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ECO
DELLE mm VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Yaldese
Anno XC — Num. 50
Una copia Lira 3 0
ARHniMAiMirivi-n \ ®co: L. 1.300 per l’iiitemo | Eco e La Luce: L. 2JKH) per l’interno | Spediz. abb. posule - I Gruppo
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TORRE PELLICE - 16 Dicembre 1960
Ammin. Claudiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
^ ai/l/EMTO = O
J
Il figlio
Ruth 4
Come in una fiaba, la storia di Ruth si conclude lietamente. Boaz, colpito e commosso, s^sa la povera vedova straniera, venuta con fede
a « rifugiarsi sotto le ali delTIddio d’Israele » \2 : 12), la donna coraggiosa e buona. Il Bethlehemita fa valere il suo diritto di riscatto — dopo
che un parente più prossimo si è ritirato — sulle terre che furono di Elimelec, e su Ruth. E, secondo il diritto ebraico, il primo figliolo che nascerà dalla loro unione, sarà un discendente della linea Elimelec-Mahlon
(di cui Ruth è rimasta vedova): non si tratta tanto, in Israele, della
preoccupazione di non lasciare estinguersi un nome di famiglia, quanto
piuttosto di non lasciare che nulla della benedizione di Dio, trasmessa
di generazione in generazione, si perda. Non si spiegherebbe la desolazione per la mancanza di figlioli, e l’esultanza quando questi nascono,
nel popolo eletto, se non si tiene conto della vocazione e della promessa
che è rivolta ad ogni membro, ad ogni famiglia.
Nella storia di Ruth, l’Eterno interviene a suscitare nuova vita e speranza nel ramo apparentemente isterilito di quella famiglia colpita.
Questo significa il canto di giubilo delle comari di Bethlehem, quando
si stringono intorno a Naomi che si serra al petto il neonato : « Benedetto l’Eterno, il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua famiglia! (ma il testo ebraico è molto più forte: « un
vindice », « un redentore »!) Il nome di lui sia celebrato in Israele! Egli
consolerà l’anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia » (4: 14).
Come nella risposta di Ruth a Boaz risonava un preannuncio del cantico
di Maria, non sentiamo in questo grido di gioia e gratitudine un’eco anticipata di quello che sarà, un giorno, il cantico di Zaccaria? Anche
questo « piccol fanciullo », la cui nascita porta un fremito d’allegrezza
insperata in una casa solitaria, è in qualche modo, almeno nella sua nascita, un segno profetico che annuncia Colui che deve venire, una voce
di quella lunga serie di annunciatori che culminerà nel figlio di Zaccaria,
Giovanni.
Ma ben più legata ancora all’Avvento è la storia di Ruth e del suo
figliolo: questi sarà il padre di Isai (o lesse), il nonno di Davide;
e nella genealogia di Gesù (Matt. 1: 5) egli ha il suo posto, anello voluto daH’Eterno nella lunga catena di generazioni che da Abramo (e secondo Luca 4 da Adamo) conduce a Gesù; il nome stesso di questo figliolo, frutto tutto particolare della provvidente grazia del Signore, Obed
(« servo »), ci ricorda che un giorno Colui che doveva venire a dare un
significato a tutto quell’albero genealogico, e alla speranza e all’attesa
che gli stava dietro, sarebbe stato chiamato il « Servo dell’Eterno », secondo i tratti fissati dalla profezia (Is. 53).
Non tutto è gioia senza ombre, intorno al neonato di Bethlehem; questo figliolo atteso viene in qualche modo sottratto alla madre (Ruth
4; 16), non è « suo »; essa è stata il docile strumento di im evento che
la supera, e il bimbo seguirà la sua strada nella linea voluta dalla benedizione del Signore; così, un giorno, il Figlio di Maria si sarebbe sottratto alle cure materne nella piccola cerchia familiare; del resto, del
neonato portato a circoncidere Simeone le aveva detto : « a te stessa una
spada trapasserà l’anima » (Luca 2; 35). Eppure, in quel bimbo, divenuto poi il « Servo soflierente », Dio stesso, come un’Aurora dall’alto,
visitava e riscattava il suo popolo, luce da illuminare le genti del mondo
intero.
erminando ricordiamo che nella genealogia di Gesù, fino a Maria,
(Matt. 1) quattro donne soltanto sono nominate: Thamar, Rahab,
Ruth e « quella ch’era stata moglie di Uria » : fra queste Ruth la Moabita, la straniera pagana venuta alla fede nell Eterno del Patto, corageiosa e buona, umile e fedele, risplende d’una luce tutta particolare; è
sotto tanti asf>etti sorella di Maria di Nazareth. La sua umile storia si
iscrive in quella grande dell’Avvento di Colui ohe affermerà, a serio
ammonimento delle chiese di popolo e di tradizione : « Io vi dico in
verità che in nessuno, in Israele, ho trovato tanta fede... molti verranno
di Levante e di Ponente... » (Matt. 8: 11). Gino Conte
T
Alle ]\fazioiii Unite si discute
sulla « libertà religiosa »
New York. ■— Un emendainenlo proposto alla convenzione dei diritti delTuomo
che, secondo osservatori, avrebbe gravemente minacciato la libertà religiosa, e
stato evitato grazie alTaiuto di specialisti
cristiani degli affari internazionali.
La modificazione in questione, chiesta
alTAssemblea generale delTONU dalla delegazione dell’Arabia Saudita con l’appoggio di numerosi Stati arabi, consisteva
nella soppressione, nell’art. 18 della convenzione, della menzione del diritto di
conservare o di cambiare religione o convinzione. Membri della Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali
(CCAI), presenti alTAssemblea, hanno
s(TÌtto a numerose delegazioni e si son
intrattenuti con i loro capi, alcuni dei
(juali (( non si erano resi conto della reale
portata di tale misura ».
Dopo lunghe e laboriose discussioni,
un’altra proposta è stata presentata dalla
delegazione delle Filippine, di sostituire
le parole controverse con « la libertà di
avere la religione o la convinzione di propria scelta. Ulteriormente una nuova ver
sionc proposta dalla Gran Bretagna : « la
religione o la convinzione di propria scelta », è stata adottata senza opposizioni. Se
le parole del testo sono state modificate,
hanno rilevato due dirigenti della CCAI,
« l’intenzione e l’interpretazione ne sono
state rispettate ».
Questo dibattito è sorto nel corso dei
lavori sulla convenzione dei diritti dell’uomo proseguiti dall’Assemblea generale
delTONU, che spera che questa convenzione sarà Un giorno riconosciuta come
un trattato internazionale. Dalla costituzione della Commissione per i diritti dell’uomo, nel 1946, la CCAI non ha cessato
di insistere sul fatto che la libertà di cambiare religione o convinzione è parte essenziale della libertà religiosa. Gli sforzi
della CCAI in tale campo hanno largamente contribuito a fare inserire questa
clausola nella Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo adottata nel 1948.
Si ricorda che la CCAI è organo comune del Consiglio ecumenico delle Chiese e
del Consiglio internazionale delle Missioni. (S.OE.P.I.)
L’amore è un dono di Dio
Da qualche tempo viene dibattuta, anche in Italia, l’importanza e la necessità
dell’educazione sessuale nelle scuole. Lo
a Specchio dei tempi.» de La Stampa, alcuni giorni or sono, aveva riportato la
lettera di protesta daUa madre di una bimba che in una delle, prime classi elementari aveva saputa, dalla sua insegnante,
« la verità senza poesia ». Il 9 u. s. le ha
risposto sulla stessa rubrica un lettore di
Torre Pellice; riproduciamo la sua bella
lettera :
a Rispondo alla signora ohe vuole un
giudizio a proposito della sua nipotina cui
la maestra ha spiegato come nascono i
bambini. Si esprime pressapoco così:
« Perchè intorpidire le loro anime innocenti nell’imminenza del Natale ecc. ». Io
le domando: c’è qualcosa di torbido nelTamore vero che logicamente giunge anche alTaraplesso e aUa procreazione? Viviamo in un’epoca in cui la propaganda
dello .sfrenato godimento sessuale è illimitata e prepotente: essa è torbida e malsana; non l’amore. Perchè allora non si
dovrebbe illustrare ai’ bambini l’amore sano e normale che è un dono di Dio?
«Se una maestra sa spiegare serenamente e semplicemente queste cose con precisione ed esattezza c senza nascondere nulla, che male c’è? E’ vero però che la persona più indicata per fare ciò, a mio parere, è la mamma. Ma quante mamme lo
fanno ?Quanle rispondono a tono quando
i bambini domandano? Lo sa, gentile signora, che per lo meno novanta su cento
bambini imparano prima o poi ogni dettaglio per mezzo di «gtiegazioni, tutt’altro
che pure e serene, fatte dai loro compagni di «cuoia o di gioco?
« E’ quindi assai meglio che ne parli
per prima la mamma e la maestra spiegando ”la verità senza poesia” ma con
chiarezza e precisione, senza alterare o
nascondere nulla della realtà ma spiegando anche la saggezza e l’intelligenza di
Dio che tutto ha ordinato e previsto ».
Un educatore cristiano
Ma proprio in questi giorni un’altra pagirui ci ha colpiti: L’Espresso delTll dicembre recensisce ampiamente il numero
di novembre di Esprit, la rivista cattolica
francese d’avanguardia, numero dedicato
alla sessualità; ad esso hanno collaborato
filosofi, psichiatri, psicanalisti e medici
cattolici, alcuni sacerdoti cattolici e pastori protestanti. Il saggio pare certo mollo ricco e serio, ed è seriamente recensito,
ma Manlio Cancogni termina la sua presentazione con questo giudizio di un giovane scrittore, Jean René Huguenìn, comparso su Arts; lo riportiamo non perchè
lo condividiamo, ma perchè dà certo da
pensare, e pone tra l’altro alla chiesa la
dornanda se non sia qui tentata da un
ennesimo conformismo, una volta ancora
rimorchiata anziché guida :
V Che coraggio di consacrare un numero speciale alla sessualità dopo il ”Cra
pouillot”, il ’’Reader’s Digest”, ”Cinémonde” e ’’Guérir”! Oggi l’impresa ardita, insensata, ma forse liberatrice, sarebbe piuttosto parlare dell’amore. Non
dispiaccia ai filosofi, agli psichiatri, e ai
reverendi padri: la nostra epoca è pro
prio la più ’’refoulée” di tutte. I tabù,
i divieti, che ingombravano la vita sessuale dei nostri avi sparivano almeno nella notte delle alcove, dietro i baldacchini
a fiori; i divieti che gravano oggi sull’amore, in nessun momento vengono rimossi. Forse noi siamo ’’défoulés”, le
donne nude non ci fanno più paura, ognuno compie i suoi ■ doveri sessuali tranquillamente. '■
« Ma che felicità ci viene da questo bell’equilibrio? Da dove nasce questa angoscia, questa stanchezza di vivere, ogni anno più greve nei libri, nei film e sui visi
sconosciuti che incontriamo per strada?
