all’ articolo X della Confessione di Augusta è lasciata intatta, come
ancora la indipendenza delle Chiese riformate che non hanno fino ad ora riconosciuto come loro simbolo la detta Confessione «.
Il presidente con una corta allocuzione
basò lo stato della questione. Vari oratori
presero in seguito la parola tutti nel
senso dell’ ammissione. Un solo oratore
propose r ordine del giorno puro e semplice : questi era il signor Thesmar di
Colonia, antico cattolico. Il dott. Schenkel
in un discorso che produsse la piii viva
impressione neH’assembiea, dichiarandosi
Riformato e non Luterano, protestò che
riceveva con tutto il cuore la Confessione
Augustana, e che sebbene nella sua maniera di vedere si potesse criticare qualche articolo isolato, o qualche espressione nella redazione, egli vedeva nel suo
insieme in quella Confessione la bandiera
dell’Alemagna protestante in faccia al
cattolicismo ed al razionalismo. Il dottore Merle d’Aubigné, dopo di avere reso
testimonianza alla Divina autorità della
Bibbia, dopo di avere indicati i meriti
istorici e dogmatici della Confessione augustana , cercò di difiìdare l’assemblea
intorno alle esagerazioni di un luteranismo stretto formalista, gerarchico ed
esclusivo, il quale per le sue tendenze
tradizionali conduce a Roma e concbiuse
con queste parole ; « Siamo piuttosto una
sola cosa, diamoci la mano , cari fratelli
della Chiesa luterana. Avauziamoci sotto
10 stendardo del nostro Capo comune
Gesù Cristo ; camminiamo insieme alla
conquista del mondo per la predicazione
della Fede. »
Erano le S della sera, si venne alla votazione, e la proposizione fu adottata alla
quasi unanimità. Si fece la controprova,
sei sole mani si levarono per la non adozione. Allora fu intuonato daU’Assemblea
11 bellissimo caotico di azioni di grazie
Nun danket alle Golf ecc., e con una
fervente preghiera fu chiusa la prima
sessione.
Il giorno dopo si aprì la seconda sessione. Quale debbe essere la condotta della
Chiesa in faccia allo spirilo di setta e di
separazione? Tale era la questione che
fu posta all’ordine del giorno per questa
sessione. La questione era delicata anzi
che no, se si considera specialmente la
posizione dell’Alemagna e della Chiesa
dominante che passano per nou avere
ancora ben compreso iu tutta la sua estensione i diritti della libertà religiosa. Si
temeva che qualcuno degli oratori fosse
venuto fuori con delle teorie d’intolleranza, ma grazie a Dio tali previsioni andarono fallite.
Il dottore Snethlage incaricato dalla
presidenza a stabilire lo stato della questione, non manifestò, è vero, i largh
principii di tolleranza manifestati poco
fa nella conferenza di Omburgo (B. N.
n“ 48, pag. 736), ma pose principii tali
che possono dirsi un vero progresso per
la Chiesa Alemanna. Noi traduciamo i
principii adottati dall’Assemblea, affinchè
servano di risposta ù\’Armonia, la quale
ci sfidava a provare che i cattolici sono
più intolleranti dei protestanti.
Il La Chiesa non deve avere nè la
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volontà, nè il potere di costringere o di
perseguitare i separatisti ed I settari.
2“ Il Fino a che una setta è in via di
formazione, e che I capi di essa vedono
unirsi a loro degli individui isolali, non
bisogna impiegare a sun riguardo che la
cura dell’anima , l’istruzione, la testimonianza resa alla verità, ed anche mettere la comunità seriamente in guardia
contro gli errori.
