1
DELLE YAUI VALDESI
Spett.’^
BIBLI03ECA VALDESE
torre PELLICS
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xcv - Num. 23 I L. 2.800 per l’estero 1 Spedizione in abbonamento postale . 1 Gruppo 1 TORRE PELLICE — 4 giugno 1965
Una copia Lire 4 (j ARbUÌNAMtlIN 11 / Eco: L. 2.000 per l’interno 1 Cambio di indirizzo Lir- 50 | Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
Simpatizzanti
(Atti 17: 33-34)
Abbiamo nel nostro linguaggio ecclesiastico un termine per indicare
le persone che pur non essendo evangeliche dimostrano un interesse per
la vita e Tinsegnamento evangelico; simpatizzante; prosslita, dicevano gli
ebr ei della diaspora.
Il nostro testo fa menzione dei due primi simpatizzanti di Atene o,
pei adoperare un altro termine ecclesiastico, dei due primi aderenti alla
comunità cristiana. Il verbo infatti che la nostra Riveduta traduce « si
iirùrono » significa letteralmente « aderirono a ». Alle parole ed alla persona dell’apostolo, s’intende.
Fu questo il risultato della predicazione dell’apostolo nell’aeropago :
uscirsene con alcune persone che seguono. La massa degli uditori curiosi,
saettici, paurosi rimase compatta, seguendo le sue riflessioni soddisfatti gli
i; , rassicurati gli altri, tutto come prima. L’apostolo non viene cacciato
c ne ad Iconio, lapidato come a Derba, espulso come a Filippi; se ne
' semplicemente, senza chiasso, del tutto libero di andare o di stare.
Non vi sono solo cacciate, roghi, incarcerazioni nella vita dei credenti
r. anche questi tristi, desolati, solitari allontanamenti. Ed in questo sem5 e verbo « uscì dal mezzo di loro » sta tutta la tensione dell’evangeliz7 me. L’apostolo si allontana pensando a che? Allo sforzo compiuto,
i nergie spese, alle ore di preghiera e di meditazione impiegate? Forse
Í tri incontri, ad altre partenze?
il fatto comunque singolare nella giornata è la presenza di quei simzzanti che lo seguono; tutto il capitolo teso fino all’inverosimile nel
rasio Atene-Cristo, filosofi-missionari, trova la sua conclusione necesa, la sua punta spirituale in questi due nomi: Dionigi, Damaris.
Seguono Paolo, calamitati dalle sue parole, seguono per vedere dove
finire quella situazione e quel discorso, cosa c'è dopo ed in quell’imettibile movimento di pochi nella grande folla ateniese che va e viene,
a dinamica, la forza d’urto del Regno di Dio.
Non esiste proporzione tra lo sforzo della testimonianza ed i risulta non c’è rapporto tra quello che si semina e quello che sì raccoglie.
N vi è stata corrispondenza tra gli sforzi, le speranze, i tentativi ed il
n ero di coloro che hanno « aderito » all'evangelo. E’ però consolante
V re che la parola non era passata invano neppure nell’aeropago fra gli
Si ilei i curiosi ed i paurosi di Atene. Consolante perchè sarà pur così
Zi iie oggi, per chi crede. Giorgio Tourn
IN MARGINE AL CONGRESSO EVANGELICO
Il Comibilo Europeo perje mìgrozionl
Il testo di una delle “eomunicazioni,, presentata ai delegati
Come è lieto, due anni or sono il Consiglio Eeunienifo convocò ad Arnoldshain una
Conferenza cui presero parte numerosi Rappresentanti delle Chiese europee e di altre
Organizzizioni, per studiare il problema
della emigrazione ed i: provvedimenti pra-tic! da prendere di fronte ad e^so.
La Conferenza .-tabiri, tra Taltro, la necessità della creazione in ogni Paese europeo di un Comitato che riunisse tutti i rappresentanti degli Enti interessati alla emigrazione, e in particolare i rappresentanti
delle Chiese Evangeliche, e la creazione di
un Comitato europeo con il compito di coordinare e incoraggiare l’azione dei Comitati nazionali, di efletluare degli studi sul
piano europeo; di - rappresentare, nel canipoparticolare, le Chiese presso gli organi
alatali e internazionali, di facilitare la conclusione di accordi di collaborazione tra
CoinitaU nazionali.
Ora, alcuni punti essenziali debbono essere tenuti presenti se si vuole inquadrare
esattamente il problema della emigrazione
e la risposta che ha lentatO' di darvi il Comitato Europeo.
In primo luogo deve essere chiaro rbe,
quando si parla di oiuigrazione europea si
tratta dj un probletiia di massa: si calcola
che vi siano attualmente in Europa occidentale circa .1 milioni li emigrati permanenti, intendo per emigrato colui che si
reca alTastero per lavorare e per permanenle colui che emigra per un anno o più;
a tali cifre debbono dunque venire aggiunti gli emigrati stagionali, quelli di frontiera, e sopra tutto i famigliari degli emigrati che sono più o meno coinvolti nel
fenutmeno. Questi emigrati provengono per
la maggior parte dai paesi dell’Europa meridionale e sono dunoili.“ in prevalenza, ufficialmente, catloliei e ortodossi.
Ora, il fatto che Femigrazione sia un fe
QuesTiTnLin
Í
i libertà religiosa
elle scuole magislrali llaliane
Sin : dicembre scorso il Ministero della
pubbl I istirizione ha presentato alla Camera disegno di legge con il quale viene
istituì; la scuola materna statale. Sino ad
ora iif ;Lsi. pare incredibile, le scuole materne oo.io tutte private, cioè confessionali,
eccezio’ Latta per taluni giardini d’infanzia
anness- avi istituti magistrali per il tirocìnio
delle a^ìLve, e quelle gestite dai comuni.
Si ru urebbe che il Ministero, in uno con
le scinf?* materne, si dovesse preoccupare
anche uelta formazione del corpo degli insegnanti |fer dette scuole. Invece, malgrado le
segnalazioni fatte tra l'altro anche dal Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche, il
Minislf'ro non sembra affatto interessarsi di
quelle « scuole magistrali » dove per l’appunto si formano le insegnanti per le scuole
del grado preparatorio. Tali scuole costituiscono un campo non solo quasi esclusivamente riservato alFiniziativa privata delle organizzazioni religiose, ma dominato da uno
spirilo confessionale marcatamente in contrasto con la Costituzione e la vìgente legislazione scolastica.
E* il caso di esaminare un po' da presso
tale situazione per mettere in luce gli inconvenienti che si verificano per i cittadini non
cattolici che intendano dedicarsi alla missione deU’insegnamento e la cura della prima
infanzia.
le scuole magistrali
"ED IL LORO
ordinamento DIDATTICO
IN TEMA DI religione
Le scuole magistrali sono attualmente disciplinale dal testo unico delle leggi e norme giuridiche sull’istruzione elementare,
poslelementare e sulle opere di integrazione,
approvato con r. d. 5 febbraio 1928 n. 577
(in particolare arti, da 37 a 45); dal regolamento generale sui servizi dell’istruzione
elementare, approvato con r. d. 26 aprile
1928 n. 1297 (arti, da 128 a 147); e dalle
modifiche ed integrazioni apportatevi con il
d. 11 agosto 1933 n. 1286.
Di dette scuole attualmente otto soltanto
sono statali (inizialmente nel 1928 erano sei,
ma vennero elevate ad otto dall’anno scolastico 1958-59 con L. 3 aprile 1958 n. 470),
e sono dislocate in località periferiche, quali :
Eossombrone, Marcianise, Matera, Rovereto,
Sacile, Pomigliano d'Arco, etc.). Tutte le altre, oltre settanta, sono state istituite a seguito di convenzioni con enti morali (r. d.
1933 n. 1286 art. 1) e gestite per lo più da
enti confessionali cattolici, quali congregazioni religiose, associazioni educatrici etc.,
e sono dislocate per lo più nelle grandi città
e nei maggiori centri.
Pertanto, salvo casi eccezionali, anche le
allieve di confessione religiosa evangelica che
intendono dedicarsi all’insegnamento nelle
scuole di grado preparatorio (scuole materne,
asili infantili, giardini d’infanzia) per conseguire il relativo diploma di abilitazione,
dopo aver frequentato la scuola media, sono
per lo più indotte ad orientarsi verso le
scuole site nei centri maggiori le quali sono
gestite da enti confessionali cattolici; oppu**e frequentano corsi privati per corrispondenza presentandosi di poi agli esami finali
come privatiste.
Le allieve che frequentano dette scuole, a
norma dei programmi vigenti, debbono seguire, durante i tre anni di corso, l’insegnamento religioso cattolico (due ore di lezioni
settimanali) il cui voto fa media con quelli
delle altre materie; e sono tenute a sostenere un esame di religione al termine dei
corsi stessi per conseguire il diploma di abilitazione (r. d. 1933 n. 1286, allegato A).
Ove poi l’allieva non abbia il titolo di studio prescritto (licenza di scuola media) per
l'iscrizione alla Scuola magistrale, deve sostenere un esame di ammissione che verte
anche sulla religione (Regolam. gen. 1928
n. 1297 art. 138).
I PROGRAMMI DI RELIGIONE
DI DETTE SCUOLE
L’esame dì religione per Tammissione si
concreta in una prova orale sulla seguente
materia: «I principali avvenimenti della
storia di Israele e di quella della Chiesa;
esposizione sommaria delle principali nozioni
della dottrina cattolica nelle sue varie parti:
dogma, morale, culto; letture di pagine religiose di particolare interesse per l’infanzia ».
L’esame finale di religione per l’abilitazione all'insegnamento nelle scuole del grado preparatorio si concreta in una prova
orale per « interrogazione sulla seguente materia : breve introduzione storica sulla religione di Israele e sulle orìgini e sviluppo
del Cristianesimo con speciale riferimento
all’Italia. Esposizione della dottrina cattolica nelle sue varie parti : dogma, morale e
culto. Didattica e metodica catechistica applicata specialmente alla prima infanzia. Letture religiose di speciale interesse e valore
per l’educazione dell’infanzia».
A norma del D.P.R. 11 giugno 1958
n. 584 per i programmi didattici nelle scuole materne, ove insegnano le diplomate delle
scuole magistrali, sono fissati, quanto alla
religione, i seguenti orientamenti didattici ;
« L'educazione religiosa nella scuola materna
è rivolta a promuovere la vita religiosa del
bambino, e si precisa con l’apprendimento
delle preghiere più semplici, con rifacimenti
episodici e fatti dell’Antico Testamento connessi alla missione di Cristo o con racconti
della vita di Gesù, con riflessioni sulle principali cerimonie e solennità della Chiesa
cui lo stesso bambino partecipa, con i primi
orientamenti di vita morale, sulla base della
legge divina ».
A parte ogni altra considerazione, è evidente che rorientamento didattico per l’insegnamento religioso nelle scuole materne
si presenta con caratteri meno confessionali,
nell'ambito del Cristianesimo, che non i programmi di insegnamento ^religioso imposti
per gli esami e per i corsi triennali nelle
scuole magistrali che preparano le insegnanti per le scuole materne. Tant'è che il predétto « orientamento », prestandosi financo
ad un’interpretazione plurivalente e rispettosa della confessione dei singoli, può essere
integralmente seguito, come schema di impostazione, anche nelle scuole materne, nei
giardini d'infanzia ed asili infantili, gestiti
dagli enti morali delle chiese evangeliche.
LA CONDIZIONE
DELLE ALLIEVE EVANGELICHE
NELLE SCUOLE MAGISTRALI
La situazione in cui vengono a trovarsi
le allieve evangeliche che si avviano al conseguimento dell'abilitazione all’insegnamento
nelle scuole del grado preparatorio è di notevole disagio.