Bisogna avvertirne i collaboratori di
’’Esprit”: io non credo che la mia generazione, io non credo che la gioventù li
segua. Essa comincia ad essere stanca di
questa civiltà senza mistero che pretende
di rispondere a tutto e gli insegna a non
credere che a ciò che «i vede, si tocca o
si conta. Essa è stanca di possedere con
tanta facilità dei corpi e di perdere con
la stessa facilità la speranza di un piacere
più delicato che essa non osa chiamare
amore. Essa è stanca di non sentir battere
il proprio cuore che per una trentina di
secondi su un Ietto appena sfatto, la sera
stessa del primo incontro. In compenso
essa sogna felicità più durevoli. Essa è
stanca di questa complicità di filosofi, di
psichiatri, di reverendi padri e di altri
scienziati e di altri furboni, per prevenire
le sue follie, soffocare i suoi sogni e fabbricargli una coiscienza ragionevole e sterile. Essa disprezza il mondo che avete
fatto e le ragioni che gli avete dato di
desiderare di morire ».
/ÌUualità cattoliche
la realià della l'^esa
L’Osservatore Romano del 5-6 dicembre, in un breve corsivo, dava noti2àa del dialogo, indetto al Carignano di Torino, nei « Venerdì letterari »,
dalllAssociazione Culturale Italiana,
tra A. C. Jemolo e C. Bo su « Il Cattolicesimo in Italia, oggi». U dialogo,
èra stato effettivamente interessante,
e l’analisi, più ottimista in Jemolo più
pessimista in Bo, aveva messo in risalto gli aspetti vivi — e in certi lati
la rinascita — del cattolicesimo odier
no, anche in Italia, non tacendo d’altra parte tutto ciò che v’è di negativo nella religiosità della massa, nella
sua ignoranza: in un cattolicesimo di
facciata, insomma, anche molto ricco
di attività e « realizzazioni », ma povero d’anima e di vera ardente fede.
Il Carignano era gremito, e fra gli
intervenuti molti e attenti pure i giovani, segno rallegrante. A dire schietta la nostra impressione, però, tutto
o quasi quel che gli oratori dicevano
colloquiando sul palco era forse nuovo per molti ma non per le nostre
orecchie protestanti... è strano, ma
forse conosciamo il cattolicesimo più
d! molti « cattolici » I Abbiamo pure
notato che gli oratori esaminavano il
« fenomeno cattolico » con indubbia
cordialità, con la segreta nostalgia di
una realtà più viva, ma pure, sul piano della sociologia religiosa; e pensavamo che forse molti giudizi, da parte protestante, sarebbero stati più recisi e appassionati, ma pur tuttavia
più dal di dentro di una situazione
comune: la grandezza e la distretta
della Chiesa di Cristo. E questa volta
ci associamo all’Osservatore Romano
che si rallegra perchè cresce il numero di coloro che « si accorgono che la
Chiesa, abitualmente considerata soltanto nel suo aspetto esteriore, storico e sociale, è anche un meraviglioso
regno di interiorità », di fede e di speranza.
di pesante conservatorismo, non si sa
valutare tutto ciò che v’è di valido
nella tradizione di cui è portatrice.
Altra accusa rivolta alla Chiesa è quella del dogmatismo: essa presenterebbe «non una faccia amabile e viva,
ma un viso immobile, marmoreo, senza movimento e senza colloquio, quello ch’ella stessa si attribuisce, di Maestra d’una dottrina dogmatica ». A
questo si risponde che i dogmi, « realtà contenute nel perimetro di concet
ti meditatissimi e di formule studiatissime », « non sono concetti arbitrari o morti, ma verità viventi ». « Chi
oggi sostiene ancora la fiducia nella
verità? Chi ci difende dalla vertigine
dell’assurdo, a cui si vuole ridurre
l’ultima parola del pensiero umano?
Chi ci disillude dalTillusione delle
utopie, diventate la droga del jjensiero (...)? E chi nella atonia intellettuale e morale di tanti epigoni della spi
ritualità contemporanea, ebbra di
noia e di sensualità, c’insegnerà a
scoprire una sofferenza nascosta (...)
una disperata speranza di redenzione
e d’amore? » Chi? A queste domande
giuste e cristianamente vive, ci associamo; ma non alla risposta, che per
il Card- Montini è: il Magistero ecclesiastico; mentre invece è unicamente TEvangelo di Cristo, che la
dogmatica cristiana cerca di mediare
al mondo, hic et nunc, ma a cui essa
rimane sempre nettamente sottoposta.
E’per questo che, come avevamo giudicato la dichiarazione episcopale, così siamo costretti a giudicare questo
scritto del porrate ambrosiano, per
tanti rigrardi vivo e onesto (salvo
una noterella che la più seria critica
cattolica oggi non sottoscriverebbe:
« La riforma protestante fece della
prevaricazione, di cui sarebbe colpevole la Chiesa cattolica, una coloima
del suo sistema»): siamo di fronte
alla confessione sincera di certe colpe morali-organizzative, non di un errore dogmatico fondamentale.
Politicd in chiesa
Sotto il titolo « Ciò che la Chiesa
non è »„ il Card. G B. Montini ha
pubblicato (Oss. Roni. 7 dicembre) un
articolo che prosegue le linee della
dichiarazione episcopale sul laicismo,
della primavera scorsa. Il pregiudizio anticlericale, .scosso durante i conflitti mondiali, è rimasto più forte che
mai, anche se in forma più cortese
che in passato. « Non diremo che
l’uomo e le cose di Chiesa siano senza colpa (...). L’avvertenza della sproporzione che passa fra ciò che la Chiesa umanamente apparisce, e ciò che
essa dovrebbe essere, è un dolore continuo e cocente per chi ama la Chiesa e per chi ha in essa qualche funzione responsabile». A questo franco
e dolente riconoscimento si accompagna però la protesta perchè tanti non
hanno Tintelligenza di distinguere
l’uomo dalla funzione, come pure perchè, rivolgendo alla Chiesa l’accusa
« Disturbare un ministro del culto
mentre, durante ima cerimonia religiosa, introduce nel sermone questioni politiche, non costituisce reato».
Questa, secondo una corrispondenza
de La Stampa da Catania, la sentenza eme^a dal pretore di Trecastagni,
un paesino di quella provincia, nel
procedimento nei confronti di Giuseppe Di Beila, processato per « turbamento di una funzione religiosa»
(Cod. pen., art. 405). Questi, il 7 giugno 1959, il giorno in cui si svolgeva
no le ultime elezioni regionali siciliane, avendo udito che durante la Messa il parroco illustrava un decreto dei
Santo Uffìzio che invitava i fedeli a
non dare il voto a determinati partiti contrari alla Chiesa, ad un certo
punto gridò ad alta voce: «La smetta di fare comizio e pensi piuttosto
a dir Messa». Di qui la denuncia s
il processo, concluso con Tassoluzio
ne « perchè il fatto non costituisce
reato». Naturalmente L’OMervatpire
Romano (11 c. m.) insorge, presentando « Sei obiezioni a ’Trecastagni », che
scorrono dalla penna di un perfetto
azzeccagarbugli. Risulta comunque il
contrasto aperto che c’è fra Tart. 79
della Legge elettorale contro il «Ministro di culto che abusando delle
proprie attribuzioni e nell’esercizio di
esse si adoperi a vincolare i suffragi
degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste », e l'art. 1
del Concordato che assicura alla Chiesa il libero esercizio del potere spirituale, che per la dottrina cattolica
comprende certamente anche la direzione politica dei propri fedeli. Ma la
cosa su cui vorremmo che molti cattolici riflettessero è questa: sinceramente, in che misura la vostra opposizione « di principio » ai partiti di
sinistra è dovuta a ragioni di fede o
piuttosto a ragioni politiche? sinceramente, siete sicuri che i partiti che
sostenete sono più « cristiani » degli
altri? Solo in questo caso 1’« obiezione di coscienza» del S. Uffìzio sarebbe valida e risi^ttabile. Ma siamo fermamente convinti che non è questo
il caso; e pure molti cattolici lo sono.
g. c.
INCOM N. 2007
Quanti, negli ultimi giorni, hanno assistito a spettacoli cinematografici e hanno
seguito il N. 2007 de « La Settimana INCOM », accanto alla solita razione di persomilità viaggianti e di divi del giorno,
hanno potuto vedere varie riprese della
visita dell’arcivescovo Fisher a Roma; naturalmente non si menziona neppure la
visita alla comunità anglicana di Roma e
l’incontro ivi avvenuto con gli altri Evangelici della città; l’arcivescovo Fisher viene inoltre presentato quasi come una personalità direttiva di tutto il protestantesimo, e questo perchè il nocciolo della
’’obiettiva” informazione che la INCOM
si è pregiata di dare a milioni di spettatori italiani è stato quello su cui la sequenza si è chiusa: mentre appare una
’’inquadratura” del ’’cupolone” di S. Pietro, la voce dello speaker proclama pateticamente Tinsopprimibile e sempre più
dilagante nostalgia verso Roma che anima
il cristianesimo acattolico. Inoltre, per
spiegare agli ignari Italiani che cosa diamine è questa Chiesa anglicana, ci si diffonde, con il ricorso a quadri dell’epoca,
su Enrico Vili e la mala sorte delle sue
varie mogli, su Edoardo VI e — saltando
ingenuamente la cattolica Maria la Sanguinaria — su Elisabetta ’’che perseguitò duramente i cattolici”. Ignoranza? Malafede? L’una e l’altra, crediamo. E il popolo ’’beve”. Saremo grati se qualche lettore che abbia assistito a qualche altro cinegiornale (o telegiornale) in cui la visita
.sia .stata presentata, ci scrivesse se la deformazione è stata generale, o se altre immagini più obiettive sono apparse sui no.stri schermi. Si discute molto di censura...
ma come censurare l’ignoranza o la malafede?
2
pag. 2
L’ECO DELLE V4^I VALDESI
16 dicembre 1960 — N. 50
A !• V
)ii :iì8
L*Ari^tÌco Testamento
ed i nostri bambini
Per ovvie ragioni, evitiamo in generale di ripubblicare scrìtti già comparsi su
altra stampa evangelica italiana. Facciamo un eccezione per quest’articolo del Post
Amsler, comparso sul n. 4 de ”La Scuola Domenicale”. Docente allo Università
di Losanna, VA. è specialista di'Antico Testamento, ed è rutto fra turi per aver
diretto gli studi biblici del J® Campo intenurzìorwle di Agape, la scorsa estateIl problema che egli affronta non interessa solo insegnanti, monitori e pastori,
ma tutti i genitori che a casa guidano i loro bimbi neUa lettura biblica e nella
preparazione per la Scuola Domenicale; e più ampiamente tutti coloro per cui
l’Antico Testamento rimane un problema difficile, ma vivo e appassiorumte.
Alcimi anni fa vm giornale svizzero
pubblicava una « lettera al direttore »
con un grido d’allarme a proposito
deH’insegnamento dell’A. T. Diceva:
« E’ venuto il momento di rivedere
un programma che rischia di far perdere ai giovani del tempo che potrebbe essere impiegato più utilmente che
con episodi nefasti per l’ediñcazione
dei nostri figli, come lo dimostrano le
ultime guerre mostruose... Ci sarebbero tante cose da insegnare sul tema
della Carità e dell’amor del prossimo... ».
Molti genitori e molte monitrici hanno forse provato difficoltà di fronte a
certi racconti dell’Antico Testamento. Non sono difficoltà che sentono
solo i moderni. Dal giorno in cui Gesù Cristo stipulava im « Patto Nuovo » tra Dio e gli uomini, tutta la
storia d’Israele è passata ad essere
«l’Antico Patto», e la Chiesa si è
posto il problema del valore e del significato che essa poteva ancora avere, ora che era subentrato il « Patto
Nuovo ».
