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Anno 121 - n. 13
29 marzo 1985
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pollice
delle valli valdesi
SETTIMANALE
350 FAVOREVOLI, 39 ASTENUTI, 75 CONTRARI: LA CAMERA RATIFICA IL CONCORDATO
Accordo senza entusiasnmi
Nonostante la schiacciante maggioranza l’opposizione mette in rilievo le ambiguità della
soluzione, non ancora approvata, per il finanziamento del clero e per gli enti ecclesiastici
Alla morte di Cernenko pensavo che il ’’summit” del Cremlino scegliesse quale ’’successore
al trono” l’intramontabile, l’indistruttibile, Tbiternazionale Gromyko. Guardando aUa Russia ci
eravamo, in questi anni, abituati a vedere la gerontocrazia al
potere. Invece questa volta Madre Russia ha svecchiato di colpo il numero uno del Cremlino
compiendo una scelta destinata
a durare. Gorbaciov, alla fine della seconda guerra mondiale, era
un ragazzino. I ’’santoni” del Politburo, quelli che hanno combattuto il nazismo ed hanno vissuto le purghe staliniane, hanno
ceduto il passo al loro più giovane collega. Chi voleva l’URSS
monolitica, mummificata nel suo
rosso potere, dovrà mettere in
conto quest’ultima svolta che ha
già dato un primo segno positivo.
Mentre a Mosca si svolgevano
le esequie del defunto Cernenko
i colloqui di Ginevra proseguivano scavalcando il protocollo che
avrtihbe voluto il ritiro della delegazione sovietica dal tavolo delle trattative per iutto nazionale.
I funerali di Cernenko e la
contestuale elezione di Gorbaciov
hanno attirato sulla Piazza Rossa
molti capi di stato. Ci è andato
anche il nostro presidente Pertini, il più vecchio capo di stato vivente (88 anni), facendo andare su tutte le furie membri
autorevoli del nostro Governo
nonché la colonia italiana in Argentina e Brasile dove si sarebbero dovuti svolgere solenni festeggiamenti in occasione della
sua visita coincidente con il ritorno della democrazia. Il terribile vecchio si è mosso ancora
una volta con spontaneità, come
l’uomo senza potere a cui non
interessa il dosaggio diplomatico.
Per aicuni la puntata di Pertini
a Mosca è stata una ’’gaffe” colossale che gli costerà la rielezione. Per altri è stata la mossa
coerente di chi mette al primo
posto la pace su scala internazionale.
L’Europa e l’URSS hanno oggi forse più cose da dirsi di ieri. Tra Mosca e Washington
l’Europa può incunearsi e far
sentire la sua voce prima dell’avvio della produzione di nuove ’’armi steUarl”. Dopo sarebbe
tardi. E Pertini, sulla Piazza Rossa, accanto alla Thatcher, a Mitterrand, a Kohl, a Gonzalez ha
lanciato all’altro vecchio presidente oltreoceano, investito del
più grande jioterc del mondo, il
messaggio di un’Europa che non
può più continuare a correre e
sfiatarsi dietro la lepre dei nuovi,
sofisticati armamenti. Il vecchio
saggio ha ricordato al vecchio
bellicoso che per dare un futuro al mondo non bisogna investire nella produzione di armi.
Senza invertire la rotta, le superpotenze e noi con loro, siamo destinati alla completa rovina. Se le parole non basteranno ad arrestare la corsa verso
nuovi traguardi militari non è
escluso che s’instaureranno nuovi equilibri politici sulla scacchiera mondiale. Mi spiego: se
Gorbaciov intende davvero rilanciare lo sviluppo socio-economico del paese dovrà frenare la
spesa militare. Su questa nuova
strada incontrerebbe molti compagni di viaggio occidentali.
Giuseppe Platone
« L’avvenimento è solenne »
ripetono un po' tutti, ma nell'aula della Camera dei Deputati a discutere la ratifica al Concordato con la Santa Sede ci
saranno sì e no una ventina di
deputati tra rappresentanti dell'opposizione, della maggioranza,
del governo e fuori dell'aula il
blaak^out dell'informazione dovuto allo sciopero dei giornalisti fa sì che della discussione si
sappia ben poco.
Un clima totalmente diverso
da anello acceso, che aveva appassionato e diviso il popolo
italiano quando alla Costituente
si era discusso l'art. 7 e il recepimento del Concordato lateranense del 1929. Da allora la società italiana e la chiesa cattolica sono profondamente mu
tate, la secolarizzazione e l'agnosticismo sono aumentati e la
stessa (Conferenza episcopale ita^
liana (Cei) considera che ormai
in Italia i cattolici praticanti
sono ormai una minoranza, non
più che il 30% della popolazione. L'occasione è dunque importante per verificare dal punto di vista delle forze politiche
che ruolo riveste o può rivestire la religione cattolica in Italia e la discussione parlamentare attorno alla revisione del
Concordato è certamente un osservatorio privilegiato.
I punti di riferimento per questo sono le valutazioni dei partiti sui punti centrali dell'accordo: il ruolo della religione cattolica e la risposta all'offerta di
collaborazione della chiesa cat
tolica (oltre che, naturalmente,
i punti caldi della applicazione
del nuovo Concordato: l'insegnamento della religione a scuola, il matrimonio, gli enti ecclesiastici, il finanziamento del clero). Nel protocollo addizionale si
afferma che « si considera non
più in vigore il principio... della
religione cattolica come la sola
religione dello stato » e la Cei
commentando questa affermazione aveva precisato che la religione cattolica « appartiene da
sempre al popolo italiano... e non
è un semplice affare privato ».
Di questa stessa opinione sono i democristiani: « lo scenario
è quello di uno stato che, con la
libertà di coscienza, garantisce
la dimensione religiosa della persona » (Virginio Rognoni), i so
TEMPO DI PASSIONE
Cristo è morto per noi
ìf
Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi in quanto
che, mentre eravamo ancora peccatori. Cristo è morto per noi.
(Rom. 5: 8)
Nel primo intervento mi domandavo se fosse necessario
avere una corrispondenza di significato fra il linguaggio ecclesiastico che normalmente usiamo, il contenuto dell’evangelo e
il contesto culturale nel quale
viviamo. Una espressione biblica, che nasce da un preciso contesto culturale, può ancora essere ripetuta quando quel contesto che l’ha detenninata è orinai superato? Nel N.T. troviamo l’espressione « Cristo è rnorto per noi »: questo significa
usare il linguaggio sacrificale dell’A.T., un linguaggio che, da quando i sacrifici non si fanno più,
ci e diventato completamente
estraneo (da qui anche la difficoltà odierna di leggere l’epistola agli Ebrei).
Quella espressione, teologicamente molto rilevante, è diventata oggi alquanto incomprensihile in una società che ha consapevolezza giuridica del fatto che
colpa e pena sono personali e
non-delegabili in alcun modo.
Eppure, dicendo che « Cristo è
morto per noi », noi stiamo appunto affermando che un altro
ha pagato la pena corrispondente alla nostra colpa e che i relativi benefici ricadono su di noi.
Per l’uomo di oggi, con la nuova
consapevolezza giuridica, questa
dichiarazione è più uno scandalo e una offesa che un aiuto a
comprendere l’annuncio dell’evangelo e la sua portata liberante.
Con il ricorso al linguaggio
del sacrifìcio sì mettono in luce
due movimenti:
— la mia colpa passa su di un
altro, che paga al mio posto;
— i benefici che derivano dal
pagamento della pena (l’estinzione del reato, quindi la non
perseguibilità) passano a me,
un beneficiario diverso da colui che ha scontato la pena.
La stessa situazione e lo stesso doppio movimento si verificano quando, parlando della salvezza, usiamo espressioni linguistiche che fanno riferimento^ all’espiazione e alla sostituzione
vicaria.
Nei due casi c’è un passaggio
della colpa ( e della relativa pena) da una persona all’altra, e
c’è anche il passaggio del beneficio, che deriva dall’espiaz.ione
della pena, da una persona all’altra.
Il nostro problema che, come
si vede facilmente non è soltanto di tipo linguistico, è tutto
qui: in base a quale meccanismo dinamico avviene questo
trasferimento di colpa e di benefici, questo scambio così incongruo. da una persona all’altra, se la nostra società odierna
non ne conosce nessuno?
Una possibile risposta a questa domanda può essere ricercata lungo tre linee: la prima si
trova nell’A.T., le altre due nel
N.T. Le esamineremo brevemente.
1) Israele (già questo norne
teoforo, portatore di Dio, indica
la realtà sottostante) è il nome
proprio del popolo di Dio, il nome « teologico » di quel popolo
che Dio stesso ha liberato dalla
schiavitù d’Egitto perché potesse vivere da popolo libero. Israele è un nome collettivo, è nome
di un popolo: auesta è la realtà
fondamentale. Coloro che vi appartenevano sentivano come primario e costitutivo il senso del
gruppo, l’appartenenza ad un
popolo nel cui ambito realiz.zavano la propria identità personale. Prima veniva il gruppo sociale (con forti connotazioni teologiche) poi il singolo individuo.
All’interno del gruppo vigeva
il principio della solidarietà sociale e della corresponsabilità
(oggi, come recita il nostro codice, parleremo di « responsabilità in solido»). In base a questo principio costitutivo del
gruppo sociale, tutto ciò che di
bene faceva o riceveva un singolo, diventava un bene fatto o
ricevuto dall’intero gruppo; mentre ciò che di male riceveva o faceva un singolo, diventava similmente un male fatto o ricevuto
dall’intero gruppo (se non si ha
presente questo meccanismo sociale molte pagine dell’A.T. rimarranno incomprensibili). Diversamente dal nostro modo di vedere
e impostare le cose, per cui il
singolo individuo è la struttura
base della società organizzata, in
Israele l’unità base costitutiva
era il gruppo e tutto avveniva in
riferimento al gruppo, non al singolo. Ecco allora che la benedizione di un singolo diventava la
benedizione dell’intero gruppo e
la maledizione che colpiva un
singolo diventava la rnaledizione dell’intero gruppo (il meccanismo inverso è più facilmente
comprensibile: la benedizione del
gruppo è vissuta come propria
dal singolo che ne fa parte, la
maledizione del gruppo è vissuta come propria dal singolo).
Il doppio passaggio di bene e
male dall’entità sociale a quella
individuale e dal singolo all’entità sociale era cosa « normale »;
quindi il sacrifìcio aveva un senso. Allora usare il linguaggio sacrificale per indicare il passaggio della nostra colpa a Cristo e
il passaggio dei benefici di Cristo a noi era comprensibile al
tempo del N.T. Ma oggi, che non
esiste più la solidarietà sociale e
la relativa responsabilità collettiva, venendo così a mancare la
struttura base che permette il
famoso doppio « passaggio », è
ancora possibile utilizzare le
stesse espressioni linguistiche
ad essa collegate? Non stiamo
Domenico Tomasetto
(continua a pag. 6)
cialdemocratici: « è il momento
della pace per lo stato e per una
religione che è di tutti gli italiani » (Martino Scovaricchi),
mentre per i missini, che si sono astenuti, la revisione del Concordato non mantiene il « carattere preminente della religione
cattolica all’interno dello stato »
(Alfredo Pazzaglia).
Per i socialisti « è un fatto
che il patrimonio storico del nostro paese si nutre largamente
di una parte derivante dal pensiero culturale e filosofico che si
richiama alla religione cattolica
e il magistero morale e civile
della chiesa cattolica continua
ad esercitare nell’opinione pubblica e nella collettività una influenza » (Silvano Labriola) e
ciò giustifica il ricorso allo strumento del Concordato che presenta elementi di sicura novità
e di rispetto delle garanzie costituzionali di libertà (Antonio
Testa).
Per i comunisti con la revisione del Concordato si dimostra l'esattezza della linea seguita alla Costituente da Togliatti che aveva votato l'art. 7
ed il fatto che la revisione del
Concordato avviene contemporaneamente all'approvazione dell'Intesa con la Tavola Valdese
fa sì che lo « stato realizzi concretamente i suoi fini di laicità
e di pluralismo religioso liberandosi dalle ipoteche del passato...
nella considerazione della rilevanza sociale del fatto religioso »
(Ugo Spagnoli).
I repubblicani, che restano invece « non concordatari e separatisti, se pure non abrogazionisti », riconoscono nel nuovo Concordato e nell'Intesa colla Tavola Valdese il rinnovamento
della politica ecclesiastica in Italia su cui consentono (Oddo
Biasini).
I liberali « che da sempre si
battono per il superamento del
regime concordatario », dicono
che il nuovo Concordato è profondamente innovato rispetto a
anello del '29, ma che è opportuno « mantenere la distinzione
tra religione e politica come condizione della libertà » (Antonio
Paltuelli) e si astengono.
Contro il Concordato, « per i
privilegi che accorda, per rispetto di quei calcolici che tengono
ad una immagine evangelica della loro chiesa, per un concetto
di nuova laicità dello stato » e
per regolare i rapporti statochiese col sistema delle intese,
sul modello di quelle con la Tavola Valdese, so'-’o i demoproletari (Massimo Gorla) e la Sinistra Indipendente che più di
ogni altro grunpo ha dato battaglia contro la ratifica del Concordato. « ^o .stato italiano si
rapporta alla chiesa cattolica come se essa fosse a sua volta uno
stato — dice tra l'altro Luciano
Guerzoni nella dichiarazione di
voto della Sinistra Indipendente
—. Questo offende la coscienza
dei cittadini credenti ed apre
contrasti con la Costituzione. Lo
Stato ha abdicato alla sua natura laica ».
Abrogazionisti sono invece i
radicali che con numerosi interGiorgio Gardiol
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
29 marzo 1985
TEOLOGIA PROTESTANTE E MINISTERI - 6
Barth: tutta la chiesa
è chiamata al servizio
Ciò che importa è mettere in luce i presupposti teologici della struttura della chiesa: l’ordinamento può allora avere configurazioni diverse
Se la mia lettura non è stata
troppo superficiale, devo dire che
Karl Barth non si è preoccupato
di definire quali sono i ministeri della chiesa; nella Dogmatica
ha trattato della chiesa in tre riprese, in connessione con il « triplice ministero » di Gesù Cristo
e con l’opera dello Spirito Santo: il Signore che si è abbassato
fino alla croce ci giustifica e, per
mezzo dello Spirito, crea e rinnova la chiesa; il Servitore che è
stato elevato nella resurrezione
ci santifica e, per mezzo dello
Spirito, edifica la sua comimità;
il Testimone verace che fa risplendere la verità di Dio ci chiama e, per mezzo dello Spirito, invia la chiesa nel mondo. Anche
in questo punto, dove Barth Darla del servizio della comunità,
non parla dei ministeri.
Una ragione di questo silenzio
può essere che Barth intende
mettere in luce i « presupposti
teologici della struttura della
chiesa » ( per riprendere il titolo
di un suo articolo del 1957), non
intende invadere il campo del diritto ecclesiastico. In nolemica
con Sohm e con Brunner, egli invita a considerare la questione
della struttura come una questione centrale e essenziale: la
chiesa non può evitare di domandarsi se la sua struttura corrisponde veramente alla volontà
del Signore. Ma la dogmatica
non ha il compito di sviluppare
in concreto un diritto ecclesiastico: « Questo è un compito che
riguarda le diverse Chiese nel
loro luogo, in queste o quelle situazioni ed epoche, compito in
cui, accanto alla indispensabile
intelligenza teologica, saranno
auspicabili anche una specifica
scienza e arte giuridica ».
Il diritto di servire
L’ordinamento è dunque una
questione che va risolta di volta
in volta secondo la situazione
storica in cui si trova la chiesa
(abbiamo visto che questa è pure
la posizione di Eduard Schweizer). Barth quindi non descrive
un ordinamento, ma cerca di definirne i presupposti; il primo
presupposto è che, nella chiesa, il
diritto è « un diritto di servire »,
l’ordinamento è interamente caratterizzato dal servizio. Questo
presupposto riguarda la comunità nel suo insieme: « Nella vita della comunità cristiana nessun membro può mancare; la comunità cristiana non può fare a
meno di nessuno dei suoi membri nel compimento del suo servizio. (...) Nella pratica accadrà
sempre che gli uni sostituiscano
con il loro servizio quello che gli
altri non. compiono o compiono solo a metà. Ma questo è il
segno di una situazione di crisi,
e non dell’ordine e del diritto
che devono regnare nella comunità. (...) Nessuno si può liberare
del suo dovere di servire, con il
pretesto che altri lo possono sostituire; e nessuno si può sottrarre alla sua responsabilità di
fronte a tutti i settori della comunità, con il pretesto che egli
è competente soltanto nel proprio campo ».
Nella sua vastissima opera,
Barth non ha mancato di occuparsi di ministeri particolari; da
molti esempi si vede come egli
abbia tenuto costantemente presente il ministero del pastore, il
servizio della predicazione. La
stessa teologia non è altro, secondo lui, che un contributo alla
predicazione. Ma è tanto più significativo che egli non associ
questo servizio, come parrebbe
normale, all’attività di singoli individui, al compito esclusivo di
ministri ordinati. Egli si oppone
con energia all’idea che soltanto
alcuni, nella chiesa, abbiano ricevuto una vocazione. In Gesù
Cristo la vocazione, la chiamata
di Dio, è rivolta a tutta l’umanità; la chiesa è l’espressione terrena, visibile, di questa chiamata
alla salvezza; far parte della chiesa significa dunque aver ricevuto
la vocazione e vivere la vocazione in un servizio specifico. Qgni
membro della chiesa è tale in forza della vocazione ricevuta, non
soltanto il pastore e pochi altri.
Ministeri svoiti
da gruppi
Nella riflessione recente si sono distinti tre aspetti nella vita
della chiesa: comunità, testimonianza, servizio; la comunità
avrebbe un carattere più interno
e indicherebbe il rapporto fraterno tra i membri di chiesa, la testimonianza indicherebbe il messaggio rivolto all’esterno mediante la parola, il servizio indicherebbe l’azione svolta in favore
sia di chi è nella comunità, sia di
chi è aU’esterno. Per Barth non
si può distinguere così nettamente tra interno e esterno della
chiesa; la stessa struttura fraterna della chiesa è un messaggio rivolto al mondo, alle società umane, che farebbero bene
a tenerne conto nella loro organizzazione: il diritto ecclesiasti
co, beninteso quando è un « diritto di servizio », è anche un
« diritto-modello ». Ma Barth non
distingue neppure tra testimonianza e servizio: ogni servizio è
testimonianza. Lo scopo essenziale del servizio della chiesa è
di rendere testimonianza a Gesù
Cristo; in tutto quello che fa
la chiesa annuncia, spiega, interpella.
La distinzione che può essere
utile è quella tra parola e azione,
a condizione di non farne due
campi separati e non comunicanti. Il servizio non è muto, non
è svolto attraverso una testimonianza puramente implicita: consiste innanzitutto nel parlare di
Gesù Cristo. Ma l’annuncio mira
a comunicare una « conoscenza
attiva », non può quindi fare a
meno dell’azione. Nella pratica,
il servizio si svolgerà attraverso
forme diverse (Barth parla di
« forme fondamentali di servizio »), in cui talvolta sarà più accentuata la parola, talaltra l’azione. Può non convincere il modo un po’ artificioso in cui Barth
distingue tra il servizio della lode, in cui prevarrebbe la parola,
e quello della preghiera, in cui
prevarrebbe l’azione. L’importante è comunque capire il senso
di questa distinzione; le varie
forme di servizio non sono indipendenti le une dalle altre, ma
sono strettamente complementari; non sono svolte soltanto da
singoli, ma possono benissimo
essere svolte da gruppi. Purché
restino complementari, espressioni del servizio della comunità
cristiana.
Bruno Rostagpio
Dodici forme
fondamentali di servizio
Barth non parla di ministeri, ma di forme fondamentali
di servizio, che nelle situazioni particolari di ogni chiesa possono essere realizzate in modo diverso. Come l’opera di Gesù
è una unità di parola e di azione (Gesù quando predica agisce, e quando agisce predica), così ogni forma di servizio
della chiesa è insieme parola e azione, anche se in alcune forme è più accentuata la parola e in altre l’azione.
Servìzi in cui la comunità agisce soprattutto con la parola
1. Lode dì Dio
2. Predicazione nell’assemblea pubblica (sermone)
3. Insegnamento
4. Evangelizzazione
5. Missione
6. Teologia
Servizi in cui l’azione è
preponderante
7. Preghiera
8. Cura d’anime
9. Azione di personaggi esemplari
10. Diaconia
11. Azione profetica
12. Comunione
Accordo senza entusiasmi
(segue da pag. 1)
venti accusano « il partito vaticano », presente nella DC e nel
PCI, di aver imposto un « Concordato omnibus che non si sa
dove voglia andare » ma che è
contro i principi della laicità
dello stato, della libertà e anche
della fede dei credenti (Massimo
Teodori).
Collaborazione tra
Stato e Chiesa romana
L’offerta di collaborazione della chiesa cattolica allo stato
« per la promozione dell’uomo
e il bene del paese », che costituisce il punto centrale del nuovo Concordato e la linea sulla
quale si muove la Cei almeno
dal 1981 dopo il convegno sulle
prospettive del paese (« Il paese
non crescerà se non insieme. Ha
bisogno di ritrovare il senso au
QUALE MISSIONE?
Caro Direttore,
ricevo con una certa frequenza degli
stampati da parte dell’organizzazione
« Gioventù in missione », che ha sede
a Migliieglia, nel Canton Ticino.