Infatti sia ehe esse frequentino scuole magistrali statali, sia che frequentino quelle
convenzionate gestite da enti confessionali
cattolici, a causa della frequenza dei corsi
di religione, delle relative interrogazioni, e
dell’obbligo di sostenere i relativi esami, vengono a subire una pressione confessionale
diretta od indiretta che è inidonea per la
loro personale preparazione religiosa; e ciò
in una età (dai 14 ai 16 anni) pienamente
formativa per il carattere e le convinzioni di
ciascuno.
Ove poi, per evitare una tal situazione, le
famiglie si orientino a far frequentare alle
loro figliole corsi privali per corrispondenza
e le presentino come privatiste agli esami
finali, dette allieve rischiano di presentarsi
all’esame di religione con una preparazione
che, per essere formata nell’ambito della loro
confessione religiosa, potrebbe anche essere
SEGUE
IN TERZA PAGINA
nomeno di massa porta come conseguenza
che essa non può venir trattala solo sul
problema locale, della cura d’anime o delia assistenza, ma deve essere affrontata anille come problema generale al livello della politica dei governi e degli organi supernazionali.
In secondo luogo deve essere tenuto presente il fatto che questi emigrali, provenienti, come abbiamo visto, per la maggior
parie, dalle regioni agrìvole del sud Europa, si inseriscono nelle econcmie industriali organizzale, e laicizzale, deli’Europa centro settentrionale.
Sotto il profilo .sociale, essi, privi di preparazione ^ d-.dlla stessa mentalità tecnica,
vengono adibiti ad impì^ehi marginali, a
quei compiti di manovalanza e simili, da
cui gli operai dei Paesi di immigrazione
rifuggono; non solo, ma in questi compili vengono mantenuti dalle legislazioni na*
zionali, generalmente ispirale dai sindacati
locali. Sono finiti i tempi in cui l’emigrante partiva per l’America per farvi fortuna; ma remigrantc può aspirare a un
salario regolare e ueLtameiite superiore,
almeno nominalmente, a quello elle poteva,
quando poteva, ricevere a casa sua, ma fa
cionostante parte di un sotloproletariato,
con il quale gli stessi sindacati hanno relazioni sporadii lie e spesso interessate.
Il terzo punto e costituito dalla frequente
incapacità delle Chiese a far fonte equaii;!enle al fenomeno, esattamente come è
avvenuto nel secolo scorso con la industrializzazione e hi conseguenza di ciò.
Si intenda bene: non elle talune Chiese
abbiano dimenticalo di mandare Pastori e
Missionari, ma ciò non toglie che le comunità in generale indifferenti a questo
problema, o se^ come talvolta accade, cercano di far qualcosa, non sanno come agire
al di fuori di una carità vagamente paternalistica, o di iniziative personali disordinate.
E d’aLronde come potrebbe essere dif
ferentemente, se l’operaio' nazionale o estero è una rarità nelTambito delle Chiese?
Questo è un fatto che si verifica tanto alTesiero quanto in Italia; ma per restare tra
noi, quante Chiese hanno tra i loro mem
bri aitivi una maggioranza di o-perai al di
fuori di talune Chiese Valdesi delle Valli,
delle Chiese pentecostali e di poche altre?
E’ caratterisiicc, ad esempio, il fatto che
non si sia riusciti, finora, a sapere quanti
siano gli emigrati evangelici, ma possiamo
anche aggiungere che il Comitato italiano
per l’emigrazione ha scritto a 175 Comunità, ha avuto 19 risposte con la segnalazione di 8 emigrati; gli Italiani all’estero sono
circa 2 milioni e mezzo e 8 unità non sem
bra una proporzione ragionevole. E’ ovvio
die coloro che hanno ricevuto la richiesta
del Ccanitato la liaiino cestinata, spesso senza leggerla, ma è anche ovvio che le Comunità non hanno esercitato alcuna pressione perchè il problema venisse preso più
sul serio e su un piano più vasto. Non seni
bra iiisomma die per ora molte Comunità
si siano- rese conto del fatto che dal loro
atteggiamento nei riguardi deglj emigrati
dipenderà per decenni l’atteggiamento di
milioni.di uQinini nei riguardi-delle Chiese: del fallimento della Cristianità nei riguardi degl] emigrati dipenderà per decenni l’atteggianicnto di milioni di uomini nei
riguardi delle Chiese; il fallimento della
Cristianità nei riguardi dello sviluppo industriale del XIX secolo minaccia cotsl di
ripetersi in forme anche più preoccupanti.
11 quarto ed ultimo punto è quello che
/’ atteggiamento reli'^ioso degli emigrati
stessi.
Provenendo essi, come dicevamo, dalle
forme anche religiosamente più arretrate e
staliclie e venendo senza preparazione immessi nel mondo laicizzato dell’industria,
essi reagiscono respingendo senza attenuanti la situazione che hanno lascialo e i suoi
prolungamenti alPeslero. E’ probabile che
il 95% degli emigranti ria comporto di
cattolici o ortodossi ed è certo che sia la
Chiesa cattolica che quella ortodossa hanno
fallo uno sforzo straordinario per mantenere gli emigrali nel loro ambito ed eventualmente servirsi di loro per conquistare il
mondo protestante del Nord; ma, secondo
dati confennati da varie parti, nonostante
la presenza di centinaia dì missionari, la
pubblicazione di decine di giornali, la apertura di case per gli emigranti e di quantialtre forme assistenziali si possa immaginare la assoluta maggioranza degli emigranti, forse fino all’80% di essi, si stacca definitivamente dalle Chiese di origine. Le
Chiese evangeliche dei Paesi di emigrazione
hanno fatto uno sforzo notevole e henifico
per essere presenti, e anclie quello dei
Paesi di immigrazione, se non altro per
ragioni di ordine politico, si interessano
del problema, ma l’idolo della pace confessionale, il così detto dialogo ecumenico
e la paura di far del proselitismo limitano
grandemen-e la loro azione di fronte sll'emigrante cattolico.
Il risuLalo è ehe questi uomini in crisi,
alla ricerca certamente confusa ma forte di
una nuova Via e di un nuovo assetto spirituale, si ritrovano spesso abbandonati da
tutti ed evolvono vorso soluzioni estreme
di dispesazioiie.
Deve essere chiaro infatti da quanto sopra che non si può più trattare il problema
dell’emigrazione come un fatto compartimentalo: fino a un certo punto i sindacati,
■ino ad un altro le organizzazioni economiche, per alcuni ^solo la assistenza materiale, per altri solo quella spirituale. E’
ora di reiide^'si conto che l’emigrazione è
un fatto idie interessa e inette in crisi tutto
Fuomo e che la risposta non può che essere quella indicata da una recente Conferenza di Chiese africane: lutto VEvangelo per
tutto Vuomo.
Sia pure con alquanto ritardo, alcuni anni fa il ConsigUo Ecunieniio si è reso conto della gravità e urgenza del problema e
due anni fa, ha convocato la citala conferenza europea di Arnolds'bain, conferenza
che ha studialo alcuni degli aispeiii della situazione, e ha creato il Comitato Europ'M)
che ho l’c-nore di pre.siedere.
Devo subito dire che questo Comitato si
è inanleniilo finora su un piano diverso da
quello dei solili Organi internazionali. In
LEGGETE
IN SECONDA PAGINA
Peimi echi del
Congresso Evangelico
I
t»nto esso è feniialinenje indipendente avelie dal Consiglio Ecumenico, pur venendo
appoggiato da esso, ed è quindi libero di
agire nel senso che crede più opportuno.
Poi, più che un Comitato, diciamo, accademico, è una « équipe » di lavoro, coi''pesta da tecnici dei vari rami : economisti,
sociologhi, pastori e funzionari governativi, che oramai si conoscono tra loro e sono
abituati a una stretta collaborazione e ripartizione del lavoro.
E questo lavoro si svolge in tra direzioni
principali. Da una parte vi è una attività di
sludio, per esempio sul -oncetto di integrazione o su quello di società multinazionale, sulle caratteristiche c direttive di una
nuova attività pastorale tra gli emigranti,
sulle legislazioni assistenziali, in particolare, ner ciò che concerne le assicurazioni
sociali, le famiglie, le abitazioni, le scuole,
sul loro raffronto e il loro rispetto nei singoli Stati, sui problemi parlicolari determinanti dalla immigrazione musulmana e
così via.
Dall’altro il Comitato, sulla base di opportuni accordi e di un suo statuto particolare, si rivolge direttamente ai Governi
e alle Organizzazioni suipergovernative, come è stato fatto ad esempio in occasione
della crisi italo-svizzera, e come ho avuto
occasione di fare pochi giorni fa, nei eigtrardi del Parlamento europeo, del Mercato Comune e delle Centrali sindacali
europee.
Membri del Comitato partecipano alle
sedute degli organi sociali delle Nazioni
Unite .delia Conferenza delle Chiese Europee, eco. In questo quadro si inserisce anche la collaborazione con la Chiesa romana, che avviene attualmente al livello di
inviati della Segreteria di Stato. Tale collaborazione si qualifica come espressione
concreta delle linee concordate a Ginevra
dalla Commissione mista cattolico-prolestante. Mentre è ovvio ehe tale collaborazione in atto è fruttuosa sul piano tecnico
ed organizzativo, è altresì chiaro che molto
più grandi difficoltà appaiono sul piano dei
principi e della attività pastorale. Onde
dissipare ogni dubbio’ il Comitato ha, in
questo campo, jjosto ai rappresentanti cat: olici fin dal principio la questione del dovere di evangelizzazione che compete ad
ogni credente e ad ogni Cliiesa, nei confronti delle masse scristianizzate, a qualunque Chiesa esse nominalmente appar
In terzo luogo il Comitato si rivolge direUamente agli emigrati ,e ne sollecita la
collaborazione. Riteniamo infatti che la sola vera soluzione del problema della assistenza religiosa possa venire dagli emigrali
stessi con una reale riscoperta del sacerdozio universale.^ tramite persone o gruppi
particolarmente preparati e in grado di appoggiarsi a deUe dnesi- costituite, ma non
chiuse in sè stesse, anzi grate di questa
apertura verso il mondo o-peraio, e più
pronte a servire che a conquistare o mante¡nere.
E riteniamo che in nessun campo come
questo possa oggi, o più praticarsi il
SEGUE
IN TERZA PAGINA
2
pag.
23
4 giugnj 1965
Tutto
particolare
è il giudizio
di Dio
Dio giudica il mondo e la Chiesa
r.ella sua giustizia e nalla sua grazia,
ma questi giudizi non si vedono cosi
facilmente, e soprattutto, non li vedono
gli altri Questo ci sembra ingiusto e
spesso provvediamo noi a completare
quel che ci sembra una mancanza nelhazione di Dio, giudicando gli altri
uomini in modo abbastanza severo.
Così ci sembra di equilibrare il fatto
che gente per bene c colpita da molti
mali mentre malvagi prosperano.
A questo punto dobbiamo intenderci. 11 credente è chiamato a riconoscere quel che è conforme alla Parola dei Signore nella sua vita ed anche in quella degli altri, per discemere quel che è da fare e quel che deve
essere evitato, gli esempi da seguire e
quelli da scartare. Ma spesso non giudichiamo le azioni amando gli uomini, ma giudichiamo — ed anche severamente — gli uomini nel nome di
una giustizia che non è certo quella
della misericordia di Dio, ma dell’orgogho e della presunzione di chi si
sente migliore degli altri. E non possiamo negare che certi ambienti nelle
Chiese sono diventati una associazione di giudici di questo tipo.