Benché il Nuovo Testamento dia
una risposta precisa e chiara sul problema del significato dell’Antico Testamento, la Chiesa si è posta continuamente il problema, e sono emerse successivamente soluzioni diverse
e sovente opposte: gli uni — e quan
ti sono anche oggi — eliminerebbero
sic et simpliciter l’Antico Testamento come un libro sorpassato, soprattutto per i ragazzi; altri ci vede simboli e leggende; altri si sforzano di
cristianizzare ogni cosa...
Un libro di esempi
Vi sono molti fra noi che scelgono
nell’Antico Testamento una o due pagine « che dicono gualche cosa » e che
ritengono utili per i bambini. Che begli esempi! La fede di Àbramo, il coraggioso Davide, la pietà filiale di
Rut, l’audacia di Daniele nella testimonianza! Si adopera l’Antico Testamento come ima antologia, piluccan
do qua e là i racconti che offrono una
bella «morale». Tutto il resto può
anche essere dimenticato.
E’ vero che l’Antico Testamento
mette in scena un «nuvolo di testirPoni » ove non mancano nè i buoni
nè i cattivi esempi. Ma quale insegnante non è mai rimasto perplesso
di fronte alla piccolezza persino dei
giganti della fede? Noè, il solo giusto,
per festeggiare la fine del diluvio si
ubriaca. Giacobbe, l’eletto, il padre del
popolo di Dio è rapace e mentitore.
Davide... adultero ; Elia... massacratore
dei suoi avversari; Geremia nella sua
sofferenza maledice suo padre! E d’altra parte, i malvagi non mancano di
grandezza morale : Saul teme di levar
la mano su Davide; Ciro, il pagano,
è strumento di Dio per la liberazione
del suo popolo. C’è una mescolanza
inscindibile di obbedienza e di ribellione, di amore e di odio. Mescolanza
profondamente umana, troppo umana per servire di esempio alla morale
borghese del XX secolo! Bisognerebbe tagliare, censurare, selezionare...
sfigurando racconti e personaggi. La
evidenza si impone : l’Antico Testamento non è fatto per servire come
antologia di esemin!
Scoperta progressiva
C’è una via traversa che ha tentato
spesso gli educatori perplessi: attribuire all’imperfezione dell’intuizione
religiosa degli uomini tutto quello
che nell’Antico Testamento urta la
coscienza cristiana. Quando la Genesi dice che Iddio domanda ad Àbramo il sacrificio del suo figliuolo, spiegano: Abramo ha creduto che Dio
glie lo domandava, ma si è sbagliato
la fine del racconto la dimostra ampiamente; e da allora gli uomini hanno compreso che il Dio Vivente rifuggiva i sacrifici umani. Lo stesso per
Mosè; si è immaginato che Iddio voleva lo sterminio dei popoli avversari
o l’offerta di innumerevoli sacrifici
come gli dèi dei pagani; sarà compito dei profeti scoprire a poco a poco
il culto « in ispirito » e la misericordia di Dio verso tutti gli uomini (universalismo). Cosi, di tappa in tappa,
il popolo dlsraele si sarebbe spogliato di numerosi errori religiosi, e il
culmine di questa rivelazione progressiva si avrebbe in Gesù Cristo', « il
grande genio della Religione », la cui
intuizione profonda si sarebbe avvicinata in misura suprema alla Verità. I racconti dell’Antico Testamento
presenterebbero una mescolanza sconcertante di verità divine e di errori
umani, da depurare accuratamente
prima di mettere in mano ai bambini.
Stando cosi le cose, il metodo più
semplice e coerente non sarebbe forse lasciare senz’altro perdere l’Antico Testamento e condurre i bambini
direttamente a Gesù, l’amico dei piccoli?? Perchè non si vede neppure
bene con quale criterio e quali limi
ti effettuare 1’« epurazione » dell’Anticc Testamento: se togliamo, considerandoli degli errori religiosi, i racconti delle guerre d’Israele, la conquista
di Canaan, il Tabernacolo, i sacrifici,
il Tempio di Gerusalemme, la monarchia... tutto si sfascia! Non rimarrebbe dell’Antico Testamento che qualche
rudere da osservare con curiosità come un oggetto da museo.
La via traversa della « scoperta
progressiva » dissolve la sostanza stessa dell’Antieo Testamento.
Dio si rivela
per mezza della storia
La sostanza dell’Antico Testamento, è una stC'ria secolare che Dio dirige infaticabilmente e mediante la
quale Egli vuole farsi conoscere al
suo popolò nel suo amore e la sua
giustizia, nella sua grazia e nelle sue
esigenze. Quando raccontiamo l’Antico Testamento ai nostri bambini
non dobbiamo mai dimenticare che
sono cose realmente avvenute e che
quegli uomini sono esistiti in carne
ed ossa (parliamo qui della storia del
popolo di Israele, dall’Esodo in poi).
Per prima cosa dobbiamo quindi ascoltare attentamente quel che ci dice
un testo (o diversi testi, a volte) su
di un episodio determinato, affinchè
la scena torni a rivivere sotto i nostri
occhi e sotto agli occhi dei nostri
bambini. E qui vediamo che l’Antico
Testamento è in perfetta armonia
con una legge pedagogica fondamentale: che soltanto una storia vivente e vera colpisce i bambini.
Ma l’Antico Testamento non espone mai la storia con fini puramente
documentari: se gli scrittori biblici
ci trasmettono il racconto degli avvenimenti passati, è per metterne in
luce il significato ! Così, p. es., il racconto deU’uscita d'Egitto è profondamente diversa da un film documentario! Lungo tutta la narrazione, il
testo biblico dà una testimonianza:
è l’Eterno che dirige gli eventi per
mostrare al suo popolo che Egli salva per grazia quelli ohe si confidano
in lui. E questo è vero- di ogni racconto dell’Antico Testamento : Tavvenimento è sempre carico di significato
rivelatore; è un segno mediante il
quale Iddio ci dice qualcosa della sua
grazia, della sua fedeltà, della sua
santità, e al tempo stesso ci fa toccare con mano la realtà del nostro
peccato o del nostro perdono. Possiamo anche usare il termine: l’Antico
Testamento è una parabola, reale e
vissuta, sì, ma carica come le parabole evangeliche di una rivelazione
di Dio.
Mentre è importante far rivivere i
racconti e gli avvenimenti biblici per
i nostri bambini, dobbiamo' continuam.ente stare attenti a non cadere
nell’aneddoto commovente al quale
poi aggiungiamo alla meno peggio,
come « coda », una morale o una conclusicne filosofica (che i bambini non
ascoltano più). Durante tutta la no
stra narrazione,, come nella lettura
del testo biblico stesso, devono invece trasparire le mani e il volto del
Dio invisibile che si rivela. L’Antico
Testamento possiede questo immenso privilegio pedagotgico; di non parlare mai astrattamente di Dio, bensì di mostrarLo concretamente all’opera in mezzo a uomini nè migliori
nè peggiori di noi.
Finché la nostra attenzione si fissa
sugli uomini, buoni o cattivi, primi
tivi o « evoluti », passiamo oltre al
l’essenziale e ci costruiamo, come ab
biamo visto, tutta una serie di prò
blemi falsi. L’Antico Testamento non
intende parlarci in primo luogo degli
uomini e della loro « idea di Dio », ma
rendere testimonianza a Dio, il personaggio principale di quella storia.
Episodi « scandalosi » come il massacro dei nemici d’Israele manifestano
agli occhi del popolo eletto la serietà
dell’ira di Dio verso quelli che si oppongono ai suoi piani il peso dell’ira di
Dio sarà portato dallo stesso popolo
U Israele durante l’esilio, e poi da
Gesù Cristo sulla croce. Non mettiamola in disparte troppo in fretta co
me un errore umano e primitivo, perchè essa potrebbe sorprenderci al giudizio finale! Davanti ai bambini, non
dobbiamo nè aggravare nè nasconde
; la rivelazione che Dio ci dà di se
stesso; lasciamo piuttosto che il racconto li guidi alla scoperta della Sua
giustizia, della Sua potenza, del Suo
amore.
E’ vero che Dio non si è rivelato
d’un colpo solo per intiero a tutto il
suo popolo : l’Antico Testamento è il
documento d’una lunga storia per
mezzo della quale Dio s’è fatto conoscere a poco a poco. Ma questa storia rivelatrice non passa dal « meno
vero » al « più vero » - non possiamo
dire che la fede di Abramo fosse
« primitiva » e la nostra « evoluta » !
Soltanto, Dio ha cominciato la sua
rivelazione con lui e la finisce con
noi. Ha voluto affrontare il rischio di
avvicinarsi agli uomini così come essi
sono. Sovente è stato incompreso, disubbidito, respinto. Ma lo scopo che
si propone non è di perfezionare l’uomo: è di far nascere la fede nel suo
cuore, di salvarlo e di salvare il mondo. E’ la costruzione di un grande edificio che Iddio realizza in diverse tappe, posando prima le fondamenta, per
arrivare poi alle mura e al tetto. Ma
la qualità della pietra che adopera è
sempre la stessa, e fin dall’inizio quello che costruisce lascia presagire ciò
che apparirà in seguito. Tutto ciò che
Iddio dice e fà nell’Antico Testamento punta verso lo stesso traguardo :
Gesù Cristo. Ogni avvenimento ed
ogni personaggio dell’antico patto dirige i nostri passi, più o meno lontano, sulla strada che porta a Gesù
Cristo. Senza che ogni volta sia necessario percorrerla tutta, è su quella strada ohe possiamo guidare i nostri bambini, con i racconti dell’An
tico Testamento.
La luce del sole è abbagliante, ma
quando passa attraverso a un prisma,
viene scomposta in colori vivi e distinti che ne rivelano tutta la ricchezza. Così nei racconti dell’Antico
Testamento, dai colori cosi vivi e a
volte addirittura violenti. Iddio ha
voluto scomporre la luce sfolgorante
del Sole che egli stava per far sorger
re per la nostra salvezza e per quella
dei nostri figliuoli.
Samuel Amsler
MUTUA E CI.O.V.
L’autunno sembra aver aumentato il numero degli ammalati e degli operandi ed
il fatto che essi sono ora frequentemente
ricoverati a Pinerolo, perchè le Mutue non
consentono il ricovero nel noistro Ospedale Valdese di Torre, rende più difficile
l’assistenza dei familiari e della Chiesa
ai nostri cari ammalati e contribuisce senza dubbio ad accrescere l’affollamento nei
nosocomi del circondario. 11 5 u. s. il Pastore di Villar in visita presso cinque ricoverati della sua comunità nell’Ospedale
Agnelli, impressionato dalle sofferenze a
suo parere eccessive di uno di questi —
egli è abituato a visitar malati da oltre 30
anni — si rivolse alla suora addetta alla
corsia e le domandò se non le sembrava
che fosse il caso di intervenire in qualche
modo. — A questo ci pensiamo noi — fu
la secca ed evasiva risposta, che l’interrogante non era uso di ricevere nè negli
ospedali civili, nè in quelli cattolici e tanto meno in quelli Valdesi...
