1
W
.V
■fit;
Anno 113 — N. 3
16 gennaio 1976 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
1O06Ü TORRE Pì^^ILUì:
(Mk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ECUMENISMO E SETTIMANA DELL'UNITA’
carro davanti ai buoi
Siamo, come ogni anno, ad una ricorrenza tradizionale: la settimana dell’unità delle chiese. Svuotata ormai del suo
significato, essa ci ricorda tutt’al più l’ecumenismo dei pionieri, qualche protestante tutto d’un pezzo, qualche cattolico
di alto livello spirituale. Sono essi riusciti a trascinare le chiese là dove stavano
loro? E’ stato accolto il loro messaggio
di onestà e di chiarezza?
L’ecumenismo, che sarebbe poi, come
minimo, questa chiarezza nei rapporti tra
le chiese, non è mai stato una cosa facile e non lo è neppure ora. Lo sappiamo
noi protestanti italiani, piccola chiesa di
minoranza Ojggi ridotta, anche in Piemonte, ad una diaspora tanto più vulnerabile.
L’ecumenismo, per partire ed andare avanti, ha bisogno di una base di fiducia
non di frasi o di diplomazia. E’ necessaria la fiducia negli interlocutori, la quale
a sua volta non nasce per semplice buona
volontà.
Siamo infatti l’unica eresia medievale
che non si è estinta; da secoli la nostra
esistenza è un esperimento: in tutti modi, colle buone e colle cattive, si è tentato di farci fuori. Non sappiamo quale potrà esser il nostro domani. In queste condizioni bisogna che chi vuol discutere
con noi di ecumenismo sia un interlocutore degno di fiducia. Altrimenti si avranno sì incontri e discussioni, ma difficilmente essi avranno continuità ed entreranno in
modo reale nella nostra storia.
Recentemente un membro del clero di
quella religione che, in virtù del vigente
concordato, è pur sempre la religione dello
Stato, ha cercato di fare a modo suo dell’ecumenismo in una scuola, insegnando
ad alunni valdesi e cattolici insieme qualche cosa che secondo lui non doveva essere la religione della quale è ministro,
ma una forma di « scienza religiosa »
senza alcun carattere confessionale.
L’episodio mi è stato riferito e difficilmente potrei controllarne l’autenticità;
ma è abbastanza verosimile che sia successo. E non è qui da ammirare la disinvoltura con la quale, sotto il prestigio
della scienza, chi è incaricato di insegnare religione cattolica passa ad altre cose
(sarà forse un prete modernista), quanto
piuttosto il modo con cui si mette il carro davanti ai buoi, pretendendo di situarsi al di là del dialogo confessionale, senza
averlo mai cominciato e portato avanti.
Chi mi ha riferito questo aveva poi l’impressione che quella « scienza » fosse anche discutibile, ma questo è un altro discorso.
Ecco che cos’è il nostro ecumenismo;
un continuo mettere il carro davanti ai
buoi. Nessuno si è mai preoccupato di
porre delle fondamenta, tutti hanno messo un mattone qua e là, senza un piano,
e il risultato lo si vede : solo un mucchio
di pietre. Basta poco, e (metaforicamente) qualcuna ce la scagliamo addosso.
* * *
Passando dagli episodi a delle considerazioni più generali, possiamo chiederci:
come è stato visto l’ecumenismo in campo protestante? Un valido pensiero a
questo riguardo noi ce l’abbiamo fin dal
Medioevo. Infatti Amedeo Molnar, il ben
noto storico della chiesa, ci ha spiegato
che la riforma dei valdesi e degli bussiti
(i loro corrispondenti della Boemia, se
così si può dire), volle esser funzione della chiesa universale. Questo fu espresso,
dice Molnar « mediante una notevole ecclesiologia ecumenica. La chiesa universale di Cristo è una ed indivisibile; gli
uomini tuttavia, secondo il grado della
loro responsabilità e della loro conoscenza
dell’Evangelo, si organizzano in ’’unioni”.
C’è dunque l’Unione dei Fratelli Cechi,
l’Unione dei Valdesi, l’Unione degli Hussiti, c’è l’Unione Romana e l’Unione degli Ortodossi Orientali... Ogni Unione diventa chiesa nella speranza e nella misura della sua fedeltà all’evangelo ».
Questo è ancora il nostro pensiero di
oggi. Vi è più di un modo per esser credenti, e per esserlo fedelmente. Diversità di cultura, di situazione, possono influenzare la nostra sensibilità e poi c’è sempre il fatto, importante, che nessuno a
questo mondo ’’possiede” la verità; l’apostolo Paolo già lo diceva: conosciamo
solo in parte, solo un lato delle cose.
Spesso questo lato è essenziale, ma non
è mai tutto. Per questo c’è sempre spazio
anche per altri tentativi, per altri cammini.
Certo, ognuno approfondisce nella sua
chiesa, finché non è costretto a toccarne
i limiti, la risposta alla vocazione che il
Signore rivolge a tutti. Certo ognuno
’’possiede”, se non la verità, almeno una
eredità che è la sua, un talento da mettere a frutto. Perché no? Ma questo non
può dividere inesorabilmente i credenti.
Diamo quindi libertà alle varie teologie,
ai punti di vista diversi e cerchiamo di
esser veramente uniti nella testimonianza,
nella sofferenza della persecuzione, nell’obbedienza e nel servizio. Questo non
è relativismo teologico (perché non stiamo dicendo che una cosa vale l’altra).
In conclusione: la diversità, rispettata, riconosciuta, dell’altro fratello è per
noi il presupposto di un ecumenismo in
movimento, la base stessa dell’unità delle chiese. In un mondo diviso le chiese
possono dare questa loro testimonianza:
abbattere le barriere e le discriminazioni
assurde mediante il rispetto totale dell’altrui diritto di esser se stesso.
Sergio Rostagno
AGAPE - CAMPO INVERNALE
La questione portoghese
La discussione che si è sviluppata nel
corso dell’ultimo campo invernale di
Agape, dedicato all’analisi della situazione portoghese, e che ha visto la partecipazione di militanti della sinistra italiana, francese e portoghese ha avuto il merito di non essere troppo accademica: si
è analizzato e si è discusso (anche viva
_________ROMA
Tribunale
Russell
Dal 10 al 17 gennaio si svolge a Roma
la terza sessione del Tribunale Russel II.
Al centro dei lavori l’esame dell’imperialismo è della repressione in America
Latina. Fanno parte della giuria internazionale il parlamentare Lelio Basso che
ne è presidente, Juan Bosch ex-presidente della repubblica dominicana, Georges
Casalis, teologo protestante francese, Garcia Marquez, scrittore (Colombia), Alfred
Kastler, Nobel per la fisica, Andreas Papandreu, presidente del Movimento socialista panellenico. Bruno Trentin, seSC^tario generale della F.L.M., Georges
Wald, Nobel per la biologia, ed altre personalità. Dopo la sessione di Roma il Tribunale si scioglierà per dar vita, sotto la
presidenza di Lelio Basso, alla « Fondazione per il diritto e la liberazione dei
popoli ». Il Tribunale Russel (che prende il nome del filosofo inglese) si era occupato nel ’66, ’67 della guerra in Vietnam; alTindomani del ’golpe’ in Cile il
Tribunale divenne Russel II e da allora
ha già tenuto due sessioni, aprile ’74 e
gennaio ’75, in cui, in base a documentazioni e testimonianze inoppugnabili ha
espresso la condanna dei governi (come
Brasile, Cile, Bolivia, Uruguay) dove si è
praticata la violazione dei diritti delTuomo in maniera sistematica nel quadro di
una violenza istituzionalizzata. Siamo ora
alla terza sessione. Daremo ampia informazione nel prossimo numero.
cernente) non solo su « ciò che è stato »,
su una esperienza ben definita ma conclusa, ma soprattutto su quello che il
Portogallo è oggi e potrà essere domani,
sullo sviluppo di un processo ancora tutto aperto, anche se contradditorio e difficile.
Ovviamente l’attenzione dei campisti si
è concentrata sugli avvenimenti del 25
novembre, che sembrano allontanare e
rendere ancora più tortuosa la strada
verso la costruzione di una società socialista in Portogallo e che riportano
drammaticamente all’ordine del giorno in
questo paese la lotta contro il fascismo.
Alla fine di un anno pieno di tensione in
cui fatti come la perdita definitiva delle
colonie, l’assenza di aiuti economici da
parte delle borghesie europee, e lo sviluppo crescente di un movimento di massa, deciso non solo a rivendicare condizioni migliori di vita ma a porre decisamente sul tappeto la questione del potere politico avevano disorientato e impaurito la classe dominante portoghese, lo
scontro tra questa e la sinistra è apparso inevitabile.
Diverse sono le analisi sulle responsabilità politiche di quanto avvenuto —
colpo di mano della destra e reazione
conseguente della sinistra; oppure radicalismo estremista della sinistra rivoluzionaria; oppure ancora una manovra avventurista del PCP, tendente ad esporre
la sinistra rivoluzionaria per ricucire una
alleanza con i socialisti e gli ufficiali moderati — ; ma un dato è certo: questo
primo scontro aperto si è risolto in un
passo avanti della destra (spinollsti ed
ex-fascisti), in una campagna repressiva
contro l’intera sinistra (PCP e sinistra
rivoluzionaria), in una lacerazione ancora più profonda alTinterno del MFA. A
giudizio del campo è oggi impossibile una
soluzione della crisi politica portoghese,
che veda la costituzione di una stabile
democrazia borghese ad opera del 6° governo attualmente al potere, o di una
coalizione politica dello stesso tipo. Questo è impossibile perché la borghesia portoghese ha biseco di ricostituire rapidamente la propria base economica, distrutta dalle nazionalizzazioni, il che è
impensabile se non si ottiene la fine delle lotte politiche e sociali, attraverso misure repressive, non compatibili con la
F. Spano
(continua a pag. 2)
Chi
e
il maggiore
MATTEO 18: 1-6.
Anche per i "Dodici” è difficile
capire cosa sia la vera grandezza
e chiedono a Gesù: "Chi è il maggiore nel Regno dei cieli?" Notiamo il contrasto: Gesù si avvia verso la croce e i discepoli con questa loro domanda pensano alla
gloria.
Ma non è forse questo lo spirito
che anima anche noi ogni volta
che cerchiamo la via della gloria
e rifiutiamo quella della croce indicataci da Cristo? "Chi mi vuol
seguire prenda la sua croce e mi
segua”.
Chi è il maggiore? E’ la domanda antica ma anche attuale. E’ la
domanda che sorge nel cuore di
Caino che uccide Abele. E’ la domanda che sorge nel cuore dell'uomo di oggi, dell’uomo che e al
comando di popoli e nazioni, di
partiti o società economiche e finanziarie. Non è soltanto la domanda che sorge nel cuore dei
grandi, ma anche di coloro che
non hanno il potere. E lo vorrebbero avere non perché in tal modo
la società sarebbe trasformata, ma
semplicemente per mettersi al posto di chi il potere lo ha. E’ anche
la domanda che sorge in seno alle famiglie: "A chi spetta il comando?”.
E quando essa sorge non è certo
per chiarire le cose, per governare con ordine, ma sorge e provoca
discordie, odi, guerre.
Si può dire: "Ciò avviene perché
la nostra società moderna è marcia, le sue strutture sono corrotte". Ma anche abolendole, trasformandole, la domanda nel cuore
indurito dell’uomo sorgerebbe lo
stesso.
Ma la domanda sorge anche nel
seno della chiesa. Si, quanto spesso portiamo lo spirito di questo
mondo nella vita della chiesa!
Alla domanda dei discepoli Gesù prende un bambino della strada. Non un bambino super protetto, super vitaminizzato, super accontentato in ogni suo desiderio,
ma uno di quelli che venivano
considerati deboli; uno dei minimi, uno che sapeva di essere dipendente, che non poteva accaparrare alcun diritto, prende questo bambino e lo dà come misura
per misurare la vera grandezza.
"Se non cambiate e non diventate come piccoli fanciulli non entrerete nel Regno dei cieli”.
Oggi per entrare in un’altra nazione occorre il passaparto. Ma
per entrare nel Regno dei cieli occorre essere in comunione col Cristo crocifisso e risorto. Occorre
cambiare mentalità.
Di ciò noi parliamo tanto spesso. Ma rendiamo credibile, con le
azioni della nostra vita, questo
annunzio che rechiamo?
Archimede Bertolino
2
16 gennaio 1976
a coUotfuio
con / lettori
Per un refuso tipografieo, di cui chiediamo
scusa al pastore Benecchi, il senso del suo articolo è stato travisato, riproduciamo qui il testo
nella sua dizione originale : « Lascia certamente
poche speranze questa nostra società che si regge su dei meccanismi che non sanno che produrre violenza e uomini violenti ad ogni livello e
che per sopravvivere adotta la violenza come
strategia ».
La questione
portoghese
(segue da pag. 1)
«democrazia» di tipo classico. Forse oggi di fronte ai portoghesi sono aperte due
sole possibilità: o il processo iniziato il
25 aprile va avanti al di là della battuta
d’arresto del 25 novembre, e la sinistra
ritrova la sua unità e la sua forza in
ima transizione decisa al socialismo (e
sulle modalità di questo processo abbiamo ampiamente discusso nel campo),
oppure è solo possibile una brusca virata a destra, che ristabilisca una situazione di «ordine» sociale e politico, del tipo esistente prima del 25 aprile, e anche
dall’analisi di questa seconda soluzione
abbiamo cercato di trarre indicazioni valide, al di là delle specifiche condizioni
esistenti in Portogallo, per quanto riguarda l’Italia.
Il campo ha avuto un altro momento
di grande interesse e positività: e sono
stati gli studi biblici. Visto che la maggioranza dei partecipanti a questi incontri erano dei compagni non credenti, particolarmente interessati al nuovo tipo di
lettura biblica che da varie parti si sta
tentando in questi anni, si è trattato non
tanto di studi biblici « classici », quanto
piuttosto di una serie di esemplificazioni
concrete (la Santa Cena, la purificazione
del tempio, la parabola della perla, la
moltiplicazione dei pani) per cercare di
spiegare in un modo comprensibile a chi
finora è stato del tutto estraneo ad una
problematica di fede, cosa può significare il riferimento alla Scrittura e al suo
rnessaggio per dei militanti per il socialismo, oggi. Crediamo che il confronto,
non accademico, tra compagni credenti e
non credenti sulla lettura biblica sia stata un’esperienza importante e positiva
per entrambi, e che su questa strada, non
solo ad Agape, si debba continuare.
TARANTO
NAPOLI
Segnaliamo a chi è interessato ad approfondire la problematica che qui abbiamo schematicamente esposta che le
relazioni tenute al campo dai compagni
portoghesi e la discussione sul rapporto
democrazia-socialismo che si è svolta alla fine del campo, saranno pubblicate sul
n. 38 di Gioventù evangelica.
SAN GERMANO
• Alcuni lutti hanno nuovamente colpito
la nostra comunità : ci hanno lasciati le
sorelle Alice Balmas di anni 91 e Susanna Bessone ved. Rivoira, di anni 90. Pensiamo con affetto a Germaine Balmas e
alla famiglia di Battista Rivoira che hanno cos:, conosciuto l’ora del lutto, chiedendo al Signore di essere Colui che consola, nel senso più pieno.
• Ivana Costabel ci ha pregato di ringrapare di tutto cuore quanti hanno voluto
tenderle una rnano fraterna in occasione
del furto subito. Siamo riconoscenti ai
giovani che hanno in questa occasione
assunto l’iniziativa.
• Un gruppo di giovani e giovanissimi
ha cominciato a riunirsi regolarmente in
vista di peare dei gruppi di responsabin in vari campi. Ricordiamo ai genitori
dei ragazzi della Scuola Domenicale che
è bene di affrettarsi se desiderano abbonarh au Amico dei Fanciulli, il Concisto'venerdì le gennaio alle
ore 20. Si chiede la massima puntualità.
• iniziato la preparazione
per il 17 febbraio, cosi, come la Filodrammatica.
• La settimana prossima avrà luogo, nella sala della Scuola Materna, una riunione per 1 genitori dei ragazzi delle scuole
elementari onde discutere insieme del
problema delle lezioni di religione a scuola. Si prega di leggere gli annunzi affissi
dinanzi al tempio per conoscere il giorno e 1 ora di questo incontro. Ricordiamo che è assolutamente necessario che
almeno un genitore per alunno sia presentC’ in modo che anche gli insegnanti
abbiano la visione chiara di ciò che desiderano 1 genitori.
Ricordando
l’evangelista
Elia Libonati
La mattina del 7 gennaio 1976, si sono
svolti, a Brindisi, i funerali dell’anziano
evangelista emerito Elia libonati.
Era morto quasi aH’improvviso due
giorni prima. Avrebbe compiuto 80 anni
in febbraio. Dico che è morto « quasi »
aH’improvviso, perché da tempo era ammalato, di quelle malattie che colpiscono
un po’ tutti, di questi tempi, ma che sono particolarmente crude per i vecchi:
una bronchite, la febbre, il cuore affaticato, le ossa peste... E tuttavia si pensava che avrebbe resistito ancora: alcuni
anni fa, il suo fisico era statò duramente provato; aveva conosciuto la degenza
— lunga, settimane e settimane — nelróspedale di Bari, negli Ospedali evangelici di Napoli e di Torino. Ma si era
ripreso bene. Il suo spirito ne era uscito
come ringiovanito.
Invece no. Se n’è andato. In pochi minuti. A casa c’erano solo lui e sua moglie. È morto silenziosamente, pudicamente, come se non volesse dare fastidio a nessuno.
La chiesa, malgrado fosse la mattina
di un giorno lavorativo, era piena. C’erano tutti i fratelli brindisini, qualcuno da
Taranto. Alcuni passanti si sono fermati
e sono entrati.
Possono sembrare particolari 'di nessuna importanza.
Ricordiamo, di Elia Libonati, oltre che
il calore umano, il desiderio di « morire
sulla breccia ». Che aveva concretato tenendo a pieno tempo la responsabilità
delle chiese di Brindisi e di Latiano per
tre anni (se non erro) dopo l’età della
emeritazione. Che continuava ad assecondare collaborando ogni tanto alla predicazione nella chiesa di Brindisi.
L’ultima volta, aveva presieduto il culto il 21 dicembre.
La signora Libonati, rimasta sola, può
contare sulla simpatia dei fratelli. Può
contare su molti ricordi. Ma non ne avrà
bisogno. Anche lei crede, come il marito
ha creduto, che il Signore Gesù Cristo
è la vita eterna.
s. r.
Natale cristiano
e lotte sociali
Al centro del Vomero, nei giardini dietro a piazza degli Artisti, la sera del 23
dicembre una piccola folla di circa duecento persone era assiepata presso la pista di pattinaggio. C’erano gli altoparlanti, ma non era un comizio, bensì la riunione di un gruppo di credenti che voleva riflettere intorno al significato del Natale.
La gente che passava osservava un tatzebao, leggeva o forse rileggeva il manifesto che era stato affisso già nei giorni
precedenti in tutto il quartiere: un ben
strano manifesto che iniziava con un versetto biblico e invitava al pubblico incontro indetto dalla FGEI campano-molisana
e dalla Comunità di base Vomero-Arenella
sul tema Natale cristiano e lotte sociali.
Qualcuno, (non moltissimi) si è fermato
ed aggiunto al gruppo.
La apparente contraddizione del tema
della riunione è stata sciolta dall’intervento del Pastore Giulio Vicentini della Chiesa Valdese che ha meditato su Isaia 9:
« Il popolo che camminava nelle tenebre
vede una gran luce... tu moltiplichi il popolo, tu gli largisci una gran gioia,... poiché il giogo che gravava su di lui il bastone,... la verga di chi l’opprimeva tu li
spezzi... poiché un fanciullo ci è nato... sarà chiamato Dio potente. Padre eterno.