All’inizio della lettera ai Romani,
parlando della responsabilità dei credenti e degli increduli, FApostolo
Paolo parla di questo atteggiamento
riscontrato nel popolo di Israele, che
non era certo caritatevole nei suoi
giudizi verso i pagani, e dice : chi giudica gli altri annunzia lo stesso giudizio su se stesso. Paolo non parla dell’atteggiamento fra fratelli, dove il giudizio è assurdo e particolarmente grave, ma verso quelli « di fuori » ed afferma che chi giudica si rende colpevole verso Dio « perchè tu che giudichi fai le medesime cose » (v. 1). Naturalmente non significa che si tratti
di peccati identici, ma di fatti altrettanto gravi, sebbene succeda non di
rado il caso di persone che sono particolarmente severe quando vedono i
propri difetti negli altri. Comunque il
senso del testo è questo; tu che giudichi sei altrettanto colpevole quanto
la persona da te giudicata; perchè Dio
non ha riguardi personali; non considera se giudichiamo in nome di una
fede e citando dei versetti biblici, anzi lo considera una aggravante perchè chi conosce Famore di Dio non
ne deve approfittare in questo modo;
non ha la mano più leggera se siamo
membri iscritti in una Chiesa e se diciamo di credere in lui. « Dinanzi a
Dio non c’è riguardo a persone »
(v. 11). Egli considera quel che facciamo o non facciamo e non le etichette dietro alle quali cerchiamo
eventualmente riparo.
Naturalmente Dio non ci giudica
soltanto secondo le nostre azioni, altrimenti non vi sarebbe speranza per
noi e FEvangelo non avrebbe senso.
Egli accetta di considerarci per quel
che Cristo ha fatto e meritato per noi;
acconsente a giudicarci non solo secondo la sua giustizia, ma nella grazia e nell’amore che ha per noi. Sappiamo che questa è la nostra grande
ed unica speranza.
Ma Egli ci fa sapere anche altrettanto chiaramente che se non accettiamo di adottare lo stesso modo di
agire coi nostri simili, se approfittiamo delia sua misericordia (v. 4) non
per ravvederci, ma per sentirci autorizzati a giudicare, allora noi scartiamo volutamente la salvezza che ci è
offerta, diciamo di « no » alla sua grazia e rimaniamo sotto a quel giudizio
che esercitiamo sugli altri.
Questo la Bibbia lo dice con assoluta chiarezza.
Se invece noi accettiamo di perdonare un poco come Dio ci perdona
(non riusciremo mai a fare come Lui),
di amare un poco come Dio ci ama,
non solo saremo per il nostro prossimo un segno di quelFEvangelo di cui
portiamo il nome, ma accettando per
gli altri la misericordia la accetteremo anche per noi ed attraverso alla
pazienza, alla misericordia di Dio
avremo salvezza.
Franco Davite
Un messaggio dei Presidenti
dei Gonsigiio Ecumenioo deiie Chiese
PENTECOSTE 1965
Riceverete potenza
dallo Spirito Santo
Gli apostoli, riuniti nella camera alta, domandarono a Gesù:
« Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno d'Israele? ». Egli
rispose loro: « Non sta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre
ha riservato alla propria autorità. Ma voi riceverete potenza dallo Spirito
Santo che verrà su voi ; e mi sarete testimoni a Gerusalemme e in tutta
Ea Giudea e la Samaria e fino alle estremità della terra ».
Questi uomini hanno imparato che Cristo è il Signore. Credono
nella sua risurrezione e comprendono che la sua morte non costituisce
una disfatta bensì una vittoria su tutto ciò che asservisce e degrada gli
uomini. Ma vogliono sapere che cosa questo significhi praticamente.
Si tratta fin d'ora dello stabilirsi del Regno dei cieli? posti fra i vincitori, stiamo per assistere alla disfatta nei nemici di Dio?
Gesù dichiara loro senza mezzi termini che Dio non ci ha fatto
conoscere gli orari del suo piano di battaglia. Sia o no per il nostro
bene, ignoriamo persino i limiti della vita umana. Dio sta però per
accordare loro molto di più : il suo Spirito, che farà di loro i suoi testimoni fino alle estremità della terra. Quando verrà lo Spirito, diverranno
essi stessi, dinanzi alla gente, una festimonianza vivente resa al fatto
che Gesù regna e che il male, già vinto, è in corso d'annientamento.
Questa promessa si è adempiuta a Pentecoste. In seguito all'effusione onnipotente dello Spirito divino, i discepoli, fino allora timorosi,
sono diventati testimoni ardimentosi del regno di Cristo sul mondo
intero. Sono andati da Gerusalemme fino alle estremità della terra, in
un grande movimento di resistenza contro le forze stabilite del male;
torce vive, hanno illuminato la notte con la certezza di un giorno nuovo.
La Chiesa sta oggi perdendo larga parte della potenza che aveva
quando, accettata e onorata da tutti, faceva parte dell'ordine costituito.
Moltissimi cristiani vivono dispersi in piccoli gruppi, minoranze senza
potere politico. Sono così più vicini ai cristiani del I secolo che a
quelli del XIX.
Ma Dio non è mai ritornato sulla sua promessa e non ha ritirato
il dono fatto a Pentecoste, Questa potenza è sempre offerta alla Chiesa
che la desideri abbastanza per pagarne il prezzo. Il prezzo: accettare
di essere in piena comunione con il Signor Gesù Cristo, in comunione
con la sua umiliazione per esserlo con la sua vittoria. La potenza offerta
è quella di credere, di sperare senza cedimenti fino alia fine, di amare
fino in fondo, di portare la pace, di lottare per la giustizia e la riconciliazione fra gli uomini. La potenza del Regno che viene è dunque data
fin d'ora. E' la garanzia della gloria avvenire, offerta a tutti coloro che
la chiedono.
Vi esortiamo dunque a unirvi in questo tempo di Pentecoste, per
pregare il Signore che doni di nuovo alla sua Chiesa la potenza del
suo Spirito, affinchè gli sia testimone fino alle estremità della terra.
I Presidenti del C.E.C.
.Michael di Canterbury, lakovos, Erancis Ibiam,
David G. Moses, Martin Niemoeller, J. H. Oldham, Charles Parlin.
ARCIVESCOVO
E APOSTATA
Nel lungo e travagliato cammino deirecumenismo, una figura interessante è quella di
Marc Antonio T)n Dominis. arcivescovo di
Spalato (1560-1624). Antonio Ruf'o gli ha
consacrato un amoìo studio (19” pagine)
edito dairistituto della Stampa (Napoli) in
una Collana di Studi di Storia del Cristianesimo.
Le opere di Lutero e Calvino sono ormai
ampiamente conosciute, discusse, ricercate e
condannate. Il nostro Vescovo le conosce e
consacra al loro stiulio non poco dello scarso
tempo libero che edi lasciano disponibile le
molteplici discussioni d’ordine amministrativo e giuridico che lo trovano in contrasto
con i suoi coìlcghi (e aspiranti) in episcopato.
Probabilmente queste amare esperienze,
rese più amare diUle interferenze della Curia Vaticana dove la corruzione più sfacciata
rende diflicile il trionfo della giustizia, spiegano la suggestione esercitata sul nostro vescovo dagli scritti più violentemente antipapali dei Riformatori.
Sarebbe ingiusto però negare la genuinità
di una limpida vena che potremmo chiamare ecumenica: il De Dominis sente il dolore
Culto radio
ore TAO
DOMENICA 6 GIUGNO
Paolo Ricca
DOMENICA 13 GIUGNO
Sergio Carile
Casa Valdpso di Vallecrosia
per la ¡¡ioveiilù rvarijirliea
Campo Cadetti per ragazzi e ragazze dai
13 ai 15 anni.
Turno unico: 20 luglio ■ 9 agosto.
Direttore: Pasl. Bruno Costabel.
Quota globale Lire 25.000 di cui il 10%
da versarsi niriscrizione, il rimanente all’arrivo. Iscriversi sollecitamente essendo i posti
limitati, versando la quota di iscrizione sul
c.c.p. n.4/15506 intestato alla Casa Valdese
di Vallecrosia (Imperia).
Documenti sanitari e corredo : chiedere informazioni dettagliate alia Direzione della
Casa Valdese di Vallecrosia (IM.).
La Casa Valdese di Vallecrosia per
la gioventù evangelica comunica che
le iscrizioni alla colonia estiva si chiuderanno il 22 9;iugno.
Gli interessati richiedano' sollecitamente i moduli di iscrizione alla direzione della Casa Valdese di Vallecrosia
(Imperia).
della divisione, i’aspirazione all’unità, la necessità di correggere errori ed abusi.
-Ma la via che egli segue è indubbiamente tortuosa e le sue vicende lasciano perplessi: abbiamo Pimpressione che il suo
( sentimento » sia sincero, ma si tratta di
un anelito, e la via dell’unità non è fatta soltanto di aneliti.
Anche lo studio del Russo, pur così completo e che lumeggia tanti aspetti della molteplice attività del Vescovo di Spalato, non
riesce a chiarire in modo persuasivo questo
errare del vescovo gesuita. Il 29 dicembre
1616, miracolosamente sfuggito allTnquisizione. dopo molteplici traversie, giunge a
Lonilr-;i. accolto trionfalmente dai teologi e
dai Grandi, ospite del re Giacomo I, di cui
diventa apprezzato consigliere. Scrive contro
Roma, difende le dottrine evangeliche, viene
considerato come apostata da Roma, ma non
sembra che abbia mai fatto una professione
ufficiale di rinunzia alla Chiesa Cattolica
Nonostante questa sua posizione di privilegio a Londra, De Dominis non è insensibile alle lusinghe della Curia Vaticana che
vuole riconquistare questo figliuol prodigo;
e nel 1622 il vescovo apostata è bene accolto
a Roma dove deplora i suoi errori, proclama il suo attaccamento alla Santa Ro.m;ma
Chiesa e tenta di giustificare il suo sogg'orno in terra d’eresia. E’ una pagina inten'ssante, che meriterebbe un ulteriore ap[ ofondimento, poiché costituisce un capitolo interessante nella storia delle delusioni e i; usioni (qui solo accennate) di tanti spiriti mostri inquieti nel periodo della Controrifor? a.
Comunque De Dominis fu bene acce, o;
trovò perdono, protezione, aiuto di amici otenti; destò Tinvidia che tacque durante il
pontificato di Gregorio XV. Ma salilo S: la
cattedra di Pietro Urbano Vili, i Ges ti
che non potevano perdonare gli errori el
loro ex-fralello accusarono De Dominis lì
essere ancora in corrispondenza con i iiformati.
Intervenne l’Inquisizione che trovò, n: uraímente, materiale suiTlciente per incri linare il De Dominis, al quale nulla vais ro
le sue precedenti ritrattazioni e il favoiv di
papa Gregorio XV.
Il 17 aprile 1624 il Vescovo veniva ndotto prigioniero in Castel S. Angelo. u
giudicato (t herético rilasso »: gli vem ro
concessi tre mesi per preparare la sua di' a.
Ma il 31 agosto « un insulto di febre... rzana doppia la quale si scopri maligna . lo
liberò dal processo. Tuttavia la morie nui: lo
liberò dalla sentenza che fu severa : ne < ndannò la memoria a perpetua infamia lo
degradò, ne confiscò i beni. La sua se -fa
ed i suoi scritti furono bruciati.
Dal processo apprendiamo che egli v le
« adoperar qualcWunione tra li cathollci '^t
hereticu come ci fusse competenza Ira la
luce e le tenebre, tra Dio e Belial... ».
Dalla sentenza apprendiamo che, pur ’opo il suo ritorno a Roma, aveva preparalo in
manoscritto... a nel quale voleva in ‘. - ni
modo difendere la necessità delVunione >n
gli protestanti ». L. A.
Primi echi del Congresso Evangelici
Roma, 28 maggio
Il Congresso Evangelico è in pieno
svolgimento ; il fatto che concluderà
i suoi lavori soltanto domenica sera, e
che il nostro settimanale s’impagina
il lunedì, c’impedirà di darne già in
questo numero una panoramica completa; dobbiamo limitarci ad alcune
notizie preliminari.