Senza dubbio quella povera suora doveva essere stanca e innervosita dal fastidioso andirivieni dei parenti degli ammalati
e non vogliamo certo 'serbarle rancore per
una risposta non molto urbana...
Ma perchè, quando abbiamo alla porta
di casa nostra i nostri ospedali, con le
nostre diaconesse, dobbiamo andare altrove ad appesantire il compito di chi ha già
troppo da fare, con scomodo di tutti? Perchè la CIOV e le Mutue continuano a discutere per mesi e mesi palleggiandosi le
responsabilità di mille rinvìi e ignorando
cinicamente le 'sofferenze che i loro metodi burocratici impongono a tanta poveri gente?
Si mettano una buona volta d’accordo
la Mutua Coltivatori Diretti e la CIOV!
E non facciamo rimproveri alla CIOV
del cui retto comportamento siamo testimoni, ma li facciamo piuttosto alla Mutua
il cui comportamento ci sembra strano e
anacronistico, troppo comodo e quasi volto a servire chissà quali interessi.
Aspettiamo ansiosamente 'che i responsabili di questo stato si decidano a perfezionare i loro concordati e non permettano con i loro ritardi il protrarsi di un disagio che è grave e il sorgere di quei sospetti di malanimo e di vessazione purtroppo co'sì facili nel cuore della povera
gente.
E. G.
Mascherino e il Can. Ottonello
Una parola
alr amico Mascherino
Un corrispondente de « L’Eoo delle Valli
Valdesi » del 3 corr. ha preso in esame la
Filmina documentaria della Chiesa Valdese, coanmeaitando rottantina di d apcsltive,
edite dal Laboratorio Filmine del Centro
Calechistico Salesiano di Torino.
Sotto lo pseudonimo di Mascherino, egli
riconosce lo scopo cristiano di questa pellicola, che mira a una maggiore comprensione dei nostri fratelli separai’.
Oso chiamarlo amico, perchè termina il
suo articolo dicendo: «...notiamo comunque un sincero sforzo di comprensione, una
lodevole obiettività generale di dati, una
onesta iconografia del fenomeno valdese ».
Occcrre però una paro’a dì chiarimento
Anzitutto il «ottoscr'tto, cerne responsahìle
di tale iniziativa, riconosce sinceramente
che della filmina non è perfetta. Dal lato
tecnico, le diapos tive sono ottime. Però la
successione logica delle vedute è manchevole. INon ci sono i templi di Rorà, Pramollo, Prali, Rodoretto, Maniglia, Massello ecc. La raccolta di dette foto ha i^ostato
nies’ di lavoro, di soprahioghi di iotograiì
venuti espressamente da Torino. O’iaUhj
fotografia venne rifiutata dal Laboratorio
perchè mancante di certe esigenze tecniche. Ci sarebbero state ottime vedute nelle
locali cartoline illustrate, ma non si potevano riprodurre perchè vietalo dai diritti
di autore.
11 nostro amico poi avrebbe des‘derato
]d fotografia dello stesso Moderatore.
L’avrei senz’altro inclusa, ma non mi sarebbe stato lecito, per legge, senza la precisa autorizzazione dello stesso o della sua
famiglia. Sottolineo pure la carenza del
temp o di Ghigo, che è «tata voluta per non
riprodurre una frase offensiva della sua facciata.
Il nostro commentatore se la prende con
la « tenebrosa allegoria » della parabola
evangelica del seminatore di zizzania. Benché sia vero che il Maestro Div no ha paragonato l’opera dì colui che sparge divisioni di fede e deviazion’ di morale allo
spargimento della zizzania in mezzo al grano, compromettendone la crescita, voglio
però accontentarlo. Purtroppo la mia tarda
età non m': permette più di pensare a una
nuova edizione della filmina, ma se qualcuno si accingesse a questo compito, suggerirei senz’altro dì sopprìmere questo quadro. Anche perchè, includendolo in una
ser e di diapositive che riguardano la Ghie
S'TORIA iniNI
Da che pulpito vien la predica
Come ben sanno tutti i Valdesi, il
periodo storico della loro Chiesa che
si svolge sottO’ la reggenza di Madama
Reale (Madama Cristina, madre di
Carlo Emanuele II: dal 1637 al 1648)
è contrassegnato da un rincrudimento delle vessazioni e persecuzioni contro le popolazioni valligiane. Nuove
crociate di frati missionari alle Valli,
nuove disposizioni per favorire l’abiura, particolarmente delle giovanette
senza dote, angherie e vessazioni concernenti ia chiusura del nuovo Tempio di San Giovanni ai Malanots, e,
dulcís in fundo, le piacevolezze dei
Marchese di Pianezza, di sinistra memcria, pesto dalla Reggente a capo
della « Propaganda Fides ».
La cosa non stupisce: Cristina, o
più esattamente Christiane, com’essa
soleva firmare e farsi chiamare, francesemente (era figlia di Enrico IV e
di Maria De’ Medici, ossia di quel Re
di Francia che aveva preferito la Messa romana e Parigi alla fedeltà a Dio
senza Parigi, e divorziato — col consenso della chiesg romana — da Margherita di Valois per sposare la fiorentina), conduceva a Corte una vita
scandalosa, di cui la storia di Torino
ducale conserva il ricordo quasi pubblico; e non potendole certo bastare,
per la penitenza e per l’espiazione di
si gran peccati, il soggiorno che usava fare, ogni anno, di otto giorni in
un monastero di provincia, doveva
evidentemente provare a farli espiare
ad altri, seppure innocenti!
Questo per il pulpito. Vediamo ora
la predica.
La predica, l’abbiamo trovata, per
caso, in uno degli innumerevoli editti di Madama Christiane, riportato
nelle « Memorie » di Marc’ Aurelio Rorengo, dei Conti di Lusema, il famoso Priore : famoso per le sue accuse,
per il modo con cui presiedeva le dispute tra pastori e frati, famoso soprattutto per le sue prudenti... fughe.
L’editto, dato in Torino il 6 aprile
1642, dopo essersi diffuso sui modi migliori per favorire le conversioni dei
Valdesi, dice testualmente così:
« Et non essendo ragionevole, che li
Cattolici concorrino alle spese del Ministro Heretico, Mastro di Scuola, e
altre, come di fatto si è preteso, perciò inseguendo eziandio la disposizione della ragione, prohibiamo, e espressamente ¡nhibiamo all’avvenire d’imponer sovra la persona e beni de Cattolici le spese de stipendi de Ministri,
nè altre concernente la manutenzione e interesse di loro pretesa Religione, de quali spese dichiariamo li Cattolici presenti e d’avvenire liberi e immuni... ».
Molto bene! Nessun cattolico spenda im soldo per una religione che non
è la sua. Santo principio, davvero.
Ma la reciproca?... Non da oggi, non
da ieri; ma da secoli, i Valdesi pagano, con le tasse ed imposte governative, a qualsiasi titolo ed autorità verisate, gli stipendi, o parte di essi, ai
Isacerdoti di una religione che non è
la loro. E’ giusto, questo? Lasciamo
andare il passato, che è... passato. Ma
oggi, in pieno ventesim.o secolo, non
è questa condizione illiberale e antidemocratica? Non occorre andar tanto lontano: nella vicina civilissima
Svizzera, chi vuol la religione se la
paga; chi non la vuole, non la paga;
e chi la vuole in un modo, la paga in
quel modo, e non m un altro; e nessuno paga per una religione che non
è la sua.
Non sarebbe il caso, ormai, di applicare, nei due serisi, la predica di
Madama Christiane? r. b.
Un diavoletto cartesiano mi suggerisce che chi paga comanda; e che
perciò i Valdesi non dovrebbero lamentarsi se debbono pagar tasse ed
imposte destinate, fra i’altro, al Fondo Culto e al Fondo pensioni per il
clero cattoiico-romano. Essi pagano,
in un certo modo, il loro diritto a....
polemizzare coi preti!
Francamente, parlar male di qualcuno perchè lo si è pagato, non mi
va. Preferirei non pagarlo per niente,
e dirne, fraternamente, tutto il bene
possibile. Anche in quest’atmòsfera
ecumenica di fine d’anno.
PERSONALIA
Rattristati per la prova che deve
attraversare il Pastore Achille Deodato, esprimiamo a lui ed ai suoi familiari la nostra fraterna simpatia,
con l’augurio più vivo di un pieno
ristabilimento.
SI Valdese, può lasciare supporre die il
Credo va'dese sia un coacervo di errori,
mentre la maggioranza degli insegnamenti
è biblica.
Mi perdón' però, il mio Mascherino, se
gli tiro le orecchie, percliè ha osato scrivere,
sia pure in forma interrogativa, che il santo
Don Bosco « avrebbe voluto distruggere i
\aldes' »! Non manca un pizzico di ironia,
« pour la bonne bonclie ».
Parlando del fuoco delTinferno, che per
noi cattolici non è metaforico, ma reale.
egli ha pronta una battuta di spirito: « .4ccidenti: dove si troverà lutto 1 combustibile? » Non si preoccupi. Mascherino! Ci
pensa il Signore nella Sua inflessib'le giustizia a concretare il Suo castigo, senza usare nè il coke, nè rantra-cite! Le parole del
Vangelo sono chiarissime: «Andate via da
Me, maledetti, nel fuoco eterno ». Noi. anziani della vita, siamo persuasi che, al posto delle discussioni sul fuoco metafor'co o
reale delFinferno, sia più urgente ravvisare
i mezzi per non cadervi dentro, praticando
una sicura e completa fede er stiana.
Can. Ottonello
Il Can. Ottonello, magna pars e responsabile della ’’Filmina documentaria sulla
Chiesa Valdese” edita dal Centro Filmine
dei Salesiani di Torino, da noi commentala su queste colonne, ci scrive una fraterna
lettera, di cui lo ringraziamo. Dopo aver
notato le difficoltà dell’opera a cui egli si
era messa, e sottolineato — del che gli siamo grati — il nostro giudizio conclusivo
positivo, il Con. Ottonello dà alcuni chiarimenti su talune particolarità circa le quali
avevamo espresso un certo riserbo. Comprendiamo quelle difficoltà, ma ci domandiamo se, per superarle, il Can. Ottonello,
che certamente conosce molto bene taluni
pastori Valdesi (e specialmente quelli che
si dedicano con passione alla ’’Decima Musa”), non avrebbe pututo mettersi in contatto con loro per ottenerne fotografie e vedute, certamente anche con minor dispendio di denaro. Il Can. Ottonello, che chiama Mascherino ’’amico”, non pensi qui che
t amico Mascherino voglia farsi beffe di un
amico' Mascherino pensa, molto sincera
mente, che nessuno, fra noi Valdesi, gl
avrebbe rifiutato la sua collaborazione, nè
per una foto del Tempio di Roma, a Piaz
za Cavour, e neppure per un ritratto del
Moderatore in carica. Mascherino va anco
ra più in là: a Torre Pellice esiste una Bi
bhoteca Valdese di pubblica consultazione
Bene, sarebbe molto bello se anche i sacer
doti cattolici della Val Pellice volessero
approfittarne per i loro studii. Perchè, sul
piano della cultura, non si dovrebbe vedere
affiancati, nella grande sala di lettura della
Casa Valdese, Pastori Valdesi e sacerdoti
romani?