Principe della pace ».
Il past. Vicentini ha così ricordato che
la celebrazione del Natale è affermazione
dell’incarnazione di Dio ed impegno per
i credenti a partecipare alle sofferenze, alle lotte, alle speranze degli uomini del nostro tempo. E la gravità delle sofferenze
e la durezza delle lotte è stata documentata da Lorenzo Piombo della segreteria
dei Cristiani per il Socialismo. Il suo è
stato un discorso amaro su disoccupazione, licenziamenti, sfruttamento del sottosalario e del lavoro minorile, ma anche un
discorso di speranza, di organizzazione
delle masse, di presa di coscienza, di rifiuto di un sistema oppressivo e violento:
di fronte a questa realtà i cristiani sono
chiamati ad una coerente collocazione
nel contesto sociale.
Franco Sbrescia, prete operaio della
Comunità di Base Vomero-Arenella ha
poi letto una scelta di passi evangelici
per tratteggiare la figura del Cristo dei
Vangeli; una rappresentazione di Gesù
Cristo ben diversa dall’edulcorata e disincarnata figura di certa iconografia e di
certa predicazione. Non è sembrata stonata a questo punto la lettura, fatta da
un giovane, del passo di Giacomo 5: 1-6
contro i ricchi e contro le ricchezze accumulate con lo sfruttamento e l’ingiustizia.
Nel mezzo del programma e alla fine
sono intervenuti due complessi musicali,
quello della FGEI di Soccavo con le sue
canzoni di denuncia e predicazione, e
quello di un gruppo folk con i suoi canti
popolari che lamentano storiche ingiustizie e secolari sofferenze.
In conclusione con questa manifestazione si è voluto riportare l’evangelo con la
sua predicazione nel suo ambiente naturale, riportarlo là dove è nato, in mezzo
alle strade ed alle piazze, in mezzo agli
uomini ed ai loro problemi, liberandolo
dalla prigionia dei templi e degli uomini
pii. Non si è trattato solo di un bel gesto
natalizio, ma l’avvio di un nuovo tipo di
presenza evangelica e certamente significativa è stata la fraterna collaborazione
con le Comunità di Base cattoliche e delle Comunità evangeliche autonome di
Soccavo, (Via Giustiniano), e di Pozzuoli,
nonché l’attenzione che ci hanno rivolto
le forze sociali a livello di quartiere e di
città (Magistratura Democratica, UDÌ,
COGIDAS, OSA, ARCI) che hanno dato
la lora adesione ed erano presenti con
proprie delegazioni, ma altrettanto significativa l’assenza delle chiese ufficiali, di
quella cattolica, come di quelle protestanti, benché queste ultime fossero state
esplicitamente sollecitate. E. Nitti
GENOVA
FIRENZE
Il giorno 18 dicembre se., presso la sala del circolo della nostra chiesa si è avuto rincontro delle Unioni femminili valdese, battista, metodista di Genova, Sampierdarena. Sestri Ponente. La sorella
Vittoria Stocchetti ci ha intrattenute con
un edificante studio sull’Evangelo di Luca relativo alle due apparizioni e alle due
nascite di Giovanni Battista e di Gesù.
Domenica 21 dicembre, 4“ domenica di
avvento, come di consueto, e cioè da alcuni anni, i bambini della scuola domenicale hanno partecipato attivamente alla parte liturgica del Culto, avendo eliminato la tradizionale festa dell’albero
di Natale.
In occasione del Culto di Natale e Santa Cena, la colletta, che ha fruttato oltre
400.000 lire, venne indirizzata al pastore
Vinay onde, durante il suo viaggio nel
Vietnam, porti anche il nostro aiuto per
l’acquisto del riso tanto necessario per
il sostentamento di quella popolazione.
Domenica 28 dicembre abbiamo avuto
l’ultimo culto dell’anno 1975. Ricordando
quanti ci hanno preceduti nell’eternità
abbiamo invocato la grazia del Signore
per l’anno 1976.
Il culto liturgico di Capodanno e santacena è stato celebrato dal pastore e dall’intervento di alcuni membri di chiesa
con brevissimi messaggi.
• Sabato 24 gennaio alle 17 presso il
Salone del Circolo Svizzero, gentilmente
concesso (Salita S. Caterina, 4), il gruppo filodrammatico del Gould reciterà una commedia di Brecht. Un vivo ringraziamento alle famiglie che ospiteranno i
10 ragazzi.
• Domenica 1° febbraio alle 16, presso
i locali della chiesa valdese incontro comunitario sul libro « A che punto siamo
con l’obiezione di coscienza? ». Il problema è diventato particolarmente attuale
da quando le opere valdesi, quasi tutte,
hanno deciso di ospitare e dar lavoro agli obiettori che fanno il servizio civile
alternativo a quello militare.
COLLETTIVO TEOLOGICO
Il collettivo teologico toscano avrà la
sua prima riunione di lavoro il 17/18 gennaio presso l’Istituto Gould di Firenze.
Inizio alle 16 del sabato con una introduzione di M. Sinigaglia « Il popolo di
Dio e la fede vissuta nell’Antico Testamento ». Seguirà uno studio esegetico, la
partecipazione al culto della domenica in
Via Borgo Ognissanti per concludere nel
pomeriggio con uno studio del past. Eugenio Rivoir su : « Lettura biblica militante e metodo scientifico della lettura ».
Per la sistemazione logistica mettersi in
contatto con l’Istituto Gould di Firenze
tei. (055 ) 21 25 76.
LIVORNO
• Eìomenica 11 il prof. Bruno Corsani
della Facoltà Valdese di Teologia ha presieduto il culto presso la nostra comunità. Dopo il pranzo fraterno il prof. Corsani ha tenuto una conversazione sulla
situazione attuale degli studi sulla Bibbia. La conversazione che ha suscitato
vivo interesse ha visto una buona partecipazione da parte della comunità livornese.
MILANO
• Domenica 11 gennaio nel quadro della «giornata della diaspora» (CinturaNord) presso il tempio metodista di Via
P. Lambertenghi, il candidato al ministero G. Platone ha tenuto una conversazione sul settimanale « La Luce ». I partecipanti, una sessantina, attraverso numerosi interventi, hanno sottolineato l’importanza del periodico valdo-metodista
muovendo insieme critiche costruttive
(migliorare la titolazione, la spedizione e
la rappresentatività del mondo evangelico italiano). La redazione del nostro giornale ha pensato così di promuovere successivi incontri, in altre comunità, sia
per ’avvicinare’ ulteriormente « La Luce »
ai suoi lettori sia per raccogliere indica
zioni che possano migliorare la qualità
dell’informazione e della riflessione del
nostro periodico.
• Domenica 25 gennaio, alle 15, presso la chiesa valdese, si terrà un «culto
intorno alla Parola ». Testo da leggere :
Giov. 3: 1-8. Dopo il culto seguirà una
agape fraterna (per prenotazioni rivolgersi ai pastori valdesi).
• «A chi serve questa giustizia?» è il
tema della tavola rotonda che si è tenuta nella sala valdese all’inizio di dicembre (vedi n. 47 del ’75). I testi integrali
degli interventi (Lidia Franceschi, Marco Janni, Marco Ramat, Paolo Ricca)
sono ora disponibili in un fascicoletto,
curato dalla comunità valdese, che è reperibile presso la Libreria Claudiana di
Via Sforza. Prezzo L. 500. Se ne consiglia vivamente la lettura!
• Edmondo Malan, professore universitario di chirurgia cardiovascolare, membro della comunità valdese di Milano,
verrà insignito, mercoledì, 14 c. m. presso il « Centre culturelle » milanese, della
Legion d’Onore. L’onorificenza gli sarà
conferita dall’Ambasciata francese.
_____________S. FEDELE INTELVI
La Federazione Regionale Lombarda
organizza presso il Centro Evangelico
« P. Andreetti » un incontro sul tema •
LETTURA MATERIALISTICA DELL’EVANGELO, col seguente programma
Sabato 24 gennaio
Ore 19.30: cena in comune; ore 21: lettura materialistica dell’Evangelo. Prima
conversazione (past. B. Rostagno).
Domenica 25 gennaio
Ore 8: colazione; ore 9: lettura materialistica dell’Evangelo. Seconda conversazione (past. B. Rostagno). Discussione
e conclusione; ore 13: pranzo; partenza,
(prenotarsi presso l’uff. di Via T. Grossi
17 - Como - Tel. 031/273440 entro il 23
c. m.):
Altri convegni, a cui si raccomanda la
partecipazione delle comunità, si terranno il 27-28 marzo (Teologia e Socialismo)
e il 22-23 maggio (Predicazione nel mondo secolarizzato secondo Bonhoeffer).
3
8
-aiqSajd t3\ ‘buubiu b\ :iioobiiui lap i;uoo
-OBJ T ouBuSasut o;^uncidB ouioo) opuadBs
jnd ‘niijooiBuiv iiS ojipioo auBuin iuijb
doo OPUBWOI ‘UBBUBO TP as3Bd IB a^uauiBi
-ajouoo isopuBuioiAAB ‘ojjasap jap aiA aj
jad oujotS jad oujoiS opuBuiuiuiBO bui
‘biSbui Jad o^BijjodsBj:) lAjassa ip a^uatu
-BAissBd opuB^i^adsB uou ; Bssauiojjj bj
■jai ^Iisp OTzunuuBjiB asodstj ajaBJSi ino
UGO ouiiuBj UGO aiBui p oj^uoo ajB:^:)Gi
B a oisniSui GpuGui p ajBuiJojsBj:) b bui
-Biqo IO GuSaa 13p GizunuuB.T Biaiduioo
‘BAipuijap ‘BJaA Bpanb lojBp ^j^od oíos
oía 9qo 8Jnd ouiBiddBS bui ‘BtziisniS ip
ipjBnSBj; iJiiB ouiajpaA (anqisso'd Bisirib
-uoo BuiissBui Bi ajBd IO i33o aqo p) o;
-uauiBMtiijs Bzuas a azuBp'3Bn3asip Bzuas
■fiaioos Bun o^BzzpBaj ouiajAB ’ opuBnb
aqo iiuiAuoo ouiBig ¿^laioos Bpap pBui i
OJÍUOO BUOI ipo UT Biqjaijns nid ajB^iads
-OS aqqajAop is aqojad iouijajuppB oìbu
-ToiAAB a Ts Ota aqo ou3as un a o^bibui
IB osjoooos ons p ajnd bui ‘bipb:)jouiuii
Bi ajijajuoo ip apuaiajd uou a^joui bi ou
-UB aqoiBnb ip ajBJiajjB ajBj ip bzjojs is
iqo ‘biiibibui bi oj:)uoo buoi ipQ "oiaid
-uioo a oiuojd ijnBisi oi ossa^s oiq aqo
ajBiiadsB ip BzuaizBd bi jbab uou ip a
lUBui aijdojd ai uoo oia ip ou3aj p aj
-injisoo jaioA ip oiBsnooB auaiA ‘oijuauiBi
"injjs 01 ‘azuBp3Bn3nsip ai ‘iibioos pBui i
OJiuoo BUOI iqo aoaAui ‘« luijajui pS ajii
-Bn3 B a oia ip ou3aj p ajBoipajd » b op
-UBUi II opuBnb iiodaosip ib nsao ^p b^bo
-ipui Baup Bpau aiassa ip a^uas biubibui
BI ojiuoo BUOI iqo aqo apBoov ¿¿iJBiiao
-OB pB o aiBui p ojiuoo ajBiioi B ¿aiBnb
a aiBi oiJBiosBi B o opuoui p ajBuiJojs
-BJI B BuiBiqo IO auaiA ou3aa' p aqo oiz
-unuuBp : Buiijd anap aijo3aiBo anp apau
aiuauiiBn3n lod ouopBóij luoizBiajdjaiui
asjaAip aisanbv aum bjm 'aJBJOABi ajjoà
-00 aiBnb p jad ajoii33iui ajiuaAAB un aj
-Boipui Jad BiBin3p auoissajdsa auioo ou
-Bsn oi BjoouB ijpB iouBuin aji3B iu3o a
Bijois Bpap aiuBisi m3o aiuauiiBnSn bis
-BJAos aqo Boipjo BzuBiST Bun araoo ouop
-aA oi iJiiB Í oinuaA bi3 jad bzubisos ui oi
-opuBp Bsaiqo bi uoo oiJBopiiuapi b ouop
-uai BJOOUB ijpB :iujoi3 I inni ip biia bi
jad BzuBAapj bi BpnuuB aii aqo ouiissiu
-Biuoi odmai un b BinuaA Bns bi opuBiA
-mj uiiB ; isaoiuoiBssoi i auioo ‘ajBJOABi
IP BjnimippB opuaiiauis a ojiib,pb oi
-uauioui un Bp oiopuBiiadsB mnoiB :isjaA
sione verso una egemonia del movimento
operaio; ivi comprese le sovraccentuazioni richieste dalla asprezza delle lotte.
È indubbiamente importante riflettere
su queste realtà nel momento in cui sono
già venute a cadere tante ragioni oggettive di discriminazione della donna (istruzione di massa, alleggerimento del lavoro
domestico, identità di capacità lavorativa
ai vari livelli) e in cui si fa il consuntivo
delle conseguenze di un sistema che rendendo primari taluni valori e subordinandone altri ha portato ad approfondire costantemente il divario tra chi ha potere
e chi non ne ha. La precarietà della nostra vita quotidiana, sballottata tra consurnismo e inflazione, minacciata da poteri economici concentrati in mani sempre meno numerose e più potenti, esposta alFarbitrio degli interessi militari, è
oggi uno stimolo a cercare di comprendere quali siano le correnti reali in grado di
opporsi alla degenerazione della nostra
"TP oiioui ipoui UI ou3aH lap OKunuuBj
-IB oii3Baj ouuBq nuapajo j ¿isjaAonui
IP o aiuara jbj uou la ¿ojiuooui qfljsp
-UB IP O OIJBIiadSB IP BIIBJI IS ¿BAIHB
o BAissBj ¿OKunuuB oisanb Bp apuanB
IS oia oqo Bisodsu bi ?jBn^ "oiuauiBi
-joduioo II ajBzuanpm b aiuapuai oi33bs
-saui un a bui ‘iuoizbuijojui ip auoizBoiu
-nuioo aoiiduias Bun 0 uou ‘bjbj oià aqo
asoo aqap ‘oia ip ou3aa lap oizunuuB.T;
•oia3uBAa,i ajapuajduioo ip opoiu ojisou
II oiini osuas oijao un m aissAUi ^qojad
‘aiUBiJoduii tjid II g asjoj aqo auoissap
-u IP oiunds oun ouimn jad ouiBiosBq
JAIS
-sajddo lug b anqissod BuaddB aiBzzqBi
-uauinjis ouos ^qsjaAip ai aAop ‘opubui
lau auaiAAB oiUBnb b auoizisoddo BUBsa
UI 'oiJoddBj aiBi 0JB8JO B Bzuapuai
BI ‘ouBssaoau assoj opuBnb ‘aja33ajjoo
jad BUI ‘auoizBuipjoqns-'^iiJOiJadns ip
lIJOddBj UI BiJBuiJojsBJi jad uou Bsaiqo
Bqau BinssiA ba ^hsjgaip bi usuo m bs
-saui BiBis assoj Bssa BjoiBnb « óisuó ip
odjoo» lap Bjquiaui ai anni bjj BiuBd
BI ajqiqBisu b ihb ipoui lap Bojaou bi
IBUi as BUI ‘imuion nuapajo lap aiJBd Bp
aiuBzzuouajui a guoibuiuiuosip oiuaui
-Bijoduioo un oiiBjjB Boijiisni3 uou qp
‘'?inTÙ®-i3iiinA ajBpoiiJBd ip mopipuoo
UI oduiai un jad boohoo bi ‘enujaiBui bi
aqo OJ0A a as ‘(madsB uhb jad aiuaispaj
md BUI) ajBioosnui bzjoj jad ouionjiap
apqap nid aiuauiBipaui a Buuop bi aqo
ojaA q ag usuaduioos ipi aS3ajjoo nuap
-0JO pp aiuapsoo oiuaAjaiui.i aqo Buuaj
-JB gjad a ‘bhuiaip bi aosouoou au bui
‘Bjquiaui ai anni ip (bubjisb ‘Bouoai) bz
-UBii3Bn3n,i aiuauiaoqduias BuuajjB uou
ossa aqo ohbj pu bis ouBjq pp assaj
-aiui,q -ouqninba,! a BiuBd bi mni bji
ajqiqBisu jad auioo ‘ajouo ajoi33BUi ip
oiBpuoojp auaiA apqap md as jad ip oiq
-uiaui II mo jad auoizBsuaduioo Bun a3
-lA nuapajo I BJI aqo ajip jad opBdi Bp
BiBpsaAOj aoaAui q ‘uip h3b ran qSap
auoKBuipjoqns Bqap ‘« apjniBU » ‘apu
-oizBj ajaiiBJBO II ajBJisoui jad BABsn bo
-IIUB BjniBjaipi BI aqo (gz-ZT -ZI ‘Joo i)
Bjquiaui aipp a odjoo pp aui3Buiuii,T[
■« BJJBdBO » BI BI
-Bp a p mo IP oipidg oi uoo 'gnuuojuoo
UI ajaAiA IP isopuBZJojs ‘nsntóùi uaiuo
lons I a opoas apasajd n' ojiuoò ajBi
-loi oisoiinid Bm ‘lUBUin passa bji auop
vita sulla terra. Dal movimento per la liberazione della donna viene una domanda che ci obbliga a riflettere sui presupposti stessi della organizzazione della nostra
vita collettiva, a inventare nuovi stili di
vita, nuovi rapporti tra gli esseri umani,
che non abbiano più come misura il « maschio » e i valori che gli sono stati attribuiti, ma dei valori capaci di umanizzare
tutta la società.
In questo quadro ha senso anche una
rilettura biblica del messaggio cristiano,
spesso letto nella chiave della cultura
dominante, in cui il maschio si è in qualche modo identificato con Dio e con Gesù
Cristo Signore, e in cui il rapporto di
amore è diventato verticalistico e paternalistico, anziché raporto tra uguali, dinanzi all’unico Signore. Una rilettura,
dunque, che liberi dalla tentazione antica di « farsi uguali a Dio », di dominare,
per riconoscersi uguali e solidali.
M. Girardet - Sbaffi
Il materiale raccolto in questo inserto speciale sulla « Liberazione della donna » può essere piegato e utilizzato come
opuscolo (vedi numerazione progressiva). Per ragioni di spazio
abbiamo messo a pag. 8 l'articolo « Movimenti femminili e proposte sindacali » che fa parte integrante deWopuscolo. Per richiesta di copie integrali dell'inserto speciale rivolgersi alla Federazione delle Chiese Evangeliche italiane. Via Firenze, 38 - 00184
Roma.
Se ne raccomanda l'utilizzo ai lettori per il dibattito e la
ricerca nelle comunità. Da parte nostra ci riserviamo di pubblicare, di volta in volta, i risultati dei diversi dibattiti su questa
importante tematica.