Alla spicciolata, o a gruppi più compatti, come quello piemontese, nella
Giornata di mercoledì sono giunti i
delegati delle diverse chiese; accoiti
fraternamente dalla staff in Via Firenze 38, venivano forniti della loro
cartella di documenti e di tutte le informazioni, sulla Via Nazionale, fervevano gli ultimi preparativi per mettere a punto ogni cosa, per organizzare
la «segnaletica» interna, i vari servizi, per montare gli stand delle case
editrici evangeliche. E alle 18 tutto era
perfettamente pronto per accogliere _i
congressisti, all’apertura dei lavori.
Una votazione preliminare ha permesso di giungere rapidamente alla formazione del seggio del Congresso, numeroso, di cui la presidenza è andata
al prof. Giorgio Spini, con la vicepresidenza dei Past. Achille Deodato
e dei dr. Luca Campennì.
Il Congresso è stato ufficialmente
aperto dal Past. Mario Sbaffi, presidente del Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d’Italia e principale responsabile dell’organizzazione.
La sessione d’apertura è stata un tantino funestata dagli invero sovrabbondanti interventi di fotografi, un nugolo, con gran balenare di flashes (e a
partire daU’indomani i congressisti si
sono potuti ammirare in tutte le pose,
nella hall del teatro!); comunque,
quarantacinque anni dopo il I Congresso, la grande maggioranza degli
evangelici italiani, attraverso i loro
delegati, erano di nuovo riuniti («Uniti per l’Evangelo», il motto del Congresso spiccava sul fondo della scena), per cercare la « vocazione del
Protestantesimo italiano nell’ora presente », o più precisamente per confrontare i frutti della ricerca condotta
nei mesi scorsi, e per tendere oltre.
Conciso, caldo e vigoroso il messaggio di saluto del presidente Sbaffi, raccolto il breve culto, e con slancio abbiamo cantato « Forte rocca è il nostro Dio! ». E’ stato quindi comunica
to il risultato dello' scrutinio delle votazioni del seggio, che ha occupati i
suoi posti; il prof. Spini ha a sua veìta rivolto un saluto pieno di speranze
ai fratelli convenuti.
Subito depo la delegazione valdese
-ra attesa, per un squisita quanto abbondante cena fredda, allestita nell’aula magna della Facoltà di Teologia
dalle due Chiese valdesi della città e
in particolare da un gruppo di signore, alle quali fi «niazza pulita» lasciato
dagli intervenuti ha espresso nel mo-■’o più eloquente l’apprezzamento più
riconoscente; il Moderatore non ha
invero faticato ad augurare; benvenuti e buon appetito!
Alle 21, tutti i congressisti, con forte partecipazione delle comunità evangeliche remane ,erano riuniti nel tempio di Piazza Oaveur par il culto inaugurale ; chi conosce i culti d’apertura
sinodale, sa quali equivoci « trionfalistici » possano racchiudervisi, ma anquale foirza rinnovata vi si possa riceche quale gioia raccolta e profonda,
vere "nella comunione fraterna, nei
comune ascolto della Parola, nella comune adorazione e intercessione, nel
canto di una fede grata e lieta. Presiedeva il Past. Mario Sbaffi; ha predicato lEvangelo fi prof. Valdo Vinay : il suo testo, « Guai a me se non
evangelizzo », un tema che ora con
tono'di umiliato riconoscimento delle
nostre infedeltà, ora con tono di gioiosa gratitudine a Dio, nella certezza vigorosa del pieno senso che ha oggi
'ncora la nostra presenza in Italia,
risuonerà poi ripetutamente nel corso
del Congresso. Una cosa è risultata
chiara- la punta missionaria dell’impegno comune, del nostro essere insieme; non per noi anzitutto, ma per
l'Evangelo agli italiani.
Finora, tutti i lavori del Congresso
si sono svolti in sessione plenaria nel
teatro Eliseo, di fronte a cui i passanti
si soffermano a considerare gli affìssi
murali che segnalano la manifestazione (pure parecchi quotidiani le hanno
dato un certo rilievo), o, durante gli
intervalli, inciampano in congressisti
seduti al caffè sul marciapiede, proprio come avviene d’estate a Torre
Penice, negli intervalli sinodali. Da
oggi iniziano i lavori in base alle varfe relazioni, in sezioni distinte, per
ritrovarsi poi ancora in sessione ple
naria per la discussione generale dei
risultati dei lavori sezionali e per le
mozioni finali, che dovranno' essere
votate nel corso della giornata di domenica. Le giornate sono veramente
•'lense, il ritmO' di lavoro assai intenso; tanto più rallegrante notare come
i delegati, insieme agli ospiti e agli osservatori (in galleria v’è anche uri discreto pubblico che segue le sessioni
plenarie), partecipano con regolare
frequenza, puntualità e attenzione sostenuta ; speriamo che questo « clima »
continui nei prossimi giorni e porti a
risultati magari non troppo ambiziosi,
ma reali e imito di convinta decisione. Del resto ora, nel iavo'ro in commissioni, sarà offerta, una maggiore
possibilità di contatto, di conoscenza
diretta, di dialogo e di intervento di
tutti.
Ottima, come già detto, l’organizzazione, degna di lode e di gratitudine in
ogni senso, e solo chi ha qualche pratica al riguardo può forse rendersi
conto di quale somma di lavoro, di
tensione, di pazienza e di prontezza
essa sia il frutto ; ne siano fin d’era
ringraziati i membri del Comitato preparatorio, la staff che provvede ai vari
servizi di segreteria, d’ordine, di ciclostilatura tempestiva delle relazioni, e
in modo particolare il Past. Mario
Sbaffi che ti tutta questa organizzazione ha portato il peso maggiore.
lersera, uno dei momenti finor i più
felici. Questa volta, la seduta era pubblica; difficile rendersi conto di quanta parte degli intervenuti che colmaveno platea e galleria fosse costituita
da estranei (unico lieve appunto; data la mole ingente dell’impegno finanziario che il Congresso ha comunque
costituito, non sarebbe stato opportuno abbondare ancora un pochino, e
dare pubblicità con affissi murali per
a città, alle due conferenze pubbliche
in programma?). Questi estranei hanno comunque visto inquadrata la conferenza del prof. Giorgio Spini da elementi che certo non erano fin qui
apparsi fra le pareti dell’Eliseo ; il canto' dei nostri inni, la preghiera.
Poi il prof. Spini ha preso la parola,
e ci ha letteralmente trascinati. La
giornata era stata per i più assai pesante e impegnativa, eppure abbiamo
seguito senza batter ciglio, con sempre crescente slancio il quadro così
vivace e vigoroso che il nostro sto:i co
con arguta salacia fiorentina, con la
vigoria di pensiero e la profonditè di
cultura che gli conosciamo, altern indo i tocchi di calore umano, gli iccenni pieni di tatto', le sferzate mprovvise e mai pesanti, ci ha d . to
della parabola storica del Protest-mtesimo in Italia, dalla protesta =jel
Valdismo medioevale ai giorni nos: ri.
Non è assolutamente possibile riilettere qui il ricco panorama che si è
svolto setto i nostri occhi, resta solo
da augurarsi che la conferenza possa
essere pubblicata e diffusa. A noi tutti è restata comunque la certezza
gioiosa, grata, e appassionata che ha
senso, e molto, essere protestanti oggi
e proprio nella nostra Italia. Una certezza che anche altre relazioni hanno ribadito in noi, non cerne uno stimolo al farisaismo (quante infedeltà,
debolezze, ottusità, silenzi...) ma ad
una fedeltà più piena. Insomma, abbiamo risentito, mi si passi il termine,
il gusto di essere protestanti.
Alla settimana prcssima i risultati
del Congresso; fin d’ora possiamo dire alle comunità che ci hanno mandati e nelle quali questi lavori sono
stati preparati : lavoriamo seriamente e speriamo di tornare a voi con
buoni frutti.
Gino Conte
ERRATA - CORRIGE
Nel resoconto del Convegno delfi’Esercito della Salvezza apparso nel
numero precedente dell’Eco-Luce, leggasi Brigadieri Yard e non Gard come
erroneamente è statoi scritto.
La Scuola di Economia Domestica,
sistemata nella nuova sede dì Torre
Penice, accoglie per i mesi estivi un
numero limitato di bambine bisognose di un periodo di vacanza in luogo
salubre.
Per informazioni rivolgersi a:
Pastore Franco Sommani
Torre Felice (Torino)
3
4 giugno 1965 — N. 23
pag. 3
nelle
La libertà religiosa
scuole magistrali italiane
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
ritenuta non idonea dalla Commissione esaminatrice.
Tale stato di disagio è determinato dal
fatto che. stante Tobbligo degli esami di religione. e conseguentemente quello della
frequenza delle relative lezioni in dette scuole magistrali sia statali che convenzionate,
si assume che non possano trovare applicazione le norme vigenti in materia di dispensa dairistnizione religiosa (L. 24 giugno
1929 n. 1159 art. 6) ed in particolare quella
di c:]j air?.rt. 23 del r. d. 28 febbraio 1930
n. 289 che recita: «T genitori, o chi ne fa
le veci, i quali non desiderano che sia impartita ai loro figli Tistruzione religiosa nelle
scuole pubbliche, debbono farne apposita dichiarazione scritta al capo deiristituto alrinizìo deiranno scolastico », di poi confermata con la legge 5 giugno 1930 n. 824 che
stal)ilisce le norme concrete per Tapplicazione delTart. 36 del Concordato quanto alTinsegnamento religioso negli istituti medi
di istruzione classica, scientifica, magistrale,
tecfiica ed artistica, il cui art. 2 precisa:
« Smiio dispensati dall’obbligo di frequentare
1 lìi: -gnamenio religioso gli alunni i cui geo i;lii Ile fa le veci, ne facciano ripur iscritto al capo delTistituto alJ inizio dell anno scolastico». In dette scuole
he che la frequenza dei corsi
di 'cliiiione e indispensabile perchè il voto
dei- i maceria fa media con gli altri ai fini
de; piuinoi-ione: ed inoltre alle volte si so
1 è possibile conseguire il dipli la di abilitazione ove non venga sostem- Tesarne di religione, 'o se questo non
ve. a superato in conformità alle indicazioni «nfessionalì cattoliche contenute nei progr mi stabiliti per legge, nonostante Tari.
4 ila legge 5 giugno 1930 n. 824 sopra
ci? a. precisi che: «Per Tinsegnamento relì?. o in lungo di voti e di esami, viene re
da a cura delTinsegnante e comunicata
all famiglia una speciale nota, da inserire
ne pagella scolastica, riguardante Tinte
re^ con 11 quale Talunno segue Tinsegna
111 'G ed il profitto che ne ritrae ».
ve pertanto concludersi che la situazioni ' alto nelle dette scuole magistrali è in
a} <» contrasto con le norme generali vi
g! ])cr tutte le altre scuole italiane del
Ti .le medio, e viene a privare, nel campc; 41a pubblica istruzione, una parte dei
ci. ini delle dovute garanzie di rispetto
d( loro fede religiosa, per cui dette scuole,
nt 'oro attuale ordinamento, risultano predi a tali cittadini a causa del carattere
co,, ssionale a cui sono improntate.
sr UAZIONI DI FATTO
vìa di fatto però ,si dà luogo a taluni
« i. <imodamenti » con le leggi specifiche,
eh Limostrano per Tappunto come, malgrado .a legge, il buon senso alle volte prevalgo i possono dare con certezza informazioni o casi seguenti superati con arrangiam che tuttavia non risolvono il problem
Sino alTanno 1953 alla Scuola magis ' ’ parificata « Maria Mazzarella » di
T<' li. oltre alTesame di religione, veniva
ri. . ' Sto alle privatiste anche la presentazu f]j un certificato di cresima. Una allie■va iiigelica A. B, di Pinerolo, avendo preci di non poterlo esibire, non venne amm Dovette pertanto rivolgersi al ProvVI '.re agli studi, il quale intervenne dici; .lido abusiva la pretesa del detto certi
fii c la predetta allieva venne ammessa
a ;ciierc gli esami.