Il can. Ottonello risponde poi ad una o
due ”boutades” della nostra recensione. Gli
diamo atto che una ’’boutade” non è un
commento; ma, quando si preparano filmine, o addirittura fi nis per il pubblico, si
dovrebbe anche tener conto delle reazioni
del pubblico, il cna e. si sa, commenta le
visioni sullo schei- con le ’’boutades”.
Ora, è indubbio che, di fronte ad un ’’fuoco” infernale in bianco e in nero, in una
filmina, la reazione difficilmente potrà essere. in questo mondo tanto scettico, faivorevole. Comunque, il can. Ottonello si augura che si possa pensare ad una nuova, migliorata edizione della filmina. Del che ci
rallegriamo, ringraziandolo, e offrendogli
fin d’ora la nostra amichevole, fraterrui collaborazione. Mascherino
In occasione della proiezione, a Torre
Pellice, del film ’’Addio alle armi”, il settimanale ”11 Pellice” ha bandito un concorso, libero a tutti, per un giudizio sostanziale sul significato del film stesso, in riferimento particolare alla guerra, al modo in
cui la guerra è stata vista nel film, al messaggio che può emergere dal film medesimo
circa la guerra e la pace, il servizio militare e l’obkiezione di coscienza. Si ricorderà che al suo primo apparire, anzi ancora
durante la sua lavorazione, il film ’’Addio
alle armi” (tratto, come è nolo, da un romanzo di Hemingway) suscitò notevoli dissensi e perplessità, per il modo tutt’altro
che ero'co con cui era veduto e interpretato un periodo disgraziato della nostra partecipazione alla prima guerra mondiale. Il
richiamo ad un giudizio complessivo sul
film da questo punto di vista, appare perciò tuttora valido, specialmente se portato
sul piano della questione di principio.
Il concorso si chiude la sera del 17 corrente. il bando è pubblicato su ”Il Pellice”. M.
3
16 dicembre 1960 — N. 50
L’ECO DELLE VAIJJ YALDESI
pag. 3
Giovani agricoltori del Baden
in visita alle Valli
Il 24 nov. sono giunti a Villar Pellice
una trentina di giovanotti e signorine della scuola di Gamburg (Heidelberg), guidati dal Pastore Wenz.
Il Dr. Wenz era stato in 'passato maestro
di scuola, poi direttore didattico. Richiamato alle armi durante l’ultima guerra col
grado di capitano, peregrinò in Russia per
lungo tempo. Al termine delle ostilità,
decise di consacrare al Signore quanto gli
restava della sua vita, studiò teologia e diventò Pastore. Egli è titolare di una importante comunità e dirige in pari tempo
la Scuola Contadini della Accademia Evangelica del Baden. Per suo conto ha organizzato questo primo soggiorno di contadini Evangelici del Baden nelle Valli Vaidesi, per meglio conoscerci e fraternizzare
con noi. La Miramonti del Villar è stata
felice di ospitarli. Ecco un breve diario
del loro campeggio:
Venerdì — Studio biblico durante la
mattinata; pomeriggio, gita di esplorazione tra i quartieri del Villar; sera: incontro con i giovani della parrocchia al Ciarmis dopo accurata visita di alcune case e
stalle del luogo. Dopo un breve culto presieduto da alcuni giovani ospiti nella loro
lingua ma seguito facilmente da tutti si alternano i messaggi ed i canti, quindi vari
minuti sono dedicati alla conoscenza reciproca e il tutto si conclude attorno a cinque enormi padelloni di caldarroste cotte
seduta stante sul piazzale della secolare
cappella e condili con buon vino.
Sabato — Di buon mattino, dopo aver
cantato inni ad alcune sorelle anziane di
Subia.se, la comitiva è ricevuta a Gran Pra
dai coniugi Bonjour che mostrano loro il
bestiame e gli attrezzi agricoli, rispondendo con gentilezza a tutte le domande rivolte loro dagli ospiti. Quindi, salita al
Bessé per la 4fipida scorciatoia e qui visita
e canti ad alcuni nostri fratelli e sorelle
anziani e particolarmente al paralitico del
Meynei. Poi, nuovamente in marcia lungo
il vallone, ammirando la bellezza del paesaggio fino al Serre dove si fa una capatina
alla scuola e poi si scende verso il Puy.
Il pomeriggio è nuovamente dedicato alio
studio della parola di Dio.
Domenica ( L di Avvento) — In Dea
¡ubilo — Il culto nel tempio è abbellito
dal canto degli ospiti che sono diretti dalla sig.ra Müller, la vedova di un Pastore
morto prigioniero in Russia. Il suo unico
figlio studia teologia a Basilea e lei continua la sua opera pastorale mettendo al
servizio dei giovani la sua anima serena
e i suoi talenti musicali. Prima del sermone ci ha dato un’esecuzione magistrale del
mottetto « In Deo Jubilo » a 4 voci con 2
violini e armonium.
La predicazione è stata tenuta in francese dal Pastore Wenz che ci ha parlato,
con profondo sentimento religioso, della
necessità, per il credente, di prepararsi, in
questo mondo tenebroso e caotico all’incontro col suo Signore.
Vel pomeriggio, l’Unione delle Madri
riunite per la loro prima seduta — alcune
sorelle vestivano il costume valdese —
ha invitato gli ospiti per il tè ed ha fraternizzato con loro con canti e messaggi
La sera, nella sala delle Attività pur
troppo non gremita, un magnifico program
ma è offerto agli astanti dai contadini ger
manici. Vi si inserisce anche una relazio
ne del segretario della comitiva che ci of
fre un parallelo tra la vita dei nostri agri
collori e quelli del Baden. Egli si soffer
ma a parlare del costo degli attrezzi e dei
prodotti, citando cifre molto interessanti
Da loro, certo, i contadini hanno una vita
più facile, però sono lungi dal guadagnare'
quanto un operaio. Sperano, per il bene
delL’agricoltura, che si potrà giungere ad
un certo equilibrio tra le due professioni.
Segue la proiezione di filmine a colori
sulla scuola e il Pastore Wenz ne approfitta per offrire un corso gratuito di 5 settimane a due valdesi. Chi vorrà raccogliere l’invito?
Lunedi — Visita ai nostri istituti. La
prima tappa è per Villa Olanda. Il Pastore Wenz ha soggiornato in Russia e questo fatto commuove i nostri profughi. Dopo aver cantato dalle due parti, il Pastore
G. Conte intrattiene gli ospiti con interessanti notizie sul lavoro e sulla storia della
Chiesa Valdese. Segue la visita alla Scuola
di Economia domestica. Le sue allieve sono sorprese durante una lezione di francese, ma subito si inizia un eloquente dialogo di canti e saluti. Per ultimo, visita
al tempio di Torre e conversazione col
Past. Somniani.
La sera nuovo incontro con la gioventù
villarese. Dopo il culto, si passa ai giochi.
I nostri giovani, tra la più schietta allegria, insegnano agli ospiti l’ormai tradizionale : « Ti piacciono i tuoi vicini » ed
essi ci insegnano parecchi giochi nuovi e
molto interessanti. Tutti insieme impariamo a volerci bene.
Martedì — Scuola Latina e Agape. Giornata intensa di esperienze. Al mattino si
parte per Prali con un cielo radioso e si
fa una tappa a Pomaretto dove si canta
qualche inno ai malati del nostro ospedale, e si ha ùll simpatico incontro con gli
studenti della: .Scuola Latina, che ci appaiono numerosi e bene organ’zzati. Uno
dei nostri ospiti, studente,figlio di agricoltori, rivolge loro un breve messaggio
in latino e il Pastore Wenz in tedesco. Gli
studenti cantano a più riprese.
Alle 13 pranzo a Prali, quindi salita ad
Agape e poi visita agli Indiritti. Questo
pìccolo villaggio, inerpicato sulla montagna, rende edotti una volta di più i nostri
ospiti delle difficoltà e della durezza di
vita dei nostri montanari tanto che sentiranno poi il bisogno di esprimere tutta la
loro ammirazione per l’umiltà e la vita
di sacrificio della nostra gente.
Al ritorno, tappa a Perrero per rispondere all’invito del Pastore Rivoire e della
sua gentile Compagna, che si prodigano
per gli ospiti offrendo loro un eccellente
caffè con generoso contorno!
La sera, alla Miramonti, cena dì addìo.
Si è tutti un po’ tristi al pensiero dell’imminente distacco e si pensa con commozione alle belle giornate vissute insieme.
I giovani leggono i resoconti del campo
soffermandosi sulle cose che più li hanno
colpiti, poi parlano il Pastore Wenz ed il
Pastore del Villar.
Ancora una tappa con la Corale Villarese e uno scambio dì canti e poi, tutti
corrono a preparare le valigie per essere
pronti l’indomani all’alba.
Ringraziamo il Signore per il bene che
questa visita ci ha fatto e lo preghiamo
di fortificare i vincoli fraterni ohe sono
stati posti fra i nostri agricoltori e quelli
del Baden. Il colloquio tra questi contadini del Baden e i nostri montanari valdesi ci è sembrato più facile e bello che
quello con tutti gli altri gruppi pur così
simpatici.
Auguriamo a tutte le parrocchie consorelle delle Valli di poterne fare anch’esse
un giorno o l’altro la benedetta esperienza.
Enrico Geymet
Per un focolare domestico
Fratello evangelico 55 anni, colto e di
aspetto ancor giovanile, residente in città
di provincia del mezzogiorno, scomunicato
a suo tempo dai familiari per aver abbracciato il Protestantesimo, proprietario ora
di una prosperosa azienda commerciale,
cerca come sposa una credente evangelica
35 - 45 anni circa, media cultura, formazione borghese, lìbera da vincoli familiari,
non necessariamente fornita di dote.
Indirizzare la corrispondenza al Pastore
Enrico Geymet - Chiesa Valdese - Villar
Pellice (Torino).
NOTIZIARIO
GIOVANILE
Il Convegno
di San Secondo
Dire che tutto sembrava essere contro la riuscita del convegno (R S. Secondo di domenica scorsa è dir poco
Timpossibilità di annunziare tale incontro altro che per mezzo del non
lettissimo Eco, la neve nelle alte vai
li, e, infine, lo sciopero dà ferrovieri,
sembravano voler dare tutti insieme
i' colpo di grazia all’incontro prc^ttato. E invece il tempo si è rimesso,
le Unioni sapevano e si sono date da
fare per mandare dà rappresentanti
e parecchi sono giunti coi mezzi più
disparati. Puntualissima la carovana
motorizzata dei villareà guidata dal
pastore Geymet, che ringraziamo per
aver voluto accompagnare i suà giovani Erano presenti le limoni di Bobbio, Villar, Torre (2), Rorà, Pinerolo,
S Germano, Pomaretto, e, in buon
numero, giovani di Prarostino e San
Secondo... ci scusiamo per eventuali
omissioni ! Dopo un canto e le dovute anche se sentite espressioni di cortesia «de part et d’autre» i giovani
hanno visto apparire con una certa
apprensione un voluminoso papiro e,
con la caratteristica perspicacia che
li distingue, hanno subito capito che
SI trattava dello studio in programma.
Maneggiando i fogli con grande reverenza (si trattava della copia auto
erafa e ner ora unica alle Valli degli
studi biblici sull’Epistola ai Corinzi)
il capogruppo ha ancora una volta
coniugato il verbo deplorare del ritardo nell’arrivo dei quaderni di stu
dio F.U.V., ritardo che tarpa le ah
a tante buone volontà protese nel de
siderio di poter formulare un piano
ordinato e seguito di studi. Fatta questa deplorazione abbiamo cercato di
utilizzare insieme il materiale che.
bene o male, avevamo sotto gli occhi.