Questa organizzazione indice corsi
di studio e di preparazione biblici (6
mesi, piuttosto salati) in un centro
vicino a Losanna, per avviare delle
staff di giovani a viaggi missionari in
svariati paesi del globo.
Fin qui, nulla di singolare. Ciò che
insospettisce è:
1) i viaggi avvengono in paesi come
ie Fiiippine, il Guatemala, la Corea del
Sud. Non si ha notizia di « missioni »
in Giappone, in Nicaragua o in Polinesia.
2) Per la verità, l'anno scorso, un
gruppo è venuto in « missione » anche
in italia, attraversandola da Torino alla Calabria e contattando vari gruppi
« evangelici », nessuno dei quali —
caso davvero singolare — è membro
della Federazione.
3) L’organizzazione collabora strettamente con la « Missione Uomini
Nuovi », con sede a Marchirolo (Varese), della quale un importante promotore è stato il sedicente pastore
Richard Wurmbrand, esule rumeno, infaticabile globe-trotter della propaganda anticomunista più faziosa, meschina, ridicola ed anche patetica, perché
gli stuoli di suorine e seminaristi reclutati per le sue conferenze lo applaudono come la claque del più prezzolato dei loggioni.
Sul suo passato, allorché la sua cit
tà, Timisoara (Romania) fu teatro di
barbarie nazista, incombe un silenzio plumbeo.
Ritengo opportuno segnalare ai lettori cosa potrebbe celarsi dietro l’accattivante invito di « Gioventù in missione » ad approfondire lo studio della
Scrittura, in vista di un’esperienza
« missionaria ».
Cordialmente.
Danilo Venturi, Bologna
DROGA
Caro Direttore,
ho letto con interesse il « Punto
di Vista » di Mauro Pons sul giornale
del 22 febbraio, centrato sul problema
della tossicodipendenza.
L’articolo mi trova senz’altro d’accordo sulla tesi gerrerale, e in particolare sul rischio che la « medicalizzazione » della questione tossicodipendenza, e una certa mentalità che tende
a formarsi nell’opinione pubblica anche per responsabilità dei mass media,
porti a far considerare « le catene di
Muccioli... non solo inevitabili, ma necessarie », e giusti l’isolamento e la
discriminazione di questi malati, di
questi » devianti ». La comunità diventa spesso per i genitori al tempo stesso un alibi (con la delega completa
alla cura del figlio) e un paravento
del perbenismo (perché un figlio così
non lo si può presentare): guai se il
ragazzo (si senta guarito, o si sia stancato dell’astinenza, che d’altronde non
sempre significa « crisi da astinenza »)
la vuole abbandonare! E’ ormai un es
sere senza volontà, e slamo noi quindi a dover decidere per luì! Su questi
argomenti è bene che si sentano anche altri operatori (non si guarisce soltantq a .S. Patrignanol), come don Luigi Ciotti (Gruppo Abele), e si vedrà
un ben diverso approccio alla questione.
Su tutto questo, del tutto d’accordo.
Vorrei soltanto fare due osservazioni
critiche al » Punto di Vista ».
1. Non tutti quelli che hanno lavorato coi tossicodipendenti « escono
male » dalla vicenda Muccioli. A parte
le varie Comunità, anche presso I
Centri del Servizio Pubblico non dappertutto si pratica esclusivamente la
terapia sostitutiva. Questa va utilizzata
con discernimento e per periodi brevi, sempre in associazione a un trattamento psicoterapico che vada all’origine della situazione del soggetto, e
della sua famiglia o ambiente sociale;
è ciò che accade dove i presidi funzionano.
2. Il vuoto legislativo. Forse sarebbe più giusto parlare di inadeguatezza
della legislazione vigente, ma questo
è vero per il problema droga nei suoi
termini generali (uso, spaccio, grande
traffico, carceri e via dicendo). Ritengo sia da rifiutare energicamente l’ipotesi di una legislazione speciale
per le comunità terapeutiche. All’ospite che chiede di uscire non si può che
cercare di offrire gli argomenti del
ragionamento e della fraternità (psicoterapia), ricercando la collaborazione
della famiglia. In caso questi falliscano, certo non è con le catene e la
violenza fisica e morale che si riuscirà
a disintossicarli. A meno che... non si
voglia (per motivi molto pratici, che
è facile intuire) dispiacere a un genitore che non vuole assumersi la sua
responsabilità (e la accetta soltanto in
termini monetari), e cosi perdere un
cliente.
Marco-Tullio Fiorio, Napoli
tentico dello stato, della caus-j.
comune, del progetto futuro... i!
paese ha il bisogno e il dovere
di partecipare » dicevano allora
i vescovi), è stata considerata
positivamente dalla maggioranza e dal PCI che vedono in essa
un importante contributo al pluralismo sociale. Una collaborazione che costerà cara allo stato
— osserva la Sinistra Indipendente —. Si stima infatti a
500-750 miliardi annui il costo
per lo stato del nuovo sistema
di finanziamento del clero e delle attività ecclesiastiche (detassaziorie delle offerte alla chiesa
cattolica fino aH’ammontare annuo di due milioni e contributo
dello 0,8% dell’ammontare de!
l’Irpef proporzionale a quanti ,st
dichiareranno favorevoli a devolverlo ad attiv'ità ecclesiastiche). « Sistema che non è prh i~
legio perché è estendibile anche
alle altre confessioni che faranno intese in tal senso », dichiara
il presidente del consiglio Craxi,
Appunto contro questo sistema di finanziamento si è levata
la voce di un cattolico, Ettore
Masina, che ricordando l’evangelo ha affermato: « Quale divario tra la chiesa del Cristo in
Cui si poteva dire al paralitico:
“non ho né oro né argento, ma
per questo posso dirti: levati e
cammina” e la chiesa del Concordato e dello 0,8%, che tratta
sulla base di giochi di potere e
pattuizioni occulte ». Ma oggi vi
è già in Italia una realtà cattolica di servizio, nel campo
sociale, nelle manifestazioni per
la pace, nell’opzione per i poveri che « non ha bisogno di
Concordato per vivere in pace
con l’altra Italia che non crede ».
Una collaborazione che è messa in discussione dagli stessi
cattolici che vedono la necessità di un impegno sociale e politico dei credenti, senza le tentazioni concordatarie.
« Ma — mi ricorda Valdo Spini — questo nuovo Concordato
e la nolitica delle intese, un risultato lo porteranno certo. Il
pluralismo religioso sarà arricchito, le chiese entreranno maggiormente nel dibattito della
gente su tutta una serie di temi,
dall'istruzione religiosa al loro
finanziamento ».
Questo sarà sicuramente il caso deH’insegnamento della religione a scuola dove i genitori e
gli alunni saranno chiamati all’inizio dell’anno a scegliere « se
avvalersi o meno » dell’insegnamento cattolico.
Problema non solo degli evangelici ma che interessa anche i
laici. Fra qualche anno sapremo
quale sarà nel concreto l’atteggiamento del popolo italiano nei
confronti della religione cattolica. E ci potranno essere delle
sorprese.
Giorgio Gardiol
3
29 marzo 1985
fede e cultura 3
L’OPERA DEAMICISIANA PRESENTATA A GENOVA
A ROMA E A OMEGNA
''Alle porte ditalia''
L’ora di religione
Uscita in dicembre, recensita
tempestivamente su queste colonne e presentata in una tavola
rotonda a Pinerolo, la raiHnata
ristampa dell’edizione 1892 (Treves) di Alle porte d’Italia di E.
De Amicis, bel frutto primaticcio del neonato Albert Meynier
editore in Torino, è stata presentata al pubblico genovese nel
luogo di culto valdese di via Assarotti. L’invito era stato rivolto
dall’editore e dalle comunità vaidesi e metodista della « grande
Genova », e ha avuto qualche
eco pure sulla stampa locale.
L’opera è stata presentata da due
dei curatori, il prof. Pino Boero,
docente di letteratura italiana all’Università di Genova, che ha come poli d’interesse e di ricerca la
letteratura ligure e la letteratura
per l’infanzia, opera nella Fondazione Angelo Silvio Novaro ed
è uno degli specialisti di De Amicis (in tale veste ha partecipato
al recente convegno di studi a
Imperia), del quale ha curato
presso Garzanti l’edizione critica di un romanzo finora inedito, Primo Maggio; e il past.
Giorgio Tourn, che nell’opuscolo
d’accompagnamento, « Appunti
per una rilettura », ha scritto
vivide pagine su « De Amicis e
i Valdesi ». Il prof. Franco Giacone, che impersona l’editore, ha
detto con freschezza le ragioni
di questa ristampa.
Oltre « Cuore »
Il prof. Boero, parlando di
De Amicis scrittore, ha tracciato
il diagramma vivace delle interpretazioni che ne sono state date: da un’esaltazione, troppo
puntualizzata però essenzialmente sul Cuore, alla critica dissacrante e distruttiva, all’attuale
più equilibrata rivalutazione, ac
compagnata da tutta una serie
di edizioni critiche delle sue opere. La focalizzazione su Cuore è stata ingiusta e falsante,
mentre un esame più ampio e
attento dell’intera opera deamicisiana rivela che egli era capace
di umorismo e di senso tragico,
aveva pure il gusto dell’ironia e
del grottesco ; e, soprattutto
nella seconda parte della vita,
si accentuò il suo interesse e la
sua partecipazione ai problemi
sociali di cui è ’’spia” lo stesso
romanzo Primo Maggio, che l’autore lasciò inedito per l’insoddisfacente livello letterario, ma
che è pur segno rivelatore; il
suo passaggio al socialismo risulta anche dal fatto che nel
’90, nel processo contro Filippo
Turati, testimoniò a favore dell’accusato. Il prof. Boero, che ha
messo in luce l’accuratezza con
cui il De Amicis si documentava storicamente e con cui ricercava la forma linguistica più
piana e accessibile, anche più
vivace e popolare, ha mostrato
come in Alle porte d’Italia auesto tipo di approccio si confe’'ma, nell’incontro vivo con la
realtà del Pinerolese e in particolare delle Valli Valdesi.
Giorgio Toum, parlando soprattutto dei due capitoli dedicati ai Valdesi, ha confermato
l’accuratezza della documentazione e la serietà dell’apprcccio
dello scrittore-giornalista. Delineata rapidamente la situazione
che il De Amicis trova giungendo alle Valli in quegli anni, e
notato il diverso atteggiamento,
più ’’testimoniante” e meno introverso, assunto dai Valdesi,
rispetto agli Israeliti, dopo il
1848, G. Tourn ha ricordato come l’ospite fosse stato sensibile
all’atmosfera d’impegno severo,
preso dal fascino di una vicenda, non conclusa, che era per lui
simbolo della libertà di coscienza sofferta, e combattuta, e proposta, sia pure da un’infima minoranza. La intima partecipazione dello scrittore, pur non credente, fa apparire i due capitoli
su « La Ginevra italiana » e « Le
Termopili valdesi» scritti particolarmente di getto.
Per il De Amicis il viaggio fra
i Valdesi è stato importante
perché ha per così dire confermato e visualizzato ciò che, come
ogni intellettuale colto vivente a
Torino allora, poteva sapere della loro piccola ma significativa
vicenda. Ma grande, soprattutto,
è stata l’importanza che il viaggio e il libro del De Amicis ha
avuto per i Valdesi: quanta parte dell’immagine che abbiamo
avuto e presentato del nostro
mondo, è deamicisiana? Anzi,
in larga misura — pur nel mutarsi profondo della situazione —
i Valdesi continuano a vedersi e
a presentarsi come De Amicis
li ha capiti e presentati: e questo perché lo sguardo con cui li
ha osservati era effettivamente
andato in profondità.
Sono seguiti vari interventi e
interrogativi, sia sull’opera letteraria dello scrittore, sta sulla
storia valdese, nel suo collegamento con la situazione attuale;
il pubblico, abbastanza numeroso, è apparso molto interessato,
anche se avremmo desiderato e
sperato che fossero più numerosi i non evangelici.
Gino Conte
PRESENTATA A MILANO
La Storia d'Israele
di J. Alberto Soggin
Nella sala attigua alla Libreria
Claudiana, lo scorso 23 febbraio,
alla presenza del prof. J. Alberto
Soggin è stato presentato il suo
ultimo libro sulla storia d’Israele.
Il prof. Luigi Moraldi, docente
di Ebraico e Lingue Semitiche all’Università di Pavia, ha ricordato come l’ultima opera pubblicata da un autore italiano sulla
storia d’Israele, sia stata quella
del Ricciotti nel lontano 1932. Ora
il prof. Soggin viene a colmare
con il suo lavoro una grave lacuna in questo settore della ricerca storico-teologica italiana, offrendo al pubblico un'opera che
tiene conto delle acquisizioni storielle falle in oltre mezzo secolo
di studi e si pone allo stesso livello scientifico delle migliori
opere prodotte nel frattempo all’estero.
Inoltre il lavoro del prof. Soggin si presenta come un’opera caratterizzata da una notevole carica di originalità e da una forte
impronta personale. In essa ciò
che è effettivamente « storico »
viene rigorosamente distinto da
ciò che è tradizione rimaneggiata in epoca storica, con il risultato che tutto ciò che precede la
comparsa del regno davidico è
trattato criticamente in una ampia parte introduttiva, in cui l’autore chiarisce i criteri metodologici da lui seguiti.
La ’’storia” vera e propria di
Israele viene fatta iniziare dai regni di Davide e Salomone e condotta avanti fino al 132 d.C.tdata
della rivolta di Bar Kokhba e
della dispersione degli ebrei da
parte di Adriano.
Nel suo intervento il prof.
Gianfranco Ravasi, docente di
Esegesi dell’Antico Testamento
alla Facoltà di Teologia dell’Italia settentrionale, ha insistito su
un altro pregio della storia del
prof. Soggin: il rigore storiografico che caratterizza l’opera, e la
tiene lontana dalla facile tentazione di inquadrare la materia
trattata in schemi preconcetti, le
permette di trovare il massimo di
significato da ogni dato storico,
anche da quello più minuto.
Se uno degli scopi della serata
era anche quello di rendere
omaggio ad uno studioso che con
il suo lavoro fa onore al protestantesimo italiano, bisogna dire
che esso è stato ampiamente rag;
giunto. I due relatori sono stati
concordi nel riconoscere che il
prof. Soggin occupa nel campo
deeli studi sull’antichità ebraica
una posizione di grande autorità
e prestigio, e non solo in campo
nazionale, infatti anche in campo
internazionale egli gode di una
notevole considerazione.
E’ tra i pochi studiosi italiani
le cui opere vengono sistematicamente tradotte all’estero. Di
questa « Storia d’Israele » escono
simultaneamente a quella italiana due edizioni in lingua inglese,
una in Inghilterra e l’altra negli
Stati Uniti.
Ci riproponiamo di ritornare in
modo più approfondito su questo
volume in sede di recensione.
Tra i dibattiti più recenti che_,
in alcime località italiane, si
stanno svolgendo sul tema dell’insegnamento della religione a
scuola segnaliamo la tavola rotonda di fine febbraio tenuta a
Roma presso la nostra Facoltà
con Giacomo Cives, ordinario di
storia della pedagogia dell’Università di Roma, Rosanna Ciappa
Nitti, ricercatrice presso l’Università di Napoli e Marcello Vigli
della rivista « Scuola-Notizie ».
Cives ha lamentato il fatto che
l’applicazione del Concordato in
materia di insegnamento religioso sia affidata ad accordi tra la
Conferenza episcopale italiana e
gli organi del governo italiano.
Rosanna Nitti ha ribadito la
posizione protestante, espressa
dall’Intesa con la Repubblica Italiana, che la fede non la si insegna
come materia scolastica. Sul problema dell’ora di cultura religiosa
a scuola la Nitti ha rilevato che
alla luce delle attuali posizioni si
rischia di far scivolare lo stato
italiano sul terreno pericoloso
della promozione dei valori confessionali. Infine Vigli ha cercato
di analizzare le motivazioni di coloro che sostengono l’ora di religione alternativa e di mettere a
fuoco il nesso tra formazione morale e formazione religiosa. Un
nesso che sconfina nel campo della storia, dell’antropologia, della
psicologia in un quadro che va
bene al di là della semplice formazione religiosa. Vigli ha auspicato che la Corte Costituzionale si decida, al più presto, ad
esprimersi sul ricorso presentato
FERRARA
Il dialogo con Israele
« Il dialogo con Israele: via
per l'incontro ecumenico tra le
chiese cristiane ».
Questo l’argomento della conferenza tenuta dal Pastore Daniele Garrone a Ferrara, presso il
centro « Mons. Bovelli », la sera
di giovedì 7 febbraio, organizzata
dal settimanale diocesano « la
Voce di Ferrara » ed inserita nel
ciclo d’incontri dedicato a
« l’ascolto d’Israele ».
Presentato da Piero Stefani,
della redazione del settimanale,
l’oratore ha sostenuto che l’orizzonte delle relazioni ecumeniche
fra le chiese cristiane non può
non includere Israele.
In questa luce va compreso anche il documento sull’Ecumenismo approvato dal Sinodo Valdese.
Si è parlato del confronto con
Israele come di una « dimensione perduta », ma è perduta in
quanto respinta e per venti secoli si è voluta teorizzare come tale.
Si sono così costituiti degli
errati modelli di aiudizio su
Israele, ma attualmente si sente
nelle chiese cristiane, l’esigenza
di un’autocritica sugli atteggiamenti fin qui assunti, partendo
da alcune reali considerazioni fra
le quali:
« Chiesa Cristiana e Israele
hanno in comune la lettura dell’Antico Testamento »;
« Possiamo comprendere chiaramente il messaggio di Gesù, solo se comprendiamo il linguaggio
d’Israele »;
« Un fattore comune dà ai due
interlocutori una dimensione futura, l’attesa, del Messia per gli
Israeliti, del ritorno di Cristo per
la Chiesa ».
Per instaurare un nuovo e proficuo dialogo con Israele è necessario innanzitutto che cambiamo
la nostra tradizionale errata catechesi nella lettura dei racconti
neotestamentari, che ci facciamo
dire dagli Ebrei il significato delle cose ebraiche, in altri termini
che: « ci facciamo raccontare
Israele da Israele ».
Durante il dibattito ha preso
la parola il Prof. Simone Sacerdoti, Rabbino Capo della comunità israelitica di Ferrara, che ha
ricordato le sue esperienze ecumeniche.
Durante il periodo bellico, in
difficoltà a causa della persecuzione razziale, ricevette aiuto dall’Arcivescovo di Firenze, e ricercato dalla polizia nazista trovò
rifugio in casa del Pastore metodista Ludovico Vergnano, che incurante del grosso rischio lo nascose e lo ospitò. Queste esperienze lo hanno portato a coltivare sempre amichevoli rapporti
sia con i cattolici che con gli
evangelici. Terminando il suo dire ha messo in evidenza come attualmente l’aspirazione per cui
Cristiani ed Ebrei debbono pregare ed adoperarsi assieme è
l’avvento dei tempi messianici
profetizzati in Isaia 2.
Interessante è stato l'intervento del Pastore Carmine Bianchi,
che prendendo spunto dall’Epistola ai Calati ha fatto alcune
puntualizzazioni suH’inserimento
dei Cristiani nel popolo della promessa.
Anche un sacerdote cattolico
ha infine preso la parola, toccando vari punti, riguardanti crii argomenti trattati.
Commenti positivi sulla conferenza e sulla riuscita dell’incontro da parte dell’uditorio, abbastanza numeroso ed interessato,
costituito in massima parte da
cattolici fra cui alcuni sacerdoti,
con una rappresentanza della comunità israelitica. Buona la presenza anche degli evangelici, che
per dare un significato pratico
all’iniziativa, hanno invitato il
Rabbino a tenere una conferenza
nella Chiesa Battista.
Martino Barazzuoli
in merito all’incostituzionalità
dell’articolo 27 del R.D. 577 del
’28 che pone la religione cattolica
a coronamento dell’insegnamento nella scuola elementare contraddicendo il contenuto dell’Intesa.
Tra gli interventi del dibattito
ha colpito soprattutto quello di
Giovanni Franzoni, della comunità cattolica di base di S. Paolo,
che ha invitato ad affrontare con
coraggio i rischi e ad approfittare
delle occasioni favorevoli che un
insegnamento di cultura religiosa potrebbe offrire in prospettiva.
SulTinsegnamento della religione e il nuovo Concordato si è dibattuto anche ad Omegna, presso Novara, nei locali del Centro
Evangelico d’incontro, presenti
una settantina di persone. Da
parte cattolica Don Bottino ha
espresso il timore che il disimpegno e il disinteresse accompagnino la facoltatività introdotta
circa Torà di religione.
Dato il patrimonio comune,la
Bibbia, il sacerdote ha invitato ad
unire le forze affinchè certi valori morali e religiosi possano continuare ad esistere all’interno della scuola. Da parte protestante il
pastore Benecchi si è, tra l’altro,
chiesto: « Il nuovo Concordato
afferma che la religione cattolica
non è più religione di Stato. Come mai nelTarticolo 1 si afferma
che Stato e chiesa cattolica collaboreranno per la promozione
dell’uomo e il bene del paese? ».
Dopo avere evidenziato la nostra posizione, Benecchi ha sostenuto che l’evangelizzazione va fatta in tutti i campi e in tutte le occasioni, ma non nella scuola che
deve essere laica, con libero accesso a tutti, senza discriminazioni. La chiesa cattolica se vuole dare testimonianza deve uscire
dalla scuola affinchè le buone intenzioni espresse dai vescovi non
restino solo propositi e i fatti
non dimostrino il contrario.