— Le allieve provenienti dai centri delle '.illi Valdesi, che per io più si presentano gii esami finali come privatiste presso
la -.‘uola magistrale parificata di Torino,
df" ono sostenere Tesarne di religione catto,! *3. ma alle volte dietro loro insistenza
concesso in via breve di presentare
u); orugramma dì religione che si inquadri
coh la loro posizione confessionale.
•U - Risulta che la sig.ra E. B., evangci '-a. nclTanno scolastico 1962-63. avendo
prriMsato alla direUrice della scuola magisi raic «Maria Mazzarella» dì Torino che
iiUciuleva presentarsi come privatista per
conseguire il diploma di abilitazione per insegnare di poi in una scuola materna privala gestita da un ente confessionale evangelico, fu dispensata dal sostenere Tesarne
finale di religione, e. stante l'esito positivo
delle altre prove sostenute, le venne rilasciato il diploma di abilitazione su cui è precisalo: « La candidata è esonerata dalTesame di religione perchè appartiene alla Chiesa evangelica ». senza che risulti alcuna limitazione alla sua idoneità alTinsegnamento
nelle scuole del grado preparatorio, qual ne
sia l’ente gestore.
4) — DalTanno scolastico 1963-64 tre allieve di confessione evangelica (C. S.. E, M..
E. L.) si sono iscritte al primo corso alla
Scuola magistrale parificata « Rosa Agazzi »
di Firenze, ed in un primo momento ricevettero assicurazione verbale che esse non avrebbero dovuto frequentare nè le lezioni di religione. nè le funzioni cattoliche che vengono svolte nelTistituto. Di poi, a seguito
di un quesito posto dalla predetta scuola
al Ministero della P.I.. l'esonero dalla frequenza delle lezioni di religione non venne
concesso. Infatti il Ministero, con sua n. 219
del 26 febbraio 1964 rispondeva:
« Sembra a questo Ministero di dover osservare che Tinsegnamento della religione
nelle Scuole Magistrali ha carattere diverso
rispetto alTinsegnamento impartito nelle altre scuole secondarie. Per le altre scuole secondarie, infatti, la legge n. 824 del 1930.
stabilisce per Tinsegnamento religioso che
non vi siano voti nè esami e prevede la dispensa per gli alunni, i genitori dei quali,
all’inizio dell'anno, ne facciano richiesta
scrìtta al Capo dTstìtuto.
« Per le Scuole Magistrali invece, il regio
decreto n. 1286 del 1933, modificativo del
testo unico delle leggi sulla istruzione elementare circa gli ordinamenti degli Istituti
per la formazione degli Insegnanti per le
scuole del grado preparatorio, prevede Tinsegnamento della religione, come quello di
tutte le altre materie di istruzione, e fissa i
programmi di esame, sia Tainmissione
alla scuola, sia per la abilitazione alTinsegnamento. Non si ritiene pertanto accogUbìle la domanda delle alunne.
« Si osserva peraltro che, iscrivendosi alla
scuola, esse dovevano conoscere ordinamento
e programmi, che Tacceltare un insegnamento configurato dai programmi come essenzialmente dì informazione non sembra lesivo della libertà di coscienza, che ìniìne si
sono iscritte liberamente ad una scuola non
statale, accettandone perciò Timposizìone ».
A parte il fatto che nelle rare scuole statali il programma è lo stesso, non vale commentare detta lettera che costituisce un'aper.
ta mal celata confessione delTincongruenza
della situazione, di fronte alla quale in via
di fatto la direttrice cercò di accomodare le
cose come si legge dalla seguente lettera indirizzata il 20 febbraio 1964 ai genitori di
una delle dette allieve: «La loro figliola è
tanto cara, gentile ed educata, studia con
profitto, è diligente e disciplinata e tutti gli
insegnanti la stimano e le vogliono bene.
Prego di credere al nostro rispetto per la
sua confessione religiosa; se avessi potuto
avrei voluto esonerare lei e le sue due compagne dalle lezioni dì religione, ma purtroppo in questo particolare tipo di scuola il
voto di religione fa media con gli altri e gli
esoneri non sono possibili. Tutti siamo cristiani e l'essenza del cristianesimo ci è comune ed è possibile sempre un punto d’incontro, senza turbamento di coscienza. Cosi
mi sono raccomandata al Padre di religione
che le interrogazioni siano appropriate c rispettose e così spero av^verrà per sempre.
Grazie delle parole buone rivolte a me e alle
insegnanti, le quali vogliono molto bene alla
loro figliola per la dignitosa compostezza dei
suoi atti che tornano ad onore della famiglia che Tha educata ».
5) — Nel gennaio 1965 la Sig.ra S. M.,
evangelica, fece presente alla scuola magistrale « S. Vincenzo de* Paoli » di Bologna
il suo intendimento di presentarsi quale privatista agli esami di abilitazione chiedendo
Tesonero dalTesame di religione e. subordinatamente, di concordare un programma che
rispettasse i propri convincimenti. La direzione della scuola, richieste istruzioni presso
la Direzione generale della Associazione Educatrice Italiana da cui la scuola dipende, ha
precisato alTinleressata di essere disposta a
convenire un programma per Tesarne.
Potrà forse stupire che la detta scuola, a
dìiTerenza di quella fiorentina, invece di rivolgersi al Ministero, abbia preferito ricer
care i suggerimenti della propria organizzazione confessionale, certamente la risposta di quest'ultima sì' è dimostrata molto
più comprensiva etl aperta che non quella
del sapremo tutore dell’istruzione pubblica
italiana marcata da un confessionalismo gretto e (onformis'».
IL PROBLEMA ALLA CAMERA
Di fronte ad una tale situazione il Consiglio Federale delle Chiese evangeliche ebbe ad inoltrare un documentato esposto in
sede ministeriale, ma nonostante ripetuti inlèrvenui non si potè ottenere neppure un
rigo di risposta uiiìciale, e solo in via breve
fu dato di conoscere che la situazione era
determinata dal fatto che le dette scuole
magistrali non erano scuole come le altre.
A conti fatti la situazione di dette scuole
da un lato è ridicola, poiché gli stessi enti
gestori cattolici si rendono conto che la legislazione che le informa non regge e non
può essere attuala, per cui con quella fanta
siosa fertilità inventiva con cui il buon sen
so italiano cerca sempre di risolvere, superandole. le situazioni scabrose ed infelici, si
adoperano in via di fatto a saltare gli osta
coli confessionali interposti da una legisla
zione sbagliata.
D'altro lato gli accomodamenti con cui si
cerca in via breve di lendere o accessibile il
diploma o frequentabili tali scuole anche da
parte di allieve che non siano di confessione
cattolica, non possono in alcun modo esser
ritenuii soddisfacenti sul piano legale ed
ufficiale.
Certo è che nella realtà la situazione legislativa ed i fatti che abbiamo presentato, dimostrano che tali scuole, contrariamente a
quanto sancito dalla Costituzione della nostra Repubblica, non sono aperte come le
altre in parità di condizioni a tutti i cittadini (art. 34) poiché costituiscono tra essi
una discriminazione confessionale lesiva del
libero accesso agli uffici pubblici (art. 51)
nonché della eguaglianza e della pari dignità
sociale di tutti inniiiizi alla legge (art. 3).
Non sorprenderà nessuno che una tale
faccenda abbia interessato tra gli altri anclie Ton.le prof. \ alituttì, il quale dimot?!raii'dosi pariicolarmenle sensibile a tal stato di tese il 9 marzo u.s. ha presentato alla
Camera la seguente interpellanza di cui si
attende la discussione:
« 1] sottoscritto ( hiede di interpellare il
Ministro della pubblica istruzione, per conoscere — premesso che tanto nelle scuole
magistrali statali che in quelle convenzionate. gestite da enti specializzati per la formazione delle insegnanti di scuole materne,
si pretende che tutte le allieve frequentino
le lezioni di religione e sostengano il relativo esame, imposto anche alle candidate privatiste per il conseguimento del titolo —
1) se egli non ritenga incompatibili le disposizione particolari vigenti, alla suddetta
materia, per le ^cuole magistrali, con le norme generali che, a tutela della libertà di coscienza. prevedono la dispensa dall'insegnamento di religione per gli alunni di tutte
le scuole i quali richiedano la dispensa stessa per mezzo dei loro genitori; 2) se egli non
ritenga che le predette norme generali debbano prevalere sulle particolari statuizioni
che. i'elTamI)ito delle scuole magistrali, stabiliscono che il voto dì religione fa media
con quelli delle altre discipline ed obbligano
a sostenere Tesarne di religione per il conseguimento del diploma nel senso che tali statuizioni siano da far valere solo nei riguardi
delle allieve e delle candidale per le quali
dai loro genitori non sìa richiesta la dispensa.
« L'interpellanza non può non far presente
che la disciplina imposta per 1 insegnamento
e Tesarne dì religione non solo nelle scuole
magistrali convenzionate ‘ he sono la stragrande maggioranza (oltre settanta), ma anche in quelle statali, che d’altronde sono appena otto e quasi tutte site in località periferiche, conferisce praticamente alle scuole
stesse carattere confessionale precludendone
l'accesso alle alunne di differente fede religiosa, con Tefletto di violare essenziali principi di libertà sanciti non solo da leggi generali. ma in primo luogo dalla Costituzione della Repubblica.
Valitutti ».
Resta da augurarsi che il Ministro della
P. I., dimostrando in tema di libertà religiosa una sensibilità non inferiore a quella
di alcuni enti confessionali gestori di dette
scuole, D'-ovseda con Timmedìatezza che icaso richiede a dar corso a quelle modifi(lie legislative che urgono; dando nel conlempo istruzioni idonee a superare di fatto
in via iransitoria ogni anacronistica dìscrini inazione confessionale.
Peyrot
Libri sulle missiiini
E. Ayassot: Il medico della giungla. Vita
e opere del doli. Albert Schweitzer. Clandiana, Torino 1963; 2'*^ edìz., L. 1.000.
R. Coi.s>o\: Il popolo del fiume. Storia della missione evangelica sullo Zambesi. Claudiana, Torre Pellico 1956, L. 800.
E. CoissoN: Siongkiso Giuda Miilozi. Storia
di un ragazzo che divenne catechista evangelico sulle rive dello Zambesi (per ragazzi). Claudiana, Torre Pellice, L. 500.
T. S. Dlnaway: Seminando la Parola in
Cina. Casa Ecl. Battista, Roma 1952, Lire 400.
F. D. Walker: William Carey, missionario
e pioniere in India. Casa Ed. Battista, Roma 1956, L. 600.
IL
PER LE mmnm
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
vero evuiiienismo, tanto per ;ntenilerii. come una stretta collabo-azione tra le Chiese veramente ?erve deU’unico Signore, u'i
ecumenismo precostantiniano, come fin dal
17" secolo reclamava Comenius.
Per ciò che lo concerne, il Comitato prepara o finanzia dei corsi per persone attive
nel settore della emigrazione senza distinzioni denominazionali, sollecita la azione
dei Comitati nazionali, si mantelle in contatto e trae ispirazione -lai gruppi di servizio esistemi, o da quanti altri possano
servire a far progredire la causa del Signore
tra gli emigranti.
Così infine il Comitato ha selezionalo *ro
progetti-pilota da realizzarsi entro l'estate
del prossimo anni ; il primo concerne uno
studio da farsi in un sobborgo di Londra
sulla immigrazione musulmana e sulle sue
conseguenze, studio che dovrebbe poi venire generalizzalo e distribuito alile Chiese
interessate: il secondo riguarda un progetto di azione ecumenica nella zona della
Mosella dove esiste la più alta concentrazione di emigrati e una presenza molto limitata da parte della Chiesa; il terzo, che
più ci interessa, concerne la Sicilia, particolarmente per quanto riguarda il ritorno
degli emigrati e le loro possibilità di riadattamento positivo alla situazione locale.