-Buipjoqns Bipp opanjo n auopuBnaooB
« opoas aiuasajd p ajBuijojuoo » Bqqap
IS p aqo BograSp uou Qp ‘mp qS uoo a
oia uoo liJoddBj iJisou I ajduias Bumbm
opuoui pu BuSaj aqo oiBooad n aqo ojaA
a as a ’aipjos a iippjj auioo Bu3assB io
«oispo' UI ajossa» aunuioo q aqo npnb
uoo aqouB Bq re oi uou as oia uoo oijod
-dBj oipjjoo un ajaAB anqresod Q uou
: « oinpaA Bq uou aqo oia ajBuiB Qnd uou
oinpaA Bq aqo ouiresojd n buib uou iqo »
•oia osjaA '^iipiig BI aqouB aiuaosauBAa
BiuaAtp lUBmn passa bji 'QnujaiBjj bi ai
-uaosauBAa apuaj re as aqojaj 'rejnpuoo ip
oiajouoo opoui un aqouB uou a aqousBre
-apoa luopBsjaAuoo ui Breapoo ip buijoj
BUn ops BIS « Bipjos » O « OIPIBJJ » Opi
■W IT 8qa ajBipooB ouiBresod uofi ‘auoiz
-Buipjoqns-uou a BzuBq3Bn3n a aqo '?nu
-japjj IP oiJoddBj un Bsaiqo Bipu ajaAp
uou B pjBippB oiuBresod uou ‘ajpBJ II
oiuBips as IP BJdos ouuBq aqo npiBjj
inni ouiBre oispo ui ag -Bsaiqo Bpap bi
-lA BIPP oisaj II a ouireaiiBq q bji auop
-IppBJiuoo Bun B8J0 re nuauipip ‘odop
ipn3nsip ajassa ouossod uou ouireaiiBq
pu ipn3n ouos nuapajo i ag "aiuamBo
-ojdpaj ouBiiBJi re — nuapajo auuop a
luquon ojip uou as — auuop a piuion
mo UI opoui II aqouB anbunp ouBpjBn3ia
'lUBUin passa pip n3 uoo ipaj ipoddBj
I oiunddB ouBpjBn3u ajauaá pp issBd m
-p oiuao a « nid iqnj uou BABqnj iqo » q
‘« ouBi33ajouSis » aqo opuoui pp nuaiod
pp Bzuajajjip B « ajiAjas » q o « nsod qu
-ud I ajBOjao uou » u -osuas ojaqqajAB
uou BUBiisuo BUA Bun B moizBiJosa ai
Iiuauipip ‘ajouaiui ouimB.p oibis ojis
-ou II oiUBips uou a ‘ouiresojd q uoo a
oia uoo iiJioddBj pisou I òpuBoqipom ap
-pui BUA BJisou Bqns appui bi3 aqo bui
‘ajraaA OAap aqo opuoiu pnb b auanJBd
-dB aqo ‘apaj ip ‘oj8a ip bsoo aqópnb
IP BISSO ‘bibp a p aqo « BjjBdBO » Bun
IP BiJBd opisodB ossais oi apBd BJip,p
Blu ‘auoizBajo BAonu Bqau aiuaiuBuaid
pjassa IP ouBABsuad aqo nuapajo prib
uoo Bzzquapd opBj aqo auaq ouiBiddBg
•« auoizBaJO BAonu » Bun b ‘OAonu opuoiu
un B ajauaiJBddB BogiuSre : BonsBreapoa
auoizBzzraBfljo Bun b ajauaiJBddB ops
aqo nid ip bsoo aqopnb a « oispo ui »
ajassa BPV' -(Bsaiqo Bqap buois Bqau ou
-BOUBiu uou iqqou i jad ippads iS3as o
a33oi uoo a auuop ai jad puojpiu uoo
Olino IP pqipa) -^lapos Bqau ouoisisa
aqo ii-ioddBj resais qSap oujaim opdojd
p isjnpojdu II aiuauiqoBj Bjaqoi aqo ‘bs
-aiqo BIPP apuopniiisi ‘Bopiduia ^ipaj bj
-pu : Bsatqo Bqau aqouB ouos bui ‘« oispo
UI» ouos nuapajo i ¿apaoons bsoo aqo
‘odù-p Bj'i -auuop o imuion ‘nuapajo i bjj
Bijos IP azuajajjip o ipuosjad ipjBitS
-u ouoisrea uou ‘apjBiqoip ouoSuaA ojs
-pO IP oiodod p BzuauaiJBddB,! a apaj bi
apnb II uoo BnboB.p ouireaiiBq pu amoo
‘raop I aosuajuoo a apaj bi bbjo aqo oip
-jdg IP ouireaiiBq pu aop ‘apizuassaqpu
Biv -ajuBjqapo pp aqqosBui ajuauipjau
-a3 BjnSq bi jad uou as ‘ojinj pp iSBnb
ajBduioos auuop a nquion bjj 'QqjBdsip bi
mo UI nuauiom pp oun q ouireajiBq n
-'QIIuBuinq Biini ip opqauaq
B a ‘api oiUBnb m ‘aqo auoKBjaqq Bun
bioi3 uoo a aiuauiBAiiP aoaAui ajBuS
-Bduiooo-v -aqqresod BuaddB oppuBioqBs
aiuauijouaiui apreaj re mo ojiuoo bui
‘aiuaiuasapd rejoddo auaq bis uou mo b
apiBj oiuaAa un auioo auoizBjaqq Bisanb
ajiqns uou ip anbunp Bipji ig -BqujaiBjj
UI ou3BpBnS un .‘-QnuBUin m ou3BpBn3 un
ouSBpBnS un BUI Bqpjad Bun Q uou « i?ip
-ouadns » ojoi Bqap BSJBdmoos bi aqo aj
-BJBduii aiuaiupizuassa ouoAap luquon qS
ÍOJOI IP OJIUOO aiiBj luoiZBmuiiJOSip ai
anni ajBpunuap a ‘apuiuiuosip ajassa
uou B oiipip ojoi II ajBmjajjB ouoAap
auuop ai BUOI Bisanb ui -ajBnoi 3Aap re
a ond re mo ojiuoo Biznsmflui Bun ip bj
-pji re aqo Bzuapsoo Bsajd a re oood Bp
qqojad « BAonu » bsoo Bun ip oduiai UBd
m a ‘« opooad q ojiuoo ajBnoi » ip ouoj
-puiojd raauinoaiBo i auoKBuijajuoo Bpp
oiiB,ip ajduias Bp aqojad « BiqooaA » bsoo
Bun IP BIIBJI re Buuop Bqap auopBjaqq bi
jad isoo -oiund b resaui Bjnsqu aqopnb
m ipauiu I a BpnpiAipui aiuaraBipsa ou
-aui o tjid Bpis a Buppm aJBponJBd bi
-pnb odraai ojisou pu ops qqojad BAonu
‘Biippui BI OJIUOO ouBipi pipaui I ajd
-uias Bp aqojad BiqooaA iBAonu a BiqooaA
a OJOUBO II OJIUOO BUOI BI amoo «tsoo -os
-sais odmai P « BAonu » a « BiqooaA » anb
-unp a Buuop Bqap auopBJaqq bi jad bj
-pi Ba -Bjnpu BI oiBnpiAipui BiqqB mo
IP Biil^pm isBrepnb Bun ajBmmqa jad
BUOI ouBiisuo ooipam un amoo isoo oi
-jBUimqa jad oubuoi Qpjad iaqqBuimqa
ipumb a moizipuoo aijao m a aqooda aj
-jao ut oiBu ‘oopois oipj un a Bm ‘auore
liberazione della donna
«la buona parte»
16
Quelli che considerano la Bibbia una
specie di libro magico che contiene tutte
le verità passate, presenti e future, tendono a sottolineare un certo aspetto negativo che la Bibbia rivela nei confronti deldella donna: creata per seconda, ma caduta per prima in peccato pochissima
partecipazione profetica e sacerdotale,
esclusa dall’elenco degli apostoli, rimproverata per la sua indisciplina nelle comunità cristiane e così via. Il fatto più sorprendente è che la donna da sempre è
stata oggetto quasi mai soggetto di religione, cioè la religione ha a-vuto notevole
influenza su di lei (e ce l’ha tuttora in misura maggiore che sugli uomini) ma quasi mai la donna ha influenzato la religione o ha contribuito alla sua formulazione. Anche nelle religioni pagane, dove vi
sono tracce di sacerdotesse e di personificazioni della natura in presenza femminili nei templi, la parte fondamentale legata ai sacrifici poi spettava di solito all’uomo. Le religioni pagane concepivano
divinità femminili, che rappresentavano
per lo più la natura e l’amore (la riproduzione, la fertilità della terra, il mistero della vita) e questi due elementi sembrano essere costitutivi del fenomeno
donna. L’uomo sembra essersi posto da
sempre la domanda di cosa rappresenti
la donna per lui e l’impressione è che
oscilli fra due posizioni opposte; schiavizzarla (la natura da assoggettare, altrimenti può essere una minaccia?) o divinizzarla (la natura come dea-madre di ogni vita sulla terra).
È anche vero che quasi tutte le testimonianze che abbiamo, e certamente
quelle bibliche, ci provengono da una società di tipo patriarcale, accentrata cioè
sull’uomo come capo-famiglia che dispone dei beni e delle persone, che si assicura la proprietà e la trasmissione di essa
ai figli, si assicura della paternità stessa
dei figli nella linea della discendenza ma
schile; considera la donna come parte
della proprietà e oggetto di scambio fra
diverse famiglie. Questo spiega perché
nella cultura antica e moderna (che è ancora legata alla società patriarcale) è l’uomo a interrogarsi sulla donna e a misurarla a sé e non viceversa. D’altronde è
ancora molto recente la partecipazione
della donna allo studio e alla produzione; le gravidanze continue e incontrollate,
interrotte da periodi di svezzamento e di
assistenza ai bambini piccoli, fino all’età
anziana quando però subentra l'aiuto ai
figli dei figli e alla famiglia più ampia,
hanno tenuto la donna lontana dalla filosofia e dalle arti e l’hanno legata indissolubilmente alla casa o al massimo al campo e alle coltivazioni vicino casa. La società patriarcale che aveva bisogno di assicurare la paternità dei figli ai quali trasmettere la proprietà, ha tenuto la donna
soggetta, anche da giovanissima, lontano
da eventuali tentazioni (ma anche da
esperienze, dalla conoscenza dell’ambiente, dall’assunzione di responsabilità).
Noi ci stupiamo dunque che la donna
sia stata tenuta in disparte anche dalla
religione, intesa come cultura e come centro di potere. I tabù che la rendevano
intoccabile durante le mestruazioni e le
gravidanze, la facevano escludere anche
dal culto e dai sacrifici. C’è veramente da
chiedersi se la preoccupazione deH’impurità non nascondesse in realtà il bisogno
di escluderla dal potere.
Nell’Antico Testamento l’esclusione della donna dal tempio ha significato innanzitutto una vivace polemica contro i
culti pagani, che esercitavano la prostituzione sacra e i riti di propiziazione della natura: la natura non è divina, ma è
creata da Dio (la donna che la raffigura
è creata per seconda, in Gen. 2) e l’uomo
è creato per ordinarla e amministrarla.
Ma la donna non rappresenta solo la natura e non è uno degli animali creati; per
4
4
-sajo Biiap aaipiojiB auaijjBddB uou 'ou
-ja^a un ^ uou ouionjiB Buuop Bn;ap
auoizBuipjoqns bi aqo ouubs ajBioonjcBd
ui 'Bzuaiosoo a Bzuapg opuooas a^uajaoo
oiuauiB^ioduioo un uoo bizbj3 bub ouop
-uodsu a ‘bizbjS jad hbaibs ajassa ip ou
-UBS ‘BoiiaSuBAa BzzajoAadBsuoo ouubu as
oJíiBj a oun,i íoíBAijd od^ ip tuoizb au
-onq ans ai jad o:jbaibs ajassa ip isuad oji
-IB un oíUBnb ip ijid uou íoisañb jad oiba
-IBS ajassa ip Bsuad uou aiBioos BiziismS
-ui,i oj;uoo BzuBíiiíui Bun b Bdioa;jBd aúo
OUBpsiJO II -BAHPIIOO BZUBJIIIUI BUap OI
-lonb ns a o^baijcI ouBid ins oduia^ ijBd ui
aSioAutoo OI aqo BiznsntSui.i oj^uoo biiot
Bun osjaABJí^B o:iuauinuad ons n auiuds
-a ipuinb a ‘anqissod ^ uou borsiibiÍpia
-rpui auoiznios Bun aqo aqouB bs : « lou
ÍP apuBjS qid» ajijBddB a a^uaS Biráui
ajaaioAuioo ip oi;bj ops q jad «a^uBO
-oad» ouaui q uou aAupnoo atziisniSut
aiIB auotzBdioa:iJBd bi aqo bs jibioos az
-joj ai ouoosiSb autoo ip o^uoo apuaj is ao
-aAui PIO ’oooiS ui azjoj ai ououjaosip is
uou a oiJBj auioo bs is uou aqojad aqo
-UB asjoj ajpiaAja:iut aionA is uou mo ui
B^upsipui Bjajs Bun ui ij^ib qg opuBSar
-aj RBooad «ijoa» auioo qBnpiAipui iibo
ÍP.iBn3 — apaj Bqap a — asoo
aqap BoqsiiBnpiAipui auoisiA Bun ui Bins
-STA a B!iB0npa ‘auoiZBJauaS BiqooaÁ Bun
aqo tsjBp Qiqj 'aAmanoo atzqsntSui ai
-IB auoizBdioa^jBd Bns bi aqouB biu ‘iiBnn
-lAtpui líBooad IB OIOS ipjBTiS — ap0T ^i
-lap a asoo aqap Boi;snBnpiAipui auois
^ Bun ui B^nssiA a B^Bonpa ‘atioiZBjauaS
BpiooaA Bun aqo isjBp Qnd -aAqiiaiioo aiz
-Hsnpui aiiB auoizBdioa^jBd Bns bi aqoiiB
Biu iiBnpiAipui iiBooad lons i oíub^ios bp
-JBnSij uou aqo ‘Bi^opuoo ip o:>uaiuBiquiBO
un Bpo ‘o}uaranuad p aiuapajo pii booa
-ojd BqoooB a B^BOipajd ? opuBnb ‘bizbjS
Bq -Bjaiio} anbunuioo aqo o aSSaj is ^laio
-os BI pío ns aizipni3ui ai uoo aqo ■^laio
-os BIIBP nBUUBpuOO Rpiap I UOO BSOJÓS
-rj ptd BIS Bssa aqo ajBipdsos aqqajAop
IS RuauiijqB ‘TIBIOOS aizqsniSui ui a^ioA
azuajajjip ai ajBnuawB
ajnddau aAap uou :o:jBqnjap ib ojpBi u
O!IB0gpiBd iBui Bq uou bizbjS Bpap auoiz
-BOipajd BI Eiv 'Oía ip bizbjS BpBp ops
HBAiBs ouos n:jní ‘rejado a piojpBd ‘aun:)
-jiA a piissBssB ‘ipqiuap a ijpBi ‘wBzzpiói
-oo a iJO)Bzzpioioo ‘auuop a pnuiofi -íaioA
-auuBSui a oduia) ossap oqau asoo anp ai
aiíP lonA as ’Bpjja ? ‘a)UB)joduii oood a
Bzuajajjip BI anbunuioo o Bzuajagip ubjS
?,o uou ossajddo a ajossajddo bj) aqo
aJip lonA as BisniS ^ ‘oía ip bizbjS bi
Bbaibs a ijo)Booad
uos lUBuin ijassa qS mn) aqo ajip pnA
BS ossa)s oduia) ib bsibj a BjaA qiuinb a
pa onSiquiB opoui ui « i^Bjaqq » auiuijai
lí Bsn aqo asBjj Bun g ‘«nBjaqq ajassa
ouoAap mn)» aqo Boqdaj iqo a,b 0)iqns
auoizBJaqq ouopapio ('ooa ijBpiojd i ‘uS
■BU I auuop ai) oddiuS o)jao un aqo aóip
IS opuBnt) ‘bubiisijo auoizBoqiajd Bqau
b^ioaib) auaiAAB auoisnjuoo B)jao Bun
■(WsqBiuoioo I ouBAaoqj aiuoo « opuoui
lí ajBzzqiAio q) oouBiq oiuonjiap oqap
-JBj a^uBsad q» -sa jad) biui))ia Bun aui
■00 ajopuiuiop II Bíuasajd ónb niBis oí
BJaua;uBui b assaja^ui Bq iqo ops :bibz
-ziiupipu BA uou Bzuajagqj api -arenSa
B ajopuiuiop BP o aiBnSa b o)buiuiop
Bp ajBssBd jad ajajjoojad Bp ouiuiiubo
IT 9 osjaAip uaq a ‘BSjaAip a)uaiuBiuajisa
3 Bzua}jBd ip auoizBn)is bi bui ‘ajBiquiBo
ouoAap anp a i))nx 'B^BuiJojap uou bu
-Buin BJnSg Bun ‘auoizBzzqB)uaumj)s-uou
ip ‘BuoizBgBJdos-uou ip ‘OTuiuiopajd-uou
IP oijBqjBd 0)J0ddBJ un ui ajBAOjpj
jad qonj ojoi iBp ouBosa anp a mn) aqo
aqo BUI ‘ajoíBupuop q i)iuii o)Butuiop
q aqo anbunp BogiuSis uou auoizBjaqFT
^TiUBum ip auoizBuiJojap Bun isuaq ‘o))aj
-jad oqapoui un a uou oiuiiuop q B:qojas
-a iqo aqo oSjooob is io ioj ouion.qap au
-oizB)pui ip asBj Bun b)b)s 9,0 qsiuiuiuiai
BuauiiAoui lau aqouv -ajossajddoqiap oís
-od q ajapuajd aTuauiaoqduias aqqajjoA
ossajddo,I ino ui BnuaSui asBj Bun jad
BssBd auoizBjaqq ip ojuauiiAoui iuSq
"Buuop Bqap
■?qjBd ip o auoizBuipjoqns ip auoizisod
Bun Jad 9 Bsaiqo bi as BpaA is qsnb rep
IWBj lap ouoqSoA 10 : luoiZBJBiqoip ip b)s
-Bq iBuiJo aqo ouoSuaqj quapajo auuop
'(Si6T) TQOJIBíí ip Baiqiuassv,qap ou
-OTBjBdajd aiBijapui pu BiBuSas ai ooiu
-aiunoa oqSisuoo lí asoo a)sant) -Bsaiqo
Bipu Buuop Bqap opiij p é)uauiBoqioads
aosijajij IS auoizBúuaqB api •« BOipid bi
-pu BpjouSi ossads oddoj) a Bijoa) ui b)
-BTpooB ‘■^íijaA B)sanb » bjm •« ^iuopA bns
BI ajBj a oippi ajBoqiJoiS jad iqqBSuods
-aj auosjad ipnb ipajo auuop a luimon
ip a)sisuoo ‘o)siJo ip odjoo o)UBnb lii ‘bs
-aiqo Bq» ;o)pp Bq (g^i) uiBpjapuiv íP
•esojpn^s 8Ji|B ¡p 0 0L|6o|oei ¡p ijoab] \
3^u0ujB6je| opuezziiiin '©pe^ bj^sou e||0p ¡n3dsB
p3|e 943UOU '¡3j6o|O0i 1^105 ¡;s3nb ojeuiLuesau
©JiODDQ 'SUOlZUBpBJ B[|3p 0 3UOI2e0J3 e||0p BUO^S
ei|0u Buuop 0||0p 0|onj ¡¡ iiuepjen6ij P![qiq ijso;
¡qoD0jBd ns lìUBLuueiqD ip ou6os¡q ouueq ijUBpBjD
©uuop 0 luiujon -o¡a ip ejojed b| BjBpuojdiuoD
ip opouj oj^sou |i 0 ejn^ino bj^sou G||0p oudojd
IUOIZ0DUOD 0| BJl 01S¡S0 3qD OJJOddBJ |¡ 0U
; —----- s,| u^JUUQBJ |l ©U -- l|iq«SUUüS0J U0SS0 !|Bnb j^BBJD ©UUOp
-OIZU0HB 0JB|OO¡ÍJBd UOD 0J6ZZ¡|eUB BJJODDQ ■JP ®P BlSOdUiOD 0 'OÍSÍJ^ ip odj03 'BSOiqD
OI
opuoLU ¡0U OUJS¡SS0S » ns OiJoddej \\ ino bji ______________
3S0|q^ 0[|ap 0|e¡puo\/\/ o¡|6¡suo^ |Gp nn¡d aAffn
-UJOD ¡5U3D0J 0 pBSSBd IZJOp l|6 0ÍUBlSOUO|sJ
■« BDjJ
-001 Ojos oduiaj oddoji J0d bisbuju 0 3uo!zbluj0j.