G. P.
NAPOLI
Nicaragua
La cronaca degli ultimi giorni,
con le notizie purtroppo allarmanti sull’atteggiamento del Presidente Reagan nei confronti del
Nicaragua sandinista, ha contribuito alla riuscita (lunedì 4 marzo) di una manifestazione pubblica organizzata al 'Vomero dalla
chiesa locale, in cui valdesi e metodisti si confondono in una sola
comunità.
■Vi è particolare interesse nella
comunità per il tema Nicaragua,
anche per la presenza laggiù di
una nostra giovane sorella che
con un gruppo di« Verdi » della
Germania Federale, dove vive da
qualche anno, partecipa a un lavoro di promozione sociale: naturalmente si segue la sua missione con interesse, simpatia, e
anche con un po’ di trepidazione.
La conferenza-dibattito, per cui
era stato invitato il Past. Eugenio Bernardini, ha avuto luogo
presso il « Centro Culturale Giovanile », circolo indipendente,
progressista, vicino all’area delle
Comunità di Base.
Qui più di 60 persone hanno dato vita a un dibattito ricco e interessante, dopo aver ascoltato la
conferenza di Bernardini per circa un’ora, con grande attenzione.
Di loro i due terzi non erano
evangelici. Il pastore Bernardini
ha mostrato profonda conoscenza della situazione attuale e della
storia recente dei Paesi del Centro-America, esprimendo apprezzamento e sostegno (non acritico)
per l'esperienza sandinista, secondo una linea di testimonianza
evangelica.
4
4 vita delle chiese
29 marzo 1985
FORUM TEOLOGICO DEL 1° DISTRETTO
III CIRCUITO
La fede contro il rito solidarietà coi lavoratori
L’esigenza del rito nell’esperienza religiosa deH’uomo diminuisce
quando aH’incredulità si sostituisce una reale convinzione di fede
Il Collettivo teologico del I
Distretto, nel suo terzo incontro, ha affrontato il tema del
rituale secondo il profilo della
sua critica da parte della teologia protestante di questo secolo.
Il past. Bruno Rostagno ha
svolto un’ampia relazione, esponendo il pensiero di tre teologi,
Tillich, Barth, Moltmann, nella
parte in cui questi studiarono il
problema oggetto del lavoro del
Collettivo.
Aspetto comune della riflessione dei tre teologi è il fatto
che essi non si occuparono direttamente del problema del rito, quanto piuttosto della religiosità dell’uomo, nella quale il
momento rituale ha una rilevante importanza.
Quest’importanza deve però
gradatamente diminuire, man
mano che alla religiosità si sostituisce una reale convinzione
di fede.
Una fede salda non ha bisogno di cerimonie, di riti, di simboli che fungano da elemento
di mediazione tra la realtà del
mondo e ciò che per fede il credente vede nella realtà del mondo. Il bisogno religioso dell’uomo è causato fondamentalmente
dalla sua incredulità.
L’uomo ha necessità di gesti
rituali, di dare un valore simbolico ad elementi della natura
(es. l’acqua nel battesimo) per
vedere rinsaldata la propria fede; la fede non gli basta, deve
vederla concretizzata in momenti, espressioni religiose.
Dio si serve della religione come strumento per rivelarsi all’uomo, per esplicare la sua azione di creazione, di elezione,
di giustificazione, di santificazione.
Il rito quindi non è da rigettare in tote, ma acquista un valore, agli occhi del credente, allorché è giustificate da Dio; facendo questo discorso però è indispensabile star vigili, per non
cadere in una dottrina sacramentale, per la quale il simbolo, strumento dell’azione rituale, acquista un valore di per sé.
Il rito ha un valore positivo
solo nella misura in cui mantiene una funzione di collegamento tra l’annunzio della risurrezione ed il quotidiano.
Dopo la ampia e complessa
relazione di Bruno Rostagno, di
cui le note che precedono non
vogliono essere una sintesi, ma
solo un cogliere alcuni punti che
mi paiono rilevanti, Claudio
Tron ha esposto al Collettivo
im excursus di alcuni momenti
nei quali, negli anni ’60, si espresse una critica al rituale.
L’invito a ripensare in termini più autenticamente evangelici la festività del 17 febbraio o
del Natale, le istanze per una
riforma del culto, la critica alla
solennità della liturgia o ad un
tipo di partecipazione ai diversi momenti della vita della chiesa, tutte manifestazioni che si
ebbero nel corso degli anni ’60,
si inserivano in un più ampio
discorso di esigenza di riforma
della chiesa.
Le indicazioni di Rostagno e
di Tron, con quelle emerse nei
due incontri precedenti, dovranno servire ai partecipanti al
Collettivo teologico per una
analisi di alcuni momenti rituali che si vivono nella chiesa.
Si è convenuto di esaminare i
« riti » del battesimo e della confermazione, del funerale e della
sepoltura, del culto.
Non sarebbe male se i respon
sabili della preparazione dei lavori del Collettivo curassero,
per maggio, allorché ci si ritroverà nuovamente, un documento che riportasse, in sintesi, il
contenuto delle diverse relazioni udite a Villar Per osa. Torre
Penice e, ora, a San Secondo.
Ciò faciliterebbe lo studio che
si vuol condurre, e rimarrebbe
quale documentazione, utilizzabile anche al di là della ristretta cerchia dei partecipanti al
Collettivo, i cui appunti rischiano di rimanere chiusi nei loro
quaderni, senza lasciare possibilità ad altri, eventualmente interessati al problema, di venire
a conoscenza delle preziose indicazioni emerse dal Collettivo.
Il momento più interessante
dello studio sul rito, per i risultati che emergeranno, sarà certamente costituito dai due incontri di maggio e giugno, ma
non si dovrebbe permettere che
il lavoro preparatorio, cinque
studi, tutti di notevole livello,
vada disperso. Paolo Gay
« Il Consiglio del III Circuito
delle chiese valdesi della Val Germanasca, in seguito alla crisi della Filseta di Perosa Argentina,
alla presa di posizione dell’apposita Commissione della Diocesi
Cattolica di Pinerolo e della
Commissione Esecutiva del I Distretto Valdese, alla solidarietà
coi lavoratori espressa dai Concistori di Perrero-Maniglia e Massello, ha esaminato ancora una
volta il problema dell’occupazione nella nostra zona, rilevando
con preoccupazione che la situazione è estremamente grave.
Ovviamente ribadiamo la nostra solidarietà coi lavoratori della Filseta che vedono minacciato
il posto di lavoro e coi giovani
in cerca di prima occupazione
che vedono allontanarsi la prospettiva di trovarla in conseguenza della crisi di quest’azienda.
Riteniamo che la stessa solidarietà animi anche l'azione degli
Enti locali tra cui, in nrimo luogo, la Comunità Montana.
Pensiamo che la necessità immediata sia quella di scongiurare o di ridurre al minimo le
conseguenze del ridimensionamento della Filseta sul piano dell’occupazione con interventi ap
propriati sullo stabilimento e
sul settore in cui opera. Ma a
lunga scadenza ci sembra che si
ponga in modo sempre più impellente l'esigenza di una politica che crei alternative reali alla
perdita dei posti di lavoro, col
rilancio di attività che siano
adatte al recupero del territorio
e dell’ambiente della Val Germanasca. Come Consiglio di Circuito abbiamo cercato quest'inverno di far conoscere l’attività di
cooperative che operano in un’altra valle del Pinerolese e che tentano un rilancio dell’attività agricola. Pensiamo che questa nossc.
essere una delle vie da percorrere perché l’occupazione valorizzi
il nostro territorio e cessi di essere in balia di un mercato che
non è controllabile dalle nostre
forze.
Come chiese valdesi siamo di
sponibili ad appoggiare qualsiasi
tentativo che verrà fatto in oue
sta direzione e le eventuali iniziative di codesta Comunità Mon
tana volte ad incentivare le scelte dei giovani verso questo tino
di occupazione ».
Il SovrintendeniL
Claudio Tron
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Tempo di confermazioni
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Sala gremita, la settimana
scorsa, in occasione dell’incontro
che i catecumeni confermandi
hanno avuto con il concistoro,
alla presenza dei genitori.
Un incontro positivo dal quale è emersa la sensibilità dei
presenti sull’importanza del passo che questi giovani, ancora all’inizio della loro vita spirituale,
stanno per compiere, la preoccupazione del catechista che si
chiede quanti di essi sono veramente sinceri nella loro decisione di confermazione, la responsabilità dei genitori che si pongono la domanda se veramente
hanno sempre seguito i loro figlioli per prepararli al combattimento della vita cristiana.
I confermandi quest’anno superano la trentina e sono: Luca
Benecchio, Manuela Benecchio,
Mauro Bertalot, Moris Bertalot,
Davide Bonjour, Barbara Bounous, Daniela Cangioli, Alessandro Cardon, Paola Charbonnier,
Luca Chauvie, Paolo Culasso,
Elvis D’Alessandro, Gabriele
VASTA PRODUZIONE
croci
ugonotte
in
oro e argento
da
Oreficeria
di TESI e DELMASTRO
Via Trieste, 24 - PINEROLO - Telefono 3117
e presso le Librerie ’’Claudiana”
BORNO
Danna, Patrizia Penoglio, Danilo Frache, Giulio Fraschia, Enzo
Gamba, Lorena Gamba, Daniele Gardiol, Ezio Lapisa, Carmen
Martina, Riccardo Mondon Mario, Adriana Mourglia, Andrea
Paschetto, Daniela Pons, Marco
Pons, Alberto Richard, Erica
Rivoira, Eros Roman, Ida Roman, Elvio Tourn.
Abbiamo trascritto i loro nomi affinché la comunità, ed in
modo particolare i membri dei
singoli quartieri ai quali appartengono, li circondino con amore e dedichino questi giorni che
li separano dalla confermazione alla preghiera di intercessione per loro, affinché il Signore
li aiuti ad essere coscienti dell’importanza del passo che compiono e della grazia che hanno
ricevuto in Gesù Cristo.
Durante rincontro, anche per
l’ora tarda, non c’è stato il tempo per la lettura delle « confessioni » dei confermandi. Pur sapendo, per esperienza, che esse
contengono sovente molto entusiasmo momentaneo, abbiamo
fiducia nell’amore di Dio per le
Sue creature e siamo certi che
Egli aiuterà questi giovani ad
inserirsi sempre più nella vita
della chiesa al servizio di questa società nella quale il Signore ci ha chiamati ad essere suoi
fedeli testimoni.
TORRE PELLICE — Dome
nica delle Palme, 31.3 alla Foresteria Valdese avrà luogo alle
12.45 im pranzo comunitario organizzato da alcune famiglie di
confermandi. La partecipazione
è allargata ai membri della comunità, dietro prenotazione ;
nel pomeriggio ci sarà l’opportunità di intrattenersi con questi giovani ammessi in chiesa.
• E’ deceduta la sorella Ines
Geymonat in Hugon. La comunità esprime la sua simpatia
cristiana alla famiglia.
VILLAR PEROSA — Durante il culto della Domenica delle Palme saranno confermati :
Luca Costantino, Sandro Coucourde. Paolo Gaydou, Cinzia
Gabutti, Marco Griot, Aldo Fissolo, Barbara Travers, Ornella
Viglielmo. Nadia Rostan sarà
confermata a Pasqua.
Alle ore 1530 al Convitto : festa di accoglienza, offerta dal
l’Unione Femminile, per i confermati e le loro famiglie. Tutti sono invitati.
Al culto del mattino parteciperanno i Trombettieri e la Corale.
• Riunione a Vivian, giovedì
28 marzo.
• Le iscrizioni per il soggiorno a Vallecrosia (15-29.6) si
chiudono il 31 marzo.
SAN SECONDO — Con cuore
grato e pieno di gioia i coniugi
Sandro e Carla Odino hanno accolto il loro primogenito chiamandolo Matteo.
Durante il culto di domenica
24 marzo i coniugi Italo e Mirella Ricca hanno chiesto che il loro piccolo Fabrizio venisse battezzato.
Benedica il Signore questi bimbi e dia ai genitori di guidarli
nelle Sue vie.
• L’assemblea di chiesa del 17
marzo dopo aver ringraziato l’anziano Gino Paschetto per il servizio fedele reso per tanti anni,
ha eletto al suo posto: Ilda Paschetto-Ribet che ringraziamo
ancora di aver accettato.
Silvano Fornerone è stato riconfermato.
• L’agape fraterna di domenica
17 marzo a cui hanno partecipato una quarantina di persone,
si è svolta in un clima di vera
gioia.
Coloro che in gennaio avevano
partecipato al viaggio in Sicilia
hanno voluto fare dono alla moglie del pastore di una bicicletta da usare per le visite alle famiglie della comunità di S. Secondo.
• Le attività nel periodo di Pasqua:
31 marzo, Domenica delle Palme: culto ore 10,30: confermazione dei catecumeni e partecipazione della corale.
Giovedì 4 aprile: culto ore 20,30
con Santa Cena.
Venerdì 5 aprile: cullo ore
10,30.
Domenica 1 aprile, Pasqua:
culto ore 10,30 con Santa Cena e
partecipazione della corale.
BOBBIO PELLICE — Dome
nica prossima, nel corso del culto della domenica delle Palme
avremo la gioia di ammettere
in chiesa 11 catecumeni: Anna
Bandiera, Alma Duval, Ornella
Favat, Micaela Fenoglio, Denis
Fontana, Danilo Geymonat, Manuela Giordano, Armanda Ne
grin, Gabriella Negrin, Lorena
Pontet, Loris Pontet.
A queste sorelle e a questi
fratelli vadano gli auguri e le
preghiere di intercessione di
tutta la comunità.
RORA’ — Se piace a Dio, ilo
menica 31 marzo saranno collier
mati Ferruccio Durand, Marco
Malan, Valdo Morel e Mai co
Tourn. Gian Luca Odetto, che la
seguito il catechismo a Torino,
ha chiesto di essere battezzalo
nella sua comunità di origine, il
nostro pensiero e la nostra preghiera sono con questi giovani,
che confesseranno la loro fede
davanti alla chiesa e al Signore
della chiesa.
Culto per la pace
ANGROGNA — Domenica 31
alle 9,30 il Concistoro si incontra con i confermandi per la lettura della loro dichiarazione di
fede. Seguirà il culto sul tema
della pace, con la partecipazione del Pastore Luciano Deodato, al termine delle riunioni
quartierali che hanno affrontato questo problema visionando
e discutendo il filmato autentico dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki di quaranta
anni fa.
• Le riunioni quartierali di
aprile saranno curate dal Gruppo giovanile FGEI del PrassuitVerné: si comincia lunedì 1 al
Baussan e martedì 2 ai Jourdan
alle 20,30.
Assemblea di chiesa
PINEROLO — Rappresenteranno la comunità quali delegati alla Conferenza Distrettuale Gianni Pons, Bianca Natali,
Aurora Revel (supplente Roberto Rostan). Deputati al prossimo sinodo saranno Nadia Menusan e Marcella Gay (supplente Mauro Gardiol).
• Rino Cardon e Alberta Revel hanno tenuto la predicazione nel culto di domenica 10 marzo in occasione della giornata
della Egei. La comunità li ringrazia del messaggio sul testo
di Isaia 58: 6-7.
5
29 marzo 1985
vita delle chiese 5
UNO ZINGARO SCRITTORE E PREDICATORE
DIBATTITO SULLA PACE
“Condannato
a sopravvivere
II
Incontro Matéo Maximoff,
scrittore e predicatore zigano,
nella chiesetta evangelica degli
zingari a Parigi, in occasione
d’un dibattito sulla situazione
della missione evangelica italiana
tra gli Zigani. Matéo fa parte
della folta schiera di predicatori Rom ed ha scritto alcuni romanzi dove è descritta la secolare drammatica vicenda del suo
popolo; mentre mi stringe affettuosamente la mano mi annunzia: « ho con me il mio ultimo
romanzo dal titolo ’’Condannato a sopravvivere”»; ed è felice
come un fanciullo di fare la dedica ad un « gajo », cioè a un
non zigano, quasi zigano. Matéo
è ricordato come forse l’unico
scrittore zigano nel bellissimo
libro di Bart Me Dowell: « Zingari, vagabondi del mondo »; egli appartiene alla tribù dei Kalderash, ramai di professione, ed
ha vagato per tutta l’Europa dopo un’infanzia difficile; infatti a
14 anni è diventato capofamiglia dopo la morte prematura
dei genitori; è stato in prigione
perché coinvolto involontariamente in un conflitto d’onere
tribale; nel carcere ha scritto
in trentun giorni il suo primo
romanzo che è stato poi pubblicato; è stato poi nei campi
di concentramento e poco dopo
ha scoperto Gesù Cristo in una
piccola comunità evangelica;
più tardi è stato accettato come
predicatore.
Zingaro o cristiano?
Questo sottotitolo è l’interrogativo posto alla fine del romanzo; infatti Maximoff nel romanzo « Condannato a sopravvivere », racconta il dramma d’un
giovane zigano appena ventenne,
di nome KhanteW che ha ucciso la moglie ritenuta infedele
dal marito. Il tribunale zigano
la kriss, per bocca del più vecchio del clan, emana la sentenza
di condanna, ritenendo che la
donna non era stata infedele; il
giovane ha ventiquattr’ore di
tempo per fuggire e dopo, i «vendicatori del sangue» lo inseguiranno Ano alla fine dei suoi giorni facendogli pesare la continua minaccia della morte ; infatti, la morte lo bracca dovunque nella persona del cognato
Pelvo che compare persino in
im campo di sterminio mentre 1
forno crematorio attende ambedue il giorno dopo; in quel momento estremo Pelvo riv"’! al
cognato di sapere che la moglie
era stata infedele e che quindi
la sentenza della kriss di cui faceva parte era stata ingiusta. In
quel momento Pelvo demanda
perdono; allora Khantchi grida
niangendo : « per trent’anni tu
m’hai inseguito, minacciato, mentre secondo la nostra legge ero
ritenuto innocente perché mia
moglie era stata veramente infedele; ho tremato notte e gior
no quando ti costava poco rivelare alla kriss la verità dei
fatti; quante sofferenze ed umiliazioni m’hai fatto subire! sono
stato in prigione; ho avuto fame, sete e freddo; sono stato
fustigato varie volte ed ora tu
vorresti il mio perdono perché
hai saputo che sono cristiano? ».
Pelvo lo interrompe e implora:
«concedimi il perdono»! e Khantchi con la voce rotta dall’emozione: « dovrei concedertelo perché sono cristiano, ma io sono
un ”Rom” »!
Il romanzo non è altro che la
trama dolorosa della persecuzione contro gli Zigani nello
spazio di cinque secoli con la
drammatica pagina della loro
strage nei forni crematori sotto
il nazismo, con la morte di
mezzo milione di persone.
Si pone quindi in chiusura di
romanzo il dilemma: vendetta
o perdono?
E’ possibile perdonare ai gaje
che continuano ancora oggi a
cacciare brutalmente gli zingari
dopo la sosta di tre giorni nonostante le decisioni umanitarie
del Consiglio d’Europa di qualche anno fa? Oli Zigani vivono in
mezzo a noi ma noi li respingiamo, come respingiamo i marocchini, gli algerini, condannati a
morire se rientrano al loro paese.
La croce di Cristo comporta
il perdono ma soprattutto un
nuovo modo di essere e di comportarci verso gli esclusi, i diversi, animati dalla potenza dell’Amcre di Colui che per noi si
è fatto « zingaro », perché se le
volpi hanno delle tane e gli uccelli dei nidi, il flglìol dell’uomo
non aveva dove posare il capo.
Gustavo Bouchard
Il «dio bomba»
Le iniziative in favore della
pace e della giustizia contro la
guerra continuano a caratterizzare la vita sociale e politica di
molti paesi e molte città italiane.
Anche il Consiglio Comunale
di Bussi sul Tirino (Pe) si è
riunito in seduta straordinaria
il 27 gennaio scorso per affrontare la questione della pace e
della distensione internazionale.
Tra i molti interventi si è distinto quello del pastore Enos
Mannelli, che non interveniva
solo a titolo individuale, ma
esprimeva anche la posizione
della Chiesa Evangelica Metodista di Pescara. Egli ha ricordato innanzitutto l’impegno degli
evangelici italiani in favore della pace, impegno testimoniato
sia dall’adesione al movimento
per la pace italiano, sia dalla riflessione espressa nella posizione del Sinodo del 1982, sia dal
fatto che molte chiese evangeliche hanno dichiarato zone denuclearizzate le aree sulle quali
sorgono i loro templi.
In particolare il pastore Mannelli ha sostenuto che i fondamenti della lotta per la pace sostenuta dagli evangelici poggiano sulla Parola di Dio. I cristiani evangelici ritengono che oggi
per tanti uomini esistono ancora forme di idolatria, contro le
quali in quanto credenti siamo
chiamati ad opporci per testimoniare l’unica signoria di Dio,
ed il nucleare, che simboleggia
così chiaramente la potenza e
la possibilità distruttrice del
mondo, è l’idolo al quale sacrificare ogni cosa.