3" Il Quanto alle sette di già formate
la Chiesa deve far loro sentire che esse
non hanno conosciuto i diritti che le appartengono, ed in conseguenza che le
sue henedizioDÌ gli sono ricusate.
idilli dovere della Chiesa nelle sue lotte
colle selte ed i separalisli è di soddisfare
ai bisogni dei migliori fra i suoi membri. »
Il discorso del dottore Snethlage fu
un commentario delle sue f|uattro tesi:
incominciò per distinguere tra separazione e .seiia, ammise che vi sono delle
separazioni legittime, lodevoli, necessarie allorché si tratta dell’ interesse della
verità. Quindi stabilì che il Signore non
vuole che la sua Chiesa sia difesa dalle
armi carnali; che essa non deve mai
chiamare in suo aiuto il braccio secolare
e i mezzi politici; la persecuzione, egli
disse, fortifica il separatismo; la forza
non può nulla contro le selte o le separazioni. Il pastore fedele non deve combatterle se non che raddoppiando il suo
amore, la sua carità per le anime che
gli sono confidate; la preghiera, la pazienza, r amore e la testimonianza resa
alla verità sono le sole armi che deve
adoprare un pastore fedele. S. Paolo si
rallegrava che l’Evangelo fosse annua
ziato anche per ispirilo di contenzione
(Filipp. 1, 16. 17. 18).
Vari oratori presero la jiarola dopo di
lui, ma neppur uno si levò per difendere l’intolleranza.
(Il seguito nel prossimo numero)
CIUTICA DEGLI EVANGELI
DI A. BIANCHI-GIOVINI
Caro fratello, intendo che hai ragione!
la mia risposta a Giovini mi porterebbe
ad occupare due pagine del tuo giornale
per anni cd anni, cosicché dovrebbe stimarsi immortale il giornale e 1’ opera cui
si risponde. Quel che dicesi attualilà va
a perdersi. Ne farò un lavoro a parte, se
me ne verrà il genio, e se lo crederò necessario, necessità che si deve misurare
dal grado d’influenza che può esercitare
il lavoro del signor Giovini. Finora il lettore ha potuto vedere, come si può rispondere alla più importante delle qulstioni, r autenticilà de' libri del N. T.
Spero che molli avrebbero potuto risolverla anche dasè, ma per parecchi era quislione a discutersi con maturi esami. Le
osservazioni parziali del signor Giovini
sui nostri libri sacri ci spaventano meno
quanto all’ effetto che possono produrre,
e moltissimi saranno in istato di rispondervi. Abbandono quindi questa corrispondenza , e finisco, esternando ancora
una volta il mio rincrescimento che un
uomo di spirito così vivace e così popolare come è il signor Giovini, non abbia
voluto comprendere che I’ Evangelo è libro che ha in sè l’impronta di Dio, che
in questi tempi di corruzione, di vaneggiamenti, quando i principii si affogano
10
Dell’oceano degli interessi, mentre abbiam bisogno di levar ben alto il sentimento del dovere e d’ una religione divina e nobilissima, egli siasi rivolto contro
nn libro che può rigenerare individui e
naiioni. Non a tuUi è dato d’ esser Cristiani, e chi ha subito il periodo della
miscredenza ben lo sa, ma non basterebbe
esser buon cittadino per persuadersi cbe
la religione è indestruttibile e che togliendo dal cuore dei giovani il rispetto
per l’Evangelo tale qual’è, non si fa che
confermare la superstizione presso gli
altri e creare un avvenire, ove molti degli
increduli stessi dimanderanno un papa,
non avendo saputo trovare un Salvatore !
Gran eoDdannazione è questa per i popoli , che sino a che non abbraccino il
cristianesimo puro, debbono o in un modo
0 in un altro stagnare nel paganesimo.
Nell’ antichità il paganesimo testimonio
della necessità della religione, e dopo
Cristo esso dimostra che gli sforzi dei
dotti increduli possono abbattere ne’cuori
la religione vera, ma sono irupotenti a
distruggere quel sentimento profondamente scolpito in noi e che cerca una religione. La storia ce lo ha detto, e la
Francia sei sa : vogliamo rifare il cammino ? AttendiamocL le stesse conseguenze. l Valdesi, seguaci dell’ Evangelo
ed Italiani, predicheranno sempre a’ loro
connazionali queste verità : piangeranno
di non vederle accettate, ma il loro pianto
sarà di carità e non di rimorso. A noi è
imposto di compiere un dovere e non già
di riuscire nell’ impresa. — Addio.
UNA
CONFESSIONE BEI CLERICALI.