4B Basano » ;oiun¡66B Bq ipo|q l,jass!/\ ©jo^ssd |¡
pa « B3U0[0A Bns b| 0ja¡duuo3 a oippi ajGDij,uoj6
jad i|¡qBSUods0j uassa ¡|Bnb ¡ibbjd auuop a |u¡uj
•B}0!D
-os G||0U 0 Bsaiqo B[¡au luiLuon 0 auuop bj? oijb}
-mnujoD oiJoddBj |b iaiíg|0j p¡6o|oaí a pqq
-!9 !ie|nisod ¡ opuo^ b ajBuituBsa Bu6os|g llu
:ODj6O|04 OdujBD Ul
: jduJBD
0j} Ul 03U0UJ|Bpads quaujBiqujBD jap ouojjoddq
'^iiun Bi0|dujoD Bns b¡ ajBzzi|Baj Bj^od uou ssaiqa
B| 9pj0d 3 BíjjBd ¡p apaid un ns ¡uiLuon i|6 uod
ajBJadooD ¡p opsj6 ui ouubjbs uou q[Buo¡spap
jjiuao ¡Bp asnpsa a|GJaua6 ui ouubjbs auuop ©[ aqD
-u|j 'BsaiqD 6||0u au opuouj [au ^u B^siqaisD o};bjj,b
¡SBnb 0 uou Buuop Bjiap 3uo¡zeníjs b¡ — ff/óL
|ap Bsaiqo Bjiau auuop 3 ¡uiujon bj^ oijbi¡u
-nujoD oijoddey » ns onanb a ¡ap a|*BnÙB
s,... Y !p üojoD BsaiqD ag%f%
B-| » aqD O3i0p a is (8t^óL) ’-uepja^sujv PV OO
*3uoi26uiuj¡J3s¡p ¡p 0LUJOJ. 0| a^ini Bp ¡ssajddo
!1® !P 3uo¡zBjaq¡[ b| uod o^sbanoD bjbs opusnb
o|os opas [ns osajd bjbs aqa OApiaiqo un a 055
-nibuj ajn5injis 3|¡6p auuop 3l|ap auo¡zBjaqi| bi
•auuop 3[[3p ¡uojZBdnD
-308jd 8||sp OlUOD 8)U3UJBliqap b6u81 is '3S8iq3 8|
-|ap 3|Bipuov\/ °!|6!SU03 |sp iuoizejaqi|0p 3| ouods
-|J3)!J ¡s ¡no ¡doiBD ! mm u¡ 'aqo ajjoooo bi ,
-¡U6uin,||sp 9 BS9iqo B||9p ?)¡un,||0p ¡UIJ IV ££
*(ossds ojo| |ap es
-nea e auosjad aijaa oj}uo3 juojzeujiuussjp aj esip
® ouisjzzBj » ¡p o||8pouj |ns eiejuoa ejojed
— «oiusissas» iqojieN ¡p eajquiassvj'ap auojzas
Biuino e||9p ouoddeü jap e /g ¡jejBBjed )
oiusjssas I!
Bqui03 opiv
"ossas ons q jad oosidioo bi aqo bi
"lanb Bp aqouB — luoissajddo a iuoizbuiui
-ijosip ajqB aqB auiaisui — B)Bjaqq b)B)s
•BJBS uou ouBum ajauaS lap aqúiiumaj
•?Taui BI opuBnb ug BuoizBogqsiui' a auois
-nqi ■^jBS B)TUBum,iiap auoiZBja'qji BpuBjS
BI a)JBd bj)ib,p a auoissajddo ÍP auiBS
-ai íuSo BP Din) ÍP auoizBjaqíi BqBp bu
-uop Bqap auoíZBjaqii bi ajapüios gnd is
UOM -píd uí BqoA Bun bjooub BjSau bzzbj
ÍP aqanb a aiuaiuBiddop ouos oí BujaqBq
-ns assBio ip aqanb as aqouB ‘luiuion qSB
oj^adsu aíBuiuiuosíp ouos auuop ai a)
-^Ti) aqooísoo ‘assBio íp aqanb ouBoasja)ui
aqo ajqB a asSBio BunosBio ip ouja)ui,nB
íuoíSíAíppns ouoSuniSSB re aisiuoSBíuB is
-SBio anp BJ) auoíSíATp aiBdiouiJd bub mo
jad ‘■Bíapos B)sanb m b)ía bi a aqo quaui
-B^iujs a ¡uoíssajddó ‘íuoizBuiuiuosip ip
oíooajíuí oiUTssííBoqduioo lanb óuBpjBtis
-u ízuv ’auoíssajddo íp auoíZBnqs luSo a
auoizBjaqq luSo bui ‘Buuop Bqap auoízBj
-Bqq BI OIOS uou ouBpjBtiSu a))Bj inb' uu
luoizBjapisuoo aqap a)jBd joíSSbiÚ Bq
■ajire
a)jao gííiqso uoo a oubi;sijo ouSaduií
ÍP ^ aiujoj a)jao ajoABj uoo apaA ípuinb
a o)uauiB))njjs oqBp a auoíZBuiuiijosip
BqBp ojígojd babou bui ‘bí))bibui Bqbp
ouuBp aAaou aqo Buia)sís un tp quojj
-UÒ0 íau ouisíuijojuoo opsuoom o apA
-adBsuoo un b isjBJidsi ip o)BsnooB ajas
-sa a)uauiioAauoíSBj aqqaj)od apioos mz
-í)sniSuí,i oj)uoo B))oi BI aqo «BoipSuBAa
nfd » Bí))BIBUI BI OJ)UOO B))OI BI asSBAOJl
aqo o)uauiBíSSa))B un -BíBuiuiíia bis au
-uop ai oj)uoo auoizBUíuiijosip bi aqouB
ino Uí BiziisniS ip opuoui un jad oub))oi
ííuapajo I ouiiuB o)sanb uoo ■apiui q a
BMBi q ajjoos ino ui asaBd pu mopuoo
Í1 Bqo •gqqqB o bzjoj ojoi bi uou a ou
-J3ía,qap « osa)sip oiooBjq » q a aqo (íJqB
o)uao a ooijao ip Bjnm ai ‘asopM ip bj
1 uomo è carne della sua carne e ossa delle sue ossa » cioè un essere uguale a lui,
« lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna... » (v. 24). Più tardi un
altro predicatore scriverà un altro racconto della creazione e dirà semplicemente; « E Dio creò l’uomo (= umanità)
a sua immagine, lo creò a immagine di
Dio; Il creò maschio e femmina» (Genesi 1: 27).
'Tuttavia se anche la questione si pone
a livello di principio, nell’Antico Testadonna^ non è considerata uguale all uomo: è rispettata (non divinizzata
o disprezzata), ma relegata alla sfera familiare; partecipa alla salvezza del popolo d Israele in quanto madre. Non mancano infatti figure di grandi madri, ma si
è sensibili al problema e alla disperazione delle sterili ci si stupisce davanti al miracolo quando avviene che esse contro
ogni aspettativa partoriscano (di solito
personaggi eccezionali cui Dio rivolge
una vocazione particolare, come Isacco,
Sansone, Samuele, Giovanni Battista) si
annuncia per il tempo della salvezza la
promessa di Is. 54: 1.
Ma la disuguaglianza tende ad accentuarsi nel Giudaismo fino ad arrivare al
tempo di Gesù: la donna non ha nessuna
torma di autonomia (salvo la prostituta)
è soggetta al potere maritale e può essere
npudiata con decisione unilaterale; vale
in rapporto all’uomo la metà (Lev 27)non ha personalità giuridica, la sua testimonianza deve essere convalidata dal padre o dal fratello o dal marito; è esclusa
in particolare dal tempio, dalla recitazione della grande preghiera ebraica « Ascolta Israele... » (Deut. 6, 4 sgg.). C’è perfino una preghiera giudaica nella quale
l’uomo ringrazia per non esser fiato « pagano, schiavo o donna »!
Se accettiamo la distinzione fatta da F
Belo (Una lettura politica del Vangelo)
tra due sistemi di pensiero: quello della purità-impurità e quello del debito e
dell’offesa, potremmo dire che nel sistema delTimpurità prevalgono proibizioni
e regole e per la donna ciò vuol dire la
relegazione alla sola sfera familiare e
Fesclusione dal culto e dalle responsabilità politiche e sociali; nell’altro (rappresentato dai profei e poi da Gesù e dal
Nuovo Testamento) la donna pur inserita in un ordine preciso, nell’ambito del
la società patriarcale, è considerata un
essere umano e ci si sorprende a scoprirlo tale con doni sempre più simili al1 uomo.
IL CRISTIANESIMO
E LA DONNA
Il Gesù dei Vangeli è molto vicino alle
donne: rispetto alle valutazioni che abbiamo appena riferito, come tipiche del
Giudiaismo, il comportamento di Gesù
non può essere considerato naturale; le
donne lo seguono più o meno come gli
uomini. Gesù le ammaestra (Marta e Maria, dove c’è anche una precisa contestazione dei ruoli scontati che sono propri
della donna: Maria ha scelto la buona
parte), le guarisce (suocera di Pietro,
donna dal flusso e molte altre), perde
tempo a spiegare alla samaritana cose
molto difficili suscitando stupore nei discepoli (Gv. 4: 27), fa delle donne, che
non potevano testimoniare nei tribunali,
le testimoni della sua risurrezione. Da
molti racconti risulta da parte di Gesù
un atteggiamento a favore della donna
(Me. 10, 2-12 rifiuto del ripudio; Gv. 8 difesa e perdono di una donna adultera che
stava per essere lapidata); i Vangeli hanno costruito una serie di racconti paralleli, nei quali emerge a volte una figura
maschile a volte femminile: il centurione
— la donna cananea, Simeone — Anna,
Nicodemo — la Samaritana, l’amico importuno — la vedova e così via. Le donne insieme ai malati e ai deviazionisti in
politica (i pubblicani) sono fra gli emarginati della società di allora, sono fra
quelli che non contano e non sono accetti alla religione istituita; in questi deboli
si rivela la potenza di Dio, che è capace
di un nuovo inizio nella vita umana e di
un profondo cambiamento nella società
e nel mondo.
Luca sembra menzionare particolarmente volentieri le donne: Elisabetta,
Maria, poi Anna alla presentazione di Gesù; suocera di Pietro, vedova di Nain, peccatrice perdonata, elènco di donne che lo
seguivano, donna dal flusso, figlia di
Jairo, Marta e Maria, donna paralitica, la
vedova dell’offerta, le donne che assistono alla crocifissione e poi si occupano
della sepoltura e della imbalsamazione infine diventano testimoni della risurrezio
prima nella casa e poi sul posto di lavoro,
hanno avuto un carattere subordinato.
La contraddizione è esplosa quando per
perseguire i suoi obbiettivi la società industriale, favorendo l’ingresso delle donne nei processi lavorativi, ha dovuto parallelamente mettere loro in mano certi
strumenti come l’istruzione e la retribuzione prima riservati ad altre categorie
analogamente a quanto è avvenuto per la
classe operaia). Questo processo ha portato da un lato all’indipendenza economica delle donne, dall’altro alla relativizzazione del loro impegno casalingo. Nonostante l’incertezza del posto di lavoro che
sempre affligge la classe lavoratrice femminile, la modificazione portata nella vita
della donna dal lavoro extracasalingo è
stata grandissima, dando luogo a una
messa in questione dei valori che presiedono a una determinata organizzazione
della società, e in particolare del carattere subordinato di taluni valori attribuiti
al sesso e al ruolo femminile.
Tutta Teducazione familiare, scolastica
e religiosa tendeva infatti a. indicare come
doti maschili il coraggio, lo spirito d’iniziativa, l’autorevolezza, la capacità di
esercitare il potere; come doti femminili
la pazienza, la mitezza, la costanza, la docilità, lo spirito di abnegazione.
Questi modelli rispondevano chiaramente alla visione di una società ordinata gerarchicamente, in cui c’è chi ordina e chi subisce. Questi modelli tuttavia
anche se presentati come modelli «femminili » e « maschili » non trovavano però
poi sempre un corrispettivo nella realtà.
Basti pensare aU’uomo presentato nei manuali come 1 essere coraggioso, intraprendente aggressivo, che deve invece imparare le virtù « femminili » della docilità,
della pazienza e della sottomissione quando 1 organizzazione del lavoro lo richiede.
Oppure come la donna sia colpevolizzata nei riguardi dell’aborto, ma non possa
tuttavia far nulla per prevenirlo se esso
e provocato dalla nocività dell’ambiente
nell industria in cui lavora.
La gerarchia dei valori viene quindi stabilita non tanto in funzione dell’uomo e
della donna, quanto in funzione dei ruoli
che la società assegna loro per i suoi fini
È noto come oggi il movimento di libe
razione della donna, nelle sue varie e
spressioni, tenda a non accontentarsi del
la lotta per ottenere la parità di diritti
con 1 uomo. I risultati, certamente notevoli, raggiunti da queste lotte sul piano
legislativo (si pensi al nuovo diritto di famiglia, alla parità salariale, al divorzio,
al dibattito sull’aborto) urtano infatti
contro la vischiosità della mentalità comune, sia maschile che femminile, vanificando troppo spesso i diritti ottenuti. E
pò dipende, appunto, da una storia secolare di subordinazione dei valori attribuiti ai ruoli femminili, per cui si arriva al1 assurdo che al momento in cui le donne
hanno accesso a certi mestieri o professioni, queste vengono immediatamente
dequalificate.
Ma v’è qualcosa d’altro: si va facendo
lentamente strada la coscienza che i valori di cui le donne sono portatrici e che
hanno custodito nella loro lunga storia
di subordinazione, non sono in sé secondari, ma vanno recuperati per tutta la società. Il predominio dei cosidetti valori
maschili ha portato alla società gerarchica, ppernalistica, autoritaria, in cui il potere è delegato a pochi; una rivalutazione
dei valori cosiddetti femminili potrebbe
facilitare la nascita di una società solidale, tollerante, capace di rinunciare all’immediato in vista del futuro.
Uno dei punti sui quali batte il nuovo
femminismo è il diritto per la donna a
una gestione autonoma della propria sessualità. La repressione sessuale è stata
sempre connessa alle forme autoritarie
di controllo sociale delle classi dominanti;
ma se l’uomo ha subito quanto la donna
tale controllo, è pur vero che l’efficacia
del controllo stesso è stata assicurata dalla repressione spietata della sessualità
femminile — o meglio dalla sua negazione facendo della donna la necessaria
valvola di sfogo delle frustrazioni maschili (come moglie, amante o prostituta). In
quesre condizioni la sessualità delTuomo,
benché controllata, era pur sempre un
« valore », mentre quella della donna era
un «disvalore», ed era «valore» la sua
negazione (verginità) o la sua sublimazione (maternità).
Nei suoi modi propri il movimento femminista ripropone oggi rivendicazioni che
trovano riscontro in analoghi movimenti
di liberazione: dalla rivendicazione del
carattere positivo della « negritudine »,
alla rivolta dei giovani, alla crescente ten
15
5
f
: Il
(eiJosiAAOjd auoiznpGjj) 'ouuop 9j|op
©uoizedpa;jBd euòjd b| ©îuaiuBîBipôuiLui 9jbzzi|B9j
a 93U9UJ9iu96jn jSJBdnDDOBjd 9|jqBsuadsipu! a 'b?