Questa azione comprende studi statistici e
sociali, invio di studenti siciliani all’eslero,
e di esperti esteri in Skila e infine un programma europeo per far fronte al problema.
Ma a questo punto vorrei anche dire che
eie elle 1-1 persone hanno finora in qualche modo cercato difare, non vale nulla se
dietro e intorno a loro non vi è una reale
comprensione c collaborazione delle Chiese. Ove ratinale stato di indifferenza e.
quando vi è azione di anarchia personalistica, nella quale gli italiani come sempre
si distinguono, dovesse continuare, è inevitabile che il Comitato Europeo finirebbe,
se non altro per stanchezza, con evolvere
verso una situazione inutilmente istituzionale e teorica.
E ciò sarebbe triste non solo per il Comitato-, non solo, e ancor più, per gli emigranti, ma anche per le Chiese.
Proprio il campo della emigrazione offre
infatti alle Chiese riunite in questo Congresso, un terreno pronto per la immediata applicazione dei principi per i quali si sono
convocale: gli elementi che avete rilevalo
nella situazione religiosa, e in quella sociale, le possibilità e i limiti deirecumetiiSituo si sono, si può dire, dimostrati eci
esaltali nel campo deirenii¿razione.
Sta ora a voi agire concretamente seconde- quei principi, tenendo presente che la
presenza nella emigrazione costituisce una
svolta storica, una opera che il Signore ha
preparata, affinchè la compiamo, se non vogliamo che il nostro sale diventi insipido
e noi siamo giustamente calpestali per la
nostra inutilità. Pierllìici J.vli.a
Presenza nel mondo, non futía nè assorbimento
«...Seguono le sirene politiche...».
« Si accodano a: tutte le iniziative
da quella parte (sinistra politica) come ie marcie della pace... eoe. ».
Queste sono parole pronunciate
contro quelli evangelici i quali, consci
della loro re.spcnsabilità verso il monito _ poiché Iddio ha tanto amato
'I mondoi — cercano' di collaborare
come credenti alla soluzione dei problemi urgenti sociali uolitici.
A questa controversia i documenti
preparatori del Congresso Evangelico danno già una. risposta qua.ndo
cariano dell’atteggiamento dei credenti che può essere fuga dal mondo, assorbimento nel mondo, oppure presenza nel mondo. E’ chiaro
che se « fuga » vuol dire l’occuparsi
soltanto dei problemi della parrocchia, di predicare l’Evangelo, si, ma
m parole che non sono più comprese, l’assorbimento è altrettanto pericoloso perchè vucl dire partecipare
alla soluzione dei problemi sociali
politici, identificandosi a tal punto
con le forze politiche da diventare irriconcscibili, appunto « assorbiti » ;
la via veramente evangelica è quella
della « presenza » nel mondo, essa e
la vera conseguenza della nostra fede. Ma dev’essere presenza, non assorbimento ; dobbiamo combattere
con le armi della luce, non con le armi delle teneore, con la fede, l’amcre, la nonvioienza, non con gli intrighi pclitici, con le armi convenzionali e atomiche. Ne abbiamo un magnifico esempio, per il problema razziale, negli Stati Uniti, nella lotta dei
negri di Martin Luther King, e questa è veramente fede vissuta, presenza nel mondo.
Purtroppo per la questione della
pace siamo cosi pochi, cos;, deboli ed
essa è ccs'i urgente, come disse Kennedy ; « sopra dì noi pende la spada
di Damocle della guerra a tomica ».
Nel .‘ecolo scorso le chiese cristiai e
non hanno preso abbastanza sul serio il problema operaio e per conseguenza i marxisti lo risolvono a modo loro; vogliamo un’altra volta abbandonare agli altri una questione
così importante come quella della pace? Abbiam-o l’arma della nonviolenza che è amore ed è questa che l’apostelo Paolo ci dice di indessare. E allora non è vero che « seguiamo le sirene politiche » ma siamo portati da
Dio nella politica, nelle marcie della
pace, ecrJ., senza nemmeno volerlo,
allora non è vero che « ci accodiamo
alle iniziative degli altri » ma prendiamo noi le iniziative di pace e di
riconciliazicne.
Sul piano sociale abbiamo l’esempio
del lavoro del « Servizio Cristiano »
di Riesi che è presenza in questo senso ed in questa presenz.a umana tralure la presenza del Cristo vivente.
e. V.
I LETTORI CI SCRIVONO
Ihi lettore, da Torino:
Signor Direttore.
Leggo sulTEco-Luce di questa settimana la notizia secondo la quale tra
breve uscirà l'edizione di una nuova
Biijbia Concordala tra cattolici, protestanti ed ebrei: Tìnìziativa pare sia
cattolica, ma poco imporla di chi sia.
Lo stesso trafiletto prosegue dicendo
ebe la Diodati e la stessa Riveduta
sono vecchie sia nelTitaliano nel quale
sono scriU,e (ed in questo sono d accordo. rendend.ole poco chiare e di
difficile lettura), sìa perchè necessitano di una revisione che le aggiorni
alle nuove scoperte scientifiche degli
ultimi quarant’anni.
Ora Le pare possibile che la Bibbia,
primo e più importante libro in possesso delTumanità possa essere suscettibile di aggiornamenti? Come è possìbile ritenerla fondamento di fede se
sì ammettono delle revisioni?
La Bibbia è stata scritta da uomini
ispirati direttamente da Dio, contiene
tutto ciò che Egli ha voluto farcì sapere sulla creazione della terra, sulla
vita morale e spirituale, le Sue leggi
e comandamenti. Questo libro, che non
era ancora tale in quanto storia vissuta, è stato capito benissimo dal popolo ebreo : per la stessa ragione è stato
Una Bibbia “concordata,,
capito (lai contemporanei eli Gesù. Per- |
chè per essere capito oggi necessiià
di revisione alla luce delle scoi>erte
umane?
Dio è certamente più avanti di noi
c se avesse voluto darci un trattato
scientifico Tavrebbe fatto dandocelo o
ai posto della Bibbia o in aggiunta ad
essa.
Ora, Le chiedo, come ritiene di
poter perseverare nella fede quando
questa viene posta in discussione dalle
scoperte umane?
L'uomo contemporaneo fa di tutto
per dimostrare Tinesistenza dì Dio. la
Sua inutilità e la superiorità umana
sulla Divinità. Mi pare che abbia perso
completamente di vista i più semplici
ed elementari principi della Bibbia;
umiltà e modestia sono sconosciute. Dimentica che Tintellìgenza di cui è dotato non è merito suo, ma dono di Dio.
Se leggesse più spesso la Bibbia, lasciando da parte la sua vanagloria cercando di capirla si renderebbe conto
che Dio gli dice di usare della sua inlelligenza e di adoperare a suo pro
fitto tutto quanto contiene la terra,
iacendone buon uso però. Cerlamente
non come pretesto per rinnegarLo o
per inorgoglirsi. j
Dna edizione della Bibbia Concor- :
data tra catloUci. protestanti ed ebrei |
è, a mio modesto parere, un'ottima !
cosa purché rimanga sempre la stessa '
immutata ed autentica: la concordia
limitandosi al fatto che tutte e tre
dicano la stessa cosa : Tunica e per
tutti ì credenti uguale verità.
Enzo Decker
Il nostro lettore, mi pare, ha inteso
che si parlasse di revisione del testo
biblico, mentre si tratta della revisione
della traduzione del lesto biblico. Ora.
se soltanto ci si dà la pena di confrontare un certo numero di traduzioni
in lingue diverse, traduzioni antiche e
moderne, ci si accorge che in sono diversità notevoli e non sempre puramente di linguaggio (questo si può
constatare anche dal confronto fra Dio.
dati e Lazzi, il che spiega la preferenza che alcuni, malgrado il linguag
gio antiquato, dànno ancora alla prima): ogni traduzione è già un inier.
pretazioìie. e nessuna può essere infoiUbile e definitiva: lo stesso Catiolice- ,
simo. anche se non ha cassato la qualifica di autorevole uficìalità data alla j
versione latina di Girolamo (la Fu/-j
gala), riconosce di fatto, attraverso il
suoi studiosi, certe discrepanze fra
questo testo e gli originali ebraici e
greci.
La cosa non deve sconcertarci troppo: in un capitolo acuto e avvincente
Roland De Pury (Che cosa è il Protestantesimo?. Claudiana. Torino 1964,
p. 19 ss.) affronta appunto questo problema e nota che « vi è una differenza
fra la Scrittura e la Parola stessa di
Dio »; certo. In tradizione apostolica (unica e non prolungabile) è la
testimonianza accreditala da Dio e dal
Cristo resa dai testimoni oculari alla
Parola fatta carne: ma. appunto, noi
non crediamo — come ad es. l Islam,
e certe branche fondamentaliste del
cristianesimo — che la Parola è stata
fatta libro, bensì che la Parola e stata
fatta carne, la carne discussa e croci- v
fissa dì Gesù di ISazaret nel quale g/i |
apostoli, e noi per mezzo di loro, abbiamo riconosciuto il Figlio di Dio.
Se c'è già questo margine, non quantitativo ma qualitativo, fra la testimonianza apostolica e la Parola a cui è
resa (è il margine della libertà dello
Spirito Santo, che si lega alla Scrittura. ma non a chi la sfoglia con animo
scettico) quanto più dobbiamo riconoscere che ogni traduzione posteriore
della Bibbia è uno sforzo di approssimazione per rendere oggi ogni risonanza della Parola. Ma il testo biblico
è « carne », come quella del rabbino
qualunque e dello sfigurato crocifisso
Gesù: con atteggiamento di fede, è
dunque giustificato, dico anzi che è
doveroso valersi di ogni ausilio della
scienza filologica, storica, archeologica
odierna per comprendere meglio questa Parola, per situarla meglio nel suo
« là e allora » e tradurla meglio nel
suo « qui e ora ». Lo so che c'è il rischio dell'incredulità, dell'orgoglio di
un pensiero e di una ricerca che si
sottraggano uirobbedienza allo Spirito
Santo: ma la lettera della Scrittura,
avaramente conservata come il talento
sepolto in terra dallo schiavo pigro,
può irrancidire come la manna. Aon si
tratto insomma di aggiornamento del
testo biblico per renderlo consono alla
mentalità corrente, certo no! si tratta
piuttosto di chiederci con umiltà se
qua e là il lesto a cui ci eravamo abituali era veramente traduzione conforme all'originale testimonianza profetica e apostolica: poiché l'infedeìtà
- involontaria! — può essere stata
nel passalo più che nel presente. Altrimenii non avrebbe senso ogni nuora
traduzione, e la stessa predicazione,
che ha i suoi rischi, naturalmente, ma
e necessaria.
Caso mai. a proposito della « Bibbia
Concordata » in questione, il pericolo
mi pare essere un altro: che al di là
della serietà e della chiarezza confessionale di ogni traduttore, tale Bibbia
(con note? quali? in che misura?)
venga poi messa in circolazione come
una Bibbia « ecumenica ». recando invece larghe sezioni sulle quoti come
protestanti non potremmo se non fare
ampie riserve o segnare aperti dissensi.