Negli ultimi numeri dello scorso
anno la B. N. riportava alcune bestemmie ed imprecazioni orribili che i
clericali del medio evo pronunciavano
allorché lanciavano una qualche scomunica, e conchiudeva colla seguente
apostrofe : Clericali., rispondete: è
questo il linguaggio del Vangelo ?
Noi credevamo che i clericali riprovassero quei barbari fbrmolarii, o
che almeno per pudore tacessero: ma
\Armonia nel suo n® 153 accetta
tutta la responsabilità di quegli orribili formolarii che farebbero vergogna
ai cannibali, e dice che quello è il
linguaggio evangelico. Ci sia lecito
dunque di trarre alcune conseguenze
da questa confessione dei clericali.
1* Conseguenza : il vangelo dei
clericali non è il vangelo di amore,
ma quello della vendetta, delle stragi,
del sangue.
2“ Conseguenza ; se i elericali non
sono oggi pili quelli che erano nel
medio evo, non è perchè abbiano
rinuncialo ai barbari principii che
erano in voga in quei tempi, che anzi
essi lianno l’impudente sfacciataggine
di proelamarli principii evangelici.
3^ Conseguenza : fate che tornino
al potere i clericali, ed essi faranno
11
tutti i loro sforzi per ricondurre la
società in pieno medio evo.
Noi Qon dimentichererao mai questa preziosa confessione dei clericali,
e speriamo di potergliela spesse volte
gettare sul viso.
E poiché siamo a parlare dell’/l»'monia dobbiamo dire che ella nientisce sfacciatamente allorché nel suo
numero di ieri pag. 701, col. 3 dice
che l’almanacco pubblicato col titolo
YAmicoi {li casa è una pubblicazione
valdese, e che da essi si disiribuisce
a buonissimo mercato. I valdesi tanto
han che fare colla redazione, pubblicazione, 0 distribuzione di quell’Almanacco quanto han che fare colla
redazione, pubblicazione, o distribwzione AtW'Armonia. Ci siamo espressi
abbastanza chiaramente? Dopo tante
mentite che ricevete ogni giorno, imparaste almeno una volta a tacere.
Badate ben^ però, che mentre noi
diciamo di non avere che far nulla
con qyyaW’Almanacco non intendiamo
però di riprovarlo, che anzi lo approviamo altamente, e torniamo a raccomandarlo come uno dei migliori
almanacchi che conosciamo.
Lettera del sig, lìert, pastore valdese,
al Direttore della Buona Novella.
Torino, addi 9 novembre 18S3.
PrcflT. Siijnore c fratello nel S. N. G. C.
Il giornale pretino Ib Campana^nce
vetle già altre volte da me l’epiteto ben
meritato di mentitore e calunniatore,
quando si permette di accusarci di comperare con danaro le anime che, stanche
dall’errare nell’ovile de’clericali, riparano a noi per aversi una religione, la religione semplice e pura di Gesù Cristo
come la insegna il Vangelo. — Dal silenzio cbe serbarono d’allora in poi a mio
riguardo dovetti credere che i redattori
del tristo giornale si fossero ravveduti di
così basso procedere; ma un recente articolo del medesimo periodico mi ha provato che mi ero ingannato.
Infatti, in occasione dell’onore che i
miei concittadini fecero a me qual pastore
della parrocchia Valdese, di nominarmi a
membro del Comitato di Beneficenza pei
soccorn invernali alle classi indigenti, I
redattori della Campana non arrossirono
di dire che « molti buoni Torinesi avreb« bero offerto una parte delle loro so« stanze per sovvenire alla miseria pub« blica, ma non lo fanno perchè que« sto sostanze medesime dovrebbero cali dere nelle mani de’ Protestanti, e poli trebberò forse servire di mezzo ad una
Il infame propaganda che cerca crescere
Il tra noi il numero degli apostali ; quasi
« che risidtasse da parecchi fatti riferiti
«già dalla stampa, approfittare i Valdesi
Il della miseria di certi infelici, per offerir
«loro danaro, con patto cbe rinunzino
Il alla propria fede ed abiurino il cattoli« cismo ; tutti fatti di cui la Campana è
Il pronta a dare alTAmedeo Bort non soli spette prove, quando che, rispondendo
I- egli airinvito da essa più volte fattogli,
Il si recasse il pastore valdese nell’uirizio
Il della sozza mentitrice.