-apos B[|9p 0 BsaiqD B||0p Bìiun,i|ap assajajuij|au
'0}UB5jad -BìiunoioD s||9p B^auj anp aj|B b^
zg
OÌSIJ3 QS80 9L|3 ¡UOp OUOS B}IUnj 3 BiJSqi] G"]
'GS9IL|D
G||su Guuop e||3p s|Buoissa^ojd ojoag| |8p a auoiz
-GJDGsuoD G||0p ¡uopsanb 3| o6on| oiiiud ui ajGjapjs
-U03 9qqsj3u6os|q ; BSSiqD e||ep G)ia b||g auuop S|
-|ap Bsuaìuj njd ajdiuss auoizGdpaiJBd eun ip Biq
-GpoLu 9| ejGjprqs b auuop 9 ¡uiujon 9jbi65bjodui ®
oiz{AJ3s un 0JB5PJ0S0 ip B^üiqissod 9| 04101 auuop
0||B ajBp ojquj9uj-9sa]qo 9ns 9| jad a asaiq^ 8|
-|0p 0|Bipuo\/v oi|6isuo3 |i jad aiuBiJodiui aiuaiuBui
-ajisa 0 aqo ¡iuiauoo olub|s 'Biapos G[jau a BsajLjo
B||au Buuop B||ap auoizanip Bqau issajSojd
ipoDid ¡IBIS OUOS |A aqo opuaosouoDU jnj
! aqqaianiadjad
a auoizBjaqii bj0a Gun aqqajapDGiso qp aqojad
'0jniinjis assais a||au uossajddo ¡¡bap oisod |b
G1|0A OJO| B 0UB119LU IS UOU auOlSS0jddO,||Bp llBjaq
“!I !16is OUOS aqo ojCjOD qqouijiB ouoisjsui assg
■aiBssaiaiu] aiuauj|Bpads oubis ia
aqo a 'oniyuoo a oujsiuo6biub ¡p auoizBOiis Bun
ut GLj BuojZBijpuoojj B[ 9qD ajo|BA |i aj9pu0adujoo
IP opBj6 ut aiuaiujBjooiiJBd ouejs auuop a[ aqo
¡s Bj. 3uojss0jddoq|ap BoituBuip b[ ¡ujujon imm
a auuop Bji i|Bpos ¡iJoddBj lap ojpBnb pN ||S
‘Bsaiqo ^IPp aiGJOuòj ouos ossads a Biapos aipiu
ut aiBiiaooB aiuaujBjaA ouos uou auosiad i[gi aqo
ouGoipui iu6as ilJa^ ’(Büunujoo ut ouoaia aqo auos
-jad o aiB6jB|[B ai|6|UJBi M|6|i udojd i ajBAa[]Bj|au
ijos auuop 3 luiujon 'i|os ¡qipD -sa -d) luoizGnits
aJi|B u[ OUOAIA aqo ojojoo uoo ohbiuoo aj3AG
Jad ajOAajOAGi auojzjsod ut 0 Bsaiqo Bq nU
■Bipojdpaj ip ¡ijoddBj ip
GDJaDij ojo| G||au Biddoo Bun ip ijqujauj 1 ajBintB
pa ajGibòBjODUj jad ajOAajoABi auojzisod Bun u|
? BUBIISIJD BS0iqD Bq -BiiiBuosjad Budojd B| aiuauj
-Buaid ajBddn|iAS ouossod uou luiujon i|6 a
auuop 0| moujiJiBuj ¡i|ouj ut aqo OLUB|ddBS OV
■ajo|GA oijd
-ojd |ap osuas OAonu un '3||ajos ojo| a| uoo aiau
-Bpi|os B||0u 'ajijdoos jad oinp oninuj ¡p jddnjb ut
ouBosiunjj IS auuop a] aqo apizuassa a auiq oisanb
V ■Ezuapuadipjaiui ip pjoddBj b ajapaooB jaqod
IP Bujud 'auuop ip a |U|UJon ¡p a|8qo|6 Biquapi
ojo| B||au 'Bzz3jnD|S Budojd Bpap a Gzuapuad|pu|
Budojd ai|ap 'ajO|BA oudojd |ap osuas || ■
ajaAB IP ou6os|q ouuBq ¡UBUjn passa ¡19
■OJl|B,||ap BjniBU B||3p
auo|suajdujOD bsjbos Bun Bp aiuapuadip ajaiod
ip osnqB un aujoD ai|OA ai|OUj BjnbyuoD ¡s oiuauj
-Biinjqs api 'aiuaujBDojdpaj ousiinjqs ¡s ossads
aqo 'auuop a ¡ujujon bji ¡iJoddBj 1 GpjGnb
-|j ¡uoizBdnoDoajd |abj6 ip Bjaqs BJi|G,un otf
: auoizB|aj IP Gi|A B||au
■oi|d|OD n|d oddnj6 p ouos auuop aj oujs|zzbj |i aqs
-]sa anbunAop aqo ajaosouooij ¡p Gi|ssaoau (p
*U!lsajd a ¡hbjiuoo ajB|nd|is ¡p 'auoissaoons
IP 'G||6|UJBq IP oiipip |G 'aiop ¡p ¡ujais|s ib 'sa
•d) o|j8U|pniansuoD aqo onpos B|s oiipip |b opod
-dBj u| auuop apap auo|zBniis b| ajBU|iuBsa (o
< ouuBjaosBU aqo ||6ij
!®P iHMlP a auo|znpojdij ¡p |ud|zun^ ojo| aps
aosuaiij |s aqo qp oiini ¡p BzuBiJoduj|p|ns auuop
a| anni ajGUJjo^U|p|au ajB|oo|iJGd u| t auuop aqap
azua6|sa apap oiuoo ouoBuai opuBnb aiuaiuiBio
-ads 'as Bp isjBiniB ¡p opBjb u| auaBtpu| iuo|zG|od
-od ouoiiauj aqo lUJUJBjSojd ¡6 aj|nquiuoo (q
! ¡AjapaAAOjd auuop apap oi|diuoo a
pa B]66asjG0s BnboB,| |no ut ajip pa ||Bjnj auoz a|
-¡au oaupi oiuaujBUO|6|AAOjddB,| aj|iuBJG6 {b
: BZUBlJOdujl
a|Bi|A IP iiund ¡uno|B ajB|O0|iJBd ut oujB||Bu6as
■oin|B-oinB a oddn|iAS-oinB ¡p |UJUJBj6ojd
aJBizuBuq B ajBJiuj aqqajAop ou6aduj| api 5|^
■ojpBnb pnb
u| ois|Aajd apuuaoap auo|zB,p ouB|d |au ¡sopusub
-aduji Guuop e(|8p apuo|ZBUjaiu| ouuv,| aiusjnp
osajdBJiui oziop o||au ajmbasojd anbunp aqqajA
-op ¡apisapoa pa appos 'oojujouooa 'o3|H|od ouaj
-jai ¡ns auuop a| anopu ouos ¡no u| Bzuaioduj|q|ap
lliadsB p||dai|ouj | ajaosouoou aqqajAop asaiq^
a||ap apipuow o||6isuo9 || 'auoissajddoj ojiuoo a
lUBUjn ¡ll|J|p ! jad ano| a; anni u| aiuappa Bqns
-|j o|9 -auoizBjaqii Budojd B|p ajGdpaiJBd
0Aap ounubo ojaqi| aiuaujBjaA ajassa Ja¿ ÿÿ
: auoizsdpaiJBd B||ap odujBo pu
■apnipo
çiiunmoo 8|p aAJasij Bzuas ajGdpaiJGd ¡p auuop
ajp ajaiiaujjad a psissas ¡ujaqos ¡|B ajBU|Uj|p jad
oo|6jni|| o|66Bn6u|| oudojd || a ¡ssejd Gudojd b|
oupiujBsa asa|q9 aqap a|G|puovv 0||6|suo9
pp ojqujauj-asaiqo a| aqo aiUBiJoduji
•Bisissas 0|66Gn6u|| pp |iuapuad|p
¡jojja ]|6 oumpdjad ¡s |a aqo ajGipa jad B|qq|g
6|pp luoiznpBJi a; ouBpaAU auuop a |u|UJon aqo
aJijOU] ouBssaoau _g -¡iiuiujujai aqo mqosBUJ 01
-UBI '¡U|6blulu| ip EpuBA apuBjb Gun ajBsn ajjoooo
auBUjn ajopiauj a| api apuaosBJi aqo o|a ip ojais
-|UJ pp Biipuoqojd G| ajB|qooads|j jag '¡p|zJBd ou
-BIS uou opdod ons pp a o|q ¡p ajB|jBd jad ¡issn
oi66Bn6u|| I! a |U|6bujuji a| aqo ajjoooo au i™»
-uop a|pp apaq B| a Gi!iuapi,| ajGiiadsu jaj Qy
ooiuauinoa oiiSisuoo lap Baiquiassv,!
¿0UOIZBIS1S01 BIIOp 0 BÌ0IOOS
'BII0P 0uoiznioA0j UGO o^joddBj 0qo
ut ¿O^^BJ Bq Gl 0UIGO 0 OpUBTlb : « 0;
-^03Sgs 0^bis tiSgui » ins 0J0ìstsui ip g^
-BSS0O Bq (GIBIUGUIUÌBUI BlSjlHq BH0U
•S0 J0d) BS0iqo Biisp gìu0uibu30sui,t —
¿GU G GqSlUlBJ 0JÎIB
tp qi0nb B ioiiU0pi gugs (0naJGS 0 qp;
-BJJ ‘TSS0S 0IIP I0P 0IGld 0 IJGÎTU03 ‘l§
-ntUGO) 0UUGP 0 TUIUIGn Bi; ■Ç^TIBd-UGU
ip pioddBI I 0UBHSIJO 0tlSlUIBJ 0II3N —
¿0ATA mo
ut 'ç^0iOGS Bqap OJì0iput tjid g I:^UBAB
tjtd ^ BS0iqO B1 BIJCG^BUI B^SGUb B^^rq UI —
: iAi^B3Gij0^ut lunoiB mb GUG3uGd is
•IUGIZ0OO0 •"G^und
-dB GUGS 0qo ‘IUGIZ0OO0 01 GUBDUBUI UGU
iSBO ns0nb ui •« 01u0}sissb » ip gì
-Gtu G:i0nsuGO q 0j0tunssB 011OBJ 0 ©iBub
Il GSI0A GIG^SBd l0p 0IiqoSBUI Bjn3U BIIBp
o:iBUiuiGp Gss0ds 0 BS0tqo tp guSisugo
li aqo iqoiiuauitp ts ugu bui ‘iAii;0iip
iub3io gugs ajnd 0qo ‘BS0iqo tp uSisugo
T0U asGi0umu gugs oqo ‘Çjip ig -iiBJiìuao
iub3jg ii30u ‘auGiutdG,! gubuijgj 0qo lUGiz
-BP0I 0 IIBIttUGO I0U ‘HUaSlIip liSOd tsu
‘tpGUIS I0U GOGd BUI ‘BZU0ISISSB tp IiniilSl
ÎI30U ‘« iBZBq » lau ‘0iBotuauiGp Bionog
BI10U GUUBIS 0UUGP 0q 'BSStqO BII0U (B3
-GIBUB BUI ‘BOTIUapi UGU 0SIOJ) b3GIBUB 0
0UGtzBnqs BT •ui-qs i i0d lutuBd i aiBiBd
-0id « 0iuauiiBiniBU » gubagÀgp auuGp ai
0HU0UI luiuion nini isBnb GUBia iiua3ii
-tp i 0qo GisiA ? IS iiGiBisaiuGO tap aaiq
-UI0SSB 0II0U OUISiad 'GUBIUGI BJGOUB 0 0U
aumisGO II BUI ‘i3niuGO i bji Boipijntà ?i
-iJBd Bi aosniqBis aóipuo n GUBid GptiGoas
ut ajduias bubuiu buugp bi ‘buipbiugo
BpuaizB,ii0p BAIII0JIP aiuaui bi buga as
-sads Gpuassa pa gjgabi lap aiJBd bssgj3
opuauiGj jnd ‘Bu3BduiBO ui aqouv ‘aqoGd
BUI ‘lUGissajGid aiaqq aqau g ‘apuaizB ip
odBO B BunoiBnt) ■ojistuiui Bunssau ‘bijbi
-0J30SOIIGS BunoiBnb ‘goi3gi aqqajBS atuGO
‘■ÇI0UI BI UGU a GiuatuBiJBj; ib aqoGd :ii
-uassB isBnb gugs auuGp ai asaBd lap boii
-qod 0UGizajip BiiBQ ■ìAiiiaJip aiuauiBud
-GJd UGABi aqo ijid Cooa gibo TP aiuoisis
-SB ‘GIZIX TP BIJBI0j3aS) «BJtl3ti BpuGoas»
tp ajnddo cooa ubiogs nuaisissB ‘ajaiui
-J0JUI ‘iiuBuSasui) aiBtzuaisissB-GUjaiBui
odii tp GUGS 0UUGP aiiB IIBAJ0SIJ aiuauiai
-uaiBAajd gug3u0a aqo ijgabi I •oniottuop
B GJGABI lap GiuauiBiinjjsjadns q ajnd
ISGO '0UUGP ai G3Gni ouitid ui bpjbii3
-ij istJO tp Gduiai ut ajBizuaoq a uiGGq ip
ódtiiài ut ajBiS3B3ut Bp BAjasu ip BJad
-GpGUBui tp oiuauiBiiBJi II 'atiuGp ai jad
aiBA UGU Gssads « gijbibs aiBn3n gjgabi
0lBn3n B» Gidiouijd il -lunoiB aiuauiBon
-aiuis auGuiBipjGoiJ :anGA anGui nsGdsa
IIBIS GUGS ÎIIBJ I "ÇIIB0J BI UGO BJnSIUI
is aqo apaj BI ? :tnBj iBp ajiiJBd ? boiS
-Gioai auGissaqij Bun tp ouaiiJO ouiiJd
•Bsatqo Bqau a
'çiaioGS Bqau auuop a luiuion bji nioddBj
lap 01B0J auotzBnits bi ouBAiJOsap oqSaui
aqo iJiiB aujBsn tp ojaqii oiubiiojhb ? ou
-nosBio a ‘çijaqii Bijao Bun uoo luitujai ns
-anb ouiajasn •'çiiuBumqiap aquituuiaj bi
-lanb a aqqosBUi aiJBd bi bji ‘aiuauiiBqoi3
‘o GJGABI lap opuoui lau ii-ioddBJ i ouos
BJiiB a ‘oiiajTBj Bu3aj aAop bii3iuibj Bun
tp o Biddoo Bun ip oujaiuijiB n^oddBJ i ou
-OS Bsoo Btin :iiB-ta3Bsa o nsniS ajassa ou
-ossod Buuop Bqap auoizBjaqii BqB nì^^JP
luiuijai nsanb 'ajoijaïut atuoo bi
-IBJI Gl ‘BUIUIOP Gl ‘BUl3jBUia Gl ‘BUIljddO
Gl aqo ounoiBnb b aiuojj ip ooa oibuuu
-op ‘oibui3jbui0 ‘oiBuiuiiJosip ‘ossajddo
^ aqo ‘■çitjoijajui tp luoizipuoo tu oinu
-ai ^ aqo ‘ojaqq k uou otinoiBnb aqo ajBi
-Bisuoo Bogui3is auoizBjaqn ip aJBiJBj
•iIBniiB n-ioddBj
ojoi tap oiuauiBsuadiJ un ‘auuop a lutui
-on ‘nuapajo i inni ui ajBiouiiis Jad au
-oissaBiJ ip nunds qSap ‘aosuajajd is as
‘o auoizBjapisuoo aqap ajiJBO bui ‘Btiuop
Bqap auoizBjaqq Bqns aiuaiJUBSa oibi
-IBJI un ajuijoj uou : oiuatuo3jBj ajBiuojj
-jB ouiBqSoA opoui aqo ut aotp oiom II
ei|3j6o|09) juojzejepjsuoo
:euuop eiiap auojzajaqn
me avviene in altri partiti, a chi è chiaramente schierato su una linea, danno molta noia gli elementi di rottura, che non
accettano le regole del gioco, e spesso è
proprio la donna a non accettare queste
regole; essa agisce secondo le linee dettate dalla sua coscienza.
Per aggiungere la meta di una reale
emancipazione femminile e di una vera
funzione della donna nella vita sociale e
politica è necessaria la collaborazione
della donna con Fuomo; bisogna agire
ovunque in questo senso: nelle chiese,
nei partiti, nei sindacati, nelle associa
zioni femminili, nelle famiglie. Nulla può
fare nel mondo la donna da sola così come nulla può fare l'uomo da solo; la
nuova società potrà nascere soltanto dalla unione costruttiva di donne e uomini
sul piano della vita politica e sociale dell'educazione e delle responsabilità familiari.
La costruzione di un nuovo domani, di
un domani migliore, dipende soltanto
dalla volontà e dalla coscienza politica di
ognuno di noi.
Frida Malan
verso nuovi rapporti umani
LAnno Internazionale della Donna,
promosso nel 1975 sotto gli auspici delle
Nazioni Unite, è il punto di arrivo di un
processo che si è sviluppato con sue peculiarità particolari partendo dagli Stati
Uniti, alla fine degli anni Sessanta, ma
che affonda le sue radici nella presa di
coscienza di una oppressione specifica
della donna nella società, già avvenuta
nel corso di questi ultimi cento anni.
La coscienza di una situazione di subordinazione e di discriminazione è avvenuta a due livelli: quello delle donne della
borghesia, che avendo avuto accesso agli
stessi strumenti culturali ed economici
degli uomini della loro classe reclamavano il diritto di usarne i benefici; quello
delle donne lavoratrici che chiedevano
una maggiore giustizia nei rapporti di
lavoro. Nel corso di questo dopoguerra in
particolare, i due filoni, crescendo e sviluppandosi, si sono spesso intrecciati, soprattutto man mano che l'accesso al lavoro, alla istruzione, alla militanza politica sono diventati per le donne fenomeno di massa.
La crescita del movimento per la hberazione della donna ha infatti messo in
luce in tutta la molteplicità delle sue diniensioni la crisi profonda dei ruoli femminili tradizionali, crisi legata alle trasformazioni in atto nelle nostre società.
Parlare di crisi dei ruoli femminili tra
14
dizionali significa anche, ovviamente, parlare di crisi di quelli maschili, quantunque questa sia meno percepita dai loro
soggetti, tuttora sulla difensiva rispetto
all'aggressione che viene dal mondo femminile.
Tutto questo ci porta, pur nelle gravi
incertezze e contraddittorietà del momento presente, a prospettarci la possibilità
di una diversa distribuzione dei ruoli; ma
non solo questo: ci stimola anche a mettere in questione la gerarchia dei valori
che stava a fondamento ideologico dei
ruoli tradizionali, e quindi a intravvedere
tm nuovo quadro di rapporti tra i sessi,
e più in generale tra gli esseri umani, sia
a livello personale che collettivo.
I mutamenti sopravvenuti nella condizione della donna, soprattutto a partire dal processo di industralizzazione in
atto nelle società occidentali, accelerato
dal vittorioso cammino compiuto in questi ultimi decenni dalle applicazioni della
tecnologia, hanno dimostrato che i ruoli
attribuiti ai sessi non erano legati a un
dato biologico imrnutabile, ma erano frutto di una certa visione della organizzazione della società; non solo, ma anche che
essi convenivano agli interessi delle classi dominanti in quella società e che erano
in grado di stabilire gli obiettivi comuni. E tuttavia sempre, nella storia che conosciamo, i ruoli attribuiti alla dorma.
ire. Alcuni di questi episodi sono propri
di Luca .e non si trovano negli altri Vangeli. Ma ci ammonisce dinnanzi a comprensioni devianti (Ix. 11: 27-28) che esaltano l'uomo (la donna che finalmente coronava il suo ruolo di madre del Messia?)
e non l'opera di Dio.
Nel libro degli Atti si attesta come la
promessa di Gioele 3: 1 sgg. si verifica
nella realtà ed è applicata universalmente: anche le donne dovevano ricevere lo
Spirito Santo (Atti 21,9 le figlie di Filippo). E le donne vengono presentate fin
dall'inizio del libro come parte integrante e attiva della comunità (At. 1: 14), anche se non era pensabile che assumessero
posizioni di autorità.
In Rm. 16: 3 Paolo chiama Prisca sua
collaboratrice ed ha sempre per lei e per
il marito Aquila elogi e saluti particolari.
Nelle lettere di Paolo tuttavia troviamo
elementi contrastanti; da un lato si afferma l'eguaglianza fra uomo e donna
(Gal. 3: 28; 1 Cor. 7,4), dall’altro si ammoniscono le donne con argomenti di una
certa gravità che si allacciano al costume
dell'ambiente, ma anche a tradizioni giudaiche di tipo strettamente teologico (1
Cor. 11: 3-16 il capo velato; 1 Cor. 14: 34-Ì9
tacciansi le donna nelle chiese).
C'è poi in Ef. 5: 22 sgg. l’affermazione
di una chiara subordinazione della donna
all’uomo, come la chiesa a Cristo. Ma
l’esempio è fatto, perché nella società di
allora così era concepito il rapporto uomo-donna.
E infine 1 Tm. 2: 11 sgg. che è certamente posteriore a Paolo riafferma energicamente la subordinazione della donna
all’uomo con le motivazioni correnti nel
Giudaismo (la donna creata per seconda,
ha peccato per prima, tuttavia sarà salvata se starà nel ruolo che sembra esserle affidato per sempre: quello di madre).
Trattiamo parallelamente Ef. 5, 22 sgg.
e 1 Cor. 11: 3-16 anche se sono di autore
diverso e si riferiscono a una situazione
diversa; in realtà non commentiamo qui
questi brani, ma cerchiamo solo di renderci conto del significato della subordinazione della donna all’uomo che essi
sembrano imporre. 1 Cor. 11: il capo della donna è l’uomo, il capo dell’uomo è
Cristo, il capo di Cristo è Dio. L’uomo è
immagine e gloria di Dio; la donna è la
gloria dell’uomo; l’uomo non viene dalla
donna e non è stato creato a motivo della
donna, ma la donna viene dall’uomo ed è
stata creata a motivo dell’uomo. Il motivo
del contendere ( se le donne dovevano
portare il velo nella radunanza) viene ad
avere tutto un significato teologico: avere
il velo significa « avere sul capo un segno
dell’autorità da cui (si) dipende » (v. 10).