Ma su questo si potrà discorrere solo
dopo aver aruio sotto mano questo
notevole lavoro. Gino Conte
4
pag. 4
N. 23 — 4 giugno 1965
Agape -27 giugno - 13 agosto
CAMPO CADETTI
La sfida deU'ateisino
I cadetti deiraniio scorso hanno chiesto che nel campo 1965 si affrontasse il problema dell ateismo moderno: con questo essi hanno toccato un argomento bruciante:
tutti i giovani evangelici si trovano infatti oggi davanti alla sfida di forti correnti di
pensiero e di gruppi di uomini i quali affermano che non vi è alcun Dio e che la fede
è cosa sbagliata o comunque sorpassata. Non sempre i nostri giovani sanno come rispondere a questa sfida, anche perchè non ne conoscono bene la natura e la portata. Il
campo cadetti, pur conservando il suo carattere di campo « leggero », cercherà di esaminare seriamente il carattere deU’ateismo moderno, e la risposta che oggi i credenti
possono e devono dargli. Ecco il programma degli studi:
Giorgio Tonni: Fede e incredulità nella Bibbia.
Giorgio Bouchard: Perchè è nato l’ateismo moderno.
Giorgio Tonni: L’ateismo esistenzialista.
P. L. Jalla: La scienza moderna conduce all’ateismo?
Mario Miegge : L'ateismo marxista.
Esamineremo inoltre, in piccoli « gruppi di ricerca » dei brevi testi particolarmente significativi dell’ateismo moderno.
II programma comprende anche serate organizzate, falò, giochi, gite di tutto il
giorno, una gita di due giorni.
Direttore : Franco Giampiccoli.
Condirettore : Riccardo Sensi.
Età: 13-16 anni.
Quota; lire 21.250 + 1.600 d’iscrizione.
La FUV offre delle facilitazioni finanziarie per chi si trova in difficoltà a partecipare al campo per motivi economici. Rivolgersi per questo a Giorgio Bouchard, Via
Pavone 2, Banchette (Torino).
Iscrizioni presso la Segreteria d’Agape, Prali (Torino), versando lire 1.600.
Portate con voi: maglioni, scarponi, indumenti d’alta montagna; un documento
d’identità; la Bibbia, il « Cantiamo insieme ».
Il pullman per Agape partirà da Torino, Via Pio V, 15, alle ore 16 della domenica 27 giugno.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Festa di canto
delle Scuole Domenicali
La vecchia e poderosa quercia dell’aula sinodale deve avere avuto un fremito di compiacimento quando domenica pomeriggio fu
bruscamente risvegliata, non da più o meno
dotte disquisizioni ecclesiologiche che da decenni subisce con invidiabile imperturbabilità, ma dal fresco canto dei trecenti e più
bambini delle Scuole Domenicali della Val
Pellice, guidati abilmente, per l’ultima prova
di insieme, dalla magica bacchetta del Pastore Aime. E fu ancora il Pastore Aime che,
più tardi, nel Tempio di Torre Pellice, introdusse, salutò, diresse, ringraziò e concluse
la ben riuscita festa di canto. Ad eccezione
di Luserna San Giovanni, afflitta da preoccupanti epidemie, tutte le Scuole Domenicali
della Val Pellice erano ben rappresentate. In
più, per la prima volta a memoria d’uomo.
Luferani
filo - valdesi
a Oslo
Durante una riunione di fine anno ecclesiastico dela comunità luterana di Hasle Kirke
(una parrocchia situata nell’est industriale di
Oslo), il Lektor Peter Myklebust, insegnante
di lingue straniere presso un liceo della capitale, direttore del coro della sua chiesa, assiduo frequentatori dei corsi d’italiano tenuti
presso la locale Università, ha voluto intervistare il valdese Giovanni Gönnet, invitato per
l’occasione insieme con sua moglie, sul movimento valdese in Europa e sulla Chiesa
valdese in Italia. .
L’intervista, svoltasi in lingua norvegese e
debitamente registrata su nastro magnetico
come si suol fare oggi anche nelle assemblee
religiose, riguardò specialmente l’origine del
movimerrto laico fondato da Valdo, la sua
prima predicazione e organizzazione ecclesia^*
*<tica, l’estensione della diaspora valdese dalla Francia meridionale alla Polonia, le reazioni della Chiesa romana e l’imperversare
dell’inquisizione, i contatti coi Riformatori e
il Sinodo di Chanforan del 1532, la Bibbia di
Olivétan, le persecuzioni in Provenza, Calabria e Piemonte nei secoli XVI e XVII, l’Esilio e il Rimpatrio, l’aiuto concreto degli
Stati protestanti d’Europa, l'emancipazione
del 1848 e infine lo stato attuale della
Chiesa Valdese in Italia e nell’Uruguay.
La riunione, allietata dall’audizione di bellissimi inni eseguiti dal coro e terminata con
la proiezione di un film a colori sulle Valli
Valdesi approntato dallo stesso intervistato, ha
dimostrato quanto vivo sia anche presso i
Luterani di Norvegia l’interesse per le sorti
presenti del Vangelo in Italia, e da qualcuno
è stato avanzata la proposta di un gemellaggio
spirituale tra Hasle e una nostra comunità
italiana, nella fattispecie Colleferro-Ferentino.
E’ la terza volta che il Prof. Giovanni Gönnet è stato chiamato a parlare della chiesa a
cui è iscritto. La prima fu in una conferenza
pubblica organizzata dalla Dante Alighieri di
Oslo (e poi ripetuta a Copenaghen), la seconda presso un’altra comunità luterana —
quella di Stabekk nell’ovest residenziale della
capitale — su invito di un gruppo di filovaldesi capeggiato dal Prof. Einar Molland,
titolare della cattedra di storia del cristianesimo presso l’Università di Oslo.
uno che c era
Direttore resp. : Gino Conte
abbiamo avuto con noi la numerosa Scuola
Domenicale di Torino che molto felicemente
fece coincidere la sua gita di fine d’anno con
la nostra festa di canto. Un’altra novità fu
offerta da un tecnico della RAI-TV, piovuto
prese » della festa di canto delle corali. In
con una settimana di ritardo, per alcune (c rimancanza del meglio si contentò di portare
con sè una breve presentazione agli ascoltatori italiani di che cosa sono le Scuole Domenicali (fatta anche questa dal Pastore
Aime) e alcuni canti di voci bianche per
una trasmissione genericamente annunciata
per la sera del giorno stesso e che invano
alcuni fedelissimi cercarono di rintracciare
manovrando per due ore di seguito la manopola della sintonia del loro povero apparecchio radio.
Ci pare che nell’insieme i nostri bimbi abbiano ben cantato con slancio ed entusiasmo,
qualche volta ignorando le pause previste e
sottolineate con vigoria dalla bacchetta del
direttore, salito per l’occasione sul solennissimo pulpito di Torre. Tecnicamente gli inni erano ben preparati (per quanto possa richiedersi a cori non specializzati quali lo
sono le nostre Scuole Domenicali), grazie al
paziente impegno di direttori, monitori e
Pastori e anche all’entusiasmo e all’amore
per il canto che, grazie a Dio, ancora parecchi dei nostri bambini sentono molto vivamente. I canti di insieme erano i seguenti :
«Scrivi tu di propria mano» (23 Innario
Cristiano); « Que peut le monde à mon
bonheur » (163, Psaumes et Cantiques); « Sia
gloria al Dio d’amore » (361, I.C.); « Oui selon ta promesse » (164, P.C.); « La terra ed
ì cieli » (356, I.C.). La Scuola Domenicale
di Rorà ha presentato gli inni: 336, I.C. e
259 P.C.; Angrogna il 204 I.C. e il 261 P.C.;
Bobbio il 345 I.C. e il 239 P.C.; Torre Pellice Appiotti il 313 I.C. e il 220 P.C.; Villar
Pellice il 171 I.C. e il 70 P.C.; Torre Pellice
Asilo un inno missionario e il 166 P.C.;
Torre Pellice Centro il 371 I.C. e Torre Pellice Simound il 187 I.C., infine Torino cantò
un « Inno al Creatore » armonizzato da Bach.
Non ci attarderemo nella elencazione dei
pregi e dei difetti delle singole esecuzioni,
precisando però che i pregi hanno largamente superato i difetti, rendendo questi ultimi
quasi inesistenti. Forse un discorso a parte
meriterebbe il ripensamento della formula
stessa di questa festa di canto, disertata ormai dal gran pubblico delle nostre Comunità.
Da un lato ne sottolineamo la perfetta validità, dall’altra sentiamo che c’è qualcosa che
dovrebbe essere riveduto, ma non sapremmo
tuttavia dare dei suggerimenti validi. E terminando diciamo grazie al Pastore Aime, va.
loroso fac totum della festa condotta con vivacità e maestria; a nome dei bambini, un
grazie alla Chiesa di Torre, presente per mezzo del tradizionale e attesissimo gelato; e ancora una parola di vivo incoraggiamento a
tutte le Scuole Domenicali affinchè perseverino con gioia e entusiasmo nello studio e
nella preparazione del canto comunitario,
espressione tipica della Riforma protestante,
vero atto di lode al Signore a cui solo è la
gloria. a. t.
Pregate per PEvangelo
alla radio
Domenica 13 giugno, ricorre l’annuale
giornata di preghiera per le trasmissioni dell'evangelo nel mondo. Da soli, con le vostre
famiglie, in chiesa — pregate per il ministerio della Radio e televisione nel mondo.
POMARETTO
— Sabato 22 maggio abbiamo celebrato i‘
mairiinonio di Italo Galliano e Alma Massei; il Signore benedica gli sposi e dia loro
di servire il Signore nella chiesa e rendi
ricca di benedizioni la loro casa.
— Domenica 6 giugno avremo il culto con
Santa Cena alle lff,30 in occasione della
Pentecoste.
La sera alle 20,3<) avrà luogo un interessante programma di recite al teatro presentate dalla sezione cadetta; tutta la comunità
è caldamente invitata a prendervi parte.
— Il giorno 13 il culto inizierà alle 10
e sarà presieduto dalla Commissione D'streiluale per la rielezione o meno del Pastore.
— Il giorno 20 avremo la visita dell’esercità della salvezza in cccdàione del primo
(cntenario del Salutismo: interverrà il inagg.ore Lovato e la signora che presiederanno il culto ^ daranno un messaggio alla
« Buina » del dot Inverso nel pomeriggio
pile ore LS.
Conferenze pubbliche
a Bari...
VILLAR PEROSA
A Torre Pellice il 23 maggio scorso
II 2 maggio abbiamo battezzato iJ piccolo Mauro di Ferruccio e Marcella Costabello, padrini Italo e Itala Ferrerò.
Che il Signore benedica questo tenero
agnellino della sua greggia!
I coniugi Giovanni Rivoira coi loro barn,
bini Oriana e Dario s; sono stabiliti fra
noi (Centrale del Iago). Diamo loro il nostro fraterno benvenuto nella famiglia della comunità.
II 20 maggio è mancata improvvisamente
a Torino la Professoressa Noemi Simonetti
in Griset.
Le sue spoglie mortali sono stale trasportale alle Chenevieres ove, alla presenza del
Pastore Bouchard (che ringraziamo per
aver sostituito il titolare assente) dei parenti e di pochi intimi, sono state tumulale
nella tomba di famiglia.
Al venpjsujido prof. Grieel, alle ftgttuole
Prof.ssa Delia e Prof.ssa Ilia esiprimiaiPo
la nostra fraterna e commossa simpatia cristiana.
Ricordiamo a tutti i villaresl e agli amici
lontani che il 6 gugno dalle 15 alle 18
avremo il nostro Bazar a favore delle nostre
catacombe.
E T
della Svizzera italiana
Ci giungono informazioni che la nostra televisione è raggiungibile oltreché dal Milanese, anche dal Novarese e Vercellese e persino
nell’Alessandrino. Crediamo quindi opportuno segnalare agli evangelici dì PiemonteLombardia le trasmissioni televisive evangeliche della Televisione della Svizzera Italiana.
Saranno specialmente utili agli isolati.
Domenica 6 giugno, Pentecoste. Televisione: Alle ore 10 culto evangelico da Francoforte sul Meno, tradotto in italiano e commentato. Alle ore 22,35 : La Parola del Signore - pastore Guido Rivoir.
Domenica 13 giugno. Radio: Conversazione evangelica, pastore Otto Rauch, alle 9,15.