Il pastore Mannelli, dopo aver
ricordato che Pietro Ingrao
(«L’Unità» 5/3/’84) vede nell’arma atomica il ’nuovo sovrano’ di fronte al quale ha abdicato la ’sovranità popolare’ sancita dalla Costituzione repubblicana, ha indicato in questo ’sovrano’ portatore di sicurezza la
illusione di chi detiene il potere
del mondo. Intanto il sacrificio
che il dio ’bomba’ ci richiede
— ha poi continuato Mannelli —
è immenso; la morte lenta per
il dissanguamento delle risorse; domani forse la distruzione
dell’umanità. La prima, illustre
vittima è già stata fatta: la nostra autodeterminazione. Per
questo gli evangelici sentono di
dover lottare contro ogni forma
di idolatria, di asservimento dell’uomo, in nome dell’unico Signore del mondo che riscatta
l’uomo e gli dona una nuova dignità. Il destino dell’uomo — ha
concluso Mannelli — non è quello del servo, sottomesso alle potenze folli di questo mondo, ma
quello di essere chiamato ad essere ’signore’ come la Riforma
del XVI secolo ha riaffermato:
« Un cristiano è un libero signore sopra ogni cosa e non è sottoposto a nessuno. Signoria non
intrinseca, ma dono di Dio ».
Dopo, il Consiglio Comunale
ha votato all’unanimità « l’indisponibilità del territorio del Comune ad ospitare insediamenti
nucleari civili o militari ».
CORRISPONDENZE
Echi dalla Giornata mondiale di preghiera
VENEZIA — La Foresteria valdese
organizza una serie di concerti di musica classica.
Il 6 aprile alle ore 17.30 il pianista
Gabriele Gorog e il violinista Marco
Paladin presenteranno musiche di Mozart, Bach, Beethoven e Rachmaninov.
Il 7 marzo, nei locali della
chiesa valdese di via dei Cimbri,
a Napoli, più di 60 persone si
sono incontrate per celebrare
insieme la Giornata Mondiale
di preghiera (GMP). La riflessione biblica, tenuta dalla maggiore Maria Paone, è stata tratta da due passi dell’ev. di Giovanni (20; 19-21 e 14: 27).
« Mai come in questi tempi, ha
detto la sorella Paone, si è parlato di pace, ma abbiamo veramente la pace? Non siamo forse circondati da odio, paura, violenza? Come possiamo combattere tutto ciò? Come un giorno
Gesù pianse guardando Gerusalemme perché i suoi abitanti
avevano rifiutato la sua pace,
cosi oggi, in un mondo che talvolta pensiamo sopraffarci e
sordo alle nostre parole, debbia«
mo ascoltare l’invito di Gesù che
ci dice; ’’Venite a me”. Dobbiamo trovare sostegno nella preghiera, ecco il veicolo per mezzo del quale troviamo la risposta. E’ un ponte che ci collega
a Lui se sappiamo sintonizzarci bene. Dopo aver ricevuto la
potenza dello Spirito Santo, i
discepoli furono mandati nel
mondo a predicare il perdono,
la pace, la speranza e l’amore
PROTESTANTESIMO
IN TV
LUNEDI’ 1° APRILE
rete 2 - ore 23 circa
ANDATE PRESTO A DIRLO
Studio biblico in occasione
della Pasqua sulla resurrezione realizzato con la collaborazione della Comunità evangelica di Siena.
di Dio. Così spetta a noi ».
Al termine del culto c’è stata
un’informazione sul lavoro svolto dal Servizio Migranti.
A Ferrara la celebrazione della G.M.P. ha visto riuniti, domenica 10 marzo, presso la chiesa battista, i gruppi femminili
di Bologna, Felónica Po, Parma,
Rimini. La liturgia « Pace attraverso l’azione » è stata letta a
turno dalle varie unioni e ia predicazione è stata curata dal past.
Mirella Abate sul testo di Filippesi 4: 4-7.
Dopo il culto, riunite nella
sala attigua alla chiesa, si è celebrata la Santa Cena, a tavola,
prima del pasto.
La giornata è proseguita con
l’illustrazione degli scopi e del
lavoro dei due organismi femminili (FFEVM-FDEI) operanti
nelle nostre chiese da parte di
Maria Grazia Paiazzino e uno
scambio di informazioni sulle
attività dei gruppi presenti.
Infine, a Milano, nella chiesa
cristiana protestante di via Marco De Marchi, una novantina di
sorelle si sono incontrate, domenica 3 marzo, per ascoltare la
predicazione di Annamaria Grimaldi sul tema della pace proposto dalle donne indiane. Erano presenti le Unioni femminili
battiste, metodiste, valdesi, svizzere, tedesche luterane riformate, cattoliche, dell’Esercito della Salvezza che hanno vissuto
molto intensamente il tema dell’impegno per la pace. Tutti questi vari incontri, organizzati dalla FDEI, porteranno i loro frutti nelle chiese.
Giornata
della gioventù
LA SPEZIA e CARRARA —
I catecumeni di Spezia (8 frequentanti) e quelli di Carrara
(tre) hanno preparato i culti del
3 marzo (Carrara) e del 17 marzo (La Spezia), avvalendosi di
uno degli schemi esegetici proposti dalla « Commissione biblica della FGEI ». Il tema scelto
è stato quello « colpa-perdono ;
punizione-riabilitazione », svolto
predicando su Genesi 4 ; 8-17.
Per l’occasione, i giovani hanno presentato alla comunità il
programma di catechismo di
quest’anno; prima parte, una
panoramica su Gesù Cristo, secondo la testimonianza dei Vangeli sinottici; seconda parte, la
Riforma da Lutero ai giorni nostri, usando come testo : « Martin Lutero - La Riforma protestante e la nascita delle società
moderne » di Mario Miegge.
In questa seconda parte, sarà
anche brevemente esaminata la
storia valdese, usando il volume
di Giorgio Tourn, in preparazione della gita alle Valli delle
due comunità; 17-19 maggio p.v.
A sabati alterni, in Carrara,
alcune coppie preparano il volume « Per capire la Bibbia »,
corso biblico del past. Thomas
Soggin, in vista delle conferma
ATTENZIONE!
Come abbiamo ricordato più volte entro marzo si conclude l'operazione rinnovo '85 e II prossimo numero sarà l'ultimo inviato a chi non
ha ancora rinnovato.
Chi rinnoverà successivamente
tornerà a ricevere subito l'Eco-Luce, ma senza aver diritto agli arretrati mancanti.
Chi vuol evitare interruzioni e ha
rinnovato solo recentemente, o
rinnova ora, o si impegna a rinnovare, lo telefoni alla segreteria
telefonica (011/655.278) in ore serali precisando con chiarezza il nome dell'abbonato e la località.
zioni, che avverranno, Dio volendo, domenica 26 maggio.
Infine, ringraziamo Paolo Naso, Marisa Badiali, Paolo Forma, Paolo Novaria e Gabriella
Forma per la collaborazione
nelle predicazioni domenicali.
Rinvio
Si è conclusa con un rinvio
l’assemblea della Associazione
delle Chiese Battiste della Campania e del Molise, riunita presso la Chiesa battista dell’Arenella (Napoli) il 17 marzo scorso. Alla base dell’imprevista decisione sta la necessità di approfondire il dibattito sul rapporto fra le singole chiese e la
Associazione, oltre che sul senso dell’Associazione stessa.
Pomo della discordia, la concezione piuttosto rigida del congregazionalismo propria di alcune realtà battiste campane,
che porta di fatto a svuotare di
significato tutto ciò che trascende la dimensione della singola
comunità. Il coordinamento uscente ha infatti lamentato che
spesso — con particolare riferimento alla cura pastorale della
chiesa di Bisaccia — le decisioni dell’Associazione sono state
ritenute non impegnative per le
chiese, ma al massimo per i
singoli fratelli impegnati nella
Associazione stessa.
EUTANASIA
Nell'articolo « Dolce morte, una bella
parola per una triste realtà » è stata
omessa per errore la menzione di un
articolo di Giovanni Franzoni « Dono
della vita e pienezza di responsabilità »
(CNT 85/1). E' intanto comparso, su
CNT 85/5, « No all'accanimento terapeutico ” di Gianna Urizio.
CHI AVARI — In occasione del centenario della nascita del pittore Paolo
Paschetto nei locali della Chiesa evangelica mostra antologica deli’arte paschettiana con esposizione di decorazioni, xilografie, profili, pitture, disegni, vetrate, francobolli, fregi e copertine di libri e riviste. La mostra
sarà aperta nelle ore pomeridiane dal
6 al 12 aprile.
MILANO — Dal 13 aprile al 4 maggio per 4 sabati si svolgerà presso il
Centro di cultura Protestante un ciclo
di lezioni sulla figura di Calvino e la
storia del Calvinismo nel quadro delle iniziative di « Milano per voi ».
Bando di concorso
L’Y.W.C.A.-U.C.D.G., in occasione dell’anno internazionale della Gioventù, bandisce un
concorso fra le giovani dai
16-20 anni, sul tema:
« Quale futuro per la Giovane
Donna di oggi? »
Gli elaborati, che possono
essere presentati sotto forma
di articolo, poesia, composizione, corredati eventualmente da disegni, vanno inviati
entro il 30 aprile 1985 alla;
Redazione della Rivista
Impegno,
via Davide Giordano, 4
10066 Torre Pellice.
Alle vincitrici l’Associazione
offrirà un soggiorno di una
settimana, in data da concordarsi, nel Foyer di Roma.
6
6 prospettive bibliche
29 marzo 1985
PER LA DIFFUSIONE DELLA BIBBIA
Due progetti per l’Est
L Unione delle Società Bibliche ha lanciato due sottoscrizioni per
I apertura di una libreria biblica a Debrecen e per la Bibbia in russo
Morto per noi!
Debrecen, una delle principali
città ungheresi, ha una forte tradizione cristiana che risale indietro di vari secoli. Nel 1561 vi
fu pubblicato un innario e fu il
primo libro stampato in Debrecen; più recentemente fu sede
di ima traduzione della Bibbia
in ungherese moderno.
Debrecen è anche un importante centro pedagogico: è sede
del Liceo riformato della Chiesa riformata ungherese con più
di 200 studenti e annessa una
scuola media con 3-400 studenti.
Ci si aspetterebbe di trovare
una Libreria di Sacre Scritture
in una città come Debrecen, e
Invece ce n’è solo una a Budapest. Ma ora al Consiglio biblico ungherese si presenta la possibilità di aprire ima libreria biblica anche a Debrecen. Questa
libreria potrebbe aprire enormi
possibilità di espansione per la
Parola di Dio in questa parte
dell’Ungheria.
Per l’arredamento della libreria, che richiede anche alcuni lavori edilizi, il Consiglio biblico
ungherese ha chiesto l’aiuto dell’Unione delle Società Bibliche.
Il progetto, di 10.000 dollari, esorbita dal piano che era già
stato stabilito dal preventivo
dell’Unione delle Società Bibliche e per questo un appello è
stato inviato a tutte le Società
bibliche nazionali per sostenere
questo progetto extra.
La libreria sarà in centro, vicino alla famosa chiesa riformata di Kossuth Street, menzionata nelle guide turistiche per
i suoi affreschi ben conservati.
Debrecen attira molti turisti da
tutta l’Ungheria e anche dai paesi vicini. Spesso i turisti chiedono interessanti informazioni sugli affreschi della chiesa che
hanno tutti temi cristiani.
Un’altra attrazione è la famosa
biblioteca del Liceo riformato
che contiene, tra gli altri libri,
più di 4.000 diverse versioni della Bibbia. Il pezzo più antico è
un frammento del libro di Giobbe datato intorno al 1050. La
Bibbia di Karoli, che divenne la
versione uflBciale protestante, fu
pubblicata per la prima volta
nel 1590 nel paese di Vizsoly,
non lontano da Debrecen e Gaspar Karoli compì la maggior
parte del suo lavoro a Giinc, un
paese a nord della città.
Non c’è dubbio che la nuova
libreria attirerà molti clienti non
sole dal Liceo e dalla scuola ma
anche dalla città di Debrecen e
dai dintorni.
10.000 Bibbie
Un permesso di importazione
di grossi quantitativi di Bibbie
in Unione Sovietica è un evento
molto raro. La Chiesa battista in
URSS ha ottenuto recentemente
un permesso del genere per l’importazione di 10.000 copie della
Bibbia e con un telegramma firmato dal presidente del Consiglio delle Unioni dei cristiani
evangelici battisti pastore Andrei Klimenko e dal segretario
pastore Alexei Bychkov, ha richiesto all’Unione delle Società
Bibliche l’invio. L’ultimo invio
era stato di 25.000 Bibbie, stampate a Stuttgart e aveva avuto
luogo nel 1978.
Anche questa volta le Bibbie
saranno stampate a Stuttgart e,
secondo la richiesta che tiene
conto dei membri anziani, saranno di formato e caratteri
grandi. Questo spiega il costo
piuttosto elevato del progetto
(46.000 dollari) che include anche le spese di trasporto.
Nel 1982 il past. Alexei Bychkov visitò la Casa della Bibbia
di Stuttgart e annunciò che le
autorità sovietiche avevano dato
il permesso per la stampa di
10.000 copie all’anno per tre
pubblicazioni; Bibbia, Nuovo Testamento e Innario. Ma anche
così si rispondeva solo ad una
parte della richiesta.
La risposta all’ultimo invio di
25.000 Bibbie russe nel 1978 fu
travolgente. Nel giro di una settimana più della metà erano state vendute e responsabili di chiese fecero lunghi viaggi per ritirare personalmente le loro copie.
« Abbiamo avuto davvero una
meravigliosa risposta dalle nostre chiese » disse il pastore
Bychkov a quel tempo, « rendiamo grazie a Dio che ci ha benedetti in questo modo ». Qualcuno chiese al pastore Bychkov
se ci sarebbe stata un’altra possibilità di mandare Bibbie in
Russia. «Certo, lo spero — rispose — i canali ufficiali mi
sembrano aperti e molto favorevoli ».
Ora la possibilità è giunta e
l’Unione delle Società Bibliche
ha l’opportunità di rispondere
a questo desiderio espresso sei
anni fa.
(segue da pag. 1)
per caso utilizzando una formula a cui non è più collegata alcuna realtà e perciò è diventata
vuota?
Forse ricreando una struttura
sociale solidale possiamo ricomprendere e riappropriarci consapevolmente di quella vecchia
formula soteriologica che esprime l’annuncio della salvezza.
Questa è una sfida alla chiesa di
oggi, che pur tenta di vivere localmente questa realtà fra molte difficoltà, dato che riformare
l’intera società è ben più difficile.
2) L’espressione « per noi »
è presente in tutto il N.T.; ma è
certamente Paolo che ne fa l’uso
maggiore. Non è quindi un caso
che lo stesso Paolo, nella sua riflessione teologica, presenti anche le due linee di pensiero che
ci aiutano molto nel tentativo di
risolvere il nostro problema.
Paolo usa l'immagine del corpo (1 Corinzi 12) per parlare delle relazioni che esistono fra i
componenti della comunità cristiana. In quel testo biblico si
cerca di ripresentare l’idea della
solidarietà sociale, della corresponsabilità, della compartecipazione, della reciprocità. In
una situazione così caratterizzata il « per noi » riacquista tutta
la sua validità, perché riemerge
da una realtà sociale solidale.
In una situazione così contrassegnata si può annunciare con
consapevolezza e autorità che
« Cristo è morto per noi ». E la
formula diventa credibile.
3) Ma la realtà dell’individualismo, eredità del giudaesimo che ha già permeato la società del tempo, è presente anche nella chiesa. Paolo allora elabora una riflessione teologica
che tiene conto di questa realtà.
Ecco allora comparire l’espressione « essere in Cristo », o semplicemente « in Cristo ». Fra il
(singolo) credente e Cristo si
instaura un legame unitario che,
almeno per Paolo, assume coloriture mistiche di identificazione personale, al limite della perdita di identità personale e della spersonalizzazione (« non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me »). L’evento stesso della salvezza è collegato strettamente a questa realtà teologica:
« se uno è in Cristo, egli è una
nuova creatura... », tanto da costituirne la premessa e la condizione. Anche in questo caso,
dinanzi alla realtà teologica del
rapporto molto stretto fra Cristo e il credente, si può nuovamente annunciare con consapevolezza che « Cristo è morto per
noi ».
Mi sembra che le indicazioni
più vicine e praticabili per noi
siano quelle paoline (quella dell’A.T. mira alla società nel suo
complesso e oggi è difficilmente
proponibile, però non va accantonata). Il riferimento al corpo
di Cristo, di cui i credenti sono
le diverse parti componenti, e
quello del rapporto molto stretto fra il credente e Cristo, che
giunge ad una forma di identificazione, costituiscono le due
indicazioni reali in base alle
quali l’espressione « Cristo è
morto per noi » ( = al nostro
posto e a nostro vantaggio) possa nuovamente essere usata con
consapevolezza teologica e onestà intellettuale. Al di fuori di
questi due collegamenti qualificanti, quella espressione teologica così carica di significato si
svuota del suo contenuto e diventa una formula incomprensi
bile e inaccettabile.
Il tempo della passione, quau
do queste formule vengono necessariamente riprese in ogni
proclamazione dell’evangelo, mi
sembra essere il momento più
adatto per riflettere sull’uso linguistico e sul contenuto teologico delle espressioni soteriologiche che usiamo per comprendere l’evento della croce.
Domenico Tomasetto
FANTASIA
PER LA VITA - 3
Umanizzare la vita
3. Avere fantasia in vista della vita vuol
dire, poi, avere fantasia per umanizzarla.
Grande è infatti questo mistero: l’uomo
è uomo, non animale, eppure quanto può
essere disumano! La disumanità dell’uomo è forse l’enigma più grande del mondo. Ora, il cuore del cristianesimo, il
cuore dell’Evangelo è questo: Dio è diventato un uomo — Tumanizzazione di
Dio, insomma. Antichi teologi pensavano
che Dio è diventato uomo affinché noi
fossimo divinizzati. Possiamo dire, più
sobriamente: Dio è diventato uomo affinché noi fossimo umanizzati. Ciò a cui
dobbiamo tendere non è la nostra divinizzazione, ma la nostra umanizzazione.
L’umanizzazione dell’uomo è il compito
più urgente che s’impone alTumanità.
Come adempierlo? Ecco un paio di indicazioni.
a) L’uomo deve reimparare, o imparare meglio a non considerare nell’uomo
in primo luogo la sua classe, razza, cultura, religione, ideologia, nazionalità, ma
a considerare anzitutto ed essenzialmente
la sua miseria spesso nascosta. Non si
deve sorvolare sul fatto che l’umanizzazione di Dio non è stata un’impresa stravagante, in cui Dio si sia impegnato per
gusto dell’avventura, ma è la risposta
estrema a una estrema distretta. Dio è
diventato uomo perché l’uomo aveva dimenticato o perduto la propria umanità.
E’ quest’angoscia disperata dell’uomo
che ha determinato Tumanizzazione di
Dio. Analogamente Tumanizzazione delTuemo dipende strettamente dalla scoperta della miseria angosciosa di cui via
via l’uomo soffre. Ecco, al riguardo, un
racconto ebraico narrato da Martin Buber. Un rabbino, Moshe Lob, riferisce;
« Come si debba amare gli uomini, Tho
imparato da un contadino. Era seduto
in un bar con altri contadini, e beveva.
Tacque a lungo, e anche gli altri. Ma
quando il vino gli mosse il cuore, si volse al suo vicino e gli domandò: "Dimmi,
mi ami o no?” Il vicino rispose: ’Ti amo
molto”. E quello riprese: ”Tu dici; Ti
amo, e non sai che cosa mi tormenta. Se
tu mi amassi veramente, sapresti che
a cura di GINO CONTE
Concludiamo in questo numero la pubblicazione dello studio presentato dal
prof. Ricca alla recente sessione del Gustav Adolf Werk. Dopo una prima parte in cui
ha contrapposto la fantasia creatrice di vita di Dio alla prevalente fantasia di
morte dell uomo. Ricca ha iniziato una parte propositiva indicando in 5 direzioni
,la fantasia per la vita a cui ci chiama l’Evangelo, svolgendo i primi due: rendere possibUe la vita e proteggere la vita.
cosa mi tormenta”. L’altro contadino non
sapeva che cosa rispondere. Quello che
aveva posto la prima domanda, tacque
come prima. Io però ho capito; amare
gli uomini vuol dire conoscere quel che
li tormenta e portare con loro quel tormento ». Dunque, avere fantasia per la
vita vuol dire imparare a vedere quel che
tormenta l’uomo, perché è in questo modo che cresce Tumanizzazione della vita.
Possiamo aggiungere che conoscere un
tormento e sopportarlo non significa essere in grado di guarirlo. Nella parabola
del giudizio universale, in Matt. 25: 31-46,
Gesù non dice « Sono stato in carcere e
mi avete liberato », bensì « Sono stato in
carcere e siete venuti da me». Non dice:
« Sono stato malato, e mi avete guarito »,
bensì « e mi avete visitato ». Quest’osservazione, di cui sono debitore a un commentatore svizzero, indica però che conoscere il tormento e condividerlo è il
passo decisivo.
b) L’uomo deve reimparare o imparare meglio a considerare e a utilizzare la
propria libertà come luogo d’incontro. Se
si ha il coraggio dell’incontro si contribuisce fortemente alTumanizzazione della
vita, perché la disumanità si nutre essenzialmente del reciproco estraniarsi. Non
è un caso che la prima comunità cristiana abbia incluso al suo interno i contrasti maggiori e più carichi di tensione
presenti nella società del tempo: schiavi
e liberi, uomini e donne, giudei e greci
— gente che apparteneva a mondi contrapposti, si è incontrata nella comunità
di Gesù.