Cioè il motivo del contendere è se le donne hanno un ruolo fìsso predisposto dalla creazione o se invece non devono trovare fiberamente la loro collocazione nella chiesa ed esprimere anche visibilmente (forse soprattutto udibilmente) la loro
partecipazione. Se Paolo ha bisogno di
insistere e di riaffermare la necessità del
restare nei ruoli forse è perché le donne
di Corinto nell’entusiasmo della comunità che rappresenta una nuova creazione
in seno alla società, contestano questi
ruoli. Paolo rimprovera il loro entusiasmo, perché rischia di portarle fuori dalla realtà che è ancora quella vecchia; lo
stesso atteggiamento sembra avere nei
confronti della obbedienza alle autorità
e nei problemi schiavi-padroni. Il vero insegnamento di Paolo è quello di Gal. 3,28;
« Non c’è qui ( = in Cristo) né Giudeo, né
Greco; non c’è né schiavo, né libero; non
c’è né maschio, né femmina; poiché voi
tutti siete uno in Cristo Gesù», dove
echeggia una specie di rovesciamento
della preghiera del giudeo che ringraziava per non essere nato pagano, schiavo
o donna. Del resto anche in I Cor. 11 interrompe il corso delle sue esortazioni e
le attenua fortemente ricordando che in
fondo nel Signore né la donna è senza
l’uomo, né l’uomo è senza la donna (v. 1112). È per questo insegntunento che le
donne partecipavano e forse troppo disordinatamente nella comunità di Corinto; per questo insegnamento la comunità
cristiana è diventata un punto di riferimento per gli emarginati, per gli schiavi; ma Paolo è costretto a richiamare i
fratelli e le sorelle al fatto che se la comunità vuol incidere nella storia e divenire l’inizio della nuova umanità, non
può evadere nel misticismo di liberazioni che sono ancora irreali. La chiesa rischia di diventare una setta di iniziati
che fra loro possono credere di essere
e di fare quello che vogliono, ma non sono e non fanno nulla nella storia, che in-
6
'vopsvs
-9JD09 issnud vj ajauaS m a mptaÀi'p mvSio t^Sap
oiuamtmo'izun/ jt a mnmou »2 ‘aaisirts^si-oipoj tu
’OissirnsvÀt ai npauÁOtS j ‘auoizna-ipaid n¡ ‘mSunj
“?2 ®Z omsmoatva ji aiumpam au^visvdi osai^o
t>l atja vuuop ‘Olisp autSmumi^i
vtDui-uiDsa vSuaa ai[o aitìioD'iiivd vi ouopaiijo
tojuam
-03jt)j2» atuaupiv ootuatunaa ajvuajvm oj$p) pa
ovSaauo'^ lap pjy pS — auoizvjuamnaop atuoo
' ampin aisanb n opuaiuof ^oatìsvisaioaa ouud
omjssoid ji aiuvdnp pimmuoa apau anbunmoo
a 'muaua¡uoj oy/ap a opomg ¡ap auoissas vssais
vjsanb tp osuoa pu niS aìuatujtqissod ‘opuanS
-p 7» auoissnosip min auuoaaf v oaejiAui a
'mudi
¡ap tìzuvuodmijins vjsipojaiu vzuauajuoj typap
a asapiva opomg jap auotznajiBj oubjiiìb
vsaii¡o T>2iap oiua-uwaoumj. ¡au o¡
-onj. ons a miuop ajiap auoizvjaqiq » vutaj ms
am-uasaud lai monn¡aj. a¡ assnosip a ajipn
‘SÍ6T ojsoSv
lì » m¡mi m aqoiiaSuva^
asaiqj apiap auotzauapaj v¡¡ap ' ípn¡s oizm
-J.ag ¡op oitaput ou^aauo^ ¡t> puadtoaij.ad j
90!H9d 9JJ0± !P
OUÓQAUOO ¡9p QUOfZÓLU
auopps Buneio ¿ajapugjip bj
-JOA tss3J9;m {¡Bnò 9 Bsgiqo bi bjbjs 9;jBd
atp eq -9J9AIOSU Bp imatqoad iddoj; b bì
-ES9II03 BJODUB 9S 9q0UB BjrqBUI 9 BUUOn
Biiap 3uoizBdiouBra9,i 3 opuBinm bis bs
-S9ÍS B:J9I90S BJ BJO bui ;B9lqOJBJ[9g 9UOIZ
-Buipjoqns Bqau 9 BzuBqgBiÌ39sip busu bs
-J9UIUq Ejjni BJ9 BJ9190S B[ 9q9Iod 'B;IB9J
-JI,II9U 9UOISBA9,Un 9 BJ lUUB lÌUB} 'osstll
un BJ9 BUUOp BIPP 9U0IZBdÌ0UBUI9,q
•ISS9 UI BZUBIUOUIIJS9J
B^uou 9 (BJ luuB 0002 !P) UBIOOS luigqos
Rg ops Biqqia EqBp 9nbunp ouoosid999j
0 9,UI09 9UOIZBnjIS B[ 9JEpsEI ^ 3SS9J9JUI
ouuBq ijuBnb b ojjoddns ip baj9s 9qo
■ajjauuad uou ;oiq ip B[ojBd-Biqqig B[pp
OSJ9AJP osn un 9JBJBduii 9qq9J9ugosig
¡Bqoj nid IBui Bg
■U9A 9J uou 9q9 IS OuibIOOBJ ‘BiJBjsinbuoo
-u ip OUIBiqoj99 9qo BJQ ■nS9£) Bp’9[EJEA
-U9SIJ: I9J J9d « 9jjBd Buonq » bj 9ssoj 9[
-Bnb 9J9pu9Jdui09 ip ojBjnosEjj Bq 9qoj9d
'PI IP OSJ9A 0JB999d BZU9S 9 UOU 'BS9iqo
BI :BZUBJOUg{ ip 9 9UOtZ9ggoS Ip IUU9TTUU
ip 0JU9UIBU0lZlpU09 IJ U09 BAliJB ’‘ÓUIoh, J
-pp 9JJEd Ep OIZlpn;g9jd OJIOIU 9 9U0IZBJ
-Bd9jdujl Bjpui U09 3 OpjEJU Ojpui U09
9no;zBdpuBui9,iiB bjo baijjb' BUUOp Eq
•oùion.qB 9JUOJJ ip
9uo;zBdpuBUi9 Bns Bun ip ‘OAijjnpojd ós
-S990jd pu ojnqujuoo ons un ip ‘oizBds
ons un rp Bjqiqissod bj 9jud09s e BiBj9d
■0<I OJjnjJBjdOS ‘9DUJEJOAEÌ EUUOp BJ lod
BJBS BJJB9J UJ -BAIJJOJJB 9 ajEqiUIBJ BJIA
Bfpp 9S9dS B 9JIU9AAB BA9AOp OJS9nb 'OIU
-ouojnB ojzBds oun BABjsinbuoo is Buuop
BJ 9nbunp 9s ‘lutquiBq pp 9uoizmjsi ipu
a BZU9JSISSB,II9U OJjnjJBJdOS BJIAIJJB OJ
-OI B( OUUBJ9qOTldS9 9q0 9SS9U00BÌp’ 91 J9d
9SB9 9[ OSJ09S ’D9S [9U OUOgjOS BS9iqo ET
■PN 'Bjpos BJ9qiI J9d BJ9qg9J IS BUliop B[
apnb jB 'ouionjpp Ojpnb b 9[iuiis nid
3jdui9s ouiouojnB oizEds oun Buuop bi
-IB 9JUdODSU ip OUISÌJ91J pp a IJSipoJ9I/\[
pp OJU9UI lOd BJB§ •9JBqiUIBj BUI9q9S
Ojpu 9jdui9S 9UEUIU BSS9 BUI ‘(BS9{qo
BIPP OIZIAJ9S p BJBJ9BSUOO BOIBI-BJOns
BIPP opm li Bj9uinssB sjojsBd ’pp 9qg
-oui BI) Buuop EIIB osoigipj UOU 9 OJ9qi[
OIZBdS oun 9JB9J9 IP B9J90 BUIJOJig
¡b;jj9q
-q BIPP BjnBd np 9Jdui9s Bq i§ -anuiui
-UI9J 9IB9PI 9 9jpBUI 9UI09 BUEI\[ BjÒoUB
3 BJIUlgj9A BI OpUEJIES9 Bzuggpa EJS9nb
B 9pu0dsu BS9iqO Bq •9I[glUIBJ BIJ oiq
-UIE9S IP 9 OpiODOB ip OJJ9ggO 9 OiqoSBUI
pp 9JJBd Bp OUISIJOI9 IP OJJ9ggO aiuo9 OI
-OS uou 9 J9UJJEd 9UI09 EUUOp BI 9JBJ9piS
-UOD B 9 (iq9S9J9IIBAB9 IUI90d ( 9 pOZUEO
31 ‘03S9p9J gUBS9UUiy\[ li) 3JEIHUIEJ BJ3JS
BIPP uonj IP IB 9q9UB 9JOUIBJ 3JBJUB0 B
3 isjBzzppi E BpuiuiOD Bjnqno Bq 'op
-OUIUJEIU pp BJ9JS Bps EpE 9JOUIB,I Bjp
U9S9 IS mo UI ojiquiB,! 3guuis9j ójs3nb
BUI ‘EUUOp BIP Bjpgip sioiggBUI EUn
9JIJUBJBg J9d « OpoUIUIBUI pp BjqBJO
-BS » BI 9U9IJS0S 9 9pU9JIp BS9iq9 b'i gpq
-UJ OSS9SSOd 9UIOD Buuop BI BABJ9piSU09
aqo E9pBUij[9g Bjnjpo bi uoo ojjnjpjq
'BS9iq9
BIPP 0jBg9U IP3UIUJIB ‘OSOlgipj 9J9JOd
un BqOA Bns E 9JBJPJ9S9 jo'd 9qoigBUI
IJIE 9IPP ISJBSS9SSOduiI p BUUOp Blpp 9J
-JBd Bp OAIJBJU9J un 9SJOJ 9,Q ■3UOIZIJSJ9d
-ns BIP BJJOI BIPP Bsnos BI U09 ‘ES9ÌqO BI
-pp 9 Bjapos BIPP Bpuoqunj 3UOISS9jd9J
BI BABU9JB9S p 9pnb BI OJJUOD « BggjJS »
BIPP oipnb 9 OU9UIOU9J osouno uq
•3UUOp UIJJBUI
IP lUIOU ISJ9AIP EJUOO EUOJS Bl ‘('obi pBJ
-BpUIUIOOUI q -OJBU9S p 9JJ 9 9uuop 3nb
-UpiJU9A 9JJ9p OUOjnj BJ9UIE3 BqB gggj
pu ‘BUn ops OJBU9S I® 3 BJ9UIB3 BpE 3U
-uop 9JJEJU9JJ 9JJ9P OUOjnj gggl pu ‘OJBU
-9§ p OJJJEnb 9 IJBjnd9Q pp BJ9UIBq BIP
9uuop 9nbupBjuBJEnb 9jpp ouojnj 81^51
pu :oj9qii oduiBD ojnAB ouuBq 'ooim
-od opuoui pu iiijn ISJ9PU3J o isjBzzipaj
9J9AOp OJOI OUBA3P9JD O ‘0UBA9J0d 9 OU
-BA9dBS 3 OUBABJ9PIS3P 3qo ‘lHqBSUOdS9J
3uuop 91 BDqqqndag bjjsou Bipp 9jnjBis
-igai 9uiud 9ipu pd 9 9ju9njijsoq Buy
•9J[OlggBUI 'OUBqdBO ‘9JU9U9J ‘9JU9U9JOJJOS
:uBJiiiui ipBjg OjnAB Bq Buuop Bun ip
njd ‘Pijqod ubssiuiuiod pip9soju9D9tib
-up 'lJU9JJEqUI09 3¿BlglJJBd’91 Biiui9nbup
-BJU9JJ :9UU0p 9JBJS OUBp BJJ9q'q BI J9d
IJU9JJBqUI09 pp 0/o02 If Bioopo IS ‘BZ
-U9JSIS9-a BI Bjmg 'OUISpSBJ li OjnpBQ
•oddnjg ip o 9puos
-J9d 9SS9J9JUI pgo IP Eidos ip p 9 uonj
IP p oinjnj un BJippni 9 Bzz9JEiqo’ uoo
ojmijsoo J9d ouBAiunu p 'oujorg pgo
BJiA BI opuEiqosu ind ‘9jsiunuioo ‘oiibijs
-UOOUI9P ‘9JSIPPOS ‘ipiaqii 9uuop aq
•« BjJ3qiq BIPP iJuajjBquioq ib
BZU3JSISSBJ Jad 9 BUUOp BlÌ9p BS3Jip ip id
-dnjq » pp apujoig li '« auiiop to^ >) ;bj
-jnj BABunuioooB p aqo 9pujoig’ p tod 9
'« 90UJBJ0ABI ^IPP BS9JIP Bq » '‘(aiioizy,p
OJIJJBJ pp 9UUOp 9IPP) « BJP9J BAOnu
Bq » ‘(Bjsippos OJIJJBd pp 9UUOp 9IPP)
« BugBduioq Bq » ipujoig UBA OUBJ9,q
•EUEIPJI BUliop BIPP ójnj
li ‘iJJU3S qg uoo ‘Big OUBABJBd9Jd '9J
-lun 9UI3ISUI 9jjnj ‘ipjbqiq 'ouBoqqqndag
‘ouBiJsuoouiog luoiZBUubj oqau' '« ijjoaj
-jBiy I» '« BjJ9qiq a 'ppusniq » ‘« ippqu
-B0 » qjuouiiAoui UBA pu Bzuajsisag bi
OJJBJ ouuBq oqo auuop 'oi Ejp9j BqoN
■ajBz
-zqBOJ 9JEJS ouos uou ‘auotznjijsoq Bqau
9JBlduI3JUOO ouos 3qo ‘9SÓ0 aJIOUI ‘iggo
BJ03UB 3S OqoUB ‘EZUOISISOg BIPP 9ZUBJSI
31 Ojid903j Bq BUBIPJI auoiznqjsoq Bq
qjjnj jad ojoabi ^P
BJUBd 3 OUEps IP BJUBd IJBJS OJ3qqaJES
p mo UI Bj3pos Bun ‘iggai aipu 9 ‘lujoig
imissiqood Bp ‘oss9pB ops 9qo o'p 'ojBjs
ZI
aqqojBs BqgnuBj ip ojjuip q mo u¡ bj
-apos Bun ;bsj3aip aju3uÌBj3i'dùioo Ejaìo
-OS Bun IP Ejsp UI oudojd ijjuos (oìiBid
OSS9JS oqns ouos omonqpp' Bipnb a ¿u
-uop BIPP auopisod BI mo ui ‘^t;5i oiBjq
-qaj pp « auBqBJi auuop aqB oqaddy »
ipguy 9Q Buuy IP 3uoizy,p oqjJBd pp
oun opjoou 3u) 'Bzuajsisag Bqap Booda i
-pp rapsapuBp ijjajqq ijjbjui ouojsisg
qggo BjoouE qoAapA
ojad ouos aqo 'assauiaid ijuBjJoduii ai
-pnb IP EZZ9JIB,IIB BJBJS 9 uóu Boqpqjsod
Boiuiouooa-ooijqod euojs bj oddojjjnq
■BUiJsapuBp BJJOI Bqau ‘luiuiBjg
-ojd a IJS9JIUBUI uoo ‘ojjuos aqouB pa
ojnpA 'ojBsuad ojbjs 9 OAipsod ip bi[bji
UI ojnu3AAB a ojmgas ui aqo oio djjnj
IJJBJUI :9S9Bd OJJ.SOU pp ojnjnj q ojbj
-Edojd a IS ‘gy aqjdB gj p gy ajquiajjas
8.IIBP ‘IS3UI ojjopip IP opouad pnb uj
•3J9AIA 9
ajapajo jajod mo ul ‘ojjp un aujinjjsoo
B isjBJBdajd 9 9^moo isoo ojej§ oj ajag
-gnjjsip ouoqgoA aqo mpiApur ops ouojs
-IS9 ‘auuop a mquon ouoj'spa ùou ;« auBig
-qjBd apuBq » ui ouBzziuBgjo p 9 BugÉj
'Uoui Bqap Bp BI ouopu9jd 'BjjadB ejjoi
BI ouogpos auuop a luiuion lajquiajjas g
‘BZU9JSIS9-a BqB 9juauÌBjj9Jip ouiBigunig
‘UJIB qg ijjnj B « Bjjaqiq a BizijsniQ »
Bp ‘iqosajuapnjs ‘¡Biado ¡juauipoui uba
pp OlapEd uou ‘iJSpSBJIJUB ijIJJBd I9p
oiaiJBd uojq qssajs as aiassa ¡p mppipui
qgB ossauiiad aqqaiAB apob q ‘opuoui oa
-onu un IP 9uoizBzzqB9j bi ;òdoos oorun
un pB IS9J 0UBI9 ‘9UI9ISUI ‘aqo ‘tuiuion
9 auuop qsoiggBJOo ¡qood Bp Bjjopuoo
BJBJS 9 ¡zpi qgB BJSpSBJIJUB BJJOJ Bq
■BjuopA 3 ijuamquas ba
-aggnijsip 3 BABpjujs aqo EinjBjjtp Bun
pB ISS9UIOJJOS ijjnj Eia ¡s ‘¡jjpip pp ba
-9AB njd ounssajq 'auuop aj ojuBnb luiui
-on qg ojuEj ojijniqqB ba9AB aqo auiigai
li ojjuoo auBoqqqndsj ‘auBurn ‘aqoijBio
-ouiap ‘3UBS auBqBJi azjoj ai ajjnj ¡p Binj
-joi IP OJÜ9UIOUI un OJBJS 9 aqo ‘Bzuajs
-¡sag BqB BUI ‘OUISpSBJ pp OduI9J ¡B 00
"iP BOU ‘bujoju ¡S uou 3S ‘Bjouas uoo OJ
-uauiogiB ojsonb jp aiBiiBd pnd is uojq
DOjlllOd D)jA D||9U ouuop 0|
vece « con brama intensa aspetta la manifestazione dei figli di Dio» (Rm. 8,19).
In Efesi 5 è riferito un tipo di argomentazione analoga: il marito è il capo
della moglie, come Cristo è il capo della
chiesa; l’uomo è il capo; la donna è il
corpo; Cristo è il capo, la chiesa è la sua
carne e noi siamo membra del suo corpo.
Da qui viene l’esortazione per le donne
ad esser soggette ai mariti in ogni cosa,
per gli uomini ad amare le loro mogli.
Anche qui chiaramente si presuppone un
ruolo nel quale la donna è chiamata ad
integrarsi, perché non evada dall’attuazione dell’agape di Cristo. Si dà per scontato che esista in funzione dell’uomo (ma
anche il capo non può esistere senza il
corpo), e la si esorta a dare testimonianza della sua agape adempiendo al suo
compito (forse per le donne cristiane non
più tanto scontato?). Tuttavia l’impressione che si ricava è duplice: l’autorità
dell’uomo viene relativizzata (si insiste
molto sull’amore che deve alla sua donna, e il paragone Cristo-chiesa è un paragone estremo), la donna viene reinserita
m un ruolo di subordinazione (forse contestato? cfr. fine v. 33 la moglie « rispetti » (lett, « tema ») il marito). Però quello
che conta all’Autore è che si dia testimonianza dell’agape di Cristo nella vita
familiare (vedi le altre esortazioni del
cap. 6 rivolte al rapporto genitori-figli
padroni-schiavi). In un tempo in cui si
rit^eva che i rapporti umani fossero
stabiliti da Dio una volta per sempre si
pensa alla testimonianza come interna a
questi rapporti. Ma cosa vieta che l’agape SI eserciti anche nel determinare questi rapporti?
Mi sembra necessario insistere su quesli passi, perché essi hanno avuto con
l’andar del tempo una funzione ideologicamente determinante: si è colto sempre meno l’aspetto liberatorio di testimonianza entro certi schemi di pensiero e
si è perpetuato gli schemi come testimonianza. Insomma ci si è attenuti esclusivamente a 1 Cor. 11 o 14 e non a Gal. 3 o
Rom. 8 (l’affrancamento dalla legge).
Dunque in ogni caso non si è stati obbedienti alla Parola di Dio e si è mancato
di cogliere l’aspetto più « evangelico »
della predicazione biblica (ricordiamoci
che « evangelo » vuol dire « buona notizia »).