« Può dunque in coscienza (aggiunge
12
" essa), uQ buon cattolico dare danari ad
« UD Comitato di cui fa parte il sig. Amedeo
« Bert ? e non sarebbe legittimo il timore
« che nella distribuzione delle sue ofTorte
a si regalasse un romanzetto valdese, un
« foglio della Buona Novella, o alcun al« tro di que’ libricciatoll [che continua<1 mente mandano alla luce le Società proti testanti ? »
Caro fratello nel Signore, al cospetto di
così fatte accuse ed anticristiane insinuazioni, egli è dover mio di rispondere,
non ad un giornale che troppo si merita
il pubblico disprezzo, onde io sprechi il
mio tempo e il proprio rispetto con entrare in controversia secolui, ma bensì
a’ nostri concittadini ed a’ miei onorevoli
commettenti con dire loro qualche parola
in proposito.
Dirò dunque e ripeterò in faccia al
mondo intiero che noi non compriamo le
anime, limitandoci, come di dovere, ad
istruirle e condurle alla fede evangelica,
quando esse ricorrono per ciò a noi. —
Quello è dover nostro, come è dover nostro ancora il soccorrere i nostri fratelli
nati 0 ricoveratisi nel grembo della Chiesa
evangelica, e NESSUNO mai jictè mostrare che noi procediamo in altro modo;
l’accusarci, in fatti, non basta, per convincerci rei ; che rei noi siamo ; e sfidiamo sempre CHICCHESSIA di pubblicare
un SOLO fatto che dimostri i Pastori ed
evangelisti protestanti di Torino colpevoli
di mene quali le suppone la Campana.
Noi non vogliamo contaminarci con andare negli uffìzi di quel giornale; s’egli
ha qualche pruova da addurre contro di
noi, la pubblichi iu pian giorno; che se
non lo fa, si è a motivo che Donn ha ulta;
e così la ripetiamo noi una diffamatrice
É MENTITRICE !
In quanto poi alia possibilità appostaci
di convertire i doni della beneficenza pubblica in istrumenti di conversione al protestantismo, la è talmente ridicola, e improntala di cieco fanatismo compcmcsco,
che, in verità, non vale che ce ne occupiamo. — No, caro mio; sebbene noi bramiamo tutto dì di vedere le anime illuminarsi con credere in Cristo solo Salvatore, e respingere lungi da sè le superstizioni; ciò nullameno, quando facciamo
la carità non ci occupiamo di religioni,
veggiamo uomini che sdirono, e ciò basta
perchè, per amor di Dio la nostra mano
destra non sappia ciò che fa la sinistra in
proposito, e soccorriamo gl’infelici senza
distinzione di religione.
Ora, se il nostro modo di agire è tale
sempre verso gl’infelici, i quali possono
essere addotti a testimonianza dell’ allegato nostro ; come potremmo noi portarci
altrimenti nel caso attuale, in cui un Comitato tutto cattolico presieder deve alle
distribuzioni di pane, di abiti ecc. da
farsi a’ poveri ? E se fu luminoso concetto
e brama degli incliti elettori nostri che il
Pastore Valdese fosse membro del Comitato di Beneficenza, onde giustamente
rappresentarvi ¡I suo gregge; e dimostrarono in tal guisa la tolleranza ed alta religione cui sono essi informati, non hanno a lodarli per il loro operato, anziché
biasimarli? In ogni paese beu retto, fa, in
fatti, d’uopo che i cittadini si uniscano
mai sempre tra di loro, anziché dividersi;
avere dobbiamo e possiamo ciascuno la
propria fede ; ma, ciò non toglie che siamo concíítoíiwi, e da concittadini dobbiamo vivere assieme, — Cattolici, Vai-
13
desi, Israeliti, siamo tutti figliuoli della
stessa patria, e cosi dobbiamo rispettarci
ed amarci; — negli affari civili, la religione non ha che entrare se non per vieppiù unirci.
Ecco quanto mi premeva di dichiarare
pubblicamente.