E lì soltanto si sono reciprocamente riconosciuti come uomini, hanno riacquistato occhi per vedere l’umanità che si
erano reciprocamente negata, lì per la
prima volta Thanno sperimentata. Avere
fantasia per la vita vuol dire avere fantasia per incontri fra uomini reciprocamente estraniati.
Motivare la vita
4. Avere fantasia per la vita significa
saperla motivare. Infatti vivere una vita
senza capirne il senso, non può essere
una vita piena. Perché vi sia pienezza di
vita, la vita deve avere un senso. Ma tale senso non è trasparente. Ecco un altro enigma: la vita non trasmette il senso della vita. Non è nella vita stessa che
troviamo il senso della vita. Non basta
vivere, per trovarlo. Si può persino vivere con grande intensità, e mancare del
tutto il senso della vita. Ed è chiaro che
una vita senza senso è una vita insipida
— più un peso che una gioia. C’è un modo per uscire da questo enigma: che un
fenomeno così gigantesco e così multiforme qual è la vita, non riveli alcun significato univoco? Nella prima lettera di
Giovanni leggiamo questa parola singolare: «La vita è apparsa» (1: 2) — come
se la vita fosse apparsa soltanto con Gesù, sebbene ci fosse già prima. Porse l’apostolo vuole dire che con Gesù è apparso il fondamento della vita, e così anche
il suo senso. Gesù dà effettivamente alla
vita un significato ben preciso; ma chi è
disposto a approvarlo e ad accettarlo? E’
un fatto; Gesù non si è limitato a sostenere in modi molteplici la vita, a guarirla, a benedirla, a risuscitarla, a trasformarla, ma le ha anche dato un senso. In
altri termini: soltanto una vita piena di
significato può dirsi veramente umana.
Perciò la fantasia per la vita include necessariamente anche la fantasia nel dare
senso alla vita.
La vita nella luce
della grazia, della gratuità
5. E infine, avere fantasia per la vita
significa graziare la vita, considerarla, impostarla, trattarla nella luce della grazia,
della gratuità. L’esperienza della grazia
è parte del cuore più segreto di ogni vita
umana che tenda alla pienezza. La grazia
non è Un lusso, non è qualcosa alla quale si possa rinunciare a piacere, come se
in fondo fosse superflua. La grazia è invece vitale, quanto il pane e la verità.
Beato l’uomo che può dire; ho ricevuto
grazia. La grazia suprema è essere amati, dato che in sé l’uomo non è talmente
amabile. Nella Disputa di Heidelberg
(1518) Lutero ha affermato: «Così stanno le cose: i peccatori sono belli perché
sono amati, non sono amati perché sono belli ». Vita graziata vuol dire vita
amata. Amare vuol dire attribuire, conferire valore. Una vita amata è una vita
piena di valore, colmata di valore e perciò vita protetta, al sicuro, sorretta. Una
vita amata è vita che non è dimenticata,
né abbandonata, né respinta, né lasciata
in preda alla morte. L’amore con cui sono amato riserva un raggio imprevisto di
eternità alla mia piccola vita ignota, irrilevante, mortale. L’orizzonte dell’eternità rappresenta il culmine della fantasia a
prò della vita. Non stupisce quindi che
Giovanni Calvino abbia dedicato al nostro
tema un intero capitolo delle sue « Istituzioni della religione cristiana » (III, 9)
dandogli per titolo « Meditazione sulla
vita futura ». Vi scrive, fra l’altro: « Ne
deduciamo pertanto [da quanto detto prima] che non bisogna cercare né sperare
quaggiù altro che lotta; quando è questione della nostra corona, dobbiamo innalzare gli occhi al cielo ». E ancora:
« ...ci è così difficile smettere di ammirarla [questa vita terrena] fino a esserne
storditi come se contenesse in sé ogni
felicità. Se è necessario che il Signore
ci istruisca in questo modo, il nostro
compito è di ascoltare i suoi rimproveri, per mezzo dei quali scuote la nostra
indifferenza affinché, disprezzando il mondo, aspiriamo con tutto il nostro cuore
alla vita eterna » (par. 1 e 2).
Dunque avere fantasia per la vita vuol
dire avere fantasia per la vita eterna.
Paolo Ricca
7
■FI
29 marzo 1985
obiettivo aperto 7
FEDE E POLITICA NEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Per una nuova coscienza cristiana
In opposizione alla destra conservatrice e disumanizzante, ma anche in reazione fortemente critica nei confronti della
sinistra ’’liberale”, sta nascendo negli Stati Uniti un movimento radicale che va dalla protesta alla resistenza
Sul numero scorso abbiamo pubblicato due
interventi sul tema del rapporto religione e politica negli Stati Uniti. Da una parte il pastore J.
Falwell ha affermato l’indissolubQità deffa fedemorale dalla morale-politica rivendicando ai credenti il diritto di far pesare sulla struttura pubblica il peso della « moral majority » e rivolgendo un appello in tal senso. Dall’altra il senatore E.
Kennedy ha interpretato la tradizionale separazione tra chiese e stato distinguendo tra la massima libertà riconosciuta a tutti di proclamare le
proprie convinzioni e Tinaccettabile ricorso al potere coercitivo delio stato per imporle, distinguendo anche le materie che sono di competenza di
una decisione pubblica (armamenti) da quelle che
competono aUa decisione del singolo (aborto).
Sulla scena americana si sta muovendo una
terza posizione che è rappresentata dall’articolo
che pubblichiamo oggi riprendendo l’essenziale di
un articolo pubblicato sul numero di gennaio della rivista Sojourners, tralasciando soprattutto la
descrizione dei terreni su cui è impegnata questa
«terza via» di cui abbiamo dato notizia sull’EooLuce in questi ultimi mesi: i testimoni della Pace
in Nicaragua, il movimento « Impegno per la resistenza », U movimento delle chiese-santuario, U
movimento per la libertà del Sud Africa.
Riteniamo che questa « terza via » — che politicamente non si identifica né con la destra né
con la sinistra e ecclesiasticamente attinge aderenti tanto tra gli evangelicals quanto tra i membri
delle chiese storiche — sia una delle realtà più
interessanti dell’America religiosa degli anni ’80.
Ad una riunione di 200 ufficiali superiori al Collegio Nazionale della Guerra fu fatta
una dichiarazione rivelatrice :
« La sfida maggiore nei confronti di tutto quello che facciamo
viene ora daH’interno delle chiese ». L’oratore, un generale di
alto rango, proseguì dicendo:
« Un completo nuovo modo di
pensare si sta sviluppando nelle chiese e dobbiamo pensare a
fronteggiarlo ».
La persona che mi riferì questo episodio osservava che l’atteggìamento dell’oratore era non
tanto ostile, quanto profondamente preoccupato. Il generale
teneva in mano alcuni esemplari di libri del nuovo movimento
cristiano per la pace ed esortava i suoi uditori a leggerli.
« Chiunque vuol restare in servizio deve imparare a trattare
con le argomentazioni di questi
libri ».
Ci sono altri segni di una
preoccupazione delle istituzioni
riguardo ai nuovi fermenti presenti nelle chiese. Il governo ad
esempio si mantiene in stretto
contatto con le attività pacifiste delle diverse denominazioni.
Vescovi e rappresentanti di chiese ricevono quasi ogni settimana dalla Casa Bianca e dalle
agenzie governative stampati
che difendono la politica americana in Centro America, l’armamento nucleare, le priorità
per l’interno. Alcuni hanno ricevuto visite personali da speciali emissari governativi per
« spiegare » la politica dell’amministrazione.
Attivisti ijristiani riportano incidenti di sorveglianza, irruzioni e perfino infiltrazioni. L’ufficio del fisco sta torchiando gli
obiettori fiscal; e sentenze più
dure sono comminate a chi commette atti di disubbidienza civile per protesta contro la corsa
agli armamenti e la politica militarista americana.
Nuove proposte legislative allentano le restrizioni per i servizi segreti del governo, promettono dure misure contro i dissidenti e minacciano i diritti costituzionali. Una recente proposta in Congresso ha suggerito
la pena capitale per crimini di
« tradimento », una parola che
la storia ha dimostrato essere
estremamente vulnerabile ai
cambiamenti delle definizioni
politiche.
Gli alleati del governo hanno
il loro ruolo da giocare sulla
destra politica. Gruppi di destra
si sono rivitalizzati negli ultimi
4 anni, tanto che la Destra ha
intrapreso l’offensiva contro coloro che mettono in questione
l’atteggiamento politico statunitense verso l’interno e all’estero.
La sua tattica è sempre la stessa: accusare di essere marxista
e filo sovietico chi dissente dal
governo degli Stati Uniti.
Una nuova
« chiesa della pace »
Una rigorosa campagna di distorsione e diffamazione è in
atto al fine di screditare individui, gruppi, pubblicazioni e chiese che osano dissentire dall’ideologia e dalla politica ufficiale.
La Destra teme particolarmente il dissenso a base religiosa. Un movimento di coscienza
indipendente il cui anelito verso la giustizia e la pace sia radicato nella Bibbia è più difficile da screditare, ignorare o
accusare di simpatie comuniste.
Negli Stati Uniti una nuova
« chiesa della pace » sta emergendo a partire praticamente da
ogni denominazione e confessione. Per un crescente numero di
cristiani la minaccia della guerra nucleare ha sollevato non solo la questione della sopravvivenza, ma una crisi di fede.
Il fatto che la nazione faccia
affidamento su armi di distruzione di massa e che faccia espresso riferimento alla sua volontà
di usarle è diventato un profondo problema teologico e spirituale per le chiese. Cadono le
antiche distinzioni tra pacifisti
e sostenitori della guerra giusta e si fa largo un « nuovo movimento abolizionista », fondato
sugli imperativi della fede, per
abolire le armi nucleari.
La maggior parte delle principali chiese e delle conferenze
episcopali hanno emesso dichiarazioni contro le armi nucleari
e la crescente corsa agli armamenti. Molte denominazioni hanno ora gruppi di intervento e
programmi di lavoro nel campo
della pace. A livello di chiese
locali si svolgono studi biblici,
riunioni di preghiera, discussioni e azioni sulla questione nucleare.
E’ proprio alla base che il movimento è più evidente. Il Treno Nucleare che trasporta le testate nucleari dalla fabbrica di
Amarillo, nel Texas, ai luoghi di
spiegamento in tutte le zone del
paese, un tempo viaggiava non
notato e indisturbato. Ma questo avveniva prima della Campagna del Treno Bianco iniziata dalla Comunità di Agape.
Ora, ovunque vada il Treno Nucleare, lo seguono veglie di preghiera e azioni lungo tutto il
suo percorso.
Similmente, sono sempre meno le postazioni nucleari e basi
militari che non abbiano ormai
una presenza regolare di manifestanti o di movimenti nonviolenti, specialmente in particolari giorni e periodi che seguono
il calendario liturgico delle
chiese.
La pratica della protesta nonviclenta e della disubbidienza
civile, profondamente radicata
nella nostra tradizione sia biblica che democratica, viene riscoperta nella nostra era nucleare
e molti cristiani vanno in galera
per amore della pace. Per protesta antinucleare in un solo
anno ne sono andati 5.000, di cui
la maggioranza cristiani. Veglie,
pellegrinaggi, liturgie pubbliche
e riunioni di preghiera, azioni
simboliche, obiezione fiscale,
manifestazioni, campagne di azione diretta, arresti, processi e
celle stanno diventando parte
della vita della chiesa man mano che il clero e i laici si persuadono che l’aver accettato la
bomba è stato un segno di falsità nel culto e nella fedeltà e
man mano scoprono Evangelo
del Principe della Pace.
Per la vita, contro
la discriminazione
L’energia e la passione dei cristiani sono stati anche al cuore
dell’opposizione all’aborto su richiesta. E’ vero che per la maggior parte il movimento antiaborto è stato legato al programma politico della Destra
religiosa e delle forze antifemministe; ma un nuovo appello
sta emergendo per un’etica coerente a favore della vita.
La moralità selettiva sia della
Destra che della Sinistra è messa in questione da una nuova
posizione per la vita che chiama alla difesa della vita ovunque essa sia minacciata, dall’inizio alla fine del ciclo vitale.
Così i diritti dei neonati, il rifiuto delle armi nucleari, l’opposizione all’intervento militare
in America Centrale, la difesa
dei poveri e la ricerca della giustizia economica formano una
« tunica inconsutile » a favore
della vita umana.
I cristiani si impegnano anche per offrire una guida nel ristabilire l’integrità della vita familiare e i valori personali, entrambi decaduti nella società allargata. In Un tempo di confusione e di rovina sessuale molti
cominciano a vedere l’importanza e la pienezza della fedeltà
coniugale, dell’impegno personale, del mutuo rispetto. Anche
l’uguaglianza tra donne e uomini nella famiglia, sul posto di
lavoro, nella chiesa è considerata da un numero crescente di
cristiani come elemento ineliminabile della visione biblica della
giustizia.
Tutti questi sviluppi indicano
che le chiese negli Stati Uniti
stanno attraversando una trasformazione fondamentale. I
cambiamenti che sono in corso
sono motivati dalla fede, formati dalla coscienza e radicati nella Bibbia.
II sorgere di una nuova coscienza cristiana non potrebbe
essere più tempestivo. Il conservatorismo politico, che pure
sta crescendo, è aspro e crudele. Il suo compagno spirituale
è un rampante interesse egoistico.
I poveri sanno che i risultati
delle elezioni sono stati contro
di loro. Intere sezioni del paese
e settori della popolazione rischiano di essere .semplicemente abbandonati. La presenza di
una crescente sottoclasse urbana e la quasi estinzione del piccolo agricoltore non sono che
due esempi.
Stiamo anche assistendo ad
un’escalation del razzismo bianco che viene a galla con rinnovata forza e baldanza. I risultati delle elezioni dimostrano
La Riverside Church di New York, profondamente impegnata nel
campo delle iniziative per la pace e partecipe del movimento delle
Chiese-santuario a favore dei rifugiati centroamericani.
drammaticamente la polarizzazione razziale della nazione. Ironicamente proprio quando i neri hanno fatto qualche passo
avanti sul piano politico, essi
sono in pericolo di essere politicamente isolati e marginalizzati.
Lo status delle donne è altrettanto insicuro, mentre potenti
forze ideologiche ed economiche
cercano di respingere le dorme
in vecchi stampi e modelli. La
corsa agli armamenti si fa sempre più pressante, e le crescenti
spese militari cancellano i resti
di programmi sociali già misurati col contagocce. L’interventismo militare è diventato un
modo di vita, specialmente per
ciò che concerne l’America Centrale, e per proteggere gli interessi americani il potere, nella
conduzione della politica estera,
ha tralasciato qualsiasi preoccupazione per i diritti umani. Nessuno conosce realmente fin dove si spingerà la Destra politica
ora che ha il controllo nella politica estera e militare degli Stati Uniti e ha un presidente che
non deve più preoccuparsi della
rielezione.
Il fallimento morale
del liberalismo
Il fallimento morale del liberalismo ha peggiorato notevolmente la nostra crisi. Il liberalismo ha abbandonato l’ambito
della fede, della famiglia e dei
valori personali e si è cosi allontanato sempre più dal modo
di vivere quotidiano della gente
comune. E il secolarismo militante ha contribuito ad una degenerazione culturale e spirituale.
I liberali hanno preferito la
burocrazia alla democrazia, la
dipendenza alla giustizia, il potere alla reale partecipazione. In
politica estera i liberali si sono
adattati al militarismo, all’interventismo, al miope interesse
egoistico; le loro proposte suggeriscono solo qualcosa di meno di- quanto propongono già i
loro oppositori.
La conservazione ora fa leva
sui peggiori istinti, pregiudizi e
paure del paese, mentre il liberalismo cerca di nascondere il
fatto che non ha da presentare
alternative reali. Ambedue offrono per i vari problemi solo
soluzioni tecniche piuttosto che
soluzioni umane.
Sul piano generale la Sinistra
non ha saputo mantenere le sue
promesse, ha prodotto una rigida ideologia e ha perso per strada, sacrificandola, la libertà
umana. La Destra è scesa a nuovi livelli di brutalità e ha ammassato le sue vittime in una
fila tanto alta quanto quella delle sue peggiori controparti comuniste. Sia i regimi di destra
che quelli di sinistra mostrano
una notevole somiglianza nella
loro disponibilità a violare i diritti umani, quando questo torna utile ai loro propositi.
Il nuovo movimento
In netto contrasto, il sorgere
della coscienza cristiana in tutto il mondo è la ricerca di alternative sociali, politiche e economiche, basate su valori più umani. Questa ricerca va al di là
delle vecchie polarizzazioni di
destra, sinistra e centro e mira
al nocciolo spirituale e politico
dei nostri problemi. Nuove idee,
necessario dissenso e visione alternativa vengono ora dalle comunità di fede di ogni parte del
mondo.
Negli Stati Uniti il nuovo movimento della coscienza cristiana è politicamente indipendente. Non è né di destra né di sinistra, né liberale né conservatore. Sfida la catalogazione secondo le etichette tradizionali e
il suo sviluppo non è ideologicamente prevedibile.
Per esempio, i cristiani che si
oppongono alla politica nucleare e all’interventismo in America Centrale possono sembrare
d’accordo con la Sinistra. Ma
gli stessi cristiani possono essere in netto contrasto con la
Sinistra su problemi come l’aborto, la morale sessuale e l’etica della violenza. I cristiani possono rivendicare valori familiari e personali di tipo conservatore, ma dissentono compietamente dai conservatori sul ruolo della donna, le soluzioni per
il razzismo, o i valori del successo economico. La coscienza
cristiana non fa distinzioni sulle violazioni dei diritti umani,
siano esse perpetrate da dittature militari di destra o da governi totalitari di sinistra.
In secondo luogo, la coscienza cristiana è particolarmente
sensibile alle vittime dell’ordine
sociale prevalente : i poveri, i
marginalizzati, i prigionieri politici, le classi o razze oppresse,
le donne, le minoranze etniche.
Alla loro sorte i cristiani dovrebbero essere particolarmente attenti, in qualsiasi società.
Poiché ogni sistema ha le sue
vittime, nessuno risponderà enJim Wallis
(continua a pag. 12)
8
8 ecumenismo
29 marzo 1985
BATTESIMO EUCARISTIA MINISTERO: L’OPINIONE FRANCESE I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Chiediamo
uiteriori precisazioni
La festa evangelica
Scrittura e Tradizione,
questi temi teologici il
Le quattro chiese protestanti
di Francia, appartenenti al Consiglio ecumenico delle Chiese:
la Chiesa della Confessione di
Asburgo di Alsazia e della Lorena, la Chiesa Evangelica Luterana di Francia, la Chiesa Riformata d’Alsazia e Lorena, e la
Chiesa Riformata di Francia, fin
dal 1972 hanno creato un Consiglio permanente delle Chiese
Luterane e Riformate di Francia.
Questo Consiglio ha indetto
un colloquio dei rappresentanti
delle quattro Chiese, teologi, pastori e laici (circa un centinaio),
per esprimersi congiuntamente
sul documento di Lima, il BEM.
La preparazione del colloquio
è stata molto valida: abbiamo
ricevuto in anticipo quattro rapporti contenenti la sintesi delle
discussioni avvenute nell’ambito
delle singole chiese. Un gruppo
di lavoro, dopo avere esaminato
questi rapporti, ha presentato
un documento che ha messo in
luce sette temi di riflessione
esprimenti le convergenze, le divergenze e le interpellanze suscitate dal BEM. Due teologi
hanno poi esposto la problematica che era presente nel BEM,
ed anche un progetto di dichiarazione finale è giunto presto
nelle nostre mani e ci ha aiutato ad orientarci verso l’essenziale del problema della « accoglienza » del BEM.
Il Consiglio Luterano-Riformato ha creduto opportuno coinvolgere nel colloquio anche qualche rappresentante della Conferenza dei Paesi Latini (CEPPLE).
Abbiamo informato il Consiglio
di quanto avevamo prodotto nei
nostri paesi. Per la Chiesa Valdese-Metodista i due documenti
della nostra Commissione Ecumenica sono stati inviati per
tempo, e nel corso del colloquio
di Lione-Francheville, mi è stato
possibile esporre le posizioni
espresse dalle nostre Chiese.
Dopo Un lavoro a gruppi è stato affrontato il problema della
dichiarazione finale, che tenesse
conto della sostanza di quanto
detto nel colloquio.
Ed ecco alcuni punti del documento, che vuole esprimere
l’orientamento delle Chiese Luterane e Riformate di Francia,
sulla « accoglienza » del documento di Lima, il BEM.
Limiti del testo
« Fratelli e Sorelle, riuniti a
Lione per preparare la risposta
delle nostre Chiese al testo degli accordi di Lima, vi invitiamo
a discemere in questo avvenimento, per quanto modesto, una
promessa di Dio sul cammino
del suo popolo...
Noi siamo certo coscienti dei
limiti e talvolta delle ambiguità
di questo testo e non possiamo
ignorare che l’avvenire del mondo lancia delle sfide ben diversamente urgenti alla nostra fede. In molteplici orientamenti,
i cristiani delle diverse confessioni partecipano ad una testimonianza, a lotte in comune e
vi trovano la gioia di una unità
donata, fino al martirio. Il movimento ecumenico vi prende
parte attiva. Ed è il primo a
dirci che la ricerca dell’unità
non deve essere isolata dalla testimonianza missionaria, dall’evangelizzazione, dalle riflessioni
etiche, socio-politiche... ».