LA DONNA NEL CRISTIANESIMO
Le esortazioni di 1 Tim. 2,11 sgg. e l’insistenza sulla subordinazione e sull’obbedienza rivolte alle donne e agli schiavi
certo avranno perso a poco a poco il carattere di « buona notizia » e la chiesa
rnan mano si legava a gente più sicura,
che poteva offrirle potere e prestigio nel
mondo. Infatti è solo nei primi secoli
(quelli del grande proselitismo e della
persecuzione) che compaiono nelle comunità qua e là figure di donne testimoni e
martiri, vedove che esercitano il ministero dell’assistenza; ben presto si attesta
una loro maggiore presenza in movimenti eretici (montanisti e gnostici, perfino
in Apoc. 2,20 si accenna ad una profetessa eretica). I Padri dela chiesa ne parlano solo nei capitoli di etica familiare (il
che vuol dire che si rispetta la donna, ma
la si relega nell’ambito della casa, come
era ovvio nel Giudaismo), i più fanatici
asceti (come Tertulliano) attribuiscono
alla donna l’introduzione dei mali nel
mondo e la fanno oggetto delle più fiere
invettive. A partire dal III secolo, sorge il
mito di Maria, la donna obbediente, virtuosa che redime l’umanità (da contrapporre a Èva), si comincia a insistere sulla verginità (con gravi conseguenze per
la cristologia: Cristo è o non è un uomo,
nato da una donna?... e per l’etica sessuale: disprezzo del corpo e specialmente del sesso, matrimonio come rimedio
alla concupiscenza, ordini monastici e così via). L’insistenza sulla verginità di Maria fa ricadere purtroppo nella vecchia
contrapposizione pagana: venerazione disprezzo, quanto alla considerazione della donna. La chiesa non sa e forse non
può rispondervi diversamente che affermando drasticamente la funzione della
donna all’interno della famiglia oppure
creando ordini monastici femminili, che
pero sono subordinati al vescovo. Le donne conoscono una gerarchia all’intemo
dei conventi, ma sono escluse dalle gerarchie della chiesa.
Nel Medio Evo riappaiono le donne con
funzioni di predicazione e di profezici nei
movimenti eretici (Valdesi, Fratelli Mo
to un nuovo periodo, le donne elette sono
diminuite a tutti i livelli politici: Parlamento, Senato, Amministrazioni locali, e
questo non perché non ci siano state donne capaci, ma perché c’è stata una grande involuzione nel costume, come in tutta la vita politica del nostro paese, e ciò
ha colpito naturalmente anche le donne.
La donna, come gruppo più debole,
meno difeso, è sempre la prima ad essere colpita, non solo nei momenti di involuzione, ma anche nei periodi di crisi
economica. Le donne che lavorano oggi,
nel nostro paese, sono solo il 19% della
popolazione, mentre qualche anno fa erano il 27%. Le donne di tutti i partiti hanno sempre dato fino ad ora, nella vita politica, buona prova, forse anche perché
sono state le prime ad avere certe responsabilità, sapendo di dover iniziare
una nuova strada anche per chi sarebbe
venuto dopo.
Una donna, per riuscire in politica, deve avere molta più capacità di un uomo,
perché, a priori, c’è nei suoi riguardi
grande diffidenza, ché la società italiana,
per secoli di tradizioni sbagliate, di cultura di un certo tipo, considera la donna
intellettualmente inferiore e ammette
quindi soltanto la donna d’eccezione: concetto sbagliatissimo perché non esiste la
donna d’eccezione, esistono donne eccezionali come uomini eccezionali, ma tutte le donne, se lo vogliono, come tutti
gli uomini, hanno la capacità di dare il
loro contributo alla costituzione della
nuova società.
Qualcuno a questo punto può chiedersi perché c’è questa diminuzione in percentuale fra le donne che hanno partecipato attivamente alla Resistenza ed il
numero delle donne che ritroviamo nei
primi parlamenti repubblicani. Credo ci
sia stata una scelta incosciente più che
tattica nei partiti.
Le donne impegnate nella Resistenza,
dopo la fine della guerra, talvolta si sono
ritirate dalla vita politica, altre volte non
SI sono ritirate dall’azione, dall’impegno
dei partiti; ma anche in questo secondo
caso, non sono state loro date le responsabilità che meritavano, ed esse non si
sono quasi mai ribellate all’ingiustizia,
perché la loro intima ambizione era solo
di rendersi utili, militando nel partito.
Non desideravano sostenere delle battaglie per essere dirigenti di corrente, per
avere dei posti nei direttivi di partito;
nelle liste elettorali il loro numero è sempre stato basso e sempre meno sono state elette; si può quindi affermare che la
macchian di partito, l’organizzazione, in
mano agli uomini ha molto raramente appoggiato le donne.
Le donne hanno combattuto e molte
volte risolto grandi battaglie dal punto
di vista civile: nel 1958 viene approvata
la legge che abolisce la regolamentazione
della prostituzione (legge Merlin); è del
gennaio 1963 la legge sul « divieto di licenziamento delle lavoratrici per causa
di matrimonio », nella quale si sanzioHH 1 illegittirnità della cosidetta « clausola
di nubilato ». C'era infatti in molti contratti d’azienda l’inserzione della clausola di nubilato, in certi regolamenti l’assunzione delle lavoratrici era subordinata alla preventiva sottoscrizione di una
lettera di dimissioni, con data in bianco,
che il datore di lavoro si riservava di far
valere per la risoluzione del rapporto al
momento del matrimonio della lavoratrice.
Abbiamo combattuto grandi battaglie,
anche con le associazioni femminili, abbiamo preparato un libro biaheo, ci siamo impegnate a fondo. Dal punto di vista teorico, molte, moltissime leggi sono
state fatte a vantaggio delle donne: il
« diritto di famiglia » è l’ultima battaglia sostenuta e vinta, anzi in questo caso siamo più progrediti nella legge che
nelle tradizioni e nel costume; vi è tutta
un’opera educativa da svolgere perché le
leggi siano applicate, infatti è più facile
fare una rivoluzione che cambiare le mentalità.
Se in campo politico vi è il desiderio
incosciente di tutti i partiti, compresi
quelli di sinistra, di non dare alle donne
posti di grande responsabilità, ciò è forse anche dovuto al fatto che le donne
hanno, normalmente, una mentalità « scomoda » per gli uomini.
Le donne, in generale, amano meno degli uomini la tattica, il compromesso, le
correnti. Dal momento che tutti i partiti
sono divisi in correnti, sia che esse compaiano, come nel Partito Socialista e Democristiano, sia che non compaiano, co
13
7
16 gennaio 1976
PEROSA ARGENTINA
Venerdì sera 2/1/76 presso il Municipio di Perosa Argentina si è tenuta una
animata assemblea per analizzare la situazione dell’occupazione negli stabilimenti tessili dopo l’azione di presidio
del Cotonificio Valle Susa durante il periodo natalizio.
Da più parti si è rilevato ambiguità nel
piano a medio termine proposto dal governo, che mentre è pronto a distribuire
miliardi per le ristrutturazioni aziendali,
non si sta dimostrando altrettanto sollecito nel controllare che detto denaro venga veramente impiegato nella prospettiva di garantire gli attuali livelli di occupazione.
Da questo se ne è dedotto che la difesa del posto di lavoro al Valle Susa diventa un problema politico di fronteggiare coraggiosamente l’atteggiamento Montedison con una mobilitazione la più vasta possibile.
Per favorire quindi una tempestiva informazione e per predisporre tutte quelle iniziative di pressione (a livello di vallata, di regione e durante la trattativa
Montedison-Governo-Sindacati) dal 10-11976, si è costituito ufficialmente un comitato.
Questo comitato è composto da rappresentanti sindacali, consigli di fabbrica della zona, forze poliitiche, amministratori, forze di base.
PRAROSTiNO Comunità montane
POMARETTO
PRALI
Incidente mortale. - Orlando Richard,
di Villa, non è più fra noi: la morte lo
ha colto mentre stava sciando ; era la seconda volta, quest’inverno, che si era concesso questo svago. Una brutta caduta,
poi il trasporto angoscioso a valle. Ma
quando l’autoambulanza è giunta all’ospedale di Pinerolo, non c’era più nulla da
fare. Aveva 22 anni. Tutta la comunità
è in lutto e si stringe attorno ai genitori,
alle due sorelle, al fratello. A loro, che,
con la dignità tipica della gente di queste valli, stanno affrontando il dolore, ripetiamo le parole dell’apostolo : « Colui
che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti, vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita
in voi ».
PRAMOLLO
• I culti dei periodo natalizio sono stati
ben frequentati. A Natale, hanno collaborato all’edificazione del culto i bambini
della Scuola domenicale e la Corale che
hanno rispettivamente eseguito un inno
e un coro.
La festa dei bambini, sotto la direzione della signora Long-Petrone, ha avuto
luogo la domenica 28 dicembre nella sala.
La colletta, che ha fruttato L. 50.000, è
stata devoluta in favore dei bambini del
Sud-Vietnam.
• Ultimamente, tre nostri fratelli hanno
risposto alla chiamata del Signore.
Ribet Eli, di anni 78, deceduto il 21 dicembre nella sua abitazione ai Bocchiardi.
Reynaud Francesco, di anni 85, originario di Pomeano e stabilito da diversi anni alle Garde, è stato sepolto nel cimitero di S. Germano, .il 31 dicembre.
Long Eli, deceduto subitamente all’età
di anni 41, il 9 gennaio ai Pellenchi.
A queste famiglie, colpite nei loro affetti più cari, la Comunità rinnova l’espressione della sua profonda solidarietà nellora del dolore.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni dì ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. . LUSERNETTA . RORA'
Dal 17 al 23 gennaio 1976
Do«. PRAVATA' SALVATORE
Via Bellonatti, 2 - Tel. 90182 - Luserna S. G.
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 18 gennaio 1976
FARMACIA MUSTON ( Dr. Manassero)
Via delia Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Martedì 20 gennaio
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 18 gennaio 1976
FARMACIA DOTT. PRETI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni: Tel. 90.084 - 90.085
• Pesta di Natale dei bambini. Nel pomeriggio di domenica 28 dicembre si è
svolta la tradizionale festa dei bambini;
come di consueto sono stati recitati dialoghi composti dai bambini stessi e al
al termine sono stati regalati loro il solito pacco doni e un libro premio, dono
della chiesa.
Ricordiamo la simpatica iniziativa avuta dai bambini della scuola domenicale
in occasione del Natale, per aver mandato agli anziani dell’Asilo di San Germano una letterina con disegnini e auguri.
L’Unione Femminile ringrazia tutte le
famiglie di Prarostino per i doni offerti
durante il giro di visite agli anziani in
occasione delle feste natalizie.
• Unione Giovanile. La sera del 31 dicembre i giovani dell’Unione giovanile e
quelli che hanno voluto a loro unirsi si
sono ritrovati per festeggiare insieme l’inizio dell’anno nuovo con giochi e il tradizionale cenone di fine anno.
• In occasione del mese del libro nel giro di riunioni quartierali, a cura del
gruppo di colportaggio, sono stati presentati e venduti i libri della Claudiana.
Rallegrandosi per l’alto numero di abbonamenti all’Eco delle Valli sottoscritti
nella comunità (74 abbonamenti rinnovati e 12 abbonamenti nuovi), il gruppo
stampa dell’Unione Giovanile si impegna
a scrivere regolarmente le notizie della
comunità augurandosi di ricevere presto
nuove adesioni.
• Informiamo la comunità che la colletta annua ha raggiunto al 31 dicembre circa i 2 milioni di lire ; anche se la cifra
è notevolmente positiva rispetto allo
scorso anno, dobbiamo dire che siamo
ancora lontani dalla meta dei 5 milioni
che la comunità si prefigge di raggiungere.
Nei sabati 27 dicembre e 3 gennaio la
Pilodrammatica ha presentato un atto
unico di Vittorio Calvino : « Così, ce ne
andremo » e una commedia bif llante di
Franco Roberto : « La fortuna si mette
gli occhiali », riscontrando una notevole
e calorosa partecipazione del pubblico.
Sono stati battezzati domenica 30 novembre Gay Roberto e Gianni di Sergio
e Renata; domenica 7 dicembre Robert
Giuliana di Piero e Claudina. La comunità porge i suoi auguri a Gloria e Gianni sposatisi a San Giovanni sabato 6 dicembre.
I bambini di Prarostino ringraziano la
Pro Loco per i doni ricevuti in occasione delle feste natalizie.
Val Pellice
TORRE PELLICE
I culti del periodo natalizio sono stati frequentati da un buon numero di fratelli; sono stati
tutti incontri in cui la riflessione biblica è stata
effettuata nel contesto di una fraternità e con
una bella collaborazione di fratelli. Le scuole domenicali ed il pre-catechismo hanno guidato la
riflessione il 21, con interventi e cartelloni murali; dopo il culto ragazzi e genitori hanno partecipato ad un agape e trascorso il pomeriggio
insieme. La corale ha partecipato al culto di Natale ed ha presieduto il culto di fine d’anno con
letture e riflessioni bibliche; dopo il culto si è
trascorsa la serata nella casa unionista. Il culto
del 1” genanio ha avuto carattere di culto di intercessione.
Revisione dell’organo
La Commissione nominata dal Concistoro per
predisporre un progetto di revisione dell’organo
riferirà all’Assemblea di chiesa, convocata per
domenica 25 gennaio alle ore 10.30 — durante
il Culto — nella Sala delle Attività. Poiché urge
una decisione operativa, i membri di chiesa sono invitati con particolare insistenza a parteciparvi.
In breve
La solidarietà nella fede è stata espressa alle
famiglie in lutto dei fratelli : Margiunti Gustavo,
Maggiore Carlo, Cabrio Maria in Leger, Coisson
Caterina ved. Bellion, Morè Cecilia, Jourdan
Giovanni, Cesare Malanot e Mainardi Livia.
La benedizione del Signore è stata invocata in
occasione del matrimonio di Pasquet Bruno e
Cesan Miky.
SAN SECONDO
• In alcuni quartieri sono stati raccolti
i doni in natura per il Rifugio Carlo Alberto e Casa di Riposo di S. Germano.
Nei rimanenti quartieri la raccolta verrà effettuata al più presto. Ringraziamo
i fratelli che hanno effettuato la raccolta e tutti i donatori. Ringraziamo pure
la ditta Perone per la collaborazione offerta in occasione del Natale.
• La sera del 26 i ragazzi della scuola
domenicale hanno organizzato una riuscita serata con canti, recite, una « ronde »
dei più piccoli in una sala gremita. Gli
stessi ragazzi, che hanno rinunziato al
pacco in favore al riso per il Vietnam
hanno presentato la colletta che ha superato la somma di L. 121.(X)0. Con le altre
offerte già giunte a questo scopo si è potuto inviare oltre 150.000 lire.
Incontri su problemi agricoli
a VILLAR PELLICE giovedì 15 gennaio 1976
ore 20,30 nell’aula consiliare: Frutticoltura in
ambiente montano. Introduzione dei Proff. I.
Eynard e R. Paglietta.
A LUSERNA SAN GIOVANNI il 22 gennaio
alle ore 20,30 presso la sala consiliare si ripeterà
10 stesso programma di cui sopra.
La partecipazione è libera.
Contributo per l’allevamento stanziale
nei territori montani
Si rende noto agli agricoltori della Valle che
in applicazione alla Legge Regionale 8.9.1975, n.
51 ■ art. 4, lett. F) si ricevono presso questa
Comunità le domande di contributo per i bovini, ovini e caprini allevati in montagna.
Dal 19 al 30 gennaio sarà a disposizione presso
i Municipi un tecnico della Comunità Montana
per la stesura delle domande.
Bobbio Pellice, lunedì ore 9-12; ViUar Pellice
lunedi ore 15-17; Rorà, martedì ore 9-12; Angrogna San Lorenzo, martedì ore 9-12; Luserna S. Giovanni, mercoledì ore 9-12; Lusernetta,
mercoledì ore 15-17; Bibìana, giovedì ore 9-12;
Bricherasio, giovedì ore 15-17; Torre Pellice,
venerdì ore 9-12.
È necessario il modulo del risanamento da
tubercolosi e brucellosi (Mod. 2/33).
Val Chisone e Germanasca
La Comunità Montana organizza per sabato
24 gennaio 1976 una visita di istruzione alla mostra europea di coniglicoltura che ha luogo ad
Erba (Como).
Le prenotazioni si aecettano fino a venerdì 16
gennaio presso il Messo Comunale, versando la
caparra di L. l.OOfl.
________________FERRERÒ
I proprietari dei terreni che si trovano nell’area del Consorzio « Alpe Muret » (prati di
montagna posti negli ex-Comuni censuari di Maniglia, Chiabrano, Traverse, S. Martino, Bovile,
Ferrerò), i quali intendano aderire al Consorzio
stesso, sono convocati per domenica 18 gennaio
alle ore 10 presso il municipio di Ferrerò, per
apporre la propria firma all’atto costitutivo.
Consiglio Comunale
II Consiglio comunale si è riunito venerdì, 9 gennaio e ha discusso vari argomenti, tra cui uno molto importante e
tale da condizionare l’immediato futuro
economico del Comune stesso. Questo
problema, riguardante le opere pubbliche, è stato trattato per ultimo per potervi dedicare il tempo e l’attenzione necessaria. Una rapida presentazione del
sindaco ha ricordato ai presenti la situazione politica ed amministrativa della nostra Regione e le conseguenze che ne derivano per i Comuni: non più contributi
elargiti in conto capitale, ma soltanto
agevolazioni sùi mutui* per le opere pubbliche di primaria importanza, con precedenza per acquedotti e fognature.
Attualmente il Comune di Ferrerò ha
due opere da realizzare: l’acquedotto di
Riclaretto, che si spera di poter completare fra breve e la strada di Villasecca
che è ancora da incominciare. Per quest’ultima opera, il Comune aveva chiesto
un mutuo di 120 milioni, di cui 70 sarebbero già disponibili. La proposta è stata
di tracciare la strada fin dove si può arrivare con questa somma, quindi di proseguire con mezzi meno costosi, chiedendo anche alla popolazione di assumersi
una parte della spesa, per poter dedicare
11 resto del mutuo ad altre opere altrimenti irrealizzabili. Il Consiglio si è detto favorevole al progetto, come già avevano dato il loro consenso gli abitanti
di Villasecca, anzi si è deciso di portare
il mutuo a 150 milioni, per poter realizzare un’opera che ormai non si può rimandare e cioè la rete di fognature del
capoluogo.
Altre deliberazioni di minor rilievo: il
rinnovo di una parte della commissione
edilizia (arch. Giulio Blanc, geom. Valter
Buniva, Elvio Ghigo, Ettore Peyronel) e
l’incarico ad un tecnico di misurare il
terreno acquistato con la permuta delle
vecchie scuole comimali del capoluogo e
delimitare alcuni confini contestati delle strade comunali.
ANGROGNA
Il « Consorzio ’Taculot » ha cambiato
natura giuridica ed ha allargato i propri
scopi sociali. Esso confluisce nella « nuova cooperativa agricola » su cui riferiremo nel prossimo numero.
Unioni Femminiii
Sabato 17 gennaio, alle ore 14,30, presso la Chiesa Valdese di Pinerolo, incontro di responsabili delle Unioni femminili per la preparazione del tema « situazione della donna in Italia», in vista del
prossimo congresso.
Invito a qualsiasi sorella interessata.
Riunioni quartierali
Perosa : 20 gennaio ; Pomaretto : 21
gennaio; Maurini: 28 gennaio; Paiole: 30
gennaio; Lause: 3 febbraio; Clot Inverso: 4 febbraio; Pons: 10 febbraio; Masselli: 11 febbraio.