Sguardo d’insieme sulla situazione
della àttà e della Chiesa di Corinto,
studio sui partiti della chiesa in parola e breve e concisa esortazione fi
naie a rimediare, con lavoro paàentii e perseverante, al nostro diffuso
analfabetismo biblico (non solo giovanile, ben inteso). Ascolto paziente
dei presenti, forse un po’ perplessi di
fronte alla non eccesàva vivacità del
l’espositore, e breve saluto del pastore Genre che, pur avendo orgamzzato impeccabilmente il nostro incontro (per il pranzo, però, nessuna prenotazione), dovette in quel momento
lasciarà avendo altri imix>rtanti impegni.
Subito dopo alcuni canti tratti dalTormai un po’ dimenticato canzoniere F.U.V. e infine thè graziosamente
offerto dai « locali » e giochi animati.
Pian piano tutti hanno ripreso la via
del ritorno, non senza fars.i numerose
promesse di scambi di visite. Bella
giornata, nel complesso, e comunque
migliore di quanto avremmo sperato,
sinceramente.
Visita all^Unione
di Bobbio
Ha avuto luogo venerdì scorso, da
parte del Capogruppo, accompagnato
da un gruppo di rorenghi. Simpatica
preso di contatto, certo non guastata
dal diffuso nicchiare sul. problema
della federazione. Una cosa da imitare : Timpegno con cui i giovani si preoccupano di fare una generosa offerta
annuale alla loro Chiesa.
Il Capogruppo
Questo ” notiziario giovanile ” non è la
ì ¡serva di caccia del Capogruppo F.U.V.:
unionisti, non volete scriverci delle vostre
attività e dei vostri problemi?
ac «catupo iwiERMaLE» di aeaPE 127 picEft/iBRE b GEroroaio)
Marxismo e cristianesimo
Se il iiostfo è tempo di dialogo, non vi
è oggi dialogo più importante ohe quello
fra marxismo e cristianesimo, cioè fra le
due « concezioni del mondo » che sostengono dalTinterno le due sezioni dell’umaiiità ohe sì contrappongono, in questa
generazione, sul piano politico.
Dialogo importante e difficile. Non è
possibile far dialogare due dottrine, due
« ìsmi ». Le dottrine sono vissute da uomini, marxisti e cristiani, e questi si trovano a fronte assai raramente .sul piano
delle idee dì fondo; assai più spesso la
civiltà coisìdetta marxista e la civiltà cosidetta cristiana si affrontano sul piano
della storia dei fini immediati da raggiungere, dei mezzi utili o leciti. Per di più,
sembra difficile stabilire un dialogo fra
coloro che confessano la loro fede in un
Dio trascendente e rivelato in Cristo, e
coloro che invece si sforzano di attuare
una determinata interpretazione dei fatti
della società umana.
Il dialogo impossibile diviene però possibile quando esso viene riferito all’uomo;
che è centro di interesse e di azione, sia
per il marxista che per il cristiano; l’uomo
concreto, che si muove sul piano della
storia di questo tempo e che incontra,
ogni istante, l’altro eguale e diverso.
Vogliamo tentare questo dialogo, nel prossimo campo invernale ad Agape. Il dialogo veramente vi è stato già più volte, per
il fatto che amici cristiani e marxisti sono
intervenuti a discutere e ricercare insieme
i fatti essenziali della nostra storia e della
nostra vita; ma questa volta vogliamo affrontare l’argomento al centro e vedere:
che cosa veramente oppone — che cosa
veramente unisce — marxisti e cristiani; e
quali sono le possibilità di continuare, su
scala vasta, il medesimo dialogo.
Non ci nascondiamo le difficoltà di questo incontro. Da più di un secxtlo i marxisti polemizzano contro la religione cristiana ed i cristiani contro il marxismo ;
è impossibile che, con tutta la nostra buona volontà e sincerità, questa polemica
non « stinga » su noi, che siamo pur animati da un desiderio sincero di incontro.
Abbiamo già difficoltà a riconoscerci nel
quadro che l’interlocutore si fa di noi...
Inoltre la polemica si è svolta assai
spesso sui fatti politici e non sulla linea
di pensiero. 1 marxisti giudicano il Cristianesimo sulla base di quello che i cristiani sono stati e sono storicamente e li
vedono in una solidarietà necessaria con
lo sfruttamento e il colonialismo; ma i cristiani non si ricono-scono al 100% in questo giudizio.
A loro volta i cristiani giudicano il marxismo sulla base di quello ebe i marxisti
sono stati e sono nel concreto, e non possono separarli dalle responsabilità dello
stalinismo o dell’instaurazione violenta del
socialismo. Ma è raro il caso che gli uni
e gli altri ci domandiamo in che relazione questi fatti storici sono con la dottrina
e ne sono determinati. I cristiani giudicano tempo perso vedere, per esempio, se
lo stalinismo ha una base vera nel marxismo o ne è una forma aberrante; ed ì
marxisti non si preoccupano di quello che
i cristiani possono discutere fra loro, per
esempio sulla proprietà.
Per questa ragione il nostro dialogo
vuole essere soprattutto una ricerca delle
differenze e delle analogie di fondo: una
introduzione : « Che cosa e il marxismo »,
fatta come è logico da un marxista, costituirà una informazione preliminare, indispensabile per molti. Seguirà Tesposizione
dei rimproveri ohe il marxismo ha da fare
alla religione e al cristianesimo in particolare (secondo studio). Il terzo studio
cercherà di formulare la risposta del cristiano al rimprovero. Al centro del campo avremo il dibattilo fra due competenti
su tre temi assolutamente centrali per il
pensiero marxista c per quello cristiano :
l’uomo, l’avvenire, il metodo.
Infine negli ultimi giorni cercheremo
insieme una soluzione per vedere in che
modo è possibile continuare e approfondire
il dialogo.
Il tema del campo è impegnativo, e impegnativi saranno anebe gli studi, seguiti
normalmente da discussioni. Vi sarà tem
po per lo sci (ore 12,45-17) e il riposo;
ma il centro del campo sarà indubbiamente nella ricerca del dialogo, difficile ma
non impossibile.
* S! *
Il programma è stato diviso in due parti
distinte, così anche se alcuni campisti
(speriamo pochi) dovranno lasciare Agape
già il 2 a causa dei loro impegni scolastici,
parteciperanno comunque alla prima parte, completa in sé ed interessante come
inquadramento generale del problema.
Programma del campo
martedì 27 :
arrivo e sistemazione
culto di apertura
presentazioni
on. Lelio Basso: PRESENTAZIONE DEL MARXISMO
discussione in gruppi e generale
sera: assemblea del campo
dott. Isaoco Naboum (Milano): COME IL MARXISMO GIUDICA
LA RELIGIONE
discussione in gruppi e generale
serata ricreativa
past. Giorgio Tourn: POSSIAMO ACCETTARE LA CRITICA
CHE IL MARXISMO RIVOLGE ALLA RELIGIONE?
discussione in gruppi e generale
serata ricreativa
mattino: conversazione o discussione su argomento stabilito dai
campisti in assemblea ^
pomeriggio: libero per la preparazione della serata di fine d’anno
serata in comune — culto di fine d’anno
culto nella chiesa di Prali
pomeriggio : gare sciistiche
serata ricreativa
Dialogo fra marxisti e cristiani
Il dialogo -si svolge fra il dott. Ranieri Pansieri e il Past. Pierre
Nardin, sopra i tre punti di dottrina che sono fondamentali sia
per il marxista che per il cristiano: Vuomo - Vavvenire - il metodo.
Ogni mattina il tema sarà affrontato dai due oratori ”
nel pomeriggio. Le serate avranno programma vario,
conclusioni del campo, discussione generale fra oratori
pisti e, se del caso, preparazione di tesi finali
sera: cullo di chiusura del campo.
AGAPE NON ASSICURA ALCUNO CONTRO EVENTUALI INCIDENTI
LO DESIDERA VI PROVVEDA PERSONALMENTE.
PER ESSERE ACCETTATI AL CAMPO E’ NECESSARIO ISCRIVERSI IN PRECEDENZA.
Norme generali per i partecipanti al campo:
1 - Il prezzo del campo è di 9.500 lire, più 600 lire di iscrizione.
2 - I campisti in arrivo hanno appuntamento in via Pio V 15, Torino, il gior
no 27 dicembre alle ore 16: di qui partiranno in pullman per Agape. Costo
del viaggio Torino-Prali : L. 700.
3 - E’ necessario avere con sé un documento di identità, per le registrazioni ri
chieste dalla legge.
mercoledì 28:
giovedì 29:
venerdì 30:
sabato 31:
domenica 1:
martedì 2:
mercoledì 3:
giovedì 4:
venerdì 5 :
discusso
CHI
Scuola Latina
Pomaretto
Doni ricevuti fino al 30 Novembre 1960
in risposta all’appello
del Comitato « Amici della Scuola Latina »
L. 20.000: Prof. Emanuele Griset (Inverso Pinasca) -— Dott. Guido Bolluri (Torino l.
L. 10.000: Bertalol Maria in Martinat
(Torino) — Bertalol Paolina in Pons (Prarostino) — Col. Luigi Grill (Torre Pellire) — Avv. Cesare Gay (Pinerolo) — Tron
Uva, Elvio, Ezio (Ponte S. Martino) —
Pastore Enrico Tron (Losanna) —- Rostan
Nelly (S. Germano Chisone) — Avv. Stefano Peyrot (Torre Pellice) — Costantin
Germana (Inverso Pinasca) — Peyronel
Adelina (Villar Pellice) — Pastore F. Peyronel (Torino).
L. 5.000: Letizia Grill-Malhieu (Bordi
ghera) — Ing. Giovanni Grill (Bordighera) — Marilena Marcoz (Prali) — Massel
Valdo (Chiotti) — Ida e Guido Baret (Porosa Argentina) — Bulani-Mathieu Livia
(Baltimora) — N. N. (Chiotti) — Evelina
e Valdo Giaiero (Perosa Argentina) — Palma Enrico (Pomaretto) — Gay-Tron Clotilde (Perosa Argentina) — Beux-Grill
Itala (Torino) — Tron-Ribet Adele (Torino) — Lucilla e Laura Malhieu (Roma)
— Prof. Ines Diena (Pinerolo) — Pastore
Ermanno Rostan (Roma) — Dott. Gustavo
Ribet (Torino) — Alina e Marina Peyronel (Napoli) — Malanni Emilio (Cbiotti)
■— Gay Paolo (Chiavari) — Prof. Liliana
Varese (Torino) — Grill Henri (Chicago)
— Bernard Giacomo e figli (Pomaretto)
— Maestro Enrico Jahier (S. Germano
Chisone) — Alberto Bleynat (S. Germano
Chisone) — Avv. Bruno Bissaldi (Genova) — Laurora Vittorio (Bari) — Pastore
Gustavo Bouchard (Pomaretto) — Balma
Elsa (Pomaretto). (continua)
7 giorni
GIOVEDÌ’ 8
Alla vigilia della partenza di De Gallile
per l’Algeria, il Cons’glio dei ministri
francese approva il progetto di legge circa
« Tautodetelrminazione delle popolazioni
algerine e l’organizzazione dei poteri pubblici prima dell’autodeterminazione ».