Riflettendo sul BEM, continua
la dichiarazione di Lione: « Noi
abbiamo una nuova occasione
per entrare nella promessa di
Parola e Sacramento, ruolo della Chiesa; su
confronto deve continuare e approfondirsi
una vita ecclesiale comune e,
senza che alcuno vi perda la
propria identità, di mettere forze e ministeri al servizio gli uni
degli altri ».
Il linguaggio del BEM
« E’ evidente che il linguaggio
ecclesiologico, sacramentale e patristico del BEM non è il nostro
linguaggio abituale, l’espiessione della nostra struttura di pensiero... Noi siamo invitati a cerCds& di comprendere questo linguaggio non con lo scopo di rimpiazzare il nostro ma al fine di
vedere se le altre tradizioni cristiane esprimono, nel loro proprio linguaggio, la medesima fede e le stesse nostre convinzioni
cristiane. Fin da ora noi sappiamo, il testo del BEM lo mostra
chiaramente, che su numerosi
punti noi confessiamo in maniere diverse la medesima fede ».
« Noi domandiamo a Fede e
Costituzione di precisare questo linguaggio al fine di eliminare ogni ambivalenza nell’uso
dei termini che intaccano al
presente il testo del BEM...
Sarebbe importante che il linguaggio delle Chiese sorte dalla
Riforma fosse preso in maggiore considerazione al fine che altre Chiese ed altre tradizioni potessero, da parte loro, comprendere la nostra espressione della
fede in Cristo: un certo modo
di porre le priorità nella comprensione dell’Evangelo di Gesù
Cristo. Accanto ai tre temi proposti, Battesimo, Eucarestia, Ministeri, noi aspettiamo una riflessione su articoli di fede che
sono fondamentali per le nostre
Chiese, come per esempio la
comprensione della salvezza in
Cristo, l’autorità della Scrittura,
la relazione Parola-fede, l’impegno cristiano... ».
Problemi particolari
« Dopo lo studio del BEM a
diversi livelli della nostra vita
di Chiesa, tre problemi teologici appaiono attraverso i tre capitoli del documento. Essi caratterizzano le nostre convinzio
ni fondamentali ed esprimono
la nostra comprensione dell’esigenza dell’Evangelo. In nome
della fedeltà a questo Evangelo
noi non possiamo accontentarci
al riguardo di posizioni troppo
diver.se e noi domandiamo a Fede e Costituzione un supplemento di precisione ».
La dichiarazione finale del
colloquio puntualizza questi tre
temi teologici. Sono i temi che
hanno accompagnato il dialogo
ecumenico da molti anni. Questi punti « emergono dietro tutti i problemi particolari che
dobbiamo porre al BEM. Si tratta di dati fondamentali della
nostra identità ».
Ed ecco quali sono questi tre
temi:
A) Scrittura e tradizione:
« ...La tradizione e la storia rimangono per noi sempre secondi e non possono divenire in
nessun momento l’interprete autorizzato del messaggio biblico ».
B) Parola e Sacramento:
« ...Una insistenza unilaterale su
un solo dei due poli (predicazione - sacramenti) ci sembra spiacevole. Bisognerebbe non dare
la priorità al sacramento di fronte alla Parola orale o scritta, né
ridurre il sacramento ad una
.semplice conferma della Parola ».
C) Il ruolo della Chiesa:
« Noi insistiamo con il BEM sulla necessità di strutture per
tutta la vita della Chiesa. Tuttavia noi pensiamo che la Chiesa
ed i suoi ministeri non sono in
alcun momento dispensatori se
non addirittura signori della
grazia... ».
In conclusione
« Ricevendo il BEM noi ci siamo interrogati personalmente
non soltanto sui nostri principi
e le nostre nratiche, ma innanzitutto sulla finalità delle nostre
Chiese nella Francia del nostro
tempo. Queste finalità hanno le
loro radici nel messaggio che la
Riforma ha ricevuto da Dio per
la Chiesa universale: la proclamazione della grazia, l’annuncio
della giustificazione in Cristo
accordata all’uomo ingiustificabile. Questo messaggio non è
sorpassato: ^i uomini ed i popoli hanno più che mai bisogno
di questa parola suscettibile di
strapparli alla tenaglia della secolarizzazione e della teocrazia,
alle potenze economiche ed ideologiche, al fatalismo che li tiranneggiano e li paralizzano... ».
Aldo Sbaffl
La ricorrenza del 17 febbraio
ha avuto, un po’ su tutta la
stampa, echi e apprezzamenti.
Da notare che, nel complesso,
è stata sottolineata più la celebrazione « civile » del popolo valdese, che non quella « religiosa »
della Chiesa. Esemplare al riguardo l’ampio articolo di Glauco Licata sul Corriere. Ma si ha
nel complesso una nuova verifica della sempre maggiore attenzione che la stampa in genere
dedica ai valori della presenza
protestante nel nostro paese.
Attenzione che viene anche confermata da spazi concessi a nostri rappresentanti. Vedi ad esempio l’articolo di G. Gönnet
ospitato da Biellese Proletario
sulle celebrazioni di Fra Dolcino. O la presentazione a cura
di Sergio Ronchi su Terra Ambrosiana, organo ufficiale della
Diocesi di Milano, del libro della Claudiana su Lutero. Mentre
il GaUo recensisce, sempre della Claudiana, sia il « Protestanti perché » di Girardet, che « Lutero nel suo e nel nostro tempo » di vari autori ; ed anche i
fumetti di Stagnare su « L’uomo
di Wittenberg ».
La rielezione di Reagan vede
una ripresa delle attività del fondamentalismo protestante, cui
si richiama la Moral Majority di
Palwell, che di Reagan è dichiarato sostenitore. Le ultime attività sembrano orientate soprattutto contro l’aborto, arrivando,
come racconta il Manifesto, allo scoppio di bombe contro cliniche abortiste. Secondo Repubblica, l’espansionismo delle sette fondamentaliste in Sud America sarebbe addirittura finan
ziato dalla C.I.A. A consolarci
un po’ sono le manifestazioni
antirazziste dirette contro il governo sudafricano, represse con
arresti a ripetizione di cui è stato, tra gli altri, vittima anche
un vescovo metodista.
Il problema dell’insegnamento
religioso nelle scuole è arrivato
alla Corte Costituzionale chiamata a decidere, su un ricorso
di otto anni fa, se un decreto
del ’28 e il Concordato del ’29
sono accettabili dall’attuale Co
stituzione per la parte che privilegia la religione cattolica come fondamento dell’istruzione
elementare. E’ materia sostanzialmente superata dal nuovo
Concordato, ma sarà comunque
importante, ai fini dell’applica
zione delle nuove norme, sentire il parere della Corte, se mai
ne formulerà uno. Proseguono
intanto interventi di vario tipo
secondo Gente Veneta tale insegnamento salverebbe i valori di
laicità, proponendo all’alunno
fatti e concetti sui quali la su;:
scelta sarebbe in fondo libeia
(un ricordo del seminarista Stalin?).
Ulteriori echi delle manifestazioni della Settimana per l'Unità con larga partecipazione ài
esponenti protestanti.
E, per finire, l’intenzione dei
pastori protestanti svedesi, dipendenti dello stato, di sciopérare per avere maggiori stipendi.
Niso De Michel ¡S
9 Segnalazioni e ritagli per
questa rubrica vanno inviati
direttamente al curatore:
Niso De Michelis, via S. Marco 23, 20121 Milano.
Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Nigeria:
chiese incendiate
(SOEPI) — Dei fanatici musulmani hanno incendiato 21
chiese nel nord della Nigeria,
regione a maggioranza musulmana. L’assurdo è che queste
chiese non potranno essere ricostruite. L’autorizzazione governativa per la ricostruzione è
stata negata con la motivazione
che queste chiese sarebbero
troppo vicine alle moschee. Sebbene le autorità abbiano presentato le loro scuse ai cristiani per
questo atto criminale, esse restano piuttosto reticenti nei confronti dei cristiani. I cristiani
devono ora percorrere grandi
distanze per recarsi al culto oppure devono riunirsi in locali di
fortuna. Si ritiene che questi atti criminali facciano parte di un
processo di islamizzazione dell’Africa lanciato da alcuni paesi
arabi. Il programma comprende l’invio di insegnanti arabi in
certi paesi africani, col pretesto
di sviluppare le relazioni « fraterne e culturali » fra i paesi, ma
in realtà la loro è una campagna di islamizzazione.
Secondo fonti ecclesiastiche
attendibili, il programma prevede anche la costruzione di otto
moschee ogni chiesa cristiana.
Protestanti
in Polonia
(FLM Information) — Sono
circa 160.(X)0, luterani riformati
e metodisti, appena ri“/'o della
popolazione. Ma questa situazione di minoranza è aggravata
dalla identificazione polacco =
cattolico, per cui i protestanti sono spesso considerati come stranieri (li chiamano i prussiani,
così come chiamano « russi » gli
ortodossi). Essere non cattolico
in Polonia oggi non è certo facile. Le relazioni coi cattolici sono spesso tese, ne sia testimonianza il fatto che una trentina
di chiese luterane sono state,
negli ultimi anni, occupate a furor di popolo dalle parrocchie
cattoliche vicine e questo fatto
non è mai stato veramente scoraggiato dai vescovi cattolici
locali.
Nonostante queste difficoltà i
protestanti polacchi cercano di
essere significativamente presenti nella non facile realtà in
cui il Bifore li ha posti ad essere testimoni dell’Evangelo.
Riportiamo ampi stralci di un
articolo scritto da Andrej Woitowicz, segretario del dipartimento stampa della chiesa luterana polacca, a testimonianza
di quanto dicevamo sopra : « All’inizio dell’autunno scorso, avevamo ricominciato a sperare per
la prima volta dopo molto tempo. Il raccolto era stato buono,
...il clima sociale era migliorato
grazie alla amnistia concessa a
molti prigionieri politici... Fu
allora che avvenne l’incredibilile; l’assassinio del prete Jerzy
Popieluszko... questo assassinio
politico è innanzitutto un assassinio che vuole essere un avvertimento per il governo. Rende
evidente che in Polonia esistono
sempre delle forze che si oppongono ad una qualsiasi evoluzione democratica della società...
Le chiese membro del Consiglio ecumenico polacco sono
state anch’esse molto toccate da
questo fatto... esse hanno espresso il desiderio che il dialogo tra
il governo e l’episcopato cattolico non fosse interrotto... Le
chiese protestanti erano presenti alle esequie di Popieluszko.
Questo rappresenta più di un
semplice gesto ecumenico. Tut
ti i polacchi, di qualsiasi confessione, sono concordi nell’affermare che la politica di distensione deve proseguire... Adesso
speriamo che l’isolamento ¡''litico nel quale l’Ovest ha teii..i :,
la Polonia finisca. Speriamo ; itresì che questo assassinio politico che ha provocato angos ,;;i
ben oltre i confini polacchi, resti un «incidente», ma che sia
anche recepito dall’insieme del
paese come un segnale di allarme ».
Evangelizzazione
uguale tentazione?
(Perspectives Réformées) —
A Sydney (Australia) il pastore
David Gin, segretario generale
della Chiesa Unita, ha definito
recentemente l’evangelizzazione
come «l’idolo del protestantesimo contemporaneo ». Lo scopo
di questa dichiarazione è di
spingere il protestantesimo a testimoniare efficacemente l’Evangelo di Cristo, piuttosto di consacrarsi a pubblicizzare la religione cristiana.
In una messa in guardia contro il trionfalismo ecclesiastico,
il pastore Gill equipara i problemi dell’evangelizzazione alle
tentazioni affrontate dal Signore nel deserto. Una chiesa che
prenda sul serio l’evangelizzazione, scrive Gill, « deve rigettare la mentalità propria dei cacciatori di scalpi spirituali » i
quali sono preoccupati di scavare la differenza tra « noi » e
« gli altri ». La chiesa deve invece ribadire la sua solidarietà
con tutta l’umanità, cristiana e
no ed essere disponibile a ricevere di nuovo con essa la parola della grazia.
Infine conclude : « se la nostra
preoccupazione essenziale (benché non confessata) è il successo della istituzione ecclesiastica
questa erronea idea di evangelizzazione produrrà un messaggio forzatamente non evangelico.
La chiesa non è chiamata a popolarizzare il cristianesimo ma
a testimoniare l’Evangelo. Ogni
volta che si perde di vista questa distinzione si finisce nella
confusione ».
9
29 marzo 1985
cronaca delle Valli 9
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Pranzo di
confermazione
Domenica delle Palme: tempo
di confermazioni nelle chiese delle Valli. L’esame finale di catechismo, il colloauio con il Concistoro, l’ammissione in chiesa, rappresentano certo i momenti di
gran lunga più significativi e seri
della confermazione, ma vi è anche un aspetto « organizzativo »
che solitamente occupa e preoccupa il confermando ed i genitori: il tradizionale pranzo da offrire a parenti e amici.
la genere esso rappresenta
un'occasione forse un po’ futile
e 'mondana, date le circostanze
(ma umanamente legittima), di
incontrarsi e trascorrere un giorno in serenità e cordialità attorno al tavolo di un ristorante. Personalmente ne conservo un piacevole ricordo, anche se devo riconoscere che aveva poca attinenza con la mia incipiente vita
di 'nembro di chiesa.
Una variante adottata da molti,
più raccolta e meno consumistica, consiste nel ritrovarsi a casa,
come in una riunione di famiglia:
momenti simpatici ed ormai rari
nella nostra vita senza soste nè
pause.
Ma esiste anche una « terza
via :> del pranzo di confermazione, dà sperimentata ed attuata
con successo da vari anni in alcune chiese delle Valli (e fors’anche fuori): Vagane comunitaria,
preparata non solo per i neoconfermati e le loro famiglie, ma
aperta ai membri di chiesa ed
agli amici.
In atiesto modo il pasto comune, gitasi da «fine», diventa «mezzo » per stare sì insieme, ma anche per parlare e riflettere su temi comuni, difficoltà e prospettive della propria vita nell’ambito
della Chiesa.
A Torre Pellice, da 4 o 5 anni il
Concistoro andava riproponendo
una simile iniziativa. Ma l’agape
in Lumune non riusciva proprio
ad ■jrganizzarla. Scetticismo verso ! iniziativa? Paura di essere in
pochi nella foresteria semivuota?
•S. arso sen.so della comunità?
Volontà di rifugiarsi nel privato,
dopa a culto pubblico di confermazione? Chissà. Forse nulla di
lutto ciò: Videa dell’agape non
aveva però mai riscosso troppi
consensi. Tanto che il Concistoro ave\<a deciso di non riproporla.
Risultato: auest’anno, inopinatamente, il pranzo comunitario
si farà. L’hanno chiesto gli stessi
catecumeni neoconfermandi e le
loro famiglie. E non si può che
essere felici di auesta iniziativa.
Certo, non si asserirà che una
agape comunitaria, anziché un
pranzo privato, responsabilizzi o
inviu di più i neo-membri di
chiesa a partecipare alle attività
della loro comunità; ma avrà
senzfaltro molto più senso per
dei giovani che hanno appena assunto un importante impegno di
fronte a Dio, alta Chiesa, a se
stessi, avere ancora un momento
comunitario di gioia e di riconoscenza al Signore.
Siamo tutti d’accordo: fede e
impegno cristiano sono qualcosa
di mollo più complesso e profondo. Ma dopo gli anni del boom
consumistico ed in pieno riflusso
anche un piccolo segnale come
quello del pranzo di confermaz.ione a Torre Pellice indica che,
comunque, qualcosa sta cambiando.
Roberto Giacone
Tensioni pre-elettorali
Critiche dalla stessa maggioranza alla gestione della comunità - Preludio di diversa collocazione del PSI nella prossima amministrazione?
In breve
Dalla relazione introduttiva al
bilancio 1985 e al programma
stralcio del Presidente e dagli interventi di alcuni Consiglieri rappresentativi dell’area politica in
cui militano, si può ritenere politicamente conclusivo il Consiglio
di lunedì 18 marzo dell’attuale
legislatura. Dal discorso del capogruppo PSI, Longo, è sembrato
che riemergesse una critica alla
conduzione programmatica di
una legislatura né semplice
né facile per la molteplicità
di nuove competenze, per la prima volta retta da una donna le
cui radici affondano in queste
valli.
Come indipendente di sinistra
Franca Coisson, con la collaborazione degli Assessori, espressi da
una maggioranza PLI, PCI, PSI,
Indipendenti, ha guidato la Giunta portando a compimento il
mandato anche con la tensione
morale riconosciutale da un consigliere di minoranza.
Riforma degli
enti locali?
Nella relazione di Franca Coisson sul modo in cui ci si avvicina
alle prossime elezioni di maggio
si è evidenziato il gran parlare di
riforma degli Enti locali:
— le province rivendicano deleghe e competenze della Regione
pretendendo di divenire l’unico
ente intermedio fra Regione e
Comune.
— i Comprensori probabilmente sono destinati a scomparire.
— le Comunità montane, speranza negli anni 70 delle zone disagiate della montagna, vengono,
sì, contemplate ma senza rilievo
rispetto ad altre forme associative e, secondo una proposta di
legge, non sono addirittura contemplate nel progetto delle Province Piemontesi.
Le leggi attribuiscono alle Comunità Montane funzioni di sviluppo e prevedono strutture per
trasformare la vita del montanaro, ma ragioni strettamente finanziarie hanno fatto segnare il
passo. Molte Comunità Montane
hanno anche assunto le funzioni
di U.S.S.L. e avviata la realizzazione della prevista unità dei
servizi.
Parte delle energie e dell’attenzione di amministratori e funzio
nari si è rivolta allora all’integrazione dei molteplici compiti
assunti, con quelli istituzionali.
Infine le Comunità Montane
appaiono meritevoli di finanze
adeguate a consentire l'opera intrapresa con l’attuazione delle
leggi 1102/71 e 93/81.
Prime
valutazioni
Nel dettagliare gli stanziamenti afferenti le spese effettive e in
conto capitale (escludendo le partite di giro) previste nel bilancio
1985 per complessive lire 1508
milioni, la Presidente ha motivato le destinazioni finanziarie facendo alcune considerazioni sull’attività dei diversi settori nel
1984.
Molti gli impegni nell’ambito
della pianificazione connessi con
la variante n. 1 al P.R.G.I. e con
le indagini geologiche e per la
vulnerabilità sismica degli edifici
pubblici.
Nel settore sociale spesa di lire
253 milioni di cui 241 coperte dall’U.S.S.L
Il finanziamento del settore
culturale con i programmi « Spazio Giovani » attuato con i servizi
sociali dell’U.S.S.L. ed i campi di
lavoro con scambi di giovani provenienti da altre località del nord
e del sud richiede uno stanziamento di lire 96 milioni.
Nell’agricoltura e foreste sono
previsti interventi per lire 142
milioni (8 per il pronto soccorso
veterinario).
In conto capitale lire 243 milioni per recupero aree destinate a
discarica rifiuti solidi e sistemazione idrogeologica (200 milioni).
Per interventi sulle strutture
alpine (rifugi). nell’economia
montana e per l’acquisto centralina idroelettrica per gli alpeggi:
lire 95 milioni.
Personale, spese generali funzionamento uffici amministrativi
e indennità agli amministratori
gravano sul bilancio per 142 milioni. Scrupolosa è stata la puntualizzazione della Presidente sull’entità dell’indennità corrispostale come insegnante in aspettativa il cui importo è rimborsato
dairUSSL con legge 93/81 e potrebbe sensibilmente diminuire
se gli succedesse un presidente
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che non si trovi nelle condizioni
di cui alla citata legge.
Dissensi e
critiche
L’intervento del Cons. Longo è
stato politicamente critico. Egli
si è richiamato alle battaglie poco conosciute per l’affermazione
delle autonomie locali, dalla
«Carta di Chivasso » (1943) fino
alla legge istitutiva delle Comunità Montane (legge 1102/71). Ha
ricordato le conquiste qualificanti e la partecipazione della gente
in passato alle scelte, esprimendo
preoccupazione per il tentativo
di disattendere alle proposte e alle istanze che provengono da certe realtà del territorio. Longo è
affatto d’accordo che non si possa programmare imo sviluppo
economico e sociale con le risorse riservate ai « poveri ». Questo
lo si potrebbe giustificare, secondo il Cons. Longo, con un bilancio limitato a 230 milioni (legge
1102/71) ma non con una previsione definitiva per il 1984 di 2010
milioni. Infine si è rammaricato
che la maggioranza della quale
peraltro fa parte, non abbia modificato lo Statuto introducendo
norme concernenti le funzioni di
USSL; probabilmente Longo ignorava che provvedimenti decisi da
altre Comunità Montane furono
respinti non avendo il supporto
legislativo.
Danilo Rivolta (PCI) non ha
apprezzato gli interventi da clima pre-elettorale. Ha giustificato
invece alcuni passi del discorso
di Celeste Martina laddove questi
si è richiamato ai cambiamenti
avvenuti dal 1980 all’85 e sulla
necessità che vi debba essere consenso sugli obiettivi politici, altrimenti risulta sfocato il ruolo
della Comunità Montana.
Antonio Kovacs
Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino, Daniela Ferravo Platone,
Paolo Fiorio, Dino Gardiol,
Enos Mannelli, Bruno Rostagno, Eugenio Stretti, Franco
Taglierò.
Corso per boscaioli
TORRE PELLICE — Il centro di formazione professionale
dell’Istituto Piante da legno organizza presso la Cascina
rampa’ di Venaria dal 29 aprile
al 17 maggio un corso per boscaioli ed apprendisti. Per informazioni ed iscrizioni (entro
il 12 aprile) rivolgersi all’Ufficio
Tecnico della Comunità Montana Val Pellice - via Caduti per
la libertà 4 ■ Torre Pellice, tei.