Gradite , mio caro, i sensi dell’ affetto
cristiano con cui sono sempre
Vostro devotissimo fratello
Il Pastore Valdese
Amedeo Hert.
KO'l'lZlE REIilCilOSE
Francia. Nel comune di Chellcs vicino
a Compiégne (Oise), moriva un signore
protestante. La famiglia comprò nel cimitero del comune un pezzo di terreno
e vi seppellì il cadavere. Dopo tre settimane da che quel cadavere era sepolto,
una mattina sul far del giorno venne
per ordine dei preti dissotterrato, e legata
la cassa con una corda, fu trascinata fino
al luogo destinato a seppellire i malfattori. Dopo ciò i preti si portarono pròcessionalmente al cimiterio e lo ribenedissero.
Ma qui non finisce l’orribile dramma.
Un'sacrestano si presenta alla famiglia del
defunto, e domanda con minaccie di atti
giudiziali il pagamento di 3G fr. ammontare di spese e diritti per la esumazione
del cadavere e la benedizione del cimiterio.
11 concistoro della chiesa protestante
ha fatto reclamo di tali oltraggi innanzi
al Ministro dei culti, e si spera che il
Ministro renderà giustizia.
UvÉRES. Una cappella per il cullo
evangelico è stata costruita. Alcune famiglie cattoliche di Hyères hanno fornito i primi fondi.
Alììsìon. Domenica settembre, alle
10 1]2, ebbe luogo la ¡dedicazione del
nuovo tempio evangelico. Alle .3 pomeridiane vi fu un secondo servizio religioso, fu ammini-strato il battesimo a due
fanciulli, e fu amministrata la S. Cena.
I caltolici che assistevano a tali funzioni erano vivamente commossi: le lacrime cadevano dagli occhi di molti.
.lossES. Il 29 settembre, gli evangelici
di Josnes vicino a Beaugency hanno fatto
la inaugurazioue del loro bellissimo tempio, che essi debbono in gran parte alla
generosità del Pa.stor Boissard e della ottima sua moglie. -iOO incirca sono i protestanti in quella località; ma il giorno
della inaugurazione ne vennero molti dai
paesi vicini, e lutti riceverono ospitalità
dai loro confratelli, e molti anche furono
alloggiati da famiglie cattoliche.
Ginevra. È di passaggio per questa
città il Pastor Puaux conosciuto dal pubblico francese e svizzero per le sue eccellenti opere di controversia. 11 Pastor
Puaux è il terrore dei preti per i suoi
molti opuscoli popolari, e per le dispute
che ha sostenute e che sostiene con i più
celebri vescovi, ed i più celebri predicatori della Francia. Egli era un avvocato
cattolico: convertito al Vangelo ha sentito il bisogno di far conoscere ai suoi
antichi confratelli gli errori della Chiesa
romana, e si occupa indefessamente della
evangelizazione dei caltolici. In Ginevra
terrà una riunione ove esporrà le circostanze del tempo attuale, ed i doveri che
in tali circostanze hanno i cristiani evangelici.
14
Irlanda, togliamo dal Bulkttin du
Monde chrètien.—1 novembre.—Le seguenti cifre sono estratte dal rapporto
ufficiale della visita d’ispezione fatta dal
Vescovo protestante di Tuani nella sua
diocesi nel mese di agosto scorso.
In questa visita ¡1 Véscovo ha procèduto alla consecrazione di sei nuovi tempii: altri cinquè sono in cóstruzioiie, tre
dei quali saranno ben tostò corìsècfati:
aggiurigiaino che lo stesso t'èscovò ha
posto solennemènte la prima pietra di
un altft) tefhpid. In tiitio, tèmpii nuovi
dodici.
In sèi luofgliì si 6 fatta la ceriirionJa
della conteirnazlione: sono stiite arrimesse
ad essa cèrimohia 289 persone, delle
quali solo 42 etano di otiginè próiestante.
È stata aperta ùtià nuova scuola appositamente costruita; altre quattro sono
in costruzione, ed il Vescovo ha posto
la prima pietra di sei altre scuole: totale
undici nuove faibbriche pet scuole.