Est-Ovest: in una conferenza-stampa a
Praga il segretario di Stato del governo di
Bonn, Globke, è accusato di corresponsabilità nello sterminio di 200.000 ebrei cecoslovacchi; nella Germania Orientale, in
cui scarseggia la mano d’opera qualificata,
gli operai dovranno aumentare del 15% la
produzione senza aumento corrispondente
de- salari; a Londra, mentre l’elslituto per
gli studi di alta strategia» pubblica un lungo ed impressionante rapxmrto sulla potenza militare cinese, i laburisti chiedono che
si inviti Ciu En Lai ;n Gran Bretagna, ma
MacMillan risponde che « on è il momento ».
VENERDÌ’ 9
De GauUe g’unge in Algeria. Ad Algeri
e Orano i colonialisti provocano disordini,
levando barricate spianate poi dai carri armai’ ; in alcune località dell’interno De
Gaulie è accolto con calore dalla popolazione musulmana.
Dopo le gazzarre fasciste a Genova e a
Bologna, si ripetono all’Università di Roma violenti incìdenti provocati dall’intervento di gruppi fascisti.
Il capo del « governo » secessionista dì
Slanleyv’lle, nella provincia orientale del
Congo, minaccia un eccidio di bianchi se
Luraumba non sarà liberato; secondo i ribelli il col. Mobutu sarebbe un fantocc’o
dei belgi.
SABATO 10
Mentre prosegue attraverso l’Algeria U
viaggio di De Gaulie, acclamato da molti
musulmani, continuano v’olenti tumulti ad
Algeri, Orano, Bona e Costantina; ad Algeri la situazione è particolarmente grave
perchè numerosi arabi della Casbah scendono in piazza contro : --olonialisti. Mentre a Parigi e in altre città vengono perquisite le case di moki fascisti e sono operati oltre 200 ferrai, in un’intervista alla
TV americana F’erbat Abbas afferma che il
FLN algerino avrà presto armi da Mosca
e da Pèchino (ne sono anzi già arrivate).
Per ordine della Magistratura genovese
(Procura della Repubbl’ca) vengono perquisite le redu-oni di Genova e Milano de
« L’Unità ».
DOMENICA 11
La situazione sì aggrava in Algeria. Le
truppe, nel tentativo dì mantenere l’ordine, ¿parano su musulmani scesi dalla Casbah per assai're ì quartieri europei; negli
scontri tra esercito, colonialisti e arabi decine di morti; sanguinosi tumulti in varie
altre città algerine mentre De Gaulie prosegue le visite; viene ìst'luila la censura
deU’informazione. Interrotte le comunicazioni telefoniche, sospesi i voli algerini dell’Air France.
Intanto a Madrid si riuniscono Salan e
gli ultras fuggiasch’, a cui il governo franchista ha offerto asilo politico, e in Francia le organizzazioni dì destra sono :n agitazione.
Sei imputati di violenze controrivoluzionarie, a Cuba, sono fucilati; e seguiranno
altre condanne per attività ant fidelista.
Anche a Milano incidenti fra universitari: studenti fascisti attaccano una man’festazione di simpatia per l’Algeria indetta
da organizzazioni studentesche democrati
LUNEDI’ 12
In Algeria continuano i disordini sanguinosi, per quanto le vittime non siano
numerose come quelle di domenica. I soldati francesi perquisiscono parte della Casbah di Algeri, mentre affluiscono nella
città alcuni reggimenti di paras. De Gaulie
■ontinua il suo viaggio; elementi positivi: la fedeltà dell’esercito, e il favore amichevole di molti musulmani; ma dei disordini cercano di valersi contro il capo
dello Stato sia gli ultras colonialisti su cui
ricade la responsabilità di averli iniziati,
sia gli estremisti del FLN. Da Tunisi,
Ferhat Abbas dichiara che fra i due blocchi l’Algeria (veramente: il Governo provvisorio del FLN, ed è una cosa diversa,
come mostra il favore di molti arabi per
De Gaulie) ha scelto quello comunista, e
chiede telegraficamente ad Hammarskjoeld
l’intervento dell’ONU.
Il Consiglio dei Ministri italiano approva il piano di costruzione di km. 4.000 di
nuove strade, nel prossimo decennio.
Kennedy annuncia la nomina a segrelar'o di Stalo di Dean Rusk, che fu collaboratore di Truman; Adlai Stevenson accetta la carica di delegato USA all’ONU.
Mentre continuano le difficili trattative
per molte giunte comunali, fallisce a Roma, Napoli e Venezia il tentativo di eleggere il sindaco; nelle prime due città maggioranza, ma insufficiente, per Cioccetli e
Lauro.
MARTEDÌ’ 13
De Gaulie rientra a Parigi; in Algeria
i soldati sparano aia sui colonialisti che
sugli arabi che manifestano. Viene revocato lo sciopero promosso dai colonialisti
e largamente seguito. Si riconosce ufficialmente ohe la responsabilità dei torbidi
sanguinosi è degli estremisti europei. All’ONU intanto il delegato sovietico chi^e
l’intervento, pacifico, dell’ONU, accusando la NATO e gli USA di aver fornito
armi ai francesi; ma Mosca e Pekino sono
cosi certi di avere le mani pulite?
Nelle zone nord-orientali degli USA furiose tempeste di neve causano 150 morti.
USA e Canadá entrano a far parte di
quella che fu l’OECE (organizzazione economica riunente 18 paesi europei), che ora
si chiamerà OCDE (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico).
MERCOLEDÌ’ 14
Mentre l’imperatore Ailè Selassiè è in
Brasile, ì militari si impadron'scono del
potere in Etiopia.
De Gaulie scioglie 'n Algeria tutte le associazioni dei colonialisti; nella Casbah dì
Algeri gli arab’ gridano « assas.sini » ai
IMiras e applaudono i soldati.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
16 dicembre 1960 — N. 50
AHGROGNA (Serre)
Venerdì pomeriggio, 9 c.m., è stalo celabrato il funerale di Coisson Mm-gherka
vedova Oditi, del Serre, deceduta dopo una
lunghissima e penosa malattia. Un gran
numero di persone ha testimoniato coU’intervento alPaccompagnamento funebre la
sua simpatia alla famiglia colp'ta dal lutto,
alla quale ancora una volta ricordiamo che
« il dono di Dio è la vita in Cristo (Jesù ».
BOBBIO PELUCE
Venerdì 9 eorr. le nostre tre Unioni Giovanili convocate al centro per roccasione
hanno ricevuto la grad'ta visita del membro del Comitato di Gruppo FUV Pastore
Giovanni Conia che era accompagnato da
una rappresentanza della Unione Giovanile
di Rorà. Dopo lo studio biblico il Pastore
Conte ci ha dato interessanti notizie circa
l’attività della FUV e ne è sorta una abbastanza an’mata discussione, dalla quale è
emerso che l’essenziale è che le nostre
Unioni Giovanili siano organismi viventi
ed impegnati nella Chiosa, mentre secondario è il problema della loro organizzazione. Dopo una tazza di thè ì giovani di
Rorà e di Bobbio hanno 'mmediatamente
fraternizzato e trascorso alcune ore partecipando a vari giochi. Un vivo grazie al
Pastore Conte ed ai giovami d: Rorà per la
loro molto gradita visita, ed un « arrivederci » a Rorà.
Domenica 11 corr. la nostra Unione delle Madri ha ricevuto la grad'ta visita della
Presidente della Federazione Femminile
Valdese signora L. Santini accompagnata
dalla sig.na Ive Pons. La signora Santini
ha presieduto la riunione tenendo lo studio biblico, mentre la signorina Pons ha
intrattenuto le nostre mamme (c’rca una
cinquantina) dando loro interessanti notizie sulla Federazione Femminile Valdese.
Anche a queste diciamo la nostra r'conoscenza per la loro gradita visita.
Lunedi 12 corr. abbiamo accompagnato
alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale del nostro fratello Pontet Stefano
fu Stefano deceduto il giorno 11 corr. alla
sua abitaz'one al Centro alla età di anni 84.
Egli aveva goduto sino ad una diecina di
giorni fa di ottima salute ed attendeva serenamente al suo lavoro circondato dall’affetto dei suo; cari quando improvvisamente la malattia lo atterrava e malgrado le
pronte ed affettuoise cure ricevute le sue
condizioni di salute peggioravano sino al
tracollo. Alla vedova, ai familiar; ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della
nostra viva, fraterna simpatia crist'ana, fidenti nelle promesse del Signore che el
consola in ogni nostra afflizione.
Rieord'arao che il culto di Natale avrà
inizio alle ore 10 precise. Nel corso del
culto avrà luogo la celebrazione della S.
Cena con calici individuali. La Corale ese.
gu'rà un inno di circostanza. Nel pomeriggio, alle ore 14,30 precise avrà luogo la
festa dell’albero jrer tutti i bambini della
Chiesa, festa alla quale tutti .sono invitati.
Partec'perà pure la Corale e vi sarà al termine la distribuzione del dono di Natale
ad ogni bambino della Chiesa.
Il culto di Capodanno avrà luogo alle
ore 11 con la celebrazione della Santa Cena (calice comune) e con la partecipaz'one
della Corale. e. a.
Quantunque le attività natalizie siano
indicate dettagliatamente sul Rorengo che
è in distribuzione è bene che tutti notino
sin d’ora le seguenti date:
—• Domenica, 18 dicembre, ore 14, riunione di Natale delle due Unioni delle
Madri.
— Martedì, 20 dicembre, ore 19 Festa
di Natale ai Rumer, con partecipazione
della popolazione degli altri quartieri.
— Venerdì 23 dicembre, ore 20 serata
natalìzia dell’Unione Giovanile.
— Sabato 24 dicembre, ore 20, Festa di
Natale al Centro.
— Domenica 25 dicembre, ore 10, Culto
di Natale con Santa Cena.
— Lunedi 26 dicembre, ore 20, Festa di
Natale alle Fucine.
— Sabato 31 dicembre, ore 20, Culto di
Fine d’Anno. E’ in programma, la stessa
sera, una recita ed un’agape fraterna al termine di quest’ultima. Daremo informazioni più precise in proposito.
— Domenica 1 gennaio, ore 10.30, breve
culto di Capodanno. — Ore 14.30, culto
con Santa Cena alle Fucine.
— Si avverte che, per mancanza di tempo, l’annunciata riunione alle Fucine del
22 p. V. non potrà avere luogo.
— Abbiamo ricevuto alcuni cospicui doni ed incoraggiamenti per la progettata
attività maglieristica. Ne siamo profondamente riconoscenti e ci auguriamo che
questo incoraggi altri donatori ed anche
le nostre future maglieriste a perseverare.
Alla fine, chi non si sarà scoraggialo troppo presto, non mancherà di vedere dei
fruiti. Gli inizi saranno, come tutti gli inizi, difficili, ma siamo certi che si potrà vincere le prime dìflBcoltà.
— Chi non ha ancora portalo legna per
il riscaldamento del tempio si affretti a
farlo! La Chiesa riceve molti doni dall’alto ma non della legna tagliata e pronta
ad essere lasciata scivolare nelle due stufe
efficientissime ma non per questo meno
fameliche!