Domenica 20 giugno. Radio : Conversazione evangelica alle 9,15. Pastore Guido Rivoir.
Televisione: La sera alle 22,15 circa: La
Parola del Signore, pastore Guido Rivoir.
Domenica 27 giugno. Radio : Conversazione evangelica, pastore Otto Rauch.
Il mese di maggio ha veduto la nostra
Chiesa impegnata in due conferenze pubbliche che hanno destato grande interesse in
ambienti cittadini di varie tendenze. La prima ha avuto luogo il giorno 6 nell'Aula del
Consiglio Comunale, sotto gli auspici della
Università Popolare che ha invitato il nostro
Pastore ed ha curata l'organizzazione e la
relativa pubblicità (manifesti ecc.). Il Pasture, dott. Enrico Corsani, ha parlato sul
tema; cf Crisi del Cristianesimo?». Dopo
avere tratteggiata la situazione in cui si trova il cristianesimo ufficiale nella maggior
parte delle Nazioni di antica tradizione cristiana, ha attentamente esaminate le critiche principali che da ambienti diversi e da
Ideologie contrastanti sono mosse al Cristianesimo (da moltissimi considerato superato
se non addirittura morto almeno nella coscienza popolare), per quella che è considerata la sua incapacità a risolvere i problemi
sociali, i problemi politici, e quello della sua
disunione. Per rispondere alla domanda posta dal tema, I oratore ha messo in evidenza
la differenza tra il cristianesimo ideologia ed
il cristianesimo storico, cioè in sostanza le
Chiese, alle quali sole possono essere rivolte
quelle critiche. Queste sarebbero valide solo
Se si volesse sostenere che sia effettivamente
esistita una civiltà veramente cristiana : ma
questa è la speranza deH’avvenire, indipendentemente dal fatto che i cristiani credono
anzitutto nel Regno di Dio (il che, però, non
li esonera dal dare la loro collaborazione alla
soluzione dei problemi che travagliano l’uomo moderno). Ha concluso accennando alla
rivalutazione che della ideologìa cristiana sta
determinandosi nei settori fino a ieri più lontani, se non addirittura ostili, con molte citazioni tratte da teorici marxisti (es. Lucio
Lombardo Radice), dalle quali sembra potersi
dedurre che il cristiano non viene più accettato nella collaborazione per una società nuova, più giusta, più veramente libera, benché
cristiano, ma proprio perchè cristiano. Pertanto il Cristianesimo, purificato da tutte le
sovrastrutture e le contraddizioni che lo han.
no anchilosato nel corso della storia, rappresenta ancora, ed oggi più che mai, il lievito
che farà fermentare la pasta, e la sola speranza veramente viva.
La seconda conferenza, organizzata direttamente dalla nostra Chiesa, annunziata a
mezzo manifesti, centinaia di biglietti d’invito, comunicazione sul quotidiano di Bari, ha
avuto luogo mercoledì 19 Maggio nell’Aula
del Consiglio Comunale gentilmente concessa.
Il Pastore Giulio Vicentini ha parlato sul
tema : « Il Concilio Vaticano II in una visuale protestante ». La conferenza, serena,
obiettiva, ma ferma nelle posizioni derivate
dalla S. Scrittura, ha avuto carattere teologico, in quanto sono stati presi in esame alcuni degli schemi più importanti fino ad
oggi studiati ed approvati (De Ecclesia, De
Liturgia, De Oecumenismo), dei quali l’oratore non ha esitato a mettere in evidenza gli
aspetti più positivi (per noi evangelici), senza
tacere però i motivi biblici del nostro dissenso di fondo.
Ci sia consentito, come Baresi, di esprimere il nostro compiacimento perchè, mentre altrove in Italia è stata all’ultimo momento ritirata la concessione di un locale
cittadino dove avrebbero dovuto aver luogo
delle conferenze evangeliche, a Bari invece
l’Amministrazione Comunale di centro-sinistra (con Sindaco cattolico e democristiano)
ha dimostrato tanta liberalità ed apertura
nei nostri confronti.
Concludendo, vogliamo accennare ad una
manifestazione ecumenica che ha avuto luogo nella nostra Chiesa, la sera di domenica
16 c. m. Presenti anche rappresentanti di
TORRE PELLICE
La conferenza delle Case
delle Diaconesse svizzere
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7.1960
Cip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
Informiamo inoltre gli ascoltatori che per
ragioni tecniche, le trasmissioni giornaliere
emesse da T.W.R. Montecarlo onde corte
nt. 49 (Kc. 5950), sono state spostate dalle
ore 13,20 alle ore 19,30.
Voce del Vangelo
Nei giorni 3-6 Maggio abbiamo avuto la
gioia di ospitare a Torre Pellice l’annuale
Conferenza delle Case delle Diaconesse Svizzere.
Una conferenza del Past. Aldo Comba su
« Diaconia e Filantropìa » ha dato l’avvio ad
un'ampia discussione sui compili che oggi
stanno dinanzi alle Case delle Diaconesse.
Fra l’altro è emersa la preoccupazione che
l’opera delle Diaocnesse non sia in parte soffocata dalla forte istituzionalità delle Case.
La diminuzione del numero delle Diaconesse costringe ad una seria riflessione sui
compiti odierni a cui bisogna rispondere:
forse è giunto il momento di abbandonare
molte Opere fra le più simpatiche ed anche
fra le più redditizie, in modo particolare si
pensa agli Ospedali dove le diaconesse possono essere sostituite da infermiere. Esiste
invece un vasto mondo di abbandonati della
società: sono in particolare i vecchi, i malati
cronici, i bambini anormali, i figli di famiglie
divise ecc., sono questi i poveri ed ì derelitti
della moderna società : occuparsi di queste
persone spesso non è « interessante », richiede pazienza e costanza, è necessario un vero
amore in Cristo: è verso questi compiti che
le diaconesse debbono dirigere il loro interesse se vogliono essere fedeli alla loro vocazione
di occuparsi di coloro che sono disprezzati
ed abbandonati.
Questa è naturalmente una indicazione generale, rimane il fatto che vi sono diaconesse
impegnate nei più svariati settori della vita
a seconda dei loro doni particolari.
Uno studio bìblico su Giov. 17 ha guidato
ogni giorno i partecipanti della Conferenza
ad una riflessione biblica.
La Corale di Torre Pellice ed il M.o Corsani all’organo hanno offerto alla Conferenza
una bella « Ora musicale » che è stata molto
apprezzata.
E’ seguita una serata familiare con membri della Comunità di Torre Pellice.
Gli ultimi due giorni sono stati dedicati
ad una visita alle Valli V^aldcsi con particolare riguardo alle Opere sociali e ai luoghi
storici.
La Conferenza si è chiusa con un culto di
S. Cena tenuto nel tempio di Torre Pellice
con la partecipazione della Comunità. F. S.
Convitto Maschile Valdese
TORRE PELLICE (Torino) - tei. 91230
Le iscrizioni per l’anno scolastico 1965-66
sono aperte. Si accettano ragazzi che frequentino il Ginnasio-Liceo Classico, il 1*» e
2‘> anno di ragioneria, la Scuola Media e le
Scuole Elementari. Si dà la preferenza a
bravi alunni evangelici che avranno la possibilità in Convitto di praticare agevolmente gli sport e di vivere per alcune ore
al giorno all’aria aperta. Tennis - Palla a
volo ■ Fool-ball • Piscina coperta privata Nelle vicinanze immediate sci con impianii
di risalita.
Per informazioni rivolgersi al Direttore:
DoH. Franco Girardet.
alcune comunità evangeliche olire alla nostra,
vi è stata una riunione presieduta da un sacerdote ortodosso della giurisdizione di Parigi. che dovrà stabilirsi a Bari, per incarico
dei suoi superiori, per svolgere un lavoro tra
i cristiani ortodossi della città. Su domanda,
si è soffermato ad illustrare alcuni punti caratteristici della teologia e della liturgia delle Chiese Ortodosse.
Si conclude pertanto un anno ecclesiastico
particolarmente vivo ed intenso per attività
non strettamente di ordinaria amministrazione, ma caratterizzato da conferenze, dibattili,
studi vari, incontri e convegni interdenomìnazionali. contatti con i più diversi settori
cittadini ; ne rendiamo grazie al Signore.
Vittorio Laurora
...e a Corato
Abbiamo continuato il nostro programma
rii conferenze iniziato in autunno, di cui aubiamo già dato notizia. Ma la novità è coslÌtuita dal fatto che abbiamo avuta la coli iborazione di una persona non del nostro ibiente. La sera di domenica 9 Maggio il Pr c.
Dott. Alberto Milella-Chartroux, docente ù
Patologia Medica alla Clinica Università; i
di Bari, profondo conoscitore della storia d< i.
le religioni, ha tenuta una conferenza s l
tema: « Chi ha ucciso Gesù? ».
In questa conferenza (già tenuta a Bi i
nella Sala del Consiglio Comunale), l'oraU- r
si è occupato, da un punto di vista storico ì
critico, del problema della responsabilità « i
loto » del popolo ebraico nei confronti de? a
condanna di Gesù, giungendo a conclusio- t
negative. Il nostro tempio era affollato * i
persone in prevalenza estranee al nostro ai biente.
Martedì 18 Maggio, sempre nel Tempio, l
Pastore Giulio Vicentini ha tenuta una co ferenza sul tema; «Il Concilio Vaticano i
in una visuale protestante ». Delle due cu ferenze era stata data comunicazione alla c
tadinanza mediante manifesti e biglietti d’i
vito personali. Enrico Corsani
PERSONALIA
A Bari il giorno 15 Maggio è nata Elì^
betta di Pontrelli Saverio e Laurora Gr
ziella della nostra comunità. Vive felicii
zioni ed auguri ai genitori e parenti tutti.
IstitutoArtigianelli
Valdesi
L Istituto Artigianelli Valdesi, rimoderna >
di recente in occasione del centenario delVi. tuale sede, dispone in questo momento di i i
certo numero di posti liberi e di alcune offe:
di lavoro per apprendisti.
L’Istituto è aperto ai giovani che abbia ì
compiuto il quindicesimo anno dì età, cr *
provengano da famiglia evangelica e desitùrino avviarsi ad una attività artigianale o
tecnica.
I giovani ammessi vengono collocati pres >
ditte della Città esercenti Pattività scelta d.d
ragazzo e frequentano le scuole serali di a viamento professionale nel ramo più idon^ o
ad ottenere un perfezionamento nel mestiere
stesso.
II funzionamento dell’Istituto è quindi
quello di un convitto in cui l’attività professionale viene svolta all’esterno sotto la vigilanza del Direttore che mantiene periodici
contatti con la Direzione delle Scuole e con
le Ditte presso cui i giovani imparano il
loro mestiere.
Per le modalità necessarie all’accettazione
e le relative condizioni rivolgersi al Direttore
Sìg. Girardi Bruno presso la sede dell’Istituto
Via Berthollet 34, Torino.
avvisi economici
AFFITTASI alloggio condominio, palazzo
Belvedere e alloggio Casa Bouchard - Via
Umberto I. Rivolgersi Signorina Elma Bouchard - Via Umberto I . San Germano
Chisone.
Le famiglie Cesan e Prochet grate
per il tributo di affetto dato in occasione della dipartita del loro Caro
Michele Cesan
nell’impossibilità di farlo personalmente porgonoi il loro sentito e commosso ringraziamento a tutti coloro
che hanno preso parte al loro dolore.
Torre Pellice, 17-5-1965.
La famiglia Rostagno nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia quanti presero parte al suoi dolore
in occasione della dipartenza della
Mamma
Celestina Fornerone
ved. Rostagno
Un grazie particolare al dott. Ros
Sebastiano ed al Pastore Genre.
S. Secondo di Pinerolo (Cascina)
12 maggio 1965.