0121/91514 oppure 91836.
Campeggio Brio
RORA’ — Su un’area di 4 mila metri quadri a 1.200 m. in località « Eric » è stato costruito
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e prenotazioni telefonare in comune, tei. 0121/93102 oppure al
presidente della Pro Loco,
S. Tourn, tei. 0121/90549.
Soggiorno al mare
PERO'SA — Anche quest’anno la Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca — USSL
n. 42 — promuove un soggiorno
al mare per i pensionati della
zona.
La meta è Laigueglia, presso
l’Albergo « Villa Ida », dal 20
maggio al 3 giugno 1985.
Possono partecipare coloro
che sono titolari di pensione e
sono autosufficienti o, anche se
non autosufficienti o se handicappati, purché siano accompagnati.
E’ possibile farsi accompagnare dal coniuge anche se non pensionato.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 5 aprile e comunque si chiuderanno con la copertura dei posti disponibili.
Per qualsiasi informazione rivolgersi al Servizio Socio Assistenziale dell’U.S.S.L. n. 42 - via
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10
10 cronaca delle Valli
29 marzo 1985
_______COMUNITÀ’ MONTANA VALLI CHISONE E GERMANASCA
12 miliardi da spendere
Valutazione positiva dei servizi socio-sanitari: la struttura sanitaria
gode buona salute - La ristrutturazione dell’Ospedale di Pomaretto
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Un discreto numero di consiglieri ha partecipato alla seduta
conclusiva dell’attuale amministrazione dell’USSL 42 e della
Comunità Montana Chisone e
Germanasca, venerdì 22 marzo.
Gli argomenti da trattare — i
bilanci preventivi dei due enti —
meritavano infatti una certa attenzione.
Il bilancio preventivo della
USSL per le funzioni sanitarie
raggiunge i dieci nailiardi e mezzo e, secondo l’opinione del presidente Daviero, il periodo di
gestione che sta terminando dimostra che la struttura sanitaria
gode di buona salute, almeno dal
punto di vista amministrativo. E’
senza dubbio un po’ preoccupante l’aumento elevato della spesa
farmaceutica, dovuto forse alle
disastrose condizioni climatiche
deU’invemo appena trascorso,
mentre dal lato positivo è da segnalare la convenzione con l’ospedale di Pomaretto con aiunento dei servizi e riduzione della
media di degenza da 24 a 19
giorni. L’ospedale ha anche comunicato alTOBSL un progetto
di ristrutturazione per la spesa
di 500 milioni totalmente a proprio carico.
Per la parte relativa alle funzioni socio-assistenziali, il bilancio raggiunge il miliardo, con un
aumento sia del contributo solito, sia delle quote fissate per i
Comuni. Nella discussione si sono toccati diversi punti, da un
sostanziale apprezzamento per
l’assistenza domiciliare, alle
preoccupazioni per l’assistenza
agli handicappati che ora la Provincia a norma di legge scarica
sulle USSL.
Il presidente della Provincia,
Angrogna Notizie
Venerdì 1’ marzo il Consiglio
comunale di Angrogna ha approvato il bilancio di previsione
per il 1985.
Da una parte si è constatato
l’aumento dei contributi dello
Stato (35 milioni in più), della
Regione per alcuni servizi (l’assistenza scolastica e l’autolinea),
mentre i finanziamenti regionali per iniziative culturali si manterranno ad un livello uguale a
quello dell’armo precedente.
Le uscite riguarderanno investimenti in particolare nel settore stradale, nella rete fognaria e in quella dell’acquedotto.
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Maccari, presente alla seduta
nella sua veste di consigliere locale, ha preso la parola per spiegare che la Provincia intende ancora finanziare i servizi al 50%,
mentre si sta studiando come
trasferire le competenze mantenendo il finanziamento, per non
interrompere l’assistenza. La
questione riguarda principalmente il Centro Socio-terapeutico per
handicappati di Perosa Argentina.
Non molto florido è invece il
bilancio della Comunità Montana
che pure arriva al miliardo. Di
fronte aU’infiazione e ai costi in
salita, gli aumenti non consentono di dare avvio ad iniziative
nuove, ma solo di mantenere
quelle esistenti. L’ente perde autonomia, dovendo dipendere da
finanziamenti altrui e parallelamente perde anche tempestività
negli interventi.
Proseguendo nell’ordine del
giorno, si è ancora discusso sul
l’istituzione dei corsi di parlata
locale, che vedono un calo di
iscrizioni dovute all’abbandono
del dialetto in famiglia, e sulla
proposta di produrre un audiovisivo sui beni culturali delle due
valli.
A tarda ora, una questione di
scottante attualità è stata portata all’attenzione dei presenti:
le ispezioni compiute recentemente da funzionari dell’INPS e
di enti affini nei Comuni delle
valli Chisone e Germanasca per
controllare la regolarità dell’affidamento di lavori a personale
non dipendente. Dato che a nessun sindaco fa piacere terminare
il proprio mandato sotto processo, è stato proposto di cercare, tramite le forze politiche,
una soluzione che modifichi la
legge sugli incarichi temporanei,
legge che ormai ha perso di attualità e di valore con il mutare
della situazione previdenziale.
Liliana Viglielmo
PINEROLO
L’ora di religione
Non è stata molto elevata la
partecipazione del pubblico al
dibattito organizzato dalla CGILScuola a Pinerolo il 19 marzo
sul tema dell’insegnamento della religione nei nuovi programmi della scuola elementare.
Forse il martedì non è il giorno più adatto per una conferenza che di regola si sa già che
termina tardi, oppure, come è
stato sottolineato dagli organizzatori, le manovre del ministro
Falcucci passano tra la generale indifferenza degli insegnanti
e delle famiglie.
Si potrebbe ancora formulare
un’ipotesi e cioè che nessuno si
era illuso che la chiesa cattolica
avrebbe rinunciato ad una posizione di così alto privilegio nella scuola, malgrado le dichiarazioni in contrario del Concilio
Vaticano II, e che quindi sembra inutile continuare una battaglia persa.
Il prof. Francesco Pitocco,
membro della commissione Fassino incaricata di elaborare i
nuovi programmi, ha espresso.
invece, la sua delusione e anche
la sua irritazione di uomo di
cultura laica che vede risorgere
conflitti e tensioni ritenuti ormai superati.
Sotto l’apparenza di un’apertura che consiste soltanto in belle dichiarazioni, si afferma, secondo il prof. Pitocco, una strategia evangelistica verso chi non
è cattolico, la quale affianca la
catechesi dell’ora di religione.
Con il riconoscimento dei « valori » della cultura cattolica, lo
Stato si impegna anche a diffonderli nella scuola e rimane ancora da verificare se la materia
« relipone » avrà dei nuovi contenuti o se ricalcherà gli schemi
risaputi.
Pochi gli interventi dei presenti al termine dell’esposizione;
chi era d’accordo con le opinioni del prof. Pitocco non ha avuto molto da aggiungere, chi era
di diverso parere non ha ritenuto conveniente esprimerlo,
trovandosi molto probabilmente
in posizione di minoranza.
L. V.
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I prigionieri
dimenticati
LUSERNA S. GIOVANNI .—
La sera di venerdì 22 marzo si
è svolto un Incontro pubblico
di Amnesty International promosso dall’Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Comunale. Sono intervenuti per presentare una volta di più neila
Val Penice gli scopi e i modi di
operare di questa organizzazione che si muove a favore dei
prigionieri in ogni parte del
mondo due espo'nenti di rilievo
del movimento Amnesty: Michele Mosca, tesoriere nazionale
e Stefano d’Errico, responsabile
per la circoscrizione PiemonteValle d’Aosta.
Mosca ha iniziato con un’introduzione storica: abbiamo così
saputo che A.I. è nata nel 1961
per merito di un avvocato inglese: costui aveva saputo che in
Portogallo due giovani erano
stati arrestati per avere brindato alla libertà. Non volendo restare indifferente di fronte a
questo fatto, aveva deciso di
protestare scrivendo un articolo
dal titolo: « I prigionieri dimenticati ».
A.I. ancora oggi interviene in
favore soltanto di prigionieri
per motivi di opinione, che non
abbiano commesso né istigato a
compiere atti di violenza; per
queste persone si chiede la liberazione senza condizioni come atto di coerenza da parte di
tutti i governi secondo quelli
che sono gli accordi intemazionali. Inoltre vengono chiesti
processi equi e tempestivi per i
prigionieri politici e ci si batte
senza riserve contro la tortura
e la pena di morte.
Negli ultimi tempi A.I. ha dovuto affinare le sue tecniche
d’indagine a causa dei metodi
sempre più subdoli adottati dai
governi per eliminare ^i avversari, vedi, ad esempio, i casi di
sparizioni ed esecuzioni extragiudiziali in America Latina.
Nel 1965 per intervenire in favore dì alcuni prigionieri si era
deciso di fare una campagna
con l’invio di lettere; questo metodo si rivelò molto efficace e
pertanto è diventato una caratteristica di A.I. Ricordiamo che
si interviene non per difendere
le idee di una persona ma il suo
diritto ad esprimerle.
Stefano d’Errico ha spiegato
quali sono i modi di operare;
lettere individuali, partecipazione ai gmppi, campagne, azioni
speciali, ecc.
A questo proposito Carmen
Chiapperò ha brevemente riassunto quelle che sono state le
iniziative e gli impegni di A.I.
del gmppo in formazione Val
Penice.
Sperando che questa ulteriore presentazione di A.I. in valle
possa portare la partecipazione
e l'aiuto di numerosi nuovi soci, ricordiamo l’ultima iniziativa del Gruppo Val Pellice; il
concerto prò Amnesty che avra
luogo nel tempio valdese di Torre Pellice il 30 marzo alle ore
20,45.
Carlo Evnarri
A 40 ANNI DALLA
RESISTENZA
Convegno
storico
NeH’ambito delle celebrazioni per
quarantennale della Liberazione, gli Is'
luti Storici della Resistenza del Piemonte, organizzano un Convegno ri
Studi nei giorni 18, 19 e 20 aprile '8i,
presso i locali del Consiglio Regionaivia Alfieri 12, Torino.
Il Convegno, intitolato « L'insurrezi-ne in Piemonte », si propone di contribuire alla divulgazione delle conoscenze sull'insurrezione regionale dell'Aprile 1945, collocandole nel quadro
storico più ampio e trattandone tutti i
problemi connessi.
Dell'insurrezione verrà analizzata
somma di tendenze e di sforzi politici,
culturali e militari che fanno convergere
sull'Aprile 1945 tradizioni e forze frale più disparate (dalle tradizioni risorgimentali alle lotte internazionali .oil'antifascismo). Adeguata attenzro
sarà rivolta alle ipotesi non ins;
zionali di conclusione della guerra
strategie alleate, le mediazioni
Chiesa.
L'ultima giornata sarà dedicata ;o a
ricostruzione dell'apporto delle fc'ze
partigiane e della popolazione alla liberazione del territorio regionale.
A lato del Convegno verrà allestita
una mostra fotografica che illustrerà
fasi ed episodi della liberazione regionale tramite immagini, documenti e
cartine.
Negli stessi giorni, presso il cinema
Eliseo, l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza presenterà
una rassegna cinematografica intitolata
. I film del 1945, dall'occupazione alla
liberazione »; Il programma del 18 aprile prevede la proiezione di documenti filmati relativi ai giorni dell'insurrezione.
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11
29 marzo 1985
cronaca delle Valli 11
DONNE
NELLA CHIESA
Come donna appartenente alla Chiesa Valdese vorrei, se mi è consentito. esprimere alcune riflessiotti circa
le due lettere apparse negli ultimi due
numeri del giornale, riguardanti le mogli di pastore.
•A mio parere non si tratta affatto
di un problema personale e Individuale,
come vorrebbe far credere la signora
Bertolino, ma di una questione grossa
che va dibattuta aH'interno della riflessione sui ministeri.
L’argomento è stato già, in parte,
affrontato nell’ultima conferenza distrettuale ed in tale sede era emerso,
appunto, l'invito alle chiese ad approfondirne la discussione sulla base di
un breve documento che era stato preparato per l'occasione dalla commissio.ne sinodale « donne e uomini nella
chiesa ».
Mi rendo conto che può far molto
comodo a tutti noi colpevolizzare le
mogli di pastore che hanno una concezione del matrimonio (e soprattutto
di se stesse) un po’ diversa da quella
della signora Bertolino. Non mi pare
comunque che possiamo continuare ad
'ignorare questa semplice verità: ci
sono delle donne che svolgono a tempo pieno per la chiesa (e quindi per
tutti noi) una mole di lavoro considerevole. Questo lavoro è indispensabile.
Le persone che lo svolgono NON ESISTONO ufficialmente, in quanto ciò
che esse fanno viene considerato
« compito del pastore ».
Mi si dirà che tutti noi, bene o male, diamo il nostro piccolo contributo
volontario per lo svolgimento delle varie attività, e che nessuno pretende
per questo riconoscimenti particolari.
Nessuno di noi si è però trovato a
dover fare il monitore o il catechista
o II membro della corale o del concistoro ecc. perché era il CONIUGE di
qualcuno. Inoltre, nessuno di noi fa
queste cose a tempo pieno, eppure
sappiamo quale sforzo possa rappresentare dare una continuità nel tempo al proprio « servizio ». Sarebbe tanto più comodo poter dire: « Faccio queste cose per un anno o due, poi non
me ne occupo più... ho già fatto la
mia parte... ». Immaginiamo quanto saremmo frustrati (e allora non ci sarebbe bisogno di qualcuno che ci spieghi il significato della parola autonomia) se dovessimo dedicare tutto il
nostro tempo a queste attività e per
di più il lavoro risultasse svolto... da
altri. E’ ovvio che non si tratta di monetizzare la capacità di avere rapporti
umani. Se il disagio, però, esiste (cosa che è stata testimoniata a più riprese), è onesto continuare ad 'ignorare il problema solo perché non è
stato ancora ufficialmente assunto come tale dal nostri organismi decisionali?
Graziella Tron Lami, Villar Porosa
POSITIVO IL SERVIZIO
NELLA CHIESA
Cara collega.
Per diverse cause ho letto con ritardo la tua lettera apparsa sull’Eco
delle Valli l’8 marzo. Vorrei risponderti lo stesso anche perché hai coinvolto me e mio marito. La tua lettera ha
lasciato in me una profonda tristezza,
perché sento che tu vuoi vivere la tua
vocazione in un modo più ampio. Mi
sembra di avvertire che l’ambiente in
cui vorresti portare la tua testimonianza non ti comprende perché non hai
un'indipendenza finanziaria, né un posto riconosciuto nella società italiana
(come un'italiana solo per matrimonio), secondo i tuoi studi.
Forse ti potrà aiutare il pensiero
che Gesù ha dato il suo messaggio:
Dio è amore, nelle stesse condizioni,
a parte il fatto che Gesù in Palestina
non era un forestiero, ma ■■ in casa
sua », e comunque ■■ i suoi non l’hanno ricevuto ». Moltissimi approfittavano
di Lui: l’hanno ascoltato perché parlava « con autorità, e non come gli scribi », gli hanno portato i malati perché
li guarisse, gli chiedevano di benedire i
loro bambini anche dopo una giornata
intensa, eppure non l’hanno compreso,
neanche i suoi amici più intimi; sua
madre pensava che fosse pazzo e i
suol discepoli discutevano quasi alla
fine del suo ministero, chi di loro
avrebbe preso il posto più elevato nel
suo Regno. La sua posizione sociale:
■■ Gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, ma il Figliuol dell’Uomo non ha dove posare il capo »; il suo
compenso, umanamente parlando, è
stata la croce. Eppure soltanto seguendo questa via, la testimonianza dell’amore di Dio è valida; solo attraverso
alla croce Gesù è diventato il Cristo
Salvatore del mondo.
Per quel che riguarda me e mio
marito vorrei precisare che io, in quell'incontro di mogli di pastori e altre,
non ho parlato del non sfruttamento
dei miei doni, ma ho detto: avrei potuto dare di più alla Chiesa Valdese di
quello che ho dato. Ma, chi ha mai
dato tutto quello che poteva? Forse il
mio servizio avrebbe preso un’altra direzione se me lo si fosse richiesto, o,
aggiungo, se io avessi offerto la mia
esperienza acquistata in lunghi anni
di un ministero svolto nella mia Chiesa di origine.
Vorrei inoltre ricordarti che in quel
colloquio amichevole, ho dato una valutazione del tutto positiva del mio
servizio nella comunità perché lo vedo come risposta al grande dono fattomi dal Signore e come ubbidienza al
la vocazione che Egli mi ha rivolto.
Perciò, come avevo detto anche allora: i soldi non c'entrano per me! Per
quello che riguarda mio marito, dico,
d'accordo con lui: abbiamo vissuto insieme, pregando, le gioie, I dolori, la
indifferenza e l'incomprensione che il
nostro servizio e la nostra vita portano con sé. E per questo insieme anche il nostro matrimonio non ha soltanto acquistato in lunghezza, ma anche in profondità.
Per quello ohe riguarda la « straniera » è vero che mi è stato detto: tu
non puoi capire perché sei una straniera, e molti altri hanno pensato nello
stesso modo; ma è anche vero che
nei momenti difficili (malattia, incidenti, lutti) e dopo molti incontri, ho ricevuto la stima, l'affetto e l'aiuto di
molti fratelli e sorelle in Cristo.
Ti auguro con tutto il cuore le stesse esperienze.
Lettera firmata
alle ore 17 per informazioni mentre, in
essa, opera pure il Patronato INCACGIL il venerdì di tutte le settimane
dalle ore 11 alle ore 12.
Infine si rende noto che il Responsabile della Lega SPI-CGIL di Torre
Pellice, è Cesan Ranieri e delia Lega
SPI-CGIL di Luserna San Giovanni è
Abbate Pasquale mentre I responsabili
amministrativi sono rispettivamente
Traverso Nadir e Peyrot Sergio.
LEGA
PENSIONATI
Comitati per la pace
PINEROLO — il comitato si riunirà
lunedì r aprile alle ore 20.45 presso
la Camera del lavoro per discutere la
carta dei principi, l'incontro col pacifisti svedesi.
TORRE PELLICE — Il comitato si riunirà in via Repubblica 5 per discutere
la carta dei principi, la manifestazione
di Pinerolo, l'incontro con le forze politiche, lunedì r aprile alle ore 20.45.
Il Sindacato dei pensionati, SPI-CGIL,
rende noto alla popoiazione di Torre
Peliice e di tutta la Val Pellice, che
la sede di via Guardia Piemontese 18
è aperta tutti i mercoledì, dalie ore
15 alle ore 18, per informazioni.
Nella stessa sede opera il patronato
INCA-CGIL che è aperto tutti i venerdì dalle ore 9.30 alle ore 11 e presta
assistenza gratuita a tutti i cittadini
per pratiche di: Pensioni di vecchiaia;
Invalidità; Anzianità; Riversibilità dell'iNPS, Enti locali. Statali, Pensioni di
guerra, ecc.; Ricongiunzioni; infortuni
e Malattie professionali; Maternità;
Ricupero contributi; Disoccupazione;
Cure termali, eco.
Nella Valle, inoltre, un'altra sede è
pure disponibile a Luserna San Giovanni in vìa Primo Maggio 142 che è
aperta tutti ì mercoledì dalle ore 15
Segnalazioni
TORRE PELLICE — I soci della Cooperativa Operaia sono convocati In assemblea ordinaria il 13 aprile alle ore
21 nel locali sociali per esaminare l'attività e il rinnovo delle cariche sociali.
Dibattiti
TORRE PELLICE — Venerdì 29 marzo
alle ore 21 si tiene un incontro presso
la Scuola Materna sul tema « Il mondo del bambino nei suoi scarabocchi ».
interviene il dr. M. Dallari. Viene inoltre allestita una mostra dei disegni
dei bambini dei nidi di Torre e Luserna.
Pro Uliveto
Pervenuti nell'anno 1984
Diaconia Chiesa Valdese di Torino
L. 500.000; Flertel Sergio, Torre Pellice
20.000; G. S. G., Torre Peliice 10.000;
Malan Sandro, Torre Peliice 10.000; N.
N., in memoria di Silvia 100.000; Marauda Luisa, in mem. Sig.na Türk Elda
20.000; N. N., Porte 50.000; Alimonda
Rita 10.000; Ebert H. 914.623; In imem.
di Sabrina Artero, gli amici di Villar
Porosa 150.000; Danielle e Daniele Pinardi, in mem. di Giulia Pinardi 500
mila; Bein Ernesto e Mirella Argentieri
25.000; Rostagnol Luciano e Silvana e
Godino Ornella, in mem, dì Parisa Paolo 25.000; Chiesa Valdese dì Coazze
50.000; Rivoira Adolfo e Liliana, San
Secondo 25.000; Abate Domenico, in
mem. della moglie Elsa 20.000; Lanzafame Daniela e Gino, in occ. nascita di Silvia 50.000; Martini Efisia, Torino 100.000; Famiglia Trocello, Torino
15.000; Dono amici esteri (Germania)
245.600; Dono amici svizzeri 281.960;
Tamburini Rosa, Livorno 120.000; Famiglia di Ulla. Germania 210.000; Giacone Luigina, San Germano 30.000;
Flertinot Fleischermann, Germania 155
mila; Unione Femminile di Luserna S.