— Ci rallegriamo con Lillina Tourn che,
dopo una breve degenza all’ospedale in
seguito ad un intervento chirurgico, si sta
rapidamente riprendendo.
— Martedì, 13 dicembre, ha avuto luogo
ai Vemei una riunione familiare in casa
Benecchio. Siamo sempre riconoscenti di
poter avere questi incontri cosi simpatici
ohe ci permettono di ascoltare la Parola
di Dio nel raccoglimento di una cameretta.
— Venerdì scorso alcuni unionisti rorenghi hanno fatto visita alle tre unioni
giovanili di Bobbio, riunite al Centro. Di
questa visita si parla altrove nel giornale
ma da queste colonne desideriamo dire ai
bibbiarelli ed al loro pastore la nostra riconoscenza per la calda e fraterna accoglienza.
P0MÄRETT0
Venerdì 9 dicembre ha avuto luogo il
servizio funebre di Rostan Arturo de: Maurini di anni 64; una folla imponente di parenti ed amici dello scomparso ha preso
parte alle esequie del nostro frateUo tragicamente perito in una caduta che gli è stat:i fatale; il messaggio della speranza in
Cristo Consolatore è stato recalo alla famiglia ed alla massa di persone convenute
pe:' la triste circostanza. Des'deriamo inviare il nostro pensiero di viva simpatia
alla signora Rostan, al figlio Gino, a tutti
i parenti per la dura prova che li ha colpiti.
Domenica 11 Dicembre si è potuto avere
i due culti al Centro ed aH’Inverso grazie
alla collaborazione deirinsegnanle Gianni
Jahier oh.- ha presieduto il culto del mattino a Pomaretto rivolgendo un messaggio di
viva attualità e di particolare richiamo aUa
comunità; lo ringraz'aino di cuore e ci
rallegriamo che la collaborazione laica sia
bene avviala in questo senso e con la speranza che possa accrescersi ancora.
Prossimamente avremo le seguenti festicciuole natalìzie :
il 24 pomeriggii- alle 15 al Clot Inverso;
il 25 isera ai Cerisieri;
il 26 pomeriggio alle 15 a Pomaretto.
Il culto di Natale avrà luogo alle ore 10.
Domenica sera giorno 18 il Pastore Davite visiterà la nostra Unione Giovanile.
SAN SECONDO
—• Alcune famiglie della nostra comunità
sono state ultimamente provate dal lutto.
Romilda Rapetti, nata Vicino, figlia del
signor Giovanni Vicino, attivo collaboratore della nostra Chiesa, deceduta all’età
di anni 52 dopo lunga malattia, in Milano,
e Cesare Avondetto di Miradolo, di anni
71, colpito improvvisamente da infarto
mentre attendeva alle sue normali occupazioni nei campi.
Ai funerali, presieduti dal pastore Genre
e svoltisi rispettivamente nei giorni di
mereoledi 30 novembre e giovedì 1» dicembre, sono intervenuti numerosi amici
e conoscenti per manifestare alle famiglie
afflitte il proprio affetto e dire loro la propria simpatia cristiana cristiana in questi
momenti di dolorosa separazione.
Sono pure deceduti nella loro abitazione
la scorsa settimana Enrico Avondetto di
anni 81 e Alessio Fornerone di anni 94.
^ Mentre rinnoviamo ai parenti in lutto
l’espressione della nostra fraterna solidarietà nel dolore, chiediamo a Dio di confortarli nella prova potenziando in essi
quella fede che sempre più ci unisce a
Cristo vivente e risuscitato, a Colui che
(C ha distrutto la morte ed ha prodotto in
luce la vita e Pimmortalità per l’Evangelo ».
Il Convegno della FUV ha avuto domenica pomeriggio nei locali della Scuola
Umberto I alla presenza di numerose unioni giovanili accompagnate dal loro Pastore. Si è svolto in Un ambiente sereno di
fraterna concordia e di giovanile allegrezza per cui ringraziamo gli intervenuti per
la loro gradita visita che ha permesso ai
nostri giovani di trascorrere una domenica
pomerigg o in un’atmosfera cordiale.
— Domenica prossima, 18 c. m., alle
ore 14.30 nella Sala Umberto I avrà luogo,
D. v., un Bazar i cui proventi andranno a
colmare i vuoti causati dalle spese che
ultimamente il Concistoro ha dovuto sostenere per ricostruire la cinta del piazzale
del Tempio e che purtroppo non sono state finora coperte che in piccola parte.
Durante il « Bazar » verranno proiettati
dal diacono Dino Gardiol i film del 17
febbraio a San Secondo, del viaggio della
nostra comunità a Ginevra ed altri film divertenti, mentre alcuni cantici, ritrasmessi da un registratore, contribuiranno a rendere più interessante la festa.
A sera, alle ore 20, sempre nella Sala
Umberto I, ii pastore R. Jahier di Luserna
San Giovanni, darà uno spettacolo di
proiezioni luminose con interessantissime
diapositive a colori.
Tutta la comunità è cordialmente invitata ad intervenire numerosa ed a prendere parte attiva a questo bazar il cui successo è vincolato all’impegno ed alla coscienza di ogni membro di chiesa. d. g.
MASSEL
Nous avons célébré le service funèbre
de Giuditla Meytre (Salza) de 85 ans. Nous
renouvelons à sa famille notre fraternelle
synipathie dans le deuil et l’es'perance.
Le 27 novembre a été baptisé Valdo
Tron (Porte) de Enrico e Letizia Ghigo.
Aux parents et à l’enfant nos voeux fraternels pour la vie de foi de leur foyer.
Vendredi 23 décembre, à 19.30 heures,
aura lieu au Ciaberso une réunion pour
les quartiers du Ciaberso el de Rua la
Comba.
PRAMOLLO
Domcn ca 11 corr. abbiamo avuto la gra
dita visita della Filodrammatica di S. Germano Chisone. Malgrado i 40 e più cm. di
neve caduti nella giornata d’ sabato e nella
nottata di domenica, un pubblico discretamente numeroso è intervenuto per assistere alla rappresentazione della brillante
commedia : « In città è un’altra cosa ». Alla commed'a ha fatto seguito l’esecuzione
di alcuni bei canti della montagna. Un
piccolo trattenimento tra gli artisti Saugermanesi e gli Unionisti Pramollini ha
concluso il simpatico pomeriggio.
Ringraziamo i bravi artisti Sangermanesi per la loro molto gradita visita e per le
ore liete che ci hanno fatto trascorrere. E’
stata una bella giornata di cui conserv’amo un lieto ricordo e di cui siamo molto
grati.
La Festa dell’Albero di Natale avrà luogo g'o’vedi pomeriggio, 22 dicembre, alle
ore 14 nella sala delle attività giovanili.
11 culto di Natale, con celebrazione della
Santa Cena, incomincierà in antic'po rispetto all’orario normale, e cioè alle ore 10.
PERRERO - MANIGLIA
L’Unione Giovanile ha avuto il p'acere di
essere visitata dal s^retario nazionale past.
Franco Giampiccoli l’8 novembre. Lo ringg’aziamo vivamente per le sue fraterne
esortazioni.
Sono stati celebrati, nel tempio di Ferrerò, i matrimoni di: Bruno Gelato (Ferreròi
e Laura Peyran (Bessè) il 19 novembre; di
Franco Menusan (Traverse) e Rina Ribet
(Grange) il 10 dicembre II Signore benedica ed assista questi spos'.
Il 4 dicembre i nostri culti sono stati presieduti dal pastore Roberto Jahier, :1 quale
la sera ci ha ancora dato una interessante
conferenza con proiezioni. Lo ringraziamo
sentitamente per tutti i suoi messaggi.
PIHERGLQ
Con vivissimo dolore la Chiesa ha appreso la malattia che ha improvvisamente
costretto a letto il pastore Achille Deodato; ancora giovedì mattina, 1» corr., nessuno avrebbe potuto prevedere che egli
sarebbe, stato così fermato nella sua multiforme attività...
Al culto di domenica 4 corr. — presieduto dal past. em. L. Marauda — l’intera
Comunità ha circondato il suo Fastore
con fervide preghiere, nella certezza che
l’Onnipotente le vorrà accogliere ed esaudire nel modo migliore; e la simpatia di
tutti è intanto assicurata a Lui ed alla
sua Famiglia.
In attesa che la « Tavola » prenda le
deliberazioni del caso, il segretario della
Commissione Distrettuale, past. G. Tourn,
provvede alla sostituzione.
TORRE PELLICE
— Siamo molto grati al Past. Giovanni
Bertinotti e al Sig. Aldo Varese che hanno
pres'eduto culto e riunioni in sostituzione
de! Past. Sommani, costretto a letto dalla
influenza. In queste -settimane vediamo pura giungere -con vivo piacere nei vari quartieri i g'ovani della « Pradeltorno » : li ringraziamo e auguriamo loro gioia e frutti
nella loro attività pro Missioni e nel richiamo che rivolgono a tutta la -chiesa a considerare la Missione cosa nostra.
— Giovedì -scorso ha avuto luogo, con
afflusso non troppo numeroso, ma tuttavia
con esito so-d-d'sfa-cente, l’annuo bazar pro
Missioni, Ringraziaimo tutte le -sorelle che
per esso si sono prodigate.
— Domenica scorsa un buon gruppo della nostra Corale ira partecipato al culto ai
Coppier', arric-chendido con la sua canora
presenza; essa si è pure recata aU’Ospedale. cantando inni per i ricoverati. Ringraziamo -di cuore -gli amici della Corale pei
questa duplice visita.
— Domenica 18, alle ore 28,30, nella seduta della « E. Arnaud » il Doli. Gardiol
presenterà, con -belle -diapositive, qualche
angolo sconosciuto e pittoresco delle nosire Valli.
— La scorsa settimana è -stata di movimento piuttosto intenso per le nostre Unioni giovanili: giovedì sera quella dei CopIiieri si è recata ai Peyrots, accolta cordialmente da quella consorella con cui ha
trascorso una simpatica serata; sabato sera, mentre ai Coppieri -si riceveva la vis ta gradita di un buon numero di unionisti
di S. Giovanni, parecchi giovani -dell’Unione del Centro, sfidando lo sciopero dei ferrovieri, si sono recati a Pinerolo, a ricambiare la visita ricevuta in novembre. Rallegrandoci per questi incontri giovanili,
ringraz'-amo coloro che ci hanno calorosamente a-ocolto o ci hanno visitalo.
— Ancora due lutti da ricordare con afffcltuo-sa simpatia verso le famiglie colpite:
Stefano Mus.set (Villa) d; armi 77, e Maria
Bonin ved Boulard (Appiotli) di anni 81,
« Le '.enebrs non dureranno sempre per la
terra che ora è nell’angoscia. Su quelli che
abitavano il paese dell’ombra -della morte,
la luce risplende»: la luce di Cristo.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri - Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Penice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
________n. 175, 8-7-1960_______
Tipografia Subalpina - s. p. a,
Torre Pellice (Torino)
Monsieur et Madame Paul Heroult
Monsieur et Madame Emmanuel Pons
ont la joie de vous faire part du
mariage de leurs enfants
JOSETTE et JACQUES
La Bénédiction de Dieu sera demandée sur leur union le 30 Décembre
1960, à Do Néva, Houa'ilou, NouvelleCalédonie.
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