Sono state visitate ventinove scuole.
Il numero dei fanciulli presenti eiai di
■1,671 ; i fanciulli scritti nei registri 2,2!29
per la Dfiàggior parte caltolici ròmarii.
Sono stati fabbricati quattro presbìtèrii, ed il Vescovo ha posto là priffia pietra per un quinto. Ha visitata àitresì
cinque case di missione.
Consultando il rapporto della visita
fatta dal Vescovo nel dicembre 1852 troviamo cfie il numero dei convertiti era
in quel tempo di 2,411 ; ai quali se si aggiungono i 247 convertiti di nuovo, formano la cifra di 2,6!j8 cattolici che sono
passati alla chièsa protestante in una sola
diocesi d’Irlàndà.
II numero attuale dei tempii è d’i Ì6,
altrettante sono le fabbriche destinate alle
scuole.
Il servizio religioso è celebrato in 147
località; i pastori sono Ì\, i missionarii
38 ; in tutto 109. Il Vescovo protestante
di Tuam ha ordinato nei cinque ultimi
anni 30 missionarii destinati specialmente
ad àfinuilziaTe il Vangelo nella sua diocesi
ai cattolici.
11 rapporto dice che I {»tòtestanti della
diocesi sono iii numero di 20,527 ; dei
quali 5,992, vale a dire più di un quatto,
sarebbero cattolici romani convertiti.
Il numero delle scuole èdi23S, e sono
frequentate da 8,860 fanciulli ed adulti,
il terzo dei quali sono cattolici romaniche
cercano fra i protestanti quella istruzione
che hanno cercata invano dai loro preti.
E tutto ciò in una sola diocesi dell’Irianda !
America. Scrivono daCincinnati all’£co
d’Italia che due ragazzi fuggirono dall’asilo degli orfani di s. Luigi assai malconci
per i cattivi trattamenti che ricevevano
dai preti direttori del pio stabilimento.
Consegnati alla polizia furono visitati, e
furono trovate sui loro corpi le cicatrici
di colpi violenti dati con nervo di bue ;
ed alcuni di tali colpi era stali dati con
tale barbara violenza, che il nervo aveva
rotto la pelle ed erasi affondato nella
carne. I preti carnefici si chiamano il P.
Bernardo Citili, ed il P. Bernardo Forca.
La polizia ha fatto arrestare i due preti.
CROMCHETTl POllTfCrl
Torino. — Il Consiglio comunale nella
seduta dell’ 8 ha incaricato il Sindaco affinchè facciet pressò il' Governo le oppor-
15
lune pratiche, onde i frati Francescani
cha sono nei convento dello dalla Rocca
si ritirino ia altri conventi del loro Ordine, e lascino libero al Municipio il possesso del locale ad essi accordato. Nel
luogo ove è la chiesa e il convento , il
Municipio ha decretato di fare un tiro al
bersaglio.
Lo stesso Consiglio municipale , nella
medesima seduta, accordò la somma di
L. 6,000 al Comitato di beneficenza ad
oggetto di soccorrere gli indigenti nella
prossima stagione invernale.
— Si legge nel Corriere Mercantile di
Genova:
1 carichi di cereali giunti nel nostro
porto dal i ottobre al giorno 7 del corrente, soMimario ad ettolitri 188,409 di
frumento, ed ettolitri 12,996 di granaglie
diverse. Di queste quantità pochissimo
venne riesportato all'estero; molto per le
Riviere, a seconda dei bisogni.
Le spedizioni per l’interno , piuttostochè copióse durante l’aumento che sui
mercati piemontesi ebbe luogo per causa
delle seminagioni, cessarono quasi del
tutto da qualche giorno, stante il ribasso
che si verificò per la ricomparsa di sufficienti provviste sui mercati medesimi.
Gli arrivi che si attendono non saranno
minori degli enumerati, benché molti carichi siano impegnati alla consegna in
Marsiglia od in Livorno per anteriori contratti. In Livorno le richieste della Toscana e della Romagna contindano assai
forti, ed altre se ne aggiunsero da Napoli, dove tenue è il deposito. Il prezzo
del pane a Livorno è di 1 cent, per libbra pili elevato del nostro.