La figlia e i nipoti di
Marta Alice Bertalot ved. Balmas
che il Signore ha richiamato a sé all’età di 91
anni, profondamente commossi dalle manifestazioni d’affetto ricevute in questa occasione, esprimono a tutti e in modo particolare alla Corale,
la loro riconoscenza.
San Germano Chisone, 13 gennaio 1976.
RINGRAZIAMENTO
Lunedì 5 gennaio 1976 è mancato
Enrico Long
di
48
Molto addolorati lo piangono la moglie Lina, i
figli: Livio con la moglie Tron Ilda e la pìccola
Monica, Franco e tutti i parenti.
Nell’imposibilità di farlo personalmente la famigha ringrazia il personale infermieristico e
generico deR’Ospedale Valdese di Pomaretto ed i
dr. Sappi, Baschera, Grindatto, Barberis, Maritano per le attenzioni e le cure che essi hanno prestato al loro caro.
Inverso Pinasca, 8 gennaio 1976.
c< Io alzo gli occhi ai monti...
Donde mi verrà Vaiuto? ».
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Cesare Malanot
ringraziano tutti coloro che di presenza, con
scritti, fiori ed opere hanno voluto prendere parte al loro dolore. In modo particolare gli affezionati signori Befiion Maddalena e UiuRo, il
Dott. Debettini che lo ha assistito amorevolmente, per lunghi anni, i dottori Gardiol, Avanzi,
Vigiani ed il personale nell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice, i signori Turati, i colleghi ed amici di Rinaldo ed i pastori Sonelli e Taccia per i
profondi messaggi di amore cristiano.
Torre Pellice - Luserna San Giovanni, 10-l-’76
RINGRAZIAMENTO
La moglie, i figli ed i congiunti del compianto
Cav. Carlo Albarin
riconoscenti per le numerose prove di simpatia
ricevute, ringraziano quanti con la presenza,
scritti e fiori hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al Dott. Scarognina, ai medici ed al personale dell’Ospedale Civile di Pinerolo, all’Avv. Giuseppe Creste, aU’on.
Stella, aU’Amministrazione Comunale, ai Vigili
del Fuoco, ai Ragazzi dell’« Agonistica Roucas »,
aUa Scuola di Sci Roucas, alle famiglie Dino
Costantino e Aurelio Bernardi, ai Pastori Deodato e Taccia, aUa rappresentanza dei Coltivatori
Diretti.
Luserna S. Giovanni, 10 gennaio 1976.
Dora Petraì vivamente commossa desidera
ringraziare tutte le persone che le sono state vicine nel momento doloroso della separazione dalla cara sorella
Olga
deceduta improvvisamente il 30 dicembre 1975,
all’età di anni 76.
Un ringraziamento particolare al dott. Gardiol,
alla sig.ra Rampa ed al personale dell’Ospedale
Valdese di Torre Pellice. Ricorda con viva gratitudine il pastore Deodato ed il pastore Sonelli.
RINGRAZIAMENTO
Le famìglie Griglio riconoscenti ringraziano
quanti, in qualsiasi modo, hanno preso parte al
loro dolore per la scomparsa del caro
Giacomo Luigi Griglio
Cav. di Vittorio Veneto
Un particolare ringraziamento ai vicini di casa, al dott. Ros Sebastiano, al pastore F. Davite.
ai titolari e alle maestranze della dittà Martini
& C. di San Secondo.
San Secondo, 9 gennaio 1976
NUOVA APERTURA
Ristorante Pizzeria
L'ARCOLAIO
Viale De Amicis, 21 - Tel. 90.107
a 100 metri dal passaggio a livello
10062 LUSERNA S. GIOVANNI
8
vita italiana
«a cura di emìlio nìtti
una riflessione politica
prima della crisi di Qoverno
16 gennaio 1976
Movimenti femminili
e proposte sindacali
A medio termine doveva essere il programma economico del governo Moro
per la riconversione industriale e lo sviluppo del Mezzogiorno. Doveva essere a
medio termine, perché i tempi lunghi
non sono adatti all’attuale instabilità di
tutta Teconomia occidentale: non si vede ancora la soluzione finale della limga
crisi e 1 Italia non può avere la forza per
darsi programmi autonomi rispetto al
resto dell’Europa e agli stessi gtati Uniti.
Già 11 proporsi un medio termine costitmva un elemento positivo, in quanto manifestava una volontà d’iniziativa, tanto
mù apprezzabile in quanto faceva seguito a mesi di atteggiamento passivo, di
attesa di una felice e improvvisa svolta
deUa crisi ad opera di qualche magia
made in USA. Il movimento sindacale
fin dalla cosiddetta crisi petrolifera aveva indicato come imioa via quella del rilancio della produttività sulla base di
nuove ipotesi di sviluppo, ma erano invece prevalse le scelte favorevoli alla riduzione della base produttiva. Il contraccolpo che ne è seguito sul piano della
occupazione e la ferma risposta del movmiento dei lavoratori hanno costretto
ad un ripensamento, sia pure tardivo. È
su questo piano a medio termine del governo, per il valore di svolta che esso
comporta, che il PCI ha dichiarato nello
scorso novembre la sua disponibilità ad
una più ampia collaborazione e perfino
Il proprio appoggio al governo, se le sue
scelte fossero condivisibili.
U governo Moro, si sa, è im governo
debole perché è un bicolore (DC PRI) e
perché è minato dall’opposizione interna
alla DC e al centrosinistra. La sua stessa
vita sembrava essere a medio termine
ma all apparire del progetto di legge sulle misure economiche, il suo margine
sembra diventato a breve termine. La disponibilità relativa del PCI non è garanzia sufficiente dato che esso afferma l’esigenza di « serie modifiche ». il psi dichiara che non sono state prese nella giusta considerazione le sue proposte e minaccia la crisi. Il movimento sindacale
da mesi manifesta il suo scontento nei
confronti eh un governo così, debole da
non costituire una seria controparte e così msicuro da evitare sistematicamente
un seno e continuato confronto.
Ma che cosa contiene il piano a medio
termine? A parte la positività già evidenziata costituita dalla comprensione che
per uscire dalla crisi è necessario dare
impulso alla produttività e all’occupazione a partire dal Sud e dal nodo irrisolto
del suo sottosviluppo, permangono molte perplessità circa i beneficiari reali
dei nuovi investimenti pubblici. Si andrà
davvero a gettare le prime basi di una
nuova via di sviluppo economico o si
getteranno miliardi nel pozzo senza fondo di industrie gestite in modo fallimentere da esperti speculatori? (Oggi si nuò
fallire guadagnando miliardi ! ).
Se poi non si vuole dare un ruolo nuovo alle industrie a partecipazione statari. impiegare il denaro
pubblico per rafforzare il mercato capi
talistico a tutto danno di consumatori e
lavoratori! Occorrono cioè innanzitutto
garanzie politiche le sole che possono
rendere credibili anche gli aspetti del testo di legge più chiaramente apprezzabili, quali la delimitazione del ruolo della
Lassa per il Mezzogiorno e la conseguente valorizzazione delle Regioni, nonché
una certa ripresa della ricerca scientifica. I miliardi stanziati per la ricerca
scientifica sono uno spreco se non saranno chiare le scelte politiche di fondo
sul tipo di sviluppo che si vuole realizzare.
abbonamenti
1976
Ogni settimana a casa tua
l’informazione
del mondo evangelico
Abbonamento annuo L. 5.000
Abbonamento semestr, L. 2.500
da versarsi sul c.c.p. 2/33094 intestato a Eco delle Valli-La Luce
10066 Torre Pellice (TO).
L emancipazione della donna e la liberazione
dalla sua condizione di emarginazione e di oppressione che è la conseguenza del particolare
tipo di sviluppo economico sociale e culturale
del nostro paese, è stata affrontata dal movimento sindgeale, soprattutto in questi ultimi anni,
come una delle « questioni » cardine delle nostre
società: un problema che va affrontato e risolto
nell’interesse di tutta la società e non deUe sole
donne.
I punti focali dell’impegno sindacale verso le
donne possono brevemente essere cosi riassunti:
I - Piena Occupazione.
In questa rivendicazione del movimento sindacale, ribadita in ogni piattaforma alle trattative col governo ed ora anche punto di forza di
tutti i contratti che si vanno rinnovando in questo inverno 75-76, si innesta il problema della
forza-lavoro femminile, mantenuta come « esercito di riserva » da utilizzare nei periodi di sviluppo economico, e da licenziare nei momenti di
crisi o da assegnare ai lavori più dequalihcati e
a quelli saltuari. La manodopera femminile infatti, quando è inserita nel ciclo produttivo vi occupa i posti più margnali (ultime qualifiche nel
I industria, impiegate nel pubblico impiego, commesse nel commerco, ecc.) altrimenti è concentrata soprattutto nel settore del lavoro precario
(lavoro a domicilio per la produzione industriale,
lavoro stagionale nelragricoltura, lavoro a tempo
parziale nel commercio).
II - Nuovo modello di sviluppo
La richiesta sindacale di privilegiare i consumi pubblici (trasporti, scuole, abitazioni, ospedali, ecc.) invece dei consumi privati, come finora
è avvenuto (ad esempio la nostra produzione automobilistica ha sempre « sfornato » le auto per
uso familiare, non si è invece potenziato il settore autobus, treni, ecc.), ha come filo conduttore,
oltre la lotta contro gli sprechi di risorse (basti
pensare alla ricchezza agricola del sud quasi distrutta da una politica economica sbagliata) ______
tra le quali si pone anche lo spreco di potenziale
rappresentato dalle donne lasciate a svolgere ruoli economici superati nell’ambito della famiglia
— anche la lotta per le riforme (quella sanitaria,
quella scolastica, ecc.) che vanno immediatamente ad alleviare la condizione delle donne sulle cui
spalle si scaricano oggi tutte le carenze e le inefneienze del nostro sistema di servizio sociali (po
la settimana internazionale
a cu ra di tul lio viola
Comitato di Redazione : Bruno BelMon, Valdo BenecchI, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore; GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Pollice - c.c.p. 2/33094 Intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti : Italia annuo l. 5,000
semestrale l. 2.500
estero annuo l. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni: Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuarij,L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Autorizr Tribunale di Pinerolo N. 176
25 marzo 1960
i-eoR. Tipografica Subalpina - Torre P«llir,
ANGOLA. Si sapeva da molto tempo che le grandi potenze, soprattutto
URSS e USA, inviavano nella ex-colonia
portoghese, a sostegno degli eserciti in
lotta, ingenti quantitativi d’armi insieme
con tecnici di tutti i livelli: l'URSS a sostegno dell MPLA (Movimento Popolare
per la Liberazione dell’Angola), gli USA a
sostegno delle parti avverse, soprattutto
dell’FNLA (Fronte Nazionale per la Liberazione del lAngola). Ma chi dei due era
intervenuto per primo? Dopo molte incertezze, è ormai accertato che agli USA
spetta la priorità: ed essi stessi lo ammettono. Attraverso i canali della CIA,
gli aiuti USA cominciarono ad affluire tramite lo Zaire, già nella primavera scorsa
per un totale di 28 milioni di dollari. Ma
subito dopo, e con quantitativi ben più
massicci, intervenne l’URSS: si ritiene in
America che l’MPLA abbia fruito, a cominciare dal giorno dell’indipendenza,
addirittura d’un ponte aereo con l’URSS
e con Cuba. Infatti ben 4000 combattenti
cubani si troverebbero oggi in Angola, a
fianco dell’MPLA.
L’aiuto americano, concesso in condizioni un po’ improvvisate e senza consultare il Congresso, ha sollevato in America
una tempesta di critiche e di opposizioni,
ben comprensibili del resto in un paese
già profondamente traumatizzato dalle
sciagurate esperienze di politica, sia interna che estera: la guerra del Vietnam,
il Watergate, gli scandali che hanno fatto
triste corona alla CIA.
Negli ultimi giorni, la posizione dell’MPLA, già saldamente consolidata nella
capitale Luanda, sembra rinforzarsi anche per i riconoscimenti ufficiali che, sempre più numerosi e autorevoli, arrivano
dagli stati africani.
★ IL GRANDE SEQUESTRO DI VIENNA. II più fitto mistero continua ad avvolgere lo straordinario attacco che, nella tarda mattinata del 21.12.’75, un gruppo di sei terroristi (fra i quali una fionda) effettuò in un palazzo del centro della capitale austriaca, poche ore dopo Tarrivo e l’insediamento della delegazione inviata dagli stati arabi alla conferenza del
l’OPEP, cioè dell’Organizzazione .dei Paesi Esportatori di Petrolio. Quest’Organizzazione, fondata nel 1960 in condizioni di
totale anonimato, da cinque stati (Venezuela, Arabia Saudita, Iran, Irak e Koweit)
p era fatta conoscere il 16.10.’73 quando
I paesi produttori di petrolio, risiedenti
nel M. Oriente e riuniti in conferenza nel
Koweit, in piena guerra del Kippour, decisero d’aumentare, brutalmente e fortemente, i prezzi del petrolio grezzo. Fra
il 73 e il 75, altri 8 stati si erano uniti
all’Organizzazione (Libia, Indonesia, Algeria, Abou-Dhabì, Qatar, Nigeria, Equador
e Gabon).
II gruppo dei terroristi, autodefinitosi
« Il braccio della rivoluzione araba », ha
fatto alcuni morti e feriti ed ha saputo
poi manovrare così abilmente da ottenere dalle autorità austriache il trasporto in
aereo, insierne con gli ostaggi (una quarantina, fra i quali alcuni ministri di stati arabi), da Vienna ad Algeri (nella mattinata del 22.12).
Nessuno, in realtà, sa chi siano questi
estremisti, I portavoce dei servizi segreti
israeliani hanno sostenuto, e continuano a sostenere, trattarsi di « estremisti
palestinesi », più precisamente appartenenti al cosiddetto « fronte del rifiuto »
la coalizione guidata da George Habbash’
che SI oppone alla costituzione di uno
Stato Palestinese e che vuole continuare
M distruzione d’Israele.
Ma Habbash ha subito sconfessato l'impresa dei terroristi. Una voce, che negli
ultimi giorni ha acquistato un certo credito, attribuisce una parte di rilievo nel1 impresa al colonnello Gheddafì, il’presidente libico, il quale avrebbe agito tramite la cosiddetta « Paladin » un'organizzazione terroristica internazionale di estrema destra, finanziata (almeno in parte) appunto dalla Libia. Altri, come Yassir Arafat, leader dell'OLP, parlano di
« agenti d Israele », altri d'una banda di
ruorusciti sud-americani, altri d'un grupP®^*®taccatosi dalla banda Baader-Meinhof (tedesca), o dalla cosiddetta « Armata
Tossa giapponese » ecc. Finché non si sapra chi sono, non si potrà neppure sapere perché l'hanno fatto.
chissimì 'asili-nido, poche scuole materne, poche
scuole a tempo pieno, ospedali insufficienti, ecc.).
Ili - Modificare questa società significa modificare il ruolo della donna.
Inscindibile rimane per il movimento sindacale italiano il legame fra liberazione della donna e sviluppo di una società diversa. Qualsiasi
teoria sulla liberazione della donna, come individuo a se stante, che non prenda in considerazione 1 attuale contesto socio-economico a cui è
del tutto funzionale la a tipica » donna italiana
solo^ casa e famiglia, oggetto e non soggetto, sia
nell ambito familiare che nella vita sociale, è destinato a non mutare nulla anzi ad aggravare
ancor di più la condizione della donna che verrebbe a trovarsi di nuovo rinchiusa in un mondo
avulso dalla realtà. Infatti oggi, solo se inserite nella vita economica si ha modo di « essere »,
di (c esistere », di « contare »,
IV - Funzione sociale della maternità.
Oggi però una donna lavorando fuori casa vede ricadere pesantemente su di sé la scelta di essere moglie e madre. Riconoscere quindi la maternità non come un fatto esclusivamente personale, ma che riguarda tutta la società significa
farsi carico di tutti gli oneri che la maternità
comporta e in termini di salute individuale durante la gravidanza e in termini di assistenza ai
minori dopo la nascita.
Le lotte sindacali per ottenere leggi e di tutela per la lavoratrice madre (la legge n. 1204) e
per la costruzione di asili-nido quartierali (la legge n. 1044) rientrano nella strategia sindacale
tendente a migliorare la condizione della donna
e a rendere possibile un suo inserimento nel mondo del lavoro senza dover rinunciare, come spesse
volte avviene, a Vivere serenamente la propria vita privata. I lavori domestici, finora considerati
« il lavoro » delle donne devono essere trasformati in servizi pubblici con lavanderie, stirerie,
mense, cibi precotti alla portata di tutti, permettendo alla donna di abbandonare senza complessi
di colpa verso i propri familiari, le pareti domestiche per una attività professionale a lei più
consona, che rispetti la sua personalità e che sia
stabile, qualificata e giustamente retribuita. A
questo punto si pone il problema deirattuale
mercato del lavoro, in cui vi è ancora una forte
presenza di disoccupazione maschile e dello sviluppo della nostra economia per aprire nuove
possibilità di lavoro, di un lavoro « tutelato » da
leggi e da contratti collettivi. Oggi troppi settori produttivi vivono sullo sfruttamento di una
manodopera sottopagata in cui le donne sono una
grande maggioranza, torniamo quindi al filone
centrale della lotta sindacale: il nuovo modello
di sviluppo e la piena occupazione.
Conclusioni.
Di fronte a facili trionfalismi il movimento
sindacale ha sempre sottolineato che la lotta per
la parità fra uomo e donna, è una lotta lunga
perché porta inevitabilmente ad una radicale trasformazione della società e nella sua economia e
nei suoi costumi e nella sua ideologia. È la complessità stessa della condizione della donna che
esige un’azione di massa; infatti molteplici sono
i termini dello scontro da quello economico a
quello giuridico a quello etico. Decisivo, in questa lotta, è l’impegno delle donne stesse che devono essere loro stesse, in prima persona, le protagoniste della propria emancipazione.
È vero che la maggior parte delle donne vive
oggi in una profonda contraddizione fra le proprie esigenze di collocarsi in modo diverso nella
società e vecchie istituzioni (a cui non è estranea
neppure l’istituzione ecclesiastica cattolica o no),
vecchie leggi, vecchie mentalità che rallentano o
impediscono o addirittura negano questa nuova
presa di coscienza delle donne. Si continua a voler far ricadere sulle donne e solo su di esse vecchi compiti, vecchie responsabilità, una volta di
tutta l’ampia famiglia di tipo patriarcale, compiti che devono essere oggi assunti dalla società
nel suo insieme.
Il problema della liberazione della donna non
nasce soltanto, né si esaurisce nel rapporto uomo-donna, ma va impostato globalmente come
rapporto donna-società perché solo in questo modo si arriva alle radici del problema.
Infine è da notare che se non è sufficiente, introdurre la donna in una attività produttiva
extradomestica per liberarla (tutto il quadro delToccupazione femminile nei paesi capitalistici lo
rivela) è pur vero che esso rimane un passaggio
obbligato; correttamente scrive Bebel, nel suo
scritto (( La donna e il socialismo », « Tutte le
oppressioni sociali trovano la loro radice nella dipendenza economica dell’oppresso dall’oppressore ».
Per questo un corretto rapporto movimento
sindacale — rivendicazioni delle masse femminili, occupate, sottoccupate o disoccupate rappresenta l’unica via possibile per cambiare, con i
rapporti di forza nella nostra società, anche i rapporti uomo-donna.
Doriana Giudici
(Ufficio sindacale CGIL)