Giovanni 50.000; Margherita dalla, in
mem. 30.000; Pons Sanriano e Adriana
Reietti 100.000; N. N., in mem. di Renato 100.000; Carlo Pons, in mem. di
Evelina Pons 50,000; Fam. Peyronel,
Pomaretto 10.000; Fam. Martelli, Trieste 200.000; Istituto Bancario San Paolo 200.000; Ricordando Renato 100.000;
Dono di un gruppo svizzero 240.000;
Famiglia Ughetto 100.000; Gruppo di
amici svizzeri 20.000; Rostan Ermanno e Elsa 40.000; Beux Nene 10.000;
Famiglia Feroldi Barai 15.000; Plavan
Eli e Maddalena, ricordando l'anziano
Emilio Cardon 25.000; Costantino Costante e Lelia, in ricordo dell'anziano
Cardon E, 50,000; Diversi 50.000; I.C.A.,
a mezzo Tavola Valdese 16.629.865 —
Totale 21.657.048.
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Pervenuti nel mese di febbraio 1985.
L. 10.000; Maria Perrello, in mem.
della mamma (osp. Asilo); Abruzzese
Fulvio, Roma.
L. 15.000: In mem. di Mirella Mourglia, la mamma Ginia; In mem. di Mirella Mourglia, lo zio Malan Attilio.
L. 20.000: Anna Malanot, in mem. di
Emma Tourn Salvagiot; Odette Gunny
Rivoira col marito e le figlie, in mem.
della mamma Benech Caterina; Famiglie Bodoira e Almani, in mem. loro
cari.
L. 25.000: Gay Elvira, Chiavari.
L. 32.500: Anita e Silvio Chauvie, in
mem. dei loro genitori.
L. 40.000: Adele e Laura Long, in
mem. di Emma Gonin e Margherita
Mourglia Girardon.
L. 50.000: Bounous Valdo, in mem.
dei suoi cari: moglie, genitori e fratelli; Eraldo Manavella, in mem. di
mamma; Auditore Filippi, in mem. della mamma di E. Manavella, Rivalta;
Famiglia Malavaso Enrico, Pinerolo;
Liliana Albarin, per gli 82 anni del papà e in mem. della mamma e dello
zio.
L. 95.000: Nieish (U.S.A.).
L. 100.000: Eglantine e Emanuele
Martinat, in mem. dei loro cari (osp.
Asilo); Sig.ra Teresa Sovico Kohn, in
mem. di Mirtho Belli, Tortona; Alla
cara memoria di Emanuele Martinat, i
cugini Martinat Remo, Ida, Lidia e Elvira; Sig.ra Giordano; Apicella Lidia,
Condove.
L. 125.000: Andreina, Angelo, Alberto, Ileana, Renza e Enrica amici di Renza in ricordo della mamma Nelly Bertalot.
L. 150.000: Savina, Anna e Renato Paschetto, Milano
L. 200.000: Le figlie di Nelly Bertalot
ved. Prandino, riconoscenti per l'aiuto
dato daH'Asilo; Chiesa Valdese di Vallecrosia Bordighera; Albarin Biancamaria.e Daniela, Roma; Lega Femminile
Valdese di Milano.
L. 300.000: Famiglia Belli, riconoscente.
L. 365.000: Direzione e Maestranze
RIV-SKF di Villar Porosa porgono I loro
auguri per un XVII febbraio in fraterna
armonia.
L. 500.000: Sig.ra Irma Schellenbaum
Jahier, Genova.
L. 760.000: Montaldo (U.S.A.).
L. 1.000.000: Consiglio Amm. Ceramiche CISA Spa, alla mem. dell'architetto Mirtho Belli, Sassuolo.
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RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
Il giorno 20 marzo Dio ha richiamato a Sé
Ines Geymonat in Hugon
Il marito Italo la rioorda con profondo affetto e unitamente al fratello Aldo,
alle sorelle Carolina e Jenny col marito Marcel, ringrazia commosso tutte
le persone ohe hanno partecipato al suo
grande dolore, con la loro simpatia e
comprensione, con scritti, parole di
conforto e presenza al funerale.
Un grazie particolare al pastore
Giorgio Toum, alla dott. MìchelinSalomon ed alle famiglie Avondet e
Capello.
Torre Pellice, 25 marzo 1985
RINGRAZIAMENTO
La nipote Elsa Clot e famiglia della cara
E lena Clementina Bounous
ved. Pons
di anni 86
riconoscenti ringraziano tutti coloro
che con presenza e parole di conforto
hanno preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare alle famìglie
Iris Peyronel e Oreste Peyronel, al sig,
Riri Clot, al dottar Meli di Perrero, al
pastore Aldo Rutigliano e alla signorina Vilma.
Luserna S. Giovanni, 25 marzo 1985
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IL CENTRO ECUMENICO di Agape
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Guardia Medica:
Notturna,, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
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Guardia Medica :
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tei. 932433 (Ospedale Valdese).
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Pinerolo, 21 . Telef. 55733
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Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
12
12 uomo e società
29 marzo 1985
UNA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
AMNESTY INTERNATIONAL
Per i diritti umani in Perù
Amnesty International ha documentato esecuzioni capitali senza giudizio e sparizioni di cui sono fatti oggetto anche bambini e adolescenti
Il 23 gennaio ’85 Amnesty International con un comunicato
stampa e con il lancio di una
Campagna internazionale ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sul Perù in fatto di violazioni dei diritti umani.
Il Perù è uno Stato dell’America Latina che si affaccia sull’Oceano Pacifico ed è una Repubblica indipendente dal 1824,
cioè da quando furono sconfitti
i conquistatori spagnoli.
Il Perù si trova presentemente in una profonda crisi economica, aggravata dal debito con
l’estero di circa 14 milioni di
dollari. Una delle regioni più
povere è quella di Ayacucho, un
territorio in prevalenza montano, che è diventato il teatro delle operazioni di guerriglia di
Sendero Luminoso, un movimento nato da una scissione dei comunisti maoisti, che sostiene la
inevitabilità della lotta armata
per la costituzione di una nuova
società rivoluzionaria. Il movimento incontra spesso l’ostilità
delle popolazioni indigene.
Per controbattere la guerriglia di Sendero Luminoso, il governo nel 1984 proclamò « Zona
di emergenza » il territorio di
13 delle 140 province peruviane.
Un Comando politico-militare
prese il totale controllo della zona e diresse le operazioni controrivoluzionarie dal Quartiere
Generale di Ayacucho.
Più di mille persone, tra uomini, donne e bambini, sono
scomparse in questa zona dal
1982.
Questa la denuncia del Rapporto di Amnesty International
sul Perù, pubblicato recentemente in italiano, che porta come sottotitolo : « Sparizioni ed
omicidi politici perpetrati dalle
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
Tribunale di Pinerolo N. 175,
Redattori; Giorgio Gardiol, Roberto Giacone, Adriano Longo, Mauro
Pons, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione; i redattori e; Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Paolo Fiorio, Bruno
Gabrielli, Marcella Gay, Claudio H.
Martelli, Roberto Peyrot, Massimo
Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Birettore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione; Via
Pio y. 15 - 10125 Tonno - tei. 011/
055.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi;
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore; AiP, Associazione informazione Protestante - Via Pio V. 15
- 10125 Torino.
Rrgist-n nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti 1985; Annuo L. 24.000;
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Decorrenza 1° genn. e 1° luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato • L’Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
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IVA). Ricerche lavoro: gratuite.
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Stampa; Cooperativa Ttpogratica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
forze governative nella Zona di
Emergenza Andina ».
Infatti i due maggiori motivi di preoccupazione in fatto di
violazione dei diritti umani, su
cui è focalizzata la Campagna
internazionale di A. I. per il Perù, sono le « sparizioni » delle
persone subito dopo il loro arresto e le «esecuzioni extragiudiziali» cioè le uccisioni illegali,
senza sentenza del tribunale.
Il Rapporto A.I. cita numerose testimonianze di atrocità commesse nella Zona di emergenza
(e soltanto in questa) dalle forze governative. I corpi delle vittime sono stati ritrovati in fosse collettive o in discariche di
rifiuti lungo le strade: nudi, segnati dalle torture, uccisi con un
colpo di pistola alla testa o alla
bocca, le mani legate dietro la
schiena e gli occhi bendati, i
volti sfigurati e gli abiti distrutti. E corpi senza testa. In sette
buche furono trovate 50 vittime
nell’agosto ’84 a Pucayacu presso Huanta e alcune erano prigionieri scomparsi; 47 tra uomini, donne e bambini furono
trovati nelle fosse di Soccos. Per
questa strage testimoni oculari
indicarono come colpevoli i militi della Guardia Civil che precedentemente erano stati insultati durante una festa di fidanzamento tra contadini. La loro
colpevolezza veniva confermata
dalle prove balistiche.
Ciò nonostante il governo accusò di questi massacri i guerriglieri di Sendero Luminoso.
Amnesty International dichiara di condannare fermamente e
senza riserve anche gli atti inumani commessi dai guerriglieri
di Sendero Luminoso come uccisioni, torture, stragi di contadini inermi, ma ritiene che sia
di competenza del governo indagare e punire i colpevoli secondo gli impegni assunti dal
governo stesso quando firmò le
Convenzioni internazionali che
difendono i diritti dell’uomo.
E dovremmo anche dire i diritti del bambino, perché tra gli
scomparsi ci sono dei bambini: di tre e sei mesi, di quattro
e sei anni. E pure degli adolescenti : dai dieci ai quindici anni! In questi tristissimi elenchi
troviamo 121 casi di giovani
scomparsi dai sedici ai venti anni; soprattutto contadini e studenti. Purtroppo spesso le sparizioni nascondono delle uccisioni !
Chi volesse leggere il Rapporto A.I. sul Perù per rendersi
conto della tragedia ancora così sconosciuta di questo paese
può richiederlo ad Amnesty International, viale Mazzini 146,
00195 Roma.
Anna IVIaruUo Reedtz
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 10.000
Terranova Bracciolini: Carunchio M.
Vittoria — Pinerolo; Garro Edmondo — .
Cinisello B.: De Walderstein G. — ;
Svizzera: Tierque Emilia; Ventrici Car- |
mela; KrahenbuhI Christian; Faltermann '
Mariuccia: Maggi G. — Torre Pellice: I
Stefanetto Giovanni — Germania: Chioditti Maria. i
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Aosta: Resburgo Ugo: Rocca Silvia;
Peloso Piero; Wuillermoz Graziella —
S. Secondo di Pin.: Codino Mirella;
Cavallotto Valentina; Paschetto Elena;
Paschetto Silvio — Coazze: Ruffino
Bianca; Rosa Brusin Guido — Bordighera; Malan Irene; Billour Elena; Rivolr Emma Lina; Billour Violetta; Pensato Olga — Biandronno: Arcar! Guido
— Prarostino; Codino Ines; Monnet
Walter; Pons Enrico — Torre Pellice:
Goss Ester; Malan-Ruhoff; Taglierò Rosella; Scroppo Filippo; Avondet Emilio;
Odin EmMia; Giordan Gianguido; Meynier-Giuliani; Davit Roberto; Tomassini Loris; Chiavia Giovanni; Charbonnier Alma; Battaglia Emilia — Lusernetta: Toscano Yvonne — Orbassano:
Sani William — Pomaretto: Peyrot Filippina; Di Gennaro Anna; Calvetti Irma; Genre Vera — Firenze: Di Fabio
Concetta: Rossi Roberto — Perosa Argentina: Ughetto llda; Corsani Paolo;
Peyronel Valdo — Villar Pellice: Geymonat Mario: Davit Sergio; Lausarot
Francesca: Miohelin Salomon Delia —
Inverso Pinasca: Barai Albino: Chambon Leontina — Venezia: De Langes
Jane — Susa: Vottero Rodolfo — Luserna S. Giov.: Boero Rol Giovanni;
Cendola Comba Elsa; Caffarel Lina;
Boér Piero: Caffarel Arturo; Rivoira
Linette; Bertin Nelly; Prochet Arnaldo;
Cedrone Gianfranco; Pons Francesco
— Bobbio Pellice: Negrin Anna; Negrin Stefano — Roma: Massulla Stefania; Luci Lidia: Ribet Giovanni; Sacco Giuseppe: Di Stefano Adriana —
Torino: Giordano Negro Elsa; Pisani
Dario; Coucourde Arturo; Tron Eugenio; Gamarra Fam.; Scroppo Egle; Malan Alfredo; Braga Tullio; Gay Frida
— Riclaretto; Bertocchio Rina — Guglionesi: Romanelli Antonio — Collegno: Necchio Ferruccio — Vintebbio:
Tazzolio Fiorina — Montepulciano: Revel Mirella — Frali: Grill Enrico; Rostan Ezio — Savona: Mazzoli Iris —
Il Notiziario di A.I. del mese
di gennaio ’85 propone due nominativi di prigionieri per motivi di coscienza, perché i lettori scrivano petizioni ai ministri
dei rispettivi governi per chiedere il loro rilascio; propone
due nominativi soltanto, perché
il terzo prigioniero Bagua-Yambo è stato liberato il 31 dicembre
’84 nella Repubblica Centroafricana.
KANG JONG-KON - Repubblica
di Corea
Ex studente di legge, 33 anni.
Fu arrestato nell’ottobre 1975,
con l’accusa, in base alle leggi
anticomuniste per la Sicurezza
Nazionale, di aver istigato gli
studenti alla rivolta per conto
della Corea del Nord. Nel 1976
fu condannato a 5 anni di detenzione, ma neH’81 non fu scarcerato; gli furono inflitti ancora
due anni di custodia preventiva;
però in base ad una legge sulla
sicurezza pubblica, per il fatto
che il prigioniero si era rifiutato
di dichiararsi « anticomunista »,
rimase in carcere e vi è tuttora.
Si prega di scrivere lettere cortesi chiedendo il suo rilascio a:
His Excellency Mr Bae Myungin
Minister of Justice-Ministry of
Justice
77 Sejong-no - Chongno-gu
Seoul - Repubblica di Corea.
TAWFIQ ’AZ’AZI - YEMEN
(RPDY)
Già magistrato presso la Corte
prigionieri
del mese
Suprema di Aden, 46 anni.
Dopo un processo in cui egli
aveva assolto alcuni imputati politici, perché in base al Codice'
Penale, secondo lui, non avevano commesso alcun reato, scomparve. Fu visto per l’ultima volta al Rex Bar a Tawahi (Aden)
il 31 marzo del 1972. Malgrado
le insistenti richieste della famiglia il Governo non fornì di lui
alcuna notizia e non riconobbe
mai la sua detenzione.
Anche A.I. ha posto al Gover
no dello Yemen molti quesit:
sulla sorte di Tawfiq ’Az’Azi, ma
purtroppo non ha avuto alcuna
risposta.
Si prega di scrivere lettere
cortesi chiedendo notizie certe
sulla sorte del prigioniero a;
His Excellency President
’Ali Nasir Muhammad
Chairman of thè Supreme People’s Council
Aden - Repubblica Popolare del
lo Yemen.
4:
Dallo stesso Notiziario apprendiamo che nel mese di ottobre ’84 sono state condannate
a morte 99 persone in 17 paesi
e ne sono state giustiziate li)3
in 13 paesi.
Inoltre apprendiamo che nel
mese di novembre sono stati rilasciati 117 prigionieri adottati o
oggetto di investigazione da parte di Amnesty e sono stati assunti 179 nuovi casi.
a cura del Gruppo
« Val Pellice » A.I.
cristiana
Pinerolo: Jennin Paolo; Comba Silvio
— Forano Sabino: ScarincI Emilio —
Milano: Favout Carma; Zaza Domenico — Bricherasio; Rivoira Velia —
Santhià: Bottazzi Elio — Velletri: Scatamacchia Failla Irene — Rorà: Morel
Fredina; Rivoira Irene; Rivoira Adolfo
— Occhieppo Sup.: Morel Vittorio —
S. Lazzaro di Savena: Zanoli Maria —
Ferrerò: Pone Amelina; Tron Milena;
Barai Edmondo — Angrogna: Buffa Ernesto; Rivoira Malan Susanna: Rivoira
Alberto; Long Edina; Chiavia Lidia;
.Bertin llda; Long Paolo; Bertalot Gio^ vanni Alberto.
f
DONI DI L. 6.000
^ Torino; Bounous Mariotti Laura —
Rezzonico: Gilardoni-Morel — Milano:
Tagliabue Carlo; ScurattI Valentino —
Bologna: Gaspari Paolo — Firenze:
Mannucci Landò — Roma; Cirino Giuseppe; Durand Mirella — Villar Pellice; Bouissa Dario — Portogruaro: Zuccaro Albano Evangelica — Termoli:
Maurizio Americo — S. Remo: Fam.
Mansuino — Pinerolo: Bosio llda —
Pisa: Platania Angelo — Reggio Calabria: Romeo Domenico — Alessandria:
Chiara Ferrari Maria — Vasto: Oliva
Nicola — Merano: Rostagno Guido.
SOSTENITORI
Opera: incerti Curio —■ Pinerolo: Canal Brunet Pasquale — Firenze: Chiesa
Valdese; Scuola Gaetano Barberi —
Vicenza: Weller Fornasa Lina; Attività
Femminile Metodista — Roma: Giovannini Gino; Long Gianni; Tassara
Orazio — Caldine: Ceseri Massa Adriana — Pordenone: Chiesa Ev. Battista
— Rende: Malan Ada — Torino: Pagliani M. Piera; Comba P. Valdo —
Verona: Bonfante Lorenzo — Mestre:
Scorzan Ernesta — Albino: Honegger
Emilia — Cascine Vica: Bechis Giulio.
ALTRI DONI
Ferrerò: Peyran Emanuele 41.000 —
Scicli: Perini Trovato Anna, in mem.
della sorella Stella 10.000 — San Germano: Ribet Federico Anita 10.000 —
Roma: Scimone Panasela Virginia 12
mila — Campobasso: Pailadino Giovanni 11.000 — Genova: Rizzi Mario
76.000; Bacigalupo Luisa 5.000 — Svizzera: Kunzier Bertin Ester 26.000 —
Germania: Deutsch H. 11.500.
(segue da pag. 7)
tusiasticamente all’azione della
coscienza cristiana a favore delle vittime.
In terzo luogo, la coscienza
cristiana ha profonde radici spirituali. E’ fondata sulle Scritture, che non cambiano ma sono
sempre nuove. Il ritmo vitale
della riflessione, della preghiera
e dell’azione è essenziale per
l’esercizio della coscienza cristiana. La riscoperta della Bibbia, il ritorno alla preghiera e
il recupero della vita spirituale
sono al centro del nuovo movimento della coscienza cristiana.
In effetti le possibilità di un
genuino risveglio sono per noi
la speranza migliore di un rinnovamento della coscienza cristiana.
Dalla protesta
alla resistenza
Cosa ci riserva il futuro? Un
movimento della coscienza cristiana può far scoccare la scintilla alla coscienza della nazione e portare a cambiamenti al
di là della nostra immaginazione. E’ già successo : i cristiani
sono stati al centro del movimento abolizionista, del movimento per il suffragio alle donne, e della lotta per i diritti
civili. Può succedere di nuovo.
Il sorgere della coscienza cristiana può provocare persecuzioni, come è successo in altre
parti del mondo. Governi messi
in piedi per proteggere la ricchezza e il potere, osteggeranno
la conversione delle chiese dalla parte dei poveri e della causa della pace.
E’ stata questa l’esperienza
della chiesa nel Terzo Mondo,
ma attraverso il fuoco di questa
prova la fede delle chiese del
Terzo Mondo è stata rafforzata.
Similmente la persecuzione ufficiale delle chiese nei paesi del
blocco orientale non ha soffocato la fede della gente, ma ha
anzi prodotto fiorenti coi., inità. La repressione ufficiale e la
persecuzione di dissidenti ;ristiani può diventare la nostra
esperienza nei giorni che ci stanno davanti.
Sarà necessario un confronto
morale ben più profondo tra
coscienza e potere perché il problema diventi davvero chiaro e
ineludibile nel paese. Abbiamo
bisogno di forgiare la « tensione creativa » di cui spesso parlarono Gandhi e Martin Luther
King.
Si può pià nercepire un movimento nelle chiese che va dalla
protesta alla resistenza. Si profila per gli Stati Uniti una possibile nuova era per i rapporti
chiese e stato.
Organismi ecclesiastici nazionali stanno discutendo seriamente la base teologica e l'imperativo spirituale connessi alla
disubbidienza civile. Questioni
come l’obiezione fiscale, la trasgressione dei limiti imposti per
i presidi nucleari operata in uno
spirito di preghiera, l’ospitalità
ai rifugiati nelle chiese santuario, la resistenza nonviolenta ner
l’America Centrale e il Sud Africa, la non iscrizione ai distretti
militari, sono problemi pressanti in molte chiese. E’ probabile
che alle numerose prese di posizione ecclesiastiche sulla pace
seguirà una serie di prese di posizione di chiese sulla disubbidienza civile. Le chiese e il governo degli Stati Uniti sembrano andare verso un più profondo conflitto sul terreno del militarismo, della giustizia e del
rispetto per la vita umana.
Stiamo entrando in un tempo
in cui sarà necessaria la fede
per vincere la paura: profonde
radici spirituali saranno necessarie per resistere ai regressi;
la speranza sarà necessaria per
andare al di là della disperazione e l’immaginazione sarà richiesta per poter guardare al di là
del presente e per vedere nuove
possibilità.
Jim Wallis