Roma 3 O'bre. Si legge nel Giornale di
Roma:
Sul finire dei prossimo passato oltobrei
circa le undici della sera, arrenossi sulla
foce di Fiumicino il bastimento pontificio
il Coloilìbo, e tosto sfondò. Esso era carico di grano, e condotto da Pietro Mangano. Furono subito prestati i necessari
aiuti ; ma molto grano noil si è potuto
salvare, ed il bastimento infrautosi è quasi
perduto.
DISPACCIO ELETTlilCO
Parigi, giovedì 10, ore 10 1/2 antim.
Dodicimila turchi hanno passato il Danubio, il 2 ed il 5 àd Oltenilza nella
grande Yalacliia ; sono stati attaccali da
9,000 russi, comandali dal generale Pausoll'. Dopo un rivo cannoneggiamento ed
un combattimento baionetta I turchi sono
rimasti nella posizione. 11 l'oinbattimento
è durato tre ore. I russi hanno avuto seicento uomini morti, e ulliclali feriti,
fra cui sei superiori. S’ignora il numero
delle perdite dei turchi.
Il giornale di Pietroburgo pubblica un
manifesto imperiale del 21 ottobre, giunto
per la via di Berlino il giorno 8. In esso
è dello che la Russia essendo stata provocata al combattimento, non ha da far altro
se non ricorrere alla forza delle armi,
per costringere la Porta a rispettare i
trattati, per ottenere riparazioni alle offese con le quali si è risposto alle domande moderate dello czar, ed alla legittima solfériitiidine ch’egli ha per difendere la fede ortodossa iu Oriente.
L'ÉVillLE ET LE STATliT
0(1
M.i conDajination
PAR LA COUR D’APPEL
DE CIIAMBÉllY
Plaidoyer de M. l'Avocai Sagène CourtComte, publié par Houdry-Mènos. —
Opuscolo di 3i pag.
AhÌHamo altra volta atìDunziafo corte
datla Corie d’Appelfò di Ciamberì venisse
con sentenisa del 19 settérfibre p. p., il
16
sig. Houdry-Ménos condannato ad un
mese di carcere e 300 fr. di multa, per
un articolo inseriio nel Nouveau Patriote
Savoisien, nel quale articolo volle il pubblico ministero vedere un’offesa alla Religione dello Stalo, quando non era se
non uua legitliuia difesa per parte del
sig. Houdry Ménos della sua credenza religiosa, con basse calunnie indegnamente
oliraggiata dai corifei della fazione clericale in Savoia, il Courrier des Alpss e
ì’Echo du Mont-Blanc.
L’opuscolo cbe annunziamo contiene,
insieme ad una breve prefazione dell’editore, la difesa fatta dal sig. avv. CourtCnmte in questa circostanza ; ed egli è
con tutta sincerità che possiamo asserire
all’altezza dell’argomento non essere venuto meno il talento e la maestria del difensore. Stile dignitoso e facile, lucidità,
sagacia, profonda dottrina e dialettica
stringente, tutte queste qualità si ritrovano
ad altro grado nella bella aringa del sig.
Court-Comte, ove la quistione della libertà di coscienza, dal punto di vista legale, è trattata in modo da lasciare poco o
nulla a desiderare. 1 curiosi di legger siffatto opuscolo (e speriamo sieno molti) lo
troveranno vendibile alla Libreria Evangelica di Ciac. Biava — al prezzo di 20
cent.
L’AIICO DI CASA
ALMANACCO
JPOPOIìJlUE IliliUSTBATO
Per l’anno 1854
Volumetto elegante di 120 pagine, in
buona carta, caratteri nitidi, ed ornato
di 20 vignette al prezzo di
Centesimi 30.
Si vende in Torino presso G. Biava ,
libraio, via Carlo Alberto, in faccia al
caffè Dilej, e presso i principali librai.
1 librai delle provincie che ne desiderano un numero di esemplari possono
dirigersi per le condizioni al suddetto
sig. G. Biava.
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Addio al Papa.....ii 1 ii
Paleario, il benefizio della morte
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Tesoretto bibblico . . . . » 0 20
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